Don't let her go~Wanda e Steve

di VALE__97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sei un Avenger ***
Capitolo 2: *** Benvenuta ***
Capitolo 3: *** Collaborazione ***
Capitolo 4: *** Josh ***
Capitolo 5: *** Verità ***
Capitolo 6: *** Il soldato d'inverno ***
Capitolo 7: *** Blackout ***
Capitolo 8: *** Blackout parte2 ***
Capitolo 9: *** Compleanno ***
Capitolo 10: *** Regalo ***
Capitolo 11: *** Chiamata ***
Capitolo 12: *** Scarlet Witch ***
Capitolo 13: *** Noia ***
Capitolo 14: *** Partenza ***
Capitolo 15: *** La compagna giusta ***
Capitolo 16: *** Fragili ***
Capitolo 17: *** Emergenza ***
Capitolo 18: *** Game over ***
Capitolo 19: *** Casa ***
Capitolo 20: *** Dimenticare ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Sei un Avenger ***


CAPITOLO 1 (Wanda Maximoff e Steve Rogers)

Sei un Avenger


È davvero finito tutto? Si chiedeva Wanda disperata mentre guardava con le lacrime agli occhi quel nome inciso sulla fredda roccia chiara. Pietro Maximoff, il suo gemello, tutto ciò che rimaneva della sua famiglia. Una lacrima le percorreva il viso, non si era mai sentita così sola. Fece un passo in avanti e appoggiò la mano sulla lapide. Era fredda, gelida e un brivido le percorse la schiena. Inspiró rumorosamente mentre pensava devo lasciarti andare.
All’improvviso Wanda senti le foglie sul prato muoversi dietro di sé e si girò di scatto. 《Hey》disse Steve, avvicinandosi alla ragazza. 《Capitano? Che ci fa qui?》 Disse Wanda incredula alla presenza di Steve in quel luogo.
《Avevo bisogno di parlarti.》 Disse Steve. Per qualche secondo Steve guardó la lapide e si sentí uno stupido per non aver pensato a come si sentisse la ragazza. 《Mi dispiace per tuo fratello Wanda, è stato un vero eroe, ha salvato molte vite.》 La ragazza accennò un sorriso pieno di tristezza e guardò gli occhi comprensivi del capitano.
《È stato come sentirsi strapparsi il cuore dal petto..》le scese una lacrima 《non ho mai provato così tanto dolore..》 Steve fece un passo verso la ragazza è le mise le mani sul viso, asciugandole le lacrime con i pollici. La vide arrossire ma pensó fosse per le lacrime.
Steve fece un passo indietro e mise le mani nelle tasche del suo giubbotto di pelle stile anni ’40. 《Sai…una volta avevo un amico che conoscevo sin dalla nascita e non sono riuscito a salvarlo. Era come un fratello per me. Quando non avevo niente avevo lui.》
La ragazza lo guardó nel profondo degli occhi, nessuno poteva capirlo meglio di lei in quel momento e si accorse che avevano già qualcosa in comune. Poi all’improvviso spostò lo sguardo e disse 《Mi sento così sola. Era la mia unica famiglia…》
《Tu non sei sola Wanda.》Steve fece di nuovo un passo avanti attirando l’attenzione della ragazza. 《Ora sei un Avenger, saremo noi la tua famiglia. Avrai una casa, una camera tutta tua e…》 fu interrotto dalla sua risata sarcastica.《Volete trasformarmi in un’eroina e farmi indossare un costumino ridicolo per combattere al vostro fianco…》Lo guardó sapendo già che non avrebbe risposto 《L”ho già fatto una volta Steve e sappiamo entrambi come è finita》 disse guardando la lapide del fratello un’ultima volta prima di allontanarsi.
Steve la segui con passo veloce 《Wanda, non ti obbliga nessuno, tu sei libera di scegliere ma sappi che se verrai con me avrai dei compagni e avrai un amico.》 Disse il capitano indicando sé stesso. Wanda si fermò di colpo e si girò a guardarlo. Steve le cinse le spalle con le mani e si avvicinò a lei. 《Puoi fidarti di me e combattere per la pace. Hai dei poteri straordinari e sarebbe un peccato sorecarli.》
《Sono solo un esperimento di laboratorio!》disse Wanda abbassando lo sguardo. 《Sai, hanno detto la stessa cosa di me tempo fa》Wanda sorrise.《Ma sappiamo che non è così. 》continuó Steve. Wanda annuì e Il capitano capí che aveva accettato la sua proposta di andare con lui alla base dei Vendicatori. Le mise il braccio sulle spalle e insieme raggiunsero la Harley Davidson stile retró di Steve.
《Non è ora di modernizzarsi un po?...capitano》 disse Wanda vedendo la moto parcheggiata. Steve rise anche se si sentí un po offeso.《Sali ragazzina!》le disse dandole un casco. La ragazza lo guardó imbronciata ma non replicò e salì dietro a Steve, mise le braccia attorno alla vita del capitano quasi abbracciandolo. 《Tieniti forte!》esclamò Steve prima di partire in una nuvola di fumo. La ragazza strinse forte Steve e si lasciò portare alla base degli Avengers.

FINE CAPITOLO 1

Spazio autrice

Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfiction e perciò accetto commenti positivi ma anche negativi. Questa storia è una storia a capitoli che come avrete già notato non sono molto lunghi e perciò sono veloci da leggere. Spero tanto che andando avanti leggendo i successivi capitoli la storia vi piaccia e continuiate a leggerla. Grazie davvero.

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Capitolo 2
*** Benvenuta ***


CAPITOLO 2

Benvenuta


La moto arrivò nella via sterrata che portava alla base alzando un gran polverone. Steve fermò la moto e Wanda scese barcollando e per poco non cadeva. 《Tutto bene ragazzina?》le chiese. Wanda lo guardò imbronciata e annuì senza dire nulla.
Il capitano scese dalla moto e Wanda guardò l’edificio bianco che sarebbe stata la sua casa. L’edificio era formato da due edifici distinti collegati tra loro tramite un corridoio. C’erano molte finestre e le stanze dovevano essere perciò molto luminose. 《Sarà anche vecchia ma è una bella moto!》esclamò Steve guardando con aria fiera la Harley Davidson a fianco a lui. 《Non ho dubbi!》Rispose Wanda. Il capitano la guardò sorridendo senza capire che in realtà alla ragazza non interessava affatto della sua moto.
All’improvviso la porta a specchio davanti a loro si aprí e dietro ad essa comparve L’agente Natasha Romanoff. 《Finalmente ci rivediamo Rogers.》disse lei. 《Pensavo di doverti venire a cercare! Ti ricordo che abbiamo un compito da svolgere!》Steve sorrise, si sentí meno capitano del solito. 《Lo so benissimo Nat》.
Natasha si avvicinò a Wanda stringendole la mano. 《Benvenuta agente Maximoff.》disse Romanoff alla ragazza facendola arrossire. Non si aspettava di essere chiamata agente. 《Mi dispiace molto per tuo fratello, è stato un eroe…》disse, cambiando tono di voce, che si fece molto più cupo. Wanda accennò un sorriso e per qualche secondo ci fu un silenzio imbarazzante. 《Bene Nat, la lascio a te》 disse Rogers 《falle fare un giro!》《Agli ordini! Mio capitano.》rispose lei sorridendo e Steve contraccambiò il sorriso allontanandosi.
Natasha entrò nell’edificio seguita da Wanda. Dopo aver attraversato il garage giunsero all’ascensore. Natasha inserì una password e salirono fino alla stanza del comando dello S.H.I.E.L.D. La stanza ospitava decine e decine di scrivanie e computer, uno per ogni agente, e nelle pareti erano presenti moltissimi schermi. Solo una parete era coperta dalle finestre. Proprio a una delle finestre c’era un uomo con una lunga giacca nera, che guardava fuori con le braccia incrociate. 《Vedo che la nuova Avenger è arrivata》disse l’uomo girandosi. Era Nick Fury, il capo dello S.H.I.E.L.D. Wanda non sapeva che dire. 《devo essere grato a Steve per averti convinta a venire qua.》 Le strinse la mano. 《sarai un aiuto importante signorina Maximoff.》 Wanda sorrise senza sapere cosa dire. All’improvviso furono interrotti da una donna con capelli scuri legati in una coda. Indossava una divisa sulla quale era puntato un cartellino con scritto ‘Maria Hill’. 《La aspettano al telefono capo.》 Disse la donna. Fury si scusò e si recò nella stanza a fianco. L’agente Hill si presentò a Wanda e di fretta tornò a lavoro.
Dopo aver visto la sala operativa Natasha condusse Wanda nell’edificio accanto dove c’erano gli alloggi degli Avengers e di altri agenti dello S.H.I.E.L.D. La sala comune dei Vendicatori era molto bella, ospitava un lungo tavolo di vetro circondato da decine di sedie, c’era una tv molto grande attaccata al muro e su una scrivania c’era un computer. La sala era collegata, tramite un corridoio, alla cucina e alle camere da letto. 《Camera tua è quella con la porta grigia.》 Disse Natasha.
Wanda si precipitò a vedere la sua stanza, non ne aveva mai avuta una tutta per sé. La sua camera era bellissima: le pareti erano grigio-chiaro e aveva un letto a due piazze con le coperte viola. C’era un piccolo televisore appoggiato su un mobiletto nero e accanto c’erano due piccole finestre dalle quali entrava molta luce. Natasha sorrise vedendola felice e si appoggiò al bordo della porta. 《Apri l’armadio》le disse. Wanda obbedì immediatamente e apri le ante dell’armadio bianco. C’erano tantissimi vestiti e sembravano proprio della sua misura. 《Grazie Natasha, sono bellissimi!》la ringraziò la ragazza. 《Non devi ringraziare me, è stata opera di Steve.》Wanda chiuse l’armadio e sorrise senza accorgersene. Le piaceva che qualcuno le dedicate attenzioni.
《Ciao Wanda!》disse una voce alle sue spalle. Si girò di colpo e vide Visione, era passato attraverso la parete con i suoi poteri. 《Dovrai abituarti al fatto che non bussa mai…》disse Natasha. Visione la guardò senza capire cosa intendesse, poi la donna salutò dicendo che aveva una missione in sospeso, e li lasciò da soli.
Wanda si stese sul letto e chiuse gli occhi sospirando. Visione era in piedi accanto a lei e la guardava, aveva i capelli scuri sparsi per il letto. 《Devi rimanere a farmi da guardia?》disse Wanda guardando Visione. 《Certo che no…scusami》si allontanò lentamente e disse 《Mi dispiace per tuo fratello, è stato coraggioso》prima di sparire attraverso la parete.
A Wanda le tornò in mente la morte del fratello, chiuse gli occhi e lo vide cadere a terra ferito dagli spari. Sarebbe così bello se tu fossi qui fratello mio… pensò prima di addormentarsi in un sonno profondo.

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Capitolo 3
*** Collaborazione ***


CAPITOLO 3

Collaborazione


Wanda si svegliò di soprassalto sentendo bussare alla porta. Si alzò di scatto. Non si era nemmeno resa conto di essersi addormentata per tutto quel tempo. Si infilò gli stivaletti e andò ad aprire la porta della sua camera. Era Steve, e lei aveva il trucco sbavato capelli in disordine e i vestiti stropicciati. 《Buongiorno. Hai dormito bene?》 Steve sorrideva, i suoi occhi azzurri erano luminosi e Wanda si vergognò tantissimo ad essersi presentata così. 《Benissimo!》esclamò lei. 《Ora però, se il capitano permette, dovrei cambiarmi.》 Wanda chiuse di scatto la porta e sentì il capitano ridere 《muoviti che sennò la colazione si raffredda!》
Mentre la ragazza si preparava Rogers dispose due piatti sulla tavola della cucina e mise accanto altri piatti contenenti pancakes, toast, e uova strapazzate. Si sentí fiero di sé, voleva che Wanda si sentisse come a casa.
Wanda entrò in cucina attirata dal profumo dolce dei pancakes. 《Hai preparato tutto tu?》chiese lei. Steve annuì, sorrise e la invitò a sedersi. Wanda guardò il cibo davanti a lei, sembrava tutto molto buono. Prese un po di uova strapazzate e un pancake e mangiò silenziosamente. Steve le diete un bicchiere di spremuta di arancia facendola sentire sempre più imbarazzata. 《Dov’è Visione?》chiese lei. 《Lui non mangia mai.》rispose Steve dopo aver inghiottito l’ultimo boccone. 《No sa cosa si perde》commentò Wanda. Il capitano sorrise e si sentí fiero di aver ricevuto un complimento da lei.
Finirono la colazione e Steve la informò che sarebbero andati ad allenarsi quella mattina. 《Non hai bisogno di allenamenti lo sai vero?》disse Wanda. 《Questi allenamenti servono per imparare a lavorare collaborando tra noi.》 Rispose lui. Wanda annuì e lo seguí giù dall’ascensore e poi fuori dall’edificio.
Insieme raggiunsero il retro della costruzione, dove c’era un cortile molto spazioso. 《Vi allenate senza di me?》chiese Sam Wilson avvicinandosi. 《Hey Sam!》esclamò Steve dandogli il cinque. 《Non ci stiamo allenando, stiamo collaborando.》 Disse Wanda guardando prima Sam e poi Rogers. Wilson non colse la sua ironia e non disse nulla, Steve invece si mise a ridere. Sam indossò la sua armatura diventando così Falcon e anche Steve mise la sua divisa.
《Riesci a sollevare un uomo?》chiese Rogers a Wanda. 《Certo!》esclamò lei 《vuoi vedere?》Steve annuì e prese la rincorsa mente Wanda lo sollevò da terra. Rogers volò fin sopra all’edificio e atterrò sul tetto con una capriola. Sam volò da lui con la sua armatura alata e portò giù Steve. 《Sei pesante! La prossima volta vedi di non fare colazione!》rise Sam.
Durante il corso della mattinata il capitano fece fare un allenamento a catena a Sam e a Wanda. La ragazza doveva sollevare con i suoi poteri dei pesanti barili di metallo e Falcon in volo doveva colpirli. Dopo una mezz’ora Wanda era già stanca. 《Capitano! Possiamo riposare un po?》chiese lei. 《Non ancora, sei già stanca?》 Le chiese. Wanda annuì sospirando. 《Ok basta!》ordinò il capitano a Falcon. 《Ora colpisci lei!》
Wanda lo guardò con gli occhi spalancati mentre Sam iniziava a sparare su di lei. Con i suoi poteri creò un campo di energia che le permise di fermare i proiettili. Le servì un enorme sforzo e il suo respiro divenne sempre più affannoso. Dietro di lei comparve un piccolo apparecchio volante e Wanda si distrasse lasciando passare una pallottola che le ferì la spalla. Steve fece cenno a Sam di fermarsi e corsero in contro alla ragazza che si era inginocchiata a terra con una mano sulla ferita. 《È tutta colpa mia, non dovevo fare arrivare Redwing 》si scusò Falcon. 《Hai dato un nome a quel coso?》chiese Wanda arrabbiata. La ferita era piuttosto profonda e le faceva malissimo.
Steve la aiutò a sollevarsi. 《Ti porto in infermeria!》Sam rimase immobile e rimase a guardare il capitano e la ragazza allontanarsi fino a sparire.

