The Art Of Confinding - Perchè La Gelosia è Una Cosa Di Famiglia!

di LexaRay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Spia ***
Capitolo 2: *** Rivelazione ***
Capitolo 3: *** Sorpresa! ***
Capitolo 4: *** Week-End Da Batticuore (I parte) ***
Capitolo 5: *** Week-end da batticuore (pt.II) ***



Capitolo 1
*** Spia ***


CAPITOLO 1 - SPIA
 

Per l’ennesima volta mi ritrovavo a fissare quella scena, uguale a tutte quelle già viste, senza notare nessun cambiamento. Mi ostinavo a tener d’occhio la situazione, per paura che potesse succedere qualcosa. O meglio, avevo paura che a lui potessero veramente piacere le ragazze.
Di questo ero già sicuro alla fine, lui non mi aveva mai confermato il contrario, ma si dice che la speranza è sempre l’ultima a morire no? Per questo, appena lo vedevo sgattaiolare da qualche parte lo seguivo, schiavo di quel piccolo pensiero che il mio cervello si ostinava a fare. Negli ultimi tempi soprattutto, spesso e volentieri lo beccavo a chiacchierare con lei.
Esther. Si, sono parecchio geloso, ma che posso farci?
Esther è la prima persona che io e mio fratello Armin abbiamo conosciuto nel nuovo liceo. All’inizio sembrava un po’ tonta, lo ammetto, ma mi ha aiutato tantissimo ad inserirmi, presentandomi ai suoi amici e coinvolgendomi nelle sue uscite. Era riuscita perfino a relazionarsi con Armin! Esther, che si preoccupa di tutti e poco di se stessa. Quante volte ho dovuto tirarle fuori le parole di bocca per scoprire cosa la tormentava, insieme a Rosa! Ma alla fine, le voglio bene. Penso sia l’unica ragazza a cui voglio così bene, potrebbe quasi essere alla pari con mio fratello.
Pensavo tutto questo mentre li osservavo dal tetto della scuola, in silenzio. Le cuffie che non trasmettevano musica per una volta.
Finché i due non si abbracciarono (che rabbia!) e si separarono.
Dovevo sbrigarmi.
Corsi giù dalle scale, e andai nel corridoio principale, dove incrociai solo lui. Mi avvicinai saltellando, con fare giocoso.
“Ehi Kentin! Sai mica dov’è Esther?”
“Io? Oh, ehm…penso sia tornata in classe, la ricreazione è finita.”
“Sicuro? Mi sembrava di avervi visto insieme prima! Non è che state facendo la coppietta e non mi dite niente?”
Lo dissi ridendo, in modo spensierato, per nascondere tutta l’ansia che avvolgeva il mio stomaco.
“M-ma cosa stai dicendo? E’ solo un’amica! Che fai mi spii per caso?”
 “Io non spio nessuno, siete voi che vi mostrate in giro! Ora vado in classe ci vediamooo!!”
Fiero della risposta che ero riuscito a dare nonostante l’agitazione, mi girai e corsi via, facendo finta di non sentire lui che mi chiamava ancora. Se voleva darmi ventimila spiegazioni sulle chiacchierate con Esther, in quel momento non mi interessava. Mi avrebbe detto solamente mezze verità. Preferivo scoprire tutto in un colpo, da solo, magari sorprendendoli durante un bacio. Almeno poi non avrebbero più nascosto niente, ed io mi sarei messo il cuore in pace. Per questo li seguivo. Ma dopo quasi 3 mesi dall’inizio dei loro “incontri segreti”, non era ancora successo niente.
 
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Alexy ormai aveva svoltato l’angolo, ed io rimasi solo nel corridoio. Nonostante lo avessi chiamato più volte, non si girò e andò dritto per la sua strada. Cavolo, spero che non si sia arrabbiato sul serio.
Ripresi a camminare quando  Esther, con tempismo perfetto, uscì dalla sala delegati, dove aveva consegnato a Nathaniel una giustificazione di assenza. Mi raggiunse con un gran sorriso,  ma la sua espressione cambiò vedendo la mia faccia preoccupata.
“Ehi, tutto bene? Cos’è successo mentre ero lì dentro?”
“Credo che Alexy ci abbia visti”
“Cosa?!”
“Già. E’ incredibile, potrebbe fare concorrenza alla giornalista della scuola. Scopre sempre tutto.”
Un sorriso amaro si disegnò sulle mie labbra mentre le davo la notizia.
“Ma non ci ha sentito parlare vero?”
“Questo non lo so. Spero proprio di no, non voglio che scopra tutto adesso. Non è ancora il momento.”
“Infatti. Devo ancora abituarmi io all’idea!”
La guardai negli occhi. E lei mi fece uno dei suoi grandi sorrisi,  calorosi e pieni di affetto. Ripensai a quando le correvo dietro ovunque, a quante volte mi aiutò con i bulletti della scuola, e soprattutto a tutte le volte che mi asciugò le lacrime. Tutto questo mi fece innamorare di lei, e mi fece diventare appiccicoso e pesante. Poverina, l’ho davvero stalkerizzata per tanto tempo.
Le cose ormai erano cambiate, ma continuavo sempre a provare un grande affetto nei suoi confronti. Nonostante tutto, mi è sempre rimasta vicina.
Ricambiai quel bel sorriso strapazzandole i capelli, e facendola ridere.
“Andrà tutto bene, vedrai, Kentin” mi disse facendomi l’occhiolino.
Ci incamminammo verso la classe, e nel tragitto, l’immagine del viso di Alexy mi invase la mente.




*ANGOLO DELL'AUTORE*
Ciao a tutte/i! ^_^
se siete arrivate alla fine del capitolo vi ringrazio tantissimo, sinceramente non nutro molte speranze per quello che sto cominciando con questa storia.
Premetto che sono partita con l'idea di una one shot, ma ho cominciato a scrivere troppo xD
Quindi eccomi qui, con la mia primissima fan fiction della vita!
Sicuramente non sarà il massimo, forse i personaggi avranno anche pochi "perchè", ma la sto custodendo da troppo tempo nei meandri del mio pc. E' arrivato il momento di farle vedere la luce (o l'oscurità? magari farà schifo a tutte!)
Abbiate pietà se troverete errori, ma non ho nessunissima voglia di mettermi a rileggere e a correggere! (super pigra livello 1000!)
Che altro posso dirvi, ho altri capitoli pronti, magari ne pubblicherò uno alla settimana...se volete lasciare qualche recensione ve ne sarei super riconoscente, anche se si trattasse di una critica (costruttiva) ^_^
Vi ringrazio ancora per avere speso il vostro tempo a leggere questa cosa che al momento non ha nè capo nè coda, ma se deciderete di seguirla, mi sentirei onoratissima!

a presto,

Lex ;)

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Capitolo 2
*** Rivelazione ***


