Save Me || Camren

di Nana5974
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

20 Gennaio 2019, Los Angeles.

É in momenti come questo che mi sento morire, mi sento sprofondare in un baratro e fa sempre più paura, che non ha mai fine e che non prevede una luce.
Perché la mia luce si è eclissata o meglio, il mio sole si è eclissato.
Perderla è stata una delle conseguenze inevitabili delle decisioni da lei prese, sapeva che se fosse andata via, avrebbe distrutto tutto e non le è importato, perché in fondo Camila è sempre stata un tantino egoista.
Ha avuto tutto: la mia amicizia, il mio amore e la mia persona.
Conosceva tutto di me, le mie insicurezze, le mie paure, le mie gioie, i miei traguardi, l' amore incondizionato che provavo e che provo per la mia famiglia, la profonda amicizia che avevo ed ho con le mie migliori amiche di Miami.
Ora ho bisogno di dire la mia ed una perfetta metafora dei miei sentimenti sarebbe quella di un figlio accartocciato e gettato in un anonimo cestino nero.
Nonostante tutto, sapevo che per lei quella vita era troppo soffocante, che non riusciva a sostenere i ritmi che avevamo e forse non potevo fare a meno di darle quel pizzico di ragione, inoltre era cresciuta così tanto come artista che stava spaccando, quindi era giusto che avesse preso le sue ali e fosse volata via.

Questi erano i pensieri che facevo ogni volta che sentivo Lost on you di LP, quella maledetta canzone stava diventando una droga ma nonostante tutto, mi faceva sentire viva, capace di provare sentimenti, anche se non del tutto sereni.
Lasciai il mio iPod sul divano e mi diressi verso lo specchio che era dinanzi a me e notai delle occhiaie. Avevo una faccia molto stanca e seppur fossi ritornata al lavoro da poco, potevo dire di non essermi ripresa del tutto dalle lunghissime vacanze.
Sospirai e vidi Mani entrare nel camerino che avevamo in comune e guardarmi, mi poggiò una mano sulla spalla e mi fece un sorriso confortante. Con lei non avevo bisogno di parlare, mi bastava guardala e sapeva come prendermi ed in quel caso sapeva che un segno di rassicurazione era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Quindi scossi la testa e mi dissi che avrei dovuto smetterla di metter su questa faccia triste e che forse dipingermi un falso sorriso sarebbe servito molto, avrei potuto essere felice con il passar del tempo.

"Mani tra quanto dobbiamo andare in scena? Dimmi che sto benissimo per favore."

La ragazza si girò verso di me e rise poco, così mi accigliai e chinai la testa di lato.

"Ora mi spieghi perché stai ridendo?"

"Hai una capacità di cambiare umore da un momento all' altro in maniera spaventosa, Laur. Un minuto prima sei triste e l' altro sei a posto con te stessa." Mani mi guardò attraverso lo specchio ed io feci lo stesso.

"Tra dieci minuti saremo sul palco e sei bellissima come sempre." Mi fece l' occhiolino e andò via, da li a poco avremmo presentato il nostro nuovo album a cui avevamo lavorato duramente. Avevamo deciso di incidere un disco, l' ultimo come gruppo, in cui ogni una di noi aveva scritto una strofa delle tredici canzoni che componevano il cd.

La decisione era stata molto sofferta ma dopo l' abbandono di Camila ci eravamo perse un po' tutte, inoltre non riuscivamo più ad essere succubi della nostra etichetta discografica, così avevamo deciso di ritirarci per un periodo e scrivere le canzoni di nostro pugno, unendo diversi generi musicali che andavano dal pop, all' Indie all' Rn'B, al rap ed infine dance.
La solita ansia si formò dentro di me, iniziai a farmi diversi complessi ma furono spazzati via non appena salii sul palco ed iniziai a cantare la title track dell' album.
Fu un successo, sapevo che le tracce scritte con sentimenti realistici avevano un forte impatto ma non come quello che avemmo.
In quel momento ringraziai me stessa per essere riuscita a far trasparire un po' della mia anima attraverso la musica e a donare un po' di conforto a tutte le persone che erano nella mia stessa situazione.
Stavo imparando ad essere adulta, a vedere le cose in modo diverso e a dimenticare quella dolce e serena Lauren di un tempo per lasciar posto ad una donna che affrontava le situazioni in modo diverso, maturo.

