corso di teatro

di Blonde Green
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** conoscenze ***
Capitolo 2: *** Dubbi ***
Capitolo 3: *** Gelosie e Fiorellini ***
Capitolo 4: *** Appuntamento ***
Capitolo 5: *** Baci ***
Capitolo 6: *** Pianti ***
Capitolo 7: *** Rivalsa ***



Capitolo 1
*** conoscenze ***


CORSO DI TEATRO





Capitolo 1 ------- conoscenze


Alla mia migliore amica che ascolta tutte le mie pazzie,

Odiavo il lavoro dei miei genitori, perché a causa loro non potevo passare neanche un anno nella stessa scuola. Loro erano manager di attori e cantanti famosi e quindi avevano bisogno di trasferirsi con i loro clienti, ed, essendo molto legati alla famiglia, obbligavano me, Izzy e Jace a seguirli.
I miei due fratelli erano sempre stati indifferenti ai cambiamenti, ma io, non essendo come loro così estroverso, ho sempre avuto dei problemi a farmi dei nuovi amici in poco tempo.
In ogni caso non volevo farlo capire ai miei genitori, era una preoccupazione in più che non volevo dare loro e poi non dovevo nasconderlo troppo dato che venivano a casa solo per la cena, per la quale cucinava mia madre in modo che nessuno venisse intossicato dalla cucina di mia sorella.
Quindi eccomi qui a Gennaio in una nuova scuola con il mio migliore amico e Izzy pronti a buttarci nella folla dell'entrata guardati come primini. Tutte le ragazze ed i ragazzi si giravano e mormoravano al nostro passaggio, tutti con gli occhi sbarrati per non perdersi neanche un gesto od un particolare dei miei due compagni.
Jace è il solito “bad-boy”: alto, biondo, con tatuaggi e un corpo da paura. È bello come un angelo e quando si allena con i muscoli in tensione e tutto sudato è una visone paradisiaca.
Invece Izzy è alta, con i capelli e gli occhi neri come la pece e di una bellezza mozzafiato.
Entrambi hanno sempre sfruttato il loro splendore per i “piaceri della vita” e ovviamente le loro vittime non hanno mai avuto niente da protestare, anzi da quanto mi raccontano, i loro partner sono sempre molto soddisfatti delle prestazioni e li pregano di avere un secondo round, cosa che loro solo poche volte concedono.
-ragazzi, vi stanno fissando tutti- constatai osservando tutte le occhiate che i nostri nuovi compagni ci lanciavano.
-già non è fantastico? Adoro essere il nuovo arrivato, molte più ragazze per me vogliose di fare ciò che desidero- si voltò verso di me Jace con un sorriso mozzafiato che, quando vide la mia faccia disgustata, si aprì ancora di più e, dandomi una pacca sulla spalla, mi consolò: -non ti preoccupare, quella che sceglierai non la sfiorerò nemmeno con il pensiero.-
Alzai gli occhi al cielo e sentii Izzy sghignazzare.
-ragazzi ho già addocchiato il mio- annunciò mia sorella mentre faceva l'occhiolino ad un ragazzo molto alto che la stava spogliando con gli occhi desideroso.
-quando metterete la testa a posto?- chiesi esasperato dal loro comportamento
. -dai fratellone, smettila di fare il santo. Ogni tanto ci vuole un po' di sano divertimento. Magari se ti trovassi anche tu qualcuno la smetteresti di stressarti per noi.-
-Alec, ha ragione Izzy, hai bisogno di una sana scopata. Se vuoi ti procuro qualcuna.-
Ormai eravamo arrivati davanti al portone che spinsi cercando di lasciarmi alle spalle i miei due familiari esasperanti e mi diressi verso la segreteria con Jace che mi urlava dietro -era un sì?- e Isabelle che rideva attirando ancora di più sguardi addosso al nostro trio.
-Buongiorno. Vorrei chiederle gli orari di Isabelle e Alexander Lightwood e J.C. Herondale- dissi rivolgendomi ad una signora sulla cinquantina con gli occhiali appoggiati sulla punta del naso che facevano molto nonna papera.
-Siete i nuovi arrivati, giusto?- annuii – bene, allora... benvenuti a New York, spero vi troviate meravigliosamente, questa è la migliore scuola di tutta la città-
Mentre lo disse sembrava che le si stesse gonfiando il petto per l'orgoglio, ma penso fosse solo una mia impressione. Dopo aver preso i fogli, ringraziai e ritornai dai due per consegnare loro i rispettivi orari.
-Prima ora teatro, voi?-chiesi.
-Teatro? Quindi non stavi scherzando quando hai detto che ti saresti iscritto a qual corso!-
-No Jace, volevo provare qualcosa di nuovo-
-Sicuramente sarai un attore nato, fratellone- mi incoraggiò Isabelle.
Magari imparerò qualche nuova scusa da affibiare alla mia famiglia per continuare la finzione, pensai. Devo ammettere che nascondere la mia omosessualità non è sempre stato semplice, soprattutto durante gli allenamenti con Jace. Devo costantemente controllarmi se non voglio far allagare la palestra con la bava, ma hey! Non è colpa mia se il mio migliore amico (/colui di cui ho avuto una cotta epocale) ha un corpo da Adone!
Sentii un urlo e preoccupato controllai che non fosse successo nulla, ma non c'era nessun serial killer nei dintorni, solo mia sorella che aveva appena letto il suo orario: -non è possibile! Storia e italiano le prime 3 ore! Ma dico, siamo pazzi? Io dormirò già il primo giorno e al diavolo la buona impressione!-
-Iz ho il tuo stesso orario, se ti consola sai già che saremo in due a dormire.- continuai a sghignazzare fino al suono della campanella per poi dirigermi verso la mia aula sentendo in lontananza mia sorella e Jace che si lamentavano ancora sul loro orario.
Arrivato in classe mi sedetti al primo banco, almeno alla presentazione non avrei dovuto sfilare davanti a tutta la classe in caso il professore mi avesse chiamato alla cattedra.
Presi il quaderno, una matita e aspettai l'entrata dell'insegnante. Mi aspettavo una persona un po' eccentrica, ma persino la peggiore delle mie ipotesi non aveva centrato il segno. L'uomo, o meglio il ragazzo, perchè non gli avrei dato più di 25 anni, era vestito con una vestaglia tigrata, i pantaloni neri con i brillantini, la camicia viola con le paillette e infine i capelli acconciato in una capigliatura senza senso piena di glitter e ciocche multicolori. Ovviamente non mancava il trucco, infatti si distingueva una striscia d'orata sulle palpebre e un lucidalabbra color carne con i brillantini. Aveva fascino e stile, ma devo ammettere che a prima vista ne ero rimasto sconvolto. Che professore mi ero ritrovato?
-Tu sei quello nuovo, giusto?- mi chiese con la sua voce vellutata ed io annuì – bene, ragazzi vi presento Alexander Lightwood, nuovo acquisto della nostra scuola.-
-Alec.- dissi sentendo le guance avvampare.
-come prego?-
mi schiarii la voce: -mi chiami Alec, professore, il nome Alexander non è proprio uno dei miei preferiti.-
-Ma è così sexy Alexander- mi rispose l'insegnante facendomi l'occhiolino e la classe proruppe in una risata – e comunque essendo io chi comanda in questa classe, posso decidere come chiamarti e preferisco decisamente Alexander visto che, intuendo, tutti ti chiamano Alec. Devo essere originale, no?-
Già, quella sembrava la sua politica da applicare su tutto ciò che lo circondava.
-C-certo – conclusi il discorso sapendo che non gli avrei fatto cambiare idea.
-Bene ragzzi chi vuole spiegare al nostro caro Alexander ciò che abbiamo fatto fin'ora?- un paio di braccia si alzarono e il professore indicò un ragazzo di corporatura snella ma slanciata, con i capelli biondi e un occhio verde ed uno azzurro.
-Abbiamo deciso il nuovo copione che dovremo recitare allo spettacolo di fine anno ed è stato scelto l'Otello. Non abbiamo ancora deciso i ruoli e la sceneggiatura, perchè essendo appena finito lo scorso quadrimestre eravamo impegnati a recitare lo spettacolo natalizio.-
-Che tra l'altro è stato un successone – intervenne il professor Bane – dovremo vederti recitare qualcosa Alexander, ma oggi non ho voglia di giudicare nessuno e il mio istinto dice che sei un attore nato- concluse facendomi l'occhiolino.
La lezione continuò normalmente (per quanto potesse esserlo con un professore come il nostro) fino al suono della campanella, grazie alla quale il professore ci congedò per poter andare alle altre lezioni.
-Hey!- mi si affiancò il ragazzo di prima insieme ad una ragazza -il mio nome è Richard e lei è la mia ragazza Katie. Sono contento che tu abbia scelto questo corso, sembri un ragazzo simpatico Alexander-
-Alec, per favore chiamatemi Alec. Alexander lo odio-
-Certo Alec, comunque non sentirti sotto chock per il nostro insegnante, è un'ottima persona anche se un po' eccentrica nel modo di vestire.-
-Solo un po'?- gli chiesi ironico per poi scoppiare a ridere con loro.
-Qual è la tua prossima materia?- mi chiese Katie.
-Matematica- risposi dopo aver preso il foglio con l'orario.
-Perfetto, anch'io ho quell'ora! Possiamo andarci insieme.-
-Certo, sono contento di conoscere qualcuno.- le dissi sorridendo.
-Difficile nelle nuove conoscenze?- mi chiese.
-Già...- risposi guardando il pavimento.
-Non ti preoccupare meglio pochi amici ma buoni, giusto?- mi consolò Richard scoppiando a ridere -l'importante è che il fascino della mia ragazza non ti abbagli.
-Oh no, non ti preoccupare amico- dissi scoppiando in una risata nervosa.
-Cosa?! Vuol dire che non mi trovi affascinante?- mi accusò Katie con il broncio.
-No, no non intendevo questo, cioè sei molto carina, ma non sei il mio tipo-
Infatti era una bella ragazza, alta, con le curve molto pronunciate, i capelli e gli occhi castani, ma beh... il mio tipo aveva qualcosa in meno sul petto ed in più tra le gambe...
-Ed io, sono il tuo tipo?- sentii una voce quasi sussurrata al mio orecchio e mi ritrassi immediatamente spaventato.
-Professor Bane! Non l'avevo sentita arrivare-
-O ci avrei scommesso Alexander, altrimenti non saresti scattato in quel modo. Allora? Io sono il tuo tipo?-
-Beh, professore..- iniziai, ma venni interrotto dall'arrivo di Jace che rispose per me: - il suo tipo? Ma non vede che Alec è super-etero? Anche se non ha ancora avuto una ragazza non vuol dire che sia gay, è solo che non ha ancora trovato quella giusta, vero fratello? E poi lei chi è?-
-Sono il professor Bane, insegnante del corso di teatro che Alexander frequenta, e lei deve essere Herondale- rispose contraendo la mascella in un movimento quasi impercettibile.
-Esatto, Jace Herondale e mi dispiace, ma non è neanche il mio tipo, in confronto ad Alec io non mi tiro indietro alle proposte di belle ragazze- fece l'occhiolino a Katie -quindi mi dispiace per lei ma sono etero dichiarato.-
-Oh non si preoccupi signorino Herondale, neache lei è il mio tipo, e poi la mia domanda era un test che Alexander ha superato a pieni voti. Arrivederci ragazzi.-
-Test?- chiesi perplesso.
-Ragazzi il vostro prof è pazzo.- constatò Jace.
-Però non si può dire che sia di brutto aspetto, anzi...- si intromise Isabelle con tono malizioso.
-Katie, Richard vi presento mia sorella Isabelle e il mio migliore amico Jace.-
Finite le presentazioni decidemmo di dirigerci ciascuno verso la propria classe dato che era suonata la campanella.
La giornata proseguì normalmente e finite le lezioni andai alla ricerca dei miei fratelli per poter avviarci insieme verso casa.
Durante il tragito Jace iniziò a parlare di tutte le nuove ragazze con le quali aveva già avuto dei flirt per poi lamentarsi di una certa Clary con la quale aveva litigato per tutta l'ora di arte: -quella ragazzina... proprio non la sopporto- concluse il discorso adirato.
-Jace, ha la tua stessa età. Ti stai dando del ragazzino?- constatai mentre Izzy si metteva a ridere di lui.
-No Alec- rispose lanciandomi un'occhiataccia -ma lei è così insopportabile! Non credo riuscirò a sopravvivere un anno intero con lei come vicina di banco- drammatizzò il discorso con un sospiro finale e portandosi una mano in fronte.
-Prova a cambiare tattica- gli propose Isabelle.
-Per portarmela a letto? Assolutamente no! Rischio che mi morda durante l'attività o peggio ancora che mi castri! Preferirei accudire un anatra piuttosto che flirtare con lei.- disse molto seriamente, talmente tanto che io ed Izzy scoppiammo a ridere -non fa ridere traditori! Oh al diavolo... comunque Alec hai già fatto conquiste. Bravo il mio playboy!- mi disse con un occhiolino, facendomi tornare subito serio.
-Chi Katie? Ma è fidanzata!- affermai indignato.
-No no, non stavo parlando di una ragazza- ghignò.
-Ah sì! Il professore!- mi illuminò mia sorella -è molto particolare se non ci fai un pensierino tu Alec, lo faccio io-
Quasi mi strozzai con la saliva: - I-io? Non ti preoccupare te lo lascio-
-Già il nostro secchione non ha bisogno di fare il gioco sporco per avere una A- mi prese in giro Jace -bene ragazzi, dato che siamo arrivati io vado a studiare una tecnica per far cadere ai miei piedi quella rossa. Nessuno può evitarmi, il mio orgoglio ne risentirebbe-
-Orgoglio? Direi più ego e comunque non avevi detto che avresti preferito accudire un anatra?- Gli chiesi ridendo sotto ai baffi, che non avevo.
-Non ho detto che voglia portarmela a letto, voglio soltanto far sì che mi porti un po' di rispetto e la smetta di essere odiosa.-
-Allora studia arte!- gli urlai dietro io dato che stava già correndo per raggiungere camera sua.
-Finalmente metterà la testa a posto?- chiese retorica Isabelle prima di mettersi a ridere ed io la seguii a ruota.
Ormai mi ero rassegnato, sapevo che Jace era la persona più etero che avessi mai conosciuto e inoltre era mio fratello. Saremo sempre stati uniti, ma non nel senso che io avevo costantemente desiderato, ed ormai l'avevo capito ed accettato.
-Sono contenta che la tua cotta per Jace sia quasi passata del tutto- mi guardò negli occhi e subito impallidii.
-COSA?!- urlai in preda al panico -io non ho mai avuto una cotta per lui!- finii sussurrando per non farmi sentire dal ragazzo in questione.
-Alec sono tua sorella, ovvio che ho capito il tuo orientamento sessuale-
-Raziel! Se lo hai capito tu lo avrà capito anche a lui!- iniziai ad andare avanti e indietro per il salotto con le mani nei capelli.
-Non credo fratellone, Jace è troppo ottuso per capire queste cose da solo, e poi hai superato il test del professor Bane, no? Quindi vuol dire che Jace non sospetta nulla, oppure è un ottimo attore-
-Così non aiuti, Izzy. Comunque... il test?- chiesi confuso.
-Ma certo, secondo te cosa stava valutando? Ovviamente la tua bravura a recitare la parte dell'etero- chiarii lei sedendosi sulla poltrona e atteggiandosi come Sherlock Holmes.
-Non credo Iz... altrimenti lui come avrebbe fatto a capire che sono gay? Se fossi stato così bravo avrei dovuto confondere anche lui.- le dissi e mi diressi versi camera mia chiudendo il discorso. In effetti il test di oggi è stato molto strano. E che avesse veramente capito che sono gay come dice Isabelle? No, non è possibile lo avrei sicuramente fallito, oppure... al diavolo. Domani glielo domanderò.
Presi un libro e per non pensare al corso di teatro, al professore e a quello stupido test iniziai a studiare.
Okay forse sono un po' secchione, pensai mentre cercavo le pagine che avevano spiegato oggi in classe.




