Fiori d'arancio

di RedLesbian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


‘Rachel Berry sposa questo luglio al Plaza Jesse St. James’ così c’era scritto nella pagina del teatro del New York Times che Quinn leggeva svogliatamente nel retro del suo negozio di fiori, notando la foto dei due sposi non potè fare a meno di fare un piccolo pensiero su Rachel -sorriso radioso, lineamenti armonici e due occhi da cerbiatta che incantavano.. non c’era modo di sfuggire a quello sguardo- senza pensarci due volte strappò la pagina, tagliò la faccia del marito dalla foto e infilò il ritaglio nella tasca posteriore dei pantaloni ben piegata, per poi riaccomodarsi sul pavimento a gambe incrociate in mezzo ai suoi mazzi di rose bianche, gardenie, tulipani viola e un’altra miriade di profumi inebrianti che lei sapeva riconoscere ad occhi chiusi..
Quinn aveva un amore spropositato per le sue piccole creature, una volta ogni tre mesi la mattina con la sveglia alle quattro andava al mercato dei fiori per scegliere i migliori per le  sue composizioni richiestissime in tutta New York, e cosa più strabiliante di tutte è che Quinn ne sapeva anche il significato, ogni fiore aveva il suo e non c’era giorno che non ringraziasse sua madre per quella elevata conoscenza.
Aveva un piccolo quadernino sotto il banco pieno di appunti sul nome latino e il significato di ogni fiore che conosceva a memoria -un dono ricevuto da bambina- ogni tanto lo andava a rileggere per ridere in ricordo dei vecchi e unici tempi o per piangere per la scomparsa prematura di sua madre..
-c’è nessuno?- guardandosi intorno alla ricerca della proprietaria
-si arrivo- urlando dal retro
Rapida chiuse il giornale e sistemandosi una ciocca ribelle del suo semplice chignon andò a servire il cliente.
-in cosa pos..-
Le parole le morirono in bocca, davanti a lei con i capelli sciolti e lisci come la seta e quello stesso sorriso radioso c’era Rachel Berry la cantante di Broadway della quale ne aveva appena letto l’articolo due secondi fa!! Era ancora più bella dal vivo: la pelle di un delizioso ebano, un corpicino minuscolo ma aggraziato nel suo semplice vestito azzurro caraibico abbinato ad un paio di ballerine bianche con un fiocchetto sulla punta e un odore inebriante di vaniglia e biscotti che non era sicura se provenisse da lei o dal pasticcere infondo alla strada!
-si sente bene?- avvicinandosi al banco preoccupata
-certo.. certo.. mi scusi- schiarendosi la voce -dicevo.. in cosa posso esserle utile?- sorridendole
-ho sentito parlare delle sue composizioni e volevo chiederle se poteva farle per il mio matrimonio-
-ma certo!! Solo per il ricevimento o per le nozze?- animandosi di colpo
-entrambi.. voglio un matrimonio pieno di fiori e colori.. voglio che sia un giorno speciale- con lo sguardo luminoso
-bene.. ha già in mente qualcosa?-
-ecco.. a dire la verità si- e prese un plico da dentro la sua borsa -sono foto delle sue composizioni che ho fatto nel corso del tempo.. mi piacciono davvero tanto- mostrandogliele
Quinn ricordava alla perfezione ognuna delle foto di Rachel, ma più le guardava e più pensava che non tutte fossero adatte per un unico matrimonio quelle erano per le altre spose, questo era il suo matrimonio doveva avere qualcosa di personale.
-la ringrazio, ma.. non vorrebbe avere qualcosa di personale? A ogni sposa ho concesso di farle scegliere la composizione è giusto che lo faccia anche lei-
-ok.. dare troppi lei e voi non mi piace.. Quinn giusto?- porgendole la mano
-giusto.. Rachel?- stringendogliela
-bene.. messo in chiaro questo.. in effetti avevo qualcosa in mente, ma non so non vorrei che fosse troppo complicato per te- risistemando le foto
-non ti preoccupare.. ho degli aiutanti.. e se non bastasse ho mio marito!-
-oh.. sei sposata?-
-si.. non porto la fede perché ho le dita troppo sottili, la perderei nelle composizioni o nei vasi dei fiori, sarebbe un disastro- mostrando le sue esili mani
-capisco.. da quanto tempo?- sfiorandole inavvertitamente il palmo della mano con il pollice
-cinque anni.. non è tanto, mio marito Finn.. è un tipo piuttosto timido- riportandosi la mano dietro l’orecchio in un gesto di imbarazzo ben nascosto
-insomma un cucciolone?- sorridendole
-il mio cucciolone- con gli occhi che le brillavano mordicchiandosi il labbro inferiore
-hai una sua foto?-
-ma certo!-
E prese da sotto il banco il portafoglio con la foto di loro due il giorno delle nozze, Finn faceva la sua bellissima figura nel completo di satin grigio e lei in un abito bianco semplice, con i capelli a boccoli e un mazzo di celidonia -un ottimo auspicio per il loro matrimonio dato che significava gioie future..
-eri stupenda.. e Finn.. non sapevo che fosse così bello ha un gemello per caso?- ridandole la foto
-grazie.. eh si Finn fa sempre questo effetto in giacca e cravatta.. ma se lo vedi adesso ti ricrederai-
-è qui?- cercando la testa del marito
-no.. adesso è in viaggio, proprio ora sta tornando da un importante riunione da Chicago, lavora nella finanza è sempre molto impegnato-
-fortuna che non avete bambini..-
-non possiamo averli- rattristandosi
-oh.. merda mi dispiace.. accidenti!! Perché non tengo mai la bocca chiusa?- accarezzandole la guancia
Quinn a quel contatto si ritrova spiazzata -non riceve così tanto spesso contatti da altre donne che non conosca già.
-Rachel Berry che dice merda?- inarcando un sopracciglio tra un principio di lacrime
-non siamo tutti fini come credi Quinn.. Jesse impreca peggio di me! Quando ci vuole ci vuole è questo il mio motto, o meglio.. la mia giustificazione- sorridendole
-rincuorata di sapere che non sono l’unica, quando m’incavolo sembro una scaricatrice di porto!- ridendo
-è un sorriso quello che vedo?-
Quinn annuì con la testa asciugandosi l’unica lacrima con il dorso della mano.
-bene.. per farmi perdonare posso offrirti il pranzo?-
-per così poco?- sbattendo gli occhi confusa
-bè.. è ora di pranzo e mi hai appena detto che tuo marito è in viaggio e poi dobbiamo organizzarci per le composizioni quindi non vedo problemi, tu Quinn?-
-davvero è ora di pranzo? Accidenti mi scordo sempre di montare un orologio a muro! Certo Rachel con grande piacere, scegli tu il posto io devo chiudere-
-bene ti aspetto fuori- prendendo la borsa
Quinn fece tutto talmente in fretta che Rachel ebbe solamente il tempo di sistemarsi i capelli dietro le spalle per non farli incastrare sotto la borsa, prima di trovarsi il corpo caldo di Quinn al suo fianco.
-hai fatto presto!- sorridendole
-non c’era molto da fare.. allora dove si va?- incastrando la mano nella tasca del pantalone
-vieni come ti farò avere il tuo primo orgasmo culinario- ghignando e poggiando la mano sul braccio della ragazza
Quinn a quel contatto arrossì, Rachel lo interpretò come una dimostrazione di pudicismo e cercò di rimediare della sua volgarità, ammirava le donne come Quinn che avevano tutta quella innocenza quando lei invece l’aveva persa a furia di correre dietro provini e registi esigenti..
 -cioè.. chi non l’avrebbe assaggiando qualcosa di paradisiaco?- sistemandosi la borsa
-non sei venuta in macchina?- non notando nessuna Limo o simili
-purtroppo la Limo non era disponibile.. no scherzo.. Jesse è un salutista non viaggiamo con le macchine -
-e come fate per gli eventi?-
-vedi quell’adorabile cavallo bianco attaccato ad una carrozza?- indicandogliene uno di passaggio
-ah ah- annuendo
-ecco.. lui è il nostro mezzo di trasporto eccezionale.. Jesse dice che sono una principessa e quindi vado trattata come tale, è un romanticone lo so-
-Finn è tutt’altro che romantico, non sto dicendo che è un cavernicolo.. mi porta a cena, mi compra qualsiasi cosa per viziarmi.. ma vorrei che potessimo passare più tempo insieme..-
-ti capisco.. Jesse raramente è a casa, ringraziando il celo ho le mie amicizie o mi ritroverei a vivere la vita della donna disperata che aspetta il ritorno del marito-
Più o meno quello che accadeva a Quinn.. Rachel rendendosene conto dell’ennesima gaff si mise a parlare a vanvera del suo primo provino.. Quinn la trovava adorabile, non la faceva mai sentire offesa, era di un ottima compagnia e la faceva ridere.. era da tanto che non rideva, Finn non era un burlone come i suoi abiti da casa, essendo un broker non faceva battute, niente frasi a doppio senso, non era mai volgare, quando si arrabbiava si arrabbiava e basta e quando rideva era perché il loro cane Pepe aveva rovesciato per l’ennesima volta la ciotola dell’acqua per andare incontro alla sua padrona..
Finn le aveva regalato il cane per farle capire che non c’è l’aveva con lei se non potevano avere figli, non era colpa di nessuno erano sani solo che i loro corpi si rifiutavano di collaborare per la concezione di un bambino, però avevano imparato a non trovarlo come un dispiacere dopotutto non avrebbero mai trovato tempo per la creatura: Finn era sempre fuori e Quinn faceva continuamente la sponda tra la casa e il negozio, non riuscivano mai a vedersi se non per quelle rare volte a cena dove le porgeva una collanina o qualche altra sciocchezza per l’acquisizione di un nuovo cliente.
Quando Quinn si ritrovò a mantenersi le costole a pranzo per il troppo ridere Rachel sentì una scarica di piacere nel farlo, stranamente la faceva sentire bene veder sorridere quell’innocente e dolce ragazza e faceva di tutto per attirare la sua attenzione..
-dio.. basta Rachel un’altra battuta e cado stecchita a terra dal ridere- asciugandosi le lacrime con un tovagliolo
-posso fare di peggio- ammiccandole
-Miss Berry?-
-si- distogliendo lo sguardo dagli occhi verdi di Quinn
-è per lei- porgendole il telefono
-grazie.. pronto?-
‘ciao piccola.. come procedono i preparativi?’
-Jesse!! Ciao amore tutto alla grande avremo un matrimonio fantastico! Dove sei?-
‘in ritorno dal set cara.. sei a pranzo con qualcuno? Ti ho disturbata?’
-no.. no stavo parlando con la nostra fiorista.. Quinn caro, hai presente i fiori del matrimonio di Giselle?-
‘quell’enorme esplosione di bianco? Come potrei dimenticarmela.. fa il possibile piccola perché sia disponibile solo per noi.. non ci devono essere altri impegni nella sua agenda.. dille che le aumenterai il preventivo della spesa se cerca di giustificarsi’
-tranquillo amore è tutto sotto controllo.. vedrai che sarà sempre a nostra disposizione a costo di farla dormire a casa nostra!- ridendo
Quinn quasi si strozzò con la foglia di insalata, giustificando la cosa con un semplice sorriso.
Mentre Rachel continuava a parlare con Jesse, Quinn ne era quasi invidiosa del fatto che suo marito non la chiamasse per sapere se almeno aveva mangiato..
-grazie infinite- riporgendo il telefono al cameriere
-si figuri miss Berry.. per lei questo ed altro- sorridendole
-era il promesso sposo?- mettendola sul ridere
-ah ah- annuendo con la testa -ha detto che vuole a tutti i costi conoscerti, dice che si è follemente innamorato del tuo modo di intrecciare i fiori e renderli un capolavoro, ama peggio di me le tue composizioni-
-sono lusingata di tutti questi complimenti- poggiandosi una mano sul cuore
-sciocchezze.. se fossi al tuo posto ne chiederei di più- sorridendole -mi scusi?- alzando un dito
-si miss Berry?- avvicinandosi alla donna
-vorrei chiederle due fette della vostra migliore torta cortesemente-
-ma certo arrivano subito miss Berry- andando in cucina
-vedo che non ti preoccupi della linea.. anche se non ne avresti bisogno, dio sei talmente magra che cadresti dentro i miei vestiti!- bevendo un sorso d’acqua
-diciamo che a ventre piatto ce la battiamo.. io mi giustifico dicendo che purtroppo sono i registi a volermi così, qual è la tua scusa invece?-
-sono vegana-
-oh.. interessante, esattamente in cosa consiste?- curiosa
-in pratica mangi solo alimenti naturali, niente carne o pesce o altri alimenti che provengono dagli animali  e.. fermami quando ti annoio-
-no.. no niente affatto è davvero affascinante è diverso dal vegetariano giusto?-
-giusto-
-e.. Finn approva?-
-Finn è vegano come me ci siamo conosciuti ad un raduno di ex studenti, è stato amore a prima vista-
-come me e Jesse.. o ecco le nostre torte- vedendo le due fette adagiate sui piatti
-mi scusi è tutto cacao o c’è del latte dentro?-
-non si preoccupi signorina non c’è niente che vada al di fuori del suo stile di vita- porgendole un cucchiaino
-grazie- sorridendogli gentilmente
Se fosse stata con i suoi amici avrebbe cercato di far capire al cameriere che era sposata ma in quel momento vicino a Rachel niente aveva più importanza.. e.. quando addentò il primo boccone di torta dovette dare ragione a Rachel sul fatto che era vicina ad un orgasmo culinario: era assolutamente deliziosa.
-trattienimi per quando comincerò a parlare in francese.. mon dieu!! Très untraible!!- leccandosi le labbra
-parli francese?- sorpresa
-oui.. ma solo quando assaggio qualcosa di delizioso o.. em.. bè quando..- arrossendo violentemente
-non aggiungere altro ho capito- poggiando una mano sulla sua
Quinn generalmente non parlava di cose personali con le sue clienti, ma sentiva che con Rachel poteva parlarle di tutto.
-hai studiato francese da bambina? O..-
-sono di origine francese da parte di madre-
-non l’avrei mai detto.. hai tutto l’aspetto della perfetta ragazza americana: bionda, occhi castano-verdi, gentile, magra come un grissino.. non riesco a scorgere niente dei tratti fisici francesi e ne conosco di persone che vengono dalla Francia-
-ci sono alcuni in cui sono più marcati e chi meno-
-potresti metterti di profilo per piacere?-
-o.. ok- con un alzata di spalle
Incuriosita da quella strana richiesta si girò verso le grandi vetrate del ristorante ammirando le tende di seta bianca che si gonfiavano per il leggero venticello che soffiava, Rachel rimase un lungo attimo a fissarla illuminata dalla luce del sole per studiarla attentamente -tolti i pensieri poco casti.
-si.. ora si che si nota meglio che sei di origine francese, scusa puoi pure rigirarti-
-indovino il naso?-
-specialmente il naso!! Ma anche le labbra.. poi più in la mi divertirò a scorgere gli altri tratti fisici dei francesi sarà la mia nuova sfida! Magari chiederò aiuto a Jesse-
-felice di essere diventata il tuo nuovo esperimento- ammiccandole
Proprio in quel momento arrivò il conto, Quinn tentò subito di mettere mano al portafoglio per almeno pagare la sua parte, ma Rachel con uno sguardo tirò la carta di credito e le sorrise gentilmente.
-grazie per il pranzo- una volta fuori dal ristorante
-di niente.. grazie per aver accettato di contribuire al mio matrimonio, o e ovviamente tu e Finn siete invitati ci mancherebbe che dopo tutto il lavoro non ti godi il tuo trionfo! Potrei presentarti altre persone e allargare la tua fetta di clienti-
-perché ci sono altri matrimoni in vista tra le celebrità?- incuriosita
-non che io sappia, ma magari potresti spostarti anche a semplici eventi sai galà e altre cose simili.. chi lo sa potresti arrivare un giorno ad adornare la navata degli Emmy, o il ricevimento del premio Nobel!! Non sai mai cosa ha in serbo per te la vita- ammiccandole
-già.. a presto Rachel- allungando la mano per salutarla
Rachel scostò la mano e l’abbracciò per poi lasciarle due baci sulla guancia, Quinn di risposta non seppe che fare quindi rispose timidamente ai baci e cercò di nascondere come meglio poteva il suo maledetto rossore..
-a presto Quinn- incamminandosi
-Rachel!!- raggiungendola dopo solo due passi -posso concedermi il piacere di prendere un taxi insieme a te? Non me la sento di lasciarti camminare per così tanto.. non oso immaginare come tu abbia fatto per arrivare al mio negozio!-
-c’è una piccola cosa chiamata segreto Quinn- ammiccandole e alzando il braccio
Poco dopo di fianco alle due si fermò un taxi.
-ow.. sollevata di sapere che non ti farai chilometri e chilometri a piedi- poggiandosi una mano sul cuore
-sai Quinn sei molto dolce, grazie.. a presto- sorridendole di nuovo e salendo sul taxi
Quinn se fosse stata una fata in quel momento o un uccellino magari si sarebbe messa a volare dalla felicità, poi ridestandosi dal suo mondo delle favole -per non apparire più strana di una donna da sola che ai lati della strada dondolava ad occhi chiusi- chiamò un taxi e tornò a casa.. Finn sarebbe arrivato a momenti..

Primo capitolo.. abbastanza lungo, dovrebbe darvi tempo necessario per capirlo comprenderlo tradurlo dall'aramaico e magari prendere fiato dove mancano le virgole XD
Se avete o no qualcosa da dire fatelo non vi mangio prenderò come se fossero una fetta di pizza i vostri commenti e li gusterò piano piano -ps adoro la pizza.
Baci RD

 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Non ho saputo resistere data l'ondata di visualizzazioni -cosa rara nelle mie storie soprattutto per il primo capitolo- quindi mi sono decisa a distanza di tre giorni di pubblicare il secondo spero che vi piaccia.

