Storia proibita

di serafina A
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***
Capitolo 3: *** capitolo tre ***
Capitolo 4: *** capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** capitolo sei ***
Capitolo 7: *** capitolo sette ***
Capitolo 8: *** capitolo otto ***
Capitolo 9: *** capitolo nove ***
Capitolo 10: *** capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** capitolo undici ***
Capitolo 12: *** capitolo dodici ***
Capitolo 13: *** capitolo tredici ***
Capitolo 14: *** capitolo quattordici ***
Capitolo 15: *** capitolo quindici ***
Capitolo 16: *** capitolo sedici ***
Capitolo 17: *** capitolo diciasette ***



Capitolo 1
*** capitolo uno ***


Tara aveva sentito qualcuno gridare in casa, e si era svegliata di colpo, con il cuore che le batteva a mille nel petto.
Le era sembrato la voce di sua madre.
Era notte fonda e nella camera di Tara era avvolta nel buio. Un botto di uno sparo illuminò la stanza per un breve istante, facendola sobbalzare dal letto.
La voce di suo padre che gridava disperato, e subito dopo un altro sparo, poi crollo il silenzio della notte.
Tara rimase paralizzata dalla paura, domandandosi come mai non si svegliava da quell’incubo?
Fin che vide la porta della sua camera spalancarsi, e capire che non stava sognando.
Era un ladro!
Tara cercò di colpire la sagoma scura con il cuscino con tutta la sua forza.
Il ladro ci mise poco a ferragli il cuscino dalle mani, lanciarlo distante, e spingerla a terra, mobilizzandola.
Venne schiacciata  dal peso del ladro contro il freddo pavimento, mentre le strappava il pigiama da dosso.
Tara non fece altro che dimenarsi e gridare con tutto il fiato che aveva, per svegliare i vicini.
Il ladro riuscì a spogliarla, e quando arrivò la polizia era già ormai troppo tardi.
Era successo tutto così in fretta, che era rimasta  ancora distesa a terra, mentre dei poliziotti  stavano arrestando il ladro, davanti hai suoi occhi.
Era come se il corpo di Tara fosse morto, ma la testa non aveva perso la sua lucidità.
Un poliziotto sì inchinò davanti a lei:
<< tranquilla, è tutto finito. >> la rassicurò coprendola con il lenzuolo preso dal letto disfatto:
<< Come ti chiami? >> le aveva chiesto il poliziotto, osservandola negli occhi.
Balbettò per un istante prima di riuscire a dire il suo nome:
<< Tara. >>
<< Piacere Tara. Mi chiamo Stefano, quanti anni hai? >> Tara osservò l’uomo:
<< ho sedici anni e mezzo >> le rispose con un filo di voce: << dove sono i miei - i miei genitori? >> chiese balbettando, ricordando l’assordante rumore degli spari.
Il poliziotto chiude gli occhi per un attimo, sconvolto:
<< non ci sono. Mettiamola così ok? Che dici se andiamo a raccogliere un po’ delle tue cose? >> Stefano le sorrise. Tara aveva capito che i suoi genitori erano morti, aveva sentito gli spari.
 Il poliziotto l’aiutò ad alzarsi e a vestirsi, prima di trovare una borsa abbastanza grande da metterci dei vestiti, mentre persone estranee scattavano foto in tutte le stanze della casa.
Tara si doveva concentrare su quello che il poliziotto le stava facendo fare:
<< dove devo andare? >> chiese al poliziotto, asciugandosi le silenziose lacrime che scivolavano lungo le guance.
<< devi farti vedere da un medico. >>
<< sto bene. >> menti Tara, ancora sconvolta e in confusione:
<< hai subito una violenza, devi farti visitare. >>
Il poliziotto afferrò le due borse e accompagno Tara all’auto della polizia, attento a non farle vedere i corpi morti dei genitori.
<< Andiamo via da qui, ok? >> come poteva Tara andare via dalla sua casa? Dove aveva una famiglia felice, i suoi sogni, i ricordi, le gioie ed emozioni…
Seduta nella macchina della polizia Tara si sentiva come una criminale.
Prima che la macchina si mise in moto, Tara aveva visto tutti i vicini fuori dalle loro case a osservare i poliziotti.
Accanto a Stefano c’era un altro poliziotto che la osservava dallo specchietto retrovisore in tanto in tanto.
Tara si rannicchiò nel sedile, cercando di farsi piccola.
Quando arrivarono in un ospedale, stava uscendo l’alba.
Un dottore la visitò, confidandogli che avrebbe potuto avere una possibile gravidanza, che la decisione di un aborto lo avrebbe deciso solo Tara, che era libera di scegliere di continuare o di interrompere la gravidanza.
Non era il momento per Tara di pensarci, o di preoccuparsi, avrebbe prima cercato di riprendersi dall’accaduto.
 I due agenti, dopo le visite, la fecero risalire nell’auto, questa volta il tragitto durò una mezzora.
 I due poliziotti erano rimasti in silenzio per tutto il tempo, peggiorando lo stato d’animo di Tara doveva distrarsi dai pensieri.
Erano arrivati nella centrale di polizia.
Un agente aprì la portiera a Tara, mentre l’atro prendeva le due borse:
La centrale, era affollata di gente.
Tara non guardò in faccia a nessuno non per il disagio di quello che gli era accaduto ma, per il fatto che la gente presente la guardasse come una criminale, anche se non aveva le manette hai polsi.
Il poliziotto senza le valige, sparì dietro una porta, per poi ricomparire pochi istanti dopo, dicendo a Tara di entrare.
Tara entrò nella stanza, trovando una donna elegante.
<< accomodati pure. >> le disse la donna, mentre lo sguardo di Tara cadde sulla scritta “ assistente sociale ” sulla scrivania affollata di oggetti.
Tara si accomodò su una delle due poltrone in pelle, davanti alla scrivania.
La donna si alzò e si mise seduta accanto a lei nell’altra poltrona:
<< salve Tara.  Sono Jessica Onar. Da adesso mi occuperò io di te. >> Jessica la osservò per un istante, passandogli un fazzoletto:
<< Ho bisogno di farti delle domande, non sei costretta a rispondere. >> Tara abbassò lo sguardo, sentendosi nel panico.
<< sai riconoscere il ladro che ieri notte è entrato in casa tua, se ti mostro delle foto? >>
<< non sono riuscita a vedere niente, era buio. >>
<< ok. Hai visto magari che indossava un orecchino, un tatuaggio? >> Tara pensò prima di rispondere, ma non ricordava niente del ladro, oltre il suo respiro nel collo:
<< no. Ora che farò? I miei genitori sono morti, ho sentito gli spari. >> Tara iniziò a tremare solo al ricordo:
<< ho visto che hai dei parenti in polonia, ma sono molto anziani per prendersi cura di te, ma questo non significa che non puoi più avere contatti con loro. Andrai solo in una nuova famiglia. >> le spiegò Jessica.
<< ti troverai bene li, non temere, devi solo cercare di dimenticare quello che ti è accaduto, e lo so che non e facile >> la donna le aveva messo una mano nella spalla.
<< e se io non ci volessi andare in una nuova famiglia? >>
<< ci sono dei collegi. Ma non credo facciano caso tuo. >>

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Capitolo 2
*** capitolo due ***


Jessica si era proposta di accompagnare Tara nella nuova casa. La donna l’aveva avvistata che avrebbero fatto un lungo viaggio, che avrebbe potuto riposare durante il viaggio. Tara non riusciva a riposare, anche se si sentiva stanca. Continuava a pensare che sarebbe diventata mamma, e che nel suo grembo stava nascendo un bambino di un uomo sconosciuto, che aveva ucciso i suoi genitori. Sarebbe riuscita ad amare quel bambino come una normale madre? Che colpe ne aveva quel piccolo dentro di lei? Tara ancora non aveva deciso se tenerlo, voleva vedere come si trovava nella nuova famiglia, e valutare se erano disposti a fare da “ nonni “ al bambino. Non era ancora tempo di pensarci aveva pensato Tara, osservando fuori dal finestrino, le tante luci all’orizzonte: << perché andiamo così lontano? >> aveva chiesto Tara alla donna seduta al posto di guida: << si pensa che quando si inizia una nuova vita, bisogna andare lontano da dove si era vissuti prima, per stare meglio. >> << che cosa dovrò fare con il bambino? >> aveva cambiato discorso Tara: << quella e una tua decisone, sappi che la nuova famiglia e disposta a mantenere un bambino. >> l’aveva rassicurata. << non mi sento tanto adatta a diventare madre. >> << quello si diventa non si decide. >> le aveva risposto la donna: << parlami della famiglia in cui andrò. >> le aveva domandato Tamara, osservando in volto la donna: << Annasara e Patrick, hanno scelto di aprire una casa famiglia nella loro villa, hanno già un altro ragazzo più grande di te che lavora come animatore, Annasara e Patrick non sono i suoi veri genitori, il ragazzo e lì da molto tempo, anche lui con un passato tormentato. >> << anno una villa? Che lavori fanno? >> sì incuriosì Tamara, non essendo mai stata in una villa: << Patrick lavora nel campo della politica e Annasara e un giudice. >> << e perché loro due hanno un lavoro così importante e il ragazzo no? >> << perché lui ha seguito la sua passione. >> le sorrise la donna. Dopo lunghe ore, la donna fermò l’auto in un largo vialetto. << siamo arrivati. >> Jessica scese dall'auto per prima, e andò a prendere le borse. Tara, scese dall’auto rimanendo affascinata dal posto, delle lucciole che volavano nell’erba alta nel buio del vialetto. Erano circondati da molti alberi come se si trovasse in un bosco l’aria infatti, profumava di fiori e di muschio. Le case erano distanti tra di loro. Tara le sembrava di stare in un sogno, non si era mai sentita così tranquilla da quando si era trovata a faccia a faccia con il ladro. E per un lungo istante non pensava a niente, come se avesse dimenticato già tutto, o archiviato in un angolo buio nella sua testa. La porta dell'abitazione, infondo al vialetto si spalancò, e una sorridente donna, seguita da un uomo li raggiunsero. Annasara, abbracciò subito Tara << siete arrivate finalmente! Sei una meraviglia Tara. >> disse allegramente la donna, facendole fare una piroetta. Mentre l'uomo aiutò Jessica con le borse, e poi con una stretta di mano salutò Tara: << avete fatto un viaggio tranquillo? >> domandò l’uomo: << si abbiamo fatto un viaggio tranquillo. >> aveva risposto Jessica, toccando una spalla di Tara. << ottimo. Porto dentro le borse intanto. >> si propose Patrick, dirigendosi verso la casa dalla forma isometrica, lasciandole da sole: << venite dentro, la cena e quasi pronta. Se si vuole fermare con noi signora Onar, abbiamo un posto anche per lei. Immagino che Tara abbia molto fame dopo questo lungo viaggio. >> la donna prese Tara sotto braccio: << vi ringrazio dell’invito, preferisco rimettermi in viaggio. >> << d’accordo. Guidi con prudenza. >> << starò attenta. Ci vediamo la prossima volta Tara. >> la salutò Jessica con un candido sorriso. Annasara e Tara osservarono Jessica risalire in auto e allontanarsi: << entriamo in casa. >> Annasara la guidò nel vialetto, che svelava un vasto giardino con una grande piscina e degli sdrai, con ombrelloni da mare chiusi, era stata montata anche una rete da pallavolo, forse con il pensiero di fare divertire Tara in qualche modo. Raggiunsero la grande vetrata dove delle tende scostate svelavano una cucina da mobili scuri, accogliente e spaziosa, una porta a vetrate scorrevole dava davanti alla piscina. Una tavola era stata apparecchiata per quattro posti. L’aria profumava di lasagne e di dolce, che fece venire l’acquolina a Tara, era da diverse ore che non mangiava un pasto decente. Dalle scale che portavano al piano di sopra, comparì Patrick: << e pronto a tavola accomodatevi, ho chiamato anche Ness ora scenderà. >> Tara stupita dalla bellezza della casa si era dimenticata che Annasara e Patrick avevano l’incarico di un altro ragazzo, più grande di lui, le aveva confidato Jessica, e ora Tara era curiosa di vedere il misterioso ragazzo con cui avrebbe dovuto convivere nello stesso tetto. Intanto Tara si sede a tavola vicino ad Annasara: << hai visto che cameriere privato che ho? >> disse sorridente Annasara osservando il proprio marito spegnere i fornelli, e mettere le lasagne in ogni piatto, facendo sorridere anche Tara, che fantasticava se anche lei un giorno avrebbe incontrato un uomo come Patrick. Un rumore di passi al piano di sopra, fece voltare Tara verso le scale. In cima alle scale, stava scendendo un ragazzo alto, dai capelli scuri ancora umidi per la doccia, in un taglio di capelli classico che avevano i ragazzi emo, che il grande ciuffo scuro di capelli copriva entrambi gli occhi. Il ragazzo con uno scatto della testa scostò i capelli che le cadevano sugli occhi, mentre finiva di scendere le scale assorto nei suoi pensieri. Indossava dei stretti jeans scuri e una maglietta bianca, con la scritta YOU SO CREZY. Le braccia e il collo coperti da tatuaggi colorati, che raffiguravano teschi, spade, donne ferite che sorridevano e molti tribali: << eccoti. >> si voltò Annasara, mentre il Ragazzo rimase fermo ad osservare Tara. Tara l’osservò, cercando di mantenere freno le emozioni, che l’avevano avvolta. Ness con mezzo sorriso si avvicinò a Tara: << ben venuta. >> la sua voce suonò come una dolce musica per le sue orecchie. << grazie. >> le rispose in un sussurro. Il ragazzo si sede acanto a lei, notando il piercing che brillava sul naso, e intorno ad un labbro. Tara si domandava, come potesse essere un animatore con quell’aspetto? Iniziarono a mangiare, ci furono dei minuti di silenzio e poi Annasara iniziò a chiedere a Tara quelle fossero le sue passioni e cosa le piaceva. Tara cercò di distrarsi, dalla presenza accanto a lei, di Ness che mangiava, e iniziò a parlare dei musei che aveva visitato con i suoi genitori e che le piaceva dipingere, ma che non le era stato permesso di portarsi via nessun quadro ma solo dei vestiti. << hai una passione rara fra i giovani, che a tempo di oggi pensano solo al divertimento. >> le stava sorridendo Annasara: << mia madre viveva solo con i soldi che prendeva dalle sue mostre. >> i ricordi affollarono Tara. Sentì al suo fianco Ness abbandonare la forchetta, e la cucina divenne silenziosa: << ho. >> aveva solamente detto Annasara: << vorresti fare il suo stesso lavoro? >> aveva chiesto Patrick: << mi piacerebbe, ma fare quel lavoro mi ricorderebbe troppo la mamma. >> << sarebbe un modo per sentirla vicino, non deve essere per forza triste. >> aveva parlato Ness al suo fianco, spezzando un pezzo di pane per fare la scarpetta. << c’è anche un dolce vi va? >> cambiò discorso Annasara alzandosi e dirigendosi verso il forno, mentre Patrick ritirava i piatti, e prendeva quelli per il dolce. Tara osservò Ness, e si domandò se lui sapesse che presto avrebbe avuto il pancione. Avrebbe voluto sapere che cosa ne pensava Ness. I piatti con il dolce arrivò: << come stava oggi Milo. >> domandò Patrick a Ness. << sta bene. Oggi stava meglio, senza adesso gli effetti dell’anestesia. >> Tara si domandava di chi stessero parlando, e chi fosse Milo: << quel bambino e una piccola canaglia. >> rise Annasara sedendosi a tavola: << Ness fa l’animatore per i bambini, e Milo si era fatto male giocando mentre Ness stava facendo un spettacolo insieme hai suoi colleghi. >> spiegò Annasara. Così Tara capì che si stava parlando di un bambino. << quando lo rimetteranno dall’ospedale? >> aveva chiesto Patrick: << Domani. I suoi genitori mi hanno chiesto se lo potevo accompagnare alla associazione, poi lo vengono a riprenderlo quando hanno finito la riunione. >> comunicò Ness, morsicando la fetta di dolce. Finito il dolce Annasara e Patrick sparecchiarono la tavola: << Ness, fai fare il giro della casa a Tara, e fargli vedere la sua camera. >> aveva suggerito Annasara, facendo l’occhiolino a Tara.