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Capitolo 4
*** Josh ***


CAPITOLO 4

Josh

Steve spalancò la porta di vetro dell’infermeria e fece entrare Wanda. Tutti si girarono a guardare. Un giovane medico gli corse incontro e aiutò la ragazza a sedersi sul letto. 《Grazie capitano, puoi aspettare fuori.》 Disse il giovane medico a Rogers. Steve lasciò spazio al ragazzo e si allontanò lentamente dando un ultimo sguardo a Wanda.
Le girava leggermente la testa dal dolore. Il medico si avvicinò e cautamente le prese il braccio《Io sono Josh, uno dei medici dello S.H.I.E.L.D》disse sorridendo per tranquillizzarla. Wanda si limitò a sorridere e si lasciò le togliere la giacca color verde militare. Il medico le guardò attentamente la ferita. 《Sarà necessario qualche punto. 》Wanda guardò Josh prendere delle garze e il disinfettante. Era molto professionale e fece in fretta. Dopo aver pulito e disinfettato la ferita prese ago e filo: metodo vecchio ma efficace. Wanda si girò per non guardare ma con sua grande sorpresa non sentì nessun dolore. Prima di fasciare la ferita con le garze Josh le spalmò una crema che avrebbe evitato la formazione di una cicatrice.
《Grazie dottore.》disse timidamente la ragazza. 《Chiamami Josh.》rispose lui. Solo ora Wanda notò i suoi bellissimi occhi verdi. Aveva i capelli biondi corti e indossava un camice bianco. 《Come è successo?》le chiese il medico. 《Mi sono distratta…》Il ragazzo la guardava negli occhi e lei contraccambiò lo sguardo. Non le fece altre domande.《Torna se dovessi aver bisogno.》disse lui avvicinandosi al viso di Wanda. Lei lo ringraziò di nuovo e si alzò di scatto barcollando. Josh le prese le mani per non farla cadere, Wanda sentì una leggera scossa appena sfiorò le mani del ragazzo ma passò all'istante, come se lo avesse soltanto immaginato. Aveva perso molto sangue e prima che Wanda andasse via il medico le consigliò un pasto abbondante e un po di riposo.
Wanda era rimasta particolarmente colpita da quel ragazzo e camminava con la testa sulle nuvole tanto che, quando svoltò a destra, andò a sbattere contro Steve finendo in un suo abbraccio. 《S-scusami.》balbettò Wanda imbarazzata. 《Allora? Come stai?》le chiese subito. 《Sto bene》rispose lei allontanandosi lentamente 《...sono solo un po stanca!》. 《Dovresti mangiare qualcosa!》 《Non ho fame!》disse lei in modo secco. 《No, tu devi mangiare!》la richiesta era diventata un obbligo. Steve prese Wanda per mano e la trascinò con lui. La portò fino alla sala comune e poi fino alle cucine. Wanda avrebbe potuto liberarsi dalla sua presa ma infondo non voleva. Steve la lasciò solo quando arrivarono vicino al tavolo della cucina e le mostrò un sacchetto di carta appoggiato su un piatto. 《Cos’è?》Gli domandó la ragazza guardandolo perplessa. Prima che il capitano potesse rispondere Wanda prese il sacchetto e lo aprì leggermente per vedere cosa ci fosse dentro. 《Un hamburger? Sul serio?》la ragazza rise in modo nervoso e riappoggiò il sacchetto sul tavolo facendolo cadere con un tonfo. Steve fece un passo verso di lei. 《Che c’è? Non ti piace? Pensavo che piacesse alle ragazzine.》
Wanda si arrabbiò e si avvicinò in modo minaccioso al viso di Steve. 《Non chiamarmi mai più ragazzina! Ricordati che posso farti molto male.》detto così andò in camera sua. Rogers sospirò complimenti capitano… disse tra sé e se. Wanda chiuse violentemente la porta e indossò una camicetta bianca. La sua maglia era sicuramente da buttare visto lo strappo sulla spalla.
《Wanda?》Steve stava bussando alla porta. 《Io la lascerei stare.》Rogers riconobbe la voce: era Visone, che aveva l’incredibile dote di comparire sempre al momento sbagliato. 《So benissimo cosa devo o non devo fare. Fatti un giro!》Gli rispose Steve. Prima di scomparire Visone gli diede un consiglio strano quasi come parlasse la coscienza dello stesso capitano: gli disse di non farla stare male perché aveva già sofferto troppo.
Steve rimase in silenzio e quando se ne stava per andare Wanda aprì la porta e lo guardò arrossendo chiedendogli di entrare. Steve pensò che una cosa non era cambiata dagli anni ’40: le donne rimanevo sempre complicate e imprevedibili come al solito. Steve entrò nella camera e seguì la ragazza con passi leggeri. Non sapeva perché ma si sentiva davvero in imbarazzo.
Wanda si sedette sul letto e Steve si mise accanto a lei. 《Mi dispiace, pensavo che fosse una buona idea…》iniziò Steve 《dopo quello che è successo questa mattina mi sentivo un po in colpa.》Wanda scosse la testa e si stese sul letto. 《La prossima volta facciamo un allenamento meno movimentato capitano?》rise. 《Non chiamarmi capitano, ho anche un nome sai?!.》disse Steve ridendo. 《No, capitano ti sta a pennello.》disse lei fissando prima il soffitto e poi guardando Steve. I due si guardarono per qualche minuto e poi Wanda chiuse lentamente gli occhi, era molto stanca. Steve sorrise e sentì un istinto protettivo verso di lei così, dopo averla coperta con il lenzuolo, si stese accanto a lei. La guardava senza riuscire a distogliere lo sguardo dal suo viso. Era così piccola, una ragazzina anche se lei non voleva farsi chiamare così. Era la più giovane in quel momento, a parte Visione che in teoria aveva solo qualche settimana, mentre lui era di fatto il più vecchio nonostante dimostrasse una trentina di anni. Il respiro di Wanda si fece sempre più profondo: si era addormentata. Steve si dimenticò di avere un altro impegno e rimase accanto a lei tutto il pomeriggio fino a quando non si svegliò.

Spazio autrice.

Ciao a tutti! Finalmente siamo arrivati alla presentazione del nuovo personaggio. Spero vi piaccia l'idea e presto conoscerete ancora meglio Josh. Per ora ho fornito solo una descrizione fisica (biondo, occhi verdi, camice da medico) ma presto aggiungerò nuove caratteristiche sia fisiche che caratteriali. Josh occuperà buona parte di questa storia e piano piano ci saranno sempre più indizi sulla sua vera identità e presto il puzzle sarà completo.
Lasciate commenti ogni volta che volete così saprò cosa modificare e cosa no. Se volete lasciate anche suggerimenti sul corso della trama: non sono molto inventiva lo ammetto e nemmeno tanto brava a scrivere ma spero di migliorare.
Grazie per aver letto questo capitolo!! Ciao.

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Capitolo 5
*** Verità ***


CAPITOLO 5

Verità


Wanda aprì gli occhi lentamente e vide accanto a lei Steve. Che ci fa qui? Si chiese. Aveva gli occhi chiusi ed era così vicino al viso di Wanda tanto che la ragazza si sentiva sfiorare dal suo respiro. Fuori il cielo era grigio e si era alzato il vento, li invece era tutto tranquillo quasi surreale.
Wanda accarezzò la guancia di Steve, credendo che dormisse, ma il capitano non si era addormentato, aveva solo chiuso gli occhi e si era lasciato svuotare dai pensieri. Ora Steve la guardava negli occhi e tutte le sue certezze svanirono. Credeva che la lotta contro il male fosse la cosa più importante, credeva che sacrificare la propria vita fosse necessario, e lo avrebbe fatto per un bene maggiore. Ma ora sentiva il desiderio fortissimo di azzerare le distanze tra i loro corpi, cosa che andava contro ai suoi principi, principi che però aveva già messo da parte con Natasha. No, non di nuovo! Pensò, alzandosi dal letto e allontanandosi di scatto dalla ragazza. Ora doveva dirle la verità e non andare oltre.
《Tutto bene Steve?》 La ragazza si alzò e si avvicinò al capitano appoggiandogli una mano sulla spalla destra. Non capiva perché ora fosse così freddo. Steve scostò la spalla e abbassò lo sguardo. 《Ho dei compiti, delle responsabilità Wanda. Cose che ora non puoi capire ma presto imparerai.》
《Cosa stai cercando di dirmi》- Wanda si sentiva confusa. Steve sembrava turbato da qualcosa, non lo aveva ancora visto così. Lui si era sempre dimostrato molto sicuro di sé, senza paure.
《Sai…》 Steve si girò verso la ragazza guardandola negli occhi 《…Fury mi disse che dovevo trovarti e chiederti di collaborare con gli Avengers. Quando ti ho trovata credevo che avresti rifiutato ma avevi bisogno di protezione e di una casa; il che era molto più conveniente di essere aggiunta a “L’indice” e vivere una vita sotto controllo da parte dello S.H.I.E.L.D.》 《Di che indice parli?》chiese la ragazza sorpresa.
《È una lista segreta che contiene nomi di persone o…cose con poteri. Se il tuo nome è scritto in questa lista sei considerato un soggetto pericoloso e tenuto costantemente sotto controllo da parte dello S.H.I.E.L.D.》si fermò qualche secondo cercando le parole giuste per continuare il discorso.《Ora però penso che tu sia molto più capace di quanto tu stessa credi di essere. Non sei una ragazzina, la tua ostilità è data dal fatto che tu e tuo fratello siete cresciuti da soli.》
Wanda avrebbe voluto ribattere dicendo di non essere affatto ostile a nessuno ma non disse nulla, limitandosi a scossare leggermente la testa.
《Devi sapere…》 continuó Steve 《che di te io mi fido e ti ho portata qui non solo per ordine di Fury ma perchè io... ho bisogno di te.》Finalmente Rogers si sentí leggero, aveva detto ciò che non le aveva ancora detto ma non era tutto.
《Hai bisogno di me per cosa?》
《Io Nat e Sam stiamo cercando una persona, una persona che conoscevo ma che ora non è più la stessa.》 Si aspettava altre domande ma Wanda capí subito che si trattava di quel suo amico di cui le aveva parlato tempo fa. 《Vorrei che tu gli facessi vedere chi era…》
《Mi stai chiedendo di manipolargli la mente?》Chiese Wanda incredula. Era una pratica dolorosa e rischiosa.
Steve era sicuro di ciò che diceva e non ebbe dubbi.《Si! Non conosco alternative.》Le ricerche del suo amico Bucky andavano infatti avanti da un bel po di tempo ma senza risultati, lui è Sam, successivamente anche Natasha, lo avevano infatti trovato solo una volta e Bucky era sfuggito nuovamente.
《Forse posso far riaffiorare i suoi ricordi. Voglio aiutarti Steve.》Wanda si avvicinò e Rogers sorrise ringraziandola, gli aveva ridato quella speranza che lentamente stava perdendo.

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Capitolo 6
*** Il soldato d'inverno ***


CAPITOLO 6

Il soldato d’inverno


La luce del sole penetrò dalla finestra rendendo meno visibile la luce dello schermo del computer. Natasha si alzò e girando una piccola manopola, il vetro si scurì.
《Perché non è da nessuna parte? Sono settimane che non ci sono avvistamenti!》disse Rogers. Il computer stava compiendo una ricerca visiva, confrontava cioè ogni immagine derivante da telecamere di sorveglianza collocate in diverse parti del mondo con il viso di Bucky.
Natasha si avvicinò al capitano, era stanca anche lei di cercare ciò che pareva un fantasma, ma avrebbe continuato a cercare finché Steve non avesse voluto smettere. Sam era accanto al capitano, si sentiva impotente tanto quanto Natasha ma aveva promesso che lo avrebbero cercato, insieme.
《Aspettate un momento…ora sanno che tu lo hai riconosciuto》iniziò a dire Natasha rivolgendosi a Steve, 《sicuramente avranno sospeso ogni attività attinente al soldato d’inverno non credete? Gli staranno facendo il lavaggio del cervello.》
Alle parole della donna Rogers strinse forte entrambi i pugni e pensò al suo amico Bucky. Cosa gli avevano fatto per far si che non riconoscesse Steve? Proprio lui che era come un fratello per lui. 《In poche parole stiamo perdendo tempo!》
Prima che Romanoff potesse ribattere Steve si alzò e si avvicinò alla finestra, appoggiando la fronte contro il vetro freddo. 《Io non so come sia sopravvissuto, non so quali esperimenti o a quali sostanze lo abbiano sottoposto. Ma so che si ricorderà di me.》Natasha e Sam lo guardavano in silenzio senza sapere cosa aggiungere. Steve si girò e guardando prima Sam e poi Natasha disse che lo aveva perso una volta e non lo avrebbe perso di nuovo.
Dicono che la calma sia la virtù dei forti e a loro non rimaneva che avere pazienza e attendere un’altro suo attacco, infondo la sua missione era proprio quella di eliminare Captain America perciò prima o poi lui e Rogers si sarebbero rincontrati.
《Bene bei fusti, per ora direi che è tutto. Se ci sono novità sapete dove trovarmi.》disse Natasha incamminandosi verso la porta. 《No Nat, in realtà non lo sappiamo.》commentò Steve. Natasha sorrise e scosse la testa. 《Allora vi troverò io!》
Steve sospirò, sapeva che Natasha stava cercando ancora il dottor Banner, ma sapeva benissimo anche lei che era un’impresa quasi impossibile. Se c’era una cosa che Bruce sapeva fare bene era nascondersi.
Steve spense i computer con aria pensierosa.
《So che volevi salvarlo.》fece Sam. 《Ma non è possibile.》terminò Steve. Sam gli diede una pacca sulla spalla in segno di comprensione. Era bello per Steve aver trovato un amico come Wilson, che aveva vissuto anche lui sulla sua pelle l’esperienza della guerra e la perdita di un compagno. Ora però Steve aveva scoperto che il suo amico Bucky era vivo e avrebbe fatto qualsiasi cosa per non perderlo di nuovo. 《Sam, puoi andare. Prenditi il resto della serata libera.》disse il capitano. Sam accennò un sorriso, aveva perfettamente capito che voleva stare da solo per pensare e si avvicinò alla porta. Non poteva fare nulla per aiutare l’amico e se ne andò dopo averlo salutato.
Steve appoggiò nuovamente la fronte sul vetro della finestra e ad ogni suo respiro il vetro si appannava leggermente. Non si era reso conto che era quasi sera e stavano tornando le nuvole ancora più scure di quelle del giorno prima.
La porta scorrevole dietro di lui fece uno scatto e si aprí. Rogers scattò a sua volta a guardare chi fosse arrivato. Spuntò Wanda con un aria più stanca del solito. Aveva la pelle chiara e indossava un paio di jeans strappati sulle ginocchia e una camicetta stropicciata.
《Strana moda quella!》 disse Steve divertito. La ragazza rimase stupita e non capì a cosa si riferisse. 《Sai, ai miei tempi i pantaloni quando erano rotti si aggiustavano o si buttavano via.》
Wanda sorrise fiaccamente, e il sorriso sulla bocca di Steve scomparve appena si accorse che la ragazza non era in forma come al solito. 《Che hai Wanda?》 Subito l’uomo fece un passo verso di lei e le prese il viso tra le mani. Aveva gli occhi arrossati e le palpebre ingrigite. Era evidente che non stava bene. 《Questa notte non ho dormito molto bene e sono appena andata in infermeria a farmi medicare la ferita. Dicono che ha fatto infezione.》 La voce della ragazza era fiebile e Rogers, baciandole la fronte, ebbe la conferma dei suoi sospetti; Wanda aveva la febbre e probabilmente anche molto alta. In infermeria avranno avuto sicuramente molto lavoro da fare ma come hanno potuto lasciarla tornare in camera da sola? Si chiese.
《Vado a prendere delle medicine, aspettami qui.》disse Steve facendo un passo verso la porta con l'intenzione di andarsene. La ragazza però lo bloccò prendendogli il braccio con tutte le forze che le restavano. 《Ti prego Steve resta qui con me …》sussurrò, perdendosi negli occhi azzurri di lui. Steve non avrebbe mai immaginato ciò che sarebbe successo da li a poco.

