Baby Bump

di Sayaka chan 94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Daddy's girl and Goofy dragon wanna go to Fairy Glitter ***
Capitolo 2: *** You Light my fire ,my night ,my soul. ***
Capitolo 3: *** A demisexual can discover true love . ***
Capitolo 4: *** Unexpected surprise. ***
Capitolo 5: *** We can be a family ***
Capitolo 6: *** Nice or Ice to meet you ,Lucy? ***
Capitolo 7: *** "See you soon ,baby" ***



Capitolo 1
*** Daddy's girl and Goofy dragon wanna go to Fairy Glitter ***


La luce del sole s'infiltrò fra le imposte semi abbassate delle finestre creando fasci di luce eterea a trafiggere la penombra della stanza, il silenzio regnava sovrano e Lucy sentì che avrebbe potuto dormire anche per tutto il giorno, rilassata e soddisfatta com'era. Sì, lo avrebbe fatto proprio volentieri se solo un raggio di sole non avesse deciso di accecarla e seguirla in qualsiasi posizione cercasse di mettersi. Uno sbuffo uscì dalle sue labbra quando si voltò di colpo a pancia in giù, infossando il volto nel morbido cuscino: aveva un buon odore, ma non familiare. Una mano risalì da sotto le coperte per mettersi più comoda quando il suo tragitto fu interrotto dal contatto con qualcosa di morbido e caldo. A mala voglia Lucy aprì un'occhio, convinta che tanto lo avrebbe richiuso presto, ma il grande occhione assonnato fu presto seguito dall'altro quando la bionda trovò al suo fianco un giovane ragazzo. La mano si ritirò come fosse stata appena scottata dal fuoco vivo e trovò posto vicino al viso, sorreggendolo appena in modo che potesse vedere meglio il ragazzo che le dormiva a fianco
"Già... Tu..."
 pensò increspando le labbra.
I ricordi della notte precedente erano perfettamente vividi nella sua mente, forse avrebbe dovuto pentirsi a questo punto della storia, ma non lo fece, anzi. Lucy guardò il volto del giovane percorrendo con lo sguardo i suoi lineamenti rilassati: le sopracciglia che si muovevano impercettibilmente facendola sorridere "chissà che sogna!" Il naso dritto, le ciglia scure e le labbra semi schiuse che inspiravano ed espiravano profondamente. Nonostante quello fosse un volto appena conosciuto aveva un che di familiare, Lucy si adagiò un'ultima volta al suo fianco, crogiolandosi ancora un po' nei bei ricordi della notte precedente, quella che aveva stravolto la sua vita in modo irrecuperabile...
 
Ore 08:00
 
Natsu si trovò a fissare la moltitudine di bottiglie,ben allineate e spolverate, poste sulle mensole aldilà del bancone, la borsa con gli schizzi e i campioni di materiale adagiata sul grembo e la disperata voglia di tornare a dormire. Non era più abituato a svegliarsi presto la mattina da un po', dopo il liceo le sue capacità manuali lo avevano portato ad intraprendere con successo la carriera da falegname: mestiere tranquillo in cui poteva sfogare la sua creatività nella costruzione di mobili, con il lato positivo che, essendo il capo di sè stesso, poteva gestire il suo tempo come meglio riteneva. A parte per mattine come quella, quando il cliente richiedeva di vedere le bozze dei mobili e scegliere i materiali alle nove del mattino, praticamente l'alba per Natsu, che soleva svegliarsi alle dieci considerandola "mattina presto".
-Buongiorno!- trillò Cana passandogli davanti, con uno straccio su una spalla e una penna dietro l'orecchio
-Giorno- rispose Natsu stropicciandosi un'occhio
-Sicuro di essere sveglio?- chiese la mora abbozzando un sorrisetto divertito
-no, per quanto ne so questo potrebbe anche essere un sogno- rispose Natsu "o forse un'incubo" pensò accasciandosi sul legno del bancone. Cana sorrise in modo maligno prima di sporgersi tanto da poter tirare una ciocca rosa sulla testa del povero ragazzo
-Ehi! E questo per cos'era?- chiese Natsu saltando sul posto come una molla, digrignando i denti e strofinandosi la testa con impeto
-Per farti capire che non è un sogno, non c'è di che- rispose Cana scrollando le spalle. Le labbra di Natsu si schiusero per rispondere a tono prima che una terza voce richiamasse all'ordine la moretta
-Non ti ho permesso di lavorare qui per chiacchierare con i tuoi amici!- tuonò Gildarts spingendo con l'indice la spalla della figlia, affinchè si allontanasse da Natsu e riprendesse a lavorare
-Ma Natsu è un cliente, no?- incalzò Cana, sparendo sotto al bancone e frugando fra le bottiglie
-Colazione dei campioni?- continuò poi versando dell'alcool in un bicchierino di vetro
-un caffè basterà, spero- rispose Natsu scuotendo il capo
-peggio per te- rispose la mora, battendo il bicchierino sul bancone per poi buttarlo giù alla goccia senza battere ciglio.
Eh già, qualsiasi persona si sarebbe stupita di fronte ad una ragazza di appena ventuno anni che tracannava alcool alle otto del mattino come fosse acqua di fonte, ma non Natsu, che conosceva Cana dai tempi delle merendine nello zaino e dei fiocchi azzurri o rosa al collo. Non che bevesse già da quella tenera età, ma cominciò molto presto, anche grazie all'attività di famiglia, e vederla scegliere di lavorare al bar piuttosto che studiare all'università dopo il diploma non fu uno scoop per nessuno.
 
Ore 09:30
 
Il rovente liquido ambrato percorse la gola di Lucy riscaldandole lo stomaco in quel modo a lei così tanto piacevole, nonostante fosse primavera inoltrata e quindi le temperature fossero più clementi, Lucy non rinunciava alla sua fumante tazza di thè, che fosse il 15 agosto o il 13 dicembre. Seduto di fronte a lei, come tutte le mattine, vi era suo padre, con il solito giornale sotto al naso e la minuta tazzina di caffè che sorseggiava sempre con lentezza sfiancante
-Hai lezioni sta mattina?- chiese Jude senza alzare il capo dal giornale
-Non proprio, ho solo una consegna di scrittura creativa, sarò a casa per pranzo- rispose Lucy girando con il cucchiaino il suo thè
-Verrà anche Loki?- chiese allora suo padre, alzando finalmente lo sguardo e rivolgendo un sorriso alla figlia. Lucy e Loki stavano insieme ormai da un'annetto, entrambi figli di grandi imprenditori ed entrambi cresciuti senza una madre, ritrovarsi coinvolti in una relazione sembrò la cosa più logica secondo Lucy, in più suo padre si era sempre mostrato positivo nei confronti della loro unione e alla fin fine felice lui, felici tutti. Il movimento continuo del cucchiaio di Lucy si fermò per un instante
-Non lo so, non ci siamo ancora sentiti... Perché?- chiese prendendo un'altro sorso della sua colazione
-Non so, per nessun motivo in particolare...- rispose Jude continuando a sorridere, Lucy non aveva visto suo padre sorridere per così tanti secondi di fila dal giorno del suo diploma
-che c'è papà?- chiese quindi la bionda corrugando la fronte
-Ma niente, niente... È che ieri un mio collega mi ha detto che sua figlia aspetta un bambino e mi sono accorto che non dispiacerebbe nemmeno a me diventare nonno!- rispose suo padre, accompagnando le parole con sorrisi ed eleganti sventolii di mani
-Papà!- sbottò Lucy alzando la voce, arrossendo visibilmente
-Ehi non sto dicendo adesso! Un giorno... Loki mi piace e sembrate felici insieme e io... Ecco, tutto qua- disse Jude sulla difensiva e il volto teso di Lucy sembrò tranquillizzarsi. Fu impossibile per lei non notare il luccichio negli occhi del padre, e quel sorriso tenero sotto i baffoni, sarebbe stato un grande nonno e Lucy questo lo sapeva bene e l'idea che approvasse a tal punto Loki fu fonte di una nuova epifania nella mente di Lucy, che non si era mai sentita di spingersi più in là di un'intensa pomiciata, e se quello fosse un segnale dal cielo? era forse arrivata l'ora di darsi una mossa?
 
Ore 16:00
 
-Giuro che questa è l'ultima volta che accetto di lavorare per un'amico di Grey!- sospirò Natsu accasciandosi sulla sedia dietro alla cassa, senza disturbarsi di togliere giacca e sciarpa
-é andata tanto male?- chiese una vocina in lontananza, bastarono pochi passi per far sbucare la piccola Wendy dalla tendina che separava il laboratorio sul retro bottega
-giuro che se sento ancora  "lo voglio bianco come la neve" do fuoco a tutta la sua casa glaciale del cavolo!- si lamentò Natsu passandosi una mano fra i capelli
-com'è andata qui?- chiese poi sfilandosi la giacca
-tutto bene, ho finito di lucidare quel tavolino intarsiato- rispose la blu pulendosi le mani sul grembiule
-hai fatto anche i compiti?- chiese Natsu inclinando la testa da un lato e squadrando la ragazzina fino a farla sussultare
-...si?- fu la risposta tremante di Wendy, incapace di mentire da sempre, ma ogni tanto ci provava lo stesso. Natsu sbuffò per la seconda volta nell'arco di dieci minuti, uno dei motivi per cui sua zia Grandine aveva permesso a Wendy di lavoricchiare con lui, oltre che per avere un'esperienza lavorativa in un campo pertinente agli studi artistici della bambina, era affinché il "grande cugino responsabile" si occupasse di far fare i compiti alla ragazzina. Natsu guardò Wendy tentando il suo massimo per mantenere un'espressione seria, quasi arrabbiata, portandosi le mani ai fianchi e stringendo le labbra in una linea severa
-Wendy...- caricò il ragazzo inspirando aria dal naso come un drago pronto ad emettere fuoco
-Ti prego va a fare i compiti o zia mi ammazza- finì poi per dire con voce tenera, portandosi due dita sul ponte del naso e scuotendo il capo fra sè e sè, il problema era che quella bambina era troppo dolce per essere sgridata. Un sorriso si fece largo sul bel visino di Wendy
-vado- disse solo, saltellando nel retro bottega e lasciando Natsu alle sue commissioni giornaliere.
 
Ore 18:00
 
La giornata filò via come sempre: mattina all'università e pomeriggio in biblioteca, l'unica cosa a contraddistinguere quella giornata per Lucy fu il martellante ricordo del discorso avvenuto con il padre quella mattina. Forse avrebbe dovuto lasciarsi finalmente andare con Loki, specialmente considerando che lui era sempre stato così dolce a non metterle alcun tipo di pressioni.
"Sì, è la cosa giusta da fare" pensò la bionda, adocchiando nel parcheggio della biblioteca la lussuosa auto nera e il suo autista comodamente appoggiato allo sportello aperto
-Ehilà Lucky! Studiato bene?- salutò Bickslow strizzando un'occhio. Quel soprannome, palese riferimento all'azienda del padre "love and lucky", Bickslow lo aveva affibbiato a Lucy il fatidico giorno in cui Jude decise che il giovane autista sarebbe passato alla figlia
"Quello sì che è stato un giorno fortunato" diceva il ragazzo
"Non ne potevo più di scorrazzare tuo padre da una riunione noiosa all'altra".
Lucy saltellò fino ad arrivare alla macchina, mettendo da parte per un'attimo i mille pensieri
-Ehilà! Credo di sì, mi brucia il cervello- rispose la bionda sorridendo sinceramente
-lo vedo, guarda esce anche il fumo!- commentò Bickslow tirandole il lobo di un orecchio
-Ma smettila!- lo ammonì Lucy trattenendo una risatina. Era una scena così tipica, in quei pochi anni di amicizia Bickslow riuscì a diventare per Lucy una sorta di fratello maggiore, sempre presente e sempre pronto a farla ridere
-Avanti che ti porto a casa- disse il ragazzo montando in macchina
-Vorrei fermarmi in un posto prima- rispose Lucy chiudendo in un tonfo sonoro lo sportello dell'auto.
 
Qualche minuto dopo l'affusolata auto nera trovò posto davanti all'immenso cancello del casolare appartenente alla famiglia di Loki
-Eccoci dal tuo fidanzatino- disse Bickslow spegnendo l'auto
-Mi aspetti qui?- chiese Lucy, ignorando volutamente quel "fidanzatino" pronunciato goliardicamente da Bickslow, prima di scendere
-Ci puoi contare Lucky, cercate di non metterci troppo a sbaciucchiarvi però- scherzò Bickslow cominciando a schioccare le labbra mimando il tipico suono dei baci
-Non ci sbaciucchiamo!- disse Lucy sulla difensiva, roteando gli occhi al cielo ma incapace di trattenere un sorrisetto.
Lucy percorse il lungo vialetto salutando con un gesto della mano il giardiniere e fermandosi a chiacchierare un'istante con la domestica che stendeva i panni in giardino. Nonostante Lucy e Loki stessero insieme da solo un'anno le loro famiglie si conoscevano ormai da tempo e per una ragione o l'altra Lucy si era ritrovata in quella grande casa innumerevoli volte. Con passo sicuro entrò nella casa, salendo le scale ed imboccando il corridoio "ma cosa gli dico? Facciamo sesso? Oddio così è bruttissimo... Gli dirò solo che sono pronta, sì dirò così... chissà se se lo aspetta" pensò la bionda mentre in grandi falcate raggiungeva la camera di Loki. Normalmente non avrebbe esitato a bussare e ad entrare nella stanza, ma quei mille pensieri e discorsi preparati che le frullavano nella testa le fecero salire l'ansia, tanto da rendere la porta chiusa della stanza di Loki la cosa più spaventosa del mondo. Prese un respiro ed alzò il pugno "o la va o spacca" si disse cancellando ogni discorso prestabilito, ma prima che le nocche toccassero il legno della porta un rumore al suo interno riportò Lucy alla realtà. Sembrò uno sbuffo, o un lamento ma la cosa che bloccò Lucy fu la voce sottile e femminile che sembrava aver emesso quel suono. Contro qualsiasi morale Lucy si ritrovò con l'orecchio attaccato alla porta e gli occhi attenti a notare l'arrivo improvviso di qualcuno che, senza mezzi termini, l'avrebbe beccata ad origliare il suo stesso ragazzo. I rumori all'interno della stanza erano sommessi: dei bisbigli e qualche flebile sbuffo femminile, la mano di Lucy arrivò al freddo ottone della maniglia senza nemmeno accorgersene "la curiosità uccide il gatto Lucy" si disse sentendo il battito cardiaco aumentare
-oh al diavolo!- bisbigliò poi fra sè e sè, aprendo in uno scatto la porta della stanza. La scena che le si parò davanti fu scioccante e allo stesso tempo non così sorprendente, infondo quei rumori erano piuttosto palesi ma la mente di Lucy non volle crederci davvero, e adesso che ciò che temeva era in bella vista sotto ai suoi occhi, una vocina nella sua testa non poté che dire "lo sapevo". Immobile e pietrificata Lucy non riuscì a muovere un muscolo, osservando sconcertata le mani di Loki ancora strette alla vita della ragazza dai morbidi e setosi capelli rosa e la divisa da cameriera, e le lunghe gambe di lei avvolte intorno al suo bacino
-Lucy!- sbottò Loki con voce... Seccata? Aveva il fiatone e il volto sporco di rossetto rosa chiaro
-oh chiedo scusa!- soffiò la rosa coprendosi il volto. Ma fu solo quando sentì il suo nome che Lucy scattò via, come un topo in nave durante un naufragio, in un attimo la realtà le piombò addosso in modo troppo doloroso e passare anche solo un'altro secondo di fronte a quella scena e a discutere con lui, che si stava riabbottonando la camicia, le avrebbe fatto solo venire la nausea. Con gli occhi fissi davanti a sè Lucy ripercorse il corridoio e poi giù per le scale, si accorse di aver corso solo dopo essere entrata in macchina
-Ehi Lucky...- salutò Bickslow prima di essere interrotto, le avrebbe sicuramente chiesto com'era andata ed era proprio quell'argomento che Lucy voleva mortalmente evitare
-Parti!- disse lei, categorica
-Ma cos..- provò a dire Bickslow voltando il capo verso i sedili posteriori dove Lucy era seduta
-Parti!- ripetè ancora lei con voce rotta dal pianto e, serrando la mascella, Bickslow ubbidì.
 
