Il diario di Death Mask

di Tsukuyomi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 6 - 15 Giugno ***
Capitolo 2: *** 16 giugno ***
Capitolo 3: *** 17-18 Giugno ***
Capitolo 4: *** 19 Giugno ***
Capitolo 5: *** 20 Giugno ***
Capitolo 6: *** 21 Giugno ***
Capitolo 7: *** 22 Giugno ***
Capitolo 8: *** 23 Giugno ***
Capitolo 9: *** 24 Giugno ***
Capitolo 10: *** 25 Giugno ***



Capitolo 1
*** 6 - 15 Giugno ***


Death Mask Journal 6 Giugno
“Potete cominciare con ‘Caro Diario’…” Potrei cominciare con ‘Vaffanculo’.
Da oggi, per volere della dea Atena, tu, inutile agglomerato di carta, sarai il custode dei miei più intimi pensieri e sentimenti. Bello. Ma guarda se... Sono arrabbiato, irritato e forse addirittura incazzato per questa storia. Per quale recondito motivo io, Death Mask di Cancer devo tenere un diario? Ma me ne può fregare qualcosa di meno? Per i posteri dice la dea. “Sarà utile per i vostri successori” dice lei. Poteva iniziare con questa boiata con la prossima generazione direttamente. Sì, oppure poteva iniziare con quella precedente, non che sarei stato più contento, ma almeno mi sarei rassegnato appena conquistata l’armatura. Secondo la nostra dea dovremo scrivere tutto ciò che ci passa per la mente, ma ovviamente prima dobbiamo presentarci. Dobbiamo far capire chi siamo, chi eravamo. Da quando siamo nati a quando per forze di causa maggiore non ci saremo. Oh come non riesco ad ingoiare questo rospo. La “dolce” creatura che è l’incarnazione di Atena in terra ha avuto addirittura un piccolo appunto per me, solo per me: “Mi auguro che utilizzerai un linguaggio meno volgare e scurrile di quello che utilizzi quotidianamente”. Sono rimasto di merda.
Ma devo far capire ai prossimi sfigati chi ero o devo recitare la parte del bravo bambino? Comunque sarò una testa di cazzo anche qui. Scriverò tutte le parolacce che mi verranno in mente e forse ne inventerò di nuove. Così, per ripicca. Il prossimo cavaliere del cancro o si ammazzerà di risate leggendolo o preferirà spararsi sui coglioni. Non mi interessa. Comunque nessuno di noi ha preso particolarmente bene questa storia del diario, delle memorie, della propria biografia scritta senza essere voluta o  quello che è o come la si vuol chiamare. Devo dire che dare una punteggiatura ai pensieri è abbastanza difficile ed è anche abbastanza difficile annotarli considerando che il pensiero è leggermente più veloce della mano ma tanto a noi non importa o almeno a me non importa. C’è un tipo di scrittura che si chiama ‘flusso di coscienza’, scrivi esattamente ciò che pensi e come lo pensi. Ovviamente la tentazione di mettere punti e virgole e pause varie viene quasi spontanea ma se proprio devo fare questa porcata almeno cercherò di divertirmi.  Forse non l’avevo fatto intendere bene: NON POSSO RIFIUTARMI!!
Su 14 persone alle quali è stato chiesto (ordinato) di aggiornare, possibilmente quotidianamente un diario, solo due si sono mostrate appena appena più propense di me e degli altri compagni. L’hanno presa con filosofia e hanno detto “Servirà a fare un po’ di introspezione almeno”. Sion e Dohko, sarà che avete un milione e mezzo di anni per gamba, ma non riesco a condividere la vostra saggezza e la vostra buona volontà nell’impegnarvi in un compito che non si addice neanche lontanamente ad un guerriero.
Ho sentito dire che con l’abitudine la stesura di un diario diventa più semplice e più piacevole, che è normale che si provi imbarazzo davanti al foglio e non sapere cosa scrivere. Mah … sarà vero. Io so solo che mi sento un minchione. Però sto scrivendo. Ci sto riuscendo. Sarei fiero di me se solo me ne sbattesse qualcosa.
Che vita …
Beh, ho già scritto fin troppo oggi. Ho cose più importanti da fare: sputare per terra, ad esempio.
Ciao?
A domani. (forse)

7 Giugno
Ok agglomerato inutile di carta. A noi due. No, non ci riesco. ‘Caro diario?’

8 Giugno
[Scarabocchi]

10 Giugno
Ok, mi rassegno. Devo scrivere un maledetto diario e lo farò. Sì, cazzo, lo farò.
Che cosa si scrive su un diario? Un po’ tutto immagino. Che fesseria disumana. Ci sto provando ma non mi riesce. Non posso improvvisarmi scrittore. Io che ho problemi a lasciare un appunto per avvertire qualcun altro anche solo per dirgli “Sono passato a trovarti e non c’eri”. Non ho mai saputo che cosa scrivere. Mai. Forse mi faccio troppi problemi ma vorrei evitare di doverlo fare. Oh dèi dell’Olimpo, mi sembra una tale idiozia. Forse potrei scrivere il motivo che mi costringe a questa stesura. Beh, io e i miei compagni cavalieri d’oro siamo stati riportati in vita pochi giorni fa: il primo di giugno per l’esattezza. Era una giornata di sole, come oggi, e c’era un caldo soffocante. Il mio, anzi i nostri, spiriti erano stati sigillati all’interno di un masso al quale sono state date le nostre fattezze. Non sapevamo dov’eravamo, sapevamo perché eravamo lì e sapevamo che ci saremmo rimassi per sempre. Beh, chiaramente ‘per sempre’ è durato poco. Siamo rimasti sigillati un anno, giorno più giorno meno.
Credo che il primo giorno di Giugno sia stato il più bello della mia vita. Non solo potevo riabbracciare la vita, ma potevo rivedere i compagni di tante battaglie, uomini che considero fratelli. Non so come siano andate le cose o cosa sia successo, nessuno di noi ha osato chiedere né il perché né il percome.
Ricordo solo il buio, la sensazione di aver vicino gli spiriti di persone a me conosciute ma non potevo sentirli realmente. Una sensazione di … vuoto, un vuoto orrendo. Poi una luce accecante assieme ad una sensazione di calore talmente intensa che mi avrebbe tolto il respiro, se solo avessi respirato. In un istante mi son trovato ad aprire gli occhi, bruciavano come l’inferno. Li coprii con le braccia.
D’un tratto mi resi conto che le cose erano cambiate. Percepivo la brezza e il sole sulla pelle che credevo di non avere più, considerando che mi era rimasta solo l’anima e che per giunta era sigillata nel nulla, percepivo  un odore familiare di vegetazione e mare, sentivo che ero dentro dell’acqua, o almeno c’erano i miei piedi e percepivo, no, sentivo chiaramente delle urla. Urla di gioia però. Che succedeva? Avevo paura a guardare, a scostare le braccia e vedere cosa stava succedendo. Non ce la feci. La curiosità uccise il gatto, beh, io ero già morto, neanche la curiosità mi avrebbe potuto uccidere.  Tolsi lentamente le braccia che mi coprivano il viso e nel mentre aprivo gli occhi in modo che si abituassero alla nuova luce. Quando potei vedere … beh, non ci sono parole per descrivere quello che provai quando li vidi. Loro. Erano tutti qui.
I miei compagni, i miei amici, i miei fratelli. NUDI.
Avrei pianto se avessi avuto ancora lacrime da versare, ma quelle le ho esaurite da tempo.  Mi guardai attorno. Erano tutti lì. Tutti nudi. Nudi come vermi e con delle espressioni di meraviglia stampate sul volto tanto ebeti che li avrei presi in giro per sempre se non fossi stato nelle loro stesse condizioni.
Non ero l’unico a girarsi da una parte all’altra per cercare di capire dove fossi. Anche Saga  faceva lo stesso, finché i nostri occhi non si incontrarono. Ci guardammo a lungo e poi mi sorrise. Ricambiai. E io che pensavo che mi sarebbe saltato al collo per rimandarmi da dove ero appena arrivato. Pensavo male. Mi sentii toccare un braccio e trasalii : “Bentornato Death Mask” – era Shiryu, il ragazzo che mi aveva sconfitto e ucciso nella battaglia delle dodici case. Credevo che avrei provato rancore eterno nei suoi confronti, ma anche qui sbagliavo. Lo guardai e annuii. Non sapevo che dirgli. Grazie?
Altri cavalieri di bronzo si erano precipitati attorno a noi, ma prima che loro si avvicinassero mi accorsi che alcuni di noi si fissavano le mani come se fossero chissà quale meraviglia del creato, altri che si abbracciavano e ridevano, altri che caddero in ginocchio (tra i quali Shura) e addirittura uno (Milo) che prese una rincorsa di diversi metri per sferrare un pugno contro il naso di un altro (Camus), urlandogli frasi tipo ‘rifatti ammazzare da un poppante’, ‘coglione’, ‘ riprova a lasciarmi solo così un’altra volta e ti faccio un culo tanto’ e altri improperi di varia natura. Mi mancava un uomo all’appello. Aphrodite. Il mio migliore amico assieme a Shura. Dov’era?
Beh, era lì anche lui. Mi coprì gli occhi con le mani e lo sentii dire ‘Indovina’. Mi voltai di scatto e me lo ritrovai a tre millimetri dal naso. Volevo abbracciarlo ma non ne ebbi il tempo. Fummo interrotti da Shiryu e Shun. Tra una chiacchiera e l’altra con i bronzetti ci ritrovammo tutti vicini e…ABBRACCIO DI GRUPPO!
Mai era accaduto prima. Neanche da ragazzini. Uniti come una squadra di rugby avevamo le braccia sulle spalle di due compagni. Io stringevo a me Shura e Aphrodite. Ridevamo. Ridevamo come pazzi. Saga disse: “Al tre”. Sapevamo cosa dovevamo fare, senza bisogno da aggiungere altro. E al tre urlammo, all’unisono, tutti. I Bronze ridevano con noi, finché uno di loro (Hyoga) ci fece notare che avevamo tutto all’aria. Quando prendemmo coscienza della nostra nudità ci ritrovammo i cloth addosso. Eccetto due di noi che si dovettero coprire con dei drappi. Sto parlando di Sion e Kanon. Ci fu una festa, informale. Anche questo non era mai successo. Nessuno di noi si soffermò a pensare su quello che era accaduto.
Fatto sta, che siamo di nuovo qui a riempirci i polmoni di ossigeno e a scaldarci le membra al caldo sole di Atene. Non mi è mai piaciuto il sole. Mi ferisce gli occhi. Ma questa, è un’altra storia.

11 Giugno
Non ci posso credere. Questa porcata del diario è stata consigliata a Milady da uno psicologo che ha consultato lei IN PERSONA perché dopo varie pene dell’inferno (reali) patite  per espiare le cazzate fatte in vita, dopo il tormento (durato fortunatamente solo un anno)dell’irrequietezza dello spirito che mai avrebbe trovato pace perché così era stato deciso, dopo una seconda nascita le sembravamo un po’ STRANI. STRANI? STRANI!? Ma porco cane maledetto. STRANI? Questa donna mi prende per il culo e io la lascio fare. Non ci credo. STRANI. Ma volevo vedere lei al posto nostro. STRANI.
Forse avrei dovuto dirle: “Milady, mi sento strano, non è che chiama uno psicologo per vedere se ho tutte le rotelle a posto?” e gli altri avrebbero detto “Sì, anche noi ci sentiamo STRANI. Chiami lo strizzacervelli.”
Neanche gliel’avessi chiesto io di riportarmi in vita. Ha fatto senza chiedere per riportare in vita il suo fidanzato. Visto che ormai stava resuscitando si sarà detta: “Dove resuscita uno resuscitano altri quattordici.”

Sono incazzato nero.
Me ne vado. Se puoi brucia.

12 Giugno
Non hai preso fuoco ancora? Muoviti.

15 Giugno
Lo strizzacervelli è venuto al Santuario. Mai ho visto una persona ridere tanto. Anche Milo in confronto ha un contegno. Non so come abbiamo fatto a tenere quella montagna di muscoli di Aldebaran e soprattutto non so come quell’uomo con gli occhi da vitello e una dolcezza nauseabonda da diabete nell’animo abbia quasi attentato alla vita di quel pazzo che si è messo a deridere quattordici soldati, allenati, capaci di uccidere con la punta di un dito 50 persone assieme. Mah.
Aldebaran è sempre stato un pezzo di pane. Paladino dei più deboli, grande cuoco tutto samba e “cacao meravigliao”. Il primo e probabilmente unico brasiliano che io abbia trovato quasi simpatico. Ho detto quasi.
Comunque quell’ometto, alto un metro e uno sputo col volto coperto da due bicchieri ha detto:
“Quando avrete scritto questi diari, sì, di questo vostro fantomatico ritorno alla vita (ridazza) e dei vostri stati d’animo, del vostro passato e di tutto quello che vi sembra giusto scrivere, consegnateli a me. Dopo averli letti potrò consigliarvi un aiuto più mirato e se necessario delle terapie farmacologiche. Sapete, gli psicofarmaci al giorno d’oggi fanno miracoli.” Ma vai a farti fottere, minchione.
Quando ha pronunciato quelle parole mi son dovuto mordere la lingua tanto forte da farla sanguinare e,come se non bastasse mi son dovuto infilare le unghie nella carne per distrarmi ed evitare di saltare addosso a quel lurido porco ignorante che si crede il nuovo Freud che potesse crepare con tutti gli accidenti del mondo che si spendesse in medicine i suoi onorari sicuramente vergognosamente stratosferici e che si dissolva nel nulla.
Ho rotto la penna.
Presumo di dovermi calmare.
Sai che voleva fare il maiale? Mandarci da uno psichiatra. Già mi vedo coi capelli a zero  la camicia di forza stretta addosso buttato nell’angolino di un angusta celletta buia con la bava che mi cola copiosa sulle gambe perché son tanto rincoglionito dai farmaci che non so neanche dove sono stato parcheggiato. Volevo staccargli la testa … a morsi. Però forse pazzo lo sono. Mi fa quasi ridere l’immagine che ho di me in manicomio. Oh, quanto li farei dannare. Forse è il fatto di rompere i coglioni al prossimo che mi tira su il morale. Sì, mi divertirei al solo sapere di dargli disturbo. Sì, sì. Non posso essere pazzo. Un po’ folle al limite ma non pazzo. Un pazzo non si rende conto di essere pazzo, no? O sì? Secondo me no. Se ti dico che sono pazzo penseresti che io stia scherzando, mentre se mi vedi  a parlare con un albero dici “è pazzo”. Beh, non avrei coscienza di interloquire con un albero. Credo …
Mi rendo conto solo ora che effettivamente sono pazzo. Sto scrivendo in un libro di fattura scadente e anche abbastanza bruttino come se stessi parlando con una persona. Però, forse pazzo non lo sono, però è sicuro che io non sto bene. No, non sto per niente bene.
 Oh mamma mia, come mi son ridotto! Mi sento un cretino. Che non lo sia davvero? O vale la stessa teoria della pazzia? Mah.
So solo quello che non sono. Ehi, mi ricorda qualcosa questa frase, ma non ricordo cosa mi ricordi. Poco male. Mah.
Direi che per oggi mi sono incazzato e sfogato abbastanza. Vado a fare una passeggiata. Il Santuario è una noia. Non posso andare neanche a fare un giro in città. Atena ci ha proibito l’uscita dal Santuario poiché per il momento il nostro equilibrio psico-fisico è instabile.
Ciao
Anzi, a sorpresa per i miei fans mi firmo anche.
Death Mask

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Capitolo 2
*** 16 giugno ***


death mask 16 - giugno 16 Giugno
Non mi sono mai annoiato tanto in vita mia da non aver neanche voglia di respirare.
Forse sarebbe il caso che iniziassi a presentarmi ma non è che ne abbia un gran cazzo di voglia. Scommetto che tutti i miei compagni stanno riempiendo queste pagine con tranquillità e fluidità, mentre io sono ancora qui a cercare un modo per evitare tutto ciò.
Però mi rendo conto che scrivendo che voglio evitarlo alla fine sto scrivendo, quindi lo sto facendo.
Quindi, se io, smettessi di scrivere ora, in questo dannatissimo istante farei fessi tutti i futuri lettori, ma contravverrei all’ordine impartitomi dalla mia dea che ha deciso di reincarnarsi nel corpo di una dodicenne con un quoziente intellettivo inversamente proporzionale alla dimensione delle tette. ( Si può scrivere tette? Ditemi di no, che almeno mi diverto un po’ spammando “tette” qui e li. Direi che comunque il problema non si pone anche perché sono già stato avvertito. Devo fare il bravo bambino e utilizzare un linguaggio aulico e pulito, privo di parolacce e termini volgari. Che cazzata mostruosa.).
Si capisce che non mi interessa se la vostra sensibilità viene toccata?
Scusate…
Si capisce che non me ne sbatte un gran cazzo se siete delle checche debosciate?
Ora son felice.
Lo psicologo ci ha mandato i compiti a casa. Secondo lui dobbiamo dedicare almeno due pagine ai nostri genitori e ai nostri amici. Per l’esattezza dovremmo iniziare con: “Cara Mamma, volevo dirti che…” e “Al mio amico - … - , invece vorrei fargli sapere che…”.
E’ convinto che lo farò. Buon per lui.
-
Sono giustamente andato a lamentarmi dalla “Barbie-dea tutta tette e niente dentro la testa eccetto gli occhi” e mi ha detto con il tono più dolce del mondo:
“ Ma Death Mask … se lo dice lo psicologo devi farlo. Lui sa come farti stare meglio…”
Sto ancora aspettando che le mie palle smettano di rotolare e che una volta giunte in Guatemala decidano di tornare indietro ripercorrendo la stessa strada onde evitarmi un viaggio fuori porta per andare a riprenderle.
Quindi, alla fine della fiera, alla fine di tutto…devo fare la porcata della mamma e degli amici. Ovviamente secondo Saori Kido (che Zeus abbia la bontà di riprendersela e alleggerirci l’animo e i coglioni) dovremmo addirittura dedicare non due pagine a mamma e amici in generale; ma una pagina alla mamma, una al “papà” (testuale parola della decerebrata), una per ogni amico e “siccome lo so che non andate tutti troppo d’accordo” una per ogni vostro compagno/collega/conoscente/misero essere umano che come me ha avuto la sfiga di nascere in questo secolo con questa Atena.
Sono devastato dalla gioia. Sono così felice che sto augurando al mio migliore amico l’inverno nucleare perché almeno lui possa fuggire da questo luogo di pazzi.
Fottiti coso.
P.S. Dopo svariate decine di secoli hanno messo l’elettricità al Santuario. Mi sembrava carino farlo notare, tutto qui.
-
Ok, facciamolo. Almeno non ci penso più anche se avrò coscienza di aver fatto una cosa del genere e che rimarrà per sempre nella storia del Grande Tempio e che me ne vergognerò finché la morte non tornerà a bussare alla mia porta. Rimpiango Saga sotto le mentite spoglie di Arles. E pensare che Arles (quello vero, non Saga) mi stava anche simpatico, ma mi piaceva anche Saga come Arles.
Sono pronto. Posso farcela. Se son riuscito a rinnovare il giuramento a quell’oca senza speranza posso fare anche questo.
Cara Mamma, volevo dirti che…
Sei morta.
Già, ti ho uccisa io. Mi spiace, non volevo. Magari l’avrei fatto comunque più avanti. A dir la verità mi spiace davvero. Non molto però. La prossima volta non mi sgriderai. Ah, è vero. Non c’è la prossima volta, beh, meglio così, no?
Momento serietà.
Un po’ mi duole davvero. Ero piccolo e non controllavo il mio potere di mandare la gente all’altro mondo. Dannato psicologo, mi fa venire anche i sensi di colpa. Volevo dirti che quando sei sparita nel nulla mi sei mancata. Davvero. Ho pianto un sacco.
Comunque l’unica cosa che posso davvero dirti è:
grazie di aver preparato la cena prima di svanire nel nulla. Mi hai garantito la sopravvivenza. Assieme alle galline. Ti ho voluto bene ed eri bella. Spero che la morte sia stata più clemente della vita con te. Alla fine non meritavi di essere spedita dove ti ho spedita, ma non sapevo di poterlo fare. Se lo avessi saputo non ti ci avrei mandata o al limite sarei venuto a riprenderti dopo. Spero che tu sia riuscita a scampare a qualche pena infernale.
Caro papà (ditemi che non l’ho scritto), volevo dirti che…
Sei morto insieme a mamma e vi ho fatti fuori io. Mi spiace, non volevo. Volevo anche dirti che mi son scordato tutto quello che mi avevi insegnato, soprattutto la parte inerente a voler bene al prossimo come a te stesso o quelle porcate che blateravi ogni tanto. Ho avuto una vita di merda e son cresciuto frustrato, asociale e cinico (Aphrodite aggiungerebbe petulante e Shura sarcastico). Se ti ho deluso fotte sega.
Al mio amico (?) Mu di Aries , invece vorrei fargli sapere che…
Sì, inizio dal primo e arrivo all’ultimo, in ordine di segno zodiacale. Problemi?
Allora a Mu vorrei dire che… non lo so, che cazzo vorrei poter dire a Mu? Praticamente non ci conosciamo. Le poche volte che abbiamo parlato un po’ sono state (oltre che da bambini, da bambino andavo d’accordo con tutti) quando sono andato a Goro Ho per far fuori Shiryu e mi hai chiesto di seguirti perché eri nel giusto e io ti ho gentilmente invitato ad andare a farti fottere da una mandria di bufali, poi quando sono tornato sotto forma di Specter e mi hai detto che non avevi mai conosciuto una persona più stupida di me e poi al Muro del Pianto quando mi hai detto che avevi sempre avuto fiducia in me. Sono confuso, lo ammetto. Più di una volta sei stato gentile nei miei confronti e io ti ho trattato come un coglione. Beh, mi spiace. Davvero. Anche se mi hai dato dello stupido. Non sapevi ancora di quello che dovevamo fare e comunque non mi hanno fatto fare bella figura. Io ero sincero però, volevo davvero rimediare a tutto il male che avevo fatto. Però, siccome non sto particolarmente simpatico a tutti, hanno deciso di farmi fare la figura del traditore che tradisce mentre tradisce nel mentre che sta tradendo. Poi, in modo di avere di nuovo tutti al Muro del Pianto mi hanno fatto tornare e sono stato l’unico a cui non è stata fatta dire una cazzo di parola. Eccheccazzo. Shiryu ha recuperato la vista grazie a me. Ero li solo per quello. Ma andate tutti a farvi fottere.
Al mio amico (?) Aldebaran di Taurus voglio dire che …
Sei fottutamente enorme e sei fottutamente forte. Sei anche un ottimo cuoco e sei simpatico. Ma sei troppo buono.
Al mio amico (?) Saga di Gemini voglio dire che…
Non so da dove cominciare. Quando lo scopro te lo scrivo.
Al mio amico (?) Kanon di Gemini voglio dire che…
Ma lo sai che avrei voluto essere al tuo posto? Davvero. Abbiamo fatto quasi le stesse cose ma sei riuscito a prendere per il culo un dio. Forse non hai sterminato qualche bambino che sicuramente sarebbe cresciuto male, ma sei stato grande. Hai perculato Nettuno dio dei mari, mica cazzi. Ti ammiro.
Ti ammiro anche per il pentimento per direttissima che ti ha portato a prendere una tridentata in pieno petto, ma di più per il perculeggiamento.
Al mio amico (?) Aiolia di Leo voglio dire che…
Ti sei fidanzato con una strafiga.
Al mio amico (?) Shaka di Virgo voglio dire che…
Non ti ho mai potuto soffrire. Ora mi piaci, ma non ne sono ancora sicuro.
Al mio amico (?) Dohko di Libra voglio dire che…
Grazie al cielo hai perso le sembianze di Yoda. Non ti si poteva vedere, davvero. Non che ora tu sia più guardabile, ma meglio di prima. Comunque avevi ragione quando mi hai cazziato a Goro Ho e mi hai detto “Bakemono!”. Si, sono un mostro, anche se credo che qualcuno abbia volontariamente voluto dubitare della mia intelligenza facendoti dire “STOLTO!”. Beh, mi son divertito al Muro del Pianto. Dovremmo rifarlo qualche volta, magari senza che nessuno ci rimetta le piume, son rinato delicatino.
Al mio amico (?) Milo di Scorpio voglio dire che…
Mi divertivo un sacco con te. Anche se sei un inguaribile sadico. Però potevi andarci un po’ più piano con Camus.
Al mio amico (?) Aiolos di Sagitter voglio dire che…
Da bambini ci siamo divertiti. Sei morto poco dopo che presi  l’armatura, per cui alla fine non so un mezzo cazzo di te. Prova a vivere più a  lungo questa volta.
Al mio amico Shura di Capricorn voglio dire che…
Mi sei mancato, cazzo se mi sei mancato. Domanda. Ma non eri nei Campi Elisi tu? Assieme a Saga, Camus e Sion? No, me lo chiedo perché quando i bronzetti hanno ricamato il culo di Nettuno io e Aphrodite siamo stati gli unici a non sorridere da cielo di Atene. Tsk. Comunque mi sei mancato un sacco.
Al mio amico (?) Camus di Aquarius voglio
chiedere quanto gli fa male il naso. No, il pugno era ben dato, non per altro. Spero che ti ritorni a posto.
Al mio amico Aphrodite di Pisces voglio dire che…
Mi sei mancato tantissimo anche tu, ma non mi son mancate per niente quelle cazzo di roselline di cui ti circondi. Puzzano e pungono.
A Sion, grazie al cielo sei l’ultimo, voglio dire che…
Ti ha ucciso Saga nel caso che con l’età avanzata non te lo ricordassi.

Penso di aver finito. Ho un pavimento enorme che mi aspetta.



_______
Gratuito e più random del capitolo precedente e notevolmente più corto.
Ringraziamenti lampo alle 135 (O_O) persone che hanno letto il primo capitolo lasciandomi con una faccia da triglia indescrivibile e a:
Ricklee per aver messo il diario del poro Death tra i preferiti.
HOPE87 e sesshoyue per averlo aggiunto tra le fic seguite.

Saruwatari_Asuka.  Ciao ^_^ Non potevo mica scrivere una cosa seria con Death mask e un diario XD. E l'idea dello psicologo era troppo ghiotta per lasciarmela sfuggire ^_^. Grazie per la recensione, sei sempre presente ^_^ Un bacione!
Gufo_Tave. Hai perfettamente ragione. Un paio d'ore sul lettino di uno psicologo l'avrei fatto fare un po' a tutti. La tua recensione mi ha fatto morire dalle risate, grazie mille ^_^ Ciao ciao!
beat. Ciao! Eccoti accontentata XD spero che la nuova pagina dell'inutile agglomerato di carta ti sia piaciuto ^_^
stantuffo. Death Mask ti aspetta e si lamenta della vastità dei pavimenti. non riesce a ricoprirli tutti come vorrebbe XD Scherzi a parte sono contenta che ti piaccia e sono felicissima che ti sia piciuta la reazione di Milo, dai, dopottutto si è capito che agisce prima di riflettere :P Un bacione ^_^

Al prossimo aggiornamento!!
Ciao e statemi tutti bene, mi raccomando!

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Capitolo 3
*** 17-18 Giugno ***


17-18 Giugno 17 giugno
Oggi si prospetta essere la giornata più pallosa degli ultimi centoquaranta anni.
La dolce dea che ci infonde gioia  (ma a chi?) e voglia di lottare (ma per chi? Per lei? - rido - ) ha deciso di passare a trovarci uno per uno. Ma che vorrà?
Non ho niente da fare, ma preferirei evitare la vista di Madamigella Saori che sculetta per il tempio chiedendomi:
"E questo qui chi era?"
"E quest'altro?"
"Ohhhh!! Ma questo è un bambino! Che carino!!"
All'ultima affermazione verrà guardata male dai presenti, me compreso, e probabilmente il suo pelato leccapiedi le farà notare  la sua ocaggine, originando una discussione che potrebbe essere velocemente riassunta così:
"Milady... quel bambino è morto"
"Oh...poverino...come mai?"
"L'ha ucciso lui" (indicando me che cercherò di trattenere le risate, facendo finta di niente e poi sorprendendomi per la presenza di qualcosa, forse un alieno o una faccia sorridente tra quelle urlanti e sofferenti o urlerò qualcosa come "Shaka nudo!" per sviare il discorso che si prospetta patetico al sol pensarci).
Allora Miss Santuario mi guarderà sgranando gli occhi e  dirà:
"Death Mask, mi dispiace. Chissà quanto hai sofferto se hai voluto conservarne il volto in casa tua... ma non preoccuparti, non è stata colpa tua. Capitano gli incidenti."

Probabilmente penserà che io l’abbia messo sotto con la macchina, non pensando assolutamente alla mia fama di assassino, e sono un assassino con tutti i sacri crismi, ci tengo a precisarlo.

Allora Mastrolindo le farà notare che sono stato l'assassino più bastardo e crudele di tutta la storia del Santuario, le dirà che non m'è mai fregato niente di salvare il prossimo e tantomeno di dove indirizzassi il mio ditino magico, ma fondamentalmente le farà notare il mio particolare concetto di giustizia e Donna Furbizia risponderà:
"Ma quando è successo?" continuando a cadere dalle nuvole e mi auguro che un giorno o l’altro si spiaccichi su qualche sasso.

Probabilmente avrà al suo seguito quei ragazzini con la bocca ancora sporca di latte che le spiegheranno gli avvenimenti. D'altronde lei era morente ai piedi della prima casa quando ci siamo spaccati vicendevolmente il culo. Purtroppo per me ho perso, ma solo perché quella cazzo di armatura fatta da un cerebroleso, probabilmente con grossi e preoccupanti problemi di erezione, ha infuso nella suddetta accozzaglia di metallo una propria volontà.

Ripensandoci…
Se le armature hanno una propria volontà e decidono di scoprirti il culo per permettere ai tuoi avversari di incularti (in tutti i cazzo di sensi possibili),  perché la mia ha deciso di mollarmi come un minchione dopo centinaia di omicidi non giustificati?
Se fossi stato io nella mia armatura e se fossi stato anche un po’ buono mi sarei abbandonato subito .
Al primo assassinio mi sarei staccato e sarei rimasto a guardarmi mentre venivo gentilmente inchiappettato a più riprese, augurandomi anche un avversario come Milo, mi sarei messo a ridere delle mie sofferenze e del sadismo del mio nemico. Così avrei imparato … ma che sto dicendo?

Quella cazzo di armatura dovrebbe essere fusa e riplasmata. Ristaccati la prossima volta…stronza!

Ma dicevo, Shiryu le dirà che è successo tutto mentre lei agonizzava con una freccia in petto (che bella visione, spero che si possa ripetere) che per culo divino (perché è culo divino, non altro)ha deciso di prendersela con estrema calma avanzando di un millimetro ogni sei ore. A quella velocità si sarebbe salvata anche una mosca.

Ora io vorrei sapere chi ha programmato le frecce di Betelgeuse, perché ovviamente ha fatto un lavoro da cani.
 Per colpa di quella freccia del cazzo io sono morto,e poi morto di nuovo mentre ero ancora morto (ma si può? E’ incredibile come io riesca a fare delle cose nel mentre che le sto già facendo. Riesco a tradire mentre tradisco e a morire mentre sono già morto. Sfido chiunque a fare di meglio.) riportato in vita da una ragazzina che si comporta come se fosse Xena, che urla ai quattro venti che sta per fare un attacco a sorpresa, rovinando la sorpresa, e che non ha ancora capito un cazzo di come si fanno i blitz.
E’ vero che ha appena tre anni, per cui la strategia bellica le fa difetto, ma è anche vero però che incarna l’essenza di una cazzo di divinità guerriera, anche se della guerra pacifica (ma quanto mi suona male guerra pacifica).
Essendo lei la strategia divinizzata e incarnata, ma si può mandare una cazzo di lettera per avvertire che sta venendo a riprendersi il Santuario? Ma è scema? Ma chi le ha dato la licenza di dea?
Ma non sei normale se mi scrivi dicendomi “sto venendo a farti il culo”, è ovvio che cerco di pararmelo.
Mah, il danno è comunque stato fatto e le è andata sorprendentemente bene.
Si è ripresa subito dal dissanguamento (purtroppo).
Eccola, e come previsto, ci sono i bronzetti al suo seguito.
Vediamo che vuole da me.

-

Bene.
E’ entrata sculettante come previsto in casa e mi ha detto:
“Oh, che strano arredamento, è un po’ di cattivo gusto perché le maschere urlano tutte, se qualcuna avesse sorriso sarebbe stata un’ottima rappresentazione  della vita reale, del dolore e della gioia causati dall’esistenza umana che si esplica attraverso i modi più impensabili”

(Nda Espressione di Death Mask mentre Saori gli espone la sua teoria O_O, seguita da O_o e terminante con  -_-‘)

Quella ragazzina non sta bene, davvero. Mentre la dea prendeva possesso del corpo deve aver sbagliato qualcosa e danneggiato gravemente quel poco di materia grigia che aveva.
Si è preoccupata tanto che io e i miei colleghi avessimo uno psicologo a disposizione quando è ovvio che servirebbe a lei.
Dopo il suo sproloquio metafisico mi ha chiesto di vedere questo ammasso di fogli maleodorante, che lei chiama "diario" e non so con quale coraggio.
Gli ha dato una scorsa veloce e mi ha detto:
“Non ci credo…ci stai scrivendo davvero?”
Mi meraviglio di come si sia meravigliata: me l’ha ordinato, non mi ha detto “fallo se ti va” anche perché non l’avrei fatto se me lo avesse chiesto come favore.
Mi aspettavo che mi prendesse a colpi in testa con lo scettro di Nike per quello che avevo scritto su di lei, ma credo che abbia solo fatto finta di leggere perché se fossi stato in lei, non dico che mi sarei offeso per la definizione di “Barbie dea con la dimensione delle tette inversamente proporzionale al Q.I.”, ma mi sarei indispettito alquanto e una settimana in villeggiatura a Capo Sounion me la sarei data. E non mi sarebbe dispiaciuto eccessivamente.
Kanon alla fine non è che si lamenti troppo del soggiorno, l’unica cosa che lo infastidiva era la marea che alle volte lo costringeva a tener fuori dall’acqua solo il naso, ma è un dettaglio trascurabile. Alla fine è sopravvissuto e ha contribuito ad originare l’epico casino contro Nettuno. Ho già scritto quanto lo ammiro? Che uomo fantastico!

Ma scrivevo di quanto sia intelligente la mia (purtroppo) dea.
Si è soffermata a leggere quello che ho scritto ieri. La porcata madornale dei pensieri verso gli amici. Mi ha chiesto il significato di “fotte sega” e mi ha detto:
“No, Death Mask! Non si fa così!” con un tono stridulo a palesare quanto fosse indispettita. Pensavo che avesse letto qualche commento che avrei potuto evitare di scrivere, invece no.

Nel mentre che ero indeciso se scoppiarle a ridere in faccia invitandola ad andare a farsi f-… no, è la mia dea e io le ho rinnovato il giuramento (...ma com'è che è successo?)... ma dicevo, ero indeciso se ridere o fingere d’interessarmi. Ho finto di interessarmi e ho usato anche un linguaggio cavalleresco da bravo paladino di Atena. Mi ha risposto indispettita:
“Perché su Saga non hai scritto niente?”
“Perché non avevo la minima idea di cosa scrivergli.”
“Vai immediatamente da lui e parlagli!”

Non ci crederete, son dovuto andare davvero. Scortato da Shiryu onde evitare che me la defilassi durante i diecimilanovecentomilaquarantadue scalini e mezzo.
Io non riesco ancora a credere a quanto sia cretina questa ragazzina. Non me ne capacito. Non ci riesco.
La prenderei a calci nel culo da ora fino a domattina per poi farle fare il giro del globo trascinandola per i capelli per poi darle l'ennesima ripassata di calci, sulle costole stavolta.
Ma che vada a farsi fottere, magari la smette dopo.

Quando sono arrivato da Saga, l’ho trovato che litigava con Kanon su non ho capito a chi dei due toccasse fare i piatti.
Mentre mi chiedevo perché fossero rinati con queste priorità di importanza vitale mi hanno giustamente chiesto quale motivo (anch’esso d’importanza fondamentale) mi trovassi ad invadere il loro territorio. Gli ho spiegato la situazione e Saga ha iniziato a ridere come un iena che ha appena fregato il pranzo ad un leone.
“Davvero non hai scritto niente su di me?”
“No, per finta. E’ che non sapevo come passare il tempo e allora ho pensato di venire da te e raccontarti la prima cazzata che mi passava per la testa. Sai, la noia, la rinascita, lo psicologo, mio nonno...”

Dopo aver riso delle mie parole (è un periodo che riesco ad essere perculato anche io e non mi piace), mi chiama nelle stanze private e mi mostra il suo diario e scopro che la stupenda Saori è la persona più fantasiosa che io conosca. Queste cagate rilegate alla cazzo di cane sono tutte uguali. Ma uguali uguali eh. Se li dovessimo mischiare nessuno ritroverebbe più il suo, anche perchè, diciamocelo, nessuno di noi ha voglia di scrivere e poi dovremmo aprirli per leggere il nome del proprietario e di leggere le menate degli altri...

Ma non parlavo di questa sorta di libro brutto, storto e simmetrico come...non lo so.
Saga mi mostra la pagina a me dedicata:

Al mio amico Death Mask vorrei dire che:
Non so da che parte iniziare. Prima o poi lo scriverò e prometto, qui e ora, che te lo farò leggere.
Alla fine tu sapevi della mia sostituzione con Arles e la conseguente presa di potere nei panni di Gran Sacerdote e mi hai seguito, per cui non so se considerarti pazzo per avermi dato retta e non avermi fermato o considerarti pazzo a prescindere. Col tempo ti dirò.”

