Stupide coincidenze

di Alexa_Akane
(/viewuser.php?uid=895483)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era quasi l'una di notte e Antonio era in discoteca, costretto da i suoi due amici… e pensare che lui voleva passare la serata a farsi la maratona di una delle sue telenovelas preferite!

Comunque ora era seduto su un tavolo, stanco di ballare con gente a caso, e si era preso da bere un cocktail, sperando di trovare presto un modo per passare il tempo.

La fortuna probabilmente era dalla sua quella sera perchè non dovette aspettare a lungo.                      

Un ragazzo si sedette vicino a lui, ordinando un cocktail e appoggiando la guancia sul palmo della mano, scocciato. Aveva i capelli mori che gli ricadevano perfettamente sul viso, quasi coprendogli uno dei caldi occhi ambrati. Un ricciolino ribelle gli sbucava dal ciuffo e le sue guance erano leggermente rosse, probabilmente per il caldo che c'era in quella stanza piena zeppa di gente o per aver ballato fino a quel momento.                        

Antonio girò lo sguardo verso di lui mentre beveva il suo cocktail, più precisamente sangria.

Doveva ammettere che il ragazzo al suo fianco era proprio bello.

Chissà che faceva seduto al bancone tutto solo…

 

Ci potrei anche provare… magari accetta…

 

Pensava lo spagnolo mentre finiva di bere il bicchiere che aveva in mano contenente quel delizioso liquido rosso.                        

Quando al ragazzo arrivò il suo Angelo Azzurro, uno dei cocktail più forti, girò un attimo la cannuccia nera nel liquido, muovendo il ghiaccio prima di prenderla tra le labbra rosee e iniziare a bere.                        

"Un'altra!!" disse Antonio al barista, facendosi sentire anche dal ragazzo seduto al suo fianco, volendo attirare la sua attenzione.                        

"Tsk..." Il moretto alzò gli occhi al cielo, finendo il cocktail azzurro e già sentendosi leggermente stordito.

 

Dio se quel coso era forte…

 

"Un'altro"                        

Sorrise soddisfatto alla reazione del moretto al suo fianco. "Anche per me lo stesso!" disse Antonio ordinando il cocktail del ragazzo dopo che ebbe finito il suo secondo bicchiere.

"Ecco a voi." Disse il barman, posando i due bicchieri.                       

Lo sconosciuto inarcò un sopracciglio ma decise di non farci troppo caso. Le sue guance si fecero di un rosso acceso dopo il secondo bicchiere e sentiva di non riuscire a pensare bene. "Mm..." Si portò una mano sulla fronte prima di passarsi le dita tra i capelli, tirandoli indietro, ma questi gli ricaddero praticamente subito ad incorniciargli il viso.  

                     

Madonna santissima beata!

 

Pensava lo spagnolo mentre guardava il ragazzo palesemente ubriaco.

Lo guardò per ancora qualche secondo per poi riuscire finalmente a parlargli. "Hey… buono il cocktail?"                        

L’altro guardò lo spagnolo (o almeno, dall'accento gli sembrava spagnolo) con la coda dell'occhio prima di voltare il viso verso di lui, adagiando il mento sulle nocche della mano. "Sarà… ma il sapore poteva essere migliore." Rispose, strascicando leggermente le parole e soffiando via una ciocca castana che gli era caduta sul viso.                        

"Perchè non provi la sangria? Magari ti piace di più… " Propose Antonio, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.                         

"Mmm… credo di aver finito i soldi~" Disse in un lamento quasi infantile, sporgendo leggermente il labbro inferiore e passando la punta delle dita sul bordo del bicchiere, ormai vuoto.                   

"Due sangria!" urlò al barman. "Offro io allora" Gli sorrise, avvicinandosi di più a lui. "Comunque piacere, mi chiamo Antonio~" si presentò con sguardo ammaliante.                        

"Lovino… e grazie per il drink~" Ridacchiò leggermente con la sua voce di seta, facendogli l'occhiolino. Quando i due cocktail arrivarono, alzò il bicchiere verso quello dell'altro, sorridendo. "Cin cin~"                        

"Cin cin~" Fece Antonio, scontrando i due bicchieri di vetro per poi bere il contenuto tutto d'un fiato. "Aaah! Che buona~" Disse, finendo in poco tempo il suo bicchiere.                        

