Suicide Squad: IL SEQUEL

di Dawn_Scott402
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Sirena e Jolly. ***
Capitolo 3: *** Clothes and opinions ***
Capitolo 4: *** Talk me about you (pt 1) ***
Capitolo 5: *** Talk me about you (pt 2) ***
Capitolo 6: *** Talk me about you (pt 3) ***
Capitolo 7: *** On fly ***
Capitolo 8: *** Ilzja ***
Capitolo 9: *** Shark. ***
Capitolo 10: *** Deception. ***
Capitolo 11: *** Tell me your past. ***
Capitolo 12: *** Lost keys. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


In una stanza ampia nella quale si trovava un tavolo ovale in ferro una donna stava chiaccherando con alcuni generali e uomi dall' aria importante.
"Signora Waller, richiediamo il vostro aiuto: da qualche tempo in tutta l'America accadono stranissimi fatti, non sappiamo che fare, dove c'è un terrenoto da un altra parte c'è uno tsunami...le forze governative, inoltre, hanno dovuto radere al suolo diverse cittá per fare spazio a centrali di controllo e i cittadini si stanno ribellando.
Come se non bastasse sono state individuate delle...strane creature...cosa possiamo fare?" Chiese un generale. In risposta la donna lanciò a lui una cartella, esso la lesse con attenzione ma il suo sguardo da curioso divenne scioccato.
"Di nuovo la Suicide Squad? Lei è impazzita...non ce la faranno mai!" Sbottò l'uomo.
"Mi prende per una sciocca generale? Avevo giá pensato a un' opsione" disse la Waller.
"Quale?" Chiese un uomo in smoking. Lei guardò seriamente tutti quanti.
"Due nuovi membri..." rispose lei per poi porgere due cartelle ai presenti.
"Chi sono?" Chiese lo stesso generale di prima.
"Le due criminali peggiori rinchiuse a Belle Rive...insieme ad Harley Quinn è ovvio" rispose ancora la donna.
"Questa qui..." disse il generale indicando una delle cartelle. "La conosco, pazza e pericolosa ma l'altra...non farebbe del male neanche a una mosca" disse lui per poi indicare l'altra cartella.
"Lei no generale...ma quello che porta dentro si" disse la donna. "Cosa vuole?" Chiese un signore elegante, lei gli puntò gli occhi carbone nei suoi.
"Il consenso di liberare la vecchia Suicide Squad e le due criminali" rispose la donna.
Passarono vari secondi di silenzio finchè un uomo non prese la parola.
"Le forze governative glielo danno" annunciò quello mentre lei sorrideva sotto i baffi.



ANGOLO AUTRICE: Ed ecco qua la nuova storia! Ho giá scelto i due nuovi membri: la mia Sheila e la pazza (quanto bella) Jolly di Jupiter! Un bacio e alla prossima.

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Capitolo 2
*** Sirena e Jolly. ***


Un plotone di soldati stava scortando cinque persone vestite con tenute arancioni.
"Se è per la droga che avete trovato sotto il mio letto non so come ci sia capitata!" Urlò uno dei prigionieri facendo notare un forte accento australiano.
"Interessante Capitan Boomerang...ma non è per questo che tu e i tuoi amichetti siete qua" disse una donna appena i soldati entrarono in una camera blindata.
Il plotone sbattè con violenza i prigionieri dentro di essa e poi la chiusero.
"Cosa è? Una riunione dell ammazziamo tutti fanclub?" Chiese un uomo dalla pelle color cioccolato che si stava rialzando da terra mentre uno strano uomo dalla pelle a scaglie ridacchiava.
"Deadshot...vedo che gli anni in questo inferno di prigione non hanno scalfito il tuo umorismo..." disse gelida Amanda Waller.
"Ciao Amanda!" Urlò una donna dai capelli albini raccolti in due infantili code alte.
"E neanche la pazzia di Quinzel vedo..." continuò la Waller.
"Quinn!" La corresse la psicopatica.
"Dove creperemo questa volta?" Chiese Capitan Boomerang annoiato.
"Affronterete una minaccia ben più grande di Incantatrice" rispose la donna. Capitan Boomerang sogghignò e prese dalla manica del giubbotto un coltellino affilato.
"Io non ci giurerei..." disse il ladro uscendo la piccola arma pronto a balzare sulla Waller ma una lama di una spada puntata alla gola lo costrinse a fermarsi.
Katana sussurrò una frase nella sua lingua madre con tono minaccioso.
"Tu sei ancora single?" Chiese Digger osservandola mentre lei gli gettava un' occhiata sprezzante e carica di odio e abbassava la katana.
"Ringrazia che oggi è di buon umore" disse una voce alle spalle della Suicide Squad. I membri si voltarono e poterono notare Rick Flag che imbracciava un grosso fucile.
"Uuuuuuh anche il soldatino!" Trillò Harley Quinn battendo le mani.
"Zitta Quinzel!" Urlò Amanda Waller mentre lei metteva il broncio.
"Come stavo dicendo la minaccia che dovrete affrontare è più ardua di Incantatrice..." stava dicendo la Waller ma una Deadshot la interruppe.
"Frena! Non ce la faremo MAI e sottolineo MAI, siamo pochissimi, a stento ce l' abbiamo fatta contro quella strega pazzoide e ce la dovremmo fare contro qualcosa di peggiore?" Chiese il cecchino da dentro la divisa arancione.
"Lasciami finire: ci saranno due nuovi membri" annunciò quella.
"Figo! Chi sono? Chi sono?" Chiese entusista Harley Quinn. La donna fece un cenno a Rick Flag che andò verso una porta e l' aprì: da dentro di essa uscì una ragazza scortata dai dei soldati, snella ma non priva di curve, carnagione ambrata e capelli rosa shoking. Anche lei aveva una tuta arancione scolorita e con le maniche lacere.
Appena Harley incontrò gli occhi ambra della giovane le andò incontro a braccia aperte, così come la ragazzina.
"Giuliaaaaaaa!" Urlò la donna albina.
"Mamiiiii!" Strillò la ragazza abbracciandola, le due incominciarono a saltellare.
"No" disse Capitan Boomerang schiaffeggiandosi una mano sul volto. La rosa si fece avanti senza timore.
"Ciaooooooo! Io sono Giulia ma chimatemi Jolly! Siete amici di mami? Spero che andremo d' accordo e sorridete! Ovviamente non sarete mai allegri come me, perchè io sono pazzaaaaaa!"  Disse Giulia per poi fare ruotare gli indici intorno alla testa e scoppiare a ridere sotto lo sguardo scioccato dei presenti.
"Due pazze, perfetto, l' altro membro è la terza?" Chiese Killer Croc.
"Lo vedrete presto" disse Amanda Waller.

CINQUE MINUTI DOPO

"Dove andiamo? Che facciamo?" Chiedevano infantilmente Giulia e Harley Quinn. Amanda Waller, Rick Flag e la Suicide Squad stavano camminando per i corridoi di Belle Rive.
"Siamo arrivati" disse Rick Flag mentre la squadra si fermava di fronte a una cella dalle pareti in stagno. Il colonnello prese una chiave e aprì la porta.
Il prigioniero all' interno era di spalle su una brandina nella posizione del loto e perciò non ne si vedeva il volto ma si capiva chiaramente che era una ragazza dati i lunghi e mossi capelli biondi.
"È lei signor Flag? Mi ha portato il solito piatto di carne pur sapendo che sono vegetariana?" Chiese lei facendo notare un timbro di voce molto dolce nonostante la ragazza sembrasse arrabbiata.
"No Sirena, sono Amada Waller, mi dispiace dover interrompere la tua ora di yoga ma ti devo parlare" disse la donna.
La bionda si alzò dal letto e mostrò il suo volto: era una bellissima donna dai grandi e dolci occhi cioccolato, pelle chiara e corpo da dea greca con forme generose e gambe slanciate e perfette, labbra carnose fino al punto giusto e molto seducenti, il viso dai lineamenti delicati e splendidi era incorniciato dai capelli biondi tenuti sciolti.
"Grace..." sussurrò El Diablo mentre Giulia, accanto a lui, alzava un sopracciglio.
"In cosa posso esserle d' aiuto signora Waller?" Chiese la ragazza.
"Avrei un affare da proporti Roth..." disse Amanda per poi spiegare la situazione alla ragazza.
"Rifiuto" disse a fine discorso la bionda.
"Sbagli Roth" rispose fredda la donna.
"Ho giá fatto del male a troppe persone, non ne voglio fare soffrire altre" disse la ragazza. Stava per tornare sul suo letto ma Amanda la interruppe.
"Chissa cosa direbbe tua nipote Zafirah..." disse la Waller, Sheila si voltò rabbiosa verso di lei e le si avvicinò pericolosamente.
"Deja en paz a mi sobrina, no hacen daño a ella o va a pagar muy caro..." disse minacciosa la ragazza.
"Basta con lo spgnolo Roth..." la avvertì la Waller ma la ragazza tornò più minacciosa.
"Usted no sabe lo que se siente tener que escuchar todas las noches para las voces y gritos de la gente: hombres, mujeres y niños. Yo los escucho cada momento. No soy un asesino, o al menos no más" disse la ragazza per poi abbassare piano piano la voce e cadere in ginocchio con le lacrime agli occhi.
Amanda Waller fece segno a due soldati di prendere la ragazza. I due obbedirono, ma uno prese la ragazza per i capelli e incominciò a strattonarla.
"Déjame, déjame, no me toques!" Gridava la ragazza, El Diablo scattò in avanti e prese il soldato che stava strattonando per i capelli la ragazza per il colletto.
"Lasciala, le stai facendo male" disse con il fuoco attorno alla testa mentre quello annuiva spaventato.
Nella sala calò il silenzio finchè anche l' altro lasciò cadere la bionda.
El Diablo la aiutò ad alzarsi mentre la Suicide Squad e Amanda uscivano dalla stanza.
"Grazie...io sono Sheila" disse timidamente la ragazza porgendogli la mano, lui la guardò con sguardo gelido.
"Aprende a defenderte chica, esto era una excepción para mí y ritieniti suerte" le disse El Diablo andandosene.
Nel frattempo Giulia e Harley ridacchiavano: di certo quella squadra non sarebbe stata un mortorio.



ANGOLO AUTRICE: Secondo chappy! Qua la piccola Jolly appare poco, peccato, ma nei prossimi chappy avrá molto più spazio. Spero che il chappy vi piaccia e alla prossima. Perdonate eventuali errori ma dopo avre studiato un botto di pagine di storia sono un po' suonata.
Angie Lou: Come una chitarra! *scoppia a ridere*

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Capitolo 3
*** Clothes and opinions ***


La Suicide Squad uscì dall edificio. Tutti si trovavano nell' areoporto di Midway City.
"Toglietevi quelli stracci arancioni di dosso, GQ vi dará i vostri vecchi abiti e anche quelli di Sheila e Giulia..." stava dicendo Amanda ma la figlia di Harley Quinn e Joker la interruppe.
"Jolly!" Sbottò la rosa.
"Ma si puo' sapere chr problemi avete con questi nomi?!?" Chiese Capitan Boomerang.
"Chiudi la bocca ogni tanto Harkness, come stavo dicendo Sheila e...Jolly, Flag ora sono problemi tuoi" spiegò Amanda per poi allontanarsi. In quel momento arrivò un ragazzo biondo con i vestiti dei vecchi membri.
"Io sono GQ, di chi è la tuta improponibile?" Chiese il soldato alzando una tuta rosso sangue. Deadshot alzò la mano.
"Sta attento a come parli GQ..." disse il cecchino prendendosi il costume.
"La tuta da ginnastica e questa felpa?" Chiese successivamente alzando una tuta celeste e una felpa marrone chiaro. Killer Croc e Capitan Boomerang si avvicinarono.
"Che ci fa qui un pezzo di biquini?" Chiese scioccato alzando un pantaloncino blu e rosso. Harley Quinn lo prese.
"È il mio pantaloncino idiota!" Sbottò l'albina. GQ prese gli ultimi due vestiti.
"Jolly, tutto tuo" disse il ragazzo dando alla pazza un body rosa dallo scollo a cuore, minigonna rosa e scarpette col tacco basso.
La psicopatica lanciò un urletto.
"Non è bellissimo mami?" Chiese la ragazza mostrando ad Harley il costume, quella in risposta battè entusista le mani.
"Siiiiiii!" Rispose la madre.
"Siren..." stava per dire GQ ma la diretta interessata lo interruppe.
"Sheila...Sirena è morta..." disse seria la ragazza.
"Pfff...la pazza che vuole essere chiamata col suo nome d' arte e la bionda che vuole essere chiamata col suo nome..." sbuffò Capitan Boomerang.
"Stai sempre a lamentarti come un neonato..." disse Katana gelida come al solito.
"Finitela!" Urlò GQ, poi porse a Sheila il suo costume: un top a fascia in coralli, una minigonna in tessuto azzurro con uno spacchetto laterale, due orecchini di coralli e pietre blu e dei sandali con la zeppa in zaffiro.
"Che carino il costume!" Squittirono insieme Giulia e Harley.
"Qualcosa di più coperto no?" Chiese seccata la sirena.
"Arrangiati tesoro" rispose GQ.
"Ai camerini vi conduco io" disse Katana facendo un segno a Jolly, Sirena e Harley Quinn che la seguirono.
"Io qui ho finito" annunciò GQ andandosene. I ragazzi dal canto loro si erano giá cambiati e incominciarono a chiaccerare.
"Che ve ne pare dei due nuovi membri?" Chiese Deadshot.
"La prima è fusa come la madre ma mi sta abbastanza simpatica, la seconda...lasciamolo dire all incendiario" disse Capitan Boomerang mentre i ragazzi si voltarono verso El Diablo.
"Che volete che dica? L' ho appena conosciuta, al momento mi sembra solo una sirena diabeticamente dolce e timida che sa parlare spagnolo" rispose il tatuato.
"Io ho capito solo queste parole: è la sirena più bona che ho mai conosciuto e mi piace il fatto che sia spagnola" scherzò Capitan Boomerang.
"Stai zitto! Inoltre che ne sai se è spagnola?" Cercò di sviare discorso il pirocinetico, una voce femminile spuntò alle loro spalle.
"Infatti non sono spagnola, sono atlantidea" disse Sheila superando i ragazzi con nochalance seguita da Giulia, Harley e Katana. La prima si avvicinò a Chato.
"Andrá meglio la prossima volta" disse Jolly per poi scoppiare a ridere seguendo le altre ragazze.
"Simpatica la rosa" disse Deadshot.
"Io invece la odio giá da ora" ribattè Chato.



