An impossible love

di MonAnge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** "Mon Ange" ***
Capitolo 2: *** Incidente ***
Capitolo 3: *** Missione ***
Capitolo 4: *** Il suo nome ***
Capitolo 5: *** Lettera ***
Capitolo 6: *** Appuntamento ***
Capitolo 7: *** Bacio ***
Capitolo 8: *** Imprevisto ***
Capitolo 9: *** La statua ***
Capitolo 10: *** Il necrologio ***
Capitolo 11: *** È morto? ***
Capitolo 12: *** La verità ***



Capitolo 1
*** "Mon Ange" ***


Capitolo 1 - "Mon ange"

 
Eppure è così che l’aveva chiamata. “Mon ange”.
Eccezionale, uno perfetto sconosciuto dagli occhi di un blu profondo, dai capelli biondi e da un corpo meravigliosamente muscoloso posò il suo sguardo su di lei. Su Nami. Uno sguardo che essa per degli attimi ricambiò. Come se non bastasse le venne un brutto presentimento che anche altri ragazzi che lo circondavano in quel momento la fissarono.

 Quella mattina voleva solamente trovare un posto adeguato e soprattutto tranquillo dove poter proseguire la lettura dei suoi adorabili romanzi. E finalmente lo trovò: un caffè che sembrava risalire a un’altra epoca, tranquillo e lontano dalla gente.
Nessuno e niente avrebbe potuto disturbarla lì. Niente a parte quello sguardo. Quel dannato sguardo che la fece arrossire, chiudere il libro senza preoccuparsi di tenere il segno, alzarsi dal tavolino che prenotò in un angolo del caffè, e sbattendo la porta, uscire. Ma non riuscì ad allontanarsi molto che sentì una mano appoggiata sulla sua spalla.

 Non poteva essere che lui.

-“Hai dimenticato questa, mon ange.” –disse, rivolgendosi a lei e indicando una borsa che teneva nella mano.

Oh, era la sua. La borsa che aveva lasciato sotto il tavolino dove era seduta.

 Lui era ancora più bello da vicino, con la frangia che gli copriva un occhio, con quel sopracciglio a ricciolo, con quelle labbra, gli angoli delle quali si piegarono all’insù.

-“Si, ehm, grazie”. –gli rispose semplicemente.

Porse la mano per riprendersi la borsa ma inaspettatamente le loro dita si sfiorarono. Le dita di lui così morbide, fredde parvero essere riscaldate da quelle di Nami, più tiepide.
Alzarono i visi e si guardarono negli occhi. Quell’istante sembrò durare all’infinito finchè lui le passò la borsa, si girò e rientrò nel caffè.

Mon ange. Mon ange. Mon ange. Le uniche due parole che le passavano per la mente in quel momento. Le uniche due parole che non riusciva a dimenticare.

Cavolo, era appena uscita da una relazione problematica, si era trasferita in un’altra città, a Parigi, e ha già fatto in tempo a prendersi una brutta cotta per un ragazzo del quale non sa nemmeno il nome. Questa si chiama fortuna in amore. Non era sicura se mai l’avrebbe rivisto un giorno. O una notte.

Tornò a casa, ignorando le domande di sua sorella Nojiko. Si chiuse in camera e ricominciò a leggere. Per quanto provasse non riuscì a riemmergersi nel mondo del romanzo. Le mancava la concentazione. La sua mente stava pensando a ben altro. Rinchiuse il libro. Si coricò sul letto e in poco tempo si addormentò.

                                                                         *****
Lo rivide dopo settimane. Settimane che le parvero interminabili, ogni giorno stranamente lunghissimo. Settimane in cui non faceva altro che pensare a quando si erano sfiorati, ai suoi occhi, ai capelli, alla sua frangia che gli nascondeva completamente uno dei suoi magnifici occhi blu. Nei quali anche in un solo istante riuscì a smarrirsi. Ma soprattutto quelle parole non potrebbe mai cancellarle dalla mente. Mon ange.

Perchè l’aveva chiamata in quel modo? Non si conoscevano neanche fino a quel momento.
Ma ebbe una strana sensazione. Una sensazione di averlo già incontrato e visto prima, da qualche altra parte. Ma dove? O meglio chiedersi quando?

Entrò in quel caffè, ordinò una tazza di tè e... E lo vide.

Era seduto al posto della scorsa volta ma di fronte a un ragazzo coi capelli verdi e una cicatrice sull’occhio e dal modo in cui si parlavano non si poteva dire che erano amici.

Si sedette dietro un tavolino con la speranza di non attirare la sua attenzione. Cominciò a sorseggiare il tè che le era appena stato portato.
 Ma niente da fare. Lui si girò. Si girò verso di lei. Verso Nami. O riusciva a percepire la sua presenza o questo è solamente un caso che non si poteva spiegare.

Il suo sguardo si rilassò a guardarla e inspiegabilmente la tranquillizzò. Le piaceva quando la fissava, le piaceva guardarlo.

Ma dopo una frazione di secondo i suoi occhi si ingrandirono a dismisura, grandi quasi dei palloni, e il ragazzo si gettò verso di lei.
 




Angolo delle autrici.
Ciaoooo!
Siamo appena atterrate nel mondo di EFP e ci è sembrato meraviglioso quindi abbiamo deciso di regalare a questo sito una nuova fic. Forse qualcuno avrà notato dei punti riferiti ad altri romanzi fantastici. Eh si. Ma i titoli li scoprire alla fine della FF. (cosi non vi spoilerate nulla)..
Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? E perchè quel ragazzo (che sicuramente avrete già riconosciuto) si è buttato verso Nami?.
Ora vi salutiamo e alla prossima!!
MonAnge

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Capitolo 2
*** Incidente ***


Capitolo 2 - Incidente


Nami sentì un rumore sopra di sé, uno scricchiolio di qualcosa di pesante che probabilmente si stava muovendo... Alzò lo sguardo e trasalì. Una statua. E stava cadendo. Cadendo su di lei. Per un momento Nami si mozzò il respiro: la sommità della statua di marmo traballò, come un ramo agitato dal vento. Per un momento parve sospesa nell'aria. Ora sia Nami che il ragazzo erano diventati entrambi la sua traiettoria. Tutta quanta la statua iniziò a cadere, prendendo velocità.

Nami sentì il ragazzo cingerle la vita con un braccio, mentre con l'altra mano le coprì la testa, e la spinse giù, nel momento esatto in cui crollò la statua, esattamente pochi centimetri distante dal posto dove erano rannicchiati il ragazzo e la ragazza. Ansimavano. I loro volti si toccavano. La paura nello sguardo di tutti e due.

-"Nami-San?"- sussurrò il biondo.

Ma lei riuscì solo ad annuire.

-"Mon Ange, stai ben...?"- ma non riuscì a completare la frase che vide una torcia cadere dall'alto.

La statua risultava essere l'appoggio della torcia per far sembrare il locale più medievale. E stava cadendo pure questa. La torcia, spostandosi dal proprio appiglio, precipitò su un tavolo. Di legno. Quest'ultimo cominciò a prendere fuoco e a bruciarsi. In questo modo anche i tavoli accanto. In poco tempo l'intero locale andò in fumo e rese più difficile respirare. Tutti i clienti e le persone che hanno assistito al salvataggio cominciarono disperatamente a cercare un'uscita libera per poter scappare. Tutti tranne loro due.

Rimasero ancora per qualche secondo a guardarsi. Si fissarono, i loro visi erano attaccati l'uno all'altro. Il ragazzo le cingeva ancora la vita e con l'altra mano le accarezzava i capelli.

Lui si alzò di scatto sapendo di non poter rimanere a lungo in quel locale che sta andando a fuoco. Le porse la mano, aiutandola ad alzarsi.

Nami tossì e lui la portò ancora più vicino a sè. C'era troppo fumo e quasi non si vedeva nulla. Era lui che la guidava. Lui che fece appoggiare la testa di Nami sul proprio petto. Lui che teneva la sua mano.
 
Ad un certo punto delle persone con una corporatura robusta superarono i due ragazzi, passando in mezzo e separandogli. Nami inciampò e cadde, strorcendosi una caviglia. Perse di vista il biondo che poco fa si era coricato sopra di lei e la stava portando verso l’uscita. E non vide più nulla, i suoi occhi si chiusero. Ci fu solo buio.

Nel frattempo, fuori, il ragazzo uscì, pensando che anche Nami si trovasse già fuori. Maledì quegli uomini che poco fa li separarono. 
Cominciò a voltare la testa a destra, a sinistra, indietro. Ma non c’era. Probabilmente si trovava ancora dentro.

Il suo cuore cominciò a battere più rapidamente. Se fosse entrato lì, sarebbe potuto.....

-C’è ancora una ragazza lì, dentro. Forza, aiutatela!  -esclamò uno della folla che si era creata davanti al locale.

Era lei. Era Nami.

Senza perdere altro tempo, e fregandose delle conseguenze, si buttò dentro. Per cercarla. Per cercarla disperatamente.
Vide dei capelli arancioni dietro una sedia che si stava bruciando. Si avvicinò e la riconobbe. Era Nami. 
La prese tra le braccia, facendo attenzione a non farle male, e la portò fuori. All’aria pulita, dove potè respirare.
Erano già arrivati i pompieri e l’ambulanza. La poggiò in una di essa e, togliendosi la propria giacca, gliela sistemò sulle spalle.

Nami aprì lentamente gli occhi. Vedendolo sfiorare leggermente le sue guance con le dita. Battè le palpebre, riaprì gli occhi, e non lo vide più. Se n’era andato. Senza darle il tempo di sussurargli un “grazie”.

-“Cos’è successo lì dentro?”- le chiese un poliziotto.

-“Eh..? Ah... Non mi sono accorta di nulla”- rispose Nami con noncuranza.

-“Ha bisogno di medicazioni per la caviglia?”

Nami non rispose ma si limitò a scuotere la testa il tanto giusto per far capire che non ne aveva bisogno.

-“E le bruciature?”- insistette lui.

-“No... Mi dispiace, ma ora vorrei riposarmi un po.”-

Ma non era vero. Non si sentiva stanca, per niente. Era spaventata, spaventata a morte. Ma aveva tante domande alle quali voleva, anzi doveva, ricevere delle risposte. 

Come mai il biondo conosceva il suo vero nome? Perchè l’aveva salvata? Perchè quella statua è crollata e lui se ne andato così in fretta? Perchè l’aveva chiamata di nuovo Mon Ange?

Doveva trovarlo. Doveva sapere come si chiamasse, doveva chiarire tantissime situazioni.

                                                                         *****
​-"Potevi anche evitare di ritornare lì dentro. C'erano già i pompieri. Non le sarebbe accaduto nulla. Sai che  dobbiamo stare alla larga dal fuoco!"-
L'altro si limitò solo a sorridere...
"Cosa vuoi fare per quella bruciatura? Quando avrai la dormienza?"
"Quale...? Ah... questa.. nulla... La dormienza l'avrò tra qualche giorno"

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Capitolo 3
*** Missione ***


Capitolo 3 - Missione



Era notte profonda, il cielo era blu, un blu scuro, che le ricordava i suoi occhi. Stelle. Vedeva tantissime stelle, puntini bianchi che le illuminavano la strada. Insieme a quella là su.. Alla luna. Alzò il viso e con i suoi magnifici occhi nocciola la osservò. Era fantastica, misteriosa e… sola. Si trovava sola in mezzo a tutte quelle stelle. Doveva essere difficile sentirsi diversa, sentirsi unica.

