Tutti in pericolo

di Marlena_Libby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


- Mi promettete che starete attenti? - chiese apprensivo Hiro ai suoi amici.
- Tranquillo, siamo dei baby-sitter nati! - rispose allegro Fred a nome degli altri.
- Dopo quello che è successo due mesi fa mi preoccupo quando dite così! - continuò nervoso il ragazzino.
- Oh no, ancora con quella storia! - urlò esasperata GoGo.
Riley e Claire ora avevano cinque mesi e in tutto quel tempo Hiro si era dimostrato uno zio molto protettivo. L'ultima volta che i suoi amici avevano fatto da baby-sitter ai bambini, cioè due mesi prima, per sbaglio Fred li aveva lasciati davanti alla porta di un convento e le suore li avevano presi pensando che fossero stati abbandonati. Le suore si erano rifiutate di restituirli perché serviva la firma di almeno uno dei genitori, ma in quel momento Sophie era fuori città con Hiro, così loro si erano dovuti intrufolare nel convento di nascosto per riprenderli. Da allora Hiro aveva sempre un po' paura di affidare a loro i bambini, come ora che lui e Sophie volevano andare alla fiera del libro e non potevano lasciarli alla zia Cass perché era a casa di un'amica e non sarebbe tornata prima di sera.
- Hiro, so che sei preoccupato, ma devi cercare di rilassarti. Sono due mesi che non fai che rinfacciarglielo! - disse Sophie.
- Va bene, ma non perdeteli mai di vista! - si raccomandò serio Hiro.
- Tranquillo, adesso li portiamo al parco. A dopo e divertitevi! - li salutò Honey mentre si avviava con gli altri.

Una volta arrivati al parco GoGo, Wasabi e Honey si sedettero su una panchina con quest'ultima che teneva in braccio Riley chiacchierando del più e del meno, mentre Fred portava un po' in giro Claire con il passeggino.
- Sapete, a parte il colore dei capelli, Riley somiglia sempre di più a Tadashi - disse a un tratto Honey con un sorriso malinconico agli altri due.
- Già. Immaginate come sarebbe stato felice di diventare padre - commentò Wasabi.
- Mi manca - aggiunse GoGo guardando in basso.
In quel momento Fred tornò alla panchina.
- Ehi, che sono quei musi lunghi? - chiese con il suo solito tono allegro.
- Fred dov'è Claire?! - chiese Wasabi un pò agitato.
- Tranquillo, l'ho lasciata lì - disse indicando una discesa, ma in quel momento il passeggino cominciò a scendere velocemente!
- AAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!! - gridarono tutti lanciandosi all'inseguimento, con Honey che teneva ancora in braccio Riley.
Quando arrivarono in fondo alla discesa videro un ragazzo con i capelli rossi e gli occhi marroni che aveva con se il passeggino.
- Per caso è vostro? Appena l'ho visto scendere l'ho afferrato - chiese loro.
I ragazzi annuirono e tirarono un sospiro di sollievo nel constatare che Claire stava bene.
- Grazie mille! Loro due sono i figli di una nostra amica e se le fosse successo qualcosa Hiro, il loro zio, ce l'avrebbe rinfacciato in eterno - lo ringraziò Wasabi lanciando con le altre un'occhiataccia a Fred.
- Capisco. Comunque mi chiamo Francesco - si presentò il ragazzo.
- Io sono Wasabi e loro sono Fred, GoGo e Honey e i bambini si chiamano Claire e Riley - disse ancora il ragazzo di colore.
- Francesco che ne dici di venire con noi a casa di Hiro? Lui e Sophie, la mamma dei bambini, dovrebbero tornare tra un po' dalla fiera del libro - propose Honey.
- Certo, mi piacerebbe conoscerli - disse lui con un sorriso e si avviarono.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Dopo un po' arrivarono al bar e si sedettero a chiacchierare.
- Francesco ti prego non dire a Hiro quello che è successo, altrimenti ce lo rinfaccerà fino all'ultimo giorno di vita! - lo pregò Fred.
- Tranquillo terrò la bocca cucita - lo rassicurò lui sorridendo.
- Siamo a casa! - tutti si voltarono e videro Hiro e Sophie.
- Com'è andata la fiera? - chiese Honey.
- Bene. E lui chi è? - chiese Sophie.
- Lui è Francesco, ci siamo incontrati al parco e l'abbiamo invitato qui. Francesco, loro sono Hiro e Sophie - li presentò Wasabi.
- Piacere - li salutò lui. Poi si rivolse a Hiro: - Loro mi hanno detto che questi bambini sono i tuoi nipoti.
- Mio fratello era il fidanzato di Sophie, e quindi il padre, ma è morto prima di scoprirlo - disse tristemente il ragazzino.
-Mi dispiace. Comunque ora devo proprio andare, casa mia è stata distrutta da un incendio e devo cercare un albergo in cui stare - disse Francesco.
- Perché non vieni a stare da noi? In camera mia c'è un letto libero, puoi dormire lì, ma prima devo chiedere il permesso a mia zia. Ora è fuori, ma dovrebbe tornare fra un po' - propose Hiro.
- Davvero?! Grazie! - esclamò il ragazzo stringendogli la mano.
E quando lo fece tutti notarono che Francesco aveva degli strani segni attorno ai polsi, come se fossero stati stretti da qualcosa.
- Ma che cosa ti sei fatto ai polsi? - chiese Sophie.
- No, è che... Ho portato per molto tempo dei bracciali che mi stavano stretti! - si affrettò a rispondere lui, improvvisamente nervoso.
- Scusate, io vado un attimo in bagno. GoGo, vieni con me - disse Honey prendendo sottobraccio l'amica.
- Ma io non ci devo andare! - protestò la corvina mentre veniva trascinata in bagno dall'altra.

