Summer Solstice

di Blackpanter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il volto dell'angoscia ***
Capitolo 2: *** Tutto per colpa di Edward Cullen 02 ***
Capitolo 3: *** L'arrivo 03 ***
Capitolo 4: *** Mezze Bugie 04 ***



Capitolo 1
*** Il volto dell'angoscia ***


Capitolo Uno

Il volto dell’angoscia

Un ultimo punto e la storia finisce. Sospirai chiudendo gli occhi e cercando di non iniziare a singhiozzare. Tutte le storie hanno una fine, la mia ne ha semplicemente avuto uno doloroso come un ferro incandescente nel petto. Ma cosa potevo aspettarmi di più? Sapevo che sarebbe andata così, tenevo solo questo pensiero lontano dalla mia mente e lontano dal cuore.

Ma adesso che il mio cuore si è frantumato e ha smesso di battere, perché fa ancora così tanto male?

«Bella, ci sei?» una voce mi riportò alla realtà, quella che vivevo tutti i giorni, quella che avrei barattato volentieri con l’oblio più totale.

«Sono qui» un semplice sussurro, ma sapevo che lui avrebbe sentito. Infatti, da dietro la porta, fece capolino Joshua con un sorriso sulle labbra, ma non appena mi vide davanti al computer con un espressione sofferente si incupì e sospirò.

«A che punto sei?»

«Ho finito. È finito tutto» i singhiozzi che cercavo di trattenere fluirono fuori di me come un alluvione che spezza l’ultima diga che era rimasta. Quel semplice punto alla fine della storia aveva cancellato tutte le difese che ero riuscita ad alzare attorno a me.

«No, piccola, non piangere. In un modo o nell’altro si sistemerà tutto. Non abbatterti proprio ora dopo tutto il lavoro che hai fatto» mi supplicò Josh correndomi in contro e abbracciandomi forte. L’unico pezzo di me ancora intatto era questo. Il mio affetto per lui, la volontà di non lasciarlo solo.

Avevamo la nostra storia in comune. Era molto simile e a volte sospettavo troppo uguale. Ci facevamo forza a vicenda, cercavamo di superare tutto, o meglio, io cercavo perché lui ci era riuscito. Ero solo io che continuavo a rimuginare sul passato e farmi ferire da questo. Lui era andato avanti, cercando di dimenticare. Eravamo così simili, ma così diversi.

«Non si sistemerà nulla Josh! Lui ha creato in me un buco troppo grande perché possa guarire» singhiozzai aggrappandomi con disperazione alla sua maglia e poggiando il capo sul suo petto. Le sue braccia si strinsero sulla mia schiena e le sue mani facevano lenti movimenti circolari nel tentativo di calmarmi.

«Shh, piccola. Tutto quello che non uccide guarisce, lo sai. Per questa ferita ci vuole solo un po’ più di tempo»

«Lo so, lo so! Sono solo stanca di soffrire»

«Allora non farlo. Lasciati tutto alle spalle ora che anche il tuo libro è finito» mi disse con voce calma e pacata. Quelle parole mi entrarono nella mente e si insidiarono come un tarlo fastidioso.  La domanda non era se potevo lasciarmi tutto alle spalle, ma era se volevo farlo. L’avevo capito tempo fa, quando Josh mi aveva aperto gli occhi. Avevo usato la scusa dei libri, ma adesso che anche l’ultimo era finito non avevo più quell’appiglio. C’ero solo io e quello che volevo fare.

«Non so se voglio» dissi semplicemente e sentii Josh irrigidirsi nel mio abbraccio e non respirare nemmeno più. Sospirai e mi staccai dalla sua presa per guardarlo negli occhi, che erano come due fiamme d’orate.

«Josh, non voglio dimenticarlo. Non voglio che quei due anni spariscano. Vorrei solo non soffrire più» dissi semplicemente cercando di farmi capire come meglio potevo. Avevo sempre avuto problemi ad esprimere i miei sentimenti e a volte mi chiedevo se era per questo che lui mi aveva lasciata. Ma ogni volta cancellavo questa ipotesi. Lui era ancora più imbranato di me ogni tanto.

«Perché?» chiese solo il ragazzo che mi era davanti appena si fu ripreso.

«Perché è una parte di me e una parte di quello che mi ha reso quella che sono. I ricordi servono a qualcosa Josh, non sono solo cose che puoi ignorare»

«Ma se ti fanno solo soffrire a cosa servono?» chiese con disperazione, cercando di dare un senso alle mie parole. Per lui non ce lo avevano. Non era della mia idea, lo capivo solo dal suo sguardo.

«A ricordarti di non fare gli stessi errori» sospirai chiudendo gli occhi e appoggiandomi alla sedia con tutto il peso, lasciandomi andare. Era l’unico momento in cui, con un così piccolo gesto, riuscivo a lasciarmi andare, a non dover lottare contro tutto e tutti. Era una piccola soddisfazione che mi prendevo quando non riuscivo più a resistere. Stupido, vero?

«E quale sarebbe l’errore Bella? Cosa sai che non devi più fare?»

