Io ci sono...

di effy_14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi ***
Capitolo 2: *** Pioggia ***
Capitolo 3: *** Resta ***
Capitolo 4: *** Grazie ***
Capitolo 5: *** Come sempre ***
Capitolo 6: *** non ti merito ***



Capitolo 1
*** Ricordi ***


Ciao a tutti!!Eccomi con un'altra storia, a capitoli perchè scrivendola si è parecchio all'ungata dall'idea originale.
Pubblicherò capitoli corti ma con breve intervallo tra uno e l'altro, al massimo due giorni di differenza (spero).
Detto questo la premessa è sempre quella, prima il rapporto tra i protagonisti e di un certo tipo, poi, dopo lo sbalzo dei due anni, cambia per scelta di Zoro e quindi diventa più freddo.
Vi lascio alla lettura!! Grazie mille a tutti a prescindere da ciò che penserete!!
Effy


Aprì gli occhi e si ritrovò nella sua stanza, non quella calda e accogliente della nave che ormai aveva imparato a chiamare casa, ma in quella che per molti anni l'aveva ospitata come prigioniera.
La pioggia scendeva incessante e poteva sentire i rumori della festa che gli scagnozzi di Arlong facevano nel cortile. Dei passi pesanti si stavano avvicinando e una risata, che Nami conosceva bene, si insinuava nelle sue orecchie. Lacrime incontrollate iniziarono a scendere e il panico si impossessò di lei. No! Non poteva ancora subire, no non poteva soffrire, non voleva no...
- Nooooooooo!!! -
 
Si svegliò di colpo e si ritrovò sudata e con gli occhi umidi davanti alla sua scrivania. Si guardò intorno e cercò di ritornare a respirare normalmente. Un sospiro più forte degli altri usci dalla sua bocca semiaperta dopo un attimo e una consapevolezza. Era stanca!
Pioveva da tre giorni in quel tratto di mare e lei non dormiva da tre notti. Sapeva che ora era al sicuro e non doveva più temere nulla ma non riusciva a calmarsi, era libera, si, ma da troppo poco per poter scacciare tutto dalla mente. Si alzò dalla sedia e guardò fuori dall'oblò. Odiava la pioggia! Una risata isterica usci da sola, lei che doveva diventare la miglior navigatrice, se voleva seriamente disegnare la cartina dell'intero globo, e che quindi avrebbe dovuto scontrarsi con mille stati climatici diversi, odiava la pioggia.
Si raddrizzò sulla schiena, si impettì, si arrabbiò ma dopo un attimo torno a essere piccola e fragile, come si era sempre sentita in quelle sere.
Decise di andare in cucina, aveva bisogno di bere, per la gola secca dovuta all'urlo e all'agitazione. Entrò e, a passo felpato, si avvicinò alla credenza, non che ci fosse il rischio di svegliare i suoi compagni di ciurma, quelli nemmeno con i cannoni avrebbero alzato la testa dal cuscino.
Stava per aprire una bottiglia di rum quanto una voce la fece fermare.
- Ehi mocciosa, ne voglio anche io!! -
Una volta passato lo spavento iniziale e riconosciuto la voce come quella dello spadaccino si irrigidì, aveva indosso solo un leggero vestito, il viso segnato dalla stanchezza e dalle lacrime. Per quanto Zoro fosse rozzo e scorbutico, non era stupido e si sarebbe accorto che qualcosa non andava.
- Ohi mi hai sentito??Nami?? - Il braccio del ragazzo si poso delicato sulla spalla della ragazza che, colta alla sprovvista, perse la presa dalla bottiglia.
Chiuse gli occhi pronta a sentire il rumore di vetri rotti e il liquido alcolico bagnarle le gambe ma ciò non accadde. La prontezza di riflessi del ragazzo avevano evitato la caduta.
- Ma si può sapere che ti prende ragazzina?? Sei sonnambula per caso?? -
- No io...mi hai spaventato!! Che ci fai ancora sveglio??- Rispose il più naturale possibile girandosi di spalle al verde.
- Io?!? Se mai che ci fai sveglia tu?? Prima mi minacci perchè, visto che dormo tutto il giorno, tocca a me la guardia notturna, e poi mi chiedi che ci faccio qui??-
Nami sospirò, era vero, oltre che stanca era anche diventata più irascibile del solito e lo stesso giorno aveva fatto una scenata proprio al giovane per la sua immensa pigrizia, cavolo era davvero esausta. Talmente stanca da non aver neppure voglia di replicare. Si scosto e andò a sedersi sulla panca senza dire nulla, sentendo lo sguardo furente di Zoro sulla sua schiena. Fece appoggiare il capo sul tavolo davanti a lei usando le braccia come cuscino. Che fosse stanca lo aveva già pensato??
- Odio la pioggia - un sospiro strascicato usci dalla sua bocca involontario.
- Come scusa?? - chiese il suo compagno non sicuro di aver capito.
- ODIO LA PIOGGIA!!- questa volta era stato un urlo ben chiaro ad uscire dalla sue labbra, stupendo se stessa e l'altro.

