How I Fell In Love With You

di Tmntsuperfun12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Natale con te ***
Capitolo 2: *** Relazione ***
Capitolo 3: *** We're closer ***
Capitolo 4: *** Jigen si è offeso? ***
Capitolo 5: *** you're drunk ***
Capitolo 6: *** per favore ***



Capitolo 1
*** Natale con te ***


Jigen sospirò e prese un'altro sorso di scotch dal bicchiere circolare, la città era quasi silenziosa dalla terrazza sull'ultimo piano dell'appartamento. Guardò il liquido nel bicchiere come lo mescolò con movimenti circolari sbattendo il ghiaccio da un lato all'altro. Era passata almeno mezz'ora da quando si era appoggiato al bordo di quella terrazza sporgendosi versi le luci della città con in mano quel bicchiere ora mezzo vuoto, aspettava come un fedele cane da guardia i suoi amici per non passare tutta la serara da solo. Ridacchiò silenziosamente, aveva passato tutta la sua vita come un lupo solitario e adesso aspettava con ansia la compagnia di quei mezzi pazzi dei suoi compagni d'avventura. Vuotò il bicchiere ed allungò il braccio verso il vuoto guardando ancora una volta le luci della metropoli attraverso le linee imprecise del ghiaccio, le dita lasciarono cadere il contenitore e Jigen tenne lo sguardo fisso sui grattaceli luminosi come il suono del vetro in pezzi lo fece sospirare di nuovo, un suono vuoto come lui.
" Ti piace sprecare bicchieri, Jigen? " Ecco la voce della ragione, si sentì sollevato sentendo la voce di Goemon, anche solo per una ramanzina.
" Mi sarà scivolato, succede quando si è soli la sera di Natale " No, non succedeva, ma non sapeva cos'altro dire.
" Non pensavo che fossi un uomo religioso " Rispose Goemon sedendosi sul il divano,
" Ma soprattutto non credevo che sentissi la nostra mancanza così tanto " Concluse con un sorriso, Jigen sbuffò e rientrò nella stanza chiudendosi le vetrate alle spalle,
" Lupin? " Chiese come si ficcò le mani nelle tasche,
" Lui e Fujiko hanno deciso di passare la serata insieme " Disse lui con un sospiro. Jigen tirò un calcio al tavolino facendo rovesciare la bottiglia dello scotch,
" Dannazione! Proprio stasera si è decisa a dargliela quella strega! " Brontolò prendendo il pacchetto di sigarette nella tasca della giacca ed aprendolo con il solo gesto della mano,
" So che la mia compagnia non e tanto gradevole quanto quella di Lupin, ma non ti sebra di esagerare? Sai che quella donna ha un brutto effetto su di lui. " Disse Goemon, leggermente irritato,
" Si si, lo so! Ho solo pensato che... " Una pausa catturò il silenzio nella stanza ed il buio sorprese i due. La fiammella dell'accendino di Jigen gli illuminò il volto serio come la sigaretta cominciò a rilasciare fumo dalla piccola brace all'estremità, l'accendino si spense e Jigen lo buttò da qualche parte come si sedetta sulla poltrona vicino al divano. Il blackout sembrava esserci solo in quel condominio siccome le luci della città illuminavano la siluette di Jigen dalle vetrate della terrazza,
" Tu non hai dove andare stasera? " Chiese lentamente,
" Sono già dove devo essere " Rispose Goemon appoggiando Zantetsuken sul tavolino. Jigen prese con due dita la sigaretta espirando una nuvola di fumo e la guardò sparire nell'aria, rimasero in silenzio per diversi minuti osservando l'oscurità della notte. Fu Jigen che interruppe il silenzio,
" Ti va di bere? " La sua voce era ormai calma, profonda, infondeva quasi calore in Goemon,
" Non è una cattiva idea " sussurrò con un sorriso. Jigen si sporse e prese due bichieri da sopra il tavolino, versò lo scotch in entrambi e ci ficcò un grosso pezzo di ghiaccio ciascuno,
" È bello festeggiare il Natale nei paesi caldi, non devo neanche sopportare del freddo inutile! " Consratò porgendo un bicchiere all'amico, il quale lo prese sfiorandogli le dita per non far cadere il vetro,
" Allora buon Natale " Sussurrò Goemon,
" Un buon Natale davvero " Rispose Jigen facendo tintinnare i due bicchieri che emisero un leggero cinguettìo. Jigen bevve il contenuto del bicchiere in meno di un minuto, da bevitore professionista, Goemon tentò di imitarlo ma a fine bicchiere aveva già le idee offuscate,
" Hic " Jigen lo guardò con mezzo sorriso,
" Sei stato tu? " Un altro singhiozzo da parte dell'amico fece tramutate il sorrisetto in una risata sguaiata,
" Hah! Non ci credo! Il Grande Samurai purosangue Maestro della spada non riesce a digerire un goccetto! " Quasi urlò tra le risate,
" Ma sta un po' zitto " Borbottò lui un po' rosso in viso,
" Ecco, bevi qua! " Disse Jigen con un sorriso sornione versando dell'altro scotch nel bicchiere dell'amico, il quale bevve più lentamente l'alcolico. Pochi secondi dopo e la stanza s'illuminò della luce proveniente dalla lampadina,
" Nnhf! " Si lamentò Goemon, sorpreso dall'improvviso lampo e si coprì il viso con le maniche del kimono. Jigen approfittò della luce e si alzò dirigendosi in cucina, poco dopo tornò con una decina di bottiglie miracolosamente tra le braccia, poggiò il carico sul tavolino e spense la luce con l'interruttore sulla parete,
" Meglio così? " Chiese sedendosi accanto a Goemon, il quale annuì togliendosi le braccia dal viso, Jigen gli prese dalle mani il bicchiere e versò il liquido di una bottiglia a caso dentro,
" Ecco, vediamo, questo dev'essere... " Annusò il liquido e sorrise,
" Jin, ne sono sicuro! " Annunciò porgendogli il bicchiere,
" Avanti, bevi " Lo invitò avvicinandoglielo alle labbra come Goemon esitò, poi lo prese con ambo le mani e serrò gli occhi come un bambino,
" Aspetta, aspetta! " Lo chiamò Jigen,
" Così non puoi neanche gustartelo! " Disse con una mezza risatina prendendogli il bicchiere dalle mani con gentilezza,
" Guarda... " Chiese con voce ferma circonandogli le spalle con un braccio e avvicinando lentamente il bicchiere alle sue labbra,
" Non devi solo svuotare il bicchiere, tienilo in bocca per un po', fallo scivolare lentamente nella gola " Sussurò poggiando il bicchiere sulle labbra marmoree e facendo scivolare il liquido nella sua bocca lentamente. Goemon bevve lentamente l'alcolico, sentì un calore scoppiargli da dentro e gli sembrò di avvampare, mugolò appena e Jigen abbassò il bicchiere con un sorriso compiaciuto,
" Così, bravo! Buono? " Chiese ritirando il braccio che gli cingeva le spalle. Goemon era piacevolmente confuso e non del tutto sobrio, gli sorrise e cominciò a tastare gli oggetti sul tavolino, " Ora è il mio turno " Disse trovando felicemente un barattolo di ciliegie al maraschino lasciando Jigen curioso, trovò una bottiglietta di sake, ne versò un centimetro di bicchiere in un'apposita ciotolina e costrinse l'amico a distendere la testa sulle sue ginocchia,
" Tenilo in bocca " Gli ordinò mentre versava il liquido tra le sue labbra, Jigen fece come ordinato cercando con lo sguardo il suo viso attraverso l'oscurità, Goemon prese la ciliegia per il gambo e la lasciò scivolare nella bocca dell'amico. Il sapore forte del sake gli punse la lingua come essa faceva muovere il piccolo frutto zuccherato nel liquido, Jigen chiuse gli occhi come una mano dell'amico prese ad accarezzargli i capelli e si rillassò tanto che gli andò di traverso il sake e si alzò di colpo tossendo,
" Credo di aver ingoiato la ciliegia " Ammise poi con voce strozzata, Goemon rise divertito e Jigen si tolse la giacca con un sorriso. +