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Capitolo 7
*** Blackout ***


CAPITOLO 7

Blackout


Wanda si avvicinava pericolosamente a Steve respirando sempre più affannosamente. Rogers al contrario si allontanava lentamente, non capiva dove la ragazza volesse arrivare. 《Wanda che stai facendo?》lui la afferrò dai fianchi e la fermò, cercò di fare piano per non farle male ma lei gli mise le braccia attorno al collo avvicinando le sua labbra alle sue. 《Fermati Wanda, non sai cosa stai facendo. Devi riposare.》 Gli disse lui a voce bassa. Era una situazione surreale. Le loro bocche si sforarono e Steve barcollò all’indietro urtando la sedia dietro di lui. Ora erano abbastanza distanti e si guardavano in silenzio uno difronte all’altra. 《Non posso Wanda.》stava nuovamente soffocando i suoi sentimenti. 《Non posso.》La guardava, fragile, così esile, così indifesa, una lacrima comparì nei suoi occhi e rimase in bilico sulle ciglia nere di lei. Wanda si sentiva nuovamente sola, respinta. Steve in quelle settimane gli era stato così vicino e ora la rifiutava, aveva frainteso tutto.
《Ti prego non piangere…》 Rogers si avvicinò a lei mettendole le mani attorno al viso. Le lacrime caddero e le rigarono le guance arrivando a toccare le dita di Steve. Era proprio ciò che l’uomo voleva evitare: farla stare male. 《Non chiuderti in te Steve.》sussurrò Wanda 《lasciati amare.》Tutte le difese del capitano crollarono al suono di quelle parole, era uscito con diverse donne nell’ultimo anno ma non si era avvicinato così tanto a nessuna da moltissimo tempo.
Wanda chiuse gli occhi, azzerò la distanza tra le loro bocche e lo baciò. Improvvisamente era come se il mondo si fermasse e ci fossero solo loro, improvvisamente quella sembrava la cosa più giusta da fare e Steve ricambiò il bacio affondando le dita nei suoi capelli morbidi. Lui la prese in braccio senza staccare la bocca da quel bacio, e camminò fino alla sua camera. Li la adagiò sul letto e interruppe lentamente il bacio. La guardò negli occhi, non era spaventata come si aspettava Steve anzi, con un movimento sicuro sfilò dai pantaloni di Steve la cintura, gettandola sul pavimento della stanza con un tonfo. Rogers si avvicinò e la baciò di nuovo aprendole i primi tre bottoni della camicetta e indugiando sulle forme del suo seno. Si chiese perché lo stesse facendo e si fermò allontanando la sua bocca da quella della ragazza, domandandosi nuovamente se sarebbe stato giusto andare oltre. Il cuore sembrava volergli uscire dal petto, faceva quasi male. 《Wanda…》sussurrò.
Poi ci fù un fastidioso fischio e tutto divenne improvvisamente buio. Le luci si spensero contemporaneamente all’accensione delle luci di emergenza: era stato un blackout? Com’era possibile?
《Cosa è successo?》chiese la ragazza incredula.
《Resta qui, non ti muovere.》 Steve si alzò e prese una torcia dal secondo cassetto del comodino e uscì dalla stanza prima ancora che Wanda gli chiedesse dove sarebbe andato. Il capitano percorse velocemente il corridoio e, passando dall’uscita di emergenza, raggiunse le scale che portavano all’edificio collegato. Arrivato alla porta scorrevole dell’entrata, la trovò bloccata e con tutta la forza che aveva riuscì a tirare abbastanza per aprirne la metà ed entrare. Fece un passo all’interno e scrutò il corridoio. In fondo ad esso si trovava la porta che portava alla base operativa.
《Capitano Rogers!》Si sentí chiamare e si sentí sollevato nel vedere Sharon, un’agente dello S.H.I.E.L.D. La donna si avvicinò a lui correndo, aveva il respiro affannoso e con tono agitato gli spiegò che qualcuno era riuscito ad accedere ai file segreti dello S.H.I.E.L.D. 《Perché è andata via la corrente?》chiese Steve.
《Probabilmente un complice ha sabotato il quadro elettrico per creargli una copertura e permettergli di scappare.》
《Il quadro elettrico? Potrebbe essere ancora lì!》disse Steve a bassa voce, correndo verso le scale. Sharon lo seguí giù per le scale e poi nel seminterrato dove una stanza conteneva i quadri elettrici di entrambi gli edifici.
Rogers guardò uno per uno le devi ne di pannelli ma sembrava non esserci nulla di anomalo, erano chiusi e non erano stati manomessi. Sharon fece un sopralluogo controllando che i fili scoperti non fossero stati tagliati.
《Come si può far saltare la luce senza tagliare i fili? I quadri elettrici non sono stati toccati!》disse l’agente Carter agitata.
Entrambi sussultarono quando con un forte scatto la stanza si illuminò di un blu acceso facendo tornare la corrente. Lentamente riaprirono gli occhi, erano stati accecati da quel bagliore bluastro, senza che loro o qualcun altro facesse niente era tornata improvvisamente la corrente. Steve scosse la testa.
《C’è qualcosa che non quadra.》

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Capitolo 8
*** Blackout parte2 ***


CAPITOLO 8

Blackout parte2


Steve tornò in camera sua ancora scosso dall’accaduto, aprì la porta cercando di fare il minimo rumore, era molto tardi.
Wanda era ancora stesa sul letto, su un fianco, e sembrava dormire. Rogers si avvicinò lentamente e le mise la mano sulla fronte; era bollente. 《Steve…》sussurrò lei. 《Che succede?》trascinava le parole, quasi come parlare le costasse un grande sforzo. Steve voleva portarla a dormire nel suo letto ma scelse di lasciarla dov’era. 《Non ti preoccupare, va tutto bene.》La tranquillizzò lui, prendendo la coperta e posandogliela sulle gambe e sui fianchi. Il respiro della ragazza era affannoso, irregolare e le guance erano rosse, la febbre non accennava a diminuire. Rogers si sedette accanto a lei e le accarezzò i capelli, poi la guancia calda e infine le accarezzò le labbra morbide, le stesse sulle quali aveva posato le sue poco tempo prima, in un bellissimo bacio. Steve fece per alzarsi ma Wanda si mosse di scatto avvicinano la mano alla sua.
《Resta con me.》disse lei in un sibilo 《ti prego…》Il cuore di Steve sussultò, lei voleva che quella notte lui restasse li. Steve non aveva mai dormito con una donna, era inusuale ai suoi tempi dormire con una donna che non fosse la propria moglie ma si rendeva conto che i tempi erano cambiati. Non poteva andarsene e lasciarla li da sola e dato che stava male Steve sentì di doverle stare il più vicino possibile.《Tranquilla Wanda, sono qui. 》Rogers si arrese e si adagiò accanto alla ragazza, avvicinandosi a lei fino ad abbracciarla. Wanda si sentì abbracciare, e appoggiò la testa sul suo petto, sentendosi al sicuro. Senza accorgersene anche Steve chiuse gli occhi e cadde in un sonno profondo.

La mattina i raggi del sole penetrarono dalla finestra e sfiorarono delicatamente il viso di Steve, il quale lentamente aprì gli occhi. Accanto a lui c’era Wanda, ancora addormentata, aveva l’aria serena e il viso coperto da alcune ciocche di capelli. Steve sorrise, improvvisamente si era reso conto che da molto tempo non dormiva: dopo aver dormito per 75 anni cercava infatti di tenersi sempre occupato, e quando non aveva missioni assegnate occupava il suo tempo facendo delle ricerche su Google per aggiornarsi su tutto ciò che si era preso.
Improvvisamente un forte bussare sulla porta della stanza interruppe i pensieri di Steve e fece svegliare Wanda. Rogers si girò di scatto e vide Natasha in piedi accanto alla porta. Con un movimento atletico Steve scattò in piedi. 《Non è come sembra》si affrettò a spiegare lui, 《 lei stava male, aveva la febbre, e io…》《Non devi spiegarmi nulla Steve.》lo interruppe Natasha sorridendo quasi imbarazzata. 《Venite di la al più presto》 comunicò lei.
《Anche io?》chiese sorpresa Wanda.
《Sei un Avenger ora…》rispose Natasha, prima di voltarsi e tornare nella stanza accanto. Wanda, che nel frattempo si era messa seduta sul letto, rimase sorpresa ma nello stesso tempo si sentí felice. Sentirsi parte di un gruppo era una bella sensazione.
Steve aprì il cassetto, tirò fuori una delle sue solite magliette e lo richiuse con forza, tanto che Wanda sussultò. 《Come stai Wanda?》le chiese, guardando in basso, intento a sbottonarsi la camicia stropicciata. 《Bene, sto meglio grazie…》
《Bene, allora se te la senti sistemati e raggiungici in salotto.》Wanda si alzò e arrossì vedendo Steve che si era tolto la camicia lasciando scoperti i muscoli scolpiti del petto e della schiena. Lui alzò lo sguardo accorgendosi che la ragazza lo stava fissando imbarazzata, sorrise trattenendo una risata e la guardò camminare di fretta verso la porta e uscire.

Appena Wanda li raggiunse nella sala comune, Natasha accese lo schermo olografico. Nella stanza assieme a lei, Steve e Wanda, c’erano anche Sam, Visone, Maria e Rhodes il quale aprì un file che conteneva le immagini di sorveglianza della sala operativa, registrate quella stessa notte. Le immagini mostravano un uomo incappucciato che entrava nella stanza durante il blackout e si avvicinava al computer centrale. Non sarebbe mai riuscito ad accedere al computer e infatti non ci provò: in una scarica elettrica scomparve. 《Ma dove è andato?》 Chiese Steve sorpreso. 《Il direttore Fury crede che abbia avuto accesso ai dati diventando lui stesso elettricità ed entrando direttamente dentro al computer…》 lo informò Natasha.
《Assurdo…non è possibile.》disse Steve.
《Se ci pensi lo è. Ormai dobbiamo abituarci all’idea che può accadere di tutto. Se negli anni ’40 la cosa più incredibile eri tu Steve, negli ultimi tempi lo sono stati i gemelli Maximoff, Ultron, Visione e ora questo stano tipo dai poteri elettrici.》affermò Natasha. Steve continuava a guardare incredulo lo schermo fino a che Rhodes non lo spense. Tutti si guardarono intorno: si trovavano di fronte a un nuovo soggetto dotato di poteri, ma restava da chiarire chi fosse.
《Che cosa stava cercando?》chiese Sam.
《Purtroppo non lo sappiamo, se avesse copiato dei file in delle memorie esterne ora potremmo saperlo, ma non c’è niente, nessuna cronologia e nessun accesso diretto.》Gli rispose l’agente Hill. Wanda guardò Steve ricordandosi che nel momento in cui c’era stato il blackout erano insieme nella sua stanza.
Poi lui si alzò in piedi e con uno sguardo deciso disse: 《Lo troveremo!》

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Capitolo 9
*** Compleanno ***


CAPITOLO 9

Compleanno


Il pomeriggio Wanda si ritrovò di nuovo in infermeria, in una settimana era stata quasi più tempo li che in camera sua. Josh, il medico, le stava facendo una visita di controllo. 《Sembra tutto a posto.》disse lui 《quando hai avuto la febbre?》
《Ieri sera.》rispose lei.
《Incredibile, ti sei ripresa in un tempo così breve? Meglio così.》si girò verso la ragazza sorridendo, lei gli sorrise a sua volta imbarazzata. Era perfetto: lineamenti decisi, occhi verdi e quell’atteggiamento sicuro di sé. Josh rimise nel cassetto lo stetoscopio e si avvicinò alla ragazza, seduta ancora sul lettino. 《Penso che dovresti uscire e prendere un po d’aria, ti farebbe bene.》Le disse lui avvicinandosi. Wanda annuì silenziosamente e si alzò, pronta per uscire, ma appena appoggiò la mano sulla maniglia della porta lui la fermò prendendole il braccio. Wanda si girò di scatto colta di sorpresa. 《Domani magari potremmo andare a fare una passeggiata, è il mio giorno libero.》Wanda non si aspettava una domanda del genere.
《Certo!》Rispose in fretta, senza nemmeno rendersene conto.
《Perfetto.》Le rispose lui sorridendo, e lasciandola uscire dalla stanza.
Wanda uscì chiudendo la porta dietro di sé e spalancò gli occhi incredula. Perché non gli hai detto di no? Stupida! Disse tra sé e sé, camminando nervosamente verso la sala comune.
Camminava di fretta con lo sguardo rivolto verso il basso, intenta a rigirare nervosamente i numerosi anelli che portava alle dita.
Girato l’angolo del corridoio Steve vide Wanda che stava camminando senza guardare dove andasse e non riuscì a fermarsi prima di scontrarsi con lei. La ragazza alzò prontamente le braccia appoggiando le mani sul suo petto. 《Scusa.》dissero all’unisono. Si erano scontrati e lui ora le teneva le mani sulle spalle.
Si guardarono qualche secondo prima di allontanarsi imbarazzati. Incredibile come Steve si sentisse un ragazzino quando si trovava davanti a Wanda.
《Ti stavo cercando.》sorrise lui.
《Perché?》rispose lei cercando di apparire il più disinvolta possibile.
《Volevo chiederti se ti andava di fare un giro da qualche parte domani.》
《Come fai a saperlo?》chiese Wanda infastidita.
《Sapere cosa?》Steve non sapeva mentire.
《Non prendermi in giro, Steve, non sono stupida.》fece una breve pausa e lo guardò aspettando una sua risposta. 《Come fai a sapere che domani è il mio compleanno?》abbassò la voce per non farsi sentire.
《Non lo sapevo, io volevo solo farti uscire un po da qui.》 Rogers cercò di sembrare credibile ma dire le bugie non faceva per lui e dopo poco le confessò di aver guardato il suo fascicolo negli archivi dello S.H.I.E.L.D .
《Scusa ma penso che capirai se ti dico che non sono in vena di festeggiare.》 Gli disse Wanda incrociando le braccia al petto.
《Fidati.》disse lui avvicinandosi 《può essere una buona idea per distrarti un po. 》 《Ho detto no.》rispose lei superando e avviandosi per la sua strada. Lui subito la seguí e la fermò prendendole il braccio. Lei si girò di scatto.
《Ho già un idea, potremmo.....》prima che potesse finire di parlare lei si liberò dalla presa.
《Ho un impegno!》disse lei alzando la voce.
Steve rimase interdetto. Inizialmente pensava che la ragazza scherzasse ma vedendo il suo sguardo sicuro dovette ricredersi.
《Quale impegno?》
《Non sono affari tuoi!》disse lei tagliando corto.
《Devi dirmelo Wanda! Dove devi andare?》era evidente che Steve cercava su restare il più calmo possibile mentre nei suoi occhi si faceva sempre più vivo il desiderio di sapere.
《Esco con Josh.》
《Chi sarebbe scusa?》disse lui lasciandosi sfuggire un sorriso 《il dottore?》
《C’è qualche problema?》chiese lei guardandolo con un sorriso beffardo.
《Nessuno.》disse lui allontanandosi. 《Divertitevi.》
Wanda non rispose, si voltò e camminò lungo il corridoio diretta alla sala comune. Steve la guardò allontanarsi e sparire piano piano. Quella conversazione lo aveva lasciato profondamente infastidito, le sue nobili intenzioni erano sfumate al rifiuto inspiegabile della ragazza, e ciò di ancor più inspiegabile era perché a Steve desse fastidio l’idea di vedere Wanda uscire con Josh.

Wanda, tornata nella sala comune, si diresse verso la sua stanza e si sedette sul letto. Subito pensò di avere esagerato con Steve, lui infondo voleva solo farle passare una bella giornata e avrebbe detto di sì se non lo avesse già detto a Josh. Improvvisamente pensò che non sapeva nulla riguardo a quel ragazzo, sapeva solo che era un medico e che faceva parte dell’equipe della dottoressa Helen Cho. Si stese sul letto e fissò il soffitto cercando di pensare a qualsiasi cosa che non riguardasse il fatto che il giorno seguente sarebbe stato il suo compleanno; con tutto quello che era successo non aveva il morale adatto per festeggiare e sarebbe stato il primo compleanno senza suo fratello Pietro.
Sperava solo che Steve potesse capirla.