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Capitolo 3
*** capitolo tre ***


Il soggiorno era un open space. Una metà era un soggiorno normale, ben arredato, nell’altra metà ospitava una vasta libreria di libri vecchi e un pianoforte a coda. << la tv è nuova. >> fece notare Ness sedendosi sul divano: << suoni? >> chiese Tara più interessata al pianoforte. << qualche volta. Suonare mi mette di malumore. >> confidò il ragazzo: << davvero? >> Tara si sede su una poltrona: << se si abbinano le giuste note, viene una melodia triste. >> disse in una smorfia. << tu suoni? >> le domandò Ness: << sì. Ho suonato un po’ di strumenti. >> << sul serio? Quali? >> sì incuriosì: << chitarra, clarinetto, flauto traverso e un po’ pianoforte. >> << cavolo, sei un’avventuriera che provi di tutto. >> si era stupito: << non proprio. Non mi piacciono visitare posti nuovi che non siano musei o gallerie D’arte. >> spiegò Tara, osservando il colore chiaro degli occhi di Ness, e ne rimase incantata: << quindi niente feste o discoteche? >> la richiamò alla realtà Ness. Tara rispose con un cenno di “no” con il volto, mentre cercava di tenere sotto controllo le emozioni. Tara continuava a ripetersi che vivevano tutti e due sotto lo stesso tetto, e Ness era come un “fratello”. << meglio così. In quei posti circola gente strana. >> aveva detto. << che cosa piace fare a te? >> le chiese Tara, cercando di conoscere Ness: << mi piacciono le auto sportive, e fare gare grosse con soldi. >> << non è pericoloso? >> << solo un po’. >> rise. Tara rimase colpita dalla bellezza del suo sorriso: << sei stanca? ti faccio vedere la tua camera. >> Ness si alzò dal divano, e aspettò che Tara lo seguisse. Si diressero sulle scale, al piano di sopra, che si presentò un lungo corridoio. Tara osservò le foto appese lungo la parete, riconoscendo Ness da bambino insieme ad Annasara e Patrick, ma nessuna foto lo raffigurava neonato. Ness spalancò una porta svelando la camera: << non è molto arredata, Annasara voleva che ci pensassi tu. >> Tara notò le sue borse accanto al letto matrimoniale. << c’è anche un terrazzo. >> spiegò Ness indicando la finestra, rimanendo sulla soglia della porta. Accanto, Tara osservò la scrivania, dove alloggiava un pc portatile. << è nuovo. >> le disse Ness, osservandola guardare il pc: << e mio? >> aveva chiesto dubbiosa Tara: << si, ma se hai già il tuo dietro, possiamo dare questo in beneficenza. >> << non ne ho mai avuto di mio personale, dovevo usare quello di mio padre, che lo usava per lavoro. >> << ottimo, allora questo e ufficialmente tuo. >> le sorrise Ness: << ora ti lascio riposare, se cerchi il bagno uno e in fondo al corridoio, e l’altro si trova al piano di sotto, non esitare di chiamarci se hai bisogno di qualcosa. >> << ok. >> aveva risposto: << io sono accanto a te. Ti chiedo scusa se qualche volta sentirai rumore, ma spesso soffro di insogna. >> << non preoccuparti. >>. Ness se ne andò, chiudendo la porta dietro di lui, lasciandola da sola. L’ansia di trovarsi in una nuova casa, e di come doversi comportare la avvolse. Si sede sul letto, certa di una cosa, che avrebbe tentato di ricominciare una nuova vita, almeno ci avrebbe provato. L'indomani mattina, Tara si svegliò da sola. Sentendo un senso di vuoto. Le mancava il dolce risveglio di sua madre, i rumori della sua casa. La nuova famiglia era stata accogliente con lei, ma non bastava a riempire quel vuoto. Rimase qualche istante seduta nel letto, a navigare tra i ricordi fin quando si decise di scendere e andare in cucina a fare colazione. Il sole entrava dalla vetrata che dava sulla piscina, Tara si riparò gli occhi coprendosi con il braccio, e quando si voltò, si trovò nuovamente sola con Ness, seduto a tavola a fare colazione: << buon giorno. >> l’aveva saluta Ness, cogliendola di sorpresa: << giorno. >> aveva mormorato Tara, avvicinandosi al tavolo: << siamo soli? >> chiese: << Annasara e Patrick sono appena andati a lavoro. Le brioche sono ancora calde. >> Ness indicò la ciotola con due Brioche: << sai cucinare? >> le chiese Tara, avvicinandosi alla cucina, per prendere una brioche: << solo cose semplici. >>. Tara si sede a tavola, difronte a Ness a fare colazione: << inizierai scuola la settimana prossima, per non rimanere a casa da sola, Annasara mi ha proposto di portarti a lavoro con me. >> << non voglio esserti di peso. >> << tranquilla. Stare in mezzo hai bambini ti metterà allegria. E poi ti aiuterà quando avrei il tuo bambino. >> la notizia la accolse di sorpresa: << sai della…. >> Tara non riuscì a terminare la frase: << si, lo so. E sono felice che la casa si riempia di risate di un bambino. >> aveva risposto entusiasta. << io un po’ di meno. Non so se sarò pronta e adatta a fare da madre a un bambino. >> << non devi solo pensare in negativo. Pensa anche a tutte le cose belle che ti stanno accadendo. >> le aveva suggerito, stropicciando il tovagliolo in una mano. << in questo momento non so distinguere le cose belle a quelle brutte. >> Tara osservava la mano di Ness stringere il tovagliolo di carta: << lascia che il tempo ripari tutto in te. >> << la brioche e davvero buona. >> aveva cambiato discorso, pulendosi le dita nel suo tovagliolo. Ness si alzò dalla tavola: << vado a prepararmi. Fatti trovare pronta per le nove e mezza ok. >> << ok. >> aveva risposto osservando Ness salire le scale.

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Capitolo 4
*** capitolo quattro ***


Tara si chiedeva come sarebbe sopravvissuta in uno spazio così stretto, con accanto Ness. Tara osservò la lamborghini bianca, davanti a lei terrorizzata più che colpita dalla costosa auto. Sentì il ragazzo ridere alle sue spalle: << tranquilla andrò piano. >> le disse aprendole la portiera per farla salire. Tara esitante salì a bordo dell’auto, e aspettò che anche lui salisse. << non essere così tesa. Non fa bene al bambino. >> Tara rimase colpita, che Ness pensasse alla salute del bambino. Fece uscire l’auto sportiva dal garage e si misero in strada. Non mancò il traffico del mattino, Ness rimase calmo alla guida: << purtroppo devo fermarmi da un benzinaio, la mia fidanzata ha bisogno di una ricarica. >> Tara sì voltò verso il ragazzo: << la tua fidanzata? >>. Ness scoppiò a ridere: << lo so e ridicolo, ma questa principessa di auto mi ha accompagnato in certe avventure. >> entrarono nel parcheggio del benzinaio. Ness scese dall’auto, lasciando Tara in tensione. Tara immaginò Ness fidanzato con una ragazza, e che la trattasse come una vera principessa facendogli un sacco di regali. Tara si sentì invidiosa. Alcune persone in attesa nell’autolavaggio, iniziarono a fotografare la costosa auto, mettendola a disagio. Non voleva vantarsi di fare parte di una famiglia ricca, e benedì i vetri oscurati. << ok benzina fatta. Ora andiamo a prendere Milo che è stato dimesso dall’ospedale. >> disse il ragazzo salendo in auto. << capita spesso che ti fotografano l’auto? >> domandò Tara: << tutti i giorni. >> sorrise. << dovresti essere invidioso che tutti fotografano la tua fidanzata. >> fece una battuta: << mi va bene, importante che non me la distruggano. >> il ragazzo rise divertito: << con la tua vera fidanzata, sei geloso? >> si fece seria << la mia unica fidanzata, e la mia auto. Per adesso. >>. All’ospedale, il bambino si trovava dentro un’accogliente stanza colorata e piena di regali da parte degli amici. << Piccoletto... >> lo salutò Ness, avvicinandosi ad lettino, dove giaceva un bambino di 10 anni, che alla vista di Ness sbocciò un sorriso allegro: << sei arrivato. >> disse gioioso il bambino. Ness lo abbracciò sollevandolo dal letto, il bambino si aggrappò su di lui, ridendo divertito: << Buon giorno piccoletto. Ti hanno trattato bene qui? >> << si. I dottori sono stati molto pazienti con me. Non vedo l’ora di tornare a casa >> il bambino rise, e Ness lo rimise nel letto. Ness si voltò e indicò Tara: << piccolo Milo, voglio presentarti Tara, la mia nuova sorellina. >> la presentò. Tara salutò il bambino con la mano: << è carina. >> rispose il bambino intimidendo Tara, e facendo ridere Ness: << quando è arrivata? >> chiese il bambino al ragazzo: << e da noi solo da ieri. Deve ancora ambientarsi. Per oggi verrà con noi, fin quando non inizierà la scuola. >> le spiegò Ness, dirigendosi verso la borsa del bambino, che si trovava nella poltrona accanto al lettino: << l’infermiera mi ha preparato la borsa e il dottore e già passato. >> aveva detto il bambino << ottimo. >> aveva parlato Ness. Il bambino ritornò ad osservare Tara: << lavorerai anche tu con Ness, nella associazione Children baby? >> le aveva domandato il bambino, rimanendo disteso nel letto. << io non… >> Tara cercò una spiegazione. Era la prima volta che sentiva il nome dell’associazione in cui Ness lavorava: << no Milo. In casa non abbiamo ancora parlato di questo. Oggi e la prima volta che vedrà la Children baby, e vedremo se riusciamo a farla divertire. >> Aveva spiegato Ness al bambino, strizzando l’occhio a Tara. << sono sicuro che si divertirà, e vorrà venire spesso. >> le parlò il bambino: << speriamo che sia così. >> rispose Ness. << non sono molto brava con i bambini. >> cercò di dire qual cosa Tara: << non hai mai fatto da baby-sitter a qualche cuginetto? >> aveva chiesto Ness: << non ho nessun cugino piccolo. >> confidò Tara. Non aveva mai fatto da baby-sitter a nessuno. E gli unici cugini piccoli della famiglia di Tara stavano in Polonia, molto distante da dove si trovava ora. << peccato. >> disse Milo triste per la notizia. << ora vestiamoci e andiamo via da questo posto. >> Ness si era avvicinato al bambino, e lo aiutò a vestirsi. Una volta vestito il bambino, Ness afferrò la sua borsa, mentre Milo si mise affianco a Tara afferrandogli la mano. Il gesto del bambino sorprese tutti e due: << Ti sei già appropriato di mia sorella, birichino? >> Disse scherzoso il ragazzo: << Tara ha un bel sorriso. E non so la prossima volta che la vedrò. >> confettò il bambino. Tara si sentì riempire il cuore di gioia, non aveva mai visto un bambino così affezionato a lei, nonostante fosse la prima volta che si vedevano. Mentre camminavano per i lunghi corridoi, l’atmosfera si era fatta famigliare. Ness sembrava il padre del bambino e Tara la madre. Tutto questo quadretto la emozionava. Sapeva del bambino che stava crescendo dentro di lei, che non aveva un padre, e sognare una famiglia felice. Mentre il bambino le stava raccontando l’operazione subita al timpano di un orecchio, Tara riuscì a distrarsi e cacciare le lacrime. E così raggiunsero l’auto parcheggiata.

