... So he took the wrong woman

di Im_Rave_Ross_16194
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alone with my thoughts... ***
Capitolo 2: *** I Love you... ***
Capitolo 3: *** The Green Polish... ***
Capitolo 4: *** the Letter... ***
Capitolo 5: *** I said some things... ***
Capitolo 6: *** Lian Yu... ***
Capitolo 7: *** Thea... ***



Capitolo 1
*** Alone with my thoughts... ***


Chapter 1

Alone with my thoughts...

 
 
 
Nonostante sapessi che era tutto un piano escogitato dalla sottoscritta e il bellissimo miliardario dagli occhi angelici davanti a me, ci stavo cascando.
 
Per un’istante rimasi senza parole, e questo è molto strano per me, Felicity Smoke, la ragazza che non smette mai di parlare e che si intorciglia nelle sue stesse parole...


"Ti Amo."
Guardavo diritto nei suoi occhi, sembravano dolci e sinceri quando mi sussurrò “Ti Amo” era come una frase fuori contesto, paradisiaca in una città che stava diventando un inferno.
Mi ripresi solo dopo che mi mise nella mano sinistra la cura chiedendomi se avessi capito. Rimasi imbambolata per qualche secondo e risposi:”Aha!”.
Lo guardai uscire da quell’enorme palazzo della Casa Queen, che tanto CASA non è, forse castello era più appropriato, e capii che tutto dipendeva da me.
Se la trappola avesse funzionato, avremmo sconfitto Slade e tutto il suo esercito, probabilmente neanche si era reso conto che Oliver conosceva ogni posizione di ogni microfono e telecamera di sorveglianza che aveva posizionato la sera in qui venne a visitare la famiglia Queen.
Iniziai a camminare in girotondo davanti alla porta principale, una ventina di giri nervosi e salii le scale, percorsi il corridoio buio con cautela, alla ricerca sfrenata di un bagno, tutto quel nervosismo… dovevo far pipì!
Sbagliai stanza per almeno 5 volte, fin che non raggiunsi quella che probabilmente era più interessante rispetto alle altre: la stanza di Oliver.
Vi entrai con estrema cautela, lasciai la porta aperta per sicurezza e mi guardai attorno.
Niente foto, eccetto una: lui e Tommy, una foto nascosta sul comodino di piccole dimensioni, probabilmente scattata da una Canon, decisamente piccola, tra 10 e 5 cm avrei scommesso.
Il resto era tutto vuoto, non c’erano quadri come nel resto della casa, e nemmeno oggetti come vasi, fiori… nulla!
Sembrava la stanza di una persona morta vivente, che vive la sua vita passivamente, o peggio ancora, se ne frega della propria vita, perché troppo occupato a salvare quella degl’altri.
Starling City sarebbe stata un disastro senza Oliver e il suo lavoro notturno di qui facevo parte anche io assieme a Diggle, ma come sarebbe stato Oliver senza Starling City?
Quella camera era la risposta, depresso, solo, passivo… cosa che non si vedeva nel covo, dove si percepiva la sua essenza di eroe, la sua tenacia e la voglia di lottare per quello in qui crede. Mi sedetti sul letto e presi il cuscino, profumava ancora, probabilmente non dormiva lì da una vita, o per lo meno preferiva andarsene in un hotel con Sarah. Abbracciai il cuscino e vi appoggiai il mento sopra:


Pensai…

Il “Ti Amo” non faceva parte del piano… perché l’avrà detto? Sicuramente per sostenere di più la sua affermazione: ”HA PRESO LA DONNA SBAGLIATA” perciò gli serviva un appiglio per far cascare Slade meglio nella trappola… comunque vada, Oliver si è giocato l’ultimo Asso di Cuori.

Rimasi spaventata e scossa quando la finestra del balcone fu sgretolata in mille pezzi, mollai il cuscino da per terra e cercai di scappare, ma non appena raggiunsi la porta aperta, una mano con un guanto nero mi chiuse la bocca con un fazzoletto. L’ultima cosa che ricordo fu la porta farsi sempre più piccola, e il buio farsi sempre più presente.

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Capitolo 2
*** I Love you... ***


Hola a todos! Perdonate il capitolo breve,
prometto che dopo il terzo capitolo saranno più lunghi.
Per ora vi posto questi vecchi capitoli che trovate
nel mio vecchio profilo [Rave_Ross_16194].
Presto pubblicherò il seguito, ma datemi un pò di tempo
per riprendere un po la storia dove l'avevo lasciata.
Un Bacio...
rave.

Chapter 2

"I Love you..."



 
Scoccavo frecce, sembrava una pioggia di armi appuntite, un inferno di frecce volanti che andavano alcune nel petto, e altre nelle spalle degli uomini mascherati di Slade.                                                                            
Nyssa aveva iniziato ad obbedire grazie anche alle capacità di convinzione di Sara e non usava le frecce della lega degli assassini, ma quelle preparate apposta per curarli. 
Nonostante tutto quella sera aveva ucciso, non capivo se era per farmi un favore e facilitarmi la ripresa della Queen Consolidated, o solo perché neanche lei sopportava la Rochev.

 
Quella sera avevo detto a Diggle di occuparsi di Amanda, la pazza direttrice della A.R.G.U.S. che crede che la soluzione di tutto erano bombe ed esercito, lui e Lyla riuscivano a lavorare bene insieme, nonostante le loro divergenze coniugali di qui Diggle non parlava molto.
Avevo lasciato Felicity da sola a fare da esca… quanto sono stato cretino!!? 
Non credevo di potercela fare… non ero sicuro della promessa fattale: 
«Tornerò a prenderti quando tutto sarà finito!» e non ne sono sicuro tutt’ora. A riportarmi sulla terra a farmi tremare le gambe fu la voce di Slade che proveniva dal mio auricolare… AVEVA PRESO FELICITY!
Cercai di mantenere la voce calma per non far capire a Slade che sapevo tutto, ma la voce si strozzò in gola.
«Ora starai al mio gioco…» disse con la sua voce maledetta.
«Ho smesso di giocare ai tuoi giochi, Slade!» riuscii a pronunciare calmandomi ripensando al fatto che Felicity aveva almeno un’arma, e io avevo lei come arma.
«Oh, io penso che hai appena cominciato, ragazzo… Pensavo ti piacessero le donne forti… ma ora che la vedo meglio, è decisamente adorabile!» rimasi paralizzato, e ci furono diversi istanti di silenzio.

«La TUA Felicity!» urlò risvegliandomi dal coma.

