Matrimonio combinato

di Stardust87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** NOVITA' IN CASA TENDO ***
Capitolo 2: *** Paure ***
Capitolo 3: *** Io geloso di quel maschiaccio? ***
Capitolo 4: *** Tacita verità ***
Capitolo 5: *** Come se al mondo ci fossimo solo noi due.. ***
Capitolo 6: *** Il compleanno di Akane- parte 1 ***
Capitolo 7: *** Il compleanno di Akane - parte 2 ***
Capitolo 8: *** Fine dei giochi? ***
Capitolo 9: *** Una proposta indecente ***
Capitolo 10: *** Sconvolgenti rivelazioni ***
Capitolo 11: *** Non è mai troppo tardi ***



Capitolo 1
*** NOVITA' IN CASA TENDO ***



Capitolo 1 Novità in casa Tendo





<< Ranma! Aspettami! >> disse Akane correndo dietro al ragazzo.

Erano appena usciti da scuola e come sempre percorrevano la strada verso casa insieme.

<< Sbrigati lumaca! Ho una fame da lupo! Speriamo che Kasumi abbia preparato qualcosa di buono >> disse Ranma, massaggiandosi lo stomaco, pregustando con il pensiero il pranzo che lo attendeva.

<< Se vuoi ti preparo qualcosa io, ho comprato un nuovo libro di ricette, sono tutte da provare >> affermò la ragazza entusiasta.

Una smorfia di disgusto si manifestò sul volto del codinato.

<< Ma no, non è necessario,sono sicuro che Kasumi avrà già preparato qual cosina per noi >> le rispose agitato mettendosi a correre.

<< Ehi, aspettami! >> lo chiamò la ragazza inutilmente.

Arrivati a casa si recarono direttamente in sala da pranzo dove, ad aspettarli, c’erano Genma Saotome e Soun Tendo, i loro rispettivi padri.  Erano seduti uno di fianco all’altro,con le braccia conserte e un’espressione in volto molto seria.

<< Che facce.. è morto qualcuno per caso? >> chiese Ranma addentando un pezzo di pane.

<< Infatti, cos’è successo di così grave? >> insistette Akane prendendo posto vicino al fidanzato.

<< Ragazzi, dobbiamo fare un bel discorsetto, è una cosa seria, quindi ascoltate attentamente..prego amico mio >> disse rivolgendosi a Soun.

L’uomo li fissò molto attentamente entrambi, ma non disse nulla.

<< Allora papà? Ci vuoi dire cosa c’è di così importante? >> chiese nuovamente Akane spazientita.

<< Ragazzi.. abbiamo deciso di sciogliere il vostro fidanzamento >> disse serio Tendo tutto d’un fiato.

Udendo quella frase il boccone che Ranma aveva in bocca gli finì di traverso. Il ragazzo dopo essersi dato tre pugni sul petto riuscì a fatica a deglutire.

<< COSA? E perché mai? >> chiese Akane, che avvertì improvvisamente una fitta allo stomaco. Era sempre stata contraria a quel fidanzamento combinato, però ora ci si stava abituatando..

<< Vedete, la palestra verte in gravi difficoltà economiche.. in poche parole siamo sull’orlo della catastrofe! >> disse Soun piangendo e mettendosi le mani nei capelli.

<< Sarebbe inutile farvi sposare per l’eredità della palestra se la palestra Tendo non esisterà più.. quindi, per salvarla, abbiamo trovato una soluzione meravigliosa.. oppure tu Ranma vuoi sposare comunque Akane? >> chiese Genma al figlio vedendolo a disagio.

<< Ma chi? Questo maschiaccio? Ma non ci penso neppure! Anzi, sono proprio contento che finalmente vi siete accorti che questo fidanzamento era solo una pagliacciata >> disse il codinato risoluto.

A quelle parole Akane rimase molto infastidita e lo colpì con un pugno in testa.

<< Guarda che neanche io ero contenta di sposare un mezz’uomo come te! Cosa credevi?! >> ribatté acida.

<< Vedi che ho ragione? Sei un maschiaccio senza un minimo di sex appeal! >> le rinfacciò di nuovo Ranma massaggiandosi la testa.

<< Ok, basta così, non litigate,vi dobbiamo comunicare la splendida idea che ci è venuta >> disse con aria soddisfatta Genma.

Akane e Ranma smisero di bisticciare e si sedettero per ascoltare con attenzione.

<< Allora.. abbiamo deciso che tu Ranma sposerai Kodachi Kuno e tu Akane sposerai Tatewaki Kuno. La loro famiglia è molto ricca , in questo modo potremmo risollevare le sorti della palestra.. e vivere anche noi da mantenuti! >> disse Soun ridendo e brindando insieme a Genma.

I due ragazzi rimasero basiti, con la bocca spalancata, senza riuscire a proferire parola.

<< Beh? Che sono quelle facce? Non siete contenti? Sarete comunque imparentati tra di voi,diventerete cognati >> disse Genma sempre più eccitato all’idea.

<< Ma siete pazzi? >> rispose Ranma furibondo << Io non sposo quella pazza furiosa! >>

<< E invece si figliolo, vuoi andare a dormire per strada? Non abbiamo futuro qui! Non pensi al tuo povero,vecchio padre? Con i miei reumatismi l’aria fredda e umida non mi fa affatto bene >> rispose Genma fingendo occhi da cerbiatto.

<< Neanche io voglio sposare Kuno, non ci penso nemmeno! >> disse indignata Akane,  sbuffando dopo essersi ripresa dallo shock iniziale.

<< Akane, ma non pensi anche alle tue sorelle? Cosa darò loro da mangiare..finiremo anche noi sotto un ponte, non essere egoista, fallo per tutti noi.. >> le rispose Soun con le lacrime agli occhi.

Akane e Ranma si guardarono rassegnati, e con un cenno della testa, acconsentirono a quella farsa.

<< Evviva! >> gridarono con gioia i due uomini.

<< Abbiamo già parlato con la famiglia Kuno, sono entusiasti,domani ci trasferiamo nella loro lussuosissima villa >> rivelò loro Soun.

<< DOMANI? >> urlarono sconvolti  Ranma e Akane.




 
 
Mi era venuta quest’idea, che ne pensate? Può andare? Se vi piace la continuo.. fatemi sapere un grande bacione..

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Capitolo 2
*** Paure ***



Capitolo 2   Paure
 

 




Akane si svegliò presto quella mattina. In realtà non è che avesse dormito molto, tutti i suoi pensieri erano rivolti all’imminente trasloco e allo sfortunato matrimonio con Kuno.

“  Se ci penso, mi vengono i brividi” constatò con una smorfia di disgusto, guardandosi allo specchio.

Era sempre stata una ragazza molto bella e molto corteggiata a scuola. Il suo fisico snello e tonico, per via degli estenuanti allenamenti a cui si sottoponeva tutti i giorni, di certo non passava inosservato. I suoi capelli neri, con qualche riflesso blu, erano portati corti, per via di un brutto incidente che non valeva la pena ricordare, ma doveva ammettere che le donavano molto. L’unico vero difetto che si riconosceva era quello di avere un pessimo carattere.

“ Di certo non sono l’unica però” pensò spazzolandosi energeticamente i capelli.

Scese al piano inferiore dirigendosi verso la camera di Ranma.

“Chissà se anche lui è agitato come lo sono io, in fondo è nella mia stessa situazione” considerò aprendo piano la porta.

Ranma dormiva supino nel suo letto,con la testa leggermente piegata da un lato e un tenero sorriso sulle labbra.

“Ma guardalo..io praticamente non ho chiuso occhio, e lui invece dorme come un angioletto, che nervi che mi da, ho una voglia tremenda di picchiarlo!” pensò infastidita, mettendosi le mani sui fianchi. Si avvicinò a lui lentamente, in punta di piedi, indecisa sul da farsi.

“Gli do un calcio o gli urlo nell’orecchio?” pensò con un sorrisetto maligno. Si inginocchiò vicino a lui e rimase ad osservarlo per qualche secondo.

“ Com’è bello però il mio Ranma” pensò sorridendo, non riuscendo a trattenersi dal passargli una mano tra i capelli.

Era strano il modo in cui si era evoluto il loro rapporto negli ultimi due anni. Si erano detestati a prima vista, per poi diventare, col tempo, “quasi amici”.

“Solo che per me adesso non è più soltanto un amico” constatò con rammarico. Il cuore cominciò ad aumentare i battiti, pian piano che scendeva delicatamente a disegnargli il contorno del viso con un dito. Si lasciò sfuggire un sospiro mentre si chinava per sentire il suo profumo.

Improvvisamente Ranma spalancò gli occhi,e con uno scattò le afferrò la mano stringendola nella sua. Akane spaventata cercò di divincolarsi, ma la stretta era troppo forte.

<< Lasciami Ranma! >> affermò la ragazza arrossendo.

Il codinato si mise seduto, senza però lasciare la presa, e cominciò a ridere.

<< Mi spiace, ti ho interrotta..cosa volevi fare? >> chiese malizioso. Akane si sentì avvampare ancora di più e cominciò a farfugliare, mentre Ranma continuava a fissarla con un sorrisetto impertinente.

“ Non posso mica rivelargli che mi piace, non ora che il nostro fidanzamento è rotto” pensò in preda al panico “devo inventarmi qualcosa”

<< Stavo controllando la tua pelle >> disse allora decisa.

L’espressione divertita del ragazzo mutò all’istante.

<< Che vorresti dire? Cos’ha la mia pelle di strano? >> chiese sorpreso.

<< Beh, la mia crema viso finisce troppo presto e ho pensato che, forse, potrebbe essere colpa tua >> mentì la ragazza. Ranma la guardò con gli occhi spalanacati.

<< Ma sei completamente scema? Perché mai dovrei mettere la tua crema, non sono mica una donna! >> le rispose contrariato.

<< Per metà lo sei, può darsi che quando ti trasformi in ragazza, tu dia sfogo alla tua parte femminile >> insistette Akane.

<< Ma tu sei completamente fuori! Io non sono una donna! >> ribatté Ranma infastidito.

<< Va bene, ti credo. Ora vuoi lasciarmi la mano per favore? Devo finire di prepararmi >> disse con freddo distacco.

Era difficile fingere indifferenza nei suoi confronti, mentre sentiva la mano, stretta in quella di Ranma, bruciare.

Ranma la guardò dubbioso: “ Mi sta raccontando un sacco di frottole, ne sono sicuro”

<< Sei così ansiosa di trasferirti dal tuo amato Kuno? >> chiese acido. Il pensiero di quel polipo appiccicato alla sua Akane lo mandava in bestia.

<< Certo che no, la sola idea mi da i conati di vomito >> ammise lei rassegnata.

<< Meglio così, perché dobbiamo pensare a qualcosa per mandare a monte le nozze >> le rivelò Ranma.

<< Cosa? Dici davvero? >> la speranza tornò a brillare negli occhi della giovane.

<< Certo,neanche io voglio sposare Kodachi, anzi non voglio sposare proprio nessuno, deciderò io con chi e quando sposarmi >> affermò il ragazzo con ferma decisione.

A quelle parole Akane avvertì una fitta al cuore .

“ Non vuole neanche me” pensò affranta “in fondo anche il nostro era un fidanzamento combinato”.

 Ranma si accorse del velo di tristezza sul volto di Akane e le si avvicinò, baciandola delicatamente su una guancia. La ragazza non si aspettava quel gesto così dolce, e rimase immobile, senza riuscire a proferire parola.

<< Tanto lo so che non era quello il motivo per cui sei venuta da me..ma sono contento che tu l’abbia fatto, mi piace vedere il tuo volto al mattino >> le sussurrò all’orecchio. Akane lo guardò stupita, senza riuscire a contraddirlo.

<< Forza maschiaccio, andiamo adesso >> le disse il giovane aiutandola ad alzarsi.



 
Il tragitto in auto, verso casa Kuno, ad Akane, sembrò durare un’eternità. Non disse quasi niente durante il viaggio, mille pensieri affollavano la sua mente: il trasloco in un’altra casa,un nuovo fidanzato che la disgustava, ma soprattutto il bacio inaspettato che le aveva dato Ranma quella mattina.

“ Perché continuo a pensarci? Era solo uno stupido bacio sulla guancia, perlopiù fraterno, me lo avrà dato per solidarietà, vista la situazione pazzesca in cui ci troviamo, sicuramente per lui non avrà significato niente..ma allora perché io non riesco a smettere di pensarci? Mi sembra di avere le farfalle nello stomaco” pensò turbata mentre si soffermava a scrutare il volto del giovane.

Ranma era seduto sul sedile vicino a lei, con la testa appoggiata al finestrino e lo sguardo malinconico. Neanche lui aveva parlato molto durante il viaggio.

“Chissà a cosa pensa” si chiese Akane “sembra preoccupato per qualcosa”.
 
Arrivarono poco dopo e Akane rimase piacevolmente impressionata dall’imponente dimora del suo compagno di scuola. Era già stata lì in passato, ma non aveva notato il suo vero splendore. La proprietà si ergeva maestosa, costruita in stile tradizionale, con un giardino molto curato, che si estendeva per buona parte della proprietà, con piscina annessa.

<< Wow, questa si che è una signora casa! >> esclamò estasiato Genma.

<< Ma ci pensi? Questa sarà casa nostra! >> aggiunse Soun facendo i salti di gioia.

Ranma guardò Akane, e sorridendole le prese la mano.

<< Forza, entriamo >> le disse strizzandole l’occhio in segno di conforto. La ragazza lo guardò e ricambiò il sorriso. Era contenta che almeno avrebbero continuato a vivere sotto lo stesso tetto.

<< Si può? C’è qualcuno? >> chiamò Genma entrando in casa. I due giovani proprietari arrivarono di corsa, felici e eccitati, a salutare i nuovi inquilini.

<< Ranma,amore mio, finalmente sei qui! >> disse Kodachi strillando di gioia e buttando le braccia intono al collo del giovane.

 La ragazza indossava un vestito corto,molto aderente, che evidenziava le sue forme generose. I capelli erano stati raccolti in una morbida coda di cavallo. Akane dovette ammettere, con una punta di gelosia, che era davvero bella da togliere il fiato.

<< Kodachi calmati, così mi soffochi >> le rispose il codinato, cercando di divincolarsi inutilmente dalla morsa.

< < Oh caro, per quanto ho aspettato questo momento, non puoi immaginare che gioia sia averti qui,lascia che ti dia il benvenuto che meriti >> disse alzandosi in punta di piedi e poggiando le labbra su quelle di Ranma.

Tutti rimasero a fissarli a bocca aperta. Akane sentì una dolorosa fitta al petto e lasciò cadere la borsa senza accorgersene. Tatewaki, vedendo lo spontaneo gesto d’amore della sorella, decise di imitarla.

<< Vieni da me Akane Tendo, lascia che anch’io sigilli la nostra unione con un dolcissimo bacio >> disse attirandola a sé. Ma Akane, per tutta risposta, gli mollò un pugno sul naso. Il ragazzo cacciò un urlo di dolore.

<< Non osare toccarmi, non puoi prenderti ancora certe libertà, io non mi chiamo Ranma >> urlò furibonda, girandosi a guardare il codinato con gli occhi fiammeggianti di rabbia.

<< Akane io.. >> cercò di giustificarsi Ranma, mentre finalmente Kodachi allentava la presa, ma Akane lo ignorò e rivolgendosi poi al suo nuovo fidanzato gli disse categorica:

<< Mostrami la mia stanza, sono stanca, voglio riposare >>

<< Ma certo, mia adorata, da questa parte. Ti ho riservato la stanza più bella della casa >> le disse Tatewaki con occhi adoranti, raccogliendole la borsa e facendole strada.

Arrivata nella sua stanza Akane chiuse la porta, e si lasciò cadere in ginocchio con il volto pieno di lacrime. La scena a cui aveva assistito le aveva fatto davvero male. Odiava Kodachi, la odiava perché era bellissima, espansiva e soprattutto non si vergognava di dimostrare l’amore che provava per Ranma, mentre lei, quasi, non riusciva ad ammetterlo neanche con se stessa.

“ Dovrò abituarmi alle loro smancerie, e non posso neanche obbiettare” pensò amareggiata.

Due colpi alla porta la fecero sussultare.

<< Akane ci sei? Voglio parlarti >> disse piano Ranma, dall’altra parte della porta.

<<  Vattene Ranma, non voglio ascoltarti! >> gli rispose la ragazza con la voce strozzata dal pianto.

<<  Ti prego, fammi spiegare, ha fatto tutto lei, mi ha preso alla sprovvista, mi dispiace >> le sussurrò dolcemente.

<<  Non mi importa, è la tua fidanzata no? Puoi fare quello che vuoi, non mi devi nessuna spiegazione >> disse con la voce più ferma possibile, asciugandosi gli occhi.

<<  Hai ragione, non dovrei darti nessuna spiegazione, ma mi sembri sconvolta e non voglio che tu ce l’abbia con me per qualcosa di cui non sono responsabile  >>  affermò Ranma deciso, cominciando ad arrabbiarsi.

<<  Non ne sei responsabile? Non mi sembrava che ne fossi dispiaciuto però!Inoltre, caro il mio Ranma, non pensare che il mondo giri tutto intorno a te! Non sto piangendo per la bella scenetta di poco fa, ho altri problemi più seri di cui occuparmi! >>  rispose sarcastica, odiandolo per il potere che aveva su di lei.

<< Se le cose stanno così allora mi sono preoccupato inutilmente, tolgo subito il disturbo >> disse il giovane con la voce amareggiata, andandosene.

Akane si sentiva debole, si mise seduta abbracciandosi le gambe e nascondendo il viso tra le ginocchia.

“ È un incubo, un incubo da cui non posso svegliarmi” pensò lasciandosi andare in un pianto disperato.








Sarei felicissima di leggere le vostre opinioni..un bacione ;)

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Capitolo 3
*** Io geloso di quel maschiaccio? ***


Capitolo 3 Io geloso di quel maschiaccio?



<< Mio dolcissimo zuccherino, è pronta la cena, ti unisci a noi? >> chiese smielato Kuno, bussando gentilmente alla porta della camera della ragazza.

Akane non aveva proprio nessuna voglia di assistere né ad un altro siparietto tra Ranma e Kodachi, né alle estenuanti avances del suo nuovo fidanzato, ma sapeva che era suo dovere andare, non poteva comportarsi come una bambina capricciosa il primo giorno di permanenza nella sua nuova casa.

<< Scendo fra cinque minuti, non serve che mi aspetti, conosco la strada >> gli disse con voce incolore senza aprire la porta.

Voleva restare sola con se stessa almeno un altro pochino. Si recò nel bagno interno della sua stanza e si sciacquò accuratamente il viso, aveva gli occhi gonfi e arrossati dal pianto.

“ Non mi importa niente di quello che fanno, devo essere forte” si impose, uscendo dalla stanza per raggiungere gli altri.

La tavola sembrava imbandita per le feste, c’erano manicaretti e pietanze per tutti i gusti. Tutti avevano già preso posto, Soun e Genma attendevano impazienti l’arrivo di Akane con l’acquolina in bocca per poter iniziare ad abbuffarsi, Kodachi stava letteralmente appiccicata a Ranma, pronta ad imboccarlo come un bambino, e Kuno aspettava solo lei con un largo sorriso. Il giovane le fece cenno di sedersi vicino a lui e riluttante, Akane prese posto al suo fianco. Alzò gli occhi tristemente e incontrò quelli del suo ex fidanzato. La fissavano in un modo che Akane non riuscì a decifrare, sembrava per lo più offeso o forse addirittura arrabbiato. Poi, sempre con stizza, il codinato distolse lo sguardo da lei, rispondendo gentilmente alle continue domande di Kodachi e regalandole un sorriso dolcissimo.

<< Mia dolce Akane Tendo, permettimi di aiutarti a tagliare la bistecca >> le chiese Kuno ridestando la sua attenzione.

“ Vuoi la guerra Ranma? E allora che guerra sia!” decise furibonda.

<< Volentieri, mio caro Tatewaki, sei davvero gentile >> rispose con voce melliflua e un palese sorriso forzato.

<< Come sei diventata snob, non sei più capace di farlo da sola? >> la canzonò Ranma, con una risata sarcastica.

<< Senti chi parla, perché a te fanno male le braccia a mangiare da solo, visto che è Kodachi ad imboccarti? >> rispose acida.

<< È semplicemente gentile, non rozza come te! >> contrattaccò il codinato.

<< Io rozza? Ma come ti permetti! Pensa a te piuttosto! Anche Tatewaki mi aiuta perché è una persona gentile, non è mica un idiota come te! >> rispose brusca.

<< Oh, mia piccola, dolce Akane Tendo, veramente mi consideri una persona gentile? È la prima volta che mi fai un complimento..Mi viene voglia di piangere >> disse Kuno nascondendosi il volto tra le mani.

<< Io non sono idiota! Sei tu che sei una stupida ragazzina viziata! >> esplose Ranma rivolgendosi nuovamente ad Akane.

<< Non permetterti più di rivolgerti in questo modo alla mia futura sposa! Anche se presto saremo parenti, non puoi prenderti certe libertà! >> la difese Kuno a spada tratta.

Quelle parole colpirono Ranma come un fulmine. Era come se fino a quel momento il suo cervello non avesse razionalizzato fino in fondo il significato dell’accordo preso dai loro genitori. Si, lui doveva sposare Kodachi, e la cosa non gli piaceva per niente, ma solo adesso comprendeva veramente il fatto che la sua Akane, avrebbe dovuto sposare quell’idiota di Kuno e passare il resto della sua vita con lui. La sola idea di saperli insieme, lo faceva stare male, il pensiero di quel polipo che accarezzava e baciava Akane,lo mandava in bestia. Non si era mai reso conto di essere così geloso di quel maschiaccio. In fondo non era neanche tanto carina, dolce o delicata, era troppo forzuta e decisamente piatta come una tavola.

Oppure no? No..non era carina..era semplicemente bellissima, dovette ammettere con un groppo in gola. Sapeva essere dolcissima quando voleva, era sempre pronta ad aiutare chiunque si fosse trovato in difficoltà e osservandola bene..aveva un fisico da urlo. Non aveva mai pensato a lei in quel modo. Adesso vedere quel viscido di Kuno cercare di aggraziarsela in tutti i modi possibili, gli faceva affluire il sangue al cervello. E lei gli dava pure corda oltretutto!

<< Kuno, ti andrebbe di passeggiare con me in giardino? >> chiese Akane con voce civettuola.

<< Mi concedi davvero questo onore, mia adorata? Tu mi rendi l’uomo più felice di questo pianeta  >> rispose Kuno con le lacrime agli occhi dalla gioia, prendendole una mano e portandosela alle labbra per depositarvi un leggero bacio.

<< Non osare toccarla maledetto! >> gridò Ranma furibondo,alzandosi di getto e facendo cadere la sedia.

<< Taci Saotome, non sono cose che ti riguardano >> rispose a tono Kuno.

<< Ha proprio ragione, la questione non ti riguarda Ranma. Andiamo Tatewaki >> disse Akane prendendolo per mano per poi uscire dalla stanza.

Ranma rimase a fissare il vuoto, con i pugni stretti, tremante di rabbia.

<< Ranma, caro, vuoi assaggiare qualcos’altro? >> chiese Kodachi dolcemente, fingendo di non notare il disappunto del fidanzato su suo fratello e la sua futura cognata.

<< Mi è passata la fame, vado a letto >> disse scorbutico, lasciando la stanza.

“Ti farò innamorare di me, mio caro Ranma, scorderai quell’insulsa ragazzina, ci puoi giurare, quant’è vero che mi chiamo la rosa nera” pensò Kodachi decisa.

Una volta in giardino, Akane lasciò subito la mano di Kuno, sentendosi un peso allo stomaco. Voleva vendicarsi di Ranma, e forse c’era anche riuscita.

“ Ma come mi libero di lui adesso?” pensò abbattuta, guardando il fidanzato mentre lui non la smetteva di parlare del loro matrimonio e dei dieci bambini che avrebbero avuto da lì a breve. Gli sorrise meccanicamente, mentre ripensava al modo in cui, un momento prima, Ranma si era arrabbiato per uno stupido bacio sulla mano.

“Ha avuto una reazione a dir poco esagerata.. chissà perché, forse in fondo, in fondo gli importa un pochino di me” pensò e senza accorgersene le spuntò sul volto un tenero sorriso.

<< Mia adorata, se sorridi allora sei d’accordo anche tu! Perfetto! Allora organizzeremo una mega festa di doppio fidanzamento! >> disse Kuno saltando per l’eccitazione.

<< C-cosa? >> chiese Akane sbigottita.

Gli augurò la buonanotte, mantenendosi a debita distanza per evitare spiacevoli effusioni, e si recò nella sua camera. Indossò il suo pigiama preferito, color lilla con tanti orsacchiotti disegnati, e si infilò sotto le coperte. Si rigirò nel letto in continuazione, non riusciva a togliersi Ranma dalla testa, finché un brontolio allo stomaco la convinse ad alzarsi.

“In fondo non è che abbia mangiato poi tanto a cena”  pensò mentre si recava in cucina.

Aprì il frigorifero cominciando a rovistare, cercando qualcosa di semplice da cucinare. Tirò fuori uova, prosciutto, insalata, bacon, latte e formaggio.

<< Hai deciso di avvelenare qualcuno? >> chiese una voce alle sue spalle, facendola sussultare.

<< Ranma, ma sei completamente scemo? Mi hai spaventato a morte >> disse Akane mettendosi una mano sul petto.
Ranma ignorò quel rimprovero e le si avvicinò.

Era scalzo, notò Akane, indossava soltanto i pantaloni del pigiama e una maglia intima.

<< Non dirmi che hai intenzione di mangiare tutta quella roba..stai ingrassando >> le fece notare il codinato con un sorrisetto.