- Ma che ti è preso? - chiese GoGo a Honey quando arrivarono in bagno.
- Ho notato qualcosa di strano in Francesco - disse Honey.
- E cosa? - chiese perplessa l'altra.
- Quando l'abbiamo incontrato al parco i suoi occhi hanno brillato per l'emozione, ed è successo anche quando ha visto Hiro e Sophie e quando abbiamo parlato di Tadashi! - spiegò la bionda.
- E allora? - chiese GoGo continuando a non capire.
- E non è solo questo: il suo sguardo mi è familiare, e anche la voce credo di averla già sentita, e poi ci sono quegli strani segni sui polsi! Dammi retta, ci nasconde qualcosa! - insistette Honey.
- Per me è solo una tua impressione, a volte capita di avere la sensazione di aver già visto qualcuno, e poi ha detto perché ha quei segni. Forza, torniamo giù - la rassicurò GoGo, ma Honey non ne era convinta.
Quando tornarono giù zia Cass era appena rientrata.
- Buongiorno ragazzi. E chi è questo giovanotto? - chiese riferita a Francesco.
- Zia Cass, lui è Francesco, un nostro nuovo amico. La sua casa è andata distrutta in un incendio e gli ho proposto di restare qui. Per te va bene? - chiese Hiro.
- Certo - disse la donna.
- La ringrazio - disse Francesco e anche stavolta Honey notò quello strano luccichio negli occhi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Dopo cena Francesco si mise a passeggiare per la casa e gli capitò di passare davanti la camera dei bambini, così entrò e si avvicinò alla loro culla: erano svegli. Appena i bambini lo videro sorrisero e lui si mise ad accarezzarli ottenendo in cambio delle piacevoli fusa.
- Credo che tu gli piaccia - disse una voce alle sue spalle.
Francesco si voltò e vide Hiro che aveva già addosso il pigiama.
- Sembra di sì - rispose lui.
- Comunque vieni, c'è qualcun altro che voglio farti conoscere - disse il ragazzino.
Hiro portò Francesco in camera sua e attivò Baymax.
- Io sono Baymax, il tuo personale assistente sanitario. Ciao Hiro - disse il robot.
- Ciao Baymax, volevo presentarti Francesco. Francesco, lui è Baymax, il robot infermiere progettato da Tadashi - li presentò Hiro.
Appena Francesco vide Baymax gli luccicarono di nuovo gli occhi: anche Hiro, come Honey, aveva notato lo strano luccichio che il ragazzo aveva negli occhi e non aveva creduto alla storia dei bracciali, ma aveva preferito non dire niente. Poi sentì che Francesco gli stava accarezzando la testa e si voltò guardandolo stranito.
- Ehm... Avevi una cosa tra i capelli - rispose lui un po' nervoso.
- Comunque ora puoi andare a farti la doccia, io ho finito - disse il ragazzino.
- Bene - rispose Francesco dirigendosi in bagno.
Hiro si sistemò sotto le coperte. Gli faceva uno strano effetto vedere qualcun altro nel letto di suo fratello, ma non gli dispiaceva dormire in compagnia. Passò un'ora e Francesco era ancora in bagno, così andò a controllare. Aprì la porta e vide Francesco di spalle che si era già messo i pantaloni del pigiama, ma era ancora a torso nudo: la sua schiena era piena di cicatrici, lividi e ustioni! Il ragazzo sussultò quando vide Hiro.
- Che cosa sono quei segni sulla tua schiena? - chiese il ragazzino.
- Tranquillo, non è niente, me le sono fatte cadendo! - rispose Francesco.
Hiro non ne era convinto, ma non disse nulla. Poi Francesco si mise la maglietta e andarono a dormire.

Il giorno dopo avevano tutti deciso di andare all'apertura di una nuova sala giochi di cui Fred stava parlando da settimane. Wasabi era alla guida della macchina, GoGo era seduta vicino a lui e gli altri erano dietro.
- Vedrete, vi piacerà un sacco! Poi dato che questa è l'inaugurazione, potremo provare gratis tutti i giochi! - diceva il biondo con entusiasmo.
Nella corsia accanto alla loro apparve all'improvviso un camion nero che stava andava più veloce di loro, come se volesse superarli.
- Ma che problemi ha? - si chiese Wasabi.
Poi il ragazzo di colore guardò la strada davanti a sé e vide che c'era una macchina che veniva verso di loro. Provò a cambiare corsia, ma il camion andava così veloce che non ci riusciva. Di questo passo si sarebbero scontrati!
- Smetti di accelerare! Lasciami passare! - diceva il ragazzo spaventato.
Wasabi allora provò a girare, ma la macchina finì fuori strada.
- AAAAAHHHH!!!! - gridarono tutti in quel movimento brusco.
- State tutti bene? - chiese Francesco preoccupato quando si furono fermati.
- Sì - risposero tutti.
- Non me la sono fatta sotto - aggiunse Fred.
- Bravo Fred - disse Hiro sarcastico.
- Ma che ti prende, volevi farci ammazzare?! - disse inviperita GoGo.
- Non è colpa mia, quel tizio ci stava minacciando! - rispose lui.
Tornarono a casa, troppo scossi per andare alla sala giochi, con due domande in testa: chi era quel tipo? E perché aveva cercato di mandarli fuori strada?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il giorno dopo andarono tutti a fare una passeggiata per distrarsi da quello che era successo. Mentre camminavano Francesco era completamente assente, completamente perso nei suoi pensieri e non diceva niente.
"Se ieri abbiamo rischiato di morire è solo colpa mia, li ho messi tutti in pericolo!" pensava.
- Francesco, mi stai ascoltando? - chiese a un certo punto Hiro.
- Eh? Ah, sì, certo! - rispose lui frettolosamente.
- Non dirmi che stavi ancora pensando a quello che è successo ieri! Smettila di preoccuparti, l'importante è che stiamo tutti bene! - gli disse il ragazzino per rassicurarlo.
Francesco annuì, ma in realtà era ancora preoccupato. In quel momento stavano passando vicino a un vicolo da cui uscirono alcuni uomini muscolosi dall'aria minacciosa.
- Come sei carina, perché non vieni un po' a divertirti con me? - chiese uno avvicinandosi a Sophie.
- Scordatelo! - rispose lei secca. In realtà aveva una gran paura essendo una ragazza dolce, timida e introversa, ma voleva sembrare sicura di se.
- Come osi rifiutarmi mocciosetta! - gridò lui tirandole uno schiaffo talmente forte da farla cadere per terra.
Allora GoGo cominciò ad azzuffarsi con quel tipo, tirandogli un pugno che gli fece l'occhio nero e un calcio che gli fece uscire il sangue dal naso. Quando credette di averlo messo al tappeto, il tipo si rialzò e le strinse un filo metallico attorno al collo cercando di strangolarla. Lei si agitava cercando di liberarsi e quando gli altri si precipitarono ad aiutarla vennero bloccati dagli altri malviventi. Uno di questi afferrò Sophie per il collo sbattendola contro il muro e tirò fuori un coltello per tagliarle la gola. Alcune lacrime di paura le scesero dagli occhi, ma venne salvata da Francesco, che tramortì l'energumeno colpendolo alla testa con il coperchio di un bidone della spazzatura che stava lì vicino. Gli altri malviventi stavano per reagire, ma vedendo un'auto della polizia avvicinarsi scapparono portando con loro il compagno svenuto. Francesco prese in braccio Sophie, ancora troppo spaventata per camminare da sola, che strinse le braccia attorno al suo collo tremante e con gli occhi lucidi, mentre Wasabi sorreggeva GoGo e tutti si diressero a casa di Hiro.

