le cronache dei capitani: fight or flight

di batuffoloki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Aramis  giaceva immobile, acciambellata sul tappeto  del  salotto, quando, d’improvvis, alzò  la testa e  emise  un uggiolato. Faceva così  quando  c’era qualcuno  alla porta. Archer seduto sulla  poltrona, intento  a  leggere, guardò  l’orologio. Sapeva chi  era  e gli  fece piacere che la sua ospite fosse  puntuale. Andò ad aprirle la porta.
”Bentornata signorina Carlyle.” Le fece cenno  di  accomodarsi in salotto.
Lei sorrise riconoscente per l’accoglienza. Avrebbe  potuto  essere,anagraficamente, la nipotina che  non aveva mai  avuto. Era graziosa, aveva lo  sguardo  vivace tipico  di una persona  intelligente e astuta. Il  tipo  di giovane  che  ad Archer  piaceva e di  cui  avrebbe volentieri  sponsorizzato  la carriera. Per   quello  aveva deciso  di  rispondere  alle sue domande. Anche se alcune potevano  essere  imbarazzanti o risvegliare ricordi  dolorosi.
”Allora Crystal  di  cosa stavamo  parlando?” Chiese dopo  aver servito il tè.
”Della vostra prima missione, ma ci siamo  soffermati parecchio  su  T’Pol e se  per lei  va bene, ammiraglio, vorrei che  mi  presentasse anche gli  altri membri  dell’equipaggio.”
Il volto  di  Archer si  illumino.”La missione denominata in codice “Fight  or Flight” ebbe come protagonista assoluta Hoshi  Sato!”
Crystal  annuì e tirò fuori il comunicatore per registrare le sue parole.
”Era  veramente  un genio in grado  di  decifrare  qualsiasi idioma dopo  averne ascoltato  poche parole  o  è  stato un mito  creato  dalla federazione per  invogliare  i  cadetti  ad  arruolarsi?” Chiese  con aria maliziosa.
Archer sorrise.”Un genio lo è  sul  serio, magari  quando  tornerà  dalla missione archeologica  organizzata, nella valle della fornace, su  vulcano,  te la presenterò  e te ne convincerai  anche tu. Per  il  resto era  una ragazza molto insicura, anzi, probabilmente, la più insicura tra tutti  noi. Certamente  la più sensibile. Pochi giorni prima eravamo sbarcati  su un mondo privo  di  forme di  vita superiori. Avevamo prelevato una delle rare forme di vita, un gasteropodo, cioè, in parole  povere, una lumaca aliena.”
”Che caruccia!”Squittì Crys.
”Hoshi  si  era subito  offerta di  badare a lei.Le aveva  anche dato un nome: Bavetta...Ma  la creaturina  non era adatta a vivere  lontano  dal  suo mondo, e  un pò  alla volta  cominciò  a deperire. E Hoshi  ovviamente  se ne addossatò la  colpa. “”Una  persona  forse un pò  troppo  sensibile per il mestiere di  esploratore."Commentò Crys.
”E nonostante questo io avevo  fiducia  in lei . Non ho mai  dubitato  del  fatto  che alla fine sarebbe riuscita a trovare  l’equilibrio  tra  la sua innata compassione e la durezza che  talora  un esploratore deve avere per  affrontare  l’ignoto .”

