Il sentiero del destino

di Leili1988
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ciao a tutti!
Eccomi di nuovo qui per una nuova fanfiction, questa volta dedicata a Emma e Regina. D'altronde come poteva mancare una Swan Queen nel mio piccolo repertorio?! Hehe!
Nel prologo descrivo principalmente il finale dell'ultimo episodio della quarta stagione di OUAT anche se con qualche piccolo cambiamento. 
A partire dal prossimo capitolo comincerò invece con la storia vera e propria! ;)

Buona lettura!

Leili

 

Prologo

 
Era ormai sera inoltrata e Regina stava percorrendo la solita strada di ritorno a casa dopo una passeggiata con Robin.
La città era stranamente silenziosa e deserta: la donna poteva chiaramente udire il rumore ritmico dei suoi tacchi sull’asfalto e quello ben più frastornante dei suoi pensieri.
Ancora una volta era stata delusa: Robin Hood le aveva appena comunicato la sua decisione di rimanere al fianco di Zelena. Il grande senso dell’onore aveva infatti impedito all’uomo di venir meno ai suoi doveri di padre, sebbene questo comportasse perdere Regina. Non che la donna avesse mai creduto realmente che la sua felicità potesse essere con Robin, ma un po’ aveva iniziato a sperarci.
Proprio mentre stava riflettendo sul fatto di quanto potesse essere stata ingenua a essersi anche solo lontanamente augurata una cosa del genere, Regina incontrò Emma in compagnia di Hook e dei suoi genitori.
Non fece neppure in tempo a chiedere loro come mai apparissero così trafelati, che improvvisamente un vortice oscuro le piombò dritto sulla testa, iniziando a vorticarle intorno vertiginosamente. Quelle lingue nere di densa pece volevano soffocare tutta la luce che ormai risiedeva nel suo cuore per farla tornare a essere la Evil Queen spietata di un tempo.
 
Ancora una volta però colei che l’aveva già salvata dall’oscurità in passato era al suo fianco, pronta a tenderle una mano per l’ennesima volta. Emma, infatti, dopo un attimo d’indecisione, fece un passo per gettarsi nel vortice in soccorso della mora, che però la bloccò.
«NO!» - urlò Regina con voce rotta ma perentoria - «Deve esserci un altro modo!»
«Non c’è! Non hai lavorato così tanto per vedere distrutta la tua felicità!»
«NO!» gridò David per tentare di dissuadere la figlia.
«Siete riusciti a liberarmi dell’Oscurità già una volta. Dovete farlo di nuovo!» - disse Emma con le lacrime agli occhi - «Da eroi!»
Emma puntò con determinazione il pugnale del Signore Oscuro contro il tornado e lo attirò su di sé. Le lingue si strinsero immediatamente attorno al suo braccio per poi avvolgerne l’intero corpo. Emma fece giusto in tempo a gettare un ultimo sguardo ai suoi cari, a Regina in particolare, prima di scomparire in un lampo accecante insieme all’oscurità.
Il pugnale precipitò a terra.
L’unica traccia che restava di Emma era il nome scritto su di esso.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Ecco anche il primo capitolo! ;)
Buona lettura

Leili


Capitolo 1

 
Regina prese in mano il pugnale appartenuto al Signore Oscuro e lo fissò contrariata, quasi con rabbia. Tra tutti gli abitanti di Storybrook, quello era di certo l’ultimo nome che avrebbe voluto vedere inciso su quell’arma infernale.
Emma Swan aveva cambiato tutto. Dall’essere sua nemica, si era poi intrufolata a poco a poco nel cuore di Regina, cancellandone coriandolo dopo coriandolo l’oscurità. Era stata l’unica a darle fiducia e a cogliere la sua vera indole. Le era rimasta accanto e l’aveva difesa anche quando chiunque altro l’avrebbe volentieri fatta fuori. Per non parlare del fatto che era fortemente  determinata a garantirle il suo lieto fine e, proprio per questo, aveva sacrificato la sua essenza più profonda.
«Accidenti Swan, sei la solita testarda!» - biascicò Regina come se l’altra potesse sentirla.
«Ti ha salvata, dovresti ringraziarla!» - la rimproverò Mary Margaret.
«Beh, non avrebbe dovuto compiere un atto tanto avventato!» - replicò stizzita il sindaco.
In realtà, nonostante l’asprezza delle sue parole, Regina celava ben altro. Si sentiva terribilmente in colpa e non poteva sopportare l’idea che Emma si fosse appena sacrificata per difendere una felicità, la sua, che in realtà era evaporata nell’aria per l’ennesima volta già da diverso tempo.
«Beh magari l’ha fatto perché ti considera un’amica... ma forse non sei persona da meritare un gesto tanto nobile e disinteressato!» - sentenziò alterata Mary Margaret.
«Oh ma certo! Io non merito niente, non è vero? Sei sempre lì pronta a giudicare tutto e tutti, senza neppure domandarti se sotto ciò che appare c’è dell’altro!»
«Signore, per favore, non mi sembra il momento adatto per litigare!» - le interruppe Hook indignato - «Emma è in pericolo!»
Regina fece un respiro profondo.
«Senti Mary Margaret, mi dispiace ok? Non è che non abbia apprezzato il gesto di Emma... è solo che avrei preferito essere io al suo posto... avremmo potuto trovare un altro modo!»
«Lo so, Regina, perdonami! È che sono davvero disperata... non so davvero che fare!»
«Semplice! Dobbiamo salvare Emma!»
«Già, ma come? Non sappiamo neppure dove sia finita!» domandò David.
«Merlino!» propose allora Mary Margaret «Dobbiamo assolutamente trovarlo!»
«Merlino? È ancora vivo?» domandò confusa Regina.
«Sì, l’apprendista ci ha detto che lui sa come aiutarci!»
«Fantastico!»
«Deduco che siate in buoni rapporti...»
«Oh certamente! Come possono esserlo il diavolo e l’acqua santa...»
«Qualsiasi cosa sia successa tra voi, dobbiamo comunque fare un tentativo!» disse David.
«Beh allora c’è un solo modo per tentare di rintracciarlo: aprire un portale e giungere fino a Camelot.»
«E tu saresti in grado di aprirne uno?» domandò scettico Hook.
«Ma certo, pirata! Ho solo bisogno di un po’ di tempo per fare qualche ricerca!»
«Bene! Allora mettiamoci al lavoro! Io e Mary Margaret consulteremo le fatine, Hook tu vai a chiedere aiuto a Belle: magari nei suoi libri c’è qualche informazione utile.» propose David.
«Forse sarebbe il caso che prima andassimo tutti insieme da Henry... Non prenderà bene la notizia!» - osservò Regina preoccupata.
«Sì, Regina ha ragione! Henry ha bisogno del sostegno di tutti noi in questo momento.» - concordò apprensiva Mary Margaret.
«E il coccodrillo?» - domandò Hook con disprezzo.
«Oh, ci occuperemo anche di lui, non preoccuparti!» - sibilò Regina con odio a denti stretti.
«In ogni caso, per il momento è in coma. Non può nuocere a nessuno.»
 
*          *          *
«Oh, eccovi finalmente! Si può sapere che fine avevate fatto? Vi cerco già da un po’!» - disse Henry lievemente seccato - «Hey, un momento... cosa sono quelle facce? E mamma Emma dov’è?»
«Henry, ascolta... c’è stato qualche problemino col cappello prima...» - prese parola David.
«Cappello? Quale cappello?»
«Quello di Merlino...» - incalzò Mary Margaret - «L’apprendista ha provato ad assorbire la malvagità del Signore Oscuro al suo interno, ma il cappello non è stato in grado di contenerla. Ne è scaturito un vortice che ha attaccato prima l’apprendista stesso e poi Regina...»
«Appena tua madre mi ha visto avvolta in quel turbinio malefico, è corsa ad aiutarmi attirando l’oscurità su di sé e ne è stata risucchiata...» - continuò Regina.
«Risucchiata? E dove?» - domandò Henry preoccupato.
«Non lo sappiamo, purtroppo!» - rispose Hook sconfortato.
«Beh, possiamo usare un incantesimo di localizzazione, giusto mà?»
«Non credo sia così semplice, Henry!» - disse Regina dolcemente.
«La penna dello scrittore... la userò per farci arrivare dalla mamma!»
«Henry, lo sai che non funziona così!» lo ammonì David «Non preoccuparti però! Ci stiamo già lavorando!»
«Posso almeno aiutarvi?»
«Non questa sera, giovanotto!» - disse Hook scompigliandogli affettuosamente i capelli.
«C’è dell’altro...» - Regina porse il pugnale appartenuto al Signore Oscuro al figlio - «Mi dispiace, Henry, è tutta colpa mia! Ma farò di tutto per riportare Emma qui con noi, te lo prometto!»
«No, non è colpa tua! La mamma ha fatto solo ciò che era giusto: proteggere una persona a cui tiene... E io ho fiducia in lei e in te... in tutti voi! Insomma noi ci ritroviamo sempre, giusto nonno?»
«Certo!»
Nell’udire quelle parole, Regina, già destabilizzata dalla situazione, sentì il cuore sciogliersi ancora di più all’interno del petto. Abbracciò forte suo figlio, mentre una lenta e ben celata lacrima le scorreva silenziosa lungo la guancia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Ciao a tutti! :)
Ecco a voi il secondo capitolo della fanfiction. Fatemi sapere che ne pensate! ;)
Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto questa storia tra le seguite/preferite! :D

Buona lettura!

Leili


 

Capitolo 2


Una volta giunti a casa e non appena sicura che Henry dormisse, Regina si chiuse la porta della sua camera alle spalle e iniziò a piangere cercando di trattenere i singhiozzi per evitare di farsi sentire dal figlio.
Era ancora così incredula per tutto ciò che era avvenuto quella sera. La perdita del suo lieto fine prima e di Emma poi, era davvero troppo da sopportare persino per lei.
Regina aveva il cuore pesante e sentiva un enorme vuoto dentro di sé, come non le succedeva da tempo. Dal giorno dell’ingiusta e prematura scomparsa di Daniel, per la precisione.
Prima di quel momento, non si era mai resa conto di quanto tenesse a Emma e di come quest’ultima fosse in grado di lenire quel senso di solitudine che ormai da anni le attanagliava il cuore.
All’immensa tristezza e alla paura di non riuscire a risolvere la situazione, si aggiunse quindi la confusione riguardo i sentimenti provati per la Salvatrice. Come mai si sentiva smarrita fino a quel punto? Perché stava soffrendo più per la perdita di Emma che per quella di Robin? Era solo semplice gratitudine la sua o qualcosa di più? E se si cosa? Amicizia? Amore?
Dopo quest’ultimo pensiero, la sua inquietudine crebbe ancora di più: le persone che amava facevano sempre una brutta fine e di certo non voleva che a Emma spettasse la stessa sorte.
«Perché il destino ce l’ha così tanto con me? Perché ogni volta che provo a essere una persona migliore, mi si ritorce contro?» domandò Regina all’oscurità della sua stanza prima di crollare esausta sul letto.

 
*          *          *
 
Quando Regina si svegliò il sole stava già facendo capolino fuori dalla finestra. Aveva decisamente dormito troppo!
Si alzò dal letto, lasciando da parte i pensieri che l’avevano tormentata la sera precedente e si mise al lavoro sperando di trovare un modo per raggiungere Emma, ovunque fosse finita.
Lasciò un biglietto per Henry e si diresse velocemente verso la cripta.
Una volta arrivata cominciò a frugare tra le molteplici chincaglierie nella speranza di trovare l’oggetto che le interessava.
«Maledizione!» imprecò dopo aver speso un paio d’ore nella ricerca.
«Cerchi qualcosa, cara?»
Una voce alle sue spalle la fece trasalire.
«Tu! Cosa ci fai qui?» sibilò Regina tra denti piena di disprezzo.
«Solo darti ciò che ti serve, mia cara... consideralo semplicemente un regalo di un vecchio amico!»
«Amico?» - Regina si mise a ridere - «Tu non sei mai stato mio amico... al massimo la mia rovina!»
«Oh ma quanti complimenti di prima mattina! Hi-hi!» disse lusingato Tremotino.
Regina lanciò una sfera viola nella sua direzione.
«Faresti bene a sparire da qui prima che ti incenerisca!»
«Oh andiamo! Sono qui per proporti un accordo...»
«Non mi interessano più i tuoi accordi!» - lanciò un’altra palla infuocata.
«Ne sei proprio sicura?» - Tremotino lasciò penzolare dalla mano una catenina con un medaglione - «Facciamo così, io ti dò questa e tu mi lasci andare. Affare fatto?»
Regina accettò a malincuore l’offerta, sapendo di non avere altre opzioni: quella collana rappresentava infatti l’unico mezzo per giungere a Camelot.
«Bene, ecco a te! Ora perdonami, cara, ma ho una nuova promettente allieva di cui occuparmi!»
Regina afferrò il signor Gold per il colletto.
«Hey, abbiamo un accordo non ricordi?! Hi-hi!»
«Ascoltami bene, sanguisuga, ho lasciato che trasformassi me in un mostro, ma sappi che non ti permetterò di fare la stessa cosa anche a Emma! E ricorda che per quanti poteri tu possa aver accumulato in questi anni rimarrai sempre e comunque il solito e solo vecchio codardo! Persino Belle ha ormai capito che in te c’è solo del marcio!»
Gli occhi di Tremotino lampeggiarono di ira e odio a queste parole.
«Sai cara, forse hai ragione! Almeno io sono solo perché è il potere che mi interessa veramente, mentre delle persone non mi importa nulla... mentre tu, per quanto ti possa sforzare a fare la brava fatina, sarai sempre abbandonata a te stessa... nessuno ti apprezza veramente... ah, e giusto perché tu lo sappia: Emma è già un mostro, non ha bisogno di un maestro! Sono io ad aver bisogno di lei! Ma lo vedrai tu stessa... Hi-hi!»
Detto ciò scomparve nel nulla.
Regina per la frustrazione afferrò un cofanetto di porcellana e lo scagliò con forza contro il muro, mandandolo in frantumi.
«Maledizione!»
Fu solo grazie a un messaggio di Mary Margaret che Regina placò la sua furia distruttiva: c’era bisogno di lei per aiutare Emma.
 
*          *          *
 
Quando Regina arrivò da Granny’s vi trovò riunita la famiglia Charming al completo e numerosi altri abitanti di Storybrook. Questo non prometteva nulla di buono e il sindaco lo sapeva fin troppo bene.
«Oh, eccoti finalmente! Ti stavamo aspettando da un po’...» disse Mary Margaret.
«Lo so, scusate! Ho avuto un contrattempo! Novità?»
«In realtà sì, ma non sono affatto buone...» rispose David.
«Pessime in realtà!» - rincarò Brontolo.
«Questa notte, Tremotino si è ripreso ed è scappato...» ribatté David.
«E la cosa peggiore è che dispone ancora dei suoi poteri. Ormai neppure più il pugnale può controllarlo...» continuò sconfortata Mary Margaret.
«Già, era proprio questo il suo scopo: far diventare Emma oscura per liberarsi dal giogo di quel dannato pugnale!»
«Tu però non sembri sorpresa!» disse sospettoso Brontolo.
«In effetti non lo so... Ho già avuto la sfortuna di incontrarlo!»
«L’hai incontrato? Quando? Sei riuscita a catturarlo?»
«Poco fa nella cripta... ero andata lì per cercare questo ciondolo e mi è apparso alle spalle. Ovviamente l’aveva lui e mi ha proposto un accordo: io l’avrei lasciato andare e lui mi avrebbe dato ciò che mi serviva...»
«E tu hai accettato? Per un semplice medaglione?» bofonchiò Brontolo.
«Non è un semplice medaglione, nano! È lo strumento che ci permetterà di giungere a Camelot... non avevo altra scelta!»
«Hai fatto bene, Regina! Avremo modo di pensare a lui più in là!» la rassicurò Mary Margaret.
«Sì, questo è certo! La cosa che mi preoccupa ora è un’altra...» disse Regina cupamente.
«E cioè?» - domandò David preoccupato.
«Anche Tremotino è alla ricerca di Emma: le serve per qualche suo infido scopo! È venuto apposta per darmi il ciondolo e per mettermi al corrente che sarebbe giunto lì prima di noi. Vuole trasformarla in un mostro e godere della nostra sofferenza nel vederla in quello stato!» disse schifata Regina.
«Beh, non ci riuscirà!»
«Oh stanne certa! E la prossima volta che l’avrò a tiro lo sgretolerò con le mie stesse mani!» aggiunse Regina furente, stritolando la prima cosa che le capitò a tiro.
«Coraggio allora, non c’è tempo da perdere!» disse David risoluto. «Come funziona quell’aggeggio?»