Jigen fu il primo a svegliarsi, la sua prima sensazione fu la nausea - affievolita dalla freschezza della casa -, aprì gli occhi a fatica e vide in modo sfocato una macchia scura, apprese che il suo corpo era riscaldato da qualcosa, mise a fuoco e riconobbe con sgomento Goemon, abbracciato a lui con la testa sul suo petto nudo poiché la sua camicia era sbottonata - e qualche bottone era anche saltato -. Jigen si guardò intorno e riconobbe che l'appartamento era un vero disastro, un prato di bottiglie era sparso per tutto il salotto e guardando verso la cucina notò che il frigo era aperto e completamente vuoto, le vetrate che davano sulla terrazza erabo spalancate e le tende di fine tessuto svolacchiavano tra lievi brezze pomeridiane, appunto guardò l'orologio che teneva al polso e notò che erano le due passate. Mosse le mani delicatamente notando che esse stringevano il petto nudo di Goemon, il quale - per risposta - mosse inconsciamente un ginocchio tra le sue gambe, Jigen ebbe un sussulto,
" Dannazione! Un'erezone mattutina proprio adesso! " Borbottò,
" Devo essere stato proprio ubriaco ieri sera " Pensò ad alta voce come riuscì a liberarsi - con non poca difficoltà - dalla sua presa.
Appena fu in bagno Jigen entrò direttamente nella doccia ed aprì l'acqua fredda, ansimò profondamente nonappena essa raggiunse il suo corpo, quasi doloroso ma efficace. Uscì in fretta dalla doccia e si tolse i vestiti fradici, raccolse un asciugamano dallo scaffale e si asciugò parzialmente il corpo ed i capelli, s'infilò un paio di pantaloni e raggiunse Goemon.

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Capitolo 2
*** Relazione ***