 
Strinsi i pugni e corsi a prendere la moto.
Arrivai alla moto e saltai in sella senza badare al fatto che non avevo neanche il casco, tanto l’attenzione della polizia per sta sera era già abbastanza concentrata su uomini mascherati, uno in meno faceva comodo.
Girai le chiavi e accelerai di colpo alzandomi sulla ruota posteriore.
Scivolai sulle pozze d’acqua e frenai di colpo, superai le macchine travolte e presi una scorciatoia nella quale ero sicuro non vi fosse gente terrorizzata.
«Ragazzo…» sentii di nuovo la sua voce ripugnante all’auricolare che mi fece fermare frenando e girandomi di 180°.
«Cosa vuoi, Slade?!» urlai ringhiando, non gli bastava avere la donna a QUI TENEVO DI PIU’? Stava distruggendo anche la mia città!
«Voglio che tu scelga!» rispose calmo. 
«Come tu avevi scelto di salvare quella puttanella di Sara, ora dovrai scegliere se salvare il tuo passato o rovinare il tuo futuro come tu hai rovinato il mio!» ringhiò, e sentii una lama strofinarsi contro una custodia, era la sua katana, quella con qui Shado gli aveva insegnato a combattere, combatteva solo con quella, come se tutto quello fosse per lei.
«Dimmi dove siete!»
«Lo farò con molto piacere, non voglio che qualcun altro dei miei uomini ti riservi l’onore di non assistere alle tue pene!»
«Dov’è Felicity?!» urlai sorpreso di quanto spontanea fu questa domanda.
«Non credo che la tua preoccupazione sia dov’è Felicity, ma piuttosto, con chi?!»
«Se le torci solo un capello… giuro che…» strinsi i denti.
«Continua, dai, sono curioso di vedere cosa sa fare un ragazzino immaturo come te, che io non sappia già! Ragazzo, sai benissimo che ne hai di strada per superare il maestro, e non ti dimenticare che tutto quello che sai te l’ho insegnato io!»
«Oliver!» sentii urlare dall’altra parte «Oliver!»
«Felicity!» urlai sperando che riuscisse a sentirmi.
«Oliver, non venire ti prego! Ti prego, non venire!»
«Felicity…» urlai il suo nome lasciandolo sospeso nel vuoto del silenzio di quella notte.
«Oliveeeer! Ti AMO!» la sentii gridare per l’ultima volta, dopo di che il mio cervello iniziò a ribollire di rabbia alla sola vibrazione della voce di Slade.
«Non è stato facile rapirla, ha opposto resistenza, ma tu sei stato così stupido da lasciare il topo nella lettiera del gatto!» sbuffò come se stesse sorridendo.
«Dove siete?»
 domandai mentre un liquido che mai avevo versato iniziò a riempirmi gli occhi, le parole di Felicity facevano male quanto le stesse bugie che le avevo raccontato.
_________________________________________________________________________________________________
 
 Sorpresina...
Ho deciso di aggiungerci qualche riga,
che non faceva parte del capitolo originale,
ma che leggendolo mi è sembrato mancasse qualcosa.
Premetto che io lo show non lo seguo più perchè
penso che lo show ha preso una brutta piega,
che onestamente a me non ispira per niente,
da Arrow arriva The Flash (che dopo 3 episodi
mi ero già stufata), dopo The Flash,
The Legends of Tomorrow...
Insomma, Arrow ha perso un po di valore per me.
Già il fatto che "Le timeline di The Flash"
influiscano sulla storia di Arrow mi fa salire il nervoso...
E poi, francamente, avrei sofferto per almeno 8 stagioni
senza avere l'Olicity, con solo sguardi e sorrisi,
ma che alla fine fossero "End game", e invece ci danno la pappa buona
per poi darci quella cattiva, a casa mia il dolce si tiene per ultimo!
rave.

Ricevetti la posizione via messaggio criptato, ma non appena lo aprii mi mostrò la posizione esatta; e ancora una volta Felicity aveva pensato a tutto! 
Un giorno mi aveva chiesto di darle il cellulare che usavo quando ero in missione, ma pensavo mi avesse solo installato il modificatore di voce, invece lei è stata molto più astuta di tutti noi...
Aveva installato ogni possibile e immaginabile anti virus e programma per decriptare ogni tipo di messaggio.
Seguii il navigatore e mi ritrovai in una vecchia fabbrica abbandonata di Starling City.
Mi addentrai cautamente tra le botti di ferro, e piano, piano, senza fare un passo falso seguii la voce minacciosa di Slade.
«Le mie prime parole a te, te le ricordi?» percepivo la sua voce profonda vibrare in quella fabbrica.
Proseguii rimanendo in guardia con il mio arco, e non appena lo vidi, ero pronto a lanciargli una freccia anche nell'altro occhio.
«Abbassa l'arco, ragazzo!» ordinò Slade stringendo sempre di più la katana al collo di Felicity.
«Fallo!» ordinò calmo.
Non ebbi altra scelta, abbassai l'arco molto cautamente, e lo appoggiai per terra, senza mai togliere lo sguardo da Felicity.
Non sembrava spaventata, ma era brava a fare la sua parte. Le parlai con lo sguardo, e capii che si fidava di me...
L'unica sua preoccupazione era lei stessa, non era sicura di farcela, ma la rassicurai, comunque fossero andate le cose, l'avrei salvata.
Dall'altra parte vidi uno dei scagnozzi portare Laurel, che non smetteva di dimenarsi. Non fui affatto sorpreso, me lo immaginavo, il piano era quello di salvarla, se poi grazie al piano confessavo quello che provavo realmente, senza poi affrontarne le conseguenze, era un piano ben riuscito.
«Sì, vorresti fosse un brutto incubo. Ti toglierò tutto quello che tu hai tolto a me!»
«Uccidendo la donna che amo!»
«Esatto!»
«Come tu amavi Shado!»
«Si...»
«La vedi, non è così?! Com'è nella tua pazzia, Slade?!» lasciò la presa su Felicity, e mi trattenni dall'andare a prenderla in braccio.
«Che cosa ti ha detto? Me la ricordavo bellissima, giovane, gentile, sarebbe orrificata da quello che hai fatto.»
«Quello che IO ho fatto? E' quello che la tua codardia ha fatto, lottare per lei! Quindi... con il suo corpo che giace sui tuoi piedi, il suo sangue sulla tua pelle» appoggiò di nuovo la katana al collo di Felicity...
«Ti sfido a sapere come mi sento!» urlò facendo rimbombare la sua voce per tutta la fabbrica che da lì a poco sarebbe andata a pezzi.
«Io so già come ti senti. Io so com'è odiare... A voler vendetta. E ora so come ci si sente a vedere il mio nemico così distratto, da non notare che il vero pericolo si trova davanti al suo naso.» alzò Felicity in piedi, e lei con estrema cautela estrasse la siringa, e con una mossa gliela iniettò nel collo.
Le presi la mano, e la spinsi dietro di me, scoccando una freccia nell'occhio del soldato di Slade che teneva prigioniera Laurel.
 

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Capitolo 3
*** The Green Polish... ***


   
Eccomi qua ragazze,pubblico questo capitoloa,
con magari qualche correzione e aggiunta
e poi dovrete aspettarmi :(
Devo rimettermi in carreggiata riguardo
Arrow, se voglio continuare questa story.
Quindi riprenderò la serie dalla prima stagione...
Mi basterebbe dalla 4a, ma a me piace fare le cose in grande...
Ma chi voglio prendere in giro?! Iovoglio godermi la Salmon ladder di
Stephen 0.0 <3
Sì, insomma, capitemi...
Vi lascio al capitolo...
Un bacio :*
rave. 
 
