Dieci piccoli Mangiamorte

di I_love_villains
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenze ***
Capitolo 2: *** Arrivo ***
Capitolo 3: *** Cena con sorpresa ***
Capitolo 4: *** Detective Voldy ***
Capitolo 5: *** Punto della situazione ***
Capitolo 6: *** L'ispezione ***
Capitolo 7: *** Accuse a naso ***
Capitolo 8: *** Isteria di massa ***
Capitolo 9: *** Allarmismo ***
Capitolo 10: *** Le idee di Voldy ***
Capitolo 11: *** Il piano cervellotico ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Partenze ***


Lucius Malfoy sfoggiò davanti allo specchio la miglior aria da purosangue che riusciva ad assumere. Sorrise soddisfatto. Passò alla sfilata, camminando su e giù compito e austero, sempre guardando l’effetto di quell’esibizione allo specchio.
“Lucius?”
La voce della moglie, velatamente trapuntata di rabbia, lo raggelò. Malfoy si voltò lentamente verso di lei, nascondendo l’imbarazzo con un sorriso gioviale.
“Hai preparato le valigie?” domandò Narcissa, ignorando lo spettacolo a cui aveva involontariamente assistito.
“Certo, Cissy, sono pronte da stamattina.”
“Bene. E ti è tornato in mente chi è il membro del Ministero che ci ha invitati a Nigger Island?”
Malfoy scosse sconsolato la testa.
“No, ma sono sicuro che lo riconoscerò appena lo vedrò. Che stranezza però, firmarsi solo con le iniziali.”
Pochi giorni prima, un gufo del Ministero era arrivato con la solita posta mattutina. Recava la seguente missiva:

Egregio signor Malfoy,
è passato molto tempo dall’ultima volta che ho avuto il piacere di parlare con lei. Dalle notizie che circolano, so che non se la passa bene ultimamente. Che ne direbbe quindi di una vacanza? Nell’invito è inclusa anche la sua famiglia, naturalmente.
Per mia fortuna, ho vinto alla lotteria ben quattro biglietti per Nigger Island – sa, il famoso resort – ma sono solo e ho pensato che trascorrere quei giorni in compagnia di uno stimato uomo come lei sarebbe un vero privilegio.
Spero che accetterà il mio invito.
Cordiali saluti,
U. N. O.


Lucius aveva risposto subito all’affabile signore, scrivendo che era onorato di un tale invito e che accettava con immensa gratitudine. Il giorno dopo erano arrivati i biglietti. Malfoy aveva dato la lieta notizia a Narcissa e lei aveva fatto i salti di gioia, spiegando quanto fosse in andare in un posto tanto cool. Nigger Island infatti era un magico resort ove, a quanto si diceva, non c’era bisogno della bacchetta perché ogni cosa anticipava i bisogni del mago, che quindi non doveva far altro che godersi in assoluto riposo quel paradiso.
“Draco, non fare tardi!” urlò Narcissa mentre si dava gli ultimi ritocchi.
Obbediente, il figlio scese nel suo miglior completo e aspettò la madre accanto al camino. Dopo circa un’ora la famiglia Malfoy fu pronta a giungere a Nigger Island con la Metropolvere.

“Rodolphus, levati dai piedi!” strepitava Bellatrix ogniqualvolta il marito si frapponeva tra lei e qualcosa che doveva assolutamente mettere in valigia.
“Sì, Bella” era la mite risposta.
Quell’anno Bellatrix gli aveva proposto di fare le vacanze separatamente. Inizialmente si era opposto, considerandolo poco prudente, ma alla fine aveva capitolato, come sempre. Del resto dopo tanti anni di matrimonio aveva imparato che contrastarla quando aveva quella tipica espressione da ti-lancio-una-cruciatus-se-non-obbedisci era assai controproducente e masochistico. Aveva quindi deciso di seguire Rabastan, che andava alle Maldive con Yaxley, Dolohov e alcuni altri.
Bellatrix chiuse l’ultima valigia, pentendosi di non aver preso in prestito qualche elfo domestico della sorella. Ma valeva la pena fare quella fatica. Sorrise estatica: avrebbe passato una settimana a Nigger Island nientepocodimeno con lord Voldemort! La strega non riusciva a credere a tanta fortuna. Ovviamente Rodolphus non doveva sapere niente di quella che lei aveva ribattezzato come la fuga d’amore con l’Oscuro Signore.
“Rod, vado un attimo in bagno!” informò il consorte, lasciando da parte le sue fantasticherie.
Come anche Narcissa, Bellatrix aveva un concetto molto personale su ciò che significava attimo. Rodolphus, che ben lo sapeva, non si preoccupò più di tanto quando, due ore dopo, la strega non era ancora uscita. Anzi, ne approfittò subito per Appellare una lettera che le era arrivata tre giorni prima. D’altronde accertarsi che la sua Bella non corresse pericoli era un suo dovere.

Cara Bellatrix,
ti andrebbe una vacanza io e te?
Se la risposta è sì, ti aspetto a Nigger Island per l’8 agosto, altrimenti sarò solo con Nagini.
A presto,
Tu-Sai-Chi


Rodolphus, ignaro dei sentimenti di Bellatrix per Voldemort, si tranquillizzò: se c’era l’Oscuro Signore Bella non correva pericoli. In quel momento un gufo planò da lui.

Roddy, mi spiace, ma il viaggio è annullato causa brutto tempo.
Rabastan


Il Mangiamorte lesse contrariato il messaggio, poi il suo volto si illuminò. Sapeva dove era diretta la sua Bella ed era libero! Poteva farle una sorpresa! Con tutti i galeoni che possedeva alla Gringott poteva benissimo permettersi un biglietto per Nigger Island. Con l’immagine di una Bellatrix incantata dalla sua sorpresa, tornò alla lettura della Gazzetta del Profeta e salutò la sua consorte sorridendo gioioso.

Voldemort volava con la sua Nagini sulle spalle. Tutto ciò che era accaduto negli ultimi giorni era davvero strano …

Mio signore,
so cosa sta cercando. Ebbene, io so dove si trova, anche se le sembrerà incredibile. Ma le giuro che è vero: la famigerata Bacchetta di Sambuco, altresì chiamata la Bacchetta del Destino o la Stecca della Morte, si trova a Nigger Island. Sì, il famoso resort.
Io sarò lì l’8 agosto e se mi raggiunge le mostrerò il luogo esatto. Per mascherare lo scopo del suo viaggio le ho allegato due biglietti nella busta, così fingerà di essere in vacanza.
Con profondo rispetto,
suo devoto U. N. Owen


Owen? Non gli veniva in mente nessuno con quel cognome. Chi era? Quanto sapeva? Poteva fidarsi?
Voldemort aveva girato in tondo per un buon quarto d’ora prima di giungere a una conclusione: sarebbe andato a Nigger Island, avrebbe ricavato tutte le informazioni di cui Owen era in possesso e o avrebbe avuto la bacchetta o avrebbe ucciso chiunque gli avesse preparato una trappola.
Presa questa decisione, pensò a chi potesse portare con sé. Serviva qualcuno fedele, obbediente, poco curioso, abile, magari di bell’aspetto per non sfigurare in spiaggia …
Nella mente gli apparve il viso di Bellatrix. Ma certo! Con lei avrebbe unito l’utile al dilettevole! Se la faccenda della bacchetta si rivelava una truffa, avrebbe comunque passato una gradevole vacanza con la sua favorita. Dopo Nagini, ovviamente.

Piton lanciò uno sguardo disgustato a Greyback, occupato a far piazza pulita di un enorme piatto di bistecche. In nome di chi aveva accettato il suo invito a trascorrere insieme le vacanze?
Non poteva saperlo, ma nemmeno il mannaro ne era particolarmente entusiasta. Semplicemente, Fenrir detestava divertirsi da solo e quando aveva strappato una lettera contenente un buono vacanza per sé più un accompagnatore, aveva chiesto in giro chi volesse andare con lui. Alcuni Mangiamorte avevano declinato l’offerta sinceramente dispiaciuti, altri avevano azzardato scuse campate per aria. Quasi rassegnato a partire solo come un cane, si era rivolto a Piton, che aveva accettato perché, a suo dire, non aveva di meglio da fare. Secondo il mannaro, in realtà, Piton era uno scroccone. Non era granché come compagnia, ma poteva andare. Così avevano preso il Nottetempo ed erano in viaggio già da una mezz’oretta.
“Oh, scusa, Severus” sghignazzò Greyback quando, all’ennesima brusca frenata, un pezzo di carne si spiaccicò in faccia al malcapitato.
Piton si ripulì con un colpo di bacchetta, dicendosi che lo attendeva una luuunga settimana.