«Fidarmi a tal punto di qualcuno da lasciargli tutto il mio cuore» era vero. Era stato il mio più grande errore. Se non gli avessi dato tutta me stessa adesso non sarei ancora così profondamente tormentata da quei momenti. Riuscirei ad andare avanti senza compiangermi ogni giorno.

«Ma sei all’eccesso ora! Non ti fidi proprio più. Quand’è l’ultima volta che hai avuto una storia dopo di lui?» domandò marcando l’ultima parola. Ci pensai e ghignai all’idea.

«Molto tempo. Ma non ne sento la necessità, allora perché sforzarmi?»

«Perché l’amore è la cosa più bella che ci sia!»

«No, l’apatia lo è! Il non provare sentimenti è la cosa più bella!» urlai in preda al dolore. Ero stanca di provare qualsiasi sentimento. Stanca di soffrire per una vita per pochissimi attimi di felicità in cambio. Per ogni cosa bella ce ne erano venti di brutte e non era un prezzo equo da accettare.

«Ti sbagli Isabella. Stai sbagliando tutto» scosse il capo e se ne andò verso la sua camera sbattendo la porta dietro di lui.

Rimasi immobile, ferma e impassibile. Avevo già pianto troppo per un giorno, non volevo farlo ancora. Ero troppo stanca, non ce la facevo più.

Tutto per colpa sua! Tutta per colpa di quell’idiota che mi aveva sconvolto più volte la vita. Perché il mio mondo doveva girare attorno a lui? Perché non potevo essere io la padrona della mia esistenza? Una singola lacrima nera mi scivolò sulla guancia e subito la pulii. Non dovevo piangere, non più!

Salvai il file e lo inviai alla casa editrice con una semplice e-mail. Non avevo voglia di muovermi di casa e consegnare il libro era l’unica cosa che mi avrebbe fatto sentire meglio. Dovevo solo aspettare che gli arrivasse e mi sarei sentita quasi bene.

Dopo neppure un minuto suonò il telefono. Con passi veloci e sicuri arrivai fino in cucina e risposi.

«Bella? Sei stata bravissima! Lo manderemo domani in stampa! Non sai che gioia sarà per le fan sapere che tra una settimana al massimo uscirà il libro. Hai fatto felici moltissime persone!» trillò Georg il capo della casa letteraria che aveva pubblicato i miei primi due libri: Twilight e New Moon. Eclipse era l’ultimo e tutte le mie lettrici lo aspettavano. Non sarebbero però state soddisfatte dal finale, come non lo ero stata io quando lo avevo vissuto.

«Preparale allo shock, baby, perché ti chiederanno il risarcimento» ridacchiai e sentì dall’alto capo Georg deglutire rumorosamente.

«Perché stella? Cosa hai combinato?» cercava di tenere il tono tranquillo, ma sentivo l’agitazione che serpeggiava dentro di lui.

«Il finale è triste, babe. Non piacerà a molte» risposi sinceramente. Per quello stupido libro avevo già detto troppe bugie.

«Non potevi scriverne uno felice stella? In fondo sei tu l’autrice!» Ecco. Come volevasi dimostrare. Avevo detto che questa storia era inventata, per lo più, ma che lo spunto me l’aveva dato una mia conoscenza che aveva vissuto la storia in prima persona. Nessuno sapeva che quella ragazza ero io.

«Oh George. Non potevo. È questa la fine e posso garantirti che non piace nemmeno alla sottoscritta»

«Se non ti piace potevi cambiarlo!» insistette con forza. Non gliene importava niente della trama, voleva solo prendere soldi.

«Non potevo! Mettitelo in testa. Se non ti piace non pubblicarlo. Io non lo riscriverò e così non prenderai più un soldo!» ghignai malefica. Sapevo i punti deboli che aveva e non mi facevo scrupoli ad usarli.

«Va bene demonio!» sbuffò irritato e io scoppiai a ridere.

«Su su! Non sono un demonio, solo un demonietto» scherzai facendomi beffe di lui. Sentì un grugnito dall’altra parte del telefono e capii di aver fatto centro.

«Domani devi fare un intervista per lanciare il libro e tra una settimana devi andare ad autografarli» mi disse spiccio ancora arrabbiato per i miei continui scherzi.

«Signorsì capitano!»

«Non scherzare Bella!»

«Ricordati domani di non chiamarmi così! Sai che come scrittrice mi chiamo Alexis Bishop!» gli ricordai con fermezza. Non volevo che si sapesse il mio vero nome e quindi mi ero creata un altro nome da usare nel mondo reale. Era molto utile perché la mia casa era intestata a Isabella Swan e nessun fan riusciva così a trovarmi.

«Si che me lo ricordo, non preoccuparti!» borbottò arrabbiato. Una volta aveva quasi sbagliato a chiamarmi e da quel momento mi accanivo su di lui ricordandoglielo ogni volta. Lui si arrabbiava, perché diceva che lo trattavo come un bambino, ma preferivo un Georg arrabbiato che la mia identità svelata.

«Bene, era solo un ripasso. Adesso devo scappare. A che ora è l’intervista e dove?»