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Capitolo 10
*** Regalo ***


CAPITOLO 10

Dicembre 1999
《Non può stare più qui…capisci? È pericolosa!》disse una voce dal corridoio. 《Lo so, ho già chiamato e stanno venendo a prenderli.》 Rispose un’altra voce.
Pietro non aveva preso sonno quella notte, e colse improvvisamente le voci soffocate provenienti da fuori.
《Wanda svegliati!》immediatamente il bambino era corso a svegliare la sorellina che ancora dormiva serena nel letto accanto al suo. La bambina, disturbata dal fratello, si rigirò nel letto e si strinse nel cuscino. 《Wanda! Dobbiamo scappare.》alle parole spaventate di Pietro la bambina trasalì, usci dalle coperte e lo seguí fino alla porta. Pietro afferrò la maniglia ma la trovò bloccata. Era stata chiusa a chiave e i bambini si scambiarono uno sguardo spaventato.
《Che succede?》chiese Wanda. 《Vogliono portarci di nuovo in collegio?》
Da anni, dopo la morte dei genitori, i due bambini venivano sballottati da un collegio a una casa famiglia e viceversa come fossero un pacco postale. Quella volta però era diverso, avevano trovato una famiglia vera, o quasi. Ma Wanda, dal carattere impulsivo, a scuola, aveva discusso con un altro bambino, colpendolo con un campo di energia facendolo così volare a due metri di distanza da lei. Nessuno aveva informato la famiglia affidataria dei poteri di Wanda e lei stessa non sapeva cosa fosse il suo potere e di certo non sapeva controllarlo. Pietro era sempre stato protettivo verso la sorella ma non aveva mai perso il controllo e non aveva mai mostrato i suoi poteri.
《È tutta colpa mia...》disse Wanda con le lacrime agli occhi. Pietro scosse la testa e abbracciò la sorella. Si accasciarono ai piedi della porta senza dividersi dall’abbraccio. 《Non ci divideranno…te lo prometto》le disse lui stringendola forte. 《Non ci divideranno mai.》

Presente

Regalo


Era già pomeriggio quando Wanda uscì dalla sua camera. Non usciva dall'ora di pranzo.
Steve era seduto sulla poltrona e stava guardando la televisione, o meglio, stava cambiando ripetutamente canale. Appena la ragazza entrò nella stanza lui alzò lo sguardo e appoggiò il telecomando nel tavolino davanti a lui. Wanda lo guardò, il volto di Steve era quasi inespressivo e non sorrise come faceva di solito. 《Stai uscendo?》 Le chiese.
《Si…》Wanda gli rispose ma lui sapeva benissimo che usciva e sapeva anche con chi.
Steve rimase a guardare la ragazza che lentamente si avviava alla porta e usciva. Wanda inconsciamente avrebbe voluto essere fermata da Steve, ma lui non lo fece e la lasciò andare.
Rimasto solo Steve spense la TV e iniziò a pensare. Si accorse che non sapeva più quello che voleva, tutte le sue certezze erano crollate. Fino a quel momento era stato convinto che una storia d’amore lo avrebbe distratto dal suo compito di difendere la terra, o forse si voleva convincere che fosse così. Si perché aveva già sofferto tantissimo per la perdita di Peggy e pensava di meritarsi un po di tranquillità per guarire dalle sue ferite. Aveva il superpotere di guarire in fretta dalle ferite fisiche ma quelle interiori sono molto peggio, anche se non si vedono.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di Visione.
《Capitano》lo salutò Visione con un cenno della testa. Steve accennò un sorriso e poi guardò in basso.
《Cosa ti turba?》Gli chiese Visione.
《Nulla, va tutto bene.》rispose Steve alzando lo sguardo e cercando di fingere che fosse vero.
《È per la ragazza?》
《No affatto, stavo pensando alla missione soldato d’inverno, è da molto che non facciamo progressi e…》Steve parlava frettolosamente, senza nemmeno prendere fiato da una parola all’altra.
《Portai prendere in giro te stesso, ma non puoi farlo con me.》lo interruppe Visione. Parlava come fosse la voce della sua coscienza.
Steve rise e scosse la testa. 《Sei sleale.》Visione rise a sua volta, capendo che si riferiva alla sua intelligenza sovrumana, non leggeva i pensieri ma quasi. Steve si alzò e si avvicinò all’androide 《È una fortuna averti dalla nostra parte.》disse appoggiandogli una mano sulla spalla. Visione fece un cenno con la testa e Rogers andò nella sua stanza lasciando Visione in sala.
La camera di Steve era di stile moderno e a lui non piaceva affatto, si trovava molto più a suo agio nella casa che ha a New York. Avrebbe voluto cambiare arredamento ma non avrebbe avuto alcun senso dato che probabilmente non sarebbero stati li troppo tempo.
Si avvicinò al letto e si chinò per prendere una scatola che era nascosta li sotto. La scatola era bianca ed era chiusa con un nastro rosso, al suo interno conteneva un regalo per Wanda, che avrebbe voluto darle di persona ma vista la situazione decise di farglielo trovare al suo ritorno. Lei era infatti uscita con Josh, il medico del quale nessuno sapeva nulla e che a Rogers non ispirava alcuna fiducia.
Prese la scatola e attraversò il corridoio fino a raggiungere la camera di Wanda. La porta era aperta e una volta entrato lasciò il regalo sul letto. Alzò lo sguardo e inevitabilmente vide una foto che Wanda teneva sul comodino in cui erano ritratti lei e suo fratello da bambini. Steve prese in mano la cornice e guardò la foto più da vicino. I due bambini erano probabilmente a casa loro e Wanda aveva la stessa collana con la gemma rossa che aveva anche ora, e si chiese inevitabilmente che cosa significasse quel ciondolo.
《Steve?!》una voce femminile lo chiamò dal corridoio e lui in fretta rimise la foto al suo posto e uscì dalla stanza.
Era Natasha, lui la guardò: sembrava turbata. 《Che succede?》le chiese lui.
《Devi assolutamente vedere una cosa…》disse lei con fare nervoso.
Lui la seguí in sala e lei infilò nel computer una chiavetta usb. Si guardò intorno per essere sicura che non ci fosse nessuno a parte loro due e aprì un video. Natasha si allontanò leggermente per lasciare spazio visivo al capitano il quale non poteva credere ai suoi occhi quando vide Strucker. Il video era datato a cisca un anno fa.
《Gli esperimenti sui gemelli Maximoff sono andati a buon fine, i loro poteri risultano potenziati. Il mio team sta ora lavorando per potenziare altri come loro e presto avremo un vero e proprio esercito in grado di attaccare gli Avengers.》Strucker parlava a una telecamera e sullo sfondo si intravedeva quello che sembrava un laboratorio. 《Il soggetto 0014 ha già risposto positivamente ai primi esperimenti e pensiamo che possa raggiungere lo stesso risultato. La terrò informato su eventuali cambiamenti》 Il video si arrestò.
《A chi ha mandato il video?》chiese Steve. Natasha scosse la testa.
《Pensiamo che prendesse ordini da qualcuno dell’Hydra ma non sappiamo da chi.》
《Quindi potrebbero esserci altri potenziati come Wanda…non ci posso credere.》Steve strinse i pugni.
Natasha estrasse la chiavetta dal computer. 《Non devi parlarne con nessuno d’accordo?》
Steve annuì. 《Almeno fino a che non ne sapremo di più riguardo a questa storia.》
Prima la caduta dello S.H.I.E.L.D, poi Sokovia, poi il soldato d’inverno e ora la minaccia di altri soggetti con super poteri sconosciuti. Nell’ultimo periodo ne avevano superati tanti di scontri e non era ancora finita, al contrario, era appena iniziata.

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Capitolo 11
*** Chiamata ***


CAPITOLO 11

Chiamata

Era davvero una bella giornata, c’era il sole e faceva abbastanza caldo da stare senza giubbotto. Wanda e Josh camminavano nella strada che circondava la base, in quaranta minuti avevano già fatto un giro completo. Avevano parlato di molte cose fino a quell’istante ma di niente che avrebbe aiutato Wanda a conoscerlo meglio.
《Quindi come sei finito a lavorare qui?》chiese Wanda.
《Lavoro per lo Shield da tantissimo tempo, da prima che smettesse di esistere.》disse Josh《Dopo la morte di Fury siamo venuti qui. Questa è una delle poche basi sicure che sono rimaste.》
Wanda si era dimenticata che tutti pensavano che Fury fosse morto, solo pochi sapevano la verità. Dopo la caduta dello Shield Maria aveva preso il suo posto diventando direttrice di ciò che rimaneva dell’organizzazione, ma Fury era ovunque ed era sempre a disposizione per qualsiasi problema.
Wanda camminava guardando in basso pensierosa.
《E tu perché sei qui?》chiese Josh.
La ragazza si voltò e lo guardò perplessa; sapeva che era una degli Avengers e la risposta era ovvia. 《 Perché sono un Avenger.》
Josh rise. 《Lo so benissimo, ma qual è il vero motivo?》
Wanda ci pensò un po prima di rispondere. D’istinto avrebbe risposto che non aveva un posto migliore dove andare e che sarebbe stata sola, ma pensandoci più a fondo non era solo così. 《Ho fatto una promessa.》 Iniziò lei. 《Dopo che io e mio fratello abbiamo scoperto i piani di Ultron ci siamo promessi che saremmo stati dalla parte giusta da quel momento in poi. È stato difficile mettere da parte le divergenze personali che avevo con Stark ma ho capito che lui sta cercando di rimediare ai suoi errori e io farò lo stesso. Sono stata dalla parte sbagliata per troppo tempo.》Wanda accennò un sorriso. 《Avevo detto a mio fratello che saremmo potuti essere degli eroi. Lui ora lo è, io non lo so.》
《Hai tempo Wanda. Presto dimostrerai di esserlo.》 Disse Josh sorridendole.
Wanda scosse la testa. 《Non so…io non sono come Pietro. Lui diceva che tra i due la più forte ero io, ora invece capisco che ero forte solo grazie a lui. Era lui a darmi la forza di credere in qualcosa. 》
《Anche io avevo un fratello.》 Wanda si fece seria di colpo. 《Era più grande di me. Facevamo tutto insieme e quando è morto pensavo di non essere in grado di fare nulla senza di lui.》finalmente Josh stava parlando di sé. 《all’inizio era così ma poi è andata sempre meglio. Basta non arrendersi mai e si può ottenere qualsiasi cosa. 》
I due si scambiarono uno sguardo d’intesa, si somigliavano più di quanto potessero immaginare.
Wanda si accorse che stava veramente bene con lui, si sentiva ascoltata e compresa.
Poco dopo si fermarono e lasciarono la stradina ghiaiata per sedersi sul prato verde accanto a loro. Wanda incrociò le gambe e affondò le mani nell’erba morbida. Era una bella sensazione, si sentiva libera.
《Ti fanno paura i tuoi poteri?》 Chiese improvvisamente Josh. Wanda rimase in silenzio qualche istante, non si aspettava una domanda del genere.
《Quando ero bambina erano più deboli ma avevo paura perché non sapevo controllarli》 iniziò a spiegare lei. 《Ora non più, ogni giorno che passa li controllo sempre più .》 sorrise e il ragazzo ricambiò il suo sorriso.
Lui si avvicinò e le sfiorò la mano con la sua. Wanda sentì un brivido attraversarle la schiena. Lo guardò negli occhi; avevano un colore diverso, non erano più verdi, ora erano blu, blu scuro. Wanda rimase immobile mentre il ragazzo avvicinava il viso al suo. Chiusero lentamente gli occhi e le loro labbra si sfiorarono.
Improvvisamente si udì il rumore di una suoneria. 《È il tuo?》chiese Wanda, ritraendosi di colpo. 《Scusami.》disse lui sfilando il telefono dalla tasca. Guardò lo schermo ma era nero, nessuno lo stava chiamando. Un telefono però continuava a suonare.
I due si guardarono perplessi e Wanda si tastò le tasche sfilando poco dopo un cellulare dalla tasca della giacca. Non era il suo e non lo aveva mai visto prima. Nello schermo c’era scritto “chiamata in arrivo da: Cap.”. 《Steve?》sussurrò lei. Senza pensarci troppo spinse il tasto rosso rifiutando così la chiamata.
《Perché non hai risposto?》
《Non era nessuno di importante.》si sentiva controllata e non aveva assolutamente voglia di sentire una ramanzina da parte sua. Immaginava già di sentirsi dire quando, dove o con chi uscire, che era pericoloso, che doveva stare vicina ecc.
Wanda lasciò cadere il telefono sull’erba e è incrociò le braccia infastidita.
《Non sembra…》disse Josh.
《Mi da fastidio perché mi controlla come se fossi una ragazzina.》
《Ti sta solo proteggendo, deve tenerci molto a te…》Wanda notò nella sua voce una vena di tristezza.
《O forse ha semplicemente la mania da super eroe che difende i più deboli.》
Josh scossò la testa. 《Non credo che tu sia debole.》Wanda gli sorrise. Poi Josh guardò il suo telefono, aveva ricevuto un messaggio e si alzò in fretta seguito da Wanda. 《Devo andare in laboratorio, dicono che c’è stata una emergenza…》disse lui di fretta.
《Non c’è problema.》Wanda rimase a guardare Josh che, dopo essersi scusato ripetutamente, camminava via a passo veloce verso la base. Quando non lo vide più Wanda sospirò e abbassò lo sguardo verso il prato. Raccolse il telefono e lo scrutò per qualche minuto. Era uno di quei telefoni con la tastiera del tipo che non producevano più da alcuni anni, bianco e con una scarsa fotocamera. Non era il suo e la ragazza avrebbe scommesso sul fatto che fosse stato Steve a mettere quel telefono nella sua tasca.
Mise il telefono all’orecchio e ascoltò il messaggio che Steve le aveva lasciato in segreteria. “Hei Wanda, ti ho chiamata perché volevo parlarti ma evidentemente hai di meglio da fare” la ragazza alzò gli occhi al cielo, si aspettava una frase del genere. “comunque io Nat e Sam per un po non ci saremo, Maria ci ha affidato un compito urgente. Non posso rivelarti i dettagli scusami. Appena torno ricominciamo gli allenamenti e tieni gli occhi bene aperti mentre siamo via. Se hai bisogno chiamami su questo numero. Ciao” Un bip segnò la fine del messaggio.
Scostò il cellulare dell’orecchio e lo rimise in tasca. La prima cosa che si chiese è quanto tempo sarebbe rimasto via e se avesse saputo prima il motivo della chiamata avrebbe risposto immediatamente.
Sperava solo di rivederlo presto.

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Capitolo 12
*** Scarlet Witch ***


CAPITOLO 12

Febbraio 1935
Aveva la fronte imperlata di sudore e il respiro irregolare. La sua pelle non aveva più quel colorito roseo e i suoi occhi azzurri non avevano più quella luce di sempre, però era ugualmente bella. La sua mano sporgeva dal bordo del letto e Steve gliela stringeva forte per farle sapere che era lì. Aveva le palpebre socchiuse ma lui sapeva che lo stava guardando.
《Steve.》disse lei con un filo di voce.
Con quel po di forze che le restavano gli strinse la mano e sorrise. Si chiamava Sarah ed era sempre stata una donna forte, anche ora, anche quando sapeva che avrebbe potuto perdere la vita da un momento all’altro.
《Sono qui mamma.》rispose il ragazzo.
《Ho bisogno che tu ascolti quello che ti sto per dire e che te lo ricordi sempre.》
Steve annuì e si avvicinò a sua madre.
《Per prima cosa Steve…》si interruppe un po, il dolore a volte era troppo forte.《…non negare mai i tuoi sentimenti, non farlo mai. Sono i sentimenti che ti rendono l’uomo che sei. So che farà male ma sii coraggioso figlio mio.》 Fece un respiro profondo. 《Secondo, non smettere mai di combattere per ciò che vuoi, combatti sempre per le persone a cui vuoi bene e fallo sempre rispettando ciò che io e tuo padre ti abbiamo insegnato》
Steve annuì di nuovo. 《E ultimo, non dimenticarti mai che ti voglio bene. 》 una lacrima le rigò la guancia 《e che sarò sempre con te anche se tu non mi vedrai.》fece un respiro profondo e tossì. 《Anche io ti voglio bene.》disse Steve con gli occhi ricolmi di lacrime. Non era pronto a quella perdita, non si è mai pronti a perdere qualcuno. Poi lei chiuse gli occhi e non li riaprì più. Mentre Steve la abbracciava si promise che avrebbe mantenuto le promesse fatte.

Presente

Scarlet Witch

Steve, Sam e Natasha salirono sul Quinjet nel tardo pomeriggio. Steve non volle nemmeno salutare Wanda prima di andarsene anche se in realtà aveva provato a chiamarla ma lei aveva immediatamente rifiutato la chiamata. Gli dispiaceva lasciarla ma doveva andare, sapeva che assieme a lei ci sarebbe stato Visone e la cosa un po lo confortava . Inoltre Nat aveva chiamato Clint e lui aveva accettato volentieri di passare qualche giorno alla base.
Steve si voltò indietro un paio di volte prima di decidersi a salire sul quinjet guidato da Natasha, ma alla fine si arrese dal vedere Wanda un ultima volta. Pensava di stare via qualche giorno ma se come al solito le cose si fossero complicate, sarebbe stato via anche qualche settimana. Dopo l’attacco dell’Hydra erano stati liberati molti prigionieri e Maria Hill aveva chiesto a Rogers e ai suoi compagni di aiutarla a recuperare coloro che mancavano all’appello. Steve non poteva rifiutare.

Quando Wanda tornò alla base erano già andati via tutti, c’era solo Visione li con lei.
Non gli disse nulla quando gli passò davanti per andare in camera sua e lui fece lo stesso. Appena entrata nella sua camera vide una scatola bianca chiusa con un fiocco rosso appoggiata sul suo letto. Si avvicinò e prese il biglietto di carta appoggiato li sopra e lo lesse.

