caduceo

di hikari_kudo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** \\ ***
Capitolo 2: *** l'esame ***
Capitolo 3: *** il marocchino sospetto ***
Capitolo 4: *** Riol ***
Capitolo 5: *** L'arrivo ***
Capitolo 6: *** rassembool ***
Capitolo 7: *** rapimento ***
Capitolo 8: *** ricordi ***
Capitolo 9: *** giornata tranquilla? ***
Capitolo 10: *** chiarimenti ***
Capitolo 11: *** prima e dopo ***
Capitolo 12: *** Preludio ***
Capitolo 13: *** vecchie conoscenze ***
Capitolo 14: *** camminando nell'ombra ***



Capitolo 1
*** \\ ***


Documento senza titolo

Respiro affannato, fitte al petto. Nervoso che cresce, e di nuovo le solite fitte. Conosceva fin troppo bene quella sensazione : noia . una sensazione che l’attaccava durante le beneamate vacanze , una cosa che non sopportava. Durante la giornata, tutto bene, usciva, si divertiva, ma arrivata la notte imperversava la noia, totale a atroce. . Cosa fare per impiegare il tempo? Non lo sapeva , forse dormire, cosa che farebbe una sana ragazza alle 0:16 di notte , ma …. Morfeo proprio non si voleva far sentire.  La luce del pc le illuminava la faccia con la schermata sempre aperta su ‘ google ‘ da circa venti minuti. Pensava a cosa fare, cosa inventarsi. In quel momento udì uno scricchiolio, la porta si aprì e entrò veloce kudo, il cugino, col quale divideva  la camera.
Per le vacanze, aveva deciso di andare a trovare alcuni parenti, appunto,la famiglia di suo cugino . aveva bisogno di evadere da una asfissiante routine. Naturalmente, la noia imperversa ogni volta che sono era vacanza. Per passare il tempo ha fatto di tutto : aperto un sito web, letto più o meno tutto quello che c’era in mercato, studiato vari tipi di arti marziali …. Addirittura si era messa a studiare l’alchimia , capite, l’alchimia! Ma a che diamine serve? Forse avrà  letto troppo fullmetal alchemist ù.ù
Kudo, con la faccia annoiata, si coricò e iniziò a leggere. Una cosa che aveva in comune con la cugina : odiava non far niente, odiava la noia. 
Hikari non c’è la faceva più. Decise di alzarsi .
- vado a bere – disse
Il cugino la guardò e anuii.
Alzatasi notò una cosa strana, che probabilmente non avrebbe mai notato se non fosse stato per la noia . sotto la scrivania, in un angolo a destra, c’era una strana trave di parquet, usurata, non nuova e lucente come le altre, sopra c’era inciso uno strano simbolo che riconobbe immediatamente : il caduceo.
Ignorò la sete e si mise a gattoni sotto la scrivania.
- kudo- kun!- chiamò il cugino
- si? – disse posando il suo sguardo su di lei
- passami una torci- le chiese
Stranamente, non fece troppe storie e si alzò senza lamentarsi. la raggiunse sotto la scrivania, anche lui a gattoni, mettendosi a fare luce – che c’è?- chiese
La ragazza indicò la tavola – wow!- si limitò a dire.
La ragazza iniziò a tastare la tavola, e notò che era facilmente estraibile. Fece leva e tolse il pezzo di parquet senza troppa fatica. Dal buco formatosi uscì una violenta luce rossa.
Kudo guardò la cugina meravigliato, lei invece guardava dritta la luce,con un’espressione soddisfatta. Lei era una persona che si buttava a capofitto nelle cose, lui , invece, pensava prima di fare emerite scemenze come solito di sua cugina.
- chissà cosa c’è sotto- disse lei-
- le fondamenta, no ? – disse ironico kudo
- e la luce da dove viene?- ribatté
- si sarà rotta una lampadina- suppose
- se se , sotto terra?-  rispose

- non so che dirti …. Ma non fare un altro casino alla hikari – disse
- chissà cosa succede se ….- infilò la mano dentro, non c’era fondo. Fù accecata da una luce …. E poi …. Buio…. Buio totale.

Rivenne in un ambiente strano, di cui non teneva memoria. Suppose dall’ambiente bianco e dal forte odore di disinfettante di trovarsi in un ospedale. si misi seduta, e si guardò attorno. nel letto affianco giaceva kudo, ancora addormentato, nel comodino alla destra del suo letto c’era un foglio su cui scritto ‘dimissioni’ . non fece neanche in  tempo a chiamare un’infermiera per chiedere informazioni che dalla porta entrò un uomo.
Aveva i capelli neri e gli occhi scuri. Portava una divisa blu e aveva un forte odore di fumo. Non capii, ma le sembrò di averlo già visto…. Anche se non ricordava dove.
- buongiorno mia bella signorina, lieto di vedere che sta bene. Sono roy mustang, colonnello di central city –
Bastò quella frase per farle raggelare il sangue … non ci poteva credere. Mustang?central city? Capì  dove aveva già visto quel volto.’ oddio, dove sono?’ pensò
- l’abbiamo trovata stesa a terra , con affianco quel ragazzo li …. – disse mustang indicando kudo - ….. di fronte al quartiere generale di central city. Mi vuole gentilmente dire il suo nome? Provvederò io a contattare la vostra famiglia …. O se preferisce può dirmi il suo luogo di provenienza-
- piacere colonnello, sono Hikari ….. – disse sorridendo . ‘oddio e ora? Cosa cavolo dico? Come si può spiegare a una persona che vieni da un’altra dimensione?’ era in preda al panico, ma cercava di mantenere il sorriso.
- lieto Hikari. Mi dica, che ci faceva una bella ragazza come lei di fronte al quartiere generale?-
‘Oddio e adesso che mi invento? Racconto tutto? No mi prenderebbe per pazza’  – ero qui per l’esame di alchimista di stato …. –mentì  palesemente lei
- bene, l’esaminerò io personalmente domani allora? Mi dica, è di central city –
- non proprio …. –
- bene, allora in che albergo alloggiava?-
- emm…. Nessuno veramente …..-
la fissò sorpreso . – avete un posto dove stare? –
- no …. – disse timidamente
- bene allora alloggerà nel’albergo militare – decise mustang
In quel momento kudo si svegliò. Sgranò gli occhi con un espressione al dir poco sconcertata. Si vedeva che aveva immediatamente riconosciuto mustang. Stava per urlare, ma hikari lo bloccò, saltando rapidamente affianco al suo letto e tappandoli la bocca sotto gli occhi increduli del colonnello dopo la sua strana acrobazia . un ghigno gli si stampò in faccia. Sembra che avesse appena trovato il suo nuovo giocattolo – acciaio avrà una seria concorrenza, anche vista l’età della ragazza …. –mugugnò tra se.
- vi aspetto domani, alle nove nel mio ufficio. – detto questo uscì dalla stanza.
Tolse la mano dalla bocca di kudo , che poté finalmente respirare. Indietreggiò. Lui stava ancora riprendendo fiato , ma era arrabbiato , incavolato nero.
Appena la sua faccia riprese colorito, la guardò sadico – hikariiiiiiiiiiii …… - sibilò – cha casino hai combinato stavolta?!!!!!!!! Sto sognando vero???? Non può essere vero?! Insomma, fullmetal alchemist, quello era mustang, non con un pazzo cospleyer !!!!- si mise la mani in testa – hika-chan, dammi un pugno –
- cosa? – lo guardò sconcertata – sei masochista forse?-
- bhè, sono emo … ma …. È per sapere se sogno ……- continuò lui
- va bene, ma non arrabbiarti- si avvicinò e , al posto del pugno, li diede una botta in testa
- ahio!- gridò lui –no, no è un sogno – poi rivolse  uno sguardo sadico alla cugina– spiegami un po’ che è sucesso-
- non lo so nemmeno io, sai, il caduceo, la trave,mustang …. Ah, poi domani dobbiamo fare l’esame per diventare alchimisti di stato…. Hehehe- disse innocentemente portandosi una mano dietro la testa.
Kudo ora teneva in mano un kalasnicov e lo puntava  verso di lei. Dio solo sa dove l’ha trovato.
- ESAME PER ALCHMISTI DI STATO?????? MA NON C’ERA UNA SCUSA MIGLIOREEEEEEEE????- urlò
- emm… al momento ero shockata, non mi è venuto altro in mente ….. e poi mustang mi stava facendo il terzo grado e io……..- disse con voce tremante
- HIKARI, SAI CHE COSA HAI FATTO? NOI NON SAPIAMO UN H DI ALCHIMIA!!! SAI CHE FIGURA CI FACCIAMO???????!!!!!!!!!!!!-
- emm, io un po’ l’ho studiata ….. –
- TU NON IO! –
- bhè, kudo-kun, prendi in considerazione che siamo in un mondo sconosciuto, non abbiamo una lira e non sappiamo come tornare a casa, i soldi che danno agli alchimisti di stato ci potrebbero tornare utili….. magari potremmo capire come tornare a casa…..-
- uff…. da questo punto di vista hai ragione, ma ora dovremmo andare in libreria ….-
- libreria?- chiese
- almeno un po’ di teoria dobbiamo studiarcela se vogliamo sostenere l’esame!- disse
- si, hai ragione – affermò hikari
Usciti dal’ospedale , trovarono, un po’ perdendosi un po’ chiedendo informazioni, la libreria. Questa era gigantesca, ricolma di libri. Si avvicinarono alla reception echiesero tutti i libri contenenti le basi dell’alchimia e informazioni su mondi paralleli. Rimasero a sorridere come dei dementi mentre  La bibliotecaria li squadrava. Poi si girò e disse – sheska, puoi aiutare tu questi ragazzi?-
Da dietro uno scaffale uscii una ragazza coi capelli marroni, un bel sorriso e gli occhiali. Spingeva un carrellino pieno di libri – ecco, questo è circa un quarto di quello che abbiamo- disse sorridente.
Diamine! Saranno stati cinquecento libri. hikari e kudo ci scambiarono un’occhiata disperata. – volete che vi porti anche gli altri?- disse sheska
- no, no !- dissero all’unisono.
Si sistemarono in un grande tavolo al centro della struttura, uno davanti all’altro con in mano ognuno un libro diverso.
”che casino!” pensò kudo “ tutta colpa di hikari, che non pensa prima di agire! E poi ,qui, non ho il mio orsetto e le mie lamette….nooooo!!!!! in più devo studiare tutta sta’roba!!! L’ammazzo, prima o poi l’ammazzo”  Kudo stringeva con rabbia il libro, la sua espressione non prometteva nulla di buono.  Hikari , invece, manteneva la faccia da poker, leggendo, come in trans, il libro ‘ altri mondi e pietre filosofali’ . che razza di titolo!
La serata la passarono li , tra minacce di morte, continui rimproveri dalla bibliotecaria e libri impolverati. Alle nove spaccate, sheska gli si avvicino dicendogli che la libreria stava chiudendo. Mezzo morti di sonno , i due uscirono dalla struttura. Dopo aver nuovamente importunato vari passanti, riuscirono ad arrivare ( un ora dopo ; senso dell’orientamento : 0 ) in albergo.
- stanza 303 – disse hikari
- bene – rispose assonnato . con un veloce scatto le rubò le chiavi di mano e si mise a correre
- aspettami !- gli urlai rincorrendolo.
Ovviamente, cosa che da hikari c’era da aspettarsi il 150% delle volte, non guardò dove metteva i piedi e inciampò su qualcosa, o meglio qualcuno.
- hai hai hai – disse alzandosi
- hey! Tu! Ma non guardi dove metti i piedi!!!- una voce maschile urlava verso di lei.
Hikari cercò kudo con lo sguardo ,e lo vide a qualche metro da lei, pietrificato, con gli occhi sgranati. Poi lei guardò chi aveva urtato : soprabito rosso ( forse rubato a dante ) capelli biondi e occhi ambrati.
“OH CAVOLO!”pensò.
Una minuscola figura, somigliante un fagiolo azuki la guardava minacciosa. “ di male in peggio, ho appena urtato Edward elric, e non penso me la farà passare liscia tanto facilmente”
“ ma che cavolo combina!!!!!!!!!!!!!!!!! Oggi una peggio dell’altra! Maledizione, dove ho messo il kalasnicov? Conoscendo hikari e avendo letto sul carattere di Edward, non penso che la cosa si risolva senza una rissa!!!!!!!!!! Maledizioneeeee! Ma perché sempre a me?! Percheeeeeee???!!!!” pensò kudo afferrando una lametta , che , non si sa come, si trovava affianco a lui , e iniziò a tagliarsi lasciando Hikari al suo destino


Fine 1 capitolo

 

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Capitolo 2
*** l'esame ***


Documento senza titolo

- hey , spilungona, attenta a dove metti i piedi!!!- sbraitava Edward Elric.
“ oh no! Ti prego non rispondere a tono hikari! Ti prego non rispondere, non rispondere!” pregava kudo. Insultare la cugina era la cosa peggiore che si potesse fare, l’aveva imparato a sue spese.  La cugina era sempre stata molto alta per la sua età. Alle elementari è sempre stata più alta del ragazzo più alto. Posizionavano i bambini in ordine d’altezza e lei era sempre ultima. Entrata alle medie , nonostatante continuasse a crescere, non era la sola altissima, infatti c’erano altre persone alte come lei. Invece , kudo, non era mai stato un gigante, ne cresceva a vista d’occhio come la cugina , ma i ragazzi si alzano dopo, no? O meglio, così sperava, non voleva rimanere 1,50 a vita! Da questo punto di vista, leggendo fullmetal alchemist , aveva sempre capito ED.
- scusa, è che sei così PICCOLO che non ti avevo visto – disse in tono di sfida, enfatizzando la parola piccolo
-Come cavolo osi?!?!? Solo perchè sei una ragazza non ti risparmierò l'ira dei fratelli Erlic!!!!!!!!!!-  disse sbraitando e agitando i pugni
- cos’è , fagiolino, vuoi fare a botte ?! – disse hikari mettendosi in posizione di difesa.
“ mi arrendo! CAVOLI suoi se la fa a pezzi! Io voglio solo tagliarmi e magari tornare a casa!” pensò kudo. Non osava mettersi in mezzo. Conosceva l’indole violenta della cugina, e di certo non voleva finire fatto a pezzi da quei due.
-Fratellone calmati non l'ha fatto apposta!!!- disse alphonse elric cercando di fermare il fratello, ma…. Troppo tardi, Edward aveva già trasmutato l’auto-mail e sferrava colpi alla ragazza, mentre lei, non si sa come, li schivava agilmente. “per una volta, le lezioni di arti marziali mi sono state utili” pensò lei “ ma se non trovo una spada o qualcosa di ugualmente acuminato, finisco in ospedale! Cavolo se è veloce!”
“ ecco, lo sapevo! Meno male che faccio tae-kwon-do perché mi toccherà bloccarla o …. Potrei lasciarla al suo destino, dopotutto è colpa sua se siamo nei casini!” kudo, mentre distruggeva il suo orsacchiotto , che , non si sa come era li, valutava le opzioni : farla uccidere li o vendicarsi di persona col kalashnikov.
Intanto lei continuava a schivare, non si accorse di niente, non capì come o quando e tantomeno il perché, ma d’istinto battè  le mani, e trasmutò un pezzo di legno li vicino in una spada di metallo  ( si può fare?????? ) e iniziò a fronteggiare Edward. Kudo , che aveva visto cosa aveva fatto la cugina, si butto tra i due, batté consapevolmente le mani e trasmutò un muro tra i due – BASTAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!- urlò kudo  - sono stanco! Oggi sono capitate tante cose, abbiamo passato la giornata a scerverllarci in biblioteca e ora ho sonno! Tutto questo per colpa tua Hikari! Quindi smettila e vieni in camera!!!!!-  detto questo kudo fece sparire il muro. I due sfidanti sbuffarono e , senza neanche salutarsi o dire qualcos’altro dissero all’unisono ai rispettivi patrner –andiamocene che è meglio!- 
Hikari prese le chiavi a kudo e andò in stanza, lui si accingeva a raggiungerla, ma venne fermato da  dall’erlic più giovane – grazie di aver fermato il fratello, alle lunghe avrebbe demolito tutto!- in quel momento, Edward si fermò , come illuminato, si rivide tutto lo scontro con la strana ragazza, forse prima era troppo incavolato, o semplicemente era preso dallo scontro, ma quella ragazza, quel ragazzo, avevano trasmutato senza cerchio.
- bhè, di niente! Sapete, mia cugina è ….. diciamo ….. agressiva…. Per non dire pazza scatenata!-
I due stavano allegramente chiacchierando , parlavano di alchimia, di gatti, kudo li chiese se amava bucarsi come lui, ma improvvisamente arrivò Edward e afferrò per il colletto kudo – che avete combinato?!- urlò
- cosa?!- chiese kudo  sorpreso
- al, questi due, trasmutano senza cerchio! Questo significa …..- spezzò la frase a metà
- si, hanno visto la ‘ verità ’!- continuò alphonse
- ‘ verità ’? che cosa? A quella porta con cose strane? No, non l’abbiamo vista , ma se l’avvistiamo ve lo faccio sapere- disse kudo cercando di scappare, ma venne prontamente bloccato da alphonse
- ora tu ci racconti tutto – disse minaccioso Ed indicando una stanza, che probabilmente doveva essere la loro.  Kudo cercò in tutti i modi di depistarli, di farli credere che avevano visto male, li ofrì pure una bambola woodo, ma niente. Alla fine, col la forza, fu costretto ad entrare e raccontarli tutto.
Entrato, lo fecero accomodare in una sedia e li puntarono  addosso una lampada .
- bene, dicci – lo istimò Edward
- emm, ecco da dove comincio??- disse deglutendo kudo – ecco, era una bellissima nottata, leggevo , mia cugina……- venne interrotto
-faciamola breve! Avete eseguito una trasmutazione umana?!?!?!?- disse Edward
- fratellone, non impaurire questo ragazzo, senò inizia a tagliarsi le vene…. Oh no, ha già iniziato, noooooo sta allagando la stanza, ora mi toccherà pulireeee ……-
Kudo impallidì. “cosa faccio, glielo dico? O invento un’emerita bugia?? Nono ,mi dicono sempre che non sono buono a raccontare balle , so che Hikari si infurierà , ma, tengo alla vita”
- non abbiamo effettuato nessuna trasmutazione umana, non siamo pazzi come voi, veniamo semplicemente…… da un altro mondo –
- che?!- dissero in coro i fratelli
- è vero! Giuro! Non so come riusciamo a trasmutare senza cerchio, neanche come faremo a tornare a casa, ma …..-
Kudo iniziò a raccontargli tutta la storia, sotto i loro occhi increduli. Alla fine, in un modo o nell’altro riuscì a tornare in stanza dalla cugina, che, per fortuna dormiva.
Al mattino, Hikari sembrava aver lasciato correre l’incidente della sera precedente, o forse semplicemente era troppo occupata a ripassare. Lei aveva il terrore degli esami e delle interrogazioni, quindi si era alzata presto per ripassate tutto. Kudo invece era tranquillo, infatti la notte precedente aveva trasmutato un pc ed era entrato nel database dell’esercito, procurandosi tutte le risposte del test scritto.
Alle nove precise erano nell’ufficio del colonnello mustang, Hikari sudava freddo , kudo aveva un’espressione tranquilla. Mustang passò ad entrambi un fascicolo di circa venti fogli, e illustrò ai due le fasi dell’esame
- bene, prima di tutto dovete passare il test scritto, di cinquecento domande, poi dovrete farci vedere di cosa siete capaci con la pratica- detto questo, li fece iniziare il test. Tre ore dopo i due avevano finito. Kudo , misteriosamente, era passato senza errori, Hikari aveva sbagliato quattro domande.
Al test pratico, invece, passarono entrambi col massimo dei punti. Forse perché erano molto giovani, o forse perché avevano trasmutato senza cerchio alchemico, ma fatto sta che , sotto gli occhi increduli del comitato d’esame, ai due venne dato l’orologio d’argento.
- congratulazioni- disse mustang – siete ufficialmente dei cani dell’esercito!- e continuò con - Ora potete andarvene fieri di voi!!!- e li fece cenno di uscire.

Usciti dal quartiere generale, aprirono la busta datali con l’orologio
- alchimista Emo? CHE RAZZA DI NOME E’?!- disse kudo
- meglio di “alchimista lucente” ! insomma, mi chiamo Hikari, ma non sono un’illuminata … comunque, ora che si fa?- disse Hikari
- bhe, dovremmo pagare l’albergo …. –
- no, a quello ci ha pensato mustang …. Anche se non ho capito il motivo … -
- meglio così ! ora ci conviene andare al mercato, ci servono abiti di ricambio e viveri – rispose
- ok, poi … DA DOVE INIZIAMO A CERCARE LA PIETRA?-
- potremmo seguire i fratelli elric – propose kudo
- MI RIFIUTO CATEGORICAMENTE DI VIAGGIARE CON LA SCATOLETTA DI TONNO E IL FAGIOLO AZUKI ! – gli urlò.
- …………………. Iniziamo da riol, ok? –
- ok – disse svogliatamente

Seguendo i cartelli, i due arrivarono al mercato di central city, nella zona commerciale della città. Il mercato era immenso, colorato e affollato. Vendevano ogni tipo di prodotto: cibo, bevande, abbigliamento,accessori, e addirittura componendi alchemici.  I due, prima di tutto, acquistarono dei pratici zainetti da viaggio, poi vari viveri e acqua. Mentre si dirigevano verso il negozio di vestiti, i due notarono un uomo nero, con degli occhiali da sole e una grossa cicatrice a x nella fronte.
- tu vù cumprà?- disse questo rivolgensosi a kudo
- no, grazie, non ci serve niente- rispose cordialmente
- dai, questo venire 5 euri –
- davvero non ci serve niente-  disse Hikari.
I due si allontanarono velocemente, e si diressero verso il negozio di abbigliamento.


………………………………………………………………………………………………………TO BE CONTINUED…………………………

 

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Capitolo 3
*** il marocchino sospetto ***


Documento senza titolo

- bene, direi che con questo abbiamo finito!- esclamò soddisfatto Kudo

- bene, ora andiamo alla stazione!- disse Hikari dando una pacca sulla spalla a Kudo - da che parte?- continuò

- di li!- disse kudo indicando un cartello su cui scritto " central station" - sempre dritti! ma no, secondo me se prendiamo una strada secondaria faciamo prima!-

- e che ne sai tu?!- rispose hikari

-bhè. è sempre così-

- vu!- disse una strana voce maschile . era il marocchino di prima

- le ho già detto che non ci serve niente - rispose cordiale kudo

- vù alchimisti di stato?- chiese l'uomo

- si! lo siamo diventati proprio oggi!- disse felice hikari mostrando con orgoglio l'orologio all'estraneo

- vù andare stazione?- chiese l'uomo

- si - rispose kudo

- io indicare scorciatoia! seguire me!- disse lo sconosciuto

- ah, grazie che gentile- disse kudo. i due seguirono l'uomo in una serie di viuzze secondarie, fino ad arrivare ad un vicolo ceco

- ma questo è un vicolo ceco! - esclamò Hikari

- già - disse l'uomo minaccioso

- eh?- disse kudo

- io sono scar, e vi ucciderò in nome del dio ishibar!-

detto questo, l'uomo si lanciò all'attacco. cercò di sferrare un pugno a mano aperta contro hikari, ma questa lo schivò. il colpo, andato a vuoto, colpì il muso. si sviluppò una reazione alchemica , e il muro si sbricciolò in tanti piccoli pezzetti.

- Hikari ..... - disse kudo

- si .... -rispose lei

- sai cosa fare? -

- umm umm - disse

- SCAPPA ! - dissero i due all'unisono correndo. ma l'uomo non demorse, al contrario iniziò a rincorrerli. i due ripercorsero la strada fatta poco prima con scar, ma central city era peggio di un labirinto. girarono a destra, poi a sinistra e nuovamente a destra, per ritrovarsi di fonte all'ennesimo vicolo ceco. i due, alla vista del muro non indietreggiarono, ma , con un veloce scatto, tornarono indietro ma vennerò bloccati dall'arrivo di scar.

- che si fa ora? - chiese Hikari

- bhè, quello che facciamo tutte le sere Hikari-

- cosa, kudo?-

- facciamo a botte!-

Kudo si lanciò verso l'uomo, lanciandoli un calcio a 360° colpendolo in piena faccia. poi schizzò al lato destro dell'avversario le li tirò un altro calcio. scar, aveva un'espressione infuriata, che mise paura pure a Hikari. cercò di asestare un altro-colpo trasmutazione a kudo, ma lui riuscì abilmente a schivarlo. " è lento, e le sue mosse sono prevedibili" pensò kudo . l'uomo di ishbar era offuscato dall'odio ,e dal rancore. i suoi intensi occhi rossi, erano tinti di sangue, e seguivano attentamente tutte le mosse del piccolo e veloce alchimista. all'inizio era stato preso allo sbaraglio, ma poi aveva capito lo stile di combattimento del ragazzo. Hikari , assisteva alla scena, paralizzata. come l'uomo poggiava la mano, distruggeva. "se non erro, scar , nel manga, fermava la trasmutazione alla seconda fase. se mi prende , sono finito" pensava kudo schivando in tutti i modi possibili i colpi di scar . batteè le mani, le poggiò sul freddo asfalto e , velocemente, trasmutò un lancia, come aveva visto fare a ed in vari capitoli. quella non durò poi molto, ma li fece aquistare tempo per ideare un strategia . "dannazzione! perchè hikari sta li ferma?" pensava , poi, d'un tratto, li venne un'illuminazione : e se anche lui avesse fermato la trasmutazione alla seconda fase? certo, questa idea non era venuta solo a lui, diciamo che più che una sua idea era un ricordo , ma..... batte le mani e le posò sopra il braccio tatuato di scar. fece in modo di non danneggiarlo gravemente, solo il minimo per poter scappare via. posate le mai, iniziò a uscire fluente del sangue dalla bocca dell'uomo , che s'accasciò a terra urlando dal dolore.

- forza hikari!- disse porgendo la mano alla cugina , che, ancora sotto shock, si rimise in piedi , ed, entrambi, iniziarono a correre, come se quello fosse il loro unico scopo nella vita.

dopo un vario fuggi fuggi riuscirono a tornare al mercato e a mescolarsi tra la folla.

- prendiamo la via principale ? - disse Hikari continuando a correre

- direi di si - rispose affanosamente kudo .

Arrivati alla piazza principale, i due si accorsero di non avere più alle spalle scar, e si fermarono a riprendere fiato.

