Una questione di dimensioni.

di Seneca Wolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1: Dove facciamo la conoscenza dell'eroina di questa storia e abbiamo conferma dell'incredibile sfiga di Kaneki. ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 : Dove Yamori s’improvvisa “ginecologo” e Filippo fa una spesa voluminosa. ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1: Dove facciamo la conoscenza dell'eroina di questa storia e abbiamo conferma dell'incredibile sfiga di Kaneki. ***


A Banjo e Naki, affinché, quando avranno imparato a leggere, una delle loro prime letture possa essere un autentico, ma soprattutto demenziale, battesimo di fuoco.

PREFAZIONE (Ovvero quella cosa che nessuno legge mai…)

Cari lettori e lettrici,
chi di voi non ha mai immaginato o anche sperato che i propri personaggi preferiti prendessero vita e comparissero nella nostra (noiosa) realtà quotidiana?
Presumo tutti. Bene, provate a immaginare se accadesse davvero una cosa simile…
“Un paradiso!” direte voi…
Macché! Un inferno!
E prima di bombardarmi di ortaggi, cosa inutile visto che mia mamma nella stanza accanto sta preparando  il minestrone, provate a seguire un po’ questo mio ragionamento e vi ritroverete costretti a darmi ragione, se non del tutto, almeno in parte.
Prendiamo come esempio proprio Tokyo Ghoul: circa tre quarti dei personaggi sono creature antropofaghe delle quali solo una minoranza è costituita da pacifisti, che con tutte le migliori intenzioni devono pur mangiare, mentre una grande maggioranza non se ne importa molto dei civili rapporti tra preda e predatore.
Bene ora provate a immaginare questi personaggi, sguinzagliati in un mondo che non conoscono e di conseguenza spaesati e una dimensione che non è pronta a riceverli ne tantomeno ad affrontarli. 
Viste le premesse secondo voi quale sarebbero le conseguenze più logiche?
Esatto. 
Il caos, il panico totale, il terrore.
Ora provate a immaginare che non siano solo i personaggi di una singola storia a comparire improvvisamente ma tutti i personaggi, di tutte le storie, di tutti gli ambiti creativi ( Anime, Manga, Fumetti, Cartoni, Film, Videogiochi, Libri eccetera eccetera ).
E non mi riferisco solo ai personaggi più conosciuti… Anche a quelli secondari… E agli innumerevoli OC (Original Character ) protagonisti delle fanfiction generate dai fandom, la cui produzione letteraria sappiamo essere piuttosto cospicua… 
Conseguenze?
Quelle citate prima, solo elevate ad un numero prossimo all’infinito…
Quindi dopo aver appurato che l’apparizione di personaggi immaginari nel nostro mondo non sarebbe una cosa tanto auspicabile possiamo anche dire che in un contesto del genere si ambienta la storia che vi apprestate a leggere.


Un’infinità di personaggi è improvvisamente apparsa nel nostro mondo e i vari governi, dopo il casino iniziale e una trafila burocratica che ha prodotto un mucchio di scartoffie alto quanto l’Empire State Building, ha creato un organo per il loro controllo: il C.I.P. ossia Controllo Internazionale Personaggi. Il personale che lo compone, fan sfegatati provenienti da tutti i fandom immaginabili,  è altamente qualificato. Ognuno degli agenti riceve in affido un personaggio alla volta,  per osservarlo nel suo ambiente e decidere se reinserirlo o, nei casi peggiori detenerlo. Se l’agente possiede dei propri personaggi essi possono affiancarlo nel suo lavoro, sempre con i dovuti limiti.
Il C.I.P.  ha innumerevoli regole, e una gran parte di esse viene puntualmente violata.
In fondo le regole esistono per essere infrante… (Maga Magò docet)
Solo una viene rispettata in maniera ferrea, da dirigenti e sottoposti: il divieto di fare spoiler.
Severissime sono le pene per chi infrange questa norma… 
Ma non voglio dilungarmi troppo, peraltro il regolamento del C.I.P. è lunghissimo, un tomo di più di mille pagine giunto ormai all’ottava edizione…
In questo marasma si muove la nostra protagonista, che sebbene non sia che una novizia al suo primo incarico è riuscita a ottenere non solo un personaggio principale ma addirittura il protagonista…
Sento puzza di bruciato…
Anche voi, lettori e lettrici?
Beh continuate a leggere e vedrete che il mio olfatto non si è sbagliato…
    


CAPITOLO 1 Dove facciamo la conoscenza dell'eroina di questa storia e abbiamo conferma dell'incredibile sfiga di Kaneki.