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Capitolo 2
*** Pioggia ***


Ecco il secondo capitolo!! Ho avuto qualche problema nella pubblicazione ma grazie a Zomi ci sono riuscita =)
Quindi facciamo che, giustamente, questo capitolo è dedicato a lei, senza la quale non sarebbe nemmeno stato pubblicato! Ahahah
Buona lettura =)

Zoro non disse nulla e andò a sedersi accanto a lei appoggiando la schiena al muro dietro la panca,  aspettando: come era uscito il primo sospiro era sicuro sarebbe uscito anche il resto.
Non era loro compagna da molto, e all'inizio li aveva solo usati, ma poteva dire di aver capito come funzionava quella testolina rossa ed era un paio di giorni che la vedeva strana e persa, era per quello che, a parte le solite lamentele di rito, quel giorno non aveva fatto storie per essere stato assegnato alla guardia notturna.
Dopo circa cinque minuti di completo silenzio un sussurro si diffuse nella cucina.
- Quando di notte pioveva Arlong organizzava delle feste. - fece un attimo di pausa sicura che Zoro fosse li ad ascoltarla, sentiva che doveva dirlo a qualcuno, e di lui si fidava abbastanza per potersi sfogare - Sosteneva che piovesse perchè anche il cielo riconosceva la supremazia della sua razza - Un sbuffo di disapprovazione del suo interlocutore la fece fermare un attimo. Si, anche lei se fosse stata più lucida avrebbe sbuffato a quella affermazione assurda, si concentrò e continuò il suo racconto - In quelle notti nel piazzale davanti al palazzo tutti gli uomini-pesce della banda urlavano, bevevano e ridevano fino a mattina. Ho sempre odiato quelle notti! Quelle risate mi facevano paura - si strinse in se stessa al ricordo - temevo che sarebbero venuti a farmi del male, che mi avrebbero costretto a fare un altro marchio, solo per il divertimento di sentirmi urlare dal dolore. - Lo senti alzare la schiena e avvicinarsi un pochino di più. Ora arrivava la parte che le faceva più male, ma come già detto doveva sfogarsi. Prese un bel respiro e continuò - Pensavo che con il tempo mi sarei abituata, ma mi sbagliavo, anzi più crescevo e più le paure si facevano grandi, vedevo come guardavano il mio corpo cambiare e, benchè non li avessi mai visti, sapevo che spesso portavano alla base povere ragazze trovate nei vari villaggi per farci ciò che volevano - senti una guancia bagnarsi senza che potesse fare nulla per fermarla, continuò - una sera, avevo dodici anni, pioveva, ero nella mia stanza sveglia come sempre. Arlong mi aveva chiesto di unirmi a loro nella festa ma io avevo rifiutato con la scusa delle cartine da finire. Stavo li immobile e vestita nel mio letto, con il bastone nella mano destra, pronta all'attacco quando sentii dei passi lontani, passi che si avvicinavano sempre di più alla mia stanza e una risata. La sua risata. Stava venendo da me. Avrei voluto alzarmi per nascondermi, per sbarrare la porta, ma la paura che provavo in quel momento mi aveva paralizzato. - Trattenne malamente un singhiozzo - entrò nella stanza e inziò a chiamarmi con voce alterata dall'alcool e viscida. Si sedette sul letto e iniziò a carezzarmi le gambe da sopra le coperte - ingoiò a vuoto. Stava per crollare quando senti la mano di Zoro prendere la sua, una muto segno di vicinanza, la strinse forte e continuò - Stava per fare ciò che avevo sempre avuto paura facesse...quando ci fu un botto enorme dal piazzale...alcuni componenti della marina, non informati della sua alleanza con un comandante, avevano provato ad attaccarli. Si alzò in fretta e sbuffando per essere stato interrotto fece per uscire, prima però si girò verso di me e mi disse " Tornerò a prendere ciò che voglio alla prossima festa, stanne certa!!". Da allora ogni notte di pioggia andavo via. Preferivo stare in mezzo al bosco a bagnarmi piuttosto che li, aspettando che lui tornasse nella mia stanza. -
Fini di parlare lasciandosi andare in un pianto silenzioso che però lo spadaccino senti come un urlo. Aveva i nervi tesi per la rabbia. Quel farabutto! Non meritava di essere ancora vivo, fosse stato lui lo avrebbe trucidato anche solo per quello che aveva sentito da Nojiko all'isola, dopo questo poi.
Si girò verso di lei non sapendo cosa dire o fare per calmarla, lui non era bravo in queste cose, lui avrebbe sconfitto qualunque nemico e avrebbe protetto tutti loro sempre, questo era quello che sapeva fare, ma li in quel momento con lei, l'unica cosa che aveva saputo fare, in  modo impacciato, era stato prenderle la mano.
La senti calmarsi, alzarsi per guardarlo quasi con gratitudine con un mezzo sorriso bagnato dalle lacrime scese poco prima, si senti morire, lei non doveva piangere.
- Sono solo una sciocca! Lo so che non tornerà ormai e che sono libera, ma non riesco a non avere paura. - Si accucciò nuovamente sul tavolo un po' più calma, parlarne le aveva fatto bene. Stava per decidere di andarsene e smettere di sembrare solo una patetica mocciosa, come la chiamava lui, quando senti il pollice del compagno carezzarle dolcemente la mano.
Un tocco delicato, quasi troppo per venire dallo spadaccino, ma che ebbe un effetto strano sulla ragazza. Si stava rilassando, i nervi si stavano sciogliendo, gli occhi, anche se già chiusi, si stavano facendo pesanti più di prima, si stava lasciando andare alla sicurezza che qualcuno fosse con lei, che lui fosse con lei.
 