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Ciao a tutti!
Eccomi di nuovo qui per portare avanti la storia. Come avrete già capito i primi capitoli sono perlopiù introduttivi, ma presto darò spazio al rapporto Emma/Regina. 
Fatemi sapere cosa ne pensate e se volete che vada avanti.

Buona lettura

Leili

 

Capitolo 3

 
Quando Dark Swan riprese i sensi, era circondata da una folta e oscura foresta. La nebbia e il silenzio l’avvolgevano, facendola apparire ancora più sinistra e spettrale.
«Ma guarda che bel posticino abbiamo qui!» - disse compiaciuta - «Potrei quasi prenderla in considerazione come prossima dimora!»
«Questo non è posto adatto a una futura sovrana, cara!»
Tremotino le si materializzò di fronte con il suo solito sorrisetto mellifluo.
«Guarda, guarda! Il mio predecessore... dimmi, come ci si sente a non essere più lo stregone più potente del regno?»
«Non sottovalutarmi, cara! Ho tanti assi nella manica e molta esperienza... potrei esserti utile!»
«Utile? Tu?» disse Emma in tono di scherno «Sicuramente hai la pelle dura, ma non sei di alcuna utilità per la mia causa quindi smamma!»
«Oh andiamo! In fondo è merito mio se sei divenuta così potente... Che ne dici di prenderci il trono e governare insieme?»
«Ah-ah-ah-ah-ah! Governare con te? Ma fammi il piacere, storpio! Torna nella topaia da dove sei venuto se non vuoi che ti schiacci come uno scarafaggio!»
«Sai, cara, dimentichi che ho un vantaggio su di te: io sono libero dal pugnale, mentre tu... beh, una volta che l’avrò recuperato sarai solo il mio burattino!»
«Peccato che sarai morto prima che tu possa fare un passo!»
Dark Emma scagliò una potentissima sfera oscura in direzione di Tremotino, sollevando una nube di polvere. Quando questa si diradò, però, l’uomo era ancora lì, incolume.
«Tu! Dovresti essere ridotto in cenere!»
Dark Emma lanciò una serie di incantesimi, uno più potente dell’altro, ma il risultato rimase lo stesso: Tremotino non aveva neppure un graffio.
«Com’è possibile?»
Tremotino sfruttò l’attimo di distrazione di Dark Emma, si materializzò alle sue spalle e, rapido come un fulmine, la incatenò.
«Vedi, per quanto potente, nessuna creatura magica è invincibile! Bisogna solo sapere quali sono i suoi punti deboli... e chi meglio di me conosce quelli del Signore Oscuro? La potenza senza la conoscenza è inutile!»
La Signora Oscura tentò di divincolarsi, ma senza successo.
«È tutto inutile, Swan! Queste catene sono in grado di neutralizzare qualsiasi potere... possono farlo solo per un lasso limitato di tempo è vero, ma basterà!»
«E in quel momento, mi libererò e per te sarà la fine, atroce!»
«Non sarà così semplice, cara! Io resto sempre il migliore, hi-hi! Ora andiamo! Non abbiamo tempo da perdere!»
Tremotino si teletrasportò, insieme alla sua prigioniera, in un sotterraneo e la rinchiuse in una cella.
Passarono solo alcuni minuti prima che Dark Emma riuscisse finalmente a liberarsi della catena in grado di neutralizzare i suoi poteri magici.
«Bene bene, a quanto pare qualcuno sta per fare una brutta fine!» disse compiaciuta.
Tentò quindi di distruggere le sbarre, ma ancora una volta dalle sue mani non scaturì nessuna magia.
Tremotino rise malignamente.
«Sai, cara, se avessi vissuto qui sapresti che questa è la cella dove sono stato rinchiuso per anni e all’interno della quale la magia non funziona... Avresti dovuto accettare la mia offerta e allearti con me volontariamente, ma non mi hai lasciato scelta!»
«Non mi alleerei mai con te! Mi libererò da qui, stanne certo! E allora rimpiangerai di avermi incontrata!»
«Oh, ti sbagli, cara! A quel punto sarò in possesso del pugnale e allora eseguirai tutti i miei ordini come un cagnolino! Ora perdonami ma devo andare!»
«Bastardo!»
Tremotino sparì in una nuvola magica.
 
*          *          *
 
Regina appoggiò con cura il medaglione consegnatole da Tremotino su una roccia proprio all’ingresso della foresta limitrofa a Storybrooke.
Alle sue spalle c’erano anche i coniugi Charming, Henry e naturalmente Hook.
Regina inizialmente era contraria al fatto che anche il figlio prendesse parte alla spedizione, reputandolo troppo rischioso. Il ragazzo però aveva insistito, non solo perché voleva essere in prima linea nel fornire aiuto all’altra sua madre, ma anche perché ormai aveva l’importante compito di scrittore. Così Regina si era lasciata convincere anche pensando che in fondo il figlio sarebbe stato maggiormente al sicuro accanto a lei.
Prima di realizzare l’incantesimo, Regina aveva spiegato come quel medaglione, appartenuto a Re Artù, li avrebbe condotti fino a Camelot. Esso rappresentava infatti un dono che Merlino aveva fatto al sovrano, in modo che potesse ritrovare sempre la strada di casa, senza smarrirsi nelle fitte nebbie di Avalon. Una volta giunti a Camelot avrebbero poi potuto rintracciare il mago.
«Dici che funzionerà?» domandò titubante David.
«Funzionerà! Per attivare il medaglione è necessario che sia un nobile cavaliere a pronunciare la formula magica... e si da il caso che tu lo sia!» lo rassicurò Regina.
«Siete pronti?» domandò l’uomo.
Tutti i componenti di quella che Henry aveva definito l’Operazione Dragone annuirono.
David si schiarì quindi la voce, sfoderò la spada e la appoggiò alla pietra della collana. Prese poi a recitare la formula magica:
 
Qui dove la madre terra e la figlia pietra si congiungono, fa che io, nobile figlio di spada, possa giungere a Camelot, patria di tutti i cavalieri!
 
Inizialmente non accadde nulla, poi improvvisamente un bagliore scaturì dalla pietra incastonata nel medaglione. In un baleno la luce divenne sempre più intensa e pulsante, finché davanti agli occhi del gruppo venne a crearsi un portale.
«Presto, tutti dentro! Non rimarrà aperto per molto!» esortò Regina.
I componenti della banda non se lo fecero ripetere e uno alla volta si catapultarono all’interno del portale magico.
«David, tu per ultimo! Una volta che lo avrai attraversato il portale si richiuderà! E ricorda di riprendere il medaglione prima di seguirci!»
David annuì e anche Regina si avviò verso la luce.

 
*          *          *
 
I primi a giungere a destinazione furono Hook e Henry seguiti da Mary Margaret, Regina e infine David. Non appena sollevarono il capo si ritrovarono di fronte una rigogliosa foresta.
«Siamo sicuri di essere giunti nel posto giusto?» domandò scettico Hook.
«Non saprei, ma perlomeno siamo vivi!» disse David.
«Certo che è il posto giusto, mister uncinetto! Io non sbaglio mai!»
«Ma si può sapere perché siete sempre così acida con me? Cosa vi ho fatto di male?»
«Oltre al fatto di mettere sempre in dubbio le mie abilità magiche? Esistete!»
«Ragazzi, basta battibeccare! Regina ha ragione! È decisamente il posto giusto! Guardate là!»
«Ovvio!» esclamò Regina vittoriosa lanciando un’ultima occhiataccia a Hook.
Tutti si voltarono e la videro. Camelot sorgeva in tutta la sua maestosità su un picco roccioso. Era circondata da mura e torri possenti e su ognuna di esse spiccava sventolante il vessillo raffigurante il dragone dorato simbolo del mitico Re Artù. Ai suoi piedi, tra la foresta dove il gruppo era atterrato e il picco roccioso, scorreva placido un fiume cristallino, solcato unicamente da un unico maestoso ponte levatoio sorvegliato da un paio di guardie.
«Wow! È davvero stupenda!» esclamò sorpreso Henry.
«Altolà stranieri!» intimò una voce autoritaria alle loro spalle seguita da un rumore metallico di spade sguainate.
Il gruppo, colto alla sprovvista, si voltò di scatto, ritrovandosi di fronte una dozzina di cavalieri in armature lucenti. David e Hook sfoderarono istintivamente le spade, mentre Regina creò due violacee sfere infuocate.
«Mettete giù le armi!» ordinò Biancaneve. «Sono cavalieri di Re Artù!»
La donna indicò le loro insegne e fece una reverenza prima di prendere parola.
«Perdonateci se siamo giunti così d’improvviso nelle vostre terre, siamo venuti fin qui in pace per chiedere aiuto al vostro nobile sovrano! Io sono Biancaneve e lui è il Principe David...»
David ripose immediatamente la spada e fece anche lui una reverenza in segno di saluto. Anche Henry, Hook e Regina fecero altrettanto.
Il comandante del drappello di cavalieri fece quindi cenno ai suoi uomini di riporre le armi.
«Biancaneve e il Principe Azzurro, eh? E chi sono costoro che vi accompagnano? »
«Lui è nostro nipote Henry e quelli sono Killian e Regina... sono nostri amici. Garantiamo noi per loro!»
«E sia! Quali sono le vostre richieste per Re Artù?»
«Perdonatemi, ma vorremmo parlare direttamente con lui! Vi basti sapere che nostra figlia è in grave pericolo... lui è l’unico a poterci fornire aiuto!»
«Beh, ce l’avete di fronte!» l’uomo si tolse quindi l’elmo rivelando la folta chioma bionda e gli occhi azzurri. Sul mento portava una barba ben curata.
«Vostra Altezza!» salutarono con riverenza e all’unisono David e Biancaneve.
«Benvenuti a Camelot! Sarò lieto di ospitarvi nel mio castello dove potremo conversare privatamente. Vi prego, permettete che i miei uomini vi scortino in città!»
David ringraziò e tutti insieme si misero in marcia verso Camelot.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Ciao a tutti! :)
Di seguito trovate il nuovo capitolo della mia nuova fanfiction. Sinceramente non so se continuerò a postarne altri, visto lo scarsa partecipazione riscontrata... :P Mi piacerebbe vedere qualche commento in più per sapere che ne pensate! ;)
Buona domenica! ;)

Leili 

 

Capitolo 4

 
Regina, i coniugi Charming, Hook e Re Artù si trovavano seduti intorno alla leggendaria Tavola Rotonda.
«Ebbene dunque, cosa vi porta fin qui in questa terra lontana?» domandò Artù ai suoi ospiti.
«Nostra figlia è vittima di un incantesimo che l’ha resa la Signora Oscura. Ci è stato detto che in passato Merlino è stato l’unico in grado di domare tanta oscurità e quindi avremmo bisogno di parlare con lui...» spiegò Mary Margaret.
«Oh sì, è decisamente una brutta faccenda!» disse Artù cupamente. «Se non fosse stato per lui l’oscurità sarebbe ancora libera di vagare all’interno del nostro regno.»
«Come ha fatto a intrappolarla?» domandò David.
«Non ne ho idea... sono un semplice sovrano, non m’intendo di magia! Però potrete chiederlo direttamente a lui!»
«Dove possiamo trovarlo?» chiese allora Mary Margaret.
«Vive in cima alla torre più alta del castello. Vi mostrerò volentieri qual è, ma dovrete scalarla da soli: chiunque voglia chiedere il suo aiuto deve superare una serie di prove...»
«Siamo pronti a tutto!» disse David.
«Bene allora, seguitemi!»
Re Artù si mise in cammino seguito dal resto del gruppo. Attraversarono l’ala est del castello, proseguirono per un’impervia stradina lastricata per poi giungere ai piedi di una torre diroccata. Era alta al punto che la sua cima risultasse celata dalle nuvole.
«Ecco, questa è la Torre di Merlino... Buona fortuna!» disse Artù, congedandosi.
 
*          *          *
 
Dark Emma era ormai rinchiusa da un paio di giorni nella cella che in passato era stata assegnata a Tremotino. La sua ira e la sua voglia di vendetta aumentavano di ora in ora, così come l’oscurità che albergava dentro di lei.
Aveva già provato a forzare le sbarre e a manomettere la serratura, ma senza successo. La sua occasione si presentò però quando uno sprovveduto ragazzotto entrò nel sotterraneo.
«E tu chi saresti?» domandò la Signora Oscura scrutandolo da capo a piedi.
«U-un servo di Tremotino... S-sono venuto a portarvi la cena.»
Il ragazzo, tremando visibilmente, mostrò il vassoio che teneva tra le mani.
«In effetti ho un certo appetito... Hai paura?»
«È-è stato il mio Signore a raccomandarmi di averne!» disse annuendo.
Il ragazzo si avvicinò cautamente alla cella per deporvi il vassoio. Dark Emma però fu talmente rapida da riuscire a catturarlo, afferrandolo per il colletto.
«Beh, in effetti aveva ragione!»
Il giovanotto la guardò con terrore quando gli infilò una mano nel petto e ne estrasse il suo cuore ancora pulsante. Dark Swan sorrise malignamente e aspettò qualche secondo prima di stritolarglielo in modo da guastarsi a pieno il momento.
«Stupido ragazzotto!» disse con disprezzo. «Se non posso liberarmi con la magia, lo farò alla vecchia maniera! Devo ringraziare il mio passato da ladra!»
La Signora Oscura prese a frugare tra i vestiti della sua povera vittima, finché non ebbe trovato ciò che le serviva: un piccolo bottone di osso appuntito. Lo inserì quindi nella serratura della cella e lo manovrò con pazienza fino a farla scattare. Finalmente poté aprire la porta e lasciare quel sudicio sotterraneo.
«E ora a noi due Tremotino!»
Dark Swan scomparì nella notte, oscura come lei.
 