«Alle 10 sulla libreria a Park Avenue»

«Perfetto, allora a domani!» non gli diedi tempo di rispondere che riattaccai. Sentii una porta aprirsi e Josh uscì dalla sua camera con lo sguardo basso e strascicando i piedi. Faceva così quando si sentiva in colpa e voleva scusarsi. Ormai lo conoscevo troppo bene per non accorgermi di queste cose.

«Mi dispiace. Non dovevo attaccarti sapendo quanto ci stai male» mormorò a voce bassissima, ma sapeva che lo avrei sentito. Io e Josh eravamo come fratelli. Conoscevamo ogni più piccolo segreto l’uno dell’altra e riuscivamo a comprendere meglio l’alto di noi stessi. Era un po’ strana come relazione, era come una specie di simbiosi. Se ci allontanavamo troppo o se litigavamo in maniera così seria da non parlarci per giorni sentivamo il vuoto dentro di noi. Un vuoto così forte che ci sembrava di morire se non ci fossimo riavvicinati subito. Lui era l’unico di cui mi fidavo ciecamente, l’unico a cui avrei donato il mio cuore se non fosse stato così spezzato.

«Tranquillo Josh. Posso capirti benissimo» piccole parole, in apparenza, ma enormi per noi. Come se avessimo pensato la stessa cosa ci lanciammo, nel medesimo istante, in un abbraccio. Josh era più alto di me, così poggiò la sua guancia sulla mia testa.

«Scusami tesoro, veramente» il suo alito caldo mi solleticò dei ciuffi di capelli e rabbrividii appena.

«Tranquillo, tutto perdonato» e lo pensavo veramente. Mi sentivo bene stretta nel suo abbraccio. Era come la mia coperta di Linus, senza mi sentivo persa.

«Allora, pronta per la tua intervista? Devi essere in forze se non vuoi scoppiare a piangere davanti ai giornalisti» mi disse facendomi un buffetto sulla testa. Io ridacchiai e sfoderai un sorriso enorme, da orecchio a orecchio.

«Non lo farò mai! Ho una mia dignità da difendere» scherzai alzando il mento e gonfiando il petto. Josh cercò di rimanere impossibile, ma iniziò a mordicchiarsi il labbro cercando di non ridere. Ma quando mi misi sull’attenti lui non riuscì più a resistere e si piegò in due tenendosi la pancia da quanto stava ridendo.

«Sei troppo buffa» mormorò tra una risata e l’altra e io mi unii a lui. Così tutta la tensione che si era creata quella sera svanì, lasciando solo una dolce allegria che ci accompagnò fino all’ora di andare a dormire.

Sotto le coperte e al buio, però, tutte le tue paure tornano sempre a galla e un volto era il mio incubo peggiore, quello che non mi lasciava respirare e mi faceva dormire malissimo, quando l’angoscia che mi portavo dentro era troppo forte per combatterla. Il suo volto: il volto di Edward Cullen. 

Angolino Autrice:

Buon di a todos! ^-^ Sono qui con la mia prima storia su Twiligh quindi siate clementi please! 

Anche se non si capisce molto quello che succede vi chiedo di pazientare perché nel prossimo capitolo capirete perché la nostra Bellina soffre tanto per Eddy!
Inoltre cercherò di tenere un po' di mistero il più tempo possibile, quindi cercherò di essere più evasiva possibile dando nello stesso tempo piccoli indizi che vi facciano arrivare alla soluzione dell'inghippo... spero di fare un lavoro decente @-@

Penso non ci sia altro da dire se non buona lettura e pleeeeeeeeeeeeaseeeeeeeeeeee commentate! Le critiche e soprattutto i complimenti (xD) fanno molto bene per scrivere una buona storia!

Besos Blackpanter!

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Capitolo 2
*** Tutto per colpa di Edward Cullen 02 ***


Capitolo Due

Tutto per colpa di Edward Cullen

 

«Finalmente siamo tornati!» trillò Alice guardandosi attorno. La casa era rimasta uguale, tranne per la polvere e le coperture sopra i mobili.

Avevano passato molto tempo in giro per il mondo come nomadi, cercando di risollevare il morale ad Edward e alla nuova componente della famiglia, Shana.

«Non direi Alice. Questo posto ha troppi ricordi» sospirò Edward guardando il suo pianoforte. Era ancora intatto, anche se ricoperto di polvere. Si avvicinò a esso e aprì il coperchio che racchiudeva i tasti. Un suono limpido e carico di tristezza si propagò per la casa vuota.

«Su con il morale Edward! I ricordi sono belli, permettono di non fare gli stessi errori!» squittì la moretta iniziando a togliere le coperture dei mobili. «Chissà cos’è successo di interessante in questo periodo» si avvicinò alla televisione, che era miracolosamente funzionante e la accese. Il programma che trovò era un intervista ad una ragazza che sembrava avere diciotto anni accerchiata da flash. Sul tavolo davanti a lei c’erano tre libri in bella mostra: Twilight, New Moon ed Eclipse, su cui c’era scritto novità del momento.

«Alexis, Alexis! Cosa ci dice di questo nuovo libro? Sappiamo che il finale non è quello che si dice a lieto fine!» un giornalista chiese e la ragazza sorrise amaramente.

«Come fa ad essere un lieto fine quando l’amore della protagonista la lascia perché crede che sia innamorata del suo migliore amico?»