- certo .... che ..... c'è n'è gente strana ...... - disse Kudo

- già ... -rispose affannando Hikari - ma, secondo te a che punto della storia di fma siamo?-chiese Hikari

- bho! ..... piuttosto, ci siamo dimenticati di comprare un cambio di vestiti!- esclamò kudo

- già, ci toccherà tornare indietro ..... uff- sbruffò Hikari

- tu vai avanti, io ti raggiungo- rispose

- dove vai ? -

- te lo dico dopo - detto questo, kudo scomparve tra la folla lasciando la cugina impietrita. lei si diresse verso la parte del mercato che ospitava i negozi di abbigliamento, lui , iniziò a ' andare a caccia' iniziando dalla pizzeria 'da zio gigi' .

tre quarti d'ora dopo, quando Hikari aveva appena ultimato gli aquisti per se stessa, arrivò correndo kudo . teneva in mano un quaderno, pieno di fogli e foglietti.

- scusa se ci ho messo tanto - disse mortificato

- che hai fatto in tutto questo tempo?-

- sono 'andato a caccia' - rispose, aprendo il quaderno sotto gli occhi di hikari. il quaderno, che era niente di meno che una rubrica, era ricolmo di numeri di telefono di ragazze

- ah - disse lei

- un piccoletto come me fa sempre colpo! quanto sono fico!- diceva kudo autolodandosi

---------------------------------------------------------------QUALCHE ORA DOPO----------------------------------------------------------------------------

 

- certo che potevi evitare quell'abbigliamento! sembri un cosplay di zexion!- disse hikari sbraitando contro kudo, che indossava una luga tunica nera con pantaloni del medesimo colore

- ma che vuoi?! preferivi l'altro??- le rispose, solo a tono più moderato

- no no ! con l'altro, che hai ulteriormente comprato, saresti sembrato un cospleyer di dante di devil may cry! anche peggio!- gli urlò contro

- si, abbiamo capito! ma smettila di urlare!!-

- perchè?! tanto il treno è vuoto!-

è quà, infatti, prima di arrivare alla stazione, i nostri prodi , ma alquanto dementi, eroi si erano persi una ventina di volte, e l'ultimo treno per riol partiva alle 0:00. quindi, i due assonati cugini, avevano dovuto prendere quello, visto che l'altro, quello delle 19:00 l'avevano perso.

- poi, parli proprio tu che hai comprato un'abbigliamento maschile! ma dai! non dispensare consigli! - continuava kudo

Hikari, aveva aquistato un completo pantaloni-maglietta nero, da uomo. non che li piacessero quegli indumenti, ma ..... - che dovevo fare?! l'alternativa erano quei dannati vestiti striminziti , che non mettono neanche le protagoniste dei giochi di ruolo! poi , secondo te sarei riuscita davvero a muovermi bene con quelle dannate gonne!? pensa prima ..... - non finì la frase. kudo era caduto addormentato. bhè, in due giorni gliene erano capitate tante, e le ore di sonno erano state poche. anche lei avvertiva la stanchezza, ma per qualche inspiegabile motivo, non riusciva a dormire. il viaggio da central city a riol era di sei ore ..... tutto il tempo necessario per dormire. Hikari prese lo zaino, e ne tirò fuori un libro che aveva acquistato al mercato , di nascosto da kudo. "PRINCIPIO DELLO SCAMBIO EQUIVALENTE" questo era il titolo del libro. Hikari aveva combinato questo casino, e lei aveva intenzione di risolverlo. "passando dalla terra ad amestris abbiamo visto la verità, questo lo intuisco dal fatto che trasmutiamo tranquillamente senza cerchio, ma.... se così anche fosse, non abbiamo rispettato lo scambio equivalente. c'è qualcosa che non torna, e deve averlo capito anche kudo" a quel punto il treno sobbalzò ( come fa un treno a sobbalzare? trova le buche nei binari? questo non lo so nemmeno io che scrivo ......) e a Hikari cadde in testa lo zaino di Kudo. - aio! - esclamò lei. Kudo si svegliò. il brusco risveglio gli causò una crisi isterica.

- HIKARI! PERCHè NON MI LASCI DORMIRE?!- esclamò

- che demente! non sono stata io, il treno!- disse nascondendo velocemente il libro

- AH, SI?!?! A ME E' SEMBRATO UNO DEI TUOI PUGNI!!!-

- MA SEI PARTITO?!- gli urlò Hikari

- NO, SEI TU TUTTA STRANA!-

a quel punto Hikari gli sferrò un bel pugno in testa - ECCO! QUESTO ERA UN MIO PUGNO!!!!!!!-

kudo rispose con un calcio poi si alzò e si mise in posizione di difesa, pronto ad attaccare, hikari, capendo che il cugino voleva fare a botte, lo imitò. lui le tirò un pugno, lei lo evitò abbassandosi rapidamente, poi kudo con un salto raggiunse il sedile che stava dall'altra parte del corridoio del treno. battè le mani e trasmutò un pezzo di sedile in un'oggetto accuminatò, hikari face lo stesso col sedile dietro di lei. i due continuarono a fronteggiarsi, schivavano agilmente l'uno i colpi dell'altro e parava con maestria tutti i colpi che si sferravano con la loro strana arma fai da te. stavano facendo un gran chiasso, che probabilmente avrebbe dato fastidio a chiunque si trovasse sul treno . menomale che era vuoto.

- VOLETE SMETTERLA DI FARE STO' CASINO! QUI C'E' GENTE CHE CERCA DI DORMIRE !!!!!! - gli urlò qualcuno con voce incavolata, che era appena sbucato dall'altro vagone. i due si fermarono e si voltarono. avevano riconosciuto la voce "no, non di nuovo!" pensò kudo

- AAAAAAAAAAAH! il microscopico batterio! di nuovo!!!!!!! - gridò Hikari puntando il dito contro Ed.

-ci risiamo - disse kudo mettendosi una mano in faccia

- A CHI HAI DATO DEL MICROSCOPICO BATTERIO?!?!?!- urlò lui

- fratellone, hai trovato chi stava fando chiasso? - disse entrando il fratello minore - ah! i cugini dell'altro mondo!- esclamò

Hikari lasciò perdere Edward, e si girò verso Kudo rivolgendoli uno sguardo sadico - che gli hai detto?!- sibilò

- n-n-n-ni-en-te- balbetò lui indietreggiando

- no, signorina, non si arrabbi, diciamo che l'abbiamo costretto con la forza a parlare- lo giustificò Alphonse

- ha-ha! se ho capito bene, tutta questa storia è colpa tua! ben ti sta spilungona!- disse Ed

- ha parlato quello che ha tentato la trasmutazione umana!!- rispose lei automaticamente.

ci fu un interminabile momento di silenzio. Ed non rispose a tono, ma chinò la testa. una strana espressione li si disegnò sul volto

- complimenti Hikari! certo che hai un tatto strepitoso! - la schermì Kudo

- emm ... scusate ..... -disse lei

- hei, tu. come lo sai??- le chiese Ed

- prima di tutto non sono nè tu nè quella! sono Hikari! H-I-K-A-R-I! ficcatelo in testa!- gli disse - poi, come reagireste a sapere che nel nostro mondo voi siete dei personaggi di un fumetto chiamato "full metal alchemist"?- disse abbassando il tono vocale

- eh?!- risposero i due in coro

- non so cosa vi abbia detto kudo, ma ... forse è meglio che vi sediate ..... - disse Hikari facendo segno ai due dei sedili.

trovate delle poltrone intatte , i quattro di sedettero. Hikari vicino a kudo, affianco alla finestra, di fronte a loro, i fratelli Elri, con Ed dall'esatta parte opposta ad Hikari.

- bhè, nel nostro mondo molte cose sono diverse, voi siete dei personaggi di un fumetto giapponese .... -disse kudo - quindi , avendolo letto, sappiamo tutta la vostra storia ....- disse kudo

- si, ma ci sono delle incongruenze - rispose Hikari

- cosa?!- disse kudo

- fratelli Elric , vi faccio una domanda : vi siete già scontrati con scar? l'uomo di ishibar?- chiese Hikari

i due si guardarono e annuirono - bene, ed è la prima volta che andate a riol?- continuò lei

- ma non era solo una domanda? - disse ed

- zitto e rispondi!- lo intimidò

- si - disse sbuffando

- ma se è così .....- disse kudo - la storia non sta seguendo il suo corso....-

- esatto, secondo la mia teoria, questa è cambiata appena siamo entrati in quella cavolo di tavola di parquet -

- ma è impossibile!- esclamò kudo

dopo qualche altra spiegazione, e qualche litigata fatta di botte, lamette e kalasnikov, kudo si riaddormentò. anche Edward, alle lunghe cedè al sonno.

Hikari, tirò fuori dal suo zaino il libro e una torcia e tornò alle sue letture. ancora un paio d'ore e sarebbero arrivati a riol." seguendo la storia la pietra filosofale di riol dovrebbe essere un falso, ma .... se la storia fosse stravolta? se i fratelli Elric arrivassero troppo tardi per fermare il vicario di lete? impossibile! un viaggio a vuoto" pensò Hikari . mollò il libro e iniziò a guardare fuori dal finestrino. chiuse gli occhi, niente. il sonno non arrivava. forse per la tensione o lo shock accumulato in questi giorni.

- non riesci a dormire, eh? - disse Alphonse

- già, ultimamente mi viene difficile - risposi

- sai, certo che la vostra storia è proprio strana! siete stati bravi a cavarvela in un ' mondo nuovo' come questo-

- e di voi cosa dovrei dire? io non so se mi sarei ripresa dopo un trauma del genere .....-

- io penso di si - disse. lo guardai un attimo ,poi scossi la testa

- no, non avrei sopportato il dolore, o il rimorso. sai, sono una grande fan di fullmetal alchemist, ritrovarmi ad amestris è stato un colpo! ho sempre pensato che, se mai avessi incontrato una pesona come Edward ci avrei litigato..... haha-

- bhè è stato proprio così!-

- già, devi sapere che, una cosa che ho sempre ammirato dei protagonisti di fullmetal alchemist è la forza di andare aventi, di non abbattersi e continuare sulla propria strada , lasciando tutto e tutti .... ripeto : non c'è l'avrei fatta -

- sai, Hikari, io penso che, proprio come il fratellone, c'è l'avresti fatta benissimo. mi sembri una persona forte- disse allegramente.

non rispose, chinò la testa e si rimise a guardare fuori. - dai, provo a dormire, notte - chiuse gli occhi, ma di certo non prese sonno. iniziò a pensare, come suo solito nei lunghi viaggi. provò a rivedere mentalmente quello che aveva letto, ma la sua mente non era affollata da quei pensieri. "siamo spariti da due giorni, i nostri genitori avranno già chiamato la polizia? o forse è tutto un sogno? " i suoi pensieri erano di questo tipo, si affollava la mente di stupidi e inutili problemi .ripensò allo scontro con scar, a come kudo l'aveva fronteggiato rimanendo indenne, mentre lei era rimasta a terra, inerme, spaventata. lei non era una persona forte.

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commento di hikari e kudo :

Hikari - salve a tutti! volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto o solo aperto per sbaglio questa fanfict, e vorrei dire un GRANDE GRAZIE a danachan94 che ci ha messo nei preferiti! grazie *commoss*. è la prima fanfict che scriviamo ( dopo quella cosa che non ho capito se è demenziale o cosa ....) probabilmente e banale, e scritta male ....... ma , va bhè! questa parte è stata scritta in un modo molto strano, ho cercato di inserire le richieste di kudo in mezzo a una storia già scritta ( l'avevo finita, ma non potevo pubblicarla senza la sua approfazione , visto che collaboriamo) e non ho la minima idea di cosa ne sia uscito fuori...... poi, non si sa come, i due nel 2 cap si dirigevano verso il negozio d'abbigliamento e nel 3 se ne sono totalmente dimenticati .... dai, sono dettagli .....

Kudo - voglio ringraziare anch'io! grazie a tutti! spero di essere abbastanza simpatico , pechè, dovete sapere .... io sono anche un fico pazzasco! altro che roy mustang o zac efron ! se vi sto simpatico e volete conoscermi , ragazze, chiamate al ......

Hikari - kudo-kun!

Kudo - ok, ok ! stavo dicendo ..... a si, grazie e continuate a seguirci!

 

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Capitolo 4
*** Riol ***


Documento senza titolo

alla fine, i quattro , riuscirono ad arrivare a riol. quella che si credeva essere la stazione ferroviaria di riol , era in realtà una specie di ' fermata dell'autobus' in mezzo al deserto. scesi dal treno, si ritrovarono sperduti nel deserto, senza acqua ( perchè Hikari era riuscita a scolarsi 4 litri d'acqua -corrispondente a tutta la loro scorta- in circa venti minuti) con le sole indicazioni di un cartello 'riol, sempre dritti'. Hikari si avvicinò, quardò perplessa il cartello e li diede un calcio - al diavolo! e ti sembra che un cartello del genere sia utile! ho sete!!!!!!!!!!-

- ma , hika-chan, senza acqua soffriamo e soffrire è bello ! - disse kudo con occhi innocenti e sbrillucicosi

- ma tappati! - ottenne di tutta risposta

- quei due hanno qualche serio problema- dissero in coro i fratelli elric

------------------------------------------------QUALCHE ORA DOPO, IN MEZZO AL DESERTO-------------------------------------------------------------

- al diavolo anche i vestiti neri! al diavolo, al diavolo , al divolo!- esclamò Hikari grondante di sudore - avessi comprato quegli abiti da 'gioco di ruolo' adesso starei meglio!-

- parla per te - disse kudo con un filo di voce. era 10 volte più sudato di hikari, raggrinzito come una prugna e sul punto di svenire

- non hai un bell'aspetto , kudo-kun!- li disse preuccupata Hikari

- ma volete smetterla di lamentarvi?!- gli urlò Edward a qualche metro di distanza da loro.

infatti, i cugini e i fratelli stavano viaggiando a qualche metro di distanza l'uno dall'altro, perchè Hikari non voleva viaggiare con un microbo come lui, e Edward non voleva viaggiare con un psico-emo e una psico-gigante. dopo questa affermazione, Edward si era beccato un bel calcio sia da Hikari sia da Kudo.

- vorrei sapere come due pazzi come voi sono diventati alchimisti di stato!- continuò Edward

- avevamo bisogno di soldi!- risposero all'unisono i due cugini

- haha - ridacchiò alphonse

- che fai, ridi pure? - li disse il fratello

- dai fratellone, questi due fanno ridere-

- ma che dici! una è violenta quanto Winry , se non di più ....- disse rabbrividendo al ricordo delle sue chiavi inglesi -....l'atro , bhè è emo e questo dice tutto-

piano piano, i quatro iniziarono a parlare , e le distanze tra i due gruppi divennero sempre minori, fino a quando si trovarono a camminare tutti alla stessa altezza. effettivamente, dire che parlavano è un'affermazione azzardata, perchè, Edward e Hikari, più che parlare si lanciavano insulti , mentre Kudo cercava di fabbricarsi lamette, trasmuttando la sabbia in vetro, ed Alphonse cercava , disperato di fermarlo.

vagare nel deserto, non era la cosa più bella del mondo. la gola secca di Hikari lo confermava. e anche il sudore ( misto a sangue?) di Kudo . riol non accingeva a farsi vedere, e Hikari stava iniziando a sclerare, con le sue crisi isteriche da sete. pensò anche di riuscire a estrarre l'acqua dal sottosuolo, ma senza risulati, perchè non c'era un cavolo di misero flusso d'acqua sotto la sabbia. il povero kudo, probabilmente, con quella tunica nera alla 'organizzazione XIII' stava per svenire, ma continuava a camminare , o meglio, a trascinarsi, dietro alla cugina, che , tutto sommato, non stava molto meglio.

- HO SETE!- disse Edward

- ma bravo il fagiolino, prima dici a me che non mi devo lamentare e poi.....- rispose Hikari

- ma stai zitta!-

normalmente Hikari avrebbe iniziato a dire cose del tipo 'vuoi fare a botte' oppure 'cerchi guai?!' ma questa volta lasciò perdere. non aveva forze. dopo qualche minuto da quella discussione,all'orizzonte, iniziò a vedersi riol.

- ALLELUIA!ALLELUIA!- iniziò a canticchiare Hikari

- zitta, non cantare canzoni da chiesa visto che sei atea- le disse kudo

- sempre su questo tasto?! e tu, sei un'emo! visto che sei religioso non dovresti tenere alla vita come dono di dio?- lo schernì Hikari. detto questo iniziò a correre verso riol , gridando 'acqua!!', come una pazza isterica. vennè immediatamente inseguita dagli altri tre. bisogna chiedersi dove trovano tuta questa forza dopo una lunga attraversata nel deserto ( risposta : è merito dell'ergy-drink 'milk-alchemi' , bevuto da tutti gli alchimisti di stato nda- questa era proprio fredda-)

ricordandosi dell'episodio di riol, invece di correre come una pazza verso la fontana, Hikari si fermò in un bar. il sudetto locale, era gestito da un uomo di mezz'età , che portava un berretto nero e aveva dei grandi baffi.

- e voi che sareste? - disse indicando i quattro stani ragazzi che si trovava difronte - artisti di strada?-

- ma le pare? le sembriamo dei circensi ? - li rispose Hikari

- si . che altro potreste essere? dei cospleyer?- continuò l'uomo

- io l'avevo detto .... - disse sacente Hikari rivolgendisi al cugino

al quel punto, il gestore del bar, estrasse da sotto il bacone, un aradio, la posizionò sopra di esso e l'attaccò a degli amplificatori."buongiorno fedeli,leto il dio del sole illumina i vostri passi. io, vicario del dio ....."

- e questa che sarrebbe? una trasmissione religiosa?- chiese alphonse

- che scemenza - bronfichiò tra se hikari , a bassa voce , per non farsi sentire dal cugino, che , altrimenti, le avrebbe fatto una bella predica sulle origini dell'universo.

- si esatto, è il vicario del dio leto! lui, coi suoi miracoli , ha portato prosperità nella nostra città- rispose l'uomo , sorridendo, ad alphonse.

- mi sa che qui non troveremo niente , al - disse Edward rivolgendosi al fratello.

- ma fratellone, dopo tutta la fatica fatta ....-

- mha, fatica fatta per niente - rispose facendo spallucce.

Hikari, ancora attaccata a una bottiglia d'acqua, come se berla fosse la sua unica ragione di vita, a sentir quella frase, raccolse un pietra da terra, la più grossa che trovò, e , con un super-lanciò , la lanciò sulla testa di Edward.

- aio! ma che fai ! brutta pazza!- rispose strillando al colpo di hikari

- zitto fagiolino! dopo tutta l'attraversata pensi che ti faccia dire certe cose?!-

- non è un valido motivo per lanciarmi cose addosso!-

- sei stato anche fortunato, se avessi avuto alla portata di mano del ferro, l'avrei trasmutato e te l'avrei lanciato senza troppi ripensamenti!-

- taci strega!-

- nano da giardino!-

- dai fratellone , calmati ...- alphonse cercava di calmare il fratello - non mi sembra niente di grave - disse alzandosi e squotendo le mani. ma , si sà, un'armatura è grande e , di certo, non rende facili i movimenti. e fù così che, alphonse, cercando di calmare il fratello, con un accidentale movivento del braccio, fece cadere la radio del proprietario del bar a terra.

- aaaaaaaah!- l'urlo dell'uomo e l'interruzzione di quella strana strasmissione religiosa, catturarono l'attenzione di tutti i presenti. Hikari e Edward, che si stavano prendendo per i capelli, smisero improvisamente di litigare. Kudo, che nel frattempo era andato a rimorchiare ( senza che nessuno si accorgesse della sua assenza, arrivò correndo.

- mi scusi - disse alphonse

- noooo! ora come faccio ad ascoltare le sante parole del dio di lete -

- ....- fu l'unica cosa che riuscirono a dire, all'unisono per di più, i quattro.

- al, aggiustaglielo- disse edward

- ok - alphonse prese un gessetto da dentro l'armatura, disegnò velocemente un cerchio alchemico e ci poso sopra la radio rotta. ci posò le mani, e , dinanzi un'esplosione di luci, la radio, venne scomposta e ricomposta. tornò come nuova. sotto tutti gli occhi increduli, alphonse, prese la radio e la porse al proprietario, mezzo shockato. - voi... voi chi siete? - chiese l'uomo

la folla ncredula borbottava "sanno fare i miracoli" "chi sono" oppure "fantastico" .

- non sono miracoli. è alchimia. noi siamo i fratelli Elric - rispose Edward all'uomo

- i fratelli Elric.... l'alchimista d''acciaio! l'alchmista più giovane della storia : Edward Elric .... - l'uomo fece una pausa - ora ho capito perchè ti chiamano acciaio! certo che quell'armatura dev'essere proprio scomoda -

silenzio tompale. Ed aveva la faccia bianca. ne Hikari nè Kudo osarono fiatare. Alphonse stava calmo, forse era abituato a questo genere di scene. il borbottio tra la folla incuriosita si fece sempre più forte.

- si è sbagliato. io sono alphonse Elric. il fratello minore. è lui l'alchmista d'acciaio - disse indicando Edward.

- quel piccoletto?!- esclamò l'uomo

Edward chinò la testa, strinse i pungni e iniziò a mugugnare qualcosa tra se. tremava. era arrabiato, se ne accorse anche la folla, che, a poco a poco , iniziava a ndietreggiare, se non a sparire. una strana aura avvolgeva il giovane alchimista.

- Edward ... - disse hikari.

niente, lui rimaneva inerme. alzò il viso, nero dalla rabbia. - A CHI HA DETTO MINUSCOLO FAGIOLINO NON VISIBILE ALL'OCCHIO UMANO!?!?!?- urlò afferrando per il colletto l'uomo

- io non ho detto questo - rispose lui , timoroso. Ed strinse il pugno destro , e fece per tirarlo all'uomo, ma venne interrotto dall'arrivo di una ragazza. non era troppo alta, ma abbastanza slanciata. aveva una carnagione scura, e i suoi particolari capelli nocciola, con la frangia più chiara, era lasciati sciolti, a incorniciarle il viso.

- che succede qui? prima ho sentito dei passanti che parlavano di alchimisti - chiese la ragazza

- niente, non ti preuccupare rose. e che QUESTO NANO qui, non sa contenersi - disse Hikari alla bruna donna

- come hai detto?!- disse edward mollando immediatamente l'uomo - ripetilo se ne hai il coraggio!-

- vedi - continuò Hikari ignorando edward.

- piacere, piccola. che ci fa una bella ragazza come te in un bar come questo? vieni con me, l'alchmista emo, e ti porterò nel locale più IN della città - disse Kudo avvicinando alla ragazza, lanciandole un sorriso a trentadue denti. - se non puoi adesso, facciamo a cena. passo a prenderti alle otto -

la ragazza pereva un pò disorientata ,ma rispose immediatamente ad Kudo senza mezzi termini - mi dispiace, sono fidanzata-

- nooooooooooooooooooooooo- urlò kudo

- ma voi, come conoscete il mio nome?- chiese rose

- emm......... ecco......................- farfugliò Hikari

- bene bene, ed adesso cosa t'inventi, spilungona - la schermì Edward. Hikari notò il pendente con la "R" che portava rose.

- l'ho intuito dal pendente ....- disse insicura

- ma ci sono tanti nomi che iniziano con la R- affermò rose

- lo so, ma il nome 'rose' era quello più adatto a te- continuò Hikari.

- a - disse con tono dubbioso - comnque - si rivolse al barista - mi può dare due litri d'acqua ? -

- certo - disse radioso l'uomo

rose , dopo aver acquistato l'acqua, se ne andò sorridendo.

- hai notato l'anello al dito - Hikari si fece improvisamente seria, mentre riacchiapava kudo che , per la depressione per il suo primo rifiuto, si era preparato una corda per l'impiccagione.

- cosa? - disse lui, in lacrime

- Edward, Alphonse!- urlò Hikari - ho l'impressione che non sia stato un viaggio a vuoto!-

i due distolsero l'attenzione dal barista, col quale stavano chiacchierano , e la devolsero ai due cugini. Kudo guardò Hikari in faccia : aveva un'espressione soddisfatta, pronta a sfidare tutto. aveva appena trovato il suo nuovo passatempo. il suo nuovo divertimento. a vederla, l'espressione disperata di kudo si fece preuccupata. l'ultima volta che la compagna aveva trovato qualcosa affascinante erano finiti ad amestris. cosa sarebbe successo se l'avesse trovata divertente? lui si trovava già nei pasticci, e non aveva voglia di accumularne altri.

- che vuoi?!- disse Edward scocciato

- fratellone .... - sospirò alphonse, rassegnato

-acciaio, hai visto l'anello che portava la ragazza?- chiese hikari

- si - rispose, fatosi anch'esso serio.

- una pietra rossa....-disse hikari

- di un rosso scarlato .... - continuò Edward

- la pietra filosofale!- esclamarono in coro i quattro.

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una fievole luce penetrava da una grande vetrata colorata. i raggi solari, filtrati da quei pezzi di vetro colorati , che andavano a comporre un angelo , cambiavano colore. l'ambiente, pervaso unicamente da quella luce, era ancora più tetro. una capella, o meglio, una stanza di una capella, ospitava uno strano trio di persone.

- bene , bene , bene - sussurrava una donna, con voce suadente

- sta andando tutto come previsto. ormai, i fedeli, mi seguono come cani!- disse un'altra voce, una maschile e rocca

- hey padre! è presto cantar vittoria!- disse una nuova voce, proveniente da un ragazzino appena entrato

- ma come ti sei conciato?- disse la donna

- niente, cercavo informazioni - venne avvolto da una luce, e il suo aspetto cambiò radicalmente.

- non sprecare il tuo tempo. questa è una città di creduloni- continuava la voce femminile

- gli abitanti saranno creduloni, ma acciaio e compagnia bella , non so fino a che punto -

- acciaio, eh?- il volto della donna si illuminò, ma rimase sereno

- lo posso mangiare? - chiese un'ulteriore voce

-no, lo sai che ci serve vivo -

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- allora... abita qui? giusto?- disse kudo controllando l'indirizzo scritto su un foglietto di carta.

- no, non può vivere qui!- disse Hikari

- perchè no?- chiese Edward

- bhè, mi sembra evidente ....- continuò alphonse

- è una chiesa! la gente non vive nelle chiese!- disse hikari, come se fosse la cosa più ovvia del mondo - è tuttta colpa tua Ed, e della tua grafia canina! dovevate par scrivere a me!-

- cosa ha la mia grafia che non va?!- sbraitò Ed

- è illegibile!- ribattè Hikari

- non è vero!- continuò lui

- smettetela!- urlarono in coro Kudo ed Alphonse

- la grafia di Hikari è anche peggio, non è molto femminile, o ordinata......- disse kudo

- e anche la tua, fratellone, non è che sia più leggibile delle impronte di una gallina!- continuò alphonse.