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Capitolo 2
*** Arrivo ***


I Malfoy furono i primi ad arrivare in una specie di sala d’aspetto finemente arredata.
“Salve” li salutò caldamente il gestore.
“Salve. Siamo la famiglia Malfoy” fece Lucius porgendo i biglietti. “Il signor U. N. O. è già arrivato?”
“Credo sia già sull’isola.”
“Sull’isola? Non siamo già a Nigger Island?”
“Oh, no, signore. Le spiego: per evitare che degli intrusi mettano piede nel resort, abbiamo reso l’isola irraggiungibile tranne che per un’imbarcazione autorizzata. Lì non ci sono camini, non ci si può Materializzare e se si tenta di arrivare in altri modi, come su scope, si attiva l’Incanto Gnaulante.”
“Avete fatto le cose per bene” si congratulò Narcissa.
“Grazie, signora.”
Proprio in quel momento Bellatrix apparve in mezzo alla sala.
“Cissy?!” quasi strillò, incredula.
“Bella? Anche tu in vacanza qui?” si stupì la sorella.
Lucius e Draco trattennero una smorfia di dispiacere, mentre Bellatrix non si sforzò minimamente di dissimulare la sua.
“Ma come …? Io … l’Oscuro Signore … sola” farfugliava la strega, quasi isterica.
Qualcuno bussò alla porta.
“Avanti” rispose il gestore, per nulla turbato dalla scena.
Piton e Greyback fecero il loro ingresso. Gli altri li guardarono sorpresi.
“E voi che ci fate qui?!” sbraitò Bellatrix.
“La stessa cosa che fai tu, immagino” rispose Piton, freddo.
Prima che lei potesse replicare, lord Voldemort si Materializzò con Nagini. Notò con sorpresa che Bellatrix non era l’unica Mangiamorte presente nella sala.
“Vedo che Nigger Island è una meta molto ambita” commentò.
“A quanto pare, mio signore” rispose Lucius.
“Bene, ci siete tutti” fece allegramente il gestore. “Il piroscafo è pronto; a momenti arriverà il capitano. Intanto sareste così gentili da consegnarmi le vostre bacchette?”
“È proprio necessario?” domandò Voldemort, seccato.
“Beh, sì, signore. Le garantisco che non ne avrà assolutamente bisogno.”
Seguendo l’esempio del loro capo, anche gli altri consegnarono le loro bacchette. Si diressero quindi al piroscafo. Rodolphus uscì trafelato dal camino e si rivolse subito al gestore, sventolando il biglietto appena acquistato: “Salve, sono Rodolphus Lestrange. Sono qui per fare una sorpresa a mia moglie …”
“Capisco. Le suggerisco di nascondersi nelle scialuppe per non essere visto.”
“Grazie.”
“Ah, signore! La bacchetta!”
Rodolphus gliela consegnò, poi uscì e spiò le mosse degli altri dietro un palo. Quando si distrassero per indossare i giubbotti di salvataggio, ne approfittò per sgattaiolare all’interno di una scialuppa e coprirsi bene con la tenda. Il capitano salutò gli ospiti e, durante la traversata, descrisse le meraviglie dell’isola, dal clima mite al dolce miele prodotto dalle api locali. Li lasciò augurando loro un felice soggiorno.
Nel frattempo i Mangiamorte, tranne Bellatrix, avevano accettato l’idea di passare quella vacanza con i loro compagni ed erano diventati più ciarlieri. Chiacchierando, seguirono il sentiero che conduceva a un’enorme villa rosa affiancata da una piscina, un campo da golf e altri intrattenimenti. Entrarono ammirati, scaricando i bagagli all’ingresso. Lucius suonò il campanello, pensando che in un posto così dovessero esserci almeno una dozzina di elfi domestici. Si sbagliava. Arrivarono due uomini, che si paralizzarono alla loro vista. Anche gli altri li fissarono sbalorditi, con una punta di ilarità, mentre dall’altra parte prevaleva l’orrore.
“Codaliscia” disse infine Greyback. “Perché sei vestito da cameriera?”
“B- beh” cominciò a spiegare Minus, mentre il mannaro, Bellatrix e Draco scoppiavano a ridere. “Io e Avery siamo un po’ a corto di denaro, così, per arrotondare …”
“Ok, vi servivano soldi. Ma almeno Avery è vestito da maggiordomo” lo interruppe Narcissa.
“Non c’erano altri vestiti, purtroppo.”
I Mangiamorte danarosi incaricarono i due compagni in bolletta di trasportare nelle loro camere i bagagli.
“Ragazzi, dove alloggia il signor U. N. O?” chiese Lucius dopo che i due ebbero riposto con cura ogni valigia.
“In effetti manca un ospite” fece Avery. “Dovremmo essere dieci, come nella filastrocca.”
“Filastrocca?” ripeté Malfoy.
“Sì, è in ogni camera.”
I Mangiamorte andarono a controllare. Intanto Voldemort si chiedeva che rapporto ci fosse fra l’Owen che gli aveva scritto e Lucius. Forse lavorava anche lui al Ministero … Raggiunta la sua camera, lesse, come anche gli altri:

Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.

Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.

Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.

Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s’infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.

I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.

Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale
quattro soli ne restar.

Quattro poveri negretti
salpan verso l’alto mar:
uno se lo prende un granchio,
e tre soli ne restar.

I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l’orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.

I due poveri negretti
stanno al sole per un po’:
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.

Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino s’impiccò,
e nessuno ne restò.

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Capitolo 3
*** Cena con sorpresa ***


Dopo aver passato il pomeriggio da soli o in piccoli gruppi, i Mangiamorte si riunirono per la cena.
“Dite che Codaliscia sa cucinare?” domandò Greyback.
“Sì, ho già assaggiato alcuni suoi manicaretti” garantì Voldemort.
Poco dopo tutti ebbero modo di gustare la prelibata cena amorevolmente preparata da Peter apposta per loro.
“Wow, Codaliscia, sei proprio bravo” si complimentò Draco.
“Ognuno ha una sua utilità” commentò Piton.
“Avete visto anche voi quell’ombra?” chiese apprensivo Lucius.
“Quale ombra, caro?” fece Narcissa.
“È proprio lì!”
Avery, armato di scopa, andò a caccia del probabile intruso. Tornò con Rodolphus.
“Sorpresa!” esclamò quest’ultimo all’indirizzo di Bellatrix.
La strega sbiancò alla sua vista, la bocca spalancata dallo stupore.
“Anche tu qui, Rod! Peccato che manchino gli altri; più si è, meglio è!” affermò Greyback.
Bellatrix si riprese dallo stupore. Il marito aspettava a braccia spalancate che lei corresse da lui e magari lo baciasse, invece gli arrivò in testa un piatto.
“Brutto screanzato! Come hai osato seguirmi?! Crucio! Crucio!
Nella foga del momento si era dimenticata di non avere la bacchetta. Avery le passò la scopa.
“Bella, volevo farti felice” si giustificò Lestrange riparando sotto il tavolo.
“Allora crepa!”
“Smettete tutti di urlare, state agitando Nagini” sibilò Voldemort, subito ascoltato.
Codaliscia portò da mangiare anche all’ammaccato Rodolphus. La cena finì in tranquillità.
“Brindiamo alla nostra vacanza! Pochi ma buoni, eh?” li spronava il mannaro, già brillo.
“Ehi, Greyback, mi è stato riferito che canti bene” ghignò Draco adocchiando un juke-box.
“Sì, ragazzo! Ora ti faccio sentire!”
Così, mentre Fenrir inseriva una monetina, Draco, Narcissa, Rodolphus, Voldemort, Nagini e Piton si apprestavano ad ascoltare, Lucius si spalmava del balsamo sui capelli, Bellatrix meditava su come ammazzare il consorte e Codaliscia e Avery sparecchiavano, una Voce Misteriosa si diffuse nell’aria.
Siete imputati delle seguenti colpe:
Bellatrix e Rodolphus Lastrange, avete torturato alla follia i coniugi Paciock;
Peter Minus, hai tradito la fiducia dei Potter e condannato un innocente;
Severus Piton, hai ucciso Albus Percival Wulfric Brian Silente;
Fenrir Greyback, hai volutamente trasformato innocenti in lupi mannari o li hai straziati;
Famiglia Malfoy, come anche Avery e tutti gli altri, avete torturato, ucciso e imperiato in nome di Voi-Sapete-Chi;
Tom Orvoloson Riddle, in arte lord Voldemort , hai inflitto sofferenze a migliaia di maghi e non.
Imputati alla sbarra, cosa avete da dire in vostra difesa?

