LOOK ME AGAIN

di martaweasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Back to school ***
Capitolo 2: *** Happy Christmas ***
Capitolo 3: *** Never and Ever ***
Capitolo 4: *** Happy Birthday Hufflepuff ***
Capitolo 5: *** Chamber of Secrets ***
Capitolo 6: *** Far Away ***
Capitolo 7: *** Try it Again ***
Capitolo 8: *** She was impossible to be forgotten ***
Capitolo 9: *** I too have feelings ***
Capitolo 10: *** I Solemnly Swear ***
Capitolo 11: *** Kyle ***
Capitolo 12: *** The Quiddich World Cup ***
Capitolo 13: *** The Goblet of Fire ***
Capitolo 14: *** The Yule Ball ***
Capitolo 15: *** My cake friend ***
Capitolo 16: *** Say I love you ***
Capitolo 17: *** ES ***
Capitolo 18: *** Only me and her ***
Capitolo 19: *** Last day ***
Capitolo 20: *** Weasleys' Wizard Wheezes ***
Capitolo 21: *** Follow your heart ***
Capitolo 22: *** The truth comes always out ***
Capitolo 23: *** Finish and born again ***
Capitolo 24: *** A light in the darkness ***
Capitolo 25: *** From sad to happy ***
Capitolo 26: *** To Risk ***
Capitolo 27: *** Look me again ***
Capitolo 28: *** Five Years Later ***



Capitolo 1
*** Back to school ***


1. Back to school
 

Settembre 1991

Ci sono quei momenti nella vita in cui sei serena perché sai di aver già preparato tutto per il giorno successivo. Sei tranquilla perché le cose che dovevi fare le hai fatte.
Purtroppo a me questa sensazione capitava poche volte. Un esempio era quella mattina di settembre.
Mi ero svegliata tardi perché non avevo sentito la sveglia, ovviamente.
Non avevo nemmeno finito di fare la valigia.
«Tesoro hai bisogno di un aiuto?»
«Si mamma!»
Non dovevo rischiare di perdere il treno.
Sarebbe stato un brutto modo di iniziare il nuovo anno scolastico,
quello sarebbe stato il mio terzo anno a Hogwarts.
Non vedevo l'ora di tornare,
lì si trovavano persone come me.
Avevo sempre capito che c'era qualcosa in me che mi rendeva diversa dagli altri bambini, ma essere una strega, questo non mi era mai passato per la testa e nemmeno ai miei genitori almeno finché non mi è arrivata la lettera.
Ricordo l'emozione che provai nel vedere quella lettera indirizzata a me.
Non avevo mai ricevuto lettere.
Quando lessi il mio nome rimasi sorpresa e corsi in camera mia senza dire nulla ai miei genitori.
Dopo averla letta.
Dopo aver scoperto di essere una strega.
Dopo aver avuto del tempo per starmene da sola a sognare quanto potesse essere tutto straordinario andai in salotto dai miei genitori per mostrare anche a loro la mia preziosa lettera.
Rimasero sorpresi, mio padre inizialmente pensò che si trattasse di uno scherzo.
Dopo tutto questo tempo conservo ancora quella lettera nel cassetto del mio comodino, dove tenevo e tengo anche la mia bacchetta.
«Hai preso lo spazzolino Grace?»
«Si mamma. Credo di aver preso tutto» le risposi prendendo la mia bacchetta.
«Sicura?» chiese incrociando le braccia e guardandomi con lo sguardo che fa sempre quando vuole avere ragione.
«Si..?»
«La sciarpa appoggiata sulla scrivania?»
«L'avrei presa prima di uscire!» Le dissi facendole la linguaccia e prendendo la mia sciarpa dai colori giallo e nero.
Ebbene sì io Grace Tauril sono una tassorosso.

---

«Brad fai più veloce nostra figlia deve prendere il treno»
«Lydia sto facendo il più veloce possibile, ma a quest'ora le strade di Londra si riempiono in fretta»
Mentre i miei genitori parlavano del traffico londinese io stavo facendo una lista mentale delle cose che avevo preso, per verificare ci fossero tutte.
«Grace tieni Mucci, mi sta graffiando il vetro»
«Oh si scusa papà. Mucci vieni qui»
Mucci era il mio gatto, avevo sempre voluto un animale e grazie al fatto che ad Hogwarts si potessero portare certi animali ebbi avuto una scusa per prendermi un gatto. Mucci era un gatto dal pelo grigio e bianco ed era molto affettuoso con me mentre agli estranei non si avvicinava.

«Ci siamo! Ecco la stazione! Papà parcheggia»
Mi precipitai fuori non appena la macchina si spense.
Misi Mucci nella sua comoda cuccetta e tirai fuori il baule dal bagagliaio.

«Allora io vado... ci vediamo per Natale»
Abbracciai forte i miei genitori prima di dirigermi verso il binario 9 3/4.

----

Possibile che non ci sia neanche un posto libero?
Pensa positivo prima o poi lo troverai Grace
 mi ripeteva la vocina nella mia testa.
Passai davanti a diversi scompartimenti. In uno ci sarebbe stato posto, c'erano due ragazzi, probabilmente del primo anno e io mi sarei sentita in imbarazzo.
Uno di loro aveva i capelli rossi, quei capelli mi fecero venire in mente due miei conoscenti con quel colore di capelli.
L'altro ragazzo, invece, portava degli occhiali tondi che sembravano essere tenuti insieme con dell'adesivo.
Passai oltre, camminai ancora per diversi minuti finché non mi ritrovai praticamente all'inizio del treno e fortunatamente quello scompartimento era vuoto forse a causa del rumore che emetteva il treno, li si sentiva tantissimo.
Stavo per entrare quando qualcuno richiamò la mia attenzione.
«Hei Tassorosso»
Sapevo già chi era senza avere il bisogno di voltarmi.
Lo conoscevo da 2 anni ormai.
«Hei Grifondoro» mi voltai verso di lui con un sorriso spento.
«Come stai? Sei cresciuta durante la vacanze»
«Oh bene grazie.. in effetti mi sono alzata»
«Io intendevo che sei cresciuta di pancia, ma è vero sei più alta di 2 centimetri dall'anno scorso» disse ridacchiando.
Non lo sopporto.
Mi girai per entrare e sedermi al mio posto, ma lui mi fermò.
«Cosa vuoi Weasley?»
Sapevo esattamente che era Fred, ormai avevo imparato a distinguere i gemelli Weasley, ma non volevo che sapesse che io ero in grado di capire chi fosse uno e chi fosse l'altro.
«Non ti da fastidio il rumore qui?»
«Si.. e quindi?»
«Vieni con me. Nel mio scompartimento. Ci siamo io, George e Lee»
«Con voi? Io?»
Fred annuì sorridente.
Io mi limitai a ridere mentre lui mi rivolgeva uno sguardo confuso.
«Sicuramente mi fareste qualche scherzo quindi no rimango qui»
«Non ti fidi proprio eh?... Come vuoi tu tassorosso ci si vede» detto questo se ne andò.
Mi avrebbero fatto sicuramente uno scherzo, ne ero più che sicura.
Dopotutto me li avevamo sempre fatti, dal primo anno, è così che li ho conosciuti...
Stavo camminando per i corridoi, erano già passati i primi mesi nella nuova scuola, nella mia nuova vita.
Quando qualcuno mi colpii in pieno viso con una palla di neve gigante.
Ricordo la sensazione di ghiaccio sulla faccia e delle risate dei ragazzi.
Dopo essermi tolta la neve dalla faccia li avevo guardati uno ad uno aspettando delle scuse, ma quelle non arrivarono anzi i due ragazzi dai capelli rossi ricominciarono a lanciare palle di neve alle persone che passavano.
Ero arrabbiata e infreddolita, non dico che si sarebbero dovuti mettere in ginocchio per chiedermi perdono, bastavano delle semplici scuse. Io ero... anzi lo sono ancora abbastanza timida con le persone che non conosco, ma quella volta non so che cosa mi prese.
Ad un certo punto lanciai una palla di neve contro uno dei due.
Ricordo le risate dell'altro mentre il mio bersaglio si voltò verso di me e disse: "Cerchi guerra?"
Io ero un po' spaventata, ma non potevo tirarmi indietro. In tutta risposta gli dissi: "No non cerco guerra, ma per favore se mi colpisci in faccia chiedimi scusa dopo"
I due scoppiarono a ridere.
E il ragazzo che avevo colpito mi guardo e disse: "Perché dovrei? È divertente. È un gioco. Sorridi un po' se no come fai a goderti la vita?... Hai sentito Giorgie la ragazzina non si è divertita"
Era così che avevo conosciuto Fred e George Weasley inizialmente pensai che non li avrei più rivisti, ma poi scoprii che erano al mio stesso anno e che seguivamo alcune lezioni insieme.
Più tardi al loro duo si unì un altro ragazzo di Grifondoro, Lee Jordan.
Ci furono altri scontri tra me e i gemelli.
Altri scherzi, dispetti che mi fecero, ma quest'anno non sarebbe successo, non mi sarei fatta fregare da quei due.
Invece... non andò proprio così.

---

Eravamo tutti riuniti in sala grande e aspettavamo che nuovi maghi e streghe varcassero la porta per essere smistati.
«Sono così emozionata!» mi mormorò Jane all'orecchio.
Jane Sparks era la mia migliore amica. Era al mio stesso anno, ci eravamo conosciute sul treno e dato che eravamo entrambe al primo anno avevamo stretto subito amicizia.
Jane ha degli occhi verdi che catturano subito lo sguardo di chiunque la guardi e dei lunghi capelli biondi miele. L'opposto di me.
Io ho gli occhi marroni, marrone cioccolato secondo mio padre, e capelli castani che mi arrivano alle spalle.
«Tu non sei emozionata?»
«Si Jane»
«Non sembra dal vedere la tua faccia»
«Stanno entrando!» dissi indicando la grande porta che veniva aperta.

La McGrannit portò i nuovi studenti davanti al tavolo dei professori, poi mise il capello parlante sullo sgabello, e questo iniziò a cantare la solita canzone.
Dopo di che la McGrannit srotolò una pergamena dal quale iniziò a leggere i nomi dei ragazzi.

«Abbott Hannah» pronunciò la professoressa molto chiaramente.
Subito una ragazza con due condini biondi, adorabili a mio parere, si avvicinò allo sgabello su quale si sedette poco dopo.
«Tassorosso» gridò il cappello mentre la ragazza sorrise dirigendosi al nostro tavolo dove tutti noi le demmo il benvenuto.
«Bones Susan» procedette la professoressa. Anche lei venne smistata in tassorosso, tutti noi la salutammo, compreso il Frate Grasso.
Vennero chiamati altri ragazzi, due corvonero, una grifondoro e una serpeverde.
Mi era sempre piaciuta la cerimonia dello smistamento, era così emozionante vedere nuovi maghi e streghe nella scuola.
La mia attenzione venne catturata da un nome...
«Potter Harry» chiamò  la professoressa.
Harry Potter il bambino sopravvissuto.
Tutti allungarono un po' il collo per riuscire a vedere colui che ha sconfitto tu-sai-chi, me compresa.
«Jane! Io quel ragazzo l'ho visto sul treno quando stavo cercando un posto» sussurrai all'orecchio della mia amica.
Era il ragazzo con i piccoli occhiali tondi.
Harry Potter fu smistato in grifondoro.
Poco dopo chiamarono un altro nome che mi fece alzare leggermente per vedere.
«Ronald Weasley... ma quanti sono i Weasley?» chiese Jane mentre io guardavo al tavolo i gemelli.
Sinceramente non sapevo nemmeno io quanti fratelli avessero Fred e George.
«Non lo so» risposi guardando il ragazzo dai capelli rossi che si dirigeva verso il tavolo dei grifondoro.
In quello stesso momento notai che Fred mi stava guardando, qualche secondo dopo mi fece la linguaccia.
La feci anch'io e nonostante tutto il casino che c'era riuscì a sentire la sua risata.
La sua calda e contagiosa risata.
Mi girai verso il mio tavolo, sul quale era apparsa la cena, sorrisi.. e continuai a sorridere pensando alla risata del rosso.



 

Angoluccio tutto mio!
Ed ecco il primo capitolo della mia prima FanFiction su Fred Weasley... ah l'amore mio, okay scusate la smetto!
Allora spero che la storia vi incuriosisca un poco, so che probabilmente ci saranno errori, perché io sono una persona distratta che commetti errori molto spesso...
Comunque vi ringrazio se la state leggendo (ehi tu! Ti vedo che leggi... GRAZIE) :3
Ti ringrazio anche se lascerai un commentino :)

Detto questo ti saluto
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 2
*** Happy Christmas ***


Fred pov's
2. Happy Christmas
 

 

Dicembre 1991

«George quella lì è la tassorosso?»
«Credo di si» mi risponde svogliatamente.
«Le vado a parlare»
«Le darai fastidio Freddie»
«È questa l'intenzione fratello» gli dico mentre mi incammino verso la mora.

«Jane tu hai finito di fare le valigie?»
«Si certo, tu? Grace ti prego dimmi che almeno le hai iniziate»
«Ecco vedi...»
«Non hai ancora iniziato a preparare le borse?!»
«Ragazze» le saluto, ma vengo completamente ignorato.
«Adesso andiamo in camera e la preparo! Farò in un lampo»
«Partiamo domani mattina vedi di essere pronta!»
«Oh Weasley scusa non ti abbiamo visto arrivare» Dice Jane, poi si volta anche Grace che mi guarda con la sua solita faccia sorpresa quando mi vede.
«Così partite.. tornate a casa per le vacanze»
«Si.. e tu che farai?» Mi chiede senza guardarmi negli occhi.
Fa la timida?
«Ti interessa quello che faccio tassorosso?» domandai con un ghigno divertito sul volto.
«Era per sapere comunque non devi per forza dirmelo»
«Grace dobbiamo andare, devi fare i bagagli» le ricorda Jane.
«Giusto.. Bé allora ci si vede Grifondoro e buon feste!»
«Buone feste a voi!»

---

«George ti va di fare un scherzo a Gazza come regalo di Natale in anticipo?»
«E me lo chiedi pure?!» Mi risponde ridendo.

È quasi ora di cena e il custode sta camminando per i corridoi con la sua amata gatta.
«Ora guarda» sussurra George mentre fa comparire un topo finto, subito la gatta inizia a rincorre il topo creato da George.
«Miss Purr!» Grida Gazza mentre le corre dietro.
«Divertente ora lascia fare a me!» sorrido mentre con la bacchetta faccio rallentare il topo, miss Purr ci salta subito sopra e quel che è successo... non riesco trattenermi dal ridere, nemmeno George, infatti scoppiamo a ridere entrambi mentre Gazza si precipita sulla sua gatta.
Appena Miss Purr aveva toccato il topo questo era esploso liberando una polvere colorata che le aveva fatto diventare rosa il pelo.
«Scommetto che sono stati quei Weasley! Oh povera Miss Purr»

«Andiamo è ora di mangiare» dice George.
«Dopo questo scherzo..»
«Ci siamo guadagnati un'ottima cena!» concludiamo  insieme soddisfatti.

La sala grande si stava già riempendo, io e George ci accomodiamo affianco a Lee.
«Hei voi due dove siete spariti?!»
«Scusaci Lee, ma volevamo fare uno scherzetto a Gazza» gli spiega il mio gemello.
Lui curioso ci domanda cosa avessimo combinato e George gli racconta tutto.
Io intanto osservo le persone che entrano pronti per la cena.
Noto subito una chioma castana affiancata da una chioma bionda.
Eccola lì Grace, che entra sorridente e allegra.
Ha un sorriso così bello.
Ricordo la prima volta che l'ho vista, sul treno.
Era il primo anno per me e George eravamo così felici, non vedevamo l'ora di arrivare.

Saliti sul Hogwarts express ci mettemmo alla ricerca di uno scompartimento vuoto.
Notai che in uno c'era una ragazzina dai capelli castani lisci che le ricadevano sulle spalle, aveva rosee labbra sottili  e guardava fuori dal finestrino.
Ero rimasto incantato sarei  voluto entrare lì, ma George mi chiamò dicendomi che aveva trovato uno scompartimento tutto vuoto e lo raggiunsi.
Quando arrivammo ad Hogwarts la ragazza venne smistata in Tassorosso mentre noi in Grifondoro.
La vidi qualche volta a lezione, ma lei non faceva molto caso a me o a Georgie.
Almeno fino ad un giorno di dicembre, io le lanciai una palla di neve in pieno viso.
Ricordo la sorpresa per aver colpito proprio lei e la sua espressione.
Dopo essersi tolta la neve dalla faccia ci aveva guardati esigendo delle scuse, invece io e George avevamo ricominciato a lanciare palle di neve.
Poi con mia sorpresa la ragazza mi colpì a sua volta.
George ovviamente scoppiò a ridere, invece io mi avvicinai a lei chiedendole se cercava guerra. La sua risposta fu: "No non cerco guerra, ma per favore se mi colpisci in faccia chiedimi scusa dopo"
Mi ricordo ancora tutto, di come le risposi e di come da lì in poi Grace avesse iniziato ad accorgersi di noi, di me.
E di come cercava e cerca ancora oggi di metterci i bastoni tra le ruote quando vogliamo architettare scherzi grandi.

«Fred che guardi?»
«Huh?»
«Perché stavi fissando l'ingresso?»
Mi chiede Jordan.
«Nulla.. mi ero incantato»
«Okay.. comunque non posso crederci che il pelo di Miss Purr sia diventato rosa!» esclamò Lee ridendo.
«Credici amico!» rispondiamo io e George insieme.
È la prima volta che non dico a George di una mia impressione su una persona.
Non gli avevo mai detto di quando avevo visto Grace in treno e di cosa avevo pensato, anche se a volte avevo quella strana sensazione che lui sapesse già tutto.

***

È Natale finalmente.
Siamo rimasti ad Hogwarts per le vacanze perché i nostri genitori andavano a trovare Charlie.
Io e George dopo aver aperto i nostri regali andiamo in sala comune con addosso i nostri nuovi maglioni.
«Buon Natale!»
«Ehi guarda... anche Harry ha un maglione alla Weasley» mi fece notare George.
«Quello di Harry è più bello del nostro, però naturalmente, mamma ci mette più impegno se non sei della famiglia»
«E tu Ron perché non metti il tuo?» gli chiede George.
Dopo aver convinto Ron a mettere il suo maglione color bordeaux, ovviamente, io e Georgie notiamo che sul suo non c'è la sua iniziale.
«Sul tuo non c'è nessuna lettera»
«Segno che mamma crede che tu non ti dimentichi come ti chiami. Ma neanche noi siamo stupidi... sappiamo benissimo che ci chiamiamo Gred e Forge!» Esclamiamo ad una sola voce.
Dopo arrivò Percy ed io e George gli infiliamo il suo maglione mentre lui cerca di sfuggirci.
«Oggi scordati di sederti al tavolo dei prefetti» disse George.
«Il Natale si passa in famiglia»

----


Nel pomeriggio decido però di allontanarmi un attimo per fare una cosa.
Predo pergamena, piuma ed inchiostro dopodiché mi siedo e scrivo:
Buon Natale Tassorosso
Divertiti mi raccomando!

Scritto questo piego il biglietto lo metto in una busta e mi dirigo in guferia per dare la lettera ad Errol.
Spero vada tutto bene.
E che sia felice nel ricevere la mia lettera.

 



 

 

Ciao a tutti :3
Come state? Spero che abbiate passato una buona giornata.
Ecco il secondo capitolo, spero vi piaccia :)
Vi informo che ho deciso che i punti di vista si alterneranno, in un capitolo il punto di vista di Grace e in quello successivo quello di Fred.
Spero vi piaccia questa idea.
Vi ringrazio ancora se state continuando a leggere la mia storia
Fatemi sapere che cosa ne pensate

Detto questo vi saluto
Kiss and Hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 3
*** Never and Ever ***


3. Never and Ever
 

 

Marzo 1992

«Sono in ritardo! Sono in ritardo!»
La lezione di divinazione sarebbe iniziata tra dieci minuti e io ero ancora nel mio dormitorio.
Jane avrebbe potuto svegliarmi prima.
Dannazione.
Non ce la farò mai.
«Permesso! Scusatemi tutti! È che sono in ritardo! Scusa Charlie»
«Non fa nulla Grace, corri!» mi gridò il ragazzo che aveva un cotta per Jane dal primo anno, Charlie Hills.
Okay, fortunatamente l'aula di divinazione non era troppo distante dal dormitorio dei tassorosso.
«Hei tassorosso anche tu in ritardo» mi salutò George che correva come me affiancato da Fred.
«Si»
Ultimamente passavo molto tempo con i gemelli. Da dopo le vacanze di Natale, dopo aver ricevuto un gufo da Fred, le cose erano cambiate. Certo bisticciavamo ancora, ma meno di prima.
«Dormito troppo?» chiese Fred avvicinandosi a me.
«Uhm già... come l'hai capito?»
«Ecco vedi Grace tu non sei di certo una di quelle persone che ritarda apposta..»
«Poi non ti abbiamo visto a colazione» aggiunse George.
«Infatti sto morendo di fame» dissi immaginandomi il sapore di una calda brioche.
«E hai i capelli tutti spettinati» dissero insieme i gemelli risvegliandomi dal mio sogno ad occhi aperti.
Mi fermai di colpo e iniziai a tastare i miei capelli mentre i gemelli si misero a ridere.
«Non ho i capelli spettinati!» affermai colpendo entrambi con il mio quaderno degli appunti.
«E voi perché siete in ritardo?» chiesi ricominciando a correre.
«Ah piccola ingenua Grace... lo vuoi davvero sapere?» domandò George sorridendo guardando il suo gemello.
«George tu che dici glielo diciamo?»
«Non saprei...»
«Okay, okay non ditemelo» interruppi i due in contemporanea aprii la porta dell'aula.
«La Cooman non è ancora arrivata» dissi rilassata mentre mi incamminai verso Jane e Kyle.
«Avrà dormito troppo anche lei» mi sussurrò all'orecchio Fred prima che mi allontanassi troppo.

«Se non sei con me sei con loro... possibile? Ricordo che l'hanno scorso ti facevano impazzire con i loro scherzi... cos'è cambiato?» mi bisbigliò Jane.
«I-Io n-non lo so»
«Perché balbetti?» mormorò Kyle sorridendo. Kyle Fletcher, capelli biondo cenere e occhi azzuri. Tassorosso anche lui. Era un ragazzo simpatico, molto timido, ma quando si lasciava andare poteva essere davvero spiritoso, poi era dolce e gentile.
«Sembravi il professor Raptor»
In effetti era vero. Perché stavo balbettando? Ero agitata? E per che cosa?
Mi voltai verso i gemelli, Jane aveva ragione passavo con loro più tempo rispetto agli altri due anni in cui rivolgevo loro la parola solo per chiedere delle scuse a causa degli scherzi che mi facevano.
Quest'anno gli scherzi erano diminuiti, almeno a me. Oppure dato che ero leggermente cambiata, ero più amichevole con loro, per qualche motivo a me oscuro, ora mi facevano meno scherzi.
Perché?
In quel momento Fred si voltò dalla mia parte e mi fece un occhiolino.
Io mi girai di scatto verso Jane.
Ma che mi prende?
«Perché sei arrossita?»
«C-Cosa? Nooo che dici? I-Io arrossita... no t-ti sbagli»
«Okay o sei il professor Raptor che ha bevuto la pozione polisucco oppure... ti sei presa una cotta per qualcuno.. Grace?»
Il mio cuore per un istante prese  a battere veloce.
«Che simpatica! Sono sempre io!» Risposi ridendo.
«Ragazzi scusate il ritardo... oggi vi insegnerò la magica arte di predire il futuro di una persona leggendo le carte» ci informò la professoressa Cooman, ma io ero troppo impegnata a pensare, non era la prima volta, io ho sempre la testa da un'altra parte, ma questa volta era per un motivo ben preciso.
Che mi sta succedendo?
Se mi fossi davvero presa una cotta?
Ma per chi poi?
Istintivamente il mio sguardo va a focalizzarsi su una persona.
Su un ragazzo nella classe.
Fred Weasley.

Pff no.
Mai e poi mai.
Lui... insomma.. come?!
No.
E perché no?  Mi chiese in quel momento una vocina nella mia testa.

---

Quella sera mentre accarezzavo Mucci mi ritrovai nel mio letto a pensare se davvero io, Grace Tauril, potessi provare qualcosa per il rosso.

Per me Fred e George erano sempre stati dei combina guai, lo erano tutto ora. Dopo il nostro primo incontro, mi ci era voluto un po' per imparare a distinguere i due gemelli.
Si certo si assomigliavano tanto, ma ora riuscivo a distinguerli perfettamente.
George aveva il viso leggermente più allungato.
Poi in Fred, non so per quale motivo, vedevo una luce che gli brillava negli occhi.
Oddio forse vedevo quella luce perché... no... no.
Okay Grace pensa... cosa c'è di diverso tra Fred e George? Perché ti dovrebbe piacere Fred? Pensa.

Ricordo che una volta durante il secondo anno Fred fece una cosa che mi sorprese.
Quell'anno era morta mia zia.
Zia Claire era una donna gentile, mi regalava sempre delle caramelle, la maggior parte delle volte ero delle semplici palline di zucchero, ma mi piacevano e molto.
A Natale mi regalava sempre libri, era lei che mi aveva fatto appassionare alla lettura.
Quando aveva saputo della sua morte ero rimasta chiusa nel mio dormitorio per una settimana.
Jane mi portava da mangiare in camera e gli appunti alle lezioni per non rimanere indietro.
Un giorno però decisi di uscire e andai nel cortile, poco distante dal platano picchiatore.
Gli studenti erano a lezione quindi ero sicura che non avrei incontrato nessuno, ma mi ero sbagliata.
"Ehi tassorosso è da un po' che non ci vediamo" sentii dire alle mie spalle.
Ricordo che in quel momento avevo sperato che se ne andassero, non volevo vedere nessuno.
"Stai piangendo?"
"Andatevene.. p-per favore"
 avevo risposto.
"Sono solo io... Fred e no non me ne vado" disse e subito dopo si sedette accanto a me.
"Perché non sei a lezione?" Chiesi asciugandomi le guance.
"Potrei farti la stessa domanda"
"Voleva stare sola"
"Mi dispiace, Jane mi ha detto della tua perdita"

In quel momento mi voltai verso di lui e per la prima volta non vidi il solito ragazzo che faceva gli scherzi a chiunque, ma un... amico.
"G-Grazie" riuscii solo dire a bassa voce.
Lui sorrise e poi mi strinse a se.

Ricordo la sorpresa, ma anche il calore che emanava il suo corpo e il suo profumo di menta fresca.
Ricordo anche di come riuscì a farmi smettere di piangere e farmi sentire a casa.


Il mio cuore batteva forte a quel ricordo.
Tuttavia non voleva dire che avessi una cotta per lui.
Continuai a pensare a momenti passati con il rosso.
Mi venne in mente quando una volta Jane si era presa una cotta per un ragazzo di Grifondoro, Oliver Baston, era il capitano della squadra di Quiddich.

"Viene Grace.. di qua!"
"Sei sicura che possiamo stare qui?"
"Non lo so, ma cosa non si fa per amore eh?"
"Uhm certo"

"Eccoli!" mi sussurrò la mia amica indicandomi i ragazzi che svolgevano il loro allenamento.
"È bellissimo non trovi?" mi chiese con la sua solita aria sognante.
"Si Jane"
Io però stavo guardando altri due ragazzi.

I gemelli non se la cavavano affatto male come battitori. Anzi erano davvero dotati.
George era velocissimo sulla scopa e Fred aveva una mira incredibile.
Erano fantastici.

Molte altre volte tornai con Jane, ma anche da sola, a vedere il loro allenamento. Mi piaceva vedere Fred sorridere.. cioè volevo dire Fred e George.
Sorrisi al ricordo di Fred sulla scopa con il suo solito sorriso sul volto e le piccole gocce di sudore sulla fronte, ci metteva così tanto impegno nel gioco, era così bravo.
Okay basta.
Lui non mi piace.
Ora mi venne in mente di quando ricevetti la sua lettera.

Un gufo?
Forse è Jane, però è a casa sua avrebbe potuto chiamarmi il mio numero di casa lo conosce.
Presi la lettera dal gufo, guardai se ci fosse scritto il mittente, ma non c'era niente. Allora l'aprii curiosa di sapere da chi venisse.
'Buon Natale Tassorosso
Divertiti mi raccomando!'
Capii subito... Fred.

Non riuscivo a capire perché fossi sicura fosse lui, insomma anche George mi chiama così, ma qualcosa dentro di me mi diceva che era Fred.
Anche lì il mio cuore prese un battito, mi fece sentire bene, aveva pensato a me.
Gli risposi subito:
'Buon Natale anche a te Grifondoro
Certo che mi divertirò, non combinare troppi guai'
Detti la lettera al gufo che volò via immediatamente.
Nascosi la lettera nel mio piccolo quaderno degli appunti, così ce l'avevo sempre con me.

Mi ritrovai a cercare il mio quaderno per vedere quel biglietto.
Quando lo trovai lo guardai sorridendo.
Oh miseriaccia...
No.. per la barba di Merlino...
Eh si cara mia disse la vocina nella mia testa.
Mi piace Fred.




 

BuonSalve!
Come state?
Io purtroppo sono a casa con la febbre :c
Ma ho avuto molto tempo per scrivere
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ditemi che ne pensate

Detto questo vi saluto
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

 

 

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Capitolo 4
*** Happy Birthday Hufflepuff ***


Fred pov's

 

4. Happy Birthday Hufflepuff

 

Luglio 1992

Quell'anno era stato fantastico.
Avevamo vinto la coppa delle case e battuto i serpeverde dopo tanto tempo.
Ora era estate e ciò voleva dire... divertimento a volontà.
«Un altro giorno di divertimento!» grida George scendendo le scale seguito da me.
«Bene detto fratello. Oggi potremmo fare...»
«No oggi non farete nulla.. vostro padre ha voglia di fare una gita con tutti voi. Oggi è domenica potremmo passare del tempo insieme» si intromette mamma fermando immediatamente i miei pensieri su come avremmo potuto trascorrere la giornata.
«Perché?» chiediamo ad una voce io e George sbuffando.
«Per stare in famiglia insieme» dice sorridendo papà mentre con un braccio circonda la vita di mamma.
«Dove andiamo?» domanda Ron mentre scende le scale sbadigliando.
«Londra»

---

«Quando si mangia?»
«Ron siamo appena arrivati e abbiamo appena finito di fare colazione!»
«Okay okay scusa ma'»
Camminammo tutto il giorno.
Papà era emozionato di stare in mezzo a così tanti babbani.
Mentre io volevo solo tornare a casa.
«Non possiamo andare a Diagon Alley?» chiede ad un certo punto Ginny.
«Cosa? E perché mai?»
«Papà perché quest'anno andrò ad Hogwarts e volevo fare solo un giro per vedere i negozi»
«Papà lo sai che tra qualche giorno sarà il compleanno di Harry Potter! Sarebbe bello fargli una sorpresa e andarlo a trovare»
«Vedremo Ron vedremo»
«Hei Fred guarda lì» mi bisbiglia all'orecchio il mio gemello mentre mi indica una ragazza vicino ad un bar.
«È chi penso che sia?»
«Tu che dici? Sarebbe scortese non salutarla non trovi?»
Detto questo ci avviciniamo alla ragazza che guarda, ora, la vetrina di un negozio di libri.
«Ma buongiorno» la salutiamo insieme.
«Oddio mi avete spaventata» mormora voltandosi verso di noi con una mano sul petto.
«Nessuno vi ha insegnato che non si arriva alle spalle delle persone?»
«Che fai Jane?»
«Niente stavo solo guardando»
«Libri babbani?» chiedo curioso.
«Si.. tra poco sarà il compleanno di Grace e le volevo prendere un libro, ma non saprei quale... secondo voi?»
«Io non mi intendo di libri babbani» risponde George alzando le mani.
«Quand'è il suo compleanno?» chiedo guardando a mia volta i libri esposti in vetrina.
«Il 17 luglio»
«Tra due giorni! Devi far in fretta allora»
«Lo so Weasley grazie»
«Credo le prenderò una maglietta... so che le piacciono i libri fantasy però non saprei davvero cosa prendergli, meglio non rischiare. Bé ci si vede gemelli Weasley»
«Ciao ciao Jane»

«Fred, George dai andiamo!» Ci chiama nostra madre, ma il mio sguardo è stato catturato da un libro, intitolato "Il signore degli anelli" sembrava carino.
Purtroppo non ho soldi babbani e a dir la verità non so neanche come funzionamo quindi rinuncio subito all'idea di prenderle un regalo.

 

***

 

Oggi è il compleanno di Grace.
Le mando un gufo?
No troppo banale!
Deve essere qualcosa che non si aspetta.

---

Okay, ora che sono qui non mi sembra una grande idea.

Conoscevo l'indirizzo di casa di Grace perché il natale scorso lo avevo chiesto a Jane, anche se lei inizialmente non me lo voleva dare. Pensava volessi fare uno scherzo alla sua amica.
Comunque ora che sono qui, non ho idea di cosa fare. Non che mi vergogni, ma arrivare così all'improvviso a casa della tassorosso con i suoi parenti all'interno... no è decisamente una pessima idea.
Sto per voltarmi quando la porta si apre.
«Grazie zio per essere venuto» dice Grace ad un vecchio signore un po' panciuto.
«Figurati nipotina mia.. buon compleanno ancora»
«Grazie zio Dan»
Sono rimasto lì fermo davanti a loro, per qualche motivo non riesco a muovermi.
«Fred?»
«Buon compleanno Tassorosso»
«G-Grazie» mi risponde sorridendo.
«Che ci fai qui?» chiede subito dopo.
Eh sapessi... me lo stavo chiedevo anch'io.
«Io passavo da queste parti.. sarà meglio che vada»
«No» dice e subito dopo abbassa lo sguardo leggermente imbarazzata.
«Ecco... vorresti entrare?»
«C'è la torta» aggiunge immediatamente.
La Tassorosso voleva che fossi lì con lei? Non ci avrei pensato due volte.
«Certo, adoro le torte»
Deve essere stupita, probabilmente si aspettava una mia battuta, ha le guance un po' arrossate, è davvero bella.
Quando arrivo affianco a lei, davanti alla porta d'ingresso le do un colpetto sulla testa, è più bassa di me di almeno 7 centimetri. lei sussulta, poi alza lo sguardo per guardarmi.
«Okay allora entriamo a mangiare la torta»
Si comporta in modo strano con me, da un po' di tempo, circa da verso la fine dell'anno sembra che qualcosa sia cambiato. E' più timida e balbetta molto spesso quando parla con me. Decido di non pensarci troppo e di godermi quel pomeriggio con lei.
«Fate largo arriva Fred Magiatorte Weasley»
Tutti i suoi familiari si voltarono verso di me confusi.
«Lui è Fred Weasley, viene a scuola con me» spiega chiudendo la porta di casa.
Tutti i parenti di Grace mi saltarono addosso, continuavo ad abbracciare gente, ma riuscivo a sentire distintamente la risata contagiosa di Grace alle mie spalle, sorrisi tra me e me.
«Dov'è la torta?» Chiedo dopo aver salutato tutti ed essermi seduto.

Fu un bel pomeriggio.
Mangiai 3 fette di torta al cioccolato con la panna, preparata dalla madre di Grace. La tassorosso le somigliava molto hanno gli stessi occhi e lo stesso sorriso.
Mi ero divertito a sentire storie sulla piccola Grace mentre lei imbarazzata cercava invano di cambiare discorso.
Poi mi accorsi che erano le 17:30 e sarebbe stato meglio tornare alla tana, sennò tutti mi avrebbero fatto tanta domande se avessi tardato ancora.
«Grace io devo andare» le bisbiglio all'orecchio.
Lei sussulta, non so se era perché mi sono avvicinato a lei così tanto o perché le ho detto che dovevo andarmene.
«Capisco, ti accompagno alla porta»
«È stato un piacere conoscervi, ma ora devo andare. Buonasera a tutti!»
«Ciao caro alla prossima» mi salutano i genitori della Tassorosso.
«Grace il tuo ragazzo è proprio carino» sento dire dalla nonna di Grace.
«Nonna! Shh.. e poi lui n-non è il mio... il mio ragazzo» sussurra lei in risposta cercando di non farsi sentire da me.
«Su fidanzatina aprimi la porta»
«Che simpatico» dice alzando gli occhi al cielo.
«Buon compleanno Tassorosso»
«Grazie Fr.. Grifondoro»
«Ci si rivede a scuola... vi batteremo anche questo anno»
«Eravate arrivati ultimi nella classifica!»
«Si, ma poi abbiamo vinto»
«Grazie a Harry Potter e i suoi amici che vi hanno fatto prendere punti all'ultimo minuto»
«Già siamo arrivati prima battendo i serpeverde e voi tassorosso siete arrivati ultimi»
Lei sbuffa alzando gli occhi al cielo, ma poi mi sorride e mi saluta chiudendosi la porta alle spalle.

Il quel momento mi ripromisi una cosa, anche se ormai me la dicevo ogni anno.
Grace Tauril sarebbe caduta ai miei piedi.
In fondo sono Fred Weasley... non può resistermi ancora a lungo.


---

«Freddie dove sei sparito tutto il pomeriggio?» mi chiede George mentre siamo distesi a letto.
E' tutto buio, ma la luce che entra dalla finestra basta ad illuminargli il volto e noto che è completamente sveglio e aspetta una mia risposta curioso.
«Ho fatto un giro»
«Da solo?» chiede con voce divertita.
«Si» rispondo mettendomi seduto, anche lui fa lo stesso poco dopo.
«Non sei andato a trovare una certa persona?» domanda cercando di trattenersi dal ridere.
«A volte mi chiedo se tu mi stia leggendo nella mente... non è che per caso è un dono che hanno i gemelli maghi?»
«Non mi hai risposto»
Sbuffai... io sono sicuro che George sa tutto, in qualche modo a me sconosciuto. Continua a fissarmi in atensa di una mia risposta alla fine cedo, in fondo era il mio gemello e a chi se non meglio di lui potevo raccontare tutto?
«E va bene sono andato a trovare la Tassorosso»
«Perché?»
«Perché é il suo compleanno»
«E con questo?»
«Come suo amico sono andato a farle gli auguri»
«Anch'io sono suo amico, ma non sono andato a trovarla, le ho inviato un lettera di un buon compleanno»
«Oh non sapevo le avessi scritto»
«Ti da fastidio?»
«Ma va figurati perché dovrebbe?»
«Non so magari perché sei innamorato di lei» disse semplicemente George, facendomi sgranare gli occhi.
Certo ammetto che Grace Tauril è una bella ragazza e che non mi è indifferente, ma io non posso essere innamorato di lei. E' una semplice sbandata, una cotta passeggera... anche se è da ormai tre anni che cerco di farmi notare...
No, poi io non sono tipo che si innamora.
No.
«Che? Innamorato? Io? Ma che ti passa per la testa?» sbotto alzandomi in piedi e camminando avanti e indietro.
«Beh se non sei innamorato hai comunque una bella cotta per la tassorosso, ammettilo»
«Io... io non ammetto niente. Forse ora è meglio dormire»
«Come vuoi. Notte Fred»
«Notte George» dico tornando a sdraiarmi sul letto.

Io innamorato di Grace?
No è solo una cotta passeggera.
Si forse sarebbe meglio farsela passare.
Sarebbe meglio allontanarmi un po' da lei.
Meglio ritirare quello che ho detto fuori casa della Tassorosso.
Perché dovevo far innamorare Grace di me se io non sono innamorato di lei.
La cotta mi sarebbe passata e tutto sarebbe andato per il meglio.
Meno male che George mi ha fatto aprire gli occhi.
E poi Grace non avrebbe mai fatto caso a me. In tre anni non è mai cambiato nulla.
Per lei sarò sempre uno dei gemelli Weasley, un combina guai, un Grifondoro.





 

Buongiornoo!
Come va la vita?
Mi è finalmente passata la febbre, anche se sono ancora un po' indolenzita.
Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto... Ah Fred che mi combini?

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 5
*** Chamber of Secrets ***


5. Chamber of Secrets

Ottobre 1992

 

La scuola era ricominciata da un mese ormai, ed ero al mio quarto anno.
L'estate era passata in fretta e così anche il mio compleanno.
Mi avevano regalato così tante cose belle.
Nuovi libri da leggere, un nuovo album per disegnare, matite nuove e tante altre cose.
La sorpresa più grande era stata quella di vedere Fred Weasley fuori da casa mia e anche vederlo tranquillo mentre parlava con i miei genitori era stata una grande sorpresa.
Ti è piaciuto averlo vicino a te il giorno del tuo compleanno, ammettilo.
Da quando avevo capito che Fred non mi era indifferente, una vocina nella mia testa non faceva che farmelo notare sempre di più e la cosa stava iniziando a darmi un po' fastidio.
Non ero riuscita a parlarne con Jane perché mi vergognavo, le avevo sempre detto che i gemelli Weasley ero dei combinai guai che creavano sempre casino. Ora non potevo dicerto dirle che mi piaceva uno di loro.
Me lo sarei tenuta dentro fino a che non mi sarebbe passata... perché mi sarebbe passata, giusto?
Ad ogni modo l'anno è iniziato al suo solito nuovi studenti, nuove lezioni, tutto tranquillo.

***

La camera dei segreti è stata aperta
 Temete, nemici dell' erede

Questo c'era scritto sul muro.
E non era tutto.
La gatta di Gazza era... io non so come dire... sembrava morta, era immobile, era appesa per la coda dal braccio della torcia.
Nemici dell'erede?
«...Tocca a voi mezzosangue» riuscii a sentire un serpeverde mentre lo diceva, sorrideva.
Cosa c'era da essere felici? Perchè sorrideva?
Io trovavo tutto spaventoso.
I professori ci mandarono nel nostro dormitorio, tutti tranne tre ragazzi che riconobbi subito erano Harry Potter, il fratello di Fred che se non mi sbaglio si chiama Ronald e la loro amica dai capelli castani.

«La camera dei segreti cos'è?»
«Non lo so Jane.. ma hai visto le facce dei professori?»
«Si sembravano davvero spaventati... spero vada tutto bene»
Non riuscivo a non pensare che qualcosa di brutto stesse per accadere.

«Cos'è quel muso lungo tassorosso?» Chiesero due voci, che riconobbi.
«Sono preoccupata» risposi senza voltarmi e continuando a camminare, affianco a Jane, verso la nostra sala comune.
«Silente risolverà tutto» intervenì George.
A quel punto mi fermai, per voltarmi verso i gemelli.
«E se fosse più grave di quello che pensate?» Chiesi con la voce leggermente tremante.
«Su coraggio Grace!» mi intimò George.
Fred se ne stava fermo, accanto al suo gemello. Stava fissando il vuoto, avrei tanto voluto sapere cosa pensasse.
«Grace andiamo!»
«Si arrivo»
«Io iniziò ad andare» disse Jane prima di lasciarmi nel corridoio con i due Weasley.
Perché mi aveva lasciato da sola?
«Uhm... sarà meglio che vada»
«Ciao Tassorosso!» mi salutarono entrambi prima di incamminarsi verso la loro torre.
I corridoi erano quasi tutti vuoti.
Il che metteva un po' di paura.
Ero arrivata quasi all'ingresso, quando sentii qualcuno dietro di me.
«Signorina Grace non è ancora rientrata!» esclamò con stupore il fantasma del Frate Grasso.
«Stavo andando adesso, buona serata»
«Brava. Buona notte cara!»
Ora stavo per bussare sulla botte quando qualcuno mi afferrò il braccio e mi tappò la bocca.
Che succede?
Chi è?
Chiusi gli occhi istintivamente per la paura.
«Ti libero se prometti di non urlare e di non arrabbiarti»
Annuii e lui mi lasciò, avevo riconosciuto la voce quindi mi voltai infuriata verso di lui.
«Ma dico sei impazzito! Mi hai fatto spaventare un sacco!»
«Scusami tassorosso e comunque avevi detto che non ti saresti arrabbiata»
«Era necessario Fred? Prendermi così all'improvviso?..»
«Calmati! Ti volevo solo dire di stare attenta»
«Attenta? Avete fatto qualcosa?»
Lui sorrise, con uno di quei suoi sorrisi da malandrino.
«Non siamo sempre noi a creare guai, comunque mi riferivo a questa cosa della camera dei segreti. Stai attenta, Silente sembrava davvero preoccupato, deve essere qualcosa di grave»
«Oh..»
Sorrise di nuovo, questa volta arrossii leggermente, ma divenni un pomodoro rovente quando si avvicinò al mio orecchio per sussurrarmi: «E comunque ti proteggo io Tassorosso»
Detto questo se ne andò ridendo probabilmente per la mia espressione.
Entrai in sala comune e mi diressi subito al mio letto, per pensare e pensare a quello che era appena accaduto.

Perché Fred non mi aveva detto di stare attenta prima? Quando eravamo in corridoio? Perché mi aveva presa da parte adesso? E cosa stava succedendo a scuola? Cos'era la camera dei segreti? E chi l'aveva aperta?
Il cervello stava per scoppiarmi così tante domande e nessuna risposta. Avevo questa brutta sensazione, questa angoscia sul petto, avevo paura.

---

«Grace sei sveglia?» chiese sussurrandomi Jane.
«Mm?»
«Non riesco a dormire»
«Ah capisco»
«Tu stai dormendo?»
«Ora non più» risposi aprendo gli occhi.
«Ti va di parlare un po'?»
«Parlare di che? Oddio sono le 2.00 del mattino...»
«Solo per un po', per favore»
«Va bene»

Rimanemmo sveglie per 1 ora. A parlare dei professori, dei nuovi studenti, e anche di cosa potrebbe essere la camera dei segreti.
«Sarà meglio tornare a dormire sono le 3.12» dissi stiracchiandomi.
«È vero domani abbiamo pozioni, non vorrei addormentarmi con la faccia nel calderone, te la immagini la faccia che farebbe Piton?» chiese ridacchiando.
Risi anch'io al pensiero.
«Jane quanto sei sveglia da uno a dieci?»
«Quattro perché?»
«Perfetto. Ti volevo dire una cosa, ma l'idea di farlo quando sei sveglia e arzilla mi spaventa un po' quindi te lo dico adesso» feci una pausa cercando di calmare il mio cuore che batteva fortissimo. Jane in tanto mi guardava dal suo letto con aria assonnata.
«Ecco.. mi piace.. si bé non so come sia successo o forse sì comunque... mi piace Fred» mormorai abbassando subito lo sguardo. Ce l'avevo fatta. Avevo detto alla mia migliore amica della mia cotta per il Grifondoro.
Aspettavo una sua reazione o una sua risata, ma niente.
Alzai lo sguardo e mi accorsi che Jane dormiva beatamente.
Sorrisi.
Questo vorrà dire che la mia cotta per Fred rimarrà ancora un segreto.
«Notte Jane» le dissi prima di riaddormentarmi.



 

Buonasera a tutti!
Ecco un nuovo capitolo
...La camera dei segreti è stata aperta... cosa succederà?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere che cosa ne pensate :)

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

 

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Capitolo 6
*** Far Away ***


6. Far Away


Marzo 1993

«Fred! Muoviti! È successa una cosa»
«George non lo vedi che stavo riposando?» chiedo senza aprire gli occhi. Dopo la lezione di pozioni ho proprio bisogno di dormire un po'.
«Riguarda la Tassorosso»
A quel punto mi alzo di scatto, cosa è successo?
Ero preoccupato.
La Tassorosso non mi era ancora indifferente. Non riuscivo a togliermela dalla testa. E ora l'idea che potesse esserle capitato qualcosa... continuavo a pensare al peggio e come potevo non farlo con le aggressioni che c'erano state.
«È in infermeria. Andiamo?»
«Si certo» Dico scendendo dal letto.

