Hoon18's OtaYuri Week

di Hoon18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1 - First Times / Confessions ***
Capitolo 2: *** Day 2: Social Media ***
Capitolo 3: *** Day 3: Future ***
Capitolo 4: *** Day 4: Long Distance ***
Capitolo 5: *** Day 5: Fear ***



Capitolo 1
*** Day 1 - First Times / Confessions ***


Ormai erano passati vari mesi da quando io e Otabek eravamo diventati amici. 
Eppure continuo a sentirmi strano quando sono con lui. 

È una sensazione del tutto nuova per me, che non ho mai provato con nessun altro. 
Anche se credo che l'unica altra persona che posso realmente chiamare mia "amica" sia Mila. 

Con Beka è tutto diverso. 

Per la prima volta. 

Mi basta la notifica di un suo messaggio arrivata o mancata a far cambiare l'umore dell'intera giornata. 
Quando sono con lui sento sempre i battiti come accelerati. 
Quando lo guardo negli occhi sento come se lui mi capisse perfettamente, sin dal primo momento. Come se quegli occhi mi scrutassero dentro. 
Ed è la prima volta che non ho paura di uno sguardo indagatore. 
Odio quando la gente vede il mio lato "debole" ma non Beka. 

Beka è Beka. 
Non saprei in che altro modo spiegarlo. 

Con lui niente è come al solito. 

Da quando si è ritrasferito in Russia dal Kazakhstan anche gli allenamenti sembrano diversi. 

Talvolta più facili perché penso a lui. 
Talvolta più difficili perché sento il suo sguardo fisso su di me. 

Non riuscivo a capire e ciò mi frustrava. 

Perché Beka mi faceva questo effetto?
Perché Beka scatenava in me tutte queste sensazioni?
Perché Beka riusciva a scacciare via tutte le mie insicurezze?
Perché Beka riusciva a rallegrarmi con la sua sola presenza e rattristirmi con la sua assenza?
Perché con Beka era come se tutto brillasse?
Perché con Beka era come se tutto fosse pieno di colori?
Perché con Beka era come se fosse sempre estate?
Perché Beka?
Perché con Beka?
Perché solo Beka?
Perché solo con Beka?

L'unica cosa che volevo fare era capire. 
Ma non sapevo come. 
Forse avrei dovuto semplicemente chiedere a lui? 
Magari erano solo miei complessi ed era normale sentirsi così?
Dovevo sapere. 

Quel giorno avevamo allenamenti tutta la mattinata ma già prima di pranzo eravamo liberi

«Ehy Beka. Ti va di mangiare da me e passare il pomeriggio tra i videogiochi?»
Cercai di sembrare il più naturale possibile. 

«Va bene. Andiamo con la mia moto?» 
Annuii

Salimmo entrambi sulla moto e io mi appoggiai al sellino. Dopo qualche minuto sentii la mano di Otabek che prendeva la mia e la poggiava sul suo fianco, per sorreggermi a lui e poi fece lo stesso anche con l'altra. 
Di nuovo una sensazione strana. 
Sentivo caldo, ma era un caldo diverso e sembrava arrivare come dal cuore. 

Dopo aver mangiato e aver giocato a volontà, a metà pomeriggio decisi di chiederglielo

«Beka senti...»

Si voltò e mi rivolse uno sguardo interrogativo 

«Ecco... Capita anche a te di sentirti strano quando stai con me...?»

«Cosa intendi?»

«Intendo tipo sentirti felice senza alcun motivo, ridere per della cazzate e non riuscire a smettere di sorridere»

«Sì, capita anche a me... Si chiama amore questo Yura» e così dicendo si avvicinò a me e posò le sue labbra sulle mie. 




Angolo me
Eccomi tornataaaaa
La mia Yura mi ha detto che da oggi al 26 c'è la Otayuri week e io nON POTEVO NON SCRIVERE SU DI LORO
So
Scriverò una raccolta di flashfic o OS. 
O  meglio. Proverò a farlo
Intanto sono riuscita a scrivere il giorno 1💪🏼
A domani~

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Capitolo 2
*** Day 2: Social Media ***


Ogni giorno mi ritrovavo pieno di notifiche su vari social. 
Ma uno era particolarmente importante per me: Instagram. 
L'unico social con cui potevo sentirmi con Beka. 
Ogni giorno migliaia di tag sotto post divertenti e altrettanti migliaia di "Direct",i messaggi privati di Instagram. 
Ci sentivamo praticamente a tutte le ore del giorno e della notte (per quanto concernevano i diversi fusi orari) ma mi sembrava come se non ci sentissimo mai. 
Volevo sentire la sua voce. Ma cazzo se erano costose le tariffe per le chiamate all'estero! E molti social che uso sono esclusivamente russi. Era già stata un impresa cercare social dove potevamo quantomeno scambiarci messaggi, figuriamoci una per chiamare!
Eppure, appena realizzai quel pensiero, mi arrivò un messaggio di Otabek. 

