A journey in the past

di New Red Eyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A journey in the past ***
Capitolo 2: *** Sacrifice (part one) ***



Capitolo 1
*** A journey in the past ***


 
Ficcò un paio di costumi  nel vecchio borsone che solitamente usava per gli allenamenti di nuoto, poi ci ripensò e quasi le venne da ridere.
Macchè bikini e bikini, ormai sono una sirena!
Fece per toglierli, quando la voce melodiosa di sua madre la raggiunse:-Robin, ci sei? Lo sai che sono già le otto e mezza e il tuo treno è alle nove, vero?-
-Coosa? Di già?- saltò su sbalordita, affrettandosi a chiudere la cerniera e ad infilarsi la prima felpa che le captò sottomano.
-Devo scappare! Ciao mamma, salutami  canguri e koala mi raccomando!- urlò, mentre scendeva di volata le tre rampe di scale che la separavano dalla porta principale.
Udì sua madre ridere:-Certo, certo! Tu però ricordati di salutarmi i nonni!- , ma non fece in tempo a rispondere perchè si era già fiondata fuori.
E' un peccato essere sempre così di corsa...per un motivo o per l'altro ultimamente ci vediamo pochissimo! pensò un po' malinconicamente mentre si affrettava verso la stazione centrale di Colonia, fortunatamente non molto distante da casa sua.
Si accomodò nella carrozza predestinata giusto un'attimo prima che il treno partisse e ne aprofittò per riprendere fiato dopo la corsa. 
Il lavoro dei suoi genitori li aveva sempre  impegnati molto, in quanto il loro lavoro di fotografi li portava spesso a viaggiare in giro per il mondo, ma la cosa non le era mai pesata troppo. Primo, perchè spesso le portavano con loro nei luoghi più disparati; secondo ma non meno importante, perchè c'era sempre Hazelle con lei. Erano già state separate in passato, ma le mancava molto ogni volta e sapeva che per la gemella era lo stesso. Inoltre la sua ultima telefonata l'aveva  inquietata e fatta preoccupare un bel po', nonostante la vicenda si fosse risolta abbastanza bene e Zelle stesse bene.
Scosse la testa e decise di pensare a qualcos'altro, in fin dei conti era partita per un motivo e non voleva dimenticarlo, ma presto si ritrovò a sbadigliare per il sonno e la noia.
Ipnotizzata dalla bassa, ritmica vibrazione del treno,  si ritrovò appallottolata su se stessa, la testa appogiata al borsone e gli occhi velati dal dormiveglia. 
Si strinse addosso la felpa blu della tuta, mentre le palpebre le si facevano più pesanti e la mente s'innalzava leggera tra il sogno e il ricordo dell'ultima estate passata sull'isola di Borkrum.
"-Ehi, Robin, vieni a vedere. E' belissimo!- 
la voce della gemella è allegra e la voglia di lavorare è poca, per cui la tredicenne non esita un'attimo ad abandonare i libri su una sedia e a saltellare nella sua direzione. 
-Che hai trovato?- chiede a bruciapelo, studiandola  mentre rovista in un'enorme armadio scuro.
-Guarda!- esclama l'altra entusiasta, afferrando una gruccia e volteggiando  su sè stessa per farle ammirare un abito celeste a micro pois blu. 
-Uhm?- è tutto quello che le risponde, un po' perplessa. -Un vestito? Tutto qui?-
-Come sarebbe a dire "tutto qui" ?-
 Gli occhi viola di nonna Enice saettano da una nipote all'altra mentre si avvicina loro. 
 -Questo è un pezzo del '54 realizzato a Londra, un vero gioiellino vintage!- spiega ad Hazelle, che sembra  l'unica ad essere interessata all'argomento. 
Robin alza i palmi a mo' di scusa, per poi uscirsene con un :-Sarà, ma come gioiellino vintage preferisco la Harley Davidson che c'è in vetrina!- che che le fa scoppiare a ridere tutte.
-Ah! Sei come tuo padre, uno spirito libero...- afferma infine la donna, osservandole entrambe con orgoglio -...ma con gli occhi blu  di mia madre!- conclude per lei la ragazzina, scuotendo la testa con fare teatrale.
-Certo! Perchè altrimenti come farebbero a distinguerci?- chiede retorica Zelle, affiancandola e prendendola sottobraccio, in modo da far risaltare le sue profonde iridi nere.
-Io vi distinguerei comunque!- s'intromette Jörg, il più vecchio tra tutti  i cugini, scavalcando un cavallo a dondolo in cartapesta e raggiungendole. Con i suoi quasi due metri d'altezza e i capelli biondi sembra il tipico ragazzo tedesco, ma gli occhi scuri, tipici della famiglia Swann, rivelano un'origine diversa.
-Proprio!- ridacchiano in coro le due gemelle, mentre Hazelle rimette al suo posto l'abito.
-Su, ragazzi, ora rimettetevi al lavoro...- li riprende bonariamente la nonna, ritornando al bancone dove l'aspetta Gianfranco, il monumetale registratore di cassa, così ribattezzato proprio dal trio di nipoti.
-A proposito, Robin, dov'è finita quell'enciclopedia che ti avevo chiesto di sistemare?-
La ragazza avvampa e si fionda a recuperare i preziosi libri rilegati sotto lo sguardo divertito della nonna, accompagnata dalla risatina della gemella."