 

Angolo dei dispersi.

Salve a tutti! 
Se siete arrivati fin qui, significa che siete riusciti a leggere questo parto improvviso.
É la prima storia Camren che pubblico, quindi se ciò che scrivo non rispecchia la realtà, mi scuso!
Beh che dire? Cercherò di pubblicare ogni settimana, massimo due.
Cercherò perché dipende dagli impegni che ho (e ultimamente lo studio per gli esami rompe i cosiddetti).
Ancora grazie per aver letto, lo apprezzo <3

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


 

Erano passati circa due mesi dall' uscita del nostro album ed avevamo riscosso un successo inimmaginabile. Ammetto di aver avuto molti dubbi sull' entusiasmo delle tracce ma a quanto pare i nostri Harmonizers erano contente di aver avuto modo di ascoltarci in diversi generi, cosa che mi procurava immensa gioia.

Proprio per via della magnifica riuscita e per dare gloria al nostro ultimo album da Fifth Harmony, i manager e l' agenzia decisero di fare una festa intima ed invitare solo persone che avevano preso parte a tutti i lavori che ci avevano portato fin qui. L' idea fu accolta da tutte e quattro in modo eccellente, infatti eravamo entusiaste e fremavamo all' idea di poterci divertire.

I giorni passarono ed io mi stavo riprendendo alla grande, infatti il lavoro mi aveva completamente salvata e in un certo senso, gli ero debitrice...o meglio, ero debitrice agli Harmonizers che facevano in modo che potesse accadere.


Mi risvegliai dalla trance in cui ero e guardai la mia figura dinanzi allo specchio: ero decisamente in ottima forma ed il vestito nero che mi fasciava solo la parte del seno, per poi cadere morbido, ne era testimone. I capelli che ormai si erano allungati, erano portati tutti all' indietro con del gel, facendo in modo che si notasse la scollatura particolare che avevo sul davanti. Il trucco consisteva in un semplice smokey eyes che andava dal grigio antracite al grigio metallo, facendo risaltare i miei occhi verdi. Il rossetto non era molto scuro, in modo da non stonare con il resto del trucco abbastanza chiaro.

Tutta la mia silhouette si concludeva con un paio di scarpe con tacco dieci, nere.

Visto che fui abbastanza veloce a prepararmi, decisi di andare nella stanza di Mani e vedere a che punto fosse.

Appena la ragazza aprì la porta, vidi un mini abito azzurro che le fasciava il corpo ed un trucco a dir poco spettacolare, era bellissima.

"Ehi piccola donna, siamo meravigliose stasera eh? Non farti rapire, mi raccomando."

Avevo sempre quel tono da mamma, non riuscivo a negarlo, non quando vi erano le ragazze nei paraggi.

"Guarda chi ha parlato, miss occhi verdi che fa impazzire tutte le donne." Sorrisi a quell' affermazione e le dissi di muoversi, così mi diressi nella stanza di Allycat e poi in quella di Dinah, che indossavano degli abiti magnifici. La texana era vestita di rosso, colore che a mio parere, le stava benissimo, mentre Dinah aveva un abito verde mela lungo, che metteva in risalto la sua figura slanciata. Feci i complimenti anche alle due ragazze e tornai nella mia stanza, dove un leggero senso di ansia mi tormentava e quando avevo l' ansia, non accadeva mai nulla di buono. 

Feci finta di nulla, non diedi molta importanza a quel segnale e mi sbagliai, avrei dovuto farlo.

Pronte tutte e quattro, ci dirigemmo verso il luogo della festa, non ci volle molto, infatti dopo dieci minuti entrammo in sala e tutti ci applaudirono felici.