Nami camminava, passo per passo, per tornare a casa sua. Era stata una giornata assurda. Stava per lasciare la propria vita per ben due volte. E questo non è normale. Lui non è normale. Lui, il suo salvatore misterioso, lui che per ven due volte l'ha chiamata in quel modo. Mon ange. Lui che le regalò quello sguardo, quella vicinanza dei loro visi durante la caduta della statua. Nonostante il pericolo in quel momento, lei si sentì a sicuro. Ed era sicura era lui con il suo tocco che l'ha tranquillizzata. Già, lui. Il ragazzo che le salvò la vita più volte e lei non ha fatto in tempo a ringraziarlo, non ha fatto in tempo a chiedergli il suo nome.

Non sapeva perché ma aveva una strana sensazione. Si sentiva osservata, come se qualcuno la stesse inseguendo... 《 Probabilmente è per le condizioni in cui mi trovo》– pensò Nami.
Ma la verità era un'altra...


                                                     *****

-"Ma perché la segui? Sta bene... Non lo vedi?!" -chiese il ragazzo dai capelli verdi.
-"No..nulla.." -rispose senza prestare più attenzione del dovuto alla domanda.
-"Tu non me la racconti giusta..."
-"Dai.. Andiamo.."

                                                     *****

Davanti alla porta di casa, Nami sentì le gambe non reggere il suo peso, gli occhi inscurirsi all'improvviso e accasciarsi a terra.. e poi non ci fu nulla. Era rimasta senza coscienza per pochi minuti, ma anche questi avevano fatto preoccupare sua madre. Bellmere. Cominciò ad aprire gli occhi. Vide per qualche attimo tutto sfocato. Ma riuscì ugualmente a riconoscere la persona che le era stata accanto praticamente… da sempre.

-"Mamma...?" -sussurrò.

-"Ohhh... Nami... ti sei svegliata... Come stai? Ti senti bene? Come ti sei bruciachiata le gambe?"
-"Oh.. Non è nulla.. un cafè è andato a fuoco.." -le disse con poca importanza.
-"Oh... Mon Dieu!!"
Bellmere prese tra le braccia Nami come per proteggerla... per scacciare via il fuoco... ma Nami non ci pensava da tempo... nella sua mente c'erano solo lo sguardo del suo salvatore anonimo e le sue parole Mon Ange...

-"Dormi piccola..."- le consigliò Bellmere.

Nami, piano piano, richiuse gli occhi e si addormentò con le coccole di Bellmere.. Ma il suo sonno non fu delle migliori, si svegliò una decina di volte durante la notte e ogni volta qualcuno le era accanto...

-"Nojiko?''

-"Nami... ti ho svegliata…''

-"No..non importa. Non ho sonno''

-''Allora.. ti va di fare un giro?''

-"Adesso? All'una di notte?''

-"Papà ci ha sempre detto che Parigi è una città sicura a tutte le ore. Soprattutto il quartiere dove abitiamo noi."

Nami, per la stanchezza, non parlò ma le rispose con un accenno del capo.

Si mise una giacca perché, nonostante fossero già all'ultimo mese di primavera, di notte c'era un po' di freddo.

C'era il vento che soffiava facendo muovere le foglie degli alberi. Era un rumore piuttosto tranquillo e a Nami piaceva, la calmava e la faceva perdere nei propri pensieri.

Anche Nojiko si preparò e si mise un po' di trucco. Le due sorelle andavano molto d'accordo. A parte, ovviamente, per qualche litigio sulle sciocchezze che succedevano.

Uscirono, facendo attenzione a non svegliare nessuno. Chiusero la porta e camminarono.

-"Nami... A chi stai pensando?" - chiese Nojiko romprendo l'atmosfera del silenzio che si era creata.

-"Cosa?"

-"Stavi fissando il vuoto sorridendo... A chi pensavi? E poi... è da alcune settimane che sei… be' diversa dal solito.. È successo qualcosa?''-

- "Ehm….'' -cominciò a parlare Nami.

-''No, no. Non dirmelo... Chi è il nostro fortunato?''-

Nami annuì, abbassando la testa e guardando la strada.

-"..."-
-''Daai, dimmi il suo nome..''-

Come avrebbe fatto a rispondere se nemmeno lei sa come si chiama quel misterioso lui. L'avrebbe scoperto, promesso. E Nami le manteneva sempre.

-''Il problema è anche questo, Noji. Non so il suo nome.''- rispose annoiata.

-''Quindi vi siete baciati e non sai neanche come si chiama??!''-

-''Ma noo… Non c'è stato nessuno bacio. Be' quasi..'' –

E le venne in mente il caffè. Lui si era gettato contro di lei per salvarla. Per salvarla. Fregandosene del fatto che rischiava di morire anche lui. O almeno di ferirsi. E non è assolutamente normale. Per non parlare del fatto che la chiama Mon ange.

-''Che vuol dire quasi?? Namii parlaa!! "-

-''Possiamo parlarne più tardi?''-

-''Okay Nami, se non vuoi parlare su questo argomento, dimmi almeno cos'è successo oggi in quel locale.''

-''Nojiko... più tardi''

Sua sorella è sempre stata una tipa da festa. Nonostante si fossero trasferiti da poco, la conosceva ormai tutta Parigi. Non le era mai piaciuto stare sola. Lei cercava sempre compagnia.

Camminando, sentirono dei rumori provenire da un ponte. Videro una ragazza che sembrava voler…. Buttarsi giù.
Fece dei piccoli passi verso il bordo.
Da dietro aveva dei lunghi capelli neri che parevano mossi.

-''Nojiko, sta per buttarsi!''-esclamò.

-''Lo vedo Nami.''-

-''Se ci sbrighiamo possiamo anche arrivare in tempo per salvarla.''- la guardò negli occhi preoccupata.

-''Già hai ragione… Ma aspetta... lì c'è qualcuno!!''-

In effetti c'era un ragazzo piuttosto alto e sembrava biondo.

-''Ancora lui…''- pensò ad alta voce Nami.

Lo sapeva riconoscere anche da lontano. I suoi capelli, la sua faccia, il corpo. Tutto le sembrava familiare. Era senza dubbio lui. Il suo misterioso salvatore.

E ad un certo punto la ragazza si buttò dal ponte. Nelle fredde acque del fiume. E si sentì un forte e rumoroso tuffo.

Qualche secondo dopo, il biondo si tolse la maglietta mettendo in mostra i suoi addominali ben scolpiti, e si tuffò pure lui .






Angolo delle autrici.
Ciaooo! Eccoci ritornate..!
(-"Non siamo state a lungo via..."
-"E vabbè..")

Ringraziamo con cuore EternalLove e Sanamista4ever per aver recensito i due capitoli, e Light Clary per averci mandato una mini-recensione♡
Speriamo che continuate a recensirci che ci fatto tanto piacere ~♡

Poi ringraziamo anche Dianas_arrow e SpencerSheila_Hastings per aver inserito la storia tra le seguite ♡

Vi ringraziamo con cuore per quello che avete fatto,
MonAnge

P.S. Speriamo che abbiate passato un fantastico SaNami Week! ^^

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Capitolo 4
*** Il suo nome ***


Capitolo 4 - Il suo nome



Il suo cuore ad un tratto sembrò smettere di battere, sembrò essere privato della vita. Sembrava che qualcuno le togliesse una parte importante senza la quale non poteva più continuare a vivere. E quella parte importante sembrava possederla da sempre. Lui.

Nami cominciò a correre. A correre con tutte quelle forze che ancora la possedevano. Correva, e sapeva perfettamente quale fosse la sua destinazione.

Lo sapeva senza poter mai sbagliare. Pure a occhi chiusi sentiva di poterlo trovare, di poterlo stringere a sè, abbracciare e non lasciarlo più a nessuno.

Sentiva che non era più la forza di gravità che la teneva attaccata alla Terra e alla vita.
Lui.

-"Nami!!! Aspettami!"- urlò Nojiko, cercando di raggiungere sua sorella. Ma niente poteva fermarla in quel momento. Niente e nessuno. Apparte lui.

Nami correva. E ad un certo punto sbattè contro qualcosa. O meglio, contro qualcuno.

Fece un passo indietro e iniziò ad alzare lo sguardo.
Vide un ragazzo dai capelli verdi, con i muscoli che si intravedevano dalla maglietta blu.
Era lo stesso che si trovava vicino al salvatore di Nami. Aveva un espresione piuttosto tranquilla. Come se non avesse visto che il suo amico, qualche secondo fa, si era buttato da quel ponte.

-"Ehi, non pensi che trovarsi fuori da sola, all’una di notte sia pericoloso?"- le disse guardandola negli occhi.

-"Tu... Tu l’hai visto!"- esclamò Nami, ignorando la domanda del ragazzo.

-"Non capisco di cosa stai parland..."-

-"Smettila di fare il finto tonto. So che l’hai visto!"-

-"Di chi stai parlando?!"-

-"Di lui. Di quello che mi ha salvato la vita al caffè. So che lo conosci e questo non puoi negarlo. E mentre stiamo qui a perdere tempo lui potrebbe..."-

-"Stai alla larga. Questo non riguarda te."- il ragazzo le disse con un tono serio.

-"Nami!! Finalmente, ti ho raggiunta."- si avvicinò correndo e facendo fatica a respirare Nojiko.

Poi videro un altro ragazzo avvicinarsi. Si sentivano le goccie che scivolavano dai suoi capelli e cadevano per terra. È lui. È sicuramente lui.

-"Oh Sanji, ti stavamo aspettando..."- disse Zoro fissando Nami e Nojiko.

-"S-sanji..."- pensò ad alta voce Nami. Finalmente ora sapeva anche il suo nome. Sanji. Sanji. Sanji.

-"Cosa ci fai qui? Dovresti essere a letto dopo quello che è successo oggi, Mon Ange..."- le chiese con un sorriso, sfiorandole il braccio.

Ancora. Sentì di nuovo quel suo tocco. Il tocco che riusciva a renderla tranquilla. Sentiva che anche se in questo preciso momento finisse il mondo o il terreno sprofondasse, lei sarebbe rimasta tranquilla. Grazie a lui. A Sanji.

-"Nami.. è questo per caso il ragazzo di cui stavamo parlando e che ti piace tanto ma del quale non sapevi nemmeno il nome?"- disse Nojiko contenta.

-"Tranquilla... tranquilla... non te lo rubo..."- continuò mettendosi a ridere...

-"Grazie ma sto bene. E la tua ehm... ragazza come sta? Intendo quella che si è buttata dal ponte..."-

Sanji cominciò ad avanzare verso di lei.

-"Lei sta meglio..."- rispose il ragazzo alzando la testa e cominciando a guardarla negli occhi.

Nami cominciò a sentirsi più agitata. Riusciva a sentire il battito del suo cuore talmente forte che temeva lo sentissero anche gli altri.

