The Writer : Lo Scrittore

di Behind_the_door
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un profumo familiare ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~Prologo Al tocco della sua mano le porte d' oro della sala del trono si spalancarono. Davanti a lei, seduta su un trono d'oro anch'esso, come le porte, c'era una donna di grande bellezza. Aveva lunghi capelli biondi come il grano maturo, intrecciati con fili di perle. I suoi occhi luminosi avevano il colore del cielo e il suo sorriso sembrava quasi brillare. Portava un' abito bianco, con lo scollo a barca e le maniche lunghe di pizzo candido, la gonna vaporosa era adagiata sul trono. Aveva l' eleganza di un cigno: il collo lungo e le dita affusolate. -Vieni avanti, mia cara.- disse con voce melodiosa. La figura incappucciata si avvicinò alla donna.Era coperta da un pesante mantello da viaggio bianco, che però lasciava intuire le sue forme femminili. -Grazie, mia Signora. -Oh, smettila di chiamarmi così, Dawn, cara, sono pur sempre la tua Tutrice. O no? Dawn rise. La donna aveva ragione. L' aveva praticamente cresciuta di persona, lì a corte. Le aveva insegnato tutto quello che sapeva: a leggere e scrivere, a usare la magia, a creare filtri incantati. -Hai ragione, Bianca, come sempre...ma il mio tirocinio a corte è finito. Sono alle tue dipendenze. -Queste sono sciocchezze. Sei sempre la mia piccola Dawn, che non sa che l' intruglio di polvere di unicorno e cenere di vampiro è esplosivo. Quindi, te ne prego, smettila. Togliti il mantello, o, se sei di fretta, almeno tira giù il cappuccio. Dawn scostò il cappuccio. Aveva i capelli dello stesso colore rossastro, quasi arancione dell' alba e occhi color del mare. -Bene- disse Bianca -e ora dimmi, perché sei qui? -L' ho trovato, Bianca. L'ho trovato. Bianca spalancò gli occhi azzurri: -Dov'è? -Si trova a Boston, in America. -E com'è? -Esattamente come dice l' Oracolo. La descrizione non poteva essere più precisa. -Dawn, sono così fiera di te. Hai salvato il nostro regno. -Non è ancora detto, Bianca. Ma spero tu abbia ragione. Bianca si alzò, la gonna frusciante e vaporosa che ondeggiava, e si avvicinò alla ragazza. -Vedrai, andrà tutto bene- la rassicurò sfiorandole la guancia con la mano fresca. Ad un certo punto le porte si spalancarono, mostrandole un' orso polare che correva, con una lepre artica in groppa. Essa balzò giù dall'orso e si trasformò in una ragazza esile, dai capelli castani ed il viso magro. Anche l'orso, dopo essersi alzato sulle zampe posteriori, si tramutò in un ragazzo sui venticinque, alto e abbastanza possente. I due si somigliavano, nonostante avessero corporature così diverse. -Francis, Cara, cosa succede? -Stanno arrivando, Signora. Le Armate Nere hanno lasciato la Rocca Oscura. Se avranno la strada libera, tra un mese scarso saranno al confine. -Preparate il mio esercito. Dichiarate guerra a mio fratello. Dawn, portaci il nostro eroe. Addestralo. Ci ha messo in questo pasticcio e ora ci aiuterà. Portaci lo scrittore, Dawn.

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Capitolo 2
*** Un profumo familiare ***


