ADDIO kAORI

di Risa77
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi ***
Capitolo 2: *** UN corpo solo ***
Capitolo 3: *** L'incubo ***
Capitolo 4: *** Via da me ***
Capitolo 5: *** Cambio vita ***
Capitolo 6: *** Rientro in città ***
Capitolo 7: *** La verità ***



Capitolo 1
*** Ricordi ***


Capiolo 1. Ricordi
Erano passati otto anni dalla morte del suo fratellone. Otto lunghi anni senza sentire la sua voce o trovare conforto tra le sue braccia. Tutto quello che le rimaneva di lui erano i ricordi, tantissimi ricordi che ora tornavano alla mente. Trovare quella lettera proprio nel giorno dell'anniversario della sua morte era stato uno shock per Kaori, ed ora le lacrime rigavano copiose il suo viso e lei non poteva fare niente per trattenerle.

La vita le aveva riservato dei colpi durissimi, e c'erano voluti tutta la sua forza e il suo coraggio per non lasciarsi abbattere.

Ma ora le parole del fratello tanto amato avevano sciolto quel nodo al cuore.

Chiusa nella sua camera Kaori continuava a leggere e rileggere quella lettera, ed era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse dell'uomo che nel frattempo aveva fatto capolino alla sua porta.

Le lacrime e singhiozzi della socia l'avevano portato li, quasi come una calamita.

Ed ora vederla in lacrime circondata dalle foto del suo migliore amico era stato come ricevere un pugno un pieno stomaco.

Per niente al mondo voleva che la “sua Kaori” soffrisse.

La “Sua Kaori”, mentalmente la chiamava così.

Lei improvvisamente alzò lo sguardo e lo vide.

”Ryo ?” non disse altro e lui le fu accanto, come se il suo corpo si muovesse autonomamente. La prese tra le braccia e la strinse a se, come tante altre volte avrebbe voluto fare.

“Cosa succede Kaori? Perché queste lacrime?”

Lei non disse nulla. Ma in quel momento Ryo notò sul letto una lettera di Hideyuki e allora capì, non c'era bisogno di parole.

La strinse ancora di più a se, e lei si lasciò andare ancora di più ad un lungo pianto liberatorio.

“Mi manca tantissimo” disse tra i singhiozzi.

Lui le asciugò dolcemente le lacrime, e quasi senza accorgersene la baciò.

 

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Capitolo 2
*** UN corpo solo ***