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Capitolo 5
*** capitolo cinque ***


La Children baby, era un edificio colorato da mille disegni, e i prati rasati con vari giochi. Milioni di bambini si stavano scatenando nel giardino, sorvegliati da persone giovani come Ness. Era un posto pieno di allegria. Era impossibile non sentire le risa dei bambini, che mettevano allegria. L’atrio accogliente con divani a forma di peluche giganti, era affollato e rumoroso, come accadeva in ogni stanza in cui Tara passava. Milo, salutava caloroso i suoi amichetti, mentre Ness timbrò il cartellino, salutando qualche collega. Raggiunsero una grande stanza, dove dei bambini stavano giocando in gruppo guidati da due ragazze con vestiti buffi, e Milo si unì al gruppo: << ti va di visitare la children? >> le aveva chiesto Ness, passandole il tesserino del visitatore che Tara afferrò mettendoselo al collo. << ogni cosa qui ha il proprio colore. >> parlò Tara camminando lungo il corridoio, notando ogni parete con colori diversi, e i giochi colorati sparsi in giro: << ci sono molti iscritti alla children baby. Alcuni bambini hanno problemi in famiglia, e tanti di loro dormono spesso qui. Presumo abbiano scelto un luogo così colorato, per dare un po’ di gioia hai bambini, che vedono le loro giornate buie. >> << immagino che i dispetti tra i bambini non mancano. >> sorrise Tara: << ne combinano di tutti i colori, credimi. >> rise Ness: << perché hai scelto un lavoro così impegnativo e importante? >> presero un corridoio meno affollato: Ness assunse uno sguardo frustrato, forse stava ricordando qualcosa, che lo turbava: << non lo so mi piacciono i bambini e basta. >> sorrise. << Jessica mi ha detto che sei stato adottato da Annasara e Patrick. Come mai in casa non ho visto foto tue da piccolo? >> indagò Tara. Si fermarono davanti a una finestra: << sono stato in collegio fino all’età di dieci anni, prima di essere adottato, domandandomi chi fossero i miei genitori e perché mi avevano abbandonato li. >> << dei tuo genitori biologici che cosa sai? >> << non molto. Solo che sono morti in un incidente. Mia madre era in cinta di me quando e successo. I medici sono riusciti a salvarmi. >> << e peggio di quello che è accaduto a me. >> << in che senso. >> le aveva domandato Ness: << non capisco cosa sia peggiore. Non avere mai conosciuto i propri genitori, o saperli morti. >> Tara abbassò lo sguardo: << credo tutti e due…. >> commentò Ness. Rimasero in silenzio per qualche minuto: << mi di spiace. Non dovremo parlare di queste cose. >> Ness le aveva preso il mento fra le dita, costringendola a guardarlo in volto: << non ho ancora superato quella fase. >> mormorò tesa: << sono passati solo tre giorni. Non basta per dimenticare. >> Ness le lasciò il viso: <<… dovresti pensare al bambino. >> il ragazzo le guardò la pancia: << lo so. Ho subito così tanti cambiamenti che sono ancora scombussolata. >> << starai meglio quando passerà tutto, devi solo lasciare che quei ricordi si allontanino da te. >> le aveva suggerito. << perché mi dici che starò bene quando, il tuo stile dice l’inverso, con questi colori scuri? >> Tara indicò l’abbigliamento del ragazzo: << me lo chiedono in tanti lo sai. Mi vedono sorridere e giocare come un bambino ma non capiscono come mai mi conci così. Bè rispecchia la mia anima tormentata. E i tatuaggi mi sono sempre piaciuti da ragazzino. >> rise, sistemandosi il ciuffo che le cadeva davanti agli occhi. Proseguirono in un altro corridoio: << avevi un fidanzato prima di venire qui? >> le aveva chiesto Ness cambiando discorso, infilandosi le mani in tasca. Tara l’osservò, il ragazzo era serio in volto: << no. >> << ok. Allora ti piaceva qualcuno? >> l’argomento per Tara si fece imbarazzante: << non è facile per una ragazza troppo timida, gettare i propri sentimenti ad un ragazzo. >> << timida? E pure con me flirti tranquillamente. >> sorrise divertito: << tra noi c’è qualcosa. >> le era sfuggito. Tara arrossì in volto: << attrazione intendi? >> vennero interrotti da un bambino, e Tara si sentì salvata, che la conversazione fosse terminata lì. Ora sapeva che anche Ness, provava attrazione per lei, o Tara lo dimostrava troppo? A casa, Annasara aveva messo il piatto di riso difronte a Tara: << come ti sei trovata alla children oggi? >> le aveva chiesto, mentre Tara afferrava la forchetta, sfiorando la mano di Ness al suo fianco. << bisogna stare sempre svegli, qualsiasi gioco per i bambini può diventare pericoloso. >> la donna rise: << a metà mattina aveva male alla testa. >> aveva spiegato Ness. Che lui non sapeva che era dovuto alla conversazione avvenuta alla children: << e in cinta. Dovrebbe riposare non gestire milioni di bambini. >> parlò Patrick, con tono da rimprovero, facendo ricordare a Tara di aspettare un bambino: << forse dovrò solamente abituarmi. Non ho mai visto così tanti bambini in vita mia. E devo imparare a stare con loro se avrò un figlio. >> << non sei costretta a tenere il bambino se non te la senti di tenerlo. >> la fece ragionare la donna, seduta a capo tavola difronte al marito. << mi sentirei in colpa se abortissi. >> ammise Tara: << e darlo in adozione ve lo scordate! >> intervenne Ness, con la sua esperienza alle spalle. << questo sarà Tara a decidere. E noi accetteremo le sue decisioni. >> intervenne la donna, rimproverando il ragazzo. Ness ritornò a mangiare. Tara finì l’ultimo goccio di acqua nel suo bicchiere, prima di offrirsi di sparecchiare la tavola: << no cara. Ci pensiamo noi. >> Annasara si era voltata a guardare il marito: <<… Ness aiuta Tara a disfare le borse. >> aveva aggiunto: << non serve o davvero poca roba. >> aveva battuto Tara. << non è un problema per me. >> Ness la prese sotto braccio, accompagnandola alle scale. Tara si trovò Ness troppo vicino a lei. Sentiva i suoi muscoli d’acciaio sotto la maglietta, il suo contatto, il profumo. Tara si sentì persa incrociando gli occhi di lui. Sì, era troppo evidente che tra di loro c’era attrazione. In camera Ness chiude la porta dietro alle sue spalle: << non hai intenzione di mettere in adozione il tuo bambino vero? >> le domandò subito Ness: << capisco la mia situazione, ma non l’avrei mai preso quella strada. >> lo rassicurò. Ness si rilassò. << ok allora… mettiamoci a lavoro. >> si avvicinò alle borse a terra, lui prese la borsa più grande e quella piccola la lasciò a Tara. Iniziarono a mettere qualche maglia nell’armadio vuoto. Tara si sentiva tesa, era sola con Ness e la porta era chiusa. Pensava che Ness l’avesse chiusa apposta, per continuare la conversazione in sospeso iniziata nel mattino. Il ragazzo pescò dalla borsa un lungo vestito da un tessuto leggero, decorato con perline: << ti starebbe benissimo. >> Ness osservò il vestito, con occhi sognanti. << l’ho indossato solo una volta. Dovrebbe averlo messo il poliziotto che mi ha aiutato a fere le borse. >> spiegò Tara. << hai messo molte felpe e maglie e questo e l’unico vestito? >> << non mi piace mettermi in mostra. >> << staresti benissimo con qualche vestito elegante, dovresti usarli spesso, risaltano di più la tua bellezza. >> << è un complimento? >> Ness si voltò: << si. >> disse guardandola, scostandosi il ciuffo: << la tua bellezza non si può descrivere. >> disse serio. Tara si trovò di stucco, da quella confessione. Ness si avvicinò a Tara, sollevò una mano, per accarezzarle il viso, i suoi occhi chiari la guardavano. Rimasero in silenzio. Tara sentiva il suo respiro. La stava per baciare?

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Capitolo 6
*** capitolo sei ***


Non doveva accadere secondo Tara, perché vivevano tutti due nella stesa case e come se fossero fratelli, anche se non lo erano veramente, però sarebbe stato troppo imbarazzante per Tara se si sarebbero baciati. Ness lasciò cadere una mano nel fianco di Tara, e bastò per farle ricordare, il tocco dell’ladro quando l’aveva violentata. Le venne tutto in mente, con una violenza atroce, che Tara lo spinse via, e iniziò a piangere. Ricordare quelle sensazioni, ancora la sconvolgevano. << scusa, non dovevo. >>. Tara si voltò, confusa. In qualche modo le piaceva Ness, ma l’orribile accaduto l’aveva bloccata. Non le era mai piaciuto nessun ragazzo in quel modo come le stava capitando con Ness, dò la colpa alla gravidanza, che forse le faceva provare emozioni mai provate prima. << no non ti scusare. >> disse fra i singhiozzi per il pianto. Ness si avvicinò: << mi piaci da morire Tara. E non l’ascerò che quello che ti ha fatto quell’uomo ti blocchi in questa maniera. Ti chiedo scusa per quello che stavo facendo, e che non mi è facile trattenermi. >> Tara si tranquillizzò. Era la dichiarazione più bella della sua vita, e la rendeva felice: << t-ti piaccio? >> domandò Tara voltandosi, e trovandolo davanti a lei. << in che lingua vuoi che te lo dica? Ne conosco cinque per il momento. >> rise Ness, per smuovere la situazione, riuscendo a farla sorridere. Tara ritornò seria, ricordando che non erano soli al mondo: << come lo diremo ad Annasara e Patrick? >> << intanto cerchiamo di conoscerci, e quando sarà il momento ne parleremo. >> Ness le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio: << e faremo le cose con calma ok. >> aveva aggiunto. Ness l’abbracciò, gustandosi il momento. Era quello che desiderava Tara. Un amore su cui contare, insieme a Ness.

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Capitolo 7
*** capitolo sette ***


<< ti stai annoiando? >> aveva domandato Ness, udendo Tara sbuffare, al tavolo della cucina, dove aveva appena terminato i compiti della scuola. Ness si sede al tavolo accanto a lei, portando due bicchieri di succo d’arancia: << Ho solo voglia di rilassarmi. Ultimamente o molti pensieri. >> aveva risposto. Da un paio di mesi aveva iniziato la scuola, da metà semestre, e ora doveva prendersi avanti con lo studio. I compagni la riempivano di attenzioni solo perché erano curiosi della gravidanza. Non esisteva un giorno che discuteva dell’argomento con qualche compagna, quando Tara non ne voleva parlare perché le faceva ricordare brutti ricordi. Tara incontrò gli occhi di Ness, che le stava sorridendo, mentre le accarezzava la pancia, la sua carezza era delicata, e tenera, con le dita disegnava dei cerchi che procuravano scosse di piacere. << Conosco un posto dove potresti rilassarti. Se hai voglia di uscire. >> << solo noi due da soli? >> domando: << Certo. E un problema? >> Tara e Ness si trovavano spesso da soli, ma non erano mai usciti insieme. << No. Nessun’problema. E solo che quando siamo soli o mi accarezzi la pancia sento Stella fare le capriole. >> << le piacerà quando ti coccolo. >> i suoi occhi divennero lucidi. Come poteva Tara non amarlo, quando Ness le dava così tante attenzioni e si preoccupava per lei e la bambina. Tara aveva scelto un nome per la bambina, stella, che era il nome di sua madre. Aveva deciso anche di tenere la bambina, e si sarebbe presa cura di lei. Poche ore più tardi, i due si trovavano a bordo dell’amborghini, in strade strette di collina, piene di curve, che a Tara fece venire un po’ di mal d’auto. Si accarezzava la pancia, cercando di distrarsi, osservando dal finestrino il fitto bosco, fantasticando, fin quando arrivarono su un piccolo parcheggio in cui faceva vedere la città dall’alto. << Tutto a posto? >> le chiese Ness vedendola pallida al volto. << Si sto bene. Cerano solo troppe curve. >> confessò, sforzandogli di sorridergli per non allarmarlo. Ora che si erano fermati, lo scombussolamento stava passando: << Scusa. Dovevi dirmelo facevo le curve con più delicatezza. >> << sto già meglio. >> << ok allora, siamo arrivati a destinazione. >> scesero dall’auto, si presero per mano e seguirono un sentiero, che iniziava in salita. Dopo pochi metri Tara si sentiva affaticata, per quanto Ness la stesse aiutando a proseguire. << potrei partorire qui dallo sforzo. >> Tara camminò nel terreno coperto da sassi e roccia. << spero di no. Sarebbe ancora troppo presto. Ti assicuro che ne vale la pena di faticare così tanto. >> le aveva messo curiosità. Oltrepassarono dei cespugli cariche di bacche, Tara proseguì con fatica, per arrivare in cima a una collina. Si presentò una distesa di fiori e cespugli di fragole. Da lì si poteva vedere la città e un lago. Da quanto alti che si trovavano era facile avere le vertigini. Ness distese nel prato una grande coperta: << sei sicuro che si possa stare qui? Il sentiero non era curato, e ora qui sembra abitato. >> Tara si osservò a torno. << tranquilla e di nostra proprietà. >> ammise Ness, facendo cenno di sedersi a terra accanto a lui. Tara si sentì a disagio, ora si trovava da sola con Ness, nessuno li avrebbe disturbati. Tara si siede sopra la coperta: << è abbastanza rilassante? >> << e meraviglioso questo posto. Sembra di stare su una nuvola e di volare. >> osservarono entrambi l’orizzonte: << Annasara è nata qui. Dietro quei pini si trova la casa dove lei e vissuta con i suoi, e quando sono morti a ereditato questo posto. Spesso qui veniamo a festeggiare i compleanni. >> raccontò Ness sdraiandosi sulla coperta, chiudendo gli occhi: << e sempre stato così bello questo posto? >> chiese Tara osservando fra gli alberi la vecchia casa: << no. Un tempo qui c’era un campo da coltivazione. >> << coltivavano? >> si stupì Tara: << la famiglia di Annasara erano dei contadini, quando incontrò Patrick, credevano tutti che la loro storia non avrebbe funzionato. Dicevano che un ricco non poteva sposare una contadina. >> sorrise: << tu sai come si sono conosciuti? >> sì incuriosì Tara: << si, so come si sono conosciuti. >> Ness apri gli occhi: << Patrick era da solo nei sentieri qui intorno e si ruppe una gamba. Annasara l’aveva sentito chiedere aiuto e lei lo soccorse, e lo portò a casa per visitarlo meglio. Patrick sì innamorò da quel momento. Insieme sono una bella coppia, se non fosse solo che Annasara non possa avere figli. Mi dissero che ci avevano provato tantissime volte prima di arrivare a me. >> << siete una bella famiglia. >> << di cui ora fai parte anche tu e il tuo bambino. >> Ness le accarezzò la pancia: << ha scalciato! >> si tupì, i suoi occhi divennero lucidi per l’emozione. << scalcia molto ultimamente, solo se sei tu a toccarmi la pancia.>> Ness rise: << non dirlo ad Annasara allora, potrebbe ingelosirsi. >> i due risero ricordando tutti i tentativi della donna di sentire muoversi la bambina: << perché l’hai chiamata Stella? >> << era il nome di mia madre. Non sono sicura di mantenere questo nome. >> << sceglieresti un altro nome? >> << Si. >> << quale? >> << Lara. >> Ness si incupì, e distolse lo sguardo da Tara: << che cosa succede? >> le chiese Tara accorgendosi del suo cambiamento d’umore: << mia madre si chiamava Lara. >> sorrise tornando a osservarla: << scusa mi dispiace. >> Tara si sentì in colpa: << non è colpa tua. E che ho sempre voluto incontrare i miei genitori. Ogni volta che qualcosa me li fa ricordare, mi viene in mente tutte le volte che ho sperato di vederli . Ad ogni modo sono tutti e due dei nomi stupendi. >> << a questo punto rimango su stella, se il nome di tua madre potrebbe farti ricordare tutte le delusioni che hai preso nella speranza di incontrarli. >> pensò Tara: << non devi preoccuparti per me, devi sentirti libera di scegliere il nome che ti piace di più. Non mi dispiace affatto avere una piccola Lara in casa. >> Ness si voltò, e rimasero in silenzio per diversi secondi. << Tara… >> la chiamò dopo un po’: << mmh? >> gli aveva risposto. Il volto di Ness si avvicinò al suo e la baciò. Il loro primo…. Le labbra di Ness si presentarono calde e morbide, e si muovevano lente sulle sue: Il cerchietto sul suo labbro le faceva il solletico. Tara si staccò dalla bocca di Ness: << lo stronzo che ha fatto irruzione a casa, tua ti ha anche baciato? >> aveva chiesto Ness, osservando la reazione di Tara: << no. E che viviamo tutti e due nella stessa casa e come se fossimo fratelli. >> << non lo siamo fratelli veramente. >> la osservò: <<… Scusa non volevo spaventarti, te l’ho già detto che sono impulsivo.>> << non sono abituata a queste cose. >> disse confusa << non stiamo facendo niente di male. >> Ness le prese la mano e la carezzò, aspettando che dicesse qualcosa, ma non accadde. << sei così bella che è impossibile resisterti Tara. E ti amo. >> << anche io. >> ebbe il coraggio di dire, stupendosi delle sue stesse parole: << sei così spaventata che l’unica cosa che vorrei darti e la felicità. >> i suoi occhi si riempirono di desiderio: << come faccio sapere che quello che mi dici sia vero? >> << te lo dimostrerò. >> Ness accarezzò la pancia, provocandole un fremito. << vuoi che ti riporti a casa? >> le chiese Ness preoccupato: << si. >> le rispose in un sussurro. Ness l’osservò per un istante: << ok. >> Tara si sentiva in colpa di fare preoccupare Ness in quella maniera, e che ancora non aveva dimenticato quello che aveva passato. Erano trascorsi solo pochi mesi e per distrarsi aveva iniziato a pensare alla bambina di tenerla e di darle un nome.