Akane cominciò a tremare di rabbia, afferrò la bottiglia del latte e gliela lanciò addosso. Lui la evitò facilmente.

<< Ma come ti permetti?! Razza di maleducato, stupido, idiota  >>  disse con la voce strozzata.

 Di nuovo, era riuscito a ferirla di nuovo,e lei come una stupida, si sentiva ancora sull’orlo di piangere.

Ranma le si avvicinò, il sorriso era stato sostituito da un’espressione sinceramente  pentita.

<< Scherzavo sai.. anzi penso che, se mettessi su qualche chilo, staresti molto meglio >> disse grattandosi la testa imbarazzato.

“È il suo modo per chiedere scusa?” pensò Akane osservandolo bene “ Ma stavolta non lo perdono così facilmente”

<< Anche se io ingrassassi non penso che a Kuno dispiacerebbe poi tanto, sono convinta che mi amerebbe comunque  >> lo provocò con un sorrisetto sprezzante  incrociando le braccia.

La bocca di Ranma si piegò in una leggera smorfia e gli occhi si strinsero in due fessure.

<< Se solo quell’idiota si azzarda a sfiorarti con un solo dito io, io.. >> sussurrò tremante di rabbia.

Akane lo guardò stupita, era la prima volta che ammetteva di essere geloso. Il suo cuore cominciò ad aumentare i battiti. Aveva però bisogno di un’ulteriore conferma.

<< Perché? Sei geloso per caso? >> chiese allora speranzosa, cercando però di non darlo troppo a vedere.

<< Non dovrei? Sembra quasi che a te piacciano le sue avances >> disse indispettito.

<< Non è affatto vero, non è a lui che penso in continuazione >> confessò Akane di getto, abbassando gli occhi. Sentì un leggero rossore imporporarle le guancie.

Ranma la guardò e d’istinto la strinse fra le sue braccia. Akane rimase per qualche secondo paralizzata da quel gesto inaspettato, poi si lasciò andare e ricambiò imbarazzata, stringendosi a lui e poggiandogli la testa sul petto.

<< Akane io.. >> disse il giovane sollevandole il viso e avvicinandolo al suo.

Akane lo guardava estasiata, erano anni che aspettava quel momento e finalmente..

<< Saotome lascia immediatamente la mia fidanzata! >> tuonò Kuno, colpendo Ranma sulla testa con la sua spada di legno.

<< Ma ti ha dato di volta il cervello?! >> si lamentò il codinato, piegandosi per il dolore.

Insieme a lui era arrivata anche Kodachi, che stava cercando Ranma disperata per tutta la casa,non avendolo trovato in camera sua.

Guardò Akane con gli occhi che lanciavano saette e istintivamente si piazzò tra lei e Ranma, minacciandola:

<< Hai sbagliato fidanzato per caso? Non provare più a fare la sgualdrina con il mio Ranma >> sibilò.

Akane la fissò irritata, ma non rispose, aveva una voglia indescrivibile di prenderla a ceffoni.

<< Ma no Kodachi, cosa vai a pensare?! Le era entrato qualcosa nell’occhio e la stavo semplicemente aiutando a toglierlo >> si giustificò il codinato imbarazzato.

Kodachi passò lo sguardo da Ranma ad Akane varie volte, finché ,rassicurata, annuì stringendosi al giovane con un sorriso.

<< Buonanotte Akane >> disse Ranma, guardandola mestamente, mentre Kodachi lo tirava per un braccio portandoselo via.

<< Buonanotte Ranma >> rispose lei con voce triste, mentre desiderava ardentemente essere nei panni della rosa nera.

<< Andiamo anche noi a dormire, mia adorata, domani cominciano i preparativi per la nostra festa, dobbiamo essere in forma >> si raccomandò Kuno, con aria sognante.

“ Ci mancava soltanto questo scemo, ora è certo che stanotte avrò gli incubi” pensò Akane rammaricata, andando al piano di sopra.

 “ Chissà però..se non fossero arrivati quei due a disturbarci.. magari il mio Ranma mi avrebbe baciata”

E con quel pensiero si addormentò beata, con un dolce sorriso sulle labbra.



 
 
 
Finalmente Ranma si è sciolto un pochino, ma i due non avranno vita facile. Recensite vi pregoooooo! Un bacione.. ;)

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Capitolo 4
*** Tacita verità ***



Capitolo 4 Tacita verità




Un delizioso profumo di rose inondò delicatamente la stanza. Qualcuno le stava accarezzando gentilmente il viso e Akane sorrise con gli occhi chiusi, beandosi di quel magico contatto. Ricordava di aver fatto la stessa cosa a Ranma, la mattina prima di trasferirsi in quella nuova casa e che lui l’aveva fatta arrossire dicendole che adorava vedere il suo viso al mattino. Ora le stava naturalmente ricambiando il favore. Aprì gli occhi, stirandosi debolmente con un piccolo sbadiglio e sussurrando un “buongiorno” con la voce ancora impastata dal sonno.

<< Buongiorno mio dolce fiore di campo >> le sussurrò Kuno, con un largo sorriso, seduto sul bordo del letto, continuandole ad accarezzare il viso.

Inizialmente Akane non riuscì a mettere a fuoco il suo volto, il cervello si era spontaneamente convinto di trovarsi davanti Ranma. Poi, improvvisamente, realizzò l’atroce realtà e cacciò un urlo.

<< Ma come ti permetti di venire in camera mia, razza di pervertito! >> gli gridò contro la ragazza infuriata , saltando in piedi sul letto e tirandogli addosso il cuscino.

<< Volevo solo augurarti un dolce risveglio mia adorata, guarda ti ho portato anche un bellissimo mazzo di rose, recise direttamente dal nostro piccolo giardino >> si giustificò lui, indicandole un vaso con delle splendide rose rosse che aveva posizionato sul tavolino vicino alla finestra.

<< Non mi interessa un fico secco delle tue rose, non ti permettere più di entrare in camera mia mentre io dormo! >> continuò Akane sempre più arrabbiata e infastidita lanciandogli tutto quello che le capitava per le mani.

Kuno schivò tutti i colpi guardandola perplesso, poi si arrestò per studiare l’espressione imbronciata della giovane.

<< Va bene, avrò anche sbagliato ad entrare in camera tua senza permesso, ma toglimi una curiosità.. perché mentre ti accarezzavo il viso sorridevi? Chi pensavi che fosse? >> le chiese accigliato.

Akane, a quella domanda inattesa, diventò paonazza e cominciò a farfugliare.

<< Ma nessuno, stavo sognando, ma non ricordo cosa di preciso >> si giustificò abbassando gli occhi.

“ Avrà capito che mi piace Ranma?” pensò ansiosa “ No. È troppo stupido, non capirebbe neanche davanti all’evidenza”

Lui le rivolse uno sguardo dubbioso.

<< Ammettiamo che io ci creda.. ciò non toglie che presto saremo marito e moglie e dovrai lasciarmi fare quello che voglio..è del tutto normale per una coppia >> le disse lui con un sorrisetto malizioso e  allo tesso tempo sarcastico.

“ O mio Dio, sto male al solo pensiero” pensò la ragazza affranta.

<< Comunque non siamo ancora sposati, quindi esci immediatamente >> gli disse perentoria, prendendolo per un braccio e accompagnandolo fuori dalla stanza.

<< Devi ammettere però che è stato un buongiorno bellissimo >> affermò Kuno lascivo, guardandole la camicia del pigiama che si era leggermente aperta lasciando intravedere l’incavo dei seni.

Lei arrossì vistosamente cercando di coprirsi il più velocemente possibile.

<< Già fate gli sposini? Ma come siete carini >> li canzonò Kodachi con una risata.

Akane alzò gli occhi, maledicendosi per quella situazione imbarazzante. Non l’aveva proprio vista, ma il sangue le si gelò nelle vene quando vide che a fianco a lei c’era Ranma. La guardava con lo sguardo inferocito e deluso al tempo stesso. La giovane non seppe come giustificarsi, mentre Kuno rideva a crepapelle e le poggiava possessivamente un braccio sulle spalle. Lei era in pigiama, con la camicia sbottonata che usciva dalla sua camera con Kuno, anche lui in pigiama. Le apparenze erano contro di lei. Ranma le passò vicino, senza dirle una parola, e scese al piano di sotto.

“ Terra inghiottimi” pensò affranta.



Ranma non le rivolse la parola neanche mentre facevano colazione, Akane aveva provato a intavolare qualsiasi tipo di discorso, ma non ci fu nulla da fare, la ignorò completamente.

<< Akane ti andrebbe di venire a fare shopping con me? Ho bisogno di qualche vestito nuovo >> le chiese improvvisamente Kodachi, con voce eccessivamente gentile.

Akane la guardò sorpresa, non si aspettava quella strana proposta, non da lei poi.

<< Per me va bene, andiamo >> le rispose la giovane senza nessun entusiasmo.

“Meglio di dover passare la giornata a scappare da Kuno” pensò risoluta, guardando il suo fidanzato con ribrezzo.

<< Ci vediamo dopo amore mio >> disse la rosa nera, baciando Ranma sulla guancia.

Un bacio molto lungo, notò piccata Akane, soprattutto perché Ranma sembrava gradirlo.


 
 
Passeggiarono lungo la via principale della città, piena di negozi alla moda e affollata di gente. Era estate e faceva molto caldo. Akane moriva dalla voglia di prendere un cono gelato per rinfrescarsi, con quel caldo era l’ideale, ma quando lo propose alla sua futura cognatina, cambiò subito idea.

<< Un gelato? Ma lo sai quante calorie ci sono in un gelato? Non vorrai diventare grassa come una balena per caso.. poi il vestito da sposa non ti cadrebbe affatto bene. Comunque fai come vuoi, ma per me no grazie, ci tengo a piacere al mio Ranma >> disse con una risata esagerata,dimenando i fianchi.

Akane rimase a fissarla attentamente, ammirando il suo fisico formoso e snello nelle giuste zone e ripensando alla battuta sul diventare grassa che le aveva fatto il codinato la sera prima. Quindi, tristemente, optò per una granita al limone.

<< Questo è il mio santuario >> disse Kodachi improvvisamente, ridendo e battendo le mani come una bambina.

Akane si voltò per vedere a quale negozio ella si riferisse e rimase sbalordita notando che fosse un negozio di biancheria intima.

Kodachi si fiondò in negozio,prese un’esagerata quantità di articoli e corse in camerino a provarli, mentre Akane sorseggiava piano la sua granita, comodamente seduta su una poltrona. Il suo pensiero tornava sempre a Ranma.

“Chissà cosa avrà pensato Ranma stamattina?!” si domandò mestamente.

<< Ta da-da-da! Come mi sta? >> esclamò Kodachi all'improvviso,uscendo dal camerino e mostrandosi alla ragazza.

Aveva indossato un negligé nero con velo e bordi in pizzo, coppe a balconcino, perizoma coordinato e calze autoreggenti, anch’esse rigorosamente nere. 

“Quanto è sexy” notò con disappunto Akane.

Quel completo evidenziava quel fisico generoso e prorompente che lei invidiava tantissimo. Madre natura non era stata altrettanto generosa nei suoi confronti.

<< Ti sta molto bene >> ammise morendo di gelosia e di vergogna, pensando alla sua semplice biancheria di cotone bianca, con disegnini di fragole e farfalle.

<< Naturalmente dovrò calzare bellissime scarpe con tacchi a spillo vertiginosi, sai è importante farsi desiderare da un uomo >> le confidò Kodachi, mentre si guardava allo specchio da tutte le angolazioni possibili << E stasera voglio farmi desiderare dal mio Ranma il più possibile, prima di concedermi completamente a lui >>

La granita che Akane stava sorseggiando le andò di traverso e cominciò a tossire. Kodachi parve non farci caso, mentre si raccoglieva i capelli con le mani e faceva smorfie con la bocca davanti allo specchio.

<< V-vuoi..vuoi andare a letto con lui stasera? >> chiese Akane imbarazzata e al contempo terrorizzata.

<< Certo, non voglio mica aspettare il matrimonio! Non sono mica una puritana! Io lo amo da morire e voglio fare l’amore con lui >> ammise con occhi sognanti.

<< M-ma, ma >> balbettò Akane confusa.

<< Toglimi qualche curiosità, visto che stiamo per diventare cognate possiamo confidarci tutto..tu con Ranma fino a dove ti sei spinta quando eravate fidanzati? Si, insomma, l’avete fatto? >> chiese Kodachi avvicinandosi a lei e guardandola dritta negli occhi.

Akane diventò rossa come un peperone.

<< Ma che diavolo dici? Certo che no! >> le rispose la ragazza scuotendo la testa.

<< Quindi vi baciavate soltanto? >> aggiunse ancora la rosa nera, sempre più curiosa.

Akane continuava a fissarla a bocca aperta e iniziò a farfugliare.

<< Ecco..noi..veramente.. >> il cuore le batteva come un tamburo e le mani le sudavano.

Kodachi la guardò sbalordita,come se al suo cospetto in quel momento ci fosse stato un marziano.

“Non si può considerare proprio un bacio, lui non se lo ricorda neanche! ” constatò Akane, ripensando a quella volta in cui Ranma si credeva un gatto e l’aveva baciata.

<< Mi stai dicendo che non vi siete mai baciati? Questo proprio non me lo aspettavo.. certo, deve farti proprio schifo Ranma per non essere tentata di baciarlo >> le disse sconcertata e continuò << Meno male allora che adesso è fidanzato con me ed io lo amo veramente.. Mio fratello per te è l’ideale allora, è tutto il contrario del mio bellissimo Ranma >>

“Già.. l’ideale” pensò disperata all’idea del corpo di Ranma che si muoveva all’unisono con quello di Kodachi “ Ma che diavolo vado a pensare adesso, devo smetterla” si impose.

Kodachi pagò i suoi numerosi acquisti e si avviarono verso casa.

Per tutto il tragitto, Akane non disse una parola, mentre Kodachi non smise un secondo di parlare, il suo ego era talmente grande che non le serviva qualcuno che le rispondesse.

<< Amooooreeee! Ho comprato una cosina che ti piacerà da impazzire! >> gridò Kodachi saltando in braccio a Ranma.

<< Kodachi datti una calmata e non saltarmi addosso, non sei poi così leggera! >> la rimproverò Ranma mettendola giù.

<< Non fare l’antipatico, altrimenti niente sorpresa! >> disse accigliata Kodachi salendo le scale per andare nella sua stanza a sistemare i suoi acquisti.

<< Capirai.. >> mormorò il codinato, seguendola con gli occhi senza entusiasmo, per poi spostare lo sguardo su Akane.

La ragazza se ne stava ferma all’ingresso con lo sguardo da cane bastonato.

“Sembra..triste” notò il ragazzo dispiaciuto guardando i suoi occhi “Chissà cosa le è successo”

<< Eccoti qui finalmente, mia splendida fata del bosco incantato, ha chiamato tua sorella Nabiki e ha avuto una splendida idea..ha organizzato una gita al mare per domani, sei contenta? >> le chiese eccitato Kuno, prendendola sotto braccio e accompagnandola in salotto.

“No, non lo sono, così anche al mare tutti noteranno lo splendido fisico di Kodachi” pensando rassegnata all’idea e annuendo con la testa.

Quella sera non mangiò molto, nauseata dalle pressanti attenzioni del suo fidanzato e soprattutto dalla notte di fuoco che avrebbero avuto Ranma e Kodachi. Anche a tavola quella serpe non si smentiva, vezzeggiando il codinato e civettando con lui in ogni modo. Soun e Genma erano felicissimi, mangiavano a volontà e passavano la giornata a fare tutto quello che volevano, cosa che avevano sempre sognato.

<< Sono stanca, vado a dormire >> disse improvvisamente Akane  << E da sola! >> sottolineò la ragazza, notando che Kuno si stava già alzando per accompagnarla.

Incrociò lo sguardo di Ranma, ma lui non le disse niente e addolorata si recò nella sua stanza. Si sentiva realmente stremata.

Fece una doccia veloce, indossò il pigiama e prese dal comodino la cornice con  la foto che ritraeva la sua mamma, quando era giovane.

“ Come vorrei che tu fossi qui con me” pensò baciandola e stringendola al petto. Si addormentò pensando a lei, con una lacrima che lentamente le scendeva lungo il viso.


 
 
Il giorno seguente si alzarono molto presto per andare al mare, come avevano deciso.  Era una bellissima giornata e tutti erano felici, anche Akane aveva deciso di godersi la giornata.

<< Ciao Akane, ti ho portato il costume che mi avevi chiesto >> le disse Nabiki, porgendole una busta di carta. Era arrivata prima di loro, insieme a Kasumi, con l’autobus.

<< Grazie mille, vado immediatamente ad indossarlo >> le rispose Akane, recandosi nella cabina che avevano affittato.

Adorava il mare e sentiva proprio il bisogno di svagarsi un po’ la testa.

Un urlo proveniente da quello stesso spogliatoio, fece drizzare i capelli a tutti i presenti. Akane ne uscì inferocita indossando un accappatoio bianco.

<< Nabiki! Si può sapere cosa diamine mi hai portato? Questo non è il mio costume >> esclamò furibonda, piazzandosi minacciosa davanti alla sorella.

<< Certo che no! È uno dei miei, il tuo lo indossava la mummia di Tutankhamon! >> le rispose decisa Nabiki, mettendosi a sghignazzare.

<< Ma non è assolutamente vero! E questo è soltanto un pezzetto di stoffa indecente! >> incalzò Akane paonazza dalla rabbia e dalla vergogna.

<< E dai sorellina aggiornati. E fai vedere un po’ di merce, sarebbe anche ora! >> affermò Nabiki stendendosi sulla sdraio.

Akane rimase impalata davanti a lei indecisa sul da farsi. In quel momento anche Kodachi uscì dalla cabina indossando il suo trikini. Era bellissima con il suo costume blu a due pezzi unito in vita da un anello. Ranma le lanciò, nolente,uno sguardo ammirato.

“ Chissà se stanotte hanno veramente..” pensò Akane angosciata, facendo passare lo sguardo da uno all’altro.

<< Forza, mia fresca goccia di rugiada, togliti l’accappatoio e mostra a tutti il tuo bel costume >> la incitò Kuno con un sorriso.

Ranma la guardò divertito e le disse sarcastico << Avanti maschiaccio, facci vedere il tuo poco sex-appeal e i tuoi pettorali scolpiti! >>

Akane lo guardò inferocita, le mani che le prudevano per la voglia di dargli un ceffone.

“Te lo faccio vedere io il maschiaccio” pensò decisa togliendosi di getto l’accappatoio.

Lo sguardo di Ranma cambiò in un nano secondo. Le lanciò uno sguardo profondamente ammirato. Kuno aveva la bava alla bocca e se la mangiava con gli occhi. Il costume rosso che indossava era molto succinto, consisteva in un reggiseno striminzito molto scollato e un ridottissimo tanga. Si vergognava da morire con quella mise, ma lo sguardo compiaciuto di Ranma la rendevano anche molto orgogliosa.

“Non sono così male, allora” pensò felice.

Una fitta di gelosia passò nello stomaco di Ranma. Non voleva che lei mostrasse così tanto e quel viscido di Kuno stava facendo troppi apprezzamenti per i suoi gusti. Inoltre doveva ammettere che quel maschiaccio era veramente sexy.. come faceva a dirle che non era carina?

<< Oh, amore mio, sei veramente la dea più bella dell’olimpo, lascia che io ti spalmi la crema protettiva sulla schiena >> le propose Tatewaki con sguardo adorante.

<< Non osare mettere le tue zampacce su di lei >> gridò Ranma non riuscendo a trattenersi. Che addirittura usasse la scusa della crema per approfittare di lei non glielo poteva proprio permettere.

<< Fatti gli affari tuoi Saotome! >> affermò Kuno infastidito.

<< Ranma caro, tu puoi spalmarla a me.. >> lo invitò Kodachi con voce civettuola.

Akane cominciò a bollire di rabbia e Ranma rimase paralizzato non sapendo cosa rispondere.

Nabiki, che si era accorta che tra i due stava nascendo qualcosa già da tempo, venne in loro soccorso.

<< Allora facciamo che ognuno fa da sé, perché, ringraziando il signore, abbiamo tutti gli arti funzionanti >> disse decisa.

Tutti annuirono chi riluttante, chi sollevato.

<< Io vado a fare una passeggiata >> disse Akane allontanandosi dal gruppo.

Kuno stava per andarle dietro, ma Nabiki lo prese per un braccio e facendo gli occhi dolci gli disse:

<< Kuno, caro, tu sei molto più forte di Ranma, mi aiuteresti a montare gli ombrelloni e la tenda da spiaggia? >>  Poi fece l’occhiolino a Ranma.

Il codinato lanciò uno sguardo fugace alla fidanzata che si stava crogiolando al sole e si allontanò senza farsene accorgere.

Si recò direttamente dove si ergevano gli scogli, sapeva che l’avrebbe trovata là, era il suo posto preferito fin da quando era bambina.  Immediatamente la vide. La sua Akane se ne stava seduta con le gambe piegate da un lato fissando l’orizzonte.

<< A cosa pensi così assorta? >> le chiese facendola sussultare e sedendosi accanto a lei.

<< Ranma! Mi hai spaventato >> rispose acida.

<< Cosa ti preoccupa? >> le chiese premuroso, lasciandosi andare ad uno sbadiglio e continuò << Scusami, non ho dormito molto >>

<< Ma davvero? >> rispose lei rabbuiata, tornando a fissare il mare.

“Ci credo! Eri troppo impegnato a fare acrobazie con Kodachi” pensò maligna, stringendo i pugni.

<< Già, ho passato tutta la notte ad allenarmi e stamattina papà mi ha trovato steso per terra sul pavimento della palestra >> disse lui scoppiando a ridere di gusto.

“Allenamento? Ma allora lui e Kodachi non..” pensò felice, girandosi verso di lui e lasciando tornare il sorriso sul suo volto.

<< Finalmente sorridi, il sorriso ti dona davvero tanto, non mi piace quel muso lungo  >>  ammise lui accarezzandole delicatamente il viso.

Il cuore di Akane aumentò i battiti.

“Adoro il suo tocco sulla mia pelle” pensò in estasi.

<< Senti..che ci faceva Kuno in camera tua ieri mattina? >> chiese lui di getto, continuando ad accarezzarle la guancia. Aveva bisogno di sapere se quell’idiota aveva osato allungare le mani su di lei.

<< Mi ha portato delle rose per darmi il buongiorno, ma gli ho fatto capire che non si deve più permettere di entrare in camera mia senza permesso >> affermò Akane decisa.

Ranma si lasciò andare in un lungo sospiro di sollievo “Meno male, per il momento quello scemo si è salvato”

<< Dimmi la verità..questo costume mi dona? >> chiese lei cambiando discorso, bisognosa di sapere cosa lui ne pensasse sul serio.

<< Io mi vergogno un po’ ad indossarlo, non sono esibizionista come Kodachi, a lei sta benissimo tutto ciò che indossa e di certo non si vergogna a mostrarlo  >> continuò incerta, ma lasciandosi osservare meglio.

<< Effettivamente forse è un po’ troppo audace, ma ti sta veramente benissimo, sei bellissima, molto più di Kodachi  >> confessò lui un pochino titubante.

Il cuore di Akane galoppava di gioia, il suo Ranma le aveva fatto un complimento sincero e non la solita presa in giro.

Gli occhi del codinato passarono in rassegna tutto il corpo della ragazza, dai floridi seni, al ventre piatto, fino alle lunghe gambe. Qualcosa cominciò a bruciargli nell’intimo e il cuore prese a palpitare. Non pensava che Akane gli avrebbe potuto fare quell’effetto. Riportò lo sguardo sul suo viso e su quella bocca carnosa, così invitante.. magari lei lo avrebbe preso a schiaffi, ma doveva almeno tentare..
Si avvicinò a lei e le prese il viso tra le mani, poggiando delicatamente la bocca sulla sua, cautamente,temendo un suo rifiuto. Ma Akane si lasciò sfuggire un flebile sospiro quando lui si staccò, allora Ranma, rassicurato, la baciò di nuovo, questa volta con tutta la passione di cui era capace. Akane sentì la lingua di lui premere per entrare nella sua bocca e dopo una minima resistenza iniziale, cedette. Gli gettò le braccia al collo e lui la strinse a sé come se lei fosse la cosa più preziosa del mondo. Quando si staccarono entrambi tremavano dall’emozione, convinti che fra di loro era una cosa che non sarebbe mai potuta accadere. Si guardarono imbarazzati, ma felici.

<< Hai proprio un buon sapore.. >> le sussurrò lui sulla bocca, inalando il suo respiro. Lei lo ringraziò tacitamente con gli occhi.

<< Akane! Akane! Kuno ti cerca come un pazzo, sta setacciando tutta la spiaggia,andiamo! >> la chiamò improvvisamente Nabiki da lontano, facendoli sussultare.

<< Ho capito, vengo! >> rispose la ragazza infastidita,scattando in piedi.

Si girò verso Ranma rossa in viso, non sapeva bene cosa dirgli e né come comportarsi.
Le cose si erano complicate, entrambi dovevano sposare i fratelli mezzi matti e non potevano assolutamente farsi scoprire.

“Non voglio pensarci adesso, voglio godermi questa gioia fino in fondo” pensò risoluta, continuando a fissare il suo Ranma.

 Lui si alzò,la guardò con un sorriso complice e senza dire nulla le prese la mano intrecciando le dita a quelle di lei.

“Non permetterò a nessuno di separarti da me, non ora che ho capito quanto sei importante” pensò Ranma deciso, non riuscendo a distogliere gli occhi dalla sua Akane, mentre si incamminavano insieme.
 




