Can I... ?

di Miyo_Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO



 

Miki Shibuki era appena una ragazzina quando decise di affrontare il mondo, da lei tanto temuto. Sapevo che quella sarebbe stata, probabilmente, la decisione più difficile di tutta la sua vita e io come madre avevo il dovere di aiutarla. L'avrei fatto, se solo Miki avesse chiesto il mio parere. Ogni tanto ringrazio il cielo che non l'abbia fatto, perché l'unica cosa che sarei stata in grado di dirle era di restare con me, per sempre.

Iniziò tutto dieci anni fa. Veramente l'inizio fu nel momento stesso in cui mi accorsi di essere incinta, circa ventisei anni fa; avevo appena diciotto anni e quella era la mia prima gravidanza. Successero tante cose, in quei nove mesi. Fu una gravidanza sofferta, dolorosa e desiderata allo stesso tempo ma non mi pentirò mai di quello che ho fatto, iniziando dall'uomo che avevo scelto. I primi quindici anni di Miki passarono velocemente e senza alcun intoppo, per questo inizierò il racconto dai suoi quindici anni in poi. Per l'appunto:

Tutto iniziò dieci anni fa...

 

<< Miki, vieni qui! E' arrivata una lettera per te. >> urlai alla finestra alle mie spalle. Stavo seduta nel tavolo della cucina a controllare la posta.

<< Arrivo! >> urlò di rimando mia figlia. La vidi inseguire suo fratello di appena tre anni, lo raggiunse in neanche tre falcate afferrandolo da dietro e facendolo girare finché non caddero entrambi. Le loro risate mi riempivano il cuore di gioia. Mi ricomposi appena in tempo per vederli entrare dalla porta della cucina che dava sul giardino.

<< E' arrivata una lettera da parte di Kaien, è indirizzata a te. >> dissi porgendole la lettera. La soppesò per qualche istante prima di scrollare le spalle e rispondere che probabilmente voleva che andasse a trovarlo. A quei tempi la mia bambina era ancora così innocente.

<< L'aprirò dopo, ora devo andare da Sayori. Torno presto. >> corse via, come faceva sempre. Miki aveva una resistenza fisica superiore alla norma: non stava mai ferma, neanche durante la notte. Sopratutto la notte.

<< Ilenia, cara, hai visto Akito? >> la domanda di mio marito mi ridesto da un importante progetto. Ero a capo di una importante azienda (il settanta per cento delle persone che vivevano nel nostro paesino lavoravano lì) e il lavoro non mi lasciava neanche la domenica. Alzai gli occhi dal portatile e lo chiusi.

<< E' andato a fare compere con Machi. >> Akito era molto simile a sua sorella: entrambi non sopportavano di stare fermi nello stesso posto per più di un paio d'ore. Per fortuna Machi, la nostra domestica, amava portarlo con se quando usciva. Diceva che era un tocco di vita nella sua misera esistenza.

<< Ryo. >> richiamai mio marito prima che raggiungesse le scale. Si voltò a guardarmi.

<< Potresti chiamare Miki? Ormai è quasi sera e conoscendola avrà dimenticato di guardare l'orologio. >> sorrisi al pensiero di quanto fosse sbadata.

<< Certo, non preoccuparti vedrai che starà bene. >> nel parlare mi si era avvicinato. Mi strinse leggermente a se e io mi sentì terribilmente in colpa. Non avevo detto neanche a lui chi fosse il vero padre di Miki, solo io e lei lo sapevamo. Eppure Ryo riusciva a capirmi meglio di quanto facessi io stessa: sapeva la profonda paura di perdere mia figlia che provavo ogni giorno, conosceva la tristezza nascosta nelle profondità del mio cuore. La sua famiglia era profondamente contraria al nostro matrimonio e non potevo che essere d'accordo con loro: una ragazza di appena ventiquattro anni, rimasta sola ad accudire una figlia non era il massimo che si potesse desiderare; avrei anche aggiunto che si meritava qualcuno che potesse donargli tutto il suo cuore, certo non come me che non avrei mai amato nessun altro come avevo amato il padre di Miki. Ryo però non si era arreso, aveva accettato i rimasugli del mio cuore e la mia bambina piena di vita. Io lo amavo a modo mio, lui mi amava a modo suo, eravamo felici e ci bastava. Mi diede un leggero bacio sulle labbra e mi sorrise con tutta la tenerezza di cui era capace. Lo attirai di nuovo verso di me in un bacio molto meno casto di quello ricevuto poco prima. Non sentì la porta aprirsi, né la squillante risata di Miki, l'ammonimento di Machi o i passi di Akito che correva verso la cucina. Mi accorsi del loro rientro solo quando Ryo si staccò da me, non prima di avermi dato un ultimo bacio sulla fronte. Scendemmo le scale mano nella mano. Il resto della famiglia era in cucina, Machi e il piccolo Akito stavano sistemando la spesa mentre Miki sembrava indecisa se aprire o meno la lettera arrivata quella mattina.

<< Miki quella lettera non ti mangerà, aprila e basta! >> anche Ryo sembrava aver capito che quella non era come le altre che arrivavano durante l'anno.

<< Ma è strano papà, Cross non mi ha mai mandato una lettera così... formale. Anzi di solito è sempre Yuuki ad invitarmi e di certo non lo fa con una lettera contenente il timbro della Cross Academy. Ho un brutto presentimento. >>

<< Dà retta a tuo padre e aprila. >> intervenni. Ricevetti un sonoro sbuffo come risposta ma almeno si era decisa ad aprire la lettera.

<< Vediamo un po'.. >> sembrò impiegare un'eternità a leggerla, tutti in quella stanza la fissavamo in attesa di notizie, persino il piccolo Akito. Quando sembrò avesse finito fu lei a fissarci tutti, uno ad uno.

<< Sono belle notizie? >> le chiese Machi.

<< No. >> rispose e corse a chiudersi in camera sua.

<< Cosa può aver provocato una reazione del genere? >> chiese mio marito.

<< Forse qualcuno dovrebbe andare a parlarle. >> ipotizzò Machi ma dubitavo che saremmo riusciti a farla parlare. Non capitava spesso che si comportasse così: l'ultima volta che si era chiusa in camera sua aveva pesantemente litigato con la sua più cara amica. Non aveva aperto la porta prima del giorno seguente. Temevo che si sarebbe comportata allo stesso modo anche questa volta.

<< Farei prima a chiamare Kaien. >>

Quella sera cenammo senza Miki. Non appena Akito si addormentò nel suo letto richiusi la porta della sua camera facendo attenzione a non fare rumore. Scesi giù in salotto e chiamai Kaien. Dopo che mi ebbe spiegato la situazione anche io provai l'impulso di chiudermi in camera mia e non uscirne più. Quella notte non riuscì a dormire.

Miki non si presentò neanche a colazione. Bussai alla sua porta, prima di andare a lavoro, ma non ricevetti risposta. Chiesi a Machi di andare a controllare come stesse Miki ogni tanto e dopo aver ricevuto le sue rassicurazioni mi avviai.

Quando tornai a casa, verso il tardo pomeriggio, Machi mi informò che Ryo era stato trattenuto alla capitare a causa di un caso importante e Miki era uscita dalla sua stanza solo a pranzo. Non aveva aperto bocca durante tutto il pasto e finito di mangiare era tornata in camera sua.

<< Non ho sentito lo scatto della serratura... >> aggiunse Machi. Salì le scale e andai in fondo al corridoio, l'ultima porta era socchiusa. Miki doveva averla lasciata aperta di proposito. Bussai piano ma non attesi nessuna risposta: entrai e andai ad aprire le pesanti tende facendo entrare la luce del sole che si avviava a tramontare. Solo dopo essermi fatta forza mi girai a guardarla.

<< Mamma... >>

<< Sono qui. >> corsi ad abbracciarla. Mi stesi insieme a lei nel letto accarezzandole i lunghi capelli castani così simili ai miei. Alzò la testa per riuscire a guardarmi in faccia. Miki somigliava interamente a me, più cresceva più sembravamo sorelle. C'era solo un piccolo particolare che mi ricordava che non era solo figlia mia: i suoi occhi. Erano grandi, con folte ciglia e grigi, così limpidi che avrei potuto specchiarmici. Erano così simili ai suoi.

<< L'hai saputo? >> mi chiese. Annuì, lasciando che fosse lei a espormi le sue idee per prima.

<< Era una lettera di ammissione alla Cross Academy. C'era scritto che avrei potuto scegliere se stare nella Night o Day class. So bene che l'accademia è molto lontana da qui, ci ho pensato molto e ho deciso di andarci, voglio frequentare la Day class>> sembrava così sicura mentre pronunciava quelle parole. Sapevo bene che lasciarla andare significava rischiare di perderla. Era l'unica cosa che mi ricordava il tempo passato con lui, la prova vivente che i miei diciotto anni non erano stati solo un sogno. Ma potevo davvero tenerla incatenata a me solo per paura che me la portassero via? No, non sarei mai stata così egoista. Lei aveva preso la sua decisione, ci aveva pensato, ragionato ed era arrivata ad una conclusione, che io avrei accettato.

<< Va bene. >> mi abbracciò forte e si scusò: per aver preso una decisione simile, per non avermi consultata, si scusò sopratutto perché stava per lasciarmi. Una lacrima solitaria sfuggì al mio controllo ma la scacciai prima che Miki potesse accorgersene.

 

<< Sei convinta di voler andare nella Day class? Sei molto intelliggente, se volessi andare nella Night class sono certa che passeresti il test d'ingresso senza difficoltà. >>

<< Mamma! La classe della notte è solo una copertura lo sai! >> mi rimproverò. Mi girai su un fianco per poterla guardare. Eravamo sedute sul dondolo in veranda, il sole era ormai calato del tutto, avevamo finito la cena e avevo messo a letto Akito ma Ryo non era ancora tornato dal lavoro.