-"Ma non è la mia ragazza.."- continuò il biondo –"è stato un caso che io mi trovassi lì. Posso dire che ero arrivato nel momento giusto e nel luogo giusto. Quella ragazza non sa nuotare, quindi sarebbe potuta finire male."-

Nami sospirò. Non si conoscevano. Non era la sua ragazza. E questo era l'importante.

-"Fa freddo adesso e tu sei bagnato..."– gli sussurrò asciugandoli con la mano una goccia che il ragazzo aveva sulla guancia –"Potresti prenderti un brutto raffreddore.."-

-"Ti preoccupi per me?:- le chiese poggiando la propria mano su quella di Nami che si trovava sulla sua guancia.

-"Quindi l’uomo giusto al momento giusto? Se non ti saresti buttato sopra di me, spostandomi dalla statua, io sarei potuta..."-

-"Shhh.."- poggiò un dito sulle sue labbra. –"è passata, Mon Ange. È passata."- la strinse a sè, abbraciandola.

Era stato fantastico, magnifico, magico. Quello è stato il miglior abbraccio della sua vita. Era stato bellissimo sentirlo attaccato ancora una volta al corpo di lei. Sentire il suo respiro, sentire il suo cuore.

Ma non durò a lungo. Anzi fu brevissimo. E sicuramente non era bastato a nessuno dei due.

-"Ehi, piccioncini.... Non siete soli, qui..."-





Angolo delle autrici.
Ciaoo a tuttiiii!! E buona festa delle donne!!
Noi siamo di nuovo qui, con questo nuovo capitolo! <3
Ringraziamo di cuore Light_Clary, EternalLove e Sanamista4ever per aver recensito il capitolo precedente. E anche tutti quelli che leggono in silenzio. Speriamo che il capitolo sia stato di vostro gradimento e vi salutiamo! Alla prossima!!
MonAnge

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Capitolo 5
*** Lettera ***


Capitolo 5 - Lettera


E si staccarono involontariamente da quell’abbraccio comfortevole.

Nami sentì un colpo di freddo che le percorse la schiena. Non c’erano più le braccia di lui a riscaldarla. Non c’erano più le sue braccia muscolose ad avvolgerla nel caldo abbraccio quale era stato prima.

La rossa lanciò uno sguardo alla sorella che le sorrise maliziosamente.

-“Sta facendo freddo qui fuori..”- cominciò a parlare Sanji –“ pensavamo di riportarvi a casa.. Vero Zoro?” - chiese rivolgendosi al ragazzo dai capelli verdi.

-“Ma.....”

-“Okay, è deciso. Vi accompagneremo. Dove abitate, signorine?”- chiese con gentilezza.

-“Ehm.. a pochi passi da qui. Dietro quell’angolo” – indicò Nami catturando l’attenzione del biondo che la guardò profondamente.

Le sorelle andarono avanti sentendosi dietro la presenza di due ragazzi. Due ragazzi meravigliosamente belli, pronti a proteggerle in qualsiasi momento, da qualsiasi pericolo.

-“Pss”- “Sanji”- lo chiamò Zoro.

-“Eh?”- rispose il biondo.

-“Ricordati che ti restano solo un paio di giorni....” –gli sussurrò.

Ma Sanji lo interruppe:

-“Lo so.”

E sembrò che il suo sorriso scomparve.

-“Hm, avete detto qualcosa?” – chiese cuoriosa Nojiko.

-“No, assolutamente niente.”- disse in modo distaccato il verde.
 

                                                                      *****

 
Dopo pochi minuti, si trovarono davanti a una casa. Era abbastanza grande, dipinta di arancione, con un giardino al lato. Si intravedevano gli alberi di mandarino, quelli che particolarmente piacevano alla famiglia di Nami e soprattutto a lei.

-“Sono vostri?”- le domandò il biondo.

-“Si. Di nostra madre!”- esclamò la sorella.

Zoro parve infastidito. La cosa che gli interessava al momento era : < Che strada lo porterà a casa? Da dove sono arrivati? >

Nami guardò per un attimo Sanji che la stava fissando. Si guadrarono, dimenticandosi il mondo che li circondava. Dimenticandosi il freddo, la notte, le stelle, la luna e anche Nojiko che sembrò non volerli disturbare. 

Fece un cenno con la mano, per ringrziare, ed entrò in casa chiudendo la porta.

Nami non se ne accorse neanche. 
Era troppo impegnata. C’era qualcosa che la ostacolava dal togliere lo sguardo da lui. Da Sanji.
 
-“Allora..” – la rossa si riprese – “Noi rientriamo...cioè io..”- disse notando che la sorella non c’era più davanti a loro.

-“Grazie mille per il passaggio...”-finì.

-“Pas de quoi, Mon Ange..”

Nami tutt’a un tratto arrossì e corse verso la porta cercò disperatamente le chiavi, frugando nella borsa. Ma non li trovò.

Sanji si avvicinò a lei e da dietro la circondò con le braccia. Nami rabbrividii ma non per il freddo.

Poi il biondo le fece vedere le chiavi senza staccarsi.

-“Ti sono cadute, Ma Belle..”

Sentivano i propri respiri, i propri battiti dei cuori che accelerarono. Sentiva il calore che le portavano le braccia di lui.

-“Ehm.. g-grazie”- disse semplicemente non trovando coraggio di andarsene.

-“Ehi, andiamo!.”- escalmò Zoro.

-“Bonne nuit.”- la salutò il biondo staccando le proprie braccia da lei.

-“Buonanotte, Sanji.”-

Rientrò a casa e chiuse la porta.

Sentiva ancora il suo odore avvolgerla. Come avrebbe voluto in quel momento stringerlo a sé piu forte, accocolarsi e ...

-“Nami!! Mi ero stufata di aspettarti, stavo per uscire e tirarti indietro, sai dalla serratura non vedevo molto! Ma ho visto che vi stavate abbracciando! Ti ha dato la buonanotte, vero?- Nojiko cominciò a tempestarla di domande.

-“Sono stanca..” – rispose Nami tenendo ancora quel sorriso ricoordandosi Sanji.

-“NO! Ora mi rispondi!! Non nascondermi nulla! Vi siete già baciati? Anzi forse siete già andati a letto insieme!”-

-“Nojikooo!! Va bene, va bene. Ti racconto tutto, vieni in camera però.”- disse Nami togliendosi le scarpe e entrando nella propria stanza.

Chiuse la porta e si sedette sul letto insieme a Nojiko.

-“Si, ti ascolto moolto attentamente.”
 
-“Beh.. non saprei davvero da dove cominciare.. Hai presente il locale che è andato a fuoco?”

-“Si. Lì c’è stato il vostro primo bacio?”

-“Lì ci siamo “conosciuti”. Ci siamo incontrati lì. Mi ha rivolto quel suo magnifico sguardo e... e io mi arrabbiai e uscì dal caffè.”

-“Che scema.”

-“Grazie.. Comunque ma non finì tutto così presto.. be’, ecco vedi, io dimenticai la borsa e....”

-“E lui te l’ha riportata e vi siete sfiorati?”- la interruppe Nojiko.

-“Già.. Ehii aspetta ma come fai a saperlo?- le chiese Nami meravigliata.

-“L’intuito..”- rispose ridendo la sorella.

-“E poi?”-

-“E poi mi ha chiamato “Mon Ange”! Non chiedermi il motivo perchè non lo so neanche io..”-

-“Hmm, è un po’ strano che uno sconosciuto ti chiami in questo modo...”-

-“Si ma la cosa che mi preoccupa è la sensazione di averlo già incontrato da qualche altra parte e di conoscerlo già.”

 -“Che storia!!! Io vi shippoo!"

-“E solamente ieri ci siamo incontrati nuovamente. Era già calata la sera ed erano circa le nove. Stavo tranquillamente seduta in un angolo del caffè che lo vidi buttarsi su di me senza aver compreso nulla. Ma poi capii che sopra di me stava precipitando una statua...e lui mi ha salvato la vita.

-“Ommioddioo! E non l’ho neanche ringraziato!”-

-“Poi è successo quel che è successo.. l’hai visto anche tu..”-

-“Quindi niente baci?”-

-“No..”

-“Per adesso no...”- sottolineò la sorella e scoppiarono a ridere.

Si misero a dormire, entrambe stanche morte. Soprattutto Nami che ha passato di tutto.
La notte passò in fretta visto che si addormentarono alle tre meno un quarto.
 

                                                            *****

 
-"Namii!! Alzatii, forza!! La colazione si sta raffredando." – cercò di svegliarla Bellmere.

-"Nami!! Daai!!"

-“Mm...” – Nami si girò verso il muro. –“Ancora cinque minuti, ti prego!-

-“È già passata mezz’ora dall’ultima volta che me l’hai detto, daai..”- disse uscendo dalla camera la madre.

-“Uffaa...”

Si alzò e cominciò a vestirsi. Aprì la finestra per far entrare aria fresca. Era una bella giornata di sole, il cielo era azzurro e non si vedeva neanche una nuvola. Si sentivano li uccellini che cantavano.

Poi vide qualcosa incastrato tra la finestra e il muro della casa. Precisamente un foglio, che somigliava di più a una lettera. Si mise sulle dita dei piedi e piegandosi riuscì ad afferrarla.

Aveva ragione, una lettera. La aprì, cercando di fare attenzione a non romperla. E cominciò a leggere con gli occhi:

 
                      “Stessa ora, stesso posto,             
        Mon Ange,

                                       S.

 
Era lui. Ne era sicura.

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Capitolo 6
*** Appuntamento ***


Capitolo 6 - Appuntamento



Nami si vestì e nascose velocemente il foglio che aveva tra le mani sotto il cuscino, con la speranza che nessuno l'avrebbe trovato. Uscì dalla camera e si sedette a tavola per fare la colazione insieme alla sua famiglia.

Era immersa nei propri pensieri, occupata a ripetersi nella mente per altre cento volte la lettera che le era arrivata.

Eppure era sicura che fosse stato lui. Sanji.

L’unico nella sua vita che la chiama Mon Ange.

Doveva andarci? Doveva fidarsi? Fidarsi di uno sconosciuto biondo tremendamente bello, muscoloso con gli occhi azzurri, ma allo stesso tempo, strano?

Eppure solo andandoci l’avrebbe scoperto.

Non sapeva neanche lei il motivo ma qualcosa le diceva che quel posto fosse il locale. Il locale andato in fiamme il giorno prima. Il locale dove si sono incontrati più volte e dove lui ha poggiato il suo sguardo su di lei.

E l’ora? Quando si sarebbero dovuti vedere?

Stessa ora”- ha scritto.

Se intende la serata di ieri, quando si erano incontrati nel caffè, erano le nove. Le nove di sera.

-“Perfetto ho tutto il tempo di prepararmi”- pensò ad alta voce.

-“Nami?”- chiese preoccupata la madre.

-“Hai un appuntamento?”- domandò Nojiko.

-“Chì è? Devi presentarmelo prima.” – si preoccupò Genzo.

-“Oh no no, siamo solo amici...”- si giustificò la rossa.

-“Per adesso..” –precisò la sorella.

Nami si alzò e decise di tornare in camera sua. Fece un cenno con la testa per invitarci Nojiko.

Si allontanò dopo essersi accertata che anche la sorella si stesse alzando.

Entrate in camera, Nami chiuse la porta e controllò per un'ultima volta se i genitori non si fossero avvicinati per ascoltare.