- che succede?- l'inetrruppe una ragazza. ovviamente, la ragazza, era rose, che portava in mano delle buste della spesa..

- VIVI QUI?!- dissero i quattro in coro, sorpresi

- hahahah! no, no! io qui faccio volontariato! entrate, prego- disse rose spalancando le porte della chiesa.

-siete di nuovi fedeli- continuò lei canticchiando, avvicinadosi all'altare

-no, cerchiamo informazioni- disse kudo. hikari gurdò kudo, notò che era già affascinato dall'ambiente. estsiato. in adorazione.

- Al.Al. - bisbigliò Hikari, mentre Edward seguiva Rose verso il centro della cappella

- si?- disse avvicinandosi.

- aiutami, distrai kudo, portalo da qualche parte. oppure anche questo diventa un fanatico del dio leto- disse supplichevole

- ok.- rispose rassegnato alphonse - Kudo-kun! - urlò - vieni, ho visto un gruppo di emo che si tagliavano in gruppo, ti interessa?-

kudo, come se un cane da tartufo, drizzò le orecchie, e ,con gli occhi a cuoricini, iniziò a dire "dove?dove?". così, alphonse riuscì abilmente a distrarre Kudo, portandolo in giro per le strade di riol.

-dimmi rose, cos'è quell'anello scarlato che porti al dito?- chiese Edward mentre Hikari si avvicinava

- è un amuleto del dio leto! m'è l'ha dato il vicario. dice che realizza i desideri-

- e dimmi, se non sono troppo indiscreta, qual'è il tuo desiderio?- chiese Hikari sedendosi su una panchina della messa, quella di fronte a lei

- io, vorrei ... vorrei che il mio fidanzato tornasse in vita - rispose sorridendo

Hikari e Edward si scambiarono un'occhiata indecifrabile, in un lunghissimo momento di silenzio

- i morti...- disse Hikari mordendosi le labbra

-... non tornano in vita - finì Edward

- ma voi non siete fiduciosi. dio può tutto lui è onnipotente- continuò sorridendo la ragazza

- dio non esiste - disse hikari. quell'affermazione generò uno strano sguardo da parte di Edward, e uno incredulo da parte di rose

- ma che dici! - rispose rose - tu non hai fede!-

- esatto, se esistesse un dio, penso si dovrebbe vergognare da tutte le ingiustizzie che non ha impedito. io credo nella scienza. nella concretezza - disse hikari

- ha ragione lei, rose. un dio del genere non può esistere- l'appoggiò Edward

- ma il vicari fa i miracoli! venite con me, ve l'ho mostrerò- rose prese entambi entambi per le braccia e li trascinò di forza fuori dalla capella. a malavoglia, i due si arresero e iniziarono a seguaire la ragazza per le pittoresche e colorate strade di riol. la città, nonostante fosse sperduta nel deserto, non pativa la sete. per le sfavvilanti strade, potevi trovare vari circensi, che compivano incredibili azioni, dando prova di grande agilità. incantatori di serpenti, e , il mercato, colorato, proprio come un mercato arabo. Hikari venne presa da uno strano senso nostalgico, "questa città.... è molto simile... ma nò! ". la sua espressione rimase impassibile, mentre Edward quardava tutto estasiato, e riempendo di domande rose, come se si fosse già dimenticato che , quella ragazza, aveva con se qualcosa di simile a quello che serviva ad entrambi. superato quel quartire , stretto e animato, si aprì davanti ai loro occhi un'immensa strada, probabilmete quella principale, riempita da una grande folla. - quardate!- disse rose indicando dietro l'ammesso di persone. c'era un signore, probabilmente sulla cinquantina, pelato, che indossava un abito da prete. sorrideva e salutava i suoi fedeli con la mano, come se fosse il papa.

- signor cornelio, ci faccia vedere i miracoli - urlavano varie persone nel mezzo della folla.

- guardate!- continuò rose. il vicario del dio leto, strinse le mani a pugno, dopo una breve luce, apparvero dei fiori. non c'erano dubbi, era una reazione alchemica.

- Hikari! Hikari!- si senti urlare, era kudo, con al seguito alphonse - visto, quel tipo fa i miracoli!-

- razza di demente, si vedeche è una reazione alchemica!- rispose hikari

- ma sei scema?! non rispetta la legge, è un miracolo!- continuò kudo

- ha ragione hikari, è alchimia. vedete, ha lo stesso anello di rose - disse Edward

- allora quella .... - disse alphonse

hikari prese da parte kudo in un angolino - se non ricordo male, la pietra era falsa, giusto?- disse hikari

- si, mi sa che mi sono lasciato trasportare troppo. ma , nel manga rose non l'aveva, magari, stavolta è vera- osservò kudo

- non penso....- disse hikari

- hey, che fate?!- urlò Edward - ho appena finito di spiegare a rose lo scambio equivalente. avete voglia di spodestare un impostore?-

kudo e hikari si guardarono - sembra divertente!- esultò hikari agitando le braccia

- o, no! - disse kudo - ma, va bene, basta che lo posso picchiare!-

- idem!-

--------------------------------------------------QUALCHE ORA DOPO. CHIESA DEL DIO LETO------------------------------------------------------------

- bene, questa è la sala principale- disse rose, allegramente , spalancando un grade portone - il vicario arriverà tra poco, li ho detto che dei nuovi fedeli volevano incontrarlo!- disse tutta cantenta

- non siamo esattamente dei nuovi fedeli ....- disse Hikari portandosi una mano dietro i capelli

- ma, vediamo che ci sa dire quest'uomo- disse alphonse

 

in una stanza più interna rispetto a quella pricipale, un uomo, seguace del dio leto, entrava velocemente nell'ufficio del vicario . - signor cornelio, dei ragazzini vorrebbero udienza- disse inchinandosi

- come sarebbero questi ragazzini?-

- sono quattro, una ragazza, e tre ragazzi. uno è biondo, piuttosto basso, un'altro è un'armatura. la ragazza .....- il credente venne interrotto

- maledizione! quello è l'alchmista d'acciaio!- esclamò cornelio

- cosa?- fece l'uomo

-loro vogliono distruggere il nostro credo!- esclamò il vicario

- cosa?! non lo permettero !- disse

- non ti preuccupare, ci parlerò io- disse tranquillo il vicario, alzandosi dalla sua poltrona e dirigendosi verso la grande sala - voi , rimanete fuori, in allerta-

cornelio apri la porta, non la principale, quella sul retro. da li , poteva entrare in sala, e stare su un piano rialzato.

- benvenuti fedeli!- disse sorridendo cornelio

- non c'ho voglia di perdermi in chiacchiere, quindi vado subito al punto : ci dia l'anello! - disse Edward

- hahahahahahahahha! vorreste questo? che pazzi!- disse malvagio

- ma che...?- fece rose preuccupata

- bene, e così sono stato scoperto. i miei "miracoli" non sono che il frutto del grande elisir! andate a dirlo a tutti, pensate vi crederanno?- poi il vicario , posò lo sguardo su rose - rose cara, non spaventarti. quello che ti ho detto finora non è del tutto falso. con questa pietra, sono io ad essere onnipotente! con questa pietra, posso far tornare in vita i tuoi cari-

- ?- fecero alphonse e Edward

- rose ha perso la famiglia e il ragazzo . segue stò qui perchè le ha promesso di riportarli in vita- spiegò Kudo velocemente

- le persone non tornano in vita!- disse alphonse

- e che ne sai tu! - continuò il vicario. poi abbassò una manopola, si aprì una porta, e ne uscì una chimera - vedete, cosa si può fare solo con l'alchimia- detto questo , la chimera partì all'attacco , azzanando il braccio destro di Edward. la bestia stringeva , e stingeva la sua morsa, ma Edward non cambiava espressione : seria e arrabiata, ma non dolorante.

- cos'è ? non riesci a mordere più di così?- disse alla chimera, per poi lanciarla via muovendo il braccio - ecco, mi hai rovinato la maglia!- disse

- rose!- urlò - i morti non tornano in vita- disse togliendosi il sopra abito rosso. portava una maglietta nera sbracciata. al posto del braccio destro, c'era un lucido e pulito auto-mail.

- un auto-mail?- disse il vicario. la chimera non si rassegnò, e passò ad alphonse, portandoli via l'elmo dell'armatura.

- ma cos....?- disse cornelio. l'armatura, all'interno era vuota - .....!- esclamò rose portandosi una mano sulla bocca

- vedi rose, questi sono i corpi di chi si è infilato nel territorio divino. questo è il corpo di un peccatore-

- ecco perchè ... perchè a un ragazzino come te hanno affibiato un nome così altosonante! hai infaranto un tabù! hahahahaha- sghigniazzò il vicario

- fratellone ...- disse alphonse rimetendosi la testa. a quanto pare, mentre il fratello si perdeva in chiacchiere, lui aveva già sistemato la chimera

- vieni qui, e ti mostrerò la differenza tra uno come te, e un'alchimista come me!-

- hahaha! tu non puoi fare niente. li fuori ho un'esercito che non teme la morte. se voi mi fate del male, loro entrano immediatamente in azione!- disse l'uomo

- ne sei cosi sicuro?- disse hikari, entrando in scena. teneva in mano un microfono, collegato a un lunghissimo cavo. - mentre voi vi perdevate in chiacchiere,io e kudo abbiamo gentilmente fatto partecipare tutta la città al vostro simpatico battibecco!-

- geniale eh?- disse kudo entrando con una video-camera - saluta gli spettatori , cornelio-

Hikari e Kudo, se l'erano svignata e avevano trasmutato un microfono, una videocamera e un megaschermo. poi avevano posizionato lo schermo in cima alla chiesa e ripreso il tutto.niente di più facile.

- ma come............... - disse cornelio.

si sentì un botto, la porta della capella venne buttata giù da un enorme ariete

- eccolo!- esclamò un uomo - prendiamolo!- continuò una ragazza

- hahaha! potete fare quello che volete, ma finchè ho questa ........- disse mostrando la mano - ma cosa?- la pietra, di un rosso scarlato, era improvvisamente diventata nera. cadde a terra e si rupe in mille pezzi.

- un falso.... - mugugnò Edward - ho fatto tutta questa strada per un falso............ora ti stronco quella tua insopportabile risata!!!- detto questo batte le mani. la gigantesca statua del dio leto, posta dietro le spalle di cornelio si animò e lo prese con una mano

- senza cerchio alchemico!- esclamò

- uffa Edward, non prenderti tutto il divertimeno!- disse hikari

- appunto, io volevo fare a botte!- continuò kudo

detto questo, batterono entrambi le mani, kudo trasmutò una corda in ferro, Hikari una mazza in acciaio. la statua depositò il vicario affianco a hikari, che gli diede una bella mazzata in testa. dopo di chè, kudo, legò per bene carnelio, e trasmutò anche lui una mazza.

- ora, lo picchiamo alla americana- disse kudo mollandoli un'altra mazzata

- no, aspettate, lasciatelo a noi- fece un cittadino - non vi preuccupate, sapremo come trattarlo-

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- grazie di averci accompagnato alla fermata dell'autobus rose- disse alphonse

- .....- fece lei. dopo aver incastrato il vicario, lei era sempre rimasta in silenzio, a testa bassa.

- dai andiamo- fece edward

- ma perchè all'andata non abbiamo preso questo pulman?- chiese hikari

- non sapevamo della sua esistenza!- disse Edward

- rose, non fare così. se vuoi consolarti, io sarei libero.... - disse kudo

- come farò adesso?- disse a bassa voce

- eh?- disse edward

- come farò adesso!? l'unica cosa che mi spinngeva ad andare avanti era quel vicario!? come farò ?! quale sarà il mio scopo nella vita?!?!-

- alzati e cammina- disse hikari, rubando le battute ad Edward - e quello che fanno tutti, l'ho fatto io, l'ha fatto kudo.....-

- l'hanno fatto questi due ....- continuò il cugino.

i due avevano un'espressione stranamente seria e triste, nessuno si sarebbe mai immaginato che quei due pazzi potessero assumere espressioni simili. loro, sempre allegri, che prendevano la vita come veniva, non credevano di essere capaci di espressioni simili. ma in realtà erano capaci anche di farne peggiori.

detto questo, i due salirono sul pulman.

- sono delle brave persone- constatò Alphonse

- ci nascondono qualcosa - disse Edward sotto voce

- eh??- fece alphonse

- rose, ci vediamo! mi raccomando, vai avanti!- disse Edward salutandola e salendo sul pulman.

alphonse guardò il fratello con uno sguardo interrogativo. poi si girò per salutare rose. piangeva. piangeva un fiume di lacrime.

- io ... non c'e' la posso fare- disse tra le lacrime

- invece si. c'è l'abbiamo fatta noi. c'è la puoi fare anche tu. almento tu hai ancora il tuo corpo- rose sgranò gli occhi, e smise improvisamente di piangere.

- ci vediamo - disse alphonse salendo, anche lui, sul pulman.

le portine di chiusero e il pulman partì, lasciando rose in una scia di polvere

- tanto per curiosita, dove va questo pulman?- chiese kudo

- a est city, no? dobbiamo consegnare il rapporto a mustang- disse Hikari

- e allora perchè li c'è scritto rassembool?- disse kudo indicando una scritta gialla che appariva in un segnalatore.

- emmm....- disse Edward - scusate, mi sa che ho sbagliato pulman!-

- COSAAAAAAAAAAAAAA?!- dissero in coro alphonse , kudo e hikari.

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-forse anche quie due ci potrebbero tornare utili-

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COMMENTI:

Hikari - questo capitolo ci ho messo molto a farlo per una serie di motivi : 1- la scuola; 2-odio la parte di riol e l'ho fatta a rilento; 3- aspettare che kudo dia conferma significa aspettare alla prossima morte di papa. grazie mille a tutti quelli che ci seguono.

ps: non c'è l'ho nè con gli emo nè con i cosplayer.

 

 

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Capitolo 5
*** L'arrivo ***


Forse per la sua particolare abilità a cacciarsi nei guai e a buttarci anche lui, forse per il fatto che sorrideva sempre, ma non aveva ancora capito cosa frullasse per la testa di sua cugina. erano li , da quanto, quattro, cinque giorni? aveva perso il conto, fatto sta che lei non aveva ancora chiuso occhio, nel sul treno, nè a Riol, né in quel momento, mentre lui cercava di prendere sonno, mentre lei leggeva . in albergo, il giorno prima dell'esame aveva dormito a malapena lui, figuriamoci lei che soffre da ansia da 'colloquio'. per fortuna, lui, questo problema non lo aveva. andava dritto al punto, senza troppe esitazioni, anche se , chi ci aveva di fronte , lo metteva in soggezione.

effettivamente, non era tardi, non era notte. forse avrebbe dormito fatto buio. erano le ..... si mise seduto e tirò fuori quello sfavillante orologio d'argento di cui andava tanto fiero. le sei di sera spaccate.

- non dormivi?- chiese Hikari, abbassando gli occhi dal libro

- mi è venuta fame- disse Kudo prendendo lo zainetto e tirandoci fuori una merendina. lei rispose con un semplice 'ok' e si rimise a fare quello che faceva.

i viaggi lunghi gli aveva sempre odiati, sopratutto quando non aveva niente da fare. seduti di fronte a loro, i fratelli elric , non erano tanto di compagnia. Alphonse, il fratellino, quello meno irritabile col quale era possibile tenere una conversazione, guardava fuori dal finestrino, fisso, come sopra pensiero. l'altro, quello maggiore, quello con cui forse kudo avrebbe potuto tenere una conversazione se Hikari se ne fosse stata zitta, rimaneva con la faccia fissa su un libro, che teneva al contrario e di cui non girava una pagina da circa mezz'ora.

Rassembool, un piccolo paese sulla collina, il piccolo paesino dove era iniziata la storia di Fullmetal alchemist. non credeva proprio fosse possibile visitarla nella realtà, ma, dopo tutto, non aveva mai pensato di volerla visitare. per quanto riguarda anime e manga, era sua cugina la fanatica. non che a lui dispiacessero, anzi, qualcosa la leggeva anche lui, ma non come lei. per quanto riguarda hagaren, il suo personaggio preferito non era mai stato quel tappo irrascibile di Edward, ne il calmo fratellino, tanto meno mustang, era envy. aveva una forma di adorazione verso quella palma. sperava proprio di poterlo incontrare.

la storia non stava esattamente seguendo il suo corso, ma , gli homunculus erano gli antagonisti. o meglio, i cattivi, loro non avevano niente a che fare con quella storia, loro volevano solo tornare a casa, e per farlo, avevano intuito, di aver bisogno di quella tanto bramata pietra.

erano passate un paio d'ore dalla loro partenza da riol, e c'è ne sarebbero volute molte per arrivare a rassembool. "ma perchè non costruiscono i centri abitati più vicini tra loro?! ogni volta che viaggiamo sono sempre a distanza di ore! non è che abbiamo viaggiato tanto , ma quanto può essere grande amestris?!!" pensava kudo. Hikari, chiuse il suo libro, posò il suo sguardo su kudo, che teneva un espressione mezzo imbronciata.

- allora, da rassembool, ci sono linee dirette per east city? - chiese Hikari

Edward alzò lo sguardo dal libro ( ancora sotto sopra ) - è un piccolo villaggio, i treni partono solo di mattina e di primo pomeriggio. noi arriveremmo in tarda serata, dubito che riuscirai ad arrivare entro oggi-

- cavolo!- esclamò kudo - spediti a 'vacanze forzate' ! come minimo oggi è sabato e domani domenica, e , se ci va tutto liscio , i treni non partono di domenica-

- effettivamente, oggi è sabato- disse alphonse

- kudo, ma perchè non tenevi chiusa quella bocca? lo sai che quello che dici , se negativo, si avvera- disse Hikari scherzosa. kudo, non percependo la vena comica della cugina, prese la cosa di petto, mise su un bel broncio , e abbassò lo sguardo. era entrato in 'war-mode' . da non disturbare in questi momenti.

" prima mi trascina qui e poi fa anche queste battute idiote! e poi dice che è ' antiscientifico' . roba da matti!" pensato questo, chiuse gli occhi, e si addormentò profondamente.

Hikari, vedendo il clima freddo, rinunciò all'idea di tenere una conversazione, anche per la quiete pubblica, così decise di finire quel libro.

"comprensione,scomposizione,ricomposizione. le tre fasi dell'alchimia. come erano arrivati ad amestris? possibile che , quella luce, gli abbia scomposti dalla loro città , e ricomposti a central city? era una ipotesi plausibile? " ragionava Hikari. lei non cercava i guai, erano loro che trovavano lei, e forse, la sua capacità ad incasinare gli altri non era sua, ma di quelli che le stavano attorno. fatto sta che, doveva riportare indietro kudo. tempo fa , aveva letto un libro sui mondi paralleli. affermava che esistevano tanti mondi, ognuno diverso dall'altro, con proprie leggi scientifiche o fisiche , che erano accomunati da luoghi, o persone simili. quando l'aveva letto, aveva pensato alla fantascienza o a qualcosa di comunque impossibile. Forse , amestris, era uno di quei mondi? se fosse stato così, sarebbe stato fin troppo semplice. una volta capito il 'come' avrebbe potuto trovare il 'perchè' e ritornarsene a casa. ma c'era qualcosa che non le quadrava, qualcosa che aveva sotto gli occhi, ma che non riusciva ad identificare.

la ragazza, tolse fuori dallo zaino una scatola di mikado, o meglio, di un prodotto al cioccolato che somigliava ai mikado, ma che come nome aveva una specie di scritta in kanji , comunque il sapore era lo stesso. Kudo andava matto per i mikado, da piccoli li mangiavano spesso.

- vuoi ?- chiese Hikari, solo per cortesia, rivolgendosi ad Edward

- che?- mugugnò staccando gli occhi dal libro ( ma lo vuoi mettere al dritto?! nda) - che cosa è?- chiese

- mikado- rispose - non li avete mai mangiati?-

-a me non sembra che li ci sia scritto mikado- disse alphonse , indicando la confezione del cioccolato

- lo so, ma somigliano a un prodotto che c'era nel mio mondo- rispose portandosene alla bocca uno

- mikado!- esclamò kudo rivenuto dal suo breve sonno - uno!uno!uno!-

- tieni- disse la cugina porgendoli la scatola. kudo ne prese una decina e iniziò a gustarseli

- allora, lo vuoi o no?- disse Hikari

- O.o ! che ti è successo?! questo è un gesto di magna carità per caso?!- disse kudo sorpreso - no, Ed, non accettare, potrebbe averli avvelenati!-

- ma che scemenze dici?!- rispose Hikari

- senti, il posto dove stavate prima ... si, insomma, l'altro mondo, come l'ha definito kudo... com'era?- chiese alphonse

- come questo - disse kudo

- bhè, nel nostro 'mondo' non trasmutavo congiungendo i palmi delle mani. da noi l'alchimia non esiste-

- già , poi qui , hikari, sembra essere anche più violenta!- si introdusse kudo

- ha-ha-ha - disse hikari, per niente divertita. aprì nuovamente lo zainetto, per cercare qualcosa da bere, ma nel suo disordine trovò solo il vecchio cambio d'abiti. i jeans, sporchi e sgualciti, non avevano un bell'aspetto, probabilmente erano da buttare, ma , nella tasca, c'era una sporgenza. hikari ci infilò la mano, e ci trovo il suo cellulare, magicamente, ancora carico.

- guarda kudo!- esclamò

- il telefono! possiamo chiamare a cas...... un momento, avevi il telefono?!- disse kudo

- eheh! vediamo se prende- continuò lei ignorando il cugino - niente linea! uffa!-

kudo strappò il telefono di mano ad hikari, andò su galleria, e iniziò a scorrere le foto , fino ad trovare quella desiderata.

-ta-dan!- disse sbattendo il cellulare in faccia ai fratelli elric

- che cosa è?- chiese alphonse

- un telefonino! con fotocamera!- esclamò kudo, quasi stesse pubblicizzando qualcosa - questa è la foto della mia casa!-

i due si avvicinarono per vedere meglio. la foto non aveva nulla di speciale , ritraeva solo un condominio. kudo tolse il cellulare dalla visione dei due alchimisti e continuò a cercare tra la memoria - invece questo è il gruppo di amici di hikari! o meglio, quello dell'altra città!- disse facendo vedere la foto. anche hikari la osservò. quella semplice foto portava con se tanti ricordi. era stata scattata l'anno scorso, a fine anno scolastico. in primo piano ritraeva lei, due sue amiche e un vecchio amico . in secondo qualche altro compagno di classe. dopo qualche minuto , si riprese velocemente il telefono .

- ora basta! siamo sperduti in chissà quale paese e tu ti metti a far vedere vecchie foto!- disse hikari spegnendo il telefono

-uffa!- sbuffò kudo.

il viaggio , successivamente , fù tranquillo. kudo spiegò per filo e per segno come si viveva da loro. i fratelli, quasi increduli, lo stavano ad ascoltare senza fiatare. mentre Hikari continuava a star zitta, tra i suoi pensieri.

circa al tramonto,i quattro arrivarono a rassembool. all'arrivo, il piccolo paese era proprio come se l'erano immaginati. qualche casa su una collina, ombreggiate dall'aranciognola luce del tramonto, aveva un chè di pittoresco.

- eccoci arrivati- disse Edward scendendo dal pulman

- credevo arrivassimo più tardi - disse alphonse - meglio così. se ci fossimo catapultati a casa alle tre di notte non penso avremmo ottenuto una bella accoglienza-

- emm, scusate - disse Hikari - mi dispiace interrompere, ma , per caso, non è che c'è una locanda da queste parti?-

- locanda? hika-chan , a me non sembra che rasembool sia esattamente una meta turistica- disse kudo

- e secondo te dove dormiamo, a terra? - continuò lei

- .... tanto tu non dormi ....- disse fra se

- niente locanda- affermò Edward - ci ha azzeccato kudo-

- quindi ....- disse hikari , rivolgendosi ai fratelli

- non è che ..... -continuò kudo, con dei grandi occhioni

i due fratelli si guardarono, demoralizzati . - uff, e va bene, seguiteci- sbuffò Edward

- yai!- esclamarono i due saltellando

- non sembri troppo felice fratellone- disse alphonse

- bhè, lo sai che stare fermo non è il mio forte-

- e dai , Edward. Winry sarà felice di vederti. per una volta non ti rincorerà con una chiave inglese urlando ' mi hai rotto l'automail!!!'- disse Hikari con tono scherzoso. Edward sobbalzò, quasi preso alla sprovvista e arrossi leggermente.

- certo, come no ....- mugugnò

- già, questa volta, non avrà il tempo per farlo. non ti noterà neanche Ed.... perchè .... bhè, se ci sono io nei paraggi non è possibile notare qualc'un altro!- continuò kudo, in un momento di auto-lodamento

- sapete anche di winry e della zia? - chiese alphonse

- si, sappiamo tutto....anche che winry .....- Hikari parlava con uno strano sorrisetto sulle labbra, kudo lo notò, e , velocemente, la fermò tappandole la bocca con la mano. come ha fatto se è più basso di lei? semplice, ha trasmutato in velocità supersonica un rialzo di terra.

- tappati hikari, non ti devi intromettere in certe cose. non combinare guai ! lo vedranno loro se .....- kudo s'interruppe. i fratelli avevano smesso di camminare e guardavano la strana scenetta con sguardo interrogativo.

- tutto ok?- chiese alphonse, preoccupato

- s-si!- disse hikari, riprendendo fiato - antiamo avanti, o si fa buio- continuò, sperando che non gli chiedessero che stava per dire prima che kudo l'interrompesse. fortunatamente questo non avvenne. i quattro percorsero una lunga strada non asfaltata, fino ad arrivare in cima ad una collinetta . su di essa, si trovava una villetta, a due piani. un grosso cane nero, venne ad accoglierci, facendo le feste ad Edward e abbaiando come un pazzo

- den, smettila!- disse Edward accarezzando il cane

- chi è arrivato, den?!- chiese la voce rocca di una vecchietta, appena uscita dalla porta principale dell'abitazione. era bassa, molto bassa, era anche più bassa di Edward, e questo vi fa capire quanto fosse bassa. portava i grigi capelli raccolti in una strana pettinatura, con una specie di puntone rivolto all'insù.

- ED! AL!- esclamò sorpresa la vecchietta - potevate avvisare prima di venire!-

- è stata una cosa improvvisa disse alphonse

- ho capito, ed ha rotto nuovamente l'auto-mail. winry non ne sarà felice -

- veramente ....- disse Ed alzando il braccio meccanico - ... l'auto- mail è apposto-

- ....- la vecchietta rimase in silenzio, colpita dall'affermazione del ragazzo. possibile fossero tornati a casa? - allora che ci fate qui?-

- emm, ti spiegheremo tutto con calma, a cena. a proposito, non è che hai due posti in più ?- chiese Edward

- come?- disse la zia guardandosi intorno. scorse dietro ad Alphonse un ragazzino e una ragazza. portavano degli zaini, forse erano dei viaggiatori.

