La regina rifiutata e il migliore amico del re

di Bubbles_
(/viewuser.php?uid=92124)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** égoïste ***
Capitolo 2: *** fou ***
Capitolo 3: *** night changes ***
Capitolo 4: *** she will be loved ***
Capitolo 5: *** let's hurt tonight ***



Capitolo 1
*** égoïste ***


One Shot #1
Titolo: égoïste
Parole: 635
Note: #malinconia, #lysandreinnamorato, #otp!otp!, #ambralasciaperderecastiel


...égoïste

“Non dovrà mai saperlo”.
Silenzio.
Non c’era bisogno di nominare il suo nome. Quelle rare e brevi conversazioni tra noi avevano sempre lo stesso soggetto.
Quelle due iridi celesti non mi lasciarono un momento, alla ricerca di un cenno di assenso che potesse donarle un po’ di sicurezza, e io fui obbligato ad annuire mentre la sua tristezza diventava parte di me.
Tornò a fissare il soffitto liberandomi da tutti quei vincoli che il suo sguardo sempre mi imponeva. Il suo petto si alzava e abbassava velocemente incoraggiando la ritirata del lenzuolo che scopriva ad ogni respiro sempre più pelle. Tratteneva testarda le lacrime, probabilmente già piena di vergogna nel mostrarsi così vulnerabile.
Quando mi ero svegliato con lei accanto, avevo subito capito ci fosse qualcosa di sbagliato. Di solito spariva prima dell’alba. Io con occhi chiusi fingevo di dormire quando invece ascoltavo ogni suo movimento con il cuore che batteva forte nel petto. Quando la porta si chiudeva dietro di lei, una sensazione di vuoto ormai familiare si impossessava di me e il sonno mi abbandonava definitivamente.
“Mi ero ripromessa che non l’avrei più fatto, che non ti avrei più cercato” più si giustificava più un liquido amaro mi si formava in gola. Chiederle – pregarla - di smettere era inutile. Lei non mi ascoltava, non lo aveva mai fatto.
“Ma era con lei e io… io mi sono sentita… mi sono sentita…” scoppiò in lacrime abbandonando ogni corazza.
L’osservai sdraiato su un fianco, i nostri corpi ben lontani dall’anche solo sfiorarsi. La mia mano tremava dalla voglia di toccarla, ma quel tocco non l’avrebbe consolata, l’avrebbe solo riportata alla realtà che tanto stava cercando di evitare. Le avrebbe ricordato che era nel letto di un altro, un letto che non era il suo.
“Non valgo nulla, non per lui” osservai silenzioso il percorso di una lacrima infrangersi nel cuscino, raggiunta presto da molte altre.
“Ma quando sono con te io posso illudermi che non sia così” si voltò cercando nuovamente i miei occhi.
La sua mano raggiunse tremante il mio volto. Piegai il viso accogliendo la sua carezza, assaporando al massimo di quel piccolo contatto, così raro al di fuori dei nostri incontri.
“Sento che valgo qualcosa, che sono importante per qualcuno. Quando però mi sveglio al mattino, quest'illusione svanisce e mi accorgo che quel qualcuno non è lui”.
Ritrasse veloce la mano come se quel piccolo gesto l’avesse scottata. Si tirò a sedere, i piedi a terra, e io rimasi immobile osservando quella schiena che poche ore prima avevo ornato di baci proibiti.
“Suppongo non si possa scegliere di chi innamorarsi” con il mento sulla spalla mi offrì un ultimo sorriso. Era il suo modo di ringraziarmi o così avevo sempre interpretato quei tristi sorrisi.
“Suppongo di no” la mia voce fu meno di un sussurro. Le parole erano scappate dalle mie labbra, la mia lingua si era mossa per comunicare un messaggio che sarebbe dovuto rimanere sepolto.
Qualcosa nei suoi occhi si ruppe, quasi potetti sentirlo. Il sorriso scomparve per lasciar spazio a nuove lacrime. In piedi cominciò a cercare i suoi vestiti. Il suo corpo privo di ogni filtro, nudo davanti a me si muoveva sinuoso offrendomi uno spettacolo a cui ero ormai diventato dipendente.
“Lysandre, mi dispiace… per tutto”.
Mi lasciò solo, con il sapore delle sue lacrime sulle labbra, la pelle marcata dai suoi graffi, il suo profumo intriso nelle lenzuola.
Ambra lasciava che i sensi di colpa la mangiassero viva. Sapeva che non mi avrebbe mai amato e io contribuivo a far crescere qualcosa che ci avrebbe distrutti entrambi.
Ero io il vero egoista, perché nonostante io sapessi tutto questo, io continuavo ad alimentare le fiamme di quel falso e velenoso conforto.
Perché se quello era l’unico modo per averla vicino, non le avrei mai detto di no.