Angolo autrice
Hey! Vi è piaciuta? Detto tra noi spero proprio di si XP.
Perdonatemi se ho fatto qualche errore grammaticale e sarei molto contenta se me lo faceste notare. Inoltre vorrei chiedervi se la lunghezza del capitolo va bene, perché altrimenti potrei allungare il prossimo.
In ogni caso vi ringrazio per il tempo che avete perso leggendo questa mia pazzia e anche per le future critiche che mi scriverete, perché visto che desidero migliorarmi qualsiasi consiglio è ben accetto.

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Capitolo 2
*** Dubbi ***


Capitolo 2 ---- dubbi


Quando suonò la sveglia le tirai un pugno per farla tacere e mi rigirai dall'altra parte per poter dormire altri cinque minuti, ma purtroppo come tutte le mattine una furia aprì la mia porta con un calcio e buttandosi sopra la mia povera schiena mi urlò in un orecchio: -Sveglia dormiglione, dobbiamo andare a scuola!-
Stranamente questa volta l'arpia non era la stessa, infatti...
-Jace che stai facendo?!- chiedi sorpreso e scioccato.
-Alec muoviti altrimenti arriviamo in ritardo- disse mentre mi tolse la coperta e si diresse velocemente verso la sedia dove prese i vestiti che avevo già preparato ieri sera. Me li lanciò sul letto a mi disse: -ti vesti tu o devo pensarci io?-
Scattai sull'attenti, presi i miei vestiti e mi diressi verso il bagno per prepararmi sentendo le guance andarmi a fuoco.
Quando fui vestito andai in cucina dove presi una mela e con i miei fratelli mi incamminai verso scuola.
-Che materie avete oggi?- chiese Isabelle mentre si ritoccava il rossetto.
-Arte la prima- disse con distacco Jace.
-Ecco perché oggi avevi fretta!- constatai dopo aver buttato il torsolo della mela -Non vedi l'ora di incontrare Clary, vero?-
-Chi? Intendi la rossa? Nah, non mi piacciono le carote nane. Invece tu, fratello, hai teatro oggi?- cercò di cambiare il discorso ammiccandomi.
-No, lo avrò domani- risposi sicuro, visto che avevo già imparato a memoria l'orario.
-Meno male, quel professore mi sta già sul ca... ehm, antipatico- si corresse mentre schivava un mio pugno -Non l'ho detto, quindi sono ancora in gara!-
-Quanto deve durare ancora questa scommessa?- mi chiede Izzy.
-Due settimane- risposi senza esitazione, infatti era già passata una settimana da quando avevamo deciso di metterci alla prova.
Io ero stufo di sentire sempre le sue espressioni da scaricatore di porto e lui che io non accettassi neanche un flirt, così dopo l'ennesima discussione abbiamo deciso di scommettere: lui non avrebbe dovuto dire neanche un insulto o bestemmia per tre settimane, mentre io dovevo accettare le lusinghe delle ragazze senza sembrare una marionetta.
Se uno dei due avesse rotto il patto e quindi avesse perso, avrebbe dovuto subire una penitenza. Se avessi perso io sarei dovuto andare nei locali tutti i sabati sera per un mese, invece se avesse perso lui non avrebbe dovuto accettare nessun flirt per un mese.
Ovviamente entrambi ci stiamo impegnando a non perdere la scommessa e anche se Jace si lamenta di essere l'unico a soffrire tra i due, anche per me non è facile mantenere il gioco di tutte quelle ragazze.
Varcammo il cancello della scuola e vidi Katie e Richard venirci incontro mano nella mano.
-Come va ragazzi?- chiese Katie dopo averci salutato.
-Bene- rispose distrattamente Jace, infatti era troppo occupato a cercare qualcuno tra la folla, infatti appena trovò il suo obbiettivo si scusò e se ne andò velocemente, scomparendo subito dopo.
-Sicuri che stia bene? Sembra un po' strano- chiese Richard.
-Sì sì non ti preoccupare, ma credo sia per la...- cercai di spiegargli, ma mi interruppi quando sentii un grido.
Ci dirigemmo verso la causa dell'accerchiamento di tutti i ragazzi della scuola e vidi al centro della scena Jace in piedi con le braccia incrociate al petto e un'espressione scocciata sul viso, accanto ad una ragazza molto minuta e dai capelli ricci e rossi, la quale era inginocchiata accanto ad un altro ragazzo che si teneva una mano sul naso sanguinante.
Cercai di raggiungerlo per capire cosa fosse successo, ma arrivò il preside e con tono autoritario impose a Jace di seguirlo e al ragazzo a terra (credo si chiamasse Lewis) di andare all'infermeria.
-Ha appena picchiato un ragazzo?- chiese sconvolta Katie.
-A quanto pare... fratellone, Jace non cambierà mai- concluse con una risata Izzy.
-Comunque Richard credo che Jace si sia preso una cotta per la ragazza dai capelli rossi- ripresi il discorso precedente all'accaduto.
-Allora perché ha preso a pugno l'amico di lei? Se vuole conquistarla sta sbagliando strategia. Io per far innamorare Katie di me ho dovuto far tacere la mia parte gelosa, altrimenti lei non mi avrebbe mai permesso di conoscerla.-
-Esatto, se avessi saputo prima che eri così possessivo non ti avrei neanche permesso di avvicinarti- confermò la ragazza quando la campanella suonò ponendo fine ai nostri discorsi in modo che tutti raggiungessimo le aule.
Non vidi Jace per tutta la mattina e quindi sperai di incontrarlo in mensa, ma quando raggiunsi il tavolo dove erano seduti i miei amici lui non c'era, così iniziai a mangiare il mio pranzo chiacchierando.
Mancavano soltanto più dieci minuti alla fine della pausa, quando Jace fece il suo ingresso in mensa e si sedette di fronte a me arrabbiato.
-Finalmente sei arrivato. Si può sapere cos'è successo questa mattina?- gli chiesi autoritario.
-Quello stronzo stava flirtando con Clary, ma lei non se ne è accorta e quando lui le ha fatto l'occhiolino dopo averla abbracciata gli ho tirato un pugno sul naso. Come si è permesso?!- rispose stringendo sempre di più i pugni, come se anche soltanto immaginare la scena gli facesse venire voglia di picchiare qualcuno.
-Amico, se cerchi di ammazzare tutti quelli che le stanno attorno non la conquisterai mai- gli disse Richard.
-A me lei non piace, anzi non la sopporto proprio.- affermò Jace alzando gli occhi al cielo.
-Sicuro?- lo stuzzicò ancora Richard, ma prima che potesse rispondergli mio fratello, chiesi rivolgendomi a quest'ultimo -Cosa ti ha detto il preside?-
-Ha detto che non posso picchiare gente a caso, ma dopo avergli raccontato la mia versione dei fatti mi ha sorriso e congedato dicendo "Questa volta ti do solo una punizione, ma la prossima cerca di controllare la tua gelosia". Gelosia? Solo un pazzo può crederlo. A me ha solo dato fastidio che un nerd come lui ci provasse con Clary-
-Cos'hai contro i nerd?- chiese Katie.
-Niente! Dico solo che lei non può stare con lui. Non sono compatibili- si giustificò in modo patetico dalle accuse.
-E quale sarebbe il ragazzo compatibile a lei? Tu?- lo prese in giro Izzy.
-Oh... al diavolo!- si alzò e sbattè la sedia contro il tavolo per poi incamminarsi verso l'uscita della mensa.
-Jace!- lo chiamai prima che si allontanasse troppo -Ho vinto io!-
Aspettai con un sorriso che capisse che mi stavo riferendo alla scommessa e quando finalmente comprese il collegamento mi gridò di rimando: -Vaffanculo!- per poi voltarsi a scomparire dietro la porta della mensa.
Io e Izzy scoppiammo a ridere, mentre i due fidanzati di guardarono negli occhi per poi chiederci in sincrono: -Cosa ci siamo persi?-
Dopo aver raccontato loro della scommessa e della sua "penitenza" continuammo il pranzo tra chiacchere e risate.

***

Ero accanto al mio armadietto per prendere i libri dell'ora successiva quando vidi passare nel corridoio il professor Bane, così gli andai incontro per farmi chiarire il dubbio sul test del giorno precedente.
-Professor Bane-
-Alexander, che piacere vederti- mi salutò con un sorriso luminoso, che con tutti i brillantini che si era messo risaltava ancora di più -Volevi chiedermi qualcosa o ti sono mancato talmente tanto che non hai resistito al mio fascino di questa mattina?- mi chiese alzando un sopracciglio e facendo un sorriso sghembo.
Sentii una stretta allo stomaco e sicuramente le mie guance erano avvampate. Cosa mi stava succedendo? Non ero mai stato nervoso per chiedere delucidazioni su di un test, ma in quel momento l'ansia e l'imbarazzo erano le uniche sensazioni che provavo.
-Volevo domandare su cosa consisteva il test di ieri- dissi con una voce stranamente rauca, così mi affrettai a schiarirmela con un colpo di tosse.
-Il test di ieri?- mi guardò confuso -Ah sì! Ora ricordo. Volevo soltanto valutare le tue doti di attore, mio caro Alexander-
-Ma io non ho recitato ieri...- constatai. Ora era il mio turno di essere confuso.
-Non importa, mi è bastata la risposta del tuo amico-
-Intendete Jace?- chiesi.
-Sì, Herondale- si avvicinò al mio orecchio e prima di andarsene mi sussurrò -E comunque fuori dall'aula dammi pure del tu, Alexander-
Una scossa mi attraversò, e il sentir pronunciare con voce roca il mio nome fece si che rimasi impietrito in mezzo al corridoio con le guance sempre più rosse a pensare a quel professore pazzo e alle strane emozioni che mi provocava, finché non vidi una mano che si agitava davanti a me.
Sbattei un paio di volte gli occhi e misi a fuoco il viso di Katie che mi scrutava preoccupata.
-Amore, credo che Alec si sia pietrificato.- disse al suo ragazzo.
-No no, sono ancora vivo- affermai riprendendo la capacità di parlare.
-Cos'è successo?- mi chiese Richard curioso.
-Ho appena parlato col professor Bane- spiegai.
-Non pensavo che Bane fosse medusa... D'ora in avanti non lo guarderò più negli occhi. Non voglio pietrificarmi!- esclamò corrugando la fronte Katie.
Richard scoppiò a ridere abituato a queste perle di saggezza della ragazza, mentre io la guardavo con la bocca spalancata e le sopracciglie corrugate.
-Chiudi la bocca, Lightwood, altrimenti ti entrano la mosche- mi disse lei facendomi scoppiare a ridere. Che amica mi ero trovato?