- e quelli chi sono?- chiese

- emmm. è una storia lungaaaa.....- disse alphonse

- piacere, signora . mi chiamo Hikari -

- emm, io sarei kudo- dissero entrambi impacciati , allungando la mano

- nonna! chi è?- disse una ragazza bionda, uscendo dalla casa. la ragazza fece un'espressione sorpresa, poi sorrise

- Ed! Al!- salutò - che ci fate qui?.... un momento.... hai rotto ancora l'auto-mail!- disse winry minacciosa, afferrando la chiave inglese

-no!- esclamò in fretta edward, mostrandole il braccio di metallo - è una vistita di piacere-

la ragazza tirò un sospiro di sollievo e cercò di nascondere un sorriso . poi notò gli altri due

- e quelli chi sono?-

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casa Rockbell era grande e accogliente. la sala principale aveva anche un caldo camino. doveva essere untile d'inverno, ma , in primavera, non veniva acceso spesso. i quattro erano arrivati giusto in tempo per la cena, che , entrati in casa, era già sulla tavola. kudo e hikari, appoggiarono i loro bagagli sull'uscio della porta, imitando edward. successivamente, si sederono a tavola.

silenzio, nessuno parlava. tutti si limitavano a mangiare, senza spiccicare parola, standosene sulle proprie. nè winry, nè la zia accennavano a parlare. a volte sembrava che volessero aprire una conversazione, ma non finivano minimante la frase. edward, era l'unico che non si accorgeva della situazione, e mangiava allegramente. Alphonse sembrava teso, e kudo stava pensando a cosa raccontare per abbordare Winry. hikari, invece, pensava a cosa raccontare se si fosse presentata la domanda 'da dove venite?' . sinceramente non se la sentiva proprio di raccontare che veniva da un altro mondo.

- bene- disse ad un certo punto pinako - adesso, volete spiegarmi chi sono questi due?-

- emmm .....- disse Hikari

- amici - continuò kudo

- bhè .....- disse alphonse

- amici? e quando vi siete conosciuti?- chiese winry

- qualche giorno fa - disse hikari

- li abbiamo incontrati a riol- spiegò Edward

- veramente, abbiamo fatto a botte a central city. sono inciampata sopra Edward- disse Hikari

- non ricordarmelo! stavate per demolire l'albergo- disse Alphonse

- colpa di hikari che neanche sta a guardare dove mette i piedi-

- non è colpa mia se questo è così PICCOLO che neanche si vede- si difese hikari

- a chi hai detto piccolo?!- sbraitò Edward

- guarda che è quello che sei , ed- disse winry

- come osi?!- continuò edward

- comunque ...- disse alphonse interrompendo il fratello - .... anche loro sono alchimisti di stato. abbiamo intenzione di viaggiare con loro-

- come?!- disse winry - e perchè?!-

- cerchiamo la stessa cosa - disse hikari - anche io devo rimediare ai miei errori-

momento di silenzio. di pesante silenzio.

- ho capito - affermò in fine la zia - non siete obbligati a spiegarci tutto-

la cena proseguì senza troppi intoppi e senza altri momenti di silenzio. hikari e kudo fecero in fretta ad abituarsi all'ambiente di casa rockbell. kudo provò ad abbordare winry, ma si becco solo una chiave inglese in testa e delle occhiatacce alla ' ti ammazzo’ da Edward. Hikari,aveva riso di gusto a quella scenetta "fosse sempre così, magari, così facile e felice" pensò. Kudo, durante la serata, spiegò anche per filo e per segno la psicologia emo, scioccando i presenti.

- quanto vi trattenete? - chiese ad un certo punto winry

- ripartiamo lunedì - rispose Edward

a fine serata, hikari e kudo diedero una mano a sparecchiare e a lavare i piatti. cosa molto educata se non si fanno cadere i piatti e i bicchieri a terra come ha fatto hikari, inciampando.

- vedi che non sono io basso?- la schernì Edward

- ha-ha-ha- disse hikari - scusate, adesso li riparo- detto questo congiunse i palmi delle mani e aggiustò quello che aveva fatto cadere

l'alchimia era davvero utile. magari hikari la potesse usare anche nel suo mondo , ma .... non era una cosa possibile .finito di lavare i piatti, Hikari si mise a giocare un pò col cane, tra le urla di kudo che ne aveva una paura matta , e ,con la scusa,si nascondeva dietro a Winry. alla fine però , pure a kudo venne sonno, e ne diede prova con un grande e rumoroso sbadiglio

- sonno?- chiese hikari

- si - rispose kudo

- bene, visto che ci sono, ne approfitto e vado anch'io a letto- disse Edward

- ok, vi ho preparato la stanza. Ed, Al e kudo staranno nella stessa stanza ... -disse la zia - tu hikari ...-

- emm, non si preoccupi, posso tranquillamente dormire sul divano. non voglio disturbare. ma .... non è che potrei fare una doccia?-

- certo cara- rispose sorridendo la zia - gli asciugamani gli trovi nell'armadio che sta in bagno-

-grazie- rispose hikari. afferrò lo zaino e andò , impacciata, alla ricerca del bagno.

kudo , nel frattempo, era già arrivato in camera. non pensava che , un giorno ,si sarebbe ritrovato a dormire a casa del fratelli elric, ma del resto non si immaginava tante cose di quello che gli era successo nell'ultimo periodo. si coricò nel primo letto che trovò, e chiuse gli occhi, cadendo in un sonno profondo.

hikari, lasciatasi la giornata alla spalle, apri l'acqua calda, e ci si buttò sotto. era la prima volta che riusciva a rilassarsi da un bel pò di tempo. forse queste vacanze 'forzate' non erano tanto male. in generale, parlando da quando erano arrivati ad amestris, aveva pensato che si trattasse tutto di un sogno, ma , alla fine, aveva capito che non era così. per un attimo, pensò a casa "chisà se sono preuccupati" ma poi laciò perdere, svuotò la mente, e si concenrò sul suono dell'acqua.

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COMMENTI:

Hikari : questo capitolo mi sembra che sia uscito meglio di quello precedente, eh?

kudo : a me sembra uguale....

hikari: non è vero, quello di riol era quasi incoerente

kudo : comunque, chiudiamo questa parentesi inutile!

hikari : ok, ringraz....

kudo : questa volta li faccio io i ringraziamenti! grazie a tutti quelli che ci seguono!

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Capitolo 6
*** rassembool ***


Documento senza titolo

anche quella notte, Hikari non prese sonno. anche quella notte passò lenta e dolorosa. la notte era il momento migliore della giornata, si dormiva e basta. non si pensava, non ci si stressava . la notte era unica . o meglio, era l'unico momento di pace. l'unico momento di tranquillità , sempre che i problemi non si ripercuotessero anche sui sogni, allora erano dolori. a lei capitava spesso di sognare, ma faceva sogni strani e incomprensibili, che in un certo senso erano pesanti. kudo, lui non sognava, la notte se la godeva, dormiva e basta. ma la notte dura troppo poco quando si è profondamente addormentati, e quando finisce arriva il sole, e con lui si torna alla realtà. qualcosa di duro e razzionale, dove i sogni non sono permessi, perchè non si sa mai che cosa può succedere.

A casa Rockbell tutto taceva, probabilmente gli unici svegli in quella casa erano lei, e , per ovvi motivi alphonse. ma come faceva lui? come faceva senza quell'unico momento di tranquillità? senza evadere dalla realtà? ma , forse, dopo tutto quello che aveva vissuto, la notte non era cosi difficile. ma di notte, si pensa a cose a cui non si dovrebbe pensare.

Hikari si alzò dal divano, e si diresse verso la cucina, per servirsi un bicchiere d'acqua. fortunatamente, la sala comune dove dormiva e la cucina erano a pochi passi di distanza. "certo che è proprio un bel posto" pensò quardando fuori dalla finestra. la collina dove era situata la casa si affacciava su tutto il villaggio, dando un bel panorama. probabilmente, sul retro, il paesaggio era anche più bello. quella notte, non l'avrebbe passata come quelle precedenti, a farsi domande inutili, ma avrebbe cercato di chiudere occhi, almeno per la sua salute.

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niente, le ore passavano , ma di prendere sonno neanche se ne parlava. e questo non andava bene. Hikari si alzò nuovamente dal divano e si diresse verso l'uscita. forse una boccata d'aria le avrebbe fatto bene. stava per uscire, quando una luce si accese alle sue spalle.

- hey, che fai- le bisbigliò

si voltò di scatto, appena percepita la luce. erano semplicemente alphonse e Edward, scesi di sotto, forse per un bicchiere d'acqua.

- prendo una boccata d'aria- rispose

- dovresti dormire - disse alphonse - fa male alla salute non riposare -

- grazie- rispose - ma non ci riesco, volevo fare una passeggiata. kudo dorme?-

- come un bambino- rispose Edward versandosi un bicchiere d'acqua - se esci a fare una passeggiata, vengo a farti compagnia- disse infilandosi il soprabito rosso -vieni con noi, al?- chiese

- certo- rispose allegramente il fratello, forse perchè avrebbe passato qualche ora in meno da solo , quella notte.

come aveva previsto, il panorama sul retro era anche migliore di quello davanti. la facciata posteriore della casa si affacciava su un fiume, che a sua volta dava su un piccolo bosco. i tre iniziarono a camminare sulla sponda, in silenzio, accompagnati dal gracidare delle rane, e dalla fievole luce delle lucciole. una leggera brezza scompigliava i capelli marroni di Hikari, che, per una volta, erano portati slegati e non raccolti in una comoda coda.

- perchè hai deciso di farmi compagnia?- chiese lei, rompendo il silenzio

- perchè probabilmente ti saresti persa- rispose Edward

- VUOI FARE A BOTTE!- sbraitò hikari

- shh! zitta! vuoi svegliare tutti? - disse mettendosi il dito sulle labbra - apparte tutto....- continuò - voglio cercare di 'capirvi' -

- 'capirci'- ripetee lei - ma sei scemo o cosa? -

- come?!- rispose, cercando di non alzare la voce

- mica siamo il tuo nuovo esperimento scientifico!- continuò

- si, ma ..... siete qualcosa di nuovo, ed è più forte di me-

- ne so qualcosa....-

- hikari, kudo ha detto che eravate in vacanza, che ti annoiavi e che curiosando in giro l'hai spedito qui. ma come hai fatto?- chiese alphonse

- non ne ho la minima idea- rispose lei

-' ma come si fa ad annoiarsi in vacanza' ha detto kudo mentre lo raccontava. effettivamente ha ragione - continuò il minore degli elric

-Se tutto l’anno ci fosse vacanza, divertirsi sarebbe tedioso come lavorare- rispose secca e diretta -e ne so qualcosa. tu , piuttosto , Edward, invece di stare a studiare i 'nuovi arrivati' come cavie da laboratorio, dovresti sbrigarti con Winry-

i due la guardarono un attimo atteriti da quell'affermazione. Edward arrossì leggermente, e il fratello gli fece un bel - oooooh! la ragazza ci ha azzeccato-

-zitto - rispose

dopo qualche minuto da quella strana e incoerente conversazione hikari tirò fuori l'orologio, lo aprì e poi lo rimise in tasca. - forse ora è meglio tornare a letto- detto questo, precedette i due fratelli e si diresse verso la casa.

- al, te l'ho detto che quei due sono interessanti- ridacchiò tra se Ed

- si, e hai anche detto che nascondo qualcosa- rispose il fratello

- fidati, scoprirò cosa-

- già, tanto per non farti gli affari tuoi , fratellone- disse sottovoce

- hai detto qualcosa, al?-

- no, niente-

-----------------------------------------------------------------LA MATTINA SEGUENTE--------------------------------------------------------------------

- buongiorno hikari!- esclamò kudo , sbadigliando, facendo il suo ingresso nella sala da pranzo

- buongiorno- rispose lei ,sorridendo al cugino mezz'addormentato, con i capelli tutti scompigliati.

kudo notò che la cugina aveva in mano un nuovo libro e che era circa alla fine . in più delle profonde occhiaia le solcavano il roseo viso. i capelli, erano tenuti slegati, come suo solito quando dormiva, ma non erano eccessivamente scompigliati. o meglio, non erano arruffati come quando ci si alza dal letto. lui giunse alla conclusione che anche quella notte non aveva dormito.

- non ti fa bene ...- disse a bassa voce, per non farsi sentire ma allo stesso tempo per esprimere la sua preuccupazione.

i due entarono in cucina, dove la colazione era già servita sul tavolo. Winry, stava seduta vicino alla finestra, e spalmava la marmellata sul pane quasi meccanicamente, aveva lo sguardo perso nel vuoto, probabilmente non era ancora totalmente sveglia.

- buongiorno winry- disse Hikari

- buongiorno raggio di sole!- disse kudo

- buongiorno - disse lei sbadigliando

i due si sederono nei posti di fronte a winry. kudo si impossesò della scatola del latte e iniziò a versarsene un bicchiere dopo l'altro, bevendoli a una velocità impressionante. hikari, invece, si versò una bella tazza di caffè, preso senza zucchero, e iniziò a mangiucchiare un fetta biscottata.

- non affogarti- disse hikari rivolgendosi al cugino

- non mi affogo! io divento alto! - disse prima di prendere un'altra sorsata del liquido bianco

- hahahahah- si mise a ridere winry, come appena entrata nel 'mondo reale' - certo che fai ridere- disse asciugandosi una lacrima - Ed dovrebbe prendere esempio da te!-

- a proposito, dove sono quei due?- chiese kudo

- in giardino....- winry non fece in tempo a finire la frase che kudo scappò fuori, ma lui era fatto così.

varcata la soglia di casa, sentì un cigoliò metallico, e si precipitò verso quel suono. andò nel retro della casa, e , sulla riva del fiume , vide i due fratelli allenarsi tranquillamente. certo, per loro era allenamento, per lui era semplicemente fare a botte. bhè, questione di punti di vista.

-hey!- urlò agitando le mani . i due si fermarono e rivolsero lo sguardo verso il ragazzo che correva da loro.

- buongiorno kudo - disse Alphonse

- buongiorno- disse Edward riprendendo fiato

- sentite, andiamo in centro ? dai, andiamo a rimorchiare suuuuuuuuu!- fece kudo ai due

- in centro?- disse Alphonse

- kudo, speri davvero di rimorchiare in un posto come questo? certo che sei messo peggio di mustang- disse edward

- ma winry non è mica l'unica ragazza nella zona , no?- continuò kudo disperato

- no - disse alphonse - c'è anche tua cugina-

- lei non è considerabile una ragazza- affermò

- guarda che ti sento!- disse Hikari , sbucando alle spalle di Kudo

- hiiiiiiiiiiii- disse facendo un espressione terrorizzata ed indietreggiando - ero solo venuta a dirti che stavo accompagnando Winry da una sua amica-

- amica?- a kudo le si drizzarono le orecchie - ma cuginetta adorata, come puoi anche solo pensare di andare da sola, senza la tua guardia del corpo-

- se se-

alla fine, dopo vari discorsi incoerenti che vi risparmio, winry, kudo,hikari e compagnia bella, si diressero verso la casa dell'amica. la casa, che era una viletta, stava a qualche metro da quella di winry , per cui la camminata non durò molto.

arrivati di fronte al portone, winry suonò il campanello e poco dopo aprì la porta una ragazza con i capelli neri e ricci, alta più o meno quanto winry , ma probabilmente più giovane. portava un abito sportivo verde, e i capelli slegati.gli occhi erano sul dorato

- Winry-chan!- esultò vedendola

-shayme !- rispose lei andando ad abbracciare l'amica

- oh, vedo che ci sono Ed e Al, prego entrate- disse

- piacere - disse hikari - sono una loro amica-

- p-p-p-ia-cere- riuscì a dire kudo. era rosso come un peperone, ed hikari dovette trattenersi il commento sacastico e la sonora risata

-prego- disse sorridendo.

la casa di shayme era simile a quella rockbell , solo arredata in stile vittoriano. ( ossia era completamente diversa da quella di Winry)

- che vi riporta a rassembool elric? - chiese facendoli strada nel corridoio

- emm .... abbiamo sbagliato pulman- disse Edward

- correggo : tu hai sbagliato pulman - disse hikari

- ma stai zitta! spilungona!-

- nano!-

- ecco che ricominciano - disse alphonse separando i due

- certo che sembri tu il fratello maggiore - ridacchiò shayme.

kudo, invece, non rouscì a dire o fare nulla. caminava come manovrato da qualcosa, ed sentiva solo la voce armoniosa della ragazza. il suo cuore batteva forte ... com'è che si chiamava questo ..... a si ..... -colpo di fulmine!- esclamò

- cosa ? - chise hikari posando una mano sulla fronte di Kudo per assicurarsi che non avesse la febbre

kudo si inginocchiò davanti ad Shayme, le prese la mano e iniziò la sua rappresentazione melodrammatica - mio adorato fiore! ti prego, esci con un'erbaccia come me!-

- oh, ma che bimbo adorabile!- esclamò lei

- b-b-b-imbo!- esclamò kudo

- lascia perdere kudo - disse Hikari

kudo, povretto, avendo ricevuto un due di picche , si depresse seriamente, o almeno ,si raggomitolò su se stesso per qualche minuto, poi ,tutt'un tratto, mentre gli altri sorseggiavano un thè e chiacchieravano amabilmente, rivenne

- mia dolce Shayme, vedrai che riuscirò a conquistarti ..... - e iniziò un monologo che ignorarorono tutti, o forse tutti, tranne Shayme, che provava una strana simpatia verso quel ragazzino più piccolo di lei. quando kudo finì la sua rappresentazione, si mise a tavola con gli altri. e li iniziarono le varie domande di Shayme. hikari dovette tappare la boca a kudo più volte per impedirgli di spifferare tutto, ma alla fine, riuscirono ad uscirne indenni. circa all'ora di pranzo, si stavano dirigendo a casa. kudo era riuscito ad ottenere il numero di Shayme e anche l'indirizzo e-mail ,anche se esse non erano troppo diffuse ad amestris.

sulla strada del ritorno hikari ne uscì con una frase che forse doveva tenersi per se - sentite, emm .... come ve lo chiedo ....-

- cosa? - disse Edward

- emmm ..... sono troppo indiscreta se vi chiedo di ..... emmm.... di vedere quel che resta di casa vostra-

- si - disse Edward , serio - ma, visto che per te è una cosa 'nuova' ti ci porterò. tanto dovevamo andare in cimitero-

arrivati a un bivio , alphonse consigliò a Winry ed Edward di recarsi in cimitero . lui avrebbe portato hikari e kudo a vedere le rovine della loro casa e poi gli avrebbe raggiunti. così, si divisero.

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la strada per raggiungere le rovine della casa di Edward e Alphonse era in salita, come , più o meno tutte le stradine in quell'aglomerato di colline. Kudo seguiva Hikari e alphonse riluttante, più che vedere delle macerie , preferiva stare con Shayme. tutto taceva, l'unico rumore udibile era quello delle foglie degli alberi mosse dal vento. arrivati, lo scenario era arido. della casa non era rimasto molto, solo qualche rudere brucciachiato . affianco, c'era un grosso albero, morto, con la corteccia nera.

- eccoci - disse alphonse

hikari rimase in silenzio. si avvicinò alle macerie, e iniziò a inoltrarsi nell'area della casa. era tutto bruciato, non era rimasto niente. kudo, invece, si era avvicinato all'albero e ci si era appoggiato, per fare la scena ' il fico triste e malinconico' . hikari si chinò, e iniziò a frugare tra le macerie. c'era tanta polvere, ma, incastrato tra due pezzi di fondamenta trovò un libro. lo prese in mano, era brucciacchiato, ma leggibile. lo pulì con la mano e ne lesse il titolo, sgranò gli occhi per un attimo, poi sorrise.

- kudo-kun- lo chiamò - vieni -

- che c'è?- disse, avvicinandosi riluttante

- te lo ricordi ? - chiese

si appostò affianco alla cugina e osservò il libro. era antico, con la copertina dura , che forse doveva essere di una tonalità di crema, con una scritta in oro. si morse il labbro.

- questo è ...- bisbigliò

- già , incredibile - disse hikari continuando a sorridere come un ebete

- la smetti di ridere, mi dai fastidio!- esclamò allontanandosi velocemente kudo

-ma ....- hikari non disse altro, e iniziò a svogliare il libro. sentiva lo stomaco rivoltarsi, e venne presa da una forte nausea

- hika-chan?- disse kudo, osservando pruccupato la cugina

- um?- rispose

- stai bene? non hai una bella faccia ....-

- si sto ben .....- non finì la frase. venne presa da un forte capogiro e cadde a terra. kudo si avvicinò correndo

- dammi quel libro . certo che sei stupida............. hey! hikari!- disse squotendo la cugina, che, aveva , ormai, perso i sensi

- alphonse! alphonse!- urlò kudo

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il vento muoveva le chiome degli alberi , mentre Edward percorreva la linearea strada che conduceva al piccolo cimitero di rassembool. winry camminava al suo fianco, senza direr niente. era quasi ora di pranzo, e il sole stava alto nel cielo. l'atmosfera che si era creata era pesante.

- winry ...- disse edward. lei si limitò a rispondere con un monosillabo, tanto per farli capire che aveva la sua attenzione - che hai?-

- in che senso ? - rispose la ragazza

- sei strana. non mi hai ancora tirato niente in testa e in questi giorni hai parlato pochissimo-

lei non rispose , erano arrivati di fronte al cimitero - siamo arrivati - disse infine

- mi rispondi???- continuò edward

- quei vostri amici ..... perchè viaggiano con voi?- disse winry, ignorando l'amico

- te l'ho detto : cerchiamo la stessa cosa - rispose seccato, avvicinandosi alla tomba della madre

- questo l'ho capito, ma perchè la cercano?!- continuò winry - non mi torna la cosa -

- fidati, hanno i loro buoni motivi -

- ' i loro buoni motivi '! anche io gli avevo quando volevo seguirvi!- urlò

- te l'ho già ripetuto mille volte! è pericoloso!!-

- pericoloso!!!!- sbraitò winry lanciando una chiave inglese in testa ad Edward - è pericoloso per me quanto lo è per quei due ragazzi!-

- aia! da dove l'hai tirata fuori quella?- disse edward toccandosi la testa dolorante - e poi, quei due ragazzi sono alchimisti, si sanno difendere-

- anche io!-

ad un certo punto, ad interrompere la lite arrivò alphonse urlando 'fratellone' . "ecco che arrivano" pensò edward , ringraziando mentalmente la prontezza del fratello

- fratellone!- disse alphonse avvicinandosi - hikari è .... e kudo ..... da Shayme ...... sbrigati -

- che?- disse winry

- non ho capito che è sucesso,ma.... hikari ha perso i sensi , kudo s'è l'è caricata sulle spalle e l'ha portata da Shayme!-

 

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Capitolo 7
*** rapimento ***


rivenne in una stanza bianca , molto simile a quella dove si era ritrovata arrivata ad amestris. era ancora stranita, e il dolore alla testa non era differente. la forte luce al neon della stanza non migliorava la situazione. si mise seduta, e si passo la mano in un ciuffo di capelli che la colpiva sugli occhi. senìi un fievole rumore di passi , probabilemente dal corridoio, che si facevano sempre più vicini, e rumorosi. la porta si spalancò con un sonoroo scricchiolio. ne entrarono due ragazze , la prima era bionda, con gli occhi azzurri, la seconda aveva i capelli neri e riccioluti, con gli occhi verdi.

- ti sei risvegliata! - esultò winry, trapanado le orecchie a Hikari

- meno male! - continuò Shayme

- che cosa è successo? - riuscì a dire con un filo di voce

- sei svenuta - disse Shayme - così abbiamo chiamato un medico -

- medico? ah, mi avete portato al pronto soccorso. mi dispiace avervi disturbato , ma tanto domani parto - disse hikari

- pronto soccorso? guarda che sei rimasta inerme tre giorni - disse winry -all'ospedale ti ci abbiamo portato ieri, o meglio, siamo partiti ieri sera e arrivati sta mattina -

- ieri sera? - chiese hikari, confusa

- si , l'ospedale più vicino è quello di east city. eri due giorni a letto, con febbre alta. deliravi. così ci siamo preuccupati e ........ hey, non ti puoi alzare! sei convalescente- urlò shayme

hikari, si era messa seduta sul bordo del letto e stava per alzarsi, venne fermata da un'infermiera che dovette quasi legarla al letto

- ma devo consegnare il raporto a mustang - diceva, quasi facendo i capricci

- tu non ti muovi di qui finchè non ti sarà scesa la febbre ! - l'intimò l'infermiera

- non ti preuccupare, ci sono andati Ed, Al e Kudo a consegnare il rapporto.

-----------------------------------NELLO STESSO MOMENTO, DI FRONTE AL QUARTIERE GENERALE-------------------------------------------------

non era una bella serata. soffiava un forte vento e faceva freddo. le nuvole davano segno di un imminente tempesta.

- che aspettiamo ad entrare ? - chiese kudo rivolgendosi a Edward, che se ne stava mogio mogio di fronte al grande cancello

- aspettiamo il delirio del fratellone e poi, forse , riusciamo ad entrare- rispose alphonse, al posto del fratello

- ma che hai , Edward?.- chiese Kudo

-Perché c'è bisogno di chiederlo? - disse scorbutico - Appena entrerò dovrò subirmi di nuovo il suo sarcasmo da quattro soldi [Edward imita il colonnello Mustang]"e così anche la pietra filosofale di Riol era un'altra pista falsa, allora quando la smetterete di sperperare i fondi dell'esercito in viaggi inutili? Ehi, ma dove sei finito Edward? Non riesco a vederti!" ma se sono qui! "Oh scusa! I fogli sul mio tavolo ti nascondevano completamente!" grr! non posso sopportarlo-

per accedere al quartire generale, ogni alchimista , o soldato, doveva avere una tessera magnetica . Kudo, sarebbe potuto anche entrare da solo, ma , il problema,era che, nella fretta di partire, sia lui che sua cugina si erano dimenticati di ritirare le tessere. ma , dopotutto, quello che gli interessava era l'orologio. kudo, quando l'avava ricevuto , gli era tornato in mente, che, una volta, navigando su e-bay, avevano trovato quell'orologio come gaget e hikari aveva esclamato - che ficata!quanto mi piacerebbe averlo!- per, alla fine, non l'aveva comprato. carenza di soldi. anche lui ne sapeva qualcosa.....però , i fondi dell'esercito, erano utili! infatti, era la prima volta che aveva così tanti sodi disponibili. come diceva marilin monrroe (?) "Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone del Metrò"

- allora , Ed, ti decidi ad aprire?!- esclamò kudo

- se, se- disse passando la tessera magnetica, a malavoglia.

il quartiere generale dell'est era grande e imponente, ma non come quello centrale. era arredato in maniera elegante ma pratica, ed i corridoi erano percorsi velocemente da soldati , assistenti e segretari , che trotterellavano qua e là , a passo veloce. o forse, erano loro che andavano a rilento.

arrivarono presto di fronte a una porta in legno su cui c'era scritto "ufficio del collonello mustang"

- cosa aspettiamo ad entrare? - disse kudo posando la mano sulla maniglia - prima facciamo prima ne usciamo!-

stava per aprire la porta ( senza bussare, mi raccomando ) ma venne inerrotto - EDWARD!- urlò una voce maschile. si voltò di scatto, nonostante non avessero chiamato il suo nome. a urlare era stato un uomo di mezz'èta, con i capelli neri, una barbetta ispida, degli occhiali e un viso allegro. Kudo lo riconobbe subito : era maes hughes. a quanto pare, era ancora vivo .....