Quando arrivarono per fortuna la zia di Hiro non c'era, altrimenti le sarebbe venuto un infarto. Attivarono Baymax, che fasciò il collo di GoGo e medicò gli altri che per fortuna avevano solo pochi graffi e lividi.
- Due aggressioni in due giorni sono troppe, qui c'è qualcosa sotto. Dobbiamo investigare - disse Hiro.
- Finalmente un po' di azione!- esultò Fred.
- Ma di che parlate?! Dobbiamo andare alla polizia invece! - gridò Francesco.
- Vista la situazione ormai dobbiamo dirtelo: noi siamo i supereroi che hanno salvato San Fransokyo. Ora che lo sai anche tu puoi fare parte della squadra, dopo progetterò la tua armatura - disse Hiro.
- Va bene, ma dobbiamo stare tutti attenti, sarà pericoloso - si raccomandò Francesco.
Gli altri tornarono a casa, in ansia per la nuova avventura che li attendeva. Sophie rimase tutto il giorno nella sua stanza, pensierosa: quando si era ritrovata tra le braccia di Francesco aveva provato delle sensazioni strane e bellissime che non provava da tempo e che credeva non avrebbe mai più provato con nessuno. Invece Francesco rimase tutto il giorno preoccupato per ciò che sarebbe potuto succedere: ancora una volta stavano rischiano la vita per colpa sua!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il giorno dopo, quando Cass uscì per andare a fare la spesa, tutti si radunarono in camera di Hiro. Mentre entravano, Sophie si avvicinò a GoGo, che si stava toccando la fasciatura al collo.
- GoGo mi dispiace, per colpa mia quel tipo ti ha quasi uccisa - si scusò Sophie.
- Tranquilla, ci vuole ben altro per mettermi al tappeto - la rassicurò lei con un sorriso.
- Ok, prima di iniziare, ecco l'armatura di Francesco - disse Hiro tirando fuori un'armatura gialla e rossa. - Premendo questo pulsante puoi mandare scosse elettriche e con questo puoi passare attraverso i muri.
- Sei proprio un portento! - esclamò Francesco scompigliandogli i capelli.
- Da dove cominciamo le ricerche? - chiese Honey.
- Quando quei tipi sono fuggiti uno di loro ha perso questo e l'ho raccolto, credo che possa esserci utile - disse Wasabi dando a Hiro un foglietto.
Sopra c'era scritto "Lewis Pickford" e "Swabian Inc". Hiro digitò queste parole sul suo computer e dopo qualche minuto trovò qualcosa.
- Ho trovato qualcosa! La Swabian Inc è un'organizzazione di trafficanti di armi ad alta tecnologia. Rubano tecnologie e rapiscono scienziati da tutto il mondo per costringerli a lavorare per loro. Lewis Pickford è il capo.
Poi Hiro mostrò loro delle foto degli uomini che li avevano aggrediti.
- Fanno tutti parte dell'organizzazione - spiegò.
- Però questo non spiega perché ce l'hanno con noi - intervenne Sophie.
- Questo è quello che dobbiamo scoprire. Domani andremo lì - disse Hiro.
- Continuo a pensare che dovremmo rivolgerci alla polizia, questa faccenda è pericolosa e non voglio che vi accada nulla - disse Francesco.
- Tranquillo, siamo perfettamente in grado di badare a noi stessi. A domani - lo rassicurò GoGo prima di andarsene con gli altri.

Il giorno dopo indossarono tutti le loro armature e si diressero a un vecchio capannone arrugginito.
- E questa sarebbe la loro sede? - chiese Fred un po' deluso.
- Non sempre le cose sono quelle che sembrano. Sul sito c'era scritto che non si sa dove l'organizzazione abbia la sua sede e dato che sul foglio c'era questo indirizzo dev'essere per forza qui, dobbiamo solo trovare l'entrata segreta.
Cominciarono a cercare, poi Honey schiacciò un mattone sulla parete e comparve una tastiera con su scritto INSERIRE IL CODICE.
- Brava Honey! - si congratularono tutti facendola arrossire.
- E adesso come facciamo a trovare il codice? - chiese Wasabi.
- Sul foglio c'era scritta una sequenza di numeri, credo fosse quello. Per fortuna l'ho memorizzata. Allora: 5550139 - disse Hiro cliccando sui tasti.
In quell'istante comparve un'ascensore, ci salirono e arrivarono al piano di sotto. Era un ambiente lungo, pieno di porte e c'erano anche delle celle, tra cui una con al suo interno delle manette, una frusta, dei coltelli e dei pezzi di legno.
- Scommetto che lì torturano gli scienziati che rapiscono per costringerli a servirli - sussurrò GoGo.
Hiro notò una luce di paura attraversare gli occhi di Francesco mentre guardavano quella cella.
- Bene, bene, guarda un po' chi abbiamo qui! - ghignò una voce facendoli voltare.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quando si voltarono videro gli stessi uomini che li avevano aggrediti insieme a un altro dagli occhi azzurri e i capelli castani. Era lui: Lewis Pickford!
- Odio i ragazzini impiccioni! Prendeteli! - ordinò ai suoi uomini.
GoGo colpiva i malviventi con i suoi dischi magnetici, Francesco li tramortiva con le sue scosse elettriche, Honey li appiccicava ai muri con le sue bolle chimiche, Hiro e Baymax li facevano scappare con i razzi, Wasabi tagliava a fette le loro armi con i suoi laser, Fred li spiaccicava sul pavimento e Sophie diventava invisibile e li prendeva a pugni. Quando sembrava che stessero per vincere, Lewis premette un pulsante sul muro e un gas fece perdere loro i sensi. Quando si svegliarono, si ritrovarono in un ambiente completamente buio e senza finestre.
- Ragazzi, siete qui? Non vi vedo! - gridò Honey.
- Sì, ci siamo - le risposero in coro.
- Attiviamo la visione notturna - disse Hiro.
Tutti obbedirono e videro degli strani tubi sulle pareti, da cui cominciò a uscire un gas.
- Non respiratelo! Questo è un gas che soggioga le menti! - gridò Hiro dopo averlo scansionato.
Tutti quanti si misero una mano davanti alla bocca e si abbassarono.
- E ora che facciamo?! - gridò Wasabi in preda al panico.
- Ho un'idea! Francesco, se mentre attivi la modalità per passare attraverso i muri e tutti noi ti tocchiamo potremo uscire! - disse Hiro al ragazzo.
Il ragazzo premette il pulsante, tutti lo toccarono e uscirono, ma si ritrovarono braccati da un centinaio di enormi robot.
- Scappiamo! - gridò Sophie.
Tutti cominciarono a correre verso l'ascensore da cui erano entrati, ma Francesco inciampò e i robot gli furono addosso. Gli altri stavano per aiutarlo, ma la porta dell'ascensore si chiuse, li riportò sopra e poi tornò giù. Digitarono la sequenza numerica sulla tastiera, ma non funzionò.
- Devono averla cambiata - disse Fred.
- NO! NO! NO! - gridò disperato Hiro tirando pugni al muro.
- Hiro, anch'io non voglio abbandonare Francesco, ma ora l'unica cosa che possiamo fare è andarcene e poi tornare a salvarlo - disse Sophie con tono dolce poggiandogli una mano sulla spalla per calmarlo.
- Va bene - sospirò sconsolato il ragazzino.
I ragazzi salirono su Baymax, che si alzò in volo, e lanciarono tutti un'occhiata al capannone, preoccupati per la sorte del loro amico.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