Lovino bevve dal proprio, leccandosi le labbra una volta che finì per poi sfiorarle con la punta delle dita, sorridendo languido. "Mmm~ niente male, lo devo ammettere~"                        

 

Cazzo, questo ragazzo è proprio sexy~

 

Pensava lo spagnolo mentre si leccava maliziosamente le labbra e avvicinava la mano alla coscia di lui. "Che ne dici se prendessimo un altro bicchiere e ce ne andassimo in una delle salette private?~" chiese, con sguardo ammiccante mentre si mordeva un labbro rosso e pieno.                        

Il più basso inarcò un sopracciglio ben curato, girandosi completamente verso di lui e rivelando le gambe eleganti avvolte da dei pantaloni neri attillati e una camicia rossa con le maniche arrotolate fino ai gomiti. I primi due bottoni erano lasciati aperti e la stoffa leggera gli fasciava il busto dalla corporatura delicata e sinuosa perfettamente, mettendo in risalto il punto vita.

In complesso, era un insieme di tonalità scure. Dalla pelle abbronzata, al marrone caldo dei suoi capelli e occhi, al nero e al bordò dei vestiti.

Una creatura fatta per stare nell'ombra e ammaliare quei poveri che posavano occhio su di lui.

"Oooh?~ Vorresti già passare ai fatti, bello spagnolo?~" Ridacchiò, alzandosi dallo sgabello e sporgendosi verso di lui, posando le mani sulle sue ginocchia. "Prima fammi vedere come ti muovi~" Gli sussurrò a fior di labbra, sfiorandole con le proprie prima di allontanarsi, camminando con movimenti sinuosi verso la pista da ballo.                        

"Con piacere~" Rispose soddisfatto lo spagnolo, alzandosi dallo sgabello per poi togliersi la giacca nera di pelle che indossava, rimanendo con una camicia bianca lasciata un pò aperta per far notare, oltre al suo corpo muscoloso e degno d’invidia, una collana con una croce come pendente.

La situazione si stava facendo interessante…  

Antonio si era avvicinato a lui sulla pista da ballo, cominciando a muoversi a ritmo di musica e lanciando ogni tanto delle occhiatine maliziose a Lovino.                        

Il piccolo italiano gli sorrise maliziosamente, facendogli l'occhiolino prima di avvicinare i loro corpi, mettendo a contatto i loro petti e continuando a muoversi, strusciandosi sensualmente contro di lui per poi cingergli il collo con le braccia e passargli un dito sotto il mento prima di voltarsi. Si allontanò leggermente da Antonio e continuò a ballare, muovendo i fianchi e accarezzandoseli assieme al petto in modo provocante, guardando lo spagnolo da sopra la propria spalla.    

                   

Quel ragazzo è fantastico~

 

Antonio si avvicinò a lui da dietro, prendendogli i fianchi e strusciando il suo membro contro il suo sedere, muovendosi sensualmente a ritmo di musica e palpandogli una natica di tanto in tanto. "Sono abbastanza bravo?~" gli chiese malizioso all'orecchio per poi mordergli il lobo.                        

"Mmmh~" L’italiano chiuse gli occhi, sorridendo e muovendo il sedere contro il cavallo dei suoi pantaloni. "Si… sei abbastanza bravo~" aprì le sue gemme ambrate, lucenti per la lussuria e per l'alcool. Le luci della discoteca si riflettevano in esse, illuminando il viso ancora arrossito di Lovino.                        

Anche allo spagnolo l'alcool cominciava a fare un po' d'effetto, rendendo la sua voce più roca del previsto e lo sguardo più sensuale. Fece girare il minore verso di sé, posando le sue mani sui suoi fianchi e continuando a muoversi a ritmo, facendo combaciare i loro petti. "Solo abbastanza?~" chiese roco, leccandogli il collo.                        

Lovi gemette leggermente al suo orecchio, facendo vagare una mano sul suo petto fino a farla arrivare sul cavallo dei jeans chiari, stringendo leggermente la presa. Si leccò le labbra e sorrise maliziosamente. "Vuoi dimostrarmi il contrario?~"                        

Antonio spinse in modo provocante il bacino verso la mano del ragazzo, gemendo leggermente con voce roca. "Se tu mi darai un opportunità… ~" Lo guardò con i suoi magnetici occhi verdi, portando entrambe le mani sul culo di lui, palpandolo.