---

Arrivati in infermeria troviamo Jane che piange.
Sapevo che Jane era molto sensibile e che si metteva a piangere velocemente, ma questa volta è diverso, sento qualcosa nel petto, un brutto presentimento che viene confermato quando mi trovo davanti al letto.
«È stata...»
«P-Pietrificata» conclude la mia frase Jane mentre singhiozza.
Era lì stesa sul letto, immobile.
«L'hanno t-trovata s-sul corridoio che... che porta a-alla nostra sala c-comune. Mi aveva detto che a-aveva dimenticato.. il suo quaderno..»
Le avevo detto che l'avrei protetta.
Ma non è stato così.
Mi siedo sul letto affianco al suo e la guardo.
I suoi occhi sono aperti, spalancati pieni di terrore, come se avesse visto un mostro.
Una ciocca di capelli le è scivolata sulla guancia e la bocca è semichiusa.
Non l'ho protetta.
George mi mette una mano sulla spalla, anche lui è dispiaciuto.
«Dai la professoressa Sprite l'aiuterà, non può perdere la sua allieva preferita» dice sorridendomi.
Rimango in infermeria anche quando gli altri se ne vanno, prendo una sedia per esserle più vicino. Mi vergogno per quello che provavo ancora per Grace.
Stringo la sua mano fredda nelle mie e le chiedo scusa per non essere stato con lei.
«Grace ti chiedo ancora scusa... mi dispiace. Io non riesco a credere a quello che ti è successo. Tassorosso parlami, guardami... per favore»
Ovviamente lei non si mosse.
Rimasi lì, accanto a lei, fino all'ora di cena, poi raggiunsi gli altri in sala grande anche se lasciarla ancora da sola, devo ammetterlo..
mi faceva male.

---

«Freddie stai bene?»
«Si» rispondo gettandomi sotto le coperte.
«Ne vuoi parlare?»
«Di che?»
«Di quello che è successo»
«No... preferisco dormire un po'. Notte George»
«Notte Fred»
«Notte ragazzi»
«Buonanotte Lee»

Passato qualche minuto e sento già Lee e George russare, io invece non riesco a chiudere occhio.
Dopo il compleanno di Grace avevo deciso di togliermela dalla testa e ci avevo provato, davvero.
Per il resto dell'estate non ci avevo pensato, ma poi rivederla a scuola...
Non capivo perché fosse così difficile far andare via questa cosa... questa.. cotta.
All'inizio dell'anno avevo cercato di starle un po' lontano, ma lei non me lo rendeva facile. Se non era con Jane stava con noi e la sua vicinanza non mi aiutava.
Poi c'era stato il messaggio sul muro e averla vista così spaventata aveva risvegliato in me un senso di protezione nei suoi confronti, tuttavia non sono stato in grado di proteggerla.


«Ma potrebbe anche esserlo» dice Kyle a Grace e Jane.
«Chi potrebbe essere cosa?» chiediamo io e George, immischiandoci nella conversazione.
«Secondo Ernie, uno del secondo anno, Potter è l'erede di serpeverde» ci informa Jane.
Io e George scoppiamo a ridere. Possibile che tutti pensassero fosse davvero Harry? Perché mai dovrebbe essere lui?
«Secondo me non è lui» dice Grace, con gli occhi che fissavano il vuoto.
«Perché no?» chiede Kyle curioso, anch'io ero curioso di sentire l'ipotesi di Grace.
«Secondo me è uno del primo anno»
«Del primo anno?» chiediamo tutti e quattro ancora più curiosi di prima.
«Si. Pensateci se l'erede di Serpeverde fosse del secondo o del terzo o del quarto eccetera avrebbe potuto aprire questa camera dei segreti quando voleva, perché aprirla quest'anno? A meno che non sia uno del primo anno! L'erede di serpeverde è arrivato quest'anno e ha aperto la camera. Elementare miei cari Watson»
«In effetti protraesti aver ragione» dice Jane mentre Kyle sembra rimuginarci sopra.
«Bella ipotesi Tassorosso... Watson?» chiediamo confusi io e George.
«Grazie, grazie! Watson è il compagno di Sherlock Holmes famoso personaggio, detective... il libro di Arthur Conan Doyle»
Si fermò vedendo le nostre facce confuse.
«Magari Harry non aveva avuto tempo il primo anno per aprirla» insiste Kyle.
Ed ecco che il ragazzo in questione attraversa il corridoio in cui ci trovevamo.
«Fate largo all'erede di Serpeverde!» ci mettiamo a gridare io e George.
«Cosa fate?» chiede Grace tirandomi la manica del maglione.
«Liberiamo il corridoio per Harry»
«Passa pure Harry ora non c'è più nessuno» gli grida George.
Il ragazzo sopravvissuto passa il corridoio insieme a Ronnino e Hermione.
«Poverino. Chissà come si deve sentire, tutti che gli danno la colpa, secondo me non è lui» mormora la Tassorosso guardando Harry allontanarsi.
«Prima o poi si saprà la verità e Harry non sarà più considerato colpevole» le dico sorridendo, lei mi sorride a sua volta.
«Hai ragione Fred»
«Io ho sempre ragione Tassorosso»

Dormi Fred. Dormi!
Mi rigiro nel letto, non riesco proprio ad addormentarmi. I ricordi continuano a riaffiorarmi la mente.

«Buon Natale!» diciamo io e George a tutti quelli che incrociamo per i corridoi.
Anche quest'anno siamo rimasti ad Hogwarts per le vacanze di natale, ma sarà lo stesso divertente.
Grace è tornata a casa.
Cerco di pensare il meno possibile a lei.
La sala grande era davvero bella, piena di decorazioni. C'erano una dozzina di alberi di Natale ricoperti di ghiaccio e c'erano festoni di agrifoglio e di vischio che andavano da una parte all'altra del soffitto, da cui cadeva anche la neve. Dopo aver mangiato la mia seconda porzione di pudding di Natale, che era davvero delizioso, decido di fare un piccolo scherzo a Percy.
Con un incantesimo cambio la parola 'prefetto' in 'perfetto' sul suo distintivo.
La giornata stava procedendo benissimo.
Durante il pomeriggio arriva a me e a George un gufo da parte di Jane che ci augura un buon natale.
Di Grace nessuna notizia.
Non ci devo pensare.
«Fred indovina?»
«Uhm... Hai scoperto un altro passaggio segreto per andare ad Hogsmeade?»
«No. Grace ci ha mandato dei regali» dice tutto allegro buttandomi sul letto un pacco e un biglietto.
«Nel mio c'erano le caramelle mou e un bigliettino in cui mi faceva gli auguri... nel tuo che c'è?»
«Caramelle tuttigusti+1 e ora leggo il biglietto»
'Buona Natale Grifondoro
Spero che le caramelle ti piacciano
Come va a scuola? Avete combinato qualcosa te e George?
Comunque non vedo l'ora di tornare.
Grace'

Domani ho lezione, devo dormire!
Mi rigiro per l'ennesima volta nel letto.


San Valentino, la festa degli innamorati...
La sala grande era completamente trasformata.
C'erano fiori dappertutto e dei coriandoli a forma di cuore cadevano dall'alto finendomi nel piatto.
Era stato quel buffone di Gilderoy a fare tutto questo disastro.
Dopo colazione io e George ci siamo incamminati per la nostra prima lezione del giorno, incantesimi con il professor Vitous.
C'erano dei nani che portavano messaggi d'amore, anche questa era un'idea del professore.
«Hei Weasley»
«Buondì Tassorosso, ciao Jane»
«Avete.. ricevuto qualche.. ecco qualche sorpresa di San Valentino?» chiede Grace imbarazzata.
«No... e voi?» le domando a mia volta.
«Io no, ma Jane si»
«Ti prego non ne parliamo. Voglio dimenticare»
«Uh uh la signorina Sparks ha fatto colpo!» sorridiamo io e George.
«No, per favore cambiamo discorso»
«Ma noi vogliamo sapere chi ti ha mandato il messaggio d'amore» insiste George divertito.
«Si chiama Charlie e ora cambiamo discorso, vi prego»
«Avete visto com'era conciata la sala grande? Mi continuavano a cadere cuoricini sul bacon»
Grace e Jane ridacchiarono.
«Si il professore ha un po' esagerato»
«Cosa dici Grace? Secondo me è stato fantastico»
«La tua opinione non conta visto che sei innamorata di lui»
«Dai Grace è bellissimo e intelligente»
«A te lui non piace?» le chiedo curioso di sapere cosa pensasse la Tassorosso del professor Allock.
«È okay, ma un po' troppo vanitoso»
Istintivamente sorrisi.
So che non dovrei essere felice per una cosa così, sopratutto perché sto cercando di farmi passare la cotta per Grace, ma è più forte di me. Perché è così difficile? Fred tu non sei innamorato chiaro? E per Grace sei solo un amico e ti va bene!


Mi alzo dal letto esausto, non riuscivo proprio a dormire.
Decido di uscire e di andare in infermeria da Grace.
Prendo la mappa del malandrino, era una mappa che mostra a chi ne è in possesso, tutti i passaggi segreti e anche dove sono tutte le persone nel castello. L'avevamo fregata, io e George, dall'ufficio di Gazza il primo anno.
Fuori dalla torre non c'è nessuno, per fortuna.
Cerco di fare il meno rumore possibile.
All'improvviso sento la risata di Pix nel corridoio in cui stavo per girare, così cambio strada.
Dopo aver cambiato diverse volte la strada, una volta per Pix e poi per Gazza che continuavo a trovarmelo vicino arrivo finalmente davanti all'infermeria. Entrando vedo il corpo immobile del piccolo Colin Canon, il bambino che continuava a fare foto a Harry. Poi c'era il corpo di Justin, un ragazzo di tassorosso. Infine il corpo di Grace.

«Grace sono qui» le dico accarezzandole i capelli.
Prima non riuscivo a togliermela dalla testa perché mi era sempre vicina, ma ora che era lontana da me, era ancora peggio.
«Grace sei davvero impossibile. Io ho una cotta per te, che non riesco a farmi passare, e tu.. tu riesci ad essere bellissima anche da pietrificata» mi fermai perché mi veniva da ridere.
«Senti cosa mi fai dire? Fred sentimentale Weasley...» le prendo la mano e inizio ad accarezzarla.
«Mi puoi spiegare perché mi fai questo effetto? Perché quando sono con te mi sento così bene? Perché quando mi sorridi sento che niente potrebbe andare storto? Perché quando ti vedo il mio cuore batte forte? Perché ho bisogno che tu mi guarda? Perché non posso fare a meno di sentire la tua voce? La tua risata? Perché non posso fare a meno di starti vicino?...Perché?»
Come risposta ricevo solo silenzio.
Cosa mi aspettavo?
«Grace ti prometto che mi farò passare questa.. quel che provo ecco. Per il bene della nostra amicizia e ti prometto anche che troverò chi ti ha fatto questo»
«Ciao Tassorosso» le sposto i capelli dal volto, le accarezzo la guancia bianca e fredda poi lascio la stanza.


 


Ehilà!
Ecco un nuovo capitolo :)
Grace è stata pietrificata e Fred non riesce a dimenticarla.
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere che cosa ne pensate
Ora me ne torno a studiare storia, con tutte le sue rivoluzioni...
preferirei mille volte fare i G.U.F.O. che la verifica di scienze di domani

Detto questo vi saluto,
Kiss and Hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 7
*** Try it Again ***


7. Try it Again


Giugno 1993

Mi risvegliai in un letto diverso.
Non era il mio.
Ero in infermeria.
Avevo un leggero mal di testa e le gambe indolenzite.
Madama Chips mi fece il reso conto degli eventi accaduti, delle altre persone pietrificate e della piccola Ginny Weasley. Poverina presa e portata nella camera dei segreti dal mostro, non immagino la preoccupazione di tutti i Weasley.
Nel pomeriggio vennero a trovarmi Jane, Kyle, Charlie, Tod e Kate e altri compagni perfino Lee Jordan, ma non i gemelli, di Fred nessuna traccia. Jane dopo aver cacciato via tutti, mi accompagnò in sala grande per il banchetto. Era tutto il giorno che pingeva, di felicità diceva che non mi avrebbe più lascito da sola.
«Si dice che Harry Potter abbia salvato la piccola Ginny Weasley e che Hagrid non fosse mai stato colpevole, sai correvano voci che 50 anni fa fosse stato lui ad aver aperto la camera dei segreti invece era stato Tu-sai-chi. Comunque sono contenta che tutto si sia risolto e che tu stia bene»
«Si»
Ero in ansia.
Le gambe mi tremavano e il cuore mi batteva forte l'idea di rivedere Fred, mi agitava. So che era una preoccupazione stupida visto tutto quello che era successo, ma non potevo fare a meno di pensarci.
«Tutto bene?» mi chiese ancora Jane scrutandomi.
«Ecco... la verità è che sono nervosa»
«Perché?»
Okay Grace respira. È la tua migliore amica che problema c'è se gli dici la verità? Ci avevo già provato e non era andata come mi aspettavo... puoi provarci ancora disse la voce nella mia testa. E per la prima volta le diedi ragione. E se scoppiasse a ridere?
Muoviti a dirglielo!
«CredochemipiacciaFred» dissi così velocemente che nemmeno io mi sarei capita.
«Cosa? Non ho capito»
«Mi.. piace Fred»
«Sii!» Esclamò saltando sul posto.
Questa non era esattamente la reazione che mi aspettavo.
«Sai l'avevo già intuito e poi una sera credo di averti sentito farfugliare qualcosa del genere, ma dopo ho pensato che fosse la mia immaginazione»
«Da quanto.. insomma da quanto lo intuivi?» Chiesi curiosa.
«Da dopo il tuo compleanno. Quando mi ha chiamato per raccontarmi della festa e di Fred che era venuto lì, a casa tua, si capiva dalla tua voce che eri innamorata e poi..» Jane continuò a parlare, ma non la stavo più ascoltando per via di una cosa che aveva detto..
Innamorata?
Io?
Che?
«I-Io non sono i-innamorata... è una cotta passeggera, ne sono certa»
Jane mi guardò per un attimo e poi disse: «Scommettiamo?»
Accettai.
Se avessi perso avrei dovuto dire a Harry Potter che era un passerotto tutto rosso, non avevo la minima idea del perché l'avrei dovuto fare? Insomma che senso aveva? Harry Potter nemmeno mi conosceva, avrebbe pensato che sono una stupida o una pazza, ma tanto non avrei perso.
Invece se avesse perso Jane sarebbe dovuta uscire con Charlie. Secondo me formavano una bella coppia.

«Guarda lì c'è il tuo amore» mi sussurrò ridendo.
Forse avrei dovuto dirglielo durante le vacanze.
Comunque alla vista di Fred un brivido mi salì lungo la schiena e il cuore iniziò a battere, quando lui si stava per girare verso di noi, io mi nascosi dietro Jane.
Molto maturo Grace mi ripeteva la vocina nella testa.
«Jane mi hanno visto?» chiesi a bassa voce. Eravamo immobili davanti alla grande porta.
«Stanno venendo qui»
«Cosa?»
«Ti conviene venire fuori e poi sembro una pazza che parla da sola»
Feci un respiro profondo e tornai al fianco di Jane, ma guardavo in un'altra direzione, non volevo incontrare i loro sguardi, il suo sguardo.
«Grace!» gridò George abbracciandomi.
Rimasi sorpresa, ma ricambia l'abbraccio. Era così alto, emanava un profumo dolce, accogliente.
«Sono così contento che tu stia bene» disse lasciandomi.
Gli sorrisi, poi il mio sguardo, seppur contro la mia volontà, andò sul volto di Fred e dopo qualche secondo anche lui mi abbracciò.
Rimasi ancora più sorpresa.
Il cuore mi batteva così forte, se l'avesse sentito?
Era alto come George, ma Fred emanava un profumo diverso, di menta, era fresco, stare tra le sue braccia mi faceva sentire così bene.
«Ho saputo di vostra sorella.. sta bene?» Chiesi staccandomi, imbarazzata, dal rosso.
«Ci siamo presi un grande spavento, ma ora è salva» disse Fred.
«Meno male»
«Grace il banchetto è già iniziato meglio andare a sederci»
«Si.. ciao ragazzi»

Dal mio posto assistetti ad una scena davvero tenera.
La ragazza del secondo anno che avevo conosciuto in infermeria, Hermione Granger, correva verso i suoi amici. Abbracciò forte Harry Potter e poi si girò verso Ron, il fratello minore di Fred, e si limitò ad una stretta di mano. Erano carini quei due starebbero bene insieme.
Ron Weasley e Hermione Granger suonano bene i nomi insieme.
Fred Weasley e Grace Tuaril non saprei dire se suonassero bene insieme, ma a me piacevano... aspetta cosa sto dicendo? Sto impazzendo è l'unica spiegazione.
Sorrisi da sola, guadagnandomi uno sguardo confuso da Jane che era seduta di fronte a me.
I festeggiamenti durarono tutta la notte e furono pieni di attimi di gioia.
Ad esempio il ritorno di Hagrid. Ero davvero contenta fosse tornato, mi era sembrata una cosa molto ingiusta cacciarlo. Hagrid era una delle persone più buone che esistessero sulla terra, non farebbe mai del male.
Anche quell'anno la coppa delle case venne vinta dai Grifondoro, ma un'altra buona notizia venne detta dalla professoressa McGrannit, gli esami erano stati annullati.

---

Gli altri giorni trascorsero molto in fretta.
Anche questo anno era passato e basilisco a parte era andato tutto bene.
Il prossimo anno sarebbe stato il quinto e avrei avuto i G.U.F.O.
E chissà magari avrei perso la scommessa... macché!

«Tassorosso ci si vede il prossimo anno!» mi salutarono i gemelli alla stazione di King's Cross.
«Certo, ciao!»
Osservai Fred allontanarsi da me, continuai a guardare finché non diventò un puntino piccolo in lontananza.
«Ci sentiamo Grace, come al solito»
«Si!»
Detto questo ci abbracciamo.
Fortunatamente io Jane abitavamo vicino e potevamo vederci anche durante l'estate.
«Grace stai bene? Sono così contenta che tu sia qui! Mi sei mancata tanto tesoro» disse mia madre soffocandomi di baci e abbracci.
«Sto bene mamma, ora andiamo a casa»
«Grace ho una sorpresa per te, quest'anno andiamo in Italia a trovare zia Cristina»
«Che bello mi piace come idea!»
Piano piano uscimmo dalla stazione di King's cross, avrei dovuto passare alcuni mesi lontana da Fred, ma forse si sarebbe rivelata una cosa positiva, chi lo sa...
«Vi va di andare al cinema stasera?» chiese mio padre svoltando sulla via verso casa.
«Si» rispondemmo ad una voce io e mia madre.

 

Buongiorno a tutti!
Allora chiedo scusa per il tempo che ci ho messo a scrivere questo capitolo, che secondo me
non è nemmeno granché, con i compiti e lo studio non riuscivo a trovare molto tempo per scrivere.
L'ho riscritto diverse volte questo capitolo, all'inzio era completamente diverso, ma alla fine sono arrivata a questo
Spero vi piaccia, ho già iniziato a scrivere il capitolo successivo
quindi non ci metterò molto a pubblicarlo, almeno spero

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 8
*** She was impossible to be forgotten ***


8. She was impossible to be forgotten
Agosto 1993
 

«C'è un gufo per te Freddie»
«Ah si? Da chi?»
«Indovina» dice George sorridendo.
«Non saprei»
«Allora ha i capelli castani che le arrivano alle spalle, gli occhi color nocciola, alta più o meno così» disse alzando la mano e posizionandola sotto il mento per indicare l'altezza di Grace.
«Okay ho capito» dico alzandomi per prendere la lettera.
George continua a sorridere guardandomi.
Durante l'estate io e la Tassorosso ci eravamo sentiti spesso.
«È la risposta alla foto che le avevo mandato» dico soprappensiero.
«Non mi dirai che le hai mandato la foto che abbiamo fatto qui in Egitto?»
«Si perché?»
«Sei impazzito?» domanda sconvolto.
«In quella foto ero molto più bello di te... ah Fred che brutta figura che avrai fatto!» dice scuotendo la testa.
In quel momento ci guardiamo e scoppiamo entrambi a ridere.
«Comunque cosa ti ha scritto? Sempre se si può sapere..»
«Adesso leggo»
'Ciao Grifondoro!
Deve essere bellissimo l'Egitto, sono felice che tuo padre abbia vinto il premio della lotteria annuale Super Galeone d'oro della gazzetta del profeta, sono davvero felice per voi.
Qui in Italia va tutto bene.

Ieri sono andata la mare con la mia famiglia è stato divertente.
Dovrei tornare a Londra una settimana prima della scuola, per prendere l'occorrente per il nuovo anno scolastico.. potremmo vederci a Diagon Alley, ti andrebbe?

Ora ti saluto,
Grace
P.S. Salutami George!
P.P.S. Tuo fratello Bill non è male

Scoppio a ridere nel leggere l'ultima frase.
«Cosa c'è di tanto buffo?» chiede curioso George.
«Mi ha scritto che Bill non è male»
«E perché fa ridere?»
«Perché nella foto che le avevo mandato avevo scritto 'Sono o non sono il più bello della famiglia?' E lei mia scritto di Bill... e mi fa ha fatto ridere. Ah ti saluta»
«Oh.. okay»
«Tra poco si torna a Londra»
«Già»
«Senti George ti va di andare a fare uno scherzo a Percy oppure a Ronnino?»
«E me lo chiedi pure?»

---

Avevamo passato tutta la mattina in giro per  Diangon Alley a comprare nuovi libri e una nuova bacchetta a Ron.
Durante il pomeriggio Ron era andato con Hermione a cercare Harry.
Mamma e papà avevano accompagnato Ginny a fare un altro giro per controllare che avesse preso tutto.
Percy, invece, era rimasto nella sua stanza, probabilmente a lucidare il suo distintivo di caposcuola.
Io e George ci dovevamo vedere con la Tassorosso.
«Ehi Weasley!» sentiamo gridare alle nostre spalle.
«Ehi tassorosso!» diciamo avvicinandoci a lei.
«Come siete abbronzati»
«Tu invece sei bianchissima, sembri una cadavere, sei rimasta chiusa in casa tutta l'estate?»
«Grazie George per questo caloroso saluto. Comunque no, in realtà ero sempre fuori casa, ma a quanto pare non mi abbronzo molto»
«Capito, tu hai già preso i libri per il nuovo anno?»
«Si ho preso tutto ieri, voi?»
«Noi anche, abbiamo comprato tutto stamattina»
«Vi va di andare a mangiare un gelato?» chiede timidamente.
«Certo» rispondiamo ad una voce io e George incamminandoci verso la gelateria Florean.
Dopo aver preso il gelato ci sediamo al primo tavolo libero che troviamo e prima che Grace si sieda le sussurro all'orecchio: «E quindi Bill non è male eh?»
Lei sorride e poi mi risponde: «Ah Bill.. già non è affatto male»
Sorrido.
Durante l'estate mi ero reso conto che dimenticare Grace era una cosa impossibile. Un po' come stare senza George.
Grace non me la sarei tolta facilmente dalla testa, dal cuore.
Quindi rinunciai.
Che c'era di male dopotutto?
«Allora raccontatemi qualcosa dell'Egitto»
«Abbiamo cercato di chiudere Percy in una piramide» dico sospirando.
«Ma mamma ci ha scoperti» aggiunge George.
«Cosa? Come? Perché? Cosaaa?»
Noi due scoppiamo a ridere.
«Sta diventando noioso»
«Più di prima»
«E quindi volevate chiuderlo in una piramide?» chiede ridacchiando, prendendo poi una cucchiaiata del suo gelato e portandoselo alla bocca.
«Esatto, ma non ci siamo riusciti» dice George sconsolato.
«Va bene.. com'è il vostro gelato?»
«Buono!» diciamo insieme io e George.
«Il tuo?»
«Si anche il mio»
«Me lo fai assaggiare?» chiedo sorridendo.
Grace diventa tutta rigida, George invece si trattiene dal non ridere.
«C-Cosa?»
«Me-Lo-Fai-Assaggiare-?» chiedo nuovamente scandendo parola per parola.
«O-okay» disse prendendo un po' di gelato con il suo cucchiaio e porgendomelo. So che si aspetta che prendi il cucchiaio, ma io sono imprevedibile, dopotutto.
Mi avvicinai per poi farmi imboccare da lei.
Grace era tutta rossa.
E io non riuscivo più a trattenermi, nemmeno George, infatti ci mettiamo a ridere, dopo un po' anche lei si mette a ridere con noi.

Fu un bel pomeriggio, ma dopo il gelato la Tassorosso dovette tornare a casa e noi al Paiolo Magico.

Arrivati lì incontriamo Harry Potter.
Ginny è imbarazzata, molto più del solito e lo saluta timidamente.
Invece Percy gli porge la mano.
«Harry. Che piacere vederti»
«Ciao Percy» si vede che cerca di non ridere mentre stringe la mano di Percy.
«Spero che tu sia stato bene»
«Molto bene, grazie...»
Dobbiamo proprio intervenire.
«Harry! È semplicemente magnifico vederti, ragazzo...» dico dando una gomitata a Percy e facendo un inchino. Subito dopo arriva George che spinge via me.
«Meraviglioso. Assolutamente splendido» dice il mio gemello.
Percy ci guarda male, ma era impossibile non prenderlo in giro Percy Perfetto Weasley.

---

Oggi si parte per tornare ad Hogwarts.
Sarebbe stato il quinto anno per me e George.
Sarebbe stato divertente come gli altri.
Il ministero della magia ci ha prestato due macchine, per portare tutti alla stazione.
Molto probabilmente lo fanno per proteggere Harry da Sirius Black, un pazzo omicida, così dicono tutti.
Arriviamo alla stazione addirittura in anticipo.
Dopo aver attraversato la barriera per raggiungere il binario dell'Hogwarts Express, mamma ci bacia tutti al suo solito, baciò anche Harry ed Hermione.
Dopodiché noi tutti saliamo sul treno mentre papà trattiene un attimo Harry per parlare.
«Lee dovrebbe essere di qua, ho sentito la sua voce» dice George continuando a camminare lungo il corridoio guardando negli scompartimenti che superavamo.
«È lì che parla con Angelina!» esclamo indicando i due.
«Ragazzi come state?» chiede allegro Lee vedendoci.
«Tutto bene, tu?» chiedo curioso mentre George sorride ad Angelina.
«Non c'è male»
«Tu tutto bene Angelina?» domanda George sempre sorridendo, lei ricambia il sorriso.
«Ciao Kyle! Come stai?» sento pronunciare da una voce dolce che ormai riconoscerei tra mille.
«Ciao Grace! Io bene tu?»
«Tutto bene anch'io» rispose la ragazza che mi dava le spalle.
Mi avvicino per salutarla, alla mia vista Kyle fa una faccia strana, non credo di essergli molto simpatico.
«Buongiorno Tassorosso»
«Oddio che spavento! Non ti avevo sentito arrivare, ciao Grifondoro»
Perché mi ero messo in testa di riuscire a dimenticare Grace? Quando era ovvio che non ci sarei riuscito.




 

Buonaseraaaa!
Ecco un nuovo capitolo, oggi ero in vena di scrivere infatti ho quasi finito il capitolo successivo e devo dire che il prossimo sarà molto più lungo di questo
E' il quinto anno per i nostri protagonisti, un anno importante, hanno i G.U.F.O.
e Fred ha rinunciato a dimenticarsi di Grace, lei che cosa farà?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto,

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 9
*** I too have feelings ***


9. I too have feelings
 

Ottobre 1993


«Tra poco sarà Halloween e sempre in quel weekend si potrà andare ad Hogsmeade, fantastico!» Esclamò Jane sorridendo.
Eravamo tutti seduti sui divanetti vicino al fuoco. Io, Jane e Kyle a noi poi si unirono anche Charlie, Kate, Tod e Cedric.
Charlie Hills aveva un anno in meno di noi, era al quarto anno. Aveva i capelli mori pieni di riccioli, occhi verdi, era più alto di me di qualche centimetro, con corporatura robusta. Aveva una cotta smisurata per Jane, fin dal primo momento che l'aveva vista. Era davvero dolce. Cercava sempre di attirare la sua attenzione. Lo scorso anno a San Valentino aveva dedicato una poesia a Jane.
Kate e Tod Carter erano gemelli, lei era alta, più alta di lui, con lunghi capelli neri e occhi azzurri, era una giocatrice della squadra di Quiddich dei Tassorosso. Adorava tutte le cose spericolate, era molto determinata ed era sempre disposta ad aiutare tutti. Tod invece era un po' basso dai capelli neri e occhi azzurri nascosti dietro un paio di spessi occhiali rettangolari, a differenza della gemella non amava lo sport preferiva starsene tranquillo a leggere. Era molto rigido, ma aveva sempre la battuta pronta e come la sorella era disposto ad aiutare chiunque avesse bisogno.
Cedric Diggory era un ragazzo alto, abbastanza robusto, capelli castani occhi nocciola chiaro. Era un ragazzo gentile e simpatico. Quest'anno era diventato il cercatore della squadra di Quiddich.

«Potremmo andare ai Tre Manici di scopa a bere una buona buorrobirra» disse Cedric sorridendo. La maggior parte della scuola aveva una cotta per lui, il primo anno anche Jane aveva avuto una mezza cotta per lui. Lo capivo era bello, simpatico, gentile, ma... Non è Fred disse la voce nella mia testa. Già non è Fred.
«Ragazzi io me ne vado a letto sono davvero stanca, buonanotte a tutti!»
«Notte Grace» dissero in coro Tod Kate e Kyle.
«Buonanotte» disse Cedric agitando la mano.
«Vuoi che venga su con te?» chiese Jane scrutandomi.
«No, rimani pure qui e torna su con Kate»
«Va bene buonanotte ciccia»
Mi voltai per guardarla e ridemmo entrambe.

Entrata in camera mi buttai a peso morto sul mio letto, dai colori giallo e nero.
L'estate era passata in fretta.
Avevo passato quasi tutto il tempo in Italia. Lì ero stata a casa di mia zia Cristina, una donna di 35 anni. Mora, alta e molto affettuosa. Insieme a lei c'era Marco il figlio di 7 anni. Lo zio Franco, ex marito e padre di Marco, li aveva abbandonati qualche anno fa. Mia zia non parlava spesso dell'accaduto. Nonostante ciò mi ero divertita molto.

«Allora Grace hai il ragazzo?»
Oddio no ti prego.
«Grace cara mi ascolti?»
«Si zia»
«Sei fidanzata?» chiese stupita lasciando quello che stava facendo per raggiungermi e sedersi affianco a me sul divano.
«No zia. Il si era riferito all'ultima domanda che mi hai fatto»
«Ah capisco» mormorò delusa.
«Ma almeno ti piace qualcuno? C'è qualcuno carino nella tua scuola?»
«Bé ecco..»
«Lo sapevo! Lo sapevo! Tua zia ha un certo fiuto per queste cose»
Si vede.
«C'è un ragazzo che mi piace, ma lo devo dimenticare, sono sicura che lui mi veda solo come un'amica»
«Cosa? Come si chiama? Dimenticare?» chiese tutto d'un fiato mia zia più curiosa che mai.
«Si chiama Fred... lo conosco da quasi 5 anni e come ti ho detto credo che lui mi veda solo come un'amica»
«Credi o sei sicura?» Chiese facendomi finalmente alzare lo sguardo dal libro. Mi guardava con un sguardo che le avevo visto spesso quando in televisione parlavano delle relazioni dei personaggi famosi.
«I-Io n-ne sono sicura...» dissi titubante.
«A me non sembra, mia cara nipotina vuoi davvero rinunciare al ragazzo che ti piace perché credi di essere sicura che lui non provi niente?»
Rimasi zitta.
Allora mia zia continuò a parlare.
«Non devi arrenderti subito Grace. Sei una ragazza d'oro, speciale. Se un ragazzo ti piace dovresti lottare per lui, tutto può succedere. Hai anche tu dei sentimenti Grace, vivili»
«Credo tu abbia ragione»
«Credi o sei sicura?» chiese ridacchiando.
«Okay, ne sono sicura, grazie zia» dissi abbracciandola.
Aveva ragione, perché non potevo godermi quello che provavo? Poi vedremo cosa sarebbe successo.
«Ora raccontami tutto di lui!»

Jane era d'accordo con mia zia e continuava a dirmi che avrei perso presto la scommessa.
Io non affrontavo l'argomento perché l'idea di dover dire Harry Potter che era un passerotto non mi andava per niente. Mi alzai dal letto per cercare una cosa nel mio baule.
«Eccola!» esordii tenendo tra le mani la foto dei Weasley che mi aveva mandato Fred. Così potevo vedere il rosso quando volevo. Quando mi era arrivata la foto la tenevo nascosta sotto il cuscino, nessuno doveva vederla. Soprattutto non Marco o mia zia perché la foto si muoveva e sarebbe stato difficile spiegare come accadesse. Un giorno però mia zia mi aveva vista nasconderla.

«Cos'è una lettera d'amore?»
«Uhm... una specie»
«Fammi vedere» disse curiosa.
«No... ecco non è una lettera d'amore»
«E allora cos'è?»
«Una foto»
«Di Fred? Fammela vedere sono così curiosa»
«Aspetta una attimo faccio la foto della foto con il telefono... non voglio.. uhm.. rovinare l'originale» dissi la prima cosa che mi venne in mente.
«E va bene»
«Tesoro te lo sei scelta proprio bene! Questa è tutta la sua famiglia?» chiese mentre guardava la foto dal mio telefono.
«Si»
«Ma ha un gemello! Sono identici, come fai a riconoscerlo?»
«Bé Fred è quello sulla destra, vedi George ha un viso più allungato e ha un neo sul collo che Fred non ha. Poi sono diversi in alcune cose, ad esempio George mette diverse cucchiai di zucchero nel The mentre Fred ne mette solo uno e Fred..»
«Devi averlo osservato bene»


Arrossii al ricordo di quello che mi disse mia zia, anche lì con lei arrossii. Guardai ancora la foto, i Weasley sorridevano e mi salutavano. Girai la foto, dietro c'era scritto 'Sono o non sono il più bello?'
Sorrisi. Si lo sei.
Ah sei proprio cotta a puntino disse la voce nella mia testa.
Mi rigirai nel letto, chiudendo gli occhi, stringendo la foto al petto e poi lasciai che i ricordi dell'ultimo periodo mi invadessero la mente.

«Chiedigli di uscire!»
«Si Grace» annuì il piccolo Marco anche se non aveva capito di cosa stavamo parlando.
«Come? Quando? Penserà che sono impazzita! E se rifiutasse? No!»
«Tu che cosa ne sai, magari farà i salti di gioia perché è segretamente innamorato di te»
Il mio cuore prese a battere forte e arrossii violentemente all'idea di Fred innamorato di me.
«M-Ma non c-credo proprio»
«Comunque chiedigli di uscire, non ti costa nulla»
«Okay, okay»
«Ti presto il telefono così lo chiami»
«Oh no.. gli mando.. un messaggio»
«Che peccato volevo sentire la sua voce»
«Un'altra volta»

Corsi nella camera degli ospiti, presi tutto l'occorrente e inizia a scrivere.
Errol era rimasto aspettando la risposta che avrei dovuto scrivere per Fred e anche perché era stanco. Certo era difficile nasconderlo alla zia e a Marco, ma ne valeva la pena se mi scrivevo con Fred.
Quando finii con mano tremante la consegnai al gufo dei Weasley e lui pian piano si avvicinò alla finestra poi sparì.
Avevo chiesto a Fred di uscire!
Le guance mi andavano a fuoco, le gambe mi tremavano, il cuore batteva forte e il mio stomaco si contorceva.


Mi ero preoccupata così tanto di quella uscita, ma alla fine era andato tutto bene e c'era pure George. Questo mi aveva tranquillizzato.
Il nuovo anno era iniziato ovviamente con lo smistamento dei nuovi studenti. Tuttavia era diverso dagli altri anni. Fuori, all'ingresso c'erano delle creature terrificanti. I dissennatori, le guardie di Azkaban, prigione di massima sicurezza dei maghi. Quelle creature erano qui a causa di Sirius Black, un assassino che era riuscito a fuggire. La cosa mi metteva i brividi.

«Cosa succede? Perché le luci si sono spente? Perché fa così freddo?»
«Non lo so Jane» le dissi anche Kyle, Kate, Tod e Cedric erano sorpresi.
Mi affacciai fuori dalla porta, non ero l'unica che guardava fuori, in uno scompartimento notai Charlie  e un suo amico che si guardavano intorno.
«Grace tutto bene?» sentii chiedere alle mie spalle.
«George che succede?»
«Non ne ho idea, deve esserci un problema o qualcosa del genere» disse il rosso sorridendomi.
«George con chi pa.. oh ciao Tassorosso... è tutto okay?»
«I-Io...»
Non feci in tempo a finire la frase che tutto tornò alla normalità.

Poi scoprii che erano stati i dissennatori, ispezionavano il treno. Harry Potter era svenuto a causa di uno di loro. Povero come se non ne avesse passate già tante.
A parte i dissennatori, c'erano due nuovi professori ad Hogwarts.
Il professor Kettleburn, insegnante di cura delle creature magiche, era andato in pensione. Al suo posto avrebbe insegnato Hagrid, custode e guardacaccia di Hogwarts.
Cura delle creature magiche era una materia che mia affascinava, anche se sembravo l'unica. C'erano tante di quelle creature sorprendenti e bellissime. Nel libro "animali fantastici: dove trovarli" di Newt Scamander erano descritte così bene. Ero sicura che sarebbe stato un ottimo insegnante Hagrid.
L'altro insegnante nuovo era il professore di difesa contro le arti oscure. Il professor Lupin. Un uomo dall'aria trasandata messo a confronto con gli altri insegnanti, ma del resto sembra un insegnante per bene.


«So perfettamente che avete già studiato i mollicci, ma ieri ho fatto una prova pratica con quelli del terzo anno e ho pensato di farla anche con voi. Allora chi mi dice cos'è un molliccio?»
Molti alzarono la mano.
«Carter dimmi pure»
Tod si sistemò gli occhiali prima di parlare.
«Un molliccio è un mutaforma. Può assumere l'aspetto di quello che ritiene ci spaventi di più. Si dice che non abbiamo forma, nessuno sa com'è quando un molliccio è solo. Amano gli spazi chiusi e bui, ha fatto bene a nasconderlo lì dentro»
«Perfetto, l'incantesimo per respingere un molliccio qual è? Si Angelina?»
«È Riddikulus, se non mi sbaglio»
«Non si sbaglia, allora voglio che formiate una fila e che pensiate a quello che vi fa più paura e a come renderlo divertente. Ricordate non è solo l'incantesimo a sconfiggere un molliccio, ma anche le risate. Signorina Sparks lei è prima... è pronta?»
«S-Si»
Lupin aprì l'armadio con un movimento della bacchetta.
Da lì uscì un lupo mannaro, il professor Lupin si irrigidì per un istante, ma poi tornai a guardare la mia amica.
Jane con l'incantesimo mise al lupo mannaro dei vestiti e del trucco, faceva davvero ridere.
Toccò a Kyle.
Il molliccio si trasformò in un bambino piccolo di circa 6 anni che gridava 'è colpa tua! Sono morto a causa tua'. Non capivo, chi era quel bambino?
Kyle lo trasformò, il bambino iniziò a saltellare di gioia.
«Signorina Tauril»
Ero in ansia.
Non sapevo che cosa mi facesse paura.
In che cosa si sarebbe trasformato il molliccio?
Restai immobile di fronte a quell'immagine.
C'erano tutti i miei amici più stretti, i miei genitori, mia zia Claire (anche se nella realtà lei... lei non c'è più) e mia zia Cristina.  Tutti mi guardavano male, alcuni ridevano di me.
'Ah Brad ti rendi conto di che figlia deludente abbiamo'
'Certo cara, avremmo dovuta abbandonarla'
'Credevi davvero che ti volessi bene? Mi fai così ridere, sei patetica' disse zia Claire.
Le lacrime mi salirono agli occhi.
'Ma non te ne rendi conto? Sei stupida o cosa? Nessuno vuole esserti amico, lo facciamo solo perché ci fai pena' sbraitò Jane, Kyle, Kate, Tod, Cedric, i gemelli Weasley annuirono con aria di disgusto alla mia vista.
'Noi ti detestiamo tutti' mi disse George ridendo, seguito dagli altri.
'Non potrei mai avere una...' stava per dire Fred, ma a quel punto non ce la feci più.
«Riddikulus!»
I volti disgustati e arrabbiati si trasformarono in amorevoli sorrisi.
«Ben fatto Grace» mormorò il professor Lupin.
Io mi asciugai le lacrime a andai nel retro della classe sotto lo sguardo di tutti.
«Grace! Tesoro non penso neanche per idea quelle cose. Io ti adoro e ti voglio bene» mi abbracciò Jane.
«Grazie... h-ho sempre a-avuto paura dell'abbandono da parte di t-tutti quelli a cui i voglio bene»
Un attimo dopo mi ritrovai in mezzo ad un abbraccio di gruppo.
Kate, Tod, Kyle e Cedric si erano uniti all'abbraccio.
I gemelli erano ancora in fila, ma notai che mi stavano guardando entrambi, poi mi sorrisero. 
Ora toccava a George.

Il suo molliccio si trasformò in Fred... disteso a terra.. con un'enorme ferita. Poteva sembrare scontata come paura, ma non lo era per me. George e Fred erano sempre insieme. Non poteva esistere un mondo in cui non fossero insiemeSe c'era Fred, c'era George e così il contrario. Non potevano stare l'uno senza l'altro e apivo perfettamente la paura di George perché iniziò a spaventare anche me.
«Riddikulus!»
Il Fred disteso a terra si alzò e disse 'Dai Georgie non ci sarei mica cascato! Si vedeva che fingevo' poi sorrise.
«Grace tutto bene? Ti ho visto che piangevi»
«Si è tutto okay... tu come stai?»
«Io bene»
Lo guardai per vedere se diceva la verità.
«Fred non morirà prima di me. Siamo nati insieme, anzi io 13 minuti prima, e moriremo insieme»
«Ora tocca a lui» disse Jane.
Chissà di cosa ha paura...
Sul pavimento comparve George morente... no non era George era Fred. Era Fred morto con dietro George che si disperava... Fred aveva paura di come sarebbe stata la sua morte per George. Di come si sarebbe sentito. Guardai George, che era accanto a me, e aveva gli occhi lucidi. Gli presi istintivamente la mano e lui la strinse.
«Riddikulus!»
E i due gemelli che fino a prima erano sul pavimento uno morto e l'altro disperato fecero la cosa che sapevano fare meglio. Si misero a ridere.
Quando Fred ci raggiunse ero sicura che anche lui avesse gli occhi lucidi.
«Tassorosso non penserai davvero quello che ti hanno detto i finti noi, vero?»
Era preoccupato per me? Dopo la scena che aveva assistito? Dopo la scena della sua paura peggiore?
«E-Ecco...»
«Non devi» disse sorridendomi.
«E tu non devi preoccuparti per George, lui ha un ottima teoria al riguardo»
«Ah si?» chiese rivolto al gemello.


Era stata una lezione piena di emozioni.
Alla fine avevo parlato con Kyle per assicurarmi che stessa bene visto che il molliccio l'aveva sconvolto.
Scoprii che era suo fratello minore ed era morto 4 anni fa, annegato in piscina. Kyle si dava la colpa perché in casa c'era solo lui, i genitori erano fuori, avrebbe dovuto badare al fratello, ma si addormentò. Si svegliò sentendo un rumore all'esterno. Il piccolo Liam era caduto nella piscina, non sapeva nuotare, Kyle uscì di corsa e vide il fratellino sprofondare nell'acqua. Cercò di salvarlo, ma non riusciva a risalire con il piccolo in braccio. Quando arrivarono i genitori trovarono l'ambulanza e la polizia. Kyle vedendo che non riusciva a salvare il fratello chiamò i soccorsi, ma era troppo tardi per Liam. Da lì si è sempre dato la colpa dell'accaduto. Kyle aveva 11 anni quando successe, e qualche settimana dopo gli arrivò la lettera di Hogwarts. Si sente in colpa anche perché Liam poteva, forse, essere un mago come lui, ma non lo avrebbero mai saputo. Rimasi scioccata e abbracciai subito il mio amico, non avrei mai pensato si tenesse dentro un così grosso fardello.

La prima lezione con Hagrid invece fu stupenda.
Ci presentò degli ippogrifi, tutti magnifici.

«Chi vuole essere il primo ad avvicinarsi?» chiese Hagrid emozionato, dopo la presentazione e le informazioni base su come comportarsi con un ippogrifo.
«Io!» dissi alzando la mano.
Tutti si voltarono verso di me, Jane mi guardava sbalordita.
«Benissimo Grace, vieni avvicinati lentamente e quando te lo dico inchinati»
Non feci nemmeno un passo che qualcuno mi afferrò il polso.
«Stai attenta» mi bisbigliò Fred.
«Non ti preoccupare Grifondoro!» gli risposi sorridendo.
«E chi si preoccupa?» chiese lui sorridendomi a sua volta, lasciandomi il braccio.
«Okay Grace piano... inchinati»
Feci quello che Hagrid mi diceva e poco dopo mi ritrovai davanti ad un ippogriffo tutto nero.
Era magnifico.
«Puoi accarezzarlo, adesso»
Mi avvicina con la mano leggermente tremante, ma fu più facile del previsto. L'ippogrifo si avvicinò a me per farsi accarezzare bene.
«Hagrid è magnifico! Sono tutti bellissimi»
«Oh grazie» disse leggermente imbarazzato.
«Ora si farà cavalcare da te»
«Cosa? Davvero?»
«Si vieni ti aiuto»
Ero nervosa. Cavalcare un ippogrifo, dovevo stare attenta a non fargli male ed a non staccargli neanche una piuma.
Il volo fu troppo breve. Stare in cielo con il vento che scompigliava i capelli e con il debole sole che mi illuminava era bellissimo.«Bravissimi!» esclamò Hagrid applaudendo.
«Brava Grace e Brava anche tu» disse lanciando a quest'ultima un furetto morto.
Dopo di me molto si avvicinarono per accarezzare un ippogrifo.
«Com'è stato?» chiese Kate con gli occhi sgranati.
«Devi assolutamente farlo, è stato fantastico»
«Fantastico.. state parlando di me?»

«Ti piacerebbe Weasley» dissi senza nemmeno voltarmi.
«Molto»

Sembra tutto così lontano.
Come se quei momenti fossero accaduto secoli fa e non un mese fa.

 

***

 

Oggi si poteva andare ad Hogsmeade.
Sarebbe stata una bella giornata.
«Andiamo Grace! Gli altri sono già in sala comune, non vedo l'ora di bermi una burrobirra con lo zenzero»
«Si anch'io, ma senza zenzero... comunque andremo quando troverò l'altra scarpa» dissi alzando la scarpa che avevo in mano, non riuscivo a trovare l'altra.
«È quella?» chiese Kate che era salita ed indicava la mia scarpa che  era tra le zampe di Mucci.
«Oh tesoro.. Mucci mi lasceresti la scarpa?» domando facendo una vocina più acuta e accarezzando il mio gatto. Lui subito la lasciò.
«Ora possiamo andare»

---

«Sei burrobirre due con lo zenzero, grazie mille» ordinò Cedric gentilmente.
«Che nostalgia, mi mancava questo posto con la sua burrobirra»
Jane sembrava quasi drogata di burrobirra ne beveva sempre quando ne aveva la possibilità.
«Ecco a voi» disse Rosmerta sorridendo.
«Ehi ciao!» dissero due voci in lontananza.
«Sono i Weasley» mi bisbigliò all'orecchio Jane.
«Tassorosso come va? Possiamo unirci a voi?» chiese Fred sedendosi affianco a me senza aspettare una risposta. Subito dopo George prese una sedia e si sedette affianco a Fred, a capo tavola.
Io mi trovavo tra Jane e Fred. Di fronte a me c'erano Cedric, Kate e Tod mentre di fronte a George si trovava Kyle.
I due gemelli ordinarono due burrobirre. Fu un pomeriggio tranquillo restammo seduti a parlare delle prime cose che ci passassero per la testa. Ad un certo punto sentii la mano di Fred sfiorare la mia e sobbalzai attirando l'attenzione di tutti, finsi di avere il singhiozzo e dovetti continuare a fingere per non destare sospetti.

