Cap.5 Push

Il vento faceva ondeggiare i lunghi codini mori di Videl. La giovane teneva i pugni stretti ed era ritta dinnanzi a Gohan.
“Ti ho già detto che non sono Great Saiyaman” mentì quest'ultimo. La giovane avanzò, entrambi si trovavano sul terrazzino dell'Orange School.
“Smettila di prendermi per una stupida” si lamentò. Si mise sulle punte delle scarpe da ginnastica, afferrò per le spalle Gohan e lo spinse indietro, sbattendolo contro un muro.
Il Son sgranò gli occhi e si specchiò nelle iridi azzurro cielo della ragazza. Deglutì, abbassò lo sguardo sulle labbra di lei ed arrossì. Chiuse gli occhi e la baciò.

[104].

Cap.6 Grab

Gohan si passò le mani sopra la tuta arancione, scrollando i residui di terra e di polvere.
“Per oggi direi che l'allenamento non è andato tanto male” disse. Il vento gli faceva ondeggiare i capelli mori e faceva lo stesso con quelli tagliati a caschetto della ragazza davanti a lui.
“Sono convinto che riuscirai a controllare il tuo spirito interiore in meno tempo di quanto tu creda” continuò il Son. Si voltò e si allontanò. Videl scattò, lo afferrò per un polso e lo attirò a sé. Gohan sgranò gli occhi e ricadde in avanti. La giovane chiuse i propri e lo baciò, Gohan ricambiò.

[107].

Cap.7 Lick

Videl gattonò sul letto, Gohan osservò il corpo ignudo della compagna e si morse un labbro. Le passò un pollice sulla guancia, arrossendo e la baciò sulle labbra. Videl sporse il viso e ricambiò appassionatamente il bacio, le loro lingue si unirono. Si separarono, a unire le loro bocche un rivolo di saliva. Videl si mise seduta accanto a lui, facendo ondeggiare i propri seni sodi e si sporse. Strofinò la guancia sulla spalla muscolosa di Gohan, la accarezzò con la mano dalle dita affusolate e leccò la pelle. Gohan rabbrividì, lei gliela mordicchiò lasciandogli il segno. Gohan sorrise e la strinse a sé.

[104].

Cap.8 Roam

Gohan si appoggiò Videl sulle gambe nude, le accarezzò il collo e lentamente scese lungo le spalle lisce di lei. Le annusò con l'incavo del collo e le mise le mani davanti al petto, sfiorandole delicatamente i seni, i capezzoli di lei erano turgidi. Si strusciò con il petto muscoloso contro le spalle della giovane e le accarezzò i fianchi, scendendo fino alle gambe. La giovane si alzò e si voltò, mettendosi in ginocchio sulle gambe muscolose di lui. Il ragazzo le accarezzò i glutei con una mano, mentre con l'altra le sollevava il mento. Si sporse e la baciò.

[100].

Cap.9 Undress

Gohan si sfilò la maglietta nera, umida di sudore, che gli aderiva ai pettorali scolpiti. La sua ciocca di capelli mori gli aderiva alla fronte spaziosa imperlata di sudore. Si slacciò la cintura di tela blu e allungò il braccio, lasciandola cadere su una sedia. Si sfilò gli stivaletti ed avanzò con i piedi nudi verso il letto, su cui era stesa Videl. La giovane si sciolse la lunga treccia nera ed osservò le gocce di sudore scendere lungo i pettorali di lui. Gohan lasciò cadere i pantaloni, li sfilò e li allontano calciandoli. Giocherellò con l'elastico dei propri boxer e li lasciò scivolare lungo le gambe scolpite.

[108].

La vita è strana

Non è cattiva ma nemmeno buona

Kamhara girò su se stessa facendo sollevare la gonna.

"Devo dire che mi trovo decisamente meglio con la battle-suit" sussurrò. Elly scoppiò a ridere e negò con il capo.

"Non c'è niente di male ad indossare dei semplici pantaloni, la gonna non è d'obbligo" le disse. Kamy si mordicchiò il labbro e si voltò verso Reghina.

"Voi cosa ne pensate principessa? Mi sembrava che vi piacessero le gonne" sussurrò con voce tremante. Le sue iridi erano verde smeraldo.

"La gonna è utile solo perché sotto di essa, sulle gambe, puoi nascondere più pugnali" disse Reghina. Chiuse gli occhi e ghignò. Elly scoppiò a ridere e Kamy rabbrividì.

[107]

Kamhara si chiuse i bottoni di legno della sua giacchetta viola di stoffa.

"Ti sei ricordata di pulire la mia stanza?" domandò Veki.

"Sì, principessa" disse Kamhara. Si voltò verso la principessa dai capelli color inchiostro, le sue iridi color cioccolato la fissavano. Lory era nascosta dietro di lei, gli occhi dalle iridi azzurre le prendevano metà del viso.

"E le mie scarpe?" chiese Veki. Elly entrò nella stanza emanando un'aura di terzo livello.

"Non mi ricordavo che Kamy fosse diventata una sguattera. Perché non te le fai da sola?" domandò. Veki digrignò i denti e Lory lanciò un versetto stridulo, scomparendo totalmente dietro la principessa.

[106].

Kamhara si piegò in avanti stringendosi il petto e vomitò ripetutamente. Si raddrizzò, ansimando, del liquido trasparente le colava anche dal naso. Tirò l'acqua e prese un po' di carta igienica, si pulì la bocca e si soffiò il naso.

"Io capisco 'sta qua, ma tu sei cresciuta su Vegeta-sei, lì bere è normale" si lamentò Reghina. Mise il volto di Elly sotto l'acqua. La bionda aveva le guance rosse e rideva isterica.

"Voglio un altro bicchiere" farfugliò Elly. Kamy arrossì, aveva gli occhi arrossati e le iridi castane erano lucide.

"Mi sa che abbiamo tutte esagerato con quella vodka" sussurrò.

“Meno male che avete me” brontolò Reghina.

[108].

Kamhara passò le mani sopra le lenzuola del letto, appianando le pieghe. Avvertì una presenza e si voltò, vedendo Junior entrare nella stanza.

“Sei venuto anche tu con Elly?” domandò. Junior strinse le labbra ed annuì, tenendo lo sguardo chino.

“Non so cosa possiate combinare a stare una settimana da sole” disse secco. Kamy sorrise e si passò una mano tra i capelli rossi.

“Diffidente, vero?” chiese. Junior incrociò le braccia al petto ed annuì.

“Sempre” spiegò. Kamhara si voltò e mise la coperta sopra il lenzuolo. Si piegò e la appuntò.

“Sono contenta che tra te ed Elly vada tutto bene. Siete una coppia fantastica” disse. La punta delle orecchie di Junior e le sue guance divennero rosse.

“E’ naturale. Molti anni fa ho capito il trucco dalle parole di Vegeta e Goku” spiegò. Kamy inarcò un sopracciglio.

“Ossia?” domandò. Junior sorrise, mostrando i canini aguzzi.

“Ci vogliono persone forti per stare accanto ai saiyan. Quelli come voi hanno bisogno di persone che gli tengano testa, per continuare a far ribollire il vostro sangue guerriero, per rinnovarlo nella lotta. Che sia verbale o fisica, è la battaglia che li fa amare” spiegò. Kamhara sorrise e dimenò la coda dalla pelliccia rosa.

“Non avrei saputo dirlo meglio” ammise.

[Doubledrabble 208].

Gohan teneva il viso nascosto tra le mani, le lacrime gli rigavano il viso. Videl si sedette al suo fianco, gli mise una mano sulla spalla.

“Cosa c’è?” domandò.

“Oggi pensavo a mio padre” ammise Gohan con voce rauca.

“Non sei felice di riaverlo con te?” domandò Videl. Gohan le appoggiò la mano sul ventre rigonfio.

“Non è questo, ma… e sei io non fossi alla sua altezza? Se non riuscissi a difendere né te né nostra figlia” gemette.

“Tu non ci perderai. Perché quando sarà il momento, troverai la forza per salvarci. Ho totale fiducia in te” lo rassicurò Videl. Gohan la abbracciò.

“Non tradirò la tua fiducia” giurò.

[110].

Ringrazio anche solo chi legge.

YamchaxMaron.

Cap.15 Fiducia

Yamcha si sdraiò su un fianco ed alzò il capo, osservando la luce delle stelle oltre la finestra. Sospirò, un lenzuolo copriva il suo corpo nudo. Nei suoi occhi si rifletté la luce della luna piena e strinse le labbra, avvertendo una fitta al petto.

Maron si sporse, gattonando sul letto e gli mise una mano sulla spalla.

“Cosa c’è che non va?” domandò. Ad ogni suoi movimento il suo seno prosperoso, stretto dalla camicia da notte, ondeggiava.

L’ex-predone del deserto si voltò verso di lei e le passò la mano tra le ciocche di capelli azzurri.

“Sono preoccupato per Goku. Non mi fido di questo fantomatico drago dorato” sussurrò con voce roca. Maron prese la mano di lui tra le proprie e gli baciò la punta delle dita con le labbra rosse e piene.

“Ti fidi sempre di meno anche di Goku, ogni volta che scopri qualcosa su di lui” sussurrò. Yamcha si alzò seduto, facendo scivolare il lenzuolo candido in modo da coprirgli solo l’intimo.

“Mi fiderò sempre di Goku. È del drago Zarma e di Vegeta che non mi fido. E non mi fiderò mai” disse secco. Maron le accarezzò la guancia, si sporse e sfiorò le labbra dell’altro con le proprie.

“Allora resta al suo fianco, proprio perché tutto ciò che lo circonda è così terribile e spaventoso. Non lo fare perdere tra dei e

battaglie” disse. Yamcha le passò il braccio intorno ai fianchi e la trasse a sé, stringendola al petto.