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Capitolo 8
*** capitolo otto ***


Quando rientrarono a casa, trovarono Annasara distesa su uno sdraio difronte alla piscina, a prendere il sole: << hey ragazzi! Mi domandavo dove eravate. Va tutto bene? >> chiese osservando Tara: Ness e Tara si fermarono davanti alla donna: << si tutto bene. >> rispose Tara, sforzandosi di sorridere: << siamo stati alla collina. >> confessò Ness. L’espressione della donna cambiò e divenne più allegro: << sono felice che Tara abbia visto la mia casetta. >> << sì e proprio un bel posto. >> << grazie cara. >> la donna si sistemò il costume: << state passando del tempo insieme voi due, come vi trovate? >> la domanda congelò i due giovani, che si guardarono imbarazzati: << benissimo. >> parlò Ness: << ci stiamo conoscendo. >> si aggiunse Tara, non sapendo cosa dire: << è ovvio. >> rise la donna: << e ovvio cosa? >> le chiese Ness: <> Annasara si tolse gli occhiali da sole, per osservarli meglio: << Perché non dovremo andare d'accordo? >> domandò il ragazzo: << Perché siete cugini di quinto grado. >> Ness e Tara rimasero pietrificati, da quella notizia, e Annasara se ne accorse: << perché quelle facce? Non siete contenti? >> disse elettrizzata la donna. In quel momento fra i due giovani accadde qualcosa. Tara sconvolta dalla notizia. << non me lo sarei mai aspettato. >> parlò Ness osservando Tara pietrificata al suo fianco: << da quanto tempo lo sapevi? >> chiese Ness alla donna: << io e Patrick l’abbiamo scoperto, mentre stavamo sistemando i documenti dell’adozione di Tara. >> Tara non era in grado di capire se la notizia la rendesse felice o meno. Aveva baciato suo cugino, come si doveva sentire? Ness si passò una mano fra i capelli, frustrato dalla situazione. Tara l’osservò un istante, cercando di capire cosa pensasse, rabbia o forse delusione? Difficile da indovinare cosa provasse Ness in quel momento. Ness entrò in casa senza dire niente, Tara si portò una mano alla pancia per calmare Stella, che in quel momento stava facendo le capriole. << Che gli prende? >> le domanda Annasara, assumendo uno sguardo preoccupato: << niente. Abbiamo fatto una lunga camminata forse e stanco. >> annui la donna osservando la porta da dove Ness era entrato: << entro anche io. >> sorrise Tara. << ho! Certo. >> la donna si rimise gli occhiali e si sistemò nello sdraio, ritornando a prendere il sole. Tara raggiunse la sua camera. Quella notizia aveva sconvolto il loro rapporto, oltre al problema di vivere sotto lo stesso tetto, ora c’era il problema di parentela. Come avrebbero potuto amarsi, quando sapevano di quella parentela, ma soprattutto come avrebbe reagito la loro famiglia, quando sarebbero venuti a sapere che si amavano? Le domande la assalirono, e la bambina continuava a scalciare, per l’agitazione che provava Tara. Il dubbio che tormentava di più Tara, era che Ness dopo questa notizia non la amasse più. Si distese nel letto con le mani in grembo. Aveva troppe preoccupazioni, di sicuro non le stavano facendo bene per lei e la bambina. Quando Tara si decise di andare a parlare con Ness, dalla finestra riconobbe il motore dell’amborghini che usciva dall’abitazione. Ness non era rientrato a casa nemmeno per l'ora di cena. Annasara a tavola aveva comunicato che Ness cenava fuori con alcuni amici, ma qualcosa faceva capire a Tara che le voleva stare lontano, altrimenti perché aveva scelto di mangiare fuori proprio quella sera, e programmato all’ultimo momento una cena con i suoi amici? Pensare Ness che non la amasse più, metteva in agitazione Tara, che nonostante la notizia non smetteva di amarlo, e non riusciva a immaginare la sua vita senza di lui. Ness era il suo punto di forza, e Tara aveva bisogno di lui. Alla sera si era addormentata in un sonno agitato, sognando Ness che si tagliava i polsi, e sveniva nel pavimento del bagno, facendola svegliare si soprassalto. Si mise seduta nel letto, prima di alzarsi e dirigersi nella camera di Ness, non vedendolo nella sua camera le prese il panico. Girò per tutta la casa, e non lo trovò in nessuna stanza. Tara iniziò a sudare, e avvertire dei crampi al basso ventre. Udiva i suoi passi a piedi scalzi mentre girava per la casa, mentre scendeva per le scale, per andare al piano di sotto. Trovò Ness seduto sul divano, fra le dita una sigaretta accesa. Notò che i suoi occhi erano truccati di nero. Tara si calmò vedendolo tranquillo, e rimase a pensare se andargli a parlare o no. Era evidente che Ness fosse arrabbiato e che volesse stare da solo, in qualche modo dovevano parlarsi. Tara voleva parlarle subito, per calmare le sue preoccupazioni. L’aria odorava di alcol, in segno che Ness avesse bevuto, e forse era anche ubriaco. Tara decise di parlargli l’indomani, e ritornò nella sua stanza a dormire più tranquilla.

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Capitolo 9
*** capitolo nove ***


Era il giorno dell’ecografia. Annasara aveva fatto irruzione nella camera di Tara per svegliarla. Sapendo che era Ness che l’avrebbe accompagnata. Così Tara si vestì in fretta, impaziente di incontrarlo in cucina mentre faceva colazione. In ospedale, l'attesa metteva in ansia a Tara, che si tratteneva dalla tentazione di afferrare la mano di Ness. Le sue mani non l’avevano più toccata, dal giorno in cui la loro madre adottiva aveva confidato che erano cugini, e le loro bocche si erano sempre rifiutate di parlare dell’argomento. Tara guardò Ness seduto al suo fianco, sperando che la guardasse, mentre lui osservava fuori dalla finestra, mentre le persone nella sala d’attesa diminuivano. Finalmente Tara venne chiamata in ambulatorio. Ness la lasciò andare da sola, mentre Tara sperava che entrasse anche lui. La dottoressa la visitò. Stella cresceva bene, ed era sana, Tara aveva solo la pressione un po’ bassa, e la dottoressa le disse di riposare il più possibile, e di avere meno tensioni. Terminata la visita, oltre che Ness non era entrato con lei a sostenerla, non le aveva nemmeno chiesto come fosse andato il controllo. In silenzio si era alzato, aveva percorso i corridoi dell’ospedale, insieme avevano raggiunto il parcheggio ed erano ritornati a casa. Tara era disperata, era come avere perso una grande amicizia. Si era decisa di parlargli appena possibile, per capire quello che stava succedendo tra di loro. A pranzo affrontò le domande di Annasara riguardo alla visita in ospedale, mentre Patrick parlava con Ness, di una gara di auto sportive che conoscevano, Ness sembrava tranquillo nella conversazione con l’uomo. Tara trovò il momento giusto per parlare con Ness quando Annasara e Patrick uscirono da casa per fare una passeggiata. Ness era rifugiato nella sua camera, al piano di sopra. Entrando nella stanza Tara, trovò il ragazzo nel terrazzo a fumare, con lo sguardo perso nel vuoto. Il ragazzo si accorse della presenza di Tara, perché in fretta spense la sigaretta, e con la mano cercò di allontanare il fumo. I suoi occhi chiari la guardarono. E ora che cosa gli avrebbe detto? << sono preoccupata. >> iniziò a parlargli: << lo sai che non ti fa bene. >> gli rispose il ragazzo: << perché mi eviti? >> << non ti sto evitando Tara. Ho solo bisogno di stare per i fatti miei. >> le spiegò: << anche io sono stata stupita dalla notizia di Annasara. >> << riguardo a quello non so più come comportarmi con te. >> mormorò il ragazzo, osservando l’orizzonte: << potresti comportarti come quando non sapevi che eravamo cugini. >> le suggerì Tara. Ness rise e si voltò a guardarla: << non sapevo se tu eri d’accordo. >> si avvicinò a Tara e gli accarezzò una guancia. Tara non rifiutò quel contatto. << non possiamo comportarci così. >> sussurrò Tara: << lo so. >> Ness la baciò, la sua mano ancora le stava accarezzando la guancia. Tara non riesce a muoversi. Ness si staccò dalle sue labbra: << scusa. Non dovevo baciarti. >> << mi avevi già baciato altre volte. >> le ricordò Tara << E ti è piaciuto? >> le domandò con voce bassa e rauca: << Si. Mi è piaciuto >> Ness le sorrise e rimasero nel terrazzo a parlare del più e del meno.