Ore 21:30
 
Comodamente seduto sul divano Natsu non sapeva se guardarsi la maratona di Ghost Busters sul terzo canale o finire quella serie tv iniziata su Netflix qualche settimana prima, gli occhi controllarono l'orologio di cuoio al polso per poi grattarsi la testa con fare annoiato. Se proprio doveva essere sincero quella sera non aveva voglia di niente in particolare, era un po' di tempo che la vita di Natsu aveva preso questa piega scialba dove tutto si susseguiva con il pilota automatico inserito. Il suo pseudo assopimento gli fu strappato via dalla fastidiosa suoneria del cordless
-E ci risiamo- borbottò premendo il viva voce
-Ehi testa calda!- salutò Grey dalla cornetta
-Oi Natsu!- si aggregò Lisanna
-Cià!- disse solo Cana. Quella cosa delle telefonate condivise a volte si rivelava un vero casino, con tutti che si parlavano addosso per non parlare dei mille tipici fraintendimenti del caso, ma per organizzare una serata era sempre meglio che mandarsi messaggi, meno immediati e poco pratici.
-'Sera gente!- salutò Natsu riaccomodandosi sul divano
-allora tra mezz'ora al Glitter?- chiese Grey
-Perfetto per me!- rispose subito Lisanna
-Raga io stasera sono al bancone, forse se mi assento un'oretta il vecchio non se ne accorge- disse Cana, e nonostante Natsu potesse sentirne solo la voce poté immaginare il sorrisetto furbo che di sicuro le increspava le labbra
-Io non so ragazzi...- disse Natsu dopo uno sbadiglio
-Naaah Dragneel! Non fare scherzi!- lo incalzò Grey
-Si! Dai Natsu!- si aggiunse Lisanna
-Scolla il culo dal divano!- commentò gentilmente Cana, con voce cantilenante. Una smorfia scocciata piegò il volto di Natsu che facendo balzare gli occhi da una parte all'altra cercò una scusa abbastanza plausibile per "sconigliarla"
-E dai Nat, facciamo solo due chiacchiere...- la vocina di Lisanna risuonò nelle mura del suo appartamento e Natsu non riuscì a trattenere uno sbuffo
-E va bene- sbottò poi
-Perfetto!- rispose Liz con voce soddisfatta
-Grande! Tra mezz'ora allora, Levy e Gajeel ci raggiungono più tardi- disse Grey
-A dopo!- salutò Cana
-Sì, a dopo...- disse Natsu prima di attaccare.
Vestito e profumato Natsu si trovò davanti alla porta di casa chiedendosi ancora "ma devo proprio?" quando una familiare pressione sulla gamba gli fece abbassare lo sguardo
-Ehi Happy- sussurrò chinandosi, le dita accarezzarono il morbido pelo azzurro del micio che cominciò a fare le fusa appoggiandosi sempre più al suo palmo
-Non vorrei lasciarti nemmeno io sta sera- disse il ragazzo a bassa voce, come se quella fosse una chiacchierata confidenziale fra i due
-Torno presto però, promesso- disse poi alzandosi e incamminandosi finalmente fuori dalla porta.
 
Ore 22:00
 
Lucy guardò il suo riflesso nel piccolo specchietto portatile che aveva in borsa, preoccupata di aver nascosto con il trucco il gonfiore dei suoi occhi ancora freschi di lacrime. L'immagine di Loki con quella ragazza non aveva abbandonato la sua testa nemmeno per un istante e, nonostante le numerose domande apprensive di Bickslow, Lucy riuscì a sfogarsi solo arrivata a casa, chiusa a chiave sul pavimento del suo bagno, sola e libera di piangere e singhiozzare quanto voleva. Tutti quegli scenari di una vita perfetta con Loki, di una prima volta romantica e di una dolce storia d'amore erano stati strappati in brandelli nel modo più crudele possibile "sono per caso così orribile?" Si chiedeva Lucy ogni due minuti "ecco perché quel bastardo non mi ha mai fatto pressioni!" pensò ancora e ancora, torturandosi da sola con una sfilza di cattivi pensieri che non avevano fatto che portarla all'unico triste risultato: "forse non sono abbastanza"
Sul sedile posteriore della macchina si sistemò un'ultima volta il trucco, dando un'altra mano di mascara per ingrandire quello sguardo fiacco e triste
-eccoci- disse Bickslow con voce poco convinta, frenando dolcemente di fronte ad un locale
-Si può sapere cosa diavolo vuoi fare?- chiese poi voltandosi verso i sedili posteriori
-Niente, ho bisogno di una birra- rispose Lucy guardando fuori dal finestrino
-Non è da te Lucky...- disse Bickslow sporgendo un braccio fino ad accarezzare la mano di Lucy abbandonata sul sedile
-Lo sai che mi puoi dire tutto e se quel bavoso ti ha fatto qualcosa io...- cominciò il ragazzo caricando la voce
-Non è successo niente!- lo interruppe Lucy
-Sta tranquillo, prendo una birra e poi filo a casa- continuò addolcendo la voce
-Ti aspetto qui?- chiese il ragazzo
-No stai tranquillo, prenderò un taxi- lo rassicurò lei
-Lucy... Questa cosa non mi piace per niente- disse lui, lasciandosi scappare il nome proprio della ragazza, lo faceva sempre quando era preoccupato
-Ascolta, vuoi fidarti di me? Andrà tutto bene! Sono una donna adulta che vuole bersi una birra prima di andare a casa- disse Lucy abbozzando un sorriso
-ma non così, non ora che sei così... vulnerabile per qualcosa di cui non mi vuoi nemmeno parlarmi!- sbottò il ragazzo visibilmente preoccupato
-Bix, andiamo- lo ammonì Lucy. Bickslow strinse le labbra in una linea sottile, attese qualche secondo prima di sbuffare sonoramente
-Appena torni a casa mi mandi un messaggio o giuro che ti vengo a cercare!- disse scuotendo il capo con fare esasperato
-Ti mando anche una foto se vuoi!- rispose Lucy ridacchiando
-Nah grazie, non vorrei avere gli incubi dopo averti vista senza trucco e con il pigiama di flanella!- scherzò lui tirando fuori la lingua con fare giocoso
-ma sentilo! Non sei per niente un gentiluomo- lo rimproverò Lucy ridendo sinceramente
-allora a più tardi- lo salutò poi poggiando una mano sulla sua spalla e uscendo finalmente dalla macchina, adocchiando di sfuggita il nome del locale, tanto uno valeva l'altro. “Fairy Glitter” dicevano le luminose lettere cubitali e Lucy entrò velocemente sedendosi al bancone, se solo avesse saputo come quella sera avrebbe deragliato i binari della sua vita, forse Lucy ci avrebbe pensato due volte prima di spingere le spesse porte di legno e vetro di quel locale, forse...
 
 
 
Angolo autrici
Un’ idea ,una chiaccherata ,tanto entusiasmo e voglia di fare , divertirsi e innamorarsi della storia e dei personaggi , voglia di cose nuove , nessun ego, nessun io ma solo il nostro progetto , nessuna rivendicazione solo creativo amore per questa coppia così coinvolgente ,vera e completa donataci da quel grandioso pezzo d’uomo che è Mashima-sensei. Speriamo che questa piccola e quotidiana storia possa suscitare qualche minuto di svago e qualche sorriso.  A noi è successo.
Buona lettura :)

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Capitolo 2
*** You Light my fire ,my night ,my soul. ***


Ore 22:15
 
Natsu entrò nel locale in piena vita come al solito, nonostante la molta gente riuscì ad individuare subito il tavolo dove i suoi amici erano seduti
-Ehi Dragneel sempre il solito!- commentò Grey vedendolo arrivare
-Scusate, non trovavo la sciarpa- rispose Nastu aggiungendo una sedia al tondo tavolo di legno
-E non si esce mai senza sciarpa, giusto?- chiese retoricamente Lisanna riferendosi al morboso attaccamento del ragazzo nei confronti di quell'indumento
-Ormai lo sai- rispose Natsu sorridendo. Pochi minuti dopo una Cana in divisa si presentò al loro tavolo
-che vi porto?- chiese passando una mano sulla spalle di Lisanna con fare confidenziale
-per me una birra- disse Natsu
-anche a me!- seguì Liz
-per me qualsiasi cosa tanto forte da farmi dimenticare la giornata di oggi!- disse Grey stropicciandosi la faccia con una mano
-che è successo?- chiese Natsu corrugando la fronte
-ma niente, non riesco solo a ricordare perché cavolo ho deciso di studiare biologia! C'è una prof in facoltà, la Milkovich, quella mi odia! Dice sempre che sono "poco preciso"!- si sfogò il corvino accasciandosi sul tavolo
-tranquillo bello, ci penso io a te- disse Cana scrivendo qualcosa sul suo taccuino, con uno strano sorrisetto sulle labbra
-Torno subito- disse poi allontanandosi
-Aspetta ti aiuto a portare i drink!- disse Lisanna trottandole dietro.
Natsu guardò il suo orologio perdendosi poi con lo sguardo fra la gente intorno a lui, dopo tutti quegli anni poteva dire di conoscere ogni angolo e anfratto di quel locale come fosse casa sua, ma il fatto che potesse sempre distinguere gente nuova nella folla lo stupiva ogni volta piacevolmente
-Allora?- chiese Grey riprendendo la sua attenzione
-Allora cosa?- chiese Natsu tamburellando le mani sul tavolo
-Perché non volevi uscire sta sera?- chiese Grey voltandosi di tre quarti verso l'altro e poggiando un gomito sul tavolo
-Boh... Non avevo voglia- rispose vago il rosato
-Avanti non attacca, sputa il rospo- lo  incoraggiò Grey
-Ma niente davvero, ultimamente sono un po' preso dal lavoro credo- disse Natsu passandosi una mano sulla nuca
-però quando te lo ha chiesto Lisanna hai scelto di venire- commentò il corvino sorridendo malizioso
-Non ricominciare!- sbuffò Natsu
-Oh Natsu non ricominciare tu! Lo sappiamo tutti che lei ha una cotta per te, perché non ti butti?- sbottò Grey con impeto
-Perchè no! Te l'ho detto, noi non siamo così, io e lei siamo solo amici- disse il rosato con tono scocciato. Quella non era di certo la prima volta che si ritrovava a dire le stesse cose ai suoi amici, tutti così incoraggianti nei confronti di una storia d'amore fra lui e Lisanna, amica d'infanzia con cui aveva diviso ciuccio e culla e con cui era pronto a condividere molte altre cose, ma un letto o una storia d'amore non era assolutamente fra quelle cose. Lisanna e Cana tornarono al tavolo con le ordinazioni e poco dopo si aggiunsero finalmente anche Gajeel e Levy, coppia storica del gruppo. Una risata generale si impadronì del tavolo quando Levy ordinò un cocktail mentre Gajeel un succo di frutta alla mela verde
-Ma vi siete scambiati i ruoli voi due?- chiese Natsu trattenendo a stendo le risate
-Piantala, sta sera guido io- li informò il ragazzone, puntando poi gli occhi cremisi sulla sua minuta dolce metà che lo guardò con approvazione accarezzandogli una spalla.
 
Era ormai passata un'ora e il locale cominciò a svuotarsi ma non del tutto, Natsu si trovò un'altra volta a guardare l'orologio pensando che forse adesso poteva anche andare a casa e, salutando tutti, si avviò al bancone per pagare. Passeggiando con sguardo basso e perso nei suoi pensieri Natsu inchiodò i piedi sul posto solo dopo aver visto il riflesso di una ragazza sul grande specchio affisso alla parete dietro al bancone, come colpito da una folgore durante un sereno giorno d'estate. Improvvisamente l'intero locale parve scivolare nel bianco e nero per Natsu, l'unico brillante colore era lei, con quella luminosa pelle di latte, messa in risalto dal dolcevita nero e quella cascata d'oro infinita che aveva per capelli, ma che diavolo ci faceva una così lì? Natsu la guardò a lungo cercando di capire perché qualcosa sembrasse stonare, forse era quell'espressione triste e solitaria accompagnata però dalla postura orgogliosa, o forse il modo elegante che aveva di muoversi rendendo leggiadro anche il solitamente casereccio modo di bere una birra dalla bottiglia. Con il portafoglio in mano Natsu non si accorse nemmeno di star ormai camminando verso di lei
-un'altra birra per la signorina grazie- disse alzando due dita verso Gildarts
-come?- chiese la ragazza voltandosi di scatto
-dal viso sembrerebbe tu abbia qualcosa da dimenticare, no? E una sola birra non ti basterà- disse Natsu mostrandosi disinvolto e sedendosi accanto a lei al bancone
-cos'ha il mio viso?- chiese lei abbassando lo sguardo
-è tanto triste- rispose solo il ragazzo
-ed è un gran peccato- continuò poi guardandosi le dita, non era da lui dire cose simili
-Già, non dirlo a me- rispose la ragazza, poggiando la bottiglia vuota sul legno in un tonfo sonoro
-Serataccia?- chiese Natsu voltandosi verso di lei
-Delle peggiori- rispose la bionda abbozzando un sorriso malinconico
-io mi chiamo Natsu, te lo dico così almeno sai di non parlare con un completo sconosciuto- disse lui porgendo una mano. La ragazza sorrise stringendo con vigore la mano del ragazzo
-Lucy- si presentò "che bel nome" pensò lui, si addiceva in modo sorprendente all'angelico viso della ragazza.
Lucy accettò di buon grado la seconda birra, dicendosi mentalmente che quella sarebbe stata l'ultima e che poi sarebbe andata a letto
-Allora Natsu, anche tu hai bisogno di bere sta sera?- chiese prendendo un sorso. Quel ragazzo era sicuramente di bell'aspetto, occhi verdi e fisico prestante, per non parlare del sorriso da un milione di dollari in grado di fermare il tempo e forse anche un po' il cuore di Lucy, ma ciò che la spinse a parlargli fu la cocente voglia di sentire la sua voce ancora una volta, era così calda e rassicurante, una di quelle che ti avrebbero serenamente cullato anche durante le più buie tempeste.
-Non proprio, in realtà è un po' che non so nemmeno di cosa ho bisogno in generale- rispose il rosato, e quella confessione detta con leggerezza stupì entrambi notevolmente
-sai, fino a stamattina io pensavo di sapere di cosa aver bisogno, ma adesso non so nemmeno come mi sveglierò domani- disse quindi Lucy, non trovando per niente bizzarro rivelare qualcosa di sè ad un completo sconosciuto, beh non ad un completo sconosciuto, a Natsu. I due parlarono per qualche tempo, confessandosi cose che forse era anche grazie al l'alcool se stavano rivelando
-Non ci credo- disse Natsu guardando sbigottito Lucy
-beh io invece sto cominciando a crederci anche troppo, infondo non si è perso niente...- disse lei, abbassando la voce fino a rendere le ultime parole un flebile sussurro
-Stai scherzando? Quel coglione si è perso un treno e anche uno di quelli che passano una volta sola- sbottò Natsu, incapace di credere che ad una ragazza del genere fosse capitata davvero una cosa simile, ma quelle come lei non trovavano subito marito e vivevano felici e contente?
-se lo dici tu- rispose incurante Lucy
-Ehi Lu ma sei impazzita? Non ti conoscerò da tanto ma da quel che ho visto sei una ragazza simpatica, dolce e fottutamente splendida, fidati ci ha perso lui- si trovò a dire Natsu, ancora prima che le parole potessero passare per quell'angolo di mente che molto probabilmente avrebbe filtrato il discorso rendendolo più formale.
Da dove cavolo era uscito quel Lu?
E come gli era venuto di dire ad alta voce che lei fosse fottutamente splendida? Era tutto così strano eppure gli era uscito così spontaneo. Lucy allargò gli occhi di stupore e le sue guance si tinsero di un rosa naturale sentendo quelle parole
-dici sul serio?- chiese lei incredula
-dannatamente- rispose lui senza smettere di fissarla. Lucy non era il tipo da cadere come una pera cotta per il primo che le faceva un complimento e normalmente avrebbe arricciato il naso di fronte a un commento del genere, detto da una persona appena conosciuta poi, ma l'espressione di Natsu, il tono sincero e quegli occhi che parevano leggerla dentro e allo stesso tempo si lasciavano leggere in modo così chiaro da parer quasi ridicolo, avevano alleviato in lei un po' di quel dolore che l'aveva perseguitata tutto il giorno. I due restarono in silenzio per qualche secondo, guardandosi come avessero finalmente capito perché a volte alcune cose accadono per mano di una forza più grande di tutti noi
-Ehi Lucy?- chiese all'improvviso lui
-Si Natsu?- chiese di rimando lei
-mi accompagneresti a casa?- chiese in fine, sorridendo sempre di più quando vide il sorriso di Lucy farsi più ampio, lo aveva davvero chiesto? Aveva davvero proposto ad una ragazza di andare a casa con lui? Sì, ormai lo aveva detto e non se ne pentiva nemmeno, anzi, dentro di sè sperava ardentemente che dicesse di sì.
 
Molti potrebbero dire che il loro modo di concludere la serata fu dettato dalla forte attrazione sessuale e dall'idea che si accese nelle loro menti di aver preservato la loro innocenza troppo allungo, ma in quello scambio di attenzioni vi era talmente tanto di più. I vestiti di Lucy infatti non vennero strappati via grossolanamente in fretta e furia, ma sfilati dolcemente, in modo che Natsu potesse osservare e godere di ogni centimetro di pelle scoperta
-Dio, sei meravigliosa- borbottò portandole un ciocca bionda dietro l'orecchio. Lucy arrossì ancora ma incapace di abbassare lo sguardo da quello incandescente di lui, le mani grandi aderirono al suo corpo come fossero fatte apposta per toccarla e le labbra cercarono le sue con una familiarità e sapienza sorprendente. La face sentire così piccola e al sicuro, nonostante i loro corpi e le loro anime fossero ormai spoglie e vulnerabili, crudi e veri uno di fronte all'altra. Natsu non si risparmiò nemmeno un sospiro, una carezza o un bacio, trovando impossibile non dedicarle tutte le dolcezze di cui fosse capace, quel corpo levigato e divinamente formato pareva attirarsi addosso le sue mani e le sue labbra come un magnete, costringendolo a riempirla di piccoli e adoranti baci ovunque: la fronte, le guance, le spalle, il morbido seno e il ventre piatto, per poi proseguire sulle cosce e giù fino al dorso del piede.
E i suoi occhi, oh quegli occhi così grandi e scuri, donna fiera e fragile bambina, non faceva che guardarlo, dolce e implorante portandolo ogni secondo di più verso la più profonda ed eccelsa pazzia.
Lucy non seppe se l'intensità di quei momenti fu ampliata dalla contrapposizione con la sua brutta giornata e la malinconia o fosse tutto merito di quel ragazzo, che la riempiva e avvolgeva in modo così semplicemente delizioso e sublime, annichilendo ogni dolore iniziale con baci e dolci sussurri, rendendo qualsiasi gemito o invocazione insufficiente a sfogare completamente il suo piacere. Pareva volersi occupare solo di lei, come asservito ad ogni sua espressione di godimento, Natsu non faceva che impiegare anima e corpo affinché stesse bene, quasi ponendo il suo stesso piacere in secondo piano nonostante vederla così appagata fosse un gran gusto anche per lui. Rimasero avvinghiati l'uno a l'altra per un tempo che non parve mai abbastanza ai due, espirando gli affannato respiri sul collo dell'altro, persi e al sicuro in quel groviglio di braccia e gambe e inebriati dall'odore  di pelle e sudore che drogava i loro sensi così dolcemente, cullandoli fino al completo assopimento.
 