CAPITOLO 2 - RIVELAZIONE


Quella mattina arrivai davanti al cancello della scuola in picchiata. Ero in ritardo, e la cosa divertente, fu che dalla parte opposta arrivò Kentin, ancora più affannato.
Senza fermarci ci scambiammo un sorriso e corremmo in classe, pregando che la Delanay fosse di buon umore. Arrivammo in classe 5 minuti dopo l’inizio della lezione, ma ci beccammo comunque una bella ramanzina. Il fatto che io dovessi “consegnare in aula delegati una giustificazione” non le importava minimamente. Neppure la scusa di Kentin resse (sosteneva che un incidente avesse bloccato nel traffico la corsa del suo autobus, e di essere stato costretto a venire a piedi).
Mentre andavamo a prendere posto, notai lo scambio di sguardi tra lui ed Alexy. Non riuscii a trattenere un sorriso. Alexy era troppo tenero, si vedeva lontano un miglio che era preoccupato, oltre ad essere innamorato perso. Dovevo far qualcosa per tranquillizzarlo, almeno finché Kentin non si fosse deciso a dirgli la verità. D’altronde, Alexy aveva fatto così tanto per me, non potevo lasciarlo crogiolare nell’ansia. Presi quindi un foglietto e scrissi poche parole concise, destinate al mio migliore amico.
Finita scuola, al parco con me. Niente storie, Esth.”  
Lo piegai con cura e lo lanciai, facendo canestro nell’astuccio di Alex. Neanche se ci provo per altri 10 anni potrei riuscirci di nuovo.
Si accorse del bigliettino qualche minuto dopo, e dopo averlo letto si girò verso di me, scandendo con il labiale un grande “OK”.
Ora dovevo solo aspettare la fine delle lezioni, per potergli raccontare almeno il mio piccolo segreto, che non avevo rivelato ancora a nessuno.
 
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Sinceramente, non avevo la minima idea del perché Esther volesse parlarmi al parco. Che volesse dirmi qualcosa di importante? E se le mie paure fossero state realmente fondate? Avrei dovuto abituarmi all’idea di vederla mano nella mano con Kentin? Speravo con tutto il cuore di no, anche se questo pensiero mi faceva sentire egoista e meschino. Ma non potevo farci nulla. Ero proprio innamorato di lui. Innamorato dei suoi bellissimi occhi limpidi e dolci. Dei suoi capelli spettinati e di quel suo fare da finto duro, che nascondeva un animo sensibile e apprensivo. 
Arrivai al parco, e mi diressi alla solita panchina dove io ed Esther eravamo soliti trovarci. La trovai già lì, che leggeva un libro. Mi avvicinai da dietro, e prima che potesse accorgersi di me, le misi le mani sugli occhi.
“Ma tu stai sempre a leggere?”
“Alex! Mi hai fatto prendere un colpo! Devi smetterla di farmi questi scherzi, potrei lasciarci le penne!”
Si lasciò andare ad una risata divertita. Ed io con lei. Mi sedetti al suo fianco, e la guardai incuriosito.
“Cosa leggi di bello?”
“Oh, sto leggendo Assassin’s Creed Fratellanza, è il secondo della serie tratta dall’omonimo videogioco. Me l’ha consigliata tuo fratello”
Rimasi leggermente perplesso.
“Tu leggi veramente i libri che ti consiglia Armin?”
“Beh, si, mi fa piacere parlare con lui, sono cose che piacciono anche a me ma non l’ho mai detto a nessuno. Quando ho scoperto che è un super esperto in materia, mi è sembrato come la manna caduta dal cielo”.
Il modo in cui mi disse tutto questo mi fece cadere dalle nuvole. Non la avevo mai vista parlare così di un ragazzo. Le si erano imporporate le guance, e il suo sguardo era pieno di…ammirazione? O forse…
“Esth, dimmi la verità…Ti piace mio fratello per caso?”
“Come? Beh ecco io…”
Il suo viso pallido si colorò ancor più di rosso, e i suoi occhi si distolsero dai miei, per guardare lontano, chissà cosa. Nel frattempo un imbarazzato sorriso fece capolino.
“Oh mio dio ma sono proprio scemo!! Come ho fatto a non accorgermene?” dissi battendomi la fronte col palmo della mano.
Già. Ero talmente accecato dalla gelosia e dalla preoccupazione, che mi era sfuggito quel “piccolo” particolare.
Esther nel frattempo si ricompose e mi guardò seria. 
“Alex prometti che per il momento terrai la bocca chiusa.”
“Wow, lo hai detto in un modo così autoritario che non posso fare altrimenti!”
La strinsi in un forte abbraccio, ma lei si staccò troppo presto, per puntarmi gli occhi addosso e farmi una domanda abbastanza scomoda.
“E tu?”
“Io?”
“E’ per questo che ho voluto vederti qui. Tu come stai? Lo vedo che stai male e che soffri a causa di Kentin. Che succede?”
“Niente, le solite cose. Io preferisco i ragazzi, ma alla maggior parte dei ragazzi piacciono le ragazze, Kentin compreso. Lo vedo, come ti guarda. E poi, con tutte le volte che vi ho visto insieme nascosti dietro scuola, qualche dubbio mi è venuto. Ora che so che tu hai un debole per Armin sono più tranquillo, ma chi mi assicura Kentin? Mi piace davvero tanto, ma ha la scritta “impossibile” scritta in fronte, per me.”
“Oh Alexy…”
“Sei proprio sicura di non sapere nulla riguardo ai suoi gusti?”
“Beh, non proprio…ehm, so solo che Kentin aveva un debole per me fino all’anno scorso, ma adesso è cambiato…Non so proprio cosa dirti.”
“Aaaaaaaaah! Che confusione! Quanto vorrei che anche lui fosse come me! A proposito, mi vuoi dire di che parlate quando vi nascondete nel cortile della scuola? Io pensavo che fossero incontri romantici…”
“Oh, quelli? Ehm, diciamo che sto aiutando Kentin per una cosa, e…ha bisogno di un bel po’ di consigli.”
“E su cosa devi consigliarlo per arrivare a nascondervi da tutti?”
La cosa cominciava a insospettirmi, volevo cavarle le parole di bocca. Ma lei fu irremovibile, e mise subito le cose in chiaro.
“Mi dispiace, ma purtroppo gli ho promesso di non dire niente. Posso solo dirti che è una cosa bella, ma molto delicata. Quando sarà tutto apposto, verrà a dirtelo lui, non ti preoccupare.”
E anche in quel momento non riuscii ad ottenere le risposte che volevo. Rimanemmo a chiacchierare un altro po’ e poi tornai a casa. 
Incrociai Armin in cucina, mentre beveva un succo di frutta, sempre con la PSP in mano. Sorrisi in automatico, ma scappai in camera per evitare gli interrogatori alla Sherlock Holmes di mio fratello. Sarebbe stato capace di scoprire in due minuti che Esther aveva una cotta per lui. 
Sono proprio curioso di vedere come andranno le cose tra quei due
Ero felice. Speravo proprio che diventassero più intimi. Effettivamente, erano molte le situazioni in cui parlavano e si scambiavano sguardi compromettenti. E per colpa di Kentin, non me ne sono reso conto. Questa situazione mi stava facendo diventare matto. E’ vero che l’amore corrode il buonsenso. Ma mi sarei armato di buona pazienza, per aspettare di ricevere delle spiegazioni da lui. Le volevo, anche se per lui non significavo nulla, anche se lui preferiva le ragazze, anche se ero solo io ad essere innamorato di lui.
Non feci in tempo ad aprire la porta della mia camera, che una mano identica alla mia mi rigirò, facendomi trovare di fronte al sorriso innocente e inquisitore di Armin.
“E’ inutile che scappi, ti ho visto sai. Ora mi racconti che sta succedendo!”
Lo guardai stralunato, e non riuscii nemmeno a rispondere. Solo una parola mi attraversò il cervello.
Merda!