Il trillo argentino del cellulare non le era mai parso così fastidioso, ma tanto ormai era sveglia, così se lo portò all'orecchio senza nemmeno guardare chi la stesse chiamando.
-Robin, si può sapere perchè non rispondi? Stai  dormendo?- 
La voce ironica di zia Silke ebbe il potere di svegliarla del tutto e di riportarle alla mente il perchè del suo viaggio. Si rimise seduta il più compostamente possibile e iniziò a massaggiarsi il collo anchilosato:-Non più. Hai trovato qualcosa?-
-Ovvio, per chi mi prendi? Ti ricordo che, per quanto mi sia ritirata da un po', ero pur sempre la miglior  giornalista del Daily Bugle. Quella volta che sono riuscita a...-
-....facciamo che me lo racconti un'altra volta?-
Una sorta di grugnito dall'altra parte del telefono le fece spuntare un piccolo sorriso.
-Sorry not sorry, zia. Comunque, hai trovato anche le foto?-
-C'è voluto un po' ma ho recuperato anche quelle, sì. Alcune sono un po' sgranate, ma in un paio... la si vede perfettamente, con coda e tutto.-
La ragazza si lasciò sfuggire un sospiro sollevato :-Perfetto! Non so come ringraziarti, davvero, posso solo immaginare il lavoraccio che hai dovuto fare.-
Potè quasi percepire il sorriso che aveva  sicuramente addolcito il volto della zia paterna mentre questa rispondeva :-Non serve, è stato un compito tanto inaspettato quanto interessante...per cui tranquilla, l'unica cosa che ti chiedo è di fare una bella interrogazione e prendere un buon voto!-
La ragazza si morse la lingua: certo, la ricerca per scuola. La scusa ufficiale, per tutti ma soprattutto per la curiosa e a tratti indiscreta parente ex-giornalista a cui aveva dovuto chiedere un'aiuto per proseguire le sue ricerche.
-Oh, certo!E' il minimo dopo tutto ciò che hai fatto per me. Grazie ancora, zia, e salutami Jörg!-, aggiunse d'impeto, ricordandosi  del cugino ormai diciannovenne con cui aveva condiviso così tante vacanze dai nonni.
Non fece quasi in tempo a concludere la telefonata che, con una una fitta serie di fischiettii, tutte le informazioni reperite da Silke le furono trasmesse.
Interessata, diede subito un'occhiata al materiale: articoli ingialliti di vecchi giornali, foto più o meno sgranate, resoconti di viaggi e trascrizioni di antiche leggende. Quello, sommato alle scartoffie di famiglia e alle misere conoscenze che aveva messo assieme nel giro di un paio di giorni, costituivano tutto ciò che aveva.
Poco, se ne rendeva perfettamente conto, ma portare pazienza non era nel  suo carattere; e così  si era ritrovata  su un treno ad alta velocità diretta a  Emden, da cui si sarebbe imbarcata per Borkrum.
Sospirò, tambureggiando le dita sul vetro imperlato di goccioline di pioggia.
I genitori, in viaggio per il loro lavoro di fotografi come al  solito, le avevano concesso di buon grado di partire, anche perchè erano ormai quattro anni che non si recava  più sulla maggiore delle Fisone Orientali.
Certo, avrebbe potuto telefonare o mettersi in contatto con i nonni paterni con Skype, ma ciò di cui doveva parlar loro era troppo importante e necessitava di una visita. Diverse domande le balenarono nella mente: e se si fosse sbagliata? E se non avessero voluto parlargliene? E se ficcanasando avesse messo in pericolo qualcuno?
-Inutile preoccuparsi ora: a questo punto non posso più tirarmi indietro. Devo farlo anche per Hazelle.- sbottò infine, stringendosi nella felpa e spalmandosi  nuovamente sul sedile, il borsone al suo fianco. L'unica cosa che poteva fare era cercare di riposarsi e di prepararsi mentalmente al confronto.
 
 
L'odore di sale e alghe l'avvolse, imprimendosi prepotentemente sui suoi vestiti, non appena mise piede sul molo d'attracco.
Inspirò profondamente, mentre una felicità genuina le dipingeva un largo sorriso sul volto: quell' isola era stata per anni la meta delle sue vacanze estive e ad essa erano legati decine di fantastici ricordi, ritornarci dopo così tanto tempo le procurava una gioia indescrivibile. 
-Ehi, Robin!- 
Si voltò di scatto, riconoscendo la voce, e si mise a correre zigzagando tra la gente verso il nonno paterno, che svettava tra la folla grazie alla sua altezza sopra la media.
-Opa!-, si ritrovò ad esclamare mentre lo abbracciava di slancio, lasciando cadere a terra il borsone nero.  
A settantatrè anni compiti, Maksim Swann poteva ancora vantare una forza fuori dal comune, e così non faticò ad alzare la nipote da terra per qualche istante. Robin rise, e non appena rimessa giù si staccò da lui per osservarlo bene: in quei quattro anni i baffi gli erano diventati competamente bianchi e aveva messo su un po' di pancia, ma per il resto non era cambiato granchè.