***

Il resto della giornata passò tranquillamente e il suono dell'ultima campanella arrivò molto velocemente. Aspettai fuori dal cancello i miei fratelli per poter tornare a casa insieme e visto che ci stavano mettendo più del solito mi appoggiai al muretto.
Presi il telefono e le cuffie e feci partire la mia playlist preferita, quando una chioma rosso fuoco mi passò accanto come una furia. La guardai incuriosito con un sopracciglio alzato, finché qualcuno non mi diede una spallata per poterle correre dietro. Stavo per insultarlo e per dirgli di guardare dove andava perché non ero invisibile, quando il ragazzo in questione si girò per dirmi -Scusa Alec! Ci vediamo a casa, accompagnò Clary alla sua e arrivo-
-Vattene! Tu non mi accompagnerai a casa. Oggi hai picchiato Simon senza una ragione! Non ti voglio neanche più vedere, stronzo!- gli urlò in faccia la ragazza.
-Non l'ho fatto apposta Clary... sì ok forse sì ma era per una giusta causa!- cercò di difendersi.
-Ah sì? E quale sarebbe questa "giusta causa"?- gli chiese facendogli il verso.
-Non è il tuo tipo!-
-E chi lo sarebbe? Tu?- chiese sempre più furiosa.
-Beh... io sono il tipo di tutte. Non mi stupirei se tu provassi qualcosa per me- le rispose mio fratello come se fosse la cosa più normale al mondo.
Vidi il viso di Clary contorcersi in una smorfia, per la rabbia che provava nei confronti di Jace. Stava per scoppiare ed io iniziai a temere per l'incolumità di mio fratello. Con guance arrossate aprì la bocca per urlare contro il biondo, ma un ragazzo riccio con gli occhiali le si mise davanti e dopo averle sussurrato qualche parola si girò verso Jace; in lui riconobbi il ragazzo di oggi col naso sanguinante.
-Stalle lontano- disse -lei non sarà una delle tue tacche-
Mise il braccio intorno alle spalle della ragazza e si allontanarono insieme da scuola.
Mi avvicinai a Jace e gli dieci una pacca sulla spalla per dargli un po' di conforto.
-Lei non è una tacca...- lo sentii sussurrare -Ci vediamo a casa Alec, devo controllare che lui non la tocchi-
Lo afferrai per un braccio per fermarlo prima che iniziasse a pedinare la coppia -Non fare stupidaggini, Jace. Non ne vale la pena-
-Lo so Alec. Lei non mi interessa è solo che lui non mi convince... Non vorrei che le facesse del male-
Lo guardai con un sopracciglio alzato per contraddirlo, ma lui non se ne accorse perché era troppo concentrato a seguire con lo sguardo Clary.
-Jace lasciala stare altrimenti ti considererà uno stalker-
-Ma...- iniziò lui -d'accordo la smetto- sembrava sconfitto, quasi prosciugato e, nonostante non capissi questo suo stato d'animo mi dispiaceva vederlo stravolto.
-Ragazzi io vi raggiungo più tardi, a casa- ci venne incontro Isabelle a braccetto con un ragazzo molto alto - Vi presento Melionor, Melionor loro sono i miei due fratelli Alec e Jace-
-Piacere- disse con indifferenza, come se sapere che esistevamo anche noi non gli fosse interessato - Isabelle, andiamo?- si rivolse a mia sorella con un tono fintamente mieloso e lei gli rispose annuendo con un sorriso altrettanto finto.
Appena si allontanarono pensai ad alta voce guardando Jace -Mi chiedo perché continui se poi deve fingere-
Lui fece spallucce e iniziò a dirigersi verso casa nostra guardandosi la punta delle scarpe. Lo raggiunsi e appena vidi Richard e Katie indicai Jace mimando che me ne sarei andato a casa e li salutai.
Raggiunsi mio fratello che nel frattempo aveva già girato l'incrocio per dirigersi a casa e lo vidi ancora più depresso di prima, così feci per iniziare a consolarlo quando una macchina blu elettrico con gli specchietti laterali completamente ricoperti di glitter fermarsi accanto a noi.
Il conducente abbassò il finestrino dalla nostra parte e prima ancora che fosse completamente abbassato chiese -Hai bisogno di un passaggio, Alexander?-
-Non si preoccupi professore faremo una passeggiata- gli risposi.
Il suo sorriso mutò per un istante e fece per salutarci quando Jace aprì la portiera posteriore e sedendosi si giustificò dicendo -Ho freddo e casa nostra è distante, quindi perché non approfittarne?-
Sospirai e prima che chiudesse la portiera mi sedetti accanto a lui, ma il professore mi guardò ed affermò -Vi do un passaggio ma non farò il taxista. Alexander vieni davanti-
Mentre mi sedetti nel posto vicino al conducente sentii dei colpi di tosse e vidi Jace e il prof. Bane guardarmi con uno sguardo strano, quasi malizioso, così alzai un sopracciglio e prima che potessi esprimere la mia confusione Jace disse -Non hai aspettato neanche un secondo a venire, eh?-
-Ma che bravo allievo, segui tutto ciò che i professori ti dicono senza un lamento? Anche se in questo caso sarebbe un gemito di piacere...- concluse con un ghigno malizioso il conducente.
Grazie a quest'ultimo commento capii il doppio senso della frase e sentii il viso andarmi in fiamme, così dissi loro -Soltanto due persone come voi potevano pensare a ciò- Jace scoppiò a ridere ed io mi girai incrociando le braccia fingendomi indifferente -Allora partiamo?- chiesi a nessuno in particolare.
Dato che nessuno mi rispose guardai alla mia destra e notai il "taxista" guardarmi intensamente come se mi stesse studiando. Allacciai lo sguardo al suo e mi persi in quegli smeraldi lucenti che sono i suoi occhi. Provai l'istinto di avvicinarmi per memorizzare tutte le sfumature delle sue iridi, ma mio fratello mi risvegliò dandomi una pacca sulla spalla e affermando -Dai Alec non te la prendere, era solo una battuta-
Distolsi immediatamente lo sguardo dal professore e fissai fuori dal finestrino per evitare il disagio e l'attrazione che quegli occhi mi provocavano.
Sentii la macchina partire e il silenzio piombò nell'abitacolo. Non sapevo se fosse il caso di iniziare un discorso, ma non avrei saputo di cosa parlare e visto che non sono mai stato un ragazzo loquace decisi di guardare il panorama e memorizzare tutti i particolari che in questi giorni non avevo notato.
Le uniche parole che vennero dette fino all'arrivo furono le mie indicazioni.
Appena arrivati vidi Jace salutare e fiondarsi verso casa, mentre io prima di aprire decisi di ringraziarlo per questa sua gentilezza -Professore la ringrazio per averci accompagnati. Arrivederci-
Aprii la portiera e feci per scendere, ma una mano mi bloccò -Alexander ti avevo già chiesto di evitare di darmi del lei quando siamo soli-
-Ah... ehm... mi scus... scusami- balbettai nervoso ed imbarazzato.
-A domani, Alec- mi salutò.
Entrai a casa e quando chiusi la porta d'entrata sentii la macchina allontanarsi. Mi avviai verso la camera di Jace e dopo aver bussato per annunciarmi (ancora lo avessi trovato a petto nudo) entrai vedendolo sdraiato sul letto mentre fissava il soffitto.
-Vuoi parlarmi?- gli chiesi dolcemente, perché mi dispiaceva vederlo così giù di morale. Non sembrava quasi più lui.
-Non riesco a capire, Alec. Oggi quando ho tirato il pugno a Lewis ero furioso, ma lui non mi aveva fatto niente e nonostante ciò non ho i sensi di colpa per avergli rotto il naso... l'unica cosa che mi dispiace è che Clary fosse lì presente e che adesso mi consideri un pazzo.-
-ti interessa molto la sua opinione di te- constatai, ma lui prese questa mia osservazione come una domanda e si sentì in dovere di rispondermi.
-No... cioè forse sì. NON SO, OK?- mi urlò contro alzandosi e mettendosi le mani tra i capelli. -Non capisco il motivo per il quale io tenga così tanto a lei. Alec non è normale! La conossco da solo due giorni, non posso pensare costantemente a lei! Che ne sarà della mia reputazione?! In tutte le città in cui ci siamo trasferiti ero un latin love, il ragazzo che tutte volevano e invece, da quando conosco Clary, non ho ancora flirtato con nessuna! E no, non è a causa della nostra scommessa.-
-Oddio, che disastro!- commentai ironico.
-Visto? Meno male che ci sei tu che mi capisci!- concluse sospirando e buttandosi sul letto supino.
-Jace ero ironico- gli dissi alzando gli occhi al cielo - comunque credo che tu abbia un debole per questa ragazza. Non parlerò di colpo di fulmine perché non ci credo, ma magari trovi questa ragazza più piacevole delle altre e, se ti farà mettere la testa a posto, ha anche la mia benedizione.- conclusi dando gli una pacca sulla spalla.
Mi alzai e mi diressi verso la porta ma venni colpito da un cuscino lanciatomi da Jace mentre mi diceva -Non ci sperare Alec, nessuno mi farà mettere la testa a posto!-
Aprii la porta e mi girai per guardarlo negli occhi -Non metterai la testa a posto ma non hai rifiutato la mia benedizione!- lo presi in giro mentre chiudevo la porta velocemente e sentii un libro colpire il legno di fronte a me, così scoppiando a ridere mi diressi in salotto a guardare un po' di tele.


Manicomio:
Hey! Come va?
Piaciuto il capitolo? Ho già scritto il prossimo quindi dovrò solo metterlo sul computer e lo pubblicherò al più presto.
Baci, Blonde Green

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Capitolo 3
*** Gelosie e Fiorellini ***


Gelosie e fiorellini


Ci stavamo dirigendo a scuola essendo già le 8.00 del mattino ed Isabelle, per farmi iniziare male la giornata, ci disse con tono autoritario -Ragazzi, dopo scuola andiamo a fare shopping-.
-Ottima idea ho proprio bisogno di una felpa nuova.
Le mie mi hanno stufato- concordò Jace.-Un'altra felpa? Ma Jace ne hai un migliaio e sono tutte uguali!- mi indignai, infatti a me ne bastava solo una.
-Appunto sono tutte uguali. L'hai detto pure tu- mi rivolse in sorriso di chi pensava di aver vinto.
-Vuoi farmi credere che ne prenderai una diversa?- lo guardai con un sopracciglio alzato.
-Ovvio-
Sbuffai e posi fine al discorso.
Ormai eravamo arrivati davanti ai nostri armadietti che per fortuna erano tutti vicini, e vedemmo venirci incontro Richard e Katie.
-Ragazzi venite con noi a fare shopping questo pomeriggio?- chiese Izzy senza dare il tempo a nessuno di salutare gli altri.
-Certo! Vi faremo vedere tutti i migliori negozi di New York!- rispose la ragazza battendo il cinque a mia sorella.
-Perchè?!- esclamò Richard mettendosi le mani nei capelli con aria drammatica – Non ho fatto niente di male per meritarmi questa tortura-
-Dai amore, non essere troppo tragico. Non ti diverti con me mentre facciamo shopping?- gli chiese la fidanzata sporgendo il labbro per ammorbidirlo.
-Certo Katie, mi diverto tantissimo- ironizzò lui alzando gli occhi al cielo.
Lei notando il tono sarcastico del ragazzo assottigliò lo sgardo e incrociando le braccia se ne andò indispettita verso l'aula e Richard fece per seguirla, ma gli afferrai il braccio e sussurrando gli dissi – Non ti preoccupare per questo pomeriggio, anch'io odio fare shopping. Potremo dileguarci mentre si provano i vestiti-
Gli si illuminarono gli occhi e con un sorriso stampato sul viso raggiunse Katie per farsi perdonare.
-L'amore. Che brutta bestia- rise Jace guardando il nostro amico che faceva di tutto per far passare l'arrabbiatura alla ragazza.
-Già... meno male che noi non abbiamo questo problema, vero Jace?- chiese Izzy.
-Assolutamente- disse in risposta il mio fratellastro e Isabelle mi guardò con fare cospiratorio.
-Ragazzi dietro di voi arriva una ragazza dai capelli rossi e ricci accompagnata da un quattr'occhi moro. A qualcuno interessa?-
Jace si voltò immediatamente per osservarla, ma sospirando distolse lo sguardo rassegnato.
Non avevo mai visto Jace così affezionato ad una ragazza che tra l'altro non lo considerava. C'era stata una sua coetanea l'anno scorso che a lui stava più simpatica delle altre, infatti era l'unica di cui avesse accettato il numero di telefono, ma era chiaro a tutti che lui non la considerasse più di una ragazza con cui avere notti di passione.
-Perchè ci dovrebbe interessare?- chiese Jace e io e Isabelle lo guardammo come se avesse detto la più grande stupidaggine mai sentita.
Clary e il moro ci passarono accanto e vidi la ragazza squadrare Jace con astio, mentre il ragazzo la rassicurava – Clary lascialo perdere, è solo un idiota-
Jace sbuffò sentendo le parole di Lewis e in contemporanea la rossa gli rispose -Simon, tu sei sempre troppo buono con gli altri- -Non è vero Clary. Credo solo che il tuo astio nei suoi confronti sia solo uno spreco di tempo-
-Simon... nessuno può far del male alla persona che amo senza che io inizi ad odiarlo- concluse determinata mentre abbracciava il moro.
Jace, furioso, sbattè un pugno sull'armadietto facendo trasalire me e mia sorella, dopodichè si incamminò verso la sua aula borbottando.
-Visto che Jace è un testardo e non chiederà mai scusa a Simon, dovremmo farlo noi?- mi chiese Izzy triste per l'umore di nostro fratello.
Annuii e insieme ci dirigemmo verso la coppia -Vi porgiamo le nostre scuse da parte di Jace, certe volte è un po' impulsivo- dissi dopo che ci fummo presentati.
-Certe volte?- chiese ridendo Simon.
-Hai ragione, diciamo che lo è sempre- confermò Izzy scoppiando a ridere anche lei. Quando smise di ridere chiese (ovviamente non intromettendosi nella vita degli altri) -ma voi due state insieme?-
Mi diedi una manata in fronte mentalmente, ma non potevo rimproverarla, sapevo che la schiettezza dei Lightwood era disarmante.
Il ragazzo arrossì violentemente, mentre Clary ridendo rispose -No no, siamo migliori amici da sempre-
-Ma prima hai detto che lo amavi...- ragionai ad alta voce accorgendomi subito dopo di aver appena ammesso di aver origliato il loro precedente discorso, così fu il mio turno quello di arrossire, ma sembrava che a Clary non interessasse. Infatti mi disse -Sì, io amo Simon ma come tu ami Isabelle. Niente di più- si girò verso il moro e gli diede un bacio sulla guancia per poi sorridergli , ma appena si voltò nuovamente verso di noi il sorriso di Simon vacillò e per un istante il suo viso si rabbuiò facendomi capire quanto lui desiderasse essere qualcosa in più per lei; e in quel momento compresi il sentimento di Jace: gelosia.
Gelosia verso un ragazzo che era il centro del mondo della ragazza di fronte a me, gelosia verso un ragazzo che aveva il suo stesso desiderio, ma che Clary già amava. A Simon bastava un battito di ciglia per cambiare la sua situazione, ma non riusciva a sfruttare le occasioni, o magari lo faceva ma non sarebbe mai cambiato niente perchè l'affetto che lei provava per lui era totalmente radicato nel suo cuore che ormai era troppo tardi per modificarlo. Purtroppo Jace non era attento a coloro che lo circondavano; ha iniziato a cercare di capire le persone solo dopo l'incontro con Clary e non sa riconoscere un amore impossibile.
Non sapevo come risponderle e, soprattutto, non sapevo come salvare quel povero ragazzo dall'ennesimo rifiuto ricevuto, ma ad aiutarci fu la campanella che decise di interrompere il nostro discorso obbligandoci a salutarci frettolosamente per poter raggiungere la propria aula.
L'ora di letteratura passò molto velocemente, grazie anche al fatto che non seguii neanche una parola dell'insegnante.
Devo ammetterlo, per me non è normale non seguire le lezioni, ma passai tutta l'ora a pensare a Jace e ai sentimenti contrastanti che provavo per lui. Una piccola parte di me era contenta che, finalmente, provasse anche lui il dolore di un amore non ricambiato, ma dall'altra ero dispiaciuto che stesse soffrendo.
Cercai, inoltre, di capire se ciò che provavo per lui fosse qualcosa di più di un amore fraterno e che, quindi, fossi geloso di Clary, ma appena pensai alla parola “amore” mi venne in mente un ragazzo sui venticinque anni che insegnava teatro in un liceo di mia conoscenza.
Suonò la campanella per annunciare il cambio d'ora e scacciai immediatamente dalla mia mente il professore.
Feci per alzarmi dal mio posto per raggiungere l'aula di teatro, quando una nuvola di capelli biondi e due occhi azzurri invasero la mia visuale.
-Ciao!- mi salutò la ragazza -ti chiami Alec, giusto?-
-Sì- risposi semplicemente.
-Io sono Camille. È un piacere fare finalmente la tua conoscenza.- disse sorridendo e mostrando i suoi denti bianchissimi.
-Il piacere è tutto mio-
-Ohh... sei molto educato; non esistono molti ragazzi come te. Quale materia hai adesso?-
-Teatro- risposi.
-Perfetto! Anch'io frequento quel corso. Potremo andarci insieme- mi propose.
-Con molto piacere- accettai la sua idea sorridendo e ci avviammo verso l'aula del nostro corso successivo.
Per galanteria le presi i libri dicendole che glieli avrei portati io e lei dopo avermi ringraziato mi prese a braccetto; ma subito dopo tra noi calò il silenzio.
Arrivammo nell'aula e raggiunti i banchi posai i suoi libri nel posto vicino al mio per poi sedermi sulla sedia e aspettare l'arrivo del prof. Bane.
Pensai di leggere la sceneggiatura del nostro copione, ma Camille si sedette sul mio banco dopo aver spostato i libri e mi chiese, per iniziare un discorso e interrompere il silenzio che si era formato tra noi, -Come ti trovi qui a New York?-
-Bene, grazie. È la città più bella che abbia mai visto- risposi sincero.
Avvicinò il viso al mio chinandosi e io mi impietrii quando lei sfiorando le mie labbra con le sue mi sussurrò -E io sono la ragazza più bella che tu abbia mai visto?-
Sentii qualcuno tossire e mi girai per vedere il professore guardarci con indifferenza.
-Andate ai vostri posti che iniziamo la lezione- disse.
Mi girai per salutare Camille, ma appena mi voltai mi diede un bacio a stampo e sculettando si diresse verso il suo posto.
Il professor Bane strinse la mascella come se fosse irritato e deluso, sicuramente sarà irritato per il bacio che poco fa mi ha dato Camille... in fondo non bisognerebbe avere certi atteggiamenti in una classe e questa è la sua, pensai.
Iniziò la lezione e l'insegnante mi chiese di andare alla lavagna per scrivere i punti del giorno che mi avrebbe dettato. Ritornato al mio posto iniziai a prendere appunti e mi isolai dai miei compagni che cercavano continuamente di parlarmi, per poter seguire la spiegazione. Di solito nessuno perdeva una parola dell'insegnante, ma questa volta stava facendo un ripasso per potermi far capire tutti i punti base del teatro e i miei compagni si stavano annoiando a sentir ripetere per l'ennesima volta lo stesso discorso.
Finita l'ora venni raggiunto da Camille che continuò a flirtare con me -Ti va se questo pomeriggio andiamo a fare un giro solo io e te?-
Sapevo già a cosa avrebbe portato l'uscita e cercai un modo per rifiutare, ma ero senza idee. Subito pensai allo shopping che avrei dovuto subire con i miei fratelli, ma se Jace lo avesse scoperto mi avrebbe insultato per tutta la vita dicendo “una bella scopata è sempre meglio che un po' di shopping e poi tu odi lo shopping!”.
-Alexander- mi chiamò il professore interrompendo la mia conversazione con Camille -dato che i tuoi compagni si annoiano a seguire delle lezioni di ripasso che loro ovviamente sanno, se non ti crea problemi potremo vederci per qualche ora tutti i pomeriggio finchè non sarai al loro livello- mi propose dandomi anche una scusa per rifiutare l'invito della mia compagna.
-Certo- gli risposi facendolo aprire in uno splendido sorriso.
-Perfetto, allora ci vediamo alla fine dell'ultima ora- concluse il discorso.
Sentite queste parole Camille se ne andò risentita mentre io raggiunsi Richard e Katie.
-Ragazzi, credo che non potrò venire questo pomeriggio- dissi loro fingendomi dispiaciuto.
-Alec! Non puoi abbandonarmi così- mi accusò Richard.
-Cucciolotto, lo hai sentito anche tu il professore. Non può evitarlo- cercò di farlo ragionare la ragazza.
-Quindi rimarrò solo?-
-Ma cosa dici amore? Ci saremo io, Izzy e Jace! Non sarai solo.-
-Alec, cosa mi consigli?- si rivolse a me il mio compagno ignorando la fidanzata.
-Per caso hai delle lacune in questo corso?- gli chiesi avendo un'idea su come poterlo aiutare.
-Credo di no... perchè? E poi cosa c'entra con il mio problema?-
-PROBLEMA?! Lo shopping non è un problema, è un piacere!- si arrabbiò Katie, ma io e Richard non stavamo ascoltando il suo monologo sulla bellezza di andare a fare shopping, perchè stavo cercando di fargli capire il vero senso delle mie parole mimando a gesti la scusa.
Quando capì si diresse verso il professore e, inginocchiandosi per pregarlo, disse -Professore, potrebbe accettare anche me al corso di recupero che farà ad Alec questo pomeriggio?-
-E' questione di vita o di morte?- chiese Bane divertito.
-Sì!- esclamò il ragazzo ancora inginocchiato.
-D'accordo, potrai venire nonostante non ti serva.-accettò la sua proposta.
-NO!- gridò Katie -Professore, così non permetterà né ad Alec né a Rich di venire a fare shopping!- lo accusò.
L'insegnante la guardò confuso per poi far passare lo sguardo su Richard, che era ancora prostato a terra come se stesse venerando un dio, e soffermarsi infine sul mio viso in cerca di una spiegazione, così decisi di prendere la parola.
-Lei permettendo sia a me che a Richard di venire al corso dopo scuola ci ha dato la scusa perfetta per non partecipare all'uscita proposta da mia sorella di andare a fare shopping- spiegai.
-Non vi piace lo shopping?- ci chiese e noi in contemporanea negammo con un cenno della testa -Allora credo che abbiate bisogno di un corso approfondito, quindi vi ruberò altre due ore- concluse con un ghigno.
Noi esultammo mentre Katie esclamava scandalizzata -COSA?!-
-Ma...- continuò il professore con un ghigno sempre più accentuato -...in quelle due ore non faremo teatro, bensì sarà un corso di shopping! Raggiungeremo i vostri amici e sotto la mia supervisione farete shopping. Ah, inoltre terrò in considerazione la vostra “passione” per quando dovrò darvi una valutazione alla fine dell'anno-
Katie era felicissima e andò a battere il cinque a quel traditore del nostro insegnante, mentre Richard si mise a piangere e io iniziai a deprimermi.
-Bene ragazzi vi aspetto alla fine della giornata in quest'aula. Adesso andate altrimenti farete tardi alla prossima lezione e io non vorrei mai trattenervi dall'imparare inutili formule di matematica o fisica, giusto?- ci congedò il professore.

