In Real Life

di OlicityAllTheWay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In Real Life - Parte 1 ***
Capitolo 2: *** In Real Life - Parte 2 ***



Capitolo 1
*** In Real Life - Parte 1 ***


IN REAL LIFE – parte 1

 

FELICITY

 

Sto lavorando da almeno tre ore su questi documenti per cercare di scagionare John in qualche modo.

Oliver è fuori città con il resto del team per cercare di saperne di più sulla nuova aspirante “Black Canary”.

Ha insistito tanto perché almeno uno di loro rimanesse qui con me, per tenermi d’occhio, ma io ho insistito lo stesso tanto per dissuaderlo: non ho bisogno di qualcuno che mi faccia da baby sitter.

 

Di punto in bianco si apre una chat criptata sullo schermo del mio computer:

< KOJO SLEDGEHAMMER > Sei Ghost Fox Goddess?

 

Oh mio Dio! Quello è nome in codice che usavo al college quando facevo parte degli hacktivisti. Come fa questa persona a conoscerlo?

 

Rispondo quasi immediatamente:

< OVERWATCH > Chi lo vuole sapere?

< KOJO SLEGEHAMMER > Ti posso aiutare. Ci incontriamo NVR?

 

NVR come Nella Vita Reale? Seriamente? Dio questa persona è molto più nerd di me.

 

La curiosità mi travolge come un treno ad alta velocità, quella strana sensazione di proibito e di rischioso che mi piaceva tanto quando ero al college. E che sento di voler riprovare da quando Billy è stato ammaz…da quando Billy è morto.

Sono stanca di vedere persone buone e a cui tengo morire per mano di qualche pazzo lunatico. Pazzo lunatico che ce l’ha con Oliver per le sue azioni passate.

Ma anche se una parte di me è furiosa per questa situazione, l’altra parte – molto più influente – non riesce a fargliene una colpa.

 

Non per la morte di Billy di per sé, perché so che è stato manipolato in maniera egregia. Ma per tutta la situazione, il fatto che abbia innumerevoli nemici che decidono di prendersela non solo con lui ma anche con chiunque lo circondi. Ha veramente vissuto l’inferno durante quei cinque anni, il suo corpo e le sue cicatrici sono una mappa che lo dimostrano.

Quando è tornato si è solo comportato come la macchina da guerra forgiata in quei cinque anni.

 

Si odia abbastanza per questo. Non lo posso odiare anche io.

Beh non ci riuscirei nemmeno volendo dato che l’odio è l’esatto contrario dell’amore. E l’amore che provo per lui è e sarà sempre fortissimo. Indimenticabile.

 

Decido che la voglia di sapere chi si trovi dietro quello schermo ha avuto la meglio.

Prendo la borsa e il cappotto e mando un messaggio veloce a Oliver “ Non ti preoccupare se quando torni non mi trovi. Piccola ricerca alla baia di Star City! “

L’ho buttata lì, casualmente, come se non fosse niente di che. In realtà contiene una richiesta implicita di aiuto se non dovessi tornare entro un limite ragionevole di tempo.

 

 

Sono seduta su una panchina da almeno 20 minuti e, detto fra noi, me la sto facendo sotto.

Cosa diavolo mi è preso quando ho deciso di accettare questo incontro? La mia esperienza e la mia conoscenza del dark web avrebbe dovuto ricordarmi che queste persone non sono affidabili né amichevoli. Dio solo sa cosa potrebbe volere questa persona da me. Magari sa che sono io, io, nel senso io Felicity Smoak e che lavoro con Green Arrow. O magari che ho collaborato con mio padre, o magari che…

Dio troppe domande, troppe supposizioni, troppi scenari negativi.

 

Il buon senso ha la meglio e decido di alzarmi dalla panchina per andarmene e stare al sicuro al covo. Sì è la decisione migliore…questo è l’ultimo pensiero che faccio prima di sentirmi svenire.

 

OLIVER

 

Io e il resto del team stiamo tornando a Star City. Non abbiamo avuto successo con l’aspirante “Black Canary”.

Sospiro e prendo il cellulare notando che Felicity mi ha mandato un messaggio qualche ora fa. All’inizio mi sembra un normalissimo messaggio quando i miei istinti mi dicono che mi ha indicato il luogo della “ ricerca ” per intervenire nel caso qualcosa andasse storto.

 

Arriviamo al covo e noto che ancora non è rientrata. Forse esagero ma la cosa non mi piace.

<< Andate pure a casa! La giornata è stata lunga e poco produttiva >> dico al resto del team passandomi una mano sul viso, stanco.

Loro mi salutano e io vado a mettermi un cambio “ normale “ cercando di capire cosa fare con Felicity.