-Guarda che bella ragazza sei diventata! E quanto sei cresciuta!- sorrise compiaciuto l'uomo, mentre si incamminavano verso il cottage dove viveva assieme alla moglie.
-Lo so, Hazelle me lo ricorda sempre...anche se in realtà la supero solo di cinque centimetri!- ridacchiò lei, guardandosi avidamente attorno e cercando di notare i piccoli cambiamenti avvenuti in quei quattro anni.
-A proposito, lei sa di questa tua visita così inattesa?- 
Si aspettava quella domanda. Scosse la testa, facendo ondeggiare i lughi capelli castani:-No, non gliel'ho detto perchè ultimamente le sono successe alcune cose spiacevoli. Non volevo che pensasse che, mentre lei è laggiù in Giappone in mezzo a mille problemi, io me la spassi...-
Maksim le diede una pacca affettuosa sulla spalla :-Ma no, non dirlo neanche. Non penserebbe mai queste cose di te...-
La ragazza si sentì un po' meglio; e così l'anziano decise di spostare il discorso sull'altra gemella :-Cosa le è successo? Qualcosa di grave?-
Robin sospirò, socchiudendo gli occhi :-Sono successe molte cose in quest'ultime settimane, Opa. Credo sia meglio parlarne quando sarà presente anche la nonna...-
L'uomo annuì, facendosi serio in volto, e in pochi minuti arrivarono alla deliziosa casetta in pietra dove abitava ormai da anni con la moglie.
Il silenzio calato tra di loro li accompagnò finchè non entrarono, dove vennero salutati dal tintinnio festoso dei campanelli appesi alla porta.
Attraversarono il minusolo ingresso per ritrovarsi in una cucina luminosa e accogliente; arredata con antichi mobili in legno e riscaldata da un'imponente stufa in maiolica bianca e blu.
Sul tavolo, posto centralmente, facevano bella mostra di sè una copia di "Dracula" di Bram Stoker e un paio di occhiali da lettura.
Era tutto così familiare che Robin sentì gli occhi pizzicarle al pensiero che la gemella non fosse lì a condividere quel momento con lei.
Scosse la testa, perchè essere tristi? Era pur sempre una riunione di famiglia, e certamente presto Hazelle avrebbe potuto raggiungerli!
Mentre lei era ancora immersa nelle sue riflessioni, Maksim li aveva annunciati con un semplice :-Siamo arrivati!-
-Oh, finalmente!- esclamò di rimando un' energetica voce femminile, proveniente dalle scale, e di lì a qualche secondo Enice Violett-Swann fece la sua comparsa in scena. Vestita con un comodo abito dalle maniche a kimono e con i lunghi capelli neri impreziositi da qualche ciocca ormai argentata, sembrava davvero una fata.
I grandi occhi viola le scintillarono mentre si precipitava ad abbracciare la nipote, che si lasciò stritolare volentieri.
-Ma guardati! Come sei cambiata...ormai sei una giovane donna...e chissà quanti ammiratori avrai!- chiocciò divertita, osservandola attentamente e facendola arrossire.
-Oma...dai!- borbottò Robin imbarazzata, tentando di sparire nella falpa sportiva e facendo  ridere divertita la donna:-Poi mi racconterai  tutto del tuo fidanzato, non è vero?-
-Ma se non ce l'ho nemmeno!-
-Come no?! Ci sarà almeno qualcuno che ti piace!-
-...sì, ma...-
-Ecco, vedi! Lo sapevo io...- 
Solo l'intervento provvidenziale del nonno interrupe l'interrogatorio, permettendo così alla ragazza di riprendere fiato e di riordinare le idee.
-E va bene, per ora passi, ma non credere che lasci cadere l'argomento così presto!-, capitolò Enice  spostando libro e occhiali sulla credenza e servendo loro un paio di tazze di thé bollente.
-Allora, perchè questa visita inattesa?- chiese dopo qualche istante di silenzio  Maksim, obbligando Robin a staccare lo sguardo dalla bevanda color rubino e a mormorare :-Nelle ultime settimane sono successe un sacco di cose strane, e io ho deciso di indagare per capire il più possibile di tutta la storia...ma ora che sono qui non so se ho fatto la cosa giusta..-
-Puoi essere un po' più specifica?- chiese dolcemente Enice accarezzandole una spalla, dato che la ragazza continuava a tentennare.
Messa alle strette, Robin si  decise di sputare il rospo tutto d'un fiato :-Hazelle si è trasformata in sirena e le è stata affidata la perla viola dalla precedente sovrana, una certa Karen Aiiro. A causa di ciò è dovuta partire per un paesino sperduto nel Giappone....ma questo ve l'aveva detto tramite Skype.-
Enice annuì, Maksim si limitò ad un cenno della mano, come a dire di andare avanti. Non sembravano sorpresi o spaventati o arrabbiati, e se ciò da una parte la tranquillizzava dall'altra la intimoriva.