Capitolo 2. Un corpo solo Non sapeva nemmeno lui perché l'aveva baciata, voleva solo che lei smettesse di piangere. Il bacio era venuto naturale. Quello che non aveva previsto era che il sapore della sua bocca fosse così dolce. Lei sbalordita lo guardò dritto negli occhi, e lui si perse nel mare nocciola di lei. Le labbra si incollarono nuovamente a quelle di lei, ma questa volta il bacio era avido, quasi a voler sopperire tutti gli anni passati. Lei sollevo le mani e le avvolse intorno al suo collo stringendosi a lui. I loro corpi erano talmente vicini che entrambi potevano sentire il battito del cuore dell'altro. Ryo non aveva mai pensato che stringere una donna potesse farlo stare cosi bene. Aveva avuto moltissime donne, ma mai nessuna gli aveva fatto provare quelle sensazioni. Continuava a baciarla e pian piano le labbra si spostarono nell'incavo del collo di lei, che rabbrividì di piacere. Un piccolo gemito le sfuggi dalla bocca. A quel suono Ryo sentì il sangue scorrergli ancora più velocemente. Iniziò ad accarezzarle il viso e ancora più giù a seguire la linea del seno e dei fianchi. Come aveva fatto a resisterle per otto anni? Non riusciva a spiegarselo. Lei affondò le mani nel mare covino dei capelli di Ryo e inclinò la testa quasi a volersi offrire a lui, che con la punta della lingua disegnava dei cerchi immaginari sul collo di lei. Kaori era fuori di se, non aveva mai provato niente di simile in tutta la sua vita, sentiva un dolce calore crescere nel suo corpo e ad ogni tocco di lui le sembrava di morire. Si aggrappo con forza a lui e i loro corpi aderirono completamente l'uno all'altro. Era così felice, stava succedendo davvero. “Dimmi che non è un sogno, e se lo è ti prego non svegliarmi” mormorò lei quasi impercettibilmente, ma lui aveva capito benissimo e non aveva nessuna intenzione di far finire il sogno di lei. Perché entrambi stavano facendo lo stesso bellissimo sogno. Kaori sentiva le mani di Ryo sul suo corpo. Quelle mani che tante volte l'avevano protetta ora volevano esplorare ogni centimetro di quella meravigliosa pelle di seta. Pian piano la mano di lui si infilò sotto la maglia di lei, arrivando a sfiorare il cotone del reggiseno. Mai un semplice indumento di cotone gli era sembrato così sensuale. In un attimo si trovò senza maglia, esposta allo sguardo di lui, che come ipnotizzato continuava a fissarla. La pelle candida di lei risplendeva ai raggi del sole che filtravano dalla finestra rendendola ancora più bella. Le sgancio il reggiseno e baciò i capezzoli di lei, che in risposta al suo tocco si inturgidirono diventando ancora più sexy. Continuando a baciarla avidamente la sollevò da terra e la adagiò piano sul letto, sfiorandole il ventre, le dita oltrepassarono l'elastico dei pantaloni e degli slip di lei, trovando finalmente il lembo di pelle calda che cercava. Lei non respirava nemmeno per paura che tutto finisse da un momento all'altro, ma quando le dita di lui si insinuarono al centro della sua femminilità, dove nessun altro era mai arrivato, il cuore perse un battito e il respiro si vece veloce. Ryo che tante volte l'aveva presa in giro dandole del maschiaccio, ora la guardava con un sguardo carico di desiderio. E il desiderio era reale, anche lei, nonostante la sua inesperienza poteva vederlo attraverso il tessuto dei suoi jeans. D'impulso la mano di lei si posò proprio lì dove i pantaloni rischiavano di esplodere. “Se fai così non credo di di poter resistere oltre prima di farti mia” disse lui stupito dall'audacia della ragazza. Ma lei lo guardò con aria innocente, e tutto ciò che disse fu: “Non ti ho chiesto di resistere”. “Sei sicura?- Dopo non si può tornare indietro” “Sono sicurissima, come mai in vita mia lo sono stata di qualcosa” I loro vestiti, o almeno quel poco che ne era rimasto finì sul pavimento ed ora i loro corpi si toccavano emanando un calore che gli incendiava. Con le dita lui continuava a stuzzicarla tra le gambe, fino a che lei non disse” Ti Prego fammi TUA!” Lui la guardo, lentamente le fece scivolare le mani sui fianchi e fu sopra di lei. Lei sentiva il corpo di lui farsi strada dentro di lei, e quando lui infranse la sua naturale barriera ebbe un sussulto di dolore. Lui se ne accorse la baciò dolcemente e le chiese se fosse tutto ok. “Tutto ok” rispose Kaori stringendosi ancora di più a lui. I loro corpi si muovevano insieme, come se fossero da sempre destinati a stare uniti. Il respiro sempre più veloce, le mani di lui le davano il tormento, non smettevano un solo istante di esplorare il suo corpo, come se volesse tenere impresso per sempre nella mente ogni centimetro della sua pelle. Un calore ancora più forte si faceva strada in lei, un piacere che nasceva dove il suo corpo si univa a quello di lui, e che si propagava al resto del corpo. “Ryo!!!” urlò Kaori scossa da fortissimi brividi di piacere. Ora anche lui, che fino a quel momento si era trattenuto, assaporò l'estasi che il corpo di lei gli offriva e all'improvviso esplose dentro di lei. Si addormentarono così, ebbri di piacere stretti l'uno all'altra.