"The Green Polish..."
Ero accanto a Laurel, entrambe legate su delle sedie, non ci potevamo muovere.
«Carino il tuo smalto rosso!» cercai di mandarle un segnale.
«Grazie!» rispose guardandomi strana.
«Sai, il mio smalto preferito è il verde!» sperai che capisse quello che le volevo dire, in fin dei conti stavo usando un linguaggio semplice e femminile.
«Interessante!»
«Ma credo che il nero sia quello che sta bene a tutte!» mi guardò preoccupata per la mia salute mentale.
«Hai mai provato a mettere insieme lo smalto verde, quello rosso e quello nero?» domandai sperando che capisse a chi e cosa stavo alludendo.
«No!» rispose improvvisamente interessata.
«Beh, non ci provare, tanto viene una bella schifezza! E poi l’abbinamento Arancione e nero fa veramente schifo, dovrebbero toglierlo dal commercio, o meglio, abolirlo con una legge.» Laurel mi guardò stranita per un’istante, ma alla vista di Slade che arrivava a passo felpato con addosso la maschera, ci scappò un sorrisetto molto trattenuto sotto i baffi.
«Il vostro amato Eroe arriverà, una di voi assisterà alla sua disfatta più totale, mentre l’altra sarà il motivo della sua disfatta!» si avvicinò a Laurel minaccioso.
«Tu sapevi che lui amava la sua bella bionda informatica?! Per non dire clichè, il miliardario dirigente che ama la propria segretaria… » sbuffò.
Laurel lo guardava spaventata, mi lanciò un’occhiata quasi di pena che mi fece abbassare lo sguardo.
«Se Oliver l’ama l’ha già distrutta!» disse fissando negli occhi Slade, che era a pochi centimetri dal suo viso.
«Tu credi?» mi guardò come se volesse farmi una radiografia emotiva e venne dalla mia parte.
Rimasi pietrificata alla sua vista ciclopica (probabilmente questa ho fatto bene SOLO a pensarla).
«Ho visto come lo guardi, sai?!»
«Non sei la prima persona che me lo dice… la signora Queen sospettava che andassi a letto con Oliver, non che non volessi… 3.2.1. uh!» mi sistemai gli occhiali cercando di tirarli su col naso. «insomma, mi guardava strana, solo perché sapevo di quello che faceva  lei di notte mentre suo figlio combatteva il crimine… insomma…» sospirai: Felicity Smoak, ma non impari mai a stare zitta?
«Quindi ti ho fatto un favore!»  esclamò prima di togliersi la maschera.
«Beh… non esattamente, la signora Queen non mi stava antipatica, forse ero io che stavo antipatica a lei… ma questi sono dettagli che non scoprirò mai, grazie a lei!» gli lanciai un’occhiata fulminante da sotto gli occhiali.
«Ahahaha! Parli un po troppo, ma forse è questa tua peculiarità che ti rende così preziosa e speciale agli occhi del piccolo Queen!» prese una sedia e si sedette davanti a me e Laurel.
«Sull’isola teneva sempre con se una tua foto…» disse con voce triste rivolgendosi a Laurel.
«Non glie n’è mai importato di Shado, perché anche quando stava con lei, aveva la TUA foto!» sottolineò Tua alzando la voce e puntandole il dito. Laurel aveva la testa bassa e il viso quasi consumato.
«Mi parlava sempre di te, di com’è stato bastardo ad andare a letto con tua sorella, la piccola assassina… Diceva che sarebbe tornato da te, e invece tu l’hai pugnalato alle spalle con il migliore amico!» fece la tipica faccia di uno che vuole complimentarsi.
«Non male come vendetta, ma la mia sarà ancor meglio!»
«Avrei messo la mano sul fuoco, se qualcuno mi avesse chiesto a chi tenesse Oliver Queen, dicendo Laurel Lance, ma a quanto pare mi sbagliavo!» si alzò dalla sedia e puntò diritto gli occhi su di me.
Chiusi gli occhi come se mi aspettassi uno schiaffo e la paura che potesse trovare la cura mi pervase  ogni singolo nervo,  invece prese la trasmittente che avevo nell’orecchio per comunicare con Diggle e Oliver.
«Se proprio volete vedere il vostro eroe, dovrò attirarlo!» disse mettendosi la trasmittente nell’orecchio destro, facendomi venir voglia di urlargli “Deficiente! Va in quello sinistro!”
«Ora starai al mio gioco…» disse premendo il pulsantino che si collegava alla trasmittente di Oliver.
Sentii Slade sghignazzare, ma non quello che Oliver rispondeva.
«Oh, io penso che hai appena cominciato, ragazzo… Pensavo ti piacessero le donne forti… ma ora che la vedo meglio, è decisamente adorabile!» si voltò a guardarmi mentre trovavo una soluzione a tutto quello, non c’era una minima percentuale che fosse a mio vantaggio, se avessi tentato di curare Slade ora, probabilmente sarebbe stato abbastanza forte da umano, per uccidermi.

Tanto vale morire in tutta onestà  pensai tra me e me.

«La TUA Feliciy!» estrasse la katana, e in quell’istante la vita mi passò di fronte. Non volevo morire senza che lo sapesse, così iniziai ad urlare il suo nome disperatamente.
«Oliver!... Oliver!» mi dimenai.
«Oliver, ti amo!» ecco, l’avevo detto, per la prima volta Felicity Smoak ha avuto le palle di dire la verità, senza troppi giri di parole, senza balbettii e senza doppi sensi… ma forse dovevo stare zitta, perché avevo esposto al mondo intero, compresa Laurel, il mio segreto, senza un valido motivo, perché Slade non aveva intenzione di trafiggermi con la katana, ma tagliare le corde che ci tenevano legate.
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Rimasi sorpresa... mi aspettavo almeno qualche graffio da aggiungere anche io qualcosa alla mia collezione di cicatrici, che a quanto pare avevano tutti, tranne me, ma niente.
«Molto gentile da parte sua, ma snodare il nodo, semplicemente, no?!» chiesi sarcastica e perplessa.
«Quindi è reciproco!» mi rispose tenendomi sotto un braccio e facendomi camminare attraverso un percorso stretto tra botti di ferro.
«L'odio? Oh, quello sì!» sorrisi.
«-sghignazzò- Non tirerei troppo la corda, signorina Smoak... Come sta sua madre a Las Vegas?» a quella domanda rimasi pietrificata... Come faceva a sapere di mia madre? E che fosse anche a Las Vegas?
«Che madre?» cercai di ovviare al discorso.
«La signora bionda... Ricordi?! Quella che ti ha partorito?!»
«Aaah, QUELLA MADRE! Però lei preferisce essere considerata la mia cara sorellina minore...» scherzai cercando di cavarmela con lo sharm sarcastico.
«Posso capirlo Oliver...» disse tranquillo dopo aver finito di ridere.
«La persona che è adesso, necessita di qualcuno come te...» lasciò il dicroso a metà, così, giusto per mantenere la suspance!
Odiavo la suspance, mi faceva venire l'ansia, che avevo anche quotidianamente a ogni minuto e secondo della mia vita, ma a lui non glie ne importava un fico secco!
Lui era Slade Wilson, il capitan Uncino, lo smalto Arancione, che non stava bene a nessuna perchè troppo "CALIENTE", difficile da togliere e ti perseguitava...
Immaginai che Shadow (o comunque essa si chiami), non sarebbe molto fiera di lui, e probabilmente avrei un'altra concorrente in fila per Oliver. Mi sembrava il pronto soccorso, Oliver l'unico medico, e noi le pazienti, solo che a me avevano assegnato un bollino bianco, e quindi venivo superata da tutti quelli che arrivavano anche dopo di me, ma si beccavano il bollino verde!