*****

La giornata passò tranquillamente e il suono dell'ultima campanella risvegliò i ragazzi di tutta la scuola dal loro dormiveglia. Andai incontro a Richard e insieme ci dirigemmo verso l'aula di teatro.
-Spero che queste due ore non passino mai, almeno non dovremmo subire quelle successive- mi sussurrò.
-Se non fosse per la situazione tragica, stamattina avrei riso a crepapelle per il teatrino che avete inscenato- gli confessai sogghignando.
-Ragazzi- ci salutò il professore dato che eravamo davanti alla porta della classe -stavo iniziando a pensare che foste scappati- disse facendoci capire di essere in ritardo.
-Ci scusi- mi scusai dispiaciuto.
-Non ti preoccupare, Alexander. In queste ore chiamatemi Magnus, dato che faremo shopping insieme il “lei” sarebbe troppo formale e poi non sono molto più grande di voi-
Noi annuimmo e ci sedemmo per seguire la lezione, che portò Richard ad addormentarsi dato che era già a conoscenza di tutte le nozioni che il prof mi stava elencando e spiegando. In ogni caso Magnus fece finta di non notarlo e concentrò tutta la sua attenzione su di me, chiarendo tutti i miei dubbi.
Dopo avermi spiegato tutta la teoria mi informò -Da domani iniziamo con la pratica, perchè in fondo il teatro è questo: esercizio-
Si voltò verso il mio compagno ancora addormentato e sbattè il libro accanto al suo viso facendolo svegliare di colpo.
-Aiuto! C'è un bombardamento alieno! Si salvi chi può- gridò il mio amico spaventato.
-No, mi dispiace Richard ma gli alieni li hai solo sognati. Ritirate i libri e seguitemi che andiamo dai vostri compagni-
Misi i libri in cartella ridacchiando e quando guardai Richard notai la bavetta che gli stava ancora colando dopo il sonnellino, così gli feci segno di asciugarsela.
Seguimmo Magnus fino alla sua macchina dove ci fece posare gli zaini e ci accompagnò in centro dove avremmo incontrato i nostri amici.
Mentre eravamo in macchina (ovviamente ero seduto accanto al guidatore per evitare strane battutine) accesi il telefono e chiamai Izzy per sapere in quale negozio fossero.
-pronto?- rispose alla chiamata.
-Izzy, in che negozio siete?- chiesi.
-ehm... non so il nome del negozio... comunque siamo in un negozio di scarpe accanto ad un bar- mi rispose vaga -prova a chiedere al prof, magari lui sa qual è-
-prof... cioè Magnus sai qual è un negozio di scarpe vicino ad un bar?- chiesi.
-Mmm... potrebbe essere Madewell?- mi domandò.
-Izzy, per caso si chiama Madewell?- dissi tornando alla chiamata.
-Sì! È proprio quello. Bene allora ci vediamo tra poco, io torno alle scarpe.- chiuse la telefonata frettolosamente.
-È il negozio giusto?- mi chiese il guidatore.
-Sì sono in quel negozio che cercano un paio di scarpe- risposi con la depressione che aumentava ogni secondo che passava.
-Avete portato la carta di credito vero?- si informò Magnus.
-Purtroppo- dissi sconsolato mentre vidi, tramite lo specchietto retrovisore, Rich annuire.
-Bene ragazzi, siamo arrivati- ci informò dopo qualche minuto il conducente mentre parcheggiava la macchina.
Scendemmo, ma il mio compagno decise che preferiva rimanere in macchina quindi senza farsi vedere da Magnus gli rubò le chiavi e si chiuse dentro in modo che nessuno potesse tirarlo fuori e obbligarlo a comprarsi un paio di scarpe.
-Ma cosa...?- chiese spaesato il venticinquenne ma quando vide di non riuscire ad aprire la porta si rivolse verso di me chiedendomi -Potresti chiamare la sua ragazza?-
-Certo- gli risposi avviandomi verso il negozio.
Girai tra gli scaffali finchè non notai un gruppo, fin troppo emozionato, circondato da scatole di ogni tipo; mi avvicinai e dopo aver salutato tutti chiesi a Katie se poteva seguirmi fuori perchè il professore aveva bisogno di lei. Senza proteste per averla distolta dal suo scopo di vita ci dirigemmo verso l'auto di Magnus e una volta arrivati il ragazzo chiese -Potresti convincere il tuo ragazzo ad uscire dall'auto e a ridarmi le chiavi?-
-Cosa?- chiese Katie confusa, così le spiegai tutto ciò che era successo.
Piano piano si avvicinò al finestrino dietro il cui si trovava Richard e disse ad un tono abbastanza alto, in modo che la potesse sentire -Se non esci immediatamente da quell'auto puoi considerarti single-
Vidi il volto del mio amico sbiancare e uscì dalla macchina il più velocemente possibile lanciando le chiavi al professore.
-Sono fuori!- disse alzando le mani in segno di innocenza.
-Bene, adesso vieni dentro che a causa tua ho dovuto abbandonare le mie adorate scarpe!- lo prese per mano e con un sorriso quasi maniaco lo trascinò dentro il negozio.
Guardai il professore accanto a me e gli chiesi tristemente -Sono obbligato?-
-Temo di sì, Alexander- mi rispose dolcemente.
Sospirai e mi diressi dentro il negozio. Dovetti osservare tutte le prove e ascoltare tutti i commenti per ciascun tipo di scarpa, ma per mia fortuna non mi obbligarono a provarne neanche uno.
Mi sembrò che fossero passate delle ore quando uscimmo da quella stanza delle torture, ma erano solo passati tre quarti d'ora, così dovetti seguirli al nuovo negozio.
Aprii la bocca per lamentarmi quando vidi Richard sommerso dalle buste che la fidanzata gli aveva consegnato, così decisi di stare zitto perchè non ero io quello con il destino peggiore.
Entrammo in un negozio di vestiti e ci dividemmo subito tra ragazze e ragazzi per andare ai rispettivi reparti. Mi diressi verso lo scaffale dei jeans per vedere se ce ne fosse uno che potesse piacermi, dato che appena entrati mi era stato ordinato di comprare qualcosa se avessi voluto tornare a casa tutto intero.
C'era un silenzio al quale non ero abituato, infatti si sentiva soltanto il sottofondo musicale e qualche chiacchiera lontana, come se attorno a me non ci fosse nessuno. Mi girai per controllare dove fossero i miei compagni e notai che eravamo tutti sparpagliati nei vari settori, così decisi di prendere un paio di jeans e andarli a provare nel camerino per fare il più in fretta possibile.
Dopo aver indossato i jeans nuovi uscii dal camerino per vedermi allo specchio e appena varcai la tenda sentii un fischio provenire dalla mia destra, così mi voltai e notai Magnus che stava studiando i miei nuovi pantaloni ad occhi sbarrati.
-Devi comprarli. Ti fanno un sedere perfetto- constatò facendomi arrossire.
-Ehm... ok mi fido. Mi vado a cambiare così posso concludere il mio “shopping sfrenato”- gli comunicai entrando nel camerino.
-Aspetta!- disse mentre entrava anche lui con una maglia in mano -prova questa sopra ai jeans. Spero di aver indovinato la taglia, ma devo ammettere di essere abbastanza bravo a capirlo; e poi non posso dire di non averti osservato il necessario per sapere ogni tua sfaccettatura a memoria- mi sussurrò all'orecchio facendomi irrigidire.
Presi la maglia e appena il venticinquenne uscii la indossai senza neanche guardare la fantasia. Pensai che avrei dovuto fidarmi dei gusti del mio professore, in fondo si vantava enormemente del suo stile e tutti lo consideravano un guru dell'alta moda.
Spostai la tenda per farmi valutare da Magnus, ma, mentre lui stava applaudendo quasi commosso, Jace mi guardò come se fossi impazzito e provò a dirmi preoccupato -Ma... Alec, sei sicuro di stare bene? Nel senso... l'hai scelta tu quella maglia?-
-No no, l'ho scelta io per lui. Non gli sta divinamente? È un fiorellino stupendo.- disse Magnus affascinato.
-Ah ecco. Non è molto il tuo stile Alec. Passare dai maglioni blu e neri a... questo- continuò Jace indicando la mia maglia -beh... se fossi in te ci penserei una decina di volte prima di comprarla.-
Andai verso lo specchio per osservare questo capo che stava facendo preoccupare mio fratello e appena lo vidi spalancai gli occhi stupito.
Cercai di pronunciare qualche parola ma l'orrore della maglia mi fece tacere, infatti era una “semplice” camicia con dei fiorellini arcobaleno sotto uno sfondo blu elettrico.
-Magnus, non credo sia il mio tipo- gli dissi cercando di non offenderlo troppo.
-Chi? Jace? Sì sì lo so, il tuo tipo è un ragazzo alto dai capelli neri, gli occhi verdi e amante dei gatti e dei glitter- affermò senza esitazione.
Jace scoppiò a ridere, ma si bloccò di colpo fissando l'entrata del negozio. Mi girai e vidi una coppietta particolare: Clary e Simon avevano appena fatto la loro entrata. Ci guardarono per capire chi avesse riso a voce così alta e quando ci riconobbero ci vennero incontro per salutarci.
-Ciao Alec, anche tu qui?- mi chiese Simon.
-Purtroppo...- risposi sconsolato dopo averli salutati.
-Bella maglia- commentò Clary ironica.
-Vero? È stupenda, ma lui non vuole prenderla... non si fida di chi ha stile- disse Magnus portandosi una mano al petto per aumentare l'enfasi della sua affermazione.
-Ehm... che peccato- commentò Simon -ma... lei professore cosa ci fa qua?-
-Che domande. Ovviamente sto facendo loro ripetizioni di stile- rispose.
-Già... voi invece?- chiesi.
-Simon ha bisogno di una maglia nuova quindi siamo venuti a trovarne una- mi rispose Clary con un sorriso.
-Non credo abbia bisogno di una balia anche per comprare una maglia. Dovrebbe avere l'età di poter andare in giro da solo- commentò acido Jace.
Gli tirai un calcio per farlo stare zitto, ma la rossa offesa da questo suo comportamento prese per mano Simon e rivolgendosi verso Jace disse -Non sono affari tuoi ciò che facciamo io e Simon quindi non intrometterti che il tuo commento non interessa a nessuno- Detto ciò si voltò e se ne andò irritata.
Appena se ne furono andati tirai un coppino al mio fratellastro dicendogli che era un idiota.
-Sei geloso- commentò Magnus.
-Non è vero!- cercò di difendersi il ragazzo.
-Invece sì, altrimenti non ti saresti comportato da stronzo con Sheldon-
-Sheldon?- chiesi -Lui si chiama Simon-
-Sheldon, Simon, è la stessa cosa, ma non è questo il punto- disse il mio insegnante -Herondale loro sono sempre stati insieme, ovunque vada uno dei due l'altro lo segue, ma questo non vuol dire che siano fidanzati. Per tutto il tempo che li ho visti a scuola non si sono mai scambiati effusioni tranne qualche sporadico abbraccio, quindi secondo me sono solo amici da sempre- concluse Magnus in versione detective.
-Magnus ha ragione, Jace. Li ho conosciuti questa mattina e lei non è minimamente innamorata di lui, quindi smettila di fare il bambino con questa storia della gelosia, altrimenti la allontanerai ancora di più da te-
Mio fratello ci guardò per qualche secondo per poi voltarsi e borbottando un “non capite niente” se ne andò.
Io e Magnus ci guardammo e sospirammo in contemporanea.
-È testardo- commentò -andiamo a pagare i capi?- mi propose indicando una montagna di vestiti multicolore che si trovava accanto a lui.
-Certo, ma- confermai per poi chiedere -compri tutti quei vestiti?-
-Ovvio! Secondo te per quale ragione li ho provati?- mi chiese retorico.
Lo guardai sbalordito ma preferii non commentare e dirigermi verso la cassa aiutandolo a portare tutti i suoi vestiti.