<< So bene da chi è frequentata la Night class e so altrettanto bene che tu hai tutto il diritto di farne parte. Quindi non prendere una decisione così alla leggera. Pensa veramente a quello che vuoi fare. Vuoi veramente andare nella Day class? >>

<< Non lo so. Di certo non voglio ritrovarmi ad avere come compagni dei vampiri. >>

<< Va bene, niente Night class. Forse è meglio così dopotutto. Kaien mi ha assicurato che, se avessi scelto la classe del giorno, saresti stata con Yuuki e Zero. >>

<< Un urra per me! >> mi rispose in modo sarcastico.

<< Cosa c'è ora? Non eravate amiche tu e Yuuki? >> la rimproverai.

<< Yuuki è a posto, un po' con la testa fra le nuvole ma comunque una buona amica. E' Zero quello che non sopporto. >>

<< Lo sai che sta passando un brutto periodo, non trattarlo male quando lo vedrai. >>

<< Va bene. Certo, capisco che per un Hunter trasformarsi in vampiro sia una delle cose più brutte che potesse capitargli ma questo non gli dà il diritto di guardare tutti gli altri dall'alto. >> stavo per rimproverarla un'altra volta ma si alzò tanto veloce che quasi non riuscì a vederla: un momento prima era seduta, quello dopo se ne stava in piedi con le braccia incrociate.

<< Forse non starò nella Night class ma sono certa di riuscire a vedere Kaname almeno una volta, lo saluterò da parte tua. >> mi dedicò uno dei suoi sorrisi più furbi e sparì dentro casa. Miki sapeva combinare più guai in un solo giorno di quanto potessero fare centinaia di bambini insieme. Il fatto che si rivolgesse a Kaname Kuran senza alcuna forma di rispetto non l'avrebbe certo aiutata a non farsi notare dai vampiri, perlopiù nobili, che studiavano all'accademia. Speravo solo che Kaien sapesse quel che faceva. Mettere una ragazza speciale come Miki i mezzo ad un covo di vampiri non era certo il massimo della prudenza. Tutti però dobbiamo crescere prima o poi, era arrivato il turno di Miki, e ben presto si sarebbe accorta che non tutti i vampiri sono capaci di amare come faceva Machi, la nostra domestica, o di convivere pacificamente con gli umani e resistere all'odore del sangue come era in grado di fare Kuran. Vidi la macchina di Ryo entrare nel vialetto proprio in quel momento. Gli andai incontro salutandolo, baciandolo. Mi comportai come una perfetta moglie dovesse comportarsi. Quella sera neanche lui riuscì a scorgere il dolore che tormentava il mio cuore. Avevo osservato mia figlia per tutta la sua vita e sapevo per certo che non si sarebbe mai potuta accontentare si una normale vita da umana. I vampiri me l'avrebbero portata via, era solo questione di tempo ormai. Ancora una volta prima di addormentarmi tra le braccia di mio marito mi ripromisi che non mi sarei mai pentita di aver passato i miei diciotto anni con un vampiro.

Dopotutto è la giusta punizione per aver amato un Sanguepuro, poi mi addormentai.













 

Buongiorno! 
Spero che non vi siate annoiati/e a morte leggendo il prologo! E' la prima FF che pubblico su Vampire Knight. Vi avverto che dal primo capitolo in poi la storia sarà narrata da parte della protagonista: Miki. Il titolo è pessimo e non appena me ne verrà in mente uno migliore provvederò subito a cambiarlo :)

Ho messo l'avvio OOC, anche se cercherò di non cambiare di molto i caratteri dei personaggi.

Non sono molto brava come scrittrice ma spero che vogliate comunque lasciarmi un commento (positivo o negativo, li accetto entrambi!) e perdonare gli eventuali errori.

A presto, Miyo :D

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1





 


 

 

<< Miki. Miki... >> mi voltai di scatto. Qualcuno con una voce acuta quanto insopportabile continuava a chiamarmi. La voce mi sembrava familiare ma non riuscivo ad associarla ad alcun volto. << Sono qui! Voltati. >> continuò la voce. Feci come mi diceva, più per farla smettere di urlare che altro. Ero nel viale d'ingresso della Cross Academy insieme ad una cinquantina di ragazzi più o meno della mia stessa età, aspettavamo tutti che ci chiamassero a gruppi di quindici per fare l'esame d'ammissione. Vidi una ragazza di bassa statura, occhi e capelli castani: Yuuki Cross, la figlia del preside, si sbracciava per attirare la mia attenzione. Strinsi il cartellino col mio nome e un numero a tre cifre stampato sopra e mi incamminai verso di lei. Superai il prato e almeno una ventina di ragazzi e ragazze, che mi lanciarono occhiatacce. Feci appena in tempo a salire quei pochi gradini che mi avrebbero portata dentro l'edificio che venni travolta da una valanga in forma umana. Non potei fare a meno di sorridere. Yuuki si aggrappò al mio collo, ricambiai la stretta: dopotutto mi era mancata. Dopo un anno dal nostro ultimo incontro potevo notare molte differenze nella mia cara amica d'infanzia. << Cosa ci facevi lì in mezzo? Non devi fare nessun test d'ingresso tu, dallo pure a me. >> le consegnai il cartellino che tenevo ancora in mano ringraziandola. << Come sta il preside Cross? >> domandai educatamente. Anche se avrei scommesso che stesse molto meglio di me. << Sta bene, grazie. Vieni ti porto in camera tua così puoi sistemarti e indossare la tua divisa! >> disse prendendomi per mano e trascinandomi verso un lungo corridoio. << Odio le divise... >> mi lagnai. Yuuki mi sorrise complice. Neanche lei le amava: pensavamo entrambe che ognuno avesse una proprio personalità e che non fosse giusto costringerci a sembrare tutti uguali.

<< Allora... >> aspettai che aprisse la porta della mia camera. Mi consegno le chiavi che, puntualmente, gettai sulla scrivania spoglia. Di fronte la scrivania c'era il letto singolo dove mi sedetti a gambe incrociate. Yuuki era rimasta sulla porta, le feci cenno di sedersi vicino a me. << Allora – ripetei – cosa mi sono persa? Racconta, voglio sapere tutto! >> Yuuki sembrava imbarazzata: aveva capito a cosa mi riferivo. << E' tutto come sempre! Niente di nuovo... >> la sua voce uscì debole e sconsolata mentre si guardava le mani strette l'una all'altra. << Come niente? >> ero sinceramente sbalordita.

<< Niente! >> confermò. << Sembra che ogni anno che passa ci allontani sempre di più, forse è meglio così. Dopotutto lui e un vampiro e io una semplice umana, come potrebbe mai provare qualcosa per me?! >>

<< Sciocchezze! >> la rimproverai. La verità era che non mi stupiva affatto che Kaname cercasse di allontanarla, io meglio di altri potevo capire quanto potesse far soffrire essere innamorate di un vampiro. Mia madre aveva amato un vampiro e ancora oggi potevo vedere l'ombra scura che le appannava gli occhi: tristezza.

<< Che ne dici di farmi fare un giro dell'istituto. >> cambiai discorso. << Ma certo! >> rispose ritrovando tutta la sua vitalità.

L'istituto non era diverso dell'ultima volta che c'ero stata. Yuuki mi mostrò le aule che avrei frequentato e la mensa per poi dirigersi verso la stalla.

<< Non posso credere che saremo nella stessa classe, sai? >> mi rivelò ad un certo punto. Mi voltai, stupita da quell'affermazione. Sembrava quasi che si fosse aspettata di non rivedermi mai più.

<< Perché mai? >> sembrò pensare bene alle parole da dire, abbassò lo sguardo come se fosse colpevole di qualcosa.

<< Quando Zero ha saputo che il Preside ti aveva ammessa a questa scuola non ne era per niente contento... >>

<< La cosa non mi stupisce: io e Zero non siamo mai stati grandi amici! >>

<< Lo so! Però quando ho detto che mi avrebbe fatto piacere stare con te lui si è comportato in modo strano; ha detto che non dovrei esserne contenta e che tu mi avresti fatto del male. Non che io ci creda ma.. lui non direbbe mai cose del genere se non ne fosse convinto. Pensandoci bene non avrei dovuto parlartene... >> aggiunse l'ultima frase dopo aver visto l'espressione di stupore che era comparsa sul mio viso. Non sapevo cosa replicare: non avrei mai fatto del male a Yuuki, eppure qualcosa mi diceva che non era questo che lei voleva sentirsi dire. Mi fermai e lei con me. I suoi occhi non riuscivano ad incrociare i miei per più di qualche secondo. Potevo percepire il suo senso di colpa e me ne rattristavo. Vederla in quello stato mi fece infuriare; non ero certo io che stavo per trasformarmi in un livello E!

<< Non hai preso quest'argomento a caso, vero? Zero è nella stalla? >>

<< Di solito passa il tempo lì... >> << Allora non voglio andarci! >>

 

<< Sei arrabbiata con me? >>

<< No. >>

<< Sei arrabbiata con Zero? >>

<< Si. >>

 

Sbuffai. Non sopportavo tutta quella tensione. Yuuki era diventata silenziosa mentre passeggiavamo per il cortile, cosa alquanto strana per lei.

<< Ti va di accompagnarmi dal Direttore? >> non ero mai stata nell'ufficio di Cross, ero un po' nervosa. Si sarebbe comportato in modo più serio ora che non era più nei panni del “padre di un'amica d'infanzia”? Non dovetti aspettare molto per scoprirlo. Yuuki entrò nell'ufficio senza bussare; Cross si era girato verso la porta con un cipiglio interrogativo.