“È con estremo piacere che affido a Giulia il suo primo personaggio, conscio che saprà provvedere alla sua cura ed educazione per il suo futuro reinserimento…”
Il discorso del direttore, il quale sarà rappresentato con indosso un completo grigio e un sacchetto di carta in testa, con un paio di buchi per gli occhi, dato che l’autrice non aveva voglia di fare il suo character design, si stava concludendo, ma Giulia, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, da fare invidia a Jeff the killer e Smile.jpg messi insieme, non l’aveva praticamente ascoltato. Tutto ciò che sapeva in quel momento era che lei e nessun altro, dopo aver scavalcato tutti i richiedenti di una lista lunga quanto un Rotolone Regina ( senza nulla togliere alle altre marche di carta igienica eh ), aveva ottenuto l’affidamento, seppur temporaneo, di un personaggio: alto un metro e settanta centimetri, sessantanove a voler essere pignoli, dal peso di 55 kg, dagli occhi grigi e dai capelli neri e partecipante sia della natura umana che di ghoul, Ken Kaneki. I suoi pensieri formularono quel nome quasi in sincrono con le ultime parole del direttore e con l’apertura della porta a due battenti che conduceva alla sala riunioni. Una stanza circolare piena di spalti simili a quelli di un teatro romano e priva di finestre per prevenire la fuga dei personaggi più pericolosi e ribelli. Stesso scopo avevano le guardie, appostate sui gradini più alti, quel giorno armate di quinque, arrivati freschi freschi dal Comando Investigativo Antighoul. (Avete notato che la sigla risultante dalle iniziali è C.I.A.? Altro che alieni, la C.I.A. ci nasconde i ghoul nell’Area 51…) La ragazza al centro dell’arena invece non aveva alcuna arma, solo un blocco da disegno, una matita, un gomma e un retino di quelli che si comprano nelle località di mare. Sapete, quelli con i quali non riuscireste a catturare un pesce a meno che non siate sotto l’influenza di qualche benedizione divina… Se poi qualcuno è mai riuscito a prenderci qualcosa che non siano le meduse… batta un colpo.
La giovane indossava un lungo cappotto marrone e un berretto nero e degli stivaletti di camoscio dello stesso colore del giaccone. Sotto aveva dei jeans e una felpa grigio chiaro. Appoggiati sul naso portava degli occhiali tondi dalla montatura argentata, molto potterhead, dietro le cui lenti si vedevano gli occhi castani. I capelli, leggermente mossi, erano dello stesso colore.  
Finalmente dalla porta entrò Kaneki, trattenuto per le braccia da due energumeni grossi come armadi Ikea, ma sembrava che non ci fosse bisogno di tutte quelle preoccupazioni, il mezzo-ghoul appariva tranquillo, molto più di altri suoi simili che erano stati condotti lì dentro prima di lui. Il pubblico nella sala,  che era venuto lì pronto a godersi una bella lotta, con tanto di patatine, pop corn e bibite gassate, si ricordava bene ciò che era accaduto in passato e stava già pregustando un avvenimento simile, per cui la placidità di Kaneki lo stava parecchio deludendo così come la reazione della persona a cui era stato affidato. Questa si era seduta sul pavimento, dopo averlo sommariamente spolverato, a gambe incrociate sulle quali aveva poggiato il blocco e con la matita aveva cominciato a disegnarci sopra qualcosa. I suoi gesti erano rapidi e precisi, come se avesse eseguito quel disegno tantissime volte in previsione di quel momento. Comunque nessuno riusciva a vedere cosa stesse rappresentando tantomeno Kaneki, che comunque non si aspettava un’accoglienza tanto fredda. “Tanto meglio” pensò tra sé, non avrebbe dovuto arginare manifestazioni di affetto fangirlistico ( si propone l’inserimento di questo termine nel vocabolario da parte dell’Accademia della Crusca ) che gli avevano raccontato fossero parecchio violente e “vischiose”… 
Ricordò le parole di Touka “Appena ti sganceranno le manette, tu voltati e scappa per la porta da cui sei entrato, per un ghoul è uno scherzo abbatterla, percorri tutto il corridoio finché non troverai la griglia per il condotto d’areazione, entraci e percorrilo il più in fretta possibile finché non trovi la prima uscita verso l’esterno. Esci, dovresti trovarti sul lato ovest dell’edificio, noi saremo lì ad attenderti per la fuga. Useremo un furgone per attirare il meno possibile l’attenzione. Tutto chiaro?” (“Come sfuggire alle fangirl” by Touka Kirishima, prossimamente in tutte librerie) Nella domanda c’era stata l’implicita minaccia “Se manderai il piano all’aria io farò lo stesso con te, ma scagliandoti ad un’altezza tale che quando tornerai giù ti spiaccicherai sul marciapiede con una violenza che renderà irriconoscibili le tue sembianze.” Kaneki aveva annuito e Touka sorridendo soddisfatta l’aveva rassicurato: “Tranquillo, non ti lasceremo finire nelle mani di una fangirl pazzoide.”
Tutto pareva abbastanza semplice e l’atmosfera attorno a lui che si stava rilassando, poiché le persone erano state ingannate dalla sua apparente docilità, sembrava perfetta per la buona riuscita del piano. Non appena sentì il secco click delle manette sganciate, con una spaccata da far invidia a una ballerina professionista, o a Tigre di Kung Fu Panda, decidete voi, centrò in pieno le facce di entrambi gli armadi e poi eseguì una capriola all’indietro contando di spaccare la porta con l’impatto dei piedi… ma uno di questi restò incastrato nella fessura tra i due battenti e lui sbatté sonoramente il naso contro la superficie di metallo. Per un attimo pensò ad una qualche ingegnosa trappola ma poi vide una mano gigantesca avvicinarsi e afferrarlo con delicatezza, liberandolo dalla fessura in cui si era incastrato.
“Un titano!” fu il primo pensiero sensato, si fa per dire, che gli venne in mente. Aveva sentito storie che raccontavano che il C.I.P. ( Controllo Internazionale Personaggi ) possedesse dei Titani da guardia. Ma, come scoprì qualche secondo dopo, quello, purtroppo, non era il suo caso. La mano che l’aveva afferrato apparteneva alla ragazza, che aveva capito chiamarsi Giulia, la quale teneva tra le dita dell’altra mano un foglio che aveva strappato dal blocco chiedendogli con insistenza - Allora, come ti sembra il disegno? -
Finalmente lo vedeva: rappresentava lui ma versione… chibi e nonostante l’assurdità della situazione doveva ammettere che era piuttosto carino.
L’espressione di Kaneki rasentava sempre più il totale WTF. - Che cosa è successo? Perché tutto sembra più grande? - sbraitò o meglio… provò a sbraitare ma la voce che uscì dalla sua bocca pareva lo squittio di un sorcetto, come se avesse assunto un overdose di elio.     
- Chibizzazione! (Accademia della Crusca sto arrivando… ) È la mia specialità. - rispose placidamente Giulia ma vedendo che il ghoul non aveva comunque capito una ceppa precisò - Non sono l’ambiente circostante e le altre persone ad essersi ingrandite ma tu ad esserti rimpicciolito, ora sei un chibi. -
Prima Kaneki sbiancò, capelli compresi s’intende, poi, dopo che ebbe percorso con lo sguardo la stanza appurando che quanto detto dalla ragazza corrispondeva a verità, realizzò di essere effettivamente in una situazione di CENSURA  ( avete capito insomma, di quella nota sostanza organica… ).
Quindi, visto il grado di sfiga del personaggio, niente di nuovo. 
Il ghoul, non appena recuperò la pigmentazione originale, non trovò comunque niente di meglio da fare che mollare un veemente morso alla mano che lo tratteneva, la quale allentò la presa e lo lasciò cadere. Sperava di liberarsi e riuscire comunque a portare a termine il piano. Infatti il terrore per la reazione di Touka se avesse fatto ritardo gli metteva le ali ai piedi ormai minuscoli. Scappò per qualche metro, o decina di centimetri, non riusciva a capirlo. Ma poi venne raggiunto dagli stivali di Giulia e fu intercettato dal suo retino da pesca, finendovi intrappolato sotto.
- Da me non si scappa, ghoul da taschino. - ringhiò la ragazza agguantandolo nuovamente, stavolta con le mani protette da… guantoni da forno giallo canarino? 
Da qualche parte nell’immensa vastità dell’universo un certo Enzo Miccio si suicidò per quel mortale affronto alla moda. 
- Ho atteso per mesi questo momento e non lascerò che te la fili ora. - recuperando il contegno rivolse al direttore il suo sorriso più cordiale - Sono onorata di ricevere questo personaggio, ma ora devo andare, buona giornata. - e scappò dalla porta lasciando tutti con un bel palmo di naso e la mandibola penzoloni. Una volta fuori espresse tutta la sua felicità con salti che raggiungevano il soffitto facendo tornare su in gola il pranzo al povero Kaneki e solo quando si accorse che questo stava per vomitare si fermò. - Oh, scusa, scusa. - disse con voce sinceramente dispiaciuta mentre si sedeva nuovamente a terra, badando bene a non macchiarsi i pantaloni. - Facciamo una cosa, adesso io ti metto sul pavimento e parliamo un po’ ma, se provi a scappare, giuro che ti rinchiuderò in un barattolo di marmellata e non ti lascerò più uscire, neanche per andare in bagno. Hai capito? -
Il mini-ghoul, troppo nauseato e scosso per combattere, annuì e quando fu posato a terra sprofondò nella moquette che tappezzava il corridoio. 
- Come sei riuscita a farmi diventare così piccolo? - squittì.
- Te l’ho detto, chibizazzione. Se si disegna un personaggio su questi fogli… - e lì mostrò con orgoglio il suo blocco da disegno - …esso cambierà aspetto a seconda di come è stato disegnato. Io ti ho rappresentato come un chibi e ora tu lo sei. - lei lo aveva detto con il sorriso ma il suo interlocutore sembrava più sconfortato che mai.
- E quando potrò tornare alla mia taglia normale? - chiese con un filo di voce.
- Ehm… chi lo sa… - rispose l’altra nervosa - Io non sono particolarmente brava a disegnare i personaggi a figura intera. -
La notizia ebbe su Kaneki l’effetto di un mazzo di ortiche fresche nelle mutande. Fece un balzo incredibile, in proporzione alla sua altezza ridotta e poi ripiombò a terra - Ti prego dimmi che stai scherzando… -
- Mi dispiace ma no. -
- E allora che intendi fare? Non posso tornare così a Tokyo… -
- Beh in effetti non saresti che uno stuzzichino da aperitivo… Ma non preoccuparti, ti proteggerò io. - affermò eroicamente Giulia calcandosi meglio in testa il berretto che le tratteneva gli indomabili e lunghi capelli castani.
Il mezzo ghoul, più sconfortato che mai si buttò a faccia in giù nella moquette. - Sono CENSURA  ( Traduciamo meno volgarmente in “fregato”). -
- Dai non essere così disfattista. - ribatté la ragazza vagamente offesa.
- Ah, e come intendi proteggermi? - sputò l’altro, saccente, sollevando il volto dalla moquette polverosa con una lunga serie di piccoli starnuti - Chibizzando tutti i ghoul e gli investigatori anti-ghoul di Tokyo? -
La ragazza soppesò per qualche secondo quella proposta tenendosi il mento tra le dita. - Non sarebbe una cattiva idea, ma non ho abbastanza fogli e poi violerei almeno una ventina di regole del protocollo del C.I.P. quindi, per il momento, dovremo accontentarci delle mie capacità combattive. - così dicendo gli pose la mano ancora coperta dal guantone da forno perché vi salisse. 
-  Perché? Sono tali da tenere testa a un ghoul? - domandò Kaneki scettico arrampicandosi sulla stoffa gialla. 
- Tsk, ghoul di poca fede. Io sono un allieva di Shizuo Heiwajima, l’uomo più forte di Ikebukuro. - affermò lei non senza un certo orgoglio anche se la cosa non parve impressionare molto il chibi. Aveva sentito parlare di quell’uomo e della sua forza straordinaria ma anche del suo carattere scorbutico e solitario e quindi dubitava profondamente che potesse avere degli allievi. 
Giulia lo fece accomodare nella tasca del suo cappotto. - Dimmi, da dove avevi intenzione di scappare una volta sfondata la porta? E non dirmi che non erano quelle le tue intenzioni, perché erano chiare come l’acqua. -
Kaneki sbuffò debolmente mandando interiormente al diavolo Touka e i suoi piani poco dettagliati che non prendevano in considerazione gli imprevisti. 
- Dal primo bocchettone dell’areazione che avrei trovato… -
- E poi dove avevi intenzione di andare? Ti aspettava qualcuno, vero? Da solo non avresti potuto fare niente… - gli poneva le domande placidamente eppure gli sembrava che lo facesse con la perizia di un aguzzino. 
Si arrese, non era in condizione di tergiversare. Le descrisse il piano che aveva avuto in mente fino da quando era arrivato lì. Intanto arrivarono alla griglia dell’impianto d’areazione, che sembrava quasi attenderli sul soffitto, e Giulia senza una parola la afferrò e la staccò dalla sua sede rivelando il condotto, improbabile via di fuga. Lo raggiunse con un balzo e cominciò ad arrampicarsi al suo interno, non senza difficoltà. Kaneki, sballottato nella tasca del suo cappotto, la guardava basito. 
- Scusa, ma perché stiamo passando per di qua? Tu sei un membro del C.I.P., non potresti passare tranquillamente dalla porta? - le domandò tenendosi stretto alla stoffa dell’indumento. 
- Passare per le porte è così noioso. - affermò disinvolta ma lo sguardo del ghoul, che guardando verso il basso, mentre cercava appigli per i suoi piedi, era costretta a incrociare, le tirò fuori la verità con uno sbuffo - E va bene, lo ammetto, ho un pessimo senso dell’orientamento e per quanto mi riguarda le indicazioni di Touka sono decisamente più chiare della pianta del quartier generale del C.I.P.! - poi tacque e continuò ad arrampicarsi finché non trovò un condotto laterale che terminava con l’uscita che stava cercando, anch’essa protetta da una griglia che fece saltare con un calcio. Grazie alle scale di emergenza lì vicino, raggiunsero indenni la strada dove li attendeva un furgone. Questo in origine doveva essere stato nero ma ora era talmente pieno di graffiti e scritte eseguite con la bomboletta spray che era quasi impossibile distinguerne il colore originale.
- Perché ho il presentimento che questo mezzo di trasporto appartenga a Uta? - domandò ad alta voce la ragazza in maniera puramente retorica.
Ricevette comunque una risposta - Perché è così, ragazzina. - 
Lentamente il finestrino dal lato del guidatore si abbassò rivelando la presenza del ghoul sovra nominato. Gli occhiali da sole e il pezzo metal proveniente dalla radio del furgone gli conferivano una notevole figaggine (come se Uta non fosse già strafighissimo n.d.a.).
Sfortunatamente quell’attimo di culminante miticità finì per colpa di Touka che, scesa dal retro del furgone, raggiunse Giulia e l’afferrò per il bavero. 
- Chi sei tu? Che ci fai qui? Dov’è quell’idiota di Kaneki? -
La ragazza mise avanti le mani. - Momento, momento, momento (vari “momento” dopo) una domanda alla volta. Io sono Giulia, l’affidataria di Kaneki e come da regolamento dovrò seguirvi nella vostra dimensione in modo tale da verificare se sia possibile rimetterlo in libertà. Per quanto riguarda Kaneki è qui nella tasta del mio cappotto… -