Quinn aveva scoperto a quindici anni il piacere di stare con le ragazze: nel suo collegio femminile in Francia c’era una ragazza Susan appena arrivata, che veniva continuamente presa di mira da quelle più grandi solo perché era una matricola, lei le era stata accanto, l’aveva protetta e coccolata e da quella protezione si era trasformato tutto in un amore strano, ricambiato e tanto tantissimo infuocato.. non c’era giorno che non s’imboscassero nel bagno delle ragazze del quinto piano o nelle loro stanze quando tutte tornavano a casa per le feste per poter esplorarsi l’un l’altra.. erano state le uniche lezioni alle quali Quinn fosse stata più attenta..
Non avevano mai detto di stare insieme ma lo sembrava, ed oggi erano ancora ottimi amiche entrambe sposate con due uomini -lei con un produttore discografico di nome Artie-, ma non rimpiangevano affatto tutto il fantastico tempo che avevano passato insieme, infatti quando qualche volta capitava che Susan l’andava a trovare finivano sempre stese per terra con una bottiglia di vino vuota a ridere come matte in ricordo di quelle notti.
A Rachel invece era accaduto un po’ più tardi di scoprire questa strana attrazione per le ragazze, ma in fondo a Rachel era capitato tutto tardi: la prima volta con un uomo a diciannove anni, mentre con una donna a ventidue, aveva fumato per la prima volta a vent’anni e aveva scoperto il piacere di un bicchiere di vino rosso ora che ne aveva da poco compiuto ventisei.. non era di certo colpa sua essendo impegnata non si accorgeva dei suoi bisogni e così si accontentava di quello che la vita le offriva, Quinn però era diversa.. era il suo esatto opposto e non voleva ricacciare la storia fin troppo da cliché che gli opposti si attraggono ma era così purtroppo.. solo che stavolta era più incasinato, non solo Quinn era sposata con un broker ma per di più era la ragazza che si occupava del suo matrimonio, ok solo dei fiori ma era ugualmente importante.
Anche Quinn sapeva che non avrebbe dovuto interessarsi o quantomeno trovare attraente Rachel.. non era professionale desiderare di baciare la propria cliente!! E poi detta come si doveva dire era una persona famosa che per di più tra poco si doveva sposare!! Tutto questo era totalmente fuori controllo e fuori programma, non doveva accadere punto e basta!
Però nonostante il suo cervello le ordinasse di concentrarsi sulla cena da preparare a Finn niente non ci riusciva, tutto il suo corpo bruciava negli esatti punti in cui Rachel l’aveva toccata o semplicemente sfiorata, se chiudeva gli occhi per un micro secondo poteva ancora sentire l’odore della pelle che fuoriusciva da sotto i capelli: mela e gelsomino delicato e irresistibile poco ci mancava che mentre la salutava con i due baci sulla guancia le mordesse il collo!! Doveva distrarsi e concentrarsi sul suo lavoro e sul suo dolce e adorabile marito..
-Quinn amore sono a casa-
Quinn sbadatamente fece cadere a terra un bicchiere spaventatasi per l’arrivo improvviso di Finn.
-accidenti!!- tentando di non imprecare
-tesoro che è successo? Ho sentito un rumore- affacciandosi in cucina
-ciao Finn.. non ti ho sentito arrivare e mi sono spaventata e ho combinato un macello- indicando il bicchiere rotto
-la mia dolce Quinn- dandole un bacio sulla fronte -coraggio va a sederti faccio io- prendendo lo scopettino da sotto il lavello
-grazie, come è andata la riunione?- sedendosi a tavola
-magnificamente bene amore.. né è valsa la pena di tutte quelle ore ma finalmente c’è l’ho fatta! Lo studio ha acquisito grazie a me un nuovo e proficuo cliente-
-sono felice per te Finn.. immagino che abbiate festeggiato-
-non festeggerei mai un mio successo senza mia moglie affianco! E’ odore di biscotti quello che sento?- annusando l’aria
-i tuoi preferiti- annuendo
-ti amo Quinn- abbracciandola
-anche io Finn- accoccolandosi al suo dolce marito -ora mangiamo sarai affamato-
-tanto- sedendosi a tavola
Intanto il piccolo Pepe acquattato vicino alle ciabatte di Quinn sonnecchiava in attesa della sua cena e della sua doppia dose di coccole visto che non c’era stato nessuno dei due a pranzo.
-buona sera miss Berry- aprendole la porta
-buona sera Luke, il signor St. James è tornato?- sorridendo al buon uomo
-no miss Berry non ancora, ma ha dato ordini precisi per la sua cena e un massaggio shazu che l’aspettano già a casa-
-grazie Luke, buona serata-
-buona serata a lei miss- chiudendo la porta
Rachel una volta chiusasi nell’ascensore potè finalmente prendere un profondo respiro, era come tutte le volte che tornava a casa: Jesse rincasava tardi o non tornava affatto a causa delle riprese sul set di qualche spettacolo o film o qualunque cosa stesse facendo.. non se ne faceva mai un problema erano persone impegnate e così come lui capiva lei che a volte non tornava a casa per giorni lei doveva fare lo stesso..
Anche se non riusciva a capire perché si sentisse.. strana, sola.. come se quel piccolo cubo di metallo fosse troppo grande per lei.. che stesse cominciando a soffrire di claustrofobia o era agorafobia? Quando poi il ding dell’ascensore la ridestò dai suoi pensieri per avvertirla che era arrivata al suo piano capì tutto: Quinn ha un marito a casa che torna tutte le sere per cenare insieme mentre lei no.. nonostante sia sciocco come pensiero ci soffre per questa cosa perché vorrebbe averlo un po’ più vicino a se..
-eccoci casa dolce casa- poggiando la borsa sull’appendiabiti
La prima cosa che fece una volta toltasi le scarpe fu dirigersi in cucina a piedi nudi e farsi un bel bicchiere di vino rosso, ne aveva proprio bisogno, dopo il primo sorso si sentì già molto meglio era un tonico per lei quel sapore fruttato sulla lingua ma corposo in gola.
Dirigendosi nel salone fece partire la segreteria sedendosi sul grande tavolo,poco le importava di sedersi educatamente per aspettare la massaggiatrice in fondo era a casa sua!!
Primo messaggio:
-Rachel tesoro sono Jesse.. farò un po’ tardi, siamo indietro con le riprese e il regista è molto esigente.. ci vediamo stasera piccola ti amo tanto-
Rachel in genere si sarebbe catapultata al telefono per quantomeno far sapere al suo futuro marito che era a casa e che l’aspettava, ma stavolta no preferì far mandare avanti i messaggi.
Secondo messaggio:
-Rach amore sono sempre io Jesse.. non torno per cena vado a mangiare un boccone veloce con la troupe e poi riprendiamo le riprese ci vediamo domani mi dispiace piccola ti amo tanto..-
Intanto Rachel aveva quasi finito il suo bicchiere, ma non se ne preoccupava si fidava di quello che le diceva Jesse.
Terzo messaggio:
-Rachel sono Richard il tuo agente, ti ho mandato un fax con i tuoi impegni di domani, hai due interviste per il matrimonio poche cose.. non c’è bisogno che parli molto se non te la senti cara e Vogue ti vuole per un servizio sui matrimoni prima dei trent’anni, una macchina ti verrà a prendere ah e Kurt Hummel è tornato in città il suo agente mi ha pregato un incontro ma se non ci vuoi parlare dopo l’ultima vicenda non ci sono problemi troverò una scusa, chiamami appena senti il messaggio-
Mentre la segreteria continuava a parlare ovattata alle orecchie di Rachel lei era rimasta sotto shock, Kurt.. Kurt Hummel, quel Kurt Hummel era tornato in città??  -si ritrovò a pensare-, un tempo erano stati grandi amici si capivano a vicenda e avevano entrambi un insana passione per la moda, per Broadway e per i bei ragazzi..
Al liceo infatti avevano sempre fatto a gara a chi conquistava un bel ragazzo per prima, di solito finivano in parità e c’era un certo divertimento nel passarsi i vari dettagli ma quello era il liceo, erano bei ricordi soppiantanti adesso dall’odio per quel.. piccolo folletto saltellante!
La prima volta che gli aveva detto che si era fidanzata ufficialmente con l’attore Jesse St. James, Kurt era entusiasta per lei e voleva conoscerlo a tutti i costi, si divertivano un mondo tutti e tre insieme, andavano all’opera, al teatro, al cinema.. dovunque pur di passare del tempo insieme, chi mai avrebbe potuto immaginare che in quelle serate v’era nascosto un piano subdolo di Kurt per far passare il dolce fidanzatino di Rachel dall’altro lato della sponda!
Rachel non gli aveva mai perdonato quel losco tentativo di appropriarsi del suo ragazzo, nonostante Jesse le avesse detto che non aveva mai ceduto alle avance di Kurt lei sapeva perfettamente qual era il suo modo di ammaliare un bel ragazzo.
Kurt deteneva il primato nell’essere molto carismatico.. insomma si era fatto succhiare il cazzo persino da un paio di ragazzi etero straconvintissimi e senza l’aiuto dell’alcool!! -rinvangando i vecchi ricordi liceali.
Aveva giurato a se stessa che non gli avrebbe più rivolto la parola, che se l’avesse incontrato per strada avrebbe fatto finta di non vederlo, che se fossero stati insieme ad un evento avrebbe riso e scherzato con gli altri ospiti ignorando completamente la sua presenza.
Mentre la massaggiatrice cominciava a ridurre la tensione sulle spalle Rachel non poteva fare altro che continuarsi a chiedere del perché l’agente di Kurt volesse un loro incontro in pubblico, era certa che Kurt non si pentisse delle sue azioni.. Che fosse cambiato? Che si fosse finalmente messo con l’anima in pace e avesse deciso di darsi una calmata?  -pensando mentre era a pancia sotto.
Quando si accorse che erano le due di notte e la gentile massaggiatrice se n’era andata da più di sei ore lasciandole un biglietto da visita per essere richiamata se nel caso necessitava dei suoi servigi, Rachel non riusciva a prendere sonno.
New York è la città che non dorme mai, questo lo sanno tutti, così la ragazza non si preoccupò affatto di uscire ad un ora così tarda per fare quattro passi lasciando a suo marito un biglietto che diceva ‘sono uscita con le mie amiche ti amo tanto Rachel’ semplice chiaro e preciso non si era voluta divulgare tanto nelle specificazioni aveva assolutamente bisogno di uscire di casa e di concedersi qualcosa di più forte di un bicchiere di vino..
Intanto Quinn tra le forti braccia di Finn che la coccolavano dolcemente non riusciva a prendere sonno, nonostante avesse fatto tutti i rituali che faceva prima di addormentarsi meccanicamente: una maschera all’avocado per rinfrescare e rendere morbida la pelle, riempire la ciotola del cane con l’acqua, aprire la finestra del soggiorno per far prendere aria alle piante e preparare i vestiti per il giorno dopo.
Per un assillante motivo non riusciva a sentirsi tranquilla e rilassata, e sapeva perfettamente che l’unico problema era l’incontro con Rachel.. non c’era riuscita a togliersi dalla testa la giornata passata con la ragazza e altrettanto difficilmente non c’era riuscita a togliere dal corpo i punti dove ancora bruciava la pelle dove Rachel l’aveva sfiorata.
Mentre Finn s’era tranquillamente girato dall’altro lato per non russare, Quinn silenziosamente s’alzò dal letto e in punta di piedi si diresse in cucina a prendersi un bicchiere d’acqua, girandosi verso il piccolo cestino di vimini e accorgendosi che persino Pepe riusciva a dormire frustrata prese il suo pc portatile -regalo di Finn per l’inaugurazione del suo negozio- e cercò di passare il tempo ordinando la sua agenda, annotandosi i conti delle consegne e tutto ciò che le era indispensabile per l’economia del suo negozio.
Quando poi si accorse che erano solamente passati venti minuti non seppe più cosa fare, anche se rimaneva un ultimo rimedio che le aveva suggerito tempo fa la sua amica Susan.. sgusciando dalla sedia andò a controllare che Finn dormisse pesantemente, si portò il portatile nello studio del marito per avere un minimo di privacy e in un paio di clic trovò il sito che faceva al caso suo, non se ne vergognava di frequentare molto raramente un sito porno ma.. non poteva di certo vantarsi di guardare quei filmati di 10 o 20 minuti dove c’erano due ragazze che facevano l’amore!
Tolto l’audio e scelto un breve filmato che l’intrigava si mise comoda sulla sedia, non appena vide la bionda e la bruna dopo un brevissimo, quasi inesistente dialogo, baciarsi avidamente Quinn sentì le guance infiammarsi, mentre la bionda timidamente passava le mani sul volto della bruna, la brunetta più vogliosa faceva scendere le mani sui fianchi della bionda per poi con un rapido gesto prenderle le natiche, cosa che fece mozzare il respiro persino a Quinn, per avvicinare di più il corpo al suo.
Quando le due ragazze cominciarono a spogliarsi reciprocamente Quinn cominciò a passare le mani sul collo e poi a far scendere a passi di formica la mano all’interno del pigiama, quando vide la bionda cominciare a mordicchiare i capezzoli duri come spilli della bruna Quinn sentì i brividi negli stessi punti anche se nessuno la stava toccando, quando quella morbida chioma bionda cominciò a scendere all’interno delle gambe della bruna Quinn già si mordeva il labbro inferiore e cominciava a titillarsi quel nocciolo sentendo già le mutandine umide.
Nel momento in cui Quinn chiuse gli occhi per prendere un respiro profondo però all’immagine delle due ragazze del video si sostituirono lei e Rachel, mentre la sua mente vagava nei fantastici meandri della fantasia di poter possedere quel magnifico corpo la sua mano cominciava a procurarle piacere inoltrandosi nel lago bagnato.
Alla fine lasciò perdere il video e continuando a tenere gli occhi chiusi, poggiandosi con la schiena sullo schienale della sedia e allargando le gambe per aver un maggiore accesso entrò più in profondità, continuando a mordersi il labbro per non far sentire i suoi gemiti, mentre la sua mente vagava su di un collo morbido, dei piccoli capezzoli attorcigliati sotto la sua lingua, un ventre piatto e un odore inebriante che veniva dall’intimità di Rachel e lei continuamente ci affondava la lingua, le mani pur di far godere la ragazza..
Quando venne si accorse di essere quasi finita sul pavimento, di essere mandida di sudore e che aveva la mano completamente all’interno di se, con gli umori che colavano sulle sue dita, cercando di rimettersi in una posizione normale vide che il video era finito già da un bel pezzo dato che era comparso lo screensaver, così prese un fazzoletto dalla scatoletta sulla scrivania di Finn, si pulì la mano, cancellò la cronologia e dopo essersi presa un secondo bicchiere d’acqua potè finalmente addormentarsi.
Finn in tutto quel lasso di tempo non si era accorto della sua mancanza e aveva continuato a dormire tranquillamente col suo dolce sorriso sul volto, Quinn gli diede un bacio sulla schiena e si addormentò anche lei sorridendo, in fondo fantasticare su di una sua cliente non era illegale dopotutto..

Colpi di scena? Sorprese? Avete ritrovato il fiato dopo la lunga lettura? Spero di si e che vi facciate sentire grazie a Masumi sera per averla recensita e camibomber21 per averla messe entrambe tra le preferite. Baci RD