- bentornato! ma non dovevi venire sabato!? - esclamò allegramente

- si, ma abbiamo sbagliato pulman - disse alphonse

- capisco!capisco! ma, allora , perchè ci avete messo tanto?! aaaaaaah! scometto che vi siete fatti delle vacanze extra! scometto c'è di mezzo una donna!-

- ma che dice!- esclamò Edward - è una storia un pò lunga-

- certoooooooooooo- continuò Hughes - hey, e quello chi è!? cavolo, è basso .... ma, almeno è più alto di te!- disse ridendo

- A CHI HA DATO DEL FAGIOLINO?!- sbraitò Ed

- piacere, sono kudo - disse , mostrandoli l'orologio - o anche, l'alchimista emo-

- WOW! certo che sei giovane!- a quel punto, la conversazione fu interrottà da un brusco tonfo, seguito da una serie di spari, provenienti dall'ufficio di mustang - ma che... ?!- disse Hughes , aprendò velocemente la porta.

Riza hawkeye era accovaciata in un angolo dell'ufficio, grontante di sangue, con la pistola calibro 50 ancora tra le mani, con le dita sul griletto. di fronte a lei, stava mustang , ancora in piedi , forse ridotto anche peggio, con i guanti tutti sfilacciati.

- bene, bene! a quanto pare siamo arrivati al capolinea. peccato, non è durata molto- diceva un ragazzo . aveva i capelli sparati a lunghi ciuffi , verdi ( stile palma, avete presente, no?), con una fascia nera sulla fronte. portava un top nero aderente , che li lasciava scoperto lo stomaco, e una specie di gonna- pantaloncini, anch'essi neri. - oh - disse voltandosi - vedo che abbiamo vistite!-

-envy!- urlò Edward, trasutando velocemente l'auto-mail

- oh ,il piccoletto d'acciaio e compagnia bella!- disse divertito - ma vedo una faccia nuova! che carina! tu sei quello di cui parlava lust, ma non c'era anche una ragazza con te ??- disse, osservandosi intorno - bhè , non importa, mi bastate voi - poi, con una mossa semplice e veloce, stordì mustang, che cadde a terra, privo di sensi.

- colonello! - urlò riza. tentò di rimettersi in piedi , ma venne fermata da envy, che stordì anche lei e se la caricò in spalla.

- che vuoi fare?!- urlò Edward, pronto a combattere

- ci vediamo piccoletto d'acciaio!- disse envy saltando giù dalla finestra

- maledetto!- iprecò Hughes.

______________________________________________________QUALCHE ORA DOPO__________________________________________________

percorreva velocemente il corridoio dell'ospedale, cercando di non cedere ai capogiri, fino ad arrivare alla stanza 707 . non si curò neanche di bussare, aprì la porta con rabbia - CHE CAVOLO E' SUCCESSO!!!!!- urlò infuriata Hikari

- hika- chan ! - disse kudo -vedo che stai bene .... -

- anche troppo ....- borbottò Edward , che venne immediatamente fulminato da hikari

- MA SIETE SCEMI O COSA? NON AVETE NEANCHE PROVATO A ........- continuò hikari incavolata

- sta calma - rispose mustang - una bella ragazza come lei non è bene che s'arrabbi!-

- e la smetta! la sua assistente è appena stata rapita e lei fa già il cascamorto?- disse kudo

- TU NON PARLARE!- lo intimò hikari - sta notte, si va a salvarla!-

- yeah!- esultò kudo

- non se ne parla neanche!- disse il medico, entando nella stanza , dove, se ve lo stavate chiedendo, era ricoverato mustang - ha la febbre alta, e vorei fare ancora degli accertamenti! signorina hikari, lei non può proprio ..... ma che?!- purtroppo, hikari e kudo erano già scappati via, saltando fuori dalla finestra ( erano al primo piano ....nda)

- cavolo!- disse edward portandosi una mano sulla fronte - ora devo andare a ripescarli? penso proprio di si ....-

- aspetta, acciaio - lo fermò il colonello - vengo con te -

- non se ne parla! lei non può! - continuava il medico - ha varie ferite profonde e un trauma cranico! anche volendo , non riuscirebbe ad alzarsi dal letto!-

e in effetti era vero. mustang era dolorante, le ferite erano abbastanza profonde e si potevano riaprire da un momento all'altro, non era proprio in grado di combattere , ma .... non poteva rimanersene con le mani in mano, "anche se" , pensò,"probabilmente sarei solo di peso, e va bene ...."

- acciaio, riportali vivi!- lo intimò

- certo!- disse correndo fuori dalla camera seguito da suo fratello

- ma fratellone, dove pensi che possano essere quei due?- chiese alohonse, inseguendolo

- ti ricordi il laboratorio numero 5? -

- si, quello dove stava barry lo squartatore?-

- esatto, li abbiamo incontrato gli Homunculus per la prima volta! se sanno la storia, andranno sicuramente a cercare li-

- ma il laboratorio è andato distrutto!- disse alphonse

- si, ma , riguardando le mappe, ho visto che sotto c'era un altra stuttura, sotteranea- disse edward

- bingo!- esultò

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - LABORATORIO N 5- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

- ma sei sicura che ci fosse?- disse kudo, scavando con tra le macerie con una vanga di fortuna, ricavata trasmutando qualche pezzo di metallo

- si , certo! - rispose Hikari - conosco a memoria tutti i volumi di fullmetal alchemist, mi ricordo che, quando hanno controllato le mappe ....-

- Eccola!- esulto kudo. aveva trovato una botola marrone, con un manico in metallo. si accovacciò e finì di spolverala, mentre la cugina si avvicinava. era cadevarica.

- hikari, sicura di star bene? non hai una bella cera ....-

- ma che dici?!lo sai che ho la carnagione bianca- disse aprendo la botola -andiamo?-

-yes!- disse annuendo.

i due saltarono dentro la botola , che era più profonda di quanto pensassero. Hikari, avendo fatto male i calcoli, atterò di sedere -aio!- disse

- da che parte?- chiese kudo, che,al contrario della cugina, era atterrato bene

- ....- disse alzandosi e pulendosi i vestiti - .... destra?-

- siamo entrati qui senza neanche sapere dove cercare?! complimenti! va bhè, vada per la destra- disse lamentoso.

più i due si infiltravano nella 'caverna' , più l'ambiente si faceva buio. scoprirono, poco dopo, con orrore, che l'unica luce che filtrava in quel posto, era quello della botola. non ci volle molto tempo, che il buio prese il sopravvento. non si riusciva più a vedere niente. l'ambiente era umido, le pareti terrose e il pavimento ghiaioso, più che un piano sotterraneo, sembrava un tunnel di emergenza, scavato in tempi di guerra. si sentì un tonfo.

- hikari - disse kudo

-si?- rispose

- sei caduta?- chiese - ammettilo, dovevi rimanere in ospedale -

- neanche morta!- disse, rimettendosi in piedi - al diavolo! non ti avrei mai fatto andare da solo, non ti avrei mai fatto godere tutto il divertimento!-

- quel dannato libro! ma dovevi proprio sfogliarlo!- continuò, camminando

- zitto!- disse con tono severo. kudo non osò più dire niente, conosceva i varii cambiamenti vocali della cugina, quando era così autorevole, era meglio lasciar perdere. "ma perchè si deve caricare sempre tutto?!" pensò kudo.

passarono varii minuti, o forse un pò di più, dove il silenzio regnò sofrano. niente sbuffi, niente esclamazioni , niente di niente, si sentivano solo i loro respiri, un poco irregolari. finchè , ad un certo punto, non scorsero una luce, in lontanza. più si avvicinavano, più essa si faceva intensa. accellerarono il passo. arrivati a destinazione, entarono in una grande stanza,molto illuminata. rimasero entrambi accecati per qualche secondo, visto che ormai i loro occhi si erano abituati al buio.

-wow!- disse kudo. la stamza, a contrario del tunnel, era costuita abbastanza bene. era ovale, e , tutt'intorno alle eclissiche pareti, c'era un'immensa libreria a muro.

in quel momento, una delle librerie, si mosse, facendo un gran rumore. da un tunnel , anch'esso buio cenere, ne uscirono un gruppo di persone.

per prima, fece il suo igresso una bellissima donna , dai capelli neri e ondulati. portava un abito nero e lungo, con un grande scollatura, che mostrava il tatuaggio a forma di ulboro. lust, la lussuria. a suo seguito aveva un uomo, basso , tarchiato e grasso, che indossava un tuta nera. gluttony,la gola. dopo di loro, fece la sua entrata envy , l'invidia, che portava in brraccio il sergente hawkeye.

- oooh!- fece envy - il mio piano a funzionato! ho attirato il colosso di roghi e il tipo carino!-

- c'è bisogno della nostra presenza?- chiese lust

-no, voglio giocarci da solo!- disse envy

- bene , ma non ucciderli, ci servono - disse tranquillamente - su , gluttony, andiamo-

- perchè non mi fai mangiare mai nessuno?- a quanto pare, gluttony,non brillava di intelletto. i due, rientrarono da dove erano venuti. con lo stesso rumore, la libreria si riposizionò , coprendo il tunnel.

- A CHI HAI DATO DEL COLOSSO DI RODI???!!!!!!!!- sbraitò hikari

- irritabile come il piccoletto d'acciaio, vedo- disse sgignazzando

- che ti serve, envy- chiese kudo

- niente. voglio solo 'giocare'- disse beffardo. poi appoggiò delicatamente la hawkeye a terra, e scattò affianco a kudo. lo afferrò per un braccio, lui non fece neanche in tempo ad accorgersene , e lo scaraventò da un lato, facendolo atterrare su una delle libreria. lo schianto fù violento, e probabilmente doloroso. metà dei libri caddero a terra e per poco non sommersero kudo.

- BAST....!- imprecò hikari, lanciandosi contro l'homunculus. fece per sferrargli un pugno, ma lui la schivo, e la atterò con una mossa di karate, lei si rimise velocemente in piedi e corse verso kudo, che si stava rialzando.

- quello è dannatamente agile!- disse hikari rivolgendosi al cugino

- serve gioco di squadra- affermò kudo

- già - anuì hikari

- io lo distraggo tu .....- bisbigliò qualcosa al cugino, poi , hikari, ripartì all'attacco. inizio a sferrare una serie di colpi, che envy continuava a schivare agilmente, mantenendo quel ghigno beffardo che lei odiava tanto. tra l'altro, mentre lei si sfiancava a lanciarli ogni genere di mossa, lui rideva. cosa che la mandava in besti. stava sudando, era stanca, e i capogiri non miglioravano le cose. "kudo non si sbriga..." in quel momento scorse la luce di una trasmutazione "bene" pensò. aggirò envy, e cercò di darli un calcio sulle caviglie, per farli perdere l'equilibrio. lui lo evitò con un salto, e passò al contattacco. lei cercava di schivare più colpi possibili, o , almeno, di attutire quelli che riceveva.

- ora!- urlò hikari appena fu certa di avere l'attenzione del nemico al 100%

kudo, preventivamente, lanciò verso envy una specie di arpione,colpendolo dritto nel petto.

-hahaha!- sghignazò - pensi di farmi male con un semplice arpione-

- con un arpione no.... ma .....- kudo indicò il filo ad esso collegato, finiva su una presa elettrica. lui abbassò la manopolina che regolava l'eletricità, lasciandola fluire, al massimo dei volt, nell filo. fu una scena assurda. hikari si spostò in qualche secondo affianco a kudo, esattamente poco prima che un'intensa scossa eletricca colpisse anvy. il suo corpo iniziò a bruciare. non so se gli homunculus provano dolore, ma, se così fosse, non doveva essere una bella esperienza. Envy lanciò un intenso urlo, poi, si sviluppò una luce rossa, e il fuoco si spense. la sua faccia era nera di rabbia

- voiiiiiiiiiiii.......... - sibilò

- cavolo!- esclamò kudo - abbiamo un problema, com'era il detto "non svegliar can che dorme?"-

l'homunculus si laciò prima su kudo, lo prese frontalmente con un calcio a 360°, facendolo balzare indietro. incassò il colpo, ma si rimise immediatamente in piedi, e partì all'attacco. sferrava calci e pugni, ma , lo colpiva molto raramente, anche envy, che era in collera, non risparmiava colpi, che kudo cercava di schivare. hikari, nel frattempo ,cercava di elaborare un nuovo piano, ma era ancora a terra, dove l'aveva lasciata il cugino. "pensa, pensa , pensa!" si ripeteva mentalmente. ma non era lucida,la febbre si stava alzando. maledisse più volte il suo stato attuale, e maledisse più volte la sua debolezza. kudo non avrebbe resso ancora a lungo, sudava e ansimava, i suoi movimenti si facevano sempre più lenti "maledizione!" pensò kudo. non riuscì a schivare un colpo a sorpreva e finì scaraventato a terra, envy mise un piede sul petto di kudo, steso a terra - ultimo desiderio?- chiese, in preda alla rabbia

- kudo-kun!- disse hikari, alzandosi di scatto - envy! ricordati che ti serviamo! siamo o no i preziosi 'sacrifici umani'-

lui si fermò un attimo, senza sminuire la pressione che faceva sul torace di kudo - umm- disse pensieroso - non posso uccidervi, ma posso ridurvi in fin di vita!- disse, poi seguì una risata malefica.

- SALVE A TUTTI!-

hikari alzò lo sguardo, ma se pur appanato riconobbe la figura. anche kudo, cercando di ignorare la morsa di envy, alzò lo sguardo "arrivare un pò prima no?!.

- oh, il piccoletto d'acciaio!- esclamò envy

- PICCOLETTO A CHI?-

envy allentò la morsa e kudo riuscì a liberarsene. schizzo affianco a hikari - tutto ok?- chiese . lei annuì e , con fatica, si rimise in piedi

- non hai una bella cera - commentò alphonse, rivolgendosi a hikari

- sto bene!!!- urlò lei

- se se- fece kudo , stremito

- ce la fai ancora? - chiese hikari a kudo, indicando envy

-si- rispose affanando

- gli homunculus hanno in se la pietra filosofale, se riusciamo a incenerirlo e a prenderla, risolviamo tanti problemi tutti in una volta. solo che , la carica elettrica deve essere più forte-osservò hikari

edward sorrise senza darlo a vedere , kudo annuì - distraetelo- continuò hikari -alphonse , mi puoi aiutare a fare una cosa?-

Kudo e Edward si lanciarono contro envy, che li stava aspettando impazziente, canticchiando qualcosa.

Hikari, nel frattempo che i due combattevano, costruiva un marchingegno molto simile a quello che aveva precedentemente fabbricato kudo, solo che, invece di collegare i cavi dell'elettricità a un arpione li collegò al lampadario. alphonse, nel frattempo, estraeva acqua da dei flussi sotteranei.

- muoviti!- l'intimò kudo, mentre schivava l'ennesimo colpo di envy, che teneva benissimo testa a quei da solo.

appena raccolti i sufficienti litri d'acqua, hikari la versò in un tubo, che dava a una bacinella, trasmutata sopra il lampadario.

-adesso!- esclamò hikari.

kudo e edward portarono envy esattamente sotto il lampadario, alphonse tagliò la corda che lo teneva legato , e il lampadario cadde su envy, inrappolandolo e bagnadolo. kudo e edward si spostarono e hikari abbasò la manopola che regolava l'ettricità. envy venne percorso da un'intensa scossa di corrente e finì in cenere. kudo si avvicinò e velocemente prese la pietra rossa che emergava nella cenere. alphonse prese riza in braccio e i quattro scapparono via alla velocità della luce.

- che stupido - disse lust, entrando nella stanza

correvano con tutte le loro forze nel buio corridoio, senza paura di cadere. volevano solo uscire di li , stare al sicuro, e utilizzare la pietra che kudo stingeva tra le mani. l'adrenalina era alle stelle e non faceva neanche più sentire tutti i dolori delle numerose contusioni. poco tempo dopo , videro una luce. balzarono fuori dalla botola.

-fammela vedere!- disse edward impazziente, una volta fuori

- eccola- disse kudo , mostrandoli la pietra. con orrore , i quattro si accorsero , con orrore che aveva cambiato colore, era nera.

- ma che......?!- disse Edward toccando. come la toccò, essa si sbiciolò e diventò polvere, che venne portata via dal vento

-MALEDIZIONE!- imprecò Edward -c'eravamo quasi!!!!!!-

- lo so, ma senza homunculs , quella pietra che hanno dentro muore- disse hikari

- che succede .....- fece la hawkeye svegliandosi

- storia lunga- disse hikari con un filo di voce.

-hikari!- disse kudo - abbassati un pò-

- che ?- disse eseguendo i comandi . kudo posò la mano sulla fronte di hikari

-scotta!- esclamò -lo sapevo ! irresponsabile!- kudo stava per farle la predica, ma venne anticipato da il medico , con winry e Shyme alle calcagne.

- ve l'avevo detto! - disse winry

- eccoli!- continuò il medico - adesso tornate in ospedale!-

- cavolo!- esclamò hikari

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"dal tetto dell'ospedale c'è proprio una bella vista" penso, portandosi un ciuffo di capelli dietro le orecchie. lo scontro con envy aveva procurato una bella bronchite a hikari, qualche costola incrinata ad Edward e qualche contusione a kudo. mustang e la hawkeye , in compenso, si erano riprese bene. ora stava seduta li, sul bordo del tetto, guardando fisso nel vuoto, per non pensare a niente, per tenere la mente vuota.

- oh, sei qui !- disse kudo, facendo capolinea nel tetto e sedendosi affianco a lei

- a che pensi ?- chiese kudo

- a niente - rispose inanimata hikari

- certo - disse lui - stai ancora pensando a ..... niente .... certo che da quando siamo qui, finiamo spesso in ospedale....- disse ridacchianso fra se

- umm umm ...... mi ricorda quando ero piccola ......... si ...........- continuò, non si capiva se parlava da sola o rispondeva a kudo

-hikari ....- forse voleva dire qualcosa, o cercare di animare la cugina, che quel giorno sembrava così strana

- hey!- dissero in coro i fratelli elric, agitando la mano , ed avvicinadosi a loro. li si sedettero a fianco.

- che hai hikari?- chiese edward - oggi ti ho chimata un'infinità di volte 'racchia' o ' spilungona' ma non mi hai risposto a tono ....-

- emm ... - rispose kudo per lei

- dai, se hai problemi sfogati! siamo amici, no?!- continuò edward, in tono allegro

- amici .... - ripetè hikari - amici?! ma se ci conosciamo appena?!- distolse lo sguardo dall'orizzonte e lo puntò su edward. non aveva espressione, era vuota. Edward rimase un pò straniato da quella risposta, ma non demorse - ci conosciamo appena, ma....penso che.....bhè, abbiamo tutti e due un mucchio di problemi no? forse non siamo amici, ma siamo compagni di viaggio, o qualcos'altro di simile-

- i problemi sono un privilegio dei vivi - disse hikari. kudo abbasò lo sguardo

- diglielo!- disse kudo, con tono che non ammetteva repliche - diglielo!- continuava

- dirli cosa? tutta la storia? del libro ... di quella sera .... no, meglio di no!- rispose hikari

- certo, perchè ru fai tanto la forte, ma quando si tratta di affrontare le cose ......!- esclamò kudo

- e va bene!- disse hikari - non è una bella storia, ma ..... voi ne sapete qualcosa, no?- continuò con un filo di voce.

stava per iniziare a raccontare, ma temporeggiava, prese un bel respiro e .... - che è quella?- chiese a edward, indicando un foglietto che gli sbcava dalla tasca

- questo?- chiese estraendolo - è una cosa che mi ha dato winry, una foto ....- disse mostrandogliela

hikari la prese in mano, e la guardò attentamente. aveva visto quella foto tante volte, nel manga, ma, questa aveva qualcosa di diverso. ritraeva ed e al da piccoli, con la madre e il padre, ma , quelli, somigliavano stranamente a ....- mamma.....?.....frank......?-

-che?- disse kudo

- ci volete spiegare?- chiese Edward confuso

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COMMENTI:

Hikari : PAPAPARAPAPA'!! *scoppia i coriandoli * abbiamo fatto le 100 visite! contento kudo?questo capitolo mi sembra più lungo degli altri.o è una mia impressione?cmq .... sono contentissima! ringrazio tutti quelli che ci seguono, le persone che ci hanno messo tra i preferiti e quella ragazza che ci ha fatto la nostra prima recensione! sono contenta che qualcuno aprezzi quello che scriviamo!^.^

Kudo : sono contentissimo! alla faccia di mio fratello che diceva che nessuno poteva leggere delle cavolate come quelle che scriviamo noi! hahahahh!

Hikari : basta! questa scenetta l'abbiamo già fatta!

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Capitolo 8
*** ricordi ***


Documento senza titolo

"A chi è nel dolore dona la gioia,
a chi è in battaglia la vittoria,
a chi è nell'oscurità dona la luce,
a chi è morto ridà la vita.
E' una pietra rossa come il sangue.
Gli uomini la chiamano, con venerazione, pietra filosofale."

RICORDI

corsivo : Hikari    sottolineato:entrambi     grosseto: Kudo
Se c’è una cosa che abbiamo imparato nel corso degli anni….
È non dubitare….
… affrontare le occasioni di petto….
… non scappare …
Farsi guidare dall’istinto….
… è sempre la soluzione migliore?
Allora perché, nel corso della vita, capitano cose tanto dolorose?
Perché, se penso all’infanzia, non ho ricordi felici?
Perché per imparare bisogna errare?
Perché, se provo a ripercorrere la mia memoria, il mio cuore…
…. Si riempie di amarezza?
Perché, devo dare spazio al dolore?
Perché non posso semplicemente fuggire da tutto?
Perché la realtà è così dura?
Ma ora rispondi ….
…. Vuoi essere confortato …
… compatito …
Speri che piangendo si risolvano le cose?
O spinto dalle cose?
Reagisci! Le cose non cambiano!
Puoi piangere …
O urlare …
Ma alla fine le cose, le devi risolvere da solo.
Vorrei tornare al passato …
Per fare quello che non sono riuscito a fare…
Ma….
Per inseguire il mio sogno …..
Devo andare avanti…..
Con le mie forze.
Lo senti?
Questo è il mio cuore
Batte
Sono vivo
Hai paura della morte? O forse hai più paura di vivere?

Tutto è iniziato quattro anni fa. L’inizo della fine, come la dovremmo chiamare. Forse siamo noi persone deboli, o magari, ipocrite, ma, ormai, le ferite non cambiano . quelle sono, quelle rimangono. Eppure…..