Come c’era da aspettarsi, ed era in effetti legittimo, la reazione di Touka fu prima di stupore e poi di un’ira degna del Pelide Achille.
- MI STAI PRENDENDO PER CENSURA  ( i fondelli )? - trattenendola per la felpa cominciò a scuoterla violentemente, come se stesse shakerando un cocktail, alchè Kaneki volò fuori dalla tasca con un gridolino e si spiaccicò con un sonoro SPLAF sull’asfalto. Touka se ne accorse e lasciò andare Giulia, che non ebbe una sorte migliore del suo ghoul da taschino, e lo raccolse.
Ora se questa fosse una storia drammatica e commuovente lei lo avrebbe preso dolcemente nel cavo delle mani e con un accenno di pianto nella voce gli avrebbe chiesto “Che cosa ti hanno fatto?”… 
Ma visto che è di Touka che stiamo parlando… 
Lo scrutò per qualche secondo con un’aria che dal basito virò violentemente allo sprezzante e l’avrebbe lasciato nuovamente cadere a terra se Giulia non l’avesse prontamente afferrato.
- Incapace! - sbraitò, e a differenza del compagno miniaturizzato lei ne aveva di potenza vocale. - Non sei capace neanche di portare a termine i piani più semplici! Ti avevo avvertito di essere pronto a tutto! -
Anche Uta uscì dal furgone e prese in mano Kaneki - Beh, direi che questo era decisamente troppo assurdo per poter essere minimamente previsto. - sembrava l’unico divertito dalla situazione. 
Altrettanto non lo era Yomo (e non mi sto riferendo allo yogurt con l’elenco ingredienti più corto che c’è) il quale, sceso dal lato del passeggero, agguantò per la collottola gli altri tre, che avevano preso a battibeccare animatamente, li lanciò nel retro del furgone, si accomodò al posto del guidatore e, dopo aver fatto partire dallo stereo “Andavo a cento all’ora”, pigiò il piede sull’acceleratore e partì. 
Verso l’infinito e oltre? 
Nah, Yomo è un ghoul troppo pragmatico per inseguire obiettivi così utopistici… Piuttosto verso il varco dimensionale che dal Quartier Generale del C.I.P. conduceva al mondo dei Ghoul. Avevano dovuto pagare profumatamente per farselo aprire e tra qualche minuto si sarebbe chiuso, poiché a differenza di quelli aperti dal Controllo Internazionale Personaggi i varchi illegali resistevano non più di un quarto d’ora. Ma comunque andando a cento all’ora, e anche oltre visto che Uta aveva truccato pesantemente il motore, che non si bruciò nel bel mezzo della via, Yomo riuscì a raggiungere il varco, un cerchio roteante di scintille arancioni, prima che si chiudesse. Così arrivarono giusti giusti davanti allo studio del proprietario del furgone, nel cui retro gli altri tre passeggeri erano stati doverosamente rimescolati. Davanti alla porta dello studio li attendeva colui che aveva aperto il varco. Era un ragazzo alto poco più di un metro e mezzo, cosa che rendeva difficile determinare la sua età, infagottato in una canotta bianca e in un paio di pantaloni neri entrambi troppo larghi per lui. Aveva due penetranti occhi ambrati e sotto il sinistro vi era il tatuaggio di una piuma azzurra che arrivava fino alla mandibola. Dello stesso colore del tatuaggio erano i capelli, corti e spettinati sulla volta cranica e raccolti in una lunga e ordinata treccia dietro la nuca. Appena li vide arrivare smise di giocherellare con i due anelli uniti da una piccola placca finemente decorata, che portava infilati sul dito indice e medio della mano destra, si staccò dalla porta cui si era appoggiato e raggiunse Yomo chiedendo educatamente - È andato tutto bene? -
La faccia del ghoul gli fornì una risposta piuttosto eloquente tanto che l’azzurro si sentì in dovere di aggiungere - Mi dispiace, avrei voluto fare di più per voi… -
Il ghoul dai capelli grigi lo tranquillizzò con un gesto. - Tranquillo non è colpa tua e poi non è andata così male. Intanto vedi di chiudere quel portale, tra un po’ cominceranno a inseguirci. -
- Detto fatto. - il ragazzo puntò le dita che indossavano l’anello verso il portale e il cerchio cominciò a restringersi fino a implodere su se stesso per poi svanire con uno sbuffo. Quasi immediatamente Yomo gli lanciò i soldi pattuiti come ricompensa. Aveva tentato di rendere il tiro più imprevedibile possibile ma niente da fare, il ragazzino li afferrò comunque. Quei riflessi da mantide religiosa non erano dettati dall’avidità, ma da qualcos’altro… Cosa fosse non vi sarà dato saperlo finché l’autrice non deciderà di rivelarvelo, rassegnatevi all’idea. 
Il ragazzo non perse tempo a contare i soldi, sia perché non sarebbe stato un gesto troppo beneducato, sia perché aveva letto negli occhi di Yomo che non aveva intenzione di fregarlo. (Gli occhi sono lo specchio dell’anima, ricordate… Nozioni simili possono rivelarsi utili…) Per cui gli rivolse un sorriso e chinò il capo in un gesto di ringraziamento. - Buona giornata, signor Yomo e buona fortuna a lei e ai suoi compagni… -
Dall’interno del furgone giunse la voce soffocata di Uta, che era finito sotto Giulia e Touka che se le davano di santa ragione con Kaneki sballottato in mezzo. - Molte grazie, ne avremo bisogno… - 
- Ha rapito qualcuno? - chiese il giovane dai capelli blu vagamente divertito. Da quando era arrivato nella Tokyo di quel particolare universo non si stupiva più di niente e poche cose lo spaventavano (Attento Giovannin Senza Paura, c’è un altro pretendente al titolo…).
- No Welter. - rispose il ghoul dai capelli grigi, con la pazienza che si stava lentamente esaurendo - Beh tante grazie per il tuo aiuto. Buona giornata anche a te e salutami la tua autrice. -
- Sarà fatto. - 
Un ultimo saluto e Yomo partí, a cento all’ora come Gianni Morandi comanda, diretto all’Anteiku da Yoshimura nella speranza che lui avesse una soluzione al disastro in cui si erano cacciati.
Arrivò davanti al locale, frenando appena in tempo per non tamponare un'auto parcheggiata lì davanti, la quale però fece comunque scattare l'antifurto, evidentemente era in vena di dispetti…
Yomo, trattenendosi da ridurre quella sottospecie di lattina gigante ad una lattina gigante ammaccata, tirò fuori dal furgone i compagni che invece erano usciti decisamente ammaccati dalla sua folle guida, e li trascinò nel locale, fortunatamente ancora chiuso. Salirono al piano di sopra e senza bussare entrarono nella stanza di Yoshimura il quale parve molto seccato per essere stato disturbato durante la visione di "Don Matteo 8”. (Sì, ha sfondato anche tra i Ghoul… E sappiate che nella fattispecie Yoshimura ha tutti DVD della serie…)
Con la flemma irritante tipica di alcuni vecchietti e non solo, il capo dell’Anteiku mise in pausa il film ma, ascoltata la precipitosa spiegazione di Yomo, si rassegnò a tirare fuori il dischetto dal lettore e a riporlo nella custodia. 
Esaminò Kaneki e Giulia, lanciando un’occhiataccia a Touka per impedirle di ridurre l’umana in polpette, e dopo aver rivolto loro qualche domanda ed essersi preso circa un quarto d’ora di riflessione, vagliò tutte le soluzioni possibili a quel disastro, insieme a una lunga serie di imprecazioni, ed infine chiese - Quindi tu non saresti capace di riportare Kaneki alla sua taglia normale? - 
Davanti al suo sguardo Giulia avrebbe voluto volatilizzarsi come l’Incantatrice in Suicide Squad o Houdini, ma simili tecniche venivano apprese solo al quarto anno di accademia del C.I.P., quindi si chiuse in un mutismo ostinato che Yoshimura ruppe senza difficoltà.
- Signorina veda di rispondere o la consegnerò di persona al Gourmet affinché l’abbia come ospite d’onore “per” cena… (Hannibal Lecter ci ha insegnato bene il valore di quella proposizione semplice in una frase del genere) -
- No, non sono in grado! Lo ammetto! Non ci ho pensato sul momento, volevo solo impedirgli di fuggire e la chibizzazione era il metodo più efficace che conoscessi! - rispose Giulia con un grido disperato, poiché non ci teneva a diventare il pasto di un ghoul. 
- Ma se qualcun altro disegnasse su quel blocco da disegno avrebbe ugualmente efficacia? -
La ragazza annuì ma quando il vecchietto fece per prendere il blocco e darlo a Uta, lei gli rivolse un’espressione da “Provaci e per un po’ dovrai restare senza mano…” prima di aggiungere - Non può usarlo uno di voi, altrimenti sarebbe troppo facile, questi fogli sono fatti in modo tale da non poter essere utilizzati dai personaggi per alterare il contesto in cui si trovano… -
Yoshimura si trattenne dal pronunciare ad alta voce una parola non propriamente educata che in quel momento si era stampata a caratteri cubitali nel suo cervello, visto che Hinami dormiva nella stanza accanto e aveva il sonno leggero.
- Ora posso spappolarla, capo? - ringhiò Touka ghignando e sfregandosi le mani con fare inquietante.
- No. - ingiunse perentorio il fortissimo nonnetto - O Kaneki non tornerà mai più come prima e tu dovrai fare un doppio turno di lavoro giù nel locale. -
Per Touka, sommersa ogni giorno di più da compiti e interrogazioni (Tutti noi studenti siamo con lei!), quella era una motivazione più che sufficiente.
- E se provassimo con un salto temporale? - suggerì Uta - Tu Yomo hai detto che quel ragazzo dai capelli blu, che oggi ci ha aperto il varco, sarebbe in grado di fare una cosa del genere… -
L’interrogato proferì con voce monocorde - Si è lamentato giusto ieri con me che lui e la sua autrice avevano dovuto restituire l’attrezzatura necessaria alla persona che la teneva in custodia… - facendo sfumare le speranze appena nate di tutti i presenti.
- Inutile tergiversare allora, ci serve un disegnatore… -
- Chiedere direttamente a Ishida, il nostro autore? - propose Kaneki ma dalle occhiatacce intuì di aver toccato un tasto dolente.
- Credi seriamente che l’autore di un mondo pieno di personaggi che hanno tutti ben più di una valida ragione per avercela con colui che li ha creati, avrebbe davvero il coraggio di farsi vedere da loro? - domandò retoricamente Giulia, come se si stesse rivolgendo ad un completo idiota (come talvolta Kaneki è… coff coff) con la voce più saccente del suo repertorio.
Il chibi mise su il broncio, il che sarebbe risultato adorabile se non fossero stati nella CENSURA  fino al collo.
Yoshimura, conservando una calma invidiabile, domandò ancora alla ragazza - Tu non conosci qualcuno capace di disegnare abbastanza bene da restituirci Kaneki nella sua condizione originaria? -
Dopo qualche secondo di approfondito rimuginare a riguardo Giulia fu colta da un’illuminazione - Forse qualcuno c’è… -
A quelle parole immediatamente la speranza si fece strada sul volto dei presenti.
- È una mia amica, membro del C.I.P. da più tempo di me. Ha accesso anche a parecchi varchi dimensionali, quindi potrebbe facilmente raggiungerci… Potrebbe esserci un problema però. -
A tutti loro si gelò il sorriso sulle labbra. 
- Lei ha un pessimo rapporto con il cellulare quindi dovremo fare parecchi tentativi prima che senta una telefonata e risponda… -
Tutti tirarono un sospiro di sollievo per poi cominciare a liquidare il problema come qualcosa di poco conto. 
Ma quattro ore e 16 chiamate senza risposta dopo non furono più dello stesso parere. 
- Senti, ma sei sicura che questa tua amica possieda un telefono cellulare ? - domandò scettico Nishiki, il quale era stato messo al corrente della faccenda come Hinami che subito aveva trasformato il povero chibi-Kaneki nella sua bambolina vivente, con la complicità di Touka e di Uta.
- Fino ad una settimana fa ce l’aveva… Da quello mi ha chiamato per farmi le congratulazioni per il mio primo incarico. - ci pensò su un secondo - Oh cavoli, in effetti mi aveva anche detto che lei aveva appena ricevuto un incarico pericoloso, potrebbe aver perso il telefono in qualche fuga… -
Per un momento il chibi ghoul fu tentato di annegarsi nel bicchiere d’acqua dimenticato dal suo capo sul tavolino da caffè. - Faresti solo un ultimo tentativo, per favore? - la implorò con aria mogia.
Giulia con uno sbuffo fece partire nuovamente la chiamata per la diciassettesima volta, che fu finalmente quella buona. 
Dall’altro capo della linea provenne una voce gioviale - Ehilà Giulia! Scusa se non ti ho risposto ma avevo dimenticato il cellulare nella tasca del cappotto. -
- Altro che perso in una fuga… - sbuffò Nishiki. - Davvero una simile imbranata può aiutarci? -
La ragazza lo mise a tacere lanciandogli Kaneki in faccia.
- C’è qualcuno lì con te? - domandò la voce dal telefono, incuriosita.
- No, lascia stare… Senti, è successo un disastro… -
- Ti è scappato il personaggio? -
- No. -
- Un ghoul ha tentato di fare di te la sua cena? -
- Più che altro il suo shakerato… -
- Che? -
- A dopo queste domande, mi serve il tuo aiuto. Lascia che ti spieghi… -
- Perché non me ne parli di persona? È sempre meglio che parlarne al cellulare… -
- Altro che pessimo rapporto con il cellulare… tra quei due corre odio profondo…  - mormorò Kaneki, pericolosamente in bilico sulla montatura degli occhiali di Nishiki che nel frattempo ridacchiava saccente irritando profondamente Giulia che non aveva niente da lanciargli contro, o meglio, niente che non avrebbe dovuto poi risarcire al proprietario del locale.
- Giulia, mi senti? Sei ancora lì? - 
- Sì, sì, scusami. -
- Bene, dimmi dove sei così posso raggiungerti. - 
- Sono all’Anteiku… -
- Ah, ti sei già integrata nell’ambiente Ghoul? Complimenti! - tacque un attimo - Oppure sei in incognito? - riprese con aria cospiratrice.
- No, non sono in incognito… -
- Bene, dammi un quarto d’ora e ti raggiungo, inoltre ho qualcuno da presentarti… - aggiunse bisbigliando.
- Scusami ma dove sei? E poi questo qualcuno chi è? Sarebbe meglio che non portassi gente… -
- Tranquilla, è uno fidato. Non posso dirti dove sono, per ragioni di alterazione della trama. Va bene, aspettami che arrivo. È sempre un piacere sentirti e scusa se ci ho messo tanto a rispondere a telefono. Ciao. - e chiuse la chiamata.
Giulia rimase immobile con il telefono attaccato all’orecchio senza aver fatto in tempo a dire “No, aspetta…” mentre tutti gli altri la fissavano in trepidante attesa.
Molto lentamente, e non per creare suspance ma perché era pesantemente allibita, ripose in tasca il telefono. - Bene, sembra entusiasta di aiutarci… Tra mezz’ora dovrebbe essere qui… -
- Ma non aveva detto tra un quarto d’ora? - domandò Nishiki, la cui pignoleria cominciava a seccare un po’ tutti.
- È una persona molto lenta, flemmatica, quindi le sue indicazioni temporali vanno prese con le molle. - 
- E anche piuttosto distratta direi… -
- A qualunque ora arrivi, la riceveremo con educazione. - concluse con fare pragmatico Yoshimura per poi tornare a rivolgersi alla ragazza che, insieme a Touka, era a un pelo dall’accoppare Nishiki. - Intanto lei gradisce qualcosa? Un caffè, un the o un succo di frutta? Un dolce? O magari un tramezzino, visto che è l’ora di cena… -
Ci tengo a precisare che le ultime sei parole in bocca ad un ghoul, o anche ad Izma delle “Follie dell’imperatore” o ad Hannibal Lecter, perché no, suoneranno SEMPRE inquietanti. Poco importa se il ghoul in questione ha più autocontrollo e aplomb di un lord inglese e all’apparenza è solo un innocente, seppur cazzutissimo, vecchietto.