“So che non hai voglia di festeggiare e lo capisco, però ho pensato di farti un regalo per farti capire che sei importante per me e che sei una di noi. Hai ancora molto da imparare e io voglio aiutarti con tutto me stesso. Ho imparato molto tempo fa il significato di combattere per qualcuno, non per qualcosa e ora devi capire anche tu per chi combatti.
Spero che questo regalo ti piaccia e che ti ricordi sempre chi sei. Benvenuta nella squadra Scarlet Witch!
-Steve”

Wanda riappoggiò il biglietto sul letto e si affrettò ad aprire la scatola. Sfilò il fiocco, aprì il coperchio e scrutò all’interno. La scatola conteneva una foto di lei e suo fratello da bambini che aveva già ma Steve gli aveva messo una cornice nuova. Prese tra le mani la foto nella cornice argentata , la girò è dietro lesse una scritta incisa. “Quicksilver & Scarlet Witch” ciò significava che Steve considerava anche suo fratello uno degli Avengers, nonostante il tempo che aveva passato con loro era davvero stato poco.
Non poteva ricevere un regalo migliore in quel momento.

Qualche giorno dopo il cielo era grigio, le nuvole erano colme di pioggia e Wanda, dalla finestra della sua stanza, si sentiva esattamente come quelle nuvole grigie. Da quando era arrivata tutti i suoi compagni avevano fatto di tutto per strapparle un sorriso ma ora si sentiva sola più che mai. Improvvisamente si accorse che era Steve quello che si era dato più da fare per lei e si chiedeva dove fosse e a fare cosa. Del fatto che se ne fosse andato non gliene dava una colpa perché sapeva che era una cosa importante, ma avrebbe forse voluto andare con lui. Si girò a guardare il cellulare che le aveva dato ed era tentata a chiamarlo, due semplici gesti e avrebbe sentito la sua voce. Scosse la testa per liberarsi da quel pensiero e, sentendo la fame, decise di andare a fare colazione. Per la prima volta attraversando il corridoio non sentì il profumo della colazione appena preparata da Rogers. Andò in sala e inaspettatamente trovò Clint addormentato sulla poltrona e con i piedi appoggiati al tavolino. Appena lo vide capì subito che era lì perché Steve o Natasha lo avevano chiamato.
Wanda si schiarì la voce rumorosamente e Clint si svegliò di colpo.
《Vedo che mi hanno mandato un cagnolino a farmi da guardia.》 Disse Wanda.
《Tranquilla, per tua fortuna abbaio ma non mordo.》 Rispose Clint alzandosi.
Wanda non riuscì a non sorridere.
《Bene, sono già riuscito a farti ridere.》 Sorrise lui.
Wanda scosse la testa《Hai fame? Sto andando a preparare la colazione.》disse cambiando discorso. Barton annuì e la seguí in cucina. Wanda aprì il frigo e con sua grande gioia trovò degli yogurt che appoggiò sul tavolo assieme a una scatola di cereali.
《Questa la chiami colazione? 》 disse Clint alzandosi un sopracciglio.
《È buona sai?》
《Ok, ma io sono abituato a mangiare molto di più. La colazione è il pasto più importante della giornata.》
《Ok. Papà.》scherzò Wanda.
Barton la guardò senza rispondere, non sapeva se fosse un complimento o un offesa. In silenzio prese anche lui uno yogurt e un po di cereali da aggiungervi.
《A proposito, ho saputo che sei diventato di nuovo papà.》disse Wanda.
《Già.》 Sorrise Clint estraendo il suo cellulare dalla tasca, e appoggiandolo sul tavolo. Nella foto di blocco del telefono c’era la foto del bambino dalle guance rotonde di nome Nathaniel.
《È davvero bellissimo complimenti.》disse lei sorridendogli.
《Il suo secondo nome è Pietro.》Wanda si irrigidì di colpo. 《Non avrei conosciuto mio figlio se tuo fratello non mi avesse salvato la vita. 》
《E come mai non stai con lui? So che ti sei ritirato per stare con la tua famiglia.》
《Anche gli Avengers sono la mia famiglia cosi come te.》
Clint era una delle persone più gentili che Wanda conoscesse, ed era stato lui a spingerla per primo ad essere coraggiosa. Lui credeva in lei e si era affezionato subito alla ragazza.
《Non sei sola Wanda.》

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Capitolo 13
*** Noia ***


CAPITOLO 13

Noia

Wanda non sapeva quanto tempo era passato dalla partenza di Steve, i giorni iniziavano a confondersi tra loro e ormai non li contava nemmeno più.
Le cose da fare alla base erano ben poche, non poteva andare in città da sola e piano piano Wanda iniziò a sentirsi in prigione. Le sua giornate passavano tra televisione e partite a scacchi con Visione, il quale vinceva sempre. Clint se ne era andato da un bel po, era tornato nella sua fattoria con la moglie Laura e i suoi tre figli, e da quel momento Wanda non aveva nessuno con il quale svagarsi. Visione era gentile, non lo si poteva negare, ma per quanto fosse ingenuo era altrettanto saggio e noioso, non chiacchierava quasi mai, non usciva mai, non mangiava mai con Wanda, anzi forse non mangiava proprio, e l’unica cosa che lui e la ragazza facevano assieme era giocare a scacchi.
Anche quella sera, come tante altre, Visione e Wanda erano seduti in salotto sul divano, uno difronte all’altro a giocare a scacchi.
《Basta!》 Wanda con un campo di forza fece volare tutte le pedine fuori dalla scacchiera. Era il decimo scacco matto che Visione le faceva. 《Sono stanca!》
Visione sgranò gli occhi e la guardò alzarsi di scatto agitata. 《Potevi semplicemente dire “mi arrendo”》 disse lui con tono ironico.
Wanda sospirò rumorosamente e rilassò i muscoli. 《Scusami, è che non ne posso più…qui è tutto così noioso.》
《Senza Captain America.》terminò lui.
Wanda si girò di scatto a guardarlo, non pensava che lui avesse capito che c’era qualcosa tra il capitano e la ragazza. In realtà ora non lo sapeva nemmeno lei se fosse vero che ci fosse qualcosa. Si accostò alla sedia poco lontana da lei e afferrò la sua giacca. 《Ti sbagli.》si allontanò di fretta e uscì dalla sala non lasciando a Visione il tempo per risponderle.

Si recò nella mensa, in quei giorni c’era andata molto spesso per evitare di mangiare da sola, spesso incontrava Josh la dottoressa Cho o Erik Selvig. Una sera, a cena, Erik le aveva parlato per quasi un’ora di quanto fosse contento di avere un laboratorio tutto suo e poter lavorare in libertà. Quella sera c’era poca gente, forse perché era ancora presto, ma Wanda decise di rimanere ugualmente anche perché aveva fame. La mensa era spaziosa e i tavoli erano ben allineati uno a fianco all’altro e in un lato della stanza vi era la porta che conduceva in cucina davanti alla quale vi erano i vassoi con le pietanze appena preparate.
La ragazza si avvicinò e tra le pietanze scelse pollo e patate fritte che andò a mangiare in uno dei tavoli accanto alla parete dove vi erano le finestre. Guardò fuori, era già quasi del tutto buio. Sospirò mangiando il primo boccone.
《Ciao Wanda!》Josh era appena arrivato e si era avvicinato a Wanda con un mano due piatti di insalata. Wanda lo salutò e Josh si sedette davanti a lei appoggiando i piatti sul tavolo. 《Ti ho preso un’insalata》disse avvicinandole uno dei due piatti.
Wanda gli sorrise e lo ringraziò, se non fosse che poi le allontanò il piatto dove stava mangiando. 《Ma che fai?》chiese lei tenendo la forchetta sospesa a mezz’aria.
《Devi cercare di mangiare sano, e le patatine fritte non lo sono.》rispose lui con un sorriso di sfida.
《Da domani giuro che mangerò sano.》si riprese il piatto e Josh rinunciò a proseguire con quel discorso, la ragazza era determinata.
Poco dopo nella mensa entrarono Rhodes e il suo gruppo di reclute alle quali stava facendo allenamento. Arrivavano tutte le sere alla stessa ora, dopo gli allenamenti. Rhodes si guardò intorno e sorrise a Wanda dopo averla vista, il suo sguardo si fece serio quando vide che era con Josh, aveva una brutta sensazione su quel ragazzo.
Wanda non vi diete peso e continuò a mangiare tranquilla. 《Sto iniziando ad annoiarmi qui…》 Josh la guardò. 《È tutto sempre uguale e non ho mai niente da fare.》
《Ci vorrebbe una guerra.》disse Josh sorridendo.
《Non dico questo!》rise Wanda.
《Capisco, ti annoi ora che il tuo A.S. se ne è andato.》si fece serio.
《A.S.?》Wanda lo guardò perplessa, non aveva mai sentito quella sigla.
《Agente Supervisore.》
《Parli di Steve?》chiese Wanda. Josh annuì. Dimenticava che Steve fosse un’agente, assieme a tanti altri, tutti avevano un ruolo un compito da svolgere e lei si sentiva priva di quel ruolo.
《Evidentemente non ha bisogno di me.》
Josh si alzò. 《Tu invece hai bisogno di lui.》se ne andò lasciandola senza parole. La ragazza lo guardò allontanarsi, non si girò e proseguì dritto fino all'uscita, era sempre più misterioso, appariva e scompariva come se fosse un fantasma.
“Tu invece hai bisogno di lui”. Cos’era una domanda o un’affermazione? Ci pensò per un paio di minuti inutilmente, magari non lo sapeva nemmeno lui ma se fosse stata una domanda cosa avrebbe risposto?. All'inizio pensava che Steve avesse bisogno di lei, che gli Avengers avessero bisogno di lei. In realtà era lei ad avere bisogno degli Avengers, aveva bisogno di loro per rimediare ai suoi errori ma soprattutto aveva bisogno di Steve. Ogni giorno che passava si rendeva sempre più conto di quanto il capitano le mancasse, ma ogni volta cercava di non pensarci. Ora però quella frase le sbatté in faccia la realtà, ora non poteva più nasconderlo a sé stessa, ora non poteva più nasconderlo a Steve.

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Capitolo 14
*** Partenza ***


CAPITOLO 14

Partenza

Nella stanza regnava il silenzio, l'unico rumore era quello delle dita di Wanda sulla tastiera del computer. Lo schermo era l'unica fonte di luce, e tutto il resto della stanza era avvolto dal buio. Fuori il sole era oscurato e la pioggia batteva forte sulle finestre.
Le notizie online erano sempre le stesse: lo Shield fuori legge, Sokovia, Avengers: protezione o pericolo?, i vigilanti. Su internet e più in generale nelle notizie, lo Shield veniva quasi paragonato all'Hydra e gli Avengers erano quasi considerati dei criminali. Avevano fatto del loro meglio, avevano salvato il mondo come potevano essere dei criminali?
Wanda chiuse il portatile, era inutile proseguire a leggere, si faceva solamente del male ricordando continuamente tutto ciò che era successo a Sokovia. Improvvisamente sentì il rombo di un aereo, di fretta appoggiò il computer sul tavolo e andò a vedere fuori dalla finestra. Un Quinjet stava atterrando, tagliando la pioggia in un vortice di aria. Le scappò un sorriso, l'arrivo di quel quinjet significava il ritorno di Steve e la fine della sua sensazione di solitudine. Di fretta indossò i suoi stivaletti neri, si mise una giacca color verde militare e corse giù per le scale. In meno di un minuto raggiunse l'ingresso e attese l'apertura del portellone del garage, dove erano tenuti gli aerei, il vento portava le goccie di pioggia anche dentro e non le permetteva di vedere con chiarezza chi arrivava ma erano due figure. Quando si avvicinarono capì che erano Natasha e Sam, Steve non era tornato con loro. I due si avvicinarono ancora ed entrarono, il portellone si chiuse dietro di loro.
《Wanda?》disse Natasha 《è successo qualcosa?》. Lei scosse la testa e disse che li stava solamente aspettando, e che inoltre era felice che fossero tornati. Se ne stavano andando quando Wanda li fermò 《Dov'è il capitano?》. Natasha fece cenno a Sam di andare e si schiarì la voce prima di parlare.
《Voleva stare un po di tempo da solo, cerca di capirlo》
《Io posso capire benissimo ma isolarsi peggiora solo le cose》sospirò 《io lo so bene》.
Natasha non rispose e rimase a guardarla, non sapeva davvero che dire.
《Dimmi dovè. Gli parlerò io e lo farò tornare.》le chiese Wanda. Nat rise e scosse la testa 《Credi che non ci abbia già provato io? Gli ho parlato e ho capito che è meglio così...tornerà》detto così si girò e se ne andò.
《Lo troverò, anche se così mi ci vorrà un po più di tempo.》
Con quelle parole Natasha si arrestò e senza girarsi prese il telefono dalla tasca scrivendo in fretta un messaggio. 《Ti ho inviato l'indirizzo》disse, prima di andare via.
Wanda non ebbe il tempo di ringraziarla e corse nella sua stanza a prendere il telefono e tutto ciò che poteva servirle. Preparò una borsa e vi infilò i primi vestiti che le capitavano tra le mani e se la mise a tracolla.
《Dove vai?》Visione aveva attraversato la parete invadendo come al solito la privacy. Wanda sussultò e si portò una mano al petto.《Visione! Uno di questi giorni mi farai morire di paura se non impari a bussare!》l'androide accennò un sorriso e la guardò uscire dalla stanza. 《Non hai ancora risposto》 disse lui seguendola.
Wanda si fermò e si volse a guardarlo. 《L'unica cosa che ti serve sapere è che vado a New York, devo assolutamente capire delle cose.》detto così la ragazza se ne andò.
Corse giù per le scale, l'ascensore per lei era troppo lento, e giunse nell'enorme garage che avevano alla base. Per sua fortuna Tony aveva lasciato alla base alcune macchine che gli Avengers potevano utilizzare per ogni evenienza. Tanto ne ho fin troppe! Aveva detto con il suo solito tono saccente, ma in ogni caso avrebbe dovuto ringraziarlo. Si mise ad ammirare le decine di macchine ed escluse le Audi, troppo appariscenti, optò invece per una Chevrolet, il modello più piccolo e di un grigio poco appariscente.
Presa l'auto lasciò la base per la prima volta da quando era arrivata. Era infatti la prima volta che attraversava quella stessa stradina ghiaiata in cui pochi mesi prima aveva messo piede assieme a Steve, e ora lui era lontano. Forse si era allontanato per stare solo e in tranquillità, ma Wanda sapeva bene che isolarsi non serviva a nulla. Dopo la morte di suo fratello Pietro era rimasta sola per un po, ma stare assime agli Avengers, alla sua nuova famiglia, l'aveva fatta 'guarire' dal suo dolore e ora voleva fare lo stesso con Cap. Qualsiasi cosa fosse successa lei sapeva che avrebbe potuto fare qualcosa o forse lo sperava e basta. In ogni caso era più che sufficente.
L'auto era ovviamente dotata del navigatore, trattandosi di una delle auto di Stark non c'era da stupirsi. Con il navigatore sarebbe sicuramente stato semplice raggiungere Brooklyn.



Spazio autrice.
Mi scuso con tutti quelli che stanno seguendo questa storia per non aver aggiunto un nuovo capitolo da mesi. La scuola mi sta occupando molto più tempo del previsto ma presto finirà e quindi avrò sicuramente più tempo. Spero che questo capitoletto vi sia piaciuto e che continuerete a leggere perchè c'è ancora molto da scoprire. Grazie a tutti e alla prossima!!!