 


 
he heee...
ammetto che questa parte della story,
l'ho ispirata deliberatamente alla
mia mini esperienza al pronto soccorso di settimana
scorsa... Sì, ci vuole una certa maestria a ficcarsi il super attac
in un occhio...
Per non parlare del fatto che avevo un occhio che gridava da solo
"AIUTO!", ma i dottori mi diedero il bollino bianco, come dire
"Anche se muore, non ci fa peccato!" -.-'
E quindi, come Slade, anche io mi sono presa una bella
benda fency alla moda, leopardata, che mi ha fatto
compagnia per una settimana... giusto il tempo di
farmi ri battezzare "Capitan Uncino" -.-'
rave.

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Capitolo 4
*** the Letter... ***


 
Buenas noches!
Io mi drogo, sul serio,
ho qualcosa che non va...
Stare sveglia fino alle 02:02
per finire sta cosuccia è un pò da
degenerati, ma sono contenta
di aver terminato questo capitolo,
che l'ho intitolato come la mia One-shot
con narratrice Thea :D
Ve l'avevo detto che era una parte VIP 
(Very Important Part) della Story... :D
Per chi non fosse ancora aggiornato sulla One-shot,
consiglio di leggerla prima di questo capitolo,
in maniera da avere un quadro più chiaro.
Ho deciso quando rivelerò il contenuto di una delle
due lettere, ma non quello dell'altra :(
Una sarà un missing moment della 5x14 ;)
e l'altra boh... si vedrà!
Quindi dovrete aspettare abbastanza capitoli...
Anzi, stagioni :P
Vi lascio alla lettura, un bacio :*
rave.

 

the Letter...

Le cose accaddero molto in fretta, Oliver mi protesse con il suo corpo mentre io cercavo di non farmi amazzare.
Laurel si liberò velocemente del corpo che la imprigionava e iniziò a lottare contro tutti gli altri soldati che arrivavano.
«Rimanimi vicino.» sussurrò Oliver lanciando un'altra freccia, beccando la gamba di uno dei nemici.
Slade era ormai inerme per terra, non accennava a un segno di vita, e questo mi faceva andare in panico.
Probabilmente non funziona con tutti alla stessa maniera... mi dissi, ma dentro di me speravo non fosse così, speravo sopravivesse come Roy, perchè se pure Slade era un cattivo, non meritava, in fin dei conti, di morire. Almeno non per mia mano!
Rimanendo un pò preoccupata per Slade, non me ne accorsi neanche che Diggle era già al fianco di Oliver e che Laurel era più determinata a picchiare duro di Silvester Stallone per il ruolo di Rocky Balboa.

La invidiai... devo ametterlo, non solo per la sua capacità di lottare e di non essere un peso per nessuno, ma anche per il fatto che lei avrebbe sempre avuto Oliver, non come ce l'avevo io, io ero solo "La sua ragazza!", ma in termini molto più platonici e strettamente professionali...

Qualcuno mi prese la mano e me la tirò di colpo
«Uuuh!» esclamai dallo spavento, nel vedere uno dei soldatini che mi aveva ormai preso in spalla...
«Mettimi giù...» urlai «orso Siberiano che non sei altro -gli diedi un pugno sulla schiena che fece più male a me che a lui- non sono mica un sacco di patate!» urlai.
«Felicity!» sentii Oliver richiamare il mio nome con un cenno di furia nel timbro della voce con qui lo pronunciò, e dopo qualche istante il soldato cadde a terra con una freccia diritta nel cuore.
Rimasimo lì in piedi, a guardarci negli occhi. Vedevo la sua disperazione, e la percepivo con tutta me stessa. Il nero introno ai suoi occhi verdi ne risaltava le emozioni.
In quel momento mi sentii in colpa come non mai, non mi ero mai sentita in colpa neanche per tutte le volte che parlavo a raffica e risultavano delle allusioni sessuali su di lui mentre si allenava, ma questa volta era diverso. Aveva ucciso in passato, ma poi si era ripromesso di non farlo mai più, ma prontamente, ogni volta che la sotto scritta era nei guai, qualcuno moriva.
Corsi verso il corpo di Slade e sperai con tutta me stessa che la cura avesse funzionato anche per lui.
Ormai ad essere rimasti in piedi c'era solo il Team Arrow.
«E' vivo?» domandò Laurel vedendo che controllavo il battito cardiaco.
«Sì...» tirai un sospiro di sollievo, dando una veloce occhiata a Oliver che continuava a guardarmi ancora fisso negli occhi.
«Oliver, devo parlarti...» disse Diggle risvegliandolo dal suo blocco momentaneo, chissà di cosa dovevano parlare quei due?!
Controllai di nuovo Slade, e vidi Laurel alzarsi e dirigersi verso il soldato con la freccia nel cuore.
«Puoi pure stare tranquilla! E' una freccia con il siero per la cura.» mi fece un leggero sorriso, vedendomi più tranquilla.
«Quindi... lo ami?» mi domandò lei avvicinandosi di nuovo a me, e senza girarci troppo intorno andò diritta al punto.
«Chi? Io? Ma cheee...» iniziai a cercare con gli occhi una via di fuga.
«Vedo come vi guardate... E poi l'hai amesso prima, con Slade.» avvampai come un peperoncino.
«Ehm... era una messa in scena, tutta farina del mio sacco! -blaterai- Non di certo di Oliver, no! Dovevamo per forza trovarti in qualche maniera...» cercai di uscirne fuori, ma nulla, la ragazza era un labirinto a spirale, gira e rigira, torna sempre al punto.
«Puoi dirmelo!» mi mise una mano amichevole sulla spalla.
Sì, certo! Dirtelo! Che vantaggio ne avrei?! Sarei sempre la ragazza IT che risolve casi di hackeraggio, manomissione di computer, cimici... e sopratutto, quella incapace di diffendersi quando serve!
«Dire cosa, se non c'è niente?!» continuai nervosa.
«Volevo solo dirti che...»
«Senti Laurel, -la interruppi seria- tra me e Oliver non c'è niente! Nada! Rien! ничего! In quante lingue vuoi che te lo dica?! Era un piano, ben riuscito da quello che vedi, per salvarti, perchè LUI AMA TE!» con quelle parole mi ero auto conficcata la katana di Slade, diritta nel cuore, ma lei rimase impassibile.
«Per quanto tu vuoi negare l'evidenza, io non sono ceca...»
«E neanche Russa da quello che vedo...» scherzai
«Vedo come ti guarda, -sorrise alla mia battuta- e quello sguardo lo conoscevo bene... non essere stupida come lo sono stata io, non negare l'evidenza Felicity.» con quelle parole mi lasciò uscendo da lì, lasciandomi sola e disperata emotivamente.
Non capivo perchè dovevano tutti darmi consigli sull'amore, saprò cosa provo, no?                                               O forse no.  Probabilmente la certezza che lui non mi ama mi frena, ma sono sicura che mi passerà, basta che me lo ficco in questa testolina così intelligente, che era tutto un piano, una messa in scena, una battuta di un copione, dove dietro le quinte ci saremmo fatti due risate.
«Felicity, andiamo.» mi risvegliò John dal mio inconscio, prendendo in spalla Slade.
«E Oliver?» domandai quasi senza pensarci.
«E' uscito dopo Laurel, probabilemente per assicurarsi che stesse bene. » mi guardò preoccupato, mentre ci incamminavamo verso il furgoncino nero.
«Ah!» esclamai a testa bassa, dispiaciuta.
«E tu stai bene?» domandò preoccupato il mio amico.
«Benissimo!» cercai di sorridere come non mai.
«Sei stata grande!» mi sorrise di rimando
«Se non ci fossi stata tu, non so come avremmo fatto a trovare Laurel, e a sconfiggere Slade.»
«Tutto merito del brillante piano...» dissi sarcastica
«Riguardo al piano geniale...-iniziò imbarazzato- Non credi che avete un pò forzato la mano?»
«In che senso?» domandai confusa aprendo il dietrodel furgoncino perchè John potesse adagiare Slade.
«Vi siete praticamente dichiarati amore reciproco!» lo vidi sorridere sotto i baffi, e poi guardarmi sfacciatamente con un sorriso a 32 denti.
«Faceva tutto parte di un piano...» dissi convinta.
«Siete fatti l'uno per l'altro! -sospirò un pò amareggiato- Entrambi testardi e ingenui, il piano si è concluso, ormai, avete fregato Slade, ora non dovete fregare anche voi stessi!» entrammo in macchina, e John si mise alla guida. Sorrisi mentre metteva in moto la macchina, ma cercai di non farlo notare.
«Ah, dimenticavo di darti questa!» mi porse una busta color crema con le iniziali TQ.
«E' da parte di Thea, voleva che la avessi. Mi ha raccomandato di non fartela aprire finchè non fossi insicura sui sentimenti di Oliver.» lo guardai accigliata.
«In pratica potresti aprirla anche ora...» mi punzecchiò con le sue solite battute che mi facevano fare la finta offesa.
«Ma tu sai benissimo che lui ti ama, perciò questo non è il momento giusto.»
Rimasi lì a guardare quella busta... C'era qualcosa che mi attirava, qualcosa di magnetico... Volevo aprirla, anche subito, ma quello non era il momento giusto...                                                    