-“Ooh, Nami raccontami tutto! Spero che è una cosa importante (e soprattutto interessante) visto che mi hai interrotta mentre stavo mangiando e...”

-“Mi ha chiesto di uscire..”- disse smettendo di ascoltare Nojiko.

-“Chi? Quello biondo..? Aaah non ci credoo! Nami sono molto felice per teee!!”- esclamò Nojiko.

-“Nojiko... Shhhhh”- disse Nami facendo il gesto -“Sono contenta pure io e anche agitata... Ma ti pregoooo... Non farti sentire da papà e mamma... E nemmeno da tutto il vicinato”
-“Ok, ok... te l'ha detto ieri?”

-“Non proprio...”- rispose Nami.

-“E come ti ha invitato?”- chiese curiosa la sorella.

-“Mi ha scritto questa”- le mostrò la lettera togliendola da sotto il cuscino.

-“Wooow fa' vedere!!”- esclamò Nojiko strappandola dalle mani di Nami e leggendola velocemente con gli occhi.

-“Ommioddioo! È romanticissimoo! Quando e dove vi dovete incontrare??”

-“Oh.. ehm.. Presumo nel locale che era andato a fuoco...”

-“Si... Ma Nami... Quel locale è bruciato non appena 24 ore fa... Come farete?”

-“Oh cavolo... È verooo... Ero così entusiasta che mi ero scordata che ormai il bar non esiste più...“

-“Nami... Stai già avendo i primi sintomi dell'innamoramento”

-“Cioè...?”

-“Daiii preparatii! Ti aiuto io... Non vorrei che il tuo principe azzurro mi incolpi”



*****

-“Pensi che verrà?”- chiese il biondo a un altro ragazzo dai capelli neri.

-“Se non è una di quella che non capisce nulla, penso di si.. Poi per quanto riguarda se le sei piaciuto...be' non ho dubbi...”

-“Grazie, amico... Ma non sembra un po' troppo sdolcinato Stessa ora, stesso posto?”

-“Sicuramente Mon ange è stato più sdolcinato..”

-“Law...”

-“Stai giocando con il fuoco.. Lei sta cominciando a sapere troppo.”

-“Non sa niente.”

-“Anche se non lo sa, se continui così stanne pur certo che vorrà delle spiegazioni. Sai che non possiamo avere rapporti con i mortali, troppo pericoloso.”

-“Sono fatti miei. Spiegherò tutto io a Dragon quando verrà il momento.”

-“Ok.. voglio vedere come finisce.”

In camera dove stavano Sanji e Law improvvisamente entrò una figura femminile coi capelli neri.

-“Su cosa è la discussione?”- chiese.

Sanji distolse lo sguardo sul pavimento.

-“Oh.. ancora Nami?”

Law scosse la testa.

-“Non credo sia molto corretto secondo le nostre regole. Ma segui il tuo cuore Sanji.. Quell'umana ti piace, vero?”

-“Me ne sono innamorato, Robin..amore a prima vista. Dal primo giorno che ha cominciato a venire in quel locale, io..”

-“Afferrato..”

-“Non gli direte nulla..?”

-“Puoi starne certo... L'unico che dirà qualcosa su questo argomento a Dragon, sarai tu.. vero Law?”

-“D'accordo... Ma io ti avevo avvisato..”

-“Ora ci conviene andare ad aiutare gli altri a riparare il locale... abbiamo poco tempo”

*****



Il giorno sembrò passare in fretta. Nami rimase per tutto il tempo in camera a scegliersi un vestito adeguato.. chiese anche pareri a Nojiko ma quest'ultima ha il suo stile.

Vestirsi elegante con un abito da sera? Oppure sportiva, come praticamente sempre..?

Non sapeva neanche cosa fosse... Un appuntamento, una cena romantica? Oppure una passeggiata e una chiacchierata?...

Nami era piena di domande ma si sentiva sicura. Sicura su quello che stava per fare e dove stava per andare.

Erano le 20:30 e la rossa ora, dopo aver messo in ordine i capelli e ascoltando il consiglio della sorella, si era messa i jeans e una maglietta, doveva affrontare un problema più grande...


-“Mamma dai ritorno tra un'oretta massimo due. Ti pregoo!”

-“Non lo conosco neanche e vuoi che ti lascio ad uscire da sola, nel cuore della notte, sola soletta in questa città?! E poi dove vuoi che ti trovi??”

-“Ma princesse.. tua madre ha ragione, nonostante vi avessi detto che Parigi è sicura, non potrei lasciarti andare da sola di notte..”

-“Ma... sono solo le nove!! Nojiko usciva anche più tardi alla mia età.. e poi non sono sola, ve l'ho detto ci sarà un mio amico! Dai!..”

-“Nami...mi dispiace ma abbiamo già rischiato di perderti, o ti sei già dimenticata di quel locale?”

-“Ma era soltanto un caso.. e poi è LUI che mi ha salvata...!”

-“Nami, mi disp...”

E inaspettatamente si intromise Nojiko.

-“E se l'accompagnassi io?”

-“Mi sentirei più sicura... Però”- disse Bellmere.

-“Mamma ho 19 anni... me la so cavare”

-“Entro le 22:30 a casa.”- si arrese finalmente Genzo.

-“Grazieee pappyy!!”

Chiusero la porta e mettendosi le scarpe uscirono.

-“Non ti preoccupare ho intenzione di andare da Shelby, non ti disturberò... ma sta' attenta”

-“Ti voglio bene”- la ringraziò Nami.

-“Pure io”

Nami continuò a camminare. Si accorse di essere già 10 minuti in ritardo e di conseguenza aumentò il passo.
Raggiunse il locale e quasi le mancò il respiro... era... era come nuovo! Come se quell'incendio non fosse mai successo...
Nami si fermò e per qualche attimo lo osservò.

-“Mon Ange”- sentì dire qualcuno alle sue spalle.

Le bastarono quelle parole. Si girò e sorrise.






Angolo delle autrici.

Buonaseraaa!!
Prima di tutto vorremmo scusarci per questo lunghissimo ritardo (anche noi speriamo che non succederà mai più) ma questo periodo non avevamo molto tempo e una di noi era anche partita.
Ci scusiamo e speriamo che il capitolo potrà risarcire questa lunga pausa.

Ringraziamo di cuore Alice Crosara03 per aver recensito lo scorso capitolo e _Ayaka_ che ha cominciato a seguire la nostra ff.

Vi salutiamo e questa volta veramente a presto!))

MonAnge


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Capitolo 7
*** Bacio ***


Capitolo 7 - Bacio



La luna splendeva nel cielo, illuminava il volto dei due ragazzi. Uno con una mano infilata nella tasca dei jeans, l’altra con un sorriso disegnata sul volto.

-“Mon Ange”- disse una figura -“sei finalmente arrivata”-

-“Scusa se sono arrivata in ritardo, ho avuto problemi con i miei..”-

-“Nulla, potrei aspettarti all’infinito. Fuori fa freddo, vuoi entrare dentro?”

-“Si, okay.”-

La rossa quasi mancò di respiro.

Il locale sembrava come un tempo, come se non fosse mai andato a fuoco, praticamente nuovo.
Entrarono dentro e Nami si meravigliò di quello che erano riusciti a fare in meno di un giorno: era forse una magia?

-“Incredibile… com-come è possibile?”-

Sanji si limitò a sorridere.

-“Alcune cose è meglio che rimangono in segreto, o mi sbaglio?”- le rispose con un occhiolino.

Si sedettero a un tavolo e presero una buona cioccolata calda per scaldarsi.

Nami decise di introdurre un argomento:

-“Dimmi.. Perché mi hai fatto uscire di casa?”-

-“Be’ ecco.. volevo conoscerti un po’ di più.”- rispose con imbarazzo Sanji.

-“Buonasera, io mi chiamo Nami.”- disse la ragazza sporgendo la mano -“Sono la ragazza che tu, per qualche ignoto a me motivo, soprannomini Mon Ange”-

-“Dunque.. io sono Sanji. Piacere di conoscerla”- rispose regalandole un leggero bacio sulla mano e reggendo il suo gioco.

-“Passiamo subito al « tu » ?”-

-“Certo.. ora dimmi, sei americana o inglese?”- chiese il biondo.

-“....come fai a sapere che non sono dalla Francia?”- si meravigliò Nami.

-“L’intuito”- rispose con noncuranza il ragazzo. - “Allora?” -

-“Americana”

-“Nojiko è tua sorella, giusto? L'ho vista uscire di casa con te, però se n'è andata”

-“Si.. Ma.. Come ci hai viste?! Ci stavi seguendo?”

-“No.. È solo che.. Okay si, ma solo per la tua stessa sicurezza.. sai, erano già le 9 e ho pensato che...”

-“Va bene, va bene... Ho capito.”

-“Piuttosto.. Raccontami qualcosa su di te”

-“Adesso che ho rivelato sia nome che nazionalità a un perfetto sconosciuto, cosa vorresti sapere?”- chiese Nami, sorseggiando la sua cioccolata.

-“Oh.. Non saprei.. Numero di scarpe, età.. Spara.”

-“Ehm… Allora…”- disse Nami ridendo -“scarpe: 38, età: 17 quasi 18”

-“Tutto qui? Non mi dirai altro?”

-“Non parliamo solo di me… Ci sei anche tu. Quanti anni hai? Professione?”

-“19 e… studente”

-“Abiti molto distante da qui?”-

-“No.. non proprio”- rispose Sanji.

-“Non riesco a capire ancora perché l’hai fatto.”-

-“Vuoi dell’altra cioccolata calda?” - le disse ignorando quello che ha detto.

-“No, grazie. Ma tu stai cambiando argomento apposta…?! Non mi vuoi rispondere?”

-“....”

-“Sanji…? Se certe cose non me le vuoi dire non fa niente… non vorrei sembrare una stalker”

-“Grazie.. Scusa Nami.. Ma certe cose non p…”-

-“Bonsoir Mademoiselle et Bonsoir Monsieur, desiderate altra cioccolata?”

-“Non, merci beaucoup.”- rispose Nami. -“Cosa volevi dirmi?”

-“No.. niente di importante. Nami… ho un posto da farti visitare… Vieni?”-

-“Davvero? Mi piacerebbe molto.”- disse con un sorriso la rossa. -“Dove andiamo?”-

-“Vieni e lo saprai”-

-“Va bene.. mi fido”-

Il biondo pagò il conto e aiutò Nami a rimettersi la giacca. Uscirono dal locale e si avviarono per il misterioso posto che il ragazzo aveva proposto.

Durante la passeggiata non si staccarono l’uno dall’altra. Si tenevano per mano, come se questo adesso per loro fosse la cosa più importante e migliore da fare.

Nami appoggiò la testa sulla spalla di Sanji.

“Ohhh cieloooo ha la mano talmente sofficeeee” -pensò la ragazza.

-“Sanji…”

-“Mm?-

-“Nulla.. é solo che mi piace pronunciare il tuo nome..”

-“Mon Ange..”-

-“Mm?-

-“Nulla.. é solo che mi piace chiamarti così”-

Nami arrossí.

-“Anche a me piace quando mi chiami in questo modo”-

Si presero la mano più fortemente, come se nessuno dei due fosse disposto a lasciarsi.