- Un tramezzino andrà benissimo… - esalò Giulia cercando di non squagliarsi sul pavimento per il terrore.
- Prendiamo anche qualcos’altro, va. - sbuffò Touka contenta di poter rifilare i manicaretti di Yoriko a qualcuno che potesse apprezzarli.
Mezz’ora, tre tramezzini e una porzione di stufato dopo finalmente sentirono bussare alla porta. 
Nishiki andò ad aprire e gli altri lo sentirono esclamare - Ti immaginavo più alta… - poi la sua voce salì d’un paio d’ottave - Che CENSURA ci fai qui CENSURA di uno Tsukiyama? - e subito il casino esplose.
Touka fece un salto da seduta e Kaneki sfuggì dalla presa di Hinami e si tuffò nella tasca della felpa di Giulia. Fu una mossa sbagliata perché lei raggiunse di corsa l’ingresso dove stava per scatenarsi una rissa tra Nishiki e Tsukiyama con in mezzo la persona che stavano aspettando da quasi cinque ore.
Il ghoul dai capelli rossicci in effetti non aveva torto: La ragazza non era molto alta, oscillava tra il metro e cinquanta e il metro e sessanta e i pantaloni e il cappotto, blu e larghi che indossava non aiutavano certo a slanciarne la figura. La nota di colore più evidente del suo abbigliamento era data da uno scaldacollo arcobaleno fatto ai ferri, Aveva i capelli corti e pettinati con la riga di lato, biondo scuro con vaghi riflessi rossastri e gli occhi azzurro-grigi che osservavano l’incasinata realtà circostante dal retro di lenti rettangolari, senza montatura attorno e luride al punto che era legittimo chiedersi come facesse a vederci qualcosa… Fatto sta che evidentemente ci vedeva perché, ignorando il macello imminente, si lanciò tra le braccia aperte di Giulia facendosi stritolare nel suo abbraccio finché non fu a un passo sia dal soffocamento che dalla rottura delle costole.
Riemerse da quella affettuosa presa d’acciaio con un sorriso soddisfatto. - Grazie, mi ci voleva uno dei tuoi abbracci. E ora dimmi tutto! - 
- Che ne diresti di fermare quei due prima? -domandò l’amica accennando a Shuu e Nishiki che avevano preso a devastare l’ingresso.
- Nessun problema. - si tolse dalle spalle lo zaino blu e da esso tirò fuori la maschera del Gourmet che lanciò come un boomerang centrando in pieno i due che si stavano azzuffando. 
- Zitti e buoni! - sbraitò con un urlo da far tremare i vetri afferrando al volo la maschera che era tornata indietro. 
Tsukiyama all’istante si ricompose, spazzolandosi via polvere e detriti dalla giacca, e anche Nishio dovette placarsi trovandosi ancora sotto il tiro di quella improvvisata arma. 
- Vergognatevi e sappiate che dopo lo pulirete voi questo casino! -
- Ma ha cominciato lui! - piagnucolò il ghoul dai capelli viola indicando Nishiki che non smetteva di guardarlo con espressione feroce. 
- Non mi importa chi ha cominciato. Entrambi avete proseguito, tanto basta. - dopodiché li ignorò e tornò da Giulia. - Bene, che cosa avevi da dirmi? -
- Beh, visto che sei qui, guarda tu stessa… - infilò la mano nella tasca della felpa e tirò fuori Kaneki ridotto ad un tremolante batuffolo di vestiti e capelli neri.
- Già padroneggi la tecnica della chibizzazione a tali livelli? Ma è straordinario! -
Shuu Tsukiyama non era dello stesso parere. Guardò per qualche secondo il chibi per poi raccoglierlo dal palmo di Giulia con mani tremanti. - Kaneki che cosa ti hanno fatto? - gli domandò con voce addolorata, perché il suo pasto si era appena ridotto ad una tartina da buffet. 
Ricevette da Giulia una spiegazione per sommi capi e si astenne dallo strozzarla solo perché intanto erano sopraggiunti Yoshimura, Yomo, Touka, Hinami e Uta. 
Quest’ultimo sembrava conoscere la misteriosa visitatrice perché la salutò con un lieve sorriso e un cenno della mano. - Yo, Filippo. Quindi era Tsukiyama il nuovo incarico? -
La ragazza annuì stancamente, ignorando tutti i presenti, Giulia inclusa, che erano rimasti interdetti davanti al nome maschile. - Sì, e ti posso garantire che al confronto tu eri oro. -
- Posso sapere la causa di queste tue lamentele? - chiese con voce piccata il chiamato in causa mentre restituiva Kaneki alla sua affidataria.
- Oh beh tanto per cominciare Uta non mi ha trascinato in uno shopping selvaggio della durata di cinque ore con la motivazione di dovermi rifare il guardaroba… -
- Che ingrata, volevo farti solo un presente e mostrarti un po’ la città. -
- Anche dopo la settecentesima volta che avevo cercato di declinare gentilmente l’offerta? -
- Non dirmi che avresti preferito restare tutto questo tempo a disegnare e ad ascoltare Welter che suonava il pianoforte… - 
- Tanto per cominciare sei stato tu a permettergli di suonarlo e a dire che ti piaceva la sua musica… E poi mi sembra che neanche i ritratti che ti ho fatto ti risultassero sgraditi. -
Yomo interruppe quello scambio di battute, che altrimenti sarebbe proseguito piuttosto a lungo. - Welter? Ti riferisci ad un ragazzino con i capelli azzurri? -
- Sì, io sono la sua autrice. - rispose tranquillamente. - Piacere di conoscerla Yomo, io sono Filippo, Welter e Uta mi hanno parlato di lei… sempre in positivo, tranquillo. -
- Ma se sei una ragazza… - intervenne Nishiki sospettoso -… Perché ti fai chiamare con un nome da maschio? - 
- Per conservare più efficacemente la mia copertura. Se avessi lavorato nel mondo di “Death Note” capiresti… -  
- Sì, sì, adesso basta coi convenevoli e andiamo al nocciolo della questione. - ringhiò Touka afferrandoli tutti e trascinandoli ad accomodarsi sul divano. - Devi far tornare Kaneki com’era prima. -
- Oh, Kirishima, innanzitutto si dice “per piacere”… - La redarguì - E poi non è che io ci metto cinque minuti a fare un disegno. -
- Non mi importa quanto ci vorrà mi basta che entro dopo domani sia come prima, non voglio sobbarcarmi anche il suo turno. - sbuffò la ghoul.
- Che meravigliosa dimostrazione di amicizia… - commentò Shu in un sussurro all’orecchio di Niskiki che per una volta si trovò d’accordo con lui.
- Allora io potrei tornare domani con tutto il mio materiale per il disegno e risolvere il problema. Che ne dite? -
L’approvazione fu all’unanimità. 
- Ma perché non si trattiene qui? - propose Touka con eccessiva formalità e un sorriso tirato - Così non dovrà fare avanti e indietro dal ristorante dei Ghoul all’Anteiku. E poi potrei portarle io il materiale da cancelleria… - era evidente, dopo tutto il tempo impiegato per trovarla, che aveva paura di lasciarsela sfuggire. 
- Tranquilla Kirishima, non si scomodi… Le garantisco che per domani mattina sarò qui alle nove in punto… -
Il fatto che avessero reciprocamente abbandonato il “tu” nella conversazione le faceva sembrare ancor più sul piede di guerra.
- Allora la attenderemo per le dieci… - borbottò Nishiki senza badare a non farsi sentire beccandosi però le tre sberle congiunte di Giulia, Tsukiyama e Yoshimura.
Quest’ultimo poi si avvicinò a “Filippo” e l’accompagnò alla porta ringraziandola per l’aiuto offerto.
- Oh ma figuratevi, anzi scusatemi ancora per averci messo tanto a rispondere a telefono… Baderò a tenerlo più vicino a me nei prossimi giorni… -
- Sarebbe consigliabile anche negli anni a venire… - suggerì amichevolmente Uta.
- Cominciamo con obiettivi piccoli e a breve termine… - salutò Giulia con un altro abbraccio spaccaossa - Chiamami se hai ancora bisogno di me, prometto di rispondere subito stavolta. Beh buonanotte a tutti. - si rimise lo zaino sulle spalle e partì con Shu al seguito, il quale, appena non furono più a portata d’orecchiò piagnucolò - Perché ha ridotto così il mio povero Kaneki? -
In risposta ricevette una bonaria carezza sulle spalle - Smettila di inscenare una tragedia greca, con tutto il rispetto per quest’ultima. Domani lo farò tornare com’era prima. Intanto dimmi che c’è per cena stasera? - tergiversò con nonchalance ma senza troppa maestria.
- Sempre lì a pensare al tuo stomaco, quasi sei peggio di Rize… - esalò sollevando gli occhi al cielo fintamente esasperato.
- Ehi piano con gli insulti e poi dopo averti scarpinato dietro quattro ore facendoti anche da porta acquisti… - e qui accennò al suo zaino stracolmo - … credo sia un mio diritto rifocillarmi. -
- Va bene, va bene, non intendo certo toglierti il pane di bocca… -
- Anche perché non ti sarebbe di alcuna utilità… -
- Pensavo che avessimo smesso di fare battute sull’alimentazione reciproca… Comunque per stasera ci sono le scaloppine. -
- Hai cominciato tu con le battute… - ringhiò lei.
- Ma tu hai proseguito e tanto basta. - la scimmiottò il ghoul. 
Continuarono a camminare per un po’ in silenzio.
- Sei stranamente silenziosa… C’è qualcosa che ti preoccupa… Te lo leggo in faccia. Di che si tratta? . -
- Allora prenderò in considerazione l’idea di farmi confezionare una maschera da Uta… E comunque sono preoccupata per Kaneki e Giulia… -
- Oh ma allora la preoccupazione è condivisa… - mormorò Shu mettendole una mano sulla spalla.
La ragazza evitò di staccargliela a morsi - Ma se due giorni fa hai tentato di mangiarti il primo e ora avresti volentieri fatto secca la seconda… -
- Smettila di vedermi come una persona arida e materialista… Ho un cuore anch’io sai… -
- Già e la via più veloce per il cuore di un uomo passa per il suo stomaco… Comunque per rispondere alla tua domanda dovrò farti un’anticipazione sulla trama. Le regole del C.I.P. lo vietano ma sarà una piccola cosa… - gli fece cenno di chinarsi, poi portò le labbra vicino al suo orecchio e bisbigliò - Vedi, mio caro Shu, in questa storia Kaneki è un po’ come l’Arca dell’alleanza… anzi direi più come il Barbiere di Siviglia: tutti lo cercano e tutti lo vogliono… quindi preparati perché tra un po’ non sarai il solo a dargli la caccia… Comunque stasera scaloppine? Mi fa piacere… -
- Aspetta che cosa volevi dire con “ Non sarai il solo a dargli la caccia”? - domandò Tsukiyama spiazzato e con la preoccupazione di perdere la sua prelibatezza accresciuta ormai a livelli stratosferici. 
- Da questo punto in poi io ho la bocca cucita. - affermò semplicemente lei.
- Non si custodisce un segreto lesinando sui particolari! - ringhiò l’altro. 
- Si dice il peccato, non il peccatore… - ribatté tranquillamente la ragazza.
E continuarono a battibeccare lungo tutto il tragitto.
Intanto Giulia con ancora un vago fischio alle orecchie era uscita dal locale insieme a Touka, Hinami e naturalmente Kaneki, che aveva trovato un comodo alloggio nella cartella della bambina. Yoshimura aveva suggerito che andasse a dormire da loro, sarebbero state più al sicuro.
- E dimmi, Kaneki è il tuo primo incarico? - domandò a Giulia la piccola cercando di rompere il silenzio pesantissimo che aleggiava nel gruppo.
- Oh sì. - rispose la ragazza non senza una punta d’orgoglio.
- Strano… - ringhiò Touka - Di solito i ghoul non vengono mai assegnati ai novizi… -
- Stavolta avranno fatto un’eccezione, evidentemente. Neanch’io conosco tutti i criteri in base ai quali affidano un personaggio. -
- E il criterio generale qual è? - incalzò Hinami sempre più curiosa. Evidentemente era entrata in quella fase che abbiamo avuto tutti da bambini, durante la quale sparavamo domande a mitraglia, mandando all’esasperazione chiunque entrasse in contatto con noi…
- Si mette il proprio nome in una lista e poi tutti i candidati di questa vengono valutati in un esame da un consiglio. Infine ne viene scelto uno a cui sarà affidato il personaggio. -
- Ah, e gli esami sono difficili? -
- Più il personaggio è importante più diventano complicati. -
- E quelli per Kaneki erano complicati? -
Touka sbuffò - Quello è una tale sagoma che non mi stupirei che fosse così. -
- Ti ho sentito! - squittì il chiamato in causa.
- Non hai risposto alla mia domanda. - insistette la piccola.
- Mi dispiace, Hinami, ma non posso. -
- Perché? -
Giulia si armò di pazienza - Perché sono informazioni riservate. -
- E perché sono riservate? -
- Perché non possono essere rivelate. -
- E perché non possono essere rivelate? - 
( Nel caso vi ritroviate in una situazione del genere sappiate che non avrete facilmente scampo. Come accennato sopra i bambini, umani o ghoul che siano, sono maestri nel prendere per sfinimento gli adulti. “I bambini hanno la panchina più lunga” cit. Linus )
- Perché potrebbero fornire anticipazioni sulla trama e alterarla. -
- E perché potrebbero alterarla? In che modo? -
Giulia forse avrebbe resistito ancora un po’ ma Touka aveva esaurito le sue riserve, già non troppo abbondanti, di pazienza giornaliera. - Ora basta Hinami. Ha detto che non può dircelo, quindi smettila. E giuro che se dici un altro perché ti riempio di botte… - aggiunse come ulteriore misura di sicurezza.
La bambina si chiuse per un po’ in un broncio ostile ma gli altri tre non fecero in tempo a benedire il ritrovato silenzio che subito passò al contrattacco.
- Ma come mai… -
Prima ancora che la domanda fosse completamente posta, l’efficace risposta di Touka e Giulia fu quella di imbavagliare  Hinami con la sua stessa sciarpa e in questo modo il silenzio perdurò finché non furono arrivati a casa. Qui la bambina, offesa, fece per scappare subito in camera sua, ma si ritrovò costretta ad allestire il letto per gli ospiti. Per Giulia bastò mettere una coperta e un cuscino sul divano, per Kaneki invece utilizzarono un cuscinetto puntaspilli come materasso e una pezzuola per pulire gli occhiali, gentilmente donata dall’affidataria, funse da copertina. 
- Lor signorie stanno comode? - domandò acidamente Touka.
-  Sì. - rispose seccatamente Giulia - Ma starei più tranquilla se la smettessi di trattarmi come la causa di tutti i tuoi guai. -
- Credimi, se ti avessi trattato realmente come la causa di tutti i miei guai avresti esalato da varie ore il tuo ultimo respiro… - ghignò la ghoul.
- E Kaneki sarebbe rimasto per sempre alto come due tappi di bottiglia uno sopra l’altro… Magari a Hinami avrebbe fatto piacere ma a te non credo… O sbaglio? - ribatté placidamente la ragazza mettendo definitivamente a tacere la sua interlocutrice che uscì dalla stanza senza neanche augurarle la buonanotte.
- Sai, devi scusarla. È solo un po’ nervosa… - pigolò timidamente Kaneki sentendosi in dovere di porre pace tra le due. 
( Si accettano scommesse: 3 a 1 che ha il ciclo, 4 a 1 che ha preso un’insufficienza in qualche test il giorno prima o 2 a 1 che non ha niente ed è semplicemente sclerata di suo… Io punto tremila yen sull’ultima… n.d.a.)
- Nervosa? - sbottò Giulia facendolo rannicchiare spaventato sotto la coperte - Quando distribuivano la pazienza evidentemente lei era impegnata a ridurre in polpette qualcuno che era stato così stupido da farle saltare i nervi… -
- Esatto! - gridò Touka dall’altra stanza.
- Buonanotte anche a te. - detto questo la ragazza si avvolse nella coperta e provò ad addormentarsi, cosa non facile sapendo che a pochi passi c’era una creatura dotata di notevole forza fisica e anche decisamente infuriata con lei.


