La perfezione del caos

di bijouxer92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UNA MATTINA COME LE ALTRE ***
Capitolo 2: *** IL MALE E LA PAURA SONO GEMELLI SIAMESI ***
Capitolo 3: *** IL RISCHIO DELLA CONOSCENZA ***
Capitolo 4: *** LA MANTIDE ***



Capitolo 1
*** UNA MATTINA COME LE ALTRE ***


capitolo 1 una mattina come le altre

1.UNA MATTINA COME LE ALTRE

 

‘’Il destino mischia le carte

e noi giochiamo’’

(Arthur Schopenhauer)

 

“Rossana?”.

La sua amica la stava strattonando, ma come al solito Rossana era sonnecchiante sul banco e non accennava a svegliarsi. Ultimamente si sentiva strana e sempre molto debole.

“Ok sono sveglia “disse la rossa.

“Non puoi continuare così, devi dormire! Stasera verrai da me per un pigiama party e poi tutte a letto. Che te ne pare?” Arianna saltellava felice e si stringeva le mani compiaciuta.

 “Penso che preferirei trovarmi in un’esplosione nucleare “

 “Perché sei sempre così acida? Sorridi che la vita ti sorride. Segui me: stiracchia la bocca e mostra i denti. Hahahah smettila di ringhiare!"

 "A te sorride, a me ringhia e io rispondo. Comunque l’ottimismo mattutino è la cosa che odio di più ... anzi qualcosa di peggio ci sarebbe ... ‘’

“Cioè?”

“Esserti amica!! Non ti hanno insegnato che la depressione fa bene? Le più grandi opere non sono nate dalla felicità ma dalla disperazione. Stai bloccando un possibile premio Nobel, vergognati!"

"Mi assumerò questa responsabilità ... allora pasta o pizza?

 “Patatine non va bene? Iniziano con p anche quelle sai? Vengo ... ma solo per te … ti vedo triste in questo periodo”. Rossana sogghignò, e saluto.

Rossana non era decisamente una persona semplice.

 

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Capitolo 2
*** IL MALE E LA PAURA SONO GEMELLI SIAMESI ***


il male e la paura sono gemelli siamesi cap 2

2. IL MALE E LA PAURA SONO GEMELLI SIAMESI *

 

‘’Is this the real life?
 Is this just fantasy?
 Caught in a landslide
 No escape from reality’’

(Canzone Bohemian Rhapsody, Queen)

 

Rossana non poteva credere a quello che aveva appena sognato.

Era orripilata nel rilevare perfino a se stessa il contenuto di quell'abominio.

No, non era il sogno in sé a turbarla, ma la sensazione che ne era derivata. Soddisfazione. Trionfo. Un minuto prima aveva visto nella sua mente le sue mani avvolgersi con violenza e prepotenza attorno al collo di una ragazza indifesa. Le sembrava quasi conoscerla, eppure non si ricordava di averla mai vista. Non riusciva a levarsi dalla mente la fuga inutile e disperata della poveretta. Il terrore del suo sguardo e il barlume di vita spegnersi subito dopo.

Rossana si ricompose, fece profondi respiri e cercò delle spiegazioni razionali. le vennero in mente le parole della vecchietta della porta accanto che le raccomandava si stare attenta agli sconosciuti e che motivava il dilagare moderno di violenza immotivata con la proliferazione di film cruenti. Rossana penso tra sé e sé :“Ah!! A che punto sono arrivata per ascoltare i consigli di quella rincoglionita di Pina? Vabbè almeno lei non ha desideri omicidi (spero)”. Nemmeno il pensare alle massime di una figura così materna e rassicurante come quella della vicina l’aveva distolta dal punto nodale. Come aveva potuto la sua mente partorire simili immagini, soprattutto con dettagli cosi nitidi? Ricordava la sensazione del contatto tra le sue mani e il collo della ragazza, le sembrava addirittura di sentire le ossa della poveretta scricchiolare. E poi ripensava alla visione del tavolo in legno massello, della libreria stracolma. Le sembrava quasi di poter ancora percepire l’odore di paura, quell’odore acre emesso per via di un istinto primordiale ed inestinguibile, dovuto alla consapevolezza di essere senza via di scampo . Poi …una melodia ..sì, una melodia dolce e delicata. Da non si sa quali reconditi spazi della sua memoria le sembrava di averla già sentita, familiare e rassicurante. Questo suono rimbalzava nella sua mente e la trafiggeva come una moltitudine di coltelli.