-“Ma belle.. Siamo arrivati”-

-“Ma è…. magnifico! Ci sono stata parecchie volte.. ma di notte non l’ho mai vista!”-

La città brillava come fosse un albero di Natale e la Torre Eiffel si intravedeva nello sfondo, e la luna faceva sembrare l'acqua del fiume argentea.
Erano sul Pont des Arts.

Raggiunsero il centro del ponte dove il biondo la portò verso la ringhiera.

-“Sapevo che ti sarebbe piaciuta”- sorrise il biondo cingendole la vita con le mani..

Per un primo momento Nami si rilassò… Le era sempre piaciuto il mare… e per lei, il rumore dell'acqua era sinonimo di tranquillità.

Un momento dopo, il cuore le incominciò a battere all'impazzata.
Sanji si avvicinò e la strinse tra le sue braccia..

-“Nami?”- chiese lui continuando ad abbracciarla.

-“Mm?”- chiese Nami girando il volto verso lui e guardandolo profondamente negli occhi.

-“Ricordi quella domanda che mi avevi fatto al bar?”- chiese Sanji spostandole una ciocca di capelli dal viso, infilandola dietro l'orecchio -“La risposta è… nel luogo più bello di Parigi. Con la ragazza più bella che ho avuto la fortuna di incontrare e che spero con tutto il cuore accetterà di rivedermi. Il prima possibile.”

La distanza tra i loro visi cominciò a diminuire centimetro dopo centimetro.

Finché le loro labbra non si toccarono.

Nami sollevò lentamente le braccia per circondargli il collo, temendo che ogni minimo movimento potesse spezzare quell'incantesimo.

Erano abbracciati, con i volti incollati in un bacio senza fine.

Parigi scomparve.
Il rumore delle onde, delle auto e i sussurri tra le coppiette che passavano scomparvero.

Era come se al mondo non esistessero altri apparte loro due.






Angolo delle autrici.

Buonasera mondo di EFP!
Ve l’abbiamo promesso che saremmo tornate presto.. ed eccocii! :D

Si… bé… la parte finale è un po’ (?!) romantica…(un po’ molto)… ma a noi piace così (ci siamo pure commosse ...sono così teneriii)))

Ci piacerebbe molto sapere anche i vostri pareri e cosa ne pensate… magari anche cosa pensate che succederà nel prossimo capitolo ^^

Ora vi lasciamo e alla prossima!!

MonAnge

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Capitolo 8
*** Imprevisto ***


Capitolo 8 - Imprevisto


Nami era sdraiata sul suo letto a ripensare della serata passata con Sanji.

-“Si”
-“Quando?”
-“Come hai detto tu… Il prima possibile”
-“Domani”
-“Si”


“Quando si dovevano rivedere? A che ora? In che momento della giornata? Dove?”

I dubbi annebbiavano la mente di Nami… 
Ma al solo ricordo del bacio sul ponte davanti alla torre Eiffel illuminata da soli bastavano per togliere quelle nubi dalla mente di Nami.

Perché non glielo aveva chiesto? Nemmeno il numero di cellulare… Di lui sapeva solo il nome, l'età e la professione… Nient'altro… In fondo era stata lei a non obbligarlo a raccontarle della sua vita.

Ultimamente era cambiata, era profondamente cambiata e questo lo notavano anche i suoi familiari, e soprattutto Nojiko. 

Era sempre immersa nei propri pensieri, aveva un nome da scarabocchiare nei quaderni, aveva ricordi ai quali poterci ripensare senza soffrire, ma con un sorriso stampato sul viso e con le dita che giocherellavano con i capelli.

Ripensò a quella sera.

Lui che si avvicinó a lei e improvvisamente la baciò con le sue labbra. Probabilmente, seguendo il proprio cervello Nami lo avrebbe picchiato ma non questa volta, piuttosto decise di seguire il cuore. Il cuore che in quel momento sembrava volerle uscire dal petto.

Il suo odore che la circondò, il suo abbraccio tiepido.

Abbracciò forte il cuscino immaginandosi al suo posto Sanji.

-“Nami? Posso entrare?’’- era Nojiko, che non aspettando risposta irruppe nella camera di Nami -“Cucciolotta, cos’è successo ieri? Sei ritornata un po' tardi..”

-“Mm? No.. nulla”

-“Nami? La verità… Questi giorni hai sempre la testa fra le nuvole… Cosa avete fatto ieri tu e Sanji?”

-“Niente…”

-“Nami? Sono tua sorella.. Queste cose prima o poi le saprò.. O vuoi che ti segua i giorni che esci con lui?”

-“Ehm..”

-“Bacio? No no.. se ti vergogni così tanto sicuramente siete andati a letto, vero?”

-“Nojiko! Cosa pensi di tua sorella? Una ragazza che a va a letto con il primo tipo che conosce? No! Non sono così..”

-“Non riscaldarti troppo Nami.. era per scherzare.. quindi se non è letto allora è bacio?”

-“Uhm si…”

-“Davvero?! Com'è stato? Dove?...”

-“Nojiko.. calma con le domande.. però, perché dovrei raccontarti di lui se tu non mi racconti mai dei tuoi fidanzati?’’

-“Mii.. Nami che lagnaa.. Comunque ora non n...”

Dling-Dlong

Era il cellulare di Nami. Qualcuno le aveva mandato un messaggio: chi era?

-“Mm.. chissà chi è.. ciao-ciao​.. io tolgo il disturbo”

Era un numero che Nami non conosceva.
Prese il cellulare e aprì il messaggio.

Lesse tra sé e sé:

«Mon Ange. 
Hai detto di incontrarci “il più presto” ed ecco qua. 
Sono sotto casa tua, fuori dal cancello ad aspettarti. Ti vesti e scendi tu o non ti vesti e salgo io?»


Sorrise maliziosamente e incominciò uno scambio di messaggi:

«…...come fai a sapere il mio numero?»

Dopo pochi secondi le arrivò la risposta.

«Eh ho pur sempre i miei metodi...»

«Aspetta un attimo… scendo io.»


«Okay.. ti aspetto con impazienza.»

Nami si affacciò alla finestra e lo vide.

«Sanji..?»

«Oui?»

«Potresti spostarti da lì?»
- Nami gli mandò il messaggio.

«Perchè?»

«Non vorrei che i miei pensino male»

«Allora salgo da te attraverso la finestra?»


«Noo… devo vestirmi.»

«Ti aspetto..»


Nami con un sorriso si vestì in fretta, e uscì di casa senza avvisare i suoi genitori. 
Appena chiuse la porta le saltò addosso il ragazzo, stringendola in un forte abbraccio che lei ricambiò.

-“Bonjour Mon Ange”

-“Ciao Sanji.”

-“Sei più bella giorno dopo giorno.”

-“Merci.. Allora dove mi devi portare?”

-“Vieni.”
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Coricati sull’erba, probabilmente su una collina, si guardavano negli occhi. Quelli sguardi intensi, profondi sostituivano migliaia di parole. Migliaia di parole che potevano essere pronunciate in quel momento e che potevano rompere quel silenzio romantico e armonioso creatosi intorno a loro. Intorno al mondo che li circondava.

Nulla poteva farli distogliere lo sguardo. Neanche se ad un certo punto la Terra smettesse di girare o il Sole smettesse di illuminare i loro visi.

L’aveva portata in un posto che non aveva mai visto, eppure le sembrava già di conoscere tutta Parigi. Non si sentiva nessun rumore se non i suoni della natura, il canticchiare degli uccelli o il vento che oscillava i rami e le foglie degli alberi.

-“ Bello vero? ”- chiese il ragazzo in inglese.

-“ Ma è… meraviglioso!”

-“ Vengo spesso qui... il mio posto preferito.”

-“Non ci sono mai venuta”.

Nami appoggiò la testa sul petto di Sanji.
Si sentiva il battito del suo cuore. Era forte.

-“Come mai sai così bene l’inglese se sei francese?”- chiese la rossa.

-“Segreto...”-

-“Okay.. non importa.”

-“E tu invece..come fai a conoscere così bene il francese?”

-“Tu non rispondi a nessuna delle mie domande, e ora pretendi che io rispondi?”

-“Va bene...va bene. Cosa vorresti sapere?”

-“Tutto”

-“Nami. non posso dirti niente sulla mia vita. Ma ti prometto che un giorno ti racconterò tutto.”

-“Neanche il motivo per cui non puoi dirlo?”

-“Nami..”

“Sai...tu mi piaci. Ma tutti questo misteri mi fanno impazzire”-

-“Neanche a me la cosa piace…”

-“Okay, allora raccontami quello che puoi.Canzoni, genere di film, numero preferito.”

-“Numero preferito 3, il genere che mi piace di più avventura ma gradisco anche tutti gli altri.”

-“Wow anche a me piace avventura, magari un giorno andremo a vedere qualche film.”

-“Tutto quello che vuoi.”

Sanji la baciò dolcemente sulla guancia e Nami lo strinse più forte a sé, abbracciando il suo corpo muscoloso con le sue braccia. Era come trovarsi in Paradiso. O forse anche molto più bello.

Dring-driiiing 

Suonò il telefono del ragazzo, il quale con il permesso della ragazza, rispose e si alzò in piedi.

-“Zoro… sai che sono ad un appuntamen..”

Nami arrossí.

-“Cosa?! Non muoverti, vengo subito!..”- scattò d’un tratto il ragazzo.

-“Sanji? Cos'è successo?”- si preoccupò la rossa.

-“Mon ange, c'è un problema…se non fosse urgente non ti lascerei qui..”

-“Vengo con te, allora..!” -esclamò Nami interrompendo il biondo.

Sanji si avvicinò a lei.

-“No, no è pericoloso.. torna a casa il più velocemente possibile. Nami credimi.” - le disse accarezzandole la guancia con la mano. -“Ti chiamerò, promesso.”

Il ragazzo si girò, la guardò, e aumentando il passo, si allontanò.

Nami fece per andarsene ma qualcosa le suggeriva di seguirlo. Qualcosa tipo il suo intuito che non sbagliava mai.

Lo seguì. Passo dopo passo, stando attenta a non farsi notare, camminava dietro di lui, e per quanto potesse conoscere Parigi le sembrava che si stessero dirigendo verso la stazione metropolitana.

Ad un certo punto il ragazzo si fermò. Anche Nami fece lo stesso.

Guardando in avanti vide Zoro. Il ragazzo dai capelli verdi che sembrava affacciarsi sui binari.

Parlottavano velocemente e Sanji guardava anche l’aria… In un punto preciso per lungo tempo e annuì.

Il ragazzo dai capelli verdi fissò una ragazza, affacciata pure lei sui binari.
Da lontano si sentivano dei rumori di un treno che probabilmente si stava avvicinando.

I due ragazzi controllarono se intorno a loro non c’erano altre persone..

«Ci siamo quasi.»- pensò Nami.

Era la sua unica possibilità di scoprire che tipo era Sanji, cosa stesse combinando e perché non voleva risponderle.

La metro si avvicinò di più e ora lа si poteva vedere. La ragazza, distante qualche metro da Zoro e Sanji, sembrò aspettarlа.

Zoro la fissava. Si conoscevano per caso? Era una loro amica?