A questa frase tutti i vampiri della casa si bloccarono e fissarono la televisione. Era solo una coincidenza o un segno del destino?

«Alexis! Ma quindi non ci sarà un seguito?»

«Certo che no! La storia è finita e non ho intenzione di continuare, soprattutto visto che la mia fonte di ispirazione non ha intenzione di aprire ancora questo capitolo della sua vita. È finita»

«Alexis! È stato difficile aggiungere i vampiri in una storia realmente esistita?»

«Certo che si! Non potevo lasciare tutto come era successo veramente. Ho dovuto modificare qualche pezzetto per aggiungere azione e mistero. I vampiri sono una mia invenzione e sono contenta di questa scelta visto che il mistero e l’irrealtà sono il mio pane quotidiano» la ragazza ghignò divertita e nella sua espressione si vedeva una specie di malizia mista a ironia.

I vampiri della casa si bloccarono. Non solo la storia era simile, ma aveva scritto anche di vampiri! Erano allibiti. Era stata Bella ad informare quella scrittrice?

«Lo so che gliel’abbiamo già chiesto nelle interviste dei precedenti libri, ma volevamo chiedere cosa pensa lei di questa storia?»

«Penso che sia una storia bellissima e tragica allo stesso momento. La protagonista, Dora, vive il suo sogno: ha finalmente trovato la persona che la rende completa, William. Ma come sappiamo tutti le storie non hanno sempre un lieto fine e non sono tutte rose e fiori. Will lascia per due volte Dora e la seconda è definitiva. John, il migliore amico di Dora, non riesce ad aiutarla visto che è innamorato di lei, e sapendo che Dora amerà per sempre e solo il suo amato Will la scaccia dalla sua vita togliendole anche l’ultimo appiglio. Ho deciso di scrivere questa storia, tra molte altre che avevo sentito, perché mi sa di vero! Tutte quelle che avevo sentito mi facevano venire il diabete da quanto erano stucchevoli. Questa invece è il perfetto mix per renderla una storia degna di essere letta» 

Edward era allibito. Se era veramente la storia di Bella voleva dire che non era rimasta con Jacob e che lui l’aveva scacciata. Un ringhio gli salì spontaneo e si ripromise di fare una visitina al cane pulcioso.

«Alexis! Se dovessi dare un suggerimento alle lettrici, cosa diresti?»

«Solo uno o più di uno? Ne avrei una marea!» rise la scrittrice, ma poi tornò seria «Beh, prima di tutto volevo dire di pensare seriamente a questa storia. Io, mentre la scrivevo, ho capito molte cose della vita che prima non mi erano chiare. Non vi dirò quali sono, perché dovrete scoprirlo voi e quando lo avrete scoperto fatene tesoro, perché sarà una base per diventare persone migliori. Un altro è di prepararvi una scorta di fazzoletti perché vi serviranno! E anche se siete in casa con qualcuno di non preoccuparvi se vi vedranno fare scenate come piangere a dirotto o insultare i protagonisti. È quello che ho fatto anche io!» e così Alexis se ne andò ridendo come una matta seguita da una fila di flash.

Alice spense la televisione e sparì in un secondo. Gli altri erano troppo stupiti per parlare. Tutti stavano guardando Edward, che sembrava in stato di shock. Non muoveva un muscolo e il suo sguardo era perso nel vuoto. Sembrava che dentro di lui si fosse rotto qualcosa.

Infatti era così. Edward non riusciva più a sentire nulla, non riusciva a respirare da quanto intenso era il suo dolore. La sua piccola e fragile Bella aveva sofferto per lui? Anche quando credeva di fare la scelta giusta aveva fatto quella sbagliata. Un forte dolore al petto lo colpì e gli sembrò che il suo cuore, ormai morto, fosse tornato a battere solo per potersi spezzare.

«Ecco qui i libri!» trillò Alice tornata nella casa. Nelle sue mani stringeva i tre romanzi incriminati, quelli dove c’era la risposta. Era davvero la storia di Bella?

Edward si mosse velocemente e si avvicinò alla sorella che aveva iniziato a leggere la prima pagina. La sua voce soave leggeva a velocità folle incrinandosi di tanto in tanto quando sentiva il dolore della ragazza di cui avevano la conferma: era Isabella.

Alice lesse il più velocemente possibile e qualche ora dopo aveva terminato anche l’ultima riga del terzo romanzo.

«È… è Bella!» sospirò Esme coprendosi il volto con le mani e iniziando a singhiozzare. Carlisle le fu subito affianco e la abbracciò teneramente. «Quanta sofferenza povera ragazza. Chissà adesso dove sarà!»

«Non lo so mamma! Non riesco ad avere sue visioni da quel giorno» mormorò sconsolata Alice. Era veramente frustrante per lei. Aveva cercato di vederla, per sapere come stava, ma non ci era mai riuscita. Aveva immaginato che fosse perché era insieme ad un licantropo, visto che non poteva vederli. Ma se quello che il libro diceva era vero lei non era con uno di loro.

«Cosa ho fatto?» piagnucolò ad un tratto Edward, sorprendendo tutti. Era a terra, con le mani sul volto scosso da tremiti molto evidenti.