«Hey Yura. Ho un ottima notizia»

«Vieni in Russia?» risposi a metà tra lo scherzoso e il serio 

«Sfortunatamente no, ma ho trovato un app fantastica» mi brillarono gli occhi

«Dimmi come si chiama e come funziona»

«Skype»

«E...?»

«Scaricala e vedrai»

Odio quando faceva così. La cosa che più mi infastidiva al mondo era non sapere qualcosa, soprattutto se invece la persona con cui stavo parlando invece lo sapeva. 

Andai nello store e scaricai l'applicazione senza neanche leggere la descrizione. 
Dopo due minuti, per me interminabili, il download si concluse e io aprii l'app e creai un account. Dopodiché inviai un messaggio a Beka dove gli dicevo di aver scaricato l'app e gli diedi il mio username e lui mi rispose dicendomi che mi aveva inviato la richiesta. Appena la accettai, sentii una strana suoneria: era comparsa una schermata con tre tasti: due verdi e uno rosso. "Accetta chiamata video" "accetta solo audio" "rifiuta"
Appena le lessi ebbi un colpo al cuore e senza esitare, cliccai la prima icona a sinistra e quasi mi misi a piangere quando mi ritrovai la faccia assonnata di Beka sullo schermo

«Yura...»

«Beka...» dissi con la voce tremante «la tua voce...la sento.… il tuo viso… lo vedo...» una lacrima solitaria sfuggì al mio controllo e mi rigò la guancia. 

«È come se fossi qui Beka. Accanto a me. Come se non ci fossero realmente tutti questi chilometri a separarci. Finalmente, ti sento vicino e non più lontano come prima»

«È lo stesso che penso anche io Yura» disse, rivolgendomi uno dei suoi rari e dolci sorrisi che riservava solo a me e che mi facevano sentire così speciale. 

Da quel giorno iniziammo a sentirci ancora più spesso tramite chiamate e video chiamate, dandoci il buon giorno e la buona notte sentendo la nostra voce e, più spesso quando ci collegavano da PC, unendo le nostre mani tramite lo schermo, fingendo che non ci fosse e quasi sperando che quel freddo contatto con esso diventi il caldo contatto con la mano del rispettivo amato. 


ANGOLO ME
SONO RIUSCITA A SCRIVERE ANCHE QUESTA FLASH FIC E SONO TROPPO HAPPY. BUT ALLO STESSO TEMPO HO UN SACCO DI ROBA DA STUDIARE E STO IMPAZZENDO. 
SPERO DI POTERVI SALUTARE DOMANI


E IL CAPS LOCK È BELLO

E L'HO PUBBLICATA CON QUALCHE MINUTO DI RITARDO MA SH

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Capitolo 3
*** Day 3: Future ***


Ding

Il suono di una notifica mi svegliò. 
Aprii gli occhi e girando la testa guardai la sveglia. 
Le nove di domenica mattina

«Chi cazzo rompe a quest'ora nel mio unico giorno libero?»

Mi misi a pancia in giù, scostando l'infinità di capelli, forse anche troppo lunghi, che mi avevano coperto il viso compiendo quel movimento, presi il cellulare e lo sbloccai. 
La notifica era di Beka e mi sentii in colpa ad avergli praticamente urlato contro anche se non sapevo che mi avesse inviato lui quel messaggio. 

"Ehi Yura. Ti va di uscire oggi?"

Effettivamente non uscivamo insieme da molto, nonostante fossimo fidanzati da 2 anni, ma tra i miei studi e il suo lavoro qui in Russia era abbastanza difficile. Lui aveva anche abbandonato la carriera agonistica come pattinatore e ora lo faceva solo nel tempo libero, come hobby. 
Sentii come un aura strana attorno a quel messaggio ma probabilmente era una mia impressione dato che ero sveglio da neanche un minuto. 
Sei errori di digitazione dopo, inviai la mia risposta e mi alzai dal letto per lavarmi vestirmi e cercare di domare i miei capelli. Dopo mezz'ora realizzai che forse era inutile continuare a provarci e decisi di legare la metà superiore dei capelli (quella più incasinata) in un tupé e lasciare ricadere gli altri sulle spalle. Mi arrivavano quasi alle scapole ormai e non riuscivo a capire se avrei dovuto tagliarli di nuovo o lasciarli allungare ancora. 