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Capitolo 3
*** Resta ***


Non era molto convinto che bastasse quello per consolarla, ma come già detto lui non era di belle parole, al massimo dalla sua bocca sarebbero uscite parole di rimprovero per la sua poca forza e per il suo essere mocciosa, ma dopo quello che aveva sentito non gli sembrava il caso.
Passarono dieci minuti buoni senza che nessuno dei due dicesse niente e iniziava a sentirsi abbastanza stupido a stare li così. Tolse la mano da quella della navigatrice sentendo però una certa resistenza da parte sua. La osservò meglio e notò che non si era più mossa in quanto si era addormentata, ma nonostante questo non voleva lasciare la sua mano. Un ghigno si delineò sul suo viso. Il problema era che non riusciva a dormire?! Ora stava dormendo, problema risolto! Ma la sua mano mica poteva rimanere li tutta la notte.
Se fosse entrato qualcuno?!? Arrossi solo al pensiero, il futuro spadaccino migliore del mondo mano nella mano come un marmocchio. Doveva spostarsi da li, magari portarla nella sua camera dove l’avrebbe lasciata a riposare in un letto anziché sul tavolo della cucina.
Tolse con più decisione l’intreccio delle loro mani ma subito andò a prenderla per le spalle e cerco di mettere il braccio sotto le gambe nude il più delicatamente possibile, anche in questo non era bravo, lui maneggiava spade  non cibo e padelle.
Riuscì a mettersi in piedi e a portare Nami verso il suo petto, dove la senti accoccolarsi. Si fermò a guardarla un momento: cosi rilassata, cosi tranquilla, così poco isterica e scocciante, sembrava quasi dolce. Sbatte gli occhi a quel pensiero, ma che stava farneticando?? Meglio portarla nella camera e andare ad allenarsi, quelli erano pensieri troppo frivoli e mondani per quello che sarebbe diventato il numero uno.
Dopo aver superato, non senza qualche fatica, lo scoglio “botola e scalette” arrivò nella stanza della ragazza, più precisamente al letto, stava abbassandosi per posarla quando si accorse che le mani della rossa stingevano, senza volerla lasciare, la sua maglietta. Arrossi all’istante, quel piccolo gesto di gentilezza si stava rivelando più arduo del previsto. Tentò di chiamarla per farla svegliare e staccare da lui. – Mocciosa…Mocciosa andiamo la maglietta mi serve..ora sei a letto rilassati!-
La ragazza si smosse un poco e aprì leggermente gli occhi, mise a fuoco il viso del compagno, sorrise e poi si riaddormentò come se nulla fosse. Ok, ora era troppo. Con la poca delicatezza che lo contraddiceva la abbandonò sul materasso staccando con le sue le mani della navigatrice.
Questa borbottò un po’ per poi posizionarsi di lato e ricominciare a riposare quando, la mancanza di qualcosa, si fece strada in lei e, come era arrivata, la sensazione di sicurezza stava svanendo, altre immagini confuse, altri rumori di festa, un’altra risata: stava ricominciando tutto da capo. Come poco prima si issò e apri gli occhi spaventati, vogliosa di uscire da quell’incubo così reale. Zoro, che non aveva fatto in tempo ad arrivare al primo gradino della scala, si voltò e la fisso confuso: come era possibile?? Fino ad un minuto prima era tranquilla. Stava per domandarle se fosse tutto ok quando una frase lo fece bloccare sul posto.
- Resta con me. –
 