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Capitolo 10
*** capitolo dieci ***


Tara era al centro commerciale, insieme a Ness e i genitori adottivi, come una vera famiglia, impegnati a fare acquisti per la bambina. Tara era felicissima! Avevano già comprato una culla e un passeggino, che fin dall’inizio l’avevano colpita. Ora erano alla ricerca dei vestiti per Stella da aggiungere al borsone dell’ospedale. Era la prima volta che Tara desiderasse così tanto avere fra le braccia la sua bambina, senza pensare a chi avesse assomigliato. La pancia si notava sempre di più ogni giorno che passava. << ho preso dei vestitini orribili. Scegli tu. >> dice Ness. Arrendendosi, abbandonando tutti i vestiti che aveva raccolto: << non importa se non ti piacciono, tanto Stella l’indosserà per pochi mesi, poi dovremo cambiarli. >> << e vero. Ma nemmeno vestirla come se fosse sempre carnevale.>> Tara riprese tutti i vestiti che Ness aveva scelto, sorprendendolo. Pagarono e raggiunsero i due genitori adottivi, che li aspettavano fuori dal negozio con altri nuovi acquisti. Annasara e Patrick si tenevano per mano, mentre li stavano aspettando. Vederli tenere per mano, a quell’età, per Tara era speranza che l’amore poteva durare per sempre. Visitarono altri negozi, con Annasara e Patrick davanti a loro, lasciando così un po’ di intimità a Tara e Ness. << ho notato che non sorridi spesso. >> le parlò Ness, iniziando a farle il solletico: << Smettila. >> disse Tara tra le risate. << Perché dovrei smetterla? Quando sei così bella quando ridi. >> disse Ness con tono giocherellone: << tu mi fai il solletico, Stella scalcia. Non riesco più a sopportarvi.>> << Dai ragazzi, sbrigatevi. >> vennero chiamati da Patrick, e Ness smise di farle in sollettico. Entrarono in un bar del centro Commerciale. << vi va di prendere qualcosa? >> le domandò Patrick, a Tara e Ness, che accettarono. Si misero seduti su un tavolo libero, in attesa di un cameriere, che arrivò subito. Annasara e Patrick ordinarono due cappuccini, Ness prese una bevanda, mentre Tara un gelato. Il cameriere prese nota delle ordinazioni e se né andò. Dopo aver parlato delle ultime cose che erano rimaste da comprare per la bambina, Patrick si fece serio: << Io e Annasara, abbiamo da dirvi una cosa importante. Tra due giorni e l'anniversario del nostro matrimonio, e da quando siete arrivati voi non abbiamo più potuto festeggiare, e quindi, ora siete abbastanza grandi da poter stare tre settimane a casa da soli mentre porto Annasara in crociera. Se per voi non ci sono problemi di rimanere a casa da soli, visto che non vi conoscete bene. E quello che ha passato Tara non è da sottovalutare. >> tutti guardarono Tara. Lo sguardo di Ness, annunciava gioia. << non ci sono problemi. Mi fido di Ness. >> consentì Tara: << è io mi fido di lei. >> rispose Ness afferrando la mano di Tara sul tavolo. << Siamo solo preoccupati per la bambina, durante la nostra assenza ci potrebbero essere problemi, lo so che manca ancora molto, ci potrebbe essere un caso che nasca prima o che ci siano delle complicazioni. >> parlò la donna preoccupata: << in questo caso, basta solo che ci chiamate noi torneremo subito a casa. >> si aggiunse Patrick: << ci sarò io a starle vicino. Vi meritate un po’ di riposo. >> parlò Ness, cercando di rassicurarli. << lo sapevo che abbiamo scelto dei brutti giorni per festeggiare. >> parlò Patrick alla donna. << spero solo che non nasca spetto, avevo promesso che ti sarei stata vicino il momento della nascita. >> Anche la donna strinse le mani di Tara, ma le loro mani si separarono subito per l’arrivo del cameriere. << io sono ancora convinco che Ness vada nel panico mentre Tara le comunica che le si sono rotte le acque. >> l’uomo trattenne le risate: << divertente pà. Ma mi dispiace dirti che se accadrà, mi comporterò da vero uomo. I miei piercing e tatuaggi non mi hanno trasformato in una femminuccia. >> protestò Ness offeso: << stavo scherzando figliolo, e che quei tatuaggi non fanno parte del tuo carattere. >> << sei sempre stato contrario su questo. Io mi sento a mio agio così, con i miei disegni a dosso. >> << su ora smettetela voi due, prima che spaventate Tara. >> si aggiunse Annasara. Tara sorrise. << lo so che stanno scherzando. Si stuzzicano spesso. >> << e un modo per capire se e il nostro Ness, o è cambiato. >> spiegò Patrick: << vorresti che cambiassi pà? >> << no. Controllo solo che quei disegni di croci teschi e tribali non ti cambiano in qualcosa di peggio.>> << nessuno mi potrà cambiare. Forse solo l’amore. >> aggiunse. Tara l’osservò, incuriosita di sapere se stesse parlando della loro storia d’amore, ancora segreta ai due adulti seduti davanti a loro.

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Capitolo 11
*** capitolo undici ***


Nonostante i festeggiamenti con i famigliari dell’atra notte, Tara si era svegliata presto per augurare buon viaggio ad Annasara e Patrick. Erano due genitori fantastici, e si meritavano un po’ di tempo per il loro amore. Tara era elettrizzata all’idea di rimanere tre settimane da sola con Ness. In casa quella mattina, cera movimento. Annasara sistemava gli ultimi festoni ancora sparsi per casa: << buongiorno Tara. Volevo farvi trovare la casa in ordine prima di partire. >> disse indaffarata a spolverare la cucina: << non occorreva. Sistemavo tutto io. >> << lo sai che non ti devi faticare. Siediti a tavola fin che il latte nel pentolino e ancora caldo. >> Tara prese i biscotti dal mobile e si versò del latte nella tazza, osservandosi in torno se c’era la presenza di Ness: << Ness dorme ancora? >> chiese, senza riuscire a trattenere la sua curiosità: << no. Sta aiutando Patrick con le valige. >> la donna chiuse il sacchetto dell’immondizia e indicò in direzione della vetrata che dava sulla piscina, e in strada si vedevano i due caricare le valige nei portapacchi dell’auto. << discuteranno per i tatuaggi o i piercing, ma quei due quando vogliono vanno d’accordo. >> rise la donna sedendosi a tavola con Tara: << mi prometti che se ci sono problemi mi chiamerai? Mi sento in colpa lasciarti sola con un ragazzo, quando ti è accaduto quella brutta disavventura. >> disse la donna ritornando seria: << sono tranquilla perché mi fido di Ness. >> rispose Tara: << per quello che avete fatto per me, questo e il massimo che posso fare, lasciarvi festeggiare il vostro anniversario di matrimonio da soli, quando in voi c’è ancora tatto amore. >> la donna divenne rossa in volto: << ci siamo sempre amati così tanto. Il fatto che io non potessi avere figli ci ha uniti, di più con il vostro arrivo.>> gli occhi della donna divennero lucidi: << voi siete la dimostrazione che l’amore può durare, nonostante gli ostacoli.>> Annasara si alzò per andare abbracciare Breil: << grazie cara. Spero che anche tu un giorno troverai la fiducia in un vero ragazzo.>> Aveva trovato la fiducia di un ragazzo, e quel ragazzo viveva sotto il suo stesso tetto, ed era un cugino di quinto grado, di cui Tara non sapeva nemmeno l’esistenza. Quando le valige erano state tutte caricate nell’auto, i due erano rientrati in casa: << siamo pronti. >> aveva annunciato Patrick alla moglie: << Si caro. Sono pronta. >> le rispose la donna, dirigendosi nel salotto a prendere la giacca. Si salutarono. Patrick le strinse la mano di Breil, per il fatto che Patrick fosse spesso impegnato con il lavoro fra loro non era ancora nato un amicizia, ma cera molto affetto, mentre Annasara l’abbracciò, e le accarezzò la pancia, salutando la bambina. << mi raccomando ragazzi. >> fece le ultime raccomandazioni: << state tranquilli. >> lì rassicurò Ness, mettendo un braccio dietro la schiena di Tara, e stringendola a se. Tara e Ness li accompagnarono all’auto, si salutarono per l’ultima volta e rimasero a osservare l’auto allontanarsi lungo la strada, poco trafficata: << bene. Siamo ufficialmente soli. >> Ness la baciò, un bacio sbrigativo, prima di rientrare in casa. << devo farmi una doccia. >> annunciò Tara: << Pure io. Ti va di farla insieme? Non pensare male, non abuserei mai di te. >> chiarì subito. Tara si fece prendere dal panico. Avrebbe dovuto vedere Ness nudo, e lui avrebbe visto lei. << non volevo spaventarti. >> disse Ness notando, il silenzio di Tara: << aspetterò che finisci tu. Ora vai. >> Ness si diresse nel soggiorno: << Aspetta. Ok, va bene. >> si decise Tara. Ness si voltò sorridente. << non sei costretta. >> disse con un sorriso malizioso: << tu non sei quell’uomo, devo cercare di ricordarmelo. Tu sei il ragazzo che amo. >> Nel bagno, Ness iniziò a spogliarsi tranquillamente, trovandosi perfettamente a proprio agio, come se lo avesse fatto altre volte, spogliarsi davanti a una donna. Ness era voltato di schiena, svelando a Tara altri tribali. Ness entrò in doccia, senza mai osservare Tara, che con calma si toglieva i vestiti, con un po’ in imbarazzo. Ora erano nudi e Ness si era voltato: << dai entra, ora l’acqua e calda. >> Gli occhi di Tara finirono su un leggero luccichio nelle parti basse del ragazzo. Si congelò sul posto, osservando il piercing nelle parti intime. Ness rise divertito dell’espressione sul volto di Tara: << prima che me lo chiedi. No non mi ha fatto male.>> << come ti è venuto in mente una cosa del genere? >> per la prima volta Tara lo stava rimproverando: << il corpo e mio, e decido io cosa farci. Non deve piacere a tutti. >> << a me non piace per niente. >> << appunto. Ora ti sbrighi o hai cambiato idea? >> Ness era divertito. Tara si compose, dirigendosi verso la doccia. Stella scalciava impazzita sotto il getto dell’acqua della doccia, trovandosi così vicino a Ness. Tara cercò di non pensarci, e si lavò con il bagno schiuma, mentre Ness le lavava i capelli. << la tua pancia ora si nota molto. E’ è bellissima vederla senza che una maglia larga te la copra. >> << inizia a essere molto ingombrante e pesante. >> << come sensazione dovrebbe essere piacevole. >> Ness le accarezzò la pancia, abbracciandola da dietro, l’acqua scorreva sopra i loro corpi, la pancia di Tara oltre a contenere una bambina, milioni di farfalle volavano dentro al suo stomaco. Oltre dei baci passionali, non fecero altro. Finito la doccia, si vestirono. Ness prese il phon e asciugò i capelli di Tara, e poi si asciugò i suoi. Tara era felice che Ness non avesse approfittato della situazione nella doccia per fare altro. Tara ancora agitata per quello che aveva visto, non pensava nemmeno di sperimentare quell’avventura, non le interessava. << Tara. >> la chiamò Ness, prima che uscisse dal bagno: << non dire niente a Patrick del mio segreto, ok? >> << il tuo segreto e al sicuro. >> << e così orribile? >> le domando il ragazzo ridendo: << diciamo che non ne voglio sapere niente. >> Tara abbandonò il bagno, prima che la conversazione prendesse altri discorsi imbarazzanti. Tara andò a sistemare la sua stanza, lasciando Ness da solo nel bagno.

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Capitolo 12
*** capitolo dodici ***