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Capitolo 15
*** La compagna giusta ***


CAPITOLO 15

La compagna giusta

Oceano Artico, 1945
Il Capitano si mise al controllo del velivolo che stava sorvolando oceano. Guardò il radar: l'obiettivo era New York, sarebbe stata rasa al suolo se il velivolo colmo di esplosivo fosse arrivato a destinazione. Si guardò avanti, oltre al vetro davanti a lui, vedeva solo mare e ghiaccio. 《Rispondete, sono il capitano Rogers! Rispondete!》Steve riuscì a mettersi in contatto con la linea dell' S.S.R. Una voce gli rispose; era Jim.
《Capitano Rogers quali sono le tue....》
《Steve sei tu? Stai bene?》era Peggy che aveva interrotto l'amico per poter parlare al suo posto. 《Peggy!》fu sollevato dal sentire la sua voce. Le disse immediatamente che Schmidt, il teschio rosso, era morto e con lui anche l'Hydra.
《E l'aereo?》chiese lei.
《Questo...》sospirò《è un po più difficile da spiegare.》
Steve iniziò a spingere tutti i pulsanti possibili, cercò senza sosta un comando per invertirne la rotta, ma fu tutto inutile.
《Dimmi le tue coordinate, ti troverò un luogo dove atterrare》disse lei speranzosa.
《Non posso atterrare in sicurezza》Le bombe erano posizionate sul retro dell'aereo e Steve temeva che un atterraggio avrebbe fatto esplodere non solo l'aereo ma tutta la zona circostante, mettendo a riscio molte vite. In pochi secondi doveva valutare tutte le opzioni possibili.《ma posso provare un atterraggio forzato》 continuò.
《Ok, metto Howard in linea, ti dirà cosa fare.》 ribatté lei.
《Non c'è tempo, va troppo veloce...ed è diretto verso New York》d'improvviso il capitano iniziò a sentire paura, Captain America aveva paura. Forse già sapeva ciò che sarebbe successo da li a poco ma non lo credeva possibile. Guardò davanti a sé, pensando a tutto ciò che avrebbe perso se avesse fatto ciò che stava pensando di fare.
《Devo farlo esplodere in acqua.》dal suo tono di voce non lasciava trasparire ciò che provava in quel momento.
《Ti prego non lo fare...abbiamo tempo, troveremo un'altra soluzione》
《Al momento sono in mezzo al nulla, se aspetto molte persone rischiano di morire.》si era arruolato per salvare vite anche se a scapito della sua, era un soldato. Ora era cambiato qualcosa dal momento in cui era entrato nell'esercito: aveva lei, e ora la stava perdendo.
《Peggy》la chiamò.《questa è la mia scelta.》aveva deciso e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea, avrebbe sacrificato la sua vita per salvarne molte altre e a confortarlo era l'idea che nel mondo non sarebbe più esistita l'Hydra.
Prese dalla tasca la sua bussola, la aprì e la appoggiò sopra i comandi davanti a lui. Nella parte interna vi era una sua foto, una foto di Peggy che sorrideva, voleva ricordarla così.
Infine afferrò saldamente i comandi direzionali del velivolo e virò verso il basso, senza ripensamenti. L'aereo iniziò velocemente a precipitare verso il basso.
《Peggy》 guardò un ultima volta la sua foto.
《Sono qui》rispose lei.
《Ti devo chiedere di rimandare quel ballo》ora davanti a lui poteva vedere distintamente i ghiacci del polo nord. Si avvicinava la fine.
《Va bene》rispose la ragazza tra le lacrime.《Fra una settimana, sabato prossimo, allo Stork Club》disse senza riprendere fiato.
《Va bene》
《Alle 20 in punto, non osare fare tardi...chiaro?》
《Ancora non ho imparato a ballare》disse lui cercando di non pensare al vento gelido che passava dalla crepa nel vetro e cercando solo di immaginare il viso della ragazza.
《Ti insegnerò io, però devi venire》
《Chiederemo all'orchestra di suonare un lento》
Il rumore dell'aereo in discesa si faceva sempre più acuto e il ghiaccio era sempre più vicino. Sapevano entrambi che con tutta probabilità non si sareppero mai più rivisti. 《Mi dispiacerebbe se...》
Steve non riuscì a finire la frase, le comunicazioni si interruppero di colpo. Così mentre lei chiamava il suo nome tra le lacrime, lui sprofondava nella morsa del ghiaccio e dell'acqua gelida, non vide più nulla tranne il buio. Incredibile immaginare che sarebbe stato così per i prossimi 70 anni.

Presente
Brooklyn, New York.


《Steve》Wanda lo chiamò varie volte ma non ricevette risposta. Eppure sapeva che era in quell'appartamento.
《Steve》bussò di nuovo, più insistentemente.
Ora ho perso la pazienza. Si concentrò e con la sua magia riuscì a sbloccare la serratura e ad aprire la porta. L'appartamento era piuttosto grande e accogliente. Vicino all'ingresso c'erano due librerie in cui vi erano numerosi libri di storia, subito dopo invece vi era il salotto, la cucina e un corridoio che portava ad altre stanze. Si sentiva una musica stile jazz, di quelle che si sentivano nelle tavole calde degli anni '50 e che lei aveva sentito solo in alcuni vecchi film.
Wanda accese la luce, illuminando la stanza che prima era nella semi-penombra, vide Steve seduto sullo sgabello del tavolo in cucina.
《Perchè non mi hai risposto?》chiese lei incrociando le braccia al petto.
《Tanto sapevo che saresti entrata comunque.》sorrise bevendo un sorso da una bottiglia. Sul tavolo davanti a lui c'erano forse una decina, o anche di più. Erano tutti alcolici.
《Ma che fai?》
《Tranquilla, tanto non riesco ad ubriacarmi》la guardò 《super metabolismo ricordi?》fece lui con tono ironico.
《No non ricordo.》Non lo aveva mai visto così, non sembrava lui, quello non era lo stesso Captain America che conosceva. Lei conosceva un uomo forte, testardo, che non si lasciava abbattere da niente e da nessuno.
Wanda si avvicinò e gli strappò la bottiglia dalla mano intimandogli di smetterla. Steve la guardò negli occhi e si alzò dallo sgabello senza smettere di fissarla. 《Perchè sei qui?》
Wanda appoggiò la bottiglia accanto alle altre e non rispose. Era chiaro che era li per lui, per aiutarlo. Si avvicinò al giradischi, su cui girava un disco in vinile, voleva far cessare la musica ma il capitano la bloccò e le prese le mani. Era una situazione irreale, lui la strinse e con una mano le cinse la vita. Wanda non riuscì a fermarlo e si fece trasportare dalla musica dimenticando anche l'odore di alcool addosso a Steve il quale si avvicinò ancor di più. Senza che se ne rendesse conto Steve iniziò a muovere prima un piede e poi l'altro, la ragazza fece lo stesso e si ritrovarono a ballare l'uno attaccato all'altro.
《Wanda.》
《Steve.》
《Era una vita che volevo farlo.》Steve affondò il viso tra i suoi capelli, respirando il suo profumo delicato.
《E cosa stavi aspettando?》chiese lei sorridendo.
《La compagna giusta.》

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Capitolo 16
*** Fragili ***


CAPITOLO 16

Fragili

Wanda lasciò la mano di Steve e gli mise le mani sul petto, spingendolo all'indietro in modo da poterlo guardare in viso. Lui la guardò confuso pensando che la ragazza lo stesse respingendo. 《E allora perchè non ti confidi con me?》gli occhi le divennero lucidi《Ti prego spiegami...che ti succede?》
《Nulla》mentii lui, con il solo intento di proteggerla, non voleva farla preoccupare. Steve le mise una mano sulla guancia, l'ultima cosa che voleva era vederla piangere come tempo fa.
《Dimmelo Steve》lo pregò la ragazza 《o lo scoprirò da sola...》
Il capitano si bloccò di colpo, pensieri contrastanti gli invasero la mente; non lo farebbe mai, no forse si invece. Da come lei lo guardava era più probabile la prima ipotesi e sarebbe stato inutile nasconderle la verità.
《Va bene》sospirò e incrociò le braccia 《volevo solo stare da solo per un po di tempo, avevo bisogno di pensare.》
《A cosa?》chiese lei testardamente.
Lui deglutì e cercò le parole per qualche secondo《è tutto così complicato Wanda, non so nemmeno da dove partire》disse lui abbassando lo sguardo.
《Bucky?》
Steve scosse la testa 《Non è solo questo》sospirò di nuovo e alzò lo sguardo guardandola negli occhi. 《Tutto ciò in cui credevo sta svanendo...prima scopro che l'Hydra è sopravvissuta per tutti questi anni e ora che lo Shield è compromesso...non so più di chi fidarmi, salvo alcune persone》Wanda lo ascoltò immobile e impotente. 《Capisci? Sono morto inutilmente!》 disse infine.
Nel suo tono di voce si percepiva una nota di delusione, rabbia e malinconia. Gli occhi gli si imperlarono di lacrime e lo sguardo gli si fece cupo.《Credevo di aver distrutto l'Hydra e poi scopro che non è cosi...forse preferivo non essere mai svegliato.》
《Non dici sul serio, a parlare è solo la rabbia...》Wanda gli mise le braccia al collo e lo abbracciò più forte che poteva. Lui si strinse a lei e chiuse gli occhi, si sentiva improvvisamente meglio e sollevato ad aver parlato con lei di tutto questo.
《Io sarò sempre dalla tua parte》
A Steve scappò un sorriso e fu grato del fatto che lei fosse li, che fosse andata a cercarlo e che lo avesse trovato.
《Aspetta un momento》Steve si divincolò dall'abbraccio e si scostò leggermente da Wanda.《Come hai fatto a sapere che ero qui?》
《Ti lascerò nel dubbio》Wanda rise e subito dopo iniziò a ridere anche Steve, infondo il come non aveva importanza, contava solo il fatto che lei fosse li.
Steve si portò una mano alla fronte, si sentiva strano, la testa gli girava leggermente.
《Stai bene?》
《Forse mi gira un po la testa》 Wanda si mise una mano sulla bocca per contenere una risata. 《Super metabolismo》disse ridacchiando. Steve si sentì in imbarazzo e un po offeso ma capì di essersela cercata.
《Sarebbe il caso che ti facessi una doccia capitano!》

Steve uscì dal bagno, dopo aver fatto la doccia si sentiva decisamente molto meglio e tornò in salotto dove aveva lasciato Wanda. Ma lei non c'era, così camminò lungo il corridoio lanciando un'occhiata veloce alla cucina e alle altre stanze fino a che non la trovò in camera sua.
Wanda non aveva notato che sul ciglio della porta vi era Steve che la stava osservando, era troppo intenta ad osservare gli oggetti e le foto che custodiva l'uomo in quella camera. Stava osservando una vecchia foto in bianco e nero dove figuravano il capitano e un altro uomo.
Steve si schiarì la voce, facendo notare alla ragazza la sua presenza. Wanda sussultò e si girò di scatto. 《è il padre di Stark, Howard》disse lui.
《Credo di averlo intuito, saranno stati i baffi》sorrise, rimettendo la fotografia sul mobile. 《Non ti avevo mai vista sorridere così tanto》Disse Steve avvicinandosi.
Wanda si accorse che aveva ragione, quando era in sua compagnia non aveva bisogno di contare sul muro che si era costruita per difendersi dal mondo, era lui che la proteggeva.
Calò il silenzio e i due rimasero a fissarsi per qualche minuto, senza dire più nulla.
《Posso farti una domanda?》chiese lei avvicinandosi.
《Sentiamo》
《Perchè non ti dai la possibilità di andare avanti con la tua vita? Non faresti nulla di male.》
Rogers rimase interdetto, non si aspettava una domanda così seria e si impensierì di colpo. Wanda si sentì in colpa per aver rivangato nuovamente la faccenda 'passato' e gli sorrise per confortarlo.
《Non importa Steve, scusami...》
《No...Hai ragione.》
Wanda si avvicinò e gli mise le mani sulle guance, accarezzandogli il viso con i pollici. 《Un giorno ti sentirai pronto per ricominciare, ne sono sicura》
Lui si perse a guardarle gli occhi e, abbandonandosi al suo istinto, posò le labbra sulle sue. Wanda ricambiò il bacio e gli sfilò con foga la maglietta bianca. La fievole luce del sole che stava tramontando filtrava dalla finestra e la ragazza poteva vedere ogni singolo dettaglio del suo torso scolpito e la luce nei suo occhi azzurri.
《Non posso》sussurrò Steve facendo un passo indietro, in lotta contro tutti i suoi principi.
Wanda si allontanò finchè non incontrò il muro, era andata troppo oltre, si era avvicinata fin troppo al sole ed era impossibile non bruciarsi. Gli occhi della ragazza divennero improvvisamente lucidi.
《Wanda..》mormorò lui.
《Non importa.》rispose lei di fretta, allontanansosi.
L'uomo le afferrò il braccio e la baciò nuovamente. Sentì Wanda rilassarsi e appoggiarsi sul suo petto. Steve interruppe lentamente il bacio e per un attimo rimase immobile a guardarla.
《Non posso lottare contro ciò che sento.》sussurrò, poi la prese in braccio e riprese a baciarla.
La adagiò sul letto e tremò mentre le toglieva prima la giacca, la maglietta e poi il reggiseno. Ora Wanda poteva sentire il calore della pelle di Steve e lasciarsi andare sembrava per entrambi la cosa più semplice.
Poco dopo si trovarono scoperti, fragili, senza difese mentre i gesti, i movimenti sembravano venire naturali, e i loro corpi aderivano l'uno a quello dell'altra muovendosi in sincronia. Steve le accarezzava il corpo, quasi a voler memorizzare ogni dettaglio, e tremava ad ogni suo sospiro. Si stava facendo sempre più buio e le loro mani si cercavano per stringersi il più forte possibile, niente poteva rovinare quel momento e rimasero stretti l'uno all'altra finché l'oscurità non li avvolse.

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Capitolo 17
*** Emergenza ***


CAPITOLO 17

Emergenza

Natasha era seduta su una sedia scomoda in alluminio, era li seduta da quasi un'ora, in attesa. Sam era seduto accanto a lei, le braccia incrociate e la gamba che tremava incessantemente.
《Mi stai facendo impazzire》disse lei voltandosi a guardarlo. 《smettila!》
Sam si immobilizzò di colpo, erano entrambi agitati e in attesa di avere notizie del capitano. Poco dopo Wilson riprese ad agitare la gamba, l'ansia era davvero troppa e Natasha si alzò sbuffando e prese a camminare su e giù nervosamente per il corridioio dell'ospedale.
《Starà bene non è vero?》chiese Sam alla donna.
《Lo spero.》
《Wanda dov'è? Sta bene?》
《Non lo so, non so cosa l'abbia spinta ad andarsene...》rispose la rossa corrugando le sopracciglia.
《E tu come stai?》
La donna sospirò 《Ho fatto quello che dovevo...》rispose pensierosa.
I minuti passavano lenti, scanditi dal fastidioso ticchettio dell'orologio attaccato alla parete. L'agente Romanoff lo guardò e desiderò fermamente smontarlo e staccargli le lancette, per far cessare quel rumore fastidioso che le penetrava nella testa.
Alcuni minuti dopo la porta della sala di rianimazione si aprì e uscì un giovane medico vestito di azzurro.
Sam si alzò di colpo e Natasha si avvicinò. 《Come sta?》chiese lei.
Il dottore sospirò《È vivo.》

12 ore prima.
La luce del sole illuminò violentemente la stanza, colpendo in pieno volto Steve e Wanda, che a quel punto si svegliarono.
Né l’uno né l’altra furono certi di ciò che era successo la notte prima finché non si resero conto di essere completamente svestiti e di aver dormito abbracciati.
《Buongiorno》Mormorò lei, osservando Steve che la guardava sbattendo ripetutamente le palpebre non credendo a ciò che era successo.
《Buongiorno》rispose lui arrossendo. Non credeva che un giorno si sarebbe ritrovato in quella situazione, e nonostante fosse andato contro ai propri principi, non riusciva a pentirsi per ciò che era accaduto. Steve si sentiva in dovere di dire qualcosa, di stabilire che cosa fossero stati da quel momento in poi ma non riuscì ad aprire bocca.
《Posso farti una domanda》disse lei incerta.
Stive annuì senza dire nulla.
《Era...la tua prima volta?》
Rogers arrossì di colpo e balbettò in fretta alcune parole incomprensibili, alzandosi di colpo e cercando i pantaloni. Wanda si mise seduta sul letto, coprendosi con le lenzuola mentre Steve si infilava, goffamente, i pantaloni. In quel momento sembrava un ragazzino.
《Scusa Steve. Era una domanda inopportuna, non devi rispondere se non vuoi.》
Steve rimase immobile ai piedi del letto e sorrise. 《Si vede così tanto?》rise.
Wanda fu contenta nel vederlo sorridere, credeva di averlo offeso con quella domanda. Wanda scivolò sul letto fino ad abbracciarlo, appoggiò la guancia sul suo torso nudo e il capitano ricambiò l'abbraccio. Non si era mai sentito tanto vulnerabile ma allo stesso tempo al sicuro: è questo che provoca l'amore? Improvvisamente stava ammettendo di provare qualcosa per la ragazza e non resistette dal baciarla di nuovo.
《Ti preparo la colazione.》disse infine sorridendo.