I Mangiamorti si guardarono fra loro sbalorditi.
“Ma che razza di canzone hai scelto, Fenrir?” domandò Rodolphus.
“Boh, a caso.”
“Ma avete sentito?” fece indignato Voldemort. “Nagini non è stata nominata!”
“Davvero riplovevole, mio signore” assentì Bellatrix.
“E- e se è una cosa seria?” balbettò Codaliscia, supportato dall’altro fifone del gruppo, Malfoy junior.
“Suvvia, Codaliscia, forse a U. N. O. piace sherzare” sdrammatizzò Lucius.
“Uhm, chi sarebbe costui?” si interessò Piton.
“Quello che ci ha assunti” rispose subito Avery.
“Un Ministro” disse Lucius.
“Chi ci ha pagato la vacanza” confidò Greyback.
“Un Mangiamorte. Vi dice qualcosa U. N. Owen?” chiese il Signore Oscuro.
Unknowed, ovvero sconosciuto” anagrammò Piton.
“Sssospettavo che fosssse una trappola!” esclamò Voldemort che, quando si infuriava, tendeva a sibilare.
“Moriremo tutti!” strillarono Peter e Draco abbracciandosi.
“Draco, non essere ridicolo” lo rimproverò il padre.
“Lu, è finito il balsamo” disse Narcissa notando che il flacone era caduto.
“Il mondo non ha più senso!” si disperò Lucius attaccandosi a figlio e collega.
“Basta lagne, pappemmolli!” urlò Bellatrix sovrastando i loro lamenti.
“E se ignorassimo la cosa? Prima ci si divertiva, no?” propose il mannaro.
“È un’idea” approvò Rodolphus.
“No” lo contraddisse Voldemort. “Ora voglio capire chi cappero è U. N. O!!”

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Capitolo 4
*** Detective Voldy ***


“Allora? Nessuno lo conosce?”
I Mangiamorte rifletterono per parecchi minuti, ricordando persino alcuni compagni d’asilo, ma nessuno aveva quelle iniziali. Alla fine scossero tutti il capo, corrucciati.
“D’accordo” sospirò il Signore Oscuro. “Ditemi allora come mai siete venuti qui. Comincia tu.”
Codaliscia sussultò spaventato.
“S- signore, due settimane fa mi s- sono recato alla Gringott e … avevo il conto in rosso!”
Il ratto umano scoppiò a piangere. Si soffiò il naso e proseguì fra i singhiozzi.
“A- allora mi sono i- iscritto al collocamento, dove ho incontrato Avery …”
“È vero, Avery?” lo interruppe Voldemort.
“Sì, signore. La mia situazione economica è meno disastrosa, ma avevo bisogno di denatro extra per comprarmi una nuova scopa.”
“Capisco … prosegui, Codaliscia.”
“Sì, d- dicevo … ci siamo incontrati e abbiamo deciso di fare lo stesso lavoro. Il migliore fra i vari annunci era questo. Così eccoci qui.”
“E non avete mai incontrato chi vi ha assunto?” domandò sospettoso Voldemort.
“No. Ci ha dato istruzioni via gufo. Questo è il nostro primo giorno.”
Voldemort li guardò pensieroso. Passò a Greyback e Piton.
“Voi che mi dite?”
“Semplice” esordì il mannaro. “Ho vinto alla lotteria un buono per le vacanze e …”
“Quando, dove, come e perché vi siete incontrati?” inquisì l’Oscuro.
“Ehm … non ricordo bene. Forse durante una caccia al babbano, più di venti anni fa.”
“No, idiota! Intendo per venire qui!”
“Aaah! Allora due giorni fa, nel giardino dei Malfoy. Potevo portare un accompagnatore, almeno così ha detto il tizio che mi ha letto il biglietto, e Severus era l’unico disponibile, così ho portato lui.”
“Abbiamo scelto questa località perché ci hanno detto che è la più esclusiva” aggiunse Piton.
“Va bene … Malfoy?”
“Questo fantomatico U. N. O. mi ha inviato un gufo ministeriale invitandomi qui, con la scusa che era solo e aveva biglietti in più. È stato tanto cortese, così abbiamo accettato” spiegò Lucius.
“Sicuro? Non è che hai usato i tuoi millemila galeoni per fare uno scherzo? Magari sei stato tu, Draco?”
Il piccolo Malfoy sussultò.
“Le giuro che non ho ancora usato la mia nuova pergamena di credito: può verificare!”
“Rodolphus?” passò oltre Voldy.
“Io dovevo partire con mio fratello, ma il viaggio è stato annullato per cattivo tempo, così ho deciso di fare una sorpresa a Bella.”
“Come sapevi che sarei venuta qui?” si intromise Bellatrix.
“Beh, non sapevo che ti aveva invitata il nostro signore … ho sbirciato la tua corrispondenza per proteggerti.”
“Come hai osato?!”
“Calma, Bella” fece Voldemort. “Io invece sono giunto qui preparato a una trappola. Tale U. N. O. si è spacciato per Mangiamorte, rivelando una conoscenza che voi non dovreste avere. Ho quindi invitato Bellatrix per avere un alleato, ma ora ne ho ben nove.”
“E siamo dieci come i negretti” fece Avery.
Tutti lo guardarono confusi.
“Quelli della filastrocca?” domandò Codaliscia.
“Sì, e come questi sul tavolo. Per un attimo ho temuto che Bellatrix ne lanciasse uno, sarebbe stato un peccato.”
“Se posso chiedere, signore” disse Piton dopo qualche attimo di silenzio, “crede che quel tizio verrà?”
“Certo, altrimenti perché radunarci qui? Forse è una trovata di Potter o dell’Ordine della Fenice! In qualunque caso si pentiranno di averci ingannato!”
“Non ha senso …” si lamentò Narcissa. “Non capisco lo scopo.”
“Quel disco, poi. Non sono novità …” mormorò Draco.
“Già. Magari uno dello staff sapeva chi sarebbe venuto e ha fatto quello scherzo. Magari sono tutte coincidenze” disse Rodolphus.
“Coincidenze? Io non credo” lo smentì Piton.
“Ragazzi, rasserenatevi. Se qualcuno sarà tanto stupido da attaccarci, gli faremo il c…”
Prima che potesse completare la frase, Greyback cadde a peso morto sul pavimento.
“Wow, i lupi mannari hanno una scarsa resistenza all’alcool” commentò Avery.

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Capitolo 5
*** Punto della situazione ***


I Mangiamorte scesero a fare colazione. Il Signore Oscuro aveva deciso che la notte porta consiglio e aveva permesso a tutti di andare a letto. Greyback era stato lasciato steso sul pavimento della sala da pranzo e lì lo ritrovarono il mattino dopo.
“Sssanto cielo, che qualcuno lo faccia riprendere!” sibilò scocciato Voldemort.
Avery punzecchiò prudentemente il mannaro con la sua fidata scopa, ma egli non si mosse.
“Che sia morto?” ipotizzò Lucius mentre si serviva di uova e bacon.
Davvero deliziose! Forse devo assumere Codaliscia come cuoco personale” pensò. Si guardò intorno, ma il compagno non era a tavola.
Piton, molto pratico, verso l’intera caraffa d’acqua su Fenrir, senza ottenere alcun risultato.
“Padre, mi sa che ci hai azzeccato” pigolò Draco, di colpo senza appetito.
Anche Narcissa e Bellatrix smisero di mangiare, sorprese. Bella si strinse nelle spalle e riprese. Voldemort invece si arrabbiò: “Dannazione! Come fate ad essere cosssì idioti! Qualcuno intende farci fuori uno alla volta!”
Queste parole fecero molto effetto su Draco. Il giovane Malfoy si avvinghiò alla madre supplicandola di tornare a casa.
“Draco, non fare i capricci.”
“Ma ho paura.”
“Stanotte hai voluto la luce accesa, hai stretto il tuo orsacchiotto e ti abbiamo letto due volte La fonte della buona sorte, quindi ora fai il bravo. Nessun mostro ti mangerà.”
“Ah, Beda va sempre di moda” disse Voldemort. Si insospettì. “E che mi dite della storia dei tre fratelli?”
“Quella è un po’ paurosa per il mio Draco” rispose Narcissa.
“Comunque, signore, mi sa che Greyback è schiattato” fece Avery.
“Porta via il cadavere e torna. Devo capire chi lo ha ucciso. Un attimo, dov’è Codaliscia?”
“Credo sia ancora a letto, signore.”
“Chiamalo, lui non è certo qui in vacanza.”
Obbediente, il Mangiamorte trascinò il corpo del mannaro nella camera da letto da lui precedentemente scelta. Dopodiché bussò alla porta di Codaliscia. Nessuna risposta.
“Peter? È tardi! L’Oscuro signore ci vuole parlare.”
Ancora niente. Avery entrò, trovando il collega a letto, girato su un fianco. Lo scosse, e lui rimase immobile.
“Ragazzi!” strillò il poveretto, prossimo ad una crisi isterica.
Gli altri accorsero.
“Oddio, e adesso chi ci preparerà da mangiare?” si preoccupò Lucius.
“Non guardare me” disse Bella.
“Quessto è troppo!” sbottò Voldemort. “Ssspostiamoci in ssalotto.”
Tutti annuirono. Uscendo lanciarono qualche occhiata a Peter Minus e poi, in corridoio, a dove riposava per sempre Greyback. Davvero c’era qualcun altro sull’isola che tramava nell’ombra?
In uno slancio umanitario, Piton affiancò Avery, scosso per il recente ritrovamento.
“Vedrai che il nostro signore chiarirà questa faccenda.”
“Certo, lui ha naso per queste cose.”
Severus si allontanò non appena lo sventurato ebbe pronunciato quelle parole. Bellatrix fu lesta a passare a Voldemort una scopa. L’Oscuro inveì sul malcapitato per una decina di minuti, Poi, più sereno, si recò in soggiorno. Avery lo seguì zoppicando, con qualche dente in meno e molte contusioni in più.
“Allora, nell’arco di poche ore due nostri compagni sono morti in circostanze misteriose. Non può essere una coincidenza. Ora noi dobbiamo …”
“Signore! Signore!” urlò Malfoy senior.
“Cosa?”
“Se Codaliscia è morto di notte, chi ci ha preparato la colazione?”
La domanda scatenò il panico: “Moriremo tutti! Ci hanno avvelenato! Dov’è Teddy?!”
“Sssilenzio!” li zittì Voldemort.
“Lui sa, lui sa sempre” fece Bellatrix come per incoraggiarli.
“No, Bella, attualmente non so un cavolo.”
“Sbaglio o siamo sette?” intervenne Draco, che stava contando i Mangiamorte per calmarsi.
“Perché, quanti dovremmo essere?” domandò il padre.
“Roddy non si è visto!” esultò la Lestrange.
“Avery, vai a controllare” ordinò Voldy.
Avery andò, preparato al peggio. Bellatrix incrociò le dita, speranzosa. Ma il Mangiamorte non era morto: semplicemente non aveva inserito la sveglia. Avery lo spronò a vestirsi in fretta mentre lo ragguagliava sulle ultime notizie.
“Ora che ci ssiamo tutti” proseguì Voldemort guardando male Rodolphus, “dobbiamo perlustrare la casa e l’isola. L’unica via di accesso è il piroscafo, quindi U. N. Owen si nasconde per forza sull’isola.”
“Signore, ho notato una cosa” fece Rodoplphus.
“Cosa?”
“Beh, ieri sul tavolo in cucina c’erano dieci negretti. Sa, come nella filastrocca. Adesso mi sono preso un toast in fretta e ce ne sono otto.”
“Forse noi rappresentiamo i negretti e Owen ci ucciderà seguendo la filastrocca” ipotizzò Narcissa.
Fu subito smentita: “Nah! Troppo scontato! È pura follia! Un mentecatto del genere sarebbe già ad Azkban.”