Ora eravamo all'Emporio di scherzi di Zonko.
«Tassorosso ti è passato il singhiozzo?»
«Si.. trovato qualcosa di interessante?» chiesi guardando George che frugava tra gli scaffali.
«Si e no... Grace?»
«Si?»
«Riesci a capire se sono Fred o George?» domandò rivolgendo la sua attenzione a me.
«Si certo George»
Lui sorrise.
«Sei una delle poche a volte Lee ci confonde» mormorò girandosi per guardare l'amico che parlava allegramente con un altro ragazzo di Grifondoro.
«Come fai a distinguerci?»
Perché mi faceva questa domanda?
Il mio cuore stava battendo davvero forte.
Cosa gli dovevo dire?
«Cos'è quello sguardo perso Grace?»
Non riuscivo a ritrovare la voce.
«Come fai ad essere sicura che io sia George?»
«Ecco... non siete del tutto uguali nell'aspetto»
«Tutto qui? Non vedi nient'altro di diverso tra me e Fred?»
Cosa?
George, per caso, sapeva della mia cotta per Fred?
«Ehi andiamo da Mielandia?» domandò Kyle.
«Si andiamo! Grace vieni!» mi chiamò Kate.
«Arrivo»
Guardai un ultima volta George poi mi precipitai fuori.
«Di che parlavi con George?» mi sussurrò Jane prendendomi sottobraccio.
«Dopo ti dico»
Avevo ancora il cuore che batteva forte, se George sapeva della mia cotta forse lo sapeva anche Fred.
Mi voltai per guardare il rosso.
Era così evidente che mi piaceva?
Fred alzò lo sguardo e mi sorrise, ricambiai il sorriso.

«Ciao Hermione!» salutai la ragazza di Grifondoro del terzo anno che avevo conosciuto l'anno prima in infermeria.
«Ciao Grace, come stai?»
«Molto bene tu?»
«Bene... lui è Ron, Ronald Weasley» disse indicandomi il ragazzo dai capelli rossi al suo fianco.
«Molto piacere io sono Grace, Grace Tauril»
«Ciao! Sei la ragazza con si è scritto Fred quest'estate?»
Perché tutti oggi dovevano domandarmi di Fred? I Weasley si erano messi d'accordo?
Aspetta e se non fossi io la ragazza in questione? Se Fred durante l'estate si fosse sentito con un'altra ragazza?
«I-Io.. ecco...»
«Tassorosso vieni qui! Questo lo devi assaggiare!» mi chiamò Fred.
«Anche a te piace, vero?»
«C-Cosa?»
«Niente» mormorò Ron andandosene via.
«Ciao Grace... Ron dove vai? Dobbiamo prendere i dolci per Harry»
«Ciao»
Anche a te piace
Cosa vorrebbe dire?
A qualcun'altra piaceva Fred?
«Cosa devo assaggiare?» chiesi al rosso.
«Questo» disse afferrandomi il polso per avvicinarmi a lui, per poi imboccarmi.
Fred era così impulsivo.
Le mia guance andavano a fuoco, pr non parlare del mio cuore e delle mie gambe, quasi non mi reggevo.
Eravamo così vicini.
Stava sorridendo.
Era tutto..
Cosa.. cosa sto mangiando?
Sentivo uno strano sapore sulla lingua.
«Fred?»
«Si?»
«Cosa mi hai messo in bocca?»
Il ragazzo scoppiò a ridere ed indicò il sacchetto che stringeva in mano.
Realizzai tutto. Non era un dolce di Mielandia. Era un finto dolce, veniva dall'Emporio degli scherzi di Zonko.
La cosa che avevo in bocca sembrava stesse iniziando a muoversi.
Corsi subito fuori. Spuntai il disgusto "dolce" e uscì un'insetto che volò via.
Sentivo dietro di me le risate di Fred.
«Che schifo!»
Mi voltai e colpii Fred al braccio.
«Che schifo!» ripetei con la faccia disgustata.
«Tieni» mi allungò una bottiglia di burrobirra.
Lo guardai titubante.
«Non è uno scherzo»
E ci dovrei credere?
«Provamelo»
«Come desideri Tassorosso»
Detto questo aprì la bottiglia e bevette un lungo sorso.
«Contenta?» chiese allungandomi nuovamente la bottiglia.
La presi tranquillamente e bevvi un lungo sorso. Pian piano il cattivo gusto che avevo in bocca andò via.
Ehi ma ti sei accorta da dove stai bevendo? Chiese la vocina nella mia testa.
Cosa?
In quel momento capii.
Per poco non sputai la bevanda.
I-Io ave-avevo bevuto dalla stessa bottiglia di Fred.
Poco prima... aveva bevuto lui.
Mi girai e gli diedi le spalle, non volevo che mi vedesse arrossire per una cosa così.
«Tutto bene?» chiese avvicinandosi.
Annuii e gli ridetti la bottiglia sempre senza voltarmi.
«Tassorosso non sarai mica imbarazzata per...»
«Ecco dove eravate!» disse Kyle uscendo dal negozio.
«Si eravamo qui» gli rispose il rosso.
«Torniamo ad Hogwarts? Tra un po' ci sarà il banchetto di Halloween» chiese Cedric.
Annuimmo tutti.
Io mi avvicinai a Jane e Kate ancora rossa in viso.
Riuscii a vedere Fred andare da George e Lee.
Che pomeriggio strano.

---

Il banchetto come al solito fu splendido. Mangiai fino a scoppiare.
Però accadde una cosa che mise il panico in tutta la scuola.
Il ritratto che faceva da guardai all'ingresso della torre di Grifondoro era stato rovinato. La signora Grassa si era nascosta e aveva detto che era stato Sirius Black a fare questo. Silente ci portò di nuovo tutti in sala grande e ci disse che avremmo passato la notte lì. Tutte le quattro case insieme. In un angolo riuscii a vedere Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger parlare. Molti vicino a loro seguivano la loro conversazione notai che Charlie rivolse a loro la parola, ma non riuscii a sentire.
«Ragazze ho paura» mormorò Jane rivolta a me e a Kate.
«Lo so, anch'io»
«Anch'io Jane, ma vedrai che lo prenderanno» la rassicurò Kate.
Poco dopo entrambe si addormentarono.
Io, invece, non riuscivo a chiudere occhio.
«Grace sei ancora sveglia?» bisbigliò una voce.
Cercai nel buio il volto di chi avesse parlato.
«Sono io, Fred»
Non aveva riconosciuto la sua voce. Quando bisbigliava era leggermente diversa, più rauca.
«Sono qui vicino a te. Grace tutto bene?»
Fred non mi chiamava quasi mai Grace. Era bello sentire il mio nome pronunciato da lui.
«Si sto bene, tu? George?»
«Si tutto bene, lui sta già dormendo, ma io volevo assicurarmi che tu stessi bene prima»
Era preoccupato per me.
Quel giorno sarò arrossita così tante volte, ma sono sicura che in tutte le volte non ero arrossita così tanto, per fortuna non poteva vedermi.
Non sapevo cosa dire, certo ero spaventata per quello che era successo, un'assassino era entrato a scuola nonostante la sorveglianza dei dissennatori, ma stavo bene. Non volevo far preoccupare Fred.
Cercai la sua mano nel buio, con qualche difficoltà, ma quando la trovai la strinsi.
«Grazie per esserti preoccupato, sono più tranquilla ora con te vicino»
Non riuscivo a credere a quello che avevo detto, forse era per via della stanchezza.
Hai anche tu dei sentimenti
Le parole di mia zia mi risuonarono nella testa. È vero, ho anch'io dei sentimenti.
Vivili
Si, lo farò.
Non mi importava cosa avrebbe pensato Fred, non mollai la presa della sua mano e non rimangiai quello che avevo detto.
Mi addormentai con il sorriso sulle labbra e con la mano di Fred intrecciata nella mia.





 

Buonaseraaa!
Sono finalmente riuscita a pubblicare questo capitolo,
Devo dire che ho avuto un po' di difficoltà nel scrivere la parte dei mollicci, spero sia venuta bene
E anche Grace ha rinunciato a dimenticare Fred... cosa succederà?
Spero vi  sia piaciuto, ditemi che cosa ne pensate
Ora me ne vado a vedere gli Oscar

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 10
*** I Solemnly Swear ***


10. I Solemnly Swear
 

Aprile 1994

E' il solito allenamento.
Baston quest'anno si era ancora più intestardito sul fatto che avremmo dovuto vincere la coppa di Quidditch ed essendo il suo ultimo anno avevamo deciso di accontentarlo e impegnarci di più.
Tra qualche giorno ci sarà la finale, la partita contro i Serpeverde, e siamo tutti emozionati. L'intera scuola lo è.
Oggi piove, non è il massimo allenarsi con la pioggia. Avevo i capelli completamente bagnati, per non parlare dei vestiti. Nonostante fossi completamente concentrato sul gioco, la mia mente non riusciva a liberarsi del tutto di Grace.
Sono contenta che tu sia vicino a me
Le sue parole risuonano ancora forti nella mia testa. Non voleva Jane, Kate, Kyle o George, ma me.
Io.
Fred Weasley.
Dopo quella sera, nella sala grande, cerco di passare più tempo possibile con la Tassorosso. Infondo è felice se le sono vicino.
Adesso non ci montiamo la testa mi ricordò la mia vocina.
Comunque il mio tentativo di passare più tempo con lei sembrava impossibile. C'è sempre qualcun altro.
George cerca di aiutarmi, finalmente ho detto tutto a lui.

«Georgie perché hai fatto quelle domande alla Tassorosso?»
«Quando?»
«Oggi ad Hogsmeade»
«Ah... come fai a..? Ci stavi ascoltando?» chiede sedendosi sul letto per vedermi meglio.
«Si ero nello scaffale dietro e ho sentito»
«Bé per aiutarti naturale»
«Aiutarmi?» domando non capendo cosa intendesse.
«Certo! A te piace lei e volevo capire se a lei piacessi tu, volevo capire come facesse a distinguerci... se magari riesce a distinguere te da me è perché tu le piaci» dice tranquillamente sorridendomi.
«Quindi hai capito che a me piace lei?»
«Fred è dal compleanno della Tassorosso, quell'anno in cui sei andato da lei, che lo so. Anche se tu dicevi che non era vero, ma Freddie ti conosco benissimo, sono il tuo gemello!»
Sorrido ricordando quel pomeriggio a casa di Grace.
«Comunque ti aiuterò. Insieme scopriremo cosa prova Grace per te»
«Grazie George»

Anche se George mi aiutava non riuscivo a trovare molto tempo per stare con Grace da solo.

«Eccola lì, ora porto via Jane con una scusa»
«D'accordo»
«Ragazze!»
«Ciao» dicono in coro Grace e Jane.
«Jane senti puoi aiutarmi con una ricerca per trasfigurazione dato che sei bravissima in quella materia?»
«A dir la verità stavo...»
«Fantastico! Noi andiamo. Ciao!» detto questo George trascina via la bionda ignorando le proteste di quest'ultima.
«Tassorosso»
«Grifondoro?»
«Come stai?» chiedo sorridendole, erano passate solo due settimane dalla notte nella sala grande ed ero curioso di sapere se stesse bene, davvero.
«Benissimo tu?»
«Tutto bene, andiamo insieme a pranzo?»
«Stavo andando a lasciare le cose in camera»
«Ti accompagno»
«Okay» mormora sorridendo e arrossendo leggermente.
Grace arrossiva spesso in questo periodo, ma dopotutto è una ragazza timida e si imbarazza facilmente.
«Grace ciao!» sentiamo gridare da dietro.
«Ciao Kyle» lo saluta sorridendo mentre io mi limito ad un cenno.
«Vai in sala comune?»
«Si volevo lasciare i libri prima di andare a pranzo»
«Stavo andando anch'io, andiamo?»
«Si. Fred vieni?»
«Io...»
Noto che dietro Grace, Kyle mi lancia sguardi strani, è come se volesse che non andassi con loro. Forse a Kyle piace Grace e vuole rimanere da solo con lei.
Sento la rabbia scorrere in me.
Non avrei lasciato che un biondino si intromettesse.
«Si andiamo»

Grace sorride, lungo la strada continuo a lanciare sguardi a Kyle e molte volte il suo sguardo è già su di me. Probabilmente mi sta maledicendo in mille lingue.

Non fu l'unica volta.
Molte volte che cercavo di rimanere da solo con la Tassorosso trovavo Kyle che si metteva in mezzo.
«Fred prendilo!» mi grida Oliver, mi ricordo subito di essere in volo nel mezzo di un allenamento e colpisco con forza il bolide mandandolo in uno degli anelli protetti da Baston.
«Voglio vedere questa forza in campo!»
«Si»
Dobbiamo vincere. Harry, ora, ha una firebolt, non potevamo perdere.
Avevamo vinto quella contro i Corvonero, ma non quella contro i Tassorosso. Purtroppo un dissennatore si era avvicinato ad Harry facendolo cadere dalla scopa e Diggory nel frattempo si era impadronito del boccino. Cedric aveva cercato di far sospendere la partita, ma aveva vinto lealmente, secondo gli altri.

«Cedric sei stato bravissimo!» esclamano le ragazze di tassorosso, tra cui Jane, ma anche altre ragazze di altre case.
Sicuramente Grace sarebbe andata dal suo amico a fagli i complimenti. Tuttavia non è una delle mie preoccupazioni principali, Harry è caduto da una altezza di 15 metri e ora è in infermeria.
Mi incammino con George per raggiungerlo.
«Fred! George!» ci chiama una voce. Grace Tauril.
«Siete stati bravi, davvero» dice sorridendoci.
E' venuta da noi, da me, non da Cedric.
«Grazie Tassorosso» rispondiamo in coro.
«Ora noi andiamo da Harry»
Lei annuisce poi viene chiamata da Kate e se ne va.

«Davvero bravi! Tutti! Continuate a impegnarvi così e batteremo i Serpeverde»
Ci incamminiamo verso gli spogliatoi quando sento qualcuno che mi afferra la manica della divisa.
«Bravo Grifondoro»
«Grazie, cosa ci fai qui fuori a quest'ora e con questa pioggia?» chiedo con un ghigno divertito sul volto.
«Nulla volevo solo vedere l'allenamento» mormora senza staccare neanche un secondo i suoi occhi, i suoi magnifici occhi color cioccolato, i suoi occhi magnetici, dai miei.
«E dimmi un po' Tassorosso ti va di viverlo un allenamento?»
«Viverlo? Cosa...?»
Ma era già tardi per i ripensamenti.
Le afferro il polso, la tiro verso di me, posiziono la scopa e due secondi dopo siamo in volo.
Siamo a cavalcioni sulla scopa, l'uno di fronte all'altro, così da poterla vedere.
«Oddio! È altissimo... ed è stupendo! Vedo il castello è tutto così.. wow non trovo le parole»
Sorrido. E' bello vedere Grace felice per qualcosa che ho fatto io.
La pioggia le sta bagnando i capelli, è bellissima.
«Tieniti forte ora vedrai cosa vuol dire pericolo»
«Fred cosa vorresti fare?»
Scendo in picchiata e lei si stringe forte a me. Si aggrappa con le braccia alla mia vita e appoggia la testa sul mio petto.
Faccio qualche giro della morte e per tutto il tempo Grace rimane in silenzio e stringendosi e a me.
«È tutto okay?»
«Si... mi gira un po' la testa» dice sorridendomi.
Mi fermo in un punto abbastanza in alto, aveva smesso di piovere e il sole stava tramontando.
«È bellissimo il tramonto» dice sollevando la testa dal mio petto per guardare il panorama.
Tu sei bellissima.
Non riesco a staccare gli occhi da Grace. Le accarezzo la guancia spostandole una ciocca di capelli bagnati dietro l'orecchio.
A quel punto si volta verso di me.
«Fred?»
«Sei bellissima Grace»
«G-Grazie» dice balbettando le sue guance diventano rosse e distoglie subito lo sguardo.
«Grace?»
«Si?»
«Cosa faresti se io ora ti dicessi che mi piaci?»
Rialza lo sguardo da terra e mi fissa con un sguardo mai visto. Pian piano gli occhi le diventano umidi.
«È... uno s-scherzo? T-Tu e G-George av-avete capito c-che tu mi p-piaci e mi avete... organizzato que-que-questo scherzo?» fece una pausa per riprendere fiato e asciugare le lacrime che le era scivolate lungo le guance.
Io le piaccio.
«N-Non è diverte c-come scherzo, io...»
Ma non riesco più a sentirla. Mi avvicino a lei e poggio le mie labbra sulle sue.
Inizialmente lei è sorpresa di questo, ma poi ricambia il mio bacio.
Con una mano le accarezzo i capelli con l'altra le asciugo le lacrime mentre lei poggia la sua piccola e fredda mano sulla mia guancia.
Ha delle labba così morbide, così belle, combaciano alla perfezione con le mie.
«Aspetta... Fred c-che cosa vuol dire questo?»
«Non è ovvio? Tu mi piaci Grace, fin dal primo momento che ti ho vista»
«Davvero?»
«Te lo giuro solennemente»

---

«Per la barba di Merlino! Freddie non credevo potessi essere così romantico»
«Già nemmeno io» concorda Lee.
«Che volete che vi dica... è  lei che mi rende così»
«Sono felice per te, ma come saranno le cose tra di voi ora?»
«Questo non lo so, ma mi piacciono le sorprese»
«Contento tu, notte Weasley»
«Notte Jordan»

 

***

 

La partita contro i serpeverde sarebbe iniziata da un momento all'altro. Ci eravamo allenati bene, avremmo vinto. Durante la settimana precedente alla partita avevamo scortato Harry, evitando così che qualcuno gli facesse del male.

«Buona fortuna Fred, ci vediamo dopo la partita»
«Contaci» le lascio un bacio veloce sulla guancia e mi incammino verso lo spogliatoio.

Fu una delle partite più scorrette che io abbia mai visto. In ogni momento i serpeverde cercavano di attaccarci. Lanciavano bolidi a tutti ed io e George continuavamo a spostarci per tutto il capo cercando di evitare che qualcuno dei nostri si facesse male.
Ma quando era troppo era troppo.
Flint, il capitano, cercò di disarcionare Angelina. Allora lo colpii con la mazza. Madama Bumb continuava ad assegnare rigori.
Fortunatamente riuscimmo a vincere. Harry prese il boccino quando eravamo in vantaggio. Grifondoro aveva, ha vinto la coppa di Quidditch.
Tutti, tranne i serpeverde, scesero in campo e applaudirono la nostra squadra.

«Congratulazioni!» mi sussurra una voce dolce all'orecchio.
«Grazie Tassorosso»

 

 



 

Buonaseraaaa!
Come state?
Spero bene e spero anche che questo capitolo vi sia piaciuto. Ho avuto qualche problemino con il computer spero non ci siano troppi errori
Fred e Grace si sono baciati, il loro primo bacio, cosa accadrà ora?
Ditemi cosa ne pensate

Detto questo vi saluto,
Kiss and Hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 11
*** Kyle ***


11. Kyle
 
Giugno 1994

«Dove stai andando?»
«Secondo te? Dai Kate dove vuoi che vada la nostra Grace a quest'ora?» domanda Jane con voce divertita.
«Anche oggi?»
«Bé ecco... lunedì inizieranno gli esami e non abbiamo molto tempo per vederci quindi...»
«E quindi vi vedete di nascosto che cosa romantica! Voglio anch'io un ragazzo e incontrarmi con lui di nascosto» mi interrompe Jane lasciandosi cadere sul letto. 
«E se ti beccano uscire di nascosto? Le altre volte sei stata fortunata, ma ora potresti non esserlo» chiese Kate preoccupata.
«Fred mi aspetta fuori, andrà tutto bene»
«Dov'è finita la ragazza che aveva paura di combinare guai? Dov'è finita la ragazza che non voleva correre rischi?» domanda ancora Kate guardandomi.
«Ha conosciuto Fred Weasley» detto questo aprii la porta per andarmene, ma riuscii sentire distintamente Jane dire che avrei persa la scommessa. 
Qualche tempo fa avevo scommesso con Jane che mi sarei innamorata di Fred e se così fosse avrei dovuto dire a Harry Potter che era un passerotto.

---

«Guarda una stella cadente!» 
«Si! Esprimi un desiderio»
«Perché?»
«Perché si fa così»
«Se lo dici tu» il rosso mi guardò incerto, ma poi abbassò di nuovo la testa per sdraiarsi e tornò a guardare il cielo. 
«Cosa hai desiderato?» chiese mentre mi sdraiavo accanto a lui.
«Ah questo non posso proprio dirtelo Weasley. È un segreto»
«Cosa? E se ti dicessi il mio?»
«Se lo riveli a qualcuno non si avvererà» gli risposi girandomi verso di lui. 
La luna gli illuminava poco il volto, ma io sapevo benissimo com'era fatto Fred. Sapevo che ora mi stava guardando con i suoi occhi azzurri, e con il suo ghigno divertito sulla faccia. 
«Non sarebbe meglio rientrare?» chiesi all'improvviso. L'idea di restare lì durante la notte quando dovevamo essere nelle nostre stanze a dormire non mi piaceva molto, ma Fred aveva insistito tanto. Eravamo nella torre di astronomia a guardare le stelle distesi su una coperta dai colori rosso e oro. 
«Non ti preoccupare» mi rassicurò stringendomi a lui. 
In quest'ultimo periodo eravamo così impegnati nello studio che non ci vedavamo molto, a parte in biblioteca. Avremmo avuto i G.U.F.O. lunedì, tra due giorni anzi uno visto che era sabato sera,  non potevamo distrarci. Tuttavia Fred qualche sera mi organizzava piccole sorprese. 

«Fred dove andiamo?»
«Non ti agitare Tassorosso, volevo solo fare una piccola passeggiata con te. È da un po' che non parliamo, allora come stai?»
«Oh bene, sono solo un po' stanca tu?»
«Tutto bene. Con tutto questo studio io e George non abbiamo molto tempo per i nostri scherzi a Gazza, però stiamo sperimentando delle cose»
«Cosa?»
«È una sorpresa»
«E va bene signor Fred ÈUnaSorpresa Weasley»
Lui sorrise. La felicità si spense quando vedemmo la gatta di Gazza venirci incontro. 
«Sst! Vieni di qua» mi bisbigliò Fred portandomi in in aula vuota. 
«C'è qualcuno micetta mia?» sentimmo chiedere Gazza a Miss Purr. Fortunatamente poco dopo udimmo i passi allontanarsi.
«Che spavento» 
Avevo il cuore che batteva a mille, se ci avessero beccati?
«Perché ridi?»
«Mi fai ridere tu»
Cosa? 
«Ah e così ti faccio ridere Grifondoro?»
«Si»
«E cosa avrei di tanto buffo?»
«La tua espressione»
Dopodiché mi baciò. 
Era una cosa che mi faceva impazzire. 
I suoi baci.
I suoi incredibili e stupendi baci. 
Le sue labbra.
Le sue calde e morbide labbra.
Che si combaciavano alla perfezione con le mie. 
Quando le nostre labbra si univano era come se anche i nostri cuori si unissero e diventassimo una cosa sola. 
«Ehi! Weasley fammi respirare»
«Lo so che tolgo il fiato, bello come sono»
«Scemo!»
«Ma se mi adori»
Mi baciò di nuovo. 
Era tutto così magico, volevo che tuttosi fermasse a quell'istante, che la mia vita fosse piena di istanti felici con Fred.


«Perché quel sorriso? A che pensi?»
«Ah nulla di particolare, stavo solo pensando che sono cambiata»
«In che senso?»
«Jane e Kate hanno ragione. Se qualcuno al mio primo anno mi avesse detto che durante il mio quinto anno sarei stata tra le braccia di Fred Weasley, di notte, nell'aula di astronomia mentre tutt dormono probabilmente gli avrei riso in faccia»
«Addirittura? Se invece qualcuno avesse detto a me una cosa del genere... credo che avrei fatto tutto il possibile per far sì che accadesse davvero»
Alzai la testa dal suo petto per poterlo guardare negli occhi. Una luce brillava negli occhi del rosso. 
Mi avvicinai e gli lascia un leggero bacio sulle labbra. 
«Tra poco devo tornare in camera»
«Come vuoi» disse stringendomi più forte facendomi capire che non aveva la minima intenzione di lasciarmi andare via. 
In realtà nemmeno io volevo andarmene. Volevo rimanere lì, con la testa appoggiata sul petto di Fred a sentire il suo cuore battere e disegnargli cerchi invisibili sul braccio mentre lui mi accarezzava i capelli. Volevo rimanere lì, ma non potevo, non potevamo correre il rischio di venir beccati.
«Dobbiamo andare» disse all'improvviso alzandosi.
«Oh uhm.. okay»
Fred mi zittì mettendomi una mano sulla bocca. 
Lo guardai con aria interrogativa, ma poi sentii la voce di Pix. 
Pix era un poltergeist, un rompi scatole, non faceva altro che creare caos e feceva dispetti a chiunque gli capitasse davanti.
«Cosa facciamo?» bisbigliai al rosso dopo che mi tolse la mano dalla bocca. 
«Ho un'idea, ma è un po' folle»
«Quanto folle?»
«Lo vuoi davvero sapere?»
«No, okay fai quello che credi, ma non metterti nei guai»
«Guai? Io? Quando mai!» disse a bassa voce imitando la mia voce.
«Idiota!» mormorai colpendolo al braccio. 
«Che inizii lo spettacolo»
Subito dopo corse via, lasciandomi sola. 
Il suo piano era abbandonarmi? Perché quello si che sarebbe stato folle! 
No, Fred non mi avrebbe mai lasciato da sola. 
Ad un certo punto sentii in esplosione provenire dal corridoio. 
Aveva intenzione di svegliare tutto il castello?
«C'è qualcuno che non dovrebbe essere qui... Arrivaa Pix! Sfuggir e impossibile perché Pix il poltergeist è qui» canticchiò Pix mentre usciva dall'aula.
«Vieni!» mormorò una voce nel buio, che riconobbi essere quella di Fred, tirandomi il braccio.
«Ora corri, capito? Gazza e Pix a quest'ora saranno dove ho messo il fuoco d'artificio. Grace corri in sala comune subito»
«Va bene»
Ma non feci nemmeno un passo perché Fred mi stringeva ancora il polso.
«Grifondoro hai intenzione di lasciarmi andare?»
«Prima però voglio il bacio della buonanotte... dopo tutto ti ho salvata»
«Sul serio?» 
Lui annuì, sapendo che non mi avrebbe lasciato se non l'avessi accontentato, mi avvicinai e lo baciai. 
«Notte Fred»
«Notte Grace»
Iniziai a correre come una pazza verso la l'ingresso per la sala comune dei Tassorosso. 
C'ero quasi. 
Se mi avessero peccato cosa avrei detto? 
Cosa avrebbero pensato di me i professori?
Sentii un brivido di ansia, eccitazione e paura percorre ogni parte di me. 
Intravidi le cucine, c'ero quasi. 
Ci sono.
«Che... corsa...» dissi sbuffandomi e sedendomi sulla poltrona gialla e nera vicino al camino in cui il fuoco si era quasi spento.
«Grace?»
«Kyle! Cosa ci fai sveglio a quest'ora?»
«Potrei farti la stessa domanda»
«Te l'ho chiesto prima io»
«Tod russa e non riuscivo a dormire»
«Russa? Davvero?» chiesi ridendo.
«Si... non c'è niente da ridere... ho sonno, ma lui fa troppo rumore. Comunque tu cosa ci facevi fuori dal dormitorio?»
«Ero con Fred»
Sapevo che a Kyle, Fred  e George non gli erano mai piaciuti molto, ma non sapevo il motivo. 
«Bé sarà meglio che vada a dormire» mormorai alzandomi dalla poltrona.
«E Fred non si preoccupa che qualcuno potrebbe beccarti e tu potresti finire nei guai?»
«Certo che si preoccupa! Se non fosse stato per una sua idea io a quest'ora sarei nell'ufficio delle McGrannit»
«Come vuoi» disse guardano il camino nel quale ormai il fuoco si era definitamente spento.
«Cosa vorresti dire con "Come vuoi"?» chiesi imitando la sua voce.
«Potresti avere di meglio... insomma Fred Weasley? Sul serio Grace?»
Ma come si permetteva di parlare così?! 
Kyle era sempre stato gentile con tutti, perché ce l'aveva tanto con Fred? 
«Sentiamo secondo Kyle Fletcher cosa avrebbe Fred Weasley che non va?»
«Per prima cosa si caccia sempre nei guai. Secondo fa scherzi al primo che passa e se questo fosse uno scherzo organizzato dai due gemelli per farti soffrire?»
No. 
Non lo farebbero mai. 
No. 

«Aspetta... Fred c-che cosa vuol dire questo?»
«Non è ovvio? Tu mi piaci Grace fin dal primo momento in cui ti ho vista»
«Davvero?»
«Te lo giuro solennemente»


«Non è uno scherzo! Me l'ha giurato. E poi non lo farebbero mai»
«Te l'ha giurato allora scusa! E comunque che ne sai di cosa sono capaci?!» chiese alzando la voce. 
«Siamo amici! Gli amici non fanno questi scherzi!»
«Sono stanco Grace non mi va di discutere se tu vuoi stare con lui fai come vuoi, anche se, ti ripeto che potresti avere di meglio»
«Avere di meglio? Tipo chi?»
Volevo proprio sentire chi secondo lui fosse meglio di Fred.
«Tipo me» disse così a bassa voce che per un attimo credetti di essermelo immaginato, ma poi lo ripeté più forte. 
«Cos'ho io che non va? Allora Grace?»
Cosa? Cosa stava succedendo? 
Non sapevo cosa dire. 
«Kyle... sei un ragazzo simpatico, gentile, generoso, ma a me piace Fred»
Kyle si limitò ad annuire con un sorriso triste e poi tornò nella sua stanza. 
Kyle aveva una cotta per me? Era per questo che non gli piacevano i gemelli? 
Cosa ne sarebbe stata della nostra amicizia? 
Kyle ed io eravamo amici da cinque anni, era il mio migliore amico.
Continuavo a pensare finché ad un certo punto mi ritrovai nella mia stanza senza sapere come aver fatto a raggiungerla.
Jane e Kate dormivano tranquillamente. Mi sdraiai anch'io  e rimasi sveglia cercando di prendere sonno. Per mia fortuna non dovetti aspettare tanto.

---

«Kyle? Davvero? Lo sapevo!» disse Jane mentre cercava disperatamente la cravatta. 
«Quindi Kyle ha una cotta per te. Cosa farai?»
«Non lo so Kate»
«Va bene, ora non ti preoccupare tutto si sistemerà» mi rassicurò Kate mostrandomi uno dei suoi adorabili sorrisi.
«Andiamo a fare colazione?» 
«Si! Oddio ho appena realizzato!» esclamò Jane terrorizzata.
«Cosa?» chiedemmo io e Kate contemporaneamente.
«G-Gli esami... iniziamo domani! I G.U.F.O. Credo che mi stai venendo la febbre» mormorò toccandosi la fronte. 
«Dai smettila, non ti crede nessuno» ridacchiò Kate. 
«No, no giuro! Tocca! Senti? Sono calda» chiese Jane che aveva afferrato la mano di Kate e l'aveva poggiata sulla propria fronte. 
«Oddio è vero!» Esclamò Kate, io la guardai torva.
«Avevo ragione... non hai la febbre» concluse Kate facendomi ridere e spegnendo l'entusiasmo di Jane. 
«Siete proprio delle... uhm.. delle.. non mi viene in mente nulla!» borbottò Jane mentre uscivamo dalla sala comune per andare in sala grande.

---

«Non pensavo che Kyle mi odiasse così tanto» disse Fred ridacchiando.
«Dai Grace era palese che gli piacevi!» affermò George come se fosse davvero una cosa ovvia.
Fred, Jane, Kate e Tod annuirono. 
«Ovvio?!» chiesi io stupita.. Tutti lo sapevano? 
«Davvero non ti sei mai accorta? Cedric lo aiutava, Kyle in camera gli chiedeva sempre consigli» mi informa Tod. 
Consigli? 
Oddio. 
Al nome Cedric i gemelli fecero una smorfia, non aveva ancora accettato che noi, Tassorosso, li avessimo battuti alla partita.
«Kyle è mio amico, dovrei parlargli e chiarire, non credete anche voi?»
Le mie amiche annuirono, Tod si era appena allontanato per raggiungere Cedric, Charlie e Kyle che erano seduti lontani da noi.
I gemelli si limitarono ad alzare gli occhi al cielo. Guardai Fred.
«Che vuoi che ti dica? Tanto qualunque cosa ti dirò tu andrai a parlargli perché sei fatta così»
«Hai ragione!»
Oggi era domenica. Non c'erano programmi fissati a parte studiare per il giorno dopo, visto che sarebbero iniziati gli esami.
Dopo aver mangiato l'ultima fetta di pane con marmellata, mi alzai per avvicinarmi ai quattro ragazzi. 
«Ciao Grace!» Esclamò Cedric con il suo solito sorriso,Charlie mi salutò con la mano, Kyle non si voltò e Tod si limitò a sorridermi visto che fino a dieci minuti prima stavamo parlando. 
«Ehilà» mormorai timidamente.
«Kyle... possiamo parlare?»
«Di cosa?» 
Scherziamo? Davvero me lo chiede? 
«Di quello che è successo stanotte?»
«Vi lasciamo parlare, andiamo a studiare!» ordinò Tod facendo alzare sugli attenti Cedric e Charlie. 
«Ma io non ho i G.U.F.O.» mugugnò Charlie. 
«Vero mai hai comunque gli esami!» continuò serio Tod con lo stesso tono di voce della McGrannit. 
Alla fine uscirono insieme ad altri nostri compagni di Tassorosso per andare a studiare tutti insieme, anche Jane e Kate si unirono a loro. I gemelli invece parlavano allegramente finendo di fare colazione. 
«Come stai?» chiesi sedendomi affianco a lui. 
«Bene» mandando giù un grosso pezzo di pane. 
«Tu?» chiese dopo. 
«Bene. Kyle senti io ti voglio bene, sei il mio migliore amico, non voglio perdere la tua amicizia»
«Lo so. Per me è lo stesso. Ti voglio bene Grace, ma.. non riesco a sopportare il fatto che tu stia con quell'idiota..» stavo per aprire la bocca per ribattere, ma lui mi zittì con la mano. 
«Tuttavia se a te piace me ne devo fare una ragione e anche lui sembra tenere a te»
«Davvero? Cioè è tutto apposto?» chiesi felice abbracciandolo, lui però non ricambio anzi sciolse subito l'abbraccio. 
«Devi starmi lontana.. per ora»
«Cosa?»
«Voglio dimenticarti e per farlo o bisogno che tu non mi stia vicino, fortunatamente la scuola è quasi finita»
«Ah... okay, ma ci possiamo sentire durante l'estate?»
«No. Ti scriverò io, quando ti avrò tolta dalla testa» affermò alzandosi. 
«Bé... buona fortuna per gli esami e buone vacanze Grace»
«Anche a te Kyle» 
Detto questo se ne andò. 
Intanto i tavoli erano stati liberati e la sala era vuota se non per i gemelli, che raggiunsi subito.
«Di cosa parlate?»
«Com'è andata con il biondino?» chiede Fred facendomi segno di sedermi affianco a lui. 
«Ha detto che mi deve dimenticare e quindi per ora devo stargli lontana, non parlargli, non scrivermi finché non si farà sentire lui»
«Fred non ti ricorda qualcuno?» chiese George ridendo, anche Fred sorrise. Io invece ero confusa. Di che parlavano? 
«Anche Fred ha cercato di dimenticarti l'estate scorsa, ma come puoi vedere non ce l'ha fatta»
«Cosa? Comunque è un bene che non ci sei riuscito»
«Vero» disse Fred lasciandomi un leggero bacio sulla fronte. 
«Vomitevoli» mormorò George facendoci ridere. 
Anche quest'anno ormai era quasi finito ed era stato straordinario.






 
Ehilà!
Come state?
Scusate per questa mancanza, ma ho avuto due settimane pesanti, piene di verifiche e interrogazioni,
avevo solo qualche minuto di pausa e li passavo a scrivere... non saprei dire se questo capitolo mi piaccia o no..
Ho studiato fino ad adesso fisica per la verifica che avrò lunedì (panico) e dopo fisica mi sembra tutto stupendo,
forse domani rileggendolo mi pentirò di averlo pubblicato... chi lo sa!

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 12
*** The Quiddich World Cup ***


12. The Quiddich World Cup
 

Agosto 1994

«Domani andiamo a prendere Harry» esclama Ron felice.
Eravamo riusciti a prendere i biglietti per la coppa del mondo di Quiddich e Ron aveva invitato Harry. Io avrei voluto invitare Grace, ma non avevamo un altro biglietto e in più lei era in Spagna.
«Va bene» dice George richiudendo la porta della nostra camera, che poco prima Ron aveva aperto.
«Avremo l'occasione di provare le nostre Mou Mollelingua»
Vero.
Io e George ultimamente ci eravamo cimentati in diversi esperimenti. Inventavamo, creavamo scherzi.
Grace, prima di partire, era venuta alla Tana, le piaceva guardare me e George, ma soprattutto me, all'opera.
«Non ci credo! Non ci credo! Vedremo la ragazza di Fred oggi. Arthur ti rendi conto?»
«Si Molly, ma ora calmati»
«Come posso calmarmi? Forse dovrei cucinarle qualcosa...»
«Mamma sono le due del pomeriggio avrà appena finito di pranzare dubito voglia qualcosa»
«Ma come arriva qui?»
«I suoi genitori la portano in macchina, le ho dato tutte le indicazioni»
«Macchina? Fred non mi vorrai dire che sono babbani?» chiede papà fissando con occhi sgranati.
«Si»
«E me lo vieni a dire solo ora?! Molly! Prepara il the dobbiamo fare una bella impressione! Ah Fred accidenti avresti dovuto dirmelo prima, così mi preparavo le domande! Babbani... che bello!»
Mamma e papà sono in ansia, continuano a camminare avanti e indietro per tutta la casa.
«Manco arrivasse il primo ministro» mormora George dietro di me. Ron era in giardino con Ginny a cacciare gli gnomi da giardino mentre Percy era chiuso nella sua stanza, meglio.
«Ho sentito il rumore di una macchina! Vado ad aprire io la porta!» grida mio papà correndo in direzione della porta. Quando questa viene aperta rivela due signori sulla quarantina a cui Grace somiglia molto, e ovviamente lei.
«B-Buongiorno» dice titubante un po' rossa in viso. Prima di venire mi aveva scritto che era nervosa all'idea di conoscere i miei genitori.
«Ciao cara!» l'abbraccia mia mamma. Intanto papà si è già messo a parlare con i genitori di Grace. Dopo dieci minuti riesco finalmente ad abbracciarla. Dopodiché la guido nella mia stanza, con George dietro di noi, non vediamo l'ora di mostrarle quello che abbiamo creato.
«Allora cosa volevate farmi vedere?» domanda curiosa sedendosi sul mio letto. Io e George ci guardiamo e poi le passiamo una piatto con delle caramelle.
Prima della sorpresa perché non mangi qualcosa?» chiede George con un ghigno.
«Okay» annuisce prendendo una caramella.

«Coba abete batto alla mia lingua?!» chiede a fatica con la lingua che continuava a crescere. Io e George scoppiamo a ridere mentre lei ci rivolge un'occhiata piena di odio. Qualche minuto dopo la lingua ritorna come prima, ma io e George non riuscivamo proprio a smettere di ridere.
«Mi avete fatto venire qui per questo?! Per farmi uno scherzo? Ed io che credevo... ah che stupida!» dice rossa in viso ed uscendo dalla stanza.
«Ahi! Sei nei guai Freddie»
«Tu dici?»
«Era abbastanza arrabbiata»
«Vado a parlare» Non riesco a trovarla da nessuna parte... che se ne sia andata a casa? Spero di no. Non era così che pensavo di passare il nostro pomeriggio insieme.
«Ginny! Ginny! Hai visto Grace?» chiedo bussando alla sua porta. Nessuna risposta.
«Sto entrando, ti avviso» La stanza di Ginny è deserta. Non c'è nessuno. Mi avvicino alla finestra e vedo che in giardino all'ombra di un'albero ci sono due ragazze che parlano, Grace e Ginny. Le raggiungo in fretta.
«Grace ti ho cercato per tutta la casa»
«Mi hai trovato»
«Grace! Tu dici che potrei piacergli?» chiede mia sorella scuotendo il braccio di Grace.
«Questo non posso dirlo, ma Ginny sei una ragazza bellissima e molto simpatica, se lui non ti nota deve essere proprio uno sciocco. Poi chi lo sa... magari tra qualche anno le cose cambieranno» Le risponde Grace sorridendole. So perfettamente di chi parlano. Harry Potter.
«Grazie mille. Infondo se Fred ha trovato una ragazza è impossibile che io non ne trovi uno» detto questo si alza e ci lascia da soli, sotto l'albero. C'è un po' di vento, ma un vento caldo che scompiglia i capelli color cioccolato di Grace.
«Mi dispiace per lo scherzo, ma non era solo per quello che volevo che venissi. Io volevo anche passare un po' di tempo con te»
«È tutto okay. Le avete inventate voi quelle caramelle?» Domanda alzando la testa per guardarmi negli occhi.
«Sì, ci abbiamo messo un bel po' di tempo, sono ancora da perfezionare» le rispondo sedendomi affianco a lei.
«Cosa ne farete?»
«Non lo so... potremmo venderle»
«Come Zonko?»
«Si»
«Mi piace, chi meglio di voi sa fare scherzi» afferma sorridendo e poco dopo poggia la testa sulla mia spalla.
«Mi sei mancato»
«Anche tu» mormoro dandole un bacio sulla testa.


«Potremmo dare una delle nostre caramelle al cugino di Harry!»
«Bella idea George» 

 
***

«Ahia! Fred, no... indietro, indietro, c'è stato un errore... di' a George di non... AHIA! George, no, non c'è spazio, torna subito indietro e di' a Ron...» borbotta papà mentre noi tre eravamo schiacciati in un camino buio , sporco ed a quanto pare anche chiuso.
«Forse Harry ci sente, papà... forse lui può farci uscire...»
«Harry? Harry, ci senti?» iniziamo ad urlare in speranza che il ragazzo sopravvissuto ci aiuti.
«Signor Weasley? Mi sente?»
Harry! Il ragazzo ci informa che il camino è chiuso. Subito dopo la notizia, un'altra persona si aggiunge alla festa nel camino chiuso. Ron.
«Cosa sta succedendo? Qualcosa è andato storto?» chiede guardandosi intorno per quanto riesce, visto che siamo tutti appiccicati.
«Oh, no, Ron. No, è proprio qui che volevamo finire» gli rispondo sarcastico.
«Sì, ci stiamo divertendo da pazzi qui» dice George a fatica visto che è attaccato al muro. Poco dopo, papà butta giù il muro e noi riusciamo finalmente ad entrare a casa degli zii di Harry. Papà si comporta gentilmente con i Dursley, ma loro non ricambiano. Io e George cogliamo l'occasione di uscire da quella situazione offrendoci di prendere il baule di Harry. È anche l'occasione per testare una nostra invenzione sul cugino di Harry.
Sappiamo dov'è il baule dato che non è la prima volta che andiamo a prenderlo.
Torniamo nel salotto e Dudley, il cugino si Harry, è lì. Io e George non possiamo non fare a meno di sorridere. Qualche minuto dopo papà mi chiama per dirmi che è ora di tornare alla Tana.
«Arrivo! Oh, no... aspetta» dico fingendomi sorpreso del fatto che un sacchetto di caramelle mi sia caduto dalla tasca. Dopo averle prese tutte, tranne una, mi incammino verso il camino.
«La Tana!» grido prima di venir risucchiato e spedito a casa.
George arriva subito dopo di me con il baule di Harry.
«La mangerà secondo te?» mi chiede George dubbioso.
«Sicuramente»
Appena Harry arriva gli chiediamo la conferma.
«Si, ma cos'era?»
«Una Mou Mollelingua. L'abbiamo inventata io e George, È tutta l'estate che cercavamo qualcuno su cui provarle...» preferisco tralasciare la vicenda con Grace, a lei non piacerebbe che si sapesse. Ovviamente quando papà torna si arrabbia e a lui si unisce la mamma. Dopo l'ennesima sgridata sul fatto di non aver preso i G.U.F.O. in tutte le materie e della nostra idea folle del voler aprire un negozio di scherzi ci lascia andare in camera nostra.
«Non voglio lavorare al Ministero!» sbotta George lanciandosi sul letto.
«Nemmeno io! Apriremo il nostro negozio, basta solo trovare i soldi»
«Potremmo scommettere alla coppa del mondo...» mormora George fissando il soffitto.
«Si potremmo...»
«Sono sicuro che l'Irlanda batte la Bulgaria per il punteggio, ma Krum prende il boccino per primo» diciamo all'unisono.
Dopo aver parlato ancora un po' ci mettiamo a dormire. 

 
***

«Lo sapevo che la partita sarebbe finita così! Abbiamo vinto la scommessa!» dice trionfante George.
Il viaggio per arrivare era stato... come dire... scomodo. Quel Cedric Diggory era venuto con noi. Non riuscivo ancora a perdonarlo del tutto per averci battuto alla partita l'anno prima, nemmeno George. Durante il viaggio mi aveva anche detto che aveva chiesto a Grace, Jane e Kyle se volevano venire, ma erano tutti all'estero. Allora mi aveva detto che si sarebbe incontrato con Tod, Kate e Charlie perché anche loro avevano preso i biglietti, come se a me interessasse cosa faceva lui, anche se quando mi aveva detto di aver invitato Grace mi aveva dato fastidio. Il resto del tempo prima della partita fu divertente avevamo incontrato molti ragazzi della scuola. Scoprimmo anche come il signor Crouch chiamava Percy e diventò il nostro nuovo soprannome per Perce.
«Il signor Bagman ci deve i nostri soldi» dice George imbronciato riportandomi al presente.
Ci sono degli strani rumori fuori.
Tutto accade così velocemente che un attimo dopo mi trovo a corre per il bosco con la mano di Ginny nella mia, George, Ron, Harry e Hermione. I Mangiamorte, servitori di Colui-che-non-deve-essere-nominato sono venuti alla coppa. Dopo aver corso per un bel po' di tempo ci fermiamo a riprendere fiato.
«Fred! Dove sono Ron, Harry e Hermione?!» chiede George preoccupato guardandosi intorno. Il bosco era pieno di maghi e streghe spaventate che correvano in cerca di un nascondiglio, di un posto sicuro.
«H-Ho... paura» sussurra Ginny stringendomi la mano.
«Andrà tutto bene. Sono sicuro si siano nascosti. Quei tre non sono stupidi, no? Magari sono con papà...»
«Si, speriamo solo stiano bene» 

 
***

«State tutti bene» mormora mamma vendendoci arrivare.
«Siete vivi... oh, ragazzi...» Qualche secondo dopo abbraccia me e George.
«Ahia! Mamma... ci stai strangolando...»
«Vi ho sgridato prima che partiste! Non ho pensato ad altro! E se voi-sapete-chi vi avesse catturato e l'ultima cosa che vi avessi detto fosse stata che non avevate preso abbastanza G.U.F.O.? Oh, Fred... George...» dice singhiozzando.
«Su Molly stiamo tutti benissimo» la rassicurò papà. 


Sono passati tre giorni dall'accaduto. Ginny è ancora un po' scossa. Papà passa quasi tutto il tempo a lavoro.
«Freddie una lettera per te» È da parte di Grace.
Le avevo scritto raccontandole quel che era successo e anche per chiederle come stava e come andavano le vacanze. Mi aveva detto che i genitori l'avevano portata in Spagna come regalo di compleanno.
'Ciao Fred,
o sto bene, qui è tutto okay.
ono felice che tu e la tua famiglia stiate bene.
Non posso nemmeno immaginare come deve essere stato brutto e spaventoso.
Ginny come sta? Per lei deve essere stato davvero tremendo. Spero tuo padre non si carichi troppo di lavoro.
I Mangiamorte ad un evento pubblico pieno di persone del ministero questo mi preoccupa... Se stesse per accadere qualcosa di brutto? Mi hanno scritto a che Tod e Kate, Charlie e Cedric. Erano tutti preoccupati.
Tralasciando le cose brutte per un momento, domani parto, non vedo l'ora di rivederti.
Mi manchi tanto.
Grace' 

Anche tu mi manchi.

«Fred! Fred! Hai letto?»
«Cosa?» domando a George che era rientrato in camera nostra con la lettere del materiale scolastico.
«Bisogna portare un abito da cerimonia»
«Da cerimonia?» chiedo curioso e lui annuisce.
«Ma perché mai?»
«Mamma, Papà, Bill, Charlie e persino Percy lo sanno, ma non vogliono dircelo»
«Abito da cerimonia... non dovremo mica ballare o robe simili, vero?»
«Spero di no. Comunque con l'abito da cerimonia sarei sicuramente più bello di te»
«Ma per favore!»