È iniziato tutto una sera. Una sera come tante altre, come tante ne avevo passate , e come tante credevo di passarne. Ero piccola, avevo otto anni, non capivo molto della vita, ma ero sveglia. Sorridente. Era questo il mio punto forte : il sorriso. Quando si parlava di me , si diceva sempre : come è solare quella bambina! È capace di ravvivare i momenti più tristi. Io andavo fiera di quei commenti. Erano il mio tesoro. E così rimanevo sempre allegra. Cercavo di essere un palo, qualcosa su cui sostenersi, per quando nel mio piccolo. Come ero egoista , e stupida. Perché mai appoggiarsi a me? Nessuno l’aveva mai fatto, allora perché farlo in quel momento?
La nostra storia. Forse non è così orribile, ma a me riempie di tristezza. Forse c’è chi sta peggio e io mi sto comportando da ipocrita. Possibile. Ma andava tutto bene . eravamo felici . allora perché quella sera suonò il telefono? Perché pioveva? Perché, perché perché! Io non sono sempre stato una persona forte. O forse, cercavo la via più facile? Forse, stare dietro a qualcuno era più facile che camminare da solo. Ma, avevo sei anni! Diavolo! Questa non è una scusa. Non si può cercare di trovare una scusa a tutto.
Allora, qualcuno mi spieghi, perché a momenti ho desiderato la morte.
erano il collante. L’ammiravo per questo. Tenevano unito tutto. In una famiglia fatta di tanti piccoli pezzetti, quella era la colla del puzzle. Non è troppo tardi. Il puzzle non andrà distrutto . lo terrò io incollato.
La stupidità. L’errore più grande : non saper riconoscere i propri limiti. Per questo ci sono le guerre.
L’avarizia. la sete di potere. Anche questi sono validi motivi
A parole è facile. Ma chi non è avaro? Chi non desidera sempre più di quello che ha? Chi non brama, almeno una volta nella vita, il potere?
Ma adesso, non perdiamoci in stupidi ripensamenti. Iniziamo a raccontare.
Pioveva. Odio la pioggia, ma allo stesso tempo l’amo, ti permette di piangere a testa alta. L’ho scoperto quel giorno in obitorio. In mezzo al dolore. Al dolore puro, quello che è raro provare. quello che non bisognerebbe mai provare. Quello, che ti rimane dentro, come un vaso di pandora, che se provi a riaprirlo riaffiora, come nel momento preciso in cui è arrivato. Come se non se ne fosse mai andato. E allora, io lo siggillai bene, lo nascosti, perché quel dolore era la cosa che odiavo di più. La cosa che di me detesto di più, la prova della mia debolezza , ma siamo esseri umani, solo esseri umani.
Quella sera, ero a casa di mia nonna, c’era anche mio cugino. Lui guardava la tv, c’era non so che programma in tv, ma questa non è una cosa importante. Io frugavo tra i vecchi libri, una cosa che amavo fare quando ero da mia nonna : frugare tra i libri di mio nonno.
non ricordo che c’era in Tv, ricordo che la guardavo, ma, del resto quella sera è così confusa, mi pare di ricordarla come se fosse ieri, ma , ugualmente, di averla dimenticata. Di averla persa. Ma non è così. Quella serata. A momenti, mi pareva che le cose si muovessero a rallentatore, altre, che raddoppiassero la velocità. O forse ero io che rimanevo inerme?
- Kudo- kun!- mi chiamò hikari
- si?- risposi
- ho deciso che farò da grande!- disse orgogliosa – l’alchimista!-
- che cos’è un’alchimista?- chiesi
- non lo bene neanche io, è una specie di scienziato. Qui c’è scritto che posso far diventare la semplice materia in oro, o riportare in vita le persone- disse sedendosi nel divano affianco a me e aprendo un libro sulle ginocchia – bello! Lo voglio fare anch’io-
-no, tu sei troppo piccolo!- rispose
- non è vero!e poi queste cose le può fare solo dio! Gli alchimisti non esistono-
- ma non lo volevi fare fino a poco fa?-
In quel momento suonò il telefono. Odio lo squillo del telefono. A volte lo sogno la notte, o me lo sento prima di riaddormentarmi.
Si, il suono del telefono. Quel suono cambiò le nostre vite. C’era un motivo per il quale eravamo dalla nonna, i nostri genitori erano partiti per una gita, in campagna. Stavano tornando prima, a causa della pioggia, che gli aveva rovinato i piani. Noi per questo eravamo raggianti.
- vado io – dissi lasciando il libro a kudo. Mi avvicinai al telefono ed alzai la cornetta. Fù un fulmine a ciel sereno. – pronto?-
- pronto? È casa Kalley?- disse l’uomo dall’altra parte del telefono
- si, posso esserli utile?-
- mi puoi passare un adulto – ovviamente, dalla voce e dalla pronuncia infantile aveva capito che ero una bambina
- certo!- risposi sorridente. Andai a chiamare mia nonna, e mia appostai davanti a lei, per ascoltare la conversazione. All’improvviso la sua faccia si sbiancò, i suoi occhi si tinsero si terrore. Un urlo pervase la casa, attirando l’attenzione di kudo, che accorse . non ricordo esattamente cosa avvenne dopo. O forse lo ricordo? Non voglio provare a farlo. Mia nonna chiamò un taxi, e nel giro di un’ora fummo all’ospedale, in obitorio.
l’obitorio non è un bel posto. C’è odore di morte. C’è dolore.
Forse, quello è stato il giorno in cui ho versato più lacrime in tutta la mia vita.
C’erano tutti, accorsi da varie parti. Tutti piangevano. Perché lei non versava lacrime? Perché si limitava a tenere la testa bassa? Forse, perché era veramente così forte come appariva? No, nemmeno lei poteva esserlo. Dinanzi alla morte, alla fine, siamo tutti dei piccoli e miserabili esserini. lei perché combatteva sempre a testa alta? Anche io voglio essere così.
Mio padre e sua madre erano morti. Non ci sono altri aggettivi per descrivere la situazione. Incidente stradale, la macchina è andata fuori strada. Semplice, banale, ma fatale.
suo padre era in rianimazione, mia madre al capezzale del marito.
C’era anche lo zio frank. Non era nostro zio, ma era un amico d’infanzia di papà e della zia, quindi lo chiamavano , amorevolmente, zio.
Dopo la ripresa della “vita”. Dopo quel’evento, niente tornò come prima.
papà, perché vai di già a lavoro? Perché non stai più con me come un tempo”
“ non preoccuparti, e che papà a tanto lavoro arretrato. Tu sorridi come sai fare, io torno a cena”
“ok!” rispondevo col sorriso di condizione che facevo sempre. Più andavo avanti, più la mia recitazione migliorava. La nonna, poco dopo, si ammalò d’alzaimer. Mi si spezzava il cuore a vederla. Ma , non potevo farci niente. Andavo in clinica, ci parlavo, sorridevo. Anche se, la maggior parte delle volte non mi riconosceva. Poco dopo anche Kudo si trasferì, andarono a vivere con la madre in un’altra città. Kudo, non era mai stato un bambino forte. Io lo difendevo sempre, li facevo sempre da muro, se l’insultavano o lo picchiavano, io c’ero sempre. Qualche anno dopo ,si iscrisse ad arti marziali. Anche io frequentavo arti marziali, mi sfogava. Meglio la palestra di una casa vuota. Di li a qualche anno anche mio padre morì d’infarto, il troppo lavoro l’aveva ucciso. Io andai a vivere con zio frank, che viveva nella stessa città di kudo.
Per me fu una bella notizia che hikari venisse a vivere qui. Credevo di trovarla diversa, ma era sempre uguale, con quel sorriso stampato. Sai, hika-chan, si vede che il tuo è un sorriso di occasione.
Era la prima della classe, eccelleva in tutto. Era forte, non piangeva mai.
Ma anche io ero maturato da quando ci eravamo lasciati. Non ero più il piagnucolone da difendere.
Lei si annoiava sempre, cercava sempre qualcosa di nuovo da fare. Un giorno vidi quel libro d’alchimia, quello di tanto tempo fa nella sua borsa, ma non li diedi importanza. Dopo tutto, ognuno combatte i propri demoni a modo suo, no? Io nel mio, lei nel suo. Mia madre, dopo l’incidente, aveva perso ogni luce. Lei non viveva, sopraviveva. Di alzava, andava a lavoro, tornava e dormiva. Alle volte neanche mangiava, manco fosse una macchina. dopo la scomparsa di papà la mamma traslocò immediatamente. io , le chiesi il perchè , lei rispose che papà aveva accettato un lavoro in quella città. ma papà era morto. in quel momento non capii, ma .... fu quello il primo sintomo di pazzia di mia madre. ogni sera, quando cenava, apparecchiava per tre e conversavva tranquillamente con il posto vuoto davanti a lei . conversava con mio padre.
Ma , dopo tutto, io stavo fuori fino a tardi, non lo sapevo, non lo volevo sapere. Mi interessava solo evadere dalla realtà. Evitare la ragione , perché mi ci sarei perso. non potevo e non volevo affrontare mia madre in quelle condizioni

Alle volte, ci si perde nel labirinto delle proprie emozioni. Ma siamo sicuri ci sia un’uscita?

Dopo la tempesta, c'è sempre il sole...

...ma quando finisce la tempesta?

qual'è il punto di rottura? quando si raggiunge il limite? quando si smette di essere umani? il dolore è troppo intenso , non posso sopportarlo, ma devo... devo continuare a vivere. per isolare il dolore basta concentrarmi su altro. basta che eriga un muro, alto e forte, che mi separi dagli altri, così, il dolore non mi raggiungerà.un dolore che mi ero portata dietro così allungo,fino a farlo diventare parte di me. un dolore che mi si era attaccato alle ossa.

dopo questa storia, dopo che il dolore sarà passato, dopo la tempesta, troverò la pace? DOPO ... ma ci sarà un dopo? io odio i lunghi viaggi, mi ricordano quello in macchina, l'ultimo momento di sanità mentale di mia madre. forse, l'ultimo momento 'felice' l'ho passato proprio in obitorio. l'ultimo momento infantile , invece, l'ho passato quel giorno, con quel libro, da mia nonna.

sai, che, dopo che ci hanno separato, ho tentati una pazzia? penso di aver raggiunto l'apice quel giorno, è stato dopo.... o meglio poco dopo la morte di papà . odio quel momento di debolezza, quel momento di pazzia. sono uno scienziato , credo solo in quello che vedo. ma , dopo essere andata a vivere da zio frank.... ho ritrovato quel libro ... c'era una cosa sulla trasmutazione.... ho comprato gli elementi .... lo facevo per gioco , ma un pò forse ci speravo. ho disegnato il cerchio .... posizionnato gli elementi ... scritto le formule .... messo il mio sangue....ma non è sucesso nulla. ho meglio , sono svenuta. zio frank ha detto lo stress .... lui lo sapeva cosa avevo fatto? ma, l'alchimia non funziona e mai sarà il contrario.

Un momento di pazzia capita a tutti. Tu dici di aver toccato il fondo, ma almeno cerchi di riprenderti. Da quando siamo qui … ad amestris … i tuoi sorrisi mi sembrano più sinceri….. è una mia impressione? Forse, sei semplicemente diventata molto brava a recitare. Se è così, ti dovrebbero dare l’oscar. Tenere la mente occupata. Finora ti è servito …. O meglio …. Ci è servito. Ma, non ci eravamo ripresi … a giusto …. Oggi è quel giorno … tu diventi sempre così, tutti gli anni. Fredda, ma sorridi, e cerchi di non dar a vedere niente. Io, bhè, tutti gli anni cerco di mostrare solo i lati ‘piacevoli’ del mio carattere.

 

 

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Capitolo 9
*** giornata tranquilla? ***


Documento senza titolo

mentre raccontava, cercava di tenere lo sguardo lontano, cercando di non incrociarlo con nessuno, di non far tremare la voce, di non tradirsi con le espressioni. lei e il cugino si alternavano, finendo uno le frasi dell'altro, in perfetta sincronia, eppure, era la prima volta che raccontavano quella storia. ma, del resto, anche i due fratelli facevano di tutto per non quardarli, tenendo lo sguardo basso. raccontare quelle cose non faceva bene, a nessuno dei due, forse quello era una specie di sfogo di un dolore tenuto dentro troppo a lungo. un dolore insormontabile, ed inapribile, di un brutto periodo della loro vita. odiavano quella storia, perhè gli esponeva al mondo, l'evitavano fra di loro, in famiglia, non l'avevano mai raccontata a nessuno. cosa gli aveva spinti a raccontare queste cose a della gente appena conosciuta? forse era stata l'aria di amestris a cambiarli, o , più semplicemente, lo raccontavano a loro, perchè sapevano cosa voleva dire la parola 'dolore' . sapevano che non gli avrebbero compatiti, o consolati, o avrebbero detto frasi inutili e superflue .

- tzè, sono patetica... - disse hikari, spezzando la frase - ... non riesco neanche a.....- si alzò di scatto, non attese nè una risposta , nè una reazione dai due - basta! non pensiamoci più! vado a chiedere le dimissioni dall'ospedale! se mi cercate sono in biblioteca!-

- ma il dottore a detto che ...- cercò di dissuaderla kudo

- al diavolo!- sbraitò hikari, lasciando il tetto

-aaah!- esclamò kudo , portandosi una mano alla testa - perchè non mi ascolta mai ?!- poi guardò Edward. era ancora seduto, con lo sguardo rivolto verso il pavimento, fissava costantemente una crepa. il fratello, invece, stava in piedi, e gironzolava nervosamente facendo avanti e indietro.

- che brutta atmosfera!- esclamò kudo - sono IO quello emo qui!-

- ah ah - si limitò a dire Edward - ha ragione lei, inutile star a piangere sul latte versato...-

- se si parla di latte qui ....- disse kudo ,ironico, rivolgendosi a Edward

- fratellone...- disse alphonse

-su, andiamo...- Edward si alzò in piedi, e uscì dal tetto, con al seguito suo fratello . varcata la porta, iniziarono a scendere le scale.

- ma che hai?- chiese alphonse

- niente - mugugnò, continuando a scendere.

arrivati circa a metà della scalinata furono fermati da winry - hey, Ed!- esclamò allegramente salendo le scale con a seguito shayme - hai visto hikari? e kudo?-

- è andata a chiedere le dimissioni, voleva andare in bibblioteca. per quanto riguarda kudo, è ancora sul tetto- rispose secco Edward, e riprese a camminare

- QUELL'IRRESPONSABILE!- urlò winry - spero di beccarla prima che esca!- disse seguendo Ed - tu shay che fai?-

- vado a vedere kudo - rispose. poi s'avvicinò a winry, la fermò e le sussurò all'orecchio - è successo qualcosa? mi sembra ci sia una strana attmosfera-

- si, l'ho notato anch'io. chiederò a hikari, se riesco a fermarla - detto questo corse via dicendo - ci vediamo più tardi!-

Shayne prese un respiro profondo, e percorse quella breve distanza che la separava dalla porta d'entrata del tetto. girò la maniglia, e , con passo felpato, fece il suo ingresso nell'ambiente esterno. cercò con lo sguardo kudo. lo trovò seduto ai margini del tetto, con l'espressione del tutto assente. non gli aveva mai visto fare un'espressione simile, non credeva neanche fosse capace di un'espressione simile. Kudo, nonostante fosse emo, era sempre allegro, salterellava di qua e di la, cercando di rimorchiare ogni tipo di ragazza. sinceramente, quando gli aveva chiesto di uscire, non gli aveva dato peso. ma quell'espressione gli dava credibilità.

si avvicinò molto lentamente al ragazzo . lui non l'ha notò subito . -ciao - disse shayme

- umm...che...- disse girandosi il ragazzo, come rivenuto da un lungo sogno - shay-chan!- esclamò dopo qualche secondo

- che c'è ? - chiese dolcemente- è successo qualcosa?-

- nu - rispose - ti va di uscire con me?- chiese. questa volta però non lo disse con tono melodrammatico, o sbruffone. lo disse sinceramente, quasi fosse una supplica. lei lo guardò un attimo, dritto negli occhi . lui sperava davvero in un suo si . sorrise dolcemente e disse - e dove vuoi andare?-

- è un si?!- chiese kudo, tutto rosso

- certo- sorrise

-evvaiiiiiiiiiiiiiii!- esultò kudo, iniziando a lanciare coriandoli e a fare una strana danza che fecero ridere parecchio Shayme. finito di festeggiare kudo disse - mi cambio e arrivo. ci troviamo di fronte alla fontana , nella piazza principale tra un'ora!- detto questò si fiondò via, giù per le scale, a una velocità super-sonica.

---------------------------------------------------------------------UN ORA DOPO------------------------------------------------------------------------------

kudo se ne stava seduto a bordo fontana. era circa mezzogiorno, e faceva davvero moooltoooo moooltoooooo caldo. ma non come sulla strada per riol, quello, di caldo, gli batteva tutti. in più, farsi il tagitto con una cugina petulante, l'amico tappo che sbraità continuamente, e il manico-micio-miao che li impediva di tagliarsi era il massimo dello stress. "ma perchè sono l'unico con un pò di materia grigia in testa" si era ritrovato a pensare. poi si era ricordato del suo carattere "come non detto.... ehehe!"

- scusa!- urlò shyme, arrivando in tutta fretta, correndo e agitando le mani - sei qui da molto?- indossava completo minigonna e maglia, con delle infradito. i capelli erano raccolti in una coda di cavallo, probabilmente opera di winry.

- no, sono appena arrivato- disse sorridente. "cavolo" pensò "doveva proprio conciarsi così?! hey, cuore, se non smetti di battere da solo ti faccio smettere io ... preferisci una pugnalata o un coma diabetico *cioccolatooooooooo*"

-dove andiamo?- chiese

- sorpresa- disse lui alzandosi. tirò fuori una benda dalla tasca - ora ti bendo e ti guido - legò il nastro sugli occhi della ragazza e la prese per mano - vieni -

condusse shayme tra le strade affollate della città. prima di venire, si era studiato la cartina della città a memori, maledicendo di non avere con se un navigatore satellitare e ringraziando la repentiva attivazzione della sua eccezzionale memoria fotografica ( non riusciva a controllarla, si attivava da sola, certe volte).

-eccoci arrivati!- disse, ridando la vista a shayme

- wow!- disse. kudo l'aveva portata sopra una collina del parco nazionale di east city, i giardini più belli di tutta amestris ( o almeno, così diceva la locandina). dalla piccola collina c'era la totale vista della città, e , sul verde prato, aveva preparato un pic nick ( chissà come ha fatto tutto in un ora...ù.ù nda)

il pranzo durò un paio d'ore. fù divertente, per entrambi. in una giornata come quella,a kudo, serviva proprio passare del tempo con un amica, "si, solo un amica....uff!sigh!" pensò kudo, ricordandosi di conquistare Shayme il prima possibile.

- colore preferito ? gruppo sanguigno? segno zodiacale?- chiedava a raffica kudo,con in mano un taquino

- blu . A. leone - rispondeva prontamente - tuoi?-

- blu . 0 . scorpione - rispondeva kudo.

era una specie di giochetto che i due si erano inventati per conoscersi un pò meglio. le domande, alle volte, portavano a discorsi stupidi , che finivano con grosse risate. finito il pranzo, kudo riportò Shayne in centro, e le fece fare un giro tra i negozi. lui odiava stare appresso alle ragazze mentre guardavano le vetrine , infatti, aveva ringraziato molte volte la poca feminilità di sua cugina, che , le vetrine, le ignorava tutte, tranne quelle del negozio di videogiochi e quella della fumetteria, che interessavano anche a lui. con sua sorpresa, aveva scoperto che, anche a Shayme, nonostante fosse così carina e curata , niente a che vedere con la violenta cugina, non interessavano le varie vetrine.

- che carino - disse vermandosi di fronte a una vetrina . quardava un piccolo anello, con una gemma rossa, a forma di cuore - viene....59$! cavolo arrivo solo a 50, va bhè!- disse distolgendo lo sguardo

- cosa?- chiese kudo , avvicinandosi alla vetrina

- quello- indicò lei

senza neanche pensarci, entrò in gioielleria -che fai? - chiese Shayme

-aspetta qui- rispose

ne uscì poco dopo, con una scatoletta in mano - emm... ecco ... io .....- non riusciva a finire la frase, il suo volto era scarlato - per te!- disse infine , porgendoli la scatola

- eh?- disse Shayme, prendendola -oh, kudo! non dovevi!- disse lei

- non preuccupari, dai vieni-

infine, ritornarono in piazza, e kudo si sedette esausti esattamente nel punto dove si era seduto precedentemente.

- vado a prendere da bere!- disse Shayme - che ti prendo?-

- un thè alla pesca, grazie^.^- disse lui

quella era sicuramente una delle serate miglior che aveva passato, se non la migliore. innamorarsi era bello,credeva di essersi innamorato precedentemente, ma non aveva mai provato una cosa del genere. "giuro che se la conquisto smetto di fare il cascamorto" pensò . poi, per un attimo, il suo pensiero tornò alla chiacchierata che si erano fatti lei e sua cugina sul tetto, con alphonse e Edward. chissà come stava lei.... "cavolo, mi deve inquinare la mente anche in certi momenti?! comunque, penso che Ed le sia corso dietro ..." poi, tirò fuori l'orologio, tanto per fare qualcosa. e , un pensiero gli passò in testa . con orrore si ricordo di che giorno era "il compleanno di hikari! cavoloooooooooooo! mi ammazza.... no, tanto , tutti gli anni lo ignora completamente, sono io che mi ostino a farla svagare! forse, le faceva piacere, ma oggi è tutto troppo perfetto ... ma è anche.... no!" fortunatamente, la sua onda di pensieri fù interrotta dall'arrivo di Shayme.

- ecco!- disse sedendosi affianco a lui - thè!- esclamò porgendoglielo. lui notò divertito che aveva preso la sua stessa bevanda. iniziò a sorsegiarla. era davvero dissetante.

- buona... - disse kudo, fissando Shayme, che a sua volta guardava di fronte a sè

- che c'è ?- disse notanto che la stava osservando.

lui si avvicinò un pò di più. - hai una cosa qui - disse indicando i capelli - posso toglierla?-

- fai pure-

si avvicinò alla ragazza. i loro visi erano così vicini " qualche centimetro" pensò kudo con rammarico, portando la mano sulla ciocca di capelli di Shayme. ma, ad un certo punto non c'è la fece. le poso la mano sulla quancia , chiuse gli occhi, e , prendendola totalmente alla sprovista, col viso che gli avampava , la bacio. lei, rimase per un attimo pitrificata, arrosì violentemente, ma poi, chiuse gli occhi e ricambiò il bacio

------------------------------------------------------------------NELLO STESSO TEMPO, LIBRERIA DI ESAT CITY-----------------------------------------

in un tavolo nascosto in chissà quale angolo remoto della biblioteca, sommersa da una tonnellata di libri , hikari stava ancora cercando di capire cosa gli era sucesso . non voleva pensare ad altro, non voleva e non poteva. non voleva tenere la mente libera, aveva paura di che pensieri le si potessero annidare in testa. era ruscita a scappare a winry per un soffio, aveva abilmente evitato Edward ed era riuscita ad arrivare in libreria senza perdersi troppe volte. un record. peccato che fosse ormai l'una passata. non che avesse fame.... ma.... si, forse aveva fame, e il suo stomaco faceva strani e inquietanti rumori ma.... non voleva andare a pranzo. poi, c'era la foto di Edward, della sua famiglia. era possibile che fosse tale la somiglianza? forse, erano davvero in un mondo parallelo. non era fantascienza, forse era qualcosa di reale.

- WE! - la salutò una voce maschile - lo sapevo che eri qui. anche io vengo qui, quando non voglio essere disturbato-

- appunto 'non voglio essere disturbata' quindi vattene- disse non alzando lo sguardo dal libro

- ma non hai fame?- chiese

- no!- ma venne prontamente tradita dallo stomaco, che si attorcigliò su se stesso , facendo un rumore assordate

- no, eh? quarda che, se oltre a non dormire non mangi, non andrai molto avanti-

- ma stai zitto Edward!-

- dai, vieni con me . ti porto a mangiare un boccone. fuori ci sono winry ed alphonse-

- mi rifiuto di farmi fare l'elemosina da UN NANO-PUFFO-MICROBO come te!-

- A CHI HAI DATO DEL NANO-PUFFO-MICROBO-FAGIOLINO-TAPPETTO NON VISIBILE NEANCHE COL MICROSCOPIO?!

-IO. NON. HO. DETTO. QUESTO.-

-fate silenzio! - li rimproverò la biblotecaria, uscendo da dietro una libreria.

Edward grugnì, indispettito dal rimproveroro, e lanciò un'occhiattaccia alla bibbliotecaria. " ma perchè non si fa gli affari suoi e se ne torna da dove è venuto? non devo dare a lui il mio tornaconto" pensò hikari, ritornando al suo libro.

Edward si sedette affianco a lei, e continuò a parlare, lei cercava di ignorando, mettendosi come proposito della giornata quello di uccidere Edward. " se non la smette di parlare il più giovane alchimista della storia diventerà anche il più giovane alchimista deceduto in sevizio"

- senti - disse infine hikari- ma perchè ti metti tutti questi problemi?-

- bhè ...- disse lasciando cadere la testa sullo schienale della sedia - .... perchè siamo amici , no?-

a quell'affermazione , hikari, tolse lo sguardo dal libro, e lo lanciò verso Edward, che attendeva risposta. "amici" da quanto che non sentiva quella parola. da tanto, troppo tempo. lei facceva buon viso a cattivo gioco. non si affezzionava troppo alle persone, perchè, o morivano, o se ne andavano o.... comunque, alla fine, rimaneva sola. però.... forse Edward riusciva a definirlo amico?

- non morire - bisbigliò infine

- come? - chiese lui

- non morire!-

- perchè dici questo?-

- perchè...... perchè l'unico vero amico che io ho mai avuto è morto ...- disse con voce smorzata

- morto ....- ripetè lui - morto.... certo che sei proprio fortunata - disse con una punta di ironia innapropriata - e come è morto?-

- leucemia-

- bhè, non è colpa tua-

- lo so. ma cerano tante cose che avrei voluto dirli .... sai, con lui c'era un rapporto speciale. non come quello che c'è tra te e winry, si vede che è più di amicizia, non nasconderlo. eravamo proprio amici, ci davamo consigli a vicenda, parlavamo delle nostre ambizioni....-

- e cosa avresti voluto dirli?-

- grazie- disse - Grazie per le lunghe e interminabili chiacchierate che solo fra amici sinceri si possono fare, grazie per la tua costante presenza per il tuo modo di essere speciale in ogni momento... grazie , grazie e grazie-

rimase un attimo in sospeso, poi anuii. non fece neanche troppe storie per il commento su winry, o almeno, si arrese all'idea che era più che evidente che le piaceva.

- perchè dici che è più che amicizia? si capisce molto? riguardo a winry, dico- disse a mezzavoce

- si, l'unico ad non averlo capito sei tu. lei è innamorata di te. ma non l'ammetterà mai-

- e tu da cosa hai capito che c'era qualcosa che non andava?-

-Il volto è lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore, semplice no?poi...-disse tenendo la frase in sospeso - ....Il mondo è terribilmente crudele, lo so di mio. Ed allo stesso tempo, puoi dire che è bellissimo-

- già- anuì hikari

- allora, vuoi venire a prendere un boccone?-

- si-

---------------------------------------------------------------------AL RISTORANTE-----------------------------------------------------------

- TANTI AUGURI!- dissero in coro Edward , Winry e Alphonse, mentre Hikari spegneva le candeline. i tre ragazzi, leggendo la cartella clinica, avevano scoperto la data del compleanno di hikari, ed avevo escogitato una specie di festa-pranzo a sorpresa. così, mentre hikari credeva di andare a mangiare un boccone con amici, venne accolta in ristorante da un coretto che cantava 'tanti auguri a te' e reggeva una torta.

- perchè non ci hai detto che era il tuo compleanno? - diceva winry mangiucchiando la torta - ti avrei comprato un regalo!-

- già, con in miei soldi ...- mugugnò edward

- mi sembra il minimo, nanetto!-

- basta, non ho voglia neanche di risponderti con la mia solita battuta. hey, autrice, migliora il tuo repertorio!- disse Edward

- con chi parli fratellone?- chiese alphonse

- con nessuno, non preuccuparti!- sbraitò

il pranzo proseguì tranquillamente, tra vari litigi. per poco Ed non si prese una tortata in faccia da hikari, ma si prese più di una chiave inglese in testa. alphonse raccontò di come il fratello li impedissi di tenere animali, di come quello lo indispettiva. tra una cosa e l'altra, alla fine, il conto lo pagò Edward come "regalo" sotto minacce di morte di winry. questo, ridiede il buon umore a hikari. poi andarono a fare una passeggiata in centro. hikari non conosceva la città e per poco non si perse. alla fine arrivarono in una grande piazza, molto simile a piazza navona.

-quarda!- disse winry indicando un punto della fontana - hai capito kudo e shayme-

- wow!- disse hikari, sorpresa nel vedere una scena del genera da parte del cugino. si stavano baciando. alla fine di quello strano bacio, shayme si alzò tutta rossa, e , facendo cadere la bibita che aveva affianco, se ne andò velocemente, lasciando kudo pietrificato.

- scusatemi - disse winry inseguendo shayme.

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Capitolo 10
*** chiarimenti ***


Documento senza titolo

shayme si alzò di scatto, tutta rossa in viso. osservava il ragazzo, che la guardava con sguardo interrogativo e pieno d'angoscia. il cuore non smettava più di batterle, non capiva, che era quella sensazione? cosa avrebe detto adesso? e perchè aveva risposto al bacio? non capì, la sua testa era piena di tanti, troppi interrogativi, così, col cuore in mano, scappò via. non poteva fronteggiare il suo sguardo.

