Final Fantasy in veste Aldo Giovanni e Giacomo

di DanieldervUniverse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Montagna Parte I ***
Capitolo 2: *** La Montagna Parte II ***
Capitolo 3: *** La Montagna Parte III ***
Capitolo 4: *** La Montagna Parte IV ***
Capitolo 5: *** La Montagna Parte V ***



Capitolo 1
*** La Montagna Parte I ***


Autore Nota: Inizia lo spettacolo, letteralmente.
Daniele II Nota: Come al solito.


La montagna resisteva impavida, avvolta dalle nubi e dalla nebbia, alta e maestosa.
Mai, prima d'ora, un essere umano aveva osato affrontarne la parete scoscesa: più di mille metri di scalata nel vuoto assoluto.
Era una sensazione magnifica, di essere al di sopra di tutto e tutti, di poter dominare incontrastato sul mondo...
-Oooohhhh Cecil! Non agitarti laggiù, mi fai perdere l'appiglio! È pericoloso!
Se non fosse che dovevano tirarsi dietro Tidus.
Firion esalò, scocciato, per la trecentomiliardesima volta.
-Perché tu stai serrato! Andiamo, muoviti!
-Che dici?! Ehi Firion, non è che l'aria montagna ti sta dando delle arie strane?!- replicò quello.
-Dai, porco Bahamut, non possiamo stare qua tutto il giorno, muovi il culo!
-La fai facile tu, trovi tutti gli appigli!
-A parlare perdi solo tempo!
-E dimmi dove devo mettere le mani!
-Ah!- si arrese l’albino, facendo tintinnare le diverse armi che si portava diettro. -Lì, su quella sporgenza!- disse, provando ad indicargliela con un piede.
-Dove?!
-Eh?!
-Dove!? Non la vedo!
-Dai, quella lì a forma di... Zoccolo di Odino!
-Zoccolo di Odino!? Ma non so chi cazzo è Odino dovrei conoscerne lo zoccolo!?
“Io lo ammazzo” si disse il capo-gruppo -Dai su! Non restare indietro!
La scalata riprese, uno sforzo dietro l'altro.
-Firion! Dai Firion, rallenta!
-Ma si può sapere perché ci metti tanto!?- replicò quello, voltandosi a fissare il biondo sotto di lui -Non è mica così difficile!
-Eh ma porca puttana non ci sta manco posto per salire qua!
-Ma che dici?! Io l'ho trovato subito!
-Ah si!? E dove!?
-Lì, su quella sporgenza!
-Dove!
-Ma non la vedi?!
-NON LA VEDO!
-Oh, ma per Hilda dannata, quella sporgenza a forma di… di Bastone di Ramuh!
-Si, quello che ti infilo su per il culo se non la smetti di prendermi in giro!
-Dai cazzo! Persino Bartz sarebbe arrivata in cima prima di te!- lo rimbeccò Firion, riprendendo la scalata rapido come un furetto -E lui ha paura delle altezze!
-E che palle che sei Firion! Ma perché stiamo scalando questa montagna poi!?
-Ma perché non fai come Cecil e stai un po zitto!?
-Perché io non sono il tuo lecchino! Scommetto che appena giro al testa voi due limonate come dei maniaci!
-Devo scendere a picchiarti!?
-No no!- Tidus scosse il capo per enfatizzare la frase.
-ALLORA NON ROMPE' LI COGLIONI E SALI!
Dopo qualche altro metro...
-Firion quanto manca!?
-Poco, posso vedere la cima!- replicò l'altro.
-Evviva! Grazie a Yevon!
-Aspetta a ringraziarlo, dobbiamo ancora finire di salire!
-Oh, tu riesci a portare via la gioia da ogni cosa!
-Dai! Non ci possiamo mettere due anni a scalare una parete!
-Oh, è da quando abbiamo iniziato a salire che mi rompi! Non puoi essere un po più gentile!?
Firion diede una testata alla roccia, invocando una rapida morte, che non arrivò.
-Mi dai una mano o mi vuoi mollare qui!?- esclamò il biondo.
-Oh messo una mano su quella sporgenza...!- ricominciò a spiegare il maestro d'armi prima di essere interrotto.
-Dove?! Dove?!
-Uffa, non vedi quella sporgenza...!?
-No, le vedi solo tu!
-Dai quella sporgenza a forma di orecchio di Ifrit!
-Orecchio di Ifrit?!
-Si!- esclamò Firion, raggiungendo finalmente la cima.
-Ma devo diventare un Evocatore per scalare una montagna!?- gli gridò dietro Tidus, facendolo sospirare un ultima volta.
-Orecchio di Ifrit, da pazzi...- rimuginò il biondo.
-Dai su che siamo arrivati- lo incoraggiò Firion.
Non era sbucato su un altopiano, ma anzi su una specie di piattaforma circondata da un muro di roccia, su tutti i lati.
L’unico punto non protetto era una specie di curva ad U che si perdeva nel resto della montagna.
-Ma che cosa sta succedendo?!- esclamò Tidus, facendo notare al compagno che lo zaino a cui aveva assicurato la fune gli stava scivolando dalla spalla.
-Porco Hyne- sussurrò il guerriero albino, rimettendolo a posto trafelato, prima di riuscire finalmente a scendere dallo scomodo rialzo sul muro di roccia, tirando la fune.
-E qui la roccia è tutta franabile!- piagnucolò il biondo.
-Al massimo sarà friabile, la roccia- replicò Firion.
-Comunque frana, non è che “fria”!
Il maestro d’armi si arrestò un attimo, meditando se scaraventare Tidus di sotto, prima di ricordarsi che c'era anche Cecil aggrappato alla fune.
Ringraziò mentalmente l'amico per averli sopportati in silenzio per tutto il tragitto, prima di riprendere il suo lavoro.
-Dai su, che ci sei- incoraggiò Tidus, mentre questi sbucava finalmente oltre la parete.
-Oh, è successo un miracolo prima, sono riuscito a scalare. Tu basta che stai avanti, non ti preoccupi per me...- ansimò il giovane, cercando di fare un ultimo sforzo e sollevarsi.
-Oh andiamo tu non puoi...
-E comunque qui è liscio come il marmo- lo interruppe Tidus, lamentandosi come pochi.
-No. Guarda ho messo il piede lì...- provò ad aiutarlo Firion.
-Eh? Dove?- replicò il ragazzo, provando a vedere con i propri occhi il punto indicato.
-Lì lì, quella sporgenza a forma di vertebra di Tonberry.
Silenzio imbarazzante.
-Avanti dimmi come è fatto un Tonberry!
-Ho detto vertebra, è dentro, non si vede- replicò Firion, come se Tidus fosse il più grande idiota esistente.
-Eh sì, ti salvi sempre. Ma dico io, accidenti- il ragazzo riuscì a sollevarsi ancora un po, prima di fermarsi di nuovo.
-E adesso?
-Adesso? Adesso issati e metti il piedi sinistro qui.
Tidus non reagì.
-Issati e met... Tirati su.
-E di “Tirati su”, no?
-Su dai! Su, così! Bene, adesso turnica e metti il piede destro di qua.
Tidus lo fissò allibito.
-Turnica, e met... Girati.
-E dì “girati”! Ma devo scalare con il vocabolario in mano!? Mica sono Gidan!
-Andiamo è facile. Tu sei un atleta, no? Adesso arrotati e metti il piede sinistro qua.
Calò un silenzio imbarazzante.
-Arro... oh inferno Girati!
-E DÌ GIRATI PER YEVON!
-Cazzo conosci due vocaboli: “tirati su” e “girati”!
Tidus scosse il capo e riuscì a portarsi di spalle rispetto al compagno, pronto per l'ultimo passo.
-Okay bravo. Adesso developpà giù così...
Il biondo gli lanciò un'occhiata di puro odio.
-Scherzo dai...- continuò Firion, con un sorriso.
Se la stava proprio godendo alle spalle del rompiscatole.
-Senti fanculizzati che scendo da solo!- lo cacciò con un gesto della mano il giocatore di Blitzball.
-Va bene va bene- si arrese l’altro, facendo un passo indietro -Forza lasciati andare.
-Si si, no!- esclamò Tidus, che, reggendosi con le mani al bordo della parete, non era arrivato a toccare per terra, e quindi era improvvisamente risalito in alto senza apparente motivo.
-Ma che fai? Mancan quattro dita.
-E non vedo. Cioè scostati che non vedo!
Firion si guardò i piedi, poi guardò i piedi di Tidus.
-Ma mancan quattro dita dai!
-E c'ho la sensazione del vuoto, se non vedo non mi fido!
-Ma dai!
-No guarda che adesso risalgo...!
Con un gesto deciso Firion afferrò “l'amico” e lo tirò per terra, facendolo toccare.
-Mancavan quattro dita, cretino.
-Eh, mi era venuta la sensazione del vuoto- si giustificò mortificato il biondo -Sai da piccolo ho avuto un trauma.
-Tu ne hai avuto più di uno- disse Firion, ricominciando a tirare la fune che scorreva con una scioltezza incredibile – Però oh, guarda là Cecil. Trova tutti gli appigli, viene su come Carbuncle, viene su.
-Eccone n'artro...
-E stai zitto pure tu! Bravo Cecil, ti...- il ragazzo s'interruppe quando si ritrovò l'estremità della corda in mano, con dei pelucchi bianchi alla fine.
Dopo qualche attimo di silenzio alzò l'occhio irato contro Tidus -Ma non sentivi che non c'era peso attaccato?! Cioè questo ti sembra Cecil?- disse, esibendo la fune tranciata davanti al volto del compagno.
-Per avere i capelli bianchi ce li ha- fu l'unica risposta.
Firion resistette l'istinto di menare il compagno e si rinfilò lo zaino -Va bene. Tieni qua- gli disse, mettendogli la corda in mano -Che scendo a recuperarlo. Speriamo che si sia incastrato con il bastone di Ramuh, così magari lo riprendo.
-No no, aspetta- lo richiamò Tidus, trattenendolo -Allora organizziamoci, pensiamo.
-Pensiamo?- replicò Firion, seduto in bilico tra il precipizio e lo spiazzo roccioso.
-A-a-allora, lì si è staccata la corda.
-Si?
-Ecco vieni giù che ci organizziamo.
-Ma che dici...?
-No no Firion no NO NO NO! NO tu che fai il coglione scavezzacollo che caschi giù, precipiti...!
-Ma che problema hai!?
-EEEEh non c'ho i problemi io! Non c'entrano i miei problemi!
-Ma di che hai paura!?
-E che poi la notte resto da solo! Già c'ho la sensazione del vuoto...!- Tidus ricominciò a piagnucolare come un pazzo , strattonando il compagno.
-Buono non tirare! Che tanto qui non c'è niente...
-E c'ho la sensazione del vuoto amplificata col niente! Dai su scendi...!
-Non ti-ra-re! E Cecil allora cosa facciamo?
-Eh eh eh ormai per lui non c'è più niente da fare! Fattene una ragione non c'è niente da fare! Per adesso accontentati di averne perso uno! Scendi!
-Non...
-Scendi! Scendi! Fai qualcosa, scendi! Dai sce...!
-Calmati-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti!- esclamò Firion, corcando il biondo di mazzate -Ti sei calmato?
Ci fu un attimo di silenzio, prima della risposta -Ancora uno.
-Bene- disse Firion, lanciando un ultima occhiata furente a Tidus, prima di iniziare a calarsi -Avanti dammi corda. E non tirare.
In quel momento Cecil sbucò dal passaggio a U, e Tidus, che guardava proprio da quella parte, spalancò gli occhi, iniziando a tirare la corda come un forsennato.
-Ehi ho detto non tirare cazzo!
-Indovina chi c'è qua!- lo rimbeccò l'altro, indicando il paladino che si era fermato poco distante dai due, con lo sguardo vagamente confuso.
I lunghi capelli bianchi era sparpagliati, come al solito in tutte le direzioni, facendosi beffe della gravità.
-Ehi ragazzi. Perché mi guardate così?
-Da dove sei passato?- domandò Firion, immobile e con gli occhi di fuori.
-Io? Ah giusto c'è il sentiero- replicò l'altro, indicando la via tra le rocce da cui era sbucato.
-Sentiero?
-Si. Più meno vicino al... alla coda di Leviathan. L'ho notato mentre stavate discutendo e... mi dispiace dirlo ma non ce la facevo più, così ho tagliato la corda (letteralmente) e ho camminato fin quassù.
Firion e Tidus rimasero a fissare il paladino, tanto sconvolti quanto sorpresi, finché il biondo non si abbassò ad afferrare il capo reciso della fune, mostrandolo a Cecil.
-Quindi questo non sei tu.