 
Scusate se ero sparita di nuovo, scegliere in quale momento del libro
"Harry Potter e il calice di fuoco" far  coincidere con la mia storia è stato difficile.
Accadono così tante cose nel quarto... ma alla fine credo di aver più o meno scelto dei momenti... forse
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Kiss and Hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 13
*** The Goblet of Fire ***


13. The Goblet of Fire
 
Ottobre 1994

«Stasera! Staseraaa!» continuava a gridare Jane super emozionata.
Stasera sarebbero arrivati gli studenti delle scuole Beauxbatons e Durmstrang.

«... Ho l'immenso piacere di annunciare che quest'anno ad Hogwarts...» Silente venne interrotto da un uomo che era appena entrato nella Sala Grande. Era un uomo avvolto in un mantello nero e si reggeva su un lungo bastone. Camminava in modo strano, zoppicava, ed un sordo clunk lo accompagnava. Il volto dell'uomo era ricoperto da cicatrici, faceva paura. Il suo naso. Era come se gliene avessero tagliato via un pezzo. Gli occhi, erano una cosa insolita. Uno piccolo e scuro. L'altro grande e tondo di un colore blu vivace. Quest'ultimo si muoveva di continuo, era davvero strano, come faceva un'occhio a muoversi in mille direzioni e l'altro rimanere fermo? Era come se fosse autonomo.
Silente e l'uomo si salutarono, poi il preside gli disse di accomodarsi e si rivolse nuovamente a noi.
Silente ci informò che l'uomo era Alastor Moody, conosciuto come Malocchio Moody, un famoso Auror, quest'anno sarebbe stato il nostro insegnate di Difesa contro le Arti Oscure.
«Moody? Quel Moody?» Chiese Bethany Jackson, una ragazza del mio stesso anno che era seduta affianco a Kate. Nessuno rispose, stavamo tutti guardando il punto in cui il nostro nuovo professore era seduto.
«Come stavo dicendo nei prossimi mesi avremo l'onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. È un grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quest'anno si terrà a Hogwarts» concluse il preside con un sorriso sul volto.
Molti studenti rimasero a bocca aperte. Altri iniziarono a bisbigliare allegri.
«STA SCHERZANDO!» disse, anzi gridò Fred, io sorrisi girandomi verso il ragazzo dai capelli rossi fuoco che guardava Silente con un luccichio negli occhi. «Non sto scherzando signor Weasley» Silente continuò a parlare elencandoci vari dettagli riguardanti il Torneo. Le altre due scuole sarebbero giunte ad ottobre e la selezione degli sfidanti avverrà ad Halloween. Ero certa che i gemelli avrebbero voluto partecipare. Tuttavia poteva essere molto pericoloso e l'idea che Fred, o George, potesse farsi male non mi piaceva per niente.
Lanciai un occhiata agli altri tassorosso.
Cedric e gli altri suoi amici erano super emozionati. Jane non diceva nulla, si limitava a guardare Silente, probabilmente era troppo emozionata, questo genere di cose la rendevano sempre felice. Kate parlava con Bethany e Tod. Charlie discuteva con una sua amica di nome, Celeste Thompson. Mentre Kyle guardava rapito Silente. Io e il biondino aveva sistemato le cose. Durante l'estate, prima che iniziasse la scuola, mi aveva scritto dicendomi che gli era passata e che aveva conosciuto una nuova ragazza. Ero curiosa di sapere chi fosse, ma lui non voleva dirmi nulla.
«Pur sapendo quanto ciascuno di voi sia desideroso di portare a Hogwarts la Coppa Tremaghi» disse il preside richiamando l'attenzione di tutti, i borbotti cessarono.
«I presidi delle scuole partecipanti, assieme al Ministro della Magia, hanno convenuto di imporre un limite d'età per gli sfidanti di quest'anno. Solo gli studenti dell'età giusta, cioè diciassette anni in su, potranno proporsi per la selezione»
La sala che fino a quel momento era stata silenziosa si riempì di proteste da parte di molti studenti, tra cui i gemelli, riuscii distintamente vedere il volto di Fred contorcersi nella sua solita espressione mista a rabbia e delusione. Sentii l'insisto di andare da lui e abbracciarlo, ma non potevo.
«Da non crederci! Io volevo partecipare!» si lamentò Kate, era sempre stata una persona spericolata a cui piace il pericolo.
«Te l'avrei impedito» le disse Tod, il suo gemello.
Cedric sorrideva. Avrebbe compiuto diciassette anni il 15 ottobre, quindi avrebbe potuto partecipare. Fred e George compivano diciassette anni in aprile, quando il Torneo sarebbe già iniziato. Silente ci disse altre informazioni e poi ci invitò ad alzarci ed andare nelle nostre camere.
«Ti rendi conto? Non possiamo partecipare!» sentii gridare George, molte persone intorno a loro annuirono.
«Non riusciranno a impedirmi di partecipare» disse Fred cocciuto.
«Io sono sollevata che tu.. voi non partecipiate»
«Grace!» esclamarono entrambi guardandomi male.
«Le prove sono pericolose, potreste farvi male, molto male» mormorai guardando Fred dritto negli occhi.
«Ma mille galeoni! Quei soldi ci servono!»
«E tu metteresti a rischio la tua vita per dei soldi?!» chiesi un po' alterata.
«Andiamo Grace, non saranno così pericolose»
«Come volete!» dissi voltandomi per raggiungere la mia sala comune. 


«Cedric quindi sei convinto a partecipare?» chiese Justin, un ragazzo del quarto anno. Tutti lo guardavo con ammirazione.
«Si»
«Grace come va con Fred?» chiese Jane, alzai lo sguardo dal mio piatto pieno di bacon.
«Non ho ancora intenzione di parlargli»
«Dai Grace stai esagerando, anch'io vorrei partecipare» dice Kate e dietro di lei altri ragazzi annuirono.
«Ma tu non fai di tutto per partecipare, lui sta escogitando con George diversi piani per essere selezionato»
«E quindi?» Chiese Charlie, ora la conversazione che inizialmente era privata sembrava essere diventata la cosa più interessante di tutto il tavolo dei tassorosso.
«Delle persone sono state ferite, potrebbe farsi male, e mi da fastidio che lui non ci pensi nemmeno un po', l'unica cosa che gli interessa sono i soldi»
«A cosa gli servono poi?» Scossi la testa, facendo credere a tutti di non sapere a cosa servissero, anche se in realtà lo sapevo benissimo. Volevano i soldi per finanziare il loro scherzi e per avere in futuro un loro negozio. Ma se fossero morti i soldi non gli sarebbero serviti un bel niente!
«Oggi abbiamo lezione con Moody!» disse Sam emozionato ed insieme a Charlie si alzarono e andarono in classe velocemente.
«Noi abbiamo trasfigurazione con i Corvonero»
«Si, andiamo?»
«Certo» Insieme a Kyle, Jane, Kate, Tod ci avviammo alla lezione.
Passammo vicino al tavolo dei Grifondoro, anche se non volevo voltarmi non riuscii a resistere. I miei occhi vagavano in cerca di Fred.
Eccolo. Anche lui mi stava guardando.
Era come nei libri che mi leggeva mia mamma da bambina quando la principessa e il principe si guardano tutto intorno sparisce e rimangono solo loro due. Era così. C'eravamo solo noi. Sentivo la sua mancanza, ogni giorno di più, ma doveva capire che non poteva mettere a rischio la sua vita senza pensare alle conseguenze. Come poteva pensare che sarei riuscita a stare ferma a guardare mentre lui affrontava chissà quale prova?!
«Ciao Grace»
«Oh ciao Hermione»
«Come stai?» chiese la ragazza sorridente.
«Tutto bene tu? Come procede il C.R.E.P.A.?»
«L'hai detto anche a lei?» sbuffò Ron seguito da Harry.
«Ciao Grace»
«Ron ciao»
«Sì, l'ho detto anche a lei, e pensa un po' è d'accordo con me»
«Sul serio?» chiesero Ron ed Harry insieme.
«Si. Guarda un po' la tua spilla lo messa sul mio zaino»
«Grazie mille!»
«Grace non hai intenzione di perdonare Fred?» domandò Ron all'improvviso.
«Perché?»
«Nulla era solo per sapere sai è un po' più scontroso da quando non gli parli»
«Andiamo Grace! Se no arriviamo in ritardo!»
«Arrivo, ciao ragazzi»

---

La lezione di divinazione era finita mezz'ora prima, ora ci stavamo dirigendo in sala grande, dopo aver lasciato le borse in stanza.
«Ragazzi dai seguitemi» disse la professoressa Sprite conducendoci all'esterno. Ci schieriamo davanti al castello.
Il sole stava tramontando, c'era una leggera arietta, tutto mi portava alla mente il momento sul campo da Quidditch con Fred.
«Sono quasi le sei» ci informò Gregg un amico di Cedric, del settimo anno.
«Laggiù!» urlò un ragazzo di Grifondoro puntando l'indice verso la foresta proibita, sulla quale la luna già splendeva.
C'era qualcosa di grosso, di enorme, che si avvicinava, sospeso nell'aria. Sembrava una casa volante.
Era una carrozza-casa trainata da cavalli alati.
Quando questa atterrò scese un ragazzo seguito da... da una donna, la donna più alta che io abbia mai visto. Era vestita molto elegante con i capelli raccolti in una crocchia luccicante.
Silente e la donna, chiamata Madame Maxime, si salutarono. Una dozzina di ragazzi e ragazze erano usciti dalla carrozza avevano una divisa leggera di seta, infatti tremavano per il freddo.
Molti ragazzi di Hogwarts guardavano le ragazze di Beauxbatons rapiti. Se anche Fred guardasse una di loro... in effetti erano tutte stupende.
Mi voltai titubante verso il rosso, non stava guardando nessuna di loro, guardava me. Sentii le mie guance diventare rosse e il cuore battere veloce, come sempre quando mi guardava. Sorrise, poi mi mimò con le labbra un "dobbiamo parlare" annuii.
«Il lago! Guardate il lago!» gridò Lee Jordan, l'amico dei gemelli. Al centro del lago apparve un vortice all'improvviso, uno strano palo prese ad uscire dal grande vortice.
«È un albero maestro quello!» mi informò Jane che guardava il lago alzandosi sulle punte dei piedi. Pian piano la nave affiorò, illuminata dalla luce della luna. Quando attaccò ed i passeggeri sbarcarono, tutti li osservammo curiosi. Indossavano mantelli di pelliccia pesante il che li faceva sembrare di corporatura grossa. Un uomo con una pelliccia liscia e argentea si avvicinò a Silente. L'uomo era Karkaroff, il preside di Durmstrang.
Tutti rimasero a bocca aperta alla vista di una persona, tutti tranne me e Jane, perché non avevamo la minima idea di chi fosse.
«É Krum! Un cercatore famosissimo! Era nella squadra in finale per la coppa del mondo di Quidditch» ci sussurrò Kate emozionata. Dopo i vari saluti rientrammo nel castello per la cena.
«Aspetta! Tassorosso, dobbiamo parlare» Mi prese il braccio e mi fermò in mezzo al corridoio, intanto gli altri studenti proseguirono.
«Cosa c'è?»
«Senti Grace so che sei arrabbiata, ma...»
«Hai intenzione di abbandonare l'idea di partecipare?»
«No» Cercai di divincolarmi dalla presa, ma fu tutto inutile.
«Grace per favore ascoltami»
Non avevo altra scelta, visto che mi teneva stretta.
«I soldi ci servono lo sai... e poi non possiamo avere come campione quel Cedric! Fortuna che anche Angelina mi ha detto di voler partecipare, spero lo faccia davvero»
«Quel Cedric è mio amico»
«Allora perché a lui non fai tutte queste scenate che fai a me?!» chiede alzando la voce.
«Perché non impedisci anche a lui di partecipare? Perché Grace?»
«Credi che non ci abbia provato? Ma tutti non fanno che incoraggiarlo e poi faccio più scenate a te perché...»
«Si sentiamo!»
«Perché a te ci tengo di più idiota!»
Cedric era mio amico gli volevo bene ed ero preoccupata anche per lui certo, ma Fred... Fred era il mio ragazzo e io... io lo...
«Lo so» disse abbracciandomi e lasciandomi senza parole.
«Non ti preoccupare, non è detto che io e George troveremo qualcosa e quindi non è nemmeno sicuro che parteciperemo»
«Lo so»
«Sono perdonato?»
«Si, ma continuerò a dirti che è una brutta idea»
«Immaginavo. Mi sei mancata»
«Anche tu»
E dopo un mese di continui battibecchi sentii di nuovo le sue labbra sulle mie. 

 
***

Silente ieri sera ci aveva presentato i membri della giuria, ovvero lui, i due presidi della altre scuole, Ludo Bagman direttore dell'Ufficio per i Giochi e Sport Magici e Bartemius Crouch direttore dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ci diede altre informazioni riguardanti il Torneo e poi ci mostrò il modo in cui verranno scelti i campioni. Ci mostrò il Calice di Fuoco. Bisognava semplicemente scrivere il proprio nome e quello della scuola dopodiché metterlo nel Calice. Avevano ventiquattr'ore di tempo i ragazzi dai diciassette anni in su per mettere il loro nome. Questa sera avremmo saputo i nomi dei tre campioni.
Poi Silente aveva tracciato una Linea dell'Età in torno al Calice di Fuoco. Nessuno più piccolo poteva varcare la linea, il che mi rassicurò.

Era sabato mattina e non avevano la minima voglia di alzarmi.
«Quindi avete finalmente chiarito?»
«Mm... Si» mugugnai con gli occhi ancora chiusi.
«Alzati Grace! Andiamo a vedere chi mette il nome nel Bicchiere di Fuoco!»
«Calice» la corresse Kate.
«Ed io che ho detto?»
Dopo essere stata buttata giù dal letto, mi vestii a fatica.
«Ho voglia di torta di mele!»
«Anch'io Jane» dissi immaginandomi il sapore della torta.
«Ehi! Tod! Qualcuno ha già messo dentro il nome?»
«Tutti i ragazzi di Durmstrang»

«Fatto!» Disse Fred, felici i gemelli entrando in sala dopo di noi.
Mi avvicinai al loro tavolo per sapere cosa avevano combinato.
«Cosa?» chiese Ron.
«La Pozione Invecchiante cervellodicacca» disse Fred.
Io li guardai con un'occhiata torva. Come possono pensare che funzioni? Insomma Silente non è uno stupido avrà pensato a questi sotterfugi.
«Una goccia per uno. Ci basta essere più vecchi di pochi mesi» spiegò George allegro.
«Ci divideremo i mille galeoni se vince uno di noi tre» disse Lee sorridente.
«Non sono sicura che funzionerà, sapete. Silente avrà pensato anche a questo» intervenne Hermione. Finalmente qualcuno che la pensava come me, io annuii. Fred, George e Lee la ignorarono bevendo una piccola goccia.
«Pronti?... Andiamo, allora... vado io per primo» disse felice e facendomi l'occhiolino prima di avvicinarsi alla linea. Dopo un bel respiro e con gli occhi di tutti puntati addosso superò la la linea. Tutti rimasero sorpresi, George dopo aver lanciato un grido di gioia seguì il gemello con un salto. Tutti erano convinti che ce l'avevano fatta, ma un attimo dopo si udì un forte suono, ed entrambi i gemelli furono espulsi dal cerchio d'oro come se qualcuno d'invisibile li avesse spinti via. Infine si udì un altro rumore e ai due gemelli iniziarono a crescere delle lunghe barbe bianche.
Tutti i presenti iniziarono a ridere e dopo essersi guardati anche i due si unirono agli altri.
«Sai Grifondoro la barba ti dona» dissi ridacchiando.
Fred si alzò e si avvicinò a me.
«Ah si? La dovrei tenere?» chiese con un ghigno divertito.
«Vi avevo avvertiti. Suggerisco ad entrambi di andare da Madama Chips. Si sta già occupando della signorina Fawcett di Corvonero e del signor Summers di Tassorosso: anche loro hanno deciso di invecchiarsi un po'» disse Silente appena entrato in Sala Grande con un leggero sorriso sulle labbra.
Anche Summers aveva avuto la stessa idea? Non ci credo, mi venne da ridere di più. David Summers era al quinto anno, un amico di Charlie.
«Anche se devo dire che le loro barbe non sono nemmeno remotamente belle come le vostre»
Fred e George si incamminarono verso l'infermeria con Lee dietro di loro che rideva, aveva le lacrime agli occhi.
Io rimasi lì a vedere Cedric mettere il suo nome nel calice.
Avrei voluto non lo facesse, ma non mi aveva ascoltato, spero solo non gli capiti nulla.
Anche Angelina Johnson di Grifondoro consegnò il suo nome.
«Vado da Fred a vedere come sta»
«Va bene! Ci vediamo dopo» Mi salutarono i miei amici, prima che uscissi dalla sala.

«Allora dov'è il mio barbuto preferito?»
«Eccomi qui, in tutto il mio splendore»
«La barba sta già andando via, che velocità. Comunque vi farà piacere sapere che Angelina ha messo il suo nome»
«Speriamo scelga lei» disse George mentre si alzava dal letto, la barba era andata via del tutto da entrambi i volti.
«Anche Diggory ha messo il suo?»
«Si» dissi preoccupata.
«Dai Grace non succederà nulla! Non preoccuparti»
«Va bene»
«Ora andiamo! È da tre settimane che non facciamo qualcosa insieme dobbiamo recuperare»
Sul volto di Fred comparve un sorriso, con un braccio mi circondò la vita e mi portò fuori.
George ci sorrise e poi si incamminò vero la torre di Grifondoro.
«Allora che facciamo?»
«Questo» disse prima di baciarmi. Un bacio che pian piano divenne più profondo, un bacio che trasportava i nostri sentimenti che ci rendeva una sola cosa.






 
Buondì!
Ecco un nuovo capitolo.
Voi cosa avreste fatto? Come Grace? Vi sareste arrabbiati con Fred per la sua idea di voler partecipare?
Io probabilmente si.
Comunque il torneo ha inizio!
Vorrei solo non arrivare alla fine... Cedric T-T
Spero il capitolo vi sia piaciuto.

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley|| 

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Capitolo 14
*** The Yule Ball ***


14. The Yule Ball
 
Dicembre 1994
 
Sono passati tre mesi dall'inizio della scuola.
Quest'anno nella nostra scuola si tiene il Torneo Tremaghi. 
I tre sfidanti anzi quattro, così ha voluto il caso, sono:
Fleur Delacour, scuola Beauxbatons.
Viktor Krum, famoso cercatore, scuola Durmstrang.
Per la nostra scuola era stato scelto Cedric Diggory, avrei preferito Angelina.
Tuttavia ci fu una sorpresa, dal calice di fuoco uscì un altro nome, quello di Harry Potter.
Ron si arrabbiò con lui e quindi io e George lo abbiamo dovuto sopportare, ma dopo la prima prova  hanno risolto. 
Grace era tutto il tempo preoccupata per Cedric, lo posso capire sono amici, ma la cosa mi dava un po' fastidio.
La prima prova è stata mitica.
Draghi.
Quattro draghi per ciascun campione. 
C'era anche Charlie, aveva portato i draghi.
Harry superò la prima prova usando la scopa. 
Ed aveva fatto una bella impressione, quasi tutti i Grifondoro tifavano per lui, dopo lo scontro con il drago.
«Sul serio chi posso invitare?» chiede Lee all'improvviso. 
«Non lo so» dico versandomi del succo di zucca.
Ah si, c'era una novità. 
Il ballo del ceppo. 
A Natale ci sarebbe stato questo famoso e tradizionale ballo.
Ecco spiegato a cosa serviva l'abito da cerimonia.
Mamma ci aveva dato a tutti degli abiti di seconda mano, io e George li avevamo sistemati fino a rendendoli decenti.
«Per te è facile!»
«Perché?»
«Tu inviterai Grace che domande sono? Io chi invito? George secondo te? Tu chi inviti?»
«Uhm... io non lo so» dice George prendendo dell'altro pane tostato.
«È vero, io ho Grace, buona fortuna per voi»
«Fred te lo volevo chiedere da un po'... è una cosa seria quella tra te e Grace? Non uscirai con altre ragazze? Non hai voglia di... ecco non so... di conoscerne nuove?»
«Io mi trovo bene con Grace, tengo molto a lei»
«Non hai risposto» 
Perché adesso doveva farmi tutte queste domande? 
Ed io che pensavo di mangiare le mie uova strapazzate in pace.
«Io non lo so... non so se con Grace durerà, non so cosa succederà in futuro, ma per ora mi piace come sta andando la mia vita»
«Come vuoi»
La conversazione finí lì.
Dopo colazione ci incamminammo per la lezione di trasfigurazione.
«George le Crostatine Canarine stanno finendo... dovremmo farne delle altre»
«Si»
«Hai pensato a chi inviterai?» 
Ero curioso di sapere con chi sarebbe voluto andare al ballo. 
«No»
Mentiva. Lo sentivo, sapevo che c'era qualcuna, ma perché non voleva dirmelo?
 
Non uscirai con altre ragazze? Non hai voglia di... ecco non so... di conoscerne nuove?
Le parole di Lee continuano ad invadermi la testa. 
Perché? 
Insomma stavo bene con Grace perché avrei dovuto... dovevo lasciar perdere.
 
---
 
«Grifondoro!»
«Tassorosso!»
«Ti va una passeggiata prima di cena?»
«Si»
So che sta aspettando che la invito al ballo, ma per me è ovvio che andremo insieme. Per la prima volta Grace non sarebbe tornata a casa per Natale e l'aveva fatto per poter venire al ballo con me.
«Jane andrà al ballo con Charlie! Sono così felice, lui continuava ad insistere e lei ha ceduto. Kate invece non vuole dirmelo con chi andrà. Poi Cedric mi ha detto che ha invitato Cho Chang, una ragazza di Corvonero, ha una cotta per lei da quando l'ha vista giocare»
«Grace... pensi mai a conoscere altre persone?»
Cosa hai fatto? Perché le hai chiesto questo?
«In che senso?» chiede con la sua solita faccia confusa: sporgendo il labbro inferiore e aggrottando le sopracciglia.
«In futuro, intendo. Pensi staremo insieme o conosceremo altre persone?»
«Io non lo so... non sono brava a predire il futuro... chiedilo alla Cooman»
«Okay»
«Tutto bene?»
«Si» rispondo arrabbiato. 
Non sono arrabbiato con lei, ma con me. 
Non riesco ad invitarla perché le parole di Lee mi risuonano nella testa.
«Non è vero. Vedo che c'è qualcosa, vedo gli ingranaggi del tuo cervello muoversi»
«Lee mi ha detto delle cose stamattina»
«Del tipo?» chiede lei fermandosi davanti a me e spostandosi delicatamente una ciocca dei suoi capelli castani scuro dietro l'orecchio. I suoi occhi marroni con qualche pagliuzza verde si puntano nei miei, sorrideva, e Grace quando sorride è stupenda.
«Solo cose stupide davvero»
Le prendo la mano e camminiamo ancora un po', arriviamo sotto un albero pieno di piccoli fiori bianchi, era l'unico nella foresta con quei fiori. Poco più avanti a noi si trovava la casa di Hagrid. 
«Sono bellissimi quei fiori» mormora Grace indicandoli. 
«Grace Annabel Tauril»
La ragazza si gira guardandomi stranita probabilmente perché ho pronunciato sia il suo nome che il suo cognome. 
«Si, Fred Weasley?»
«Vuoi venire al ballo con me?» 
Lei mette le mani sui fianchi e guarda verso il cielo come fa quando deve concentrarsi, pensare. 
Ci sta davvero pensando? 
«Sai Fred... pensavo non me lo avresti più chiesto...»
«Dimmi che nessuno altro ti ha invitato»
Lei annuisce. 
«Si, mi hanno invitato due ragazzi di un anno più grande, amici di Cedric, ma io ho rifiutato. Idiota pensavi davvero che avrei accettato l'invito da qualcun altro se sono rimasta qui per venire con te?»
Io alzo gli occhi al cielo, ma poi le sorrido.
«Non mi hai risposto» le faccio notare avvicinandomi a lei, lasciando pochi centimetri tra noi. 
Lei annulla le distanze posando le sue delicate e morbide labbra sulle mie. 
Le sue mani si posizionano una sulla mia spalla, e l'altra tra i miei capelli mentre io Poggio le mie sui suoi fianchi. Il bacio diventa più passionale e quando ci separiamo per riprendere fiato Grace si poggia sul tronco dell'albero dai fiori bianchi. 
«Ti basta come risposta?» 
«No»
«E va bene, Fred Weasley accettò di venire al ballo con te» 
«Ora va meglio» 
Dopodiché mi approprio un'altra volta della sue labbra.
 
 
«E così andrai con Grace»
«Esattamente» 
George e Lee annuirono poi entrambi si lasciarono cadere sul letto.
«Dai George sei quasi bello come me una ragazza la trovi! Lee mi dispiace sei spacciato» dico ridacchiando ed entrambi alzano il cuscino.
«Non avrete intenzione di tir-» vengo interrotto da i loro cuscini che mi colpiscono in pieno viso. 
Come pensavo.
 
***
 
Ho capito.
Ho finalmente capito.
George vuole andare al ballo con Angelina!
L'avevo capito da come le sorrideva e anche perché ultimamente le lanciava più occhiate. Tuttavia se non si da una mossa qualcun altro  la inviterà, devo intervenire.
Fortunatamente ho già un piano.
 
«Grace ho bisogno del tuo aiuto» sussurro all'orecchio della mora che si volta verso di me con un sorriso.
«Dimmi cosa posso fare»
Mi siedo accanto a lei e durante la lezione di storia della magia non facciamo che parlare del mio geniale piano. 
«Va bene. George merita di andare al ballo con chi vuole, ma tu sei davvero sicuro che lui voglia andare con Angelina?»
«Più che sicuro» 
«Va bene»
 
***
 
«George alla fine questi vestiti non sono venuti male, vero?»
«No» 
Negli ultimi giorni George mi risponde solo a monosillabi, e tutto questo è per via del piano, che si completerà stasera al ballo.
«Ragazzi non mi piace questo vestito! Sembro un pinguino» si lamenta Lee mentre imita la camminata di un pinguino che fa ridere me, ma non George, so che alla fine mi ringrazierà.
 
«Perché?»
«Cosa c'è Georgie?» chiedo mentre ci incamminiamo nella prossima aula.
«Angelina... perché hai invitato al ballo anche lei?»
«Vedi ho pensato alle parole di Lee... uscirai mai con altre ragazze... e così mi sono detto perché non invitare Angelina»
«E Grace? Come la prenderà? È rimasta qui per venire al ballo con te»
«Vero... ho pensato che potresti accompagnarla tu»
«Io? E perché mai?»
«Così vi conoscerete meglio, vorrei che la mia ragazza e mio fratello fossero amici»
«Lo siamo già» puntualizza George. 
Per la barba di Merlino George! Vai al ballo con Grace e basta.
«Per favore, vorrei diventaste più amici o che abbia qualcuno a cui tiene vicino mentre io starò con Angelina, solo per capire se Grace è la donna giusta per me»
Spero di averlo convinto. 
Lui alza le spalle, ma poi annuisce. Bravo George. 
 
«Fred, George vado a prendere Amanda, la mia dama per il ballo»
«Si, ciao» diciamo ad una voce io e il mio gemello.
 
«Angelina sei davvero bella» dico ammirando la mia amica che indossa un lungo vestito bianco che le risalta le forme. 
«Grazie mille Fred»
«Sei stupenda» sento la voce bassa di George dietro di me. 
«Grazie George» dice lei leggermente imbarazzata. 
Avevo rivelato il mio piano ad Angelina, scoprendo che anche lei avevo una cotta per George.
«Bene andiamo» dico porgendo il braccio alla mia dama.
 
Arriviamo davanti alla sala grande ed aspettiamo Grace.
Ad un certo punto vedo Jane con Charlie, lui super emozionato e anche, con mia sorpresa, felice credevo che Charlie non le piacesse invece sembra davvero contenta. Entrambi molto eleganti, lei con un vestito verde smerlando, stesso colore dei suoi occhi, i due ci salutano e poi entrano nella sala grande.
Dietro di loro noto una chioma scura, eccola. 
Grace arriva leggermente imbarazzata, lo si può notare dal rossore sulle sue guance che in questo momento la rende ancora più bella, a mio parere.
La guardo bene, indossa un vestito rosso, la parte di sopra è in pizzo, le scende lungo le gambe, è stupenda, anzi anche di più. Due piccole ciocche dei suoi capelli sono tenuti dietro da un piccolo fermaglio a forma di fiore.
«Grace stai davvero bene»
«Grazie Angelina, anche tu»
«Sei bella» dice George sminuendo la sua bellezza, ma non importa non deve piacere a lui, ma a me ed io la trovo magnifica.
«Sei uno splendore, andiamo?» chiedo porgendole il mio braccio destro.
Grace annuisce e si avvicina a me, avvolgendo il suo braccio al mio.
«Che succede?» domanda George spaesato e, soprattutto, confuso.
«Georgie non è ovvio? Sei tu ad andare al ballo con Angelina. Dopotutto vi piacete»
I due aprono leggermente la bocca ed io sorrido felice di aver completato il mio piano. 
 
La sala grande è irriconoscibile. Le pareti sono argentate, ci sono ghirlande di edere e vischio, il soffitto nero stellato.
«Fred» 
«Dimmi tutto»
«Per prima cosa non credi che George si arrabbierà un po' per il piano che hai architettato senza dirgli nulla?»
«No, mi ringrazierà fidati»
Lei annuisce poi si alza leggermente sulle punte per avvicinarsi al mio orecchio.
«Per seconda cosa... siamo sotto il vischio» mi sussurra dolcemente.
«Lo so»
Le do un leggero bacio, siamo in mezzo a così tante persone e Malocchio mi sta fissando con il suo occhio strano non è un gran situazione romantica. Lei deve essersene accorta perché si mette a ridere. 
«Cos'è Weasley ti vergogni?»
«Ti piacerebbe Tauril»
Sorride ancora, vederla sorridere è la cosa più bella. 
«Buon Natale Grace»
«Buon Natale Fred»


 
Hey everybody,
I'm back!
Lo so, sono sparita di nuovo.
Questo mese sono stata bombardata di verifiche e interrogazioni, 
riuscivo a scrivere raramente, ma ce l'ho fatta!
Spero vi sia piaciuto :)

kiss and hugs 
||MartaWeasley||

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Capitolo 15
*** My cake friend ***


15. My cake friend
Giugno 1995
 
«Vorrei andare in giro sempre con questo vestito» disse Jane, ma più a se stessa che a me. Stava scegliendo cosa indossare per la terza prova di stasera, ma si era fermata appena aveva visto il vestito smeraldo che aveva indossato al ballo a Natale. 
«Ci credo, ti stava benissimo» 
«Lo so. Charlie viene prendermi, andiamo insieme alla prova» 
Sul mio volto comparve subito un sorriso malizioso. 
«Allora tu e Charlie?» 
«Io e Charlie cosa?» chiede lei confusa posando il vestito nell'armadio e tornando in cerca di altre cose da indossare. 
«Ti piace» 
«Cosa? No! Grace, lui non mi piace» 
«Uhm... lui ha una cotta per te da tanto tempo, se non ti piace vedi di non farlo soffrire. E se non ti piace perchè passi con lui quasi tutto il tuo tempo?» 
«Io non lo so se mi piace o no... con lui sto bene, tutto qui» 
«Ragazze il bagno è libero» gridò Kate uscendo dal bagno con un asciugamano stretto intorno al corpo. 
Era strano. Ora avevamo tutte un ragazzo. 

«Kate! Kyle! Allora voi due?» 
«Ecco Grace te lo volevo dire, ma non sapevo come avresti reagito» mormorò Kate gesticolando, cosa che fa quando è nervosa. Il mio migliore amico e una della mie migliore amiche insieme, come avrei dovuto prenderla? 
«Ma io sono felicissima per voi. Sono davvero contenta, aspettate un attimo.. Kyle la ragazza con cui ti sentivi quest'estate era Kate?» 
«Si, ecco ci siamo incontrati a Londra un pomeriggio ed abbiamo parlato e parlato, da lì è nato tutto» 
«Mi fa molto piacere» sorrisi ai miei due amici per poi guardarmi intorno; Cedric aveva un sorriso raggiante felice di ballare con la ragazza che gli piaceva. Jane stava ridendo per chissà quale battuta di Charlie. Tod stava ballando senza inciampare con una ragazza stupenda. George non faceva che sorride, lo stesso valeva per Angelina, i due ballavano insieme felici. 
«Grace stai benissimo» una voce mi richiamò alle mie spalle. 
«Hermione! Sei stupenda, questo colore ti dona moltissimo e i capelli! Sei davvero bellissima» 
La ragazza arrossisce leggermente poi si avvicina a me. 
«Sono nervosa» disse lanciando un'occhiata al ragazzo bulgaro, Krum, il suo accompagnatore. 
«Ti ho visto mentre entravo in sala con Krum, hai fatto colpo» le dico facendole l'occhiolino. 
«Comunque credevo venissi con Ron» 
«Cosa? No, quell'idiota... non mi neanche cons-» 
«Grace ecco la tua bibita» 
«Oh grazie Fred» 
«Io torno da Krum, ci vediamo Grace» 
«Si, ciao Hermione!»
 

«Charlie e Kyle ci aspettano nella sala comune dai Grace muoviti!» 
«Si arrivo» presi la felpa, accarezzai Mucci che stava dormendo sul mio letto e raggiunsi le mie amiche. 
«Ragazze finalmente! Cedric tra un po' deve andare» ci rimproverò David, un amico di Cedric. Corsi subito verso il moro e lo abbracciai. 
«Stai attento, mi raccomando, ti voglio bene quindi vedi di tornare tutto intero!» gli bisbigliai nell'orecchio in modo che solo lui potesse sentire. Cedric ricambiò l'abbraccio. 
«Non ti preoccupare Grace, tornerò tutto intero e potrai avere ancora qualcuno con cui dividere una fetta di torta la mattina» 

«Ho ancora fame! E quella torta mi ispira un sacco» 
«Grace hai appena finito di mangiare due fette di pane con marmellata, biscotti e uova strapazzate con bacon come fai ad avere ancora fame?» mi domandò Jane sbigottita. 
«Non lo so, ma so che quel l'ultima fetta di torta con i lamponi sarà mia» Mi avvicinai a prenderla, ma in quello stesso momento un altro ragazzo fece lo stesso. 
«Molla l'osso è mia» dissi con fermezza. 
«Non credo, ho più fame io di te» 
«Non ci giurerei»
 

Dopo qualche altro battibecco decidemmo di dividere la torta. È così che conobbi Cedric. Da quel giorno ogni mattina ci dividiamo una fetta di torta. 
«Sarà meglio per te Diggory» dissi liberandolo dal mio abbraccio. 
«Forza Cedric!» esclamarono tutti i tassorosso. 
«Sappiamo che vincerai tu» lo incoraggio Kyle. 
«Si! Posso farcela!» 

«Grace siediti qui» mi chiamò Fred due file più in alto da dove si stavano sedendo i miei amici. 
«Ragazzi io vado su da Fred» 
«Va bene» 
«Grifondoro pronto a scommettere?» 
«Credo che non ti avrei mai dovuto far scommettere, ti sei gasata un po' troppo» disse ridendo facendo ridere anche me con la sua risata contagiosa. 

«Freddie tu chi scommetti che vinca?» 
«Uhm... io punto su Harry! Si sono sicuro che uscirà dal lago per primo. E tu Georgie?» 
«Io punto su Krum» 
«Posso scommettere anch'io?» chiesi sorridendo e i due gemelli scoppiarono a ridere, dovetti dare un colpo al braccio di Fred per farli smettere. «Dai! Io punto su Cedric» 
«Ovviamente» dissero ad una sola voce. 
«Se perdi devi darci 5 galeoni, ci stai?» 
Annuì.
 

Mi guardai in giro sembrava impossibile da credere di essere nel campo da Quidditch, era irriconoscibile. Il labirinto era enorme, metteva anche un po' paura. 
«Signore e signori, sta per cominciare la terza prova del Torneo Tremaghi, la prova finale! Permettete che vi ricordi la situazione del punteggio! Al primo posto, alla pari, con ottantacinque punti ciascuno... Il signor Cedric Diggory e il signor Harry Potter, entrambi della scuola di Hogwarts!» si levarono grida e applausi da parte di tutta la scuola, compresi le mie grida di tifo per Ced e quelli di Fred per Harry. 
«Al secondo posto, con ottanta punti... il signor Viktor Krum, dell'istituto Durmstrang!» Ancora applausi, notai che Hermione batté le mani anche per lui e affianco a lei Ron le lanciò un'occhiataccia. 
«E al terzo posto... Mademoiselle Fleur Delacour, dell'Accademia di Beauxbatons!» 
Altri applausi. 
«Allora... al mio segnale, Harry e Cedric!» li avvertì il signor Bagman. 
«Tre... due... uno...» Dopo un piccolo e breve fischio i due ragazzi entrarono nel labirinto. 
Stai attento Cedric! 
Dopo qualche minuto anche Krum entrò nel labirinto. Infine, dopo altri minuti, anche Fleur. 
Ora erano tutti dentro. 
Noi che eravamo fuori dovevamo solo aspettare di vederli tornare sani e salvi e uno di loro avrebbe stretto tra le mani la coppa. 
«Come se la staranno cavando?» chiese George sedendosi affianco a me. Prima era seduto affianco alla madre e Bill, il loro fratello maggiore. «Bene, secondo voi cosa ci sarà la dentro?» Domandò Fred. 
Fu così che molti ragazzi di Hogwarts, ma anche delle altre due scuole si avvicinarono a noi. Tra cui Jane, Kate, Kyle, Tod, Charlie, Lee, Hermione, Ron, Bill e anche la signora Weasley. 
«Secondo me... c'è un ragno gigante» affermò Ron con lo sguardo terrorizzato. 
«Un ragno gigante?» 
«Si Ginny. Esistono, io e Harry ne abbiamo incontrato uno il secondo anno. Spaventoso» 
«Magari ci sono dei mollicci» disse una ragazza di Beauxbatons con l'accento francese. Sembrava essere diventato un gioco per alcuni c'erano lupi mannari, per altri banshee per altri ancora troll, Ron continuava ad insistere che ci fosse un ragno gigante e per questo i gemelli lo presero in giro. 
«Le vedete anche voi?» chiese all'improvviso un ragazzo di serpeverde seduto poco più infondo mentre indicava in alto nel cielo delle piccole scintille rosse, come dei fuochi d'artificio. I professori guardarono le scintille poi alcuni di loro sparirono, probabilmente per raggiungere il punto dal quale ero partite le luci e assicurarsi che nessuno fosse ferito. Pochi minuti dopo riapparvero i professori con Fleur e Krum. «Mancano solo Harry e Cedric ciò vuol dire che in ogni caso Hogwarts ha vinto» disse Lee sorridendo. 
Guardai Fleur aveva la paura dipinta sul volto. Krum invece sembrava stordito. I due rimasero su una panchina in basso vicino a propri presidi. 

Ad un certo punto apparvero dal nulla, al limitare del labirinto, Cedric e Harry. Sentii il cuore più leggero, ce l'avevano fatta, avevano pareggiato. Harry lasciò la coppa e strinse il braccio di Cedric. Lui era immobile sdraiato a terra. 
Perché non reagiva? 
Perché Cedric non sorrideva? 
Perché non veniva qui a dirci di aver vinto? 
A dirmi che ero una sciocca a preoccuparmi? 
Perché? 
Strinsi la mano di Fred, nello stesso momento sentii quella di Jane stringermi l'altra mano. 
«È morto!» gridarono delle persone vicine ai due campioni. C'era Harry che parlava con Silente, era molto agitato. 
«È morto!» gridarono ancora. 
Un momento prima non mi erano del tutto chiaro quelle parole ora invece si fecero più pesanti come il mio corpo, il mio cuore. 
«Cedric Diggory! Morto!» 
Da quel momento non sentii più nulla. 
La vista si era annebbiata a causa delle lacrime. Non può essere vero. Mi voltai verso i miei amici per chiedere se avevo sentito male, ma non riuscii a parlare. Tuttavia non ce ne fu bisogno. Erano tutti in lacrime. Tornai a guardare verso il basso, Harry Potter era stato allontanato. Notai Cho, la ragazza di Cedric, le gambe le erano cedute, era terra accerchiata dalle amiche mentre piangeva. 
«Figliolo! No Cedric! Il mio ragazzo» gridò il padre del mio amico accanto al corpo del figlio. La madre, invece, stringeva la mano di Cedric. No. Cedric ti prego. Alzati. 
«Grace cosa fai?» sentii Fred chiedermi mentre mi stringeva la mano. Non riuscivo ancora a parlare. Mi allontanai da lui. Dovevo vedere che fosse tutto vero. 
«Signorina Tauril torni dov'era prima» mi disse la professoressa McGrannit, la ignorai. Arrivai davanti ad un corpo poggiato sul prato verde, illuminato dalle stelle e dalla luce chiara della luna. Aveva gli occhi aperti, occhi ambrati e spaventati. Non riuscii più a stare in piedi. 
Mi inginocchiai a fianco a lui e con una mano gli chiusi gli occhi. 
«Cedric... n-non a-av-avresti dov-dovuto p-partecipare» 

«Hei ragazza della torta! Ti va di dividerne un'altra con me» 
«Solo perché l'abbiamo divisa ieri non vuol dire che dovremmo farlo per sempre» 
«E perché no? Sarebbe un bel modo per diventare amici. A proposito sono Cedric, Cedric Diggory» 

«Non capisco nulla di trasfigurazioni!» 
«Dai Grace ti aiuto io!» 
«Davvero?» 
«Certo» 
«Grazie mille Cedric» 

«Sei propio un'incapace Tauril... dopo tutto sei una nata babbana, non mi sorprende» 
«Non ti azzardare mai più ad insultare Grace, sono sicura che è molto più capace di te» 
«Cedric non devi per forza difendermi sempre da Jenna» 
«Ma è così che fanno gli amici» 

«Mi hai rubato Mucci!» 
«Ti sbagli signorina Tauril è Mucci che è venuto da me, vero Kyle?» 
«Devo dire che ha ragione Diggory» 
«Questo gatto è morbidissimo... sei bellissimo micio!» 

«Grace sono felice che tu stia con Fred. Siete proprio una bella coppia» 
«Grazie amico di torta, a proposito questa mattina quale mangiamo?» 

«Ha accettato! Amici e amiche sono lieto di informarvi che Cho Chang ha accettato di venire al ballo del ceppo con me!» 
«Congratulazioni!» 

«Non ti preoccupare Grace, tornerò tutto intero e potrai avere ancora qualcuno con cui dividere una fetta di torta la mattina»
 

Non riuscivo più a vedere nulla di quello che mi circondava. Riuscivo solo a vedere il volto di Cedric, il suo sorriso, sentivo la sua risata. Sussultai quando avvertii la mando calda di qualcuno poggiarsi sulla mia spalla. 
Era Fred. 
Era in piedi dietro di me. Si abbassò ed io mi abbandonai nelle sue braccia grandi e calde. 
«N-Non c'è p-più... F-Fred... Lui è morto» 
Non disse nulla. Si limitò a stringermi forte a se, finché non smisi di piangere. 

 
***

«Siamo alla fine di un altro anno» esordì il professor Silente quando la sala grande si calmò e scese il silenzio. C'erano delle bandiere nere appease al soffitto della sala. Lo sguardo di tutti era vuoto, anzi pieno, ma di tristezza. 
Io, Jane e Kate non avevamo dormito. Eravamo rimaste sveglie, tutte nello stesso letto abbracciate e farci forza a vicenda. Anche se, alla fine, piangemmo tutta la notte. 
«Ci sono molte cose che vorrei dire a voi stasera, ma prima di tutto devo ricordare la perdita di una persona molto bella, che dovrebbe essere seduta qui» Silente indicò il nostro tavolo. Il mio sguardo cadde sul posto di Cedric, vuoto. Sentii un'altra volta il cuore pesante e le lacrime tornarono a pizzicarmi gli occhi. «A godersi il banchetto con noi. Vorrei che tutti voi, per favore, vi alzaste e brindaste a Cedric Diggory» Si alzarono tutti con i calici in mano. E tutto insieme con le voci e cuori spezzati brindammo per Cedric. 
«A Cedric Diggory» 
«Cedric era una persona che riuniva in sé molte delle qualità che distinguono la Casa di Tassorosso. Era un amico buono e fedele, un gran lavoratore, credeva nel gioco leale» 
Era un vero amico. Con una mano asciugai rapidamente le lacrime e tornai ad ascoltare Silente. 
«La sua morte ha toccato tutti voi, che lo conosceste o no. Credo che abbiate il diritto, dunque, di sapere esattamente com'è successo» 
Il mio cuore prese a battere velocemente. Lanciai un rapido sguardo ai miei amici, avevano tutti gli occhi spalancati e immobili sul preside. Guardai Cho, aveva il volto rigato dalle lacrime. Poi mi voltai verso Fred, dopo qualche secondo i suoi occhi si puntarono nei miei e mi sorrise. 
«Cedric Diggory è stato assassinato da Voldemort» 
Di nuovo non riuscii a sentire più nulla. Vedevo gli altri che sussurravano tra di loro con sguardi terrorizzati. Altri rimasero immobili e fissavano Silente sbigottiti e increduli. 
«...che la verità sia generalmente preferibile alle menzogne, e che ogni tentativo di fingere che Cedric sia morto in seguito ad un incidente da lui commesso, sia un insulto alla sua memoria» Molti annuirono. Kate che era seduta accanto a me mi abbracciò, aveva il volto, anche lei rigato dalle lacrime. 
«Grace...» mi voltai verso Jane che mi allungava la mano dall'altro lato del tavolo, la strinsi senza esitazioni. Tornammo entrambe ad ascoltare Silente che ora parlava di Harry Potter. 
«Ha rischiato la propria vita per riportare il corpo di Cedric a Hogwarts. Ha dimostrato, in tutti i sensi, il coraggio che pochi maghi hanno mostrato nell'affrontare Voldemort, e per questo gli rendo onore» Bevemmo anche alla salute di Harry, come con Cedric. 
«Lo scopo del Torneo Tremaghi era di approfondire promuovere l'intesa tra maghi. Alla luce di quanto è accaduto, il ritorno di Voldemort, questi legami sono più importanti che mai. Tutti gli ospiti di questa sala saranno i benvenuti qui, in qualunque momento, quando vorranno venire» la voce di Silente era calma, ma allo stesso tempo cupa. 
«È mia convenzione, e non ho mai desiderato tanto di sbagliarmi, che stiamo tutti per affrontare i tempi oscuri e difficili. Alcuni di voi in questa Sara hanno già subito terribili sofferenze opera di Voldemort. Molte le vostre famiglie sono state distrutte. Una settimana fa, uno studente c'è stato portato via» Sentii Jane singhiozzare così le accarezzai dolcemente la mano. 
«Ricordatevi di Cedric. Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile, ricordate cos'è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Voldemort. Ricordatevi di Cedric Diggory» Cedric non ti dimenticheremo mai, io non ti dimenticherò mai. 
Eri, sei e rimarrai uno dei miei migliori amici. Il mio amico di torta.




 
 
Buonaseraaa
Ecco un nuovo capitolo, un po' triste lo so.
Cedric non c'è più T-T
Spero vi piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate.

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 16
*** Say I love you ***


16. Say I love you
 
Agosto 1995 
 
«Harry è stato espulso?!» esclama Ron quando la notizia sfugge dalle labbra di Sirius. 
Espulso? 
Hermione per la notizia inaspettata fa cadere il bicchiere a terra che si rompe in tanti piccoli pezzi. 
Espulso? Perché? Nessuno ci diede delle risposte, ci cacciarono dalla sala da pranzo. 
Era ingiusto, ora io e Fred avevamo diciassette anni, era il nostro ultimo anno a scuola, avrebbero potuto includerci nelle riunioni. 
Erano cambiate così tante cose dopo la morte di Cedric. Ad esempio il fatto che fossimo con Sirius Black che fino a poco tempo fa credevo fosse un'assassino. Poi anche il fatto che non fossimo alla tana, ma al quartier generale dell'Ordine della Fenice, a Grimmauld Place numero dodici. 
La sera, per fortuna, ci raccontarono tutto: due dissennatori avevano attaccato Harry, lui si era difeso usando la magia ed era stato espulso. Hermione corse in camera a documentarsi sulle leggi dei maghi. Avrei voluto parlarne con Grace, ma non potevo. 