 

Dio… che culo!!  

                     

"Mmmh~ fammici pensare~" Si portò un dito della mano libera alle labbra, sporgendole leggermente e tamburellandole. Intanto l'altra mano continuò a massaggiare con movimenti lenti e ben calcolati il cavallo dei suoi pantaloni. Quando lo sentì muoversi sotto le proprie dita esperte, sorrise, prendendogli il colletto della camicia per abbassare il suo viso al livello del proprio in modo da guardarlo dritto negli occhi. "Ti do una chance, conquistador~ cerca di non sprecarla~"                        

"Puoi star certo che non lo farò~" Gli sussurrò roco, guardandolo negli occhi per poi prenderlo per mano e portarlo in una delle salette private della discoteca.

 

Una volta dentro lo spagnolo chiuse la porta alle sue spalle, avvicinandosi poi a Lovino, iniziando a baciarlo. "É tutta la sera che aspetto questo… ~" Disse languido tra un bacio e l'altro mentre le sue mani percorrevano il corpo del giovane italiano.                        

Lovi affondò le dita nei suoi capelli, chiudendo gli occhi e rispondendo al bacio con passione, leccando le labbra dello spagnolo e riconoscendo subito il sapore di Sangria.                        

Le mani di Antonio erano come incollate al sedere dell'italiano mentre lo palpavano con incredibile maestria, trovando i punti più sensibili.                        

"MmMh~" Gemette nel bacio il più piccolo, staccandosi per riprendere fiato e rompendo il ponte di saliva fra di loro. Iniziò a sbottonargli la camicia, muovendo i fianchi verso le sue mani.                        

"Vedo che tu sei più impaziente di me~" Ridacchiò malizioso lo spagnolo mentre spingeva Lovino verso la porta, cominciando a baciargli il collo, leccando ogni tanto.

Il suo profumo gli invadeva le narici, dolce ma allo stesso tempo un po' aspro.                        

"A-AaaAh~" Si morse le labbra e, una volta finito con la camicia, si concentrò sui suoi pantaloni, slacciandoli e infilandoci dentro una mano, accarezzandogli l'intimità dolcemente. "Ti piace?~" gli sussurrò all'orecchio, tenendo la mano libera sulle sue ciocche more.                        

"aAh~... Ooh sih~" Gemette di piacere lo spagnolo, portando le mani sulle sue cosce, alzandolo e letteralmente sbattendolo contro la porta, cominciando a lasciargli succhiotti su tutto il collo.                        

Lovi sobbalzò leggermente quando fece contatto con la superficie della porta. Inarcò leggermente la schiena e si morse le labbra quando sentì altri piccoli gemiti volergli scivolare dalle labbra. "A-Anto… nio~"                        

"Cosa, mi querido?~" chiese, alzando lo sguardo su di lui.

I suoi occhi erano liquidi di lussuria, voleva farlo lì… Ora!                        

L’italiano strinse di nuovo la presa sul membro di lui, muovendo il bacino contro il suo. "Ti prego… dammi di piùh~" Sussurrò al suo orecchio con tono languido.                        

"Oooo? Vorresti subito andare al livello successivo?" Ridacchiò sornione per poi mordergli leggermente il collo. "Prima, fammi vedere che sai fare~" gli sussurrò come aveva fatto lui in precedenza.                        

Lovi gonfiò leggermente le guance e corrucciò le sopracciglia in un'espressione infantile prima di riportare i piedi per terra, alzandosi sulle punte per catturare le sue labbra in un bacio passionale. Lasciò cadere i pantaloni dello spagnolo per terra e infilò la mano nei suoi boxer, mettendo finalmente a contatto pelle e pelle. Tremò leggermente nel sentire quanto il suo membro fosse già cresciuto tra le proprie dita e si leccò le labbra. "Con piacere~"                        

Antonio gemeva roco sotto il tocco dell'italiano mentre gli sbottonava abilmente la camicia, sfilandogliela e gettandola a terra, riportando le sue mani sui fianchi di lui. "Non credo che farlo in piedi sia molto comodo~" disse, guardando il divanetto sistemato contro il muro in fondo la saletta.                        