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Capitolo 4
*** Grazie ***


Ciao a tutti!!!Ecco il capitolo che conclude la prima parte della mia storia =) Come già detto nell'altra storia io voglio poter tenere i fatti il più vicini possibili alla realtà, anche se si tratta di una fic, quindi spero di non deludere nussuno che forse si aspettava qualcosa di più! Beh fatemi sapere, buona lettura!!
Effy
 
- Resta con me. –
Tre parole. Un sussurro. Una supplica.
Non sapeva cosa dire, cosa fare, era immobile come un pesce lesso e da pesce lesso aveva lo sguardo. – Non devi dormire con me, solo resta qui. - Indicò il pavimento vicino al letto continuando a guardarlo dritto negli occhi.
Il verde guardò la scala che portava alla cucina e poi il posto che aveva indicato Nami. Un conflitto interiore lo stava lacerando dentro. Lui non era tipo, lui aveva fatto fin troppo, lui, nel profondo, non se ne sarebbe andato nemmeno prima. Aveva già deciso che sarebbe rimasto vicino alla botola aperta per tutta la notte per essere sicuro che nessuno avesse disturbato il suo sonno. Allora perché ora che lei glielo aveva chiesto, un peso enorme gravava sul suo stomaco. Forse perché, facendo come aveva pensato, nessuno, soprattutto la diretta interessata lo avrebbe mai saputo, invece così era esplicito: ora sarebbe rimasto solo per lei.
I suoi pensieri lo stavano immergendo già da un paio di minuti, si riscosse solo quando la sua voce leggera gli arrivò nuovamente alle orecchie.
- Non importa! L’ho detto così per dire, va pure, devi fare la guardia! –
La vide girargli le spalle e sdraiarsi nuovamente, restando comunque tesa. Guardò per la decima volta la cima delle scale, ora lo aveva detto lei che poteva andare, perché se ne stava ancora li?
Abbassò lo sguardo e l’occhio cadde sulla sua spada bianca. Quella era l’unica cosa su cui avrebbe dovuto vegliare non una ragazzina insonne. Si mise a ragionare: certo quella ragazzina era la loro navigatrice, era grazie a lei se seguivano la rotta corretta e sopravvivevano alle tempeste, e se quella ragazzina fosse stata troppo stanca per guidarli correttamente ci avrebbero rimesso tutti no?! Quindi si poteva dire che, se fosse stato con lei quella notte, assicurandosi così che dormisse senza problemi non lo faceva per lei ma per tutti. Il suo orgoglio , visto quel ragionamento, abbassò per un attimo quel muro invalicabile che lo circondava nel profondo e si convinse che poteva andare come motivazione per quella volta. Si avviò verso il posto indicato da Nami con fare scocciato, giusto per mantenere la parte.
Non appena lo senti sedersi accanto a lei ricominciò subito a rilassarsi, non sapeva cosa aveva fatto cambiare idea a quella testa verde, ma era davvero felice che fosse li. Gli occhi ritornarono pesanti e in un attimo Morfeo la richiamò nel suo mondo, solo una cosa la preoccupò e si premurò di dirla subito – Non pensare che per questo ti annullerò il debito!! Diciamo che forse posso non contare un giorno di interessi –
- Ma cosa?!!?- Stava per alzare la voce quando capì che nessuno a parte i muri in quella stanza lo avrebbero sentito. Sbuffando si riappoggiò alla parete e di nuovo l’occhio cadde sulla sua spada, domani avrebbe fatto un doppio allenamento, anzi triplo e mai, mai avrebbe perso un’altra notte così.
 