-Entrando in contatto con l'acqua mi sono trasformata anch'io e per un po' non ho più potuto nuotare, ma poi la Regina, tramite Karen, mi ha mandato questo amuleto che inibisce la trasformazione e così ho potuto riprendere a gareggiare.-
Detto ciò, scoprì il polso e mostrò loro il bracciale in cuoio intrecciato su cui aveva fatto incastonare la medaglietta semitrasparente, ricoperta di incisioni che non riusciva ad interpretare
La nonna lo osservò dapprima stupita, poi sorrise riconoscente :-Un oggetto del genere è un regalo prezioso, la nostra Regina ha dimostrato ancora una volta di avere a cuore il benessere di tutti i suoi sudditi.- 
A quelle parole la ragazza sobbalzò:-"Nostra"? Quindi era vero, sei tu! Karen ci aveva detto che avevamo un po' di sangue marino nelle nostre vene...e io ho anche fatto delle ricerche al riguardo!-
La donna accennò un sorriso di scuse, ma prima che potesse dire alcunchè Maksim si intromise, sorprendendola ancor di più :-Ebbene sì, ragazza, tua nonna è una vera  sirena...ma anch'io non sono da meno!-
Robin, che stava trafficando con il cellulare, intenzionata a mostrar loro tutta la sua documentazione, si immobilizzò basita :-Cosa?-
Enice ridacchiò, inclinando la testa e osservandola mentre  sgranava gli occhi sinceramente stupita :-Eh già! Altrimenti nè tu nè io saremmo qui a parlarne. Sai vero che, se un'umano scopre la vera identità di una sirena, la poveretta è condannata a divenire schiuma del mare?-
-Sì, l'ho letto da qualche parte, ma credevo fosse solo una storia!- mormorò Robin, cercando di assorbire al meglio tutte quelle informazioni. 
Poi un pensiero maligno le balzò in mente, facendola scattare in piedi spaventata:-Ehi, ma allora dobbiamo avvertire subito Hazelle!-
-Tranquilla, per voi sirene di seconda o terza generazione questo pericolo non sussiste.- si affrettò a spiegarle la donna, aiutata dal marito che confermò.
La ragazza si riaccomodò a sedere, più tranquilla, per poi chiedere ulteriori spiegazioni riguardo la loro natura.
-Ebbene, io sono il quinto figlio di una famiglia appartenente al regno dell'Oceano Atlantico del Nord,  di cui fa parte anche il nostro amato Nordsee, il Mare del Nord. Tutti i miei familiari sono sirene e tritoni, tranne un mio prozio...e me medesimo.-
Robin ascoltava avidamente, annuendo con enfasi quando l'anziano faceva qualche pausa tattica.
-Pur conservando, a parte la coda,  tutte le abilità dei "marini" come poter respirare sott'acqua o parlare con i pesci, decisi di fingermi umano. Mi trasferii qui a Borkrum e iniziai a lavorare come pescatore, e proprio durante una battuta di pesca incontrai tua nonna.-
A quel punto la parola passò ad Enice, che arrossì imbarazzata al ricordo anche se erano ormai passati anni :-Già, e che incontro! Mi pescarono, pensa un po'!-
Robin strabuzzò gli occhi, senza sapere se ridere o piangere :-Ma sul serio?-
-Certo! Neanch'io ci potevo credere.- aggiunse Maksim, versandosi un'altro po' di tè ai frutti di bosco.
-Stavo scappando, ero stanca e non riuscivo più ad orientarmi a causa della nebbia che non mi permetteva di vedere le stelle.- sospirò  la donna riprendendo il racconto.
Anticipando la domanda della nipote, fece una  divagazione non programmata ma doverosa:-Io provenivo da una famiglia nobile, e ero stata promessa in sposa all'unico rampollo di una famiglia del nostro rango. Il nostro matrimonio era stato programmato quando eravamo ancora bambini ed era solo un'accordo politico-economico. Il mio promesso non era "cattivo", ma neanche innamorato di me, e quindi il matrimonio si sarebbe presto rivelato infelice...così scappai dal regno dell' Oceano Antartico  e iniziai a vagare per i sette mari, finchè non capitai nel bel mezzo di una rete da pesca stracolma!-
-Cavolo, che storia avventurosa! E che strano modo di trovare l'amore!- esclamò Robin di getto, facendo sorridere Maksim :-E' un vizio  di famiglia...lo sai come si sono conosciuti i tuoi genitori, no?-
La mora annuì, e anche a lei spuntò un sorriso: i suoi genitori si erano conosciuti per caso, in un'aereoporto di Berlino.
Sua madre Melissa aveva scambiato suo padre Thomas, di spalle, per un suo amico appena tornato da un viaggio in Italia...e gli era saltata addosso, letteralmente.
Inutile dire che, una volta scrollatosi di dosso quella specie di stella marina bionda e dagli occhi blu, il ragazzo ne era rimasto pressocchè affascinato, tanto che due mesi dopo erano già fidanzati.
-Già...povere me e Hazelle!- disse infine, mentre una goccia di sudore freddo le scivolava lungo la tempia.
-A proposito di Zelle! Come ha preso la cosa?- chiese leggermente preocupata la donna, ottenendo subito risposta:-Dato che Karen l' ha contattata sempre attraverso sogni e visioni, facendole quasi credere d'essere impazzita, direi piuttosto bene. Le ha urlato dietro solo per i primi due minuti, poi ha deciso di accettare sia le sue scuse che la proposta di divenire la nuova custode della perla viola.-
Enice si tranquillizzò relativamente, difatti sapeva che quello non era un compito facile. Contava pienamente sulla ragazza, ma era pur sempre una nonna e l'istinto era quello di proteggere tutti i  suoi nipoti, in ogni caso.