«Edward, non abbatterti. L’hai fatto per il suo bene» mormorò il piccolo folletto andando ad abbracciare il fratello. Lui però non sentì il conforto. Si sentiva sporco e inadeguato. Non credeva possibile di aver fatto quel disastro. Era solo troppo sconvolto dopo che Bella aveva baciato Jacob e piangeva per lui. Aveva capito che il suo angelo preferiva il cane a lui e l’aveva lasciata dicendole di essere felice.

«Avete visto quanto ha sofferto? E ora? Che le è successo?» chiese il rosso guardando disperato i suoi famigliari. Cosa era successo alla sua fragile umana?

«Non lo so. Possiamo chiedere al cane però!» disse Emmett, cercando a modo suo di tirare su il fratello. Era anche lui dispiaciuto per quello che era successo a Bella. La trovava simpatica e gli sarebbe piaciuto averla come sorella.

«Andi…» Alice non riuscì a finire la frase perché una visione la colpì. I Volturi si stavano muovendo per eliminare Alexis. Sapeva troppo, continuavano a ripetere, e deve essere eliminata. Una spedizione sarebbe partita lo stesso giorno.

«Dobbiamo salvarla Edward!» disse risoluta Alice. Il ragazzo annuì non molto convinto. L’unica cosa che gli importava in quel momento era Bella!

«Magari sa dove si trova!» squittì Alice intuendo i pensieri del fratello. Lo sguardo di quest’ultimo si illuminò e sorrise alla sorella, ma di un sorriso stanco, non di quelli che avevano fatto battere il cuore a Bella.

«Qualcuno si vuole degnare di dirci cos’è successo?» brontolò Emmett esponendo quello che tutti stavano pensando.

Edward così raccontò di quello che aveva visto la sorella, mentre quest’ultima preparava le cose per partire. La famiglia fu subito d’accordo e raccolsero le poche cose che avevano pronti ad andare.

«Prima però facciamo un salto dai licantropi. Hanno qualcosa da dirci e spero per loro che siano scuse!» ringhiò Edward e iniziò a correre verso i confini. I Cullen lo seguirono subito parlottando tra loro della scrittrice.

«Cosa ci fate qui freddi?» chiese una voce roca che bloccò la famiglia.

«Siamo qui per sapere cos’è successo!» disse con calma Carlisle e Jacob annuì.

«Me lo aspettavo. Se volete sapere di Bella non posso dirvi niente. Ho veramente tagliato i ponti con lei e non l’ho mai più rivista e sentita. L’unica notizia è stata quella del libro e penso che anche voi lo abbiate letto» mormorò scuotendo il capo. Delle piccole rughe si incresparono quando sorrise tristemente «Bella è stata così comprensiva con me. Ha capito perché lo facevo e mi ha detto che approvava. Solo leggendo il libro ho capito quando ha sofferto. Non volevo che accadesse, volevo solo non soffrire più»

«Jacob! Sei un idiota! Se davvero l’amavi dovevi sapere il vero motivo per cui lo faceva!»

«Infatti non l’amavo veramente. L’ho capito quando se ne è andata e ho trovato il mio vero amore. Era come una sorella per me. Le volevo bene, molto, ma non l’amavo»

«Non potevi capirlo prima?» chiese disperato Edward. Non ne poteva più di quella discussione. Non voleva ricordare quei giorni, quella decisione sofferta. Aveva fatto due volte lo stesso errore, solo perché si era imposto di non ricordare il periodo più infelice della sua vita.

«Dobbiamo andare adesso!» bisbigliò Alice che aveva visto i Volturi già in viaggio. Dovevano andare da Alexis. Dovevano salvare una vita innocente. Tutto per colpa di Edward Cullen.    

Angolino Autrice:

Grazie mille per aver commentato *-* Non immaginavo che la stroria potesse piacere! ^-^

Questo capitolo è scritto in terza persona perché non è dal punto di vista di Bella... quando dovrò parlare di altri personaggi farò sempre così!

x Shinalia

Davvero si sente il tormento? O.o Io pensavo di aver fatto un disasto! Sono pessima nell'esprimere i miei sentimenti quindi pensavo di non riuscire a mettere qualcosa su carta! Grazie mille per il commento e spero che anche questo capitolo ti piaccia 

x lory_lost_in_her_dreams

grazie mille! Si si povera Bellina! Ma tutto quello che c'è scritto è solo una parte di quello che è successo! è moooolto più complicato xD Spero che continuerai a seguire questa storia! 

Bene, non mi resta altro da dire se non...

Saluti e Baci da Blackpanter!


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Capitolo 3
*** L'arrivo 03 ***


Capitolo Tre

L’arrivo

 

Uscii dalla sala della conferenza ancora ridendo. Era troppo buffo prendere in giro le persone, una cosa che la vecchia me non avrebbe mai fatto. Beh, con gli anni le persone cambiano, si sa e io lo ero molto. L’essere lasciata due volte è stato terribile! Ho imparato che con la gentilezza non si va da nessuna parte e che bisogna avere del carattere per far fronte alle esigenze della vita.

«Sei andata benissimo Bella!» mi rassicurò Josh sorridendomi.