A N: Colpo basso dell’ultima moda. Addio Tidus, adesso sei fatto.
DII N: Sai io invece a te che ti faccio…
A N: Alla prossima! CIAO!

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Capitolo 2
*** La Montagna Parte II ***


A\N: E parte la seconda parte. Scusate, ma altrimenti lo spettacolo tutto assieme è impossibile da pubblicare.

DII\N: Anche tu, potevi scrivere un po’ di meno.

A\N: Eh, ma se no non si capisce niente.



Firion si diede un ceffone in faccia, mentre l’altro scuoteva mesto il capo.

-Oh, che sollievo- esalò Tidus, inspirando profondamente.

-Lo sapevo che c'era un sentiero- borbottò Firion, mentre riscendeva.

-LO SAPEVI!?- esplose il biondo, balzando addosso al compagno.

-Si...

-E CHE TI COSTAVA DIRMELO!?

-Perché non ero sicuro che... che avresti reagito bene alla notizia.

-Certo che non avrei reagito bene! Mi ha fatto scalare mille metri di parete quando potevamo camminare fino in cima!

-Eh ma sono sfide della vita. E poi scusa te ne frega di più della scalata che di Cecil?

-Ma Cecil non si è fatto niente!

-Veramente mi sono spezzato un unghia- intervenne il paladino, esibendo un’imperfezione sull'unghia viola dell'indice della mano destra.

-Ma chi se ne frega!- replicò il biondo.

-Ah per te, signorino- rispose con un ringhio Cecil, prima di sfilarsi la busta della tenda dalla schiena e lanciarla a Tidus.

Quello rimase un secondo a rimirarla, chiedendosi quale tipo di palla fosse, prima di rilanciarla a Cecil.

-Ehi, Tidus- lo richiamò Firion, con lo zaino del biondo in mano -Il tuo zaino è vuoto.

-Tu mi hai detto di portarlo, mica di riempirlo- rispose il biondo, voltandosi verso il paladino e facendogli segno di passare di nuovo.

-E i panini?!- fece il leader, sconvolto.

-Panini?- chiese l’atleta, prendendosi la tenda in testa.

-Via montala- ordinò Cecil, cambiando tono.

-Montarla?- replicò il biondo, rimirando l'oggetto nelle sue mani.

-Monta la tenda Tidus. Che c'è, non sei capace?- soffiò il paladino, al che l’altro si fece da parte e si mise al lavoro.

-Miseriaccia quanto è deficiente- sussurrò Cecil -Sai quante volte ti ho detto che è un deficiente?

-E sai quante volte io l'ho detto a te?- rispose Firion, lanciando uno sguardo sconsolato al giovane.
Il ragazzo sospirò -Sì, dai, pazienza, mangeremo tutto quello che troveremo. Muschi, bacche , licheni, magari qualche animale da cuocere arrosto...-
-Sì, certo... un toccasana con tutto quello che sto passando ultimamente...- borbottò il paladino, toccandosi lo stomaco -Me lo dice anche il mio curatore, che, tra l'altro, è un fior fior di curatore...-
-Curatore?- lo derise Firion, sfilando le corde dagli zaini dei compagni -Vuoi dire tua moglie? Ma se ti chiude quindici giorni nel castello per curarti da un raffreddore.
-Ma a me è venuta la gastrite, Firion! Come faccio a dirle di no!?
-Hai ragione: facciamo trenta.
Cecil, sospirò, lasciando un freddo silenzio spandersi su di loro.
Intanto, Tidus stava quasi tentando una fraternizzazione con il telo della tenda: non gli era mai capitato di montarne una, era un'esperienza nuova.

Provava a distenderla, come fosse una tovaglia, ma non atterrava come voleva, facendolo ripartire ogni volta da zero, frustrantemente.
Cecil fece un lungo sospiro, come per concentrarsi, e studiò attentamente il panorama di fronte a lui.
-Nonostante tutto, bravo, Firion, bravo. Come li scegli tu i posti in montagna non li sceglie nessuno- si complimentò, mentre l’altro assumeva una posa di finta sicurezza, cercando di nascondere l’imbarazzo per i complimenti -Sei il re della montagna. The King Of The Mountain-
-Grazie, grazie, molto gentile. Guarda che spettacolo- rispose, fissando il panorama, mentre Cecil si metteva a frugare tra i loro bagagli, non visto.