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Capitolo 6
*** L'ispezione ***


Bellatrix e Narcissa erano stese su due materassini in piscina: Narcissa prendeva il sole e badava a stento a ciò che le stava raccontando Bella a proposito di Voldemort e del suo serpente.
A loro insaputa, Avery e Rodolphus, che avevano perlustrato in fretta la villa, le spiavano da una siepe lì vicina. A differenza della Malfoy, pendevano dalle labbra della Lestrange.
“Guarda, un vero fastidio. Non ti dico cosa è successo il mese scorso ... Beh, se insisti ... Io e l’Oscuro siamo andati allo zoo, quando ho detto a Rod che ero in missione in Groenlandia, ricordi? Ebbene, ci eravamo imboscati in un’aiuola ed ecco che spunta questo tizio, tutto eccitato, che lo vuole misurare perchè dice di non averne mai visto uno così lungo. Ovviamente Voldy l’ha crucciato dandogli del pervertito, ma non è questo il punto ...”
Avery trascinò lontano Rodolphus, passandogli cameratescamente un braccio attorno alle spalle.
“Mi spiace, amico?”
“Eh? Per cosa?”
“Capisco che accettarlo è dura, ma negarlo non serve. Il racconto non lasciava spazio ad equivoci: Bellatrix ti ha messo le corna con il Signore Oscuro.”
“No ... no, lei ...”
Il Mangiamorte si zittì. Ripensò a tutti i momenti in cui Bella aveva insistito per essere sola, per toglierselo dalle scatole, come diceva lei. Possibile che fosse per ... La sua mente registrò un dato che prima era stato ignorato: lo aveva chiamato Voldy! Rodolphus allargò le braccia, alzò la testa e stava per sfogarsi in un drammatico Nooo! quando Avery gli tappò la bocca senza tanti complimenti.
“Shh. Amico mio, prenditi pure il tempo che ti serve per elaborare la cosa e affrontarla. Ma non farle capire che origliavi. E soprattutto che io ero con te. Ci becchiamo all’ora di pranzo, eh?”
Detto questo, il Mangiamorte si andò ad allenare nel campo da tennis. Rod, invece, prese a vagare per una meta imprecisa, imbambolato.
Ignara di tutto, Bellatrix concluse il suo racconto: “... credo di essere gelosa di quel dannato cobra. Voldy porta Nagini ovunque. Ovunque! Mai un attimo di intimità. La cosa positiva è che ha il sonno pesante, così di notte l’Oscuro ed io possiamo lasciarci andare.”
“Mh” fece Narcissa.
Nel frattempo Lucius, Draco, Piton e Voldemort, con appresso Nagini, erano intenti in una meticolossissima ispezione dell’isola, che per loro fortuna non era molto grande.
“Dannazione!” proruppe improvvisamente Voldy. “Ho scordato di mettere la crema solare. Non ho neanche un cappello di paia per coprirmi. Voi continuate pure. Nagini, sorvegliali.”
Il mago oscuro tornò di corsa nella villa. I tre Mangiamorti si scambiarono un’occhiata carica di scetticismo, ma non discussero. Controllarono ogni cosa, ligi al loro dovere.
“Mancherebbe solo il tratto nascosto da questa cresta” osservò Piton.
“Dai, non esageriamo” fece Lucius, paventando una caduta in acqua.
“No, papà, ha ragione. E se c’è una grotta dove U. N. O. sta affilando un grosso coltello per sgozzarci tutti nel sonno?!?”
“Mio paranoico figliolo, se proprio ci tieni io e Severus ti terremo dalle gambe, così tu potrai controllare.”
“Rischieresti così la vita del tuo unico figlio?”
“E tu la lucentezza dei miei capelli?”
“Forse nessuno di noi sarà costretto a tanto” mormorò Piton. Osservava Nagini.
I due Malfoy seguirono il suo sguardo e un ghigno alquanto sadico si disegnò sui loro volti. Si gettarono sul cobra, che subito si divincolò selvaggiamente.
“Collabora!”
Alla fine riuscirono a trattenere l’enorme serpente per la coda. Nagini fu fatta dondolare sotto l’insenatura. Non vide nessuna grotta o apertura di alcun genere. Appena fu libera, inseguì i tre che avevano osato tanto. Draco riuscì a scamparla. Si sedette sulla spiaggia a riprendere fiato e, guardandosi intorno, scorse Rodolphus.
“Ciao. Che guardi?”
L’altro non gli rispose.
“Zio?”
Roddy si voltò. Aveva lo sguardo vacuo.
“Draco ... non ti innamorare. Se vengo a sapere che hai una ragazza ti sculaccio.”
“Cosa farnetichi?”
“Non ti fidare delle donne. Hai presente quella canzone babbana? Teorema? Ecco, sono così. Adesso io me ne starò qui ad aspettare la fine.”
“Non capisco, cosa ti prende?”
“Bella mi tradisce!!” urlò Rodolphus. Cominciò a piangere.
“A- ah. Ehm ... mio padre lo verrà a sapere. Adesso devo proprio scappare.”
Il giovane Malfoy lasciò solo lo zio, convinto che fosse impazzito. Non poteva credere che Rodolphus non sapesse che sua moglie se la faceva con Voldemort da ... beh, da sempre. Tutti si chiedevano che l’avesse sposato a fare e si erano aperte scommesse riguardo la possibile causa.
Draco raggiunse la piscina. Le sorelle Black erano sedute sul bordo e ridevano a crepapelle. Qualche minuto prima, infatti, Lucius e Piton vi si erano tuffati per sfuggire a Nagini ed era uno spasso vedere Malfoy, disperato per i capelli bagnati, che imprecava contro quelli idrorepellenti di Piton. La serpe, stanca di tutto, era strisciata da Voldemort. Il potente e cattivissimo stregone era spaparanzato su una sdraio. Indossava un cappello di paglia e aveva una collana di fiori intorno al collo. Accarezzò Nagini con la mano con cui non reggeva il mojito. Bellatrix stese un asciugamano accanto a lui.
“Mio signore, posso?”
“Prego.”
La strega bevve qualche sorso dalla cannuccia.
“Padre, zio Rodolphus è sulla spiaggia in stato di shock” annunciò Draco.
Ma anche Lucius in quel momento era in stato di shock: si asciugava i capelli coccolandoli e sussurava promesse riguardo certi trattamenti per mantenerli soffici, lucenti, morbidi, swishosi.
“Madre …”
“Ho sentito, Draco. Ha per caso visto l’assassino?”
Adesso tutti gli prestavano attenzione.
“No, ha scoperto che la zia e il nostro signore sono amanti.”
“Era ora! Finalmente!” esclamarono i presenti.
“Ti sembrava depresso?” chiese Bella.
“Forse … ha detto che aspettava la fine.”
Bellatrix saltò in piedi e battè le mani gioiosamente.
“Dai, è la volta buona che divento vedova!”