 
 
 
Ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia e soprattutto chi spende due minuti del suo tempo per lasciarmi una recensione..anche piccola,piccola va bene..sono ben accette anche critiche e consigli.. un bacio..

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Capitolo 5
*** Come se al mondo ci fossimo solo noi due.. ***






Nabiki li guardò avanzare verso di lei e immediatamente notò le loro mani intrecciate  insieme ai loro volti sorridenti, e un sorriso compiaciuto le spuntò sul volto. Solo allora Akane, guardando sua sorella, si rese conto che non era più la fidanzata di Ranma e a malincuore lasciò la presa. Arrossirono entrambi, notando il modo sornione in cui la ragazza li fissava, ma la ignorarono tornando velocemente dai loro familiari. Alla vista di Akane, Tatewaki le corse incontro abbracciandola con impeto. La giovane però, si sciolse subito da quell’abbraccio, non voleva essere toccata da lui, aveva ancora il profumo di Ranma addosso, e ne voleva godere il più possibile.
Pensando al codinato, la sua mente vagò senza limiti. Non ci poteva ancora credere. Ranma l’aveva baciata. Il suo Ranma! Per quanto si sforzasse di concentrarsi su quello che Kuno le diceva, proprio non ci riusciva. Sentiva le farfalle nello stomaco e senza volerlo le spuntò un sorriso ebete sulle labbra. Kuno, che aveva notato il suo strano comportamento, decise di attirare la sua attenzione il più possibile.

<< Sai cara, quando mi sono girato e non ti ho vista più sono andato nel panico più totale! Nabiki mi aveva detto che ti eri recata al bar della spiaggia per prendere un gelato, ma non ti ho trovata neanche lì, e ti giuro che stavo andando veramente fuori di testa! Ti ho cercato come un pazzo dappertutto, si può sapere dove ti eri cacciata? >> le chiese in tono ansioso e accusatorio.

Akane lo guardò agitata << Ero solo andata a fare una passeggiata, non ho mica bisogno della guardia del corpo, so benissimo difendermi da sola! >> ribatté infastidita.

Voltò lo sguardo e arrossì incrociando gli occhi di Ranma. Il codinato, anche lui visibilmente imbarazzato, distolse lo sguardo da lei e cominciò a sistemare il suo zaino per tornare a casa.

<< Ranma! Anche tu, dove diamine eri finito? Sei sparito! >> gli chiese Kodachi improvvisamente, facendolo sussultare.

<< Chi, io? Sono andato a prendere una bibita..sai, con questo caldo.. >> rispose il giovane ridendo e grattandosi la testa.

Kodachi lo guardò dubbiosa, poi lanciandogli uno sguardo di fuoco, gli si avviluppò al braccio come un polipo e si incamminò con lui verso l’auto.

Nabiki si avvicinò ad Akane e le diede due gomitate sul fianco.

<< Spero tanto sorellina, che tu sia riuscita ad approfittare dell’occasione che ti ho gentilmente concesso >> le disse sogghignando e guardandola con malizia.

Akane diventò paonazza e cominciò a balbettare << M-ma che stai dicendo? Non capisco a cosa alludi! >>

Nabiki scoppiò in una fragorosa risata e la prese sottobraccio.

<< Certo, come no! Di a Ranma che è in debito con me e che presto passerò a riscuotere >> le rispose allegramente, salutandola con un bacio prima di andarsene.


Tornata a casa, Akane salì in camera sua per fare una doccia, sentiva l’urgenza di togliersi di dosso la sabbia anche se le sarebbe piaciuto poter godere ancora del profumo di Ranma. Indossò l’accappatoio e spazzolò i capelli bagnati per districarli perfettamente prima di asciugarli, quando due colpi alla porta la fecero sussultare.

“Quant’è noioso Kuno, è possibile che sia più appiccicoso di una gomma da masticare?” pensò infastidita, andando ad aprire.

<< Si può saper cosa diav.. >> cominciò a dire e arrossì quando incontrò due pozze azzurre come il mare che la osservavano intensamente, facendola vacillare.

<< Ranma >> sussurrò piano, scostandosi per lasciarlo entrare.

<< Volevo sapere come stavi, non abbiamo avuto molto tempo per parlare prima >> le disse il codinato sfoderando uno splendido sorriso e giocherellando con una ciocca dei suoi capelli bagnati.

<< Sto bene grazie, e tu? >> chiese lei imbarazzata.

<< Potrei stare meglio, ma possiamo rimediare subito >> rispose il giovane, chinandosi a sfiorarle dolcemente le labbra con le proprie.

Il cuore di Akane mancò un battito. Aveva sempre sognato che Ranma fosse così intraprendente e ora non le sembrava vero.

<< Va meglio ora? >> sussurrò Akane a pochi centimetri dal viso di lui.

<< Decisamente >> affermò Ranma con un sorriso timido  << Forse è meglio che ti lasci sola, così potrai vestirti, potrei farmi strane idee >> le disse ridendo, ammiccando all’apertura dell’accappatoio, che la giovane paonazza, chiuse di scatto.

<< Ti aspetto giù, non voglio che qualcuno ci veda >> le disse strizzandole l’occhio.

La ragazza annuì e richiuse la porta dopo averlo fatto uscire. Una volta sicura che Ranma si fosse allontanato, cominciò a gridare come una pazza e a saltare dalla gioia.


 
La cena di quella sera fu la più bella della sua vita. Aveva sempre seduto al suo fianco Kuno, che la asfissiava con le sue infinite smancerie e poi c’era Kodachi che faceva lo stesso con Ranma, ma le occhiate e i sorrisi che il codinato le lanciava di sfuggita, la facevano sentire la persona più speciale del mondo. Le sembrava quasi, di vivere un amore proibito, come quello vissuto tra Ginevra e Lancillotto.

“Un amore finito male però..” pensò con sconforto, osservando Kodachi che accarezzava la mano a Ranma e lui che cercava in tutti i modi di sottrargliela.

“Si sposeranno..e io sarò sempre l’altra ” constatò con rammarico. Un velo di tristezza le velò gli occhi, cosa che non sfuggì allo sguardo attento di Ranma.


Dopo cena, Akane attraversò il lungo corridoio per recarsi direttamente in camera sua, quando improvvisamente qualcuno le cinse la vita con una mano e le tappò la bocca con l’altra, facendola trasalire.

<< Ssshh >> le sussurrò all’orecchio una voce calda, una voce che lei adorava.

La trascinò rapido in una stanza e richiuse piano la porta. Una luce con fotocellula si accese non appena entrarono.

<< Ranma, ma che fai? Ma questo è il guardaroba! >> affermò stupita, guardando le tante giacche appese.

<< Già, così a nessuno verrà in mente di cercarci qui.. >> affermò suadente.

Ranma l’abbracciava da dietro e Akane poteva sentire il suo respiro caldo sul collo; quel semplice gesto innocente, le provocò una lunga scia di brividi di piacere lungo tutta la schiena.

<< Ti ho visto un po’ triste a cena, cosa ti preoccupa? >> le chiese premuroso, non riuscendo a trattenersi da lasciarle piccoli baci sul collo e sulle spalle, lasciate nude dal top a fascia che la giovane aveva deciso di indossare per la cena.

Akane si lasciò sfuggire un gemito di piacere, non avrebbe mai pensato che il suo Ranma potesse essere così dolce, soprattutto nei suoi confronti. Lei si girò a guardarlo e si perse nei suoi splendidi occhi. Ora toccava a lei dimostrargli il suo interesse e l’amore che provava per lui, anche se ancora non si erano effettivamente dichiarati. Si alzò in punta di piedi, il codinato la sovrastava di almeno una spanna, gli gettò le braccia al collo e poggiò titubante le labbra sulle sue. Sentiva le guance in fiamme, ma quando lui schiuse le labbra per approfondire il bacio, si lasciò andare completamente. Ranma le poggiò una mano sulla schiena per far aderire meglio i loro corpi e affondò l’altra nei capelli setosi della sua dolce Akane. Fu un bacio lungo, devastante, che li lasciò entrambi senza fiato. Quando si staccarono tremavano entrambi dall’emozione.

<< Non avrei mai creduto che un maschiaccio, senza un minimo di sex-appeal come te, avrebbe mai potuto farmi questo effetto! >> affermò Ranma, ridendo.

Quelle parole ferirono Akane come una pugnalata.

<< Se pensi che io sia un maschiaccio, allora tornatene pure dalla tua bellissima e sensuale fidanzata e stai lontano da me! >> affermò tagliente la ragazza, umiliata e derisa da quelle parole. Aprì la porta del guardaroba e uscì senza voltarsi.

<< Akane! Aspetta! Stavo solo scherzando! Era una battuta innocente! >> replicò il codinato afferrandole un polso e costringendola a fermarsi.

Akane teneva gli occhi bassi e Ranma le sollevò il mento, per costringerla a guardarlo in volto. Ma quando il giovane notò il luccichio delle lacrime in quei bellissimi occhi nocciola, che lo avevano fatto innamorare perdutamente, sentì un tuffo al cuore. Se c’era una cosa al mondo che proprio non sopportava, era vedere la sua Akane piangere. E la maggior parte delle volte, in cui ciò accadeva, era colpa sua. Si odiava per questo. Avvicinò il volto a quello della giovane e le asciugò le lacrime con le proprie labbra.

<< Mi dispiace, non volevo farti piangere, ammetto che è stata una battuta infelice. Tu sei dieci volte più bella e sexy di Kodachi e sai benissimo che non ho intenzione di sposarla. Non ti ricordi il nostro patto, di trovare un modo per salvare la palestra e annullare il doppio fidanzamento? >> le disse dolcemente, prendendole il viso tra le mani.

Lei lo guardò sorridendo e annuì convinta. 

<< So che non dovrei, ma non posso proprio resistere..sei come una droga.. >> le disse sfiorandole le labbra con un bacio.
Il cuore di Akane fece una capriola. No, non si sarebbe mai abituata ai suoi baci.

Persi l’uno per l’altro non si accorsero che Kodachi, nascosta dietro l’angolo che dava accesso alla cucina, li stava osservando. La rosa nera tremava dalla rabbia.

“ Così a quella sardina non importava niente di Ranma, eh?! Pensano davvero di potermi usare per i loro comodi e di prendersi gioco di me e di mio fratello? Non hanno ancora capito chi hanno davanti! Comprenderanno a loro spese chi è veramente Kodachi, la rosa nera!” pensò la ragazza infuriata, stringendo i pugni.


 
Il  mattino seguente, Soun riunì tutta la famiglia in salotto, per dare un importante annuncio. Ranma si sedette sul divano seguito a ruota da Kodachi e riluttante Akane prese posto su una delle poltrone. Kuno con sguardo adorante, si sedette vicino a lei, su uno dei braccioli, approfittando della situazione per passarle un braccio intorno alle spalle.

Ranma mandava fulmini dagli occhi. “Ogni occasione è buona per toccarla” pensò furente.

<< Allora ragazzi miei, conversando con il mio futuro genero, abbiamo avuto una splendida idea: domani sarà il compleanno di Akane e quindi abbiamo deciso di  organizzare un bellissimo party in giardino, con tutti i nostri amici e quelli della famiglia Kuno. Sarà anche un’ottima occasione per far conoscere Akane e Ranma ai rispettivi parenti! >> dichiarò il padre di Akane, scoppiando in una fragorosa risata. Genma annuì soddisfatto.

La figlia lo guardò allibita.

<< Ma papà non è affatto necessario, a me basta una semplice cena con voi, Nabiki e Kasumi! >> replicò agitata, scattando in piedi.

<< Ma che dici amore mio! Il tuo compleanno è un giorno speciale e va festeggiato come si deve. Io Tatewaki Kuno, in qualità di tuo fidanzato e futuro marito, ti prometto che sarà la festa più bella a cui tu abbia mai partecipato! >> dichiarò il giovane in modo solenne, battendosi un pugno sul petto. Ma Akane continuò a scuotere la testa in modo deciso.

<< Dai Akane, in fondo potrebbe essere una cosa carina, no? >> le disse Ranma persuasivo, strizzandole l’occhio.

<< Se lo dici tu.. >> acconsentì la ragazza, non capendo a cosa Ranma alludesse.

<< Se ci sarà una festa allora dovrò andare subito a fare shopping! Devo essere fa-vo-lo-sa! >> affermò Kodachi battendo le mani << Amore, saremo una coppia bellissima, tutti domani vedranno come siamo felici e perfetti insieme.. >> continuò in tono suadente, rivolta a Ranma. Il ragazzo annuì imbarazzato.

<< Allora è deciso.. >> continuò la ragazza, incollando all'istante la bocca a quella del codinato, che preso alla sprovvista, non riuscì a sfuggirle.

Akane sentì il sangue nelle vene gelarsi, sapeva che non poteva obiettare a quelle effusioni, non ne aveva il diritto. Ma le facevano male lo stesso. Uscì dalla stanza afflitta, quando si accorse che il codinato l’aveva seguita e che camminava al suo fianco.

<< Akane mi dispiace, mi è saltata addosso, non ho potuto evitarla >> cercò di giustificarsi, guardandola con gli occhi di un cane bastonato.

Lei lo guardò inferocita, poi scoppiò a ridere << Lo so, ero presente, anche perché, se non fosse stato così un ceffone non te lo avrebbe tolto nessuno, sai? Forza, accompagnami a comprare un vestito per domani! >>

Lo prese per un braccio e uscirono di casa ridendo e scherzando.

Kodachi li osservò dalla finestra, gli occhi stretti in due fessure, la bocca piegata in una smorfia.

<< Sai Tatewaki, ho scoperto delle cosette interessanti sulla tua fidanzata, cose che potrebbero rivelarsi molto utili per te. Ascoltami bene.. >> disse con un sorriso maligno, girandosi a guardare suo fratello e facendogli cenno di avvicinarsi.

Kuno, che era impegnato a redigere la lista degli invitati, alzò gli occhi dal foglio, posò carta e penna e andò vicino a lei, molto interessato. Akane era il suo argomento preferito.


 
Nel frattempo, Akane e Ranma, passeggiavano per le vie del centro in cerca dell’abito adatto per la ragazza.  

<< Mi spieghi perché mi hai fatto accettare l’idea strampalata della festa? >> chiese Akane sospettosa.

<< Perché se c’è tanta confusione, c’è anche la possibilità che riusciamo a stare un po’ da soli nascondendoci da qualche parte, senza che nessuno ci veda! >> affermò il codinato sagace.

La ragazza, al pensiero di loro due soli, arrossì vistosamente.

 Continuarono la ricerca del vestito, per molto tempo, senza successo. Erano entrati in parecchi negozi, ma fino ad allora nessun vestito era riuscito ampliamente a soddisfare i requisiti necessari per essere definito “perfetto”.

<< Akane, deciditi però, mi fanno male i piedi! Sono due ore che giriamo a vuoto! Possibile che non ce ne sia uno che ti soddisfi? >> si lamentò Ranma, gettandosi a sedere esausto su una panchina.   

<< Che pappamolla che sei! Vedi che io sono più forte di te? Ti stanchi solo a camminare! Comunque questo negozio è l’ultimo, forza entriamo! >> affermò Akane prendendolo per un braccio per aiutarlo ad alzarsi. Il codinato sbuffò e malvolentieri la seguì nell’ennesimo negozio.

Akane sembrava una macchina da guerra, faceva scorrere i vestiti, appesi con le stampelle sui carrelli, uno dopo l’altro.

<< Questo no, no, neppure questo, troppo grande, questo troppo lungo, questo è brutto..voglio essere più bella di Kodachi domani! UFFAAAAAA! >> urlò spazientita. Ranma la guardava allibito, anche la commessa era restia ad avvicinarsi temendo di fare una brutta fine.

Improvvisamente gli occhi di Akane si illuminarono.

<< Eccolo! Finalmente! È lui, è perfetto! >> affermò con gioia mostrando l’abito a Ranma.

Il vestito era di uno splendido blu cobalto in seta, senza spalline, con scollo a cuore sul davanti, impreziosito da strass. Era tagliato corto davanti all’altezza delle ginocchia e più lungo dietro con taglio asimmetrico. Si chiudeva sulla schiena, che rimaneva piuttosto scoperta, con dei piccoli bottoncini.

Anche Ranma annuì felice. << È veramente bellissimo >> le confermò entusiasta.

<< Ed è anche della mia taglia.. >> disse compiaciuta guardando il cartellino, ma il sorriso le morì sulle labbra. La sua espressione mutò in un attimo. Sembrava che avesse visto un fantasma.

<< Cos’hai adesso? Che ti prende? >> le chiese Ranma preoccupato. Non era facile far star zitta Akane.

Lei lo guardò disperata << Costa un patrimonio! Non posso permettermelo! >> gli disse mostrandogli il cartellino.

<< Effettivamente sono un mucchio di soldi! Troveremo qualcos’altro dai.. >> le disse cercando di consolarla. La ragazza riappese il vestito e uscì dal negozio demoralizzata.

<< Andiamo a casa, non voglio un altro vestito, metterò qualcosa di Nabiki >> disse afflitta, girandosi di nuovo verso il negozio.

<< Casa può anche aspettare. Vieni con me, so io come tirarti su il morale! >> le disse Ranma prendendola per mano e mettendosi a correre.

<< Aspetta! Dove stiamo andando? >> chiese la ragazza ansante, cercando di stargli dietro.

Ranma si arrestò bruscamente e Akane gli finì addosso.

<< Ahia! Ma insomma! Che modi! >> obiettò la ragazza, massaggiandosi un braccio.

Erano arrivati davanti a una cabina adibita alle fotografie. Lei lo guardò stupita.

<< Voglio fare delle foto con te. Non ne abbiamo nessuna insieme, noi due soli.. >> disse il codinato dolcemente, trascinandola dentro la cabina.

Si sedettero sull’apposito sedile e il ragazzo inserì la moneta. Passò un braccio intorno ad Akane e la strinse a sé.

<< Ora sorridi, come se al mondo ci fossimo solo noi due.. >> le sussurrò piano. Lei arrossì e un sorriso illuminò il suo volto. La macchina scattò la foto.

Ranma si girò verso di lei e prendendole il viso, la baciò con passione. Akane si abbandonò ai suoi baci, alla sua lingua che cercava e giocava intensamente con la sua. Non seppero dire neppure loro per quanto tempo rimasero lì, a scambiarsi baci e a dirsi tenere parole. A parte la prima, in tutte le foto scattate c’erano loro due che si baciavano. Ranma le prese dalla macchina e le consegnò alla sua Akane.

<< Tienile tu.. così non dimenticherai mai quanto ti amo >> le sussurrò Ranma con voce roca.

<< T-tu m-mi ami? >> farfugliò Akane, guardandolo confusa.

<< Certo che ti amo, non lo avevi capito? >> rispose lui con un sorrisetto. La giovane sentì il cuore esplodere. Lo abbracciò scoppiando a piangere.

<< Anche io ti amo, razza di stupido testone >> disse Akane fra i singhiozzi.

<< Allora perché piangi? >> chiese Ranma, guardandola confuso.

<< Perché sono felice, scemo! >> disse lei baciandolo di nuovo.

Tornarono a casa, tenendosi per mano e guardandosi teneramente negli occhi per tutto il tragitto.

<< Adesso dobbiamo tornare a essere amici-nemici, però non dimenticare mai quello che provo per te >> le disse Ranma sciogliendo riluttante la mano dalla sua.

 La ragazza annuì con il cuore gonfio di felicità, tenendo strette nella tasca le foto ricordo di quella bellissima e indimenticabile giornata.
 
 
 
 
 


 
 
Finalmente i tuoi testoni si sono dichiarati, ma Kodachi li ha visti e trama alle loro spalle.. Grazie per aver letto il capitolo e se ne avete voglia recensite, adoro leggere le vostre recensioni, mi aiutano a capire i miei errori e a migliorarmi. Un bacione e al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** Il compleanno di Akane- parte 1 ***


IL COMPLEANNO DI AKANE- parte 1




 
 
Ranma camminava a passi felpati lungo il corridoio che conduceva alle camere da letto, tenendo saldamente, con entrambe le mani, l’ingombrate scatola regalo. Non voleva che qualcuno lo vedesse, né lo sentisse. Doveva essere una sorpresa, una sorpresa che preferiva tenere gelosamente segreta. Si era alzato molto presto quella mattina, era uscito di casa senza far rumore e senza farsi notare e si era recato in centro, dove aveva atteso per più di mezz’ora, l’apertura della lussuosa boutique, dove lui e Akane erano stati il giorno precedente. Una delle cose che più odiava al mondo era alzarsi presto, ma quello era un giorno speciale, era il compleanno di colei che aveva la facoltà di infiammargli il cuore e i sensi. Il sacrificio della levataccia e dei tanti soldi spesi, sarebbero stati ampiamente ripagati dall’osservare il bellissimo viso di Akane, illuminarsi di gioia. Poggiò prudentemente un orecchio sulla porta per accertarsi che lei dormisse, poi pigiò adagio la maniglia e fece capolino prima di entrare. Avanzò in punta di piedi e socchiuse la porta per evitare di far rumore. Si diresse verso il tavolo posizionato vicino alla finestra e vi poggiò sopra la scatola bianca, sistemando accuratamente il voluminoso e soffice nastro rosso che impreziosiva il tutto. Una volta appurato che fosse tutto perfetto, si avvicinò di soppiatto al letto, dove la giovane dormiva beata. Il codinato si soffermò a guardarla e si lasciò sfuggire un lungo sospiro. Ogni volta che la guardava, la trovava sempre più bella: i capelli neri erano arruffati e sistemati disordinatamente sul guanciale, la testa era leggermente inclinata da un lato e una mano era poggiata distrattamente sul cuscino. Osservò la linea dritta del naso e quella sinuosa della bocca, che sembrava essere stata disegnata dalle sapienti mani di un pittore, per quanto erano piene, carnose e perfette. Ranma sorrise ricordando il sapore dolce di quelle labbra e il modo in cui lei arrossiva dopo i suoi baci: lentamente si piegò su di lei, poggiandole le mani ai lati della testa, per depositarle un leggero bacio sulla fronte, delicato come ali di farfalla. Akane si mosse leggermente e un sorriso le si disegnò sul viso.

“Sta sognando il mio dolce maschiaccio..” pensò Ranma commosso, sentendo una stretta al cuore.

L’aveva sempre considerata una ragazza forte, volitiva, ma solo ora si rendeva conto della sua grande fragilità e del suo bisogno d’amore e protezione.

Attese ancora qualche secondo, per essere sicuro che la giovane non si svegliasse, poi sempre con molta calma, uscì, richiudendo bene la porta dietro di sé.

Akane si svegliò circa un’ora dopo. Aprì lentamente gli occhi e stirò le braccia sopra la testa per sgranchirsi.

<<  Mamma mia quanto ho dormito!  >> esclamò ad alta voce, sbadigliando e strofinandosi gli occhi.

Si mise seduta sul letto e infilò le pantofole di peluche rosa, adornate da un enorme fiocco (le erano state regalate da Kasumi a natale e lei le adorava) e si alzò, dirigendosi direttamente verso lo specchio posto sopra il comò.

<< Oddio, che occhi! Sembro un panda!  >> esclamò sconcertata, facendo vari tipi di smorfie e sfregandosi di nuovo gli occhi con entrambe le mani.

Improvvisamente vide qualcosa riflesso nello specchio che catturò la sua attenzione.

<< Ma cosa.. >> sussurrò stupita, girandosi a guardare il tavolo.

Un’enorme scatola regalo faceva bella mostra di sé sul tavolo vicino alla finestra. Si diresse immediatamente verso di esso, eccitata come una bambina. Notò subito la bustina deposta in evidenza , sopra il fiocco rosso. Con mani tremanti dall’impazienza, tirò fuori il cartoncino e lesse avida, godendosi ogni parola:

Buongiorno mia dolce fanciulla,
Volevo essere io il primo ad augurarti Buon Compleanno,
Il primo che passiamo da innamorati e proprio per questo così speciale.
Nella scatola troverai il mio regalo per te, spero che non ne rimarrai delusa.”
Con Amore il tuo Ranma

Lesse e rilesse quel biglietto un centinaio di volte, mentre calde lacrime di gioia le offuscavano la vista. Quel biglietto, così innocente a prima vista, era per lei il regalo più bello che avesse mai potuto desiderare.

“ Il primo che passiamo da innamorati..” pensò portandosi le mani al volto in fiamme. Era vero, Ranma le aveva confessato di amarla.

Si asciugò gli occhi e ripose gelosamente il bigliettino nella busta, nascondendolo nel cassetto. Poi eccitata, sciolse il nastro rosso e aprì la scatola.

<< NOOOO! NON CI POSSO CREDERE! >> urlò saltando di gioia, mentre tirava fuori il bellissimo e costoso abito di seta, di cui si era innamorata il giorno precedente.

Lo appese delicatamente ad una gruccia, per osservarne scrupolosamente tutti i minimi particolari.

 << È veramente bellissimo! >> affermò felicissima, non riuscendo a distogliere o sguardo.

Con occhi sognanti, pregustando il momento in cui quella sera l’avrebbe indossato, si recò in bagno. Fece una doccia veloce e indossò un paio di shorts bianchi e una t-shirt gialla. Calzò un paio di sneacker basse e scese al piano di sotto per fare colazione.

<< Amore mio, tantissimi auguri! >> affermò Kuno gioioso, saltandole addosso e coprendole il volto di baci.

<< Smettila, così mi soffochi! >> urlò Akane irritata, cercando di respingerlo come meglio poteva.

<<  Lascia che io suggelli questo giorno meraviglioso con un lungo e profondo bacio d’amore! >> le disse Tatewaki melenso, attirandola di colpo a sé.

Ma l’intervento fulmineo di Ranma, lo lasciò con l’amaro in bocca.

