Final Fantasy in veste Aldo Giovanni e Giacomo di DanieldervUniverse (/viewuser.php?uid=776668)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Montagna Parte I ***
Capitolo 2: *** La Montagna Parte II ***
Capitolo 3: *** La Montagna Parte III ***
Capitolo 4: *** La Montagna Parte IV ***
Capitolo 5: *** La Montagna Parte V ***
Capitolo 1 *** La Montagna Parte I ***
Autore Nota: Inizia lo spettacolo, letteralmente.
Daniele II Nota: Come al solito.
La montagna resisteva impavida, avvolta dalle nubi e dalla nebbia, alta e maestosa.
Mai, prima d'ora, un essere umano aveva osato affrontarne la parete scoscesa: più di mille metri di scalata nel vuoto assoluto.
Era una sensazione magnifica, di essere al di sopra di tutto e tutti, di poter dominare incontrastato sul mondo...
-Oooohhhh Cecil! Non agitarti laggiù, mi fai perdere l'appiglio! È pericoloso!
Se non fosse che dovevano tirarsi dietro Tidus.
Firion esalò, scocciato, per la trecentomiliardesima volta.
-Perché tu stai serrato! Andiamo, muoviti!
-Che dici?! Ehi Firion, non è che l'aria montagna ti sta dando delle arie strane?!- replicò quello.
-Dai, porco Bahamut, non possiamo stare qua tutto il giorno, muovi il culo!
-La fai facile tu, trovi tutti gli appigli!
-A parlare perdi solo tempo!
-E dimmi dove devo mettere le mani!
-Ah!- si arrese l’albino, facendo tintinnare le diverse armi che si portava diettro. -Lì, su quella sporgenza!- disse, provando ad indicargliela con un piede.
-Dove?!
-Eh?!
-Dove!? Non la vedo!
-Dai, quella lì a forma di... Zoccolo di Odino!
-Zoccolo di Odino!? Ma non so chi cazzo è Odino dovrei conoscerne lo zoccolo!?
“Io lo ammazzo” si disse il capo-gruppo -Dai su! Non restare indietro!
La scalata riprese, uno sforzo dietro l'altro.
-Firion! Dai Firion, rallenta!
-Ma si può sapere perché ci metti tanto!?- replicò quello, voltandosi a fissare il biondo sotto di lui -Non è mica così difficile!
-Eh ma porca puttana non ci sta manco posto per salire qua!
-Ma che dici?! Io l'ho trovato subito!
-Ah si!? E dove!?
-Lì, su quella sporgenza!
-Dove!
-Ma non la vedi?!
-NON LA VEDO!
-Oh, ma per Hilda dannata, quella sporgenza a forma di… di Bastone di Ramuh!
-Si, quello che ti infilo su per il culo se non la smetti di prendermi in giro!
-Dai cazzo! Persino Bartz sarebbe arrivata in cima prima di te!- lo rimbeccò Firion, riprendendo la scalata rapido come un furetto -E lui ha paura delle altezze!
-E che palle che sei Firion! Ma perché stiamo scalando questa montagna poi!?
-Ma perché non fai come Cecil e stai un po zitto!?
-Perché io non sono il tuo lecchino! Scommetto che appena giro al testa voi due limonate come dei maniaci!
-Devo scendere a picchiarti!?
-No no!- Tidus scosse il capo per enfatizzare la frase.
-ALLORA NON ROMPE' LI COGLIONI E SALI!
Dopo qualche altro metro...
-Firion quanto manca!?
-Poco, posso vedere la cima!- replicò l'altro.
-Evviva! Grazie a Yevon!
-Aspetta a ringraziarlo, dobbiamo ancora finire di salire!
-Oh, tu riesci a portare via la gioia da ogni cosa!
-Dai! Non ci possiamo mettere due anni a scalare una parete!
-Oh, è da quando abbiamo iniziato a salire che mi rompi! Non puoi essere un po più gentile!?
Firion diede una testata alla roccia, invocando una rapida morte, che non arrivò.
-Mi dai una mano o mi vuoi mollare qui!?- esclamò il biondo.
-Oh messo una mano su quella sporgenza...!- ricominciò a spiegare il maestro d'armi prima di essere interrotto.
-Dove?! Dove?!
-Uffa, non vedi quella sporgenza...!?
-No, le vedi solo tu!
-Dai quella sporgenza a forma di orecchio di Ifrit!
-Orecchio di Ifrit?!
-Si!- esclamò Firion, raggiungendo finalmente la cima.
-Ma devo diventare un Evocatore per scalare una montagna!?- gli gridò dietro Tidus, facendolo sospirare un ultima volta.
-Orecchio di Ifrit, da pazzi...- rimuginò il biondo.
-Dai su che siamo arrivati- lo incoraggiò Firion.
Non era sbucato su un altopiano, ma anzi su una specie di piattaforma circondata da un muro di roccia, su tutti i lati.
L’unico punto non protetto era una specie di curva ad U che si perdeva nel resto della montagna.
-Ma che cosa sta succedendo?!- esclamò Tidus, facendo notare al compagno che lo zaino a cui aveva assicurato la fune gli stava scivolando dalla spalla.
-Porco Hyne- sussurrò il guerriero albino, rimettendolo a posto trafelato, prima di riuscire finalmente a scendere dallo scomodo rialzo sul muro di roccia, tirando la fune.
-E qui la roccia è tutta franabile!- piagnucolò il biondo.
-Al massimo sarà friabile, la roccia- replicò Firion.
-Comunque frana, non è che “fria”!
Il maestro d’armi si arrestò un attimo, meditando se scaraventare Tidus di sotto, prima di ricordarsi che c'era anche Cecil aggrappato alla fune.
Ringraziò mentalmente l'amico per averli sopportati in silenzio per tutto il tragitto, prima di riprendere il suo lavoro.
-Dai su, che ci sei- incoraggiò Tidus, mentre questi sbucava finalmente oltre la parete.
-Oh, è successo un miracolo prima, sono riuscito a scalare. Tu basta che stai avanti, non ti preoccupi per me...- ansimò il giovane, cercando di fare un ultimo sforzo e sollevarsi.
-Oh andiamo tu non puoi...
-E comunque qui è liscio come il marmo- lo interruppe Tidus, lamentandosi come pochi.
-No. Guarda ho messo il piede lì...- provò ad aiutarlo Firion.
-Eh? Dove?- replicò il ragazzo, provando a vedere con i propri occhi il punto indicato.
-Lì lì, quella sporgenza a forma di vertebra di Tonberry.
Silenzio imbarazzante.
-Avanti dimmi come è fatto un Tonberry!
-Ho detto vertebra, è dentro, non si vede- replicò Firion, come se Tidus fosse il più grande idiota esistente.
-Eh sì, ti salvi sempre. Ma dico io, accidenti- il ragazzo riuscì a sollevarsi ancora un po, prima di fermarsi di nuovo.
-E adesso?
-Adesso? Adesso issati e metti il piedi sinistro qui.
Tidus non reagì.
-Issati e met... Tirati su.
-E di “Tirati su”, no?
-Su dai! Su, così! Bene, adesso turnica e metti il piede destro di qua.
Tidus lo fissò allibito.
-Turnica, e met... Girati.
-E dì “girati”! Ma devo scalare con il vocabolario in mano!? Mica sono Gidan!
-Andiamo è facile. Tu sei un atleta, no? Adesso arrotati e metti il piede sinistro qua.
Calò un silenzio imbarazzante.
-Arro... oh inferno Girati!
-E DÌ GIRATI PER YEVON!
-Cazzo conosci due vocaboli: “tirati su” e “girati”!
Tidus scosse il capo e riuscì a portarsi di spalle rispetto al compagno, pronto per l'ultimo passo.
-Okay bravo. Adesso developpà giù così...
Il biondo gli lanciò un'occhiata di puro odio.
-Scherzo dai...- continuò Firion, con un sorriso.
Se la stava proprio godendo alle spalle del rompiscatole.
-Senti fanculizzati che scendo da solo!- lo cacciò con un gesto della mano il giocatore di Blitzball.
-Va bene va bene- si arrese l’altro, facendo un passo indietro -Forza lasciati andare.
-Si si, no!- esclamò Tidus, che, reggendosi con le mani al bordo della parete, non era arrivato a toccare per terra, e quindi era improvvisamente risalito in alto senza apparente motivo.
-Ma che fai? Mancan quattro dita.
-E non vedo. Cioè scostati che non vedo!
Firion si guardò i piedi, poi guardò i piedi di Tidus.
-Ma mancan quattro dita dai!
-E c'ho la sensazione del vuoto, se non vedo non mi fido!
-Ma dai!