Mentre mi stupisco dell’assenza di parolacce e mi rendo conto che non ha scritto un beato cazzo di me, ricambiandomi il favore e dandomi apertamente del pazzo quando quello che cambia personalità con la stessa frequenza con cui si cambia le mutande è lui.
Meglio Kanon.
Mah.
Non ho voglia di continuare. Voglio andare a parlare con Shura e Aphrodite, ma ho paura di disturbarli.

Son rinati un po’ suscettibili.
Soprattutto Shura, visto che Aphrodite è sempre stato un po’ isterico.
Una volta ha usato il mio culo come puntaspilli/centrotavola perché ho avuto l’ardire di dirgli quanto mi facessero schifo le sue rose.
S’è incazzato e mi ha scagliato contro un nugolo di roselline rosse, profumate e piene di spine. Però mi son vendicato. L’ho lasciato due ore solo come un cane a pascolare per il Sekishiki.
Shura ha riso per ore e non ride mai se non per prenderti per il culo e comunque non  è proprio una risata la sua, ma un sottile sorridere derisorio da cazzone.
Mi piacerebbe tornare indietro nel tempo, prima di tutto questo casino, prima di Saga che svalvola, prima di Nettuno che s’incazza, prima di Hades che rompe la minchia, ma soprattutto prima di Saga che dimostra di essere più scassaminchia di me. Sto cominciando a pensare un po' troppo e non è che mi vada tanto.
Fottuto psicologo di ‘sto cazzo, il suo scopo era quello di farmi male?
Spero per lui che abbia la decenza di non ripresentarsi al Santuario.
Ciao.

18 Giugno
Strano, mi annoio anche oggi. Ma ho deciso di impegnarmi seriamente nella stesura di questa porcata.
L’intento principale è di smettere di scrivere tutto quello che mi passa per la mente soprattutto le parolacce. Comincio a pensare che dopotutto non sia un’idea così brutta quella di scrivere.
Effettivamente faccio autocoscienza, anche se credo di averla persa (la coscienza intendo) più o meno il giorno in cui ho compiuto dieci anni, ah... bei giorni andati quelli.
L'altro ieri  nello scrivere dei miei genitori mi son venuti dei fortissimi sensi di colpa che mi hanno fatto stare davvero male e non mi succedeva da quando avevo cinque anni.
Non sono tipo da soffrire soprattutto per gli altri, non ho mai saputo cosa fosse l’empatia, anche se a dire la verità sto cercando di scoprirlo ora che non ho nessuno da ammazzare.
Maledetto strizzacervelli. Lo prenderei a badilate sulla nuca per avermi costretto a questi truci pensieri.

Comunque dovrei presentarmi? Raccontare un po’ il mio passato? Smettere di lamentarmi? Impossibile.
No, non posso smettere anche di lamentarmi. Basta l’abbandono della mia volgarità e scurrilità a deprimermi.

Allora…
Sono Death Mask, che è ovviamente un soprannome. Il mio vero nome fa schifo. E comunque non lo scrivo neanche per amor della cronaca.
Sto cercando di rimuoverlo del tutto poiché sembra una presa per il cu  i fondelli. Non mi piace e non mi sembra vero che mi abbiano affibbiato questo soprannome. Se sapessi chi l'ha coniato con esattezza gli direi grazie.
 Mi spiace per te futuro cavaliere d’oro del cancro. Non saprai mai il mio nome. Rassegnati già da ora, come io mi sono rassegnato a partecipare a questa caz- stupidaggine,
di dimensioni tra l’epico e il paradossale.

Sono nato in Sicilia, ai piedi dell’Etna. Davvero.
Non sto scherzando, sono nato durante una scampagnata dei miei genitori.
Probabilmente loro speravano di fare un pic-nic tranquillo che fu interrotto dalle doglie causate da me che volevo venire al mondo.
Sono nato in mezzo al bosco, con mio padre che si improvvisò ostetrico. Sì, mio caro successore, sono nato da una coppia di completi deficienti.
Mi chiedo quante coppie decidano di fare un pic-nic ad oltre 100 km da casa quando lei è incinta di nove mesi e, in più, mi chiedo anche quante siano le donne che incinte di nove mesi facciano un pic-nic in mezzo al nulla e decidano anche di farsi una scarpinata di vari chilometri per vedere meglio il vulcano.
Credo che solamente mia madre l’abbia fatto. Donna furba lei.
Comunque, fatto sta che:  vuoi per la singolarità delle circostanze, vuoi per caso o vuoi per disegno divino sono nato ai piedi dell’Etna che ha giustamente eruttato un secondo dopo la mia venuta al mondo. Un’eruzione piccina piccina, giusto uno sbuffo.
Secondo alcune fonti mitologiche sotto l’Etna c’è il Tartaro, quindi, probabilmente sempre per casualità sono nato con la capacità di vedere i morti.
Ho giustamente e naturalmente avuto un’infanzia di merda  brutta anche perché ho avuto la fortuna di nascere parzialmente albino.
Capelli grigio-bianchi, occhi rossi e pelle stranamente olivastra. Una combinazione genetica che si sarebbe dovuta estinguere ma che invece ha deciso di proseguire con me.
In più ero abbastanza asociale da bambino, vedere  e parlare con i morti non mi spingeva a stringere amicizia con i miei coetanei.

La mia vita cambiò drasticamente in meglio quando morirono i miei genitori. Mi avevano proibito non ricordo cosa e mi infuriai.
Non ricordo cosa successe esattamente, un po’ per la mia tenera età e un po’ per lo shock di ciò che successe in seguito.
Ricordo che li fissai e li indicai e loro semplicemente scomparvero. Mai più li rividi.
Rimasi orfano a quattro anni.
I primi giorni furono abbastanza facili. Vivevamo in campagna e la dispensa era piena, per cui potei nutrirmi facilmente. I problemi iniziarono quando cominciò a scarseggiare il cibo. Anche per un bambino di quattro anni è facile arrivare ad un pezzo di pane e fortuna volle che mia madre avesse  preparato da mangiare prima di svanire nel nulla (che donna fantastica).
Cominciai a patire i morsi della fame dopo qualche giorno. Mi ricordo che i miei avevano degli animali, c’erano delle galline, dei maiali, qualche capra e se non ricordo male c'erano delle pecore e/o delle mucche, ma non è che mi interessi molto fare l'elenco degli animali che avevo in casa.
Per tornare al discorso, avevo visto mille volte mio padre andare a prendere le uova nel pollaio, ma non avevo mai visto che uso ne facesse mia madre.
Lei chiamava quando era pronto da mangiare e io arrivavo, mangiavo e tornavo ad occuparmi dei miei giochi solitari ma divertentissimi (forse).
Quando i morsi della fame cominciarono a farsi più intensi entrai nel pollaio e vidi le uova. Le galline si spaventarono vedendomi entrare, si misero a battere freneticamente le ali e a correre da una parte all’altra riempiendo quel piccolo tugurio di versi fastidiosi e senza senso.
Mi spaventai da morire. Perché facevano così? Che volevano da me? Che gli avevo fatto? Mi feci forza e ignorai il loro comportamento. Mi tremavano le gambe, perchè ero un gran cagasotto.

Afferrai un uovo.
Ricordo che lo strinsi tra le mani e lo ruppi.
Il suo contenuto viscido cominciò ad imbrattarmi le mani. Aveva un odore fastidioso e nauseabondo, ma avevo fame e alla fine non mi interessava, l'importante era riempirsi lo stomaco.
Cominciai a leccarmi le mani.
Mai le mie papille gustative vennero prima di allora  a contatto con un sapore così disgustoso e vomitevole, ma la fame è fame. Inoltre mi saziò.
Ogni volta che avevo fame mi dirigevo nel pollaio. Le galline avevano sempre terrore di me.
Un bel giorno mi accorsi che le galline facevano sempre meno uova e non ne capivo il motivo.
Capii in seguito che anche loro avevano necessità di nutrirsi e cominciai a girare per il pollaio ignorando quelle insulse e stupide bestiacce che mi sbattevano sulle gambe e cercavano di ferirmi col becco. Solo un pulcino mi seguiva tranquillo, ma poteva anche morire.
Trovai dei grossi sacchi di juta colmi di semi. Nell’aprirne uno per verificarne il contenuto alcuni semini caddero ai miei piedi. Erano sacchi enormi. Non sarei mai riuscito a sollevarne uno, nemmeno con tutta la buona volontà del mondo. Il pulcino che mi seguiva fedelmente da qualche giorno cominciò a mangiare e cinguettando chiamò a se gli altri pennuti. Capii che quello era il loro cibo.
Ne presi diverse manciate e gliele tirai contro. Cominciai a farlo un paio di volte al giorno. Quando andavo a mangiare io mangiavano anche loro.
La capre e i maiali erano liberi nel cortile dietro casa e avevano un sacco di erba. Scoprii qualche tempo dopo che il maiale mangia anche la carne e lo scoprii esattamentenel momento in cui  uno di loro mi morse e io, nel guardarlo terrorizzato e dolorante, chiusi gli occhi sperando che fosse un sogno.
Quando li riaprii, il maiale era svanito. Dov’era finito? Anche lui come i miei genitori. Corsi dentro casa, il mio braccio sanguinava tanto. Cominciai seriamente a rendermi conto di essere solo e sentii la mancanza dei miei genitori e soprattutto di mia mamma. Quando mi facevo male lei mi metteva un liquido verdastro sulle ferite, mi puliva e mi riempiva di coccole e baci, mi rassicurava dicendomi che il dolore sarebbe sparito presto perché lo avrebbe preso lei. O cose del genere, non ricordo.

Erano passate più o meno due settimane da quando la mia mamma e il mio “papà” (Barbie-Saori, grazie di esistere o non saprei chi prendere in giro) erano svaniti nel nulla.
Dov’erano andati? Perché mi avevano lasciato solo? Ero stato cattivo? Andai nella loro stanza, sperando che mi avessero fatto uno scherzo.
Pensavo che li avrei rivisti coricati sul loro letto.
Ero sicuro che appena mi avrebbero visto mi avrebbero detto, col sorriso sulle labbra: “Picciriddu, ce ne hai messo a trovarci! Dai vieni su!”, come ogni volta che giocavamo a nascondino.
Certo, quel giocare a nascondino era solo un modo per decretare l’inizio di altri giochi. Era diventata abitudine.
Dovevo  andare  dietro un enorme ulivo che si stagliava prepotente nel cortile di casa, contare fino a venti e poi, dopo aver perso un po’ di tempo nel cercare di acchiappare qualche insetto o correndo dietro al cane, entrare in casa urlando a pieni polmoni “ARRIVO”.
Dovevo aggirarmi furtivo in cucina.
Conoscevo la parte che dovevo interpretare. Sapevo  che sarei dovuto entrare con un salto nella loro stanza e che sarei saltato sul letto ridendo. Avrei fatto la lotta con i miei genitori, mio padre mi avrebbe fatto il solletico e mia madre nel mentre mi avrebbe ricoperto di baci e carezze. Il grande letto dei giochi e dei sonnellini pomeridiani era tristemente vuoto, freddo.
Salii su quel lettone, immenso  e mi raggomitolai tra i cuscini. Mi resi conto solo in quel momento che non li avrei più rivisti. Mai più.
Piansi. Oh, quanto piansi. Piansi fino a perdere tutte le energie e mi addormentai. Feci un sogno brutto, ma c'ero già abituato a dormire di merda male.
Ero in un luogo spettrale, pieno di nebbia, brullo e selvaggio, con tante persone. Erano tutte in fila e sembravano tutte uguali.
Piangevo anche nel sogno, terrorizzato da quello scenario così … sterile … malvagio, che col tempo avrei imparato ad amare e apprezzare, ma ancora non lo sapevo.

Tutte quelle persone si dirigevano in un punto ben preciso. Un buco nel terreno. Ci si gettavano dentro mentre piangevano e urlavano.
Mi tappai le orecchie e cominciai a cercare il modo di uscire di lì. Non si può uscire dai sogni.
Ma oggi, sono sicuro che non fosse un sogno, era il mio potere che si mostrava a me, avevo creato io quel luogo, era impregnato della mia inquietudine. Era stata la mia stessa volontà.
Cominciai a correre allontanandomi da quella voragine che inghiottiva tutte quelle persone. Correvo con la testa girata a vedere che succedeva, non guardavo dove andavo, quando mi sentii chiamare e mi fermai di colpo. Conoscevo quella voce. Quella voce così dolce e rassicurante. Era la stessa  mi raccontava le favole, la voce che mi cantava le ninna nanne, la voce che era sempre dolce anche quando mi sgridava. Era la voce di mia madre.
Sentii un’altra voce poco dopo. Profonda e squillante allo stesso tempo. Era il mio papà. Erano davanti a me. Gli corsi incontro, felice di averli ritrovati.
Saremmo tornati a casa e avremo giocato a nascondino, e avremo dormito tutti e tre abbracciati. Piansi dalla gioia. Ma, nel momento in cui ero sicuro che avrei sentito il loro corpo, il loro calore mi ritrovai di nuovo solo. Erano spariti di nuovo. Il pianto di gioia diventò un pianto di disperazione.
Dov’erano i miei genitori? Perché mi avevano lasciato di nuovo solo? Perché non mi volevano più? Io gli volevo bene, mi piaceva stare con loro, perché per loro non era così? Che avevo fatto? Mi misi a urlare frasi come “Mamma, ti prego, torna da me. Prometto che non andrò più a giocare al fiume che è pericoloso, non ti farò arrabbiare mai più. Lo prometto. Papà prometto che non entrerò più nel pollaio senza il tuo permesso. Tornate da me. Vi supplico.”
O comunque porcate di siffatta sorta.

Certo che ero mammone. Sarà anche  secondo l’astrologia l’essere mammoni è un fattore intrinseco al segno del cancro, come la testardaggine per il toro. Secondo alcuni apprezzo particolarmente le tette perché mi ricordano mia mamma. Mah. Ma questa è un’altra storia.
Per tornare al racconto della mia infanzia, il sogno venne interrotto.
Venni scosso da una mano enorme. Aprii gli occhi e fissai inebetito il vicino di casa.
Vicino per modo di dire. La sua casa stava ad almeno 3 km dalla mia. Ricordo che mi chiese dove fossero i miei genitori.
Gli risposi con una bugia: “Sono andati in città”. Ovviamente non si bevve quella cazzata. Le condizioni della mia casa mostravano chiaramente l’assenza di un adulto da diverso tempo.
“Vieni con me – mi disse -  ma prima prendiamo qualche vestito e qualche giocattolo”
“E le galline? Come faranno senza di me?”
Ricordo ancora che sorrise, ma era un sorriso triste.
Sicuramente pensò che proprio bene, di testa, non stavo. Solo come un cane da diversi giorni e mi preoccupavo per le galline.
Quel signore che avevo visto alcune volte di sfuggita mi portò a casa sua. La sua casa era simile alla mia. Viveva lì con la moglie e due bambine antipatiche, ma così antipatiche che non esistevano altre parole per descriverle e anche antipatiche era abbastanza riduttivo.
La moglie si mise a piangere quando mi vide. Capì che i miei genitori erano morti. Che ero solo. Mi abbracciò.
Ero così felice di ricevere quell’abbraccio. Com’era caldo il suo petto, come quello di mia mamma.
Mi lasciai andare ad un pianto ininterrotto e sconsolato che sembrò durare un’eternità. Lei mi strinse più forte e non mi lasciò andare finché non mi calmai.
Mi gettò dentro la vasca da bagno e mi lavò, rimase lì a giocare con me con le bolle (mi piaceva da bambino).
Mi asciugò, mi vestì, mi diede da mangiare e mi portò a dormire nel letto con lei e il marito.
Questo decretò l’astio e l’odio delle sue figlie nei miei confronti. Gli stavo rubando la mamma perché io non ne avevo più una.

Ma alla fine della fiera mi sono scoglionato talmente tanto a scrivere la storia della morte dei miei genitori che ho deciso di abbandonare nuovamente il prososito di non utilizzare parolacce. Alla fine getterò questo mazzo di cartaccia brutta nel fuoco e ci salterò attorno invocando qualche divinità. Ma so già come andrà a finire, inizierà a piovere e MissSoloUnNeuroneAcceso mi sgriderà sull'inutilità del mio gesto propinandomi qualcosa sull'ineluttabilità della vita e sul forte senso di gratitudine che dovrei provare nei suoi confronti per avermi dato una seconda possibilità eccetera, eccetera, eccetera.
Mah.




____________________________
Ciao a tutti!!
Capitolo un po' introspettivo per il granchio che allieta un po' le giornate di tutti noi, tra un omicidio e l'altro.
I suoi tentativi di impegnarsi nella stesura di questo diario sono semplicemente inutili. Però ci prova. Male, ma ci prova. Senza troppa convinzione, ma ci prova.
Se avete qualche idea, o volete leggere i pareri del povero crostaceo su qualcosa o qualcuno in particolare contattatemi tramite e-mail o tramite msn (indirizzo nel profilo). A voi la scelta.
Proverò a farvi da tramite con i suoi pensieri, l'importante è che non mi proponiate Bambi, sarebbe eccessivamente tragico.
Spero che non ci siano animi eccessivamente sensibili tra i lettori poichè mia cognata ha pianto come una fontana dopo aver letto la storia dell'infanzia di DM e soprattutto ha pianto per un'ora  facendomi desiderare la frusta di Lune e un soggiorno a Capo Sounion, intervallando i singhiozzi con qualche risata dal suono indefinibile. Per cui, in caso di attacchi incontrollati di pianto dovuti ad animi particolamente dolciosi e teneri chiedo l'amnistia sin da ora.

Prima di passare ai ringraziamenti di rito chiedo umilmente perdono a shura 4 ever, per non averla/o nominata/o nei ringraziamenti del precedente capitolo per aver messo la fic tra le preferite. Scusa, scusa, scusa!!

Quindi ringrazio con tutto il cuore tutti i lettori silenti, ma in particolare:
Spartaco e stantuffo per aver inserito la fic tra le preferite, whitesary e giuliettavr89 per averla messa tra le seguite e infine:
Ricklee. Sono immensamente felice che ti piaccia, davvero. L'idea di base era quella di scrivere quattordici diari, ma date le diverse personalità dei gold alcuni sarebbero stati davvero difficili da stilare, come quello di Shaka che sarebbe risultato un trattato di filosofia, quelli di Mu e Sion avrebbero seguito irrimediabilmente le orme di quello di Shaka, quello di Aldebaran sarebbe stato un trionfo di bontà,  e così via. Davvero troppo per me che comincio già a soffrire di disturbi di personalità per immedesimarmi nel mio granchio di fiducia. Per cui credo che non vedranno mai la luce, almeno che tu non voglia provare a scrivere nei panni di uno dei gold. Al prossimo capitolo!
Gufo_Tave. Troppo buono! Non vedevo l'ora di leggere se e cosa mi avresti scritto nella recensione. Avevo (quasi) il terrore del tuo spirito critico, ma dopotutto DM me lo immagino così: perculatorio (tanto per usare un suo termine) e ironico/sarcastico. Grazie mille per l'intervento! Alla prossima!
Degel. Cara inguaribilmente devota alla MiloxCamus (o KardiaxDegel) il tuo ghiacciolone sta benissimo. Milo è affezionato all'amico e nonostante qualche scatto d'ira funesta non avrebbe mai fatto davvero male a Camus, dopotutto ha resistito alla tentazione di strangolarlo credendolo un traditore. Per gli altri diari mi tocca risponderti proponendoti di cimentarti tu stessa nella stesura, magari in quello di Camus ^_-. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo.
Saruwatari_Asuka. Tesoro ci sei sempre *_* Il povero Death ha dei sentimenti, nascosti bene e in profondità, ma ci sono. Bisogna solo imparare a conoscerlo.
Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo, con i tentativi di abbandonare le parolacce e di comportarsi da essere umano. Spero solo che non cada in depressione dopo questo, un DM depresso dev'essere qualcosa di insopportabile, ma te lo immagini?! Un bacione e al prossimo capitolo!
beat. Felice che ti piaccia, grazie mille per il commento. Spero solo di non andare OOC nell'approfondire la sua psiche contorta. Fammi sapere cosa ti sembra. Ciao ciao!
makochan. Ma povera Saori!! DM la tratta malissimo! Non che non se lo meriti un po', ma anche lui esagera. Poi la vaga somiglianza con Kanon c'è, solo che il gemellino tende ad essere un po' più buono quando non mette le divinità una contro l'altra, ma Kanon ci piace anche per questo. Grazie per la recensione e al prossimo capitolo!
whitesary. Hola! Tu non hai mai desiderato che qualcosa prendesse fuoco di sua sponte? Eddai, a noi puoi dirlo :P Scherzi a parte sono felicissima che ti piaccia il diario di Death e spero continui a piacerti. Al prossimo aggiornamento! Ciao ciao!
stantuffo. Non scusarti per il ritardo! Davvero, dico sul serio, non c'è bisogno. Se vuoi, il granchio,  te lo spedisco a casa una settimana, ma non accetto lamentele o ripensamenti dovuti alle sue uscite. Spero che le avventure del nostro impavido eroe continuino a piacerti. Un bacione! A presto!

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Capitolo 4
*** 19 Giugno ***


19 Giugno 19 Giugno

Eccomi ancora qui nel pieno del mio splendore mortifero e al culmine della noia fatale.
Ieri ho avuto modo di pensare a quello che è stata la mia vita.
Orfano da bambino piccolo e adorabile (lo ero) e poi una carrellata di situazioni di merda. Eppure eccomi qui a fare i compiti. Dovrei scrivere quello che penso di Saga, ma non so cosa penso. Oltre al fatto che cambia identità ogni tre secondi e non si sa mai con chi si sta parlando. Peccato, così giovine e così rincoglionito.
La dea non si è resa conto che la pagina che avrei dovuto dedicare ad Aiolia l’ho dedicata alla fidanzata, anche se fanno finta di non stare assieme. Comunque appena troverò la voglia di mettermi a pensare, probabilmente scriverò qualcosa anche su di lui. L’ho trattato abbastanza male in passato, soprattutto quando eravamo teneri virgulti, ma se lo meritava.
Poi, non vorrei scriverlo io, ma non sapendo se lui si deciderà a rendere pubblica la notizia, mi assumerò questo impegno: Aiolia si tingeva i capelli.
L’ho scritto, ma solo per amor della cronaca, non per atti perculatori (riesco a mentire anche a me stesso, lo scrivo solo per prenderlo per il culo).
Anche se aveva tredici anni, va reso noto. Tutto il mondo dovrebbe saperlo e trattarlo di conseguenza. Però forse un po’ lo capisco ora.
Io personalmente gli davo del traditore ogni volta che mi si presentava l’occasione di farlo e gli ho anche sempre fatto notare come fosse fratello di un traditore.
Poi ho realizzato che il traditore ero io, ma questi sono dettagli e comunque sono sempre rimasto fedele alla mia causa per quanto sbagliata potesse essere.
Ho ricevuto una lettera dallo psicologo.
Vuole vedermi per parlare faccia a faccia dopodomani, ma non glielo auguro.
L’incontro finirebbe con me ricoperto di sangue e lui sfabbricato di mazzate. E poi, che minchia vorrà dirmi? Mah.
Devo ricordarmi di chiedere agli altri, in quei rari momenti in cui ci si incontra,  se l’hanno ricevuta anche loro.

Stamattina Dea Furbizia ci ha convocato tutti.
Quando ci ha fatto chiamare dai bronzetti per il Chrysos Synagein ho sperato che qualche divinità avesse avuto voglia di prendere qualche sonoro calcio nel culo per poi finire sigillato in qualche oggetto di dubbio gusto, come un’anfora mezza rotta. Già pregustavo l’odore del sangue e mi immaginavo a spedire un mucchio di babbalei nello Sekishiki.
Per i più degni mi sarei addirittura recato lì io stesso per aiutarli nella spinta finale dandogli l’ultimo incoraggiamento, ma stando attento a non avvicinarmi troppo allo Yomotsu Hirasaka. L’ultima volta non mi sono divertito, ma forse perché ci sono finito io lì dentro. A dir la verità ci sono andato solo perchè il lucertolone era riuscito a tornare in questo mondo. Ma questi sono dettagli trascurabili. Ma non parlavamo di Shiryu.
Ho indossato la mia bastardissima e sfavillante armatura traditrice e mi son recato al tredicesimo tempio.
Ho incontrato Sion che aspettava davanti al portone e mi ha detto:
“Mi spiace-”
“Anche a me” gli ho risposto, interrompendolo, nel tentativo di provare empatia, ma non sapevo per cosa dovessi dispiacermi e soprattutto non sapevo per quale motivo si dispiacesse lui visto che non l'ho fatto parlare.
“No, no. Dispiace di più a me” insiste.
“Va bene. Ma se non ti dispiace vorrei dispiacermi anche io.”
“Fai pure, ne avrai bisogno”
Dopo questa conversazione di alto livello, gira le spalle ed entra, incoraggiandomi a fare lo stesso ma avvertendomi di prepararmi a qualunque cosa.
Faccio un rapido calcolo della presunta età di Sion e mi rendo conto che sicuramente soffre di Alzheimer. Per sincerarmi che non mi abbia scambiato per qualcun altro gli chiedo se mi ha riconosciuto.

Dopo aver schivato un blando Stardust Revolution, sicuramente atto a intimarmi di non rompergli i coglioni più del dovuto, entro.
Anche Sion è rinato leggermente isterico, pensare che era così tranquillo, pacioso e bonaccione.
Sono già tutti dentro, mancavo solo io.
Saluto e prendo posto tra i miei colleghi. Mi rendo conto che qualcosa davvero non và.

Mu dondolava la testa a destra e a sinistra, forse intento a cercare di far scattare qualche muscolo che gli si era incriccato. Mi sorprende, ha sempre tenuto un comportamento serio e impeccabile. In passato non si sarebbe scomposto neanche per una scopa nel culo.
Aldebaran fissava Mu, probabilmente chiedendosi il motivo del gesto, come me. Saga e Kanon erano appoggiati ad una colonna: uno a destra ed uno a sinistra, scoglionati come non mai e con lo sguardo perso dietro un tendaggio, che a giudicare dall'attenzione riscossa forse celava qualche donna nuda. Io mi grattavo la barba mentre mi chiedevo cosa avessero, me lo ricordo bene ma non è che sia di importanza vitale. Aiolia fissava il fratello facendogli notare che era arrivato il momento di tagliarsi i capelli con dei rapidi gesti.
Shaka era in piedi, cosa rara, ma secondo me dormiva semplicemente. Dohko non lo so, è troppo bassottino e a volte mi sfugge. Sarà stato dietro Aldebaran.
Milo smerigliava le palle a Camus che lo ignorava con eleganza e noncuranza, come sempre. Shura, tutto serio e impalato come uno stambecco fissava alienato Kiki, che ricambiava lo sguardo. Mah, a volte mi preoccupano. Infine Aphrodite si rigirava una rosa tra le dita e passeggiava nervoso avanti e indietro.
Appena escono i bronzetti da dietro il trono (ora voglio sapere per quale porco motivo sono qui e soprattutto perchè erano tutti e cinque dietro il trono e inoltre voglio sapere perchè quegl'altri cinque cretini bronzei non ci sono mai) prendiamo tutti posto davanti a quell'orrenda sedia gigante e ci inginocchiamo.
L'intento è quello di azzopparci, lo so. Lo sento.
Anche perchè si tende sempre a poggiare a terra la stessa fottuta rotula e generalmente le convocazioni tendono ad essere lunghe.
Ora non so se c'è qualcuno che ce l'ha in particolare con noi, però sarebbe un gesto cortese convocare, dare la missione e poi fanculizzare senza ripensamenti o altro, invece subito dopo la convocazione ci sono quattro ore di monologo...sì, anche Saga versione Gran Sacerdote blaterava per ore di niente. Una volta l'ho beccato mentre si faceva il bagno. Grosso, grosso, grossissimo errore. I bagni di Saga sono dei parti. Rimane ore a sguazzare nell'acqua come una papera sciancata e poi quando esce fa anche il fantastico. Quanto non sopportavo quel suo lato narciso-demoniaco. Di pseudo-checca isterica mi bastava Aphrodite, ma grazie ad Atena (o a chi per lei) non l'ho mai beccato mentre nuotava.
Pochi secondi dopo l'entrata del lucertolone, il coglionazzo, il pavone, la donnetta e ghiacciolo-la vendetta- arriva la mia (ma perchè? Perchè lei? Ma con tutte le bambine di due anni che ci sono al mondo, perchè scegliere lei?) dea.

Entra vestita come una novantenne.
Un vestito di un viola da cadavere tanto brutto da far schifo anche a me, con le spalline…non lo so, sembrava avesse due palloni da rugby in equilibrio sulle spalle. Era vestita come mia nonna. Ma son sicuro che mia nonna a tre anni non si vestisse così e che avesse più gusto nella scelta dei colori. Però probabilmente era un vestito targato da qualche stilista famoso.
Mi scappa da ridere e non solo a me.
Vedo Sion poggiarsi la mano sulla maschera che gli copre la faccia (in realtà sta facciapalmando, lo so) e Milo mordersi un labbro e inclinare, impercettibilmente,  la testa a sinistra di circa 0, 21 gradi per non iniziare la risata che avrebbe coinvolto tutti noi. Anche Shaka si sarebbe lasciato andare oggi.
Ci informa che torna a Tokyo perché non so che cazzo deve fare (chissenefotte di dove và) e che il jet-da oggi col 90% di lusso in più- di famiglia la sta aspettando all'aereoporto e non vuole beccare il traffico dell'ora di punta per non far torto al pilota, visto che ormai lavora con lei da diversi anni e non si è ancora suicidato
(povero pilota, mi chiedo che male abbia fatto nella sua vita precedente).
Bene, si schiantasse da qualche parte che ci troviamo una dea più bellina e simpatica.
Mi guardo attorno e vedo Seiya sbadigliare, mentre gli conto i denti, mi ricordo di chiedermi  per quale motivo sia lì, la sua presenza non dovrebbe essere tollerata, come quella degli altri bronzini e del figlio di Mu.
Lo dico a Shura, che segue quello che Nonna Papera dice, e mi informa che non è il figlio di Mu ma il discepolo. Sono uguali, cazzo! Sinceramente ho sempre pensato che Mu stesso fosse  figlio di Sion, sono identici. Sono tre fottute gocce d’acqua. Però effettivamente Sion è troppo vecchio… rabbrividisco al pensiero di quello che mi si propina davanti agli occhi.
Decido di seguire quello che dice Clotilde, ma mi son perso tutto il discorso, sento solo:
“…e quindi verranno oggi.”
Chi? Macchemmenefotteammia?!
Questo è un Chrysos Synagein?
No, è una porcata. E in 19 giorni di vita ho visto solo porcate.

Saga, riprendi il posto di Sion…lo tengo fermo io Aiolos questa volta. Per sicurezza ci mando anche Aiolia nello Sekishiki. Poi li riporto indietro, ma tu prendi quel cazzo di pugnale che magari nel frattempo è diventato un revolver. Un colpo in testa e ce la leviamo dalle palle.
Mi chiedo per quale motivo abbia deciso di usare un pugnale contro una bambina in fasce. Un Galaxian Explosion, no? Avresti fatto prima e soprattutto ce l’avresti fatta. E io ora non sarei morto e risorto e non avrei partecipato a questa riunione del cazzo.
Appena tornato a casa, sempre nella noia del momento, mi sono guardato intorno e ho appurato senza dubbio alcuno che la casa  fa schifo per quanto è sporca.
Non posso contare sulla servitù, sembra che solo Aiolia possa permettersela. Tsk.
O almeno, poteva. Dato che quando sono tornato rispondendo alla chiamata di Saga erano svaniti nel nulla.
Chissà che fine ha fatto la ragazzina. Ma non è che me freghi troppo. Se è viva buon per lei.
Meglio dare una pulita.

-

Ora la casa non sembra più un porcile e io in un porcile ci vivrei benissimo e con felicità. Dopotutto già la mia casa puzza di cadavere, ma non so esattamente perché.
Ho visite. Mai che possa scrivere quando sono in vena, eh?

-

Ora so cosa ci doveva dire Barbie-Saori stamattina.
Sono venuti due tecnici ad installare internet e, nel mentre che mi chiedevo che cosa fosse questo internet, li vedevo trafficare con cavi, cavini, cavetti e aggeggi strani. Ovviamente hanno bucato il 90% dei muri del tempio e oltre a questo hanno addobbato a festa le colonne con quei merdosissimi cavi.
Ad occhio e croce ne hanno usato circa tremila chilometri.
Spero che li paghi a metro quella tirchia e che quest'impresa le costi un fottilione di soldi.
Non c’ha aumentato lo stipendio perché ci passa vitto e alloggio.
Secondo lei è un motivo valido.
Il cibo fa schifo (non è neanche vero, a me piace ma sono arrabbiato) e l’alloggio è stato buttato giù dai bronzini e Barbie-c’ho-i-soldi non ha fatto ricostruire un beato cazzo perché “ero impegnata a combattere contro Nettuno, poi Hades, poi Artemide, poi Apollo, poi Ares, mio nonno, mio cugino, mio zio di terzo grado, contro l’amico di un amico di un cugino di un conoscente di mio padre, contro me stessa, ringrazia che ti ho resuscitato, ingrato”.
Poi si chiede per quale motivo tutte le divinità di questo porco mondo ce l’abbiano con lei.
Ma son domande da farsi? Ce l’ho anche io con lei, ma solo per il semplice motivo che E’ lei.
Ma non parlavo della loli-dea, ma bensì dei tecnici di internet.
Volevano addirittura bucare una delle mie bellissime e adorate maschere per far passare quei cavi.
Mentre gli scagliavo gentilmente contro ogni maledizione imparata in ventitré (o ventiquattro?Non sono più sicuro della mia età a ben pensarci) lunghi anni di vita per la rottura di coglioni non richiesta, mi si avvicina uno di loro.
Avrà avuto l’età di Donzella Cicisbea, quindi tra i due e i quattro anni. Forse tre, o sei esagerando. Non lo so, ma quanti accidenti di anni ha?
Comunque, mi si avvicina lo sbarbatello e mi chiede:
“Scusi, dov’è il telefono?”
Il che?
Telefono?
Al Santuario?
Ma stiamo scherzando?
Hanno messo l’elettricità due giorni fa altrimenti si viveva di candele e torce.
Non c’è bisogno che io scriva quante stincate ho dato qui in giro nel tempio, o quante volte mi son ritrovato ad abbracciare le colonne perché al buio non si vedono, o quante cazzo di volte ho dovuto scendere le scale col culo? A dir la verità un paio di volte sono sceso rotolando, riuscendo quasi a sfiorare il muro del suono, e incrinando con abilità una delle colonne del tempio di Shura. Ovviamente venivo da casa di Aphrodite e non ho avuto problemi ad evitare i pilastri del tempio di Camus (anche perchè si stava allenando e aveva appena congelato tutto, facendomi prendere ulteriore velocità). Ho fatto il mio ingresso trionfale nel tempio del mio amico-capra e ho sfiorato la statua di Atena che consegna la spada sacra  ad un cavaliere per poi schiantarmi contro la massiccia colonna. Cazzo, che botta. Ma quello che mi stupì maggiormente non furono i lividi per la rotolata ma l'espressione di Shura. Avete presente quel quadro col tizio che urla e si tiene la faccia? Shura era così, ma aveva le mani tra i capelli e sono sicuro che si sia strappato qualche ciocca corvina. Però non urlava. Era in apnea. Non respirava, non emetteva nessun fottuto suono. Ho aspettato che si riprendesse ma non dava segni di vita e me ne sono andato lasciandolo al suo dolore. L'ho rivisto il giorno dopo, quindi è sopravvissuto alla mancata tragedia senza troppi danni, anche se credo che non si sia mai ripreso. Ma in fondo non so perchè spaventarsi per niente, mah. Spagnoli del cazzo.
Ci tiene troppo a quella cavolo di statua, ed è anche brutta. Potevano almeno scolpire l'armatura del capricorno al tizio. Ma parlavo di quanti incidenti ho avuto (non solo io eh, tutti noi abbiamo avuto problemi col buio, ma ora che ci penso forse Shaka non si è mai fatto male, anche perchè con la scusa di meditare non fa un beato cazzo tutto il giorno e poi gira sempre ad occhi chiusi e ha imparato ad evitare gli ostacoli - non lo ammetterà mai, dirà sempre che è illuminato da Buddah blabla).
Ma dicevo di quante volte mi son ciancicato il naso contro una parete.
Vi ho già detto di quante volte ho baciato le maschere?
Senza contare le scottature perché alla fine mi ritrovavo ad aiutare quei fancazzisti degli inservienti ad accendere le torce. E poi mi dicono che non sono altruista.
E in tredici anni sono state davvero tante. E ogni stincata è riuscita a farmi tirare giù ogni santo del calendario che ho imparato da bambino e anche qualche divinità imparentata con la scema che mi comanda a bacchetta. E così per ogni culata, rotolata, nasata in generale. Tsk.
Comunque:
“Non c’è il telefono qui.”
“Come no? E come telefonate?”
Mentre vorrei dirgli che non ho quasi mai usato un telefono in vita mia, mi ricordo dell’esistenza delle cabine telefoniche.
“Cabine.”
“Ma ormai non le usa più nessuno da quando hanno inventato i cellulari!”
Mi guarda come a cercare conferma di quello che ha detto.
Io lo guardo.
Lui mi guarda.
Lo guardo ancora.
Insiste.
Insisto.
Mi fissa ancora e qui il mio cervello ha proiettato un bellissimo film nel quale io, dopo avergli gentilemente concesso una passata di schiaffi e un fantastilione di calci nel culo, gli stacco la testa e poi ci gioco a calcio. Ma, visto che le cose belle non accadono mai sono costretto a dargli ragione.
Annuisco varie volte e mi ritiro nella mia camera da letto.
Chemminchia è un cellulare?