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Capitolo 4
*** Appuntamento ***


Capitolo 4 ------- Appuntamento

Ero a casa che sistemavo i vestiti che avevo appena comprato durante lo shopping con il mio professore. Devo ammettere che i jeans mi piacevano molto, in fondo erano semplici come il mio stile; mentre la maglia era inguardabile. Non la volevo prendere, infatti ero andato a posarla ma quando feci per pagare Magnus consegnò la maglia dicendo alla commessa che era mia intenzione comprarla ma non avevo il coraggio di ammetterlo.
Mi ricordo che la commessa mi guardò divertita, ma quando Magnus disse -Sa, il mio ragazzo è un po' timido quando deve esprimere i suoi gusti- mi girai verso di lui e lo guardai scandalizzato.
-Visto?- continuò il mio professore parlando con la commessa -Non vuole far sapere a nessuno della nostra relazione-
-Ma no... siete due bei ragazzi e state molto bene insieme. Non dovete nasconderlo- disse con gentilezza la signora.
Il solo ricordo mi faceva arrossire per l'imbarazzo provato, ma il pensiero del professore infondeva in me una piacevole sensazione.
Scossi la testa per non pensare a quella giornata e, richiuso l'armadio, raggiunsi i miei fratelli in cucina.
-Izzy ti prego, ho voglia di sushi!- implorò Jace.
-Jace è la decima volta che te lo ripeto: stasera cucino io.- gli impose mia sorella.
Sentite queste terribili parole sgranai gli occhi e orripilato mentii -Isabelle, mi dispiace moltissimo ma quando siamo usciti dal centro commerciale Magnus mi ha offerto una pizza, perciò non cucinare anche per me, non ho più fame.-
-Magnus, eh?- chiese con un sorriso sornione sul volto.
-Ormai si chiamano per nome...- rispose Jace indifferente.
-Solo fuori dalla scuola- mi affrettai a dire, dato che Izzy stava diventando sempre più divertita.
-Scommetto che quell'eccentrico professore ha scoccato una freccia che ti ha colpito in pieno- mi disse.
-Freccia? Anche lui fa tiro con l'arco? Wow Alec hai trovato uno con cui poter gareggiare- mi propose mio fratello, ma io avevo capito che Isabelle intendeva la freccia di Cupido e non riuscivo a comprendere come Jace, che si vantava per la sua perfezione, potesse essere così idiota da non capire le continue allusioni di nostra sorella.
-Lasciamo perdere... sei un caso perso Jace- gli disse Izzy -Alec sei un pessimo bugiardo ma per oggi ti lascio andare...- Stavo per saltellare dalla gioia con tanto di prese in giro nei confronti di mio fratello che si sarebbe dovuto subire quella tortura ma quel demone ricattatore di mia sorella continuò la frase -...ma dovrai chiamare “Magnus” e invitarlo a mangiare una pizza, dato che è stato così gentile nell'accompagnarti a fare shopping. Finalmente hai una maglia decente!-
-Le mie maglie sono bellissime!- risposi offeso.
-Certo...- disse Jace ironico -ma non dovremmo andare anche noi a cena con il professore? In fondo siamo una famiglia- chiese a nostra sorella con le mani congiunte a preghiera.
-No, mi dispiace ma non è il tuo professore, quindi solo Alec potrà andarci- rispose -oggi ti ha dato il numero, vero?- annuii -allora cosa fai ancora lì?! Chiamalo!- mi ordinò con il mestolo gocciolante di sugo in mano.
Tornai in camera mia e chiusi la porta per non sentire i battibecchi dei miei due fratelli al piano inferiore.
Digitai il numero e attesi che rispondesse.

“Pronto?”
“ciao... sono Alec” risposi.
“Oh, fiorellino! Che piacere sentirti” disse e sentii un sorriso nascere sul mio volto “Volevi dirmi qualcosa?”
“Volevo chiederti se ti andasse di andare a mangiare una pizza questa sera”
“A cosa devo questa piacevole sorpresa?” mi chiese spensierato.
“In realtà Izzy stava cucinando e pur di non mangiare i suoi piatti avevo mentito dicendo che mi avevi offerto una pizza...”
“Ti ha smascherato, eh?”
“Già... quindi mi ha proposto di chiamarti e proporti una pizza insieme. O-ovviamente se per te va bene” dissi balbettando per il nervosismo.
“Certo! Mi farebbe molto piacere, ma non ti dispiace se andiamo da Taki's?”
“No no, è perfetto.” replicai subito.
“Ottimo, allora ci vediamo lì alle 20, così ho il tempo di prepararmi... Alec?”
“Sì?” chiesi curioso.
“Mettiti la maglia e i jeans che hai comprato oggi” stavo per replicare ma mi anticipò esclamando “e niente storie, non sei un bambino di cinque anni”

Sbuffai e chiusi la chiamata. Presi la maglia e dopo aver indossato i pantaloni decisi di metterla ma di non guardarmi allo specchio.
Ero in anticipo di trenta minuti, così scesi dai miei fratelli per far passare il tempo.
-Uh uh... qualcuno cerca di fare colpo- disse Jace facendomi l'occhiolino.
-Mi ha obbligato- affermai incrociando le braccia e appoggiandomi alla porta.
-Quindi ha accettato?-chiese Isabelle.
-Sì- risposi -andiamo da Taki's-
-Ma non vale!!- si lamentò Jace -volevo ordinare qualcosa da asporto... per cenare tutti insieme ovvio- si corresse all'ultimo vedendo il viso infuriato di mia sorella.
-Tu zitto- ordinò Izzy guardando il ragazzo e poi girandosi verso di me mi disse dolcemente (per quanto possa esserlo) -e tu... vai a prendere i posti così magari ne trovi uno un po' appartato-


Arrivai con largo anticipo e mi sedetti ad un tavolo non molto centrato. Presi il telefono per andare nella galleria e far passare il tempo ma, come se avessi predetto il futuro, mi arrivò un messaggio appena tolsi lo sblocco.

Jace:mi porti qualcosa quando hai finito? Non posso resistere tutta la notte senza cibo T.T
Io: ci avevo già pensato. Non ti preoccupare


Stavo sogghignando mentre ero intento a rispondere a mio fratello, quando qualcuno spostò la sedia di fronte a me e io dissi automaticamente mentre alzavo lo sguardo -Quel posto è... oh, ciao Magnus. Non pensavo fossi tu-
-Sì, l'ho notato.- mi sorrise -a chi stavi scrivendo di così interessante?-
-A mio fratello. Mi ha chiesto se avrei potuto portargli qualcosa da mangiare, perchè non può stare a digiuno tutta la notte- risposi.
-Ma la cucina di tua sorella è così terribile?- mi chiese sorpreso.
-Sì- dissi con gli occhi sgranati -non dovrai MAI provarla. Lo dico per il tuo bene- aggiunsi l'ultima frase dopo un attimo, per aumentare la suspance.
-Oh... che carino. Ci conosciamo solo da qualche giorno e già fai le cose perchè mi vuoi bene?- chiese ironico, ma io arrossii immediatamente e non riuscii a rispondergli per il troppo imbarazzo.
Per mia fortuna arrivò la cameriera e prima ancora di prendere le ordinazioni si rivolse a Magnus -Hey! Come sta il mio stregone preferito?-
-Come sempre- rispose allusivo il ragazzo.
-Magari dopo, la mia amica potrebbe incontrarlo- propose appoggiando la mano sul petto di Magnus.
-Come puoi notare sono impegnato stasera- disse guardandomi e non degnandola più di uno sguardo -bene. Ordiniamo?- mi propose con un sorriso.
Appena la cameriera se ne fu andata il professore si scusò per questa conversazione imbarazzante, così mi sentii in dovere di dirgli -non era un discorso così imbarazzante. In fondo voleva solo avere notizie del tuo amico, no?-
Lui mi guardò per un po' come se cercasse di capire se stessi dicendo sul serio, ma poi, notando la mia espressione, rispose -Sì... il mio amico-
-Siete amici intimi?- chiesi per curiosità e lui scoppiò a ridere.
-Molto- disse tra una risata e l'altra. Io continuavo a non capire e lui ridendo sempre più di gusto mi spiegò -stava parlando di “quel” mio amico-
Quando mimò le virgolette capii a cosa si fosse riferita la ragazza e subito divenni paonazzo per l'imbarazzo di non averlo intuito subito.
-Ma non ti preoccupare, l'attenzione del mio stregone è concentrata solo su di te- mi sussurrò a dieci centimetri dal viso.
-Ecco a voi i vostri piatti- ci interruppe la cameriera -durerà molto?- chiese, di nuovo, rivolta verso Magnus.
-Non lo so, ma se ti vuoi prenotare devi fare la fila. L'unico con il telepass non me l'ha ancora chiesto- rispose il ragazzo seduto di fronte a me, guardandomi.
Avevano di nuovo iniziato a fare gli enigmatici, ma questa volta non avrei chiesto ulteriori approfondimenti; la serata era già abbastanza imbarazzante.
Mangiammo in silenzio e quando finimmo andai a pagare il conto dopo aver ordinato qualcosa anche per Jace.
-Ti va di fare una passeggiata o preferisci andare subito da tuo fratello a dargli la cena?- mi chiese.
-Facciamo una passeggiata, lui può aspettare, e poi, se mia sorella scopre che gli ho portato del cibo finisco all'ospedale.- conclusi con tono spaventato.
-Per quanto conosca tua sorella non sembra così male, anzi credo che andremo molto d'accordo. Almeno sui vestiti- affermò con un sorriso che mi fece perdere un battito.
Passammo davanti ad una gelateria e lui propose di prenderci un gelato e io, ovviamente, accettai. Ci sedemmo nei tavolini davanti mentre gustavamo il nostro cono. Per spezzare il silenzio chiesi -Cosa ti ha spinto a diventare insegnante di teatro?-
-Sai... sei il primo che me lo chiede- mi guardò sorridendo con dolcezza -di solito tutti criticano questo tipo di lavoro perchè pensano sia noioso o inutile; ma io credo che ciascuno indossi una maschera durante la sua vita e solo con poche persone può essere sè stesso. Io non voglio nascondere nulla di me stesso; voglio che la mia personalità non sia solo una finzione. Sono me stesso con tutti e nonostante i momenti peggiori che caratterizzano ciascuna persona so risplendere, perchè è l'unica cosa che conta: saper uscire dalle sconfitte con un sorriso e più forti di prima. Il teatro mi ha aiutato a essere me stesso con tutti, perchè tutti abbiamo bisogno in certi momenti di rifugiarci in un personaggio, in un altro, e il teatro mi ha dato l'opportunità di nascondermi nei miei momenti peggiori; quindi adesso voglio aiutare voi ragazzi a capire chi siete veramente tramite la recitazione. Secondo te come ho fatto a capire subito che sei omosessuale? Hai una maschera che con il tempo hai affinato e infatti solo alcune persone che ti stanno vicino e sono bravi osservatori riescono a scoprirti, ma tu devi essere te stesso Alexander, altrimenti con il tempo perderai sempre di più una parte di te. E io non voglio che accada-
Rimasi stupito da questo suo discorso. Mi aveva colpito con le sue parole e soprattutto che avesse capito in così poco tempo chi fossi veramente, quindi non sapendo come rispondergli continuai a mangiare il gelato mentre con occhi affascinati lo guardavo.
Lui guardò il mio gelato e poi con un sorriso malizioso iniziò a leccare il suo con facce vietate ad un pubblico di minori. I miei pantaloni iniziarono a tirare un po' troppo e dovetti subito distogliere lo sguardo, così mi soffermai sul suo abbigliamento che prima, troppo occupato a guardarlo negli occhi, non avevo notato. Aveva una maglia con un universo viola e blu disegnato sopra e dei pantaloni aderenti neri brillantinati.
-Ti piace ciò che stai vedendo?- mi chiese dato che avevo ancora le guance infiammate.
-Stavo guardando la tua maglia...- dissi cercando di rimanere allusivo dato che era nascosta dal gelato.
-Ah ah... se vuoi te ne posso prendere una- propose.
-No no, grazie- rifiutai immediatamente -è più il tuo stile che il mio.-
Scoppiò a ridere e dato che avevamo finito il nostro dolce ci alzammo per finire il nostro “appuntamento”.
-Se vuoi posso accompagnarti a casa intanto non dovrebbe essere molto distante- si offrì Magnus.
-Certo, mi farebbe molto piacere- gli sorrisi.
Camminammo fianco a fianco per tutto il tragitto, ma nessuno dei due parlò. Arrivati davanti alla porta di casa mia presi le chiavi dalla tasca, ma prima di aprire mi girai verso Magnus e gli dissi -Grazie per questa serata-
-Fiorellino, dovrei essere io a ringraziare te per avermi invitato- replicò alzando un sopracciglio e sorridendomi.
-In ogni caso... Buona Notte- gli augurai.
Si avvicinò a me e ad un soffio dalle mie labbra mi disse -Buona Notte, Alexander-
Sentii il mio cuore battere all'impazzata e il mio sguardo cadde sulle sue labbra con desiderio. Stavo per dargli il mio primo bacio, ma la mia coscienza mi riportò con i piedi per terra, così distolsi subito lo sguardo.
Cosa mi sta succedendo? pensai. Era sbagliato, lui era il mio professore e io il suo alunno. È contro le regole pensare ad un rapporto diverso.
-Forse è meglio se entro, domani abbiamo scuola ed è il caso che entrambi siamo riposati.- dissi frettolosamente.
-Certo- disse con un sorriso che cercava di nascondere la delusione -Ci vediamo domani pomeriggio, buona notte-
Attraversò il viale e appena girò l'angolo entrai in casa. Mi diressi verso il piano superiore dove sono situate le camere e trovai mio fratello che mi aspettava seduto in cima alle scale.
-Grazie- sussurrò quando gli diedi la busta con il cibo da asporto -è andata bene la serata?-
-Sì, sì- risposi ancora intontito per il quasi bacio.
-Mmm... domani ne riparliamo adesso sono troppo affamato- concluse iniziando a divorare il cibo come se fosse in astinenza da mesi -'Notte-
-Buon Appetito- sussurrai in risposta.