Dopo cena Ness aveva proposto di andare al cinema. Il cinema, era affollato di gente, per un film appena uscito in quei giorni nelle sale. Le poltrone comode e morbide di colore rosso, e le pareti scure, e rendeva l’atmosfera erotica con l’aggiunta delle luci basse. Ness e Tara erano seduti vicini, avrebbero visto un film tranquillo, anche se a Ness sarebbe piaciuto un film di paura, ma per Tara non avrebbe fatto bene, che odiava quel genere di film. La pubblicità finì, e le luci della sala si spensero del tutto, la gente si mise in silenzio. Tara si portò le mani al grembo mettendosi comoda, mentre Ness teneva la sua mano su una sua coscia. Rimasero così fino a metà del film, poi Ness iniziò a mettere un braccio dietro le spalle di Tara, e con l’altra mano le accarezzava la pancia. Stella che poco prima sembrava stesse dormendo, in quel momento si muoveva delicatamente dando qualche colpetto dove Ness la stava carezzando, Ness sorrise sentendo muoversi la bambina. Gli occhi di Tara incontrarono quelli suoi nel buio, e si guardarono. La sala era immersa nel buio, le uniche voci che si udivano erano quelle dei protagonisti nel film. Ness le accarezzò una guancia prima di posare le sue carnose labbra su quelle di Tara coprendole in un caldo e tenero bacio. Tara ha paura, se non fosse per la piacevole sensazione delle labbra di Ness morbide come petali di rose. La mano di Ness le tenne ferma, in modo che non si staccasse da quel bacio, lasciandole che si immergesse in quella calda sensazione. Seguo la danza lenta delle sue labbra, fin quando le persone che erano seduti nei posti dietro non scalciarono le loro poltrone, Ness si staccò brusco dalle labbra di Tara, e voltandosi lanciò un occhiata di fuoco alla coppia dietro, per poi ritornare al film. Quando il film terminò per le undici e mezza di sera, rientrarono a casa. L’unico pensiero di Tara era di andare a dormire, nonostante non avesse camminato, si sentiva le caviglie gonfie. << Ti va di dormire insieme solo per questa sera? >> Tara aveva avuto la sua piena fiducia in doccia e al cinema. Dormire nel letto con un ragazzo non sempre significava finire per fare l’amore. << sto correndo troppo? >> le aveva domandato Ness, vedendo che Tara non dava nessuna risposta: << sto cercando di non farmi bloccare. >> Tara abbassò lo sguardo. Quella proposta le suonava tanto come avvertimento, aveva il presentimento che non sarebbe stato solo coccole a letto ma forse si sbagliava: << sai che io non ti costringo a fare niente che tu non voglia. Io propongo e dopo decidi tu i base a quello che ti senti di fare. >> aveva detto stando appoggiato alla porta della sua camera. << solo per questa notte. >> aveva dato il permesso Tara, facendo sbocciare un sorriso soddisfatto sulle labbra del ragazzo. Andarono insieme nel bagno a lavarsi i denti, come una vera coppia innamorata. << hai male i piedi? >> le aveva chiesto Ness asciugandosi la bocca con l’asciugamano: << mi sento le caviglie gonfie. >> << infatti sono tanto gonfi. Fai paura. >> rise per prenderla in giro. Tara lo ignorò, e finì di struccarsi il volto: << e con il mal di schiena? >> le aveva chiesto Ness, mettendosi al suo fianco a osservandola: << oggi non ho avuto molto dolore alla schiena. >> << meglio così. >>. Andarono nella camera. Non era la prima volta che Tara entrava nella camera di Ness. La prima volta era entrata ma non aveva fatto caso all’arredamento, perché era andata subito alla ricerca di Ness per parlargli e l’aveva trovato nel terrazzo a fumare. La stanza aveva pareti grigie, e lo stesso lo erano le coperte del letto. Un armadio dal legno scuro, con le ante coperte da vari disegni. Su una parete stava una scrivania affollata di cose. Ness si spoglio, per mettersi un paio di pantaloni comodi, rimanendo a petto nudo. << resti sempre affascinata ogni volta che mi vedi senza una maglietta.>> sorrise malizioso sedendosi nel letto: << mi piacciono i tuoi disegni. >> << bugiarda. >>Ness rise: << vieni qui. >> le ordinò. Tara si avvicinò a letto, e si mise vicino a Ness, che le prese il volto fra le mani per baciarla, infilandole la lingua. Si era dimenticata del piercing sulla lingua, e la punta della sua lingua ci stava giocando. Non pensava fosse così erotico è eccitante. Tara si allontanò con uno scatto: << che succede? >> si preoccupò Ness: << sono ancora tesa. >> << voglio aiutarti, a non farti avere più paura di stare vicino ad un ragazzo. >> << e come pensi di fare? >> << sostituendo la brutta avventura che hai avuto, con una bella. >> << e se non funzionerà? >> << funzionerà se ti fidi di me. >>. Si misero sotto le coperte, per un attimo Tara rimase avvolta dal profumo di Ness che le coperte portavano. Sotto le coperte Ness, ancora a petto nudo e con su solo i pantaloni, l’abbracciò. Tara sentì i suoi duri muscoli attraverso la maglietta del pigiama, e si sentì al sicuro. Quando Tara incontrò gli occhi azzurri, come l’oceano profondo e l’azzurro del cielo estivo, le sembrò che il tempo si fosse fermato. Incantata e rapita dagli occhi di Ness si lasciò accarezzare, dalle caldi mani di Ness. A Tara sfugge un sbadiglio, Ness sorride: << Stai morendo di sonno, o sono noioso? >>domandò. Come poteva pensare di essere noioso? Era semplicemente che Tara era tranquilla e rilassata fra le sue braccia e in quel letto che non si sentiva suo. << Credo sia sonno. >> << Allora... andiamo a dormire? >> << non ho mai dormito con un ragazzo. >> confidò Tara: << te l'ho detto. Non farei niente che tu non vorrai. Lo ammetto, son impulsivo, ma capisco quando sto’ esagerando. >> Ness spense la luce della camera e si addormentarono abbracciati. Quando l’indomani Tara si svegliò infastidita dalla luce proveniente dalla finestra del terrazzo, capì che Ness si era dimenticato di abbassare le persiane, e ora il rosso del tramonto invadeva la stanza. Il braccio di Ness sopra alla pancia, iniziava a pesare. Era stato tutta la notte ad accarezzare la pancia per far calmare Stella che si muoveva durante la notte. Voltandosi Tara osservò incantata Ness dormire tranquillo, vederlo le sfuggi un sorriso di felicità. Era l'unico ragazzo che capiva la sua situazione, ed era suo cugino, se fosse stato un altro ragazzo, se ne sarebbe fregato. La notte e passata tranquilla, La sveglia sul comodino di Ness suonò, era ora che si alzassero dal letto per prepararsi, Tara per andare a scuola e lui per andare a lavoro alla Children. Osservo Ness, sollevare un braccio e spegnere la sveglia, e poi apre gli occhi assonnato: << Sei già sveglia? >> la guardò, per un istante prima di richiudere gli occhi e sospirare. << Si dormiglione. La bambina ha scalciato, è mi ha svegliato. >> confido Tara. << ho sentito che scalciava. Ti ha lasciato dormire? >> le chiede accarezzandogli le labbra, con le dita. << Si. Mi sto’ abituando a dormire con lei che scalcia.>> il rosso del tramonto, dava alla camera un’atmosfera magica, piena di emozioni. Ness si mise seduto nel letto, i suoi capelli scuri erano spettinati, e per un attimo tutti i piercing al volto brillarono, mentre guardava Tara ancora distesa al suo fianco: << allora. Buon giorno principessa mia. >> si chinò per baciarla, la sua lingua riesce a infilarsi nella sua. Poi si vestì, nascondendo i tribali sparsi per il corpo. << è ora di alzarsi, e di fare colazione. Vado a prepararla io. >> Ness le accarezzò la pancia, baciandola nella fronte prima di uscire dalla camera. Quando Tara fu sola, si liberò dalle lenzuola, si alzò vestendosi. Si sentiva bene e felice quando Ness non se ne approfittava della sua debolezza fisica. Ora viveva la giornata solo per amore, e per Stella. Non pensava più alla sagoma scura di quella sera nella sua camera, gli spari e le urla dei genitori. A volte ci pensava, perché era un episodio della sua vita che sarebbe stato difficile dimenticare o cancellare, quel episodio giaceva in un angolo della sua anima, rimanendo in silenzio, fin quando qualcosa glielo faceva ricordare. Tara si specchiò, guardando tutti i traguardi e i cambiamenti che aveva raggiunto in quei mesi. La sua pancia era un cambiamento no previsto, ma i mesi con cui stava convivendo con quella pancia, la stava preparando per la nascita di Stella sua figlia. Aveva il terrore di vedere Stella cresciuta che gli domandava dove fosse suo padre. Perché non sapeva che cosa avrebbe dovuto rispondere a quella domanda. Forse doveva rispondergli con sincerità o forse no… avrebbe deciso il tempo per quella risposta. Dopo aver riordinato il letto, Tara uscì dalla camera, percorse il corridoio dove alla parete c’erano appese le foto di Ness da piccolo. Udiva Ness nel piano di sotto preparare la colazione. L’odore del latte e delle brioche riscaldate, le sembravano tutti odori acidi, quasi in riconoscibili. Come se ogni volta il pasto che mangiava fosse avariato. Tara cercò di non farci caso, sapeva che era la gravidanza a dargli un olfatto sensibile. Raggiunse il bagno per rinfrescarsi il volto. Un conato di vomito le fece portare una mano davanti alla bocca. In preda dal panico cercò di controllarsi. Era la solita nausea mattiniera. No riuscendosi più a controllare si diresse al wc, dando sfogo a quella nausea. Aveva udito aprirsi la porta dietro di se, e Ness le fu subito al suo fianco, accarezzandogli la schiena. Quando la nausea mfu passata, Tara si rimise in piedi. Un capogiro, le fece perdere l’equilibrio e cadde a dosso di Ness, che l’afferrò in un abbraccio, stringendola: << stai meglio adesso? >> << scusa. >> << per cosa? >> << per vedermi in questo stato. >>. I loro sguardi si incontrarono, e Ness non riuscì a resistere alla tentazione di baciarla. Le loro labbra si toccarono per un istante prima che Tara si allontanasse: << Ho appena vomitato >> << allora? >> le rispose Ness ritornando a baciarla, ma Tara non si sentiva al suo agio, e si staccò dalla sua bocca per la seconda volta. << Ti viene ancora da vomitare? >> Tara si voltò di scatto, ritrovandosi con la testa nel Wc. Ness gli afferrò i capelli, rimanendogli vicino. << non volevo c’è assistessi a questo spettacolo. >> si scusò Tara, quando riuscì a parlare: << non ti devi preoccupare. Devi comunque mangiare qualcosa. >> << non so se riuscirò a mangiare qualcosa. >> << se non te la senti di andare a scuola, dovrò portarti alla Children con me. >> << sto’ bene. E passato. >> Tara si mise in piedi, con un sorriso. In macchina. Mentre Ness la stava accompagnando a scuola, il telefono di Ness squillo, con una musica martellante metal. << Sto guidando, potresti rispondere tu? Il telefono e nella tasca dei pantaloni. >> Tara gli doveva mettergli le mani a dosso? << allora? lo prendi prima che mettano giù? >> Tara si concentrò e sbrigandosi, tastò le tasche dei jeans aderenti e scuri di Ness. Lui si dimenava nel sedile, per aiutarla, e la cosa la stava imbarazzando. Trovò il cellulare e rispose, cercando di ricomporsi: <> aveva chiesto Tara, anche se il numero era di Patrick << Ester, come stai cara? >> aveva risposto l’uomo: << bene. >> aveva mentito: << Ness e lì con te? >> Tara guardò Ness, alla guida: << si è qui. Sta guidando. >> << d’accordo. Ti passo Anna in tanto, ti voleva sentire. >> l’uomo passò il telefono alla moglie. << tesoro mio, come stai? >> aveva risposto la donna: << sto bene. Ness mi sta accompagnando a scuola. >> spiegò: << se qualche mattina non te la senti, rimani pure a casa a riposare. >> << si. va bene. Come è andato il viaggio? >> le chiese Tara: << e andato tutto bene. Sembrava di essere tornati ragazzini. >> rise la donna, con la sua risata contagiosa, era riuscita a fare sorridere Tara. << Stella sta facendo la brava o scalcia? >> << scalcia molto ultimamente. >> spiegò Tara: << Ness sta guidando? >> le domandò la donna: << si. >> << ok allora lo chiameremo più tardi. Ora ti lascio. Ti voglio bene. >> << anche io. >> tara chiuse la chiamata: << stanno bene? >> aveva chiesto Ness, riprendendosi il telefono, mentre erano fermi nel traffico. << si stanno divertendo come ragazzini. >>. Ness raggiunse il parcheggio della scuola e prima che Tara scendesse: << questa sera ho invitato due miei amici se non vuoi rimanere tra maschi, potresti invitare qualche tua compagna di scuola per uscire. >>lasciò andare a scuola: << non mi piacciono le mie compagne di scuola. E non ho ancora degli amici affidabili. Sarebbe un problema se rimango a casa? >> << non c’è nessun problema piccola mia. >> la baciò e la lasciò andare a lezione.

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Capitolo 13
*** capitolo tredici ***


A scuola Tara aveva parlato con alcune compagne, della sua storia d’amore proibita, sentendosi fuori luogo, e una poco di buono. Si era innamorata prima di sapere che era suo cugino. E ora si domandava perché la faccenda di essere cugini la infastidiva così tanto. Quando le lezioni terminarono, Tara trovò Ness seduto sul cofano della amborghini con su gli occhiali da sole ad aspettarla. Si salutarono e in macchina Tara diede libero sfogo al suo stato. << mi continuo a domandare se stiamo facendo la cosa giusta, amandoci. Posiamo fermarci prima, che sia troppo tardi. >> aveva iniziato Tara seduta accanto di lui. Ness staccò per un breve istante gli occhi coperti dagli occhiali, dalla strada, per guardarla: << ci stai ancora pensando? Devi smetterla di pensarci. >> << non riesco farci a meno Ness. Mentre parlo con le compagne di scuola di te, e difficile tenere nascosto che siamo cugini. Tu non ti preoccupi di quello che può pensare la gente di noi? >> l’espressione di Ness divenne seria: << ti preoccupi più di quello che pensano di noi la gente, e non ascolti i tuoi sentimenti? >> la voce di Ness si fece alta. << io ascolto i miei sentimenti. Ho solo paura di essere delusa. E sì. Mi preoccupo di sembrare una poco di buono. E poi non ci conosciamo molto. >> << però ci stiamo conoscendo. Stai dicendo solo cavolate! >> sbottò Ness, correndo in strada: << non sto’ dicendo cavolate. >> una mano teneva la portiera e latra si ei teneva al sedile, dalla folle velocita che l’auto aveva preso. Il cuore le batteva forte nel petto, mentre aveva paura che Ness si distrasse e perdesse il controllo della macchina. Gli occhi di Tara trattenevano le lacrime. Ignorò Stella che scalzava impazzita dentro di lei. Amava Ness, con tutto se stessa, ma non potevano amarsi sapendo di essere cugini, o nascondere il loro amore. Finalmente Ness accostò l’auto in un parcheggio. << non possiamo nasconderci. >> aggiunse Tara: << chi ti ha detto che ci dobbiamo nascondere? La gente non interessa se siamo cugini o fratelli, siamo stati adottati e per puro caso abbiamo saputo che siamo cugini, quale è il problema Tara, di cosa hai paura? >> Ness si passò una mano fra i capelli. La voce di Ness era grossa, e Tara iniziava avere paura, si portò le mani in grembo, in un gesto di protezione. Le farfalle che aveva sentito poche ore prima, le sembravano che le stessero esplodendo come bombe dentro di lei, scoppiando una a una. << Di te. >> Tara si maledisse per quelle due parole: << di me? Questo non me la spettavo proprio. Ma non capisci che dicendomi queste cose mi stai uccidendo. Io ti amo Tara, sul serio, non ho mai amato nessuno come te. Non me ne frega della parentela, o di quello che penserà la gente, la vita e la nostra e decidiamo noi come giocarla. >> << mi stai spaventando, Calmati. >> mormorò Tara: << Calmarmi? Ma mi ami o no? Perché non ha senso continuare a discutere, e non voglio perdere altro tempo. Mi hai davvero deluso Tara. >> disse calmandosi, rimettendo in moto l'auto. Rimasero in silenzio fin quando non arrivarono a casa. Tara osservò Ness salire le scale di corsa e sbattere la porta della camera. Lei rimase all’entrata della casa da sola. Nessuno dei due mangiò. Anche Tara lo amava, aveva solo paura di essere delusa, aveva già avuto una terribile esperienza, e ora aveva pura di tutto e di tutti. Non sapeva più come comportarsi, doveva superare anche la paura di diventare mamma a quella giovane età, ma su quello aveva deciso lei di tenere la bambina, sperando che l’avesse aiutata a iniziare una vita migliore. Doveva affrontare un sacco di cose da sola, che le mettevano tensione. Le lacrime che stava cercando di trattenere scesero, correndo lungo le guance. Era stata Tara a tirare fuori l’argomento, e ora si doveva prendere le responsabilità. Non aveva mai visto Ness così arrabbiato, e non lo voleva vedere in quelle condizioni un’altra volta. Per la prima volta le aveva dato la conferma che la amava. Tara non era mai stata fidanzata e non ci aveva mai pensato fin quando non aveva conosciuto Ness. Tara entrò nella sala da pranzo, e si lasciò cadere sul divano, e si guardò le mani tremare. Era Tara ad aver sbagliato. Sarà che sta diventando madre a farla preoccupare così tanto per ogni cosa, il fatto era che non si era mai sentita così bene con qualcuno come Ness. Chiudendo gli occhi, si addormentò nel divano, e quando si sveglio intenta ad andarsi a scusare con Ness, era tardi. << Io esco. >> le comunica Ness entrando nella sala, per afferrare la sua giacca in pelle: << Non vengono i tuoi amici? >> << abbiamo deciso di uscire. >> << pensavo rimanessi a casa. >> << Con la tua presenza che mi fa pressione? preferisco uscire. Non aspettarmi farò tardi. >> indossò la giacca senza dire altro. Era decisamente ancora molto arrabbiato, ed era stata colpa di Tara. Si trovò a cenare da sola, con la casa che regnava nel silenzio. Dopo aver mangiato qualcosa si era ritirata nella camera con una bacinella calda per le caviglie gonfie, e dei cuscini dietro la schiena. Aveva pianto prima di addormentarsi nel divano, poi anche quando si era svegliata e lo stesso quando mangiava in cucina da sola, e ora in camera, fin quando si addormentò, entrando in un sonno agitato. Al risveglio, Tara si trovò in l’ansia, fu ancora peggio quando entrò nella camera di Ness e trovò il letto ancora in ordine. Allarmata che Ness avesse fatto una bravata, iniziò a cercalo per tutta la casa. << Non dovresti correre per le scale puoi cadere. >> disse Ness sbucando Dalla sala. << sei in casa allora. >> riuscì solamente a dire, rimanendo impalata sugli ultimi scalini. << buongiorno anche a te. Come mai già sveglia? >> << ho avuto gli incubi. Mi sono spaventata quando ho visto il tuo letto in ordine. >> << a volte sono mattiniero e faccio il letto. Sei entrata in camera mia, che volevi? >> << darti il buongiorno. >> << grazie ma non è un buongiorno oggi. >> la caffettiera in cucina gorgogliò, l’odore che emanava per Tara era di uova marcie. Si portò una mano alla bocca bloccando un conato di vomito, fin quando fu costretta accorrere in bagno. Mentre aveva la testa del wc, si sentiva furibonda che Ness non fosse corso in bagno a sostenerla, ma quando si voltò, lo trovò appoggiato alla porta del bagno, e Tara si trovò persa. Innamorata alla follia del ragazzo che aveva davanti a lei. << Tutto apposto? >> con uno scatto della testa Ness scostò i capelli. Tara le fece un cenno con la testa, e Ness se ne andò senza dire o fare altro.

