A Song of Wren and Sparrow

di grety95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAP 01 ***
Capitolo 2: *** CAP 02 ***
Capitolo 3: *** Cap 03 ***
Capitolo 4: *** CAP 04 ***
Capitolo 5: *** CAP 05 ***
Capitolo 6: *** CAP 06 ***
Capitolo 7: *** CAP 07 ***
Capitolo 8: *** CAP 08 ***
Capitolo 9: *** CAP 09 ***
Capitolo 10: *** CAP 10 ***
Capitolo 11: *** Cap 11 ***
Capitolo 12: *** CAP 12 ***
Capitolo 13: *** Cap 13 ***
Capitolo 14: *** CAP 14 ***
Capitolo 15: *** CAP 15 ***
Capitolo 16: *** CAP 16 ***
Capitolo 17: *** CAP 17 ***
Capitolo 18: *** CAP 18 ***
Capitolo 19: *** EPILOGO ***
Capitolo 20: *** Ringraziamenti e spiegazioni ***



Capitolo 1
*** CAP 01 ***


Gwen si stringeva nelle spalle e teneva lo sguardo basso, mentre la donna dalla pelle di luna spariva dietro alla tenda logora con movimenti sensuali dei fianchi. 
Conficcò le unghie nella carne come per ricordare a se stessa che tutto ciò era reale, per quanto assurdo sembrasse. 
Nonostante fosse nata e cresciuta a Tortuga, infatti, la ragazza non aveva mai avuto motivo di entrare in un bordello. 
Suo padre era riuscito a comprare una modesta casetta per se' e per la moglie con i soldi messi da parte durante la giovinezza passata a servire come mozzo sui galeoni.   
In quella stessa era nata Gwen, un anno dopo il matrimonio. 
Purtroppo sua madre era morta pochi anni dopo ed il marito, storpio a causa di una bordata, aveva fatto del suo meglio per crescere la figlia con le sue sole forze. 
Per anni avevano tirato avanti intrecciando ceste e reti per i marinai, ma, quando alcune settimane prima il vecchio si era ammalato improvvisamente, il loro guadagnano non era neppure lontanamente sufficiente per acquistare l'unica medicina che, secondo lo speziale, avrebbe potuto salvarlo. 
Grazie agli insegnamenti del padre, Gwen aveva acquisito le basi della lettura e della scrittura, che l'uomo stesso aveva appreso dai capitani sotto i quali aveva navigato. 
Essendo una donna, però, e di umili origini, nessuno l'avrebbe mai assunta per le sue capacità. 
Nonostante la gravità della situazione, Gwen non era mai riuscita a convincersi ad imboccare QUELLA strada, almeno finché il padre non aveva iniziato ad avere le convulsioni; a quel punto la paura di perderlo aveva vinto sul terrore del bordello. 
Mentre si soffermava a considerare queste cose, Gwen si accorse che il sole stava ormai tramontando ed i primi loschi figuri si stavano avvicinando al bordello. 
La ragazza fu presa dal panico e stava per darsela a gambe in preda alla disperazione, quando la donna dalla pelle di luna uscì finalmente da dietro la tenda, seguita da una megera molto più anziana di lei.

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Capitolo 2
*** CAP 02 ***


La padrona aveva fatto una smorfia quando, alla domanda su quali esperienze avesse avuto con gli uomini, Gwen si era limitata ad arrossire e guardarsi la punta dei piedi. La titolare riteneva che fosse impossibile trovare una giovane donna ancora illibata nei vicoli di Tortuga ed era già pronta a scacciare la ragazza, finché Gwen non era scoppiata in lacrime e non aveva spiegato il vero motivo per cui aveva realmente bisogno di quel denaro. In quel momento, la donna dalla pelle di luna si era impietosita ed aveva deciso di farle da mentore. La megera aveva dunque ceduto alle suppliche di Gwen, ma aveva sentenziato che la ragazza non avrebbe visto l'ombra di uno scellino fin quando non avesse iniziato a lavorare veramente. Ora, dunque, Gwen se ne stava incollata al muro, terrorizzata, mentre la donna dalla pelle di luna accoglieva il primo cliente della serata. Era un vecchio lupo di mare dall'aspetto trasandato ed i denti talmente marci che Gwen dovette sforzarsi per reprimere la nausea. La sua mentore le fece segno di seguirla, mentre conduceva l'uomo nella propria stanza e, una volta dentro, Gwen si chiuse la porta alle spalle e si sedette contro di essa. " Non ci fai compagnia?" chiese in quel momento il marinaio. La sua voce era sibillina come quella di un serpente che si prepara all' attacco ed i suoi occhi scorrevano famelici le curve di Gwen che, per tutta risposta, si rannicchiò ancora di più, stringendosi le gambe contro il ventre. " No, lei guarda..." intervenne allora la donna dalla pelle di luna; poi allentò il corsetto, distraendo così l'uomo. Gwen capì che l'aveva fatto per lei e promise a se stessa che l'avrebbe ripagata in qualche modo, appena ne avesse avuto la possibilità. " Coraggio, mio bel marinaio... raccontami le tue ultime avventure" continuò dunque la donna, iniziando ad accarezzare il volto del cliente che, senza tanti complimenti, allungò la mano sotto le gonne di lei. Gwen sapeva che avrebbe dovuto prestare attenzione alle parole, ai gesti con i quali la sua mentore seduceva l'uomo e si offriva a lui, ma non ci riusciva. Tutto quello che poteva vedere erano le mani sporche ed avide del marinaio che palpavano e stringevano, mentre la donna dalla pelle di luna lo lasciava fare e continuava ad incantarlo con la sua voce suadente. Più Gwen si costringeva a guardare, più cresceva in lei la consapevolezza che MAI sarebbe riuscita a sopportare una tale umiliazione. Improvvisamente il gioco di seduzione terminò. L'uomo si abbassò i calzoni e sollevò con fare prepotente le gonne della donna dalla pelle di luna che, senza lamentarsi, si chinò per facilitargli il compito. I minuti che seguirono furono di una violenza tale che Gwen si morse più volte il labbro per non scoppiare in lacrime. Dopo aver fatto i propri comodi, il marinaio si rivestì, piazzò un viscido bacio sulla guancia della donna dalla pelle di luna e le lanciò un borsellino, dicendo di essere talmente soddisfatto di lei, da non esitare a darle un quinto del bottino guadagnato nell'ultima impresa. " Il resto lo consegno alla madama" concluse avviandosi alla porta. Gwen era tanto sconvolta che si alzò di scatto e cercò di farsi da parte, ma lui la prese per un braccio " La prossima volta sarai tu!" annunciò con un tono che doveva essere ironico, ma che a Gwen parve una minaccia. Allora l'uomo scoppiò in una fragorosa risata, ma lei a quel punto era già scappata via con il cuore in gola.

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Capitolo 3
*** Cap 03 ***


Gwen sedeva dietro un barile vuoto e cercava di frenare i singhiozzi. "Non ce la posso fare..." pensava, ancora sconvolta da quanto era successo poco prima. Sentì dei passi in avvicinamento e qualcuno si sedette al suo fianco. La donna dalla pelle di luna aveva con se' una bottiglia di liquido nero dall' odore pungente. " Bevi, su! Ne avrai bisogno." Gwen annuso' istintivamente, poi fece una smorfia "Grazie, ma non bevo quella roba". L'altra donna rise amaramente "Vedremo... " sussurrò. A quel commento, Gwen mostrò per la prima volta il suo carattere risoluto "Questa non è la mia vita, va bene?!" gridò in un impeto di rabbia "Sono qui per aiutare mio padre, ma non ho intenzione di diventare un'ubriacona solo per.." Avrebbe voluto finire la frase, ma in quel momento qualcuno aveva tolto la bottiglia da sotto al suo naso "Grazie, dolcezza, è proprio quello che ci vuole!" Gwen alzò timidamente lo sguardo. Davanti a lei c'era un uomo, indubbiamente un pirata. Portava un giaccone da marinaio e degli stivali consunti e, sotto il cappello, si intravedeva una bandana rossa dalla quale spuntava un groviglio di capelli scuri, con strani monili intrecciati alle ciocche spettinate. L'uomo le aveva fatto un piccolo, galante inchino, poi aveva portato la bottiglia alle labbra e aveva bevuto un gran sorso di rum. " Dai retta a me, mia cara: non sprecare una tale prelibatezza!" aveva sentenziato poi, incrociando lo sguardo allibito di lei "Ma forse è meglio che lo tenga io, comprendi?" e con ciò si era appartato in un angolo insieme alle due donne che lo accompagnavano: una rossa e l'altra bionda. "Chi è?" chiese Gwen alla sua mentore. Era totalmente stranita da quell' eccentrico individuo, ma allo stesso tempo era rimasta rapita dal suo sguardo magnetico e dal sorriso sornione che le aveva rivolto poco prima di andarsene. " Jack Sparrow" annunciò in tono solenne la donna dalla pelle di luna "Ma se ti rivolgi direttamente a lui, non scordare di chiamarlo CAPITANO." Gwen era perplessa "Come può un uomo tanto strambo comandare su una nave?!" domandò scioccata. I capitani di cui le aveva raccontato suo padre erano uomini fieri, che incutevano un rispetto misto a terrore quasi reverenziale ai propri sottoposti.. quel tipo non doveva avere più carisma di una scimmia ammaestrata. "Non una nave." La corresse la sua mentore "La PERLA NERA". Gwen conosceva quel nome, ma ricordava che suo padre si riferiva ad esso come ad una leggenda, nulla più. Avrebbe voluto ribattere, ma fu distratta dal gridolino di felicità emesso dalla prostituta bionda che si era appartata col pirata. " Davvero ci farai salire, Jack?" squittì " Non è una truffa, questa volta?" chiese la rossa, che pareva avere più senno della collega. A quel punto l'uomo si era tirato su a sedere "Mie signore" iniziò. Aveva l'espressione offesa di chi ha subito un grave torto "Devo forse ricordarvi chi sono?" Un singulto strozzò le ultime parole, impedendogli di continuare: aveva bevuto molto. A Gwen scappò da ridere, ma si trattenne: era la prima volta che trovava divertente un uomo ubriaco. "Dunque ci porterai a fare un giro!" concluse la bionda gongolante " E sulla nave più veloce dei Caraibi.." aggiunse la rossa, diffidente. " A proposito Jack" continuò, questa volta con un tono dolce, per ammaliarlo " Come può essere tanto veloce? Non ce l'hai mai detto.." Per un attimo sembrò che l'uomo stesse cercando le parole giuste, poi prese a lisciarsi il pizzetto, mentre guardava negli occhi prima una, poi l'altra donna. "Magia occulta .. pagana, comprendi?" rispose sorridendo. Le due ragazze fecero un "Oh" stupito , mentre Gwen non seppe più resistere e scoppiò in una grossa risata. La donna dalla pelle di luna le diede una gomitata, ma lei non poteva proprio fermarsi. A quel punto il trio si riscosse "Che hai da ridere, tu?" sibilò la bionda, guardandola con gli occhi di una biscia stuzzicata. Anche la rossa pareva irritata, mentre l'uomo ne approfittò per bere un altro sorso. "Sul serio credete a quelle frottole?" disse Gwen, ancora in preda alla ridarella. La situazione non la aiutò affatto, perché alle sue parole il pirata sputò il rum come se stesse soffocando, poi le puntò contro i suoi occhi neri come il carbone, ma ardenti come il fuoco. Solo allora Gwen si ricompose un poco "Voglio dire.. lo sanno tutti che la differenza sta nei remi!" L'uomo si alzò in piedi ed avanzò verso di lei barcollando "In quanto capitano, gioia, ritengo di conoscere la mia nave!" Gwen sostenne il suo sguardo "Non ne dubito, signore" replicò incrociando le braccia al petto "Ciò non toglie che quanto avete detto sia una menzogna!" A quel punto lui era rosso di rabbia: stava per scoppiare, ma Gwen continuava a trovarlo buffo, anziché pericoloso. " My lady.. credete forse di conoscere la mia nave meglio di me?" "Era una nave della marina inglese.." rispose Gwen con aria di sfida "Era L'ORGOGLIO di chi l'ha costruita.." replicò lui pungente " Per questo dispone di remi, in caso di difficoltà.." continuò Gwen " mentre il moto delle altre navi è affidato unicamente alle vele!" L'uomo parve sorpreso, seppur non fosse ovviamente felice di essere stato smentito. Gwen capí che si sentiva in imbarazzo e provo' quasi pena per lui, quando entrambe le sue accompagnatrici gli dettero un sonoro schiaffo, chiamandolo "sudicio imbroglione ". "Ti sbagli, gioia! Anche se non del tutto.." sussurrò a Gwen, mentre le altre si allontanavano. In quel momento la madama entrò scostando la tenda e il pirata ne approfittò per pagare la visita. " Solo dieci scellini?!" si lamentò la megera " Ed è anche troppo, mia cara, vista la qualità IRRITANTE dei nuovi arrivi!" confermò l'uomo, mentre gli occhi della titolare si posavano gelidi su Gwen, che si sentì come trafitta da una spada. Il pirata segui' lo sguardo della madama e aggrottò le sopracciglia "E' un po' selvatica, 'nevvero? Un tantino seccante, direi!" Gwen avrebbe voluto prenderlo a pugni. Sapeva di non piacere alla padrona, l'ultima cosa di cui aveva bisogno era un cliente che si lamentasse apertamente di lei! " Ma infondo è una brava ragazza.. aveva questo!" concluse lui mostrando alla megera la bottiglia semivuota. "E merita questi, comprendi?" aggiunse lasciando cadere alcune monete scintillanti nella mano della padrona, poi se ne andò.