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Capitolo 3
*** 3 ***


Rachel si svegliò il mattino successivo con un mal di testa atroce, segno che ieri sera non si era fermata al secondo drink ma aveva abbondantemente esagerato, continuando a filtrare spudoratamente con una ragazza o un ragazzo non ricordava più, o forse era solamente il gentile barista che le aveva continuato ad offrire drink su drink.
Dopo esseri sciacquata vigorosamente la faccia ed essersi pettinata i capelli, andando in cucina si accorse che Jesse non era affatto tornato, né per la notte né per la colazione, con un alzata di spalle cominciò a prepararsi un caffè bello forte ne aveva assolutamente bisogno ed andò a perlustrare il frigo alla ricerca di uova, le era venuta voglia di uova strapazzate e non sapeva neanche il perché.
Intanto Quinn come tutte le mattine venne svegliata da Pepe che richiedeva la sua presenza per fare i suoi bisogni, così all’ennesima lappata sulla mano da parte del cane si svegliò lasciando Finn ai suoi cinque minuti di riposo prima di andare a lavoro, mentre lei si metteva la tuta e s’infilava le scarpe Pepe felice di poter uscire le aveva già portato il guinzaglio e scodinzolava allegramente.
-bravo piccolo- facendogli una carezza sulla testa
Una volta uscita dal portone Quinn fu investita dall’aria frizzante di prima mattina e s’incamminò col cane verso il parco che si trovava a due isolati da casa sua.
Mentre Rachel aggiungeva un pizzico di sale alle uova sentì le chiavi che giravano nella serratura e con un sorriso sul volto si affacciò dalla cucina per accogliere suo marito.
-buon giorno tesoro- avvicinandosi a lui
-buon giorno piccola- dandole un bacio sulla fronte -mi dispiace di non essere tornato a casa- abbracciandola
-non preoccuparti caro, sono uscita con le mie amiche.. sono stata in ottima compagnia tu? Tutto risolto sul set?-
-si.. c’è la buona probabilità che non debba fare niente per tutta la giornata!!- sospirando -è odore di uova quello che sento?- annusando l’aria
-si, uh oddio le uova!!- correndo di filata in cucina
Jesse ridacchiando dopo aver poggiato la giacca e il copione sul tavolo del soggiorno si diresse in cucina per essere investito dal buon odore di uova e caffè.
-mi mancava vederti cucinare la mattina- abbracciandola da dietro e poggiando la testa sulla spalla
-allora eravamo più liberi e con meno impegni- accoccolandosi a lui -ne vuoi un po’?- prendendo una forchetta e avvicinandogliela alle labbra
Jesse assaggiò di buon grado la colazione, trovandola deliziosa.
-hai impegni questa mattina?- passando delicatamente la mano sul fianco della ragazza
-si.. due interviste ed un servizio per Vougue-
-Vougue? La rivista?- sorpreso
-si.. per il matrimonio apparirò in abito da sposa, è un onore per me comparire su quelle pagine-
-lo so tesoro.. lo so, posso avere l’onore di accompagnarti?- inginocchiandosi a lei
-si.. dovunque tu voglia tesoro- spegnendo il gas ed abbracciandolo
Intanto Quinn si godeva un delizioso caffè con i biscotti che aveva preparato la sera prima lasciati amorevolmente da Finn mentre si faceva una doccia.
-Finn, tesoro anche oggi fai tutta la giornata?- affacciandosi dalla porta del bagno
-non lo so Quinn.. vivo nell’imprevedibilità che mi concedano almeno un pranzo con mia moglie- passandosi vigorosamente la spugna sulla schiena
-mi chiami se per caso il programma cambia?- prendendogli l’asciugamano
-sempre tesoro- chiudendo l’acqua e dandole un bacio a fior di labbra avvolgendosi l’asciugamano intorno ai fianchi
Mentre Finn si dirigeva a vestirsi Quinn non potè fare a meno di fissare le spalle larghe di suo marito, i fianchi duri come la roccia e un sedere davvero piacevole da ammirare.. era un vero peccato che nascondesse tutta la sua bellezza sotto i vestiti e quella dura maschera..
Entrambe le coppie uscirono allo stesso momento di casa, Quinn e Finn dopo essersi scambiati un lungo bacio presero ognuno una direzione diversa, mentre Rachel e Jesse salirono sulla Limo nonostante Jesse fosse contrario all’uso di macchine decise di fare un piacere alla sua futura moglie e godersi la giornata.
Cosa che accadde esattamente venti minuti dopo che furono entrati nel palazzo, Jesse seduto dietro il fotografo sorseggiava champagne -Dom Perignon- mentre Rachel veniva truccata e acconciata come una vera principessa.
Intanto Quinn nel retro del suo negozio preparava composizioni aiutata dai suoi assistenti, aveva più ordinazioni quel giorno che gli altri della settimana: due diciotto anni, una proposta di matrimonio, dei venticinque anni di matrimonio e l’apertura di un nuovo ristorante sulla Fifth avenue.. di quel passo non avrebbe avuto nemmeno il tempo di prendere una boccata d’aria!
A metà mattinata, precisamente alla quarta prova d’abito da parte di Rachel, Jesse ricevette una chiamata.
-avevo detto niente cellulari!!- girandosi di scatto verso il rumore
-mi scusi.. dev’essere il mio regista- lasciando il bicchiere ad un truccatore andando alla ricerca un posto più appartato
Rachel prese la concentrazione dell’infilare un prezioso guanto di seta ricamata per capire chi mai poteva disturbare suo marito.
-Rachel.. cara.. abbiamo altri quattro servizi da fare- riprendendo la macchina fotografica
-ma certo- infilando il braccio nel guanto
Jesse ricomparve nell’esatto momento in cui Rachel era al quarto scatto in posa con un vestito che praticamente le impediva di respirare.
-Jesse!! Scusate possiamo interrompere due minuti?- alzandosi di scatto dalla poltrona
-no.. no.. non interrompete niente, tranquilla amore devo solo fare un salto sul set per delle modifiche al copione- prendendo la giacca
-ma.. avevi detto che saresti rimasto con me tutta la giornata- delusa
-lo so tesoro, mi dispiace ma è un emergenza.. dopo se vuoi possiamo vedere a casa gli scatti prima che li pubblichino- accarezzandole dolcemente la guancia
-ci tenevo a passare questa giornata con te- poggiando la mano sulla sua
-anche io.. davvero tanto, ma il lavoro è lavoro piccola- dandole un bacio sulla fronte -ci vediamo stasera a casa ok?-
-a stasera- mordendosi il labbro inferiore per non piangere
Non appena Jesse sparì dalla visuale di Rachel, la ragazza prese il bicchiere che aveva lasciato suo marito e lo finì tutto d’un sorso, per poi chiederne un altro al ragazzo porgendogli il bicchiere vuoto con la traccia di rossetto.
-tutto bene cara?-
-benissimo, procediamo- sorridendogli
Anche se più che un sorriso sembrava un malefico ghigno.
-Rachel.. tesoro vuoi prenderti cinque minuti di pausa?- lasciando penzolare la macchina dal collo
-si.. forse sarebbe il caso- alzandosi nuovamente dal divanetto
Mentre si allontanava però non negò il secondo bicchiere che il ragazzo le stava portando, nel piccolo separé la prima cosa che fece fu aprire la finestra e slacciarsi un po’ il corsetto troppo stretto, non erano nell’ottocento!!
Vedendo il suo cellulare in lontananza era quasi tentata di chiamare di nuovo Jesse per dirgli di mandare al diavolo il set e raggiungerla, aveva necessariamente bisogno di qualcuno li.. qualcuno che potesse dirle che andava tutto bene e che il matrimonio era solo due fedi e una firmetta su di un foglio di carta, era nervosa come non lo era mai stata in tutta la sua vita, poteva affrontare il mondo intero sul palco, ma non poteva affrontare quei due passi lungo la navata per sposare l’unico uomo della sua vita.
Aveva necessariamente bisogno di parlare con qualcuno che aveva più esperienza, qualcuno che avesse già fatto il grande passo sfortunatamente nessuna delle sue amiche neanche la sua wedding planner potevano aiutarla perché quel passo non l’avevano mai fatto.. scorrendo la rubrica si fermò sul nome di Quinn e decise d’impulso di chiamarla.
‘Quinn Hudson chi parla?’
‘Quinn.. sono.. Rachel’
‘Rachel.. o mio dio Rachel!! È successo qualcosa?’ sedendosi sul bancone
‘no.. cioè.. si.. cioè..’
‘Rachel respira’
‘se fosse possibile con questo dannato corsetto’ slacciandoselo un altro po’
‘corsetto? Dove sei?’ confusa
‘sul set di Vougue per un servizio sul mio matrimonio’ atona
‘Vougue?? La rivista? O mio dio!!’
‘già.. solo.. che mio marito avrebbe dovuto passare la giornata con me, guardandomi con i più bei vestiti da sposa del mondo sorseggiando champagne!’
‘e invece dov’è?’
‘sul set.. per una modifica al copione’ con una nota triste nella voce
‘capisco.. non puoi chiamare qualcuna delle tue amiche e dirti di raggiungerti?’
‘è quello che sto facendo’ trattenendosi dal ridere
‘i.. i.. io.. do.. do.. dovrei venire sul.. sul.. sul set di una rivista famosa e guardarti fotografare in abito da sposa?’ arrossendo fino alla radice dei capelli
‘hai niente da fare per le prossime due ore?’
‘Rachel.. non posso.. non mi faranno mai entrare!’
‘lascerò il tuo nome all’entrata se è questo il problema’
‘ho un sacco di ordinazioni e di consegne da fare! Non posso lasciare il mio lavoro’
‘non avevi detto di avere degli assistenti? Ti prego Quinn.. ho davvero bisogno di qualcuno di amico qui che mi faccia compagnia, mi sento sola e poi il fotografo ha uno sguardo strano!’
‘va bene- sospirando -dammi cinque minuti e vengo li’
‘grazie Quinn, ti sarò debitrice a vita’
‘potresti ripagarmi dandomi uno dei vestiti che indossi mi ci pago un attico a Madison Avenue!’
‘con quello che costano potresti comprarti l’intero palazzo!’
Entrambe ridacchiando misero giù, prima che Rachel uscisse dal separé si riallacciò il corsetto in  modo meno attillato, finì il secondo bicchiere di champagne e chiuse la finestra.
-eccomi.. sono pronta-
Il fotografo evitando di sibilare tra i denti un ‘era ora’ andò a riprendere la sua macchina fotografica dopo aver posato il suo bicchiere di champagne in mano a qualche stagista.
Lo stesso stagista che poi fu riacciuffato da Rachel per fare entrare Quinn sul set.
-se dovesse arrivare una certa Quinn Hudson fatela entrare sono stata chiara?- consegnandogli il bicchiere vuoto
-certo miss Berry, avvertirò immediatamente il buttafuori- uscendosene con i due bicchieri in mano
La ragazza in risposta gli fece un occhiolino e tornò a sedersi sulla poltrona con un sorriso smagliante, in piena euforia da alcool secondo il fotografo ma non sapeva che il merito era per l’arrivo di una certa favolosa biondina..
Quando Quinn fece la sua entrata in jeans e maglietta rosa pesca a Rachel si bloccò il cuore in gola, i jeans erano maledettamente aderenti e la maglietta era scollata sulla schiena lasciando intravedere una luminosa pelle ambrata come se fosse una crostata appena uscita dal forno pronta per essere assaggiata..
-Quinn.. menomale che sei qui- abbracciandola con trasporto
-non ero mai entrata in un set prima d’ora.. fantastico vestito per la cronaca- ammiccandole
Rachel si ritrovò ad arrossire come una ragazzina.
-peccato che ti sei persa quelli di prima, questo è il più semplice-
Se per semplice si poteva definire una cascata di balze e merletti che la rendevano una di quelle bamboline di porcellana da collezione.
-o.. mio.. dio!!-
-cosa c’è? Ho macchiato il vestito?- guardandolo allarmata
-no.. que.. quello è Blaine Anderson!! Il fotografo più famoso di tutta New York!! Ho tutti i suoi scatti in un album dei ritagli!- in visibilio
-oh.. ed è famoso anche per essere inquietante?- sussurrandoglielo
-non è colpa sua se ha delle sopracciglia adorabilmente triangolari-
-h.. hai una cotta per lui?- evitando di far sentire la sua punta di gelosia che non avrebbe dovuto avere
-da quando avevo cinque anni e mio padre mi portò ad una mostra fotografica- sospirando
-perché non ci parli?- almeno poteva aiutarla
-cosa?- alzando il suo tono di voce di due ottave
Ovviamente tutti si girarono verso le due.
-Rachel cara possiamo continuare?-
-io.. devo andare cinque secondi al bagno delle signore, perché non parla con la mia amica?- spingendo la ragazza verso il fotografo
Mentre Rachel andava in bagno quasi correndo Quinn avrebbe voluto incenerirla, non era abituata a parlare con le persone famose.
-salve cara- facendole un sorriso di circostanza
-sonounasuagrandefan- con le guance rosse
Blaine a quelle adorabili guanciotte si mise a ridere.
-tranquilla tesoro.. come ti chiami?- allungando la mano
-Q.. Qui.. Quinn Hudson- stringendogli la mano in modo delicato
 -che nome grazioso Quinn.. sei una fotografa anche tu?-
-nel tempo libero, ho tutti i suoi scatti in un album di ritagli- guardandolo ammirante -lei è davvero un grande fotografo-
-diamoci del tu tesoro- con un gesto della mano -di cosa ti occupi cara?-
-fiori-
-sei un insegnante di erbologia?- corrugando la fronte
-no.. s.. sono una fioraia..- vergognandosene
Quinn sapeva che il suo non era un lavoro da elite, niente in confronto ad un fotografo di fama.
-non hai nulla di cui vergognartene tesoro, un lavoro è pur sempre un lavoro se pagato bene, anche io prima di fare il fotografo facevo altri lavori.. sono stato persino uno sguattero in una delle mie vite, ma come si dice sempre bisogna partire dal basso per poter arrivare in cima!-
-anche mia madre lo dice sempre!-
-tua madre allora è una grande donna- ammiccandole
Quinn arrossì come una ragazzina.
-allora.. ti va di darmi una mano?-
-i.. io? A.. a.. te?-
-impari sul campo tesoro, Rachel stiamo aspettando te!-
-eccomi!!-
Il resto del servizio lo passarono in assoluta tranquillità, Quinn era una perfetta assistente sapeva riconoscere al volo tutto quello che poteva servire a Blaine, ed ebbe anche l’onore di scattare quattro foto a Rachel in un magnifico abito di satin blu notte e bordini in oro che metteva perfettamente in risalto la carnagione della ragazza, Quinn evitò con tutta se stessa di spalancare la bocca come un pesce alla vista di tutta quella meraviglia.