*ANGOLO DELL' AUTORE*
Eccoci con il secondo capitolo!
Si capisce qualcosa in più? spero di non aver fatto schifezze e super errori!
Questo capitolo è un po' più lungo del primo, i prossimi saranno più o meno così...
Incrocio sempre le dita per qualche caritatevole recensione!^__^
Se vi sta interessando come storia, vi ringrazio tantissimooooo *-*

alla prossima,

Lex ;)

 

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Capitolo 3
*** Sorpresa! ***


CAPITOLO 3 - SORPRESA!
 
 
Il giorno dopo la mia chiacchierata con Alexy, come ad ogni ricreazione, andai a parlare con Kentin nel retro della scuola. Dovevo aggiornarlo su quello che avevo fatto.
Arrivai per prima, giusto il tempo di sedermi sull’erba fresca e finire il mio solito succo di frutta. Quando svoltò l’angolo, lo fece praticamente correndo, rischiando di scivolare e cadere a terra.
Mi lasciai scappare una risata divertita
“Come mai così di corsa? Stai scappando da qualcuno?”
Si fermò di fronte a me, piegato in due, con le mani appoggiate alle ginocchia. Aveva il fiatone.
“Da qualcuno? Quella non può essere definita una persona! E’ una pazza! Mi ha rincorso per tutto il cortile urlandomi che prima o poi mi convincerà e che diventerò il suo ragazzo! Mannaggia a me e alle mie vendette idiote! Se non l’avessi baciata per ripicca quando sono tornato qui, ora non sarei in questa situazione!”
“Lo sai che Ambra non si arrende facilmente, potrebbe persino rapirti e tenerti in cantina!”
“Dio no! Preferirei fare una giornata di scuola solo con la Delanay! Non se ne parla, spero che questa storia finisca presto così potrò di nuovo vivere tranquillo”
Lo guardai intenerita. Stava già passando un periodo  difficile, e in più ci si era messa quella biondona a tartassargli l’esistenza. Si sedette al mio fianco, e si lasciò andare sul morbido manto verde. Fece un gran sospiro liberatorio.
“Allora questi aggiornamenti? Che è successo ieri pomeriggio?”
“Ho parlato con Alexy”
“Cosa?! Non gli avrai mica detto…”
“Ma no! Sarei una scema se lo facessi! Ma dal momento che stava diventando troppo sospettoso, gli ho dovuto dare un motivo per non esserlo più. Almeno per quanto riguarda me e te. Alle fine pensava che ci stessimo frequentando in modo più intimo. E non riesco a vederlo preoccupato e in ansia. Così gli ho rivelato una cosa che lo tranquillizzerà, e gli toglierà tutti i sospetti di mente.”
“E si può sapere cosa ti sei inventata per tenerlo buono?”
Mi alzai in piedi e gli sorrisi beatamente.
“Non mi sono inventata niente, gli ho solo fatto notare una cosa della quale, stranamente, non si era ancora accorto.”
“E cosa? Dai non tenermi sulle spine sono curioso!”
Gli tesi le mani e lo aiutai ad alzarsi.
“Questo, caro Kentin, è un segreto! Tutto a tempo debito!”
Mi guardò da finto offeso e mimò un colpo al cuore, mentre io, ridendo, lo spinsi amichevolmente.
La campanella suonò e ci richiamò tutti in classe. Nel tragitto non mi accorsi che in fondo al cortile, uno sguardo si alzò dalla PSP per fissarmi.

 
 
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Rientrati in classe, mi ricordai che ci attendeva il compito di storia.
Come ho fatto a scordarlo? Ho studiato tutta ieri! 
Per fortuna non avevo problemi in materia, anche se non ero bravo quanto Nathaniel.
Quello sa sempre tutto per mille diavoli.
Fui comunque uno dei primi a consegnare, e nell’attesa che i miei compagni finissero, chiesi al professore di uscire dalla classe. Ne approfittai per mettermi tranquillo e pensare alla mia situazione.
Vorrei proprio sapere come ha fatto Esther a tener buono Alexy.
Non ero un’impiccione, ma ero troppo curioso. In parte però era anche colpa mia, stavo tirando troppo per le lunghe, ormai avevo accettato la cosa e mi ci ero abituato. Ma non trovavo ancora il coraggio di parlarne con le persone a me più vicine. Per quello chiacchieravo spesso da solo con Esther, era l’unica a saperlo. 
Alexy però non si merita questo comportamento.
Già. Il suo viso mi tormentava di continuo, e rimandare sempre il giorno in cui dargli una spiegazione non era giusto.
Pensavo tutto questo mentre ero incantato a guardare fuori da una finestra immobile. Mi prese un colpo quando sentii la voce di Armin dietro di me.
“Oilà soldato!”
Mi girai di scatto verso di lui, preso da un momento di panico.
“Ehi calma sono io! Che ti prende?”
“Mi hai fatto pigliare un colpo! Non puoi apparire dietro alla gente all’improvviso! Non ero preparato!”
“Com’è andata la verifica? Io ho saltato qualche risposta, ma niente di grave”
Ma come fa a cambiare sempre discorso in due secondi?!
“ Come al solito, per fortuna non ho problemi a ricordare le date.”
Ci scambiammo un sorriso complice “post compito in classe”, e nel frattempo Armin si appoggiò al vetro della finestra con le mani in tasca. Lasciò andare indietro la testa liberando un sospiro.
“Quanto andranno avanti gli incontri segreti tra te e Esther?”
Se in quel momento avessi avuto dell’acqua in bocca l’avrei sputata fuori a spruzzo. Lo guardai allibito.
“Per quanto possiate essere discreti, pian piano la gente comincia a notarlo. Se volete evitare fraintendimenti con il resto della scuola vi conviene mettervi il cuore il pace e venire allo scoperto.”
“A-Armin, non è come credi…ma non posso parlarne. E’ una questione abbastanza delicata…”
“Quale questione? Che sei innamorato di mio fratello e non hai il coraggio di dirglielo?”

Vuoto.

Stand-by.

Connessione fallita.

Panico.