Decisi che avrei fatto scegliere Beka e iniziai a vestirmi. Appena mi venne a prendere sembrava strano ma mi convinsi ancora una volta che era solo una mia impressione. Per prima cosa andammo a fare colazione, dopodiché passeggiammo in spiaggia e ci sedemmo un po' lì da soli. 

Beka si offrì di sistemarmi i capelli. Forse avrei dovuto farli allungare. Mi piaceva il suo tocco delicato, le sue dita che lentamente li pettinavano e ci giocavano. Appena finì vidi che mi aveva fatto una treccia ed era venuta anche bene, quindi gli diedi un bacio a fior di labbra per ringraziarlo. Passammo tutta la giornata lì in spiaggia. 
Passeggiando. 
Chiacchierando del più e del meno. 
Talvolta ci stringevamo la mano. 
Talvolta ci abbracciavamo. 
Talvolta ci baciavamo. 
Mi erano mancati tantissimo i giorni così, ma sfortunatamente non potevamo farci nulla. 
Quella sera dormii da lui. Ad un certo punto smise di fare ciò che stava facendo, e mi chiamò 

«Yura...ecco... Devo parlarti»

Persi un battito. Quella frase non preannunciava mai nulla di buono

«Sì?» chiesi cercando di non sembrare teso e iniziando a giocherellare con i miei capelli ora sciolti 

«Io... dovrò partire»

Persi un altro battito

«Per dove?» mi tremò la voce

«Esercito...» anche a lui si incrinò la voce

Si avvicinò, mi mise una mano tra i capelli e mi baciò, tutto tremante. E continuò sempre con più intensità. 

«Tornerò. Te lo prometto»






Beka è un ragazzo che mantiene le promesse. 




Ma non mantenne anche quella. 





Angolo me
Potava non esserci un angst?
OVVIAMENTE NO
Però è meno angst del solito. Forse. 
Sono fiera di me perché sto riuscendo a scrivere una flashfic al giorno ;U;
Spero di riuscire a continuare
A domani~

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Capitolo 4
*** Day 4: Long Distance ***


Io e Beka ci sentivamo praticamente ogni giorno. Tra Skype, messaggi e chiamate vocali (sempre grazie all'ausilio del santissimo Skype) ma nonostante ciò, la distanza si faceva sentire. 
E anche tanto. 
Il bello delle video chiamate era proprio poterci vedere in viso, con tutte le nostre espressioni strane ma appena conclusa arrivava la parte peggiore. 
Ci rendevamo conto che effettivamente non eravamo insieme e c'erano chilometri e chilometri e chilometri a dividerci. 
Ogni tanto riuscivamo a vederci anche al di fuori dall'ambito sportivo-competitivo, andando in un paese dell'altro, di solito contro il volere dei nostri coach e di Yakov in particolare. 
Quella volta volevo essere io a fargli una sorpresa e andare in Kazakhstan, quindi cercai online il biglietto e ne trovai uno, stranamente a poco, per il mese dopo e lo acquistai senza pensarci due volte. Feci per prendere il cellulare e dirlo a Beka ma appena chiusi la mano attorno ad esso, prese a vibrare per una chiamata in arrivo. 
Vidi il numero: Mila

«Ohi Mila. Che c'è?»

«Yuri! Dove sei?»
Perché quella domanda?

«Ehm... A casa?»

«Non hai letto il messaggio di Yakov? Oggi ci sono allenamenti!»

«COSA? Ma li aveva rimandati per un impegno che aveva!»

«Peccato che hanno rimandato anche il suo impegno, quindi gli allenamenti si fanno regolarmente»

Sbuffai
«Arrivo»

Lo avrei detto a Beka appena tornato. 

Gli allenamenti per me furono più duri del solito per colpa del ritardo. Non è colpa mia se non ho letto il messaggio! Poteva chiamarmi dato che non avevo risposto -di solito segno che probabilmente il destinatario non ha ricevuto o letto il messaggio- ma no! È colpa mia! Ovvio!

Ero più che certo che quel vecchio calvo avesse litigato con l'ex moglie e si stesse sfogando su di me. Ne ero convintissimo. 

Arrivai a casa distrutto e dolorante e solo dopo una doccia di mezz'ora riuscii a riprendermi. Mi buttai a letto con l'intenzione di dormire subito, ma ricordai di non aver dato la notizia a Beka. 

Sbloccai il cellulare, presi la sua chat e digitai. 

«Hey Beka! Ho un'ottima notizia!»

Dopo pochi istanti arrivò la risposta. 

«Davvero? Anche io ne ho una. »

«La scriviamo insieme?»

«Preferirei dirtela in videochiamata»

Neanche il tempo di rispondere che nello schermo comparve la solita schermata della chiamata Skype e la accettai subito. 