Ho bisogno di uscire da qui.
Shura, Aphrodite. Ho bisogno di voi. 
E tu deciditi a prendere fuoco.





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Eccomi qui, pronta a raccogliere gli insulti dovuti al mostruoso ritardo. Mi spiace: lo farò ancora.
Allora, il capitolo è di nuova fattura perchè mi sono ritrovata senza "l'internet" per qualche giorno. Ho imparato una cosa importante però.
Davvero, senza internet la società arretra di mille anni e mezzo. E' terrificante.
Generalmente quando lo si ha a disposizione 24 ore su 24 non ci si rende conto di quanto possa essere utile e di quanto sia divertente navigare per siti, forum, e altri approdi. Ma, al momento che ci ritrova senza...beh, quando non vi si può accedere accade che serva Wikipedia. 
Mentre mi chiedo perchè scrivo della mia assenza dal mondo virtuale (della quale potrebbe fregarvene niente) mi ricordo perchè: la disavventura tecnologica ha ispirato il capitolo. Tutto qui.
Beh. Ciao!

No, che non vi mollo così! Devo ringraziare un bazilione di persone!
La mia più profonda gratitudine, in ordine alfabetico, a:
Agnes Fey, bellatrix18, Camus, deneb86, Eden89, leyda, Near Keehl, quinto Livello
squarciecicatrici, Teriel Donovan, Violet Nearina, whitesary per aver aggiunto il diario del folle tra le fic preferite.
alessandrobasile93, beat, Court, EriS_San, ladyVegeta1988, Saruwatari_Asuka, squarciecicatrici e _Hiromi_ per averlo aggiunto tra i seguiti.

Infine, un mostruoso, gigantesco e infinito grazie ai recensori:
stantuffo. Il granchio si fa sentire anche attraverso gli internet-point! Non far caso a quando cerca di essere serio, anche perchè cambia subito idea. E' un po' volubile il crostaceo,  forse ha voluto acquisire una certa conscienziosità per scrivere della sua infanzia. Ma non è durata molto. Sono felice che la fic ti piaccia, sinceramente ero molto dubbiosa, non avrei mai creduto che avrebbe riscosso un successo simile. Grazie mille! Spero che anche questo capitolo ti abbia strappato qualche sorriso. Un bacione e al prossimo!
Saruwatari_Asuka. Sono felicissima che ti sia piaciuto il capitolo precedente, sinceramente temevo di aver esagerato con le tenerezze e i ricordi dolci e amari del granchio (ma solo per la reazione di mia cognata). Poi io non odio Saori, peggio. Forse esagero un po' con i soprannomi perculatori, che un po' stonano col personaggio, ma aiutano DM a sbizzarrirsi. Si annoia a restare segregato, poro ciccio.  Le figlie del vicino di casa sono effettivamente delle piccole Saori, per quello tendono ad essere un filo antipatiche, ma vediamo cos'altro ci racconterà del suo passato questo cavaliere grottesco come poche cose al mondo. Non ti ringrazierò mai abbastanza. Un bacione e al prossimo capitolo!
Violet Nearina. Ciao! Eccoti accontentata!! La fic prosegue con un po' di tecnologia, qualche aneddoto e nuovi soprannomi per Barbie-Saori. Grazie mille per la recensione! Ciao! Al prossimo capitolo!
Gufo_Tave. Ebbene sì, Saori ha i paladini che si merita. Guarda Sasha: gentile, dolce e bellina e ha dei cavalieri che sono persone serie e tendenzialmente non fuori di testa, almeno non troppo.
No, momento serietà, Saori non la posso vedere di base (da diciannove lunghi anni), però sto esasperando dei piccoli difetti. Nel complesso non è un personaggio coerente con se stesso (un po' come tutti gli altri) dato che da ragazzina con lo spirito di Atena è diventata improvvisamente Atena, cambiando totalmente registro di comportamento. Però qualche presa in giro alla sua inesauribile ricchezza ci vuole, inoltre
ha il jet, l'elicottero, una novantina di satelliti  e il Colosseo a Tokyo che le restituiscono 2 punti. Poverina, in fondo fa quel che può per svolgere al meglio il suo compito divino, anche se è un "pelino" avventata, e può contare sulla fedeltà di tutti i suoi cavalieri, l'imbecille compreso. Francamente nemmeno io avevo mai immaginato DM come un mammone, ma forse si rammarica di non aver potuto conoscere meglio i genitori, poi si sa, con la mamma c'è sempre un legame speciale, anche quando la si fa fuori in tenera età. Grazie mille per il commento! Alla prossima!
whitesary. Lo so mia cara, DM è un po' lunatico, ma in fondo anche lui ha un cuore. Molto in fondo, tra l'appendice e un rene (fai finta che non ho detto niente, anche perchè comincia a sembrare un crostaceo anche dal punto di vista anatomico). Per fortuna ti ha solo intenerita, non volevo un altro sfogo sulla coscienza, davvero. Poi mi sarei anche sentita in colpa. Però sono felice che apprezzi l'ironia del granchiazzo, ci prova a dire la verità ma poi si accorge che qualcuno potrebbe pensare che sia un essere umano e cambia registro. Ci vediamo al prossimo capitolo!! Grazie mille e aggiorna presto anche tu, altrimenti muoio (e tu non mi vuoi sulla coscienza, no che non mi ci vuoi. Vero che non mi ci vuoi?).
Ricklee. La tua speranza che io aggiornassi presto è andata leggermente a quel paese, difatti ho fatto passare un mese. Non si fa così, ho già chiesto scusa, ma so già che lo rifarò. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Comunque Death Mask lo adoriamo in due, ma io di più :P. Grazie mille e alla prossima!!
Camus. Mi fa piacere che apprezzi Granchio Pazzo e l'idea del diario. Purtroppo DM non è molto portato per la scrittura. Poveri posteri, che male avranno mai fatto per meritarsi di trovarsi tra le mani il suo manoscritto. Al prossimo capitolo! Grazie mille per la recensione e ci vediamo al 20 giugno. Ciao!
Eden89. Grazie mille! Mi fai arrossire. Son contenta, ma ho notato che tendo a ripetermi un po' nelle risposte alle recensioni, ma fa nulla. Spero che anche il prossimo capitolo ti piaccia, ma soprattutto spero che ti sia piaciuto questo. Povera Cornacchia, è sempre Atena. Anche se è un'Atena un po'...avventatina? Però devo riconoscerle che ha un'abilità innata a farsi rapire e quasi uccidere, non è da tutti. Ma le vogliamo bene anche perchè non ha picchiato DM con lo scettro dopo aver letto quello che lui ha scritto di lei. Sì, lo ha letto. Ma la sua bontà è tale che, a costo di soffrire per i commenti di Death, vuol fare in modo che i suoi cavalieri siano uniti. Scopo nobile, ma non so quanto fattibile. Al prossimo capitolo e grazie mille per complimenti, recensione e tutto!
EriS_San. Purtroppo Saori è un po' tirchia, secondo quello che dice DM, e forse si è rivolta allo psicologo meno costoso. Misteri della fede, non lo sapremo mai. Però, anche io, se fossi stata nell'ometto non mi sarei fatta vedere troppo in giro dopo essere scoppiata a ridere in faccia a quattordici omoni  che dicono di essere tornati alla vita per miracolo divino. Forse anche io gli avrei commissionato un diario :P Col tempo scoprirai cosa si nasconde tra i miei neuroni riguardo il granchio, grazie mille!! Al prossimo!
beat. La tua recensione mi ha lasciato come Saori ha lasciato DM. Così O_O. Però poi ho fatto così T_T. Grazie mille davvero. Purtroppo con DM mi identifico abbastanza, anche se ancora non ho tappezzato la casa di maschere. Ma se mai dovessi arrivare a questo punto salterei lo psicologo e mi getterei tra le sapienti mani di uno psichiatra. Sono felice che ora il granchio ti piaccia, e sapere che un po' di merito è mio mi fa gongolare come un panda in mezzo al bambù. Forse alla fine il prode crostaceo svelerà a tutti il suo nome di battesimo, anche se per il momento sembra reticente a farlo. Grazie mille per i complimenti, mi auguro che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento. Al prossimo capitolo!
makochan. Spero che i tuoi muscoli si riprendano al più presto e spero che non abbiano risentito troppo. Ebbene sì, Death Mask si sta abituando e comincia anche a piacergli. Dopotutto non è che al momento abbia molte cose da fare, forse lo ritiene un buon modo per ammazzare il tempo. Dovremmo spingerlo a dirci tutto in un modo o nell'altro. Grazie mille, un bacione e al prossimo capitolo!

Nella speranza di non aver dimenticato nessuno, vi informo ufficialmente che finalmente vado a godermi le mie meritate vacanze.
A settembre aggiornerò nuovamente il diario del folle e la fic sull'ipotetica infanzia dei gold.
Ciao ciao!

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Capitolo 5
*** 20 Giugno ***


20 giugno E’ successa una cosa paurosa oggi.
L’intera umanità piangerà per sempre di questo triste evento.
Eh già. Ci spiace molto, ma è necessario che tutti voi sappiate quello che è accaduto oggi, 20 giugno, al Santuario di Atene, attaccato al buco del culo del Partenone, in Grecia, in Europa, nel mondo, nel sistema solare, nella Via Lattea e così via finché c’è spazio.
Non so se riuscirò a dirvelo chiaramente. E’ una cosa che mi fa soffrire, molto.
Stento a trattenere le lacrime. Il dolore che provo è qualcosa di indicibile, mi tormenta e mi uccide poco a poco.
Ma la cosa peggiore è che non so come dirlo. Non ci sono parole per queste cose.
Ma è mio compito di santo paladino di Atena informare tutti dell’accaduto, visto che è successo sotto i miei occhi. Sono un testimone oculare della fine del mondo.
Ricordo sin da ora che sono innocente fino a prova contraria, a meno che io non sia stato colto in flagranza di reato.
Cercherò di scriverlo nonostante la tristezza mi attanagli il cuore. Ma lo farò dopo, magari nel pomeriggio.

-

Ho appena finito di raccogliere venti chili di polvere. Mi sembra di abitare il Colosseo. Inoltre quei luridi scagnozzi della tecnologia hanno forato talmente tanti muri che alla fine è caduta una delle maschere.
E ho i coglioni girati.
Ora ho internet, ma non so cosa sia. Brutta cosa quella di rimanere fermi a venti milioni di anni prima di Cristo. Brutta davvero.

Anche oggi il nulla. Almeno ieri ci siamo riuniti, anche se non abbiamo scambiato neanche una parola tra noi. O almeno niente che non fosse qualche frase di circostanza, quindi finti interessamenti alla salute. Molti finti interessamenti alla salute. Ma ho scoperto che Mu e Sion non sono parenti. Però si somigliano. Ho scoperto anche che Mu non è il padre di Kiki, effettivamente ci sarebbe stato qualcosa di sbagliato con l’età. Facendo un rapido calcolo, io, in teoria, dovrei avere ventitré anni, Mu ne ha tre meno di me per cui, se la matematica non è cambiata nel mentre che son rimasto sottoterra a cibare vermi e schifezze varie, ne ha venti.
Kiki non so quanti anni abbia, ma direi sui  dieci.
Ora, senza considerare Sion, del quale si narra di epiche battaglie contro i dinosauri (assieme a Dohko, mi sembra ovvio), sempre secondo antiche voci di corridoio del Santuario, e facendo un rapido calcolo sottraendo l’età del poppante a quello di quel pecorone risulta che Mu dovrebbe averlo avuto all’incirca verso i dieci anni. Ma tenendo conto del fatto che siamo rimasti morti un annetto e che non ho la minima idea di quanti anni abbia il bambolotto devo presumere che potrebbe averlo avuto anche prima.
Quindi, o Mu è stato un filino precoce o non son padre e figlio, mi sembra ovvio.
Magari ha quindici anni e li porta male, sembrando un infante. Magari ne ha cinque e li porta bene, sembrando un ragazzino di dieci anni. Magari ne ha dieci e ne dimostra dieci, c’è anche questa remota possibilità.

Ho le idee confuse al momento. Però di una cosa sono sicuro.
Sì, ne ho la certezza: mi son dimenticato di chiedere agli altri riguardo alla lettera dello strizza palle. Accidenti.

Visite anche oggi. Speriamo non sia già tornata la scartavetra gioielli, oggi tenterei quello che ha fallito Saga uno zibaldone di secoli fa, ma solo perché mi hanno rotto una maschera, il che equivale a pestare le palle a un tanuki. Il che può risultare pericoloso. Vediamo chi vuole rischiare la vita oggi.

_

Ma che rottura di coglioni.
Ed ecco l’avvento del rivenditore di macchine infernali e diaboliche.
Fortunatamente la visita è stata meno duratura di quella di ieri. Uno sbarbatello in fasce, col rivolo di latte alla bocca.
Mi ha affibbiato un pacco e mi ha detto:
“Ecco il suo computer. Ma che fate qui, rievocazioni storiche?”

Gli rispondo di sì e prendo il mio computer, qualunque cosa sia il mio computer.
Prima di andarsene lo sbarbatello mi dice come installare il sistema operativo (che minchia è?), e mi dice che posso navigare in internet se ho già la connessione. Ok, internet e computer vanno usati insieme. Devo solo scoprire come. E soprattutto cosa farmene.

Mentre sto per rientrare in casa e abbandonare questo scatolone da una parte e aspettare che diventi polvere, visto che mi interessa terribilmente, mi chiede:
“Che tipo di connessione ha?”

Che tipo di connessione ho? Interessante.
Quindi, dopo aver supposto che mi serva una connessione, scopro che ne esistono di diversi tipi.
Lo guardo, poi lui guarda me.
Credo che aspetti una risposta, ma non è che mi vada granché di palesare così la mia ignoranza.
Tuttavia capisce che non capisco e mi chiede: “Fibre ottiche? ADSL? Ce l’ha il modem?”

Fibre ottiche? ADSL? Modem?
Ma che lingua parlano fuori da qui?
Non rispondo. Resto lì in piedi col mio computer stretto tra le braccia e lo fisso come un coglione.
“Non è molto esperto, vero?” mi chiede guardandomi con sufficienza.

Di questo no, non sono esperto, ma posso cavargli il cuore dal petto in almeno venticinque modi differenti e farglielo vedere prima che muoia. Me la cavo discretamente bene anche con la tortura. Non immagina cosa potrei fargli anche solo con un accendino o uno stuzzicadenti.

“No, non sono un esperto. E neanche un principiante.”
“Se vuole le do una mano io.” Mi dice sghignazzante. Lo odio già, anche perché di solito sono io a sghignazzare degli altri.

Accetto l’aiuto.
Entra in casa e lo sento esclamare: “Nooooo!! Che figata tutte queste maschere!! Dove le compra?”
“Le faccio io”
“Me ne fa una anche a me?”
“Forse” e già me lo immaginavo morente, c’è un posto libero su una parete, sarebbe carino riempirlo subito, ma di facce da minchia moscia come questo qui ne ho un sacco. Vorrei qualcosa di nuovo; la testa di una dea, magari.

Mi chiede dove sia il telefono e gli dico che non ne ho la più pallida idea. Poi vede i cavi e mi dice:
“Ah, ha solo internet!”

Eh sì, ho solo internet. Che gioia.

Si siede e tira fuori quello che dovrebbe essere il computer.
Una specie di cosa nera che si piega in due, con una sorta di schermo luminoso.
Fondamentalmente è una cagata mostruosa, ma ha il suo fascino.
Ha parecchie lucine lampeggianti che mi ricordano vagamente i fuochi fatui.
Lo so, sono un romantico.

“Questo modello è l’ultimo uscito ed è uno dei migliori sulla piazza. Deve sapere che potrebbe farci girare qualunque cosa su questo.”

Scopro che ne esistono diversi modelli e che ci posso far girare sopra le cose… ma non ho ben chiaro in che modo.

“Può memorizzare fino a 1 tera di dati e l’hard disk è di nuova generazione, resistente agli urti, con dieci bla di blabla, blablu di RAM, blablabla …”

Non so cosa mi abbia detto. Ho chiuso le orecchie.
Mentre parla continuo a guardarlo e annuisco fingendomi interessato ad ogni cosa che dice.
Dopo diversi minuti di bla bla senza senso va da Aiolia e probabilmente ripeterà la stessa scenetta, ma prima di andarsene mi fa notare che ha impostato tutto in modo che io possa sedermi e navigare.
Ma dove?
Mi manca la barca.
Beh, vado a cercare qualcosa di interessante da fare.

-

Ma possibile che debbano succedere tutte a me?
So di meritarmele un po’, ma qui si esagera davvero. Non ho fatto niente di male in fondo.
Ho liberato il pianeta da decine di consumatori di ossigeno a tradimento. Bambini che sarebbero cresciuti capricciosi e smeriglia coglioni, donnette isteriche e lascive (non che ci sia qualcosa di male su quest’ultimo punto) e grandissimi e sminchianti esseri umani di varia natura, genere ed età.
Siamo un sacco sul pianeta, è necessario liberare un po’ di spazio. Ma a quanto pare la penso solo io così.
A dire il vero ogni tanto ci penso su e  mi rendo conto che alla fine mi dispiace.
Immagino quanti bambini non potranno mai drogarsi, sbronzarsi, fumare, fare sesso.
E’ triste pensare che siano morti senza provare le uniche cose per cui valga la pena vivere.
Ma fotte sega.

Un paio di ore fa, mentre mi guardavo in giro sconsolato, Aphrodite ha avuto la brillante idea di fare una passeggiata per i templi, anche perché non può andare da nessun altra parte.

Alla fine viene sempre da me, visto che faccio finta di ascoltare tutte le sue elucubrazioni a proposito di un sacco di cose noiose e poco interessanti.  Strano che non si sia fermato da Shura.
Ma forse non si è fermato da lui solo perché lo snobba meglio di me quando ha le palle girate, e Shura è rinato con i testicoli tirati.
Non gli si può parlare per più di quattro secondi che si inalbera per qualunque cosa, poi petula e poi resta in silenzio per otto-nove ore incenerendoti con lo sguardo. Spagnolo del cazzo. E’ rinato come Aphrodite. Se penso che prima era così serio mi deprimo.
Se sopravvivo allo psicologo domani vado a trovarlo…eccheminchia…non l’ho chiesto neanche oggi ad Aphrodite se ha ricevuto anche lui il foglietto imbrattato con l’appuntamento.
Pazienza.

Comunque, in passato ascoltavo Aphrodite solo quando mi raccontava di essere uscito con qualcuna, ma ammetto che non mi interessava sapere il nome della dolce donzella quanto conoscerne la dimensione delle tette.
Ma che sono un porco l’ho assodato da tempo, più o meno quando ho compiuto i tredici anni e mi si è aperto davanti agli occhi un nuovo mondo.
Ma non parlavo di questo, benché sia un argomento interessante.

Aphrodite ha sempre avuto il vizio della minchia di commentare l’arredamento della mia dimora.
Ammetto che sia un po’ macabro, con tutte quelle facce alle pareti, sul soffitto e anche sul pavimento, ma d’altronde avevo finito lo spazio disponibile. Però mi piace, senza dubbio è originale.

Mentre commentava con quel tono fastidioso e arrogante non più la scelta dell’arredamento, ma anche la disposizione delle maschere che secondo lui “starebbero meglio se disposte ordinatamente. O al limite - sai che potresti fare? - potresti alternare uomo-donna-bambino in file da tre per tre e avresti degli spazi liberi. Non sarebbe male, renderebbe l’ambiente più…’arioso’.”

Arioso? Che significa arioso?

Sinceramente quando l’ho sentito dire “file da tre per tre” mi è venuto in mente il sudoku. Effettivamente, per non annoiarmi, potrei cambiare la disposizione delle maschere e fare in modo che in nessuna riga, colonna o diagonale si ripetano volti con la stessa espressione, però è difficile.
Son morti tutti con la stessa espressione. Son pochi quelli che si salvano, ma non ci posso fare niente, di modificarle non se ne parla.

Mentre cianciava con le maschere, visto che non lo ascoltavo più, lo sento urlare.
Speravo gli fosse venuto un infarto fulminante, avrei appeso al muro anche lui riempiendo quel fastidioso buco.
Invece no.

Ha iniziato ad urlare: “Ammazzalo! Schiaccialo! Uccidilo! Atomizzalo! Sekishikizzalo! Fai qualcosa, non restare lì impalato, stronzo!”

Ora, non che mi sia offeso perché mi abbia dato dello stronzo, me lo dico spesso anche io, ma non capivo chi dovessi uccidere.
Non si stuzzica la mia sete di sangue senza vittime in giro.
“Chi? Cosa?” gli ringhio contro, gentilmente però, sono un bravo ragazzo ormai.
“Quello!” mi indica un punto, secondo me casuale, del tempio.

Mi giro ma non vedo nulla, che accidenti avrà visto questo? Forse qualche fuoco fatuo, non c’è spiegazione diversa. Non avrebbe motivo di urlare come una donnetta isterica altrimenti.

Continuo a non vedere nulla.

“Laggiù, tra il bambino con la bocca aperta e la donna con la bocca storta.”
Mi guardo intorno.
Non capisce che l’indizio sia un po’ vago.
TUTTI i bambini hanno la bocca aperta e quasi tutte le donne hanno la bocca storta. Ogni angolo è identico. Saga mi farebbe un baffo con i labirinti, se solo io facessi labirinti.

“Dove?” insisto, speranzoso del fatto che mi dica quale sia il problema.
“Ma sei cieco, djävla arsle (maledetto stronzo, ve lo traduco subito, tanto che lo so che voi futuri cavalieri del Cancro sarete ignoranti come capre d’alta montagna)! A sinistra del tizio brutto!!”

Aphrodite è un mago dei suggerimenti.
A sinistra del tizio brutto.
Beh, ovvio. A sinistra del tizio brutto.
Esattamente dove sarà sempre ciò che non trovate: a sinistra del tizio brutto.
Forse anche la mia coscienza sarà lì, a sinistra del tizio brutto.
A sinistra del tizio brutto…

Secondo Nemo dovrei cercare qualcosa di non meglio identificato tra il bambino con la bocca aperta e la donna con la bocca storta, a sinistra del tizio brutto. Facile, no?
 
Mentre comincio a valutare seriamente la possibilità di disegnare una mappa del tempio e poi andare da lui perché metta una croce sopra al punto incriminato, la Sirenetta ricomincia a gridare.
Io lo ammazzo, in cinque lingue diverse.

“Death Mask! Eccolo! Aiuto!”
“DOVE?! Esprimiti con parole tue stupido idiota.”


Ho sbagliato.
Sì, ho fatto una cazzata talmente grande che mi vergogno a scriverlo.
Ho sbagliato come un principiante.
Non dite mai ad uno svervegese di esprimersi con parole sue. MAI.

“Sdfghjklpoiuytrdesxcvbnmkliuytrdesxcvbnmkloiuytresxcfvghjkiuytreszxcvbnmxdcfgvhbnjhbg.”
Alle mie orecchie, il suo discorso è giunto più o meno così, ma forse mi ha detto di cercare tra il bambino con la bocca aperta e la donna con la bocca storta, ovviamente a sinistra del tizio brutto.


Continuo a non vedere nulla sinché non noto un piccolo buco su una delle pareti.
Effettivamente il pertugio è a sinistra del tizio brutto, ma non è che tutte le altre facce siano belle, oggettivamente.

“Laggiù?” chiedo conferma all’uomo che si contende con Saori il titolo di Miss Santuario.
“E’ un’ora che ti dico ‘a sinistra del tizio brutto’, ma come sempre tu non mi ascolti. Non capisco per quale motivo ti comporti in questo modo, jävla helvete, non sei cambiato di una virgola…blabla tanto bla.”

E qui l’ho lasciato blaterare.
Però ammetto che gongolo per come sono riuscito a traviare l’aulico linguaggio di Aphrodite e Shura. Da quando gli ho chiesto di insegnarmi le parolacce nelle loro rispettive lingue hanno cominciato ad usarle, sarà che gliele ho fatte ricordare.

Mentre mi frantumava i timpani, ho immaginato avesse visto uno scarafaggio.
Solo gli scarafaggi mancavano.
Magari anche qualche topo, un procione, due elefanti e tre giraffe. Ho sempre sognato poter pettinare una giraffa, è il mio sogno nel cassetto, magari se continua così si avvera. Wow!

Mi farebbe piacere uno zoo in casa, sarebbe la volta buona che trasloco e mi do alla macchia. Torno in Sicilia e muoia pure il mondo intero, visto che io non posso più ucciderlo.

Di colpo lo vedo.
Il colpevole di tutte quelle urla.
La cosa misteriosa a sinistra del tizio brutto.
Lo vedo e mi vien voglia di prendere quel finocchio di Aphrodite per i capelli, pulire tutte le maschere con la sua faccia e poi disegnare sul pavimento col suo sangue.
Tante urla per cosa?
Per unu surci.
Un piccolo topolino.
Un piccolo, tenero, morbidoso topolino arruffato e terrorizzato.

“Death Mask!! Placcalo! Schiaccialo! Fermalo! Uccidilo! Assassinalo! Fai qualcosa!”
Hai paura di questo? gli chiedo mentre gli mostro il topo.
Mai lo avessi fatto.
Lo svervegese ha fatto un salto indietro e si messo a correre subito dopo che il topo mi è ACCIDENTALMENTE scivolato dalle mani.
Urla qualcosa del tipo che non gli fanno paura ma solo schifo, un immenso schifo.
Ma chi vuole prendere per il culo? Me? Tsk.

Rido mentre il topolino indifeso va alla carica di Aphrodite, e mi godo la scena. Un Cavaliere d'Oro inseguito da un topo.

Passo mezz’ora a ridere come un coglione, mentre lo vedo correre seguito da quella creaturina, che ovviamente non ha capito esattamente dove si dovesse recare per non sentire più le urla.
Nel momento in cui mi fanno male gli addominali decido di mettere fine al mio divertimento.

Ci metto poco ad acchiappare nuovamente il sorcio.
Ma qui è successa una cosa strana.
Non sono riuscito ad ucciderlo.
Proprio non ce l’ho fatta.
Lo tenevo sul palmo della mano e lui (o lei) immobile mi fissava. Il cuore che pompava sangue ad una velocità impressionante, il corpicino che tremava di paura.
E io non ce l’ho fatta, sarà che mi ha regalato tante risate.


Mentre Aphrodite mi supplicava di tenerlo fermo, deciso a piantargli uno di quei puzzolentissimi fiori in testa, l’ho portato fuori dal tempio.
Volevo lasciarlo andare via in pace ma mi ha morso. Quindi il minimo che potessi fare per vendicarmi era di lanciarlo sopra Aphrodite in modo che strillasse un altro po'.
L'ho fatto, ma lo scemo l'ha scansato e il topo è svanito. Credo si sia scravazzato contro una della colonne.

Aphrodite è andato via incavolato come Camus dopo gli ultimi mondiali di calcio, o forse non era Camus e non erano gli ultimi, ma non mi interessa.

Speravo di potermi finalmente dedicare a cose più importanti, come fissare un punto indefinito del tempio, o sputare per terra, o grattarmi la testa, quando entra Milo.

E’ un po’ trafelato, ma probabilmente ha fatto incazzare Camus, che dai mondiali di prima non si è più ripreso, sempre che sia lui eh.
Mi chiede per quale motivo Aphrodite fosse tanto nervoso.

“Ha paura dei topi” gli dico subito, non perdo occasione per perculare qualcuno, tantomeno uno dei miei migliori amici.
L'aracnide sghignazza e mi dice: "Posso parlare con te?"

Cosa avrà voluto insinuare? D'accordo che Milo mi piace, ma da qui a parlarci.
"Eh?" gli domando eloquentemente, sicuro di farlo infuriare e sicuro del fatto che sarebbe andato via imprecando.
Invece no.
E' rimasto.
Non se n'è andato.

Mi era sembrata un'idea carina interessarmi alle problematiche di Milo, ma non mi interessavano neanche un po'.
Quindi, da buon padrone di casa gli ho chiesto:
"Che cazzo ti serve?"
"Parlare"
"Vai da Camus" gli dico io.
"Ehm, vorrei ma è un po' scioccato, non vorrei turbarlo più del dovuto"
"Ah."
"Vai da Aiolia, siete buoni amici"
"Anche Aiolia non sta molto bene"
Milo sghignazza di nuovo e alla fine viene al dunque: “Senti, hai fatto un giro su internet?”

Minchia. Basta con internet, non lo volevo, non lo voglio e continuo a non volerlo.

“No. Perché?”
“Ci sono diverse cose su di noi. Capisci?”
“Quindi?” non capisco che voglia.
“Oh Death, quanto sei lento.”
“Non sono lento.”
“Di comprendonio molto.”

Mentre vorrei dirgli che per quanto apprezzi il suo sadismo, e fondamentalmente mi piaccia come persona, sembra un trans di bassa lega con quell’unghietta laccata rossa, ma mi interrompe e mi chiede dove sia il computer.

E sia.

Andiamo dal computer e da internet.

Lo accende e… no, non riesco davvero a raccontarlo. Lo farò domani visto che domani avrò degli aggiornamenti in proposito.

Buonanotte.
 

P.S. -  A sinistra del tizio brutto c’è una famiglia intera di topolini. Ho reso orfani una masnada di teneri roditori, credo che la madre sia morta. Sia mai che mi sbagli e torni a portarsi via la combriccola prima dell’arrivo delle giraffe.
P.P.S. – Prima che tentiate il suicidio, stamattina ho scritto che era successo qualcosa di brutto ma non sapevo che sarebbe successo quello che è successo, per cui il fatto che Sion mi abbia chiesto cosa intendo fare per il mio compleanno passa in secondo piano.













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Ciao a tutti!
Le vacanze sono finite con mia immensa tristezza, si torna a lavorare e studiare.
Beh, magari qualcuno ha ancora qualche giorno di relax, io no.
Dopo aver  scritto il capitolo sulla misteriosa comparsa di internet al Santuario, il diario mi si è completamente rivoltato in mano. Benché avessi già scritto da tempo tutte le giornate del crostaceo, mi ritrovo a far slittare tutto e ad inserire nuove parti. Ma accogliamo con gioia la cascata di fantasia.

Grazie mille a tutti i lettori, a makochan e Shannara_810 per aver inserito il diario del granchio più folle del mondo tra i preferiti, e a crazyphoenix e lily88 per averlo inserito tra i seguiti.
E inoltre un gigantesco grazie a tutti voi fedeli seguaci del Granchiazzo:

Saruwatari_Asuka.
Death Mask non si risparmia quando c'è da mostrarsi un po'...tonto? Notare che ha sottolineato che non era l'unico a precipitare giù dai gradini del Santuario, mai si dica che il Gold Saint di Cancer sia l'unico a fare figuracce, solo che gli altri hanno il buon senso di non renderlo noto. Inoltre: no, Death Mask non ha la più pallida idea di cosa sia un cellulare, credo che abbia passato troppo tempo a fare avanti e indietro per lo Sekishiki invece di guardarsi attorno.
Ora ha anche il pc a disposizione e forse imparerà ad usarlo, anche se non mi è sembrato molto propenso. Vedremo cosa succederà! Grazie mille per esserci semprissimo, per la recensione e...per esserci sempre l'ho già detto? Alla prossima giornata!Un bacione!

Gufo_Tave.
Ci imbattiamo in uno dei mille mila misteri  che affliggono il mondo di Saint Seiya. Saori e Sasha dovrebbero essere la stessa cosa, invece scopriamo che Sasha è decisamente più divina di Saori e partecipa più attivamente alle battaglie. La scena del manga in cui tende l'arco con Sisifo...STU-PEN-DA! Spero che ti sia piaciuto il capitolo e sappi che ti invidio mortalmente per esserti goduto delle vacanze senza afa, e soprattutto senza zanzare in formazione F-16 a ronzarti nelle orecchie prima di dissanguarti. Sì, ti invidio mortalmente. Praticamente ho trascorso le vacanze in una pentola a pressione piena di insetti di ogni tipo, e ho il terrore degli insetti. Senza contare la mancanza di internet, ormai sono completamente drogata. Grazie per la recensione, ciao! Alla prossima!

Ricklee.
Ma ciao! Da Vilnius? Scommetto che c'era freschino. Per gli accenti non ti preoccupare, sei perdonata. Io non sarei riuscita a scrivere nulla su una tastiera con caratteri in cirillico. Forse avrei scritto come parla Aphrodite: in svervegese, ma basta schiacciare tasti a caso, in fondo è semplice. Povero pir..tizio dell'internet-cafè, non può capire, lui sa cos'è un cellulare. Che mi dici di questo capitolo? Ti è piaciuto? Al prossimo capitolo! Ciao!!

whitesary.
Ciao mia musa ispiratrice! Ebbene sì, è un po' una testina d'osso però ha il dono della sincerità (ma solo perchè non pensa prima di parlare). Ok, diciamoci la verità, tende a non pensare affatto. Però ora che ha un sacco di tempo libero per scrivere sul suo diario (che rimane sempre storto e brutto) sembra abbia deciso di impegnarsi davvero. Fino a nuovo ordine almeno. I baci alle maschere non so da dove me li sia tirati fuori, ma ci stavano bene! Ma ti concedo tutte le parolacce che vuoi, dopotutto abbiamo un campione di francesismi. E fai attenzione ai tavoli, soprattutto a quelli della cucina. Al prossimo capitolooooo!! Grazie mia musa!! 

EriS_San.
Ciao!! Mi son fatta attendere stavolta, lo ammetto, prometto che cercherò di essere puntuale come lo ero una volta con gli aggiornamenti. Magari ci riesco. Vedremo di mandarti a casa una copia de "L'urlo di Shura", copia numerata mica tarallucci e vino. Purtroppo Dea Furbizia è in Giappone a fare giapponeserie di vario genere e abbiamo dovuto cercare un sostituto, ma si è offerto Aphrodite. Spero che ti sia piaciuto questo capitolo, alla prossima!!

Shannara_810.
Ciao! Mi hai donato una visione di Death Mask stupenda, anche se hai lasciato il caro vecchio Logan a torso nudo, ma non gli dispiacerà visto che la canotta lacerata ci serve per una giusta causa!
E il granchiazzo in versione Rambo...rido solo a pensarci. Proprio non la può vedere Saori, proprio no. Non ti posso svelare i misteri inerenti l'acqua, però sono sicura che qualche fontanella tra le arene ci fosse, o almeno lo spero soprattutto per chi doveva arrivare al dodicesimo tempio...povero Aphrodite. Sono felicissima che le pagine imbrattate dal granchio ti piacciano e che ti strappino qualche risata. Aspettiamo la rivolta e prepariamo le trincee, alla prossima! Ciao!!

Violet Nearina.
Ciao!! Eccoti accontentata dal caro granchio. Ora sai che Aiolia si tingeva i capelli da ragazzino, mossa strana per un guerriero ma giustamente motivata. Gli hanno fatto cadere una maschera, non puoi capire quanto detesti i cavi. Certo che la maschera c'ha messo un po' prima di cedere, però a Death non è andata giù. Grazie mille per la recensione e alla prossima!!

beat.
Quando leggo le tue recensioni non so per quale motivo  arrossisco come una cerebrolesa, che io lo sia davvero è un altro discorso.
Ti ringrazio infinitamente per le belle parole che spendi per commentare, ogni volta. Grazie davvero. Al prossimo capitolo, sperando che le vicende  di questo di capitolo ti siano piaciute.









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Capitolo 6
*** 21 Giugno ***


22 Giugno Ho dormito meno del solito. Il solito equivale a tre ore di fila. Stanotte credo siano state due, ma a salti.
Dopo la terrificante visita di Milo ho cercato il cadavere di quel topo di merda, ma non l'ho trovato.
Ero quasi certo che si fosse scravazzato contro una determinata colonna e invece no.
Non che abbia mai fatto qualcosa di giusto in vita, però sbaglio un po' troppo spesso ultimamente. Per ultimamente intendo questi ventidue giorni di vita nuova.
Sto aspettando che Saga attraversi il mio tempio.

L'incontro dello psicologo non riguardava solamente me e ne son sollevato. Vuole parlare con noi tutti, uno per uno. 
Sinceramente speravo che il rospo lavorasse su Saga a lungo, sarei andato a schiacciare un riposino e poi avrei cercato qualche modo per far sloggiare gli orfani del topo il cui cadavere è scomparso, invece lo vedo scendere baldanzoso e sereno. Saga, non il topo.
Quello è morto.
Credo.

Ho quasi paura ad entrare al tredicesimo tempio.
Non sono mai stato da un dottore “normale” in generale, da uno strizzacervelli ancora meno.
Non so come accidenti comportarmi e soprattutto non so che accidenti dirgli. Cosa si fa? Come ci si comporta?
Queste cose non fanno parte dell’addestramento di un cavaliere e io non so essere altro all’infuori di un cavaliere, per l’appunto. E non lo faccio neanche troppo bene.
Forse avrebbero dovuto insegnarci anche a sostenere una visita con un pazzo che ti vuol curare benché tu non sia malato.
Vado. Vediamo che vuole da me.
-

Sono entrato nella sala del Gran Sacerdote, che è stato momentaneamente sfrattato e ha colto l’occasione per trascorrere un po’ di tempo coi figli, o col figlio, o coi discepolo, discepoli … Con gli altri due pecoroni insomma.
Lo spremineuroni era seduto su una poltrona che probabilmente si è fatto portare appositamente.
Davanti a lui c’era un bellissimo divano, nuovo.
Non come il mio, nel quale son sicuro di trovare i nonni degli orfanelli a sinistra del tizio brutto. Il divano comprato da Lady Civetta non è neanche sfondato.
Mi ero dimenticato della bellissima sensazione che dona alle chiappe un divano privo di pezzi di metallo pronti a penetrare in ogni muscolo o anfratto.
Non mi è dispiaciuto.