Non potevo credere alle mie orecchie. Lo aveva detto sul serio? Come era possibile? Esther si era lasciata sfuggire qualcosa? Non riuscivo a capire.
Tutta la mia confusione traspariva da come mi guardavo intorno smarrito, e da come la mia fronte stava cominciando ad imperlarsi di sudore.
“Come fai a saperlo?”
“Intanto calmati Kentin, non sono venuto qui per litigare o per andare a raccontare a tutti chi sei veramente. Dimentichi chi è mio fratello. Ci è passato pure lui, e sono stato io a stargli vicino. Io so tutto perché lo vedo. Vedo come ti guarda Alex, e vedo come lo guardi tu. Nessun ragazzo finora lo ha guardato così. E lui è talmente convinto che tu sia etero, da non vedere che la realtà è un’altra. Non voglio obbligarti a fare niente contro la tua volontà, ma se veramente ci tieni a mio fratello…beh, raccontagli tutto il prima possibile. In questo periodo si sta mangiando il fegato, e aspettare fa male a lui ma anche a te.”
Rimasi in silenzio per qualche secondo. Aveva perfettamente ragione. Ma c’era qualcosa che non mi tornava dal suo tono di voce e dal suo sguardo. Come se la speranza che io e Alexy ci chiarissimo, fosse più che altro fretta dovuta ad impazienza. Impazienza per cosa?
“Non mi stai dicendo tutto vero Armin?”
Si staccò dalla finestra e prima di voltarsi per andarsene mi confermò che c’era qualcosa che lo turbava più di me e di Alexy in questa storia.
“Oh, semplicemente non ti ho detto che mi stai tenendo distante Esther un po’ troppo a causa della tua insicurezza, e sai com’è…la gelosia è una cosa di famiglia!”
E se ne andò. Ormai le lezioni erano finite, e gli studenti cominciarono ad uscire urlanti dalle aule. Io rimasi di sasso per circa  cinque minuti. Armin innamorato di Esther.
Questa è proprio bella.

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Capitolo 4
*** Week-End Da Batticuore (I parte) ***



CAPITOLO 4 - WEEK-END DA BATTICUORE (PT. I)

 
Finalmente il week-end. Un piccolo momento di ristoro in mezzo alle ore di scuola. E come meglio spendere il fine settimana, se non andando a spasso per il centro della città? Io, Alexy Evans, non potevo trovare soluzione più gradita. Peccato che ogni santa volta mi toccava andarci da solo. Armin è troppo notturno per star fuori durante il giorno. Che palle!
Stavo camminando lungo la via pedonale principale, costeggiando i negozi, quando un paio di cuffie fantastiche, no che dico, MERAVIGLIOSE, catturarono la mia attenzione. Ultimo modello di una nota marca di impianti stereo e audio. Solo dopo alcuni minuti di contemplazione mi accorsi del prezzo. Ok ho capito, il prossimo secolo potrò permettermele.
Mi allontanai così dal negozio, un po’ affranto per via di quel prezzo così vertiginoso, finché non trovai alla mia destra l’entrata del parco. Non ero frequentatore assiduo dei parchi (troppi mocciosi scalmanati e coppiette bavose), ma quel giorno decisi di entrarvi, un po’ guidato da una specie di sesto senso che non sapevo di avere. Girai per i sentieri in mezzo al verde, passando vicino a laghetti e aiuole, venendo superato ogni tanto da gente in bici o che correva per allenarsi.
Camminavo lì già da quindici minuti, quando vidi volare sopra la mia testa un disco color verde fluorescente, che venne preso al volo da cane sicuramente di razza. Non feci in tempo a pensare al giusto insulto per lo sconosciuto padrone del cane che aveva rischiato di lanciarmi quel frisbee in testa, che le parole mi morirono in gola. Correndo, mi stava venendo incontro Kentin. Mi irrigidii preso alla sprovvista, mentre lui si fermava di fronte a me.
“Alexy! Che sorpresa, non pensavo di trovarti al parco. Non sei tipo da negozi?”
Si lo sono, ma le aziende hanno deciso che il mio budget oggi non sia sufficiente per pagare qualcosa di nuovo, obbligandomi a fare figure idiote di fronte a te, mannaggia alle cuffie, al centro, al parco e ai frisbee!
“S-si direi di si, ma anche il parco non mi dispiace”
Risi forzatamente, pieno d’imbarazzo.
“Ah bene, almeno adesso che ti ho trovato, posso continuare il mio giro non più da solo! Sempre se non hai altro da fare, non voglio sconvolgerti la giornata”
“C-certo che vengo! Non mi disturba affatto, anzi!”
Parlai con un’ottava in più, quasi urlando.
Ma che diavolo mi prende? Non è da me fare queste figuracce! E poi perché ho finito la frase con ‘anzi’? Chissà cosa penserà ora! Oddio cosa faccio adesso???
“Allora andiamo, così porto a casa Cookie, e poi andiamo a berci qualcosa!”
“Cookie?”
“Si, Cookie. E’ il mio cane, è proprio dietro di te!”
Mi girai di scatto e mi trovai davanti, che scodinzolava docilmente, il famoso cane del frisbee.
“E’ proprio bello”
Dissi con tenerezza, mentre Kentin lo riprendeva al guinzaglio.
“I pastori tedeschi secondo me sono I cani. Agili, forti e intelligenti. Anche eleganti per dirla tutta. Li adoro!”
Affermò tutto questo mentre accarezzava il suo cucciolone, con gli occhi che brillavano di affetto.
Come vorrei che mi guardassi allo stesso modo.
Istintivamente mi accucciai al suo fianco, e accarezzai la testa di Cookie, non rendendomi conto di essermi messo un po’ troppo vicino al mio cadetto.
“Si vede che gli vuoi bene. Vorrei tanto trovare anche io qualcuno che mi apprezzi come fai tu con Cookie.”
Stavo fissando il muso del pastore mentre sussurrai questa frase, ed ero talmente idiota da non accorgermi che Kentin si fosse girato a guardarmi sorpreso.
Cavolo forse ho detto troppo!
Mi voltai di scatto e mi trovai a pochi centimetri dal suo viso. In una frazione di secondo il mio viso diventò rosso tanto quanto i capelli di Castiel, e dall’emozione caddi all’ indietro, sbattendo il sedere per terra. Kentin invece, era rimasto immobile, e al contrario di me, ero bianco come un lenzuolo.
Ecco, l’ho spaventato a morte. Avrà pensato che volessi baciarlo. Che figura di merda!
“S-scusami! Non pensavo di esserti così vicino! Giuro! Non fraintendere, non l’ho fatto apposta!”
Andai avanti a scusarmi per un altro minuto buono, mentre ci alzavamo da terra. Ero troppo imbarazzato, senza contare che il mio cuore non accennava a smettere di scalpitare come un cavallo imbizzarrito. Avrei voluto scappare a casa e rifugiarmi in camera mia, lontano da tutte le possibili figure di merda che avrei potuto fare.
“Alex?”
“Eh?”
“Stai calmo! Non è successo niente di grave! Non ti devi scusare. Dai andiamo, se no diventa buio troppo presto, e ho voglia di bermi qualcosa!”
E mi sorrise. QUEL suo sorriso. Avrei potuto sciogliermi come un ghiacciolo al sole. Non poteva sorridermi in quel modo, mi faceva troppo male.
“Ok”
“Prima passiamo a casa mia che metto a cuccia Cookie.”
A casa tua??
“Certo nessun problema! Dopo tutto quello che ha corso, sarà anche stanco!”
Ora mi tocca pure scoprire dove abita! Alexy in che guaio ti sei cacciato?
Ci incamminammo per uscire dal parco. A detta di Kentin, casa sua distava circa cinque minuti a piedi. Non parlammo molto, o meglio, lui parlava e io ascoltavo in silenzio. Non riuscivo a capire cosa mi prendesse, di solito riuscivo ad essere molto più loquace.
Attraversammo un paio di vie, per ritrovarci di fronte ad un complesso di appartamenti moderni, con ampi terrazzi e grandi vetrate.
“Siamo arrivati! Dammi due minuti e ti raggiungo subito!”
Cane e padrone si avviarono su per le scale, scomparendo dopo la prima rampa. Così rimasi solo, schiavo dei miei pensieri. Mi sedetti sul muretto, e mi passai le mani fra i capelli.
Cosa devo fare?
 