 
La luce del sole s'infiltrò fra le imposte semi abbassate illuminando fastidiosamente gli occhi di Lucy, che beata e sognante venne strappata brutalmente dal mondo di Morfeo, sorprendendosi poi piacevolmente di trovare Natsu dormiente accanto a lei. Nudo e scultoreo appena coperto dal sottile lenzuolo, l'aria fredda arrivò a pizzicare le braccia e il petto di Lucy che all'improvviso si chiese come aveva fatto a non avere i brividi per tutta la notte e rammentando poi che furono proprio le braccia di Natsu ad averla tenuta al calduccio per tutto il tempo. Lucy si adagiò un'ultima volta al suo fianco, crogiolandosi ancora un po' nei bei ricordi della notte precedente quando un intermittente e continuo vibrare catturò la sua attenzione. Scivolando in modo felino via dal letto e avvolgendo il corpo nudo con il primo maglione trovato, Lucy si accucciò sulla sua borsa abbandonata sul pavimento afferrando il telefono
-Cazzo- sibilò sgranando gli occhi. Il displey mostrava 9 chiamate perse di Bickslow e una serie infinita di messaggi allarmati, facendo scorrere freneticamente le dita sulla tastiera Lucy rispose ai messaggi dicendo che l'alcool l'aveva fatta crollare prima che potesse avvertirlo come promesso e, infilandosi nel bagno, mandò anche una nota vocale dove pronunciò le parole "scusa" e "sono viva" forse più volte di quante aveva pronunciato il nome di Natsu quella notte. Tornando nella camera da letto Lucy percorse il corridoio e poi il salotto notando l'unicità di ogni mobile al suo interno, erano tutti in legno, intagliato ad arte e dallo stile irlandese che rendeva tutto così caldo e familiare. Passeggiando a piedi nudi Lucy notò anche un angolo dove erano adagiati un ciocco di legno contornato di trucioli e un coltello affilato conficcato in esso. Si avvicinò tanto per poter capire che quella era una mezza scultura di un gatto ancora da completare
-allora sei un'artista- si disse fra sè e sè, osservando i particolari ben definiti del musetto e le zampette "sì infondo lo avevo capito che ci sapevi fare" pensò Lucy trattenendo una risatina, ricordando le ruvide ma sapienti mani di Natsu su di sè. Con passo felpato raggiunse di nuovo la camera da letto dove si rivestì e recuperò i suoi oggetti personali, fu tentata di lasciare un biglietto, dirgli qualcosa per fargli capire quanto magnifica fosse stata quella notte per lei. Ma di fronte al foglietto bianco qualsiasi parola sembrò stupida e priva di significato, così si limitò ad accarezzargli un ultima volta i capelli e baciargli una guancia prima di lasciare definitivamente quell'appartamento, del tutto inconsapevole che solo qualche mese dopo avrebbe varcato la sua soglia ancora una volta...
 
 
 
 
 
Angolo autrici :

ed eccoci al secondo capitolo di questa piccola avventura! ringraziamo sentitamente Hanae, Millymilianna e AlexiaLil per le recensioni dello scorso capitolo e ci scusiamo sentitamente se qualcun altro ha recensito ma non è stato nominato per il semplice fatto che ,come ben sapete, ultimamente il simpaticissimo efp ha deciso di fare capricci ( colpa del riassestamento del server) di conseguenza tali recensioni possono non essere giunte a destinazione,speriamo che con questo secondo aggiornamento non si ripetano cose simili .Ringrazio anche tutti quelli che hanno messo questa storia tra le seguite,preferite e ricordate o anche chi si limita a leggerci in silenzio :) 
un enorme abbraccio morandiano 

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Capitolo 3
*** A demisexual can discover true love . ***



Il profondo e beato sonno di Natsu fu interrotto da un sommesso rumore che dolcemente si infiltrò nella sua fase rem, portandolo nel mondo degli svegli dopo un paio di battiti di palpebre. Un familiare e ben gradito odore fruttato raggiunse il suo naso facendolo sorridere, con occhi semi chiusi fece scorrere la mano sul materasso, aprendoli poi improvvisamente del tutto quando tastò il posto vuoto e freddo accanto a lui. Lucy, non c'era più.
Natsu non seppe esattamente come di consuetudine uno si sarebbe dovuto sentire a svegliarsi solo dopo una notte insieme, dai racconti di Grey lui sembrava sempre sollevato di trovare la "tipa" della notte precedente magicamente scomparsa al mattino, ma Natsu non riuscì a non sentirsi un po' triste e vuoto. Qualcosa di strano e assolutamente unico era successo quella notte e Lucy nella sua mente era tutto fuorché una "tipa" a caso, proprio questo particolare fu per Natsu come un solletico a cui lui non riusciva ad arrivare, tra il fastidioso e il piacevole, che lo perseguitò da quando i suoi occhi si posarono sulla bionda.
Con fare pigro e movimenti goffi Natsu si alzò dal letto stropicciandosi con una mano gli occhi e grattandosi la pancia con l'altra, il fatto che adesso fosse nudo non fu una particolarità insolita per lui, che soleva mettersi sempre in libertà fra le mura di casa sua, ma in quel frangente non poté che ricordargli ancora le morbide mani della ragazza su di lui, e le dolci espressioni sul volto di lei. Camminando comodamente per il corridoio superò il salotto tristemente vuoto arrivando nella cucina e, ancora una volta, non fu insolito trovare Happy sull'isola di legno scuro, intento a graffiare con le zampette una scatoletta di tonno
-vuoi fare colazione?- chiese retoricamente il ragazzo, osservando ancora per qualche secondo il povero gatto sforzarsi di rompere la scatoletta da solo borbottando miagolii nervosi, incapace di non trovare quella scena simpatica
-vieni, fatti prestare due pollici opponibili- disse Natsu con un mezzo sorrisetto sulle labbra, aprendo la scatoletta e versando il contenuto in un piattino di plastica.

La luce della tarda mattina si rifletteva sulla superficie increspata della piscina, Lucy osservò il vento creare delle piccole onde e poi infrangere le chiome degli alberi stringendosi un po' nella sua giacca di pelle, era ancora un po' presto per farsi un bagno all'aperto, ma Lucy fu felice di appurare che le temperature si stessero finalmente alzando. Dopo un sospiro profondo si lasciò andare sullo schienale della lussuosa sedia da esterni
-Quindi vi siete lasciati?- chiese Juvia sorseggiando dell'acqua frizzante, importata direttamente dalla Francia
-Non ci siamo lasciati ufficialmente, ma credo proprio che sia chiaro che ormai è tutto finito- disse Lucy stropicciandosi le dita. La storia di Loki adesso pareva fare un po' meno male, forse perché parlare con la sua migliore amica la faceva sentire sempre meglio, o forse perché quella vicenda triste pareva ormai opaca in confronto ai vividi ricordi della notte con Natsu
-Che delusione, mi dispiace Lu, sei l'ultima persona al mondo che meriterebbe una cosa simile- disse la blu porgendo una mano alla bionda, che la strinse con piacere
-perché c'è qualcuno al mondo che lo meriterebbe invece?- chiese Lucy con un mezzo sorriso amaro. La risposta se la diede da sola mentalmente "no, nessuno dovrebbe mai provare tanta tristezza" si disse
-Beh, a Loki non farebbe male avere un assaggio della sua stessa medicina...- azzardò Juvia con un sorrisetto malvagio e Lucy non poté trattenere un'impercettibile sussulto
-Che c'è?- chiese la blu corrugando la fronte
-No, niente- rispose Lucy con voce distante.
Nella sua mente balenò per un'istante l'ipotesi che infondo la sua notte con Natsu potesse essere definita un tradimento, portando così lei e Loki allo stesso livello, ma quella nuvola grigia venne dissolta rapidamente dalla realizzazione che, come aveva detto a Juvia: il loro rapporto era finito irrecuperabilmente nello stesso istante in cui Lucy lo aveva visto attaccato a quella ragazza dai vaporosi capelli rosa, e la sua notte d'amore con Natsu non si trattava di una ripicca o un bisogno di placare il suo dolore, soddisfatto con il primo capitato. Il significato vero e proprio di quella notte, a dire il vero, aleggiava nell'aria ad una gravità tutta sua e Lucy di una cosa sola fu certa come mai: non sarebbe potuto succedere con qualcun altro che non fosse Natsu.
Juvia prese quel momento di silenzio assorto di Lucy per tristezza e, allungando la mano, lasciò una dolce carezza sulla sua guancia
-Stai tranquilla Lu, pensa positivo: sei  ad un cuore spezzato più vicina al tuo principe azzurro- disse sorridendo e Lucy la seguì, intenerita,  pensando per un'istante di raccontarle anche di ciò che era successo con Natsu quella stessa notte, ma convincendosi subito dopo che sarebbe stato meglio aspettare ancora. Forse non era del tutto pronta a lasciare andare quel momento adesso solo suo, così speciale e prezioso, pensando in modo quasi infantile che parlarne sarebbe stato come cedere un po' della sua magia, e adesso lei aveva bisogno di tutto quel calore ancora forte e vivido dentro di sè.

Il tempo passò piuttosto in fretta per Lucy, che dopo aver comunicato al padre la rottura ufficiale della sua relazione romantica con Loki e a Juvia della sua prima e indimenticabile volta con Natsu, riprese la sua vita in mano concentrando i giorni nello studio matto e disperato, e le notti nella continua moviola mentale dei dolci momenti passati con il rosato, consumando la pellicola senza stancarsi mai. Si poteva dire che lo stesso fosse successo a Natsu, ma la verità era che dopo aver incontrato Lucy il suo cervello cadde in una tanto turbolenta quanto muta confusione.
Fin da ragazzino le relazioni con il sesso opposto erano sempre state di pura amicizia, mentre Grey, Gajeel e Laxus commentavano i corpi finalmente formati delle ragazze in modo malizioso, tutto ciò che notava lui era l'evidente crescita di esse, senza trarne però particolare interesse. Gli anni passarono e ancora una volta Natsu si ritrovò a sentirsi diverso, quando Grey parlava delle sue conquiste e di come, a detta sua, avrebbe dovuto darsi una mossa anche Natsu, che ormai aveva 17 anni, cominciando da lì, insieme all'intera combriccola di amici, la stancante missione di spingerlo con Lisanna. Ma la verità era che nemmeno la sua cara amica d'infanzia suscitava in lui alcun movimento ormonale, stare con lei era piacevole ma ogni tipo di contatto fisico non veniva nè naturale nè spontaneo, non riusciva semplicemente ad instaurare quel tipo di intimità con lei, cavolo, per certe cose si trovava addirittura più a suo agio con Grey!
Arrivati i 21 anni lo smarrimento di Natsu divenne quasi come una vecchia amica, costante tanto da diventare indolore, ma tutto parve sgretolarsi improvvisamente dopo l'arrivo di Lucy, come una nuvola grigia finalmente trafitta da un raggio di sole. Le immagini dei suoi fianchi che si stringevano dolcemente nella vita e il seno morbido e generoso lo tenevano ancora sveglio la notte, per non parlare del buon odore che aveva impregnato il suo cuscino e le sue lenzuola per le notti a venire, scomparendo poi miseramente; mai Natsu era stato in qualche modo scalfito dall'odore di qualcuno e mai aveva sentito l'ardente bisogno di sentirlo ancora. All'improvviso Natsu riuscì a vedere in Lucy tutte quelle deliziose qualità di cui Grey e gli altri avevano tanto parlato, solo che Lucy pareva la quinta essenza di esse, come fossero state create solo in conseguenza a lei e Natsu sentì per la prima volta in vita sua della vera e proprio attrazione fisica e un'intensa affinità emotiva che lo fece sentire inspiegabilmente legato alla bionda come a nessun altro.

-Aspetta aspetta ferma tutto, non le hai chiesto il numero?- Cana interruppe il racconto di Natsu dopo aver buttato giù il secondo shot di tequila
-ehm.. No- rispose timidamente lui grattandosi la nuca
-cazzo Natsu ma è la base!- sbottò la mora sgranando gli occhi in pieno sbigottimento
-dilettante- sbuffò Grey con aria di superiorità. La domenica sera era decisamente un momento molto insolito per trovarsi e bere, ma Natsu sentiva di non riuscire più a tenersi dentro i mille pensieri su Lucy e su quella notte, decidendo di eruttare tutto quanto ai suoi due principali confidenti come un vulcano, nel loro solito luogo di ritrovo, oltre che posto dove aveva conosciuto Lucy, il Fairy Glitter
-un'altro?- commentò Grey ad una Cana con il terzo shot in mano
-Zitto tu, avanti Natsu, continua- intimò la mora
-niente, storia finita, è venuta a casa mia, lo abbiamo fatto e la mattina dopo lei non c'era più- disse Natsu stringendo le labbra in una linea sottile
-bravo ragazzo, era l'ora!- disse Grey dando una pacca sulla spalla del rosato
-Lisanna non sarà molto contenta... Ma complimenti- continuò con un sorrisetto ebete sulle labbra, pari a quello di una mamma fiera del suo pargoletto
-zitto un secondo, ma avete usato delle precauzioni?- chiese Cana tagliando sul nascere quel discorso su Lisanna, sapendo già che sarebbe bastato ad infastidire Natsu
-Ma la vuoi smettere di zittirmi! Certo che hanno usato precauzioni non sono mica sce- la risposta di Grey fu interrotta da una tosse nervosa da parte di Natsu
-Stai scherzando...- disse incredulo il corvino
-Ehi! Ma come facevo a saperlo? Incontrarla è stato del tutto inaspettato!- rispose Natsu sulla difensiva
-e non potevate fermarvi da qualche parte a comprare una maledetta scatola di preservativi?- chiese Cana esasperata
-in quel momento eravamo così presi da altro che non ci abbiamo pensato affatto...- rispose il rosato
-si lo so io da cosa eravate presi...- commentò Grey
-Ehi ma tranquilli, ho fatto come fa Grey- disse Natsu sfoderando un sorriso quasi infantile
-cosacosa? E come farebbe Grey?- chiese Cana squadrando il corvino dall'alto in basso. Grey guardò smarrito la mora, provando un po' di timore per ciò che Natsu avrebbe potuto dire adesso
-Si ecco... Sono... Sono venuto fuori- disse il rosato con un po' di imbarazzo e Grey arrossì visibilmente, certe cose lui le diceva soltanto fra uomini e il fatto che Cana adesso sapesse una cosa simile lo mise a disagio non poco.

