L'arma di Silente

di mizmadaily99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Diagon Alley ***
Capitolo 3: *** Grimould Place ***
Capitolo 4: *** Arrivo ad Hogwarts ***
Capitolo 5: *** Prima lezione ***
Capitolo 6: *** Preparazione ***
Capitolo 7: *** L'Esercito di Silente ***
Capitolo 8: *** Prima lezione ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO:


Albus Silente, il suo padrino, lo aveva fatto chiamare, e non si rifiuta la chiamata del mago più potente del mondo magico. Dopo la morte dei suoi genitori, avvenuta quando lui aveva 4 anni per mano di alcuni seguaci del Signore Oscuro (Voldemort) che non credevano alla sua morte, era stato affidato al suo padrino e aveva vissuto con lui ad Hogwarts (anche se normalmente questo non si poteva fare, Silente era il preside, e non se ne preoccupava) passando le vacanze in una casa in campagna. Non aveva mai frequentato ufficialmente la scuola; era stato istruito privatamente. Nonostante volesse bene il vecchio Preside, una parte di lui era arrabbiata con l’uomo che, inconsciamente, aveva portato alla morte dei suoi genitori. Erano entrambi abilissimi maghi e facevano parte dell’Ordine della Fenice, un organizzazione fondata da Silente con lo scopo di sconfiggere Voldemort. Dopo che i Mangiamorte, seguaci di Voldemort, lo avevano scoperto, avevano provveduto ad eliminarli. Per fortuna lui era a casa dei suoi vicini per il compleanno del loro figlio più piccolo. La sua casa era andata a fuoco e, quella sera stessa, Albus Silente in persona era andato a prenderlo. Era il suo padrino perché aveva aiutato molte volte i suoi genitori, contribuendo anche allo sviluppo del loro rapporto. Arrivato davanti alla porta della sua stanza bussò “Avanti.” Entrò “A cosa devo il piacere della tua chiamata?” “Mi spiace interrompere il tuo studio, ma ho una buona notizia per te.” “Quale?” Si accomodò sulla poltrona davanti a lui “Thomas Winter, sono lieto di comunicarti che, a partire da quest’anno, frequenterai la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.” Era un sogno, doveva esserlo. Dopo anni di suppliche finalmente gli era stato concesso di frequentare Hogwarts! Silente gli diede una busta, davanti c’era il logo della scuola in cera, dietro c’erano scritti il suo nome e l’indirizzo con un inchiostro verde. “Nonostante tu sia più bravo ed esperto dei ragazzi della tua età, frequenterai comunque il quinto anno, per non destare sospetti.” Era senza parole “Grazie, davvero.” Gli disse entusiasta. Il Preside gli sorrise affettuosamente “Ora và a dormire, domani sarà una lunga giornata.” “Perché?” disse alzandosi “Lo scoprirai domani mattina.” Era sempre così enigmatico. 


Salve a tutti!! Sper che il prologo sia servito a risvegliare la vostra curiosità. In questi giorni cercherò di pubblicare un paio di capitoli in più, ma non vi prometto aggiornamenti regolari. Detto questo spero che seguirete la mia storia e mi farebbe piacere sapete cosa pensate.

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Capitolo 2
*** Diagon Alley ***


CAPITOLO 1: DIAGON ALLEY


La mattina seguente fu svegliato presto e informato che Silente si era recato al Ministero della Magia e che sarebbe tornato prima di pranzo. E così fu. Appena rientrato ebbe solo il tempo di accomodarsi in salotto prima di essere sommerso dalle domande di Thomas. “Come mai sei andato al Ministero?” “Oggi c’era il processo di Harry e dovevo aiutarlo.” Thomas conosceva Harry Potter sia perché era il bambino sopravvissuto e che aveva ‘sconfitto’ Voldemort sia per tutto quello che aveva fatto durante i suoi 4 anni a Hogwarts. “Perché è stato processato? Per aver detto la verità sul ritorno di Voldemort?” Si, Thomas credeva a Harry e a tutto quello che aveva raccontato sul suo ritorno e non si faceva problemi a chiamare Voldemort con il suo vero nome, era stato Silente ad insegnargli a non aver paura di un nome. “No, è stato accusato di aver usato la magia di fronte ad un babbano. In realtà aveva solo difeso se stesso e suo cugino dall’attacco di due dissennatori che, come tu ben sai, ormai sono convinto che si siano schierati dalla parte di Voldemort.” “Perciò lo hai scagionato. E perché questa dovrebbe essere una lunga giornata per me?” “Perché, oggi pomeriggio, verrai con me alla sede dell’Ordine della Fenice.” Era la seconda volta in due giorni che restava senza parole. Prima Hogwarts, poi questo. “Conoscerai Harry e i suoi amici e trascorrerai il resto delle vacanze lì con loro. Prima di recarci alla sede andremo a Diagon Alley per prendere tutto il necessario per la scuola.” “Non che io non sia felice per queste tue decisioni, anzi, ma…perché proprio adesso?” Silente si sistemò meglio nella poltrona “Perché ho bisogno del tuo aiuto, Harry ha bisogno del tuo aiuto. Non posso più stargli vicino, diventerebbe troppo vulnerabile e Voldemort avrebbe un motivo in più per fargli del male, per cercare di controllarlo. Invece, affiancandogli te, sono sicuro che potrai proteggerlo senza problemi, Sei un mago molto potente, nonostante la tua giovane età.” Lo guardò, cercando di capire se stesse mentendo. “Vuoi dire che per tutti questi anni mi ai istruito personalmente e mi hai fatto partecipare a delle lezioni con i maghi più abili del mondo, sffinchè un giorno io fossi in grado di proteggere Harry Potter?” disse incredulo “L’ho fatto anche perché so di cosa sei capace, non volevo che sprecassi le tue abilità e perché voglio che tu ti sappia difendere nel caso in cui mi succedesse qualcosa.” “Wow, i tuoi piani a lunga durata e contorti mi sorprendono sempre. Comunque, dato che da queste tue decisioni io traggo solo vantaggi, non mi lamenterò.” “Sei sempre stato un ragazzo coscienzioso, intelligente e sveglio. Ora pranziamo.” Disse sorridente.

Dopo pranzo si prepararono e uscirono, il loro arrivo alla sede dell’Ordine era previsto per le 17. Avevano tutto il tempo. Date le temperature versatili di Londra optò per una camicia nera a mezze maniche, un paio di jeans e un paio di scarpe nere alte di tela. Cercò di sistemarsi alla meglio i capelli, anche  quelli neri come la pece, che aveva ereditato dalla madre e che erano indomabili. Dal padre aveva preso gli occhi azzurri. Aveva una foto di loro tre insieme al suo quarto compleanno ed era orgoglioso di riscontrare una certa somiglianza con i suoi genitori.