ANGOLO AUTRICE: Hi! Nuovo chappy! Spero che anche questo vi sia piaciuto, un bacio.

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Capitolo 4
*** Talk me about you (pt 1) ***


Rick Flag ordinò ai soldati che lo scortavano di sedare i membri della squadra suicida.
"Keep calm! Voi cosa volet..." stava per dire Killer Croc ma una siringa piena di tranquillanti lo fece cadere a terra.
"Che cazz..." disse scioccato Capitan Boomerang mentre un soldato gli dava una gomitata in testa e lo tramortiva.
"Ehi, fermi o vi spacco la faccia!" Avvertì Deadshot mettendosi sulla difensiva ma anche a lui qualcuno sparò una siringa nel collo. Nel frattempo Giulia e Harley si stringevano l' una all' altra.
"Gli spacchiamo la faccia mami?" Chiese maligna la rosa.
"Certo biscottino..." rispose la madre, le due scattarono verso i soldati, ne stesero una dozzina ma dei taser le presero alle spalle e le due, in preda agli spasmi, vennero portate via.
Rimanevano solo El Diablo e Sheila.
"Non voglio combattere..." dissero in coro i due.
"Uhh, il tizio caliente e la sirenetta pacifista..." scherzo un uomo in divisa con un fucile. Quattro soldati spuntarono alle spalle di El Diablo e gli inniettarono anche a lui dei tranquillanti, il pirocinetico cadde a terra.
"Per te sirenetta abbiamo qualcosa di più forte..." disse un soldato prendendo un altra siringa con un liquido argenteo.
"Perfavore! No, fermi! Fermi!" Urlava la bionda ma quello fece finta di non sentirla e premette lo stantuffo della siringa. Anche Sheila cadde a terra.
"Portateli nelle camere di contenimento" ordinò Rick Flag. I soldati ubbidirono.
"Non farete loro del male, vero?" Chiese una seria Katana.
"Sta tranquilla cinesina, tratteremo Digger con la massima discrezione" rispose Rick. Lei estrasse la sua arma.
"Wǒ bù xǐhuan wājué jī, jiāng tā bǎocún zài xinlî" disse minacciosa lei.
"Va bene samurai, però lo sorveglirai durante il viaggio" disse il colonello mentre quella sbuffava.
"Colonnello, chi mettiamo in camera con chi?" Chiese un soldato. Rick gli porse un foglio.
"Seguite queste istruzioni" disse semplice salendo a bordo di un grandissimo Suv nero.



ANGOLO AUTRICE: Hi ~^^~
Damian: TI RENDI CONTO CHE I CAPITOLI CHE FAI TU SONO PIÙ CORTI DEL TEMA DI UN BAMBINO DI DUE ANNI?
Io: Il prossimo sará più lungo caro.
El Diablo: In questo capitolo finiamo tutti tramortiti...
Io: Lo so mi amor U.U
Sheila: ¡No toque mi Chato!

* Wǒ bù xǐhuan wājué jī, jiāng tā bǎocún zài xinlî: A me non piace Digger, tienitelo a mente.

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Capitolo 5
*** Talk me about you (pt 2) ***


Floyd spalancò gli occhi neri, si sentiva la testa girare ma nonostante ciò si alzò: si trovava in una sottospecie di cella blindata messa dentro una stanza vuota.
"Fantastico..." pensò il cecchino, una voce alle sue spalle lo fece solbazzare.
"Finalmente ti sei svegliato!" Trillò Giulia.
"Che ci facciamo qui?" Chiese senza troppi giri di parole Deadshot.
"Ho sentito il signor Flag che chiamava questi luoghi...celle di contenimento! E indovina chi sará la tua compagna di stanza?" Disse Jolly per poi mostrare un sorriso a trentadue denti.
"Quale onore affiancare la principessa dei pazzoidi..." ironizò il sicario cercando una pistola pronto a pulirla.
"Ehi, le mie armi!" Urlò.
"Che cattivoni i soldati vero? Mi hanno tolto la mia gemma, uffi!" Sbottò Giulia toccandosi un piccolo taglietto ovale che aveva in fronte e battendo i piedi per terra non vedendo nè il suo kunai, nè la pistola e tantomeno la sua preziosa gemma.
"Andiamo bene..." disse Deadshot accasciandosi a terra.

"Ehi KC, che facciamo?" Chiese Harley Quinn saltellando per una cella di ferro e con una piccola piscina con acqua putrida.
"Ehiiiiiiiii" urlò l' albina notando che l'uomo-coccodrillo non rispondeva.
"La finisci?!?" Urlò quello alzandosi e mostrando le fauci possenti. Harley finì in un attimo di smarrimento ma poi sghignazzò.
"Sta calmo...smile!" Disse lei per poi mostrare il suo miglior sorriso.
"Non ti sopporto" ringhiò Killer Croc. La psicopatica lo osservò mentre quello si allontanava e si metteva in un angolino della sua cella, e una domanda le sorse spontanea.

"Ehi cinesina..." disse Capitan Boomerang osservando Tatsu che lo sorvegliava. I due si trovavano in una cella in ferro e una porta blindata, Katana si trovava in un angolo della stanza e osservava l' australiano pronta ad ogni piccola mossa di esso e gettava rapide occhiate alle sue armi.
"Nǐ xiǎng yào shénme?*" Chiese l' orientale.
"Tesoro, ci capiremmo meglio se tu parlassi una lingua comprensibile...anche se mi piaci da morire quando parli così" disse lui per poi finire la frase con un ghigno. Lei gli si avvicinò.
"Non sono un gioco Capitan Boomerang..." lo avertì lei guardandolo negli occhi attraverso la maschera bianca.
"Mi sono sempre chiesto cosa ci sia dietro questa bella mascherina... e se te la togliessi per un bacetto?" Chiese lui accarezzando la maschera per poi sporgersi in avanti.
Tatsu estasse la sua katana e gliela puntò alla gola.
"Siediti" ordinò seria. "Ok ok tesoro, mi siedo!" Disse spaventato Digger sedendosi.
"Gāisǐ de biāozhì...**" sussurrò a denti stretti Tatsu mentre tornava nel suo angolo.

El Diablo aprì gli occhi, subito scrutò la stanza nella quale era rinchiuso: una cella in ferro e stagno.
"Dove  diavolo sono?" Si chiese voltandosi, poco distante da lui si trovava una ragazza dai capelli biondi svenuta. Quello le corse incontro.
"Sheila..." disse lui prendendo per le spalle la sirena e scuotendola, la ragazza mugugnò qualcosa e lentamente aprì gli occhi cioccolato.
"Dove siamo?" Chiese la ragazza guardandosi intorno.
"Non lo so" rispose lui. La ragazza si alzò ma mise la mano su una parte in stagno. Subito la ritirò come se si fosse scottata.
"Stai bene?" Chiese Chato. Lei scuotè la testa nascondendo la mano.
"Fammi vedere" disse lui prendendole la mano fresca e delicata: il palmo di essa sembrava essere stato messo sul fuoco vivo.
"Ora passa..." disse semplicemente la bionda ritirando la mano e mostrando a El Diablo che la ferita si rimarginava poco a poco.
"L' importante è con ti sia fatta nulla di grave" disse lui per poi andare in un angolo della cella. Esso si sedette e si mise a pensare. Sheila nel frattempo lo osservava: doveva avere sofferto molto, la perdita della famiglia, il rimorso di avere ucciso, il suo sacrificio finale per sconfiggere Incantatrice e Incubus...su quest' ultimo punto le sorse spontaneamente una domanda.



ANGOLO AUTRICE: Hi ~^^~
Victor: Dove è il capitolo lungo che avevi promesso?
Enrique: Dawn che mantiene le promesse? Ridìculo!
Io: -_- almeno questa volta non c'è Damian. Comunque spero che il chappy vi sia piaciuto, alla prossima.

*: Che vuoi?
**: Dannato Flag.

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Capitolo 6
*** Talk me about you (pt 3) ***


Giulia osservava Deadshot: Si era sempre chiesta chi fosse il famoso cecchino che non sbagliava mai un colpo, quale fosse la storia del famoso sicario che sparpaglia la morte come un cupo mietitore armato di pistola.
"Ehiii, mi spieghi una cosa: Come ti chiami? In realtá intendo!" Disse la pazza trotterellando verso di lui. Esso si voltò verso di lei.
"Floyd" rispose semplicemente.
"Bene Folyd! Mi racconti perchè tua moglie ti ha lasciato? Hai ancora contatti con tua figlia?" Chiese con un ghigno Giulia senza accorgersi che quella domanda suonava troppo insensibile anche per una pazza da catena come lei.
"Tu fai troppe domande ragazzina, ricordati che la curiositá uccise il gatto" rispose Deadshot puntandole minaccioso un dito contro.
Lei mise il broncio e se ne andò buttandosi malamente in un angolo della cella. Floyd sbuffò: quella ragazza aveva la capacitá di fargli provare antipatia e dolcezza nei suoi confronti a scatti irregolari.
"Sai, facevo finta di andare a lavoro in un agenzia, quando invece lavoravo con pistole e giri di denaro sporco. Mia moglie mi lasciò quando scoprì tutto questo. Non mi lasciava neanche vedere Zoe, nostra figlia. Poi, però, bussai alla sua porta e le chiesi di potere vedere la bambina anche una sola volta a settimana. Lei me ne  concesse due. Mia figlia mi scrive lettere ogni giorno a cui io purtroppo non posso rispondere spesso mi viene a fare visita a Belle Reve, a volte anche di nascosto...la mia piccola Zoe...non meritava di avere un padre come me" disse lui trattenendo le lacrime. Giulia lo guardava con occhi trabbocanti di pietá. Pensava a quello che sentivano Floyd e Zoe, dopotutto lei stessa sapeva quanto fosse triste e doloroso stare lontani dalla propria famiglia, la polizia l'aveva strappata dalle braccia di Joker e Harley quando lei aveva solo cinque anni.
"E di te cosa mi racconti?" Chiese il cecchino, lei con un balzò tornò in piedi e con il suo solito sorriso.
"Mmmmhh...io all inizio ero normale!" Disse allegra la ragazza, Deadshot alzò un sopracciglio stranito.
"Quando ero piccola avevo tutte le rotelle a posto! Poi papá durante una tempesta mi vestì di metallo, ero molto spaventata ma lui mi disse di stare tranquilla, che dovevo solo uscire e stare buona buona sotto la pioggia, ho fatto così...poi qalcosa cambiò: mi colpì un fulmine, il metallo fece passare l' elettricitá in tutto il mio corpo...sentivo dei guzzi tutti intorno alla testa..." disse Jolly toccandosi la nuca.
"Quando mi svegliai capii che ero diventata pazza! All inizio era strano, vedere tutte quelle cose e sentire le voci nel tuo cervello!" Aggiunse la figlia del Joker, tuttavia senza perdere il sorriso.
"Poi però mi sono rassegnata e ho capito che mi piace essere matta!" Finì con urletto di gioia la rosa. Deadshot era scioccato: immaginava in tutti i modi il passato della ragazzina. Ma così non se lo aspettava di certo.
In quel momento fece irruzzione un plotone di soldati che, senza dire una parola, entrò nella cella e ammanettò i due.
"Che fate?" Chiese Giulia.
"Siamo arrivati pazza"rispose semplicemente un soldato.

"Tu hai avuto una bruttissima infanzia vero?" Chiese Harley masticando un chewingum. Killer Croc ringhiò.
"La mamma non ti ha portato  al parcogiochi quando hai fatto sei anni vero?" Chiese l' albina.
"Io la mamma non l'ho mai avuta direttamente" rispose freddo come il ghiaccio Killer Croc.
"Perchè?" Chiese Harley.
"Mi ha abbandonato..." rispose lui.
"Ma hai un limite di parole come twitter? Dai e dopo?" Chiese la psicolatica. Lui ringhiò.
"Sono finito in orfanotrofio, lá mi trattavano tutti malissimo, piano piano incominciai a indurirmi sia dentro che fuori, scappai di lì e cercai un posto sicuro e trovai la mia prima e vera casa: le fogne, mi rifeci una vita tra i gangster di Ghotam che mi soprannominarono Killer Croc, poi arrivò quel Bat-idiota che rovinò tutto. Questa è la mia storia" disse l' uomo-coccodrillo. Harley stava per aggiungere qualcosa ma lui la interruppe.
"Se devi ciancischiare sul tuo Puddin risparmiamelo" disse come ad averle letto nel pensiero. In quel momento arrivò un altro plotone di soldati.
"Sedate tutti e due" disse uno di questi mentre due soldati sparavano un dardo narcotizzante ad Harley Quinn e Killer Croc.

"Non te la dovresti prendere tanto" disse ad un certo punto Capitan Boomerang. Katana si voltò verso di lui.
"Per cosa?" Chiese lei.
"Avanti spadaccina, lo sai benissimo, per il fatto che ti faccio la corte...perchè te la prendi tanto? Sei il mio tipo: silenziosa, misteriosa e anche se non ho mai visto il tuo volto capisco che sei una bella sventol..." stava per dire l' australiano ma lei lo interruppe.
"Harkness...io non posso stare con te" disse Tatsu. Lui alzò un sopracciglio.
"Perchè? Dai siamo entrambi cattivi, la mercenaria e il ladro...suona bene!" Esclamò lui. Lei tornò con tono più alto ma sempre pacato e gelido.
"Quando mi sono sposata ho giurato a mio marito che gli sarei stata fedele per sempre..." spiegò lei.
"Ma tuo marito è morto!" Ribattè il criminale.
"Sei come un bambino! Più cocciuto di muro, con per sempre intendo anche dopo la morte..." rispose lei fredda lui scattò in piedi e le si avvicino.
"Avanti giapponesina...guarda che so che anche tu mi vuoi" disse Digger mettendole le mani sulle spalle.
"Come ho detto prima..."disse Katana scrollandosi le mani di dosso e andando verso la porta per poi aprirla.
"Io non sono un giocattolo Harkness" aggiunse la mercenaria per poi chiudere la porta. Capitan Boomerang si accasciò a terra.
"Scappa giapponesina, ma sappi che tu prima o poi sarai mia...solo mia" sussurrò Digger. Dei soldati entrarono nella cella e lo sedarono per poi portarli via.