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Capitolo 2
*** 2 ***


“La vera  missione  iniziò quando incontrammo  una nave sconosciuta. Era  stato un periodo  molto  difficiale per  tutto l’equipaggio. Avevamo  tutti l’umore sotto le suole delle scarpe. E  lo  sai  perchè?”
Crys scosse  il  capo  aspettando col  fiato  sospeso una spiegazione.
 “Noia. Non  succedeva  un bel  niente! Eravamo  partiti con una prima missione  adrenalinica. E ci  aspettevamo  che tutti  i  giorni  sarebbe capitato  qualcosa  di  altrettanto  avventuroso. E invece  per  settimane  non era successo  un bel  niente! Giorni passati ad esplorare pianeti  disabitati e a calibrare, inutilmente  le armi, avevano  fiaccato la speranza di  incontrare altre speci  senzienti. Serpeggiava anche  un certo nervosismo quando  apparve quella nave come  un ‘oasi  nel  deserto .Se ne stava  lì  immobile, senza rispondere ai nostri  messaggi, senza dare alcun  segnale di  vita.”
”Fu la  noia  a spingerla a sbarcare  su  quella nave?” La domanda di  Crys  parve davvero impudente ad Archer.
Poi  si  fermo  a rifletterci  sopra. Quella nave aveva forse chiesto il  loro  aiuto ? Aveva risposto ai  loro  tentativi  di  comunicare? No. E T’pol non lo  aveva forse  messo in guardia dall’impicciarsi  nei  fatti  altrui? E  nonostante questo  nulla l’aveva fatto  desistere dal  sbarcare a bordo  di  quella nave. Forse dopotutto  Crys  aveva ragione. Aveva agito  sconsideratamente per noia. Decise di  far  finta di  non aver capito la domanda e tirò  dritto  col  suo  racconto.
”Quella per  me era la grande  occasione di  Hoshi  di  dimostrarmi  quel  che valeva. Percui  la misi  nella squadra di  sbarco.”
 “Contro la sua  volontà  immagino!”
”Immagini  bene. Hoshi oltre   a essere timida era anche ipocondriaca.Il  giorno prima era venuta a chiedermi  di  cambiare alloggio  perchè viaggiava con  le stelle nella direzione sbagliata. Poi mi  aveva confessato  di  soffrire di  claustrofobia, che per  un astronauta è  il colmo!”
Crys rise.”Poverina. Ovviamente si  trattava solo  di  scarsa fiducia  in se stessa!”
”Infatti. Facendo  leva su una forza che neppure  lei  sospettava di possedere, riuscì  ad  infilarsi  nella tuta da esplorazione ambientale  e insiemme raggiungemmo  l’astronave abbandonata. Ma quello  che ci  trovammo  di  fronte....lo  confesso...fece gelare  il  sangue anche   a me!”

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Capitolo 3
*** 3 ***


“Le pareti  erano  schizzate di una sostanza che abbiamo immediatamente identificato  come sangue. Era  successo qualcosa di  terribile su  quella navetta! Inoltrandoci nei  corridoi  in penombra trovammo l’equipaggio. Ricordo  il  grido  di  Hoshi  che lacerava l’aria.C’erano  dei corpi  appesi a testa  in giù  al  soffitto. Corpi  alieni, di una spece a noi  sconosciuta, ed erano  collegati  a un macchinario  che  pompava  il  sangue fuori  dalle loro  vene.”
”Spaventoso, capisco  che Hoshi  abbia avuto  quella reazione. Persino io  ne sarei  rimasta turbata.” Commentò  Crys.
Archer si chiese cosa voleva dire  la ragazza, dopotutto  era  solo un cadetto  e  non poteva aver avuto esperienze come quelle, certamente non più  sconvolgenti  di  quella.
”Trafficanti di organi?” Chiese Crys interompendo le sue riflessioni.Archer annuì.
”Volevo continuare a indagare per dare un senso alla morte di  quei poveretti, ma T’pol mi convinse che il  benessere del mio equipaggio era prioritario.”
”Io  davvero  non ce la vedo  a prendere ordini  da T’Pol .” Protestò  Crys.
Archer  accennò  a  un sorriso.“Non era  un ordine, ma  un saggio  suggerimento .In fondo rischiavo  di  mettere  in pericolo  le  nostre vite  per  qualcuno  che  ormai la  vita  l’aveva già  persa. Lei non riusciva neppure a concepire  il mio punto di  vista. Semplicemente  i nostri principii erano  troppo  diversi.”
”Comunque alla fine  l’ha avuta vinta lei, ammiraglio, non solo  siete tornati indietro, ma Hoshi  ha avuto il  coraggio  di  sbarcare di  nuovo  su  quella nave."
”E di  tradurre  il diario  di  bordo, e con  esso  l’avvertimento  degli  alieni.” Archer annuì .
”Una gran prova di  coraggio  da parte di  Hoshi. Ma il peggio  doveva ancora arrivare. La nave dei predatori non ci mise  molto  a rintracciarci  e ad attaccarci. E si  dimostrò immediatamente superiore alle nostre capacità. A quanto pare era arrivata anche per  noi la resa dei  conti .”
”E fu  Hoshi  a salvarvi  , vero?”
”Vedo  che conosci  già  la storia...Si  fu  lei  a comunicare  con  una nave appartenente alla specie  delle vittime che si  trovavano  all’interno della prima navetta. E fu  lei  che  riuscì a spiegare  loro  che stavamo  cercando  di  aiutare  la loro  gente  e non eravamo  responsabili  della loro  morte. Hoshi  doveva solo  trovare  la fiducia  in se stessa e  messa sotto  pressione , con  la salvezza dell’intero equipaggio sulle sue spalle, ha tirato  fuori una forza  che neppure  lei  sospettava di  possedere. “
” Ed  è  diventata la  Hoshi  Sato  di  cui  tutti  ancora favoleggiano  all’accademia!” Concluse  Crys  con entusismo.