Uscirono di casa e andarono a Diagon Alley. Non andava lì spesso. La prima volta era stata dopo il suo undicesimo compleanno e aveva acquistato la sua bacchetta. 11 pollici, non molto flessibile, legno di quercia rossa e nucleo di piume di fenice; era difficile da usare per un mago che non avesse ottenuto la sua fiducia e che non fosse in grado di adattarsi ai cambiamenti, così gli aveva detto Olivander aggiungendo che con quella bacchetta si potevano ottenere incantesimi molto potenti e dal tratto distintivo e personale. L’unico motivo per cui si era recato altre volte a Diagon Alley era per comprare libri con cui approfondiva il suo studio e che non erano presenti nella grande biblioteca della loro casa, e per acquistare piume, rotoli di pergamena e inchiostro. Gli ingredienti per le pozioni li trovava molto facilmente perché Silente provvedeva personalmente ad averne una grande scorta sempre fornita. Per ogni evenienza. Si recarono al Ghirigoro per prendere i libri, da Madama Pince per la divisa, e andarono alla Gringott per far si che Thomas potesse prelevare qualche galeone per spese personali. I suoi genitori non lo avevano lasciato al verde, così che non aveva mai dovuto far pesare troppo a Silente le spese per il suo mantenimento. Dopo aver prelevato e aver concluso gli acquisti, si smaterializzarono. Odiava smaterializzarsi, trovava molto fastidiosa quella sensazione, come se qualcuno ti strattonasse forte dall’ombelico. Arrivarono a Grimould Place e si fermarono tra il numero 11 e il numero 13. Dopo un po’ che Silente stava fermo a fissare i numeri, apparve un’altra casa che corrispondeva al numero 12. Entrarono.

Signore e signori, ecco a voi il primo capitolo!! Come avrete capito, nel prossimo ci sarà l'incontro con il trio. Curiosi? Detto questo, spero di poter aggiornare presto. Bye

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Capitolo 3
*** Grimould Place ***


CAPITOLO 2: GRIMOULD PLACE

Appena entrati furono ‘accolti’ da un elfo domestico abbastanza brutto che li guardò male “Kreacher, puoi avvertire Sirius e gli altri che siamo arrivati?” disse Silente “Si signore, Kreacher obbedisce signore, provvede ad avverire il suo padrone.” E se ne andò bisbigliando insulti contro i mezzosangue e borbottando qualcosa su della feccia che infestava la casa dei suoi nobili padroni. Thomas non si vergognava delle origini della sua famiglia, sia sua madre che suo padre erano Nati Babbani. I due seguirono l’elfo, dai quadri Thomas capì che la sua intuizione era giusta: quella era la casa di Sirius Black.

Entrarono in cucina e vennero accolti dal padrone di casa che, Thomas fu lieto di constatare, aveva un aspetto migliore di quello delle foto, da una signora con i capelli rossi e un grembiule che sembrava la classica mamma affettuosa che si fa rispettare, e da un signore alto con i capelli rossi e un aria bonaria che sembrava appena tornato dal lavoro visto che aveva ancora indosso giacca e cravatta. “Silente, sempre puntuale.” Disse Sirius avvicinandosi al mago per stringergli la mano, come fece l’uomo dai capelli rossi che Thomas pensò dovesse essere Arthur Weasley. Aveva molto sentito parlare dei Weasley, non solo perché conosceva di fama i gemelli Fred e George, né perché Ron, il loro penultimo figlio, era il migliore amico di Harry Potter, ma perhè il signor Weasley lavorava al Ministero e molto spesso aveva passato informazioni a Silente. “Albus caro, è sempre un piacere vederti. Gli altri arriveranno per l’ora di cena. Ma dimmi, chi è questo ragazzo?” disse la signora che Thomas identificò come Molly Weasley, moglie di Arthur. Silente gli fece cenno di pesentarsi “Mi chiamo Thomas Winter, lieto di conoscervi.” Disse stringendo la mano ai due uomini e ricevendo un caloroso abbraccio dalla signora Weasley. “è un piacere conoscerti, Thomas. Se non sbaglio sei il figlio di Jordan e Catherine giusto? Gli somigli molto.” “Grazie” Silente intervenne “Molly, puoi chiamare i ragazzi? Vorrei presentargli Thomas e comunicare loro una cosa.” “Certo.” La signora Weasley si affacciò ed urlò “Ragazzi! Scendete!” Aveva sicuramente delle notevoli corde vocali. Si sentì un CRACK e due ragazzi con i capelli rossi e uguali apparvero in cucina “Fred! George! L’essere maggiorenni non vi autorizza a smaterializzarvi ovunque!” Li rimproverò la signora Weasley “Scusa mamma!” Risposero in coro ottenendo un effetto stereofonico. Poco dopo scesero quattro ragazzi. La prima a scendere fu una ragazza con i capelli rossi che doveva essere Ginny Weasley seguita dal fratello, Ron, ragazzo alto per la sua età. Dietro di loro c’era Harry Potter che a Thomas sembrò subito simpatico e infine scese la ragazza più bella che avesse mai visto, capelli castani lunghi e mossi e occhi color nocciola, Hermione Granger. Aveva molto sentito parlare di lei, sapeva che era intelligente,che aveva i voti più alti e che era stata definita la strega più brillante della sua età; ma non sapeva fosse così bella. Tutti lo fissavano e Hermione arrossì quando si accorse che Thomas lo stava fissando “Bene” cominciò Silente “ora che siamo tutti qui posso presentarvi il mio figlioccio che da quest’anno frequenterà Hogwarts con voi, Thomas Winter.” Tutti, fatta eccezione per gli adulti, lo guardarono stupiti; ovviamente nessuno sapeva che Silente avesse un figlioccio. “Piacere di conoscervi, spero che ci troveremo bene insieme.” Disse sorridente. “Sarà divertente!” dissero Fred e George dandogli una pacca sulla spalla. “Spero che tu finisca in Grifondoro, comunque io sono Ron Weasley.” “Lo spero anch’io.” “Solo perché uno è Grifondoro non vuol dire che sia migliore, Ron. Io sono Ginny Weasley.” Disse la più piccola sorridendo. Harry, che fino a quel momento era rimasto in silenzio a fissare Silente che evitava il suo sguardo, si riscosse “Sono Harry Potter, piacere.” E poi fu il suo turno. “Sono Hermione Granger, lieta di conoscerti.” “Il piacere è tutto mio.” Si guardarono per un po’ e ci pensò Silente a riscuoterli “Ora che le presentazioni sono finite dovrei parlare un attimo con gli adulti. Ah! Sirius, ti dispiace se Thomas rimane qui fino alla fine delle vacanze?” “Non c’è nessun problema, Può dormire nella stanza più piccola vicino a quella di Harry e Ron.” “Perfetto!” Congedò così i ragazzi che uscirono dalla cucina. “Allora chi è curioso di sentire cosa si dicono?” disse Fred. Senza aspettare risposta tirò fuori dalla tasca due orecchie collegate con un filo. Salirono tutti al piano di sopra “Cosa sono quelle?” Chiese Thomas “Orecchie Oblunghe, servono per ascoltare le conversazioni.” Rispose George mentre il fratello faceva calare un orecchio giù e lo avvicinava alla porta. Si sentì la voce di Silente “Ho alcune comunicazioni da fare all’Ordine, ma non posso restare quindi dovrete fare le mie veci. Ma prima…” Sentirono dei passi, poi più nulla. “Deve aver insonorizzato la stanza.” Disse Hermione “Già, chissà cosa deve fare di così importante Silente per non poter restare a cena, Mamma stasera preparerà l’arrosto.” “Non tutti pensano solo al cibo come te, Ronald.” Disse Hermione sostenuta dall’annuire di Ginny “Il cibo è molto importante.”Rispose seccato Ron. Harry era pensieroso, sembrava preoccupato; probabilmente si stava chiedendo perché Silente lo stesse evitando. “Comunque abbiamo un modo per sapere che cosa deve fare Silente.” Disse Fred guardando Thomas; fu immediatamente imitato da tutti. “Allora…” cominciò Fred rivolgendosi a lui “… cosa deve fare di così importante il professor Silente stasera?” continuò George. “Sinceramente non ne ho la più pallida idea. Di solito non mi dice niente, Ho saputo solo stamattina che sarei venuto qui e non mi ha detto cosa avrebbe fatto stasera. Per quanto ne so potrebbe anche avere un appuntamento, ma dato che non esce con qualcuno dal 1930 tenderei ad escluderlo.” Disse scatenando l’ilarità generale. “Qualunque cosa sia avrà a che fare con l’Ordine e forse lo dirà alla prossima riunione.” Disse Harry riprendendosi. “Probabile, ma dubito che riusciremo ad ascoltare.” Disse Hermione “Quanta fiducia, Granger.2 dissero Fred e George in coro “Hermione ha raginone, finora non abbiamo saputo quasi niente” disse Ginny “Anche nostra sorella dubita di noi. Addio ingrati!” E si smaterializzarono. “Bhe, direi che potremmo mostrare a Thomas la sua camera.” Disse Harry “Mi farebbe piacere, grazie.” “E magari potremmo parlare un po’.” Disse Ron mentre salivano le scale “Qual è la tua squadra di quidditch preferita?” “Ronald, non esiste solo il quidditch.” Rispose Hermione stizzita “I Cannoni di Chudley.” Rispose con tranquillità Thomas “Davvero? Allora andremo molto d’accordo amico.” Ron gli posò allegramente una mano sulla spalla. “Potremmo anche parlare d’altro, ma il quidditch rimane un argomento molto interessante.” Disse Ginny “Ti ci metti anche tu, Ginny?” “Scusa, Herm, ma lo sai che mi piace.” “Bene, siamo due contro uno. Harry?” “Quidditch, assolutamente.” Disse Harry mostrandosi già più allegro “Uomini!” Esclamò Hermione “Di cosa vorresti parlare?” le chiese Thomas “Di cose noiose che riguardano libri o scuola.” Rispose Ron al posto suo. “Non sono argomenti noiosi. Ma parlare di libri potrebbe essere interessante.” “Potremmo fare un po’ e un po’. Abbiamo tempo e a me piace molto leggere.” Tutto lo guardarono sorpresi “Ehm…davvero?” disse Ron ancora sotto shock “Fantastico!” Disse Hermione entusiasta “Amico, sei strano.” Disse Ron. Entrarono nella stanza. Non era molto grande. C’era un letto poggiato contro il muro sotto ad una finestra, davanti c’era un armadio e sulla parete un quadro rovinato; per terra, vicino ad una sedia, era appoggiato uno zaino che conteneva le cose di cui Thomas avrebbe avuto bisogno in quei giorni. Si sedettero e chiacchierarono fino all’ora di cena. 