Il mattino dopo si sveglio riposata e di buon umore, ci voleva proprio una bella dormita. Guardò nella direzione dove avrebbe dovuto esserci Zoro ma non lo trovò. Rumori di padelle e pentole arrivarono dalla cucina, la colazione era in tavola.
Si vesti e uscì quasi saltellando dalla camera, quello che vide però lasciò di stucco, non era pronta la colazione ma il pranzo. Subito chiese spiegazioni a Sanji.
- Visto che pioveva ancora e saremmo dovuti stare fermi ho preferito non svegliarti mio bel bocciolo di rosa!!- Un uragano di cuoricini la invase, era tentata di dargli un pugno ma controllare la rotta aveva la priorità in quel momento.
Usci sul balcone e un timido raggio di sole la accolse. Controllò la mappa e ringraziò i Kami per non averli fatti perdere in mare aperto.
- Ehi Namiiiiiiiiiii…meno male che ti sei svegliata!!! Sanji non ci lasciava mangiare senza di te!!!-
Una risata spontanea uscì dalle sue labbra – Allora muoviti perché altrimenti Usop finisce tutto!!- Il cecchino si fermò sulla porta scoperto a sgattaiolare in cucina senza farsi vedere – Eddai Namiiii!!-
Un tonfo soldo e un ammasso di braccia e gambe si precipitò in cucina suscitando le ire del cuoco.
Stava per rientrare anche lei quando l’occhio cadde sulla figura addormentata dello spadaccino sul ponte, sorrise tra se e se e lo ringraziò mentalmente prima di girarsi e iniziare a urlare contro quei casinisti dei suoi compagni.
Uno sbuffo uscì dalla bocca del verde, non stava dormendo! Non aveva più dormito da quando si era seduto accanto a lei. La mattina presto era uscito dalla sua camera per non creare baruffe con il cuoco e incomprensioni, ma con la sana intenzione di andare finalmente a riposare. Poi il capitano aveva iniziato a chiedere di Nami e insistere sul fatto di doverla svegliare e lui per distrarlo da quel proposito e lasciar riposare la compagna lo aveva assecondato nei passatempi più assurdi, giochi, pesca,  perfino il mimo aveva dovuto fare.
Usop e Sanji, più perspicaci forse, non avevano mosso alcuna obbiezione sul fatto che la navigatrice stesse ancora dormendo, ma il capitano era un bimbo ,certe volete, e alcune cose non le capiva proprio. Così per tutta la mattina non era riuscito a fermasi un attimo. Mai, mai più avrebbe fatto una cosa del genere per lei mai!
Fortunatamente di li a poco arrivarono prima Bibi e poi Robin quindi il suo intervento non fu più necessario, anche se nelle notti di pioggia cercava di avere sempre lui il turno di vedetta, nel caso la rossa si fosse nuovamente svegliata. 

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Capitolo 5
*** Come sempre ***


Ciao a tutti!! =) Questo è il capitolo finale di questa storia, anche se non sarà l'ultimo in quanto il prossimo sarà incentrato sui pensieri del nostro spadaccino in merito a ciò che accade qui sotto!! =) Ovviamente qui siamo al presente, quindi dopo i due anni di separazion, e come ho già detto, tra loro le cose non sono più come prima, per motivi che poi mi impegnerò a mettere in altre storie. So che a tratti può non essere capito ma è tutto voluto perchè poi ho già in cantiere altre storie per le varie spiegazioni. L'ultima cosa è che vi chiederei di prestare attenzione ad un piccolissimo particolare che sarà il collegamento per la prossima storia che farò!! 
Sperandi di non avervi già annoiato..buona lettura!!
Effy