-Certo, è un peccato che non sia venuto anche Cloud: un paesaggio così gli sarebbe piaciut...
Un sospetto odore di fumo lo interruppe.
Il guerriero si voltò di scatto, ammutolendo.
-Ma cosa fai Cecil, fumi?!- si stupì, fissando il compagno che teneva in braccio una specie di vaso di terracotta, da cui si dipartiva un tubo che Cecil stava usando per inalare -Ti porto qua a tremila metri e tu fumi?!

-Ehh, che sarà mai. Ma poi te la porti dietro tu...
La risposta si manifestò in un gesto fulmineo del leader, che gli sfilò l’oggetto di mano senza tanti complimenti.

-Tu non frugare tra le mie cose. E poi non me la porto dietro, è Minwu che mi ha incastrato all’ultimo momento: dice che serve a rilassarmi.

-Eh, si vede. Ma andiamo, come vuoi che si senta un po’ d’aria bruciata a tremila metri?

Firion scagliò all’istante l’oggetto oltre il ciglio del burrone.

Dopo pochi attimi risuonò il rumore di cocci sfracellati.
-Guarda come si sente! Guarda!
Cecil storse un po' la bocca, ma reagì in modo calmo.
-Eh, non troppo bene…- commentò -Certo, non ti farebbe male rilassarti una volta ogni tanto…

-Cecil, per favore- lo interruppe l’altro, stringendo gli occhi per l’esasperazione e accompagnando le sue parole con dei gesti secchi -Tu sei già Lunatico di nascita, se mi diventi anche fumato noi…

TUMP
Tidus, nel frattempo, stava ancora litigando con la tenda, senza successo, e quindi provò a cambiare strategia: schiacciò due angoli con i piedi, per tenerla ferma; dopodiché, per fare in modo che fosse parallela al terreno, si diede lo slancio in avanti, come fosse un portiere di Blitzball, ma così facendo cadde per terra, insieme al telo.
-So che può sembrarti strano...- commentò Firion, avvicinandosi al compagno con fare tranquillo, come se stesse parlando nuovamente al più grande idiota dell'universo -Ma quella non è Yuna.
-Ehi Firion..- lo chiamò Cecil, che si era sporto in un punto dove la muraglia di roccia attorno alla piattaforma era più bassa, arrivando all’incirca a mezza coscia -Vieni a vedere lo strapiombo.
Quest'ultimo si avvicinò, scoccando al biondo un’ultima occhiata per assicurarsi che non facesse altre cazzate, e lo imitò.
-Mi vengono già i brividi...- mormorò, fissando la scarpata.
-Lo credo... tremila metri di scalata...- gli fece eco Cecil, ritraendosi.
-Visto da qui sembra qualcosa di più...- continuò il leader, primo di ricevere una sonora sculacciata che per poco non lo spinse oltre il bordo.
-OCCHIO!- gli gridò Cecil, prima di scappare indietro.
-MA DAI!- strillò l’altro, inseguendolo dopo pochi secondi -MA SEI BASTARDO!?
-Fuma, fuma, dai che saresti stato meglio- rispose mansueto il paladino.
-Ma cosa cazzo centra fumarsi quella roba?! Lo sai che soffro di tachicardia improvvisa!
-Ma dai...?
-Ma dai! Perché credi che mi siano venuti i capelli bianchi a diciassette anni?! Tu stai fuori, altro che Lunatico!
-Scusa, non lo sapevo...
-La prossima volta taglio la corda e ti faccio sfracellare con Tidus!
Esasperato, Firion volse la testa verso il suddetto, per accertarsi che stesse facendo quello che doveva fare: lo trovò intento a sbatacchiare i paletti della tenda in giro, nel vano tentativo di montarli.
-Cosa fai, ciccio? Giochi a shangai?-
Tidus affondò gli angoli della bocca verso il basso, alzando le spalle.
-Che panorama, raga...- commentò Cecil, tornando a vedere il paesaggio, cosa che Firion, suo malgrado, fece a sua volta, ancora offeso dallo scherzo dell’amico.

Ma cambiò subito umore, appena notò qualcosa di strano all'orizzonte.
-Cecil! Una marmotta!- gridò attirando il compagno con una mano e indicando davanti a lui.
Il paladino si illuminò, seguendo il suo sguardo
-No! Una marmotta!
-Quella è una sentinella!
-Guarda, Tidus! Vieni a vedere la marmottina!
Sentendosi chiamato, il ragazzo biondo si avvicinò ai compagni, cercando di indovinare dal loro sguardo cosa avessero visto.
-Lì, sul masso grosso! Guarda come si alza!- gridò Cecil, euforico.
-Guarda che bella, Tidus! No, è entrata nella tana!- esclamò Firion, con tono deluso.
-Nooohh!- sospirò Cecil.

Poi, notando che il biondo non era riuscito nell’intento di individuare l’animale, lo prese per le spalle e prese a raccontare a raffica.

-Tidus! Guarda a un certo punto fum! Via come un'anguilla!
-No. Era una marmotta, è andata via come una marmotta- lo corresse puntiglioso Firion.
-Tidus!- proseguì il paladino -Dovevi vedere che bella coda grossa che aveva!- e si portò le mani al sedere -Si alzava in aria come una frusta e poi bum, giù. Bellissima.
-Ma che cazzo di animale hai visto?!- lo richiamò Firion -Come fa una marmotta ad avere la coda a frusta? Dai!
-Eh... era un po' lontana. Ho visto male…- si difese Cecil, colto alla sprovvista.
-Passi, ma mica ha un serpente attaccato dietro...- insisté Firion, scuotendo il capo.
Tidus sospirò e si batté una mano sull'altra.
-Per Yevon, me la sono persa...- si lamentò, prima di ritornare alla tenda.
-Bellissimo...- aggiunse Cecil -Non pensavo che...
Firion lo interruppe di nuovo, scorgendo una forma ben più massiccia nella vegetazione.
-UN BEHEMOT!
-Nooo il Behemot! Tidus guarda dai!
Il ragazzo biondo si precipitò subito dai compagni, seguendo insistentemente la punta delle loro dita.
-Lì, sul crinale!
-Un maschio, guarda che bello!
-Guarda come corre! Guardalo, Tidus!
-E' andato!- concluse il leader, battendo le mani sui fianchi.
Tidus, non aveva ancora visto niente.
-No...!- fece di nuovo Cecil, facendogli un’altra descrizione affrettata -Saltava come un grillo e ad un certo punto... fum! Via come un'anguilla!
-Anche lui come un'anguilla...?- mormorò Firion, comparando le dimensioni.
-Tidus, dovevi vedere che bella coda a scaglie che aveva! Partiva dalla testa, seguiva tutto il dorso e si alzava in aria come un serpente! Bellissimo proprio…!
-Ma che cazzo di animali vedi?!- lo interruppe di nuovo Firion -Come fa il behemot ad avere la coda che parte da dietro la testa?! Avrai visto un idrante, avrai visto!
-Eh… sarà la nebbia- si giustificò il paladino -Qui in montagna arriva presto.
-Macché nebbia, che è tutto sereno?! Con quello che ti sei fumato ce l’hai in testa, la nebbia!
Tidus sbuffò, deluso
-Sì, ma...! Vo-voglio di'...! No-non è che...! Qu-qu-quando...!- tuonò, senza sapere, effettivamente cosa dire; dalla sua bocca uscivano solo versi mascherati da parole.
Dagli sguardi confusi rivolti verso di lui, comprese che era meglio tornare al montaggio della tenda.
-Bellissimo... non avevo mai visto animali del genere...- disse di nuovo Cecil, prima di venir interrotto nuovamente da Firion
-Non è poss...! Una lamia!

Mezzo secondo dopo l’entusiasmo del ragazzo divenne orrore, e si tuffò all’istante dietro il compagno, che invece puntò il dito affascinato.
-Nooohhh! Una lamia!
Tidus, ormai stufo delle urla dei due compagni, balzò in avanti con l’intensità di un vampiro, assalendo il braccio di Cecil.
-Sono due! Sono due!- gridò l’albino.

-DUE!- gridò terrorizzato Firion, tenendo i compagnia per le spalle e cercando sempre di usarli per coprirsi.
-Guarda lì, guarda lì, Tidus!
-TIDUS!
-Lì, guarda, lì! Guarda… Nooohh, andate…!
Niente, Tidus non era riuscito a vedere niente neppure stavolta.