Goemon era composto sul divano, schiena dritta ed occhi chiusi. Sul suo viso ardevano pensieri che rendevano la sua espressione ancora più severa del solito ma i suoi lineamenti erano dolci e le sue guance leggermente rosate. Il suo respiro, profondo e regolare, ebbe un frivolo sobbalzo.
“ Vorrei che nessuno venisse a conoscenza del fatto che io abbia condiviso il giaciglio con te ieri notte ” Parole fredde, calcolate, ripetute mille e mille volte nella testa per non sbagliarle,
“ Cosa ti fa pensare che abbiamo dormito insieme? ” Chiese con strafottenza Jigen, appoggiato allo stipite della porta con la barba gocciolante,
“ Ho addosso il tuo odore ” Rispose lui amaramente mentre stringeva la sua Zantetsuken possessivamente tra le mani, forse quello non era il momento per essere strafottenti.
Jigen si passò una mano tra i capelli bagnati e sospirò,
“ Aahh… Vuoi mangiare qualcosa? ”
“ Preferirei no, grazie. ” Ancora quel tono freddo, ruvido, sarebbe stato convincente se il suo stomaco non avesse obbiettato rumorosamente,
“ M'inventerò qualcosa! ” Rise lui tornando in cucina lasciando l'amico rosso d'imbarazzo sul divano a guardare dritto di fronte a se come un bambino.
Quando Jigen tornò in salotto trovò tutte le bottiglie che prima erano sparse come fiori in un prato in un angolo vicino al cestino, il suo accendino sul tavolo e le vetrate chiuse. Goemon era seduto esattamente dov'era prima, come se non avesse mosso un dito, e meditava su chissà quale concetto astratto.
“ Non sono riuscito a fare altro, cerca di accontentarti ” Brontolò porgendogli una ciotola di riso ricolmo di cipolle rosolate,
“ Grazie ” Sussurrò l'altro prendendo fra le mani la ciotola con le due bacchette in cima. Jigen si sedette sul tavolino di fronte a lui e lo osservò mangiare il primo boccone di riso per poi cominciare a sua volta a consumare il suo pasto.
“ Ricordi cos'è successo? ” Chiese Goemon appoggiando la ciotola vuota sul tavolino,
“ Ieri sera ” Puntualizzò con voce tranquilla, probabilmente era scontroso solo perché aveva fame,
“ Nessuno dei due se lo può ricordare dopo tutte quelle bottiglie che ci siamo scolati ” Disse Jigen con un pizzico di soddisfazione,
“ Io so trattenermi dal bere ” Brontolò Goemon con indignazione,
“ Ed è per questo che ricordi perfettamente ciò che è successo ieri sera ” Disse ironicamente l'altro. La Zantetsuken uscì velocemente dal fodero ed in pochi gesti il Samurai ridusse i pantaloni di Jigen a brandelli, i quali caddero a terra.
“ Molto maturo, Goemon, molto maturo ” Brontolò mentre si dirigeva alla ricerca di un altro paio di pantaloni mentre l'amico non si tratteneva dal ridere alla sua battuta,
“ Ah, è così? ” Sussurrò con un sorrisetto sadico,
“ Allora prendi questo! ” Esclamò infine raccogliendo la sua Magum - dai boxer? - e sparando a raffica verso lo spadaccino il cui kimono ed akana furono bucate dai proiettili senza ferire il proprietario. Quando ebbe finito i colpi Jigen gli saltò giocosamente addosso strappando i vestiti dell'amico il quale - immerso nelle risate - tentava di allontanarlo invano,
“ Non sei l'unico capace di vendicarsi! ” Rise il pistolero schiacciando con le punte delle dita i fianchi del giovane, il quale cominciò ad urlare dalle risate,
“ No! No! Il solletico non vale!!! ” Gridò tentando il contrattacco con leggeri pizzicotti sulle braccia,
“ Ti arrendi? ” Chiese Jigen con sfida,
“ Mai! ” Urlò Goemon ansante dalle risate ma risoluto, l'amico, per tutta risposta, gli bloccò le braccia lungo il corpo con le gambe e gli tenne il viso con entrambe le mani. In un primo momento Goemon stette lì immobile, leggermente arrossato in viso, non capendo le sue intenzioni, ma quando si chinò su di lui e sentì la sua lingua nel proprio orecchio cercò in tutti i modi di scrollarselo di dosso.
“ Mi arrendo! Mi arrendo! ” Urlò tutto di un fiato dopo quelli che furono un paio di minuti di incessante tortura. Jigen si sedette ridacchiando ancora e calmando il respiro, Goemon continuò ad ansimare con un gran sorriso in volto,
“ Mi hai leccato l'orecchio ” Sussurrò ancora ansante,
“ Non solo ” Ridacchiò l'altro accendendosi una sigaretta ripescata da un pacchetto sotto il tavolino,
“ Erano anni che non mi divertivo così ” Ammise con la sigaretta accesa in bocca,
“ Di solito gli amici fanno queste cose? ” Chiese Goemon chiudendo gli occhi,
“ Bah, ogni divertimento e relazione è diverso da qualsiasi altro, come tutti siamo diversi gli uni dagli altri anche solo per un dettaglio ogni relazione è diversa da un'altra anche solo per un dettaglio. ” Rispose Jigen guardando fuori dalla finestra.
“ Jigen ”
“ Mmh? ”
“ Ti rendi conto di aver distrutto gli unici vestiti che tenevo con me? ”
“ … Ops. ”.

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Capitolo 3
*** We're closer ***