Mi svestii ed entrai in doccia per rilassarmi e pensare a ciò che era successo quella serata. Avevo la mano appoggiata al muro e la testa china sotto al getto in modo che l'acqua scivolasse sul mio corpo nudo.
Non potevo credere di aver quasi baciato Magnus; in fondo era il mio professore e nonostante fosse affascinante, misterioso, eccentrico, meraviglioso...
Girai la gradazione dell'acqua per metterla ghiacciata. Non dovevo fare questi pensieri, lo conoscevo da troppo poco ed era vietato un rapporto più approfondito di quello scolastico. Però se aspetto un anno e prendo il diploma... lui non sarà più il mio insegnante. Okay, aspetterò la fine di quest'anno e se riterrò che ne vale la pena potrei anche farci un pensierino.
Ero convinto della mia decisione e uscii dalla doccia con un sorriso soddisfatto. Lo avrei trattato come un professore qualunque e avrei appreso da lui i segreti del teatro, ma nulla di più; non avrei più dovuto pensare alle sue parole di oggi. Quel discorso che mi aveva colpito molto, soprattutto perchè non averi mai creduto che fosse così radicata e sentita la sua passione per il teatro. Inoltre almeno avevo capito come avesse fatto a capire che io non sono etero come fingevo di essere per paura di essere giudicato e non più amato dalle persone a cui dedico tutta la mia vita.




Manicomio:
scusate per questo ESAGERATO ritardo, ma devo giustificarmi col fatto che fossi in vacanza in un posto sperduto e non prendesse internet; quindi chiedo umilmente perdono *si prostra in ginocchio*.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e devo ammettere che ero indecisa se far avvenire il “bacio” o lasciare la situazione ancora un po' tesa, e ovviamente cosa ho deciso? *risata malefica*
Lo ammetto sono stata un po' cattiva, ma dobbiamo calarci nei panni di Alec e al primo appuntamento non avrebbe mai dato il suo primo bacio, soprattutto dato che la situazione è un po' complicata.

Alla prossima!
Baci, Blonde Green.

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Capitolo 5
*** Baci ***


Capitolo 5

-Ti prego Izzy!- la supplicò Jace.
Ormai erano più di due ore che continuavano con la stessa storia e ci mancava poco che sbattessi la testa contro l'armadietto pur di non sentirli più.
-Jace, ti ho già detto che non voglio uscire con quel nerd!- ribattè per l'ennesima volta Isabelle.
-Ma è l'unica condizione che Clary mi ha dato per poter uscire con lei!- piagnucolò mio fratello.
-Izzy, fallo; altrimenti continuerà così per sempre.- mi intromisi esasperato. Mia sorella mi fissò come per valutare le mie parole e, girandosi verso Jace, disse -Va bene, vengo. Ma mi devi un favore enorme.-
-Sì!- urlò il ragazzo attirando l'attenzione di tutti gli studenti presenti -grazie, grazie, grazie- concluse con un bacio Jace, per poi correre lungo il corridoio per cercare Clary e dirglielo.
-Che favore intendi chiedergli?- le chiesi curioso.
-Mmm... non ne sono così sicura ma pensavo di fargli fare il mio assaggiatore personale-
-Ah- risposi sconvolto -fallo solo in caso l'appuntamento sia una schifezza, okay?-
Ero geloso di mia sorella, perchè sarebbe andata ad un appuntamento con un ragazzo che ci avrebbe sicuramente provato, ma avevo anche molta paura che Jace potesse prendersi un'intossicazione alimentare dovuta alla sua cucina, quindi decisi che forse l'unica soluzione adatta fosse questo compromesso.
-Certo, tanto sono sicura al cento per cento che sarà un orribile appuntamento- mi promise.
Chiusi l'armadietto e con i libri in mano mi diressi verso la mia aula, dove salutai mia sorella augurandole buona lezione. Le ore passavano molto lentamente e mi concentrai per prendere tutti gli appunti possibili, per non pensare al “bacio mancato” della serata precedente; ma, nonostante tutti i miei sforzi, non riuscii a concentrarmi del tutto, perchè ogni più piccolo particolare mi ricordava la situazione della serata passata.
Le lezioni continuavano a finire e a riniziare, ma di Magnus nemmeno una traccia. Che mi stesse evitando? Pensai, ma scossi immediatamente la testa. Non credevo fosse il tipo che scappava appena si presentava un problema. Cercai di far finta di niente per tutta la giornata, ma ogni volta che trascorrevo del tempo con mia sorella mi chiedeva se andasse tutto bene e oppure se fossi preoccupato pe qualcosa. Ogni volta che capitava le sorridevo e mentivo sui miei dubbi.
Quando finalmente anche l'ultima campanella suonò salutai i miei amici e mi diressi verso l'aula di teatro per poter seguire la lezione di recupero.
Bussai e sentii la sua voce possente affermare -Avanti-
-Buongiorno- salutai ma il mio tono di voce divenne sempre più flebile e le mie guance iniziarono ad imporporarsi per l'imbarazzo.
-Come stai Alexander?- mi chiese.
-B...bene- balbettai in risposta -e lei?-
-Divinamente, soprattutto per la lezione che faremo oggi- mi rispose con un sorriso malizioso.
Devo ammettere che mi venne un po' di ansia dato che sarebbe stata la prima volta che recitavo davanti a qualcuno che non fosse della mia famiglia. Infatti quando eravamo piccoli Izzy, Jace e io allestivamo degli spettacoli per intrattenere i nostri genitori. Fu grazie ad uno di quei spettacoli che scoprii di essere gay, perchè dovetti dare il mio primo bacio a Jace e mi piacque talmente tanto che bramai le sue labbra per molto tempo.
-Bene allora, iniziamo- continuò il professore distogliendomi dai miei pensieri -oggi improvviseremo!-
Magnus era molto entusiasta per la sua idea, ma io lo guardai con un sopracciglio alzato per esprimere il mio disappunto.
-Se continui a tenere la faccia imbronciata non ti assicurerò che rimarrò qui immobile; anzi, potrei attentare alla tua virtù.- mi disse e io arrossii immediatamente chinando il viso per non farmi notare troppo -Pesca un biglietto da quel cappello, così vediamo su cosa dovremo improvvisare-
-Reciti anche tu?- chiesi curioso.
-Certo! Io adoro recitare ed è un ottimo modo per farti vedere quanto sono bravo-
Narcisista,pensai e presi un bigliettino alzando gli occhi al cielo. -Se continui così il bacio di ieri non te lo toglie nessuno- mi sussurrò all'orecchio.
Deglutii e lessi ad alta voce l'argomento scritto sul foglietto -Imbarazzo-
-Beh... questo abbiamo già visto che sai interpretarlo molto bene.-
commentò prendendomi in giro -pescane un altro-
-Gelosia- lessi il secondo biglietto.
-Okay, perfetto- disse il professore -vediamo cosa possiamo interpretare... trovato!- affermò con un battito di mani -Sei fidanzato, ma io ci provo con lui e tu devi fare una scenata di gelosia per difendere il tuo “amour”-
-L...Lui?- chiesi balbettando.
-Sì, preferisci che sia una lei? Ne dubito fortemente- mi rispose con un sorriso strafottente.
-Ehm... okay- acconsentii.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto finchè lui non disse -Non ti viene l'ispirazione, eh?-
-No, mi dispiace, ma non saprei neanche come iniziare- risposi sentendomi quasi colpevole.
-Mmm... dai ti do una mano. Immaginati fidanzato con quell'Herondale e che io fossi uscito con lui per una scenetta romantica- prepose.
-Okay- dissi.
Aspettai un minuto per figurarmi la scena e dopodiché iniziai la mia interpretazione -Magnus! Come ti sei permesso di uscire con lui?! Jace è MIO! Noi siamo fidanzati e ci amiamo, quindi non invitarlo mai più ad uscire. Questa volta è stato gentile e per educazione ha accettato, ma la prossima volta ti risponderò io per lui e non sarò amichevole.-
Aspettai che mi urlasse contro come la scena avrebbe dovuto prevedere, ma con sofferenza nel tono della voce mi chiese -Lo ami?-
Rimasi spiazzato da quella domanda, soprattutto perchè sembrava non stesse recitando, ma che volesse sentirsi dire la verità e dato che in realtà non sapevo come definire il mio amore per Jace, continuai con la recita e dissi senza esitazione -Sì-
Mi guardò negli occhi e vidi i suoi appannarsi. Si girò verso la cattedra prendendo di nuovo il cappello che prima aveva appoggiato e mi chiese -Non ho neanche una possibilità?-
Non sapevo come rispondergli, così abbassando lo sguardo risposi sinceramente -Non lo so-
-Avanti con il prossimo bigliettino!- affermò con un sorriso finto. Pescai e lessi -Dichiarazione d'amore più bacio-
-Per Raziel! Mi ero dimenticato che ci fosse pure quello!- imprecò a bassa voce -Facciamo una cosa...- propose a tono più alto rivolgendosi a me – per oggi la lezione finisce qui. Ci vediamo domani, ok?-
-D'accordo- accettai e recuperato lo zaino feci per uscire dalla classe, ma avevo bisogno di capire una cosa, così mi voltai verso il professore e lo chiamai -Magnus?-
-Sì?- mi rispose.
Mi avvicinai e gli diedi un bacio lieve come ali di farfalla sulle labbra.
Arrossii appena compresi il mio gesto e per giustificarmi gli dissi -Sul bigliettino c'era scritto così... scusa-
-Non ti devi scusare, fiorellino. Non sai quanto lo avessi desiderato ieri sera-
Ormai le mie guance erano viola a causa dell'imbarazzo, così salutai il venticinquenne e mi diressi molto velocemente verso casa, dove mi buttai sul letto e nascosi la testa sotto al cuscino.
Qualcuno bussò alla mia porta e dopo essere entrato in camera si sedette accanto a me accarezzandomi la schiena.
-Come mai sei arrivato così in anticipo?- mi chiese Isabelle.
-L'ho baciato, Izzy!- escalmai sedendomi di fronte a lei.
-Grande! E com'è stato?- mi chiese curiosa.
Aspettai un attimo per riordinare le idee e poi le risposi -Io.. non lo so. È stato improvviso, splendido, imbarazzante, emozionante e... non so nemmeno quale emozione ha prevalso sulle altre. So soltanto che vorrei essere ancora lì.-
-L'unica cosa che devi capire subito è: ti è piaciuto?-
-Sì- risposi senza pensarci.
-Bene. Adesso... a cos'hai pensato quando l'hai baciato?-
-Come “a cosa ho pensato”?! A cosa dovevo pensare mentre lo baciavo se non a quanto fossero soffici le sue labbra?-
-Che amore... ti sei innamorato- mi disse con un sorriso dolce.
-Qualcosa provo per lui, ma nonostante abbia superato la mia cotta per Jace, provo ancora qualcosa per lui- conclusi con la testa tra le mani.
-COSA?!- urlò Jace facendo cadere la scatola di biscotti che aveva in mano.
-Ehm... Jace- balbettai.
-Alec, per caso devi dirmi qualcosa?- mi chiese ironico quasi arrabbiato. -Forse è meglio se vi lascio soli- constatò Izzy e passando per vicino a nostro fratello gli sussurrò qualcosa che non riuscii a sentire.
Jace si sedette di fronte a me, guardandomi impassibile e aspettando che prendessi parola.
-Vedi Jace- dissi abbassando lo sguardo e diventando rosso dall'imbarazzo -tu... ehm... vedi io...-
-Con parole tue, Alec- mi interruppe per sciogliere un po' la tensione.
-Okay...- presi un respiro profondo e dissi tutto d'un fiato -Sono gay e l'ho scoperto quando ci siamo baciati in quello spettacolo per i nostri genitori quando avevamo 10 anni. In quel momento mi sono innamorato di te, ma in questi anni ho quasi completamente superato questa mia cotta per te-
-E...eri innamorato di me?- mi chiese.
-Sì...- risposi diventando sempre più rosso.
Aspettai un suo commento, ma più il tempo passava più il silenzio diventava pesante ed imbarazzante.
-Non dici niente?- chiesi guardandolo preoccupato.
-Stavo pensando al fatto che ti piaccio- mi rispose.
-Aspetta... ma quindi la mia omosessualità non ti causa nessun problema?-
-Perchè dovrebbe?- mi rispose con una domanda -In fondo lo avevo già capito-
-C...cosa?!- chiesi rischiando di cadere.
-Dai, Alec! Un bel ragazzo come te che non è mai uscito con nessuna e non nota i flirt è sicuramente gay!-
-ma quando Magnus ha ipotizzato che fossi gay hai negato vivamente.- constatai.
-Non volevi che nessuno lo sapesse, e poi magari la mia era solo una stupida ipotesi- mi spiegò con un sorriso -però ti piaccio veramente o è solo una scusa per non dover pensare ad altri?-
-Io... non lo so- risposi guardando nuovamente la coperta.
-Mmm... chiudi gli occhi- mi propose.
Feci come aveva detto e sentii le sue labbra posarsi sulle mie. Pensai a quanto fossero diverse da quelle di Magnus e al fatto che l'unica cosa che desiderassi in quel momento fosse baciare lui e non Jace.
Appena sentii la sua lingua chiedere l'accesso alla mia bocca, lo scostai con forza e dissi quasi disgustato -Non farlo mai più, okay?-
-Per Raziel, non ti è piaciuto?- si rattristò.
-Jace sei sicuro di essere etero?- gli chiesi ridendo.
-Per te potrei fare un'eccezione, fiorellino- mi rispose scimiottando Magnus.
Vide che mi pietrificai appena sentii quel soprannome e mi chiese -Stavi pensando a lui vero?- dato che non rispondevo continuò -Alec, ti ho baciato solo per farti capire che mi hai sempre usato come scusa per non soffrire in caso di rifiuto, ma Magnus sembra sia interessato e nonostante sia il tuo professore ti basta aspettare un anno e potrai stare con lui ufficialmente. Prima sarà una cosa clandestina.- concluse con un ghigno.
-Non posso Jace, è contro la legge!- affermai.
-Appunto per quello ho detto “clandestina”. C-L-A-N-D-E-S-T-I-N-A. - sillabò dato che lo guardavo con stupore.
-M...ma- balbettai -Non dovresti incoraggiarmi!-
-Perchè no? Quando sei uscito solo con lui sei tornato a casa con un sorriso luminoso sul viso e pure oggi avevi un'espressione che non ti avevo mai visto prima... vi siete baciati?- mi chiese divertito.
Divenni rosso per l'imbarazzo e risposi -no-
-Okay, quindi sì- disse risoluto facendomi protestare -e non fare quella faccia è evidente che sia successo-
Abbassai la faccia colpevole e arrossii di nuovo, sembrava che quel giorno non sapessi fare altro.
-Alec- mi disse -se credi sia quello giusto fregatene delle regole e stai con lui. La felicità è l'unica cosa importante e se l'hai trovata in lui, noi ti aiuteremo a raggiungerla- concluse facendomi commuovere.
-Sì Alec, ti aiuteremo ogni volta che avrai bisogno- concordò mia sorella facendoci capire che era rimasta tutto il tempo ad origliare la nostra conversazione.
Li abbracciai con un sorriso sul volto per esprimere loro tutto l'amore (fraterno) che provavo per loro.
-Non dirò a nessuno che la tua virilità è stata intaccata, Jace- affermò maligna Izzy.
-Era per una giusta causa- replicò il biondo e scoppiammo tutti e tre a ridere.