Firion, in compenso, lasciò andare i compagni e tirò un profondo sospiro di sollievo.
-Tidus! Uno spettacolo!- commentò nuovamente Cecil, euforico -Ad un certo punto, fum! Via come due anguille! Oh, dovevi vedere che tette enormi che avevano...!-
-Ma che cazzo guardi!?- scattò il leader albino, diventando di porpora -Abbiamo appena visto l'unico animale con la coda a serpente e tu vedi le tette?! E sei pure sposato!
-E che ti posso fare, prima c’erano solo quelle. E tu, che hai fatto?

-Eh, attacco di tachicardia improvvisa!

-Per due lamia?

-Eh, dopo che una ha tentato di mangiarti…!

-Eh santo Zemus, doveva essere grossa quanto Marilith per farlo. E poi, mica ti vogliono mangiare.

-No, fischia…

-No sul serio, una volta ci ho portato anche Rosa.

-E che hai fatto dopo?

-Ah boh, mica me lo ricordo: dopo che ti colpiscono con “Charme” non ci capisci più niente...

Firion gli diede un ceffone in bocca, rosso d’imbarazzo e non interessato a saperne di più sulle avventure sessuali del compagno.

A quel punto Tidus, esasperato per non essere riuscito a vedere niente neanche stavolta, esplose in un ingiuria poco chiara.
-Sì, ma...! Ma...! Anche voi...! C'è! Io che...! Uno indica di là, e l-l'altro… NhaAA! Ehmej-eh!- blaterò, tornando a sistemare la tenda.

-Ma c’è o ci fa?- chiese il paladino, massaggiandosi la guancia.

-Probabilmente entrambi- replicò il maestro d’armi.



A\N: Certe cose è meglio non scoprirle.

DII\N: Odio i serpenti.

A\N: Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 3
*** La Montagna Parte III ***


A\N: Terza parte.

DII\N: Ti spezzerò in tante parti quante ne farai di questo spettacolo.

A\N: Facciamola breve…



Firion schioccò le dita, come a confermare qualcosa, e l’eco del rumore si riverberò tutto attorno.

-Ma…- fece Cecil, interessato -C’è l’eco?

-Eh sì- rispose Firion, annuendo -È chiamata la valle dell’eco.

-Ma dai? Ehi, ci meniamo dentro?- chiese l’albino.

-Facciamo una gara?- replicò l’altro, cogliendo la richiesta con un lampo di sfida negli occhi.

-Pizza?- domandò il paladino.

-A chi ne fa di più…? Momento, cos’è la pizza?

-Eh? Ah, è quella focaccia al forno, con la roba sopra, che fanno nei mondi di Squall, Noctis, quelli là.

-Pizza! A chi ne fa di più!

-Dai!

Firion prese posizione, inspirando fieramente.

-Me la sento già qui- commentò l’albino più anziano, massaggiandosi la bianca armatura al livello dello stomaco.

-Ma non eri quello che aveva la gastrite, tu?

-E, ma è un mese che mangio solo zuppe, Firion. Che ti devo dire, morirò felice.

-Ma anche no- replicò l’amico.

“Preferisco avere Kain a darmi la caccia”.

-Senti qua- disse, rivolto a Cecil.

-FIRION!

-...Irion, ...Irion ...rion… rion… rioooon! Cinque!- esclamò soddisfatto il maestro d’armi -Dai su, ora tocca a te.

Il paladino si fece avanti nuovamente, ispirando profondamente più volte.

-Attento che se continui il fumo ti va alla testa e rotoli giù- lo interruppe Firion, ricevendo un’occhiata d’avvertimento.

-CECIL!

-Ecil, ecil-ecil!- rispose la sua voce gracchiante.

-Che eco di merda che c’hai- commentò Firion, aprendo le braccia con fare esagerato.

-Eh, c’ho un po’ di falingite- rispose Cecil, imbarazzato.

-Eh, lo vedi che fa male fumare…?

L’albino si trasformò in cavaliere nero all’istante, e, preso il compagno per il collo, lo sbatté a terra eseguendo un perfetto chockeslam.

-E hai rotto il cazzo col fumo!

A quel punto Tidus, avendo fatto qualche passo avanti con la tenda, ed essendogli passato il malumore, si avvicinò ai compagni, inspirando profondamente come loro.

-Pizza, eh!?- lo avvertì Cecil, puntando il dito.

-Quanti ne ha fatti?- replicò il biondo, indicando Firion.

-Cinque.

-Tu?

-Lui lascia perdere- replicò il maestro d’armi, rimettendosi in piedi con qualche acciacco.

I due albini si misero in posizione d’attesa, mentre l’altro faceva un passo avanti, pronto.

-TIDUS!

-SEI UN SOGNO UN SOGNO UN SOGNO UN SOGNO!- gridarono all’istante gli altri due, facendosi rapidamente indietro.

Colto dalla rabbia cieca, Tidus tirò il suo pallone da Blitzball fuori da chissà dove e lo calciò prendendo Cecil in piena faccia.

L’individuò passò nuovamente da cavaliere nero a paladino, e a quel puntò Tidus lo prese per i capelli, tirando senza pietà.

Firion, prendendo atto della scena, balzò sul biondo, cercando di allontanarlo dal compagno.

-Ma sei…!- gridò, venendo interrotto da una brusca spallata -Ma sei scemo!?

Dopo che Tidus l’ebbe allontanato con uno scossone, il maestro d’armi perse la pazienza, e, incoccato l’arco, gli piantò una freccia nel ginocchio.

Colto da un terribile dolore, lo sportivo si allontanò saltellando su un piede solo, centrando in pieno un masso appuntito, inciampando e andando a sbattere contro la parete solida, venendo colpito in testa da un altro sasso smosso dall’urto.

-Cecil!- gridò intanto Firion, soccorrendo il compagno in lacrime -Cecil! Cos’è che ti fa male? Ti ha strappato i capelli?

-Nooohhh!!

-E allora cosa?

-Mi ha tirato via una pellicina!

Firion si gelò sul posto, constatando di essere circondato da idioti.

-Ma sei matto? Gli potevi fare male seriamente!- esclamò, rivolto a Tidus.

-Io a lui?- rantolò il biondo, mezzo morto.

-Vabbe scusa. Tieni, prenditi un Elisir e finisci di montare la tenda- concesse il leader, tirandogli la boccetta in testa con una mira perfetta, ricoprendolo di liquido.

-E tu dai, per una pellicina?

-Eh, io c’ho la pelle delicata. Basta un eritema, parte l’infezione…

-Sì sì, piantala, Lunatico- replicò Firion, andando a sedersi contro il muro di pietra che circondava lo spiazzo, del tutto scoraggiato e offeso.

-Ehi, scusa- disse il paladino, inginocchiandosi davanti a lui -Volevi che ti godessi la vacanza.

-La prossima volta vado con Squall- replicò il maestro d’armi, fissando un punto nel vacuo.

-Lo dici per farci arrabbiare o perché con Squall c’è Lightning e pensi di…?

Le armi del ragazzo si sollevarono con un fruscio deciso, circondando Cecil in un lampo.

-Guarda che non mi fai desistere se ti comporti così tutte le volte- spiegò l’albino al collega, che era visibilmente arrossato.

-Non dirlo a nessuno…- sussurrò.

-Certo, basta che la smetti di fare il musone e ti diverti. Anzi facciamo un gioco- continuò imperterrito il paladino, guardandosi attorno, finché non trovò due pietre che facevano proprio al caso suo.

-Tieni. Prendi un sasso a testa- spiegò, raccogliendo le pietre e lanciandone una a Firion.

L’altro alzò la mano per difendersi, ma il sasso lo centrò comunque in piena fronte.

-Allora sei deficiente- disse il maestro d’armi, alzandosi in piedi e fissando l’amico con gli occhi sgranati -Dillo: “Son deficiente, lo so”. Ma lo sai che Sephiroth mi ha sfondato la mano!

-E santa Shiva ancora!?

-Eh, almeno io a Cloud gli sono amico- lo rimbeccò Firion.

-Dai su, prendi un sasso a testa- insisté paladino, e la scena si ripeté a capo.

-E arifacce…

-Va bene, sei negato. Vinco facile- si arrese Cecil, alzando il braccio per prendere la mira, puntando il panorama.

-Ceeeecil, non fare cazzate…- iniziò il compagno, ma quello fece finta di non ascoltarlo.

-Facciamo a chi arriva più lontano.

-Non fare…! Non far cazzate in montagna!