La domanda uscì incontrollata.
"Come mai sei sopravvissuto? Alla bomba intendo?" Chiese Sheila, El Diablo si voltò verso di lei per poi aprire un palmo della mano dalla quale uscì una piccola fiamma.
"Sono il signore del fuoco...sarebbe come cercare di uccidere te affogandoti" rispose lui per poi chiudere la mano. Esso tornò a guardare davanti a se' per poi tirare fuori da una tasca del giubbotto due fedi in argento con delle rifiniture in platino e stagno, Chato le guardò con occhi malinconici e tutto questo incuriosì Sheila.
"Ti manca molto vero?" Chiese la sirena. Lui si rimise le fedi in tasca e la guardò.
"Mancherebbe a chiunque..." rispose semplicemente. Lei gli si avvicinò.
"E anche i tuoi figli sono sicura..." disse timida la bionda.
"Più di ogni altra cosa" rispose El Diablo. Passarono vari secondi di silenzio finchè Sheila profenziò un altra domanda.
"Mi racconti di loro...e di lei?" Chiese col tono più dolce che aveva la sirena. Lui scattò in piedi.
"Secondo te io vengo a parlare della mia famiglia e di mia moglie alla prima sirenetta che mi si para davanti? E anche se te ne parlassi non capiresti mai quello che si prova..." disse lui tornandosi a sedere. Lei abbassò lo sguardo e disse una cosa che colpì El Diablo come una freccia.
"Invece si...ti capisco...e io invece ti racconterò della mia di famiglia...sempre che tu voglia ascoltarmi" disse lei. Quello la guardó come a invogliarla a continuare.
"Avevo tre sorelle..." disse la bionda ma Chato la interruppe.
"In che senso avevo?" Chiese lui. Lei sorrise malinconica.
"Una è morta..." rispose la ragazza.
"Si chiamava Moana...era molto più piccola di me...le volevo un bene dell' anima...comunque me ne rimasero due: mia sorella maggiore Seirè e mia sorella gemella Leila...con Leila ci odiamo..." disse la sirena.
"Invece Seirè ha una figlia, mia nipote Zafirah..." aggiunse la bionda.
"Quanti anni ha?" Chiese El Diablo.
"Otto...è dolcissima e le voglio un bene che non riesco neanche ad esprimere a parole" rispose la bionda.
"E i tuoi?" Chiese Chato.
"Mh?" Domandò Sheila.
"Bhe...avrai pure dei genitori" rispose lui. Gli occhi di Sheila divennero ancora più malinconici.
"Mio padre si chiamava Triton, mia madre Dafne...sono morti cinque anni fa" rispose lei. Lui la guardò con occhi pieni di compassione.
"Mi dispiace" disse semplicemente il pirocinetico.
"Non fa niente...almeno da d'ora in poi saprai che anche io ho perso la mia famiglia..." disse lei sorridendogli tristemente. I due si guardarono negli occhi, in quel momento arrivarono dei soldati.
"Sedateli" disse un soldato. L'ordine fu eseguito e anche Sirena ed El Diablo furono portati via.



ANGOLO AUTRICE: *con le dita storte"
Damian: Ma che hai?
Io: Sai come è, cinque ore al cellulare per scrivere il capitolo! Comunque hi! Spero che anche questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Un bacio e alla prossima. Ah, come prima missione vorrei che la Suicide Squad incontrasse un universo parlallelo ma non so quale e quindi...VIA AL TELEVOTO! (cit Maria De Filippi)
1) i sessi della Suicide Squad invertiti (tipo Giulia al maschile e Killer Croc al femminile)
2) I personaggi fra trent' anni.

Detto questo alla prossima.

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Capitolo 7
*** On fly ***


Una volta saliti sul Suv nero e preso i posti la Suicide Squad fu pronta ad andare alla volta della loro prima cittá: Los Angeles.
"Cosa facciamo a Los Angeles?" Chiese Giulia, seduta accanto alla madre.
"Combattiamo" rispose Rick Flag.
"Minaccia?" Chiese Capitan Boomerang annoiato.
"Vi dico soltanto che dobbiamo recuperare un prisma...o una di quelle cazzate..." spiegò Rick, nel frattempo Sheila osservava il mare sotto il jet dal finestrino con aria triste e le ritornò in mente una vecchia canzone...

~~~~~~~~~~~~~~~~

"Me la canti ancora mamma?" Chiese una piccola dai lunghi e boccolosi capelli biondi.
La donna accanto a lei alzò le labbra rosee intenerita: era leggermente più scura della figlia di carnagione e aveva gli occhi color foresta con sprazzi di grigio, il viso aveva lineamenti delicati e leggermente segnati dall'etá.
"Sheila, sará la terza volta che te la canto! Non sei stanca? Leila e Seirè stanno giá dormendo" disse la madre. La piccola fece segno di no col capo.
"Por favor, mamá!" Esclamò la bionda in lingua spagnola.
"Sheila, almeno se devi dirmi qualcosa dimmela in atlantideo, sai che sono una frana in spagnolo" disse scherzosa la donna facendo ridacchiare la bambina.
Dafne, successivamente, prese in braccio la figlia e iniziò a passare le dita fra i suoi mossi capelli color grano maturo, poi iniziò a cantare con una voce paragonabile al più dolce dei canti.
" Remember those walls I built Well, baby, they're tumbling down
And they didn't even put up a fight
They didn't even make a sound
I found a way to let you win
But I never really had a doubt
Standing in the light of your halo
I got my angel now
It's like I've been awakened
Every rule I had you break it
It's the risk that I'm taking
I ain't never gonna shut you out
Everywhere I'm looking now
I'm surrounded by your embrace
Baby, I can see your halo
You know you're my saving grace
You're everything I need and more
It's written all over your face
Baby, I can feel your halo
Pray it won't fade away
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo
Hit me like a ray of sun
Burning through my darkest night
You're the only one that I want
Think I'm addicted to your light
I swore I'd never fall again
But this don't even feel like falling
Gravity can't forget
To pull me back to the ground again
Feels like I've been awakened
Every rule I had you break it
The risk that I'm taking
I'm never gonna shut you out
Everywhere I'm looking now
I'm surrounded by your embrace
Baby, I can see your halo
You know you're my saving grace
You're everything I need and more
It's written all over your face
Baby, I can feel your halo
Pray it won't fade away
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo
Halo, halo
Everywhere I'm looking now
I'm surrounded by your embrace
Baby, I can see your halo
You know you're my saving grace
You're everything I need and more
It's written all over your face
Baby, I can feel your halo
Pray it won't fade away
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo
I can feel your halo (halo) halo
I can see your halo (halo) halo"
~~~~~~~~~~~~~~~~~~

"Halo..." ripetè cantando con le lacrime agli occhi Sheila, ricordando il dolce sguardo della madre.
"Che?" Chiese Harley accanto a lei.
"Oh, niente, stavo pensando ad una canzone che mi piace molto..." rispose timidamente la sirena.
Nella sala calò il silenzio, scandito solo dal leggero vibrare del motore.
"Colonnello, stiamo quasi per atterrar..." stava per dire uno dei piloti ma un proiettile piantato in fronte lo fece smettere di parlare, per sempre.
Il sangue imbrattò tutta la cambina e il corpo cadde di lato.
"Oh mio Dio!" Urlò Capitan Boomerang.
"Che succede?" Dmandò Killer Croc.
"Un attentato terroristico!" Urlò Deadshot.
"Avranno scambiato l'aereo militare per uno governativo" continuò.
"Ehm, ragazzi, sono stati i medicinali o lo vedete anche voi quel missile?" Chiese Giulia indicando fuori dal finestrino.
Tutti si voltarono nella direzione di Giulia e poterono vedere un missile a calore andare dritto verso di loro.
"Che sensazione di deja-vu" disse Harley sghignazzando.
"Gettatevi dall' aereo!" Urlò Rick aprendo il portellone principale.
"Ma sotto c'è il mare!" Disse Jolly.
"Gettati Giulia!" Disse Sheila notando che il razzo si avvicinava sempe di più.
Preso coraggio tutti si buttarono.
"Tatsu, se sopravviviamo che ne dici se usciamo?" Chiese in volo Capitan Boomerang mentre la giapponese gli gettava un'occhiata omicida.
"Stiamo per morire e tu pensi a flirtare con Katana?!?" Chiese shoccato Deadshot.
"Che c'è di male?" Chiese con nonchalance l'australiano.
"Ti voglio bene pasticcino!" Urlò Harley alla figlia (in quel momento la più staccata dal gruppo), che era paralizzata alla sola vista dell'ambiente marino.
Appena la Suicide Squad vide la superficie dell'acqua avvicinarsi sempre di più cercarono tutti i modi per rimanere calmi.
"Tuffatevi a pesce!" Gridò a pieni polmoni Rick, il compito fu eseguito e tutti si ritrovarono catapultati nell'immensa massa blu.
"Siamo vivi!" Esultò con i capelli fradici Capitan Boomerang.
Ci furono attimi di risate e ringraziamenti al cielo ma qualcuno, più precisamente El Diablo, si accorse della mancanza di un componente...
"Dove è Giulia?" Chiese Chato guardandosi intorno.
Al solo sentire quelle parole l'istinto materno di Harley si risvegliò e la pazza incominciò a cercare disperatamente la figlia.
"Giulia! Jolly!" Gridava la donna del Joker guardandosi intorno disperata ed andare ogni tanto sott'acqua per accertarsi che sua figlia stesse bene.
In quel momento il gruppo sentì l'infrangersi di un'oggetto sul mare e videro una pinna dorata scomparire sotto la superficie.

SOTT'ACQUA

Giulia era paralizzata dalla paura: si trovava a vivere il peggiore dei suoi incubi, nuotare, il mare le aveva sempre fatto paura.
Era atterrata molto lontana dai suoi compagni di squadra e nessuno la sentì quando, annaspando, gridava disperate richieste di aiuto.
"Non deve finire così! Io sono la principessa...di Ghotam! Sono Jolly! Non può finire così..." pensava.
L'ossigeno si stava lentamente consumando e la rosa sentiva chiaramente la vista annebbiarsi, i muscoli, prima in movimento cercando di riportarla in superficie, bloccarsi e il petto bruciare.
Poi, l'unica cosa che vide fu una mano candida prenderle il polso e una strana creatura dalla coda di pesce farla risalire sulla superficie marina.

SUPERFICIE.

Harley era ancora alla ricerca della figlia ma, guardando bene in un punto lontano, intravise chiaramente una chiazza rosa.
L'albina rise, un po' per pazzia un po' per gioia quando vide la sua Jolly essere gettata, letteralmente, fuori dall'acqua da uno strano essere.
Giulia tossicchiò ed aprì lentamente gli occhi.
"Biscottino!" Urlò Harley Quinn abbracciando la figlia che, notando e sentendo la presenza della madre, sembrò ravvivarsi.
"Mami!" Squittì abbracciandola, tutta la squadra si avvicinò alla piccola Quinzel, alcuni con fare freddo e pacato, come El Diablo, Killer Croc e Katana.
Altri come se nulla fosse come Rick Flag e Capitan Boomerang e altri ancora con fare apprensivo come Deadshot e, ovviamente, Harley.
"Stai bene?" Chiese il cecchino.
"Si, un pescolino mi ha salvata...non che mi servisse, ovviamente" si corresse subito Jolly.
"Allora la prossima volta non vengo" ridacchiò una voce dietro alla squadra.
"Sheila!" dissero in coro Harley e Giulia.
"Come sei arrivata la' sotto? Cioè io ero taaaaaaanto in fondo!" Disse la rosa.
La bionda, in risposta alzò trionfante la sua coda di pesce dorata.
"Sono una sirena, ricordi? Se a quest'ora avessi avuto le gambe dubito che sarei arrivata in tempo..." spiegò con una leggera tristezza.
"L'importante è che nessuno sia ferito" disse pacato Rick Flag.
"Grazie mille, siamo nel bel mezzo dell'oceano! Cosa facciamo ora soldatino?" Chiese ironicamente Capitan Boomerang.
"Basta seguire la corrente" disse Katana.
"Bene, Sirena, a te la guida" disse Rick.
In risposta Sheila fece un cenno del capo e con la mano invitò gli altri a seguirla.
"Perchè a lei?" Chiese Killer Croc con un leggero fastidio, forse provocato dal fatto che sperava fosse lui a dirigere il gruppo.
"Lei ci vive in mare, mangia i suoi frutti e respira la sua acqua, e soprattutto non ucciderebbe o farebbe del male a nessuno, forse, a differenza vostra...ora niente più domande" rispose il colonnello seguendo sirena insieme al gruppo.
Ma nel frattempo qualcuno, ascoltando la conversazione si pose di istinto una domanda.
"E allora perchè si trova a Belle Rive?" Si chiese El Diablo.
Non era un gran parlatore ma era un ottimo osservatore e nel profondo del suo cuore sapeva che Rick, Amanda e il governo stavano nascondendo qualcosa.
"Qua gatta ci cova..." pensò, prima di incominciare a nuotare seguendo gli altri.



ANGOLO AUTRICE: Hi!
Come state? Oggi saro breve.
Angie Lou: Strano *ride*
Io: Il capitolo non mi piace moltissimo, penso di avere fatto un sacco di errori e ripetizioni, ma poi dovevate aspettare altri giorni per il chappy e quindi...bho eccomi qua.
La cosa buffa è che la storia doveva essere un' altra completamente, ma con me tutto è possibile.
In questo capitolo i nostri amati eroi sono colati a picco e le prime domande insorgono nel piccolo Chato.
Detto questo vi saluto.