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Capitolo 3
*** L'incubo ***


Capitolo 3. L'incubo Dopo qualche ora Ryo si svegliò, ma non si mosse. Voleva ammirare ancora il volto della donna con cui per la prima volta aveva fatto l'Amore. Se ne rendeva conto, prima di allora era stato solo sesso; con lei invece era un'altra cosa, era AMORE. Si alzarono che ormai era pomeriggio inoltrato. Kaori aveva una fame da lupi. Quindi cucinò qualcosa e corse a fare una doccia. Voleva andare al cimitero. In otto anni non aveva mai mancato di andare a trovare Hideyuki, e non avrebbe di sicuro iniziato ora. Si vestì e quando fu pronta disse a Ryo:” Io Vado al cimitero. Tu che fai?” “Devo sbrigare delle cose e poi ti raggiungo,ok?” “Ok” disse lei. Gli diede un bacio, prese la borsa e usci di casa. Un' ora dopo anche Ryo entro al cimitero, dirigendosi dritto alla tomba dell'amico, ma di Kaori non c'era traccia. “Strano” penso “a quest'ora doveva essere già qui”. Si guardo intorno finché la sua attenzione non fu catturata da qualcosa che brillava in una siepe. Si avvicinò e il sangue si raggelò nelle vene quando si accorse che a brillare era la fibbia di una borsa. La borsa di Kaori. Ispezionò tutto il cimitero ma di Kaori non c'era traccia. Di corsa andò alla macchina, stava per salire quando notò un biglietto sul parabrezza. “LA TUA AMICHETTA E' NELLE MIE MANI. NON FARE L'EROE. ASPETTA MIE NOTIZIE E LA RIVEDRAI VIVA” L'avevano rapita. Per l'ennesima volta lei era in pericolo per causa sua. Non sarebbe mai dovuto succedere. Se lei avesse vissuto una vita normale adesso sarebbe al sicuro. “Maledizione!!!!” Questo pensiero lo stava ossessionando. Cosi' rientrato a casa andò dritto al poligono, dove sparo ininterrottamente per quasi due ore. Poi andò a farsi un caffè e proprio in quel momento squillo il telefono. “Pronto” disse Ryo Dall'altra parte della cornetta la voce di un uomo disse: “Se vuoi che la ragazza possa vivere ancora molti anni vieni dopodomani al porto. Ti aspetto a mezzanotte. Da solo” “Chi se?” “Oh che delusione! Ti sei già dimenticato di me” disse l'uomo con voce ironica “Sono l'uomo che metterà fine alla tua lurida esistenza, e tu me lo lascerai fare se vuoi che lei viva. Se farai anche un solo passo falso andrà con te all'inferno”. Quella voce....l'aveva già sentita ne era sicuro. Ma dove? Quando? Togawa. All'improvviso quella voce aveva un nome e un volto. Certo come aveva fatto a non riconoscere subito quella voce. Togawa era un killer con cui si era scontrato molti anni prima e che aveva giurato di fargliela pagare. Se prima era preoccupato per Kaori sapere chi l'aveva rapita aveva trasformato la preoccupazione in angoscia. Oltre ad essere abilissimo con le armi, Togawa era conosciuto nell'ambiente criminale per la sua efferata crudeltà. Infatti non si limitava a uccidere le sue vittime ma godeva nel torturarle e farle morire dopo atroci sofferenze. Pensare a Kaori nelle mani di quell'uomo era un supplizio. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarla e se per farlo ci avrebbe dovuto sacrificare la sua via non aveva alcuna importanza. L'unica cosa importante era riportare a casa Kaori sana e salva. In quel momento giurò a se stesso che se fossero usciti vivi da quella storia l'avrebbe allontanata per sempre. Mai e poi mai avrebbe permesso che la sua vita fosse messa di nuovo a repentaglio a causa sua. Con questo pensiero prese sonno e riuscì a dormire qualche ora. Ma non fù per niente un sonno tranquillo. Il giorno dopo Ryo passo ogni minuto a prepararsi all'appuntamento. Pulì con cura la sua pistola e diede un occhiata alla mappa del luogo dell'incontro. Conosceva bene quel posto, molte volte aveva dovuto battersi tra quei magazzini e li conosceva come le sue tasche. Ora era pronto! Non temeva di morire, era pronto da anni a quell'eventualità. Chi come lui faceva quel mestiere faceva giornalmente i conti con la morte, e lui non l'aveva mai temuta. L'unica preoccupazione era la sicurezza di Kaori. Alle 22 Ryo salì in macchina, mise in moto e andò all'appuntamento. Il posto era silenzioso, si sentivano solo le sirene dei pescherecci che uscivano in mare, l'aria umida era carica di tensione. La luce tenue della luna a tratti veniva offuscata dalle nuvole. Ryo avanzava lentamente guardandosi attorno. All'improvviso la luce dei fari di un auto squarciò il buio. Dall'auto uscì un uomo vestito tutto di nero. Alto, biondo e con dei crudeli occhi blu, Togawa era esattamente come Ryo lo ricordava. “Dov'è Kaori?” disse “Se le hai torto anche un solo capello sei un uomo morto!” “Quanta fretta! Quella sciocca ragazza deve starti parecchio a cuore per fati correre fin qua in suo aiuto!” “Comunque sta bene almeno per ora”. Ryo la cercava con lo sguardo, quando finalmente la vide sui sedili posteriori dell'auto. Togawa la prese per un braccio e la trascinò fuori dalla macchina. “RYO!!!!!” Kaori tra le lacrime vide l'uomo che amava e capì subito il pericolo che correva, iniziò ad urlare “Vai via di qui, non preoccuparti per me! Vattene!!!” “Zitta sgualdrina, e preparati a vedere morto questo cane.” Ryo guardò Kaori, non poteva sparare, avrebbe potuto ferirla, perché quel bastardo si faceva scudo con il corpo di lei. Togawa era sicuro di se. Aveva chiarito che Ryo avrebbe dovuto farsi ammazzare. Solo allora Kaori sarebbe stata libera. Ma Ryo non era così sciocco da credere alle parole di un uomo meschino come quello. “Allora siamo d'accordo, butta la pistola e fatti uccidere! Solo allora lei sarà libera” “NOOOOO!!!!!” gridò ancora Kaori, “ non farlo ti prego!” Ma Ryo non l'ascoltava e butto a terra la pistola. Non poteva rischiare quel bastardo teneva Kaori sotto tiro. Togawa fece un sorriso di soddisfazione e puntò la pistola su Ryo. “Và all'inferno” disse. In quel momento Kaori riuscì a liberarsi si getto verso Ryo proteggendolo, Togawa fece fuoco. Ryo raccolse velocemente la sua pistola e sparò contro l'uomo che cadde a terra senza senza vita. Si precipitò su Kaori, si chinò su di lei, la prese tra le braccia e la portò di corsa all'ospedale.