Il sasso prese il volo, sparendo in pochi attimi nella nebbia che stava calando.

-Viste le lamia?- disse Cecil, mimando il gesto di qualcuno che se la filava di corsa.

Firion scosse la testa, deluso.

-Non è successo niente, ma in fondo valle si son cagati sotto tra loro- gridò Tidus, tanto per dire qualcosa, dato che probabilmente non aveva neanche preso parte agli eventi.

-Sai, a volte lo ritirano le Lamia- osservò Cecil, rivolgendosi a Firion.

-EH!?- fece quello, spaventato, avvolgendosi nel mantello.

-Tranquillo, se ne arriva una ci penso io….


Siccome era calata la nebbia, Lightning non vide il sasso, che la prese in piena faccia.

Squall si appiattì a terra all’istante, temendo un attacco, ma lei si accasciò contro il tronco d’albero, mugugnando inferocita.

-Tutta intera?

-Fottute lamia, adesso lanciano le pietre- ringhiò quella, afferrando il sasso e lanciandolo alla cieca, sperando di centrare il colpevole.



Il proiettile pietroso tornò indietro, finendo dritto nel burrone

-CHE BASTARDA L’HA BUTTATO NEL PRECIPIZIO!- esclamò Cecil, infervorato.

Firion tirò un profondo sospiro di sollievo.

-Ah guarda! La marmotta!

-Preso!- esclamò Firion, afferrando il sasso al volo, mentre tornava su -Son stato bravo eh?

-Si, bravo- annuì Cecil soddisfatto, facendosi ripassare il sasso per provare a lanciarlo di nuovo.

Intanto, il ragazzo tornò da Tidus, per supervisionare il suo lavoro.

-Allora, l’hai finita di montare questa tenda?

-Sì, ho fatto- rispose l’altro, facendo un passo indietro e incrociando le braccia soddisfatto.

Firion rimase a rimirarla per un secondo, mentre Cecil veniva centrato in piena fronte dal colpo di ritorno (made by Squall stavolta).

-Così è montata?- disse il maestro d’armi, incredulo, rimirando i tubi di ferro che, invece di essere infilati dentro gli appositi spazi per sostenere la tenda, erano disposti in modo di formare una specie di cupola attorno al telo.

-Ti piace? Col pergolato…- continuò l’atleta, del tutto ignaro del casino che aveva combinato.

Firion lanciò uno sguardo sconsolato a Cecil, che si strinse nelle spalle.

Non trovano alcun sostegno, alzo gli occhi al cielo, scoprendo che il sole era già calato.

-Incredibili le montagne eh? Ti giri: è giorno. Ti giri: è notte- osservò, tanto per distrarsi.


- E cala la notte sulle nostre membra stanche

desiderose di riposo e di anelito libertario.

E sulle nestre menti contrite che anelano

tutto, qualcosa, e anche un pochino.

Voilà.


Firion e Tidus rimasero a fissare Cecil con gli occhi sgranati.

-Che è questa roba?- chiese il maestro d’armi, arrivando quasi a sorridere.

-È una poesia futurista- rispose il paladino, annuendo convinto.

-Davvero? Ehh... chi l’ha scritta? Ungaretti?

-No, Ungaretti era ermetico.

-Ungaretti ermetico?- intervenne Tidus, ignorante come pochi.

-Ha passato due anni a combattere nelle trincee contro Bevelle. Non te lo ricordi? È del paese tuo- gli spiegò Cecil, ma il biondo si limitò ad alzare le spalle.

-Comunque no, non Ungaretti.

-E allora chi? Montale, Saba…- cominciò a dire Firion, sciorinando tutti i poeti che gli venivano in mente -Ah sì, Byron!- esclamò infine, ricordano l’eroe-poeta che era giunto a combattere da una terra lontana contro l’impero di Palamecia.

-Scritta io- rispose il paladino, sorridendo a trentadue denti.

-Scritta tu?

-Eh sì. Ho studiato Aristotele per due anni.

Firion si trattenne dal puntualizzare che Aristotele era un filosofo e non un poeta.

-Puoi mette il gomito così?- chiese invece, mimando il gesto di alzarlo un poco davanti al petto.

Del tutto ignaro, Cecil fece come richiesto, e Firion non mancò di afferrargli il braccio -MA VA A CAGARE! Te la do io la poesia futurista, Lunatico del cazzo!

Il paladino rimase a fissare sconvolto il suo compagno, privato di onori e gloria, dato che persino Tidus si stava rotolando dalle risate.

Poi, quando il vociare si quietò un poco, i tre si resero conto che dei passi, anche piuttosto pesanti, si stavano avvicinando lungo il sentiero.

-Firion?- chiese Tidus preoccupato -Cos’è?

-Questo è un animale grosso- osservò Cecil.

-Vado in tenda un attimo- disse l’atleta, ricordandosi che a lui i mostri troppo grossi non piacevano.

-Ma dai Tidus, non fare così. Al massimo è uno scorpione gigante.

-No no, questo è un animale proprio grosso. Un Behemot- osservò ancora il paladino.

“Meglio un Behemot che una Lamia...” pensò il maestro d’armi.

-Oppure una lamia che vuole mangiarsi le patatine, anche se qui abbiamo solo piselli.

-Lamia eh?- disse il leader, filando dritto da Tidus -Muoviti dai.

-NON MI FAR FRETTA!

-DAI CAZZO CHE HA DETTO CHE ARRIVA UNA LAMIA!
-E HO CAPITO!
-E NON CI PUOI METTERE DUE ORE!

Un… essere femminile, dagli evidenti capelli biondi a punta, completi con due treccine ai lati del viso truccato, che indossava un vestito viola che arrivava fino ai piedi, due scarpette con tacco rosse, un fiocco sempre rosso attorno ai fianchi, e una spada gigante appesa alla schiena, apparve dal sentiero, senza annunciarsi prima.

-AAHHHHHH!!!!

-AAAAAHHHHHH!!!

Firion e Tidus iniziarono a fare a gara a chi gridava di più.

-CORRI!

-CORRI!

-SALVATI ALMENO TU!

-CORRI!

-Deficienti!- esclamò Cecil, attirando la loro attenzione -È una ragazza.



A\N: E mo son dolori.

DII\N: Soprattutto per te.

A\N: Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 4
*** La Montagna Parte IV ***


A\N: Dai, che abbiamo quasi finito.

DII\N: E lo spero bene.



-“Salvati almeno tu”, deficienti tutti e due- continuò il paladino, passando oltre i compagni e dirigendosi verso la presunta donna con una mano distesa, come segno di pace.

-Ah.. Arhed ijn uich?- chiese Cloud, che per sua immensa sfortuna, oltre ad aver perso a carte con Vaan, Terra e Luneth ed essersi dovuto travestire da donna, era finito pure in un nido di lamia.

Non che non fosse stata un’esperienza indimenticabile (era troppo carino perché lo trattassero male), però era talmente confuso dagli charme che non riusciva nemmeno a collegare il cervello con la bocca.

-AH! CORRI! CORRI!- esclamò Tidus, di riflesso, per poi rimettersi in ordine e fare finta di niente.

-È lo scemo del gruppo- spiegò Firion, scuotendo il capo, ma tenendosi a distanza di sicurezza dalla “ragazza”, troppo imbarazzato per parlarle.

-Ah juer nich rioh?- continuò Cloud, cercando di farsi intendere a gesti dagli amici per farsi riconoscere.

-Eh, osteria no- rispose Firion, avendo inteso male.

-Parlé vou francé?- chiese subito Cecil.

-Ah, franhe. Ah nejc, nejccc- rispose Cloud, segnalando di non aver capito.

-Ah bene perché nemmeno io…- replicò il paladino, facendo un passo indietro.

-Sorry, do you speak english?- intervenne il maestro d’armi, sporgendosi appena.

-Eheaoi askdmi ioap dja no nucheìd- replicò il biondo travestito, cominciando ad irritarsi.

-Ah, Ajru Beku- disse a quel punto Tidus, in Albhed maccheronico.

Esasperato, il guerriero in gentil veste prese da parte il Blitzballer e lo portò davanti a se, cominciando a parlare a caso ed agitandosi come una scimmia, cosa a cui il ragazzo biondo rispondeva nella stessa misura.

-Cazzo, conosce la sua lingua- fece Firion, sorpreso.

-Ma se rasenta a malapena la sua- scosse il capo Cecil, restando a fissare la scena.

-Oh, Tidus- intervenne il paladino ad un certo punto, attirando la sua attenzione -Che gli hai detto?