Che poi, cosa poteva mai rivelarmi Thea che io non sapessi già?                                                    
Probabilmente che si vedeva di nascosto con Laurel, o Sara, o Shadow (il che spiegherebbe perchè Slade perseguiti proprio lui) o qualunque altra ragazza che credevamo morta...                                  
O forse qualcosa di improbabile, impossibile, e immaginabile...
Chissà, magari Diggle ha ragione, o magari mi sta solo prendendo in giro.    
                                               

Anche se, dato che John mi considera la sua sorellina minore, potrei rischiare di innamorarmi di Oliver, così se mi spezza il cuore, il mio "fratellone" gli spezza le ossa.. -sorrisi al pensiero-

«Ci sei mai cascato a qualche scena di un film in qui i protagonisti leggevano un copione, ma sembrava così reale da pensare fosse vero?» domandai tutto d'un fiato.
«No! Di solito o i protagonisti stanno insieme, o sono degli attori grandiosi... ma provano pur sempre qualcosa tra di loro!» mi guardò con un sorrisino sotto i baffi, capendo quale era il mio dubbio.
«Vedo che sei stanca, ti accompagno a casa e poi ci penso a Slade.» disse svoltando nella mia via.
Diggle era un brav uomo, un amico fidato e una persona di estrema intelligenza e caparbia, anche se ha quasi sempre ragione, continua ad osservare distaccato, ma quando ne ha fin sopra i capelli, lo dice, mi aspetterà una lavata di capo domani, se non decido di confessargli che, sì, io amo Oliver Queen.
Arrivò davanti all'edificio del mio appartamento.
«Buona notte, John.» sussurrai stanca.
«Notte Felicity.» sorrise lasciandomi entrare in casa.
Salii le scale ed entrai nell'appartamento, fissando quella busta...

La apro, o non la apro?       -appoggiai le chiavi sul comodino-                                                                                                           Sono sicura dei sentimenti di Oliver?                                                                                                  
Se lo fossi, ora non avrei in mano questa busta, e non sarei qui a rimuginare sul da farsi.                                  

Decisi che per quella sera ne ho avute abbastanza di preoccupazioni, lasciai la busta sul tavolino da thè, e decisi che non era oggi il momento giusto...
Entrai in camera mia canticchiando 

All the single ladies                                                                                                                                          
(All the single ladies)                                                                                                                                      
All the single ladies                                                                                                                                              
(All the single ladies)                                                                                                                                              
All the single ladies                                                                                                                                              
 (All the single ladies)                                                                                                                                            
 All the single ladies
Now put your hands up
   

-e alzai le mani, spogliandomi dal vestito che indossavo-

Up in the club, just broke up                                                                                                                            
I'm doing my own little thing                                                                                                                                              
You decided to dip and now you wanna trip                                                                                                      
'Cause another brother noticed me                                                                                                                    
I'm up on him, he up on me                                                                                                                              
Don't pay him any atten... 


-mi si mozzò il fiato in gola, e subito dopo essermi resa conto, afferrai il lenzuolo e mi coprii-

«Ommiodio, Oliver! Non conosci l'esistenza delle porte?» domandai avvampando come il più rosso dei peperoncini più piccanti del messico.
«Scusami, io... Non volevo... Volevo solo sapere come stavi.» disse imbarazzato.
«Bene, ma i biglietti per il concerto sono Sold Out!» cercai di sdrammatizzare, e ci riuscii, lo vidi sorridere. Non aveva più addosso il costume di Arrow,  era semplicemente Oliver, senza troppi fronzoli, senza troppe pretese, solo Oliver.
«Volevo. Ecco.» si grattò la nuca «Chiederti se volevi venire con noi a Lian Yu, domani mattina.»
«Noi chi?» domandai quasisenza pensarci.
«Tu, io e Diggle.» 
«Eh, no! Questa volta non mi fregate... Io non mi butto più con il paracadute, neanche se mi regalaste la Queen Consolidated!» avvolsi per bene il lenzuolo attorno a me, e lo legai.
«Veramente, andremo in aereo...»
«Non credo che la Ryanair accetti il nostro Capitan Uncino a bordo, che esso sia coscente, o incoscente...» scherzai cercando un pigiama nell'armadio.
«Prenderemo l'aereo della A.R.G.U.S., intendo, in prestito.» rimase in piedi vicino al mio letto.
«E questo dovrebbe consolarmi?!» ripensai a quella volta in qui io e Diggle eravamo andati a trovarlo nella sua amata isola Purgatorio... vomitai l'anima.
«Non saprei...» sorrise.
«Cosa c'è di divertente?» domandai curiosa.
«Mi piace il tuo pigiama.» disse mostrando il mio magnifico pigiama bianco nero con il capuccio che sembrava la testa di un panda.
«Si, però adesso girati,che mi devo trasformare in un panda!» obbedì con un sorriso, e io iniziai a mettermi il pigiama.
«Quindi vieni?» domandò guardando fuori dalla finestra da qui è entrato.
«Non saprei, ma di una cosa sono certa... -mi avvicinai alla finestra- Devo cambiare anche le finestre, porca paletta!» sorrise vedendomi vestita proprio da panda.
«A me sembrano nuove!» sorrise
«Certo, non sei tu che hai visite insapettate a concerti barra spogliarelli solistici nel bel mezzo della notte!» iniziai a balbettare, era così vicino, che potevo vedere i suoi occhi verdi diventare quasi neri. Ci fù un minuto di silenzio tombale tra di noi, finchè non decisi di parlare.

«Ehm, sai cosa fanno i panda, oltrea mangiare bambù?!» 
«Dormono?!»
«Esatto! E dovresti farlo anche tu. Notte Oliver...» gli diedi un lieve bacio sulla guancia e mi ritirai quasi subito.