*          *          *
 
Una volta entrati all’interno dell’insolita dimora di Merlino, il gruppo dell’Operazione Dragone, fu accolto da una voce.
«Benvenuti nella mia dimora! Se siete giunti fin qui per chiedere il mio aiuto, dovrete prima superare delle prove. Ognuno di voi dovrà entrare in un diverso portale e superare da solo la propria prova. Se riuscirete nell’impresa, potrete continuare a salire, altrimenti tornerete all’ingresso e dovrete rinunciare. Solo uno di voi giungerà al mio cospetto: colui che per ultimo affronterà la propria sfida. Sarò io a indicare il nome di chi, di volta in volta, sarà messo alla prova. Tutto chiaro?»
«Sì!» risposero all’unisono tutti e cinque.
«Bene! Cominciamo!» un primo portale si spalancò di fronte al gruppo. «Hook!»
«Eccomi! Non vi deluderò, non preoccupatevi!»
«Me lo auguro, pirata!» disse Regina in tono minaccioso.
Il pirata non badò a queste ultime parole e si introdusse all’interno del portale, certo di superare senza fatica la sua prova. Quello che non si aspettava però era di trovarsi di fronte Emma stessa.
«Emma?» chiese Uncino sorpreso «Sei davvero tu?»
«Tutto ciò che vedrai qui è reale, non nella forma ma nel contenuto. Quella che stai vedendo è una parte della mia anima, ora oscurata dalle tenebre.»
«Non preoccuparti, tesoro! Siamo qui per aiutarti!» le disse l’uomo accarezzandole il viso.
«A qualsiasi costo? Anche sapendo che mi perderai comunque?»
«Cosa? E perché mai?» domandò confuso il pirata.
«Osserva...»
Hook guardò in uno specchio e vide Emma. Era anziana col volto scavato dalle rughe ed era felice, molto. Giunse quindi qualcuno che la baciò amorevolmente sulle labbra, ma quel qualcuno non era lui. L’uomo rimase profondamente turbato dalla visione.
«Questo è il mio futuro e non è con te. Rispondi con sincerità, sei comunque disposto ad aiutarmi?»
«Ti salverei anche se mi odiassi!» rispose lui col cuore in frantumi.
Emma sorrise per poi svanire così come era comparsa e il pirata si ritrovò nella torre. Una nuova rampa di scale si aprì davanti a loro e il gruppo poté proseguire nella scalata.
Fu quindi la volta di un nuovo portale: toccava a Henry affrontare la prossima prova. Il ragazzo lo attraversò senza indugio e, con grande sorpresa, si ritrovò di fronte sé stesso.
«Ma sono io!»
«Sì, rappresento la parte di te che ha sempre disprezzato la malvagità di Regina ed esaltato l’eroismo di Emma. Ora però quest’ultima non è più la Salvatrice... La tua prova consiste nell’uccidere il male che è in lei!»
Il vero Henry si ritrovò con una spada in mano e di fronte a lui comparve Dark Emma.
«Coraggio!» lo esortò l’altro Henry. «Fallo!»
Il ragazzo sollevò la spada, ma inaspettatamente invece di usarla contro sua madre, la scagliò verso la copia di sé stesso.
«Quell’Henry non esiste più da tempo ormai! Sei tu la vera parte oscura, non mia madre! Ho capito una cosa in questi anni: non esiste il bene o il male assoluto, esiste solo la nostra volontà nello scegliere chi diventare... e io non potrei mai essere l’assassino di mia madre anche se ormai l’oscurità alberga nel suo cuore!»
Detto questo Henry si ritrovò di nuovo insieme ai suoi compagni di viaggio all’interno della torre di Merlino. Anche questa volta una nuova rampa di scale comparve, permettendo loro di proseguire.
Fu quindi il turno di David. Una volta varcata la soglia del portale incontrò sua figlia.
«Papà, sei noto per non avere paure, ma so che in realtà ne hai tre che ti terrorizzano... Questo mostro le rappresenta!» davanti a David comparve un dragone a tre teste che prese ad attaccarlo ripetutamente. «Per sconfiggerlo dovrai dire ad alta voce quali sono...»
Il principe del tutto riluttante a questa idea preferì combattere contro la belva, ma quando riusciva a tagliare una testa, questa ricresceva immediatamente.
Capendo di non avere alternative, cominciò ad elencare riluttante le sue paure.
«Ho paura di non aver fatto abbastanza per impedire all’oscurità di impadronirsi di te!» tagliò una delle teste e questa volta non ricrebbe.
«Temo che il tuo cuore sia ormai corrotto per sempre...» recise la seconda testa. «E questo non solo perché la malvagità è ora dentro di te, ma anche perché credo che tu sia innamorata di Regina!» mozzò con rabbia anche la terza testa e finalmente il mostro scomparve.
David poté quindi ricongiungersi ai suoi compagni di viaggio: mancavano ormai solo due prove prima di poter incontrare Merlino.
«Beh, a quanto pare siamo rimaste solo noi due...» osservò Biancaneve.
«Già! Buffo non credi?»
«In realtà no, non lo credo... penso che ogni cosa avvenga per un motivo!»
«Biancaneve! È il tuo momento!» tuonò la voce di Merlino.
La donna attraversò con determinazione il portale e si ritrovò di fronte proprio Regina stessa.
«Ti stai domandando come mai non è vero? Come mai non sei tu a dover affrontare l’ultima prova? Io non faccio parte della famiglia...»
«Sì, ammetto di averlo pensato...»
«In effetti hai sempre protetto Emma da me, già prima che nascesse, ma ormai io potrei essere la sua unica speranza di salvezza. Ti fidi davvero a lasciare il suo destino nelle mie mani?»
«Non è stato facile, Regina! Il nostro passato è stato sicuramente segnato in negativo. Ma ho avuto modo di vedere che sei realmente cambiata in questi ultimi mesi e so che ci tieni a Emma e a Henry... Non vorresti mai ferirli. Quindi sì, mi fido di te!»
La risposta onesta di Biancaneve, le permise di superare la sfida e consentì a tutto il gruppo di proseguire nella salita. Ormai mancava solo Regina, che avrebbe dovuto affrontare la prova più importante e difficile di tutte.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Ciao a tutti! :)
Dopo una lunga pausa ho deciso di portare avanti questa ff: non mi piace lasciare le cose a metà! :P
Spero che ci sia ancora qualcuno che abbia il piacere di leggerla! :)
Buona lettura e Buon Natale a tutti! :D

Leili

 

 

 

Capitolo 5

 
Quando Regina comprese che sarebbe stata l’ultima a dover affrontare la prova, ne rimase molto sorpresa. Mai infatti avrebbe creduto che proprio lei che in passato aveva fatto di tutto per distruggere la Salvatrice, avrebbe avuto un ruolo di primo piano nel salvarla. E questo nonostante Emma avesse come genitori i più grandi eroi del regno. Come mai? Cosa la rendeva così speciale?
Per la prima volta Regina ebbe paura di non essere all’altezza della situazione e di deludere le uniche due persone alle quali teneva veramente.
Come se avesse perfettamente udito i suoi pensieri, Mary Margaret, di ritorno dalla sua prova, la incoraggiò.
«Regina, anche se può sembrarti assurdo, voglio che tu sappia che ho fiducia in te! So che supererai questa prova!» disse Biancaneve.
«Grazie!» si limitò a sussurrare l’altra donna, colta alla sprovvista.
L’ennesimo portale si spalancò di fronte al gruppo. Questa volta non fu necessario che Merlino annunciasse il nome del prescelto. Regina fece un profondo respiro e ne varcò la soglia.
Si ritrovò quindi di fronte a un anziano uomo con l’aria severa, dai capelli bianchi e dalla lunga barba anch’essa canuta. Sedeva con aria solenne su di uno scranno dorato.
«Merlino!» esclamò la donna.
«Dunque ci si rivede, Regina! In circostanze alquanto insolite direi...»
«Già, mai avrei pensato di rivederti per chiederti aiuto per salvare la figlia di Biancaneve...»
«Al fato piace fare giri insoliti, è per questo che appare così affascinante e imprevedibile!»
«Tu però non sembri molto sorpreso di vedermi qui...»
«Non lo sono in effetti... Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, come sono a conoscenza del fatto che in te convivono l’oscurità più profonda e la luce più pura.»
«Quindi è questo che mi rende la persona giusta per salvare Emma?»
«Esattamente! Solo colei che è stata divorata dall’oscurità per poi lasciarsi abbracciare dalla luce potrà liberare la Salvatrice. Ma una grande magia, come ben sai, comporta un grande sacrificio...» lo sguardo tagliente di Merlino si posò su Regina «Dovrai rinunciare alla cosa che maggiormente brami... in questo consiste la tua prova!»
«Il mio lieto fine!» sussurrò Regina mestamente.
Merlino chinò il capo solennemente in segno di assenso.
«Beh, ci sono abituata ormai... Cosa devo fare?»
«Come ben sai l’oscurità che ha inghiottito Emma era in realtà destinata a te e, per liberarla, qualcuno deve accoglierla dentro di sé...»
«Fammi indovinare, me?»
«Precisamente! Per salvare Emma dovrai tornare a essere la Evil Queen di un tempo e rinunciare all’amore di Henry.»
«Ma per diventare la nuova Signora Oscura dovrei uccidere Emma! Questo non posso farlo!»
«Non necessariamente. Conosco un potente rituale che consente di trasferire l’oscurità da una persona all’altra... come quello che hanno già usato i genitori di Emma in passato. Ho però bisogno di due cose: il pugnale del Signore Oscuro ed Emma, naturalmente!»
Regina scostò il giacchetto mostrando l’arma. La estrasse e la posò sul pavimento.
«Direi che il primo non è un problema... Temo invece che sarà più difficile rintracciare Emma! Ho provato a evocarla, ma non risponde ai miei comandi...»
«Perché non è ancora pienamente la Signora Oscura, deve prima uccidere una persona a lei cara per diventarlo. E a quel punto non ci sarebbe più nulla da fare... Ti servirà questo per poterla catturare e portarla qui...»
Merlino roteò la mano destra e fece comparire un bracciale molto simile a quello che Regina aveva fatto indossare a Zelena per neutralizzarne i poteri.
«Non posso quindi portare il resto del gruppo con me... sarebbe troppo pericoloso! Devo trovare Emma da sola!» Regina prese il bracciale.
«Temo di sì!» disse solennemente Merlino «Non preoccuparti, li proteggerò io! Ora va, non c’è altro tempo da perdere!»
«Perdonami Henry, ma è la cosa giusta da fare!» sussurrò Regina con le lacrime agli occhi prima di scomparire in una nuvola viola.
 
*          *          *
 
Una volta rimasto solo, Merlino si alzò in piedi e si diresse verso il pugnale. Lo prese in mano e lo osservò con attenzione.
«Finalmente!» disse accarezzandolo.
«Bella mossa, non c’è che dire! Perlomeno ci hai provato! Peccato tu non abbia tenuto in conto la sottoscritta!»
«Emma? Che ci fai tu qui?»
«Oh niente! Cercavo solo quel giocattolino che tieni in mano... Non credevo però che trovandolo avrei rintracciato anche te! Che dire, deve essere la mia giornata fortunata!»
«Non ti conviene avvicinarti! Posso ucciderti con questo!»
«Non cercare di ingannarmi! Sappiamo bene entrambi che non ha poteri su di me... non ancora perlomeno!»
«Mentivo!»
«Oh, davvero?»
Dark Emma si avvicinò a Merlino che brandiva tremante il pugnale nella mano destra e se lo conficcò con violenza nello stomaco.
«No, dicevi la verità» disse con un ghigno soddisfatto sul volto «Sai cosa vuol dire questo?»
La donna penetrò con prepotenza il petto dell’uomo, estraendone il cuore. Prese quindi a torturarlo ripetutamente con le dita.
«Ti prego, lasciami andare! Farò quello che vuoi!» implorò Merlino agonizzante.
«E cosa mai dovrei farmene di un inutile codardo come te?»
«Te l’ho già detto... Ho molti assi nella manica!»
«Oh sì, lo ricordo bene! L’hai detto giusto prima di incatenarmi e rinchiudermi in una lurida cella!»
Questa volta Dark Emma strinse maggiormente la presa sul cuore dell’uomo, quasi fino a sbriciolarlo. Fu allora che il vecchio riprese le sue vere sembianze: i capelli ondulati, la pelle scintillante, gli occhi da rettile e il naso a punta.
«Sai, Tremotino, in fondo mi hai fatto un favore! Non solo mi hai permesso di recuperare il pugnale e di potermi vendicare, ma hai anche disgregato il gruppetto dei fantastici eroi. Mi basterà quindi uccidere Regina, l’unica in grado di contrastare i miei poteri, per avere il regno ai miei piedi!»
«Beh, allora direi di essermi meritato la grazia, mia sovrana! Perdonami, ti prego!»
«Mmmm, fammici pensare! Magari se ti inginocchiassi e baciassi i miei stivali...»
Tremotino rimase riluttante a questa richiesta, ma non avendo alternative si posizionò sulle ginocchia e obbedì.
«No, credo proprio che non meriti la grazia! Codardo sei nato e codardo morirai!»
Tremotino riuscì solo a spalancare occhi e bocca dal terrore, mentre Dark Emma stritolava spietatamente il suo cuore, riducendolo in un misero mucchietto di polvere nera.
«Nessuno può mettersi contro di me!»
Emma sghignazzò soddisfatta, per poi scomparire, insieme al pugnale, in una nuvola nera come il suo cuore.
 
*          *          *
 
Il gruppo composto da Henry, Hook, David e Mary Margaret attendeva già da diversi minuti il ritorno della ex Evil Queen. Più il tempo passava e più il nervosismo aumentava.
«Sei davvero sicura che possiamo fidarci di Regina?» domandò David a Mary Margaret «È là dentro già da un po’... nessuno di noi ha impiegato così tanto tempo per la propria prova!»
«Forse visto il suo passato sta affrontando qualcosa di più impegnativo...»
«Non mi sembri molto convinta!»
«L’ho sempre detto che non ci si può fidare di quella strega!» disse Hook.
«Hey, quella strega è mia madre!» disse stizzito Henry «Possibile che dobbiate sempre dubitare di lei? Per quanto ne sappiamo potrebbe esserle anche successo qualcosa!»
Proprio in quel momento un nuovo portale si aprì. Con grande sorpresa di tutti però non ne uscì Regina, bensì un uomo anziano dalla lunga barba bianca.
«Il ragazzo ha ragione!» disse risoluto «Regina è stata ingannata, come tutti voi!»
«Merlino?» domandò Henry «Che vuoi dire? Dov’è la mia mamma?»
«Sì, sono Merlino! Tremotino mi aveva imprigionato per potervi raggirare... avete avuto a che fare con lui da quando siete entrati in questa torre!»
«Tremotino?» domandò David preoccupato «Vuol dire che ora Regina è con lui?»
«No, non più! Si è spacciato per me e l’ha convinta che l’unico modo per salvare Emma consista nell’accogliere dentro di lei l’oscurità. In realtà era solo un modo per farsi consegnare il pugnale e poterla separare da voi cosicché Emma la possa uccidere facilmente, tramutandosi irreversibilmente nella Signora Oscura. In questo modo avrebbe avuto pieno controllo su Dark Emma, essendo Regina l’unica in grado di salvarla!»
«Oh mio Dio, è terribile!» esclamò Biancaneve «Quindi ora il pugnale è di Tremotino?»
«No, è stata la stessa Emma a rovinare il suo piano... È comparsa proprio mentre Tremotino stava prendendo il pugnale e l’ha ucciso... Purtroppo però quest’ultimo è nelle mani di vostra figlia la quale è determinata a uccidere Regina prima che possa sconfiggerla!»
«Nostra figlia ha ucciso?» David si sentì mancare.
«Già, e non è la prima volta, purtroppo! Dobbiamo trovare Regina, prima che lo faccia Emma! È l’unica che può sconfiggerla e salvarci tutti quanti! Se la uccide per noi sarà la fine!»

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Ciao a tutti!
Eccomi di nuovo qui dopo la lunga pausa delle festività. Posto solo ora perché, come potete immaginare, ho avuto davvero poco tempo per dedicarmi alla scrittura!
Grazie a chi ha speso qualche minuto per commentare e a chi segue la fanfiction! :)
Vi lascio al nuovo capitolo! ;)