Spero di non aver deluso le vostre aspettative con questo capitolo. Non so quando riuscirò ad aggiornare di nuovo, ma cercherò di farlo il prima possibile. Ciao!

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Capitolo 4
*** Arrivo ad Hogwarts ***


CAPITOLO 3: ARRIVO AD HOGWARTS


Era quasi tempo di tornare a scuola; le vacanze sarebbero terminate il giorno seguente. Quei giorni erano stati fantastici, Thomas non si era mai divertito così tanto. Aveva legato molto con il Trio e con i Weasley e ogni giorno i gemelli gli facevano testare le loro nuove invenzioni combinando un sacco di guai. Non erano ancora riusciti a capire dove fosse andato e cosa avesse fatto Silente quella sera in cui si era dileguato senza salutare perché durante le riunioni prima o poi qualcuno finiva con l’insonorizzare la stanza e loro erano riusciti a sentire solo brandelli di conversazioni. Non che la cosa importasse più di tanto adesso che in casa tutti si stavano occupando dei preparativi per la partenza del giorno seguente, il che era un bene perché Thomas aveva scritto a Silente qualche giorno prima per ringraziarlo ancora una volta, dirgli che si trovava bene e chiedergli che cosa avesse fatto quella famosa sera. Doveva aver avuto qualcosa di molto importante da fare per saltare la cena preparata dalla signora Weasley che, Thomas era d’accordo con Ron, cucinava benissimo. Come risposta aveva ricevuto una breve lettera in cui il Preside affermava quanto fosse contento per lui e che, una volta a scuola, gli avrebbe dato le dovute spiegazioni. C’era una frase che lo aveva lasciato interdetto: ‘Il Ministero comincia ad immischiarsi.’ Non aveva intenzione di parlare con nessuno, ma non voleva sprecare l’opportunità di confrontarsi con persone che potevano aiutarlo. Non poteva chiedere a nessuno dell’Ordine, sicuramente erano già al corrente del significato di quell’enigmatica frase e non lo avrebbero mai aiutato a capire, allora pensò di parlarne con Harry, ma si accorse che, dato il compito affidatogli da Silente e lo strano comportamento del ragazzo, non fosse una buona idea. Quel giorno gli era arrivata l’illuminazione: Hermione! Era una ragazza molto sveglia e lo avrebbe sicuramente aiutato. In quei giorni avevano legato molto scoprendo di avere molte cose in comune, tra cui la precisione. Nonostante tutti fossero indaffarati con i preparativi, infatti, Hermione aveva già preparato tutto e stava aiutando gli altri. La chiamò e le chiese se potevano parlare un attimo, in privato. Andarono nel salotto in cui c’erano un pianoforte e due divani (quella era l’ultima stanza in cui qualcuno sarebbe potuto entrare) e si sedettero. “Allora” cominciò Hermione “di cosa volevi parlarmi?” “Ho scritto una lettera a Silente per chiedergli cosa avesse fatto quella sera, ma non me l’ ha voluto dire. L’unica cosa che mi ha detto è stata: ‘Il Ministero comincia ad immischiarsi’. Mi chiedevo se tu avessi qualche idea del significato di questa frase.” Hermione, superato lo shock di sapere che era davvero in rapporti così stretti con Silente tanto da scrivergli, assunse un aria pensierosa “Ultimamente La Gazzetta del Profeta e il Ministero si stanno accanendo molto contro Harry e il professor Silente perché sostengono che Tu-Sai-Chi sia tornato, magari il Ministro gli ha scritto qualche lettera o è andato a trovarlo per fargli smentire la cosa ma lui non ha ceduto e adesso il Ministero sta cercando qualcosa per screditarlo.” “Uhm…è plausibile, però non ricordo di aver visto lettere da parte del Ministro quando sono andato a prendere la posta né mi sembra che qualcuno sia andato a fargli visita; di solito è lui che esce.” Hermione era sempre più sorpresa “Però Harry ci ha riferito uno scambio tra il Ministro e il professor Silente che lasciava intendere precedenti incontri. Magari il professore è andato dal Ministro per cercare di farlo ragionare ma, dato che nessuno dei due ha raggiunto il proprio obbiettivo, il Ministro ha ritenuto opportuno ‘immischiarsi’.” “Ha senso, comincio ha pensare che quest’anno il Ministero ci riserverà non poche sorprese.” Hermione annuì “Posso chiederti una cosa?” Disse lei imbarazzata “Certo.” “Ecco…non vorrei essere indiscreta ma…sei veramente in rapporti così stretti con il professor Silente?” “Si, dopo la morte dei miei genitori è la cosa più vicina ad un parente che ho e, vivendo nella stessa casa, il nostro rapporto è simile a quello di zio e nipote, credo.” “Però non ti ho mai visto ad Hogwarts.” “Perché mi ha istruito lui, quando poteva. Ho studiato anche da solo o con altri insegnanti tra cui la professoressa McGranitt e il professor Piton quando se ne presentava l’occasione. Anche se non ho frequentato Hogwarts sono stato lì tutti e 4 gli anni, o meglio, lì vicino. Entravo solo per le lezioni.” “In che senso lì vicino?” “Hogsmade, mi ospitava Madama Rosmerta e, per ricambiare, ho lavorato per lei tenendomi a debita distanza dagli studenti di Hogwarts.” “Wow, quasi non ci credo.” Thomas sorrise “Immagino che sembri strano, ma per me questa è la normalità.” “In realtà, dopo tutto quello che ho passato con Harry e Ron, sono poche le cose che mi sorprendono.” “Ho sentito parlare delle vostre avventure, e di te. So che sei la strega più brillante della tua età e in questi giorni ho capito il perché di quest’affermazione. Sei veramente una ragazza sveglia e brillante.” ‘E molto bella.’ Ma questo se lo tenne per sé. Hermione arrossì “Grazie. Posso sicuramente ricambiare il complimento, anche tu sei un mago molto brillante.” “Grazie.” Disse sorridendo. Vennero riportati alla realtà dalle urla della signora Weasley che intimava ai suoi figli di sbrigarsi perché domani mattina non voleva fare tardi. I due si scambiarono uno sguardo complice e, ridendo, si alzarono per andare ad aiutare gli altri.