“ Tu non sai proprio cosa significa pennichella, vero? ” Disse Jigen disteso sul divano, il cappello sugli occhi. Goemon si bloccò di colpo, colto sul fatto di fronte alla porta di uscita.
“ Non riesco a capire l'utilità di tutto questo sonno ” Brontolò il Samurai aprendosi il bottone più alto della camicia che il tiratore gli aveva così gentilmente prestato assieme a braghe scure e scarpe vecchio stile.
“ La pennichella è la pennichella, non serve sapere altro. La siesta è sacra in questo paese. ” Spiegò con tono pacato,
“ Come fai ad essere ancora stanco dopo tutte le ore che hai dormito?!? ” Chiese ancora il giovane con sgarbo,
“ Heh, so addormentarmi a comando ” Scherzò Jigen alzandosi il cappello con il pollice ed osservando la figura di Goemon. Il giovane lo guardò di sbieco e gli si avvicinò lentamente, allungò una mano e percorse con l'indice la forma della barba e sfiorò le labbra e con un gesto rapido gli rubò il suo prezioso cappello.
“ Non giocare col fuoco, Goemon ” Quasi ringhiò Jigen, squadrandolo ad occhi socchiusi,
“ Avanti alzati, andiamo da Lupin ” Disse con il cappello nero in una mano,
“ Non intendo alzarmi ” Goemon sbuffò e gli scompigliò velocemente la frangia,
“ Da quando ti permetti certe libertà? ”
“ Da quando hai ridotto il mio kimono a brandelli ” Sussurrò freddamente,
“ Capito ” Ridacchiò il tiratore alzandosi, si stiracchiò e si ficcò le mani nelle tasche,
“ Dove vogliamo andare? ” Chiese a pochi passi da lui,
“ Sai dov'è Lupin? ” Chiese il Samurai toccando distrattamente il cappello con veloci carezze,
“ Non ne ho la più pallida idea ” Rispose l'amico fissando il cappello e ficcandosi le mani nelle tasche dei pantaloni,
“ Non credo che troverò degli abiti adatti qui, perciò dove vuoi fuori da questo appartamento ” Disse il giovane porgendogli il cappello dopo avergli dato un leggera spolverata.
Jigen trascinò Goemon per ogni angolo della città e per ore vagarono attraverso la metropoli fino a giungere al parco cittadino dove il Samurai trovò sollievo su una delle panchine di legno scuro,
“ Già stanco? ” Rise il tiratore,
“ Sono le tue insulse scarpe ” Ansimò il giovane. Il silenzio quasi completo abbracciava il modesto parco, l'aria era piacevolmente fresca e permetteva ai due di respirare profondamente. Jigen gli si sedette accanto con le mani nelle tasche ed un mozzicone di sigaretta tra le labbra,
“ Vuoi che ti porti in braccio? ” chiese con tono basso,
“ Non essere sciocco ”
Jigen gli si sedette accanto con le mani nelle tasche ed una mezza sigaretta tra le labbra. Goemon era visibilmente stanco, il viso era rosso di fatica ed imbarazzo, i suoi capelli erano sciolti dietro le spalle e leggermente spettinati ma ugualmente lisci e morbidi.
“ Andiamo ” Ordinò qualche minuto dopo buttando il mozzicone a terra e schiacciandolo con il tacco della scarpa,
“ Dove? ” Chiese il Samurai nascondendo la sua stanchezza,
“ Non credo che potremmo andare da qualche altra parte se non riesci a… ” La sua voce sfumò zittendosi fissando l'orizzonte con stupore
“ Cosa? ” Chiese con un sospiro il giovane,
“ Jigen? ” Lo chiamò girandosi verso il fulcro della sua attenzione.
Il cielo era trafitto dai raggi morenti del sole rosso fuoco, la sera lo seguiva come una coperta che presto l'avrebbe soffocato, gli occhi di entrambi osservavano con innocente stupore quello spettacolo che ogni giorno gli si presentava prima del cielo notturno dall'alba dei tempi. Jigen fece lentamente il giro della panchina e si sedette sul bordo dello schienale grigio ferro, tutto era così poetico, romantico e spassionato, ma l'unica cosa che girava come un film nella loro testa era la bellezza di quel tramonto e la comparsa di luminose stelle argentate che piano facevano sparire la loro timidezza come l'oscurità del blu ed il nero presero posto del drammatico viola e del rosso passionale e luminoso.
Il tramonto aveva riportato il buon umore in entrambi e adesso camminavano lentamente per le vie illuminate parzialmente dai lampioni a candela, Jigen sorrideva e sospirava ricordi delle loro avventure più ridicole mentre Goemon ridacchiava il più silenziosamente possibile alle piccole battutine dell'amico ed interveniva sottovoce e con calma invidiabile sotto la tortura delle scarpe a punta. Jigen lo prese in braccio con un ghigno divertito e lo trasportò per qualche metro tra le sue sue braccia mentre lui cercava di liberarsi dalla sua presa con il viso rosso di vergogna ed il fiato corto,
“ Jigen lasciami! ” Brontolò Goemon trattenendo un sorriso come scostò con delicatezza la barba dell'amico dal suo viso,
“ Sembri una ragazza ” Rise divertito come il giovane gli abbassò il frontino del cappello sugli occhi.
“ Mi chiedo perché non reagisci ” Borbottò con un ghigno il tiratore, gli occhi del Samurai ebbero un guizzo,
“ Intendi così? ” In pochi istanti Jigen si trovò disteso sull'erba con un tonfo dolorante ed ‘un peso sullo stomaco’, gemette leggermente alla caduta e riaprì gli occhi brillanti di emozione nel vedere il giovane sopra di lui con aria di sfida,
“ Vuoi giocare, Goemon? ” Rantolò con un ghigno, il Samurai allargò il suo sorriso e quello fu il segnale d'inizio. Rotolarono sulla fresca erba del silenzioso parco, risero estasiati all'infantile gioco ed alla semplice ed innocua lotta sotto la luna. Jigen si ritrovò felicemente sopra l'amico e per l'ennesima volta rise nella vittoria ansimando, Goemon rideva nella sconfitta ma non c'era mai stato un valido motivo per ridere - e sorridere -.
“ È da anni che non mi divertivo così ” Ansimò ancora il tiratore distendendosi pesantemente accanto a lui,
“ Anzi, se devo dirla tutta non ho mai giocato così ” “ Per imparare l'arte del Judo ci facevano giocare in questo modo da piccoli, crescendo imparavamo le tecniche per il Randoli e la Lotta a Terra, ma mai mi sono divertito tanto ” Ammise infine Goemon chiudendo gli occhi. Entrambi stettero lì in silenzio per alcuni minuti rimirando le stelle, poi un vibrare sommesso ed un po' soffocato interruppe la piacevole atmosfera creatasi. Jigen tastò un po' goffamente le tasche della sua giacca e ne sfilò un telefonino a tasti nero pece e fissò per svariati istanti la schermo luminoso,
“ Non rispondi? ” Chiese Goemon aprendo un occhio, il tiratore chiuse la chiamata con un bippante tasto e continuò ad osservare lo schermo del semi nuovo Nokia,
“ No ” Brontolò poi ficcando il piccolo oggetto nella tasta della giacca.
Ora il silenzio tra i due si era fatto pesante, le stelle luminose non avevano più la loro attenzione e l'espressione burbera e seccata era di nuovo apparsa sul volto di Jigen.
“ Hai detto che non sai dov'è Lupin, vero Jigen? ” Il tono di accusatorio di Goemon fece trasparire il fatto che sapeva che gli stava nascondendo qualcosa, il tiratore si girò di lato ed appuntò il gomito sull'erba appoggiando la guancia incavata sul pugno chiuso,
“ Non ne ho la più pallida idea ” Ringhiò scandendo tutte le parole, Goemon lo fissò acidamente ma chiuse gli occhi e si impose la calma. Jigen lo stava ancora osservando da sotto il cappello, si sentiva quasi d'esser nudo sotto all'influenza di quegli occhi scuri,