«Adesso arriveranno» dissi in un sussurro guardando fuori dalla finestra. Il cielo era limpido, ma lontano si vedevano delle nuvole in agguato.

«Chi?» Josh era sconcertato. Non riusciva proprio a capire chi intendessi.

«I Cullen!»

«Un’altra predizione?»

«Si» quell’unica parola aleggiò nell’aria per qualche secondo. Le nuvole passavano tranquille nel cielo, senza rendersi conto di quello che succedeva sotto di loro. Che una ragazza stesse per rincontrare l’amore della sua vita non era importante. Sarebbe stato bello essere delle nuvole.

«Quando?» mi chiese con tono dolce Josh. Sapeva tutto ed era ancora amareggiato dal modo in cui mi avevano lasciato. Ma lui aveva le sue gatte da pelare e non aveva così tanto tempo per le mie.

«Oggi. Alle sette precisamente»

«Bene. Avvisiamo tutti di chiamarti Alexis o Alex. Bella, mentre ci sono loro, deve sparire»

«Lo so Josh! Non sono così idiota. È già tanto che non mi riconoscano» ringhiai con forza stingendo i pugni. Ero arrabbiata con loro. Venivano per cercare me, o meglio Bella, o per sapere come avevo fatto a conoscere la loro storia? Quel semplice interrogativo mi torturava. Non aveva neppure un po’ di pietà per tutto quello che avevo già sofferto.

«Non ho mai dubitato di questo Bella. Stavo solo cercando di rassicurarti. Abbiamo tutto sotto controllo» cercò di rassicurarmi Josh.

«Non è tutto sotto controllo maledizione!» urlai passandomi nervosamente una mano tra i capelli «non sono così idioti e non si faranno ingannare così facilmente. Abbiamo bisogno di una storia di copertura o siamo nella merda»

«Tranquillizzati piccola! Hai preparato questa storia di copertura fin dal primo libro. Basta portarla avanti»

«E se mi chiederanno dove è Bella? Cosa posso dirgli?»

«Semplicemente che non lo sai. Che dopo averti detto tutto se ne è andata e non hai saputo più nulla da lei, nemmeno se le erano piaciuti i libri»

«E se poi se ne vanno?» questa era la mia più grande paura. Non volevo che mi abbandonassero una terza volta, non lo avrei sopportato.

«Bella, devi dimenticare, te l’ho già detto. Durante la loro visita devi essere forte e anche dopo. Non puoi continuare così tesoro» mormorò abbracciandomi. Senza volerlo iniziai a singhiozzare. Era un pianto senza lacrime perché le avevo finite tutte da tempo.

«No Bella! Devi reagire. Non lasciarti abbattere e lotta più che puoi. So che ce la puoi fare»

Josh si strinse a me, cercando di infondermi coraggio. Quello stesso coraggio che lui era riuscito a trovare per andare avanti.

«Si, hai ragione. Ho fatto un giuramento e lo rispetterò» dissi risoluta staccandomi dal conforto del mio fratellino. Lui mi sorrise e mi diede un delicato buffetto sulla guancia.

«Si, brava. Torna ad essere il diavolo che eri fino a qualche minuto fa» ridacchiò e io per scherzo gli ringhiai contro con un sorrisino perfido. Gli sbalzi d’umore purtroppo erano molto frequenti in quegli anni. Li odiavo con tutta me stessa, eppure grazie a Josh riuscivo sempre ad uscirne.

«Guarda che il diavolo può bruciarti signorino» ghignai e lui fece una finta faccia sconvolta. Qualche secondo dopo scoppiammo a ridere e uscimmo dal locale ancora con il sorriso sulle labbra.


Corsero tutto il giorno per le foreste, cercando di non farsi vedere. Non fu così difficile, fino all’inizio di New York dove furono costretti a camminare normalmente.

Nessuno li guardava in modo strano, o come se fossero diversi. Tutte le persone si facevano i fatti loro e di questo erano molto grati.

«New York è davvero una bella città dove vivere» trillò Alice contenta guardando le numerose vetrine piene di capi all’ultima moda.

«Non siamo qui in gita turistica Alice!» ringhiò Edward scansando un signore che imprecava contro la maleducazione dei giovani.

«Lo so Edward, ma questo non vuol dire che non posso godermi la città» ribatté la vampira cocciuta.

«Basta figlioli. Il nostro compito è salvare Alexis dai Volturi e non dobbiamo distrarci» disse Carlisle pacato e i due fermarono subito il loro battibecco.

«A proposito, cosa dobbiamo dirle?» chiese Esme guardando Alice. Lei però scosse il capo e sgranò gli occhi d’orati.

«Non lo so! E come se ogni piano che potrebbe esserci andasse in fumo»

«Dobbiamo improvvisare allora» mormorò Edward guardando gli alti grattacieli che circondavano la città. Alice aveva visto solo un indirizzo e niente altro. Dovevano basarsi su quello.

«Ci siamo!» disse infatti guardando un alto grattacielo. Era molto bello e sembrava anche facoltoso.

«Abita nell’attico» guardarono verso l’alto e videro che era un appartamento enorme, con una terrazza piena di piante e una piccola piscina.