“Mai. Per me resterà sempre quel bambino affamato un po’ ingenuo” rispose.

[203, doubledrabble].

Ringrazio anche solo chi legge.

CrilinxC18.

Cap.16 Niente più battaglie

C18 allargò le braccia, osservando il cielo azzurro sopra di sé, il suo corpo affondava nella sabbia. Abbassò lo sguardo ed osservò Crilin addormentato al suo fianco, l’uomo russava. La bionda gli passò le dita tra i capelli mori e gli sorrise.

“Non ti manca combattere?” si sentì domandare. Volse la testa verso la direzione da cui veniva la voce e si trovò davanti una tartaruga.

“Tornerò a combattere quando Marron sarà abbastanza grande. Ora quella bambina ha bisogno della sua mamma” rispose. La tartaruga schioccò la lingua sul becco.

“La verità è che lo fai per far sentire utile lui” ribatté, indicando con la testa Crilin. 18 si alzò seduta e appoggiò la testa di Crilin sulle proprie gambe sode.

“Lui sarebbe utile anche se non fosse forte in battaglia” ribatté.

“In battaglia è inutile” brontolò la testuggine tra sé e sé. 18 si voltò verso l’animale e lo vide allontanarsi.

“Vuoi la verità? Semplicemente combattere mi rendeva un passo più simile all’essere solo una macchina, quello da cui Crilin mi ha salvato. Ogni volta che faccio la madre, invece che la killer, mi sento tolto un anello dalla catena della mia schiavitù al Dr. Gero” disse 18. La tartaruga superò la battigia e si inabissò in mare.

[Doubledrabble, 209].

Ringrazio anche solo chi legge.

Kuriza, GinyuxFreezer oneside.

Cap.17 Per un sorriso

Kuriza osservò la pioggia scendere lungo il vetro della finestra, il cielo dall’altra parte era violaceo. Sentì dei passi avvicinarsi e si voltò.

“Non sei ad allenarti?” domandò Ginyu. Il figlio di Freezer dimenò la coda.

“Vi prego, capitano, non ditelo a mio padre” supplicò. Ginyu sbatté le palpebre.

“Non apprezzate farlo da solo?” gli domandò. Il changelling strinse le labbra violette e negò con il capo.

“Mio padre non si allena, eppure è il più forte. Non vedo perché mi debba allenare io” si lamentò. Il mercenario si piegò in avanti, lo prese in braccio e se lo mise sulla spalla.

“Non ti piace combattere, vero?” domandò. Kuriza dimenò le gambe e deglutì.

“Mio padre mi ucciderebbe se pensasse che non sarò un buon erede” ammise. Ginyu avanzò lungo il corridoio della base.

“Quando non vuoi combattere, o allenarti, devi pensare a qualcosa che puoi guadagnare se riesci. Per cosa varrebbe la pena diventare più forte?” domandò. Kuriza appoggiò la mano su uno dei muscoli del braccio viola scuro di Ginyu.

“Per il sorriso di mio padre, che significa che è orgoglioso di me” rispose.

“Anche io lo faccio per la felicità di tuo padre e sono riuscito ad arrivare fin qui” lo incoraggiò Ginyu. Kuriza sorrise.

[Doubledrabble, 208].

Kamy è una mia Oc. What if. Non è Frost.

Vegeta incrociò le braccia e si appoggiò contro l’angolo della stanza, i capelli neri a fiamma strofinavano sulla parete sporcandosi di polvere candida. La stanza era un salone dalle pareti bianco-sporco, il soffitto violetto di cristallo, il pavimento formato da terreno nerastro e le porte fatte d’oro galleggiavano.
“Non credi che mia sorella stia esagerando?” domandò Goku, grattandosi la testa.
“Dobbiamo scoprire fino a che punto è forte il suo drago. E’ il gemello del tuo, ma allo stesso modo in cui Champa è gemello di Bills, perciò potrebbe essere meno forte, essendo legato all’universo sei” rispose Vegeta.
Goku strofinò la punta dello scarponcino sul terreno scuro.
“Sì, ma quello non è il Freezer del nostro universo. Magari non se lo merita” borbottò. Vegeta inarcò un sopracciglio.
“Se così fosse, Champa non ci avrebbe chiamato per fermarlo” ribatté. Osservò il drago rosa avvolgere Freezer, le fiamme rosse che emanava lo rendevano vermiglio. Il changelling si dimenava urlando.
“Vegeta, secondo me il suo drago è potente. In fondo è anche lui il drago delle sfere del desiderio e… Urca, se urla” gemette Goku. Vegeta gli diede una gomitata leggera.
“Resti sempre il solito buonista. Ora la faccio smettere” disse. Il Son sorrise al principe.
“Grazie, Vegeta” sussurrò.

[Doubledrabble, 206].

Gohan sollevò Crilin e lo abbracciò. Crilin gli sorrise, gli occhi gli pizzicavano.

“Sono così contento che tu stia bene” disse. Gohan lo mise giù, sorridendogli.

“Sì, è bello rivederti” rispose. Crilin gli diede un pugno sul fianco.

“Ti sei fatto ancora più forte. Tuo padre sarà orgoglioso di te” gli disse. Gohan si grattò il naso.

“Vuoi vedere che effetti hanno avuto gli allenamenti su di me?” domandò.

“Con piacere” rispose Crilin. Sentì tossire un paio di volte e si voltò, trovandosi davanti Junior.

“Non è questo il momento” rispose il namecciano. Crilin sbuffò.

“Tranquillo Crilin, lo vedrai in combattimento” lo rassicurò Gohan.

[104].

Cross-over con KHR. KingVegeta AU!

Kamy è una mia Oc.

Vegeta incrociò le braccia al petto, il vento gli faceva ondeggiare il mantello vermiglio e sbattere ritmicamente il medaglione reale sul petto.

“Non pensi di essere tornato un po’ tardi?” domandò. Il bambino alzò lo sguardo sul sovrano e strinse le labbra.
“Ho dovuto mordere a morte degli inetti” brontolò. Vegeta ghignò.
“Tsk. Non dovresti abbassarti a dare conto a degli inferiori, sei un principe dei saiyan” ribatté. Kyoya strinse al petto il peluche a forma di pulcino sporco di sangue e strinse le labbra sottili. Raggiunse il più grande e dimenò la coda violetta.
“Mamma?” chiese il bambino. Vegeta lo afferrò per la coda, osservò il piccolo cercare di raggiungerlo con una serie di calci e se lo mise sulla spalla.
“Preoccupata. Quella strega sta mettendo in disordine tutto il castello per trovarti” spiegò. Il piccolo incrociò le gambe ed alzò il capo. Intravide in lontananza Kamhara gesticolare, indicando il corridoio a Nappa, intendo a sbadigliare.
“Non ti preoccupare, non te la farò affrontare. Le dirò che eri a occuparti del tuo riccio, nelle mie stanze. Lì non controlla mai. In cambio, però, domani verrai con me a disciplinare i popoli vicini” disse serio Vegeta. Kyoya ghignò.
“Si, papà” sussurrò.

[201, Doubledrabble].

Kamy è una mia Oc.

Mirai appoggiò una mano sopra la macchina del tempo, sporcandosi le dita con l’erba che la ricopriva.
“E’ un piacere per me conoscere un’amica di mio padre” disse il giovane. Il vento gli faceva ondeggiare i lunghi capelli color lilla, in mezzo ai quali spiccavano delle ciocche azzurre.
“Per me è un onore conoscere un giovane principe della famiglia reale, anche se proveniente da un altro tempo” rispose Kamhara. Fece un inchino a mezzo busto chinando il capo. Mirai ridacchiò e le mise una mano sulla spalla.
“Per essere la sorella di Goku, sai essere formale” sussurrò. Kamy sbatté un paio di volte le palpebre e le sue iridi divennero azzurre.
“Vi ho messo a disagio?” chiese.
La luce del sole faceva splendere la lama della spada sulle spalle del ragazzo.
“Un po’. In fondo sei un po’ come una zia per me, possiamo avere un rapporto amicale” spiegò Mirai Trunks. Kamy gli sorrise.
“Come vuoi… nipotino” disse con voce incerta. Si alzò sulle punte, appoggiò le mani sul suo braccio muscoloso per darsi la spinta e gli baciò la guancia.
Mirai balbettò aprendo e chiudendo la bocca, arrossì e chiuse gli occhi.
Vegeta osservò suo figlio e scoppiò a ridere, scuotendo la testa.

[Doubledrabble, 204].

Kamy è una mia Oc.

Kamhara fermò il missile lanciato dal robot davanti a lei con una mano e lo guardò.
“Mollalo mostro! E ridammi la sfera del drago!” gridò Pilaf dentro il robot. Kamhara girò il missile e lo lasciò andare. Questo tornò dalla macchina che lo aveva lanciato e la fece esplodere. Pilaf, l’occupante, volò all’indietro e precipitò da una rupe.
Il cane lo aiuto ad alzarsi e Pilaf si massaggiò il bernoccolo sul capo, aveva le lacrime agl’angoli degli occhi.
“Me la pagherai! Non sai chi sono io!” strepitò. Il cane si nascose dietro di lui.
Kamy scrollò le spalle, dimenò la coda rosa e mise la sfera del drago nella tasca della battle suit.
“Mio fratello dice che quel tipo ormai è amico vostro. Io non lo trovo tanto simpatico” brontolò. Trunks si massaggiò il collo, guardando May allontanarsi e arrossì. Kamhara seguì lo sguardo del Briefs.
“Quella moretta la conosci?” s’informò. Trunks tossicchiò.
“E’ la mia ex. Mi sono messo con lei da bambino e l’ho lasciata per Marron, prima che lei mi lasciasse per Goten… insomma una storia molto vecchia” farfugliò.
“Principino, se me lo dicevate, buttavo lei dal dirupo” spiegò gelida Kamy. Trunks scoppiò a ridere.
“Inizio a capire perché sei amica di mio padre” ammise.