 
***

«Ciao, Harry mi pareva di aver sentito i tuoi toni soavi» dice George sorridendo. 
Dalla nostra camera avevamo sentito le grida di Harry e visto che potevamo usare la magia perché avevamo raggiunto l'età adatta ci eravamo materializzati nelle stata del trio. 
«Non devi reprimere la rabbia così, Harry, lasciala sfogare» dico anch'io sorridendo. 
«Forse a una quarantina di chilometri da qui ci sono due o tre persone che non ti hanno sentito» 
«Allora voi due avete superato gli esami di Materializzazione, eh?» domanda Harry senza gioia. 
«Con lode» 
«Ci avreste messo solo trenta secondi di più a scendere le scale» osserva Ron facendomi alzare leggermente gli occhi al cielo. 
«Il tempo è galeoni fratellino. Comunque Harry, stai disturbando la ricezione. Orecchie Oblunghe» dico mostrando il filo che reggevo in mano che attraversava il pavimento. 
«Stiamo cercando di sentire cosa succede di sotto» 
«Dovete stare attenti, se la mamma ne vede un altro...» 
«Vale la pena rischiare, è una riunione importante» rispondo interrompendo Ron. Le Orecchie Oblunghe erano una altra creazione mia e di George. Anche questa estate ci eravamo dati agli esperimenti. 
«Oh, ciao, Harry!» sorrise allegra Ginny entrando nella stanza. 
«Mi pareva di aver sentito la tua voce. Niente da fare con le Orecchie Oblunghe, ha gettato un Incantesimo Imperturbabile sulla porta della cucina» ci informa Ginny. 
«Come fai a saperlo?» chiede subito George. 
«Tonks mi ha spiegato come scoprirli, basta buttare qualcosa contro la porta, E se non riesci a fare contatto vuol dire che la porta è stata Imperturbata. Ho provato a gettare delle Caccabombe dalla cima delle scale e non fanno che rimbalzare indietro, quindi non è possibile che le Orecchie Oblunghe riescano a passarci sotto» 
«Peccato, avevo proprio voglia di scoprire che cosa stava combinando il vecchio Piton» 
«Piton! È qui?» chiede Harry sorpreso. 
«Sicuro» dice George chiudendo la porta e sedendosi su uno dei letti. 
«Fa rapporto Top secret» 
«Idiota» mormoro. 
«È dalla nostra parte, adesso» ci rimprovera Hermione con il suo tono da so tutto io. 
«Questo non gli impedisce di essere un idiota. Le occhiate che ci tira, quando ci vede...» Per una volta sono d'accordo con Ron. 
«Non piace nemmeno a Bill» 
«Bill è qui? Credevo fosse in Egitto» chiede Harry ancora sorpreso. Forse la sua rabbia si era calmata oppure esigeva solo delle risposte, noi gliene avremmo date, almeno quello che sapevamo. 
«Ha fatto domanda per un lavoro di ufficio in modo da poter tornare a casa e collaborare con l'Ordine» lo informo sistemandomi meglio sul letto. 
«Dice che gli mancano le tombe, ma ci sono dei vantaggi» 
«Cioè?» 
«Ti ricordi la vecchia Fleur Delacour?» domanda George. 
«Ecco è stata assunta alla Gringott per migliorooore il suo engleeese» 
«E Bill le dà un sacco di lezioni private» mi viene da ridere al solo pensiero. 
«Anche Charlie fa parte dell'Ordine, ma è ancora in Romania. Silente vuole assoldare tutti maghi stranieri che può, così Charlie cerca di prendere contatti nei giorni liberi» 
«Non potrebbe farlo Percy?» chiede Harry. Giusto lui non sapeva. Lui non sapeva nulla di Percy. L'ultima notizia che aveva era che lavora per la Cooperazione Magica Internazionale al Ministero della Magia. 
«Comunque vadano le cose, non parlare di Percy davanti a mamma e papà» disse Ron cupo. 
«Perché no?» 
«Perché tutte le volte che si sente il nome di Percy, papà rompe qualunque cosa abbia in mano e la mamma scoppia piangere» gli rispondo non alzando lo sguardo. 
«È terribile» 
Già, davvero terribile. 
«Credo che ci siamo proprio liberati di lui» continua George anche lui cupo e con lo sguardo vuoto. 
«Cosa è successo?» 
«Percy e papà hanno litigato. Non ho mai visto papà litigare con qualcuno. Di solito la mamma che urla» dico con un sorriso di amarezza sul volto. 
«È successo la prima settimana dopo la fine della scuola. Stavamo per venire a unirci all'ordine. Percy è tornato a casa e ti ho detto che è stato promosso» Mentre Ron racconta a me vengono in mente le scene di quel momento. È tutto ancora così vivido, come se fosse accaduto proprio un momento prima. 

«Buongiorno a tutti» 
«Come mai così allego Percy?» chiede George guardandolo entrare in casa. 
«Dai figliolo prepare le tue cose, andiamo all'Ordine» gli dice papà sorridendo. 
«Papà sono stato promosso. Mi è stato offerto un posto nell'ufficio di Caramell, sono diventato l'assistente del Ministro» 
«Cosa?» chiedemmo tutti sbalorditi. 
Sta scherzando? Come può? 


«Si aspettava che papà fosse colpito, credo» concluse Ron riportandomi al presente. 
«Solo che papà non lo è stato» 
«Perché no?» 

«Percy! Promosso? Davvero? Come puoi? Lo sai cosa dice il Ministro su Silente?! Sai cosa fa a chi è d'accordo con lui? Lo sai che Silente ha ragione e lui torto, vero?» alza la voce papà. 

«Il guaio è che Caramell sospetta di papà, sa che è amico di Silente e ha sempre pensato che sia un po' svitato per via della sua ossessione per i Babbani» dice George. 
«Cosa c'entra Percy con tutto questo?» 
«Ci sto arrivando. Papà sospetta che Caramell voglia Percy nel suo ufficio solo per spiare la nostra famiglia... e Silente» 
«Ma Percy è stato felicissimo» dice Ron ridendo, una risata vuota. 

«Ho dovuto lottare per quel posto! Ho sempre dovuto farmi valere, ed avere il tuo stesso cognome è difficile. Hai una pessima reputazione e questo mi imbarazza già parecchio! Non abbiamo abbastanza soldi solo perché tu non hai ambizioni! Sei invidioso che io abbia un lavoro più bello del tuo e che sia pagato meglio!» grida Percy a sua volta, facendo restare tutti noi a bocca aperta. 
«Sei tu l'idiota che frequenta Silente! E anche Silente è un idiota, guarda in che casini si sta cacciando e sta trascinando anche te» aggiunge sorridendo amaramente. 
«Ma io rimarrò fedele al Ministero e farò sapere a tutti che non faccio più parte dei Weasley! Me ne vado» Poi ci furono le urla di papà e i pianti di mamma. 


«La mamma è completamente sconvolta. Sai... piange, eccetera. È venuta a Londra per cercare di parlare con Percy, ma lui le ha sbattuto la porta in faccia. Non so che cosa fa quando incontra papà al lavoro: lo ignora, immagino» concluse Ron. 

«Percy lo sai Voldemort è tornato! Bisogna rimanere uniti» 
«Solo perché lo dice Potter? Davvero credete ad un ragazzino?! Non avete prove!» 
«Ma Harry dice la verità» si intromette Ron nella discussione, facendo sbuffare Percy. 
«Ron è inutile» dico mettendo una mano sulla spalla di Ron che era rosso dalla rabbia. 


«Percy prende sul serio La Gazzetta del Profeta» ammise Hermione acida, era sempre stata l'unica che andava più d'accordo con Percy, non poteva ancora credere a ciò che aveva fatto e detto. 
«Di che cosa state parlando?» 
«Non... Non hai ricevuto la Gazzetta del Profeta?» 
Spiegammo a Harry cosa diceva la Gazzetta su di lui, Harry rimase sconvolto, naturalmente, e chi non lo sarebbe. Poi cominciammo a parlare dell'udienza di Harry. Harry sarebbe dovuto andare al Ministero della Magia per l'attacco dei dissennatori, per vedere se sarebbe stato riammesso o no ad Hogwarts. «La riunione è finita, potete scendere a cena, adesso. Muoiono tutti dalla voglia di vederti, Harry. Si può sapere chi ha lasciato tutte quelle caccabombe davanti alla porta della cucina?» chiese mamma entrando nella stanza. 
«Grattastinchi, gli piace tanto giocarci» dice in fretta Ginny. 

---- 

«George tu inizia pure a scendere per la cena, io scrivo un attimo una lettera a Grace» 
«Va bene, ricorda: non puoi dirgli niente di questo posto e di quello che sentiamo» 
«Lo so» 
'Ciao Grace, 
Come stai? 
Qui tutto bene, anche quest'anno Harry ed Hermione ci hanno raggiunti. 
Sai io e George stiamo inventando tantissime altre cose, non vedo l'ora di mostrartele. 
Quest'anno sarà il nostro ultimo anno a scuola, emozionata? 
Mi manchi tanto 
Ti amo, 
Fred' 

Metto la lettera in una busta e la dò a Leo, il piccolo gufo di Ron. 
Poi apro il cassetto della scrivania, dentro ci sono tutte le lettere di Grace, mi piace leggerle perché è come averla qui con me. 
'Caro Fred, 
Io sto meglio, Cedric mi manca, ma rimarrà sempre con me, nel mio cuore, so che risulta banale, ma è così. Lo terrò lì, nel mio cuore, per sempre. 
Tu come stai? La tua famiglia? Percy si è fatto sentire? Non posso credere che vi abbia lasciato. 
E non posso credere a quello che la Gazzetta dice di Harry è così ingiusto. 
Mi manchi, non vedo l'ora di rivederti. 
Ti amo, 
Grace'
 
Ti amo. La prima volta che me l'ha detto è stato sotto il nostro albero, sotto l'albero dai fiori bianchi, dove le avevo chiesto se voleva venire al ballo con me. 

«Fred non mi va di uscire, voglio tornare nel mio letto» 
«Grace lo so che stai male, ma non puoi rimanere chiusa nella tua stanza per tutto il tempo dopo le lezioni. Domani si ritorna a casa e chissà tra quanto ti rivedrò, godiamoci il nostro ultimo giorno di scuola insieme» 
Lei annuisce smettendo di fare resistenza e seguendomi. 
«Dove andiamo?» 
«Ti piacerà» 

«L'albero bianco!» esclama correndo verso esso è sedendosi nel prato. 
«Sapevo ti sarebbe piaciuto» Dico sdraiandomi e poggiando la mia testa sulle sue gambe. 
«Ti ho portato anche da mangiare, gli altri festeggeranno dentro, noi festeggeremo qui fuori» 
«Mi sembra perfetto, peccato che nessuno dentro festeggerà... comunque una cena sotto le stelle da quando sei così romantico?» 
«Con te? Sempre, so che mi hai rifilato qualche filtro d'amore» 
Inizia a ridere, dopo giorni che non la sentivo ridere. 
«Sei davvero bellissima quando ridi... e anche quando arrossisci» 
Lei sorride per poi prendere un panino dolce dalla mio sacchetto. 
«Cos'è ti ho tolto le parole di bocca?» 
«Ti amo Fred» dice all'improvviso voltandosi verso di me e guardandomi negli occhi. 
«Ora chi ha tolto le parole di bocca a chi?» chiede ridendo. 
«Ti amo anch'io Grace» le rispondo accarezzandole la guancia e spostando qualche sua ciocca di capelli castani dietro l'orecchio. 
«Ho perso la scommessa...» mormora poi all'improvviso rompendo il silenzio che si era creato tra noi. 
«Cosa?» 
«Avevo scommesso con Jane che non mi sarei innamorata di te, ma ho perso. Sono follemente innamorata di te» 
«Lo sapevo che saresti ceduta al mio fascino» 
«Si e tu sei ceduto al mio» 
«Si, ma io sono innamorato di te dal primo anno, dalla prima volta che ti ho vista, sul treno per partire per andare ad Hogwarts» 
«Che cosa?» chiede sorpresa sorridendo. 
«Eh già mi sono innamorato subito di te, ma ci ho messo un po' a capirlo, quindi ho vinto io, ti amo da più tempo» 
«Da quando è una gara?» 
«Con me è sempre una gara... quindi hai perso la scommessa con Jane, cosa devi fare per penitenza?» 
«Andiamo e te lo faccio vedere» 
«Okay» 
Ci alziamo dal nostro posto felice per tornare verso il castello e dirigerci verso la sala grande, sono proprio curioso. 

«Jane sto per mettere in atto la mia penitenza, la scommessa ricordi?» 
«Davvero?» chiede la bionda sorridendo, anche lei non sorride da un po', nessuno sorride da un po' di tempo. C'è bisogno di ridere. 
«Scusami Harry, lo so che non ci conosciamo e probabilmente penserai che sono stupida, ma ho perso una scommessa con una mia amica e la mia penitenza era questa...» il ragazzo sopravvissuto guarda confuso la mia ragazza come la guardano confusi Ron, Hermione, George e altri ragazzi lì vicino. «Sei un passerotto tutto rosso» 
Cosa? Scoppio a ridere, così anche George, dopo un po' anche Grace. 
«Va bene» dice Harry leggermente in imbarazzo. 
«Scusami davvero, so che è un brutto momento, credimi lo è anche per me, Cedric era uno dei miei migliori amici, ma credo che voglia della risate l'ultimo giorno di scuola invece di pianti, a lui è sempre piaciuto l'ultimo giorno perché si festeggiava» detto questo si alza e mi bacia. 
«Buon ultimo giorno Fred» 
«Buon ultimo giorno Grace»
 

«Fred la cena è pronta ti muovi?» chiede George. 
​«Ah si arrivo»




 
I love you, please say
You love me too, these three words
They could change our lives forever
And I promise you that we will always be together
Till the end of time

Eccomi con un nuovo capitolo! Scusate se ci ho messo tanto, ma ero in stage.
Mentre scrivevo l'ultima parte del capitolo mi è venuta in mente la canzone di Celine Dion "I love you"
è abbastanza azzeccata direi, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Fatemi sapere cosa ne pensate.

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs 
||MartaWeasley||

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Capitolo 17
*** ES ***


17. ES
 
Ottobre 1995

«Non useremo la magia?»
«Alzi la mano signorina...?»
«Sparks»
«Molto bene signorina Sparks se ha intenzione di parlare nella mia classe deve alzare la mano, tutti dovete alzare la mano» disse la professoressa Umbrige sistemandosi il pullover rosa confetto. Era appena iniziata la prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure e già la classe era piena di mormorii.
«Silenzio. Esigo silenzio, ora tornate a leggere il capitolo che ho già indicato» continuò con la solito voce dolce, ma che allo stesso tempo sembrava così amara.
«Scusi professoressa Umbrige» la chiamò una ragazza di Corvonero, Fiona Stuart.
«Si signorina Stuart»
Era la quarta volta che alzava la mano.
«Avrei due domande. La prima: quest'anno avremo i M.A.G.O. non sarebbe il caso di fare uso della magia? Poi usciremo da Hogwarts e chissà cosa ci aspetta lì fuori»
Una buona domanda.
«Gli incantesimi li userete solo agli esami. Lei è Corvonero sa bene che la teoria è più importante della pratica, comunque non si deve preoccupare lì fuori non c'è nulla»
Certo. Lei veniva dal Ministero della Magia era ovvio che non credesse ad Harry.
«Scusi?»
«Si? Il suo nome?»
«Grace Tauril» dissi con voce chiara fissandola intensamente negli occhi, lei ricambiò il mio sguardo.
«Si signorina Tauril?»
«Come fa a dire che lì fuori non c'è niente? Come fa ad esserne sicura?»
«Perché è la verità»
Cosa? La verità? Ora te la dico io la verità. In questo mese avevo sentito tanti mormorii contro Silente ed Harry, su quello che era successo nel labirinto. Non riuscivo a credere che molti miei compagni e tanti altri credano alla Gazzetta.
«Secondo lei come è morto Cedric Diggory l'anno scorso?»
Un silenzio profondo invase la stanza dopo la mia domanda. Ormai avevo parlato non potevo e non volevo tirarmi indietro. Volevo sapere che cosa pensava, che cosa credeva.
«È morto per un tragico incidente durante il Torneo Tremaghi»
Un tragico incidente. Incidente? Sul serio?
«E se le dicessi che non è vero?»
Jane mi diede un calcio. Anche lei aveva dubbi su quello che diceva Harry Potter e ciò mi irritava parecchio.
«Come prego?» chiese con una voce ancora più infantile, se possibile.
«Non è morto per un incidente! È stato ucciso. Tutti lo sappiamo»
Mandai giù, a fatica, il groppo che mi era salito in gola. Non potevo mettermi a piangere, ma lo dovevo per Cedric. Lui credeva nella verità, non avrei lasciato che la sua morte fosse una menzogna.
«Tutti? Noi tutti crediamo alla Gazzetta. Al Ministro. 20 punti in meno a Tassorosso e ora si sieda se non vuole una punizione» mormorò sistemando nervosamente le sue cose sulla scrivania. Sbuffai sonoramente alzando gli occhi al cielo, ma mi sedetti.
«Che ti è preso?» mi sussurrò Jane.
«Mi è preso che non posso sentire altre bugie» 


«Perché continui a fissare l'orario?» chiese Kate riportandomi al presente.
«Abbiamo la Umbrige all'ultima ora, non la sopporto»
«E chi la sopporta?» Mi voltai verso Jane, era seduta affianco a me e fissava il suo piatto vuoto. Non parlava più molto. Era sempre triste e confusa.

«Perché hai dei dubbi su quello che dice Silente? E su quello che dice Harry Potter?»
«Perché si! Hai letto la Gazzetta, no?»
«Non è un'argomentazione valida» disse Kate sedendosi sulla poltrona in sala comune. Tassorosso era divisa. Tutti i primini credevano che Harry mentisse, ma loro non c'erano l'anno prima. Poi i ragazzi degli altri anni dipendeva. Ad esempio Ernie del quinto anno, lui credeva ad Harry.
«Io...» iniziò Jane, ma si fermò per fare respiri profondi, tremava. Mi avvicinai per abbracciarla. Era sempre stata una ragazza molto sensibile, sapevo che per lei era difficile accettare la morte di Cedric e il ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato.
«È che... io... lui non c'è più e... l'altro è tornato... io... ho paura» singhiozzò abbracciandomi forte.
«Lo so, anch'io»
«Tutti l'abbiamo» aggiunse Kate unendosi all'abbraccio.
Fortunatamente Kyle e Tod credevano ad Harry.

«Harry sappi che noi ti crediamo, davvero, e non sentirti in colpa se tu sei vivo e lui no»
Eravamo andati noi cinque a dire personalmente ad Harry quello che pensavamo.
«Uhm... grazie»
Io ero già andata, uno dei primi giorni di scuola, ma ora anche gli altri sentivano il dovere di dare il loro appoggio al ragazzo sopravvissuto. 




«Ditemi che è finita» Jane si accasciò sul letto chiudendo gli occhi, avremmo dovuto posare i libri e scendere per la cena.
«Si, la giornata è finita» la assicurò Kate.
«Grace non ci hai ancora raccontato com'è andato l'incontro da Testa di Porco»
«È vero, potevate venire»
«Lo sai, noi a differenza tua non siamo dei geni che riescono a finire i compiti in cinque minuti»
«Va bene, va bene... comunque vi ricordate quello che mi aveva detto Hermione a colazione?»
«Certo! Lezioni di Difesa contro le Arti Oscure tenute da Harry Potter impossibile da dimenticare» affermò Jane, tornando per una volta ad essere la solita e vecchia Jane, quella sempre ottimista.
«Allora eravamo di più di quanto mi ero aspettata. C'erano i gemelli Weasley, ovviamente, Lee, Ginny Weasley, almeno sette persone di Corvonero. Ernie e Justin del quinto anno, alcuni ragazzi di Grifondoro. Ah c'era Smith»
«Smith? Il mio compagno di squadra?» domandò Kate interrompendomi.
«Si, voleva sapere cosa è successo... si insomma... cosa è successo a Cedric... tuttavia non era quello l'argomento della riunione quindi siamo andati avanti»
«Era naturale che volesse sapere di Ced, erano migliori amici, si conoscono da bambini»
«Si, però è stato un po' aggressivo nei confronti di Harry. Comunque siamo tutti d'accordo che così non va. Con la Umbridge non impareremo nulla, abbiamo deciso che l'incontro ci sarà una volta alla settimana... e si Kate si organizzerà in modo che non sia lo stesso giorno con il Quidditch. L'unico problema è che non sappiamo dove»
Entrambe annuirono a tutte le mie informazioni e poi iniziarono a pensare ad un luogo da poter utilizzare.
«Sarebbe bello avere una palestra, come alle elementari» disse Jane ed io annuii.
«Elementari?» chiese Kate non capendo.
«Si, comunque ci ha fatto scrivere i nostri nomi su un foglio, ho scritto anche i vostri»
«Perché? Cioè perché avete scritto i vostri, anzi nostri nomi?»
«Per... credo per assicurarsi chi era presente, chi ha sentito queste informazioni riservate»
«Va bene, hai fatto bene hai mettere anche i nostri, dopotutto saremmo venute se non avessimo dovuto finire il tema di Trasfigurazione e quello di pozioni» disse con voce stanca Jane.
«Hai messo anche quello di Kyle e Tod?» chiese Kate pensando al suo ragazzo e a suo fratello.
«No, loro mi ha detto di non essere sicuri a voler partecipare, quindi non ho messo il suo nome. Hermione o Fred ci faranno sapere quando avranno trovato un posto, comunque dobbiamo pensarci anche noi»
«Certo, ora voglio andare a mangiare e poi dormire» disse Jane alzandosi a fatica dal letto.
«Sono d'accordo»
«Si» 

 
***
 
Non riesco ancora a capire come Fred riuscisse a farmi bruciare la pelle con un solo sguardo, ma non era tutto riusciva anche a farmi sentire bellissima. Poi c'era il suo sorriso, che per i primi anni non potevo sopportare perché mi faceva impazzire con i suoi scherzi e quel sorriso significava, per me, che ne aveva combinata un'altra della sue. Invece ora il suo sorriso era la cosa che volevo vedere ogni mattina, era quello che avrei voluto vedere per sempre affianco a me. Il suo sorriso mi faceva sentire al sicuro, mi faceva sentire a casa, e in contemporanea mi dava un sacco di brividi. Quindi quando Fred Weasley si presentava fuori dalla sala comune di sera con un fiore bianco in mano, con il suo sorriso e con il suo sguardo puntato su di me, io mi sentivo come una bambina che mangiava per la prima volta il gelato, anzi davanti al suo primo reagalo di Natale, insomma al settimo cielo. Poi il cuore mi batteva sempre così forte con lui, che ogni volta sembrava la prima volta che stavamo insieme.
«Perché mi guardi così?» chiese sorridendomi, un sorriso senza malizia, un sorriso che avevo notato riservava solo a poche persone ed io ero felice di essere tra quelle persone.
«Nessun motivo, tu piuttosto cosa fai qui?»
«Volevo stare un po' con te, meno male che è passato il Frate Grasso se no non saprei come avrei fatto a dirti che ero qui fuori»
Io annuii per poi guardare il fiore che teneva in mano.
«È per me il fiore, non pensare che solo perché sei la mia ragazza mi metta a farti regali sdolcinati» disse sarcastico ridendo.
«Ah quindi ti regali i fiori da solo?» chiesi ridendo a mia volta.
«Certo! Ora ti va di mangiare un po' di torta insieme?»
«Ma abbiamo appena finito di cenare»
«Non dirmi che non hai voglia di un po' di torta» disse sorridendomi e guardandomi con l'aria da so-che-vuoi-una-fetta-di-torta. «Andiamo a prenderci la torta!»
«Perfetto e Grace... questo fiore è per te» disse posizionandomi il fiore dietro l'orecchio.

«Padron Weasley, che piacere vederla» dissero gli elfi felici nel vederci entrare nelle cucine.
«Ciao miei fornitori di cibo come ve la passate?»
«Ha ancora fame?» chiese un elfo mentre ci porse un vassoio pieno di biscotti con gocce di cioccolato.
«Si, avete qualche fetta di torta per me e la mia signora?»
«Abbiamo la torta alle fragole e panna, alle mele e al limone, ma se volete possiamo farne un'altra per voi»
Mi sentivo un po' in colpa a farli lavorare a quest'ora. Iniziavo a capire perché Hermione avesse intrapreso i C.R.E.P.A. l'idea mi piaceva già inizialmente, ma adesso che vedevo come lavoravano per noi, mi sentivo un po' in colpa e avrei voluto aiutarli.
«A me andrebbe bene quella al limone, posso aiutarvi in qualche modo?» chiesi sorridendo.
«Lei essere molto gentile, lei molto buona, non preoccuparsi la torta gliela porto io» disse un elfo che indossava abiti stravaganti a differenza degli altri. Ora che lo osservavo meglio indossava i cappellini e i calzini di lana che aveva fatto Hermione.
«Grazie, mi piace molto il suo abbagliamento»
L'elfo sorrise, sentivo lo sguardo di Fred su di me, probabilmente mi guardava divertito.
«Grazie signorina...»
«Grace, mi chiamo Grace»
«Piacere io sono Dobby»
L'elfo fece un adorabile inchino e ricambiai, solo dopo notai gli sguardi stupiti e confusi degli altri elfi domestici e anche di Fred. «Dobby stai cercando di fregarmi la ragazza?» chiese Fred ridendo.
«No, signor Weasley, Dobby non oserebbe mai... lei è la sua ragazza?» chiese poi lanciado occhiate da me a Fred e viceversa.
«Si, non so nemmeno io come sia possibile» dissi ridendo, Fred mi pizzico il fianco facendomi ridere ancora di più. Dopo aver mangiato la torta e aver chiacchierato un po' con gli elfi uscimmo dalla cucina con la pancia piena e pesante. Il rosso mi guardò facendomi provare quelle fatidiche farfalle nello stomaco.
«My lady la torta è stata di suo gradimento?» disse lasciando un leggero bacio sul dorso della mia mano.
«Molto, grazie» risposi con una piccola riverenza. Fred poi mi circondò la vita con il suo braccio sinistro avvicinandomi a lui, per poi far unire le nostre labbra in un bacio dolce e romantico, quel bacio in grado di far accedere dentro di me dei fuochi d'artificio. «Sai di limone» mormora il rosso sorridendomi.
«Forse perché ho mangiato la torta al limone? Tu invece sai di fragole»
«Ti riaccompagno»
Camminando intrecciamo le nostre dita.
«Tu fai parte del C.R.E.P.A.?» domandai pensando agli elfi nelle cucine che ci avevano portato la torta e a Dobby, un elfo libero che veniva giustamente pagato per il suo lavoro.
«Quella cosa di Hermione?»
«Si»
«No, mi sembra una cosa stupida» disse ridacchiando.
«Uhm... io ne faccio parte, non mi sembra una cosa stupida»
«Ma perché? Gli elfi sono felici di lavorare qui»
«Magari qui si, ma che ne sai fuori dalla scuola? Pensa se fuori dalla scuola gli elfi fossero trattati come veniva tratto prima Dobby?»
«Non sono problemi nostri»
«Ma potremmo fare qualcosa. Gandhi un volta disse: "Si il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" mi è sempre piaciuta come frase, mio padre me la ripeteva sempre»
«Che cambiamento ti piacerebbe vedere nel mondo?»
«Sicuramente a Hermione piacerà vedere le creature magiche trattate nel modo giusto, come tutti gli altri, con rispetto, e anche a me piacerebbe, ma non è il cambiamento che porterò io. A me piacerebbe diventare giornalista, magari della Gazzetta così da poter scrivere la verità»
«Si, ti ci vedo come giornalista. Grace Tauril famosa giornalista della Gazzetta del Profeta»
«E tu? Che cambiamento vorresti portare nel mondo?»
«Mi piacerebbe vedere le persone ridere. Le risate fanno bene a tutti. Ognuno di noi ha bisogno di ridere» disse con un sorriso sulle labbra.
«Quindi l'idea del negozio di scherzi è sempre presente?»
«Si, poi ora abbiamo pure i soldi» affermò contento.
«Non mi hai ancora detto da dove li avete presi i soldi»
«Segreto»
«Fate ancora esperimenti su quelli del primo anno?» domandai preoccupata.
«Si»
«Non avete intenzione di smettere?»
«Perché dovremmo? Loro vengono pagati e sono loro a volerlo, non li obblighiamo mica e comunque prima li proviamo io e George. Non fare come Hermione»
Hermione che era diventata prefetta, insieme a Ron Weasley, mi aveva raccontato degli esperimenti sui ragazzi con le loro merendine marinare e mi aveva chiesto se potevo impedire a loro di farlo, ma a quanto pare era inutile.
«Si... okay. Notte Fred»
«Dai Grace non fare così, non facciamo nulla di male» disse impedendomi di andarmene tenendomi il braccio destro.
«Okay, ho capito, va tutto bene. Notte»
«Si, notte» disse lasciandomi un delicato bacio sulla fronte. 

 
***
 
«Grace! Buongiorno» disse una ragazza dai capelli crespi e castani sedendosi affianco a ma.
«Hermione! Buongiorno»
«Abbiamo trovato il posto» sussurrò per non attirare troppo l'attenzione.
«Davvero?» chiese Jane sorpresa, aveva sempre avuto un talento nell'intromettersi nelle conversazioni altrui. Hermione rivolse uno sguardo confuso alla mia amica.
«Hermione loro sono Jane e Kate, sono le ragazze di cui ti avevo parlato, avevo aggiunto il loro nome sulla lista, ricordi?»
«Ah si! Certo mi ricordo, piacere sono Hermione Granger»
Allungò la mano che le mie amiche ricambiarono stringendola.
«Allora come dicevo abbiamo trovato il posto, stasera alle otto al settimo piano, davanti all'arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai troll, puoi dirlo ad Ernie, Justin e Zacharias?»
«Va bene, si glielo dico io, a stasera»
«Grazie mille, si a stasera, Jane, Kate è stato un piacere» disse la riccia alzandosi e dirigendosi verso il suo tavolo.
«Così si inizia bene una giornata» disse Kate mandando giù un sorso di succo di zucca.
«Così come?»
«Cose da donna Tod» gli rispose la gemella. Non avevamo detto nulla a Tod perché sapevamo che andare contro le regole non era una cosa per lui. Nemmeno Charlie sapeva nulla perché faceva fatica a mentire e tenere segreti. Invece Kyle semplicemente non voleva farne parte, almeno per ora.
«Buongiorno» disse il biondo sedendosi affianco a Kate baciandole la guancia.
Non vedevo l'ora di quella sera.

---

«Credi sia questa?» chiesi titubante indicando una porta lucidissima che non avevo mai notato prima.
«Scopriamolo» mi rispose Kate afferrando la maniglia di ottone. La stanza in cui ci ritrovammo era enorme e spaziosa c'erano delle torce, come nei piani sotterranei, ad illuminare tutto. Degli scaffali pieni di libri e dei cuscini sui quali c'erano i ragazzi di Grifondoro.
«Tassorosso! Sparks! Kate!» gridarono i gemelli vedendoci.
«Venite, Harry ci sta spiegando che posto è questo»
Noi andammo a sederci su dei cuscini.
«È conosciuta come la Stanza va-e-vieni oppure come Stanza della Necessità. Si può entrare solo se ce n'è veramente bisogno e quando appare ha sempre quello che serve a chi la cerca»
«Fantastico!» esclamarono alcuni.
Ora eravamo tutti presenti, mi emozionava e agitava molto questa lega clandestina.
«Bene. Ho pensato a quali cose dovremmo fare prima di tutto, e... ehm... Si, Hermione?» Chiese Harry notando la mano alzata della sua amica.
«Credo che dovremmo eleggere un capo» propose Hermione.
«Harry è il capo» a parlare era stata una ragazza dai lunghi capelli scuri, una ragazza di corvonero.
«È Cho, la ragazza per cui Cedric aveva una cotta» mi bisbigliò Jane.
«Ecco dove l'avevo già vista» sussurrò Kate, io mi limitai ad annuire. Era una ragazza molto carina, capivo perché a Cedric piaceva. «Si, ma secondo me è meglio deciderlo con una vera votazione. È più formale e gli conferisce più autorità. Allora... chi pensa che Harry debba essere il nostro capo?» chiese autoritaria. Tutti alzammo la mano, Harry sorrise leggermente imbarazzato, credo. «Ehm... bene, grazie... sì, Hermione?» Ancora una volta il ragazzo sopravvissuto fu interrotto dalla sua amica.
«Credo che dovremmo darci un nome» rispose allegra.
«Aumenterebbe lo spirito di gruppo e l'unità, non credi?» aggiunse subito dopo sempre con la mano alzata.
«Potremmo richiamarci Lega Anti-Umbridge?» chiese Angelina di Grifondoro, non avevo più chiesto a George come era finita tra loro dopo il ballo del ceppo.
«O il Gruppo il Ministero della Magia è Deficiente?» suggerì Fred voltandosi verso di me e facendomi l'occhiolino.
«Esercitazioni Segrete?» chiese Cho.
«In breve ES, così nessuno potrà capire di che cosa stiamo parlando?» continuò dopo.
«Sì, ES va bene, però facciamo che significa Esercito di Silente, visto che è l'incubo peggiore del Ministero, no?» chiese Ginny, la sorella minore dei Weasley, era seduta affianco ad un ragazzo di Corvonero che aveva il braccio intorno alle spalle di lei. Ci furono molti mormorii di approvazione e risate.
«Tutti a favore di ES?» chiese Hermione sempre in tono autoritario.
«Siamo la maggioranza... mozione approvata!»
Appese al muro la lista di nomi con in alto scritto:

ESERCITO DI SILENTE

Dopodiché Harry ci spiegò che sarebbe meglio partire da incantesimi base come Expelliarmus, incantesimo di disarmo.
«Direi di dividerci in coppie ed esercitarci»
Mi guardai attorno, e notai le coppie formarsi.
«Grace... ciao... mi chiedevo se ti andasse di fare coppia con me?» mi chiese Ernie di Tassorosso.
«Uhm... certo» Jane e Kate avevano fatto coppia insieme e così anche Fred e George.
«Fantastico!» esclamò sorridendomi. Subito la stanza si riempì di grida di Expelliarmus. Le bacchette volavano dappertutto, una mi fini quasi in faccia.
«Sei molto brava Grace, la mia bacchetta è volata vi subito!»
«Grazie Ernie, ora prova tu»
Il ragazzo annuì per poi lanciare l'incantesimo, ma non ottenne nulla, anzi poco dopo fu la sua bacchetta a volare via. Ma come era possibile? Mi guardai intorno e notai i gemelli ridere.
«Grifondoro smettila!»
«Scusa Tassorosso, ma è più forte di me»
«Ernie riprovaci» dissi al mio compagno.
«Quello non è il tuo ragazzo?» chiese guardando Fred mentre rideva con il gemello.
«Si» risposi sorridendo.
«Uhm... Expelliarmus!» La mia bacchetta volò via dalla mia mano e il ragazzo iniziò ad esultare, non era valido! Ero distratta! Tuttavia decisi di non dire nulla.
«Bravo!»

«...abbiamo passato l'orario, è meglio che smettiamo. Stesso posto, stessa ora la prossima settimana?» chiese Harry interrompendo la lezione.
«Prima!» esclamò uno di Grifondoro.
«La stagione di Quidditch sta per iniziare abbiamo bisogno di allenarci!» intervenì Angelina.
«Facciamo mercoledì prossimo. Decideremo allora se aggiungere altri incontri. È meglio andare, ora»
Ci fu un consenso da parte di tutti poi a gruppi di tre presone si usciva dalla stanza per tornare al proprio dormitorio.
«Sei stata brava Tassorosso» disse una voce alle mie spalle.
«Grazie, vorrei dire lo stesso, ma ogni volta che mi giravo verso di te, voi stavate ridendo»
«Ridere fa bene alla salute» disse pizzicandomi il fianco, punto in cui soffrivo di più il solletico. Iniziai a ridere e lui continuò a farmi il solletico.
«Sei ancora più bella quando ridi»
«Grace andiamo!» mi chiamò Jane.
«Ci si vede Grifondoro»
«Aspetta dove vai senza darmi il bacio della buonanotte?» chiese prendendomi il polso.
«Devo and...» le mie parole vennero fermate dalle sue labbra che si erano poggiate sulle mie. Un bacio in grado di farmi tremare le gambe e di unire i nostri cuori.








 
L'Esercito di Silente si è formato!
Grace, Jane e Kate ne fanno parte.
Come procederà il loro ultimo anno?
Bella domanda. Spero via sia piaciuto il capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate.

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 18
*** Only me and her ***


18. Only me and her
 
Aprile 1996

«Non capisco» dice Grace passandosi una mano tra i capelli e camminando avanti e indietro nel corridoio in cui siamo.
«Si che lo capisci...» Le prendo la mano per fermarla e farla voltare verso di me.
«Grace andiamo... te l'ho già detto un milione di volte che per me e George la scuola può finire ora. Non ci importa dei M.A.G.O.» Lei sospira, ma poi alza lo sguardo per guardarmi negli occhi.
«Hai ragione, so che vuoi lasciare la scuola, ma... io...»
«Di cosa hai paura?» le chiedo non capendo perché per lei sia così difficile lasciarmi andare.
«Ho paura che se tu... se tu lascerai la scuola... ho paura che le cose tra noi possano cambiare» ammette distogliendo subito lo sguardo per rivolgere l'attenzione al pavimento, come se fosse la cosa più interessante.
«Tassorosso tra noi non cambierà proprio niente. Io amo te e so che tu ami me... cosa potrebbe cambiare?»
«Io... non lo so. È che stiamo crescendo, magari... magari ti stuferai di me»
«Io? Stufarmi di te?» domando sorpreso. È davvero questa la sua paura? Lei annuisce.
«Ho la stessa probabilità di stufarmi di te proprio come c'è la probabilità che la Umbridge perdoni me, George e Harry e ci riammetta in squadra»
«Va bene» disse sempre senza alzare lo sguardo. Con due dita le tiro su il mento così da poter riguardarla negli occhi.
«Non ti preoccupare, faremo un'uscita con stile» Lei sorride per poi poggiare la testa sul mio petto, non ho bisogno di un sì come risposta avevo capito che era d'accordo solo sentendo il battito del suo cuore che si univa al mio.
«Potremmo passare la notte insieme» mormora a bassa voce.
Cosa? Non sono sicuro di aver sentito bene.
«Come?» chiedo sorridendo.
«Si, potremmo stare insieme così ti avrò per me per tutta la notte. Non pensare a cose strane Grifondoro»
«E dove? Non c'è un posto in cui possiamo stare da soli noi due»
«Invece si!» Mi prende il braccio e inizia a tirarmi fino a raggiungere il settimo piano. La Stanza delle Necessità. Appare una porta bianco panna con una maniglia d'ottone al centro. La stanza è diventate un piccolo appartamento. C'erano due letti separati da un comodino, un camino nel quale scoppiettava un fuoco ed una piccola porta sul fondo che poi scoprii essere il bagno.
«Vuoi per caso tenermi chiuso qui?»
«Non dire sciocchezze!» dice andandosi a sedere sul letto facendomi segno di fare altrettanto. Iniziammo a parlare degli ultimi avvenimenti, portando a galla diversi ricordi.

«Buon San Valentino!»
«Grifondoro non credevo volessi festeggiare il giorno degli innamorati»
«Infatti è così, ma Lee ha detto che sarebbe stato carino.. ah lasciamo stare!» Grace inizia a ridere per poi farmi gli auguri di San Valentino.
«Come va con le merendine marinare?»
«Devo dire bene! Ma non posso parlati dei nostri affari»
«Capisco... so che noi non festeggiamo queste stupide feste, ma...» dice incerta torturandosi le mani.
«Andiamo Tauril dimmi cosa hai pensato»
«Ti andrebbe di andare nel nostro posto e stare un po' insieme?»

«Si, magari li ti posso far vedere alcune nuove invenzioni... senza che George lo sappia»
«Mi piacerebbe molto!»


«Si poi il tuo fuoco d'artificio mi ha bruciato una ciocca di capelli!» Annuisco ridendo al ricordo.
«Non c'è niente da ridere, mi sono spaventata» mi sgrida, però sorridendo.
«Ti sei spaventata anche dopo la partita con i Serpeverde»
«Puoi biasimarmi?» mi chiede sempre con il suo sorriso contagioso.

«...non siamo riusciti nemmeno a inserire povero fallito... sai, suo padre»
Era appena finita la partita di Quidditch in cui avevamo vinto grazie ad Harry. Ron si era fatto intimidire dalla canzone dei Serpeverde, quando sento quelle parole che mi fanno ribollire il sangue. Mi stavo per girare quando Angelina mi blocca il braccio dicendomi di lasciar stare.
«...ma a te piacciono i Weasley, vero Potter? Ci passi le vacanze e tutto il resto... non capisco come fai a sopportare la puzza, ma immagino che quando uno è stato allevato da Babbani anche la baracca dei Weasley vada bene...»
Questo è troppo. Io e George ci voltiamo decisi a dare una lezione a Malfoy, ma veniamo bloccati. George da Harry, io da Angelina, ma poi a lei si uniscono Katie e Alicia. Noto nel fondo del campo una chioma castana avvicinarsi a noi, riconosco il volto di Grace. Mi guarda preoccupata. So che ha paura che faccia qualche stupidaggine, ma non posso stare fermo quando insultano la mia famiglia.


«Però alla fine non ho fatto nulla» dico difendendomi.
«E sono stato cacciato lo stesso»
«Si, perché se non fosse stato per Angelina, Katie e Alicia saresti saltato addosso a Malfoy... anche se togliervi dalla squadra è stato troppo»
«Già» confermo triste per il fatto che non salivo sulla mia scopa da un bel po' di tempo.
«Quest'anno non è stato molto fortunato per la mia famiglia...» aggiungo dopo. Noto che lo sguardo di Grace si rabbuia per poi sedersi sul mio letto, affianco a me e prendermi la mano.
«Per fortuna tuo padre ora sta meglio»

«Fred! George! Svegliatevi, dovete venire con me dal preside»
Dal preside? Ma è notte, non abbiamo fatto nulla di male.
«Non è vero» borbotta George rigirandosi.
«Si tratta di vostro padre» la voce della professoressa McGrannit si fa più forte ed io apro subito gli occhi ed insieme a George ci alziamo in fretta.
«Cosa è successo?» chiediamo ad una sola voce.
«Prima sveglio Ginny e poi vi dirò tutto»
Dopo aver svegliato anche Ginny, la professoressa ci informa che nostro padre era stato aggredito durante un turno di lavoro per conto dell'Ordine. Quando arriviamo nell'ufficio del preside troviamo Ron e Harry lì e Silente ci mette al corrente di tutto.
«Come ci andiamo? Con la Polvere Volante?» chiedo scosso, volevo raggiungere mio padre il prima possibile.
«No. Non è sicura al momento, la Metropolvere è sorvegliata. Prenderete una passaporta»
Alla fine ci ritrovammo a Grimmauld Place numero 12. Non mi importava di nulla, volevo solo vedere papà.  Era il mio unico pensiero in quel momento.


«Una cosa positiva c'è»
«Ah si? E cosa?» chiedo guardandola.
«Ginny è entrata nella squadra ed è brava, poi ho imparato ad evocare un Patronus e anche tu»
«Vero, ma Silente se n'è andato, l'ES non esiste più e la vecchia megera è diventata preside»
«Cosa ti è successo? Cos'è tutto questo pessimismo adesso?»
«Hai ragione. Silente tornerà, anche se non sarò qui a vederlo, ma almeno abbiamo fatto impazzire la Umbridge e accadrà anche domani»

«Fred guarda quello!»
«Sai George credo che i fuochi d'artificio siano venuti proprio bene» Il mio gemello annuisce sorridendo.
«Notevole» commenta Harry sorridendo.
«Davvero notevole... di questo passo manderete in rovina il dottor Filibuster...»
«Lo spero» sussurra George asciugandosi le lacrime, stava ridendo come un matto.
«Oh, mi auguro che provi a farli Evanescere... a ogni tentativo si moltiplicano per dieci»
Iniziamo a ridere di più, poi uscendo dal nostro nascondiglio trovo Grace che ride mentre un piccolo fuoco d'artificio azzurro le gira attorno.
«Grifondoro sono migliorati da febbraio, non mi hanno ancora bruciato i capelli»
«Sono felice che ti piacciano Tassorosso»


«Poi c'è stato il vostro compleanno!»
«Si, mi hai regalato una torta»
«Non era una torta qualunque... Fred Mangiatorte Weasley»
«Hai ragione»

«Auguri Weasley!»
«Grazie Tassorosso» diciamo io e George facendo sedere Grace tra noi due. Lei si volta verso George e gli porge un pacchetto. Tuttavia non mi ha fatto vedere cosa era il regalo.
«Grazie Grace»
«Figurati!»
«E per me non hai regali?» chiedo curioso. La mora si volta verso di me per poi poggiare le sue labbra sulle mie.
«Contento?»
«È questo il regalo?» chiedo confuso.
«Ma questo posso averlo tutti i giorni» mi lamento subito dopo. Grace intanto sorride e pure mio fratello.
«Non avrete organizzato un regalo insieme, vero?» Sul tavolo della colazione appare una torta. Una torta composta da tutte le nostre invenzioni e un fuoco
d'artificio rosso al posto della candela.
«Allora ti piace? L'abbiamo fatta io e George»
«Mi piace molto grazie... peccato che non sia al cioccolato»


«E domani vai via» dice poggiando la testa sulla mia spalla.
«Mi verrai a trovare al negozio... Tiri Vispi Weasley sarà sempre aperto per Grace Tauril»
«Che onore»
Dopodiché si alza per andare a togliersi le scarpe e sdraiarsi sul suo letto.
«Sicura di voler dormire distante da me? Domani parto» dico sporgendo il labbro inferiore. La Tassorosso sbuffa per poi farmi segno di avvicinare i letti. Contento mi alzo e sposto il comodino per poi spingere il mio letto accanto al suo.
«Potresti anche aiutarmi»
«Te la cavi benissimo da solo» dice ridendo. Appena mi sdraio, Grace si avvicina a me, poggiando la testa sul mio petto, io con un braccio le circondo le spalle.
«Mi piace sentire il battito del tuo cuore» mormora sottovoce. Le accarezzo i capelli dolcemente, dopo un po' solleva leggermente la testa per guardarmi meglio. I suoi occhi nocciola si puntano nei miei.
«Fred»
«Si?»
«Prometti che staremo sempre insieme, soprattutto ora, che c'è la fuori Tu-sai-chi»
«Non ti preoccupare, io ti proteggerò sempre» la rassicuro lasciandole un bacio tra i capelli. Io l'avrei protetta da tutte cose cattive. Non avrei mai fatto in modo che potesse capitarle qualcosa. Grace inaspettatamente mi bacia, il bacio si fa sempre più carico di passione, di amore che non ci separiamo nemmeno per riprendere fiato. Le cose poi andarono oltre al bacio. Io e Grace facemmo l'amore quella sera, nella Stanza delle Necessità. Eravamo solo noi due, attorniati dal silenzio a volte interrotto per via dei nostri respiri spezzati dall'amore. Fu una notte stupenda che ricorderò per sempre perché lì, in quel momento c'eravamo solo noi due. Solo io e lei. Solo Fred e Grace. E sempre lì, quella notte, sentii veramente i nostri cuori unirsi. Non racconterò i dettagli perché è stata una cosa nostra, un momento che solo io e lei rivivremo nei nostri ricordi per sempre e che nessuno condividerà con noi. Eravamo noi. Noi soltanto, che ci dimostravamo il nostro amore e prima di addormentarci l'uno nella braccia dell'altra le accarezzai i capelli, per poi sussurrargli all'orecchio: «Ti amo Grace Tauril, mia Tassorosso»
«Ti amo Fred Weasley, mio Grifondoro, sarà così per sempre»
Se si potesse fermare il tempo e rivivere un determinato istante, oppure mettere in pausa per avere il tempo di godersi di più una scena, il momento della mia vita, quello che avrei scelto da rivivere in eterno sarebbe stato questo.


 
***
 

«Buongiorno»
Lentamente gli occhi di Grace si aprono, all'inizio fa molta fatica a tenerli aperti, ma poi si adatta alla luce della mattina.
«Buongiorno, dormito bene?» chiede sorridendomi.
«Mai stato meglio» le rispondo tirandola a me per darle un bacio.
«No»
Cosa? No?
«Non mi sono lavata i denti» mormora imbarazzata.
«Ti assicuro che questo non mi fermerà» le dico per poi avvicinarmi e lasciarle un leggero bacio sulle labbra.
«Voglio svegliarmi così ogni giorno, con te al mio fianco, con te che mi dici buongiorno» ammette alzandosi dal letto per andare in bagno a lavarsi e vestirsi.
«Fred non mi fissare»
«Sei tu che te ne vai in giro con solo una canottiera» le faccio notare, come pretende che io non la guardi. Grace alza gli occhi al cielo per poi chiudersi in bagno. Proprio un bel risveglio, ma niente batte quello che è successo stanotte.