Lucy arraffò la busta dalle mani di Bickslow come se all'interno vi fosse l'oro
-oh finalmente, sei stato un tesoro davvero- disse la ragazza scartando l'unto e imbottito panino d'asporto
-Figurati Lucky, ma non ti danno da mangiare qui?- scherzò il ragazzo entrando in casa dalla porta sul retro
-non questo genere di cose- rispose Lucy sorridendo al caldo panino nelle sue mani e addentandolo voracemente. I cuochi assunti da suo padre infatti erano specializzati nella cucina ipocalorica e molto spesso vegetariana, cosa che a Lucy non importava troppo, finché i dolci glieli facessero come Dio comanda, ma quella sera aveva solo una dannata voglia di carne, di unto, di schifezze insomma.
-Cavolo, avevi proprio fame...- commentò il ragazzo nemmeno dieci minuti dopo, guardando le briciole rimaste sulle mani di Lucy
-a dire il vero no, ne avevo solo una grandissima voglia- rispose la ragazza leccandosi le dita, seduta sullo sgabello della cucina deserta a quell'ora della sera
-mia madre aveva sempre voglie strane alle ore più impensate quando era incinta di me- disse il ragazzo ancora a metà del suo di panino, aveva approfittato dell'improvvisa richiesta della ragazza per prendersi anche lui da mangiare e magari cenare in compagnia, considerando che tanto nel suo appartamento non vi fosse nessuno ad aspettarlo.
-cosa hai detto?- chiese la bionda ghiacciandosi sul posto
-già era un delirio! Mio padre doveva sempre correre in giro di notte per prenderle da mangiare... Perciò ho paura di come diventerai tu quando avrai una pagnotta nel forno!- rispose Bickslow strizzando un occhio con fare giocoso, ma sta volta Lucy non rise
-beh non sarà affar mio, sarà quel disgraziato di tuo marito a starti dietro, io avrò il semplice compito di viziare il pupetto- continuò il ragazzo non curandosi nemmeno più del feed-back della bionda
-... E insegnargli le parolacce, ovviamente- concluse infine prendendo un'altro morso del suo panino. Gli eventi di quella fatidica notte venero ripercorsi nella mente di Lucy alla velocità della luce, facendo attenzione sta volta ad un piccolo particolare mancante a cui non aveva dato troppa importanza e che adesso sembrava giustificare fin troppo bene alcuni sintomi che aveva ingenuamente affibbiato allo stress e alla stanchezza pre-esami
-già- disse solo Lucy, accompagnando la parola con una finta risatina isterica

"Ma non sarà che... No cazzo"

Natsu uscì dal locale a tarda sera, buttando un'ultima occhiata ai posti vuoti vicino al bancone, là dove aveva visto Lucy per la prima e unica volta, con una nota amara nel cuore, se solo avesse saputo come ritrovarla...
-Siete veramente degli idioti voi uomini- mormorò Cana chiudendo le porte del Glitter, ricordando la mini lezione data ai due su come il "salto della quaglia" fosse il metodo contraccettivo con il tasso più alto di natalità. Grey si limitò a guardarsi le scarpe tutto il tempo e a far finta che nulla fosse successo subito dopo
-va beh, sta tranquillo miccetta, per una volta non sarà successo niente- disse infine la mora, posando una mano sulla spalla del rosato con fare consolatorio e avviandosi poi verso la sua macchina, non capendo che per Natsu la vera tragedia fosse non poter più vedere Lucy se non grazie un'altra improbabile coincidenza voluta dal destino, ma quanto mai avrebbe potuto essere benevolo con loro questo destino?
 
Angolo autrici :  Salve bella gente e ancora grazie per il feedback ricevuto ;) chiediamo scusa per non aver risposto alle recensioni ricevute causa impegni universitari…promettiamo che cercheremo di stare al passo con i tempi ;) e come Sayaka chiedo scusa per aver tardato nel postare il capitolo già pronto da un bel po’ L per quanto riguarda esso ci tengo a fare un piccolo appunto : il demisexual è un orientamento sessuale realmente esistente e se volete fare ricerche più approfondite potete trovare tutto su internet. Penso che questo orientamento spiegherebbe perfettamente l’atteggiamento di Natsu, che non sembra interessato alle donne e al sesso tranne quando riguarda Lucy (chi è in pari con il manga queste cose le ha già intuite al meglio) pertanto  il fandom ha a volte definito Natsu “asexual” anche se secondo me è sempre stato un termine assolutamente improprio .Detto questo vi auguriamo una buona lettura e per qualsiasi apprezzamento ,critica o chiarimento siamo sempre a disposizione ;)
Un abbraccio virtuale .

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Capitolo 4
*** Unexpected surprise. ***


L'affusolata auto nera percorse le strade deserte con fin troppa calma, in quella giornata scura che dava l'aria di voler precipitare nella più violenta pioggia, Lucy guardò fuori dal finestrino con il viso segnato dall'ansia ,incapace di trovar pace, non ancora. Erano passate circa due settimane da quando Bickslow tirò fuori quella battutaccia sull'avere "una pagnotta nel forno" e la prima cosa che Lucy aveva fatto, dopo un esame di coscienza, fu prendere appuntamento per delle analisi il prima possibile. Le occhiaie sul suo volto erano ormai così scure e profonde che nemmeno il più professionale correttore o fondotinta le avrebbe coperte e, mentre con il padre adoperò la buona vecchia scusa "è un periodaccio all'Università", con Bickslow servì a ben poco
-Lucky non mi prendere per il culo, è da quando hai scoperto quel bavoso con la cameriera che sei strana...- aveva detto il ragazzo
-mi aspettavo che tu saresti stata depressa ma in realtà sei un po' lunatica, un'attimo sembri appena scesa da una nuvola di zucchero filato e subito dopo sembri appena risorta dall'inferno- continuava poi, ignaro che quei momenti di zucchero erano dati dai dolci ricordi con Natsu, che ancora custodiva gelosamente ma che si tramutavano in ansia e nervosismo subito dopo, ricordando la piccola grande mancanza avvenuta quella notte che portò Lucy a temere il peggio. Fu durante l'ennesima notte insonne che la ragazza chiamò Bickslow, incapace di tenersi dentro ancora un minuto di più quel martellante dubbio che le impediva di pensare lucidamente e, finalmente, lasciò che le parole uscissero da sole sentendo alla fine di ogni frase il petto farsi un po' più leggero e lo stomaco sgrovigliarsi pian piano. La sua idea era di confessarsi con Juvia, che essendo sua coetanea e amica intima avrebbe di sicuro compreso meglio la situazione, ma realizzò poco dopo che in realtà quello di cui sentiva più bisogno era essere rassicurata e protetta, quel tipo di appoggio e sicurezza che solo un fratellone poteva darle. 
 
-Posso abbassare il finestrino?- chiese Lucy all'improvviso sentendosi mancare l'aria, la sua voce riecheggiò nell'abitacolo in cui albergava un opprimente silenzio 
-certamente- rispose subito Bickslow  indicandole l'apposito pulsante accanto a lei, non era solita sedersi nei sedili anteriori, ma il ragazzo comprese fin troppo bene il grande bisogno di vicinanza e supporto che la sua Lucky non si azzardava a chiedere esplicitamente 
-Andrà tutto bene Lucky- disse spostando la mano dal cambio a quella pallida e fredda della ragazza, Lucy non rispose, non aveva idea di cosa dire quindi si limitò a stringere la mano di Bickslow, realizzando di colpo quanto conforto le avrebbe dato la presenza di un certo ragazzo dagli scompigliati capelli rosa.
 
Natsu alzò il naso tanto da poter odorare l'aria umida per poi stringersi in un brivido nella candida sciarpa, fino a poche settimane prima la primavera pareva aver ufficializzato la sua entrata in scena, con gli alberi in fiore e le giornate limpide e luminose. Natsu non potè che notare con delusione i bellissimi boccioli sugli alberi venir colpiti bruscamente dalle sporadiche gocce di pioggia, cominciando poi a correre per raggiungere bottega prima di zupparsi completamente. Accese le luci illuminando il piccolo negozio di una luce giallastra che si riflesse sulle innumerevoli superfici di legno laccato, il forte odore di cedro e cera si insinuò nelle sue narici agendo come da tranquillante sui nervi fin troppo sensibili da ormai settimane. Con passi lenti si introdusse sul retro levandosi giacca e sciarpa, adocchiando il cumulo di trucioli intorno a quell'armadio ancora da completare che senza troppi indugi tornò a scolpire con pialla e bulini, sperando che il lavoro potesse portare la sua mente altrove. Perché nonostante la sua parte razionale dicesse che molto probabilmente non avrebbe rincontrato Lucy mai più, gli occhi di Natsu non esitavano a ricercare ovunque la sua chioma di grano: per la strada, fuori dalla vetrina della bottega, al supermercato, alle poste e, più di tutti, al Fairy Glitter. Si perdeva intere conversazioni per scansionare ogni ragazza bionda a vista d'occhio, incapace di mettere una pietra sopra colei che in una notte era riuscita a cambiarlo in modo così indelebile.
Il campanello della porta tintinnò segnando l'entrata di qualche cliente 
-Arrivo subito- urlò Natsu pulendosi le mani su uno straccio a caso, quante volte aveva sognato di sentire quel tintinnio e di vedere l'eterea figura di Lucy varcare la soglia della piccola bottega, illuminando la sua giornata con un sorriso sereno, come se quei due mesi di lontananza non fossero mai passati, e nonostante sapesse benissimo fosse una scena impossibile, un sussulto d'aspettativa non fallì di farsi sentire ancora una volta. 
Fu decisamente difficile ritirare lo sguardo deluso quando davanti agli occhi gli si parò Lisanna, non che non fosse felice di vederla, la vedeva tutti i giorni, ma ovviamene non era Lucy 
-Perché non guardi il telefono?- chiese la ragazza scuotendo i capelli dalle punte bagnate come un uccellino infreddolito 
-Stavo lavorando- rispose Natsu avvicinandosi alla ragazza 
-ieri hai dimenticato l'ombrello da Levy, te l'ho preso io...- cominciò l'albina frugando nella borsa a tracolla
-ecco a te!- disse poi porgendo l'ombrellino dalla fantasia tartan al ragazzo 
-Oh grazie! Mi chiedevo dove l'avessi abbandonato sta volta, proprio oggi poi- disse Natsu volgendo lo sguardo sulla vetrina rigata di pioggia 
-Eh già, dai ammettilo, come faresti senza di me?- chiese beffardamente Liz, facendo increspare di divertimento le labbra di Natsu. Lisanna si trattenne in bottega per circa un'ora, cosa che capitava almeno una volta a settimana, aiutando Wendy con i compiti mentre Natsu si dava da fare fra pialle e smalti per legno 
-Cosa vuol dire "impinguare"?- chiese la bambina voltando il capo verso l'albina 
-impinguare? Dove lo hai trovato?- chiese di rimando la ragazza sporgendosi sul libro di antologia 
-qui, verso 30- rispose la bambina indicando con l'estremità posteriore della penna la stana parola. La ragazza lesse e rilesse il verso della poesia cercando di cogliere il significato di quella parola mai sentita "che figura" pensò incapace di trovare una definizione a quella parola presa dal libro di una scolaretta 
-ma che vi fanno studiare a scuola?- chiese retoricamente la ragazza sulla difensiva
-Natsu! Tu sai cosa significa impinguare?- urlò poi richiamando l'attenzione del giovane
-ti sembro uno che sa cosa significa "impinguare"?- rispose il ragazzo alzando lo sguardo
-Non sono nemmeno sicuro di saper leggere, forse ho solo memorizzato tante parole- continuò poi facendo spallucce e innescando una risata da parte di Liz e Wendy
-ovviamente!- commento l'albina con tono ilare. 
 
Lucy si chiese se il grande edificio ospedaliero avesse sempre avuto quest'area spaventosa o era tutto frutto della sua mente impressionabile "avanti Lucy, devi solo ritirare il risultato delle analisi, andrà tutto bene, andrà tutto bene" si disse prendendo un profondo respiro 
-Pronta?- chiese Bickslow affiancandola
-No?- rispose insicura la bionda 
-Avanti non essere così pessimista, tra qualche ora ti ritroverai a ridere di questa stupida storia- la rassicurò il ragazzo cingendole le spalle con un braccio e trascinandola dentro l'edificio. Le luci bianche si riflettevano sul chiaro pavimento lucido dando a tutto un'aria così sterile e impersonale, le sedie erano quasi tutte occupate da persone diverse ma con la stessa espressione annoiata sul volto, Lucy e Bickslow si avvicinarono alla reception dove una bassa e paffuta donna dai lunghi capelli viola acconciati in una bassa crocchia stava leggendo il giornale
-Salve! Dovrei ritirare il risultato delle mie analisi... Mi chiamo Heartphilia- disse la ragazza mantenendo un tono di voce basso e, per quanto potesse, deciso. La donna alzò lo sguardo e, senza dire una parola, leccandosi indice e pollice partì alla ricerca di qualcosa nel cumulo di fogli e foglietti che aveva sulla scrivania, Lucy squadrò la donna leggendo il cognome sul cartellino bianco, "Spetto" era scritto in bella grafia con un orsetto stampato al lato, salendo poi a guardare il suo volto che, anche se piuttosto apatico, Lucy trovò comunque familiare, pareva quasi una nonna e forse era per questo che l'avevano messa alla reception, aveva come un'aura di tranquillità intorno a lei
-Ecco a lei, questo è il suo numeretto, salga al secondo piano, studio 13 della dottoressa Strauss, verrà chiamata a breve- spiegò la donna sorridendo dolcemente e tornando poi al suo giornale. Lucy si voltò fissando il foglietto con stampato sopra il suo numero 
-Allora?- chiese Bickslow accarezzandole un braccio 
-Secondo piano, dottoressa Strauss- disse solo Lucy, avviandosi all'ascensore. 
Come l'infermiera Spetto aveva detto, i due non dovettero aspettare troppo, a dire il vero sembrarono passare solo pochi secondi, nemmeno il tempo di darsi un'occhiata in giro che lo studio medico numero 13 chiamò al suo interno Lucy e Bickslow. La donna che li accolse all'entrata era alta e snella, di una lampante bellezza naturale: con i lunghissimi capelli nivei in morbide onde e i grandi occhi azzurri, Lucy fu quasi ammaliata dalla sua dolce espressione, sorridendole di rimando ma ghiacciandosi di colpo sul posto una volta posato lo sguardo all'interno della stanza. Le pareti erano tappezzate di foto artistiche di donne nude che sfoggiavano il loro pancione da gravidanza con fierezza, per non parlare delle foto con neonati dalla bocca spalancata e il visetto rosso peperone piegato dal pianto e i coniglietti disegnati sui muri, Lucy si voltò di scatto notando Bickslow inchiodato all'entrata con lo sguardo intriso di panico fisso sulla targhetta della porta 
 
"Studio ginecologico: Mirajane Strauss"
 
Per la bellissima albina fu impossibile non notare l'istantaneo turbamento nei volti dei due ragazzi 
-Qualche problema?- chiese posando una mano sulla spalla della bionda
-N-no... S-sì, me lo dica lei- sbottò Lucy dopo un breve balbettio 
-Prego sedetevi- rispose prontamente la giovane dottoressa, accomodandosi a sua volta dietro la scrivania 
-Non c'è alcun problema nelle sue analisi, anzi lei è sana come un pesce!- rassicurò poi, provocando ai due ragazzi un rumoroso sospiro di sollievo all'unisono 
-Non volevo spaventarla signorina, ho solo pensato che essendo al secondo mese di gravidanza avrebbe gradito qualche parola da parte mia- disse la Strauss portandosi una cioccia bianca dietro l'orecchio, con la nonchalance di chi ordina una pizza al ristorante. Fu in quel momento che gli occhi di Lucy si spalancarono il più umanamente possibile, sentendo il cuore battere all'impazzata così rapidamente da causarle un giramento di testa, la mano al petto come a voler rallentare personalmente quel battito cardiaco stordente e le lacrime incontrollate a rigarle le guance. 
 
Secondo mese di gravidanza 
 
Secondo mese di gravidanza 
 
Le parole le rimbombarono in testa fino a farle tremare le mani, che sudavano da quando aveva messo piede in quell'edificio infernale. Una parte di lei lo sapeva fin dall'inizio, andiamo, certe cose si sentono, ma la concretizzazione di quella sensazione fu più spaventosa di qualsiasi presentimento dettato dall'istinto femminile. Alla velocità della luce la sua mente fu tappezzata da immagini di bambini al parco, di mamme con il passeggino e di fiocchi rosa e blu affissi alle porte di casa, una miriade di domande e incertezze fioccarono nella sua testa: 
"Cosa faccio?" 
"Ne sarò capace?" 
"Come lo dirò a tutti?" 
Lei che dentro si sentiva ancora una bambina, come avrebbe fatto a gestire questa assurda situazione? 
Prima che se ne potesse accorgere stava singhiozzando sulla spalla di Bickslow che la strinse a sè sussurrandole 
-Calmati- e 
-Andrà tutto bene- all'orecchio.
-Ehi, cosa sono queste lacrime?- si intromise la dottoressa Strauss, oltrepassando la scrivania e accucciandosi di fronte alla bionda ragazza
-Non lo sapevi...- constatò in un sussurro, quasi fra sè e sè
-Sta tranquilla, è un colpo anche per le coppie più navigate, ma sono sicura che ce la farete- continuò l'albina portando via una lacrima dal volto di Lucy e guardando Bickslow con incoraggiamento 
-No non ha capito, noi non... Non è lui il padre- disse Lucy con mento tremante e da lì seguì una sorta di "riassunto delle puntate precedenti" intervallato da piccoli singhiozzi e sospiri ansanti. Lucy non seppe perché stesse dicendo tutto quanto a quella dottoressa, forse il fatto che si fosse tenuta così tanti segreti e preoccupazioni dentro la portò a sapersi confidarsi con chiunque, Mirajane dal canto suo ascoltò ogni parola tenendole la mano e accarezzandole i lucidi biondi capelli di tanto in tanto, era una ragazzina di non più di 20 anni, una ragazza come sarebbe potuta essere sua sorella minore, pensò l'albina, che catturata dalla storia di Lucy e dal suo fragile stato lasciò agire il suo istinto da "sorellona" 
-okay sta tranquilla, lo so che adesso ti sembra la fine del mondo ma prendi un bel respiro e fidati di me: andrà tutto bene- disse accarezzandole una guancia con il dorso delle dita 
-puoi stare da me per un po' se vuoi, il tempo di calmarti e capire come vuoi dire tutto a tuo padre, non sarai sola- continuò poi facendo alzare di scatto gli occhi nocciola di Lucy, adesso accesi da puro stupore e gratitudine. 
 