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Capitolo 4
*** CAP 04 ***


' Arrivo! Quanta fretta...' borbottò una voce dall'altra parte della porta. Gwen non ci fece caso, voleva solo che lo speziale si sbrigasse. Stava per bussare nuovamente, quando finalmente l'uomo apparve sulla soglia. Dapprima fece una smorfia, riconoscendo la povera figlia del vecchio storpio, ma, quando la ragazza mostro' due monete scintillanti, l'espressione scocciata sul suo viso si trasformò in un sorriso avido. "Gwenny..." Il vecchio marinaio era debole, ma alla vista della figlia si puntellò come meglio poté sui gomiti, per carezzarle il viso. " Ero così in pensiero, dove sei stata tutto questo tempo?" Gwen, che non aveva il coraggio di rispondere, si limitò ad estrarre la fialetta che le aveva dato lo speziale. Il vecchio si crucciò, mentre la ragazza toglieva il tappo alla fiala "Come hai trovato i soldi per...?" domandò lui tremante. Ancora una volta Gwen non rispose, ma si affrettò a portare la fiala alle labbra del padre, invitandolo a bere. "Gwenny?!" La voce del vecchio era insolitamente autoritaria e la ragazza si sentì come una bambina scoperta a combinare qualche guaio. Non aveva il coraggio di guardare il padre negli occhi, poiché sapeva che aveva già trovato da se' la risposta. "Non è come pensi..." disse in un sussurro; il vecchio non parve convinto. "Davvero papà!" continuò lei "Se qualche lurido verme ti ha sfiorata, io..." il vecchio iniziò a tossire per lo sforzo, così la figlia si apprestò a farlo stendere "Nessuno mi ha toccata " gli disse dolcemente "Te lo giuro!" Era la verità, infondo. Poco dopo che Sparrow se ne era andato, infatti, la madama aveva minacciato di sbatterla fuori, se avesse nuovamente infastidito un cliente. La donna dalla pelle di luna era però intervenuta dicendo che, se la madama avevano guadagnato un pugno di monete d'oro, era merito di Gwen e della sua lingua tagliente. Così, per evitare critiche da parte delle dipendenti, la padrona aveva dato a Gwen due delle molte monete ricevute da Sparrow. Gwen passò il resto della giornata al capezzale del padre, che ora riposava tranquillo, senza che gli spasmi agitassero le sue fragili membra. Lo speziale aveva detto che la medicina poteva dare sollievo per un po', ma sarebbe servito molto più denaro per acquistare la cura vera e propria . Gwen sapeva che l'unica speranza era tornare al bordello, ma l'incontro con Sparrow le aveva mostrato un modo alternativo di intrattenere i clienti.. "Che stai facendo?" domando' la donna dalla pelle di luna. Gwen sedeva in un angolo ed armeggiava con quello che sembrava un vecchio mandolino "Riscaldamento!" rispose sorridendo, poi iniziò a suonare un allegro motivetto marinaresco. Era di suo padre, come spiegò alla sua mentore. Sua madre adorava sentirlo suonare la sera, ma dopo la sua morte il vecchio sembrava aver perso l'amore per la musica. "Mi insegnò a suonare quando ero bambina..." continuò Gwen suonando gli ultimi accordi. "E cosa credi di farci esattamente?" chiese scettica la donna dalla pelle di luna "Beh, intrattenere i clienti ovviamente!" La donna non era convinta "Tu sai sedurre gli uomini con la voce ed il corpo..." continuò Gwen "Io lo farò con la musica! Possiamo lavorare insieme, sai?" "Ah, non credo che sia una buona idea.." rispose la sua mentore "Tanto vale provare..." sussurrò Gwen in tono piatto, mentre il suo viso impallidiva: sulla soglia era apparso il rozzo marinaio dai denti marci che popolava i suoi incubi.

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Capitolo 5
*** CAP 05 ***


" Oh, bene bene, proprio le due sgualdrine che mi aspettavo di trovare!" esclamò l'uomo compiaciuto. La donna dalla pelle di luna lanciò un'occhiata furtiva a Gwen che, seppur visibilmente a disagio, si sforzò di sorridere. " La mia stanza è libera.." annunciò la donna ammiccando, mentre si avvicinava al marinaio. " Vi spiace se mi aggiungo a voi?" La proposta di Gwen lascio' di stucco entrambi. La timida ragazza fece una sensuale giravolta, poi iniziò a suonare una melodia intrigante col suo mandolino. L'uomo dai denti marci pareva stregato e la donna dalla pelle di luna sorrise all'amica, che sembrava aver finalmente accettato il suo destino. "Sveglia, ho qui il tuo compenso!" Gwen si mise svogliatamente a sedere "Che ore sono?" chiese sbadigliando. "Il sole è già alto.." rispose allegramente la donna dalla pelle di luna, poi si sedette accanto a lei. Gwen aveva ricordi confusi della notte precedente. "Ancora non riesco a credere che tu ti sia spinta tanto il la'!" continuò la sua mentore, poi svuotò una piccola borsa contenente cinquanta scellini e una moneta d'oro. "È la tua parte. La mia l'ho nascosta. È molto, considerando che abbiamo avuto un solo cliente per tutta la notte!" Gwen si riscosse "Tutta la notte?!" "Tranquilla.." la rassicurò la donna dalla pelle di luna "Non ti ha toccata.. è crollato prima." Ora i ricordi di Gwen erano più chiari. Aveva suonato per parecchio tempo, forse un'ora. L'uomo aveva continuato a guardarla, anche mentre si trastullava con la sua collega. Ad un tratto Gwen aveva smesso di suonare ed aveva iniziato a danzare, sollevando a tratti le vesti e piroettando attorno alla stanza, finché non era crollata, esausta, sul logoro materasso della stanza. "Forse, dopotutto, portare qui quel mandolino non è stata una cattiva idea.." concluse la donna dalla pelle di luna. Gwen pensava la stessa cosa: presto suo padre sarebbe guarito!

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Capitolo 6
*** CAP 06 ***


" Abbiamo caricato tutto, signore! " Un uomo tarchiato, dalla testa pelata, tranne che per alcune sparute ciocche si avvicinò ad un altro uomo, con un cappello da marinaio, che scuoteva una bussola rotta. " Eccellente! " esclamò voltandosi, e guardò il maestoso vascello nero che si stagliava davanti a lui, sorridendo poi, mentre un lampo di eccitazione gli illuminava gli occhi scuri. " Credo che tra massimo due giorni potremo partire, ammesso che il caro, vecchio Gibbs non sia finito in pasto ai pesci! " Jack.. Capitan Jack Sparrow si accorse solo in quel momento che il suo sottoposto continuava a fissarlo " Che hai? " domandò inarcando un sopracciglio " Nulla! " rispose l'altro risoluto " E allora via, sciò! " ordinò il capitano " Andate tutti a godervi la compagnia di donnine allegre, fin che potete; perché tra due giorni dovrete accontentarvi di posare le vostre luride membra sul pavimento della stiva, comprendi? " L'altro uomo sussulto' come se avesse preso la scossa, poi si affrettò a cercare i compagni. Il capitano sospirò, poi riportò l'attenzione sulla sua (" dannata! ") bussola. Anche lui avrebbe voluto intrattenersi con qualche sgualdrina dai seni prosperosi e dall' assai meno sviluppato intelletto (" E magari del rum! " ). Era però preoccupato per il fatto che Joshamee Gibbs, suo amico e primo ufficiale, non si fosse ancora fatto vivo. Improvvisamente l' ago della bussola si immobilizzò. Jack picchiettò il dito sul vetro, poi corrugò la fronte ed alzò gli occhi. Da infondo al molo un uomo dai capelli grigi raccolti in un codino correva verso di lui. " Gibbs! " esclamò il capitano, aprendo le braccia sollevato. L'uomo si accasciò davanti a lui e prese avidamente la bottiglia di rum che Jack gli aveva offerto. " Cominciavo a temere che ti fossi perso in un bordello, amico! " continuò Sparrow " Ma forse possiamo andarci insieme, ti va? " L'uomo si staccò dalla bottiglia, ormai semivuota (" Mannaggia.. " commentò Jack) " Dobbiamo salpare al più presto! " disse ansimando " Norrington è sulle tracce della Perla! Ho sentito dire che è a meno di due giorni da qui con una nave ammiraglia! " Contrariamente a quel che sperava Gibbs, Sparrow parve più eccitato dalla notizia, che spaventato. " Il caro commodoro non si è arreso, dunque? " chiese mentre gli occhi diventavano due tizzoni ardenti, come ogni volta che Jack pregustava una nuova sfida. " Dovremmo partire adesso! " constatò Gibbs " E come? " lo contraddisse il capitano " Io e te soli, contro una nave piena di insopportabili, vanagloriosi soldati della marina del re? " " Beh, raduna la ciurma! " consigliò Gibbs, nervoso. Jack per tutta risposta appoggiò il gomito sulla sua spalla " La ciurma, compare, si è dileguata pochi istanti prima del tuo arrivo, su mio preciso ordine! " " E dove sono?! " replicò Gibbs, esterrefatto. " Oh, immagino che stiano rinfrancando le loro sporche anime in pena con le più varie, peccaminose delizie che Tortuga offre, comprendi? " Per un secondo ci fu silenzio, poi il capitano si avviò verso la caotica cittadina al di là del porto. Gibbs si riscosse, poi si affrettò a seguirlo " Dove stai andando, Jack?! " Sparrow non rallentò " Mi sono appena reso conto che anche la MIA anima in pena necessita conforto! " L'amico scosse il capo " E Norrington? E la Perla?! " Jack continuava imperterrito per la sua strada " Dai retta a me: hai bisogno di una donna, amico! Il commodoro non sarà qui prima di domani notte, e per quando arriverà noi saremo già in mare aperto! " Quelle parole calmarono Gibbs, che in poco tempo dimenticò la Perla e la Forca, concentrandosi unicamente sui piaceri che quell' ultima notte si sarebbe goduto .

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Capitolo 7
*** CAP 07 ***


Scarlett e Giselle, le due vecchie conoscenze di Sparrow, chiacchieravano davanti all'entrata del bordello, mentre attendevano i clienti della serata. " Io prendo la rossa.. " sussurrò Gibbs all'orecchio del capitano. " Buona scelta, compare! Io credo che proverò qualcosa di nuovo .. " rispose Jack mordendosi il labbro, mentre un'espressione preoccupata gli si dipingeva sul viso. Gibbs inarcò un sopracciglio " Cosa hai combinato questa volta? " Nuovamente il capitano non rispose, dirigendosi a passo sicuro dentro il locale. L' atrio del bordello era pieno delle allegre donnine che piacevano tanto sia a lui, che al capitano. Tra tutte, Gibbs fu colpito da una giovane ragazza bruna che, seduta in un angolo, strimpellava sul suo mandolino. Ignorando per un momento la rossa al suo fianco, Gibbs avanzò verso la ragazza che, vedendolo, alzò gli occhi e sorrise timidamente. " È indubbiamente dotata! " esclamò Sparrow alle sue spalle " Tuttavia, ti consiglio di non raccontarle storie sulle tartarughe marine amico, a meno che tu non brami di essere deriso e schiaffeggiato da queste altre belle signore! " A quelle parole Gibbs reagì inarcando un sopracciglio, mentre la ragazza lanciava a Jack uno sguardo furente. " La nostra prossima impresa, dite? In realtà dovreste chiedere al Capitano... " " Noi non parliamo coi buffoni! " Giselle, la bionda, aveva spiazzato Gibbs con quella risposta tagliente. " Devi averle offese molto, Jack! " disse l'uomo a Sparrow, che aveva appena iniziato a sorseggiare rum, mentre la donna dalla pelle di luna gli carezzava languidamente il petto sotto la camicia aperta. " Non è certo colpa mia, se certa gente scambia qualsiasi bazzecola per verità... " rispose il capitano " Tenendo comunque conto che, nella maggior parte dei casi, il confine tra bazzecola e bazzecola non menzognera è alquanto sottile, 'nevvero? " " Quindi avevate ragione entrambi? " domandò Gibbs, confuso. Jack sorrise " Ripeto: la ragazza è alquanto dotata, compare! " fece un singulto, poi si passò una mano sulla bocca, asciugandosi le labbra bagnate di rum. " E.. com'è che non hai approfondito i campi in cui eccelle, oltre alla musica? " domandò Gibbs impertinente. Sparrow rifletté, poi assunse un'espressione seriosa " Mi è bastato conoscere la sua lingua irriverente, anche se non nego di essere rimasto colpito da tale circostanza! " Per qualche minuto restarono in silenzio, godendosi le attenzioni delle signore che li intrattenevano, poi, improvvisamente, un mandolino cesso' di suonare. Gibbs guardò prima la ragazza bruna, poi, seguendo il suo sguardo, l'uomo ubriaco coi denti marci che era appena entrato nella sala. Vide la stessa ragazza cercare gli occhi di un'altra donna, quella che, proprio in quel momento, stava baciando Jack. Anche il capitano parve ritornare alla realtà poiché, dopo essersi staccato dalle labbra della donna, iniziò a lanciare sguardi sospettosi alla ragazza del mandolino ed al nuovo cliente. La donna dalla pelle di luna scosse la testa rassegnata: era già impegnata; la sua amica avrebbe dovuto cavarsela da sola. Gwen era paralizzata. L'uomo dai denti marci era lì per lei, lo sapeva, e questa volta non si sarebbe accontentato di musica e piroette.. Posò il mandolino e fece del suo meglio per trattenere le lacrime. Le gambe tremavano come gelatina, sperava con tutta se stessa di non cadere. L'uomo era sempre più vicino; la bocca si piegò in un ghigno bramoso e tese la mano verso di lei. Gwen aveva il cuore a mille per la tensione. Si sforzò di sorridere e mosse la sua mano verso quella del cliente. Mancavano pochi millimetri perché si toccassero, quando una figura si frappose tra lei ed il cliente. " Tango gioia.. lo sai suonare? " Gwen impiegò qualche secondo a riconoscere quella voce: Capitan Jack Sparrow era davanti a lei e le porgeva lo stesso mandolino che aveva posato poco prima. Sbatte' le palpebre confusa " Avanti cara! Io e la mia signora vogliamo danzare.. " Gwen vide Sparrow afferrare con salda delicatezza la mano della donna dalla pelle di luna e farla piroettare al suo fianco. D'un tratto l'uomo getto' la testa all'indietro " Sempre se non ti dispiace... " aggiunse sorridendo a Gwen, poi le fece l'occhiolino. " C' ero prima io, lurido verme! " L'uomo dai denti marci non sembrava apprezzare lo stravolgimento della serata " Davvero? " rispose Sparrow con noncuranza " Eppure io qui vedo una musicista in attesa di esibirsi... " Si lisciò il pizzetto " Se cerchi compagnia accomodati, amico! " continuò con un piccolo inchino " La sala è piena di belle signore ansiose di conoscere un fiero marinaio, o un avanzo di galera, credo sia lo stesso per loro... " " Aspetterò.. " grugnì l'uomo, guardando Gwen come se fosse un bignè. " Temo che dovrai aspettare molto.. diciamo fino a domani! " decretò Sparrow con un sorriso sfrontato dipinto sul viso abbronzato, poi estrasse un sacchetto di scellini e lo lanciò a Gwen. L'uomo dai denti marci digrignò i denti, poi uscì imprecando dal bordello. " Inizia a suonare, carina! " ordinò poi il capitano e Gwen ubbidì all'istante, ancora incredula di ciò che era appena successo.