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Lo sento, oggi sarà una giornata da dimenticare.
Appena scesi dal letto mi ingarbugliai i piedi su un maglione, e inciampai, cadendo rovinosamente a terra di faccia. Bel modo di cominciare la giornata! Guardai l’ora e mi resi conto di aver dormito anche troppo: erano le 14:15.
Mi alzai imprecando in modo molto colorito, e mi diressi in bagno.
Mentre mi lavavo i denti in silenzio, pensavo alla giornata che mi aspettava: ero da sola a casa, e nessuno dei miei amici era libero, quindi avevo deciso di  recarmi in centro, precisamente in libreria. Ormai era una tappa fissa per me, e ogni volta entravo nella speranza di trovare qualche libro fantasy interessante, compresi quelli delle saghe che già leggevo.
Prima in libreria, e poi dritta a bere qualcosa di caldo!
Finii di vestirmi, e dopo aver chiuso casa, scesi per la lunga scalinata del mio condominio. Trovai la portinaia intenta a leggere la sua solita rivista e con un gesto della testa, la salutai con garbo prima di uscire.
Camminai fino alla zona pedonale del centro, facendo slalom tra i passanti, tutti intenti a sorreggere borse e borsette, presi dallo shopping frenetico.
Intravidi persino Ambra uscire da una famosa boutique, in compagnia della madre, con in mano una quantità improponibile di borse.
Scossi la testa contrariata, e dopo qualche altro passo arrivai alla mia isola del tesoro. La libreria.
Entrai, e cominciai a spulciare tutto quello che mi capitava a tiro, perdendo completamente la cognizione del tempo. Proprio nel momento in cui trovai un libro che cercavo da mesi, incastrato nel fondo di uno scaffale, mi sentii rivolgere la parola, e dallo spavento detti una bella testata allo spigolo del mobile.
“Esther! Ma che combini?”
La voce colpevole del mio infortunio arrivò più nitida alle mie orecchie, facendomi sussultare il cuore. Mi girai massaggiandomi la testa, con un sorriso imbarazzato.
“A-Armin..”
“Certo che ne combini una dietro l’altra!” disse prendendomi in giro “mancava solamente che facessi cadere tutti i libri dello scaffale!”
“Hahaha..Già!”
Io ero ancora accucciata per terra, con il libro in mano, che ridevo nervosamente per tutto quello che diceva. Strano perché di solito, la mia capacità di autocontrollo di fronte a lui è a prova di bomba.
Perché sono così imbarazzata?
“Ehi! Mi stai ascoltando?”
Rimisi a fuoco la realtà, e mi accorsi che Armin mi stava tendendo una mano, e mi guardava con uno sguardo più dolce del solito. Era talmente bello, che mi bloccai lì, a guardarlo, come in trans.
“Terra chiama Esther! Prima che il mio braccio si stacchi, ti decidi ad afferrarmi? Dai che ti aiuto ad alzarti!”
“Eh? Ah si, scusami!” e afferrai la sua mano. Nel farlo fui pervasa da un fremito, e il mio cuore cominciò a galoppare.
Ma che cavolo mi succede? Esther datti una calmata santo cielo!
Mi tirò su senza nessun sforzo, e nel farlo mi sorrise divertito.
“Certo che sei proprio incredibile, hai sempre la testa tra le nuvole!”
Più che tra le nuvole, è satura di te idiota!
“Beh in una libreria, come pensavi di trovarmi?” gli risposi ridendo.
“Ti sei salvata con questa risposta! Dai su andiamo prima che faccia tardi!” disse tutto eccitato.
Lo guardai perplessa.
“Dove dovremmo andare scusa? Non avevamo nessun appuntamento!”
Mi morsi la lingua per aver detto quella parola mal interpretabile. Maledizione!
“Giura!? Ma ho visto che sei da sola, e siccome sono passato di qui per caso e anche io non ho niente da fare, penso sia la soluzione più logica unire le forze e passare il pomeriggio insieme, no?” e incrociò le braccia alzando il sopracciglio sinistro, assumendo l’aria da arrogante. Riuscii a restare seria per circa cinque secondi, poi scoppiai a ridere, troppo divertita dalla sua espressione.
“Che hai dai ridere? Era un ragionamento perfetto!”
“Non ho detto il contrario sapientone!” dissi facendogli una linguaccia “Ma la tua faccia era troppo divertente! Dai su, usciamo di qui…”
Mi diressi verso la cassa, e dopo aver pagato quel libro tanto agognato, raggiunsi Armin, che nel frattempo era uscito dal negozio per aspettarmi di fronte alla vetrina. Prima di varcare la soglia, rallentai involontariamente, per poterlo guardare senza essere vista. Sorrisi in automatico.
Si, sono proprio cotta.
E proprio sul più bello, quando la mi afaccia aveva assunto l’espressione più idiota che potesse fare, Armin si girò e mi vide.
Oddio e adesso che cosa mi invento come scusa?