Lo sgorbio mi ha salutato con garbo e con gentilezza, senza staccare gli occhi dalla cartella su cui ha scritto un sacco di cose. Solo con me potrebbe pubblicare tredici romanzi di successo, qualcosa di mozzafiatante e fantasticoso come “Le avventure di un serial killer” oppure “Le soddisfazioni di essere un bastardo figlio di puttana”. Io li leggerei solo per i titoli, ma non mi piace leggere. Poi vi narrerò di un altro romanzo. Un romanzo che detesto senza aver letto, ma del quale ho intenzione di procurarmene una copia. Il titolo è pessimo.

Più o meno è andata così.
Diverse domande di rito come nome e cognome, data di nascita e rotture di palle in generale, seguite da lui che scriveva ogni sillaba.
Arriviamo poi alle finte domande disinteressate.

“Come stai?”
“Bene” mi fa girare le palle che mi dia del tu. Siamo d’accordo sul fatto che sono molto più giovane, e soprattutto bello, però fai finta di stabilire un rapporto professionale. Freud me lo sono dovuto leggere per forza, ma almeno questo me lo ricordo. A meno che io non stia fallendo di nuovo e  ricordo male. E' possibile.

“Dormi bene di notte?”
Ma che domanda della minchia è? Saori non ha proprio anticipato nulla su di noi. Mi son ricordato che non la devo chiamare Saori, lei è Atena, quindi: Barbie.
“Dormo poche ore a notte, non faccio bei sogni”
“E sei stanco?”

No, stanco? Io? Mi piace non chiudere occhio, ho tanto niente da fare e se dormissi non saprei proprio quando farlo.
“Abbastanza” sono un genio della diplomazia.
“Vuoi parlare di qualcosa in particolare? Magari qualcosa che ti turba.”
“Non mi turba niente.”
“Sicuro?”
No, non sono sicuro, lo dico tanto per dire qualcosa.
“Sì.”

Resta un po’ in silenzio e infine mi guarda. Io guardo lui e lui continua a guardarmi.
Mentre comincio a pensare di mandarlo nello Sekishiki mi dice:
“Ho notato che non siete molto legati tra di voi, vorrei fare qualche incontro di gruppo, in questo modo posso aiutarvi a sviluppare una maggiore fiducia tra di voi”.
“Mmm” sono anche eloquente oggi.
“Ora però, vorrei che mi dicessi qualcosa sui tuoi sogni, hai un sogno ricorrente?”
“Sì” ma non glielo volevo raccontare.

Quello che succede nella testa di Death Mask deve rimanere nella testa di Death Mask, o almeno doveva, visto che senza neanche rendermene conto ho iniziato a raccontargli del sogno che mi fa alzare di scatto tutte le fottute notti.

Si tratta di un sogno che chiunque considererebbe piacevole, forse. Per me non c’è nulla di più terrificante e spaventoso, soprattutto la prima parte.

Vivo in campagna, e mi sarei anche rotto i coglioni dato che ho passato in campagna tutto il tempo, anche qui al Santuario siamo in culo al mondo, e d’un tratto sento una mocciosetta chiamarmi “papà”.

Io? Figli?
Non vorrei essere mio figlio neanche se fossi l’unico uomo in grado di riprodursi sul pianeta.

Mi si attacca alla gamba e rompe i coglioni. Vuole essere presa in braccio.
Vorrei urlarle qualcosa come "Smettila, non sono un peluche!" o anche un semplice "Muori!", ma invece le  rispondo "Amore di papà" (non so se mi faccio più ribrezzo mentre dico "papà" o "amore di papà"), la prendo felicemente in braccio e, mentre mi riempie di baci, mi dirigo verso la catapecchia che dovrebbe essere il mio gioioso focolare.
All’interno della casa c’è uno schianto di donna.
Ogni notte spero che il sogno assuma tonalità a luci rosse, chiunque sia quella donna la voglio conoscere anche fuori dal mondo dei sogni e farne la mia futura ex-moglie.

Ha quasi finito di preparare il pranzo e apparecchia la tavola. Mi sgrida per non aver comprato il pane e averla costretta a farlo in casa. Già mi sta sulle palle.

Nel momento che ci sediamo a tavola e con gioia, come nelle pubblicità della pasta (se non siete italiani non potete capire) o delle merendine,  mangiamo e ridiamo di quanto sia sfigato il vicino di casa che non può permettersi di mangiare il pane fatto in casa.
Ma non ne comprendo il motivo. Cazzi del vicino, non miei.

Io mi vergogno a scrivere certe cazzate, comunque visto che ho iniziato finisco. Però so già che mi perculerete e il perculatore sono io, non voi.

Mentre sto per addentare un pezzo di pane, un grido terrificante rimbomba per la stanza.
Mi si gela il sangue nelle vene e il pane (ancora caldo, ci tengo a precisarlo) mi cade dalle mani, rimbalzando sul piatto, poi sul tavolo e infine cade sul pavimento.
Mia moglie mi sgrida e continua a starmi sempre più sul cazzo.
Mia figlia ride e mi percula, mentre ondeggia quella deliziosa testolina a destra e a sinistra. Vorrei staccargliela a morsi.

Ovviamente le avrei attaccate entrambe al muro, nel vero senso della parola, cercando di modellare la faccia nel modo più raccapricciante che esista, però, dato nel sogno sono un cagasotto che si fa comandare a bacchetta, chiedo scusa e raccolgo il pane.

“Ora te lo mangi, non ho intenzione di tagliarne un’altra fetta perché tu possa ributtarlo a terra” dice con un angelico tono quella stronza con le tette enormi.
Mentre mi domando per quale motivo l’abbia sposata, l’urlo di guerra si fa risentire, molto più forte di prima. Prepotente e fastidioso. Un po' come me.
Quella latteria ambulante mi ordina, perentoriamente: “ Vai tu, stanotte mi sono alzata io.”

Dove devo andare? Lo so ma non lo so.
O meglio, io so dove devo andare e so cosa troverò, ma nel sogno non so dove e non so cos

So che devo andare nella stanza accanto e so cosa provoca le urla, ma allo stesso tempo non lo so.
So di sapere di non sapere.
Sono confuso.
Benché io faccia questo sogno ogni schifosissima notte, e a volte anche quando riesco a dormire a ore in cui non si dovrebbe, e sappia cosa si celi nell’altra stanza, mi ritrovo ad annuire e ad alzarmi lentamente dal tavolo. Forse sono riuscito a rendere l'idea, ma nel caso non ci fossi riuscito fottesega.

“Povero papà” dice la bambina, che potrebbe essere la sorellina della Barbie-dea, per tornare al sogno.

Mentre coscientemente le vorrei dire di richiamarmi papà un’altra volta per vedere cosa le succede, nel sogno mi giro e le dico: - “Non ti preoccupare, il tuo papà è fortissimo”.
Resto perplesso da come mi comporto e dal casino che ho nella testa.
Mi accingo ad entrare in quella stanza.
Abbasso la maniglia con lentezza.
Quando scatta scatto anche io.
La porta si apre piano, senza emettere un fottuto suono.
Entro.
Mi dirigo a passo lento verso il centro della stanza, esattamente nel punto in cui troneggia una culla.
Io sapevo di sapere cosa ci fosse, ma non lo sapevo nel sogno. Con la parte di cervello funzionante, sempre che ci sia, lo sapevo di sapere.

Sempre con la parte pensante di me, sono sicuro di trovare qualche creatura con le corna e la coda a punta che mi fissa con due occhi felini, gialli e malefici.
Invece c’è una bambina. Ho capito che il mio cognome  si fermerà con me. Se c’è qualcosa di premonitore in questo sogno so che avrò due femmine del cavolo. Tsk.

Qui mi rendo conto che non è vero che io so di sapere, in realtà so di sapere di non sapere. Almeno non so tutto.

Una bambina che definirei stupenda se non mi facessero schifo i bambini. Il visino rotondo e paciocco, le gote rosate, due occhi azzurri enormi.
Peccato che pianga come un maiale al macello. Sarebbe bella se stesse zitta.
Invece urla e si dispera, agita le braccia e il viso si fa rosso.
Non so cosa fare finché quell’arpia della mia consorte non mi sgrida per l’ennesima volta e mi dice gentilmente:
-“Che accidenti aspetti a prenderla in braccio? Scansafatiche, perché ti ho sposato, blabla”.
Io la odio quella donna. Comincio anche a vederla brutta, deforme, con le tette come Saori. Tanto grandi quanto basso il quoziente intellettivo.
Prendo la bambina tra le braccia e la cullo.

Non credevo di saper cullare un bambino. Ma solo perchè so di sapere di non sapere.

Dopo un centinaio di minuti con quella faina urlante e piangente a fare su e giù per la stanza; silenzio.
Un silenzio innaturale, come nello Sekishiki.
Per la prima volta mi sento davvero a casa, in un luogo tranquillo e rilassante, quasi spensierato.
Con quella cosa che dorme tra le mie braccia mi ritrovo a fissare le pareti e un volto appare sul muro.

E mi sveglio di colpo. Per fortuna.
E' un sogno di merda e se si dovesse aggiungere anche un ipotetico cambio di pannolino credo che mi butterei di mia sponte nello Yomotsu Hirasaka.

Allo strizzagabbasisi non ho raccontato la parte in cui il volto appare sul muro. E' cosa mia.

Lo psicologo annuisce diverse volte e continua a scrivere e infine mi chiede se ritengo che il sogno abbia un significato.
Ovviamente per me non ce l’ha. A meno che il significato  risieda nel non farmi dormire. In quel caso si.

Mi dice che è un sogno molto complesso da analizzare poiché ci sono diversi elementi.
Mentre mi chiedo perché io sia ancora seduto lì ad ascoltarlo mi dice: “Vedi, sognare la famiglia significa che inconsciamente stai cercando di prendere coscienza dei tuoi limiti e dei tuoi errori. Ma non è finita, la campagna è una regressione all’infanzia, i figli simboleggiano il tuo bisogno di sentirti appagato, hai bisogno di concretezza, inoltre la tua consorte riflette i tuoi sentimenti.”




Mentre sto per consigliargli di cambiare mestiere e di arruolarsi in qualche esercito casuale e diventare finalmente un uomo, riprende a blaterare.
“Il pane sta a significare che tutto ciò che vuoi cambiare e che non ti fa sentire a tuo agio è già in via di cambiamento.”

Io sono sicuro di non aver capito nulla.
Non voglio una famiglia, non voglio il pane e soprattutto non volevo stare lì.
Comunque son rimasto con lo snocciola-olive poco meno di un’ora.
Dopodiché sono uscito dal tempio per tornare al mio. La discesa non è stata piacevole.
Per niente.

Appena arrivato alla scalinata che separa il dodicesimo tempio dall’ultimo, quello stronzo pezzo di Svezia di Aphrodite ha avuto l’ardire di incastrarmi nel suo roseto. Che Atena gli tagli i capelli nel sonno per punirlo. 
Scendevo tranquillamente quando ho visto un innocente germoglio crescere da uno a due millimetri.
Innocente una beata minchia.
Appena il mio piede ci si è poggiato accanto quel cosino con le foglioline mosce mi si è avvinghiato attorno alla caviglia per poi esplodere in una miriade di rametti pungenti e rose bianche.
Aphrodite dovrebbe essere preso a calci nel culo da oggi fino alla settimana prossima.
Mi ha tenuto imbrigliato in quello schifo per una decina di minuti. Quando gli ho chiesto il perché si è lasciato andare ad un ghigno così terrificante da farmi sorridere di gioia e mi ha risposto:
- “Lo scoprirai, lo scoprirai.”
Ecco, ora, io non vorrei sembrare paranoico, però ho come le sensazione che qualcosa non vada.
Qualcosa non quadra, non è andata come doveva. Probabilmente anche lui si è accorto della mancanza del topo ed è preoccupato che io possa accidentalmente lanciarglielo di nuovo sopra.
Comunque mi ha fatto scendere sia dagli alberi che dalle scale.
Volando.
Sono atterrato davanti al tempio del ghiacciolone, in piedi.

Ovviamente Camus, da quando siamo tornati in vita, non riesce a non allenarsi.
Nessuno di noi fa un beato cazzo eccetto lui. Però credo che sia un modo per tenere Milo a distanza, soprattutto dopo le scoperte che abbiamo fatto ieri sera.
Purtroppo Milo non è il solo ad essere tenuto lontano.
Sub-zero un’ora fa fissava sconsolato una colonna, perso in chissà quale tormenta di neve, ora ha materializzato la tormenta.
Sono entrato nel tempio chiedendo addirittura il permesso. Sono un gentiluomo ormai.
“AURORA EXECUTION!”
“SEKISHIKI MEKAI HA!”
Ho preso il suo colpo in pieno petto, senza protezione.
Spero solo che cada dentro un fuoco. Spero anche che gli si congeli il naso. E non solo. Spero anche che cada. Non il naso.
Appena mi riprendo dal principio di assideramento, si, ha avuto il buon senso di cercare di trattenere il colpo appena si è reso conto che non ero Milo, vado nello Sekishiki e lo riporto nel suo freddissimo e schifosissimo tempio rotondo.
“Scusa Death Mask.” – mi dice.
Mi chiede scusa.
Sono diventato una statua di ghiaccio e mi chiede scusa.
Gli ho risposto: - “Fa nulla”.
Io? Non l'ho ucciso?
Qualcosa non va, comincio a pensare di aver davvero bisogno di uno strizzacervelli. Ma non quello che ha chiamato la Cosa. Mi sta sulle palle quello.

Vado via da casa di Camus pronto a parare Excalibur. So già che mi prenderò un altro colpo.
Se Aphrodite mi ha quasi crocifisso, se Camus mi ha quasi congelato, Shura cercherà di affettarmi.
Siamo tutti nervosi per ieri, internet dovrebbe essere eliminato.

I miei timori erano fondati. Appena ho varcato la soglia della decima casa ho visto il cosmo di Shura cercare di amputarmi le dita dei piedi. L’ho schivato.
Lo avevo alle spalle.
Bisognerebbe sempre assicurarsi di non avere un uomo alle spalle, soprattutto dopo ieri.
“Jumping stone!” e mi ha attaccato alla statua di Atena.
Gli è preso un infarto. Non aveva calcolato bene la traiettoria che avrei preso probabilmente.
La statua non si è rotta a differenza mia.
E’ più resistente delle nostre armature quello schifo.
“Cazzo avete oggi?” – ringhio con gentilezza.
“Niente.”
“Perché mi hai attaccato?”
Fa spallucce.

Me ne vado con i coglioni girati e pronto a prendere una freccia in piena fronte.
Freccia che non arriva (grazie Atena).
Aiolos non c’è.

Vado da Dohko che mi deve far pagare un sacco di cose, tra cui un tentato omicidio commissionatomi da Saga – modello Arles, versione Gran Sacerdote – e sicuramente non mi farà scendere senza attentare al mio culo.

Invece l’ho trovato intento a, ehm, meditare? Dormire?
 Non ho voluto disturbarlo e ho continuato la discesa.

Shaka. Shaka è un uomo che andrebbe picchiato selvaggiamente a sangue.
Tutti i giorni.
Blatera qualcosa sulla buona educazione e lo lascio fare, prestando attenzione al suo sguardo.
Ovviamente lo si sente addosso, anche se ha gli occhi chiusi, l’importante è che non li apra.
Lo lascio a lamentarsi e finalmente giungo da Aiolia.

Gli ho detto di andare a raccontare i suoi sogni al coglionazzo e lui si è incamminato su per le scale senza degnarmi di uno sguardo. Ha bofonchiato un rapido grazie ed è svanito. State a vedere che gli si è risvegliata la memoria e si è ricordato di come lo trattavo.

Mi son rotto i coglioni di scrivere, devo pensare a cosa fare per il mio compleanno, mancano solo pochi giorni ormai.

-

Mi son grattato talmente tanto che non dovrei avere più prurito in vita, a patto che duri questa volta. La vita, eh.
Dopo la visita dello psicologo mi sono messo a pensare, ma non al mio compleanno bensì a quel fottutissimo sogno.
Mi terrorizza.
Non solo ho due figlie e una cazzo di moglie acida, ma mi ricorda cose che non voglio ricordare.
Ma è giunto il momento che scriva tutti gli avvenimenti di ieri sera, di tutto ciò che è seguito alla sfrenata caccia al topo a sinistra del tizio brutto.

Milo mi ha letteralmente obbligato ad usare la macchina luccicante. Fortunatamente ha fatto tutto lui, dopo vari tentativi di insegnarmi a usarla da me.

“Clicca due volte col sinistro qui.” Mi ha detto, toccando sullo schermo (?) uno scarabocchio.
Lo guardo.
Mi guarda.
Guardo il … coso.
“Che aspetti?”

Vorrei dirgli che vorrei sapere che accidenti è il “sinistro”, visto che me viene in mente solo un montante o al limite un calcio frontale, e soprattutto vorrei capire cosa significa cliccare. Sono sempre rimasto distante da queste diavolerie, devo ancora capire che accidenti sia un cellulare.

“Allora?” insiste il trans.
“Allora che? Con cosa devo cliccare? E soprattutto, cosa significherebbe cliccare?”

Mi guarda.
Lo guardo.
Mi da del cazzone con lo sguardo.
Mi do del cazzone col pensiero.

“Sei serio? Sotto il tastierino ci sono due tasti, devi cliccare con quello sinistro.”

Mi guarda.
Lo guardo.
Ride.
Trattengo un sinistro.

“Non dirmi che non sai cos’è un tastierino.”

Lo guardo.
Mi guarda.
Annuisco. Non so che accidenti sia.

“Guarda.”
Mentre lo dice allunga il dito su una parte con un colore leggermente più scuro e lo passa sopra.
“Hai visto?” mi chiede felice, contento e sorridente.

Non capisco che cazzo ci sia da sorridere.
“Cosa?” gli chiedo.
“Il puntatore.”
“Il puntachè?”
“La freccetta”
Mi son girato per assicurarmi che non ci fosse Aiolos nelle vicinanze. Ho ancora paura di prendere un dardo sulle chiappe.

“Come quale, questa!”
Insiste a smanacciare quell’affare nel tentativo di farmi vedere quella cazzo di freccetta. Quando la vedo annuisco e mi esprimo completamente con un “ah”.

Mi guarda.
Lo guardo.
“Entra su internet”

Mentre mi chiedo dove sia la porta ad internet, Milo mi guarda e mi dice:
- “Lascia perdere, faccio io.”
L’ha capita.
Accende/entra/usa quel malefico disegnino e cerca il mio nome su quello che chiama “motore di ricerca”.
“Leggi!”
Col cazzo, dopo tutta la fatica che ho fatto? Sono io ad intimargli di leggere.
Sbuffa ma mi accontenta, dopo aver soffocato un’ondata di risate.
“Death Mask, irruento come sempre, prese alle spalle Aphrodite. Lo spinse contro una delle imponenti colonne del Santuario e lo baciò con foga, tenendolo saldamente ancorato al candido marmo. Aveva sempre avuto un debole per il viso delicato del compagno nordico e quel piccolo neo sotto l’occhio altro non era che un invito, un richiamo ad avvicinarsi a quelle morbide labbra colorate che lo  costringevano a poggiarvi le sue…”

“Milo, che cazzo stai leggendo?” lo interrompo.
“Una storia”
“Te lo stai inventando.”    
“No, qui è pieno di queste storielle. E ci siamo tutti noi.”
“Tutti?”
“Si”
“Tutti-tutti-tutti?”
Annuisce e continua a confermare “Anche Sion e Dohko”

Porco cane maledetto.
Sta leggendo una storia con me e Aphrodite che ci baciamo?
Ma cosa significa? Perché io e Aphrodite dovremmo??
E perché io e Aphrodite e non io e una bella gnocca!?! Mi sento male, mi sento mancare.
Sto per svenire e spero anche di aprirmi la testa nella caduta.

“Purtroppo ce ne sono a migliaia anche su me e Camus, non è finita, fammi continuare, non avere fretta. Camus è imbambolato a fissare un fiocco di neve da ore ormai. Non mi rivolge neanche la parola.”
Migliaia? Povero Camus.
Lo lascio continuare.

“Lo svedese, dopo essersi allontanato dal corpo dell’amico, se ne andò arrabbiato e offeso. Come si era permesso, quel turpe bastardo? Aveva osato baciarlo!? Con quale diritto?”

Mi sento meglio, sembra che sia finita qui. Sono sollevato, ecco.
“Ritornò al suo tempio, con le gambe tremanti e trovò ad attenderlo Shura, un altro amico d’infanzia e compagno. Scambiarono qualche parola, ma cercò di non far trapelare la sconcertante notizia del bacio impostogli dall’italiano. Si congedò dallo spagnolo quando venne bloccato per un polso.”

ARGH! Shura e Aphrodite! Oh santi, divinità e compagnia bella. Aphrodite mi tradisce con Shura!

 “Death, vuoi che continui? Non ti piacerà il seguito. Ma ne ho lette talmente tante di queste storielle che ormai non mi fanno più ne caldo ne freddo”

Le parole dello scorpione mi lasciano vagamente intendere ad un possibile continuo di…me che mi accoppio?
Me che mi accoppio selvaggiamente con un uomo? Con Aphrodite? Sto per vomitare…

“Anche Shura mostrava verso di lui lo stesso interesse, e lo faceva rovesciandogli sopra tutta la sua passionalità: caliente, come il suo sangue. Il bacio venne interrotto dall’italiano che, furioso come non mai, si gettò al collo del compagno iberico. Litigarono e diedero il via ad una lotta senza esclusione di colpi. Solo uno di loro avrebbe potuto avere lo svedese.”

Non so perché ma mi metto a ridere, ma è quasi una risata isterica, da donnetta allampanata come la Cornacchia.
Sto immaginando  me e Shura che ci prendiamo a virili cazzotti per chi dei due si ingropperà il meno virile Aphrodite. Ma anche se è delicato di tratti piace alle donne, e l’ho visto sempre accompagnarsi a fanciulle di primo ordine.
Milo mi guarda ridere e alza le spalle ormai rassegnato. Forse pensa che io non stia tanto bene di testa.

“Death, continuo? Te la senti?”
“Dimmi che succede e basta”
“Ehm…vedi…tu, Aphrodite e Shura, diciamo che…non so come dirtelo”
“Prova con le parole razza di aracnide mal riuscito.”
“Lo fate in tre e…e…lo prendi tu…da entrambi…insieme… quasi…”

Cosa!?!
IO??
DEATH MASK DI CANCER CHE LO PRENDE NEL CULO DA UN PESCE E DA UNA CAPRA?
MA STIAMO SCHERZANDO??!?

Chiedo a Milo dove minchia ha trovato questa robaccia e mi dice che sono dei passi tratti da un libro di enorme successo a livello mondiale, che ha poi originato una serie di fanqualcosa (ovviamente devo chiedergli che accidenti sono, e se mi ricordo gli chiedo anche come cazzo è fatto un cellulare) di questo stampo.
Ci mettiamo (io guardavo e basta) a cercare il libro incriminato e scopriamo che è un romanzo intitolato:
“Dai Tempi antichi ad oggi, gli amori dei guerrieri”

Un libro che non avrei mai comprato.

Dopo avermi lasciato alla sconcertante notizia se n’è andato, sperando che almeno Aiolia si fosse ripreso dallo shock per scambiare due parole con lui.
Li capisco. Gli sono vicino.

Credo di essere l’unico a non aver mai toccato un computer in vita.
Forse posso recuperare il tempo perduto, ma non che me ne fotta qualcosa.

Milo mi ha consigliato di consolarmi facendo un giretto un un sito che aveva a che vedere con un tubo rosso, o qualcosa del genere. Magari tra dieci o dodici anni gli darò retta, ieri avevo solo voglia di prendere il computer e lanciarlo dritto nello Yomotsu Hirasaka.

Ora aspetto che lo psicologo vada via, metà di noi sono stati ascoltati in mattinata, gli altri nel pomeriggio. Non so a chi stia ricamando le palle ora, ma spero faccia in fretta.
Dovremmo riunirci da Shaka per discutere: Chrysos Synagein privato.
Vado a cercare di stanare i topi.















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Lo so, lo so. Non ditemelo.
Il titolo del libro è una porcata. Ma non mi è venuto in mente altro. Perdonate la fantasia.
Abbiamo una manciata di gold scioccati, ma nel prossimo capitolo verranno svelate altre cose riguardo lo straordinario mondo delle fanfic, in generale.
Non so per quale motivo, forse perchè mi diverto a scrivere nei panni di un Death Mask un po' tonto, ma quando arrivo al momento dei ringraziamenti sono euforica. Ma forse è l'alzheimer che bussa alla mia porta con qualche anno d'anticipo. Boh, scegliete una malattia e affibbiatemela, lascio a voi il compito, ammesso e non concesso che vi interessi. 

Allora, prima che qualcuno di voi decida di fare una telefonata all'albo degli psicologi per farmi radiare: non sono uno psicologo.
E per fortuna, ci terrei a precisare.
E' d'obbligo ringraziare Camus per avermi detto come si svolge un incontro preliminare da uno psicologo. Muchas gracias, Camus. Le porcate dette dallo psicologo sono invece farina del mio sacco e di internet, quindi potrebbe essere (e sicuramente lo è) tutto sbagliato. 

Poi, siccome la parte dei ringraziamenti mi piace un saccaccio, anche se mi ripeto come un disco rotto (e anche brutto), voglio ringraziare tutti i lettori silenti e chi ha messo la fic tra i preferiti: Dors, Ladie Katjie, Mr_Mumu, readerSujaku Seiryu.
Una valanga di grazie anche a: Fire Angel, Dors, Ladie Katjie e Mr_Mumu per averla inserita tra le seguite.

Dulcis in fundo, a coloro che mi rallegrano con le loro recensioni: grazie mille.

whitesary.

Tu sei illegale a prescindere.
Tu non potevi ridere a lavoro, mentre io non faccio altro. Ma son giustificata, levare punti metallici per giorni e giorni e giorni può risultare stressante, ma poi posso impiastricciarmi di colla, ritrovandola in punti dove non credevo possibile potesse finire, e mi rallegro, ma lo sai già. Vedrò di non uccidere più nessuna delle tue risate, ma tu ridammi il tavolo, sequestratrice. Grazie mille, cara, tivubì. E attendo che tu compia l'ennesima illegalità. Ops, ti uccido le risate anche oggi? Mi sekishikizzo da me, tranquilla!! E mi autosequestro anche la lavatrice e altri elettrodomestici di vitale importanza, come il microonde.

Ricklee.
Ciao tesoro!
Ho aggiornato prestissimo hai visto? Beh, quasi. Lo so che ti è piaciuto il capitolo precedente, e spero che ti piaccia anche questo. Death lo amiamo almeno in due visto il modo in cui lo fangirlo, ma non posso fare diversamente, soprattutto dopo che dice a Shiryu: "Ma che ragazzina intrigante!" riferito a Shunrei. Da quel momento non ho potuto fare altro che scavare in quella mente contorta. Ma è successo solo in Italia, per fortuna. Ti ringrazio tantissimo per la dedica, mi ha fatto piacerissimo! Un bacione e alla prossima!!

Eden89.
Ciao!!
E c'hai preso? La tua mezza idea era questa? I gold ci son rimasti male, molto male, molto, molto, molto male. Eh, c'est la vie.

Shannara_810.
Ciao! Mi spiace per la tua amica, ma a Death non si può dire di no, soprattutto dopo che gli è stato dato in mano un computer con internet.
Mmm...chiedi e ti sarà dato...non sai in che pasticcio sei andata a cacciarti. Eh no, non lo sai proprio. Procurati una valigetta e riempila di banconote di piccolo taglio, lasciala accanto alla seconda colonna a sinistra del primo tempio. Con quei soldi compreremo il necessario per la rivolta e pagheremo il necessario per fare l'esame del DNA ai pecoroni. Via il dente, via il dolore.
E tu vorresti davvero far vedere a Death Mask qualche puntata di Beautiful? Passerebbe un secondo prima che i volti del cast compaiano sui muri del quarto tempio, o forse no? Magari potrebbe trovarlo interessante. Mentre Death-Rambo si organizza ti ringrazio di cuore, anche perchè mi spancio letteralmente dalle risate leggendo i tuoi commenti. Al prossimo! Sempre che la ribellione non inizi prima.

Ladie Katjie.
Ciao! Benvenuta! Non so cosa facesse Saori tra una guerra e l'altra, però di sicuro non pensava a modernizzare i templi. Forse si faceva le unghie. Forse si pettinava. Forse si faceva rapire. Non lo scopriremo mai. E comunque non so se abbiano la TV, ce lo dirà Death mask più avanti se lo riterrà opportuno, e porbabilmente lo farà visto che ormai scrive tutto. Eh, si diverte così.
Spero che i primi giorni di scuola siano stati positivi, i miei non lo sono mai stati, ma fortunatamente le lezioni iniziano ai primi di ottobre, per cui per ora studio senza troppa convinzione, ahimè. In bocca al lupo per tutto, grazie mille e alla prossima!!

Gufo_Tave.
Secondo me lo avresti fatto contento Death. Sì, una faccia nuova e soprattutto con un'espressione non sofferente gli avrebbe fatto piacere, poi ha un buco da riempire.
Io vorrei ringraziarti per le condoglianze a nome del granchio, del pesce e della famiglia di orfanelli a sinistra del tizio brutto, però le prove sono scomparse dalla scena del crimine. Aphrodite ti ringrazia per il tuo pensiero nei suoi confronti, ma dice di non preoccuparti. Spero ti sia piaciuto il capitolo. Grazie mille e alla prossima!!

Saruwatari_Asuka.
Eh, mia cara, Aphrodite è strano. Non che gli altri non lo siano, ma credo che il pesciolino tenda a spiccare un po'.
A me i topi piacciono, a meno che non siano grossi quanto gatti, in quel caso un po' di schifo o la tentazione di dargli una scopettata alla massima potenza sprigionabile c'è. Mi piacciono anche i pipistrelli e i serpenti, rane, lucertole... Tutto quello che ha meno di sei zampe, ecco. Anche se gli scarabei hanno il loro fascino, con quelle corazze nere e lucenti, ma anche le farfalle... Allora, mi fa schifo tutto ciò che ha più di quattro zampe, punge e fa "bzzzz" mentre vola. Ma non è proprio schifo, è più terrore puro, non immagini le fughe in vicinanza di un'ape o una vespa.
Io a DM non direi niente sugli Arieti, lo lascerei lì a giungere ad una soluzione da solo, magari ci riesce. Magari gli dicono anche com'è fatto un cellulare.
Ti farò fare la maschera e te la farò spedire a casa, poi fammi sapere se c'è anche il cadavere del sorcio nella scatola, così si mette il cuore in pace quel povero granchio.
Insisto nel ringraziarti e nel ripeterti le stesse cose. O meglio te le ripeto senza ripetertele. Un bacione!!

Camus.
Intanto grazie per le informazioni che mi hai dato, io le tavole di Roscharch gliele avrei fatte vedere però, ero curiosa di sapere cosa avrebbe detto di vedere nelle macchie d'inchiostro.
Sono felice che Death ti piaccia, in fondo non è cattivo. In fondo, in fondo. Lo avrà un motivo per tanta crudeltà. Si spera almeno.
Eh, Camus e Aiolia sono ancora un po' basiti. Bisogna arrivare fino in fondo al mistero. Ce la faranno i nostri eroi?
A presto!! Ciao!!

makochan.
Mmm, e dimmi, i tuoi sospetti su ciò che i gold hanno trovato su internet erano fondati?
E' stato un duro colpo per loro. Soprattutto perchè son  rinati davvero un po' psicopatici, forse non volevano essere resuscitati. Ma forse quello che soffre maggiormente della nuova vita è Aiolos. Lui nella colonna non c'era. Ma finchè non mostra il diario non lo sapremo mai. Comunque Saga che esce dalla vasca è un bello spettacolo e a giudicare dai bagni fatti sotto mentite spoglie doveva piacergli un sacco. Ecco il nuovo aggiornamento, ora sai cos'hanno trovato: spero ti piaccia e alla prossima, grazie mille per le recensioni. Un bacione!!

beat.
Grazie mille *.*
Sei sempre gentilissima!! Alla prossima!!






















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Capitolo 7
*** 22 Giugno ***


22 giugno - diario Io e Aphrodite…
Io e Shura…
Io e Aphrodite e Shura assieme…
Non riesco a crederci e tantomeno a farmene una ragione.
Ma perché? Perché?
Che male ho fatto? Sì, lo so che male ho fatto ma qui si esagera.
Se non avessi le palle tanto girate mi metterei a frignare come un bambino di tre anni al quale hanno appena rubato la bicicletta con le caramelle nel cestino.

Ora che ci penso non ho mai avuto una bicicletta.
Peccato, mi sarebbe piaciuto.
Ma non è questo il punto, ma bensì: il mio culo è il mio.

A chi è venuto in mente di usarmi come…come…come un oggetto?
Oltretutto sono diventato il giocattolo sessuale di due uomini che potrei sottomettere quando e come voglio. Anche se non sempre riesco a tenere testa ad Aphrodite, è troppo petulante, anche per me.
Forse Mu che ha una pazienza infinita riuscirebbe a sopportarlo per un paio d’ore, io non ci riesco e non voglio neanche provarci. Piuttosto mi appendo sul muro del tempio. Vicino al tizio brutto amico di Aphrodite, giusto per dare una ventata di novità e bellezza alla casa.

Ho da meditare vendetta, atroce e funesta vendetta.

-

Questo pomeriggio ci siamo riuniti tutti a casa di Shaka (solo perché si trova a metà strada e a fare troppe scale mi girano i coglioni) e nell’entrare ho dovuto trattenere un conato.
Casa mia puzzerà di morto, ma casa di Shaka puzza di tutto.
Avrà avuto accesi un milione di incensi e tutti con fragranze e puzzi diversi. Gli altri sembravano a loro agio. Io volevo morire. Di nuovo, e negli ultimi giorni ho desiderato essere morto almeno una ventina di volte. E pensare che in passato non ho mai desiderato di morire, ero attaccato alla vita, alla mia per lo meno.
Ma ora che sono morto e risorto vorrei non essere mai rinato e a volte mi capita di desiderare di non essere mai nato.

Tutte queste vicende mi hanno messo di cattivo umore.
Non ho mai avuto un buon carattere e in questi giorni credo sia addirittura peggiorato.
Vorrei che le cose non fossero andate come sono andate, vorrei poter ancora essere sicuro di poter contare ancora sull’amicizia di Aphrodite e Shura, ma anche loro hanno i loro cazzi a cui pensare ora.
Credo che Shura stia molto male e se la passi notevolmente peggio di Aphrodite.
Anche se ha combattuto accanto a Saga nell’ultima guerra che ci ha visti come stupendi protagonisti, credo che ce l’abbia un po’ con lui per tutta la storia del lavaggio del cervello.
Effettivamente anche io mi sarei incazzato.
Almeno lui può contare su una scusante per le sue cazzate, effettivamente non era in lui, mentre io ero completamente in me, benché sia sicuro di non esserci mai stato troppo in me.
Pensare fa sempre male e pur di star bene si farebbe di tutto, come evitare di fermarsi a rimuginare sul passato.
Certo è che anche Saga non era completamente in sé, lo dimostra il fatto che si sia suicidato sotto gli occhi della dea, per chiederle perdono e punirsi nel migliore dei modi.
Non l’avrei fatto, credo che avrei continuato nel mio proposito, ma c’è da dire ancora che io sono sempre stato in possesso delle mie facoltà mentali.
Fottuto psicologo.
Lo so che questi pensieri del cazzo me li causa lui, ma perché Atena ha voluto far venire lo strizza palle?
Perché? Non lo voglio.
Mi ha riportato alla mente troppe cose che cerco di dimenticare da tempo.
Poi questo idiota viene pagato per ascoltare le mie turbe mentali e ficcanasare nei miei sogni. Mah.
Pazienza.

Piuttosto stavo scrivendo della piccola riunione privata che abbiamo indetto.
La dea non è ancora tornata dal Giappone, ma non credo si offenderà se abbiamo pensato fosse necessario riunirci.
Siamo rimasti senza la sua guida per anni e abbiamo imparato a gestirci anche con uno psicopatico al comando.
No, non si offenderà.
E se si dovesse offendere fottesega.

Appena entrato nel sesto tempio ho scambiato uno sguardo truce con Aiolia, che dopo ieri non sopporto nuovamente, mi son seduto per terra accanto ad una colonna, esattamente davanti al meditabondo guerriero biondo che tanto somiglia ad una bambola.

Dovevamo aspettare che Shaka smettesse di meditare, quindi lo fissavo mentre levitava su quella seduta da finocchio e qui mi chiedo se anche lui avrà avuto delle storie di accoppiamento selvaggio con uno di noi. No, perché se sì son fondate le sue, ne sono sicuro.

Quella seduta, quello sgabello, quella cosa dove si siede e svolazza è bruttissima e non sembra un fiore di loto ma piuttosto un fornello da campeggio. Acceso.
Abbiamo aspettato.

Dopo una mezz’ora si è reso conto di non essere solo, e isterico come solo lui riesce ad essere:
“Bene arrivati, potevate anche salutare. Entrare nel tempio e non salutarne il custode, tsk. Mancate davvero di buona creanza.”
Ma vai a cagare.