 

Decido di andare a controllare. Prendo la macchina e vado subito alla baia. Non c’è traccia di lei, da nessuna parte. Se non per un suo orecchino che trovo su una panchina: lo riconosco subito perché glieli avevo regalati io durante uno dei nostri viaggi.

 

Lo prendo e lo metto in tasca mentre pesco il mio telefono e attivo il localizzatore collegato al GPS del suo cellulare.

Si attiva subito indicandomi la sua posizione in caseggiato poco lontano.

Inizio a correre sperando che non le sia successo nulla.

 

 

 

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Capitolo 2
*** In Real Life - Parte 2 ***


ECCOMI CON LA SECONDA E ULTIMA PARTE :D

SPERO VI SIA PIACIUTO QUESTA MINI FF. Un bacio a tutti quelli che hanno letto e recensito *-*

 

IN REAL LIFE - PARTE 2 

 

FELICITY

 

Quando mi risveglio sono legata ad una sedia ed imbavagliata. Cavolo questa volta l’ho combinata grossa.

Quando sono arrivata alla baia ho nascosto il cellulare nello stivale, in modo che nessuno l’avrebbe trovato in caso avessero avuto cattive intenzioni. Ho lasciato il GPS acceso, giusto per precauzione.

Ho fatto bene!

Cavolo, ma anzi che prendere tutte queste precauzioni non me ne potevo stare buona al covo?

 

Mi guardo intorno in cerca di una via d’uscita ma non trovo niente, sono in trappola.

Dopo qualche momento si avvicina un uomo alto, mooolto alto. Mi sorride beffardo.

<< Ciao riccioli d’oro >> mi dice.

Cerco di parlare ma ricordo di non potere.

<< Come hai detto? >> ride: << Ah sì scusa per il bavaglio! Avevo paura facessi qualche stupidaggine e iniziassi a urlare come una pazza >> dice agitando le mani e imitando un urletto stridulo da femminuccia.

<< Che diavolo vuoi? >> gli chiedo senza preamboli.

<< Mmh sei agguerrita. Mi piace! >> dice: << Vedi tesoro, io so esattamente chi sei. E non sto parlando di Ghost Fox Goddess. Ma di Felicity Smoak che lavora con Green Arrow. >>

<< Non so di cosa tu stia parlando >> rispondo fingendomi scocciata e guardando altrove.

<< Basta fare la finta tonta! >> urla avvicinando improvvisamente e violentemente il suo viso al mio: << So anche che eri la fidanzata di Oliver Queen e ti conviene fare quello che ti dico se non vuoi che lo uccidiamo. >>

<< Io e Oliver non stiamo più insieme. Fate quello che volete! >> rispondo consapevole che quell’uomo non sarebbe in grado di torcere un capelli al mio Oliver.

 

<< Ah sì, giusto giusto. Vi siete lasciati. Allora facciamo che se non fai quello che ti viene chiesto ucciderò lei >> dice lui facendo entrare una Thea poco cosciente e con del sangue secco sul sopracciglio destro.

Il mio viso si trasforma in un’espressione di rabbia animalesca. Come ho già detto sono stufa di vedere persone buone e a cui tengo in pericolo. Stufa marcia.

 

Notando che non rispondo ai suoi comandi l’uomo dà uno schiaffo fortissimo a Thea facendomi risvegliare.

<< Ok ok! Farò quello vuoi! >> dico arrendendomi.

<< Brava ragazza! >> dice sorridente.

Mi fa alzare e fa sedere Thea al mio posto. Mi conduce, okay, forse mi strattona rende meglio l’idea, fino ad una scrivania con un computer alla quale mi ammanetta.

<< Mio fratello è finito in carcere. Un carcere militare, di massima sicurezza. Lo stesso dove c’è il tuo amico John. Ho provato ad hackerare il sistema ma a quanto pare tu sei più brava di me. Quindi muoviti. Il suo nome è Aaron Scott. >> mi spiega: << So che sei velocissima. Per cui se non ti muovi di darò un incentivo ogni tanto >> dice ammiccando verso Thea.

 

 

OLIVER

 

Sono fuori dal magazzino e da una finestra riesco a vedere Thea seduta su una sedia, quasi incosciente e Felicity ammanettata ad una scrivania con un grosso computer.

All’interno ci sono solo tre uomini. Due di loro sono vicini a Thea, mentre l’altro tiene d’occhio Felicity e ogni tanto le urla qualcosa e le punta la pistola alla nuca.

La vista si quell’uomo che minaccia di farle male mi fa salire una furia animale. Ma mi devo calmare e non agire istintivamente.

 

Avendo previsto che non sarebbe andato tutto liscio ho portato con me un passamontagna. Lo indosso ed entro molto silenziosamente ma velocemente.