Capitolo 6

 
Regina, non sapendo da dove cominciare la ricerca di Emma, si teletrasportò nel suo vecchio palazzo con la speranza di trarne ispirazione. Trovò invece solo profonda tristezza e sconforto.
Quelle mura le ricordavano infatti chi era stata e, suo malgrado, chi sarebbe dovuta tornare a essere. Ancora una volta la sua compagna di sempre, la solitudine, era lì al suo fianco.
«Come vorrei che ci fosse un altro modo!» disse rassegnata fissandosi nello specchio.
«Cerchi qualcuno?» una voce familiare la riportò alla realtà.
«Emma?» Regina era del tutto impreparata a questo incontro «Cosa ci fai qui?»
«Ci vivo... Tu piuttosto, non credi che sia imprudente affrontare da sola la Signora Oscura?»
La bionda si avvicinò alla mora, la quale si mise sulla difensiva, pronta a lanciare un incantesimo.
«Oh andiamo, credi che se avessi voluto ucciderti ti avrei dato modo di difenderti?» Dark Emma ridusse ancora di più la distanza tra i loro corpi, fino a intrappolare Regina tra la specchiera e il suo stesso fisico. Regina era rimasta paralizzata da questa manovra inattesa. La bionda le accarezzò il viso con il dito indice, partendo dalla guancia e giungendo fino al mento.
«Sai, in realtà il mio primo pensiero è stato proprio quello di ucciderti... in fondo sei l’unica in grado di contrastarmi! Ma poi ho riflettuto e ho immaginato cosa riusciremmo a fare insieme: la Signora Oscura e la Regina Cattiva! Potremmo regnare incontrastate e prenderci il lieto fine che tanto bramiamo...»
«Emma, sai bene che i cattivi non sono destinati ad avere un lieto fine... E non è nel tuo destino essere malvagia!»
«E come fai a sapere che non è questo il mio destino?»
«Perché tu sei la Salvatrice! È l’oscurità a parlare in tua vece... sai in passato sei stata tu a permettermi di ritrovare me stessa, questa volta sarò io a farlo!»
In una frazione di secondo lo sguardo di Emma cambiò diventando freddo e distante come il ghiaccio. Un brivido percorse la schiena di Regina.
«La Salvatrice non esiste più!» tuonò la bionda «E tra poco non esisterai più neppure tu!»
Con grande sorpresa di Emma, la bruna non si intimorì, anzi allungò le mani e prese delicatamente il suo viso, guardandola dritta negli occhi.
«Sì, esiste ancora! Posso vederla attraverso i tuoi occhi! E posso sentire che ora sta combattendo per venire fuori!»
La bionda, colta alla sprovvista e con sua grande sorpresa, sentì un immenso calore avvolgerle il petto. Era così piacevole e rassicurante. Ora era Emma ad avere la paura nello sguardo.
«Lasciati salvare da me!»
Come se fosse stata guidata da una forza a lei estranea, Emma si avvicinò sempre di più alle labbra di Regina, fino a coprirle con le sue. Nacque così un bacio dapprima timoroso, ma poi sempre più disperato e passionale.
Emma sollevò Regina fino a farla accomodare sulla specchiera e prese a far vagare le sue mani sul corpo dell’altra. Le sue labbra scivolarono dalla bocca al collo della mora per poi cominciare a mordicchiarlo.
Il cuore di Regina stava per esploderle nel petto. Inarcò la schiena e tirò indietro la testa per agevolare le manovre dell’altra, mentre il suo respiro si faceva sempre più corto.
«Emma!» fu l’unica cosa che riuscì a sussurrare tra un sospiro e l’altro.
Anche Emma, dal canto suo era in preda alla passione e non riusciva a smettere di baciare e accarezzare il corpo della donna che aveva tra le braccia. Le sue mani scivolarono sui seni, sui fianchi e, infine, sotto la gonna e lungo le gambe di Regina. In un attimo, con decisione, sfilò l’intimo della bruna e si perse dentro di lei.
I gemiti di Regina si fecero più forti e il respiro più irregolare.
«Ti amo!» sussurrò con un flebile filo di voce, in maniera quasi impercettibile.
«Tu cosa?» domandò Emma respingendola bruscamente. Il suo sguardo nuovamente freddo e distante. Regina la guardò confusa. Le sembrava di avere a che fare con due Emme diverse.
«Mi ami?» scoppiò a ridere sadicamente «Questa si che è bella! Credi davvero che io possa ricambiare il tuo sentimento? Volevo solo divertirmi un po’! Chi mai potrebbe innamorarsi di te?»
Il cuore di Regina si frantumò in mille pezzi e gli occhi le si inondarono di lacrime.
«Ma come?»
«Oh andiamo! Dovresti saperlo che i sentimenti sono per i deboli!»
«È stata proprio questa convinzione a portarmi alla rovina... Non commettere il mio stesso errore! Scaccia l’oscurità... pensa a Henry!»
«Quel moccioso viziato non mi interessa... è debole come te!»
Regina rimase gelata da queste parole. L’oscurità che aveva investito Emma era davvero così potente da farle dimenticare persino il suo amato figlio? Possibile non rimanesse più una briciola della Salvatrice? Eppure prima di baciarla aveva visto un barlume di luce nei suoi occhi. Doveva prendere tempo e trovare un modo per rievocarla.
«Perdonami, Emma! Speravo ci fosse un altro modo...»
Regina si materializzò fulmineamente alle spalle di Dark Emma, le afferrò i polsi e le mise il bracciale che il finto Merlino le aveva consegnato.
«È questa la Regina che mi piace! Decisa e autoritaria!» disse maliziosamente.
«Invece di adularmi, rassegnati! Questo bracciale ti priva di tutti i tuoi poteri!»
«Oh, ma davvero?» la bionda ribaltò in un attimo la situazione: ora era lei a tenere la bruna per i polsi «Sai, c’è una cosa che dovresti sapere...»
Regina si dimenava tentando di liberarsi da quella morsa d’acciaio, ma il corpo di Emma la teneva immobilizzata contro la parete.
«Il bracciale non ha alcun potere!» le sussurrò nell’orecchio «L’uomo che hai incontrato nella torre era in realtà Tremotino. Il suo unico scopo era quello di ingannarti per farti giungere qui da me inerme, in modo che potessi facilmente ucciderti!»
«Non ci credo! Stai mentendo!»
«Ah sì? Se stessi mentendo potrei fare questo?»
Dark Emma estrasse bruscamente il cuore dal torace di Regina lasciandola senza fiato.
«Non preoccuparti, non voglio ucciderti! Voglio solo far tornare la Evil Queen... Come ben sai l’oscurità era destinata a te e io sarò lieta di donartene un po’!»
«Ferma!» le intimò una rauca voce maschile.
«Guarda, guarda! Tu devi essere il famoso mago Merlino... E c’è anche la mia allegra famigliola! Sono felice che possiate assistere in prima persona al ritorno della Regina Cattiva!»
«Mamma, ti prego non farlo!» la supplicò Henry.
«Questa non è la vera Emma!» incalzò David.
«E che ne sapete voi della vera Emma? Mi avete abbandonata per trent’anni e ora pretendete di fare i genitori modello!» disse con rabbia «Voi non sapete nulla di me!»
Con un gesto della mano Dark Emma scagliò i suoi genitori contro la parete di roccia del castello.
«È vero, ti ho abbandonata!» disse Mary Margaret «Ma ho avuto modo di conoscerti in questo tempo trascorso insieme... Ho potuto vedere la tua nobile anima! L’Emma che si sacrifica e si prodiga per salvare i suoi cari... Non posso credere che non sia rimasta neppure una traccia di lei dentro di te!»
«Basta così!» tuonò Dark Emma.
Con un gesto della mano immobbilizzò il gruppo e, furente di rabbia, indirizzò il suo dito indice verso il cuore di Regina.
«Ora ti farò un dono, Regina! Estirperò dal tuo cuore tutte le tue debolezze, le tue emozioni... e ti farò tornare la grande sovrana di un tempo!»
«NO!» la implorò l’altra inerme e immobile con le lacrime agli occhi «Uccidimi piuttosto!»
«Oh no, mia cara! Mi sarai molto più utile da viva! Insieme semineremo morte e distruzione... Il bene verrà estirpato come un’erba velenosa!»
«Ma se non mi uccidi non diventerai mai pienamente la Signora Oscura!»
«Hai ragione solo in parte... Non devo uccidere necessariamente te, ma una persona a me cara...» osservò Dark Emma con un ghigno sinistro stampato sul volto. «E qui ce ne sono diverse di persone a me care, giusto?»
«Emma, non farlo ti supplico!» la implorò Biancaneve.
«Oh si, invece!» rispose l’altra euforica «Ma vediamo un po’, a chi riservare questa sorte? Al piccolo Henry? O al mio caro paparino, così coraggioso e pronto a dare la sua vita pur di salvare i suoi cari? O alla dolce e premurosa mamma Mary Margaret?»
«Emma, torna in te! Ti prego!» la implorò Uncino.
«Oh perfetto, ho trovato!»
Dark Emma, con una mossa decisa della mano sinistra, scagliò il suo pugnale dritto nel petto del pirata. L’uomo sorrise tristemente e, prima di cadere a terra senza vita, pronunciò le sue ultime parole:
«Speravo che scegliessi me!»
Nel suo sguardo non c’era odio o risentimento, ma solo amore. L’uomo credeva che quello sarebbe stato l’unico omicidio che, col tempo, Emma si sarebbe riuscita a perdonare.
Proprio nel momento in cui Killian esalò l’ultimo respiro, un tuono assordante squassò l’aria. La luna si oscurò momentaneamente e la terra tremò. E poi ci fu un silenzio, così livido e sinistro da apparire totalmente innaturale e contrario alla vita. L’Oscura Signora era ormai stata eletta.
«Sei sempre stato così inutile!» sibilò la bionda rivolta al corpo senza vita di lui. «Ma almeno la tua morte è servita a qualcosa! E poi non potevo negare ai miei cari genitori il piacere di vedere quanto diventerò potente e malvagia! O a Henry di divenire il nostro degno erede!»
«Non succederà mai!» affermò determinato il ragazzo.
«Oh, staremo a vedere! E ora è il tuo turno!» disse rivolta a Regina.
La donna tentò di ribellarsi, ma fu tutto vano: ogni movimento le era impedito dalla magia.
Dark Emma puntò nuovamente il dito verso il cuore di Regina e, questa volta senza esitazioni, vi indirizzò contro un’oscura saetta.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 
La saetta scagliata da Dark Emma per instillare nel cuore di Regina l’oscurità, incontrò il suo bersaglio, ma con grande meraviglia di tutti, non raggiunse il suo obiettivo. Un lampo di luce abbagliante si sprigionò infatti dal cuore della mora e fu talmente potente da scagliare la Signora Oscura a diversi metri di distanza, lasciandola priva di sensi.
«Cosa è successo?» domandò confuso David.
«Il cuore di Regina è molto speciale!» spiegò Merlino «In esso risiedono, come due facce della stessa medaglia, l’oscurità e la luce... non può esistere l’una senza l’altra, possono tentare solo di prevalere. Quando la parte buona di Regina si è sentita minacciata, ha innescato un meccanismo di autodifesa distruggendo l’oscurità proveniente dall’esterno.»
«Ma non è così per tutti? Avere una parte buona e una cattiva intendo?» chiese Henry.
«Non proprio, ragazzo! Nella maggior parte di ognuno di noi, esiste una parte che prevale nettamente sull’altra. In Regina invece queste due forze sono in conflitto continuo: a dipendenza delle circostanze può emergere l’una o l’altra.»
«Quindi non potrò mai essere totalmente buona!» disse sconfortata la donna, osservando tristemente il suo cuore prima di rimetterlo a posto.
«È vero, ma neppure totalmente cattiva!» la rassicurò con un sorriso Merlino «Ed è proprio questo che ti rende la chiave per sconfiggere l’oscurità di Emma: sei l’unica che non può esserne totalmente inghiottita!»
«E tutto il male che ho fatto in passato allora?»
«Eri giovane e a quei tempi il tuo cuore era ancora da plasmare... era come un foglio bianco formato da due facce. Con le tue esperienze di vita, malvagie prima e buone poi, hai trascritto su di esso, formando la persona che sei ora. In te racchiudi in egual misura queste due forze opposte. Solo accettando e imparando a gestirle entrambe potrai tirare fuori il meglio di te! E io ti aiuterò a farlo!» disse l’anziano druido con un sorriso rassicurante. «Però ora basta perdere tempo... ti spiegherò tutto con più calma quando saremo al sicuro! Dobbiamo approfittare del fatto che Emma sia svenuta per metterci in salvo!»
«E con lui che facciamo? Non posso credere che mia figlia abbia fatto questo... Ha ucciso l’uomo di cui è innamorata senza il minimo rimorso!» constatò Biancaneve, guardando sconsolata il corpo privo di vita di Hook.
«Quella non è vostra figlia! L’oscurità ha preso il sopravvento... è lei a comandare.»
«Non c’è nulla che possiamo fare per lui?» domandò speranzoso David.
«Non ve lo garantisco, ma ci posso provare! Portiamolo con noi!»
David si chinò e si caricò il corpo di Hook sulle spalle, dopo aver rimosso con un gesto secco il coltello conficcato nel suo torace.
«E per quanto riguarda Emma? Non possiamo lasciarla a piede libero... è fuori controllo e davvero troppo pericolosa, per sé stessa e per gli altri!» fece notare Regina.
«Sì, hai ragione! C’è una prigione magica all’interno della mia torre a Camelot, la rinchiuderemo lì dove i suoi poteri saranno neutralizzati!»
Regina annuì, anche se l’idea di rinchiudere Emma non la entusiasmava particolarmente. Purtroppo però, al momento, non c’erano valide alternative.
«Non preoccuparti!» disse Merlino notando lo sguardo cupo della donna «Penserò io a lei! Tu occupati del resto del gruppo e portalo a Camelot. Ci vediamo lì!»
Regina scomparve quindi nella consueta nube viola, accompagnata dal resto del gruppo.
 
*          *          *
 
Nel riprendere i sensi, la Signora Oscura aveva chiaramente udito il piano di Merlino. Così, quando l’anziano druido le si avvicinò per catturarla, riuscì a scagliargli contro una sfera di energia oscura, facendolo indietreggiare di qualche metro.
«Non così facilmente, vecchio!» - esclamò rialzandosi in piedi - «Se vuoi catturarmi dovrai combattere!»
Il mago, inizialmente colto alla sprovvista, si mise immediatamente sull’attenti.
«Sei più forte di quanto pensassi, Emma!»
«Signora Oscura, prego! E non hai ancora visto il meglio!» - disse spavalda, prima di scagliare dei nuovi incantesimi contro Merlino. Quest’ultimo riuscì, non senza difficoltà, a respingerli col proprio bastone e a contrattaccare.
Dark Emma spalancò però le braccia e, con grande meraviglia del suo sfidante, assorbì tutta l’energia magica scagliatale contro. Una risata maligna riecheggiò nel grande salone, mentre la Signora Oscura, scompariva nel nulla.
«Credevi davvero di cavartela così facilmente? Sei proprio uno sciocco!»
«Mostrati ai miei occhi e concludiamo questo duello!»
«Che c’è? Non riesci a individuarmi? A quanto pare la tua fama non è all’altezza delle tue reali capacità!»
Merlino si guardava intorno spaesato. Effettivamente non gli era mai capitato di non riuscire a rintracciare un suo sfidante e questo lo rendeva nervoso.
«Sono qui!» - disse infine Emma materializzandosi alle spalle del mago.
Merlino fece appena in tempo a girarsi, mentre Dark Emma gli conficcava il pugnale nel costato. L’uomo si accasciò quindi a terra, portandosi una mano sulla ferita.
«Sai, mi hai un po’ delusa… Speravo fosse un po’ più impegnativo questo combattimento!»
«Ti piace giocare sporco, non è vero?»
«Certo, vecchio! Sono la Signora Oscura, cosa ti aspettavi?» - rise sadicamente - «Ma sai qual è la parte migliore? Ora ti ucciderò e mi impadronirò dei tuoi poteri!»
La donna stava per sferrare il colpo di grazia, ma Merlino con le ultime energie riuscì a teletrasportarsi lontano dal luogo dello scontro.
«Vecchio codardo! Torna qui!» - urlò frustrata Dark Emma.
 
*          *          *
 
Merlino si materializzò all’interno della sua torre a Camelot.
Per la prima volta in vita sua aveva codardamente abbandonato un campo di battaglia, ma sapeva benissimo che in gioco c’era ben più del suo stesso onore. Non avrebbe mai potuto permettere alla Signora Oscura di impossessarsi dei suoi poteri e donarle un così grande vantaggio.
Si curò rapidamente la profonda ferita per poi recarsi immediatamente nella sala del trono.
Lì trovò riunita tutta la compagnia, visibilmente in apprensione.
«Eccoti finalmente!» - esclamò preoccupata Mary Margaret - «Come mai ci hai messo così tanto? Dov’è Emma?»
«Non so come dirvelo, ma ho fallito! Mi dispiace molto!»
«Che vuoi dire?» - domandò preoccupato Henry.
«Non appena siete andati via, Emma ha ripreso conoscenza e mi ha attaccato. Ho tentato di batterla in duello, ma è riuscita a ferirmi e a stento sono riuscito a mettermi in salvo… È più potente di quanto immaginassi! Mi spiace avervi delusi!»
«Beh, questa non ci voleva proprio! Grazie lo stesso per averci provato!» - disse David in tono rassegnato.
«Grazie lo stesso? Ma state scherzando?» - gridò alterata Regina. - «Probabilmente era l’unica occasione per catturare Emma ed evitare di farle compiere innumerevoli atrocità!»
«Troveremo un altro modo, Regina! Ma prendersela con Merlino non risolverà nulla!» - le disse Biancaneve.
«Voi non capite! Più tempo ed energie dedicherà all’oscurità e più sarà difficile far tornare la Emma che conosciamo! Non voglio che passi ciò che ha passato io!»
Regina, con le lacrime in procinto di sgorgare, abbandonò infuriata la sala.
 