La ragazza si avvicinò sempre più ai binari sino a quando non si accovacciò e scese. Stava aspettando la metro, di questo la rossa ne era certa.

-“Oh mio dio!”- esclamò Nami, i due ragazzi si voltarono e la videro.

Si diedero uno sguardo d'intesa e presero due strade diverse. Zoro corse verso i binari, mentre Sanji verso Nami cercando di distoglierle lo sguardo dalla scena.

Nami cercò di divincolarsi e riuscì a vedere Zoro che saltò sui binari e spinse la ragazza via, alzò lo sguardo calmo per salutare Sanji un'ultima volta…

Lo schianto fu terribile: il rumore metallico che colpiva un corpo di carne e ossa.

Nami non vide l'impatto grazie​ a Sanji che gliel'aveva impedito.

Le ginocchia cedettero e la rossa si accasciò in avanti tra le braccia di Sanji che le impedì di cadere. Lui la prese in braccio e correndo la portò lontano da lì.

L'ultima cosa che sentì furono le urla che venivano da tutte le parti. Poi più nulla, tutto era diventato silenzioso e nero come una tomba.

Le ultime parole che Nami a malapena riuscì a pronunciare​, prima di svenire tra le braccia del biondo, furono:

-“Sanji….Z-Zoro è morto…?”







Angolo delle autrici

Bonjouuur a tout le monde.. Buongiorno a tuttii!! 
Calmatevi…. Non vogliamo spoilerarvi nulla ma tutto si risolverà..)))
Vi chiariremo tutto nei prossimi capitoli, capirete tutto insieme a Nami. 
Alcuni che hanno dei sospetti e che sanno cosa, secondo loro, sono Sanji, Law, Robin e così via, scrivetecelo.

Ora vi lasciamo, ma non per molto, ci stiamo affezionando anche noi a questa ff… e c'è ancora un bel e lungo lavoro da fare.

A prestoo!!

MonAnge

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Capitolo 9
*** La statua ***


Capitolo 9 - La statua



Svegliarsi tra le sue braccia fu la cosa più bella che abbia mai vissuto.
Svegliarsi sentendo il suo odore che la circondava, con la sua mano che le accarezzava i capelli arancioni. Cosa mai avrebbe potuto desiderare di più?

Nami aprì gli occhi e lo vide seduto accanto a lei sul letto.
Il cuscino era talmente morbido che ci sarebbe rimasta per una vita senza mai staccarsi.
La stanza era luminosissima, con i raggi di sole che entravano da un’ampia finestra.

Sanji spalancò gli occhi ed esclamò all’improvviso:

-“Nami, mon ange… Tutto a posto??”

-“Sto bene..” -disse con una voce strana.

Poi cercò di sedersi, accorgendosi che una mano del ragazzo teneva la sua..

-“Shh, Nami piano, eri svenuta.” - si preoccupó Sanji.

-“So cos'era successo e Zoro, il tuo amico, è morto.”- singhiozzò la rossa -“ Tu… e tu stai qui a preoccuparti se io sto bene?? Sanji lui è morto.. L’ho visto con i miei occhi..”

-“Lo so mon ange, lo so.. non avresti dovuto vedere nulla.. Ti avevo detto di non seguirmi.”

-“Avevo altre scelte?? Tu non mi dici mai nulla, e ora che il tuo amico è morto che reazione hai avuto?? Sanji non ti sei neanche degnato di emozionarti, di lasciarti sfuggire una lacrima.. ora dimmi che amico gli sei stato.”

-“Hai ragione, non sono molto bravo a manifestare le emozioni..”- ammise alla fine.

-“Eri accanto a lui! Sapevi che doveva buttarsi per salvare quella tipa! Sapevi e non lo hai fermato! Sei… sei semplicemente scappato!”- urlò Nami piangendo.

-“Avrai sbattuto la testa. Ti porto il tè adesso.”

-“Il tuo amico è appena morto e tu… mi parli di tè?! Non voglio nulla da te! Tu non sei normale! Tu non hai sentimenti. Voglio andarmene.”- gridò la ragazza cercando di svincolarsi dalle mani di Sanji, e alzarsi dal letto.

-“Da nessuna parte Nami.. In queste condizioni non ti lascerò andare da nessunissima parte, per nessunissima ragione.”

Il ragazzo si alzò, assicurandosi che la rossa non si alzasse. Le mise addosso una coperta e pronunciando un “Aspettami”, si allontanò chiudendo la porta.

Nami si mise in piedi, sollevandosi dal letto, ma si sentì troppo debole, cosa che non sentiva quando lui le era accanto.
Le girava la testa, non poteva tornare a casa in questo modo, Sanji aveva ragione. Cosa avrebbe detto ai suoi?

Si ricoricò e quel momento le entrò nella mente. Zoro che si è schiantato contro un treno in arrivo, salvando una ragazza che probabilmente non conosceva neppure.. e il biondo che era rimasto lì ad annuire e ad ostacolarla per impedirle di guardare.

Ma niente, l’unica cosa che Nami vedeva in lui, era la preoccupazione per essa. Per lei che conosceva da poco..e non per il suo amico.
Nami che non conosceva neanche il verde.. impazzì nel vedere quella scena. Chiunque l’avrebbe fatto.
O era lei così sensibile?

Qualcuno bussò alla porta ed entrò.

-“Oh.. ciao. Sanji mi ha chiesto di non lasciarti sola.”- disse una ragazza dai capelli neri.

-“Ciao… Chi sei tu? E cosa ci fai qui?”

-“Sono un'amica di Sanji e vivo qui con lui e…”

-“Vivi da sola con lui?!”

-“No no.. non fraintendere.. dicevo che vivo qua con lui e i miei famigliari.”

-“Dov’è adesso?”

-“Ha dovuto fermarsi un attimo. Viene tra poco. Mi ha chiesto di portarti questo té.”

-“Non lo voglio.”

-“Ha detto che devi berlo. Nami. Lo so cos’hai visto. Lo so quant’è doloroso e impressionante vedere questo genere di cose e credimi noi..”

-“Voi cosa? Voi non avete sentimenti? O forse siete già abituati a vedere i vostri amici morire ogni giorno? O anzi, ogni ora?” - la interruppe la rossa.

-“Ti capisco.. ti capisco Nami.”-

-“No! Ti non eri lì per comprendermi adesso.. io li ho visti..”

-“Ti spiegherà tutto. Ne sono sicura.”

-“Quindi anche tu ne sai qualcosa?”

-“Non sono io quella che dovrà darti delle spiegazioni. Per piacere, cambiamo argomento.”

-“Ma voi siete tutti impazziti! È morta una persona! Una persona!! E lui sapeva!! Come potete stare qui adesso tranquilli, come se non fosse successo mai niente?!”

-“Il té si sta raffreddando. Ti conviene berlo in fretta.”-

-“Ma al diavolo il vostro té!! Dov'è Sanji?!”

-“Io sono Robin, piacere di conoscerti. Ti avevo visto qualche volta al caffè e qui Sanji ne parla ogni secondo.”

Nami si accorse solo adesso che questa ragazza spesso era seduta con Sanji al locale, prima che si erano conosciuti. Ma non era questo che le interessava in questo momento. Con chi ha a che fare?!

-“Sanji ci tiene molto”- disse alla fine.

-“A cosa?”- si calmò Nami.

-“A te.”

Nami arrossí.

-“Da quanto tempo sono qui?”

-“Circa da due orette.”



*****

-“Dragon… La ragazza…Devo chiederti se ..”

-“No! Non puoi…”- rispose la figura più anziana nel gruppetto senza aspettare che finisse la frase.

-“Ma.. lei ormai mi ha visto l'altra notte buttarmi dal ponte e oggi ha visto Zoro buttarsi nei binari…”

-“Questo per colpa tua. Sei stato tu a darle appuntamento fuori. Poi lo sai… noi non possiamo legarci con gli umani e tu sai pure il motivo.”

-“Ma io non sono in servizio 24 ore su 24.”

-“Tu la mollerai. Immediatamente.” - rispose l’uomo in tono serio.

-“Non sono obbligato ad ubbidirti. Per una volta che ho trovato quella giusta. Per una volta dopo un'infinità di tempo passato...tu, tu mi dici di lasciarla?”

-“Ti troverai una della nostra specie. Rapporti con gli umani proibiti, quante volte te lo devo ripetere?”- lo sgridò Dragon -“dov'è ora?”

Sanji lanciò un’occhiata a Law per qualche attimo.
Alla fine rispose.

-“L’ho accompagnata a casa sua. È distrutta adesso per ciò che ha visto”.

-“Separatevi il più presto possibile. Argomento chiuso.”

-“Non..”- ma non riuscì a terminare la frase che l’uomo uscì sbattendo la porta.

-“Eh, amico. Ti avevo avvisato”- disse Law poggiando la sua mano sulla spalla del biondo.-“ ti avevo avvisato..”

-“Law… lei è qui. In camera mia”- ammise Sanji.

-“C-cosa?? Sa dove abitiamo ora…!”

-“Dove dovevo portarla?? Era svenuta..”

-“Non importa ormai...portala via da qui il più velocemente possibile”

*****



-“Grazie.. È buonissimo.”- disse Nami sorseggiando il tè.

-“Ringrazierai Sanji appena torna.”

Poi la porta si aprì ed entrò proprio lui.

Si avvicinò al letto e poggia la sua mano sulla fronte di Nami, per controllare se per caso non avesse la febbre.

-“Nami? Stai meglio?”- chiese il biondo.

-“Come potrei stare meglio?”

-“Nami, non fare così.. ti prego. So cosa provi, ma..”

-“Ma cosa? Dovrei dimenticare quello che ho visto?”

-“Ehm… non vorrei interrompere la vostra discussione. Ma…” -disse la ragazza dai capelli neri, facendo per uscire dalla stanza.

-“Robin.. ti prego portala a casa sana e salva”- disse Sanji -“Nami.. io te l'ho promesso e le promesse le mantengo… un giorno ti dirò tutto”

-“Sono capace di camminare da sola!”

Sanji si avvicinò e le afferrò la mano. Si sporse verso di lei.

-“Non sempre le cose sono come sembrano, mon ange.”- le sussurrò nell’orecchio e lentamente la lasciò andare.

La rossa guardò un'ultima volta il ragazzo e, accompagnata da Robin, uscì dalla camera.

Probabilmente non è capace di manifestare le proprie emozioni, ma di me, gli importa. -pensò Nami.

Appena andarono fuori, oltrepassarono il cancello, Nami si accorse di quanto era grande la casa. Era quasi come una villa.

Al centro c’era una fontana, all’interno della quale una bellissima statua: due figure allacciate- un affascinante angelo che guardava una donna tra le sue braccia. E poi le venne in mente il nomignolo che Sanji le aveva dato. Mon ange. Il mio angelo.

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Capitolo 10
*** Il necrologio ***


Capitolo 10 - Il necrologio



Nelle settimane successive non riuscì a smettere di ripensare agli eventi di quel giorno.
Evidentemente non riusciva a giustificare la sua indifferenza verso un fatto così tragico. Specialmente quando aveva iniziato a provare qualcosa per lui…
Non riusciva a capirlo ma questo non significava che non moriva dalla voglia di rivederlo. Erano settimane che ci pensava, settimane che sognava e soffriva.