I ragazzi tornarono a casa di Hiro sconsolati e preoccupati.
- Se hanno preso Francesco è solo colpa mia - disse abbattuto il ragazzino.
- Non è vero, è stata solo una sfortunata coincidenza - disse Honey cercando di farlo stare meglio.
- Sì, invece! Io sono il capo della squadra, dovrei proteggervi! - gridò lui.
- Hiro nessuno è perfetto, vedrai che riusciremo a salvarlo - disse GoGo.
In quel momento qualcuno suonò il campanello e tutti si allarmarono.
- Sono loro, siamo spacciati! - gridò Wasabi.
- Wasabi fai la donna! - sussurrò GoGo inviperita.
- Ma come ci avranno trovati? - disse Sophie.
- Sono supercattivi, ci avranno rintracciato con i loro gadget fighissimi - disse Fred.
Andarono ad aprire la porta con cautela, ma l'unica cosa che trovarono fu un pacchetto per terra. Lo aprirono e videro che si trattava di un DVD, lo inserirono nel computer e sullo schermo apparve Lewis Pickford.
- Ciao mocciosetti, scommetto che vi starete chiedendo dove si trova il vostro amichetto. Ebbene, eccolo qui - disse l'uomo spostandosi.
I ragazzi videro Francesco legato a una sedia e vicino a lui c'era una flebo che gli stava succhiando il sangue.
- Se non volete che muoia dissanguato vi conviene sbrigarvi. A presto - concluse il malvivente con un sorriso sadico e il video finì.
-Ma come si può essere tanto crudeli? - bisbigliò Sophie con gli occhi leggermente lucidi.
- Però non capisco, perché ce l'hanno tanto con noi?- si chiese Honey.
- Ho la sensazione che Francesco centri qualcosa, tutto questo è iniziato dopo che l'abbiamo conosciuto - disse Wasabi.
- Ma come ha detto Honey, perché attaccarci? Lo conosciamo da poco! - ribatté GoGo.
- Rimandiamo queste domande a dopo che l'avremo salvato - disse Hiro.
Tutti annuirono, Hiro accese il computer e cominciò a cercare negli archivi dell'organizzazione qualcosa di utile.
- Trovato! Qui c'è scritto che tra mezz'ora due di loro andranno a prendere un camion pieno di merci rubate, ci basterà nasconderci lì dentro senza che se ne accorgano - disse il ragazzino.
- Una vera e propria missione in stile 007! - esclamò Fred.
- Non è un gioco - lo riprese Wasabi.
- Sbrighiamoci, il camion è lontano da qui - disse Hiro.
Indossarono le loro armature e montarono su Baymax che si alzò in volo, determinati a salvare il loro amico.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


I ragazzi arrivarono al luogo in cui doveva avvenire lo scambio. Videro due membri dell'organizzazione dare dei soldi ad altri due uomini arrivati con il camion e mentre erano distratti a parlare si intrufolarono dentro. I due malviventi arrivarono in una via abbandonata e uno di loro premette il pulsante di un telecomando che aprì un' altra entrata segreta per il covo, così la imboccarono con il camion e quando scesero i nostri eroi saltarono fuori e li tramortirono.
- Bene, ora cerchiamo Francesco - disse Hiro.
Tutti insieme si misero a cercare e lo trovarono in una cella pallido e privo di sensi. Wasabi tagliò le sbarre con i suoi laser e si precipitarono a liberarlo.
- Francesco apri gli occhi, non farci spaventare! - diceva preoccupato Hiro scuotendolo.
Francesco emise un gemito e aprì leggermente gli occhi. Tutti tirarono un sospiro di sollievo.
- Tieni, questa pillola l'ha preparata Baymax, ti aiuterà a recuperare tutto il sangue che hai perso - disse Sophie facendogli ingerire la pillola.
Poi il robot si caricò Francesco sulle spalle perché era ancora troppo debole per camminare, la medicina non faceva subito effetto. Stavano per squagliarsela, quando suonò l'allarme.
- Veloci! - gridò Hiro.
I ragazzi cominciarono a correre verso l'uscita da cui erano arrivati con il camion inseguiti dai malviventi che sparavano e per fortuna riuscirono a uscire prima che si chiudesse.
- Ce l'abbiamo fatta! - esultò Fred.
Ma l'entusiasmo durò poco perché videro la schiena di Francesco che sanguinava.
- Oh no, dev'essere stato colpito da un proiettile! Presto, corriamo a casa! - gridò allarmato Hiro.