---

«Freddie dove sei sparito?» chiede George non appena mi vede entrare in sala grande per la colazione.
«Ho avuto da fare» rispondo sorridendo e lanciando un'occhiata furtiva a Grace che si era già seduta affianco a Jane.
«Sei stato con Grace?» domanda il mio gemello sorridendo.
«Cosa? Come? Come hai capito?»
«Lo dice la tua faccia» Mi sussurra George passandomi una fetta di pane.
«Comunque pronto per il nostro piano-diversivo?»
«Certo, io sono sempre pronto» gli rispondo con il mio solito ghigno divertito.

---

È venuta bene. Si, sono fiero della nostra palude. Anche gli altri studenti sembrano approvare.
La Sala d'Ingresso si è riempita subito, più velocemente di quanto immaginavo.
Noi, io e George, siamo al centro di tutto. Noi siamo sempre al centro di tutto, almeno se sia ha a che fare con il caos. Tra gli studenti c'è Grace che mi guarda sorridente, ma non ci sono solo gli studenti, anche gli insegnati e i fantasmi sono venuti a vedere. Ed ecco la persona che avremmo dovuto distrarre.
«Allora, vi sembra divertente trasformare un corridoio in una palude, eh?»
«Molto divertente, sì» rispondo fissandola divertito. Lei sembra infastidita dal mio modo di parlare e di sorriderle, tanto meglio.
«Ho il modulo, e ho la frusta pronta... mi permetta di procedere subito...» le riferisce Gazza contento.
«Benissimo, Argus. Voi due scoprirete molto presto che cosa succede a chi combina guai nella mia scuola» disse abbassando lo sguardo su di noi. Voleva farci paura? Quella doveva essere una minaccia?
«Sa una cosa? Credo proprio di no» dico voltandomi verso il mio gemello.
«George credo che abbiamo raggiunto l'età per interrompere la nostra carriera accademica» continuo sorridendo.
«Condivido in pieno la tua opinione» mi risponde disinvolto.
«È arrivata l'ora di mettere alla prova il nostro talento nel mondo reale, non credi?»
«Assolutamente»
Prima che la Umbridge possa dire una sola parola, alziamo le bacchette ed insieme diciamo: «Accio scope!»
In lontananza si sente uno strano e forte rumore. Poco dopo le nostre scope volavano dritte verso di noi, una di esse si trascina dietro la pesante catena e il piolo di ferro al quale la Umbridge l'aveva legata. Si fermarono esattamente davanti a noi, dopo aver tolto la catena con solo un colpo di bacchetta saliamo a cavallo delle scope.
«A mai più rivederci» dico alla professoressa Umbridge.
«Si, non si disturbi a darci sue notizie» aggiunse George. Ci alziamo leggermente e dopo aver dato un ultimo sguardo a tutti gli studenti e al nostro capolavoro annuncio ad alta voce: «Se a qualcuno servisse una Palude Portatile, identica a quella che avete visto all'opera, si presenti al numero novantatré di Diagon Alley... Tiri Vispi Weasley»
«La nostra nuova sede!» aggiunge George a voce alta.
«Sconti speciali per gli studenti di Hogwarts a che giureranno di usare i nostri prodotti per sbarazzarsi di quella vecchia megera» continua George accennando alla Umbridge.
«Fermateli!» grida lei, ma troppo tardi. Quando la Squadra d'Inquisizione si avvicina, io e George che prima ci eravamo alzati solo di pochi centimetri dal terreno, ora ci diamo una bella spinta, lasciando quasi cinque metri tra noi e il pavimento.
«Falle vedere i sorci verdi anche per noi, Pix» gli dico e lui scatta sull'attenti. Intanto che gli altri ragazzi applaudiscono io e George eseguiamo un'inversione di marcia e sfrecciamo fuori dal portone, verso il cielo, dove il sole stava tramontando.









 
Ed ecco l'ultimo giorno di scuola per Fred e George, che ovviamente la lasciano con stile.
Grace rimmarrà a scuola senza Fred.
Fred andrà a Diagon Alley senza Grace.

Adrà tutto bene?
Il momento in cui Fred e George lasciano la scuola è sempre stato uno dei miei preferiti del quinto, l'altro è quando Harry insieme ai suoi amici 
raggiungo l'Ufficio Misteri e ci sono tutte quelle stanze strane e misteriose. Le vostre scene preferite del quinto libro?
Spero che questo capitolo via sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate.

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 19
*** Last day ***


19. Last day
 
Giugno 1996

«È quasi finta la scuola. Domani sarà il penultimo giorno. Gli esami sono quasi finiti, che bello» disse Kate.
Eravamo nella sala comune, io, lei, Jane, Kyle, Tod e Charlie.
«Già poi voi ve ne andrete e io rimarrò qui per un altro anno»
«Dai Charlie, rimarremo in contatto lo stesso» lo consolò Kyle che era seduto affianco a Kate e le teneva la mano.
«Jane rimarremo in contatto anche noi due? Dimmi di sì» chiese speranzoso guardando la mia amica che era seduta per terra vicino al camino, nel quale il fuoco si era quasi spento.
«Vedremo»
Non capivo cosa succedeva tra loro. Ero andati insieme al ballo del ceppo e avevano ballato, riso e parlato tutto il tempo, poi erano usciti anche un po' di volte a Hogsmeade solo loro due. Jane, però, non mi aveva mai detto che cosa provava per Charlie.
«Vedremo» Ripeté lei sorridendogli.
«Perfetto, lo prenderò come un si»
«Cosa pensate di fare dopo Hogwarts?» ci chiese Charlie. Era una bella domanda. Io sapevo cosa mi sarebbe piaciuto fare, ma gli altri?
«Io vorrei diventare una giocatrice di Quidditch professionista» ci informò Kate. Era capitana delle squadra di Tassorosso ed aveva un talento come cacciatrice. Sarebbe stato perfetta come professione per lei.
«Si, ti ci vedo» le dice Kyle.
«Forse, anche se io preferirei che tu intraprendesti una carriera più adeguata, come lavorare al Ministero»
«Tod, sai mi sono sempre chiesta come mai non sei finito in Corvonero»
«Ce lo chiediamo tutti» aggiunse Charlie ridacchiando.
«Comunque io lavorerò al Ministero, voglio fare qualcosa di grande, magari diventare Ministro» continua Tod sistemandosi meglio gli occhiali.
«Jane? Grace? Voi che volete fare?» Domandò Kyle guardando prima la mia amica poi me.
«Io non lo so. I miei vorrebbero che lavorassi con loro al negozio, ma io non so ancora se voglio un lavoro babbano o no. Non so nulla del mondo, mi piacerebbe molto viaggiare prima di prendere una decisione importante» disse Jane. Sapevo che la loro famiglia aveva un negozio di antiquariato e che Jane durante l'estate li aiutava. Tuttavia sapevo che a Jane sarebbe piaciuto rimanere nel mondo magico e comprendevo la sua voglia di viaggiare per conoscere meglio il mondo e se stessa.
«Io vorrei lavorare per la Gazzetta, mi piacerebbe diventare giornalista, dicendo sempre la verità ai lettori» affermai pensando al mio futuro. Gli altri annuirono.
«E tu Kyle?» chiese Kate voltandosi verso il suo ragazzo.
«Mi piacerebbe insegnare»
«Qui? O in una scuola babbana?» chiesi curiosa.
«Non saprei, magari per un po' in una scuola babbana e poi qui. Qui mi piacerebbe insegnare Babbanologia oppure Trasfigurazione, sono le materie in cui sono più portato»
Restammo a parlare fino a tardi, fino a quando non ci addormentammo sulle poltrone comode della sala comune. Il mattino dopo venni svegliata a causa di una mano fredda poggiata sulla mia guancia.
«Ehm... Salve» mormorò con voce acuta.
«Dobby... ciao, ma che ore sono?» fui sorpresa di trovarmi l'elfo davanti, ma allo stesso tempo felice, mi stava simpatico.
«È ancora presto signorina Grace, ma Dobby ci teneva a salutarla... sono i suoi ultimi giorni ad Hogwarts... Dobby è felice di averla conosciuta»
Sorrisi, era così gentile, lui mi sorrise poi si guardò intorno con quei suoi occhi grandi.
«Anch'io sono felice di averti conosciuto»
L'elfo torno a guardami e sorrise di nuovo.
«Oggi a colazione... Dobby farà in modo che la signorina Grace possa avere una grande fetta di torta al limone»
«Mi piacerebbe molto, grazie Dobby»
Detto questo l'elfo sparì. Era mattina presto, il sole stava salendo in cielo piano piano, si prevedeva una bella giornata.
Camminai fino al mio dormitorio, arrivata lì guardai il mio letto accarezzai le coperte dai colori giallo e nero. Non era l'ultimo giorno, ma il penultimo, però per me fu come se quest'ultima settimana, ogni giorno fosse l'ultimo giorno. Dicevo addio a qualcosa che non avrei più rivisto. Ieri ero andata da Hagrid, avevo preso un the con lui, lo avevo salutato. Due giorni prima avevo percorso tutti i corridoio toccando tutti i muri, mi sembrava così di lasciare il mio segno sulle grandi ed alte pareti.
Avevo trascorso sette anni della mia vita in queste mura. Avevo scoperto di essere una strega, che c'erano due mondi. Esistevano i maghi, le streghe, folletti, elfi domestici e liberi, creature magiche. Fu come scoprire che il mondo era a colori e non in bianco e nero. In questa scuola trovai i miei primi e veri amici, conobbi persone straordinarie. Riuscii a conoscere me stessa, la vera me, la vera Grace Tauril.
Avevo paura che lasciando la scuola potessi perdere tutto, che tutto sarebbe cambiato. Avevo capito di appartenere di più al mondo magico, invece di quello in cui avevo vissuto per i miei primi undici anni di vita. Non si può lasciare un mondo dove ti trovi bene, in cui sei veramente te stessa, in cui hai conosciuto meravigliose persone, amici.
Ero consapevole che il mondo dei maghi non era tutto rose e fiori, soprattutto ora che Colui-che-non-deve-essere-nominato era tornato, percepivo anche che ci sarebbe stata una battaglia, come poteva non esserci? Non mi sarei mai tirata indietro ad una guerra. Avrei combattuto per quello in cui credevo, in quello che amavo, per le persone che amavo.
«Grace ti sei svegliata presto?»
«Anche tu Kate» le risposi voltandomi verso la ragazza che stava sulla soglia del porta.
«Si... volevo stare un po' nella nostra stanza, volevo passare ancora un po' di tempo qui, per quanto mi è possibile» mi spiegò Kate andando a sedersi sul suo letto, che era proprio di fronte al mio.
«Ho pensato la stessa cosa»
Una terza voce ci fece voltare, sulla porta era apparsa Jane. Aveva i capelli spettinati e gli occhi semi aperti, ma sorrideva.
«Sarebbe bello se questa amicizia durasse anche fuori dalla scuola» asserì sedendosi sul suo letto, che era di fianco al mio.
«Durerà anche fuori dalla scuola, ne sono sicura» dissi convinta, lo pensavo davvero. Un'amicizia non può finire solo perché la scuola finisce, a meno che non siano le persone a volere che tutto finisca e noi non lo volevamo.
Entrambe annuirono.
«Vi ricordate il primo giorno?» chiese Jane sorridendo.
«Come dimenticare? Inciampai nel baule di Kate» le risposi ridendo insieme alle ragazze.
«È vero. Ricordo che voi due vi guardavate attorno con gli occhi fuori dalle orbita» ci ricordò Kate.
«Per te poteva essere normale tutto questo, ma noi due il mese prima non avevamo idea che esistesse un posto del genere» la rimbeccò Jane.
«Sai Kate all'inizio mi facevi un po' paura» ammisi sorridendo.
«È vero, anche a me»
«Cosa? Vi facevo paura? E perché mai?» domandò curiosa.
«Non so forse perché... "Tauril non devi portare il tuo calderone in quel modo" "Sparks se fai così finirai per romperti la bacchetta" "Grace! Jane! Silenzio, ho bisogno di dormire"» dissi imitandola.
Jane rise e annuì.
«Continuavi a dirci cosa dovevamo fare» continuò Jane.
«Ma io... io lo facevo perché mi preoccupavo che poteste finire nei guai»
«E ora lo sappiamo, davvero, da quando ci hai difese da Larry Damon di Serpreverde ad Halloween, il primo anno, lì abbiamo capito che eravamo fortunate a conoscere Kate Carter e poi siamo diventate amiche. Ora sono davvero felice di averti, anzi avervi conosciute, siete le miei migliori amiche»
Jane e Kate sorrisero per poi alzarsi dal loro letto e avvicinarsi a me.
«Grace... come sei smielata» dissero insieme prima di colpirmi con un cuscino.
«Ragazze io direi che siamo abbastanza maturate per non cominciare una lotta con i cuscini» iniziai, ma dopo pochi secondi la nostra stanza si riempì di piume.
Ci dovemmo interrompere per scendere a colazione e prendere parte all'ultimo esame, Incantesimi.
«Mi dispiace per gli elfi... dovremmo pulire questo porcile» aggiunsi prima di scendere.
Jane si fermò e si voltò verso la nostra camera, alzò la bacchetta e con un semplice incantesimo fece sparire tutte le piume.
«Complimenti ottima idea» le disse Kate.
«Abbiamo l'esame di Incantesimi, volevo esercitarmi»

 
***

«Non sono bravo con gli addii» disse Charlie mentre ci incamminavamo verso il treno.
La scuola era finita.  L'anno prossimo non sarei tornata. Avevo salutato tutti, professori e amici che non avrei rivisto il prossimo anno a scuola. La professoressa Sprite mi abbracciò forte inaspettatamente, ma ne fui felice.
«Charlie non fare così, ti scriveremo» gli assicurò Tod.
«Ci conto»
«Poi abbiamo ancora un po' di tempo da passare insieme, il viaggio è lungo» gli ricordò Kyle.
Insieme salimmo sul treno scarlatto, ci sedemmo tutti in uno scompartimento, nessuno disse nulla per un po', ma andava bene così.
Non era un silenzio imbarazzante, ma uno di quelli giusto.

---

«Ora Charlie devi promettermi di non fare cavolate in mia assenza, ti voglio bene» abbracciai forte il ragazzo per poi allontanarmi così che anche gli altri potessero salutarlo.
L'ultima fu Jane, abbracciò Charlie e gli lasciò un bacio leggero sulla guancia.
«Jane... mi mancherai molto»
La ragazza si asciugò una piccola lacrima all'angolo dell'occhio. Poi con il suo carrello oltrepassò la barriera. Noi tutti la seguimmo e ci ritrovammo alla stazione di King's Cross, piena di gente babbana che raggiungeva il proprio binario. Eravamo consapevoli che le nostre strade si sarebbero divise, ma allo stesso tempo sentivamo che sarebbero state connesse tra loro per sempre.
«Ragazzi... lì ci sono i nostri genitori, noi andiamo» ci informò Tod indicando un uomo ed una donna alti e mori. Prima che potesse dire altro lo abbracciai. Sapevo che Tod non amava il contatto umano, ma era comunque un mio caro amico, mi aveva aiutato molte volte quando avevo bisogno di consigli, come ad esempio per il regalo di compleanno di Fred.
«Ti voglio bene Tod»
Lo sentii annuire, poi andai da Kate, Jane la stava già abbracciando, io mi unii a loro.
Dopo che tutti noi avevamo finito di salutarli i gemelli si allontanarono.
«Charlie!» una voce di una bambina piccola chiamò il nostro amico, riconobbi Janice Hills, la sua piccola sorellina.
«Io vado... ciao» ci fece un cenno con la mano e si allontanò.
«No» sentii dire, molto abbassa voce, da qualcuno, ma prima che potessi associare quella voce ad un volto, una chioma di capelli biondo miele mi passò davanti.
«Charlie» lo chiamò, il ricciolo si voltò verso di lei.
«Cosa c'è Jane?» chiese, ma non ottenne risposta. Jane stava lì in piedi, ferma senza fare nulla.
«Charlie dobbiamo andare» gli disse il padre. Charlie fece per andarsene, ma non si spostò più di tanto perché Jane l'aveva raggiunto e gli teneva la manica della felpa.
«Jane devo and-» venne interrotto dalle labbra della mia amica che si poggiarono su quelle di Charlie.
Sembrava di vedere un film.
«Sembra anche a te di guardare un film Tassorosso, uno di quelli che mi ha fatto vedere tu a casa tua?» chiese una voce alle mie spalle.
«Era proprio quello che stavo pensando Grifondoro»
Non distolsi lo sguardo da Jane perché era bellissimo vederla ridere, ridere davvero tanto, dopo molto tempo. Se Charlie la rendeva felice avrei voluto solo il meglio per loro.
«Jane! Poi parliamo!» le gridai, volevo sapere di più su lei e Charlie. Jane annuì, per poi mimarmi un "ti chiamo dopo" e allontanarsi con i suoi genitori, che erano appena arrivati.
«Restiamo solo noi» disse Kyle avvicinandosi.
«Biondino ci sono anch'io» intervenì Fred, che era ancora dietro di me.
«Si, ma io intendevo della vecchia squadra dei tassorosso»
«Kyle!» la voce di una donna attirò l'attenzione del mio amico.
«Mia mamma, devo andare»
Sentii Fred bisbigliare un "Che peccato", ma lo ignorai.
«Ciao Kyle, stammi bene, ci sentiamo, tratta bene Kate mi raccomando! Ti voglio bene» dissi un po' troppo velocemente mentre lo abbracciavo.
Kyle sorrise e poi mi baciò la fronte.
«Ci puoi contare. Ti voglio bene anch'io Gracie»

«Gracie?» chiese Fred quando si fu allontanato.
«Si, mi chiama così a volte, non essere geloso»
«Geloso? Io? Ma per favore. Piuttosto com'è stato l'ultimo giorno? Gli esami? Ti sono mancato?»
«Sono molte domande... comunque sì, tu geloso. Poi la seconda era... ah si l'ultimo giorno è stato un po' triste insomma, era proprio l'ultimo giorno. Gli esami sono andati bene, almeno credo. L'ultima domanda cos'era... sei mi sei mancato? Ehm... direi di no, mi sono divertita senza di te»
«Rimangiatelo subito Tauril» disse bloccandomi la strada.
«No» risposi mostrando, per una volta, il mio ghigno divertito.
«E va bene, non sarei voluto arrivare a tanto, ma non mi dai altra scelta»
Iniziò a farmi il solletico, il mio punto debole.
«E... va... bene, mi sei mancato... basta, per... favore» dissi a fatica tra le risate. Il rosso si fermò e sorrise compiaciuto.
«Perfetto, ho vinto»
Poi mi baciò.
Eccome se mi era mancato.
«Sempre i soliti... sempre a sbaciucchiarvi e pomiciare»
Riconobbi subito la voce.
«George se non hai una ragazza non è colpa mia»
«Ciao George!» dissi abbracciandolo.
«Mi sei mancato»
«Anche tu Grace»
«Certo... a lui lo dici subito che ti è mancato» mormorò scherzosamente Fred.
«Comunque perché siete qui? Il negozio?» domandai mentre i due gemelli mi accompagnavano al parcheggio dove i miei genitori mi aspettavano.
«Siamo venuti a prendere Harry, ha una scorta, Ron e Ginny, ma volevamo salutare anche te»
«Capisco, quella è la mia macchina» dissi indicando una piccola macchina blu sulla quale erano appoggiati i miei genitori.
«Li veniamo a salutare, andiamo»

«Grace!» i miei corsero subito ad abbracciarmi, o meglio stritolarmi.
«Soffoco» riuscii a dire a mal la pena.
«Scusaci tesoro, è che ci sei mancata» disse mia madre.
«Fred e George che piacere vedervi, come state?» chiese mio padre, abbracciando anche loro. Mamma invece si limitò ad una stretta di mano che mi parve più appropriata.
«Tutto bene signor Tauril, e voi?»
«Chiamatemi pure Brad e anche noi tutto bene» rispose mettendo il baule in macchina mentre io liberavo Mucci dalla sua gabbia facendolo sedere sui sedili posteriori.
«Ora noi dobbiamo andare, sa abbiamo aperto un nostro negozio, magari un giorno potreste farci un salto» li informò George sorridendo.
«Si perché no» rispose mia madre che era già salita in macchina.
«Ora noi andiamo, ciao Grace»
Li abbracciai entrambi, poi diedi un ultimo bacio a Fred.
«Ci sentiamo»
«Certo Grifondoro»
Lui mi fece l'occhiolino.
Salii sulla macchina pronta a tornare a casa, consapevole di averne appena lasciata un'altra.








 
Ed ecco l'ultimo giorno di scuola di Grace.
La fine dell'adolescenza e l'inizio della vita adulta.
Ora dovrà cercasi un lavoro, provare a farsi assumere dalla Gazzetta del Profeta... per tutti inizierà un nuovo cammino.
Ho già scritto i prossimi quattro capitoli, li pubblicherò presto.
Spero che questo vi sia piaciuto.
Many kisses
•Beatum•

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Capitolo 20
*** Weasleys' Wizard Wheezes ***


20. Weasleys' Wizard Wheezes

Agosto 1996
 
È estate.
La scuola è finita e tra poco sarebbe ricominciata, ma non per me, non per George e nemmeno per Grace.
Il negozio va alla grande, anche mamma ha ammesso che io e George abbiamo talento per gli affari. Tuttavia non sono ancora venuti a trovarci, so che mamma non avrebbe lasciato Ron, Ginny, Harry ed Hermione perché anche loro adesso sono alla Tana, venire da soli. Sarebbe venuti solo quando anche papà sarebbe potuto esserci, ma purtroppo lavora molto, ora che era stato promesso, non mi lamento, sono felice per lui. Io e Georgie non viviamo più alla Tana, dormiamo, anzi viviamo nell'appartamento sopra il nostro negozio di scherzi. È straordinario. È fantastico, fare quello che a me e a mio fratello riusciva meglio, liberamente, scherzi. A casa le cose non sono cambiate tantissimo, Percy non si fa ancora sentire, però una novità c'è... Bill si sarebbe sposato, con Fleur. Ginny e mamma non sono molto contente di questo, ma io non ci faccio caso. Lavorare è bello, ma non ho molto tempo per Grace, non che lei ne abbia per me. Adesso lavora come assistente di un giornalista della Gazzetta del Profeta, non fa molto a parte sistemare la posta, e altre scartoffie, ma si impegna. Sono sicuro che presto diventerà la giornalista che ha sempre voluto essere.
«Freddie ti alzi o no?» mi chiama George dal salotto.
«Si si arrivo» Dopo aver fatto colazione ed aver indossato i nostri completi, il mio era di color magenta, probabilmente Grace avrebbe riso di me se mi avesse visto.
Prima di scendere prendo carta, piuma ed inchiostro per scriverle: Buongiorno, in bocca al lupo per il lavoro, ti amo, Fred
Ogni giorno le mandavano una lettera in cui le auguravo il meglio, lei ricambia, a scuola lo facevo di persona ora era più difficile a causa dei nostri lavori.


---


«...questa è davvero una magia straordinaria» afferma Hermione che teneva tra le mani una nostra creazione, quella che permetteva di entrare in un sogno ad occhi aperti. Sono finalmente venuti a trovarci.
«Per quello che hai detto, Hermione puoi averne uno gratis» dico alle sue spalle sorridendo. Ad Hermione non erano mai andate a genio le cose che creavamo io e George e sentirle dire una cosa del genere è davvero strano, ma pur sempre gratificante.
«Come stai Harry?» chiedo stringendogli la mano, poi guardo meglio il volto di Hermione.
«E cosa è successo al tuo occhio, Hermione?»
«Il tuo cannocchiale tirapugni» risponde secca.
«Oh, accidenti, me ne ero dimenticato... Ecco..» tirai fuori dalla mia tasca interna un tubo. Al suo interno c'era una densa pasta gialla che era il rimedio per il suo livido.
«Basta che ne applichi un po' sul livido e sparirà entro un'ora. Dovevamo trovare ancora una cancellalividi efficace, stiamo provando gran parte dei prodotti su noi stessi»
«Non è pericoloso, vero?» domanda subito la riccia.
«Certo che no! Vieni, Harry, ti faccio fare un giro»
Guido Harry verso la fine del negozio, lui si volta per guardare un gioco di prestigio con le carte e corde tenuto in esposizione. «Trucchi magici Babbani! Per fissati come papà, sai, che adorano la roba Babbana. Non si guadagna granché, ma è un introito regolare, sono di moda...» inizio a spigare ma mi interrompo alla vista del mio gemello.
«Oh, ecco George» dico mentre lui ed Harry si stringono la mano.
«Gli fai fare il giro? Vieni nel retro, Harry, è qui che si fanno i soldi sul serio... prova a sgraffignare qualcosa, tu, e non pagherai solo in galeoni» avverte minaccioso un bambino che ritira velocemente la sua piccola mano. Conduciamo Harry nel retro, è un magazzino, appena dietro i trucchi Babbani, dietro una tenda. È una stanza grande, buia e rispetto al negozio molto meno affollata. Gli scaffali sono pieni di prodotti nelle loro confezioni.
«Abbiamo appena messo in produzione questa linea più seria. È una storia buffa...» spieghiamo a Harry come il Ministero avesse comprato da noi un'ampia gamma di Cappelli Scudo ed il fatto che pensavamo di creare anche Mantelli e Guanti Scudo.
«...E poi abbiamo pensato di espanderci in tutta l'area della Difesa contro le Arti Oscure, perché è un bel giro di soldi» conclude contento George. Mostro a Harry anche la Polvere Buiopesto e gli spiego a cosa serve.
«Comodi» risponde il ragazzo sopravvissuto.
«Tieni» dice George porgendogliene un paio. Dopotutto è grazie a lui che il negozio esiste, poteva prendere tutto quello che voleva. «C'è un cliente che cerca un calderone finto, signor Weasley e signor Weasley» a parlare fu Verity, una strega dai capelli biondi corti e occhi chiari è molto divertente, è una ragazza in gamba.
«Grazie, Verity, vengo. Harry prendi quello che vuoi, d'accordo? Gratis» lo informa George sorridendogli. Harry ci guarda sorpreso e scuote leggermente la testa.
«Non posso!» protesta mentre tira fuori i suoi soldi.
«Qui non paghi» gli dico chiaro e tondo, facendogli segno di mettere via i soldi.
«Ma...»
«Sei stato tu. A finanziarci, non l'abbiamo dimenticato» dice George.
«Prendi quello che vuoi ricordati solo di dire in giro dove l'hai preso, se te lo chiedono»
Dopodiché George raggiunge Verity e io riaccompagno Harry dagli altri.


---


«È quasi ora di chiudere» ricorda Verity alle persone ancora intente a cercare qualcosa da comperare.
«Grace dovrebbe arrivare a momenti» informo George mentre mi sistemo i capelli.
«Si, lo so, è la ventesima volta che me lo dici» si lamenta George chiudendo la cassa. Gli ultimi clienti ormai sono appena usciti.
«Io vado su, mi faccio una doccia poi vado a dormire, sono stanchissimo»
«D'accordo»
Saluto George con un cenno del capo e mi metto a sistemare un po' gli scaffali nel retro.
«Posso darle una mano signor Weasley?» chiede una voce alle mie spalle.
«Oh Verity! Sei ancora qui, credevo fossi andata a casa»
«Pensavo che... ecco potrei esserle utile» mi risponde sorridendo.
«Ehm... si certo, stavo controllando che fosse tutto in ordine. Puoi controllare quello scaffale lì» chiedo indicandone uno poco distante dal mio. Voglio finire il lavoro in fretta così quando Grace arriverà potremmo andare subito a cena fuori, mi vuole portare in uno dei suoi ristoranti babbani preferiti.
«Ahia!»
«Verity cosa hai fatto?» domando avvicinandomi al lei.
«Mi sono beccata un pugno da questo cannocchiale»
Ha un livido sull'occhio, come Hermione. Le porgo subito l'impasto per farlo andare via.
«Lei è così gentile signor Weasley» sorrido scuotendo la testa.
«La sua ragazza non è ancora arrivata, eh?» chiede con un leggero sorriso, ma che a me sembra quasi un ghigno di trionfo, tipo quelli che mostravamo io e George dopo che un nostro scherzo andava a buon fine.
«Sarà stata trattenuta a lavoro» rispondo tornando a al mio scaffale.
«Proprio un peccato... se io fossi in lei non tarderei mai ad un appuntamento con lei... signor Weasley» continua la Strega seguendomi. La conversazione sta prendendo una brutta piega. Verity si avvicina pericolosamente a me, e mi sussurra con la sua voce dolce e calda che lei sarebbe sempre presente per me.
Okay. Così non va. No.
«Verity... cosa... cosa fai?» chiedo allarmato, cosa sta succedendo?
«Non l'ha capito signor Weasley? Io sto per baciarla»
Cosa? No. Non faccio in tempo a fare nulla perché le labbra di Verity si posano sulle mie. È diverso. È diverso da baciare Grace. Le labbra di Grace sono morbide e si combaciano con le mie alla perfezione, invece quelle di Verity sono... sbagliate, cerco di allontanarla da me, ma non sembra intenzionata a lasciarmi con facilità. Sento le mani della bionda sfiorarmi i capelli.
«Scusate il disturbo... i-io... v-vi lascio soli»
Una voce esterna. Una voce più dolce, ma spezzata dai singhiozzi mi da la forza di allontanare definitivamente Verity da me. Grace.
Grace ha parlato, ma la sua voce non era solare, dolce, e a volte anche da so-tutto-io era solo triste. Mi giro nel punto in cui avevo sentito la voce di Grace, ma lei non c'è più. Tuttavia per terra c'è un pacchetto regalo. Ignoro le proteste di Verity e mi precipito all'entrata del retro del negozio. Raccolgo il pacchetto, attaccato c'era un biglietto: Scusami se sono presa dal lavoro, spero che questo mi faccia perdonare.
«Fred tutto bene?» chiede la voce acuta e ora fastidiosa di Verity.
«Tutto bene? Come può andare tutto bene? Tu mi hai baciato! Contro la mia volontà. Grace ci ha visto e ora non vorrà più parlarmi» «Contro la tua volontà? A me sembrava che ti piacesse il bacio» mormora piano avvicinandosi.
«E se anche quella lì non ti parlasse più? Hai me» continua sempre più a bassa voce.
«Piacermi il bacio? No, ti sbagli. Non ho provato nulla, ora vado da Grace» dico secco, ma prima di uscire mi giro verso la bionda. «Sei licenziata Verity, addio» la informo con un ghigno sul volto. Vedo le orecchie diventarle rosse di rabbia, la ignoro e corro fuori alla ricerca di Grace.
«Perché deve piovere? Perché?» dico tra me e me camminando per le strade di Diagon Alley sperando di trovarla qui da qualche parte. Dopo quasi un'infinità di tempo, almeno così pare a me, torno al negozio. Verity non c'è più, per fortuna, chiudo le porte dei Tiri Vispi Weasley e salgo di sopra. Sento George russare, ma prima di andare a dormire apro il regalo di Grace.
C'era un altro biglietto: In ricordo dei bei vecchi tempi a scuola... io l'ho fatta fare da Kate di nascosto, la conservavo in camera mia, ma ora penso che debba tenerla tu per un po'.
Poggio il biglietto sul tavolo e vedo subito una cornice, all'interno c'era una foto di me e Grace al tavolo dei Grifondoro delle Sala Grande, lei mi stava imboccando come un bambino.

«Dai Freddie apri la boccuccia» dice Grace con una voce buffa.
«Solo perché ho perso una scommessa... insomma Lee perché questa punizione!»
Avevo perso una scommessa con lui sul fatto che non sarebbe riuscito a fare uno scherzo a Gazza come li facevamo io e George, ma mi sbagliai. Lee trasformò l'ufficio di Gazza, rendendolo simile a quello della Umbridge. Il custode corse da tutte le parti pensando fosse stata opera mia e di mio fratello, ma dovette arrendersi quando testimoni confermarono la nostra presenza in classe tutto il giorno.
«Ho detto che è stato carino, ma non sarà niente in confronto a quanto faremo io e George, tanti fuochi»
«Dicendo che era carino hai perso, e ora ti obbligo ad essere imboccato da Grace per tutto i pasti di oggi» continua ridacchiando.
«Sai Grifondoro... è divertente e ridere fa bene»
«Ah si e chi ti ha detto una scempiaggine come questa?»
«Tu» risponde lei ridendo e poi torno ad imboccarmi.


La foto, che si muoveva nella cornice, rappresentava il momento in cui Grace mi imboccava e poi ridevamo insieme. Non sapevo che Kate ci stesse fotografando, ma pensandoci meglio...

«Qualcuno dovrebbe immortalare questo momento, il grande Fred Weasley imboccato dalla sua ragazza» Lee inizia a ridere, ride talmente tanto che emette uno strano verso con il naso, anche Grace sta ridendo molto, è adorabile.
«Già... qualcuno dovrebbe» conferma la ragazza accanto a me che stringeva in mano una forchetta piena di bacon.


Stavamo entrambi ridendo molto in quel momento. Prendo la foto e la porto in camera. Quando apro la porta sento il russare di George ancora più rumoroso. Poggio la foto sul mio comodino, poi nonostante i vestiti bagnati dalla pioggia mi sdraio sul letto. Com'è possibile che in un secondo tutto possa cambiare? Che solo un breve istante possa significare tanto? Com'è possibile? L'unica risposta che mi viene in mente è: La vita è imprevedibile.







 



Ed eccomi tornata!
Le vacanze sono quasi finite... panicooooo
Com'è stata quest'estate? La mia bellissima, mi sono divertita molto, peccato che sia già finita.
Anyway vi è piaciuto il capitolo? Cosa pensate accadrà ora?
Fatemi sapere cosa ne pensate.

Kiss and hugs 
||MartaWeasley||

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Capitolo 21
*** Follow your heart ***


21. Follow your heart​
 

Gennaio 1997

«Ieri credo di aver bevuto un po' troppo»
«Anch'io cara dopotutto era l'ultimo dell'anno era giusto festeggiare, Grace, tu come stai?» chiese mio padre scrutandomi. Quando ero tornata a casa dopo aver visto il bacio tra Fred e quella Verity ero in lacrime. I miei si erano preoccupati, ma io non ne volevo parlare, non volevo parlarne con nessuno, avevo solo voglia di piangere e starmene nella mia camera, isolata dal resto del mondo.
È strana la vita. È imprevedibile. Prima va tutto bene, ma poi all'improvviso tutto cambia. Io e Fred stavamo bene a scuola, ma poi tutto è cambiato. A causa dei nostri lavori non ci potevamo incontrare spesso.
Non lo vedevo e non lo sentivo da quella notte al negozio. Lui aveva provato a parlarmi un paio di volte, ma avevo rifiutato. Non ero pronta a rivederlo.
«Sto bene» risposi sedendomi sul divano e accendendo la televisione.
«Oggi vengono Jane e Kate, giusto?» chiese mia madre sorridendomi.
«Si, giusto» risposi senza entusiasmo. In questi ultimi mesi non era andato nulla come volevo. Al lavoro servivo ancora il the, sistemavo vecchi articoli nell'archivio, oppure seguivo come assistente alcuni giornalisti. Non potevo mai dire la mia opinione e non potevo scrivere. Fred e Verity si erano baciati nel posto in cui io e Fred ci nascondevamo da George per stare un po' da soli. Jane aveva viaggiato per mesi, visto diversi paesi, conosciuto diverse culture ed era appena tornata in cerca di un lavoro semplice. Kate e Kyle vivevano insieme in un appartamento a Londra, vicino alla stazione. A causa dei loro lavori non ci vedevamo molto.Lui insegnava in una scuola babbana e lei era entrata a far parte di una squadra di Quidditch, di cui non ricordavo mai il nome. Sembravano tutti più felici di me.
Il giorno precedente i miei avevano invitato dei vecchi amici di famiglia per festeggiare l'arrivo di un anno nuovo, io ero rimasta in camera mia.

«Ragazze come state? Siete così cresciute, vi trovo bene. Grace è di sopra in camera sua» mia madre parlò così ad alta voce che sentii benissimo da dove mi trovavo.
«Grazie signora Tauril, è un piacere rivederla» risposero in coro. Aprii la porta della mia stanza e mi misi sulla soglia. Ero felice che fossero venute. Era da tanto che non stavamo tutte e tre insieme.
«Grace!» le due ragazze mi saltarono letteralmente addosso.
«Ciao Jane, Kate come state?» chiesi sorridendo.
«Tutto bene, ma ora parliamo di te» affermò Kate entrando in camera mia e sedendosi sulla sedia davanti alla scrivania.
«Di me? Perché? C'è Jane che ci deve raccontare di come è l'America, il Giappone, l'India e tu! Come vanno le partite?»
Le due ragazze si guardarono prima di guardare di nuovo me.
Non avevo detto a nessuno di quello che era successo tra me e Fred, ma sembrava che loro sapessero. A quanto pare i miei avevano detto a loro che mi comportavo in modo insolito e che non vedevano Fred da molto tempo.
«Grace non vuoi parlare di Fred? Cosa è successo?» domandò Jane sedendosi sul letto accanto a me. Perché dovevamo parlare di Fred? Perché? Cercai invano di cambiare argomento, loro continuavano a guardarmi con uno sguardo deciso, lo stesso che mi mostravano i miei genitori quando dovevo confessare di aver fatto qualche danno. Presi un respiro profondo e decisi che fu il momento giusto per dir loro cosa accede.
«Ci... ci siamo... ecco...»
Non l'avevo mai detto a voce alta perché significava che era tutto vero, che lui... che io e lui... non ci riuscivo... erano solo tre parole, ma non riuscivo a dirle.
«Ha baciato Verity» ammisi infine asciugandomi le lacrime agli angoli degli occhi, lacrime che per mesi erano continuata scendere lungo le mie guance. Sentivo la mancanza di Fred costantemente. Quando facevamo colazione insieme a scuola oppure al suo negozio insieme a George. Le giornata alla Tana, passate sulla collina in cui una volta avevamo fatto un pic-nic. Le nostre passeggiate. I suoi scherzi. Ricordo una volta che li stavo aiutando in negozio e loro erano spuntanti dal nulla con una strana Polvere rosa in mano me la lanciarono addosso e diventai rosa, completamente. I due mi raccontarono che una volta avevano fatto la stessa cosa alla gatta di Gazza. Mi mancava anche il tenersi per mano. Il suo profumo fresco ed accogliente che mi invadeva le narici. La sua voce, anche quella strana voce rauca che gli veniva la mattina presto. La sua risata, la sua vivace e contagiosa risata. Dormire insieme. Sentire le sue braccia attorno al mio corpo, il suo calore. Stare distesa con la testa poggiata sul suo petto ed ascoltare il battito del suo cuore. I suoi occhi, il suo sguardo, il modo in cui mi guardava che mi faceva sentire speciale. Mi mancavano le sue lentiggini, ricordo una volta che mi ero messa a contarle, lui mi prendeva in giro. I suoi baci, sentire le sue labbra sulle mie. Mi mancava Fred.
Ero Talmente immersa nei miei pensieri che non sentii quello che disse Kate.
«Come?» chiesi sperando che la mia amica potesse ripetere.
«Verity la ragazza che lavora con loro al negozio?» ripeté ed io annuii.
«Magari è un malinteso»
«Jane li ho visti» mormorai abbassa voce, l'immagine di loro due a baciarsi mi tornò in mente cancellando ogni mio ricordo felice con Fred, feci fatica a scacciarlo via dalla mia testa. Avrei tanto voluto non vedere nulla quella sera.
«Si, ma magari lei ha baciato lui e... non so lui non ha fatto in tempo a togliersela di dosso prima che tu entrassi» disse Jane.
«Avete parlato dopo l'accaduto?»
«Io... una volta... volevo dargli l'opportunità di spiegarsi, c'eravamo dati appuntamento ad Hyde Park, ma lui non si è presentato. L'ho aspettato per un'ora e mezza poi me ne sono andata» dissi, la mia vista era appannata, le lacrime chiedevano di scendere, ma io lo impedì. Volevo che Fred mi spiegasse che era stato un errore che amava me, ma lui non era venuto.
«E poi?» chiesero insieme.
«E poi niente. Ha provato ha mettersi in contatto come me almeno una decina di volte, ma mi sono rifiutata, l'occasione l'aveva avuta. Poi avevo paura che mi volesse dire che amava Verity e che erano felici insieme... io... io non sarei riuscita a sopportare di vedere Fred con una altra o di sentirgli dire che amava un'altra...»
Kate e Jane annuirono e poi mi abbracciarono.
«Senti Grace da quanto tempo non esci da qui?» mi chiese poi Jane cambiando discorso è guardandomi da capo a piedi. Ero in abiti da casa, cioè una semplice tuta con una maglietta larga e un logo di una vecchia band sbiadito.
«Da un po'»
«Vieni a fare una passeggiata, c'è la neve è molto bello, ti farà bene» continuò Jane e Kate annuì.
«Non lo so»
«Dai Grace non farti pregare! Guarda che ti trascino con la forza, anzi con la magia!» mi minacciò la bionda alzandosi velocemente dal letto.
«Non posso uscire così, Sarà per un'altra volta» dissi indicandomi, ma subito dopo mi ritrovai pronta per uscire e notai che Kate aveva la bacchetta fuori.
«Ora non hai scuse» affermò mettendo via la sua bacchetta.
Ci incamminammo per uscire, i miei furono felici di vedermi in piedi. Mi salutarono e mi raccomandarono di non fare tardi.

---

«Sono passate quasi due ore, posso tornare a casa? Sono stanca»
Le mie due amiche scossero le testa. Mentre camminavamo Jane aveva parlato di come era stato bello viaggiare e di come aveva fatto amicizia con diversi maghi e streghe straniere. Ammise di aver conosciuto un lupo mannaro in Giappone, era simpatico e l'aveva aiutata a trovare un posto dove mettere la sua tenda. Poi ci raccontò che nonostante i posti stupendi in cui andava le mancavamo. Si sentiva con Charlie tutti giorni tra loro era diventata una cosa seria, ci informò, quando era tornata era andata da lui per fargli una sorpresa e lui l'aveva accolta a braccia aperte. I due avevano parlato dell'ultimo anno di lui e dei viaggi di lei.
Poi toccò a Kate raccontare. Lei ci disse che vivere con Kyle era stupendo, lui le portava la colazione a letto, sistemava, metteva tutto in ordine. «Sembra una domestica a volte» aveva detto Kate. Ci raccontò che Kyle insegnava inglese e storia ad una scuola elementare, aveva imparato molte cose del mondo babbano stando con Kyle e questo le piaceva. Giocava come cacciatrice in una squadra femminile di Quidditch le piaceva molto, ma non erano le Holyhaed Arpies (la squadra preferita di Kate) ma non si lamentava. Diceva che più avanti sarebbe entrata a far parte di quella squadra.
Ora stavano parlando di organizzare una cena di ritrovo, con Kyle, Charlie e Tod. Al pensiero di una cena di ritrovo mi venne in mente Cedric, anche lui, adesso, sarebbe stato un adulto e avrebbe lavorato o al Ministero come suo padre o magari, si perché no, sarebbe stato in qualche squadra di Quidditch come cercatore. Forse anche le sue amiche stavano pensando la stessa cosa perché anche il loro sguardo si era rabbuiato.
«E Tod?» chiesi per rompere il silenzio, ma anche perché ero curiosa. Non lo sentivo da un po' di tempo.
«Lavora al Ghirigoro» disse Kate.
Pensavo che Tod avrebbe lavorato al Ministero, ma anche il ghirigoro si addiceva a lui. Era sempre chino su qualche libro, sicuramente lo era anche adesso.
«Sembra perfetto per lui» intervenì Jane sorridendo dolcemente.
«Si, ma non è convinto di rimanere... vorrebbe lavorare al Ministero, ma non è sicuro nemmeno di questo. È un po' indeciso ultimante. Ah! Ha conosciuto una ragazza! Si chiama Serena era una corvonero, un anno in più di noi. L'ha incontrata a Diagon Alley»
Era strano pensare a Tod con una ragazza, ma ero felice per lui. La mia attenzione fu catturata da due teste rosse nel mezzo del bianco.
Il mio cuore prese a battere veloce. Erano... no. Impossibile.
Kate e Jane si fermarono, proprio come me. Il parco era vuoto, era quasi sera, oramai le persone si incamminavano a casa per preparare la cena. Il parco era quasi vuoto c'eravamo solo io, Jane, Kate e due teste rosse, due Weasley.
«Sono...» iniziai a dire, ma fui interrotta dalle mie amiche.
«Ginny e George, si sono loro» dissero poco sorprese, erano tranquille e ripresero a camminare verso di loro, io rimasi lì dov'ero.
«Perché non siete sorprese che siano qui? Andiamo via»
«Grace» iniziò Jane tornando verso di me, ma all'improvviso capii tutto. Si erano messi d'accordo.
«Ciao Tassorosso» mi salutò George che ormai ci aveva raggiunto.
«Ciao Grace»
«Ciao» dissi poco convinta e ancora con la voglia di scappare.
Restare o andare via?
«Come stai?» chiese Ginny preoccupata.
Io e Ginny avevamo legato.
Lei mi stava simpatica. Mi aveva scritto durante l'estate che suo fratello Bill si era fidanzato con Fleur e che a lei non piaceva. Mi aveva anche invitato al matrimonio, l'aveva fatto addirittura prima di Fred. Mi scriveva anche da Hogwarts, sapevo che adesso stava uscendo con un certo Dean, ma mi aveva detto che non gli era ancora passato quello che provava per Harry Potter.
«Io... ehm...tu?»
Ginny sorrise e annuì facendomi capire che andava tutto bene.
«Grace senti siamo qui per parlarti di Fred» disse George guardandomi dritto negli occhi. Non dissi nulla. Non sapevo bene cosa dire.
«Lui sta male, Grace»
Quelle parole mi fecero contorcere lo stomaco. Stava male?
«Non è più lo stesso da quando vi siete lasciati»
Come riusciva George a dire quelle tre parlare con così tanta facilità. Quelle tre parole che io, per mesi, non ero mai riuscita a dire. Ci siamo lasciati. Tre parole. Quindici lettere. Impossibili da dire ad alta voce.
«Come credi che stia io? Come credi che mi sia sentita nel vederlo baciare un'altra?» chiesi a bassa voce con le lacrime che mi rigavano il volto.
«È tutto un malin-» non lasciai finire Ginny perché avevo tante domande che mi giravano in testa
«Vi ha mandato Fred? Perché non è venuto lui a spiegarmi cosa era successo?» chiesi più ad alta voce piangendo. Questa volta non riuscì a trattenerle.
«No, Fred non sa che siamo qui» mi riferì George.
«Senti Grace è stata Verity a baciare Fred, lui non voleva. Quando sei arrivata tu.. lui stava cercando di separarsi da lei. Ti ha cercato per tutta Diagon Alley sotto la pioggia. Ha licenziato Verity» mi confessò Ginny.
Se era tutto vero allora perché non era venuto a dirmelo di persona quel giorno ad Hyde Park?
«Perché non è venuto al nostro appuntamento? L'ho aspettato per un'ora e mezza»
«Quel giorno il negozio era pieno. Verity non lavorava più da noi e dovevamo fare tutto noi. Lee è venuto a darci un aiuto e anche Angelina. Lui è uscito per venire da te, ma sulla strada ha incontrato Verity... e l'ha trattenuto. Lui ha cercato di andarsene, ma Verity era arrabbiata perché Fred l'aveva lasciata, licenziata ed umiliata, questo era quello che lei sosteneva. Ha usato la maledizione Imperius per farsi dire dove andasse con così tanta fretta. Lui ha confessato e Verity non poteva permettere che Fred tornasse da te così l'ha tenuto sotto la maledizione per un bel po'.
Un nostro cliente mi ha chiesto se mio fratello e la strega bionda che lavorava da noi stessero insieme. Io non capivo a cosa si stava riferendo allora il ragazzo mi ha raccontato quello che aveva visto. Cercai Fred per tutta Diagon Alley, ma non lo trovai. La sera quando tornò a casa mi raccontò tutto, della sensazione di vuoto e poi di come si accorse di fare cose con voleva fare. Alla fine era riuscito a liberarsi dalla maledizione e si era smaterializzato al parco, ma tu non c'eri. Eri già andata via. Fred cercò di mettersi in contatto con te per poterti spiegare, ma tu non rispondevi alle sue lettere, non permettevi ai tuoi genitori di farlo entrare in casa così Fred non ha avuto la possibilità di spiegarsi e alla fine si è arreso. Tuttavia vedo come si comporta. Lo capisco che è triste perché non è riuscito a spiegarti cosa è accaduto. È per questo che siamo qui»
Sentire quella confessione.
Sentire cosa Verity aveva fatto a Fred. Quella lurida vecchia megera l'avrei voluta trasformare in un bastoncino e romperlo.
Io... io avevo pensato male di Fred. Non gli avevo dato la possibilità di spiegarsi perché ero troppo testarda e vigliacca. Che stupida. Che stupida!
«Siamo qui perché per me e George tu dovevi sapere la verità. Se magari provi ancora qualcosa per Fred... non so potresti parlargli... lui ti ama ancora»
Lui ti ama ancora
Lui mi amava, anzi lui mi ama.
Nonostante non avessi voluto più parlargli, ascoltarlo, lui mi amava ancora.
Se magari provi ancora qualcosa per Fred...
Era ovvio che provavo ancora qualcosa per Fred, come potavano dubitarlo?
«Grace abbiamo chiesto a Jane e Kate di portarti qui perché volevamo parlarti»
«Si, anche noi siamo preoccupate per te» mi accarezzò una spalla Jane.
Sono passati quasi cinque mesi. Io.. io mi sono comportata male con lui. Non volevo ascoltarlo per paura che mi dicesse che amava Verity. Invece, lui amava me. Nonostante cinque mesi di silenzio Fred mi amava ancora.
«Grace di qualcosa... per favore» mi sussurrò Ginny.
«Devo andare» mormorai prima di smaterializzarmi.