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Capitolo 8
*** CAP 08 ***


Gwen si chiuse la porta alle spalle, poi guardò sorridendo le tre fiale che aveva comprato. Con i soldi che Sparrow le aveva allungato la sera precedente, non solo aveva potuto acquistare le preziose fialette; ma era riuscita addirittura a mettere da parte una piccola somma che, dopo qualche altro giorno di lavoro, le avrebbe permesso di comprare, finalmente, la cura vera e propria. Improvvisamente un'ombra le scurì il viso: Sparrow.. Ancora non capiva perché lo avesse fatto, ma era chiaro che il pirata le aveva chiesto di suonare volutamente, per strapparla alle grinfie dell'uomo dai denti marci. A Gwen non piacevano i pirati. Sebbene trovasse irresistibile la libertà, infatti, la ragazza detestava i meschini compromessi che spesso quei loschi individui dovevano accettare per salvarsi la pelle. Eppure Sparrow l'aveva salvata, a suo modo.. e adesso era in debito con lui. Gwen odiava essere in debito con qualcuno. Suo padre era stato un marinaio e le aveva sempre detto che, spesso e volentieri, i debiti si pagano ad un prezzo molto più alto di ciò per cui si è contratto il debito stesso. Per questo l'uomo non aveva voluto farsi prestare i soldi necessari per curarsi. " Se è il mio destino morirò, Gwenny.. " le aveva detto " Non ho intenzione di scamparla adesso e morire poi, per ripagare il debito contratto per salvare questa vecchia pellaccia! " Suo padre era un brav'uomo, Gwen ne era certa, ma il suo orgoglio l'avrebbe portato nella tomba, se lei non fosse intervenuta. E lei non voleva perderlo. " Ormai è fatta.. " disse la ragazza per rassicurarsi, poi si avviò verso casa. Tortuga era semi deserta in quel mattino ventoso. Molti pescatori ne avevano approfittato per gettare le reti e all'orizzonte si vedevano i grandi velieri dei corsari, mentre navigavano verso l'ignoto. Gwen era quasi giunta a destinazione, quando qualcuno le puntò un coltello alla gola. Istintivamente, la ragazza provo' a scalciare e dimenarsi, ma l' assalitore era troppo forte. Qualcosa la colpì forte alla nuca e Gwen vide sparire il mare ed il porto davanti ai suoi occhi. Quando riprese conoscenza, Gwen era confusa e si accorse di essere avvolta in un tappeto ruvido. L'ansia le strinse le viscere, mentre cercava di ricordare cosa fosse accaduto. Cercò di calmarsi e spinse di lato con tutte le sue forze, finché non cadde a terra e riuscì a liberarsi del tappeto. Si mise a sedere e si guardò attorno guardinga. Era in una stanza scura ed il pavimento di legno era umido sotto di lei. Avanzò carponi, cercando di orientarsi con le mani, ma ad un tratto la stanza ebbe uno scossone. Non era stata una bordata, perché la stanza continuava ad ondeggiare come fosse immersa in un liquido. Acqua.. Gwen capì: non era una stanza, era prigioniera nella stiva di una nave! Improvvisamente sentì il tonfo di una botola che si richiudeva, poi un lume di candela illuminò un punto lontano. Gwen scattò. Recuperò il tappeto e lo riavvolse come meglio riuscì, poi si nascose dietro quella che doveva essere una botte. " Ci siamo, zuccherino... " disse qualcuno, avvicinandosi al tappeto. Mentre la luce si avvicinava al suo nascondiglio, Gwen si accorse con orrore di riconoscere quella voce: apparteneva all'uomo dai denti marci! Fu allora che ricordò: le fiale, l'aggressione.. le fiale! Solo in quel momento Gwen si accorse di non averle. " Oh, papà... " pensò disperata. Probabilmente le aveva lasciate cadere dopo essere stata colpita; i suoi sacrifici erano stati vani.. " È giunto il momento! " disse l'uomo rivolto al tappeto, poi lo afferrò per srotolarlo. Gwen era paralizzata: doveva raggiungere la botola! Senza ulteriore indugio si gettò di lato, cercando di passare inosservata alle spalle dell'uomo; ma la botte si ribaltò e Gwen vide gli occhi del marinaio puntati dritti su di lei. " Sei sveglia, mi fa piacere! " ghignò " Cosa mi avete fatto?! " soffiò Gwen, mettendosi in piedi. L'uomo avvicinò la candela al suo viso " Non sono stato gentile, lo ammetto, ma era l'unico modo... " Gwen stava per ribattere, ma la risposta venne da se' " Non ti avrei mai avuta, nel bordello " continuò infatti il marinaio " Sparrow ti proteggeva, e anche quella sgualdrina di colore! " Gwen fu spiazzata da quella dichiarazione, non riusciva a trovare le parole giuste. " Così ho pensato di portarti con me! " confessò l'uomo " In mezzo al mare non puoi sfuggirmi ! " All'improvviso, l'orgoglio ferito di Gwen la spinse a reagire " Potrei sempre trovare un modo per salire in coperta! " ringhiò " Non siete di certo l'unico su questa nave! " Contrariamente a quanto lei si aspettava, l'uomo rispose con una risata " Dimentichi che gli uomini di mare non vedono di buon occhio le donne a bordo... " la canzonò " Verresti gettata in pasto ai pesci seduta stante! " Gwen si sentiva in trappola. Non sapeva combattere, ne' usare la spada.. come avrebbe fatto a fuggire? Sentiva che le lacrime iniziavano a solcarle le guance, poi ebbe l'idea. " Gli uomini di mare non vedono di buon occhio le donne a bordo " aveva detto il suo aguzzino. La superstizione l'avrebbe uccisa, se fosse salita in coperta; ma poteva essere la sua arma migliore, finché fosse rimasta al sicuro nella stiva! " Ebbene, mi concederò a voi! " disse in tono suadente " Ma a vostro rischio e pericolo... " L' uomo la guardò stranito " Cosa intendi dire, sgualdrina? " Gwen sorrise provocante " Si da' il caso, signore, che io non sia ciò che sembro! " Si fece avanti e spense la candela con un soffio. " Sono stata maledetta... " continuò sussurrando " Chiunque giacerà con me, non sopravvivrà alla notte! " Anche al buio, Gwen poteva percepire la paura crescere nell'uomo; riusciva ad immaginare il suo viso sporco impallidire per l'apprensione. " Ero in quel bordello solo per trovare la vittima perfetta.. Sparrow, la ragazza.. agivano soggiogati dal mio potere! " Spingendosi molto più in là di quanto credeva di essere capace, Gwen accarezzò languidamente il viso del marinaio " Io volevo voi! " L'uomo indietreggiò, rovesciando altre botti " Lontano da me, strega! " urlò, estraendo il pugnale. " Ora o mai più! " penso' Gwen, e si fece avanti " Ma come, signore? Dopo tutto quello che avete fatto per avermi... " disse, portando poi le mani ai lacci del corsetto " Vi prometto che non poi ve ne andrete senza soffrire... " Si inginocchiò davanti all'uomo, che faceva di tutto per evitare di farsi sfiorare da lei, e gemeva, supplicava. " Orsù, facciamo presto! " incalzò Gwen " Nessuno può sentirvi, qui sotto, e nessuno vi salverà! " Avvicinò il viso a quello disgustato dell'uomo, finché egli non si arrese " Risparmiami! " gridò " Farò ciò che vuoi, ma non prendermi! " Gwen sorrise " Riportatemi a terra, a Tortuga! " L'uomo gemette " Non comando io, su questa nave.. " " Allora chiedete al capitano! " gli intimò Gwen " Non accetterebbe mai.. " farneticò il marinaio " Lo farà! " disse lei " O la nave affonderà e la ciurma con essa! "

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Capitolo 9
*** CAP 09 ***


" Come sarebbe a dire che affonderemo?! " Gwen, appostata appena sotto la botola, ascoltava la conversione tra il suo rapitore e quello che doveva essere il capitano della nave. " È la verità signore, me l'ha detto lei! " L'uomo dai denti marci frignava come un bambino " Dobbiamo tornare indietro, vi prego! " " Avanti... " sussurrò Gwen: poteva essere la sua unica occasione. " Per Giove! Chi è questa fantomatica strega?! " chiese il capitano. Dal timbro di voce, Gwen concluse che doveva essere un uomo rude e senza scrupoli; ben più pericoloso, dunque, dello stolto che l'aveva rapita. " Non lo so, signore! È giù di sotto, nascosta nella stiva.. Giura di ucciderci tutti! " Gwen sapeva che presto sarebbero scesi a controllare, doveva agire in fretta. Il mozzo sollevò la botola ed indietreggiò urlando. Una figura incappucciata emerse dalla stiva e, senza proferire parola, si avviò verso l'albero maestro. " È lei! " gridò l'uomo dai denti marci, mettendosi le mani nei capelli. Cercando di non inciampare, Gwen iniziò ad arrampicarsi sull' albero. Giunta all'altezza della prima vela, vi si aggrappò saldamente, cosicché il mantello che aveva indossato potesse ondeggiare grazie al vento. " Il vostro compagno dice il vero, signori! " iniziò " Sono qui per annunciare la vostra morte, a meno che non facciate ritorno a Tortuga seduta stante! " Gwen era sorpresa: tutti i pirati sotto di lei si lanciavano sguardi intimoriti. Tutti, tranne l'impassibile capitano. " Chi vi manda?! " chiese questi, per nulla sconvolto " Oh, io seguo da sempre i marinai... " tentò Gwen: non sapeva più cosa inventarsi. " È stato uno di voi ad attirarmi su questa nave! " incalzò poi. L'uomo dai denti marci impallidì. Ben gli stava, pensò Gwen tra se', avrebbe avuto altro da pensare d'ora in poi. " Chi? " domandò il capitano. Gwen rifletté: se avesse parlato, il marinaio sarebbe morto, ma a quel punto tutti si sarebbero aspettati di vederla sparire.. e cosa avrebbe fatto, a quel punto? " Non mi è dato sapere... " rispose " So solo che la morte incombe su di voi! " Con grande dispiacere di Gwen, il capitano non sembrava per nulla convinto. " Correremo il rischio... " concluse diffidente. " Accidenti! " sussurrò Gwen; e adesso? Cosa avrebbe potuto fare? " Capitano! " strillò d'un tratto un uomo, indicando l'orizzonte. Gwen sgranò gli occhi, sorpresa: una nave avanzava nella loro direzione. " Ha il jolly roger? " chiese il capitano " No " rispose Gwen: ora che la nave si stava avvicinando, riusciva ad osservarla meglio " È una nave ammiraglia della marina britannica! "

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Capitolo 10
*** CAP 10 ***


" Su le bandiere! " ordinò il capitano. La ciurma fu presa dalla frenesia. Dalla sua postazione, Gwen vedeva gli uomini indaffarati, mentre si preparavano all' inevitabile scontro con i soldati. " Caricare i cannoni! " urlò qualcuno. I cannoni.. Gwen doveva scendere da lì! Suo padre le aveva raccontato di come era rimasto sciancato. " I posti più rischiosi sono le vele e la stiva " le diceva " I nemici mirano sempre agli alberi, per distruggere le vele, e alla stiva, cosicché la nave inizi ad imbarcare acqua e ad affondare! " Nella confusione generale, Gwen scese in fretta dall'albero; doveva cercare un angolo riparato in cui rifugiarsi, almeno finché tutto non fosse finito. Fece appena in tempo a trovare un cantuccio e gettarsi a terra, prima che una bordata la colpisse in pieno: lo scontro era iniziato! Per un tempo che parve infinito, la battaglia infervorò attorno a lei. Gwen era terrorizzata. " Devo tornare " sussurrava continuamente " Lui ha bisogno di me... " Un ultimo colpo di cannone colpì un punto dello scafo non molto distante da dove si trovava lei, poi Gwen iniziò a sentire che la nave stava affondando. Si alzò in piedi tremando e vide che i soldati si stavano avvicinando con le scialuppe: probabilmente avrebbero arrestato i sopravvissuti. James Norrington fu l'ultimo a mettere piede sul vascello pirata, o per meglio dire ciò che ne rimaneva. Molti di quegli sciagurati erano morti a causa delle bordate; ma poteva contare una decina di sopravvissuti, compreso il capitano. " Ottimo " pensò tra se'. Avrebbe potuto interrogarli; poi li avrebbe condotti a Port Royal, dove avrebbero ricevuto ciò che meritavano: una giusta impiccagione. L'uomo sorrise, pensando agli onori che avrebbe ricevuto. La sua impresa sarebbe stata ricompensata ancor di più, se tra i prigionieri ci fosse stato quella feccia di Jack Sparrow. Certo, quel piccolo galeone non era la Perla Nera; ma forse qualcuno di quei loschi individui aveva conosciuto Sparrow.. e magari avrebbe saputo dirgli dov'era diretto. " Sono tutti qui, signore! " La voce del suo secondo strappò Norrington dai suoi pensieri. " Bene! " rispose, poi si avviò a passo lento verso quello che doveva essere il capitano. " Sono il Commodoro James Norrington " si presentò. L'uomo, tenuto fermo da due guardie, sosteneva il suo sguardo con fierezza, come se si sentisse superiore. " Stolto! " pensò il Commodoro, poi riprese a parlare. " Vi dichiaro in arresto per pirateria, in nome del Re d' Inghilterra e del Governatore di Port Royal! " Nuovamente il capitano non batte' ciglio; al contrario dei suoi sottoposti che, ormai disperati, iniziarono a strepitare, cercando di evitare la Forca. " Silenzio! " ordinò il Commodoro " Sarete scortati a Port Royal, e una volta lì giustiziati sulla pubblica piazza! " Norrington fece scorrere lo sguardo sui prigionieri " Tuttavia... " sibilò, senza distogliere lo sguardo " Potreste ricevere clemenza; se qualcuno di voi mi sapesse indicare la destinazione del noto pirata Jack Sparrow! " Jack Sparrow. Gwen sussultò, sentendo quel nome. I pirati davanti a lei si guardavano l'un l'altro; non sapevano cosa dire. " Io so dov'è andato! " gridò qualcuno; Gwen riconobbe la voce dell'uomo dai denti marci. Vide il Commodoro avvicinarsi a lui " Ebbene? " domandò. " Vigliacco! " pensò Gwen. Sparrow era un pirata, lo sapeva, ma l'aveva salvata dallo stupro e lei era in debito con lui. Doveva agire subito, se voleva provare a proteggere il suo salvatore. " Commodoro Norrington! " L'uomo fu sorpreso di sentire una voce femminile. Una ragazza emerse da un angolo nascosto della nave e si tolse il mantello che indossava. " Ho bisogno del vostro aiuto, signore! " disse inginocchiandosi davanti a lui. Subito due dei suoi uomini impugnarono i moschetti, temendo che potesse essere una trappola; ma lui li fermò. " Non è necessario " disse, poi tornò ad osservare la giovane. " Grazie, signore " rispose lei " Devo tornare a Tortuga, vi prego! Mio padre sta male, ha bisogno di me! " Norrington non sapeva se crederle. " Menti! " disse duro " Cerchi solo di impietosirmi " " No, per favore! " supplicò lei " Mio padre è Abraham Montgomery... Ha servito sulle navi di Sua Maestà, forse lo conoscete! " Il Commodoro non ricordava alcun Montgomery nella Marina Inglese. Nessuno di importante, per lo meno. " Ammesso che tu dica il vero... " iniziò scettico " Nessun uomo per bene: un marinaio del re, per giunta, manderebbe in giro sua figlia vestita come una donna di malaffare! " Gwen era disperata. Ricordò solo in quel momento di indossare ancora i vestiti succinti che usava nel bordello. Non c'era tempo per raccontare tutta la storia al Commodoro; di come suo padre era stato costretto a ritirarsi dalla Marina a causa dell' incidente. " Ne' tantomeno andrebbe a vivere a Tortuga! " concluse perentorio Norrington Gwen si sentiva persa. " Fate come credete, signore... " sussurrò " Sappiate solo che dico la verità " Il Commodoro provò un inspiegabile compassione per la ragazza. Pensò a Miss Swann, la sua amata Elizabeth, che solo pochi mesi prima era stata rapita dai manigoldi che solcavano le acque a bordo della Perla Nera. Rammentò quanto doveva essersi spaventa: sola, nelle mani dei pirati. Lui era partito immediatamente in suo soccorso; come del resto il giovane fabbro, Turner. Questa ragazza non avrebbe avuto nessuno disposto a sfidare la sorte per salvarla. Non sembrava una piratessa, giudicò il Commodoro. Nonostante l'abbigliamento, alquanto inadatto ad una giovane per bene, si dimostrava decisamente garbata e per nulla volgare. " La fortuna è dalla tua parte, Miss Montgomery " le disse " Si dà il caso che io sia incline alla clemenza, oggi " La ragazza sgranò gli occhi per la sorpresa " Mi riportate a Tortuga, dunque? " domandò entusiasta " Non ora... " rispose Norrington. Era dispiaciuto per lei; ma non poteva proprio tornare sui suoi passi. " Hai però la mia parola che, una volta arrestato Sparrow, sarà mia premura accompagnarti a Tortuga personalmente! "