Non appena entrai anche io balzò in piedi e scavalcò la scrivania con un salto alquanto assurdo. Non feci in tempo ad aprire bocca che mi ritrovai a dieci centimetri dal pavimento a girare come una trottola, il Direttore farneticava cose come “mi sei mancata” “come sei diventata grande” e “sei sempre la solita nana”. Ormai non mi infastidivano più i suoi modi assurdi di esprimere il proprio affetto. Neanche essere considerata una “nana” aveva peso se detto da lui. Dopotutto era un dato di fatto: persino Yuuki era alta un paio di centimetri in più di me.

<< Anche per me è bello rivederla Direttore. Mia madre mi ha chiesto di salutarla da parte sua. >>

<< Grazie mille cara, chiamerò tua madre il prima possibile. Yuuki puoi lasciarci soli, per favore? >> l'interessata sembrò presa alla sprovvista da quella richiesta, si limitò a sorridere e a dirmi che ci saremmo riviste in mensa per il pranzo. Poi uscì e io restai sola con il direttore che tornò a sedersi dietro la scrivania.

<< Sicura di non voler far parte della Night Class? Nella classe del giorno le tue capacità verrebbero sprecate! >> mi guardava sinceramente dispiaciuto che io potessi sprecare un occasione del genere. << Sono sicura. Ho sempre frequentato scuole “normali” non sono poi così avanti rispetto agli altri: imparo solo più in fretta; tutto qui! >> non capivo perché il direttore insistesse così tanto. Non ero un vampiro e non volevo stare con i vampiri, non mi sembrava difficile da capire!

<< Va bene, se questa è la tua decisione non interferirò! A questo punto ho un'altra domanda da farti. So già come mi risponderai ma, per il bene dei miei alunni, devo chiedertelo: saresti disposta ad aiutare Yuuki e Zero nel loro lavoro di guardiani? >>

<< Mi sta chiedendo di essere una guardiana? >> chiesi stupita. Un compito del genere mi avrebbe messa a contatto con i vampiri più di quanto mi sarebbe piaciuto: non avrei mai accettato.

<< Ti sto chiedendo di aiutare i miei figliocci. >> << Beh, se vedessi un vampiro aggredire un umano non starei certo a guardare. Posso prometterle che se mi capiterà di vedere un alunno della Night class infrangere le regole lo riferirò immediatamente ad uno dei guardiani e, se necessario, interverrò. >> il preside mi guardava con aria soddisfatta, si era aspettato proprio questa risposta da parte mia e di certo sapeva che avrei fatto molto di più che riferire ai guardiani gli eventuali pericoli. Dopo che il direttore mi abbia proposto un compito così importante per la sicurezza degli umani la mia moralità mi impediva di rifiutare senza ripensamenti: mi sarei comportata da guardiana senza esserlo realmente. Ma questo non lo dissi al preside.

Solo dopo essere tornata nella mia stanza mi resi conto di quanto il direttore Cross fosse furbo: sapeva che non volevo fare la guardiana eppure me l'aveva chiesto ugualmente, consapevole che dopo aver ricevuto la proposta avei sentito la sicurezza degli umani come una mia responsabilità.

Passai le successive due ore a svuotare le valige che Zero, dopo avermi uccisa con lo sguardo, mi aveva gentilmente (come no!) portato in camera. Una volta finito feci una doccia veloce e mi misi, con un notevole sforzo, la mia odiosa divisa. Stavo cercando di annodare il fiocco senza impiccarmi quando bussarono alla porta. Sbuffai infastidita e mi strappai quell'odioso nastro da collo. Aprii la porta senza neanche sapere chi ci fosse dietro e mi ritrovai due grandi occhi tra il rosso e il castano scuro a pochi centimetri, il colore della sua divisa era l'opposto della mia. Alzai gli occhi al cielo ma riuscii a trattenere a stento un sorriso.

<< Kaname! >> mi guardai intorno, quasi certa che lui non sarebbe dovuto stare nel dormitorio femminile, in pieno giorno poi! Alcune ragazze lo stavano fissando senza neanche provare a nascondersi mentre altre, quelle nuove probabilmente, confabulavano tra loro rosse in viso. << Entra.. >> dissi fingendomi scocciata. In realtà era quasi felice di vederlo, almeno finché non si fosse messo a parlare. Mi richiusi la porta alle spalle, girandomi lentamente. Kaname, L'unico purosangue della famiglia Kuran ancora in vita, stava girando per la mia camera. Mi chiesi perché, visto che aveva di certo del tempo libero, non stesse con Yuuki: voleva davvero allontanarla? Mi sembrava una cosa assurda, sapevo bene quanto lui le volesse bene.

<< E' passato più di un anno dall'ultima volta che ci siamo visti. Non sei cambiata

affatto. >> era un complimento? Non sapevo come interpretare la sua frase. << Già, l'ultima volta che sono venuta è stata l'estate scorsa subito dopo la fine della scuola. Comunque neanche tu sei cambiato! >> affermai stupidamente: ovvio che non fosse cambiato, era un vampiro! Le sue labbra si incurvarono leggermente senza però trasformarsi in un vero e proprio sorriso. << Perché sei qui? >> la mia domanda fu scortese ma se c'era una cosa che odiavo erano i giri di parole! << Solo per far visita ad una vecchia amica. Sono di disturbo? >>

<< Certo che no! >> mi affrettai a rispondere << puoi venire a farmi visita quando vuoi, ma se ti conosco almeno un po', e credo di si, c'è sempre un motivo in tutto quello che fai. >> lo fissai intensamente, sperando che si decidesse a dirmi cosa voleva.

<< Credo che dovresti far parte della Night Class. Sarebbe più sicuro... >>

<< Io non sono pericolosa! >>

<< … per te! >> lo guardai allibita, corrugando la fronte in cerca di spiegazioni. I suoi occhi sembravano perforarmi. Se la mia volontà non fosse stata forte in quel momento avrebbe potuto convincermi a fare qualsiasi cosa, e non si stava neanche sforzando! << Nel paesino dove abitavi eri al sicuro, lontana dai vampiri, qui no! Vorrei poter dire che gli alunni della Night Class siano totalmente innocui, ma non posso. Sarebbe più semplice per me proteggerti se tu frequentassi le lezioni notturne. >> voleva proteggermi, perché?

<< Se avesi voluto essere protetta sarei rimasta a casa. Non sono venuta qua per stare con voi vampiri, voglio comportarmi da umana e stare con gli umani. Ti ringrazio, ma per favore lasciami risolvere i miei problemi da sola. >>

Kaname socchiuse leggermente gli occhi, sembrava stanco (dopotutto era l'ora di pranzo).

<< Va bene, come preferisci. Tolgo il disturbo, va pure a mangiare Yuuki ti starà aspettando. >> disse prima di uscire dalla mia stanza.

<< Kaname...? >> lo richiamai un attimo prima che si chiudesse la porta alle spalle. Si fermò ma continuò a darmi le spalle.

<< Anche io sono felice di rivederti. >> dissi sincera. Si girò quel tanto che bastava per guardarmi con la coda dell'occhio. << Devo ringraziarti: qualcosa mi dice che d'ora in poi non ci si annoierà più alla Cross Academy. >> risi e lui uscì definitivamente dalla mia stanza. La mia abilità a cacciarmi nei guai era risaputa, molte volte ero io stessa a crearli i guai. L'aver nominato Yuuki però mi ricordò che, non appena ne avessi avuto la possibilità, avrei dovuto chiedere a Kaname se aveva davvero intenzione di allontanarla da sé.

Rinunciai definitivamente a mettere il fiocco della divisa e sbottonai il primo bottone della camicia per non avere la sensazione si soffocare. Probabilmente c'era qualche regola che lo vietava ma finché non mi avessero esplicitamente richiamato non avrei mai più provato a mettere il fiocco.

Fu quando sentii il mio stomaco brontolare che mi decisi ad andare in mensa. Proprio come aveva detto Kaname, Yuuki mi stava aspettando seduta ad un tavolo. Il cibo nel vassoio intoccato. Incrociai il suo sguardo e capii che lei sapeva della visita di Kaname e non era per niente felice.






 

 

 

 

 

Eccomi, finalmente! :D

E' passato più di un mese dal prologo ma purtroppo non sono riuscita a pubblicare prima. :(

Il primo capitolo non dice molto, solo dal prossimo la storia diventerà leggermente più interessante.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e sopratutto chi ha recensito e messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate.
A presto con il secondo capitolo,
Miyo.

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


 

CAPITOLO 2 

 






 