 

Ambra e Lys sono uno dei miei tanti - infiniti - OTP <3
E visto che il fandom sembra ignorare questo fantastico pairing, ho deciso di provvedere u.u
Quindi, vi prego, spargete il verbo! Ambra e Lysandre meritano tante piccole fic piene di cose fluffose!
A parte questi sfoghi da amante dei crack!pairings, spero la fic vi piaccia! Sarà una raccolta di shot, non necessariamente legate tra loro.
Questi due adorabili esserini sono talmente tanto sottovalutati che mi sento quasi in dovere a scrivere su di loro!
Ringrazio chiunque leggerà e spero di convertire altre fangirls al magico mondo del Lymbra (AAA Cercasi suggerimenti per il nome del pairing!)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** fou ***


One Shot #2
Titolo: fou
Parole: 640
Note: #fluffall'ennesimapotenza, #sorrynotsorry, #awwclub, #otp!otp!, #loveisintheair, #prendiamociapugni, #perchènonAmbra?


...fou

“Sei un pazzo. Un pazzo da ricoverare” Castiel sputò a terra un misto tra saliva e sangue prima di pulirsi la bocca con il dorso della mano. Con lo sguardo cercò Lysandre, anche lui seduto a terra, e gli rivolse un sorriso pieno di scherno “Solo una cosa: perché lei?”
Perché lei?
Lysandre puntò gli occhi al cielo, le nuvole si muovevano pigre sopra le loro teste. La mano con cui aveva tirato quell’ultimo pugno bruciava e la testa gli pulsava dolorosamente.
Come poteva rispondere con poche parole ad un domanda che sarebbe potuta essere l’inizio di un libro?
Forse poteva iniziare parlando del modo in cui canticchiava distratta le sue canzoni sotto la doccia, o forse era meglio partire da come si commuoveva davanti ai film d’animazione, gli unici che amasse davvero guardare.
Erano quei dettagli davvero più importanti dei suoi gemiti quando lui le baciava dolcemente il collo? O del modo in cui ridacchiava tutta sola alle proprie battute? Per non parlare delle notti passate a parlare di piccoli e grandi segreti su un letto pieno di briciole di biscotti e l’aria che profumava di tè alla vaniglia – il suo preferito.
Castiel di certo non avrebbe voluto risposte con protagonisti i suoi piedi gelati che cercavano calore sul corpo di Lysandre, o il modo in cui il suo viso si illuminava silenziosamente ad ogni piccolo complimento ricevuto, o ancora la sua incapacità di abbandonare quel suo lato bambinesco e viziato. Tutti particolari che Lysandre però amava alla follia.
E amava il modo in cui cambiava freneticamente stazione alla radio lamentandosi di quanto parlassero gli speakers radiofonici, per poi trovare la canzone giusta e iniziare a cantarla senza vergogna. Amava come riuscisse a far fare a sua fratello qualsiasi cosa piagnucolando un po’, per poi voltarsi con un ghigno diabolico su quel suo faccino furbo. Amava come camminava nei corridoi della scuola ubriaca di sguardi e potere, perché anche lui ci era cascato. Anche lui si era bevuto quella storia della reginetta fredda e indisponente, per poi scoprirla insicura e bisognosa di attenzioni.
E forse Lysandre un po’ amava anche quello, il fatto di essere l’unico a conoscerla davvero. L’unico ad essere riuscito a superare le spine, ottenendo la rosa più bella di tutte. Perché era con lui che Ambra si confessava, era con lui che rideva a crepapelle ed era sempre con lui che si mostrava nuda e vera, senza nessuna maschera.
“Perché Ambra?” ripeté Castiel e questa volta vera curiosità trasparì dalla sua voce.
Perché Ambra? Ancora?
Che domanda sciocca.
Perché lo riempiva di baci e gli accarezzava dolcemente i capelli aspettando che lui si addormentasse al suo fianco? Perché impazziva se una fan del gruppo si mostrava troppo affettuosa nei suoi confronti? (Nina era bandita dalle loro conversazioni). Perché gli ricordava i compiti per il giorno dopo o lo aiutava a cercare il suo taccuino? O più semplicemente perché profumava di gelsomino, aveva i capelli color del sole e gli occhi azzurro mare? Castiel avrebbe decisamente avuto un conato ad una risposta del genere.
Perché Ambra?
Perchè quando aveva deciso di guardarla, di guardarla davvero, anni e anni dopo averla vista per la prima volta, vi aveva visto una ragazza profondamente danneggiata e non c’era giorno in cui non si maledisse per averci messo così tanto.
Quante volte gli era passato di fianco e l’aveva completamente ignorata? Quante volte guardandola non aveva provato altro che fastidio? Era così strano pensare a quei tempi passati, quando adesso non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
Era bastato vederla piangere un giorno, nascondere le lacrime con foga prima di riempirlo dei soliti insulti. Era bastato andare oltre le apparenze.
Era bastato conoscere la vera Ambra per innamorarsi irrimediabilmente e pazzamente di lei.
Il loro non era stato amore a prima a vista, ma di certo era amore.
Perché Ambra?
Lysandre scosse la testa, Castiel non avrebbe mai potuto capire.
“Perché non Ambra?”