Mi prese il viso tra le mani, e sentii il cuore che voleva scoppiarmi nel petto.
Non poteva baciarmi, non in quel momento almeno, e non in quel pigiama!  
                   

Per mia fortuna, mi diede un bacio sulla fronte, un bacio protettivo, che mi faceva sentire al sicuro, e che mi inchiodava in quel preciso istante, in quel preciso posto.
«Notte Felicity...» e se ne andò dalla finestra da qui è entrato.

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Capitolo 5
*** I said some things... ***


Eccomi quii...
Tornata dopo un lungo periodo di assenza
che sto cercando di colmare con tanta scrittura,
sono riuscita a ottenere questo misero capitolo 5
dopo un lungo periodo in qui mi sono rivista gli episodi,
riletto la storia e aspettato per l'ispirazione giusta.
So che non è molto, ma prometto che aggiornerò a breve
con capitoli più lunghi. :D
.rave

 

Chapter 5

E come se non era gia abbastanza traumatico alzarsi la mattina alle 8, mi dovevo alzare anche alle 4!
Tanto valeva non dormire neanche!                                                                                                                   
Mi alzai con un umore più susciettibile di un cobra. Probabilmente la mia faccia la diceva lunga sulla nottataccia passata a immaginarmi "50 sfumature di Oliver", che chiamarla nottataccia sembra un dispreggiativo verso Oliver, ma la verità è ben altra...                                                                                     
Se non potevo avere Oliver, Dio mi ha donato un'immaginazione molto vivida...                                     
 In qualche angolo del mio cervello trovai la forza di alzarmi dal letto alle 4 di mattina, e di andare in bagno a farmi una doccia. Mi avvolsi nell'asciugamano e raggiunsi la cucina, versai dell'acqua nella macchinetta del caffè e feci  partire la miglior invenzione umana mai esistita sulla faccia della terra, altro che ferro e fuoco! Il caffè era L'INVENZIONE, la SALVEZZA di tutti noi poveri lavoratori notturni...
Ehm, no, non mi riferisco alle prostitute!                                                                                           
L'acqua era ormai pronta, preparai il caffè e ci versai sopra la panna e il cacao. Devo ammettere che non seguo una dieta sana, ma chissene frega! Giusto? Tanto non non devo mica diventare la signora Queen! Andai in camera a vestirmi, dei jeans e una giacca sarebbero andati bene, dato il clima dell'isola, le zanzare e il terreno poco solidale con i tacchi, non erano il caso!  Raccolsi i capelli in una coda e tornai in cucina a finire il mio caffè.                                                         
Dopo pochi minuti qualcuno suonò al campanello...                                                                                 
Guardai dallo spioncino e vidi Oliver in tutto il suo splendore, come se si fosse svegliato da un letargo! 
«Buongiorno!» esclamai aprendo la porta.
«Ho portatole ciambelle!» rispose sorridente.
«Che c'è? Ho la panna sul naso? -iniziai a balbettare pulendomi- P-perchè mi capita spesso, sai?»
«No, è che hai lasciato la finestra della camera aperta!» sorrise lasciando la scatola di Donuts sul tavolo della cucina.
«E tu come fai a saperlo?» domandai prendendo l'ultimo sorso del mio caffè
«Beh... sai com'è, la forza dell'abitudine!» si grattò la nuca.
«Infatti mi sembrava strano. Oliver Queen che usa le porte? Un miracolo!» scherzai.
«Ti porterei il caffè, ma non siamo in ufficio!» scherzai «Ma se vuoi la tazza è lì pronta!» mostrai con lo sguardo la tazza sull'isola della cucina.
«Volevo parlarti prima di partire...» disse prendendo la tazza, mentre io lo guardavo con il mio tipico sguardo interrogativo con la fronte corrugata.
«Ieri è stata una giornata difficile per entrambi...» continuò. «E... abbiamo detto delle cose...» aspettai prima di intervenire.
«Cose che magari in circostanze diverse non avremmo detto...»
«Oliver! Tranquillo, non hai niente di qui preoccuparti! Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo per finire questa storia con Slade!» lo fermai prima che potesse finire il discorso con delle frasi che mi avrebbero distrutto.
«Che cos'è quella?» domandò vedendo la busta color crema con le iniziali TQ sul tavolino da thè.
«Ahm, me l'ha data Diggle ieri sera, da parte di Thea, non ho avuto ancora modo di leggerla, ma credo che ormai non abbia neanche più importanza.» presi la busta e la accartocciai buttandola nel cestino della carta.
«Andiamo?» domandai mentre mi accingevo alla porta. Mi girai un attimo per vedere se mi seguiva, ma aveva lo sguardo fisso sul cestino dove avevo buttato la lettera.
«Non sei curiosa di sapere che c'è scritto?» domandò avvicinandosi alla porta.
«Credo che qualunque cosa sia, mi potrebbe solo fare del male...» cercai di mantenere un'espressione facciale il meno espressiva possibile, e per la prima volta ci riuscii. Mentre eravamo in macchina, non riuscivo a smettere di pensare a quella lettera...
...
«Ah, dimenticavo di darti questa!»                                                                                                                                                  «E' da parte di Thea, voleva che la avessi. Mi ha raccomandato di non fartela aprire finchè non fossi insicura sui sentimenti di Oliver.»                                                                                                                     
 «In pratica potresti aprirla anche ora...»                                                                                                     
 «Ma tu sai benissimo che lui ti ama, perciò questo non è il momento giusto.»
...

Sì, l'ho gettata, e il motivo era semplice: non avevo bisogno dell'ennesima conferma che Oliver non mi amava e non mi avrebbe mai amato! Sono grande abbastanza da poter capire quando uno si pente di quello che ha detto o fatto, e Oliver lo era, per questo l'avevo interrotto, non volevo sentire l'ennesima scusa con qui mi confermava che non ero abbastanza per lui, che lui non può stare con qualcuno per colpa della vita che conduce. Non volevo ascoltare altre scuse, dovevo andare avanti, senza dipendere da una lettera. Oliver era pentito, e questo mi bastava per voltare pagina, sarei andata avanti con la mia vita, cercando di mantenere un rapporto strettamente professionale, e non avrei più sofferto per le sue scappatelle con la Rochev, Sara echissà quante altre di cui non ricordo nemmeno il colore dei capelli, figuriamoci il nome.

«Tutto bene?» mi domandò Oliver notando che stavo zitta da più di 5 secondi.

«Si, tutto apposto, ho appena battuto il record del mio silenzio personale!» cercai di nascondere la preoccupazione davanti a Diggle, ma quel uomo era un lettore dell'inconscio umano, perciò sapeva ciò che mi succedeva ancor prima che io stessa me ne rendessi conto. 

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Capitolo 6
*** Lian Yu... ***


Bonsour...
Eccomi qui con un nuovo capitolo
della storia... :D spero vi paccia.
Questa volta ho deciso di fare
una cosa un pò diversa...
Il capitolo (a differenza degli altri)
è scritto in prima persona da Diggle,
questo perchè l'idea iniziale che avevo
su questa storia era quella di esplorare
i vari momenti che magari non ci hanno mostrato,
ma anche i vari personaggi come avrebbero
potuto vedere le cose.
Spero vi piaccia, e questa volta è più lungo :D
PS:Sono le 02:22, e io sono in soggiorno a
guardarmi niente di meno che...
SPONGE BOB :'D
.rave
 

Chapter 6

  Lian Yu...