<< Buongiorno, sono il vostro professore di lettere e storia occidentale. So che avete già fatto un test d'ingresso qualche giorno fa, ma voglio valutarvi personalmente! Prendete un foglio! Il vostro compito si baserà su un argomento semplice, vista la vostra tenera età: La Superficialità! Avete fino all'ora di pranzo, buon lavoro! >>
molti studenti emisero mormorii di dissenso e il professore, di cui non conoscevo il nome ma che già odiavo, non ci fece minimamente caso. Guardai l'orologio sul muro. Erano le dieci quindi avevamo poco più di due ore per svolgere il compito. Sospirando mi voltai a sbirciare la mia compagna di banco: rovistava tra un mucchio di fogli in cerca di uno adatto per il compito. Non mi presi il disturbo di prestargliene uno.
Già dopo la prima ora il mio stomaco iniziò a reclamare del cibo a gran voce. Avevo già finito la stesura approssimata del mio compito, dovevo solo correggerlo, aggiungere gli ultimi dettagli e copiarlo in bella, poi sarei potuta andare a mangiare. Tra una correzione e l'altra riflettei sul fatto che il tema della superficialità era un argomento complicato, trovavo strano che ce lo avessero assegnato già al primo giorno di scuola. Mi voltai a guardare un paio di file dietro la mia. Vidi Yuuki che continuava a scrivere qualcosa e a cancellarla subito dopo, dietro di lei Zero se ne fregava altamente del compito. Probabilmente dovette percepire che lo stavo guardando perché alzo la testa di scatto e puntò i suoi occhi sui miei. Sul suo viso non c'era nessuna delle smorfie che mi riservava sempre, si limitava a studiarmi, e io facevo lo stesso con lui.
<< Ma che compito ci ha dato? >>
<< E' proprio strano! Pensare che lo avremo per il resto dell'anno mi mette i brividi; già non sono brava in lettere se poi ci dà anche temi impossibili sono fregata! >>
<< Non credo che si comporterà sempre così! >> mi intromisi nella discussione tra Sonoko, la mia compagna di banco, e Mei la mia vicina di stanza. Sonoko si voltò a guardarmi così potei notare gli occhi verdi come il bosco di Mei accendersi di speranza. << Lo pensi davvero? >> mi chiese. << Penso che volesse solo metterci alla prova. Per capire come comportarsi; ha dato una traccia così difficile per capire chi fossero i più bravi e chi invece ha bisogno di più aiuto. >> risposi sincera, ero arrivata a quella conclusione solo verso la fine della seconda ora e mi era sembrata accettabile. << Lo spero! >> sussurrò Sonoko ma l'idea che il professore non fosse veramente così severo le fece tornare il sorriso. Finii di sistemare il mio zaino e salutai le due ragazze per andare da Yuuki. La trovai nel corridoio ad aspettarmi. << Come è andato il compito? >> mi chiese appena la raggiunsi. << Bene, credo! Conoscevi già quel professore? E' sempre così rigido? >> cercai di confermare la mia teoria con quelle domande innocue. La mia amica sorrise e ammise di non averlo mai visto prima così finimmo per camminare verso la mensa parlando di argomenti neutri. La mensa era piena di studenti di tutti gli anni. Noi eravamo le più piccole e considerando la mia bassa statura mi sentii piccola e indifesa come una formica. I grandi tavoli rotondi erano già tutti occupati e persino il cibo iniziava a mancare. << Forse potremmo andare a mangiare con il Direttore... >> suggerì Yuuki. Annuii e sperai che a Cross non desse fastidio averci nel suo appartamento: non mi piaceva affatto quella mensa!
<< Il Preside non c'è! >> notai dopo essere arrivate nel suo ufficio. << Andiamo in cucina, sto morendo di fame! >> << Sicura che a Cross vada bene? >> chiesi per esserne sicura. Non volevo avere problemi con lui, il preside era un amico di mia madre e temevo che l'avrebbe tenuta costantemente aggiornata su tutte le mie azioni.
Anche la cucina era vuota ma, semi morte di fame, ci rimboccammo le maniche e iniziammo a cucinare. Il preside non si fece vedere per tutto il pranzo, così dopo aver finito di sistemare, rinunciammo ad incontrarlo e tornammo in classe.
<< Perché c'è tutta questa confusione? >> chiesi sconvolta. Più ragazze di quanto potesse contenere lo stretto corridoio che portava alla mia aula, urlavano e si ammassavano in un punto.
<< Non ne sono certa.. >> mi rispose Yuuki che cercò subito, in quanto guardiana, di tenere a bada le ragazze. Fu solo dopo l'arrivo di Zero che queste smisero di urlare e si allontanarono dall'ingresso dell'aula.
Tre ragazzi con la divisa bianca stavano parlando con il preside e un altro uomo dall'aria minacciosa con una vistosa benda che gli copriva l'occhio destro. Consideravo Kaname come un membro della famiglia ed ero così abituata alla sua presenza che la sua bellezza non mi faceva più effetto. Stare in presenza di quei tre ragazzi era diverso però, e nonostante gli sforzi mi ritrovai anche io, come le ragazze dietro di me, ad osservarli incantata. Quello più vicino alla porta era molto alto e aveva i capelli castano chiaro; dopo di lui c'era un ragazzo altrettanto alto, anche se non come il precedente, aveva splendidi capelli biondi e incantevoli occhi azzurri, sembrava la reincarnazione di un angelo; il terzo ragazzo era il più basso e somigliava molto a Kaname: doveva appartenere anche lui alla famiglia Kuran!
<< Perché sono qui? >> chiese Yuuki a Zero. Solo all'ora riuscii a staccare gli occhi dai ragazzi della night class, feci un paio di respiri profondi cercando di calmare il cuore impazzito. << Non lo so. >> fu la lapidaria risposta di Zero, e guardandomi con ribrezzo continuò << Dovresti calmarti, persino un sordo riuscirebbe a sentire il battito del tuo cuore. >> offesa e punta sul vivo non riuscii a trattenermi. << Ti dà forse fastidio? O lo dici perché in realtà ti piace? >>
Zero se ne andò senza aggiungere altro, lasciando solo la mia esile figura e quella di yuuki tra le decine di ragazze e i tre, bellissimi, vampiri.
<< Finiremo di parlarne nel mio ufficio: la pausa pranzo sta per finire e gli alunni della day class devono tornare alle loro lezioni. >> fu l'unica cosa che riuscimmo a sentire. Avevamo passato venti minuti ferme davanti la porta dell'aula. Persino le studentesse avevano smesso di urlare per cercare di sentire qualcosa. Il preside si voltò verso me e Yuuki e con un cenno della mano ci diede il permesso di entrare nell'aula.
Lentamente, quasi timorose di avvicinarci, affiancammo il preside.
<< Mi dispiace disturbarvi ma devo chiedervi un favore. >>
<< Non si preoccupi, siamo sempre disponibili! >> rispose Yuuki per entrambe. Con la coda dell'occhio notai il vampiro biondo sorridere. Non era un sorriso piacevole, al contrario sentii i brividi per tutta la schiena. << Ti ringrazio Yuuki. Allora perché non accompagnate i ragazzi al loro dormitorio? >>