Questa è la prima storia di più capitoli che pubblico e in origine era stata scritta, durante le vacanze di Natale, come regalo per un'amica e, dietro anche suo consiglio e approvazione, ho deciso pubblicarla qui.
In futuro potrei inserire anche delle illustrazioni che ora sto realizzando, ma vi consiglio di prendere con le molle questa mia affermazione dato che la mia flemma e incapacità con i mezzi informatici potrebbero costituire due consistenti ostacoli al raggiungimento di questo obbiettivo...
In ogni caso cercherò di aggiornare una volta a settimana, impegni scolastici permettendo.
Spero che questo racconto vi piaccia e riesca nel suo scopo di divertirvi o strapparvi almeno una risata, perché in questo, come in qualcunque altro fandom, un po' di comicità è sempre salutare.
Mi scuso per eventuali errori di grammatica o battitura, ho riletto questo testo almeno una decina di volte ma so che qualche imperfezione mi sarà certamente sfuggita. Se notate qualche difetto non abbiate timore di farmelo notare, così potrò correggerlo.
Ringrazio chiunque leggerà o recensirà questo scritto.
Seneca Wolf. 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 : Dove Yamori s’improvvisa “ginecologo” e Filippo fa una spesa voluminosa. ***


CAPITOLO 2  Dove Yamori s'improvvisa "ginecologo" e Filippo fa una spesa voluminosa.