La osservavo dagli specchietti retrovisori, c'era qualcosa che non andava con Felicity, ed ero pronto a farle l'interrogatorio, ma la presenza di Oliver rendeva il tutto molto più difficile.       
Diedi un'occhiata anche a lui con la coda dell'occhio mentre guidavo, aveva il suo solito viso impassibile, come se nulla lo riguardasse.

«Ho preparato tutto, l'ARGUS ha sistemato Slade nell'idrovolante militare, e lo trasporteranno loro, noi saremo solo di supporto.»

«Quindi...» domandò Felicity

«Quindi sarà un'escursione nella giungla incontaminata di Lian Yu, alla ricerca di un costume per me!» cercai di rompere il ghiaccio che si stava formando nel silenzio dell'auto. Per fortuna la battuta funzionò, e Felicity si mise a ridere.

«Diggle, se non ci fossi tu, morirei essicata come una pianta accanto a Oliver!» disse Felicity ridendo mentre Oliver mi ammoniva con lo sguardo.

«Beh, credo che Oliver sarebbe capace di prendersi cura di una pianta!» cercai di dargli credito.

«Lo vedremo...» lo guardò con aria di sfida. 
Il viaggio proseguì in silenzio fino al porto militare di Star City, quando Felicity decise di rompere il silenzio.

«Sapete, ho sempre avuto paura degli aerei, non mi sono mai piaciuti. Spero che abbiate abbastanza sacchetti per il vomito!» mi guardò mentre entravamo a bordo dell'idrovolante.

«Ad essere precisi questo è un idrovolante!» specificò Oliver.

«Vola, mi basta sapere questo... -si girò alla ricerca di sacchetti- Come se non bastasse la paura degli aerei, pure il mal di mare mi sta venendo!»

Li osservai in silenzio per qualche minuto, osservando con molta attenzione gli sguardi di Oliver, non le toglieva gli occhi di dosso! I suoi occhi erano combattuti, come se vedessero un piccolo spiraglio di speranza guardando Felicty, ma poi si rabbuiavano quando tornava a guardare le sue mani.

«Oliver, -lo chiamai- posso parlarti un secondo?» domandai facendo segno di uscire dall'idrovolante e lasciando che Felicity si sistemasse.

«Certo!» mi raggiunse sul molo.

«Qual'è il tuo problema, amico?» s'immobilizzò all'istante alla mia domanda.

«Perchè non ti capisco proprio! Abbiamo sconfitto una delle più grandi minacce del tuo passato, cos'altro c'è che non ti permette di vivere?» domandai frustrato, e onestamente un pò stanco della situazione che vedevo ormai da due anni.

«Non è così semplice...» 

«Oliver, -gli misi una mano sulla spalla- lo sai che ti voglio bene, ma in certe situazioni ti comporti come un bambino di 5 anni! Se non ora, quando? Vuoi invecchiare con 7 gatti? Bene! Affari tuoi, ma non dire che non te l'avevo detto! Lei ti ama, Oliver! Ti ama dal primo momento che ti ha visto, e se proprio vuoi sapere come faccio a saperlo, beh, uno deve essere proprio stupido, o ciecamente innamorato per bersi una bugia di quelle che le raccontavi per decriptare il pc, e analizzare il composto della siringa... che poi come ti è venuto in mente di dirle che era una nuova bevanda energetica?» parlai ormai frustrato.


«Persino un bambino di 5 anni sarebbe riuscito a inventarsi una bugia migliore!» scherzai.

«Hai ragione...» fece un sorriso sghembo volgendo lo sguardo sull'idrovolante dove c'era Felicity.

«Devi aprirti con lei, Oliver.» sussurrai

«E cosa dovrei dirle?» 

«Dille quello che vedo io adesso: un uomo innamorato.» lo incoraggiai.

«Non posso farlo, Diggle. Io non sono l'uomo di qui Felicity si è innamorata, e non lo sarò mai, l'isola mi ha cambiato, mi ha fatto diventare una persona non degna del suo amore, per questo preferisco non ferirla!»

«Ommio Dio! Ma sei proprio una testa dura! Dille quello che vuoi, basta che chiariate questa tensione che si taglia con il coltello, perchè ne ho fin sopra i capelli dei vostri sguardi...» mi diressi verso l'idrovolante.

«Chi guida?» domandò seguendomi.

«Io, perchè siccome tu sei un uomo diverso, sicuramente non sai più neanche pilotare un aereo!» scherzai salendo a bordo sul posto pilota, mentre Oliver si accomodava accanto a Felicity.

Viaggiammo a bassa quota, in modo da non disturbare l'aviazione, e così raggiungemmo l'isola in un'ora e mezza, in qui ogni tanto Felicity apriva gli occhi per controllare se fossimo arrivati, e quando si rendeva conto dell'altezza, si aggrappava a Oliver, che non si lamentava della situazione.                                               
Non era una situazione imbarazzante, perchè nessuno dei due decise di sciogliere l'abbraccio confortante che proseguì fino all'arrivo sull'isola.

«Sei capace di atterrare sull'acqua senza farci rivivere i Beatles e il loro Sottomarino Giallo?» domandò un Oliver sarcastico che aveva passato assai troppo tempo avvinghiato a Felicity da aver assorbito il suo senso dell'umorismo.

«Molto simpatico.» atterrai liscio come l'olio.

«Siamo arrivati.» sussurrò Oliver a Felicity, che si alzò subito in piedi sbattendo la testa sul soffitto del veicolo.

«Chi ce l'ha messo qui il soffitto? Auch!» si massagiò la testa per far passare il dolore.

Gli aspettai sulla riva, mentre Oliver l'aiutava a scendere.

«Layla mi ha appena informato che Slade è al sicuro nelle celle segrete di Lian Yu, e che puoi andare a vederlo.» dissi rivolgendomi a Oliver mentre teneva ancora la mano di Felicity.

Pensai a quanto fossero stupidi quei due, 24 ore fa si erano dichiarati amore eterno, e ora facevano finta come se nulla fosse successo...

«Felicity, mentre Oliver va a vedere Slade, ti va se ci facciamo un giro per la spiaggia?» domandai certo che avrebbe acconsentito.

«Certo, basta che non pesti un'altra mina come l'ultima volta.» disse sarcastica.
«Non andremo molto lontano, rimanremo nei dintorni.» rassicurai l'Oliver preoccupato che si avviava verso la prigione.
«Hai letto la lettera?» domandai controllando che fossimo fuori dal raggio di portata di Oliver.
«No.» rispose cercando di evitare il mio sguardo.
«Per quale motivo?» 
«A dire la verità l'ho gettata via.» guardò in basso toccandosi nervosamente le dita.
«Per quale motivo?» domandai tranquillo.
«Mi hai raccomandato di aprirla quando avessi avuto il dubbio sui sentimenti di Oliver, ma non ho dubbi sui sentimenti di Oliver, so che era solo un piano, lo stesso Oliver è venuto questa mattina pentito di avermi illuso in qualche maniera...» la guardai quasi sull'orlo di una crisi di nervi.
«Nelle bugie c'è sempre una parte di verità.» la rassicurai.
«Non era una bugia, era un piano architettato. A una bugia si crede, ma a una cosa del genere no, perchè conosci la verità!»
«E tu la conosci?» domandai mentre camminavamo verso quello che sembrava un masso roccioso.
«Sono certa quasi al 99% che Oliver non le pensava le cose che ha detto quella sera... Per il resto non posso dire di conoscere la verità assoluta.»
«Quasi? O al 99%?» la guardai con aria interrogativa. Non mi rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo e proseguì verso una delle roccie per sedersi.    
«Ripescala dal cestino, e leggila! Sei combattuta, Felicity. E si vede! Devi comprendere che per Olver non è facile mostrare i propri sentimenti. Prima dell'isola la sua vita era molto diversa, tutti i sentimenti venivano a galla facilmente, ma l'isola l'ha reso così come lo conosciamo noi, e per l'Oliver che conosciamo, mostrare i sentimenti è una debolezza, non solo per lui, ma anche per la persona che lo ama e gli sta accanto. Lui ti ha dimostrato il suo amore a modo suo, ma allo stesso tempo cerca di proteggerti da se stesso. Io lo vedo come lo guardi...»
«Adesso mi ricordi la signora Queen.-sorrise- Anche lei mi diceva la stessa frase.»    