<< Sei una nuova guardiana? >>il ragazzo biondo mi si avvicinò e Yuuki poco più avanti mi guardò allarmata mentre gli altri due ragazzi le si affiancavano, la distraevano e allontanavano ancora di più da me. I vampiri erano esseri molto furbi e anche un po' sadici, era una lezione che tenevo sempre in mente.
<< Non sono una guardiana. Ho solo fatto un favore al preside. >> risposi senza guardarlo.
<< Non ti ho mai visto da queste parti: devi essere una nuova figlia del preside. Io sono Aidou. >>
<< L'accademia ti sembra un orfanotrofio?! Non sono una nuova figlia del preside, ho già i miei genitori. >>
La presenza di quel ragazzo mi innervosiva. Lo guardai negli occhi, anche se sapevo che non avrei dovuto, perché volevo che capisse che non avevo paura di lui e non gli ero inferiore. Ero abbastanza sicura che non avesse usato nessun “trucco da vampiro” ma rimasi comunque incantata, stregata dai suoi occhi color ghiaccio. Azzurri come il cielo d'estate e freddi come l'inverno. Senza guardare il terreno inciampai dopo un paio di passi appena, ma che mi sembrarono mille, e solo allora distolsi lo sguardo. Non ricordavo bene di cosa stessimo parlando così assunsi un aria indifferente e continuai a camminare come se poco prima non avevo rischiato di finire con il sedere per terra. Gli altri due ragazzi stavano ancora intrattenendo Yuuki e io ne approfittai per osservarli meglio. Se si sorvolava sul fatto che fossero incredibilmente belli potevo quasi sembrare dei normali studenti. Non c'era niente in loro che suscitasse paure, niente che mettesse in mostra la loro particolare natura.
<< Il più basso è Shiki. L'altro è mio cugino: Kain. Io mi sono già presentato e Yuuki la conosciamo tutti, quindi manchi solo tu. Chi sei? >> anche se tenevo gli occhi fissi sul gruppetto davanti a noi sapevo di avere il suo sguardo addosso, potevo sentirlo perforarmi la pelle. Non mi girai per guardarlo per non ripetere l'esperienza di poco prima. Per quanto la sua domanda potesse essere banale c'era qualcosa, nel suo tono o nel fatto che per lui sembrava essere importante sapere chi io fossi, che mi metteva sulla difensiva.
<< Come mai sei così curioso Aidou? >> chiesi per prendere tempo ed evitate di dover rispondere alla sua domanda. << C'è qualche motivo per cui non vuoi rispondere? >> questa volta non riuscii a trattenermi e mi voltai: era chiaramente sospettoso. Se non gli avessi detto niente avrebbe di certo fatto delle ricerche su di me, e forse avrebbe scoperto più del necessario.
<< Puoi chiamarmi Miki. >> decisi di restare sul vago e non dirgli il mio nome intero. Aidou sembrò soddisfatto e non mi fece altre domande, ciò mi fece sospettare che avrebbe comunque chiesto in giro di me. Stanca di quella situazione aumentai il passo e affiancai Yuuki.
Il dormitorio Luna era grande circa il doppio del dormitorio Sole e sicuramente all'interno doveva essere anche molto più lussuoso, purtroppo non varcammo il cancello, lasciando proseguire i ragazzi da soli, e non potei verificare la mia tesi. Anche Yuuki sembrava dispiaciuta di non essere entrata, pensai che forse dentro sperava di incontrare Kaname.
<< Cosa ci fate qui? >>
Mi voltai lentamente, consapevole del fatto che chi aveva parlato ci avesse seguite per tutto il percorso fatto con gli studente della notte. << Il direttore ci aveva chiesto di accompagnarli. >> si giustificò Yuuki. Io fui più rude. << C'è qualche motivo per cui non dovremmo stare qui, Zero? >>
<< E' pericoloso. >> mi rispose senza degnarmi di uno sguardo. Sul fatto che fosse pericoloso ero più che d'accordo ma mi infastidiva parecchio il modo in cui mi parlava: come se si stesse rivolgendo ad una bambina. Tornammo in classe in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Mi stupii parecchio quando il professore che non solo non aveva fatto caso alla nostra assenza ma non ci rimproverò neanche per il ritardo.
A fine giornata ero stremata ma felice: avevo superato il primo giorno e non avevo combinato nessun guaio. Ero fiera di me e troppo eccitata da ciò per poter andare a letto così uscii dal dormitorio per fare un giro nel boschetto che circondava la scuola. Appena uscii dal dormitorio però vidi Zero fare la sua solita ronda. Per non farmi vedere corsi e andai a nascondermi tra gli alberi, quando se ne fu andato cercai un posto tranquillo dove poter stare da sola. Trovai una grande quercia circondata da cespugli con strani fiori rossi. Era una visione talmente perfetta da risultare quasi strana: dei fiori così belli potevano crescere senza un aiuto umano? Andai a sedermi su una grossa radice che spuntava dal terreno facendo molta attenzione a non rovinare nessun fiore. Finalmente sola e tranquilla chiusi gli occhi concentrandomi solo sui suoni della natura. Le foglie sfrusciavano spinte dal vento, da qualche parte un grillo solitario cantava. In quel momento c'era talmente tanta calma che riuscivo a sentire il leggero battito del mio cuore. Dopo un po' persi la cognizione del tempo e probabilmente mi addormentai anche. In quel momento di veglia percepii qualcos'altro, un suono più regolare e vigoroso dell'esile battito del mio cuore, ma pur sempre un cuore. Aprii gli occhi di scatto, allarmata dalla presenza che si avvicinava. Nonostante ciò, una volta in piedi, tutto sembrava mantenere la solita quiete. Inoltre non riuscivo a vedere nessuno. La sensazione d'allarme persisteva e, per quanto la cosa mi spaventasse, usai la parte più profonda di me, quella che nascondevo sin dalla nascita e che detestavo profondamente. Chiusi gli occhi, feci un profondo respiro e concentrata più che mai restai in ascolto. Riuscivo a percepire la vita di ogni singolo albero, cespuglio o animaletto che mi circondava, il leggero vento proveniente dal Nord si fece ancora più calmo. Sentivo la potenza vitale della quercia a cui ora davo le spalle, era molto antica e la sua energia oscurava quella dei cespugli ai suoi piedi. Per un po' non sentii altro che la vita della vegetazione e dei piccoli animaletti, poi pian piano, come se stesse arrivando in punta di piedi avverti la forza vitale diversa da quella umana anche se non totalmente differente. Era un vampiro, insieme a lui avvertii altre presenze non altrettanto potenti ma comunque più vigorose di quelle delle piante: umani. Riaprendo gli occhi mi chiesi cosa dovessi fare. A circa cento metri da me c'era un vampiro con almeno due umani soli nei boschi ed ero certa che ciò fosse contro le regole. Però non mi fidavo del tutto di quello che avevo percepito: c'era la possibilità che i vampiri fossero più di uno e non volevo scontrarmi con loro. La cosa giusta da fare era avvisare i guardiani ma in quel caso avrei anche dovuto spiegare cosa ci facessi fuori a quell'ora. Avrei potuto far finta di niente ma se fosse successo qualcosa agli umani non me lo sarei mai perdonato. Alla fine decisi di andare a vedere com'era la situazione, sarei intervenuta solo nel caso in cui gli umani fossero stati davvero in pericolo altrimenti sarei tornata nel dormitorio delle ragazze senza farmi notare.
Quando arrivai mi accorsi che la situazione era peggio di quel che mi aspettassi. Una esile ragazza umana era stretta in quello che per una qualsiasi persona poteva sembrare un abbraccio un po' troppo passionale. Ciò che vedevo io era solo un brutale vampiro che si preoccupava di tenere in piedi la sua vittima svenuta mentre le sue zanne le laceravano il candido collo. Sussultai e il vampiro smise di bere per posare i suoi occhi rossi su di me. Nello stesso istante percepii un movimento alla mia destra e notai un altro vampiro che assisteva annoiato alla scena. Era uno dei tre ragazzi che avevo accompagnato al dormitorio questo pomeriggio, il più alto con i capelli castano chiaro. Visibilmente annoiato si soffermò un istante su di me poi si rivolse all'altro vampiro.
<< Basta così Aidou, hai già dato abbastanza spettacolo, è meglio tornare in classe. >>
Il nome che aveva appena pronunciato mi sembrava familiare, con un occhio più attento riuscii a riconoscere il biondo che quel pomeriggio aveva tanto insistito per conoscere il mio nome. Aidou lasciò cadere per terra la ragazza e nel cercare di frenare la sua caduta finii anche io in ginocchio, ai piedi del vampiro, con la ragazza tra le braccia. << Che ti dicevo cugino? Finiscono tutte ai miei piedi! >> e rise. Ciò mi fece infuriare ma tenni a bada la rabbia e trascinai la ragazza il più lontano possibile dal biondo, sporcandomi la gonna di fango e sangue. Controllai la ferita al collo e il battito cardiaco della ragazza, fin troppo debole. << Non riderai più quando arriveranno i guardiani! >> risposi sperando che l'odore di sangue avesse allarmato i vampiri abbastanza da costringere i guardiani a trovarne la fonte. << Come se potessero farmi qualcosa! >>
<< Aidou... >> lo riprese suo cugino << … è meglio andare, prima che il capo dormitorio Kuran di accorga della nostra assenza. >> << Non potrei mai andarmene e lasciare sole due ragazze così belle! >> gli rispose il biondo. Io continuavo a pensare ad un modo per uscire da quella situazione, rendendomi conto di come la ragazza che continuavo a stringere mi rendesse impotente, non potevo correre né combattere. Il vampiro più alto si arrese subito e appoggiandosi contro un albero guardò indifferente il cugino che si faceva sempre più vicino a me. Si abbassò fino a raggiungere la mia altezza. Fisso i suoi occhi nei miei, io rigida come un pezzo di legno, strinsi più forte la ragazza svenuta e digrignai i denti per la frustrazione. Alzò una mano e leggeri come il tocco di tante piume i suoi polpastrelli accarezzarono il mio viso, dalla tempia fino all'angolo della bocca. << Perché sei venuta fin qui? Vuoi che beva anche il tuo sangue? Ne sarei molto felice, sai? Il solo profumo mi preannuncia la sua squisita dolcezza. >> sussurrò. << Preferirei morire, piuttosto! >>
<< Non fare così. Se sei qui ci sarà pur un motivo, no? In realtà sei gelosa della ragazza che stringi tra le braccia; vorresti che la mia bocca si posasse anche sulla pelle soffice del tuo collo e che io mi nutra anche del tuo sangue. >> finì di parlare a qualche centimetro dal mio viso. Mostrò i denti, con due canini lunghi e bianchi. I suoi occhi risplendettero, più rossi che mai.

 

 

 

 

 

 

Sono tornata. :D

È passato un secolo dall'ultimo aggiornamento, mi dispiace tantissimo :(
Spero di riuscire a pubblicare il terzo capitolo entro la fine dell'estate, farò del mio meglio. Inoltre visto che ci saranno diversi salti nel tempo, stavo pensando di dividere la storia in più parti, ma deciderò in seguito.
Spero che la lettura vi sia piaciuta e che vorrete lasciare un commento.
A presto,

Miyo :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3 

 

 

 

La paura di essere morsa mi paralizzò per qualche istante. Quando mi ripresi strinsi più forte la ragazza svenuta con un solo braccio, mentre con la mano destra radunavo tutta la forza di cui disponevo e con un pugno mal assestato, lo colpii alla mascella. Lo presi di sorpresa ma più che soffrire per il dolore, era scioccato e addirittura un po' divertito dal mio gesto. Ben presto la rabbia sostituì la sorpresa. 

<< Te lo scordi che mi faccio mordere da te! Te lo ripeto: preferirei morire. >> Aidou reagì nel peggiore dei modi.

<< Come osi? >> mi strinse con forza le spalle, potevo sentirne le unghie anche attraverso la divisa. Le sue mani non erano però l'unica cosa che sentivo: dei passi pestavano l'erba secca e si avvicinavano. Tempo qualche secondo e il rumore di una catena che Aidou ebbe puntato alla testa la pistola anti-vampiro di Zero e suo cugino l'Artemis di Yuuki alla gola.

Aidou mi lasciò andare molto lentamente, un rivolo di sangue gli scendeva dal labbro. Lo leccò via e con un gran sorriso si voltò verso Zero.

<< Allontanati subito da loro! >> ringhiò il guardiano senza abbassare la pistola. Aidou si allontanò senza mutare di un millimetro il sorrisetto e la sua aria strafottente, era in grado di apparire minaccioso anche con una pistola alla tempia.

Kaname arrivò con calma e perfetta padronanza di sé. Per me che ero in uno stato di agitazione costante tutta quella calma era snervante. Mi scrollai la ragazza di dosso e lasciai che fosse Yuuki a prendersi cura di lei. Prima di alzarsi da terra Aidou mi guardò un'ultima volta, poi andò docilmente a ricevere la sua punizione da Kaname. Mi toccai i capelli nervosa, certa che quell'occhiata era tutto meno che un'offerta di pace. Zero si prese l'incarico di portare la ragazza (ancora svenuta!) in infermeria, io e Yuuki tornammo al dormitorio. Nessuna delle due parlava. Io perché prima di aprire bocca dovevo cercare una buona scusa per il fatto che mi trovassi fuori dal dormitorio dopo il coprifuoco, Yuuki probabilmente non aveva il coraggio di chiedere spiegazioni.

Non venni convocata nell'ufficio del preside quella notte, né la mattina seguente. La guardiana non si presentò alle prime due lezioni, Zero non si fece vedere per il resto della giornata.

Finita l'ora di studio pomeridiana iniziai a rilassarmi, forse il preside non mi avrebbe punita o forse aveva deciso di lasciar perdere.

In mensa c'era il solito caos, gli studenti più grandi facevano i bulli con i nuovi arrivati, le ragazze complottavano piani per sedurre i loro sempai e altre, più audaci, organizzavano piani per sedurre i ragazzi della Night class.