-No guarda che adesso risalgo...!
Con un gesto deciso Firion afferrò “l'amico” e lo tirò per terra, facendolo toccare.
-Mancavan quattro dita, cretino.
-Eh, mi era venuta la sensazione del vuoto- si giustificò mortificato il biondo -Sai da piccolo ho avuto un trauma.
-Tu ne hai avuto più di uno- disse Firion, ricominciando a tirare la fune che scorreva con una scioltezza incredibile – Però oh, guarda là Cecil. Trova tutti gli appigli, viene su come Carbuncle, viene su.
-Eccone n'artro...
-E stai zitto pure tu! Bravo Cecil, ti...- il ragazzo s'interruppe quando si ritrovò l'estremità della corda in mano, con dei pelucchi bianchi alla fine.
Dopo qualche attimo di silenzio alzò l'occhio irato contro Tidus -Ma non sentivi che non c'era peso attaccato?! Cioè questo ti sembra Cecil?- disse, esibendo la fune tranciata davanti al volto del compagno.
-Per avere i capelli bianchi ce li ha- fu l'unica risposta.
Firion resistette l'istinto di menare il compagno e si rinfilò lo zaino -Va bene. Tieni qua- gli disse, mettendogli la corda in mano -Che scendo a recuperarlo. Speriamo che si sia incastrato con il bastone di Ramuh, così magari lo riprendo.
-No no, aspetta- lo richiamò Tidus, trattenendolo -Allora organizziamoci, pensiamo.
-Pensiamo?- replicò Firion, seduto in bilico tra il precipizio e lo spiazzo roccioso.
-A-a-allora, lì si è staccata la corda.
-Si?
-Ecco vieni giù che ci organizziamo.
-Ma che dici...?
-No no Firion no NO NO NO! NO tu che fai il coglione scavezzacollo che caschi giù, precipiti...!
-Ma che problema hai!?
-EEEEh non c'ho i problemi io! Non c'entrano i miei problemi!
-Ma di che hai paura!?
-E che poi la notte resto da solo! Già c'ho la sensazione del vuoto...!- Tidus ricominciò a piagnucolare come un pazzo , strattonando il compagno.
-Buono non tirare! Che tanto qui non c'è niente...
-E c'ho la sensazione del vuoto amplificata col niente! Dai su scendi...!
-Non ti-ra-re! E Cecil allora cosa facciamo?
-Eh eh eh ormai per lui non c'è più niente da fare! Fattene una ragione non c'è niente da fare! Per adesso accontentati di averne perso uno! Scendi!
-Non...
-Scendi! Scendi! Fai qualcosa, scendi! Dai sce...!
-Calmati-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti!- esclamò Firion, corcando il biondo di mazzate -Ti sei calmato?
Ci fu un attimo di silenzio, prima della risposta -Ancora uno.
-Bene- disse Firion, lanciando un ultima occhiata furente a Tidus, prima di iniziare a calarsi -Avanti dammi corda. E non tirare.
In quel momento Cecil sbucò dal passaggio a U, e Tidus, che guardava proprio da quella parte, spalancò gli occhi, iniziando a tirare la corda come un forsennato.
-Ehi ho detto non tirare cazzo!
-Indovina chi c'è qua!- lo rimbeccò l'altro, indicando il paladino che si era fermato poco distante dai due, con lo sguardo vagamente confuso.
I lunghi capelli bianchi era sparpagliati, come al solito in tutte le direzioni, facendosi beffe della gravità.
-Ehi ragazzi. Perché mi guardate così?
-Da dove sei passato?- domandò Firion, immobile e con gli occhi di fuori.
-Io? Ah giusto c'è il sentiero- replicò l'altro, indicando la via tra le rocce da cui era sbucato.
-Sentiero?
-Si. Più meno vicino al... alla coda di Leviathan. L'ho notato mentre stavate discutendo e... mi dispiace dirlo ma non ce la facevo più, così ho tagliato la corda (letteralmente) e ho camminato fin quassù.
Firion e Tidus rimasero a fissare il paladino, tanto sconvolti quanto sorpresi, finché il biondo non si abbassò ad afferrare il capo reciso della fune, mostrandolo a Cecil.
-Quindi questo non sei tu.
A N: Colpo basso dell’ultima moda. Addio Tidus, adesso sei fatto.
DII N: Sai io invece a te che ti faccio…
A N: Alla prossima! CIAO!
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Capitolo 2 *** La Montagna Parte II ***
A\N: E parte la seconda parte. Scusate, ma altrimenti lo
spettacolo tutto assieme è impossibile da pubblicare.
DII\N: Anche tu, potevi scrivere un po’ di meno.
A\N: Eh, ma se no non si capisce niente.
Firion si diede un ceffone in faccia, mentre l’altro scuoteva mesto
il capo.
-Oh, che sollievo- esalò Tidus, inspirando profondamente.
-Lo sapevo che c'era un sentiero- borbottò Firion, mentre
riscendeva.
-LO SAPEVI!?- esplose il biondo, balzando addosso al compagno.
-Si...
-E CHE TI COSTAVA DIRMELO!?
-Perché non ero sicuro che... che avresti reagito bene alla notizia.
-Certo che non avrei reagito bene! Mi ha fatto scalare mille metri di
parete quando potevamo camminare fino in cima!
-Eh ma sono sfide della vita. E poi scusa te ne frega di più della
scalata che di Cecil?
-Ma Cecil non si è fatto niente!
-Veramente mi sono spezzato un unghia- intervenne il paladino,
esibendo un’imperfezione sull'unghia viola dell'indice della mano
destra.
-Ma chi se ne frega!- replicò il biondo.
-Ah per te, signorino- rispose con un ringhio Cecil, prima di
sfilarsi la busta della tenda dalla schiena e lanciarla a Tidus.
Quello rimase un secondo a rimirarla, chiedendosi quale tipo di palla
fosse, prima di rilanciarla a Cecil.
-Ehi, Tidus- lo richiamò Firion, con lo zaino del biondo in mano -Il
tuo zaino è vuoto.
-Tu mi hai detto di portarlo, mica di riempirlo- rispose il biondo,
voltandosi verso il paladino e facendogli segno di passare di nuovo.
-E i panini?!- fece il leader, sconvolto.
-Panini?- chiese l’atleta, prendendosi la tenda in testa.
-Via montala- ordinò Cecil, cambiando tono.
-Montarla?- replicò il biondo, rimirando l'oggetto nelle sue mani.
-Monta la tenda Tidus. Che c'è, non sei capace?- soffiò il
paladino, al che l’altro si fece da parte e si mise al lavoro.
-Miseriaccia quanto è deficiente- sussurrò Cecil -Sai quante volte
ti ho detto che è un deficiente?
-E sai quante volte io l'ho detto a te?- rispose Firion, lanciando
uno sguardo sconsolato al giovane.
Il ragazzo sospirò -Sì,
dai, pazienza, mangeremo tutto quello che troveremo. Muschi, bacche ,
licheni, magari qualche animale da cuocere arrosto...-
-Sì,
certo... un toccasana con tutto quello che sto passando
ultimamente...- borbottò il paladino, toccandosi lo stomaco -Me lo
dice anche il mio curatore, che, tra l'altro, è un fior fior di
curatore...-
-Curatore?- lo derise Firion, sfilando le corde
dagli zaini dei compagni -Vuoi dire tua moglie? Ma se ti chiude
quindici giorni nel castello per curarti da un raffreddore.
-Ma
a me è venuta la gastrite, Firion! Come faccio a dirle di no!?
-Hai
ragione: facciamo trenta.
Cecil, sospirò, lasciando un freddo
silenzio spandersi su di loro.
Intanto, Tidus stava quasi
tentando una fraternizzazione con il telo della tenda: non gli era
mai capitato di montarne una, era un'esperienza nuova.
Provava a distenderla, come fosse una tovaglia, ma non atterrava come
voleva, facendolo ripartire ogni volta da zero,
frustrantemente.
Cecil fece un lungo sospiro, come per
concentrarsi, e studiò attentamente il panorama di fronte a
lui.
-Nonostante tutto, bravo, Firion, bravo. Come li scegli tu
i posti in montagna non li sceglie nessuno- si complimentò, mentre
l’altro assumeva una posa di finta sicurezza, cercando di
nascondere l’imbarazzo per i complimenti -Sei il re della montagna.
The King Of The Mountain-
-Grazie, grazie, molto gentile. Guarda
che spettacolo- rispose, fissando il panorama, mentre Cecil si
metteva a frugare tra i loro bagagli, non visto.
-Certo, è un peccato che non sia venuto anche Cloud: un paesaggio
così gli sarebbe piaciut...
Un sospetto odore di fumo lo
interruppe.