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Capitolo 11
*** Cap 11 ***


La Perla Nera ondeggiava dolcemente sulle onde. Joshamee Gibbs sorseggiava rum, mentre cantava allegramente, appoggiato al parapetto. Jack era nella sua cabina, nuovamente alle prese con enigmatiche carte geografiche. Gibbs sapeva che, in quei momenti, il Capitano non voleva essere disturbato. All'improvviso qualcosa si avvicinò allo scafo, galleggiando sulla superficie dell'acqua. Gibbs diede una rapida occhiata; poi trasalì: un cadavere... Il mastro aguzzò la vista e notò che altri cadaveri sopraggiungevano, dal tratto di mare che si erano da poco lasciati alle spalle. Insieme ai corpi arrivavano botti vuote e assi di legno che dovevano essere stati parte di uno scafo. Gibbs corrugò le sopracciglia, mentre la consapevolezza si faceva strada nella sua mente assopita dai fumi dell'alcol. Quando, infine, una bandiera nera con sopra un teschio passò proprio davanti ai suoi occhi; Gibbs non ebbe più dubbi: il Commodoro Norrington era più vicino di quanto la ciurma della Perla Nera avesse creduto! " Jack! " gridò, mentre si avviava alla cabina di comando. Inciampò, ma si rialzò veloce. " Cosa succede, Gibbs? " domandò un energumeno di colore, che faceva parte dell'equipaggio. " Raduna i rematori, subito! " ordinò il mastro " Capitan Jack Sparrow ci sta nuovamente trascinando tutti nei guai! Che sia dannato! " " Qui sarai al sicuro " annunciò il Commodoro James Norrington, aprendo la porta di una cabina. Gwen entrò, nonostante l'esitazione iniziale. Era una piccola stanza da letto, semplice e pulita: adatta ad un marinaio al servizio della corona. " Grazie, signore " disse la ragazza, passando le dita sul materasso che, dopo il rapimento e la battaglia, aveva un'aria molto invitante. " Ora riposati " le disse il Commodoro " Se avessi bisogno di me, mi troverai nella mia cabina " L'uomo si apprestò ad uscire; ma la ragazza lo fermò. " Perdonatemi l'ardire, signore.. " iniziò incerta " Perché ce l'avete tanto con Sparrow? " domandò infine. Il Commodoro si irrigidì " Questioni personali... " ammise stringendo i pugni. " Ma non preoccuparti " aggiunse poi " Jack Sparrow sarà presto un nome senza un corpo! " Gwen capì che la questione si sarebbe conclusa lì. Il Commodoro le augurò infatti una buona notte; poi uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Non aveva ottenuto particolari informazioni; ma Gwen era convinta che l'odio di Norrington nei confronti di Sparrow andasse ben al di là della inimicizia tra la Marina Inglese ed i Pirati dei Caraibi. Il risveglio di Gwen fu piuttosto brusco, la mattina seguente. La ragazza sussultò, quando si accorse che qualcuno bussava insistentemente alla porta. " Sì? " domandò, alzandosi di soprassalto e cercando di rendersi presentabile. " Apri la porta, Miss Montgomery! " Gwen inarcò un sopracciglio: qualcosa non quadrava. La voce era quella del Commodoro; ma il tono era freddo ed autoritario; del tutto diverso da quello gentile con cui le aveva parlato poche ore prima. " Arrivo subito, signore! " rispose la giovane; ma, prima di aprire, cercò qualcosa con cui difendersi. La porta tremo' nuovamente, sotto i colpi del Commodoro. Gwen, preoccupata, notò qualcosa in un angolo. Era un grosso ago appuntito, come quelli che lei e suo padre usavano per riparare le reti da pesca. " Miss Montgomery, non costringermi a buttare giù la porta! " gridò la voce di Norrington, da fuori. Gwen afferrò istintivamente l' ago e lo nascose sotto la gonna. Solo a quel punto afferrò la maniglia ed aprì la porta.

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Capitolo 12
*** CAP 12 ***


" Come sarebbe a dire complice di Sparrow?! " Gwen era sconcertata. Quando aveva aperto la porta; ad attenderla c'erano due marinai armati, oltre al Commodoro, che la guardava con un espressione delusa. " Abbiamo interrogato i prigionieri, la notte scorsa " spiegò Norrington " Uno di loro ha affermato di averti vista in compagnia di Sparrow, la sera prima che il vascello sul quale eri imbarcata partisse.. " Il Commodoro fece una pausa, durante la quale guardò attentamente Gwen negli occhi " Lo neghi, Miss Montgomery? " chiese secco. Gwen esitò per un istante, ma costrinse se stessa a non distogliere lo sguardo: doveva dire la verità. " Posso spiegare, signore.. " iniziò " Dunque confermi! " la interruppe Norrington. Gwen non resistette: la rabbia montava dentro di lei. " Il vostro informatore vi ha forse detto in quali circostanze mi avrebbe vista assieme a Sparrow, signore? " chiese acida. La risposta del Commodoro non si fece attendere " In una casa di piacere " replicò " Un bordello, precisamente! " L'espressione di Norrington era tanto afflitta che Gwen si sentiva colpevole, pur sapendo di essere innocente. " Ti avevo dato fiducia " sentenziò l'uomo " Ero disposto ad ottemperare alla tua richiesta di tornare a Tortuga il prima possibile.. " " Signore, io.. " " E tu ripaghi la mia buonafede con menzogne! Ti fingi vittima, mentre sei complice del criminale più ricercato dei Caraibi! " Gwen non provo' più a ribattere; sarebbe stato inutile, data la situazione. " Il tuo posto è in cella, dove meritano di stare i manigoldi della tua specie! " concluse il Commodoro. Gwen sospirò: era nuovamente nei guai, a causa di Capitan Jack Sparrow, per la terza volta in pochi giorni. E questa volta rimediare non sarebbe stato semplice. " Gli uomini sono sfiniti, Jack " disse Joshamee Gibbs, entrando in cabina senza bussare. Il Capitano era concentrato sulle sue mappe, ma prestò subito attenzione all'amico " E Norrington? " domandò " Ancora non si vede! " rispose il mastro. " Questa sì che è una buona notizia! " commentò Sparrow " La notizia non buona... " continuò " È che là c'è un'isola che non dovrebbe stare là; comprendi? " Gibbs osservò prima le carte nautiche, che indicavano il mare aperto, davanti a loro; poi seguì l'indice del Capitano, puntato verso quella che pareva una striscia di terra, all'orizzonte, fuori dalla finestra della cabina. " Avanti, Jack.. hai sicuramente sbagliato rotta! " Sparrow lo guardò torvo " Dubiti forse delle mie capacità come capitano?! " Gibbs era imbarazzato. Sapeva che Jack Sparrow era uno dei migliori capitani in circolazione, forse il migliore in assoluto! Tuttavia, la sua passione per il rum lo rendeva instabile; senza contare il fatto che l'eccentrico pirata era solito attirare i guai come una calamita. " Comunque.. " proseguì Jack, come se avesse dimenticato il battibecco appena avuto " Giacché il Commodoro è in ritardo; ne consegue che noi possiamo prenderci una pausa! " I suoi occhi ardevano per l'eccitazione " Riposeremo, finché potremo.. " concluse sorridendo maliziosamente " Per poi svignarcela al momento opportuno! " Gwen era rannicchiata in un angolo della cella, con il volto tumefatto e la mano fasciata. Singhiozzava sommessamente, cercando di non farsi sentire dal soldato di guardia. Due occhi la scrutavano maligni, dalla cella difronte. Appartenevano ad un viso scarno e malcurato; le labbra sottili nascondevano due file di denti gialli e marci. A completare il quadro c'erano ora dei profondi graffi, che percorrevano il viso dell'uomo dalle sopracciglia al mento. Erano state le unghie di Gwen a fare quei segni. Quando la ragazza era stata scortata nelle prigioni, infatti, l'uomo dai denti marci l'aveva insultata e derisa, rivelando di essere stato lui a riferire al Commodoro della conoscenza reciproca tra Gwen e Sparrow. Gli altri membri della ciurma gli avevano retto il gioco, convinti che la presenza della giovane sul loro vascello fosse la sola ed unica causa della loro sfortuna. Gwen era esplosa, a quel punto. Aveva appellato l'uomo " lurido pezzente " e si era avventata su di lui con calci e pugni, per poi graffiarlo ripetutamente. L'uomo, a sua volta, l'aveva colpita con un pugno; l'avrebbe sicuramente finita, se i soldati non fossero intervenuti, mettendo la ragazza in isolamento. Gwen era sconsolata; non sapeva più cosa fare. Si prese la testa fra le mani ed iniziò a dondolarsi. Stava quasi per arrendersi del tutto; quando il suo piede urtò qualcosa di appuntito, facendola sussultare. Con gli occhi ancora gonfi per il pianto; Gwen raccolse l'oggetto misterioso e corrugò la fronte. Improvvisamente ricordò: era il grosso ago che aveva trovato la sera precedente! Si era dimenticata di averlo con se'.. Quella scoperta le ridiede un briciolo di speranza. Quel misero ago le ricordava suo padre; le giornate passate seduta al suo fianco, mentre si esercitava ad intrecciare reti e ceste. Mentre calde lacrime di nostalgia le rigavano le guance; gli occhi di Gwen si posarono sulla porta della cella, sulla serratura.. Era abbastanza larga per poterci infilare la punta dell'ago. Avrebbe potuto utilizzarlo per forzare la serratura ed evadere! Un sorriso determinato si formò sulle sue labbra. Il destino pareva sorriderle, dopotutto.. doveva solo attendere il momento giusto!

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Capitolo 13
*** Cap 13 ***


"... e quando tornerai, sul ponte mi vedrai... " Gwen smise di cantare, poi sospirò. Dormivano tutti attorno a lei: i pirati prigionieri, l'uomo dai denti marci e persino il marinaio di guardia alle celle. La dolce voce della ragazza li aveva cullati fino a che non avevano ceduto al sonno. Gwen aveva cantato altre strofe, per essere sicura che fossero tutti addormentati; ora era pronta ad agire! Prese l'ago da pesca e lo infilò nella serratura della sua cella. Dovette trafficare un po', per farcelo rimanere; poi finalmente riuscì a trovare la giusta angolazione, quindi iniziò a girare. " Clac " Con un sonoro schiocco, la serratura si aprì. Facendo attenzione a non fare rumore, Gwen aprì cautamente la porta ed uscì. La mossa successiva, pensò, era salire in coperta e rubare una scialuppa. Rubare.. Gwen rabbrividì, mentre ripeteva quella parola nella sua mente: lei non era una piratessa! Eppure avrebbe dovuto farlo, se voleva avere almeno una minima speranza di tornare a Tortuga. Le serviva un' arma, si disse, un'arma vera.. Si guardò attorno e vide un piccolo pugnale, appeso alla cintura del soldato addormentato insieme alla spada. " Te ne sei andato e sola mi hai lasciato... " iniziò a canticchiare sommessamente, mentre si chinava sull'uomo e cercava di sfilargli la lama dal fodero senza svegliarlo. Fortunatamente, l'impresa andò a buon fine e Gwen strinse fieramente il pugnale tra le dita tremanti per la tensione. Senza smettere di cantare, sgattaiolò via lungo il corridoio, fino ad arrivare alla botola. Attese qualche istante, cercando di capire se qualcuno fosse di guardia, di sopra. Tutto sembrava tranquillo; quindi la ragazza aprì la botola e salì sul ponte. Capitan Jack Sparrow si avvicinò al timone e lo carezzò come se fosse vivo. Sorrise: il legno era solido sotto al suo tocco e la nave pareva sprigionare un'energia segreta, che solo Jack poteva percepire. Bevve un gran sorso dalla bottiglia che stringeva nell'altra mano; poi osservò il mare davanti a lui. Il sole stava sorgendo e la luce del nuovo giorno illuminò il Capitano, che si riparò gli occhi infastidito. Improvvisamente qualcosa attirò l'attenzione di Sparrow: l'isola, la stessa che la sera prima stava davanti alla Perla; ora era alla destra di Jack, e, cosa ancor più strana, continuava a spostarsi davanti ai suoi occhi, come se stesse galleggiando. Il Capitano lanciò un'occhiata malinconica alla bottiglia di rum che aveva con se'; poi la poso' e corse sotto coperta a cercare Gibbs. Gwen impiegò parecchio tempo a raggiungere le scialuppe. Si era fermata ad ogni minimo rumore, cercando con gli occhi un possibile nascondiglio. Fortunatamente nessuno la sorprese, ma lei sapeva di avere poco tempo: presto gli uomini del Commodoro avrebbero ripreso la navigazione. Tenendo il pugnale tra i denti come una vera donna di mare; Gwen si sporse oltre il bordo della nave e spinse le gambe all'esterno, per poi lasciarsi scivolare ed atterrare sulla piccola barca di salvataggio. Senza perdere tempo, la ragazza prese il pugnale ed iniziò a tagliare le spesse corde che tenevano la scialuppa attaccata allo scafo della nave. Ad un tratto, qualcosa oscurò il sole appena sorto, e Gwen alzò gli occhi. Davanti a lei c'era una grossa isola che si avvicinava galleggiando alla nave. Dopo qualche istante di sorpresa; Gwen finì il lavoro che aveva iniziato e la scialuppa cadde finalmente in acqua con un tonfo. Presa dalla curiosità, Gwen iniziò a remare, cercando di avvicinarsi all' insolita striscia di terra. Man mano che si avvicinava, la ragazza poté osservare meglio i particolari dell'isola galleggiante. Ben presto l'angoscia prese il posto della sorpresa, quando capì cosa stava guardando. " Dì un po', la vedi anche tu? " Capitan Jack Sparrow aveva una mano premuta sulla bocca ed un'espressione preoccupata sul viso. " Per Giove! Si muove davvero.. " Anche Joshamee Gibbs era sconcertato, mentre osservava l'isola scivolare davanti alla Perla. " Quindi non è colpa del rum! " esultò Sparrow, riappropriandosi rapidamente della bottiglia abbandonata poco prima. Tuttavia non bevve. Guardando meglio, infatti, si rese conto che l'isola era niente meno che un agglomerato di alghe secche, compattate l'una sull'altra. Quella che pareva una striscia di terra, attorno al verde, si rivelò essere un'immensa colonia di molluschi e crostacei. " Santi numi, Gibbs.. " sussurrò Sparrow " Dobbiamo allontanarci da quella cosa, subito! " Il mastro non comprese subito le parole di Sparrow; ma dovette ricredersi, quando vide un' enorme coda da cetaceo muoversi appena sotto la superficie dell'acqua, dietro l' ammasso di alghe e gusci.