<< Yuuki? >> la chiamai proprio mentre cercava di far entrare in bocca una intera ciotola di riso. Visto che non riusciva a parlare non aspettai risposta. << raccontami qualcosa della Night class. Tipo chi è Aidou, che ruolo ha, quanto è fedele a Kaname... >> cercando di essere disinvolta ero finita col sembrare una di quelle ragazzine che stramazzavano davanti il loro “Idol-sempai”. La mia amica finì di mangiare e bevve un grande sorso d'acqua prima di rispondere.

<< I-io non so molto su di loro... >> << ma qualcosa dovrai pur sapere! >> insistetti.

<< Aidou è un nobile, so solo che la sua famiglia serve i Kuran da secoli, non so altro, Kaname non mi parla di queste cose >> disse col faccino più triste che mai. Ero un po' delusa dalla risposta ma la confortai comunque. << Vuole solo proteggerti! A proposito: di cosa avete parlato ieri sera? >>

<< Niente di ché, mi ha sol chiesto come andava a scuola, se mangio o se qualcuno mi infastidisce, cose così... >> << Chi infastidirebbe la figlia del preside?! >> non credevo che avessero parlato solo di quello, non volevo neanche essere troppo invadente però, così lasciai cadere l'argomento.

Passammo il resto della cena a parlare di argomenti neutri, niente Night class, niente Aidou e sopratutto niente Kaname. Quando ormai ero sicura che la serata si sarebbe conclusa bene, il professore con la benda in un occhio, Yuuki disse che si chiamava Yagari, mi fermò nel bel mezzo del corridoio per portarmi dal preside. Non avevo più pensato ad una scusa ed entrai nel panico, non volevo che mia madre sapesse che combinavo guai a neanche una settimana dall'inizio della scuola.

Arrivati davanti l'ufficio del preside il professor Yagari non si preoccupò di bussare, spalanco la porta e mi fece cenno di entrare. Il preside stava seduto dietro l'imponente scrivania, non l'avevo mai visto così serio. Sulla destra, in piedi, se ne stava Kaname. Lo fissai, in cerca di conforto, speravo che almeno lui sarebbe stato clemente con me e mi avrebbe aiutata ad affrontare il direttore. L'occhiata che ricevetti in cambio però non presagiva niente di buono. Il professor Yagari uscì chiudendosi la porta alle spalle, lasciandomi sola in mezzo ai leoni.

<< Siediti, cara. >> la voce cordiale del preside mi agitò ancora di più. Feci come mi era stato detto e non osai aprire bocca. Fu Kaname a rompere il silenzio.

<< Stai bene? Hanabusa ti ha ferita in qualche modo? >> sembrava preoccupato ma lo sapeva che stavo bene, chiederlo dopo un intera giornata non aveva senso. << Sto bene, grazie. >>

<< La ragazza che hai aiutato si trova in infermeria ora, ha perso molto sangue ma si riprenderà abbastanza presto. Devo ringraziarti, se non ci fossi stata sarebbe finita molto peggio. >> disse il direttore. Era chiaro che volesse arrivare alla vera domanda con calma, forse stava cercando di mettermi a mio agio prima, ma sarebbe stato inutile, il loro comportamento mi innervosiva sempre di più.

<< Gli studenti della Night class dovrebbero essere controllati di più >> affermai senza esitazione. Speravo che facendoli arrabbiare avremmo concluso in fretta, ero rassegnata ad una punizione.

<< Perché ti trovavi lì, Miki? >> intervenne Kaname. << Avevo sentito degli strani rumori... >> rimasi sul vago, stavo ancora cercando una via d'uscita! << La tua stanza è molto lontana dal punto in cui si trovavano i ragazzi della Night class >> << Lo so. Infatti avevo sentito dei rumori dentro il dormitorio, così sono uscita a dare un'occhiata. >>

Ci fu qualche minuto di silenzio. Il preside teneva i gomiti sulla scrivania e si reggeva la testa con le mani, Kaname mi scrutava. Lo guardai per la seconda volta da quando ero entrata nell'ufficio. Questa volta il suo sguardo era più gentile, tirai un leggero sospiro: aveva deciso di aiutarmi.

<< Dopotutto, come ha già detto il direttore, è solo grazie a te se la situazione non è peggiorata; ed è anche vero che ti era stato chiesto di aiutare i guardiani. Per questa volta potremmo anche lasciare stare, cosa ne pensa direttore? >> Kaname passò la parola a Kaien che iniziò a parlare senza alzare lo sguardo. << In effetti hai ragione. Molto più importante però è che tu capisca che non puoi metterti in pericolo in questo modo. Avresti dovuto chiamare qualcuno piuttosto che agire da sola – e finalmente mi guardò – pensa se ti fossi ferita! >> a me non sembrava così grave come situazione. E anche nel caso in cui Aidou mi avesse morsa sul serio, non capivo le parole del direttore. Dissi comunque: << Capisco >>. Quando fui congedata dal direttore Kaname mi chiese di aspettarlo fuori, così mi ritrovai a fare avanti e indietro per il corridoio per almeno quindici minuti.

<< Finalmente! >> esclamai quando lo vidi uscire. << Quant'è brutta la situazione in cui mi sono cacciata? >> ero sfacciata ma poco importava. Kaname mi fece solo cenno di seguirlo.

 

Il giorno seguente il cielo era cupo ma mi alzai comunque di buon umore. Presi più tempo del solito per prepararmi e mi feci un bagno caldo, pieno di schiuma. Misi la massima cura del pettinarmi e truccarmi, e indossai la divisa meticolosamente, abbottonando fino all'ultimo bottone la camicia e allacciando bene il fiocco.

Nel corridoio non c'era quasi nessuno, uscii dal dormitorio indisturbata e iniziai a camminare verso il dormitorio luna accompagnata dal sorgere del sole. Al cancello un portinaio di qualche centinaio d'anni mi fermò, impedendomi di entrare.

<< Kaname mi ha chiesto di venire! >> protestai, mi rispose una voce femminile da dietro il vecchietto. << Come ti permetti di rivolgerti al Nobile Kaname senza onorifici! >>

Alzai gli occhi al cielo nascondendo male il gesto, volevo proprio che mi vedesse. Una lite avrebbe attirato qualcuno e troppa gente avrebbe attirato Kaname. Almeno lo speravo.

<< Invece di blaterare perché non dici al signore di farmi passare? >>

Ruka mi sovrastava di almeno venti centimetri, i suoi lunghi capelli e gli occhi chiari la rendevano bella come una dea. Peccato che il suo carattere fosse anche peggio del mio. Strinse i pugni, che sicuramente avrebbe voluto scagliare contro di me ma non rispose alla provocazione.

<< E' il tuo giorno fortunato: il Nobile Kaname mi ha personalmente chiesto il favore. Devi stare più attenta ragazzina, ti stai facendo troppi nemici, in più non mi piaci per niente. >>

<< Neanche tu mi piaci! >> risposi, in realtà mi piaceva, era bella e la sua pelle sembrava fatta di porcellana ma appena apriva la bocca la sua forza si manifestava. Anche io volevo essere così. Una fitta di invidia mi morse lo stomaco e feci una smorfia. Ruka dovette interpretarlo come sdegno verso di lei, i suoi occhi si accesero e una folata di vento mi scompigliò i capelli. << Non esagerare, ho pochissima pazienza. Ora muoviti, prima che decida di darti una lezione! >>

<< Ouh... suscettibile >> sussurrai mentre la seguivo, sapevo mi avesse sentita e per un breve momento mi concessi di godere della protezione che in quel momento Kaname mi dava.

 

Ruka bussò molto delicatamente, non capivo se avesse paura di rompersi un unghia o di rompere la porta. Non rispose nessuno, secondo me non aveva sentito ma lei rimase ferma ad aspettare.

<< Quindi? Non puoi bussare un po' più forte? >> dissi spazientita. Mi guardò malissimo. << Quanto sei volgare >> sussurrò appena. Senza alcun motivo apparente, ci restai molto male, quel commento mi aveva ferito molto più di quanto non avessero mai fatto commenti ben peggiori. Una me offesa però non era mai una buona soluzione. La spintonai violentemente e aprii la porta. Dentro non c'era nessuno. << E' uno scherzo?! >>

Poi una porta si aprì,o meglio un pezzo di muro e Kaname uscì proprio mentre Ruka mi afferrava per il braccio e senza la delicatezza di prima mi spingeva fuori, imprecando qualcosa sulla mia sfacciataggine. La spinsi via di nuovo ma la sua forza da vampiro era superiore alla mia, almeno in quelle condizioni. Mi opposi comunque con tutte le mie forze. << Ruka! >>.

Il richiamo di Kaname ci bloccò entrambe. Spaventoso: ecco com'era stato. La ragazza si allontanò e solo allora notai gli occhi rossi e i canini, più lunghi di quanto lo fossero un momento fa. Si scusò, si inchinò e richiuse la porta dietro di sé.

<< Voleva-Voleva mordermi?! >> balbettai, incapace di mettere in ordine i pensieri.

<< Non lo avrebbe fatto >> mi rassicurò Kaname. << Ma voleva farlo! >>

<< Vuoi che la punisca? >> chiese; mi tornò in mente il tono duro, da brividi, che aveva usato per richiamarla. Scossi lo testa in segno di diniego.

Kaname cercò di mettermi a mio agio. Mi offrì da bere, mi fece accomodare su una poltroncina e intanto io gli raccontavo di me, di cosa avevo fatto nell'ultimo anno. Mi chiese come mi trovassi alla Cross Academy. Bene, risposi.