Il guerriero si voltò di scatto, ammutolendo.
-Ma
cosa fai Cecil, fumi?!- si stupì, fissando il compagno che teneva in
braccio una specie di vaso di terracotta, da cui si dipartiva un tubo
che Cecil stava usando per inalare -Ti porto qua a tremila metri e tu
fumi?!
-Ehh, che sarà mai. Ma poi te la porti dietro tu...
La risposta
si manifestò in un gesto fulmineo del leader, che gli sfilò
l’oggetto di mano senza tanti complimenti.
-Tu non frugare tra le mie cose. E poi non me la porto dietro, è
Minwu che mi ha incastrato all’ultimo momento: dice che serve a
rilassarmi.
-Eh, si vede. Ma andiamo, come vuoi che si senta un po’ d’aria
bruciata a tremila metri?
Firion scagliò all’istante l’oggetto oltre il ciglio del
burrone.
Dopo pochi attimi risuonò il rumore di cocci sfracellati.
-Guarda
come si sente! Guarda!
Cecil storse un po' la bocca, ma reagì
in modo calmo.
-Eh, non troppo bene…- commentò -Certo, non ti
farebbe male rilassarti una volta ogni tanto…
-Cecil, per favore- lo interruppe l’altro, stringendo gli occhi per
l’esasperazione e accompagnando le sue parole con dei gesti secchi
-Tu sei già Lunatico di nascita, se mi diventi anche fumato noi…
TUMP
Tidus, nel frattempo, stava ancora litigando con la
tenda, senza successo, e quindi provò a cambiare strategia:
schiacciò due angoli con i piedi, per tenerla ferma; dopodiché, per
fare in modo che fosse parallela al terreno, si diede lo slancio in
avanti, come fosse un portiere di Blitzball, ma così facendo cadde
per terra, insieme al telo.
-So che può sembrarti strano...-
commentò Firion, avvicinandosi al compagno con fare tranquillo, come
se stesse parlando nuovamente al più grande idiota dell'universo -Ma
quella non è Yuna.
-Ehi Firion..- lo chiamò Cecil, che si era
sporto in un punto dove la muraglia di roccia attorno alla
piattaforma era più bassa, arrivando all’incirca a mezza coscia
-Vieni a vedere lo strapiombo.
Quest'ultimo si avvicinò,
scoccando al biondo un’ultima occhiata per assicurarsi che non
facesse altre cazzate, e lo imitò.
-Mi vengono già i
brividi...- mormorò, fissando la scarpata.
-Lo credo... tremila
metri di scalata...- gli fece eco Cecil, ritraendosi.
-Visto da
qui sembra qualcosa di più...- continuò il leader, primo di
ricevere una sonora sculacciata che per poco non lo spinse oltre il
bordo.
-OCCHIO!- gli gridò Cecil, prima di scappare
indietro.
-MA DAI!- strillò l’altro, inseguendolo dopo pochi
secondi -MA SEI BASTARDO!?
-Fuma, fuma, dai che saresti stato
meglio- rispose mansueto il paladino.
-Ma cosa cazzo centra
fumarsi quella roba?! Lo sai che soffro di tachicardia
improvvisa!
-Ma dai...?
-Ma dai! Perché credi che mi siano
venuti i capelli bianchi a diciassette anni?! Tu stai fuori, altro
che Lunatico!
-Scusa, non lo sapevo...
-La prossima volta
taglio la corda e ti faccio sfracellare con Tidus!
Esasperato,
Firion volse la testa verso il suddetto, per accertarsi che stesse
facendo quello che doveva fare: lo trovò intento a sbatacchiare i
paletti della tenda in giro, nel vano tentativo di montarli.
-Cosa
fai, ciccio? Giochi a shangai?-
Tidus affondò gli angoli della
bocca verso il basso, alzando le spalle.
-Che panorama, raga...-
commentò Cecil, tornando a vedere il paesaggio, cosa che Firion, suo
malgrado, fece a sua volta, ancora offeso dallo scherzo dell’amico.
Ma cambiò subito umore, appena notò qualcosa di strano
all'orizzonte.
-Cecil! Una marmotta!- gridò attirando il
compagno con una mano e indicando davanti a lui.
Il paladino si
illuminò, seguendo il suo sguardo
-No! Una marmotta!
-Quella
è una sentinella!
-Guarda, Tidus! Vieni a vedere la
marmottina!
Sentendosi chiamato, il ragazzo biondo si avvicinò
ai compagni, cercando di indovinare dal loro sguardo cosa avessero
visto.
-Lì, sul masso grosso! Guarda come si alza!- gridò
Cecil, euforico.
-Guarda che bella, Tidus! No, è entrata nella
tana!- esclamò Firion, con tono deluso.
-Nooohh!- sospirò
Cecil.
Poi, notando che il biondo non era riuscito nell’intento di
individuare l’animale, lo prese per le spalle e prese a raccontare
a raffica.
-Tidus! Guarda a un certo punto fum! Via come un'anguilla!
-No.
Era una marmotta, è andata via come una marmotta- lo corresse
puntiglioso Firion.
-Tidus!- proseguì il paladino -Dovevi
vedere che bella coda grossa che aveva!- e si portò le mani al
sedere -Si alzava in aria come una frusta e poi bum, giù.
Bellissima.
-Ma che cazzo di animale hai visto?!- lo richiamò
Firion -Come fa una marmotta ad avere la coda a frusta? Dai!
-Eh...
era un po' lontana. Ho visto male…- si difese Cecil, colto alla
sprovvista.
-Passi, ma mica ha un serpente attaccato dietro...-
insisté Firion, scuotendo il capo.
Tidus sospirò e si batté
una mano sull'altra.
-Per Yevon, me la sono persa...- si
lamentò, prima di ritornare alla tenda.
-Bellissimo...-
aggiunse Cecil -Non pensavo che...
Firion lo interruppe di
nuovo, scorgendo una forma ben più massiccia nella vegetazione.
-UN
BEHEMOT!
-Nooo il Behemot! Tidus guarda dai!
Il ragazzo
biondo si precipitò subito dai compagni, seguendo insistentemente la
punta delle loro dita.
-Lì, sul crinale!
-Un maschio,
guarda che bello!
-Guarda come corre! Guardalo, Tidus!
-E'
andato!- concluse il leader, battendo le mani sui fianchi.
Tidus,
non aveva ancora visto niente.
-No...!- fece di nuovo Cecil,
facendogli un’altra descrizione affrettata -Saltava come un grillo
e ad un certo punto... fum! Via come un'anguilla!
-Anche lui
come un'anguilla...?- mormorò Firion, comparando le
dimensioni.
-Tidus, dovevi vedere che bella coda a scaglie che
aveva! Partiva dalla testa, seguiva tutto il dorso e si alzava in
aria come un serpente! Bellissimo proprio…!
-Ma che cazzo di
animali vedi?!- lo interruppe di nuovo Firion -Come fa il behemot ad
avere la coda che parte da dietro la testa?! Avrai visto un idrante,
avrai visto!
-Eh… sarà la nebbia- si giustificò il paladino
-Qui in montagna arriva presto.
-Macché nebbia, che è tutto
sereno?! Con quello che ti sei fumato ce l’hai in testa, la
nebbia!
Tidus sbuffò, deluso
-Sì, ma...! Vo-voglio
di'...! No-non è che...! Qu-qu-quando...!- tuonò, senza sapere,
effettivamente cosa dire; dalla sua bocca uscivano solo versi
mascherati da parole.
Dagli sguardi confusi rivolti verso di
lui, comprese che era meglio tornare al montaggio della
tenda.
-Bellissimo... non avevo mai visto animali del genere...-
disse di nuovo Cecil, prima di venir interrotto nuovamente da
Firion
-Non è poss...! Una lamia!
Mezzo secondo dopo l’entusiasmo del ragazzo divenne orrore, e si
tuffò all’istante dietro il compagno, che invece puntò il dito
affascinato.
-Nooohhh! Una lamia!
Tidus, ormai stufo delle
urla dei due compagni, balzò in avanti con l’intensità di un
vampiro, assalendo il braccio di Cecil.
-Sono due! Sono due!-
gridò l’albino.
-DUE!- gridò terrorizzato Firion, tenendo i compagnia per le spalle
e cercando sempre di usarli per coprirsi.
-Guarda lì, guarda
lì, Tidus!
-TIDUS!
-Lì, guarda, lì! Guarda… Nooohh,
andate…!
Niente, Tidus non era riuscito a vedere niente
neppure stavolta.
Firion, in compenso, lasciò andare i compagni e tirò un profondo
sospiro di sollievo.