[Doubledrabble, 208].

Vegeta si massaggiò il collo, sentendo la fasciatura umida di sangue sotto le dita e con l’altra mano sorseggiò il caffè dentro una tazza di ceramica bianca. Osservò fuori dall’oblò, mentre il fumo della bevanda gli investiva il viso abbronzato.
La battle suit azzurra era strappata in più punti e gli aderiva al corpo muscoloso, socchiuse gli occhi, le sue iridi color ossidiana riflettevano il cielo spaziale esterno.
“Dovresti ringraziarmi ti averti permesso di prenderlo. Lo sai che a te la macchinetta del caffè è proibita” disse Jeet. Si sedette sul letto del principe ed appoggiò un gomito sopra il ginocchio della gamba alzata, accavallata sopra l’altra.
“A me è interdetta qualsiasi fonte di cibo. Lord Freezer mi vuole forte” ribatté gelido Vegeta. Le stelle dello spazio dall’altra parte dell’oblò si riflettevano nelle sue iridi color ossidiana.
“Vegeta, senti… ormai siamo adulti. Quanto pensi che durerà ancora la nostra amicizia?” chiese Jeet passandosi la mano tra i capelli bianchi. Il saiyan dimenò la coda, si voltò piegando di lato il capo, facendo ondeggiare le ciocche della frangetta davanti al proprio viso.
“Fino a che mi porterai il caffè, sicuro” disse ironico. L’alieno dalla pelle rossa ridacchiò rumorosamente.
“Guarda tu, uno scimmione dipendente dalla caffeina” disse ironico.

[206, Doubledrabble].

Bulma strinse la tazza di cioccolata calda con entrambe le mani, il fumo si alzava fino al suo viso, sentiva la ceramica bollente sotto le dita. L’azzurra abbassò lo sguardo e soffiò sul liquido, il proprio fiato si condensava davanti al suo viso pallido. Rabbrividì, avvertì dei passi alle sue spalle e sorseggiò il contenuto della tazza. Sentì il sapore amaro del cacao sulle labbra, seguito da un retrogusto dolce di zucchero. Avvertì qualcosa sulle proprie spalle e alzò il capo, voltandolo. Vegeta le legò le maniche del maglione che le aveva appoggiato sulle spalle sotto il mento. Le pulì il labbro superiore sporco di cioccolata con il pollice e se lo mise in bocca. Bulma ridacchiò. Vegeta alzò il capo, mentre fiocchi di neve iniziavano a cadere. Ne sfiorò uno con la mano, questo si sciolse e il moro sbatté un paio di volte le palpebre.

“Cos’è?” domandò. Alcuni fiocchi di neve gli finirono tra i capelli a fiamma e un colpo di vento gli fece ricadere davanti al viso i ciuffi di una frangetta dalle ciocche larghe tre dita. Bulma gli diede un bacio sulla guancia.

“E’ semplicemente della neve” rispose gentilmente.

< Alle volte sembra un bambino dolcissimo > pensò.

[Doubledrabble, 203].

Kakaroth s’inginocchiò ai piedi del principe, prese il manto vermiglio del più grande nella mano destra e lo sfiorò con le labbra.

“Mio signore, siamo da soli?” domandò. Vegeta chinò il capo, facendo ondeggiare il medaglione sul proprio petto.

“Siamo soli” rispose, accarezzò il mento del più giovane. Kakaroth lasciò andare il mantello e si alzò in piedi, era alto due volte del sovrano. La luce rossastra dei due soli illuminava il suo fisico muscoloso, stretto dalla battle-suit.

“Posso servirvi in qualche modo?” domandò il figlio di Bardack. La sua voce ricordava il ruggito di un drago. Vegeta si leccò le labbra e arrossì. “Tsk, lo sai benissimo” sibilò. Ebbe un tic all’occhio. Kakaroth accentuò il ghigno e gli passò la mano tra i neri capelli a fiamma. “Ogni vostro desiderio è un ordine per me” disse roco. Baciò il principe dei saiyan, che contraccambiò il bacio, lo approfondì facendo scendere la lingua su quella dell’altro, premendo con più forza le loro labbra. Vegeta gorgogliò, sporgendo il capo verso l’altro.

[Doubledrabble, 204].

Veki e John sono entrambi due miei Oc.

“Non capisco proprio. Non è che io voglia parlare male di Kamhara, è una bravissima ragazza, ma… un principe come te come ha fatto ad abbassarsi a sposare una come lei?” domandò Veki. Si passò la spazzola tra i capelli a fiamma pettinandoli, fino ad abbassargli per farli ricadere lisci lungo la schiena.

“Non sa badare ai bambini. E tu non mi sembri così sciocco come l’altro nostro fratello”. Continuò. Le sue iridi color caffè erano liquide. John si passò la mano tra i capelli a fiamma che gli ricadevano al lato del viso.

“E’ proprio perché non sono come lui che non mi solo lasciato sfuggire Kamy” sussurrò roco.

[110].

Trunks gorgogliò nel sonno, teneva la testa abbandonata sulle braccia incrociate. Sul suo viso all’altezza del mento si era fatto un segno vermiglio, provocato dalle carpette gialle e azzurre che c’erano tra lui e il legno di ciliegio della scrivania. La luce del sole entrava dalle grandi finestre nel suo ufficio, illuminandolo. I capelli color glicine gli ricadevano disordinati, un paio di erano posati sulle sue spalle risaltando sulla camicia bianca spiegazzata e altri erano finiti su un tomo blu abbandonato in un angolo della scrivania. Il respiro del giovane era profondo, continuo, ripetitivo, ogni tanto veniva coperto dai rumori della città che provenivano dall’esterno della torre della Capsule corporation.

[110].

Veg è un Oc di Vegeta4ever, Goshin è un mio Oc.
 

Cap.28 Pazienza

Veg osservò il filo elettrico vermiglio che Goshin stava dipanando dalla matassa che era diventato. Inarcò un sopracciglio ed appoggiò le mani sulle ginocchia dei pantaloni neri del completo che indossava.

“Non occuperesti meglio il tuo tempo allenandoti?” domandò gelido. Goshin si chiuse i bottoni della giacca bianca del completo che indossava.

“Bisogna allenare anche la pazienza” ribatté. Veg schioccò la lingua sul palato. Il suo petto abbronzato, lasciato scoperto dalla sua giacca aperta, si alzava e abbassava regolare.

“Fai ragionamenti strani come quell’idiota di mio fratello. Ecco perché ci vai così d’accordo” borbottò atono. Goshin giocherellò con la presa di corrente.

[102].

Veki e Sprout sono due miei Oc.

Cap.29 Capelli

“Certo che è strano che a voi nobili ogni tanto vengano i capelli rossi” si lamentò Sprout. Si strinse la cravatta nera che indossava.

“I capelli sono importanti per un saiyan. Significano sempre qualcosa” ribatté Veki. Strinse con entrambe le mani l’elsa della spada ed iniziò ad aumentare l’aura. Le sue iridi castane si tinsero di blu intenso. I suoi capelli, in quel momento vermigli, si alzarono verso l’alto creando una fiamma, mentre alcune ciocche si gonfiarono rimanendo proiettate verso il basso coprendole il collo abbronzato.

“Me lo spiegherete meglio dopo l’allenamento, principessa” disse il figlio di Radish. Posò a terra la propria borsa di pelle da medico.

[108].

Goshin è un mio Oc.

Cap.30 Parco

Bra strinse il pacco marrone al proprio seno e ridacchiò, chiudendo gli occhi.

“Certo che quei cigni erano anche più voraci delle paperelle” disse. Il vento le faceva ondeggiare i ricci azzurri.

Goten stringeva le gambe del figlio seduto sulle sue spalle.

“Dovremmo farle più spesso queste gite al parco. Purtroppo con la pizzeria ho sempre poco tempo per noi. Mi dispiace amore” le rispose.

“Presto lavorerò anche io, tranquillo” lo rassicurò la moglie.

Goshin teneva abbracciata la testa del padre, facendo affondare le manine nei capelli morbidi.

“Io mi sono divertito, papà!” fece sapere. Il genitore sorrise.

“Anche io” ammise.

[101].

Cap.31 Donne

“Io non sono per niente un demone rispetto a tua moglie” si lamentò Junior. Goku ridacchiò e mise un cerotto sulla fronte di Junior.

“Urca, scusala. E’ solo che non vuole che tu le continui sempre a portare via Gohan. Non ti ha mai considerato una buona compagnia” disse gentilmente. Junior digrignò i denti. Vegeta li guardò, era appoggiato alla parete con le braccia incrociate.

“Io non capisco. Con me Chichi è sempre gentile. Si preoccupa anche che io mangi” ribatté.

“Solo perché le dai sempre ragione” ringhiò Piccolo.

“E dai sempre torto a me” gli fece eco Goku.

“Voi non ci sapete fare con le donne” ribatté Vegeta.

[109].

Cap.42 Perdono

“Non volevo farti soffrire” sussurrò Goku. Il vento faceva ondeggiare i lunghi capelli mori di Chichi. Quest’ultima si portò una mano alla bocca socchiusa e allungò l’altra verso il marito. Le lacrime le solcavano il viso. Le grandi ali sulla schiena di Goku erano ripiegate su loro stesse e alcune piume, lunghe quanto due mani della donna, precipitarono sul manto erboso.

“S-sei tornato?” gemette Chichi. Il Son negò con il capo.

“Posso rimanere per poco, grazie al teletrasporto” sussurrò roco. Strinse le labbra fino a farle sbiancare, la moglie gli sfiorò il petto muscoloso con le dita affusolate.