Una volta che ebbero finito Quinn ricevette in dono da Blaine una foto di loro due insieme con in mano dei calici di champagne e la firma del fotografo, giurò a se stessa che l’avrebbe custodita come una preziosa reliquia.
-allora.. ti sei divertita?- mentre erano nella limousine
-divertita è limitativo per me Rachel- continuando a guardare meravigliata gli interni della macchina
-non eri mai stata in una limo vero?-
-no.. o mio dio c’è anche il frigo bar!!- aprendo l’antina accanto ai suoi piedi
-frigo bar, accesso a internet, tv satellitare, champagne all’occasione e sedili reclinabili se il viaggio è  abbastanza lungo-
-le ho sempre viste in tv macchine simili ma ora sedermici dentro è una cosa incredibile!- con gli occhi che le brillavano
-e aspetta di vedere quelle da otto posti!-
-perché questa da quanti posti è?-
-sei, ed è anche più lunga di questa-
-come accidenti fanno a parcheggiare nel traffico di NY?-
-hanno dei parcheggi appositi con vigilanza e telecamere a circuito chiuso-
-per una macchina?- sorpresa
-costa quanto tutti i vestiti che ho indossato per il servizio Quinn è naturale..-
Proprio in quel momento l’autista picchiettò sul vetro della macchina.
-si?- abbassando il finestrino
-siamo arrivati miss Berry-
-arrivati dove?- stranita
-al ristorante!- prendendo la sua pochette e la cartellina con gli scatti
-ma.. io credevo che ti avrei riaccompagnata a casa e poi da li avrei preso un taxi!-
-non se ne parla! Mi devo sdebitare per la tua compagnia- scendendo dalla macchina
Quinn riluttante di far pagare di nuovo il pranzo a Rachel prese la sua borsa e scese dalla macchina.
-grazie- sorridendo gentilmente all’autista
L’uomo di risposta sorrise a sua volta e chiuse lo sportello della macchina.
-Rachel.. è la seconda volta che mi porti a pranzo fuori- entrando al seguito della ragazza
-sono solo casualità- con un gesto della mano -cortesemente un tavolo per due- rivolgendosi al cameriere
-ma certo miss da questa parte- con un gesto elegante del braccio
Dopo che il cameriere ebbe gentilmente spostato entrambe le sedie per le ragazze ne comparve un altro per prendere i loro cellulari.
-come mai in tutti i ristoranti che entriamo chiedono il cellulare?- spegnendo il suo
-serve per non disturbare la clientela miss-
-è un po’ come il divieto di non fumare- spostandosi i capelli dietro le spalle
E in quel momento comparve il cameriere con i menù.
-vogliamo sapere da lei cosa ha da proporci lo chef oggi- con un gesto della mano
Il cameriere riprendendo i menù cacciò il palmare per le ordinazioni.
-lo chef oggi ha preparato petali di girasole in salsa di asparagi e tartufo, trancio di aragosta con pomodori datterini e patate novelle e per dessert trionfo di clementine e rosa canina- prendendo la pennina
-mm.. mi è venuta fame solo per la descrizione, Quinn?-
-em.. avete o meglio.. potreste sostituire l’aragosta con verdure o qualcosa che non abbia a che fare con un animale morto? Sono vegana- sorridendo gentilmente al cameriere
-vado a chiedere in cucina, intanto cosa vi porto da bere?-
-dell’Evian molte grazie-
Non appena il ragazzo ebbe voltato le spalle, Quinn si accucciò per poter sussurrare all’orecchio di Rachel.
-ma non è un tipo di acqua che viene dalla Francia?-
-Quinn.. non c’è bisogno che sussurri, si.. il luogo preciso non lo so ma è davvero molto buona-
-ti metto in imbarazzo per la seconda volta però- ritornando composta
-e perché mai?- corrugando la fronte
-con il mio regime alimentare sono sempre costretta a chiedere di sostituire la pietanza con qualcos’altro-
-sciocchezze! Ci sono vip che hanno pretese peggiori- con un gesto della mano
-intanto che aspettiamo posso vedere gli altri scatti?-
-ma certo! Oh e non dimenticarti di prenderti la tua quando ce ne andiamo- porgendogli la cartellina
-non me la dimenticherei per niente al mondo, oggi hai esaudito tre dei miei desideri- aprendo la cartellina
-tre?- confusa -credevo che fosse solo uno-
-tre.. tre.. mi hai permesso di entrare in un servizio fotografico, conoscere e fare le foto e da assistente al mio fotografo preferito e mi hai fatto viaggiare in una limo per la prima volta-
-resta con me ed esaudirò tutti i tuoi desideri- ammiccandole
Quinn avrebbe voluto chiederle di sposarla in quel momento, rendendosi conto poi che sarebbe sembrata troppo materialista, così si mise a sfogliare le foto in un diligente silenzio.
-come mai la foto che ho fatto io col fotografo ne hai due copie?- mostrandole quella senza firma
A salvare Rachel dall’imbarazzo fu l’arrivo del cameriere con l’acqua.
-in cucina hanno detto miss che sarà possibile modificarle qualunque cosa lei non possa mangiare- versandole l’acqua
-oh.. ringrazi tutta la cucina da parte mia- richiudendo la cartellina
-sarà fatto miss- poggiando la bottiglia al centro della tavola
Rachel in quell’attimo di distrazione si riprese la cartellina e se la mise al sicuro, non poteva di certo ammettere a Quinn che aveva chiesto, ok obbligato uno degli stagisti a farle una copia della foto -pagando il suo silenzio- solo per avere un qualcosa di più vicino delle sue fantasie su Quinn..
-intanto che aspettiamo i nostri piatti hai avuto qualche altra idea per le composizioni Rachel?-
-non riesci mai a stare in attesa vero Quinn?- ridacchiando
-è più forte di me, devo sempre avere qualcosa da fare.. anche quando mi rilasso penso alle cose da programmarmi per il giorno dopo!-
-e.. se ti invitassi in una spa con me? Dove il rilassamento è obbligatorio-
-i.. i.. in una spa?? Rachel tu mi vuoi morta, non riuscirei mai a sopportare di entrare in un posto simile senza farmi prendere da un attacco di cuore-
-vediamo è il desiderio numero quattro?-
-no il quinto-
-perché qual è il quarto?-
-non posso dirtelo.. è troppo personale- torturandosi le mani da sotto la tovaglia
-coraggio.. un segreto per un segreto?-
-ok.. prima tu- mordicchiandosi l’interno della guancia
-ok.. -prendendo un respiro profondo -ho paura di sposarmi-
-ci sono passata.. so cosa provi, il pensiero di una vita insieme, di un futuro.. di fare quattro passettini verso un legame che durerà per sempre.. non hai nulla di cui temere Rachel è normalissimo- poggiando una mano sulla sua
-avevo bisogno di sentirmi dire queste parole- sospirando
-lo so.. mia madre me le ripetè all’infinito per tutte le otto settimane prima del matrimonio, all’inizio era troppo euforica per assillarmi-
-dev’essere stato stressante!-
-all’inizio si, non le rispondevo neanche a telefono! Ma poi ho capito che mi è servito.. senza di lei mi ritroverei nella tua stessa situazione-
-suggerimenti?-
-Rachel Berry che chiede suggerimenti a me?- sorpresa
-ti prego Quinn, sei la mia unica risorsa, le mie amiche non si sono mai sposate, la mia wedding planner è di due anni più giovane di me e non ci pensa affatto a sposarsi!-
-e che mi dici di tua madre?-
-non so chi sia mia madre.. sono stata adottata-
-oh! Non lo sapevo mi dispiace Rachel- portandosi le mani alla bocca per la sorpresa
Rachel improvvisamente sentì la mancanza del calore della mano di Quinn sulla sua.
-non ti preoccupare nemmeno io ci penso più, i miei papà mi hanno allevato su bene, riempiendomi di amore e di attenzioni a sufficienza-
-i.. i tuoi papà?-
-non lo sapevi che sono stata adottata da una coppia di gay?-
-no.. non ho avuto tempo di leggere la tua biografia- ammiccandole
Proprio in quel momento arrivò il cameriere con il primo e le chiacchiere si dissolsero per la fame, Quinn improvvisamente s’innamorò del delicato sapore del tartufo, chissà se poteva convincere Finn a cucinargli a vita quella vellutata crema che le si scioglieva in bocca.
-è mai possibile che in tutti ristoranti dove mi porti ho degli orgasmi culinari?- vergognandosi della sua volgarità
-stiamo parlando di chef di alta qualità è loro compito sbalordire il cliente altrimenti come credi che sia possibile tutta questa affluenza di persone?- indicando la sala piena con un gesto della mano
Quinn non potè che darle ragione, nonostante fosse un ristorante costoso c’era comunque un sacco di gente a tavola e altra che ne entrava, mentre Quinn era intenta a guardare le persone agli altri tavoli Rachel si fossilizzò sul posto.
-Rachel.. Rachel ti senti bene?- poggiando una mano su quella della ragazza
Rachel non percepiva il calore della mano di Quinn, non percepiva più niente se non il sangue che ribolliva nelle vene perché era entrato nel ristorante Kurt, immancabilmente accompagnato dal suo agente, l’unico che restava unicamente vicino al ragazzo solamente perché lo pagava non certo per il suo carattere.
-Rachel ti prego stai diventando viola respira!- dandole un pizzico sul braccio
-aio!!- risvegliandosi di colpo e massaggiandosi la parte offesa
-scusa.. mi hai fatto preoccupare non respiravi più!- con una faccia innocente -cosa hai visto?-
-em.. niente.. vado.. vado cinque minuti in bagno- alzandosi di scatto dalla sedia
Rachel fuggì talmente di fretta nel bagno che Quinn non ebbe nemmeno il tempo di chiederle se andava tutto bene, sola al suo tavolo si guardò in torno ma tutto era tranquillo nessuno aveva fatto caso a loro due, così ritornò a mangiare il suo piatto di pasta o almeno ci provò non riusciva a stare tranquilla Rachel aveva visto qualcosa che l’aveva completamente paralizzata e lei voleva scoprire a tutti i costi di cosa si trattava.
-mi scusi?- alzando un dito
-si miss?-
-potrebbe cortesemente controllare le nostre borse per cinque minuti? Devo raggiungere la mia amica al bagno delle signore-
-ma certo miss, nessun problema-
-grazie- alzandosi
E si diresse rapida al bagno, una volta dentro rimase prima folgorata dalla grandezza del posto e poi trovò Rachel seduta per terra con la schiena poggiata a uno dei pilastri dei cubicoli.
-Rachel? Stai bene?- inginocchiandosi di fronte alla ragazza
-no- singhiozzando
-che cosa è successo? Mica un attacco di panico per il matrimonio?- sedendosi accanto a lei
-no.. no.. ho.. ho.. ho visto una persona..-
-chi? Qualche stella del cinema?- cercando di metterla sul ridere
-no.. il mio fantasma del passato- rannicchiandosi le ginocchia al petto
-Rachel a meno che non stai facendo una rappresentazione teatrale di Christmas Carol non so di cosa stai parlando, ti prego dimmi chi hai visto- poggiandole un braccio intorno alle spalle
Rachel a quella sensazione di sicurezza non seppe resistere e vi si accoccolò poggiando la testa nell’incavo delle spalle.
-conosci un ragazzo di nome Kurt Hummel?-
-K.. Kurt Hummel? L’attore che nel tempo libero fa anche lo stilista di una strepitosa linea di moda ecologica?-
-deduco che sei anche di lui una sua grande fan-
-bè.. solo per la parte della moda, perché? È un tuo amico?-
-non proprio.. sai che è gay vero?-
-certo che lo so, ma si vede comunque-
-ecco.. Jesse non lo sapeva o almeno gliel’avevo detto ma deve averlo completamente rimosso dalla testa.. comunque per farla breve Kurt ci ha provato spudoratamente con mio marito, voleva conoscerlo solamente per farci separare, credeva che stessimo ancora giocando come al liceo.. e da allora siamo nemici-
-non ne sapevo nulla! Aspetta a quale gioco credeva di partecipare?-
-al liceo io e lui rimorchiavamo quanti più ragazzi possibili, niente di che era solo per far vedere alle cheerleader della nostra scuola che potevamo piacere anche noi, per anni abbiamo sempre fatto così anche quando abbiamo cominciato a lavorare a Broadway, io smisi dopo aver incontrato Jesse lui invece no.. e credeva che stessimo ancora giocando quando glielo presentai-
-magari era un test per vedere se avessi smesso-
-no.. l’ho pensato anche io ma poi Jesse mi disse che Kurt ci aveva provato e pesantemente con lui, l’aveva anche baciato capisci?-
-certo.. e.. ora lui è qui?-
-si.. e io avevo giurato a me stessa che non volevo vederlo mai più,anche se i nostri agenti avevano discusso per farci fare un incontro in pubblico io non ho mai dato il mio consenso-
-perché mai vorrebbe incontrarti in pubblico?-
-me lo sono chiesta anche io, ma non ho saputo darmi una risposta- asciugandosi le lacrime
-Rachel.. non dovresti stare così per una cosa che ha fatto lui- porgendole un fazzolettino dalla tasca dei pantaloni
-lo so ma.. era il mio migliore amico l’unico che sapeva tutto di me, mi fidavo di lui e mi ha tradito, posso accettare qualunque cosa ma non il tradimento- soffiandosi il naso
-su questo siamo entrambe d’accordo- scostandole i capelli dal viso -ora sciacquati la faccia e usciamocene di qui, paghiamo il conto e ce ne andiamo a casa mia ti va? Tanto immagino che Jesse sarà ancora a lavoro-
-con tutte le probabilità del caso e per non avermi cercata sul cellulare si deve esser ancora sul set- alzandosi
-bene io vado a dire al cameriere di portarci il conto-
-mi dispiace che non ti ho fatto mangiare nulla-
-o.. tranquilla la crema di asparagi mi basta come sostentamento per un mese!-ammiccandole
Non appena Quinn uscì dal bagno, Rachel ridacchiando si asciugò il viso e dopo aver preso un respiro profondo si diresse in punta di piedi al suo tavolo, sapeva perfettamente come essere invisibile e non incappare nella faccia di Kurt, anche se il ragazzo la conosceva meglio di chiunque altro.
-preso tutto?-
-si.. andiamo, dovrebbe esserci un uscita sul retro- guardandosi in giro
-e se uscissimo dalla cucina?-
-ok.. non l’ho mai fatto ma va bene- prendendo la pochette e la cartellina
Dopo aver lasciato una generosa mancia al cameriere se ne andarono di filata in cucina, nessuno badò a due ragazze che camminavano di fretta, troppo concentrati ai loro affari, Kurt in quel momento era al telefono con un regista quindi non si accorse di nulla, se non di una flebile scia di un profumo a lui noto: mela e gelsomino..