-Eh ancora niente- spiegò quello, facendo spalancare gli occhi ai due -Siamo… ancora ai preliminari.

-Va bene, fatti dire come si chiama- lo invitò il paladino.

-Sì sì.

-Fatti dire il nome Tidus.

Cloud riprese ad agitarsi, cercando di far capire a tutti e tre chi era, ma l’altro biondo era lento di comprendonio e faticava a seguirlo.

Anche perché Firion e Cecil stavano continuamente predicando alle sue spalle, in modo anche poco cortese, tra pedate e pacche.

-Tidus.

-Tidus…

-Tidus.

-Tidus!

Dopo un minuto buono di quella tiritera Firion esplose con un -Ma porca Cosmos! La prima cosa che si impara in una lingua è “Come si chiama”!

-Adesso la prima cosa che insegnano è come si chiama lei! Chi la conosce?!- replicò il biondo.

-Ma non lei lei! “Lei” in generale intendeva- spiegò Cecil, passandosi la mano in faccia.

Cloud urlò con tutto se stesso, ma quello che ottenne fu una parvenza di risata stridula.

-Sì sì, senti ascolta me, se no passiamo le vacanze qui- si fece avanti Firion -Zei… Zei tu tetesca?

Il travestito sbatté gli occhi.

-Zei tu tetesca…?

-Zei tu deficiente?- intervenne il paladino, dando un ceffone sulla guancia al compagno.

-E, ma allora parlaci tu, no?- replicò, freddo, facendosi indietro.

Cloud riprese a urlare, ottenendo gli stessi risultati di prima.

-Ragazzi, questa sta fuori- mormorò Cecil.

Altro urlo.

-Ish che ti spechie?- chiese il travestito al paladino, sperando che lo riconoscesse.

-Specie? Ah, io sono ibrido, mezzo Lunatico, mezzo terrestre- spiegò quello, soddisfatto.

Non così l’ex-SOLDIER, che si volse verso Firion, cercando di attirare la sua attenzione.

-Lui è terrestre pieno- rispose Cecil, e il maestro d’armi rispose con un timido saluto.

A quel punto, a corto di idee, il biondo si volse verso il suo compagno cromatico.

-Eh, lui non proprio- puntualizzò Firion.

-Ih niw. Ech Sohgno!- esplose Cloud, stufo che lo fraintendessero.

-UN SOGNO!- esplosero in coro Cecil e Firion, scoppiando a ridere, mentre Tidus scuoteva il capo sconsolato.

-Ahahahahah basta. Basta basta, mi vengono le coliche- disse il paladino, quasi piegato in due.

Genuinamente sorpreso, Cloud alzò gli occhi verso il leader del gruppo (Firion), chiedendo mutamente una spiegazione.

-Eh… Lo squarao! Prim-Prem!- esclamò, mimando il movimento con mani e fianchi.

-NOOOOHHH!!! Non è lo squarao, sono due cose diverse-- gli urlò in risposta Cecil, ottenendo scarsi risultati.

-Oggi le coliche- intervenne Tidus, iniziando un balletto assieme a Firion -Parapappara-Parappapa.

Cloud scosse la testa, e poi notò una cosa che sembrava una tenda, dietro a Tidus.

-Enchurikenzi!- disse, mimando il gesto per farlo spostare, cosa che il biondo non colse.

-Engiurichenzi- ripeté.

-Engiurichenzi!- esclamarono in coro Cloud, Firion e Cecil, e a quel punto il blitzballer capì che doveva spostarsi, rivelando la tenda.

-Eh dads richenzi?- chiese Cloud, indicandola.

-Eh, quella è una scultura Cetra che abbiamo portato con noi- provò a giustificarla Firion, ma una seconda occhiata del travestito lo convinse a spiegare -Ma no scherzo eh? È una tenda?

-Tenzha?- a quel punto Cloud rise davvero.

-Ragazzi questa sta proprio fuori- osservò il maestro d’armi, sconsolato.

-Tu, piuttosto- disse, rivolgendosi al biondo -Non ce l’hai lo zaino- indicò i loro -E la tenda?

-Ehak… noch.

Non trovava più la strada per l’accampamento dei suoi compagni per colpa delle lamia, quindi non aveva più il suo bagaglio.

-Vedi un po’ se Rosa ti ha lasciato una valda, che questa c’ha un catarro…- disse Firion, lanciando un’occhiata a Cecil.

-Eh, c’ho due antibiotici e il flemucina- rispose mesto l’altro.

-E te pareva cazzo… Tenda!

-Tnkha! Ichi? Nie.. No- Cloud si sorprese di essere riuscito a dire una parola sana, e la ripeté.

-No. No.

-Ho capito, no.

-No.

-Ragazzi, questa sta fuori… Piuttosto dove dormi? Stanotte. Siamo in mont… Dove dormi?- chiese il leader a Cloud.

Quello alzò le spalle, cercando di rispondere con parole semplici -Boh. Bach. Zi lo sa!

-Questa sta fuori secca proprio.

-Tu fe…- si avvicinò Cecil -Tu fe…

-Pram pram pram pram pram pram!- replicò il travestito, facendo indietreggiare il paladino di colpo.

Cominciava a prenderci gusto a fare finta di non capirli.

-Le è piaciuto- osservò Tidus, contento.

-Tu mi sta sulle palle!- replicò Cecil, che invece la stava prendendo male, agitando la mano all’altezza del petto.

-Tu! Tu.

-Eh, ce le ha un po’ alte- intervenne Tidus, prima di essere colto da un’ispirazione -Ragazzi, un’idea geniale. Ciccia!- esclamò confrontandosi Cloud -Tu. Vuoi dormire. Nella nostra tenda?

Il biondo fece scivolare una mano sotto l’altra, in un gesto di palese richiamo sessuale.

L’altro biondo, che era vissuto nei bassifondi di varie città, aveva capito benissimo, e non del tutto sicuro della cosa ripeté il gesto.

-Eh, quello è articolo introduttivo- intervenne Cecil dalla distanza -Nella- e mimò il gesto -Tenda.

-Tu, dormire, nella tenda- insisté Tidus.

-Ah! Zich, Zich!

-Sì?

-Zich!

-Sì!

Tidus e Cecil si tirarono da parte battendo un doppio cinque e iniziando la danza della vittoria.

Firion, che era ormai diventato porpora (il che spiegava perché ancora non si era confessato a Lightning), si avvicinò -Perché… Perché fa… fa freddo, la notte?- chiese imbarazzato.

-Fretto, Fredto- ripeté Cloud, cercando di riabituarsi la lingua.

In quel momento, alzò gli occhi sui due ballerini, che all’istante smisero di fare quello che facevano, e iniziarono a fare stretching.

-Eh, sai, lui si è fatto male alla gamba- spiegò Firion, indicando Cecil -Fanno stretching, sai…

-Stretchasiind.

-Ma la finisci di ripetere?

-No.

Poi Cloud venne fulminato da un’altra idea.

-Uch. Si pochere, Ich in Tnta- spiegò, usando l’articolo introduttivo -Und I trei us?

-Us? Cioé noi tre fuori?- chiese Firion, sentendosi pelo pelo sollevato.

-Yah.

-Ma intendevo noi tutti dormire nella…- intervenne Tidus, ma Cloud scosse il capo.

-Ah vabbe ragazzi, peccato- fece Firion, cercando di mascherare il sollievo -E va bene, vai solo tu nella tenda. Noi tre uomini forti, stiamo qui fuori ad annusare l’aria!

-Ah, Zephirtoh!- aggiunse Cloud, tanto per incoraggiarlo.

-Si, Sephiroth!- continuò orgoglioso il maestro d’armi, anche se non lo trovava il paragone più calzante -Ah, Jecht!- esclamò indicando Tidus.

-Sì. To-Topo Gigio!- replicò Cecil -Deficiente.

-Eh sti cazzi dai.

-Yah Yah, uch I che mi ozn arranca- intervenne di nuovo il travestito, mimando il gesto di essere indebolito.

-Ah, sei stanca!- esclamò Firion.

-Stanca- gli fece eco Cloud, soddisfatto di aver detto una parola giusta, e rise malvagiamente.

-Ah beich, bunka nocha.

-Bonka Nocha- replicò Firion venendo baciato sulla guancia e arrossendo -Anche se c’hai proprio un catarro tu.

-Boka Notre- continuò Cloud, scambiando un altro saluto con Tidus.

Quando venne il turno di Cecil, il travestito mimò il “Pran Pran Pran” e filò dritto, infilandosi nella tenda.