<< Smettila di insidiarla! Non vuole i tuoi baci! >> gli urlò furente il codinato, colpendolo violentemente con un pugno sulla testa.

<< Saotome ,si può sapere di cosa diamine ti impicci? >> lo rimbeccò Kuno adirato, massaggiandosi la parte dolorante.

<< Effettivamente Ranma, sembri geloso..o sbaglio? >> concordò Kodachi maliziosa e allo stesso tempo irritata.

Ranma divenne rosso come un peperone  << Veramente..ecco..io.. no che dici! >>

<<  Allora non vedo quale sia il problema.. Avanti Tatewaki, bacia pure la tua fidanzata ! >> disse ridendo la rosa nera, mentre si pregustava la scena.

Ranma e Akane si guardarono, fra l’imbarazzo e il terrore, poi la ragazza decise di prendere coraggio e disse tutto d’un fiato:

<< Sono io che non voglio! Non potete costringermi! >>

Si voltò e offesa, si recò in cucina per prendere il latte.

Kuno se né andò demoralizzato, farfugliando parole incomprensibili, mentre Kodachi si strinse sensualmente a Ranma, sussurrando al suo orecchio perfidamente:

<< Prima o poi dovrà baciarla.. forse addirittura stasera nel momento della torta, ci saranno tutti i nostri parenti.. e tu non potrai farci niente! >>

Detto questo, lo baciò lungamente sulla guancia, poi gli lanciò uno sguardo di fuoco e uscì lasciandolo solo.

<< Questo non accadrà mai! >> giurò Ranma a se stesso a voce alta.


Seguì Akane in cucina, con le parole di Kodachi che gli rimbombavano nella testa, e la vide piegata davanti al frigorifero, intenta a rovistare nei cassetti posti in basso.

<< Mmmm, che bella visione! >> affermò divertito, indicando il suo perfetto fondoschiena.

La ragazza si girò, alzandosi scandalizzata << Ranma, ma che dici?! >>

Il codinato sorrise divertito e le si avvicinò di soppiatto.

<< Ti è piaciuto il mio regalo? >> le chiese dolcemente, fissandola intensamente negli occhi.

<< Da morire.. >> sussurrò lei, imbarazzata da quel profondo sguardo.

<< Ah, comunque.. Tanti auguri.. >> le disse chinandosi a baciarla.

Poggiò delicatamente le labbra sulle sue. La sua intenzione era quella di darle un bacio veloce e innocente, ma non aveva fatto i conti con il grande potere che quella piccola dea aveva su di lui. Non appena si staccò da lei, la sentì schiudere le labbra con un gemito roco e incapace di resistere oltre, affondò le mani fra i suoi soffici capelli attirandola a sé. Approfondì il bacio, inserendo la lingua in quella calda e umida  cavità che lo reclamava urgentemente. Akane gli gettò le braccia al collo, stringendosi a lui, godendo delle carezze suadenti della lingua sulla sua e del contatto delle mani di Ranma sul suo corpo, che piano, piano scendevano sempre più giù, ad accarezzarle tutta la schiena. Timoroso, il codinato osò qualcosa di inaspettato anche per lui e fece scendere ancora di più le sue mani, fino ad afferrarle entrambe le natiche. Quando vide il tacito consenso di lei, la sollevò da terra e la fece appoggiare con la schiena contro il frigorifero. La giovane sconvolta, allacciò le gambe alla vita di lui continuando a baciarlo e a stringerlo saldamente con le gambe contro i suoi fianchi. Poteva sentire chiaramente l’eccitazione di Ranma contro la sua acerba femminilità e la cosa la turbava e la gratificava, come non avrebbe mai creduto possibile.

<< Akanuccia, dove sei? >> la chiamò improvvisamente Soun dalla stanza accanto.

Ranma la fece scendere di getto e si scansò immediatamente da lei, recandosi vicino al lavandino, facendo finta di prendere un bicchiere d’acqua. Akane, con il viso in fiamme, si girò nuovamente verso il frigorifero, per cercare qualcosa, qualsiasi cosa.

<< Ah, eccoti finalmente! Ti ho cercata dappertutto! Volevo augurarti buon compleanno, cara figliola! >> le disse Soun entrando nella stanza, abbracciandola e baciandola sulla guancia.

<< Grazie papà! >> rispose lei in un sussurro, ancora sconvolta per le audaci effusioni di pochi istanti prima.

<< Come scotti! E sei tutta rossa! Hai la febbre per caso? >> le chiese preoccupato l’uomo, poggiandole una mano sulla fronte per tastarle la temperatura.

<< Ma no, che dici! Sto benissimo! >> rispose lei imbarazzata, distogliendo lo sguardo da lui e allontanando la sua mano.

<< Ranma, centri tu per caso? >> domandò Soun con sospetto, girandosi verso di lui.

L’acqua che il ragazzo stava bevendo gli andò di traverso << Che c’entro io? >> rispose indignato, uscendo dalla stanza e lasciandoli soli.

“ Per fortuna che è arrivato Soun! Non so fino a che punto sarei riuscito a fermarmi.. Non mi riconosco più.. ma che mi prende? L’avrei presa lì, in cucina, con il pericolo che sarebbe potuto entrare chiunque e vederci..” constatò il codinato preoccupato, uscendo in giardino e tirando un calcio ad un sasso.

<< Come sei pensieroso! Ti è morto il gatto per caso? >> gli chiese Nabiki sarcastica, arrivata in quel momento insieme a Kasumi. Portavano una grossa quantità di buste e pacchetti.

<< Non dire sciocchezze! Neanche ce l’ho il gatto! >> rispose seccato Ranma.

<< Akane è in casa? >> domandò Kasumi con uno splendido sorriso.

<< Si è in cucin.. >> rispose il codinato, ma venne interrotto da Akane, ferma sulla soglia di casa.

<<  Eccomi! Come sono contenta che siate arrivate così presto! >> disse la giovane felice. Si girò a guardare Ranma e arrossì ricordando quanto accaduto in cucina, solo pochi istanti prima. Distolse rapidamente lo sguardo e rientrò, seguita dalle due ragazze.

<< Buon compleanno Akane! >> dissero le sorelle, baciandola teneramente sulle guancie.

<< Grazie mille! >> rispose lei sorridendo.

Entrarono in casa e Akane ne approfittò per prendere Ranma da parte.

<< Dobbiamo evitare di stare insieme, qui in casa. Non possono scoprirci, ne va del futuro della palestra >> gli sussurrò piano all’orecchio per evitare di farsi sentire dalle sorelle. Ranma non le rispose, ma alzò le spalle indifferente e se ne andò.

Nabiki l’afferrò per un braccio portandola al piano di sopra, mentre Kasumi si diresse direttamente  in cucina per mettersi ai fornelli.

<< Avanti, raccontami tutto! Muoio dalla curiosità! Come si sono evolute le cose tra te e Ranma? >> chiese Nabiki con un sorriso malizioso.

Akane arrossì fino alla radice dei capelli e rispose stizzita:

<< Ma che dici? Non capisco a cosa ti riferisci! >>

<< E dai! Sono tua sorella, a me puoi dire tutto! Lo so che hai un debole per Ranma e che lui ti contraccambia! Se ne accorgerebbe anche un cieco! Non fare la pudica, non sei più una bambina! >> rispose la sorella divertita.

<< Uffa, smettila con questa storia! >> affermò Akane acida, aprendo la porta della sua camera.

<< Wow! E quello? Come hai potuto permetterti una simile meraviglia? >> esclamò Nabiki incantata, poggiando le buste sul letto e dirigendosi direttamente verso l’indossatore, dove l’abito blu faceva bella mostra di sé.

<< Quello..è il regalo di compleanno che mi ha fatto Ranma.. >> rispose la ragazza con le guancie imporporate.

Nabiki si girò a guardarla con gli occhi sbarrati:

<< Te l’ha regalato Ranma? Deve amarti davvero tantissimo..avrei detto che un simile regalo fosse da parte di Kuno.. >>

<< Beh.. veramente.. >> farfugliò Akane indecisa su cosa fosse più giusto rispondere.

In fondo che male c’era ad ammettere con sua sorella, l’amore verso Ranma? La risposta purtroppo la sapeva: un’infinità di denaro! Quello che Nabiki avrebbe preteso per tenere a freno la lingua. No, meglio negare, sempre, anche davanti l’evidenza.

<< Lo so a cosa stai pensando, ma non preoccuparti. Per il momento non voglio soldi. Mi piacerebbe davvero vedervi felici. Questa cosa del matrimonio combinato è veramente una scemenza! >> le ripose Nabiki leggendole nel pensiero.

<< Quindi..acqua in bocca? >> chiese Akane timorosa, torturandosi le mani.

<< Acqua in bocca  >> confermò la sorella con un sorriso, annuendo anche con la testa  << Forza adesso! Prepariamoci come si deve! >>


Impiegarono tutto il pomeriggio nei preparativi. Kasumi si occupò del cibo, insieme ai domestici di casa Kuno, Soun e Genma delle decorazioni. Nabiki aiutò Akane con capelli e trucco. Nonostante le numerose proteste della ragazza, alla fine Nabiki fu soddisfatta del risultato finale.

<<  Mi hai fatto faticare, ma ne valeva veramente la pena! Avanti specchiati! >> le disse la sorella compiaciuta, aprendo una delle ante dell’armadio contenente lo specchio.

Akane si avvicinò lentamente, cercando di stare più in equilibrio possibile, nonostante i tacchi vertiginosi che Nabiki l’aveva costretta a indossare. Sei molto più sexy, le aveva detto. Si guardò riflessa e dovette ammettere che la sorella aveva perfettamente ragione. Il vestito le calzava a pennello: il corpetto le aderiva come una seconda pelle, il profondo scollo a cuore le evidenziava l’attaccatura dei seni e metteva in risalto la delicata pelle di porcellana; la gonna scendeva morbida, il taglio asimmetrico metteva in risalto le sue splendide gambe. La schiena era lasciata quasi completamente scoperta e i bottoncini che lo chiudevano, erano un vero e proprio tocco di classe. Inoltre adorava la sensazione di leggerezza della seta sulla pelle. Si guardò più volte, girandosi in varie posizioni, constatando come i sandali color argento, anche se altissimi, le conferivano un tocco bon ton. Anche con i capelli Nabiki aveva fatto uno splendido lavoro, raccogliendoli in un leggero chignon. Il trucco era molto delicato, sui toni del nude.

Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta, e Nabiki aprendo, esclamò con voce spazientita:

<< Ciao Kuno, cosa ti serve? >>

<< Volevo dare il mio regalo alla mia dolce fidanzata, posso entrare? >>  chiese il ragazzo senza aspettare il permesso e la giovane riluttante, si spostò per farlo passare.

<< Oddio, ma sei uno spettacolo! Sei veramente splendida mia cara! >>  esclamò Tatewaki con gli occhi che gli brillavano dalla felicità.

<< Grazie Kuno >> rispose Akane educatamente, mentre lui si chinava per baciarle la mano.

Anche lui era molto elegante, dovette ammettere Akane. Indossava uno smoking bianco e un gilet nero con papillon abbinato.

<< Questo è per te amore mio >> le disse Kuno visibilmente emozionato, porgendole un cofanetto di velluto rosso.

La ragazza imbarazzata, con mani tremanti aprì il piccolo scrigno e tirò fuori uno splendido girocollo di perle.

<< Grazie, è veramente bellissimo! >> rispose la giovane,  in seria difficoltà.  Kuno gliela prese dalle mani e l’aiutò ad indossarlo, facendola arrossire.

<< Ti sta veramente bene, mia adorata! >> affermò con un sorriso compiaciuto.

Akane si sentiva a disagio. Come l’avrebbe presa Ranma vedendola con indosso un regalo fattole da Kuno? Lui avrebbe sicuramente sottolineato con tutti, che quella collana era un regalo da parte sua e che lei era la sua fidanzata. Quel ruolo, ogni giorno che passava, continuava a starle sempre più stretto.

Tatewaki la prese sottobraccio, mentre Nabiki li guardava con occhi inespressivi.

<<  Forza, è ora di andare. Gli invitati ci aspettano! >> le sussurrò all’orecchio, procurandole brividi di disgusto.

Riluttante, Akane scese la scala insieme a lui, si diresse verso il salone e notò immediatamente Ranma, fermo vicino alla finestra, con lo sguardo fisso su di lei: di apprezzamento prima, vedendole indosso il vestito da lui regalatole, e di tristezza poi, osservando il modo in cui Kuno la stringeva possessivamente a sé, davanti a tutti, e notando infine, il costoso girocollo di perle.
Akane sentiva le gambe paralizzate e il cuore martellante nel petto, non sapendo bene come comportarsi. Davanti agli occhi di tutti, lei era la fidanzata di Tatewaki Kuno e doveva essere insieme a lui in quel momento, doveva ridere alle sue stupide battute e annuire come un ebete. Ma il suo cuore apparteneva a Ranma Saotome e l’unica cosa che lei avrebbe veramente voluto, in quel momento, era buttargli le braccia al collo e ricevere i suoi focosi baci che avevano la capacità di lasciarla senza respiro.
Mentre Kuno parlava con i suoi amici e si vantava di cose di cui non era veramente capace, Akane si soffermò a guardare il suo Ranma: indossava anche lui lo smoking, ma era di un nero intenso, la camicia bianca rifinita con un papillon nero. Il completo lo fasciava perfettamente e faceva risaltare l’intenso blu degli occhi. Akane gli lanciò un sorriso d’intesa. Ma la sconvolse notare il freddo sguardo che Ranma le rivolse come risposta, prima di voltarsi per andare da Kodachi a chiederle di ballare. Lo vide afferrare la mano di lei e accompagnarla al centro della sala, poggiarle la mani sulla schiena e sorriderle teneramente. Lei si strinse a lui avida, il vestito rosso, corto e attillato, lasciava molto poco all’immaginazione e la profonda scollatura riusciva a malapena a contenere i suoi floridi seni. Una fitta di gelosia le attraversò lo stomaco, mentre li osservava ondeggiare candidamente da una parte all’altra della stanza. Sentiva le lacrime pungerle gli occhi. Non era quello il modo in cui aveva pensato di festeggiare il suo compleanno. Voleva essere lei quella tra le braccia di Ranma, era lei che doveva ballare con lui, non Kodachi!

Kuno si accorse dello sguardo triste di Akane e dolcemente le sussurrò:

<< Tutto bene, mia cara? >>

La ragazza annuì con un nodo in gola. Non ce la faceva a parlare, aveva paura che sarebbe scoppiata a piangere come una bambina.

<< Vieni, andiamo a ballare.. >> le disse dolcemente Kuno, afferrandole una mano e stringendosela contro.

Akane gettò un’altra occhiata ferita alla coppia che danzava vicino alla finestra e rassegnata, poggiò la testa sul petto del fidanzato, chiudendo gli occhi e  abbandonandosi alla musica.

Kuno, estasiato, poggiò la testa su quella di Akane, sussurrandole parole dolcissime.

Finito il ballo, a malincuore Kuno si allontanò per andare a salutare alcuni parenti e Akane si avvicinò a Ranma, approfittando del temporaneo allontanamento di Kodachi, con l’intenzione di chiedergli spiegazioni.

<< Ciao Ranma >> gli disse semplicemente, con voce incolore.

<< Ciao Akane >> le rispose lui freddo come il marmo.

 Era bellissima e dannatamente sexy con quel vestito e lo irritava notare come anche la sua parte più intima, se ne fosse accorta.

<< Bella festa è.. >> mormorò la ragazza a disagio.

Bella festa? Ma che diavolo stava dicendo?

<<  Splendida  >>  rispose lui, con lo stesso tono di poco prima.

Kodachi tornò subito, offrendo un bicchiere di champagne a Akane.

<< Akane, questo è per te! Come una sciocca ancora non ti ho fatto gli auguri.. Bevilo tutto, mi raccomando e.. buon compleanno! >> affermò la ragazza con una risatina stridula.

<< Grazie >> rispose Akane prendendo il bicchiere dalle mani sapientemente laccate della rosa nera.

“Ma si, perché no?! Mi ci vuole un po’ di alcool per reggere questa serata d’inferno!” pensò decisa, bevendo tutto d’un fiato il liquido contenuto nel calice.

<< Bravissima..  >> le disse Kodachi battendo le mani  << Amore mi fai ballare ancora? >> chiese poi con voce civettuola, rivolta a Ranma.

<< Certo, andiamo >> le rispose lui dolcemente, ignorando Akane e tornando a ballare con la fidanzata.

 “Cosa gli ho fatto?” pensò rammaricata Akane, con gli occhi velati dalle lacrime, poggiando il bicchiere su un tavolo e guardandoli danzare avvinghiati.

Improvvisamente la testa cominciò a girarle vorticosamente, sentiva le gambe tremolanti e deboli, e il cuore prese a martellarle furioso nel petto. Si portò le mani alla gola sentendo qualcosa stringerle il collo come una morsa, impedendole di parlare e la vista le si annebbiò.

Kodachi la guardava tremare con un sorrisetto perfido e senza farsi notare, fece al fratello un gesto d’intesa.

Kuno annuì, prese una bottiglia di champagne bevendo un lungo sorso e immediatamente raggiunse Akane, l’afferrò per un braccio e la trascinò fuori in giardino, con la scusa di farle prendere un po’ d’aria.

<< Penso io a te mia cara, non preoccuparti.. >> le sussurrò all’orecchio, con voce che ad Akane sembrò diabolica.
 
 









 
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, vi ringrazio di aver letto anche questo capitolo e ringrazio di cuore le persone che mi recensiscono e mi danno consigli e suggerimenti. Siete veramente gentili e io adoro leggere i vostri commenti, quindi..recensite!!! Rispondo a tutti!  Un bacio.. ;)))))
 
 
 

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Capitolo 7
*** Il compleanno di Akane - parte 2 ***


Salve a tutti! Avevo già pubblicato il settimo capitolo, ma non ne ero soddisfatta e ho deciso di modificarlo! Penso che adesso vada decisamente meglio, se volete fatemi sapere ( Mi piacerebbe anche un consiglio riguardo al rating della storia se devo passarlo da arancione al rosso, non sono molto esperta)
Ringrazio chi ha inserito la mia storia nelle seguite/preferite/ricordate, chi legge in modo silenzioso ( anche se mi piacerebbe avere una vostra opinione) e chi mi lascia una recensione anche piccola.. Grazie mille..:)

 




 CAPITOLO 7:    Il compleanno di Akane - parte 2
 
 
 
 
Ranma era impegnato a ballare un valzer con Kodachi, ma non prestava la minima attenzione al fiume di parole che la ragazza riversava continuamente su di lui. Aveva notato però, con estrema cattiveria, come dopo ogni frase da lei pronunciata, la rosa nera cominciava a ridere con quella risata sgraziata e civettuola che la contraddistingueva .

Niente a che vedere con le risate di Akane, fresche e contagiose che lo mettevano sempre di buon’umore.

“Akane..” pensò allungando lo sguardo verso l’angolo della stanza dove l’aveva lasciata qualche momento prima.

Era molto arrabbiato con lei per come lo aveva ammonito quella mattina dopo l’arrivo delle sorelle. Si era stancato di dover fingere davanti agli altri di non amarla e soprattutto era stufo di dover assecondare quel piano decisamente stupido.
Suo padre e Soun aveva combinato proprio un bel pasticcio e lui erano giorni che si stava scervellando su una qualsiasi idea che potesse salvare la palestra e decretare la fine di quel progetto strampalato.
Voleva essere libero di comportarsi come meglio credeva..

Era già difficile far fronte alle soffocanti smancerie di Kodachi, ma sopra ogni cosa lo faceva infuriare il comportamento di Kuno con Akane. Lo aveva visto in che modo la stringeva mentre ballavano e di come lei gli avesse appoggiato la testa sul petto.

 Proprio  per questo aveva deciso in qualche modo di “punirla”,  ignorandola come faceva lei con lui di fronte agli altri.

Ma adesso si era pentito del suo comportamento decisamente infantile: aveva visto la sofferenza nei suoi occhi quando aveva accettato nuovamente di ballare con Kodachi e immediatamente aveva avvertito una fitta al cuore. In fondo era il suo compleanno e Akane aveva anche indossato il vestito che le aveva regalato lui (contornata da un girocollo di perle, regalatole sicuramente da Kuno, pensò accigliato) quindi ora aveva deciso di rimediare, e farle trascorrere il resto della serata in modo indimenticabile..

Non la vide però da nessuna parte.

Voltò la testa dalla parte opposta della sala, una sensazione d’angoscia si stava inspiegabilmente impadronendo del suo cuore.

Kodachi si accorse della frenesia negli occhi del codinato e prontamente gli afferrò il mento con due dita, riportando così la sua attenzione su di lei.

“Cosa c’è di più bello del guardare me?” pensò infastidita dall’atteggiamento noncurante del fidanzato.

<< Ranma caro.. cosa ne pensi del mio vestito? Che dici, mi stringe troppo? >> gli sussurrò con voce bassa, gonfiando il petto per mostrargli la profonda scollatura.

Il ragazzo arrossì, abbassando involontariamente gli occhi su di lei e farfugliò qualcosa di incomprensibile, mentre cercava di spostare lo sguardo da quei floridi seni.

Amava Akane e non aveva nessun dubbio al riguardo, ma era pur sempre un uomo fatto di carne o no?

<< Kodachi senti, ora devo lasciarti, ho urgenza di parlare con Akane! >> le disse in maniera brusca sciogliendosi dal suo abbraccio.

Ma la ragazza non aveva nessunissima intenzione di demordere.

<< Amore.. non devi sentirti imbarazzato.. so che mi desideri e anche io ti desidero, non puoi neanche immaginare quanto.. >> gli mormorò all’orecchio stringendosi nuovamente a lui per fargli aderire meglio tutto il corpo.

 Lo guardava con gli occhi stretti e la bocca schiusa, ansiosa di ricevere il suo bacio d’amore.

<< No.. hai capito male.. lasciami! >> esclamò turbato il codinato, scansandola di getto.

Nabiki aveva assistito sconfortata a tutta la scena e con un lungo sospiro di rassegnazione si avvicinò ai due giovani.

“Che pappamolla! Devo sempre fare tutto io!” pensò la ragazza svogliatamente.

<< Kodachi! Ma che meraviglioso vestito! E che scarpe favolose! Devi assolutamente dirmi dove fai shopping! Hai davvero un ottimo gusto! >> le disse in tono confidenziale prendendola sotto braccio e portandosela via.

A nulla servirono le proteste della rosa nera che, presa alla sprovvista, non riuscì ad opporsi sufficientemente.

Ranma sorrise, facendole un leggero inchino di ringraziamento congiungendo le mani, e si precipitò da Kasumi.

<< Kasumi hai visto Akane per caso? >> le chiese agitato.

<< No, non mi sembra. L’ultima volta che l’ho vista stava bevendo qualcosa insieme a Kuno >> rispose la giovane alzando gli occhi verso l’alto cercando di ricordare in modo preciso.

<< Hai ragione.. infatti non vedo neanche Kuno in giro.. >> constatò, sentendo crescere un’inspiegabile ansia.

Dove aver perlustrato per bene l’enorme salone pieno di gente, decise di uscire a cercarla in giardino.  Anche quello, in casa Kuno, era davvero spropositato.

“Questi ricconi..” pensò disgustato da quella esagerata manifestazione di benessere

“Io vivrei felicemente anche dentro ad una capanna.. insieme al mio tesoro più grande: la mia dolce Akane!” constatò sorridente con la mente proiettata al futuro.

***

Kuno nel frattempo, trascinava Akane per un braccio, mentre con la mano libera continuava a tracannare lo champagne direttamente dalla bottiglia.

Glielo aveva offerto sua sorella che aveva insistito sul fatto di berlo tutto.

L’alcool, gli aveva spiegato Kodachi, lo avrebbe aiutato a superare tutte le sue inibizioni e avrebbe potuto finalmente far felice la sua Akane, in tutti i sensi.

Naturalmente il ragazzo ignorava che la rosa nera avesse drogato la sua bottiglia, aggiungendo un potente eccitante, e avesse anche manomesso il drink di Akane.

La ragazza, infatti, si sentiva la mente svuotata e aveva l’impressione di fluttuare dolcemente nell’aria, mentre veniva trasportata come una marionetta.

Tatewaki la guardava in modo lascivo, sussurrandole cose che Akane non riusciva a comprendere pienamente.

Solo una cosa le impediva di staccarsi completamente dalla realtà, ossia gli occhi del giovane. Kuno aveva le pupille totalmente dilatate che emanavano una strana luce. Il terrore continuò inevitabilmente a impossessarsi di lei, ma sentiva i muscoli così deboli e la lingua impastata da non riuscire a reagire.

Il ragazzo scoppiò improvvisamente a ridere e le passò un braccio intorno alla vita, stringendosela contro il suo corpo con forza.

<< Ecco mia cara, qui è perfetto! Non ci disturberà nessuno.. >> le sussurrò all’orecchio provocandole brividi di disgusto.

La puzza di alcool che usciva dalla sua bocca, le arrivò direttamente alle narici e un conato di vomito le salì in gola.

Erano arrivati davanti ad un enorme quercia che, con la sua folta chioma, copriva una buona parte del giardino.

Kuno la spinse goffamente contro l’albero facendole poggiare la schiena contro il tronco, bloccandola con il suo corpo. Poi ridendo, scolò gli ultimi resti dello champagne.

Scagliò pigramente a terra la bottiglia, ormai vuota, e tornò a concentrarsi sulla ragazza. Le afferrò la vita con entrambe le mani e l’attirò a sé con forza, per farle sentire tutta la sua eccitazione.