Però ho constatato che il ritorno alla vita lo ha reso meno intuitivo, in passato non potevi pensare di fare qualcosa che lui prevedeva e anticipava ogni mossa,  e ovviamente pretendeva serietà.
Spesso il compito era sorvegliare il comportamento dei soldati e un paio di volte ho dovuto fare la guardia alle guardie assieme a lui.
 Ma si può fare la guardia alle guardie? A me sembra un’idiozia, ma comandava Saga.
Che brutte giornate, appena pensavo di andarmene e cominciavo a guardarmi intorno , lui subito mi ricordava che dovevo “svolgere il mio compito al meglio e prestare attenzione a tutto”.
Non potevo allontanarmi in nessun caso, che pomeriggi divertenti.
Vorrei infilargli quegli incensi su per il culo, per vendicarmi del mal di testa che mi hanno causato, ma forse dopo le ultime scoperte è meglio di no.

Comunque, nessuno di noi ha palesato l’idea di voler strozzare l’indiano con i suoi capelli.
L’abbiamo solo pensato, o almeno, io l’ho pensato e volevo anche metterlo in atto. Almeno è un metodo originale.

Il discorso è stato preso da Mu che con la sua pazienza, il suo modo di parlare lento e tranquillo ha rischiato di farci addormentare come bambocci dopo la poppata.
Quanto è noioso Mu, è talmente noioso che mi annoio solo a parlare della sua noiosità.
Basta, odio anche lui.

“Su internet girano moltissimi scritti su di noi. In teoria il mondo non dovrebbe essere al corrente della nostra esistenza, per cui abbiamo approfondito la questione, o meglio Milo e Death Mask,  hanno approfondito (in realtà io ho solo assistito, ha fatto tutto Milo che sembra essere nato appositamente per usare quelle cose con le lucine che si accendono e spengono). Son riusciti a scoprire che queste storielle che parlano di presunti amori omosessuali tra di noi sono state ispirate da un romanzo. Per l’esattezza da un mattone di circa mille pagine intitolato: ‘Dai Tempi antichi ad oggi, gli amori dei guerrieri’. L’autrice del libro si è firmata con uno pseudonimo Satiria Adokeno e nessuno al mondo sembra conoscere la vera identità di questa donna. Dobbiamo  convincere Milady che il nostro equilibrio psicofisico è perfetto, liberarci dello psicologo e concentrarci su questa faccenda. Appena potremmo mettere piede fuori del Santuario inizieremo la nostra ricerca. Qualche suggerimento? Idee?”

Io un’idea ce l’ho e l’avrei anche proposta se non fossi stato impegnato a guardare Mu e pensare a quanto fosse fottutamente noioso.
Andare di casa in casa e distruggere i computer.
Senza computer nessuno può divulgare quelle fancarte e nessuno le può leggere e io ho risolto.
No, risolto una beata minchia.
Dovrei uccidere l’autrice del libro, donna che vorrei tanto avere tra le mani e poterla strozzare con la fluente chioma del cadavere di Shaka.
Ma se quella stronza dovesse morire il libro svetterebbe in cima alle classifiche e tutti lo comprerebbero, leggerebbero e scriverebbero cose su di me e sul mio culo.

Ci siamo guardati tutti in faccia come dei coglionazzi e così siamo rimasti per almeno dieci minuti.
Io non volevo parlare, non mi andava di ricordare ancora quello che mi facevano quei due, non ho letto la fanquellocheè però sono sicuro che non avrei apprezzato il seguito, mi è bastato conoscere la fine da Milo, senza dettagli.
Però ora che ci penso non ho ancora capito se il mio accoppiamento con la capra e il pesce è tratto dal libro o dalla fancosa.

Interviene Aldebaran, che dopo aver deglutito rumorosamente cerca di prendere coraggio e fa la fatidica domanda.
“Ragazzi, ma io non ci sono in mezzo, vero?”
Si vedeva che sperava che qualcuno gli rispondesse “No, sei troppo virile per queste cose” e invece Mu non ha perso l’occasione.
“Ci sei” gli risponde con una scintilla di bastardosità negli occhi e un sorrisino sulla faccia che sembra uno dei miei. Non è rinato pacioso come era un tempo, per niente.
“Ah, e con chi…insomma…con chi di voi…”
“Me” gli risponde il pecorone.
Appena Aldebaran sembra volergli chiedere chi dei due fosse il fortunato a subire le attenzioni di chi, Mu sorride e gli fa:
“Tu” poi alza quei due peli a cerchietto che ha al posto delle sopracciglia e gli volta le spalle per non scoppiargli a ridere in faccia.
Certo, il vitello samba e cacao meravigliao aveva un’espressione scioccata meravigliosa. Vorrei una maschera con quell’espressione e la metterei vicino alla donna con la bocca storta, al tizio con la bocca aperta. Tutto a sinistra del tizio brutto, che comincio a vedere bello.
Non mi ricordo chi accidenti sia e tantomeno quando l’abbia fatto fuori, però comincia a dispiacermi. Sicuramente mi ha fatto fare un sacco di risate, almeno da morto, magari da vivo non voleva neanche farsi uccidere e mi è toccato faticare, ma non parlavo di lui.

Ci guardiamo.
Io guardo loro e loro guardano me.
Appena guardo Shaka sento lo sguardo di Milo, appena mi volto a guardare Milo sento lo sguardo di Camus (che sia geloso?), appena mi volto a guardare Camus sento lo sguardo di Dohko, mi giro a guardare Dohko e sento lo sguardo di Aiolos, guardo Aiolos e sento lo sguardo di  Shura, guardo Shura e sento lo sguardo di qualcun'altro e così via fino a ricominciare da capo il giro.
L’unico tranquillo è Aphrodite.
Ha detto apertamente “fotte sega”.
O meglio ha detto che non gliene frega un emerito tubo, però fotte sega è più...più…significativo, ecco.

Altri dieci minuti di silenzio.

“Basta. Allora, vediamo di capire come siamo stati… ‘accoppiati’.” – cerca d’intervenire il ghiacciolone.
Fa una breve pausa e balbettando come un novantenne con una cannuccia in bocca ricomincia.
“Io…l-lo prendo da…Milo, ma qualche buona stella ogni tanto fa subire anche il mandrillo qui” dice indicando lo scemo che sghignazza.
Milo ride un sacco. Cazzo avrà da ridere.

Dopo Camus prende coraggio Aiolia.
“Io generalmente sono accoppiato con Marin, ma a volte…io e Shaka…o con Shura…” dice il micione fissando il pavimento.
Ma quanto lo odio.

“Bene, mi fa piacere…” risponde Shaka e Shura facciapalma. Shaka ce lo siamo giocato completamente, lo so.
“Non dovrebbe “ aggiunge Romeo  “lo prendi tu. Io lo prendo da Shura”
Shaka si acciglia e Shura sospira.

“Noi siamo incestuosi” dice Kanon, ma aggiunge presto “altrimenti capita che Saga si faccia Aiolos o  Death Mask o  Mu. Ehi fratello, sei una puttana.”
“Almeno io non me la faccio col nemico, fratello. Tsk, tu e Radhamanthys”    
Poi litigano, rido ma non ricordo perché.

Immagino Kanon che se la fa col nemico, è proprio da lui, ma anche da me. Ma siccome sono stato nominato intervengo.
“E tra a me e te, chi lo prende?” chiedo a Saga
“Tu” risponde il bastardo ridendo.

E ti pareva. Perché lo devo prendere sempre io? Non succede davvero, ma almeno un po’ di parità.

Ma scopro diverse cose interessanti.
Quello scorpione rinseccolito di Milo ha passato in piedi tutta la notte a segnarsi in quale modo siamo stati accoppiati. Purtroppo, non avendo una copia del libro non sappiamo esattamente cosa accada lì, non sono più sicuro si tratti di un romanzo ma piuttosto di una raccolta di scritti erotici per omosessuali e signore. Sono confuso.

Scopro così che:
-Mu è indeciso se scegliere Shaka, con il quale sembra andare davvero d’accordo e sembra che si amino profondamente. Però, siccome Mu è un’anima indecisa (mah.) e insicura ha bisogno di un vero uomo come Saga o come Shura. Allo stesso tempo però si narra di epici combattimenti tra le lenzuola del pecorone con il suo anziano e sclerotico maestro. Quindi Sion non me la conta più tanto giusta.

-Aldebaran è profondamente passivo la maggior parte della volte, e non capisco come sia possibile che un uomo di duecento fottutissimi chili possa essere passivo. Avrei sottomesso mezzo globo con la stazza di Aldebaran e un quarto della sua forza e un quinto dei suoi muscoli. Ma a volte sembra che Aldebaran s’intrallazzi piacevolmente con una giuovane e minuta ragazza che a quanto pare gli ha regalato una violetta, una margherita o un geranio. Non ho ben compreso quale fosse il fiore in questione e se ve lo state chiedendo: sì, cerco volontariamente di perdere tempo.

- Saga. Saga è un porco. Io a confronto sono un santarellino paragonabile ad un’educanda.
Saga è un maiale e soprattutto è un maiale che attenta sempre al mio culo.
Mi sta sul cazzo anche lui oggi.
Ma non finisce qui.
Saga attenta al culo di tutti noi. Di tutti. Eccetto quello di Aldebaran, anche perché senza giocare con cosmi e affini, un cazzotto di Aldebaran provoca gli stessi danni cerebrali di un anno di radiazioni.
Io odio Saga.

-Kanon dividendo lo stesso patrimonio genetico di Saga non poteva essere da meno. Un altro porco e se la fa anche col nemico il bastardo.

-Io a dispetto del primo scritto, scopro che sono un bellissimo e virile uomo attivo. Chi ha scritto la storiella letta da Milo voleva che io lo prendessi dal caprone e dalla sirenetta, ma invece lo prendo solo da un pazzo che soffre di disturbi della personalità! Ecco, ora potrei smettere di essere contento, anche perché continuo a non capire il motivo per cui io debba prenderlo. Non lo voglio e non mi piace.
Ho scoperto di avere tendenze necrofiliache. Non sapevo di amare i cadaveri fino a questo punto.

-Aiolia generalmente è etero. Come Aldebaran. Però a volte, diciamo spesso, sembra che gli piaccia portare Shaka sulla cattiva strada. Oppure si dona completamente a Shura. E qui ci sono cose che non capisco. Ma se Aiolia dovesse essere incazzato con Shura perché gli ha ucciso il fratello, per quale motivo fa anche il passivo? Se fossi in Aiolia sodomizzerei Shura per passare il tempo e lo farei con la sabbia. E se fossi Aiolia mi farei anche Marin. E se fossi sempre Aiolia dovrei nascondere il fatto di essermi tinto i capelli per anni. Meglio essere in me.

-Shaka. Shaka fa finta di essere uno stinco di santo, si professa l’uomo più vicino agli dei e invece eccolo a prenderlo da chiunque passi: Mu, Aiolia, Shura, Saga, io…
Io ci terrei a precisare che non mi farei Shaka neanche se fosse l’ultimo essere vivente sulla faccia della Terra e fosse donna. È identico alla mia dolce consorte del sogno.

-Dohko si sgroppa Sion da quando è stato creato il mondo. Con gioia e spensieratezza. Non si sono visti per duecento e blifi anni eppure non si sono mai traditi. Mah. Contenti loro.

-Milo e Camus sono considerati una coppia fissa, ma allo stesso tempo Milo si concede volentieri a qualunque essere vivente, a patto che respiri e non abbia un numero spropositato di zampe o arti.

-Aiolos si faceva Shura. Sì. Poi Shura l’ha ucciso e si è dedicato al fratellino. Però si narra che Aiolos tradisse il caprone con Saga. E non mi sono meravigliato nell’apprendere che Saga fosse passato anche alla nona casa, eh no.


-Shura  fa le zozzerie a tre con me e Aphrodite e ho dovuto soffocare un conato di vomito nell’apprendere questa notizia. Poi va da Aiolia o da Mu o da Shaka o da Aphrodite. Oppure è etero, dipende da chi scrive.

-Camus è un uomo fedele e non tradirebbe mai Milo con nessuno di noi.

-Aphrodite è un po’ una puttana, come Milo ma meno di Saga. Però generalmente fa coppia fissa con me. E sì, tra noi due c’è un grande amore.

Non è finita.
Speravo che se non la scrittrice originale, almeno gli altri, mi accoppiassero con qualche bella donzella priva di intenzioni alcune su un rapporto duraturo e serio.
Bene, è successo anche questo. Poche volte, molto poche perché a quanto pare io senza Svezia non posso vivere, però invece di tirarmi su il morale, venire a conoscenza di essere sfruttato anche come giocattolo etero mi ha depresso.

Non sono stato meglio, per niente.
Mi sento usato. Molto usato.
Se fosse tutto vero forse mi sentirei meglio e soprattutto non avrei rapporti con Aphrodite, Shura e colleghi.

Mi fa sentire strano sapere che al mondo ci sono persone che scrivono di me ignorando il fatto che esista seriamente, credendomi un semplice personaggio di fantasia.
Sarò anche una testa di cazzo, ma ho dei sentimenti nascosti da qualche parte.

Comunque, alla fine di tutto, siamo tornati ognuno al proprio tempio. Dobbiamo scoprire chi sia Satiria Adokeno, trovarla e farle ingoiare il libro dopo averla strangolata con i capelli di Shaka.
Chiudiamo la riunione nell’attesa che quella cretina patentata ritorni dal Giappone.
Ho paura che avrò degli incubi stanotte.

-

Mi sono moralmente ripreso dalla riunione di qualche ora fa nel puzzolentissimo tempio di Shaka.
Il Santuario è immerso nella tranquillità, credo che non sia mai stato così silenzioso, neanche quando eravamo tutti morti. Si respira un’aria pesante e opprimente.
Che schifo.

Ho deciso di fare un giretto per il tempio, con l’intenzione di stanare il milione di ragni che ha deciso di fare le ragnatele dentro le bocche e gli occhi delle maschere appese al muro, sperando che una piccola carneficina mi tirasse su il morale.

Contando che ogni maschera ha tre buchi, e ipotizzando che ci sia un ragno in ogni buco ne ho da massacrare un fottilione e mezzo. Più o meno.
O almeno, queste erano le mie intenzioni.

Dopo i primi dieci minuti trascorsi a distruggere ragnatele grosse quanto lo scudo della statua di Atena, fitte e appiccicose, sento del solletico su un polpaccio.
Non soffro il solletico, o almeno credevo di non soffrirlo, mi sono dovuto ricredere e l’ho fatto nell’esatto istante in cui ho cominciato a ridere come Milo.
Agitavo la gamba affinché il colpevole di quelle risate si degnasse di uscire dai miei pantaloni, ma ho ottenuto solamente di cadere come una pera.
Ho dato una culata per terra terrificante, soprattutto perché sono caduto su una delle maschere e il naso di questa mi ha quasi deflorato irrimediabilmente.
Inutile dire che non sono più il guerriero di una volta, se è possibile sono peggiorato notevolmente.

È anche inutile stare a raccontare che dopo vari calci assestati all’aria, alle maschere, al pavimento e ad una cazzo di colonna che credo mi abbia fratturato almeno due metatarsi (forse il quarto e il quinto), ho visto volare un cosino grigio.
Il razzetto si è scravazzato contro il muro.
Mi sono avvicinato per vedere che accidenti fosse, sì, mi massaggiavo le chiappe se ve lo state chiedendo.
Un topo.
Un altro cazzo di topo.
Più piccolo di quello che ha terrorizzato Nemo, molto più piccolo.

Il colpo lo ha lasciato un po’ morto.
Mi è dispiaciuto. In fondo non aveva fatto niente di male eccetto infestare il quarto tempio, farmi il solletico, farmi cadere col culo su un naso e farmi spezzare qualche osso fondamentale.
Ho raccolto il tenero cadaverino peloso pronto a schiccherarlo verso il tempio di Aiolia, per non perdere l’abitudine a dargli fastidio, quando ho visto una cazzo di fila di fottutissimi roditori.
Saranno stati un centinaio.
D’accordo, erano solo cinque, ma ogni topo vale venti; quindi erano cento.

Mi sono gettato alla carica dell’allegra comitiva, pronto ad ucciderli personalmente uno per uno quando la vedo.
Una creatura perfetta e meravigliosa.
Eterea e luminosa.
Al suo seguito un manipolo di idioti senza speranza.
Era lei.
La mia dea.
Barbie!

Mi guarda sbigottita mentre io la adoro e la venero.
La fisso con aria sognante e sorrido come un beota, quando lei finalmente capisce.
Stava per chiedermi cosa stessi facendo quando anche lei si rende conto dei miei ospiti.
Urla e salta tra le braccia del cavalluccio a dondolo alato.
Lui la afferra prontamente e urla qualcosa come “Vi proteggerò io, Milady!”

Gli altri idioti si dispongono a cerchio della dea, in guardia e pronti a dare la vita perché non le si avvicini neanche un sorcetto.
Io son rimasto col cadaverino tenuto saldamente per la coda.

E mi hanno rovinato lo scherzo.

La dea mi chiede per quale motivo io abbia in casa dei topi, supponendo un mio feticismo.
E sì, io amo circondarmi di roditori. E pensare che un tempo ho desiderato poter pettinare una giraffa, allacciare le scarpe ad un millepiedi e poi accarezzare il pelo di un ornitorinco.
Come ho potuto non desiderare di avere la casa infestata da ragni, topi e dee rimbambite?

Le spiego che non li ho portati io ma semplicemente sono entrati senza chiedere il permesso.
“E stai continuando a scrivere sul diario?” mi chiede improvvisamente, senza aver ascoltato UNA parola.

Mentre mi chiedo cosa possa avere a che fare il diario con i topi, le racconto del momento in cui ho trovato il primo topo e quindi del fugone del pesciolino.

Mi guarda per un po’.
Poi guarda Seiya che guarda Hyoga che guarda Shun che guarda il fratellone che guarda quell'odioso lucertolone assassino.
Guardo anche io Shun, ma non so perché.

Dopo un po’, con una vocina dolce dolce, uguale identica e spiccicata a quella di mia figlia nei miei incubi ( e qui mi chiedo se mia figlia non sia in realtà un figlio) mi dice:
“Ma Aphrodite non ha paura dei topi.”

Cosa?
Non è possibile.
Deve aver paura dei topi, per forza.

“No, lo conosco bene, – dice il guerriero in armatura rosa con le tette – non ha paura dei topi.”

Comincio a pensare che non abbia capito di chi stiamo parlando e lo costringo a ripetere ogni parola.

L’ho fatto inalberare e alla venticinquesima volta che mi dice:
“Aphrodite di Pisces, custode del dodicesimo tempio del Santuario di Atene, palazzo situato ai piedi della scalinata che conduce al tredicesimo tempio, dimora del  del Gran Sacerdote e della Dea e la casa di Camus di Aquarius, non ha paura dei topi.”

Non capisco.
Forse ora riesco a capire quella sensazione di sbagliato che mi attanagliava l'animo e le palle. Forse sbaglio, forse no.

Mi sento preso per il culo.

"Ora capisco cosa non mi tornasse, forse. So di sapere che qualcosa non mi tornasse, ma non so ancora cosa non sapessi che non mi tornasse. Ora so che non mi torna la paura di Nemo, so di sapere finalmente, ma forse in realtà so di non sapere. Ma se so di non sapere in fondo so qualcosa, quindi sapendo di non sapere so di sapere di non sapere."
Non so per quale motivo l'ho detto a voce alta. Quando me ne sono reso conto, i bronzetti nuragici mi guardavano confusi, mentre la dea annuiva con decisione.
"La penso anche io così" mi risponde e poi va via, dimentica dei topi.

Ora che so di pensarla come Barbie, o Barbie la pensa come me, so di non sapere il motivo per cui non mi sia suicidato.
Ma c'è ancora una cosa che pretendo di sapere: il cadavere del topo, che fine ha fatto?
Ma allora… no, devo pensarci su.




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E fu così che Saori tornò al Grande Tempio.
Poverina, mi dispiace un po' per come la sto trattando, ma un pochino in fondo se lo merita anche lei.
Ma veniamo a dirvi grazie: GRAZIE!

Un gigantesco ringraziamento ai lettori che ridono in silenzio (spero che ridiate almeno, altrimenti sto sbagliando qualcosa), a chi ha messo la fic tra i preferiti: Himechan, EriS_San, Fire Angel, araya, sparkling_thunder e NinfaDellaTerra, a chi ha messo la fic tra i seguiti: Niggle.

Infine, un gigantesco grazie a chi ha voluto lasciare una recensione, mi avete commossa profondamente a questo giro, credo che non vedrò mai più, in vita mia, tante recensioni tutte insieme, per cui mi inchino a voi. Grazie infinite, davvero.

Shannara_810.

I gold affetti da PMS, ohlalà, ma lo sai che hai paurosamente ragione. Ne avessi fatto uscire uno solo sano di mente. Ma ormai il danno è fatto.
Tu dovresti scrivere le avventure post-dramma del crostaceo, con tutti gli intrighi a corte, gli scheletri nell'armadio e gli altarini. Verrebbe fuori un crossover "scompiscevole" e soprattutto ricco di suspence e rivolte. Jessica Fletcher che indaga al Grande Tempio...tu non puoi capire che razza di film ho in proiezione nella testa...davvero...a me fa male leggere i tuoi commenti, qui c'è qualcuno che inizia a preoccuparsi seriamente per la mia salute mentale.
Va be', lo ammetto, hanno smesso di preoccuparsi da eoni ormai, però credo che di nascosto mi sbriciolino qualche pilloletta nei pasti. Death sarebbe felicissimo di avere la maschera della cara signora giallo vestita appesa al muro, ha un buco libero e questo lo infastidisce alquanto.
E poi...Death e Pandora...ma lo sai che potrebbe funzionare tra i due? Sicuramente non litigherebbero per l'arredamento della loro dimora, per nulla, anzi, credo che andrebbero molto, molto d'accordo. Ma non credo che Death Mask voglia avere figli, per ora non sente il richiamo della paternità.
La citazione di Shin-chan era d'obbligo, non so se ne sei al corrente, ma diversi giorni fa hanno ritrovato il cadavere dell'autore: Yoshito Usui, scomparso da giorni. La data di morte è stata stimata per l'11 settembre e, essendo io una grande estimatrice di quell'adorabile mostriciattolo tutto "Belle bambole beote in bikini" e "Scrocchia e crocchia", mi è sembrato carino rendere omaggio all'autore, con l'intento di farlo rivoltare nella tomba. Cara, che dire ancora? Ti ringrazio tantissimo per le tue recensioni folli che leggo e rileggo spesso, mi tiri su il morale. Ti manderò a casa una copia di "Belle bambole beote in bikini" con Death-Rambo nel paginone centrale, formato poster 100x70 cm. Alla prossima!! Grazie infinite!!

Ladie Katje.
Se venissero a suonarmi alla porta i gold saints, credo che, come minimo, offrirei loro un caffè, o un tè, o un bicchiere d'acqua dal rubinetto, ci faremmo una bella partita a carte e finiremo la serata a tirare freccette ad un poster a grandezza naturale di Seiya. E forse ad uno di Saori. Conto sulla loro cavalleria, sono fragile e indifesa e pur sempre donzella.Grazie mille per il commento! Alla prossima!

Eden89.
Hai vinto un poster. Sì, ce l'ho coi poster oggi. Completamente e autisticamente rapita dai poster. Sarà ora di appendere qualcosa in camera tra i post-it. Mah.
Ti dirò, a me lo yaoi non è che faccia schifo eh, è una "versione" scoperta da poco e ancora non so dire con esattezza. Però mi piace perculare un po' tutti, me compresa. Ovviamente spero che nessuno si offenda, ma sai com'è, se c'è chi si offende si taglia la parte offesa e sopravvive. Difatti tutti i rapporti che non hanno a che vedere con virili scazzottate o poderose onde energetiche, esplosioni planetarie et similia feriscono Death. Si sente usato, povero. E smettela di usarlo! (Disse prima di trattarlo come un idiota.)

Devileyes.
Ciao! Grazie mille!
Arrossisco come una ragazzina alle volte, non so perchè. Ti manderò il mio poster per ringraziarti dei complimenti e ti aspetto al prossimo! O al succesivo, o a quello dopo ancora, o all'altro ancora o...beh, prima o poi finirà...credo...

Ricklee.
Carissima!! Lo so come la pensi sullo yaoi e tu sai come la penso io. Però la tentazione era troppa e...
E le bimbette...se mai dovessero diventare reali  credo che il granchio se la darebbe coraggiosamente a gambe, si costruirebbe una capanna nei pressi dello Yomotsu Hirasaka e poi vai a rintracciarlo, cresce il cavallo che l'erba campa O_o

whitesary.
Saaaaaaaaaary! Oh your gold!
Shine! Shine! Taràtaràtarààààà!! Ma poi, tu, hai capito perchè dice taràtaràtarà? Io no. Forse per darsi forza, ma quel videogame è vergognosamente divertente. E comunque Death Mask che si muove come un granchio...ah, che carino il mio assassino folle. Quanti momenti di pura violenza mi ha donato.
Grazie, il tavolo mi serve, mangiare col piatto in mano è scomodo, soprattutto perchè non so dove poggiare il bicchiere e se lo tengo in equilibrio sulla testa alla fine annacquo il cibo, che tende a non essere più appetibile. Ora è una sfida, farti ridere in ufficio. Mi gioco il tavolo e lo spremiagrumi elettrico (che non ho, per cui è simbolico).

Gufo_Tave.
Eh, cosa ci vuoi fare, la vita è dura. Anche per i traditori con tendenze omicide.
Però la moglie acida un po' se la merita. O no? Sì che se la merita, piuttosto le bambine non si meritano lui come genitore. Povere creature innocenti...
E non vorrei che meditasse di commettere un altro omicidio: il mio ad esempio. Ho ancora tanti anni da vivere, o almeno spero, non troppi, mi accontento di poco, almeno ad arrivare bellina come Dohko, ma con la pelle meno violacea. Grazie mille e al prossimo, ormai la parte dura è passata, coraggio!

Himechan.
Anche io sono del parere che sia un incompreso. Sono alla continua ricerca per capire cosa l'abbia reso così. Tonto c'è nato, su quello non ci piove, però questa cattiveria gratuita avrà un'origine, no?
Sì, lo perdoniamo, anche perchè per un nanosecondo al Muro del Pianto ha dimostrato di avere un cuore. Giusto per un nanosecondo. Però quando tutti insieme recitano quella sorta di mantra per abbattere la parete, per poi estinguersi...ho pianto. Sì, calde lacrime. Non vedo cosa c'entri, però boh...mi è venuto in mente ora. E la pubblicità della Barilla *_*

EriS_San.
Io ti direi tutto qui e ora, compreso il finale e i titoli di coda, però poi perderesti il gusto della lettura e io parte del mio divertimento.
Il topolino è morto/sopravvissuto/svanito senza avere un nome, speriamo di ritrovarlo al più presto, almeno il corpo. Vedrò di violentare la psicologia meglio che posso e dare una risposta a tutte le tue domande, grazie mille! Un poster anche a te, mio ovviamente.

Violet Nearina.
I pesci e le capre insieme sono pericolosissimi.
Le capre soprattutto. Ma anche i pesci se si tratta di piranha.
Ma povero Death, ho paura che più che rilassarsi cominci seriamente a meditare il suicidio.

Niggle.
Ciao! Ma di cosa ti scusi! Se ridi significa che "lo sto facendo giusto". Grazie mille per il commento e alla prossima!

sparkling_thunder.
Eccoti qualche altra pagina del folle!! Il mio tentativo è quello di far amare Death Mask in tutto il mondo conosciuto, in fondo è buono. Grazie mille! Al prossimo!!

araya.
Ciao! Ti spiego brevemente la mia idea contorta: rendere la vita e la storia di Death Mask, ovviamente riferendomi a quello che Kurumada ha voluto farci sapere.
Sono sempre stata dell'idea che ogni "cattivo" dovesse avere un motivo di fondo per esserlo, mentre DM sembra non averne. Dal manga traspare una leggera idiozia - che volendo basterebbe come motivo, è stupido quindi ... è stupido. - ma in un punto, in Episode G, dopo aver trattato Aiolia in un modo che definire pessimo sarebbe oltremodo riduttivo, sembra dispiacersi e sembra rivalutarlo come cavaliere nel momento in cui non ne viene più percepito il cosmo. Da quel momento, sarò io che vedo cose che non ci sono (il che è probabile), ho voluto provare a dare un motivo al suo modo di essere. Dopotutto nella vita reale siamo quello che siamo a causa di una serie di eventi che abbiamo vissuto, quindi perchè non anche Death Mask? Francamente ti dirò che io ho iniziato a scrivere, poi il diario è uscito un mix di comicità, introspezione e drammaticità. Ecco, premesso questo spero di averti spiegato il motivo per cui il 18 Giugno Death Mask racconta una piccola parentesi della sua infanzia.
Accetto volentieri il suggerimento, ma l'unico aiuto per il siciliano che ho trovato in giro per la rete, oltre a modi di dire e frasi fatte, è un dizionario siciliano-italiano e a me serve alla rovescia. Ma ci credi che non ho mai immaginato il diario con la voce del doppiatore de "La mamma di Crystal"? No, devo rimediare. Ciao picciotta!! Grazie mille della recensione, del suggerimento e di tutto! Alla prossima!!

Saruwatari_Asuka.
La prossima volta che sarò assalita selvaggiamente da uno sciame di schifezze aliene volanti (dai, se hai più di quattro zampe non sei di questo mondo) penserò a te, e ciò mi darà maggior velocità!
Ah, giusto ieri fuggivo da una vespa invocando l'aiuto di qualcuno che avesse abbastanza coraggio da impugnare una paletta e salvarmi da un pericolo che alla fine esiste solo nella mia mente. Sarà che odiandole mortalmente mi sono convinta che ce l'abbiano con me. Ma veniamo al nostro amato granchio senza paura ne spina dors- ehm - macchia. E' inutile che ti spiego il perchè di Death passivo, qui si è già rivelato che Milo ha scelto (bastardamente? consciamente? tanto per percularlo?) un passo in cui forse a causa di un malore, di una botta in testa o di un'ape (è plausibile) subisce le attenzioni degli altri due. Tu stai tranquilla e non preoccuparti di nulla, inutile che insisto nel ringraziarti, tanto mi dici di non farlo ma io lo faccio. Per cui grazie. (Ops, l'ho fatto di nuovo.)

NinfaDellaTerra.
Ma il mio scopo è farti rotflare e lollare fino all'estremo consentito dalla legge. No, scherzi a parte sono felicissima che la mia visione di Death Mask ti strappi qualche risata. E' anche mio scopo farti alzare tardi, così non sono l'unica. Lo ammetto, sono infida. Grazie mille!

beat.
Death Mask in groppa ad una giraffa *_* Con un pettine lunghiiiiiiiissimo. E lo vorrei proprio vedere mentre cambia un pannolino.
Salviettine ovunque, il pannolino con le malefiche linguette attaccate alle dita, la pargola che rifugge le attenzioni paterne..awwww. Che dolcezza infinita. Certo che al momento della pubertà potrebbe rivelarsi un padre un po' troppo protettivo, soprattutto riguardo eventuali corteggiatori. Ma se le piccole hanno i caratteri dei genitori fusi:  paura °A°.
Grazie mille per la recensione, sei sempre fantasticamente gentile! Al prossimo!

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Capitolo 8
*** 23 Giugno ***


23 giugno La dolce dea è tornata ieri.
Come può pensarla come me?
Io sono stupendo, fantastico e bellissimo. Lei no.
Io sono un guerriero crudele e forte, lei no.
Io sono in grado di uccidere in cento modi diversi e lei no. Troppo buonina e perfettina, lei non uccide perchè non è giusto, non combatte perchè altrimenti le si spezzano le unghie e sappiamo tutti quanto possa costare una seduta per rifare la manicure, ma lei è ricca sfondata e io no.
Ora so che non devo fidarmi di Saori. Eh, se lo so.

Sono sconcertato da Aphrodite.
Se non ha paura dei topi perchè mettersi ad urlare e a correre come se avesse visto la morte in faccia o come se gli fossero diventati rosa i capelli?
Mah. Qualcosa non torna.
E il cadavere del primo topo, dove porco cane è finito?
Perchè è svanito? Perchè non era spalmato su una colonna come un poster? E Milo è arrivato poco dopo la sparizione del corpo.
Che non sia coinvolto in qualche modo? Non si è lasciato andare a nessuna perculata nei confronti del pesce, non gli interessava al momento, voleva mostrarmi le ripetute bestemmie rinvenute su internet, ma... possibile che sapesse?
Possibile che Milo e Aphrodite fossero d'accordo?
Possibile che uno dei due abbia una perversione sui topi?
Topi morti. Rabbrividisco.
Perché? Perchè? Perchè?
Qualcuno me lo dica. Stanno diventando domande esistenziali queste, assieme a quelle sullo sfruttamento non autorizzato del mio fantastico culo.

Sono un po' triste oggi, non so cosa raccontare.
Avrei molto da scrivere, ma non sono neanche in vena, ultimamente ne sono successe di tutti i cazzo di colori.
L'avanzamento tecnologico al Santuario, addirittura la corrente elettrica e internet.
L'unica cosa positiva è stata la corrente elettrica. Internet è brutto.
Con la luce non mi sono più spetasciato da nessuna parte e ho smesso di baciare le maschere, e qui comincio a pensare di aver baciato spesso il tizio quasi brutto che sorveglia la tana dei topi. Sì, da quelle parti c'è un lastrone della pavimentazione rialzato e in passato era il punto più buio di tutto il tempio.
Sono inciampato un sacco di volte e la distanza tra la lastra e la maschera è casualmente quella perfetta perchè io sbattessi il grugno sulla suddetta.
Che bello.

Oggi ci saranno quattromila gradi fuori di qui, inoltre si sente il vociare dei turisti.
Ma che cazzo vengono a fare qui?
"Ho visto un tempio di dieci fottilioni di anni fa quest'estate!"
"Wow, che emozione!!"
"Eh sì, sono stato in Grecia, non puoi capire la meraviglia del posto!"
"Wow, che emozione!!"

O almeno mi immagino facciano così appena tornati a casa. Cosa può rispondergli l'altro idiota se non "Wow, che emozione!!"?
Mah.

Visite.
Magari oggi la dea ha deciso di regalare un elicottero a tutti. Potrebbe essermi utile come un gomitolo di lana e dei ferri da calza.
Lo userei sempre, dopotutto mica posso muovermi alla velocità della luce.

-

Shura!! Era Shura!!
E' stato tanto gentile da entrare e sedersi sul divano senza aprire bocca.
Lo guardavo mentre tentava di non originare un nuovo scritto nel quale lo prendeva dal divano.
E' letale quell'aggeggio, per evitare la deflorazione è necessario mettere le gambe in un modo particolare e credo di conoscerlo solo io il metodo perfetto.
Questa certezza me l'ha data il fatto che dopo essersi mosso come in preda ad un attacco epilettico per dieci minuti, ha optato per il bracciolo.
Che non è meno pericoloso.
Per niente, visto che tende verso il pavimento, però preserva i pertugi.
Magari si può cadere e prendere a testate una maschera, però ciò che deve restare inviolato resta tale.

Non capivo per quale motivo fosse venuto, ero felice di vederlo ma non sembrava intenzionato a chiacchierare.
Credo che un po' mi odi, lui è silenzioso e riservato, mentre io se inizio a parlare non la smetto finchè non mi chiudono la bocca. Lo sa quel lucertolone assassino, quando è venuto a riprendere il Santuario della sua dama altezzosa gli ho raccontato tutto quello che c'era da sapere sullo Yomotsu Hirasaka, la nebulosa Praesepe e praticamente gli ho detto come uccidermi.
E infatti mi la gettato come un sacco di patate nella gola. 
Che coglione. Io eh, non lui.
No, anche lui.

Uno di questi giorni mi teletrasporterò sul cratere, nel tentativo di farmi passare il terrore.
Non posso essere spaventato dalla mia dimensione, voglio dire l'ho inventata io, o meglio, la mia volontà ha creato un varco per giungere lì, effettivamente non so se la landa brulla è sempre stata una landa brulla o io la percepisco così perchè riflette la mia anima.
Spero sia sempre stata così perchè diversamente dovrei accettare il fatto di non avere un'anima. O al limite accettare che sia un po'...ridotta.

Comunque era da un po' che non vedevo nessuno e avevo voglia di parlare, le maschere non rispondono sempre, anzi, non rispondono mai.
Mi sentivo solo.
Sì, mi sento solo anche io. Sono pur sempre un essere umano.
Comunque con nessuno intendo qualcuno che non sia una dea con un conto in banca paragonabile al numero di anime nell'Ade o un branco di sbarbatelli.
Ma sto divagando.

Mi sono impensierito, ad un certo punto ha sollevato lo sguardo e mi ha detto: "Tienes ratas".
Rate? Che rate?
Allora ci siamo guardati a lungo.
Io lo fissavo in quei pozzetti senza fondo che ha al posto delle pupille, lui guardava me mentre iniziava ad accennare un sorrisino perculatorio.
Eh no, non ci guardiamo più come persone normali da quando ci siamo rivisti nudi ai piedi della colonna che ospitava le nostre anime e...

Non ci posso credere.

La dea ha fatto in modo che tutti noi, pubblicamente, sotto gli occhi di uomini, donne e bambini ci ritrovassimo completamente NUDI, fianco a fianco...
No, non ci credo, non posso crederci... Era premeditato?
Tutta quella vicenda era premeditata?
Era ovvio che fosse premeditato visto che ci ha riportato in vita, ma anche le modalità di ritorno alla vita lo erano?
Dentro l'acqua? Nudi?
Quattordici cazzo di uomini, paurosamente stupendi (devo ammetterlo) e completamente nudi dentro una pozzanghera?

"Ehi, cabronazo..." mi richiama all'ordine Shura.
Prima di tutto il cabronazo è lui, non io.
"Te ne sei accorto?" insiste.
Ma cosa vuole da me? Perchè è qui?! Vada via!!
Ho da pensare.