-Il problema casomai è un'altro, nell'ultima telefonata Hazelle mi ha parlato di un'incendio causato da uno dei loro nemici, un certo Pyo in grado di controllare il fuoco.- aggiunse Robin incupendosi e scatenando le ire del nonno:-Che cosa? Se quel bruto ha fatto del male alla mia nipotina io lo spengo, altro che!-
-Opa, tranquillo, se n'è andato prima di poter fare troppi danni, Zelle è illesa!- si precipitò a dire la mora, cercando di calmare il fin troppo arzillo e battagliero capofamiglia.
-Gli elementali, ne avevo sentito parlare ma pensavo fosse solo una leggenda.- commentò tristemente Enice, abbassando lo sguardo e torturandosi le mani.
-Purtroppo noi non possiamo fare nulla. Il mare è in tempesta...e solo loro hanno le capacità per sistemare le cose.-
Dopo quelle parole calò un silenzio cupo che sembrò saturare la stanza, finchè Maksim non saltò su inaspettatamente:-Allora, avevi detto di esserti documentata, ci fai vedere? Sono proprio curioso di sapre cos'hai trovato.-
La ragazza annuì con entusiasmo, facendo scorrere sul cellulare le foto inviatele precedentemente dalla zia sotto lo sguardo attento del parentado.
-Allora, ho letto diverse leggende sulle Meerjungfrau* provenienti da tutto il mondo...ad esempio, è vero che possiamo creare tempeste e tsunami?-
Enice ridacchiò:-No, mi dispiace deluderti ma non ci è possibile. Sono molto, molto rari i casi in cui una sirena o un tritone possiedano poteri simili.-
Robin scrollò appena le spalle, senza mostrarsi troppo delusa:-Avevo immaginato, però volevo esserne sicura...
Sospirò, per poi ripartire all'attacco, raccontando loro alcune leggende scozzesi, che parlavano di sirene dalla coda di salmone, e  un paio di cinesi in cui si spiegava come le lacrime dei "marini" divenissero perle. 
-Quindi anche queste sono tutte delle semplici dicerie?- , chiese infine, un po' intristita nel sapere che quasi tutte le sue ricerche erano pressochè inutili.
-Questa no!- esclamò all'improvviso Maksim, accendendo la curiosità della ragazza.
Lesse ad alta voce quello che sembravo l'estratto di un blog, trepidante:  "Si dice che in Italia, nel Mar  Tirreno, abiti da oltre trecento anni una sirena-profetessa.
A seconda della credenza popolare essa viene chiamata Murgen o Morge. Vive in una gigantesca  conchiglia-casa, circondata da un labirinto di coralli e da un giardino d'alghe. Emerge dalle acque e si fa vedere dagli esseri umani solo  la notte tra il 24-25 gennaio,  per predire il futuro a chiunque glielo chiederà. "
-Wow! Quindi esiste davvero?- chiese infine, incuriosita e perplessa: trecento anni le parevano davvero troppi!
-Già!Non è sempre stata lei a fare le divinazioni, in tutti questi secoli. Si tratta di una sorta di impresa di famiglia che viene tramandata da generazioni...e ci sono stati anche dei tritoni che hanno svolto questo compito!- confermò il nonno, mentre Enice rincarava la dose:-Ai nostri tempi,  era una giovane sirena-coda-blu e si chiamava Morga Lust...-
-Quindi voi la conoscevate?-
-Non di persona, ma era abbastanza famosa nei sette regni. Moltissimi marini andavano da lei per farsi predire il futuro, e puoi star certa che quel che diceva lei si avverava sempre.- spiegò pacatamente Maksim, con una  sicurezza tale che Robin gli credette subito sulla parola.
-E ora? Chi porta avanti la tradizione?- chiese ancora Robin, ma prima che l'anziano potesse risponderle Enice scattò in piedi:-Cielo, sono già le sette! Sarà il caso di metter su qualcosa per la cena!-
Solo a quelle parole la mora si accorse che sì, effettivamente aveva un certo languorino e che forse era meglio rimandare la discussione a dopo.
-Cosa si mangia?- sorrise, immaginando la risposta che arrivò subito:-Che ne dici di una bella zuppa di pesce?-
-Dico che non vedo l'ora di riassaggiarla, dopo tutto questo tempo!-
In fin dei conti, ormai la verità la so...tutte le altre domande possono aspettare!
 
 
 
*Mensola dell' Autrice*
Ehilà! Questo, come si è intuito,  è uno spin-off della meravigliosa long "Mermaid Melody - Perals of Destiny" di Elsira e  Crazy Chick Kelly_chan.
E' da collocare nelle settimane tra la partenza di Hazelle per Niijima e l'arrivo di Robin al Pearl Piari, dopo l'attacco di Pyro. Ho voluto dedicare qualche parola anche a lei perchè penso che sia giusto mostrare il suo percorso di "accettazione" verso la trasformazione in sirena e rispondere ad alcune delle domande che giustamente si pone.
 Ci tengo a dire che l'ho scritto in tre "rate", e per quanto io abbia controllato qualcosa potrebbe essermi sfuggito, in caso segnalate pure, correggerò quanto prima!