“ Ti ricordi cos'è successo ieri sera? ” Chiese infine, il tiratore lo osservò ancora per alcuni secondi,
“ Si ” Borbottò senza aggiungere altro,
“ Intendi parlarmene? ” Chiese Goemon, leggermente irritato dal suo comportamento,
“ No ”
“ Perchè no? ” Chiese ancora più irritato,
“ Non saprei ” Rispose lui tornando a distendersi,
‘Come non saprei?!?’ Pensò Goemon con astio,
“ Perché  sei così... infantile ed incostante?!? ” Sbottò il Samurai alzandosi a sedere,
“ Cosa sarei io? ” Borbottò Jigen con un sorrisetto divertito,
“ Prima giochi come un bambino e adesso sei lamentoso come un… un… ”
“ Bambino? ”
“ Sta zitto! ”
“ Orca boia… ” Borbottò ancora più divertito, ora Goemon ansimava a denti stretti dalla rabbia, stringeva con forza i pugni chiusi e gli occhi socchiusi era ricolmi d'ira e di inutile tristezza,
“ Ora, raccontami cosa è successo ieri sera ” Ordinò alzandosi. Jigen lo osservò pensieroso e si mise lentamente seduto sui talloni, si sfilò la sigaretta dalle labbra - quando aveva cominciato a fumarla?- e soffiò lentamente il fumo grigiastro,
“ Bene allora ” Borbottò prima di muovere velocemente una gamba in avanti contro quelle di Goemon, facendolo finire finire a terra.
Poche volte Goemon si era reso conto della forza, dell'agilità e della velocità di Jigen, il quale stringeva saldamente i suoi polsi sopra la testa, nell'erba, e il suo corpo sopra il proprio gli impediva di muoversi,
“ Jigen, lasciami i polsi! ” Gemette Goemon, più per il senso di sconfitta che il fatto di essergli così schiacciato addosso, ma con suo stupore fece come stato detto. Jigen si tolse la cravatta con un gesto secco e si sbottonò velocemente i primi bottoni della camicia sotto gli occhi increduli dell'amico, si appoggiò a palmi aperti sull'erba e lo fissò dritto negli occhi,
“ Controlla tu stesso ” Lo invitò, Goemon spostò lo sguardo sulla pelle delle scapole e del collo,
“ Non vedo niente ”
“ Guarda meglio ” Sbottò Jigen piegando le braccia ed avvicinandosi ancora di più. Il giovane controllò con attenzione e, sotto la dorata luce del lampione, notò dei segni di tonalità più scura sulla pelle olivastra del tiratore, gli sfiorò con le dita le macchie scure,
“ Cosa sono questi? ”
“ Succhiotti e morsi, dovresti saperlo, dopotutto me li hai lasciati tu ” La risposta gli arrivò come una cannonata in pieno petto,
“ Perché?!? ” Tuonò,
“ E che ne so! ” Rispose Jigen tirandosi a sedere sull'erba accanto a lui,
“ Li ho trovati stamattina dopo la doccia ” Spiegò accendendosi una sigaretta, Goemon si era messo a sedere e si copriva il viso con una mano dalla vergogna dei ricordi che risbocciavano come rose alle luci dell'alba,
“ Ti ho lasciato anch'io qualcosa ” Sussurrò orgogliosamente sbuffando una nuvoletta di fumo,
“ Mi sembra all'altezza delle cosce ” Disse infine battendo il pollice sull'imboccatura della sigaretta facendo cadere la cenere sull'erba.
Goemon si mise a gambe incrociate, le mani in grembo ed i capelli leggermente spettinati lungo la schiena e le spalle,
“ Che cosa indecente e disonorevole ” Disse con voce strozzata dal rimorso,
“ Non pentirti ” Lo riprese Jigen alzandosi,
“ Dovresti pentirti anche tu, il comportamento di entrambi e stato indecente e sporco ” Sputò trattenendosi dall'urlare, intanto l'amico aveva preso dalle tasche dei pantaloni - ma quante cose tiene nelle tasche?!? - un nastro nero; con estrema cautela, attenzione e delicatezza, prese tra le mani i capelli del giovane, accarezzandoli e raccogliendo i ciuffi con le dita, li legò con il nastro in una coda di cavallo bassa.
“ Non mi pento di quello che ho fatto. E stato liberatorio per entrambi, non mi danno fastidio i succhiotti che mi hai fatto, credo che anche tu ti sia divertito a vedere la pelle cambiare colore ” Disse inginocchiandosi davanti a lui, gli prese garbatamente la mano dal viso e si alzò tirandoselo dietro,
“ Stai arrossendo? ” Chiese infine con la sigaretta nel sorriso mentre sfiorava con il dorso ruvido delle dita la pelle rossastra del viso setoso,
“ No ” Borbottò Goemon distogliendo lo sguardo, Jigen ridacchiò e fece retrofront.
Mentre percorrevano la strada verso l'appartamento non si rivolsero una parola, la quiete era troppo piacevole per entrambi e ristabiliva l'equilibrio tra loro.
Di fronte alla porta c'era uno scatolone con un biglietto allegato:
‘ Caro Sig. Daisuke Jigen, grazie di aver scelto la nostra compagnia di spedizione. ’ 
“ Cos'è? ” Chiese Goemon mentre l'amico apriva la porta con il pacco il bilico tra le braccia,
“ È un vero peccato che sia arrivato tanto presto, speravo di vederti di più conciato così ” Disse invece, ignorandolo,
“ Aprilo ” Ordinò infine buttando il pacchetto sul divano. Con grande gioia del Samurai si trovò tra le mani un paio di akana ed un kimono nuovi di zecca,
“ Pensavo che ci mettessero di più dato che gli ho ordinati telefonicamente dal Giappone ” Disse Jigen versandosi il rimanente Jin in un bicchiere,
“ Mettiteli, si vede a miglia di distanza che stai scomodo in quei vestiti ” Borbottò Jigen sorseggiando il liquido ocra. Goemon spense la sua enorme felicità e si sbottonò i primi bottoni della camicia, si alzò e si avvicinò al tiratore il quale aveva appoggiato il bicchiere sul tavolo e si era lentamente infilato le mani in tasca, la camicia addosso al giovane finì a terra assieme alla cintura dei pantaloni ai quali slacciò la zip, allungò un braccio e tolse con delicatezza il cappello al tiratore e lo lasciò sul ripiano al quale egli poggiava, Goemon si sporse e posò le labbra sul sua collo, la barba di Jigen poggiava sulla sua candida guancia e le sue mani strinsero i fianchi nudi e delicati come il giovane socchiudeva le labbra e lasciava la lingua inumidire la pelle mentre i denti mordicchiavano tutt'attorno, Goemon strinse le mani sulla giacca ai lati del torace come lentamente succhiava la pelle lasciando un segno scarlatto, Jigen chiuse gli occhi e lo lasciò fare imponandosi di togliergli le mani dai fianchi mentre l'eccitazione saliva lungo i lombi.
“ In segno di ringraziamento ” Borbottò discretamente rosso in viso, intanto Jigen si abbassò il cappello per nascondere la sua espressione di piacere. A quanto pare l'abito fa il monaco poiché, appena allacciato il kimono Goemon ritornò ad essere il cinico Samurai illibato, al sicuro sotto il suo guscio.
I suoni ottavati della città penetravano dalle vetrate aperte come quei battiti delle ali della falena che danzava nella fresca aria notturna, volteggiava attorno ai due mentre fuori cominciava a cadere la pioggia muschiosa dallo scrosciante battito che annegava la città lasciandone solo i colori sfocati dalle gocce penetranti, un tuono zittì il gocciolare continuo per pochi istanti come il cielo s' illuminò laggiù dove la metropoli luccicava debolmente e la luna era impossibile da vedere. Goemon sedeva a gambe incrociate sul divano, di fronte a lui riposava Zantetsuken. Jigen sedeva sul bracciolo accanto a lui con in mano quel bicchiere di Jin rivolto verso l'esterno il cui liquido era in equilibro tra il bicchiere ed il rovesciarsi, la schiena toccava la spalla dell'amico e l'altra mano toccava quel segno che Goemon gli aveva lasciato con una scia di leggero piacere che avvolgeva le loro auree.