*          *          *
 
Il cielo quella sera era estremamente sereno e Regina poteva distinguere nettamente ogni singola stella che lo adornava.
Era bizzarro come quel senso di tranquillità fosse in contrasto con i suoi sentimenti: un vero e proprio uragano le si agitava vigoroso nel petto.
Regina era preoccupata. Sapeva bene quanto l’oscurità potesse essere seduttiva e quanto difficile potesse risultare liberarsi dal suo abbraccio rassicurante. Sapeva che la salvezza di Henry, di Emma, di tutti dipendeva da lei ma non sapeva come muoversi. Era abituata al ruolo della cattiva non di certo a quello di Salvatrice. Si rese quindi conto di come dovesse sentirsi sotto pressione Emma fino a pochi giorni prima e comprese il suo desiderio di fuggire, di essere una persona normale.
Pensò che l’unico modo per salvare Emma era fare leva su ciò che aveva salvato anche lei, l’amore, senza servirsi della magia o di qualche potente incantesimo. E quanto successo nel suo vecchio castello poco prima, ne era la conferma: la tenerezza aveva scardinato ogni difesa di Emma. Doveva avere fiducia in lei, sperando poi che l’altra sarebbe stata in grado di vincere la sua battaglia.
Prima di aiutare Emma però, Regina doveva imparare a gestire e accettare la propria parte oscura, proprio come le era stato suggerito da Merlino.
«Mamma?» chiamò Henry quasi timoroso di disturbare Regina, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
«Henry, come mai sei ancora sveglio?»
«Ero preoccupato per te… Stai bene?»
«Sì, non preoccuparti! Avevo solo bisogno di riflettere un po’…»
«Temi che Emma possa non tornare quella di un tempo, vero?»
«Certi avvenimenti ti cambiano per sempre, Henry! Nessuno lo sa meglio di me. Emma deve affrontare una battaglia molto difficile, ma voglio sperare che se le stiamo vicino con pazienza e amore, sarà in grado di vincerla. Ora più che mai ha bisogno che crediamo in lei.»
«È questo che ha permesso a te di mettere da parte il tuo lato oscuro?»
«Sì, Henry! Dobbiamo trovarla e farle capire che il potere non le darà ciò che desidera, né tanto meno un lieto fine…»
«Sai una cosa? Sono sempre più convinto che siate l’una il lieto fine dell’altra, ma che nessuna delle due voglia ammetterlo…»
«Come? E cosa te lo fa pensare?» - chiese meravigliata Regina.
«Tante cose... è come se la vita vi spingesse sempre nella stessa direzione... i vostri destini in un modo o nell’altro sono sempre stati legati. E nonostante ciò continuate a mettere in mezzo altre persone come Hook o Robin…»
«E non ti sembrerebbe strano se ci mettessimo insieme? Avere due mamme?»
«Sono anni ormai che ho due mamme!» disse Henry ridendo.
«Sì, hai ragione!» - Regina rise - «Pensa alle facce dei tuoi nonni se la loro amata figlia facesse coppia con l’odiata regina cattiva!»
«Avrebbero un attacco di cuore!»
Regina ed Henry scoppiarono a ridere all’unisono.
Quell’ilarità però durò poco e ben presto lo sguardo della donna si intristì.
«La ami, non è vero?»
«È complicato, Henry... È meglio se andiamo a dormire ora!»
Henry non insistette. Sua madre non si sarebbe esposta più di quanto non avesse già fatto, ma qualcosa in lei si stava smuovendo, ne era certo.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 
La Signora Oscura era a dir poco furibonda per lo scherzetto giocatole da Merlino.
«Come hai osato strisciare via, lurido verme? E tu saresti il mago più potente di tutti i tempi?» - bofonchiava tra sé e sé - «Oh, ma so bene come stanarti!»
Al fine di raggiungere tale scopo, Dark Emma aveva deciso di dirigersi a Camelot. Una volta lì, avrebbe trucidato i suoi abitanti in modo da far uscire il mago allo scoperto.
«Dunque è vero ciò che si dice in giro!» - disse una voce femminile alle sue spalle. - «La Salvatrice non esiste più e al suo posto è nata la Signora Oscura più potente di tutti i tempi!»
La bionda si voltò di scatto, preparandosi ad attaccare la figura incappucciata.
«Rilassatevi, mia Signora! Sono qui per servirvi!»
«Non ho bisogno di aiuto!»
«Certo che no, mia Signora! Ma potrei averne bisogno io…»
«E perché mai dovrei aiutarti?»
«Perché desidero le medesime cose che desiderate voi: la morte di Merlino e l’eclissi del bene!»
«Chi sei?» - chiese allora incuriosita Dark Swan.
La donna si sfilò quindi il cappuccio, rivelando lunghi capelli corvini e occhi verdi come smeraldi. Quindi si inchinò e si presentò.
«Sono Morgana, la fata, mio malgrado sorellastra di re Artù…»
«Morgana?» - Emma le si avvicinò e la scrutò con interesse.
«Esatto! E sono qui per chiedervi l’onore di partecipare all’uccisione del mio fratellastro e dell’odioso druido! Voglio vendicarmi di loro perché…»
«Ti hanno rovinato la vita, lo so!» - fece una piccola pausa di riflessione - «E cosa potresti offrirmi in cambio?»
«Tutta me stessa, mia Signora!» - disse Morgana sfilandosi di dosso la veste di velluto verde e rimanendo completamente nuda al suo cospetto.
Dark Emma sorrise compiaciuta. Attirò quindi Morgana verso di sé tenendola per i fianchi e la baciò con passione.
 
*          *          *
 
Quando, la mattina seguente, Regina entrò nel laboratorio di Merlino, lo trovò intento a prendersi cura del corpo ormai esanime di Hook.
«Credi che ci sia un modo per riportarlo in vita?»
L’anziano mago sussultò nell’udire la voce di quell’inattesa visitatrice.
«Oh Regina, sei tu!» - disse poi accogliendola con un sorriso - «Come ben sai riportare in vita qualcuno è un’impresa quasi impossibile... Per ora ho potuto solo bloccare lo stato del corpo al momento della morte... temo di non poter fare molto altro, purtroppo!»
«Immaginavo!» disse sconfortata.
«Non pensavo Hook ti piacesse...»
«Non mi piace infatti, ma questa non è una buona ragione per desiderarlo morto... e poi se mai Emma dovesse tornare buona, soffrirebbe molto per ciò che ha fatto!» disse preoccupata.
Nella stanza piombò il silenzio. Regina si avvicinò al letto su cui era adagiato Hook e, con lo sguardo basso, ne accarezzò il bordo.
«Mi dispiace per ieri sera! Non avrei dovuto reagire in quel modo…» - si scusò Regina.
«Non importa, è comprensibile! Si vede che tieni molto alla tua amica.»
Merlino la osservò con attenzione per poi prendere nuovamente la parola.
«Sei molto cambiata dall’ultima volta che ci siamo incontrati, Regina!»
«A quanto pare... ma le persone che amo continuano a soffrire e io a sentirmi inutile!»
«Non è colpa tua... la sofferenza è parte della vita stessa! Spesso sottovalutiamo erroneamente l’importanza di quanto aiuto possiamo fornire alle persone care stando loro vicine.»
«Può darsi, ma non sempre basta questo...»
«No, ma è un buon inizio...» - disse sorridendo - «Sai, c’è un modo in cui Hook potrebbe tornare in vita... l’ho letto su un antico libro!»
«Ah si? E come?»
«Con una lacrima di sincero pentimento dell’assassino...»
«Quindi se riuscissi a trovare e aiutare Emma, potremmo salvare anche il pirata?»
«Si potrebbe tentare, sì! Anche se non so quanto sia attendibile questa informazione…»
Regina sorrise, sentendo affiorare dentro di sé nuova determinazione e... speranza. Un sentimento quest’ultimo quasi nuovo per lei.
«È proprio per questo che sono venuta qui... Penso di sapere cosa fare con Emma, ma prima devo lavorare su me stessa e tu hai detto di potermi aiutare... sai ad accettare la mia parte oscura e tenerla in equilibrio con quella buona...»
Regina parlava impacciatamente, non era di certo abituata a chiedere aiuto! Ma per Emma avrebbe fatto qualsiasi cosa.
«Sai Regina, non credo che ce ne sia bisogno. Mi sembra tu sia già pronta ad affrontare questa nuova sfida. L’unico consiglio che posso darti è questo: non rinnegare la tua oscurità, vedila come una risorsa. Ricorda, è anche grazie a lei se sei diventata una persona forte ed è solo per merito suo se puoi comprendere e aiutare Emma. È l’oscurità a permetterti di avere dei poteri ed è lei che ha contribuito alla nascita di Henry. Non permettere ai tuoi errori passati, per quanto terribili, di compromettere anche il tuo futuro! Chi hai accanto ti ha già perdonata, è ora che lo faccia anche tu!»
«Ci proverò!» - disse accennando un timido sorriso. - «Prima però devo trovare Emma!»
Appena Regina ebbe finito di pronunciare queste parole, nell’aria si propagò il suono d’allarme del corno di una delle guardie del palazzo.
«Non credo ce ne sarà bisogno!»
 
*          *          *
 
La Signora Oscura e Morgana avevano attaccato di sorpresa Camelot, gettando nella confusione e nel panico tutti i suoi abitanti. Grandi incendi avevano preso a divampare all’interno delle mura e la furia delle due donne pareva inarrestabile.
«Artù! Merlino! Fatevi avanti, se non volete che i vostri sudditi finiscano inceneriti!» - gridò Dark Emma scagliando palle infuocate in ogni direzione e colpendo i poveri malcapitati che le capitavano a tiro.
«Eccomi! Fermatevi! Lasciate in pace quelle povere persone innocenti!» - gridò qualche istante dopo Artù giungendo al galoppo sul suo possente destriero.
«Come promesso, è tutto tuo! Io vado a cercare Merlino!» - comunicò Emma prima di lasciare Morgana alle prese con Artù.
«Grazie, mia Signora!» - fece una riverenza - «E ora a noi due, fratellino!»
Un piccolo drappello di soldati affiancò Artù con l’intento di proteggerlo, ma Morgana si liberò di loro in pochi istanti, scaraventandoli a parecchi metri di distanza.
«Basta spargimenti di sangue! Prenditela con me!»
«Con molto piacere!» - esclamò Morgana scagliandogli contro una miriade di saette.
Il re si servì di Excalibur per respingerle, ma alcune di esse andarono a segno, facendolo cadere da cavallo.
«Sei così debole senza il tuo fedele mago a difenderti! Ma non preoccuparti, presto il regno avrà una nuova potente sovrana!»
«Questo non accadrà mai!»
«Oh, sta per accadere invece! E sai una cosa? Ti ucciderò alla vecchia maniera, così da godermi maggiormente il momento!»
Morgana estrasse quindi il suo pugnale e trafisse ripetutamente Artù all’addome.
«Addio, fratellino! E tra poco toccherà al druido!» - disse prima di allontanarsi soddisfatta.
«Artù!» - lo chiamò David appena giunto sul posto e sollevandolo leggermente da terra - «Perdonami, non ho fatto in tempo ad arrivare prima!»
«Non preoccuparti! Sarebbe stato inutile… Quella strega avrebbe ucciso anche te!»
«David, dobbiamo portarlo subito da Merlino affinché lo curi!»
«No, Mary Margaret! È troppo tardi per me! Ma dovete salvare e proteggere Ginevra… Aspetta un bambino ed è l’unica speranza per Camelot! Promettetemi che lo farete!»
«Certo! Lo promettiamo!» - dissero Mary Margaret e David all’unisono con le lacrime agli occhi. Artù non riuscì ad aggiungere altro e, sofferente, esalò il suo ultimo respiro.
 
*          *          *
 
Merlino si era accorto del pericolo in cui si trovava re Artù, ma non aveva fatto in tempo a intervenire in suo soccorso perché Dark Emma gli si era materializzata di fronte.
«Dove credi di andare?»
«A salvare il mio sovrano!»
«Oh, io non credo!»
Una sfera violacea investì la Signora Oscura in pieno addome, facendola indietreggiare leggermente. Era stata colta di sorpresa.
«Io credo di sì invece!» - disse Regina frapponendosi tra lei e il mago. - «Se vuoi affrontare Merlino dovrai prima sconfiggere me!»
«Non c’è che dire, sei piena di sorprese! Peccato tu sia dalla parte sbagliata…» - disse afferrando Regina per il collo - «Non ci vorrà molto per liberarmi di te!»
«Non ne sarei così sicura!» - esclamò liberandosi dalla morsa della bionda e paralizzandola.
«Sai, sei sexy quando tenti di assumere il controllo!»
Disse Dark Swan prima di scaraventarla contro la parete della torre e di mettersi a cavalcioni su di lei, immobilizzandola con il proprio corpo e tenendola per i polsi.
«Ma sai bene che con me non funziona e questo ti fa perdere la testa!» - le sussurrò nell’orecchio. - «Ed è inutile che fingi di ribellarti: è chiaro da come mi guardi che mi strapperesti i vestiti di dosso!»
«Tu non sai nulla!»
«Oh io so molte cose invece! Cose che prima non immaginavo neanche ma ora… ora è come se si fosse aperto un mondo davanti ai miei occhi! E mi basta schioccare le dita per ottenere ciò che desidero!»
La Signora Oscura schioccò quindi le dita e delle manette incantate comparvero ai polsi di Regina. A nulla valsero i tentativi della mora di liberarsi.
«E sai una cosa? Ora è te che desidero!»
La Signora Oscura baciò con passione le labbra di Regina, lasciandola senza fiato. Se da un lato quel lato brutale di Emma la contrariasse, dall’altro la attraeva irresistibilmente e, ora che la bionda ne era consapevole, la usava come arma contro di lei.
«Lasciami andare!»
«Sei proprio sicura che è ciò che desideri?» - disse prima di scomparire insieme a Regina in una nuvola scura come la pece.
 
*          *          *
 
Merlino, approfittando del diversivo creato da Regina, si era precipitato al capezzale di Artù. Era però arrivato troppo tardi e a nulla erano valsi i suoi tentativi di guarirlo: Camelot aveva perso il suo amato sovrano.
«Non credevo che Emma arrivasse a tanto!»
«Oh, ma non è stata Emma! Sono stata io!»
Morgana comparve trionfante di fronte a Merlino e lo guardò soddisfatta.
«Morgana? Ma come è possibile? Ti avevamo sconfitto!»
«Mi avete sempre sottovalutata! Ma ora è giunto il momento di compiere la mia vendetta…»
«Tu sei pazza!»
La risata sadica di Morgana risuonò tra le mura di Camelot. Scagliò quindi con violenza delle saette contro Merlino, il quale schivò con agilità l’attacco.
Fu quindi il turno del druido di contrattaccare: col suo bastone lanciò una sfera di fuoco azzurrina contro la strega. Morgana però fu rapida nel deviarla con la mano destra e spedirla contro la parete di pietra del castello.
La donna non si accorse però che, nel frattempo, Merlino le aveva lanciato contro un altro incantesimo, assai più potente del precedente. Questa volta il colpo andò a segno, facendo perdere i sensi a Morgana.
Merlino tramutò allora il suo bastone in una corda magica, legò la strega e la rinchiuse nella cella della sua torre, dove non avrebbe potuto più nuocere a nessuno.


Nota dell'autrice: per Morgana non potevo che pensare a lei, ovviamente :P 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


 

Capitolo 9

 
Un livido silenzio avvolgeva Camelot mentre i sudditi di re Artù si stringevano attorno al suo feretro e alla loro inconsolabile regina.
«Mie care sorelle, miei cari fratelli!» - prese parola Merlino - «Siamo qui riuniti in questo triste giorno per omaggiare il nostro amato sovrano, morto per difendere la sua gente da quell’oscurità che fin dal primo giorno ha tentato di sconfiggere. Lo ricorderemo come un uomo giusto e misericordioso e, in suo onore, porteremo avanti i suoi ideali di giustizia e uguaglianza affinché Camelot diventi un posto migliore! Che il tuo prossimo viaggio possa essere sereno!»
«Che il tuo prossimo viaggio possa essere sereno!» - ripeté commossa la folla.
I corni risuonarono cupi e gli arcieri scoccarono frecce infuocate sul feretro di re Artù, incendiando la pira funeraria.
«Ginevra, Merlino, siamo molto addolorati per la vostra perdita! Tutti noi stimavano profondamente Artù! Contate pure sul nostro appoggio per qualsiasi cosa!»
«Grazie, David!»
«Ci dispiace avervi creato tutti questi problemi! Probabilmente senza il nostro arrivo, Artù sarebbe ancora vivo…»
«Voi non avete colpe, Mary Margaret! Morgana bramava da lungo tempo vendetta e se non mi aveste portata in salvo, probabilmente a quest’ora sarei morta anche io!»
«Come farete ora?» - domandò Henry.
«Regnerò affiancata da Merlino e Lancillotto finché il legittimo erede al trono non sarà pronto a regnare… Nel frattempo Morgana passerà l’eternità rinchiusa in una cella!»
«Siete molto nobile a concederle la grazia.»
«È quello che avrebbe voluto Artù! Ha sempre visto la pena di morte come un’inutile barbarie…» - fece una piccola pausa - «Perdonatemi, ma sono distrutta e ho bisogno di riposare! Rimanete pure qui a Camelot per tutto il tempo necessario e non esitate a chiedere aiuto nel caso se aveste bisogno!»
«Grazie!»
Ginevra si ritirò mestamente nelle sue stanze.
 
*          *          *
 
Regina era prigioniera di Dark Emma da appena un giorno, ma le sembrava di essere rinchiusa in quella stanza da una settimana. Nessuno era mai riuscito ad arrivare a tanto, neppure Biancaneve! E nessuno riusciva a farle perdere la testa, nel bene e nel male, tanto quanto Emma.
«Dannazione, Swan!» - gridò alterata.
«Qualcuno sembra nervosetto!» - esclamò Dark Emma materializzandosi di fronte a lei.
«Oh e te ne meravigli anche? Voi Signori Oscuri avete questo brutto vizio di imprigionare le donne di cui siete invaghiti!»
«Più che meravigliarmene, me ne compiaccio! La rabbia ti rende sexy!»
Dark Swan cinse con un braccio la vita di Regina, l’attirò con decisione verso di sé e tentò di baciarla. La bruna però la respinse con forza, spintonando la bionda con entrambe le braccia.
«Credi davvero che sarà così semplice farmi tua?»
«Oh, ma tu sei già mia! Sono una delle poche cose che mette d’accordo la Regina buona e quella cattiva! Vuoi forse negarlo?»
«Può darsi, ma tenendomi rinchiusa in questa stanza non otterrai nulla!»
«Va bene, allora da ora in poi sarai libera di errare per l’intero castello… Ma non abusare della mia pazienza! Se volessi potrei facilmente piegarti al mio volere!»
«E come mai non lo fai, se sei davvero così malvagia? Sicura di provare solo semplice attrazione nei miei confronti?»
Dark Emma si avvicinò nuovamente a Regina, ma questa volta con minore irruenza. Le prese il viso con la mano e accostò le labbra all’orecchio dell’altra. La mora fu percorsa da una serie di brividi lungo la schiena.
«Non ti illudere, Regina!» - le sussurrò - «Amo le sfide, non te! Si tratta solo di capire quanto a lungo riuscirai a resistere!»
La Signora Oscura baciò Regina sul collo e poi si dileguò nel nulla.
Resistere a Emma sarebbe stato più duro di quanto immaginasse!
 