Il mattino seguente, alle 10:50 precise, si riunirono tutti, assonnati e non, nel salotto per definire gli ultimi dettagli. Arrivati al binario avvennero gli ultimi saluti e, mentre Harry e Sirius si allontanavano per salutarsi, la signora Weasley distribuiva abbracci a tutti. Salirono sul treno e Fred e George andarono dai loro amici mentre Harry, Ron, Hermione e Thomas seguirono Ginny in uno scompartimento occupato solo da una ragazza dai lunghi capelli biondi e l’aria stralunata che leggeva una rivista al contrario. “Ciao Luna!” disse Ginny salutando la ragazza e sistemando il proprio bagaglio, imitata dagli altri. “Ciao Ginny. Passato buone vacanze?” “Si,grazie. E tu?” “Tutto bene, io e mio padre abbiamo scoperto una nuova e pericolosa specie: i Nargilli. State attenti perché sono molto pericolosi, quasi invisibili ad occhio nudo e tendono a confondere le idee alle persone.” “Senza offesa, ma i Nargilli non esistono.” Disse Hermione guadagnandosi un occhiataccia da parte di Ginny “Lo sostengono in molti, ma la loro è solo invidia perché mio padre non a paura di scrivere la verità sul suo giornale: Il Cavillo. Lo conoscete?” dallo sguardo di Hermione si intuì che lei lo conosceva e non lo approvava. Per fortuna Ginny la trattenne dal commentare “No.” Risposero i tre ragazzi. “Allora vi darò una copia del nuovo numero. “ disse tirando fuori da una borsa tre riviste colorate che avevano stampato in prima pagina il titolo: ‘Nargilli, creature piccole e dispettose.’ Le diede ai tre ragazzi che ringraziarono. “Ah, quasi dimenticavo. Luna, loro sono Hermione Granger, mio fratello Ron, il nuovo arrivato Thomas Winter e Harry Potter.” Disse Ginny indicandoli uno ad uno “Piacere di conoscervi, sono Luna Lovegood. Harry, ci tengo a farti sapere che Il Cavillo sostiene te, Silente e tutto ciò che dite, contrariamente a quelli della Gazzetta. Puoi trovare una articolo in cui smentiamo tutte le brutte cose che dicono in ogni numero a pag 11. Ed infatti a pag. 11 c’era un breve articolo di una pagina su Harry. Hermione si stava trattenendo davvero molto, si vedeva che aveva molte cose da commentare ma che, per rispetto per Ginny, preferiva non esprimersi. Per il resto del viaggio parlarono del più e del meno e Thomas conobbe alcuni amici dei ragazzi: Dean Thomas, Seamus Finnigan, Nevile Paciock con cui presero la carrozza una volta scesi. Purtroppo, dopo essere scesi dal treno, ebbero la sfortuna di incontrare Draco Malfoy e i suoi amichetti che cominciarono subito a provocare Harry, il quale stava per saltare addosso a quei tre, ma fu fermato da Ron. Ignorandoli presero la carrozza e arrivarono al castello. Harry aveva chiesto chi fosse a guidare le carrozze, ma le carrozze si guidavano da sole. Arrivarono e, mentre i suoi amici si accomodavano ai rispettivi tavoli, Thomas raggiungeva la professoressa McGranitt e i primini per lo smistamento. La professoressa decise di andare in ‘ordine d’età’ e lo fece smistare per primo. Il Cappello Parlante era indeciso fra Grifondoro e Corvonero. Thomas guardò verso il Trio, verso Hemione e desiderò con tutte le forze di essere smistato in Grifondoro. Così fu. Thomas si unì ai Grifondoro che lo accolsero con un applauso e si sedette vicino ad Harry. Dopo lo smistamento giunse la presentazione dei nuovi professori. Dopo il solito discorso di apertura Silente annunciò che Hagrid, guardiacaccia e professore di Cura delle Creature Magiche, era assente e che il suo posto sarebbe stato preso dalla professoressa Caporal. A quanto ne sapeva Hagrid era un amico del Trio che evidentemente non era stato messo al corrente della sua assenza. Si ripromise di chiedere delucidazioni al riguardo a Silente. Poi fu la volta della nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, inviata del Ministero era una donna bassa e brutta, molto simile ad un rospo e vestita di rosa: Dolores Jane Umbridge. “Quella donna era presente il giorno della mia udienza al Ministero. Era una delle poche che aveva votato contro di me.” Disse Harry sorpreso. Quella donnina osò interrompere il Preside durante il suo discorso per presentarsi personalmente. Ascoltando le sue parole Thomas capì e scambio uno sguardo con Hermione, anche lei aveva capito finalmente il significato delle parole di Silente. Dopo la fine del discorso della Umbridge e di Silente cominciarono a mangiare. “Secondo voi cosa voleva dire la Umbridge?” Chiese Ron riempiendosi il piatto. “Che il Ministero si sta immischiando negli affari di Hogwarts.” Disse Hermione guardando Thomas.