-Tidus! Uno spettacolo!- commentò
nuovamente Cecil, euforico -Ad un certo punto, fum! Via come due
anguille! Oh, dovevi vedere che tette enormi che avevano...!-
-Ma
che cazzo guardi!?- scattò il leader albino, diventando di porpora
-Abbiamo appena visto l'unico animale con la coda a serpente e tu
vedi le tette?! E sei pure sposato!
-E che ti posso fare, prima
c’erano solo quelle. E tu, che hai fatto?
-Eh, attacco di tachicardia improvvisa!
-Per due lamia?
-Eh, dopo che una ha tentato di mangiarti…!
-Eh santo Zemus, doveva essere grossa quanto Marilith per farlo. E
poi, mica ti vogliono mangiare.
-No, fischia…
-No sul serio, una volta ci ho portato anche Rosa.
-E che hai fatto dopo?
-Ah boh, mica me lo ricordo: dopo che ti colpiscono con “Charme”
non ci capisci più niente...
Firion gli diede un ceffone in bocca, rosso d’imbarazzo e non
interessato a saperne di più sulle avventure sessuali del compagno.
A quel punto Tidus, esasperato per non essere riuscito a vedere
niente neanche stavolta, esplose in un ingiuria poco chiara.
-Sì,
ma...! Ma...! Anche voi...! C'è! Io che...! Uno indica di là, e
l-l'altro… NhaAA! Ehmej-eh!- blaterò, tornando a sistemare la
tenda.
-Ma c’è o ci fa?- chiese il paladino, massaggiandosi la guancia.
-Probabilmente entrambi- replicò il maestro d’armi.
A\N:
Certe cose è meglio non scoprirle.
DII\N:
Odio i serpenti.
A\N:
Alla prossima. Ciao.
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Capitolo 3 *** La Montagna Parte III ***
A\N:
Terza parte.
DII\N:
Ti spezzerò in tante parti quante ne farai di questo spettacolo.
A\N:
Facciamola breve…
Firion schioccò le dita, come a confermare qualcosa, e l’eco del
rumore si riverberò tutto attorno.
-Ma…- fece Cecil, interessato -C’è l’eco?
-Eh sì- rispose Firion, annuendo -È chiamata la valle dell’eco.
-Ma dai? Ehi, ci meniamo dentro?- chiese l’albino.
-Facciamo una gara?- replicò l’altro, cogliendo la richiesta con
un lampo di sfida negli occhi.
-Pizza?- domandò il paladino.
-A chi ne fa di più…? Momento, cos’è la pizza?
-Eh? Ah, è quella focaccia al forno, con la roba sopra, che fanno
nei mondi di Squall, Noctis, quelli là.
-Pizza! A chi ne fa di più!
-Dai!
Firion
prese posizione, inspirando
fieramente.
-Me
la sento già qui- commentò l’albino più anziano, massaggiandosi
la bianca armatura al livello dello stomaco.
-Ma non eri quello che aveva la gastrite, tu?
-E, ma è un mese che mangio solo zuppe, Firion. Che ti devo dire,
morirò felice.
-Ma anche no- replicò l’amico.
“Preferisco avere Kain a darmi la caccia”.
-Senti qua- disse, rivolto a Cecil.
-FIRION!
-...Irion,
...Irion ...rion… rion… rioooon! Cinque!-
esclamò soddisfatto il maestro d’armi -Dai su, ora tocca a te.
Il paladino si fece avanti nuovamente, ispirando profondamente più
volte.
-Attento che se continui il fumo ti va alla testa e rotoli giù- lo
interruppe Firion, ricevendo un’occhiata d’avvertimento.
-CECIL!
-Ecil,
ecil-ecil!-
rispose la sua voce gracchiante.
-Che eco di merda che c’hai- commentò Firion, aprendo le braccia
con fare esagerato.
-Eh, c’ho un po’ di falingite- rispose Cecil, imbarazzato.
-Eh, lo vedi che fa male fumare…?
L’albino si trasformò in cavaliere nero all’istante, e, preso il
compagno per il collo, lo sbatté a terra eseguendo un perfetto
chockeslam.
-E hai rotto il cazzo col fumo!
A quel punto Tidus, avendo fatto qualche passo avanti con la tenda,
ed essendogli passato il malumore, si avvicinò ai compagni,
inspirando profondamente come loro.
-Pizza, eh!?- lo avvertì Cecil, puntando il dito.
-Quanti ne ha fatti?- replicò il biondo, indicando Firion.
-Cinque.
-Tu?
-Lui lascia perdere- replicò il maestro d’armi, rimettendosi in
piedi con qualche acciacco.
I
due albini si misero in posizione d’attesa, mentre l’altro faceva
un passo avanti, pronto.
-TIDUS!
-SEI UN SOGNO UN SOGNO UN SOGNO UN SOGNO!- gridarono all’istante
gli altri due, facendosi rapidamente indietro.
Colto dalla rabbia cieca, Tidus tirò il suo pallone da Blitzball
fuori da chissà dove e lo calciò prendendo Cecil in piena faccia.
L’individuò passò nuovamente da cavaliere nero a paladino, e a
quel puntò Tidus lo prese per i capelli, tirando senza pietà.
Firion, prendendo atto della scena, balzò sul biondo, cercando di
allontanarlo dal compagno.
-Ma sei…!- gridò, venendo interrotto da una brusca spallata -Ma
sei scemo!?
Dopo che Tidus l’ebbe allontanato con uno scossone, il maestro
d’armi perse la pazienza, e, incoccato l’arco, gli piantò una
freccia nel ginocchio.
Colto da un terribile dolore, lo sportivo si allontanò saltellando
su un piede solo, centrando in pieno un masso appuntito, inciampando
e andando a sbattere contro la parete solida, venendo colpito in
testa da un altro sasso smosso dall’urto.
-Cecil!- gridò intanto Firion, soccorrendo il compagno in lacrime
-Cecil! Cos’è che ti fa male? Ti ha strappato i capelli?
-Nooohhh!!
-E allora cosa?
-Mi ha tirato via una pellicina!
Firion si gelò sul posto, constatando di essere circondato da
idioti.
-Ma sei matto? Gli potevi fare male seriamente!- esclamò, rivolto a
Tidus.
-Io a lui?- rantolò il biondo, mezzo morto.
-Vabbe scusa. Tieni, prenditi un Elisir e finisci di montare la
tenda- concesse il leader, tirandogli la boccetta in testa con una
mira perfetta, ricoprendolo di liquido.
-E tu dai, per una pellicina?
-Eh,
io c’ho la pelle delicata. Basta un eritema, parte l’infezione…
-Sì sì, piantala, Lunatico- replicò Firion, andando a sedersi
contro il muro di pietra che circondava lo spiazzo, del tutto
scoraggiato e offeso.
-Ehi, scusa- disse il paladino, inginocchiandosi davanti a lui
-Volevi che ti godessi la vacanza.
-La prossima volta vado con Squall- replicò il maestro d’armi,
fissando un punto nel vacuo.
-Lo dici per farci arrabbiare o perché con Squall c’è Lightning e
pensi di…?
Le armi del ragazzo si sollevarono con un fruscio deciso, circondando
Cecil in un lampo.
-Guarda che non mi fai desistere se ti comporti così tutte le volte-
spiegò l’albino al collega, che era visibilmente arrossato.
-Non dirlo a nessuno…- sussurrò.
-Certo, basta che la smetti di fare il musone e ti diverti. Anzi
facciamo un gioco- continuò imperterrito il paladino, guardandosi
attorno, finché non trovò due pietre che facevano proprio al caso
suo.
-Tieni. Prendi un sasso a testa- spiegò, raccogliendo le pietre e
lanciandone una a Firion.
L’altro alzò la mano per difendersi, ma il sasso lo centrò
comunque in piena fronte.
-Allora sei deficiente- disse il maestro d’armi, alzandosi in piedi
e fissando l’amico con gli occhi sgranati -Dillo: “Son
deficiente, lo so”. Ma lo sai che Sephiroth mi ha sfondato la mano!
-E santa Shiva ancora!?
-Eh, almeno io a Cloud gli sono amico- lo rimbeccò Firion.
-Dai su, prendi un sasso a testa- insisté paladino, e la scena si
ripeté a capo.
-E arifacce…
-Va bene, sei negato. Vinco facile- si arrese Cecil, alzando il
braccio per prendere la mira, puntando il panorama.
-Ceeeecil, non fare cazzate…- iniziò il compagno, ma quello fece
finta di non ascoltarlo.
-Facciamo a chi arriva più lontano.
-Non fare…! Non far cazzate in montagna!
Il sasso prese il volo, sparendo in pochi attimi nella nebbia che
stava calando.