«Se la passa molto bene vedo» fischiò Emmett con il suo solito sorriso. Gli altri vampiri scossero il capo e entrarono nel grande edificio.

Il portiere li lasciò passare senza problemi e questo li incuriosì. Presero l’ascensore, che, con una lentezza esasperante li portò fino all’ultimo piano.

Appena aperta la porta dell’ascensore trovarono due ragazzi che li aspettavano. Lui era alto un metro e ottantacinque, aveva i capelli neri come la pece e gli occhi come fuoco d’orato, simili ma allo stesso tempo diversi da quelli dei vampiri.

Lei era alta un metro e sessantacinque e aveva i capelli rossi come il fuoco e gli occhi neri come la pece. L’iride e la pupilla erano fuse in un unico ammasso color petrolio che sembrava risucchiare chi le guardava fino al centro dell’inferno.

«Benvenuti, famiglia Cullen. Vi stavamo aspettando»

I vampiri rimasero immobili, totalmente stupiti e incapaci di reagire. Come poteva quella ragazza sapere del loro arrivo?

 Angolo Autrice:

Salve a tutti! ^-^ Visto chi è tornata dalle vacanze??? Scusate se non vi ho avvisato, ma non ho avuto tempo. Però adesso sono qui e non è questo che conta?

Questo capitolo l'ho scritto in fretta e furia oggi quindi fa uno pocchetto schifo -_-'' mi perdonate, vero????????

x lory_lost_in_her_dreams

Facciamo il club uccidiamo Jacob?? xD non mi sta molto simpatico, penso si sia capito, però odio solo lui perchè a me i licantropuzzoli piacciono tanto! 
Grazie per il complimento e sono contenta che lo trovi intrigante. Io odio fare le cose di mistero, però senza un po' di questo non si va avanti xD

x Shinalia

In questo capitolo si è capito perchè anche se hanno visto il suo viso non l'hanno riconosciuta? No? Beh, lo spego meglio nel prossimo quindi non ti disperare xD

x BluRose89

Grazie mille! Sono contenta che la storia ti piaccia. Per rispondere alle tue domande: ho iniziato in questo e spiegherò meglio nel prossimo perchè non l'hanno riconosciuta. No, non è una vampira la cara Bellina e si scoprità più avanti cos'è. Per sapere da quanti anni l'ha lasciata dovrai aspettare il prossimo penso. 

x kikka_la cantante di edward

Grazie mille! non credevo di incuriosire così tanta gente! Sono commossa!

x ely4890

Eh eh, è nel prossimo che succede! Ci saranno... scintille xD xD xD xD

Detto questo vi informo che tra 1/2 giorni sarà postato il prossimo. Non so se ho tempo di scrivere oggi per postarlo domani e così molto probabilmente lo posterò mercoledì. Alla prossima e scusate ancora l'attesa! ^-^

P.s. Scusate per gli errori ma ho messo le unghie in gel e faccio fatica a scrivere xD

Baciotti

Blackpanter!

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Capitolo 4
*** Mezze Bugie 04 ***


Capitolo Quattro

Mezze bugie

 

«Su su, non fate quelle facce! Era ovvio che sareste arrivati» ghignai facendo segno alla mia vecchia famiglia di entrare. Sentii accanto a me Josh immobile, il suo respiro era bloccato e i suoi occhi sgranati. Lo guardai confusa e lui indicò il nuovo componente dei Cullen. Era una bella ragazza dai capelli color miele e gli occhi d’orati come tutti i vampiri. Era quella che mi aveva rubato Edward.

“Che succede?” gli chiesi mentalmente. Lui mi guardò scioccato.

“È lei!” mi urlò nella mente e capii che era la ragazza che gli aveva spezzato il cuore.

La storia mia e di Joshua era troppo simile, ma era ironico che adesso fosse anche incrociata in un unico destino.

«Come sapevi che saremmo arrivati?» chiese Carlisle diplomatico come al solito. Io mi voltai e, senza rispondere, mi diressi in casa verso il divano dove mi sedetti. I vampiri mi guardarono scioccati, ma io feci loro segno di accomodarsi.

«Si parla meglio da seduti. Immagino poi che avete moltissime domande e, anche se voi non avete bisogno di sedervi, noi si» dissi guardando Josh che nel frattempo si era accomodato accanto a me.

«Ma… allora sai anche che siamo vampiri!» esclamò Shana, la ex ragazza di Josh, con stupore.

Io iniziai a ridere a crepapelle e non seppi neanche io perché lo feci. Forse era solo un modo per bloccare il dolore o forse ero semplicemente diventata isterica.

«Ma certo! Non ci vuole un genio a capirlo»

«O semplicemente te l’ha detto Bella?» la voce di Edward mi fece piangere il cuore. Non mi ricordavo quanto era bella e dolce, anche ora che una rabbia cieca gli perforava l’anima. Sapevo che anche lui aveva sofferto per la separazione, ma era stata una sua scelta e non me ne importava più di tanto.