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Capitolo 7
*** Accuse a naso ***


Avery preparò il pranzo per i suoi colleghi. Quando fu chiaro che Rodolphus non si sarebbe presentato da solo, fu mandato a cercarlo. Tornò trafelato nello stesso istante che cominciava a diluviare.
“Portami buone notizie” disse Bella con tono supplicante.
“Rod è morto ...”
Bellatrix soffiò in una trombetta, lanciò dei coriandoli e stappò una bottiglia di champagne. Contemporaneamente.
“Sì, ma non nel senso che pensi tu.”
“Eh?”
“È stato assassinato. Questo era vicino al corpo” rivelò Avery mostrando un tubo insanguinato.
Sconcerto si diffuse tra i Mangiamorte. Voldemort intervenne ancora una volta per riportare la calma.
“Volete dirmi che dopo l’ispezione non si è risolto nulla?”
“Qui non c’è nessuno tranne noi” assicurò Lucius.
“Già … quindi U. N. O. è uno di noi.”
L’affermazione di Piton li lasciò basiti. Intanto fuori la tempesta imperversava in tutto il suo furore e se mai una di quelle mente geniali avesse voluto fare segnali alla terraferma ora era costretta ad aspettare.
“Nel senso che si è trasfigurato?” domandò Draco.
“No” rispose Bella, la gaiezza scomparsa. “Piton sta insinuando che c’è un traditore fra noi. Beh, chi la sente l’ha fatta!”
“Uff, ancora con questa storia.”
“Non mi ingannerai, Piton! Sei tu che in campeggio l’hai mollata!”
“… Intendevo che continui ad accusarmi di tradimento senza avere la benché minima prova.”
“Ah … beh, è vero anche questo!”
“E secondo te sarei ancora qui se fossi fedele a Silente?”
“So che non ci sei mai quando servi e devi dare sempre molte spiegazioni!”
“Al Signore Oscuro, forse, non a te.”
“Voldy non è difficile da prendere per il n … in giro!”
“Ma una cosa così grossa sarebbe evidente a chiunque e se gli avessi fatto saltare la mosca al n … se lo avessi irritato anche solo una volta a quest’ora ne starei ancora pagando le conseguenze.”
I Mangiamorte seguivano interdetti gli attacchi appassionati di Bellatrix e le pacate risposte di Piton. Avery passò i pop corn.
“Bisogna giudicarti sempre a lume di n … senza dati concreti!”
“L’unico problema qui è che credi che la stia facendo sotto il n … stia ingannando il nostro signore.”
“Beh, scusa se non voglio che gli bagni il n … che lo inganni!”
“Ti faccio arricciare il n … infastidisco?”
“Per me incarni l’idea che il mio Voldy possa essere lasciato con un palmo di n … sconfitto! Voglio dire, ha dimostrato di non vedere al di là del proprio n … di avere scarsa lungimiranza, nonostante la magia oscura. Sarà che non mette spesso il n … non esce spesso quindi non sa bene come gira il mondo. A volte bisogna che qualcuno, tipo io, la sua Mangiamorte più sexy e fedele, gli metta sotto il n … gli mostri come stanno davvero le cose, altrimenti non le capisce finché non ci sbatte il n … è troppo tardi!”
“Ah, allora è per questo che sei così ficcan … ti intrometti nei suoi affari.”
“Esatto!”
“Io sare qui” fece notare Voldemort.
“Mi scusi, signore, ma adesso io e Piton ci siamo chiariti” annunciò raggiante Bellatrix.
“Ne ssono contento, ora vogliamo scoprire chi è il traditore?”
“E se invece si fosse reso invisibile?” ipotizzò Draco.
“Non abbiamo sentito nessun rumore sospetto e da qualche parte deve andare quando torna visibile” spiegò Piton.
“Qui l’unica con un movente è Bella, ma sono sicura che non ha fatto niente” disse Narcissa.
“Infatti. Aspetta, movente?”
“Rodolphus.”
“Aaah. Beh, vale per una persona. Perché poi avrei dovuto fare tutto questo?”
“Perché sei pazza” rispose Avery con franchezza.
“Cosa?!”
“Hai sempre voluto fare fuori tuo marito, ma non vuoi essere sospettata. Così, invece di una semplice Avada Kedavra, inviti parenti e amici a Nigger Island firmandoti U. N. Owen. Ammazzi la feccia facendo credere chi ci sia in giro un altro assassino psicopatico e poi uccidi Roddy. È lampante!”
La brillante intuizione di Avery fu ricompensata da un allegro pestaggio da parte di Bella.
“Bellatrix è innocente … ma se tu avessi ragione significa che adesso non ci saranno altre morti” fece Lucius, pensieroso.
“M- magari un altro p- paio, per mascherare a- ancora di più il v- vero intento” disse Avery, agonizzante sul pavimento.
Bellatrix gli rifilò un ultimo calcio e tornò a sedersi.
“Per me è Piton” sentenziò.
“E ci eravamo chiariti …” sbuffò lui.
“Riguardo il mio comportamento.”
“Se voi foste i sospettati di Cluedo punterei sui Malfoy” confidò Voldemort.
“E perché mai, mio signore?” chiese Narcissa.
“Siete i più numerosi. Non so se ci sono altri moventi, vi conosco poco.”
Lucius non si azzardò a dire niente davanti a sua cognata e a Voldy, ma quando fu solo con la sua famiglia, la porta della loro camera sprangata, espresse il parere che ci fosse Voldemort dietro tutto quello.
“Come mai, padre?”
“Lui è il Signore Oscuro, no? Non deve dare conto a nessuno di quello che fa. Poi, questo è un modo così babbano di sbarazzarsi di noi.”
I sette Mangiamorte dormirono inquieti nelle loro stanze. Nagini strisciò per la casa, facendo da sentinella. Si accorse che un altro negretto era sparito. Incuriosita, fece scivolare con la coda un’altra statuina, che si ruppe in due pezzi sul tappeto …

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Capitolo 8
*** Isteria di massa ***