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Capitolo 4
*** Via da me ***


Capitolo 4. Via da me Fortunatamente il proiettile non aveva colpito nessun organo vitale, ma sarebbe potuta andare molto peggio. Fu portata subito in sala operatoria dove fu sottoposta per tre ore ad un delicato intervento. Quando venne portata in camera, Ryo era li che aspettava. Non si era mosso per tutto il tempo e quando lei riprese conoscenza lui la rassicurò che era tutto finito. Kaori passo una settimana in ospedale e quando i dottori finalmente la mandarono a casa era felicissima. Non vedeva l'ora di tornare a casa e stare nuovamente tra le braccia di Ryo. Lui venne a prenderla, ma Kaori lo conosceva bene e capì immediatamente dalla sua espressione che qualcosa non andava. Non parlarono per tutto il tragitto e quando arrivarono a casa Kaori notò che le sue cose erano state messe tutte in un angolo. “Che significa Ryo? Perché le mie cose sono tutte qui?” “Te ne vai” rispose lui con voce fredda. “Me ne vado? - “Dove? Ma perché, io non capisco” “Ryo dimmi che è un scherzo. Dopo l'altro giorno credevo che tra noi ci fosse!!!” Ryo non sembrava ascoltarla. La fissò negli occhi e con voce durissima le disse: “ Ti sei resa conto che quel pazzo poteva uccidere te e me? Io ho bisogno di un'assistente che sappia cavarsela da sola. Il mio lavoro è molto pericoloso, devo poter contare su persone valide. Non è la prima volta che combini dei casini e ora sono veramente stanco” Lei lo guardava ma stentava a riconoscerlo. Stava per dire qualcosa ma lui aggiunse: “Il fatto di aver fatto sesso una volta non vuol dire che tra noi ci sia qualcosa. Mi spiace dirlo ma...” “Va bene ho capito il messaggio” lei lo blocco non voleva sentire altre cattiverie. Era stata una stupida. Aveva creduto in lui ed ora lui la stava buttando via come una vecchia scarpa. Le sue parole erano state durissime. “Sesso” aveva definito sesso il loro incontro. Lei si era donata anima e corpo a lui, e lui l'aveva trattata come tutte le donnicciole a cui correva dietro. Ryo uscì di casa dicendole che sarebbe stato via qualche ora e che per il suo ritorno non voleva trovarla lì. Lei cerco ancora di fargli cambiare idea ma lui era irremovibile. Così Kaori prese la sua roba e tra le lacrime lasciò la casa in cui aveva vissuto negli ultimi otto anni. Mise le valige in macchina e per qualche ora girò per la città senza una meta precisa. Senza accorgersene si trovò davanti al Cat's Eyes. Appena Miki la vide capì subito che qualcosa non andava, così lasciò Umibozu al bancone e lei rimase con Kaori. La fece sedere a un tavolo portandole qualcosa di caldo. Kaori sembrava sotto shock. Cosa poteva essere successo per ridurla in quello stato. “E' successo qualcosa tesoro? Hai una faccia. E' stato Ryo ci scommetto. Che ti ha fatto stavolta? Kaori scoppio in lacrime e raccontò tutto all'amica. Raccontò del rapimento, di come Ryo l'aveva salvata e di come al suo rientro le avesse dato il ben servito sbattendola letteralmente fuori casa. Miki era furiosa, se non fosse stato per Umibozu che la bloccò sarebbe corsa subito da Saeba per fargli un occhio nero. Prese subito in mano la situazione, Kaori sarebbe rimasta lì tutto il tempo che voleva, andò subito a prepararle una camera. Kaori accetto l'ospitalità dell'amica, sarebbe rimasta qualche settimana. Il tempo di rimettersi e capire cosa fare. Già dal mattino seguente si diede da fare e non fece pesare la sua presenza in casa degli amici aiutandoli più che poteva al locale e Miki dal canto suo era molto felice di averla in casa, le voleva molto bene. Per lei era come una sorella.

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Capitolo 5
*** Cambio vita ***