Eccomi qui di nuovo con un nuovo capitolo spero che vi piaccia la parte interessante sarà molto più avanti compresi i colpi di scena per ora direi che è tutto normale no? Baci RD

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Capitolo 4
*** 4 ***


Alla fine Rachel restò fino a metà pomeriggio a casa di Quinn, si era innamorata perdutamente sia dell’accogliente appartamento che di Pepe, il cucciolo l’aveva portato in giro per la casa tenendolo in braccio per tutto il tempo senza né ricevere morsi né ringhiate.
Quinn pensò che fosse arrivato il momento di regalarle un animale domestico non sentendosi affatto gelosa che il suo cane passava tutto il tempo con la nuova ospite, quando se ne andò poco prima di cena l’unica persona che fece storie fu il cane che come un bambino non voleva che se ne andasse, tentando di aggrapparsi con le sue zampine ai polpacci della mora, Rachel gli promise solennemente con una generosa grattatina all’orecchio che sarebbe presto tornata a trovarlo.
Dopo una settimana uscì il servizio, con l’intervista, le note dell’editore che si congratulava con la coppia e una miriade di foto di Rachel in tutta la sua unicità, Quinn si tenne per se quella che le aveva scattato nel magnifico abito blu insieme all’intervista che leggeva e rileggeva nei vari momenti di pausa del suo lavoro, era scritta in chiave piuttosto comica tutta concentrata su quello che pensava Rachel di fondo era a lei che avevano fatto l’intervista non ad entrambi.
Kurt la comprò semplicemente per contare le rughe sul viso della donna, una bugia come un’altra lasciata al suo assistente per non essere assalito dalle domande quando invece era orgoglioso di lei ed era sempre bellissima.
Intanto i preparativi per il matrimonio procedevano fluidamente, Quinn lavorava sulle composizioni e Rachel e Jesse a scegliere il catering, la luna di miele, la musica, gli ospiti, gli inviti l’unica cosa che non scelsero furono i vestiti inviatogli gentilmente da Vivienne Westwood come regalo di matrimonio.
-Rach.. amore.. una nota stilista ti ha regalato un suo abito-
-ti prego fa che sia quello blu, quello blu, quello blu- aprendo frenetica il pacco
La sorpresa fu proprio quello che Rachel sperava, mentre a Jesse il completo era bianco con bordi  azzurri con tanto di tuba e doppio spacco sulla giacca.
-un vero gentleman- ammiccandogli mentre le mostrava l’abito avvolto nella plastica
-dobbiamo invitarla adesso è d’obbligo!-
-Jesse, che cosa abbiamo detto?- negando col dito
-solo gli amici più intimi niente matrimonio alla Carrie Bradshaw, ma.. tesoro ci ha regalato gli abiti!-
-le manderemo una fetta di torta niente di più- richiudendo l’abito
-lo trovo ingiusto- poggiando l’abito sulla sedia nel salone
-col tuo ragionamento amore dovremmo invitare tutto il mondo, e poi eravamo d’accordo su di una cosa semplice-
-vero, va bene niente guest star solo noi- dandole un bacio sulla fronte -ma un biglietto di ringraziamento si!-
-andata ma lo scrivi tu io devo andare da Thara-
-cosa le manca adesso?- sbuffando
-ha detto che l’armonia della sala non si abbinava ai fiori che abbiamo scelto valla a capire- roteando gli occhi
-sarà anche una wedding planner di successo ma con tutta la sua teoria di feng shui e simili ci farà spostare il matrimonio fra tre anni!-
-in tal caso propongo Las Vegas non voglio ritardare un giorno così importante- abbracciandolo
-nemmeno io, ti amo piccola-
-anche io- baciandolo
Non appena Rachel uscì dal palazzo fece solo qualche miglio per allontanarsi dalla visuale del suo ragazzo, per poi entrare in un taxi e premere il tasto di chiamata rapida.
‘hobbit finalmente!! Ancora due ore e avrei potuto aprire una filiale a Tokio!!’
‘scusami Santana, ho ricevuto il mio abito da sposa dalla signora Westwood’
‘Kurt sicuramente dopo questo schiatterà, sai quanto la veneri’
‘non m’importa San, te l’ho già detto..’
‘scusa.. è istintivo pensare a lui dopotutto è sempre il tuo elfo personale’
‘San tra elfi e folletti non so dove andremo a finire!’
‘in un libro di Tolkien dove sennò?’
Rachel si mise a ridere per quella battuta, non cambiava mai.
‘allora il motivo della tua chiamata?’
‘c’è bisogno di chiedermelo stellina? Trovo appena uscita di casa te su di una rivista dove non si parla d’altro che del tuo fantastico matrimonio, ci manca poco che lascio una scia di bava lungo la strada per te dentro quei vestiti, mi sembra ovvio che ti chiamassi!’
‘sempre molto fine San’
‘d’altronde hai preso da me’ ghignando
Santana e Rachel si erano conosciute ad un cast di una piccola parte in un musical di second’ordine, c’era una strana anzi una forte intesa tra le due, intesa che poi era sbocciata in una notte di sesso bollente, Santana era stata la prima volta di Rachel con una donna e da allora si erano legate come non mai, ogni tanto capitava che si sentissero per aggiornamenti vari oppure per incontri rapidi dove i vestiti sparivano e la stanza andava a fuoco, non potevano farci niente avevano entrambe una carica sessuale elevata.
‘allora parlami di lei..’
‘cosa devo dirti? È.. è bellissima San, sembra un angelo non ci sono parole per descriverla’
‘mm.. dev’essere sensazionale a letto’
‘Santana!!’
‘che c’è non dirmi che sei gelosa?’
Le guance di Rachel diventarono due ciliegie.
‘ah.. dio scotta!!!’ allontanandosi il telefono dall’orecchio
‘cos.. San ma che diamine dici?’ guardando confusa il telefono
‘il telefono era diventato incandescente perché sei arrossita Berry non negarlo’
‘no.. non potrei’
‘ne sei proprio cotta eh piccola?’
‘c’è un problema però è sposata, da cinque anni San’
‘aia.. questo si che è un grosso ostacolo, che però dipende se sono innamorati l’uno dell’altra’
‘si lo sono, casa loro è piena di vita, di foto e.. il marito è di una dolcezza unica con lei’
‘sei stata a casa loro? Ti prego non dirmi che avete fatto una delle vostre noiose cene’
‘no, sono solo rimasta un pomeriggio a guardarla mentre mi distraeva dall’incontro con Kurt’
‘soltanto guardarla Rach?’
‘si’ sospirando
‘ai.. ok in che posizioni te la sei immaginata?’
‘o.. potrei dartene di spunti Lopez’
‘mm.. ti va di vederci? Dovrai pur sfogare tutta questa immaginazione no?’
‘hai dannatamente ragione, a casa tua?’
‘si, dove sei?’
‘sto andando dalla mia wedding planner, ti chiamo quando esco da qui’
‘va bene io vado a preparare’
‘non c’è bisogno che prepari nulla San lo sai’
‘che hai capito? Io intendevo per me! Mi servirà un concentrato di energia dopo tutto il sesso che faremo!’
Rachel si mise a ridere, era una cosa innegabile, sembrava che esplodessero per tutte le volte che andavano a letto.
‘a dopo stella’
‘a dopo San’ ed entrò nell’ascensore
Santana una volta chiusa la chiamata prese la via dell’uscita, lavorava come segretaria in uno studio legale di vecchi ultraottantenni che non sapevano mettere in fila nemmeno due parole, nonostante la pagassero bene e fin quando era così tutto diventava sopportabile..
Quinn mentre sistemava le composizioni per il matrimonio di Rachel ogni tanto buttava un occhio al ritaglio di giornale, l’aveva attaccata al muro solamente per dare un idea ai suoi assistenti del tipo di persona che era il loro cliente, tutta una scusa per poterla guardare tutte le volte che voleva senza essere scambiata per una stalker, dopotutto Rachel a sua insaputa teneva la foto dentro la sua borsa per poter ammirare quel sorriso e fantasticarci di assaggiarlo senza che Quinn pensasse che fosse impazzita.
‘Brittany Abrams chi parla?’
‘bonjour madamoiselle’ ridacchiando
‘Quinnie!! È una vita che non ti fai sentire!’
‘Britt è soltanto da quattro giorni che non ci sentiamo’
‘devo pur mantenere il decoro no? Come stai?’
‘indaffarata fino al collo, ma felice tu?’
‘vivo nella spensieratezza del dolce far niente ha decisamente i suoi vantaggi avere un lavoro a casa’
‘lo so.. lo so.. a proposito grazie per l’ultima copia che mi hai inviato l’ho trovato très magnifique!!’
‘merci ma petite cerise’ facendo una riverenza
Entrambe si misero a ridere, Susan era diventata una scrittrice di successo in merito a uno dei tanti consigli della sua dolce Quinn ‘usa il tuo dolore e la tua passione e mettili a frutto, crea tutto ciò che puoi creare’ e l’aveva fatto ricevendo un premio Pulitzer che scintillava nella stanza della donna accanto ai dischi d’oro del marito.
‘mi manchi Britt’
‘anche tu.. ma con il nuovo libro che richiede tempo e la casa discografica di Artie che è in cerca di nuovi talenti non riusciamo mai a vederci’
‘su cosa stai lavorando?’
‘lo vedrai quando riceverai la tua copia per ora parlami di questa piccola fatina che è entrata nella tua vita’
‘non è una fatina Britt.. è.. non ci sono parole per descriverla’
‘mm potrei esserne gelosa’
‘andiamo Britt lo sai che tu sarai sempre la prima’
‘scherzavo Quinn.. sono contenta che hai trovato una ragazza così, mi dispiaceva saperti sepolta da fiori e filmini porno’
‘credo che dovrò andare avanti così per ancora un bel pezzo sta per sposarsi Britt, per di più è una mia cliente ed è famosa’
‘bè in quanto tua cliente non credo che sia un ostacolo ci sono storie e storie, che sia famosa non mi stupisce dopotutto sei stata con me e.. ok si il matrimonio diventa un problema’
‘vorrei averla conosciuta in un altro contesto.. potresti scrivere una storia su di me e lei in un universo parallelo?’
‘credo che la stia già facendo tu Quinn nella tua testa, ma comunque non potrei pubblicarlo visto che i miei libri li leggono anche i bambini!’
‘non è sempre a luci rosse, no.. ok diciamo che passo più tempo ad immaginarmela senza i vestiti che con..’
‘mm.. mi piace sempre di più questa ragazza, per creare questo fuoco in te.. come hai detto che si chiama?’
‘Britt toglitela dalla testa’
‘ow.. tranquilla so bene che è tutta tua, ascoltami in città hanno aperto un nuovo ristorante vegano perché non venite tu e Finn una sera di queste?’
‘sai bene quanto Finn sia impegnato anche se l’idea mi alletta’
‘tu digli che è il migliore ristorante della zona o quello che vuoi sono sicura che accetterà’
‘va bene, ora scusami ma ho delle composizioni su cui lavorare’
‘tranquilla mi hai appena dato uno spunto per la mia storia, scappo prima che scappi l’ispirazione’
‘a presto Britt’
‘a bien tout mon trésor’
Ed entrambe chiusero la chiamata, sia Quinn che Rachel passarono la giornata in versione avanti/veloce compiendo i gesti più abitudinari ad occhi chiusi, soltanto il pomeriggio prese pieghe diverse.. Quinn ebbe un interessante incontro con un insalata di germogli di soia e valeriana accompagnato da un bicchiere di vino e Pepe che scodinzolava aspettando il suo pranzo, nonostante Quinn fosse contraria al mangiare carne il suo cane ne aveva bisogno quindi aveva messo a bollire del petto di pollo per mischiarlo con le crocchette del cane, dopotutto se riusciva a sopportarne la vista e l’odore poteva anche farcela a cucinarla.
Invece Rachel andò di filata a casa di Santana, non appena varcò la soglia non diede il tempo alla ragazza nemmeno di salutarla le saltò letteralmente addosso, trascinandola con violenza sul tappeto del soggiorno e strappandole i vestiti di dosso, per poi esplorarla come solo Santana le aveva insegnato.. non fu l’unica sessione a cui si dedicarono, ricevettero la loro buona dose anche il tavolo da pranzo e una decina di volte il letto della ragazza, Rachel era affamata e Santana non aveva nessuna intenzione di trattenerla.
-mmm.. questa Quinn mi piace sempre di più- passandosi la lingua sulle labbra secche
-scusami..- accoccolandosi a lei
-ne sono contenta Rach.. sfogarsi fa sempre bene, soprattutto quando si ha a casa qualcuno che non riesce a capire i tuoi impulsi- scostandole i capelli dal viso
-dici che sono ancora in tempo per mollare Jesse e sposare te?- alzando la testa dall’incavo delle spalle
-tesoro sai bene quali sono gli accordi- tracciando linee immaginarie sul collo della ragazza
-lo so.. è solo che.. sei l’unica che riesce ad appagarmi, per quanto ami Jesse non riesco a smettere di desiderare il tuo corpo- dandole un bacio sul collo
-lusingata ma.. potresti far sempre entrare la dolce Quinn in questo universo- ammiccandole
-non ne sarei capace, Quinn è così pura, innocente.. un batuffolo di cotone..-
-mm.. si decisamente le più sfrenate in assoluto- ridacchiando
-te ne intendi eh?- ammiccandole
-bè a differenza di te io frequento spesso ragazze-
-guarda che anche io le frequento!- piccata
-ah si? E con quante sei andata a letto o le hai semplicemente baciate?- inarcando un sopracciglio
-nessuna.. sono negata nel portarmi a letto qualcuno- accasciandosi sconfortata sul cuscino
-ma come? Con tutta l’esperienza che ti ho tramandato?- sorpresa dalla cosa
-di fronte ad una ragazza mi sento ancora la sciocca liceale che le guardava da lontano e si masturbava nella sua camera immaginandomi di baciarle- con un tenero broncio
-fortuna che hai conosciuto me- ghignando
-mm.. ascolta ho una proposta da farti- poggiando la testa sulla mano
-sono pronta a tutto- mordicchiandosi il labbro inferiore
-dopo.. che ne dici di far parte di uno spettacolo a cui stò lavorando?-
-un musical?-
-si, West Side Story-
-sarebbe un onore per me affiancare la fantastica diva miss Rachel Barbra Berry- baciandola
-saresti una fantastica Anita- baciandole il collo
-mm.. prossimo round?- passando le mani sui fianchi della ragazza
-non dovevi ricaricarti tu?- mordicchiandole delicatamente la spalla
-c’è tempo- baciandola voracemente
Rachel passò l’intero pomeriggio a casa di Santana dividendosi tra chiacchiere, sigarette, bicchieri di vino e del sano sesso, quando ritornò a casa per ora di cena si sentiva sazia, non si preoccupò neanche che Jesse non era tornato, non le importava.
Una volta messosi un pigiama comodo si addormentò come un angioletto alle nove di sera, un orario per lei improponibile dato lo stress.. forse avevano ragione quegli insulsi medici a dire che per scaricarlo ci voleva un po’ di sesso nella vita, e a giudicare di quanto ne aveva fatto con Santana poteva stare a posto per un mese!
‘Kurt sono Santana dobbiamo parlare adesso’
‘dammi cinque minuti che mi libero di tutto e vengo, come sta?’
‘bene.. anche se è un sacco affamata..’
‘capito arrivo subito, porto il vino’
‘bravo il mio piccolo elfo’ ridacchiando e mettendo giù
Kurt non ebbe la forza di dirle di non chiamarlo in quel modo ridicolo, semplicemente perché con la forte mancanza di Rachel si sarebbe accontentato anche delle battute di Santana.. una volta conosciuta la ragazza era comparso del feeling tra i due: entrambi stronzi, affamati di sesso e di attenzioni, era innegabile che si piacessero sin dal primo incontro, dopotutto era lui che aveva fatto conoscere Santana a Rachel mandandola a quel cast per lo spettacolo, Santana era portata per il canto e la recitazione ed era davvero brava ma Kurt sapeva che alla sua migliore amica serviva lei per distrarsi dal marito..
-mm.. hai fatto presto- invitandolo ad entrare
-allora raccontami tutto- andando alla ricerca di un cavatappi
-l’abbiamo fatto fino a poco fa, come puoi ben vedere- indicando il suo collo
-buon dio non vedevo un succhiotto così dai tempi del liceo!! Quanto era affamata?-
-tanto Kurt, non l’ho mai vista così vorace, cioè più del solito- sedendosi accanto al ragazzo
-ti ha detto niente?- bevendo un sorso di vino
-non credo che senta la tua mancanza, o quantomeno non lo da a vedere, mi domando ancora perché non le hai detto la verità- prendendo il pacchetto di sigarette
-credi che mi sarebbe stata a sentire? Chi ha più credibilità il frallocco che deve sposare o io?- arrivando a metà bicchiere
-bè a rigor di logica tu, ma conoscendola la bilancia pende dalla parte del cuore- accendendosi la sigaretta
-vorrei soltanto che aprisse gli occhi, perché non riesce a capire che Jesse non è quello giusto per lei?- finendo il bicchiere
-bè.. dalle tempo per portarsi a letto Quinn e poi ne riparliamo- facendo un tiro
-tu dici che accadrà?- riempiendosi nuovamente il bicchiere
-fidati si tratta di giorni, è già cotta di lei e poi le ho instillato una buona dose di voglia della ragazza- bevendo un sorso di vino e passandogli la sigaretta
-lo sapevo che la tua vena bastarda non perdeva mai un colpo!- facendo un tiro
Kurt era contrario al fumo, ma con tutte le preoccupazioni che aveva ogni tanto da qualche parte le doveva pur scaricare e se non c’era il sesso ad appagarlo di sicuro c’erano Santana, chiacchiere e un bicchiere di vino.
-ti manca vero?- riprendendosi la sigaretta
-più di quanto tu possa immaginare, c’è sempre stata per me, anche non poter più condividere con lei un semplice paio di pantaloni in simil pelle arancio fluorescente che ho visto addosso a un tipo e farci quattro risate mi manca..-
-bè puoi sempre fartele con me, non sono così negata come credi-
-Santana ti prego il tuo gusto nel vestire si divide tra abiti succinti la sera per rimorchiare, tailleur di giorno e caffettano per girare nuda in casa- indicando la sua vestaglia rosso borgogna
-l’intimo c’è l’ho se è questo il tuo problema- facendogli la linguaccia
-ah si? E come mai le tue mutande sono ancora sul pavimento?- indicandole con la testa gli slip bianchi
-ti prego io non indosso niente di bianco, quelle sono di Rachel!-
-e cosa ci fanno ancora li?- confuso
-deve averle dimenticate, dopotutto se né tornata a casa con addosso la mia tuta- con un alzata di spalle
-scusa plausibile se per caso qualche fotografo l’avesse beccata, è un genio!- finendo il secondo bicchiere
-su questo non avevo dubbi, vorrei soltanto che il suo genio lo sfruttasse più spesso, l’hai visto il servizio?-
-stupenda come sempre, vorrei soltanto che il nome del fortunato non fosse Jesse schifoso St James- ringhiando il nome
-per questo dobbiamo solo avere pazienza- sospirando
-ne ho ma non so quanto altro potrà durare, il senso di colpa me la sta distruggendo..-
-Kurt anche se le mostrassimo quelle foto lei direbbe che è un photoshop! Jesse l’ha incantata così bene che è immune da qualunque rimprovero-
-ci tocca aspettare e sperare- sospirando
-bene ora vuoi qualcosa da mangiare?- spegnendo la sigaretta
-si, grazie ce l’hai ancora quella deliziosa torta ai mirtilli che mi hai portato?-
-no, l’abbiamo mangiata io e Rachel in una delle nostre pause- aprendo il frigo
-capito, su fammi posto, preparo della carne ho fame-
-anche tu?- inarcando un sopracciglio
Entrambi si misero a ridere, per poi in un tranquillo silenzio mettersi a cucinare anche se erano le dieci passate, a Kurt vennero in mente i momenti in cui lui e Rachel durante il college passavano le serate così cucinando, bruciando la cucina -più Rachel di Kurt- e raccontandosi dei loro progetti o semplicemente cantando.
Poco dopo, non appena la carne cominciò a sfrigolare sulla bistecchiera, mentre preparava la tavola Kurt si mise a canticchiare e Santana era li con lui ad accompagnarlo carezzandogli di tanto in tanto il braccio quando vedeva quei fantastici occhi di giada scurirsi.


