THE SHADOW OF THE KING
Elijah
fu il secondo a svegliarsi dopo Freya e la prima cosa che fece una volta in piedi
fu raggiungere Hayley per darle una mano in quella che, era evidente, era una
battaglia che l’Ibrida aveva già vinto. A dire il vero, quando si era svegliato
ed era corso a raggiungerla, sperava che anche Allison fosse lì con lei perché
per quanto volesse bene ad Hayley non c’era nessuno che volesse rivedere più
della bella e forte cacciatrice.
Quel
biglietto che aveva trovato al suo risveglio però gli metteva addosso ansia e
timore. Sperò di sbagliarsi.
Ricordava
ancora le parole che si erano detti prima che lui cadesse preda di quel lungo
sonno durato cinque anni, ricordava la paura negli occhi nocciola di quella
donna che amava follemente, ricordava la promessa che gli aveva fatto.
Sei
la donna più forte che conosco. Puoi farcela. Ti amo.
Ti amo anche io.
Sarò
forte, lo prometto aveva aggiunto. Elijah era sicuro che avesse
mantenuto la parola.
In
quella strada piena di sangue però, Allison non c’era. C’era solo Hayley nuda e
sporca dopo un combattimento che le aveva fatto venire il fiato corto.
“Hayley”
le sussurrò poggiandole la sua giacca addosso.
Lei
sorrise di sollievo e si girò di scatto per stringerlo in un abbraccio.
L’Originale ricambiò poi si staccò da lei quel tanto che bastava per guardarla
in viso. “Stai bene?”
“Sì,
sono così felice di vederti Elijah. Così felice che la cura funzioni.”
“Sono
felice anche io” le disse lui guardandosi intorno, impaziente. “Hayley, dov’è
Allison?”
“Freya
non te l’ha detto?”
“Detto
cosa?”
L’Ibrida
fece un grosso respiro. “Allison è a New Orleans, è andata a liberare Klaus.”
“Da
sola?” Elijah sgranò gli occhi. “Perché le hai permesso di farlo?”
Lei
lo invitò a seguirla e raggiunse l’auto per prendere dei vestiti puliti. “Primo,
ad Allison non serve il permesso di fare nulla, sai benissimo com’è fatta.
Secondo, molte cose sono cambiate in questi cinque anni Elijah, cose che sarà
lei stessa a dirti perché, credimi, ha più possibilità di riuscita lei di
quante ne avrei avute io.”
“Come?
È un essere umano. È furba ed è forte ma è solo un essere umano.”
“Come
ti ho detto” ripetè lei “Molte cose sono cambiate. Fidati di me.”
Elijah
stava per replicare ma poi li sentì; Kol e Rebekah. Anche loro svegli e in
piedi.
****
Marcel
guidò Allison lungo un corridoio buio, lo stesso corridoio che un tempo
percorreva ogni volta che voleva raggiungere la biblioteca o la camera di
Elijah. Ora era abbandonato a se stesso, sporco, il muschio e l’erba erano
cresciuti ovunque. Si respirava odore di morte e di tristezza. Era un peccato,
quella casa era sempre stata bella, un gioiello nel quartiere più vivo di New
Orleans. Allison sperò di rivederla splendere un giorno, esattamente come in
passato.
“Cosa
ti è successo esattamente? Hai imparato l’arte della magia?” le chiese il
vampiro trascinandola fuori dai suoi pensieri.
“Ho
imparato un’arte, ma non quella della magia” replicò lei. “È una lunga storia
ma non sono in vena di racconti al momento. Ti basti sapere che sarebbe
sufficiente per me schioccare due dita per farti esplodere in miliardi di
piccoli pezzi, ma non lo farò perché credo che in fondo il Marcel che conoscevo
e a cui volevo bene sia ancora lì dentro da qualche parte.”
Marcel
rise. “Schioccare le dita…” mormorò. “Vorrei poterti credere ma sai, sono bravo
a riconoscere quando qualcuno bluffa. E tu stai decisamente bluffando.”
Allison
rise. “Marcel, se pensi che dicendo così mi spingerai a darti una dimostrazione
pratica del mio nuovo status, allora ti consiglio di risparmiare la voce. Al
contrario di te io so gestire i miei impulsi ed i miei istinti.”
Lui
la fissò per un attimo, poi aprì un vecchio cancello che fungeva da porta
dietro il quale c’era la stanza in cui Klaus era rinchiuso. Allison fece
qualche passo avanti, lo osservò seduto in terra, girato di spalle, i capelli
spettinati e la postura afflitta, non c’era nulla del fiero Niklaus Mikaelson. Se
solo avessi scoperto prima cosa potevo fare… si ritrovò a pensare la
cacciatrice facendo qualche passo avanti.
“Sei
venuto a torturarmi, Marcellus?” chiese l’Ibrido.
Allison
fece un grosso respiro. “No, ha solo accompagnato me e adesso se ne andrà.”
Klaus
raddrizzò le spalle, alzò la testa riacquistando una parvenza di fierezza.
“Allison” mormorò girandosi piano, quasi avesse paura che facendolo avrebbe
scoperto che si era sbagliato.