Si guardava nello specchio della sua camera furente più che mai. Erano passati quasi tre anni, tre anni, eppure lei non era riuscita a dimenticare.
Il pomeriggio precedente erano entrati in un tratto di mare particolarmente piovoso, erano riusciti a navigare fino a sera, ma più avanzavano più le perturbazioni si facevano intense così da farla decidere di gettare l'ancora e attraccare per la notte, in modo da non avere brutte sorprese.
Nessun problema quindi se non fosse che nel momento di andare a dormire, uscita dal bagno con il pigiama indosso anziché trovare Robin pronta a coricarsi la trovò con nelle mani dei libri e la solita thermos di caffè. Cosa significava? Toccava a Zoro la guardia quella sera.
- Ho fatto a cambio con lui e starò in biblioteca tutta la notte per poter studiare meglio questi libri presi all'isola degli uomini pesce, sembrano molto utili per ciò che stiamo cercando. - una piccola parte di lei aveva avuto un attimo di smarrimento ma poi si era ricreduta, ormai era cresciuta, non aveva più bisogno della baby sitter.
Aveva anzi appoggiato in pieno la compagna, che aveva visto particolarmente entusiasta.
Ma poi, appena addormentata tutto era ricominciato da capo! Questa volta non solo Arlong nella sua mente ma anche Hody, conosciuto nella loro ultima avventura. Morale, era stata sveglia tutta la notte nella più totale angoscia di addormentarsi e sentirsi ancora preda di quei farabutti.
Ora stava cercando di nascondere tutta la stanchezza con il trucco, più del solito forse, ma non poteva apparire stravolta, nessuno sapeva della sua paura più grossa.
Si blocco e guardò il suo riflesso, abbassò lo sguardo e vide il suo ciondolo rotto. Lo prese tra le mani e si incupì leggermente, qualcuno lo sapeva, ma probabilmente si era già scordato di tutto,come avrebbe dovuto fare lei, non erano più in quel tempo, ora non si poteva più, ora tutto era sparito.
Cerco di scacciare quei pensieri e continuò nella sua opera. Quando si ritenne più che soddisfatta uscì dalla cabina con indosso il suo miglior sorriso dirigendosi verso la cucina.
Una volta entrata nessuno fece troppo caso a lei impegnati come erano a rubarsi il cibo a vicenda e la cosa non la infastidì minimamente per quella mattina.
Non fece nemmeno in tempo a sedersi che un turbinio di cuori seguiti dai più dolci nomignoli la raggiunse con il suo the e una fetta di torta.
Ringraziò il cuoco che come era arrivato andò via. Passarono un dieci minuti di baccano quando in cucina entrò anche Robin. Dopo un saluto generale e il solito turpiloquio di Sanji la rossa la salutò restando il più calma possibile.
- Buon giorno sorellona!! Come è andata la tua ricerca?-
- Buon giorno navigatrice. Molto bene grazie, a tal proposito- la mora si girò verso Zoro - Spadaccino posso rubarti il turno anche questa notte??Vorrei portarmi avanti il più possibile prima che il nostro capitano ci catapulti in un'altra stramba avventura. -
Un - Come ti pare. -  indifferente e in modo burbero uscì dalla bocca del verde, modo che non piacque per niente al cuoco che ingaggio un piccolo scontro con il compagno, insultandolo appunto per i suoi modi rozzi. In tutto questo Nani non aveva mosso muscolo, ma come? anche quella notte?? Avrebbe piovuto almeno fino a domani pomeriggio e lei sarebbe stata sola nuovamente, non avrebbe retto due notti insonni. Cercò di non dare a vedere il suo turbamento e si alzò con la scusa di controllare le condizioni per poter proseguire la rotta.
La giornata passò abbastanza veloce, lavorò un poco di mattina e riuscì a dormire un ora nel suo studio durante il pomeriggio. Arrivata l'ora di cena una strana angoscia si impadronì nuovamente di lei che cercò di trovare un modo per non dover andare in cabina subito. Aiutò Sanji con i piatti, lesse una storia a Chopper e era anche disposta a proporre una gara di bevute a Zoro, abbattendo il suo orgoglio pur di non stare sola, se non fosse che questo dopo cena fosse sparito dalla circolazione.
Arrivate le undici non ebbe altra scelta che recarsi nella sua cabina. Fece tutto con più calma possibile, lavarsi i denti, infilarsi il pigiama, ma poi si dovette mettere comunque a letto.
Era li già da dieci minuti buoni a guardare il soffitto e di addormentarsi non ne voleva sapere. Sbuffando si alzò e si diresse a passo spedito verso la porta, stava per aprirla quando senti dei passi. Si bloccò all'istante, non voleva che qualcuno la vedesse sveglia. Un leggero odore di tabacco le arrivò alle narici facendole intuire chi fosse la figura ne corridoio, lo senti fermarsi davanti alla sua porta e se ne stupì, cosa gli serviva a quell'ora?
Passo un attimo di totale silenzio e poi un tonfo sordo, come di qualcosa di pesante ma morbido fosse caduto a terra.
- Non so perché tu sia qui ma se devi passarci la notte almeno copriti, hai sentito Nami-swan oggi, le temperature caleranno. -
Ma con chi stava parlando, quanta gente c'era fuori dalla sua stanza ma sopratutto perché? Spazientita fece per aprire la porta e chiedere spiegazioni quando l'ennesimo sussurro del cuoco la fermò.
- Buona notte testa d'alga. -
Perse un battito nell’esatto momento in qui collegò il nomignolo alla persona. Lui. Lui era li fuori e, da quello che aveva sentito ci sarebbe stato tutta la notte.
Perché?!Era stata male per quel discorso a senso unico nel quale non aveva avuto diritto di replica, si era arrabbiata ma poi si era arresa al fatto che non poteva nulla contro la sua decisione e aveva preso a comportarsi come lui, ovvero cercare di essergli il più indifferente possibile: niente più gare di bevute, niente più litigi, niente più richieste di alcun tipo senza però rifiutare nulla che arrivasse da lui. Uno sguardo, un ghigno pur sapendo che nulla sarebbe tornato come prima e che aspettare, come aveva pensato inizialmente, non sarebbe servito a niente, ma ora lui era li…fuori dalla sua stanza per lei, qualcosa doveva pur significare?!? Guardò nuovamente verso il suo comodino dei trucchi, in particolare l’oggetto che aveva ripreso tra le mani giusto quella mattina, forse non era tutto perduto, forse non era poi così rotto.
Tornò al suo letto immergendosi sotto il piumone pesante e caldo. Come tre anni prima il saperlo li la stava già calmando e decise che ci avrebbe pensato domani a trovare una spiegazione. Si stava per addormentare quando un  sorriso comparve sulle sue labbra e una sicurezza entrò nel suo cuore: quella notte nessun incubo sarebbe venuto a tormentarla perché, se tutti lo avevano sempre chiamato demone, per lei lui era il suo angelo silenzioso.
 