“Dovevo chiederti perdono”. Aggiunse l’eroe della Terra.

[105].

Vegeta/Bulma

Partecipa al Drawlloween 2016.

Prompt 13: Phobias

Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=ZmubA3p199Y

Cap.43 Fobie

Vegeta osservò il verme sul tavolo, il suo corpo molliccio e grasso si alzava verso l’alto, le sue boccucce nere si aprivano e chiudevano. Il principe dei saiyan avvertì un brivido lungo la schiena e strinse un pugno, fino a far sbiancare le nocche. Bulma vide il marito immobile, il sudore che gli solcava il viso.

“Bah” sussurrò, raggiungendo il tavolo. Schiacciò il verme con la scarpa. Il principe dei saiyan la abbracciò, mettendole la testa sulla spalla. Bulma lo strinse a sua volta.

“Non è paura, volevo solo abbracciarti” ringhiò il saiyan.

“Le fobie sono ciò che ci ricordano quanto temiamo alla vita, non è debolezza” ribatté lei.

[109].

GohanxMisa.

Cap.44 Prima notte insieme

Mori si sfilò la propria maglietta e la lanciò contro Gohan, prendendolo alle spalle.

“Non mi stai ascoltando!” si lamentò. Gohan si voltò verso di lei, la vide gonfiare le guance e sbuffare sonoramente.

“Ti stavo ascoltando, Misa” disse gentilmente. Si sedette sul letto accanto a lei e le slacciò il reggiseno.

“Però capisci anche tu, che sono leggermente distratto dalla donna più bella del mondo” borbottò. Le baciò il collo delicatamente, sfiorandolo con le labbra. Con un braccio le cinse la vita e con l’altro le sbottonò i jeans.

“E non voglio essere indelicato proprio la prima notte insieme”. Aggiunse.

“Non mi rompo” brontolò lei.

[106].

GohanxMisa.

Cap.45 Capodanno

“E’ la prima volta che passiamo insieme un capodanno” sussurrò Gohan. La giovane appoggiò la testa sulla sua spalla, guardando fuori dalla finestra.

“Solo perché anche quest’anno i miei non si sono degnati di farsi vedere nemmeno durante le feste” ringhiò. Gohan si piegò, avvicinando il suo viso a quello di lei.

“Così possiamo stare soli noi due” la rassicurò. Le baciò la fronte.

“Chi si ama il primo dell’anno… si ama tutto l’anno” le disse. Fuori dalla finestra si sentirono gli scoppi dei fuochi d’artificio.

Le iridi castane della giovane brillarono di riflessi color miele, mentre in essi si riflettevano i fuochi d’artificio.

Gohan la baciò.

[107].

GohanxMisa.

Cap.46 Vacanze

Misa gli tolse gli occhiali e se li provò. Vide tutto sfocato e sentì gli occhi pizzicare, se li tolse e sbuffò.

“Non capisco come fai a metterli. Insomma tu come saiyan dovresti vedere tutto perfettamente” si lamentò. Gohan le accarezzò la testa, scompigliandole i capelli castani.

“Per non farmi scoprire come alieno superdotato?” domandò. Le mise le braccia intorno alla vita e la sollevò, prendendola in braccio.

“Ora che ne dici di smettere di pensare ai misteri della vita e goderti con me un po’ delle nostre vacanze?” domandò. La giovane dimenò le gambe e gli soffiò in faccia.

[100].

GohanxMisa.

Cap.47 Litigio

Misa si sedette accanto a Gohan e gli accarezzò il braccio. Il giovane singhiozzò, le lacrime gli rigavano il viso. Stringeva il cellulare spasmodicamente, fissava lo schermo nero ed era scosso da tremiti.

“Videl mi ha lasciato” gemette. Misa strinse il suo braccio.

“Avete litigato?” chiese. Gohan si pulì la guancia con il dorso della mano e negò con la testa.

“No, non era un semplice litigio. Lei era tranquilla, vuole davvero restare mia amica” mugolò. Abbassò lo sguardo fissandosi i piedi e sospirò pesantemente.

“Semplicemente mi ha detto che non mi ama più. Ci tiene davvero a me, ma più come un fratello, che come un amante” spiegò.

[109].

GohanxMisa.

Cap.48 Cuscino

“Si sta morendo di freddo” borbottò Misa. Si calò il cappuccio della felpa e nascose le mani all’interno delle maniche. Si voltò e vide Gohan intento ad accendere il camino.

“Hai intenzione di venirmi a riscaldare?” lo provocò. Il Son ridacchiò.

“Il giorno in cui mi ridarai quella felpa, è mia” la stuzzicò. Misa si voltò, afferrò un cuscino sul divano e glielo lanciò addosso.

“Ba-ka!” si lamentò. Gohan prese il cuscino e se lo mise di sotto, accomodandosi.

“I cuscini sono sicuramente l’arma più temibile, amore mio. Soprattutto per un mezzosangue alieno” disse ironico. Misa schioccò la lingua sul palato.

[101].

GohanxMisa.

Cap.49 Anello

Gohan deglutì rumorosamente.

“Misa!” chiamò alzando la voce. La giovane si voltò e il ragazzo si mise in ginocchio davanti a lei. Tolse dalla tasca una roccia nera grande un pugno e gliela porse.

“E’ un sasso?” domandò Misa.

“Prendila” disse il Son. La ragazza la prese tra le mani e vide un gancetto metallico. Lo aprì e la gemma si aprì, mostrando un quarzo rosa tagliato a metà e levigato. In una delle due porzioni c’era un buco al cui interno c’era un anello d’argento con uno zaffiro.

“M-ma…” mormorò la giovane. Gohan le sorrise.

“Vuoi sposarmi?” chiese. Misa lo abbracciò.

“Certo!” gridò.

[104].

GohanxMisa.

Cap.50 Lacrime

Misa nascose il viso contro la maglietta blu di Gohan, le lacrime le rigavano il viso. Strinse con forza la maglietta del giovane con entrambe le mani, fino a far sbiancare le nocche. Singhiozzò rumorosamente, mentre lui l’avvolgeva con le braccia.

“Mai, neanche una volta, i miei sono accorti che esistevo anch’io. Non gli importa di avere una figlia, non gli è mai importato Sono sola” gridò. Gohan la cullò contro di sé e le diede un bacio sulla testa, sopra i capelli mossi castani. Le passò una mano sulla guancia, togliendole le lacrime.

“Non sarai mai sola, io sono qui” la rassicurò.

[103].

GohanxMisa.

Cap.51 Peluche

Gohan si sedette sul legno, appoggiò la testa dietro di sé e sbadigliò. Alzò lo sguardo ed osservò i vestiti appesi sopra la sua testa. Si deterse le labbra con la lingua e strinse a sé il peluche a forma di elefantino. La porta dell’armadio si aprì e il giovane si alzò di scatto.

“Ma t-tu… cosa ci fai qui?” domandò Misa con voce tremante. Gohan le porse il peluche.

“Sorpresa! Buon compleanno” le disse. Misa si portò le mani ai capelli e negò con il capo.

“Quando fai così sei un vero stalker” brontolò. Gohan ridacchiò.

“Ho imparato dal mio sensei” ammise.

[103].

GohanxMisa.

Partecipa al Drawlloween 2016.

Prompt 14: Horror Movies

Gohan osservò la mannaia che calava sulla testa della vittima oltre lo schermo e si portò una manciata di pop-corn alle labbra. Masticò silenziosamente, nascondendosi la bocca con la mano.

“Nei libri questa parte è tutta diversa e decisamente molto meglio” disse Misa. Indicò un’attrice da dei lunghi capelli mori.

“Ad esempio, lei nel libro è bionda. E non è certo così bella, ma almeno non si fa salvare da praticamente ogni personaggio maschile” si lamentò Misa. Si sporse e prese una manciata dei pop-corn di lui.

“Anche se il secondo libro di questa saga è anche più brutto del film”. Aggiunse.

Gohan ridacchiò.

[104].

GohanxMisa.

Misa avvolse il proprio corpo con un asciugamano, la pelle rosea era umida e alcune gocce d’acqua le scendevano lungo il corpo. I capelli gocciolanti le ricadevano sulle spalle. Avanzò lungo la doccia, i piedi le affondavano nelle scarpe di spugna candida. Si leccò le labbra e raggiunse lo stipetto del bagno, aprendolo. Alle sue spalle, dal box della doccia uscivano nuvolette di vapore acqueo.

La porta del bagno si aprì e Gohan entrò.

“Esci!” strillò Misa. Gohan avvampò.

“S…s-scusa” balbettò. Indietreggiò, il battito cardiaco accelerato e le orecchie in fiamme. Misa lo raggiunse e lo spintonò fuori. Gli chiuse la porta alle spalle.

[104].

GohanxVidel.

Gohan schivò un calcio alto di Videl e con il dorso della mano parò un pugno della giovane. La ragazza saltò all’indietro ed ansimò, gocce di sudore volarono tutt’intorno al suo viso. I capelli mori della ragazza le ondeggiavano intorno al viso. Gohan mise le mani sui fianchi e le sorrise.

“Si vede che sei una campionessa di arti marziali. Per essere un’umana te la cavi davvero bene” le disse gentilmente. Videl strinse entrambi i pugni.

“Non è colpa mia se frequento solo non umani ultimamente” brontolò.

 “Vedrai che un giorno sarai più brava di questo saiyan” la rassicurò Gohan.

[100].

Kamhara cullò il neonato che teneva tra le braccia, ad ogni movimento i suoi lunghi capelli rossi ondeggiavano intorno al suo viso tondeggiante. Gill tentò di mettere gli alamari del cardigan viola della giovane in bocca.

“Non si fa, nipotino” disse dolcemente la saiyan. Il piccolo gorgogliò. Le sue iridi azzurre brillavano e il Briefs le sorrise. Kamy socchiuse gli occhi, le sue iridi castane avevano dei riflessi color miele.