Il mattino seguente nessuno preparò la colazione. Almeno, non prima che tutti fossero svegli.
“Dov’è Avery?” chiese Voldemort.
“Lo cercavamo, mio signore. In camera sua non c’è” rispose Piton.
“Forse Bella gli ha procurato un trauma cranico ed ora è in bagno privo di sensi” ricostruì Lucius, guardando male la cognata.
“O f- forse è l’ennesima vittima” disse Draco terrorizzato.
Si scoprì che aveva ragione. Avery fu ritrovato nella legnaia: stava spaccando legna quando qualcuno gli aveva spaccato la testa.
“Ok, se non crediamo alle coincidenze allora U. N. O. sta davvero seguendo la filastrocca!” quasi strillò Narcissa.
“Sì, e sta procedendo in ordine di intelligenza” dichiarò convinta Bellatrix.
“In effetti …”
“Cucinate voi, sì?” domandò Lucius alle due donne.
“Maschilista!” urlò Bella.
“Penso che Severus sappia cucinare, visto che vive da solo” disse Voldamort, pensieroso.
“Risolto questo … NON VOGLIO MORIRE!! SALVATECI! CHI CAZ …?!” sclerò Draco, interrotto da un ceffone della madre.
“Draco, non si dicono parolacce. In nessun caso. Ma tu guarda i giovani d’oggi ...”
“Che facciamo, mio signore?” domandò Bellatrix.
“Colazione. A stomaco pieno si ragiona meglio.”
Piton fu spinto in cucina. Gli altri attesero già seduti. Draco si mangiava le unghie e si guardava freneticamente intorno, finché i genitori gli intimarono di essere composto.
“Mh, niente di che” commentò Lucius assaggiando le uova.
“Ehi, Piton, ma l’olio l’hai messo in padella o in testa? Ahaha!”
Bella rise da sola alla sua battuta. Quando tutti ebbero finito di mangiare, Voldemort volle che lo seguissero in salotto per decidere come fermare una volta per tutte U. N. O. Non era ancora sicuro di niente, ma ogni omicidio lo rendeva sempre più sospettoso dei suoi sottoposti.
“Andate pure, io mi riprendo e vi raggiungo” fece Narcissa, in preda alla nausea.
“Non irromperai nella stanza con un mitra in mano, vero?” domandò Draco.
“Un cosa?”
“Niente, lascia stare.”
I Mangiamorte la lasciarono sola. Narcissa prese dei respiri profondi, si trattenne dal vomitare. “Non male, eh? Questa colazione faceva schifo! Che Severus non si azzardi a cucinare anche il pranzo!
Ad un tratto sentì un rumore di passi dietro di sè. E qualcos’altro, un ronzio …
“Povera cara, deve essere sconvolta” diceva Lucius ai colleghi.
“Donne, si fanno prendere dagli isterismi” fece il Signore Oscuro scuotendo la testa.
“Io no!” esclamò fiera Bellatrix.
“Sì, i tuoi sono più raptus omicidi” concordò Piton.
“Perché la mamma ci mette tanto?”
“Vado io.”
Lucius vide Narcissa ancora seduta a tavola. Si avvicinò silenziosamente e le coprì gli occhi.
“Cucù! Indovina chi sono?”
Nessuna risposta. Malfoy si preoccupò.
“Cara, stai bene? Mi senti? Cissy!!”
Ma lei non si riprese neanche dopo che cominciò a scuoterla. Lucius tornò sconvolto in salotto.
“Cissy è morta” annunciò per poi sedersi con la testa fra le mani.
Draco scoppiò a piangere. Bellatrix corse a confermare la veridicità dell’affermazione, dopodiché fu addosso al cognato.
“Ammettilo, sei tu U. N. Owen!” sbraitò.
“Sei ammattita?! Io amo Narcissa!”
“La mammaaaa!”
“Restate calmi!” quasi urlò Voldy per farsi ascoltare. “Bene. Severus, controlla le condizioni di Narcissa e, nel caso, disponi del suo corpo.”
Piton tornò un quarto d’ora dopo.
“Fatto, mio signore. È stata punta con una siringa, anche se è stata messa un’ape per restare fedeli alla filastrocca. Inoltre ora ci sono solo cinque statuine.”
“Statuine?”
“Sì, dei negretti, ricorda?”
“Quindi è vero! Sta seguendo la filastrocca!”
“Se l’ha capito lei ormai sarà evidente per chiunque.”
“Cosa?”
“Niente.”
“Per evitare altre perdite d’ora in poi staremo tutti insieme. Inizieremo fra mezz’ora!”
Mezz’ora dopo tutti erano in salotto, compresa Nagini. Il cobra era stato interrogato dall’Oscuro, ma non aveva visto né udito niente di sospetto. Se si poteva escludere Lucius che cantava sotto la doccia ...
Draco era abbarbicato sulla poltrona vicino al camino. Passava in rassegna il viso dei compagni per capire chi di loro fosse il responsabile di quel losco piano e non la smetteva di maciullarsi le unghie.
Lucius, triste per la perdita di Narcissa, guardava fuori dalla finestra in trance. Non aveva idea di chi fosse l’assassino, gli sembrava quasi impossibile che si trattasse di qualcuno presente in quella camera.
Bellatrix si limò le unghie. Le spiaceva per la sorella, ma doveva pur considerare che era vedova. Finalmente si sarebbe potuta mettere con Voldy e voleva rendersi piacente per lui.
Piton immerse il naso in un libro di magia oscura. Ogni tanto alzava la testa per vedere gli altri. Sembrava abbastanza tranquillo.
Voldemort accarezzava distrattamente Nagini, perso nei suoi pensieri.
Uhm, il ragazzo è così spaventato, ma sarebbe un errore escluderlo dai sospettati. Magari teme la visita dei fantasmi delle vittime. Lucius? Non si sa mai … Bellatrix no, non può essere. Forse Rod, ma … chissà. E Piton? È così indecifrabile … E se fossero tutti complici, alleati contro di me? No, no, mantieni il sangue freddo, Voldy … Tu uscirai vivo da qui!

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Capitolo 9
*** Allarmismo ***


I cinque negretti stavano giocando a carte quando la luce si spense. Draco iniziò subito ad urlare, sicuro che ci fosse un mostro in agguato nell’oscurità. Suo padre lo fece smettere con uno scappellotto.
“Andate a cercare delle candele!” ordinò Voldemort.
Piton le trovò e le accese, posizionandole in giro per la sala.
“Andiamo a letto?” chiese Bella.
“Va’ pure, se vuoi” concesse Voldy. “Tu no, Lucius. Intendo ripulirti di ogni galeone.”
Bellatrix prese una candela e si avviò in camera sua. Appena vi mise piede, un soffio di vento le spense l’unica illuminazione di cui disponeva. Pensò di non aver chiuso la finestra. Attraversò la stanza ed infatti era così. Si voltò di scatto: aveva sentito qualcosa sfiorarla. Tuttavia la stanza era ancora oscura e lei non poteva vedere niente.
“Attento a te, fantasma o U. N. O. che tu sia! Sono letale anche senza bacchetta!”
La strega iniziò a fare mosse da karateka. Qualcosa le sfiorò nuovamente la mano. Bella indietreggiò, urtò la sedia e decise di usarla per aggredire l’assalitore. La scagliò a casaccio.
Gli uomini udirono tutto quel fracasso. Si scambiarono una breve occhiata al di sopra delle carte prima di precipitarsi di sopra.
“Bella? Bella, che succede?” fece Voldemort, ansioso.
Lucius e Draco illuminarono la scena: Bellatrix dava le spalle alla scrivania e fronteggiava … della carta igienica appessa ad un gancio del soffitto.
“Chi è l’idiota che mi ha fatto uno scherzo simile?!”
“Noi no” dissero in coro Voldemort, Draco e Lucius.
“Forse U. N. O. ti voleva spaventare a morte …” ipotizzò Draco.
“Ma se segue la filastrocca ora la dovrebbe portare in tribunale” osservò suo padre.
“Fermi tutti, dov’è l’Omino Sentenzioso?” domandò Bella, notando che mancava Piton.
“Sospetti di lui, vero? Ma a Severus manca il senso dell’umorismo …”
Tornarono in salotto tutti e quattro. Piton sedeva sulla poltrona, come prima, ma il suo look era cambiato: gli erano stati messi degli occhiali, una bombetta nera e una giacca babbana, anch’essa nera. Qualcosa di rosso macchiava la sua veste.
“M- ma che significa?” balbettò Lucius.
“Anche lui non ce l’ha fatta” commentò Bellatrix. “Cavolo, ed io che credevo che fosse il colpevole!”
“Ho capito! Piton assomigliava a un cantante babbano, che è stato giudice di una trasmissione babbana!” esclamò Voldemort, fiero della sua intuizione.
“Alla levetisione?” domandò Draco.
“Si dice televisione” lo rimproverò l’Oscuro. “Forza, portatelo in camera sua.”
Appena i due Malfoy rimossero il corpo, dal jukebox partì Il triangolo. Spaventati, mollarono Piton. Bellatrix corse verso la macchina e riuscì a zittirla a suon di pugni. Padre e figlio ultimarono il loro compito prima di barricarsi in camera. Voldemort si attardò in sala da pranzo.
“Cosa succede, mio signore?”
“Come sospettavo, manca un negretto.”
“Oh … senta, per sicurezza, visto che anche Draco e Lucius dormono nella stessa camera …”
“Certo, certo, puoi venire.”
“Grazie” esultò Bella.
Una volta in camera Bellatrix notò con piacere la mancanza di Nagini. Voldemort non ne fu altrettanto lieto.
“Dove può essere andata?”
“Non lo so … Voldy.”
Il Signore Oscuro smise di guardarsi intorno. La strega era distesa sul letto in una posizione provocante.
“Non per portare sfiga, ma questa potrebbe essere l’ultima notte che passiamo insieme …”
“Comprendo” sibilò il rettilofono.
Più tardi, quando tutto fu finito, Bellatrix si strinse di più al suo amante in cerca di conforto.
“Ora possiamo passare più tempo insieme, Voldy. Magari anche sposarci.”
“Non ti sembra di correre troppo?”
“Beh, a me sembra ieri che ho perso Rodolphus, ma …”
“Era ieri … Ora avantieri” si corresse Voldemort, osservando l’orologio.
“Intendo dire che la nostra relazione può venire a galla, essere stabile. Anche perché sa, io sono …”
Un violento bussare la interruppe.