«No, Edward. Bella non mi ha detto della vostra natura. L’ho capito io dalle parti che saltava e da piccoli dettagli che si è fatta scappare. Lei era troppo fedele a voi per tradirvi. Aveva solo bisogno di sfogarsi e, devo dire che l’ho ingannata, visto che non sapeva che ero una scrittrice» quelle mezze bugie erano il mio pane quotidiano ormai. Era da una vita che non dicevo sempre tutta la verità e, anche se non mi creava problemi, era abbastanza frustrante.

«Ha ragione lei. Bella era molto amica di Alexis e ha deciso di raccontarle la sua storia. Quando ha scoperto che ci stava facendo una mezza idea di scriverci un libro sopra le ha dato il suo consenso. Ha aspettato che il progetto andasse in porto e poi è sparita» mi diede man forte Josh, vedendo che ero un po’ in difficoltà. Il mio cuore martoriato aveva subito un'altra ferita e aveva bisogno di un attimo per riprendersi.

«Quindi non sapete dov’è?» chiese Edward disperato. Vedevo un filo di speranza nei suoi occhi, ma era quasi del tutto coperto dalla disperazione. Per cosa, poi, non l’ho mai capito.

«No, e anche se lo sapessimo non te lo diremmo. Sei stato un idiota non meriti una seconda… anzi terza possibilità. Hai esaurito tutte quelle che avevi a disposizione» ringhiai perfida.

«Ma se Bella mi vedesse forse…»

«Non ti perdonerebbe ancora Edward! Capiscilo! L’hai fatta soffrire troppo e poi sono passati troppi anni»

«Ma io la vorrei anche così!» ribadì con forza. Non potevo negare che diceva la verità. Ma quello che avevo detto rimaneva. Era troppo tardi.

«Non pensi che lei non ti vorrebbe? È andata avanti, più o meno, e ha capito che non deve più aspettarti. Non è come l’altra volta. Ha reagito» intervenne Josh con passione stringendomi una mano. Io lo ringraziai mentalmente e la strinsi forte. Ero molto grata del sostegno che mi dava.

«Si lo so… infondo sono passati…» iniziò Edward e io finii.

«Cinquant’anni» quella parola aleggiò nell’aria per qualche secondo. Era passato davvero tanto tempo e Bella, quella vera, doveva avere sessant’otto anni. L’altra Bella, io, ho ancora diciotto anni. Buffa la vita, no? Due Bella e due realtà. La mia era la più brutta visto che la vera Bella era morta e poteva riposare in pace.

«Scusa la domanda» intervenne Alice per sdrammatizzare la situazione «noi ci conosci, ma noi non sappiamo chi siete tu e il tuo ragazzo»

Io e Josh ci scambiammo uno sguardo e iniziammo a ridere come due bambini, reggendoci a vicenda e cercando di smettere.

«No.. non è il mio ragazzo! È mio fratello» sghignazzai osservando le facce allibite dei Cullen.

«E si! Lei è la mia sorellina Alexis Boshop e io sono suo fratello Joshua Bishop. Siamo fratelli gemelli anche se non sembra» chiarì Josh con un sorrisino dispettoso sulle labbra.

«Siete totalmente diversi!» esclamò con il suo solito tatto Emmett, beccandosi una gomitata da Rosalie.

«Lo sappiamo. Ma a volte la vita è strana» alzai le spalle con indifferenza. Era questa la nostra copertura nel mondo. Eravamo orfani cresciuti in un orfanotrofio di New York che guarda caso era stato demolito un anno prima senza lasciare traccia dei suoi iscritti.

«Adesso che abbiamo fatto le presentazioni vorremmo parlarvi di un argomento serio…» iniziò Carlisle, ma io lo interruppi subito.

«Stanno arrivando i Volturi»

Questa mia semplice frase lasciò tutti a bocca aperta. Io sbuffai e iniziai a spiegare la mia falsa storia.

«Anche se sono umana ho un potere. So prevedere il futuro, come te Alice. È un talento che si tramanda di generazione in generazione attraverso le donne e infatti, mia cara Alice, tu sei una mia…. Tris-tris-trisavola o una cosa del genere» dissi pacata osservando attentamente la reazione della diretta interessata. Era stata questa la storia più valida da dire. Come succedeva ad Alice ogni tanto cadevo in trance quando avevo delle visioni abbastanza potenti. Se ne avevo una mentre c’erano loro avrei dovuto dare spiegazioni.

«Io… io» iniziò il piccolo folletto per poi correre ad abbracciarmi. «Sono felicissima! Pensavo che la mia famiglia si fosse estinta con la figlia di mia sorella» trillò felice e io le sorrisi. Ero felice di rivederla, veramente. Mi era mancata moltissimo la mia migliore amica.

«Alex, è ora» mi disse Josh e io annuii. I Cullen ci guardarono stupiti e io ghignai divertita.

«Famiglia Cullen, siete invitati a uno dei più grandi concerti dell’anno! Sono lieta di presentarvi la cantante e il chitarrista degli “Inferus”!» dissi alzandomi in piedi e facendo un inchino insieme a mio “fratello”.

«Sei abbastanza impegnata vedo» ridacchiò Alice contagiando un po’ tutti nella sala. L’unico che rimase immobile era Edward.

Angolo Autrice:
scusate, non ho tempo di scrivere un commento! $: Dico solo che questo capitolo risponde ad un po' di domande, ma non mi piace più di tanto...

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