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Capitolo 4
*** 4 ***


“Questa vostra  missione rappresenta  un esempio per  i cadetti  di  come  si  possa vincere  le proprie  insicurezze crescendo non solo professionalmente, ma anche  come persone!”Concluse Crys.
Archer annuì soddisfatto dal  fatto  che il suo messaggio fosse stato  recepito.
”Ma ora mi  tolga  l’ultima curiosità  ammiraglio, che ne  è stato  di  bavetta?”
Archer  spalancò per  un attimo  la bocca preso in contropiede poi  si ricordò della  lumaca aliena.”Ma certo la povera bavetta! Anche  lei  ci  ha insegnato una grande lezione. La natura  è  sempre perfetta, per  ogni  cosa che fa c’è una buona ragione. Se una creatura è nata  in  un determinato  ambiente, portarla via dal  suo habitat, può solo ucciderla. Fortunatamente per Bavetta siamo riusciti   trovare  un pianeta sufficientemente accogliente, perchè sopravivesse. Ma abbiamo imparato la lezione.”
”Forse.” ..commentò Crys sibillina,strizzandogli l'occhio.
Archer accennò un sorriso perplesso. Quella giovane aveva qualcosa di strano e lui non era ancora riuscito  a capire cosa. Voleva poter parlare ancora con  lei per  conoscerla meglio  e  nello  stesso  tempo  per  poter raccontare a qualcuno le  emozioni  che aveva mantenute represse per tanto  tempo. E  Crys  aveva quell’insolita capacità  che ne faceva una buona ascoltatrice. 
“Se  torni  domani  potrei  parlarti di un altro  membro  del mio  equipaggio .”Suggerì, quindi.
Crys sorrise compiaciuta, come se fosse riuscita a portarlo  dove voleva.
”Mi  piacerebbe sapere qualcosa di  più  dell’enigmatico  Malcom Reed.”
Archer  la fissò per  un attimo  sovrapensiero,poi  annuì.”Allora torna domani .”
”E questa volta  il  dolce per  il  te  lo  porto  io .”Gli  assicurò Crys alzandosi. 
Dispensò una carezza ad Aramis  che  le  leccò  la  mano. Afferrò la sua borsa e si  avviò.
”Non si  scomodi  ormai  conosco  la strada."Si  congedò. Archer  rimase sulla poltrona a guardarla,finchè non notò che aveva lasciato la sciarpa sulla poltrona. Si alzò  di  scatto. Era ancora  in splendida forma  nonostante gli  anni  che avanzavano. Raggiunse in pochi  balzi l’ingresso  ma  di  Crys  non vi  era traccia. Fissò il  vuoto con muta sorpresa...il mistero  si infittiva.

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