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Capitolo 10
*** Le idee di Voldy ***


Voldemort si mise in fretta la sua veste e aprì la porta quanto bastava per farci passare solo la testa. Intanto Bella si rivestiva.
“Cosa vuoi, Lucius?”
“Ecco … è suonata la mia sveglia per il cambio di posizione – sa, per non stropicciare troppo i miei capelli - e Draco non era in camera!”
“Sospetti di lui?”
“No! Sono preoccupato! Ho già perso Narcissa!”
“Va bene, calmati. Adesso andiamo a cercarlo.”
Bellatrix si soffermò a leggere la filastrocca.
“Qui ci sono granchi giganti? Perché dovrebbe averlo preso un granchio. Ehi, poi c’è un orso, c’è stata un’ape … vuoi vedere che dietro tutto questo c’è Hagrid?”
“Quell’idiota non è capace di fare niente senza Silente” rispose Voldemort. “Piuttosto, Lucius, non è che tu e tuo figlio siete in combutta?”
“Certo che no, signore!” fece Malfoy, ansioso.
Tutti e tre insieme si dedicarono alla perlustrazione della villa. Durante la ricerca, il Signore Oscuro domandò a Bella cosa stava dicendo prima che venissero interrotti.
“Oh, ehm … che l’ho sempre amata” tergiversò lei.
I Mangiamorte ispezionarono anche l’isola, portandosi dietro delle candele e una scopa per autodifesa. Chiamarono Draco a gran voce, ma non ci fu risposta. Una volta tornati nella villa, Lucius si sedette disperato.
“Questa vacanza mi farà venire i capelli bianchi” commentò.
“Non che ci manchi molto” replicò Bellatrix.
“Secondo me il giovane Malfoy è U. N. O.” dichiarò Voldemort.
“Signore, questa è un’ipotesi tirata per i capelli” lo contraddisse Lucius. “Draco non avrebbe mai torto un capello a Narcissa.”
“Stai per confessare? O accusi uno di noi due?” quasi lo aggredì Bella.
“N- no, io … io semplicemente ne ho fin sopra i capelli di questa situazione” sospirò Malfoy, stanco.
“D’accordo, Lucius” disse Voldemort. “Torniamo tutti a dormire. Domani cercheremo di nuovo tuo figlio e Nagini e troveremo un modo per andarcene da qui!”
Il tono convinto del loro signore riaccese le speranze dei due seguaci rimasti. La notte passò tranquilla, anche se Lucius faticò a riposare. Il mattino dopo l’ispezione si ripeté con i medesimi risultati.
“Signore, crede che U. N. O. l’abbia rapito?” domandò Bellatrix.
“No: o Draco è U. N. O. oppure … controlliamo i cadaveri!”
Purtroppo la sua intuizione non portò a nulla: nessuno dei compagni caduti mancava.
“Allora controlliamo il tavolo!”
Lì ebbero più fortuna. Infatti c’erano solo tre statuine, segno che …
“Rassegnati, Lucius” fece Bella, arrivando a dargli qualche pacca sulla spalla.
“Sono così disperato che quasi mi strapperei i capelli.”
“Ultimamente parli molto dei tuoi capelli …”
“Non mi resta altro!” strillò Malfoy isterico.
“Calmati” sibilò Voldemort. “Non ci resta che cercare di andarcene in anticipo.”
“E come?” chiesero insieme i cognati.
“Beh, ora che ci penso, ci deve essere una qualche tipo di comunicazione fra l’isola e la terraferma in caso di emergenza.”
“Voldy, sei un genio!”
“Altrimenti costruiremo una zattera” proseguì l’Oscuro, facendosi venire in mente altre soluzioni per farsi ammirare da Bella. “Oppure una mongolfiera, o cavalcheremo delfini …”
“Ehm, certo. Tentiamo la prima cosa.”
Così loro due salirono sul punto più alto dell’isola e fecero segnali luminosi con degli specchi, sonori urlando e servendosi di campane improvvisate, di fumo bruciando la carta che trovarono, ma non ottennero nessuna risposta. Bellatrix si mise anche ad agitare pezzi di stoffa come una ponpon, ma si rivelò inutile. Lucius intanto aveva accumulato tutta la legna che trovava, rimanendo sempre a portata di udito dagli altri.
“Bella, tu continua a provare, noi costruiamo la zattera.”
La cosa non si rivelò molto semplice. Dopo quattro ore la legna restava ancora ammassata in modo sconclusionato.
“Pausa pranzo?” domandò Malfoy.
“No, Lucius. Finora abbiamo fatto il gioco di U. N. O., ma adesso basta! Qui non può prenderci alla sprovvista.”
“Capisco, ma abbiamo pur bisogno di mangiare.”
“Saltare un pasto non ti ucciderà. Tuttavia, se hai fame, vai da solo.”
Lucius rifletté: digiunare o non digiunare, questo era il problema. Si risolse per il non digiunare.
In fondo non l’ho mai fatto in vita mia e guarda che risultati! Mentre il Signore Oscuro è … quello che è e Bella sarà abituata a non mangiare a causa di stupide diete.
Con questi pensieri, si diresse nella cucina della villa.
“Signore …”
Bellatrix raggiunse Voldemort.
“Bella, sappiamo entrambi che noi siamo innocenti, giusto?”
“Assolutamente.”
“E dubito che uno sconosciuto abbia potuto fare i propri comodi senza che mai nessuno notasse qualcosa.”
“Quindi è stato Lucius?”
“Per forza. Magari è anche in combutta con il figlio. Presto comunque sapremo la verità.”

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Capitolo 11
*** Il piano cervellotico ***