Il mattino arrivò decisamente troppo presto e Touka che la buttò giù dal divano con una pedata, non fu affatto un risveglio piacevole.

- Forza, alzati, che io devo andare a lavorare. Non ho niente per la tua colazione qui, mangerai al locale. -
Giulia biascicando parole incomprensibili, probabilmente maledizioni all’indirizzo della ghoul, si trascinò in cucina e si accasciò sul tavolo dove rimase finché non fu il momento di uscire.
Raggiunsero il locale con lei ancora in fase R.E.M. che sognava tanti chibi di Kaneki che ballavano la macarena.
(Uhm, evidentemente la cucina di Yoriko dev’essere piuttosto pesante…)
Quella visione non eccessivamente paradisiaca venne però interrotta dall’ingresso di Banjo e del trio con le maschere anti-gas. Giulia inizialmente non se ne preoccupò sia perché non li considerava particolarmente pericolosi sia perché era troppo intontita. 
Ma quando l’armadio a due ante con la barba improbabile (Senza offesa Banjo e poi a me piace la tua barba n.d.a.) si avvicinò a lei fiutando l’aria circostante dovette in parte ricredersi. 
Senza troppo riguardo, ormai si è capito che l’educazione per certi Ghoul è un optional, Banjo la agguantò per il bavero della felpa, che se riceverà ancora un simile trattamento si romperà prima della fine di questa storia, e le sbraitò in faccia - Perché tu hai l’odore di Rize? - fece un pausa di alcuni secondi - E soprattutto perché viene dalla tasca della tua felpa? -
( Eau de Rize N.5. prossimamente in tutte le profumerie)
- Non conoscono i più banali codici di comportamento nella Circoscrizione 11? - ringhiò la ragazza - Quando ci si presenta innanzitutto ci si dà una vigorosa stretta di mano… - e fu quello che fece. 
Non credo però che il galateo preveda di far compiere alla persona cui stai stringendo la mano una rotazione di 180 gradi prima di sbatterla violentemente sul pavimento. 
Fu più o meno quello che fece la ragazza, con grande disapprovazione di Koma che gracchiò - Avevo appena pulito per terra… -
Il commento di Touka invece fu - Bel colpo ragazzina, l’hai steso… Ma dopo lo sentirai il capo… -
- Io ho agito per legittima difesa… -
- Sì, sì lo so ma ora aiutatemi a trasportare sopra il bestione. -
In sei, ossia il trio delle maschere anti gas, Touka, Giulia e Koma, riuscirono a trasportare sopra l’incosciente Banjo per poi mollarlo sul divano. 
- Chiamami quando si risveglia che io devo ripulire il disastro che hai fatto al piano di sotto. - e con queste parole la ghoul dai capelli viola si congedò lasciandola con lo svenuto, che russava come un asciugacapelli, e relativa compagnia. 
In attesa che il tramortito rivenisse occuparono il tempo giocando a UNO ma, proprio mentre la ragazza stava per ottenere la terza vittoria consecutiva, Banjo cominciò a farneticare roba, direi anche piuttosto ambigua, su Rize e si risvegliò. 
Non appena vide Giulia biascicò - Perdonami, prometto di non attaccarti un’altra volta, però puoi rispondere alla mia domanda di prima? -
Lì la ragazza si fece tesa come una corda di violino: lo spoiler era uno dei reati che il C.I.P. puniva con maggior severità quindi doveva badare bene a non fare alcuna anticipazione sulla trama.
- Vuoi dire perché sentivi l’odore di Rize provenire dalla tasca della mia felpa? - chiese cauta. 
- Sì. -
- Beh è una storia un po’ complicata… -
- Dimmela in fretta che non abbiamo molto tempo… - la incitò l’armadio agitandosi nervoso.
- Io sono un membro del C.I.P. … - cominciò Giulia ma subito l’altro la interruppe.
- Ho conosciuto uno di voi. Era l’affidataria del mio capo… -
“Chi sarebbe così folle da sperare di reinserire un membro dell’Albero di Aogiri?’ pensò Giulia prima di riprendere il suo racconto - L’odore che sentivi viene dal ghoul che mi è stato affidato… -
- Chi? Rize? - chiese quello speranzoso.
La ragazza assottigliò pericolosamente lo sguardo - Giuro che se mi interrompi ancora rifarò ciò che ho fatto quando ci siamo presentati, ma stavolta ci metterò una forza sufficiente da sfondare il pavimento… -
Il Ghoul eseguì una serie di genuflessioni chiedendo perdono e poi rimase muto aspettando il resto della storia.
- Bene. Ora devi sapere che io ho miniaturizzato il ghoul in questione fino al punto che avesse le dimensioni per stare nella tasca della mia felpa… - infilò una mano nella cavità in questione e tirò fuori Kaneki che mormorò un timido “ciao”.
Banjo rimase con la bocca spalancata per lo stupore per un tempo sufficiente da permettere a tutte le persone nella stanza di contemplargli le tonsille.
E aveva palesemente bisogno di un po’ di collutorio…
Ma non divaghiamo.
Dal trio provennero un mucchio di esclamazioni del tipo: “Uao!” “Ma come hai fatto?” “Oddio quant’è piccolo!” e in ultimo “Com’è carino!”
L’ultima esclamazione fece arrossire moltissimo il chibi.
- Ma perché ha lo stesso odore di Rize? - domandò sconsideratamente Banjo per poi rimpicciolirsi sotto lo sguardo furioso di Giulia.
- Ma è un chiodo fisso il tuo? E comunque guarda che ti sbagli, il suo odore è simile, ma non identico. Guard… cioè annusa tu stesso. - 
Gli mise Kaneki sotto il naso, letteralmente, ma Barba a spirale (Ho deciso, da questo momento in poi, per ovvie ragioni, lo chiamerò cosi n.d.a. ) commise l’errore di inspirare un po’ troppo forte e… lo inalò intero. Infatti si ritrovò la testa del chibi nella narice destra e i piedi che si agitavano fuori disperatamente. Da tutti i presenti, fatta eccezione per Banjo che gridava come un forsennato - TIRATELO FUORI! - si levò un - Bleah! - di disgusto.
Il casino attirò comunque Touka che venne seguita da Yamori e Nico i quali avevano pensato di poter rapire “colui che aveva l’odore di Rize” approfittando della confusione. La situazione che si trovarono davanti però li fece esitare parecchio, insomma il tempo necessario per comprenderla. 
Durante il seguente lasso di tempo entrò anche Ayato, sfondando la finestra a calci.   
Non conoscono la delicatezza nella famiglia Kirishima…
Ma erano tutti così impegnati nel risolvere l’assurdo e vagamente disgustoso problema corrente che nessuno se lo CENSURA (filò) di striscio. 
Anche lui ci mise parecchio per comprendere che, su per le vie nasali di quell’idiota del suo sottoposto, si era incastrato un essere minuscolo di forma umanoide, che non se la stava passando troppo bene. 
Dopo un’iniziale disgusto provò una punta di pietà per lui. E sappiate che ce ne vuole per impietosire quel nano acido di Ayato Kirishima.
Intanto tutti gli altri si arrovellavano alla ricerca di una soluzione. 
- Tiralo fuori con le mani! -
- Bleah! Che schifo! -
- Mettiti un guanto o usa un fazzoletto. -
- Ma non vedi che le narici sono troppo strette, idiota? - la parola a conclusione della domanda fece capire a tutti che era Touka che stava parlando.
- Allora afferralo per le caviglie! -
- No, meglio di no. - intervenne Yamori - Rischieresti di slogargli o rompergli qualche osso… -
Faccia da squalo martello che si preoccupa per qualcuno? 
Qui c’è qualcosa che mi puzza…
- E du cobe lo zai? (tradotto dal Nasotappatese “ E tu come lo sai? ) - chiese Banjo sospettoso.
- È un po’ come far nascere un bambino podalico senza il cesareo… Lo so perché per torturare alcuni dei miei sottoposti li ho costretti a guardare dei video sul parto… - affermò tutto orgoglioso il gigante dalla faccia schiacciata. (Davvero, sembra abbia avuto un violento impatto con un muro… Quest’ultimo ha avuto la peggio, credetemi…)
- Fai schifo. - fu la considerazione unanime dei presenti, Nico e Ayato inclusi, e ho detto tutto. 
- Grazie, faccio del mio meglio - rispose l’oggetto del commento senza farsi minimamente scalfire.
- E allora che cosa usiamo, genio? - chiese Touka, irritata all’ennesima potenza e non la si può biasimare visti i recenti eventi…
- Ci vorrebbe uno strumento allungato e sottile ma che ci permetta di fare presa sull’esserino e tirarlo fuori… - 
- Un uncino? - propose uno del trio.
Banjo cominciò a rabbrividire.
- Meglio un uncinetto, di quelli per lavorare la lana! Ha il manico più lungo e l’estremità smussata. - saltò su il secondo.
- Certo e dove lo troviamo? - domanda il terzo.
Cavoli, quei tre mi ricordano vagamente la logica dialettica hegeliana… con i suoi tre momenti di tesi, antitesi e sintesi.
Sto studiando la corrente filosofica dell’idealismo… Si nota molto?
- Nah, ci vuole qualcosa di più preciso… -
L’urlo di Ayato fece fare un salto a tutti. - Fermi tutti! Ho la soluzione. - si voltò verso l’essere più eccentrico e colorato in quella stanza - Nico! -
- Eccomi! - rispose quello all’appello.
- Hai con te la tua pinzetta per le ciglia? -
- Certo, io porto sempre il minimo indispensabile per la toeletta… ( Ossia un set da fare invidia ai truccatori professionisti… ) -
Prese una micro pochette color rosa caramella e la passò ad Ayato.
Uhm in questa storia sembra che tutti amino i colori accesi e sgargianti… Non vi siete già dimenticati i guantoni da forno di Giulia, vero? 
- Vi sembra però questo il momento di pensare al look? - chiese con una punta di biasimo, anche piuttosto preoccupato dal più giovane dei Kirishima che frugava con malagrazia nella borsa.
- Io veramente volevo usarle per tirare fuori dal naso di Banjo quel… - stava per dire “poveraccio” ma vista la sua reputazione di ghoul dal cuore gelido, vedi anche nano ghiacciato, non poteva lasciarsi andare in pubblico a manifestazioni di compassione e quindi optò per - …minuscolo sgorbio.
Fortunatamente Kaneki, dal buco di fogna in cui si trovava, Banjo non si pulisce spesso il naso, non lo sentì. 
Ayato intanto aveva trovato le pinzette, dorate e tempestate di Swarosky, insomma una cosa molto sobria. 
- Bene, ora mi serve qualcuno con una mano precisa e delicata… - analizzò tutti i soggetti nella stanza, sua sorella inclusa, ma nessuno corrispondeva agli standard quindi finì per restituire le pinzette a Nico.
- Ora mi affido alla delicatezza del tuo tocco femminile… -
All’ultima parola il ghoul gonfiò il petto con orgoglio come una fregata gonfia la sacca gulare durante il corteggiamento.
- E all’esperienza di Yamori… -
Beh, se è in grado di infilare qualsiasi cosa in qualsiasi orifizio sarà anche in grado di toglierla, no?
Ci ricordiamo tutti, con notevole orrore, la scena del centopiedi… giusto?
- Yamori tu tieni ferma la testa di Banjo. - Ayato sembrava molto un chirurgo in sala operatoria e ciò lo gasava oltremisura, non neghiamolo…
“Il paziente” però stava già vistosamente tremando.
- Va bene, ora innanzitutto china in avanti la testa finché le gambe dell’esserino non sono perpendicolari al pavimento, la forza di gravità aiuterà nell’espulsione… ma non devi assolutamente cercare di spingerlo fuori soffiando dal naso, quindi per il momento respira solo con la bocca. - comandò Yamori. 
Uhm, avrebbe potuto fare il ginecologo… Nah, meglio di no. Non voglio neanche immaginare le possibili conseguenze.
- Ora, Nico, infila le pinzette nella narice e afferra l’esserino all’altezza dei fianchi. Poi ruotalo di 90 gradi, per facilitare l’uscita delle spalle… - e mentre Faccia Schiacciata continuava a spiegare, Giulia zampettò fino ad Ayato e gli sussurrò all’orecchio il seguente suggerimento - Se volete avere ancora vita facile dalle vostre parti vi consiglio di far sparire, bruciare, distruggere tutti i testi e i video sulla ginecologia di Yamori… -
Il ragazzo annuì gravemente - Non temere, ho già dato l’incarico ad un mio collega. -  
- Mossa saggia. -    
Intanto l’estrazionantificazione ( termine coniato ne “La principessa e il ranocchio” per indicare appunto un estrazione straziante) stava volgendo al termine con risvolti tragicomici…
- Bene, Banjo. È quasi fuori, ora spingi… ehm cioè soffia… - 
Il ghoul eseguì emettendo un suono simile a quello di un trombone stonato.
- Bene, vedo la testa. Ci siamo quasi… -