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Capitolo 14
*** CAP 14 ***


Gwen smise all'istante di remare; gli occhi sbarrati, fissi sulla creatura. La conosceva, si disse, ne aveva letto la descrizione in un vecchio libro di racconti di suo padre. Zaratan, la " balena-isola " incubo dei marinai, nuotava placidamente a poca distanza da lei. " Resta ferma.. " si impose Gwen. Sapeva che la bestia era attratta dalle navi, che confondeva per suoi simili. Aveva letto che la creatura attaccava con una furia tale da distruggere un galeone, se infastidita; ma che se ne sarebbe andata senza nuocere ad alcuno, se lasciata in pace. Zaratan continuò il suo placido viaggio e, quando si spostò di lato, Gwen vide qualcosa che la turbo' ancora di più. C'era una nave, dietro alla bestia, un maestoso galeone nero come la pece che brillava, immerso nella luce del mattino. Quando Gwen si accorse dei due uomini che stavano sul ponte e la fissavano preoccupati ebbe un colpo al cuore. Era Jack Sparrow il capitano che le faceva segno di venire verso di lui. Gwen annuì e calo' lentamente un remo in acqua. " Allora è vero.. " pensava " La Perla Nera esiste e Jack è il capitano! " " Che ci fa là, quella ragazza?! " domandò Gibbs sconcertato " Non sono sicuro di volerlo sapere, amico.. " rispose Sparrow " Voglio solo che si tolga da lì, per il suo e per il nostro bene, comprendi? " Jack afferrò una spessa cima e la lanciò in acqua, facendo cenno alla giovane di afferrarla. Gwen cercò di farsi coraggio: ancora qualche metro ed avrebbe potuto afferrare la cima che Sparrow le aveva lanciato. " Dovete andarvene! " grido', quando fu abbastanza vicina " Norrington è sulle vostre tracce, appena si accorgerà di voi scatenerà l'inferno! E non so quanto questo possa essere una buona idea.. " concluse, indicando la bestia alle sue spalle. " Comincia col salvare te stessa, gioia! " le intimo' Sparrow, sollecitandola a tuffarsi in acqua ed afferrare la cima. Gwen fece per abbandonare la scialuppa, quando udì qualcuno gridare dalla nave ammiraglia. " Perla Nera in vista! " urlava " Preparare i cannoni! " " No! " disse Gwen " Fermatevi! " Era chiaro che gli uomini del Commodoro non avevano fatto caso alla bestia, troppo occupati a fermare Sparrow. " Mannaggia.. " disse Jack davanti a lei " Sbrigati a salire, cara! " " Devono saperlo! " ribatte' Gwen " Siete troppo vicini; se la creatura si agita finiremo tutti nei guai.. " " Bum! " La prima bordata arrivò imprevista e mancò la Perla per un soffio. Gwen ricadde sulla scialuppa, che l'onda d'urto aveva respinto indietro, lontano dalla nave. " Tutti sul ponte! " ordinò Jack " I rematori ai loro posti e preparate i cannoni! " " Dov' è la ragazza?! " chiese Gibbs, preoccupato " Troppo lontana per essere raggiunta a nuoto, senza avvicinarsi a Norrington, o alla bestia .. " ammise tristemente Sparrow. Gli occhi del capitano scrutavano attentamente il mare davanti a lui, cercando di individuare la giovane " Coraggio! " pensò, ma non la trovava. Gwen si rimise a sedere e si tocco' la fronte dolorante: stava sanguinando. Vide la nave ammiraglia, alla sua sinistra, e Zaratan che nuotava attorno ad essa come in un complicato rituale di corteggiamento. " Commodoro! " gridò la ragazza, vedendo Norrington sul ponte. L'uomo incrociò il suo sguardo, sorpreso. " Come sei arrivata lì, Miss Montgomery?! " " Ritirate i cannoni! " lo supplicò lei " È pericoloso! " disse, indicando la bestia. Norrington si accorse solo in quel momento della gigantesca balena-isola. Poi, però, riportò lo sguardo avido sulla Perla Nera. " Non siate sciocco, Commodoro! " lo rimproverò Gwen " Avrete mille altre occasioni per catturare Sparrow.. ma solo una per salvarvi la pelle, oggi! " Norrington parve esitare, poi però guardò Gwen con uno sguardo duro come il ghiaccio. " Vorrei poterla pensare come te, Miss Montgomery.. " Gwen capì che il Commodoro stava per condannarli tutti a morte " Ma la mia vita non avrà senso, finché non vedrò Sparrow marcire in cella! Ho già sacrificato molto per prenderlo una volta.. questa volta voglio assicurarmi personalmente della sua cattura! " A Gwen parve di vedere delle lacrime a stento trattenute negli occhi dell'uomo e per un attimo si sentì in pena per lui. " Fuoco! " gridò Norrington, e Gwen seppe che era giunto il momento di lottare per sopravvivere. Capitan Jack Sparrow stringeva il timone con tanta forza che le nocche erano bianche. " Vento alle vele! " ordinò " E sperate che soffi forte! " La Perla iniziò a scivolare sull'acqua, allontanandosi rapidamente, mentre Jack faceva del suo meglio per schivare le bordate di Norrington. Il capitano contò tre, cinque, otto colpi, poi un ringhio. Gwen si sentì gelare il sangue nelle vene, quando Zaratan lanciò un grido acuto. Era una melodia potente e straziante: il canto di mille balene! Per un istante ci fu silenzio, poi l'enorme coda della bestia emerse dall'acqua e si abbatté con forza sullo scafo della nave ammiraglia, abbattendo uno dei due alberi minori e danneggiando quello maestro. " Non arrendetevi! " strillo' il Commodoro " Continuate a sparare! " Gwen guardò dalla parte opposta, dove la Perla Nera si allontanava senza troppi danni. " Forse ce la faccio! " si disse e, senza curarsi della bestia, prese a remare di gran lena. Sembrava che questa volta ce l'avrebbe fatta, quando vide l'enorme corpo di Zaratan passare accanto alla scialuppa ed immergersi, sparendo completamente sotto la superficie. Gwen non capiva cosa stesse accadendo; ma non fece in tempo a formulare un' ipotesi, perché la creatura tornò nuovamente in superficie. Uscì quasi completamente dall'acqua: colonie di crostacei e sedimenti di alghe compresi, e poi si abbatté con forza sulla superficie del mare. " Reggetevi! " gridò Joshamee Gibbs, appena prima che un'onda gigantesca si abbattesse sulla Perla, spingendola molto lontano rispetto alla nave ammiraglia. Quando Gibbs si rialzò, vide che Jack era ancora al timone: bagnato fradicio, ma non aveva abbandonato la sua postazione. " Santi numi, Jack! " disse il mastro, avvicinandosi all'amico. Il Capitano aveva gli occhi fissi davanti a loro " Non ce l'ha fatta.. " sussurrò Sparrow in tono lugubre. Gibbs non capiva cosa stesse dicendo, poi però vide la scialuppa spezzata in due, e comprese. " Era una ragazza coraggiosa.. " disse Jack " Mi ricordava Miss Swann; con la differenza che sapeva di doversela cavare da sola.. " Gibbs non sapeva cosa dire. Non aveva mai visto Jack così turbato per la sorte di qualcuno che conosceva appena. " Ah, ma il Commodoro pagherà per ciò che ha fatto! " " Cosa intendi dire, Jack? " chiese il mastro, preoccupato " Esattamente ciò che ho detto, amico.. Norrington affonderà, così come ha lasciato morire quella ragazza! " Gwen scendeva inesorabilmente nelle profondità marine. I cannoni ruggivano sopra di lei e, guardando la direzione dei colpi, la giovane capì che la ciurma della Perla Nera stava rispondendo al fuoco. Vide l'enorme corpo di Zaratan scivolare al suo fianco senza preoccuparsi di lei e comprese con orrore che si dirigeva verso la Perla. L'avrebbe affondata, Gwen ne era sicura e, inspiegabilmente, sentiva di non poter accettare la morte del brillante Capitano Jack Sparrow senza reagire. Le rimaneva poco da vivere, Gwen lo sapeva. Non avrebbe mai riabbracciato suo padre; ma forse poteva fare qualcosa per il pirata che l'aveva protetta. Forse, così, almeno lei avrebbe estinto uno dei suoi debiti. Con il fiato che iniziava a mancarle, Gwen si riscosse e provo' a raggiungere la bestia. " Dì agli uomini di remare come se il diavolo li seguisse! " ordinò Sparrow a Gibbs " Potrebbe essere l'ultima cosa che faranno.. " Davanti a loro, Zaratan nuotava a pelo d'acqua, e il Capitano sapeva che li avrebbe attaccati. Passarono pochi attimi, infatti, prima che la bestia emergesse in superficie, per poi rituffarsi, travolgendo tutto ciò che incontrava. Gwen si strinse forte ad un gruppo di alghe sul dorso della creatura, salendo quindi in superficie con essa, quando Zaratan emerse dall'acqua. La ragazza prese un grosso respiro e si preparò a ridiscendere. La bestia aveva colpito la Perla, Gwen se ne accorse quando vide del sangue uscire dal fianco della creatura. " È solo spaventato.. " pensò la ragazza, mentre Zaratan lanciava un altro grido. Improvvisamente un'idea baleno' nella sua mente: alle balene piace la musica! Gwen si rammaricò di non avere con se' il suo mandolino... aveva la voce, però! Mentre la creatura nuotava a pelo d'acqua, Gwen decise di provare: se doveva morire, avrebbe combattuto fino infondo! " State tutti bene?! " gridò Sparrow ai suoi. La ciurma era visibilmente provata; ma erano tutti vivi, per il momento.. " Vi chiedo un ultimo sforzo, compagni.. " disse il Capitano " Dobbiamo resistere.. se vogliamo svignarcela via! " " Aye! " risposero gli uomini all'unisono; Sparrow annuì. " Jack! " Il Capitano si voltò e seguì l'indice di Gibbs, che indicava qualcosa davanti a loro. La bestia pareva essersi calmata, e un dolce canto aleggiava sulle onde. Aguzzando la vista, Jack notò una piccola figura, sul dorso della creatura: uno scricciolo posato tra le alghe. Il Capitano sorrise, e i suoi occhi scuri ricominciarono ad ardere: era molto più in gamba di quanto avesse osato sperare! Gwen prendeva grossi respiri, ma non smetteva di cantare. L'acqua gocciolava dai suoi capelli bruni, e lei si teneva forte alle alghe, semi sdraiata sull' ampio dorso di Zaratan. Guardò avanti e vide gli occhi di Jack puntati orgogliosamente nei suoi. " Sei libero! " gli gridò, mentre carezzava la bestia " Vai! Non fermarti! " In quel momento l'ennesimo cannone sparò, e la creatura parve agitarsi di nuovo. Norrington non si era arreso, dopotutto.. " Vai! " gridò nuovamente Gwen, poi Zaratan tornò sott'acqua. " No! " Gibbs vide il Capitano agitarsi " Non puoi fare niente, Jack! " disse; ma era troppo tardi: Sparrow si era tuffato in acqua. Gwen vide qualcosa muoversi alle sue spalle: Jack! Il Capitano allungò una mano nella sua direzione, e Gwen non se lo fece ripetere. Lasciò la presa su Zaratan, e nuotò verso Sparrow. Gibbs lanciò una cima a Jack, poi, con l'aiuto della ciurma, trasse in salvo il Capitano e la ragazza. " È per tutti noi un piacere averti a bordo, gioia! " disse Sparrow alla giovane. " E così questa è la Perla Nera.. " commentò la ragazza " Ah proposito " intervenne Gibbs " Non ci hai mai detto il tuo nome! " " Gwendolyn.. " rispose lei, accettando la coperta che uno della ciurma le stava offrendo. " Ebbene.. Gwenny " concluse Jack, entusiasta " Benvenuta sulla Perla Nera! "