-Viste le lamia?- disse Cecil, mimando il gesto di qualcuno che se la
filava di corsa.
Firion scosse la testa, deluso.
-Non è successo niente, ma in fondo valle si son cagati sotto tra
loro- gridò Tidus, tanto per dire qualcosa, dato che probabilmente
non aveva neanche preso parte agli eventi.
-Sai, a volte lo ritirano le Lamia- osservò Cecil, rivolgendosi a
Firion.
-EH!?- fece quello, spaventato, avvolgendosi nel mantello.
-Tranquillo, se ne arriva una ci penso io….
Siccome era calata la nebbia, Lightning non vide il sasso, che la
prese in piena faccia.
Squall si appiattì a terra all’istante, temendo un attacco, ma lei
si accasciò contro il tronco d’albero, mugugnando inferocita.
-Tutta intera?
-Fottute lamia, adesso lanciano le pietre- ringhiò quella,
afferrando il sasso e lanciandolo alla cieca, sperando di centrare il
colpevole.
Il proiettile pietroso tornò indietro, finendo dritto nel burrone
-CHE BASTARDA L’HA BUTTATO NEL PRECIPIZIO!- esclamò Cecil,
infervorato.
Firion tirò un profondo sospiro di sollievo.
-Ah guarda! La marmotta!
-Preso!- esclamò Firion, afferrando il sasso al volo, mentre tornava
su -Son stato bravo eh?
-Si, bravo- annuì Cecil soddisfatto, facendosi ripassare il sasso
per provare a lanciarlo di nuovo.
Intanto, il ragazzo tornò da Tidus, per supervisionare il suo
lavoro.
-Allora, l’hai finita di montare questa tenda?
-Sì, ho fatto- rispose l’altro, facendo un passo indietro e
incrociando le braccia soddisfatto.
Firion rimase a rimirarla per un secondo, mentre Cecil veniva
centrato in piena fronte dal colpo di ritorno (made by Squall
stavolta).
-Così è montata?- disse il maestro d’armi, incredulo, rimirando i
tubi di ferro che, invece di essere infilati dentro gli appositi
spazi per sostenere la tenda, erano disposti in modo di formare una
specie di cupola attorno al telo.
-Ti piace? Col pergolato…- continuò l’atleta, del tutto ignaro
del casino che aveva combinato.
Firion lanciò uno sguardo sconsolato a Cecil, che si strinse nelle
spalle.
Non trovano alcun sostegno, alzo gli occhi al cielo, scoprendo che il
sole era già calato.
-Incredibili le montagne eh? Ti giri: è giorno. Ti giri: è notte-
osservò, tanto per distrarsi.
- E cala la notte sulle nostre membra stanche
desiderose di riposo e di anelito libertario.
E sulle nestre menti contrite che anelano
tutto, qualcosa, e anche un pochino.
Voilà.
Firion e Tidus rimasero a fissare Cecil con gli occhi sgranati.
-Che è questa roba?- chiese il maestro d’armi, arrivando quasi a
sorridere.
-È una poesia futurista- rispose il paladino, annuendo convinto.
-Davvero? Ehh... chi l’ha scritta? Ungaretti?
-No, Ungaretti era ermetico.
-Ungaretti ermetico?- intervenne Tidus, ignorante come pochi.
-Ha passato due anni a combattere nelle trincee contro Bevelle. Non
te lo ricordi? È del paese tuo- gli spiegò Cecil, ma il biondo si
limitò ad alzare le spalle.
-Comunque no, non Ungaretti.
-E allora chi? Montale, Saba…- cominciò a dire Firion, sciorinando
tutti i poeti che gli venivano in mente -Ah sì, Byron!- esclamò
infine, ricordano l’eroe-poeta che era giunto a combattere da una
terra lontana contro l’impero di Palamecia.
-Scritta io- rispose il paladino, sorridendo a trentadue denti.
-Scritta tu?
-Eh sì. Ho studiato Aristotele per due anni.
Firion si trattenne dal puntualizzare che Aristotele era un filosofo
e non un poeta.
-Puoi mette il gomito così?- chiese invece, mimando il gesto di
alzarlo un poco davanti al petto.
Del tutto ignaro, Cecil fece come richiesto, e Firion non mancò di
afferrargli il braccio -MA VA A CAGARE! Te la do io la poesia
futurista, Lunatico del cazzo!
Il paladino rimase a fissare sconvolto il suo compagno, privato di
onori e gloria, dato che persino Tidus si stava rotolando dalle
risate.
Poi, quando il vociare si quietò un poco, i tre si resero conto che
dei passi, anche piuttosto pesanti, si stavano avvicinando lungo il
sentiero.
-Firion?- chiese Tidus preoccupato -Cos’è?
-Questo è un animale grosso- osservò Cecil.
-Vado in tenda un attimo- disse l’atleta, ricordandosi che a lui i
mostri troppo grossi non piacevano.
-Ma dai Tidus, non fare così. Al massimo è uno scorpione gigante.
-No no, questo è un animale proprio grosso. Un Behemot- osservò
ancora il paladino.
“Meglio un Behemot che una Lamia...” pensò il maestro d’armi.
-Oppure una lamia che vuole mangiarsi le patatine, anche se qui
abbiamo solo piselli.
-Lamia eh?- disse il leader, filando dritto da Tidus -Muoviti dai.
-NON MI FAR FRETTA!
-DAI CAZZO CHE HA DETTO CHE ARRIVA UNA LAMIA!
-E HO CAPITO!
-E
NON CI PUOI METTERE DUE ORE!
Un… essere femminile, dagli evidenti capelli biondi a punta,
completi con due treccine ai lati del viso truccato, che indossava un
vestito viola che arrivava fino ai piedi, due scarpette con tacco
rosse, un fiocco sempre rosso attorno ai fianchi, e una spada gigante
appesa alla schiena, apparve dal sentiero, senza annunciarsi prima.
-AAHHHHHH!!!!
-AAAAAHHHHHH!!!
Firion e Tidus iniziarono a fare a gara a chi gridava di più.
-CORRI!
-CORRI!
-SALVATI ALMENO TU!
-CORRI!
-Deficienti!- esclamò Cecil, attirando la loro attenzione -È una
ragazza.
A\N: E mo son dolori.
DII\N: Soprattutto per te.
A\N: Alla prossima. Ciao.
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Capitolo 4 *** La Montagna Parte IV ***
A\N: Dai, che abbiamo quasi finito.
DII\N: E lo spero bene.
-“Salvati almeno tu”, deficienti tutti e due- continuò il
paladino, passando oltre i compagni e dirigendosi verso la presunta
donna con una mano distesa, come segno di pace.
-Ah.. Arhed ijn uich?- chiese Cloud, che per sua immensa sfortuna,
oltre ad aver perso a carte con Vaan, Terra e Luneth ed essersi
dovuto travestire da donna, era finito pure in un nido di lamia.
Non che non fosse stata un’esperienza indimenticabile (era troppo
carino perché lo trattassero male), però era talmente confuso dagli
charme che non riusciva nemmeno a collegare il cervello con la bocca.
-AH! CORRI! CORRI!- esclamò Tidus, di riflesso, per poi rimettersi
in ordine e fare finta di niente.
-È lo scemo del gruppo- spiegò Firion, scuotendo il capo, ma
tenendosi a distanza di sicurezza dalla “ragazza”, troppo
imbarazzato per parlarle.
-Ah juer nich rioh?- continuò Cloud, cercando di farsi intendere a
gesti dagli amici per farsi riconoscere.
-Eh,
osteria no- rispose Firion,
avendo inteso male.
-Parlé vou francé?- chiese subito Cecil.
-Ah, franhe. Ah nejc, nejccc- rispose Cloud, segnalando di non aver
capito.
-Ah bene perché nemmeno io…- replicò il paladino, facendo un
passo indietro.
-Sorry, do you speak english?- intervenne il maestro d’armi,
sporgendosi appena.
-Eheaoi askdmi ioap dja no nucheìd- replicò il biondo travestito,
cominciando ad irritarsi.
-Ah, Ajru Beku- disse a quel punto Tidus, in Albhed maccheronico.
Esasperato, il guerriero in gentil veste prese da parte il
Blitzballer e lo portò davanti a se, cominciando a parlare a caso ed
agitandosi come una scimmia, cosa a cui il ragazzo biondo rispondeva
nella stessa misura.
-Cazzo, conosce la sua lingua- fece Firion, sorpreso.
-Ma se rasenta a malapena la sua- scosse il capo Cecil, restando a
fissare la scena.
-Oh, Tidus- intervenne il paladino ad un certo punto, attirando la
sua attenzione -Che gli hai detto?