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Capitolo 14
*** capitolo quattordici ***


Era arrivato un altro giorno dedicato alle visite in ospedale, per vedere la crescita di Stella. Tra Tara e Ness, la situazione non si era per niente calmata. Ness continuava a evitarla, almeno fin quando non correva al bagno. Non la coccolava più e non le parlava, era possibile che lui soffrisse più di Tara? Mancava ancora una cosa che Tara non aveva avuto l’opportunità, ed era di scusarsi con Ness, promettendogli che non avrebbe più tirato fuori argomento sulla faccenda di essere cugini. Come era stata lei a creare tutta quella confusione avrebbe potuto anche sistemare le cose. In quei giorni Tara aveva pensato alle parole che gli aveva detto Ness e si era chiesta che cosa volesse, arrivando alla conclusione di non farsi scappare la grande opportunità che gli si era presentata, cioè, un vero ragazzo che la amasse, e aveva bisogno di una persona come lui, soprattutto in quel momento, dove tutta la sua vita stava cambiando. Iniziavano a mancargli le labbra di Ness e le sue carezze, non sarebbe riuscita a resistere molto in quelle condizioni. Si promise che dopo le visite gli avrebbe parlato. La dottoressa si presentò sorridente, e si era alzata per stringerle la mano. Si erano accomodate davanti al tavolo: << come stai? >> le domandò la dottoressa, sistemando i fogli davanti a lei: << ve tutto bene. >> << scalcia molto la bambina? >> le chiese. << ultimamente no. E diventata pigra. >> << ci sono stati problemi? >> La donna afferrò la penna, pronta a scrivere nei fogli: <> << hai ancora nausea? >> << si. >> << non ne avrai ancora per molto. >> la donna le sorrise: << ho ancora molta acidità di stomaco. >> << per quello posso darti una pastiglia, te la prescrivo? >> << si. Grazie. >> la donna si mise a scrivere, Tara attese, fin quando le ordinò di sdraiarsi nel lettino. Emozionata di vedere i progressi della crescita della sua bambina. Si distese, scoprendo la pancia. La dottoressa preparò il macchinario, e poi le mise il gel. Al monitor comparve Stella in bianco, e l’ammirò orgogliosa: << hai fatto qualche tracciato? >> << no la ho alla prossima visita. >> spiegò. La dottoressa non disse altro. << Come mai oggi sei sola? >> le chiese la dottoressa: << I miei genitori adottivi sono in vacanza. Mi ha accompagnato l’altro figlio adottivo. >> << e non a voluto entrare? >> sorrise la donna, staccando gli occhi dal monitor per un attimo. << Credo non se la sentisse di entrare. >> le rispose senza sapere che altro dire. << in fondo no si tratta di sua figlia. >> aveva mormorato la donna. Tara desiderava con tutto il cuore che Stella fosse figlia di Ness, ma non era così. Guardò Stella al monitor chiudere e aprire le manine. Tara sii intenerì. Fiera di non avere accettato l’aborto, guardando con i suoi occhi, quello che avrebbe perso. Aveva avuto bisogno di molta forza di accettare Stella e di portare a termine la gravidanza, era stato merito della nuova famiglia e di Ness ad aiutarla. Se ci fosse stato anche Ness a vedere Stella, Tara avrebbe scommesso che si sarebbe commosso. In vece Ness, aveva scelto di tenergli il muso solo per fargli un dispetto. Dopo che la dottoressa le aveva dato le foto scattate della ecografia, si salutarono con una stretta di mano. E raggiunse Ness nella sala d’attesa. Ness aspettò che Tara si sedesse per chiederle se la visita era andata bene: << sta benissimo. >> le sorrise, felice che Ness si interessasse alle visite e alla salute di Stella. Tara attese che Ness le chiedesse qualcos’altro, in vece si voltò. << verrai dentro con me alla prossima visita? >> si fece coraggio di chiedergli. Ness tornò ad osservarla. << lo sai che ti dovrò vedere mezza nuda? >> << lo so. Ma non mi importa. Quella visita non mi piace, e il dottore è un maschio. >> spiegò Tara, abbassando lo guardo: << Tara non posso entrare. >> << perché? >> << perché mi farebbe male vederti nuda e non poterti fare mia. >> Tara le salirono le lacrime, spaventata di entrare da sola alla visita. Il dottore era il solito che l’aveva visitata il giorno della tragedia. Con aria professionale l’uomo le strinse la mano: << ti vedo in forma. Hai fatto un grande cambiamento dalla prima volta. Come ti trovi nella nuova famiglia? >> le aveva chiesto, mentre leggeva i documenti: << mi trovo molto bene. >> << ci sono stati problemi, qualche perdita anomala, dolori? >> << no.. >> << ok allora iniziamo la visita. >> disse indicando il separé. Mezza vestita Tara si sentiva nuda. Doveva fare quella visita per il bene di Stella che sarebbe nata da lì sotto. Tara si distese nel lettino mettendo le gambe ne poggia piedi, mentre l’uomo indossava i guanti in lattice, vedendolo accomodarsi nel sgabello, chiuse gli occhi: << dovresti sapere ormai quello che ti faccio. Fidati di me Tara, e rilassati il più possibile. >> Tara odiava la sensazione di avere le mani di un uomo che le toccava il sesso. In silenzio maledisse Ness che non aveva avuto il coraggio di entrare insieme a lei. << le lacerazioni che cerano un tempo sono sparite del tutto, e non ci sono problemi. >>. Quando Tara terminò tutte le visite si era fatta l’ora di pranzo. Ness aveva preparato delle piadine, e avevano mangiato in silenzio. A quel punto Tara non c’è la faceva più, dopo aver sistemato la cucina, aveva raggiunto Ness nel cortile, che era andato per fumare. Mentalmente Tara preparò un discorso, in cui non si esprimesse male come la prima volta. << Non ti avvicinare sto fumando. >> Ness la fermò: << Non mi importa che stai fumando. Ho bisogno di parlarti. >> vedendo Tara che si avvicinava, il ragazzo aspirò per l’ultima volta la sigaretta prima di gettarla. Tara si sede sulla muretta accanto a lui: << Che c'è. Stai male? >> le domandò. << si sto male. Perché tu mi stai ignorando per uno sbaglio che ho fatto, e ora vorrei rimediare perché l’ultima volta mi sono espressa male.>> << non ti sei espressa male, hai solo detto quello che pensavi, e quello che hai detto mi ha mandato su tutte le furie. Scusa se ti ho ignorata, lo facevo solo perché ero arrabbiato. E non volevo prendermela con te. >> dove erano seduti batteva il sole, e Tara iniziava a sudare solo per la tensione. << ho riflettuto sulle parole che ti ho detto, e mi sono resa conto che erano sbagliate. Non mi interessa di quello che penserà la gente appena verranno a sapere della nostra storia, perché io ti amo, e solo tu riesci a farmi stare bene. Quindi vuoi essere il mio fidanzato? >> finalmente Tara era riuscita a dire quello che provava, il volto di Ness si votò, e i suoi occhi la guardarono pieni di felicità: << ti perdono. E comunque sono già il tuo ragazzo. >> Ness rise, mentre i suoi occhi si umidirono dalla gioia: << e da quando? >> Disse Tara non capendo: << da sempre. >> la risposta sorprese Tara: << ora vieni qui, voglio baciarti. >> la catturò in un abbraccio e le loro bocche si unirono per diversi minuti. Ora Tara ricordava il sapore della bocca di Ness che aveva dimenticato, e questa volta cercò di ricordarselo, promettendosi di baciare Ness più spesso.

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Capitolo 15
*** capitolo quindici ***


Ness costrinse Tara ad alzarsi, la prese in braccio e la portò in casa. Raggiunsero la camera, e Ness adagiò Tara nel letto. << Che cosa vuoi fare? >> le chiese Tara che non era mai stata baciata così tanto dalle labbra di Ness: << Ti punisco per quello che mi hai fatto passare, e stato un inferno. >> spiegò Ness togliendosi la maglietta. Tara era tesa ma non aveva paura di fare l’amore con il ragazzo che le piaceva, e per una volta non paragonava l’amore alla violenza subita. Ness si spogliò nudo, e con gentilezza spogliò anche Tara, vedendo il suo corpo perfetto, non era deluso che Tara non avesse tatuaggi o piercing, continuò a baciarle ogni centimetro del suo corpo, aumentando l’intensità del piacere. Si gettò nel letto, affianco a lei: << Non ti farò del male. Mi hai fatto aspettare così tanto che ora non posso più aspettare.>> Ness afferrò i fianchi di Tara per metterla sopra di lui: << peso troppo. >> intervenne Tara << amo sentire il tuo peso sopra di me, mi fa eccitare. >> rispose ansimante. Ness intreccia le mani a quelle di Tara e la baciò. La pancia in quella posizione era ingombrante. Stella dentro di Tara sembrava stesse ballando, come se percepisse anche lei. << spero non voglia nascere adesso. >> Ness accarezzò la rotondità della pancia, notando i movimenti della bambina. << ho paura. >> << lo sai che non ti farei mai del male. >> << ha fatto un male tremendo la prima volta. >> << erano altre circostante. >> rimasero abbracciati, fin quando Ness iniziò a carezzarla intimamente. Tara si rilassò. Era tutto così piacevole, si lasciò trasportare, accarezzando i solidi pettorali di Ness. Ness la girò, prendendo lui il comando mettendosi sopra di lei, pronto a penetrarla: << aspetta. Prima ti devi togliere quel coso che hai la giù >> entrambe osservarono il cerchietto nelle parti intime. << ok, come vuoi. >> rise, chinandosi per togliere il piercing. Ness si riposiziona, e delicatamente penetrò Tara, che sussultò. Era così intenso che Tara avrebbe fatto tutto da capo. Rigida, aprì gli occhi per osservare l’espressione di Ness, uno sguardo immerso: << Sei stretta amore mio. Rilassati.>> ansimò Ness: << ci sto provando. >> Ness aumentò le spinte, e Tara iniziò a percepire l’intensità. Si rilassò lasciando che le sfuggissero dei gemiti di piacere. Ness sembrava eccitarsi ancora di più. E poco dopo vennero insieme. Esausti rimasero abbracciati, Tara scossa da forti spasmi. Iniziò a ridere: << perché ridi? >> le domandò Ness: << non pensavo fosse così bello. >> Ness la strinse in un abbraccio. Mesi dopo Dopo una passeggiata tranquilla in pista ciclabile, Tara e Ness andarono a vedere una gara da cross. Degli amici di Ness partecipavano alla gara. Mentre Tara stava comoda su un cubo di paglia, Ness era in piedi che sorseggiava una birra, in compagni di un suo conoscente. Le moto sfrecciavano sulla pista, con acrobazie pericolose, che facevano trattenere il respiro. Mentre Ness parlava con un suo coetaneo, riusciva sempre a dare attenzioni a Tara, con qualche carezza. La loro storia, ancora non era ancora nascosta hai genitori adottivi, tranne agli amici. Tara e Ness erano più felici del solito, perché sarebbe nata Stella nei prossimi giorni: << ti stai divertendo? >> le chiese Ness distraendola dai pensieri: << si molto. Dovrebbe essere pazzesco volare in sella a una moto. >> << se Stella non vorrà nascere, basta metterti in sella a una moto da cross per incoraggiarla a nascere. >> rise Ness, che con la sua battuta fece ridere anche l’amico. << sul serio avresti avuto il coraggio di farmi montare su una moto? >> << c’erto. Io alla guida, ovviamente, voi donne siete spericolate. >> rise divertito. << e se cado? >> << ti aiuterò ad alzarti? >> << anche se saremo in pieno giro della morte? >> << in quel caso ti avrei preso al volo. >> confesso Ness: << voi due siete dolci come delle caramelline alla frutta. >> commentò l’amico, sorseggiando la sua birra. << sei invidioso? >> Ness abbracciò l’amico. << se fossi single, probabilmente si, ma ho una fidanzata che sembra avere il ciclo mestruale ogni santo giorno. È difficile da sopportarla. Distrugge tutto il romanticismo che ci dovrebbe essere tra noi due. >> raccontò il ragazzo. La confessione dell’amico di Ness, mise tristezza a Tara, pensando a quanto lei fosse fortunata ad avere Ness, che le stava accanto in ogni momento. Riusciva sempre riempirla di attenzioni. Tara si sentiva la ragazza più fortunata del mondo. Quando la gara terminò, Ness salutò tutti gli amici, e raggiunse insieme a Tara la lamborghini parcheggiata. Salita a bordo, Tara iniziò avvertire dei forti dolori al basso ventre, Stella sembrava agitata, da quanto si muoveva. << Fa la birichina? >> disse Ness, osservandola. << così sembra. >> Tara sorrise, e Ness mise in moto l’auto. Dopo pochi metri Tara si sentì il sedile umido, e controllandosi si trovò i pantaloni bagnati: << ho cavolo! >> Tara si agitò nel sedile: << che succede stai male? >> rispose distratto: << mi sono fatta la pipì a dosso, senza accorgermene. >> Ness l’osservò in mezzo alle gambe: << non ti sei accorta? >> disse ritornando con lo sguardo sulla strada: << no mai. >> << ti agiti se ti dico, che probabilmente ti si sono rotte le acque. >> disse tranquillo: << ma non è possibile amore. Mancano tre settimane. >> rispose tara stringendo le cosche. << Stella sarà impaziente di vederti. Ti porto in ospedale, stai tranquilla, non sarà niente. >> << non può nascere ora, non sono pronta! >> << hai avuto nove mesi per prepararti piccola mia. Ora pronta o non pronta, devi essere forte e coraggiosa per dare alla luce la tua bambina. >> era vero, aveva avuto a disposizione nove mesi che lei aveva perso pensando alla storia proibita con Ness, che quei mesi erano volati come niente. Durante il viaggiò, Tara era avvolta da dolori che diventavano sempre più forti, man mano che raggiungevano l’ospedale. Iniziò ad applicare pensieri positivi, come le avevano consigliato ai corsi di preparto, e a fare dei profondi respiri. Qualcosa le diceva che Stella aveva fretta di nascere, ma quei dolori la mettevano a terra, si domandava come avrebbe fatto a essere in forze per il parto. Tara telefonò ad Annasara che sembrò più in ansia di lei, si promisero di incontrarsi in ospedale. << pensa in positivo, ritornerai magra. >> le parlò Ness, dopo che Tara aveva chiusa la chiamata con la madre adottiva. Tara non riuscì a parlare che un altro forte dolore la avvolse: << hai una contrazione ogni otto minuti. >> le fece notare Ness, mentre entrava nel pronto soccorso. Le infermiere del pronto soccorso chiesero a Ness se era il padre della bambina, << sono il fidanzato, ma non il padre del bambino. >> lo sentì dire. L’infermiera rimase di stucco. Dopo che Tara era stata accompagnata in una camera, pochi minuti dopo si presentò un dottore che si presentò e dopo averla vista, disse che sarebbe stato lui a fare nascere la bambina, e che era partito il travaglio. Annasara e Patrick erano arrivati poco dopo, trovando Ness che la teneva per mano. Fra le lacrime, la donna confessò quanto era felice che diventasse nonna. << io sono troppo agitata Tary, non riuscirei mai ad entrare con te in sala parto. Deve entrare qualcun altro. >> le parlò la donna stringendole la mano: << Chi vuoi che entri in sala con te? >> domanda Patrick confortando la moglie. Tara osservo Ness che si era accomodato nella poltrona affianco all’letto: << Io? sei pazza? >> gli occhi del ragazzo erano lucidi, Tara rimase a fissarlo, i due genitori lo osservarono: << d’accordo entrerò io. >> accettò. << la conosci Tara più di me. Si sentirà più tranquilla con te. >> le rispose Patrick.