"Eh?" gli chiedo dimostrando tutta l'intelligenza di cui sono capace.
"I topi. I dannati topi. Ti sei accorto di avere la casa infestata?" mi dice con un tono simile a quello di Shaka.

Comincio a pensare che Shura mi creda un completo idiota.
"Certo che me ne sono accorto, ne ho fatti fuori due. O almeno credo."
"Come credi?"

Non sapevo che fare.
Avrei dovuto dirgli di Aphrodite? Delle sue urla isteriche alla vista del topolino? Avrei dovuto?
Sputtanare in questo modo un amico?
Certo che avrei dovuto.

Infatti gliel'ho detto.

Mi guarda facendo una serie di espressioni tanto idiote che non so più a chi o cosa paragonarlo.
Arriccia i lati della bocca, come se stesse soffocando una risata e allo stesso tempo con gli occhi cerca di imporre la sua superiorità e la sua stupendevolezza spagnoleggiante. Inoltre non sta fermo, sembra una biscia appesa ad un ramo.
Io credo che abbia sbattuto la testa su qualche spuntone nel rinascere. Non c'è altra spiegazione.
Quella colonna era abbastanza spigolosa alla base.
Oppure, forse Saga gli ha lavato nuovamente il cervello, ma non ne vedo il motivo.
Perchè avrebbe dovuto?

Forse Saga cancellando 
i ricordi di Shura riguardo le sue bastardate vuole entrare nuovamente nell'Olimpo personale del mio amico e poi approfittare del suo culo.
No.
Sì.
Forse.
Ora so che Saga è un dannato porco, ma l'ho sempre saputo in fondo, ma pensare che sia tanto attratto da questa nacchera ambulante mi lascia sgomento.
Sono confuso, non distinguo più la realtà della fantasia.
Ma oggi non sono riuscito a finire neanche un pensiero, ero curioso di sapere che stesse facendo. Perchè quella faccia da culo?

"Perchè quelle smorfie?" gli chiedo prima di assestargli un pugno tra gli occhi ma continuava a muoversi in modo strano, per un secondo ho temuto che Saga gli avesse già fatto visita. Voglio dire, non riuscire a tenere le chiappe ancorate da una parte... Ma piuttosto, chi è quest'uomo?
Dov'è Shura?
Il vero Shura?
Il guerriero tutto serietà e superiorità "parlo poco ma quando parlo taglio"? L'uomo che due giorni fa ha cercato di moncarmi via le dita dei piedi per puro capriccio?
L'uomo rinato con i testicoli tanto tirati che potrei usarli come elastico per la fionda?
Dov'è?
Lo rivoglio indietro, ridatemelo. In cambio vi offro una dea con le tette giganti e un santone isterico.
Due al prezzo di uno. Rivoglio Shura, il vecchio Shura.
"Niente." risponde mantenendo quella faccia cazzona e quel sorrisetto perculatorio.

Lo invito gentilmente a parlare, ancora, e lui insiste dicendomi "niente".
Ecco, mi ricorda una ragazza con cui sono uscito un paio di volte prima di morire: una bella gnocca con un quoziente intellettivo di dieci punti inferiore a quello della dea.
Beh, credo che fosse perennemente mestruata, un po' come Shaina.
Era sempre arrabbiata, più tentavo di calmarla (avevo il mio scopo da raggiungere) e più lei cambiava umore, in peggio ovviamente. E ogni volta che le domandavo cosa avesse rispondeva "niente". Se non aveva niente la lasciavo perdere, poi dopo un po' mi guardava e mi diceva: "Beh, io sto così e tu non fai niente?".
Ecco, io non ho mai avuto molta pazienza, ma proprio non la sopportavo.
Se non hai niente stai bene, quindi penso che stando bene non hai bisogno che io mi rompa le palle. Poi cominciava a piangere.
Ma non parlavo di questa scema.

Com'è che si chiamava?
Non lo so. Ma non parlavo di lei.

Però ora che ci penso la mia consorte onirica le assomigliava fisicamente, non molto però. Caratterialmente era Shaka, però si somigliava anche a lui, se Shaka fosse una donna credo che sarebbe come mia moglie: uno sfrangiamento di coglioni mestruato.
Ma parlavo di Shura.

Pensavo di assestargli il sonoro cazzotto, esattamente in mezzo alle palle degli occhi, ero deciso a farlo e proiettavo già il film ma mi ha disturbato chiedendomi  le mie intenzioni.

Intenzioni?
Mie?
Beh, inizialmente volevo rispondergli che avrei voluto scappare dal Santuario e darmi alla macchia per qualche decina d'anni, per poi tornare, riconsegnare l'armatura e darmi nuovamente alla macchia prima di morire di vecchiaia alla tenera età di tre-quattrocento anni, però ho ritenuto fosse più saggio indagare meglio.
"Riguardo cosa?"
"Il tuo compleanno."

Ma porco di quel mondo brutto e schifoso.
Domani.
Il mio compleanno è domani.
E io non posso fuggire.
Non posso.
No.

Forse sono ancora in tempo per teletrasportarmi nei pressi dello Yomotsu e tuffarmi nel cratere con un doppio salto mortale carpiato all'indietro con tanto di atterraggio in piedi sull'anima di qualche sfigato nel pieno del tormento eterno.
Credo che abbia letto le mie intenzioni nel mio sguardo e infatti mi ha detto: "Non ci provare."
Sono diventato prevedibile.

"Non lo so" gli rispondo con nochalance, facendo finta di guardarmi attorno alla ricerca di un topo.
"Come non lo sai? Dai, coraggio. Dì tutto al vecchio Shura."

Me lo sono giocato.
Questa è la prova definitiva.
Se ha sentito il bisogno di rivolgersi a me come se fosse Babbo Natale e io un bambino col biberon in mano è troppo tardi.
Il male è ad uno stato troppo avanzato e non è operabile.
Addio Shura, è stato bello finché è durato. Sappi che ti ho quasi voluto bene.
Felice vita all'ospizio. O al manicomio.
O dovunque cazzo finirai.

"Forza, vuoi che organizziamo una festicciola? Chiediamo ad Atena? Come vuoi tu, quello che preferisci."
Chi è quest'uomo? CHI E'?!
"Vorrei che moriste tutti." - esclamo subito dopo aver incrociato un altro topo.
Sono riusciti ad entrare nelle sale private e credo che il divano sia il loro obiettivo, ho già detto che probabilmente contiene gli avi dei nuovi piccoli.
Ovviamente la mia gentile richiesta di prematura scomparsa da questo gaio mondo azzurro era riferita ai topi, non a Shura, ma non l'ha colta.
S'è arrabbiato, incavolato e forse addirittura incazzato.
Abbiamo cominciato a litigare, esattamente nel modo in cui non succedeva da quando avevamo dieci anni.

Al periodo, subito dopo aver conquistato le armature, mi divertivo a prenderlo in giro.
Ovviamente lui mi lasciava fare senza darmi troppa attenzione e io ridevo per conto mio.
Non mi aveva mai dato la soddisfazione di arrabbiarsi seriamente, finché un giorno, per non so quale accidenti di motivo, ho fatto uno degli errori più grandi della mia vita, secondo solo a quando ho raccontato al dragone molleggiante e sghimbesciante come uccidermi.

Sì.
L'ho fatto.
Gliel'ho detto.
Grosso errore.
Non avrei dovuto.
Eh no, proprio no.
Mai dire a Shura una cosa del genere, ci tiene troppo.

Anche lui è uno di quelli che non si è scandalizzato troppo nell'apprendere di avere una doppia vita, una come cavaliere d'oro al servizio di Atena e una come trombatore folle di leoncini, pecoroni o centauri. Soffre ma non lo da' a vedere.
Ha fatto finta che fosse normale.
Però quando gli dissi quella frase rischiai di restare coinvolto in una guerra di mille anni, che comunque sarebbe finita prima perchè già a duecento anni di combattimento ne avrei avuto le palle piene.
Ma vi immaginate cosa sarebbe combattere con un mio pari grado?
Una noia atroce, quasi un discorso di Mu.

Comunque non so cosa lo abbia fatto rinsavire, già altre volte in passato ha palesato di non essere tanto normale. A volte entra in modalità berserk e non capisce più niente, affetta tutto a cubi: cose, colonne, persone, topi, furetti, castori, giraffe, tutto quello che gli capita a tiro.
Eppure mi son salvato.
Non so come ma mi sono salvato.
Non dovete dargli apertamente del pazzo.
Però dopo mesi di sfrangiamento di palle su Excalibur, dopo aver sentito la storia dalle dieci alle quaranta volte al giorno, dopo essermi sentito ripetere quanto fosse fiero di avere la lama sacra, dono della dea, bla bla.
Sì, l'ha fatto.
Non una volta.
Mille.
L'ha fatto ogni cazzo di giorno.

Ricordo di avergli detto esattamente: "Hai rotto i coglioni; tu, la tua spada immaginaria e anche la tua brutta faccia."
Già, mai dirgli che ha una spada immaginaria.
Mai.

E in quel momento è stato un grande affetta affetta di oggetti.
Il bersaglio ero io, ma forse in fondo non voleva farmi veramente del male, altrimenti non dico che mi avrebbe tagliato i piedi, ma qualcosa a cui tengo molto sì e senza quello non avrebbero potuto scrivere il romanzo e le fanpergamene e... non ci vedo niente di male in fondo.
Certo, io avrei avuto grossi problemi per andare al bagno, e non mi sarei potuto sollazzare, ma senza non avrebbero potuto farmi sgroppare Aphrodite e Shura!
Perchè non l'ha fatto?
Vigliacco.

Però dal giorno ha smesso di parlare. Non che parlasse molto anche prima, però quando aveva l'occasione di menarla a tutti con la spada sacra la coglieva.
Ma non parlavo di quando ero un tenero e dolce virgulto pieno di speranze e buoni propositi.

Dovevo stare attento a non morire, minchia, sono vivo da ventitrè giorni e non mi sono ancora pentito di niente, mi servono almeno ventitrè anni.

Da quando sono tornato in vita sono stato attento a non ardere il mio cosmo neanche per un istante, non ne sento la necessità e ho una sorta di blocco.
Non lo so, forse dovrei parlarne allo strizza meloni, ma non è che ne abbia troppa voglia, poi ho paura che decida di farmi vedere le tavole d'inchiostro, sono pericolosissime quelle. Però Shura vedo che non ha avuto il mio stesso blocco.
Lo usa eccome il cosmo, e non solo oggi.

Ha fatto partire una decina di fendenti in direzioni casuali.
Bastardo.
Non so come, sarà la mia innata bravura nel fuggire agli attentati, sarà che sono un genio nello spostarmi lateralmente, sarà che lui non ha pensato all'eventualità che potessi spostarmi, ho schivato le sue sciabolate e ho potuto chiedergli, con un tono di voce gentile:
"CHE CAZZO FAI?!"
Mi guarda inebetito.
Lo guardo incazzato.
Mi guarda sorpreso e poi guarda un sorcetto in fuga.
Lo guardo interdetto e poi guardo anche io il sorcetto.
Ci guardiamo ancora.
Mi sono rotto i coglioni.

"Perchè ce l'hai con me?" mi chiede.

Eh? Che vuole? Chi è? VADA VIA!!

Si accovaccia sul pavimento.
Mi sto preoccupando, possibile che io sia l'unico rinato con le rotelle al loro posto?
Non pensavo che Shura stesse così.

Ho continuato a guardarlo, speranzoso di vederlo scoppiare a ridere come farebbe Milo, invece no.
Era...triste.
E fin qui niente di strano, Shura è sempre stato un po' triste, un po' molto triste, ma è anche il tipico esempio di uomo che pur di non ammettere di stare male si amputerebbe gli arti, sempre che non ci pensi qualcun altro: Shiryu ad esempio.
Mi avvicino a lui, pensando che forse una virile e distaccata pacca sulla spalla l'avrebbe potuto confortare.

Shura è un bastardo.

Appena mi son trovato ad una distanza ragionevole da lui perchè potesse afferrarmi una caviglia e lasciarmi cadere culo a terra e gambe per aria, mi ha afferrato la caviglia e mi ha fatto cadere culo a terra e gambe per aria.

"Mai abbassare la guardia, pendejo."

Ma io lo prendo a calci in culo da qui fino a casa di Mu.
E non parlo del primo tempio.

Lo odio.
Si alza con un ghigno di sfida.
Mentre sogno di riempire quel buco sul muro con la sua faccia mi dice di fare un altro giretto su internet, ma di cercare immagini questa volta.
Io su quell'aggeggio non ci vado, non ci salgo, non entro e non mi ci infiltro.
Non voglio sapere.
So di sapere cosa troverò e non voglio rendermi conto di sapere che sapevo.
Deve sparire.
Il caprone di 'sta minchia se ne va ricordandomi di fargli sapere le mie intenzioni per domani.
Morire: ecco le mie intenzioni.
Morire domattina e resuscitare di nuovo il giorno dopo.

Comunque, alla fine di tutto, invece di avere un divano sfondato ho due poltrone rotte.




P.S. Nei poveri resti del divano c'era un topo sciancato, credo che sia coetaneo di Sion, gli somiglia.









_______________________________________________________________________________________________________________________________________
Eccoci qui all'ottavo capitolo!! Olè!
Abbiamo appurato con certezza che Death Mask è un uomo con le contro-misure. Eh già.
Un genio del male al quale non sfugge nulla.
Un attento osservatore, sempre pronto all'azione e in grado di elaborare una strategia di combattimento efficace e vincente.
Va bene, smettiamo di parlare di Shaka e torniamo al granchio.
Che dirvi ancora se non un grazie enorme come il quarto tempio con la statua di Atena incorporata? Niente. Per cui grazie a tutti coloro che leggono e soprattutto a coloro che lasciano una piccola recensione spendendo un po' di tempo che potrebbero felicemente usare per sputare per terra, come il granchio. 
Questo capitolo lo dedico a whitesary, ma solo perchè lei detesta cordialmente il capricorno da compagnia, ma lo detesta così tanto che fosse per lei ne costruirebbe una copia in gesso e tenterebbe di dargli vita.

Grazie infinite a sakura2480 che ha messo la storia tra le seguite e le preferite e a fantasy90 che l'ha messa tra le seguite.

Ricklee.
A Death non piace molto Shaka, gli ricorda la moglie, donna che personalmente vorrei incontrare per domandarle se Death rimette il cappuccio al dentifricio dopo l'uso, o se abbassa la tavoletta del water. Domanda esistenziale la mia. Grazie mille tesoro, sei sempre gentilissima! Un bacione e alla prossima.

Himechan.
Ma come fai a non sapere? Io so che non sapendo alla fine so di sapere di non sapere, ma sapendo di sapere di non sapere è possibile capire se si sta uscendo fuori di melone?
Ti odio. Voglio le bakate pubblicitarie e sbatterò i piedi per terra finchè morte non sopraggiunga.
Ti ho anche citata, nella speranza che tu possa riprendere a mostrare al mondo che Saori continua ad incassare una marea di soldi usando come testimonial - inconsapevoli - i gold, ma dopo i Bastoncini di Capitan Nemo, mi godo le tue perle sui (b)ronzini.
Comunque Death sa di sapere di non sapere, ma sa anche che tu sai che lui non sa che tu sai...questa storia comincia a perdere senso, ammesso che ne abbia mai avuto.
Il mitico granchiazzo con i testicoli perennemente tirati come Shura ha capito molte cose. Tutte cose inutili. Eh, ma ci piace. Ci filosofeggia sopra e crede di sapere ma in realtà non sa un beato ciuffo.
Voglio anche io dei corsi di filosofia Deathmaskiana, il granchio più amato dagli italiani, mi laureerei a pieni voti e acquisterei la capacità di spedire la gente all'altro mondo con un semplice giro di parole. *.*
Chiediamone l'istituzione a Barbie-Atena!!
Grazie mille Hime, un bacione gigantesco! Alla prossima! Mmm, scrittrice ingorda. O.o

Devileyes.
Mi unisco al coro: DEATH MASK FOREVER!! Come non si può amare un tontolino del genere? Come, eh?
Te lo dico, non si può non amarlo. Ma vedi quanto è scemo?
Grazie mille e al prossimo!

Ladie Katjie.
Ogni volta scrivo il tuo nick venti volte per assicurarmi di non mischiare le lettere casualmente. Dovrei vergognarmi, lo so.
Felicissima che il capitolo ti sia piaciuto, ti aspetto al prossimo per festeggiare il compleanno dell'imbecille. Vedremo se finiranno la serata a lanciare freccette!
Mille mila grazie e alla prossima!!

Gufo_Tave.
Spero che tu abbia prenotato un posto sul soffitto vicino all'entrata in modo che sia ben ventilato, con quella nebbiolina mefitica che aleggia per il tempio non mi fiderei troppo. L'ho prenotato anche io un buco, ma mi hanno dato un posto sul pavimento esattamente in mezzo al corridoio centrale. Verrò calpestata da chiunque.
Una perculata globale ci vuole sempre, fa bene e fa sorridere, lo dico sempre io.
Dici che c'è uno zampino DIVINO? In effetti l'indizio c'è, oh DIVINAMENTE sì. E Shaka sarebbe una bellissima Barbie se solo fosse donna. Dai, è isterico. Grazie mille per i tuoi commenti, e non dimenticherò mai quello con il ciclo a freddo con ammorbidente. Mai. Alla prossima!!

Shannara_810.
Tantissimi auguri di buon compleanno!! Bisognerà regalarti un pezzo del quarto tempio: ti va bene l'ottavo lastrone sulla sinistra, subito dopo l'entrata? E' già divelto, bisogna solo imballare e spedire.
Ma tu vuoi uccidermi.
Dici che siamo il risultato di una serie di esperimenti? Magari io sono un po' mal riuscita, e lo dico perchè il terzo braccio in mezzo alla schiena è davvero inutile, anche se devo ammettere che sull'autobus diventa abbastanza funzionale, ma non prendendo l'autobus è UFFICIALMENTE un suppellettile di dubbio gusto.
Oh, io passerei una giornata intera con Jack Sparrow, mi divertirei da impazzire, ma ti confesso che uno dei miei sogni nel cassetto è quello di poter trascorrere una giornata con Shin-chan e Keroro assieme. O magari tutti e tre, morirei felicissima. Ma anche un'intera giornata ad ascoltare le battutacce di quella mutazione genetica un po' uscita male di Spiderman non mi spiacerebbe. Ma tra i miei eroi americani di sempre ci sono Batman e il Joker, a pari merito. Due folli al prezzo di uno, cosa vuoi di più dalla vita? Un granchio sociopatico.
"Masky super-detective coi pugnali, che ti massacra i criminali, ogni svampita accopperà, uccidendo ancora", io ti amo. Sappilo. Sto rotolando come una cretina, soprattutto perchè l'ho immaginato sullo skateboard. Non si può vedere, e sì che l'aria da teppista da quattro soldi ce l'ha. Cara, io voglio la messa in onda istantanea di Detective Masky. Eh comunque si percepisce la vena italiana di ficcanaso, non è capace a farsi gli affari suoi. O almeno, ci prova, fa finta che non gli interessi e che parli solo per prendere in giro mentre in realtà si rosica le dita nella speranza di scoprire gli altarini di chiunque. Deve farsi gli affari altrui. S'annoia, povero.
Ma io mi domando se sia una coincidenza che Jessica Fletcher e Shinichi Kudo siano finiti nello stesso discorso. Sarà che portano entrambi sfiga? Dai, non è possibile che ovunque vadano ci scappi il morto, non si può. Anche a me è giunta voce che su Harper's Island si aggiri un pazzo furioso, ti confesso che mi son chiesta se non si trattasse di Death, ma lui lavora in modo pulito.
Ti dirò, io riporterei in vita Esmeralda e la consegnerei nelle mani del piccione e credo che Milo abbia avuto un ruolo fondamentale nella stesura del copione di Dawson's Creek, ma immagino che lo paghino meglio come sceneggiatore di telenovelas. Ci risentiamo follemente al prossimo capitolo!! Ciao e grazie mille per la chilometrica recensione!! *.*

beat.
Non ho fatto niente.
Sono innocente fino a prova contraria.
Libro? Lei? Non so di cosa tu stia parlando.
Sono davvero felice per i complimenti, davvero ^///^, mi fa piacere che la mia visione di DM ti piaccia, in fondo io l'ho sempre detto che non era da buttare.
Effettivamente ho dimenticato di considerare i bronzini nelle varie raccolte di yaoi che ci sono in giro per il mondo. Dovrò rimediare.
Shaka di per se non ha fatto niente, in fondo si è mostrato isterico dalla sua prima apparizione e diciamocelo: svolge molto seriamente il suo ruolo di gold a contrario di DM. E' un po' un odio che nasce forse da una sorta di invidia; diciamo che è la storia della volpe e dell'uva, più o meno, e l'uva è Shaka e la volpe non lo so perchè il granchio è tutto meno che furbo.
Miliardi di grazie *.*

NinfaDellaTerra.
Sì, lo ammetto. Mi diverte immaginare che lolli e rotfli, da matti.
Ogni persona normale avrebbe reagito con uno sano svenimento all'arrampicata del sorcio, ma non il prode Mask!
Eh no, lui combatte strenuamente rischiando che tutte le cose da lui lette (in realtà non ha letto un tubero, se la prende con gli altri, ma quanto a pigrizia...) diventino realtà. Devo trovare nuovi animali che gli diano fastidio, avverando il suo desiderio di avere uno zoo alla quarta casa, in questo modo potrà darsi alla macchia. Vedrò di provvedere alla costruzione dello zoo. Serve, eh sì, è indispensabile in questo fantasticoso mondo. Grazie mille e alla prossima!!

araya.
Ciao picciotta!! Dai che in fondo è semplice, devi sapere di non sapere di sapere che in fondo sai di non sapere di sapere che non sai.
E che ci vuole?
Ok, lo ammetto, sono ogni giorno più confusa e non sono più sicura di sapere il mio nome, ma sapendo di non sapere so. Il che è un traguardo importante.
Mi allontano prima che inizino a volare scarpe e accessori, sperando che non ci siano metallari con bracciali chiodati dato che quelli potrebbero fare male.
Grazie mille per il commento e alla prossima!!

stellarium.
Ciao! Benvenuta nell'incredibile mondo delle avventure del folle granchio.
Ah-ha! Se hai un indizio sulla scrittrice, puoi informare lo sfortunato possessore di natiche oro ricoperte. Presto (si spera) i gold verranno a capo di questo mistero e quando le cose saranno svelate, noi resteremo a guardarne gli sviluppi. Grazie mille per il commento! Alla prossima!

whitesary.
Cara *.*
Ti ho già risposto privatamente ma non vedo perchè dovrei risparmiarmi dal risponderti anche qui. Non preoccuparti se ti piace DM, in realtà c'è un piccolo DM in tutti noi, solo che la coscienza lo tiene a bada. 
Ma tu mi chiedi di rivelarti qualcosa di fondamentale!!
No, in realtà chiunque abbia scritto una riga di yaoi su Saint Seiya è compreso in Satiria Adokeno, siano uomini, donne, canguri. Bisogna solo capire chi sia lei. Forse è palese per chi si intrattiene con l'enigmistica. Scoprirai a cosa era dovuto il terrore di Nemo nel prossimo capitolo, oh se lo scoprirai. Prima di lasciarmi andare ad una risata colma di sadismo ti ringrazio infinitamente per tutto e ti dedico questo capitolo dove Shura abbonda! Chili e chili di Shura, gratis e tutti per te!! Lo spremiagrumi è ancora in palio, ma propongo di eliminare il tavolo della cucina, mi ci sono affezionata e non riesco ad immaginare la possibilità di perderlo. Grazie mille cara, alla prossima!

sakura2480.
Ma ciao!! Benvenuta nel fantastico mondo di Death Mask, e sia benvenuto anche tuo fratello!
L'idea del diario, come tutte le grandi idee (devo pur montarmi la testa in qualche modo) è venuta per sbaglio. Per sbaglio avevo deciso di scrivere quattordici diari, ma poi sarebbe stato un po' impegnativo e sarei uscita completamente fuori di testa, allora ho dovuto tirare a sorte tra i gold. Vuoi che Death Mask sia il mio preferito, vuoi che di base sia un po' tonto, vuoi che abbia delle potenzialità quasi infinite...TA-DAH!! Ecco il diario del folle. Eh, ma lo amiamo anche per la sua follia e per le sue manie di collezionismo.
Il diario durerà ancora qualche capitolo, poi se avrò qualche folgorazione incredibilmente ghiotta (come la storia di internet e del topo, che non erano previste inizialmente) si aggiungerà ancora qualche capitolo.Grazie mille per il commento e alla prossima!! Un bacione!
P.S. Mi raccomando, aggiorna presto le favolose vicende di Amos e Death Mask. ne ho bisogno!

makochan.
Death Mask sta soffrendo moltissimissimo.
Eh, il granchio è talmente tanto capace a farsi gli affari suoi che deve far sapere a tutti i successori ogni vicenda inerente i predecessori dei compagni. Rischio di andare in confusione.
Ebbene no, il vanesio e pochissimo virile Aphrodite non ha paura dei topi, non so cosa stia succedendo (non è vero, lo so ma lo tengo per me) ma prestissimissimo si scoprirà, molto prestissimissimo!
Un bacione!

Saruwatari_Asuka.
Ce l'hai fatta!! Ma non devi metterti problemi di sorta, tanto la storia rimane qui e la puoi leggere quando vuoi! Ma sei gentilissima e onnipresente.
Se dovessi trovare delle storie su internet come è successo a DM credo che mi sparerei.
No, sarebbe esagerato, però due-tre giorni con sguardo fisso sul muro per cercare di capire perchè, sì. Giorni? Intendevo mesi. Ci sono cose che mi sfuggono da quando avevo cinque anni e direi che dopo vent'anni dovrei: a) farmene una ragione e lasciar perdere; b) lasciar perdere; c) continuare a rincitrullirmi; d) lasciar perdere. E invece no, insisto.
Carissima, lo sai che forse hai ragione? Potrebbe averlo preso lui il topo, o forse Milo che arrivava, ma presto si scoprirà!
Tutti noi sappiamo di non sapere di sapere di non sapere di sapere di non sapere...ehm...aiuto...
Carissima, che dirti ancora? Grazie, grazie, grazie! Se riesci ad acchiappare i ragni spediscili alla quarta casa, Death si divertià comunque. Se ti avanza un divano spedisci anche quello, povero granchio.
Un bacione!

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Capitolo 9
*** 24 Giugno ***


24 Giugno Fottuto mondo.
Fottuta giornata.
Voglio morire. No, muoia il resto del mondo, io vivo visto che sono il festeggiato.

Oggi è il mio compleanno, non posso fuggire e non posso fare niente. Devo aspettare i tiri mancini degli altri.
Cosa succederà? Ho paura per la prima volta in vita mia. Un pochino, non tanta.
Credo sia meglio fare il giro del tempio ed assicurarmi che questa lunga, lunghissima giornata non abbia avuto inizio nel peggiore dei modi senza che io me ne sia accorto. Nel caso che tutto fili liscio come l'olio mi impegnerò ad escogitare qualche estremo baluardo di difesa che fermi eventuali tempeste di ciuri, fendenti poco rassicuranti di cosmo, unghie lanciate alla velocità della luce, ma in quel caso ci sarebbe anche Milo attaccato, tempeste di neve e/o bare di ghiaccio, muri invisibili di fottuto cristallo (che l'ultima volta hanno contribuito notevolmente a mettermi a novanta per poi facilitare le cose a quel draghetto mal riuscito giudice dei miei coglioni), lampi, fulmini e saette, frecce non omologate, draghi volanti, tori in carica, esplosioni di galassie casuali, esplosioni in generale di stelle, polveri e affini. Ma da Shaka non so come difendermi.
E' infido lui.
Non saprei davvero come comportarmi. Forse potrei mettere una trappola con qualche incenso incastrato.
Non resisterebbe.
Più vicino agli dei un corno.
Sarebbe attratto dall'incenso e la tentazione è dura da combattere per le divinità, figurarsi per un umano.
Sì, degli incensi in una volgare e comune trappola per topi e sentirò l'urlo di guerra di Shaka.
Poi so già come finirebbe.
Io sul palmo del Buddha, mi guarderò attorno cercando una via di fuga e fine.
L'altra mano del ciccione mi schiaccerà.
Morto come una mosca.
Potrei cominciare a pensare al mio epitaffio, sempre meglio farsele da soli le cose, almeno se si vuole che siano ben fatte.
- Morì così come visse: bestemmiando. -
Ovviamente lo farò cadere dal suo cielo prima di farmi schiacciare.
No, no, uno più bello:
- Nacque e morì la seconda volta il 24 giugno. -
Perfetto dato che sono sicuro di non sopravvivere alla giornata.
Avverto un cosmo. Potente.
Molto potente.
Che sia un nemico?

Ah, no. Arrivano i primi auguri, addirittura la dea con lo psicologo alle calcagna.
Fermi tutti.
Perchè LUI è qui? Chi l'ha invitato?
"Buongiorno Death Mask, sono qui per augurarti un felice compleanno." mi dice la dea mentre mi guarda con dolcezza. Non sembra neanche la Saori di sempre, sembra...divina!
Sì, sembra che abbia un cervello oggi.
Ci sono rimasto così male per la sua divina gentilezza che le ho risposto gentilmente e mi sono addirittura inginocchiato al suo cospetto.

Guardavo male lo psicologo che piantonava la dea e sono sicuro di averlo visto allungare l'occhio verso il culo di Barbie. Però continuavo a non capirne la presenza. Se voleva farmi un regalo sarebbe potutto restare a casa oppure andare a giocare su un campo di battaglia.
Ma la divina Atena si rende conto che guardo male quell'omino storto e brutto.
"Death Mask" mi chiama.
Si avvicina a me e prende le mie mani tra le sue, obbligandomi ad alzarmi.
E' la prima volta che la dea mi tocca ed è la prima volta che avverto davvero il suo cosmo pervadermi il corpo. E' così caldo e rassicurante, puro e in grado di appagare i sensi.
Non voglio pensare di essermi volontariamente allontanato da lei, di essere stato la causa principale di questa mancanza.
E' così dea oggi questa fanciulla.
Sarà che è il mio compleanno?

La guardo negli occhi e per la prima volta mi rendo conto di quanto sia dea.
Mi sorride dolcemente e poi mi dice, secca.
"Questo è lo psicologo, te lo ricordi vero? Deve parlarti ciao. Ancora auguri."
E scappa.
Quasi di corsa.
Quello sgorbietto che somiglia a Woody Allen dopo un brutto, brutto, bruttissimo incidente stradale mi guarda e mi sorride per un nanosecondo.
Come se non ci fossi il tizio si aggira tra le colonne. Si guarda attorno.
Sulla sua faccia non si disegna neanche un'espressione. Neanche una.
E' entrato serio e così è rimasto, eccetto che per il sorriso.
Mi comporto come un perfetto padrone di casa, invitandolo a levarsi dalle palle il prima possibile.
Lui si gira e mi guarda.
Poi guarda una maschera.
Poi guarda di nuovo me.
Io lo fisso come un idiota da almeno dieci minuti e aspetto una risposta che comincio a temere che non arriverà.
"Perchè queste facce?" mi chiede.
"Trofei." rispondo ovviamente io. Dovevo forse dirgli una cazzata?
Non si dicono le bugie ai dottori, soprattutto quando ti vengono dietro nella speranza di vivisezionarti.
"Trofei di cosa?"
Ma è stupido?
Teste di persone morte, uccise da me, che vuole che siano?
"Trofei alla mia forza."
"Interessante" lo sento bisbigliare mentre si avvicina ad un volto di donna perfettamente deformato in un urlo di puro terrore. Ne sono orgoglioso.
E resto lì a guardarlo.
Alle nove del mattino mi trovo nel naos nel mio tempio intento a guardare un cazzo di ometto che fissa la mia collezione di maschere. Mah.
Compleanno oltremodo interessante.

"Mi mostreresti il diario?" mi chiede dopo un po'.
No. Neanche morto. E' mio, proprietà privata.
Me lo chiede gentilmente. Di nuovo.
In passato l'avrei spedito all'altro mondo per smerigliatura di coglioni non richiesta e aggravata, però sono cambiato. Sono un uomo nuovo e lo accontento.
Mi chiede dove può sedersi e lo accompagno nelle mie sale private, dove c'è il divano che Shura mi ha distrutto ieri.
Lo guarda in modo strano e si siede su quello che una volta era il lato destro.
Apre il diario e legge.
"Molto interessante, davvero."
Ma è normale che un dottore autorizzato a frugheggiare nelle teste altrui conosca solo una parola?
Per saperlo, non per altro.
"Vorrei farti alcune domande."
Ho perso due battiti e un quarto. Ho sentito il ventricolo sinistro contrarsi e rimanere tale.
Ho ringraziato Atena: un infarto!
Mentre attendevo di sentire il famoso dolore al braccio destro sinistro destro sinistro annuisco sorridendo come un coglione e ripensando al mio epitaffio. Non mi convince più.
Spero di riuscire a partorirne uno nuovo prima della fine, lo scriverò sul pavimento col sangue, non il mio ma quello di quest'ometto.
Sì, sono orgoglioso di me, potessi mi darei una vigorosa pacca su una spalla.
"Che domande?" gli chiedo, mentre vedevo già la luce in fondo al tunnel. La luce bianca, il paradiso dei cavalieri. Stavolta niente inferno. Sono stato bravissimo in questi ventiquattro giorni di nuova vita.
Mugugna qualcosa e chiude il diario.
"No, ne parleremo alla prossima seduta, ti farò sapere quando sarà. Oggi non sono qui per questo."
Come alla prossima seduta?
Io non la voglio fare la prossima seduta, che cosa vuole sapere? Se alla fine il sogno diventa erotico?
No. Non succede. Succede che cullo il pannolino ambulante. Non succede nient'altro.
La luce bianca, la mia luce bianca inizia ad assumere dei contorni: non è il paradiso. No. E non è neanche l'inferno. Neanche il purgatorio o un limbo a caso.
E' la lampadina che ho sopra la testa.
Ah, la corrente elettrica; quale prodigio.
Sono sollevato del fatto che lo spremi-neuroni non sia venuto per psicanalizzarmi, però non capisco cosa mi debba dire. Perchè è venuto qui?
Non ditemi che devo morire oggi.
No, se dovesse succedere porterei tutti con me, sono il festeggiato, non posso morire oggi. Ci terrei ad arrivare a domani.
"Cosa mi deve dire?"
"Vedi...quello che ti dirò probabilmente non ti piacerà."
Bene, ne sono felice. Molto felice.
"Me lo dica e basta." gli dico a mia volta. Lo so, sono terminale.
"Hai venticinque anni."
Cosa?
No, ne ho ventiquattro, li compio oggi. Lo so.Tengo il conto da quando sono nato, non posso sbagliare.
Perchè dovrei avere un anno in più se l'ho vissuto sotto due merdosissimi metri terra?
Qualcuno me lo dica.
Pretendo che mi sia rimborsato con gli interessi.
Anzi, visto che stiamo dando i numeri non si offenderà nessuno se ne sparo un po' anche io. Ho diciannove anni. Così, mi piace il diciannove: la risata, la mia risata asmatica e malvagia e stupendamente terrificante. Anzi no, ne voglio dare di più di numeri:
31 - Il padrone di casa. Sono io e lo strizzacervelli ha invaso il MIO territorio, per cui deve morire;
90 - La paura. Quella che avrà questo...coso tra dieci, nove, otto e così via secondi.
47 - Il morto. E questa volta non sarò io.
18 - Il sangue di questo maiale che colorerà i muri.
48 - Il morto che parla. Infatti sta parlando questo stronzo.
62 - Il morto ammazzato. Comincio a ripetermi.
34 - La testa, quella di questo coglione che tapperà il buco.

Forse dovrei tentare la fortuna, potrei diventare miliardario e fare concorrenza alla dea.
Ma devo smettere di dare i numeri anche io, lo so che ora arriverà la spiegazione scientifica, me lo sento. Lo so.
E' una certezza. Come sono certo che il numero preferito di Shura sia il 36 e quello di Aphrodite l'81, sono sicuro che mi spiegherà perchè sono più vecchio senza esserlo.
"La resurrezione è avvenuta ad un anno dalla tua morte, per cui, tecnicamente, benchè il tuo corpo sia lo stesso di quando sei morto, con la stessa età, in realtà dovresti calcolarti un anno in più. Quindi: tu sei morto a ventitrè anni, resuscitato a ventiquattro e oggi ne compi venticinque."
"..." è stata la mia esauriente e forbita risposta alle sue parole.
Ventincinque.
Ho venticinque anni.
Morto a ventitre, rinato a ventiquattro e ora ne ho venticinque.
Mi sembra logico.
Io so che se mi tagliassi un braccio e contassi i cerchietti, ne conterei ventiquattro, non venticinque.
Ma alla fine discutere con questo professorone dei miei coglioni non serve, per cui appena se ne va mi dedico al mio passatempo preferito degli ultimi giorni: la caccia al topo. Ho scoperto che sono creature intelligenti, infide e bastarde quanto me. Non c'è da scherzare con loro, offrono uno di loro in sacrificio sperando che il grande cacciatore - che sarei io - smetta di perseguitarli contento del trofeo. Invece no.
Continuerò sinchè non ci saranno più topi in tutta la Grecia.