-Ridi ridi Topo Gigio- continuò il paladino, rivolgendosi a Firion, che se la rideva con Tidus -Noi tre uomini duri fuori al freddo. Guarda che qui la temperatura di notte va sotto zero, e il sottoscritto sei mesi fa si è fatto la pleurite.

-E meglio, così ti sotterriamo qua!- replicò secco Firion, lanciandogli un’occhiataccia -Ma poi poverina non l’hai vista? Faceva freddo, e aveva un catarro spaventoso.

-Eh, e adesso noi cosa facciamo?

-Eh, accendiamo un fuoco e tiriamo fino a mattina.

-E con cosa? Non sappiamo manco usare la magia.

-Mamma mia Cecil, che al castello tuo non lo accendono mai un fuoco normale?

-E che ti pare? Un fuoco magico fa 0 emissioni e non brucia alberi. Più ecologico di così.

E andarono avanti così a bisticciare per un po’, finché Tidus non disse la fatidica frase.

-Ragazzi, io ci provo.

Gli altri due si immobilizzarono, per poi voltarsi a guardarlo con gli occhi sgranati.

-Tu ci provi?- chiese il paladino.

-Ci provo… vado in tenda e la corteggio.

-Eh sì- replicò Firion -La corteggi e lei per tutta risposta ti tira una scarpata in faccia.

-Eh, ma sei geloso perché non è venuto in mente a me? Se poi mi arriva una scarpata in faccia allora ci provi tu.

-Ma mica sono io quello che ha la fidanzata che è campionessa olimpionica di tiro a Tidus- continuò Firion.

-Con Lulu, Rikku e Paine fanno primo, secondo, terzo e quarto posto a pari merito- s’inserì Cecil, contando con le dita.

-Ma non è che entro e le salto addosso! E poi rischio di rovesciare la candela.

-Eh, la candela so’ diciotto punti in faccia di traverso- replicò Firion, sempre acido -Già c’hai quella faccia da pirla, a quel punto non te se può vedere.

-E va bene, mi ci faccio mettere una cerniera. Sei contento?- rispose esasperato il biondo.

-Ma dai lascialo entrare. Ci divertiamo- intervenne Cecil, rivolto a Firion -Su vai, Tidus. Trova una scusa.

-Eh…- rispose quello -Voi altri andate a farvi un giro…

-E dove andiamo?- chiese Firion, acido.

-Dai su, vai.

-Oh cavolo ma… ragazzi, non trovo… il pallone l’avrò lasciato in tenda.

-No lo abbiamo qui noi!- lo interruppe Cecil.

-Lo abbiamo qui noi Tidus!- gli fece eco Firion.

Il biondo alzò uno sguardo assassino, tornando da loro di corsa -Deficienti. Ma siete cretini?

-Dai su- replicò Cecil -Trova un’altra scusa. Tipo “Il pettine. Devo pettinarmi per la notte”.

-E tu c’hai pensato subito- osservò Firion, rimirando i boccoli albini del compagno.

-E va bene, va bene- sibilò il biondo, tornando verso la tenda -Ragazzi, a-aveste visto la… spazzola per i denti? No credo proprio di no- e si infilò dentro la tenda.

-La spazzola per i denti?- esclamarono in coro Cecil e Firion -E il badile per sciare?

-E-e-eh, s-s-scusami, c-cioé…- balbettava intanto Tidus -I-io, ah s-sì. S-scusa se sono entrato così d’acchitto…

-D’acchitto?- commentò Firion mentre Cecil si avvicinava alla tenda, per origliare meglio.

-È che non trovavo la… la… ecco ch-che… ehhh niente, non la cerco più.

-Si è incartato- riportò Cecil al compagno, che si teneva a buona distanza.

-F-f-fuori è calata la temperatura. T-tu di ch-che paese sei dell’Albhedia?

I due fuori dalla tenda si diedero un ceffone in fronte.

-Meno male che non lo capisce- commentò Cecil.

-C-come, come… Rosa dei Venti, nel senso che Nord Sud, ehhh… il tuo autore preferito? Autore. A-u-to-re.

-Ma che cazzo sta dicendo?- sussurrò Firion unendo le mani a preghiera.

-C-che c-c-cosa leggi…?

-Ma che cazzo ne sa?- replicò Cecil, fissandolo con gli occhi fuori.

-Posso baciarti?

Un secondo di silenzio.

-Posso baciarti?- commentò Cecil.

-C-come si dice “Posso baciarti” nella vostra lingua?

-Cioè prima la confonde col delirio, poi “Posso baciarti?”?- replicò Firion.

-Vabbe, è una tecnica. Avrà funzionato con Yuna. Squall fa il truce, Sephiroth va diretto…- gli rispose Cecil.

-E infatti con Sephiroth non vanno oltre il primo incontro. Colpo di fulmine, PEM!- commentò sarcastico il maestro d’armi.

-I-io adesso provo a baciarti…- continuò Tidus, e il paladino si avvicinò ancora di più alla tenda, aspettando con trepidazione -S-se tu non vuoi farti baciare m-mi scosti leggermente con la manina. Non c’è bisogno di darmi una scarpata!

Cecil e Firion scambiarono un cenno del capo, pronti a godersela.

-E-e-e-eh… s-s-s-se non v-vuoi puoi a-ancora…. m-mi sto avvicinando sempre di più. Non è che smooch…

L’espressione di godimento sulle facce di Cecil e Firion lasciò il posto allo sgomento.



A\N: E ne manca solo uno.

DII\N: Cinque pezzi. Sarà molto doloroso ma ti assicuro che…

A\N: Mi farai più male possibile. Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 5
*** La Montagna Parte V ***


A\N: È l’ultimo.

DII\N: Anche per te.



-Ci sta smooch, smooch smaaach Shiva santa smoooch!

-Firion! Si sta facendo baciare!- esclamò Cecil, ritornando al fianco dell’amico.

-Porca troia- commentò Firion, infilandosi le mani nei capelli.

-Cioè no ci sta questa qua!- continuò il paladino, mentre la tenda cominciava ad ondeggiare violentemente, accompagnata da suoni visibilmente ambigui.

-Ma porca vacca- continuò il maestro d’armi, terrorizzato dalle implicazioni che avrebbe potuto avere in seguito quell’atto.

-MA YEVON, PERCHÉ PROPRIO IOOOHHH!!!????- gridò Tidus da dentro la tenda, rischiando quasi di farla ribaltare.

-Cazzo ci sta!- continuò Cecil incredulo -Faceva tutta la schizzinosa e col catarro, hai visto?

-Nohhh- replicò Firion.

- “No” che non l’hai vista o “No” che “che sfiga”?

-E Yevon tarallo Cecil ma OCCHIO!- esclamò il maestro d’armi, tirando indietro il paladino per evitare che la tenda, ribaltandosi, gli finisse addosso.

E fu solo l’inizio.

-Ma guarda come ci sta dando dentro!- continuò scandalizzato il ragazzo.

Cecil, sempre più infervorato, si stava letteralmente tirando i capelli.

D’improvviso la tenda si raddrizzò, iniziando a passeggiare sullo spiazzo roccioso.

-Ma… la fa camminare?- balbettò Cecil.

-Chi la sta facendo camminare?- chiese Cloud in quel momento, dopo essere riuscito a recuperare la propria voce normale, sbucando da dietro ad un masso.

I due albini saltarono per la sorpresa, fissando il travestito con occhi nuovi.

-C-Cloud?- balbettò il maestro d’armi.

-Si. Grazie per esservene accorti: è mezz’ora che cerco di dirvelo.

-Ce, noohhh- esclamò Cecil, fissando la tenda che saltava su e giù -E dentro da solo. E stava per farlo con un maschio?

-Che c’è di male a farlo con un maschio?

-Niente Cloud, sofismi- replicò Firion, mentre la tenda si fermava.

-Chi c’è dentro?- chiese a quel punto il biondo.

-E niente, Tidus che voleva far colpo su di te- rispose l’albino.

-Gli facciamo uno scherzo?- propose il paladino.

-Uno scherzo?

-Si dai. Cloud, nasconditi e poi salta fuori quando ti diamo il segnale- spiegò Cecil.

-Ma perché devo essere io lo scemo che salta fuori?

-Perché tu sei quello travestito da donna- insisté l’albino più anziano.

-Ma mi ci hanno costretto!

-E che importa, quello che fa sorpresa sei tu.

-Ma perché io?