«Fred! Fred! Fred!»
Avevo trovato il negozio chiuso, era insolito che i gemelli chiudessero il negozio, sopratutto se eravamo in festività perché voleva dire più studenti a comprare i loro prodotti.
Bussai alla porta del loro appartamento, nessuna risposta.
Forse era alla Tana.
Oppure camminava, a Fred era sempre piaciuta la neve.
Tornai davanti al negozio per vedere se magari era lì, ma niente.
«Cosa cerchi cara?» mi chiese una signora anziana sorridendomi. L'avevo già vista. Lavorava al ghirigoro, era stata lei a vedermi i libri che mi servivano a scuola.
«Una persona»
«Una persona importante? Speciale?» chiese ancora sempre con un sorriso dolce sul volto.
«Io... si perché?»
«Sai il cuore sa dove sono le persone che amiamo. Il cuore sa sempre dove sono. Sono Elizabeth Loveless e lasciati dire da una donna anziana come me che io sono sempre riuscita a capire dove fosse il mio amore perché il cuore mi diceva dove lui era. Signorina lasciati guidare, segui il tuo cuore»
Guardai sorpresa la signora, ma le sorrisi e poi annuì.
La donna mi sorrise compiaciuta per poi sparire davanti a me.
Segui il tuo cuore. Va bene.
Chiusi gli occhi e mi lasciai guidare.
La collina vicino alla Tana, dove una volta avevamo fatto un pic-nic. Dove Fred mi aveva raccontato che da piccolo gli piaceva rotolarsi nella neve da quella collina.
Chiusi gli occhi e pensai a qual posto, poco dopo sentii i piedi staccarsi dal suolo e il mio stomaco rivoltarsi, non mi ero ancora abituata del tutto alla Smaterializzazione. Poco dopo riavverti il terreno sotto di me. Stava cominciando a nevicare, ed il cielo era buio e pieno di stelle. Faceva freddo, mi strinsi nel mio cappotto.
«Grace?» chiese una voce alle mia spalle, una voce che avrei distinto subito in mezzo ad altre mille.
«Sí, sono io, Fred»





 

TA DAAAAN
Hey everyone!
Ah Grace ha scoperto la verità sul bacio tra Fred e Verity, dopo mesi di silenzio è andata da lui.
Fred come reagirà?
Vedremo.
Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo.

Detto questo vi saluto,
​Kiss and hugs
​||MartaWeasley||

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Capitolo 22
*** The truth comes always out ***


22. The truth comes always out


Gennaio 1997

«Grace?» chiedo vedendo davanti a me una ragazza di spalle dai capelli castani scuro che le scendono sulle spalle. 
Ero seduto sotto un albero sulla collina vicino alla Tana è un bel posto, mi piace stare qui, quando all'improvviso compare lei. 
«Si, sono io Fred» dice voltandosi verso di me. 
È veramente qui? 
Mi alzo e mi pulisco i pantaloni che ora sono leggermente bagnati per via della neve fresca.
«Cosa ci fai qui?» chiedo ancora sorpreso del fatto che la ragazza che amo è davanti a me dopo mesi di silenzio.
«Io... ecco...» 
Grace si tortura le mani, so che fa così quando è insicura, indecisa quale sia la cosa giusta da fare. È sempre stata così. Il mio opposto io se volevo fare una cosa la faceva e basta. Grace, invece, doveva pensarci attentamente prima di fare o dire qualcosa. A volte faceva addirittura una lista di pro e contro.
«George e Ginny sono venuti a parlarmi» mormora infine alzando lo sguardo dalla neve bianca e candida, come la sua pelle, per puntare i suoi occhi nei miei. 
George e Ginny? 
Come? 
Quando? 
Perché? 
Grace sembra leggermi nel pensiero perché subito mi risponde mettendo fine si miei dubbi.
«Ecco mi hanno detto che eri... ecco che stavi male e mi hanno detto cosa è successo con Verity e...» 
Silenzio. 
Solo singhiozzi. Grace cerca di trattenersi, si copre il volto con le sue piccole mani e con le maniche troppo lunghe del suo maglione si asciuga le lacrime.
Grace dopo aver fatto un respiro profondo, essersi calmata, torna a guardarmi e riprende a parlare.
«Mi dispiace. A-Avrei do-dovuto darti l-la po-possibilità di spiegarti. Io... avevo paura. Avevo paura di sentirti dire che non mi amavi più... che preferivi lei a me... n-non sarei riuscita a sopportarlo» conclude con le lacrime, che ancora una volta, sono sfuggite al suo controllo.
Non mi guarda più negli occhi il suo sguardo è rivolto di nuovo alla neve. Anche il mio sguardo si stacca dal suo volto, ma per guardare i suoi capelli che sono ricoperti di piccoli fiocchi di neve, per poi passare a guardare il cielo scuro e cupo che ci circonda.
So che si aspetta che dica qualcosa, ma cosa posso dire?
«Grace... come hai solo potuto pensare che io potessi amare qualcun'altra?» 
Lei sussulta e poi senza alzare lo sguardo risponde:
«Ci vedevamo poco a causa del lavoro... e ho pensato che...»
«Che avrei smesso di amarti e ti avrei rimpiazzata con un'altra» concludo la frase per lei. Grace si limita ad annuire. Dopo tutto il tempo che siamo stati insieme, tutto quello che abbiamo passato l'uno accanto all'altro, lei va pensare una cosa del genere?
«Non è andata così»
«Si, ora lo so, George e Ginny mi hanno det-»
«Adesso mi credi! Dopo che te l'hanno detto George e Ginny io ho provato per settimane a parlarti, volevo spiegarti, ma tu non mi davi la possibilità» 
Volevo mantenere un tono calmo, ma non ci sono riuscito.
«Mi dispiace Fred... so che ho sbagliato. Sono venuta qui per porti le mie scuse. Mi dispiace di non averti voluto ascoltare e di aver subito pensato al peggio. Mi dispiace davvero»
Le lacrime si sono fermate, ma ha ancora gli occhi lucidi. Ha smesso di guardare la neve, è tornata a guardare me.
«Va bene. Accetto le tue scuse» dico infine annuendo, Grace sorride.
«Davvero? Ne sono felice... ecco ehm si allora è meglio che io tolga il disturbo» 
Fa una pausa incerta su abbracciarmi o stringermi la mano, ma alla fine si limitasse un cenno con la mano.
Vuole andare via? Di nuovo? Cosa devo fare?
«Io... ehm... ci vediamo Fred è stato bello rivederti» dice la ragazza che si sta preparando a smaterializzarsi.
«No! Aspetta» la chiamo prima che possa andarsene e lasciarmi solo, di nuovo.
«Ti va una tazza di The?» chiedo sorridendole.
«Ehm... sì, perché no» 
Mentre camminiamo verso la Tana riesco a percepire una strana sensazione tra noi, sono sicuro che se ne sia accorta anche lei. Perché è strano? Non è mai stato strano tra me e Grace, ma ora lo è, tutta la situazione lo è. Abbiamo risolto, si, ma nessuno dei due vuole parlare della nostra relazione. Di cosa succederà, se resteremo amici, conoscenti o staremo di nuovo insieme. Nemmeno io saprei decidermi sul da farsi. Nemmeno io, impulsivo come sono.
«Come hai passato le vacanze?» chiede lei inaspettatamente.
«Ecco... non ho fatto molto, tu?» le chiedo un po' curioso. Io non ho fatto niente. Sono rimasto in negozio a lavorare e quando non ero lì ero in camera mia a pensare a lei.
«Nemmeno io ho fatto molto»
Entriamo in casa, Grace si guarda attorno sorridendo nel vedere le decorazioni di Natale. 
«Ah Fred sei entrato final-» inizia a parlare mia mamma, ma si blocca alla vista della mora.
«Grace è qui per... si, ecco noi abbiamo parlato un po'»
Mia madre annuisce, ma non del tutto convinta. Quando aveva saputo del motivo della nostra rottura si era infuriata con Verity e poi con Grace perché non voleva ascoltarmi.
«Come stai Grace?» chiede tenendo una voce distaccata, probabilmente ancora arrabbiata.
«Ora bene, lei signora Weasley?» 
«Tutto apposto» risponde per poi tornare a fare le sue faccende.
«Freddie sei tornato! Ti devo dire una co... oh Grace! Ehm... allora sei venuta qui» dice George scendendo le scale e guardando prima me e poi Grace. Lei annuisce. 
«Cosa succede tra voi due ora?» Domanda con un ghigno malizioso sul volto. Vorrei scaraventare uno schiantesimo su George in questo momento. La situazione è già imbarazzante e strana senza che lui faccia certe domande e certi sorrisi. 
Mi volto vero la mora per vedere la sua reazione e trovo il suo sguardo su di me.
«Va bene. Non rispondetemi e continuate a guardarvi» mormora George sbuffando tuttavia non se ne va, rimane sulle scale davanti a noi speranzoso di ricevere almeno una mezza risposta.
Purtroppo né io né Grace sappiamo cosa succede o cosa succederà tra di noi.
«Capito dovete ancora parlarne, vi lascio la camera libera» dice George prima di superarci e lasciarci di nuovo soli, ma prima lo sento sbuffare di nuovo e dire qualcosa come: "Ma guarda te gli porto qui Grace e nemmeno un grazie".
«Ehm... si andiamo in camera mia che è meglio, così evitiamo altri incontri con... Oh! Ron, Harry!»
«Fred e... Grace? Ma che succede?» chiede Ron confuso guardando me poi Grace. 
«Troppo complicato per te, non capiresti» gli rispondo prima di prendere per mano Grace e portarla in camera mia e di George.
Quando entriamo rimaniamo per qualche momento in silenzio davanti alla porta chiusa per evitare altre interruzioni.
«Ti puoi sedere se vuoi» 
«No, io preferisco rimanere in piedi» risponde senza guardarmi in faccia, fissando un punto davanti a lei.
«Come va il lavoro?» chiedo sperando di riuscire a parlare nuovamente come un tempo. Se non torneremo insieme voglio almeno rimanere suo amico, ma come facciamo se non riusciamo a parlarci? E nemmeno a guardarci?
«Ora posso dire la mia opinione senza che mi ridano in faccia» mi racconta sorridendo leggermente.
Inizia a raccontarmi di quando a consigliato ad uno dei suoi colleghi un titolo per un articolo e che questo le abbia detto che sarebbe andato sempre da lei per chiedere consigli. Alla fine ci sediamo, io sul mio letto e Grace su quello di George che è proprio di fronte al mio.
«Sbaglio o mi volevi offrire un thé?» 
«È vero!»
Me ne ero dimenticato. 
Mi materializzo e con un semplice movimento di bacchetta preparo il thé per poi rimaterializzarmi in camera.
«Grazie, lo zucchero?» chiede prendendo la sua tazza. 
«L'ho già messo io, tre cucchiai, me lo ricordo» 
Grace sorride e arrossisce un poco. 
«Grazie ancora» 
La stanza ritorna silenziosa e lo rimane finché entrambi non finiamo di bere.
«Senti Grace... cosa facciamo?» 
La mora alza lo sguardo e i miei occhi incontrano i suoi occhi castani con qualche paiuzza ambrata. 
«Fred... io non lo so. Non ti voglio perdere di nuovo, questo lo so. Stare lontana da te è stata la cosa più difficile e dura che abbia mai dovuto sopportare»
«Lo stesso vale per me, ma...» 
Mi blocco non sapendo bene cosa dire.
«Ma ora come ora sarebbe strano ritornare insieme, visto come ci comportiamo» continua lei, togliendomi le parole di bocca
Annuisco. 
«Ci comportiamo in modo strano, eh? È come se non fossimo più noi» questa volta sono io a parlare, per quanto mi faccia male ammetterlo, io e Grace non possiamo tornare insieme, non ora almeno.
«Rimaniamo amici e vediamo che succede» dice Grace alzandosi dal letto. 
«Sono d'accordo» 
Lei sorride per poi avvicinarsi a me.
«Devo andare ora, i miei si chiederanno dove sia finita. Ci sentiamo Fred» 
Dopodiché mi lascia un leggero bacio sulla guancia. 
«Ciao Grace»

 

-----
 

«Allora? George mi ha detto che Grace è stata qui cosa vi siete detti?» chiede Ginny curiosa mentre prende una sedia per spostarla davanti a me che sono seduto sul divano.
«Già lo voglio sapere anch'io! Siete tornati insieme?» domanda George anche lui curioso sedendosi affianco a me.
«Prima di tutto perché voi andate a trovare Grace senza dirmi nulla?»
«Fred! Insomma non è importante questo adesso» mi risponde George.
«Esatto. Poi la verità viene sempre fuori, certo magari questo non era il modo in cui te lo aspetti, ma la verità viene sempre a galla. Rispondi alle nostre domande ora!» mi ordina Ginny severa, certe volte mi ricorda troppo la mamma.
«No, non siamo tornati insieme» 
I due spalancano la bocca sorpresi e mi rivolgono entrambi sguardi confusi e furiosi.
«Ragazzi chiudete la bocca o vi entreranno dei gorgosprizzi»
«Come no?!» chiedono entrambi ignorando la mia precedente affermazione.
«Dopo che le abbiamo rivelato la verità!» 
«Abbiamo deciso che è meglio essere amici per il momento» ammetto, loro però continuano a guardarmi male, come se stessi dicendo loro che sono diventato un mangiamorte.
«Ma dico sei impazzito?!» chiede Ginny isterica attirando l'attenzione di Ron ed Harry.
«Perché?» chiedo non capendo.
«Tu l'ami, giusto?» 
Annuisco. Che domanda è? Certo che la amo.
«Bene. Lei ti ama, qual è il vostro problema?» 
«Ginny tu non ci hai visto oggi...»
«Questo è ovvio se no non avrei permesso che lei se ne andasse se non eravate tornati insieme» mi interrompe, mettendo le mani sui fianchi e fulminandomi con lo sguardo.
«Comunque eravamo strani. Non riuscivamo a parlarci, facevamo fatica anche a guardarci. Non è mai stato così con Grace» 
George annuisce, invece Ginny non sembra darsi per vinta, ma mamma ci chiama per la cena quindi per il momento lascia stare. 
Se io e Grace siamo destinati a stare insieme, tutto si sistemerà, tutto tornerà come prima, giusto?








 

Buonasera!
Come state? Io sono già stanca e stufa della scuola... fortuna è il mio ultimo anno di liceo, sinceramente non vedo l'ora di andare all'università
peccato che per arrivarci debba fare la maturità...
Faccio fatica a pubblicare i capitoli perchè sono sempre a studiare, fare ricerche e compiti,
ma cerco di ritagliarmi dello spazio per la scrittura. Mi sono accorta solo ora che il capitolo 18 e 19 erano invertiti, sono proprio così sbadata? Ora dovrebbe essere tutto apposto, chiedo scusa per la mia distrazione.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno un po'
Fatemi sapere cosa ne pensate :)

Detto questo vi saluto e me ne torno sui libri,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 23
*** Finish and born again ***


23. Finish and born again

 


Giugno 1997

Albus Silente è morto.
Il mago più coraggioso, potente e forte che io abbia mai conosciuto era morto.
Il preside della mia scuola, una persona di buon cuore, sempre dalla parte dei deboli, del "nessuno è colpevole fino a prova contraria" era morto.
Non era riuscita ad esserci quel giorno. Ero entrata a far parte dell'ordine della fenice, insieme a Fred, Jane, Kate e Kyle. Tuttavia quel giorno, il giorno in cui è morto Silente io non c'ero. Non ero lì con gli altri, ero in ospedale, mio padre era stato male quella sera e io e mia madre siamo andati con lui. L'ordine mi aveva detto che potevano fare a meno di me, che avrebbero fatto loro, che non mi dovevo preoccupare. Io non posso fare a meno di pensare che se fossi stata lì tutto sarebbe andato diversamente. Le circostanza sarebbero cambiate e magari Silente era ancora tra noi, tra i vivi. Quando Fred venne a trovarmi quella notte in ospedale per riferirmi tutto fu davvero scioccante. Come aveva potuto Piton? Silente si fidava ciecamente di lui, ma l'aveva tradito. Perché? Certo Severus Piton non era mai stato il professore che regalava caramelle agli studenti, non era gentile con tutti. Ci trattava come se fossimo degli incapaci, la maggior parte lo era davvero, ma nessuno avrebbe mai pensato che fosse ancora dalla parte di Tu-Sai-Chi.
«Non è colpa tua. Smettila di incolparti» le parole di Fred mi riportarono alla realtà. 
«Se fossi stata lì con voi magari non sarebbe morto, magari Bill non sarebbe stato aggredito da Greyback» 
Non era ancora tutto. Bill era stato ferito da un lupo mannaro, la sua faccia era ricoperta di cicatrici. Fortunatamente non si sarebbe trasformato ad ogni luna piena e Fleur non l'avrebbe lasciato, avrebbero superato tutto insieme. 
«Magari saresti morta o saresti rimasta ferita se fossi venuta. Io non l'avrei sopportato» mormorò Fred con gli occhi ludici. 
«Guarda il lato positivo Remus e Tonks» aggiunse dopo sorridendomi. Annuì e poi insieme uscimmo dalla sala grande.
«Mi mancava questo posto» dissi accarezzando le mura della scuola.
«Anche a me, sono successe tante cose qui» 
Tra me e Fred non era cambiato nulla da capodanno. Anzi non è vero, qualcosa era cambiato, riuscivamo a parlarci senza imbarazzo, a scherzare come prima.
«Raggiungiamo gli altri» mi incoraggiò Fred prendendomi la mano. Mi mancava anche questa sensazione.
Lasciammo la scuola per dirigerci verso il luogo in cui si sarebbe celebrato il funerale.
«Dove eravate finiti?» Chiese a bassa voce Jane mentre mi sedevo affianco a lei.
«Volevo andare dove avevo visto l'ultima volta Silente»
Dopo la cena di fine anno, non l'avevo più visto. Quando c'erano le riunioni dell'ordine arrivavo sempre quando lui se ne andava. 
Era una giornata triplo bella per ricordare un evento così brutto. Il sole splendeva alto nel cielo azzurro limpido, il lago era immobile sembrava uno specchio. Dopo aver dato un'occhiata intorno ebbi il coraggio di guardare dove le sedie finivano. Lì si trovava una tavolata di marmo, la tomba di Albus Silente. C'erano così tante persone, ma allo stesso tempo così poche. Pensavo che sarebbe venuto tutto il mondo magico, ma sbagliavo. Tra i presenti conoscevo poche persone, ma mi faceva piacere che loro fossero venute. Kate e Kyle erano più in fondo, lei piangeva e lui la teneva stretta. George e Fred erano affianco a me entrambi guardavano la tomba immobili, sapevo che i gemelli non volevano mai mostrare di essere tristi, questa volta stavano fallendo. Affianco a me c'era Jane con Charlie, lui piangeva più di lei, ma si sostenevano a vicenda. Più avanti notai Harry Potter vicino a Ginny, sapevo di loro, la rossa me lo aveva detto subito, ero felice per loro. Hermione era un fiume di lacrime e Ron le stava vicino. I fantasmi della scuola ci osservavano dall'alto tristi anche loro. All'improvviso si sentì una melodia, tutti ci voltammo in cerca della fonte. Fred mi indicò il lago, c'era un coro di sirene e tritoni che cantavano una lingua incomprensibile era una musica strana, ultraterrena. Senza accorgermi mi ritrovai a piangere, quella musica mi aveva risvegliato un sacco di ricordi. In quello stesso momento fece il suo ingresso Hagrid, che reggeva tra le sue braccia il corpo di Silente che era avvolto in un drappo di velluto viola trapunto di stelle dorate. Piansi in silenzio, Fred che non mi aveva ancora lasciato la mano la strinse leggermente e con le dita iniziò ad accarezzarmi il dorso. Il funerale procedette e verso la fine anche i centauri diedero il loro saluto al preside. 
«Grace noi andiamo» mi salutarono Charlie e Jane, prima di smaterializzarsi.
Era finito. Se ne erano andati quasi tutti, ero rimasta seduta perché non mi sembrava di aver dato il mio "addio".
Dovevo, volevo lasciargli qualcosa che per me significava molto, ma cosa? Mi ritrovai a camminare per il parco ed inconsapevolmente raggiunsi l'albero dai fiori bianchi. Osservai quel magico e bellissimo albero che aveva assistito a molti miei momenti felici. 
Era ovvio. 
«Perché non ci ho pensato prima» dissi a me stessa alzandomi sulle punte per prendere uno di quei bei fiori bianchi. 
«Preso!»
Tornai indietro più veloce che potei. Ora non c'era più nessuno, meglio. Poggiai il fiore sulla fredda tavola di marmo, volevo dire una una frase, una parola per Silente, ma non mi veniva in mente nulla. Chiusi gli occhi e pensai al grande preside che ho conosciuto e ammirato.
«Lei una volta mi ha detto che anche la cosa più pura finisce, e quando essa finisce ne rinasce una nuova, ma non per questo dimentichiamo la precedente. Quella volta parlava di Fanny, ma preside potrebbe trattarsi di qualunque cosa. Quando qualcosa finisce ne rinasce una nuova, anche questo fiore morirà, ma dall'albero ne nascerà uno nuovo. Quando la vita finisce... si, insomma quando qualcuno muore qualcun altro nasce. Lei non c'è più, ma non verrà dimenticato, glielo assicuro, nessuno si scorderà di lei e delle grandi e belle cose che ha fatto, ora posso dirle addio preside... quindi addio e grazie per i suoi insegnamenti»
Riuscii a dire tutto senza piangere, forse avevo terminato tutte le mie lacrime.
Quando ho ripetuto la frase che lui una volta aveva detto a me ho capito una cosa. Dopo la fine c'è una rinascita. Dopo una rottura c'è una ripartenza. Dopo un litigio c'è la pace. Io e Fred eravamo finiti, ma ora siamo rinati. Non dovevamo ripartire da dove ci eravamo lasciati, ma dovevamo ripartire da capo, dovevamo rinascere per trovarci di nuovo a proprio agio l'uno con l'altro. 
«Grazie, lei riesci aiutarmi anche da lassù» dissi sorridendo guardando il cielo che stava prendendo diverse tonalità di arancione. Tornai all'albero per prendere un altro fiore.
«Scusami, ti prometto che poi non ne prendo più» mi sentivo sempre in colpa quando staccavo dei fiori da un albero o dal prato. 


 

Mi materializzai davanti all'appartamento dei gemelli. E ora? Cosa fai Grace? Cosa gli dirai? Continuava a chiedermi la mia stupida vocina interiore facendo aumentare la mia ansia. Bussai alla porta, con il cuore che batteva forte come se volesse uscirmi dal petto, attesi.
«Grace cosa fai qui?» il rosso aprì la porta con la camicia leggermente sbottonata e i capelli spettinati.
«Fred ti ho portato questo» risposi timidamente porgendogli il fiore, in quel momento feci caso al suo aspetto e mi salii il panico.
«Stavo andando a farmi una doccia» disse Fred con un ghigno divertito, io mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo.
«Ma questo è il fiore del nostro albero?»
«Si»
«Perché? Non capisco»
«Vedi Silente una volta mi ha detto che anche la cosa più pura finisce, ma poi ne rinasce una nuova, ma questo non vuole dire che bisogna scordarsi della precedente, hai capito?» Domandai sorridendo, Fred mi guardò confuso, passandosi una mano tra i capelli rendendoli ancora più spettinati.
«Veramente no»
«Noi due eravamo finiti, ma siamo rinati possiamo ricominciare, ma senza scordarci del passato»
«Grace stai dicendo che..»
Non lo lasciai finire poggiando le mie labbra sulle sue, sorrido nel sentirlo irrigidirsi per la sorpresa, ma subito dopo le sue labbra morbide ricambiano il bacio e le sue mani stringono i miei fianchi mentre le mie rimangono attorno al suo collo. Ci scambiamo un bacio non troppo casto e non troppo proibito, un bacio che dimostra la nostra rinascita insieme.







 

Hey Everyone!
Come state? 
Ecco un nuovo capitolo, non volevo farlo troppo triste, la morte di Silente alla fine del sesto libro
è un momento malincolnico e triste, quindi ho pensato di concludere bene, con una gioia, il capitolo.
La storia è quasi finita, mancano più o meno quattro capitoli.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto (:

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 24
*** A light in the darkness ***


24. A light in the darkness

 
Agosto 1997

Tutto è pronto, in ordine e sistemato, mancavano solo gli ospiti. Io, George, Ron e Harry, anche se non sembrava per niente lui visto la quantità di pozione polisucco presa, siamo fuori dall'enorme padiglione bianco. Attendiamo l'arrivo degli ospiti per guidarli ai loro rispettivi tavoli. Mi guardo ancora una volta intorno per assicurarmi sia tutto apposto. I camerieri tutti vestiti di bianco erano già arrivati così come la banda in divisa dorata che attendeva all'ombra di un albero. Le sedie dorate erano in file precise nel mezzo un lungo tappeto color porpora. I palloncini dorati, messi da me e George, sopra  il punto preciso in cui Bill e Fleur si sarebbero uniti per sempre era apposto. Fleur aveva ripetuto per settimane a me e George che tutto doveva essere perfetto e che noi non avremmo dovuto fare disastri se no ci avrebbe lanciato contro qualche frattura. 
«Quando mi sposo io non voglio nessuna di queste assurdità. Potete mettervi quello che volete, e infliggerò alla mamma un bell'Incantesimo Petrificus finché non sarà tutto finito» dichiaro sistemandomi per l'ennesima volta il colletto del vestito, spero che Grace sia d'accordo con me sulla faccenda del matrimonio.
«Non è andata così male stamattina, tutto sommato. Ha pianto un po' per l'assenza di Percy, ma chi lo voleva? Oh, cielo, preparatevi... ecco che arrivano» dice George mentre dal nulla compaiono una alla volta figure dagli abiti vivaci e colorati. In poco tempo si crea una gran confusione piena di voci entusiaste e risate. 
«Ottimo, m'è sembrato di vedere qualche cucina Veela. Avranno bisogno che qualcuno gli spieghi le usanze inglesi, ci penso io!» mormora George con un ghigno sul volto ed incamminandosi verso le ragazze.
«Non così in fretta, Lobo Solitario»

«Ti dimostrerò chi sono, Kingsley,  solo dopo aver visto mio figlio! Adesso fatti indietro, se ci tieni alla pelle!» grida papà rosso di rabbia, anche se io sento solo un leggero ronzio. La voce di Kingsley che dice: "George è stato ferito" rimbomba ancora forte nella mia testa. Entriamo in salotto, io a fatica riesco a stare in piedi, ma devo assolutamente vedere George.
«Arthur! Oh sia ringraziato il cielo!» esclama mamma tra i singhiozzi vedendoci sani e salvi.
«Come sta?» chiese papà con un fil di voce accasciandosi ai piedi del divano.
George è rimasto ferito, metà del suo viso ed il collo è ricoperto da sangue rosso scarlatto. Lui era immobile. Al posto dell'orecchio c'è un piccolo foro. All'improvviso George si muove.
«Come ti senti, Georgie?» sussurra mamma avvicinandosi a lui. 
Le dita del mio gemello si alzano indicando il lato sinistro della testa dove una volta c'era il suo orecchio. Un orecchio uguale al mio.
«Romano» mormora piano.
«Che cos'ha che non va?» Chiedo non capendo cosa intendesse.
«Ha subito un danno al cervello?» Domando guardando George confuso.
«Romano» ripete aprendo gli occhi e guardandomi. Romano? Romano cosa?
«Sai... mi sento un po' romano. Come il foro. Il foro, Fred, capito?» 
Mamma inizia a singhiozzare più forte mentre io mi sorprendo leggermente per la battuta di George. Poi sorrido.
«Patetico. Patetico! Con un mondo di battute possibili sulle orecchie, scegli romano?» chiedo sorridendo e facendo sorridere leggermente anche lui. 
«Ah bé... adesso almeno riuscirai a distinguerci, mamma» aggiunge sorridendo e facendo sorridere tutti quelli attorno.
Per fortuna sta bene. 
Per fortuna è vivo.

«Per caso stai cercando di fare colpo sulle francesine?» domanda una voce che conosco fun troppo bene con un tono leggermente arrabbiato.
«Cosa? No! Tenevo solo George lontano dai guai, non vorrei che un altro Weasley si fidanzasse con una meravigliosa e splendida Veela» 
Grace annuisce per poi avvicinarsi a me e darmi un bacio leggero sulle labbra.
«Dov'è George? Volevo vedere come stava» Chiede poi guardandosi intorno.
Tuttavia non le rispondo sono rimasto incantato da lei. I suoi capelli sono raccolti in uno chignon nel quale ha messo delle piccole margherite, il suo vestito e di color verde smeraldo che le finisce poco sopra il ginocchio le sta benissimo. Si, è semplice, ma stupendo, lei è stupenda.
«Fred?» 
«Ehm... si George ecco era lì poco fa. Comunque sei troppo scoperta, il vestito è troppo scollato» 
Grace abbassa lo sguardo sul suo abito con una faccia confusa.
«Ma se è coperto lo scollo» 
«Con del pizzo trasparente» 
Grace scuote la testa sorridendo per poi riguardarmi negli occhi.
«Fred me l'hai regalato tu il vestito... forse intendi dire che non mi sta bene...» 
«No, no non ti sta male»
Non ti sta male? Ma davvero? È il meglio che sai dire Weasley? Chiede la vocina nella mia testa, facendomi sentire ancora più idiota.
«Grazie anche tu non stai male con questo completo» dice indicando il mio abbigliamento sorridendo. 
«Lo so, a me sta bene tutto» 
Grace alza gli occhi al cielo e poi scuotere la testa sorridendo. 
«Mi mancava questo tuo ghigno da malandrino» 
«Quale questo?» Domando facendole la linguaccia e lei subito si mette a ridere. La sua risata è così genuina e contagiosa che non posso non continuare a fare facce buffe per sentirla ridere. 
In lontananza sento George che cerca di parlare in francese con due giovani Veela.
«Ecco George!» dico indicando mio fratello. Grace corre subito da lui senza neanche aspettarmi.
«George! Come stai?» Chiede abbracciandolo forte.
«Senza un orecchio, ma del resto bene» risponde sorridendo.
«Non posso ancora credere che sia stato Piton!» dice ancora scioccata, ricordo che quando ci siamo incontrati ed è venuta a sapere dell'accaduto era sconvolta. 
«Dai Tassorosso non pensarci, è tutto passato. Guardami sono in gran forma e sono rimasto il più bello tra noi due» risponde George indicando prima lui e poi me quando finisce di parlare. 
«Ma smettila! Lo sanno  tutti che il più bello tra noi due sono io» ribatto guadagnandomi una gomitata da George.
«Ho il pass-senza orecchio quindi vinco io, giusto Grace?» Chiede il mio gemello, io intanto guardo Grace sorridendo sapendo che darà ragione a me. 
«Hai ragione George» 
Il mio sorriso si spegne in un lampo. 
Come? Ho sentito male? 
George intanto ridere divertito non aspettandosi quella risposta dalla Tassorosso.
«Hai ragione, non pensiamo alle cose brutte che ormai sono passate e godiamoci questo momento di luce nell'oscurità» afferma incamminandosi verso il badiglione.
«Una luce nell'oscurità, ma quanto è poetica?» mi domanda George sorridendo.
«È uno dei motivi per cui mi sono innamorato di lei» rispondo continuando a guardare la mora che ora sta parlando con Ginny.
«Comunque ha detto che sono più bello io» 
«No, ti ha dato ragione sul dimenticare le cose brutte e goderci un po' di felicità» lo correggo guardandolo con aria di sfida.
«Si, ma prima mi ha dato ragione sul fatto che ho il pass-senzaorecchio e che quindi vincevo io» continua ad insistere George.
«Scommettiamo?» chiedo con il mio solito ghigno divertito, lo stesso che spunta sul volto di George.
«Scommettiamo»

 

A momenti sarebbe iniziato il matrimonio. 
Sono già tutti ai loro posti. 
Io, George, Ron, Harry e Hermione ci assicuriamo un'ultima volta che tutto sia pronto prima dell'ingresso di Fleur.
«È ora di sedersi o verremmo investiti dalla sposa» sussurro a Harry prima di sedermi accanto a Grace in terza fila.
«Mi sono sempre piaciuti i matrimoni, l'abito bianco, i fiori, la torta» bisbiglia Grace al mio orecchio.
«La torta piace anche a me»
«Però lo vorrei molto più semplice» 
Sorrido alla sua affermazione.
«Perché sorridi?» Chiede sempre a bassa voce.
Io la zittisco con un bacio e poi le faccio cenno verso la passatoia dove ora stanno passando Bill e Charlie.
Poco dopo è Fleur, che insieme al padre, attraversa la passatoia seguita da Gabrielle e Ginny. 
Bill era raggiante, non l'avevo mai visto così felice. Fleur pure sembrava non aver mai vissuto un momento più bello. Probabilmente era davvero il loro miglior momento vissuto.
«Signore e signori siamo qui riuniti oggi per celebrare l'unione di due anime fedeli...» a parlare era un mago basso con i capelli a ciuffi, lo stesso che aveva celebrato il funerale di Silente.
Grace non aveva mai assisto a un matrimonio tra un mago e una strega, i suoi occhi erano fissi sulla coppia.
«Sbatti le palpebre una volta ogni tanto» le sussurro, lei in risposta mi da una gomitata. La cerimonia prosegue e nota che alcuni ospiti stanno già piangendo, torno a guardare la coppia e per la prima volta vedo il profondo legame tra Bill e Fleur.
«...dunque io vi dichiaro uniti per sempre» il mago alza la bacchetta sopra le loro teste e una pioggia di stelle d'argento cade su di loro, avvolgendo in una spirale le due sagome abbracciate. Io e George iniziamo ad applaudire forte, subito anche gli altri si uniscono a noi. Intanto i palloncini dorati esplodono liberando uccelli del paradiso e campanelli d'oro che uniscono canto e suono al fragore. Mi volto verso Grace, lei ha già il suo sguardo su di me. I suoi occhi sono lucidi, le labbra piegate in un dolce sorriso.
«È stato bellissimo» dice non smettendo di guardarmi e continuando a sorridere.
«È vero»

Dopodiché le sedie spariscono e compare la pista da ballo. Bill e Fleur aprirono le danze e altre coppie si formano.
«Dov'è che mi posso sedere? Ho un posto fisso o posso sceglierlo io?» 
«Cosa? Non balli?» 
«Fred non sono capace, perfino un albero si muove meglio di me» 
«Ma se al ballo del ceppo hai ballato bene!» 
«Bene? Ti avrò pestato i piedi venti volte» risponde incrociando le braccia sotto il seno.
«Ventidue, ma non importa, dai balliamo» le porgo la mano e lei mi rivolge uno sguardo titubante per poi stringerla.
«Ottima scelta Tassorosso» 
«So già che me ne pentirò, o forse sarai tu a pen... oh scusa non l'ho fatta appo... oh scusa di nuovo ora sto più attenta» dice velocemente guardandosi i piedi.
«Non fa niente, guarda me non i piedi, ti guido io» 
Grace alza lo sguardo ed annuisce. 
Dopo dieci minuti Grace non mi pestò più i piedi, per fortuna. Mentre balliamo mi guardo intorno, sono tutti raggianti. Il mono orecchio sta ballando con una Veela. Charlie sta divorando tutti i pasticcini. Ron sta ballando con Hermione, lui sembra un pezzo di legno e Ginny sta ridendo per qualcosa detto da Luna. Bill e Fleur stanno chiacchierando con mamma e papà probabilmente parlano di quanto sia andato bene il matrimonio. 
«Sono stanca e assettata che ne dici di una pausa?» domanda la mora sporgendo il labbro inferiore.
«Che ne dici di andare in camera mia?» le bisbiglio all'orecchio, non fa in tempo a rispondermi perché qualcosa di grosso e argenteo attraversa il tendone. La luce atterra lieve in mezzo alla pista, poco distante da noi. Grace si avvicina di più a me e mi stringe forte la mano, intanto con l'altra afferrò la bacchetta.
Poi il Patronus con una voce forte e profonda dice: "Il ministero è caduto. Scrimgeour è morto. 
Stanno arrivando".
Ed ecco che la luce nell'oscurità finisce, e ritorniamo ad essere circondati dal buio più totale.




 

Buonaseraaa come state?

Siamo giunti all'ultimo libro... Harry Potter e i doni della morte
Quindi siamo quasi arrivati alla conclusione di questa storia, mancano solo 4 capitoli e forse dopo scriverò un epilogo,
comunqueee spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Fatemi sapere cosa ne pensate :)

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

 

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Capitolo 25
*** From sad to happy ***


25. From sad to happy


Settembre 1997

Dovevo fare veloce.
"È per il loro benecontinuavo a ripetermi questa frase come un mantra, sperando mi desse la forza di attuare il mio piano.

«Grace non sono sicuro sia una buona idea, potrebbe essere pericoloso» disse Fred scuotendo la testa e camminando avanti in dietro nella sua camera. Gli avevo appena rivelato il mio piano e non sembrava essere molto d'accordo.
«Che altra scelta ho? È pericoloso per loro se rimangono qui, è meglio così» risposi cercando di essere convincente.
«Anche Jane è d'accordo» aggiunsi dopo, sperando di far capire a Fred di non essere l'unica a pensarla così.
«Quindi intendi mentire ai tuoi genitori e con una passaporta spedirli in Italia e lasciarli lì con tua zia? È questo il tuo piano?» Chiese ancora cercando di capire meglio.
«Fred, lo sai anche tu che non possono rimanere qui. È pericoloso, loro sanno del mondo magico e di tu-sai-chi non posso correre il rischio che accada loro qualcosa. Per questo una volta che li avrò portati li cancellerò loro il ricordo della guerra, modificherò i ricordi della partenza facendo creder loro di essere partiti per un viaggio romantico lasciandomi a casa da sola, al sicuro» 
«Sei sicura che funzionerà?» Chiese dopo un po' sedendosi sul suo letto affianco a me. Annuii in risposta. L'idea di lasciare i miei genitori, mi portava tristezza certo, ma era per il loro bene, sarebbero stati al sicuro lì, in Italia. 
Fred mi prese la mia mano trale sue accarezzandomi il dorso, mi stava dicendo implicitamente la sua risposta che sarebbe stato con me, qualunque cosa avessi fatto. Poggiai la testa nell'incavo tra il suo collo e la spalla, inspirando il suo profumo di menta fresca e di pioggia in una giornata d'estate. Mi è sempre piaciuta la piogga, il tichettio sulla finestra, le gara delle gocce sul finestrino della macchina, ma la cosa che mi piaceva di più era l'odore della pioggia, sopratutto l'odore della pioggia in estate ed il profumo di Fred me la ricordava molto.
«E Jane cosa farà?» Domandò Fred cercando di capire al meglio i nostri piani. 
«Porterà i suoi genitori nella casa che hanno in Irlanda, il piano è lo stesso, cambia solo il luogo» 
«E voi due? Tu non puoi più lavorare alla gazzetta del Profeta, non ora che cacciano, o peggio uccidono i nati babbani» 
«Non lo so, Jane credo che si farà ospitare da Charlie, io forse andrò...»
«Da me, vieni a stare da me e George» mi interruppe guardandomi con quel suo sguardo intenso, quello che ha quando è deciso, sicuro di qualcosa. Lo stesso sguardo che si scambiava con George prima dell'attuazione di un loro scherzo. Lo stesso sguardo che mi rivolse prima di baciarmi per la prima volta, quel giorno ora sembra così lontano. 
«E George?» 
«A lui non darai fastidio»
«D'accordo allora, grazie Fred» dissi baciandogli la guancia

Non era passato molto da quel giorno, solo due settimane, io e Jane stavamo per mettere in atto il nostro piano. Fortunatamente sono sempre stata brava con gli incantesimi di memoria, quindi ce la potevo fare.
«Mamma, papà venite un attimo qui, per favore» 
Sentivo il cuore battere all'impazzata, avevo paura che qualcosa potesse andare storto. 
«Grace che fai in camera nostra? E quelle valigie?» Chiese mia madre entrando in camera, mio padre mi scrutava, cercava di capire cosa avessi in mente. Era tutto pronto, avevo reso le loro valigie delle comode e semplici passaporte.
«Scusatemi tanto, ma è per il vostro bene»
Non riuscirono a rispondermi perché con un movimento di bacchetta e l'incantesimo Confundus ebbi il tempo giusto per far prendere loro le valigie. Io li seguii tramite un'altra passaporta.
Quando sentii di nuovo il suolo sotto i piedi aprii gli occhi ritrovandomi nel giardino di casa di mia zia Cristina. I miei genitori erano poco distanti da me, si guardavano attorno spaesati, il sole era quasi del tutto tramontato. Veloce Grace. Se qualcuno avesse scoperto delle passaporte, dei miei genitori, del mio piano sarebbe stata la fine. Veloce Grace la vocina nella mia testa non mi lasciava mai in pace, anzi mi metteva più in ansia 
«Cucciolotta che succede?» Domandò mio padre guardandosi attorno.

«Perchè siamo in Italia?» Chiese mia mamma con un tono arrabbiato.
«Vi verrò a prendere appena la guerra sarà finita, lo faccio per voi» mormorai senza guardarli negli occhi perché se avessi incrociato i loro sguardi sarei scoppiata a piangere.
«Grace cosa stai dicendo?»

«Tesoro, non puoi lasc...»
Decisi di non perdere altro tempo, ripresi la bacchetta e la puntai verso mia madre pietrificandola così che non potesse impedirmi di concludere il mio piano. Poi mi girai verso papà il quale mi guardò con uno sguardo deluso e arrabbiato. Abbassai lo sguardo... come potevo continuare se lui mi guardava così?
Sii forte, è per il loro bene
Trattenni le lacrime per poi pronunciare l'incantesimo e modificare i suoi ricordi. 

«Grace tesoro dove vai?» Chiese mamma prendendomi per una mano.
«Mamma guarda lì c'è un fiore tutto azzurro, non è bellissimo?» domandai inginocchiandomi per ammirare meglio il fiore. 
«Cucciolotta non lo strappare mi raccomando» mi avvertii papà serio.
«Come mai?» 
«Vedi un fiore è un essere delicato, come te, non vorrai fargli del male, vero?» mi chiese mamma guardandomi con dolcezza.
«No, non gli farò del male lo proteggerò» dissi convinta tornando a guardare il piccolo fiore azzurro.
«Brava Grace, ma ora dobbiamo tornare a casa, si sta facendo tardi» disse papà porgendomi la mano,
«Ed il fiore?» 
«Torneremo domani a vedere come sta» 
«Premesso?» 
«Promesso» rispose papà accarezzandomi la testa dolcemente.
 

Non avevo ancora capito perché, ma quando svolgevo incantesimi riguardanti i ricordi mi ritrovavo a viverne alcuni. Era per questo che avevo appena visto me stessa a cinque anni. In quel momento feci la mia prima magia, avevo messo uno scudo protettivo intorno a fiore in modo che nessuno gli facesse del male, ma allora ancora non lo sapevo.
Mi girai verso mia madre pronta a pronunciare di nuovo l'incatesimo. 

«Oh non ci posso credere! È tutto vero? E se fosse uno scherzo? No, non può essere. Questo vuol dire che è tutto vero!» dissi con voce stridula lanciando piccoli gridolini e saltando sul letto.
«Devo dirlo a mamma e papà! Cosa diranno? Che faccia faranno? Grace calmati. Calma» mi ripetei facendo respiri profondi.
La terrò ancora un po' con me. Mi accucciai nel letto stringendo la lettera forte al petto.
Passato un'oretta scesi in salotto dove trovai i miei genitori sul divano a guardare il telegiornale.

«Mamma, papà, oggi ho ricevuto una lettera» 
«Ah si? E da chi?» Chiese papà guardandomi ansioso, non penserà che sia di qualche ragazzo? Perché mai dovrebbe importarmi dei ragazzi? Sono stupidi, antipatici e pensano sempre a divertirsi, così me li ha descritti zia Cristina. Io non starò mai con un ragazzo che pensa solo a divertirsi e a fare cose stupide.
«Ecco guardate» dissi porgendo loro la mia amata lettera. 
A mia madre ogni riga che leggeva gli occhi le si spalancavano di più e così anche la bocca. Papà, invece era impassibile.
«Sarà uno scherzo» mormorò lui alla fine. 
«No, non può essere! Io ho fatto delle cose strane o come dice la lettera magie» 
«Del tipo?» Domandò curioso, mamma lanciava sguardi a me e poi a papà e così via. 
«L'altra settimana quando al parco io e mamma abbiamo trovato un piccolo passerotto dall'ala spezzata... io gli ho accarezzato l'ala e subito dopo è tornata a muoversi. Mamma ha detto che era una cosa bizzarra» 
«Magari non era veramente rotta» constatò papà.
«Il fiore azzurro. È ancora lì intatto. Nessuno riesce a toccarlo, a coglierlo, a calpestarlo da quando io ho detto che l'avrei protetto, ti ricordi? Quando l'abbiamo visto la prima volta un bambino l'aveva schiacciato giocando... e io non volevo che succedesse di nuovo, e infatti non è più successo»
A quel punto papà acconsentì che forse avevo ragione. 
«Tesoro ma come ci si arriva a Diagono Allei?» Chiese poi papà grattandosi la testa.
«Diagon Alley» lo correggemmo io e mamma. Lei sorrideva, mi aveva sempre detto che ero speciale e questa lettera lo confermava.
«Quindi andrai ad una scuola di magia... io quando da piccolo volevo fare il supereroe nessuno mi ha mandato una lettera» 
Scoppiammo tutti a ridere all'affermazione di papà. 
Fu in quel momento che realizzai per la prima volta di essrere veramente diversa, perchè io, Grace Tauril, sono una strega.

Era tutto finito. Mi aalontanai velocemente dai miei, entrambi aprirono gli occhi e sorridendo si avviarono verso la porta d'ingresso di casa di mia zia, erano felici e spensierati.
Si erano, ovviamente, dimenticati di un attimo prima. Si erano dimenticati dello sguardo che un attimo prima mi aveva provocato una fitta al cuore. Tuttavia era meglio così.