Scusate il ritardo ma la bronchite mi ha preso -scusa poco plausibile perchè comunque cavolo è un influenza e non dovrebbe farti muovere dal letto il che in teoria ti da più possibilità di usare il pc ma provateci a farlo con una tosse che vi fa sembrare degli indemoniati pronti a sputare fuori oltre che l'anima anche qualche parte del corpo non richiesta CHE PALLE- parentesi chiusa grazie a chi segue e recensisce baci RD.

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Capitolo 5
*** 5. ***


-Quinn amore sei pronta? Guarda che la strada è lunga- picchiettando alla porta del bagno
-eccomi amore, scusa- sistemandosi i capelli
-wow! Sei bellissima- baciandola e abbracciandola
Quinn arrossì, non era raro che Finn le facesse dei complimenti ma riceverli non le dispiaceva, soprattutto quando bastava così poco per apparire bella agli occhi di suo marito: uno chignon morbido, poco trucco e un abito lungo magari di un colore che risaltava la sua pelle come quello blu che indossava.
-hai messo l’acqua per Pepe?-
-si amore, acqua e cibo è sistemato anche se mi guarda storto- intrecciando le dita con le sue
-povero piccolo, non è abituato alle nostre uscite serali- passando il pollice sul dorso della mano
-sai con tutte le petizioni che firmo mi stupisco che non mi sia ancora passata tra le mani quella dove permette ai cani di entrare nei locali-
-le nostre campagne sono numerose amore e richiedono tutte tempo per essere attuate visto che viviamo in un mondo bigotto-
-lo so.. fa il bravo Pepe e fa la guardia alla casa- accarezzandolo
Il cucciolo gli leccò la mano in risposta.
-torniamo presto piccolo- dandogli un bacio sul naso
Pepe in risposta le abbaiò felice, per poi andarsi ad accucciare diligentemente sul suo cuscino morbido.
-ho sempre l’impressione che dia più ascolto a te che a me- prendendo la giacca
-è solo il suo istinto, in me vede la persona che gli fa da mangiare e quindi mi da ascolto, in te vede quello che lo fa giocare quindi va in cerca delle tue attenzioni e scherza di più con te- lasciando accesa la piccola luce a risparmio energetico in cucina
-abbiamo il cane più intelligente del mondo- chiudendo la porta
E via in macchina lungo la notte, alla fine Quinn era riuscita a convincerlo ad andare a cena con Brittany e Artie ricordandogli che erano loro amici e che non li vedevano da un sacco di tempo, Finn si era trovato subito in buoni rapporti con Artie era simpatico e aveva una conoscenza in base musicale che batteva chiunque, Finn aveva scoperto grazie a lui il potere terapeutico del Jazz prima di ogni incontro di lavoro, infatti in macchina teneva sempre un cd a fargli compagnia e se non bastava o non poteva subentrava il lettore mp3,regalo di tutti i dipendenti del suo ufficio per la sua promozione.
-sono curioso di vedere questo nuovo ristorante, non credevo che a Brooklyn si stessero ampliando mentalmente così presto-
-bè è normale, la gente ha messo la testa a posto e ha capito che è necessario mangiare sano e poi credo che il governo si sia anche reso conto che l’America è il primo tra i paesi dove le persone sono in sovrappeso- accendendo la radio
-è proprio una bella serata- guardando le stelle dal tettuccio
-era da tanto che non facevamo un uscita così- mettendosi comoda
-prometto che diminuirò il mio carico lavorativo- buttandole un occhio
-amore hai già quattro assistenti, qualunque cosa tu faccia aumenterà sempre, non preoccuparti e godiamoci la serata-
-hai ragione- poggiando la mano sulla sua mentre cambiava marcia
Arrivarono in meno di mezz’ora al ristorante dove c’erano già ad aspettarli Brittany e Artie seduti ad un tavolo appartato, nonostante il locale fosse da poco aperto c’era già un sacco di gente.
-Britt- abbracciandola
-ciao Quinnie- rispondendo all’abbraccio con tutto il calore possibile -santo cielo sei un schianto stasera!- scostandola per guardarla
-sei la solita ruffiana- dandole un bacio sulla guancia -ciao Artie- abbracciandolo
-Quinn mia moglie non ha tutti i torti sei divina, fortuna che ti sei portata Finn o non avremmo saputo come fermare l’orda di ammiratori con la mia carrozzella- battendo le mani sui manubri
-è sempre bello rivedervi ragazzi- abbracciando entrambi
Insieme -anche per noi Finn- rispondendo all’abbraccio
Intanto a casa di Rachel per la prima volta dopo mesi c’erano sia moglie che marito a cena, il catering aveva pensato di offrirgli un assaggio di quello che avevano ordinato per il matrimonio e dopo che i vari camerieri avevano sistemato le pietanze in cucina, avevano lasciato i due alla loro intimità.
-altro che assaggi c’è un sacco di roba! Basterà per un mese- aprendo una confezione di rollè vegetariani
-hanno semplicemente voluto farci un favore, ora tu va a mettere la tavola e io riscaldo quello che c’è da riscaldare- prendendo uno dei rollè
-come mai hai inserito cibi vegetariani?-
-in rispetto di Quinn e Finn, sono entrambi vegani amore-
-io insisto a dire che è uno spreco- addentando ugualmente un pezzo del rollè della moglie
-ognuno ha i suoi gusti Jesse, come a te non piace che usiamo le macchine loro mangiano solo cibi naturali- aprendo il forno
-ma io lo faccio solo per l’ambiente!-
-anche loro! Mi sono documentata, mangiano solamente cibi naturali e riducono il consumo di conservanti e altri alimenti che fanno male non solo al corpo ma anche all’ambiente-
-sarà ma io preferisco la carne- prendendo un secondo rollè
-ti piacciono eh?-
-sono un buon antipasto- con un alzata di spalle
Per poi dirigersi in salone e mettere la tavola.
Intanto Quinn e Finn si godevano la serata, il cibo era delizioso e la compagnia era la migliore che potessero mai desiderare.
-allora Quinn come procedono i preparativi per il grande matrimonio?- pulendosi la bocca con il tovagliolo
-è stancante Artie.. Rachel ha voluto le composizioni sia per il ricevimento che per la cerimonia, ma non mi lamento mi ha promesso che mi aumenterà la fetta di clienti-
-è un gesto gentile da parte sua tesoro-
-molto.. ma non parliamo di lavoro stasera, come sta Pepe?- con un gesto della mano
-abbiamo davvero un cane intelligente Britt, esegue gli ordini di Quinn e gioca con me, pro- bloccandosi di colpo con un singulto
Quinn prontamente poggiò una mano sulla sua, rassicurandolo che poteva liberamente parlare di qualunque cosa.
-rimpiango amaramente che sia un maschietto, se era una femmina avreste potuto vendermi i cuccioli-
-Britt non possiamo avere un allevamento a casa!-
-perché no? Abbiamo un allevamento di papere perché non anche di cani? Potrebbe diventare il mio hobby!-
-le artiste- roteando gli occhi -si animano per qualunque cosa- baciandola
-la signora da cui l’abbiamo preso Britt aveva una cucciolata, ma credo che erano già prenotati gli altri, vivendo in un appartamento non è consigliabile avere più di un cane- prendendo una forchettata di spaghetti di riso al tartufo
Aveva chiesto l’intero menù a base di tartufo, una volta assaggiato se n’era completamente innamorata del sapore.
-almeno sono sollevata nel sapere che quelle bestiole avranno una casa, non mi piace vederle in un canile o in mezzo alla strada- bevendo un sorso d’acqua
-ricordo- ammiccandole
Nel periodo del collegio durante i fine settimana Brittany era stata capace di mantenere in vita una coppia di ricci, fatto una casetta per gli uccelli e salvato una volpe dal pelo bianco costruendole un piccolo recinto e il tutto semplicemente porgendo il pane che davano alla loro mensa.
-dici che avranno fatto una cucciolata tutti quegli animali che ho salvato?- assaggiando la sua pasta
-a quest’ora Britt avranno anche i pronipoti!-
E tutti si misero a ridere.
A casa di Rachel invece la serata d’intimità s’era trasformata in una cena di lavoro nel giro di un ora, c’erano tutta la troupe e il cast dello spettacolo di Jesse che sbocconcellavano la loro cena mentre risistemavano il copione, Rachel affranta per essere stata interrotta in un momento così speciale aveva preso giacca e borsa e se n’era uscita di casa sbattendo la porta.
In quel momento rimpiangeva amaramente di aver litigato con Kurt, il ragazzo di sicuro o le avrebbe ordinato di fare una scenata e far uscire a gambe levate gli ospiti, oppure sarebbe venuto in suo soccorso armato di abbracci e il The Best of Barbra Straisand, aveva fatto un enorme sbaglio a litigare con il suo migliore amico e ora ne pagava le conseguenze.
Uscendo in strada s’imbatté in una serie di coppiette che camminavano mano nella mano godendosi la serata, non volendo sentirsi sola entrò nel primo locale in cerca di un barista a cui raccontare le sue pene tra un bicchiere e l’altro.
Mentre Quinn si godeva la serata Rachel era arrivata alla conclusione di avere fame, dopotutto a casa aveva solamente mangiato metà rollè vegetariano, così chiese al barista dove poteva andare a mangiare qualcosa e il tipo le suggerì una tavola calda a qualche passo di distanza da li.
In mezzo alla strada Rachel euforica per l’alcool camminava con il cellulare in mano cancellando tutto quello che non le poteva servire, numeri di persone che non le piacevano e che non sentiva da anni, vecchi promemoria, messaggi pubblicitari quando casualmente s’imbatté tra le chiamate effettuate nel numero di Quinn, passando il pollice sul numero come se potesse realmente accarezzarla inavvertitamente premette il tasto di chiamata.
‘pronto? Chi è?’ rispondendo al secondo squillo
Ma Rachel dall’altro lato sospirava solamente, allora Quinn controllò il mittente.
‘Rachel? Stai bene?’ corrugando la fronte
‘Quiiiin!! Mi hai riconosciuto sciolo dal rescipiro!’ con una voce strascicata
‘Rachel dove sei?’
‘sono in un posto fantaastico pieeno di luuci e coolori’
Mentre attraversava la strada un taxi inchiodò per evitare di investirla e strombazzò con il clacson.
-guarda dove cammini!!- urlando
‘Rachel dove ti trovi?’ cominciando a preoccuparsi
‘il mondo è così beeello Quinn, ma io ho fame e.. e.. e.. il barista mi ha detto di andare laggiù’
‘laggiù dove Rachel? Perché non sei a casa?’ alzandosi di scatto
‘no a casa no non ci vollio andare, odio casa mia, odio Jesse, odio tutti’
‘Rachel non dire così, cosa ti ha detto il barista?’
‘di andare liggiù però qui ci sono tante insegne coloolate c’è tutto l’alcobaleno qui’ ridendo ‘ho sonno’ appoggiandosi ad un lampione ‘no tu sei scomodo’
‘Rachel ascoltami resta sveglia e continua a camminare, parla con me’
‘il bel ragazzo aveva detto che erano due passi ma questi passi sono taanto lunghi e io sono taanto stanca’
‘Rachel ti prego continua a camminare non addormentarti’
-Quinn prova a chiederle se l’insegna della locanda ha luci rosse-
‘Rachel?? Ascoltami la locanda dove stai andando ha le insegne rosse?’
‘nono lo so vedo rosse, blu, veddi ci sono tutti i cololi qui’
‘Rachel ti prego concentrati vedi delle insegne rosse?’
‘sisisisisi sono rosse e c’è una grande tazza con tanto caffè fumante’
-ok ho capito dove si trova andiamo, ci dispiace per questo contrattempo-
-affatto noi veniamo con voi!- lapidaria
‘Rachel continua a camminare e non addormentarti’
‘ho fame e sono tanto stanca.. ho trovato una mela! È buona è tutta marrone’
‘no Rachel lasciala stare continua a camminare’ evitando di ridere
‘a te non piacciono le mele Quinn?’
‘si che mi piacciono Rachel’
‘sei come la mia maestra ne mangiava tante di mele, poi le si è gonfiata la faccia ed è volata via’
‘Rachel non sono un uccellino’
‘cip cip’
Quinn non potè far altro che ridere.
‘cip cip, rispondi cip cip’ prendendosela con un semaforo ‘non mi rispode il cip cip’ con una voce mogia
‘vuoi che mi metta a cinguettare Rachel?’
‘no tu sei Biancaneve e io l’uccellino, cip ciiip ciiiip’ ridendo
‘va bene, ma chi fa il principe?’
‘nono vollio il principe no mi piacciono i principi hanno il rossetto!’
-in quale favola i principi hanno il rossetto?-
-non lo so ti prego va più veloce- preoccupata ben oltre il suo limite
Finn non potè fare altro che premere sull’acceleratore, per la fortuna di tutti riuscirono ad arrivare prima che Rachel si addormentasse, una volta in macchina nonostante continuasse a cinguettare dormiva.
Arrivati a casa di Quinn fu portata in braccio da Finn nella stanza degli ospiti.
-quale marito lascia la propria moglie ubriaca?- chiudendo delicatamente la porta
-tecnicamente non sono ancora sposati Finn-
-ma è comunque una cosa sbagliata-
-lo so amore, va a dormire adesso, ci penso io a lei, ci dispiace per come è finita la serata Britt-
-tranquilla tesoro, chiamami se dovessero esserci altri problemi- abbracciandola
-buona notte ragazzi-
Insieme -notte Finn- salutandolo
In poco tempo Quinn riuscì a rassicurare Pepe per il loro arrivo, togliersi scarpe e giacca, accompagnare fino all’ascensore Artie e Brittany e prendersi un bicchiere d’acqua.
-Quinn.. vieni a letto?- affacciandosi dalla camera in pigiama
-dammi un minuto voglio portarle un bicchiere d’acqua- riempiendo il bicchiere
-va bene- sorridendogli
Quinn dopo aver spento la luce e aperto la finestra si diresse nella camera degli ospiti -pensata prima come una stanza per il bambino.
Rachel era crollata nel giro di poco, Finn le aveva fatto il favore di metterle una coperta addosso e toglierle le scarpe, Quinn semplicemente poggiò il bicchiere sul comodino e le sistemò i capelli in un gesto d’affetto, le dispiaceva da morire che si ritrovasse in quella situazione, Rachel a quella carezza rispose con un mugugno accoccolandosi su se stessa.
-papà.. non voglio più sposarmi, voglio restare sempre qui con voi- prendendo la mano di Quinn
-Rachel sono Quinn- sorridendole teneramente
-ti amo Quinn.. ti amo- girandosi dall’altro lato
Quinn semplicemente arrossì, anche se sapeva che Rachel non era in se e poteva averla scambiata per Jesse, così dopo averle sistemato la coperta uscì dalla camera in punta di piedi, per poi ritrovarsi nel letto Finn che l’aspettava con gli occhiali sul naso che leggeva un libro sul basket.
-mi hai aspettato- dandogli un bacio
-come sta?-
-mi ha scambiata per suo padre- ridacchiando -si riprenderà..-
-io non ti lascerei mai in quello stato- scostandole le lenzuola per mettersi a letto
-sei il migliore marito del mondo- accoccolandosi a lui
-e tu un adorabile moglie- baciandola
Quando si staccarono per necessità d’aria Quinn si ritrovò leggermente confusa, Finn dopo il bacio della buona notte -un semplice bacio- si metteva a dormire.
-Finn..-
-shh.. voglio ancora ringraziarti per essere mia moglie- accarezzandola delicatamente
Quinn si ritrovò ad arrossire, era da tanto che lei e Finn non facevano l’amore, essendo troppo impegnati non trovavano mai modo di arrivare a letto e coccolarsi, crollavano letteralmente stanchi per la lunga giornata.
-ti amo Quinn- baciandola
-ti amo anche io Finn- abbracciandolo
Quella sera fecero l’amore tre volte, tentando di trattenere i gemiti per non svegliare nessuno, anche se Rachel sepolta dai cuscini e le coperte non sentì assolutamente niente.
La mattina dopo Rachel svegliandosi in una stanza non sua si guardò confusa in giro con i sbiaditi ricordi dell’altra notte, alzandosi di scatto dal letto per lo spavento scatenò il risveglio del suo stomaco e corse in bagno per vomitare, comprendendo che quella sera aveva bevuto.
Quinn avendo un udito fine sentì i piedi di Rachel sul parquet e i conati della ragazza, perciò alzandosi si mise la vestaglia e andò a controllare come stava, lasciando Finn che dormiva placidamente.
-buon giorno Rachel- avvicinandosi alla ragazza e mantenendole i capelli
-mi dispiace..- tossendo -mi dispiace Quinn- abbassando la tavoletta e poggiando la fronte sulla ceramica fredda
-tranquilla, come ti senti?- scaricando
-uno straccio- raggomitolandosi su se stessa
-lo vedo.. quanto diamine hai bevuto ieri sera?- passandole le mani sulla fronte sudata
-ho perso il conto- raddrizzandosi e poggiando la schiena sul termosifone -mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a tutto questo, di solito vado sempre a casa- prendendo un po’ di carta igienica e pulendosi la bocca
-di solito? Vuoi dirmi che non è la prima volta che esci a bere?- sedendosi sul bidè
-no.. quando sono infuriata o particolarmente triste mi riduco così- poggiando la testa che scoppiava sul muro
-che cosa è successo ieri sera?-
-Jesse.. ha mandato a monte la nostra serata romantica portando a casa nostra tutta la sua dannata troupe e il cast del suo maledetto spettacolo!- mordendosi il labbro con rabbia
-non pensarci ora, datti una rinfrescata, se vuoi farti una doccia ti prendo un asciugamano pulito-
-grazie.. em.. Quinn ho detto qualcosa di imbarazzante ieri sera?- alzandosi a fatica
-non vuoi saperlo-
-ti prego Quinn, ho blaterato su qualcosa come il mio matrimonio?-
-non proprio, hai.. cantato si cantato-
-fortuna che non sei un attrice, sei una pessima bugiarda- ridendo
-in parte è vero diciamo che hai cinguettato ecco..-
-ossignore, ho.. ho cinguettato? Gesù sono arrivata al capolinea!- dandosi una botta in fronte e scatenandosi un mal di testa epocale -non è che per caso ho detto qualcos’altro?- girandosi preoccupata verso Quinn
-mi hai scambiata per tuo padre- con un alzata di spalle e uscendo dal bagno
Rachel mentre si toglieva i vestiti si ritrovò a pensare che era piuttosto normale probabilmente Quinn l’aveva coccolata e questa era stata la sua risposta, però continuamente si arrovellava su di un ricordo confuso dove rivelava qualcosa a Quinn, ma fin quando la sua memoria non avrebbe carburato non si sarebbe ricordata di niente.
-buon giorno amore- abbracciandola da dietro
-mm.. buon giorno- accoccolandosi a lui -ti abbiamo svegliato?-
-dovevo comunque, posso usare il bagno?-
-dalle venti minuti che si fa una doccia, anzi potresti cortesemente portarle un asciugamano pulito? Io faccio la colazione- girandosi verso di lui
-certo- dandole un bacio sulla fronte
Mentre Quinn si stiracchiava e preparava la colazione, Rachel a mano a mano si stava riprendendo, quando sentì la porta aprirsi convinta che fosse Quinn chiuse l’acqua.
-Qui.. oh cielo perdonami Finn- scostando e riscostando la tendina rapida -scusami-
-tranquilla Rachel è ok, ti appoggio l’asciugamano sul lavandino-
-n.. non ti imbarazza?- sbucando con la testa dalla doccia
-quand’ero piccolo vivevo in una comune- con un alzata di spalle -fa con comodo- sorridendole in modo gentile
Non appena Finn fu uscito dal bagno Rachel ancora piuttosto confusa si appoggiò l’asciugamano intorno al corpo cercando di asciugarsi il più in fretta possibile per non lasciare impronte bagnate sul parquet.
Quando Rachel entrò in cucina fu accolta dalle feste del cane.
-ciao Pepe- inginocchiandosi e coccolandolo -ti sono mancata?-
Il cucciolo in risposta le leccò il polso, Rachel per quella dimostrazione d’affetto rise di cuore.
-ci sai fare con i cani- portando il caffè in tavola
-da piccola avevo un bastardino, mi seguiva tutti i giorni fino a scuola- grattando ancora un po’ le orecchie al cane
-spero che il caffè ti vada bene come colazione-
-è l’ideale, c’è lo zucchero?-
-solo quello non raffinato- aprendo la zuccheriera
-mh.. non l’ho mai assaggiato ma va bene- sedendosi vicino alla finestra -è proprio una bella giornata- sentendo il sole che le riscaldava le spalle
-vero.. frutta?- indicandole con la mano le mele
-oh.. credevo che fossero di vetro sono così belle- prendendone una
-perché sono biologiche- sedendosi di fronte alla ragazza
-hanno un odore delizioso- portandola al naso
-sono lavate puoi anche mangiartele con la buccia- bevendo un sorso di caffè
Intanto Pepe vicino ai piedi delle donne scodinzolava allegro.
-ci vorrebbe una foto- entrando in cucina -sembrate una di quelle pubblicità degli anni cinquanta- sedendosi in mezzo alle due
-mancavi solo tu- poggiando una mano sulla sua
Rachel alla vista di quel gesto le venne in mente che lei e Jesse non facevano mai colazione così, erano rare le volte in cui si sedevano a tavola e parlavano, e quello le fece ricordare la cena di ieri sera andata a monte perché c’era bisogno di sistemare un dannato copione.
-vuoi che ti presti uno dei miei vestiti Rachel?-
-perché mai? Prendo un taxi torno a casa e poi vado a lavoro, ma grazie lo stesso per tutto- sorridendole sincera
-figurati- finendo il caffè -ora se volete scusarmi devo portare il cane al parco- poggiando la tazza nel lavello
-corsetta mattutina?-
-no.. bisogni fisiologici- prendendo il guinzaglio
Pepe alla vista dell’oggetto sbucò da sotto il tavolo e si mise ad aspettare che Quinn gli attaccasse il guinzaglio al collare scodinzolando.
-siete sicuri che sia un incrocio? Più lo guardo e più lo vedo addomesticato come un cane di razza-
-meglio che non ti raccontiamo le avventure per addomesticarlo- ridacchiando -Finn l’accompagni tu al taxi?-
-certo amore, ci vediamo oggi?- aprendole la porta
-chiamami se cambi i programmi, buona giornata Rachel- dando un bacio al marito
-anche a te- urlandole prima che uscisse di casa
Una volta che si sentì il rumore della porta chiudersi.
-em.. Finn?-
-si Rachel?- ritornando in cucina
-per quanto tempo hai vissuto in una comune?- molto incuriosita dalla cosa
-fino a quando non sono andato al college, so che è difficile da credere a causa del mio carattere ma mia madre era una di quelle figli dei fiori hai presente?-
-certo, em.. che cos’è?- indicando la scatoletta di latta
-il mio pranzo-
-o mio dio, non ne vedevo da quando andavo al liceo! È Quinn che te l’ha regalata?-
-era di mio fratello- incupendosi
-o.. mi dispiace, non volevo impicciarmi- passandosi nervosa le mani tra i capelli -vado.. vado a prendere la mia borsa e.. e ti lascio alla tua giornata- dirigendosi nella stanza degli ospiti
Finn sospirando dopo aver sentito la porta chiudersi si girò verso la scatola di latta, riportava sopra l’immagine di Superman in volo, suo fratello andava pazzo per i supereroi.
Rachel uscì dalla stanza dopo venti minuti, passati a dannarsi perché entrava in faccende che non la riguardavano.
-Finn?- picchiettando con la nocca alla porta della camera
-si Rachel?- aprendo la porta in camicia e cravatta
-io vado, ringrazia Quinn da parte mia per l’ospitalità di nuovo-
-cos.. aspetta ti accompagno- richiudendo di nuovo la porta
Rachel non ebbe nemmeno il tempo di dirgli che non era necessario, così si diresse in cucina aspettando che finisse di vestirsi.
-eccomi, sono pronto- prendendo la ventiquattrore
-sei sempre così rapido la mattina?-
-non posso fare tardi, il capo è molto esigente su queste cose- infilandosi la giacca
-mi.. mi dispiace per prima..- ripassandosi nervosa le mani nei capelli
-tranquilla, non mi piace parlarne spesso ma.. è ok-
-come è successo?-
-disperso in guerra, abbiamo fatto un funerale ma non è mai stato ritrovato il corpo- sospirando -voleva seguire le orme di nostro padre-
-dovevi essergli molto affezionato-
-era il mio fratellino- prendendo la scatola di latta
-lo sai che ho fatto un film sulla guerra? Credo che fosse qualcosa con dei nazisti-
-Evita, si lo so.. Quinn mi portò a vederlo, ti stanno bene i capelli biondi- premendo il bottone dell’ascensore
-grazie! Sei la prima persona che me lo dice, Jesse sosteneva che.. sai che ti dico? Non è importante ora quello che pensa Jesse- entrando nell’ascensore
-non perché voglia giudicarti o cosa, ma.. come fate a definirvi una coppia? Insomma ti ha lasciato in mezzo alla strada ubriaca! Se ti fosse successo qualcosa?-
-hai davvero un gran cuore Finn- sorridendogli sincera
-grazie- sistemandosi il nodo della cravatta
Una volta in strada Finn educatamente le chiamò un taxi.
-buona giornata Rachel e per qualsiasi problema non esitare a chiamare Quinn o a venirci a trovare- aprendole la portiera
-buona giornata anche a te Finn- entrando nel taxi
“spedito Rachel a casa, preghiamo che suo marito sia più coscienzioso la prossima volta, buona giornata amore”
Quinn leggendo il messaggio mentre Pepe annusava un tronco sperò con tutta se stessa di non vedere mai più Rachel in quello stato, nonostante si fosse divertita a sentirla cinguettare non era divertente vederla vomitare perché suo marito si preoccupava più della sua carriera che del suo matrimonio..
“buona giornata anche a te amore, grazie”
Rachel una volta a casa non trovò nessuno ad aspettarla, solo un biglietto che le diceva: ‘mi dispiace per ieri sera piccola, mi farò perdonare baci Jesse’ lasciato in cucina con i piatti sporchi da lavare e una montagna di bicchieri usati.
-va a farti fottere Jesse!- lanciando il biglietto nella pattumiera
Non si preoccupò minimamente di lavare i piatti o quantomeno di sistemare, si mise dei vestiti puliti, prese il copione, la borsa che usava tutti i giorni quando andava in teatro, il portatile e uscì di casa sbattendo la porta fregandosene di disturbare i vicini o gli altri inquilini del palazzo ,l’unica cosa che la rincuorava era sapere che alle prove dello spettacolo c’era Santana a farle compagnia e a duettare con lei.