 

Avevo promesso fluff e fluff ho dato.
Sono una donna di parola.
Io ho squittitio come uno scoiattolino impazzito scrivendo questa shot,
spero di ottenere lo stesso risultato con voi <3
Un bacione!
Ps - ringrazio le tre gentilissime utenti che hanno commentato la prima shot,
siete state davvero incoraggianti, grazie mille :3
E siete decisamente più brave di me nel creare nomi per i pairings! Lysambra sia!
E ringrazio tantissimo mya_chan, che ha una visione di questa coppia davvero adorabile e mi ha aiutato tanto,
Lysambra non esisterebbe senza di lei :)!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** night changes ***


One Shot #3
Titolo: night changes
Parole: 2396
Note: #otp!otp!, #episodio11, #songfic, #chenonc'entranienteconlacanzone, #sietedeitopini, #ambratuunpo'meno, #introspettivoagogo


...night changes



“Hai perso la mappa?!”
L’urlo di Ambra riecheggiò nella fitta foresta destando dal sonno più di un povero scoiattolo e spaventando a morte una decina di uccelli. Quando anche l’ultimo volatile cessò di starnazzare, un silenzio quasi sinistro si fece largo tra i due ragazzi.
La ragazza lanciò a Lysandre quello che sarebbe dovuto essere il suo sguardo più intimidatorio. Tutti i suoi sforzi furono però vanificati da un leggero tic all’occhio, più che incutere timore sembrava una pazza appena scappata dalla casa di ricovero.
Lysandre, dal canto suo, stava facendo del suo meglio per farle perdere ogni briciolo di pazienza rimastale e il tutto senza neanche farlo apposta.
“Te lo chiederò un’ultima volta” sussurrò maligna puntandogli l’indice sul petto “Hai perso la mappa?”
Se Lysandre fu scosso da quel trattamento davvero poco gentile, ma comunque non del tutto inaspettato, non lo diede a vedere. Indietreggiò rifiutando quel piccolo contatto fisico creatosi e si guardò in giro pensieroso.
“Perdere non è il termine adatto” mugugnò spostando delle foglie con il piede alla ricerca della mappa che lui non aveva perso.
“E quale sarebbe il termine adatto, sfigato?”
La cattiveria nel tono di voce della ragazza lo fece fermare. Quando si voltò Ambra era seduta su un vecchio ceppo a contemplarsi le unghie.
A Lysandre non piaceva Ambra. Più volte si era chiesto come una ragazza tanto bella potesse essere così meschina. Non vi aveva mai veramente avuto a che fare, ma dalle poche parole scambiate, prevalentemente insulti usciti dalla bocca di lei, aveva deciso di starle alla larga. Il destino aveva ironicamente voluto diventasse la sua partner per quella stupida corsa campestre.
Ponderò sul ribattere o meno. Non aveva mai avuto problemi a rispondere per le rime ai soliti bulletti e Ambra non era altro che una di loro. Dopo qualche secondo passato ad osservarla in silenzio decise che lasciar perdere era la scelta più saggia. Ingoiò la risposta che aveva già pronta sulla punta della lingua e riprese le sue ricerche.
“Non devi preoccuparti. La ritroverò. Sono bravo a ritrovare le cose” a quelle parole Ambra scoppiò a ridere e saltò in piedi.
“Tu bravo a ritrovare le cose?” lo prese in giro portando una mano davanti agli occhi in un gesto che Lysandre aveva visto fare più volte al fratello della ragazza “Ho trovato il tuo quaderno in giro per la scuola almeno una ventina di volte, se qualcuno ritroverà la mappa, quel qualcuno sarò io” tagliò l’aria con i capelli e si avviò nella direzione da cui arrivavano.
“Fra poco sarà buio, sarà meglio trovarla prima che cali il sole” senza aggiungere nient’altro si addentrò nella foresta scomparendo dietro un muro di pini.
Lysandre sospirò rassegnato, chiedendosi se Ambra avesse mai letto il suo taccuino. Prima di perdere anche la sua compagna di avventure, affrettò il passo e la seguì.
Smarrirsi in una foresta era già abbastanza terrificante in coppia. Nonostante la compagnia fosse quella che fosse, non aveva nessuna voglia di testare come sarebbe potuta essere quell’esperienza in solitario.