“Il principe Trunks ha avuto proprio un bell’erede. Spero un giorno di avere anche io un figlio così bello e intelligente” sussurrò. Le sue iridi divennero azzurre, con riflessi blu mare.

[101].

"Metti la prossima creepypasta. Questa non era abbastanza terrificante" disse Elly. Masticò rumorosamente un po' dei pop-corn. Trunks rabbrividì sentendo il vento fischiare e sbattere contro la finestra.
"No, certo, non faceva paura per niente" disse con voce acuta. Goten ingoiò un gorgoglio quando la musica inquietante della sigla dell'episodio di creepypasta successiva iniziò a risuonare nella stanza.

Elly ridacchiò, mentre un rivolo di sudore le rigava la guancia. Guardò le immagini che si susseguivano sullo schermo del computer.

< Non sarò il primo a cedere e a dimostrargli che sto morendo di paura. Questa è una vera sfida e non perderò > pensarono tutti e tre.

[107].

Ringrazio anche solo chi legge.

Elly è una Oc di Elly.
Scritta sentendo Esserci di Max Pezzali. Remake di Esserci XIV° parte.

Cap.57 Mistake (Sbaglio)

L'errore non si capisce
Prima di commetterlo

Elly saltò all’indietro, spiccò il volo e lanciò una serie di onde energetiche verde acido.

“Se pensate che mi sconfiggerete così facilmente, vi sbagliate!” gridò. Un incendio circondava sia lei che gli avversari, dei mostriciattoli dalla pelle viola bitorzoluta e gli occhi rossi intenti a grugnire, strisciando verso di lei. Le fiamme crepitavano ed Elly sentiva il calore sulla propria pelle. Alzò le braccia sopra la testa e caricò un’onda grande quanto la sua testa. Allungò le braccia e la lanciò. Fiamme verdi avvolsero le creature che si contorsero urlando. Quelle grida risuonarono tutt’intorno e riecheggiarono nelle orecchie di Elly. La saiyan si tappò le orecchie, digrignando i denti.

[109].

Ringrazio anche solo chi legge.

Elly è una Oc di Elly.
Scritta sentendo Esserci di Max Pezzali. Remake di Esserci XV° parte.

Cap.58 Maschere

Kamy si grattò un sopracciglio vermiglio guardando la fotografia che le indicava Bulma. La donna socchiuse gli occhi, sorridendo. Una ciocca dei suoi capelli blu le ricadeva sulla pelle pallida, più chiara di quella rosata della saiyan.

“In questa cercavo di travestire Vegeta per una festa in maschera” spiegò.

“Il principe non mi sembra del suo umore migliore” mormorò la rossa. Bulma ridacchiò.

“Vegeta non è mai del suo umore migliore alle feste” ammise.

“Un principe non ha bisogno di un travestimento se già deve nascondere la sua grazia ogni giorno. Forse dovresti solo tirare fuori quello che è in realtà” sussurrò Kamy.

[103].

Monica giocherellò con il ciuffo di capelli castano chiaro. La capigliatura era leggermente mossa all’altezza delle spalle. Alzò il capo ed osservò la serie di pianeti

“Sono davvero felice che tu non sia più un tutt’uno con Kibith. Non ringrazierò mai abbastanza il drago Polunga” disse gentilmente. Socchiuse gli occhi, uno dei due era coperto in parte dal ciuffo. La riga dei capelli era a sinistra. Si abbassò, Shin era alto un dito meno di lei.

La divinità levitò fino a guardarla in viso.

“Non avrei mai potuto dividerti con Kibith. E sono felice di averti conosciuto” le disse.

“Era destino che succedesse” rispose Kyolansky.

[105].

“Oggi sei silenzioso. Qualcosa non va?” domandò Monica. La sua voce era cheta e il tono gentile. Shin sospirò rumorosamente e le passò il braccio intorno alla spalla, sentendola rabbrividire e tolse la mano. Monica strinse le labbra sottili, accentuando il taglio duro dei suoi occhi e la sua espressione corrucciata.

“Tu hai solo ventisette anni, io invece ho moltissimi millenni. Temo di essere troppo grande per te” disse Shin, passandosi la mano tra i capelli candidi. Monica sfiorò le dita violette e sottili di lui con le proprie. 

“Tra noi due, quella veramente matura sono io. Non preoccuparti di questo” lo rassicurò.

[103].

Videl si accarezzò il ventre rigonfio e sentì la bambina scalciare.

“Non è ancora nata, e già si comporta da piccola saiyan combattente” sussurrò dolcemente. Socchiuse gli occhi, le sue iridi more si tinsero di riflessi blu scuro. Gohan le mise una mano sulla spalla e le baciò la guancia.

“Secondo me ha preso il carattere della mamma. E magari un giorno, come lei, diventerà Great saiyagirl” le disse gentilmente. Videl prese la mano di lui nella propria.

“Ha già salvato il mondo, quel giorno, quando tuo padre è diventato supersaiyan God. E lo ha fatto come il suo papà, senza bisogno dei riflettori” ribatté.

[105].

Videl appoggiò la testa sulla spalla di Gohan, osservando lo schermo. Gohan sbadigliò e Videl inarcò un sopracciglio.

“Credevo ti addormentassi solo per i film romantici” bisbigliò. Il Son sorrise e mise una mano dentro il pacco dei pop-corn.

“Tranquilla, amo i film natalizi. Sono solo stanco perché ho studiato tutta la notte” mormorò. Si mise la manciata di pop-corn in bocca e masticò rumorosamente. Videl gli prese un pezzettino di pop-corn dal labbro e se lo mise in bocca.

“Un giorno voglio conoscere Babbo Natale” sussurrò Gohan.

“Sei proprio un bambinone” lo punzecchiò Videl a voce bassa. Il fidanzato arrossì.

[101].

Gohan aprì la porta di casa, entrò e si slacciò la cravatta. Chiuse la porta alle proprie spalle e raggiunse un appendiabiti. Appese la cravatta e la giacca. Si massaggiò il collo e si deterse le labbra con la lingua.

“Videl mi hanno chiamato per un convegno importantissimo!” gridò. Videl uscì dalla cucina e raggiunse l’altra stanza.

 “Questo vuol dire che starai lontano per lavoro anche questo mese?” domandò, passando le dita sul grembiule. Gohan si tolse gli occhiali e li mise nella tasca della camicia. Abbracciò la moglie e la baciò su una guancia.

“Mi farò perdonare appena torno” promise.

[101].

“E’ la prima volta che esco di sabato sera” ammise Gohan, a voce alta. Era appoggiato alla parete della discoteca. La testa gli ronzava, la musica gli rimbombava nelle orecchie

“Non hai molti amici, vero?” domandò Videl. Era accanto a lui e guardava gli altri ballare a suon di musica, dimenando anche e bacini, alzando e abbassando la testa furiosamente.

“Non di quelli che vanno in discoteca. E preferisco leggere un bel libro” le disse Gohan, sporgendosi verso di lei.

“Ammetto che preferisco rimanere a casa ad allenarmi, ma volevo assolutamente uscire con te” ammise Videl, arrossendo. Incrociò le braccia e chinò il capo.

[104].

“Tu devi essere pazzo!” gridò la bambina. Strinse i pugni, i codini mori le aderivano al viso. Il vestito nero che indossava le aderiva al corpo, gocciolando. Gohan si alzò dalla tomba, i pantaloni del suo completo erano sporchi di fango soprattutto all’altezza delle ginocchia. Si voltò verso Videl, le lacrime si mischiavano alla pioggia.

“Io non voglio credere che mio padre sia morto” gemette il Son. Fu scosso da tremiti. Videl avanzò, le ballerine le affondavano nel sangue.

“Tu devi essere forte. Come tua madre, come mio padre. Anche io ho perso la mamma” gemette. Gohan gridò, nascondendosi il viso tra le mani. ­ Videl lo raggiuse e lo abbracciò.

[110].

Videl appoggiò la pezza umida sulla fronte di Gohan. Il bambino aveva il volto arrossato ed ansimava.

“Non riesco a credere che tu ti sia potuto ammalare” disse. Gohan strinse le coperte con entrambe le mani, una delle due era fasciata.

“Resto sempre un mezzosangue” sussurrò. Videl si sporse e le accarezzò le bende sulla mano dell’amico.

“Se al cimitero non avessi preso a pugni gli alberi fino a farti sanguinare le mani e non fossi rimasto per ore sotto la pioggia, non ti saresti ammalato” lo rimproverò. I codini mori le ondeggiarono ai lati del viso.

“Mi manca troppo papà” sussurrò Gohan.

[103].

Videl osservò Gohan mordicchiare la stecca della montatura degli occhiali. Le iridi di Videl brillarono.

“Sai, ho notato che tutti ti dicono che non stai bene con gli occhiali. Li vedono come una limitazione ai tuoi poteri” disse. Si sollevò la fascetta che le teneva fermi i capelli, facendo ondeggiare le corte ciocche more.

“Mi servono per leggere. E poi per non far scoprire che sono Great Saiyaman, un po’ come Clark Kent con Superman” rispose Gohan. Si rimise gli occhiali e li premette contro il viso.

“Io penso che ti diano un’aria intellettuale davvero seducente” sussurrò Videl. Si sporse e gli diede un bacio sulla guancia. Il Son arrossì.

[110].

Videl sbadigliò e batté un paio di volte le palpebre. Il capo le ricadde ripetutamente davanti, i suoi occhi erano arrossati. Si voltò verso Gohan. Il giovane aveva gli occhi sgranati, le mani unite e sorrideva. Il suo viso era illuminato dalla luce delle lampade. Videl seguì il suo sguardo ed osservò a sua volta il palco. La musica risuonava in tutta la sala del teatro. Videl si abbandonò contro il sedile. Gohan si sporse, cercando di vedere in viso i musicisti agli archi.

