Boquet

di Antincendio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciclamino ***
Capitolo 2: *** Elicriso ***
Capitolo 3: *** Margherita ***
Capitolo 4: *** Camomilla ***
Capitolo 5: *** Lillà ***



Capitolo 1
*** Ciclamino ***


Ciclamino

Sasha era bella. 
Era bella in sella al suo cavallo.
Era bella quando sguainava le lame.
Dio, Sasha era bella anche quando aveva la bocca piena di mini panini al formaggio e pretendeva nonostante ciò di parlare.
Per Connie lei era bella, bellissima.
-Connie...mi stai fissando gli fece notare la ragazza mentre si infilava in bocca l'ennesima patata al forno ricoperta di salsa, sporcandosi il lato della bocca.
Lui si allungò dall'altra parte del tavolo e gli tolse la salsa dall'angolo della bocca -sei sporca proprio qu.. ma la sua voce non finì quella frase.
Gli occhi color nocciola di Sasha si fusero con quelli verde smeraldo di Connie.
Fu un'attimo, un solo attimo.
il collo di Connie si allungò ancora e le sue labbra sfiorarono appena quelle di lei che di schiusero permettendo quel piccolo bacio, un bacio casto e semplice ma nonostante ciò era pieno d'amore. 
Si allontanarono poco dopo e Sasha non poté notare il sorriso sghembo disegnato sulla faccia del ragazzo seduto di fronte a lei.
Perché Sasha era bella.
E Connie Springer era innamorato perso di lei.

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Capitolo 2
*** Elicriso ***


Elicriso
 

Il corpo di Eren era appoggiato a quello del suo capitano, il respiro affannoso  e il corpo leggermente sudato, le lenzuola completamente arrotolate sul pavimento e l'odore del sesso che ancora riempiva l'aria.
-Devo rifare il letto si lamentò il capitano, un piccolo mugolio contrariato uscì dalla bocca della sua recluta, era chiaro, voleva stare ancora lì con lui.
-Eren lo capisci che questo non significa niente? che è solo sesso, vero? gli chiese il superiore spingendolo appena e alzandosi.
il capitano cercava i propri vestiti volati per la stanza mentre il suo cadetto sbuffava e annuiva, solo sesso e allenamento, il loro rapporto era quello.
-Capitano...io la amo furono poche parole eppure capaci di sconvolgere un mondo, il corpo di Levi si alzò lentamente e altrettanto lentamente si girò verso il ragazzo che in piedi a pochi passi da lui lo fissava.
Quello era il ragazzo che avrebbe dovuto uccidere se avesse perso il controllo, dannazione!
-E con questa sorta di confessione..cosa speri di ottenere? rispose il capitano, cercando di sembrare il più freddo possibile, vide gli occhi azzurri di Eren Jeager farsi lucidi.
Il ragazzo aprì la porta e usci chiudendola dietro di se.
Quella fu l'ultima volta che fecero sesso.
Levi Ackerman non poteva permettersi di innamorarsi di Eren Jeager.

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Capitolo 3
*** Margherita ***


Margherita

Marco e Jean erano la coppia perfetta.
Ognuno la metà dell'altro, erano legati e si piacevano.
A Jean piaceva molto Marco e  Marco piaceva molo Jean.
-Domani glielo dico! si ripeté Marco davanti allo specchio, si dava coraggio perché voleva dire al suo migliore amico i suoi veri sentimenti, si guardava allo specchio e si sorrideva.
-Domani glielo dico! Domani bacerò Jean! continuava a ripetersi allo specchio, si caricava e voleva farlo, volevo far sgorgare tutto quanto fuori, voleva ogni cosa dell'amico, lo voleva per se e lo avrebbe amato come nessun'altro averebbe mai saputo fare.
Purtroppo il domani per Marco non arrivò mai.
Troppo giovane per andarsene, troppo innamorato, troppo perfetto.
Gli occhi di Jeans si posarono sul corpo dell'amico, ridotto ad un corpo senza vita, metà, era a metà ed era tutto ciò che era rimasto di Marco.
-Sei tu..Marco?
-Cadetto..conosci il suo nome? chiese una donna con una lista in mano, le mani di Jean tremavano e continuava a fissare il corpo dell'amico a terra, era un incubo.
-Non ci credo. Non lui. ripeteva senza prestare attenzione alla donna.
Qualcuno doveva aver visto, qualcuno doveva sapere come era morto..e dio, pregava non fosse morto invano.
-chi è? se sai il suo nome, dimmelo continuò la donna con fare freddo..no, non freddo, Jean si girò appena e vide lo sguardo della donna, consumato dalla paura, dall'odio, dal disgusto.
-stiamo cercando di escludere un epidemia, sono passati due giorni, non abbiamo tempo di commemorare i caduti spiegò la donna, Jean posò gli occhi su quello che era il suo amico, su quello che avrebbe potuto essere il suo amante, sulla persona che amava.
-104° corpo di addestramento, capo della squadra numero 19, Marco Bodt.