Quando Baymax li riportò a casa di Hiro, i ragazzi lasciarono Francesco alle cure del robot e si misero ad aspettare in soggiorno.
- Ho finito! - gridò Baymax dalla camera di Hiro dopo qualche ora.
I ragazzi si precipitarono lì e videro Francesco steso sul letto che dormiva.
- Ora sembra che stia bene - disse GoGo
Honey si avvicinò a Francesco e gli mise una mano sulla fronte.
- Invece ha la febbre - disse.
-Cosa?! Vado a prendere la borsa del ghiaccio! - gridò Sophie.
- L'abbiamo finito, vanne a comprare un po' al negozio più vicino - le disse Hiro.
Quando Sophie se ne fu andata, i ragazzi rimasero in camera a vegliare sul loro amico.
- Sapete, quando l'ho scannerizzato ho notato che ha un dispositivo che cambia la voce in bocca, che la sua faccia è una maschera e che i capelli sono una parrucca - disse Baymax a un certo punto.
- Davvero?! - esclamarono in coro i ragazzi.
- Quindi ci ha mentito. Credete che abbia a che fare con quello che sta succedendo? - chiese Wasabi.
- Lo vediamo subito - disse Hiro.
E così tolse il dispositivo dalla bocca, ma quando fece lo stesso con la maschera e la parrucca rimasero sconvolti.
- T... Tadashi?!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


I ragazzi ancora non riuscivano a crederci: Tadashi, che credevano ormai morto da tempo, era lì davanti a loro! Tutti loro facevano fatica a trattenere le lacrime, soprattutto Hiro. Poi Tadashi si svegliò e vide che lo guardavano sconvolti, poi si toccò il viso e capì di non avere più la maschera.
- Come fai a essere ancora vivo?! Dove sei stato tutto questo tempo e perché quei tipi ce l'hanno con noi?! Insomma, che sta succedendo?! - domandò Hiro con la voce alterata e sconvolta.
Dopo un attimo di silenzio, Tadashi sospirò e rispose: - Va bene, è giusto che sappiate. Dopo l'esplosione mi sono svegliato in un letto d'ospedale con bende dappertutto e un medico disse che qualcuno mi aveva trovato e portato lì. Mi chiesero come mi chiamassi e chi fossero i miei parenti, ma io per lo shock avevo perso la memoria, così decisero di farmi rimanere lì finché non l'avessi recuperata. Poi un giorno alla TV davano la notizia di un gruppo di supereroi che avevano salvato la città da un uomo che aveva causato un incendio in cui era morto un ragazzo, e quando mostrarono la sua foto e vidi che ero io mi ricordai tutto. Dato che mi ero già rimesso in sesto decisi di tornare a casa, ma lungo la strada ho sentito dei rumori provenire da un vicolo e vidi degli uomini che discutevano. Quando mi videro mi presero e cercarono di uccidermi, ma mi cadde dalla tasca la mia tessera di appartenenza alla SFIT, loro la videro e mi portarono dal loro capo. Dissero che costringevano sempre degli scienziati a lavorare per loro e che da tempo avevano progettato di rapire qualche studente della scuola, perché pensavano che fosse più facile controllare dei ragazzi. Io naturalmente mi sono rifiutato di lavorare per loro, così mi hanno rinchiuso in una cella e torturato per mesi. Mi frustavano, mi tagliavano con i coltelli, mi pestavano, mi davano la scossa con i fili elettrici, mi ustionavano con delle braci ardenti e a volte mi lasciavano anche senza cibo e acqua per alcuni giorni.
- Allora tutte quelle ferite che ti ho visto sulla schiena te le hanno fatte loro - disse Hiro.
- Esatto. Poi qualche giorno fa sono riuscito a scappare e per non farmi riconoscere da loro mi sono travestito. Poi, mentre ero al parco vi ho incontrati per caso: non immaginate quanto avrei voluto dirvi che ero io, ma ho preferito stare zitto. L'organizzazione però l'ha scoperto e vi hanno aggrediti per minacciarmi! Loro sanno che vi conosco e non ho detto nulla per proteggervi, non immaginate quanto sia stato difficile, soprattutto quando ho scoperto di avere anche due figli! Mi siete mancati da morire! - concluse con un sorriso amaro e le lacrime agli occhi.
Hiro non riusciva più a trattenere le lacrime al pensiero di tutto ciò che aveva passato suo fratello per proteggerli, così lo abbracciò strettamente. Tadashi sorrise e ricambiò la stretta, a cui si unirono anche gli altri.
- Anche tu ci sei mancato, amico - disse Fred.
- Tranquillo, quei mostri la pagheranno cara per ciò che ti hanno fatto - continuò GoGo.
- No, scordatevelo, vi ho messo già abbastanza in pericolo - ribatté deciso Tadashi.
- Hai dimenticato che siamo supereroi. E poi non ho intenzione di perderti di nuovo fratellone. Tu ci hai protetti, e noi dobbiamo ricambiare il favore - disse Hiro.
- Va bene, e prometto che quando tutto questo sarà finito non me ne andrò più - disse il ragazzo più grande asciugando le lacrime del fratellino.
In quel momento Sophie entrò con la borsa del ghiaccio, ma quando vide Tadashi la fece cadere. Lo guardò sconvolta, con le gambe che tremavano e le lacrime che le scendevano dagli occhi.
- Sei davvero tu? Ma... Ma... - balbettò confusa.
- Sì, sono io amore mio. Prometto che poi ti spiegherò tutto - disse lui con un sorriso.
Sophie sorrise e si buttò tra le sue braccia, piangendo di gioia. Tadashi la strinse forte accarezzandole la testa, anche lui piangendo.
- Mi sei mancato Titti - sussurrò la ragazza.
Tadashi sorrise: quanto gli era mancato quel soprannome!
- Anche tu mi sei mancata, e mi dispiace di aver fatto credere a te e a loro che mi fosse successo qualcosa di brutto.
- Ora i nostri bambini potranno conoscerti - continuò Sophie asciugandosi le lacrime.
- Sì, e prometto di stargli sempre accanto. Sono meravigliosi - rispose Tadashi.
Poi le prese il viso tra le mani e la baciò. Era una sensazione meravigliosa, soprattutto dopo tanto tempo! Poi però la porta della stanza si spalancò.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