Dopo qualche minuto avvertirono una vibrazione nel terreno.
“Un terremoto!”
“Per fortuna siamo all’aperto.”
Vedendo che Lucius non tornava, capirono che forse non si trattava di un terremoto. Si diressero alla villa, guardinghi e armati con un bastone ciascuno. Trovarono Malfoy disteso sotto una finestra, con un orso a pezzi accanto a lui. Evidentemente qualcuno glielo aveva lanciato uccidendolo sul colpo.
“È Draco allora!” esclamò incredula Bellatrix.
“Non sembra esserci altra soluzione … Siamo solo io e te, Bella” disse serio Voldemort.
“No, signore ... sono incinta” confessò lei.
“Io o Rodolphus?” fu tutto quello che riuscì a chiedere lui.
“Ma lei, è ovvio! Sa da quanto proibivo a Rod di …”
Un’imprecazione soffocata la interruppe. Voldemort e Bellatrix si avvicinarono.
“Ha sentito anche lei?” sussurrò la strega.
L’Oscuro non fece in tempo a rispondere che qualcuno lo colpì. Prima di perdere i sensi gli sembrò di vedere due ombre, poi il nulla. Si risvegliò legato ad una sedia, nel salotto della villa. Si dimenò. Avvertì qualcosa dietro di lui.
“Chi è là?”
“Sono io, Voldy. Ma che succede?”
Bellatrix era dietro di lui, legata allo stesso modo. Dei passi attrassero la loro attenzione. In salotto entrò Piton, lasciandoli basiti, più un’altra persona. Ma non si trattava di nessuno dei loro altri compagni …
“S- Sirius?” balbettò Bella.
“Sono Regulus!”
“Beh, dovresti essere comunque schiattato!”
“Severus, ti spiacerebbe darci qualche spiegazione?” gli domandò Voldemort.
“Sì, Piton! E davi della pazza omicida a me?! Come giustifichi questa strage?!!”
“Arrivati a questo punto … perché no? “ fece Piton. “Tanto per cominciare, non è morto nessuno.”
La rivelazione lasciò senza parole i due legati.
“Come non è morto nessuno?”
“Ci conviene iniziare dall’inizio” osservò R. A. B., felice di raccontare tutto.
“E da dove sennò?” chiese sarcastica sua cugina.
“D’accordo. Direi che tutto inizia quando ho scoperto che lui era ancora vivo” cominciò Piton. “È stato un caso molto simile al suo incontro con Codaliscia, signore, o con Barty Crouch Junior.”
“E perché Regulus si è finto morto?” volle sapere Bella.
“Perché io conosco un segreto del mio ex- padrone. Se lui un giorno mi avesse letto la mente avrebbe capito che ormai mi aveva perso come seguace e avrebbe ucciso me e la mia famiglia.”
“Io ssospettavo che tu fosssi un traditore, dopo la tua scomparssa, ma credevo ti fosssi ssuicidato facendoti annegare dagli Inferi.”
“Sarebbe stato sciocco. Ho ordinato a Kreacher di non dire a nessuno che fine avevo fatto e poi gli ho modificato la memoria, convincendolo di aver assistito alla mia morte. In questo tempo mi sono dedicato al ritrovamento degli altri Horcrux.”
Quando si fu ripreso da queste rivelazioni, Voldemort domandò: “E finora nessuno ti ha mai notato?”
“No. D’altronde non sono mai stato un tipo che attirasse l’attenzione. Solo Severus mi ha riconosciuto.”
“Ammetto di essere stato un tantino brusco, all’inizio” proseguì Piton. “Pensavo che fosse in giro per il mondo sotto suoi ordini, ma poi la verità è venuta a galla ed io gli ho svelato la mia.”
“Che sarebbe?” lo incalzò l’Oscuro.
Pausa ad effetto. Tono solenne: “Che da quando ha ucciso Lily io faccio la spia per Silente.”
“Lo sapevo che eri un traditore!!” urlò Bellatrix tra l’arrabbiato ed il vittorioso. “Feccia!!”
“Ci è voluto un po’ per fidarci l’uno dell’altro” riprese Regulus, “ma alla fine ci siamo detti ecco, nessuno sa niente su di noi, proviamo a fermare il Signore Oscuro con le nostre forze. Ed abbiamo escogitato Nigger Island.”
La parola passò al socio: “Sconfiggervi poco alla volta, cominciando dai membri più illustri … Un piano vincente.”
“Ma … c’erano un mucchio di cose che potevano andare storte” si lamentò Bella.
“Giusto. Siete dei veggenti?”
“No, solo molto preparati” rispose Piton. “Per prima cosa, ci siamo occupati della location. Abbiamo imperiato il proprietario del resort e gli altri dipendenti.”
“Sì. Credono che si stanno facendo le riprese per L’isola dei famosi” ghignò Regulus.
“Poi è venuto il momento di attirarvi qui. Beh, dopo anni passati con voi sapevo come fare. Lucius sarebbe stato orgoglioso di essere considerato da un fittizio membro illustre, accettando quindi il suo invito. Lei era preso dalla ricerca della bacchetta, dunque che altro usare? Poi è bastato allegare un altro biglietto e lei ha scelto Bellatrix, come previsto. Naturalmente ciò ha portato qui anche Rodolphus. È bastato semplicemente imitare la calligrafia del fratello per fargli credere che la vacanza alle Maldive fosse annulata. Greyback è stato il più facile: gli abbiamo praticamente dato in mano il biglietto ed io mi sono premurato di essere scelto come accompagnatore.”
“Avery e Codaliscia ci hanno sorpresi” ammise Regulus. “Quell’esca era stata preparata per i Carrow, ma andavano bene lo stesso. Finalmente siete arrivati tutti qui e il gioco poteva cominciare. Per prima cosa vi abbiamo messo all’erta con il jukebox. Per fortuna …”
“Aspetta, tu sei sempre stato qui?” lo interruppe Voldemort.
“Sì, ho comprato un Mantello dell’Invisibilità al mercatino dell’usato. Dicevo … per fortuna avete notato da soli la filastrocca ed i negretti, facendo poi la connessione con gli omicidi.”
“Credevo che nascondere il fatto che nessuno fosse davvero morto sarebbe stata la parte più complicata, invece nessuno si è premurato di verificare se respirassero o se ci fosse battito.”
“Mentre voi chiacchieravate, nascondendo il rumore dei miei passi, ho riempito di sedativi il cocktail di Greyback e poi ho iniettato un sonnifero a Peter.”
“Loro dovevano essere i primi, in quanto un lupo mannaro ed un animagus.”
“Per il resto abbiamo colto le occasioni in cui eravate da soli.”
“Ti sei ucciso per non essere sospettato, vero?” inquisì Voldemort.
“Sì” rispose Piton. “Prima però ho parlato con il giovane Malfoy. L’ho convinto che inscenando la mia morte U. N. O. sarebbe venuto allo scoperto. Ieri notte mi ha raggiunto e l’ho schiantato, facendogli bere poi la pozione polisucco in modo che non mancasse nessun cadavere.”
“Il nostro piano procedeva a gonfie vele, ma poi Bellatrix se ne esce con l’essere incinta.”
“Che ti frega?! Sarà un onore avere in famiglia l’erede di lord Voldemort!”
“Wow, cugina, sei peggiorata parecchio dall’ultima volta che ti ho vista.”
Bella si divincolò in un misero tentativo di assalirlo.
“Aspetta che mi liberi e ti infilerò la testa nel cesso come quando eravamo piccoli!” strillò.
“Quello lo facevi a Sirius!”
“Ora non c’è molta differenza fra voi!”
“Litigi famigliari a parte, perché questo vi ha fermati?” domandò l’Oscuro.
“Perché stiamo per spedirvi tutti ad Azkaban e non mi sembra il luogo migliore per una futura madre.”
“Ora sapete tutto! Intervenite!”
Piton e Regulus lo guardarono confusi. Bellatrix smise di dimenarsi e stette in ascolto. Niente.
“Avanti! Mangiamorte? Potter? Nessuno?!”
“Chi vuoi che venga? Qui ci siamo soltanto noi” sbottò Regulus.
“Nei film dopo che i cattivi spiattellano il loro piano succede sempre qualcosa!”
“Ma noi non siamo i cattivi” gli fece notare Piton.
“Dal nostro punto di vista sì.”
“Beh, vi abbiamo raccontato tutto. Ora, che fare di voi?”
Voldemort e Bella attesero in silenzio il loro destino.
“No, non tutto. Che fine ha fatto Nagini?”
“Cavolo, hai guastato il momento!” si lamentò Regulus con l’Oscuro.
“Non lo sappiamo” rispose Piton. “È un mistero anche per noi.”

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


“Se è un maschio lo chiameremo Orione, se è una femmina Delphini” espose Voldemort a Bellatrix.
Si trovavano all’ingresso di Azkaban e si stavano salutando: lui sarebbe finito dentro, lei al San Mungo.
“E se poi lo prendono in giro chiamandolo Orione lo storione?”
“Cosa?”
“Però è bello mantenere la tradizione di famiglia e dare nomi di stelle al bambino.”
“Bella, giuro che evaderò da qui, ti verrò a prendere e ricominceremo tutto daccapo.”
“Ti aspetterò, Voldy. Intanto ho detto in giro che il figlio è di Rodolphus.”
“Cosa? Perché?”
“Perché dicono che lo faranno uscire prima. Il giudice sostiene che io lo bullizzavo, quindi lui ha meno colpe. In questo modo il nostro bambino crescerà con qualcuno che sa tutto di noi.”
“Hai cambiato opinione su Rodolphus?”
“No, signore. Però quella canzone, Il triangolo, mi ha ispirata, ecco.”
“Capisco, credo ...”
Un Dissenatore picchiettò minaccioso il dito sul quadrante del suo orologio, facendogli segno di sbrigarsi con i saluti.
“Allora arrivederci, Bellatrix.”
“A presto, Voldemort.”
Si baciarono appassionatamente. Dietro di loro i Dissenatori si sfregavano le mani: una banda di Ghermidori era apparsa quando Bella aveva pronunciato il nome completo del suo amato.
Piton e Regulus, dopo aver consegnato alla giustizia i loro ex- compagni, avevano preso il primo volo per le Maldive. Nonostante cappello di paglia, collana di fiori e occhiali da sole, Rabastan riconobbe Piton mentre sorseggiava un drink in un bar sulla spiaggia. Sarà stato perché aveva la solita veste nera.
“Severus, che coincidenza trovarti qui!”
“Sì, una bella coincidenza. Sei da solo?”
“No, no. Ci sono anche Yaxley, Dolohov, Mulciber e McNair. Mio fratello invece ha dato forfait.”
“Che peccato. Ho sentito che anche Nott, Goyle e Tiger verranno qui nel weekend.”
“Davvero? Una bella rimpatriata, insomma. Vieni, ti faccio vedere dove alloggiamo così prendi una stanza vicina alle nostre.”
“Pago il conto e ti raggiungo.”
Appena Rabastan si fu allontanato, Regulus si voltò ghignando. Brindò con Piton ad una nuova Nigger Island alle Maldive.
Nagini era in Brasile. Il suo istinto le aveva detto che le cose si sarebbero messe male, così aveva deciso di farsi una nuotatina. In fondo era per il suo padrone che lo faceva: la sopravvivenza di Voldemort era legata alla sua. Raggiunta la terraferma, aveva strisciato fino all’aeroporto, si era imbarcata sul primo aereo diretto in Brasile, mangiando un cane in una gabbietta durante il volo, ed era arrivata sana e salva. Lì era stata avvistata, ma per fortuna era riuscita a svignarsela prima che qualcuno facesse altro oltre che urlare o darsela a gambe. Dopo un paio di giorni, si imbatté nel serpente per cui aveva viaggiato così tanto. Si trattava di un boa constrictor, un boa che Harry aveva liberato circa sei anni prima.
“Nagini?” fece lui incredulo.
“Malvin!” esultò lei.
“Nagini, sei proprio tu! Sono secoli che non ci vediamo!”
“Ho saputo che ti avevano preso.”
“Già, già, in Inghilterra. Tu come mi hai trovato?”
“Il mago che ti ha liberato è entrato nella mia mente ed io nella sua. Ma non importa ora.”
“E tu dove sei stata?”
“Oh, ero in Albania a farmi i cavoli miei e lord Voldemort mi ha usata per farsi un Horcrux. Niente di cui lamentarmi, è un ottimo padrone, ma non mi lascia i miei spazi.”
“Capisco … Vieni, ti offro una scimmia.”
“Oh, Malvin …”



***Angolo Autrice***
Epilogo demenziale, lo so XD
Però è un finale aperto, quindi, se mai mi verrà in mente un continuo, ci rivedremo!
Ringrazio chi ha recensito la storia, l'ha inserita tra le preferite/seguite/ricordate o l'ha semplicemente letta!
Bye bye!

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