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Capitolo 4
*** Camomilla ***


 
Camomilla

Cristha nel campo era vista come una divinità, un sorta di dea in quel mondo popolato da incubi ma questo Ymir lo sapeva bene, ogni volta che la biondina le passeggiava accanto poteva notare gli sguardi di uomini e donne su di lei.
Più volte si era ritrovata a litigare con Rainer, più volte si era costretta a sopprimere i propri sentimenti di gelosia davanti alla ragazza e più volte avrebbe voluto prendere il viso di Cristha e avvicinarlo al suo.
Non era solamente bella ma anche dolce e gentile, un'angelo in poche parole, forse, alle volte si costringeva ad esserlo però sembrava che a lei andasse bene, le piaceva avere persone intorno, non per vanità ma per compagnia.
-Ymir! guarda! urlò la bionda che si era alzata in piedi di scatto e stava indicando il cielo dove un falco volava maestoso nel cielo, la bruna alzò la testa e seguì il dito di Cristha che indicava l'uccello che volava libero nel cielo.
-Mi ricorda un po te, sai? gli disse ad un tratto la ragazzina, la bruna piegò la testa di lato e scoppiò in una risata -sai, per quanto sarebbe bello io non posso volare via, c'è qualcosa che devo proteggere quaggiù commentò prima di alzarsi e raggiunge l'altra che aveva ancora il naso all'insù nonostante del falcone non ci forse già più traccia.
-un giorno questo incubo finirà e allora anche noi saremo libere di volare sussurrò appena mentre una lacrima le rigava il viso, una lacrima che Ymir raccolse con l'indice accarezzandole la guancia.
L'avrebbe protetta, ogni singolo giorno.

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Capitolo 5
*** Lillà ***


Lillà

Erano giorni che lo stressava ogni volta che avevano 5 minuti liberi, si attaccava al suo braccio, lo pregava, gli girava intorno come una trattola e ogni singola volta che si fermava per prendere un tè puntualmente la quattrocchi gli metteva sotto il naso fogli e appunti.
Voleva altri giganti, voleva continuare i suoi esperimenti e voleva l'aiuto di Levi.
-Oh andiamo, l'ultima volta non c'è stato neanche un morto! urlò lei entusiasta mentre districava fogli che continuavano ad arrotolarsi su se stessi.
-Oh è vero, ma l'ultima volta gli abbiamo presi da dentro le mura e si erano praticamente incastrati da soli! non puoi pretendere che io metta a rischio la vita dei miei uomini fuori dalle mura, inconcepibile!e adesso togli tutti questi fogli da davanti, voglio prendermi il mio tè in santa pace! parlò infine il capitano Levi, che nonostante dentro fosse esasperato dal comportamento maniaco della donna fuori sembrava non esserne toccato neanche un po.
Ma Hanji sapeva bene come farlo cedere, sbuffando gli andò dietro, si allungò sulle spalle toniche dell'uomo avvolgendolo in un abbraccio, posò le labbra sul collo e lasciò che il buon odore di lui la travolgesse.
-prometto che non succederà nulla a nessuno sussurrò al suo orecchio mentre allungandosi ancora toglieva la tazza dalle mani di lui appoggiandola sul tavolo poi facendo il giro della sedia si appoggiò sul tavolo proprio davanti al capitano.
-non puoi cercare di corrompermi così, sai? rispose lui alzando un sopracciglio.
La donna si morse un labbro e imbronciandosi abbassò lo sguardo, era proprio dura, tenere testa al "soldato più forte dell'umanità".
Quando di scatto fu lui ad alzarsi dalla sedia, si avvicinò dalla donna e con un gesto repentino se la caricò in spalle, lei per tutta risposta sorpresa da quel gesto rise appena -Levi? lo chiamò.
-finiremo di parlare del tuo assurdo progetto dopo, adesso c'è ne andiamo in camera commentò lui trascinandola via dalla sala da pranzo. Sorrise, avrebbe avuto i suoi giganti.

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