-

Ormai è ora di pranzo e io ho venticinque anni.
I topi diventano ogni minuto più intelligenti, credo si siano costruiti una rete di gallerie che collega tutte le fottute maschere del tempio e probabilmente hanno anche collegamenti con il mondo esterno. Se trovassi i loro tunnel potrei allargarli e uscire dal Santuario e Barbie-Atena non se ne accorgerebbe. Però oggi, prima di fuggire come se una tarantola le avesse pizzicato il culo, era una dea. Oh, quel cosmo...così caldo e avvolgente. Wow.
Non si è ancora visto nessuno dei miei compagni e comincio a stancarmi di pararmi il culo. Si sbrighino.
Non ho tutta la giornata per evitare di morire oggi. Ho altre cose da fare, come cercare di ripristinare il divano, cercare di tappare quel merdoso buco sul muro e soprattutto sfrattare quei roditori del cazzo. Sono un uomo impegnato, io.
Spero solamente che a nessuno di loro venga in mente di avvelenarmi il pasto, ho lo stomaco delicato sebbene mangi le peggio cose, e i veleni mi causano problemi digestivi. Spero che evitino anche le purghe, capisco che non abbia niente da fare, ma il bagno non è il mio luogo preferito. Irrimediabilmente penso a Saga che si fa dei bagni epici e mi girano i coglioni, però potrebbe fondare un club, qualcosa come: "Epic Bath Clan" e un'immensa vasca come logo. Una vasca e una paperella.
Ho in mente di levarmi tutte le forme di vita con gli incisivi sovrasviluppati e in continua crescita di torno oggi. Devo solo verificare che i topi siano abbastanza stupidi.
Anzi, lascerò stare la caccia per un po' e mi dedicherò al ripristino del divano, magari riesco a farlo sembrare di nuovo un divano.
La prossima volta che Saori passa di qua ce la faccio sedere sopra, proprio sullo spuntone di metallo.

Non credo di riuscire a fare qualcosa.
Se non fosse che il ripieno, quella robaccia schifosa e cotonosa che c'è all'interno, mi sta infestando casa svolazzando ovunque credo che non mi darebbe fastidio vederlo così. Mi spiace per Shura, neanche il suo divano resterà unito per molto e io un divano nello Sekishiki l'ho sempre voluto. Passerei dei bellissimi momenti a guardare le anime cadere nello Yomotsu. Oh sì.
Però c'è un topo che gironzola sotto al divano. Basta, non ne posso più.

-

I topi sono le creature più intelligenti del creato, li odio.
Li odio con tutta la mia anima.
E odio questa giornata. All'ora di pranzo è venuto Aldebaran.
Se la cava in cucina e ha deciso di prepararmi un pranzo all'italiana. Ho mangiato come un porco e fosse stato per me avrei ingurgitato anche il piatto.
Mi ha fatto una valanga di auguri e abbiamo chiacchierato un po'. Ho scoperto che Aldebaran è noioso quanto Mu, sarà che sono tanto amici, ma non ha parlato altro che di quella ragazzina che gli ha regalato il fiorellino. Volevo fargli notare che grazie a quel geranio ha perso la vita, ma credo che non avrebbe preso bene il mio commento. Ci tengo troppo a non diventare uno dei tappeti di questo grande tempio, una carica di Aldebaran incazzato e addio.
Però devo ammettere una cosa: i nostri nemici sono sempre stati tanto intelligenti da non cercare mai uno scontro diretto con lui.
Sarebbero finiti irrimediabilmente male. Invece, dall'alto della loro malefica furbizia, si sono sempre levati il toro da mezzo le palle grazie a sotterfugi e trappole.
Ad esempio: quei tigroni dentoni di Asgard lo hanno attaccato alle spalle e non hanno ovviamente palesato il fatto di essere in due.
Ingegnosi.
Io ero morto, ma i bronzini ogni tanto passano e ne raccontano una. Tsk, pettegoli.
Poi quel cavolo di fantasmino gli ha intossicato casa e poi si è manifestato. Ma Aldebaran, il grande Aldebaran del Toro, lo ha ucciso essendo già morto. Meglio di me. Io mi limito a morire di nuovo da morto, non ad uccidere.
Alla fine i secondi auguri della giornata non sono stati tanto brutti. I primi molto. Venticinque anni, tsk.
A quel punto io ho pensato ingenuamente di potermi dedicare alla caccia al topo in grande stile, invece no.
E' passato a trovarmi Aiolia con la fidanzata che non è la sua fidanzata ma lo è.
Pensa che non so. Ma lui non sa che io so, mentre io so di sapere che lui non sa che io so di sapere. Si girano attorno da una miriade di anni, da quando Aiolia si tingeva i capelli. Di rosso. Sembravano due gemellini. Nauseabondo.
Credevo che Aiolia mi avrebbe lanciato un Lightning Plasma all'ennesima potenza, per poi dedicarsi ad un Lightning Bolt e infine calpestare i miei resti col tacco, che sarebbe stato a spillo se avesse continuato con le tinture, i miei poveri, bruciacchiati, devastati resti.
Invece mi ha fatto gli auguri e mi ha chiesto di passare a trovarlo una volta ogni tanto.
Ovviamente sembrava uno dei miei inviti, dove con un sottile ed intelligente giro di parole faccio intendere di venire a trovarmi, mi fa sempre piacere, ma se non si viene sono più contento. Molto più contento. Avere ospiti è una gran rottura di coglioni.

Resto nuovamente solo con me stesso e il mio divano, o meglio: le mie poltrone.
Cercavo disperatamente di riunire i pezzi, mi piaceva coricarmici sopra, ora non potrò più. Certo che se Saori voleva farmi un regalo poteva anche portare il divano che ha comprato per le sedute di quell'odioso agglomerato di paroloni altisonanti e idiozia. Invece si dimostra essere sempre più tirchia, però la perdono questa volta, ma solo perchè stamattina era divina e al fascino divino non si può resistere.
Ero deciso, davvero, a sistemare il mio adorato divano, ce l'ho da quando ho preso l'armatura. Era rotto già da allora, non so davvero cosa possa aver passato per essere così. Povero divano mio.
Mentre cercavo di infilare di nuovo nei cuscini tutta l'imbottitura ecco entrare l'agnellino: il discepolo di Mu, o il figlio.
Ha salutato educatamente ed è entrato, avvicinandosi piano a me.
Io non l'ho giustamente degnato di una risposta e continuavo nel mio nobile lavoro, quando mi dice:
"Ho trovato questo fuori dal tempio, dev'essere un regalo per te."
Lo guardo con curiosità, prima lui e poi il pachettino.
"Agitalo." gli dico io, nascondendomi dietro i resti del divano.
Il bambino obbedisce e non siamo saltati in aria. Non era una bomba.
A questo punto mi sono tranquillizzato da grande idiota che sono.
Gli ho strappato il regalo di mano e l'ho osservato bene: un pacchetto rettangolare, rivestito con carta azzurra e un fiocco rosa.
Dalla pessima scelta dei colori immagino che ci sia dietro lo zampino di Aphrodite. Lo rigiro un po' tra le mani.
Non voglio aprirlo.
Non mi fido.
Per questo motivo lo faccio fare all'agnellino, che a giudicare da come porta i capelli avrebbe bisogno di una bella tosatura.
"Aprilo tu."
"No."
"Bambino!!"
"Ho un nome." mi dice indispettito. Ma porco mondo, possibile che tutti abbiano sempre da ridire?
"Bambino con un nome, aprilo! Te lo ordino!" gli ringhio contro.
Ma quella testina di ovino non ne vuole sapere.
Ma fortuna vuole che, essendo io un grande esperto di bambini, vorrei ricordare che ho due figlie che mi adorano nella dimensione onirica, sappia come trattare con lui.
"Se lo apri ti lascio vivere." gli dico con tranquillità.
Quel mostriciattolo col vello arancione ha avuto l'ardire di ridermi in faccia.
Sono pur sempre un cavaliere d'oro. Mi deve rispetto.
Un'ora di pascolo brado nello Sekishiki non glielo toglie nessuno. Levo in aria l'indice destro e mentre sto per pronunciare il nome del colpo, pessima abitudine che abbiamo tutti e che sarebbe il caso di perdere, scopro che il cornutino ha gli stessi poteri del padre/montone/maestro.
Inizia a sbattermi a destra e sinistra per le mura delle mie stanze private. E ride il bastardello.
Ride di gusto. Peccato che io sia un grosso figlio di puttana e lui non lo sappia.
Lo mando nello Sekishiki.
Mi sento in colpa e quattro secondi dopo mi teletrasporto lì a mia volta per andare a riprenderlo.
Peccato che io non sapessi che quel bambino è una maledizione.
Quel piccolo, infido fauno con le corna arricciate, parola di Death Mask di Cancer, morirà. Invece come vedo lo Yomotsu Hirasaka ho una sorta di blocco. Di nuovo. Per la prima volta dalla resurrezione ho usato il cosmo e ho lanciato il mio colpo più forte (che è anche l'unico che uso), ma non avevo pensato che andando a riprendere il mostrillo avrei rivisto la fonte delle mie sventure e della mia prematurissima scomparsa da questo schifoso mondo blu.
Guardandomi intorno, scorgendo orde di anime pronte a gettarsi nella voragine che io ho attraversato non solo con l'anima ma anche con il corpo, spostando col respiro quella nebbiolina azzurrastra che aleggia placida in quel luogo di merda, calcando di nuovo il palcoscenico che mi ha visto preso a cazzotti come un pungiball, mi fermo.
Resto di sasso, senza riuscire a muovere un solo muscolo. Anche i polmoni sembrano volersi rifiutare di fare il loro dovere e a me non resta che restare così: immobile e in attesa che il mio successore, che spero si manifesti quanto prima, decida di arrivare e rispedirmi a casa.
Il cucciolo di pecora si rende conto del mio blocco.
Avrebbe potuto farmi gli scherzi peggiori del creato e invece si è avvicinato per chiedermi come mi sentissi.
Se fossi stato in grado di muovere la laringe gli avrei risposto di farsi i cazzi suoi. Mi ha incoraggiato a riportarlo a casa, dicendomi che avrebbe scartato per me lo strano dono. Cazzo me ne frega del regalo, non riesco a muovermi e secondo lui sapere che scarterà il regalo per me mi darà energie?
Mah. Credo che sia un difetto dei pecoroni parlare a sproposito e soprattutto presentarsi nei momenti sbagliati.
"Stanno preparando una torta gigante con una donna nuda dentro." esplode subito dopo.
Questa non me la voglio perdere.
In un attimo sono nella quarta casa a fissare il moccioso che mi fa un sorriso grande quanto il mondo e candidamente mi dice: "Ti ho preso per il culo."
Lo sapevo che non dovevo fidarmi. Però devo ammettere una cosa: lo scricciolo non è noioso come il maestro.
Lo guardo per un po' e lui mi ride dietro.
Gli mostro i denti e lui rabbrividisce.
Rido di lui e lui mi agita il regalo sotto al naso.
"Ecco, bravo." Gli dico. "Fai una, almeno una, cosa giusta: scarta quell'orrore e sciacquati via dai coglioni."
Non se lo fa ripetere due volte, la curiosità dei mocciosetti è enorme, come la mia del resto. Lo guardo da sopra al naso facendo finta che non mi interessi il contenuto, mentre lui si incazza nel non riuscire a levare il fiocco rosa.
Vorrei sapere a chi sia venuta la pessima idea del fiocco rosa, io capisco cosa implichi avere un animo gentile e farfallino, ma qui si esagera.
Dopo un po' mi decido ad aiutarlo e lo strappo via. Non resta che togliere la carta azzurra.
La toglie e sotto la carta azzurra c'è carta bianca.
La toglie e sotto quella bianca c'è carta di giornale.
Sotto il giornale altro giornale, e sotto ancora... indovinate? Lo stesso: giornale.
Il pacco è a meno della metà.
Per il pavimento credo di avere almeno due settimane di notizie poco interessanti.
Sotto i centonove chili di carta c'è una scatola in cartone, semplice e brutta.
Il pecorino toglie il tappo e una cosa scura scatta fuori alla velocità della luce, squittendo a più non posso.
ECCOLO! Il topo che è stato al centro dei miei pensieri per giorni.
Si nasconde tra le colline di carta che infestano il pavimento. Io e il bambino ci lanciamo nel disperato tentativo di acchiappare la bestiaccia e torturarla facendola penzolare sopra un ventina di gatti randagi, affamati e puzzolenti. E' la giusta punizione.
Inoltre assieme al topo penzolerà anche il colpevole di tutto.
"Kiko, accidenti, fai qualcosa!" gridò al bambino.
"Mi chiamo Kiki!" mi urla in risposta, visibilmente indispettito.
Ma che razza di nome è Kiki? Kiko è decisamente più carino. E comunque non l'ho mai conosciuto e ho tutto il diritto di sbagliare nome.
"Ooh, Kiki, interessante, ma non ti preoccupare è un errore che fanno in molti, davvero, non sentirti strano. Posso sembrare uno a cui interessa qualcosa, ma è un errore comune."
Mi guarda male e finalmente agisce.
Solleva in aria giornali, topo e divano poltrone e ributta tutto a terra eccetto il sorcio.
Quello me lo sbatte in pieno grugno.
Mentre tolgo quella palla di pelo schifosa dalla faccia riesco a vedere il coraggio fatto a bambino scappare, lasciandosi dietro l'eco delle risate.
Ride bene chi ride ultimo, ragazzino. Sappilo.
Comunque sono rimasto con quel roditore che ha tormentato i miei quasi inesistenti sonni e i miei sogni. Lo tenevo fermo in mano e mentre pensavo di recuperare un qualche antico strumento di tortura mi rendo conto che ha un collare.
Un topo con un collare?
Ma si è mai visto? Ma chi è l'idiota?
Avvicino il mostro e osservo meglio. E' proprio un collare, e ci sono incise due lettere sopra: una D e una M.
DM. Death Mask.
Ma chi è il genio?
Vorrei stringergli la mano mentre con l'altra gli allungo un pugno. Chiamare un topo come me. Figlio di.
Non ci credo.
E qui ho scoperto di essere un coglione, ma uno grosso eh.
Non era un collare ma un pezzo di carta ripiegato su se stesso, ma l'ho capito solo perchè si è sciolto dal collo del sorcio ed è caduto per terra. Ho lanciato il topo da qualche parte, sicuramente dentro il divano, e ho raccolto il collare che collare non è.
C'era un messaggio al suo interno.
DIETRO DI TE.
Non so per quale motivo mi sono voltato.
L'ho fatto. Ebbene sì.
Sul tavolo della cucina c'era un'altra scatola, molto più grande dell'altra e non so chi ce l'abbia messa, come ci sia arrivata e soprattutto come non me ne sia accorto. Un pacco giallo limone, brutto come un calcio sui denti, e un fioccone rosso. Colori...spagnoleggianti.
Comincio a pensare di essere il saint più inutile e incapace della storia, ma dopotutto io so che non è così e questo mi basta.
Appena ho mosso un passo la scatola ha sobbalzato, come se fosse viva.
Stavo per mettermi a piangere nel ripensare alle parole di Kiki su una donna nuda chiusa lì dentro... Mi piangeva il cuore. Poi ho pensato che per stare lì dentro sarebbe dovuta essere alta trenta centimetri o quantomeno essere un'abile contorsionista.
Visto che sono coraggioso, e temevo fosse la bomba che non mi ha fatto saltare in aria prima, ho preso una sedia e ho sfiorato la scatola che ha emesso un suono strano, quasi un uggiolio.
La mia curiosità ha vinto sulla preservazione, ordigno o meno dovevo sapere cosa si celasse sotto tutto quel giallo.
Mi sono avvicinato e l'ho preso in mano. L'ho agitato, perchè i regali si agitano sempre.
Il contenuto al suo interno arrancava per non essere spostato e si lamentava rumorosamente.
Non capivo. Avevo paura ad aprirlo e guardare, ma non potevo restare con quella cosa in mano troppo a lungo.
Ho tolto il fiocco rosso e l'ho lanciato sul divano, ma è scivolato a terra. Ho stracciato via la carta gialla e mi sono trovato davanti ad una scatola bianca.
Ho tolto il coperchio e ho desiderato di morire.
Si, non ci credevo e non ci credo ancora.
Rivoglio il merdosissimo diavolo che mi punzecchiava le chiappe all'inferno.
Lo so, lo so. Non c’era nessun fottuto diavolo e tantomeno nessunissimo fottuto forcone. C’erano solo tormento e dolore.
Sicuramente più apprezzabili di una compagnia canina.
Un cucciolo.
Un fottuto cucciolo.
Un fottutissimo cucciolo di Rottweiler.
Un topo troppo cresciuto nero e marrone.
Non mi piacciono i cani. Sono troppo … cani.
I gatti sono più indipendenti, non rompono i coglioni se manchi per più di due ore e non devi portarli a passeggiare mille e trecento volte al giorno. Potevano regalarmi un gatto, che mi sarebbe stato utile per acchiappare quei cazzo di topi.
Anzi, un sopramobile a forma di giraffa andava ancora meglio. E’ il primo animale che mi è venuto in mente. Belle le giraffe.
Soprattutto perché non devi curarti di lei. Ancora meglio se è finta.

Quelle incommensurabili teste di cazzo mi vogliono morto e quindi pretendo che qualcuno mi uccida seduta stante.

Mi guarda con quegli occhi da cane bastonato che solo i cani non bastonati sanno fare.
Io guardo lui, grande quanto una mia scarpa o poco più.
Apre la bocca e non emette nessun suono.
Apro la bocca e vorrei urlare SEKISHIKI MEKAI HA.
Mi guarda.
Lo guardo.
Mi guardano.
Tutti i fottuti cavalieri d'oro sono nel mio tempio e mi fanno gli auguri.
Sono tutti felicissimi e applaudono. Non so a che cosa.
Io vorrei prenderli uno per uno e strozzare uno con i capelli dell'altro, dividere la chioma di Shaka per strozzare Aiolia, quella di Mu per strozzare Aiolos e quella di Aphrodite o Saga per strozzare Shura.
Sono rimasti a parlare, ignorando il mio stato d'animo tutt'altro che allegro. Si sono materializzate cose da mangiare e da bere. Tanto bla bla e chiasso.
Io con quel cazzo di cane in mano.

"Carino, eh?" mi chiede Shura. Forse si è ricordato che è il mio compleanno e rivolgere la parola al festeggiato è il minimo e sarebbe carino farlo subito.
Però in quell'istante ho capito che aveva a che fare con quella cosa che ora mi dormiva su una mano.
Non avevo il coraggio di metterlo giù o spostarlo e mi faceva schifo tenerlo in mano.
"Moltissimo!" rispondo io con tono affabile "Carino come una mandria di bufali che mi passeggia sullo scroto."
"Coraggio Death, diventerà grande e ti ci potrai azzuffare."
Lo spagnolo è andato, perso per sempre.
Ieri ne avevo un vago sentore, ora so che me lo sono giocato per sempre.
Arriva anche Aphrodite con un salto.
Da dove cazzo sia planato non lo so, ma è arrivato facendo il magnifico, come solo lui sa fare.
"Che carino, lo scricciolo!!"
Scricciolo?
"Posso tenerlo un po'?"
Glielo affibio e scappo, quanto vorrei fumare, ma quel vizio appartiene alla mia vita passata.
Nel naos del mio tempio sono solo con me stesso. Lontano da tutti e da tutto.
Aiolos mi coglie di sorpresa alle spalle. Ero assorto nel pensare in quanti modi far fuori uno scricciolo di cane senza sporcare troppo e non mi sono accorto che si avvicinava.
"Buon compleanno, Death." mi dice con un sorriso.
Lo ringrazio.
Non ho altro da dirgli.
"So che hai ritrovato la giusta via. Ho fiducia in te." dice lui interrompendo quel rumorosissimo silenzio imbarazzante e lasciandomi come un coglione a me stesso.
Lo guardo allontanarsi mentre ripenso al passato.
Lui è morto come un topo.
E qui mi sono ricordato di avere la casa infestata.
Sono tornato dentro, con la sensazione che nel mio tempio ci fosse qualcosa di immensamente sbagliato, ma non so cosa.
Ho cercato di mettere da parte il mio lato sociopatico e di godere della compagnia degli uomini con i quali, bene o male, ho condiviso la mia vecchia vita.
Li ho buttati fuori mezz'ora dopo.
Troppo chiasso.
Mu mi annoiava su non so che cazzo, Aldebaran parlava di gerani, Saga e Kanon rimbravano accorati il passato, cercando di stabilire su chi di loro si fosse redento di più. Io tifavo per Kanon, cazzo, ha preso una tridentata divina in pieno petto. Saga s'è suicidato, non è la stessa cosa.
Aiolia si prendeva a sberle col fratello, come se questi quattordici anni non fossero mai trascorsi e lui ancora non indossasse l'armatura sacra. Shaka NON meditava.
Incredibile.
NON meditava ma osservava curioso il da farsi di due topi che presi da un momento di esibizionismo si accoppiavano in diretta davanti a tutti, riscuotendo solo le discrete e meravigliate attenzioni del santone. O almeno credo. Guardava verso i topi, ma forse non li vedeva. Poi lui contempla sempre la natura, cazzo contempli non lo so, ma lo ha sempre fatto. Non saprei dirlo. Dohko ora che ci penso non c'era, sarà stato assieme a Sion occupato in chissà quale piacevole intermezzo, un thè ad esempio. Milo, beh, Milo credo che stesse raccontando fesserie a Camus che lo guardava con la sua solita serietà da ghiacciolo mal riuscito. Mai un'espressione sul volto e appena gli si parla del passerotto lì, come si chiama... Hyoga, ecco che si scioglie come neve al sole. Letteralmente. Lui uomo duro vissuto in Siberia un paio di palle. Shura era con Aphrodite e col cane. Beh, sembra che quei due stiano davvero riallacciando un rapporto, sempre se escludiamo le crisi isteriche che ultimamente prendono entrambi. Spero si tengano lo sgorbio a quattro zampe.
Poi ho iniziato a non sopportarli più.
Buono sì, ma fino ad un certo punto.
Sono rimasto solo col cane, che grazie al cielo, cammina con le sue zampette.
Non devo portarlo io in giro, fa da solo, però somiglia ad uno scaldabagno, è tondo, non c'è neanche bisogno che cammini, potrebbe inclinarsi leggermente e lasciarsi rotolare. Potrei insegnarglielo e poi lasciarlo andare libero fino al tempio di Mu.
Hanno una buona resistenza ai colpi durante il rotolamento? Devo scoprirlo.

Ho concluso la giornata rincorrendo il topo, che sicuramente è il capo branco, quello che ho visto giorni fa. Aveva il fiocco rosso attorno al corpo e lo faceva svolazzare per tutto il tempio, sembrava fosse un fuoco d'artificio difettoso. Il cane abbaiava in modo stridulo e uggiolava e non mi è stato di alcun aiuto.
Un gatto avrebbe fatto di quel coso un sol boccone.
Quando ho deciso di averne avuto abbastanza, di andare dietro al topo intendo, sono rientrato nelle stanze private, nel tentativo di togliere le diverse tonnellate di carta che affliggevano il pavimento e sotto il divano ho trovato un altro regalo.
Senza mittente, come gli altri due. Ma ora so che Aphrodite ha preso il topo, solo non so se la sua reazione, quando lo vide la prima volta, fu premeditata o abbia comunque un po' di paura o quantomeno di schifo verso i roditori, anche se Shun dice di no. Gli serviva un diversivo per mettere il pacco con lo "scricciolo" sul tavolo, almeno secondo quanto mi è stato riferito da Shura, che ha avuto l'idea di farmi fraternizzare col genere umano cominciando con un cane.
La stessa cosa vale per Kiki, che a quanto ho capito, non è mai stato in pericolo poichè su di lui vegliava Mu, ed è stato solo un diversivo.
Ah, la psicocinesi, bell'invenzione. E lo so perchè sono in grado di usarla anche io, non bene quanto Mu, però quasi.
Ora non mi resta che aprire questo, ma lo farò domani e poi scriverò, per la prima volta in vita mia credo che dormirò tutta la notte. Sono distrutto.
La guerra è un gioco a confronto, ringrazio solamente di compiere gli anni una volta all'anno.

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Non ho resistito e l'ho aperto.
Io. Non. Ci. Credo.
Non. Voglio. Crederci.














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Chiedo scusa per il ritardo, ma purtroppo ho avuto qualche problema di salvataggio, che ancora non riesco a comprendere, ma in un modo o nell'altro sono riuscita a fare danno ed eliminare quasi tutto il capitolo. Quindi ho dovuto riscriverlo e ovviamente rivisitarlo.
Non è il 24 giugno, ma festeggiamo lo stesso.
Ora è nota la fine del topo, sappiamo che non è morto e che quel faccino pulito di Nemo lo ha remunito pronto a fare il dispetto, d'accordo con Shura. Ora il granchio si suiciderà di sicuro, alla fine gli tocca prendersi cura di un altro essere vivente, un esserino che ha bisogno di tante, tante, tantissime attenzioni.
Ho scelto il rottweiler per due motivi principali:
1. E' un cane bellissimo, forte e muscoloso e somiglia ad un orso. Mi piace un sacco;
2. Ha un pessimo carattere, che nel nostro caso significa semplicemente che, essendo un cane forte sotto tutti i punti di vista, prima di sottomettersi al padrone e riconoscerlo come dominante, deve avere tutte le certezze del caso. Eh, i cani. Questo è il motivo per cui se dovessi avere anche solo un chihuahua mi sbranerebbe. Non so come ma ci riuscirebbe. Ma preferisco i gatti, più infingardi e decisamente più in sintonia col granchio, ma se le cose dovessero andargli troppo bene non ci sarebbe da divertirsi.
Inoltre, Death Mask vi regala qualche numero e nel caso li giocaste e vinceste vuole la sua percentuale. Vi da anche il numero jolly e qualche numero per tentare un ambo secco, se non è gentilezza questa!!
Si ringrazia Alan Moore per aver creato Watchmen e si ringrazia Roscharch per il biglietto nel frigo dal quale ho gentilmente preso la frase "Dietro di te".
Un'altra piccola nota riguardo Aiolia questa volta: in Episode G ci viene mostrato Aiolos che allena il fratello che già indossa l'armatura del Leone, cosa che non accade nella serie classica. Ho sempre pensato che Aiolia avesse ricevuto l'investitura da Saga, come in effetti è successo a Seiya, durante uno dei vari barlumi di lucidità di Gemini sotto mentite spoglie. Per cui ho deciso di tralasciare i fatti di Episode G in questo particolare frangente. E continuo a chiedermi quanti mesi o giorni dopo la morte del fratello sia stato investito a cavaliere, Kurumada dice che aveva sette anni, e noi gli crediamo. Se sbaglio correggetemi, eh!

Ringrazio Ansem6 e angelynn per aver inserito il parto di una mente non troppo sana tra i preferiti e tutti i lettori silenti, io non so più in che lingua ringraziarvi, davvero.
Grazie infinite a chi ha voluto lasciare due righe,.
Per evitare di ripetermi come un pappagallo ringrazio tutti qui, ora e subito, e vi invito al prossimo capitolo. Tutto per non scrivere troppo, la pigrizia regna sovrana.

Ricklee.
Io Shura e Death Mask li vedo amici così. Passano un po' di tempo assieme ma senza discutere di continuo. Soprattutto dato il carattere di Shura, anche se la resurrezione a quanto pare non ha fatto bene neanche a lui. Ecco il compleanno, festaioli si, ma nel modo giusto!! Un bacio!

araya.
Picciotta!! E' arrivato il compleanno di DM! Ma non credo che abbia apprezzato la giornata. Non è riuscito neanche a decidersi se usare il presente o il passato. Ma lo capisco, in fondo era cotto da tutti gli avvenimenti. Una festicciola semplice e sobria.

stellarium.
Che sta succedendo al Santuario?
Il delirio più totale. Aphrodite lo si è capito ormai, credo che punti tutto sulla sua ambiguità per fregare l'avversario. Solo che, a quanto pare, l'unico che ancora non l'ha capito è proprio DM. Milo è entrato di prepotenza nel nuovo secolo, cogliendo tutti i pregi che la tecnologia offre e sorvolando su quello che vede riguardo le sue parti intime, Shura ha sbattuto la testa mentre resuscitava, o davvero non me lo spiego, ma l'aria da perfettino testa d'osso l'ha sempre avuta. Solo che parla, incredibile! E riguardo a Death Mask, chi non si sarebbe voluto suicidare in quelle situazioni?

Ladie Katjie.
Eccoti accontentata! Se vuoi chiediamo ai gold di organizzare anche per te! Però senza il topo.

Himechan.
Secondo me è stato Shura a spezzettare la recensione, mi sembra che sia un filo permaloso. Ma non ti preoccupare. In fondo sembra che non sia successo niente di particolarmente traumatico in questa giornata. Per noi, per Death Mask molto. Ma povero, mi spiace trattarlo così male, mi piace un sacco ed è decisamente maltrattato, incompreso e nessuno gli vuole bene. Poi si da alle stragi, ovvio.

sakura2480.
Ti ho fatta aspettare, ma ora sai che succede!! Povero granchio, povero, povero granchio...

whitesary.
Hai già tentato di animarla? E com'è andata? Ci sei riuscita?

Gufo_Tave.
Hai fatto benissimo ad informare il custode riguardo il repellente, la quarta casa è infestata dalle zanzare. Nugoli di malefici ditteri pungenti che svolazzano liberamente da una parte all'altra del tempio. Tu non ricordi di ammorbidenti e cicli a freddo perchè sei entrato in sintonia con lo psicologo, o eri nella colonna con i gold e hai patito lo stesso destino di Shura? L'avevo detto io di darci una bella levigata! Comunque, scherzi a parte, è il primo commento che hai lasciato alla fanfic, nel primo capitolo. Ma sono io che ogni tanto penso allo psicologo e non so per quale motivo mi viene in mente il ciclo a freddo. Sarà che mi è piaciuta la battuta! Grazie e hasta pronto!

beat.
Mi spiace tantisssssimo!! Ma al granchio non si può dir di no, ora lo sai. E' così!
Spero di averti tolto qualche curiosità con il compleanno e spero anche che tu ti sia goduta la festa!!
*.* Sì, regaliamogliela!! Così può pettinarla e sarà felice!

Ansem6.
Anche secondo me sarebbe il caso di trovare una fidanzata a Death Mask, ammesso che esista qualcuna che riesca a sopportarlo. Ma forse, quando non indicava casualmente una direzione per poi trucidare decine di persone, non era un sadico bastardo. E' complicato DM. Molto più di quello che sembri in realtà. Io l'idea della donnina nuda nella torta l'ho proposta, ma nessuno mi ha dato retta. Benvenuto!

Devileyes.
Povera bestiola, sì. E ora? Chi sarà la vera bestia? Death Mask o il povero, tenero e morbido cucciolo di Rottweiler? Io ho già un'idea...

Shannara_810.
Per il ritardo a recensire sei stata designata ad una settimana a Capo Sounion, con l'alta marea. Eh, non scampi la vacanza al mare.
Ma no!! Non preoccuparti, il problema è che io adoro le tue recensioni completamente folli e piene di simpatia per i bronze. Non negarlo, io so che li ami tutti e cinque, compreso il biscione che ha schiaffeggiato senza alcun ritegno il nostro granchio preferito. Ho controllato il C.V. di Milo e sembra che lui non abbia niente a che vedere col malefico papero, ma potrebbe sempre aver manomesso tutto. Dice che è stato campione mondiale di tiro con l'arco, quando sappiamo tutti che, benchè abbia una mira eccezionale, l'unico e solo campione di tiro con l'arco è Aiolos. Ma credo che abbia perso il titolo al momento in cui Shura si è dilettato nella macelleria di alto livello. Per quanto riguarda il viaggetto a Las Vegas direi che ci sta benissimo. Voglio dire, non solo potrà improperare tranquillamente, ma potrà giocare a Black Jack e vincere sempre sotto minaccia dell'indice magico. Immagina il banco che sta per pronunciare la fatidica frase "Il banco vince" e Death Mask con uno di cui sorrisetti di sghimbescio che solo lui sa fare, a metà tra la perculata e la minaccia, che gli mostra l'indice precedentemente incriminato. Pagherei. Per il sesso e il rock credo che non abbia assolutamente niente da ridire, anzi. E riguardo Grissom, il mio adorato Gil che vede una macchia di sangue del diametro di un millimetro sotto un tappeto rosso in una stanza rossa!. Io credo che un po' delle sue conoscenze potrebbero far davvero comodo.
Purtroppo nessun omicidio, è un uomo nuovo anche se in ribellione, ma tu vuoligli sempre bene!

Niggle.
Oh, non so che dire... Grazie! Sono arrossita, mi fa davvero piacere sapere che ti piaccia la fic e i complimenti mi lasciano sempre in una fase che si avvicina al gongolare come trote in un laghetto. La fic è davvero contorta a momenti, ma non so se sia perchè mi immedesimo troppo (senza risultati troppo buoni) o sia davvero il disordine che regna sovrano nella mente del pazzo.
L'idea è venuta per caso, volevo fare la sborona e scrivere un diario per ogni gold, ma la mole di lavoro e la complessità di molti dei personaggi avrebbe portato me nella tomba. Quello di DM è stato il primo e soprattutto il più facile da buttare giù, mi divertivo nel farlo trovare in situazioni un po' strane e ho continuato. Tutto frutto di una mente malata che probabilmente ha troppo poco da fare!! Poi lo ammetto, ho il fancazzismo nei geni!

makochan.
Sono felicissima che la fic ti tiri su il morale, almeno serve a qualcosa, oltre che a far arrabbiare il granchio.
La storia del topo è un casino, non so cosa si sia partorito Aphrodite appena lo ha visto, però ha cominciato a dare di matto e DM era sicuro fosse terrorizzato, invece no.
E secondo me, Death è sadico. Lui sa come sedersi. Sa come non farsi deflorare e magari si diverte nel vedere gli ospiti fare come Shura! Non lo so davvero!! Un bacione!!

Saruwatari_Asuka.
Ma di che ti preoccupi!!
Sei crudele, lasci DM col divano aperto in due? Ma forse è un bene, vedremo cosa farà per procurarsene un altro. Sempre che alla fine gli interessi davvero!
Grazie mille, come sempre!! Un bacione!

Lucifer_the_Darkslayer.
Ci sono cose che un gold non vorrebbe mai sapere, come scoprire che il proprio sedere viene utilizzato per cose "particolari". Eh, ci sono rimasti male, poveri.
Ma che ci vuoi fare? Ma poi ti immagini quale trauma può essere, per un granchio, dover soddisfare un pesce e un capricorno?
Ci credo che poi impazzisce e non ragiona più. Non che prima ragionasse molto, ma sembra che le sinapsi siano notevolmente diminuite, eccetto quando si mette a sproloquiare. In quello è sempre un grande. Mi piace un sacco il tuo nick, complimenti, bello.


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Capitolo 10
*** 25 Giugno ***


DM - 25 Giugno Ora che il peggio è passato posso anche trastullarmi.
Sì, il giorno del mio compleanno di merda è andato, invece di compiere un anno ne ho compiuti due, mi sento più vecchio di quello che sono in realtà e ho le palle girate.
Che schifo.
In effetti sono meno vecchio di quello che sono.
Tralasciando i miei bellissimi capelli grigio argento, le occhiaie che mi fanno sembrare un pugile dopo un incontro e qualche ruga dovute esattamente alla totale mancanza di sonno, sono più giovane di quel che sono. Sì.
Ho rintoccato i venticinque anni - ma perché venticinque? -  sono morto che ne avevo ventitré, quindi a rigor di logica sarei dovuto rinascere a ventitré, non a ventiquattro.
Eh sì, la dea ha contato anche l'anno che ho trascorso a farmi rodere il fegato e tutto il rodibile.
Anche se, sempre a rigor di logica, sarei dovuto restare cadavere.
Ieri ventiquattro. Oggi venticinque.                                                                                  
Venticinque come i calci in culo che vorrei dare alla dea. Venticinque come i denti che vorrei estrarre dalla bocca di Milo, ma solo perché sghignazza troppo. Venticinque come i capelli che vorrei lasciare in testa a quella checca di Aphrodite.
Venticinque come... Venticinque... non so di che venticinquina vorrei che Shura ricevesse o venisse privato. Devo pensarci, ma soffrirà.
Ne ho ventiquattro. Ne dimostro trentacinque, ma ne ho ventiquattro. Se fossi un albero avrei ventiquattro cerchietti, non venticinque.                          
Tsk. Venticinque.