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Capitolo 4
*** Jigen si è offeso? ***


 

Goemon aprì gli occhi, i primi raggi del sole brillavano dietro le lontane colline oltre la città, gli usignoli cantavano melodie acute e leggere come le loro delicate ali sbattevano l'aria poco alla volta, un respirare leggero attirò la sua attenzione e si rese conto di giacere accanto a Jigen, con un suo braccio sul fianco ed il suo viso immerso nei capelli.

" Buon giorno " Borbottò il tiratore portandoselo più stretto a se,

" Ieri sera, al telefono, era Lupin, vero? " La voce di Goemon non faceva trasparire emozione, sembrava essere una domanda come un'altra e la sua semplicità lo lasciò appeso al suo respiro,

" È una piccola vendetta perché ha preferito Fujiko a te oppure perché ti ha lasciato solo? " Chiese infine come la stretta attorno al fianco cominciò a chiudersi,

" Hai continuato con questo gioco solo per distogliere la tua attenzione da Lupin o anche questo fa parte della tua vendetta? " Lentamente Jigen si raddrizzò sopra di lui e Goemon si accorse che non portava il cappello, stregato dalla sorpresa lasciò che il tiratore gli prendesse delicatamente i polsi con entrambe le mani e li schiacciasse ai lati della sua testa, i loro occhi si studiavano con attenzione alla ricerca di una qualsiasi ombra di pensiero, il tiratore si sporse in avanti e le sue labbra toccarono l'angolo della bocca del giovane. Goemon sobbalzò dalla sorpresa, non era un bacio ma gli si avvicinava, s' impose di reagire ma, anche dopo tutti quegli anni di allenamenti ed esercizi, non trovò la forza per scrollarselo di dosso, forse perché sotto tutto quell'orgoglio e tradizione una fiamma gli impediva di non piacergli quella leggera sensazione di formicolio all'altezza dei lombi.