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Capitolo 8
*** Ilzja ***


"Che si fa di bello signore guardie?" Chiese Giulia camminando.
"Sono venti minuti buoni che chiaccheri! Come si fa a farti smettere di parlare?!?" Domandò esasperato uno dei soldati che scortava lei e Deadshot.
Il sicario gettò una rapida ed inespressiva occhiata prima alla rosa poi al plotone.
Giulia aveva una spiccata parlantina e non sapeva stare anche un solo secondo zitta, fatto che la portava nella maggior parte delle occasioni a dire cose insensibili e a blaterare frasi che la gente etichettava come "semplici parole per dare aria ai denti".
La cosa che la rendeva ancora più insopportabile era il suo controbbatere sempre e il cercare una scappatoia ogni volta che la situazione non volgeva a suo favore.
Sembrava quasi laureata nel passare da un discorso ad un altro in un batter di ciglia.
"Comunque cosa si mangia di buono? Ho taaaaaanta fame" disse la pazza.
"Sei più insopportabile di tua madre!" Sbottò il soldato mentre la psicopatica scoppiava a ridere.

"Sveglitevi voi cinque!" Disse Griggs dando dei leggeri colpi di manganello ai narcotizzati.
El Diablo aprì gli occhi carbone e guardò il carcieriere di Belle Rive.
"Hola amigo, ti sei ripreso?" Chiese Griggs.
Diablo non rispose e si alzò per poi osservare gli altri quattro membri ancora addormentati; Killer Croc sembrava una mummia, con le braccia incrociate al petto ma con le gambe in modo disordinato.
Stessa cosa Capitan Boomerang che sussurrava stranissime cose simili ad un "lasciami piccola giapponesina, poi ci sposiamo tranquilla..."
Harley invece era stramba anche da addormentata: i codini albini formavano una strana raggiera colorata, le gambe una distesa e una piegata verso l'interno mentre le braccia erano una dietro la nuca e uno perfettamente orizzontale.
El Diablo si fermò ad osservare soprattutto Sheila: la pancia all'insù, le gambe una distesa e l'altra leggermente piegata, una mano sulla pancia candida e una morbidamente appoggiata al terreno, il viso da dea laterale con i capelli biondi che lo accherezzavano dolcemente.
"Invece di ammirare la bionda sveglia i tuoi compagni d'armi" ordinò Griggs.
El Diablo si avvicinò a Capitan Boomerang e li diede un leggero colpetto col piede.
"Tats...ah, sei tu..." disse deluso l'australiano alzandosi.
"Mmhh...ho fatto davvero un bel pisolino!" Squittì Harley alzandosi e sistemandosi l'acconciatura.
Killer Croc si alzò, freddo e animalesco come suo costume mentre Sheila si sistemava la gonna azzurro mare.
"Dove andiamo?" Chiese la bionda.
"Dalla Waller" rispose Griggs mentre le metteva le manette.

Amanda e Katana si voltarono quando sentirono la porta metallica della stanza aprirsi.
"Amandina" trillò Giulia per poi ridacchiare.
"Poi a te ti devo raccontare un sogno molto buffo" disse Capitan Boomerang rivolto a Katana.
"Il lupo perde il pelo ma non il vizio a quanto vedo..." lo schernì Rick Flag sbucando da un' angolo.
"Ah, c'è anche lui?" Chiese Harley masticando rumorosamente una gomma.
"Sedetevi e non chiaccherate troppo, soprattutto voi due..." avvertì Amanda indicando la Quinn e Giulia.
Quando tutti presero posto Amanda incominciò la sua spiegazione.
"Come saprete c'è una nuova presenza che sta invadendo il nostro mondo, quello che sappiamo é poco, quindi ascoltatemi molto attentamente" disse seria la Waller per poi accendere un proiettore nel quale si vedevano le imaggini sfuocate (probabilmente quelle di una telecamera cittadina) di una strana creatura dalla forma umanoide ma molto scura.
"Faccio i complimenti al fotografo, si vede tutto" disse Capitan Boomerang in tono scherzoso alludendo alla scarsa visibilitá dell'immagine.
"La presenza è Ilzja, secondo famosi archeologi e storici era presente sin dalle prime civilitá, era la dea venerata dai Maya e dagli Atztechi con più foga.
Abbiamo ritrovato un manoscritto..." disse Amanda per poi mostrare la goto di una pergamena con su scritte diverse frasi in una strana lingua.
"El Diablo, traduci" ordinò fredda. Chato osservò la foto sotto lo sguardo incuriosito dei presenti.
"Io sapevo sapesse parlare spagnolo, non atzteco" sussurró Deadshot a Rick Flag.
"Chiudi quella fogna Lawton" rispose Griggs mentre il cecchino gli lanciava un occhiata velenosa.
El Diablo, nel frattempo, aveva fatto la sua traduzione.
"Prega Ilzja, signora della sabbia, del deserto e della morte. Pregala di darti buona sorte. Pregala sia d'estate che d'inverno o quando morirai...la tua anima andrá all'inferno" disse Chato.
"Solo questo?" Chiese Amanda.
"Il resto del testo era troppo rovinato, sono riuscito a tradurre solo qualche altra parola" rispose pacato El Diablo.
"Quali?" Domandò ancora il capo della Argo.
"Ritorno, alba, sorella, tatuaggio, bandita" rispose l'ex-gangster.
"Una seconda strega-dea pazzoide, un testo decifrato parzialmente, pericolo doppio e percentuale di rimessa della vita in aumento..." disse Capitan Boomerang ma Giulia lo interruppe.
"Figo! Io ci sto!" Esclamò la rosa.
"Anche io!" Trillò Harley.
"Anche se non volevate vi ci mandavano lo stesso" osservò Griggs.
"Ora non chiaccherate troppo, portali al jet, Flag" ordinò la Waller al colonnello.
E per la srconda volta in una giornata la Suicide Squad fu scortata dai soldati.



ANGOLO AUTRICE: Hi! Mi scuso in anticipo per l'enorme ritardo causa dai compiti e da un altro imprevisto di tipo morale, che non sto qui a raccontarvi lerchè troppo lungo e depressivo.
Comunque carissimi Efpiniani (?) voglio condividere con voi, per compensare il racconto del mio crollo morale, una grande gioia che ho ricevuto nell'ultimo mese: Come compiti la mia professoressa di italiano ci ha dato da fare un tema.
Io, tuttavia, presa da chissá quale vena creativa, al posto del tema go scritto una poesia, e indovinate?
Ai miei compagni e alla prof è piaciuta così tanto la poesia (anche piuttosto lunghetta, non pensate a cinque strofe) che hanno chiamato la preside che, sentendola, mi ha iscritta ad un concorso di scrittura scolastico!
Il mio sogno in parole povere! Pensate se lo vinco, il concorso!
Enrique: Se, ciaone.
Io: Non è improbabile, se lo vinco vado a quello contro le altre scuole, e da lì a quello regionale e chissa...magari a quello nazionale.
Enrique: Se, ciaone.
Io: -_- spero che voi nelle recensioni capiate la mia gioia, ovviamente poi dobbiamo pensare che è un concorso studentesco, mica un concorso con Stephan King o J.K Rowling!
Tornando alla storia mi scuso per il mega ritardo e per il capitolo molto corto, mi odio da sola per questo (ve l'ho mai detto che odio gli autori che ci jettono un secolo ad aggiornare i capitoli e quest'ultimi sono cortissimi? Sul serio, GLI ODIO) per questo in questo istante mi faccio schifo da sola, ve lo giuro.
Detto questo vi saluto, alla prossima.

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Capitolo 9
*** Shark. ***


"È da due ore sane che nuotiamo! Incomincio a rompermi!" Urlò infuriato Capitan Boomerang.
"Stiamo per arrivare" rispose Sheila a capo del gruppo.
"Lo spero per te pesciolino..." sussurrò a denti stretti l'australiano, a Digger non era mai piaciuto troppo aspettare, soprattutto in quel momento che si sentiva preda facile di qualche squalo di passaggio.
"Se rimanevo in Australia..." pensò scocciato ricordando i vecchi tempi nei quali rapinava tutte le banche del paese con una facilitá immane, e senza essere catturato, soprattutto!
Il silenzio tornò sovrano finchè Jolly decise di romperlo, forse troppo fastidioso per lei.
"Sono stanca!" Squittì Giulia tenendosi alla schiena di Deadshot.
"Ah, tu sei stanca! Non io che mi sto portando sulle spalle una quarantina di chili in più!" Sbuffò il cecchino.
"Sei tu che mi hai voluto portare sulle spalle Floyd..." si giustificò la pazza marcando il nome del sicario.
Deadshot sbuffò, Jolly in mare era più d'intralcio che d'aiuto: Quando stavano per partire aveva notato che Giulia, non sapendo nuotare, si era aggrappata alla schiena della madre.
Harley aveva percorso solo qualche metro e poi era crollata per il troppo peso.
A quel punto l'intera squadra aveva poche opsioni: o insegnare alla psicopatica a nuotare oppure fare in modo che qualcuno si caricasse la principessa di Ghotam sulle spalle.
A quel punto Deadshot si offrì per caricarsi Giulia sulla schiena, seppur conscio che la traversata, rispetto ai suoi compagni, gli sarebbe stata più difficoltosa.
Ma dopotutto solo lui poteva fare uno sforzo così: Harley e Katana erano troppo gracili per portare il peso della sedicenne sulle spalle, Sheila stessa medesima cosa seppur avvantaggiata dal fisico adatto alla vita marina.
Capitan Boomerang e Killer Croc si sarebbero fatti sparare piuttosto che affaticarsi, come l'australiano, oppure dimostrarsi sensibili e premurosi, come KC.
A Rick non gli sará passato neanche per l'anticamera del cervello di prendersi una psicopatica sulle spalle ed El Diablo era troppo sovrappensiero (per motivi a lui sconosciuti) per occuparsi della piccola Quinzel.
Alla fine lui era l'unico che era disponibile, fisicamente e psicologicamente a quello sforzo, e di conseguenza si era proposto di sua spontanea volontá.
Il flusso dei suoi pensieri, però, fu interrotto da un urlo femminile.
"Uno squalo!" Urlò Harley Quinn indicando il pesce che nuotava minaccioso attorno alla squadra, per poi avvinghiarsi a Killer Croc, spaventata.
Katana sfoderò la sua arma pronta a fare a fette lo squalo, non doveva permettere a quell'animale di danneggiare anche un solo componente della squadra, altrimenti lei e il colonello Flag avrebbero corso grossi guai.
Ma quando stava per tirare il primo fendente all'animale una presa sul polso la fece bloccare.
La giapponese si voltò verso Sheila con una scintilla di rabbia negli occhi carbone.
"Ferma!" Intimò la bionda avvicinandosi all'animale con fare dolce ed amichevole.
"Ma sei tutta scema?!?" Chiese Capitan Boomerang osservando la sirena con fare spaventato.
La donna fece finta di non averlo sentito e mise una mano sul muso del carnivoro.
Rick osservava la scena con fare ansioso, sapeva che Sirena ci sapeva fare con il mare...ma con gli animali, del mare?
Se ora quell'animale le avesse staccato una mano la Waller avrebbe dato la colpa a Katana e a lui in primis.
Sheila, nel frattempo, aveva ancora la mano sul muso dello squalo che dopo qualche secondo, sotto lo sguardo allibbito dei presenti, incominciò a comportarsi...come un gattino.
L'animale strofinò il muso a siluro e irto di denti aguzzi sulla pancia bianca di Sirena ed emetteva strani suoni riconducibili a qualche grugnito dolciastro.
"Si...sapevo che non eri cattivo!" Disse ridendo Sheila accarezzando il pesce.
"Ora però torna lá sotto, amico mio...qua rischi troppo" gli sussurrò la bionda strofinando la coda di pesce sulla pelle dello squalo che, con uno sguardo ubbidiente si rituffò nelle profonditá marine.
Sheila si voltò verso i suoi compagni.
"Si, so anche parlare agli animali marini" spiegò notando le facce allibite dei compagni di squadra, per poi superarli con nonchalance.
"Che cazzo ho appena visto?" Chiese Capitan Boomerang a occhi sbarrati e bocca aperta, ancora scandalizzato dopo quello "spettacolo".
"Proseguiamo" disse autoritario Rick, non volendo fare altri incontri di quel genere.
"Peccato..." disse triste Giulia seguendo la madre.
E, dopo quell'incontro, la squadra potè proseguire il suo viaggio verso la terra ferma, che a loro insaputa, era più vicina di quello che potessero pensare.



ANGOLO AUTRICE: Hi! Come va? Premetto che questo capitolo è solo di "transizione", poichè la missione vera e propria inizia nel prossimo chappy.
Questo capitolo lo dedico a Beverly Marshall, che grazie ai suoi consigli mi ha spronata a descrivere meglio le scene e i sentimenti dei personaggi.
Spero di essere stata brava Bev, sennò chiedo venia XD.
Bene, detto questo alla prossima, spero che il capitolo (seppur corto) vi piaccia e vi invito a lasciare una recensione.