<< Sai cara, ho finalmente capito il motivo che fino ad oggi ti spingeva a rifiutarmi.. io ho sempre cercato di rispettarti, di essere gentile con te e galante nei modi, ma poi ho compreso che il mio comportamento ti disgustava e annoiava ! >> le sussurrò con la bocca contro la sua << Ho capito che il tuo uomo deve essere forte, volitivo e prepotente.. è così  che ti piace.. godi a essere sottomessa, costretta e comandata.. e io sono qui per accontentarti e possederti! Esaudirò tutte le tue fantasie più nascoste! >>

Akane lo guardò con gli sbarrati dalla paura.

“Questo è pazzo! Completamente pazzo!”

Kuno le sorrise, un sorriso perfido. Le posò una mano dietro la nuca e le catturò le labbra in un bacio violento, insinuando prepotentemente la lingua nella sua bocca.

La ragazza portò a fatica le mani sul suo petto, cercando inutilmente di scostarlo da lei, mentre calde lacrime le bagnavano le guancie arrossate.

Il giovane, in quel momento era molto, ma molto più forte di lei. Sentiva la sua lingua insinuarsi nella profonda cavità della sua bocca e poi passare e ripassare sulle sue labbra. Nonostante il disgusto provato non riusciva in nessun modo a sottrarsi a quella morsa.

Kuno si staccò da lei soltanto per un momento e la fissò dritto negli occhi, asciugandole le lacrime con la punta delle dita.

<< Sssh, non devi piangere mio piccolo fiore, lo so che hai paura, ma ti prometto che sarà bellissimo.. ti piacerà vedrai.. >> le sussurrò roco ricominciando a baciarla.

“È ubriaco! Ranma aiutami!” pensò disperata.

<< NOOO! LASCIAMIII! >> urlò Akane sentendo lentamente le forze tornare.

Piegò un ginocchio cercando di respingerlo, ma Kuno era, per il momento, decisamente più forte di lei.

L’alcool aveva, inoltre, aumentato la sua potenza fisica.


<< RANMAA! RANMAA! >> strillò  Akane allo stremo delle forze.

***

Ranma percorreva rapido il giardino, guardandosi intorno affascinato.

Improvvisamente in lontananza notò due sagome sotto la quercia rigogliosa che sovrastava l’intera zona.

“Ma quelli sono.. Akane e Kuno.. No-non è possibile!” pensò incredulo mentre il cuore gli mancò un battito.  

Non poteva credere ai suoi occhi.. Si stavano baciando?

<< RANMAA! RANMAAA! >> urlò disperata la ragazza.


Si fermò di botto, spiazzato nell’udire quella disperata richiesta d’aiuto.

Allora.. Lei non voleva!

Dopo l’iniziale smarrimento, le sue gambe presero a muoversi da sole, veloci, nelle sue orecchie rimbombava la voce disperata della sua Akane, mentre il cuore aumentò velocemente i battiti.

Vide con orrore quel maniaco di Kuno che baciava con forza la sua Akane, mentre lei tentava in tutti i modi di sottrarsi alla sua presa.

Ranma serrò la mascella e, con una rabbia che non aveva mai provato in vita sua, si avventò su di lui, afferrandolo per la parte posteriore della giacca e sbattendolo a terra.

Lo prese per il collo e gli mollò un pugno in pieno volto. Kuno si lasciò sfuggire un lamento e, dopo l’iniziale sbigottimento, reagì a sua volta, non riuscendo però in nessun modo a contrastare la furia di Ranma.

<<  Lasciala stare bastardo! >> gridò il codinato mentre continuava imperterrito a prenderlo a pugni.

<< R-ranma.. basta fermati! >> lo chiamò Akane con voce debole scossa dai singhiozzi.

Fu lei a riportarlo alla realtà.

Lasciò Tatewaki steso a terra, ansante e gocciolante di sangue, raggomitolato in posizione fetale.

Corse immediatamente da lei.

<< Akane.. >> mormorò abbracciandola e tirandosela contro.

<< È –è ubriaco fradicio.. >> biascicò stremata.

<< Non è una giustificazione. Tu non volevi e lui ti stava costringendo! >> rispose di rimando il codinato, sentendo il sangue ribollire.

<< Hai ragione.. però adesso accompagnami in camera, ti prego >> lo scongiurò mestamente.

il ragazzo annuì e le infilò una mano sotto le ginocchia e l’altra sotto la vita, prendendola in braccio e stringendosela contro, per farle percepire il suo amore e la sua protezione.

Akane chiuse gli occhi e schiuse le labbra per parlare, ma Ranma la zittì.

<< Ssshh, è tutto a posto adesso amore mio, ti porto in camera >> le sussurrò all’orecchio.

 La sentì rilassarsi mentre si lasciava cullare al ritmo dondolante dall’andatura del codinato.

Ranma la portò nella sua stanza, situata al primo piano della casa, passando però dal retro, per evitare spiacevoli incontri.

Durante tutto il tragitto la sua mente era proiettata allo strano comportamento di Kuno.

Era sempre stato un tipo stravagnante e imprevedibile, ma amava davvero Akane e il fatto che le stava per usare violenza non era proprio da lui. Non le avrebbe mai fatto del male, anche se fosse stato totalmente ubriaco.

Ci doveva per essere per forza qualcosa sotto!

“Ci penserò domani! Adesso conta solo lei!” decise, mentre guardava la dolce Akane riposare serenamente  tra le sue braccia.

Scosse la testa. No. Decisamente non era il momento di pensarci.

Entrò in camera e la depose delicatamente sul letto sfiorandole la fronte con un bacio. La coprì con una coperta e fece per uscire, ma la ragazza glielo impedì afferrandolo per un braccio.

<< Ti prego resta qui con me.. >> gli disse la ragazza mettendosi seduta e intrecciando le dita alle sue.


Ranma arrossì mentre Akane gli cingeva il collo con le braccia attirandolo verso di lei.

Posò dolcemente le labbra sulle sue e piano, piano approfondì il bacio insinuando la lingua nella cavità umida della sua bocca.

Lo champagne aveva dato alla testa anche a lei, togliendole ogni inibizione e rendendola intrepida. Infilò le mani nei capelli del codinato e fece scendere le dita per accarezzandogli il collo beandosi della sensazione della pelle di lui sotto le sue mani.
Ranma si lasciò trasportare dall’audacia della giovane e ricambiò le sue carezze, cominciando dalle spalle fino a scendere più giù a cingerle la vita e attirarla  possessivamente a sé.
Tremante e con la bocca gonfia dai passionali baci Akane si staccò da lui e incatenò i suoi occhi a quelli blu del codinato.
Poi, con estremo imbarazzo, prese una mano del ragazzo e la portò sul suo petto, dove Ranma la chiuse a coppa saggiando quella piccola e soda rotondità, lasciandosi poi sfuggire un lungo gemito.
Akane gli sorrise e di nuovo gli afferrò la mano, portandola stavolta sulla schiena, proprio dove cominciava la lunga fila di bottoncini che chiudeva il vestito.

Ranma la guardò perplesso

<< Akane.. sei sicura? >> le chiese in un soffio.

La ragazza gli sorrise << Mai stata più sicura di niente in vita mia.. Solo tu, solo con te.. >> gli rispose imbarazzata, incollando di nuovo le labbra alle sue.

Ranma cominciò, con le mani tremanti, a sbottonare, uno per uno, i molteplici bottoncini del vestito.
Impiegò parecchio tempo, trafficando frettolosamente con le mani sulla schiena della ragazza, mentre continuava a baciarla sulla bocca per poi scendere lungo il collo, fino all’attaccatura dei seni, dove l’ampia scollatura giungeva al termine.

Akane si lasciò sfuggire una risatina nel constatare l’evidente difficoltà di Ranma.

<< Aspetta.. ti aiuto io.. >> gli sussurrò con voce bassa.

Finì di aprire tutti i bottoni e si lasciò scivolare il vestito rimanendo solo con indosso un paio di minuscoli slip color cipria.

<< Oddio.. >> rantolò il codinato guardando la bellezza e la perfezione di quel corpo.

Attratto da un irresistibile impulso, fece stendere Akane sul letto e le si sdraiò sopra saggiandone ogni centimetro di pelle.
Le percorse fremente il corpo con le labbra e con la lingua, come se seguisse un qualche percorso immaginario.
Akane si contorceva sotto quelle estenuanti carezze e affondò le dita nei capelli di Ranma, spingendogli la testa sempre più in basso. Aveva il respiro affannato e un piacevole dolore le pulsava nella sua più intima femminilità.
Non aveva mai provato niente del genere. Anche Ranma aveva il fiato corto e preso da un irrefrenabile impulso, si liberò in fretta dei vestiti restando completamente nudo di fronte alla sua Akane.
La ragazza lo guardò compiaciuta e le guancie le si imporporarono quando abbassò lo sguardo sulla virilità del codinato, visibilmente eccitata. Ranma si lasciò ammirare e la giovane allungò le mani su di lui, per accarezzargli il petto muscoloso.
Lo aveva sempre trovato bellissimo, ma in passato si sarebbe fatta frustare prima di ammetterlo ad alta voce.

Impaziente di possederla il ragazzo le infilò due dita sotto l’elastico degli slip e li fece scendere lungo le gambe, lasciandola completamente nuda davanti ai suoi occhi bramosi.

<< Sei bellissima Akane.. >> le mormorò suadente stendendosi sopra di lei e costringendola ad allargare le gambe.

 Una paura mista a piacere si impossessò del cuore della ragazza, mentre sentiva l’erezione del giovane premere sulla piccola fessura del suo sesso.

Ranma si posizionò sui gomiti, e tuffando i suoi occhi blu negli occhi scuri di Akane, la baciò dolcemente.
La ragazza cinse i fianchi del giovane con le cosce e il codinato, considerando quel gesto come un tacito invito a proseguire, la penetrò con una sola, rapida spinta. Akane spalancò gli occhi, sia dalla sorpresa che dal dolore, e conficcò le unghie nella schiena del giovane lasciandosi sfuggire un lamento.
Ranma la guardò preoccupato e le depositò piccoli baci sulla bocca e sul viso, per farla rilassare.
Quando sentì la stretta di lei allentarsi, cominciò a muoversi prima lentamente, poi più velocemente, affondando dentro di lei, sempre di più. Akane sentì il piacere diffondersi in tutto il suo corpo e si aggrappò ancora più forte a lui, gemendo di piacere.
Il dolore della penetrazione era passato in fretta e nulla al mondo poteva essere paragonabile al piacere e alla felicità che stava provando in quel momento.
Ranma sospirava e mugolava mentre trasportava la donna che amava in un vortice di piacere voluttuoso.
Stremati, raggiunsero l’orgasmo insieme e Ranma si lasciò cadere sul corpo di Akane, affondandole il viso nell’incavo della spalla. Dopo qualche minuto si staccò da lei con un sospiro e Akane si girò su un lato, stanca, ma totalmente soddisfatta.
Il codinato si stese placidamente alle sue spalle, abbracciandola da dietro a mo di cucchiaio.

<< Ti amo.. >> le sussurrò all’orecchio, ma non ricevette risposta in quanto oramai la sua Akane era già nel magico mondo dei sogni.

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Capitolo 8
*** Fine dei giochi? ***




Capitolo 8: Fine dei giochi?




Ranma aprì adagio gli occhi, crogiolandosi in un delicato torpore.
I raggi del sole filtravano da dietro le tende rosa della finestra, illuminando la femminile stanza.

Voltò lentamente il viso e il suo naso si ritrovò immerso in una folta chioma di capelli scuri striati di blu, sparsi sul soffice cuscino.
Il cuore gli mancò un battito riconoscendo la sua Akane che dormiva beata al suo fianco. Ne inspirò il delicato profumo godendosi ogni minima sensazione che quel contatto gli procurava.
Alzò una mano tremante e le sfiorò delicatamente una guancia con la punta delle dita. Trattenne il respiro quando lei si mosse appena, farfugliando qualcosa che il codinato non riuscì a comprendere.
Il suo sguardo poi, si spostò lentamente sul corpo nudo di Akane coperto fino alla vita soltanto da un candido lenzuolo.
Arrossì ricordando la notte appena trascorsa.

“Abbiamo fatto l’amore” pensò felice sentendo il cuore palpitare e l’eccitazione tornare a farsi sentire.

Lasciò vagare lo sguardo su di lei, senza fretta.

Era bellissima: teneva una mano poggiata sotto la testa e l’altra stesa delicatamente sul fianco. Sembrava un angelo con quell’espressione serena sul volto.

Poi il suo sguardo cadde sulla sveglia: segnava già le 7:15.

Ranma si mosse piano, cercando di non svegliarla.
Doveva andare via prima che qualcuno si accorgesse che aveva dormito nella stanza della ragazza.

E non solo dormito!

Uscì dal letto e si rivestì velocemente cercando di non fare rumore.
Poi si girò a guardarla un’ultima volta. Era così innocente quando dormiva che sembrava una bambina, non il maschiaccio violento che però tanto adorava.
Improvvisamente si sentì in colpa:
aveva forse sbagliato con lei?
Le aveva tolto la purezza senza pensarci due volte e lui, in quel momento, non era neanche il suo fidanzato!

Il pensiero volò subito a Kuno. Lo avrebbe ammazzato, di questo ne era sicuro. Di certo lui non meritava proprio Akane e non
avrebbe mai permesso che quel viscido bastardo la sfiorasse nemmeno con un dito.

No, era stato giusto così, decise.

Lui e Akane si amavano e sarebbero riusciti a stare insieme.

Era solo questione di tempo. Tempo che cominciava a scarseggiare però.

Si lasciò sfuggire un sospiro e si decise a uscire dalla stanza prima di essere preso dalla voglia incontenibile di svegliarla e di ricominciare quella splendida danza d’amore.

Si diresse direttamente nella sua camera prima che qualcuno lo potesse vedere con ancora indosso lo smoking della sera prima.

Come avrebbe potuto giustificarsi?

Entrò nel suo bagno personale e si concesse una doccia veloce. Si legò un asciugamano in vita e aprì l’armadio scegliendo di indossare dei calzoncini rossi e una semplice t-shirt azzurra.

Si avviò, fischiettando, in cucina affamato come un lupo. Si sentiva felice come mai lo era stato nella vita e non riusciva a smettere di sorridere.

<< Come siamo contenti stamattina! >> affermò inferocita Kodachi, parandosi improvvisamente davanti a lui con le braccia conserte.

<< Buongiorno Kodachi! Dormito bene? >> le domandò allegramente il codinato aprendo lo sportello del frigorifero.

<<  Io no, ma a quanto pare tu si! Dove sei stato questa notte? >> gli chiese inviperita guardandolo con gli occhi stretti in due piccole fessure.

Dal momento in cui Nabiki l’aveva trascinata con sé, lo aveva perso di vista e non era più riuscita a rintracciarlo.

Ranma non si lasciò intimidire e si versò il latte dentro una capiente tazza colorata.

<< Ho dormito! >> rispose semplicemente prendendo anche il caffè già pronto e versandolo nel latte.

<< Io ti ho aspettato tutta la sera! Dove diavolo sei stato? >> insistette la rosa nera sempre più furibonda battendogli un dito sul petto.

In quel momento, Kuno entrò in cucina e si fermò sulla soglia, bloccato dallo sguardo di fuoco che Ranma gli rivolse.
Kodachi alzò un sopracciglio vedendo il fratello con un occhio nero e il naso gonfio e tumefatto.

<< Tatewaki, cosa ti è successo? >> gli chiese la giovane, più sorpresa che preoccupata.

Gli occhi del codinato si strinsero in due fessure << Si Kuno, dicci cosa ti è accaduto?!  >> lo incitò con voce tagliente, poggiando la tazza sul tavolo.

Il ragazzo si portò una mano dietro la testa e scoppiò a ridere imbarazzato.

<< Ieri sera ho bevuto troppo e sono caduto dalle scale come un salame, sbattendo la faccia su uno degli scalini! Divertente vero? >> spiegò continuando a ridere forzatamente.

Kodachi sbuffò spazientita << Sei proprio un cretino! Non fai mai quello che ti dico! Eppure era facile! >> rispose seccata.

<< E cioè? >> chiese Ranma incuriosito girandosi a osservarla.

La rosa nera spalancò gli occhi spaventata e si affrettò subito a chiarire << Beh, gliel’avevo detto di non bere. Non regge minimamente l’alcool e poi questi sono i risultati! >>  rispose indicando i numerosi lividi di Kuno.

Il codinato continuò a fissarla non del tutto convinto.

“Nasconde qualcosa” pensò turbato.

<< Bene, io vado a fare shopping, a dopo! >> cinguettò la ragazza uscendo dalla stanza, dileguandosi in fretta.

<< Vado anch’io! >> affermò Kuno di rimando, voltandosi per uscire, ma Ranma lo bloccò, afferrandolo prontamente per il colletto della veste.

<< Tu non vai da nessuna parte, razza di maledetto! >> sibilò furioso al suo orecchio, facendolo tremare << Come hai osato mettere le tue luride zampacce su Akane e costringerla a fare cose che non voleva?! COME? >> urlò inferocito dandogli uno spintone e sbattendolo al muro.

<< Aspetta Ranma, posso spiegarti! >> mormorò spaventato il tuono blu.

<< Ti do dieci secondi e poi ti ammazzo! >> gli concesse il codinato sempre più furente.

Kuno inghiottì a fatica un accumulo di saliva e si mise seduto per terra, tirandosi le ginocchia verso il petto.

<< Hai ragione ad essere arrabbiato, però posso assicurarti che ieri sera non ero propriamente in me. Avevo davvero bevuto troppo e non mi rendevo conto di quello che facevo. Mi sentivo realmente euforico.. e avevo vicino a me Akane, così bella e sexy che non ho resistito.. poi lei non ha neanche protestato vibratamente come fa di solito, e ho pensato che anche lei, tacitamente, lo volesse. Solo dopo, quando sei arrivato, tu ho capito cosa stavo realmente facendo e mi sono accorto che lei piangeva.. >> spiegò con voce rotta << Io non volevo farle del male, io la amo, che tu ci creda o no >>

Ranma lo guardò e per la prima volta gli credette sul serio.

<< Per questa volta ti sei salvato, ma non avvicinarti più a lei, ci siamo capiti? >> lo minacciò glaciale.

Kuno si alzò in piedi e lo guardò seriamente.
Rimase a fissarlo per qualche secondo, cercando nel volto di Ranma qualche spiegazione a quelle pesanti parole.

<< Akane è la mia fidanzata. La mia fidanzata. Io le chiederò perdono per quello che è successo e farò tutto quello che lei mi chiederà, ma non accetto ordini da te. Tu con noi non c’entri niente! >> rispose Tatewaki freddamente, scandendo bene le parole e uscendo dalla cucina.

Ranma preso alla sprovvista, non riuscì a rispondere.

Lui non c’entrava niente? No, infatti.

Che ne sapeva Kuno dell’amore che lui provava per Akane?

E di quello che la ragazza sentiva per lui?

E della notte infuocata che avevano appena trascorso insieme?

In preda alla rabbia, tirò un micidiale pugno contro il muro, incrinandolo. Tremava dalla testa ai piedi.

Quella situazione era diventata insostenibile. Se non avessero trovato una via d’uscita, non avrebbe potuto impedire che.. che..

Scrollò la testa sconfortato. Gli era passata anche la voglia di mangiare. Una morsa di inquietudine che gli attanagliava lo stomaco e il cuore. Tremante, si recò in giardino. Aveva bisogno d’aria e tempo per riflettere.

***

Akane si svegliò un’ora più tardi, cacciando un rumoroso sbadiglio. Sbatté più volte le palpebre per abituarsi alla luce e stirò leggermente le braccia sopra la testa.

<< Quanto ho dormito! >> bofonchiò con la voce ancora impastata dal sonno  << E che mal di testa! >> continuò con uno sbuffo.
Si mise seduta sul letto, massaggiandosi leggermente le tempie e si guardò intorno confusa.

Vide il bellissimo vestito blu che le aveva regalato Ranma, ammucchiato da una parte, ai piedi del letto.
Poi il suo sguardo si posò sul suo corpo scoperto e con un misto di orrore e paura si accorse di essere completamente nuda.

<< Ranma.. >> farfugliò portandosi le mani sulle gote in fiamme.

“ Adesso ricordo.. io e Ranma.. abbiamo..” pensò agitata, arrossendo ancora di più.

Le immagini della splendida notte appena trascorsa le tornarono subito alla mente e il cuore prese a palpitarle  ripensando a quei dolci baci e a quelle languide carezze che si erano concessi. Non riusciva ancora a credere di essere stata così sfrontata e disinibita. Poteva benissimo affermare che era stata lei stessa a sedurre Ranma e non il contrario. Ma la cosa non le dispiaceva minimamente. Dopo anni di convivenza e fidanzamento forzato, battibecchi e gelosie varie, ora finalmente si erano dichiarati e avevano cementato la loro unione e il loro sincero amore.

<< Oh Ranma, quanto ti amo >> sussurrò con il pensiero rivolto a lui.

Le dispiaceva che il giovane se ne fosse andato senza svegliarla, ma poi considerò che aveva fatto bene. Se li avessero scoperti sarebbe successo il finimondo e addio palestra. E poi si sarebbe sentita ancora più imbarazzata nel trovarlo ancora nudo nel suo letto.

Si alzò di scatto e si preparò velocemente. Sentiva l’urgente bisogno di vederlo.

Indossò una canotta gialla sopra degli shorts bianchi e delle semplici scarpe da tennis dello stesso colore.
Un colpo di spazzola e si giudicò pronta per incontrarlo, anche se non sapeva bene cosa dirgli.

Uscì dalla stanza di corsa e si paralizzò di colpo quando si trovò davanti Kuno, in ginocchio, con in mano un enorme mazzo di rose rosse. Aveva gli occhi umidi e molto tristi.

Akane voltò sofferente il viso da un lato, per non guardarlo.

Ricordava, purtroppo, anche quell’orribile parte della serata.

“Chissà da quanto tempo è qui, fermo in questa posizione” considerò scettica.

Ma non voleva farsi condizionare.

<< Akane, mia dolce e piccola Akane. Io Tatewaki Kuno sono qui, in ginocchio, di fronte a te per chiedere e implorare umilmente il tuo perdono! Ieri sera non ero in me, non capivo che ti stavo facendo del male, ma io non te ne farei mai, te lo giuro, io ti amo mia unica gioia, potrai mai perdonarmi? >>  proferì il giovane, con gli occhi pieni di lacrime.

Akane si voltò a guardarlo, basita.
Sembrava veramente dispiaciuto e, conoscendolo, gli credeva quanto affermava che non le avrebbe mai fatto del male.
Inoltre i lividi che portava sul volto, ad opera del suo caro Ranma, erano una punizione più che sufficiente per il suo comportamento.

<< Va bene Kuno, alzati, ti perdono >> gli disse gentilmente, rincuorata da quelle sincere parole.

<< Veramente? Oh mia dolce fragolina di bosco, farò di tutto per dimostrarti il mio pentimento e il mio amore! >> affermò il giovane con un urlo di gioia, cominciando a saltare come un grillo e sventolando le rose in aria.

“ È veramente pazzo!” constatò sorpresa la ragazza svignandosela via, senza farsi vedere.

Cercò Ranma con frenesia, in ogni angolo della casa e, non trovandolo, uscì in giardino. Lo vide in lontananza, seduto sul bordo della piscina. Si era tolto le scarpe e aveva immerso i piedi in acqua, le mani erano poggiate sul bordo vicino ai fianchi e la testa era leggermente reclinata all’indietro. Guardava il cielo e il suo viso era scuro e pensieroso.

<< Ranma! >> lo chiamò la ragazza da lontano, facendogli un cenno di saluto con la mano.

Il codinato si girò a guardarla e l’ombra scura scomparve dal suo viso. L’accolse con un bellissimo sorriso che le fece tremare il cuore.
Akane si precipitò vicino a lui, si sfilò anch’essa le scarpe e si sedette al suo fianco inchiodando i suoi occhi marroni in quelli blu del giovane.

<< Buongiorno >> gli disse Akane timidamente.

<< Buongiorno a te >> le rispose lui dolcemente, procurandole la pelle d’oca.

 << Come stai? >> le domandò poi preoccupato  << Intendo dire.. tutto a posto? >>

Akane arrossì e si affrettò ad annuire,  capendo al volo a cosa lui si riferisse.

<< Mai stata meglio.. >> gli confessò con voce roca abbassando gli occhi imbarazzata.

<< Mi togli un peso >> le rivelò lui con un sorriso.

 << Ho voglia di baciarti >> aggiunse all’improvviso tornando serio.

Akane gli rivolse un timido sorriso << Anche io.. >> rispose languidamente.

Ranma si guardò intorno e, accertato che non ci fosse nessuno nei dintorni, si piegò su di lei.

Le posò una mano dietro la testa affondandola  in quei soffici capelli e le posò un frettoloso bacio sulle labbra, sfiorandole appena.

<< Meglio fermarsi qui, potrei non riuscire a controllarmi.. >> mormorò con voce roca sulle sue labbra.

Akane lo guardò confusa e il suo sguardo si abbassò involontariamente sui calzoncini di Ranma.
Arrossì quando scorse l’evidente rigonfiamento, comprendendo a cosa il giovane si riferisse.

<< Forse è meglio.. >> farfugliò imbarazzata, distogliendo lo sguardo.

Il codinato scoppiò a ridere << Vieni andiamo da un’altra parte.. >> le disse suadente afferrandola per mano.

Camminarono sull’erba del giardino a piedi scalzi. Era piuttosto fresca nonostante il caldo torrido tipico di luglio.

La condusse fino all’ultima quercia piantata nel giardino, proprio nella parte più celata dell’intera villa. Si nascosero dietro il grosso albero secolare e Ranma la strinse con forza, facendo aderire il suo corpo a quello della ragazza.

<< Qui non ci disturberà nessuno.. >> le sussurrò all’orecchio, cominciando a mordicchiarle il lobo e a lasciarle una scia di baci infuocati lungo il collo.