Cambio vita Una mattina, seduta ad una dei tavoli del Cat's Eyes, Kaori osservava la gente che passeggiava fuori dal locale, aveva lo sguardo fisso e sembrava assorta nei suoi pensieri. Pensava a cosa avrebbe fatto, anche se Miki e Umibozu erano sempre molto gentili, lei non poteva stare ancora a lungo da loro. Ormai viveva lì da un mese, doveva andar via. “Un mese” pensò Kaori “Oh mio Dio!!!” Era passato più di un mese da quando era stata con Ryo, e solo ora si era resa conto che da allora non aveva ancora avuto il ciclo. Corse immediatamente in farmacia per acquistare un test di gravidanza. Rientrò in casa e si rinchiuse in camera sua. Fece il test e dopo qualche minuto comparve una piccola striscia rosa. INCINTA, non c'era dubbio era veramente incinta. E ora cosa avrebbe fatto, non poteva certo tornare da Ryo, non voleva costringerlo a tenerla con se. Ci pensò a lungo e alla fine decise che si sarebbe trasferita in provincia, lì sarebbe stato più facile. Quando era andata da Miki non le aveva detto di essere stata con Ryo, sapeva che loro erano amici di entrambi e non voleva mettersi tra di loro. Così non disse nulla del suo stato. Per qualche giorno Kaori pensò al da farsi. Avviso l'amica che aveva deciso di andar via. Miki insistette parecchio per sapere dove Kaori fosse diretta. Ma lei ancora non aveva una destinazione così cercò di tranquillizzare l'amica dicendole che appena sistemata le avrebbe fatto avere il suo indirizzo. Il giorno della partenza di Kaori, Miki era tristissima, aveva provato in tutte le maniere a farle cambiare idea ma non c'era stato verso. Così si salutarono e tra abbracci e lacrime Kaori lasciò la sua amata città. Dopo tre ore di viaggio era stanchissima, così si fermo in un piccolo paese. Trovò una pensioncina molto carina ed accogliente, prenotò una camera per qualche giorno e andò a riposare. Firmando i registri aveva usato il cognome della mamma. Non voleva che Ryo la potesse trovare. La mattina dopo scese a fare colazione e ne approfittò per chiedere alla proprietaria della pensione se in paese qualcuno cercasse del personale. La signora ci pensò su un momento e poi le disse che effettivamente qualche giorno prima aveve notato un cartello nell'agenzia di assicurazioni vicina. Finita la colazione Kaori andò subito all'assicurazione, parlò con il titolare che le spiegò in cosa consisteva il lavoro. All'inizio fu presa in prova ma qualche settimana dopo il titolare le confermò l'incarico. Lei ovviamente era felicissima, ma a quel punto confessò al titolare di aspettare un bambino. Voleva essere sincera, così gli disse della gravidanza ma assicurò anche che non avrebbe interferito con il lavoro. Anzi il fatto di dover mantenere il suo bambino l'avrebbe resa ancora più scrupolosa. Il titolare apprezzò molto la sua sincerità e le confermò il contratto. La vita in quel paese era molto tranquilla, e Kaori spesso pensava alla sua amata città. Ormai conosceva quasi tutti, si era molto affezionata alla signora Yumi proprietaria della pensione che la trattava come una figlia, e infatti Kaori aveva continuato a vivere li. I mesi erano passati velocemente e una mattina Kaori cominciò a sentire i primi dolori del parto, la signora Yumi l'accompagnò subito all'ospedale. Kaori partorì una bellissima bambina, decise di chiamarla Akane. Era la bimba più bella che lei avesse mai visto, aveva gli occhi e i capelli di Ryo ed era perfetta. La nascita di Akane riempì le giornate di Kaori, che cercava in ogni modo di tenere la mente occupata. Perché anche dopo un anno la sua mente le riproponeva costantemente il volto di Ryo, e lei non voleva pensare a lui. Avrebbe voluto odiarlo, ma il suo cuore sembrava pensarla diversamente. Lo amava ancora, nonostante tutto lo amava e dimenticarlo non sarebbe stato facile. Akane cresceva velocemente e somigliava sempre più a Ryo, aveva gli stessi occhi, gli stessi capelli e persino lo stesso sorriso.