" Ti basta come risposta? " Disse infine allontanandosi dal suo viso, non aspettò la sua reazione e si alzò a sederere recuperando il cappello, guardò l'alba espandersi ed il sole levarsi in cielo, si accese una sigaretta e rimase ad osservare la veste degli astri cambiare colore mentre con una mano addolciva la tensione sul braccio del Samurai con un profondo massaggio. Goemon si mise a sedere di fiaco a lui, gli prese fermamente la mano e se la portò alle labbra baciandone il palmo, intrecciò le dita con le sue e stettero per diversi minuti in quella posizione fino a che il Nokia di Jigen non riprese a vibrare. Il tiratore estrasse il piccolo rompiscatole e fece per tirarlo fuori dalla finestra ma Goemon lo precedette e gli rubò il telefono di mano fissandolo seriamente,

" Pronto Lupin "

" Goemon! Ciao! Come va la vita? " Sqillò il ladro, Jigen distese la testa in grembo al giovane e prese la sua mano con la sinistra poggiandosele entrambe sullo stomaco, con la destra prese a giocare con i suoi lisci capelli ebano,

" Dimmi, quel tiratore da strapazzo è lì con te? " Chiese ancora Lupin,

" Oh, mentre Fujiko fa record di tradimenti e doppiogiochi a me non e permesso prendermi una vacanza? " Sbuffò Jigen schiacciandosi il cappello in viso,

" Guarda che ti ho sentito, in ogni caso, dove siete? " Jigen tornò a sedersi rubando il telefono di mano a Goemon,

" Siamo dove dovevi essere tu invece di seguire quella narcisista senza scrupoli, Idiota! " Sbottò riattaccando subito dopo. La mattina era ormai alta come un Nokia nero volò fuori da una finestra vibracchiando una suoneria ed incastrandosi tra i rami di un albero lì vicino.

" Non ci posso credere " Disse con calma Goemon cincendogli le spalle con le braccia,

" Jigen, ti sei offeso davvero? "

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Capitolo 5
*** you're drunk ***


L'appartamento era grande, spazioso e costoso. La mobilia era di un bianco splendente e le poltrone di pelle nera erano fin scomode da quanto erano pulite. Lupin si risistemò sul divano cercando d'interessarsi al libro che aveva sotto mano, Fujiko era sotto la doccia e chissà quale entità divina gli impediva di prendersi ciò che gli spettava di diritto dopo tutta la fatica che aveva fatto per conquistarla. Arsenio ringraziò il cielo quando sentì un bussare deciso alla porta, si alzò e diede una veloce spolverata ai vestiti prima di dirigersi all'uscio.

 

“ Goemon! Che sorpresa! ” Esclamò facendosi in parte per farlo entrare,

“ Jigen? ” Il Samurai si limitò ad entrare nell'appartamento senza una parola. Lupin si riscosse dalla sua sorpresa e lo suspinse verso la poltrona più vicina invitandolo a sedersi,

” Sono partito per New York ieri sera mentre Jigen dormiva. ” Disse chiudendo gli occhi, l'amico scosse la testa,

“ How rude… ” Sussurrò sedendosi sul divano lì di fronte, Goemon si sistemò sulla poltrona come se ci fosse uno spillo che lo stesse pungendo,

“ In ogni caso, perché sei qui? ” Chiese Lupin chinandosi a raccogliere una bottiglia di sake da sotto il tavolino in mezzo alla stanza,

“ Perché hai chiamato Jigen così insistentemente? ”

“ Touchè ” Rise il ladro versando in due piccole ciotoline il contenuto della bottiglia,

“ Vuoi? ” chiese porgendogliene una, il Samurai la rifiutò scuotendo il capo,

“ Allora… C'è qualcosa che vorresti

dirmi? ” Chiese Lupin seriamente.

Goemon cominciò a sentirsi come un bambino che aveva rotto il vaso dei biscotti nel tentativo di mangiarne uno,

“ Si, vorrei una tua opinione ” Disse sistemandosi ancora una volta sul divano,

“ Riguardo a…? ” Lo sguardo di Lupin si fece più intenso, tanto che Goemon ne sentì la pesantezza attraverso le palpebre,

“ J-Jigen… ” Borbottò arrossendo,

“ … ”

“ Ehm… Allora... I-Io… ” Cominciò a balbettare, impacciato.

 

“ Ma lo sai che Jigen ti ha fatto proprio un bel succhiotto sul collo? ” La constatazione lo lasciò sconcertato,

“ Si vedono? ” Balbettò rosso come un peperoncino toccandosi il collo con le dita,

“ Ah, vedono? Più di uno? ” Rise Lupin alzandosi dal divano e raggiungendo l'amico che si guardava i piedi imbarazzato,

“ Siete diventati intimi, allora ” Sorrise sedendosi sul tavolino,

“ No! No, stavamo solo… G-Giocando ” Balbettò ancora Goemon sempre meno convinto di quel che stava dicendo,

“ Allora non avete fatto… ”

“ Non dire questo genere di cose! ” Sbottò il Samurai, imbarazzato e anche un po' spaventato dalla parola con la S,

“ Perciò giocavate a fare mamma e papà? ” Provocò il ladro, Goemon gli lanciò uno sguardo truce,

“ Ok! Ok! ” Si scusò lui,

“ Perciò sei venuto a chiedermi come convincerlo a fare all'amore ” Gongolò malizioso. Goemon rimase a bocca aperta: non l'aveva mai visto da quella prospettiva ma incredibilmente l'idea non gli sembrava pessima, soprattutto quel fare 'all'amore', la sua mentre immaginò senza permesso lui e Jigen distesi su un letto tra lenzuola e cuscini a tremare di piacere tra dolci spinte profonde ansimando parole di tenerezza con i primi raggi del sole che entravano delicatamente attraverso le tende.