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Capitolo 15
*** CAP 15 ***


I cannoni spararono ancora e ancora. L'urlo straziante di Zaratan si fondeva con le bordate e l'effetto era terribile. " Dobbiamo allontanarci di più! " ordinò Sparrow " Aspettate! " supplicò Gwen " Non possiamo lasciarli lì a morire senza fare nulla.. " Il Capitano le lanciò un'occhiataccia " Ti ricordo, cara, che a loro non importerebbe affatto lasciar morire noi! " " Ma sono persone! " replicò Gwen " Persone che non si fanno scrupoli a rapire una ragazza indifesa.. o a sbatterla in cella senza sentire ragioni.. " Sparrow era furente, ma lei non si sarebbe arresa tanto facilmente " In realtà il Commodoro stava dalla mia parte.. finché non sono stata accusata di essere dalla TUA parte, Jack! " puntualizzò. Sparrow inarcò un sopracciglio, sorpreso " È incredibile come io riesca sempre a trovare alleati, pur non facendo nulla per cercarli! " commentò. Gwen gli si parò davanti " Se non fosse arrivato il Commodoro, ora sarei morta, capitano.. " Lei continuava a guardarlo e lui non ebbe il coraggio di distogliere lo sguardo. Infondo.. Norrington avrebbe potuto riacciuffarlo subito, dopo che il giovane Turner gli aveva restituito la libertà. Eppure, forse per amore di Miss Swann, forse per ringraziarlo di averla soccorsa in mare, il Commodoro aveva stipulato una sorta di tacita tregua con Sparrow. Ma ora la tregua era finita! E l'avventatezza di Norrington li aveva quasi uccisi entrambi, se non ci fosse stata la ragazza a calmare la bestia. La ragazza.. gli aveva salvato la pelle, e questo non era un particolare da poco, neanche per un pirata. " Ebbene, cosa dovremmo fare? " si arrese Sparrow. " Avvicinatevi ancora un poco, non molto.. così! " Gwen era seduta sulla polena della Perla. Scambiò un ultimo sguardo d'intesa con Sparrow, al timone, poi iniziò a cantare. Zaratan fu subito attratto dalla canzone e, lasciando perdere ciò che restava della nave ammiraglia, si avviò verso la Perla. " Indietro! Fate piano! " gridò Gibbs ai rematori e il galeone nero prese ad indietreggiare lentamente, seguito dalla bestia, che ora nuotava tranquilla, come incantata dalla voce di Gwen. James Norrington alzò lo sguardo. La creatura se ne stava andando, mentre una dolce melodia aleggiava sulle onde. Una sirena, forse? Il Commodoro non lo sapeva. La testa gli pulsava e la sua anima era triste: tutti i suoi compagni erano morti, la nave era ormai irrecuperabile.. sarebbe dovuto morire anche lui, dunque? Qualcosa gli si avvicinò: una scialuppa. Probabilmente no, si disse, forse c'era ancora speranza. Con il corpo ferito ed il cuore a pezzi, il Commodoro abbandonò la nave ammiraglia, che era ormai un relitto, e si lasciò cadere nella scialuppa. Era stanco, non aveva più voglia di lottare. Lottare per cosa, poi? Elizabeth Swann, la donna che aveva sognato di sposare, era ormai fidanzata con il giovane fabbro; Sparrow era fuggito con la Perla.. non gli rimaneva niente. " Tornerò a terra, in qualche modo.. qualcuno della Marina verrà sicuramente a cercarmi! " sussurrò esausto " Dirò loro che un uragano mi ha travolto ad un passo dal catturare Sparrow.. spero che mi credano " Quelle furono le sue ultime parole, prima di perdere i sensi, mentre la barcaccia andava alla deriva. " Bene, lanciate la carne! " Una capra sgozzata volò oltre il ponte e prese a galleggiare sulla superficie dell'acqua. La Perla si allontanò il più possibile, poi venne gettata un'altra capra. Gwen distolse lo sguardo disgustata, quando il sangue degli animali iniziò a spargersi nel mare. Era una mossa brutale, ma era stata lei stessa a suggerirla. Dopotutto.. dovevano distogliere l'attenzione di Zaratan dalla Perla, se volevano andarsene senza problemi. Il piano parve funzionare, e in breve tempo la balena-isola si interessò alle carcasse. La ciurma fece del suo meglio per portare la nave fuori dalla portata della creatura. Vennero lanciate altre esche, tutte rigorosamente nella direzione opposta a quella dove erano diretti, e ben presto la bestia parve dimenticarsi finalmente di loro. " Sembra che avere donne a bordo porti decisamente bene, ultimamente! " disse soddisfatto mastro Gibbs. Gwen gli sorrise imbarazzata, poi tornò a fissare il mare. " Sono un forte sostenitore del fatto che sia il tipo di donna, a fare la differenza.. comprendi? " commentò Sparrow, appoggiandosi al parapetto accanto a lei. " Come mai Norrington ti detesta tanto? " gli chiese la ragazza. Era da tempo che quella domanda la assillava. Capitan Jack Sparrow si prese un momento per riflettere " Ecco, Gwenny.. si dà il caso che io abbia, involontariamente dico, spinto la sua promessa sposa tra le braccia di un aitante giovanotto.. " " È una cosa terribile! " sbottò Gwen " Terribile, ma giusta! " puntualizzò il Capitano " Lei non lo amava, dopotutto.. " " E come puoi dire che era giusta? Non mi sembri il tipo più affidabile, in fatto di giustizia.. senza offesa! " " Lo considero un complimento! " ribatté Sparrow, sorridendo sornione. Lei però era seria. " So che sei offesa, perché non abbiamo portato il Commodoro con noi.. " le disse Jack " Ma sarebbe stato come condannarci da soli, comprendi? " Gwen sospirò " Spero solo che se la caverà.. " Sparrow la prese per le spalle, puntando gli occhi nei suoi " Si salverà, gioia, te lo giuro! " Gwen sorrise amaramente " Come puoi dirlo? " Non poteva esserne certo, Jack lo sapeva, ma qualcosa gli diceva che avrebbe rivisto Norrington, in un futuro non troppo lontano. " Ti piacciono le storie, gioia? " Avrebbe provato a spiegarglielo, a raccontare a quella splendida, coraggiosa ragazza di come, a volte, sono le circostanze più improbabili a portare alle avventure più belle, alle conclusioni migliori. Le avrebbe raccontato di un Capitano che aveva perso la sua nave, del patto che aveva stretto col diavolo pur di riaverla. Le avrebbe detto che quel Capitano era stato abbandonato su un'isola, tradito dai suoi uomini, di come fosse riuscito a fuggire, con due tartarughe marine; del viaggio che aveva intrapreso con un giovane fabbro, per salvare la ragazza che lui amava, e recuperare la sua adorata Perla. Sicuramente le avrebbe descritto il tesoro maledetto, e l'orribile punizione che colpiva coloro che lo avessero sottratto. Infine le avrebbe raccontato di come il Capitano aveva sconfitto la sua antica nemesi, aveva riavuto la nave, era stato condannato a morte da quello stesso Commodoro che avevano lasciato su una scialuppa all deriva poche ore prima e, soprattutto, di come un giovane orfano aveva scoperto il suo passato, di come una delicata lady aveva accettato un lato della propria personalità che prima cercava di reprimere, e di come lui e lei avevano risolto i loro guai imbarcandosi con i criminali. Forse, allora, la ragazza avrebbe capito che " giustizia " era solo un nome; una parola vuota, che spesso nascondeva più azioni malvagie, che oneste. E cosa avrebbe fatto la ragazza, a quel punto? Avrebbe continuato a guardarlo con disappunto o avrebbe ceduto? Jack non sapeva neppure questo, ma l'incertezza lo intrigava, spingendolo a continuare, a rischiare. Perché avrebbe fatto di tutto, per averla.. Non sapeva quando si fosse accorto esattamente di desiderarla: forse poche ore prima, quando l'aveva vista trionfante sul dorso della bestia, forse ora, mentre lo guardava con i suoi occhi ambrati carichi di ostinata disapprovazione.. o forse fin da quando le aveva strappato quella bottiglia di rum, nel lupanare, quando lei lo aveva sbugiardato davanti a tutti, dimostrandosi molto intelligente, assolutamente fuori posto nel bordello. " Ad ogni figlio di marinaio piacciono le storie.. " rispose lei cinica, distogliendolo dai suoi pensieri " E, più ti conosco, più sono disposta a credere che, in ogni storia, ci sia un fondo di verità, dopotutto.. " Sorrideva, ora. Jack capì che lo aveva perdonato, o forse aveva solo deciso di stare al suo gioco? Decise che non gli importava. Avrebbe continuato a giocare e, qualunque fosse stato l'esito della partita, sicuramente avrebbero vinto entrambi.

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Capitolo 16
*** CAP 16 ***


" Quindi la figlia del Governatore si è fidanzata con il fabbro.. è un finale insolito, ma perfetto " Gwen era soddisfatta; nella sua mente c'erano ancora le immagini della ciurma maledetta, del tesoro azteco e dell'affascinante racconto di Jack. " Senza dimenticare che ho riavuto la mia nave! " precisò Sparrow. " E tu, invece? " le chiese poi " Non mi sembri il tipo che bazzica nei bordelli.. " Il sorriso scomparve dalle labbra di Gwen, il viso si incupì " Mio padre è molto malato.. Ho bisogno di denaro per comprare le medicine e non basta intrecciare reti.. " Jack la guardava attentamente e Gwen sentiva l'intensità scottante di quello sguardo su di se'. " Sono sconfortatissimo, gioia.. " " Non cerco la tua pietà " rispose lei, anche se intuiva la sincerità delle parole di Sparrow. " La verità.. è che temo sia troppo tardi.. " confessò poi " E ho solo lui al mondo, non so che farei se.. " Non ci riusciva; non voleva pensare a quell' eventualità. " Te la caveresti egregiamente! " la rassicurò il Capitano " Anche il giovane Turner ha trovato il suo posto, dopotutto.. " " Ma io sono una donna, Jack! " ribatté lei " Non ho futuro, se non in un bordello.. " Sentì Sparrow avvicinarsi a lei " Hai un MARE di possibilità, cara " sussurrò " E l'adeguata dose di coraggio per fare ciò che ti pare, quando vuoi farlo! " Gwen era confusa: le stava forse proponendo di restare sulla Perla? Non poteva funzionare, si disse, suo padre aveva bisogno di lei! E, comunque fosse, aveva davvero il fegato per diventare una piratessa? Infondo al cuore, Gwen sapeva che non era così. Non sarebbe riuscita a tollerare una vita fatta di arrembaggi e rocambolesche fughe. Il suo posto era a terra, dove poteva cantare ciò che le suggeriva il cuore e suonare il suo mandolino. Eppure c'era davvero qualcosa che l'attraeva, di quel mondo.. ma non era il mare. Era l'uomo che le stava davanti: il pirata strambo che l'aveva salvata due volte; il Capitano di cui, contro ogni aspettativa, si era invaghita. Erano così vicini, Gwen lo sapeva bene. Le sarebbe bastato un attimo per annullare quella distanza. Avrebbe voluto farlo, davvero, scoprire il gusto di quelle labbra piene, che si piegavano nell' intrigante sorriso che adorava. Lo avrebbe fatto? Non lo sapeva.. aveva paura. E se fosse stato troppo? Se avesse capito di non potervi rinunciare? Lei non era una piratessa, non avrebbe mai potuto diventarlo.. " Terra in vista! " Jack si riscosse: il loro viaggio era giunto alla fine, dunque. Dovevano fare rifornimento e riparare la nave; per questo avevano fatto ritorno a Tortuga. " E per riportare a casa la ragazza " gli suggerì una voce interiore. " Ma lei potrebbe restare.. " continuò la stessa voce " Sarebbe la benvenuta! " Jack si sentì improvvisamente triste " Io VOGLIO che rimanga! " La situazione era insopportabile " Ma lei vuole restare? " Doveva assolutamente capirlo! " Gwenny, io.. " Non sapeva cosa dire, quindi si limitò a sporgersi vero di lei " Dobbiamo andare! " puntualizzò la ragazza, poi gli fece un piccolo sorriso, e salì sul ponte. Gwen non si voltò indietro. Una volta scesa dalla nave, sussurrò un flebile " Grazie di tutto ", poi partì di corsa. Continuò a correre lungo il molo, fuori dal porto, attraverso le viuzze affollate di Tortuga. Inciampò, ma si rialzò subito: doveva vedere suo padre! Con quell' unico pensiero fisso arrancò su per la salita; era vicina ormai. Mentre correva pensò, per la prima volta dopo giorni, alla possibilità che il padre non fosse lì ad aspettarla, che l'avesse lasciata sola, per sempre. Cercò di trattenere le lacrime e spalancò la porta di casa senza quasi accorgersene. " Sono qui! " gridò, forse per rassicurare se stessa, più che il padre. " Papà?! Sono Gwen, sono a casa.. " La voce le si strozzo' in gola, quando vide il letto vuoto, sfatto. " No " penso' fra se', ma la consapevolezza si faceva strada, strisciando dentro al suo cuore come un serpente che la divorava ad ogni passo. " No! " esplose, e prese a graffiarsi il viso con le mani. Era morto. Suo padre era morto solo come un cane, nonostante lei gli avesse promesso di stargli accanto, qualsiasi cosa fosse successa. Probabilmente, pensava, il cadavere era stato trovato solo dopo alcuni giorni, magari a causa del tango della decomposizione. Doveva essere così; sicuramente avevano gettato il corpo in mare, l'unico mondo a cui il vecchio era appartenuto davvero. " Perdonami... " Ora Gwen gemeva, troppo sconvolta per pensare lucidamente, si accasciò accanto al letto. " Non è servito a nulla " ripeteva ossessivamente nella sua mente. Il bordello, la musica, il rapimento.. ogni suo sacrificio non era bastato a salvare l'unico membro rimasto della sua famiglia. " Gwenny..? " Una flebile voce la raggiunse dal retro, il piccolo cortile in cui tenevano gli attrezzi da lavoro. Gwen alzò gli occhi senza pensarci e ciò che vide la colse totalmente impreparata. Un vecchio dal volto pallido ed incavato si reggeva appena contro lo stipite della porta " Sei davvero tu...? " domandò con la stessa voce tremante. " Papà! " gridò la ragazza, lanciandosi contro di lui per poi ricoprirlo di baci " Sei vivo! Ho avuto tanta paura.. cosa ci fai fuori dal letto?! " Il marinaio sorrise mestamente e carezzò la testa della figlia. Anche i suoi vecchi occhi erano arrossati per il pianto " Ho temuto di averti persa... " spiegò " Non tornavi a casa da troppo tempo! Ho tanto pregato tua madre perché vegliasse su di te, poi però non ho resistito: dovevo trovarti! Ho cercato di scendere al porto per chiedere notizie, ma ho sentito sbattere la porta, così ho pensato che finalmente le mie preghiere erano state esaudite... " Gwen non prestava attenzione a quelle parole. Si limitò a stringere forte il padre a se'. Avrebbe dovuto lottare ancora per strapparlo dalle grinfie della morte, ma sentirlo vicino le dava speranza per il futuro di entrambi.