Akane si lasciò sfuggire un gemito mentre si aggrappava con forza alla sua maglia, temendo che le gambe la potessero tradire da un momento all’altro. Non aveva mai provato delle emozioni simili, era tutto troppo bello per essere vero.

Quando la bocca di Ranma catturò la sua in un bacio lungo e sensuale, Akane si alzò sulle punte dei piedi circondandogli il collo con le braccia e approfondendo il più possibile quel magico gesto. Le mani del codinato percorsero frementi il corpo della ragazza soffermandosi sulle morbide rotondità del seno, stuzzicandole i capezzoli attraverso la leggera stoffa della canotta. Insoddisfatto però di quello scomodo ostacolo,  insinuò una mano sotto l’indumento per poter toccare la sua vellutata e setosa pelle nuda.
Akane non aveva indossato il reggiseno e fu per lui fin troppo facile arrivare dritto al suo scopo.

<< Ranma.. non qui.. >> bofonchiò la giovane poco convinta, posandogli le mani sul petto per allontanarlo << Potrebbero vederci.. >>

Il codinato, riluttante, si staccò da lei.

<< Forse hai ragione, ma non riesco a resisterti, sei diventata come una droga.. >> si scusò lui con un sorrisetto, attirandola nuovamente a sé.

Akane si sentì sciogliere ascoltando quelle parole e aprì di più la bocca sentendo la lingua di Ranma premere sulle sue labbra per giocare con la sua.

Si staccarono dopo qualche minuto e il ragazzo poggiò la sua fronte su quella di Akane inchiodando gli occhi in quelli di lei.

<< Lo sai che ti amo? >> le sussurrò sulla bocca, sfiorandole dolcemente le labbra.

Akane sentiva il cuore battere come impazzito. Aveva sempre sognato che Ranma fosse così dolce, sincero e intraprendente con lei, che le aprisse il suo cuore e accantonasse per sempre il ragazzo timido e impacciato che era di solito.
C’erano state sempre troppe gelosie e incomprensioni tra di loro che avevano rischiato, il più delle volte, di rovinare il loro amore sul nascere.
Ora, finalmente, erano riusciti a superare tutte le difficoltà e potevano vivere il loro amore, anche se, purtroppo, non alla luce del giorno.

Presa da un coraggio che lei stessa non sapeva di possedere, Akane si sciolse dall’abbraccio del giovane e fece un passo indietro guardandolo dritto negli occhi.

Ranma la scrutò sorpreso << Che ti prende? >> le chiese confuso.

La ragazza gli rivolse un sorriso d’intesa e, sotto lo sguardo stupefatto di Ranma, afferrò i lembi inferiori della sua canotta e con un solo gesto se la tirò fin sopra la testa, sfilandosela del tutto.
Poi, lentamente, sbottonò gli shorts bianchi, abbassandoli fino alle caviglie, e con un calcio li tirò via, da un lato.
Rimase così davanti a lui, completamente nuda, ad eccezione di un paio di minuscoli slip rosa.

Ranma spalancò la bocca sconvolto da tanta audacia e arrossì vistosamente.
Akane gli si stava offrendo di nuovo, in tutta la sua bellezza, e senza essere sotto l’effetto dell’alcool stavolta.

La giovane lo guardò imbarazzata, resistendo alla tentazione di coprirsi i seni nudi con le mani. Voleva che lui sapesse che anche lei lo amava e niente al mondo era più importante di quello.

<< Ti prego dì qualcosa.. >> lo implorò lei con voce malferma.

<< Sei bellissima.. >> le rispose Ranma guardandola come se fosse la cosa più bella del mondo.

Akane accennò un timido sorriso e il codinato coprì in un lampo la poca distanza che li separava, prendendola tra le braccia.

<< Io avevo capito che qui ci fosse il pericolo di essere beccati >> la schernì lui afferrandola per i glutei e farle così sentire tutta la sua eccitazione.

Akane si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa nel constatare quanto lui la volesse.

<< Non viene mai nessuno in questa parte della casa.. >> sostenne la ragazza in sua difesa.

Ranma sorrise e riprese a baciarla con passione, mentre si liberava anche lui dei pochi indumenti indossati.
Akane arrossì nel vederlo nudo. Non si sarebbe mai abituata alla sua prestanza e alla sua bellezza: ogni muscolo sembrava essere stato disegnato dalle mani di un esperto pittore.

Il codinato la baciò sul collo, sui seni, sul ventre fino a scendere verso la sua femminilità ancora celata, facendola rabbrividire di piacere. Le sfilò lentamente le mutandine e riprese a baciarla risalendo verso l’alto.
Le afferrò nuovamente i glutei costringendola ad allargare le gambe e d’istinto Akane gli cinse i fianchi aggrappandosi alle sue forti spalle.
Le fece poggiare con la schiena all’albero e la fece sua lì, in piedi, in quella scomoda ma eccitante posizione. Gli affondi di Ranma si fecero sempre più veloci, decisi e profondi e Akane si mordicchiò il labbro inferiore per non urlare, visto l’immenso piacere che lui le stava dando. Non voleva che qualcuno si accorgesse di loro, non poteva rischiare che qualcuno li sentisse, ma non riusciva in alcun modo a trattenersi. Ranma le catturò nuovamente le labbra con le sue, cercando di soffocare i loro incessanti gemiti.
Vennero insieme, travolti da un’ondata di puro piacere.

<< Amore mio.. >> le sussurrò Ranma all’orecchio stringendola forte prima di posarla delicatamente sull’erba.

Akane gli rivolse un sorriso soddisfatto che fece sussultare il cuore del giovane.

Si rivestirono velocemente e tornarono verso la piscina dove avevano lasciato le scarpe.

<< Non dobbiamo rischiare mai più così però.. >> affermò Ranma ironico strizzandole l’occhio, mentre annodava le stringhe.
Akane gli sorrise stringendosi nelle spalle << Hai ragione, dobbiamo essere più prudenti! >>

Una voce alle loro spalle li fece sussultare.

<< Akane! Eccoti finalmente ti ho cercata dappertutto  >> esclamò Soun chiamandola dalla finestra del salone.

<< Ti serve qualcosa? >> rispose la ragazza guardandolo dubbiosa.

<< Si. Vorrei che andassi dal dottor Tofu per farti prescrivere qualcosa per i miei reumatismi. Sai, oggi non mi sento affatto bene! >> le disse con lo sguardo piegato in una smorfia di dolore.

<< Va bene papà vado subito! >> gli rispose, lanciando un’ultima occhiata d’intesa a Ranma.

Il codinato la guardò allontanarsi sentendo una stretta al cuore. Non pensava che quella ragazza avesse potuto avere un tale effetto su di lui.

***

Akane era al settimo cielo, le sembrava di vivere in una fiaba.
Si affacciò alla finestra del salone e guardò il sole tramontare lasciandosi sfuggire un sospiro. Non riusciva ancora a credere alla favola che stava vivendo.
Durante il giorno cercava di evitare Ranma il più possibile, per non cedere alla peccaminosa tentazione di cadere tra le sue braccia.

Ma la notte.. la notte era riservata a loro due soltanto.

Verso le ventitré il codinato sgattaiolava in camera sua, senza farsi vedere, e si lasciavano travolgere da una torbida passione. Poi al mattino, prima che sorgesse il sole, il giovane tornava in punta di piedi nella propria camera.

Stavano vivendo un vero e proprio idillio amoroso.

Oltretutto Kuno sembrava aver allentato la morsa oppressiva su di lei. Forse temeva che la giovane potesse essere ancora arrabbiata con lui per quello che era successo la sera del suo compleanno.

Meglio così, decise.

Solo Kodachi sembrava essere più sospettosa, ma Ranma riusciva prontamente a fugare ogni suo sospetto.

<< Ehi maschiaccio, a cosa pensi così intensamente? >> le chiese Ranma all’improvviso facendola sussultare.

Non si era accorta che era entrato nella stanza.

<< Mi hai spaventato! >> gli rispose ridendo.

Non le dava più fastidio che lui la chiamasse in quel modo, anzi le piacevano i nomignoli che le aveva affibbiato, la facevano sentire speciale.

Stava per rivelargli che tutti i suoi pensieri erano solo per lui, quando il suo fidanzato ufficiale proruppe nella stanza.

<< Saotome, mia sorella vuole parlarti urgentemente, ti aspetta in camera sua >> disse Kuno in modo spocchioso. Poi il suo sguardo si addolcì posandosi su Akane.

<< Mia diletta posso farti compagnia? >> le chiese con voce melliflua e occhi adoranti.

<< V-va bene >> rispose lei incerta.

Vide Ranma uscire dalla stanza e un senso di delusione e gelosia si impossessò di lei.

 
“Cosa vorrà da lui?” pensò amareggiata, mentre Kuno continuava incessantemente a parlare di cose che a lei non interessavano affatto.

***

 
Ranma si avviò leggermente contrariato verso la camera della sua “fidanzata”.

Gli era sembrato strano che lei lo avesse fatto convocare come se dovesse parlargli di qualcosa di estremamente importante.

Bussò due volte, in modo deciso, e la voce stridula della rosa nera lo invitò ad entrare.
Avanzò nella stanza illuminata da luci soffuse, e accostò la porta senza però chiuderla. Non voleva restare per più di due minuti con lei e inoltre non voleva che gli altri pensassero che si fossero chiusi dentro di proposito.

Si guardò intorno, storcendo il naso davanti a tutta quell’inutile esibizione di sfarzo: il letto, dalla forma rotonda e dalle lenzuola di raso, era posizionato sul lato destro della camera; un enorme tappeto bianco di pelliccia era posto al centro; l’armadio di dimensioni spropositate si trovava sulla parete sinistra e un tavolo, con sopra una bottiglia di vino e due calici, era sistemato vicino al letto. Completavano l’arredamento una specchiera da toeletta contenente vari cosmetici e profumi.

Spostò il suo sguardo disgustato sulla ragazza.

Kodachi era ferma davanti alla finestra e gli dava deliberatamente le spalle. Portava i capelli raccolti e indossava una vestaglia nera di seta lunga fino ai piedi.

<< Sono qui cosa vuoi? >> affermò Ranma seccato.

La giovane si voltò mostrandosi in tutta la sua bellezza. Il codinato soffocò un grido di stupore  notando la sua mise sexy: un bustino nero in pizzo da cui traboccavano i generosi seni, calze autoreggenti e tacchi vertiginosi dello stesso colore. 

<< Perché ti sei conciata così? >> le chiese irritato dopo essersi ripreso dallo shock iniziale.

La rosa nera cominciò a ridere << Perché non ti piace forse? >>

Il giovane fece una smorfia.

 “Ad Akane non servono queste cose per essere così maledettamente sensuale” considerò compiaciuto, pensando a quel corpo minuto che gli faceva ribollire il sangue nelle vene.

<< Dimmi cosa vuoi altrimenti me ne vado >>  l’avvisò tagliente.

Kodachi lo sfidò con lo sguardo poi, con molta calma, si avvicinò al tavolo posto vicino al letto e si versò un bicchiere di vino.

<< Conosci la zona del mio vasto giardino dove c’è quell’enorme quercia secolare, proprio dietro la casa? >> affermò in tono mellifluo.

Ranma spalancò gli occhi sbigottito aprendo la bocca e richiudendola meccanicamente.

<< Vedo che la conosci >> continuò la ragazza con un sorrisetto,  sorseggiando il vino.

<< Però non credo che tu sappia una cosa molto importante. Proprio perché è una zona molto nascosta e poco trafficata, è considerata la parte più debole dell’intera proprietà e la più probabile dove un ladro possa decidere di entrare. Quindi sono state installate delle telecamere che controllano tutto, 24 ore su 24.. devo continuare forse? >> affermò indurendo il tono di voce.

“ Ci hanno visti” pensò Ranma sgomento sentendo il cuore battere furioso.

Gli occhi glaciali della ragazza, che lo fissavano come se volessero trafiggerlo, confermavano i suoi timori.

Quello che più lo disturbava non era il fatto che fossero stati scoperti, ma che qualcuno avesse visto la sua Akane nuda. Lei era sua e solo lui poteva contemplare le sue grazie.

<< E quindi? >> chiese arrabbiato.

<< Quindi non tollero un simile comportamento nella mia casa. Abbiamo fatto un patto, un patto che tu e quella puttanella non avete rispettato! Sono io la tua fidanzata non lei. IO! >> urlò inferocita, gli occhi fiammeggianti.

Ranma incrociò le braccia alzando un sopracciglio << Non l’ho di certo deciso io! Sono stato costretto da mio padre, il fidanzarmi con te non mi è mai passato per la testa! >> rispose freddamente.

Basta, era stufo di reggere quella farsa, non ce la faceva più a mentire.

<< Ah, ma davvero? Si da il caso però, che sia io l’unica persona al mondo che può aiutare dei poveracci come voi, quindi esigo rispetto e fedeltà >> controbatté Kodachi furiosa.

<< Mi dispiace ma niente da fare. Io amo Akane >> affermò deciso, pensando con sollievo che era la prima volta che lo ammetteva apertamente con qualcuno.

Lei lo guardò imbestialita, poi assottigliò gli occhi e la sua bocca si allargò in un sadico sorriso.

<< La ami davvero? >> chiese subdola.

<< Certo! Più di qualsiasi altra cosa al mondo >> rispose lui convinto come mai lo era stato di qualcosa nella vita.

<< Allora dimostralo.. >> mormorò Kodachi avvicinandosi sensualmente a lui.

<< Cosa vuoi? >> rispose Ranma facendo un passo indietro.

<< Proporti un altro accordo, che forse gradirai di più! >> affermò la giovane sorridendo.

Il suo viso non prometteva niente di buono.

 
 



 
 
Eccomi! Non sono sparita^^

Ho avuto molto da fare, ma non mi sono dimenticata di questa storia né delle care ragazze che la seguono fedelmente!

Akane e Ranma si lasciano andare alla passione, ma Kodachi li ha scoperti.. cosa vorrà adesso?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto ! Ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente, siete state davvero gentilissime! :)

Fatemi sapere cosa ne pensate, le vostre recensioni mi rendono davvero felice!^^

Un bacio, Monica

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Capitolo 9
*** Una proposta indecente ***




Capitolo 9 Una proposta indecente
 



 
Ranma fissava Kodachi inebetito.

Un accordo?

La faccia della rosa nera non faceva presagire nulla di buono.

La giovane si avvicinò al comodino posto vicino al suo letto e, con estrema lentezza, aprì il cassetto tirandone fuori un’elegante cartellina in pelle nera. Le sue unghie laccate di rosso spiccavano su quella scura superficie.

Con un sorrisetto furbo la porse gentilmente al codinato.

<< Cosa sarebbe? >> chiese lui acido.

<< Tu aprila, coraggio. Non morde mica, sai? >> lo sfidò Kodachi mantenendo una calma insopportabile.

Ranma l’afferrò bruscamente e, sentendo le mani sudare, l’aprì con difficoltà.

Ne tirò fuori un piccolo plico di fogli che, a priva vista, giudicò provenire da una banca.
Lesse velocemente la prima pagina e incredulo sbarrò gli occhi. Con furia girò tutte le varie pagine, rivoltandole in ogni modo, constatando che purtroppo non si era affatto sbagliato.

<< Hai comprato la palestra? >> chiese attonito con un filo di voce, guardandola basito.

Kodachi cominciò a sghignazzare, portandosi una mano davanti alla bocca.

<< Ho “rilevato” la palestra. Forse non ti hanno informato bene, ma devi sapere che l’immobile era ipotecato. Mi è bastato saldare tutti i debiti ed ora è, a tutti gli effetti, solo mia >>

Ranma strinse i pugni e digrignò i denti << Che tu sia maledetta! Ti sei approfittata della nostra buona fede e hai fatto solo i tuoi comodi! >>

<< Non osare accusarmi di cose non vere! Se c’è qualcuno che ha fatto i propri comodi quelli siete solo tu e la tua sgualdrina! Io ho solo cercato di premunirmi e decisamente ho fatto bene! >> ribatté glaciale assottigliando gli occhi << Avete tradito me e Tatewaki quindi non hai nessun diritto di giudicarmi! >>

Il codinato abbassò mestamente il capo.
Non aveva mai odiato nessuno al mondo ma, come si dice spesso, c’è sempre una prima volta. E lui in che momento odiava con tutto se stesso Kodachi Kuno.

La palestra, l’eredità della famiglia Tendo, il futuro della sua Akane, adesso era nelle mani di quella strega. Sentì il sangue ribollire nelle vene sentendosi impotente.

<< Cosa vuoi in cambio della palestra? >> chiese con voce incerta.

Era sicurissimo che Kodachi avesse già pensato alla merce di scambio.
Cosa se ne faceva una riccona come lei di una palestra di arti marziali?
Poteva averne a bizzeffe eppure aveva scelto quella solo per il gusto di vedere tutti ai suoi piedi.

<< Ma bravo, vedo che capisci al volo.. >> affermò la giovane soddisfatta << Mi compiaccio di questo caro il mio Ranma >>

La rosa nera si sedette pacatamente sul letto accavallando sensualmente le gambe. I suoi occhi brillavano trionfanti.

Lo sguardo del codinato invece era freddo, impassibile. Sapeva che lo attendeva qualcosa di terribile.

<< Allora ti espongo la mia idea che da una parte fa felice me, ma dall’altra accontenta anche te.. >> esclamò sorniona.

Ranma alzò un sopracciglio e con un cenno la invitò a proseguire.

<< Vedo che sei curioso, la cosa mi fa davvero piacere. Ti dico subito che sinceramente non so che farmene della palestra Tendo e quindi non mi costa nulla regalarla alla tua Akane, a patto che.. >> disse Kodachi fissandolo attentamente.

<< A patto che..? >> chiese esasperato Ranma, sentendo il cuore aumentare i battiti.

Un sorriso maligno si disegnò sul bel volto della rosa nera << A patto che tu mi sposi entro brevissimo tempo e che non veda mai più quella stupida di Akane! >>

<< Cosa? Tu sei pazza! >> esclamò Ranma ridendo e scuotendo la testa.

<< No, non sono pazza, anzi sono molto accorta e comunque non ho finito >> affermò infastidita.

Il giovane la guardò incredulo.

<< Voglio anche che tu non le riveli nulla di questa nostra privata conversazione e  che la lasci dicendole che sei follemente innamorato di me e che con lei hai solo giocato. Oltre al dover dimostrare, naturalmente, il tuo amore per me in pubblico >>

<< È impossibile, non posso farlo. Non crederebbe nessuno al fatto che io possa provare amore per te, tantomeno Akane! >> ribatté sconvolto e indignato.

Kodachi si alzò e gli si avvicinò sensualmente posandogli le mani sul petto.

<< Invece io scommetto che sarai bravissimo. Pensaci bene: Akane riavrà la sua palestra e non sarà più costretta a sposare mio fratello. Se tu farai questo lei potrà essere libera e felice e il suo futuro sarebbe salvo.. >> gli sussurrò avvicinandosi pericolosamente al suo viso.

Quelle parole rimbombarono furiosamente nella testa di Ranma.

Se lui si fosse sacrificato la sua Akane sarebbe stata finalmente libera, senza quella piovra di Kuno sempre addosso e senza più debiti.

<< S-se io accetto.. le ridarai la palestra e romperai il suo fidanzamento con Kuno? E lui poi come reagirà? Non penso che sarà d’accordo >> proferì sentendo una stretta alla bocca dello stomaco.

Kodachi sorrise, gli afferrò le mani posandosele intorno alla vita e gli circondò il collo con le braccia.

<< Non preoccuparti per mio fratello, a lui ci penso io. Se tu farai tutto quello che ti ho detto, la palestra tornerà nelle mani dei Tendo senza loro debbano dover scucire un solo yen >> promise schiudendo le labbra e posandole dolcemente su quelle del giovane.

Ranma rimase immobile, cercando di resistere alla repulsione di scansarla in malo modo.
Lo aveva in pugno e purtroppo avrebbe dovuto cedere.
Avrebbe dovuto dire addio alla sua Akane.
Per sempre.

***

Akane se ne stava comodamente sprofondata sul divano in pelle bianca nel salotto, con il viso leggermente imbronciato.
Stava sfogliando una stupida rivista di moda che aveva trovato sul tavolo, da ormai venti minuti, aspettando pazientemente il ritorno di Ranma.

Kodachi lo aveva chiamato per parlargli di qualcosa d’importante e lei non si sentiva affatto tranquilla. Non si fidava di quella pazza e non vedeva l’ora che il giovane tornasse.

<< Basta! Ho aspettato fin troppo! >> affermò a voce alta scattando in piedi e marciando infuriata verso la camera della ragazza.

Si avvicinò di soppiatto, indecisa se aprire di getto la porta o bussare educatamente.

Notò con stupore che la porta era rimasta socchiusa, lasciando uno spiraglio aperto in cui avrebbe potuto benissimo sbirciare. Sorrise piegandosi per guardare meglio, cercando anche di origliare la loro conversazione.

Ma il sorriso le morì sulle labbra quando intravide Ranma in piedi, davanti al letto, e tra le sue braccia Kodachi.
E quando si accorse che i due si stavano baciando sentì una violenta fitta al cuore.

“No.. non può essere..” pensò sconvolta indietreggiando a ritroso fino a toccare la parete del corridoio con la schiena “Ranma ama me! Solo me! Non può baciare Kodachi”

Corse via, sconvolta, mentre le calde lacrime le rigavano le guancie. Si rifugiò in camera sua, lasciandosi cadere per terra contro la porta, scossa da violenti singhiozzi.

Eppure l’aveva visto con i suoi occhi..

No, sicuramente ci doveva essere una spiegazione, Ranma non poteva baciare Kodachi di sua spontanea volontà.

Sarebbe venuto a parlarle e le avrebbe spiegato che quello che aveva visto non significava nulla, che era soltanto un errore, uno stupido scherzo.

Si sarebbe andata sicuramente così.

***

Ranma si staccò da lei sentendo le labbra bruciare e il cuore battere in modo furioso.
Odiava vedere quella luce di trionfo negli occhi della rosa nera. Sembravano dire “Per te è finita cocco mio, ora sei nelle mie mani”. E aveva ragione.

Reclinò la testa e strinse i pugni detestando suo padre per averlo cacciato in quel guaio.

<< Allora amore mio siamo d’accordo. Ti do due giorni di tempo per sistemare le cose con Akane e mandarla via di qui insieme a suo padre. Naturalmente invece Genma, essendo mio suocero, può restare a vivere con noi >> affermò beffarda, riponendo il prezioso documento nella cartellina.

<< Non chiamarmi in quel modo. Io non sono il tuo amore! >> obiettò contrariato il codinato.

<< Oh si che lo sei.. ed io sarò il tuo, per sempre! >> gli assicurò scoppiando a ridere.

Ranma uscì velocemente dalla camera e si rifugiò nella sua stanza, trattenendosi a stento dall’urlare.

Le parole di Kodachi riecheggiavano minacciose nella sua testa: davanti a lui si prospettava una vita d’inferno.

***

Akane uscì dalla sua camera dopo aver ripreso un minimo di controllo.
Voleva e doveva parlare assolutamente con Ranma. Solo lui poteva mettere fine alle sue pene e dare una spiegazione a quello che aveva visto.

Percorse svelta il corridoio, fermandosi davanti alla sua porta, con il cuore in gola.
Chiuse la mano destra in un pugno e fece per bussare, ma si fermò esitante.

“Ho paura.. paura di quello che potrebbe dirmi..” constatò spaventata “Ma devo sapere..”

Prendendo un briciolo di coraggio bussò piano, due volte, attendendo con il respiro mozzato una sua risposta.

<< Chi è? >> chiese il giovane, la voce inespressiva e stanca.

<< S-sono Akane.. vorrei parlarti >> gli rispose lei titubante, posando la testa sulla fredda superficie in legno. Sentiva la fronte scottare.

<< Non ne ho voglia, lasciami in pace! >> rispose il codinato scontroso.

<<  Ma io.. >> cercò di replicare Akane alzando di scatto la testa.

<< Ho detto di andartene! Sei diventata sorda per caso? >> urlò il giovane furioso attraverso la porta.

Akane fece un passo indietro, incredula e scioccata.
Ranma non le aveva mai parlato così, non si era mai rivolto a lei in quel modo, nemmeno dopo la più orribile delle loro frequenti litigate.

Sentendo le gambe vacillare, si allontanò piano, piano tornando a fatica nella sua camera.

Aveva come l’impressione che una catastrofe si stesse abbattendo sulla sua vita e che il peggio però dovesse ancora arrivare.

***

Ranma tese l’orecchio percependo così il rumore dei passi che si allontanavano.
Udire la sua voce, così all’improvviso, l’aveva sconvolto.  Non si aspettava di doverla affrontare così presto.
Non aveva ancora pensato a cosa dirle, al modo migliore per lasciarla cercando di non ferirla, sebbene sapesse che fosse una cosa pressoché impossibile. Non voleva vederla piangere, non voleva spezzarle il cuore ma aveva le mani legate.
L’unica cosa che gli importava veramente era che la palestra sarebbe tornata ad essere di nuovo dei Tendo e che il fidanzamento con Kuno sarebbe stato sciolto una volta per tutte.
La sua Akane sarebbe tornata ad essere libera, lui si sarebbe sacrificato per la sua felicità.
Si odiava anche per averle risposto male e per averla cacciata via, ma non aveva potuto fare altrimenti.
Non se la sentiva di affrontarla così presto, era troppo stanco e confuso.

Avrebbe dovuto prima recuperare la freddezza necessaria per non lasciar trasparire le sue vere emozioni.

Si avvicinò al letto e vi si lasciò cadere sopra completamente esausto. Incrociò le braccia sopra alla testa e chiuse gli occhi doloranti.