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Capitolo 10
*** Deception. ***


"Ehi Flag, ma dove stiamo andando?" Chiese Capitan Boomerang.
"Mi sembra un posto troppo felice e tranquillo" osservò Deadshot guardandosi intorno.
La squadra, infatti, stava passeggiando in mezzqo alla folla cittadina di Los Angeles come se nulla fosse (bhe, tranne il fatto che erano bagnati fradici).
Erano arrivati a riva circa una mezz'ora dopo l'incontro con lo squalo e ciò che molti di loro, in primis, fecero fu di andare a baciare la sabbia fina della spiaggia californiana, non curanti degli sguardi di spavento e di shock dei pescatori della zona.
La folla della cittá li schiacciava gli uni sugli altri ed era quasi impossibile muoversi, o almeno per gli altri dato che la Suicide Squad avanzava tranquilla in mezzo ai cittadini, forse troppo spaventati dalle armi che molti di loro imbracciavano.
"Di a Katana, Harley e Giulia di spostarsi sull'altro lato della strada, e fallo anche tu" disse El Diablo a Sheila affiancandola.
La sirena lo guardò interrogativa.
"Perchè?" Chiese la bionda.
"Los Angeles non è un bel posto per le ragazze, e ho visto un gruppo di uomini che vi guardavano...spostatevi dall'altro lato, se ci tenete a non avere le mani di sconosciuti addosso" rispose l'ex-gangster indicando con un leggero cenno del capo cinque uomini che guardavano con sguardi maliziosi le ragazze della squadra.
Sheila non disse nulla, si avvicinò alle compagne e disse loro di mettersi più vicine al gruppo e di evitare di stare sulla strada che, in quel momento, stavano percorrendo.
El Diablo guardò per un po' gli uomini: non era difficile riconoscere la sua vecchia gang..."Los Reyes Loco".
Li aveva riconosciuti subito per il tatuaggio: un teschio con una corona che tutti presentavano: chi su un braccio, chi su una gamba, chi sul polso o sulla spalla. Lui stesso aveva quel tatuaggio, all'incirca verso il fianco destro che spesso e volentieri gli aveva causato non pochi problemi con le gang avversarie.
"Ehi, perchè stiamo entrando in museo?" Chiese Killer Croc osservando l'immenso edificio color crema.
Si vedeva che era una dei plessi più antichi della cittá: era in stile barocco con forme geometriche rovinate e vernice scrostata, tante piccole finestre con balconcini dalle imposte arruginite.
Al balcone principale, lungo quasi otto metri, era appesso un telo di di maglina color porpora con l'annuncio di una mostra.
"Ci sono i fantasmini?" Chiese Giulia trotterellando ed osservando la struttura pesante e soggettiva.
"Sarebbe troppo figo" aggiunse in man forte Harley Quinn.
Nessuno rispose, erano tutti troppo impegnati a domandarsi cosa facessero in un museo come quello per rispondere (o dare semplicemente conto) a Jolly e Harley.
"Colonnello Rick Flag" disse il soldato alla reception per poi mostrare la carta dei marines e il mandato della ARGO.
L'usciere, un uomo svogliato sulla cui faccia ogni poro esprimeva l'astio per il suo lavoro, diete una rapida e disinteressata occhiata ai documenti e aprì l'entrata in vetro della struttura.
In fila indiana tutta la Suicide Squad passò difronte al ragazzo che guardava spaventato ogni singolo membro.
"Dovresti sorridere di più!" Lo rimproverò Giulia regalandoli un sorriso quasi inquietante.
"Sfigato..." sussurrò sprezzante Capitan Boomerang dandoli una spallata, quello barcollò ma appena si rimise in piedi ne ricevette una seconda da parte della gelata Katana.
Killer Croc ringhiò nella sua direzione e il commesso degludii.
"Non fare il santarellino, anche tu sei cattivo" disse Harley Quinn facendoli scoppiare il palloncino della gomma da masticare in faccia per poi andarsene sghignazzando.
Deadshot gli gettò semplicemente un occhiata di sufficienza ed El Diablo lo superò freddo e quasi annoiato.
Sheila si fermò e sorrise al ragazzo, che arrossì vedendo una ragazza così bella che lo trattava bene.
"Roth, muoviti" disse Katana alla sirena la quale si affrettó.
"Buona giornata" disse la bionda con un sorriso per poi andarsene dai compagni.
La squadra inziò a camminare per i corridoi del museo.
Ovunque si voltassero c'erano dozzine di teche ricolme degli oggetti più vari: teschi, punte di freccia, vasi, quadri, manoscritti e libri.
E, per ogni teca, c'era una massa di persone, dalle più comuni ai più intellutuali, che osservavano meravigliate le antichitá.
"Provate a toccare qualcosa e vi faccio saltare la testa..." disse Rick Flag voltandosi, per poi guardare serio Capitan Boomerang vicino a una teca contenente un diamante e Harley che alzava in modo accattivante la propria mazza in direzione di alcuni gioielli greci (sotto lo sguardo spaventato dei presenti), mentre Jolly osservava eccitata una statua in argento.
I tre, sentendo l'avvertenza e lo sguardo omicida del loro capo, si staccarono dalle teche che contenevano gli oggeti del loro interesse.
"Ma dai! In camera mia quella cosa ci avrebbe fatto un figurone!" Brontolò Giulia, che si era giá immaginata la statua sul suo comò rosa, a fare invidia a chiunque.
Rick Flag non le diede conto, poichè verso di lui stava venendo un uomo in giacca e cravatta: aveva dei baffi a manubrio bianco-grigi e una capigliatura spttinata del medesimo colore, gli occhiali fatti a fondo di bottiglia che celavano due occhi azzurrissimi e spiritati, così in contrasto con l'amichevole sorriso che l'uomo rivolse al colonello quando gli strinse la mano.
"Il colonnello Rick Flag, presumo..." disse con un timbro di voce roco ma dolce l'anziano, il soldato annuì.
"Sono Joseph Blook, e loro devono essere la Suicide Squad..." disse l'uomo osservando la gang di criminali.
"Esattamente, comunque, signo Blook, Amanda Waller mi ha informato che lei è in possesso di un prisma o di...uno specchio, in questo momento non ricordo con precisione" farfugliò il marines, l'uomo sbarrò gli occhi come colto da un'illuminazione.
"Oh, si, seguitemi" disse l'uomo per poi fare cenno alla squadra di seguirlo per i lunghi corridoi del museo.
Dopo pochi metri, però, Katana sentii la sua arma vibrare.
La giapponese toccò la lama meravigliata.
"Ma cosa succede?" Si chiese nella sua testa, non era certo la prima volta che la sua katana faceva quel gesto, ma in quel modo non l'aveva mai sentita vibrare, sembrava quasi...spaventata.
Avrebbe voluto sfoderare l'arma e chiedere agli spiriti che la dimoravano il motivo di tanta, apparente, agitazione.
Ma era in un luogo pubblico, e sapeva alla perfezione che se mai avrebbe estratto la spada avrebbe corso grossi guai con la legge, che magari avrebbe etichettato quel suo atto come "tentato attacco terroristico", oppure, nel migliore dei casi, le guardie del corpo le sarebbero saltate addosso e l'avrebbero buttata fuori dal museo, facendole fare brutta figura difronte ai suoi compagni e difronte ai visitatori.
E una persona orgogliosa come lei odiava fare brutta figura.
Così decise di lasciare perdere le vibrazioni della lama e di pensarci una volta uscita da quell'edificio fatto di teche e balconi rugginosi.
"Eccolo qua: 'Lo specchio degli dei'" informò Joseph Blook indicando una teca alla squadra: essa conteneva uno specchio dalla cornice in legno scuro con strane scritte, il vetro era lucido, che sfumava dal celeste al blu notte.
"Cosa sarebbe questo 'Specchio degli Dei'?" Chiese Capitan Boomerang scimmiottando il tono in cui l'anziano direttore del museo l'aveva esclamato.
"Lo Specchio degli Dei è il libro che racchiude tutti i segreti sulle divinitá di tutti i tempi, da quelle più famose a quelle meno conosciute, basta dire il nome della divinità a cui siete interessati e lo specchio vi mostrerá il suo aspetto, i suoi poteri, le sue armi e anche le sue debelezze..." disse l'uomo aprendo la teca e consegnando lo specchio magico al colonello Rick Flag.
"Grazie signor Blook, buona giornata" disse con un sorriso pienamente ipocrita Rick, porgendo la mano all'anziano che la strinse.
"Anche a lei e alla sua 'squadra'" rispose amichevolmente per poi salutare con una stretta di mano tutti i membri della squadra.
"Buona giornata buffo signore!" Disse Harley andandosene saltallando.
"Arrivederci" disse il direttore porgendo la mano a Sheila.
Sirena la strinse dolcemente, ma appena le sue candide mani toccarono quelle rugose di Joseph la bionda provò un forte mal di testa che le fece strabbuzzare e chiudee gli occhi per un secondo. La sirena sgranò gli occhi terrorizata, ma una voce amichevole la riportò alla realtá.
"Signorina, si sente bene?" Chiese il signor Blook.
Sheila si risvegliò come da un trance e sorrise poco convinta all'uomo.
"Si, si, mi scusi...credo di avere avuto...un capogiro" inventò cercando di essere il più convincente possibile, tuttavia senza poter nascondere la voce leggermente tremante.
"Arrivederci" salutò frettolosa per poi tornare dai suoi compagni, mentre l'uomo la guardava, da lontano, sospettoso.
"Cosa hai visto, demonio?" Chiese mentalmente a una sua parte di se', sperando che essa gli rispondesse.
Sentiva puzza di bruciato, sapeva che quando la sua "coinquilina" le faceva avere quelle sottospecie di visioni c'era qualcosa sulla quale stare attenti, ma non sapeva se fidarsi.
Con quel demonio non sapeva mai cosa fare, doveva investigare o no? Chi non le assicurava che Randelën non le stesse tirando un brutto scherzo per distrarla da qualcosa?
Ma dall'altro lato chi le assicurava, allo stesso modo, che quello che aveva visto andava oltre l'illusione?
"Ehi Sheila, che hai?" Chiese Giulia trotterellando accanto a lei.
"Nulla...credo" rispose la bionda.
"Ti ho visto molto strana, sei sicura che non stai diventando matta?" Chiese scherzosa la rosa.
Sheila guardò la luna che era salita in cielo con sguardo interrogativo, comr a chiedere all'astro cosa dovesse fare.
"Non lo so Giulia, non capisco mai se lo sono, in realtá..." rispose enigmatica Sirena, pensando ancora alla visione.

NEL FRATTEMPO, NEL MUSEO

Joseph Blook se ne andò con una faccia corrucciata. Caminava per i corridoi del museo e, arrivato alla fine di esso, uscii nell'immenso giardino con statue di filosofi e scheletri di dinosauri e si diresse, a passo lento a causa della gamba dolente, verso un camerino.
Si guardò attorno circospetto, si assicurò che non ci fosse nessuno e sorrise maligno.
Dopo quel sorriso il corpo iniziò a mutare: le membra stanche ma pulite diventarono giovani e sporche, gli occhi azzurri diventarono di un profondo nero e gli occhiali caddero, la capigliatura grigia e spettinata si allungò, fino a formare una disordinata pettinatura color castano chiaro, il ghigno maligno si allargò e crebbero i denti, ed infine l'ordinata cravatta verde chiaro e la camicia a schacci mandarino si trasformarono in un costume arancione lacero con perle nere e coralli rovinati.
Ilzja entrò ghignante dello stanzino nel quale, imbavagliato, legato e spaventato a morte, si trovava un'anziano con gli occhiali, i baffi a manubrio e il look stravagante.
"Molto bello il suo museo, signor Blook..." disse in tono sadico la dea mentre il diretto interessato cercava di liberarsi dalle robuste corde che lo legavano alla sedia.
Joseph aveva voglia di urlare e avvertire la Suicide Squad dell'inganno ricevuto. Ma imprigionato ed imbavagliato come era anche per il più prestante degli atleti liberarsi sarebbe stato un'impresa, figurarsi per un'anziano come lui!
"Comunque questo ora è mio..." disse gongolante di vittoria Ilzja alzando, in un tripudio di sabbia e magia, uno specchio ovale dalla cornice dorata e ramata, con diverse perle preziose incastonate in esso.
Blook sgranò gli occhi: Lo Specchio degli Dei...ora ce lo aveva lei!
L'anziano uomo si dimenò ancora di più.
"È inutile fare così, Joseph, le corde sono fatte con le fibre più resistenti di tutto l'Egitto" disse cattiva Ilzja accarezzando il vetro brillante dell'oggetto.
"Ora la saluto, ancora complmenti per il museo, e grazie per lo specchio. Ora che ce l'ho io per quella stupida squadra di pazzi e metaumani sará impossibile battermi" disse con un ghigno, stava per uscire ma, come ricordandosi una cosa di estrema importanza si voltò ancora in direzione di Blook, che nel frattempo era ancora a dimenarsi e a cercare di urlare, ma le sue gride erano attutite dal bavaglio bianco nel quale la sua bocca era avvolto.
"Ah, comunque ai tuoi amici non li ho lasciati a mani vuote. Gli ho dato un altro specchietto! Mi pare di avere letto il suo nome..."disse con un tono di voce che poteva tenere tranquillamente tutti sulle spine. Joseph la guardò interrogativo e nel frattempo, nel profondo del suo cuore, sperava che la dea non avesse dato alla squadra suicida lo specchio che temeva.
"Mi pare si chiamasse...'Specchio del sosia che va' oppure...'Specchio del Doppelgänger'" disse per poi scoppiare in una risata malvagia e sbattere la porta ferrosa.
Appena essa si chiuse (rigorosamente a chiave) le corde che tenevano imprigionato il bibliotecaio Joseph Blook sparirono in una nuvola di sabbia.
L'uomo si gettò alla porta, sbattendo ferocemente le nocche scheletriche sul ferro.
"Pazza! Sei solo una pazza!" Urlava con tutto il fiato che aveva in gola.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti!" Gridava, nella speranza che un qualche passante, lo sentisse e lo tirasse fuori di lì.
Ma chi poteva immaginare, che la cabina in cui si trovava, non era più in un giardino, ma in un deserto?



ANGOLO AUTRICE: Alhoa ~^^~
Sono tornata con un nuovo chappy! Come preannunciato nello scorso capitolo qua inizia la missione vera e propria! E in questo chappy si viene a mostrare la natura subdula,
Damian: Malvagia
Enrique: Insensibile
El Diablo: Menefreghista
Sheila: Gelida
Victor: Senza umanitá.
Io: Della cara Ilzja! Spero che il capitolo vi sia piaciuto. E perdonate per eventuali errori.