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Capitolo 17
*** CAP 17 ***


Capitan Jack Sparrow rigirava il bicchiere di rum tra le mani; lo sguardo perso nel vuoto. " Cos'è che non va? " gli chiese Joshamee Gibbs, sedendosi accanto a lui. La locanda brulicava di marinai ubriachi e chiassose compagnie, ma il Capitano della Perla Nera sembrava aver perso il suo spirito allegro. Estrasse la sua bussola e la lanciò all'amico " La mia volontà è incapace di decidere, al momento " spiegò. Gibbs spostò più volte lo sguardo dalla bussola a Jack " Posso sapere quali sarebbero le due opzioni? " domandò circospetto. Sparrow prese finalmente un sorso di rum, poi guardò il compare " Tu sai bene, dico io, che il mio primo ed unico amore è il mare.. " iniziò " Tuttavia.. lo spirito di noi pirati è avido e predatore.. " " Dritti alla meta.. " azzardò Gibbs, annuendo "..e conquista la preda! " Jack gli diede ragione con un cenno del capo " Ma, si dà il caso.. che la preda in questione abbia un particolare ascendente sul sottoscritto; comprendi? " Gibbs sollevò un sopracciglio " Quindi non sai se assecondare il tuo istinto o meno, dico bene? " " Il mio istinto è più che mai incline a conquistare la preda, te lo assicuro! " rispose Sparrow, picchiando il boccale sul tavolo " Ma c'è una parte di me, sai, quella vocina che ti suggerisce di tornare sui tuoi passi.. " Il Capitano corrugò le sopracciglia, concentrato "..normalmente non presto ascolto a ciò che dice.. ma questa volta è diverso! " Gibbs era esasperato e confuso: non aveva mai visto Jack tanto avvilito. " C'è la remota possibilità che Miss Montgomery abbia a che fare con questa storia? " chiese " Una possibilità tutt'altro che remota, amico.. " ammise Sparrow " Per la barba di Nettuno, Jack.. lei ti piace! " Capitan Jack Sparrow guardò il compare con aria stralunata " A te non piace, forse? " Gibbs arrossì " Se la metti così.. beh certo! È una gran bella figliola, che io sia dannato! " " Ne ero certo! " concluse Jack, poi bevve un altro sorso. " Ma non ho mai visto il famigerato Jack Sparrow darsi tanta pena per una donna! " ribatté Gibbs, sogghignando " Non è difficile trovare compagnia a Tortuga, dopotutto.. " Il Capitano gli rivolse uno sguardo di pura sfida " Dipende dal tipo di compagnia che si desidera! " sottolineò " E Miss Montgomery è molto più di ciò che sembra " " Dunque non vedo dove sia il problema! " disse Gibbs. Jack sospirò " Il problema, compare.. è che la damigella in questione è come un tesoro inaccessibile, comprendi? Non puoi arrivare e prenderlo come un qualunque forziere! " Gibbs seguiva il discorso, senza tuttavia capire dove l'amico volesse andare a parare. " Un tesoro raro richiede dedizione.. bisogna capire come arrivarci e come appropriarsene " continuò Sparrow " E, una volta individuato, può capitare di rendersi conto di non riuscire nell'impresa.. allora si hanno due sole opzioni: andare avanti, nonostante i rischi, o rinunciare.. " " E quali sarebbero i rischi, nel nostro caso? " chiese Gibbs " Lei non appartiene al nostro mondo.. " rispose Jack " L'abbiamo conosciuta in un bordello! " obiettò Gibbs " Era una scelta obbligata, per lei.. " spiegò il Capitano " E ti assicuro che ha tutta l'intenzione di uscire al più presto dal suddetto lupanare! " " Era imbarcata su una nave pirata " affermò Gibbs " Era stata rapita.. " ribatté Sparrow " .. dal manigoldo che la molestava nel bordello, la sera prima che prendessimo il largo " " Era appena fuggita da Norrington, quando l'abbiamo trovata in mare " " Ma ha fatto di tutto per salvare la pelle del Commodoro, oltre che la sua e la nostra.. " gli fece notare il Capitano " Una piratessa ci avrebbe lasciati morire tutti, comprendi? " Joshamee Gibbs non sapeva più cosa obiettare: era esasperato! Jack nel frattempo aveva ripreso la bussola: chiuse gli occhi e si concentrò. Gibbs vedeva l'ago girare vorticosamente, come faceva tutte le volte in cui il Capitano non sapeva ciò che desiderava davvero. Dopo alcuni secondi, l'ago cominciò a rallentare, finché non si arrestò del tutto. Jack aprì un occhio per metà " Dì un po', dove punta? " chiese al compare. Gibbs si sporse per osservare meglio " Verso il paese..? " rispose incerto. Capitan Jack Sparrow guardò a sua volta, poi sorrise " Signor Gibbs; ho deciso di tentare l'impresa.. " annunciò " Dopotutto, sono il Capitano Jack Sparrow! " " Ora devi riposare, papà.. " disse Gwen dolcemente, mentre sistemava la coperta logora attorno al genitore. " Non voglio dormire.. " si lamentò il vecchio " Se chiudo gli occhi scomparirai di nuovo! " La ragazza sorrise, poi si sedette accanto a lui " Non andrò da nessuna parte.. " lo rassicurò " Sono fiero di averti come figlia " sussurrò il vecchio, stringendole la mano " Ricordalo sempre, Gwenny.. anche quando io.. " Gwen sentiva pungere gli occhi, mentre si riempivano di lacrime " Non dire così! " lo pregò, poi si raggomitolò contro al suo petto come quando era bambina " Tu vivrai.. " sussurrò " Noi troveremo un modo! " Gwen sentiva il petto del padre alzarsi ed abbassarsi dolcemente; il battito era regolare, ma debole. Non c'era più tempo. In una sola notte avrebbe dovuto guadagnare abbastanza da poter comprare la cura, o sarebbe stato troppo tardi! Gwen si staccò dal padre, che ora dormiva, stremato dagli affanni della malattia. " Non posso abbandonarti.. " pensava la ragazza, mentre le lacrime le rigavano il viso " So che non ti rimane molto.. so che dovrei rimanerti vicina quando accadrà " Vagò con la mente e si rivide bambina, seduta sul molo. C'era anche suo padre.. era più giovane, allora; ma il viso e le mani erano già segnati dalle tribolazioni. " Fa' vedere, Gwenny.. " le aveva detto con dolcezza, togliendole dalle mani la rete che stava maldestramente cercando di annodare. L'uomo aveva sorriso, poi aveva preso fra le braccia la figlioletta imbronciata " Ci vuole pazienza, vedi? " diceva, mentre guidava le sue manine inesperte, finché non ottennero un nodo perfetto. " Ora prova da sola! " La bambina aveva obbedito e, a poco a poco, era riuscita a fabbricare un nodo molto simile a quello del padre. " Brava ragazza! " le aveva detto l'uomo, scompigliandole i capelli " Ricorda, Gwenny: la perseveranza è tutto! Bisogna essere tenaci, mettercela tutta! Solo così si ottengono dei buoni risultati! " Gwen ripeté quelle parole dentro al suo cuore: avrebbe perseverato, ce l'avrebbe messa tutta! Corse sul retro e si sciacquò il viso e le braccia con l'acqua del piccolo pozzo nel cortile. Tornata in casa, prese l'unico pettine che aveva ereditato da sua madre, e cercò di domare le ciocche brune, increspate dalla salsedine. Quando ebbe finito, controllò che il padre stesse ancora dormendo, poi uscì di soppiatto. " Oh, Gwen! Ero così in pensiero! " La donna dalla pelle di luna l'abbraccio' tanto stretta da farle male " Dove sei stata per tutto questo tempo?! " " È una storia lunga.. " rispose Gwen " Ti racconterò tutto, promesso! Ora però ho assolutamente bisogno di lavorare.. mio padre non vivrà ancora a lungo.. " " Alla buonora! " si lamentò la madama, non appena Gwen ebbe attraversato la tenda " Non voglio sapere dove diamine sei stata, ma ora fila al lavoro! Hai un debito da saldare, carina! " Gwen non ebbe il coraggio di ribattere. Scarlett, la prostituta dai capelli rossi, puntò dritta verso di lei " Laggiù! " disse scocciata, indicandole la camera sul fondo. Gwen entrò nella stanza semibuia. Aveva un cliente, le era stato detto, ma l'unica persona che avrebbe chiesto espressamente di lei era ormai morta, inghiottita dalle onde insieme alla nave sulla quale entrambi erano tenuti prigionieri. " Tuo padre sta bene, gioia? " Questa volta Gwen riconobbe subito quel timbro caldo e suadente. " Salve Jack! " disse entusiasta, mentre l'uomo usciva dall' oscurità. " Credevo dovessi fare solo rifornimento e riparare le vele.. " gli fece notare. Il capitano sorrise " Vero! Ma, si da il caso che avessi dimenticato di salutare come si deve una certa persona.. comprendi? " " Mio padre è vivo, se è questo che volevi sapere.. " rispose Gwen tranquilla " Comunque.. sei stato.. gentile, a passare " I due si guardavano dritti negli occhi. Quelli di lei erano dolci, ma attenti; quelli di lui ardevano nuovamente come carboni. Gwen ebbe un tremito: quello sguardo magnetico l'aveva stregata sin dal primo momento. " Non è gentilezza, gioia! " sussurrò Sparrow, avvicinandosi a lei più di quanto avesse mai fatto " Tu mi hai salvato la vita " disse poi, a mo' di spiegazione. " Ero in debito con te, e l'ho estinto! " dichiarò Gwen con voce sicura. " Ho pagato per sentirti suonare, carina, non sei mai stata in debito! " La vicinanza con il capitano stava diventando insopportabile per Gwen, ma in un modo che non avrebbe mai pensato: lo desiderava. Era un pirata, uno sporco imbroglione, dedito al rum ed alle seduzioni più ignobili che potessero esistere; ma era anche l'uomo che, con la sua astuzia, l'aveva salvata da un destino orribile. " Sai cosa intendo! " replicò solamente. Era certa che lui avrebbe capito. " Ma ancora non capisco perché? " domandò poi, se lo chiedeva da molto. " Insomma, non ci conosciamo neppure, ed al nostro primo incontro ti ho fatto fare una pessima figura! Perché me? " Il capitano meditò per qualche istante, poi le sollevò il mento con dolcezza " Quando ho detto che sei dotata.. era una menzogna non menzognera, comprendi? E non mi riferisco solo alla musica " Gwen arrossì, mentre la pelle si incendiava, sotto il tocco di lui. " Ho capito subito che in te c'era ben più di... " Sparrow parve impacciato, non sapeva come continuare. Gesticolava con le mani, disegnando ovali inesistenti nell'aria " Credo di aver capito! " lo interruppe Gwen, imbarazzata. Il silenzio regnò per qualche istante, poi il capitano estrasse qualcosa dal suo giaccone " Per ricordarti del giorno in cui sei sfuggita alla morte insieme a Capitan Jack Sparrow.. " spiegò, porgendole una bisaccia " Credo che ti aiuterà a trovarti un posto migliore di questo.. Non che la tua presenza qui non mi sia gradita, ovviamente! " Gwen aprì la borsa e sgranò gli occhi, quando vide cosa conteneva " Ma questo è troppo! " esclamò, indicando l'oro e le pietre preziose. " Bazzecole! " minimizzò Sparrow " Sono certo che la tua lingua irriverente ti suggerirà come impiegarli.. " Prima che potesse finire la frase, la ragazza gli gettò le braccia al collo " Grazie... " gli sussurrò dolcemente all'orecchio, e presto Gwen sentì le braccia dell'uomo contro la sua schiena, mentre la cullava. Durò solo pochi istanti, ma a Gwen parve un' eternità. Il capitano sciolse l'abbraccio e le carezzò la guancia, passandole il pollice sulle labbra. " Addio, cara! " disse poi, voltandosi per uscire. " No! " intervenne lei, stringendogli il polso " Resta con me... " lo supplicò. Capitan Jack Sparrow pareva nuovamente in difficoltà, ed impallidì vistosamente " Lusingatissimo cara, ma vedi, la vita del pirata... " " Intendo stanotte! " precisò Gwen, alzando gli occhi al cielo " Rimani... " ripeté " Non sei fatta per questo mondo, carina... " replicò il capitano, nonostante il suo tono fosse molto meno convinto del solito; deglutì mentre lei si avvicinava " Credo di averti dimostrato di saper badare a me stessa... " puntualizzò Gwen, allungando una mano per sfiorargli il pizzetto " Potresti pentirtene, un giorno! " la mise in guardia Sparrow " Ho corso rischi peggiori... " assicurò lei " E non è mai accaduto nulla di irreparabile, se c'eri di mezzo tu! " Furono le ultime parole, prima che Sparrow facesse aderire le labbra sulle sue. Fu un bacio dolce, una lenta tortura. Jack era un pirata fino al midollo, anche mente baciava. Si insinuò nella bocca di lei, poi le strappò gemiti di piacere, rubando poco a poco tutta la sua innocenza, proprio come il più avido dei bucanieri si appropria del contenuto di un grosso, prezioso forziere. Quando il capitano interruppe il contatto, Gwen lo strinse a se', bramando le sensazioni indescrivibili che si erano scatenate dentro di lei. Jack la sollevò, per poi adagiarla sul materasso della stanza e chinarsi a baciarle il collo. " Possiamo ancora fermarci... " le disse esitante, esaminando il suo viso arrossato per l'emozione. Gwen respirò a fondo, poi lo attirò a se' " È tardi, ormai... " rispose provocante. " zac " La lama scattò, ed il corsetto cedette, rivelando ciò che poco prima vi era celato. " Mi rimangio tutto! " commentò Sparrow, e si affrettò a togliersi i vestiti che, a quel punto, erano solo d' impiccio.