Ovviamente gli applausi furono ricambiati anche da parte nostra, con tanto di discorso per tutta la crew, senza di loro non avremmo potuto mostrarci al meglio.
Eravamo nel bel mezzo della festa, c' era della buona musica ed un buffet ricco di ogni pietanza mono porzione, in modo che nessuno prendesse più del dovuto o così si sperava.
Stavo parlando con Simon Cowell, Britney Spears, Demi Lovato e Antonio Reid che erano stati invitati come ospiti speciali, senza di loro non saremmo mai diventate famose, quindi quello era un omaggio per render loro grazie.

Ad un tratto sentì tutti i presenti rimanere in silenzio e una delle canzoni che faceva parte della playlist che avevamo composto noi, partì appena vidi la figura scendere le scale.
Non potevo crederci, Camila stava scendendo quelle scale con leggiadria.
Ed intanto come sottofondo c' era una delle canzoni che entrambe amavamo: Medicine dei The 1975.
Non seppi come e quando ma iniziai a ridere come un' ossessa, tutti mi guardavano ed io non riuscivo a smettere, finché non arrivò Dinah e mi diede un colpo dietro le spalle, facendomi ritornare lucida.
Mi girai dietro e le mimai un "grazie" con le labbra e tornai a guardare la figura dinanzi a me che sembrava divertita, Camila era divertita da quella situazione ed io non sapevo come sentirmi o forse lo sapevo, erano troppe emozioni miste l' una con l' altra che formavano un vortice che sembrava logorarmi dentro.
La cubana continuò a camminare verso di me, tenendo con la mano destra il vestito lilla che ondeggiava ovunque, sembrava essere uscita da una delle animazioni Disney, una nuova principessa pronta alla rivoluzione e forse per un momento, ci fu uno scambio di ruoli.
Si avvicinò fino ad essere a quattro passi da me, poi prese un calice da uno dei camerieri che giravano tra gli invitati ed alzò poco il bicchiere pieno di champagne.

"Ehi Lauren, complimenti per il nuovo album."

Si allontanò nello stesso modo in cui si avvicinò, quindi mi voltai e la vidi procedere verso Ally, Mani e Dinah.
L' uscita di Camila dalle Fifth Harmony creò dei litigi tra le ragazze ma in quel momento, sembrò che fosse tutto tornato alla normalità, si sorridevano, si abbracciavano, sotterrando la loro ascia di guerra grazie alla maturità raggiunta ed io ero ancora lì, imbambolata.

"Lauren? Ehi sveglia, fai qualcosa e non rimanere qui come un' allocca."

Ecco perché volevo un bene immenso a Demi, quella donna sapeva trasmettere fiducia e forza anche con un solo sguardo ed un sorriso, quelli che mi concesse proprio dopo avermi detto quelle frasi.

––––––––––

Passarono circa due ore dall' inizio della festa e noi, ovviamente, eravamo ancora la e con noi anche Camila che fece un discorso nel quale parlava di quanto fossero stati belli gli anni passati con il gruppo e di quanto le facesse piacere essere presente anche a quel party, perché ovviamente anche lei aveva fatto parte delle Fifth Harmony.
Quando finì il discorso tornò a parlare con altre persone presenti ed Ally, Dinah e Mani si avvicinarono e presero parola.