La sveglia segnava le 5, Rossana decise di riprovare a dormire. Con il cuore colmo di inquietudine e la mente in tumulto si riaddormentò ma non prima di porsi la fatidica domanda : ‘’ Cosa rimane quando si ha paura perfino di se stessi?’’.

Una lacrima scese velocemente sulla sua guancia…

 

 

*Il titolo è una citazione di ZYGMUNT BAUMAN

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Capitolo 3
*** IL RISCHIO DELLA CONOSCENZA ***


IL RISCHIO DELLA CONOSCENZA

“La persona più pericolosa è quella che ha paura della propria ombra”.
(Philip K. Dick)
La giornata pareva infinita, ore interminabili di tortura quotidiana. La cosa terribile è che aveva 3 ore consecutive di filosofia con la professoressa Gregoracci. Qualsiasi tentativo di sottrarsi alle sue spiegazioni o domande era inutile . Era una sorta di mostro mitologico, un giano bifronte con occhi anche dietro la testa. L’aula con lei diventava un Panopticon, una sorta di prigione in cui il carceriere poteva vedere tutti i comportamenti. Vabbè tortura non proprio, le parole dei professori rimandavano la  mente di Rossana a  problemi metafisici, allontanandola dalle preoccupazioni quotidiane.
Tornata a casa fu subito intercettata dalla madre che aveva notato da tempo che qualcosa non andava. Rossana approfittò  dell’occasione per dare voce ai propri dubbi . Titubante si rivolse alla madre “ Non dormo molto bene in questo periodo e i miei pensieri si focalizzano su immagini strane e mi ronza in testa continuamente un suono ,  una melodia …forse di un carillon’’ . A Rossana non sfuggì il nervosismo della madre, che deglutì e con le mani conserte cercò di tranquillizzarla “ Beh, sarà un po' di stress per l’approssimarsi della maturità , non preoccuparti posso comprarti qualcosa per dormire’’
“Stress per la maturità a settembre ??’’ “Insomma, che vuoi che ti dica? Sei sempre attaccata a quel maledetto mp3, sarà una di quelle stupide canzoni che ascolti…. comunque io non so cosa ti passi per la mente onestamente, non ho presente nessun carillon, ora devo scappare”.
La madre si fiondò letteralmente alla porta lasciando Rossana sconcertata e con più domande di prima “Cosa è appena successo ?? Da quello che noto potrei avere ereditato da lei la mia pazzia, si spiegherebbe tutto…’’

Dopo aver visto programmi insulsi alla tv e aver ascoltato qualche canzone con il suo “maledetto mp3’’, come suoleva definirlo la madre, la ragazza decise di fare una passeggiata. Era sempre stata pigra e non aveva mai creduto al detto “mens sana in corpore sano’’ ma dato che la mente ormai era irrecuperabile poteva almeno far qualcosa per i rotoli di ciccia  che spuntavano imperterriti dalla felpa. “Il nero smagrisce, non mettere vestiti troppo larghi dicevano’’. Il risultato era che al posto di sembrare un salame sgargiante, era vestita come un salame scaduto.
Era ormai il tramonto o meglio quella che per Rossana era l’ora di cena , considerato che le sue giornate erano scandite dai vari pasti della giornata e dai gossip che le raccontavano le amiche. Nonostante fosse affascinata dai colori caldi del cielo e dal senso di pace settembrino decise di tornare a casa.

Una volta a casa notò uno spiraglio di luce uscire dalla stanza della madre. Stava per bussare ma si fermò, sentendola piangere. Riuscì a vedere che era raggomitolata su se stessa. In realtà era in una posizione quasi fetale, tutta arrovellata come se fosse un bozzolo. Gli occhi avevano un’espressione che a tratti era di incoscienza a tratti spiritata. Teneva accanto al grembo un oggetto rettangolare, arpionandolo, come se fosse un tesoro.