 
«Ci avviamo al ritorno?» domandai cercando di cacciar via il pensiero della morte della madre di Oliver.
«Certo!» si asciugò una lacrima che non credeva le fosse scesa.
Vidi Oliver all'orizzonte, così lo raggiungemmo.
«L'altra volta non me n'ero accorta di quanto fosse bello questo posto...» disse Felicity 
«Non fraintendetemi, l'altra volta ho vomitato l'anima...» mi lanciò un'occhiata che mi fece sorridere al pensiero di quella volta che non è riuscita a mantenere il pranzo nello stomaco.
«Sarà abbastanza sicura da trattenere Slade, la Super prigione dell'ARGUS?» domandai ad Oliver.
«E' abbastanza sicura da trattenere lui e tutti gli altri che ci verranno. Ma ora bisogna che mi concentri... Devo riprendermi l'azienda di famiglia!»   
«Questo non sarà facile, dato che sei povero adesso...» ed ecco la Felicity senza censure.
«Cioè, dovresti trovarti un lavoro...»
«Conosci qualcuno che assume ex miliardari con grandi abilità al tiro con l'arco?» domandò sarcastico sbuffando, mentre Felicity mi guardava sorridente. Parlammo due secondi con lo sguardo, e decisi cosa dovevo fare.
«Ehi, vi lascio un pò di privaci...» feci un occhiolino impercettibile  a Felicity e mi diressi verso l'idrovolante. Cercai di non voltarmi a guardarli, ma appena giunsi vicino al nostro mezzo di trasporto, non riuscii a resistere. Li osservai mentre parlavano, e persino da quella distanza i corpi parlavano senza che loro se ne accorgessero. L'insicurezza di Felicity era evidente, e il muro di Oliver stava pian piano crollando. Sorrisi ed entrai al posto del pilota.
E' stata una giornata interessante, vedremo cosa ci porterà l'alba...
          
 
 

SPOILER ALERT...

 



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Capitolo 7
*** Thea... ***


Hola a todos, miei pargoli :D
Sta sera ho deciso di pubblicare una
robina corta, più che altro perchè
è un mini esperimento che potrei
applicare nei prossimi capitoli.
Mi è balenato in mente che siccome nomino
avvenimenti veramente accaduti nello show,
potrei farvi un piccolo Flash Back...
Se volete saperedi cosa si tratta, continuate a leggere...
.rave

Chapter 7

Thea...

«Felicity, siamo arrivati.» mi svegliò Oliver con voce suadente.
«Dove?» domandai stropicciandomi gli occhi.
«A casa tua.»
«A casa mia? Perchè siamo a casa mia? Non dirmi che vuoi dormire da me!» ed ecco che la mia bocca era più veloce del mio cervello...                                                                                   
Sorrise.
«Non intendevo...» cercai di giustificarmi.
«Non ti preoccupare, ormai mi sono abituato.» sorrise alla mia faccia buffa.
«Ho il pigiama da unicorno che mi aspetta...» cercai una scusa.
«Non era un panda?»
«Sì, ho anche quello.» per un attimo rimanemmo in silenzio.
«Forse, dovrei, andare...» dissi dispiaciuta.
«A, ehm... certo!» uscì ad aprirmi la porta da gentiluomo.
 «Buona notte, Oliver.» gli diedi un baciosulla guancia.
«Notte, Felicity...» sussurrò mentre aprivo la porta del edificio, e non appena la aprii, gli feci cenno con la mano per salutarlo e rassicurarlo.
Entrai in casa e mi precipitai sul divano, ero distrutta, e dopo la chiacchierata con Diggle avevo più domande che risposte. Cercai di non badarci, ma era più forte di me...                   
 Mi alzai dal divano e andai a controllare il cestino dove avevo buttato la lettera di Thea.                 
Cercai per 5 minuti buoni, finchè non iniziò a salrimi il panico...                                                  
LA LETTERA ERA SPARITA!
Il panico iniziò ad assalirmi. Controllai ogni singolo foglietto, lessi ogni singola bottiglia di plastica, ma non c'era traccia della lettera. Ero certa di averla buttata in quel cestino, ma per sicurezza controllai tutti i cestini dicasa, ma niente, la lettera sembravaessere stata sotterrata. Guardai l'ora, era ormai l'una di mattina, e le forze mi stavano abbandonando. Cercai di mantenermi sveglia ascoltando della musica, ma ormai era tutto inutile.                       
La mattina mi svegliai ancora vestita, con la carta sparsa per tutta la casa e qualcuno che suonava alla porta...                                                                                                                       
Balzai dal letto e urlai: «Arrivo!» mi sistemai i capelli e mi lavai in velocità la faccia mentre calciavo da parte tutta la carta sparsa.                                                                                             
Rimasi sorpresa nel vedere Roy alla porta.
«Roy, che ci fai qui?» domandai scioccata.
«Thea è sparita!» disse nervoso.
«Sì, Oliver l'ha mandata via per proteggerla...» 
«Non capisci, dovevamo fuggire insieme, ma tornato a casa ho trovato il costume da Red Arrow sul letto, e una lettera da parte di Thea.» mi porse il foglio di carta.
 
"Roy, mi dispiace. Ho fatto uno sbaglio.Pensavo di poter stare con te, pensavo di poter rimanere Thea Queen."

"So solo una cosa, non tornerò mai più."

"Thea Queen era anche debole, e non importa quello che ci vorrà, io sarò più forte."
                   "Non cercarmi, perchè non mi troverai.Persino io non so dove sto andando."         

"Thea Queen si fidava, ma io non mi fido più di te e di nessuno, non più."

 
«Ommio DIO!» iniziò ad assalirmi il panico.
«Credi che sospetti che io sia Arrow?»
«Certo che sì, ma non è quello che mi preoccupa. Mi aveva lasciato una lettera, che come vedi ora non trovo più...» gesticolai mostrando il casino che avevo in casa.
«Cosa c'era scritto?»
«Se lo sapessi non avrei distrutto casa nel cercarla!» mi misi le mani sulla testa.
«Cosa facciamo?» domandò tremolante.
«Non lo so...» risposi guardandomi attorno.




[PS: è la prima parte del capitolo, ovviamente lo continuerò a breve, ma volevo dilettarmi un pò con codici e roba varia... Volevo sapere cosa ne pensate dell'impostazione, se vi piace, così so come impostare i prossimi capitoli, e intendo fare ordine su quelli vecchi :D Grazie per l'attenzione :D]

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