 
*
“Stiamo girando in tondo” dichiarò solenne Lysandre dopo aver evitato per la terza volta un riccio pieno di lumache.
Senza offesa, il mio senso dell’orientamento è decisamente migliore del tuo” chissà perché le frasi che iniziavano così finivano sempre con un insulto qualsiasi.
“Non ho dubbi su questo, ma stiamo girando in tondo” Ambra si voltò di scatto pronta a fronteggiarlo con la sua lingua tagliente, ma non fece tempo ad aprir bocca che il terreno le mancò sotto i piedi.
Lysandre l’afferrò per un braccio salvandola da una caduta rovinosa, prolungò il contatto quel che servì per rimetterla in piedi prima di distanziarsi di qualche passo.
“Quella è la radice su cui ti ho messo in guardia qualche minuto fa. Devo ripetermi?”
Ambra si massaggiò lì dove le dita del ragazzo l’avevano stretta per supportarla e sbuffò annoiata. Odiava essere in torto, ma Lysandre non le stava dando molte altre alternative. Il sole era ormai quasi del tutto scomparso e ogni muscolo del suo corpo la stava supplicando di fermarsi e fare un pausa.
“No, ho capito. Stiamo camminando in tondo” coprì il volto con entrambe le mani stanca e preoccupata.
“Perfetto cazzo. Non abbiamo la minima fottuta idea di dove cazzo siamo finiti. Per non parlare del fatto che è quasi sera. Fottutamente perfetto. Cazzo.” cominciò a marciare avanti indietro gesticolando senza davvero esprimere un concetto e con la voce che si faceva sempre più alta.
Lysandre non l’aveva mai sentire imprecare così tanto e non riuscì a trattenere un piccolo sorriso. Era quasi divertente osservarla disperarsi in mezzo a quelle pareti d’alberi. Ambra non apparteneva a quel mondo. Tutto in lei era fuori posto, da quella ridicola divisa eccessivamente corta alle sue unghie perfettamente smaltate.
“E con chi dovevo finire in coppia? Con uno sfigato che non pronuncia due sillabe più del dovuto, perde la mappa e si veste come un pezzo da museo”
Al sentirsi chiamare in causa Lysandre raddrizzò le spalle e fece per interromperla, ma lo sguardo di fuoco della ragazza lo bloccò.
“E non osare dire che non hai perso la mappa!”
“Volevo contestare il fatto delle due sillabe. Sono in grado di intrattenere amabili conversazioni”
La bocca di Ambra si aprì per chiudersi subito dopo e un sorriso inaspettato le si disegnò sulle labbra.
“Pensavo avresti avuto qualcosa da ridire sul pezzo da museo” lo istigò alzando un sopracciglio con entrambe le mani sui fianchi.
“Sono consapevole delle mie scelte di vestiario”.
Il sorriso appena accennato della ragazza si allargò mostrando due file di denti perfetti.
“Sei divertente. Chi l’avrebbe mai detto?”
Lysandre avrebbe voluto risponderle che non c’era da sorprendersi, ma Ambra sembrava di buon umore e non sarebbe di certo stato lui a rovinarglielo.