I ragazzi si ritrovarono circondati da un gruppo di uomini armati. Hiro stava per attivare la sfera che permetteva loro di indossare le armature, ma uno di loro gliela confiscò.
- Questa la prendo io! - ringhiò il malvivente. Poi ordinò: - Caricateli sul furgone!
- Avete intenzione di portare via anche loro?! - domandò spaventato Tadashi.
- Il capo vuole così. Potremmo aver bisogno di un piccolo incentivo per convincerti - disse un altro.
I malviventi caricarono i ragazzi sul furgone e partirono. Hiro era preoccupato: erano senza armature, e anche se le avessero avute c'era Tadashi, che con la febbre e lo sparo alla schiena non era proprio nelle condizioni adatte per combattere. Il furgone si fermò, i malviventi li fecero scendere e li portarono in una cella, poi entrò Lewis Pickford, che si rivolse a Tadashi.
- Bene, immagino che ora lavorerai per noi.
- La risposta è sempre no - ribattè il ragazzo deciso.
- Ok, allora passiamo alle maniere forti - disse facendo cenno a due dei suoi uomini.
I due afferrarono Tadashi e lo portarono in un'altra cella, sotto lo sguardo impotente dei ragazzi. Una volta lì gli tolsero la maglietta lasciandolo a torso nudo e lo ammanettarono al muro con la schiena rivolta verso di loro.
- No, non un'altra volta! - disse spaventato il ragazzo.
- Oh, invece sì! - disse uno dei malviventi prendendo una frusta con un sorriso sadico.
I ragazzi potevano sentire i lamenti di Tadashi mentre veniva frustato e provavano tutti sentimenti di rabbia, impotenza e dolore. Dopo un po' i due malviventi tornarono nella cella e buttarono Tadashi a terra. Hiro corse ad abbracciarlo, mentre gli altri lo aiutarono a rialzarsi e guardarono sconvolti la sua schiena piena di ferite che sanguinavano e Sophie gli accarezzò il viso con le lacrime agli occhi.
- Non preoccupatevi, sto bene - cercò di tranquillizzarli lui.
- Ti sei rivelato un osso veramente duro, ragazzo - disse Lewis rientrando nella cella. - Dobbiamo aumentare il livello.
Ad un altro cenno che fece uno dei malviventi afferrò Hiro, mentre un altro teneva bloccato Tadashi, che aveva cercato di intervenire.
- Che vuoi fare?! - domandò spaventato il ragazzo più grande.
Lewis per tutta risposta tirò fuori una siringa che conteneva un liquido viola.
- Questa siringa contiene un potente veleno, quindi o accetti di lavorare per noi, o tuo fratello farà una brutta fine - detto questo si avvicinò minacciosamente a Hiro.
- NO, LASCIALO STARE, LUI NON C' ENTRA! - urlò Tadashi spaventato
- Accetti di lavorare per noi? - chiese il capo.
- CERTO, ACCETTO, MA VI PREGO, NON FATE DEL MALE A MIO FRATELLO! - gridò Tadashi disperato.
- Bene, lascialo andare - ordinò Lewis al malvivente, che lasciò andare Hiro.
- No Tadashi, non puoi farlo! - ribatté Hiro.
- Mi dispiace fratellino, non posso lasciare che facciano del male a te o a loro - rispose il fratello mentre i tre criminali lo portavano via.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


- Ha accettato di lavorare per loro... Solo per salvarmi - mormorò Hiro con le lacrime agli occhi.
- Hiro conosci Tadashi, avrebbe fatto la stessa cosa per ognuno di noi. Vedrai che risolveremo tutto - lo tranquillizzò Sophie.
Poi GoGo notò che a fare da guardia alla cella c'era lo stesso malvivente che aveva rubato a Hiro la sfera con le loro armature e le venne un'idea.
- Ragazzi, so come fare per uscire da qui - disse con un ghigno per poi spiegare il suo piano a bassa voce.
- Signore venga, Honey sta male! - gridò Fred allarmato al malvivente.
Lui si voltò e vide la ragazza menzionata a terra che si lamentava, così entrò per dare un'occhiata e mentre era distratto Hiro gli tolse la sfera dalla tasca, la attivò e tutti indossarono le loro armature. Il malvivente provò a sparare, ma GoGo lo tramortì con un disco magnetico e uscirono rinchiudendo l'uomo privo di sensi nella cella.

Intanto Lewis e gli altri uomini avevano portato Tadashi in una sala piena di macchinari con un sacco di persone che lavoravano al computer. Fecero sedere anche lui davanti a un computer e gli ammanettarono la caviglia alla gamba del tavolo per non farlo scappare.
- Ho accettato di lavorare per voi, ora liberate Hiro e gli altri - disse il ragazzo.
- Scordatelo, se li lasciassimo andare non avremmo più un modo per ricattarti - disse Lewis con un ghigno.
- AVEVATE PROMESSO DI LASCIARLI ANDARE! - gridò Tadashi.
- Abbiamo mentito - disse il malvivente mentre si allontanava con i suoi uomini.
Tadashi si nascose il viso tra le mani e cominciò a piangere, quando sentì un forte rumore, si voltò e vide Hiro e gli altri in armatura che avevano sfondato la porta.
- Ragazzi, state bene! - esclamò sollevato.
- Certo, davvero pensavi che ci saremmo fatti sconfiggere da dei delinquenti da strapazzo? - chiese GoGo divertita.
Wasabi liberò l'amico tagliando la manetta con i suoi laser, poi Hiro spinse il fratello dentro uno stanzino.
- Rimani qui, ci pensiamo noi - disse il ragazzino e prima che Tadashi potesse ribattere, chiuse la porta.
Da lì dentro Tadashi poteva sentire i rumori dello scontro e sperava col cuore in gola che i suoi amici stessero vincendo. Dopo un po' Hiro lo fece uscire e vide che tutti i malviventi erano stati messi al tappeto e che gli scienziati erano liberi.
- Abbiamo già avvertito la polizia, ora possiamo andare a casa - disse il ragazzino.
Tutti insieme uscirono da lì e salirono su Baymax che li riportò a casa in volo.