*          *          *
 
Henry sedeva preoccupato sul letto della stanza in cui alloggiava, fissandosi la punta dei piedi.
Mary Margaret bussò alla porta, entrò e si sedette accanto a lui.
«Hai voglia di parlare un po’?» - domandò al ragazzo posandogli una mano sulla spalla.
«Non c’è molto da dire… In pochi giorni ho perso entrambe le mie mamme!»
«So che è dura, Henry! Ma non è una condizione permanente… Regina aiuterà Emma a tornare quella di sempre. Ha solo bisogno di un po’ di tempo… Poi torneremo a Storybrooke e ci lasceremo tutta questa brutta faccenda alle spalle!»
«E se Merlino si sbagliasse? Se Emma facesse del male a Regina, mentre noi siamo qui ad aspettare che risolva tutto da sola?»
«Credi che sia davvero così facile sopraffare Regina? Hai idea di quante volte abbiamo provato a liberarci di lei, senza successo? E non siamo stati gli unici! Regina è più forte e in gamba di quanto immagini, devi avere fiducia in lei!»
«Lo so! Però è così frustrante stare qui con le mani in mano!»
«Ti capisco, Henry! Mi sento così anche io, ma rischieremmo di essere più di intralcio che di aiuto… Merlino tiene sotto controllo la situazione e se mai dovesse essercene bisogno interverremmo immediatamente! Per ora possiamo solo aspettare!»
«Va bene, aspetterò!»
«Nel frattempo potresti andare da tuo nonno e chiedergli di insegnarti a duellare con la spada, che ne dici? Anche lui si annoia e sono convinta che sarebbe contento se glielo chiedessi!»
«Mi sembra un’ottima idea! Vado subito! Grazie nonna!»
 
*          *          *
 
Una nuova notte era giunta e Regina giaceva nel grande letto matrimoniale nel castello della Signora Oscura, senza riuscire a prendere sonno.
Il fatto che Emma avesse un debole nei suoi confronti giocava sicuramente a suo favore, ma doveva essere abile a sfruttare la situazione, avvicinandola a piccoli passi senza cedere alle sue avances. Cosa, quest’ultima, che diventava sempre più difficile col passare delle ore e la costante vicinanza con Emma. La sua parte oscura era infatti profondamente attratta da quella versione sfrontata e rude della bionda.
«Quali molesti pensieri ti tengono sveglia, Regina?»
«Dovresti smetterla di entrare così, senza chiedere permesso, nella mia stanza… Non è carino!»
«Sei tu che mi permetti di farlo, coi tuoi pensieri!»
«Ora sei anche in grado di leggere la mia mente?»
«Non esattamente… Riesco a sentire quando mi pensi… Riesco a sentire quello che senti!» - le accarezzò la guancia - «Siamo legate, lo sai!»
Dark Emma cominciò a baciare la base del collo di Regina per poi risalire fino alle sue labbra. Si fermò lì per qualche istante, sentendo che la mora iniziava a irrigidirsi.
«Lasciati andare! Non accadrà nulla di male, nulla che tu non voglia!»
«Non farai male a nessuno, né stanotte, né domani?»
«Non farò male a nessuno, né stanotte, né domani!»
«Lo prometti?»
«Lo prometto!»
Regina si stese quindi sul letto, lasciò che Emma si adagiasse sopra di lei e la baciasse. La sorprese quella sensualità travolgente, priva però dell’irruenza di poche ore prima. Le sembrava di avere accanto la vera Emma, quella che amava.
Si lasciò quindi andare completamente, permettendo all’altra di spogliarla, di accarezzarla. La bionda poteva fare di lei ciò che maggiormente desiderava.
Le graffiò la schiena e gemette piano, quando Emma entrò dentro di lei regalandole un piacere talmente intenso da farle girare la testa. Poi si rilassò soddisfatta sul materasso.
«Emma!» - sussurrò prima di svegliarsi da sola in quel grande letto, mentre fuori brillavano ancora le stelle.
 
*          *          *
 
Nel frattempo, dall’altro lato del castello, la Signora Oscura faceva nervosamente avanti e indietro per la sala.
La passione travolgente che provava nei confronti di Regina, le stava facendo perdere la ragione, distogliendo la sua attenzione dai piani ben più importanti che aveva in mente.
Morgana avrebbe potuto allentare in parte quella tensione, ma era stata catturata da Merlino e, semmai Regina fosse venuta a conoscenza di qualche sua malefatta, non sarebbe mai riuscita a farla cedere, ne era certa!
Come se non bastasse, l’inaspettata resistenza della mora alle sue avances invece di portarla a desistere, gliela faceva desiderare ancora più ardentemente!
«Dannazione! Devo inventarmi qualcosa di meglio, se non voglio diventare io stessa prigioniera di quella donna!»
Avrebbe potuto semplicemente liberarsi di lei, in modo da togliersi quel tarlo fisso che le martoriava il cervello. O avrebbe potuto fingersi la Emma buona tanto desiderata da Regina, proprio come aveva fatto Tremotino con Belle. O ancora limitarsi a tenere duro e aspettare pazientemente che l’altra cedesse.
Stufa di torturarsi il cervello e le membra, Dark Emma uscì dal castello, perdendosi nella tetra oscurità della foresta.
 
*          *          *
 
Poco dopo, nel silenzio della notte, una figura incappucciata scivolò circospetta nelle segrete del castello di Camelot.
Scassinò la grata dell’accesso principale e superò le guardie, più intente a scherzare tra loro piuttosto che compiere il proprio dovere. Percorse quindi il lungo corridoio circondato dalle celle e arrivò nell’area di massima sicurezza.
Cercò la cella più isolata e finalmente poté aprire la porta.
«Ma guarda chi si vede! Cominciavo a pensare che sarei marcita in questa putrida topaia per l’eternità!»
«Non sarebbe stato prudente agire prima! E poi dovresti sapere che mantengo sempre gli accordi presi: tu mi hai aiutata a raggiungere il mio scopo e io ti concedo la libertà! Spero però che manterrai fede anche all’altro patto…»
«Certo! Farò in modo che tua figlia cresca ad Avalon e le insegnerò a gestire i suoi poteri!»
«Bene, ora va! Presto tutto il regno saprà che sei libera e ti darà la caccia… cerca di non farti notare troppo!»
«Ci proverò!» - disse Morgana prima di scomparire in una densa nuvola verde.
Anche la misteriosa figura lasciò rapidamente le segrete e tornò nella sua stanza. Si tolse il mantello e si stese nel letto a fianco al suo compagno.
«Ginevra, tutto bene?»
«Sì, Lancillotto! Ho fatto ciò che dovevo… nostra figlia crescerà al sicuro!»
«So che è stata dura separarsene, ma era la cosa migliore da fare!»
«Lo so, amore mio, lo so!»
I due si abbracciarono, con la tristezza che attanagliava i loro cuori, e in breve tempo si addormentarono.
 
*          *          *
 
L’indomani mattina a colazione, Regina si sentiva totalmente stralunata.
Era davvero stato tutto un sogno, quello della notte appena trascorsa? Eppure le era sembrato così reale, così vivido! Al solo pensarci, le girava la testa.
Come avrebbe fatto a resistere un’altra giornata al desiderio nei confronti di Emma che per anni aveva represso e che ora non riusciva più a controllare?
«Dormito bene?» - le domandò maliziosa Dark Emma appena giunta nella sala da pranzo.
La mora sobbalzò sulla sedia: era talmente immersa nei suoi pensieri da non essersi resa conto del suo arrivo.
Quando alzò la testa e incrociò lo sguardo sensuale della Signora Oscura, Regina arrossì violentemente in volto e per poco non si fece andare di traverso il thè che stava sorseggiando.
«Benissimo!»
«Allora ti è piaciuto il mio regalo… non avevo dubbi!»
«Quale regalo?»
«Il sogno, naturalmente!» - rispose sorridendo maliziosamente.
Regina rimase pietrificata. Come aveva fatto a non capire che c’era sotto il suo zampino?
Dark Emma la guardò soddisfatta, capendo di aver colpito nel segno.
«Sai che potrebbe diventare reale, vero?»
Disse sensualmente prima di abbandonare la stanza, lasciando Regina in balia di numerosi flashback di quel sogno.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 
La Signora Oscura si osservò attentamente allo specchio.
I suoi capelli da bianchi e raccolti erano tornati ad essere biondi e sciolti, la sua carnagione dapprima smunta, aveva assunto nuovo colore e i suoi abiti neri avevano lasciato il posto a un paio di pantaloni scuri, una camicetta bianca e un gilet blu. 
«Così dovrebbe andare!» - si guardò contrariata - «Dio, ero davvero così patetica! Guarda come mi sono ridotta!»
Non sopportando più la visione di quello scialbo riflesso di sé, mandò in frantumi lo specchio e uscì dalla sua stanza.
Sentì allora una presenza alle sue spalle. Si voltò e vide la sagoma sinuosa di Morgana.
«Siete davvero voi, mia Signora? Quasi non vi riconoscevo conciata in quel modo!»
«Morgana, mi sorprende vederti qui...»
«Ah certo, fosse dipeso da voi, sarei marcita in quella cella!»
«Oh, andiamo! Non fare la melodrammatica… liberarti non era compito mio!»
«È vero, tuttavia credevo voleste disfarvi anche del mago…»
«Lo farò a tempo debito… Ora ho altre questioni di cui occuparmi!»
«Intendete la moretta?»
«Non sono cose che ti riguardano!»
«Come volete! Posso almeno approfittare della vostra ospitalità? Giusto il tempo di riposarmi per poi riprendere il viaggio verso Avalon… non vi creerò disturbo!»
«Fai pure! Ma cerca di non dare troppo nell’occhio… La mia ospite non gradirebbe la tua presenza, tanto meno se scoprisse chi sei e cosa hai fatto…»
«O cosa abbiamo fatto…» - disse l’altra maliziosamente.
La Signora Oscura fulminò Morgana con lo sguardo, la quale si limitò a fare una riverenza e scomparire tra i corridoi del castello.
 
*          *          *
 
Dark Emma trovò Regina in biblioteca, immersa nei libri, probabilmente alla ricerca di qualche sistema per farla tornare a essere la Salvatrice. Di norma si sarebbe infuriata e avrebbe disintegrato sia lei, sia la biblioteca, ma questa volta si trattenne. Per raggiungere il suo scopo non avrebbe dovuto compiere nessun passo falso.
«Non ti annoi a stare tra quei volumi polverosi?»
«Leggere non è mai noioso! E in ogni caso non ho molto altro da fare…»
Finalmente Regina sollevò lo sguardo e il suo cuore perse un battito nel vedere le sembianze assunte dalla Signora Oscura, ora così simile alla vera Emma.
«Ho pensato che in questo modo saresti stata più a tuo agio…»
«Ti ringrazio del pensiero, ma ciò che conta è la sostanza, non l’apparenza!»
«È vero! Per questo non dovresti dare per scontato che essendo la Signora Oscura ci sia esclusivamente del marcio in me… In fin dei conti anche tu eri la Regina Cattiva eppure guardati ora!»
«A differenza di te, però avevo volontà di cambiare, di redimermi!»
«E cosa hai ottenuto così facendo?»
«L’amore di Henry e il perdono di coloro che ho fatto soffrire…»
«Sembra però sia andato tutto a loro vantaggio… Tu sei ancora infelice! E in molti ti giudicano ancora… Io non lo farei»
«Lo stai già facendo in realtà, ritenendo sbagliata la mia scelta di abbandonare l’oscurità!»
«Ti sbagli, non sto giudicando te, ma i risultati ottenuti… sei diventata un’eroina sperando così di ottenere il lieto fine, ma senza riuscirci…»
«Non sarò mai totalmente un’eroina, è questo il problema… manterrò sempre dentro di me un lato oscuro che mi impedirà di essere felice!»
«È così perché nessuno di loro può amare quel lato di te, loro sono diversi da noi! Ma io, Regina, io lo comprendo e mi piace! Con me saresti libera di essere totalmente te stessa!»
Regina guardò Dark Emma negli occhi.
«Ma non puoi dire lo stesso del mio lato buono!»
«Potrei provarci, se è davvero così importante per te!»
La Signora Oscura accarezzò la guancia di Regina, le si avvicinò e la baciò.
La mora ricambiò quel bacio, ma dopo qualche istante se ne ritrasse.
«Come vorrei fossero vere le tue parole! Ma conosco bene i sotterfugi dei Signori Oscuri… e tu, proprio come loro, faresti di tutto per raggiungere il tuo scopo…»
Detto questo Regina abbandonò la biblioteca, lasciando Dark Emma furente di rabbia.
 
*          *          *
 
A Camelot, Mary Margaret e David discutevano animatamente.
«Mi spiace, ma non riesco più a stare qui con le mani in mano! Sono un uomo d’azione, lo sai! E lo sei anche tu! Quando mai hai aspettato che qualcun altro risolvesse i tuoi problemi?»
«Non credere che sia facile per me, David! Sto solo cercando di fare la cosa migliore per nostra figlia! Hai visto cosa è successo l’ultima volta che abbiamo provato a intervenire? Killian è morto… la nostra Emma l’ha ucciso! Non voglio si macchi di altri crimini così tremendi!»
«Proprio per questo dobbiamo trovare una soluzione! Credi davvero che si fermerà solo perché glielo chiede Regina o perché noi non la intralciamo? E dato che per ora non abbiamo piani migliori ci resta solo una cosa da fare…»
Mary Margaret lo guardò stupita.
«Non puoi parlare seriamente!»
«Perché no? È la Signora Oscura ormai e lo sai meglio di me: l’unico modo per controllare quell’essere è impossessarsi del pugnale!»
«Quell’essere è nostra figlia! L’oscurità può averla sopraffatta, ma io so che la nostra bambina è ancora lì!»
David si mise di fronte alla moglie e le prese le mani.
«Ascolta, non è assolutamente mia intenzione usare il pugnale contro di lei, sai bene che non farei mai del male a nostra figlia… ma se le cose dovessero mettersi male, sarebbe l’unica soluzione! Sarebbe la nostra unica forma di garanzia!» - fece una piccola pausa - «Ti prego, permettimi di fare un tentativo!»
Mary Margaret sospirò. Sapeva bene che il marito aveva ragione, ma aveva sperato di non dover arrivare a tanto.
«E va bene!» - disse infine - «Ma a una condizione: verrò con te!»
 
*          *          *
 
Regina era profondamente sconfortata.
Per l’ennesima volta, il suo destino si stava ripentendo come un mantra: la sua amata era persa, preda dell’oscurità, e lei era tremendamente infelice. Regina aveva ormai compreso come il prezzo da pagare per i propri errori fosse l’infelicità e poteva accettarlo. Ma che Emma rimanesse malvagia per sempre, autocondannandosi come lei stessa aveva fatto, no, questo proprio non poteva tollerarlo!
Ma come poteva aiutare Emma se lei stessa non voleva farsi salvare? Regina era cambiata perché, oltre ad avere qualcuno che credeva in lei, desiderava essere amata da Henry. Emma invece era del tutto assorbita dall’oscurità, come lo era stata Regina a suo tempo. Probabilmente le ci sarebbero voluti anni, prima di realizzare che dall’oscurità non avrebbe ottenuto nulla di buono, anzi, l’avrebbe portata alla rovina!
«Non c’è condanna peggiore di una sorte simile alla mia!»
Alcune lacrime silenziose presero a scorrerle lungo le guance. Aveva un tale bisogno di sfogarsi!
Proprio in quel momento bussarono alla porta e Regina dovette asciugarsi rapidamente il viso. Non poteva sopportare di vedere Emma in quel momento, ma non aveva alternative. Aprì quindi la porta e, sorprendentemente, non si trovò di fronte la Signora Oscura.
«E tu chi saresti?»
«La signora temeva che poteste sentirvi sconfortata e mi ha assunta con il compito di tenervi compagnia!»
«E come mai ti ha mandata direttamente qui senza prima avvisarmi?»
«Pensava che la sua presenza non sarebbe stata di vostro gradimento…»
Regina la guardò sospettosa, ma l’espressione della ragazza le fece tenerezza e ancora di più le parole che pronunciò subito dopo.
«Vi prego, non chiamate la signora o si arrabbierà con me! Ho bisogno di questo lavoro… i miei fratelli dipendono da me!»
«E va bene!» - disse Regina dopo qualche titubanza - «Come ti chiami?»
«Morgana, mia Signora!»
 