Che altro dire...beh, potrebbe esserci un seguito, sempre a proposito della nostra beneamata Robin e della sua vita da neo-sirena, chissà! 
Ah, e mi raccomando, correte subito a leggere "Pearls of Destiny"! E' molto meglio dell' anime originale e sarebbe bello che divenisse una delle storie scelte del fandom!                                   Red
 
-Meerjungfrau: sirene in tedesco.
-Opa e Oma: rispettivamente nonno e nonna in tedesco.
 

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Capitolo 2
*** Sacrifice (part one) ***




Robin socchiuse gli occhi, beandosi del profumo salmastro del mare e della carezza del timido sole velato di nubi. Si trovava su una delle spiagge minori dell'isola, una tra le meno frequentate dai turisti, e si stava godendo un po' di riposo.
Accanto a lei, Enice ultimava la lettura di Dracula con Cesare in grembo che faceva le fusa a tutto spiano. La ragazza  lanciò un'occhiata di sbieco a quella palla di pelo rossiccio e sorrise.
L' aveva potuto conoscere solo  in mattinata, dato che aveva passato la giornata precedente - quella del suo arrivo - a zonzo per la  cittadina e solo all'alba era rietrato in casa.
Riportò lo sguardo sul mare, limpido e gelido. Il moto delle onde le fece venire in mente un cuore palpitante e la riempì d'amore per quel posto così sperduto e un po' selvaggio.
Saltò in piedi:-Perchè non facciamo qualche tuffo? Mi piacerebbe molto vederti in versione sirena! Chissà se almeno in quella forma ci assomigliamo!-
La donna la scrutò per qualche istante, poi scosse appena la testa:-Mi dispiace ma oggi non me la sento, la schiena non vuole proprio darmi tregua...sai com'è, gli acciacchi dell'età. Ma tu vai pure, ci mancherebbe!-
Un velo di delusione appannò il buonumore di Robin, ma fu il lasso di tempo di un battito di ciglia:-Ahi, peccato! Spero che ti passi presto, così potremo esplorare i fondali del Nordsee* assieme!-
Enice accennò un lieve sorriso, mentre Robin si tuffava nella grigia acqua gelida senza esitazioni.
Il primo impatto la stordì leggermente, ma man mano che il suo corpo mutava da sirena a umana il freddo si fece più sopportabile, fino a diventare una piacevole sensazione di freschezza. 
Nuotò per qualche decina di metri cercando di non usare la coda per non sollevare troppi schizzi e dare nell'occhio. Una volta allontanatasi dalla costa, iniziò ad inabissarsi sempre più.
I suoi capelli, diventati color glicine, si allargavano e fluttuavano attorno a lei come una bizzarra aureaola che mutava ad ogni movimento. 
Si ricordò che a quella profondità  l'ossigeno  scarseggiava, ma non notò problemi nel suo organismo né la necessità di respirare. Di riflesso, si toccò il collo, aspettandosi di trovare le branchie come nei telefilm che guardava da piccola, ma la pelle sotto i polpastrelli era assolutamente normale.
Si chiese come fosse possibile per lei e per quelli della sua razza respirare, ponendosi per la prima volta quella domanda tanto importante. Ipotizò che la trasformazione in sirena  permettesse di assorbire la quantità necessaria di ossigeno dall'acqua direttamente attraverso  pelle e squame.
In ogni caso, non si era tuffata per rispondere a domande di stampo scientifico, così si rimise a nuotare godendosi lo spettacolo del Mare del Nord.
Dopo pochi minuti scorse il fondale brulicante di vita, e si fermò per godersi meglio lo spettacolo della natura.
Lunghe alghe s'innalzavano danzando con un che di ipnotico, quasi invitandola ad entrare per scoprire le meraviglie custodite in quello scrigno verdastro. 
Estasiata, iniziò a vagare per quella  prateria sottomarina, fermandosi ad ammirare gamberetti semitrasparenti così belli da sembrare di vetro, lentigginosi marluzzi nordici e banchi di aringhe simili a nuvole argentee.
Un improvviso malessere si riversò su di lei, costringendola a fermarsi e a portarsi le mani alle tempie nel vano tentativo di alleviare quel dolore che aumentava sempre più.
Iniziò a tremare violentemente, mentre il gelo che prima l'aveva rivestita come una secoda pelle ora diventava una camicia di forza che le impediva di muoversi come avrebbe voluto.
Sbattè la lunga coda a destra e sinistra, e si rese conto che  stava stingendo, passando dal viola cupo ad un rosa livido.
La consapevolezza la colpì come uno schiaffo.
Si diede una poderosa spinta verso l'alto, iniziando a nuotare verso la superficie con tutte le sue forze. Strinse i denti, cercando di relegare il dolore in un'angolo della coscienza per concentrasri sulla risalita, ma sapeva di non avere molte speranze. Una volta tornata completamente umana, il gelo l'avrebbe aggredita brutalmente e  lei non indossava che t-shirt e pantaloncini. Inoltre, avrebbe dovuto fermarsi per le varie tappe di decompressione o sarebbe morta per un'embolo.
La luce sopra di lei iniziò a sbiadire, mentre l'aria vitale diventava acqua mortifera. Ciò che le era sembrato un paradiso ora la stava uccidendo, il mondo che tanto l'aveva reclamata ora la rifiutava...