Angolo autrice:
mi scuso per il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo, ma ho avuto un bel po' di problemi personali che hanno intaccato la mia fantasia.
Comunque spero di essermi fatta perdonare con questi due splendidi baci *.* (la fangirl che c'è in me ha urlato tutto il tempo mentre lo scrivevo).

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Capitolo 6
*** Pianti ***


Capitolo 6


Ero a casa da solo, perchè Jace e Izzy erano all'appuntamento con Clary e Simon; quindi per far passare il tempo andai in palestra e iniziai un nuovo allenamento.
Dopo neanche mezz'ora sentii il mio telefono avvisarmi dell'arrivo di un messaggio, così smisi di colpire il sacco da boxe e con un asciugamano attorno al collo presi il cellulare e lessi.

Isabelle: Alec, non ci posso credere! Dovrà assolutamente farmi quel favore! *.* Simon è venuto con una maglietta con un robot nero che dice “che la forza sia con te”. Stavo per scoppiargli a ridere in faccia! Ahahahahahaha

Alzai gli occhi al cielo e le risposi.

Izzy, prima di pensare alla sua promessa almeno parlaci insieme!

Isabelle: Solo se passi la serata con Magnus.

Ma è a casa sua!


Non feci neanche in tempo a posare il telefono per riprendere l'allenamento che sentii il citofono squillare.
Non mi vogliono fare allenare oggi, pensai sbuffando.
Aprii la porta e mi ritrovai Magnus in tutto il suo splendore davanti.
-ehm... c...cosa ci fai qui?- chiesi sorpreso.
-Volevo passare a salutarti dato che eri solo- rispose semplicemente.
-Come facevi a saperlo?- chiesi.
-Ho i miei informatori... mi avevano detto che ti avrei trovato intento nella lettura o nello studio, e beh, se leggi sempre a petto nudo devo approfittarne più spesso- commentò con un ghigno malizioso.
Avvampai all'istante e balbettando gli dissi -n...no io... io mi stavo allenando è...- mi schiarii la voce -è per questo che sono senza maglia-
-Quindi eri tutto sudato e con il respiro irregolare, eh?-
Tossii per l'imbarazzo ed evitando di rispondere al suo commento gli chiesi se avesse voluto entrare e aspettare nel salotto il tempo di farmi una doccia.
-Se per te non è un problema potrei ingannare il tempo diversamente- propose e io subito accettai curioso di venire a conoscenza dei pensieri del ragazzo -potrei farmi una doccia, non voglio dire di puzzare perchè ovviamente sono già perfetto così, ma potrei sacrificare il mio gel con i glitter per un bagno con te-
-COSA?!- esclamai sconvolto per poi proporre ancora con le guance arrossate -Facciamo una cosa... IO mi faccio la doccia e TU ti guardi la televisione, okay? Perfetto, arrivo tra cinque minuti- conclusi senza permettergli di rispondere e mi fiondai in bagno.
Fu la doccia più rapida della mia vita, non solo perchè avevo un ragazzo splendido nel mio salotto, ma soprattutto perchè avevo paura che quest'ultimo potesse entrare dalla porta pur di vedermi svestito. Ero sicuro che anche avendo chiuso la porta a chiave sarebbe riuscito a trovare un modo per far ciò che desiderava.
-Eccomi!- esclamai quando raggiunsi Magnus.
-Sei uno schianto, ma devo ammettere che ti preferivo senza maglia- commentò il mio professore con sguardo triste.
-Non si può sempre aver tutto- gli risposi sorridendo.
-Scommetto che riuscirò a farti togliere quella maglia senza che tu possa negarmelo-
-Mmm... non credo- dissi ridendo.
-Ne sei sicuro?- mi chiese.
-Certo!- risposi sicuro che non mi sarei mai tolto la maglia davanti a lui. -Bene, però se riuscirò a fartela togliere voglio un bacio, più approfondito dell'ultimo- affermò malizioso.
-E se non ce la farai?-
-Intanto ce la farò, ma in tal caso... cosa vorresti farmi fare?- rispose sicuro di sé.
Non sapevo cosa avrebbe potuto subire come punizione e di proporre un bacio... beh non era il caso, quindi guardando i suoi vestiti e i capelli mi venne un'illuminazione.
-Dovrai stare per una settimana senza glitter.- lo vidi sbarrare gli occhi e aprire la bocca per protestare, ma prima che potesse emettere un qualsiasi suono continuai -Non ti preoccupare andremo a fare shopping e sceglierò tutti i tuoi nuovi vestiti-
-Andremo a fare shopping assieme...- pensò ad alta voce -Devo ammettere che quest'idea non mi dispiace, ma non posso rimanere senza i glitter e senza la possibilità di baciarti, quindi vincerò sicuramente la sfida-
Scoppiai a ridere per il tono solenne con cui aveva concluso la frase e, prese le chiavi, ci avviammo verso un ristorante in cui poter cenare.
-Andiamo di nuovo da Taki's o preferisci cambiare ristorante?- mi chiese.
-Beh... da Taki's ci sono Jace e gli altri quindi forse è meglio se cambiamo luogo- gli risposi.
-Okay, so già dove portarti- disse con gli occhi che luccicavano.
Aspettai qualche minuto che mi desse maggiori informazioni ma dato che camminava spedito senza dirmi niente gli chiesi -Quindi dove andiamo?-
-Non te lo dico, per te sarà una sorpresa- mi rispose tranquillamente.
Feci per protestare, ma mi prese per mano e mi condusse verso il ristorante. Appena le nostre mani si unirono la mia capacità di esprimermi con frasi concrete e di senso compiuto decise di abbandonarmi e il mio cuore iniziò a battere talmente forte che pensai mi stesse venendo un infarto.
-Ho fatto qualcosa che non va bene?- domandò preoccupato.
-No, no... è che...- cercai di articolare una risposta coerente, ma a causa dell'imbarazzo non ci riuscii e abbassai lo sguardo per guardare le nostre mani intrecciate.
-Ah. Scusa non me ne ero reso conto- mi disse sciogliendo subito la sua mano dalla mia.
-No scusami tu, è solo che... non credo di essere ancora pronto a fare coming out. È già stato difficile parlarne con Jace ed Izzy e pensare che tutti possano saperlo... scusa- cercai di spiegargli.
-Alexander, se gli altri non accettano chi sei veramente vuol dire che non ti vogliono bene, e... okay può sembrare una frase fatta, ma chi più di me può capire ciò che stai passando? In fondo, io ho sempre avuto paura di far scoprire a mio padre che sono bisessuale, e infatti quando lo ha scoperto...- deglutì -ti dico solo che sono scappato di casa, ma tu... tu hai quell'Herondale e tua sorella che ti staranno sempre accanto e anche se i tuoi genitori non accetteranno la tua natura hai delle persone che ti amano per quello che sei: un ragazzo dolce, insicuro, timido, coraggioso e fantastico. E qualunque cosa capiti se avrai bisogno di me farò di tutto pur di aiutarti, perchè anche se ci conosciamo da poco non potrei mai immaginare la mia vita senza di te.- concluse asciugandomi le lacrime che avevano iniziato a bagnarmi il viso per la perfezione delle parole che mi aveva appena dedicato.
Di slancio lo baciai e non considerai tutte le persone che ci circondavano e che ci fissavano curiosi. In quel momento era come se fossimo soli, come se tutte quelle persone fossero scomparse e l'unica cosa importante fossero le sue labbra sulle mie.
Ci separammo solo per riprendere fiato e mi accorsi soltanto mentre lo guardavo negli occhi che era partito un applauso dal pubblico che aveva assistito alla scena.
Tra i fischi sentii anche una voce a me familiare gridare -Viva i Malec!- così mi girai verso colei che aveva appena urlato e trovai Izzy, Jace, Clary e Simon sorridenti che ci battevano le mani invogliando la folla a continuare.
Avvampai all'istante e cercai di sparire nel vicolo accanto a dove ci trovavamo, ma una mano mi afferrò per non permettermi di trovare una via di fuga.
-Come puoi vedere loro sono felici per noi. Non ti hanno insultato perchè siamo due maschi- mi sussurrò Magnus.
Annuii e poi chiesi a mia sorella -Ma voi non eravate a cena?-
-È stata una cosa molto veloce, Jace e Clary volevano fare una passeggiata- mi rispose guardando divertita i due ragazzi -e voi avete già cenato?-
-In realtà stavo portando Alexander in uno splendido ristorantino, ma devo dire che preferisco ciò che è appena successo.- rispose il mio professore per entrambi.
-Ma non è illegale?- chiese Simon.
-Lewis!- gridò mia sorella arrabbiata per poi tirargli un pugno.
-Sì lo è- risposi abbassando lo sguardo rabbuiandomi. Simon aveva ragione, non potevamo stare insieme, altrimenti il mio professore avrebbe subito ripercussioni -Magnus potrei parlarti un attimo in privato?-
-Certo-
-Scusateci un attimo, ragazzi- affermai rivolgendomi agli altri quattro. Appena fummo abbastanza distanti gli dissi -Magnus, ha ragione Simon. Non possiamo neanche pensare di iniziare una relazione, perchè è contro la legge e non vorrei che ti licenziassero solo per me.-
-Solo per te?!- ribattè arrabbiato -Alec, già la prima volta che ti ho visto mi hai stregato e al diavolo se mi licenziano. Tu per me sei più importante.-
-Magnus lo hai detto anche tu, ci conosciamo da troppo poco per poter provare veramente dei sentimenti abbastanza forti da durare nonostante tutti gli ostacoli-
-Ho detto che ci conosciamo da poco, ma che comunque tu sei entrato nel mio cuore- disse cercando di farmi ragionare.
-Ma non possiamo parlare di amore- affermai.
-Non vuol dire che non possa diventarlo- replicò serio.
-Mi dispiace Magnus ma non posso pensare di essere io la causa dei tuoi problemi, quindi è meglio se continuiamo ad essere solo alunno e professore- conclusi e lui fece per andarsene, ma prima di superarmi mi disse -Dimmi solo una cosa... e se risponderai di no, per me sarai soltanto più uno dei miei tanti alunni- annuii per incitarlo a continuare -Quei baci per te non hanno significato niente?-
-No- gli risposi guardando ovunque tranne che nei suoi occhi.
-Guardami e se riuscirai a ripeterlo me ne andrò per sempre- mi ordinò.
-No, quei baci non hanno significato niente per me- ripetei mentendo su ciò che provavo.
-I tuoi occhi dicono altro, Alexander- mi sussurrò all'orecchio -ma non ti preoccupare da adesso sarò soltanto il tuo professore. Nient'altro-
Detto questo si allontanò e quando girò l'angolo, scoppiai in un pianto disperato.
-Cos'è successo?- mi chiese mia sorella correndo ad abbracciarmi.
-H...ho dovuto- dissi singhiozzando -Simon ha ragione è contro la legge. Non posso stare con lui ed è meglio se stronchiamo questa relazione da subito-
-Ma... Alec!- esclamò stringendomi più forte a sé.
-Adesso vado a casa- decisi dopo essermi asciugato le lacrime.
-Vengo con te- affermò immediatamente.
-No, non vi voglio rovinare l'appuntamento. Voi divertitevi io vado a casa.-
Conclusi e dopo aver salutato i quattro ragazzi mi diressi verso l'unico posto in cui avrei potuto sfogarmi senza che nessuno mi vedesse.