"Lauren come ti senti? É tutto ok?" si sentiva una forte preoccupazione da parte di Ally che in quel momento aveva preso il mio posto di mamma, mentre Mani mi mise un braccio attorno alla vita e la strinse poco, facendomi uno dei suoi gesti di conforto che mi facevano stare meglio. Dinah era la più combattuta, non sapeva da che parte stare o chi guardare prima, era pur sempre una delle persone più care che aveva Camila.
Così feci un cenno d' assenso alla polinesiana, facendole capire che stavo meglio e che quindi poteva tranquillamente andare verso la cubana con il vestito lilla che non aveva smesso per un solo momento di togliermi gli occhi da dosso.
Di mia risposta, la ignorai per tutto il tempo ma era inevitabile, il suo sguardo era onnipresente e lo sapevo, perché d' altronde se mi fossi trovata nella sua situazione avrei fatto la stessa cosa.
Decisi di divertirmi e bere qualche bicchiere di più, fino a diventare brilla. Iniziai a dire cose senza senso e a divertirmi con tutti, tranne con lei. Fu quasi a fine serata che mi sentì tirare per un polso ed essere portata via dalla confusione per raggiungere un posto più appartato, quindi mi ritrovai quegli occhi nocciola che avevo amato con tutta me stessa, guardarmi e spogliarmi ancora una volta.
Scoprire che non aveva perso alcun diritto sulla mia privacy interna, mi provocò un senso di nausea verso me stessa ed addizionato all' alcool non ebbe un grande effetto, infatti, mi ritrovai a vomitare nel bel mezzo del corridoio con le mani di Camila che mi reggevano la testa per permettermi di sfogare il male fisico ed in parte, anche quello morale.
Quando finì, mi appoggiai al muro e la guardai.

"Grazie per l' aiuto." Furono le uniche parole che le dedicai perché non riuscivo a dirle nient' altro, non avevo fatto i conti con un fulmine a ciel sereno di quella portata.

"Lauren parla, dì qualcosa per favore." Ed invece rimasi ancora una volta in silenzio, la osservavo.
Era bellissima e questo fu l' unico complimento che concessi a me stessa di poterle attribuire.

Si avvicinò, prese la mia mano destra tra le sue e mi guardò speranzosa ma continuai a non proferire parola, volevo vedere fin dove si fosse spinta ed in effetti disse una cosa di cui non mi sarei mai aspettata.

"Per quanto tempo vuoi rimanere in silenzio e non rivolgermi la parola? Per quanto tempo dovrà andare avanti questa storia? Finiamola e ritorniamo ad essere amiche."

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, quindi scostai la mano da quella della più giovane e mi diressi verso l' uscita ma non prima di averle detto qualcosa che fece sorprendere anche me stessa.

"La nostra amicizia è finita quando ci siamo baciate per la prima volta, Camila."

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Breve annotazione: vi prego di ascoltare la canzone che ho postato tramite link.

Camila non mi seguì e ne fui felice, non avrei più dovuto preoccuparmi di risponderla.

La serata passò tra balli ed alcool e alla fine tornai all' albergo distrutta. Fortunatamente il giorno dopo era di riposo, quindi potevo dormire tranquillamente. Quando mi svegliai fu tragica, avevo un mal di testa bestiale, quindi feci colazione e presi un' aspirina, aspettando che mi passasse.

Mentre chiusi la porta della camera, mi sentii chiamare, quindi riconobbi Dinah e le sorrisi, avremmo fatto la strada insieme ed ero sicura che mi avrebbe chiesto cosa fosse successo la sera prima, perché Dinah sapeva, ne ero certa.

Mentre mi preparai al terzo grado che sarebbe avvenuto da li a poco, varcai la porta dell' ascensore e con me la polinesiana. Mi guardai giusto un minuto allo specchio, constatando che ero in condizioni totalmente pietose, poi sentii l' ascensore fare un balzo: Dinah l' aveva bloccata per poter parlare in pace, quindi sospirai e pensai a cosa dire prima che lei potesse aprir bocca.

"Sono stata trascinata da Camila nel corridoio sulla destra. Mi ha chiesto di essere nuovamente amiche ed io sono rimasta in silenzio ma prima di lasciarla sola le ho detto che la nostra amicizia era giunta al termine nel momento in cui ci eravamo baciate."

Inizialmente Dinah non assunse nessun espressione ma dopo corrugò la fronte, stava pensando a qualcosa. Non invidiavo la sua posizione, così come quella delle altre, infondo erano nel mezzo e non sapevano a chi dar ragione, sempre che una delle due l' avesse.

Ero sempre stata del parere che in una coppia sono entrambe le persone a sbagliare ma in alcuni casi c'è da puntualizzare e basarsi sui punti clou.

"Perché non le hai dato una seconda chance, Lauren? Certe volte sei proprio stupida."

Feci una smorfia contrariata, non sapevo che per me, quella frase sarebbe stata di vitale importanza.