Mentre la coscienza svaniva, le sembrò di sentire qualcosa di caldo sfiorarle collo e ginocchia.


Robin si tirò su a sedere tossendo, gola e polmoni in fiamme, le ciglia incollate dal sale. Incentivata da qualche energica pacca sulla schiena, sputò saliva e acqua di mare e finalmente riprese a respirare, seppur con difficoltà.
Affondò le dita nella sabbia fredda e ruvida, alla ricerca di un'appiglio, e sentì il profumo di vaniglia ancor prima di avvertire le braccia magre attorno a sé.
- O-oma...- tossicchiò ricambiando l'abbraccio, tremante e infreddolita, ancora ad occhi chiusi. Lì aprì e li richiuse subito, sull'orlo delle lacrime per il bruciore, e istintivamente si passò  il dorso di una mano sul viso. 
Una voce sconosciuta la riprese subito:-Stai ferma, vado a prendere un po' d'acqua dolce.-
Stranita, ubbidì e si strinse nelle spalle, il gelo che le mordeva la pelle esposta. Tentò nuovamente di aprire gli occhi e questa volta il pizzicore fu accettabile, le lacrime impigliate nelle lunghe ciglia. 
-Tranquilla, va tutto bene.- la rassicurò Enice scostandosi appena per poggiarle una giacca sulle spalle. Jeans? Ma nessuna di noi ha una giacca in jeans...si ritrovò a pensare la ragazza, perplessa e un po' preoccupata. Fece per chiedere ma una bottiglietta d'acqua occupò il suo campo visivo e tutto il suo essere si concentrarò su di essa. Svitò il tappo già allentato e si risciacquò per bene gli occhi accecati dal sale, il viso e le mani, la pelle che già iniziava a tirare.
Svuotò ciò che rimaneva con un sorso, sospirando con rammarico per la poca acqua rimasta. 
-Ce n'è ancora, se vuoi... - disse gentilmente Enice, scatenando uno sbuffo da parte di qualcuno alle sue spalle, che commentò acidamente:-E chi sono io, un distributore automatico?-
-Oh, andiamo, perchè devi essere sempre così scorbutico? Non puoi andare a comprare un'altra bottiglia e basta?- lo bacchettò l'anziana, il tono a metà tra lo spazientito e il divertito. Il ragazzo, perchè di un ragazzo si trattava, roteò gli occhi al cielo. Prima che Robin potesse squadrarlo per bene, prese un sorso dalla borraccia che portava a tracolla, schioccò le dita e sparì.
La ragazza sgranò gli occhi, per poi puntare la nonna:-Ma, ma, ma come ha fatto? Lo hai visto anche tu vero? Non ho le allucinazioni vero?!-
Enice rise di gusto sotto lo sguardo sbalordito della nipote e si affrettò a spiegare:-Posso assicurarti che  stai benissimo, e che è tutto nella norma. Diego, e quelli come lui, hanno poteri che noi possiamo solo sognare.-
Robin si strinse nella giacca, un po' umida, e annuì. D'altronde, non era più strano di tutto ciò che le era capitato negli ultimi due mesi.
Afferrò al volo la bottiglietta, più per riflesso condizionato che per reale visione della stessa, e ringraziò mentalmente tutti gli anni passati a fare pallavolo.
-Però.- fischiò quasi ammirato Diego, comparendo dal nulla di fianco a lei, e fissandola attentamente. La ragazza, per nulla intimorita, lo squadrò a sua volta: occhi di una strana sfumatura rossastra, ricci pallidi che s'intonavano con la carnagione chiara, spiccato accento italiano, un metro e settanta circa.
Hazelle se ne salterebbe sicuramente fuori con un "Wow, che lenti a contatto strane! Fai il  cosplayer?", si ritrovò a pensare, una fitta di nostalgia a serrarle lo stomaco.
-Grazie di avermi salvato la vita.- disse infine, ricevendo in risposta uno scrollare di spalle:-Dovere.-
Il silenzio calò su di loro per qualche minuto, mentre Robin svuotava anche l'altra bottiglietta, poi Diego riprese:-Se posso sapere, che ci facevi laggiù? Non avresti mai dovuto fare una cosa del genere, nelle tue condizioni... -
La mora avvertì Enice irriggidirsi, di fianco a lei, e la domanda le salì alle labbra spontanea:-Mie condizioni? Cosa vuoi dire?-
Il ragazzo lanciò un'ochiata affilata come un coltello alla donna :-Non gliel'avete detto.-
-Speravamo non fosse necessario.- ribattè la sirena più anziana, stringendo una mano sulla spalla di Robin, che iniziava a inquietarsi:-Di cosa state parlando? Opa, cosa...?-
Una risata amara la interruppe, poi il ragazzo sbottò:-Enice, se non ti decidi a parlare lo farò io, e sarà perfino peggio, lo sai?-
La donna socchiuse gli occhi viola, sconfitta:-Andiamo a casa, ti spiegherò tutto, lo giuro.-
Robin si divincolò dalla sua presa e la fissò, un misto di paura e rabbia e qualcosa che non riusciva a spiegarsi che le incendiava lo sguardo:-No, voglio sapere! Tutto e subito!-
-Molto, molto tempo fa...cinquant'anni, se non sbaglio, tua nonna fece un patto con la mia famiglia.- iniziò Diego, la voce incolore, le parole rapide e schiette.