<< Miki... >> disse ad un certo punto << lo sai già che tuo padre e un mio caro amico, vero? >> feci finta di non capire. << Non pensavo foste così uniti ma anche Ryo si rivolge a te come ad un amico. >> e sorrisi. Mi sentii più stupida di quanto pensassi. Era chiaro che così facendo rendevo tutto più difficile, e Kaname sembrava sempre così stanco che complicargli la vita era l'ultimo dei miei desideri. Pensai anche che se lo fosse meritato, io non volevo parlare di lui, e Kaname lo sapeva!

<< Miki, non mi riferivo a Ryo >> << Lo so >> lo interruppi. All'improvviso mi pentii: tutta la cura che avevo messo per prepararmi, per sembrare una brava studentessa; chi volevo prendere in giro! Io non ero una brava ragazza ed era arrivato il momento di ricordarlo a tutti. 

<< Non parlare di lui con me e sopratutto non mi piace che parli di me con lui! >> usai un tono duro e sgarbato. Uscii dalla stanza a testa alta, proprio come se fossi la figlia di una delle casate di purosangue più importanti tra i vampiri. Ma ovviamente, non avrei dovuto.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti :D
E' passato mezzo secolo dall'ultima volta e non so dire quanto mi dispiaccia. Ci sono stati così tanti avvenimenti che non ho più trovato il tempo per scrivere, nonostante avessi in mente già da un bel po' questo capitolo. :(
Ora però sono tornata, spero che il capitolo vi piaccia, anche se non succede niente di importante, prometto che il prossimo sarà anche meglio :D
Un grazie speciale a coloro che hanno letto e recensito il Capitolo 2. 
A presto,
Miyo :)

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4




 

 

Fuori la neve scendeva leggera, senza fretta di posarsi sul terreno. Le vacanze di natale sarebbero iniziate tra un paio di giorni e io non vedevo l'ora di poter tornare a casa.

Erano già tre mesi che frequentavo le lezioni alla Cross Academy, i miei voti erano ottimi e il preside mi aveva più volte proposto di trasferirmi alla night class. Rifiutavo sempre.

Il professore stava spiegando nonostante il leggero chiacchierare dei miei compagni ormai stanchi, che attendevano solo l'ultima campanella della giornata. Sentii un tocco alla spalla e mi voltai. Yuuki era piegata sul banco verso di me. << Oggi abbiamo bisogno di te, puoi aiutarmi con le ronde? >> mi supplicò. Non erano poche le volte, in quei tre mesi, in cui mi aveva chiesto di aiutarla; ogni tanto Zero spariva per un paio di giorni e lei non riusciva a gestire da sola la night class, altre volte Zero c'era ma stava lontano dai vampiri.

Dopo le prime volte e lo spiacevole incidente con Aidou, avevo capito che non mi dispiaceva più così tanto avere a che fare con i membri della classe della notte. Alcuni mi stavano addirittura simpatici, altri non li sopportavo proprio, altri ancora, Ruka in particolare, non sopportavano me. Annuii lentamente e sussurrai “Va bene” giusto un istante prima che suonasse la campanella.

Arrivai prima di Yuuki al cancello del dormitorio luna; vidi delle ragazze con delle macchine fotografiche usa e getta che bisbigliavano tra di loro ideando chissà quale piano assurdo. Mi avvicinai senza che mi notassero e strappai dalle mani della più vicina la macchina fotografica.

<< Come..? >> << Datemi anche le altre. Se le vedo di nuovo o trovo delle foto dei ragazzi della night class vi mando dal preside e faccio in modo che abbiate una brutta punizione >> dissi a voce alta così che anche le altre ragazze potessero sentirmi. Nel frattempo era arrivata anche Yuuki che si preoccupò di sequestrare tutte le altre macchine e foto che le ragazze avevano con loro.

Andai ad appoggiarmi al muretto cercando di ignorare le ragazze che già urlavano il nome dei loro idoli. Capì che il cancello era stato aperto quando le urla si fecero più insistenti. Contro ogni mia previsione gli studenti della night class arrivarono a scuola illesi.

La sera era passata senza problemi, ed era arrivata l'ora della pausa. Me ne stavo seduta su di una panchina per far riposare le gambe. Feci un sospiro di sollievo e chiusi un attimo gli occhi, il vento soffiava leggero tra i capelli e sciolse tutta la tensione accumulata. Riaprii gli occhi quando sentii un gruppetto avvicinarsi. Alzandomi sistemai i capelli e la gonna il più in fretta possibile.

<< Miki, cosa ci fai qui? >> mi chiese Shiki quando furono arrivati più vicini. Shiki era lo studente della night class con cui mi sentivo più a mio agio, potevamo quasi considerarci amici e non mi dispiaceva affatto passare del tempo con lui, anche se per la maggior parte del tempo restavamo in silenzio. Avrei sorriso prima di rispondere se con lui non ci fossero stati Ruka e Kain. Con la prima era guerra aperta mentre con il secondo vigeva un tacito accordo: lui ignorava me e io ignoravo lui. << Mi facevano male le gambe così mi sono seduta un po'. La pausa sta per finire? >>
<< Già, stavamo giusto tornando in classe, ci accompagni? >> << Certo! >> mi unii al gruppo tenendomi a distanza da Ruka, per niente felice della mia presenza, non disse niente però.

 

<< Ti stavo cercando, puoi fare tu l'appello alla fine? Io... devo parlare con una persona... >> fu così che mio salutò Yuuki non appena mi vide. Era nervosa, lo si capiva da come continuasse a stropicciare la gonna con le mani. Quando Kaname non si presentò in classe per l'ultima ora fu palese con chi dovesse incontrarsi la mia amica.

Come una brava guardiana andai a mettermi all'uscita dell'aula e controllai scrupolosamente che tutti firmassero il registro.
Quando fu il turno di Aidou e Kain il primo non si limitò a firmare e andarsene come tutti gli altri. << Chi si vede! Non avevi detto di non essere una guardiana? Capisco che tu voglia dare una mano a Yuuki con la ronda ma perché ora inizi a svolgere tutti i compiti di un guardiano? >>

<< Non hai mai sentito parlare di gentilezza, Aidou? Sto solo aiutando un'amica! >> risposi secca. Non avevo voglia di perdere tempo e lui stava bloccando la fila.
<< Muoviti, Hanabusa! Non mi va di essere rimproverato dal Capo Dormitorio. >> lo riprese Kain, che intanto aveva firmato e si incamminava verso il dormitorio luna. Aidou fece finta di non aver sentito il cugino e nel frattempo si era avvicinato e cingendomi le spalle con un braccio mi parlò all'orecchio con voce volutamente bassa e roca. <> intanto gli altri studenti ci passavano davanti firmando il registro, senza neanche degnarci di un'occhiata. << … Sei affascinata da noi, vero? Scommetto anche che non vedi l'ora che uno di noi si nutra di te. Sai, può essere molto piacevole, nelle giuste circostanze. >>
<< Fai schifo. >> risposi divincolandomi dalla sua presa, peccato per me che fosse molto più forte, non riuscii ad allontanarmi neanche di un centimetro.
<< Aidou, ricordati cosa ha detto Kuran! >> intervenne Shiki, fermo a qualche metro da noi. << Non le farò male, come dicevo: sarà molto piacevole! >>
Rabbrividii e arrossii nello stesso momento. L'imbarazzo e la paura si mischiarono e mi fecero agire senza pensare: gli piantai un gomito dritto nel fegato con tutta la forza che avevo. Quando lo vidi piegarsi per il dolore me ne pentii un pochino. Non mi scusai, anche se avrei voluto farlo.
<< Come osi? >>
<< Sei tu che non devi più osare comportarti così! >> urlai, la voglia di dargli uno schiaffo era forte e di riflesso strinsi le mani a pugno, pronta a difendermi o attaccare.
<< Basta così. >> intervenne Kaname. Non lo avevo neanche sentito arrivare tanto ero arrabbiata. Guardandomi in torno notai che quasi tutti gli studenti erano fermi non molto lontano da noi; parlottavano tra loro e qualcuno mi guardava di sottecchi.

<< Hanabusa, quando capirai com'è giusto comportarsi in presenza di una ragazza! >>
<< Mi dispiace, Nobile Kaname. Avevate detto di non farle del male e io non volevo in alcun modo ferirla. >>

Non riuscivo a capire ciò che voleva dire Aidou: non aveva senso che Kaname avesse dato un tale avvertimento, non ero mica Yuuki! Quest'ultima arrivo proprio in quel momento, avvertendo probabilmente la tensione mi corse incontro chiedendomi se stavo bene. << Certo che sto bene; Aidou ha ragione: non mi ha ferita né ha mai provato a farlo. >> tranne la sera in cui mi aveva quasi morsa, aggiunsi tra me. In realtà non volevo difenderlo, spero che evitandogli una punizione sarebbe stato in debito con me e non mi avrebbe più infastidita. I presenti erano tutti confusi, né Kaname né lo stesso Aidou capivano perché mi fossi schierata in sua difesa.
<< E' tardi, dovremmo tutti tornare al dormitorio. >> disse Yuuki.
Durante il tragitto affiancai Aidou e Kain che lo seguiva come un'ombra. << Se per caso, un giorno arrivassi a desiderare che un vampiro mi morda, stai certo che quel vampiro non saresti tu! >> e mi allontanai senza aspettare una risposta.
<< Non dovresti provocarlo, può essere molto pericoloso. >>
Mi piace mettermi nei guai, che vuoi farci. 
<< Non l'ho provocato, ma non volevo che si facesse troppi film. >> invece mi piace proprio provocarlo. << Però non capisco: perché è così fissato con me? >> gli chiesi.
Kaname aveva rallentato l'andatura, lasciando proseguire il resto della classe. << Aidou è il tipo a cui non piace essere all'oscuro di qualcosa; non riesce a capire chi sei veramente ed è deciso a scoprirlo. >>

<< Ed è vicino alla verità? >> chiesi leggermente preoccupata.
<< Aveva qualche teoria, temo che questa sera tu le abbia distrutte tutte però. >> smise di camminare e fissandomi negli occhi continuò: << Per rispondere alla tua domanda, non credo che sia vicino alla verità; però è un ragazzo molto intelligente. >>
Aveva usato tante parole, io ne colsi solo due: stai attenta!
<< Va bene, ho capito. >>

 

Il giorno dopo non iniziò nel migliore dei modi. Zero venne ad avvisarmi che il direttore voleva vedermi e mi fece perdere la pazienza con una ramanzina su quanto fossero pericolosi i membri della night class.
L'ora di pranzo la passai con la mia compagna di banco, era bello stare con qualcuno che non parlasse di vampiri e non mi dicesse che dovevo stare attenta.
<< Tornerai a casa per le vacanze invernali? >> le chiesi. << Si! Non vedo l'ora di vedere il mio fratellino: è nato da quasi un mese e non sono riuscita a tornare a casa prima. >>
<< Anche io ho un fratellino: è una piccola peste! >> ridemmo entrambe. << Quindi anche tu torni a casa? >> mi chiese.
<< Spero proprio di si. >> mia madre non era mai stata molto chiara sulla questione “vacanze”. L'ultima volta che le avevo parlato sembrava molto inquieta, come se non volesse che tornassi a casa ma non osasse dirlo. L'avrei chiamata alla sera per chiederle spiegazioni.