"Dinah fai sul serio? Sai benissimo come sono andate le cose!"

Il mio tono di voce si alzò di poco, non volevo alterarmi o aggredirla ma accadde, poi le chiesi scusa e l' ascensore riprese il suo percorso.

Restammo in silenzio per tutto il resto del viaggio, entrambe perse nei propri pensieri.

Dopo la festa, iniziammo il nostro ultimo tour mondiale.
Fu un' esperienza bellissima che durò più di sei mesi ma come sempre, i nostri Harmonizers erano speciali, ci avevano donato quanto più amore possibile e soprattutto supporto.
Quando tornammo a Los Angeles fu abbastanza struggente, sapevamo che da li a qualche mese ogni una avrebbe preso una strada diversa, che la nostra carriera come gruppo si sarebbe conclusa e così fu.

Tre mesi dopo ( https://www.youtube.com/watch?v=F_8vd8eU6_8 )

Stavo uscendo da casa, quel giorno ero vestita tutta di nero e non potevo che esserne felice, il colore non solo mi donava, ma era uno dei miei preferiti.
Attraverso le lenti scure degli occhiali, vidi un' auto parcheggiata a pochi metri dalla mia abitazione ed una figura appoggiatavi, così mi avvicinai di poco e rimasi di stucco.

Probabilmente aveva saputo della notizia della separazione del gruppo e quindi aveva ben pensato che ora fossi libera e che non avessi alcun impegno ma si sbagliava, avevo del lavoro fin su i capelli.

Tornai a concentrarmi sulla strada, così la evitai e continuai a camminare verso gli studi di registrazione, visto che a casa non riuscivo a concentrarmi per scrivere la restante parte della prima canzone da solista.

"Lauren!"

Sentii chiamarmi ma non mi girai, sapevo che era lei, sapevo che voleva parlarmi e continuai ad ignorarla. Per me era finita nel momento in cui aveva deciso di recidere tutto quello che avevamo costruito, era riuscita ad uscirne con così tanta facilità ed ora voleva usare la stessa per ritornare a prendere parte nella mia vita? Questo si che mi faceva ridere! Infatti un sorriso comparve sulle mie labbra e continuai il mio cammino verso la mia meta ma per tutto il tragitto quella voce mi accompagnò la mia passeggiata.

Quella che fu una sorpresa il primo giorno, si rivelò un routine. Tutti i giorni Camila si faceva trovare allo stesso posto e con la sua voce che implorava il mio nome, mi accompagnava allo studio di registrazione, senza ricevere alcuna risposta oppure occhiatina. Dovevo ammettere che la sua voglia di attirare la mia attenzione era gratificante ma non mi sarei mai e poi mai girata, non l' avrei guardata perché sapevo che nel momento in cui u suoi occhi avrebbero incrociato i miei, avrei spogliato nuovamente la sua anima e l' avrei fatta mia, per poi perderla e riprenderla.
Era un circolo vizioso che non aveva mai fine ed io avevo deciso di non parteciparvi più, perché Camila era sfuggente, quando potevi assaggiare il nettare della sua anima, lei te ne privava per assaggiarlo lei stessa.
Verso la fine del mese di Ottobre, Camila scese dall' auto e mi trattenne per un polso, evidentemente stanca della solita scena.

"Smettila di comportarti come una bambina, Lauren.

Ora sali in quest' auto e parliamo."

Continuai a guardare dritto, dinanzi a me avevo solo degli incroci privi di auto, eravamo sole in mezzo al nulla.

La seguii in auto ma non proferì parola e neanche lei, poiché mise in moto e ci dirigemmo verso Virginia Key, era il luogo migliore per non farci trovare e fortunatamente la piccoletta riuscì nell' impresa: eravamo completamente sole.
Scesi dall' auto e tolsi le scarpe, mi piaceva avere contatto con la sabbia sotto i miei piedi, mi faceva sentire a casa in un certo senso.

"Allora, cosa volevi dirmi?"