“Domani” decise sentendo le lacrime scivolare libere sulle sue guance e ricadere poi sul soffice cuscino “Domani dirò addio alla mia dolce Akane”







 
 
 
Angolo Autrice

Chiedo scusa per il ritardo!
So che il capitolo è un pochino corto ma sinceramente ero alquanto indecisa se sospendere la storia o meno, quindi ho preferito pubblicare questo capitolo nonostante la lunghezza, tenendo conto che sono passati parecchi mesi dall’ultimo aggiornamento.

Allora, tornando al capitolo..

Finalmente Kodachi ha svelato il suo piano e Ranma sembra aver capitolato sentendosi impotente di fronte all’orribile ricatto.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e se vi interessa leggere il seguito.. se avete due minuti per scrivermi anche solo due righe sappiate che la cosa mi farebbe immensamente felice!

Grazie per aver letto, un bacione a tutti!

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Capitolo 10
*** Sconvolgenti rivelazioni ***


 

Capitolo 10   Sconvolgenti rivelazioni





 
<< Akane, Akane svegliati! >> proruppe Soun felice, irrompendo nella camera della ragazza.

Il suo sorriso però si spense immediatamente quando notò che sua figlia, stranamente, stava ancora dormendo.
Spostò lo sguardo stupito sulla sveglia rosa posta sul comodino: segnava le 9:15.
Pensò che la cosa fosse piuttosto insolita, Akane era un tipo abbastanza mattiniero, non restava mai a letto a lungo, a meno che non fosse malata.
Naturalmente l’uomo ignorava gli avvenimenti della sera precedente.
Dopo il rifiuto di Ranma di vederla e di parlarle, Akane si era rifugiata in camera sua, sopraffatta dal dolore e dalle lacrime, e si era addormentata molto tardi vinta dalla stanchezza.

L’uomo si avvicinò al letto e la osservò lungamente. Poi, titubante, le posò una mano sulla fronte per verificare la temperatura corporea. Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo constando che la sua bambina non aveva la febbre.
Sorrise pensando che per lui sarebbe stata sempre la sua piccola, dolce e testarda bambina.

<< Akane! Akane! >> la chiamò di nuovo scuotendola appena.

La giovane aprì debolmente gli occhi doloranti e ancora leggermente gonfi per le tantissime lacrime versate.

<< Papà.. cosa c’è? >> chiese con la voce impastata dal sonno mettendosi seduta sul letto.

<< Mi dispiace di averti svegliato, anche se sono comunque le 9 passate, ma devo darti una notizia splendida, che scommetto ti renderà felice! >> disse Soun tutto d’un fiato, gli occhi che gli brillavano.

Akane gli fece cenno di proseguire lasciandosi sfuggire un rumoroso sbadiglio.

<< Ha chiamato Kasumi dicendo che è arrivata una lettera da parte del direttore della banca in cui dichiara che c’è stato un clamoroso errore nella stima dei nostri debiti. In poche parole la palestra è salva! >> affermò euforico iniziando a saltellare per la stanza in preda alla gioia.

<< Cosa? Dici sul serio? >> gli chiese la ragazza incredula spalancando gli occhi.

Soun annuì con le lacrime agli occhi << Si, piccola mia. E sai questo cosa vuol dire? Che non dovrai più sposare Kuno e potremmo tornare nella nostra piccola ma bellissima casa! >>

“Non dovrò più sposare Kuno” pensò Akane sentendo il cuore palpitare dalla gioia    “E Ranma non dovrà più sposare Kodachi!”

Saltò giù dal letto come un grillo diretta a piedi scalzi verso al camera del codinato. Sapeva con certezza che lui era ancora a letto, la mattina per Ranma era sempre un grosso trauma.

Bussò con decisione alla porta, più volte, finché non udì il rumore dei passi avvicinarsi.
Si stampò uno smagliante sorriso sulla bocca: voleva dargli subito e personalmente la splendida notizia.

Era talmente felice che gli avrebbe perdonato anche il bacio dato a Kodachi, anche se la spiegazione che lui le avrebbe fornito non fosse stata convincente. La notizia che le aveva dato suo padre era incredibile ed era arrivata come un fulmine a ciel sereno, i suoi guai stavano finalmente per terminare e fremeva dalla voglia di fare le valigie.  

Vide la porta aprirsi piano e una cascata di capelli neri, seguita da due lucenti occhi scuri, fare capolino dalla porta.

<< Si? >> domandò una civettuola voce femminile.

Il volto di Akane si tramutò in pietra.

<< K-kodachi.. che ci fai tu q-qui? E R-ranma? >> chiese con voce incerta.

<< Il mio Ranma è in bagno, aspetta che te lo chiamo >> disse con eccessiva nonchalance  << Ranma tesoro c’è Akane che ti vuole parlare, vieni subito che io devo ancora vestirmi! >>

“Tesoro? Vestirmi?” pensò sconvolta sentendo il cuore mancarle un battito.

La rosa nera rientrò nella stanza ancheggiando e Akane notò con orrore che indossava soltanto un reggiseno nero in pizzo e un minuscolo slip coordinato.

Dopo qualche secondo Ranma si palesò davanti ai suoi occhi increduli.
Era a torso nudo e indossava solo i pantaloni blu del pigiama. I piedi naturalmente scalzi come i suoi e come sempre quando era in casa.
La ragazza non riuscì a non pensare a come fosse dannatamente sexy in quella ridotta mise.

<< Mi cercavi? >> le chiese brusco, senza giri di parole.

Nemmeno un accenno all’episodio della sera precedente. Sembrava arrabbiato e decisamente scocciato.
Akane deglutì a fatica.

<< C-che ci fa Kodachi in camera tua? E perché è mezza nuda? >> chiese lei in un soffio.

Ranma la guardò seriamente, i suoi occhi erano freddi, freddi come mai lo erano stati.

<< Mi dispiace che tu l’abbia scoperto così. Volevo dirtelo, ma non sapevo come fare >> le disse tranquillamente, continuando a guardarla con quegli occhi spietati.

Akane sgranò gli occhi << Dirmelo? Dirmi cosa? >>

Il codinato alzò un sopracciglio << Oh, andiamo Akane, sei una ragazza sveglia! Cosa pensi che io intenda? >>

<< T-tu e Kodachi siete.. amanti? >> domandò sull’orlo delle lacrime.

<< Già, e da un bel pezzo ormai. Non hai visto che corpo favoloso che ha? Ogni curva al punto giusto >> disse con un sorrisetto beffardo.

Akane lo guardò con occhi sgranati sentendo il cuore mancarle un battito.

Ranma non si fece impietosire e continuò:

<< Avrei dovuto dirtelo però devo ammettere che mi piaceva anche essere il tuo amante.. ma ora ho capito che non è giusto continuare a mentirti e stare con entrambe contemporaneamente >> affermò tranquillamente poggiandosi con una spalla contro lo stipite della porta.

<< Non è vero! Non può essere vero! Hai detto di amarmi! >> gridò Akane disperata stringendo forte i pugni.

Ranma abbassò lo sguardo non riuscendo più a sostenere la sofferenza negli occhi di lei.

<< Cos’è l’amore in realtà? Ci siamo divertiti no? >> rispose freddamente senza guardarla.

Akane sentì il cuore fermarsi.
Non riusciva a credere a ciò che il suo Ranma le stava dicendo. Perché lei era ancora convinta che lui fosse il suo Ranma.
No, non poteva credere alle sue parole, la stava prendendo in giro.

<< Mi dispiace Akane. Comunque.. cosa eri venuta a dirmi? >> domandò il codinato come se nulla fosse.

La giovane lo fissò incredula mentre le lacrime le rigavano copiosamente le guancie.

<< Ero venuta a dirti che la palestra è salva e che i nostri matrimoni con i Kuno non sono più necessari. Ma visto quello che mi hai detto deduco che per te non faccia differenza! >> rispose di getto, trattenendo a stento la furia.

Ranma la fissò serrando forte la mascella << Sono contento per te.. ma hai ragione, per me non cambia molto, resto qui con Kodachi >>

Qualcosa esplose come una molla nella testa di Akane e, senza che se ne rendesse conto, gli mollò un sonoro ceffone in pieno viso, stampandogli tutte le dita della mano destra sulla guancia sinistra.

<< Vi auguro tanta felicità, siete entrambi viscidi e calcolatori, vi meritate a vicenda! >> sibilò furiosa voltandosi, scappando via.

Ranma la guardò fuggire sentendo una crepa incidergli il cuore. C’era riuscito a farsi odiare e a spezzarle il cuore. Era stato veramente bravo.

Rientrò mestamente nella stanza e fu inaspettatamente travolto da un sonoro applauso. La rosa nera lo fissava sardonica comodamente seduta sul bordo del letto.

<< E bravo il mio Ranma. Sei un attore nato! Visto che non è stato poi così difficile in fondo? La mia idea di farmi trovare qui e farle credere di aver passato la notte insieme è stata davvero geniale, tu non trovi? >> cinguettò scoppiando a ridere come un’ossessa.

<< Vai al diavolo Kodachi! >> tuonò il codinato avvicinandosi a lei minaccioso.

La prese con forza per un braccio e la spinse via dalla camera << Fuori! >>

La ragazza lo guardò di sbieco, poi gli lanciò un bacio con le dita e se ne andò continuando a ridere in modo alquanto sgraziato.
Ranma si lasciò cadere sul letto e si portò una mano a coprire la fronte.

 “Ora è davvero finita!” constatò disperato.

***

<< Kodachi! Kodachi! >> urlò Tatewaki disperato, correndo come un pazzo per tutta la casa in cerca della sorella.

<< Sono qui >> rispose scocciata la giovane, mentre si provava un foulard multicolore davanti allo specchio in camera sua.

Il giovane entrò di getto nella stanza con il fiato corto.

<< È vero? È vero che i matrimoni sono annullati? >> chiese impaziente strattonandola per le spalle.

<< Tatewaki smettila! Si, è vero, la palestra è tornata ad essere di loro proprietà e quindi i matrimoni sono nulli >> rispose tranquillamente continuando a specchiarsi e rigirarsi il manto di stoffa intorno al collo.

<< No, non è possibile! Non ci credo! >> mormorò distrutto lasciandosi cadere su una sedia << Come mai tu sei così tranquilla invece? >>

<< Perché il mio matrimonio ci sarà comunque! Io e Ranma ci amiamo e presto, molto presto ci sposeremo! >> cinguettò girandosi a guardarlo.

<< Vuoi forse dire che Saotome è realmente innamorato di te? >> domandò Kuno incredulo.

<< Proprio così! Non è splendido? >> esclamò lei scoppiando a ridere.

Il tuono blu la guardò dubbioso e senza rispondere lasciò la stanza.

***

Akane, Soun e Genma avevano fatto le valigie e si erano posizionati davanti al cancello dell’enorme villa in attesa del taxi che una domestica aveva chiamato per loro.
Infine anche Genma aveva deciso di tornare a vivere a casa Tendo accettando l’invito di Soun che ormai si era abituato alla presenza, per quanto ingombrante dell’amico. Il padre di Ranma aveva accettato con piacere nonostante la volontà del figlio di restare a casa Kuno.
Genma era rimasto piuttosto colpito e deluso dalla decisione del ragazzo di sposare comunque Kodachi, sperando invece nel suo matrimonio con Akane. Riluttante aveva accettato la sua decisione e gli aveva augurato un triste in bocca al lupo.

<< Akane tutto bene? >> le chiese Soun improvvisamente, notando la sofferenza negli occhi della figlia.

Erano quasi venti minuti che aspettavano lì fuori e la ragazza non aveva ancora aperto bocca.

La giovane annuì senza guardarlo.
Sentiva un nodo stringerle la gola in una morsa e le lacrime affacciarsi minacciose, pronte a scorrere impietose ad un suo minimo cedimento. Ma lei non voleva piangere davanti a tutti e soprattutto non voleva che Ranma la vedesse distrutta per lui. Non di nuovo.

“Ma chi voglio prendere in giro? Come fa a vedermi se non è venuto neanche a salutarmi?” pensò disperata, strofinandosi gli occhi con le mani.

Soun e Genma si guardarono negli occhi, comprendendo che la ragazza aveva bisogno di tempo e di spazio per riprendersi da quella orribile e assurda situazione.

Non dissero una parola durante tutto il tragitto verso casa e Akane li ringraziò mentalmente. Per una volta suo padre e il suo strambo amico erano riusciti a rispettare un suo tacito desiderio.

***

Ranma l’aveva osservata andare via da dietro la tenda bianca della finestra della sua camera.
Un peso insopportabile gli aleggiava sullo stomaco. L’istinto gli aveva suggerito di aprire i vetri e urlare a squarciagola il suo nome, di fermarla e di gridarle che era tutta una menzogna, una sporca bugia. Voleva dirle che lui detestava Kodachi e che era stato costretto a recitare quella farsa per il suo bene, soltanto per quello.
Eppure non poteva. Proprio perché l’amava non poteva.
Una lacrima solitaria percorse la sua guancia calda fino a cadere sulla pelle nuda di un piede, bagnandolo appena.
Un sorriso triste e rassegnato si disegnò sul suo viso mentre constatava quanto ingiusto e crudele potesse essere il destino ad averli dapprima uniti e poi brutalmente divisi.

***

Nabiki fissava sospettosa sua sorella Akane mentre girava distrattamente il cucchiaino nella fumante tazza di tè che aveva davanti.
Erano passate tre settimane dal suo ritorno a casa e la giovane si era chiusa in un mutismo quasi assoluto e totalmente incomprensibile per chi le stava intorno.
Sospettava che tra lei e Ranma dovesse essere successo qualcosa di importante, ma non sapeva fino a che punto il loro rapporto si fosse sviluppato, nonostante fosse evidente da anni che andasse molto oltre l’amicizia.

<< Akane vuoi spiegarmi cos’hai? Sei irriconoscibile! >> le disse seccamente cercando un modo per scuoterla dal torpore in cui era caduta.

La ragazza alzò gli occhi su di lei e scosse leggermente la testa incapace di formulare qualsiasi tipo di risposta.

Perché in realtà non sapeva nemmeno lei cosa dire.
Cosa doveva spiegare? Di come Ranma e Kodachi si fossero presi gioco di lei? Di come il codinato l’aveva ingannata solo per portarla a letto? Oppure che le aveva confessato di amarla ma poi aveva ritrattato preferendo la rosa nera a lei?

Aveva voglia di piangere e prendere a botte qualcuno.

<< Dimmi la verità tra te e Ranma è successo qualcosa vero? Ti ha detto forse che ti ama? >> chiese Nabiki senza mezzi termini, sedendosi vicino a lei.

Gli occhi di Akane si riempirono di lacrime << Oh, Nabiki.. >>

<< Avanti piangi, sfogati ti farà solo bene >> le disse abbracciandola teneramente.

Akane prese coraggio e raccontò tutto alla sorella, della nascita del suo amore con Ranma, dei loro incontri clandestini fino alla scioccante rivelazione del codinato su lui e Kodachi. Fu straziante e imbarazzante, ma allo stesso tempo liberatorio.

<< Bene, da quello che mi hai raccontato le cose non tornano proprio >> affermò Nabiki pensierosa.

<< Cosa intendi dire? >> chiese Akane perplessa, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto.

<< Beh, non riesco a credere che Ranma, per quanto sia stupido, possa essere realmente innamorato di quella svitata! Inoltre il suo cambiamento è stato troppo repentino, non credi? >> esternò Nabiki perplessa.

<< Ma io non so da quanto tempo loro tramassero già alle mie spalle! Potevano essere amanti fin dall’inizio! >> ribatté la giovane dubbiosa, battendo un pugno sul tavolo.

<< Nah! Ranma è veramente troppo stupido per stare con due donne contemporaneamente! E non è neanche il tipo! Arrossisce al solo pensiero che qualcuno possa vederlo in compagnia di una ragazza! No, ci deve essere qualcos’altro sotto che non ti ha voluto dire.. >> affermò la ragazza grattandosi la testa.

<< Ma cosa? >> chiese Akane sentendo tornare nel cuore un barlume di speranza.

<< Ancora non lo so ma so certamente a chi rivolgermi! >> esclamò la mezzana alzandosi in piedi e uscendo dalla stanza.

Akane le corse dietro e la vide prendere la cornetta del telefono e digitare un numero piuttosto lungo.

<< Si, casa Kuno? Salve sono Nabiki.. Vorrei parlare con Tatewaki per favore.. >> disse cordialmente attendendo risposta << Ciao Tatewaki.. si Akane sta bene, senti avrei bisogno di parlarti, possiamo incontrarci? Un caffè in centro andrà benissimo. Ok, a più tardi >>

Riagganciò la cornetta e strizzò l’occhio alla sorella.

<< Chi meglio di lui può sapere cosa succede in quella casa? >>

<< Ma anche se sapesse qualcosa non ti dirà niente, non tradirà mai sua sorella! >> ribatté Akane accigliata.

<< Non preoccuparti, io so che leva devo usare.. >> rispose sorniona pensando a delle bellissime e compromettenti foto che riguardavano il tuono blu << Ora non mi resta che contattare Ryoga, lui sarà il mio asso nella manica >>

***

<< Allora caro il mio Kuno come vedi non puoi rifiutarti di aiutarmi.. >> affermò beffarda Nabiki prendendo un pasticcino dal vassoio posto a metà tra lei e il ragazzo.

<< Ti giuro che non so niente Nabiki.. per favore dammi quelle foto.. >> la supplicò fissandola con occhi dolci.

La ragazza scosse la testa e sorrise << Non ci penso neppure! Però aumento la posta in gioco: se mi dici tutto ti regalo un paio di foto molto sexy della ragazza con il codino.. >>

Tatewaki si illuminò << Dici sul serio? D’accordo allora. Però non so veramente niente, ma posso indagare.. >>

<< Perfetto allora! >> esclamò Nabiki soddisfatta << Voglio sapere tutto: se veramente Ranma e Kodachi sono amanti e se lei c’entra qualcosa con la storia della palestra. Mi è sembrato strano che una banca sbagliasse a fare i calcoli dei debiti, ma non ho detto niente perché mio padre era troppo felice di riaverla >> affermò guardandolo dubbiosa.

<< Farò del mio meglio. Se hai ragione, ed è vero che Kodachi mi ha ingannato annullando il mio matrimonio con Akane Tendo soltanto per un suo tornaconto, giuro che me la pagherà cara.. >> dichiarò Tatewaki solenne.

<< Bene.. io finisco i biscotti intanto, paghi tu vero? >> esclamò la ragazza strizzandogli l’occhio.

***

Ranma camminava lentamente, un passo dietro l’altro, sulla ringhiera rossa che costeggiava il fiume. Il suo pensiero andava sempre ed inevitabilmente ad Akane e all’immagine del suo viso sconvolto mentre lui le spezzava il cuore.

<< Ehi, Ranma! >> urlò una voce furiosa alle sue spalle.

Il codinato si voltò di scatto, sinceramente sorpreso << Ryoga.. >>

<< Sei solo un vigliacco! Come hai potuto preferire quella strega di Kodachi alla dolce e meravigliosa Akane? Non la meriti affatto >> sibilò infuriato stringendo i pugni.

Ranma scese con un balzo e si portò immediatamente davanti a lui.

<< Non parlare di cose che non sai! >> tuonò guardandolo adirato.

Non sopportava che gli facesse la ramanzina. Gli bastava la sua coscienza a tormentarlo di continuo.

<< Non mi interessa quello che hai da dire! Però in fondo dovrei ringraziarti.. finalmente ti sei tolto dai piedi e Akane si è accorta di me.. >> affermò Ryoga sornione.

Ranma alzò un sopracciglio << Cosa intendi dire? >>

<< Beh, lei era sconvolta, io le sono stato molto vicino.. una cosa tira l’altra e alla fine ci siamo messi insieme. Akane ha capito che io sono un vero uomo, un uomo che non la tradirà mai né la farà soffrire >> gli rivelò con gli occhi che brillavano trionfanti << Penso che molto presto ci sposeremo >>

Il codinato sussultò: gli sembrava che qualcuno gli avesse appena sferrato un micidiale gancio destro dritto alla bocca dello stomaco.
La testa gli cominciò a vorticare e si resse a fatica sulle gambe.
Distolse lo sguardo da Ryoga cercando di ricomporsi. Non riusciva a credere che Akane lo avesse già sostituito..

“In fondo me lo merito per come l’ho trattata..” constatò visibilmente distrutto.

Alzò di nuovo lo sguardo cercando di restare pressoché impassibile. Il ragazzo fermo davanti a lui lo fissava estremamente soddisfatto, tenendo le braccia incrociate sul petto.

<< Fate quello che volete, non mi interessa! >> rispose Ranma con voce incrinata, filando via senza mai voltarsi indietro.

“Oh Akane, perché?!” pensò sconvolto, correndo alla cieca, mentre il cuore gli palpitava furioso nel petto.

***

Ryoga si diresse verso il parco cittadino dove Nabiki lo aspettava trepidante, seduta su una panchina vicino allo stagno.

<< Allora? >> chiese la giovane impaziente vedendolo arrivare.

<< Tutto ok. Non mi ha detto nulla di che, ma credo le mie rivelazioni lo abbiano sconvolto. Avresti dovuto vedere la sua faccia quando gli ho detto che io e Akane stiamo insieme! >> affermò con Ryoga un sorrisetto.

Nabiki si lasciò sfuggire un sospiro << Speriamo bene, la situazione sembra disperata. Ti ringrazio tanto del tuo aiuto Ryoga >>

<< Figurati, per Akane farei di tutto. So di non avere nessunissima possibilità, è evidente che per lei esiste solo quel citrullo di Ranma e, anche se non lo vuole ammettere, anche lui è follemente innamorato di lei. Quindi se non vuole che gli spacchi la faccia deve confessare cosa sta succedendo! >> esclamò furibondo.

<< Per questo ho sguinzagliato anche Kuno.. speriamo che quello scemo porti dei risultati >> gli confidò Nabiki, alzandosi in piedi e stiracchiando le braccia sopra la testa.

Ryoga annuì << Ora vado da Akane, voglio vedere come sta >>

 << È davvero fortunata ad avere un amico come te sai? >> affermò Nabiki con un sorrisetto malizioso, dandogli una gomitata sul fianco.

Ryoga arrossì e, balbettando qualcosa di incomprensibile, corse via.

***

“Al solo pensiero di vederla il mio cuore fa le capriole. Come ha potuto Ranma lasciare una ragazza del genere?” pensò Ryoga confuso, bussando alla porta della camera della giovane.

La porta si aprì di scatto e si trovò di fronte il suo sogno proibito con indosso solo una leggera t-shirt bianca e un paio di minuscoli pantaloncini gialli. Il cuore prese a danzargli nel petto.  

<< Akane.. sono passato per vedere come ti senti >> proferì il giovane imbarazzato scrutandola per bene.

Notò con disappunto che aveva gli occhi gonfi e leggermente rossi. “Ha pianto di nuovo” constatò rattristato.

<< Ryoga.. vieni entra pure >> gli disse lei, scansandosi per farlo passare.

Il giovane entrò timoroso, come se stesse violando qualcosa di sacro invece che entrare nella stanza in cui tante volte aveva dormito insieme a lei sotto le sembianze di p-chan.

<< Va meglio oggi? >> le chiese premuroso, accarezzandole teneramente una guancia con il dorso della mano.

Akane si morse sofferente le labbra.

<< Ryoga devo dirti una cosa.. una cosa che non sa ancora nessuno, ma ho un disperato bisogno di dirlo a qualcuno >> proferì con voce rotta dalle lacrime, distogliendo lo sguardo.

Ryoga l’afferrò per le spalle e le posò due dita sotto il mento costringendola a guardarlo.

<< Puoi dirmi tutto, lo sai.. >> le disse teneramente.

Akane lo fissò dritto negli occhi e lasciò che le lacrime ricominciassero a scorrere libere sulle sue guancie, parlando debolmente:

<< Credo di essere incinta >>
 
 
 





Eccomi di nuovo qui^^
Sono accadute tantissime cose in questo capitolo e vi annuncio che il prossimo sarà l’ultimo..
Come vi è sembrato? Spero che vi sia piaciuto e che mi facciate sapere cosa ne pensate! Ringrazio di cuore chi continua a seguire fedelmente la storia, mi riempite davvero di gioia! Se vi incuriosisce sapere il finale al più presto lasciatemi un commentuccio.. ;)
Un bacione :*

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Capitolo 11
*** Non è mai troppo tardi ***




Squillino le trombe!
Sono riuscita a pubblicare l’ultimo capitolo! Spero ci sia ancora qualcuno interessato a leggerlo ^^’’
Mi dispiace avervi fatto aspettare tanto ma non ho passato un bel periodo, tra problemi personali e un grave lutto in famiglia :(
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno letto la storia, chi l’ha inserita tra le seguite/preferite/ricordate e chi mi ha lasciato una recensione, anche piccola, spronandomi a continuarla *_*

Vi lascio al capitolo, buona lettura!

 
 





Capitolo 11   Non è mai troppo tardi
 
 
 





Ryoga fissava Akane come inebetito.

Cosa le aveva detto? Incinta?

No, non poteva essere vero. Non la sua Akane.

“Non è la tua Akane” gli mormorò puntigliosa una vocina nella testa.

Ma non era neppure di Ranma. Lui non la meritava. Anche se non conosceva il motivo per cui il codinato l’aveva allontanata, lui non era degno di possedere il cuore di quella splendida fanciulla e neppure di avere un figlio da lei.

<< D-dici sul s-serio? >> farfugliò il giovane, avanzando verso di lei con il cuore che gli batteva all’impazzata.

Lo sguardo serio di Akane lo convinse che non stava affatto scherzando.