Lovi annuì e si avviò verso il divanetto, trascinandosi dietro lo spagnolo e spingendolo dalle spalle per farlo sedere. Inclinò la testa di lato e gli sorrise, passandosi la punta delle dita sulle labbra prima di iniziare a farle vagare lungo il proprio corpo. "Mmh~ questi jeans si stanno facendo un po' troppo stretti~" disse con tono malizioso, slacciandosi i pantaloni e iniziando a sfilarseli lentamente.                        

Lo spagnolo si accomodò sul divano con le gambe aperte, mettendo così in bella mostra la sua erezione crescente, ancora intrappolata nei boxer, mentre osservava quel bel spettacolino che gli stava offrendo Lovino.

Una volta levati quegli inutili jeans, Antonio portò le sue braccia a cingergli saldamente la vita "Non ti ha mai detto nessuno che sei sexy?~" chiese malizioso, avvicinandosi a lui e baciandogli languido il ventre.                        

"Ti ha mai detto nessuno che parli troppo, dolcezza?~" chiese con lo stesso tono, sedendosi sulle sue gambe e iniziando a baciargli il collo, leccandolo dalla clavicola all'orecchio, mordicchiando quel punto.                        

"Si, me lo dicono in tanti~" gli rispose, gemendo di piacere nel sentire le attenzioni che gli dava l'italiano.                        

"Allora taci e lascia che mi prenda cura di te~" Lovino gli leccò le labbra, mordendogli quello inferiore prima di tornare a dare attenzioni al suo petto, baciando una via fino ad un capezzolo, prendendolo tra le labbra e iniziando a succhiare, bagnandolo di saliva.                        

"AaAH~" Antonio cominciò a gemere sotto le attenzioni del ragazzo.

Tanto, col casino che c'era, figurati se qualcuno li sentiva.                 

Lovino alzò lo sguardo su di lui e sorrise contro la sua pelle, chiudendo gli occhi e mordendogli il capezzolo, tirandolo leggermente.                        

L’ispanico portò una delle mani, intenta ad accarezzare la schiena all'italiano, fino ai suoi capelli passandosi le ciocche more tra le dita ed iniziando ad accarezzargli il ciuffo.                        

"MmMgfh~ AaaH~" Il piccolo italiano iniziò a gemere contro la sua pelle, staccandosi dal suo capezzolo e lasciando un ponte di saliva a collegarli. Aprì gli occhi a metà per guardare lo spagnolo con iridi ambrate lucide per il piacere mentre delle piccole lacrime si formarono in esse. "T-ti pregoh~" Lo implorò Lovino, strusciando il suo volto sul petto dello spagnolo.                        

"Ti piace se faccio cosi?~" chiese malizioso Antonio, accarezzando dolcemente il suo ciuffo.                        

Il piccolo gemette di nuovo, sentendo il proprio membro svegliarsi completamente e premere contro la stoffa dei boxer rossi. "A-AntonioOh~" tornò a prestare attenzione al suo collo, al suo petto, qualsiasi cosa che le sue labbra potessero raggiungere mente le sue mani iniziarono a sfilare i boxer dello spagnolo. Lo voleva sentire e subito!                        

Anche Antonio fece lo stesso e, impaziente come non mai, portò la mano libera verso l'elastico dei boxer del compagno, levandoli rapidamente.                     

Lovino si morse le labbra quando la propria erezione fece contatto con quella più grande dello spagnolo. Alzò lo sguardo su di lui e catturò le sue labbra in un dolce bacio, ma allo stesso tempo passionale, iniziando a muovere il bacino contro quello di Antonio.                        

L’altro rispose subito al bacio, succhiando dolcemente la lingua di Lovino. Portò una mano sulla sua guancia, accarezzandola mentre l'altra andava a stuzzicare la sua entrata, facendo piano piano entrare un dito.                        

Il corpo fragile dell'italiano si irrigidì un secondo, ma cercò di abituarsi subito all'intrusione dello spagnolo dentro di sé. Iniziò a muovere il bacino contro il suo dito, facendolo entrare ed uscire. "Aah~"                        

Appena vide che il piccolo italiano cominciava ad abituarsi, infilò il secondo dito, muovendo entrambi dentro e fuori da lui, mentre con la bocca gli torturava piacevolmente il collo, lasciando tanti piccoli segnetti rossi.                        

"MmmMh~ A-AaaAAh~" schiuse le labbra, inclinando la testa di lato e giocando con i capezzoli dello spagnolo, ancora bagnati di saliva, tirandoli e rigirandoseli fra le dita.                        