 

Mi trovo alle spalle dei due uomini vicino a Thea  e li colgo di sorpresa.

Do una gomitata al primo che piegandosi in avanti mi da accesso alla sua pistola molto velocemente. Questo però fa prendere coscienza della realtà all’altro uomo che inizia a sparare a raffica nella mia direzione. Ma sono più veloce di lui e uso il corpo del primo uomo come scudo.

Tecnicamente non l’ho ucciso io! No? E poi è uccidere o essere uccisi, lo sappiamo questo.

 

Dopo di che mi lancio verso di lui e lo faccio cadere a terra, sferro due pugni sul suo viso e rimane lì incosciente.

Slego Thea che si è ripresa leggermente: << Ehi sono io >> le dico sicuro che mi abbia capito: << Corri fuori e nasconditi! >> lei annuisce e inizia a dirigersi fuori.

Non è velocissima ma non si deve preoccupare più di tanto. L’unico uomo rimasto è interessato solo a Felicity.

<< Chi diavolo sei? >> mi urla.

Non rispondo nulla, mi avvicino a lui di qualche passo.

Vedendomi fare ciò prende Felicity per la coda di cavallo e alza di scatto. Le passa un braccio intorno al collo per tenerla ferma davanti a sé e le punta la pistola alla tempia.

<< Fai un altro passo e la ammazzo, figlio di puttana >> dice quasi ringhiando.

 

Cazzo, sarei dovuto venire con arco e frecce. A quest’ora sarebbe già a terra contorcendosi per il dolore, mentre lei sarebbe al sicuro. Invece sono qui a pensare cosa fare. Perché lui ha una pistola fottutamente vicino alla testa della mia ragazza mentre io sono fottutamente lontano.

 

Improvvisamente Felicity si muove di scatto. Più precisamente porta leggermente in avanti la testa per poi scaricarla sul naso di quel lurido bastardo.

Inizia immediatamente a sanguinare e si porta le mani sul viso.

Questo da vantaggio a Felicity che riesce a scappare e corre fuori.

<< Brutta puttana >> urla nel frattempo lui.

Sorrido dell’audacia di lei e sparo due colpi al tizio, colpendolo ad entrambe le gambe.

 

 

FELICITY

 

Quando sono fuori sento due colpi di pistola, ma so da quale pistola provengono e non mi preoccupo. Invece mi avvicino a Thea che ancora scossa è seduta a terra.

 

Pochi minuti dopo Oliver esce dal magazzino e si dirige verso di noi.

<< Ho la macchina alla baia. Andiamo >> dice semplicemente.

Noi due annuiamo e lo seguiamo.

Accompagniamo prima Thea al suo appartamento assicurandoci che stia bene. Lei ci risponde di sì e ci saluta.

Ora tocca a me.

 

Arriviamo al loft. Oliver parcheggia e si volta a guardarmi, silenzioso, minaccioso.

Decido di rompere il silenzio: << Beh credo che la mia ricerca non sia andata a buon fine >> dico sarcastica.

<< Cosa credevi di fare? >> risponde lui ignorando ciò che ho appena detto: << Potevano ferirti…. o peggio >> chiude gli occhi a quell’affermazione. Come se gli pesasse dirlo o anche solo pensarlo.

Improvvisamente capisco che ciò che ho fatto è stata una stupidaggine. Tutta la tensione e l’adrenalina abbandonano il mio corpo facendomi sciogliere i tremori e lacrime.

 

Lui si sporge verso di me e mi abbraccia. Dio quanto mi sono mancati i suoi abbracci. Mi sento così al sicuro tra le sue braccia, così a casa.

<< Scusa >> dico fra le lacrime: << Non so perché l’ho fatto >>.

<< Shh non fa niente >> dice lui: << E’ andato tutto bene, ci sono io ora. Sei al sicuro >>.

Continuo a piangere per momenti che sembrano interminabili.

 

Quando mi sono calmata mi stacco da lui e dico: << Forse è meglio che vada a riposare >>.

Lui annuisce. Faccio per scendere ma mi blocca prendendomi il viso tra le mani e incastrandomi con i suoi occhi: << Promettimi che non mi farai mai più una cosa del genere. >>

Annuisco, incapace di respirare, figuriamoci parlare.

<< No Felicity, me lo devi promettere. >> dice lui serio, preoccupato.

<< Te lo prometto >>.

Lui rilascia il fiato che stava trattenendo e poggia la sua fronte alla mia: << Grazie >> dice infine.

 

Mi da un bacio sulla fronte e mi lascia andare.

Mi lascia in compagnia di nuove e vecchie consapevolezze che non mi faranno dormire stanotte.

 

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