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Capitolo 6
*** non ti merito ***


Ciao a tutti!! Eccomi con l’ultimo capitolo della storia che non è altro che l’ultimo capitolo ma visto dalla parte del nostro spadaccino *.*
Da qui si inizieranno a capire dei particolari in più per le prossime storie che pubblicherò dalla prossima settimana, sono ancora un pochino indecisa su come iniziare, ma ce la farò!! XD
Grazie mille a tutti quelli che sono arrivati a leggere fino a qui!!
A presto
Effy
 
 
Quella mattina non le aveva tolto gli occhi di dosso un attimo appena l'aveva vista entrare, in realtà aveva iniziato a pensare a lei non appena Robin gli aveva chiesto il cambio per la guardia. Quella notte avrebbe piovuto e sarebbe stata da sola. Inizialmente si era dato dello smidollato, sia per il pensiero fatto sia perché probabilmente dopo tutto quello che avevano passato quella sciocca paura che la ragazza aveva in certe notti fosse anche passata.
Poi, durante la colazione, aveva avvertito tutta la sua ansia alla rivelazione che l’archeologa avrebbe passato in biblioteca un’altra sera, e la stessa ansia, inspiegabilmente aveva preso possesso anche di lui.
Era stato tutto il giorno ad allenarsi duramente, come per punirsi, e aveva aggiunto un’altra sessione anche dopo cena. Finita questa però la sua preoccupazione non era passata e così mentre camminava per il corridoio diretto nella sua cabina si era bloccato davanti alla sua porta, aveva attivato l'Haki dell'osservazione e l'aveva scorta in camera intenta a togliere il trucco della giornata davanti allo specchio.
Aveva così deciso con uno sbuffo che si sarebbe fermato lì un momento, giusto il tempo d’essere certo che si fosse addormentata. Era passata già mezz'ora, ma poteva sentirla rigirarsi continuamente e sbuffare nel letto. Avvertì che si stava alzando dirigendosi verso la porta, per poi bloccarsi, come si era bloccato lui dallo "scappare" per non farsi trovare li. Il cuoco era apparso dal corridoio con in mano una coperta, gliela aveva buttata addosso e poi se ne era andato.
Lui non aveva proferito parola conscio del fatto che Nami fosse dietro la porta, e anche il cuoco non aveva fatto nomi quindi si poteva dire salvo, poi, quel dannato, gli aveva augurato la buona notte e si era beccato un’occhiataccia.
Loro non si auguravano la buona notte! Quel maledetto aveva avvertito la presenza di Nami e voleva farlo scoprire. Baka che non era altro!! Ormai era tardi per alzarsi e fingere di passare per caso così aspettò di sentire la maniglia scattare e vedere il viso della ragazza, probabilmente infuriato, per certe libertà che si era preso, sopratutto dopo ciò che le aveva detto, ma questo non avvenne.
Anzi, la sentì rimettersi a letto e, sempre grazie all'Haki dell'osservazione, la scoprì beatamente addormentata. Un senso di sollievo si impadronì di lui, non si era arrabbiata, ma al contrario si era, nonostante tutto, sentita ancora protetta e al sicuro.
Avrebbe dovuto essere tranquillo, magari sentirsi stupido per aver ceduto ancora all'orgoglio ed essersi esposto per lei, e invece l'unico modo in cui si sentiva era in colpa.
Si passò una mano sulla nuca ancora umida dopo la doccia post allenamento, un altro sospiro. Lui non era perfetto, affatto, e tanto meno lo era mai stato con lei. Al contrario dopo il loro incontro all'arcipelago Sabaody le aveva solo regalato tutta la sua indifferenza trattandola come una compagna qualunque di fronte a tutti, seguendola con lo sguardo di nascosto, ma senza darle nessun supporto concreto.