Natsu restò a guardare i cubetti di ghiaccio galleggiare nell'ambrato e frizzantino liquido scrutando come le bollicine di sodio si attaccavano freneticamente alle solide presenze fluttuanti, parevano pesciolini affamati all'ora del pasto
-Okay ho deciso!- sbottò Cana battendo le mani sul tavolo
-Imparerò a suonare il flauto traverso!- disse alzando un indice e squadrando tutti con entusiasmo 
-ci risiamo- tossì Laxus sistemandosi poi sullo sgabello 
-oh Cana- commentò Levy scuotendo il capo con un sorrisetto sulle labbra 
-Che c'è?- chiese la ragazza 
-Finirà esattamente come per quel corso di portoghese- rispose Gajeel roteando gli occhi 
-E le lezioni di danza del ventre- si aggiunse Grey con tono cantilenante 
-E non dimentichiamoci la classe di ceramica!- si aggiunse Natsu sghignazzando 
-Okay, siete degli amici pessimi... o come dicono in Portogallo: "maus amigos"- rispose la mora indignata, voltandosi poi di scatto e tornando al suo lavoro fra i tavoli. La serata stava procedendo come al solito, qualche chiacchiera idiota e tante risate
-Alla buon ora!- salutò all'improvviso Grey notando l'arrivo della piccola Lisanna 
-Scusate, ho avuto qualche imprevisto a casa- si giustificò lei prendendo posto al tondo tavolo
-A casa? Cosa è successo a casa? Come mai Mira non è con te?- chiese subito Laxus, fidanzato non che convivente, della Strauss maggiore, i tre dividevano una graziosa villetta di periferia da anni ormai 
-ha raccolto un randagio- rispose criptica Liz facendosi però capire dal biondo che, dall'espressione che assunse, non sembrò nemmeno troppo stupito.
-un randagio?- chiese spaesata Levy 
-già, una ragazza tanto carina, della nostra età più o meno, è rimasta incinta ed è sotto shock, non se la sentiva di andare a casa così credo che resterà da noi per qualche giorno- spiegò Lisanna 
-qualche giorno?!?- si intromise Laxus a denti stretti, diciamo che la sua contrarietà nell'accogliere questi "randagi" fu di colpo molto chiaro a tutti, tanto quanto la sua impotenza di opporsi al volere di Mira che pur di perseguire il suo obbiettivo, sempre di natura benevola ad esser sinceri, faceva il diavolo a quattro con chiunque. 
-Accidenti, incinta a 21 anni... anche per me sarebbe un colpo- commentò Levy alzando lo sguardo verso Gajeel che, contrariamente alle parole appena pronunciate dalla sua ragazza, fece spallucce con espressione incurante 
-come si chiama?- chiese Grey ormai mosso dalla curiosità 
-Non ricordo... Ma è una ragazza veramente bella: lunghi capelli biondi, seno prosperoso e viso da bambolina, sinceramente non mi sorprende sia rimasta incinta- rispose Lisanna, nella voce una punta di criticità 
-Lucy! Ecco come si chiama, Lucy!- sbottò poi, facendo scattare come una molla il giovane rosato seduto di fronte a lei. 
Gli occhi spalancati e i palmi stretti, le gambe si erano drizzate come un riflesso involontario 
-Cosa hai detto?- chiese alzando forse un po' la voce 
-L-Lucy, ho detto che si chiama Lucy- ripeté Lisanna con sguardo perplesso, ovviamente gli unici a capire quella impetuosa reazione furono Grey e Cana, ma mai si sarebbero immaginati di veder partire immediatamente il ragazzo, accecato da chissà quali pensieri
-Natsu aspetta! Hai idea di quante Lucy vivano in questa città?- lo bloccò Cana, incurante degli sguardi confusi degli altri 
-Già! Datti una calmata, hai più o meno una probabilità su 300.000, è impossibile sia lei- si aggiunse Grey, cercando di far tornare in sè l'amico 
-non mi interessa, fosse anche una probabilità su un milione, devo sapere- rispose di getto il rosato, arraffando la giaccia e correndo fuori dal locale lasciando il tavolo di amici nel silenzio più totale, spezzato poi dalla domanda di Gajeel 
 
-Okay... Cosa è appena successo?- 
 
 
 
Angolo autrici : Buongiorno bella gente e grazie mille per il feedback siamo davvero super entusiaste! Ed eccoci finalmente arrivati all’ufficiali disvelarsi della verità! Adesso non ci resta che attendere la reazione di Natsu…come prenderà la notizia? Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo ;3  e fateci saper al solito se avete critiche o suggerimenti ;3 ci aiutano continuamente per migliorarci e permettervi di  fruire una storia il più godibile possibile…
A presto e un abbraccio enorme ;)

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Capitolo 5
*** We can be a family ***


Natsu uscì dal locale con tanto impeto da sbattere la grande porta in legno senza nemmeno accorgersene, la pioggia cadeva fine e leggera, non tanto da bagnare fastidiosamente i suoi vestiti ma abbastanza per farsi sentire e ghiacciare l'ambrata pelle. Aveva sentito perfettamente Grey e Cana urlare di fermarsi e richiamarlo al tavolo prima di uscire, ma nei suoi occhi dardeggianti ormai brillava solo l'ardente bisogno di vederla, finalmente. L'auto percorse le strade tranquille a quell'ora di sera, parcheggiando poi nel vialetto della graziosa casetta di periferia in cui lui stesso aveva passato tanto tempo. A grandi falcate raggiunse la porta d'ingresso
"fa che sia lei, fa che sia lei, fa che sia lei"
si ripeté mentalmente come una preghiera, bussando con forza
-Arrivo!- sentì urlare aldilà della porta, la voce familiare di Mira mossa da quella che parve...preoccupazione?
Aveva forse bussato con troppo vigore? Forse era troppo tardi per irrompere a casa di qualcuno? Oh beh, poco importava
-Natsu?- Chiese l'albina una volta aperta la porta, la fronte corrugata e lo sguardo interrogativo
-È successo qualcosa?- chiese la ragazza scostandosi dall'entrata per farlo passare
-Scusa Mira, io... Vedi io... Lisanna ha detto...- cercò di riordinare le idee e i pensieri Natsu, passandosi una mano fra i capelli umidicci in un segno di nervosismo.
-Nastu?- una voce alle sue spalle interruppe lo sproloquio facendolo ghiacciare sul posto "eccola" pensò sgranando gli occhi ancora fissi su una Mira perplessa. Qualsiasi dubbio o stupida probabilità calcolata crollò al suolo come mattoncini giocattolo quando gli occhi di Natsu incontrarono finalmente quelli di Lucy, la sua Lucy
-Che ci fai q- cercò invano di domandare la bionda prima di venir interrotta da uno stretto abbraccio
-Lucy, oh Dio ti ringrazio- sussurrò il ragazzo al suo orecchio, stringendola sempre più forte quasi volesse inglobarla e portarsela sempre dentro in modo da non farla scappare mai più. Le mani trovarono subito la lunga chioma dorata accarezzandole la testa e lasciandovi piccoli baci per poi infossare il volto nell'incavo del suo collo inspirando di nuovo quell'odore che sapeva di casa in modo così assurdo. Dal canto suo Lucy rimase immobile e scioccata per secondi interminabili, che ci faceva lui lì? Come l'aveva trovata? Sapeva già tutto del bambino?
Sembrava un'allucinazione e avrebbe creduto fosse tale se solo Natsu non la stesse stringendo tanto da far quasi male, fu allora che la razionalità volò via, le sue braccia erano così forti e rassicuranti, come la sua voce profonda e sussurrata che in un secondo riuscirono a tranquillizzarla più di qualsiasi tisana rifilatole da Mira quella sera. La ragazza allungò le braccia avvolgendole al busto di colui che, una volta stretto sembrò tornare a prender respiro, senza nemmeno accorgersene una lacrima scese singola e silenziosa lungo la guancia di lei asciugandosi poi sulla giacca di Natsu 
-Ehm... Vi conoscete vedo- commentò Mira in imbarazzo, sentirsi di troppo in quella scena di riunione di cuori fu impossibile e dal modo in cui si stringevano non poté che ipotizzare che il ragazzo di una notte di cui aveva parlato Lucy fosse proprio quel solare combina guai di Natsu "che storia" pensò l'albina lasciandoli soli, sembrava troppo strano per essere vero.
 
Tra abbracci interminabili e carezze affettuose i due si ritrovarono seduti sul tiepido parquet dell'ingresso, le lunghe gambe di Lucy poggiate comodamente su quelle di Natsu, la testa sul suo petto e il mento di lui delicatamente posato sulla bionda chioma
-Sai ancora non ci credo- disse all'improvviso lei con voce arrochita, quasi assopita
-Nemmeno io, pensavo non ti avrei più rivista- concordò Natsu
-Non intendevo quello- incalzò Lucy alzando il capo, portando i suoi occhi a contatto con quelli verdi di lui, adesso perplessi
-nemmeno io pensavo ti avrei più rivisto, ma io mi riferivo...- provò a spiegare lei abbassando poi la voce fino a renderla un flebile sussurro, la mano arrivò inconsciamente ad accarezzarsi il ventre e gli occhi tornarono lucidi 
-Ehi ehi, ce la faremo Luce- la rassicurò Natsu accarezzandole una guancia con il pollice, andando poi a sfiorare la mano di lei adagiata sul ventre
-Ma come... come possiamo Natsu? Siamo così giovani, io non avevo pianificato una cosa simile... come faremo?- chiese Lucy sorvolando sul nomignolo appena affibbiatole da Natsu, le piaceva in ogni caso
-Secondo te io invece avevo già predetto tutto? Fosse così ti avrei trovata molto prima- rispose Natsu abbozzando un sorriso che Lucy non riuscì a ricambiare 
-Fa paura anche a me Lu, mentirei se dicessi il contrario, ma saremo insieme e, che Dio mi fulmini, non ti lascerò mai più allontanarti da me- continuò il ragazzo aumentando parola dopo parola la sicurezza nella voce
-Natsu...- sussurrò Lucy sentendo le lacrime salire in superficie 
-Sarà difficile, ma nella vita tutto lo è, no? Io voglio farlo Lu, voglio vederlo crescere e correre e ridere...- cominciò a sognare ad occhi aperti Natsu con il sorriso più luminoso e contagioso sul volto 
-O vederla, perché potrebbe essere una bambina mio caro- commentò Lucy interrompendo lo sproloquio del rosato. Natsu non disse nulla, si zittì rimanendo a guardare il bellissimo volto di fronte al suo allargando, quanto umanamente possibile, quel sorriso e sentendo l'emozione pizzicargli gli occhi
-Già...- disse sotto voce, allungando le dita fino a portare una ciocca bionda di Lucy dietro al suo orecchio, indugiando con la mano sulla morbida guancia. La mano di Lucy raggiunge presto quella del ragazzo dedicandogli una tenera carezza e fu lì che le mani di colui che parlava con tanta sicurezza e amore, si svelarono tremanti e impaurite proprio come le sue. 
Natsu alzò il capo lasciandosi annegare ancora dalla imparagonabile bellezza che Lucy era, distillando la paura dalla pura adrenalina e gioia che quel ricongiungimento significava. Lo sguardo si perse in quello scuro di lei, così intenso e profondo, vivo come un ruscello di foresta scosso dalla pioggia autunnale, alcune pagliuzze dorate a mimare le caduche foglie ambrate 
-Spero abbia i tuoi occhi- commentò Natsu con voce tremante, quasi gli fosse scappato di bocca, avvicinandosi tanto da sfiorare le labbra piene e rosse di lei in un bacio delicato e adorante, posando poi la fronte sulla sua e chiudendo gli occhi come a voler imprimere per sempre quel momento a fuoco nella sua mente. 
 
-Sono entrata, sana e salva- sussurrò Lucy al telefono 
-Bene, anche se non capisco perché tu non possa stare da me- bofonchiò Natsu dall'altro capo del telefono 
-Natsu te l'ho già detto mille volte, per sta sera sento che sia meglio se sto a casa mia- rispose Lucy inalando il familiare odore di fiori e pavimenti puliti che sempre albergava in casa sua. Nonostante fosse anche lei decisamente euforica e soddisfatta di  aver ritrovato Natsu e di avere il suo completo appoggio, passare la notte a casa sua non sembrava ancora... giusto? Non adesso che il suo cervello era in piena confusione, dormire nella propria stanzetta nel comfort della propria casa sembrava più sensato 
-come vuoi, ma mandami un messaggio quando sei a letto- concluse Natsu incapace di celare il tono sconsolato, era così inconcepibile per lui separarsi ora che si erano finalmente ritrovati. Lucy percorse il lungo corridoio in punta di piedi, diretta alla sua camera da letto e ad una bella dormita 
-Come mai così tardi?- la ghiacciò sul posto una voce familiare, bloccandola con un piede a mezz'aria e lo sguardo vitreo 
-Papà!- esordì poi la bionda, trovando contengono 
-Scusa, ho avuto un'emergenza- continuò abbozzando un falso sorriso, odiava così tanto mentire a suo padre
-Emergenza fra ragazze?- chiese suo padre ammiccando come se la sapesse lunga. Ovvio che avesse pensato a qualche problema con Juvia piuttosto che a una cicogna in arrivo 
-Già- rispose solo la bionda grattandosi nervosamente una tempia 
-Spero sia tutto a posto adesso- disse Jude avvicinandosi alla figlia e incalzando le mani nelle tascone della scura vestaglia
-Sì, più o meno... scusa papà, avrei dovuto avvertirti che avrei fatto tardi- decise di cambiare argomento Lucy 
-Si avresti dovuto, ero preoccupato considerando che non c'era nemmeno Bickslow con te... a proposito, chi ti ha riportata a casa?- chiese apprensivo l'uomo baffuto 
-l'autista di Juvia, non mi andava di disturbare Bicks così a tarda sera- rispose lei, mentendo solo per metà 
-Ma è per questo che lo pago, devi disturbarlo!- la incalzò il padre, la voce mossa da una flebile e tenera risata. Adesso trovava dolce, e non più straziante, notare tutti quegli aspetti di sua figlia che la rendevano uguale a Layla, come la sua eccessiva premura nei confronti degli altri a discapito di sé stessa
-Adesso fila a letto che è tardi- la incoraggiò infine l'uomo, baciandole la fronte e pizzicandole la pelle con gli ispidi baffoni 
-Va bene papà- rispose Lucy sorridendo dolcemente, era proprio per questo che voleva tornare a casa, dopo il coraggio datole da Natsu di affrontare la situazione, Lucy capì che proprio quello di cui aveva bisogno era la sicurezza della sua casa e il volto sereno del suo papà, primo cavaliere dall'armatura scintillante della sua vita. 
 
Chiacchiere futili riempivano il piccolo appartamento di Natsu attraverso la radio posta in cucina, quella mattina la vita pareva avere un colore diverso, il sole splendeva come se la pioggia della sera prima non fosse mai esistita, dalle strade si sentiva il chiacchiericcio dei passanti e il cinguettio degli uccellini. Una lieve pressione alla gamba destra fece abbassare lo sguardo si Natsu
-Ma buongiorno anche a te Happy- salutò accarezzando la testolina del gattino ceruleo 
-Sai presto avremo una presenza femminile in questa casa, ti comporterai bene?- chiese il ragazzo chinandosi a grattare il collo del micetto che fece le fusa in risposta
-Bravo ragazzo- commentò Natsu, prendendo quelle fusa come una risposta positiva alla sua domanda
-Sono sicuro che andrete d'accordo- disse infine, andando ad aprire la scatoletta con la colazione del piccolo Happy. "Sarà sveglia Lucy?" Pensò d'un tratto il rosato afferrando il telefono "se dorme ancora non voglio svegliarla" continuò reprimendo la voglia di chiamarla "magari le mando un messaggio" concluse
 
                                                                                                                                                                  Buongiorno Luce! 
 
Picchiettò sulla tastiera sorridendo, passarono appena cinque minuti che il telefono vibrò in risposta 
 
                                                                                                                                                                                Giorno :) 
 
Gli occhi silvani si illuminarono di colpo per poi velarsi di apprensione
 
                                                                                                                                              Come va? Hai fatto colazione?
 
Digitò subito
 
                                In realtà no... sta mattina avevo un po' di nausea e anche solo sentire parlare di cibo mi infastidiva                                                                                
 
Rispose la bionda dopo pochi minuti, e quelle poche parole bastarono a far schizzare Natsu alla porta
 
                                                                                                                                                             Posso fare qualcosa?
 
Chiese con le chiavi già in mano
 
                                                                                                                    No Natsu, ora sto bene, sto andando a lezione. 
 