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Capitolo 11
*** Tell me your past. ***


Sheila aveva un pessimo presentimento, e quel presentimento aveva anche un nome: Specchio degli dei.
Era dall'incontro paranormale con Blook che si poneva diverse domande e percepiva che la bestia sopita dentro il suo corpo e la sua anima si stava agitando.
Era difficile convivere con lei: non poteva mai sapere quando avrebbe perso il controllo, non poteva mai sapere se, in caso si fosse trasformata, fosse tornata se' stessa, non poteva mau sapere se avrebbe fatto del male ad altre ed innocenti persone.
Mentre pensava a questo, però, la voce rauca e maschile di Griggs la fece rinsavire.
"Buttateli dentro" disse con semplicitá e noncuranza il carceriere, lanciando un occhiata sprezzante a tutti i prigionieri prima che quest'ultimi fossero malamente scaraventati in una stanza di ferro e stagno molto ampia e altrettanto vuota.
Griggs non sapeva con esatezza perchè gli odiasse...gli odiava e basta. 
E tutti per almeno un motivo: odiava Killer Croc perchè era rozzo, odiava Capitan Boomerang perchè riusciva sempre a fargli beffe, odiava Harley perchè era una viscida seduttrice psicopatica, odiava El Diablo perchè nonostante gli facesse di tutto e di più lui non li dava mai la soddisfazione di arrabbiarsi, odiava Katana perchè era leale, odiava Giulia perchè non perdeva mai il suo buffo ed inquietante sorriso, odiava Sheila perchè dopotutto quello che passava a Belle Reve rimaneva sempre la sirenetta dolce e buona.
E poi c'era lui; colui che odiava più di tutti; colui che lo scherniva in contintazione; colui che gli teneva sempre testa senza paura: Deadshot.
Oh, lui era il peggiore.
Lo odiava per svariati motivi: lo scherniva, non aveva paura nè di lui nè del suo grado, era più coraggioso ed intraprendente di lui, lo minacciava, aveva una figlia esemplare nonostante fosse lontano da lei...insomma: lo odiava semplicemente perchè esisteva.
"Capo, i pasti a che orario gli distribuiamo?" Chiese un soldato. Griggs lo guardò di sottecchi.
"Nessun pasto...i criminali non hanno diritto ai pasti" rispose semplicemente prima di allontanarsi. Il soldato annuì poco convinto e poi tornò alla sua postazione.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

"Che noooooiaaaaaa! Qualcuno ha un gioco di societá?" Chiese Giulia masticando una gomma datagli dalla madre.
"Ma certo, credo proprio di avere il Monopoly nella tasca del giubbotto..." disse sarcasticamente Capitan Boomerang passando il pollice sulla lama dei suoi boomerang d'acciaio.
Erano dieci minuti abbondanti che erano rinchiusi lì dentro, nessuno aveva nulla da fare e così si erano tutti buttati malamente a terra, morti dalla noia. Persino Harley aveva iniziato a stare zitta, incominciando ad osservare i tacchi delle scarpe che faceva sbattere ripetutamente fra loro.
Giulia applaudì entusista, forse non capendo la battuta dell'australiano che sbuffò:
"Era una battuta..."
"Ah..." rispose semplicemente la rosa abbassando sconsolata le mani.
Nella sala calò di nuovo il silenzio, finche un urlo femminile non lo squarciò nuovamente.
Sheila scattò in piedi e si massaggiò la coscia dolorante.
"Che succede?" Chiese Deadshot, tuttavia senza alzarsi.
"Mi sono bruciata..." rispose la bionda togliendo la mano e mostrando una chiazza rossa simile ad un ustione.
"Come cavolo hai fatto a bruciarti? Hai chiesto a Chato di lanciarti una sfera infuocata nella gamba?" Chiese con  un sorrisetto Capitan Boomerang.
"Lo stagno che c'è sul pavimento, lei non lo può toccare" rispose al posto della donna El Diablo, guardando il metallo argenteo.
"Esattamente" rispose la ragazza mentre la ferita si rimarginava e tornava del colore della sua pelle.
Chato si alzò, si tolse il giubbotto e lo poggiò a terra, per poi invitare la ragazza a sedersi sopra di esso.
Non sapeva perchè lo faceva, ma Sirena gli stava simpatica, e aveva avuto modo di vedere come fosse gentile nei suoi confronti e in quegli degli altri.
Doveva darle anche un minimo di riconoscenza.
"Grazie..." rispose lei sedendosi con delicatezza per poi rivolhere un mezzo sorriso ad El Diablo, che si sedette nuovamente.
Tutto il testo della Suicide Squad si lanciò occhiate maliziose, divertite e stranite. Ma tutte von una scintilla di buono negli occhi.
"Perchè non ci parlate di voi?" Chiese Harley, rivolta a Giulia e Sheila.
"Che senso ha chiedere a tua figla la sua vita se l'hai accompagnata nel corso di qest'ultima?" Chiese Katana in tono ovvio.
Harley sgranò gli occhi.
"Ah, vero..." disse sbalordita per poi guardare Sheila con sguardo malizioso.
"Allora raccontaci di te"
Il gruppo guardò Sirena, con uno sguardo di esortazione.
"Preferirei non parlare della mia vita privata..." rispose Sheila.
Non le piaceva raccontare il suo passato: non era felice di quello che aveva fatto, e non era altrettanto allegro rivivere nella sua mente quei momenti di paura e disperazione.
Le bastava ripensare agli occhi della sua sorellina Moana per scoppiare in lacrime.
Le bastava ricordare il sorriso orgoglioso dei suoi genitori quando tornava a casa con un bel voto per fare in modo che il rimorso le attanagliasse le viscere.
Insomma: parlare della sua vita non le piaceva, soprattutto alle altre persone.
Mentre pensava a questo, però, non potè non chiedersi: E allora perchè aveva raccontato a Chato la sua storia?
Aveva bisogno di sfogarsi? Voleva almeno qualcuno che la capisse?
Non che fosse scesa nei dettagli, per fortuna aveva avuto il buon senso di scartare alcune parti e di mescolare veritá e finzione in modo abbastanza credibile, ma il succo della questione era quello.
Aveva raccontato a qualcuno della sua famiglia...cosa le stava prendendo?
Nel frattempo anche Jolly stava pensando al passato.
Neanche alla pazza in rosa piaceva raccontare di se'.
Ed era una cosa abbastanza strana dato che era un tipo diversamente taciturno, a cui piaceva ridere, scherzare e commentare su ogni cosa.
Ma anche per Giulia riportare alla mente il passato era un impresa ardua: Nonostante fosse pazza, libera e felice sapere che suo padre e eua madre, le persone che dovrebbero volerle un bene dell'anima, hanno cercato di cambiarla e le hanno negato il mondo "normale" la faceva stare male.
La rosa scacciò via quei pensieri e si concentrò di nuovo sulla situazione, che si era fatta poù tesa.
Harley Quinn non aveva accettao la risposta negativa datele da Sheila sull'esporre la propria vita e si era avvicinata a lei, fino a guardarla negli occhi castani.
"Allora capirò io qualcosa di te" disse guardandola ancora di più.
Sheila aveva una leggera paura di quegli occhi: erano azzurro ghiaccio, spiritati e con una scintilla di follia che le fece prendere interi brividi lungo la colonna vertebrale.
Harley Quinn sospirò soddisfatta, per poi emanare la sua senteza, senza staccare gli occhi da quelli della donna bionda e sotto lo sguardo di tutta la squadra suicida.
"Donna di una trentina d'anni: giovane, bella e in salute. Tre sorelle..." disse mentre Sheila la guardava con occhi sgranati, e la Suicide Squd con occhi ancora più sorpresi.
"Una più grande, con dei figli...i tuoi nipotini...una sorellina minore che ahimè non c'è più..." proseguì con tono sempre piu freddo e pacato.
L'ansia di Sheila era alle stelle: Harley era come se le leggesse dentro. E quello che vedeva lo stava esponendo sulla pubblica piazzia.
Aveva voglia di scappare ma decise di mantenere la calma, dopotutto faceva yoga per quello.
"Pessimi rapporti con la sorella gemella..." continuò la donna albina per poi scimmiottare una voce fenminile ed acuta.
"La mia sorellina Sheila è più bella ed intelligente di me.
Così ho deciso di renderla insicura e timida a suon di insulti e figuracce pubbliche..." finì sprezzante.
Il resto della squadra osservava la scena con occhi sbarrati: non era la prima volta che Harley dimostrava le sue "doti" come psicologa e indovinatrice di passati ma quello...quello era il più sorprendente di tutti.
"Oh, e vedo un altra cosa..." cintinuò.
"C-cosa?" Fu l'unica cosa cheriuscì a sussurrare spaventata Sheila.
Harley ghignò.
"Mai uvuto rapporti con esseri maschili: mai avuto un fidanzatino..." disse.
Gli occhi di Sheila si inumudirono.
"Mai baciato nessuno..." continuò, a quelle parole tutti sobbalzarono.
Sheila sentiva gli sguardi addosso.
"Mai fatto l'amore con nessuno..." aggiunse.
Una lacrima calda e bruciante solcò il viso di Sheila.
"E paura dei proprio poteri...anzi, vero terrore di se' stessa" finì per poi staccarsi da lei e tornare al suo posto.
Poi con un sorriso chiese:
"Ho indovinato?"
Sheila non rispose, continuando a guardare Harley.
"Lo prendo come un si" rispose la donna del Joker con un sorriso.
Sirena strinse i pugni: quella donna aveva appena gettato via tutte quelle maschere che negli anni si era costruita con cura solo con uno sguardo, aveva appena raccontato quello chesi annidava dentro di lei.
Aveva appena raccontato di come fosse stata sola, senza un sostegno in una possibile metá.
Aveva appena raccontato che non aveva mai baciato o fatto niente con un ragazzo nei trentuno anni della sua vita.
A quel pensiero serrò ancora di più le gambe.
Aveva voglia di scomparire e di dimenticare tutto, ma decise di non fare nulla.
Avrebbe solo atteso che tutti si scordassero di tutto.
In quel momento, però, Rick Flag fece irruzione nella stanza.
"Scendete" disse semplicemente, con sguardo serio e voce ferma.
"Non si parte?" Chiese ironicamente Deadshot.
A un uomo come lui gli imprevisti non piacevano, soprattutto da parte del governo e di qualche militare troppo gasato del suo ruolo.
"Io chiedo indietro i soldi del biglietto" aggiunse in tono falsamente serio Giulia, alzandosi e sistemandosi la gonna rosa.
"Scendete, e state zitti soprattutto" ripetè ancora più freddo Rick.
La squadra ubbidì e nel giro di qualche minuto tutti si ritrovarono fuori, mentre il suv che li doveva ritrasportare in Louisiana partiva con il rombo possente delle eliche.
"A cosa dobbiamo questo imprevisto?" Chiese Katana con il perenne accento giapponese e l'altrettanto eterno tono gelato.
"La Waller ha chiesto che voi rimaniate qua a Los Angeles per fare da baby-sitter allo specchio degli dei..." stava per dire Rick ma una voce giovanile e squillante lo interruppe.
"Perchè, non veniva con noi quell'adorabile pezzo di vetro?" Chiese Giulia con un sorrisetto da schiaffi.
Rick la guardò truce.
"Quinzel: Tu non riesci proprio a stare zitta, eh?" Domandò.
Il sorriso di Giulia si sepnse e le .
Harley stava per intervenire in aiuto della figlia ma ormai conosceva Jolly: quando faceva cosi' significava che poteva cavarsela tranquillamente da sola.
"Perchè dice questo signor Flag?" Chiese con tono triste e occhi da cagnolino la rosa.
A quella vista Rick non potè non innervosirsi: quell'ingenuitá gli stava dando giá sui nervi.
"Perchè non tieni mai la bocca chiusa ragazzina" rispose in tono ovvio.
Jolly non demorse.
"E perchè?" Chiese nuovamente.
"Perchè dici qualcosa su tutto"
"E perchè?"
La pazienza di Rick si esaurì dopo solo due domande.
"Perchè significa forse che trovi qualcosa intressante!" Gridò esasperato. Giulia sorrise soddisfatta.
"Bravo Rickie!" Trillò dandogli delle pacche sulla testa come si fa con i cani che riportano il bastone, fregandosene che era ridicolmente più bassa del soldato.
Rick aveva una gran voglia di pestare a sangue Jolly, ma strinse i denti e continuó.
"Comunque lo specchio ha avuto dei problemi durante il trasporto.
Ora vi accompagneremo alla vostra momentanea abitazione" disse con tono menefreghista ed espressione scura.
La Suicide Squad si guardò, chiedendosi in quale topaia gli avrebbe rinchiusi il governo.
Per poi seguire Rick, che si stava allontanando.
Deadshot osservò Giulia, per poi avvicinarsi a quest'ultima.
Jolly aveva ancora sulle labbra il sorriso vittorioso che aveva acquisito dopo la lotta verbale con Rick, che aveva stracciato, e nel frattempo aveva un amdatura gongolante di vittoria.
"Ehi bambolina: sei andata a una scuola speciale o le persone le sai fare andare di matto per natura?" Chiese con un sorrisetto, affiancandosi alla pazza.
Jolly lo guardò sogghignante.
"E quello era solo un assaggio Floyd" rispose.
Jolly amava essere fastidiosa: le piaceva vedere le persone che si innervosivano; le piaceva vedere la rabbia sopraffare le menti; le piaceva vedere come ognuno avrebbe reagito alle sue provocazioni.
E con questi pensieri in testa non si accorse che erano nei pressi di un quartiere decisamente e diversamente povero.



ANGOLO AUTRICE: I'm back!
Mi spiace davvero tanto per l'attesa, ma l'estate ha un brutto effetto su di me XD.
Comunque l'importante è che vi ho portato un nuovo chappy, uno decisamente meno movimentato degli altri ma sempre un chappy!
Non ho molto da dire: come si può notare mettiamo un po' più in luce la mia Sheila e la fantastica Jolly, quest'ultima credo che le farò fare le peggio cose alla squadra *faccina malefica* 😈.
Ok, ancora non avete visto cusa fará "quell'adorabile pezzo di vetro" (cit Jolly) dello specchio degli dei ma nei capitoli a seguire fará emergere diversi casinò (?).
BASTA! NON SPOILERO!
E con questo angolo diversamente sensato vi saluto amati lettori, invogliandovi a recensire!
Un bacio e alla prossima! Perdonate per eventuali errori.