Lo osservai battere le ciglia dallo stupore, e mi parve quasi di intravedere del rossore sulle sue guance, ma pensai si trattasse della mia fervida immaginazione. Mi riscossi e corsi fuori, incrociando anche le dita dei piedi nella speranza che non mi facesse domande strane. Per fortuna, si limitò a battere il dito sul polso, incitandomi a muovermi.
“Forza! Che qua facciamo buio!”
“Ma Armin sono  appena le quattro del pomeriggio..”
“Appunto! Abbiamo poco tempo, avanti, seguimi!”
Mi prese per mano e cominciò a camminare in mezzo alla folla, con passo veloce.
“Ehi rallenta! Non ho mica le gambe lunghe come le tue!”
Non feci in tempo a finire la frase, che lui si fermò all’improvviso, facendo si che gli andassi addosso sulla schiena.
“Eccoci arrivati!”
E tu mi hai fatto fare questa volata, per fare 5 metri?
“Come già arrivati?”
Armin si spostò, e davanti a miei occhi comparve un locale che non avevo mai visto: una specie di bar-pasticceria, con un’immensa vetrina dove sfoggiavano tutti i tipi di pasticcini e dolci.
“Lo hanno aperto proprio oggi, ed entro le quattro e mezza possiamo consumare quello che vogliamo a metà prezzo. Per questo avevo fretta!” e si mise a ridere grattandosi la nuca.
Se fosse stato il mio ragazzo lo avrei baciato all’istante, da quanta tenerezza mi trasmise.
“Beh allora entriamo no?”
“Dopo di lei Madame…”
Ci sistemammo in un piccolo tavolino lontano dalla vetrina, sotto richiesta di Armin. Approfittammo della promozione, ordinando cioccolata calda e un po’ di pasticcini. Parlammo del più e del meno, mi chiese se il libro che mi aveva consigliato mi era piaciuto e fui contenta di confermare le sue aspettative. Lo avevo a dir poco divorato.  Lieto di avermi ben consigliato,  mi lanciò un’occhiata premurosa, per poi esordire con una frase che non mi sarei mai aspettata di sentire.
“Allora, come procede con la missione Kentin? Riuscirà mai a dichiararsi a mio fratello?”
Sgranai gli occhi, paralizzandomi dallo shock. Come diavolo fa a sapere tutto?
“N-non so di cosa stai parlando Armin..”
“Si che lo sai Esth, e posso anche dirti che non hai niente da temere. Ma, sai com’è, se mio fratello ha le fette di salame sugli occhi, non vuol dire che le abbia anche io. Lo vedo come si guardano e come arrossiscono tra di loro, e non ci vuole un genio. Come ho anche notato che tu stai facendo da psicologa a Kentin per aiutarlo ad accettare i suoi veri sentimenti.”
Ero praticamente a bocca aperta.
“Cavoli, non pensavo di essere così pessima a nascondere le cose..”
“Non sei pessima Esth, sono io che sono troppo bravo a scoprire i segreti!” mi corresse facendomi l’occhiolino.
“Ma Alex non sa niente vero?”
“Non sono un pettegolo, Esth. Sono affari vostri, e non ho intenzione di  mettermi in mezzo. Solo che sono stufo che questa situazione si stia protraendo troppo nel tempo.”
“Sei preoccupato per Alex?”
“No, perché so che andrà tutto bene prima o poi. La mia impazienza è dovuta a qualcosa di più personale…”
“E sarebbe?”
Mi fissò, e mi sentii trapassare da quegli occhi chiari come due pietre di acquamarina. Mi sembrava che il tempo si fosse bloccato, da quanto mi persi a guardare quelle gemme così belle. Finché lui distolse lo sguardo, e afferrando la giacca, dettò le sue condizioni. Io in automatico diventai rossa come un peperone.
“Questo, te lo dico se mi concedi accompagnarti a casa, prima che diventi buio.”
Accompagnarmi a casa?! Oh mamma!!
“V-va bene..” e mi alzai anche io dalla sedia, imbarazzata.
Pagammo, e ci incamminammo verso casa mia. Lungo il cammino, non parlammo molto, io troppo a disagio per aprir bocca.
Arrivammo così al portone del mio condominio. Mi voltai per salutarlo e ringraziarlo, oramai dimentica della promessa che un quarto d’ora prima mi aveva fatto.
“Non dimentichi qualcosa?”
“Come?”
“Non vuoi sapere perché sono stanco di aspettare che Kentin si dichiari a mio fratello?”
“Ah già…”
Rise di gusto, “Hai proprio la testa fra le nuvole!”
“E smettila!” dissi tirandoli un buffetto sul braccio.
Lui però si fece serio, e abbassandosi alla mia altezza, guardandomi dritta negli occhi, disse:
“Sono stufo perché a forza di far la psicologa al nostro cadetto, passi molto meno tempo con il sottoscritto. E come puoi ben capire, la gelosia, è una cosa di famiglia!” e mi sorrise innocentemente, per poi girare i tacchi e dileguarsi dietro l’angolo.
Una folata di vento mosse i miei lunghi capelli. Alcuni mi si appiccicarono alle labbra, ma non ci feci caso. Solo una parola descriveva perfettamente il mio stato d’animo: sconvolta.
Estremamente sconvolta.
Fissai il punto dove pochi istanti prima Armin era scomparso.
Vuoi dirmi che…?