-Eh ancora niente- spiegò quello, facendo spalancare gli occhi ai
due -Siamo… ancora ai preliminari.
-Va bene, fatti dire come si chiama- lo invitò il paladino.
-Sì sì.
-Fatti dire il nome Tidus.
Cloud riprese ad agitarsi, cercando di far capire a tutti e tre chi
era, ma l’altro biondo era lento di comprendonio e faticava a
seguirlo.
Anche
perché Firion e Cecil stavano continuamente
predicando alle sue spalle, in modo anche poco cortese, tra pedate e
pacche.
-Tidus.
-Tidus…
-Tidus.
-Tidus!
Dopo un minuto buono di quella tiritera Firion esplose con un -Ma
porca Cosmos! La prima cosa che si impara in una lingua è “Come si
chiama”!
-Adesso la prima cosa che insegnano è come si chiama lei! Chi la
conosce?!- replicò il biondo.
-Ma non lei lei! “Lei” in generale intendeva- spiegò Cecil,
passandosi la mano in faccia.
Cloud urlò con tutto se stesso, ma quello che ottenne fu una
parvenza di risata stridula.
-Sì sì, senti ascolta me, se no passiamo le vacanze qui- si fece
avanti Firion -Zei… Zei tu tetesca?
Il travestito sbatté gli occhi.
-Zei tu tetesca…?
-Zei tu deficiente?- intervenne il paladino, dando un ceffone sulla
guancia al compagno.
-E, ma allora parlaci tu, no?- replicò, freddo, facendosi indietro.
Cloud riprese a urlare, ottenendo gli stessi risultati di prima.
-Ragazzi, questa sta fuori- mormorò Cecil.
Altro urlo.
-Ish che ti spechie?- chiese il travestito al paladino, sperando che
lo riconoscesse.
-Specie?
Ah, io sono ibrido, mezzo Lunatico, mezzo terrestre- spiegò quello,
soddisfatto.
Non così l’ex-SOLDIER, che si volse verso Firion, cercando di
attirare la sua attenzione.
-Lui è terrestre pieno- rispose Cecil, e il maestro d’armi rispose
con un timido saluto.
A quel punto, a corto di idee, il biondo si volse verso il suo
compagno cromatico.
-Eh, lui non proprio- puntualizzò Firion.
-Ih niw. Ech Sohgno!- esplose Cloud, stufo che lo fraintendessero.
-UN
SOGNO!- esplosero in coro Cecil e Firion, scoppiando a ridere, mentre
Tidus scuoteva il capo
sconsolato.
-Ahahahahah basta. Basta basta, mi vengono le coliche- disse il
paladino, quasi piegato in due.
Genuinamente sorpreso, Cloud alzò gli occhi verso il leader del
gruppo (Firion), chiedendo mutamente una spiegazione.
-Eh… Lo squarao! Prim-Prem!- esclamò, mimando il movimento con
mani e fianchi.
-NOOOOHHH!!! Non è lo squarao, sono due cose diverse-- gli urlò in
risposta Cecil, ottenendo scarsi risultati.
-Oggi le coliche- intervenne Tidus, iniziando un balletto assieme a
Firion -Parapappara-Parappapa.
Cloud scosse la testa, e poi notò una cosa che sembrava una tenda,
dietro a Tidus.
-Enchurikenzi!- disse, mimando il gesto per farlo spostare, cosa che
il biondo non colse.
-Engiurichenzi- ripeté.
-Engiurichenzi!- esclamarono in coro Cloud, Firion e Cecil, e a quel
punto il blitzballer capì che doveva spostarsi, rivelando la tenda.
-Eh dads richenzi?- chiese Cloud, indicandola.
-Eh, quella è una scultura Cetra che abbiamo portato con noi- provò
a giustificarla Firion, ma una seconda occhiata del travestito lo
convinse a spiegare -Ma no scherzo eh? È una tenda?
-Tenzha?- a quel punto Cloud rise davvero.
-Ragazzi questa sta proprio fuori- osservò il maestro d’armi,
sconsolato.
-Tu, piuttosto- disse, rivolgendosi al biondo -Non ce l’hai lo
zaino- indicò i loro -E la tenda?
-Ehak… noch.
Non trovava più la strada per l’accampamento dei suoi compagni per
colpa delle lamia, quindi non aveva più il suo bagaglio.
-Vedi un po’ se Rosa ti ha lasciato una valda, che questa c’ha un
catarro…- disse Firion, lanciando un’occhiata a Cecil.
-Eh, c’ho due antibiotici e il flemucina- rispose mesto l’altro.
-E te pareva cazzo… Tenda!
-Tnkha! Ichi? Nie.. No- Cloud si sorprese di essere riuscito a dire
una parola sana, e la ripeté.
-No. No.
-Ho capito, no.
-No.
-Ragazzi,
questa sta fuori… Piuttosto dove dormi? Stanotte.
Siamo in mont… Dove dormi?- chiese il leader a Cloud.
Quello alzò le spalle, cercando di rispondere con parole semplici
-Boh. Bach. Zi lo sa!
-Questa sta fuori secca proprio.
-Tu fe…- si avvicinò Cecil -Tu fe…
-Pram pram pram pram pram pram!- replicò il travestito, facendo
indietreggiare il paladino di colpo.
Cominciava a prenderci gusto a fare finta di non capirli.
-Le è piaciuto- osservò Tidus, contento.
-Tu mi sta sulle palle!- replicò Cecil, che invece la stava
prendendo male, agitando la mano all’altezza del petto.
-Tu! Tu.
-Eh, ce le ha un po’ alte- intervenne Tidus, prima di essere colto
da un’ispirazione -Ragazzi, un’idea geniale. Ciccia!- esclamò
confrontandosi Cloud -Tu. Vuoi dormire. Nella nostra tenda?
Il biondo fece scivolare una mano sotto l’altra, in un gesto di
palese richiamo sessuale.
L’altro biondo, che era vissuto nei bassifondi di varie città,
aveva capito benissimo, e non del tutto sicuro della cosa ripeté il
gesto.
-Eh, quello è articolo introduttivo- intervenne Cecil dalla distanza
-Nella- e mimò il gesto -Tenda.
-Tu, dormire, nella tenda- insisté Tidus.
-Ah! Zich, Zich!
-Sì?
-Zich!
-Sì!
Tidus e Cecil si tirarono da parte battendo un doppio cinque e
iniziando la danza della vittoria.
Firion, che era ormai diventato porpora (il che spiegava perché
ancora non si era confessato a Lightning), si avvicinò -Perché…
Perché fa… fa freddo, la notte?- chiese imbarazzato.
-Fretto,
Fredto- ripeté Cloud, cercando di riabituarsi la
lingua.
In quel momento, alzò gli occhi sui due ballerini, che all’istante
smisero di fare quello che facevano, e iniziarono a fare stretching.
-Eh, sai, lui si è fatto male alla gamba- spiegò Firion, indicando
Cecil -Fanno stretching, sai…
-Stretchasiind.
-Ma la finisci di ripetere?
-No.
Poi Cloud venne fulminato da un’altra idea.
-Uch. Si pochere, Ich in Tnta- spiegò, usando l’articolo
introduttivo -Und I trei us?
-Us? Cioé noi tre fuori?- chiese Firion, sentendosi pelo pelo
sollevato.
-Yah.
-Ma intendevo noi tutti dormire nella…- intervenne Tidus, ma Cloud
scosse il capo.
-Ah vabbe ragazzi, peccato- fece Firion, cercando di mascherare il
sollievo -E va bene, vai solo tu nella tenda. Noi tre uomini forti,
stiamo qui fuori ad annusare l’aria!
-Ah, Zephirtoh!- aggiunse Cloud, tanto per incoraggiarlo.
-Si, Sephiroth!- continuò orgoglioso il maestro d’armi, anche se
non lo trovava il paragone più calzante -Ah, Jecht!- esclamò
indicando Tidus.
-Sì. To-Topo Gigio!- replicò Cecil -Deficiente.
-Eh sti cazzi dai.
-Yah Yah, uch I che mi ozn arranca- intervenne di nuovo il
travestito, mimando il gesto di essere indebolito.
-Ah, sei stanca!- esclamò Firion.
-Stanca- gli fece eco Cloud, soddisfatto di aver detto una parola
giusta, e rise malvagiamente.
-Ah beich, bunka nocha.
-Bonka Nocha- replicò Firion venendo baciato sulla guancia e
arrossendo -Anche se c’hai proprio un catarro tu.
-Boka
Notre- continuò Cloud, scambiando
un altro saluto con Tidus.
Quando venne il turno di Cecil, il travestito mimò il “Pran Pran
Pran” e filò dritto, infilandosi nella tenda.