 
*

Chissà se ad Ambra piaceva il silenzio. A Lysandre non era mai dispiaciuto. Certo, dipendeva tutto da che tipo di silenzio fosse. Quello che era caduto tra loro mentre il sole lento era scomparso lo avrebbe definito quasi confortante.
Ambra si era seduta con le spalle contro una vecchia quercia e lui aveva fatto lo stesso a qualche metro di distanza. Da quanto erano in quella posizione? Forse dieci, venti minuti. Che importava? Non potevano fare altro nelle loro condizioni se non aspettare il mattino o qualche squadra di soccorso.
Una volta seduto, Lysandre non aveva smesso un attimo di far vagare lo sguardo. Ambra invece aveva chiuso gli occhi quasi subito. Il suo respiro era rilassato, appena udibile nel silenzio della foresta, forse si era addormentata.
La vide rabbrividire e mosso da un impeto di tenerezza si alzò e con qualche difficoltà causata dalle gambe addormentate la raggiunse. Cercando di fare meno rumore possibile si sfilò la felpa e dolcemente gliela posò sulle spalle.
Aveva appena ritratto la mano quando Ambra spalancò i suoi grandi occhi azzurri facendolo trasalire. Lo fissò per un lunghissimo secondo prima di abbassare lo sguardo sulla felpa.
“Non devi farlo” sussurrò a voce bassa, ma senza perdere l’autorevolezza che la contraddistingueva.
“Non sei tu che decidi cosa posso e cosa non posso fare” Lysandre parlò con dolcezza, senza nessuna intenzione d’offenderla e Ambra dovette capirlo perché gli sorrise, di nuovo pensò il ragazzo, e si strinse nella felpa stropicciando la guancia sulla spalla.
“E poi serve decisamente più a te” aggiunse nella sua testa ripensando alla maglietta corta della ragazza, ma decise, saggiamente, di non condividere quel pensiero.
“Allora sai davvero dire più di due parole di fila” Lysandre scosse la testa divertito, celando abilmente la sua sorpresa. Ambra si stava rivelando più tollerabile del previsto.
Si studiarono in silenzio, entrambi con sguardo piacevolmente stupito e con milioni di parole sulla punta della lingua. Quando la situazione cominciò a farsi scomoda, Lysandre interruppe il contatto camminando verso la postazione che aveva abbandonato poco prima.
“Lysandre! Aspetta!” aveva fatto meno di due passi quando Ambra lo fermò con una strana fretta nella voce.
“Puoi sederti accanto a me?” e per la prima da quando la conosceva, Ambra gli aveva lasciato la possibilità di decidere. Glielo aveva domandato, non ordinato e il ragazzo ci mise qualche secondo a digerire quel cambiamento.
Ripercorse lentamente i metri che li separavano e le sedette accanto, il tutto stando ben attento a non sfiorarla, neanche per sbaglio.
“Pensi ci troveranno?” gli chiese una volta si era sistemato in una posizione abbastanza comoda. Gli occhi di Ambra erano puntati al cielo di foglie sopra di loro.
“Penso che questa foresta sia relativamente piccola, che Boris stia probabilmente avendo un infarto per aver perso due dei suoi studenti e che più gente di quello che immagini ci stia cercando. Non preoccuparti, non ce ne è ragione” una volta Castiel gli aveva fatto notare quanto monotono risultasse il suo modo di parlare. In quel momento, nel silenzio totale della notte, dovette ammettere che il suo amico aveva ragione.
“Sei più razionale di quel che credevo” si erano inconsciamente avvicinati, spalla a spalla e con le braccia che sfioravano. Il profumo di Ambra si andò a mischiare al forte odore di sottobosco che aleggiava pesante nell’aria e Lysandre si rese subito conto di quel piccolo contatto.
“Pensi molte cose di me, eppure credo questa sia la nostra conversazione più lunga”.
Ambra rimase in silenzio, tirò le gambe dritte davanti a sé per sgranchirle un po’ e si lasciò scappare un sospiro pesante.
“Sono sicura anche tu ti sia fatto un’opinione su di me”
Aveva mai parlato con tale calma? Gli si era mai rivolta con una tale rassegnazione nella voce?
“So solo quello che tu hai voluto mostrarmi”
“E pensi ci sia di più?”

*

“Non sto scherzando! Una volta l’ho trovato nel bagno delle ragazze, in bella vista sui lavandini” Ambra sorrideva mentre raccontava quell’aneddoto sul ritrovamento del famoso taccuino latitante.
“Mi stai prendendo in giro” tentò Lysandre incerto e seriamente preoccupato di aver vuoti di memoria ad una così giovane età. Ambra rimase impassibile facendo di no con la testa e quando l’espressione del ragazzo di fece disperata scoppiò a ridere dandogli un leggero colpetto sulla spalla.
“Solo un po’” Lysandre si lasciò scappare un respiro di sollievo interrotto sul più bello dallo shock della testa di Ambra che si posava dolcemente sulla sua spalla. Nel parlare si erano avvicinati ancora di più, il calore del corpo della ragazza era confortante in quella nottata gelida e piano piano l’imbarazzo era scomparso.
“A parte gli scherzi, dovresti compare un guinzaglio o qualcosa del genere” Lysandre sorrise a quel suggerimento. Pensò anche un guinzaglio potesse essere una soluzione prima di realizzare che avrebbe perso anche quello.
“Lo hai mai letto?” chiese finalmente dando voce alle sue preoccupazioni.
“Il tuo taccuino? No. Ci sono state volte in cui avrei voluto farlo, per curiosità, ma non l’ho mai aperto”
“Perché non l’hai fatto?” la conversazione si era fatta nuovamente seria. Erano andati avanti così tutta la notte, intervallando a risate e battute piccole confessioni.
“Vorresti che un estraneo entrasse nella tua testa senza chiedere permesso? No? Neanch’io”
Alzò lo sguardo per incrociare quello di Lysandre che la guardava dall’alto e gli sorrise furba.
“E poi sono sicura sia di una noia devastante! Pieno di liste della spesa e storielle su triangoli d’amore con vampiri e uomini-lupo”
“Mi hai scoperto. Sono così dannatamente prevedibile” Ambra rise di gusto, la sua risata soffocata dal petto di Lysandre. Il ragazzo si fece presto contagiare e inconsciamente si ritrovò ad abbracciarla circondandogli le spalle con il braccio.
“Sei divertente. Chi l’avrebbe mai detto?” al sentirsi rivolgere le sue stesse parole Ambra si limitò a sorridere spensierata accoccolandosi ancora di più contro di lui.