Anche Nojiko si preoccupava, tanto è vero che una sera le chiese senza troppi giri di parole.

-“Cosa c'è che non va?”

-“In che senso?”

-“Avanti Nami, sono tua sorella, a me puoi dire tutto.”

-“....”- il ragazzo che avevamo visto saltare giù dal ponte è scappato dopo che un suo caro amico è morto e adesso sta facendo finta di niente, senza versare neanche una lacrima.

-“Il biondo”? -sparò a caso Nojiko.

-“Il biondo…”

-“Ti ha lasciata?”

-“Ma che dici?! Non eravamo neanche insieme.”

-“Oh ma non dire sciocchezze. Vi ho visti!”

-“No è solo che… forse ho sbagliato tutto...mi sembrava un ragazzo così perfetto, così interessante, e..”

-“Bello?

-“Oh Nojiko, bello è a dir poco. Lui è stupendo!” -esclamò buttandosi sul letto.

-“Mi dispiace che non abbia funzionato. Eravate adorabili.”- sospirò Nojiko.


Poi arrivò anche il momento di iscriversi alla scuola superiore e Nami conosceva ormai il francese abbstanza per poterla affrontare.

Dopo essersi iscritta per frequentare una quarta le dissero che dovrà passare delle prove d'ingresso per poter comprendere il suo livello. 
La ragazza dunque cominciò a prepararsi.

« Storia: fatti accaduti nel xx secolo, il 1968. »

Bastava dire “maggio ‘68” che ogni francese avrebbe pensato immediatamente alle rivolte.

Decise di non rileggere i suoi romanzi inglesi per la quarta volta e iniziò a eseguire la ricerca.

Preferí utilizzare i giornali d’epoca che raccontavano i fatti in modo più personale e non i noiosi libri di storia.

I materiali che le servivano si trovavano​ in un museo d’arte moderna nel quale decise di recarsi.

Trovò un giornale e dalle prime pagine prese appunti, poi passò direttamente a guardare i necrologi e le foto in bianco e nero.

Ed eccolo lì..

A metà della pagina... c’era lui. Sanji.

Aveva i capelli più lunghi ma lo stesso aspetto dell’ultima volta che lo vide.

Si sentì trasalire mentre leggeva il testo del necrologio.

 
Il pompiere Vincent Delacroix, diciannove anni, nato a Parigi, è rimasto ucciso in servizio la scorsa notte durante l’incendio di un palazzo che si ritiene sia stato appiccato da dei ragazzini che erano studenti in rivolta.
L'edificio residenziale era in fiamme quando Delacroix e il suo collega Jules Grigori, si sono precipitati all'interno e hanno incominciato a salvare i residenti che si erano rifugiati lì dentro per scampare dagli scontri. Intrappolato sotto le travi in fiamme, Delacroix è morto prima di essere portato in ospedale. Dodici cittadini, inclusi quattro bambini, devono la vita a questi due eroi.



Non può essere lui, pensò Nami, almeno che non sia l’esatta copia di suo padre, che l’ha messo al mondo prima di morire a….diciannove anni. Il che non è possibile.

-“Io non capisco..”- mormorò Nami stampando entrambe le pagine.

Chinò la testa tra le mani cercando di schiarirsi le idee. 

Alla fine alzò lo sguardo. Era in una delle sue sale preferite del museo. Lei amava i pittori del xx secolo. E questa era dedicata proprio a uno di loro.

Vide un giovane davanti a un quadro. Era voltato e si notava che aveva un fisico muscoloso e delle spalle larghe.

Quando si girò Nami rimase a bocca aperta per lo stupore.

L’uomo dall’altra parte della galleria era….Zoro?!

Tutto ad un tratto ebbe la sensazione che mente e corpo non fossero più collegati.. 
Niente aveva un senso ormai.

O sono in pieno esaurimento nervoso o quello davanti a me è un fantasma- pensò Nami.- oppure probabilmente lui è sopravvissuto all'impatto e ora è davanti a me senza l’ombra di un graffio.

La rossa si avvicinò a lui e esclamò:

-“Zoro!”

Lui la guardò privo di espressione.

-“Salve.” - mi salutò come se si stesse rivolgendo a una sconosciuta. -“Ci conosciamo?”-

-“Zoro, sono Nami. Insieme a Sanji mi avete accompagnata a casa, ricordi? E poi...ti ho visto alla stazione il giorno...il giorno dell’incidente!.-

Sembrava divertito.

-“Mi dispiace, ma penso che lei mi abbia confuso con un’altra persona. Io mi chiamo Alexandre e non conosco nessuno di nome Sanji.”

Alexandre, un cavolo!

-“Zoro, so che sei tu! Sei stato coinvolto in un terribile incidente..”

Lui scosse la testa.

-“Senti...ehm, Nami? Non ho idea di cosa tu stia parlando. Lascia che ti accompagno a quella panca. Sembri un po’ troppo agitata.”

-“So che sei tu! Non sono pazza. Ma ho accusato Sanji di essere spietato perché è fuggito quando sei morto. E ora salta fuori che sei vivo!”-  iniziò ad urlare involontariamente la rossa.

Ad un certo punto si accorse che stava aumentando molto la voce, perché vide avvicinarsi un uomo della vigilanza verso di loro.

-“Che succede qui?”

-“Niente. Sembra che questa ragazza mi abbia scambiato per un altro.”

-“Non è vero!”- poi si girò e andò come una furia verso l’uscita.

C’era solo un posto dove poteva andare. Sanji.

Il viaggio verso il suo quartiere le parve interminabile, ma alla fine si ritrovò sotto il cancello di una grande casa, suonando il citofono.

-“Oui?”- chiese una voce dopo pochi secondi.








Angolo delle autrici
Ciaoooo!

Scusate se questo capitolo è più corto dell'altro, ma quello che c'era da raccontare, c'è e non possiamo anticiparvi nulla.

Alla prossima!

MonAnge

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Capitolo 11
*** È morto? ***


Capitolo 11 - È morto?


-“Sono Nami..Sono.. un’amica di Sanji..”

-“Non è in casa.”

-“Devo parlargli. Può aiutarmi? La prego.”

Poi la voce scomparve e si sentì un clic provenire dal cancello e vide un uomo uscire dal portone.

Aveva dei capelli neri e sembrava avere comunque una certa età. Dal modo in cui era vestito sembrava appartenere alla vecchia aristocrazia e il palazzo pareva​ essere suo.

-“Dunque è venuta qui per vedere Sanji..”- disse con una voce gelida.

-“Si, monsieur.”

-“Be’, come ho già detto lui non è qui.”

-“Sa quando tornerà?”

-“Tra qualche giorno, penso.”

L’uomo stava per rientrare in casa che la rossa esclamò:

-“Potrei almeno...lasciarli un biglietto?”

-“D’accordo. Mi segua.”

Entrammo in una stanza abbastanza ampia e lui le indicò una sedia e una scrivania.

-“Grazie.”

-“Gradirebbe un tè?”

-“Si, merci beaucoup.”- accettò pensando di poter guadagnare un po’ di tempo.

-“Jeanne le preparerà il suo tè e la accompagnerà fuori. Au revoir, mademoiselle.”

La rossa sospirò di sollievo.

Tirò fuori dalla borsa una penna e un foglio di carta e cominciò a scrivere.

 
Sanji, 
Sto cominciando a capire cosa intendevi quando hai detto che le cose non sono sempre come sembrano. Ho visto la tua foto nelle pagine dei necrologi del 1968. E poi subito dopo ho incontrato Zoro. Vivo.
Non riesco neppure a immaginare tutto questo, ma voglio scusarmi per le cattiverie che ti ho detto...dopo che tu mi hai trattato con tanta gentilezza.
Ti ho detto che non volevo vederti mai più.
Non è vero.
Aiutami a capire cosa sta succedendo.
Ora tocca a te.
Nami.



Ripiegò il foglio e aspettó. Jeanne non arrivava. Diventò sempre più nervosa e fissò i minuti passare sull’orologio.

Alla fine si alzò dalla sedia e si diresse all'ingresso. La casa era silenziosa.

-“Jeanne?” -la chiamò a bassa voce.

Nessuna risposta.

Decise di lasciare il biglietto nella cassetta delle lettere.

Notò una porta socchiusa, dalla quale proveniva una luce calda.
Si avvicinò ed entrò, pensando che potesse essere la camera di Jeanne.

Era guidata dal suo istinto perché la parte razionale del suo cervello aveva ormai perso la battaglia.
Aveva una grande voglia di soddisfare la sua curiosità.
Alla sua destra c'era un caminetto e affianco dei scaffali pieni di libri.

In un angolo c'era un grosso letto a baldacchino.
Attraverso la stoffa leggera si intravedeva la forma di un uomo disteso.
Nami si avvicinò e il suo cuore mancò un battito.
Non osava neanche respirare.

Era Sanji.

Giaceva sopra le coperte con le braccia lungo i fianchi. Ma più che addormentato sembrava...morto.

Gli toccò il braccio. Era freddo e rigido come quello del manichino di un negozio.

Si ritrasse spaventata, esclamando :
-“Sanji?!”- lui non si mosse -“ Oh, Mio Dio” mormorò.

Indietreggiò fino a sbattere contro il caminetto di marmo e lanciò un grido di terrore.
In quel momento la porta si spalancò e al centro della stanza si accese una luce.

Sulla soglia c'era Zoro.

-“Le jeux sont faits, Sanji” -mormorò lui.


-“Z-zoro.. lui-lui è morto?” - riuscì a malapena pronunciare Nami.

Lui si voltò verso la rossa, la prese per il braccio e la condusse verso la porta.

-“No, non è morto. Sta bene.” -disse tirandola verso il corridoio.

Lei ritrasse la mano.

-“Ascoltami. I-io l'ho toccato..la sua pelle è fredda come il marmo. È morto.”

-“Nami”- ribatté in modo irritato -“non posso parlarti di questa cosa in questo momento. Devi venire con me” 

Le prese con gentilezza il polso e la guidò verso il corridoio.

-“Dove mi stai portando?”

-“Dove dovrei portarla? - si domandò e sembrava conoscere già la risposta.

Nami sgranò gli occhi. Zoro era pazzo. Avrà subito dei danni cerebrali dopo l’incidente. O forse è un assassino che aveva ammazzato Sanji e ora la sta portando da qualche parte per fare lo stesso con lei.
Nami era terrorizzata.

-“Ti porto nella camera di Robin”- disse rispondendo alla propria domanda.

-“Non sto cercando​ di spaventarla!”- esclamò Zoro.

-“Senti Nami, so che hai avuto uno shock là dentro, ma è tutta colpa tua se sei entrata in quella stanza. Ora ti porterò in un posto dove potrai calmarti. Non ti farò del male.”

-“Posso... semplicemente andarmene?”

-“No.” 

Sentì una lacrima scenderle lungo la guancia. Non riusciva a trattenersi: era troppo confusa e spaventata per potersi calmare. Tremava.

Zoro la fissò.

-“Che c'è adesso?” -chiese la ragazza evitando il suo sguardo.

-“Nami? Nami.. ti ho terrorizzata. Non volevo.”- esclamò indietreggiando. -“Ho sbagliato tutto!”