Quando arrivarono rimasero sollevati dal fatto che Cass non fosse ancora rientrata e si precipitarono in camera di Hiro, dove Baymax bendò la schiena di Tadashi.
-Sai, mi sembra ancora un sogno che tu sia qui - disse Hiro.
- Anche a me, e come promesso non me ne andrò mai più - rispose il fratello.
Poi Sophie uscì dalla stanza e tornò con Claire e Riley in braccio.
- Dato che sei qui, mi sembra giusto che stiano un po' con te - disse al ragazzo.
Tadashi li prese in braccio e loro cominciarono a toccargli il viso e a sorridere. Al ragazzo vennero le lacrime agli occhi per l'emozione.
- Secondo me avevano capito fin dall'inizio che eri tu - disse Hiro.
- Anche secondo me - disse Tadashi.
Poi Sophie mise una mano sulla spalla al fidanzato, lui la guardò e si baciarono.
- Ora però dobbiamo pensare a un modo delicato per dire a zia Cass che sei qui - disse Hiro.
- Non credo che esista un modo delicato, come minimo le verrà un infarto vedendomi - disse Tadashi e tutti scoppiarono a ridere.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Poi i ragazzi tornarono a casa e più tardi Cass rientrò e Hiro corse ad abbracciarla.
- Bentornata zia.
- Grazie, che hai fatto oggi? - chiese la donna dopo aver sciolto l'abbraccio.
- Non molto. Ma ora siediti, devo farti vedere una cosa - disse il ragazzino andando al piano di sopra.
Quando tornò seguito da Tadashi, Cass si alzò con le lacrime agli occhi e la faccia sconvolta.
- Non è possibile - sussurrò avvicinandosi al nipote che credeva ormai morto da tempo.
Gli accarezzò la guancia per essere sicura di non aver sognato.
- Sì zia, sono io - disse calmo il ragazzo.
Cass sorrise e lo strinse forte cominciando a piangere di gioia.
- Ma come fai a essere ancora qui?! Racconta, racconta! - chiese impaziente di sapere.
- Dopo l'incendio mi sono risvegliato in ospedale e avevo perso la memoria e quando sono guarito mi sono fatto ospitare dall'uomo che mi aveva trovato e portato lì. Poi oggi ho incontrato Hiro e mi è tornato tutto in mente - raccontò Tadashi.
Insieme agli altri aveva deciso di non raccontare la verità alla zia, perché sarebbe stato troppo difficile da digerire.
- Sono contenta che tu sia tornato. Sei mancato moltissimo a tutti, soprattutto a Hiro - disse Cass dopo essersi ripresa.
- Lo so, e so anche di avere due figli. Mi dispiace di avervi fatto credere che mi fosse successo qualcosa di brutto - disse il nipote con tono triste.
- Non dirlo neanche per scherzo, siamo tutti felicissimi di riaverti qui! Per festeggiare preparerò la torta al cioccolato che ti piace tanto! Hiro, dov'è Francesco? - chiese poi al nipote più giovane.
- Ha trovato un amico in Italia che può ospitarlo, così oggi è partito. Non credo che lo rivedremo - rispose lui.
- Peccato. Comunque, ancora bentornato a casa caro - disse la zia prima di andare in cucina.

- Sophie, sbrigati, dobbiamo andare! - la chiamò Tadashi.
- Eccomi, sono pronta! - gridò lei scendendo le scale.
Erano passati sette mesi da quando Tadashi era tornato, aveva ricominciato ad andare alla SFIT con suo fratello e i suoi amici e ogni giorno era un'avventura. Quel giorno era il primo compleanno di Claire e Riley e avevano invitato tutti i loro conoscenti. La festa si sarebbe svolta in un lussuosissimo ristorante su una nave che Fred si era offerto di pagare. Il pomeriggio volò in fretta tra musica e allegria e quando si fece la sera i camerieri portarono la torta e i bambini spensero la candelina. Beh, in realtà furono Sophie e Tadashi a spegnerle, dato che i gemelli erano troppo piccoli per farlo. Poi dopo aver fatto le foto, Tadashi invitò tutti ad andare sul balcone della nave, dicendo di dover fare una cosa importante.
- Ringrazio tutti per essere venuti. Questa è una serata molto importante per me, è il compleanno dei miei figli. Sono contento di avere una famiglia tanto meravigliosa e degli amici fantastici su cui posso sempre contare, ma manca ancora qualcosa per rendere la mia felicità completa - cominciò il ragazzo.
Poi disse a Sophie di venire vicino a lui, si mise in ginocchio e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un anello.
- Sophie, vuoi rendermi l'uomo più felice del mondo... Sposandomi? - chiese lasciando tutti a bocca aperta.
La ragazza rimase sorpresa più di tutti, ma poi sorrise e si infilò l'anello.
- Sì! Sì, lo voglio! - gridò emozionata.
Tadashi la prese e la fece girare, poi la baciò mentre tutti si misero a esultare.
- Congratulazioni, amico - disse Wasabi.
- Per favore, posso aiutarvi a organizzare il matrimonio? - implorò Honey.
- Certo - rispose Tadashi.
- Perfetto, ho già delle idee fantastiche! - esultò la ragazza.
- P... Papà - disse Riley, che in quel momento era in braccio a Cass.
- Riley ha detto la prima parola! - gridò emozionata Sophie.
Tadashi prese il figlio e lo strinse, mentre tutti esultavano ancora più felici. I festeggiamenti continuarono fino al giorno dopo, quando tutti tornarono a casa a dormire, stanchi, ma felici.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


- Honey non vedo l'ora di vedere il mio vestito! - esclamò emozionata Sophie.
- Sarà stupendo, vedrai!
Era passato un mese da quando Tadashi aveva chiesto a Sophie di sposarlo, ormai mancava solo una settimana e tutti erano eccitatissimi. Honey si era offerta di confezionare l'abito a Sophie e ora stava portando lei e GoGo a vederlo. Quando Honey aprì la porta, le altre due rimasero di sasso: l'abito era molto accollato, senza maniche, stretto in vita e lungo fino ai piedi, di tulle bianco, interamente punteggiato di minuscoli strass che creavano un motivo geometrico a spirale tutto intorno al corpo. Poi c'erano due lunghi guanti bianchi e un diadema argentato al quale era fissato il velo.
- Honey, non ho parole, è... Bellissimo! - disse emozionata Sophie abbracciando l'amica.
- Davvero, è perfetto! Hai mai pensato di fare la stilista, Honey? - chiese GoGo.
- No, questo per me è solo un hobby - rispose modesta l'altra.
- Ragazze, posso entrare? - chiese Tadashi da fuori la porta.
- No, non entrare, porta sfortuna che lo sposo veda l'abito della sposa prima della cerimonia! - rispose allarmata Honey.
- Ok, allora venite voi, Fred ha qualcosa di importante per me e Sophie - rispose il ragazzo.
Le tre uscirono incuriosite e trovarono Tadashi in compagnia di Fred.
- Ho deciso di darvi in anticipo il mio regalo di nozze: una luna di miele a Parigi! Tranquilli, ho pagato tutto io! - esclamò Fred dando ai futuri sposi due biglietti.
- Grazie, sei davvero un amico! - lo ringraziò entusiasta Sophie.
- A quanto pare, presto tutti ci diranno Bon fromage! - disse Tadashi.
- Perché dovrebbero augurarvi Buon formaggio? - chiese GoGo facendo notare che l'amico aveva usato le parole sbagliate.
- Ok, farò pratica con il francese prima di arrivare a Parigi. Per fortuna sul cellulare ho un'app per imparare a parlare altre lingue - disse il corvino.
Poi tutti decisero di tornare a casa di Tadashi e quando arrivarono Cass andò loro in contro.
- Ah eccovi, finalmente ho finito di preparare la torta nuziale - disse la donna.
- Possiamo vederla? - chiese curiosa Sophie.
- No, mi dispiace, dev'essere una sorpresa - rispose Cass.
- Dai, siamo curiosi! - la implorò Tadashi.
In quel momento Hiro e Wasabi scesero le scale con Claire e Riley in braccio. Ormai i gemelli avevano imparato a camminare e dovevano sempre tenerli d'occhio, perchè non stavano fermi un attimo! E anche Claire aveva detto la prima parola, che era stata "mamma".
- Non insistete, è inutile, non ha voluto farla vedere nemmeno a noi - disse Hiro.
- Non vedo l'ora che arrivi il giorno delle nozze! O, come direbbero a Parigi, Les poulets brillent leurs chaussures! - disse Tadashi.
- Amico, nessuno a Parigi direbbe I polli lucidano le loro scarpe - disse Wasabi e tutti scoppiarono a ridere.
- Se fossi in te comincerei subito a esercitarmi con quell'app - disse GoGo.
- Mi sa che hai ragione - rispose Tadashi imbarazzato per aver sbagliato di nuovo.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