Io desideravo dormire questa notte, ero sicuro che avrei riposato come un poppante tra le poppe materne.
Invece no.
Non solo quello scaldabagno bavoso e piscioloso ha pianto tutta la fottuta notte, ma quello che ho trovato ieri è stato atroce.
Come se tutta questa valanga di simpatia non fosse bastata a farmi desiderare di morire non un'altra ma addirittura tre volte, ho scoperto che ho venticinque anni. VENTICINQUE. Non Ventiquattro: venticinque, come il Natale.
In quel plico nascosto con la cura di un cieco privo di mani sotto il divano ho trovato l'impensabile: conteneva una delle cose più brutte e orrende che io abbia mai visto. Gli squartamenti, le esplosioni dei colpi in battaglia e i litri di sangue che scorrono felici sono semplici favole a confronto.
No, le favole no. Le odio. Io credo che le abbia inventate un sadico. Diversamente non può essere. Come si fa a intrattenere un bambino, sperando che resti buono, convinti che da grande non diventi un grande assassino, raccontandogli la fottuta storia di Pollicino.
Fortuna che mia madre è morta prima di raccontarmela o l'avrei fatta fuori con coscienza. Avrei potuto dare a lei la colpa di essere quel che sono.
Io non so chi abbia avuto l'ardire di infilare quell'orrore sotto quello che una volta era un divano. Non lo so e non lo voglio sapere.
Mai avrei pensato di vedere con i miei occhi io che...
Io che...
Io che... Oh, al diavolo, io che gioco ad incularello con Aphrodite e ciurma.
No, non l'avrei mai detto possibile e invece è successo.
Siccome ancora non sono impazzito del tutto, hanno ben pensato di infilare in quel fottuto plico dodici immagini, e io sono presente in tutte. In alcune lo prendo... Per esempio Saga abusa di me e del mio tenero corpo.
In altre lo do con disinvoltura, non che mi dispiaccia darlo via, ma non lo affiderei mai nelle mani, o in questo caso tra le natiche, di un altro uomo.
Insomma, nel tirare le somme di tutti questi stupendi giorni di vita:
- Sono vivo, il che sarebbe abbastanza piacevole se non avessi scoperto che il mondo mi è contro sempre e comunque;
- In giro per lo stesso mondo che mi contrasta, è possibile leggere liberamente un romanzo di dubbio gusto, firmato da una donnetta decerebrata che non ha il coraggio di firmarsi col suo vero nome. Grazie a questo romanzo ho scoperto che non mi piacciono i fiori, mah, non mi piacciono ma solo perchè puzzano altrimenti sono carini anche se troppo vivaci per i miei gusti;
- Ho la corrente elettrica e il computer che ancora non so come usare e soprattutto non saprei che farmene, le mie giornate sono così piene di niente che non riesco a trovare il tempo di avvicinarmici;
- I miei pari grado sono rinati col corpo, lasciando il cervello nella colonna;
- I miei pari grado sono sadici.
Queste sono le prime idee che mi attraversano il cervello in questo momento, ma effettivamente c'è di peggio: due dei miei pari grado sono non solo sadici fino al midollo, ma odiano i cani. Regalarmi un cane. A me. Un cane. Non sapevo odiassero gli animali, e qui si spiega per quale motivo non siano vegetariani, solo chi odia i vegetali può mangiarli con tanto ardore e vantarsi anche.
E sì che in questo posto sono tutti animalisti. L'altro giorno transitava un cagnetto brutto come la morte e tutti si sono precipitati a dargli una carezza o un po' di cibo. Rammolliti.
Ma ora che ci penso quello che mi ha fatto più senso è stato vedermi adagiato con la testa sulle cosce di Mu mentre mi carezzava i capelli. Meglio Saga che abusava di me. Molto meglio.
Ma in fondo non ne voglio parlare, voglio solo dimenticare, anche se quelle immagini continuano a ripresentarsi davanti ai miei occhi.

Il cane ulula davanti al nulla. Mi chiedo se anche lui veda quello che vedo io. Mitologicamente il cane rivestiva un ruolo di psicopompo o cose del genere, quindi potrebbe riuscire a vedere lo spettacolo pirotecnico che vedo io. Chissà. Lo lascerò piangere lì dov'è. Magari si stufa e scappa.
Per oggi lascerò stare:  sfruttamenti del mio sedere, sfruttamenti di sederi altrui, soprassiederò sul fatto di avere venticinque fottuti anni e non ventiquattro come dovrebbe essere in realtà. Non voglio pensare a quella scema che ha scritto il romanzo su di noi e in particolare su di me. Non me la sarei presa se mi avesse lasciato fuori, invece non l'ha fatto. Mi ha usato.
Odio tutti. Soprattutto quella cosa che non smette di latrare. Cosa avrà da lamentarsi, ha dormito anche sul letto. Ovviamente ero pronto ad appiccicarlo al muro, ma temo che qualcuno potrebbe incazzarsi e avere contro dodici cavalieri d'oro non è proprio il massimo. Credo che Shaka mi schiaccerebbe davvero volentieri tra le mani del Buddha.
Il cane ha dormito sul letto. Non importava quante volte lo mettessi giù: lui risaliva e alla fine ha vinto. Ma l'ho già detto.
Solo che mi ha ricordato il mio addestramento, sì: per un certo periodo non ebbi un letto su cui riposare, secondo il mio maestro dormire sul pavimento serviva a fortificare le membra.
E a ben pensarci non capisco cosa c'entri il cane col dormire sul pavimento, visto che non ci avrei dovuto dormire io ma lui. Inoltre devo ricordarmi di chiedere a quei due cerebrolesi se è maschio o femmina. Ma volevo scrivere del mio addestramento che va rigorosamente svolto in Sicilia, alle pendici dell’Etna. Ovviamente, come gran parte della mia vita, abitai in campagna, in culo al mondo per l'esattezza.
Ricordo il mio arrivo in quell'accidenti di villa tenuta assieme a sputo, faceva schifo: era fatiscente, brutta e anche storta. Ho sempre avuto la sensazione che pendesse leggermente, pronta a crollare da un momento all'altro sulla mia giovane testa. Invece non crollò.
Mi chiedo ancora quale legge fisica la tenesse in piedi. Ma non parlavo della topaia.
Ah, bei tempi quelli dell’addestramento. Ero ancora un tenero virgulto. Magari un po' devastato dal fatto di non chiudere occhio neanche la notte, un po' perché la stanchezza era tanta che non permetteva di riposare e un po' perché vedere gli spiriti, da sveglio e da addormentato, non permetteva sonni tranquilli. Ma si fa il callo a tutto.

Quando tornai in Sicilia, arrivavo dritto dritto dalla Grecia, da esattamente questo posto di merda in cui sono ora. Certo, non proprio questo visto che i Dodici Palazzi non dovevamo neanche guardarli secondo alcuni dei torturatori, ma avevamo il permesso di ambire alla custodia di uno di essi: solo ambire. Dopo tanti anni trascorsi al Santuario a parlare solo greco, mi ero scordato gran parte dell'italiano imparato fino alla morte dei miei genitori e durante il mio soggiorno in quella sorta di collegio/orfanotrofio che ebbe l'onore di avermi come ospite. Comunque in poco tempo recuperai non solo l'italiano ma anche quel po' di dialetto che conoscevo. A dir la verità, l'italiano lo imparai all'orfanotrofio, con i miei parlavo solo in dialetto. O almeno così mi sembra di ricordare.
Fatto sta che durante il primo periodo pensavo che avrei fatto il giardiniere/contadino/pastore.
Capii in seguito che quello non era altro che un modo per farmi ambientare. C’erano altri due ragazzi lì ma ovviamente non mi fregava un benemerito cazzo di loro. Non mi interessava stringerci amicizia. Avevo già degli amici, ma in terra di Grecia. L’unica cosa che mi aveva dato l’Italia erano i natali, per il resto mi faceva schifo come tutto il resto del mondo. Sapevo che avrei dovuto riprovare sulla mia pelle i pregiudizi che avevano già segnato la mia vita in modo indelebile in orfanotrofio. Ma sto divagando e anche frignando come una ragazzina di dodici anni... Come Saori.
Ora mi sorge spontaneo domandarmi se sarò io ad addestrare lo sfigato che verrà dopo di me e al quale verrà dato in custodia questo accumulo di zozzerie. Chissà. Comunque se ti sono stato maestro venerami, e se non lo sono stato pure.

Ma dicevo: avrò avuto più o meno sei anni ed ero già un mostro di bellezza al mio arrivo.
Ero contento di essere stato spedito nuovamente in Sicilia, ma mi spiaceva essere stato allontanato dalle uniche persone che dimostrarono apprezzare il mio aspetto. Devo ammettere che in gioventù, qui al Santuario, spopolavo.
Tra i ragazzi però. Il che mi fa sorgere dei dubbi riguardo quel romanzo di amori e guerrieri: non vorrei scoprire che ci si teneva d'occhio da mocciosi per scrivere di quelle porcherie... E fare quei disegni.
Il mio aspetto non creò l’effetto che mi aspettavo. Anzi, gli altri bambini mi invidiavano il colore dei capelli, ma soprattutto il colore degli occhi. Non avevano mai visto gli occhi rossi. A dir la verità sto aspettando di trovare qualcun altro con gli occhi rossi, ma credo che la mia combinazione genetica sia più unica che rara oltre che marcia, sì, marcia. Ho più retro evoluzioni io dell’uomo di Neanderthal.
Riesco a muovere le orecchie indipendentemente dal resto della faccia, riesco a ringhiare per ore, ho l’ossatura grossa, la cassa toracica da gorilla … però faccio la mia porca figura.
Ma non parlavamo di evoluzione. E nemmeno del mio arrivo in Grecia, per quello ci sarà tempo (spero) e nemmeno di quando ero apprezzato e di quanto sono esteticamente piacente.
Strinsi subito amicizia con altri due mocciosi: Shura e Aphrodite. E ancora oggi mi ronzano intorno per rompermi i coglioni, ma solo quando non sono io a dar fastidio a loro. Il nostro rapporto di amicizia non ha fatto altro che saldarsi di anno in anno: siamo morti assieme, siamo rinati assieme, poi sono morto con Aphrodite, ma Shura c'ha raggiunto poco dopo, poi siamo rinati. E direi che è anche ora di smetterla. Per altro io e Shura siamo stati uccisi dallo stesso fesso, che evidentemente tanto fesso non era.
Non ricordo più di cosa parlavo.
Perchè sto ancora parlando di Shura e Aphrodite? Ho un conto in sospeso con loro, ma presto torneremo pari.
Ah, sì, il mio addestramento.

Arrivai in Sicilia in una bellissima ed odiosa giornata di sole, una di quelle giornate in cui desideri essere morto e sepolto in un ghiacciaio (ma dopo aver soggiornato nel Cocito, non sono più interessato a rivivere l'esperienza, alla fine meglio il caldo). Sudavo come un maiale sul fuoco e la pelle pizzicava dannatamente.
In effetti mi sentivo in tutto e per tutto come un porco allo spiedo, ma senza spiedo. Ma a quanto pare, col tempo, è arrivato anche quello... Di Saga, e questo non mi rende felice.
Non ricordo più chi mi portò in Sicilia, ma sicuramente si trattava di qualcuno che conoscevo: quindi poteva essere tranquillamente uno di quei torturatori bastardi che si dilettavano a farci sputare sangue. Mi abbandonò davanti ad un cancello in piena campagna e mi disse: "Arrangiati."
Credo che quello stronzo sia morto, o almeno lo spero per lui.
Presi coraggio ed entrai, in fondo il podere s'assomigliava a quello dove vivevo quando c'erano ancora i miei genitori, nel senso che c'erano campi, animali, alberi e sassi. Niente di più e niente di meno. A dir la verità mancava soltanto quel fiumiciattolo in cui andavo a giocare.
Anche l'ubicazione era quasi la stessa: lontano dal mondo civilizzato.
In fondo la vita bucolica non mi dispiaceva.
Percorsi con calma un bel sentiero in terra battuta, ricco di sassi sporgenti su cui inciampai un miliardo di volte, incapace di guardare dove mettessi i piedi; la curiosità di vedere in quale buco di mondo ero finito era tanta e a sei anni non è un problema cadere e abbandonare i denti da qualche parte. Sarebbero ricresciuti. Non che ne avessi coscienza, ma fotteva sega.
Dopo aver arrancato come uno zoppo su quel sentiero giunsi dinnanzi alla famosa casa storta. Mi sembrava enorme, oltre che storta. Ma sembrava anche che potesse cadere al primo alito di vento.
Rimasi inebetito a fissarla, chiedendomi se avessi proprio dovuto vivere in quel posto quando un ometto basso e strano mi fece un cenno.
Era sbracato su un'amaca tesa tra due grossi ciliegi antistanti la costruzione; era il mio maestro, non seppi mai il nome; non mi serviva sapere come si chiamasse, contava solo che grazie a lui sarei potuto diventare più forte.
Era paurosamente magro, senza muscoli evidenti e con delle occhiaie stupendamente nere: non sembrava un guerriero, ma se ero stato mandato lì avrebbe dovuto sapere il fatto suo. Così credevo e così fu. Mai nessuno mi sfabbricò di mazzate a quel modo.
Sì alzò dal suo letto penzolante e mi venne incontro. Ricordo solo che mi strinse la mano con tanta forza che a pensarci ancora mi fa male.
Rimangiai tutti i miei pensieri, a quel punto era ovvio che i miei dubbi erano dettati dall'idiozia di un moccioso di sei anni, ma venivo da un posto dove tutti i guerrieri mostravano orgogliosamente il loro muscoli, vantandosi della loro forza.
Quest'uomo non sembrava un guerriero, sembrava non mangiasse dalla nascita e aveva una forza spaventosa.
Non ebbi il tempo di guardarmi attorno, mi mise subito al lavoro facendomi tagliare l’erba del cortile davanti alla casa.
Ricordo che lo feci volentieri. Non mi dispiaceva il lavoro fisico. Mentre lavoravo lui si coricò nuovamente sull’amaca  e mi parlò di quello che sarebbe stato il mio soggiorno lì. Mi disse che prima di allenarmi seriamente voleva capire esattamente quali fossero le mie capacità. Io lo ascoltavo, in silenzio. Non proferii parola. Non avevo niente da dire.
Quando pensa che la prova fosse finita mi condusse all'interno della casa e una volta sul tetto mi fece pulire le grondaie; successivamente mi portò in un campo di pomodori e mi fece strappare le erbacce che tentavano di soffocare le piante, mi fece annaffiare i fiori della moglie ed infine potare delle siepi che crescevano lungo un lato della tenuta. A che servissero non l'ho mai capito, ma forse a massacrare le palle ad un nanerottolo idiota come ero io. Niente di che per il primo giorno. Ricordo che mi addormentai come un cucciolo, non di rottweiler, quello non dorme e rimane ad uggiolare massacrandomi i timpani. Che voglia uscire? Mah, Proviamo.

-

Sì, aveva bisogno di uscire. Credo volesse andare da Shura o Aphrodite.
Si è abbarbicato lungo le scale come un razzo e appena arrivato all'ultimo gradino che lo separava da casa di Aiolia dev'essere inciampato sulle sue stesse zampe da scaldabagno ed è rotolato giù.
Hanno una buona resistenza alle rotolate. Ma forse se ci fossero state più scale o non ci fossero stati i miei piedi a fermarlo avrebbe proseguito sfracellandosi su una colonna o forse sarebbe uscito dai confini del Santuario. Mai che me ne vada bene una.
Però mi ha fatto tenerezza. C'è rimasto chiaramente male per il fallimento. La pena è durata un secondo: ha ricominciato ad uggiolare e latrare con quella vocina acuta e fastidiosa. Purtroppo in quel momento passava Dohko e non ho potuto attaccarlo al muro, ma avrò altre occasioni. Solo un po' di pazienza.

Raccontavo dell'addestramento. Ah, bel periodo.
Il secondo giorno riuscì ad essere addirittura più interessante: mi fece scarpinare per un'ora in mezzo alla campagna.
Non era un posto lontano dalla cascina, ma era vergognosamente in salita. Lui non fece fatica, io arrivari trascinandomi sui gomiti. Come riuscisse a produrre tanta forza di spinta con quelle gambette rinseccolite devo ancora capirlo, ma la cosa importante è che mi portò in un ovile e mi chiese se sapevo mungere.
Mungere? Io? Va bene che ero nato e avevo vissuto in un posto simile per quattro anni ma mai mi passò per la testa di chiedere a mio padre di insegnarmi a mungere. Con gli animali ci giocavo e basta, anche se gli animali non erano troppo d’accordo.
C'era una puzza atroce in quel posto ed era buio; lo vidi avvicinarsi ad una di quelle orrende bestiacce, che una volta cotte diventano molto più guardabili e tollerabili, vi si mise a cavalcioni sopra, tenendogli l'addome schiacciato con le gambe e mi mostrò quello che dovevo fare.
Mi insegnò così a mungere le pecore.
Ovviamente ero troppo basso e le bestiacce schifose riuscivano a sfuggirmi o a mandarmi a gambe all'aria.
Fu più il tempo che passai per terra e a rialzarmi che a mungere.
Imparai in fretta. Dopo qualche giorno ero in grado di mungere tutte quelle fottutissime pecore in poche ore, a mano. La mungitura la odiavo, mi lasciava in ricordo dei mal di schiena stupendi.
Ma la giornata più bella fu l'ultima che trascorsi nell'ovile, almeno per quel breve periodo. Iniziai a pensare di essere diventato il servo pastore che non aveva mai avuto e forse non sbagliavo, ma ricordo con piacere il mio primo incontro col montone. Che bestia simpatica.
Mi caricò.
Io scappai.
Lui mi seguì.
Io correvo girato per assicurarmi fosse a debita distanza dal mio culo.
Lui correva a testa bassa.
Abbracciai un grosso mandorlo, probabilmente spuntato perchè il montone potesse investirmi, e feci appena in tempo a spostarmi per non rischiare di morire dentro il fottuto albero. L'ariete ci diede una testata tanto forte che piovvero mandorle dell'anno prima ovunque (visto che nessuno s'era degnato di raccoglierle, ma da quell'anno cominciai io. Con immensa gioia.) e andò via barcollando. Fu un duro colpo per lui, ma anche per me. M'ero completamente spalmato sulla pianta e l'impatto della mia giovane cassa toracica mi tagliò il fiato. Caddi a terra come una delle tante mandorle finchè non mi riacchiappò il maestro, sollevandomi con un braccio e perculandomi a dovere.
I miei rapporti con l'antenato di Mu sono rimasti sempre burrascosi. Ma dopo un po' gli tendevo le giuste trappole. Avevo pur sempre sei anni e una voglia di vendicarmi incredibile. Alla fine non siamo mai giunti alla resa dei conti. Ma a distanza di anni direi che la vittoria sia del pecorone.
Munsi pecore per un sacco e poi fu il turno delle vacche. Molto meno faticoso ma non più semplice. E poi le vacche erano poche.

Dopo essere diventato un eccellente giardiniere e anche un eccellente pastore fu il momento di coltivare la terra.
Per il primo anno mi fece zappare ettari ed ettari di terra, a braccia, sotto il sole e sotto la pioggia. Se grandinava mi faceva mungere e pulire le diverse tonnellate di letame che gli animali si divertivano a lasciare in giro.
Ovviamente la prima volta si trattò solo di un campetto insignificante: ci misi quattro giorni.
Mentre mi facevo un buco di culo grosso quanto una ferrovia quel bastardo stava coricato a guardarmi e parlava, parlava e parlava.
Parlava un sacco quell’uomo e aveva la grandiosa capacità di non dire un cazzo. Bla bla bla inutili.
Dopo avermi fatto zappare, mi insegnò le gioie della semina. Quando mi illusi che la mia carriera da contadino fosse finalmente finita, mi portò in un altro campo. Imparai a mietere. Eravamo già a giugno. Dopo la mietitura era necessario spigare e poi fare i covoni. Tutto a mano. Ovviamente per la mietitura e le gioie successive del lavoro non ero solo: c’erano anche lui, la moglie, la figlia e i due che erano lì da prima di me. Inoltre c’erano anche dei lavoratori pagati. Era un lavoro massacrante e notevolmente stressante, ma il lato positivo era che non era necessario parlare con nessuno.
Mentre mi divertivo a separare le spighe dai gambi, i due fancazzisti che erano lì mi dissero che sicuramente sarei stato rimandato a casa. Chiesi loro perché e mi risposero che il maestro accettava solo alcuni tipi di persone come: gran lavoratori, ribelli e altre categorie. E io non rientravo in nessuna di queste. Mi arrabbiai. Ma continuai il mio lavoro. Ovviamente mi prendevano per il culo.
Ma avevo solo sette anni e credo di non essere mai stato troppo sveglio, inoltre erano un po' più grandi di me.
Quando tornammo a casa, il maestro ci convocò tutti e tre in casa sua, dove entrai per la seconda volta dopo aver pulito le fottute grondaie.
Dormivo, assieme agli altri due minchioni,  in una casetta che poteva essere considerato un capanno degli attrezzi per dimensioni, lusso e sporcizia.
Ci fece sedere sul divano, e le mie chiappe gliene furono estremamente grate, era quasi un anno che non toccavo niente di più morbido di un materasso imbottito con tutto meno che con cose morbide. Poi sparì anche quello. Già: fortificare le membra.
Ci offrì da bere e la moglie ci servì col sorriso.
Fu come entrare in paradiso dopo l'inferno, bastava poco per farmi contento: qualcosa di caldo (nonostante le temperature elevatissime) e qualcosa di morbido.
“Qualcuno andrà via stasera stessa” - disse mentre sorseggiava la stessa sbobba. Non ricordo che accidenti fosse.
Ebbi un colpo al cuore. Non ero degno. Quelle due teste di cazzo, troppo sicure delle loro capacità avevano instillato in me un dubbio che prendeva consistenza ad ogni parola di quell’uomo. Parlò a lungo spiegando la sua scelta e dicendo che poteva esserci un solo prescelto.
Scoprii che anche quei due venivano dal Santuario, come me. Quindi compresi che probabilmente il Gran Sacerdote voleva essere sicuro delle sue scelte inviando di volta in volta diversi marmocchi. Beh, il marmocchio fortunato fui io.
“Resterà solo Death Mask.” - esclamò dopo un breve silenzio.
Credo di aver perso due-tre battiti in quel momento. Stavo per svenire. Non ero io quello che se ne sarebbe andato. Erano loro. Ero soddisfatto. Ah, ovviamente non mi chiamavo ancora Death Mask, ma il mio nome ho già detto che non salterà fuori.
Quei due erano meravigliati. Non si aspettavano la cacciata. Chiesero spiegazioni, che furono concentrate in poche, dure parole che riassumevano un concetto base fondamentale per diventare un saint di Atena. Parlò con voce ferma: "Non siete degni."
Ci rimasero di merda, esattamente come me.
Non mi sembrava vero di essere degno. Mi ero sempre sentito fuori posto, credendo di essere il dettaglio fuoriposto, quello che rovina l'armonia di qualunque cosa. In fondo ne ero contento e mi ubriacai di fierezza.
Aggiunse dopo che il tentativo di demoralizzarmi per farmi fuori non era un comportamento che un aspirante santo di Atena avrebbe dovuto tenere.
Sgridò anche me, dopotutto non avevo mai cercato di stringere alcun rapporto con quelle minchie vestite. Ma in fondo non avevo fatto niente di male e cambiò rapidamente discorso tornando su quei due e la bassezza che avevano compiuto secondo lui.
Io, dal mio canto, non trovai nulla di male nel loro comportamento. Non sapevo che eravamo in competizione, l'avessi capito avrei cercato di silurarli a mia volta. Ma non voglio stare a discutere su una delle poche fortune che ho avuto in vita, non è il caso.
Dopo un lunghissimo blabla sul perchè non avessero dovuto cercare di portarmi a gettare la spugna e cazzate che neanche ricordo, gli disse che erano pigri e fu come se cadessero lampi.
I due babbalei s'inalberarono non poco, avevano fatto tutto quello che avevo fatto anche io, ma a quanto sembrava io l'avevo fatto meglio.
Volarono urla e parole grosse finchè il mio maestro non li cacciò via in modo un po' brusco: gli aprì la porta e li invito gentilmente ad andare fuori dai coglioni.
Non mi interessava nulla. Avevo solo due sfidanti in meno, la strada da percorrere era ancora lunga e ancora non sapevo quanto sarebbe stata faticosa. Però ho sempre avuto uno spirito perculatorio abbastanza forte, non mi sfeci sfuggire la possibilità di prenderli per il culo ed andai ad attenderli al cancello che delimitava quella piccola nazione che il maestro chiamava "casetta"; non attesi molto.
Avevano le loro sacche sulle spalle e, con la delusione dipinta sulla faccia, si avviavano non so dove.
Li feci infuriare e mi si avventarono contro come bestie impazzite. Non ricordo cosa dissi loro, ma di sicuro non ci andai leggero.
Riuscii a tenere testa a due ragazzi più grandi di me, originando una lotta abbastanza infantile, fatta di pugni e calci. La mia inferiorità numerica si fece sentire subito quando uno dei due mi tenne fermo. L'altro si divertì ad usarmi come sacco da pugilato.
Iniziai a sentire una forte rabbia, sembrava originarsi energie dallo stomaco e mi illuminai come una lucciola in mezzo al nulla e restituii tutte le botte prese con gli interessi di un usuraio. Non mi sembrava vero.
La lotta inizialmente infantile si era trasformata in qualcosa di straordinario e alla fine i due scapparono.
Chissà come cazzo si chiamavano, ma fottesega al momento.
Non mi sorpresi solo di essermi illuminato come una torcia, ma anche per la forza che avevo dimostrato di avere. Tutto quel lavoro alla fine si era dimostrato essere stato utile.
Il maestro aveva seguito tutta la vicenda nascosto non so dove, so solo che mi fece prendere un colpo quando parlò per dirmi che forse c'aveva visto giusto: ero uno dei prescelti.

Dalla sera il mio addestramento cambiò: non munsi più una vacca o una pecora e non zappai più.
In compenso il mio maestro scopri che poteva tranquillamente evitare di castrare i tori. Sì, non aveva più bisogno di buoi: c'ero io.
Dalla mattina dopo il mio compito fu quello di trainare l'aratro e da quella volta i buoi riscuotono la mia totale ammirazione. E' una fatica fottuta. Tirare l'aratro era doloroso non solo per i muscoli, ma anche per i polmoni, sembrava che respirassi fuoco. Ma dopo la deci-ventesima volta diventa più facile, finchè non si appesantisce l'aratro o non è necessario lavorare un terreno in salita. In quei casi sono cazzi amari.
Un pomeriggio, mentre lui non aveva voglia di fare un cazzo, come sempre, mi chiese da quanto tempo ero in grado di vedere i morti. Ovviamente da che io ricordassi. Glielo mugugnai contro, incazzato nero perchè non avevo ancora visto niente che sembrasse un addestramento.
L'unico cambiamento che avevo riscontrato dal mio arrivo era fisico, i muscoli avevano iniziato a scolpirsi e gonfiarsi sempre di più.
Gli dissi quanto fosse pessimo come maestro e s'incazzò.
Mi scatenò contro un potere enorme ed era quello che volevo io. Mi gonfiò di botte, me ne diede talmente tante che rimasi in stato quasi comatoso per un paio di giorni e da allora compresi che il maestro poteva essere gentile e affabile, ma guai ad andargli contro.
Per complimentarsi con me mi fece trainare l'aratro, ancora e ancora.
Che addestramento di merda.
Dopo un paio d'anni che stazionavo in quell'inferno conobbi finalmente la figlia; fu tanto gentile da venire a medicarmi.
Mi innamorai subito e lei non mi cagò di striscio.
Sopravvissi alla mia prima delusione d'amore (alla tenera età di otto anni, forse sono stato un tantino precoce) e continuai ad allenarmi.
Quando il maestro comprese che la mia prestanza fosse adeguata per giochini più divertenti iniziò a parlarmi del cosmo.
Avevo l'obbligo morale di svilupparne uno decente per ringraziarlo dell'ospitalità offertami; odiavo quell'uomo. Però imparai ad usare quella forza primordiale che mi ribolliva nelle viscere, provveniente dalle stelle, senza bisogno di incazzarmi come un cosacco sobrio da troppi giorni.
E fu così che le salite senza fine che avevo affrontato fino a quel momento trascinando l'aratro le dovetti fare saltando e schivando i macigni che mi scagliava contro. E schivavo usando il cosmo.
Dopo un po' di tempo ripensai ad una domanda: mi aveva chiesto da quanto tempo ero in grado di vedere i morti e io non gliene avevo mai parlato.
Gli chiesi spiegazioni e mi spiegò che sapeva su di me tutto quello che sapeva il Gran Sacerdote e che non era altro che una conseguenza dell'enorme potere che avrei sviluppato.
Gli addestramenti si fecero sempre più intensi e faticosi: mi sottoponeva a prove fisiche degne di un sadico bastardo e combattevamo, cosa che doveva piacergli in particolar modo a giudicare il modo in cui si accaniva su di me. Ogni volta che venivo ferito, puntava a colpire sulla lesione. Era un fottuto bastardo.

Una notte - avevo nove anni - accadde qualcosa di impensato.
Non riuscivo a dormire neanche le mie classiche e affezionate poche ore; il dolore ai muscoli e alle ossa era allucinante e le ferite bruciavano come se fossero state cosparse di acido. Stavo davvero di merda. Ricordai il passato: i miei genitori, il maiale bastardo che mi aveva morso e anche la tristezza e la solitudine che avevo dovuto affrontare. Pensai che con qualche lacrima forse sarei riuscito a dormire.
Invece no. Non riuscivo a piangere.
Mi rattristava incredibilmente il mio passato, ma non c'era verso di farmi scendere qualche lacrima. Provai a stuzzicare le ferite semi aperte, ottenendo solo di farle sanguinare nuovamente, neanche il dolore fisico aggiunto alla gioia che provavo riusciva a farmi piangere.
Decisi di concentrarmi, chiusi gli occhi e attesi, ripassando gli insegnamenti sul cosmo, cercando di visualizzarlo dentro di me.
Fu un prodigio.
Vidi le stelle venirmi incontro, o meglio, ero io a muovermi nell'infinito spazio, finchè non arrivai in un punto preciso. Non avevo mai studiato il cielo e le stelle, ma sapevo dove mi dirigevo: la Nebulosa Praesepe. Sapevo che si trattava dell'entrata per un'altra dimensione, per una dimensione che collega quella reale al Regno dei Morti. Lo sapevo senza saperlo.
Trascorsi del tempo lì, aggirandomi come uno stronzo finché non lo riconobbi.
Era il posto dove avevo spedito mamma e papà e forse quel porco che mi morse la mano.
Capii che non avevo nulla da temere, in fondo mi ci trovavo bene e compresi davvero che era casa mia, forse l'unica che avevo avuto fino a quel momento, pur senza starci in pianta stabile. Vidi tutto quella notte e solo quando tornai, la mattina dopo, trovai il mio maestro ad aspettarmi, chiedendomi dove diavolo fossi andato a cacciarmi.
Gli raccontai tutto quello che avevo visto e questo lo riempì di soddisfazione.

L’addestramento continuò in modo che io potessi sviluppare ancora forza fisica e spirituale. Dovevo ampliare il mio cosmo e raggiungere il settimo senso, in questo modo sarei stato in grado di diventare un cavaliere d’oro. Mi impegnai davvero tanto. Obbedivo e rispettavo rigorosamente l’addestramento. Se mi trovavo impossibilitato all’allenamento fisico, meditavo. Cercavo dentro di me quel cosmo e ogni volta si rivelava sempre più semplice, finchè non mi venne naturale attingere a quella fonte di energia misteriosa.
Ero sempre più smanioso di potermi muovere alla velocità della luce, e sentivo che vi ero sempre più vicino.
Peccato che mi ruppi un sacco di ossa e un mucchio di volte; l’allenamento fisico era sempre più duro. Come se la fatica non bastasse il mio maestro decise che avrei dovuto iniziare a migliorare l’agilità, compromessa dallo sviluppo muscolare.
Mi spiegò con calma che più il muscolo si gonfia e più il tendine si accorcia. Dovevo risultare forte ma senza compromettere agilità, che mi avrebbe aiutato a riportare la pelle a casa. Continuava a massacrarmi di colpi in modo che i muscoli rovinati  ricrescessero più saldi e compatti.
A dieci anni ne dimostravo quindici. Ora che ne ho ventiquattro ne dimostro sempre di più. Sono un giovane vecchio o un vecchio giovane, che dir si voglia insomma.
Un giorno mi portò in prossimità di una delle bocche dell’Etna, dove avrei dovuto recuperare una cosa per lui.
Ci riuscii. Ovviamente dovetti evitare trappole, migliaia di trappole degne della tomba di un faraone, e resistere al caldo insopportabile della lava. Quel caldo toglieva ogni cazzo di energia. Non so neanche quante volte pensai di sedermi e lasciarmi andare. Ma la voglia di tornare in Grecia, vincere il torneo ed indossare l’armatura del Cancro era troppo forte. Inoltre dovevo mantenere una promessa. Tornare. Possibilmente vincitore. Avevo appuntamento con Shura e Aphrodite e non sarei mancato per niente al mondo.
Ebbi voglia di staccare la testa a morsi al mio maestro una volta recuperata la reliquia. Un cazzo di tubetto di pietra con dentro un cazzo di foglietto con su scritto: “BRAVINO.”
Avevo rischiato la vita per quello. Inutile dire che il complimento (non disse mai niente di più gentile di quel "bravino" e la consapevolezza di essere forte mi fecero passare le furie omicide. Il mio addestramento fisico era terminato. Dovevo solo raggiungere e imparare a dominare il settimo senso, usandolo a mio paicimento. Ci riuscii una notte, perchè di notte gli esseri normali dormono, io vado in giro per dimensioni alternative.
Sentivo una frase riecheggiarmi in testa, una frase senza senso in apparenza e quella notte me ne sbattei la palle e la dissi.
Fu istintivo alzare l'indice al cielo e la pronunciai: "Sekishiki Mekai Ha".
E tornai nel mio regno.
Ormai ero pronto e al mio rientro c'era sempre lui ad attendermi.
Mi comunicò di aver ricevuto una missiva. La data del torneo era stata fissata. Passati tre mesi sarei dovuto ripartire per la Grecia.
Durante il tempo rimastomi perfezionai la tecnica e imparai la sua ultima lezione.

Mi fece un lungo discorso riguardo i sentimentalismi e affini.
Mi spiegò di quanto i sentimenti bloccassero un guerriero, ma di quanto fosse triste e sterile cercare di rimuoverli, sostenendo che spesso anche i sentimenti più gentili e puri decidevano il corso di una battaglia.
Mi fece notare che le anime che si aggiravano per il mio “inferno” si guardavano attorno a cercare le persone e le cose che avevano amato. Io non mi sono mai chiesto come facesse a saperlo, per cui non me lo chiederò neanche ora.
Sarebbe successo anche a me, ed era giusto così. Dovevo prepararmi psicologicamente alla mia dipartita, accettando la morte. Fu facile.
Ma quel discorso mi mosse a non provare pietà per le mie vittime. Strano come la mia mente deviata assimilò quel concetto. Avrebbe dovuto farmi essere pietoso anziché il contrario. Avrei mandato delle persone verso la dannazione, a rimpiangere quello che avevano in vita e che avevano perso. Ma a me, che fregava? Niente.
Non ho specificato che oltre all’addestramento fisico e alla meditazione dovevo studiare. Come era giusto che un ragazzo della mia età facesse.
Studiavo con la figlia tutti i pomeriggi per due ore e lei mi insegnava quello che imparava a scuola. Inoltre avevo altre due ore di studio prima di dormire, col mio maestro che raccontava.
 Imparai la storia e le varie filosofie dei popoli guerrieri del passato. Mi innamorai del Giappone feudale e dei suoi samurai e feci di Oda Nobunaga il mio idolo. Per altro anche lui cancro come segno zodiacale. Cattivo, bastardo, cruento, crudele e traditore. Ma è a lui che si deve l’unificazione del Giappone. Beh, allora, anche se si fanno cosa cattive, se è per un fine superiore, si può chiamare giustizia. Tradì prima il suo popolo e poi gli occidentali. Per avere i fucili introdusse il cristianesimo (che  durò nulla perché come lo introdusse lo estirpò) e usò le armi da fuoco contro guerrieri che usavano la spada. Certo, la correttezza un po’ gli faceva difetto. Ma cazzo, unificò il Giappone, a dimostrazione che la forza aveva vinto. Con la forza si poteva fare tutto. Ovviamente diventò un po’ la mia filosofia di vita, benché lo fosse già, emi portò a fare delle cazzate disumane.
E ora che ci penso: se io avevo deciso di seguire il più forte, quindi Saga, perché non ho ammesso il mio errore quando mi son reso conto che Shiryu era più forte di me? Mah, non lo saprò mai. Avrò avuto paura di ammettere un errore, o forse non mi ero reso davvero conto che Shiryu era dalla parte giusta. Ma inutile piangere sul latte versato. Shiryu mi ha sconfitto e ucciso. E ora sono di nuovo qui. Ho avuto modo di pentirmi ed espiare qualche colpa durante il mio soggiorno all’inferno. Continuo a non aver pietà per il nemico.
E continuo a non capire una cosa: perchè ho venticinque anni?
Beh, per oggi mi sarei anche martellato abbastanza i coglioni e ho un botolo da portare fuori, prima che usi nuovamente una delle maschere come cesso.














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Il colpevole di tutto è come lui, ma senza collare blu: vogliategli bene al piccolo scaldabagno. E' ancora piccino.
cane
Spero che questo bucolico capitolo vi sia piaciuto. Io ho avuto modo di rievocare tanti bellissimi momenti passati, ma non sono mai stata caricata da un montone. Da un toro sì, e i tori si arrampicano sulle rocce se ve lo state chiedendo, quindi se mai dovesse disgraziatamente capitarvi arrampicatevi su un albero. Oppure non andate a rompere le palle al toro, ci tiene ai suoi spazi. Ma se siete fortunati come me, e avete scelto un toro buono come Aldebaran, non avrà mai intenzione di colpirvi davvero, o non sarei qui a rovinare Efp.
Chiedo perdono per il mostruoso ritardo ma ho avuto qualche problema legato alla mia sopravvivenza (il toro è innocente, ormai è antico passato), e ancora ci tengo a restare sul pianeta, poi qualche impiccio simpatico come una serata in compagnia del maestro del pazzo.
Prendete il capitolo come un meraviglioso regalo di Natale. Se non festeggiate il Natale prendetelo come un meraviglioso regalo per il Solstizio d'Inverno, se non festeggiate neanche quello prendetelo come regalo di compleanno. Boh, come più vi piace altrimenti siete liberi di rifiutarlo o di riciclarlo per l'anno prossimo.
Innanzitutto devo fare i debiti ringraziamenti a chi legge, a chi mette tra le preferite e i seguiti: ho perso il conto, però sappiate che vi ringrazio.
A chi butta via due minuti di tempo della sua vita - che non recupererà mai più - per recensire rivolgo il doppio dei ringraziamenti: grazie grazie.

Himechan, Sakura2480, Ricklee, stellarium, beat, whitesary, Ansem6, Ladie Katjie, Gufo_Tave, Shannara_810, Andry_chan, Eden89, Saruwatari_Asuka, makochan, Human Renamon, Nero Virgil
: grazie mille, vi risponderò la prossima volta, perdonate la mia pigrizia.




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