-Insomma che vuoi per farlo?- intervenne Firion, tagliando corto.

-Che mi paghiate.

-Andiamo Cloud, non…- ma Cecil tappò la bocca al leader senza pensarci due volte -Cosa?

-Birra e mignotte.

-Andata.

-Scusa, ma non hai Tifa tu?- domandò il maestro d’armi, scostando la mano del compagno.

-Eh… sì, m-ma quella mi vuole SPOSARE!- esclamò il biondo, con gli sgranati.

-Ti capisco, amico- gli disse Cecil, posandogli una mano sulla spalla.

-Rosa, perché non ti sei messa con Kain invece che con questo cretino?- disse Firion, rivolto al cielo.

-È quello che mi chiedo anche io- gli fece eco Cecil, buscandosi una ginocchiata alle palle dall’amico.

-Dai! Su! Se stiamo qui un altro po’ quello se ne accorge o se ne va a dormire. Vai Cloud.

-Birra e mignotte, ricordatelo.

-Come ti pare- lo liquidò Firion, rimettendo Cecil in piedi e dandogli una ripulita -Coraggio. Fai una faccia convincente. L’hai voluta fare tu questa cazzata.

-Una faccia convincente…- rantolò il paladino, accusando ancora il colpo giustiziere ai gioielli di famiglia.

-Si. Tipo… tipo come Gidan quando Lightning mi chiede di andare in missione. “Porca miseria” e simili- spiegò Firion, mimando anche di darsi un pugno alla mano per evidenziare lo smacco.

-Eh non posso. Ho appena fatto revitalizzare un dente dopo che Jecht me l’ha fatto saltare in allenamento.

-Se. Mo ti manca solo una roncolata in testa…- replicò il maestro d’armi, mimando il gesto, ma l’altro gli fece segno di stare zitto.

Tidus, in quel momento, uscì dalla tenda, camminando all’indietro, arrossato e ansante, con un sorriso soddisfatto.

-Oh Tidus. Come sta…?- si avvicinò Cecil, ma l’altro gli fece segno di abbassare la voce.

-Shhh, sta dormendo.

Mentre il biondo si girava a cullare la tenda, i due albini si scambiarono uno sguardo che la diceva lunga, ma mantennero la facciata.

-Dai, sei grande Tidus.
-Fa vedere.

-Non posso, sta dormendo.

-Ma non ci credo, sei stato grandioso- continuò Cecil, dandogli il cinque.

Firion fece lo stesso, ma usò la mano rovinata e si fece male, imprecando “Porco Mateus” di nascosto.

-Oddio, ragazzi, non so chi è quella…- ansimò Tidus -Guardate, è cent’anni avanti nel fare l’amore.

-Sì sì- annuì Cecil, prima di farsi cogliere da un dubbio -Ma rispetto a te o rispetto a tutti?

-Rispetto a tutti, non c’è confronto- ripeté l’altro -Ma, oh, gente, ho provato una posizione… ma una posizione che vale tutto il Kamasutra.

-Il Karmasuca?- chiese Firion, ignorante come pochi.

-L’arte di fare sesso- disse Cloud, abbastanza forte perché l’altro lo sentisse.

-C’è qualcun altro dietro con voi?

-No, ero io- giustificò Cecil, dato che Firion era troppo sconvolto per rispondere, e il biondo gli credette.

-Ma su, dai faccela vedere- insisté subito dopo il paladino, riferendosi alla posizione.

-Va bene, lo faccio. Però…- concesse Tidus.

-Però?- chiese Cecil, avvicinandosi con Firion, che francamente parlando non era molto interessato.

-Però dovete promettermi che non esce da questo spiazzo- finì il biondo.

-E certo. A chi vuoi che le andiamo a raccontare ‘ste cose?- rispose Firion.

-Eh. Giusto a Lightning se la vogliamo eccitare…

Cecil ebbe la prontezza di spirito di non gridare, e di fare una faccia convincente, quando la lancia del compagno s’inserì nell’entrata posteriore a piena potenza.

-Allora la posizione è… la posizione del chocobo- spiegò il biondo, creando suspance.

Gli altri due scambiarono un’occhiata confusa -Cioè?

-Cioè lei sotto- spiegò Tidus, mimando -e tu sopra.

Passarono alcuni secondi di laconico silenzio, finché Cloud non uscì dal nascondiglio con una certa veemenza.

-Cioè è normalissimo: lei sotto e tu sopra!
-Eh sì, ma lei c’ha la testa nella sabbia!- rispose con altrettanta veemenza il blitzballer.

-Ma questo si crede che stiamo ancora a Besaid?- chiese il travestito, rivolto a Firion.

-Guarda, a questo punto non mi sorprenderebbe nemmeno che si creda un delfino- replicò l’altro.

-Un momento…- disse a quel punto Tidus, puntando il dito contro Cloud.

-Te ne sei accorto, eh?- il travestito afferrò le due treccine ai lati del volto, tirandole da parte -Cù-cù, chi sono io?

-Tiééééé! Guarda, con chi la volevi fare la posizione del chocobo!?- partì a raffica Cecil.

-Che non c’è nessuno dentro, casanova!- aggiunse Firion, scuotendo la tenda, deciso a vendicarsi una per tutte

-Eh! L’hai fatto con la marmotta eh? Con la marmottina- continuò il paladino.

Tidus era rimasto a fissarli orrificato, con i capelli che a momenti gli si erano rizzati in testa.

Poi, in uno scatto di ira, sbatté il piede per terra, e diede le spalle ai compagni, avvicinandosi alla parete di roccia da cui erano sbucati scalando.

-Dove vai? Dai che adesso passa anche la lamia, almeno una femmina vera la provi- insisté Cecil, ma con un netta torsione dello strumento punitore Firion gli tappò la bocca.

-Tidus?- chiese.

-Si è incazzato- osservò Cloud, mentre l’altro scalava la parete, mettendosi a cavalcioni sul ciglio.

-Ehi Tidus, che fai!?- esclamò Firion, scatapultandosi verso di lui, cercando di afferrarlo -Scendi, cretino!

-Voi avete preparato tutto questo per farmi incazzare- piagnucolò il ragazzo, agitando le braccia per allontanare l’altro -Mi volevate solo prendere per il culo.

-Ma che dici che hai fatto tutto da solo!- gli gridò Cecil, correndo a sua volta a fermarlo.
-Sei voluto entrare tu, cretino!- gli fece eco Firion, cercando ancora di prenderlo.

-No, voi siete due stronzi! Avete voluto farmi uno scherzAHHHHHHHHH!!!!!- il ragazzo si sbilanciò e volò oltre il bordo, sparendo alla vista degli amici con un grido agghiacciante.

Firion balzò quasi istantaneamente al collo di Cecil, agitandolo come se fosse una maracas -PORCA VACCA, SEMPRE A PIGLIARLO PER IL CULO TU!

-Tidus, noooooooohhhhh!!!- gridò Cloud, saltando per issarsi oltre il bordo -Devi ancora darmi il numero di Yuna!
-E pure tu attacchi con Yuna!- esclamarono in coro gli albini, tirandolo via.

-Piuttosto chiama!- gridò Cecil al compagno.

-Eh così lei viene qui e ci stronca tutti!

-Non a Yuna cretino, a qualcuno con un aeronave!

-Lei ha un’aeronave!
-TIDUS!- si mise a urlare Cloud.

-TIDUS!- gli fecero eco gli altri due.

-TIDUS!
-TIDUS!

-TIDUS!

-TIDUS!

-TIDUS!

-TIDUS!

-TIDUS!

-DEFICIENTI!

I tre si girarono all’istante, vedendo all’altro lato dello spiazzo Lightning e Squall, con il biondo comodamente appoggiato in testa.

-C’è il sentiero.

Appena ebbe finito di parlare, i due maestri del gunblade sollevarono Tidus e lo scaraventarono contro i tre malcapitati, che ebbero la prontezza di scansarsi e lasciarlo schiantare contro la nuda roccia.

Gli abiti da travestito di Cloud esplosero all’istante, rivelando la tipica tuta viola, mentre il biondo estraeva lo spadone andando incontro al rivale con la cicatrice, per iniziare l’ennesimo duello del secolo.

Dal canto suo, Cecil fu abbastanza furbo da afferrare Firion per usarlo come scudo umano dai colpi della soldatessa.


A\N: Evviva, è finita. Non devo farmi linciare da nessuno.

DII\N: Pensi davvero di portela cavare con poco

A\N: Ahhhh, alla prossima. Ciao.

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