Salve gentili lettori, mi dispiace che il personaggio di Jesse sia così cattivo -più avanti scoprirete quanto- però mi serviva per far fluire la storia.
Grazie per chi segue,chi ha messo la storia tra le preferite e ricordate rendete il mio lavoro meno di schifo di quanto pensavo che fosse mentre lo scrivevo baci RD.

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Capitolo 6
*** 6. ***


La lite tra Rachel e Jesse si dissipò nel modo più banale, lui le regalò un mazzo di fiori -rose gialle- lei finse che andava tutto bene e che lo perdonava, non tornarono mai più sull’argomento e Jesse tentava il più possibile di tenere il lavoro lontano dalla vita privata, cercando di passare bei momenti con Rachel, la prima crepa nella loro relazione.. piccolissima ma era letale, non avevano mai litigato, Rachel durante il periodo -due settimane- aveva passato la notte a casa di Santana non riuscendo a stare nella stessa casa con lui, oltretutto non se l’era sentita di usufruire dell’ospitalità di Quinn anche se ancora non si ricordava cosa le aveva detto nei deliri dell’alcool.
-buon giorno cara- dandole un bacio tra i capelli
-giorno, c’è del caffè?- stropicciandosi un occhio
Era stata la prima sera in cui avevano dormito insieme nello stesso letto e Rachel si era sentita a disagio, si era rigirata mille volte prima di addormentarsi finalmente alle 4 del mattino, Jesse per tutto il tempo aveva russato comodamente steso a pancia in su.
-appena fatto- porgendole la tazza -zucchero?-
-no grazie- sedendosi nella loro cucina
-non prendi mai il caffè senza zucchero!- sorpreso
-è per il vestito, non voglio arrivare al giorno del matrimonio che non mi entra più-
-oh.. va bene- sedendosi di fronte a lei
La verità era che a Rachel dopo aver assaggiato lo zucchero di Quinn non riusciva più a mandare giù quello normale, c’erano troppi sapori discostanti che le facevano disgustare il caffè, non era più dolce con quella robaccia bianca che chiamavano tale..
-ci vediamo per pranzo?- soffiando sulla tazza
-se ce la faccio, le prove sono molto severe abbiamo la prima tra tre settimane-
-posso venire li e portartelo-
-Jesse!! Che cosa mi stai nascondendo?- poggiando la tazza sul tavolo
-cos.. perché mai dovrei nasconderti qualcosa?- corrugando la fronte
-non fai mai così, di solito sono sempre io a chiederti se riusciremo a mangiare insieme, ti stai comportando in modo strano- finendo il caffè
-mi sono reso conto che io e te non passiamo molto tempo insieme e voglio rimediare-
-come ragionamento potrebbe anche funzionare, ma deve essere una cosa graduale Jesse non tutto d’un colpo!-
-ma.. non è che mi stai nascondendo qualcosa tu?-
-cos.. Jesse quello strano sei tu stamattina non io!- alzandosi di scatto e andandosene in camera sua
Rachel in mezzo secondo non dando nemmeno il tempo a Jesse di seguirla e scusarsi si vestì rapida e se ne uscì di casa senza neanche salutarlo sbattendo la porta.
‘San? Sei già sul set?’
‘buon giorno dolcezza, no sono in viaggio perché?’
‘aspettami alla caffetteria che c’è li di fronte, devo.. parlarti..’
‘oh oh.. che ha fatto stavolta?’ sospirando
‘ha insinuato che gli nascondo qualcosa solo perché è diventato strano..’
‘strano? In che senso?’
‘mi ha chiesto se poteva venire sul set a portarmi il pranzo’
‘wow stare due settimane lontani l’ha cambiato! Si accosti qui grazie’
‘capisco un cambiamento graduale ma così di colpo non è normale..’
‘su questo hai ragione tesoro, tenga il resto’ chiudendo la portiera del taxi
‘non lo sopporto quando accusa me di qualcosa’ ringhiando
‘Rach piccola rilassati hai mangiato qualcosa?’
‘no, solo un misero caffè amorevolmente preparato da lui’
‘caffè.. ti.. ha fatto il caffè?’
‘vedi che è strano?’
‘ok.. rilassati e non farti prendere dal nervoso, ci mangiamo qualcosa e poi andiamo sul set’
‘preferirei mangiare te..’
‘non funziona fidati ci ho già provato, ti aspetto qui’
‘grazie San’
‘di niente’
Mentre Santana aspettava Rachel davanti al teatro, Quinn era già sveglia da più di quattro ore che girava insieme a Mike suo secondo assistente al mercato dei fiori per fare rifornimento per il matrimonio.
-Quinn che dici vanno bene le rose bianche?- prendendone una dal mazzo
-ha detto niente rose Mike, ha cambiato la composizione di nuovo l’altro ieri- inspirando il buon odore dei fiori
-di questo passo non prepareremo mai quelle per il matrimonio!-
-lo so Mike, lo so ma non è colpa mia se ha problemi con il marito- notando delle margherite -Mike contratta per queste margherite-
-si signora- sbuffando
Quando si trattava di lavoro Quinn era un capo inflessibile tutto doveva essere perfetto, Mike lavorava con lei da cinque anni ed erano entrati in ottima confidenza.. era entrato nel suo negozio semplicemente per chiederle il classico mazzo di rose per la sua ragazza ed erano finiti a chiacchierare davanti ad un caffè per la curiosa sintonia che c’era tra di loro, Mike impersonificava al cento per cento il fratello maggiore che non aveva mai avuto..
-Mike io proseguo il giro e non prendere niente di rosso-
-che ne dici del blu?- indicandole con la testa dei non ti scordar di me
-mm.. hai occhio ragazzo, hai occhio contratta anche per questi-
-ma perché lo faccio- alzando gli occhi al celo e sospirando
-perché sei il mio fratellone e mi vuoi un sacco di bene- sorridendogli
Ed entrambi ridacchiando continuarono il loro rifornimento, intanto Kurt aveva ricevuto una chiamata da un numero sconosciuto dove lo invitava a farsi trovare in venti minuti all’appartamento c4 di Fifth Avenue altrimenti ci sarebbero state delle spiacevoli sorprese sulle prime pagine di tutti i quotidiani.
Kurt allarmato come non mai si era letteralmente precipitato non preoccupandosi di chi potesse essere quel tipo che non si era nemmeno degnato di nascondere il numero..
-hai fatto presto- ghignando
-dovevo immaginarmelo che era uno scherzo- prendendo la via delle scale
-fossi in te non lo farei Kurtie-
-io faccio quel che mi pare Jesse e non chiamarmi Kurtie!- entrando a passo di marcia nell’appartamento -dov’è Rachel?-
-a teatro, ma non è importante-
-cosa vuoi? E certo che è importante lei è tua moglie!-
-voglio sapere perché si comporta in modo così strano, e ancora non è mia moglie-
-non lo so non la controllo-
-o già è vero avete litigato per me che carini, il finocchio e la diva che litigano per un gran pezzo di fico giusto Kurtie?- ghignando
-con l’aspetto che ti ritrovi sembri più un barbone- guardandolo con disprezzo
-eppure ti sei fatto baciare da questo barbone e ti è piaciuto un sacco- ammiccandogli
-piantala! Si può sapere perché mi hai fatto venire qui?- urlandogli contro
-urlare non fa bene alla tua voce Kurtie, le tue preziose corde vocali non potrebbero reggere, dopo tutti gli sforzi che gli fai fare a furia di gemere come una ragazzina quando un bel cazzo ti sta dentro..-
-io non sto sotto a nessuno Jesse- guardandolo truce
-eppure allora eri sotto di me e gemevi come un matto-
-mi hai fatto ubriacare! E mi hai legato cos’altro avrei potuto fare?-
-chiamare la tua adorata Rachel e dirle di venire a godersi lo spettacolo poteva essere un buon esempio- inarcando un sopracciglio in modo malizioso
-si forse la devo chiamare e dirle che il suo fidanzatino è uno sporco e schifoso bugiardo che si scopa il suo assistente da più di tre anni, ah.. dimenticavo che è un finocchio succhiacazzi nato!-
-tu chiamala e.. a chi credi che crederà? A me il suo dolce e amorevole fidanzato o a te la checca che flirta spudoratamente anche con le persone impegnate?-
-era un test razza di idiota, l’ho fatto per lei, volevo assicurarmi che non stesse sposando il ragazzo sbagliato e infatti ci ho preso sei soltanto un coglione Jesse-
-un magnifico e sexy coglione..-
-ti prego finiscila con questa farsa ti sei dato una controllata allo specchio ultimamente?- roteando gli occhi
-a dire il vero ho scopato di fronte ad uno specchio e sono sempre un dio-
-giocare con la tua mano destra non vale Jesse- ammiccandogli -ti stavi immaginando di farti tutti gli attori del tuo cast o qualche povero sfigato come te?-
-no.. ero io, ciao Kurt- entrando nel salotto coperto solo da un asciugamano
-dovevo immaginarmelo che l’unico povero idiota che ti sta ancora dietro è Sebastian-
-grazie sempre gentile eh?-
-dolcezza perché non vai a dormire ancora un po’? Sarai stanco dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto- palpandogli il sedere
-prendo un succo e torno a letto- baciandolo -ci vediamo Kurt-
-è sempre un piacere vederti Bas- salutandolo con la mano
-anche per me.. quando vuoi unirti chiamami- tornando in camera da letto sculettando
-non scherza.. ti ci vedo bene in mezzo a noi-
-no grazie, ora se vuoi scusarmi ho delle cose più importanti da fare- alzandosi
-non ho ancora finito Kurt- bloccandolo per il polso
-togli la tua mano da li- incenerendolo con lo sguardo
-preferisci qui?- spostandola sul sedere -mm.. sodo proprio come ricordavo- palpandoglielo
-non toccarmi- schiaffeggiando la mano -che cosa vuoi ancora?-
 -voglio che le cose tra me e Rachel ritornino come una volta, voglio continuare la nostra fantastica stor-
-fasulla storia vorrai dire, la sposi solamente per non dichiarare al mondo intero che sei gay che poi non farebbe la differenza perché il mondo intero lo sa già che lo sei-
-sono solo chiacchiere di qualche giornaletto per bambini- con un gesto della mano
-non sono chiacchiere Jesse! Ti hanno scattato delle foto mentre esci a orari strani da questo appartamento, foto mentre passeggi col tuo amato Bastian e una foto dove mandi a fanculo i fotografi entrando in un taxi! Come pensi che reagirà Rachel davanti a tutto questo?-
-se Rachel non lo sa non vedo perché dovrei dirglielo- con un alzata di spalle
-perché in una coppia si dice sempre la verità Jesse!- scostandosi i capelli dalla fronte in un gesto di rabbia
-adoro quando t’incavoli-
-non rigirare le cose a tuo favore come sempre d’altronde-
-se vuoi posso rigirarla anche adesso- ghignando
-no grazie una volta mi è bastata, sai Jesse dovresti migliorare la tua pratica, magari ritornando a letto con Rachel perché forse è lei l’unica che potrai soddisfare- prendendo il cappotto e la borsa
-è stato un piacere Kurt- ammiccandogli
-come sempre solo per te Jesse- sbattendo la porta
Jesse ridacchiando se ne ritornò in camera da letto, il ricordo di essersi scopato Kurt ma anche la piacevole tentazione che aveva avuto palpandogli il sedere l’aveva eccitato..
-tesoro.. ti va un secondo round?- sfregando la sua erezione sul sodo sedere di Sebastian stendendosi sopra di lui
-direi che è il quinto da stamattina ma va bene, Kurt mi ha fatto eccitare come tutte le volte- girandosi
-dovremmo invitarlo qualche volta- togliendogli l’asciugamano
-ci penso io a farlo ubriacare- togliendogli i vestiti in modo rapido
-il mio tesoro- baciandolo
Ben presto le parole non furono più necessarie solo gesti rapidi e violenti, Jesse quando si trattava di sesso era impagabile voleva sempre tutto e subito, Sebastian semplicemente si accontentava di quello che doveva offrirgli: sempre il passivo della coppia, farsi strapazzare come un uovo a ogni ora del giorno e della notte e poi avere anche il coraggio di fingere persino di non conoscerlo e di non provare la minima attrazione per lui quando si facevano vedere in giro..
Non era per niente una bella vita, ma Jesse era capace di rinfacciargli ogni volta che se lui non l’avesse assunto come suo assistente sarebbe ancora lo sciocco cameriere che serviva riso speziato in un localuccio vegano di quint’ordine.
-adoro fare sesso con te- girandosi su di un fianco
Io no, ma non ho scelta.. si ritrovò a pensare Sebastian mentre andava a farsi l’ennesima doccia della giornata e di sicuro non sarebbe stata né la prima né l’ultima..
Intanto Rachel e Santana erano sul palco a fare il loro duetto, la latina l’aveva consolata con il meglio che potesse offrirle ‘la doppia C’: cioccolata e coccole, e ora si ritrovava a commuoversi come ogni volta da quando provavano mentre l’ascoltava incantata dalla sua voce.
-maledizione- asciugandosi le lacrime
-sono sicura che non sei la prima a commuoversi sentendomi cantare, ma ne sono lusingata, specialmente se si tratta di te- porgendole un fazzoletto
-io ho una reputazione da mantenere Rach- soffiandosi il naso
 -tranquilla non penso che qualcuno ti riconoscerà in quell’orgasmico vestito rosso- ammiccandole
-mi dona non è vero?- passandosi le mani sui fianchi
-ti calza a pennello- trattenendosi dal saltarle addosso
-ci saranno degli sgabuzzini da queste parti?- poggiandosi un dito sul mento pensierosa
-possiamo sempre controllare- sussurrandoglielo
Entrambe si misero a ridere, intanto il regista guardava come meravigliato la favolosa portoricana pentendosi di non averla mai conosciuta, quell’anonima ragazza aveva una voce e una carica davvero potenti che avrebbe potuto fare soldi a palate se solo il mondo la conoscesse..
-Rachel.. cara possiamo ritornare a fare la prossima scena? Abbiamo una scadenza da rispettare-
-certo Sam- scattando a rifarsi il trucco
-Santana dopo le prove ho bisogno di parlarti- risiedendosi
-è qualcosa di importante signor Evans?-
-chiamami Sam e si è molto importante, spero che tu non abbia impegni per dopo-
-no nessuno sig.. Sam- scendendo dal palco
-molto bene.. cambio di scena!- urlandolo dal megafono
Rachel avendo ascoltato il dialogo dalla saletta per il trucco pregò con tutta se stessa che Sam non avesse cattive intenzioni, dopotutto lei aveva perso così la sua innocenza che tanto ammirava in Quinn, anche se sapeva che Santana non provava la minima attrazione per gli uomini ma niente come un regista esigente poteva impedirle di farseli piacere..
-allora Mike, come vanno le cose con Tina?- sorseggiando il suo succo
Erano entrambi a pranzo dopo la lunga giornata passata a comprare fiori per il matrimonio.
-direi bene! Più che bene!- con un sorriso sfavillante sul volto
-cos’è successo che ti fa sorridere come un ebete da stamattina?- curiosa
-aspettiamo un bambino!- eccitato come non mai dalla bella notizia
-o mio dio!! Mike è fantastico- alzandosi e abbracciandolo -sono davvero contenta per te- lasciandogli un bacio al succo sulla guancia
-Quinn- pulendosi la guancia con la mano -grazie, sai non ci credevamo quando siamo andati dal ginecologo ieri, ma è tutto vero Tina è incinta di quattro settimane!! Stento ancora a crederci-
-posso bene immaginarlo- ridendo -perché non venite una sera di queste a cena?- ritornando a rigirare la sua insalata
-sei sicura? Non sarà.. troppo per te e Finn?- riprendendo le bacchette per mangiare il riso
Mike nonostante vivesse a New York da oltre vent’anni non aveva perso le sue abitudini orientali.
-Mike non è la prima volta che vedo una donna incinta, sai quante ce ne sono a New York?- giocherellando con la fede
-Quinn.. non si tratta di quante donne vedi, Tina era nella tua stessa situazione, credeva che fosse un suo problema il fatto che non riuscisse ad avere figli, aveva anche cominciato a credere di essere sterile!-
-poi sei arrivato tu e ora aspettate un bambino- riportando le mani sul grembo chinando la testa
-Quinn..- rialzandole il capo con due dita -non è colpa tua e neanche di Finn, voi siete una coppia perfetta- guardandola negli occhi
-una coppia perfetta che non può avere bambini, che dopo quindici anni che sta insieme più cinque anni che è sposata non riesce ad avere figli!- con il labbro che le tremava
Mike sospirando si alzò dal suo posto e si sedette affianco alla ragazza porgendole la sua spalla come conforto e carezzandole i capelli, sapeva bene il dramma interiore che stava passando Quinn, ci era passato con Tina e l’aveva superato, ora toccava a lei superarlo.
-non puoi colpevolizzarti per questo Quinn.. forse il destino ha un altro progetto per voi, un grande progetto- passandole un fazzoletto
-non credo nel destino, in dio o in quelle cose li- asciugandosi le lacrime
-sai Quinn.. la prossima volta che vado a trovare i miei dovresti venire con me, nonna Amie potrebbe insegnarti un sacco di cose-
-Amie?- corrugando la fronte
-è cinese, significa forte nelle avversità-
-anche il tuo nome ha un qualche strano significato?- poggiando i gomiti sul tavolo e posando la testa sui pugni chiusi
-si.. significa roccia che non cade- ritornando al suo posto
-però e il bambino come lo chiamerete? Fiore della pianta di bambù?- ridacchiando
-ahah divertente Quinn, prendi pure in giro le mie origini- aggiungendo altra salsa di soia
“Kurt.. Jesse sospetta di Rachel, credo che sia arrivato il momento di far scattare il piano ‘far innamorare Rachel di Quinn’ e anche subito ci stai?”
“ciao tesoro, si ci sto ma possiamo accorciare il nome del piano? Tipo non so, Fiocco di neve che entra nella tana del topo?”
“Kurt è pessimo!! E pensare che sei tu l’artista trai i due che hai? Il ciclo?”
“peggio.. il nostro adorato Jesse succhiacazzi St. James mi ha minacciato”
“COMO??? HIJO DE PUTA!!”
“San, lascia stare gli improperi, la cosa è seria dobbiamo incontrarci subito!”
“io non posso muovermi, ho le prove di West Side Story e poi il regista ha chiesto di parlarmi in privato”
“devo ricordarti tutte le procedure su come si tramortisce un pervertito? -inarca sopracciglio-“
“tranquilla mamma so badare a me stessa sono grande ormai, so anche allacciarmi le scarpe!”
“ti voglio bene si prudente e..”
“stavi per dire salutami Rachel?”
“vorrei davvero che lo facessi, ma non so come lei potrebbe reagire”
“Kurt, tesoro, perché non parlate una volta per tutte e vi chiarite? Si vede che senti la sua mancanza e lei anche se non lo vuole ammettere sente tantissimo la tua”
“forse c’è una cosina di mezzo chiamata orgoglio”
“è inutile che ti rispondo dicendoti che entrambi potete ficcarvi il vostro orgoglio su per il culo e sono sicura che a te piacerebbe di più che a lei..”
“divertente San.. comunque non è il momento, io sono impegnato lei anche quindi fa la brava e buona fortuna per la prima”
“grazie cucciolo, spero che tu verrai a vederci potrei anche farti ritornare etero con il mio bel vestito da portoricana :-D”
“non ci sei riuscita fino ad ora San e non credo che ci riuscirai tanto presto ma come si dice la speranza è l’ultima a morire ;-)”
“forse quel giorno non è tanto lontano, scopati qualche ragazzo in più prima di dire definitivamente addio alla tua proverbiale polvere fatata perché stai per essere ammaliato da ME!!”
“a presto San”
Anche se Kurt non potè fare a meno di ridacchiare, coprendosi la mano con la bocca visto che si trovava nel suo ufficio.
Kurt dopo il proverbiale incontro con Jesse aveva fatto una piccola tappa ad uno Starbucks per rifornirsi di: caffè con scaglie di cioccolato amaro, muffin ipocalorico al mirtillo e un numero di cellulare dell’affascinante cameriere con gli occhi grigio-verdi ben stampato sul bicchiere del suo caffè con un nome alquanto intrigante ‘Jeremiah’..
Non è che Kurt si meravigliasse di piacere ai ragazzi, sapeva di essere ancora sexy, solo che.. era davvero stanco di tutto, c’erano volte in cui gli prendeva il desiderio di mollare tutto e concedersi un viaggio, andare in India magari come aveva fatto Ricky Martin, e ritornare spiritualmente più concentrato e motivato.
Solo che poi c’era il suo agente che gli ricordava che non poteva permettersi delle vacanze perché era troppo importante, il suo motto: ‘ti rilasserai quando sarai morto’ Kurt aveva il forte sospetto che non era molto lontano quel momento.. si sentiva come Heat Ledger ma meno depresso, come Tom Cruise all’idea di fare l’ennesimo film fantasy, come Silvester Stallone che ancora a 50 anni interpretava lo stesso ruolo di killer con le palle che ammazza tutti.. ed era davvero stanco di tutto questo.
A ridestarlo dai suoi pessimi pensieri fu il bussare della porta.
-si avanti-
Il vantaggio del suo ufficio erano dei vetri oscurati, lui poteva vedere gli altri ma gli altri non potevano vedere lui.
-Mr Hummel c’è qualcuno per lei- aprendo la porta
-è importante Cody?-
-certo che sono importante tesoro! Sono o non sono tua madre?- entrando nello studio come una grande diva degli anni cinquanta
Danielle Anne Kathleen Richard in Hummel, la seconda moglie di suo padre che riposava in pace accanto alla sua vera madre era la persona che Kurt dopo Jesse odiava di più al mondo: viziata, altezzosa, snob, con la puzza sotto il naso e il costante terrore di invecchiare troppo velocemente, era la persona che meno voleva vedere ogni santo fottutissimo giorno, di solito si faceva viva solo quando andava cercando soldi per l’ennesima partita a poker in cui aveva perso tutto meno le sue preziose mutande di seta, almeno così sperava.
-mamma.. posso fare qualcosa per te? Sarei molto impegnato- incrociando le mani sul tavolo
-si tratta solo di una sciocchezzuola tesoro- sistemandosi il suo boa di piume di struzzo dall’equivalente prezzo di oltre mille dollari
Quel giorno aveva scelto un outfit esagerato, Kurt non riusciva a capire se indossava un caffettano a mò di tenda o se era una tenda sistemata a mò di vestito, fatto sta che era una cosa ingombrante che nascondeva le forme e di un bianco perlato che faceva a pugni con tutto il resto: il trucco era esagerato, sembrava che avesse una maschera addosso, i capelli tinti e cotonati fino al limite e come voleva mancare stava fumando una sigaretta nei suoi preziosi guanti di satin bianco, fortunatamente non era stato disegnato da lui quell’obbrobrio.
-quanto vuoi?-
-sempre dritto al dunque dolcezza eh? Come tuo padre buonanima-
-taglia corto Kath non ho tempo per queste cose- prendendo il suo libretto per gli assegni
-ecco vedi tesoro stavolta la cosa è un po’ più seria- spegnendo la sigaretta nel prezioso posacenere che adornava la scrivania
-di cosa si tratta?- cominciando a scrivere il suo nome e la data
Onestamente non gli interessava.
-c’è questo.. questo uomo che mi ha fatto una proposta vantaggiosa, invece di pagargli il debito posso evitare di farlo per una bazzecola-
-arriva al punto- alzando la testa dal tavolo
-mi ha chiesto di sposarlo- togliendosi il guanto e mostrando l’anello da due carati
-sono felice per te- chiudendo in un gesto di stizza il libretto
-non è tutto tesoro, vuole diventare dirigente della tua etichetta-
-che cosa?- alzandosi di scatto
-è un uomo molto potete caro, non hai molta scelta o accetti oppure lui butterà giù il palazzo per costruirci un centro commerciale-
-dimmi il suo nome- con gli occhi che saettavano di rabbia
-Cooper Anderson-
-cristo Kath!! Ha trent’anni meno di te!!- riaccasciandosi sulla sedia -è disgustoso, è come.. come.. come se io fossi sposato con l’inserviente del quinto piano! È la donna più anziana del reparto mamma- marcando l’ultima parola
-non sono vecchia, dopo la morte di tuo padre sono rimasta sola molto a lungo Coop mi vuole per quella che sono-
-tu sei una vecchia decrepita che cade a pezzi! Cooper ti vuole per un unico motivo me e i miei soldi! Oltretutto a te di papà non t’è né mai fregato nulla, quando era in punto di morte c’ero io accanto a lui non tu, tu eri troppo occupata a giocare a poker per essere presente!- urlandogli contro
-ma ho sofferto come te Kurt-
-non venirmi a raccontare palle! Hai finto di piangere al suo funerale poi sei sparita lasciando tutto il lavoraccio a me girando per il mondo con i miei soldi e scopandoti quei ridicoli gigolò nella mia casa!-
-tu sei un fottuto egocentrico Kurt- alzandosi irata dalla sedia -sono contenta se Cooper butta giù questa montagna di merda così potrà fare qualcosa di utile a differenza di te che vendi solo stronzate!- uscendosene dalla porta e sbattendola
-VAFFANCULO VECCHIA CIABATTA!- scaraventando il tavolo a terra
Sarebbe stata una buona cosa se non fosse che il tavolo e tutto quello che c’era nell’ufficio di Kurt era fatto di vetro, ogni cosa si ruppe in mille pezzi, scheggiandosi e colpendolo come una mitragliatrice, Cody l’assistente entrò solamente per allontanarlo e portarlo in ospedale per accertarsi che non si fosse fatto male.
Kurt nei deliri della rabbia ripeteva in continuazione ‘odio tutti’.


Ttroppo scontata come storia? Trame già viste e sentite? Lo so forse alcuni clichè li trapianto nelle mie storie senza volerlo come ogni buon scrittore sa riconoscere e ammettere è la storia che ti trascina non l'incontrario.. Fatemi sapere che ne pensate baci RD.