Uscii dalla mensa mezz'ora prima della fine della pausa pranzo, non avendo altro da fare andai subito dal direttore invece che aspettare la fine delle lezioni. Via il dente, via il dolore, pensai.

Bussai piano alla porta dell'ufficio, quando entrai il preside aveva l'espressione più seria che gli avessi mia visto fare: nessun cuoricino volante né frasi sdolcinate accompagnarono la mia entrata.
<< Miki, come stai? >> mi chiese sorseggiando il tè. << Bene, grazie. E lei? >>
<< Sto bene, sto bene, cara. Vieni, siediti pure. >> Andai a sedermi sulla poltroncina di fronte la scrivania.
<< Ti va di raccontarmi cosa è accaduto ieri sera? >>
<< Non è successo niente di grave: Aidou è stato un po' irrispettoso nei miei confronti; nient'altro! >> risposi piccata. Maledissi mentalmente Kaname per aver raccontato tutto al preside, e nel dubbio, anche Yuuki.
<< Allora perché l'hai colpito? Non sei mai stata una ragazza violenta. >> Ricordare a cosa aveva alluso Aidou mi imbarazzava ancora e non riuscii a guardare il preside negli occhi. << Mi dispiace aver reagito in quel modo, è stato solo molto imbarazzante e ho agito senza pensare. >>

<< Capisco, non preoccuparti troppo: Hanabusa è piuttosto forte, non gli avrai fatto molto male. >> fece un sorriso per rassicurarmi che ricambiai all'istante.
<< Grazie. >> biascicai.
<< Volevo parlarti anche delle vacanze. >>
<< Mia madre non vuole che torni a casa. >> lo interruppi. Più ci pensavo, più me ne convincevo. Ormai era una certezza e ciò mi ferii. Mia madre non mi voleva e io non capivo perché. Faticai a trattenere le lacrime.
<< Non è esatto! >>
<< E allora perché? >>
Kaien si stropicciò gli occhi, risistemò gli occhiali e posò la tazza del tè. Continuava a mantenere quell'espressione seria. Quando riprese a parlare lo fece piano e lentamente.

<< Tu non puoi capire perché non conosci tutta la storia. Vorrei raccontartela ma non spetta a me farlo; però allo stesso tempo non mi piace che tu vada in giro incurante dei pericoli, così ti dirò qualcosa, il resto dovrai chiederlo a tua madre. >>

<< Sai com'è formata la società dei vampiri, giusto? >> mi chiese poi. Annuii, la gola improvvisamente secca.

<< I vampiri di livello B, i nobili, venerano i Purosangue. Questo è quello che pensano tutti. La realtà è che ne sono terrorizzati, li adulano e si mettono al loro servizio solo per poterli controllare. E ci riescono anche bene, a parer mio. Se l'aristocrazia venisse a conoscenza della tua esistenza cercherebbe si controllare anche te, e se non dovesse riuscirci, proverebbe ad eliminarti. Senza contare che esporti con i vampiri vanificherebbe tutti gli sforzi che tua madre ha dovuto fare da prima che nascessi. >>

<< Ma loro non sanno di me, giusto? >> non mi era mai soffermata a pensare a mia madre e quello che aveva scelto per me. La sua vita era stata difficile, lo sapevo, ma non avevo mai realizzato come si sarebbe sentita se avessi scelto il lato vampiresco di me.

<< La tua presenza, il fatto che conosci la reale natura della classe della notte e loro non riescono a trovare una spiegazione, tutto ciò li ha allertati. Qualcuno, non sappiamo chi, lo ha comunicato al concilio e hanno iniziato ad indagare su di te.

Ryo è stato un vero padre per te e ti ha riconosciuta come figlia, porti il suo cognome, ma i vampiri sono astuti e abili cacciatori. Cercheranno di avvicinarti mentre ti trovi fuori dalla scuola, per questo, nonostante tua madre preferirebbe averti con se, è meglio se passi in accademia le vacanze inverali. E niente più giri notturni, Miki. Puoi farlo? >>

In quel momento suonò la campanella. Ne fui felice, non volevo più continuare quel discorso. Mi alzai e feci un ultima domanda. << Non potrò uscire dalla scuola per i prossimi quattro anni? >>

Anche il preside si alzo e nonostante le sue labbra cercavano di piegarsi in un sorriso gli occhi non ne erano contagiati. << Certo che no! Dobbiamo solo organizzarci meglio! >>

<< Va bene, la ringrazio ma ora è meglio che vada. >> mi girai verso la porta, che lui aprì premuroso.
<< Vai pure o farai tardi alla lezione. >>

 

Quella sera Yuuki non mi chiese di aiutarla nella ronda e io non mi offri volontaria. Andai a chiudermi in camera subito dopo la cena e fissai il soffitto per quasi tutta la notte. All'improvviso bussarono alla porta. Spalancai gli occhi e guardai la sveglia. Erano le due di notte, alla fine ero riuscita ad addormentarmi per circa un'ora.

Titubante andai ad aprire la porta e lasciai entrare Kaname e Aidou senza dire una parola. Il biondo aveva una faccia molto seria, non l'avevo mai visto così, neanche quando Kaname lo riprendeva. Teneva la schiena rigida e le braccia lungo i fianchi oscillavano appena mentre camminava.

<< Il direttore mi ha raccontato del vostro incontro. >> iniziò a parlare Kaname. Cominciava ad infastidirmi che il direttore non riuscisse a tenere niente per sé. << Cosa ne pensi? >> gli chiesi, in realtà avrei voluto urlargli di tacere in presenza di Aidou. Dopotutto non era qualcosa che il biondo avrebbe dovuto sapere! << Posso aiutarti durante il viaggio e tenerti al sicuro. Devo chiederti però di rinunciare a tornare a casa per quest'inverno. >> era molto generoso da parte sua fare una cosa del genere ma, pur non volendo essere cattiva, non potei fare a meno di pensare che Kaname non era mai generoso con nessuno. A parte Yuuki, ma quello era una altro discorso. << Va bene, tanto mi stavo già abituando all'idea di restare qui per le vacanze. Ma come farai a tenermi al sicuro? >>

Kaname fece uno strano ghigno e Aidou guardò fuori dalla finestra. Era una mia impressione o stava digrignando i denti?!

<< Aidou deve farsi perdonare per averti offesa ieri. Potrai rivolgerti a lui tutte le volte che ne avrai bisogno e quando dovrai tornare a casa sarà lui ad accompagnarti. >>

<< Vuoi scherzare?! >> sbottai. << Non cercherei il suo aiuto neanche se fosse l'ultima persona al mondo! >>

<< E io non te lo offrirei comunque, neanche se fossi l'unica persona al mondo in grado di aiutarti! >> mi rispose Aidou. << Cavolo, vampiro, per una volta siamo sulla stessa lunghezza d'onda! >> usai il tono più acido che potessi fare e mi voltai verso Kaname.

<< Aidou sarà sempre pronto ad aiutarti ma ciò non vuol dire che dovrai per forza chiedere a lui. Per il viaggio invece dovrai accontentarti. >> Pensandoci meglio non sembrava poi così male potergli chiedere qualunque cosa in qualsiasi momento. Gli occhi di Aidou promettevano atroci torture se avessi osato rivolgermi a lui, non mi spaventava però. Iniziavo a capire come funzionavano le cose e se la mia intuizione era corretta Aidou non si sarebbe mai tirato indietro ad un ordine di Kaname.

<< Ora devo andare, tu Aidou resta pure e fai tutto quello che ti dice. >>

<< Kaname! >> lo richiamai prima che la porta si richiudesse alle sue spalle e gli corsi incontro. Non volevo che Aidou ci sentisse così iniziai a sussurrare. << Ti sono grata per tutto ma non capisco: perché lo fai? >> il cuore mi batteva fortissimo ma non ricevetti la risposta che mi aspettavo. << Perché me l'ha chiesto una persona. >>

 

 

 

 

Ciao a tutti!
E' un po' imbarazzante tornare dopo una pausa così lunga ma proprio non riesco ad aggiornare prima. Mi dispiace.

Spero che il capitolo abbia un senso: ho scritto la seconda parte a distanza di mesi dalla prima e non sono molto convinta del risultato.
Voglio ringraziare tutti quelli che decideranno di non abbandonare Miki pur sapendo che i capitoli arriveranno a distanza di mesi l'uno dall'altro. E spero che a qualcuno faccia ancora piacere leggere di questa ragazzina tutto pepe.

A presto (lo spero!)
Miyo

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