< Lui ama la musica classica, ma io mi sto annoiando così tanto. Cosa non si fa per amore > pensò.

[105].

Ringrazio anche solo chi legge.

Elly è una Oc di Elly.
Scritta sentendo Esserci di Max Pezzali. Remake di Esserci XVI° parte.

Cap.69 Miracle

“Take an angel” risuonava la musica dalla radio. Elly la raggiunse e la chiuse. Il vento che entrava dalla finestra le faceva ondeggiare i capelli biondi intorno al viso.

“Ancora non ci credo che sensei Piccolo sia tornato da me. E’ stato un vero miracolo” si disse. Le sue iridi azzurre divennero liquide e si sfumarono di riflessi verde acqua. Strinse un pugno all’altezza del petto e si voltò. Guardò fuori, alzando il capo. Vide un gabbiano candido volare, la sua figura candida risaltava sul cielo azzurro.

< Grazie di proteggermi sempre da lassù nonno. Ti prego, tutela anche il mio namecciano > pensò.

[104].

Ringrazio anche solo chi legge.

Elly è una Oc di Elly.
Scritta sentendo Esserci di Max Pezzali. Remake di Esserci XVII° parte.

Cap.70 Festa di Halloween

Kamy indossò gli stivali neri con il tacco e legò le stringhe, chiudendoli. Si passò le mani sul maglione che indossava, raddrizzando i merletti neri che ne decoravano la parte finale. Udì un colpo di tosse e si voltò, facendo un giro su se stessa. Mise le mani dietro la schiena e i capelli rossi le ondeggiarono ai lati del viso. Vide John avanzare. Il giovane aveva le braccia incrociate al petto. La ragazza raggiunse il fidanzato, osservando il suo viso coperto dal cerone bianco.

“Se sapessero che alla loro festa stanno andando veramente una strega e un demone, gli passerebbe la voglia di festeggiare gli spiriti maligni” disse John.

[110].

Ringrazio anche solo chi legge.

Kamy è una mia Oc. Reghina è una oc di LadyAtena.
Scritta sentendo Esserci di Max Pezzali. Remake di Esserci XVIII° parte.

Cap.71 Gaffe

“Da quando siamo sulla Terra, io spesso non riesco a capire se la persona con cui parlo è maschio o femmina” si lamentò Kamy. Reghina inarcò un sopracciglio ed osservò la rossa dare una serie di pugni. Le si affiancò ed iniziò a dare una serie di calci alti.

“Non ti starai di nuovo lamentando di quei ragazzi che si travestono da ragazze” si lamentò. Entrambe erano illuminate di vermiglio dalle luci della gravity room. Kamhara chinò il capo.

“No, non ci riesco nemmeno quando sono al naturale” ammise.

“Io mi cruccio solo che quei tipi si sanno mettere l’eyeliner meglio di me” borbottò Reghina.

[105].

Vegeta osservò la mano sporca di sangue. Strinse le labbra e si piegò, affondandola nell’acqua nerastra del lago. Vide il liquido violetto scivolare via.

“La prossima volta vi conviene portarvi un altro paio di guanti o rischierete di nuovo di rimanere senza durante la battaglia” disse Radish. Vegeta dimenò la coda e strinse le labbra, fino a farle sbiancare.

“Che sia sui guanti o sulle mie mani poco importa. E’ come se il sangue di quei dannati esseri inferiori mi entri nelle ossa e mi contamini” ringhiò. Si rialzò in piedi, i suoi capelli mori brillavano di riflessi vermigli.

< E’ la colpa che mi contamina > pensò.

[108].

Cap.81 Rimanere

Goku si alzò da terra, sfiorando con il ginocchio una radice dell’albero nerboruto alle sue spalle. Osservò Chichi avanzare verso di lui. Le scarpe della mora affondavano nel terreno umido, sporcandosi d’erba e di fango. La principessa rischiò di cadere. Goku scattò, la afferrò con una mano e l’altra gliela passò intorno alla vita, sollevandola. Chichi osservò l’impronta di un pugno sul tronco dell’albero e sorrise, alzando il capo. Osservò il capo di Goku e sorrise, le sue iridi color ebano erano liquide.

“Sei rimasto” disse gentilmente. Goku le baciò il capo.

“Sempre. Sei l’unica che mi accetta per ciò che sono” sussurrò.

[103].

Cap.82 La principessa dei saiyan

Goten prese la mano di Bra, le fece sollevare il braccio sopra la testa e con quello la fece girare su se stessa. Bra scoppiò a ridere, mentre i lunghi capelli azzurri le ondeggiavano intorno al viso.

“Che combini, Son?” domandò. Goten le passò un braccio intorno alla vita e mise l’altro braccio di lei, ancora sollevato, intorno al proprio collo.

“Faccio danzare la principessa dei saiyan, per mostrare al mondo che oltre che potente, è un fiore di leggiadria e bellezza” la lodò. Bra socchiuse gli occhi.

“E se portassi questa principessa anche a comprarsi un gelato?” domandò.

“Sono il vostro cavaliere fedele, mia signora” rispose lui.

[108].

Cap.83 Campo di fiori alieno

Pan avanzò lungo il campo, le gambe sfioravano gli steli d’erba e i fiori candidi che lo puntellavano. Alzò il capo, mentre i lunghi capelli color ebano le volteggiavano intorno al viso. Si protesse gli occhi con una mano, appoggiandola sulla fronte. In lontananza, nel cielo azzurro ceruleo, intravedeva due lune.

“Certo che i capelli lunghi ti stanno meglio di quando li tieni corti” sentì dire una voce alle sue spalle. Arrossì e si voltò di scatto. Osservò Trunks con in mano una serie di tubi.

“Ti ho mai detto che ho sempre avuto un debole per le more?” le chiese Trunks.

“Baka” brontolò Pan.

[105].

Cap.84 Scioccamente felice

“Ti piace molto il giallo, vero?” domandò Goten. Valese batté un paio di volte le palpebre e ridacchiò, portandosi le mani alla bocca.

“Io adoro il giallo! È un colore così allegro e a me piace essere allegra!” trillò. Goten le sorrise e mise le mani sui fianchi.

“È un bene. Questo color canarino ti dona” le disse gentilmente. Valese dimenò una mano davanti al viso.

“Io non sono un canarino, sciocchino” ribatté. Goten si grattò la testa, scompigliando i capelli mori.

“Decisamente no. I canarini non sono belli come te” disse, sentendola la gola secca. Valese saltellò sul posto.

[100].

Cap.85 Anniversario in casa Brief

Bunny appoggiò la teglia colma di biscotti sopra un tavolino di vetro. Sorrise, chiudendo gli occhi, unì le mani e se le appoggiò su una guancia.

“E’ un peccato che le ragazze oggi non possano venire. Avrebbero adorato i biscotti della nuova pasticceria” disse. Sentì dei colpi di tosse e si voltò. Il marito le si stava avvicinando, teneva un gatto nero sulla spalla.

“Hai mal di gola, caro?” domandò Mrs. Brief. Lo scienziato negò con il capo.

“Oggi è il nostro anniversario, tesoro. Te lo ricordi?” domandò.

“Certo, amore” rispose lei.

Mr. Brief le porse un cofanetto nero, lo aprì, conteneva degli orecchini rossi a sfera.

“Per te” disse.

[110].

Cap.86 Il predone e la sua preda

“Io adoro ballare. Tu no?” domandò Bulma. La musica dalla sua radio risuonava nel salotto. Il giovane si mise le mani sui fianchi e ondeggiò il bacino, alzò e abbassò il capo seguendo il ritmo facendo mulinare la lunga coda di capelli azzurri. Yamcha le osservò la linea dei glutei e ridacchiò. Si alzò dal divanetto e si leccò le labbra, scivolando con la lingua anche sui propri denti scheggiati.

“Oh, io adoro vederti ballare” disse. Bulma gli sorrise, gli prese le mani nelle proprie e saltellò.

“Allora balliamo insieme!” gridò, trascinandolo con sé. Yamcha le guardò la scollatura, intravedendo i seni pallidi di lei.

[105].

Cap.87 La madre di Goku

“Urca! Sei sempre più alto amore mio!” strillò Gine. Ridacchiò e balzò, abbracciando il capo del marito. Alzò e abbassò le gambe, facendo ondeggiare la coda. Appoggiò il mento tra i capelli a cespuglio del marito.

“Un giorno toccherai anche le stelle? Me ne prendi una? Per favooooore. Anche se preferire del cibo, si preferisce sempre del cibo” disse. Bardack assottigliò gli occhi e schioccò la lingua sul palato.

“Umphf” borbottò. Gine sporse il labbro inferiore.

“Sei offeso, tesoro?” domandò facendo tremare la voce.

“No. Andiamo a prenderci un bel cosciotto di carne ciascuno” borbottò Bardack, stringendo i fianchi della moglie.

[101].

Cap.88 L'espulsione scolastica di Oolong

Pual si affacciò alla finestra e osservò Oolong correre. Il maialino ruzzolò, gridò e si rialzò in piedi dimenano le braccia paffutelle. In una mano teneva strette un paio di mutande. Si trasformò in gallo con le mutande nel becco, con un altro scoppiettio accompagnato da una nuvoletta si mutò di nuovo, questa volta divenne un carro armato con legati gli slip da donna sul cannone.

“La maestra è proprio arrabbiata” disse il folletto felino, dimenando la coda blu.

Una donna dai cotonati capelli biondi correva dietro il carro armato, si tramutò in un serpente che sputò fiamme dalle fauci.

[100].

Cap.89 Le trasformazioni di Oolong

Oolong venne avvolto da una nuvoletta di fumo bianco e si trasformò in un robot, saltellò sul posto lasciando delle impronte profonde un dito nel terreno.