Lezione? Okay, dopo aver constatato che Lucy fosse già sveglia adesso avrebbe anche potuto chiamarla,
-Pronto?- rispose Lucy in un lieve sbuffo 
-stai andando all'università?- chiese subito Natsu
-Certamente, perché lo chiedi?- chiese di rimando la bionda 
-Perché dovresti stare a riposo e al caldo- la incalzò il rosato 
-Natsu vado solo all'università, mica a scalare l'Everest- commentò Lucy con tono ilare 
-Mmh... vieni da me dopo?- provò allora Natsu, rassegnato all'idea che tanto non l'avrebbe convinta a stare nove mesi a letto, nel suo letto se possibile, dove poteva tenerla d'occhio e viziarsela come meglio credeva, era forse esagerato?
-va bene! Ci cediamo dopo allora- trillò Lucy con voce lieta e questo bastò per ridare al ragazzo la gioia precedente. Da quel momento in poi ogni secondo parve un'eternità, nemmeno il lavoro distolse Natsu dal pensare che avrebbe visto Lucy da lì a poco, era tutto così inverosimile, lei che era piombata nella sua vita come una specie di angelo etereo era tornata all'improvviso come in quei film da cinema, quelli che alla fine tutto sembra finire fin troppo bene, tanto da farti pensare "andiamo, è impossibile", per la prima volta Natsu cominciò a credere che lassù qualcuno gli volesse bene. Già la mente vagava immaginandosi le domeniche insieme: la sveglia tardi, lei con indosso una delle sue magliette, colazione con toast bruciacchiati e caffè caldo, le passeggiate nel parco e le serate a poltrire sul divano davanti alla tv, sì era proprio una vita a cui avrebbe potuto abituarsi in fretta. Le mani si bloccarono improvvisamente pensando poi al quel pancino che sarebbe cresciuto ogni mese, era strano quanta paura facesse ma quanta emozione procurasse al suo cuore, "Papà" l'avrebbe chiamato, Dio, a questo si sarebbe abituato più lentamente. Un fagottino urlante e paffuto con i suoi capelli ma gli occhi lei, magari avrebbe avuto il temperamento focoso tipico dei Dragneel e la classe innata della madre, gli occhi si appannarono improvvisamente e le dita lasciarono cadere lo scalpello in un tonfo metallico sul pavimento, faceva paura, una paura assurda, tanta da fargli mancare il respiro e tremare le mani, ma ce l'avrebbero fatta, insieme, e Natsu pensò che si sarebbe pure venduto l'anima per non far mancare niente alla sua nuova piccola famiglia. Il trillo del telefono distolse i suoi pensieri facendolo precipitare di nuovo sulla terra, asciugandosi le ciglia umide con il pollice prese il telefono schiarendosi la voce 
-Pronto?- il tono ancora leggermente gracchiante
-Oi Natsu! Sono Mira, disturbo?- chiese l'albina dall'altro capo del telefono
-Certo che no, dimmi tutto- rispose Natsu appoggiandosi al bancone della bottega, pensandoci un secondo Wendy sarebbe dovuta arrivare da lì a poco
-sta sera tu e Lucy siete liberi? Ti spiego: considerato tutto quello che state passando e il fatto che, a parte me, nessuno ha ancora conosciuto Lucy, io e Laxus abbiamo pensato che sarebbe carino cenare tutti insieme per svagarci e conoscerci un po'!- disse tutto d'un fiato Mira con voce euforica
-Non mettermi in mezzo donna- sentì in lontananza il vocione di Laxus, facendolo sghignazzare appena
-dai sarà divertente!- continuò Mira. Effettivamente lo stesso Natsu non vedeva l'ora di presentare Lucy a tutti, era pronto a sfoggiarla con orgoglio
-Ci saremo!- rispose con fermezza, il bianco sorriso ad illuminargli il volto
-Perfetto!- squittì Mira soddisfatta 
-Allora alle otto da me- informò infine.
 
-Stai scherzando?- sbottò Lucy sgranando gli occhi
-Non sarà troppo presto?- chiese la bionda rannicchiandosi sul divano blu scuro dell'appartamento di Natsu
-Troppo presto? Perché mai?- chiese di rimando il rosato prendendo posto accanto a lei
-I-io... non lo so Natsu...- balbettò la ragazza in un filo di voce 
-ti adoreranno- la rassicurò il giovane accarezzandole una guancia con il dorso dell'indice 
-E poi sarà divertente se siamo insieme!- disse poi con un sorriso raggiante, tanto luminoso da essere quasi abbagliante 
-insieme- sussurrò Lucy con lo sguardo perso in quel volto fresco e genuino, pareva così tanto un bambino eppure paradossalmente le infondeva sempre la forza e la sicurezza di un uomo saldo e protettivo, ma come faceva?
-va bene- acconsentì in fine con un cenno del capo, trovando e stringendo la mano di Natsu con urgenza. Qualcosa nell'andare a cena con tutti gli amici d'infanzia di Natsu la metteva a disagio, forse perché sapevano del suo stato interessante o forse perché dentro di sé pregava l'accettassero come amica senza riservarle comportamenti particolari, lo sguardo scese verso le loro mani intrecciate "sarà divertente finché saremo insieme" pensò sorridendo "già sarà così... ma aspetta..."
-Cosa dovrei indossare?-
 
 
Angolo autrici :  Salve bella gente chiediamo umilmente scusa per l’immenso ritardo, ma io Sayaka sono stata malissimo in questi giorni e l’influenza mi ha stesa XD comunque ecco qua il capitolo che tutti stavate aspettando! Speriamo sia all’altezza delle vostre aspettative ;) al solito ogni critica ,consiglio è sempre ben accetta J e grazie mille a tutti per le recensioni nello scorso capitolo.
Un abbraccio grande.
Alle prossima.

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Capitolo 6
*** Nice or Ice to meet you ,Lucy? ***


Le dita ricoperte di farina divennero presto collose una volta sottoposte al getto caldo del rubinetto, lo sguardo vagò per qualche secondo in direzione del salotto, inondato da calda luce giallastra e già popolato dagli amici di sempre; un sorriso tenero increspò le labbra di Mira mentre gli occhi si posavano su quell'angolo di divano occupato da Gajeel, con la guancia schiacciata sulla schiena della fidanzata che portava sulle ginocchia e lo sguardo assonnato, ultimamente lavorava più del solito, mentre Levy chiacchierava amabilmente con una Cana già al secondo giro di aperitivo alcolico. Poco distante Grey sbocconcellava salatini con noncuranza mentre il pollice digitava freneticamente sulla tastiera del telefono, chissà quale focosa avventura gli aveva riservato sta volta quell'app di incontri da lui tanto usata. E poi eccola in un angolo dell'ampio salone, di fronte alla finestra, la sua piccola sorellina, era stata avversa a quella cena fin dall'inizio nonostante non lo avesse mai ammesso ad alta voce e il motivo era chiaro e cristallino per tutti, Mira non poté che incupirsi per la malinconia amorosa di Lisanna, sperando potesse comprendere che ormai il posto del suo caro Natsu non era più accanto a lei, o forse non lo era mai stato. Gli occhi si abbassarono di colpo quando una parte del suo cuore suggerì che forse quella cena non era stata proprio una grande idea, non nei confronti di Lisanna almeno, e chi se non la sorella maggiore avrebbe dovuto curarsi dei suoi sentimenti?
Un tocco caldo sulla sua schiena la fece trasalire appena, voltandosi poi verso colui che l'aveva affiancata
-Andrà tutto bene- sussurrò Laxus accarezzandola dolcemente
-Lo spero- rispose Mira in un sospiro, stringendo poi le labbra in una linea sottile mentre gli occhi scrutavano ancora Liz
-È una ragazzina in gamba, supererà anche questa- la rassicurò il biondo, spostandole i lunghi capelli argentei su una spalla e accostandosi di più a lei 
-e poi ha noi- sussurrò con tono gentile. Beh questo era vero, una cosa su cui Lisanna avrebbe sempre potuto contare era la presenza della sua famiglia e, per quanto difficile sarebbe stato, Mirajane si ripromise di far trascorrere alla sorellina una serata serena e piacevole. 
 
Un trillo improvviso interruppe la musica mentalmente partita ad accompagnare quella visione di famiglia allargata 
-Vado io!- urlò Mirajane
-Devono essere loro- borbottò poi asciugandosi le mani 
-Mira lascia stare vado io- incalzò Lisanna imboccando l'arco della cucina 
-No tu finisci di apparecchiare, se ti va- rispose la sorella maggiore, levando poi dalle mani di Laxus un crostino alla salsiccia 
-Quello è per dopo- lo riprese dolcemente arrivando alla porta d'ingresso
-Ma io ho fame- lo sentì brontolare in risposta 
-Pazienta amore- rispose l'albina aprendo finalmente lo spesso portone d'entrata. La luce della graziosa villetta di periferia inondò il vialetto e i tre tanto attesi ospiti sull'uscio
-Finalmente!- sbottò gioiosa Mira, con un sorriso tanto luminoso da procurar quasi accecamento 
-Buona sera!- rispose Lucy porgendo  meccanicamente quel vassoio di biscotti fatti in casa 
-Non dovevi! Avanti entrate!- li accolse l'albina scostandosi dall'ingresso. Le dita di Lucy si aggrapparono meccanicamente alla giacca di Natsu che prontamente le offrì la mano in una stretta incoraggiante, conosceva quella casa e l'amabile donna che la abitava ma il resto dell'allegra compagnia che presto avrebbe incontrato continuava a renderla nervosa
-Accomodatevi pure nel salone, la cena è quasi pronta!- squittì Mira
-Uh meno male, ho una fame- rispose Natsu passandosi un palmo sullo stomaco 
-E tu quand'è che non hai fame fiammiferino?- chiese Laxus scompigliandogli la rosea chioma in modo goliardico
-Spero tu abbia fatto il purè! Adoro il tuo purè...- disse Natsu all'albina, divincolandosi dall'omone biondo e stampandosi sul volto un'espressione sognante
-Lo vedrai a tavola- rispose Mira sorridendo, gli occhi le brillavano come luci di Natale e Lucy si ritrovò a sorridere di rimando senza nemmeno accorgersene. 
Il primo a presentarsi fu Laxus, rigoroso e composto porse la mano a Lucy e Bickslow indicandogli poi il salone 
-Ma guarda guarda , è un piacere conoscere finalmente la famosa Lucy!- disse Grey, accogliendoli nella grande stanza arredata in stile rustico con un sorrisetto malizioso sul volto, ricevendo in risposta un timido sorriso dalla ragazza
-Devo dire che non ti immaginavo così bella!- si lasciò scappare poi prendendosi un'occhiataccia da Natsu, che stava appiccicato al fianco della bionda come fosse la sua guardia del corpo. Bickslow osservò quella gente sentendosi un po' di troppo, il che non era insolito per lui, che soleva circondarsi di poche persone accuratamente scelte nonostante la sua natura scherzosa ed estroversa
-e questo è Gajeel!- la voce della turchina si intromise nei suoi pensieri riportandolo sulla terra, osservando la minuta ragazza tramutare il volto beato in corrucciato quando il moro salutò con un misero sbuffo per poi dileguarsi 
-è solo timido- sussurrò l'azzurra tornando a sorridere in direzione di Lucy, contagiandola inconsciamente in un risolino divertito. 
 
Sballottata come una bambola di pezza Lucy si trovò presto fra le braccia di una scollata mora dal carattere piuttosto esuberante e gioviale 
-Vieni qui ragazza, sei parte della famiglia ormai- disse Cana stringendola 
-Ti offrirei da bere per farti rilassare, ma nel tuo stato non credo sia il caso!- continuò poi ridacchiando 
-Un'aranciata andrà bene lo stesso!- rispose Lucy sorridendo sinceramente, le mani ad accarezzarsi il pancino appena visibile, era un gesto che ormai faceva inconsciamente e che le infondeva sempre così tanta calma
-Te la prendo- incalzò subito Natsu avvicinandosi al tavolo e stappando la bottiglia di frizzante liquido arancione 
-Ma guardalo, il paparino!- lo prese in giro Cana sghignazzando, aspettandosi magari occhiataccia in cambio, mentre invece il ragazzo rispose con un sorriso altrettanto divertito, porgendo la bibita alla invece piuttosto rossa Lucy
-io un bicchierino lo accetterei volentieri!- si intromise Bickslow guardandosi intorno, cercando una bottiglia d'alcool a cui attingere e cogliendo per un secondo quella figura di spalle che guardava fuori dalla finestra, aveva i capelli corti dello stesso bianco puro di Mirajane e un vestitino bordeaux, pareva ricoperta d'ombra nonostante la stanza fosse inondata di luce "è sempre stata lì?" Pensò il ragazzo mosso dalla curiosità 
-Forza ragazzi tutti a tavola che è pronto!- urlò all'improvviso Mira, mobilitando l'allegra compagnia verso la sala da pranzo. 
 
A passi lenti Lisanna andò a sedersi al lungo e massiccio tavolino che sua sorella aveva apparecchiato con tanta cura, un'intero pomeriggio fra vapori e fornelli per preparare quella cena che tanto aveva desiderato, sembrava una specie di debutto in società pensato appositamente per Lucy e Lisanna non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi. Era di una bellezza schiacciante, delicata e armoniosa come una farfalla e ogni volta che Lisanna si ritrova per caso ad osservarla di sottecchi riusciva a capire in modo doloroso perché Natsu fosse con lei, ma il modo così visceralmente profondo con cui la guardava, con cui anche senza parlare sembravano capirsi, questo lei non lo capiva. Come si poteva avere un rapporto simile dopo appena una settimana di relazione? Venuta fuori da una folle notte di passione poi... e decidere addirittura di crescere un figlio insieme conoscendosi così poco, sembrava troppo una pazzia 
-Allora Lucy, perché non ci parli un po' di te?- chiese Levy passandole l'insalata, Lisanna sorrise malignamente "avanti Lucy, parlaci di te" pensò perfida 
-Ehm... sono una semplice studentessa universitaria- rispose la bionda con un sorriso imbarazzato 
-Cosa studi?- chiese Allora Grey
-Giornalismo, il mio sogno sarebbe diventare reporter- rispose Lucy con sguardo sognante 
-Ma dai! È stupendo!- sbottò Mira passando il coltello d'arrosto ad un Laxus troppo affamato per essere interessato alla cortese conversazione 
-Già, ho sempre desiderato girare il mondo in cerca di verità nascoste e culture nuove- continuò Lucy lasciandosi prendere dalle sue aspirazioni 
-Certo che girare il mondo con un figlio appresso non è il massimo però... a meno che tu non decida di lasciare Natsu papà a tempo pieno- commento aspramente Lisanna, un sorriso di plastica sul bel volto. Il silenzio calò nella sala, persino Gajeel e Laxus alzarono i capi dal loro molto più interessante pasto 
-l'ha detto davvero?- chiese in un sussurro il moro bestione alla sua minuta fidanzata, Lucy rimase in silenzio con gli occhi sgranati e le labbra schiuse, la stessa identica espressione scioccata segnava in realtà il volto di tutti a quel tavolo 
-Qualcuno vuole altro purè?!?- urlò all'improvviso Mira, con voce forse più acuta di quanto volesse. 
In un attimo i discorsi e le atmosfere gioviali svanirono nella mente di Lucy "a meno che tu non voglia lasciare Natsu papà a tempo pieno" quella frase riecheggiava nella sua mente come i rintocchi di una vecchia campana, non avrebbe mai lasciato Natsu da solo alle prese con il futuro pargoletto, credeva nei sogni nelle aspirazioni di entrambi e si era ripromessa che avrebbero gestito il bambino in modo equo per il bene di entrambi, ma la verità non è fatta di pensieri e presupposti, la realtà era quella acidamente sputata da Lisanna purtroppo, il suo amato sogno di viaggiare per il mondo e scoprire nuove culture non era più possibile e per quando avrebbe voluto dire che "andava bene così" quella realtà faceva un po' male. 
 
Le chiacchere a tavola ripresero senza troppi indugi, in un primo momento in modo flebile e imbarazzato per poi tornare tranquille e gioviali, la mano di Natsu non si era allontanata un secondo dalle gambe della bionda coperte dalla candida tovaglia, come un costante conforto e supporto morale
-Ascoltate, non voglio mettervi pressioni ragazzi, ma considerando che vi siete conosciuti nel mio bar, credo sia doveroso chiamare il bambino Cana- disse la mora sventolando un bicchiere di vino bianco, scatenando una risata generale 
-e se fosse un maschietto?- incalzò Grey ridendo 
-Per favore no, Cano proprio non si può sentire!- si intromise Levy asciugandosi una lacrima affiorata per il troppo riso. La povera Cana mise un finto broncio sconfitto prendendo un altro sorso di vino in modo consolatorio 
-Il sesso si potrà sapere intorno alla dodicesima settimana, il terzo mese per intenderci, quindi non dovrete aspettare poi tanto ragazzi...- disse Mira dall'alto della sua sapienza, rivolgendo uno sguardo dolce ai futuri genitori 
-A me non interessa, qualsiasi cosa sia andrà benone- commentò il rosato, allargando le labbra in un sorriso pieno e luminoso in direzione della sua Lucy
-Qualsiasi "cosa"? Dì miccetta, cosa pensi che uscirà fuori dalla biondina? Un frullatore?- chiese beffardo Gajeel scatenando un'altra risata generale, Lucy compresa, che allungò una mano verso il volto di Natsu lasciandogli una dolce carezza 
-E i tuoi genitori come l'hanno presa, Lucy? La lieta notizia intendo...- chiese Lisanna, poggiando i gomiti sul tavolino e piegando la testa di lato 
-Ehm... a dire il vero ho perso mia madre quando ero solo una bambina... e mio padre ancora non lo sa, ho intenzione di parlagliene presto però- rispose la bionda con un sorriso sofferente
-Lo stesso vale per i miei- disse subito Natsu passandole una mano lungo la schiena. 
I due si scambiarono un sguardo serio, complice, come se d'un tratto fosse cascata sulle loro teste la consapevolezza che presto avrebbero dovuto affrontare i loro genitori e così anche i terzi gradi, i mille ordini camuffati da consigli e le raccomandazioni perenni, l'unica consolazione era che almeno lo avrebbero superato insieme 
-Andrà tutto bene vedrete...- disse Mira con tono materno 
-Ma sì, infondo stiamo parlando di un bambino, tutti adorano i bambini- disse Cana, sorridendo verso la giovane coppia con sincera preoccupazione
-E anche nella peggiore delle ipotesi avrete sempre le spalle coperte, eh Lucky?- incoraggiò Bickslow in una velata offerta di qualsivoglia supporto, morale e concreto. La sala calò in un secondo silenzio sta volta denso di compassione e incoraggiamento, la situazione in cui i due si trovavano era a dir poco spinosa, ma era chiaro come la luce del sole che l'amore e la volontà non mancavano a nessuno dei due, sembravano avere tutte le carte in regola per formare una famiglia stupenda, ma erano così giovani... 
-Oh beh, chi vuole il dolce?- esordì Mira riportando l'umore generale alle stelle, come se la precedente tristezza potesse essere spazzata via a cucchiaiate di torta paradiso 
-Io... io penso che andrò a prendere una boccata d'aria- sussurrò Lisanna lasciando in fretta la stanza, sguardo basso e spalle ricurve. 
 