Ora era li fuori dalla sua porta per lei ma non ne aveva nessun diritto. Come non avrebbe avuto il diritto di pensare che sarebbe bastata la sua presenza per farla stare bene, e invece. Lei non si era arrabbiata, lei aveva accettato in silenzio la sua presenza, lei era superiore a lui, lei non se lo meritava ma sopratutto lui non meritava una come lei.
Le aveva sputato in faccia la sua scelta senza chiederle nulla e aveva preteso che lei la seguisse senza diritto di replica e così era stato.
Ma nonostante tutto non era mai stata arrabbiata con lui o almeno non come ne avrebbe avuto il diritto. Nonostante tutto lei aveva ancora piena fiducia in loro, nonostante tutto lei reggeva tutti i suoi sguardi e non dava segno di volersi arrendere facilmente e questo lo faceva sentire ancora peggio di come già si era sentito quando aveva dovuto prendere certe decisioni. L’unico particolare che aveva notato era la mancanza di un oggetto speciale tolto e mai più rimesso, ma nient’altro e questo lo confondeva parecchio. Perché se per lui era facile accettare l'odio di una persona, visto il suo passato, difficile se non impossibile era accettare il suo perdono incondizionato. Questo, invece, era quello che aveva fatto quasi subito lei, lo aveva capito, perdonato e ora si accontentava di prendere le sue briciole, quei pochi momenti di debolezza che lui e solo lui decideva quando e in che modo avere e a lei bastavano questi, non avrebbe mai preteso di più facendolo sentire sempre peggio.
Cercò di fermare quel flusso di pensieri e si concentrò nuovamente su di lei, addormentata e serena, solo un muro di legno a dividerli.
Il giorno dopo avrebbe fatto nuovamente finta di niente e sapeva che probabilmente anche lei avrebbe fatto lo stesso, al massimo gli avrebbe rivolto uno dei suoi più dolci sorrisi e il suo cuore si sarebbe fermato come sempre quando lo faceva. Poi sarebbe ripartito si, ma ancora più appesantito dalla consapevolezza che un giorno l’avrebbe persa per sempre, che un giorno lei avrebbe smesso di essere comprensiva con lui. Che non lo avrebbe aspettato per sempre e che quei sorrisi non sarebbero stati per sempre suoi e lo capiva, ma faticava ad accettarlo. Come tre anni prima la sua Katana bianca era li a guardarlo per ricordargli che aveva una promessa da mantenere e un traguardo da raggiungere che non poteva ammettere certe debolezze.
Alle prime luci dell’alba si alzò da terra e si diresse dritto in palestra, aveva detto che mai più lo avrebbe fatto e invece era successo ancora, non avrebbe mangiato ne bevuto fino a sera, si sarebbe solo allenato costantemente per poter compensare nuovamente il suo poco controllo quando lei entrava nei suoi pensieri.
Pensava di essersi punito a sufficienza per quella mattina ma la punizione più grande gliela diede ancora lei, un mandarino posato dietro la porta della palestra. Il suo “grazie” per quello che aveva fatto, una pugnalata al cuore per lui che a parer suo non meritava nulla.
Di li a poco avrebbero incontrato una strana isola fatta di fiamme, ma questa è un’altra avventura.
 
 
Angolo dell’autore:
Oooooooooohhhh ho finito, per questa volta ;) Non vi libererete di me molto facilmente!!
Grazie mille davvero a tutti!!!

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