*          *          *
 
Dark Emma era intenta a sfogare il suo malcontento e la sua frustrazione lanciando sfere magiche a destra e a manca, quando sentì un urlo provenire dal piano superiore.
Riconoscendo quella voce, si catapultò all’istante nella stanza di Regina.
Quando arrivò, la trovò accasciata sul letto, priva di sensi.
«Cosa le hai fatto?» - domandò a Morgana, afferrandola per il collo e scaraventandola dalla parte opposta della stanza.
«Non serve agitarsi! È solo svenuta…»
«Me lo auguro!»
Dark Emma controllò quindi il polso di Regina e tirò un sospiro di sollievo.
«Visto? La tentazione l’ho avuta, a dire il vero!»
«Sparisci di qui!»
«Non vi rendete neppure conto di quanto quella donna vi stia rammollendo!»
«Ho detto sparisci di qui, se non vuoi essere incenerita!»
«Come volete, mia Signora!» - disse contrariata prima di sparire.
Dark Emma si chinò allora su Regina, le slegò i polsi e cercò di farle riprendere i sensi.
La bruna si risvegliò, qualche minuto dopo, ancora in preda al panico.
«Tranquilla, è tutto a posto ora! Sono io!»
Regina incrociò quegli occhi azzurri così famigliari e rassicuranti, tranquillizzandosi.
«Stai bene? Ho temuto il peggio quando ti ho vista stesa su questo letto!»
«Sì, sto bene! Ma chi era quella donna? Mi ha drogata e poi ha tentato di uccidermi…»
«È stato l’errore di una notte… ti desideravo così tanto e all’improvviso è apparsa lei. Non so perché mi ha ricordato te e…» - fece una pausa - «Deve aver frainteso. Penso l’abbia fatto per gelosia. Ma non tornerà più, stanne certa! Nessuno può farti del male!»
«Che le hai fatto? No, anzi, preferisco non saperlo!»
«Non l’ho uccisa, Regina! Sapevo che non avresti approvato…»
«E da quando ti importa?»
«Da quando so che è importante per te!»
A causa della disperazione o dell’adrenalina, Regina credette a quelle parole, a quello sguardo preoccupato e si lasciò andare, avvicinando le labbra a quelle di Emma. 
 
*          *          *
 
Dopo quel bacio, la situazione sfuggì totalmente al controllo di Regina, quasi fosse stata risucchiata da un tornado. La sua forza di volontà totalmente azzerata, in favore dell’istinto: aveva bisogno di felicità, di ottenere per una volta ciò che desiderava, anche solo per un istante.
Attirò Emma verso di sé e, dopo averla fatta stendere sul letto, si mise a cavalcioni su di lei.
Tornò a baciare le labbra della bionda, mentre le sfilava il gilet e le sbottonava la camicetta. Le accarezzò i seni per poi scendere fino agli addominali contratti.
Emma la afferrò per i fianchi e la attirò maggiormente verso di sé. La mora iniziò allora a muovere lentamente il bacino e a slacciarsi il vestito.
La bionda, si agitò sotto di lei e le sue mani impazienti afferrarono con decisione i seni di Regina. Quest’ultima si lasciò sfuggire un gemito e gettò indietro la testa, scoprendo il collo. Emma si tirò su a sedere, iniziando a baciare ogni centimetro di quel corpo.
Regina, ormai sempre più impaziente e col respiro affannoso, le slacciò i pantaloni.
A quel punto Emma sollevò Regina e, ribaltando le posizioni, si mise sopra di lei. Con un gesto deciso le sfilò vestito e mutandine, lasciandola completamente nuda. La osservò traboccante di desiderio, mentre si liberava dai pochi indumenti che ancora indossava.
Prese quindi posto tra le gambe della mora e, mentre la sua bocca indugiava sui seni, iniziò a stimolare con la mano il suo punto più sensibile.
Regina, di rimando, inarcò la schiena e afferrò forte le lenzuola.
«Di più, Emma! Di più!» - riuscì a biascicare tra un gemito e l’altro.
La bionda non se lo fece ripetere due volte e, con decisione, si insinuò dentro di lei.
«Voglio sentire anche te!» - disse Emma con voce roca, mentre con la mano libera guidava quella di Regina sul proprio sesso.
Le due si lasciarono consumare da quella passione ardente e intensa, quasi dolorosa, fino a quando, esauste, si accasciarono sul letto

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

 
Dark Emma abbandonò silenziosamente il letto dove Regina stava ancora dormendo e si recò nella foresta, sotto un enorme salice piangente.
Tra quelle rigogliose fronde trovò Morgana, che la attendeva spazientita.
«Eccovi, finalmente! Iniziavo a credere che non sareste più arrivata! Presumo sia andato meglio del previsto…»
«Già, il piano ha funzionato alla perfezione! La nostra sceneggiata ha fatto cadere Regina ai miei piedi!»
«Vi prego di risparmiarmi i dettagli! Non capisco perché perdete tempo con lei, potreste avere di meglio…» - disse furente di gelosia.
«Era un semplice capriccio che mi premeva soddisfare… se desiderassi una compagna per regnare, non avrei dubbi su chi scegliere!» - guardò intensamente Morgana.
«E io ne sarei onorata! Anche se comincio a dubitare su chi voi siate in realtà…»
Emma scaraventò furente Morgana contro il tronco dell’albero e con forza la immobilizzò.
«Osi davvero mettere in dubbio la mia malvagità?»
«No, mia Signora! Ma quella donna vi sta confondendo le idee!»
«Credi davvero che mi faccia abbindolare dalle sue fandonie sull’amore e sulla bontà? Mi piace farglielo credere per tenerla buona, ma quando sarà il momento mi unirò a te e annienteremo il bene una volta per tutte! Come sai, però, per completare il puzzle manca ancora un tassello…»
«Valesia, la figlia di Ginevra e Lancillotto…»
«Esatto!» - disse con un ghigno.
La Signora Oscura baciò Morgana con passione, prima sulle labbra e poi su collo.
«E questo per dimostrarti quanto il mio interesse per te sia reale!»
Le strappò allora la veste di dosso, premendola maggiormente contro l’albero.
Le loro bocche si unirono nuovamente, mentre la gamba di Morgana si sollevò trovando appoggio sul fianco di Emma.
La bionda raccolse quel tacito invito, facendo scivolare la mano per tutta la lunghezza della coscia per poi perdersi dentro di lei.
 
*          *          *
 
David e Mary Margaret, dopo un frettoloso viaggio, erano giunti nei pressi del castello in cui la loro figlia si era stabilita.
«Pensi davvero che Emma tenga qui il pugnale?» - domandò la donna.
«Dove altro potrebbe nasconderlo? È troppo importante perché lo lasci incustodito in qualche luogo remoto e fuori dal suo controllo…»
«E come pensi di trovarlo?»
«Non lo so, qualcosa ci verrà in mente!»
«Sul serio, David? Sei venuto fin qui senza avere neppure un piano? Già è abbastanza rischioso essersi spinti fin qui, senza peraltro aver avvertito Merlino…»
«Sono un uomo di azione, non di pensiero! E non mi pare tu ti sia posta tutti questi problemi prima di seguirmi!»
«Non che avessi molte alternative…»
«Se sei venuta qui solo per criticarmi, ti prego di tornare indietro!»
«Ok, hai ragione, scusami! Che ne dici del passaggio segreto?»
«Quello utilizzato da Regina per entrare nel castello quando Zelena se ne era impossessata?»
«Esatto!»
«Ottima idea!» - David baciò la moglie.
«Oh, io non credo invece! Passerete con me dall’ingresso principale!»
«Emma?!» - esclamarono voltandosi e trovandosi di fronte la figlia.
«Sorpresa!»
 
*          *          *
 
Quando Regina si svegliò, allungò il braccio alla ricerca di Emma dall’altra parte del letto.
La bionda però non era lì e la mora vide confermato il suo sospetto: era stata per lei unicamente una forma di svago e nulla di più.
Sospirò tristemente e si trascinò giù dal letto. Quella notte almeno era stata felice e in fondo Emma le aveva comunque salvato la vita. Forse c’era ancora speranza!
«Oh, sei già in piedi!» - disse la Signora Oscura entrando nella stanza. Le si avvicinò e le depositò un bacio sul collo come se niente fosse.
Regina si ritrasse da quel contatto, contrariata dall’essere stata abbandonata alla solitudine di quel letto grande e freddo.
«Emma, dove sei stata?»
«A prepararti una sorpresa!» - sogghignò - «Metti qualcosa addosso. Ti aspetto giù…»
Regina si allarmò. Il comportamento di Emma era davvero troppo sospetto per suggerire qualcosa di buono. Si vestì frettolosamente e scese con un balzo le scale.
«Emma? Dove sei?»
«Nel salone!»
Non appena varcata la soglia, Regina rimase pietrificata. David e Mary Margaret giacevano legati e imbavagliati al centro del salone. I due coniugi tentavano vanamente di liberarsi, ottenendo però l’effetto contrario. Le corde si stringevano sempre di più, tanto da far temere a Regina che potessero stritolarli.
«Hai visto? Abbiamo ospiti questa mattina… Li ho scoperti mentre gironzolavano per la foresta. Volevano entrare qui nel castello e rubarmi il pugnale…»
«Che ci facevi così presto nella foresta?»
«Oh, non ti piacerebbe scoprirlo! Ti basti sapere che non hai l’esclusiva su di me… Sei solo uno svago come tanti altri!» - lo sguardo era freddo e tagliente come il ghiaccio.
«Se è davvero così perché mi hai salvata?»
Una sadica risata riecheggiò all’interno della sala.
«Sul serio non l’hai capito? Era tutta una messa in scena per farti cadere ai miei piedi!»
Regina, accusò il colpo e dovette appoggiarsi allo stipite della porta.
Si era aggrappata con tutte le sue forze alla flebile speranza derivante da quel gesto altruistico, che per lei rappresentava una scintilla di luce in mezzo a un mare di oscurità, nonché la possibilità di salvare Emma. Ma era stato solo fumo negli occhi!  
«Ma ora basta parlare di sciocchezze!» - rivolse il suo sguardo colmo di disprezzo verso i genitori - «Pensa piuttosto a salutare questi stucchevoli piccioncini per l’ultima volta…»
«Non vorrai ucciderli? Sono i tuoi genitori!»
«Gli stessi genitori che mi hanno abbandonata! E poi non capisco perché ti meravigli tanto… neppure tu ti sei fatta scrupoli nell’uccidere tuo padre!»
Queste parole arrivarono al cuore di Regina come una pugnalata.
«Non ti rendi neppure conto di quanto siamo simili noi due! Piuttosto dovresti ringraziarmi: avrai finalmente la tua vendetta nei loro confronti… Per quanti anni l’hai desiderato? Quanti piani hai architettato a questo scopo? E ora io ti farò questo dono!»
«Non sono più quella persona!»
«Già, me ne sono accorta, purtroppo! Sarebbe potuto essere tutto così diverso…» - disse delusa mentre afferrava entrambi i genitori per i capelli - «Allora, da chi comincio? Dalla mammina o dal paparino?»
Regina comprese di avere solo una possibilità per salvare i coniugi Charming. Indossò quindi per l’ennesima volta quella maschera di apparente indifferenza e freddezza che per anni aveva celato il suo vero volto. E anche se il suo cuore ora era in frantumi, dai suoi lineamenti non lasciò trasparire nessuna emozione.
«Sai, Emma, tu pensi di avermi ingannata, ma in realtà io ho fatto altrettanto con te!» - fece una piccola pausa per catturare l’attenzione della Signora Oscura che ora la guardava confusa.
Indirizzare la rabbia di Dark Emma su di sé era l’unico modo per salvare David e Mary Margaret.
«Ho permesso che mi catturassi solo per tenerti occupata e consentire ai tuoi genitori di cercare indisturbati il pugnale! È stato un mio piano fin dall’inizio e tu ci sei cascata!» - sorrise in tono di scherno.
«Come hai osato ingannarmi!»
Fortunatamente per Regina, il potere di Emma di cogliere la verità era offuscato dalla collera.
La Signora Oscura d’altro canto non poteva sopportare di essere stata beffata dalla sua stessa preda. Scaraventò quindi a terra i genitori e si avvicinò a Regina con grandi falcate.
Con violenza le strappò il cuore dal petto e iniziò a torturarlo con le dita.
«Guardalo! Nonostante tutti i tuoi sforzi, è comunque malconcio e annerito come un pezzetto di carbone!» - lo osservò più attentamente - «Solo qui c’è un po’ di luce!»
Regina aveva ormai quasi raggiunto il suo scopo. Emma era completamente fuori di sé e si era totalmente dimenticata dei suoi genitori. Rincarò quindi ulteriormente la dose.
«Eppure quella luce che vedi e che tanto detesti è lì per merito tuo…»
«Merito mio?!» - disse Emma inorridita - «Come osi dire una cosa del genere? Io la luce la disintegro! Sono la figlia dell’oscurità!»
«No, tu sei destinata a diffondere luce! Sei la Salvatrice! Un tempo il mio cuore era arido, ma grazie a te ha cominciato a rifiorire!»
Regina urlò di dolore quando le unghie di Emma iniziarono a conficcarsi nel suo cuore.
«Basta così! La Salvatrice non esiste più ormai! Dì le tue ultime preghiere!»
«Vorrei che tu potessi sentire tutto l’amore che provo per te!»
A queste parole la Signora Oscura, indignata, strinse ancora di più la presa e il cuore di Regina si sbriciolò.
«Stupida sentimentale!» - ringhiò Emma compiaciuta, tenendo ancora stretto il pugno.
Il corpo ormai senza vita di Regina, collassò rumorosamente al suolo, mentre Mary Margaret e David, ancora legati e imbavagliati, si fissavano inorriditi.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 
Quando la Signora Oscura riaprì il pugno, con sua grande sorpresa, un tornado di luce accecante iniziò a svilupparsi nel palmo della mano, espandendosi sempre di più.
Proprio come era accaduto con quello oscuro, il vortice travolse Emma e il suo corpo fu attraversato da una serie di lampi neri e bianchi. Le due forze opposte si scontrarono violentemente dentro di lei.
La tempesta di luci durò solo pochi istanti, poi la donna si accasciò a terra, immobile.
In quel momento Merlino comparve accanto ad Emma e controllò i suoi segni vitali.
«State tranquilli, è solo svenuta!» - rassicurò i coniugi Charming mentre li slegava.
Mary Margaret si precipitò dalla figlia e la abbracciò, cercando di farle riprendere i sensi.
«Merlino, sei arrivato tardi! Regina è morta!»
Il druido posò lo sguardo sul corpo della mora che giaceva privo di vita, pochi metri più in là.
David osservò la calma dell’uomo e comprese.
«Tu non sei sorpreso! Tu sapevi già tutto!»
«Ebbene sì! Ti avevo avvertito: il cuore di Regina era speciale… l’unico modo per liberare tua figlia dall’oscurità era il suo volontario sacrificio! Un atto di amore estremo, la magia del vero amore… Non potevo informarvi, ma solo sperare che le cose andassero nel verso giusto!»
«Nel verso giusto?» - domandò sconcertata Mary Margaret - «Regina è morta! Ed Emma? Come potrà convivere con questo rimorso?»
«Regina ha ottenuto ciò che desiderava: redenzione! Ogni magia ha il suo prezzo e questo andava assolutamente pagato in nome di uno scopo superiore…»
«Ma che razza di uomo sei tu?» - chiese David inorridito.
«Mi spiace, ma col tempo capirete! Spero abbia funzionato e che Emma sia tornata in sé… Permettetemi di aiutarla!»
Mary Margaret strinse con maggiore vigore il corpo della figlia.
«Non osare avvicinarti a lei!»
«Che è successo?» - domandò Emma aprendo lentamente gli occhi.
«Oh Emma, sei davvero tu? Stai bene?»
«Sì, sono solo un po’ confusa… ricordo solo di aver salvato Regina da quel vortice oscuro e poi…» - Emma rifletté per qualche istate - «Oh mio Dio, Regina!»
La donna si voltò alla sua destra e vide il corpo senza vita della bruna. Si alzò malferma sulle gambe, gridando il suo nome, e corse da lei.
«Regina, rispondi ti prego!» - un fiume di lacrime iniziò a sgorgare dai suoi occhi chiari, mentre la stringeva disperatamente tra le braccia - «Come ho potuto fare una cosa del genere?»
«Non eri tu, tesoro!» - cercò di consolarla Mary Margaret.
«Le avevo promesso di aiutarla a trovare il suo lieto fine e invece l’ho uccisa! Si meritava di meglio… la vita l’ha sempre maltrattata! Lei si fidava di me! Come farò a dirlo a Henry?»
«Forse c’è un modo per salvarla...» - disse David straziato dallo spettacolo cui stava assistendo - «Però funziona solo se il vostro legame è davvero speciale...»
«Di che si tratta?» - chiese Emma trepidante.
«Quando mi sacrificai per poter lanciare l’incantesimo su Storybrooke, tua madre divise il suo cuore e me ne diede metà per riportarmi in vita...»
«Ma David, è diverso! Noi ci amiamo!»
David lanciò uno sguardo pieno di tenerezza alla moglie. A volte sapeva essere davvero ingenua o forse, più semplicemente, non voleva vedere.
«Funzionerà, Emma! Un padre capisce certe cose!» - disse sorridendo alla figlia - «L’importante è che tu sia felice!»
A quel punto anche Mary Margaret comprese, rimanendo senza parole. David la fissava come a volerla spronare a tranquillizzare Emma.
«Beh il mio passato con Regina non è certamente dei migliori, ma ho avuto modo di vedere il suo cambiamento e quanto lei ci tenga a te...» - David la guardò male - «Quello che voglio dire è di seguire il tuo cuore!»
Emma non perse altro tempo. Estrasse con cura il proprio cuore tornato puro e, dopo averlo osservato per qualche istante, lo divise a metà.
«Spero tanto che funzioni!» - bisbigliò Emma - «Non potrei convivere con questo rimorso!»
Con delicatezza adagiò una metà sul petto di Regina e lo spinse all’interno.
«Coraggio!»
Notando che l’altra donna non dava segni di ripresa, Emma lanciò uno sguardo disperato verso i suoi genitori. Biancaneve stringeva forte la mano del marito come a volerne trarre coraggio, senza però riuscire a spiccicare parola.
«Perché non funziona?» - chiese con voce tremante - «Torna da me, Regina!»
Emma si inginocchiò e tirò a sé il corpo della mora, stringendola con rassegnazione tra le braccia e accarezzandole la guancia. Le lacrime ripresero a rigarle il volto.
«Cosa ho fatto? Cosa ho fatto?»
David si avvicinò alla figlia per cercare di consolarla e trascinarla via.
«Emma, hai fatto il possibile!»
«NO! Io l’ho uccisa! Dovrei esserci io al suo posto!»
«Figliola, Regina sapeva a cosa andava in contro... ha deciso di sacrificarsi...» - disse Merlino - «Sapeva che il prezzo da pagare per riavere indietro la vecchia Emma sarebbe stato rinunciare al suo lieto fine!»
«Non è giusto! Lei doveva essere felice... con me! È lei il mio lieto fine!»
«Vieni via di lì, ora! Non c’è più nulla da fare...» - tentò di persuaderla David.
«NO! Non ti avvicinare!» - urlò Emma - «Dovevate uccidere me!»
«Emma non prendertela con loro...»
«Si invece! Loro...» - le parole le vennero a mancare e i suoi occhi si spalancarono di sorpresa nell’udire quella voce - «Regina? Stai bene?»
Emma tastò il corpo della mora come a voler constatare che fosse tutto vero e che l’altra fosse davvero tutta intera. Poi le stampò un bacio sulla bocca.
«Sto benissimo, ora! Mi sei mancata, miss Swan!»
«Mi hai fatto prendere un colpo! Potrai mai perdonarmi per ciò che ti ho fatto?»
«Hey, è tutto okay! Non eri in te!» - la bruna le asciugò le lacrime con le dita - «Il dono che hai fatto per riportarmi in vita vale molto più di qualsiasi gesto o parola!»
La bionda prese delicatamente il viso della mora tra le mani e le si avvicinò fino a far unire le loro labbra.
 