 
La porta si aprì in un flebile cigolio senza scomporre minimante la figura di Lisanna che, dando le spalle alla villa, si perdeva con lo sguardo nel nulla più in intenso
-Allora è qui la vera festa- commentò Bickslow affiancandola e notando quel bicchiere di liquido ambrato che lei teneva convulsamente in mano, tutto sembrava essere fuorché thè alla pesca 
-Non ce la facevo tua sorella una tipa da scotch- continuò il ragazzo in una mezza risata 
-Infatti questo viene dalla riserva segreta di Laxus...- rispose incurante la ragazzina, prendendo un altro sorso d'alcool come fosse un amaro antidoto. Bickslow annuì fra sè e sè cercando forse le parole più adatte da pronunciare in quel momento, ma impiegò davvero poco tempo a buttare qualsiasi schema all'aria e seguire, come sempre, il suo istinto 
-Senti credo di aver capito, okay?!- sbottò prendendosi quasi con la forza l'attenzione dell'albina, che assottigliò lo sguardo ceruleo in un misto di disprezzo e curiosità 
-Ti piace Natsu, l'ho capito. E adesso che è spuntata Lucy tutti i tuoi sogni di zucchero filato si sono sciolti, considerando addirittura che Lucy è incinta e che Natsu sembra determinato a voler crescere il bambino insieme, le tue speranze sono state schiacciate in modo crudele e definitivo...- cominciò Bickslow ricevendo in risposta una minuscola risatina intrisa di desolazione
-Ma mettere alle strette Lucy con tutte quelle battutine e domande scomode è infantile e ingiusto, credi che lei se la sia andata a cercare una situazione simile? Credi davvero che a 20 anni lei avrebbe voluto un bambino ad incasinare la sua intera vita?- chiese poi avvicinandosi di un altro passo, così vicino che l'enorme  differenza d'altezza dei due fu ridicolmente accentuata. Lisanna non poté che sentirsi di colpo intimidita, incapace di sostenere lo sguardo di rimprovero di quel ragazzo
-smettila di fare la bambina capricciosa- sussurrò infine Bickslow, strappando dalle mani della ragazza quel bicchiere di scotch e buttandolo giù alla goccia per poi darle le spalle e avviarsi alla porta. Lacrime cominciarono ad appannare la vista di Lisanna quando la realizzazione si fece troppa da sorreggere con un semplice broncio 
-Non è...- provò a dire bloccando il ragazzo sul posto 
-Non è così semplice- disse pulendosi in fretta i rivoli di lacrime che le bagnavano le guance 
-Anche io voglio vedere Natsu felice- continuò con voce tremante 
-Non lo avevo mai visto così con nessuna..- sussurrò poi fra sè e sè, quasi fosse una constatazione spontanea e personale  
-non ho niente contro Lucy, a dire il vero non vorrei mai trovarmi nella sua situazione- confessò poi alzando lo sguardo verso Bickslow. I grandi occhi colmi di lacrime, le braccia abbandonate lungo i fianchi e il volto dipinto da un'espressione vuota, persa; Bickslow guardò quella ragazza sentendosi investito quasi fisicamente da quell'emozione di pura indifesa, così piccola e fragile, si stava strappando di bocca quella lingua biforcuta lasciandosi cadere in pezzi proprio davanti a lui
-sono stata una stronza prima e... mi dispiace, ho solo bisogno di un po' di tempo, okay?- disse infine sospirando profondamente, sentendo l'aria che lasciava la sua gola pregna di pesantezza, facilitandole improvvisamente il normale respiro. Qualcosa dentro di lei era scattato, il bisogno che lui la capisse o che semplicemente...
 
-Andiamo- disse d'un tratto Bickslow scendendo le piccole scale del portico 
-Cosa? Dove?- chiese Lisanna sgranando gli occhioni azzurri 
-A fare un giro, tu non vuoi stare qui e devo ammettere che i cenoni in famiglia non fanno impazzire nemmeno me- rispose il ragazzo regalandole un sorrisetto beffardo che sapeva di guai, pura tentazione incarnata in un essere umano 
-Allora?- chiese di nuovo voltandosi. Lisanna prese un respiro profondo asciugandosi con il polpastrello quella goccia di lacrima che minacciava di scendere
-Andiamo- rispose soltanto, saltellando giù dal portico
 
...semplicemente bisogno che la portasse via da quel dolore. 
 
Lucy si gettò sul morbido materasso lasciandosi cullare dal calore e dal buon profumo di quelle lenzuola 
-Dai non è andata male!- commentò Natsu stendendosi accanto a lei e passandole una mano sul pancino ancora acerbo 
-Si... Certo! Lisanna mi odia- rispose Lucy accoccolandosi un po' di più fra quelle braccia accoglienti 
-Ma no che non ti odia, ha semplicemente bisogno di più tempo, è sempre stata molto territoriale con il nostro gruppo e vedere tutti stravedere per te così presto le ha dato fastidio- spiegò Natsu, lasciando che le lunghe ciocche bionde di Lucy gli scivolassero fra le dita liberandone il profumo di shampoo. Il silenzio riempì la piccola stanza da letto di quell'appartamento che aveva accolto la loro prima volta, il matto inizio di quella storia che pareva essere cominciata come una favola ma che davanti si trovava gli ostacoli di una vita reale
-Andrà tutto bene Luce- sussurrò Natsu infossando il volto nell'incavo del suo collo, premendo le labbra sulla bianca pelle in un bacio privo di schiocco. Un sorriso abbellì quel volto prima segnato da un broncio preoccupato, era incredibile come qualsiasi cosa quel ragazzo pronunciasse si guadagnava di conseguenza la sua fiducia, non sapeva come, non sapeva nemmeno perché ma magicamente credette che tutto sarebbe andato bene, almeno finché ci fosse stato Natsu con lei: a stringerla così forte tutte le sere, a cercare di restare sveglio per conversare ma addormentandosi poi miseramente sulla comoda morbidezza del suo seno
-Hai chiamato tuo padre, vero?- biascicò il ragazzo mezzo addormentato posando una mano sul suo stomaco, come una coccola speciale a quel fagottino non ancora nato ma che già si era preso i loro cuori in modo irreversibile
-Si... gli ho detto che sono da Juvia- rispose Lucy stringendo le labbra, presto avrebbe dovuto sistemare tutto anche con suo padre, odiava mentirgli e soprattutto odiava dovergli tenere nascosta una cosa così importante "Presto" pensò convinta, decidendo in fine di lasciar correre per quella sera, i drammi e le complicazioni sarebbero stati ancora lì ad aspettarli domani mattina quindi tanto valeva godersi quel momento, nelle sicure braccia di Natsu, in quella stanza da letto che pareva lontana dal tempo e lo spazio, un piccolo rifugio solo per loro, dove tutto era bello e soprattutto possibile. 

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Capitolo 7
*** "See you soon ,baby" ***


*Dovrei ammazzarti, ma non ho voglia di andare in galera, quindi ti farò solo tanto male*
 
*Ah si? Fatti sotto allora*
 
*Hai fatto un grande errore a toccarla, perché vedi, vado matto per quel faccino*
 
*A me invece non dice proprio nulla quel viso da puttana*
 
-Lucy, ma cosa stai guardando?- Natsu parve sincronizzarsi di nuovo sul pianeta terra solo dopo aver colto quell’aspro scambio di battute provenire dalla tv, seguite poi da forti lamenti di dolore e schiocchi tipici di una scazzottata, contornate dalle grasse risate della bionda in panciolle sul suo divano.
Giorni erano passati e se all’inizio Lucy tendeva a reclinare spesso gli inviti di Natsu e passare le serate con lui, cause dal più banale “devo studiare” al più profondo senso di colpa che logorava Lucy nel non aver ancora confessato il suo stato interessante né al padre né tanto meno alla sua migliore amica Juvia, adesso il piccolo appartamento del rosato era diventato un’accogliente rifugio lontano da ogni cattivo pensiero o dovere accademico.
 
Il calore di luglio era intriso nell’aria e se ormai Lucy era diventata bravissima a mascherare il prominente pancino da terzo mese sotto larghe camicette piene di volant, era solo a casa di Natsu che poteva liberamente indossare le sue amate canottiere, aderenti sì, ma particolarmente ottime per combattere il caldo appiccicoso di quel mese estivo. Sdraiata su un fianco sul comodo divano del rosato, con un cuscino fra le gambe e un altro a sorreggerle la pancia, lo zapping di programmi serali era improvvisamente diventato una montagna russa di emozioni, l’unica trasmissione che non le procurava lacrime o rabbia era proprio quella per cui il rosato pareva tanto sorpreso
 
-Non lo so, ma è troppo divertente!- comunicò la ragazza fra le risate, tenendosi con una mano la pancia come per contenere le fragorose risa. Natsu ondeggiò lo sguardo dallo schermo da cui schizzi di sangue e grugniti lamentosi la facevano da padrone, per poi tornare sulla ragazza così paradossalmente divertita da riuscire a malapena a respirare. Sorridendo dello strambo siparietto, avanzò di qualche passo dimenticando quelle cornici di legno da lucidare, portate a casa dalla bottega, a più tardi, lasciandosi cadere sul divano accanto a Lucy, adagiandosi i piedi della giovane sulle gambe e cominciando ad applicare leggere carezze su di essi, che sapeva esser diventati per lei fonte di intorpidimento a causa del lieve gonfiore, dovuto alla gravidanza, che lei definiva ripugnante ma che per non lui erano altro che un ennesimo effetto del portare in grembo suo figlio. Quelle carezze si trasformarono presto in un vero e proprio massaggio, applicando pressione sulla pianta indolenzita e sul gonfio dorso, godendosi la sensazione della loro pelle a contatto, anche il più flebile sfioramento generava scintille nel cuore di Natsu. Piccoli sbuffi d’apprezzamento fuoriuscirono dalle labbra di Lucy che cominciò a contorcersi come un vermicello arricciando piacevolmente le dita dei piedi, un sorriso si dipinse sul suo bel volto prima di tirarsi faticosamente a sedere fronteggiando lo sguardo di Natsu
 
-Grazie- sussurrò flebilmente la bionda, posandosi automaticamente una mano sul sodo e pronunciato pancino, gli occhi le brillavano anche in quella penombra data dal crepuscolo che filtrava dalle finestre del salotto. Così profondi e caldi, così grandi da aver una presenza fisica propria più che essere definita una comune parte del suo grazioso volto, rappresentavano un diretto portale della sua anima, miele e cannella si mischiavano in quelle iridi screziate che ad uno sguardo superficiale sarebbero sembrati di un banale marrone, ma non per Natsu, che ormai aveva fatto di quei grandi occhi una sua ragione di vita
 
-Quando vuoi- rispose il giovane, mostrandole quello spicchio di luna che era il suo sorriso
-E adesso che ne dici di una bella pizza? Infondo sono già le nove…- propose poi, lasciando che una mano cercasse il cordless sul comodino accanto al divano
-Oh Dio si!- esultò Lucy, puro entusiasmo nella sua voce, le dita s’intrecciarono a quelle dell’unica mano di Natsu rimasta a solleticare le sue caviglie
-Quanto entusiasmo!- commentò giocosamente il ragazzo digitando con qualche difficoltà il numero con una mano sola, ma privo di qualsiasi intenzione di lasciare la presa della bionda
-Capricciosa?- chiese poi il rosato, ricordando il gusto che la ragazza aveva scelto appena una settimana prima. Natsu collezionava ogni piccola informazione di Lucy come preziose briciole di pane che lo avrebbero portato a casa, innervosito di non sapere ancora qualsiasi aspetto e sfaccettatura di quella meravigliosa creatura che aveva ritrovato fin troppo tardi
-No, le olive mi fanno venire la nausea- rispose sconfortata Lucy, accarezzandosi la pancia in cerchi concentrici come a marcare il fatto che se i suoi gusti e le sue nausee cambiavano ogni mese era grazie a quel piccolo fagotto nel suo grembo. Le dita di Natsu salirono fino alla sua guancia, scostandole dolcemente un ciuffo di capelli scappatole dall’alta coda e sostando ad accarezzare la morbida pelle di pesca
-ah queste nuove generazioni, neanche tempo di nascere e già dettano legge- commentò il ragazzo, illuminandosi dello sbuffo divertito che arricciò le labbra di Lucy. Era strano quel brivido che gli provocavano i suoi sorrisi, risolini appena accennati, quasi trattenuti fra le labbra e scappati in lievi respiri strozzati, accompagnati da un leggero scuotere di testa come se reputasse le sue battute un po' idiote ma allo stesso tempo irresistibili. E lui lo adorava, adorava che lei ridesse sinceramente per le sue battute sciocche reputandole tali, brillando poi nei suoi occhi nocciola in pura adorazione.
 
 
 
La fioca luce di un sole morente si immergeva nella schiuma di quella vasca da bagno, lasciandosi frammentare di mille colori dalle minuscole bollicine, un dolce profumo inebriava le narici dei due ragazzi stretti nel tepore di quell’acqua
-Forse dovremmo uscire- mugugnò a mala voglia Lisanna, senza curarsi di staccare le labbra dalla calda pelle del collo di Bickslow
-Forse- fu la risposta appena sussurrata dal ragazzo che strinse un po' di più l’accentuata onda dei suoi fianchi, come a marcare la sua volontà in un gesto più che in un insieme di parole. Come ci erano finiti così Lisanna non avrebbe saputo spiegarlo verbalmente, dopo essere scappati dalla cena di sua sorella non avevano fatto altro che fermarsi in un bar
-Avresti bisogno di una distrazione- aveva detto lui con malizia buttando giù un shot di tequila, non esitando poi a rubarle un bacio una volta riaccompagnata a casa, tanto improvviso da lasciarla ghiacciata sul posto, mentre il suo cuore rimbombava nelle orecchie e i suoi occhi si godevano quel sorrisetto furbo e soddisfatto che abbelliva il volto di lui, che le rivolse una linguaccia giocosa congedandola poi con un beffeggiante
-Buona notte ragazzina- con tanto di pizzicotto alla guancia, allontanandosi con la luce del sole che sorgeva all’orizzonte.
Le sue labbra sapevano di fumo e liquore, e Lisanna si ritrovò assuefatta a quel gusto come fosse una droga, era bastata la sua presenta carismatica e magnetica per allontanare ogni ombra dal suo cuore incrinato, ma quel bacio, e ciò che nei giorni dopo seguì, avevano fatto ben più che “allontanare” delle ombre, pura e accecante luce solare si stagliava nei suoi occhi cerulei da quando quel ragazzo era apparso.
 