“Io sono potentissimo!” strepitò. Pan ridacchiò, allungò le manine e gorgogliò. Il robot dimenò le pinze che gli facevano da mani e lanciò dei razzi finti, che volarono sopra il tetto della Kame House e scoppiarono, tramutandosi in fuochi d’artificio. La neonata sgranò gli occhi, le luci colorate si rifletterono nelle sue iridi more e socchiuse la bocca a o, gorgogliando più rumorosamente.

“Ti ringrazio di divertire la piccola” disse Videl gentilmente, cullando sua figlia contro il petto.

[104].

Cap.90 La perversione di Genio

Genio allargò i gomiti in fuori, tenendo il bastone con entrambe le mani. La luce del sole si rifletteva nelle lenti nere dei suoi occhiali da sole. Umigame sotto di lui spiccò il volo, allontanandosi man mano dal terreno sabbioso. Genio alzò il capo, mentre si creavano dei giochi di luce sopra la sua testa calva.

“È tempo di compiere una missione di vitale importanza da cui deriva la mia intera esistenza. Per tempo immemore ho aspettato questo momento” disse. Allungò il bastone davanti a sé, indicando il cielo con la punta.

“Andiamo a comprare il numero speciale di Sukebe!” gridò.

[101].

Cap.91 Mancanza

Non dette o dette troppo tardi e male.

“In questi anni in cui sono stata morta mi hai pensato?” chiese Kamy.

“Se c’è una cosa che impari, quando sei uno degli ultimi della tua specie, è di non pensare mai a chi è morto. Al momento lo faccio con Nappa e Radish” borbottò Vegeta.

“Lo prendo per un no. Funziona bene, almeno?” chiese Kamhara. Vegeta chinò il capo.

“Ha funzionato bene fino a quando mi è venuto a mancare anche Kakaroth, la sfida con lui che mi dava un motivo per andare avanti, sono crollato” sussurrò roco.

“Ti mancava così tanto mio fratello?” bisbigliò Kamy.

“Mi rimbombavano nella mente le parole che non gli avevo detto” mormorò Vegeta.

[110].

Cap.92 Tempo

Azioni che fanno soffrire.

Vegeta accarezzò la pelle pallida delle spalle della moglie, le sue iridi erano liquide.

“Sicura di non essere gelosa di Reghina? Eravamo promessi da bambini” domandò.

“E di cosa? È solo una ragazzina” ribatté lei. Chinò il capo, una ciocca azzurra le ricadde davanti al viso, chiuse gli occhi.

“Sempre che io non sembri troppo vecchia agli occhi di un saiyan” sussurrò con voce rauca. Vegeta le diede un bacio sul collo e la sentì rabbrividire.

“Tsk. Non hai nemmeno quarant’anni. Nemmeno per i canoni terrestri sei vecchia” ribatté. Bulma gli sfiorò la mano con la propria.

“Rimani” ordinò.

“Sempre” giurò lui.

[102].

Bra appoggiò la videocassetta sul divano e si sdraiò, appoggiando la testa sul bracciolo. Mise le gambe sul divano tenendole piegate, i suoi piedi nudi strofinarono contro la gamba di Goten.

“Oggi sposi, niente sesso” sussurrò.

“Come scusa?” domandò il Son.

“E’ il nome del film che vendevano accanto a questo. Non è assurdo come concetto? Insomma, è proprio la prima notte di nozze in cui si consuma per la prima volta” spiegò Bra. Alzò lo sguardo ed osservò il soffitto.

“Quando ci sposeremo, non sarà certo la prima volta in cui avremo consumato” ribatté Goten. Bra gli tirò un calcio.

[101].

Cap.94  Ricordati chi sono

E come pietre ci pesano.

Kamhara lanciò in aria un sasso e lo riprese al volo.

“Ti ricordi quando te li lanciavo in testa?” domandò. Vegeta assottigliò gli occhi e schioccò la lingua sul palato.

“Cerco di rimuovere i brutti ricordi” rispose atono. Kamhara ghignò e le sue iridi castane si tinsero di un azzurro brillante.

“Vuoi che le rinfreschi la memoria, mio principe?” domandò. Vegeta inarcò un sopracciglio.

“Tsk” ribatté. Kamhara gli si avvicinò, guardandolo negli occhi.

“Stai sfidando la strega?” domandò. Un rivolo di sudore gli scese lungo la fronte e sospirò.

“Sai, alle volte mi chiedo come possa essere successo che Bra, nonostante la faccia della madre, assomigli tutta a te” borbottò.

[110].

“Nonno in questo momento dorme” disse Pan. Osservava la scia di stelle e di asteroidi fuori dall’oblò dell’astronave. Trunks ticchettò con le dita sul volante.

“So dove vuoi arrivare, ed è un no” ribatté rauco. Pan sorrise e incrociò le braccia dietro la schiena.

“Non è quello che facciamo ogni volta che nonno è impegnato a mangiare? E non è una cosa che fa raramente” ribatté. Trunks la guardò, indossava solo slip e reggiseno.

“Al diavolo” bofonchiò. Si sporse e la baciò con passione. Pan ricambiò e Trunks si staccò.

“Sei solo una bambina” gemette.

“Sono solo bassa” ribatté Pan.

“Ogni volta che incontriamo gli altri mi ricordano quanto sia ingrassata” gemette Pan. Trunks si sedette accanto a lei sul divano e guardò il bambino che teneva in braccio.

“Prima di tutto stai benissimo” ribatté. Le diede un bacio sulla guancia.

“Secondo, hai appena partorito. È normale” la rassicurò. Pan sospirò e cullò il figlio, che gorgogliò aprendo e chiudendo le mani.

“Grazie” sussurrò. Trunks le porse una tavoletta di cioccolato e le sorrise.

“Questa ti potrebbe consolare?” domandò. Pan sorrise e le iridi le brillarono.

“Tu non mi aiuti a non ingrassare” borbottò.

“Sei sempre bellissima, amore” rispose Trunks.

“Per questa ricerca ho rischiato di perderti troppe volte! Cosa sarebbe successo se ci fossi stato veramente tu dentro quella bara di metallo? Ti avrei visto andare in mille pezzi!” strillò Pan con voce strozzata. Trunks la avvolse tra le sue braccia e la cullò. Pan sbatté ripetutamente la fronte sul petto muscoloso di lui.

“Non voglio vederti morire” gemette con voce rauca. Trunks le accarezzò la testa con una mano e continuò a cingerla con l’altra.

“Io, invece, ringrazierò sempre questa ricerca. Così ho potuto passare del tempo insieme e ho potuto innamorarmi della ragazza più meravigliosa dell’universo. Te lo giuro, non morirò” promise.

Cap.98 Ingiustizie

Si poteva fare meglio, ma anche peggio di così.

Kamhara si sporse e appoggiò il ghiaccio sull’occhio nero del bambino davanti a lei e sospirò.

“Di nuovo Lord Freezer, vostra altezza?” domandò e la voce le tremò. Il principe dei saiyan chinò il capo e abbassò lo sguardo. Si premette il ghiaccio sull’occhio e la sua mano sfiorò quella dell’altra bambina, che la fece scivolare via.

“No, questa volta è stato un calcio di Zarbon. E quel maledetto ciccione di Dodoria ha infierito tirandomi un pugno” gemette. Kamy dimenò la coda rosa.

“Lo fate per difendere l’onore di vostro padre, vero?” domandò. Vegeta le prese la mano nella propria.

“E del nostro popolo”. Aggiunse.

[105].

Ringrazio anche solo chi legge.
TrunksxPan.

Scritta per Livia Duras, prompt: - gelosia.

Cap.99 Gelosa di Marron

Pan schioccò la lingua sul palato rumorosamente, aprì la chiusura di uno dei suoi orecchini a forma di cuore.

“Si può sapere perché sei così di cattivo umore?” le domandò Trunks. Si sciolse la propria cravatta e si sfilò le scarpe di vernice nera.

“Hai parlato tutta la sera con Marron” borbottò Pan. Afferrò la spazzola e si diede una serie di colpi furiosi ai capelli mori.

“È una nostra amica sin dall’infanzia. Non ci vedo niente di male a parlarle” si giustificò Trunks.

“È anche la tua ex” si lamentò Pan. Trunks le sorrise.

“Amo solo te” la rassicurò.

[100].

Ringrazio anche solo chi legge.
GotenxBra.

Cap.100 Spogliarsi

Bra si sfilò lentamente i guanti vermigli che le arrivavano fino ai polsi e li appoggiò sul letto. Spalancò le braccia e le appoggiò ai lati del letto, stringendo i pali di legno. Si mise a novanta, la minigonna si alzò lasciandole scoperte le mutandine. Osservò Goten seduto sul letto davanti a sé.

“Urca, non sono mai stata con una come te” ammise. Arrossì e si scompigliò i capelli mori. Bra si sfilò gli stivali e ridacchiò.

“Non troverai mai una terrestre degna della principessa dei saiyan” ribatté. Si sfilò gli stivali rosso sangue col tacco.

“Questa volta non ti limiterai a tenere la mano a una ragazza”. Aggiunse.

[109].

Ringrazio anche solo chi legge.
Videl/Gohan.

Cap.101 Realtà e finzione

“E così Great saiyaman avrà un film tutto suo” disse Videl. Sfogliò il giornale che teneva davanti al viso. Gohan si pulì le mani sul grembiule azzurro che indossava.

“Così sembra” rispose. Videl ticchettò sull’immagine dell’attore.

“Lo interpreterà un bell’uomo, alto, biondo e muscoloso. I suoi occhi azzurri lo hanno reso famoso nel mondo del cinema per quanto sono carismatici. Dovrei cominciare a pensare che il personaggio nel film sarà anche più bello dell’originale?” punzecchiò il marito. Gohan scoppiò a ridere e si premette gli occhiali contro il viso.