 
*

“Non pensi sia assurdo?” quella domanda scappò dalle sue labbra senza che lui potesse controllarla. Era tardi, forse quasi mattina e non aveva mai chiuso occhio. Ambra si era addormenta sulla sua spalla due o tre volte, ma non aveva mai dormito a lungo e a parte per quei pochi minuti di silenzio, si erano tenuti compagnia per tutto il tempo trascorso.
“Cosa?” gli chiese con voce impasticciata e gli occhi chiusi. Quei pensieri sarebbero dovuti rimanere al sicuro nella sua testa, ma le sue labbra avevano deciso di parlare e ora le doveva una risposta. In fondo che male poteva fare dirglielo?
“Come in una notte tutto possa cambiare” la sentì irrigidirsi tra le sue braccia e subito si chiese se avesse detto qualcosa di sbagliato.
Sveglia e senza più nessuna traccia di sonno fece pressione sul petto del ragazzo per tirarsi a sedere. Lysandre la lasciò fare, togliendole il braccio dalla spalle e guardandola confuso mentre si allontanava da lui eliminando ogni possibilità di contatto. Subito si rese conto di quanto il calore del corpo della ragazza gli mancasse quasi dolorosamente.
Ambra si sedette in ginocchio, si stava torturando le mani e i suoi occhi erano più grandi che mai in quelle prime luci del mattino.
“Lysandre, io…”
All’improvviso voci a loro familiari riempirono il silenzio e Ambra saltò in piedi veloce come una molla.
“Ragazzi! Finalmente vi abbiamo trovato!” Boris corse verso di loro con le lacrime agli occhi seguito dai loro compagni e altre persone che Lysandre non aveva mai visto.
Ambra evitò scaltra un abbraccio sgretolante da parte del loro insegnante e corse verso le amiche. Lysandre la seguì con lo sguardo, Boris cominciò a bombardarlo di domande e lui rispose distratto e conciso, senza però mai perderla di vista.
“Ambra! Stai bene?” Lee la squadrò dalla testa ai piedi piegando la bocca in una smorfia.
“Sì, abbiamo perso la mappa e–”
“Lo sapevamo che quello sfigato ne avrebbe combinata un’altra delle sue!” Ambra si bloccò, tra la folla che era andata a crearsi intorno a loro cercò il suo sguardo e quando lo trovò il voltò le si fece infinitamente triste, solo per un attimo però e Lysandre pensò quasi di esserselo immaginato.
La sua espressione cambiò veloce e le sue labbra si tirarono in un’espressione di disgusto e scocciatura.
“Già. È un caso disperato” con quelle parole sparì dalla sua visuale. Decine di persone lo circondarono tutte con una domanda diversa e Lysandre rispose ad ognuna di loro con una calma che non sapeva di avere.
Mentre spiegava come si fossero persi e declinava l’ennesima bottiglietta d’acqua le parole che solo poco prima Ambra gli aveva rivolto gli tornarono alla mente.
E pensi ci sia di più?
Non era poi più così sicuro.
 




Buona notte!
Sono stata un po' lenta a rispondere alla recensioni ed ad aggiornare, mi scuso!
Sono una pessima fanwriter XD
A parte i miei ritardi imperdonabili, volevo parlarvi un po' di questa shot.
E' stata ispirata da due canzoni molto random:
Night changes dei one direction (e il giorno in cui scrissi una songfic su una canzone dei one direction arrivò! Aiuto!)
E fireflies di Owl city, una canzone ormai vecchia di sei anni o-o e ripescata a casissimo stasera (meno male direi, visto che mi ha aiutato a finire la shot xD)
Non sono particolarmente felice di come sia uscita, l'idea iniziale era un pochino diversa,
ma penso me la farò andare bene così! Sono però contenta di essere riuscita a legare questa raccolta ad almeno un episodio.
Un ultimo appunto: per chi non se lo ricordasse (ahem... io!), Ambra aveva modificato la divisa in modo abbastanza discutibile,
optando per un top corto invece di una maglietta normale.
Ringrazio chiunque leggerà e chi deciderà di lasciarmi un commento!
Un bacione!
ps- si ringrazia come al solito mya_chan per aver avuto il coraggio di leggere le mie bozze!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** she will be loved ***


One Shot #4
Titolo: she will be loved
Parole:724
Note: #cheèstamerda#nelpcdapiùdiquattromesi#primissimalysambrascrittamaipubblicata#songficuscitamale#nonhoispirazione quindilapubblicherò!#swag#NONOSOENONVOGLIOCOMMENTAREILNUOVOLOOKDIAMBRA...perchè? Perchèèèè?