Poco dopo Wanda si vestì e raggiunse Steve in cucina. L'uomo era girato di spalle, intento a tagliare delle fette di pane. Wanda arrossì nel guardare le larghe e muscolose spalle di Steve e si sedette sullo sgabello del tavolo.
《Scusa Wanda ma ho solo questo in casa.》disse, mettendo in tavola le fette di pane appena tagliate, un vasetto di marmellata alla ciliegia, delle posate e un bicchiere di succo all'arancia. 《Non ti preoccupare, va benissimo》sorrise lei.
La ragazza bevve quasi in solo sorso il succo all'arancia e poi prese una fetta di pane sulla quale stese sopra un grosso strato di marmellata alla ciliegia. Steve invece si preparò un bicchiere e prese dal frigorifero tre uova.
《Ti prego dimmi che con quelle vuoi fare dei biscotti...》disse Wanda aggrottando le sopracciglia. Steve sorrise e incurante della faccia esterrefatta di Wanda, ruppe le uova, le mise nel bicchiere e le 'bevve'. Wanda lo guardava a bocca aperta tenendo la fetta di pane e marmellata sospesa a mezz'aria mentre Steve appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolo.
《Quella la mangi?》disse Steve alla ragazza.
《Mi è passata la fame.》disse Wanda dandogli la fetta di pane. Poi lei si alzò e andò a mettere dell'acqua nel bollitore elettrico.《Hai del caffè solubile?》
《Solo per casi di emergenza.》Rispose il capitano tra un morso e l'altro.
《Lo è.》disse lei strabuzzando gli occhi.
Steve rise e si alzò dallo sgabello per aprire l'anta della vetrinetta accanto a Wanda, prese poi un barattolino di latta e glielo diede. Le loro dita si sfiorarono.
Improvvisamente un telefono iniziò a squillare. Wanda sussultò, era la sua suoneria. Di corsa andò a cercare la borsa ed estrasse il cellulare; sullo schermo compariva il nome Natasha. Cos'era successo? Con riluttanza la ragazza premette il tasto verde e rispose alla chiamata.
《Dimmi》
《Wanda devi tornare alla base al più presto.》disse Natasha con tono agitato.
《Che è successo?》
《E dovresti portare con te Steve.》continuò lei ignorando la domanda della ragazza.
《Si va bene.》
Natasha chiuse la chiamata prima che Wanda potesse rifare la domanda, dal tono di voce che aveva poteva però dedurre che era successo qualcosa di piuttosto grave.
《Era Natasha》disse Wanda a Steve.
《Ti ha detto di tornare alla base ma non ti ha risposto quando le hai chiesto cosa è successo?!》
《Esatto.》
《Allora dobbiamo fare in fretta》Wanda lo guardò sorpresa ma Steve conosceva bene Nat e quando non fornisce dettagli sull'accaduto significa che è successo qualcosa di serio. Così il capitano andò velocemente in camera, si mise la maglia e prese il giubbotto in salotto dicendo a Wanda di sbrigarsi.
La ragazza sbuffò rumorosamente pensando al caffè che voleva bere, invece dovette spegnere il bollitore e raccogliere le sue cose per seguire velocemente Steve, che stava già scendendo le scale. 《Dammi le chiavi della macchina》
《Cosa? Non posso guidare io?》obbiettò la ragazza.
《Non mi fido》disse Steve allungando la mano aperta verso Wanda. Solo quando lei appoggiò le chiavi sul palmo della sua mano il capitano sorrise.
《Sei un maschilista!》continuò lei mentre attraversavano la strada e si avvicinavano all'auto.
《Dai sali》continuò a ridere lui.
Wanda non poté fare a meno di sorridergli 《Ti odio sai?》

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Capitolo 18
*** Game over ***


CAPITOLO 18

Game over

Steve era alla guida dell'auto da quasi un'ora e Wanda si era addormentata da quasi lo stesso periodo di tempo, si era appoggiata al finestrino e in pochi minuti le si erano chiusi gli occhi. A tenere compagnia a Steve erano rimaste le canzoni che venivano passate in radio.
Lasciata l'autostrada l'asfalto divenne più scosceso e Wanda, scossa dalle numerose buche, si svegliò lentamente stiracchiandosi nello spazio limitato dell'auto.
《Non sei di grande compagnia sai?!》disse Steve sorridendo.
《Scusami, la macchina mi fa questo effetto.》
Wanda si mise comoda sul sedile e guardò fuori dal finestrino, aveva già capito che mancava poco alla base e che una volta arrivata sarebbe tornato tutto come prima.
《Steve》
L'uomo si voltò per qualche secondo a guardarla e notò immediatamente il suo sguardo triste.《Tutto bene?》 le chiese.
《Ora che succederà...tra di noi?》
Il capitano, forse preso alla sprovvista o forse troppo imbarazzato rimase in silenzio per qualche secondo prima di balbettare 《Io non lo so》
Wanda si girò verso di lui e rimase a fissarlo, non si aspettava quelle parole, dopo tutto quello che era successo ora lui non sapeva cosa fare. Si fece mille domande una di seguito all'altra, si chiese se Steve avesse avuto intenzioni serie o se era stato solo un errore, un modo per distrarsi, si chiese se fosse stato tutto un gioco, tutto una bugia.
《Tu non lo sai?》disse Wanda alzando il tono di voce, mentre l'auto stava già percorrendo la strada ghiaiata che portava alla base. Poco dopo Steve rallentò, si slacciò le cinture e fermò la macchina.
《Wanda, è successo tutto molto in fretta. Sarai confusa anche te...o sbaglio?》disse guardandola negli occhi.
La ragazza sospirò e Steve si avvicinò a lei prendendo il suo viso tra le mani.
《Non ti ho presa in giro se è questo che temi. L'ho fatto perchè sentivo di volerlo fare. 》Lui le sorrise e si avvicinò fino a baciarla, accarezzandole i capelli con le dita.
D'istinto Wanda ricambiò il bacio ma poco dopo si ritrasse dal viso, ora confuso, di lui. 《So benissimo come andrà a finire tutto questo!》lo interruppe lei. Poi, detto così, la ragazza scese dall'auto portando con sè la borsa.
Steve sospirò e pochi istanti dopo uscì anche lui dall'auto sbattendo involontariamente la portiera dell'auto. Velocemente raggiunse Wanda che si stava già avvicinando all'entrata della base. 《Wanda! Fermati!》
Prima che la ragazza aprisse la porta, essa si aprì di scatto e apparve Natasha. Vedendola i due si arrestarono di colpo e si sentirono immediatamente in imbarazzo chiedendosi se la donna avesse sentito o intuito qualcosa. 《Finalmente, vi eravate fermati a fare un pisolino?》 chiese Natasha abbozzando un sorriso.
《Mi sei mancata anche tu.》rispose Steve con tono ironico.
Natasha ignorò le parole di Steve e fece ai due un cenno per farsi seguire all'interno della base. Steve e Wanda si fermarono davanti all'ascensore e Natasha li guardò con un sorriso imbarazzato. 《Credo che dovrete aspettare un bel po' per quello.》
Solo ora che ci facevano caso, la luce dell'ascensore era spenta, come ogni altra luce. Così, mentre facevano le scale, l'agente Romanoff gli spiegò che il sistema elettrico era stato manomesso durante la notte, che era impossibile accedere anche alle comunicazioni, e che erano praticamente isolati fino a quando Tony non era riuscito a creare un varco e permettere a Natasha di chiamare Steve.
《Sapete chi è il responsabile.》chiese Rogers.
《E' proprio questo il problema》disse Natasha arrestandosi alla fine delle scale 《non sappiamo chi sia stato né perchè né come ripristinare la corrente》 aggiunse.
《Come? Tony non c'è riuscito?》
《Dice che non è stato un uomo, è come se una strana forza impedisse lo scorrere della corrente...come se controllasse la corrente.》
Improvvisamente era tutto più chiaro, il blackout di qualche settimana fa era collegato a questo episodio e chiunque fosse stato poteva forse controllare l'elettricità e non solo, anche accedere a qualunque file.
《Chi sei, cosa vuoi?》disse Steve rivolgendosi al vuoto.
《Steve...non credo che...》fece Natasha.
《Gli altri dove sono?》la interruppe Wanda.
《Shhhh》fece Steve alzando una mano. Aveva sentito un lieve rumore provenire dal piano di sotto, da dove provenivano loro.《Restate qui》
Il capitano scese le scale con passo felpato per cercare di fare meno rumore possibile, era disarmato, non aveva nemmeno il suo scudo e andava incontro all'ignoto. Per un attimo pensò di tornare indietro ma poi si appoggiò al muro e sbirciò cautamente dietro l'angolo, non vide nessuno. Sentendosi tranquillo uscì dal suo nascondino e avanzò per controllare meglio la stanza.
Improvvisamente una luce azzurra apparsa dal nulla gli attraversò l'addomme, fu come una scarica elettrica che sembrò arrestargli il battito del cuore per qualche secondo. Steve si appoggiò al muro il quale lo sosteneva dal cadere, il suo respiro era sempre più affannoso e quando stava per riprendersi la luce prese forma pochi metri davanti ai suoi occhi. Socchiuse gli occhi abbagliato dalla potente e luce e solo quando potè aprirli del tutto riconobbe Josh, il ragazzo dell'infermieria che sembrava molto interessato a Wanda.
《Bello rivederti, eri troppo impegnato ad accendere e spegnere lampadine immagino.》disse Steve ironico.
Josh fece un sorriso più simile a una smorfia.《Non ti conviene sottovalutarmi.》
Rogers avrebbe voluto rispondere che in realtà non lo stava sottuvalutando affatto ma, quando il ragazzo riprese le sembianze di un vero e proprio fulmine, fu impegnato a evitare che lo colpisse come poco prima. Come in una sorta di flipper la luce rimbalzava velocemente da una parete all'altra sfiorando ogni volta il capitano che con agilità la evitava ad ogni suo passaggio.
In una luce rossa il fulmine fu bloccato all'angolo della parete davanti a lui e imprigionato in una bolla di energia. Era la giovane Maximoff la fonte di quell'energia.
Steve guardò la ragazza e fece un cenno con la testa per ringraziarla, mentre riprendeva fiato.
《Che cosa vuoi Josh?》chiese Wanda.
《Sei dalla parte sbagliata signorina Maximoff》rise il ragazzo 《Tu sei come me: un'esperimento di Struker.》
La ragazza esitò 《è impossibile, io e mio fratello eravamo gli unici sopravvissuti!》
《Ti sbagli!》
Steve assisteva alla scena impotente.
《Tu dovresti stare dalla mia parte》 continuò Josh.
《Cioè dalla parte dell'Hydra? 》intervenì Steve 《L'organizzazione che mirava a eliminare ogni libertà!》
《Per raggiungere la pace.》terminò Josh.
《Pagando il prezzo di miglioni di persone.》
《Ti tengono qui per controllarti!》disse Josh rivolgendosi di nuovo a Wanda. 《Ti temono e non possono capirti come faccio io.》
《Io non ho bisogno di nessuno che mi capisca》rispose Wanda alzando il tono della voce. 《Sai che non è così...》
Natasha li raggiunse, in una mano reggeva lo scudo del capitano e nell'altra una pistola appena caricata. Intanto Wanda iniziò a barcollare incapace di trattenere l'energia di Josh ancora a lungo. Accorgendosi immediatamente dell'indebolimento della barriera che lo stava trattenendo, il ragazzo raccolse tutte le sue energie per liberare una potente scarica elettrica che colpì tutta la stanza.
Natasha d'istinto si piegò sulle gambe appoggiandosi quasi a terra e si coprì con lo scudo. Nella scarica Josh sembrò perdere gran parte della sua forza e l'agente Romanoff si preparò al contrattacco.
Wanda si ritrovò stesa a terra, le palpebre le si fecero pesanti, i suoni e le immagini iniziarono a confondersi tra loro e nel loro svanire Wanda vide Steve cadere a terra con un tonfo, poi ci fu uno sparo, un lungo fischio le penetrò le orecchie e poi fu buio.

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Capitolo 19
*** Casa ***


CAPITOLO 19

Casa

Brooklin, New York 1925
Quella mattina era sicuramente la più fredda di tutta la settimana, alla radio non facevano altro che parlare dei problemi causati dal ghiaccio nella città di New York.
《Steve! Alzati!》gridò una donna dalla stanza accanto.
Il bambino prese la coperta e se la avvolse prima che la donna entrasse. 《Tutte le mattine la stessa storia!》sospirò lei. Si avvicinò al letto e si sedette accanto alla sagoma avvolta tra le coperte blu.
《Fa tanto freddo mamma.》
《Mi aiuti a fare i biscotti?》
Al suono di quella parola il piccolo saltò giù dal letto mentre la donna rideva nel vederlo vestirsi goffamente. Lei si avvicinò cercando di dare una mano a Steve ma lui si divincolò affermando che ce l'avrebbe fatta da solo e che era grande. A sei anni però non ci si poteva definire grandi, Steve era molto più gracile e minuto di tutti gli altri bambini della sua età ma era sicuramente il più determinato.
I due si recarono in cucina dove Sarah aveva preparato già tutto, e l'impasto era già steso. Era una mamma molto premurosa e riservava tutte le sue attenzioni a suo figlio perchè sapeva che aveva bisogno di lei. A casa infatti il bambino si sentiva tranquillo e al sicuro ma fuori, a scuola, si sentiva vulnerabile e preso di mira dagli altri bambini i quali lo prendevano in giro per la sua costituzione gracile.
《Di che forma li vuoi fare?》chiese la donna.
Steve guardò accanto all'impasto dove erano posate alcune formine in ferro: cuore, fiore e stella. Il bambino brontolò 《Non c'è più la scimmietta?》
《Era rovinata e l'ho buttata via》
《Allora la stella》
In pochi minuti la prima teglia di biscotti era in forno e Steve sentiva già il profumo caldo e dolce nell'aria.
Il piccolo stava affondando lo stampo a forma di stella nell'impasto quando la porta si aprì di colpo e suo padre entrò nella stanza. Velocemente il bambino si nascose sotto il tavolo della cucina e guardò l'uomo avvicinarsi a sua madre.《Dov'è Steve?》chiese.
《é ancora a dormire》
L'uomo però aveva notato una piccola mano incisa nell'impasto dei biscotti. 《Bugiarda!》Le afferrò il braccio e lo strinse.
《è la verità》
《è un maschio, non deve fare questi lavori da donna!》
《E cosa dovrebbe fare? Andare al bar ad ubriacarsi come suo padre?! 》
《Zitta!》ruggì l'uomo.
《Devi smettere di spendere tutti quei soldi in alcool. Siamo indietro di tre mesi con le rate dell'affitto!》
Al suono di quelle parole l'uomo le diede un violento schiaffo sulla guancia e se ne andò mentre la moglie piangeva accasciata accanto al tavolo.
《Non devi dirmi quello che devo fare!》disse infine l'uomo. Poi, prima di uscire di casa aggiunse che sarebbe tornato tardi.
《Mamma》Steve gattonò fuori dal tavolo e abbracciò la donna in lacrime.
《Non preoccuparti tesoro, sto bene.》Disse lei asciugandosi le lacrime con il palmo della mano.
《Perchè non te ne sei andata?》
《Perchè se si inizia a scappare poi non ci si ferma più...》
《Allora non preoccuparti mamma, ti difenderò io.》
Le scappò un sorriso. 《Steve...》gli prese il viso tra le mani. 《Ricordati sempre che non devi mai tirarti indietro davanti alle difficoltà, anche se avrai paura fai sempre la cosa giusta. 》
《Io non avrò paura, quando sarò grande farò il soldato e la farò pagare a tutte le persone cattive!》
Lei lo guardava con un sorriso interrotto dalle lacrime e dalla guancia rossa segnata dallo schiaffo ricevuto.
《Lo vuoi un po' di ghiaccio?》le chiese Steve, appoggiando delicatamente la sua piccola mano sulla guancia della mamma. Lei sorrise di nuovo.
《Ti voglio bene Steve.》