Dopo tanto tempo sono tornata con un nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto. Non posso promettere aggiornamenti più rapidi ma cercherò di fare del mio meglio.Spero che la mia storia vi stia piacendo e che sarà così anche in seguito. Bye!

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Capitolo 5
*** Prima lezione ***


CAPITOLO 4: PRIMA LEZIONE


Thomas si rese conto presto che molti Grifondoro leggevano la Gazzetta del Profeta. Più della metà degli studenti lanciavano occhiatacce a Harry e a volte anche a Ron e Hermione, per non parlare di quelli che avevano bisbigliato che Silente era ‘un mago troppo vecchio e sciocco per distinguere la realtà dalla fantasia di un giovane’, come aveva detto un giornalista della Gazzetta del Profeta,  durante il suo discorso nella Sala Grande. Ci fu un piccolo incidente dopo il loro ritorno a scuola, non era presente ma aveva sentito che Harry aveva litigato con un suo amico e loro compagno di stanza (erano stati aggiunti un letto e un comodino per il nuovo arrivato) un certo Seamus Finnigan. Questo Seamus  aveva accusato Harry di essere un bugiardo e gli aveva detto che era colpa sua se aveva rischiato di non tornare, Harry aveva risposto a tono e la lite che stava per cominciare era stata fermata da Ron. Ma adesso avevano un altro problema di cui occuparsi: la prima lezione con Dolores Umbridge. Thomas non era riuscito a parlare con Silente per chiedergli spiegazioni ed era preoccupato,quella donna non le piaceva.

Appena arrivati a lezione la Umbridge distribuì con la magia dei libri in cui non c’era alcun accenno di pratica, come fece presente Hermione. Harry si guadagnò una punizione perché aveva urlato contro la Umbridge la verità sulla morte di Cedric Diggory dopo essere stato ‘provocato’. Così non poteva andare avanti, quella donna non li svrebbe aiutati a superare i G.U.F.O. con le sue stupide lezioncine teoriche, su questo non c’era dubbio. Avrebbe pensato ad una soluzione dopo aver parlato con il Preside che però sembrava non avere tempo visto che non aveva risposto al suo messaggio in cui gli chiedeva un colloquio.

Dopo cena si sedettero nella Sala Comune per chiacchierare un po’ prima di andare a dormire “Certo, che sfiga beccarsi una punizione alla prima lezione.” Disse Ron sbragato sul divano vicino a Harry “Non è stata colpa mia. Sono stanco di avere tutti contro e lei non mi piace.” “Questo lo sappiamo” disse Hermione, seduta su una poltrona, chiudendo un libro “però non puoi continuare a sbraitare contro chi ti definisce un bugiardo. Non servirà a niente.” “Non credo che voi possiate capire visto che non siete nella mia situazione. Cosa dovrei fare? Stare zitto mentre loro mi insultano?” “Si” disse Thomas seduto sull’altra poltrona “gran parte di questi ragazzi ripete ciò che ha sentito dire dai propri genitori che a loro volta lo hanno letto sul giornale. Non devi prendertela con loro e neanche con i professori perché altrimenti  finisci in punizione. Sfogati con qualcos’altro.” “Tipo?” fece Harry scettico e leggermente alterato “Il Quidditch.” Disse Thomas con calma. Harry si calmò “Hai ragione, non vedo l’ora di ricominciare gli allenamenti” “Ben detto, il Quidditch risolve tutti i problemi!” disse Ron allegro. Hermione alzò gli occhi al cielo e fece per dire qualcosa ma “Vado a dormire. Buonanotte.” Disse Harry “Anch’io, Thomas?” “Tra un po’.” “Ok, ‘notte.” E salirono. “Cosa devi fare?” Gli chiese Hermione “Volevo parlare con te.” Hermione arrossì “Di cosa?” “Ho scritto un messaggio al Preside e gli ho chiesto di parlargli, ma non mi ha ancora risposto. La Umbridge non mi piace e con le sue lezioncine non arriveremo da nessuna parte e bisogna fare qualcosa.” “Ma cosa? Credi davvero che il professor Silente possa fare qualcosa senza insospettire il Ministero?” “No, ma noi si. Solo che non so cosa.” “Nemmeno io. Come hai fatto a fargli arrivare il messaggio?” “Elfi delle cucine. Mi sono fatto dire da Fred e George dov’è il passaggio con la scusa di uno spuntino e ho chiesto ad uno degli elfi di portare un messaggio a Silente.” Hermione lo fissò sorpresa “è geniale. A questo punto la domanda sorge spontanea. Cosa pensi degli elfi domestici?” Thomas ride “Mi aspettavo questa domanda. Ron mi aveva avvertito e aveva ragione. Me lo chiedi per il C.R.E.P.A.?” “Non solo…” “Bhe, se lo vuoi sapere non li vedo come schiavi o come domestici ma come creature magiche che da tempi immemori sono stati sfruttati. Anche noi abbiamo un elfo domestico, non è pagato perché non lo accetta ma è libero di uscire una volta al mese e festeggiamo con lui il Natale e altre festività simili.” “Veramente? Allora vuoi aderire?” disse entusiasta “Ehm…ok…” “Si!” Hermione quasi saltò dalla gioia guadagnandosi sguardi sorpresi dai pochi studenti  rimasti nella Sala Comune. Si calmò e arrossì quando si accorse del chiasso che aveva fatto. “Bene, finalmente un nuovo membro. Sono davvero contenta.” “Mi fa piacere.” Si alzò “Vado a dormire.” “Aspetta!” Anche Hermione si alzò “Perché parli solo con me di queste cose?” “Perché sei una persona intelligente e sono sicuro che non andrai in giro a spifferare i nostri discorsi. E poi mi fido di te.” “Grazie. Ma puoi fidarti anche di Ron e Harry.” “Lo so, ma non posso parlare di queste cose con Harry e neanche con Ron perché sicuramente racconterebbe tutto al suo migliore amico.” “Perché non puoi parlare con Harry?” “Questo è un segreto che forse ti svelerò in futuro.” Disse sorridente “E come puoi essere sicuro che io non dica tutto a Harry o a Ron?” “Perché sei curiosa e sai che se facessi una cosa simile io non ti direi più niente e faresti solo preoccupare di più Harry.” Hermione sorrise “Hai ragione. Buonanotte.” “Buonanotte.” 