*ANGOLO DELL'AUTORE*
Ecco a voi il nuovo capitolo!
Sono contenta di averlo fatto più lungo rispetto ai precedenti ^_^
Ho appena finito di scriverlo, e senza rileggerlo, lo pubblico di getto. Quindi scusatemi se ci sono errori, nel caso, sono sempre pronta a fare correzzioni.
Spero veremanete che questa fic vi stia piacendo, e mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate:
vi siete innamorate? vi fa proprio schifo? potrebbe essere meglio? 
Acceto tutte le critiche che siano costruttive, so che ho molto da migliorare.
Nel frattempo, vi ringrazio tutte, sia quelle che per bontà mi lasceranno una recensione, sia le lettrici mute, che si limitano a leggere, come spesso faccio anche io ^_^
Siete curiose per il prossimo capitolo? Cosa vi aspettate che accada?
Hihihi, mistero mistero xD

a presto e un bacio a tutte/i!

Lex


 

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Capitolo 5
*** Week-end da batticuore (pt.II) ***


WEEK-END DA BATTICUORE (pt. II)



Appena finii di fare la prima rampa di scale, consapevole di essere ormai invisibile agli occhi di Alexy, cominciai correre, saltando gli scalini a due a due. Arrivai al quarto piano di volata. Per poco non andai a sbattere addosso al vicino, che stava uscendo per la sua solita passeggiata. Mi fissò divertito, e prima che io chiudessi il portone di casa lo sentii biascicare un “Questi giovani…sempre di fretta!”.
La prima cosa che feci fu lasciare Cookie libero, il quale andò verso la cucina da mia madre, che era intenta a preparare i suoi soliti biscotti al cacao.
“Sei già tornato tesoro?”
“Ho solo riportato Cookie mamma, tra poco esco di nuovo, c’è un mio compagno che mi aspetta!”
“Mi raccomando non fare tardi…e sta attento!”
Annuii sonoramente, e prima di tornare al piano terra mi fiondai in bagno. Davanti allo specchio, con i palmi delle mani appoggiati al lavandino, sospirai nervosamente.
In che situazione mi sono cacciato?
Non mi aspettavo di trovare Alex al parco. Io stavo facendo il mio solito allenamento, e quando lo vidi camminare assorto lungo un vialetto in mezzo alle aiuole, il mio corpo si mosse prima che me ne rendessi conto. Lanciai il frisbee nella sua direzione, sapendo che Cookie lo avrebbe preso al volo, obbligando così  quella testa turchina a fermarsi. Il panico si impossessò di me quando lui si girò e si accorse che ero stato io a lanciare il frisbee. Prendendo tutto il coraggio che avevo a disposizione, gli andai incontro, cominciando così la nostra conversazione. Mi stavo abituando addirittura a comportarmi in modo sciolto in sua presenza, fin quando, accucciati entrambi di fronte al mio cane, lui si girò di scatto ritrovandosi a pochi centimetri dal mio naso. Il vuoto che si impossessò del mio stomaco arrivò implacabile, e mi fece sbiancare. Non gli ero mai stato così vicino, e mi accorsi che i suoi occhi violetti avevano dei bellissimi riflessi celesti, come fossero due gemme rare incastonate sul suo viso. Ero rimasto immobile, mentre lui, preso da forte imbarazzo, era arrossito a tal punto da far concorrenza a quella testa di pomodoro di Castiel. Nei secondi successivi in cui piantò il sedere a terra ritornai in me, e mentre era intento a tirar su tutte le possibili scuse immaginabili per giustificarsi, io lo fissavo intenerito dalla sua emotività.
Alexy, sei proprio uno scemo.
Feci quel pensiero mordendomi il labbro, e lì una nuova determinazione nacque in me.
Non posso ancora dirgli la verità, ma almeno posso passare del tempo con lui!
Aprii l’acqua del rubinetto e mi rinfrescai il viso e il torso, poi agguantai in camera una maglia e una felpa pulite, le infilai di corsa e in picchiata corsi giù da lui.
Lo trovai seduto sul muretto, che mi dava le spalle.
“Eccomi! Scusa se ti ho fatto aspettare, ma ne ho approfittato per rinfrescarmi un attimo..”
Lo vidi arrossire leggermente, e passandosi una mano sulla nuca, si alzò.
“Non ti preoccupare! Allora dove andiamo di bello?”
Mi presi il mento tra le dita, e tra un pensiero e l’altro, decisi di portarlo in una specie di locale molto particolare, che avevo trovato per caso. Non distava molto, ci avremmo messo circa 10 minuti di cammino.
“In un posto nuovo, penso ti piacerà! Su andiamo..” dissi sorridendo, e avvolsi il braccio destro intorno al suo collo, appoggiandoglielo sulle spalle, mentre cominciavo a camminare.
Ma che diavolo sto facendo?!
Lo guardai, e mi trovai di fronte ad un Alexy completamente viola, con lo sguardo basso e fisso verso il cemento. Mi staccai all’istante, chiedendomi come cavolo avessi fatto a comportarmi così.
Cristo santo Kentin, così gli fai fare un infarto! Datti una controllata!
“S-scusami…Non mi sono reso conto di quello che stavo facendo…”
“…T-t-tranquillo…n-n-non fa niente Kentin…”
Poverino, teneva i pugni stretti e aveva paura di guardarmi negli occhi, dovevo cancellare quell’imbarazzo maledetto che permeava l’aria, dovevo farlo sentire a suo agio.
“Scusami Alexy, veramente. Non volevo offenderti o metterti in imbarazzo…”
“M-ma no Kentin figurati!” mi interrupe con una risata forzata e guardandomi finalmente in viso, “non hai fatto niente di male…” concluse quasi sussurrando e distogliendo lo sguardo.
“E invece devi scusarmi, perché conosco benissimo i tuoi gusti in fatto di amore, e questo mio gesto se lo avessi fatto verso una ragazza probabilmente avrebbe reagito nello stesso modo. Ma vedi, anche se siete due persone completamente diverse…io con te mi sento bene come quando mi alleno con mio padre. Mi sento sereno e…a casa. Lui ogni volta che raggiungo un nuovo traguardo mi incoraggia, e lo fa passandomi il braccio intorno al collo come io ho appena fatto con te…Quindi sarà che mi ispiri protezione per via della mia deformazione professionale, o per il semplice fatto che con te mi sento a mio agio…per questo mi sono comportato così…Scusami” e gli feci uno dei sorrisi più sinceri che potessi fargli, e inconsciamente cercai di trasmettergli tutto l’amore che provavo nei suoi confronti.
Lui era lì che nel frattempo si era ammutolito nell’ascoltare il mio monologo. Mi guardava fisso, come se fosse spaesato da tutto ciò che avevo detto. Poi chiuse gli occhi, e sorrise. Sorrise davvero, non era imbarazzato, non era impaurito, non era amareggiato. Era felice.
“Grazie Kentin….”
Si voltò e cominciò a camminare.
“Ehi dove vai?” gli chiesi, pensando che volesse andarsene.
“Come dove vado? Non è questa la direzione giusta per il posto dove vuoi portarmi?” disse girandosi indietro a guardami con occhi furbi, “Prima che faccia notte meglio andare no?” e si lasciò ad una sonora risata.
Ecco il mio Alexy.
“Arrivo, arrivo!” e mettendomi le mani in tasca e con il cuore più leggero cominciai ad andargli dietro, mentre lui camminava come faceva sempre, saltellando e roteando su sé stesso quando vedeva qualcosa di bello, sprizzando esuberanza da tutti i pori, e fermandosi ogni tanto per aspettarmi oltre che per domandarmi  da che parte andare.
Non ci mettemmo molto ad arrivare a destinazione, dove appena entrati Alex si lasciò sfuggire un “Oooooh ma che figata!” a voce un po’ troppo alta, facendo ridere i due baristi e i due camerieri.
Adoravo il suo essere così spontaneo, tanto da renderlo simile più ad un bambino che ad un adolescente, ma sapevo benissimo che dietro a quella spontaneità si nascondeva una profonda maturità di sentimenti. Dopotutto, il fatto di aver esternato al mondo di essere gay qualche anno prima, non gli aveva reso la vita facile, purtroppo.
L’omofobia è sempre dietro l’angolo per renderti la vita difficile, per questo…io…ho paura.