«Non è un addio, ci rivedremo quando tutto si sistemerà»
Li lasciai e tornai a casa, avrei voluto nascondermi nel letto dei miei e rimanere lì fun quando non fosse tutto finito, come facevo da piccola quando avevo paura.
«Com'è andata?» Chiese Fred che si era materializzato all'improvviso davanti a me.
«È andata» risposi in un sussurro. Fred mi abbracciò forte accarezzandomi la schiena. 
«Ho già portato le tue cose nell'appartamento, andiamo?» 
Mi liberai dalle calde braccia del rosso per guardarmi un ultima volta attorno. Le persiane alle finestre erano chiuse e la casa era avvolta nel buio... chissà quando sarei tornata.
«Si, andiamo»
Ci prendemmo per mano e in battito di ciglia eravamo a casa dei gemelli Weasley. Le luci erano spente quindi supposi che George non fosse in casa.
«Mi Casa es tu casa» disse Fred aprendo le braccia come per presentarmi il suo appartamento.
Sorrisi per poi appoggiare la borsa - che avevo usato come passaporta poco prima - con dentro le cose più importanti, sul tavolo in mezzo alla cucina. Le pareti erano bianco panna, il pavimento era in legno come il tavolo. Non era un cucina grande, ma non eravamo in tanti in casa quindi andava bene. 
«Allora vuoi rimanere lì immobile o andiamo in camera a sistemare le tue cose?» Chiese Fred cominciando ad incamminarsi in camera, io lo seguii.
«Il letto di George dov'è finito?» Chiesi non trovandolo al suo posto.
«Dormirà nella stanza delle invenzioni per un po'» rispose buttandosi sul letto. 
La stanza delle invenzioni era il posto in cui Fred e George sperimentavano i loro prodotti, avevo passato molto tempo lì con loro, ad osservarli mentre preparavano nuovi scherzi.
«Oh... è colpa mia se ha lasciato la sua camera» 
«Ma no! Ha detto che non voleva stare in stanza con noi innamorati. Meglio così, avremo un po' di privacy» rispose con un ghigno malizioso sul viso. 
«Conosco quello sguardo Fred Weasley e no. Devo sistemare la mia roba, come hai detto tu» 
«Potresti farlo dopo. Dai Grace... George non c'è, siamo soli in casa... è perfetto» disse alzandosi e venendo verso di me. 
«Fred..» cominciai, ma mi bloccai quando avvertii la mano di Fred accarezzarmi delicatamente il braccio mentre con l'altra spostava i miei capelli dal collo sul quale poco dopo lasciò una scia di baci leggeri. 
«Cosa stavi dicendo?» sussurrò tra un bacio e l'altro. Stava cercando di distrarmi e ci stava riuscendo, maledizione. 
Deglutii e poi aprii la bocca per parlare, ma nulla uscii dalle mie labbra. Questo era l'effetto che Fred faceva su di me.
Mi lasciai accarezzare dal tocco leggero e dolce di Fred fino a quando lui non si fermò all'improvviso e fu come risvegliarsi dopo un lungo e meraviglioso sonno. 
«Su Tassorosso sistema le tue cose» disse divertito stava per tornare a sedersi sul letto, ma lo fermai.
«Si può fare dopo, giusto?» senza aspettare la sua risposta lo baciai. 
Sentii Fred sorridere mentre mi baciava, sapeva di aver vinto. 

---

«Dove vai?» Borbottò nel sonno. 
«Vado a bere un bicchiere d'acqua» dissi cercando una maglietta per coprirmi. 
Fred a quel punto mi lascio la mano e io potei alzarmi. Non avevo sistemato un bel niente delle mie cose. Dopo aver fatto l'amore eravamo rimasti ore e ore nel letto abbracciati a parlare e ridere. Era riuscito a farmi dimenticare il mondo attorno a noi. 
Arrivai in cucina e fortunatamente non c'era George in giro perché la maglietta che avevo messo non mi arrivava nemmeno a metà coscia.
«Grace» disse una voce alle mia spalle che mi face sobbalzare. Era la voce di una ragazza, fui stupita quando vidi il proprietario della voce.
«Angelina! Ehm... ciao» mormorai cercando di abbassarmi il più possibile la maglietta. Che situazione...
«George mi ha detto che stavi qui, come stai?» 
Non che non volessi parlare con lei, ma mi imbarazzava aver addosso solo una maglietta. Fu in quel momento che mi accorsi che anche Angelina indossava solo una maglietta.  
«Bene, tu?» 
Lei sorrise timidamente, spostandosi una giacca di capelli dietro l'orecchio.
«Bene... ero venuta a bere un bicchiere d'acqua» 
Annuì porgendogliene uno e poi insieme bevemmo. 
«E così stai ancora con Fred, che bello» 
Annuii lanciando un'occhiata alla porta della camera nel quale il rosso stava dormendo tranquillamente e mi scappò un sorriso.
«Tu e George?»  Chiesi curiosa ed interessata - le storie d'amore mi sono sempre piaciute - dopo il ballo del ceppo li avevo visti uscire insieme un po' di volte, ma ad un certo punto George aveva iniziato ad uscire con tante ragazze diverse e non avevo mai capito il motivo.
«Non stiamo insieme. Ecco ci siamo incontrati per caso... e sai George mi è sempre piaciuto... George e penso anche Fred hanno un certo modo di persuadere e sai com'è una cosa tira l'altra e siamo finiti a letto insieme»
Annuii sapevo benissimo di cosa stava parlando, era successa pure a me la stessa cosa questo pomeriggio.
«Ora sarà meglio che torni a letto» disse alzandosi. Non volevo insistere e farle domande sul perchè non stessero insieme, quindi mi alzai anch'io.
«Si, pure io, notte» 
«Notte Grace» 
Entrando in camera cercai di fare il minimo rumore possibile, ma purtroppo andai a sbattere con il mignolo del piede contro un mobile.
«Per la barba di Merlino! Che dolore!» urlai buttandomi a terra. 
Nella mia testa stavo insultando il mobile in tutte le lingue a me conosciute. 
Fred non si era mosso di una virgola, continuava a ronfare come se io non mi fossi appena uccisa un dito del piede. Dopo qualche minuto mi rialzai e senza altri intoppi raggiunsi il letto. 
Mi sdraiai affianco al rosso e prima di addormentarmi gli sussurrai "Ti amo" lasciandogli un bacio leggero sulla guancia.
Fred era riuscito a trosformare quella giornata da triste a felice. Ero fortunata ad aver trovato un ragazzo come lui e che ricambiasse i miei sentimenti, so di essere smielata, ma per me nessuno era comparabile a Fred.






 

Buongiorno! 
Come state?
Io sono a casa perchè oggi avevamo quattro ore buca e i miei mi hanno concesso di rimanere a casa, che gioia.
Era iniziato come un capitolo triste e doveva essere così perchè se Grace vuole combattere
deve almeno mettere al sicuro la sua famiglia.
Fred, ovviamente, la sosterrà perchè è fatto così, ma è pur sempre un burlone e non può permettere che il primo giorno di "convivenza" Grace sia triste quindi fa di tutto per renderla felice, perchè per lui è la cosa che conta di più.
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Fatemi sapere cosa ne pensate

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 26
*** To Risk ***


26. To Risk


Marzo 1998

Avete presente quando fate una cosa solo per sentire il pericolo? Quando sapete che facendola vi metterete nei guai, ma la fate lo stesso? Ecco, a me è sempre piaciuta quella sensazione. L'idea di correre un rischio e di riuscire a scamparlo mi è sempre piaciuta. 
«No. Basta. Smettetela, per favore» 
Grace non è d'accordo con me. Siamo sempre stati un po' agli antipodi. A me piace mettermi nei guai, infrangere le regole. Lei segue le regole alla lettera per la troppa paura del rischio che correrebbe infrangendole. Io mi riduco a fare le cose all'ultimo minuto, lei si prepara dei programmi per fare in modo che non succeda. Io sono sempre in ritardo, lei è sempre in anticipo. Io sono quello che non starebbe mai fermo, lei è più pigra di un bradipo. A me piace stare al centro dell'attenzione, a lei no, starebbe sempre nell'agolo della stanza sperando che nessuno la noti.
Proprio perchè siamo diversi stiamo bene insieme, ma ora lei non riesce a capire il mio punto di vista.
«Tu non capisci...»
La mora a quel punto mi fulmina con lo sguardo. È davvero raro vedere Grace arrabbiata, ma quando lo è fa quasi paura. 
«Io non capisco? Ah si? Fred tu stai rischiando la tua vita partecipando a Radio Potter, se vi dovessero scoprire chissà cosa potrebbe succedere... Io non so che farei se ti succedesse qualcosa» dice scuotendo la testa esasperata per poi guardarmi negli occhi, i suoi sono lucidi. Sto per intervenire, ma non mi lascia parlare zittendomi di nuovo con il suo guardo furioso.
«Sono chiusa qui da mesi ormai... non posso uscire perché secondo te sarebbe pericoloso per me, ma tu puoi benissimo partecipare a Radio Potter?» Chiede alzando la voce, ha parlato talmente velocemente che ha il fiatone. 
«Posso parlare?»
Lei annuisce senza guardarmi. 
«Grace per me è diverso» mi fermo subito perché so di aver sbagliato approccio.
«Nel senso...» mi fermo di nuovo, non riesco a riordinare i pensieri.
«Nel senso che secondo te io non mi so difendere da sola e quindi non posso uscire, mentre tu sei più bravo di me e puoi fare quel che vuoi... Oppure nel senso che sono una nata babbana e corro più rischio di un sangue puro, spiegami Fred» 
È tutta rossa in faccia, è fuori di se dalla rabbia. So che è preoccupata per me e che la sua situazione di isolamento non le piace, ma io devo farlo. Voglio farlo, niente mi fermerà. 
«Grace per me è importante, per favore cerca di capirmi» 
In quel momento irrompe George nella stanza.
«Andiamo Freddie» 
Grace guarda male anche lui, mio fratello preferisce uscire subito dalla mia stanza spaventato all'idea di una sgridata da parte della mia ragazza. So che George ha sentito tutto, è un po' impossibile non udire le nostre urla comunque gli rispondo di "si" e mi incammino verso la porta. Lancio un ultimo sguardo verso la mia camera e vedo Grace prendere a calci l'aria, mi fa male vederla così, ma non posso restare a casa. Quando chiudo la porta la sento urlare, una parte di me vuole rientrare ad abbracciarla. Tuttavia quella che ha la meglio è la parte di me che mi dice di andare, di partecipare a Radio Potter e di trasmettere informazioni utili a quelli che ne hanno bisogno.

«Ragazzi che bello avervi qui!» esclama Lee venendoci incontro. Questa volta trasmettavamo da una locanda babbana abbandonata. Cambiavamo posto ogni volta. Il luogo, questa volta, era spoglio, la carta da pareti color lilla si staccava dal muro marcio e sporco, le finestre non lasciavano filtrare molta luce per via della polvere.
«È sempre...»
«Un piacere essere qui» conclude George la mia frase. 

«Lee senti un po', ma un posto che puzzava di meno non potevi trovarlo?» domanda il mio gemello tappandosi il naso. 
«C'è puzza di pesce morto» aggiungo continuando a guardarmi intorno
«Non c'erano pesci morti, ma ho trovato un topo morto quando sono arrivato
» risponde il nostro migliore amico facendoci ridere, era così bello ridere di nuovo noi tre insieme. 
«
Sapete come funziona sedetevi qui e tra qualche minuto iniziamo» ci informa il nostro amico per poi andare a parlare con un'altra persona li presente. 
«La Tassorosso era un po' arrabbiata, spero che quando torneremo avremo ancora una casa» mormora George facendomi scappare un sorriso.
«Lo spero anch'io» 
Spero anche di poter fare pace con lei al mio ritorno, magari si sarà calmata. 
«Iniziamo!»
«Buonasera a tutti e ben tornati a Radio Potter! Oggi siamo con River, il sottoscritto, e...»
«Mordente» rispondo, ho già preso parte in passato alla radio mentre per George è la prima volta.
«Orecchi» si inventa un nome al momento, lo guardo ridacchiando. 
«Orecchi?» chiede Lee ridendo. 
George fa una faccia buffa, facendo ridere tutti. 
«Tornando alle cose serie... ci sono state nuove catture di nati babbani e noi vorremmo semplicemente dire che faremo di tutto per fermare Voi-Sapete-Chi» 
«Posso dire una cosa a una persona?»
«Certo Mordente, parla pure»
«Vorrei dire una cosa a una persona che spero mi stia ascoltando, è una persona importante per me... se mi stai ascoltando sappi che mi dispiace, ma ci tengo a quello che sto facendo e non intendo smettere, spero davvero che tu capisca e mi sostenga» 
Dopo questo torniamo a parlare di cose serie. Dei nuovi movimenti che sospetiamo siano opera di alcuni Mangiamorte. Di lupamannari che si aggirano tranquillamente per Londra, ferendo chi trovano. Io e George cerchiamo di infilare qualche battuta per non far spaventare troppo gli ascoltatori con le chiacchiere su Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. A noi si aggiunge anche Remus Lupin che porta altre novità, brutte purtroppo, come la morte di alcune persone che un tempo lavoravano al ministero, riconosco alcuni nomi.

«Grazie ancora per essere venuti» ci saluta Lee Jordan prima di smaterializzarsi davanti a noi. 
Io ed il mio gemello decidiamo che è il momento di tornare a casa. 
Appena arrivati notiamo un silenzio di tomba e le luci spente. 
«Grace?» chiede George accendendo la luce. 
«Hei Tassorosso» la chiamo io, ma nessuna risposta. Vado in camera nostra, dove pensavo di trovarla, ma non c'è.
Fai che non sia uscita, ti prego. Fai che non si sia messa nei guai, che non sia in pericolo.
Io e George cerchiamo ovunque, ma niente. Non possiamo chiedere a qualcuno se l'hanno vista perché nessuno, fatta eccezione per Angelina, sa che Grace sta da noi. Angelina lo sa perché ultimamente si vede molto con Georgie. Tutti e due continuano dire che non stanno insieme, che è solo per fuggire dal mondo esterno. Tuttavia è palese che si piacciano, ma nessuno dei due lo vuole ammettere. 
Passata un'ora dal nostro rientro sento l'ansia salirmi sempre di più, ma dove diavolo si è cacciata?!
In quello stesso momento eccola che si materializza in cucina. 
«George è tornata!» urlo per avvertire il mio gemello, anche lui preoccupato.
Corro ad abbracciarla per poi separarmi velocemente. Le stringo forte le spalle e comincio a scuoterla dicendole: «Per la barba di Merlino! Dove sei stata? Ci siamo preoccupati, mi sono spaventato»
«Volevo vivere il rischio, volevo provare quello che a te piace tanto, così magari sarei riuscita a capirti meglio» risponde tranquillamente.
«E così tu hai provato quello che provo io quanto tu... quando voi non ci siete» mormora guardando prima me e poi George.
«Dove sei stata?» 
«Ero sul tetto, avevo bisogno di un po' d'aria» 
Sul tetto. Era sul tetto. E' scappata per darmi una lezione e c'è riuscita. 
«Allora come vi siete sentiti quando avete capito che non c'ero?» domanda con un leggero sorriso. 
«Tu come ti sei sentita ad infrangere le regole e a correre il rischio?» chiede George anche lui sorridendo.
«Non è stato bello» le rispondo sinceramente sedendomi sul piccolo divanetto color porpora.
«A me... un po' è piaciuto. Certo ero in ansia perché avevo paura che qualcuno potesse vedermi o chiedermi cosa stavo facendo, ma avevo bisogno di stare un po' fuori da qui» 
«Allora anche Grace Tauril riesce ad infrangere le regole» dice divertito George per poi sedersi accanto a me. 
«Facciamo un patto Grifondoro?» 
«Dicci Tassorosso» rispondiamo io ed il mio gemello insieme.
«Io non mi intrometto più tra voi e Radio Potter, vi lascio andare senza oppormi ogni volta, se voi mi permettete di uscire, distare sul tetto una volta ogni tanto» 
Quando finisce di parlare sporge il labbro inferiore cercando di essere più convincente. 
«E va bene, ma devi prometterci di stare attenta» rispondo e George annuisce.
«Lo prometto, ora promettetemelo voi»
«Staremo attenti» 
«Lo giuro!» aggiunge George mettendosi la mano sul cuore. 
Dopodiché ci sediamo intorno al tavolo e raccontiamo le novità a Grace che essendo stata fuori non aveva ascoltato la trasmissione.
Rimase più sconvolta ogni volta che aggiungevamo qualcosa. 
«Si mette davvero molto male» conclude lei alla fine del discorso. 
«Tra poco ci sarà la guerra ve lo dico io» 
«Concordo con George» 
«Allora dovremo essere pronti, perché non possiamo perdere» dice Grace stringendo i pugni,  per poi fare un respiro profondo ed alzarsi avvicinandosi ai fornelli.
«Cosa volete da mangiare?» domanda gentilmente. 
Da lì parte una discussione su cosa avremmo mangiato, ma alla fine scoppiamo tutti a ridere. Funziona sempre così con noi, i gemelli Weasley, si finisce sempre a ridere.




 

Buonaseraaa!
Penultimo capitolo, l'ultimo dal punto di vista di Fred, il prossimo sarà sulla battaglia ad Hogwarts, sarà un po' più lungo del solito.
Questo capitolo era un po' noioso, I know, ma volevo inserire Radio Potter da qualche parte e quindi eccola qui. Ho già scritto metà dell'ultimo lo pubblicherò a breve, se riesco entro questa settimana. 
Spero che vi sia piaciuto, anche se era un po' noioso.

Detto questo vi saluto, 
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

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Capitolo 27
*** Look me again ***


Consiglio di ascoltare una (o tutte) delle seguenti canzoni come accompagnamento dell'ultimo capitolo: 
Don't go -Rea Morris
Saturn - Sleeping at Last
Light - Sleeping at Last

27. Look Me Again

Maggio 1998

Era arrivato il momento di affrontare... Vo-Voldemort.
«Cavoli George la smetti di pestarmi i piedi?» Chiesi al rosso. 
«Scusa Grace, ma se tu non l'avessi notato questo tunnel è un po' stretto» 
«Smettetela di bisticciare voi due» ci zittì Fred. 
Iniziavo a vedere uno spiraglio di luce, eravamo quasi arrivati.
La prima a varcare il buco nella parete fu Ginny, seguita da Fred, George, me e Lee. 
«Aberforth è un filino seccato. Vorrebbe andare a dormire e il suo pub è diventato una stazione ferroviaria» annunciò Fred salutando con la mano tutti i presenti nella Stanza delle Necessità, che era cambiata dall'ultima volta che l'avevo vista. Era così bello essere tornata qui, Hogwarts, peccato che il motivo fosse per l'imminente battaglia. 
Poco dopo ci raggiunsero: Cho Chang, era stata la ragazza di Cedric, Charlie, Jane, Kate e Tod. Appena li vidi corsi ad abbracciarli, non li vedevo da così tanto tempo. Mi erano mancati moltissimo.
«Le tre streghe sono di nuovo insieme» disse Kate sorridendomi. 
«Lo sono sempre state! Anche se eravamo distanti» aggiunse Jane con le lacrime agli occhi. Ci staccammo dall'abbraccio e salutai Charlie, il ragazzo di Jane, e Tod, il fratello gemello di Kate. Solo in quel momento mi accorsi della mancanza di Kyle. Non lo vedevo da tanto, l'ultima volta che l'avevo sentito era divento preside nella scuola in cui insegnava. 
«Kate dov'è Kyle?» 
Lo sguardo della mia amica si rabbuiò in un lampo.
«Lui ha deciso di non prendere parte alla guerra» rispose con voce triste. Decisi di non fare altre domande vedendola triste, ci sarebbe stato altro per parlarne. 
«Allora qual è il piano, Harry?» Chiese George attirando la mia attenzione.
«Non c'è un piano» rispose guardandosi intorno, sembrava sorpreso dalla presenza di tanta gente, ma cosa si aspettava? Eravamo tutti disposti a combattere per salvare la scuola, gli amici e quello in cui credevamo, ma soprattutto volevamo fermare Voi-Sapete-Chi.
«Improvvisiamo, allora? Il mio piano preferito» dichiarò Fred con il suo solito ghigno meritandosi una gomitata da parte mia.
«Devi smetterla! Perché li hai richiamati tutti? È folle...» urlò Harry.
«Per combattere, no?» rispose un ragazzo dalla carnagione olivastra, che sapevo essere stato nella casata di Grifondoro, allo stesso anno di Harry Potter. 
Hermione mi salutò con la mano, ricambiai, poi lei si mise a confabulare con Harry e Ron. Dopo qualche minuto il prescelto si rigirò verso di noi.
«D'accordo!» disse ad alta voce per far si che tutti lo ascoltassero.
«Dobbiamo trovare una cosa... una cosa che ci aiuterà a sconfiggere Voi-Sapete-Chi. È a Hogwarts, ma non sappiamo dove. Forse apparteneva a Corvonero. Qualcuno ha sentito parlare di un oggetto del genere? Qualcuno ha mai visto qualcosa con il corvo inciso sopra, per esempio?» Chiese Harry cercando di essere chiaro senza entrare nel dettaglio. Avrei voluto essere di aiuto, ma non ne avevo la minima idea. A rispondere fu una amica di Ginny, l'avevo vista nei vari incontri dell'ES e al matrimonio di Bill e Fleur, si chiamava Luna. Quest'ultima ed Harry si incamminarono verso la sala comune di Corvonero. 
Nel frattempo ci raggiunsero altri amici, pronti a combattere: Angelina, Bill, Fleur, i signori Weasley, Lupin, Kingsley e altri tre ex giocatori della squadra di Quidditch di Grifondoro. 
Rimanemmo a parlare su come avremmo affrontato... Voldemort, se fosse stato necessario, quando il ragazzo sopravvissuto tornò.
«Harry, cosa succede?» Chiese Lupin correndogli incontro.
«Voldemort sta arrivando, stanno barricando la scuola... Piton è fuggito... cosa ci fate qui? Come avete fatto a saperlo?» 
«Abbiamo mandato dei messaggi al resto dell'esercito di Silente, non potevano perdersi il divertimento» spiegò Fred. 
«Cosa si fa Harry?» Domandò George curioso e agitato.
«Appuntamento in sala grande per organizzarsi, si combatte»
Tutti si precipitarono verso le scale per dirigersi al luogo dell'incontro, la famiglia Weasley era rimasta indietro perché Molly e Arthur stavano litigando con Ginny, non volevano che lei combattesse.
«Grace andiamo?» mi chiese Jane porgendomi la mano. Guardai Fred non sapendo cosa fare. 
«Vai pure, ti raggiungo io» 
Dopodiché mi baciò la fronte.

——-

Eravamo in Sala Grande seduti sul pavimento freddo di pietra.
«Grace quando sarà tutto finito, se ci dovessimo separare ci rivediamo qui. Ho una sorpresa per te» 
«Fred lo sai che non sopporto quando mi dicono che c'è una sorpresa! Ora sono troppo curiosa» mi lamentai sorridendo, stringevo forte la sua mano nella mia, non volevo ammetterlo, ma avevo paura. Mancava poco a mezzanotte, tra poco sarebbe iniziata la battaglia.
«Lo so, per questo te l'ho detto» disse divertito. 
«Manca solo mezz'ora mezzanotte, dobbiamo agire in fretta! Gli insegnanti di Hogwarts e l'Ordine della Fenice hanno concordato un piano. I professori Vitious, Sprite e McGrannit condurranno i gruppi di combattenti in cima alle tre torri più alte. Nel frattempo Remus, Arthur ed io guideremo altri gruppi all'esterno. Ci vorrà qualcuno che organizzi la difesa dei passaggi che conducono nella scuola...» gridò Kingsley forte e chiaro. 
Tutte le persone che aveva chiamato annuirono e iniziarono a dirigersi alle loro posizioni.
«Bé... è il lavoro ideale per noi» intervenì Fred, indicando lui e George, mentre si alza da dove ci eravamo seduti. 
«Grace sta attenta, mi raccomando. Ci rivediamo qui per la tua sorpresa. Ti amo» disse prima di baciarmi come non aveva mai fatto prima. Mi stava trasmettendo tutti i suoi sentimenti, tutto il suo amore, ma c'era anche paura, lo sentivo. Quando ci staccammo le nostre fronti rimasero appoggiate l'una contro l'altra. Non eravamo pronti a separarci, ma dovevamo farlo.
«Ti amo anch'io, per favore stai attento, niente gesti eroici» gli risposi tenendo stratta la sua mano. 
Quando Fred la lasciò avvertii una strana sensazione sul petto, non ero più abituata a stare lontana da lui.
Mi avvicinai a Jane, Charlie, Kate e Tod noi avremmo combattuto all'ingresso.

——-

«Non ha niente a che fare con Difesa Contro le Arti Oscure!» gridò Kate mentre lanciava incantesimi ad una Mangiamorte.
«Già» le rispose il gemello. 
Non c'era un attimo di pausa. Continuavo a lanciare incantesimi a destra e a sinistra, quando sentii qualcuno urlare. 
«Jane!» gridò Charlie, con la coda dell'occhio vidi la mia migliore amica a terra, qualcuno le aveva ferito la gamba e non riusciva a rialzarsi, la bacchetta era caduta lontano da lei. Charlie cercava di raggiungerla, ma i Mangiamorte non glielo permettevano. 
All'improvviso vidi entrare in Sala Grande Greyback che vedendo la bionda a terra si leccò le labbra. 
No. Brutto ammasso di pulci non pensarci nemmeno. 
Riuscii a schiantare il mago con cui stavo lottando per poi girarmi contro il lupo mannaro e colpirlo con tutte le fatture che mi venivano in mente. Tuttavia questo non si fermava, anzi sembrava che non gli facessi nulla. Kate mi aiutò ed insieme, per fortuna, riuscimmo ad allontanarlo e ad avvicinarci alla nostra amica per assicurarci che stesse bene. Jane era svenuta, perdeva sangue dalla fronte sulla quale aveva un piccolo taglio. 
In quel momento mi accorsi di perdere sangue dalla spalla, iniziai anche ad avvertire il dolore. Tuttavia non ci pensai più di tanto e tornai a combattere stando davanti a Jane per proteggerla finché non si sarebbe ripresa.

——

Ci sono momenti che ti cambiano. 
Un singolo momento può cambiarti, in meglio o in peggio. 
Tutto succede in pochi secondi. 
Un momento, un secondo, ed ecco che cambi.
Vedere la tua seconda casa distrutta, è uno di quei momenti.
Hogwarts non era più come prima. Non era più grande e possente. Era solo un ammasso di macerie. 
Era tutto distrutto. Era scesa la notte, tutti rientravano nel castello.
Voldemort si era ritirato nella foresta proibita ed aspettava Harry Potter. 
Non era ancora finita, ma in quel momento non mi importava nulla, volevo solo riabbracciare Fred. 
L'ultimo combattimento mi aveva portato all'esterno della scuola quindi corsi il più velocemente possibile nella Sala Grande.

Entrando rimasi scioccata da ciò che vidi. Trovai tanti corpi stesi a terra, privi di vita, alcuni ricoperti con un telo bianco.
Durante il mio percorso vidii Remus con al suo fianco Tonks, che a quanto pare l'aveva raggiunto in battaglia, lasciando loro figlio a casa.
Erano distesi a terra, privi di vita. Gli occhi mi si riempirono di lacrime, come era possibile?
Remus Lupin, il miglior professore di difesa contro le arti oscure che abbia mai avuto, un amico, era lì disteso a terra con gli occhi chiusi. Tonks pure, aveva raggiunto Remus nell'aldilà. 
Erano insieme, ma non erano più con noi. 
Le lacrime iniziarono a scendermi lungo le guance. 
Questi sono gli attimi che cambiano la vita. 
Sono momenti che ti svuotano dentro. 
Come può la vita finire così? Come può la Morte portare via le persone con tanta facilità? 
Com'è possibile?
Mi voltai e vidi Tod con la testa appoggiata alla spalla della sorella. Mi avvicinai a loro, per assicurarmi che stessero bene.
«Tutto apposto?» 
«Tod ha un braccio rotto, io sto bene... Jane? Non era con te?» chiese Kate notando che la ragazza bionda non era al mio fianco.
«Si, sta meglio, però non riesce a camminare. Ora è lì con Charlie» indicai i due ragazzi che erano abbracciati, poco distanti da noi.
«Meno male che stanno bene» sussurrò Tod guardandoli.
«Ora vado a cercare Fred, ha una sorpresa per me» dissi sorridendo. 
«Allora vai dal tuo Grifondoro» 
Continuai a camminare per la Sala Grande cercando tra le persone una testa rossa. Ne trovai un po', di teste rosse, più avanti. 
Mi avvicinai a loro con un gran sorriso sulle labbra. Avevo la spalla che martellava a causa di una ferita, ma ignorai il dolore. 
Ero troppo agitata, dovevo rivedere Fred.
Quando arrivai vicino a loro sentii dei singhiozzi. Stavano piangendo, perché?
Poi capii... 
Quel momento. 
Quei pochi secondi bastarono a farmi crollare. Cambiarono tutto. 
Quei secondi furono i più devastanti fra tutti i secondi.
La famiglia Weasley era riunita davanti ad un corpo. 
Tutti piangevano.
Sentii una stretta al cuore. Soprattutto quando realizzai chi era il ragazzo privo di vita steso a terra. 
In quel momento sentii il mio cuore rompersi in mille pezzi. 
Mi lasciai cadere a terra in un gridò silenzioso, le lacrime che già scendevano lungo le mie guance.
No. No. No, ti prego. Tu no. 
Avevi detto che saresti stato attento, che non mi avresti lasciato.
Mi avvicinai al corpo per assicurarmi che fosse davvero lui. 
«F-Fred.. ti prego... g-guardami... g-guardami» mormoravo con voce rauca. Le lacrime mi appannavano la vista, ma il volto di Fred, del mio Fred era vivido nella mia mente. 
Sorrideva, mi sorrideva con il suo solito ghigno.

«Cerchi guerra?»
«No, non cerco guerra, ma per favore se mi colpisci in faccia chiedimi scusa dopo»
«Perché dovrei? È divertente. È un gioco. Sorridi un po' se no come fai a goderti la vita?... Hai sentito Georgie? La ragazzina non si è divertita»  

Fred. Non puoi andartene, non puoi lasciarmi sola.

"Buon Natale Tassorosso 
Divertiti mi raccomando!"

No. Non lo accetto. Non tu.
I ricordi di Fred stavano invadendo la mia mente uno dopo l'altro. Era come se mille lame mi stessero trafiggendo contemporaneamente.

«Buon compleanno Tassorosso» 
«G-Grazie» risposi imbarazzata.
«Che ci fai qui?» 
«Io passavo da queste parti... sarà meglio che vada»
«No... ecco vorresti entrare?»

 

«Ma dico sei impazzito! Mi hai fatto spaventare un sacco!»
«Scusami Tassorosso e comunque avevi detto che non ti saresti arrabbiata» «Era necessario Fred? Prendermi così all'improvviso?»
«Calmati! Ti volevo solo dire di stare attenta»

«Riesci a capire se sono Fred o George?» 
«Si certo, George» 
«Sei una delle poche, a volte anche Lee ci confonde. Come fai a distinguerci?» 
Cosa gli dovevo dire?
«Cos'è quello sguardo perso Grace? Come fai ad essere sicura che io sia George?»
« Ecco... Non siete del tutto uguali nell'aspetto»
«Tutto qui? Non vedi nient'altro di diverso tra me Fred?»

Certo che vedevo qualcosa di diverso. 
«Fred tu e-eri, t-tu sei e s-sarai per sempre l'amore della mia vita. 
T-Ti prego, apri gli occhi» gli sussurrai trai singhiozzi.

«Si sto bene e tu? E George?»
«Sì tutto bene, lui sta già dormendo, ma io volevo assicurarmi che tu stessi bene prima di dormire»
Era preoccupato per me. Eravamo tutti nella Sala Grande a dormire per via dell'assassino in libertà. 
«Grazie per esserti preoccupato, sono più tranquilla ora con te vicino»

«Grace?»
«Si?»
«Cosa faresti se ti dicessi che mi piaci?»

Non riuscivo a smettere di piangere ed urlare. Non vedevo niente a causa delle lacrime. Non sentivo nulla perché il rumore dei miei singhiozzi era più forte.

«Tu mi piaci Grace, fin dal primo momento in cui ti ho vista»
«Davvero?»
«Te lo giuro solennemente»

«Perché ridi?»
«Mi fai ridere tu»
«Ah così ti faccio ridere Grifondoro?»
«Si» 

«Vuoi venire al ballo con me?» 
«Sai Fred... pensavo non me l'avresti più chiesto...»
«Dimmi che nessun altro ti ha invitata»
Annuisco. 
«Sì, mi hanno invitato due ragazzi di un anno più grande, amici di Cedric, ma io ho rifiutato. Idiota pensavi davvero che avrei accettato l'invito di qualcun altro se sono rimasta qui per venire con te?»

Mentre balliamo nella sala grande ci ritroviamo sotto al vischio, Fred mi da un leggero bacio. 
«Cos'è Weasley Ti vergogni?»
«Ti piacerebbe Tauril»

«Sei davvero bellissima quando ridi... e anche quando arrossisci. 
Cos'è ti ho tolto le parole di bocca?»
«Ti amo Fred... 
ora chi ha tolto le parole di bocca a chi?» 
«Ti amo anch'io Grace»

Proprio perché ci amiamo non possiamo stare separati.

«Fred»
«Si?»
«Promettimi che staremo insieme, soprattutto ora, che la fuori c'è Tu-Sai-Chi»
«Non ti preoccupare ti proteggerò sempre»

«Ti amo Grace Tauril, mia Tassorosso»
«Ti amo Fred Weasley, mio Grifondoro, sarà così per sempre»

«...Il vestito è troppo scollato» 
«Ma se è coperto lo scollo» 
«Con del pizzo trasparente»
«Fred me l'hai regalato tu il vestito... Forse intendi dire che non mi sta bene...»
«No, no non ti sta male»

«Grace sta attenta, ci vediamo qui per la tua sorpresa. Ti amo»

Le lacrime continuavano a scendere non avevano intenzione di fermarsi.
«Fred... guardami come solo tu puoi... g-guardami ancora una volta... F-Fred ti prego guardami ancora» gli urlai contro tenendo il suo volto tra le mie mani. 
Sorrideva. Fred aveva quel suo solito ghigno sul volto.
Brutto idiota perché sorridi? Non capisci che io non lo farò più. 
Continuai ad implorarlo di svegliarsi, ma lui non apriva gli occhi. 
Mi avvicinai al corpo e lo abbracciai rimasi lì a stringerlo tra le mie braccia con la speranza che si svegliasse che mi dicesse ancora ti amo, che mi chiamasse ancora per nome,
che mi abbracciasse ancora, 
Che mi accarezzasse ancora i capelli. 
Vorrei sentirlo ridere perché la sua risata colorava la mia giornata. 
Vorrei che mi portasse ancora sotto il grande albero vicino alla Tana per fare un pic-nic. Oppure vorrei riandare sotto l'albero dai fiori bianchi, al limitare della foresta proibita, dove avevamo passato dei stupendi momenti. 
Vorrei sentire ancora le sue mani stringere le mie.
Vorrei sentire la sua voce, la sua bella e calda voce.
Vorrei sentire le sue labbra sulle mie. 
«F-Fred ti amo» dissi baciandolo un' ultima volta.
«E sarà per sempre» aggiunsi dopo. 
Alzai leggermente la testa di fronte a me, accasciato a terra stringendo la mano di Fred, c'era George che piangeva forte quanto me.
Mi avvicinai a lui e lo abbraccia rimanemmo lì abbracciati per un po' ognuno a piangere sulle spalle dell'altro. 
«G-George m-mi dispiace» mormorai trai singhiozzi.
«A-Anche a-a me Grace»
Mi ricordo che una volta dissi "Non c'è Fred senza George e non c'è George senza Fred" era vero, ma ora aggiungerei anche: "Non c'è Grace senza Fred".
George aveva perso suo il suo compagno di scherzi, il suo collega, il suo migliore amico, il suo fratello gemello.
Io avevo perso l'amore della mia vita, colui che con una solo sguardo mi faceva sentire bellissima. Colui che riusciva a far diventare una mia giornata triste in una felice. Colui che mi faceva sentire viva. 
Entrambi avevamo perso una parte di noi.
«Lui resterà sempre con noi» mormorò George staccandosi dall'abbraccio per guardarmi negli occhi. Poi si alzò asciugandosi le lacrime con la mano che della felpa e mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi da terra. La battaglia non era ancora finita, avrei continuato a combattere, al fianco di George, per Fred.






 

Non odiatemi please. 
Lo so, far morire Fred è stato orribile, ma io volevo scrivere una storia che fosse il più possibile congruente ai libro...
è
 stato difficile per me scrivere della sua morte.
Il capitolo inizialmente era molto più lungo, ma ho tolte delle cose che ho preferito aggiungere all'epilogo,
sì ci sarà un epilogo. 

Spero che nonostante la morte di Fred questo capitolo e la storia vi siano piaciuti.
Fatemi sapere quello che pensate.

Grazie ancora per aver letto fino a qui♥

Detto questo vi saluto,
Kiss and hugs
||MartaWeasley||

P.S. La sorpresa che Fred aveva per Grace si scoprirà nell'epilogo.
P.P.S. L'epilogo l'ho gia scritto, devo solo fare qualche aggiustamento, se riesco lo pubblico domani.

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Capitolo 28
*** Five Years Later ***


28. Five Years Later



Aprile  2003

Cinque anni.
1825 giorni.
43800 ore. 
2628000 minuti.
157680000 secondi.
Cinque anni erano passati dalla vittoria , dalla sconfitta di  Voldemort. Ora regnava la pace, era risorto un nuovo mondo.  Tutto era tornato alla normalità, non c'era più paura.
A Londra, 
in Bridge Ave numero 12, si trovava un piccolo appartamento molto vicino ad Brent Valley Park. Era un monolocale, non c'era molto spazio, ma alla proprietaria andava bene. Proprio dalla porta, color mogano, di quella appartamento uscì una giovane donna dai capelli castani con occhi del medesimo colore, sembrava avere l'aria stanca, come se qualcosa o qualcuno l'avesse tenuta sveglia tutta la notte.
«Andiamo» disse Grace Tauril con tono autoritario.
Dall'uscio della porta spuntò una bambina  con i capelli rossiccio scuro, occhi dello stesso colore della madre
«Mamma non trovo la giacca» disse la piccola sporgendo il labbro inferiore.
«Martha Elizabeth Weasley te l'avevo messa sul letto» le ricordò la madre per poi sbuffare e rientrare in casa.
«Visto non c'è» le fece notare la figlia indicando il letto. Eppure Grace era certa di avergliela messa lì. Poco dopo la bambina rispuntò alle spalle della madre urlando: «Buu!» 
Quando Grace si girò vide sua figlia che indossava la giacca ed era già pronta per uscire.
«Te l'ho fatta mamma!» 
Era tale uguale a suo padre, aveva perfino ereditato quelle stupende lentiggini. 
Grace mise la mano su fianchi e guardò la figlia sorridendo.
«E così credo di avermela fatta?» Chiese Grace per poi prendere la piccola Martha in braccio e lasciarla cadere sul letto iniziando a farle il solletico.
«Mamma! Basta... non respiro» disse a fatica la rossa ridendo. A quel punto Grace si fermò tese la mano a sua figlia che subito gliela strinse. 
«Mamma dopo che andiamo da papà andiamo dallo zio?» Chiese guardando sua mamma mentre camminavano per le strade della grande città.
«Si, esatto»
«Hai preso i miei disegni?»
«Si tesoro»
Camminarono per un po', presero l'autobus per diverse fermate fino ad arrivare in un piccolo paesino. 
«La casa dei nonni è lì infondissimo, giusto?»
La madre annuì. 
«Ma non andiamo da loro ora, i nonni li vedremo dopo a casa dello zio»
Questa volta fu la bambina ad annuire. 
Arrivarono su una collina, poco distante dalla Tana dei Weasley, sotto un grande e maestoso albero
c'era una lapide di pietra
La bambina lasciò la mano della madre e corse verso l'albero o meglio quello che si trovava sotto l'albero.
«Buon compleanno papà!» esclamò la piccola Weasley, per poi girarsi verso la madre e chiederle di darle il suo disegno.
«Papà questo l'ho fatto io per te, siamo noi tre» spiegò Martha per poi poggiare il foglio sulla lapide e iniziare ad indicare le tre figure disegnate dicendo i loro nomi.
«Amore sono sicura che gli piace molto e piace molto anche a me, sei stata bravissima... Potresti andare a prendere un po' di fiori per papà, ma non ti allontanare troppo» 
La bambina annuì e corse subito per la collina in cerca di qualche bel fiore.
La madre gli aveva parlato talmente tanto bene del padre, era un eroe, e quindi non voleva dei fiori scontati, li voleva speciali.
Grace intanto si inginocchiò davanti alla piccola lapide di pietra sul quale era inciso il nome di Fred con sotto le date di nascita e morte.
Si ritrovò a piangere, come sempre quando era lì, ma allo stesso tempo sorrideva perché non era sola, aveva una splendida figlia.
Qualche settimana dopo la battaglia di Hogwarts, Grace scoprì di essere incinta. Alcuni amici e familiari le avevano detto di non tenere il bambino visto la sua giovane età, aveva solo ventuno anni. Tuttavia a lei non sfiorò nemmeno l'idea di perdere il bambino. Perché doveva rinunciare ad aver una bambina o un bambino che aveva concepito con Fred? Una parte di lui era in quel neonato, non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male. Nove mesi dopo nacque una splendida bambina. L'aveva chiamata Martha perché una volta Fred le aveva confidato -specificando l' "h" tra la lettera "t" e "a" - che gli piaceva molto quel nome. Il secondo nome era Elizabeth perché piaceva a Grace, ma anche perché una volta un'anziana signora gli aveva consigliato di tornare da Fred, che sarebbe sempre riuscita a trovarlo perché era l'amore della sua vita. 
«Buon compleanno Fred» mormorò la mora accarezzando le lettere incise nella pietra. All'anulare della mano sinistra, Grace portava un'anello. Era la sorpresa di Fred. Dopo la vittoria, quando stavano portando via il corpo di Fred cadde dalla tasca di lui una piccola scatolina di velluto blu. Grace corse subito a raccoglierla, intenzionata a rimetterla a posto, ma incuriosita l'aprì ed al suo interno c'era un piccolo anello con una pietra color celeste, colore preferito di Grace, al centro. George le si avvicinò e le rivelò che era quella la sorpresa, Fred le avrebbe chiesto di sposarla. Da quel giorno Grace non si era mai tolta l'anello.
«Sai Grifondoro nostra figlia ti piacerebbe molto, ti sta somigliando sempre di più, si diverte a farmi scherzi. Saresti così orgoglioso e fiero di lei» 
Grace distolse un attimo lo sguardo per cercare la figlia e la vide mentre saltellava tenendo un po' di fiori in mano. 
«Non sta un attimo ferma, Jane dice che sarà una Grifondoro, sono d'accordo con lei. A proposito di Jane! Si sposa! Si sposerà tra un mese con Charlie. Kate sta ancora con quel ragazzo, quello di cui ti ho già parlato, che ha conosciuto dopo la battaglia, Cole Fanning. Tod, invece, non ha una ragazza in questo momento. Il mio lavoro va sempre meglio, mi hanno da poco promossa a capo redattore della Gazzetta del Profeta. Ah si tuo fratello, George, si è fidanzato ufficialmente con Angelina presto sceglieranno la data del matrimonio, ma sono sicura che te l'avrà già detto lui» raccontò Grace con un sorriso sulle labbra, le lacrime non scendevano più, ma gli occhi rimasero lucidi. 
«Mamma! Mamma! Guarda che belli? Sono fatti apposta per papà» gridò la bambina dai mossi capelli rossi. 
«Sono davvero belli» disse Grace prendendo uno di quei fiori per metterlo dietro l'orecchio di Martha. Gli altri fiori, invece la bambina li mise affianco al disegno. Dopodiché salutarono un'altra volta Fred augurandoli buon compleanno per poi allontanarsi.
La mora tirò fuori un piccolo pettine e prese anche la mano di Martha. 
«Tra poco la passaporta ci condurrà dallo zio George, tienila forte» la avvertì la madre. 
«Che bello! Spero che anche a lui piaccia il mio disegno»
In un battito di ciglia lasciarono la collina poco distante dalla Tana e si ritrovarono davanti ad un negozio enorme, era i Tiri Vispi Weasley. Raggiunsero l'appartamento in cui un tempo ci vivevano i gemelli, ora ci abitavano George e Angelina. 
«Eccoci arrivati» mormorò Grace a bassa voce per poi bussare. Quando la porta si aprì Martha saltò in braccio al suo zio preferito. 
«Zio George! Tanti tantissimi auguri! Sai io ho una cosa per te e anche una per papà, ma a lui l'ho già data» disse la piccola tutta fiera mostrando un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
«Ciao furbetta, una cosa per me? Fammi vedere sai che sono curioso» 
Martha si fece mettere giù dallo zio e si girò verso la madre facendole capire che voleva il suo disegno. 
«Glielo puoi dare dopo che saremo entrate in casa e avremo salutato tutti» 
La rossa corse subito dentro casa, lasciando George e Grace da soli. 
«Ciao George, tanti auguri»  disse abbracciandolo forte. 
«Grazie Grace» rispose ricambiando l'abbraccio e poggiando la testa sulla spalla di lei. 
«Sono passata a trovarlo... secondo me, Fred sarebbe felice di vedere che stiamo meglio. Sono sicura che ti direbbe: "Bravo Georgie, finalmente tu e Angelina vi sposate! Tutto merito mio che vi ho fatti andare insieme al ballo del ceppo. Ora goditi questo giorno di festa tutto per te" o una roba simile» mormorò la mora liberandosi dall'abbraccio per poterlo guardare in volto.
George abbozzò ad un sorriso. Era sempre dura festeggiare quel giorno per George e come poteva non esserlo. Fin da quando erano nati l'avevano festeggetato insieme condividendo torta, ospiti e regali. Certo un tempo avrebbero voluto festeggiarlo separatamente per avere più regali e torta, ma ora George non voleva altro che il suo gemello affianco. Tuttavia andava meglio, il primo, il secondo ed il terzo compleanno senza Fred erano stati più tristi; George si rifiutava di festeggiare  e rimaneva chiuso in casa tutto il giorno, non che gli altri giorni fosse molto diverso.
«Hai ragione. Sarebbe felice di vederci qui entrambi ancora amici, tu con sua figlia... io che ne aspetto uno» 
A quella dichiarazione Grace rimase sorpresa e riabbracciò forte George congratulandosi con lui. 
I due raggiunsero il salotto in cui si trovavano Angelina, Ron e Hermione. 
«Mamma! Mamma! La zia aspetta un bambino» gridò Martha correndo dalla madre. 
«Sono molto felice per voi» 
Grace salutò Hermione e Ron ed insieme ridendo e scherzando aspettavano che il resto della famiglia Weasley li raggiungesse per festeggiare.



 

In quello stesso momento su, in alto nel cielo, oltre le nuvole,  dove non esiste ne spazio ne tempo, un luogo pieno di luce c'era Fred Weasley che osservava la scena sorridendo.
«Tutti in alto i calici e brindiamo al compleanno dei Fred» gridò un giovane uomo dal capelli neri come la pece leggermente ondulati che arrivavano alle spalleSirius Black.
«Grazie, però starò ancora un po' qui» rispose il rosso tornando a guardare sua figlia che correva e saltava per tutta la casa. 
«Signor Weasley... lei adora il whisky incendiario» gli si avvicinò Dobby porgendogli un bicchiere. 
«Fred so che è difficile, ma puoi sempre guardarla da qui, aiutarla, consigliarla, è come se fossi sempre con lei, sarai una specie di angelo custode. Io e James abbiamo seguito e aiutato Harry da qui, non mi sembra sia venuto su male» gli accarezzò la spalla Lily sorridendogli.
«Si, Lily ha ragione. Ora vieni stiamo tutti brindando per te non puoi non esserci» aggiunse James Potter prendendo per mano Lily. 
«Avete ragione no Fred no party» rispose sorridendo per poi raggiungere gli altri che lo aspettavano.









 

Buonaseraaaa
Ed eccoci alla conclusione di questa storia. Non posso credere di averla finita...
spero vi sia piaciuta, come è piaciuta a me scriverla.
Vi ringrazio per aver letto la mia storia fino alla fine, davvero grazie.
Spero che questo epilogo vi sia piaciuto, non era prevista l'idea di Martha Elizabeth Weasley,
ma volevo insere un personaggio con il mio nome e quindi è nata l'idea di una figlia di Grace e Fred. 
Ancora grazie!

Detto questo vi saluto (magari ci rivedremo in un'altra storia),
Many kisses
||MartaWeasley||

 

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