...she will be loved
 
Ambra guardava assente fuori dalla finestra. I contorni di ciò che le era davanti erano sfocati da lacrime e pioggia. Strano, il mondo sembrava quasi voler farle compagnia in quella giornata nera.
Il suo riflesso sul vetro era debole e tremante, si andava a sovrapporre a quello degli alberi in giardino. Ogni volta che incrociava il proprio sguardo, veniva presa da nuovi singhiozzi. Era patetica, un vero e proprio rifiuto da buttare insieme a tutto ciò che era rotto o troppo vecchio.
Chi mai avrebbe potuto amarla?
Ingoiò quel boccone amaro, l’aria intorno a lei si fece tossica e per un attimo trattenne il fiato. La nausea che provava era tutta dovuta a se stessa. Odiava essere così debole. Odiava soffrire così tanto per qualcuno che non faceva altro che umiliarla.
Spalancò senza esitazioni la finestra e subito si concesse un lungo e profondo respiro. Chiuse gli occhi per ispirare a pieni polmoni quell’aria carica di pioggia che odorava di terra, pini e malinconia.
Quando li riaprì, Lysandre era lì.
And she will be loved...
 
Lysandre era lì, inerme contro la tirannia di quella triste pioggia. Gli occhi fissi su di lei, i capelli bagnati, i vestiti fradici appicciati al corpo e le mani strette a pugno, le nocche bianche per lo sforzo.
Lysandre era lì, il labbro tagliato, la camicia bianca macchiata di sangue, un occhio nero e gonfio.
Rimasero immobili per interminabili secondi, con la pioggia coma sola testimone di quella silenziosa conversazione.
Ambra all’improvviso si ritrasse. Cadde, le ginocchia si infransero pesanti al suolo. Si rialzò con foga ignorando il dolore nascente e corse. Si precipitò già dalle scale e senza mai riprendere fiato, raggiunse la porta di casa e l’aprì.
E Lysandre era ancora lì, immobile, fermo e gocciolante sotto la fitta pioggia.
“Che ci fai qui?” lei aveva il fiato corto e la voce stanca.
“Sono qui per te” lui aveva le labbra tremanti e gli occhi tristi.
Un secondo dopo era tra le sue braccia e Lysandre la strinse forte. Nonostante i vestiti fradici e il vento freddo, Ambra sentì un forte calore nel petto.

 
And she will be loved...
 
 
“Non avresti dovuto farlo. Non per me.” Ambra lo spogliò lentamente. Gli sfilò la giacca prima di slacciare con mani fredde e tremanti ogni singolo bottone della camicia.
Lysandre rimase in silenzio, si lasciò scappare solo un mormorio di sollievo quando i polpastrelli gelati di lei gli accarezzarono dolcemente il viso tumefatto.
“Passerei ore sotto la pioggia per te. Lo sai.” non ricevette nessuna risposta, solo un lungo sospiro. Le afferrò entrambi i polsi e Ambra fu costretta ad alzare lo sguardo. Quando incontrò quello di lui nuove lacrime le si formarono negli occhi.
“E saresti anche disposto a farti ammazzare?” si liberò dalla presa del ragazzo e indietreggiò veloce, mettendo più distanza possibile tra di loro. Di nuovo abbassò lo sguardo e si fece piccola, stringendosi nelle spalle alla ricerca di un po’ di conforto in quei vestiti ormai bagnati e pesanti.
“È il tuo migliore amico…” la fatica del pronunciare quelle parole trapelò dalla sua voce: preoccupazioni e sensi di colpa si riversarono tutti in quel lamento appena sussurrato.
“Non posso permettergli di trattarti come se fossi spazzatura quanto tu… quando per me sei–”.
“Basta!” Ambra si voltò incapace di guardarlo. Quelle parole, una volta dette, sarebbero state reali, avrebbero cambiato le cose e lei non era pronta.

 
And she will be loved...
 