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Capitolo 6
*** Rientro in città ***


Rientro in città Erano passati due anni ormai da quando aveva lasciato la città, e ora Kaori si preparava a rientrare per qualche giorno. Era l'anniversario della morte di Hideyuki e lei non voleva mancare nuovamente. Già l'anno precedente ci aveva rinunciato perché Akane era troppo piccola. Ma ora aveva compiuto un anno e Kaori voleva farle conoscere lo zio. Prese qualche giorno di ferie, il suo titolare fu felice di accordargliele visto che in pratica da quando era stata assunta aveva preso quindici giorni solo per la nascita della bambina e poi non si era mai assentata. Prima di partire aveva chiamato Miki e l'aveva avvisata del suo arrivo. Voleva essere sicura di non incontrare Ryo. Miki si era detta da subito disponibile ad ospitarla, ma non sapeva che Kaori non sarebbe arrivata da sola. Preparò la bambina e caricò l'auto. Ecco ora era pronta per partire. Kaori preferì non fare tutta la strada di filato, per non stancare troppo Akane, così si fermo parecchie volte durante il viaggio, allungando i tempi. Arrivo davanti al Cat's Eyes più di quattro ore dopo, quando ormai era quasi mezzogiorno. Prese la sua bambina e dopo essersi accertata che Ryo non fosse nei dintorni entrò. Miki le corse subito incontro, ma rimase di stucco vedendo la bambina. “E questa bimba?” chiese stupita. Kaori sapeva di non poter mentire all'amica così le disse la verità. “E' mia figlia, si chiama Akane” “TU-TUA FI—FIGLIAA!!!!” Balbetto Miki sgranando gli occhi come se avesse visto un alieno. Non si sarebbe mai aspettata che Kaori arrivasse con una bambina. Si sedettero ad un tavolo, Akane era talmente stanca che si addormentò poco dopo lasciando alle due amiche il tempo di parlare. Kaori aveva la sensazione di non essere mai andata via. Si sentiva un groppo in gola nel trovarsi seduta a quel tavolo dove tante volte aveva preso il caffè con Ryo, lì ogni cosa le ricordava lui. Così ad un certo punto, senza volere , si trovò a chiedere di lui all'amica. Miki le disse che da quando lei era andata via Ryo era diventato molto taciturno e andava al bar sempre più di rado. Il cuore di Kaori si strinse, pensando al Ryo diffidente che aveva conosciuto e a quanto le ci era voluto per fargli capire che non era solo e che di lei poteva fidarsi. Anche se poi non aveva avuto il finale che sperava. “Perché sei tornata Kaori?” “Domani è l'anniversario della morte di Hideyuki. Saranno esattamente dieci anni che non è più con me” fece una pausa e poi proseguì “Avevo promesso a me stessa e a lui che ogni anno sarei andata da lui. E già l'anno scorso ho mancato alla mia parola.” “Non succederà mai più”. “Capisco” disse Miki annuendo. Miki guardò Akane dormire serenamente, no ebbe bisogno di chiedere del padre, si vedeva lontano un miglio. Non disse nulla e non fece domande, lasciò a Kaori il tempo che le serviva. Quando sarebbe stata pronta, sarebbe stata lei a parlargliene. Il pomeriggio passò in un baleno. Quando la bambina si svegliò cominciò a giocare era così buffa che gli occhi erano tutti su di lei. Dopo aver mangiato qualcosa Kaori prese la bambina e andò a letto. Era stata una giornata faticosa e lo sarebbe stato anche l'indomani.