- ma che...- mugugnò kudo. e pensare che, quell'unico bacio, l'aveva emozionato come mai gli era sucesso in vita sua "che cosa è sucesso? ma bacio così male?" si chiedeva con rammarico, e con l'autostima buttata a zero. poi vide hikari avvicinarsi, col lei c'erano anche Edward e Alphonse, distolse lo sguardo da loro, e lo ripuntò su shayme, che scappava, inseguita da winry. "chissà se hanno visto tutta la scena" pensò "hikari non smetterà mai di prendermi in giro per questo". ma così non fu. semplicemente li si avvcinò e si sedette affianco a lui, con un espressione mista a sorpresa, curiosità e compassione.

- non dire niente...- disse affranto

- kudo-kun....- disse lei compassionevole - ... ti va di raccontarmi qualcosa ?- . lui la guardò un attimo. da quando la cugina cercava di ascoltare qualcuno, o meglio, di costruire un legame serio con qualcuno? si conoscevano da tanto tempo, da piccoli avevano un legame di reciproca fiducia ma poi.... dopo tutto quello che era capitato... era mutato. si comportavano sempre come al solito, da amici. facevano anche le loro scenette dementi, ma quando è stata l'ultima volta che avevano parlato dei loro problemi? che si erano fatti una chiacchierata confidenziale? possibile che, una regione sconosciuta, due fratelli col corpo parzialmente danneggiato, e due ragazze di cui una bellissima ( a suo parere ) l'avevano cambiata così? con espressione sorpresa, accettò l'offerta della cugina, che li propose di spostarsi in un bar li vicino.

----------------------------------------------------INTANTO WINRY INSEGUIVA SHAYME------------------------------------------------------------------

- shay! hey, shay! fermati!- urlava la ragazza

shayme zizzagava tra la folla, con le lacrime agli occhi. non si spiegava la sua reazione, non capiva neppure perchè piangeva, eppure , sentiva un peso sul petto, che le toglieva il respiro. speva solo che voleva scappare, allontanarsi da tutto e da tutti. senti una una mano sulla spalla che la bloccò.

- shay, non puoi reagire così!- gli diceva la bionda amica. vedendo il suo sgardo preuccupato, si sciolse e scoppiò a piangere. l'amica l'abbracciò, e le porse un fazzoletto. dopo un grande sfogo, winry le propose di andare a prendere un pò d'acqua, e le chiese di raccontargli tutto.

- non lo so....- disse infine, con voce tremante, mentre il cameriere le porgeva un bicchiere d'aranciata sul tavolo.

- capisco...- continuò winry, sorseggiando una coca-cola - ... forse ne sei innamorata...- suggerì

- amore? no, non può essere ..... non lo è , vero?-

- e che ne so io, se non l'ho capisci tu ....-

- si, ma tu come ti sei accorta di essere innamorata di Edward ?- a quella domanda, l'amica sputò la coca-cola sul tavolo .arrosì violentemente, presa alla sprovvista.

- .....- disse - ........... non lo so nemmeno io. e che lui.... mi provoca.... ma come si fa a spiegarlo........!?-

- ho capito, si, forse è amore- disse infine shayme, asciugandosi un'ultima lacrima - grazie win. comunque, sono sta più fortunata di te, non penso che ed ti possa baciare così all'impovviso....- continuò, cambiando discorso. winry sputò la seconda coca-cola che aveva ordinato, in quanto la prima era finita sul tavolo

- e chi lo vuole un bacio da quello!!!!- urlò , evidentemente imbarazzata.

- già e scommetto che non sei neanche pruccupata per l'amicizia che si sta formando con Hikari .....- continuò. si divertiva a prendere in giro l'amica

- no, per quello no- disse sincera - non mi sembrano neanche così amici..... ma non ho ancora capito da dove vengono....-

- un giorno glielo chiederemo!- disse infine shayme, quasi per completare la frase dell'amica.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

- AMOREEEEEE?! - sbraitò hikari, mentre kudo sorseggiava una cioccolata e la guardava esterrefatto. cos'è, lui non poteva innamorarsi?

- si, c'è qualcosa di male?- continuò lui

cavolo, allora anche il cugino provava sentimenti! non se lo sarebbe mai detta, visto tutte le ragazze che aveva cambiato. infatti, secondo la sua teoria, lui non si innamorava delle ragazze, ma dell'amore! no ci voleva credere. ma, a giudicare dal suo rossore e dall'espressione da cane bastonato, forse faceva sul serio, e lei non aveva nessun consiglio da darli, non si era mai innamorata, forse perchè tendeva a razzionalizzare un pò troppo, ma, in ogni caso, non era la più indicata per consigli su questioni amorose.

-Ehm...niente ma...- disse Hikari piano

-Allora zitta!Tu non ne puoi capire niente!...Scusa...- Disse stranamente (non era mai stato un lunatico)

-VUOI FARE A BOTTE????VUOI CHE MI ALZI E SFASCI TUTTO????-Disse Hikari evidentemente in*****ta

-Oeee caaaaalma ho chiesto scusa!!!!!!!- Disse Kudo cercando di fermarla e pensando a quello che sarebbe accaduto se non l'avesse fatto. poi lei si risedette, e ingrociò le braccia.

- ora che hai intenzione di fare?- disse lei

- non cosa ho intenzione di fare io ma cosa ha intenzione di fare lei-

- ovvia affermazione ... -

alla fine, la conversazione degenerò su altro, e la questione Shayme fù momentaneamente archiviata, finchè lei e winry non ci si presentarono davanti, e shayme prese da parte kudo.

-cavolo!- disse hikari affranta. I tre presenti le lanciarono uno sguardo interrogativo, al quale lei non rispose.

shayme trascinò kudo in un posto appartato. kudo era evidentemente preuccupato,forse per paura di essere respinto. anche lei era tesa.rimasero qualche minuto in silenzio, poi lei aprì bocca : - tu....t-t-u....mi.....- diceva con voce tremante. non riuscì a completare la frase

- buon pomeriggio- disse una voce suadente dietro di loro. si girarono di scatto, interrompendo la conversazione.

- lust...- sibilò kudo. lust gli si avvicinò. e li bisbigliò all'orecchio - ...il padre ha detto che ci servi....- poi lo copì sulla nuca, stordendolo. shayme, terrorizzata, scappò, dirigendosi verso gli amici, per dare l'allarme ( che vigliacca nda )

- Hikari! Edward! Winry! Alphonse!- sbraitava ansimando, dirigendosi verso gli amici. - kudo....- diceva tremante, con un nodo in gole, le gambe tremanti e le lacrime agli occhi.

- che c'è?- chiese hikari

- l'anno rapito! un homunculus!- esclamò, scoppiando a piagere

- E CHE CAVOLO!- urlò hikari

------------------------------------------------------------------------------COMMENTI---------------------------------------------------------------------------------------------

Hikari : salve a tutti ! questo capitolo è più corto dei precedenti, ma gestire due fanfict allo stesso tempo è difficile.....T.T..... comunque, il prossimo sarà più lungo.

rispondo velocemente a Lucia_elric : scusa, hai ragine, c'è l'hai un nome! comunque, grazie dei tuoi commenti ( alla fine mi sparerà qualcuno, se continuo a ringraziare) e...

Kudo : hey, Hikari, che fai?

Hikari : i commenti, no?

Kudo : ma dai! stai sprecando secondi preziosi che potresti utilizzare per le piantagioni di marijuana!!!!

Hikari : ?

Kudo : va bhè, lasciamo perdere.... ciao!

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Capitolo 11
*** prima e dopo ***


cap 11

 

il treno scorreva velocemente tra le rotaie, silenzioso e tranquillo. lo sguardo duro, basso e impercettibile della ragazza voleva dire forse tante cose, e forse niente. probabilmente voleva una semplice vendetta. l'aveva sempre saputo, fin dal loro arrivo ad amestris, che viaggiando con i fratelli elric si sarebbero ritrovati immischiati in qualcosa di più grande di loro, per questo era riluttante a viaggiare in loro compagnia. poi aveva inizziato a prenderli in simpatia, e si era detta "pechè deve andare sempre tutto storto?" infatti era andato storto. la risposta alla sua domanda era semplice : erano degli sfigati. non avevano mai avuto vita facile o avvenimenti fortunati e le cose non cambiano da un mondo all'altro. il silenzio che invadeva l'abitacolo del treno era pesante , quasi insopportabile per qualunque essere umano. ma non per lei . la sua destinazzione era la città di appartenenza di izumi kurtis, maestra dei due fratelli, nonchè abilissima alchimista. secondo le sue memorie era lì che si trovavano gli homunculus, ed era lì che sarebbe andata a cacciarli. Edward, alphonse, winry e shayme stavano nel suo stesso abitacolo, ma non erano diretti nella stessa direzzione. si sarebbero fermati prima a rush valley, poi edward sarebbe dovuto andare a fare un'ispezzione in una città e infine avrebbe raggiunto hikari. nonostate stesse andando ad affrontare mostri immortali, era anche troppo calma, perchè accecata dalla vendetta. non avrebbe mai detto , e sicuramente mai amesso, di tenere così tanto al cugino, ma se li si toccava la famiglia, cambiava personalità.

***

buio. qualcosa di sfocato. voci. suoni confusi. di nuovo buio. infine luce. si risvegliò disteso su qualcosa di duro, tenuto fermo da delle stringhe di cuoio. gli bruciavano gli occhi, le articolazzioni dolevano, e la schiena non era esattamente indolore. la testa li pulsava, metre cercava di fare mente locale. poi ricordò quella giornata apparentemente troppo tranquilla. shayme. lust e poi era svenuto.

- bene - pronunciò una voce sensuale. l'homunculus della lussuria li si avvicinò con una grossa siringa in mano , ripiena di un liquido rosso, leggermente denso.

- ma sei sicura che... sopraviverà?- un'altra voce, maschile. comparve un uomo affianco a lei. era alto, con i capelli neri e corti. portava degli occhialetti chick e aveva un'ulboro disegnato sulla mano . gredd, l'avarizzia.

- se muore posso mangiarlo?- chiese gluttony

- non morirà. il padre nè è sicuro - poi la donna ingnetò il liquido nel ragazzo, ancora troppo confuso per ribattere e cercare di liberarsi. ricadè nel buoio. un dolore forte a atroce li pervase il corpo. la testa stava per scoppiarli, il cuore palpitava come se stesse per fermarsi.

***

il teno si fermò alla stazzione di rush valley. i fratelli elric e le due ragazze avevano ultimato la loro corsa, era sicuramente il momento di separarsi.

- bene- disse edward - ci vediamo. mi raccomando, a casa di izumi fra trenta giorni-disse sorridente. hikari ricambiò il sorriso, ma aveva una brutta sensazione. si sentiva che quella era la loro ultima e banale conversazzione.

- mi raccomando, non farti schiacciare da nessuno-

- si, starò attent..... HEY!!!!! MA CHE CAVOLO DICI BRUTTA SPILUNGONA!!!- sbraitò il ragazzo. hikari scoppiò a ridere. anche edward si calmò e sorrise. hikari salutò i quattro, ma la sensazzione non le dava pace. stava per succedere qualcosa. un antico legame, ormai spezzato da tempo, si stava per ricongiungere. non ne era a conoscenza mentre salutava gli amici dal finestrino.

quella fù l'ultima volta che vide i fratelli elric.

 

--------------------------------------------------------QUATTRO ANNI DOPO-------------------------------------------------------------------------------------

era ormai da molto, anzi troppo tempo che il colonello mustang non lo convocava per indagini nel reparto omicidi. quando l'aveva chiamato urgentemenete, e li aveva addirittura chiesto cortesemente il suo aiuto, nè era rimasto stupito. all'inizio nè aveva anche aproffittato per rifarsi di tutte le prese in giro subite nel corso degli anni, ma poi, quando avevano inizziato a parlare del caso , e quando, con un filo di voce, mustang li aveva comunicato che avrebbe lavorato con il "sicario", aveva capito che era una cosa seria. che l'aveva chiamato perchè anche mustang aveva paura. il "sicario" , " morte", "ali nere" o comunque lo si volesse chiamare era il mercenario più famoso,abile ed esperto dello stato di amestris. tutti lo temevano, era conosciuto anche oltre gli stati confinanti. era una mente, giovanissimo, abile nei travestimenti e in qualunque tipo di comnattimento, ravvicinato e non, con armi o meno. aveva ottenuto il titolo di alchimista di stato, e poi aveva inizziato a lavorare per l'esercito . avea acquisito tutti qui nomignoli tetri nell'ultima guerra, dove da solo aveva fatto fuori quasi tutta la popolazzione. se esisteva qualche alchimista degno del soprannome "demonio" era proprio quello. aveva anche ucciso senza troppa fatica l'uomo di ishibar. Edwar non ci aveva mai lavorato assieme, e mai sperava di farlo. dopo aver ottenuto la pietra, dopo il prezzo in vite umane che aveva pagato nella guerra, era cambiato, ma .... le vite umane non si tolgono con la facilità con cui lo faceva il sicario. sapeva anche troppo bene cosa erano i suoi peccati, ma cercava sempre di ricordarsi che l'aveva fatto per rimediare. forse dio non l'aveva in simpatia, ma tanto era ateo. uno che aveva tolto tante vite e che ne aveva visto togliere altrettante non poteva essere che ateo. al fine della conversazzione col colonello, lui e il fratello si erano recati a centra city, per inizziare ad indagare. cosa mai poteva essere di così grave da richiedere l'aiuto di un mercenario? semplice, gli homunculus.

- questo.... non .... come....- balbettava edward sfogliando il fascicolo

- sono stati squoiati....- disse il fratello

- esatto- rispose mustang

erano da circa un ora nell'ufficio di mustang, a farsi spiegare le dinamiche del caso. le vittime venivano prima torturate , poi uccise ed infine squoiate. le persone prese di mira dal killer erano tutte benestanti e ricche. la precisione e la carenza di prove, avevano fatto pensare a qualcosa di non umano, e l'avevano colegata agli homunculus. per questo avevano chiamato i fratelli elric, che avevano già avuto a che fare con quelle creature.

la guardia del corpo di mustang , riza hawkeye, entrò nella stanza , annunciando l'arrivo del mercenario. entrò nell'uffico a passo sicuro, sotto gli sguardi incereduli dei fretelli e quello terribilmente irritato di mustang. Edward e Alphonse si aspettavano un omaccione, o magari uno di quei damerini tutti sorrisi, si sarebbero aspettati di tutto, ma mai... uma ragazza! portava i capelli castani sciolti, lungli quasi fino al bacino. il volto era coperto da dei spessi occhiali da sole, ma il suo ghigno compiaciuto faceva raabrividire anche senza aver visto cosa trasmettevano gli occhi. portava dei jeans semplici, una camicia nera e sopra di questi un trenc ocra. teneva le mani all'interno delle tasche del soprabito. era alta, forse un metro e settantanove , uno e ottanta senza tacchi.

- è un piacere rivederla mustang- disse la ragazza, con una sfumatura ironica e compiaciuta

- altrettanto - rispose il collonnello

la ragazza si avvicnò, per presentarsi ai fratelli. i due si alzarono , porgendoli la mano. la ragazza salutò prima alphonse, con una stetta decisa, poi Edward. afferò la sua mano con la sinitra, mentre, con la destra, lo afferò per la spalla. con l'ausilio dell'altra mano lo immbobilizzò e lo stese a terra. li mise un piede sullo sterno, conficcandoli il tacco nel petto.inoltre , teneva puntata una pistola, presa da chissà dove, sulla testa di Edward. il ragazzo rimase sorpreso da quel comportamento agressivo.

- mpf!- soghinò la ragazza - ti sei rallentato!-

- cosa?- fece edward. poi la ragazza si tolse gli occhiali, e li depose in una tasca, lasciando trasparire il volto. i suo occhi, di un penetrante nocciola, non lasciavano trasparire nessuna emozzione. erano freddi, distaccati e sicuramente non umani, nessun essere umano avrebbe mai potuto avere un'espressione così spietata... a meno che non fosse stato davvero un demonio. il volto era minuto e femminile, ma l'espressione era anch'essa neutra. le occhiaie che le cerchiavano gli occhi non le togliavano l'espressione dura, e non sminuivano la belezza del volto, quasi l'accentuavano in un modo inumano. era cambiata... ma era sempre la stessa, solo che aveva perso tutto ciò che la rendeva ancora umana.

- Hikari...?- disse Edward più che stupito

- certo che sei un falco....- disse lei togliendo il piede dal petto del ragazzo

edward si rialzò, irritato dal carattere della ragazza, e probabilmente anche ferito nell'orgoglio, visto che si era fatto atterare con una tale facilità. la ragazza si sedette nella sedia di fronte alla scrivania di mustang, posando i piedi sulla stessa. questo irritò terribilmente il colonello, al quale iniziò a pulsare una vena sulla fronte

- sai per cosa sei qui, morte?- chiese il colonello, visibilmente indispettito

- certo. una serie di omicidi. la precisione e il fatto che non siano stato trovati segni di lama sulla pelle, indicano che potrebbe centrare qualcosa di non umano. avete collegato questi avvenimenti agli homunculus - rispose risoluta, non lasciando trasparire nessuna emozzione

- bene, allora...- le passo il fascicolo, lasciandolo scivolare sulla scrivania - ... vi auguro buon lavoro- detto questo congedò i tre alchimisti, che per una serie di casi si erano ritrovati a lavorare assieme.usciti dalla stanza, inizziarono a conversare.

- bene, se scoprite qualcosa fatemelo sapere- disse hikari

- aspetta un pò . sparisci per quattro anni, poi riappari, così per caso, e non ci racconti niente?.... ma .... dai, non è possibile!- era ancora chiaramente sconvolto

- fratellone... forse non ha molta voglia di parlare- disse alphonse

- non c'è niente da raccontare-

- sei cambiata- disse Edward

- anche voi... ho sentito dire che vi siete fatti vedere in guerra-

- mi sono fatto vedere- la corresse Ed - e tu, allora? hai sterminato intere città a mani nude. non hai rimorso?-

- no - dal viso non traspariva nessuna emozzione, gli occhi erano impassibili e le parole fredde, ma in qualche modo sincere

- tu...tu...-

- cosa? -

- hai 18 anni e hai sterminato quate.. mille , tremila persone??- continuò il ragazzo

- tzè! anche di più, sicuramente più di quante tu ne abbia visto morire . certo che mi deludi, a vent'anni sei ancora un piccolo ingenuo-

- NON SONO PICCOLO!-

- e ti scaldi come un bambino-

era troppo tempo che non si vedevano. sapevano da tutte  e due le parti che non potevano essere rispettivamente morte , ma Edward non si sarebbe mai immaginato che lei fosse diventata così.

- e non hai mai paura?- chiese alphonse

hikari lo scrutò, come se la stesse prendendo in giro

- non ho paura di quello che posso uccidere-  affermò . quelle parole, scossero i due ragazzi. capirono perchè la chiamavano "la morte" ma dovevano comunque lavorare con quel mostro... quel mostro che prima era una loro cara amica.

hikari sapeva che gli omicidi erano collegati agli homunculus, e ne era felice. ogni volta che uccideva, o che vedeva del sangue correre, veniva prevasa da un'insano senso di piacere. quel brivido, che le percorreva tutta la colonna vertebrale,  era la manifestazzione fisica del suo dolore. forse la consideravano un mostro, ma pre raggiungere il suo intento non poteva rimanere con le mani pulite, non poteva rimanere umana. ma d'altra parte, non ci teneva tanto alla sua umanità perduta. quattro anni fa, aveva preso il suo cuore, se l'era strappato dal petto e l'aveva abbandonato. finora non l'aveva mai rimpianto. suonò il telefono della ragazza. rispose, e diede appuntamento a qualcuno . la conversazione durò poco.

- si inizia a indagare dalla prima scena del crimine- non era una domanda , era un ordine. i fratelli non osarono ribattere

- e kudo?- chiese alphonse.

venne fulminato da Hikari, che in un paio di secondi programò la sua morte - non esiste più-

- come?- fece edward

- è un lurido bastardo traditore - rispose hikari

- che è sucesso?-

- è diventato un homunculus- rispose secca.

i ragazzi non risposero, metre la seguivano fuori dalla centrale. non capivano , si erano lasciati a rush valley. tempo dopo erano andati dalla maestra , che gli aveva detto che la ragazza era arrivata e se ne era andata pochi giorni dopo, dicendo che voleva la verità. quando avevano chiesto che verità cercasse, la maestra si era incupita, dicendo che non era affar loro. da allora, non avevano più avuto sue notizie.

- e scommetto che non hai trovato il modo di tornare a casa- disse edward ironico

- non voglio tornare indietro- rispose la ragazza scandendo per bene ogni parola

- vuoi prima trovare kudo?- chiese alphonse

- lo voglio scovare e uccidere- rispose

impassibile, e continuando a camminare, accese una sigaretta e se la portò alla bocca . edward le si avvicinò e gliela tolse di bocca

- sei impazzita? è la tua famiglia! e poi da quan'è che fumi?!-

- non sono affari tuoi. ci rivediamo domani mattina, sulla prima scena del delitto. inizieremo da lì- detto questo si dileguò

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

hikari : emm...si , è da parecchio che non aggiorno....eheh! comunque, questo capitolo è un pò strano, non avevo pensato che la storia potesse prendere questa piega, ma poi ho avuto un'illuminazzione...e....bè, è diventata così! penso che sia pieno di errori, la maggior parte di battitura, perchè non sono riuscita a corregerlo. ora vado a studiare ( geografia....nooooooooooooo) ciau! ^.^

kudo: ti sei messa a fumare?! O.O

hikari : no, il mio personaggio!

kudo . odio i fumatori!!

hikari : ecco perchè il mio personaggio fuma! io ora devo studiare!!

kudo : OK, CAPITO!

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Capitolo 12
*** Preludio ***


La tavola calda, vivace e allegra, era forse uno dei posti migliori dove gustare un buon pasto e svuotare totalmente la testa. l'avevano scoperto qualche hanno prima, trascinati dentro da kudo che diceva "si mangia benissimo! e poi le cameriere..." così, a malavoglia, avevano seguito la coppia di cugini, scoprendo quel luogo. da allora, era uno dei loro posti preferiti.

- secondo te, che è sucesso 4 anni fa?- chiese alphonse, con la forchetta in mano

- e che ne so?!- rispose scettico il fratello - io quei due non gli ho mai capiti!!!!!!-

- ma è cambiata da così a così!- continuò insistentemente alphonse, girando la mano

- AFFARI SUOI!- disse - scusi, il conto!-

ancora un pò irritato dalle domande del fratello, che aveva continuato a porgergliele assiduamente durante tutta la durata della cena, pagò il conto , e seguito dal fratellino, lasciò il locale, assaporando la pungente aria notturna.

- da che parte era l'hotel?- chiese alphonse

- da quella credo...- disse Edward indicando di fronte a se - ma... se tagliamo dalle viuzze secondarie facciamo prima!-

- vuoi che ti ricordi cosa è sucesso l'ultima volta che abbiamo tagliato dalle viuzze secondarie?- rispose scettico

- no! è stato solo un caso! non possiamo metteci nei guai due volte di fila-

Alphonse alzò gli occhi al cielo, e si arrese alle pretese del fratello, seguendolo. le vie secondarie di central city erano come un grande labirinto : per non perdersi , bisognava conoscerle bene. Inoltre erano pericolose, ma a quanto pare nessuno l'aveva capito, o almeno nessuno dei pazzi che compaiono in questa storia. e fù li che la videro. silenziosa e aggrazziata ( chi l'avrebbe mai detto ) come un gatto, si mimetizzava alla perfezzione con l'oscurità della notte. teneva in mano una spada, lunga e sottile, attinta di sangue, ma nè lei nè i suoi vestiti ne erano sporchi. solo una goccia era caduta sulla sua pelle candida, andando a colpire la guancia sinista. l'espressione era crudele, col viso dipinto da un ghigno divertito e ironico, gli occhi velati e inespressivi, con forse un'impecettibile ed invisibile sfumatura di piacere. ai suoi piedi, giaceva un uomo, ormai morto, trafitto con un solo colpo di spada, perfettamente mirato al cuore. illuminata dalla luna, sembrava davvero l'impersonificazione della morte. incuteva terrore, paura, ma nonostante ogni cellula del corpo suggeriva di fuggire, si rimaneva affascinati ad ammirarla, streghati. come tutti i più feroci predatori, ingannava la sua preda per poi braccarla e accompagnarla verso la fine. in quel momento, capirono davero quano fosse cambiata, capirono davvero il significato degli aggettivi a lei legati.

i due fratelli istintivamente indietreggiarono, come se ci fosse una vocina dentro di loro che gli sugeriva di scappare , ma la regazza si accorse subito di loro, e gli rivolse uno sguardo vuoto.

- ultimamente ci si vede spesso, eh?- ridacchiò ironica

- Hhh...kka...rrii?- farfugliò Alphonse

- no! babbo natale!- disse ironica

- ma che....è quello....?- continuò il minore

- ah! lavoro!- disse rinfoderando la spada , in una fodera perfettamente nascosta dal soprabito

- LAVORO?! MA TI RENDI CONTO CHE HAI AMMAZZATO UNA PERSONA!!!?- sbraitò Edward

- e allora?-

- E ALLORA?! CHE DIRITTO HAI DI TOGLIERE LA VITA A UNA PERSONA?!?!?!-

- il fine giustifica i mezzi-

- NON SE VEDE QUESTE ATROCITA'!-

- vieni proprio tu a farmi la predica? dimmi...quante persone hai ucciso?-

Edward degludì, stringendo i pugni

- visto?-

- è una cosa diversa! e poi questo....non mi sembra di averlo mai visto nella lista dei ricercati dell'esercito! sei una cacciatricie di taglie, quindi sei autorizzata ad uccidere solo i ricercati! questo è omicidio!-

- no,lavoro. che è legale o meno, se mi pagano è lavoro -

- LAVORO? UCCIDI PER SOLDI?-

-si-

-E SE PER CASO ANDASSIMO A RIFERIRE CIO' CHE ABBIAMO VISTO AI MILITARI?-

- se per caso voi decideste di farlo, per caso la mia katana potrebbe finire nelle vostre gole - qualcosa nei suoi occhi, fece capire hai fratelli che non scherzava a fatto, che non avrebbe esitato a ucciderli se fosse stato necessario. Edward si incupì, incapace di concepire i pensieri della ragazza, o semplicemente di capirli. ma cosa diavolo era sucesso? aveva detto che kudo era diventato un homunculus, ma in che modo? conoscendo la "vecchia" hikari, doveva essere accaduto o qualcosa di molto grave o.....