Antonio gemeva di piacere, sentendo le abili mani dell'italiano stuzzicargli i capezzoli ormai rigidi. Per non essere da meno iniziò a muovere le dita dentro di lui a forbice per abituarlo a quello che sarebbe venuto dopo.                        

"AAaaAh!~" gemette Lovino quando le sue dita sfiorarono un punto sensibile. "T-ti pregoh… ti pregoOh!~"                        

Sentendo quelle acute preghiere, non seppe resistere… Antonio era troppo buono!

Estrasse le dita per poi portare entrambe le mani a tenergli le cosce.

"E’ questo che vuoi?~" chiese languido, posizionandolo in modo tale da poterlo penetrare                        

Quando l’italiano sentì la punta iniziare ad entrare, si morse le labbra e affondò il viso nel collo dell'altro, cercando di rilassarsi per non essere troppo stretto attorno a lui.                        

Sentendolo teso, Antonio gli prese delicatamente una guancia per baciarlo dolcemente e farlo rilassare. Il minore rispose al bacio, iniziando a rilassarsi e continuando a scendere sulla sua erezione. Quando finalmente lo ebbe tutto dentro di sé, si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. "Antonio… o Dioh~”                       

L'ispanico restò fermo per qualche secondo per poi cominciare a muoversi e spingere Lovino verso di sé per andare più affondo.

"AAaH~" gemette dolcemente nel sentire il calore del ragazzo.                        

"AAAaAh!~" l'italiano buttò la testa indietro, seguendo i movimenti dello spagnolo. "A-AntonioOh!~"                        

"LoviIih…~ " gemette languidamente il suo nome per poi baciarlo e cominciare a spingere più forte. Voleva fargli vedere le stelle.                        

Lovi gemette conto le sue labbra, prendendogli il viso tra le mani e intensificando la lotta fra le loro lingue. "MmmMgh!~" spalancò gli occhi quando gli colpì quel punto magico e tremò leggermente.                        

Antonio sorrise sornione, capendo che aveva centrato il bersaglio. Continuò ad insistere sempre su quel punto mentre con le mani gli massaggiava il sedere. Era da tanto che non si divertiva così!

La sua lingua continuava a lottare con quella dell'italiano, mordendola di tanto in tanto.                        

Si staccò di malavoglia dallo spagnolo per riprendere fiato. Gemeva e ansimava di piacere, la sensazione di Antonio che entrava e usciva da lui lo mandava in ecstasy. "A-Antonioh!...ti pre… ti prego~"                        

Lo spagnolo aumentò per l'ultima volta il ritmo, dando un’ultima poderosa spinta e venendo abbondantemente dentro di lui con un sonoro gemito, lasciandosi andare esausto sullo schienale del divano, allentando la presa sul sedere di Lovino.

"Aaah… aah~... è stato fantastico~" disse tra un ansimo e l’altro, mentre gli accarezzava il sederino con ancora il suo pene all’interno.                   

Il più piccolo lo seguì subito dopo, venendo tra i loro petti e appoggiandosi al petto dello spagnolo, cercando di riprendere fiato mentre il suo corpo fragile veniva attraversato da degl’ultimi tremiti di piacere. "S-si… lo é stato… " Sussurrò debolmente, chiudendo gli occhi e addormentandosi tra le sue braccia, esausto.                        

Antonio uscí da lui, sdraiandsi insieme al minore sul divanetto e accarezzandogli la guancia ma non prima di avergli depositato un dolce bacio sulle labbra.                        

"Mmh… " Mugugnò qualcosa nel sonno l’italiano, accoccolandosi contro il corpo caldo di Antonio e portando le mani su di esso.                        

Lo spagnolo prese ad accarezzargli dolcemente la schiena, sorridendo e baciandogli la testa.

 

Restarono così per mezz’oretta poi Antonio decise di alzarsi, sistemando delicatamente il ragazzo sul divanetto e coprendolo con la sua camicia per poi rivestirsi.                        

Lovino corrucciò leggermente le sopracciglia quando il calore del corpo dello spagnolo gli fu sottratto e aprí lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre un secondo prima di mettersi seduto. "Mmmm… Dio, che mal di testa… " Mugugnò, coprendosi gli occhi con una mano e massaggiandosi una tempia con l'altra.

"Ben svegliato Lovi~" gli disse dolcemente Antonio mentre si allacciava la cintura dei pantaloni, ancora a petto nudo.