- Tadashi, ancora non hai finito? Stiamo facendo tardi! - urlò Hiro al fratello nel bagno.
- Eccomi, sono quasi pronto! - rispose lui.
Finalmente era arrivato il giorno del matrimonio e tutti erano emozionatissimi. Sophie in quel momento era a casa dei genitori a prepararsi e a ricevere regali e auguri, mentre Tadashi era rimasto a casa sua. Quando uscì dal bagno indossava un bellissimo completo blu notte con dei fiori nel taschino della giacca e i capelli ben pettinati.
- Come sto? Sono un po' nervoso - disse lo sposo.
- Stai benissimo e non preoccuparti, sarà tutto perfetto - lo rassicurò il fratello minore.
Poi scesero di sotto, dove ad aspettarli c'erano Cass, i gemelli e i loro amici.
- Wow, Tadashi stai benissimo! - si complimentò Honey.
- Ora andiamo, la cerimonia sta per cominciare - disse Cass.
Salirono su una macchina che avevano noleggiato apposta e si diressero nella chiesa. Tadashi aveva scelto Wasabi come testimone, mentre Honey e GoGo sarebbero state le damigelle. La corvina non aveva mai amato i vestiti eleganti, ma visto che si trattava di un'occasione speciale aveva fatto un'eccezione. Quando arrivarono tutti gli invitati presero posto e Tadashi si diresse all'altare, emozionato come non mai. Dopo un po' la sposa arrivò accompagnata dal padre e tutti rimasero senza fiato: era veramente stupenda! Tadashi la guardava con gli occhi lucidi per la meraviglia e lei gli rivolse il sorriso più splendido del mondo. Poi il prete cominciò la cerimonia.
- Cari fedeli, oggi siamo qui riuniti per legare Tadashi Hamada e Sophie Ricksen nel sacro vincolo del matrimonio. Tadashi Hamada, vuoi tu prendere Sophie Ricksen come tua legittima sposa?
- Lo voglio.
- E tu, Sophie Ricksen, vuoi prendere Tadashi Hamada come tuo legittimo sposo?
- Lo voglio.
- Ora ditevi velocemente le vostre promesse.
- Tadashi, tu sei il ragazzo più dolce, intelligente e protettivo che abbia mai conosciuto e ti ho amato fin dal primo momento in cui ti ho visto. Non vedo l'ora di trascorrere il resto della mia vita con te - disse Sophie.
- Sophie, sei una ragazza buona e generosa, che pensa sempre prima agli altri che a se stessa. Spero di riuscire a renderti felice - disse Tadashi.
- Scambiatevi gli anelli.
Honey prese gli anelli da una tasca del suo abito e li diede ai due sposi, che se li scambiarono.
- Se c'è qualcuno tra i presenti contrario a questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre.
Nessuno alzò la mano.
- Bene, ora con il potere che il Signore mi ha conferito, vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.
I due sposi si baciarono e un coro di auguri e applausi si levò nella chiesa. Quando uscirono furono investiti da una pioggia di fiori, coriandoli e chicchi di riso e entrarono nella limousine che li avrebbe accompagnati sul luogo della festa.

Avevano deciso di fare la festa in un vecchio castello, dove c'era un giardino, un labirinto di siepi e un sacco di stanze da esplorare. Gli antipasti erano prosciutto crudo e mozzarella, il primo era spaghetti alle vongole e il secondo una bistecca al sangue con patatine fritte. Dopo aver mangiato gli sposi e i loro amici erano andati a fare un giro per il castello. Quelle mura erano misteriose e affascinanti, come in una favola.
- Ho sentito dire che c'è anche una sala delle torture. Se qualche prigioniero è morto lì dentro, scommetto che questo è il posto più infestato da fantasmi di tutta San Fransokyo! - scherzò Fred con voce lugubre.
- Fred, non dire sciocchezze! - disse Wasabi un po' alterato.
- Non dirmi che hai paura! Sei la solita mammoletta! - lo prese in giro GoGo.
- Non ho paura! E non chiamarmi mammoletta! - si arrabbiò il ragazzo di colore.
Dopo un po' andarono a fare un giro nel labirinto e si divertirono un mondo a correre come pazzi tra le siepi cercando il centro. Trovavano in continuazione vicoli ciechi e a volte si accorgevano anche di aver girato in tondo.
- Mamma mia, pensavo che saremmo rimasti bloccati lì dentro per sempre! - esclamò Hiro quando riuscirono finalmente a uscire.
Quando si fece buio cominciarono le danze. Prima la musica era come in una discoteca e tutti si scatenavano sulla pista, poi divenne più lenta e i due sposi ballarono abbracciati l'uno all'altra. Dopo ci fu il taglio della torta, le foto e i regali e poi tutti uscirono a guardare i fuochi d'artificio: erano davvero stupendi e l'ultimo formò la scritta SOPHIE E TADASHI INSIEME PER SEMPRE. Quando ormai era tardi la festa finì e i due sposi stavano per salire sulla limousine che li avrebbe accompagnati all'aeroporto per Parigi.
- Aspetta, prima devo lanciare il bouquet. Tutte le donne single si facciano avanti - disse Sophie.
E così lanciò il bouquet e a prenderlo fu Cass.
- Ragazzi, a quanto pare fra poco avrete uno zio - disse la donna divertita ai nipoti.
Quello era stato decisamente il giorno più bello della loro vita e nessuno di loro l'avrebbe mai dimenticato.

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