Mi sedetti sulla distesa quasi bianca ed aspettai che la cubana dicesse qualcosa, in fondo era stata lei a chiedermi di parlare, io non avevo nulla da dire.

"Vorrei che mi ascoltassi sul serio per una buona volta. Mi piacerebbe che continuassimo ad essere amiche, seppur lo ribadisco ancora una volta. Nonostante tutto, per me l' amicizia c'è ancora e ti voglio bene."

Immaginavo che avrebbe detto quelle parole e mi venne da ridere e non mi trattenni affatto, perché doveva sapere che per me quella era solo una cosa ridicola.

"Tu credi davvero che io riesca a guardarti come tale? Andiamo Camila, siamo state insieme per tre anni e mezzo e credi che bastino gli anni per rimettere tutto a posto e tornare ad essere amiche? Dimmi come potrei farlo."

"Non c'è molta soluzione Lauren, questo è meglio per entrambe, credimi."

La guardai leggermente stranita, non sapevo cosa stesse dicendo.

"Cosa intendi dire?"

La guardai e quello fu lo sbaglio più grande, perché da lì a poco avrei ricevuto una notizia agghiacciante.

"Lavoriamo nella stessa etichetta discografica e la prossima persona con cui dovrò duettare sei tu, non ne eri al corrente?"

Improvvisamente biancai e sentii mancarmi la terra o meglio la sabbia sotto ai piedi. Il lavoro su me stessa che avevo fatto per lunghi anni era stato gettato da qualcuno che non aveva potere nella mia vita privata e non potevo dargli torto, a parte le ragazze, nessuno sapeva che io e Camila eravamo state insieme.

"Portami al capezzale del presidente, ho bisogno di parlargli."

Mi alzai e mi diressi verso la macchina, mi sedetti e non curante del rumore della porta che rimbombava nelle mie orecchie. Vidi l' altra ragazza sedersi al posto di guida e non parlò, sapeva che se avesse detto un' altra parola non mi sarei controllata.
Non ci mettemmo molto ad arrivare all' enorme palazzo dove vi era il presidente, salii le scale ed irruppi nella stanza dove l' uomo stava compilando scartoffie.

"Signore, la prego, mi dica che questa non è la stessa etichetta di Camila Cabello."

"Oh ciao Lauren.
Quindi l' hai saputo."

Sentii freddo, poi non vidi più nulla e non sentii alcuna voce, ero nuovamente persa.

 

 

Angolo dei dispersi.

Salve a tutti! Sono qui con un nuovo capitolo e spero possa piacervi!
Ringrazio tutte le persona a cui è piaciuta la storia fin' ora e a chi ha solo letto.
Spero che non risulti troppo pesanti e che vi faccia pensare "Ed ora cosa accadrà?"
Un bacio a tutti, a presto.