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Capitolo 7
*** La verità ***


La verità Il mattino seguente si alzò, fece una doccia e si preparò per andare dal suo fratellone. Era davanti alla tomba di Hideyuki e con le lacrime agli occhi gli presentò la sua nipotina. La bambina cominciò a lamentarsi perché aveva sete, così Kaori chiese a Miki; che l'aveva accompagnata se poteva portare Akane alla macchina per bere. Kaori era rimasta sola con i suoi pensieri : “Perdonami se l'anno scorso no sono venuta. Non succederà mai più” All'improvviso sentì dei passi alle sue spalle. Non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi. Sapeva benissimo chi era. “Sapevo che saresti venuta!” la voce di Ryo era anche più calda di come la ricordava. Si voltò lentamente e lo vide. Sembrava stanco. “Ti trovo bene” disse lui “Grazie” “Tu come stai?” Lui non fece in tempo a rispondere che le risate di una bambina lo interruppero. Miki si accorse troppo tardi che Kaori non era sola, e Akane aveva già lasciato la sua mano per correre tra le braccia della mamma. “Mi dispiace” disse Miki. Ma Kaori la rassicurò, in fin dei conti non era colpa sua. Aveva imparato a capire che la sua bambina, era molto caparbia, e quando si metteva in testa qualcosa era un piccolo ciclone. Ryo spalancò gli occhi incredulo. Non capiva, chi era quella bambina? E perché era corsa da Kaori? Stava per fare quelle domande ma le parole gli morirono in bocca. Kaori lo anticipò dicendo: “Ryo, lei è Akane, mia figlia”. Figlia......Kaori aveva una figlia!!!! Quella bambina era la figlia di Kaori, doveva aver capito male. Forse la sbronza della sera prima non era ancora passata. Eppure lei aveva detto proprio figlia...Mia Figlia! MALEDIZIONE!!!!! Lui aveva passato due anni d'inferno, aveva sentito la sua mancanza ogni santo giorno. Si alzava durante la notte e aspettava di sentire i passi nella sua stanza. Due anni di attesa, due anni di dolore. Ecco cosa erano stati per lui...due lunghi anni di dolore. E lei invece aveva avuto una figlia. Non sapeva cosa dire, così si voltò e andò via senza dire una parola. Kaori per un momento vide la sofferenza nei suoi occhi, ma poi si convinse che fosse stata la sua immaginazione. Erano rientrate da poco al Cat's Eyes quando la porta si spalancò. Ryo era di fronte a lei e la guardava negli occhi. I suoi bellissimi occhi nocciola che lo avevano tormentato tutte le notti. Andando via dal cimitero aveva pensato a quella bambina. Non riusciva a levarsela dalla testa. Non era esperto di bambini ma a guardarla sembrava avesse poco più di un anno. Quella constatazione fece sorgere un dubbio in lui. E se fosse stata sua figlia....Quel pensiero lo accompagnò per tutta la strada. Doveva sapere la verità. Senza pensare troppo e fare troppi giri di parole all'improvviso le chiese: “E' mia figlia?” Kaori non rispose, non sapeva cosa dire. “Rispondi Kaori, maledizione! Ho il diritto di saperlo? E' MIA FIGLIA???” “Cosa vuoi che ti dica? Cosa vuoi sentirti dire?” disse lei. “La verità!!! Voglio la verità” “SII! E' tua...Nostra Figlia” Una figlia, aveva una figlia, la guardava e non poteva credere ai suoi occhi. Era bellissima! Si girò verso Kaori “Perché diavolo non mi hai detto nulla!” Lei lo guardava sorpresa, come avrebbe potuto dirgli che aspettava un bambino dopo che lui l'aveva trattata in quel modo. Non voleva incastrarlo. “Per te era stato solo sesso! Sei stato molto chiaro, e io non volevo certo appiopparti un figlio che non volevi” Ryo in quel momento vide negli occhi di Kaori tutto il dolore che aveva passato. Come faceva ora a spiegarle che lui l'aveva sempre amata e che dopo il rapimento voleva che lei fosse al sicuro. Così le parlò con sincerità e le disse tutto. Cercò di farle capire come si era sentito al pensiero che qualche pazzo potesse farle del male per colpire lui. Non poteva permettere che accadesse. Così con il cuore a pezzi l'aveva allontanata, ma mai, nemmeno per un istante aveva smesso di amarla. Akane intanto aveva smesso di giocare, si avvicinò a Kaori allungando le mani per farsi prendere in braccio. Kaori sollevò la piccola e le diede un bacio sulla fronte. Aveva uno sguardo pieno d'amore. Guardò Ryo e gli disse: “Vuoi prenderla in braccio?” “Posso?” chiese lui titubante. In tutta risposta Kaori mise Akane tra le braccia di Ryo. “Tesoro, questo è il tuo papà”disse. La bambina lo guardò per un po' e dopo averlo scrutato qualche istante gli regalò un meraviglioso sorriso e butto le piccole braccia al collo di Ryo. Le sensazioni che Ryo provò erano qualcosa di indescrivibile, si sentiva al settimo cielo. Non aveva mai pensato di mettere su famiglia. Per quelli come lui non era previsto un lieto fine. Ed ora quella piccolina gli aveva dato una linfa nuova. Aveva un motivo in più per lottare. Garantire alla sua bambina una vita felice. Lei aveva bisogno di lui. Gli occhi di Kaori erano pieni di lacrime. Ryo la guardò dolcemente. “Vieni a casa con me” Lei lo guardò per qualche secondo “Sei sicuro Ryo?....Non voglio che tu faccia qualcosa per cui non sei pronto. Non sei obbligato Noi ce la caveremo ”. “Penso di non essere mai stato pronto a nulla come in questo momento” Poco dopo varcavano la porta di casa insieme. Akane si era addormentata in braccio a Ryo. Era davvero un spettacolo. Misero la bambina sul vecchio letto di Kaori e andarono in cucina a farsi del caffè. Ma Ryo non aveva nessuna intenzione di perdere altro tempo. Aveva buttato al vento due anni, non avrebbe sprecato nemmeno un solo istante. Prese Kaori tra le bracia e la baciò con passione. Avvicino la bocca all'orecchio di lei e le sussurrò: “Non era Sesso. Era la prima volta che facevo l'amore con una donna. Perché prima di te non avevo mai amato nessuna!” Continuarono a baciarsi e ad accarezzarsi fino a quando il loro desiderio non poteva aspettare oltre e si lasciarono trasportare dal loro amore. Kaori non era mai stata così felice, ora era finalmente con Ryo e questa volta sarebbe stato per sempre. Perché lei no avrebbe mai rinunciato a Lui.

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