E con un rumore viscido di muco finalmente Kaneki venne… ehm volevo dire tornò al mondo. Sporco di muco e caccole, quasi morto per asfissia e con una faccia da “Ho visto cose che voi umani (e ghoul) non potete nemmeno immaginare”, ma tutto intero.
Penzolava appeso alla pinzetta di Nico emettendo gridolini di vivo disgusto e cercando invano di ripulirsi.
Venne posato sul pavimento dove Giulia lo raggiunse prontamente con un fazzoletto per pulirlo ricevendo infiniti ringraziamenti.
Intanto alle loro spalle si stava scatenando una scazzottata monumentale, perché Touka aveva improvvisamente riconosciuto il fratello e, dopo essersi urlati contro termini che io non oserei ripetere, avevano preso ad azzuffarsi. 
Si scatenò una sorta di reazione a catena: Yamori e Nico, ancora armato di pinzette, si lanciarono per aiutare Ayato, Banjo e il trio si buttarono per dare manforte a Touka, contando di riuscire ad assestare ai loro superiori qualche bel gancio o sleppa e infine sopraggiunse anche Koma ben deciso a impedire che il parquet venisse rovinato. 
Dopo un po’ l’attenzione di spostò su Giulia o meglio su ciò che cercava di proteggere.
In fondo gli ordini dell’Albero di Aogiri erano quelli di catturare colui che aveva l’odore di Rize, poco importava che fosse alto meno di un rotolo di carta igienica… 
Quel che avvenne si avvicinò molto a una mischia di rugby, tutti contro tutti. Kaneki ovviamente era la palla…
Giulia se la cavò egregiamente riuscendo pure a far saltare un paio di denti dalla bocca di Yamori ma fu Nico che riuscì ad acchiappare il mini- ghoul rinchiudendolo nella sua micro pochette rosa. Usò la stessa per stendere l’umana con un colpo in testa prima di chiuderla nella sacca che sarebbe servita per trasportare Kaneki se solo fosse stato nelle sue dimensioni originali.
Un paio di finte, poi uno due e tre, tagliarono le cravatte a Touka e Koma e li stesero sul parquet, che, fortunatamente, era ancora integro.
Fatto questo se la filarono a tutta velocità. A piedi, s’intende, poiché l’Albero di Aogiri non forniva mezzi a motore ai suoi dipendenti.
L’Anteiku rimase deserto e devastato fino alle nove quando Filippo arrivò tutta allegra con lo zaino sulle spalle e Shu Tsukiyama al seguito senza presagire minimamente quello che era accaduto.
Ma le bastò salire al piano di sopra e guardare la stanza, che pareva devastata dal passaggio di un ciclone tropicale, per capire quello che era successo.
Shu la sentì borbottare - Avevo ragione, Volume 6, Capitolo 52 [Rapimento]. - emise un cupo ringhio - Appena torno al C.I.P. quell’idiota della sezione Assegnazione incarichi mi sentirà… Non si assegnano personaggi ai novizi quando ormai si è giunti a un punto nodale della trama. Lo strozzerò con queste mani, giuro! - 
- Mon cher, cosa diavolo vai farfugliando? -
- Lascia perdere se non ci tieni a udire parole che una signora non dovrebbe mai usare… -
Una delle suddette parole attraversò improvvisamente l’aria, indizio che Touka era appena rinvenuta.
Subito attaccò a sbraitare - Che ci fai tu qui? Sei in ritardo! -
- Sono le nove esatte. - ribatté Filippo, mostrandole l’orologio da taschino che aveva tirato fuori dalla tasca del cappotto. - Non prendertela con me se te li sei lasciati scappare.-
Qualcosa guizzò negli occhi della Ghoul, molto probabilmente istinto omicida. - Un momento tu come fai a sapere che… -
- Noi del C.I.P. conosciamo gli eventi in anticipo. Altrimenti come credi potremmo fronteggiare certe situazioni e riuscire a cavarcela? -
- E allora se sapevi che cosa sarebbe successo perché non sei intervenuta? Perlomeno per aiutare la tua amica… -
- Per chi fa anticipazioni sulla trama o cerca di alterarla sono previste pene severissime. - sibilò la sua interlocutrice - Inoltre contavo che Giulia avesse almeno un giorno o due di vantaggio. Ho creduto all’intelligenza dei miei superiori, grave errore. Non credevo sarebbero stati così vigliacchi da assegnare ad una novizia un personaggio in  un punto nodale della trama. -
- Un attimo, cos’è un punto nodale? - domandò la ghoul a un passo dalla isteria poiché non ci stava capendo un CENSURA (Calogero il Facocero).
Filippo la guardo con una faccia da “Ma siamo seri?” e sbuffò alzando gli occhi al cielo - Santissime polpette, che razza di disinformazione… Un punto nodale della trama è una parte in cui la situazione iniziale della storia viene turbata da un evento che scatena una crisi che successivamente verrà risolta. -
Vi fu qualche attimo di silenzio con in sottofondo il rumore di Tsukiyama che si raddrizzava i polsini e il colletto della camicia.
- Ma che mi stai facendo?!? Una lezione di letteratura?!? -
Indovinate di chi era quell’urlo… Esatto cari lettori. Di Touka.
- Tu mi hai fatto una domanda, questa è la risposta. - 
- E perché i novizi non dovrebbero avere a che fare con questi punti nodali? -
- Indovina un po’? Perché non hanno l’esperienza necessaria per gestirli! Ma i miei superiori evidentemente non arrivano a comprenderlo… - 
- Sembra che tu non abbia una considerazione troppo alta di loro… - intervenne Shu che neanche ci aveva capito molto ma non poteva assolutamente perdere il suo charme.
- Ti sembro Kotaro Amon, per caso? - domando Filippo con una smorfia indicandosi da sola.
- Chi? - chiesero i due viola all’unisono.
La ragazza si accorse di aver commesso un errore - Nah, lasciate perdere… Non dovevo dirvelo… -
Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso.
In una frazione di secondo Filippo si ritrovò inchiodata al muro con la mano di Touka sulla gola.
- Basta con i tuoi misteri del CENSURA (Calogero il facocero)! -
- Davvero ti interessa sapere chi è Kotaro Amon? - gracchiò la ragazza dato che l’imminente soffocamento le impediva di assumere un tono di voce normale.
- In realtà no… Voglio sapere dove si trova Kaneki e quell’idiota della sua affidataria! -
- Non insultare Giulia alle spalle. -
La presa sul suo collo si strinse ancora - Non sei nella condizione di darmi ordini. -
- E se ti dicessi che posso aiutarvi a salvare Kaneki e a ritornare tutti interi senza neanche un graffio? - si godette per un po’ l’espressione stupita della ghoul - T’ho colpito il cervelletto, eh? - 
Dietro di loro Tsukiyama sghignazzava sommessamente ma bastò un’occhiataccia perché recuperasse il suo atteggiamento da attore tragico (o da Visconte Druitt…).
- Touka, se lei è davvero in grado di riportarci indietro il caro Kaneki ci conviene ascoltarla. Ti prego lasciala andare. -
La ghoul sbuffò ma alla fine obbedì. 
La ragazza inalò freneticamente aria - O santo polpettone, o mamma mia! Prima respirare e poi parlare. - ancora un inalazione - Ora sto meglio. Dovrò farvi degli spoiler da Nobel per aiutarvi ma siamo messi talmente male che ormai non si possono fare più danni di quanti già ce ne siano. Kaneki a breve si troverà nell’undicesima circoscrizione,  nelle mani dell’Albero di Aogiri. - prese a ridacchiare - Vorrei proprio vedere la faccia di Tatara quando si ritroverà davanti un chibi… -
- Chi è questo tizio? -
- Un ghoul con meno pazienza di te e con un carattere gelido… Io lo chiamo Salsa Tartara Ghiacciata… naturalmente assicurandomi che non mi senta perché in quel caso mi staccherebbe la testa dal collo… -
- Siamo messi bene… - mormorò Tsukiyama.
- Fortuna vuole che sia anche il capo dell’Albero di Aogiri… Cercherò di parlargli… -
- E darebbe retta a una come te? - domando Touka saccente.
- Ascoltami bene Kirishima, ho tenuto testa a tuo fratello per cui non mi farò mettere i piedi in testa da te. Se vuoi indietro il tuo amico e collega ti conviene ascoltarmi… -
L’altra rimase a bocca spalancata, ma si riprese in fretta. - Tu conosci Ayato? -
- Sono stata la sua affidataria per parecchi mesi e gli ho evitato per miracolo la prigionia… Ha un carattere leggermente più trattabile del tuo… ma appena appena… E ora evitate di continuare a interrompermi che non abbiamo molto tempo. - si scandì la voce con un colpo di tosse e riprese - Allora, entrare nel covo dell’Albero di Aogiri è quasi impossibile ma noi dobbiamo riuscirci prima che lo facciano gli investigatori. -
- Quel tuo personaggio, Welter, non potrebbe aprire un varco per arrivare fin lì? Così sarebbe più facile… - azzardò Shu.
- Ti piacerebbe eh… - ghignò l’umana - Quella zona è schermata dai portali illegali per evitare che qualche cretino si butti tra le fauci dei lupi… -
- E allora tu come ci sei entrata? -
- Con i miei piedi piatti e un’autorizzazione firmata, scaduta giusto ieri e non rinnovabile… -
- I piedi piatti non bastano come requisito? -
- Era una metafora, forse piuttosto ardita, per dire che ci sono entrata con le mie gambe. -
- E come ne sei uscita con le stesse se quei ghoul sono feroci come li descrivi? - domando ancora Touka la quale, secondo il mio modesto parere, comincia a farsi un po’ troppo rompiscatole, persino per i suoi standard.
- La gentilezza non costa niente e sposta le montagne. - fu l’unica, secca risposta.
- Oh, è una massima di un saggio cinese? - domandò deliziato Tsukiyama.
- No, è una massima della mia zia Caterina, professoressa di letteratura italiana. E vi garantisco che un simile insegnamento vale pure in un ambiente come l’Albero di Aogiri. Ora, come dicevo, prima che Ciuffo Viola mi interrompesse, tutto sta a entrare lì. E conosco qualcuno che può aiutarci… -
- Dimmi solo che risponde al telefono prima di te… - la pregò la ghoul, esasperata.
- Il suo record di chiamate perse è dodici per cui dovremmo cavarcela abbastanza in fretta… - mentre guardava lo schermo del cellulare senti un tonfo, come di un corpo che cade a terra. Touka era svenuta di nuovo.
- Non la ricordavo così volubile… - commentò Shu, sollevandola e posandola sul divano semi-distrutto.
- La tua memoria è compromessa, a quanto pare. - commentò Filippo facendo partire la chiamata.
Dal telefono provenne una voce odiosa a molti, anzi facciamo a tutti: “Il numero da lei chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile, la invitiamo a riprovare più tardi.”
- Ah dimenticavo che casa sua è isolata da ogni segnale di telefoni cellulari… -
- Avete un cattivo rapporto con quei dispositivi dalle vostre parti… - commentò Touka appena ripresasi. 
- Solo io e Josephine… Provo a chiamarla sul telefono fisso. - 
Quel tentativo andò a buon fine. 
- Pronto Josephine? Come va? -
- Andrebbe meglio se tu non mi avessi svegliato. - rispose una voce assonnata e ringhiosa dall’altro capo della linea.
Filippo non perse tempo a ribattere che fossero le nove e mezza del mattino, con la persona con cui stava parlando gli orari di sonno-veglia non facevano testo.
- Scusami, ma è una vera emergenza. Potresti prestarmi il tuo portale? -
- Dove devi andare stavolta? -
- A trovare il Nano Acido. -
Touka emise un mugolio d’approvazione. - Si adatta bene ad Ayato questo soprannome… -
La voce dal telefono riprese - Ma quell’incarico non era finito mesi fa? -
- Ci sono stati ulteriori sviluppi… Allora puoi prestarmi il portale o no? -
- Certo, se prometti di non svegliarmi più alle prime luci dell’alba… -
Tsukiyama, che stava seguendo tutta la conversazione, sospirò - Com’è relativo il concetto di tempo, eh? -
- Tu non ne hai idea… - sillabò Filippo a mute labbra poi riprese a parlare a telefono. - Grazie Josephine, sei un’amica. Ti raggiungo subito. -
- Dammi il tempo di fare la doccia… -
Ma l’altra aveva già messo giù.
- Shu chiama Welter e digli di raggiungerci. Partiremo appena arriverà. - comandò.
Touka si massaggiò le tempie doloranti - Non dovremmo avvisare gli altri? -
- No, voi due bastate e avanzate. Meno persone sono coinvolte e meglio è. -
- Io con quello non coopero. - affermò decisa la ghoul indicando Shu che si portò una mano al cuore fintamente addolorato.
- Mi ferisci con queste parole. -
- Non badarle diabetico batuffolo viola… Coopererà se ci tiene a riavere indietro il suo amico… Tutto intero… - aggiunse, facendo schioccare i polsi con una rapida rotazione. (Consiglio questa mossa anche a chi abbia le mani indolenzite durante i compiti in classe. n.d.a.) - Intanto telefona a Welter. -