E l’ultima cosa che voleva la rossa è sembrare fragile e indifesa.

Sta’ attenta, potrebbe trattarsi solo di una sceneggiata -si disse.

-“Okay, fammi spiegare...per quanto posso. Non ti farò del male, lo giuro. E ti prometto che Sanji starà bene. Non è come sembra. Ma devo parlare con gli altri prima di lasciarti andare via.”

Non è come sembra- le stesse parole del biondo dell’altra volta- pensò.

Annuì. Anche se vorrebbe scappare, non riuscirebbe mai a superare quel cancello.

Zoro sembrava ora quasi dispiaciuto e sconvolto.

-“Lo so, sono un cretino. Per favore seguimi Nami.”

Lo seguí..non aveva altre scelte.

Salirono al secondo piano e la guidò verso una stanza. Aprì la porta e accese la luce. Rimase fuori mentre Nami entrava dentro.

-“Mettiti comoda. Potrebbe volerci un po’ di tempo.”- la avvertí, chiuse la porta e si sentì scattare la serratura.

-“Ehii”- esclamò Nami avvicinandosi alla porta e cercando di abbassare la maniglia. Era decisamente chiusa a chiave.

-“Ho dovuto farlo! Non potevo lasciarla girare per la casa!”- si sentì di nuovo Zoro che parlava da solo.

Niente male come prigione- pensò la ragazza guardandosi intorno.

Le pareti erano di diverse tonalità di rosa e la stanza era arredata con graziosi mobili laccati in tinte pastello. Si sedette su un divanetto e dopo un po’ si addormentò.

Quando si svegliò dovrebbero già essere passate diverse ore. Dalla finestra intravide il sole che stava sorgendo. Ha passato la notte in quella camera. E adesso è l’alba.
Per un secondo non capì dove si trovava ma poi si ricordò di ogni cosa.

-“Sei sveglia?” - chiese una voce dall’altra parte della stanza.

Era la ragazza che aveva conosciuto l’altra volta…

-“R-Robin!- esclamò Nami ad un tratto correndo verso di lei.

-“Benvenuta nella mia stanza.”

-“Robin….S-Sanji è morto!! E quel pazzo di Zoro mi ha rinchiuso qui! 

-“Non preoccuparti Nami.”

-“Cosa gli è successo?” - gridò cadendo sulle ginocchia per la mancanza di forza.

Quante cose incredibile e strane le erano capitate questi giorni. Tutto sembrava irreale da quando ha incontrato Sanji.

-“Una domanda da un milione di euro… E purtroppo l’unica a cui mi hanno fatto giurare di non rispondere. A quanto pare i ragazzi non si fidano di me.. comunque mi hanno chiesto di rimanere qui con te nel caso avessi deciso di scappare..”

-“Ma non ho intenzione di scappare.” - disse strofinandosi la fronte. - “cioè non credo” 

-“Okay non preoccuparti..”- mormorò sedendosi sul divano.

-“Ma non posso andarmene..?”

-“Hai visto quello che non dovevi vedere. E ora dobbiamo decidere come affrontare la situazione. Dobbiamo limitare…. i danni, ecco.”

-“Ma … i miei genitori !!” - si preoccupò Nami.

-“ È tutto a posto. Abbiami mandati un messaggio dal tuo telefono e abbiamo detto che avresti passato la notte da una tua amica.”

-“Mi farete del male?”

Robin si avvicinò alla rossa e posò le sue dita sul braccio di lei. Nami sentì una strana corrente di pace e tranquillità attraversarla. C'era qualcosa di stano nel suo tocco. Era come se lo avesse già sentito da qualche parte.

Robin non rispose.

Sentirono bussare la porta.

-“È ora” - disse la ragazza.

Si alzarono e si avviarono verso la porta.
Notò che sulle pareti delle mura c'era una strana collezione di fotografie...simile a quella che aveva visto nella stanza di Sanji. C'erano sia uomini che donne ma sembravano non accorgersi che qualcuno gli stavano scattando una foto.

-“Chi sono tutte queste persone?” - chiese.

Seguì il suo sguardo e prima di uscire disse:

-“Nami… forse non posso prendermi il merito di aver salvato la tua vita, ma quella di altre persone sì.

 

Angolo delle autrici

 Scusate.... Lo sappiamo, lo sappiamo. Siamo imperdonabili.  Il capitolo era rimasto mezzo pronto da un mese... oggi l'abbiamo finito e l'abbiamo pubblicato. Ci dispiace veramente tanto di aver fatto una pausa così lunga.... ma tra la preparazione per gli esami, verifiche, partenze in Spagna...non abbiamo avuto tempo.
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e a....... non si sa....(((
Cerceremo di trovare il tempo e pubblicare il più presto.
Alla prossima!! <3

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Capitolo 12
*** La verità ***


Ciao a tutti! Volevamo avvisarvi di una cosa: i seguenti capitoli saranno tutti in prima persona perché ormai ci siamo abituati a scrivere con il personaggio-narrante. Scusateci tanto per il cambiamento.

Ci vediamo sotto e buona lettura!


An impossible love

Capitolo 12 - La verità

 

Robin mi guardò con il suo sguardo tranquillizzante e mi portò nel piano di sotto, nella stanza di Sanji. Aprii la porta e lo vidi. Di nuovo. Era molto debole e pallido...ma sembrava vivo. Il cuore mi mancò di un battito e le lacrime cominciarono ad annebbiarmi la vista… ero felice di rivedere il Sanji-non-più-morto ma avevo anche paura… Com’era possibile? Ieri era disteso sul letto con il corpo freddo e senza respiro.

 

-Sanji…? Sei tu?- chiesi rendendomi poi conto che la domanda appena posta era stupida. Sembrava lui ma poteva essere posseduto da qualche mostro alieno o cose del genere!

Lui non rispose ma mi sorrise solamente. Era il suo sorriso. È lui.

 

-Non sei...ma tu eri morto!- anche se fosse assurdo, dovevo dirlo.

-E se ti dicessi che sono uno che dorme come un sasso? - mormorò lentamente e a voce bassa, come se fosse faticoso parlare per lui.

-Sanji...tu eri morto. Ti ho visto. Ti ho toccato.-dissi mentre lentamente mi avvicinavo al letto dove lui era appoggiato a un paio di cuscini.

-Vieni qui..- mi disse invitandomi a sedermi accanto a lui. -Vedi? -continuò toccandomi la mano. Era un pò più calda rispetto a ieri ma non era comunque normale -Sono vivo..-

 

Alzò la sua mano per asciugarmi le lacrime che stavano incominciando a scorrere sul mio viso. Avevo paura.

-Mi dispiace tanto per averti coinvolto. È stato egoista ma non pensavo che sarebbe finita così. A quanto pare però non ho pensato.. affatto- mi disse guardandomi dritta negli occhi dispiaciuto.

 

Non sapevo cosa aspettarmi e quale sconvolgente rivelazione mi stava per fare, ma l'inquietudine di questa faccenda stava diventando dentro di me terrore. Non avevo niente per la testa. C'era solamente una vocina che diceva “Lo sapevi.” E questo era vero. Sapevo che c'era qualcosa di strano e diverso in Sanji. L'avevo avvertito dal profondo ancora prima dei necrologi e ora stavo per scoprire la verità. Rabbrividii all'idea.

 

Toc-Toc. Qualcuno bussò alla porta interrompendo i miei pensieri. Robin andò ad aprire la porta per fare entrare un gruppo di persone nella stanza.

Subito si avvicinò a me Zoro che mortificato mi disse -Scusa per il mio comportamento di ieri, ma ti dovevo portare via dalla stanza di Sanji subito. Mi dispiace tanto.-

Non feci in tempo a dirgli Non fa niente, è passatoche una figura maschile apparve improvvisamente dietro di lui dandogli una pacca sulla spalla scherzando
-Zoro, non è che ci stai provando con lei?- poi rivolto a me -
Bonjour mademoiselle, io sono Luffy.-

 

Avevo già visto il suo volto ma non ricordo bene dove. Ah si, il suo volto era nella foto del necrologio. È lui. Ma quella foto è del ‘68 e non sembra per niente cambiato e neanche Sanji. Mi voltai a guardarlo. Era appoggiato su dei cuscini con gli occhi chiusi. Sicuramente era stanco ma continuava a stringermi la mano come se volesse tranquillizzarmi.

Mi rigirai vedendo che Zoro e Luffy stavano andando a sedersi su un divano ridacchiando su qualcosa. Dopodiché fece un passo verso di me un uomo che mai avevo visto -Law- disse presentandosi nervoso e facendomi un inchino. Poi si voltò e andò verso gli altri.

 

Anche se gli altri mi avevano accolto amichevolmente, la persona che mi si presentò davanti aveva un’aria cupa e non stava sorridendo. Era il padrone di casa. Fece un profondo inchino. -Monkey D. Dragon- si presentò formalmente -Anche se i miei familiari vivono qui, questa è casa mia. E non ritengo la tua presenza qui saggia- disse freddamente.

-Dragon!- esclamò Sanji alle mie spalle.

-Che c'è, giovanotto? Devo forse ricordarti che sei stato tu a infrangere le regole? Io non vi ho mai permesso di portare i vostri innamorati umani qui!-

 

Innamorati umani? Ero turbata. Forse per la parte innamorati ma molto di più per umani. Si, io sono un’umana. Se mi ha definito così, lui, loro, cosa sono? Mostri? Nulla ha senso.

 

-E cosa potevo fare? Aveva appena visto Zoro morire!- protestò subito Sanji -Era sconvolta.

-Prima di tutto non dovevi innamorarti di lei e ora devi sistemare il pasticcio che hai combinato!- poi si rivolse a me -In quanto a te! Non ti conosco nemmeno da un giorno che già ti sei permessa di sconvolgere la mia famiglia. Non sei la benvenuta!

-E dai, D! Non reprimere i tuoi sentimenti! Poi abbiamo controllato, non è una spia. E lei non è la prima persona che viene a sapere della nostra esistenza e di quello che siamo.- intervenne il ragazzo che si era presentato come Luffy.

-Per precisare.. Le persone che sanno sono esclusivamente uscite dalle famiglie che da generazioni servono la famiglia di Dragon!- disse subito Law.

Cosa? Da generazioni? Cosa significava? La situazione che si era creata non mi piaceva affatto e credo che Sanji l'abbia capito visto che mi stava stringendo di più la mano per tranquillizzarmi.

-Okay, basta!- sbottò Robin facendoli stare zitti tutti -Cosa facciamo? Chi vota per dirglielo?

Tutti i presenti nella stanza alzarono la mano tranne Dragon e Law che leggendo il loro viso non sembravano molto contenti di quello che stava succedendo. Entrambi se ne andarono uscendo dalla stanza ma prima di chiudere la porta Law mi squadrò e lanciò uno sguardo d'intesa agli altri.

-Allora… Che incominci la festa!



 

Angolo delle autrici

Ciaoo! Ci rivediamo! Scusateci tantissimo se non abbiamo continuato a pubblicare i capitoli di questa storia per molto tempo! Ci dispiace tanto! Ma eccoci di nuovo con il capitolo 12! Speriamo che vi sia piaciuto… e vi promettiamo di aggiornare il più presto….







 

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