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Capitolo 7
*** 7. ***


Il crollo di nervi di Kurt Hummel cavalcò la cronaca mondana per settimane, anche dopo che era stato dimesso, fortunatamente il ragazzo non s’era fatto nulla, dei piccoli graffietti sulle braccia e sulle gambe, erano talmente invisibili che con qualche operazione di laser sarebbero spariti in un lampo, l’unico problema era che era veramente troppo sotto pressione, non avrebbe retto altro stress così i medici che l’avevano curato gli avevano consigliato di prendersi una pausa, di allontanarsi dal lavoro e di dedicarsi a qualcosa di più rilassante..
Alla fine il desiderio di allontanarsi da tutto s’era avverato, nonostante si sentisse di merda al solo pensiero di lasciare il suo impero per il troppo stress, aveva convinto i suoi avvocati a chiedere il divorzio tra sua madre e Cooper, di nominarsi lui stesso suo tutore legale -non aveva bisogno di una famiglia o di un surrogato di famiglia- e di controllare in sua assenza che tutto procedesse per il meglio, nonostante fosse costretto a rinunciare alle parti importanti che gli avevano assegnato prima del crollo.
-ciao Kurt come ti senti?- entrando in camera da letto
L’unico lato positivo della cosa era che lui e Rachel erano ritornati amici, forse anche più di prima..
-ciao Rach, meglio ora che tu sei qui- sorridendole grato
-ti ho portato qualcosa per non annoiarti- aprendo la borsa in pelle ecologica
-di chi è questa meraviglia che porti al braccio?- avvicinandosela mentre la ragazza cercava le cose
-tua, non ho saputo resistere, l’ho comprata diversi mesi fa, è della vecchia collezione ma la amo e poi è molto capiente- richiudendola
-almeno fai fruttare i miei affari-
-non dire scemenze ci riusciresti anche se ti mettessi a vendere scarpe fatte con i tuoi slip! E poi il tuo assistente sta gestendo tutto in modo magnifico, sono andata a trovarlo ieri e.. si potrebbe quasi definire un tuo successore-
-come sempre troppo gentile, ora cosa sono tutti questi dvd?- non trovandovi immagini o titoli
-credo che li riconoscerai da solo, intanto ti ho portato cioccolata amara la tua preferita- porgendogli la tavoletta -i numeri di tutte le tue riviste preferite e.. questo- porgendogli un biglietto
-che cos’è?- aprendo la bustina curioso
-l’invito alla prima di West Side Story, anche se tu saresti stato un Tony migliore dell’incapace con cui mi è capitato lavorare-
-la prima? Ma non era tre settimane fa?-
-l’ho fatta rimandare a posta per te- carezzandogli il braccio
-Rach.. non dovevi- abbracciandola
-è il minimo, e poi anche Santana ci teneva a conoscerti dal vivo finalmente, gli ho parlato così tanto di te-
-ho il sospetto che le vorrò già un mondo di bene- accarezzandole il polso
-lo spero, anche perché lei è molto importante per me- mordicchiandosi il labbro inferiore
-più importante di Jesse?-
-no, Kurt ne abbiamo già discusso io lo amo e presto lo sposerò so che a te lui non piace ma questa è una cosa che devi accettare senza commenti-
-va bene, ci proverò.. c’è altro di cui devo essere informato?- poggiando le riviste sul comodino
-no..- arrossendo
-Rachie..- tamburellando con le dita sul materasso
-ok.. ok va bene te lo dico!- diventando ancora più rossa
-bene, siediti accanto a me dolcezza- battendo una mano affianco a se
Rachel fece il giro del letto e toltasi le scarpe andò a sdraiarsi accanto a lui.
-ho conosciuto una persona, una.. una ragazza-
-mm.. una ragazza, com’è?-
-è.. è stupenda Kurt, si chiama Quinn fa la fioraia ma.. vedessi quant’è dolce-
-bhe per una ragazza che si occupa di fiori è naturale che sia dolce, si occupa anche del tuo matrimonio?-
-si, farà i fiori per il ricevimento e la chiesa, è davvero brava ha un talento naturale nell’intrecciarli farli sembrare delle vere sculture.. sono delle opere d’arte!-
-deduco che ti piace e anche un sacco-
-non dovrebbe piacermi, io ho un fidanzato che presto sarà mio marito! È un bel problema Kurt-
-Rachel.. questa Quinn in quanti giorni l’hai conosciuta?-
-un mese fa..-
-eppure parli di lei come se fosse la donna della tua vita, quanto tempo invece ci hai messo per considerare Jesse l’uomo giusto? Tre anni se non sbaglio-
-quattro- incrociando le gambe
-credo che tu ti stia dando le risposte da sola per questo matrimonio-
-Kurt, io amo Jesse davvero lo amo con tutta me stessa-
-anche se ti mette al secondo posto dei suoi impegni, della stampa e della pubblicità che continua a gravitare intorno a lui quando invece dovrebbe occuparsi di entrambi?-
Rachel sconfitta si accasciò sotto le coperte accoccolandosi al ragazzo.
-che devo fare? Anche nei deliri dell’alcool continuo a dire che non voglio sposarmi, l’ultima volta l’ho detto a Quinn e.. o cristo santissimo!!- alzandosi di scatto
Per poco non dette una capocciata al prezioso naso di Kurt.
-che ti prende adesso?- scioccato
-ho.. ho.. ho detto a Quinn che la amo-
Finalmente il suo cervello se l’era ricordato.
-sono giorni che cercavo di ricordarmi cosa le avevo detto quando ero ubriaca a casa sua e ora lo so-
-e..?- incitandola a continuare il discorso
-non lo so Kurt, non lo so davvero- ritornando giù con un tonfo della testa sui morbidi cuscini
-in questo caso tesoro è un bene che sei venuta da me, niente come il tuo adorato Kurtie può aiutarti a sistemare le cose- carezzandole i capelli
-speravo lo dicessi, ho davvero bisogno d’aiuto.. devo stare lontana da lei-
-l’esatto contrario stellina- toccandole la punta del naso con l’indice -devi passare più tempo con lei, starle appiccicata giorno e notte se necessario-
-Kurt questo non è un buon consiglio- rialzandosi
-ricordi quando mi ero ossessionato su quel giaccone vintage?-
-quello con quelle stampe orientali e di quella marca ecologica?-
-esatto, quante volte sono passato davanti a quel negozio sperando in un miracolo?-
-che poi non mi ricordo non c’era la tua taglia o cosa?-
-no la mia taglia c’era ma era disegnato male, le spalle erano troppo strette non potevo metterlo abbottonato neanche sulla pelle nuda, nonostante fosse fantastico.. alla fine passando sempre li vicino desiderandolo con tutto me stesso ci ho rinunciato ed è stato un gran sollievo-
-bhe tesoro comunque ne hai disegnato uno simile, tipo tre stagioni fa- ammiccandogli
-ciò non toglie che più stai vicino ad una cosa meno la desideri è testato scientificamente, mangia lo stesso cibo e ti disgusterà-
-ma io non voglio provare disgusto per Quinn, è troppo dolce per meritarsi un trattamento simile..- facendo il labbrino
-non sto dicendo che devi provare disgusto per lei, solo che più tempo passerai con lei e meno ti piacerà-
-lo spero Kurt.. lo spero davvero- accoccolandosi a lui
Entrambi passarono l’intera mattinata insieme a parlare, mangiare cioccolata e a guardare tutti i musical che fecero al liceo e al college, ridendo e piangendo come un tempo, come se non si fossero mai allontanati.
Jesse di quel riavvicinamento, saputo solo qualche settimana dopo, ne era furioso.. fin quando erano lontani Kurt non poteva parlare con Rachel e lei non poteva confidarsi con lui ,ma ora che si erano ritrovati niente l’avrebbe tolto dall’imminente problema che Kurt potesse rivelare alla sua futura moglie il suo vero essere.. tutte le mattine che andava a lavoro, dopo aver salutato o Rachel o Bastian con un bacio, si arrovellava sulla speranza di poterli separare di nuovo, ma non esistevano soluzioni per poter dividere quelle due comari a meno che Rachel non avesse cominciato a sospettare di nuovo di Kurt.
Sebastian in tutto questo svolgeva un ruolo principale niente panchine per lui.. quando Jesse andava a trovarlo non doveva più offrirgli solo il suo culo, ma anche una spalla su cui piangere e abbracciarlo quando era disperato, fortunatamente dato che non cenavano mai a casa non doveva preoccuparsi di fargli trovare la cena pronta, non era portato per fare la dolce mogliettina di casa, quel ruolo per sua fortuna spettava ancora a Rachel..
-Quinn, ti andrebbe di venire in una spa con me?- mentre si trovavano nel negozio della ragazza
Quinn per poco non si tagliò con una cesoia.
-co.. co.. cosa hai detto Rachel?- allontanandosi dal bancone
-se ti andrebbe di venire in una spa con me, che ne dici di questo sabato?- giocherellando con un garofano
-non posso Rachel, non posso approfittare ancora della tua benevolenza, dei pranzi, dei viaggi in limo e-
-shh..- poggiandogli una mano sulla guancia -di solo di si, hai bisogno di rilassarti sei tesa riesco a vederlo dai gesti che fai- allontanandosi dal calore che irradiava
-va bene, ma che sia l’ultima volta che mi offri qualcosa- prendendo aria finalmente
-promesso l’ultima- facendo la croce sul cuore -a che ora ti passo a prendere?-
-Rach?- inarcando un sopracciglio
-ow si giusto, Mandarin Oriental Hotel Luxury Spa, quando arrivi di il tuo nome-
-grazie- rigirandosi verso il bancone
Nonostante Rachel si ritrovava a pensare che le avrebbe offerto anche un rene pur di averla accanto a se, chiacchierare con Kurt in un certo senso le era servito si era lasciata convincere dalla teoria che doveva passare molto tempo con Quinn e che ben presto non avrebbe più provato attrazione per lei, almeno sperava..
-ora col tuo permesso Quinn vorrei andare a casa, ho fame- poggiandosi una mano sullo stomaco brontolante
-che ne dici invece di venire a pranzo da me? Sarei da sola anche oggi, Finn è a Brooklyn e torna tardi-
-va bene, accetto con piacere- ripoggiando il garofano nel suo cestello
-dammi cinque minuti che chiudo tutto e poi possiamo andare- togliendosi il sudore dalla fronte
-vado a chiamare il taxi-
-grazie- sorridendole grata
Per poco non scappò a Rachel di avvicinarsi a lei per ricevere un bacio di ringraziamento, fortunatamente riuscì a nascondere il gesto prendendo la sua borsa da dietro le spalle di Quinn per poi dirigersi in strada rossa in volto.
Ok Rachel calmati, calmati.. respira lentamente e vedi di non commettere scemenze!- parlando tra se e se mentre aspettava il taxi con la mano alzata, non accorgendosi che nel mentre del suo soliloquio il taxi era già arrivato e guardava incuriosito la ragazza.
-Rach?- pungolandole la spalla
-si.. oh Quinn, che.. il taxi?- boccheggiando
-è arrivato, credo anche da un bel po’ ti guarda in modo strano il tipo- ridacchiando
Rachel ancora più rossa seguì la ragazza in macchina e dopo che Quinn ebbe detto l’indirizzo di casa si accomodarono meglio sui sedili con le borse in mezzo, Rachel l’aveva fatto per mettere più distanze possibili tra lei e Quinn, la bionda semplicemente perché era d’abitudine.
-speriamo che l’alimentari sotto casa nostra sia ancora aperto-
-a.. a.. alimentari?- girandosi confusa verso la ragazza
-si, sai quei grandi negozi dove fai la spesa?- continuando a ridacchiare
-oh certo! Ma perché? Ti sei dimenticata di fare la spesa?-
-no, ma non credo che tu possa mangiare le mie stesse cose, non sei abituata-
-mettimi alla prova! Una volta per un film ho dovuto continuamente ingerire latte di soia o forse era una pubblicità- picchiettandosi sul mento
-era uno spot Rachel- ammiccandole -comunque va bene ma in ogni caso terrò da parte qualcosa di diverso per te- andando alla ricerca del portafogli
Rachel capendo a scoppio ritardato che erano già arrivate aprì la borsa e senza sapere quanti soldi doveva dare per la corsa prese cinquanta dollari e li dette al tassista.
-non era necessario Rachel! Si trattava solo di venti dollari-
-tranquilla, tenga il resto- uscendo dalla macchina
Una volta in strada Rachel prese finalmente fiato, si stava comportando davvero da stupida, se questo succedeva per un bacio non ricevuto che per lei era d’abitudine ricevere cosa diamine sarebbe successo quando sarebbe andata alla ricerca di un abbraccio?
-è ancora aperto menomale- sospirando -hai qualche preferenza Rachel?- girandosi verso la ragazza
-caviale beluga- rispondendo in automatico
-Rach.. qui non siamo al Ritz- dandole un pizzico sul fianco -e poi non capisco come fai a mangiare quella roba! Sono uova colorate!-
-semplice non ci penso e poi sono buone su quei deliziosi dischi di pane al sale marino- con un alzata innocente di spalle
Quinn reprimendo un verso di ribrezzo entrò nel negozio prendendo dalla borsa un sacchetto di iuta.
-ma in genere non ti danno loro le buste?- seguendola
-si ma così risparmio il consumo di plastica-
-ho sentito che in qualche negozio vendono solo buste riciclate-
-si che costano cinquanta centesimi al sacchetto è un furto!- girandosi tra gli scaffali -capisco che è un bene per l’ambiente ma non lo è per la gente che fa la spesa, quelle buste dovrebbero essere gratis o almeno ad un costo più basso del normale dopotutto non pagano la manodopera perché sono le macchine a farle, pagano solo il trasporto dalla fabbrica che è fuori città-
-però sei un sacco informata- adocchiando delle patate dalla forma strana -cosa sono?- prendendone una
-sono patate tuberine, è un tipo di patata che brucia i grassi da qui ci estraggono anche la farina per farne la pasta- prendendone un paio
-wow, non ne avevo mai viste, cioè credo di aver assaggiato della pasta con questa farina ma non pensavo che venisse da qui-
-quante poche cose che sai Rachel- scherzosamente
Una volta finita la spesa, mentre Quinn preparava il pranzo Rachel girovagava per casa con Pepe che scodinzolava accanto a lei, la bruna si ritrovò per caso nello studio di Finn, o meglio era di entrambi ma si vedeva che ci stava più Finn di Quinn: un’alta libreria in mogano piena di testi legali, un grande finestrone con sotto pratiche e altre scartoffie ammucchiate in contenitori rigidi, una scrivania con altre carte sopra e una piccola porticina a scomparsa che dava su di un bagno di servizio, l’unico tocco di Quinn erano le foto della loro vita insieme e una pianta altissima che emanava un odore delizioso.
-Rachel è pronto!- chiamandola dalla cucina
Rachel chiudendo la porta con Pepe sempre accanto a se ritornò nella sala da pranzo investita da un buon odore di cucinato e il vapore della pasta.
-mmm cosa hai cucinato di buono Quinn?- sedendosi a tavola
-spero che sia di tuo gradimento- mettendole davanti un piatto di pasta al sugo
-ha un odore delizioso, e un colore così vivo!- annusando il piatto
-sono coltivati biologicamente da una cooperativa che si trova fuori città, io e Finn ci andiamo spessissimo a fare la spesa, poi per le altre cose approfittiamo del supermercato sotto casa nostra ma per il resto ci arrangiamo da noi- versando l’acqua ad entrambe
-non ti manca nulla della tua vecchia vita? Non so la carne, mangiare formaggio.. non preoccuparti affatto di controllare che non fossero di origine animale..-
-quando andavo al college non mi sono mai preoccupata di queste cose, l’unico pasto era riso in tutte le salse e quando erano più concessive le cuoche ci davano di nascosto dei dolcetti al miele che ancora preparo, con altri alimenti ma ho ancora la ricetta, perciò non ho mai mangiato carne o pesce, forse il formaggio si.. dopotutto sono francese mangiare il formaggio viene naturale è un buon intrattenimento prima di un pasto, ma non più di tanto- prendendo una forchettata di pasta
-come mai hai deciso di diventare vegana?- soffiando sulla pasta
-sono stata prima vegetariana, poi siccome mi sono resa conto che buona parte delle cose che mangiavo venivano dagli animali ho deciso di diventare vegana, è stato come fare un piccolo saltello nulla è cambiato del mio modo di mangiare-
-e i tuoi genitori approvano?-
-certo, per loro l’importante è che io resti in salute, quello che mangio è solo un modo per continuare a tenermi in forze-
-hai davvero una famiglia fantastica, come mai non ci sono foto di loro qui?- bevendo acqua
-le tengo conservate, sono molto vecchie e non vorrei che si sbriciolassero a causa del tempo, dopo te le faccio vedere- pulendosi la bocca con il tovagliolo
Nonostante Quinn si fosse pulita la bocca era rimasta una macchia di sugo sul naso, Rachel notandola non potè far altro che ridere, sembrava un clown.
-cosa c’è Rachel?- guardandola confusa
-hai ancora la faccia sporca di sugo- ridacchiando
-dove?- avvicinando il viso al suo
Rachel a quella vicinanza rischiò di rimanerci secca, Quinn era stupenda: aveva degli occhi che ti incantavano, di quel verde caldo con pagliuzze più scure intorno all’iride, gli zigomi leggermente pronunciati, la bocca di una morbidezza unica e quel tenero naso che ti veniva voglia di baciare..
-qui- pulendogliela lei con il suo tovagliolo
Anche se avrebbe preferito togliergliela lei.. con la lingua.. Fantastico Rachel! Complimenti! non bastano i gesti non ricevuti ora anche una cosa semplice la fai diventare pornografica!- maledicendosi in testa a se.
-oh, grazie- arrossendo di poco -a quanto pare certe brutte abitudini non le perdo mai- ridacchiando
-indovino ti macchiavi spesso da piccola- ritornando al suo posto
-si, mamma mi rimproverava continuamente perché macchiavo anche i miei preziosi vestiti!-
-eri piccola! Tutti lo sanno che i bambini quando mangiano devono sporcarsi è nella loro natura!- accavallando le gambe
-hai mai desiderato un figlio Rachel?- poggiando la forchetta nel piatto
Rachel quella domanda non se l’aspettava, nessuno gliel’aveva mai chiesto.
-non saprei Quinn, mi piacciono i bambini ma.. non so se ne vorrei uno mio-
-è per via del lavoro?- incrociando le mani sul tavolo
-no.. ogni attrice ha la sua pausa per maternità, ora non è come una volta che veniva considerato un peccato perché si toglieva tempo alla carriera.. è solo che.. non lo so, nessuno mi aveva mai fatto una domanda simile-
-a me viene naturale.. dato che io non posso averne..-
-non sei obbligata a parlarne con me, so cosa significa, conosco molte mie amiche che non sono riuscite a restare incinte-
-mi dispiace.. è più forte di me, ogni volta mi domando perché se sia colpa mia, perché il mio corpo pensi che sono io a non volerne.. o forse.. è un segnale per farmi capire che io non sarò mai una buona madre..- rattristandosi
-Quinn- alzandosi e inginocchiandosi accanto a lei -non devi pensarlo neanche, tu sarai sicuramente un ottima madre, tu tratti i tuoi fiori come se fossero dei bambini.. ti prendi cura di loro, li fai crescere e far assumere un aspetto magnifico, sai perché ho voluto a tutti i costi te per il mio matrimonio?- prendendole le mani
-perché ti hanno raccomandato me?- girandosi verso di lei
-no, perché passo spesso dalle tue parti e la tua vetrina è come un richiamo di colori, non è come le altre vetrine degli altri fiorai, tu ci metti passione nel tuo lavoro perché per te i fiori sono parte del tuo essere- carezzandole il braccio
-è grazie a mia madre- tirando su col naso -se riverso amore verso i fiori, è stata lei ad istruirmi-
-ti va di raccontarmelo?- alzandosi e indicandole con la testa il divano
-ma..-
-avrai tempo dopo per fare tutto, parla con me- tirandola leggermente per il braccio
Quinn non potè far altro che accontentarla.
-non l’ho mai detto a nessuno, bè tranne la mia migliore amica e Finn..-
-dettagli- con un gesto della mano e prendendo Pepe in braccio
Il cane silenziosamente si era avvicinato a loro credendo che gli dessero da mangiare, ma comunque si accoccolò in braccio a Rachel scodinzolando.
-da piccola vivevo in una bellissima campagna francese, era lontano dalla città, dalle parti di Lione, mia madre coltivava fiori per il puro piacere di occuparsi delle piante e mi portava in giardino con se a spiegarmi e insegnarmi il significato e il nome dei fiori, anche se avevo solo cinque anni sapevo già riconoscere tutte le specie, i modi per usarli e come farli crescere contro le intemperie del tempo-
-tua madre era di sicuro una fantastica donna-
-lo era.. prima che la malattia se la portasse via- chinando il capo
-ma.. io  credevo che fosse ancora viva- sorpresa
-morì quando io avevo otto anni, cancro all’utero.. allora i rimedi contro le malattie non erano molto efficaci e nonostante mia madre fosse più una sostenitrice della cura con le erbe i medici non riuscirono a salvarla..- con le lacrime che cominciavano a solcare il viso
-mi dispiace Quinn- prendendole la mano -so cosa significa crescere senza una madre- carezzandole l’interno del polso -anche se la mia storia è leggermente diversa dalla tua-
-diciamo più di leggermente, tu hai avuto sempre accanto la tua famiglia, io no..-
-perché? Tuo.. padre..-
-si è risposato, quando morì la mamma non perse molto tempo dietro al dolore, conobbe una smorfiosa di quelle ricche con la puzza sotto il naso, ci trasferimmo in città perché a lei non piaceva la campagna, si sposarono facendomi acquisire anche il suo cognome come se non bastasse e dato che secondo lei ero d’intralcio per la loro famigliola felice che volevano costruirsi mi spedirono in un collegio femminile- facendo subentrare la rabbia al posto della tristezza
-tu e il mio amico Kurt non avete un infanzia differente- togliendosi le scarpe e accavallando i piedi sotto il sedere -non che sia finito in collegio ma la sua matrigna fu spesso tentata di farlo..-
-anche lei è una di quelle riccone?-
-lo è diventata, ma si possono definire della stessa pasta.. aspetta, ma.. se tua madre è morta.. chi ti ha aiutato con il matrimonio e tutto il resto?- confusa
-mia nonna, la mamma di mia madre è ancora viva, ha un energia che batterebbe persino me e te messe insieme!- ridacchiando -la considero mia madre perché è stata lei che prima e dopo il collegio mi ha cresciuto-
-ow.. accidenti, mi piacerebbe avere una nonna così, purtroppo i miei sono morti quando io ero piccola i miei papà non me ne hanno mai parlato perché non volevano rattristarmi..-
-perché non mi dici qualcosa di te? Come mai sei figlia di due genitori gay?-
Rachel a quella domanda, che gli facevano più spesso nelle sue interviste, prese un gran respiro sistemandosi meglio sul divano, con Pepe tranquillamente acciambellato tra le sue gambe.
-mia madre era troppo giovane, forse sedici/diciotto anni quando ha scoperto di essere incinta, il mio vero padre l’aveva abbandonata per un’altra e quando sono venuta al mondo mia madre è caduta in una depressione post parto, non credo che si sia mai ripresa così mi lasciò nella clinica e fortunatamente i miei genitori che volevano da tempo una figlia colsero l’occasione al volo- chinando la testa e coccolando il cane -non è una bella storia da raccontare..-
-ognuno ha il suo passato burrascoso, Finn ti ha mai raccontato di suo fratello?-
-si, quella famosa volta che ero ubriaca.. mi dispiace anche per lui non deve esser stato facile-
-come dice mia nonna la vita è una grande merda.. c’è chi è più fortunato e non la calpesta e chi è meno fortunato e se la trascina dietro sotto la suola delle scarpe..-
-che metafora interessante.. ha per caso il copyright tua nonna?-
Entrambe scoppiarono a ridere, proprio in quel momento Finn rincasò a casa, Pepe nel sentire la chiave girare nella toppa si svegliò per andare incontro al suo padrone.
-tesoro sono a casa! Ciao piccolo- facendogli quattro coccole -oh, ciao Rachel- poggiando il cappotto e la borsa
-ciao tesoro, sei tornato presto- andandogli incontro e baciandolo
-ciao Finn, bentornato- sorridendogli e alzandosi dal divano
-è in corso una riunione tra donne?- notando le scarpe di Rachel per terra
Poi però girandosi verso la tavola vide che la pasta ancora fumante aspettava di essere assaggiata.
-pranzo tra signore?- indicando la tavola
-entrambe le cose caro, perché non ti togli la giacca e vieni a sederti con noi? Ho lasciato anche il piatto per te nel forno- allentandogli la cravatta
Rachel notando quel gesto ne fu quasi gelosa, un po’ perché Jesse non le permetteva mai di farlo, un po’ perché Quinn a lei non gli aveva mai fatto carinerie simili, tolto il fatto di averle accarezzato i capelli quando si era addormentata con i postumi della sbornia, ma.. non le sarebbe dispiaciuto riceverlo di nuovo.
Mentre Quinn preparava anche il posto per Finn, Rachel dopo essersi infilata le scarpe poteva vederla di spalle che si comportava da perfetta mogliettina, era davvero una donna speciale come poche, lei non lo sarebbe mai stata almeno non con Jesse e solo adesso se ne stava rendendo conto.. Kurt e Santana avevano dannatamente ragione.. il loro matrimonio era uno sbaglio!

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