Dopo settimane mi sono rifatta viva con un nuovo capitolo! Spero che vi sia piaciuto e che continuerete a leggere questa storia. Bye!

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Capitolo 6
*** Preparazione ***


CAPITOLO 5:

Ron e Hermione, in quanto Prefetti, erano alle prese con lo spaccio dei prodotti di Fred e George i ‘Tiri Vispi Weasley’ che i due facevano provare ai primini, o meglio, Hermione era alle prese con i gemelli. Infatti Ron, dopo essere stato scelto come portiere della squadra di Quidditch, non pensava ad altro che agli allenamenti (che non andavano molto bene) e adorava l’idea dei suoi fratelli.

Le lezioni passavano e la cosa più divertente era sfidarsi con Hermione, era l’unico modo per non pensare a quanto tempo sprecassero durante le ore della Umbridge. Quella donna era terribile. Avevano scoperto che le sue punizioni consistevano nel far scrivere con una piuma speciale, che usa come inchiostro il sangue, la stessa frase più volte affinchè rimanga impressa, letteralmente. Hermione si era subito accorta delle parole incise sul dorso della mano di Harry: ‘Non devo dire bugie’.
La cosa peggiore è che quella donna era riuscita a diventare ‘Inquisitore Supremo di Hogwarts’, una carica che neanche esisteva, e non perdeva occasione per ricordare quanto fosse importante la sua carica. Aveva deciso di assistere alle varie lezioni per poi dare un giudizio sugli insegnanti e riferire tutto al Ministro. Finora era stata presente ad una lezione di Divinazione in cui la Cooman aveva fatto una pessima figura, ovviamente, una lezione di Pozioni dove il professor Piton  aveva mostrato tutta la sua disponibilità e simpatia nonostante avesse la stessa espressività di una gruccia, ed infine, la lezione di Trasfigurazione. La McGranitt era stata fantastica, aveva risposto a tono alla Umbridge che, per la prima volta, era rimasta in silezio!

Stavano tornando in Sala Comune dopo la lezione di Trasfigurazione “Com’è andato il compito di pozioni?” gli chiese Hermione “Bene, direi. Ho preso una O. Tu?” “Anch’io, pensavo di essere andata meglio.” Ron li guardava come se fossero impazziti “Siete seri? Io ho preso una S per pietà. E poi si può sapere perché continuate a sfidarvi?” “Noi non ci stiamo sfidando!” disse Hermione “Noi ci stiamo sfidando.” “Grazie Thomas, mi stai sempre più simpatico.” “Avete visto Harry?” disse Hermione ignorandoli e proseguendo più spedita verso il divano. Lì trovarono Harry seduto con il libro di Difesa sulle gambe “Perché leggi quella porcheria?” chiese Ron sedendosi vicino a lui mentre anche gli altri due si accomodavano “Perché quel rospo mi odia.” Rispose sbuffando “Queste lezioni sono totalmente inutili, non stiamo imparando niente.” “E cosa possiamo fare?” Hermione si alzò e cominciò a fare avanti e indietro  fino a fermarsi davanti alla finestra “Ci servirebbe qualcuno che ha esperienza e sa insegnare.” “Lupin?” propose Ron “Come facciamo a farlo venire qui? No, ci serve qualcuno interno alla scuola.” “La McGranitt? Odia la Umbridge.” Disse Harry “Forse accetterebbe, ma non possiamo metterla nei guai.” “Chiediamo a Silente! Sei il suo figlioccio, accetterà.” Harry si rabbuiò “Non credo che accetterà.” Disse “E poi non possiamo chiedere al Peside nonché mago più potente del mondo di darci lezioni private.” Concluse Hermione “Allora chi?” chiese Thomas. Nell’attimo stesso in cui pronunciò quelle parole capì dove voleva arrivare Hermione. “Harry.” Disse semplicemente. Per un attimo piombò il silenzio in quell’angolo della Sala Comune dei Grifondoro. “Cosa? Hermione, io non posso farlo. Per tutti sono un bugiardo.” “Harry, sei la nostra unica speranza.” “Hermione ha ragione, tu sei sempre stato bravo in Difesa contro le Arti Oscure e hai combattuto contro Voi-Sapete-Chi due volte, senza contare che sei sopravvissuto a lui da bambino.” Disse Ron entusiasta “E poi è un occasione per provare a convincere gli altri che ciò che dite tu e Silente è vero.” Disse Thomas vedendo che Harry cominciava a cedere “Possiamo organizzare un incontro e vedere quanti vi partecipino, solo una prova.” “Quando?” “Bhe, visto che tu e Ron avete gli allenamenti dovremmo cercare una data in cui siete liberi.” “Possiamo provare con il prossimo week-end a Hogsmade. Angelina vi lascerà almeno un giorno di pausa.” “Buona idea, dove?” “Stamberga Strillante?” disse riluttante Ron “No. Un posto che non sia così inquietante e difficile da raggiungere.” “I Tre Manici di Scopa?” “Troppa gente.” “Che ne dite del la Testa di Porco?” propose Thomas “Quel pub in fondo tutto sporco dove ci sono tizi inquietanti?” disse sarcastico Ron “Lì non ci riconoscerà nessuno ed è un posto…discreto.” “Uhm…potrebbe andare. Che ne dici Harry?” “Và bene.”

Il giorno seguente ricevette un biglietto da Silente in cui gli diceva di andare nel suo studio prima di cena, alla fine delle lezioni. Lo disse ad Hermione e lei gli raccomandò di non dire niente al preside sulla loro idea.