Ps: Pensavo di mutare i titoli dei capitoli da italiani ad inglesi, cosa ne pensate?

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Capitolo 12
*** Lost keys. ***


"Ci stai prendendo in giro Flag?" Domandò Capitan Boomerang osservando l'immenso edificio difronte a loro.
L'australiano oramai si era abituato così tanto allo squallore dela sua cella che quel semi-grattacielo gli sembrava quasi quasi un dono divino.
Alto una trentina (o addirittura una quarantina) di metri, rivestito di vetro e metallo lucente. Il tetto era ampio e sembrava avere una pista di atterraggio, data la presenza di un aereo su di esso.
Almeno la mezzora che avevano impiegato per arrivarvi era valsa a qualcosa.
Giulia osservò l'edificio, dopo ridacchiò sommensamente e incominciò a dire frasi svalvolate e senza senso sui presidenti o cose così, gesto che la squadra suicida trovò molto strano e fastidioso, dato che le "battute" le capivano solo la pazza in rosa e Harley Quinn, ma oramai non ci prestavano più tanta attenzione: Jolly era fuori come i genitori, niente di più, niente di meno.
Rick riprese la parola.
"Questa è la vostra momentanea abitazione, è provvista di ogni misura di sicurezza in caso uno di voi si monti la testa.
Nel piano inferiore c'è la palestra, nel medio i vistri alloggi e nel superiore i servizi igienici, la cucina e la spa..." stava per continuare, ma la voce squillante e giovanile di Jolly, che tanto odiava, lo troncò.
"Che figata, abbiamo pure la spa! Avete pensato proprio a tutto per i vostri cattivi preferiti!" Trillò con un sorrisetto da schiaffi.
Rick non tollerava più quella ragazzina: odiava le persone logorroiche e dalla spiccata parlantina, soprattutto se erano dei pazzi da catena con un perenne sorriso strafottente in volto e la propensione a fregarsene delle regole.
E con questi pensieri in testa si avvicinò pericolosamente a Jolly con un'espressione feroce in volto, disuguale da quella gioiosa e sempre sorridente della sedicenne.
"Ti avverto per un'ultima, fottutissima volta: non aprire più quella bocca, o ti faccio passare la voglia di sorridere una volta per tutte" ringhiò, freddo e aggressivo.
Giulia, dal canto suo, non era spaventata per nulla.
Non avrebbe mai chiuso la bocca, e non avrebbe mai smesso di sorridere.
Inoltre non si spaventava certo degli affronti verbali; anzi, quelli con Flag quasi quasi le facevano piacere...
Stava per rispondere a tono al colonello ma qualcuno l'anticipò.
Deadshot si parò difronte a Rick, serio in volto e rigido nella postura.
Flag rimase in un attimo di smarrimento, ma la voce roca e profonda del cecchino lo tirò via dalla confusione.
"Ascoltami: Puoi avere tutti i cavolo di gradi che vuoi, puoi non essere un assassino e puoi essere il capo di questa spedizione.
Ma non hai il diritto di parlare a uno di noi così, soprattutto a una ragazza.
Quindi quello che non dovrebbe più aprire la bocca, qua, sei tu.
Capito?" Le parole di Floyd rimasero impresse nella mente di tutti.
Soprattutto in quelle di Rick e Giulia.
Il primo si sentiva umiliato: si era fatto mettere i piedi in testa prima da una svalvolata vestita di rosa e poi da un sicario mezzo filantropo.
E la sua reputazione si era andata a fare, per metá,  benedire definitivamente.
La seconda invece era rimasta quasi incantata.
Mai nessuno, oltre ai suoi genitori, aveva preso le sue difese.
Ma quel Deadshot si, e gliene era grata.
Rick aveva gli occhi gonfi e rossi, trabbocanti di rabbia.
Trasse un lungo respiro per tranquillizarsi e continuò.
"Tenete" disse prendendo tre mazzi di chiavi: uno era rosso con una chiave a sfera, uno verde con un'altra chiave del tutto normale e poi uno blu con una chiave perfettamente uguale alla seconda.
"Quella verde è della casa, quella rossa di una stanza in cui non dovrete mettere piede per nessun motivo, solo per casi di emergenza, e quella blu è della camera dello Specchio degli Dei" spiegò Rick.
Harley si avvicinò per prendere le chiavi ma quello gliele tolse di mano.
"Ehi!" Si lamentò la donna.
"Almeno dalle a me" si intromise Jolly.
"O a me!" Aggiunse Capitan Boomerang.
"Ehi, io sono il più responsabile" esclamò Deadshot.
"Io non le voglio" disse Killer Croc.
"No, la dai a me!" Trillò Harley.
Se ne avesse avuto la possibiltà Rick avrebbe commesso un omicidio di massa molto volentieri, o se ne sarebbe semplicemente andato. Ma dato che la sua missione NON prevedeva il massacro di uno dei criminali nè l'ipotesi di mandare a quel paese la squadra decise di appigliarsi a tutta la, giá scarsa, pazienza che gli rimaneva.
"No: tu, come del resto quell'insopportabile di tua figlia, faresti solo danno.
Di Harkness mi fido meno di uno che ha detto di avere visto un asino che vola e Deadshot...tu con tutte le cose che ti ritrovi addosso" disse Rick alludendo a tutte le pistole e le armi del sicario.
"Le perderesti" finì.
Alla fine rimanevano Katana, El Diablo e Sirena.
Erano i tre che avrebbero causato meno problemi: Tatsu non sarebbe mai andata contro le regole, Chato era così indifferente che, dal canto suo, il sapere il contenuto della camera segreta gli importava quanto una cicca calpestata e Sheila era troppo buona e leale per andare contro gli ordini.
Consegnò la chiave verde a Tatsu, quella rossa ad El Diablo e infine quella blu a Sheila.
"Non le date a nessuno di quei quattro, farebbero solo una cazzata più grossa dell'altra" avvertì serio alludendo ad Harley, Floyd, Jolly e Digger. Per KC non si spaventava, del resto l'uomo-coccodrillo aveva categoricamente detto che non voleva nessuna delle tre chiavi. Poi se ne andò da un plotone di soldati.
Stava per sparire, ma poi arrestò il passo e si voltò.
"Se avete l'idea di uscire non fate cavolate, o ne pagherete le conseguenze. Ma credo che persone asociali e sociopatiche come voi non lo faranno" disse, per poi proseguire il passo.
Appena fu sparito Katana prese la chiave verde e si diresse a grandi falcate verso l'enorme portone della casa, infilò la chiave nella serratura e girò in senso antiorario. La porta scattò e si aprì.
"Era da quando ho fatto una vacanza a Las Vegas che non vedevo una cosa del genere" ammise Deadshot osservando la stanza ampia e luminosa, dalle pareti color oro e oggetti d'arredamento perfettamente in sintonia con il colore.
L'atmosfera che si respirava non aveva neanche un' accento di cattivo gusto e/o sciattezza, l'ambiente era comodo, accogliente e lussuoso; reso ancora più ricco dal televisore a schermo piatto e dai soprammobili in argento e bronzo, in fondo al corridoio si poteva notare la tromba delle scale che, con molta probabilitá, conduceva ai piani superiori.
"Sono in paradiso? Sono giá morta?" Chiese Giulia osservandosi intorno meravigliata.
"Credo che sparirá qualcosa da questo appartamento..." sogghignò Harley ticchettando la mazza sui mobili in marmo.
Mentre tutti erano impegnati ad osservare e/o derubare la stanza Katana si guardò intorno, e decise di andare in un'altro luogo più calmo e rilassante, dove poteva pensare in santa pace senza colonnelli che le dessero ordini o ladri squilibrati che stramazzassero.
Adiacente al soggiorno, sulla sinistra, si trovava una stanza che stonava con l'ambiente di poco prima, ma che era l'ideale per lei: si trattava di una piccola camera angusta, abbastanza grande dal porvi all'interno solo una vecchia libreria in noce che sorregeva alcuni libri antichi, una polotrona antica di velluto rosso e uno specchio di argento arruginito.
Le tende, grosse e scure, facevano passare quel minimo di luce che consentiva di intravedere il tutto.
Tatsu entró, insipirando a pieni polmoni l'aria pesante e umida.
Socchiuse la porta dietro di lei, assicurandosi che nessuno la vedesse e la venisse a disturbare e si sedette sulla poltrona rossa, che scricchiolò sotto il suo peso.
Si prese qualche momento per fare adattare gli occhi all'ombra della stanza e, quando riuscì ad intravedere l'intonaco scrostato dei muri e la muffa negli angoli, sguainò la sua katana, poggiandosela sulle gambe incrociate e chiudendo gli occhi neri.
Cercò di rilassarsi e di riequilibrare il suo zen.
Ben presto sentì la calma avvolgerle lo spirito e il corpo, mentre le domande che aveva in testa da tutto il giorno arrivavano come fiotti di acqua nel suo cervello.
Perchè la sua katana aveva vibrato quando era entrata nel museo?
Perchè aveva la sensazione che qualcosa non andasse?
Perchè Flag non le aveva illustrato i "problemi di trasporto" dello specchio?
Come mai aveva la sensazione che quell'assurdo pezzo si cristallo avrebbe causato problemi?
E mille altre domande affollavano la testa della giapponese, domande a cui non sapeva dare una risposta, ma uno schricciolio alle sue spalle la fece sobbalzare per un attimo...aprí gli occhi, sentendo chiaramente la presenza di qualcuno alle sue spalle, ma riuscì chiaramente a distigiere chi, anche da voltata avrebbe saputo riconoscere quel profumo di alcool e ciliegie tra mille...
"Cosa vuoi Boomerang?" Domandò fredda, quasi seccata.
Digger ghignò...non era riuscito nell'intento di coglierla di sorpresa.
In fondo chi mai ci sarebbe riuscito?
Il moro chiuse a chiave la porta dietro di se', per poi avvicinarsi a Tatsu, ancora girata di spalle.
Quando fu perfettamente dietro di lei le mise le mani sulle spalle per poi abbassarsi fino a fare coincidere la sua bocca con il lobo del suo orecchio.
"Ti vedo strana, giapponesina...sei più silenziosa del solito, te ne vai senza avvertire e ti chiudi in una stanza che puzza di piscio e umiditá...cosa ti prende?" Chiese in un sussurro l'australiano.
Katana non osava muoversi, mantenne la sua posizione rigida, fredda e composta.
Per quanto trovava insopportabile George doveva ammettere che il suo tocco non le dispiaceva: aveva le mani calde, leggermente callose a causa dell'allenamento dei boomerang, ma che conservavano quella morbidezza che tanto caratterizzava anche le mani del suo defunto marito.
Scacciò via quei pensieri: cosa le importava del calore delle mani di Digger? Poteva averle rassicuranti quanto voleva ma il carattere rimaneva sempre quello scontroso, sarcastico e duro.
E lei lo odiava.
"Nulla che ti debba interessare" rispose semplicemente, nella speranza di toglierselo dai piedi.
"Ma io mi preoccupo e mi interesso tesoro...non vorrei che la mia samurai preferita si sciupasse" scherzò lui, mordicchiandole il lobo.
A quel contatto Katana scattò in piedi, per poi voltarsi furiosa verso l'australiano, che indietreggiò di due passi. Senza mai, però, perdere il suo ghigno strafottente e malizioso.
Amava vederla arrabbiata...era semplicemente affascinante.
"Ti ho detto che fra noi non può funzionare...Perchè insisti così tanto?!? Da quello che ho visto puoi avere tutte le donne che vuoi; Quindi perchè stai addosso solo a me?" Chiese, cercando di apparire il più calma possibile, fallendo miseramente.
Oltre alle domande sullo specchio un'altro quesito che l'affliggeva era proprio quello: Perchè lei? Perché Captain Boomerang ci provava solo con lei, nonostante gli avesse detto più volte che non avrebbe funzionato?
George la fissò, per poi avvicinarsi pericolosamente a lei, puntando poi i suoi occhi color ghiaccio in quelli neri della donna, per quanto la maschera di quest'ultima impedisse di incrociare a pieno i loro sguardi.
Le si avvicinò con un'insopportabile e sensuale cautela all'orecchio per poi sussurarle:
"Hai detto bene: perchè le altre le posso avere..." e marchiò la parola "altre", come a scandirla meglio.
Si staccò da Katana, nel frattempo quest'ultima con un'espressione leggermente sorpresa, e uscì dalla stanza; aprendola e uscendo, dopo aver dedicato alla giapponese un occhiolino ammiccante e la migliore delle sue risatine.
Non sapeva perchè "corteggiava" Tatsu, e non un'altra ragazza magari quest'ultima più "facile" e meno testarda.
Katana non era neanche il canone di bellezza che più lo affascinava; insomma, non era di certo brutta! Anzi, i suoi capelli color ebano e i suoi profondi occhi onice lo stregavano più di qualsiasi altra cosa ma i lineamenti orientali non lo avevano mai entusiasmato più di tanto. Lui era più propenso per un tipo come Sheila, o Harley, o ancora Giulia per certi versi...e una domanda gli sorse spontanea: Ma allora perchè andava dietro a Tatsu e non dietro alle due affascinanti psicopatiche o l'ammaliante sirena? Bhe, inanzitutto tutte e tre le donne citate avevano delle sfaccettature che cozzavano con il suo carattere:
Sheila era troppo buonista per i suoi gusti, inoltre quando Harley aveva rivelato che alla bellezza di quasi trentuno anni la bionda non avesse mai baciato nessuno e fosse ancora vergine aveva completamente perso le speranze. In più non credeva che Sheila sarebbe mai stata atratta da una persona con il suo carattere. Era più una donna incline all'infatuamento di un tipo...che ne so'...come Chato!
Harley era una bellezza davvero particolare, ma non si sarebbe mai permesso di sfiorarla manco con un dito, in carcere giravano voci che chiunque avesse toccato la regina di Ghotam, da semplici carcerati a illustri guardie, sia stato ucciso a colpi di fucile e mitragliatrice niente meno che dal Joker!
La sua parte orgogliosa gli diceva che poteva tranquillamente battere il pagliaccio; era solo, come del resto la sua fidanzata, un pazzo che aveva finito i tranqullanti e che agiva solo d'istinto. Ma il suo buonsenso gli dettava la sola e semplice veritá: Joker non agiva d'istinto, era molto di più di un semplice schizofrenico. Era un freddo e lucido calcolatore, molto pericoloso fra l'altro.
Questo fatto era lo stesso che l'aveva portato a stare alla larga anche da Giulia; Joker gliela avrebbe sicuramente fatta pagare cara e salata se avesse toccato anche con un solo dito la sua figlioletta.
Delle tre, però, era quella che gli dispiaceva di meno. Non che non la trovasse affascinante, anzi: quei grandi occhioni da cerbiatta e il sorriso bianchissimo gli trovava semplicemente incantevoli, se aggiungiamo che aveva ereditato il fisico snello e slanciato da Harley doveva ammettere che era la ragazza più bella che avesse mai visto, dopo la sua Isabel*, ovviamente.
Ma non avrebbe mai fatto qualcosa con una minorenne, fra l'altro squilibrata di mente e figlia del Re di Ghotam.
Katana era la migliore fra le quattro: molto bella, con un carattere affine al suo e la scritta immagginaria "SINGLE" stampata a grandi lettere sulla sua testa.
Semplicemente perfetta.
"E poi è anche facile distrarla..." pensò osservando la sua mano da ladro nella quale era tenuta stretta la chiave della casa, sottratta a Katana quando si era avvicinato a lei.
Quella sera sarebbe uscito, o eccome se sarebbe uscito: fosse stato per lui sarebbe scappato ma gli avrebbero fatto esplodere la testa appena si fossero accorti della sua assenza.
Avrebbe solo fatto un giro in zona, entrando in pub trangugiando litri di birra e magari "fatto compagnia" a una gentile signorina lì vicino...
Era così occupato con i suoi piani per la serata che non si accorse che era entrato in rotta di collisione con qualcuno...
Cadde a terra con un tonfo sonoro, mentre le chiavi e ulcuni dei suoi boomerang venivano scaraventati a terra. Finendo chissá dove con tintinnii metallici.
"Ehi amico, stai attento!" Sbottò scorbutico, osservando l'uomo in tuta rossa difronte a lui.
"Scusa, non ti avevo visto" rispose Deadshot, raccogliendo in gesto di cortesia i boomerang di George. L'australiano si alzò e lasciò raccogliere gli oggetti a Floyd, era il minimo che potesse fare a parer suo. Si concentró di nuovo sulla serata, pensando agli orari di uscita e di rientrata.
Conosceva bene gli orari di sonno dei suoi vecchi compagni di squadra: era risaputo che Katana, El Diablo e Deadshot si andassero a dormire relativamente presto, ed era altrettanto noto il fatto che Killer Croc e Harley si coricassero molto tardi, verso le 11:30.
Sarebbe potuto uscire a mezzanotte, orario perfetto perchè sapeva che tutti erano in fase rem, ma il problema erano quelle nuove: non sapeva il ciclo del sonno di Sheila e Giulia, e si preoccupava che una delle due lo potesse sentire e/o beccare, facendogli fare brutta figura difronte alla Suicide Squad e facendogli perdere una volta per tutte la fiducia di Katana.
Si preoccupava soprattutto di Jolly: se giá Harley era molto restia ad addormentarsi figuriamoci quell'uragano sceso in terra della figlia!
Mmmh...magari le metteva uno dei suoi sonniferi nella cena, l'avrebbe fatta addormetare, sarebbe uscito e ritornato in tempo record, sarebbe entrato in camera di Katana e avrebbe approfittato della sua leggerezza di passi da ladro per rimettere le chiavi al suo post...
Ma su quest'ultimo punto nella sua mente scocchiò fulminea una domanda: "Aspetta...dove sono le chiavi?" Si chiese allarmato: si tastò le tasche della tuta blu, quelle del giacchone pesante e controllò anche le tasche segrete (quelle in cui teneva i soldi sporchi o le armi di ricambio).
Ma niente.
"Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!" Imprecava, dimenticandosi la presenza di Deadshot, che lo guardava con uno sguardo misto alla curiositá e alla sorpresa.
Che Digger fosse una persona nervosa era risaputo da tutti, ma che si agitasse e imprecasse in quel modo era una cosa abbastanza strana, se il motivo sembrava inesistente.
"Ehi Boomer, che hai? Epilessia?" Domandò scherzoso il cecchino. Capitan Boomerang si fermò, con le mani ferme sulla giaccha e gli occhi blu che fissavano Deadshot.
"Le ho perse..." disse con lo sguardo affranto.
Floyd alzò un sopracciglio, stranito.
"Che cosa?" Chiese curioso, la risposta lo lasciò di sasso.
"Le chiavi della casa, ho perso le chiavi della casa..." sussurrò, giá immaginandosi la fine che avrebbe fatto.
~