*******************************************************************************************************************

il ragazzo sbadigliò, lasciando cadere sul tavolo le carte che aveva in mano. continuò a sbadigliare, stiracchiandosi in un modo non esattamente educato, ed alzandosi dalla sedia, sulla quale era stato nelle ultime ore. ora come ora, non poteva provare stanchezza, o dolore, ma comunque la sua tanto odiata natura umana, di tanto in tanto, veniva fuori a cacciare problemi.

- ancora su quelle carte, envy? - disse lust, entrando nell'immensa biblioteca sotteranea

- ....si, e allora?- rispose il ragazzo

- dici che odi gli umani , che sono stupidi e inutili creature imperfette. allora perchè ti assilli con questo?-

- non mi fisso! e solo che ...-

- che ...? secondo me nonostante tu odi gli umani è proprio la tua natura "umana" a prendere il soppravento su di te- dicendolo, quasi rideva

- tzè! come no.... è che ci sono cose che devo ancora chiarire-

- come i ricordi legati a quella ragazza-

- stai zitta lust!-

la ragazza uscì indignata, ma allo stesso tempo soddisfatta. envy, si risedette,  e prese in mano una fotografia : ritraeva un uomo, che la sua mente associava a un certo "zio frenk" , una donna , che la sua mente associava al nome "zia" e due bambini, quelli sapeva chi erano anche senza scavare nel suo passato d'umano, erano i fratelli elric. ma qualcosa, in quella foto, gli diceva che quelle persone non erano quelle a cui le associava.

la sua stupida e inutile memoria umana, della quale dopo la trasformazzione in homunculus non dovrebbe rimaner traccia, lo assilava con continui dubbi i domande, che si sentiva in bisogno di colmare. questo, fin da quando aveva conosciuto quell'assasina , Hikari, parente del ragazzo di cui aveva il corpo, un certo kudo. quella ragazza, continuava insistentemente a cercarlo, ma non per riportare indietro il cugino, ma per ucciderlo. non aveva capito cosa spingesse quell'umana in quella ricerca impossibile e insanguinata, ma si divertiva. si divertiva ogni volta che l'incontrava e che lei lo sfidava a duello.

sapeva benissimo che il giorno che doveva arrivare stava per giungere, ma nonostante questo, non riusciva a staccare la mente da quella foto. sapeva anche che l'uomo ritratto, non era solo il tizio caio frenk, ma era anche hoenaim. quello che si voleva spiegare, era perchè associava quell'uomo all'alchimista e perchè lo conosceva.

"ma perchè mi stesso con queste cose?" pensò. dopotutto lui non era umano. non provava dolore, non conosceva la stanchezza, non conosceva la paura, non avrebbe mai conosciuto la morte. era fiero di tutto ciò. era fiero di non avere un cuore, ma qualcosa lo turbava. negli ultimi tempi, i ricordi si facevano più vividi e intensi, lo colpivano velocemente, come una freccia scoccata da un angelo, provocanoli numerosi brevi e sfocati flashback, che l'avevano portato a bramare conoscenza. voleva capire che significavano, e star a guardare vecchie carte non l'avrebbe di certo aiutato. forse c'era un modo per capire, per togliersi quel peso sul petto, che li smorzava il respiro : rintracciare la ragazza. non la vedeva dall'ultima guerra, che lui stetto aveva provocato, un pò come il suo predecessore con la strage di ishbar, ma lui aveva ucciso solo un militare. forse lei sapeva. forse lei aveva le risposte. si alzò di scatto, lasciando tutto in disordine e procedendo a passo spedito, ma allo stesso tempo aggrazziato e felpato. pensò velocemente a dove si poteva essere cacciato , e poi si ricordò della serie di omicidi avvenuti in città, dove i militari non sapevano dove sbattere la testa. concluse che , al 60%, poteva essere li, e si avviò velocemente verso l'autoveicolo. avrebbe preso il treno, ma l'odiava a morte, sopratutto se il viaggio era lungo, se invece guidava, passava più infretta.

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Capitolo 13
*** vecchie conoscenze ***


Documento senza titolo

sospirò, guardando il suo rifelsso nello specchio. scorgeva una ragazza, una sconosciuta dall'aria famigliare che forse tanto tempo fa era lei. il suo sguardo vacquo e privo di ogni luce di vita le ricordava ogni giorno chi era, perchè era l'unica cosa che davanti allo specchio le pareva di riconoscere. negli ultimi hanni, aveva imparato tante cose , era diventata il sicario perfetto, una sociopatica capace di tutto, che provava quasi gusto a veder scorrere il sangue, aveva anche appreso a mentire con gli occhi. se era infuriata, riusciva benissimo ad apparire allegra e vivace. del resto, solo poche persone conoscevano la vera hikari.... anzi no, due o tre. all'esterno, non era hikari, troppo pericoloso rivelare il proprio nome, soprattutto se si è immischiati in roba illegale, come lei. era la vivace, timida, solare e sopratutto innocente (quasi rideva fra se a pensarlo) emily dison, agente al reparto investigativo di central city. prima era soprasieduto da Hughes ma poi envy-kudo l'aveva ucciso, e da allora.... mustang l'aiutava a cercare l'assasino del suo migliore amico. sapeva anche che lavorava illegalmente come mercenario, ma , nonostante non andassero molto d'accordo, le copriva le spalle, o meglio, teneva la bocca chiusa. si trovavano in una posizione dove i loro interessi collimavano, semplice, ma vero, perchè l'odio è più forte dell'amore o dell'amicizia, ed è anche più immediato. se due persono odiano la stessa persona , da questo può nascere un sistema di alleanze indissolubile. l'odio è più forte di tutto.

raccolse i lunghi capelli in una coda di cavallo. erano ingobranti, ma non aveva tempo da sprecare per tagliarseli. poi si vestì. prese dei jeans e una polo blu dall'armadio. poi afferrò un pugnale a punta di diamante, e lo mise in una specie di giarrettiera-fondina che aveva nella coscia, affianco alla beretta. teneva una piccola ruby calibro 7,45 in una fondina ascellare, nascosta sotto la maglietta. prese il sopreabito, e se lo infilò. li teneva ben nascosti una starpower calibro 45 e altri due pugnali, più una lama. non andava mai in giro non armata, poteva succedere di tutto, lo sapeva bene. quello che aveva addosso era solo l'equipaggiamento standard, quando veniva assunta per un lavoro, si portava appresso il lanciafiamme ( molto utile ma ingombrante) , la katana e la mitragliatrice. poteva anche trasmutarsele le armi, ma preferiva astenersi dall'usare l'alchimia. che scienza infernale.

uscì velocemente per raggiungere la stazzione, si infiltrò nelle stradine secondarie, che ormai conosceva anche troppo bene, sapeva muoversi nell'oscurità e il labirinto di central city era più che utile. pochi minuti dopo arrivò a destinazione. li trovo due ragazzi biondi ad accoglierla. Alphonse con un sorriso cordiale, quasi intimorito, Edward irritato con un'espressione per niente cordiale. li salutò con un inpassibile cenno del capo, e li passo affianco velocemente , per arrivare al binario. in un paesino nelle vicinanze, c'era stata un'altra vitima, ed era il loro lavoro indigare. quanto odiava il suo titolo di alchimista di stato, ma almeno quello di demonio era appropriato. salì silenziosamente, seguita dai due fratelli, dopodichè si sedettero nel loro abitacolo, il tenò partì e nessuno fiatò. il suo respiro era regolare e il battito cardiaco pure. ma sentiva una brutta sensazione. sentiva odore di morte.

***

il vento li scorreva tra i capelli, mentre il sole cocente li bruciava il capo. ma cosa gliene poteva importare, dopotutto non poteva sentire il caldo. era solo, nella strada deserta, lui ed il vento. andava a circa duecento kilometri orari, ma non gliene fregava niente. male che andava si rompeva la mercedes e quella poteva sempre ritrasmuttarla. scurutò velocemente l'ora nel suo orologio. si chiedeva perchè continuasse a portarsi appresso il simbolo dell'esercito, ma non ci voleva neanche pensare, ora doveva solo arrivare alla scena del crimine, per ottenere risposte, se nò l'ansia l'avrebbe ucciso. sapeva che era una cosa stupida, ma si sentiva guidato da quei ripugnanti ricordi umani, sentiva che aveva lasciato qualcosa in sospeso.

***

il sangue era ancora fresco, non aveva iniziato a coagulare, e manteneva quel color ciliegia tipico del sangue umano. non era secco, e il tanfo di morto non imprerversava ancora ovunque. il corpo non era ancora neanche in decomposizione. nulla di particolare, ne aveva visto tanti di corpi ma quello.... non era commensurabile a niente che aveva visto. che creatura aveva mai potuto fare una cosa simile? non poteva ritenersi umano

- lei dev'essere l'addetta a questa cittadina, piacere, emily dison, reparto investigazioni, central city, conosce già i fratelli elric?- hikari protendeva la mano verso la ragazza che si occupava di quella città. ovviamente, l'aveva ben riconosciuta, era shayme. non la vedeva da allora, ma lei non sembrava averla riconosciuta, per cui mantenne la sua maschera.

edward e alphonse la salutarono caldamente. mentre lei gli esponeva il caso. edward notò il cambiamento di hikari e ne rimase a dir poco sbalordito. era come se si fosse messa una maschera di gomma sul viso. vedere quella trasformazione da vicino faceva quasi impressione....o paura. comunque, era stpefacente come riusciva a diventare un'altra persona. "di questo passo, non capirò mai quando fidarmi" pensò Edward, mantenendo un'aria indifferente, mentre hikari, infiltasi i guanti in lattice, ispezzionava allegramente i resti. - allora, il cadevere è stato totalemnte squoiato e poi ucciso- i suoi occhi sembravano perdere allegria ed essere pervasi da qualcosa di simile al piacere per qualche secondo, poi ritornò velocemente la maschera - dubito abbiano usato una lama, perchè non ci sono segni sulla pelle. anche un acido o un agente corrosivo è da escludere, niente è così forte da corrodere interamente derma, epidermide , ipodermide e epitelo senza corrodere anche le ossa. a prima vista , sembra che la pelle si sia volatilizzata....-

- e se fosse stata trasmutata via?- chiese Edward, chinandosi sul cadavere - no, niente segni di trasmutazione-

- neanche scar lasciava segni- precisò alphonse

- hey- disse shayme - e quello?- indicò il collo di hikari, dove c'era in bella vista l'orologio d'argento, indossato come collana

- emmm.... sono un'alchimista!- esultò hikari sorridendo

- ma non facevi parte del reparto investigativo?-

- si, ma sono anche un'alchimista- shayme la scruttò e poi annuì poco convinta - ora scusatemi, ma ho da fare, ho alcuni fascicoli arretrati, fate pure con comodo, quando finite , avvisate gli agenti- girò le spalle e se ne andò

- esperta in tre tipi di arti marziali, lotta libera e kick boxing. sa usare vari tipi di armi ed è la più giovane donna ad essere diventata capo reparto- sanzionò hikari

alphose e edward la guardarono straniti. - e queste cose come.....?- chiese alphonse

- ho le mie fonti-

- potevi anche salutarla- disse Ed. venne fulminato da hikari, ma non si lasciò intimorire. o era stupido o troppo coraggioso - e poi che razza di nome è amily? ma dai! hikari! che ti è sucesso?-

hikari puntò la starpower su edward, direttamente dalla giacca, in modo che solo loro due potessero vederla - 1, non chiamarmi mai, e dico mai, col mio nome in pubblico, sanno in pochi chi sono. sono conosciuta come morte, e questo mi basta. 2, non ti può interessare minimamente che mi è sucesso, ripeto, non sono affari tuoi. 3, se non saluto una persona non casca il mondo- sibilò con voce neutra.gli occhi erano nuovamente vacqui e non trasmettevano nulla. la pallida faccia era seria e per niente cordiale. era tornata la morte. poi suonò nuovamente il cellulare di hikari, e rispose velocemente, in tono tutt'altro che amichevole -si, si...... sono qui. si, sono con me....... sto ancora aspettando il compenso per l'omicidio dell'altra notte...... no......ho capito, ciao- poi richiuse ed alphonse si chiese se li piaceva rispondere a vocaboli osemplicemente non voleva discutere.

- secondo me, invece, è come dici tu acciaio- disse hikari - ho visto una cosa simile solo una volta in vita mia , ed a compiere l'omicidio era stato l'unico che poteva bloccare tanto facilmente la tramutazione al secondo stadio senza lasciare tracce : scar. niente homunculus.... al diavolo!-

edward rabrividì : aveva già visto atrocità simili? mentre alphonse rimase un attimo a pensare alle parole del killer. un assasino che cerca un assasino. bene, per lo meno, sapevano come entrare nella mente di un serial killer.

- ma non l'avevi amazzato?- chiese alphonse

- e questo che non mi spiego... non può essere vivo- rispose la ragazza

-io inizio ad aver fame- continuò il ragazzo, scorgendo l'orologio da polso - andiamo a mettere qualcosa sotto i denti?- chiese sorridendo, rivolgendosi a hikari e edward che si guardavano in cagnesco. o meglio, edward la fissava male, lei sosteneva il suo sguardo, ma non esprimeva niente.

sotto indicazione degli agenti di polizia, forse troppo gentili anche grazie al sorriso angelico e innocentemente ingenuo di hikari, furono più che contenti a darli le informazioni necessarie per raggiungere un buon ristorante.

il locale non era molto grande, e si trovava vicino alla centrale del paese, ma era accogliente. la luce soffusa irradiava l'allegra stanza non troppo grande, costeggiata da una serie di tavolini con una tovaglietta rossa a quadretti bianchi. ad accoglieri, arrivò una camerire di mezz'età, che gestiva il locale col marito. presero immediatamente ordinazione, e senza attendere troppo, poteterro gustarsi un buon pasto.

nessuno osò fiatare. nanche la gentilezza dei proprietari o il clima accogliente della trattoria riuscirono a sciogliere il ghiaccio che si era formato tra i tre, ritrovatosi nuovamente a viggiare assieme, un pò per coincidenze un pò perchè collimavano , più o meno, le intenzioni. la vita era strana e assurda, niente è certo se non la morte.

d'improvviso, fuori, si fece nero, e dalle minacciose nuvole, che si erano brevemente formate in cielo, iniziarono a scorgare pesanti e consistenti gocce d'acqua.

- è arrivato....era ora....- mormorò rabbiosa hikari, alzandosi lasciò i soldi sul tavolo e scomparve dietro la porta, lasciando i due ragazzi a bocca aperta e sconcertati dal suo strano comportamento, a cui era impossibile abituarsi. edward e alphonse si scambiarono un veloce sguardo, e sorrisero. non era un sorriso divertito o felice, ma un sorriso che indicava una curiosità irrefrenabile. come due bambini a cui è stato proibito qualcosa, ma che lo fanno sono perchè non lo possono fare. pagarono il conto, e si misero alle calcagne della ragazza, che proseguiva velocemente, e decisa tra le stade del paese, sapendo esattamente dove andare. più di una volta, i due ragazzi temettero che gli avesse scoperti, ma così non fù.

arrivati circa in periferia, in una zona isolata e decisamente inquietante, la ragazza si fermò in un piazzale dertico, grigio e grandissimo, che dava su un bosco. non c'erano molti posti dove nascondersi, ma non sarebbero serviti - uscite fuori...fin quando volete continuare a seguirmi?- sibilò hikari

i due fratelli uscirono allo scoperto, cercando di capire la ragazza, o almeno di inuire che stava per accadere. - e anche tu.... prima mi fai una storiaccia e poi....! esci fuori!-

- non t'inganna niente, come sempre del resto- disse una voce rocca, maschile, profonda, ma l'uomo che pronunciava quelle parole non si faceva vedere

- voglio i miei soldi!- sbraitò spazientita la ragazza

- certo...l'omicidio dell'altro giorno.... ci vuole proprio una persona come te per guardare qualcuno negli occhi e ucciderlo... ma oltre ai soldi...ho un'informazione per te-

- sai dove sono, vero?- il tono della voce tornò neutro, ma teneva i pugni chiusi lungo i fianchi. si tratteneva, era ovvio

-certo- la figura uscì dal suo nascondiglio. era un uomo, alto e slanciato, di cui l'età si aggirava tra i 40 anni, portava un soprabito marron chiaro, degli occhialetti li adornavano la faccia barbuta, e un codino dorato che gli scendeva lungo la schiena. sul viso, un sorriso compiaciuto , gli occhi ambrati, fissavano la ragazza, che ricambiava con ardore le sue occhiate.

- HOENAIM??!- urlò edward

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Hikari : mi dispice, questo capitolo è molto corto, ma è l'ultima settimana di scuola, e tra poco ho gli esami, non c'è l'ho fatta proprio a scrivere di più.

kudo in questo capitolo è apparso poco ( ok, lo so, molltooooooooo poco ) ma nel prossimo episodio apparirà anche troppo!

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Capitolo 14
*** camminando nell'ombra ***


Documento senza titolo

la luce fiocca del pomeriggio illuminava la desertica piazzola, dove erano presenti solo i tre ragazzi, e quell'uomo tanto strano. mentre la ragazza rimaneva immobile e vacqua mentre lo scruttava, non avevano avuto lo stesso sangue freddo i fratelli elric. Edward aveva un'espressione rabbiosa, con occhi pieni d'odio. teneva i pugni serrati e la mandibola chiusa, mentre ogni muscolo del suo corpo di tendeva. il fratello, Alphonse, guardava la scena. non sapeva di certo come reagire a quello stranissimo e tesissimo quadretto.

Hikari continuava a sostenere lo sguardo del''uomo, rendendo i suoi occhi vuoti e limpidi. Van Hoenaim, l'unico essere umano che non aveva mai capito. non era mai riuscita veramente a valutare le sue possibilità e le sue capacità, non aveva mai capito che li passasse per la mente , e questo l'irritava estremamente. in un certo senso, hoenaim era l'unica persona con la quale non avrebbe mai voluto avere un faccia a faccia. battersi con lui sarebbe stato snervante, e cercare di prevedere le sue mosse del tutto inutile. se si conta anche che era un abilissimo alchimista...eppure, nonostate battersi con lui sarebbe stato da pazzi,alla ragazza forse non sarebbe dispiaciuto. braccare quell'uomo e confrontarsi con lui sarebbe stata una stupidata, ma per lei un divertentissimo gioco. una nuova sfida in cui dilettarsi, l'ultimo divertimento che avrebbe portato alla morte. ma in fondo, che cos'era la morte? ogni persona si trova su una linea bianca, che sta tra la vita e la morte. di solito si cerca di correre verso la parte della vita, ma lei preferiva stare sulla linea, ad aspettare che un soffio di vento la spingesse o da una parte o da un'altra. e questo andava benissimo. lei aveva davvero diritto di correre verso la vita?

- QUALCUNO MI VUOLE SPIEGARE CHE SUCCEDE- disse secco edward

- oh! ma chi si rivede!- disse l'uomo occhialuto - EDWARD! sei proprio....cresciuto?-

- E' UNA DOMANDA O UN'AFFERMAZIONE?!- sbraitò il ragazzo

- smettila- l'ammonì hikari, poi rivolse nuovamente la sua attenzione verso hoenaim - dimmi quello che mi devi dire e dammi i soldi-

- ADESSO BASTA! QUALCUNO MI SPIEGHI CHE E' SUCESSO IL QUESTI QUATTRO ANNI!?- urlò alphonse, come togliendosi un fardello. ma lui non era quello calmo?

- bè, se proprio ci tieni....- disse hoenaim

- non farlo!- siblilò hikari, ma l'uomo si limitò a sorridere ed a ignorarla.

- vi va di ascoltare una storiella?-

***

il ragazzo guardava stordito il piccolo paese. si chiedeva perchè, dopo tante ore di viaggio per central city, ora si ritrovasse in quel posto che sembrava domenticato dal mondo. si riusciva benissimo a scorgere tutta l'area abitata da quella piccola collinetta dove aveva parcheggiato la mercedes. oltre quelle due case, la piccola chiesa, e la centrale militare, si nascondeva qualcosa di estremamente potente. lo sentiva. la sua "aura" , se si può definire così, era devanstante. un piccolo potere di cui disponeva la sua pietra era quello : capire la forza del nemico. aveva affrontato tanta gente, ma mai con un potere così forte. inoltre, era dotato sicuramente di una pietra. non era Hikari. lei era l'unica a cui non riusciva a leggere il potere. irritante. e il fatto di non percepirla non li faceva mai capire quando avrebbe sferrato il suo prossimo attacco. inoltre, non li dava la capacità di trovarla in ogni luogo dove fosse.per questo, arrivato in città era stato spedito in quel paese. certo, quando li avevano comunicato che lei stava indagando per omicidio, tra poco non era scoppiato a ridere. come si poteva mandare la morte a scovare un suo seguace. ridicolo.

amava la sua abilità che li permetteva di cambiare il suo aspetto. era la cosa più utile del mondo. soprattutto per infilarsi nell'esercito. era semplicissimo mutare forma in un soldato, ed era quello che doveva fare se voleva scoprire dove si era cacciata hikari. quella volta, l'avrebbe uccisa. nessun compromesso, stavolta uno dei due sarebbe perito. era l'unico modo per liberarsi di quel peso dallo stomaco.

doveva recarsi alla centrale militare. per farlo, modificò velocemente il suo aspetto, scegliendo un volto non molto diverso da quello di kudo. tanto , li non lo conosceva nessuno. certo, se avrebbe incontrato hikari forse avrebbe avuto qualche problemino, ma comunque si sarebbe venuti allo scontro diretto. l'unico problema era che ogni volta che incrociavano le armi, lui non riusciva mai a capire dove le nascondeva. o almeno, riusciva a capire dov'erano ma mai tutte. ne aveva sempre qualcuna nascosta meglio di altre. era per questo che nel loro ultimo incontro era dovuto fuggire. non era esattamente immortale, o almeno rischiava di morire quando si scontrava con gente simile a lui.

raggiunse in poco tempo la centrale, ed entrò senza troppi problemi. scoprì chiedendo a qualche soldato semplice, che nessuno poteva dispendere informazioni su quel caso, e che se voleva sapere dov'erano i fratelli elric e hikari , doveva chiedere direttamente al responsabile. così, mezzo sconsolato, si recò nell'ufficio del comandante. se avrebbe opposto resistenza, lui non avrebbe usato mezzi termini per ottenere informazioni. bussò. la prima volta nessuna risposta, la seconda neanche , alla terza, dove per poco non abbatè la porta , ottenne un "avanti"

entrò nel piccolo ufficio, dove una ragazzina non poco più grande della sua età umana, rimaneva seria e seduta su una poltrona in pelle nera. scuttava il ragazzo incuriosita e un pò sorpresa da quella visita, ma anche lui era sorpreso nel trovare una ragazza in una sede dell'esercito. credeva che le ragazze fossero delicate ed emotive, fatta eccezzione per hikari.

la ragazza li fece segno di sedersi. lui accetò e si mise di fronte a lei. sentiva un nodo in gola.

- come posso esserle utile signor....-

- mi chiami ....kyle- disse, inventandosi velocemente un nome

- bene, lieta di conoscerla. io sono Shayme-

il ragazzò trasalì , ma continuò il suo discorso - stavo cercando una certa hikari, dovrebbe essere coi fratelli elric-

la ragazza lo guardò stranita, chiedendosi a che si riferiva - hikari? i fratelli elric sono arrivati con una certa emily...- "certo, avrà sbagliato nome"pensò shayme, "non vedo hikari da quasi cinque anni" - comunque, non so dove siano. forse a mangiare, o forse....possibile anche a mettersi nei guai-

- grazie- fece il ragazzo uscendo dalla stanza, però rimasto un pò stanito dalla semplice conversazione.

***

-tanto tempo fa, io ed alcuni miei colleghi, effettuammo una serie di esperimenti sulla pietra rossa...- spiegava hoenaim - ...ma nonostante tutti i nostri sforzi, non veniva fori la sostanza perfetta. usciva sempre qualcosa di incompleto e limitato, ma quando....quando capimmo i suoi segreti....-

- .... quando lo capirono, fecero una strage. neanche voi elric avete mai trovato la pietra completa. quella con cui avete ottenuto i vostri corpi non lo era. pensate a com'era potente...e non era neppure perfetta - continuò la ragazza ghignando

- che cosa insinuate?- chiese edward

- esistono tre tipi di pietra : la pietra rossa dell'anima, l'elisir della mente e la quint'essenza del corpo. in più esiste la pietra completa. van hoenaim e il nome di quella pietra...- disse hikari

- e Hikari è il risultato nei nostri esperimenti- concluse l'uomo

i due fratelli avevano udito, ma non volevano capire. non potevano. quell'oggetto era davvero così potente? e il padre sarebbe stato una pietra? e la ragazza pure?! tutto troppo assurdo, troppo irreale , troppo....ma sapeva di verità.

- esperimento....- disse edward

- esatto. quando lavorammo al progetto, nacquero due individui, che chiamammo Hikari-098 e Kudo-097 . non erano robot, ma esseri umani, dotati di anima, corpo e mente. erano stati creati con l'alchimia. era stata la scoperta del secolo....ma poi hikari iniziò a presentare qualcosa di strano. allora, dopo varii test, capimmo...aveva svilupato, durante la sua creazione, una pietra. per paura della potenza devastante di quella ragazza e che l'elisir si sviluppasse anche nel ragazzo, l'ibernammo entrambi, relegandoli in una specie di "parallelo-mondo-dei-sogni" ma poi....- continuò l'uomo

- ... poi ci siamo risvegliati- concluse hikari - anche i nostri incontri erano elborati, lo sapevi?-

- ma che...- riuscì a dire alphonse

- non è possibile! state mentendo! lei...ha dei ricordi! e non è immortale! ha rischiato di morire non so quante volte!!!- sbraitò edward

- erano ricordi artificiali- disse hoenaim

- "non è morto ciò che può attendere in eterno , e nell'arco di eoni anche la morte può morire" -citò hikari

- esatto!- disse una voce , che lei riconobbe subito. scattò sull'attenti e portò una mano alla pistola. l'unica persona che poteva ucciderla era qui. l'aveva trovata....bene. ecco la fine, lo scontro finale. sentiva che quella sarebbe stata l'ultima volta. ma se lui usava l'alchimia....forse avrebbe avuto la meglio.....lei non osava usare l'arte che l'aveva creata. quella scienza che portava solo sofferenze. quella diavoleria che poteva tante attrocità.lei aveva sempre camminato nell'ombra, come lui del resto, ma nell'ombra non riusciva ad usare quell'atrocità conosciuta col nome di alchimia.

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