Si trovava davanti alla statua “Caramelle Mou” disse al alta voce. Mentre saliva le scale si domandò perché Silente scegliesse sempre parole d’ordine così buffe. Quell’ufficio lo metteva un po’ in soggezione, ma Silente evidentemente non lo riteneva un problema. “Ciao Thomas.” Disse sorridendo “Buonasera professore.” “Accomodati.” Erano uno di fronte all’altro, di nuovo “Mi dispiace di non aver risposto al tuo messaggio, ma avevo da fare. Di cosa volevi parlarmi?” “Nell’ultima lettera aveva detto che ‘il Ministero si stava impicciando degli affari di Hogwarts’, si riferiva alla Umbridge?” “Esatto, e puoi anche tornare a darmi del tu.” “Quella donna è terribile!” “Lo so, ma non potevo rifiutare di darle il posto. Il Ministero deve essere nostro alleato. Ma credo che tu e i tuoi amici abbiate già trovato una soluzione.” Quel sorriso, sapeva tutto. Ma come? Fece finta di niente “E quella sera? Come mai te ne sei andato?” “Ho ritenuto che andarmene fosse la scelta migliore. Sai che ho deciso di allontanarmi da Harry Potter e rimanere a cena non era una buona idea. Devo interrompere tutti i contatti.” “Quindi non dovevi fare niente. Ottimo.” Silente assunse un’aria più seria “Ti ho chiamato anche per dirti un’altra cosa.” “Cioè?” “Presto ti spiegherò tutto nei minimi dettagli, ma per ora devi fidarti di me e devi promettermi una cosa.” “Cosa?” “Che proteggerai Harry e lo terrai al sicuro, in più mi devi riferire qualsiasi comportamento strano.” Non poteva farlo lui questo? Decise che si sarebbe fidato “Prometto.” Il sorriso tornò sulle labbra del vecchio preside “Ottimo, allora puoi anche andare, la cena ci aspetta.” Stava per uscire quando “Fate attenzione” disse il preside “Non dovete sottovalutarla”


Salveeeeeeeee a tutti. So che è da tanto che non pubblico, per questo oggi doppio capitolo!!!!! Le vacanze ormai sono finite ma spero comunque di pubblicare più spesso. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci tenevo ad informarvi del fatto che comincerò ad apportare modifiche alla trama originale. Se avete qualche consiglio, sentitevi liberi di dirmelo.

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Capitolo 7
*** L'Esercito di Silente ***


CAPITOLO 6:

Ecco a voi il secondo capitolo! Buona lettura!

Il fatidico giorno era arrivato. L’incontro alla Testa del Porco era fissato per quel sabato mattina ed erano tutti nervosi. Harry più di tutti, sia perché non sapeva quanta gente avrebbe partecipato all’incontro, sia perché non aveva più avuto notizie di Sirius. La Testa di Porco era un locale piccolo, sporco e pieno di persone incappucciate e inquietanti; si fecero servire delle Burrobirre polverose e attesero. “Chi stiamo aspettando?” chiese Harry “Un paio di persone.” Dopo poco arrivarono ‘un paio di persone’. Dalla porta entrarono: Neville, Dean, Lavanda,Calì e Padma Patil, Cho Chang (per la felicità di Harry), Luna Lovegood, Ginny e Zacharias Smith, Katie, Alicia e Angelina,  Colin e Dennis Canon, Ernie Macmillan, Justin Finch-Fletchey, Hannah Abbott, Anthony Goldstein, Michael Corner, Terry Boot e a chiudere la fila Fred e George con Lee Jordan. Harry era pietrificato e lanciò un’occhiata di fuoco ad Hermione “Un paio?” “Thomas, prendi qualche sedia?” disse Hermione ignorando Harry. Si accomodarono quasi tutti tra sedie e posti in piedi, ordinarono Burrobirre a volontà e cominciarono. Hermione si alzò “Allora…benvenuti…siamo qui perché Harry…cioè noi, abbiamo pensato che sarebbe stato meglio imparare Difesa contro le Arti Oscure da qualcuno con dell’esperienza e disposto ad insegnarci incantesimi che ci potrebbero essere utili in futuro perché…” “Perché Voldemort è tornato e quella rospa della Umbridge non ci insegna niente.” Concluse Thomas per lei. Cominciarono i mormorii “E ad insegnarci sarà Harry Potter?” disse scettico Zacharias “Si.” “Perché dice che Tu-Sai-Chi è tornato, ma che prove ci sono?” “Se solo ci potesse dire qualcosa sulla morte di Diggory…” disse Ernie titubante. Harry scoppiò “Non sono qui per parlare della morte di Cedric, anzi, non so neanche perché sono qui. Andiamocene.” Fece per alzarsi “è vero che sai evocare un Patronus corporeo?” disse Neville “Si.” “E ha sconfitto 100 Dissennatori in una volta, io c’ero.” Disse Hermione “E al secondo anno ha sconfitto da solo un Basilisco.” Disse Ron “E l’anno scorso ha affrontato Voldemort tutto da solo.” Finì Thomas. Altri mormorii sorpresi  si levarono per la stanza. “Sentite, ho sempre ricevuto un aiuto, in tutti questi casi…però se voi vi fidate di me, ci eserciteremo insieme e anche voi sarete in grado di affrontare dei veri duelli e dei veri nemici!” Il silenzio fu rotto da Hermione “Ora, chi vuole aderire firmì questa pergamena.” Disse indicando la pergamena con scritto ‘Esercito di Silente’ e sotto i loro nomi. Tutti si misero in fila e firmarono. “Bene, ora dovremmo solo decidere dove e quando fissare il primo incontro.” Disse Hermione “Possibilmente una data che non interferisca con gli allenamenti di Quidditch di nessuna squadra.” Disse Angelina “Troveremo una sera che vada bene a tutti.” Disse Thomas “Ci vedremo una volta a settimana in un giorno che vada bene a tutti. Il problema è il luogo.” Disse Harry “Facciamo una cosa, penseremo ad un luogo e manderemo un messaggio ad ognuno di voi.” Disse Hermione congedandoli.

Pochi giorni dopo la Umbridge tornò con uno dei suoi stupidi decreti, questo era il ventiquattresimo, secondo cui tutte le organizzazioni, circoli, squadre e cose simili era sciolte e c’era bisogno della sua approvazione per rifondarli.
Dopo questa notizia arrivò un’Angelina disperata “Harry! Ron! Avete sentito?” “Si, ma non ti preoccupare, lo facciamo lo stesso…” disse Harry “Non importa! Il decreto vale anche per la squadra di Quidditch! Abbiamo bisogno del suo permesso per giocare!” “Cosa?” dissero Harry e Ron in coro “Per favore…vi prego, non fatela arrabbiare!” continuò Angelina “Non ti preoccupare, non faremo niente.” Disse Ron. “Ottimo!”