*          *          *
 
Da quando Emma era tornata in sé e Regina si era risvegliata, le due non si erano perse di vista neppure per un secondo. In quel momento avrebbero desiderato unicamente recuperare il tempo perso e fuggire via lontano da tutti. Avevano però diverse incombenze, più o meno piacevoli, da sbrigare. Prima tra tutte riabbracciare Henry.
«Pensi riuscirà a guardarmi con gli stessi occhi di sempre?» - domandò preoccupata la bionda mentre facevano il loro ingresso a Camelot.
Regina strinse forte la mano dell’altra, per infonderle coraggio e sostegno.
«Ma certo, Emma!» - le sorrise - «Quella non eri tu e lui lo sa bene! E in ogni caso ha perdonato di peggio…» - disse alludendo a sé stessa.
«E ha fatto bene!» - le accarezzò il viso - «Potrai aver fatto tanti errori in passato, ma non sempre le nostre azioni rispecchiano chi siamo in realtà… Hai un’anima stupenda, Regina! E io l’ho capito subito, quella sera quando ti ho incontrata la prima volta… I tuoi occhi non erano malvagi, solo tanto tanto tristi! Guarda quanta strada hai fatto da allora!»
Una lacrima scivolò lungo il volto di Regina. Emma la raccolse prontamente con il pollice e le diede un tenero bacio sulle labbra.
«Non sarebbe stato possibile senza di te! Sei andata contro tutto e tutti, hai sempre creduto in me… E per tutti potrai essere speciale in quanto Salvatrice, ma per me… per me è il modo in cui riesci a capirmi a renderti speciale!»
«Mamme!» - gridò Henry non appena le vide, interrompendo l’intimità del momento.
Non ci fu bisogno di chiedere se fosse tutto a posto, a Henry bastò osservare il modo in cui le due donne si guardavano e come guardavano lui per capirlo. Corse quindi loro incontro e le abbracciò. Rimasero stretti stretti per qualche istante.
«Hey, ragazzino! Mi sei mancato!»
«Anche tu, mamma!» - rivolse poi lo sguardo verso Regina - «Sapevo che ce l’avresti fatta! Grazie per averla aiutata! Come hai fatto?»
«Ti racconteremo tutto più tardi… Ci sono ancora un paio di questioni urgenti da risolvere!»
«Peccato! Avrei voluto stare un po’ con voi…»
«Anche noi, Henry! Ci dispiace!»
«Lo capisco! Il mestiere degli eroi non è facile…»
«Credi ancora io sia un’eroina?» - domandò stupita Emma.
«Certo! Era l’oscurità a guidarti… hai sacrificato te stessa pur di salvare Regina e questo ti fa onore! Sono fiero di te!»
Regina guardò il figlio con un misto di orgoglio e commozione.
Detto ciò il ragazzo si allontanò, lasciando sole le proprie mamme.
«Vedi? La Regina Cattiva ha fatto anche qualcosa di buono!»
«Forse l’unica…»
«E io ti ringrazio per questo! Non potevo sperare venisse su meglio di così…»
«Oh Emma, hai un’opinione troppo alta di me!»
«O magari sei tu a sottovalutarti troppo…»
«Dovresti andare da Merlino, ora. Il pirata ti aspetta…»
«Tu non vieni?»
«Credo sia meglio di no… Perdonami!»
«Capisco!» - la baciò per l’ennesima volta - «Tornerò da te, il prima possibile!»
Regina sorrise, ma dentro di sé bruciava di gelosia.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 
Emma salì i numerosi gradini per raggiungere la cima della torre di Merlino.
Più proseguiva e più i sensi di colpa la tormentavano. Aveva ucciso l’uomo con cui stava senza il minimo risentimento, tanto era grande l’oscurità dentro di lei.
Un brivido le percorse la schiena a quel ricordo e le si formò un groppo alla gola non appena vide il corpo esanime di Killian, adagiato sul lettino.   
«Mi dispiace!» - disse Merlino vedendola entrare.
«Per lui o per aver usato Regina?» - domandò con astio.
«Per entrambi… ma era la cosa giusta da fare.»
Emma avrebbe continuato volentieri quella discussione con l’anziano mago. Avrebbe voluto dirgli di come l’oscurità si sarebbe impadronita nuovamente di lei qualora Regina non si fosse risvegliata. O di che razza di uomo senza scrupoli fosse nel manipolare in tal modo la vita delle persone e quanto questo contrastasse con l’immagine di saggezza e nobiltà di cui era ammantata la sua figura. O, ancora meglio, avrebbe voluto tirargli un pugno dritto sul naso.
Trasse un profondo respiro per calmarsi. Era lì solo e soltanto per onorare la  memoria di Killian, non di certo per turbare il suo riposo con una lite.
«Come mai è ancora qui?» - domandò infine indicando il corpo del pirata.
«Speravo di poterlo aiutare, ma ho fallito!»
Il druido, in realtà, sapeva bene che per Hook esisteva ancora una possibilità. Affinché ciò si verificasse, era però necessario che Emma ne rimanesse all’oscuro.
«Già, è difficile aiutarlo nelle sue condizioni… Potresti lasciarmi sola con lui?»
Merlino si limitò ad annuire e abbandonare silenziosamente la stanza.
Emma si avvicinò quindi al pirata e gli prese la mano. Visti i diversi giorni trascorsi dalla sua morte, credeva di trovarla rigida e fredda, quindi si sorprese nel trovarla ancora tiepida e morbida.
Il cuore le si strinse dolorosamente nel petto.
«Mi dispiace così tanto, Killian! Non avrei neppure il diritto di stare qui, dopo quello che ti ho fatto!» - alcune lacrime rotolarono giù, bagnando il petto dell’uomo.
«Volevo dirti quanto io apprezzassi l’uomo che eri. Molti ti vedevano solo come un pirata ubriacone, preoccupato unicamente di salvarsi la pelle… ma io ho sempre visto molto altro e il fatto che tu ti sia sacrificato per salvare i miei genitori rappresenta solo un’ulteriore conferma!» - la voce era rotta dal pianto - «Su una cosa però avevi torto… Non potrò mai perdonarmi per averti fatto questo!»
Inaspettatamente, la mano di Hook strinse quella di Emma.
 
*          *          *
 
Regina stava impazzendo all’idea di Emma in compagnia del pirata.
Scissa tra due emozioni contrastanti, camminava avanti e indietro per la sua stanza.
Da una parte il suo lato oscuro sperava intensamente che Hook non si risvegliasse mai più e che marcisse all’inferno. In questo modo le sue manacce sarebbero state per sempre lontano dalla sua Emma.
Dall’altra il suo lato buono auspicava invece che la Salvatrice riuscisse a riportarlo in vita. Nessuno in fondo si meritava una fine così penosa, neppure l’irritante pirata.
«Dannazione!» - esclamò logorata da questa ambivalenza interiore.
Regina era consapevole del fatto che non era il pirata il reale problema, ma la sua profonda gelosia nei confronti di Emma. Certo Hook non le stava particolarmente simpatico, ma gli sarebbe rimasto indifferente se fosse rimasto alla larga dalla Salvatrice. Invece l’uomo, fin dai primi tempi, aveva iniziato a gironzolarle intorno, irritando profondamente la mora. E solo ora ne comprendeva il reale motivo.
Emma però le aveva donato metà del suo cuore. Le sarebbe dovuto bastare questo per tranquillizzarsi, per mettere a tacere tutti i dubbi che la affollavano la mente, ma non era così.
Probabilmente l’abitudine di vedere andare in frantumi la propria felicità le impediva di sentirsi realmente serena. Ora che il suo amore era ricambiato, temeva unicamente di vederselo strappare via.
Regina sospirò.
Solo una persona poteva farla sentire meglio in quel momento: suo figlio.
Salì quindi le scale e percorse il lungo corridoio che portava alla sua stanza. Bussò.
«Avanti!»
La donna entrò e sul volto del ragazzo si dipinse un sorriso raggiante. Corse incontro alla madre e l’abbracciò forte.
Il cuore di Regina si riempì di gioia, facendole dimenticare i suoi tormenti.
«Non pensavo di rivederti così presto, mamma!»
«Non potevo resistere altro tempo senza di te!» - gli disse depositandogli un bacio tra i capelli.
«Mamma Emma?»
Lo sguardo di Regina si incupì leggermente a questa domanda.
«È andata dal pirata… c’è una possibilità di riportarlo in vita, ma Emma non lo sa».
«E tu sei preoccupata perché temi possa portartela via di nuovo?»
«Già!» - confessò timidamente, sentendosi come un’adolescente alla prima cotta.
«Beh, penso sia normale viste tutte le delusioni che hai dovuto affrontare… ma credo che tra voi due ci sia un legame talmente forte da non poter essere spezzato. Lo sai come è la mamma… ha bisogno di tempo per credere nelle cose e lasciarsi andare ai sentimenti.»
Regina guardò stupita suo figlio, rendendosi conto di quanto stesse maturando giorno dopo giorno. Non era più un bambino da guidare passo per passo, ma un ometto in grado di sostenerla.
«Grazie, Henry!»
Il ragazzo le sorrise, ma la sua profonda curiosità necessitava di essere saziata.
«Ora mi puoi spiegare come sono andate le cose? Come hai fatto a salvare la mamma?»
 
*          *          *
 
Emma alzò lo sguardo confusa e incrociò gli occhi spalancati di Hook.
«Non piangere, tesoro! Sto bene!»
L’uomo si mise a sedere, le asciugò le lacrime e la baciò dolcemente.
«Ma come è possibile?»
«Ah, non ne ho idea! Sei tu la Salvatrice…»
«L’importante è che tu stia bene!» - sorrise - «Perché stai bene, vero?»
«Come nuovo!»
«Grazie per avermi impedito di uccidere i miei genitori!»
«Per te questo e altro, tesoro! Grazie a te per le belle parole!»
«Mi hai sentito?»
«Già!» - sorrise - «Sono contento che tu sia tornata!»
«Merito di Regina…»
«Ci è riuscita davvero? Chi l’avrebbe mai detto! Accidenti, questo vuol dire che dovrò ringraziarla per avermi riportato la donna che amo!»
Hook strinse Emma tra le braccia e provò a baciarla nuovamente, ma la donna si irrigidì.
«Qualcosa non va?»
«Dobbiamo parlarne proprio ora?»
«Direi di sì, visto quanto sei turbata…»
Emma trasse un lungo sospiro.
Avrebbe preferito dirgli di Regina solo successivamente per non rovinare il momento. Non voleva ferirlo.
«Coraggio, Emma! Puoi dirmi qualsiasi cosa!»
«Le cose tra noi non saranno più come prima, Killian!»
«Che vuoi dire?» - domandò confuso.
«Non so come dirtelo in maniera delicata ma…» - fece una piccola pausa - «Il punto è che ti voglio davvero molto bene, credimi! Ma non è te che amo!»
Il cuore di Hook andò silenziosamente e dolorosamente in frantumi. Quindi la visione che aveva avuto nella torre di Merlino era vera: Emma non era destinata a stare con lui!
«Ma fino a pochi giorni fa eri convinta del contrario…»
«Lo so, ma sono successe alcune cose…»
Un lampo attraversò quindi la mente del pirata: solo una persona poteva averla allontanata da lui, la stessa che l’aveva salvata.
«Sei innamorata di… Regina?»
Emma abbassò lo sguardo, colpevole.
«Oh mio, Dio! Cosa ti ha fatto quella donna?»
«Non dirlo come se mi avesse fatto il lavaggio del cervello!»
«È quello che sembra! Come è possibile che ti sia innamorata di lei da un giorno all’altro?»
«Credo lo fossi già da tempo. Nei panni della Signora Oscura ho compiuto diverse azioni distanti dalla mia personalità, ma per quanto riguarda Regina… quello era reale! Il fatto di perdere i miei freni inibitori, ha portato anche a galla ciò che non volevo ammettere… In quel momento si trattava solo di attrazione fisica, ma quando sono tornata in me ho capito che c’era di più. Mi dispiace, Killian!»
«Ne sei proprio sicura, Emma? Mi sembra tutto così affrettato!»
«Sono sicura! Conosco Regina da anni e non ho mai saputo dare una definizione al nostro rapporto, ma ora sì… È come quando impazzisci nel cercare qualcosa e poi ti accorgi di averla avuta sempre sotto al naso!»
Uncino, notando la determinazione negli occhi di Emma, capì di non avere speranze.
Aveva tanti difetti, ma di certo sapeva ammettere una sconfitta e battere in ritirata. L’ultima cosa che desiderava era vedere Emma tra le braccia di Regina. Non l’avrebbe sopportato.
Decise quindi di tornare a solcare i sette mari a bordo della Jolly Roger con la speranza di poter, un giorno, rammendare il proprio cuore.

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N.d.A: Capitolo filler, ma indispensabile al fine di non lasciare nulla in sospeso nel finale. In ogni caso non preoccupatevi: nel prossimo capitolo dedicherò ampio spazio ad Emma e Regina! ;)

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