-Ridi ridi Topo Gigio- continuò il paladino, rivolgendosi a Firion,
che se la rideva con Tidus -Noi tre uomini duri fuori al freddo.
Guarda che qui la temperatura di notte va sotto zero, e il
sottoscritto sei mesi fa si è fatto la pleurite.
-E meglio, così ti sotterriamo qua!- replicò secco Firion,
lanciandogli un’occhiataccia -Ma poi poverina non l’hai vista?
Faceva freddo, e aveva un catarro spaventoso.
-Eh, e adesso noi cosa facciamo?
-Eh, accendiamo un fuoco e tiriamo fino a mattina.
-E
con cosa? Non sappiamo manco usare la magia.
-Mamma mia Cecil, che al castello tuo non lo accendono mai un fuoco
normale?
-E che ti pare? Un fuoco magico fa 0 emissioni e non brucia alberi.
Più ecologico di così.
E andarono avanti così a bisticciare per un po’, finché Tidus non
disse la fatidica frase.
-Ragazzi, io ci provo.
Gli altri due si immobilizzarono, per poi voltarsi a guardarlo con
gli occhi sgranati.
-Tu ci provi?- chiese il paladino.
-Ci
provo… vado in tenda e la
corteggio.
-Eh
sì- replicò Firion -La corteggi e lei per
tutta risposta ti tira una
scarpata in faccia.
-Eh,
ma sei geloso perché non è venuto in mente a me? Se poi mi arriva
una scarpata in faccia allora ci provi tu.
-Ma mica sono io quello che ha la fidanzata che è campionessa
olimpionica di tiro a Tidus- continuò Firion.
-Con
Lulu, Rikku e Paine fanno primo,
secondo, terzo e quarto posto a pari merito- s’inserì
Cecil, contando con le dita.
-Ma
non è che entro e le salto
addosso! E poi rischio di
rovesciare la candela.
-Eh, la candela so’ diciotto punti in faccia di traverso- replicò
Firion, sempre acido -Già c’hai quella faccia da pirla, a quel
punto non te se può vedere.
-E va bene, mi ci faccio mettere una cerniera. Sei contento?- rispose
esasperato il biondo.
-Ma dai lascialo entrare. Ci divertiamo- intervenne Cecil, rivolto a
Firion -Su vai, Tidus. Trova una scusa.
-Eh…- rispose quello -Voi altri andate a farvi un giro…
-E dove andiamo?- chiese Firion, acido.
-Dai su, vai.
-Oh cavolo ma… ragazzi, non trovo… il pallone l’avrò lasciato
in tenda.
-No lo abbiamo qui noi!- lo interruppe Cecil.
-Lo abbiamo qui noi Tidus!- gli fece eco Firion.
Il biondo alzò uno sguardo assassino, tornando da loro di corsa
-Deficienti. Ma siete cretini?
-Dai su- replicò Cecil -Trova un’altra scusa. Tipo “Il pettine.
Devo pettinarmi per la notte”.
-E tu c’hai pensato subito- osservò Firion, rimirando i boccoli
albini del compagno.
-E va bene, va bene- sibilò il biondo, tornando verso la tenda
-Ragazzi, a-aveste visto la… spazzola per i denti? No credo proprio
di no- e si infilò dentro la tenda.
-La spazzola per i denti?- esclamarono in coro Cecil e Firion -E il
badile per sciare?
-E-e-eh,
s-s-scusami, c-cioé…-
balbettava intanto Tidus -I-io, ah s-sì. S-scusa se
sono entrato così
d’acchitto…
-D’acchitto?- commentò Firion mentre Cecil si avvicinava alla
tenda, per origliare meglio.
-È che non trovavo la… la… ecco ch-che… ehhh niente, non la
cerco più.
-Si è incartato- riportò Cecil al compagno, che si teneva a buona
distanza.
-F-f-fuori è calata la temperatura. T-tu di ch-che paese sei
dell’Albhedia?
I due fuori dalla tenda si diedero un ceffone in fronte.
-Meno male che non lo capisce- commentò Cecil.
-C-come, come… Rosa dei Venti, nel senso che Nord Sud, ehhh… il
tuo autore preferito? Autore. A-u-to-re.
-Ma che cazzo sta dicendo?- sussurrò Firion unendo le mani a
preghiera.
-C-che c-c-cosa leggi…?
-Ma che cazzo ne sa?- replicò Cecil, fissandolo con gli occhi fuori.
-Posso baciarti?
Un secondo di silenzio.
-Posso baciarti?- commentò Cecil.
-C-come si dice “Posso baciarti” nella vostra lingua?
-Cioè prima la confonde col delirio, poi “Posso baciarti?”?-
replicò Firion.
-Vabbe,
è una tecnica. Avrà
funzionato con Yuna. Squall
fa il truce, Sephiroth va diretto…- gli
rispose Cecil.
-E
infatti con Sephiroth non vanno oltre il
primo incontro. Colpo di fulmine, PEM!- commentò sarcastico il
maestro d’armi.
-I-io adesso provo a baciarti…- continuò Tidus, e il paladino si
avvicinò ancora di più alla tenda, aspettando con trepidazione
-S-se tu non vuoi farti baciare m-mi scosti leggermente con la
manina. Non c’è bisogno di darmi una scarpata!
Cecil e Firion scambiarono un cenno del capo, pronti a godersela.
-E-e-e-eh…
s-s-s-se non v-vuoi puoi a-ancora…. m-mi sto avvicinando sempre di
più. Non è che smooch…
L’espressione di godimento sulle facce di Cecil e Firion lasciò il
posto allo sgomento.
A\N: E ne manca solo uno.
DII\N: Cinque pezzi. Sarà molto doloroso ma ti assicuro che…
A\N:
Mi farai più male possibile. Alla prossima. Ciao.
|
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Capitolo 5 *** La Montagna Parte V ***
A\N:
È l’ultimo.
DII\N:
Anche per te.
-Ci
sta smooch, smooch smaaach Shiva
santa smoooch!
-Firion! Si sta facendo baciare!- esclamò Cecil, ritornando al
fianco dell’amico.
-Porca troia- commentò Firion, infilandosi le mani nei capelli.
-Cioè no ci sta questa qua!- continuò il paladino, mentre la tenda
cominciava ad ondeggiare violentemente, accompagnata da suoni
visibilmente ambigui.
-Ma porca vacca- continuò il maestro d’armi, terrorizzato dalle
implicazioni che avrebbe potuto avere in seguito quell’atto.
-MA YEVON, PERCHÉ PROPRIO IOOOHHH!!!????- gridò Tidus da dentro la
tenda, rischiando quasi di farla ribaltare.
-Cazzo ci sta!- continuò Cecil incredulo -Faceva tutta la
schizzinosa e col catarro, hai visto?
-Nohhh- replicò Firion.
- “No” che non l’hai vista o “No” che “che sfiga”?
-E
Yevon tarallo Cecil ma OCCHIO!-
esclamò il maestro d’armi, tirando indietro il paladino per
evitare che la tenda, ribaltandosi, gli finisse addosso.
E fu solo l’inizio.
-Ma
guarda come ci sta dando dentro!- continuò scandalizzato il ragazzo.
Cecil, sempre più infervorato, si stava letteralmente tirando i
capelli.
D’improvviso la tenda si raddrizzò, iniziando a passeggiare sullo
spiazzo roccioso.
-Ma… la fa camminare?- balbettò Cecil.
-Chi la sta facendo camminare?- chiese Cloud in quel momento, dopo
essere riuscito a recuperare la propria voce normale, sbucando da
dietro ad un masso.
I due albini saltarono per la sorpresa, fissando il travestito con
occhi nuovi.
-C-Cloud?- balbettò il maestro d’armi.
-Si. Grazie per esservene accorti: è mezz’ora che cerco di
dirvelo.
-Ce, noohhh- esclamò Cecil, fissando la tenda che saltava su e giù
-E dentro da solo. E stava per farlo con un maschio?
-Che c’è di male a farlo con un maschio?
-Niente Cloud, sofismi- replicò Firion, mentre la tenda si fermava.
-Chi
c’è dentro?- chiese a quel punto il biondo.
-E niente, Tidus che voleva far colpo su di te- rispose l’albino.
-Gli facciamo uno scherzo?- propose il paladino.
-Uno scherzo?
-Si dai. Cloud, nasconditi e poi salta fuori quando ti diamo il
segnale- spiegò Cecil.
-Ma perché devo essere io lo scemo che salta fuori?
-Perché tu sei quello travestito da donna- insisté l’albino più
anziano.
-Ma mi ci hanno costretto!
-E che importa, quello che fa sorpresa sei tu.
-Ma perché io?