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Capitolo 18
*** CAP 18 ***


Gwen sognava. Ripercorreva con la mente ciò che era accaduto nelle ore precedenti. I baci di Jack avevano il sapore pungente del rum, ma non le dava fastidio: era semplicemente lui. Le sue mani si erano rivelate estremamente delicate ed abili, mentre esploravano il suo corpo nudo. Nuda.. Era stato così difficile per Gwen credere di potersi concedere ad un uomo; ma con Jack era diverso. Lui era gentile, sembrava leggere nella sua mente: sapeva cosa fare al momento giusto. Gwen ritornò all' attimo in cui il capitano l'aveva fatta sua. Lei aveva gridato ed aveva affondato le dita nelle spalle di lui. Sparrow si era immobilizzato per un istante, poi l'aveva guardata negli occhi, mentre iniziava a muoversi dolcemente dentro di lei. Gwen risentiva il piacere crescere e diffondersi nel profondo del suo cuore e della sua anima, mentre lei e Jack si fondevano l'uno nell'altra: uno scricciolo ed un passero che spiccavano il volo e si libravano insieme oltre i confini del mare. " Ah! " Gwen si svegliò all'improvviso e si mise a sedere. Il materasso al suo fianco era vuoto anche se, passando le dita sulla superficie, riusciva ancora a sentire il calore di Jack. " Non te ne sei andato da molto.. " disse sorridendo. " Forza, manigoldi: issate le vele! " Capitan Jack Sparrow osservava gli uomini che si preparavano a salpare. Il sole era sorto da poco e nel cielo si vedevano ancora le striature rosate dell'alba. " Hai passato una notte avventurosa.. " gli disse Joshamee Gibbs, avvicinandosi al timone. Jack sorrise " Certi piaceri non sono quantificabili, amico.. " rispose " Anche se non mi aspettavo che andasse in modo diverso da come è andata, dopotutto.. La ragazza ha talento, decisamente! " concluse poi, passandosi la lingua sulle labbra, come per evocare il ricordo di un bacio di lei. " Pronti a salpare, signore! " urlò qualcuno dal ponte. " Eccellente! " commentò il capitano, afferrando saldamente il timone. La Perla si mosse e prese a scivolare sulla cresta dell'onda, fuori dal porto. " Jack! " Una voce giunse dal molo vicino. " Mannaggia! " esclamò Sparrow " Pare ci siano complicazioni, amico.. " disse al suo primo ufficiale, poi si voltò verso la banchina. Gwen agitò la mano davanti a se', mentre la brezza mattutina le scompigliava i capelli. Capitan Jack Sparrow sembrava perfettamente a proprio agio, al comando della sua nave. " Grazie di tutto! " gli gridò; poi prese il mandolino che aveva portato con se' ed iniziò a suonare un motivo incalzante. " Questa è bella! " commentò Joshamee Gibbs, sorpreso " Solitamente iniziano ad imprecare e giurano di vendicarsi! " Jack, al suo fianco, ghignò soddisfatto " Lei è in gamba, compare.. " Il capitano si portò la mano al cappello e fece un piccolo inchino, in segno di rispetto. " Abbi cura di te, gioia.. " sussurrò, come se lei potesse sentirlo. Non gli capitava spesso di separarsi da una donna, salutandola come se fosse un pirata suo pari. Eppure, Jack lo sapeva, erano proprio quelle situazioni inaspettate a rendere irresistibile la vita dei pirati. Così, accompagnato da una musica che esprimeva passione e gratitudine, Capitan Jack Sparrow si avviò verso nuove avventure. La bussola indicava una direzione sicura, questa volta, mentre l'immagine di una precisa chiave si formava nella mente eccitata del capitano.

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Capitolo 19
*** EPILOGO ***


" La Compagnia delle Indie Orientali è stata sconfitta! " Gwen alzò gli occhi dal manoscritto, spostando l'attenzione sull'uomo ben vestito che era entrato strepitando dalla porta. " Come può essere, signore? " domandò la giovane L'uomo si asciugò la fronte con un fazzoletto ricamato " Pare che i Pirati dei Caraibi abbiano unito le forze in una battaglia memorabile.. farabutti! " Gwen si alzò lesta e porse una sedia all'uomo che, esausto, accettò di buon grado l'offerta. " La notizia è appena arrivata da Port Royale.. pare che la leggendaria Perla Nera abbia ingaggiato uno scontro all'ultimo sangue con l'ultima nave della Compagnia rimasta.. il Lord Comandante Cutler Beckett è affondato insieme ad essa. " Il signor Price, il piccolo editore presso il quale lavorava Gwen, era visibilmente sconvolto dalla notizia " C'è chi dice di aver visto persino l' Olandese Volante, che razza di sciocchezze! " La ragazza non disse nulla, ma dentro al suo cuore sapeva che, con buone probabilità, c'era molta più verità di quanto fosse lecito pensare, in quelle storie.. " E che ne è stato della Perla? " domandò poi, inquieta " Non sembrerebbe troppo malridotta, da ciò che ho sentito.. Probabilmente quei mascalzoni sono diretti a Tortuga! " Tortuga. Il cuore di Gwen accelerò. Erano passati quasi due anni da quando lei, suo padre e Dayenne, la donna dalla pelle di luna, avevano lasciato l'isola dove tutto era iniziato, per trasferirsi nella seconda città più importante della Giamaica. Molte storie avevano iniziato a diffondersi sulla vicenda della povera ragazza che era venuta in possesso di un' enorme fortuna. Nessuna di esse, tuttavia, era lontanamente vicina alla realtà. " Mi congedo, con il vostro permesso " disse Gwen al proprio datore di lavoro. Cercava di mostrarsi tranquilla, ma dentro fremeva; aveva bisogno di sapere! " Cercherò di trovare qualche particolare interessante su questa storia, prima che lo faccia la concorrenza! " dichiarò poi, sorridendo maliziosamente " Nel frattempo.. vi chiedo di dare un'occhiata a questo, se ne avete l'occasione " " Ah! È pronto, dunque? " Gli occhi del signor Price brillavano, mentre sfogliava il manoscritto. Il titolo era scritto in un' elegante grafia: " A Song of Wren and Sparrow " " Lo affido al vostro giudizio, signore! " disse Gwen sorridendo " Sono certo che sarà un grande successo! " assicurò l'editore. Arrivata in prossimità della spiaggia, Gwen sospirò e si tolse le scarpe. Sentire la sabbia sotto ai piedi la calmava, la faceva sentire al sicuro. Guardò la piccola figura che giocava a schivare le onde sul bagnasciuga e sorrise. La bimba aveva da poco imparato a camminare. Aveva la pelle olivastra, capelli scuri e arruffati e occhi neri e vivaci. " Si sta divertendo.. " disse Dayenne, comparendo al suo fianco tenendo a braccetto il vecchio padre di Gwen " È fin troppo attratta dal mare! " commentò l'ex marinaio, con una nota di preoccupazione nella voce " Tutta suo padre.. " bisbigliò la donna dalla pelle di luna all'orecchio di Gwen. La ragazza sospirò "Ti devo parlare, dopo.. " disse all' amica " Ci vediamo a casa " concordò Dayenne, poi si allontanò con il vecchio. " Ehi, Sherry! " La bimba si voltò immediatamente, sentendo la voce della madre " Mamma! Sei tonata! " esclamò, poi corse verso di lei, spalancando le braccine paffutelle. Gwen prese al volo sua figlia e la sollevò sopra la testa; la piccola rise. Profumava di mare, pensò Gwen, mentre la stringeva forte al cuore. Lo stesso mare che aveva unito lei ed il padre della piccola Sharon, così l'aveva chiamata. Jack.. Chissà dov'era! Poche settimane dopo quella notte d'amore (l'ultima che aveva passato nel bordello), Gwen aveva lasciato Tortuga. Grazie al piccolo tesoro donatole da Sparrow, infatti, Gwen era riuscita a comprare un passaggio per la Giamaica insieme alla sua piccola famiglia. Suo padre non sarebbe resistito ad un'altra malattia e Gwen aveva deciso che era giunto il momento di trovarsi una vita migliore. Dopo aver visto la Perla Nera salpare insieme al suo Capitano, Gwen era ritornata al bordello, dove aveva saldato i propri debiti (con grande stupore della megera!) ed aveva giurato a se stessa che non ci sarebbe mai più tornata. Memore della promessa fatta, aveva invitato la donna dalla pelle di luna a venire a vivere con lei e suo padre, e Dayenne aveva accettato di buon grado. La presenza dell'amica si era rivelata molto utile durante il viaggio in mare, nel corso del quale Gwen aveva inspiegabilmente iniziato a soffrire di nausea. Una volta scesi a terra, le supposizioni della donna si erano rivelate veritiere ed il ventre di Gwen aveva iniziato a crescere. Non aveva mai pensato di diventare madre, non così presto almeno. Eppure, Gwen aveva amato sua figlia fin dal primo istante in cui aveva scoperto di portarla in grembo! Dopotutto.. Sharon era figlia di Jack Sparrow: l'unico uomo a cui Gwen si era concessa, l'unico in grado di farle desiderare di più. La bimba era un dono; il ricordo più caro che il Capitano le aveva lasciato della loro avventura insieme. Aveva scritto, Gwen, di ciò che era successo nel Mar dei Caraibi. Le sue storie, l'incontro con Zaratan, erano giunte fino all'orecchio del signor Price, che da poco aveva perso il suo collaboratore. L'editore aveva voluto conoscere personalmente la ragazza ed aveva riconosciuto il suo talento. Così, indirettamente, Jack le aveva regalato anche un lavoro: un impiego rispettabile e ben retribuito, che le avrebbe permesso di assistere suo padre e crescere al meglio Sharon. Dayenne, pur vivendo con loro e badando alla bimba quando Gwen era al lavoro, non aveva rinunciato a lavorare ed era riuscita a trovare un buon numero di clienti che pagassero ogni notte per avere la sua compagnia. " Mamma, ho fame! " Gwen baciò la sua bambina in fronte " Andiamo a vedere cosa ha preparato di buono zia Dayenne! " Mise a terra la piccola e la prese per mano, dirigendosi con lei verso la bella casetta a due piani che Gwen aveva comprato insieme alla donna dalla pelle di luna. " Ho sentito della Perla.. " iniziò Dayenne, mentre finivano di lavare i piatti. Il vecchio Abraham russava sulla sua poltrona e la piccola Sharon dormiva nel suo lettino. " Gwen? " La ragazza pareva assente. Quando Dayenne si voltò, vide che l'amica tratteneva a stento i lucciconi. " L'era dei Pirati è al tramonto.. " commentò Gwen. La donna dalla pelle di luna la abbracciò " Avanti! Lui è Capitan Jack Sparrow! Ha vinto la battaglia contro la Compagnia delle Indie! " Gwen la strinse forte, poi sciolse l'abbraccio. " Lo so.. " disse " Ma temo che un giorno arriverà qualcuno troppo forte anche per lui! " " Tu lo ami " notò Dayenne " " Credevo fossi solo attratta da lui, come tutte " " Anche io credevo di essere solamente infatuata.. " rispose Gwen, sorridendo tra le lacrime " È il padre di mia figlia. Forse sarei dovuta restare sulla Perla Nera.. " " Perché non l'hai fatto? " domandò la donna dalla pelle di luna. Gwen sospirò " Non volevo essere etichettata come piratessa.. e mio padre ha bisogno di me " rispose indicando il vecchio con un cenno del capo. " Ma la verità è che avevo paura.. " ammise infine " Jack è uno spirito libero ed ama il mare più di ogni altra cosa. Io sono solo una tappa del suo viaggio eterno, come immagino lo siano state molte, ed altre lo saranno un giorno... " Dayenne si sistemò una ciocca ribelle dietro l'orecchio " Sai, ogni volta che Jack Sparrow fa porto a Tortuga, il giorno seguente c'è sempre almeno una donna con il cuore spezzato che giura di volerlo morto " Gwen aggrottò la fronte, confusa. " Ma tu no.. " continuò la donna dalla pelle di luna " So che è un pirata " rispose Gwen " L'ho sempre saputo. Non pretendo di privarlo della sua libertà! " Dayenne sorrise " È per questo che lui ti ha voluta! Tu lo desideravi, senza aspettarti che rinunciasse a se stesso per te. Lui lo sa, credimi. Sa che sei una ragazza in gamba! Me lo ha detto lui stesso, prima che tu arrivassi, quella sera.. " Gwen si morse il labbro " Lui non voleva baciarmi, all'inizio.. diceva che avrei potuto pentirmene " " E te ne penti? " chiese la donna dalla pelle di luna. Gwen la guardò dritta negli occhi " Assolutamente no! " rispose convinta " Vorrei solo vederlo, sapere che sta bene.. magari presentargli sua figlia " Dayenne intrecciò le braccia sul petto " A proposito.. dirai mai a Sharon chi è suo padre? " Gwen chiuse gli occhi per qualche istante " Non ho ancora preso una decisione in merito.. " La donna dalla pelle di luna scattò " Beh, pensaci! Io devo andare a lavorare.. ci vediamo domattina! " disse, poi schioccò un bacio sulla guancia dell'amica ed uscì. Gwen ripose le stoviglie pulite, si tolse il grembiule e si rannicchiò nel lettino vicino a Sharon. La bimba respirava dolcemente e Gwen passò le dita tra i suoi capelli arruffati, spostandoli dagli occhi dalle lunghe ciglia. Sharon aveva diritto di sapere il nome di suo padre. Tuttavia, Gwen avrebbe aspettato fin quando sua figlia non sarebbe stata abbastanza grande da capire. Voleva che la piccola conoscesse Jack Sparrow come il pirata gentiluomo e stravagante che aveva aiutato sua madre; non come il capitano della Perla Nera perennemente ricercato dalla Marina Inglese. Gwen voleva che Sharon capisse chi erano davvero i Pirati dei Caraibi, che sapesse che a volte sono i " criminali " a fare la cosa più giusta. Gwen voleva essere certa che sua figlia sapesse di essere il frutto di una notte d'amore e passione; non la figlia bastarda nata da un rapporto occasionale tra una prostituta ed il suo cliente. Per questo le avrebbe rivelato l'identità del padre solo quando sarebbe stata pronta. Fino ad allora, le avrebbe raccontato la storia di uno scricciolo impaurito che era stato catturato da un uomo cattivo. Le avrebbe detto che lo scricciolo era riuscito a scappare, ma che una grande balena gli impediva di tornare al suo nido. Allora era arrivato un passero, che aveva distratto la balena ed insieme allo scricciolo erano riusciti ad allontanarsi e tornare al nido. Il passero era poi volato via, perché gli uccellini hanno le ali per volare liberi; mentre lo scricciolo era rimasto nel nido, insieme al pulcino che era uscito dall'uovo che aveva deposto. Forse Sharon avrebbe chiesto perché il passero non era tornato. Gwen decise che le avrebbe spiegato che era la natura dei passeri, ma che era sicura che un giorno il passero e lo scricciolo si sarebbero rincontrati. Fino a quel giorno, lo scricciolo avrebbe pensato con amore al suo compagno.

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Capitolo 20
*** Ringraziamenti e spiegazioni ***


Ciao a tutti! Siamo finalmente (o purtroppo) giunti alla fine della nostra storia. Ringrazio le persone meravigliose che hanno letto, seguìto e recensito questa fiction alla quale sono molto legata. Come ho già scritto in risposta alle recensioni, Jack appare relativamente poco nella storia, pur essendo il mio amore ed il motivo che mi ha spinto a scrivere su questo fandom, perché è un personaggio complesso e non volevo rischiare di snaturarlo. So che qualcuno penserà che la storia è corta, o si aspettava un finale diverso, magari con Gwen felice sulla Perla. Beh, per come percepisco il personaggio di Jack, so che si sarebbe "stancato " a lungo andare.. si sarebbe sentito imprigionato. Anche Gwen forse non avrebbe retto l' eccentricità di lui.. per questo ho deciso di tenerli separati, ma uniti da un legame profondo (e da una figlia!) Infondo Capitan Jack Sparrow è l'avventura che tutti vorremmo: eccitante ed imprevedibile. Lui non "appartiene" a nessuno, ma può toccare (e stravolgere!) la vita di molti. Grazie mille a tutti quindi! E, mi raccomando, ditemi cosa ne pensate! Grety

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