Quella consapevolezza lo colpì come uno schiaffo. Il sudore iniziò a imperlargli la fronte e serrò con forza la mascella stringendo i pugni. Ma quando vide le lacrime affacciarsi in quegli occhi scuri che tanto amava il suo cuore si sciolse e con un solo scatto le cinse le spalle, facendole poggiare la testa sulla sua spalla.

<< Sfogati pure Akane, ci sono io adesso >> le mormorò all’orecchio cercando di confortarla.

La ragazza nascose il viso nell’incavo della sua spalla e si lasciò andare ad un pianto disperato e liberatorio. Ryoga la strinse forte, posandole il mento sulla nuca con una voglia pazzesca di dirle di dimenticare Ranma e di accettare il suo amore, pur sapendo che non aveva nessuna possibilità con lei.

“Sei un suo amico, solo un suo amico” si ripeté con angoscia, chiudendo gli occhi.

***

Ranma si aggirava nell’enorme casa dei Kuno come un automa. Lo sguardo spento, gli occhi vitrei e le mani indolentemente infilate nelle tasche dei pantaloni.
Le parole di Ryoga continuavano a bombardargli il cervello senza sosta, contribuendo ad aumentare l’angoscia nel suo cuore. Oltretutto, era la prima volta che una nuova e inaspettata domanda si poneva con forza nella sua mente:

Aveva davvero fatto la scelta giusta allontanando per sempre Akane dalla sua vita?

La sofferenza che aveva letto nei suoi occhi, nel momento in cui l’aveva lasciata, era stato un qualcosa di orrendo e disumano. Eppure, nonostante il modo in cui lui l’aveva trattata, non vi aveva letto né odio né rancore. Solo un enorme, indicibile dolore.
Quel dolore talmente forte da consumarti fin nel profondo dell’anima, ma non tale da ucciderti. Quel dolore che lui stesso provava, ma che (purtroppo) non portava alla morte.

“Se almeno fossi morto smetterei di soffrire!” constatò digrignando così forte i denti da sentire lo schiocco in bocca.

“Ma che vado a pensare?” pensò poi sentendosi accaldato, dirigendosi verso la porta finestra.

Afferrò la maniglia dorata ruotandola in senso antiorario e tirò la finestra verso di sé.
Uscì sul balcone e si poggiò con i gomiti sulla ringhiera nera, lasciando ciondolare la testa tra le spalle. Una leggera folata di vento settembrino lo investì in pieno volto asciugandogli il sudore e provocandogli dei leggeri brividi.

<< Saotome! >> tuonò una voce scura alle sue spalle.

Il codinato non si scompose e, girandosi lentamente, incrociò gli occhi scuri e irosi di Tatewaki Kuno.
Non lo aveva mai visto così infuriato, nemmeno il giorno in cui Akane era andata via da quella casa rompendo il fidanzamento con lui.

<< Cosa vuoi? >> gli domandò con voce atona, lasciando trapelare un sottile velo di irritazione.

Gli occhi di Kuno si strinsero in due fessure << Voglio la verità >> disse semplicemente squadrando il codinato dalla testa ai piedi.

<< Ossia? >> insistette Ranma spazientito.

<< Voglio conoscere il vero motivo per cui ora sei il fidanzato di mia sorella nonostante tu non sia più obbligato >> affermò in tono deciso, impugnando di getto la katana.

Ranma sogghignò << E perché? Cosa te ne importa? >>

<< Mi importa eccome. Se è vero quello che penso, mia sorella mi ha ingannato e io gliela farò pagare cara. Non sa ancora cosa vuol dire mettersi contro di me! >> decretò come una furia.

Lo sguardo del giovane si fece serio.

“Possibile che questo stupido abbia capito qualcosa?” pensò con inquietudine mista a sollievo.

 << Cosa intendi? >> gli domandò sentendo una speranza rinascere nel suo cuore.

<< Che non può fare sempre e solo quello che le torna più utile. Se ha allontanato Akane da me solo per aver libero accesso a te, beh.. >> affermò tagliente fendendo l’aria con la katana.

Ranma sospirò. Doveva dirgli la verità? L’avrebbe veramente aiutato ad uscire da quell’impiccio? Non sapeva decidersi.

Era pur vero che Kuno sembrava veramente ferito dalle azioni della sorella e forse poteva realmente sperare...

<< Dimmi cosa sai e chi te lo ha detto >>

Tatewaki ridacchiò << Sospettavo da parecchio tempo che ci fosse qualcosa sotto e ora, dalle tue parole, deduco che ho fermamente ragione >>

Il giovane gli raccontò brevemente del suo incontro con Nabiki e dei dubbi da lei sollevati riguardo la riappropriazione della palestra. Ranma ascoltò in silenzio lasciandosi andare ad un sorriso compiaciuto. Sapeva che la mezzana non si sarebbe lasciata fuorviare da quella storia campata in aria. L’aveva sempre considerata la più intelligente e scaltra della famiglia Tendo.

<< Quindi Nabiki sospetta già qualcosa.. >> mormorò pensoso.

<< Raccontami come stanno le cose Saotome >> gli ordinò il tuono blu imperioso.

Ranma evitò di rivelare i particolari imbarazzanti e gli raccontò del piano ordito da Kodachi ai danni suoi e a quelli di Akane.

<< Quindi ti sei fatto raggirare da mia sorella come un’idiota?! >> sibilò Tatewaki guardandolo di sottecchi << Sei solo un codardo! Hai rinunciato alla meravigliosa Akane senza combattere! >>

<< Cosa volevi che facessi? Avevo e ho le mani legate! >> sbuffò spazientito il codinato.

<< Dovevi chiedere aiuto razza di stupido! In questo modo cosa hai risolto? >>

Ranma lo guardò sentendo il cuore fermarsi. Non aveva tutti i torti, anzi.

Aveva lasciato che Kodachi facesse i suoi comodi costringendolo a spezzare il cuore di Akane, distruggendo così il loro amore. Strinse i pugni sentendo una furia cieca impossessarsi di lui.
Kuno lo guardò indolente, poi ripose la katana nel fodero lasciandosi andare ad un profondo sospiro.

<< Quell’approfittatrice di Kodachi pagherà per questo! >> sentenziò il tuono blu stringendo un pugno davanti al volto fino a far diventare le nocche bianche << Mi ha deliberatamente ingannato! Ha orchestrato tutto per i suoi comodi, anche tradendo me che sono sangue del suo sangue e non posso di certo tollerare questo affronto! Se io non posso avere quello che voglio non lo avrà neppure lei! >>

<< Calmati zuccone! Avrai la tua vendetta ed io la mia.. >> decretò Ranma ritrovando la freddezza che lo contraddistingueva nei combattimenti.

Alzò lentamente gli occhi su di lui, fissandolo sagace << Ma prima dobbiamo fare un’altra cosa >>

Tatewaki lo guardò interdetto. Una sorta di alleanza con Saotome?

“Beh, perché no!” pensò beffardo gongolando al pensiero dell’imminente rivalsa contro sua sorella, la spietata e crudele rosa nera.

***

Kodachi era impegnata ogni giorno ad organizzare le auspicate nozze con il suo adorato Ranma, in maniera quasi ossessiva. Ogni minuto della sua giornata era zeppo di impegni e appuntamenti, tra il fioraio, il catering e la preparazione degli inviti.
Aveva deciso di organizzare la cerimonia nel giardino della sua villa, lo reputava perfetto per ostentare agli ospiti sia la sua sfavillante ricchezza, nonché il suo fidanzato e molto presto marito. Non riusciva a non mostrare la sua gioia con chiunque le passasse accanto, le sembrava di toccare il cielo con un dito.
Finalmente il suo sogno si sarebbe realizzato e poco importava che Ranma non l’amasse: con il tempo avrebbe imparato ad apprezzarla e lei gli avrebbe fatto scordare dell’inutile esistenza di Akane.
La ragazza calzò ai piedi un bellissimo paio di decolleté bianche dal tacco vertiginoso e si piazzò davanti allo specchio con indosso il suo abito nuziale. Si vide bellissima in quell’abito color avorio rigorosamente stretto, talmente fasciante da mettere in risalto le forme sode del lato b, e con una profonda scollatura sull’abbondante seno. Una nuvola di tulle la copriva dalle ginocchia fino alle caviglie dandole un’infinita grazia. Aveva optato per un abito all’occidentale, indossare un kimono, seppur da sposa, dalla linea dritta che non valorizzava le sue splendide forme, non faceva proprio per lei.
Ripensò al momento in cui aveva comunicato al suo fidanzato la decisione di anticipare le nozze al weekend seguente. Il codinato era rimasto spiazzato, glielo aveva letto apertamente in viso, ma poi il giovane aveva comunque annuito senza fare obiezioni. Kodachi non ci aveva dato peso: era meglio non aspettare troppo per qualcosa di così ampiamente bramato, poteva esserci il rischio che qualcosa potesse sempre andare storto.

Fece una piroetta, scrutando per bene ogni più piccolo dettaglio dell’abito e sorrise rimirando la sua immagine riflessa in quella fredda e lucida superficie.

<< Non potrai sfuggirmi mio caro Ranma. Presto sarai mio e nessuno potrà mai dividerci.. >> dichiarò portandosi una mano alla bocca e scoppiando a ridere in maniera stridula ed esagerata.

***

<< Allora, è tutto a posto? >> chiese Nabiki fissando truce Tatewaki che avanzava dritto verso di lei.

Lo aveva aspettato fuori dalla banca per più di mezz’ora, appoggiata ad un lampione con le mani incrociate sul petto, battendo un piede per terra, impaziente. Voltava in continuazione la testa da una parte all’altra, restando sempre allerta.
L’ultima cosa che voleva era che arrivasse all’improvviso Kodachi e li trovasse proprio lì. Si sentiva nervosa, non ne poteva più di quella situazione, sua sorella Akane stava male e ora che aveva scoperto di essere incinta era addirittura peggiorata.
Nabiki le aveva raccontato tutto quello che avevano da poco scoperto, ma con sua somma sorpresa la sorella non aveva fatto i salti di gioia nello scoprire che Ranma, in realtà, le aveva mentito e l’amava ancora.

Fissò Kuno di sottecchi, aspettando fervidamente quella risposta che il giovane le stava facendo patire.

Aveva sempre ritenuto che Kuno fosse un giovane abbastanza ingenuo, per non dire fesso, ed era rimasta piacevolmente stupita nell’apprendere che, per una volta, il suo cervello avesse avuto la meglio sull’istinto. Non riusciva ancora a credere che avesse accettato di aiutarli per salvare Ranma dalle grinfie della sorella. Certo, Tatewaki non aveva preso bene il fatto di dover rinunciare definitivamente ad Akane e per farlo stare buono, il codinato aveva dovuto offrire qualcosa di molto appetitoso in cambio.

Qualcosa di pari valore.

E, a malincuore, si erano accordati per dieci appuntamenti galanti tra il tuono blu e la ragazza con il codino. Nabiki sapeva che Ranma avrebbe accettato di tutto pur di liberarsi di Kodachi e poter stare con sua sorella Akane.
Ora la sola cosa che mancava era trovare un modo per liberarsi della spada di Damocle che pendeva sulla testa del codinato: ossia riuscire ad appropriarsi del documento riguardante la palestra che la rosa nera utilizzava come arma di ricatto. La ragazza gli aveva più volte ribadito che la palestra sarebbe stata definitivamente della famiglia Tendo una volta celebrate le nozze.
L’atto di cessione non era stato ancora firmato e che quindi la legittima proprietaria era ancora lei, anche se Soun era tornata a gestirla personalmente.

<< Sì. Ho parlato con il direttore della banca e mi ha assicurato che non importa di chi sia il nome sulla firma, la cosa importante è sia un componente della famiglia Kuno a sottoscrivere l’atto di cessione >> rispose soddisfatto.

Le labbra di Nabiki si allargarono in un sorriso trionfante << Quindi puoi benissimo essere tu a firmare.. >>

<< Eh già. È il mio cognome che conta! >> esclamò il giovane gongolante.

Nabiki tirò fuori dalla tasca una dozzina di foto della ragazza con il codino e le porse a Kuno.

<< Queste sono per te. Te le sei ampiamente meritate. Ora finisci il lavoro e avrai la succosa ricompensa che ti abbiamo promesso >>

Gli occhi di Tatewaki si dilatarono a dismisura e un rivolo di bava gli scese dalla bocca spalancata.

<< Oh, che visione! Mio amore! Presto questo prestante uomo ti soddisferà in ogni modo >> mormorò emozionato sulle foto, baciandole una ad una con passione.

La ragazza storse le labbra in una smorfia di disgusto e voltò il viso evitando di guardare quella scena patetica e stomachevole.

<< Ok Kuno, basta così. Fai quello che devi e fammi sapere al più presto. Le nozze tra Ranma e Kodachi devono essere annullate quanto prima >> gli disse fermamente, voltandosi e andandosene.

***

Akane era ferma davanti alla finestra della sua camera e guardava fuori, gli occhi vuoti e incredibilmente tristi. Fissava un punto indefinito davanti a lei senza vederlo davvero. Ryoga era ripartito per uno dei suoi lunghi viaggi e lei si sentiva di nuovo sola. Ma erano state soprattutto le parole di Nabiki a sconvolgerla: le rimbombavano ancora nel cervello, martoriandole la mente e il cuore.

“Ranma ti ama Akane, ti ha mentito solo per aiutarti. Ha ceduto al ricatto di Kodachi solo perché tiene a te, perché vuole vederti felice”

Già, felice.

Come poteva essere felice senza di lui?
Come poteva essere stato tanto egoista da non dirle niente?
Da decidere per lei?

Le aveva deliberatamente spezzato il cuore, l’aveva umiliata, fatta piangere e soffrire senza un reale motivo. L’aveva fatta sentire una stupida, una ragazzina alle prese con un ragazzo che non la vuole e che la lascia per un’altra, forse migliore di lei.

Come aveva potuto pensare che a lei interessasse più di quella dannata palestra che non di loro due?

Il futuro che lei aveva sempre sognato non era la palestra, ma era stare insieme a lui.

In qualunque luogo, ma con lui. Per sempre.

Strinse forte i pugni sentendo di nuovo la rabbia assalirla. La voglia di prenderlo a schiaffi e di urlargli tutto il suo rancore era incommensurabile.

“È un idiota” pensò sconvolta mentre le lacrime le rigavano il volto “Uno stupido idiota!”

Si lasciò cadere in terra e si portò le ginocchia al petto, affondandovi la testa.

“Come posso perdonarlo? Come?” si chiese affranta, portandosi una mano protettiva al ventre “Lui non sa ancora di te… e forse è meglio così”

***

Kodachi si diresse nel grande salone della sua dimora dove si sarebbe svolto il ricevimento. Voleva controllare che tutto fosse stato disposto come lei aveva ordinato, non avrebbe tollerato nessun errore.
Aprì la porta aspettando di vedere i nastri di tulle bianco scendere dal soffitto e fiocchi di raso attaccati dappertutto. Invece, con totale sconcerto, notò che la stanza era ancora completamente spoglia.

Voltò lo sguardo stupito verso destra e vide suo fratello, Ranma e Nabiki seduti sul suo bellissimo divano di pelle a sorseggiare del tè.

<< Ma.. questo cosa significa? Voi che ci fate tutti qui? >> chiese meravigliata passando lo sguardo su ognuno.

<< Ti stavamo aspettando sorellina >> affermò Tatewaki alzandosi in piedi.

<< Per..? >>

Ranma lo imitò e si avvicinò alla rosa nera con un sorriso stampato sulle labbra.

<< Ma per darti la splendida notizia >> disse strizzandole l’occhio.

Kodachi strinse gli occhi fissandoli truce. Che ci facevano tutti insieme? E perché una della famiglia Tendo era in casa sua?

<< Quale notizia? >> chiese alzando la voce.

Nabiki prese la parola e le sorrise perfidamente << Una notizia favolosa cara Kodachi. La palestra Tendo è tornata ad essere proprietà dei Tendo >>

La rosa nera ridacchiò << E quindi il caro Ranma vi ha spiattellato tutto? Beh, non importa! >> affermò compiaciuta << La palestra non è ancora vostra Nabiki, non senza la mia firma >>

Kuno iniziò a sghignazzare e a battere le mani << Invece sì, cara sorellina bugiarda e meschina. Volevi farmela, eh? Beh, ancora non conosci il famosissimo tuono blu! >>

<< Cosa intendi? >> gli chiese, spaventata da quelle parole.

<< Che non servi tu per mettere quella famosa firma >>

<< No… Non puoi avermi fatto una cosa del genere! >> esclamò sconvolta sentendo tutti i suoi sogni infrangersi.

<< Invece è proprio ciò che ho fatto. La palestra non è più di tua proprietà! >> le rivelò ghignante.

Ranma le si avvicinò, guardandola disgustato << Io e te abbiamo chiuso, non voglio più vederti. Spero che un giorno capirai che non si possono avere le cose con la forza >>

Poi si rivolse a Nabiki << Vado da Akane >>

La mezzana annuì << Ti aspetta nel parco, credo sia impaziente come te >> gli disse strizzandogli l’occhio.

Il codinato si sciolse in un sorriso e si precipitò fuori dall’abitazione.

<< NO, RANMA NON LASCIARMI! >> gridò la rosa nera lasciandosi cadere in ginocchio.

Il fratello le posò una mano sulla spalla << È quello che meriti sorellina! >> le sibilò freddamente uscendo dalla stanza insieme a Nabiki e lasciandola sola con il suo dolore.

***

Ranma corse, corse il più velocemente possibile, con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
L’avvistò da lontano e il cuore iniziò a palpitargli come una furia: la sua Akane era seduta sull’altalena, le gambe ciondolanti e lo sguardo rivolto verso il terreno. Indossava un abitino giallo senza maniche e delle bianche scarpe da tennis.

Si fermò a pochi metri da lei, ansante e con il respiro corto.

<< Akane… >> mormorò in un soffio allungando una mano verso di lei e stendendo le labbra in un sorriso.

La ragazza alzò lentamente gli occhi su di lui e il sorriso di Ranma si incrinò.
Lo sguardo di Akane era duro e contrito: nei suoi occhi vi scorse rabbia, tristezza, addirittura un accenno di odio.

No, non poteva odiarlo…

<< Akane >> ripeté deglutendo a fatica << Lo so che sei arrabbiata e ne hai tutte le ragioni, ma… >>

La ragazza si alzò di scatto e gli piantò gli occhi addosso. Occhi di fuoco che sembravano mandare stilettate al suo vulnerabile cuore.

<< “Ma” cosa?! >> lo canzonò << “Ma” scusami perché sono un’idiota? Uno stronzo? Perché questo sei, mio caro Ranma, un dannato stronzo egoista! >> lo accusò inondandolo di parole come una furia.

Ranma istintivamente indietreggiò di fronte a quel fiume di parole, parole pesanti che la ragazza gli rivolse senza pietà.

<< Puoi accusarmi di tutto, ma non di essere un egoista! >> si difese il codinato sentendo i nervi assalirlo.

Come poteva incolparlo di essere un egoista dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare?

<< Ah no? E come lo chiami allora? >> gli chiese la ragazza sprezzante, resistendo alla voglia di mollargli un ceffone in pieno volto.

<< Lo chiamo amore >> rispose lui fermamente, lanciandole uno sguardo di sfida.

Akane spalancò gli occhi, sorpresa da quelle parole.

“Amore” pensò sconcertata.

Improvvisamente sentì la rabbia abbandonare il suo cuore, sostituita da un vuoto incolmabile.

<< Credi che io facessi i salti di gioia nel dover sposare quella pazza scatenata di Kodachi? E vivere per sempre sotto lo stesso tetto dei Kuno? >> affermò avvicinandosi a lei e afferrandole per le spalle, scuotendola leggermente << Che si possa chiamare vita, una vita senza di te? >>

Gli occhi di Akane si riempirono di lacrime, lacrima di rabbia, di amarezza ma anche di infinita gioia nell’ascoltare quelle parole.

Anche Ranma aveva sofferto per la loro lontananza, forse anche più di lei sapendo a quale crudele destino stesse andando incontro e consapevole di aver mentito proprio a lei.

Il giovane le prese il mento tra le dita e la costrinse a guardarlo.

<< Io non ho mai smesso di amarti Akane e mai potrò farlo. Il mio cuore appartiene a te, qualunque cosa succeda >>

Le lacrime presero a scorrere sulle guance della ragazza e Ranma gliele asciugò con la punta delle dita.

<< Però… mai più bugie, promettimelo >> sussurrò Akane abbozzando un timido sorriso.

<< Promesso, mai più >> soffiò Ranma sulle sue labbra prima di catturargliele in un bacio lungamente agognato da entrambi.
Il giovane la cinse per la vita facendo aderire il bacino a quello di lei e approfondendo il bacio.

Quanto le era mancata, se non si fossero trovati in un luogo pubblico l’avrebbe fatta stendere in terra e…

<< Ranma, fa piano, potresti fargli male! >> gli disse scostandosi leggermente da quella morsa in cui lui la teneva.

Il giovane spalancò gli occhi guardandola confuso. A chi avrebbe fatto male?

Akane si accarezzò la pancia e gli sorrise dolcemente.

<< Vuoi dire che tu… che noi… >> biascicò il codinato sconvolto.

La ragazza annuì timidamente.

Dopo lo sconcerto iniziale Ranma l’afferrò per la vita e la sollevò facendola girare intorno a lui come se fosse una trottola.

<< Ranma, sei impazzito ?! Mettimi subito giù! >> gridò la ragazza scoppiando però a ridere.

Il codinato ubbidì e se la strinse contro, mormorando frasi senza senso, con la testa affondata nell’incavo del collo della sua amata. Akane si aggrappò a lui con le gambe tremanti, godendosi il suo virile profumo e il contatto con la sua pelle calda.

***

2 mesi dopo…

Ranma l’abbracciò da dietro posando possessivamente le mani su quel prezioso ventre leggermente accennato, depositandole un leggero bacio sul collo. Akane lasciò andare la testa all’indietro, poggiandola sulla spalla del suo amato, aspirando a fondo il dolce profumo ambrato della sua pelle. Si lasciò sfuggire un lungo sospiro, un sospiro intriso di felicità, quiete e anche paura. Non le sembrava ancora possibile credere a tutto quello che le era successo. Coprì la mano sinistra del codinato con la sua giocherellando con il bracciale d’argento intrecciato, uguale a quello che circondava il suo polso.
Se lo erano regalato come pegno d’amore e, anche se non era di grande valore, per lei era qualcosa di inestimabile.

Erano seduti sul soffice letto, nella stanza della giovane. Ormai quella camera era diventata il loro rifugio, il loro talamo d’amore. Adoravano ritagliarsi qualche momento solo per loro durante la giornata, lontano da occhi e orecchie indiscrete.

<< A cosa pensi? >> le sussurrò suo marito all’orecchio, mordicchiandole il lobo con le labbra.

Akane rabbrividì di piacere a quel contatto e un sorriso le spuntò sul volto.

<< A noi. E al nostro bambino >> gli disse cercando di essere il più sincera possibile.

In realtà mille domande la tormentavano in continuazione.

Come poteva dirgli che, dopo tutto quello che avevano passato, aveva paura del futuro?
Che non credeva di poter provare una felicità da tale da sentire il suo cuore battere così violentemente da voler scoppiare?
Che non capiva come lui potesse amarla tanto, nello stesso modo in cui lei amava lui?
E sarebbero stati capaci di crescere un bambino? Erano entrambi molto giovani..

No, non poteva rovinare quel magico momento con tutte quelle domande pressoché inutili, a cui nessuno probabilmente sarebbe riuscito a dar loro una risposta veritiera.

<< Non preoccuparti, andrà tutto bene >> le mormorò dolcemente il codinato stringendola più forte.

Akane si voltò a guardando chiedendosi come potesse aver capito con uno solo sguardo tutti quei dubbi che l’assillavano.
Si perse, come sempre, in quelle pozze blu, brillanti e profonde, che avevano il potere di farle vibrare il cuore.

<< Sai cosa tormenta me invece? >> le chiese alzando un sopracciglio.

Akane sorrise e scosse la testa, sentendo le lacrime pungerle gli occhi.

<< Il sesso del bambino. Secondo te sarà un maschio o una femmina? >>

La giovane lo guardò stupita e si asciugò gli occhi con il dorso della mano.

 << Beh, non saprei. Se sarà un maschio sarà sicuramente forte come te >>

Il giovane annuì pensoso << Se invece sarà femmina… allora sarà una baby-maschiaccio >> dichiarò Ranma ridendo e Akane, per tutta risposta, lo colpì più volte sulla testa con un cuscino.

Il codinato le afferrò i polsi e, ridacchiando, avvicinò il volto al suo. Akane avvertì un tremolio sconquassarle il corpo sentendo il respiro caldo di lui sulla pelle.

Lui la fissò intensamente, comunicandole con lo sguardo tutto il suo amore. Uno sguardo così carico di passione che la fece tremare ulteriormente, che la fece sentire amata, protetta e preziosa come una gemma rara.

<< La mia bellissima baby-maschiaccio.. meravigliosa come la sua mamma >> le sussurrò dolcemente prima di baciarla.
Akane sorrise sulle sue labbra, sentendo il cuore scoppiare di felicità.

Sapeva che nessuno li avrebbe più divisi, esistevano l’uno per la gioia dell’altro.

 
 
 
 




“Ogni donna merita un uomo che la guardi
ogni giorno come se fosse la prima volta”
Wiz Khalifa
 
 








FINE
 
 







 
Ringraziandovi dal più profondo del cuore vi saluto! Forse in un futuro prossimo ci rivedremo su questo bellissimo fandom! Sarei felicissima di leggere le vostre opinioni!
Un bacione e tante cose belle a tutti voi! :*

 
 
 
 
 
 
 

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