“Voglio di più” un attimo dopo le braccia di Lysandre erano avvolte intorno alla sua vita. Il suo petto nudo premuto forte contro la sua schiena.
“Non posso più andare avanti così. Vorrei farti sentire bella. Vorrei tu capissi quanto importante tu sei per me. Vorrei amarti e vorrei farlo davvero, non essere… una ruota di scorta solo perché Castiel non riesce a vedere in te quello che vi vedo io.” obbligò Ambra a voltarsi e lei obbedì senza resistenza. I singhiozzi che fino a quel momento avevano interrotto il suo respiro si fecero sempre più forti.
“Permettimi di amarti”.
Quella era la sua ultima e sola richiesta. Lo era sempre stata e Ambra l’aveva saputo fin da quando aveva cominciato a guardarla con occhi diversi, pieni d’amore e non sol desiderio.
Rimase in silenzio, con braccia deboli si allontanò da lui facendo pressione sul suo petto. Non poteva dargli di più, non sapeva neanche se aveva davvero qualcosa da dargli.
“E se io non volessi farlo?”
Please don't try so hard to say goodbye...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** let's hurt tonight ***


One Shot #5
Titolo: let's hurt tonight
Parole: 485
Note: #chinonmuoresirivede, #ambrainnamorata, #otp!otp!, #comingout, #machecifacciodinuovoqui

...let's hurt tonight

 
“Lysandre Ainsworth, mi odierai per quello che sto per fare”.
L’intera scuola la stava guardando. La sua voce rimbombava sicura, più di quello che in realtà fosse, nello scantinato. Con una mano tremante teneva il microfono. L’altra era chiusa a pugno sul petto, come a voler controllare il suo cuore impazzito.
Tra tutti quegli sguardi, lei guardava solo e soltanto lui. Sperava lui non lo distogliesse mai, perché se lo avesse fatto, tutto sarebbe finito. Non ce l’avrebbe fatta. Avrebbe improvvisamente sentito il peso di quello che stava facendo sulle spalle e non ce l’avrebbe più fatta.
“Ti ho costretto al silenzio, alla vergogna e al senso di colpa, ma adesso basta.” un mormorio indistinto si alzò tra il pubblico ed Ambra si ritrovò senza fiato. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, cosa dirgli e in che modo farlo, ma adesso, in piedi su quel palco, ogni parola aveva il peso di un macigno. Usciva dalle sue labbra per rubarle ossigeno e coraggio. Poteva vederla aleggiare nell’aria prima di scomparire e portar con sé una parte di lei.
“E mi odierai per tutto questo, perché lo so. So che non ami essere al centro dell’attenzione. Detesti le grandi sceneggiate, condividere con un estraneo la tua vita.” Lysandre era immobile, i suoi occhi fissi su di lei. Tutt’intorno a lui il brusio si faceva sempre più alto, gli altri studenti lo guardavano pieni di curiosità, le mani a celare sussurri sorpresi.
“Ami i piccoli gesti. Gesti quasi impercettibili, ma così pieni d’amore. Ma vedi, non vi era nessun altro modo” la voce le si era fatta carica di emozione e gli occhi cominciarono a pizzicarle, un velo di lacrime ad offuscare tutto ciò che le era intorno.
“Perché ti ho negato così tante cose. Ti ho negato qualsiasi uscita in pubblico, qualsiasi romanticheria. Ti ho negato il nostro primo appuntamento. Ho cercato di uccidere qualsiasi complicità nascesse tra noi. Ti ho spinto via, allontano da me. Ti ho negato di amarmi” una lacrima le rigò silenziosa il viso mettendo a tacere l’intera sala.
Ambra poteva sentire il suo cuore battere forte nel petto. Tanto forte da sentirlo rimbombare nella sua testa, nelle orecchie, tutto intorno a lei.
“E non vi era nessun altro modo. Perché lo so, lo so mi odierai per questo, ma voglio che tutti sappiano, perché Lysandre, tu ti meriti una dichiarazione d’amore degna di quei film che fingi di amare per farmi felice.” ogni cosa era immobile e Ambra poteva sentire il suo respiro affannato risuonare nell’aria. Lysandre era ancora lì, con labbra socchiuse e braccia sui fianchi.
Lo sguardo complice di un amante.
“Mi hanno insegnato che l’amore è dolore” Ambra ora sorrideva, la lacrime asciutte tiravano sulla pelle e la sua voce si fece appena un sussurro “Ma se l’amore deve far male, allora voglio che sia tu a ferirmi. Perché Lysandre, io ti amo e tutti, tutti devono saperlo”.




 
 
Oh I know that this love is pain
But we can't cut it from out these veins, no
So I'll hit the lights and you lock the doors
We ain't leaving this room 'til we bust the mold
Don't walk away, don't roll your eyes
They say love is pain, well darling, let's hurt tonight












Chi non muore si rivede!
Questo crackpairing è tristemente sottovalutato!
Scrittici del fandom, mi rivolgo a voi, dategli una possibilità ;P


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3162859