~

~
"Sei un genio! Un genio!" Urlò per l'ennessima volta Katana, osservando rabbiosa l'australiano difronte a lei placidamente seduto sul divano del soggiorno, con il resto della squadra a semicerchio posta difronte a lui.
Digger sbuffò infastidito: gli sembrava che i suoi compagni lo trattassero come un bambino, solo perchè aveva perso delle stupidissime chiavi...
"Non è colpa mia se sono troppo affascinante e se tu ti fai sedurre così facilmente" la stuzzicò George.
Tatsu si voltò, come a volerlo uccidere con gli occhi per la, palese, pessima figura che gli stava facendo fare.
Harley guardò la giapponese con un sorrisetto, pronta a sbeffeggiarla per il fatto che ora tutti quanti erano rimasti chiusi all'interno dell'edificio.
"Uh che atmosfera pesante!" Si intromise Giulia, sventolandosi una mano davanti al volto come a volere scacciare un qualche tipo di cattivo odore.
Katana non fu nemmeno toccata dalle frecciatine delle due pazze, più tosto le cose che la infastidivano maggiormente, in quel momento, erano il ghigno strafottente di Capitan Boomerang e il suo sguardo sornione e malizioso, come se giá pregustasse la vittoria dell'affronto verbale che di lì a poco avrebbe sostenuto con lei.
"Ehm...io tolgo il disturbo" disse Deadshot, sentendo l'aria tesa come una corda di violino.
"Io anche" si aggiunse Killer Croc, uscendo dalla stanza in compagnia del cecchino.
"Io vado a cercare le chiavi" trovò un pretesto El Diablo, che poi tanto pretesto non era dato che giá si era imposto di trovare quel mazzo verde giá da prima, ma quella scusa lo avrebbe salvato da eventuali urla spacca timpani a suon di insulti velenosi e atti ancora più letali.
"Io, Harley e Giulia andiamo a leggere qualcosa in biblioteca" esordì Sheila, trovando una scusa per schiodare anche le altre due dalla stanza e dalla situazione.
"Ma a me non piace leggere!" Squittì Giulia, più interessata a vedere George e Tatsu litigare piuttosto che sfogliare uno dei libri della biblioteca.
"Ma a me si e mi farai compagnia" rispose Sheila, prendendo Giulia per mano e invitando con un gesto del capo anche Harley, che sbuffò e si incamminò con lei.
"Tu mi devi spiegare come ti possa piacere leggere!" Disse meravigliata e un po' annoiata la donna del Joker rivolta a Sheila, prima di chiudere la porta alle sue spalle.
Per la seconda volta nell'arco della giornata Digger e Tatsu rimasero in una stanza, da soli e con la testa che scoppiava.
"Ora che tutti se ne sono andati completiamo l'opera?" Chiese divertirto lui leccandosi le labbra, più che altro sperando in un'innescamento di raptus omicida da parte della giapponese piuttosto che in una concquista, cosa che successe anche se più contenuta.
"Tu non hai il senso della serietá, non è vero?" Domandò gelata la samurai, osservandolo con occhi inniettati di odio.
Lui ridacchiò, andando verso una piccola bottiglia di whisky poggiata sul tavolo.
"Non è mai stata una delle mie caratteristiche principali" rispose versandosi il liquido marroncino in un bicchiere di cristallo.
Dopo avere finito quelle due dita di alcolico si voltò verso Katana.
"Ne vuoi un sorso?" Domandò
"No"
"Sicura?" Chiese nuovamente.
"Si"
"Strano, mi ricordavo ti piacesse" disse con faccia fintemente stranita versandosi un altro bicchiere.
La calma di Katana si stava esaurando; ne aveva abbastanza delle perdite di tempo di Digger e voleva passare subito al sodo.
"Sai che quello che hai fatto ci arrecherá danno, vero?" Chiese, cercando di non urlare.
Lui la guardò di sottecchi e si voltò nella sua direzione.
"Intendi quello che ABBIAMO fatto? Oh si, perfettamente" rispose con nochalance allungando il suo bicchiere in direzione della corvina, dimenticandosi l'ansia di quando aveva perso le chiavi, per ritirarlo a sè subito dopo.
"Non mi risulta che io abbia dato il mio contributo alla perdita delle chiavi" soffiò l'altra.
"Oh, tu invece hai dato il tuo contributo eccome" rispose l'australiano dando una sorsata al suo ristoro liquido, continuando prima che la samurai potesse prendere parola.
"Cosa dirai a Flag, quando arriverá e/o ti chiamerá per chiedere spiegazione sul perchè siamo rimasti chiusi in questo fottuto edificio? Che ti sei fatta sedurre da me e che sei stata una PESSIMA guardia?
Ma non farmi ridere..." affermò, ghignando.
"Io non mi sono fatta sedurre da te..." specificò la samurai, cercando di cambiare discorso.
George scoppiò a ridere, voltandosi verso di lei.
"Sai la cosa divertente? È che tu non aspetti altro che mi faccia avanti e finisca nel tuo letto, ma la tua repitazione andrebbe a puttane e quindi cerchi di fare ricadere la colpa su di me..." disse, osservandola con le lacrime agli occhi.
"Fidati Boomer: tu sei l'ultima persona che vorrei nel mio letto e la prima che vorrei vedere marcire in una cella. Non do' la colpa a te perchè mi sento in colpa di voglie ormonali, anche inesistenti direi, ma perchè è colpa tua" Sputò più acida che poteva.
Lui la guardò e percorse la sua figura con gli occhi: quella era la sua donna! Una donna guerriero dura come la roccia e fredda come il ghiaccio.
"E comunque desideri carnali o non hai perso..." stava dicendo ma lui la interruppe.
"Abbiamo" la corresse, lei sbuffò.
"Hai"
"Abbiamo"
"Hai"
"Abbiamo"
"Hai"
"Sei cocciuta" osservò lui.
"Tu più di me" rispose a tono la donna.
"Comunque abbiamo" insistette Digger.
"Perchè dovrei dire che anche IO ho perso la chiave?" Chiese ovvia la giapponese.
"Perchè è la veritá. Sennò io dirò a tutti che sono stato a un passo dal farti mia" ghignò, assaporando l'espressione basita di lei.
"Non saresti capace di sparare una menzogna" rispose. Sapeva che non era vero, che George non si sarebbe fatto scrupoli a dire qualsiasi cosa, anche non vera, a chiunque.
"Certo che sarei capace, e poi non è del tutto una menzogna" insistette l'australiano.
"Si che lo è" lo contraddisse.
"No che non lo è" ostentò il ladro, guardandola negli occhi.
"Lo vedi come fai?" Gli chiese spazientita.
Lui fece il finto tonto.
"Come faccio cosa?" Chiese con il suo solito sorriso da schiaffi, bevendo del whisky.
Amava vederla perdere la testa, ce la metteva tutta pur di vederla arrabbiata.
Lei scattò, camminando nervosamente per la stanza.
"Senti: ho capito che andrai avanti con questa carnevalata finchè io non accetterò le tue richieste.
Ma sappi che io non mi arrendo così facilmente..." lo informò, oramai avendo intuito il suo giochetto.
Lui la raggiunse, posando il bicchiere ormai vuoto di alcolico sul tavolo. Per poi avvicinarsi a lei ed osservarla.
"Neanche io occhi di corvo" le rispose, con un nuovo appellativo per Katana da aggiungere alla sua agenda.
Lei mantenne la sua espressione glaciale, osservandolo dal basso (lui era di ventotto centimetri più alto) con il suo sguardo da guerriera.
"Prepara l'armatura Boomerang, ne avrai bisogno" lo provocò.
George sorrise mesto.
"Anche tu Katana"



ANGOLO AUTRICE: My god il ritardo!
Hi!!! Si lo so: da quanto non ci si vede.
SORRYYYYYYYYYYYY!! Sono stata moooolto impegnata fra compiti e cose così, inoltre ho cercato di allungare il capitolo come meglio potevo, per ripagare la lunga assenza.
Bene, dopo le scuse sperando che stanotte nessuno mi venga a cercare (cosa di cui dubito XD) passiamo all'analisi del riassunto del chappy: come possiamo notare in questo chapter ho dato largo spazio ai personaggi di Capitan Boomerang e Katana e il loro burrascoso rapporto fatto di amore/odio.
Il primo che sta diventando il personaggio più friendzonato della DC comics nel corso di una sola storia XD, mentre la seconda la più sfigata dato che Digger la tiene con le mani nel sacco.
Di certo Katty (😂) dovrá giocare molto di astuzia e dovrá essere molto veloce a ribaltare la situazione, sennò bye bye reputazione (pure la rima faccio XD).
Nei prossimi capitoli cercherò di dare spazio a tutti i personaggi, ma in particolare a quello di Giulia, dato che le farò fare le peggio cose alla squadra LOL 😂😂.
So che la situazione sembra tranquilla, fin troppo forse, ma vi spoilero che ci sará un fulmine a ciel sereno.
I cicloni hanno bisogno della calma, ricordatevi!!
Detto questo vi saluto, chiedebdo venia per eventuali erorri e vivendo nella speranza i un vostro apprezzamento per il capitolo...magari attraverso un bel commento o una bella recensione.
Un bacio e alla prossima!

Ps: Questa storia la trovate anche su Wattpad con lo stesso identico nome.

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