“Sicuramente sarà un’idiota senza cervello, incapace di recitare senza controfigure” ribatté. Videl ridacchiò.

[102].

Cap.102 Il timore dell'errore

E se pur con qualche sbaglio, noi siamo bravissimi.

Elly allungò una mano e sfiorò con la punta delle dite pallide la fiamma di una candela. La sua luce si rifletteva sul vetro della finestra, e il suo calore arrossò le dita della giovane dai lunghi capelli biondi.

“Da quando ho scoperto di essere una saiyan, rischio sempre così spesso di perdere il controllo. È come se si fosse aperto un vaso di pandora dentro di me, e il mostro al suo interno agitato dall’ira si scappato furiosamente fuori” mormorò. Udì dei passi e vide Junior avanzare verso di lei, indossava solo dei pantaloncini.

“Sensei” mormorò.

“È proprio quella forza ad averci spesso salvati” la rincuorò il namecciano.

[109].

Mirai Trunks batté un paio di volte le palpebre e deglutì a vuoto, impallidendo. C18 davanti a lui si passò le mani tra i ciuffi di capelli biondi.

“Qual è la tua missione?” domandò Trunks e la voce gli tremò. La cyborg si appoggiò una mano sul fianco, i seni prosperosi le premevano contro la maglietta.

“Proteggere Trunks Briefs” rispose. Le sue iridi azzurre brillarono. Trunks lanciò un gridò e saltò sul posto, con il pugno alzato verso l’altro.

“Non riesco a crederci, ci sono riuscito!” gridò. Rabbrividì e deglutì a vuoto, sentiva gocce di sudore gelido scendergli lungo la schiena. “L’ho riprogrammata” biascicò.

[104].

“Vedi, è a causa tua se sono morto. Perciò, adesso, è mio dovere fartela pagare” sussurrò Cell. Goku si dimenò, i cerchi di energia dorata che lo avvolgevano strinsero più forte, mozzandogli il fiato. Cell passò la mano verde sui lembi di pelle lasciata scoperta dai cerchi di energia. Osservò il corpo ignudo del saiyan dibattersi e le sue iridi lilla brillarono.

“Siamo bloccati su questo pianeta di Kahio per l’eternità e qui, mio caro eroe, non ti verrà a cercare nessuno”. Proseguì a spiegare. Goku cercò di incrementare l’aura, il sangue sgorgava dalle diverse ferite sparse sul suo corpo.

“Ti mostrerò quanto è perfetto il mio corpo” sussurrò Cell.

[110].

Cap.105 Non sono gelosa

“Davvero non sei gelosa? Non vuoi sapere cos’era successo tra me e quella idol?” domandò Gohan. Videl negò con il capo e gli sorrise, i corti capelli mori le ondeggiavano ai lati del viso.

“Quando ero più giovane sono stata gelosa di una stupida, ma ora sono più matura. So che posso fidarmi del padre di mia figlia” disse gentilmente. Gli accarezzò entrambe le guance con le mani e si sporse. Gohan arcuò la schiena e baciò la moglie. Videl ricambiò il bacio e Gohan intrecciò la sua lingua a quella dell’altra. I loro respiri e la loro saliva si mischiarono.

[101].

“Bulma Briefs della guardia galattica. Io e il mio comandante Jaco, ti dichiariamo in arresto, mercenario dell’armata galattica di Freezer” disse Bulma. Strinse con entrambe le mani il calcio della pistola laser galattica. Sulla superficie candida si accendevano e spegnevano una serie di luci di vari colori.

Il principe dei saiyan digrignò i denti e si dimenò. Il macchinario collegato alla sua coda gli diede una scarica elettrica e i suoi muscoli si rilassarono in spasmi involontari. Le manette che gli stringevano i polsi, gli graffiavano la pelle. I capelli a fiamma gli ricadevano ai lati del viso.

“E ti condurrò io in prigione” disse Bulma.

“Urca. Inizio a chiedermi cosa non va in me” sussurrò Goku. Alzò il capo, il vento gli fece ondeggiare i capelli mori intorno al viso, le ciocche erano larghe quattro dita.

“Come mai?” domandò Vegeta. Si grattò il petto nudo. Entrambi erano stesi ignudi sull’erba. “Tsk. Se è per il fatto che stiamo insieme, non è così sconvolgente. Semplicemente con la tua donna non ti senti abbastanza soddisfatto. E ci credo, umphf” borbottò. Goku negò con il capo.

“Voglio essere ricordato nei secoli. Voglio essere il più forte e brillare dell’oro della leggenda oltre la potenza degli dei” sussurrò roco. Vegeta ghignò.

“Vale per entrambi” sibilò.

La saiyan si abbassò e colpì un albero con un pugno, dividendolo esattamente a metà. Sentì dei passi alle sue spalle e si voltò di scatto, facendo ondeggiare i capelli a cespuglio neri sul suo capo e i seni prosperosi.

"Sai, sulla Terra, le madri ogni tanto si occupano dei loro figli" si sentì dire da una voce maschile. Goki scrollò le spalle e sbadigliò.

“Kikio, non posso stare senza allenarmi” piagnucolò. Le sue iridi more divennero liquide. L’uomo sospirò, cullando la bambina che teneva tra le braccia. La piccola gorgogliò.

“Io prima o poi ti lascio a morire di fame, sei una moglie davvero pessima” si lamentò Kikio.

“Vegeta!” chiamò il giovane inventore. Si affacciò dal davanzale della finestra e salutò con la mano, stringendo la chiave inglese. “Ti va di venire dentro? Ho delle nuove armi da farti provare!” propose.

Si leccò le labbra guardando la giovane saiyan nel giardino sotto di lui. La battle-suit blu scuro stringeva le forme della principessa Vegeta. In più punti la stoffa si era strappata, lasciando vedere porzioni di pelle.

“Tsk” borbottò la giovane, levitando fino a trovarsi davanti al ragazzo.

“Stupido uomo, farai bene ad aver fatto un lavoro migliore dell’ultima volta” borbottò la giovane, incrociando le braccia sotto il seno.

< E’ dannatamente sexy > pensò Bloom.

Kurina deglutì rumorosamente e indietreggiò, scossa da tremiti. Il sudore le scese lungo la guancia, i corti capelli mori le aderirono alla pelle rosea.

Il cyborg avanzò verso di lei, le sue iridi azzurre color ghiaccio brillavano di riflessi color mare.

“Certo che sei davvero carina, cucciolina” disse. Kurina s’immobilizzò, sgranando gli occhi. Il viso, privo di naso, era madido di sudore.

C18 mise le mani sui fianchi e si piegò in avanti, una ciocca bionda le finì davanti al viso pallido. Diede un bacio sulla guancia della terrestre, le sorrise e si rizzò.

“Ci vediamo” la salutò, facendo l’occhiolino.

Vegeta tirò un calcio alto, raggiunse Radish al petto muscoloso. Questo volò all’indietro, si conficcò nel terreno e vi scavò un solco. Si arrestò con braccia e gambe aperte, una serie di lividi gli erano comparsi sul corpo, un ematoma era sulla sua guancia e il suo labbro spaccato perdeva sangue.

Vegeta abbassò la gamba ed incrociò le braccia.

“Tsk, direi che per oggi l’allenamento è finito” disse secco.

Radish piegò di lato e sputò sangue. Alzò lentamente il braccio dolente e si massaggiò la mandibola.

“Diventate ogni giorno più potente, principe” disse.

Vegeta ghignò.

“Andiamo a berci qualcosa, piuttosto” lo invitò.

Hit si passò una mano sulla fronte sudato, il suo petto si alzava e abbassava, mentre sulla pelle viola del suo corpo ignudo scivolavano gocce perlacee di sudore.

Si voltò su un fianco, facendo cigolare il letto e le sue iridi rosse brillarono.

“Per la prima volta, grazie a te, posso migliorare” disse.

Goku si passò la mano tra i capelli e ridacchiò, socchiudendo gli occhi.

“Urca, mi sa che a furia di uccidere, non avevi mai imparato a vivere” rispose. Gli appoggiò la testa sulla spalla muscolosa e gli diede un bacio sul collo.

“Sei un esperto di assassini?” chiese Hit.

“Mi piace aiutare” sussurrò Goku seducente.

[108].

La luce del tramonto faceva capolino da dietro le alte montagne, che svettavano scure contro il cielo.

“Pensavo che mi avresti sposata” disse la giovane. Stringeva la sfera al petto, schiacciando i propri seni sodi; i lunghi capelli rosa le ondeggiavano dietro il corpo minuto.

Il guerriero di arti marziali alzò il capo, la papalina rossa, che indossava sui capelli rasati, scivolò di lato.

“Baba, io ti rispetto molto…”. Iniziò a dire.

“Gohan, tu rispetti tutte le donne. A me, però, avevi promesso di amarmi!” urlò Baba.

 “Tuo fratello Muten è il mio maestro e sono legato a entrambi, ma sono un guerriero e non voglio legarmi” esalò Gohan.

Bra intrecciò le dita con quelle di Pan e le baciò la guancia.

Pan arrossì e le appoggiò la testa sulla spalla, facendo ondeggiare i corti capelli neri. Si deterse le labbra e socchiuse gli occhi.

“Lo sai, i fiocchi di neve sono fatti da sei facce tutte uguali tra loro. Una bellezza complessa e misteriosa, forte nella sua fragilità, che a un occhio inesperto può sembrare banale. Ogni fiocco di neve è unico… come te” mormorò Bra.

Pan socchiuse gli occhi, le sue iridi color inchiostro erano liquide.

“Però, tra noi due, quella gelida e tagliente sei tu” sussurrò.

[100].