La sua voce mi fece tornare alla realtà, insieme al fatto che mi aveva preso per un braccio per portarmi a sedere al nostro tavolo.
“Insomma, hai sempre la testa per aria, mi tocca farti da badante!”
Mi lasciai condurre da lui, beandomi di quel leggero contatto tra noi. Ci sedemmo entrambi dal lato della panca attaccata al muro, solo perché era foderata con un cuscino veramente comodo.
Ordinammo due aperitivi, e ci lasciammo andare alle chiacchiere, come se niente fosse, come se non ci fosse nient’altro oltre a me e lui. Più lo guardavo più ero felice.
Stavamo ridendo talmente tanto, che grazie all’atmosfera così leggera Alexy si lasciò andare, forse grazie anche all’aperitivo leggermente alcolico. Iniziò a punzecchiarmi, chiedendomi quale fosse il mio tipo ideale di ragazza, se avessi già avuto storie importanti, che nel caso non avessi trovato nessuna, lui si sarebbe offerto volentieri per consolarmi.
Presi tutto alla leggera, facendo finta di niente, e risposi alle sue domande, nel modo più sincero che potevo permettermi. Rimase sorpreso quando gli spiegai come sarebbe dovuta essere caratterialmente la mia “ragazza” ideale, dal momento che si aspettava ben altri gusti.
“Che strano, ed io che ero convinto che ti piacessero le ragazze come Esther! Pensa che fino a poco tempo fa ero anche geloso di voi due, sempre insieme durante l’intervallo tra una lezione e l’altra…” disse prendendosi il mento tra le mani e guardando il soffitto con aria pensierosa “poi Esther mi ha dissipato tutti i dubbi, dicendomi che ha una cotta per Armin…”
Per poco non mi andò di traverso ciò che avevo appena bevuto. Quasi mi soffocai, e Alexy rimase sorpreso dalla mia reazione, che rimase a fissarmi battendo le ciglia in modo molto vistoso.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“Cosa? No, no” dissi tossendo per riprendermi “solo che non sapevo che Esther avesse una cotta per tuo fratello…” conclusi grattandomi un tempia con imbarazzo.
“Oh porca troia! Pensavo che  fossi al corrente...Mi chiedo perché non te l’abbia detto, sembrate così in confidenza…”
“Aaahah beeeh non lo so,  forse voleva aspettare a renderlo ufficiale e si è confidata con te perché sei suo fratello...”
“Cavoli avevo promesso di non dire niente a nessuno! E adesso come faccio?” esclamò Alex mettendosi le mani in volto.
“Tranquillo terrò io la bocca chiusa per entrambi!” lo tranquillizzai ridendo un po’ sotto i baffi.
“Non prendermi in giro! Potrebbe succedere anche a te di confidarti con qualcuno e lasciarti sfuggire cose che non dovresti dire!” mi rimproverò mettendo il broncio e incrociando le braccia davanti al petto.
“E va bene facciamo così allora…” dissi assumendo un’aria spavalda, mi avvicinai di più a lui e fissai i miei occhi nei suoi, “per tranquillizzarti, ti svelerò anche io una confidenza che mi ha fatto una persona che conosciamo bene entrambi, soprattutto tu…” e sorridendo aspettai la conferma da parte sua.
“Così non vale! Lo sai che sono troppo curioso! Mmmmm…..e va bene! L’importante è che non dici niente a Esth di quello che ti ho detto!” mi pregò unendo le mani neanche fosse in chiesa.
Ma quanto è carino!
“Te lo prometto Alex. Ora veniamo al dunque…vediamo come posso dirtelo…”
“Dai non tenermi sulle spine!”
“Hahaha sei incredibile! Allora, il punto è che…”
“KENTIN!”
“Hahahahaha! Ora te lo dico Alex, ora te lo dico…dovresti vedere la tua faccia! Hahaha…”mi fermai per asciugarmi le lacrime agli angoli degli occhi per colpa delle risate “in poche parole Armin è innamorato di Esther!”
Dopo aver sganciato la bomba mi assaporai ogni singolo istante in cui Alexy si rese conto di quello che avevo detto. Prima batté le ciglia come se non avesse capito, poi spalancò gli occhi come non gli avevo mai visto fare, le sue spalle si alzarono in contemporanea alla mascella che scendeva.
“…M-mi stai prendendo in giro per caso?”
“E come potrei Alex?” dissi sorridendo affettuosamente.
“Ma…Ma…Oh ma porca puttana! Io Armin lo ammazzo! E, e, e anche Esther! Tu mi stai dicendo che quei due si  piacciono? Oh ma che cazzo! E magari nessuno sa dell’altro vero?!”
“Eh, immagino di si…”
“OH CRISTO SANTO! Non ci posso credere, non ci posso credere…”
Ecco, l’ho mandato in crisi.            
Alexy teneva le mani a preghiera davanti alla bocca e guardava per aria, continuando a mormorare frasi senza senso, con ogni tanto un “non ci posso credere” di qua e un “io li ammazzo” di là.
“A-Alex…”
“Ho trovato!”
“Cosa??”
“Un modo! Kentin, da ora in poi faremo squadra!” disse facendo il gesto della forza toccandosi il bicipite, con gli occhi che scintillavano come fuochi d’artificio, “Ovviamente li terremo all’oscuro, ma noi li aiuteremo!”
“Li aiuteremo?” ripetei perplesso.
“Ma si! Fungeremo dai ingranaggi per velocizzare i tempi tra loro, così non dovranno aspettarsi in eterno! Non è idea geniale?” e nel dirlo avvicinò così tanto il suo viso al mio che i nostri nasi si sfiorarono.
Oddio non ce la faccio una seconda volta!
Sentii il suo fiato sulle labbra, e percepii distintamente il suo profumo, un misto tra vaniglia e verbena.
Mi sentii avvampare a differenza di qualche ora prima, e mi immobilizzai.
Alexy non si rese subito conto della situazione, dal momento che rimase a guardarmi dubbioso nella stessa posizione.
Poi, con due battiti di ciglia sbiancò, e fece un salto indietro, iniziando a farneticare frasi sconnesse: “Oh cristo un’altra volta!”… “Ma non è possibile!”... “Che vergogna!”
Lo interruppi subito, dopo aver fatto un bel respiro, e lo tranquillizzai.
Caspita, non sto facendo altro oggi!
Passato il terzo momento super imbarazzante della giornata, finimmo di bere i nostri aperitivi, pagammo e ci dirigemmo verso casa.
Nel tragitto parlammo spensierati, e quando arrivammo davanti al cancello di casa mia, Alex tirò di nuovo fuori il discorso di Armin ed Esther.
“Prima di salutarci, facciamo un patto!”
“Un patto?”
“Si! Consiste del giurare fedeltà al compagno d’armi, per poter raggiungere l’obbiettivo: far si che Esth e mio fratello diventino una coppia!”
Risi di gusto per come rendeva semplice ogni cosa.
“D’accordo, affare fatto! D’ora in poi daremo inizio alla missione, e la chiameremo Metti Insieme Quei Due!” e gli porsi la mano, in attesa della stretta che avrebbe sancito il tutto. Lui l’afferrò con entusiasmo.
“Sai adesso capisco perché anche Armin osservava te ed Esther quando passavate la ricreazione insieme…”
“Non pensavo di dare così nell’occhio…”
“Ma no, non è colpa vostra…è solamente che la gelosia, è una cosa di famiglia!” affermò imbarazzato, “Ci vediamo lunedì!” e riprese la via del ritorno.
Lo guardai scomparire per le vie della città.
Quella frase la sto sentendo un po’ troppo ultimamente.





***Angolo dell'autore
Salve a tutte!^^
Come avrete visto questa volta c'è solamente un punto di vista, perdonatemi se vi aspettavate il solito, ma purtroppo non ho moltissimo tempo a causa del lavoro. Ho quindi preferito pubblicare solamente questo pezzo, almeno per togliervi la curiosità di sapere cosa sarebbe succeso tra la nostra coppia yaoi preferita! (e poi non ditemi che non sono buona xD)
Comunque, spero vi sia piaciuto questo capitolo e, spero altrettanto di riuscire a scrivere il prima possibile il seguito. Anche perchè sarebbe ora di far parlare tra loro i gemelli cosa dite??xD
Come sempre, scusate se ci sono errori ecc, non imparerò mai T-T
Alla prossima, e GRAZIE DI CUORE a chi continua a seguire questa storiella che campa un po' così così. 
Se volete dirmi che ne pensate ve ne sarei super grata, ma non sentitevi in obbligo ^^

Un bacione a tutte!

Lex

 

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