Presente
《Steve!》Natasha entrò nella stanza dell'ospedale, seguita da Wilson e si avvicinò velocemente al letto dove era steso l'uomo. Era mattina e la luce del sole filtrava dall'unica finestra presente nella stanza.《Come stai? Eravamo preoccupati》
《Sto bene, come sempre.》sorrise lui mettendosi seduto sul letto.
《Non è meglio se ti riposi un po'?》
《Hanno detto i dottori che il tuo cuore si è fermato》intervenne Sam.
《Esagerano come al solito》
《Steve! Si è fermato per forse qualche minuto.》insistì Wilson.
Steve alzò le spalle per sdrammatizzare, in realtà sapeva che era stato fortunato e che nessun uomo 'normale' sarebbe sopravvissuto a due scosse elettriche di quella portata.
《Wanda come sta?》chiese il capitano tornando serio.
《Sta bene, la scarica elettrica l'ha colpita solo di striscio ed è solo svenuta.》rispose Natasha. 《Al momento non si trova alla base, è in un posto sicuro.》aggiunse.
Steve annuì, era andato tutto bene infondo. 《Avrei dovuto scoprire prima chi era veramente Josh》disse guardando il pavimento. 《Un tempo avevo un sesto senso per queste cose.》Nell'esercito aveva imparato ad analizzare ogni situazione, ogni persona, ogni comportamento, i minimi particolari. Quella volta non lo aveva fatto, era stato distratto, e delle persone a lui care ne stavano per pagare il prezzo.
I suoi pensieri furono interrotti quando il dottore entrò nella stanza. 《Può andare a casa Rogers, le porto il foglio da firmare per le dimissioni》
《La ringrazio.》sorrise Steve. 'Casa', quale poteva chiamare casa? La base degli Avengers? La sua piccola casa a Brooklin?
《Ti do una mano a preparare le tue cose》disse Sam.
Steve si mise in piedi.《Grazie ma riesco a farlo da solo. 》

Tornato nella sua camera alla base, gli sembrò di essere stato via per settimane. Sospirò e appoggiò lo zaino a terra con un tonfo. Poi appoggiò il telefono sulla cassettiera e si fermò a guardare una foto incorniciata. La foto ritraeva sua madre Sarah, l'unica foto che aveva di lei. Il suo volto era sereno e sorridente, come poche volte l'aveva vista, i capelli biondi e lisci le scendevano fino alle spalle e indossava la divisa da infermiera.
Aveva perso così tante persone a cui teneva al punto che si chiedeva spesso che cosa stava sbagliando. Poi si chiese cosa sarebbe successo a Wanda, se sarebbe tornata oppure no. Erano di nuovo lontani.
All'improvviso sentì bussare alla porta e si girò di scatto, Natasha era sulla porta.《Pensavamo di ordinare il prazo se hai fame 》disse.
《Mi sembra una buona idea》
《Perfetto.》disse lei andandosene.
Steve sospirò di nuovo cercando di togliersi ogni pensiero di dosso e raggiunse Natasha e Sam fingendo di star bene.

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Capitolo 20
*** Dimenticare ***


CAPITOLO 2O

Dimenticare

Wanda si svegliò quasi a ora di pranzo, lentamente aprì gli occhi, le pareti e i mobili della stanza presero forma. La testa le girava ancora e le ci volle un po' per riuscire a mettersi seduta sul letto. Accanto a lei, seduto su una sedia di ferro grigio vi era Visone, il quale aveva vegliato su di lei per gran parte della notte.
《Come stai?》le chiese porgendole un bicchiere e un'aspirina.
《Bene, grazie.》
La ragazza fissò la pastiglia sciogliersi e frizzare nell'acqua del bicchiere.
《Sicura che va tutto bene?》insistè Visione.
《Che fine ha fatto Josh?》
《La Vedova Nera gli ha sparato appena lui ha perso energia.》
Wanda annuì. 《Ha detto di essere un'esperimento di Strucker come me e Pietro...è possibile?》 《Su questo non sono informato》rispose l'androide alzando le spalle.《Però fossi in te non ci penserei più.》
《Per questo mi hai portata qui?》chiese lei scrutando la stanza. Le pareti erano di un grigio scuro e toglievano molta luce alla stanza, accanto a lei vi era un comodino di legno e appoggiato alla parete accanto vi era un armadio a tre ante bianco. Guardando fuori dalla finestra intuì che lei e Visione si trovavano nella torre di Stark che si ergeva nel pieno della città di New York.
《Qui sarai al sicuro》
《Dove c'è Stark non si può essere al sicuro.》rispose lei bevendo un sorso dal bicchiere. Sorrise per un momento ma poi tornò seria. 《Il capitano?》
《Lo hanno portato in ospedale, non so nient'altro》
Wanda sospirò e, appoggiato il bicchiere sul comodino, si alzò scostando le coperte del letto. Visione scattò in piedi subito dopo di lei e le mise le mani sulle spalle. 《Wanda, convengo che tu rimanga qui per qualche giorno.》disse lui intuendo l'intenzione della ragazza di fare ritorno alla base.
《Ti prego Visione, ho bisogno di sapere.》

Circa un'ora dopo Wanda e Visione arrivarono alla base e la ragazza corse su per le scale fino al primo piano, dove vi erano gli alloggi dei vendicatori. Senza nemmeno guardarsi intorno entrò nella camera di Steve, notò che la porta era aperta. Dall'uscio della porta si accorse immediatamente che all'interno non vi era nessuno.
Sospirò, pensando di essere stata troppo avventata, ma Steve stava bene, i vestiti che aveva il giorno prima erano infatti piegati sul letto e ciò significava che era tornato, questo bastava.
Uscì dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle e si avviò verso camera sua. Arrivata davanti alla porta esitò, non sapeva se entrare oppure andare a cercare Rogers. Scosse la testa per liberarsi di quelle incertezze e spalancò la porta socchiusa della sua stanza.
Con grande sorpresa Steve era li, seduto sul suo letto a fissare il pavimento. Appena Wanda fece qualche passo all'interno della stanza lui sollevò lo sguardo guardandola negli occhi ma senza cambiare quell'espressione seria e confusa.
《Steve...》sussurrò lei.
Lui si alzò e si avvicinò a lei, la superò e chiuse la porta della stanza. 《Ho pensato moltissimo da quando sei sparita.》disse poi.
《A cosa?》
《A noi》lui la guardò di nuovo, aveva un tono deciso.
《Steve...》disse Wanda scossando la testa, era tutto sbagliato e tutto così spaventoso per lei. Lui si avvicinò e le afferrò le spalle.
《Non puoi dirmi che è stato sbagliato, che non avremmo dovuto. Io non mi pento di nulla.》disse Steve senza riprendere fiato tra una parola e l'altra.
《Mi dispiace per tutto quello che è successo, per colpa mia sei quasi morto...》
《Ti assicuro che ci vuole molto di più per uccidermi》
《Non so controllare i miei poteri, non ho saputo fare di più...》disse Wanda 《Forse vi sbagliate su di me, non sono all'altezza di far parte degli Avengers.》
Steve scosse la testa 《Ti prometto che io ti aiuterò a controllare i tuoi poteri, noi ti aiuteremo. Siamo la tua famiglia Wanda, la squadra è unita anche grazie a te e abbiamo bisogno di te.》Steve rilassò i muscoli, alleggerendo la presa sulle spalle della ragazza.《Io ho bisogno di te...》aggiunse infine.
Una lacrima rigò la guancia di Wanda. 《Sarò sempre dalla tua parte Steve ma...》le parole non volevano uscirle dalla bocca, faceva troppo male. 《Dimentichiamo ciò che è successo.》
Steve lasciò la presa e si scostò da lei. 《Dimenticare? Wanda non posso dimenticare!》
Lui la guardava, ferito, deluso ma lei non diceva nulla, quella decisione era stata la più dolorosa nella sua vita e non avrebbe mai voluto farlo. Provava per Steve qualcosa che non aveva mai sentito prima ma aveva paura, paura che se le cose fossero andate male tra loro avrebbe perso la sua amicizia. Il mondo aveva bisogno degli Avengers, e loro dovevano rimanere uniti. Quello non era il momento giusto. Entrambi avevano visto cosa era successo tra Natasha e Bruce poco tempo prima e Banner se ne era andato per proteggerla, nessuno sapeva dove fosse andato. La squadra aveva già perso troppi membri.
Davanti al silenzio della ragazza Steve forse capì tutto, le sue paure, le sue incertezze e capì che ciò di cui aveva bisogno Wanda era qualcuno che le stesse a fianco come una famiglia e lui sarebbe stato tutto questo.
《Siamo simili sai?》le disse lui accennando un sorriso.
Wanda lo guardò perplessa.
《Mi riferisco al fatto che entrambi ci siamo offerti volontari per un esperimento.》continuò lui 《Quando il nostro paese era in guerra.》
《O il mondo.》aggunse lei riferendosi alla seconda guerra mondiale, quella in cui aveva combattuto Steve. Poi ci fu un breve silenzio.
《Abbiamo perso molte cose Wanda...》sospirò Steve. 《Il mondo non è più lo stesso che ho lasciato. Ai miei tempi la cosa più strana ero io e ora invece...》chiuse gli occhi per qualche secondo. 《Tutto questo: eserciti alieni, minacce da tutta la galassia, gemme da poteri straordinari...è una cosa più grande di me e mi sento così impotente.》
《E' per questo che esistono gli Avengers》disse Wanda avvicinandosi all'uomo. 《Me lo hai insegnato tu Steve. Da soli non possiamo fare molto contro questo tipo di minacce, ma assieme.》Respirò profondamente e guardò i suoi occhi azzurri come il cielo. 《Assieme possiamo fare tutto.》In quel momento avrebbe voluto parlare di loro due con quelle parole, ma non poteva più essere così.
Wanda iniziò a piangere, sempre più forte, Steve la attirò verso sé e la strinse forte tra le sue braccia. Lei affondò il viso nel suo petto. Sentiva il suo profumo, poteva sentire il suo cuore battere veloce e ogni suo respiro. Il mondo esterno si annullò di colpo, c'erano solo loro, solo i loro cuori che battevano all'unisono e i loro respiri che si fondevano in quello che in realtà era un finto addio.

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Capitolo 21
*** Epilogo ***


CAPITOLO 21

Epilogo

La convivenza nella base degli Avengers proseguiva da un mese senza, o quasi, discussioni tra i vendicatori.
La convivenza non era facile e spesso nascevano piccole discussioni che riguardavano spesso l'omesso adempimento dei compiti assegnati: come i turni su lavare i pianti, togliere la polvere, cucinare ecc.
Dopo un paio di giorni Steve e Sam avevano ripreso gli allenamenti con Wanda, con l'intento di aiutarla a controllare i suoi poteri. Erano stati stabiliti martedì e giovedì come pomeriggi di allenamento. Il sabato sera era invece stato ribattezzato la serata Steve, amico, non puoi non averlo visto! Ed era la serata in cui a rotazione un membro del team proponeva un film da far vedere al capitano. Film come Harry Potter, Il signore degli anelli, Star Wars, e altri film di cui Steve non conosceva nemmeno la trama. Una settimana dopo la serata era poi stata ribattezzata semplicemente serata film.
La domenica era invece il giorno dedicato alle famiglie e in cui Rhodes andava a trovare la sua famiglia così come Sam. Natasha invece passava un po' di tempo con la famiglia Barton nella loro casa in campagna. Per quasi l'intera giornata alla base restavano solamente Steve, Wanda e Visione.
Con il passare dei mesi ogni membro imparava a conoscere un'abitudine di qualche altro membro. Per esempio Wanda si prendeva qualche ora nei giorni liberi per stare da sola e tutti avevano imparato a non disturbarla. Visione invece aveva smesso quasi del tutto di sorprendere gli altri vendicatori oltrepassando i muri, aveva imparato finalmente a bussare. La maggior parte delle volte.
Steve aveva l'abitudine di svegliarsi molto presto al mattino per fare qualche giro di corsa attorno alla base e poi faceva una doccia al piano terra per non disturbare gli altri membri del gruppo.
Natasha ogni sabato, per la serata film, aveva l'abitudine di portare una cassetta di birra russa che solo lei era capace di trovare e una sera si era scatenata una vera e propria guerra a colpi di sorsi tra lei e Sam, il quale aveva esclamato Scommetto 10 dollari che con una birra non ci si può ubriacare . Perse la scommessa.
Il sergente Rhodes, che da mesi non toccava la sua armatura, prese l'abitudine di fare qualche volo per la periferia di New York dicendo che alla sua War Machine faceva male stare troppo tempo ferma.
Tony si recava sempre più spesso alla base e anche se non ne parlava Steve aveva notato che c'era quacosa che non andava tra lui e Pepper, e che per quello passava sempre meno tempo alla torre. Gli incubi che faceva la notte non si erano attenuati e per Steve era lo stesso. Una volta si erano per caso incontrati in cucina alle 3 di notte e avevano parlato fino all'alba.
Passare del tempo tra di loro era sempre più bello e più semplice e ogni membro del gruppo imparò giorno per giorno a conoscersi meglio.
A Natale la conta dei presenti era scarsa, erano nella base solo Steve, Wanda, Visione e Natasha così la scelta di passare la vigilia di natale assieme alla famiglia Barton fu una diretta conseguenza anche se Visione preferì rimanere alla base. Clint fu felice di far conoscere il piccolo Nathaniel ai suoi amici. La signora Barton per l'occasione praparò ben 3 tipi diversi di primo, 2 tipi di secondo e 4 dolci diversi, in porzioni così abbondanti che Steve non aveva mai visto cucinare nemmeno per l'esercito.
In inverno Tony si recava alla base abitualmente ogni weekend e per Steve fu chiaro che lui e Pepper si erano presi forse un periodo di pausa. I suoi incubi notturni non si attenuavano e il capitano lo capiva perfettamente, anche lui aveva incubi ricorrenti. Per mesi non ne parlarono ma poi Steve riuscì a farsi raccontare da Stark che cosa sognava ogni notte. La risposta fu sconvolgente; Tony vedeva la fine della terra, la fine degli Avengers e Steve non sapeva come farlo stare meglio. Parlarne per Tony fu però sufficente, essersi aperto era già un primo passo.
Con l'arrivo della primavera e delle prime giornate di sole, Sam, Steve e Wanda si allenavano sempre più spesso all'aperto.
Circa un mese dopo il sergente Rohodes fu chiamato a Washington D.C per questioni di politica mentre Tony ultimò il suo nuovo progetto del quale nessuno sapeva nulla e organizzava convegni nelle università, assentandosi per lunghi periodi.
Era passato circa un anno dal loro scontro con Ultron quando arrivò l'ordine di una nuova importante missione alla quale avrebbero partecipato Steve, Sam, Wanda e Natasha a Lagos, in Nigeria. Per Wanda sarebbe stata la prima vera occasione di dimostrare le sue capacità e non voleva deludere le aspettative del resto del team, e soprattutto quelle di Steve, il quale le aveva insegnato molte cose, con non poche difficoltà nel superare tutto quello che era successo tra loro. Non ne avevano più parlato anche se si erano ritrovati da soli in più occasioni.
Un'occasione però Wanda non se la sarebbe persa, quella di affrontare quella missione e nonostante la paura aveva mille aspettative, si sentiva pronta e non si sentiva sola. Era quasi un'anno che faceva parte della squadra.
Sin dall'inizio, da quando gli Avengers si erano incontrati per la prima volta, Steve aveva aspirato ad essere molto più di un leader, più di un mentore. Voleva essere un amico. Perchè è l'amicizia che manda avanti la squadra e che li riporta sempre assieme, qualunque cosa accada.
Quando Steve ha iniziato a guidare gli Avengers si era ripromesso di aiutare i suoi compagni, aiutarli a controllare i loro poteri o le loro paure. Si era ripromesso di tenerli uniti perchè era quella la loro forza; l'unione fa la forza dice un vecchio detto.
Unione, forza, amicizia e famiglia. Gli Avengers erano tutto questo, sono tutto questo e lo saranno. Sempre.

Spazio autrice.
Spero che la storia vi sia piaciuta. Mi è sempre piaciuto scrivere ma questa è la prima volta che pubblico qualcosa. Credo che scriverò altre storie anche perchè prima di Civil War ne sono successe sicuramente tante.
Rigrazio tutti quelli che hanno preso un po' di tempo per leggere questa mia storia, grazie davvero a tutti. A presto -Vale

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