-Ogni sirena sa che, in qualsiasi caso, a qualunque costo, deve proteggere il segreto dell' esistenza della nostra specie.-, spiegò Enice come in trance, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
-Quando mi catturarono, tuo nonno fece in modo che la vicenda diventasse una leggenda; disse che erano mezzi ubriachi, che avevano pescato una semplice foca. Ma le voci continuarono a girare, e si fecero via via più insistenti con la nascita di tuo padre. Era un bambino uguale a tutti gli altri eppure profondamente diverso. Riusciva a nuotare meglio di chinque altro, a immergersi anche in inverno con il gelo, e se passava troppo tempo in acqua, sulla sua pelle comparivano scaglie violacee.  In qualche modo riuscivamo a nascondere la cosa, ma con tuo zio fu impossibile, pensa che la sua trasformazione completa avvenne a tre mesi non appena entrò in contatto con l'acqua salata...- la donna sospirò, tristezza e orgoglio che impregnavano la sua voce in parti uguali. Robin l'ascoltava rapita, senza perdersi un dettaglio, mentre Diego sembrava impaziente che finisse.
-Cosa fare? Presto tutti se ne sarebbero accorti e non ci sarebbe stata più pace per nessuno di noi, in acqua o sulla terraferma, marini o ibridi.-
-L'unica via di salvezza era la magia: un'incantesimo così potente da cancellare il ricordo dalla mente di tutti gli abitanti e da schermare l'isola da qualsiasi pensiero sulle sirene.- la interruppe il ragazzo, ricevendo un'occhiataccia da Enice, che però lo lasciò fare.
-In che senso?- chiese Robin perplessa, aggrottando le sopraciglia e ripensando a tutto il materiale che sua zia le aveva procurato.
-Qualunque terrestre arrivi su Borkrum con l'intento di andare a caccia di sirene, o anche solo ne voglia parlare, se ne dimentica non appena posato piede sull'isola.- spiegò rapidamente Diego, fissandola intensamente.
-Ma zia Silke mi ha procurato diversi resoconti di viaggio e prefino qualche foto di marini.- ribattè la mora, scatenando una risatina di Enice:-Quella riuscirebbe a trovare materiale su qualsiasi cosa, è un vero segugio per le notizie!-
Diego assottigliò lo sguardo, l'espressione improvvisamente seria:-Dev'essere materiale precedente all'incantesimo. E comunque, se venisse qui per fare ricerche sul campo, non ci riuscirebbe.-
La ragazza  annuì, seppur non del tutt convinta, e fece cenno di arrivare al punto.
-Ogni magia richiede un sacrificio: per questo incantesimo, fu necessario sacrificare il mio potere, poi quello di tuo zio.- disse lugubremente la donna dopo qualche istante di silenzio, e Robin pensò di aver capito male.
Non ha senso!, si disse, ma prima che potesse chiedere qualcosa la nonna riprese, seppur con la voce ridotta a un filo:-Siamo stati costretti a cedere per sempre la nostra abilità di respirare sott'acqua, di parlare con i pesci, di trasformarci. Tutto ciò per mantenere il segreto e salvare così il nostro popolo.-
-Il patto fu stipulato tra la vostra famiglia e la mia, tra tua nonna e la mia prozia, la sibilla del Mar Mediterraneo.- concluse con tono ufficiale il ragazzo, lo sguardo indecifrabile.
-Morga Lust...- disse piano Robin, ricordando la strana conversazione avuta col nonno la sera precedente.
-Già.- mormorò piano il ragazzo, avvicinandosi loro lentamente. 
Enice strinse a sé la ragazza, realizzando qualcosa e diventando improvvisamente minacciosa:-Non ci hai detto perchè  sei qui, Diego.-
-Il contratto va nuovamente onorato. Un'altro scarificio dev'essere offerto alla strega del Mare perchè la magia continui.- spiegò mestamente lui, allungando una mano verso Robin, lo sguardo quasi triste.
-Entro un'anno da oggi, Robin dell' Oceano Antartico, i tuoi poteri scompariranno per sempre.-


*Oma: nonna in tedesco


*mensola dell'Autrice*
Ehilà! Ciao a tutti! mi scuso subito per l'assurdo ritardo nella pubblicazione, ma la scuola è tiranna e l'ispirazione pure...
Spero che questo capitolo sia scorrevole e che non si senta troppo lo stacco tra un pezzo e l'altro perchè l'ho scritto in due rate l'una a distanza di mesi dall'altra!
Inoltre spero di aver riportato bene i sintomi da "quasi-annegamento" di Robin perchè non ne ho esperienza diretta, per fortuna, e non sono riuscita a documentarmi come si deve. Spero sia il più realistico possibile!
Vi comunico subito che con questo capitolo lo spin-off dovrebbe concludersi, con un bel punto di domanda a che cui forse verrà risposto nella "serie originale" Mermaid Melody - Pearls Of Destiny scritta da Crazy Chick Kelly_chan ed Elsira. In ogni caso, grazie di cuore a chiunque legga e soprattutto a chi commenta! <3







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