Thomas e Hermione passavano le ore in biblioteca a cercare un qualche suggerimento per il luogo dell’incontro. Avevano passato in rassegna tutti i luoghi che conoscevano ma niente. “Trovato!” esclamò Hermione indicando una pagina di una vecchissima edizione della ‘Storia di Hogwarts’ “Cosa?” “Leggi!” Hermione stava indicando una precisa parola: la Stanza delle Necessità. Una stanza al settimo piano che appariva solo quando qualcuno ne aveva veramente bisogno e al suo interno c’era di tutto. “Wow, è perfetta!” disse Thomas alzandosi “Andiamo a cercarla!” “Adesso?” “Si, forza!”
Arrivati al settimo piano si fermarono davanti ad un muro “Nel libro c’era scritto di passare danti al muro tre volte pensando a quello di cui si necessita.” Recitò Hermione. Così fecero. Pensarono ad una stanza in cui studiare e allenarsi; e apparve una porta lucidissima. Entrarono e videro scaffali pieni di libri, manichini con un cerchio giallo dipinto sopra  un angolo con un paio di poltrone, un divano ed un vecchio grammofono. “Fantastico! ‘Difendersi dalle Arti Oscure’, ‘Fatture per Affatturati’, ci sono una marea di libri interessantissimi.” Esclamò Hermione sedendosi su di una poltrona. “Perché un grammofono?” disse Thomas sedendosi vicino a lei “Non lo so, forse per rilassarsi. Ora che lo guardo meglio…sembra quello usato l’anno scorso al Ballo del Ceppo.” “Il Ballo del Ceppo? Ah, ricordo! Silente mi ha raccontato di aver ballato con la McGranitt.” Disse facendo ridere Hermione “Si, erano una bellissima coppia.” “Tu con chi ci sei andata?” Arrossì “Victor Krum.” “Il Cercatore della Bulgaria! Però…” era un po’ invidioso. Si alzò e mise un disco nel grammofono “Cosa ti andrebbe di sentire?” “Qualcosa di tranquillo.” “Qualcosa di tranquillo…umh…” Mise ‘Careless Whisper’ degli Wham “Ottima scelta.” Si avvicinò a lei “Ti và di ballare?” “Cosa?” “Dai.” Disse facendola alzare. Le mise le mani sui fianchi e lei sulle sue spalle; e ballarono. Era così bella, quegli occhi erano meravigliosi e i capelli, anche se un po’ arruffati, sembravano così morbidi e c’era un odore di pesca che la contraddistingueva. La canzone finì ma loro non si staccarono, continuavano a guardarsi negli occhi e ad avvicinarsi, erano molto vicini ma poi…POP! Si staccarono e dietro di loro videro Dobby “Oh! Signorina Hermione, signor Winter, Dobby non voleva interrompere ma il signor Harry aveva chiesto a Dobby di cercare un posto per allenarsi. Ma i suoi amici lo avevano già trovato. Allora Dobby se ne và.” E scomparve. I due ragazzi erano ancora molto imbarazzati e rossi in faccia “Forse sarebbe meglio avvisare Harry e Ron.” Disse Hermione mettendo a posto i libri “Certo.” E uscirono.

Forse qualcuno sperava in un finale migliore, ma non è ancora giunto il momento. Prometto che aggiornerò il prima possibile, bye!

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Capitolo 8
*** Prima lezione ***


Mi scuso per il tremendo ritardo ma tra una cosa e l'altra il massimo che sono riuscita a fare è stato pubblicare questo capitolo alquanto corto. Farò del mio meglio per pubblicarne un altro a breve ma non garantisco nulla, nel mentre spero che questo nuovo capitolo vi piaccia. Buona lettura!


CAPITOLO 7: PRIMA LEZIONE

Hermione comunicò a tutti di aver trovato un posto per le esercitazioni e finalmente erano riusciti a organizzare la prima lezione. Harry era nervosissimo e in più da qualche tempo la cicatrice aveva ricominciato a dargli fastidio e i suoi incubi si stavano facendo più frequenti, ovviamente Hermione, preoccupata, aveva insistito affinchè Harry raccontasse tutto a Silente, non sapendo che il Preside era già stato informato da Thomas. Alla fine la lezione sollevò il morale a tutti, sentivano di poter fare qualcosa. Harry era stato eletto capo all’unanimità e aveva deciso di cominciare con un incantesimo base: Expelliarmus. “Non credo che l’expelliarmus ci sarà d’aiuto contro Tu-Sai-Chi.” Disse Zacharias Smith che non perdeva mai occasione di lamentarsi “A giugno mi ha salvato la vita” rispose Harry calmo “Chi altri pensa che sia un incantesimo inutile?” nessuno rispose “Bene, allora dividetevi in coppie.” Thomas finì in coppia con Neville, non fece fatica a disarmarlo ma l’altro Grifondoro ebbe bisogno di un paio di consigli di Harry prima di riuscire a fargli volare via la bacchetta “Ce l’ho fatta!” gridava tutto contento “Non c’ero mai riuscito prima!” “Grande Neville!” disse Thomas battendogli il cinque mentre anche gli altri si congratulavano con lui. “Ok, stop!” gridò Harry “Si può sicuramente migliorare, cambiamo le coppie e riproviamo.”  Questa volta toccò a Luna Lovegood che era abbastanza discontinua, per errore gli aveva fatto drizzare i capelli e adesso aveva l’aspetto di uno scienziato pazzo. Alla fine della lezione erano tutti stanchi, un po’ bruciacchiati, ma felici dei risultati ottenuti; l’unico più felice di Harry era probabilmente Neville. Fissarono la nuova lezione per  il mercoledì dopo e si dispersero per i corridoi. Ron e Hermione litigarono fino alla Sala Comune e Harry passò il tempo a guradare sulla Mappa il puntino di Cho, era chiaro che avesse una cotta per la Corvonero e Thomas si domandò se Silente volesse essere informato anche di quello.

Nelle due settimane seguenti l’umore di tutti era migliorato e Hermione aveva trovato un modo per far sapere a tutti luogo e orario degli incontri. Lei e Thomas avevano passato un ora in sala comune a creare falsi galeoni stregati in cui il numero di serie corrispondeva a data e orario e che diventavano calde appena la data veniva cambiata. L’unico problema era che in tutto quel tempo i due non si erano più parlati e la questione ‘Stanza delle Necessità’ era rimasta in sospeso, ma Thomas aveva escogitato un piano: avrebbe approfittato della partita Grifondoro vs Serpeverde. Alla fine della partita, in un modo o in un altro l’avrebbe presa da parte, sperando di risolvere così la situaione.

Come al solito aveva fatto i conti senza l’oste. I Serpeverde avevano delle spille che dicevano ‘Wesley è il nostro re’, ma fortunatamente Ron era troppo nervoso per accorgersene. La partita stava andando bene, nonostante gli insulti della curva dei Serpeverde, fino a quando non si scatenò una rissa, George e Harry si scagliarono contro Malfoy che stava insultando i Weasley e vennero fermati da Madama Boom per poi essere raggiunti dalla Umbridge e dalla McGranitt. Il rospo rosa decise di squalificare a vita Harry e i gemelli cosa che fece aumentare lo scontento della squadra, erano tutti disperati. Bisognava fare qualcosa per quella donna e bisognava farla subito, Thomas si ripropose di chiedere a Silente se si potesse intervenire in qualche modo ‘discreto’. In Sala Comune erano rimasti solo due depressi Ron e Harry e due abbacchiati Hermione e Thomas, quest’ultima si alzò e andò alla finestra “Credo di sapere come tirarvi su di morale.” “Come?” “Hagrid è tornato.” 

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