Angolo autrice:
Piaciuto? Spero di non avervi distrutto completamente (io mentre lo scrivevo ero uno strazio) ma il nostro caro Alec ha deciso di soffrire pur di non far finire Magnus nei guai in caso qualcuno entri a conoscenza della loro relazione... Alec perchè sei sempre così diligente? Fai qualcosa di illegale! Ahahah
Comunque spero vi sia piaciuto il capitolo.
Alla prossima! :3

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Capitolo 7
*** Rivalsa ***


Capitolo 7---- rivalsa


Dopo quella sera ci limitammo a parlarci solo in caso di necessità, come quando poneva una domanda alla classe e io, in qualità di allievo diligente, gli rispondevo alzando la mano; oppure quando, durante una prova del nostro spettacolo, mi correggeva una battuta.
Diventava sempre più difficile seguire le sue lezioni soprattutto per questo nostro rapporto forzato, e nonostante fosse causa mia sapevo di aver fatto la scelta giusta.
-Smettila di pensarci, Alec!- mi sgridò mia sorella.
-Non ci sto pensando- le risposi automaticamente.
-Allora come hai fatto a capire di cosa stavo parlando?- mi chiese con un ghigno.
La fulminai con lo sguardo e continuai il mio pranzo (una mela) cercando di non considerarla.
-Se proprio vuoi ignorarmi almeno mangia qualcosa in più di una semplice mela!-
-Oggi non ho fame- le comunicai.
-È da quando hai chiuso con Magnus che non mangi e ti alleni solo! Non voglio vederti svenire di nuovo- concluse con le lacrime agli occhi e io l'abbracciai di slancio.
Mi dispiaceva molto per lei. Non volevo farla preoccupare, ma avevo un blocco allo stomaco che ogni volta che provavo a mangiare qualcosa mi faceva passare la fame. All'inizio i miei fratelli facevano finta di non notare che mi stavo auto-distruggendo, ma dopo quell'allenamento particolarmente faticoso che mi ha fatto svenire hanno deciso di controllarmi e di cercare di tirarmi su di morale proponendo delle uscite ogni giorno libero, che io, ovviamente, ho rifiutato quasi tutte.
-Andiamo in classe?- proposi sentendo la campanella suonare e la vidi annuire sul mio petto. Sciolsi l'abbraccio e porgendole la mano la feci alzare. Seguiti da Jace, che aveva un braccio attorno alle spalle di Clary, arrivammo davanti alla mia aula e ci dovemmo separare.
Presi un respiro profondo ed entrai. Il professore, Magnus, era come al solito in centro alla classe che finiva di sistemare la sceneggiatura e senza girarsi disse -Vieni ad aiutarmi che non riesco a fare tutto da solo- mi avvicinai trattenendo il respiro e presi il cartellone che mi stava porgendo senza osservarmi.
Quando le nostre mani si sfiorarono lui alzò lo sguardo e notando chi fossi disse -Alexander? Non pensavo fossi tu-
-Sì ehm... l'avevo notato- balbettai.
-Okay...- commentò sovrappensiero per poi rimanere in silenzio fino all'arrivo degli altri studenti -Bene ragazzi- disse rivolgendosi a tutta la classe -volevo iniziare a dirvi che siete stati la classe migliore a cui io abbia mai insegnato-
-Siamo l'unica classe a cui ha mai insegnato!- commentò un ragazzo dal fondo dell'aula.
-Sì beh, quelli sono solo dettagli- rispose provocando l'ilarità generale -in ogni caso... ho deciso che non ha senso prolungare questo corso fino alla fine della scuola, dato che sicuramente in quel periodo avrete gli esami e, con il consenso del preside, la data dello spettacolo è stata stabilita alla prossima settimana. Quindi senza perdere tempo dobbiamo iniziare a provare con la sceneggiatura e gli abiti di scena.-
Quando concluse ci furono dei mormorii di eccitazione per la vicinanza della prima dello spettacolo, ma io non sapevo se rattristarmi o no. Da una parte ero triste perché avrei potuto non vederlo più dopo la fine del corso, dall'altra non vedevo l'ora che lui non fosse più il mio professore, per poter finalmente non andare contro le regole.
-Bene e adesso non perdiamo tempo, iniziate a provare. Dobbiamo sfruttare tutti i minuti che ci separano dallo spettacolo per provare, provare e provare- concluse con enfasi e un luminoso sorriso sul volto.
Recitammo tutta l'ora e appena suonò la campanella con molta calma ritirai il mio materiale aspettando che tutti se ne andassero.
-Alec vieni?- mi chiese Rich.
-Arrivo subito, voi andate dagli altri io vi raggiungerò fra qualche minuto.- risposi osservando il professore che aveva riiniziato a sistemare il palcoscenico.
-Ah...- commentò Katie - Muoviti tesoro. Lasciamo i piccioncini da soli-
-Aspetta... COSA?!- le gridai dietro, ma era già scomparsa dietro la porta lasciandomi solo con Magnus. Mi avvicinai a lui e gli chiesi -Ha bisogno di una mano, professore?-
-Alexander,- rispose -non vai con gli altri a pranzo?-
-Li raggiungo più tardi, volevo aiutarla-
-Oh, d'accordo- commentò per poi indicarmi ciò che avrei dovuto fare.
Passarono pochi minuti senza che nessuno dei due parlasse. Volevo iniziare un discorso, ma come fare? Sembrava che mi si fosse creato un buco nero al posto del cervello e non mi veniva in mente nessun argomento su cui dialogare. La mia unica speranza era che anche lui desiderasse parlarmi e si inventasse qualcosa, e (per Raziel) le mie preghiere si avverarono.
-Allora Alexander, come sono andate queste ultime settimane?- mi chiese dato che dopo quell'ultima sera non avevamo più dialogato.
-B...bene- balbettai sapendo di mentirgli spudoratamente -le sue?-
-Come sempre, nessuna novità.- fece una pausa come se non sapesse se fosse il caso di continuare il discorso -Dalla prossima settimana non sarò più il tuo professore...-
-Già... è troppo sfacciato dirle che non vedevo l'ora?- chiesi diventando rosso dall'imbarazzo.
-No no- rispose ridendo -Ho cercato in tutti i modi di velocizzare questo corso, e nonostante non sia stato facile, ce l'ho fatta.-
-Perché lo hai fatto?- chiesi tornando a quella familiarità che avevamo all'inizio e sperando in una sua risposta in particolare.
-Non è abbastanza ovvio? Ovviamente l'ho fatto perché speravo di poter avere un appuntamento con te dopo lo spettacolo- disse con leggiadria.
Cercai di articolare una risposta ma gli unici suoni che pronunciai furono "oh... Ehm.. ah".
-Quindi è un no?- sospirò -La prossima volta dovrò ricordarmi di ascoltare Ragnor, in fondo aveva ragione sul fatto che non avevo speranze. Peccato, ci tenevo ad uscire con te-
-NO!- gridai, forse un tantino troppo forte dato che si affacciò alla porta il bidello per capire cosa fosse successo -Volevo dire... mi farebbe molto piacere uscire con te, anzi se potessimo ti avrei già invitato a cena, ma...-
-Ma le regole lo vietano, giusto? Sei troppo diligente... ma è una delle tue caratteristiche che più apprezzo- arrossii appena i suoi occhi incontrarono i miei per poi posarsi sull'orologio -però la tua pausa è quasi finita e non hai ancora pranzato, quindi vai. Ci vediamo domani-
-Certo, arrivederci prof- lo salutai.
-A domani Lightwood-
-Alexander Gideon Lightwood.- disse imperativa mia sorella appena posai il vassoio pieno sul tavolo -Voglio tutti i dettagli. ORA!-
-Non è successo niente di particolare...- le risposi indifferente.
-Non ti crede nessuno, Alec- si intromise Jace.
Guardai con gli occhi socchiusi il mio fratellastro e gli dissi -Grazie mille Jace- dopo che mi rispose con un indifferente "Di niente" mi rivolsi a mia sorella -Abbiamo scoperto che il corso di teatro finirà la prossima settimana-
-Sì sì okay, questo ce lo avevano già detto Rich e Katie. Noi vogliamo sapere cosa vi siete detti tu e Magnus dopo che tutta la classe se n'è andata- mi rispose maligna Izzy, calcando il nome del mio prof.
-L'ho aiutato con gli attrezzi di scena...- iniziai a raccontare ma dato che esitavo con il resto del racconto Katie mi interruppe esclamando -Il prof ti ha invitato ad uscire- la guardai scioccato e aggiunse -Sì lo sappiamo tutti. Io e Richard vi abbiamo spiati per qualche minuto ma poi hai urlato e il bidello ci ha scoperti, quindi siamo dovuti correre via-
-Allora gli hai detto che non vedi l'ora di uscire con lui?- insistette mia sorella.
-Isabelle sai che non possiamo-
-Oggi no, ma dopo lo spettacolo sì- commentò Jace con il braccio attorno alle spalle di Clary.
Da quando si erano messi insieme Jace era cambiato radicalmente: aveva cancellato tutti i numeri delle sue ex "fiamme" e qualsiasi cosa progettasse comprendeva anche la presenza di Clary. All'inizio avevamo litigato perché avevo paura che si allontanasse molto dalla famiglia e non ci considerrasse più, ma dovetti ricredermi.
Mi stavano fissando tutti in attesa di una risposta, così dissi -usciamo dopo lo spettacolo, dobbiamo solo organizzarci-
Partì subito un applauso con tanto di fischi e acclamazioni. Mia sorella mi abbracciò contenta -Finalmente ti tornerà il sorriso-
E aveva ragione. Le ore successive le passai concentrandomi sulle lezioni con un grande sorriso stampato sul volto e finalmente tornai a ridere alle battute dei miei compagni.
Il giorno della recita eravamo tutti in trepidazione: Katie e Richard ripetevano le proprie battute cercando di memorizzare quelle che si dimenticavano; Jace sembrava facesse l'indifferente, ma avevo sentito più volte Clary dirgli di smetterla di stringere la mano così forte altrimenti gliel'avrebbe rotta; Izzy continuava a sistemarmi i capelli dicendo -Dopo devi uscire per festeggiare e non puoi avere neanche un capello fuori posto-.
Io che dovevo essere quello più in ansia (maggiormente per il "dopo" recita che per lo spettacolo in sé) ero quello che sembrava normale.
-Ragazzi prima di iniziare vorrei spendere due parole- disse Magnus rivolto a tutta la classe -È stato fantastico essere il vostro professore e sicuramente lo spettacolo sarà perfetto. Dato che sono io il regista come potrà essere una schifezza?- domandò ironico passandosi una mano tra i capelli e facendo cadere qualche glitter -Quindi non abbiate ansia, dovete semplicemente divertirvi come quando siamo in classe, okay?-
Molti annuirono come per autoconvincersi e la tensione generale diminuì notevolmente. Il professore mi si avvicinò e cingengendomi le spalle mi chiese -tutto bene, Alexander?-
-Sì, stranamente non sono così in ansia-risposi sincero.
-Lo so... sarai sicuramente impegnato a pensare a noi due- commentò ammiccando e facendomi arrossire, per poi voltarsi verso mia sorella che stava commentando con Simon la mia acconciatura -Isabelle, puoi anche smettere di aggiustargli i capelli: è già perfetto-
-Grazie- sussurrai.
-Di niente fiorellino. È la verità- Si avvicinò al mio viso in modo da soffiarmi sulle labbra la risposta ma quando stavo per lasciarmi andare e baciarlo senza pensare al resto della classe sentimmo un pulsante scattare e un flash ci illuminò.
Mi allontanai di scatto cercando di guardare ovunque tranne che nei suoi occhi smeraldo e, facendolo, urtai involontariamente Camille.
Mi scusai immediatamente e lei rispose -Non ti preoccupare, non l'hai fatto apposta, giusto?- negai vivacemente e lei con un sospiro commentò -Magnus è un gran playboy-
-Cosa?- chiesi non capendo la sua affermazione.
-Non penserai mica di essere l'unico con cui lui si intrattenga, vero? Finché non l'ho mollato circa un anno fa ero io la sua "fiamma" ma adesso crede che l'amore non esista più. Sai è rimasto molto ferito dalla nostra rottura e adesso tratta tutti come suoi giocattolini-
-Non è vero- negai -con me non lo ha fatto-
-Vorrai dire "Non ancora". Da quanto ne so non è che siete usciti così tante volte da poterti reputare il suo giocattolino, ma dato che uscirete stasera posso darti un consiglio? Se vedi che cercherà di baciarti... beh fai sparire tutte le speranze perché lui non prova niente. In caso contrario- si guardò le unghie con aria di sufficienza -complimenti-
Non riuscii ad articolare neanche una parola e rimasi a guardarla andare via sculettando impietrito.
Non è vero. Magnus è diverso, pensai. Ma avrei dovuto scoprire la verità più tardi dato che ormai era ora di entrare in scena.

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