“ No… I-Io… non sono qui per questo ” Borbottò concentrandosi per annullare il giramento di testa provocato dall'eccitazione, sospirò,

“ Jigen è rimasto deluso dalla tua assenza, sperava di avere la tua compagnia per una sera senza che tu pensassi a Fujiko, non lo ammetterà mai ma aveva fatto scorta di liquori e alcolici per fartela scordare ed è finita che gli ha usati lui per dimenticarsi di te e lei e per trovare un punto di appoggio su di me, sono onorato del fatto che il nostro rapporto si è incentivato ma ha assunto una piega sgradevole. ” Spiegò in tono calmo,

“ Si sta spegnendo come una candela e io non sono sicuro di voler restare al buio… Io t-tengo a lui. ” Lupin non parlò, memorizzò le informazioni e lo fissò negli occhi elaborando una risposta, pesò attentamente la situazione e scrisse diverse conseguenze di quel gioco a scacchi, infine cercò le parole adatte e si schiarì la voce sorridendo con quell'espressione rincuorante,

“ Se non vuoi restare al buio accendi un fuocolare ” Disse guardandolo negli occhi neri,

“ Credo che si sia fatto tardi, Jigen diventa scorbutico se si arriva in ritardo, come avrai notato ”

 

La stanza era completamente buia, Goemon socchiuse la porta lentamente ed entrò nell'appartamento con quel tanto di spazio che bastava a farlo passare. Jigen non si mosse da dove sedeva, le gambe appoggiate sul tavolino di fronte la finestra dove la luce fioca attraverso il buio della notte filtrava dalle vetrate e colpiva palesemente le sue gambe mentre il busto ed il viso erano nascosti dall' ombra delle tende, solo quando poggiò l'ultima bottiglia di scotch a terra si decise a parlare,

“ 'Tornerò presto' ” Lesse con tono freddo lasciando poi cadere il biglietto alla luce della luna, biglietto che Goemon gli aveva scritto prima di partire, i suoi occhi lo fissavano freddamente attraverso l'oscurità, due perle buie che lo scrutavano mezze nascoste dal frontino del cappello. Goemon fece qualche passo verso di lui, poi si fermò notando il suo eccesso di alchool,

“ Jigen, sei ubriaco ” Disse tanto freddo quanto il pistolero. Il tiratore si alzò barcollando leggermente, gli si avvicinò,

“ Non m'interessa ” Ringhiò a pochi passi da lui, la sbronza non sembrava turbare troppo il suo stato fisico quanto quello mentale, Goemon resistette alla tentazione di muovere il suo sguardo lontano da quello freddo dell'amico,

“ Jigen, devo parlarti ma non sei nello stato di poter… ”

“ Sta zitto ” Ordinò interrimpendolo, gli prese con forza il polso e gli strappò la cintura di dosso, Goemon tentò di mantenere la calma provando solo a liberarsi a strattoni,

“ Stavolta non ti farò scappare ” Disse tetro,

“ Jigen cosa stai... ” Il pistolero sfilò la Magnum e scostò i lembi del Kimono schiacciando la canna metallica sul torace del Samurai, il metallo gelido sulla pelle calda diede il via ad una scossa di brividi ma conoscendo la poca sobrietà di Jigen dopo essersi scolato più di quattro bottiglie, Goemon non riusciva a trovare quella situazione eccitante,

“ Butta Zantetsuken a terra ” Ordinò il pistolero enfatizzando le parole, il Samurai non si mosse ma lasciò che l'amico prendesse con forza Zantetsuken e la lasciasse cadere sul tappeto.

“ Mi spareresti davvero? ” Chiese Goemon togliendosi il Kimono al segno dell'amico, Jigen ridacchiò appena rimettendo la pistola apposto,

“ Se farai il bambino cattivo ” Disse mettendosi una mano in tasca,

“ Non credevo ti piacessero questo tipo di giochi, Jigen ” Disse Goemon mordicchiandosi il labbro,

“ Ed io non credevo piacessero anche a te ” Ghignò il tiratore notando l'involontario segno di accondiscendenza,

“ You'd like to ” Mormorò il Samurai come l'amico gli cinse il fianco con una mano,

“ Oh, you can speak English? ” Rispose Jigen con voce profonda mentre l'amico non poteva fare a meno di stringere il labbro con forza,

“ Surprised? ” il loro viso era così vicino che il loro naso si sfiorava, Goemon sospirò involontariamente sulle labbra tanto vicine e si chiese se dovesse permettergli di continuare o fermare il suo bisogno prima ritrovarsi a chiedere qualcosa di più. La sua mano si mosse più veloce del suo pensiero e quando appena sfiorò le sue labbra le dita strinsero un nervo sul collo che gli fece stringere i denti con un ringhio, pochi secondi dopo i sensi abbandonarono il tiratore e Goemon dovette sostenerlo per non farlo cadere pesantemente sul duro pavimento,

“ Perdonami amico mio ma non sei in te ” Sussurrò il Samurai quasi per non svegliarlo, lo trascinò fino al divano facendolo distendere. Silenziosamente raccolse Zantetsuken e controllò il suo stato adagiandola ai piedi del divano, risistemò la stanza raccogliendo con umiltà le sigarette mezze fumate e quelle ancora accese e buttò le bottiglie vuote. Si sedette accanto all'amico dormiente e stette per alcuni attimi ad osservarlo con i capelli ebano che scendevano a sciocche davanti al suo viso stanco, la barba ispida gli dava quel senso di prolungamento del viso che lo faceva somigliare ad un lupo dalla pelliccia scura come i suoi capelli mossi, il suo cappello tanto prezioso accentuava l'austerità della sua espressione corrucciata ed il suo respiro tranquillo era fermato da alcuni piccoli suoni che ricordavano la sua voce. Goemon si distese accanto a lui chiudendo gli occhi, nel suo ormai sonno il tiratore si mosse di lato e distese il braccio sul fianco del Samurai, il giovane non lo smosse o si spostò, semplicemente sospirò in parte felice di quel calore dietro a se e di non dover dormire solo ancora per una notte, avrebbe riflettuto sui suoi errori l'indomani.

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Capitolo 6
*** per favore ***


Per favore, se qualcuno è interessato ai capitoli successivi alla storia, me lo può far sapere in un commento, per favore? Non ho più molta ispirazione e se non interessa a nessuno io la cancellerei, poiché mi disturba vedere una serie non conclusa e non riuscire ad andare avanti, scusate il disagio e grazie <3

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