«Hey» sorrisi. 

Inizialmente parlammo in generale di ciò che avevamo fatto quel giorno e io non mancai di sfogarmi su quanto odiassi Yakov quando si comportava in quel modo, facendo ridere Otabek quasi a crepapelle -evento raro anche per me- e solo alla fine ci decidiamo a dire le rispettive "buone notizie"

«Al mio tre? 3...2...1.... Tra tre settimane vengo da te in Kazakistan Beka!»

Pochi istanti dopo arrivò la risposta -in ritardo per colpa della connessione- di Beka

«Tieniti libero tra tre settimane che vengo in Russia»

Ci guardammo sbigottiti ed entrano riuscimmo a dire solo una parola 


«COSA???»




Angolo me
Dopo l'angst di ieri ci stava un po' di fluff comico sì?
Ora mi odiate di meno? *continua a vedere torce e forconi* forse no. Vabbè. Ci vediamo domani~~

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Capitolo 5
*** Day 5: Fear ***


«Non piango perché non sono forte. Ma piangerò quando capirò di esserlo»

Da sempre questa era la mia filosofia di vita. Non piangevo mai, soprattutto non in pubblico, e se proprio dovevo farlo, essere solo e poi rimproverarmi di averlo fatto. 

Era il mio primo grand prix final ed ero sicuro di me essendo già primo in classifica. Ora dovevamo esibirci con i free programs. Prima si esibì JJ, che combinò un disastro all'inizio. 
Dopo Phichit, che fece un 'esibizione straordinaria. 
Successivamente toccò al Katsudon. E fu lui a farmi perdere tutta la sicurezza che avevo. 
La sua esibizione fu strabiliante e il quadruplo flip alla fine gli fece acquisire talmente tanti punti da battere addirittura Viktor. A quel punto il panico mi assalì completamente. 
Non avrei mai vinto contro un esibizione del genere. Era impossibile per me. 
Ero nel panico più totale e l'ansia mi stava letteralmente divorando lo stomaco, impedendomi di stare dritto, ma allo stesso tempo ero frustrato. 
Frustrato perché arrivato fin lì nonostante la mia età avrei perso contro di lui. 
Frustrato perché tutti gli allenamenti fatti sarebbero divenuti vani
Frustrato perché tutte le notti insonni passate a provare i passi sarebbero state solo ore di sonno perse e mai ricompensate. 

Avrei solo voluto prendere quel maiale e pestarlo a pugni. O piangere. 
Ma piangere non era l'opzione adatta. Non in quel momento. Strinsi i pugni e senza rendermene conto era già il mio turno e le nocche erano diventate bianche. Lentamente mi avvicinai alla pista e arrivato al centro tutto sembrò affievolirsi, e sentii crescere la voglia di vincere. 
Ero più che determinato a farlo. 
Se quel giapponese aveva battuto Viktor allora io avrei battuto entrambi. 
La musica inondò tutti i miei sensi e mi sentii un tutt'uno con essa. Mi sentii volare attraverso la musica più che pattinare su quel ghiaccio freddo e liscio. 
I capelli ondeggiavano dietro di me e gli spettatori erano solo macchie colorate indistinte ai miei occhi. Alla fine dell'esibizione scoppiai in lacrime senza saperne il motivo ma appena mi rialzai cercai di cancellare quelle righe sulle guance. 
Appena vidi il punteggi rimasi di stucco. 
Ce l'avevo fatta. 
Nessuno sforzo era stato vano. 
Avevo vinto 
Avevo battuto Viktor e il suo ragazzo 
Avevo raggiunto il mio obiettivo. Dopo la premiazione incontrai Otabek, a cui avevo parlato della mia "filosofi di vita" 

«Quindi lo hai capito?»

«Cosa? Che sono debole perché ho pianto?»

Rise leggermente, inarcando gli angoli della bocca in modo quasi impercettibile

«Al contrario, hai pianto perché ti sei reso conto di essere diventato forte. Forse il tuo cervello non si era reso conto di aver fatto meglio di Yuuri Katsuki, ma il tuo cuore sì» e così dicendo mi mise una mano sul cuore e sorrise di nuovo

«Lilia mi ha detto che avrei sicuramente interpretato meglio i due brani se avessi conosciuto qualcuno di importante... E credo che quella persona sia tu» così dicendo risposi anche io a quel sorriso e appoggiai la mia mano sulla sua. 





Angolo autrice 
OMG CE LHO FATTA OER POCHI MINUTI
PROUD OF MYSELF AGAIN
NON MI DILUNGHERÒ PIÙ DI TANTO 
QUINDI
A DOMANI

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