- Stare con Ayato non ti ha fatto bene… - fu l’unico commento di Touka.
- L’influenza dei Kirishima non è mai troppo benefica… - mormorò il sovra citato batuffolo viola mentre accostava il cellulare all’orecchio. - Welter? Per favore molla un attimo il pianoforte e raggiungici all’Anteiku. È un’emergenza. - 
Tempo di cinque minuti e nella stanza apparve un cerchio sfrigolante di scintille arancioni dal cui interno sopraggiunse Welter. Non indossava i consueti abiti sgualciti ma quello che sembrava un completo da cameriere: gilet e pantaloni neri e camicia bianca, il tutto corredato da un farfallino grigio argento. Unica nota stonata erano le scarpe da ginnastica grigie con i lacci azzurri. 
Infatti il primo commento di Tsukiyama fu - Piuttosto grazioso nel suo insieme ma quelle devi eliminarle. -
- Ci sono affezionato. - ribatté il ragazzo dai capelli celesti.
- Ti ha detto lui di vestirti così? - gli domandò la sua autrice.
- Chi suona nel ristorante dei ghoul deve mantenere una certa eleganza… - sorrise Shu, volteggiando attorno a Welter per sistemargli il colletto della camicia e il cravattino.
- Mi hai interrotto a metà del “Terzo tempo alla turca di Mozart”, spero che tu abbia una buona ragione per questo. - disse il ragazzo ignorando il ghoul che faceva finta di lisciargli la stoffa del gilet per avere occasione di sniffargli un po’ i capelli.
- Fidati, ne ho una ottima, Kaneki è stato rapito. -
- Ah niente di nuovo quindi… - 
- Ho bisogno che tu ci porti a casa di Josephine. Dal portale che è lì arriveremo all’Albero di Aogiri. Prima però dobbiamo andare a fare la spesa -
- Proprio a fagiolo, mi andava giusto di fare due chiacchiere con Miguel. -
Detto questo si voltò, stese avanti il braccio e cominciò a ruotare in senso antiorario le due dita su cui portava l’anello. All’istante apparve un altro varco. I presenti lo attraversarono ritrovandosi davanti a un… supermercato?!?
- Ma non avevi detto che dovevamo andare dalla tua amica? - domandò Touka, irritata, 
- Non hai sentito le mie ultime parole? Ho detto che prima dovevamo fare la spesa. - rispose Filippo sforzandosi di ignorare il suo tono.
- E a cosa cavolo ci serve? Stiamo andando ad affrontare dei ghoul, non a riempire la dispensa! - la voce della viola salì pericolosamente di un ottava.
- Sarebbe da maleducati, visto che stiamo per piombare nel loro covo, presentarsi senza neanche un pensierino. - rispose la ragazza, come se fosse la cosa più normale del mondo, prima di dirigersi a passo di carica verso il supermarket. Ne uscì un quarto d’ora dopo con tante buste stracolme.
Il contenuto era il seguente:
24 rotoli di carta igienica
3 pacchetti di lamette da barba
12 flaconi di shampoo ( per lavaggi frequenti, capelli secchi, capelli grassi, capelli a dieta… )
12 flaconi di balsamo.
3 taniche di sapone per le mani.
1 flacone di collutorio ( di quello schifoso, che sa di formaldeide )
Una quantità industriale di spazzolini da denti e tubetti di dentifricio
Una notevole quantità di quei prodotti per l’igiene femminile di cui tutti si vergognano di parlare… ( If you know what I mean… )
60 pacchi di caffè macinato
3 caffettiere Bialetti ( 2 da 12 tazze e 1 da 6 tazze )
Mangime per uccelli ( Una scatola di semini e una di pastoncino vitaminico )
Il cofanetto gold della trilogia di “The Human Centipede*” ( Non chiedetemi in che razza di supermercato siano andati… n.d.a. )
1 paio di leggins con una fantasia di barboncini bianchi su fondo rosa.
1 vestito da drag queen coperto di lustrini rossi.
1 poster di Enzo Miccio.  
20 scatole di collirio (Il 90% è per Tatara, s’intende… )
1 paio di occhiali alla Groucho Marx ( Sapete, quelli con il nasone e i baffi… Vi sfido a indovinare per chi sono… )**
1 sturalavandini
Vari prodotti per la casa (candeggina, wc net disincrostante, sgrassatore universale Chanteclair, sacchetti di ricambio per l’aspirapolvere, panni e spolverini Swiffer eccetera, eccetera, eccetera… )
12 lampadine di ricambio di varie dimensioni ( servono sempre, fidatevi )
Concluse le vettovaglie di guerra. 
La ragazza si sforzò di portare da sola tutte quelle buste, con orgoglio e prestanza fisica… ma si afflosciò dopo tre passi come una pianta lasciata senz’acqua sotto il sole di Luglio.
- Un aiutino? - implorò faccia a terra e col fiatone.
- Scordatelo! - rispose secca Touka - Avevi detto un pensierino, non aiuti umanitari… -
- Sforzati di considerare che loro non possono uscire spesso a fare la spesa visto che sono ricercati… - la ragazza guardò Shu e Welter con aria implorante. 
- Non preoccuparti Mon Cher ti aiuto io. - rispose il ghoul alla muta domanda mentre acchiappava un bel po’ di buste lasciando a lei e a Welter quelle col carico più leggero.
Quindi, carichi come muli, si avviarono verso casa di Josephine e dopo aver percorso una mezza dozzina di strette stradine di paese, tutte in salita, arrivarono davanti a un massiccio portone di legno con il battente a forma di testa.
Filippo però ricorse direttamente al citofono e bussò con decisione.
Poco dopo, dal balcone si affacciò una testa. L’enorme quantità di ricci neri che la ricopriva impediva di vedere molto.
- Filippo sei tu? - gridò.
- Sì. Mi apri? -
- Va bene, va bene. - 
Sentirono qualcuno scendere le scale, non troppo precipitosamente, e poi il portone si aprì al lieve scatto della serratura.
Li accolse sulla soglia una ragazza. La capigliatura riccia e nera ora si svelava in tutta la sua maestà sebbene acqua l’appesantisse un po’. Indossava degli occhiali dal taglio smussato e dalla montatura nera ma le lenti erano coperte di condensa e quindi era impossibile vedere gli occhi.
Il resto dell’abbigliamento era costituito da un accappatoio giallo ocra e delle ciabatte.
- Non dovevi fare tanto in fretta, ti avevo detto che mi stavo facendo la doccia… -
- Scusa ma non avevo sentito… Possiamo entrare? - chiese Filippo garbatamente, ignorando il fatto che avesse addosso solo un asciugamano.
- Perché? Chi c’è con te? - chiese l’altra sospettosa cercando di sbirciare oltre lo stipite.
Welter le rivolse un cenno di saluto. 
- Il mio nuovo incarico e un’irritabile ghoul. Ma tu dimmi Miguel c’è? -
La ragazza dai capelli riccioluti emise un mugugno - Certo che c’è… Facciamo così, voi accomodatevi in salotto che vi faccio portare il caffè e intanto io vado ad asciugarmi i capelli… -
Filippo sembrò congelarsi sul posto alle ultime parole - Josephine… - cominciò cautamente con voce stridula - … so che non si mette fretta ai tuoi capelli ma abbiamo una vera emergenza… Non potresti vestirti e basta o dargli solo una veloce botta di phon? - poco ci mancava che giungesse le mani in preghiera.
La condensa dalle lenti era ormai sparita e tutti videro lo sguardo di Josephine assottigliarsi pericolosamente - E va bene. Ma ora entrate che sto morendo di freddo. - concesse, facendosi poi da parte per lasciarli entrare, cosa che fecero piuttosto in fretta. Nel salotto si accomodarono su un divano di pelle nera e la padrona di casa notò le buste della spesa stracolme.
- Ah per quanto riguarda quelle Amelie ti ha portato una cosa del mondo di Harry Potter…- 
Lo sguardo di Filippo apparve prima incredulo e poi s’illuminò - Non vorrai dire… Quella cosa… -
La riccioluta annuì con un sorriso furbesco - Proprio quella, mia cara. Però non è riuscita a trovarne una un po’ più nuova… -
- Ma che me ne frega di avere il nuovo… sai che adoro il vintage…  - un sorriso a trentadue denti si stava facendo strada sulla sua faccia.
I presenti seguivano la conversazione senza capirci una ceppa.
- E allora goditela, l’ho messa vicino al camino. Io vado a vestirmi. - e zampettò nuovamente su per le scale.
Gli altri la sentirono dire - Miguel per favore puoi portare il caffè agli ospiti? - prima che la sua voce venisse coperta dall’urlo di gioia di Filippo che stringeva al petto quella che sembrava una semplice ventiquattrore nera, anche un po’ stinta, improvvisando una danza di trionfo - È da quando ho visto “Animali Fantastici” che ti aspetto… - 
Touka e Shu la guardarono straniti mentre Welter non mosse neanche un sopracciglio limitandosi a dire - Contenta? -
- Eccome! - fu l’unica risposta dell’autrice che si mise vicino alle buste della spesa e aprì la valigia. I due ghoul si sporsero incuriositi a guardare e la videro stipare tranquillamente tutto il contenuto dei sacchetti nello spazio angusto della ventiquattrore.
Touka aveva ormai la mandibola a terra e Shu, se non avesse voluto mantenere a tutti i costi il suo aplomb, non sarebbe stato da meno. Nella sua testa ronzava già l’idea di provare a procurarsi una valigetta simile.
Chissà quanti vestiti presi durante lo shopping avrebbe potuto metterci…
- Questa piccola meraviglia viene dal mondo di Harry Potter, presumo lo conosciate, e ha la peculiarità di possedere uno spazio reale molto superiore a quello apparente. È talmente grande che ci potrebbe costruire una casa dentro, conservando comunque un peso ridotto. - spiegò Filippo orgogliosa, manco l’avesse inventata lei.
A distrarli un po’ dalla valigia arrivò quello che sembrava un altro personaggio. Era un giovane di circa vent’anni, alto più o meno quanto Tsukiyama, ma le gambe lunghe e secche lo facevano sembrare una pertica. Aveva la pelle color caffellatte e gli occhi e i capelli, che gli ricadevano sulla fronte in una frangia irregolare, erano di un bel castano scuro. Indossava un maglione beige con sotto una maglietta bianca, pantaloni marroni e scarpe da ginnastica bianche.
- Buongiorno… - saluto gentilmente prima di essere travolto da Filippo e Welter che lo stritolarono in un abbraccio.
- Come stai ragazzo? - chiese il giovane dai capelli blu strigliandogli la testa.
- Josephine ti tratta bene? - si assicurò la ragazza.
- Sì, autrice. Come un principe. -
- Mi fa piacere. -
Touka sbuffò - Anche lui è un tuo personaggio? Ma quanti ne hai? -
La ragazza si staccò da Miguel - Beh per quanto riguarda i protagonisti di varie storie sono sette, Welter è uno di loro. Contando solo la sua famiglia sono quattordici personaggi. - 
La ghoul dai capelli viola perse di nuovo la mandibola. - Li hai potuti tenere tutti con te? -
- Certo, con tanta pazienza e sacrifici e sappi che non ci sono solo loro… -
- E come hai fatto? -
- Ognuno ha i suoi metodi. Il mio non posso dirtelo ma se le cose all’Albero di Aogiri dovessero mettersi male… lo vedrai… - 
Welter emise un paio di risatine trattenute. - Non fare la misteriosa autrice, non ti si adatta come ruolo… -
L’altra sghignazzò in risposta - Sì, lo so, ma tu va ad aiutare Miguel a preparare il caffè. Fila!-
Quello si eclissò in cucina senza smettere di ridacchiare.  
Tornò qualche minuto dopo insieme a Miguel e con vassoio con sopra quattro tazze di caffè.

* Si tratta di una trilogia horror.
** Per quando riguarda invece gli occhiali alla Groucho Marx ho intenzione di indire una sorta di piccola "sfida": Il primo lettore o la prima lettrice che indovinerà a quale ghoul dell'Albero di Aogiri sono destinati i buffi occhiali vincerà un'illustrazione da me disegnata su sua richiesta.
Cercherò di accontentare il desiderio del vincitore nei limiti delle mia capacità.
Intanto me la lascereste una recensione? Anche piccola, significherebbe molto per me.
Anche per dirmi che la storia fa schifo e che dovrei abbandonare le mie velleità di scrittore per dedicarmi che so... al giardinaggio!
Ok, non esageriamo...
E qui ecco una delle illustrazioni che vi avevo promesso: una scena dal primo capitolo.

Ho inserito il link perché non sono riuscita a pubblicare l'immagine, se qualcuno mi spiegasse come si fa gliene sarei molto grata... 
https://www.facebook.com/photo.php fbid=701571480020841&set=a.128246977353297.23860.100005039863195&type=3&theater

Ringrazio ancora chiunque ha letto o leggerà questa storia.

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