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Riaprii gli occhi e mi ritrovai in un letto d' ospedale, l' odore di alcool misto a qualcos'altro mi faceva storcere il naso e quando mi girai vidi una figura dormiente accasciata sul letto, si trattava di mia sorella Taylor. Mi teneva la mano tra la sua, anche se in una debolissima stretta ma appena ebbi un po' di forza, la strinsi a mia volta.
Non riuscivo a parlare, avevo la gola fin troppo secca e quindi restai in silenzio aspettando che qualcuno prendesse parola al posto mio. Come per magia, entrò il dottore del pronto soccorso di turno, spiegandomi che dalle analisi era comparsa una lieve carenza di ferro che avrei dovuto integrare con delle vitamine. Sventato il pericolo, il pensiero tornò a ciò che avevo vissuto poche ore prima: Camila ed io eravamo sotto la stessa etichetta discografica e avremmo dovuto duettare.
La fortuna non era decisamente dalla mia parte ma non potevo fare altro, dovevo arrendermi a ciò che c'era scritto nelle clausole di contratto che avevo firmato solo qualche mese prima, altrimenti una penale molto salata mi avrebbe guardata e salutata da dietro all'angolo.
Scossi leggermente mia sorella facendola svegliare dal sonnellino e feci un debole sorriso, le feci intendere che in un modo o nell'altro stavo bene e appena prese conoscenza del mondo circostante,  le spiegai perché ero finita in ospedale e tutte le peripezie legate all'accaduto.
Passarono alcuni giorni, recuperai le forze e mi dimisero dall'ospedale ed il mio umore non era dei migliori, perché non avevo molta voglia di tornare al lavoro ed affrontare la dura e triste realtà ma, decisi di godermi quell'ultima giornata di relax e non rovinare il momento. Tra ore passate a leggere poesie di Paulo Coelho e rebloggare tutte le frasi che più mi rappresentavano, mi lasciai andare tra le braccia di Morfeo.
La mattina venne presto ed appena aprì gli occhi, capii che tipo di giornata fosse: mi sarei presa le mie responsabilità per tutte le azioni poco carine che avevo svolto nel corso del tempo, sia verso me stessa, sia verso la nuova etichetta, sia verso Camila. Avevo deciso di basare il nostro nuovo rapporto solo sul lavoro e quindi saremmo state solo colleghe o almeno era ciò che avrei cercato di fare in qualsiasi caso. Non avevo intenzione di  rovinare la nostra reputazione di cantanti soliste che in quel momento era più importante che mai.
Decisi di porre fine ad i miei pensieri post colazione e di iniziare a prepararmi, quindi indossai un top crop nero ed un semplice jeans e scarpe dello stesso colore, per poi finire il tutto con un paio di occhiali da sole, il tutto rigorosamente senza trucco. Negli ultimi tempi mi sentivo molto self-confident, quindi perché non mostrarlo al mondo intero?
Arrivata all'agenzia mi recai in studio dove ovviamente, trovai quella che era la mia ex-ragazza tutta pimpante come al solito, piena di vita e soprattutto, piena di voglia di parlare con la sottoscritta ma ovviamente l'unica parola che le dedicai fu un semplice "ciao". Non volevo essere la solita stronza ma se avessi iniziato a parlare, avremmo iniziato a litigare, a ricordare i vecchi tempi ed il ciclo non sarebbe mai finito, era arrivata l'ora di darci un taglio.
Fortunatamente, entrambe ci mettemmo ai lati opposti della stanza, con le cuffie alle orecchie, un foglio sul tavolo ed una penna tra le mani, trovando delle frasi da mettere nel testo della nuova canzone. Ammetto che fare il paroliere non era facile ma la canzone sarebbe risultata molto più profonda se entrambe avessimo aggiunto un pezzo di noi stesse, forse in quella canzone molto più rispetto a ciò che avevamo scritto per le Fifth Harmony.
Esausta, decisi di fare una pausa e comprare qualcosa alla macchinetta ed ovviamente il fato mi fece trovare proprio Camila dinanzi ai miei occhi mentre parlava con un ragazzo, avevano una conversazione molto divertente o almeno così sembrava.

"Mi dispiace interrompere la vostra conversazione ma siete proprio davanti alla macchinetta ed io ho bisogno di prendere qualcosa, quindi spostatevi più in la. Grazie."

Ero soddisfatta del tono in cui avevo detto quella frase, l'acidità era proprio nel mood del momento, mi ero esposta fin troppo nei testi della canzone ed ora volevo difendere la mia anima nuda con quello scudo di acidità o almeno era quello che credevo.
Restai lì impalata a guardare ancora i due ragazzi che parlavano animatamente e poi scossi la testa, pensando a quanto potessero essere noiosi, ma così facendo attirai l'attenzione di Camila che mi guardò.

"C'è qualcosa che non va? Sei turbata? Ne vuoi parlare?"

Perché si comportava da amica, quando io non volevo che lo fossimo? Perché non mi aggrediva dicendo "Ehi che cazzo hai da guardare?!" come facevano tutti? Perché la sua gentilezza, nonostante tutto, continuava ad uccidermi? Erano domande a cui non avrei mai voluto dare risposta ed infatti così feci.
Scossi il capo guardando la ragazza e poi mi rifugiai di nuovo nello studio dove ovviamente fui seguita

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