-Insomma che vuoi per farlo?- intervenne Firion, tagliando corto.
-Che mi paghiate.
-Andiamo Cloud, non…- ma Cecil tappò la bocca al leader senza
pensarci due volte -Cosa?
-Birra e mignotte.
-Andata.
-Scusa, ma non hai Tifa tu?- domandò il maestro d’armi, scostando
la mano del compagno.
-Eh… sì, m-ma quella mi vuole SPOSARE!- esclamò il biondo, con
gli sgranati.
-Ti capisco, amico- gli disse Cecil, posandogli una mano sulla
spalla.
-Rosa, perché non ti sei messa con Kain invece che con questo
cretino?- disse Firion, rivolto al cielo.
-È quello che mi chiedo anche io- gli fece eco Cecil, buscandosi una
ginocchiata alle palle dall’amico.
-Dai! Su! Se stiamo qui un altro po’ quello se ne accorge o se ne
va a dormire. Vai Cloud.
-Birra e mignotte, ricordatelo.
-Come ti pare- lo liquidò Firion, rimettendo Cecil in piedi e
dandogli una ripulita -Coraggio. Fai una faccia convincente. L’hai
voluta fare tu questa cazzata.
-Una faccia convincente…- rantolò il paladino, accusando ancora il
colpo giustiziere ai gioielli di famiglia.
-Si. Tipo… tipo come Gidan quando Lightning mi chiede di andare in
missione. “Porca miseria” e simili- spiegò Firion, mimando anche
di darsi un pugno alla mano per evidenziare lo smacco.
-Eh non posso. Ho appena fatto revitalizzare un dente dopo che Jecht
me l’ha fatto saltare in allenamento.
-Se. Mo ti manca solo una roncolata in testa…- replicò il maestro
d’armi, mimando il gesto, ma l’altro gli fece segno di stare
zitto.
Tidus, in quel momento, uscì dalla tenda, camminando all’indietro,
arrossato e ansante, con un sorriso soddisfatto.
-Oh Tidus. Come sta…?- si avvicinò Cecil, ma l’altro gli fece
segno di abbassare la voce.
-Shhh, sta dormendo.
Mentre il biondo si girava a cullare la tenda, i due albini si
scambiarono uno sguardo che la diceva lunga, ma mantennero la
facciata.
-Dai, sei grande Tidus.
-Fa vedere.
-Non posso, sta dormendo.
-Ma non ci credo, sei stato grandioso- continuò Cecil, dandogli il
cinque.
Firion fece lo stesso, ma usò la mano rovinata e si fece male,
imprecando “Porco Mateus” di nascosto.
-Oddio, ragazzi, non so chi è quella…- ansimò Tidus -Guardate, è
cent’anni avanti nel fare l’amore.
-Sì sì- annuì Cecil, prima di farsi cogliere da un dubbio -Ma
rispetto a te o rispetto a tutti?
-Rispetto a tutti, non c’è confronto- ripeté l’altro -Ma, oh,
gente, ho provato una posizione… ma una posizione che vale tutto il
Kamasutra.
-Il Karmasuca?- chiese Firion, ignorante come pochi.
-L’arte di fare sesso- disse Cloud, abbastanza forte perché
l’altro lo sentisse.
-C’è qualcun altro dietro con voi?
-No, ero io- giustificò Cecil, dato che Firion era troppo sconvolto
per rispondere, e il biondo gli credette.
-Ma su, dai faccela vedere- insisté subito dopo il paladino,
riferendosi alla posizione.
-Va bene, lo faccio. Però…- concesse Tidus.
-Però?- chiese Cecil, avvicinandosi con Firion, che francamente
parlando non era molto interessato.
-Però dovete promettermi che non esce da questo spiazzo- finì il
biondo.
-E certo. A chi vuoi che le andiamo a raccontare ‘ste cose?-
rispose Firion.
-Eh. Giusto a Lightning se la vogliamo eccitare…
Cecil ebbe la prontezza di spirito di non gridare, e di fare una
faccia convincente, quando la lancia del compagno s’inserì
nell’entrata posteriore a piena potenza.
-Allora la posizione è… la posizione del chocobo- spiegò il
biondo, creando suspance.
Gli altri due scambiarono un’occhiata confusa -Cioè?
-Cioè lei sotto- spiegò Tidus, mimando -e tu sopra.
Passarono alcuni secondi di laconico silenzio, finché Cloud non uscì
dal nascondiglio con una certa veemenza.
-Cioè è normalissimo: lei sotto e tu sopra!
-Eh sì, ma lei
c’ha la testa nella sabbia!- rispose con altrettanta veemenza il
blitzballer.
-Ma questo si crede che stiamo ancora a Besaid?- chiese il
travestito, rivolto a Firion.
-Guarda, a questo punto non mi sorprenderebbe nemmeno che si creda un
delfino- replicò l’altro.
-Un momento…- disse a quel punto Tidus, puntando il dito contro
Cloud.
-Te ne sei accorto, eh?- il travestito afferrò le due treccine ai
lati del volto, tirandole da parte -Cù-cù, chi sono io?
-Tiééééé! Guarda, con chi la volevi fare la posizione del
chocobo!?- partì a raffica Cecil.
-Che non c’è nessuno dentro, casanova!- aggiunse Firion, scuotendo
la tenda, deciso a vendicarsi una per tutte
-Eh! L’hai fatto con la marmotta eh? Con la marmottina- continuò
il paladino.
Tidus era rimasto a fissarli orrificato, con i capelli che a momenti
gli si erano rizzati in testa.
Poi, in uno scatto di ira, sbatté il piede per terra, e diede le
spalle ai compagni, avvicinandosi alla parete di roccia da cui erano
sbucati scalando.
-Dove vai? Dai che adesso passa anche la lamia, almeno una femmina
vera la provi- insisté Cecil, ma con un netta torsione dello
strumento punitore Firion gli tappò la bocca.
-Tidus?- chiese.
-Si è incazzato- osservò Cloud, mentre l’altro scalava la parete,
mettendosi a cavalcioni sul ciglio.
-Ehi Tidus, che fai!?- esclamò Firion, scatapultandosi verso di lui,
cercando di afferrarlo -Scendi, cretino!
-Voi avete preparato tutto questo per farmi incazzare- piagnucolò il
ragazzo, agitando le braccia per allontanare l’altro -Mi volevate
solo prendere per il culo.
-Ma che dici che hai fatto tutto da solo!- gli gridò Cecil, correndo
a sua volta a fermarlo.
-Sei voluto entrare tu, cretino!- gli
fece eco Firion, cercando ancora di prenderlo.
-No, voi siete due stronzi! Avete voluto farmi uno
scherzAHHHHHHHHH!!!!!- il ragazzo si sbilanciò e volò oltre il
bordo, sparendo alla vista degli amici con un grido agghiacciante.
Firion balzò quasi istantaneamente al collo di Cecil, agitandolo
come se fosse una maracas -PORCA VACCA, SEMPRE A PIGLIARLO PER IL
CULO TU!
-Tidus, noooooooohhhhh!!!- gridò Cloud, saltando per issarsi oltre
il bordo -Devi ancora darmi il numero di Yuna!
-E pure tu
attacchi con Yuna!- esclamarono in coro gli albini, tirandolo via.
-Piuttosto chiama!- gridò Cecil al compagno.
-Eh così lei viene qui e ci stronca tutti!
-Non a Yuna cretino, a qualcuno con un aeronave!
-Lei ha un’aeronave!
-TIDUS!- si mise a urlare Cloud.
-TIDUS!- gli fecero eco gli altri due.
-TIDUS!
-TIDUS!
-TIDUS!
-TIDUS!
-TIDUS!
-TIDUS!
-TIDUS!
-DEFICIENTI!
I tre si girarono all’istante, vedendo all’altro lato dello
spiazzo Lightning e Squall, con il biondo comodamente appoggiato in
testa.
-C’è il sentiero.
Appena ebbe finito di parlare, i due maestri del gunblade sollevarono
Tidus e lo scaraventarono contro i tre malcapitati, che ebbero la
prontezza di scansarsi e lasciarlo schiantare contro la nuda roccia.
Gli abiti da travestito di Cloud esplosero all’istante, rivelando
la tipica tuta viola, mentre il biondo estraeva lo spadone andando
incontro al rivale con la cicatrice, per iniziare l’ennesimo duello
del secolo.
Dal canto suo, Cecil fu abbastanza furbo da afferrare Firion per
usarlo come scudo umano dai colpi della soldatessa.
A\N: Evviva, è finita. Non devo farmi linciare da nessuno.
DII\N: Pensi davvero di portela cavare con poco
A\N: Ahhhh, alla prossima. Ciao.
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