Rossana Si sporse per vedere meglio e per un attimo le si mozzò il respirò. Si trattava di  un carillon. La tentazione di entrare e chiarire era forte ma non aveva il coraggio   affrontarla in questa situazione inoltre fu bloccata da ciò che vide successivamente. La donna si alzò di getto, si mise ai piedi del letto con le mani giunte come se si apprestasse a pregare, emise un suono quasi impercettibile che Rossana percepì lo stesso “ Perdonami” .
 

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Capitolo 4
*** LA MANTIDE ***


4. LA MANTIDE
“I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie”.
Michel De Montaigne
‘’Mantide religiosa deriva dal greco mantis cioè profeta. Questa denominazione è dovuta alla postura delle zampe anteriori che ricordano un atteggiamento di preghiera. La sua caratteristica peculiare è quella di  divorare il maschio dopo l’accoppiamento’’.
Queste parole della lezione di biologia, all’apparenza innocenti , fecero riaffiorare nella mente di Rossana un ricordo lontano.
La ragazza si ricordò di un episodio di quando era molto piccola, che prima le sarebbe parso insignificante ma che ora acquisiva un significato nuovo.
Ecco nella sua mente l’immagine di lei bambina, con il volto cosparso di lentiggini e la capigliatura riccia e indomabile. Assomigliava ad una piccola Merida, l’eroina del cartone animato ‘’Brave’’. Stava giocando ed era tutta imbrattata di polvere. D’un tratto un insetto di un verde elettrico e con delle macchioline scure ai lati delle zampe si posò sui giocattoli della bimba. Questo piccolo avvenimento non avrebbe avuto nulla eccezionale per un adulto. Ma per lei che stava attraversando l’età in cui anche un battito di ali poteva illuminare il suo sguardo, quello era un evento eccezionale. Rossana, infatti, batté le mani tutta emozionata saltellando su se stessa. E’ magico notare lo stupore dei bambini nell’osservare una bellezza che da adulti non riconosceranno più.
Questo almeno sarebbe stato il pensiero di chiunque avesse assistito alla scena, ma Rossana era già una bambina anticonvenzionale. Corse e in casa e ne uscì tutta soddisfatta con una scatolina. Estrasse con calma un fiammifero e diede fuoco alla povera bestiola, osservandola compiaciuta mentre si dimenava.
Sasha, la madre di Rossana, vide per caso la scena e accorse subito . Era tardi per salvare l’animaletto, ma sperava non fosse tardi per salvare sua figlia dalla sua follia. Spaventata, ma anche incuriosita dal comportamento chiese alla bambina il motivo del gesto.
Rossana rispose fiera: “Perché è cattiva , se la lasciavo vivere mangiava il fidanzato’’.
Basita per la risposta imprevista e per le conoscenze della figlia, Sasha non poté che constatare che effettivamente l’insetto era una mantide religiosa.
Il suono della campanella la distolse dai suoi pensieri. Rossana, risvegliatasi dal suo stato di pseudo trance, si affrettò a tornare a casa.
Durante il tragitto realizzò che le probabilità che il sogno omicida di poche notti prime fosse reale aumentavano esponenzialmente. Era convinta che il ricordo mettesse in luce un suo aspetto sadico che era rimasto assopito per anni .
Giunta finalmente a destinazione, imboccò la porta e si diresse in camera. Osservò le pareti color pastello, i soprammobili infantili e le stampe di paesaggi fiabeschi. Quella era la stanza di una persona innocente e anche un po' sognatrice, insomma di un tipo di persona nel quale non si riconosceva più.
Si buttò pesantemente sul letto, vinta dalle mille domande che si susseguivano a raffica nella sua mente : ‘’ E se avessi una doppia personalità? Vuoti di memoria? Oddio non ci posso credere…’’
L’ironia era che nei confronti delle creature soprannaturali o mitologiche aveva sempre provato un misto di orrore e attrazione, ed ora il mostro era lei. L’aspetto tragico- comico era che ora si riconosceva in quelle creature.
Nessuno l’avrebbe potuta salvare da se stessa .

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