E adesso erano lì, nudi e intrecciati nella vasca da bagno del piccolo appartamento di Bickslow, gli unici coinquilini: cinque chiassosi porcellini d’india dai nomi decisamente bizzarri.
“Cosa stiamo facendo?” avrebbe voluto chiedere l’albina, ma non avrebbe mai rischiato di rovinare quei momenti con domande infondo inutili. “Una distrazione” aveva detto lui, e Liz non poteva negare di avere la mente ormai completamente rapita da quel ragazzo decisamente fuori dagli schemi.
-Devo andare- esordì d’un tratto la ragazza, sfuggendo all’abbraccio di Bickslow e all’accogliente acqua calda decisamente a mala voglia
-Dove?- chiese il ragazzo, tentando di nascondere quello che pareva il broncio di un bambino
-A casa, sono le nove passate Bix, Mira e Elfman mi staranno sicuramente aspettando- rispose la ragazza, completamente a suo agio nello sfoggiare la sua gocciolante nudità. Non disse nulla Bickslow, consapevole che lasciarla andare non era solo la cosa più giusta per lei, ma anche per sé stesso, infondo cosa erano loro? Si era già messo abbastanza nei casini immischiandosi in affari loschi con quella che era poco più di una ragazzina, lasciare che si potesse affezionare seriamente a lei era fuori discussione. Lei era carina, sorprendentemente ironica e sotto sotto nascondeva un’anima spericolata, ma lui non era mai stato tipo da storie serie, e di certo non se la sentiva di sopportare i terzi gradi della sorellona chioccia e di quel bestione del fratello.
-Ci sentiamo venerdì? Domani Natsu mi ha chiesto di dare un’occhio a Wendy in bottega visto che lui non c’è, non so quando staccherò- spiegò la ragazza, raccattando e coprendosi dei vestiti seminati per il bagno. Il giovane storse il naso ma solo per un secondo “già, l’ecografia”
-Non preoccuparti, anche io domani devo scorrazzare Lucky da tua sorella- disse lasciandosi immergere nell’acqua un po' di più, godendosi la vista della candida ragazza che tristemente si stava infilando i pantaloni, un sorriso perverso solcò le sue labbra quando gli occhi colsero quel succhiotto fatto ad arte nel suo interno coscia, prima di essere ben nascosto dal ruvido tessuto dei Jeans. Lisanna sorrise sentendo quel nomignolo, provava imbarazzo nell’esternarlo direttamente ma trovava il rapporto fra Bickslow e Lucy profondamente dolce, le ricordavano un po' i suoi fratelli
-Allora io vado- disse infine voltandosi, cercando di non indugiare eccessivamente sul corpo lucido e scultoreo del ragazzo, ringraziando mentalmente la schiuma che ne copriva la gran parte
-A venerdì- disse solo il ragazzo, sforzandosi di suonare non curante, ma un sorriso non poté che scappargli quando la ragazza lo salutò mandandogli un bacio che lui finse di afferrare al volo.
“Oh, sono così fottuto”
 
 
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La mano stretta in quella di Natsu e la testa poggiata sulla sua spalla, lui giocherellava con il bordo a frange dei suoi pantaloncini, il leggero tocco le dava il solletico e la calmava allo stesso tempo. Come fossero soli e lontani da quella sala d’aspetto ospedaliera, come se fosse tutto assolutamente normale. Un leggero cigolio fece alzare la testa ad entrambi
-Potete accomodarvi- disse Mira sorridendo cordialmente come sempre, la mano di Natsu strinse un po' di più la presa su quella di Lucy, mentre un sospiro agitato usciva dalle narici. Era la prima visita medica fatta con Natsu, quella precedente era passata in lacrime fra le braccia di Bickslow con il pensiero che lei quel ragazzo dai capelli rosa non lo avrebbe mai più rivisto, come è strana a volte la vita.
-Come procede ragazzi?- chiese Mira, mentre Lucy si stendeva sul lettino e Natsu restava in piedi accanto a lei, appollaiato al suo capezzale cercando di reprimere l’agitazione
-Bene, non possiamo più mangiare le olive- commentò il rosato con un sorrisetto insofferente sul volto
-Non ti ho mai detto che tu non puoi mangiarle- incalzò Lucy, un’espressione dispiaciuta sul suo bel viso, non cogliendo in quel frangente l’ironia del giovane al suo fianco
-Nah, non mi sono mai piaciute comunque- rispose Natsu accarezzandole la testa, lasciandole un leggero bacio sulla fronte per poi voltarsi verso il sorrisetto compiaciuto di Mira.
-Siete proprio carini- disse l’albina, cambiando poi subito argomento
-Le nausee sono normali, e mi duole dirti che in realtà potrebbero anche aumentare- spiegò quindi accendendo con nonchalance i macchinari che sostavano accanto al lettino dove Lucy era stesa.
 
Natsu non poteva negare l’agitazione che gli scorreva nelle vene in tremolanti ondate, si era ripromesso di essere saldo e tranquillo per Lucy, infondo era lei a portare in prima persona quella nuova vita in grembo, e doveva essere tutto molto spaventoso per lei, ma come poteva restare calmo quando ogni secondo che passava si avvicinava sempre più a vedere finalmente il suo piccolo pargolo nella prima ecografia?  Accostare l’orecchio alla pancia di Lucy e sentire la minima presenza dentro di lei era già elettrizzante, trovarsi adesso a poter finalmente vederlo tramite uno schermo era qualcosa di assolutamente destabilizzante. Un’altra constatazione che era tutto vero, dentro quel pancino gonfio c’era un piccolo essere umano, il loro piccolo essere umano, e i mesi sarebbero passati e presto avrebbe camminato con le sue gambette, chiamandolo papà, era spaventoso quanto emozionante. I suoi pensieri furono interrotti dalla mano di Lucy che, senza guardarlo, si era aggrappata alla sua maglietta
-Scusa il gel è un po' freddo- si scusò Mira prima di poggiare delicatamente la sonda sul suo stomaco. Lucy sentì il cuore schizzarle via dal petto quando la sensazione del tessuto della maglietta di Natsu fu sostituita con il calore della sua stretta “fa che sia sano” pensò intensamente, spostando gli occhi sul ragazzo accanto a sé, che finalmente aveva lasciato che le sue emozioni prendessero il sopravvento, inumidendo i verdi occhi quando nello schermo si vide un frenetico pulsare
-Lo vedete?- chiese mira indicando con un dito il piccolo monitor
-questo è il cuore- disse, e sta volta fu Lucy a sentire le lacrime bagnarle le guance
-Batte così in fretta…- sussurrò il ragazzo avvicinandosi a lei, accostando la guancia alla sua dopo averle lasciato un leggero bacio sulla spalla
-è normale, il vostro piccolo è in piena salute- rassicurò Mira continuando a scorrere con la sonda sulla pancia di Lucy
-Lo volete sapere il sesso?- chiese poi guardandoli. I due rimasero in silenzio appena un secondo, non erano mai stati tipi tradizionalisti ma un barlume di esitazione non poté che presentarsi ugualmente, gli occhi dei due si incontrarono ancora, titubanti ma allo stesso tempo accesi di curiosità, non servirono scambi di parole
-Si- dissero all’unisono. I successivi secondi parvero passare come ore, mentre Mira si concentrava sul monitor premendo leggermente di più con la sonda sullo stomaco della bionda
-guardate qua- disse d’un tratto indicando lo schermo, i due affilarono lo sguardo invano, non potendo comunque distinguere molto da quelle immagini
-è un maschietto- constatò Mira sorridendo all’espressione entusiasta che comparve sul volto dei due
-Un maschietto!- esultò Lucy, portandosi una mano di fronte alle labbra come a frenare la forte emozione
-E che maschietto!- incalzò Natsu indicando lui stesso lo schermo. Mira non poté che scoppiare a ridere
-Natsu più giù, quello è il cordone ombelicale!- lo corresse, abbassando lei stessa il dito del giovane, Lucy rise stringendosi al braccio del ragazzo rosso in volto.
 
-Dovrete pensare ad un nome adesso- disse Mira, porgendo i fazzoletti con cui Lucy avrebbe dovuto ripulirsi lo stomaco
-Faccio io- s’intromise pacatamente Natsu
-Okay, allora io vi lascio soli un attimo- si congedò dolcemente l’albina. Delicate e premurose furono le cure del rosato, che lentamente si prodigava a ripulire il gonfio pancino della ragazza
-Allora è un maschietto…- ribadì Lucy sorridendo
-Eh già, il club degli ometti sarà in maggioranza adesso- commentò Natsu passando un’ultima volta sulla pelle ormai asciutta, chinandosi poi tanto da lascarvi un bacio
-Sbrigati ad uscire di lì, che dobbiamo riprenderci il telecomando che la mamma ha rubato- sussurrò il ragazzo sulla sua pelle, alzandosi poi a fronteggiare lo sguardo dolce di lei.
Il sorriso intenerito sulle labbra di Lucy scomparve lentamente “mamma” era così strano essere chiamata così, ma doveva ammettere che il cuore non poteva che sciogliersi
-Che c’è? Non ho per caso ragione?- la punzecchiò il rosato, con quel suo sorrisetto da ragazzino, fu istintivo per Lucy circondare quel volto con le mani e cacciare via il sorriso beffardo con un sonoro bacio a schiocco. Solo dopo quella incontrollata dimostrazione d’affetto un’ombra di imbarazzo le colorò il volto di un leggero rosso, quando il ragazzo era rimasto immobile davanti a lei, come imbambolato e stordito da quell’inaspettato bacio
-Forse dovrei prenderti in giro più spesso- mormorò poi, quasi fra sé e sé come fosse una nota da segnarsi da qualche parte nella mente per potersene ricordare in futuro, smorzando la tensione che era calata su di loro un secondo prima che Mira rientrasse nella stanza.
 
Erano tornati a casa su una nuvola di zucchero filato, azzardando possibili nomi e declinando con una risata quelli altamente improbabili che Bickslow offriva dalla sua postazione di guidatore
-Ma tu non devi andare in bottega adesso?- chiese d’un tratto la bionda
-No, ho chiesto a Lisanna di prendere il mio posto per oggi- rispose Natsu, ignorando lo strano sospiro contrariato che uscì dalle labbra dell’autista
-Sei sicuro che vada bene?- si preoccupò Lucy, infondo quando si erano presentate l’albina non sembrava aver preso la loro situazione tanto di buon cuore
-Certo, non ti preoccupare Luce, è stata proprio lei a proporsi- rispose il rosato
-in segno di pace nei nostri confronti ha detto- continuò poi facendo spallucce, quasi come se non si aspettasse questo improvviso cambio di umore da parte di Lisanna, ma qualcosa doveva essere successo e vedere che era tornato tutto al suo posto era un sollievo per Natsu, che non era mai stato intenzionato a ferire una delle sue migliori amiche
-Ma senti senti…- si intromise Bickslow in poco più di un sussurro, un sorrisetto compiaciuto sulle labbra.
 
 
Il sole stava ormai calando quando in un salto aggraziato il piccolo Happy trovò posto sull’isola della cucina, squadrando Lucy intenta a farsi una tazza di thè deteinato
-Ehilà piccoletto- salutò la bionda grattando il mento del micio, un miagolio gracchiato uscì grato dall’animaletto, prima che si allontanasse dalla mano della ragazza avvicinandosi a quella pila di scatolette di tonno ammassate al suolo, a ridosso del muro
-Hai fame eh?- capì Lucy, notando d’un tratto che di solito era Natsu a dare da mangiare ad Happy, e che da quando erano tornati dall’ospedale si era rinchiuso nel suo piccolo studio da ormai un’ora. Spegnendo il fornellino dove l’acqua per il suo thè stava arrivando ad ebollizione, e svuotata una scatoletta di sgombro nel piattino di Happy, Lucy si avviò nel corridoio con l’intento di scoprire la ragione dell’improvviso assenteismo del rosato, dopo la visita non avevano fatto altro che coccolarsi e lasciarsi andare in sogni ad occhi aperti di una famigliola felice, sparire così non aveva molto senso
-Natsu? Tutto bene?- chiese la ragazza aprendo lentamente la porta dello studio, restando bloccata sulla soglia una volta adocchiata la figura di Natsu rannicchiata davanti ad un grande ammasso di ciocchi di legno, un grande foglio steso sul parquet e una matita adagiata dietro al suo orecchio
-Natsu, che stai facendo?- chiese la ragazza avvicinandosi
-Lucy!- esordì il ragazzo voltandosi di scatto, gli occhi spalancati di chi era stato colto con le mani nel sacco
-Non puoi vedere, esci esci- intimò il ragazzo spingendola dolcemente fuori dalla stanza, chiudendola poi dietro di loro in un tonfo sonoro
-Non posso vedere? Si può sapere che nascondi?- chiese Lucy profondamente smarrita. Il ragazzo sbuffò sconsolato stropicciandosi gli occhi con una mano
-Credevo tu ti fossi addormentata e io… io non ce la facevo più ad aspettare- balbettò il ragazzo come una specie di scusa
-Ma che stai dicendo?- incalzò la bionda
-Qualche mese fa sono arrivati in bottega dei bellissimi pezzi d’abete, li avevo conservati per qualcosa di grande, un armadio forse- cominciò il ragazzo passandosi una mano fra i capelli scompigliati
-Poi oggi ho capito cosa volevo farci- continuò alzando lo sguardo su quello perplesso di Lucy
-Una culla Luce, voglio fare una culla…- sussurrò avvicinandosi a lei, entrambe le mani a coprire il grembo tondo e pronunciato. Gli occhioni della ragazza si allargarono di stupore, per un attimo non aveva potuto che vacillare a causa di tutta quella segretezza
-Una culla?- chiese sorridendo
-Doveva essere una sorpresa… ecco perché non potrai vederla finché non sarà finita!- si raccomandò il ragazzo
-Non ti piace l’idea?- chiese poi inclinando la testa di lato, cercando di scorgere una risposta nella scura ambra che colorava gli occhi di lei
-è un’idea bellissima Natsu, è… stupendo- affermò con voce rotta d’emozione, circondando il collo del ragazzo con le braccia per poterlo sentire più vicino. Fu solo dopo aver sentito il calore del corpo di Lucy a contatto con il suo che Natsu tornò a respirare, non che credesse che sarebbe stata contraria all’idea della culla, ma chissà forse avrebbe preferito comprarne una o magari usare la propria di quando era piccola, era un sollievo scoprirla ancora una volta sulla sua stessa lunghezza d’onda. Natsu lasciò che il dolce profumo della sua pelle gli intontisse i sensi, incapace di trattenersi e sfregare la punta del naso sul suo candido collo quando i singhiozzi della ragazza ridestarono la sua trance
-Ehi, che succede?- sussurrò al suo orecchio, stringendola ancora un po'
-Sbalzi d’umore?- chiese piano, allontanandosi tanto da poterla osservare in volto. Lucy scosse la testa asciugandosi con due dita le lacrime che le bagnavano il volto
-Non lo so, è probabile, è solo che… sono così felice, sai cosa faccio di solito quando sono felice?- chiese la ragazza, ricevendo un cenno negativo dal capo di Natsu
-Chiamo Juvia, e per più di una volta oggi mi sono ritrovata a pensare di chiamarla, dirle “Ehi Juvia è un maschietto! È sano e il suo cuoricino batte velocissimo”- le parole uscivano tremanti e affrante dalla ragazza, tanto che anche le labbra di Natsu non poterono che piegarsi verso il basso
-Ma lei non sa nulla, né del bambino, né di noi e io non ce la faccio a tenermi ancora tutto dentro- confessò la bionda, immergendo il volto nell’ampio e confortevole petto del rosato, soffocando i singhiozzi nel tessuto della sua maglietta.
Non era sotto forma di accusa che lei si ritrovava ad ammettere il suo disagio, Natsu non si era mai dimostrato avverso nei confronti della divulgazione della loro relazione e dello stato interessante di Lucy, anzi, in cuor suo non vedeva l’ora di conoscere la tanto nominata migliore amica della ragazza e di presentarsi al padre di cui lei aveva spesso parlato, ma non avrebbe mai messo fretta o pressione a Lucy, che voleva prendere le cose con calma. Parole incomprensibili uscivano ancora dalle labbra della ragazza, sommersa fra le braccia di Natsu che cercava dolcemente di calmarla
-Okay, okay, ascolta cosa puoi fare- la richiamò lui d’un tratto, facendole alzare il capo e puntellare il mento al centro del suo petto. Lo guardava con occhi lacrimosi da bambina, pendendo completamente dalle sua labbra
-Facciamo una cosa alla volta okay? Chiama Juvia, raccontale tutto e poi decideremo insieme quando e come dirlo anche a tuo padre, va bene?- la sua voce era tranquilla e calda, come fosse tutto sotto controllo e come se qualsiasi preoccupazione fosse in realtà priva di fondamento
-Mi odierà per non averglielo detto prima- commentò Lucy con tono leggermente infantile
-Non ti odierà, non lo farebbe mai, sii sincera con lei e andrà tutto bene- incoraggiò il ragazzo, immergendo le dita nei lunghi capelli dorati, perfettamente consapevole che essere pettinata in quel modo a lei era sempre piaciuto. La ragazza non rispose, le lacrime smisero semplicemente di scendere e il respiro tornò gradualmente stabile, gli occhi rimasero ad osservare il volto di Natsu in piena gratitudine e contemplazione, il bambino non era ancora nato e già sapeva che lui sarebbe stato un grande padre. La fronte del ragazzo si abbassò tanto da scontrarsi dolcemente con la sua, il pieno silenzio li circondava mentre inalavano l’uno il respiro dell’altro, avrebbe voluto baciarlo ancora ma in qualche modo sfregare il naso contro il suo e premere le dita sulla pelle calda della sua schiena, mentre lui la stringeva in modo tanto protettivo e attento, era molto meglio di un semplice bacio
-Va a chiamarla- sussurrò infine lui sulle sue labbra, tanto vicine da percepirne il calore
-Io ti aspetto qui- continuò premuroso, e Lucy lo sapeva già, ne era perfettamente a conoscenza che qualsiasi cosa sarebbe successa lui ci sarebbe stato, sotto la pioggia di ottobre o sotto gli spietati raggi solari d’agosto, lui non si sarebbe mosso di un passo per starle vicino, e nel modo più profondo e sentito, lei avrebbe fatto la stessa identica cosa.  
 
 
 Angolo Nina.D e Sayaka 94
Salve cari lettori ! chiediamo scusa per la scomparsa improvvisa ma gli impegni universitari (Maledette sessioni d’esame) ci hanno reso quasi impossibile aggiornare subito ,causa anche piccoli progetti individuali ,ma siamo tornate finalmente con un capitolo che speriamo possa essere di vostro gradimento! Come sempre critiche costruttive e consigli sono sempre bene accetti
Ps :ringraziamo la Grandiosa Alexia Lil per la proposta sull a culla fatta da Natsu,spero che aprezzerai come Nina ha reso il momento ;3
Un abbraccio e speriamo a presto con il prossimo capitolo.
Grazie mille ancora per le recensioni e il supporto anche silenzioso !
Nina e Sayaka. 

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