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Capitolo 16
*** capitolo sedici ***


Delle dottoresse stavano preparando Tara. La sala parto era piena di medici, attrezzi e macchinari vari. Ness era stato vestito con camice e cuffietta, era buffo vederlo vestito così, a Tara venne da ridere, ma il dolore era troppo intenso che smise subito: << concentrati a posto di ridermi a dosso, per il modo in cui mi hanno conciato. >> mormorò Ness mettendosi al suo fianco e gli prese la mano stringendola. << sei bellissimo anche così. >> << e colpa dell’epidurale, che ti sta sballando e ora dici cose senza senso. >> sorrise divertito: << sono cose che penso amore mio. >> Tara lo guardò. Gli occhi di Ness lacrimavano per la felicita, e forse anche per la tensione. << desideravo che fossi tu il padre di Stella, mentre ora mi trovo a sperare che Stella non somigli a quel uomo. >> le lacrime scesero anche dagli occhi di Tara: << assomiglierà a Te, ne sono sicuro. >> la rassicurò, dandole un ultimo bacio, prima che l’ostetrico si accomodasse su uno sgabello in mezzo alle gambe di Tara, pronto per far nascere la bambina: << sei pronta Tara. >> un’infermiera le accarezzò la fronte, e Tara strinse di più la mano di Ness: << fatela uscire! >> le rispose Tara esausta per i forti dolori. L’infermiera le sorrise: << alla prossima contrazione cerca di spingere più forte che puoi, verso il basso.>> le spiegò l’ostetrico: C’è l’avrebbe messa tutta per far nascere la sua bambina, dolore o senza dolore, Tara non vedeva l’ora di vederla. A una contrazione Tara spinse con tutte le forze, come le era stato spiegato. << se continuo a spingere mi uscirà la popò! >> si lamentò, sentendo al suo fianco Ness ridere: << Tranquilla non uscirà niente. >>. Tara spingeva e spingeva, affaticata, mentre Ness le sussurrava all’orecchio parole dolci. Dopo diversi minuti, infiniti Stella venne alla luce tutta rossa in faccia e urlando. Ness ebbe l'onore di tagliare il cordone ombelicale: << la nostra urlatrice. >> Commentò Ness, prendendola in braccio e facendola vedere a Tara. Stella era avvolta in un morbido asciugamano e ancora sporca. Ness gliela passò, appoggiandola in grembo. Stella smise di piangere per pochi istanti, mentre era in braccio a Tara, Stella la guardava con due occhi così belli, che solo Dio avrebbe potuto creali, le sue minuscole labbra rosa si erano imbronciate e aveva agitato i piccoli pugni. Quando le dita corte e paffute si erano chiuse intorno a una delle sue dita, il contatto con la sua pelle umida la commosse, e lasciò che le lacrime le scesero lungo il viso. Il dolore era tutto sparito alla vista di così tanta tenerezza della sua piccola. << E brutta quanto te visto? >> la prese in giro Ness, mentre accarezzava una piccola manina. L’infermiera fece allattare Stella, spiegando così a Tara come si faceva, poi l’infermiera si prese Stella per lavarla e fare tutti i controlli. Tara nel frattempo era stata accompagnata nella sua camera, dove cerano ancora i genitori adottivi ad aspettarla. << sta bene? >> chiese subito Annasara, avvicinandosi a Tara: << sta benissimo. >> le rispose. << strillava come una pazza. >> confessò Ness: << come è stato assistere ad un parto? >> le domandò Patrick al figlio adottivo: << diciamo che non voglio ripetere l’esperienza. >> rispose convinto, facendo ridere l’uomo. Osservarono tutti Tara che esausta aveva chiuso gli occhi per riposare. Aveva perso tutte le forze, ma le avrebbe riprese quando le infermiere le avrebbero riportato Stella: << tesoro laschiamola riposare. >> Patrick prese sottobraccio la moglie, e la spinse fuori dalla camera, lasciando i due giovani da soli. Tara si era accorta di essersi addormentata quando delle grida di un neonato l’avevano svegliata. Voltandosi nella direzione di Ness, trovò il ragazzo con il braccio Stella: << ora inizia avere fame. >> il ragazzo si alzò dalla poltrona per passargli la neonata Tara si sollevò, e prese la figlia che chiedeva la tetta. Ness la guardava mentre allattava: << ora che è pulita e bella. >> << lei è bellissima. >> disse accarezzando il morbido e perfetto visino di sua figlia. In una settimana Stella era pronta per essere portata a casa. Ma prima bisognava compilare tutti i documenti. Allo sportello i genitori adottivi stavano per firmare tutti i documenti, Ness li fermò: << Se firmassi io quei documenti, ci sarebbe qualcosa incontrario. >> domandò Ness a Tara. Quella proposta l’asciò sorpresa Tara, i due genitori lo osservarono stupiti: << Ness, e un grande impegno. >> intervenne Patrick << Non voglio che ti senti obbligato, solo perché Stella non ha un padre. >> si aggiunse Tara, mentre teneva in braccio la bambina che dormiva tranquilla. << Non mi sento obbligato, e una cosa che desidero fare.>> << Stella ha bisogno di un vero padre. Questo non è un gioco. >> intervenne anche Annasara. Osservarono Ness guardare il piccolo fagottino tra le braccia di Tara: << non ve lo avevamo mai detto. Io e Tara ci amiamo e stiamo insieme da diversi mesi. >> spiegò Ness, Tara si sentì spaventata osservando i due adulti guardarli pietrificati. << lo sapete che siete cugini? >> parlò Patrick rompendo il silenzio: << si c’è lo ha detto Anna, e questo a creato un po’ di disagi a Tara. >> Ness le sorrise, mentre Tara ricordava le discussioni: << e quale è il problema allora…>> rise Annasara: << mi devi cinquanta euro mio caro. >> disse la donna rivolgendosi al marito. << Anna aveva sempre sospettato che tra voi due c’era qualcosa. Io ero sempre via, e non mi sono mai accorto del vostro rapporto. Ma sono molto felice per voi, e per Tara che sembra aver superato il brutto accaduto. >> << già è questo quello che conta. >> disse entusiasta Annasara. << davvero non vi interessano i legami di sangue che ho con Ness? >> chiese Tara: << solo noi lo sapremo che siete cugini. E nessun’altro lo verrà a sapere.>> Annasara le fece l’occhiolino. Tara si rilassò. Si aspettava che i due genitori non accettassero il suo rapporto con Ness, ma omai il peggio era passato. Si abbracciarono tutti insieme, e Ness firmò tutti i documenti. Ness ora era ufficialmente il padre di Stella. Il sogno impossibile di Tara, quello che Ness fosse il padre della bambina, in qualche modo si era realizzato. Dando la prova che niente era impossibile al mondo. Tara non si sentiva più sola. Doveva lasciarsi alle spalle la vecchia vita e accogliere quella nuova.

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Capitolo 17
*** capitolo diciasette ***


CAPITOLO FINALE Le urla di Stella, interruppero bruscamente il sonno di Tara, che si alzò di scatto dal letto. Aveva sentito Ness alzarsi, e dirigersi verso la culla. Da quando avevano confessato la loro storia proibita hai genitori, Tara e Ness dormivano nella stessa camera. << Ritorna a dormire amore mio penso io alla piccoletta. >> aveva detto Ness, prendendo in braccio la piccolina: << Cosa c'è piccola mangiona? vuoi diventare un maialino? >> Stella urlò ancora più forte, facendoli sorridere entrambi. << Sentito mammina? vuole diventare un maialino la nostra Stellina. Vado a riscaldargli il latte. >> Ness era davvero molto paziente con Stella, grazie al lavoro che aveva. Tara rimase nel letto, poco dopo udì la porta della camera di Annasara e Patrick aprirsi. La donna non si lasciava sfuggire niente, appena sentiva Stella piangere si svegliava per darle una mano, e passava molte ore a giocare con la piccola, così Tara e Ness si potevano riposare. Tara si sentì tranquilla, sapendo che Ness non era da solo in cucina, e che aveva l’aiuto di Annasara. Tornò a dormire, addormentandosi subito in un sonno senza sogni. SPECIALE VISUALE NESS Ness era sorpreso del peso della neonata non pesava niente, e poteva tenerla in un solo braccio. Osservando attentamente aveva trovato tutti i lineamenti di Tara, la bocca a forma di cuore, gli occhi azzurri, un nasino a patatina. Stupito che una piccola donna come Tara potesse dare vita a una creatura così delicata. Amava Tara per avergli dato l’opportunità di diventare padre, fidandosi di lui. Ness reggeva il biberon mentre la neonata mangiava. << lo sai che sei bella come la donna che amo? >> le aveva sussurrato osservando il visino tranquillo della neonata. Nel salotto entrò Annasara in camicia da notte: << Tesoro ti serve una mano? >> << no. Mà. Torna pure a dormire, domani devi andare a lavoro. >> << anche tu. >> la donna si sede nel divano: << come mai Tara non si è alzata? >> domandò: << si è alzata ieri notte, sta sera tocca a me. E poi lei ha Stella tutto il giorno. >> << non starai mica diventato protettivo nei confronti di Stella. >> << no sono solo geloso. È la mia bambina. >> << e come farai un domani che Stella e cresciuta e si fidanzerà? >> << Fino hai 18 anni non gli sarà concesso fidanzarsi. >> rispose scherzoso: << che padre serio gli è capitato a questo angioletto. >> La donna accarezzò la piccolina: << Sarò io il suo unico amore. >> Stella aveva finito di mangiare, e Ness si mise in piedi per farle fare il ruttino battendole delicatamente nella schiena. Subito il ruttino di Stella andarono tutti e due a dormire, la bambina si addormentò subito. Ness sarebbe rimasto tutta la notte a guardarla a dormire, ma decise di rimettersi nel letto e coccolare Tara mentre dormiva, la bacio, delicatamente, per non svegliarla: << baciami ancora. >> aveva detto Tara nel sonno. << non volevo svegliarti. >> << baciami. >> sussurrò nel buio. Le loro bocche rimasero incollate. E quando sentì Tara gemere la situazione le sfuggi di mano, iniziò a spogliarla dal pigiama: << aspetta, sveglieremo stella. >> Tara parlò ansimante: << lo faremo in silenzio. >> rispose Ness continuando a carezzare la sua morbida pelle calda.

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