Lei
gli sorrise. “Ciao Klaus. Scusa se ci ho messo tanto.”
Lui
si alzò in piedi, i polsi legati con delle catene. Con passo veloce la
raggiunse e la strinse in un abbraccio carico di tutto. “Ciao guerriera” le
disse rompendo l’abbraccio e guardandola. “Quanto tempo.”
“Troppo.
Preparati, ce ne andiamo.”
“Divertente!”
esclamò Marcel. “Ma temo che tu non abbia compreso la mia disponibilità a
fartelo vedere. Era in nome dei bei vecchi tempi ma lui non andrà da nessuna
parte. Tu invece sei libera di andartene quando vuoi.”
“Marcel”
gli disse lei rompendo con una stretta di mano le catene che tenevano Klaus
legato, guadagnandosi lo sguardo perplesso di entrambi i vampiri. “Io temo
invece che tu non abbia compreso che non mentivo quando ho detto che mi
basterebbe schioccare le dita per ridurti in pezzi” gli fece sapere. “Temo
anche che sarò costretta a farlo se non ti leverai di torno e non ci lascerai
andare.”
Marcel
allungò la mano per afferrarla per il braccio e in un attimo si ritrovò
immobilizzato contro il muro, la sua mano piccola stretta come una morsa
intorno al suo collo. Era forte tanto che non riuscì a muoversi, nonostante ci
stesse provando con tutte le sue forze. Non era un vampiro e non era neppure un
ibrido, lo avrebbe capito dall’odore. Lei invece emanava un sentore potente ma
che mai aveva sentito prima.
“Allison”
le disse Klaus. “Che cosa…”
“È
una lunga storia, te la racconterò mentre andiamo a casa.”
“Non
capisci” Marcel parlò a fatica. “Se non combatterà contro Alistar Duquesne e il
suo piccolo esercito lui non smetterà di dargli la caccia e la darà anche agli
altri. Ad Hayley ed Hope, ad Elijah, a Rebekah…”
Allison
piegò poco il capo. Poi lo lasciò andare e lui ricadde in terra tossendo. “Chi
diavolo è Alistar Duquesne?”
“È
il vampiro peggiore che io abbia mai creato” rispose Klaus prendendo un grosso
respiro.
“Peggio
di Lucien e Cortez e tutti gli altri che abbiamo già affrontato?”
Lui
annuì guardandola. “Molto peggio.”
La
cacciatrice si tolse il cappotto. “Fantastico!” esclamò voltandosi verso Marcel.
“Presentamelo. Combatterò io con lui.”
****
Alistar
era al centro della folla, in attesa che il grande Niklaus Mikaelson si facesse
vedere. In attesa di ferirlo dopo aver aspettato per secoli quel momento. Ah
quando aveva saputo che la discendenza era stata spezzata… la più bella
giornata della sua vita. Il preludio ad una dolce vendetta, quella che
aspettava da tanto, troppo tempo.
Avrebbe
fatto i conti con lui e dopo avrebbe dato la caccia alla madre di sua figlia e
alla bambina stessa e non avrebbe avuto nessuna pietà, per nessuno di loro.
Avrebbe finito anche la vita degli altri Originali, per quel che ne sapeva
erano già belli che morti, anche se la loro fine era stata bloccata da un sonno
magico.
“Vieni
fuori Klaus!” urlò impaziente. “Cosa aspetti?”
“Così
desideroso di morire” mormorò Allison avanzando fino ad essere faccia a faccia
con lui.
Lui
la guardò e allargò le braccia. “E tu chi sei?”
“Alistar
giusto?” la donna fece qualche passo avanti mentre raccoglieva i capelli in una
coda di cavallo piuttosto disordinata. “È strano, non ho mai sentito parlare di
te e non ricordo di averti mai incontrato.”
“Dovresti
ringraziare il cielo di non avermi mai incontrato, qualcosa mi dice che non
sarebbe finita bene per te. Non mi piaci molto…”
“Oh”
Allison rise e guardò per un attimo Klaus, poi Marcel. “Un vero gentiluomo, non
c’è che dire.”
“Combatterà
lei al posto di Klaus” spiegò quest’ultimo. “Si è offerta volontaria.”
Alistar
corrugò la fronte e volse lo sguardo all’Ibrido Originale. “Fai combattere una
donna al tuo posto? È proprio vero allora, che non sei altro che l’immagine
sbiadita del terrificante Niklaus Mikaelson.”
“Tu
e i tuoi amici” intervenne Allison alzando le maniche della sua t-shirt. “Non
siete nessuno, se non la brutta copia del vostro creatore. Dimmi, Alistar,
quanto è frustrante vivere all’ombra di un Re?”
Il
vampiro fece un grosso respiro guardandola. “Non hai ancora risposto alla mia
domanda. Chi diavolo sei tu?”
La
cacciatrice piegò le labbra in un sorriso tanto macabro quanto sicuro. “Io sono
il tuo incubo peggiore e tu stai per addormentarti… permanentemente.”
La
battaglia iniziò.