Noah stava aspettando sua sorella Clary al bar. Era seduto ad una tavolino bianco vicino al bancone, dove serviva una donna dai capelli biondo-grigiastri e un ragazzo con un taglio asimmetrico che andava di moda, rasato da una parte e con il ciuffo dall' altra. I due si affannavano come formiche, tentando di servire la moltitudine di clienti che erano seduti ai tavoli. Noah si posò lo zaino grigio sulle ginocchia. Ci aveva disegnato sopra un mazzo di carte, una chiave, Pikachu, Eevee ed Espeon, e poi, sul dorso, una spada a doppio taglio, con l' elsa decorata da motivi in oro e con incastonata una pietra verde smeraldo. Non si separava mai dal suo zaino, tutti quelli che lo conoscevano lo sapevano. Noah aprì la zip e ci frugò dentro finché non tirò fuori un libro. Era *Le Cronache di Narnia: Il Leone, La Strega e l' Armadio*. Noah aveva quel libro dal suo dodicesimo compleanno ed era ancora il suo preferito dopo dieci anni. Il volume aveva la copertina morbida con gli angoli incurvati verso l' alto da quanto era stato letto e sfogliato. Posò il libro sul tavolo, ma quando fece per aprirlo sentì uno profumo familiare invadergli le narici. Era una miscela di agrumi, erba tagliata e gelsomino, con un vago sentore d'inchiostro. Era una ragazza. Aveva i capelli rossi, mossi, raccolti in una coda alta. La pelle chiara sembrava di porcellana, priva di qualunque imperfezione. Sorrise. - Scusa- disse- non è che posso sedermi qui? - Certo- rispose Noah. Anche se in realtà aspettava Clary e Jo non aveva importanza. Sempre che arrivassero, poi. Quindi spostò la sedia vicino a lui per farla sedere. - Grazie mille. C'è un tale viavai qui, trovare un posto libero è quasi impossibile. Comunque, io sono Dawn. - Noah. Felice di aver fatto la tua conoscenza. - Mai quanto me. Qui non sono proprio tutti espansivi, non è così? - Già. Sei a Boston da poco? - Una settimana. E non ho uno straccio di amico. A volte la scuola è utile per certi versi. - Non ti preoccupare, ti ambienterai presto. Io mi sono trasferito qui tre anni fa da Londra. -Sei serio? È una città meravigliosa! - Già.E tu? Di dove sei? La rossa esitò. Poi rispose: - Pennsylvania. Un posticino sulle montagne, immerso nella natura. È un bellissimo paesaggio da dipingere. - Dipingi? - Sì. È come fare una specie di fotografia. Ogni volta che qualcosa mi piace particolarmente prendo un foglio e una matita e disegno quello che provo. È uno specchio dell' animo per me. Mi svuota la mente da tutti i problemi. - Anche per me è la stessa cosa... per la scrittura. È come se lasciassi scorrere tutte le emozioni e le fissassi su un foglio di carta. - Esatto. Disegnare e scrivere sono due cose diverse, eppure è particolare come possano regalare la stessa sensazione, non credi? Noah annuì. Aveva ragione. - Cosa scrivi di solito? - Tento di scrivere una specie di libro. Ma è troppo difficile. Non ne sono capace. - Perché dici così? - Ci ho provato, sai? Con scarsi risultati. Avevo progettato un mondo alternativo perfetto, avevo creato un cattivo perfetto, avevo ideato i personaggi secondari e i co-protagonisti perfetti. Ma non sono riuscito a creare un eroe. Era tutto troppo, troppo perfetto. - Non dovresti fermarti al primo ostacolo. Sono sicura che con la giusta ispirazione riuscirai a creare il protagonista per la tua storia. - Non puoi capire. È tutto concluso così. Non posso creare niente di nuovo. È finito. - Capisco... Noah abbozzò un sorriso. Poi guardò fuori dalla finestra: il sole era tramontato e di Clary e Jo nessuna traccia. Si alzò dalla sedia e sorrise a Dawn. - Devo andare a casa ora. Se vuoi però domani ci possiamo vedere.- tirò fuori una penna e scrisse qualcosa sullo scontrino. - È il mio numero di cellulare. - Grazie, Noah. Vediamoci qui domani, alle due del pomeriggio. Sarò anche qui da poco, non conoscerò nessuno, ma so dove possiamo rilassarci. Rispose lei mentre uscivano. - Grande. A domani, allora. Dawn guardò Noah sparire dietro l' angolo, sorridendo. Tutto andava secondo i piani. Noah invece si preparò mentalmente il discorsetto da fare alla sorella e alla migliore amica per avergli dato buca. Ma non ci sarebbe andato giù pesante. Dopotutto, gli avevano inconsciamente fatto conoscere quella ragazza dal profumo familiare.

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