Il ragazzo spalancò gli occhi quando sentì un'altra voce nella stanza e lo guardò, arrossendo nel vedere che il ragazzo era a petto nudo… aspetta...

Guardò in basso e vide che l'unica cosa che copriva il suo corpo era una camicia… che non era neanche sua!!

Arrossì di botto e strinse di più l'indumento a sé.

"C-cos...CHI CAZZO SEI TU?! CHE MI HAI FATTO?! COME SAI IL MIO NOME?!?!"    

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"... eh?" Sbottò confuso lo spagnolo, spalancando gli occhi. "Come chi sono? Sono Antonio." Gli rispose, non capendo che stesse succedendo.                       

"Non ti conosco quindi non dirlo come se dovesse essermi ovvio!!" Lovino gli puntò un dito contro, guardandolo male. "Che mi hai fatto, bastardo?!?! Giuro che ti denuncio!!"                        

"COSA!?" Antonio era sempre più confuso.  "Non ricordi nulla di quello che abbiamo fatto?!" Chiese sotto shock mentre si finiva di mettere le scarpe.                        

"NO!" Rispose a tono l’altro, guardando per terra per cercare i propri vestiti, trovandoli vicino allo spagnolo. "E passami i vestiti!"                        

"O-okay...." Disse, non capendo nulla di quello che stava succedendo. Gli passò i vestiti e si riprese la camicia, infilandosela subito dopo.                       

"Chigi!" Lovi si raggomitolò su se stesso quando la camicia gli fu levata di dosso e si coprì con i propri vestiti. "V-vattene o almeno girati!" Esclamò imbarazzato con le guance rosso acceso.                        

Lo spagnolo annuì, girandosi con la faccia rivolta verso la parete mentre si abbottonava la camicia.

 

Com'è che il suo carattere è cambiato completamente? Cos'è SCHIZZOFEENICO?!   

                    

L’italiano intanto si alzò dal divano e si rimise velocemente i boxer, mordendosi le labbra per reprimere un versetto acuto per il dolore alla parte bassa della schiena. Si mise i pantaloni attillati e la camicia, sedendosi per mettersi le scarpe. "... mi hai ubriacato?" Chiese ad un certo punto, rompendo il silenzio ma mantenendo il suo tono arrabbiato.                        

"Hai fatto tutto solo… " Gli rispose Antonio, girandosi lentamente verso di lui. "Ti sei ubriacato dopo due super alcolici e poi io ti ho pagato un bicchiere di sangria" Spiegò.                        

Dei frammenti di memorie gli riaffiorarono alla mente e arrossì, abbassando la testa. Aveva ragione lui… ricordava di aver deciso di passare all'alcool dopo averne avuto abbastanza di guardare il fratellino ballare (o meglio, strusciarsi!) sul fidanzato tedesco (maledetto crucco).

"C… comunque tu avresti potuto fermarmi!!"                        

"Cosa avrei dovuto dirti, Hey smettila di bere?!" Chiese, guardandolo incredulo. "Io mi sono accorto di te dopo che ti eri scolato due litri di roba!"

Naturalmente, mentì.

In realtà lo stava osservando da molto più tempo.                        

"Avresti potuto evitare di fare sesso con me!!!" Esclamò di nuovo, arrossendo completamente in viso.                        

"Ero brillo pure io!" Si giustificò, incrociando le braccia muscolose sul petto. "E poi hai cominciato tu a strusciarti su di me!"                        

Cominciò a ricordarsi come si muoveva Lovino sulla pista da ballo e non solo lì… cazzo se si era divertito...                        

"Come mai allora ti ricordi cosa abbiamo fatto e io no?!? Non sono stupido, bastardo!!" L’italiano si alzò una volta che finì di mettersi le scarpe e si avviò verso la porta a grandi passi. "Me ne vado!" Sentenziò infine, spostando Antonio per raggiungere la maniglia.                      

Il povero spagnolo rimase impalato come uno stoccafisso senza riuscire a proferire parola. Ormai era inutile chiamare il ragazzo, se ne era andato. Sospirò prendendo la sua giacca e mettendosi le mani in tasca, uscendo dalla stanza e andandosene da quella discoteca.

Una volta a casa mandò un messaggio ai suoi amici dicendo che era andato via e che non dovevano preoccuparsi.

 

                      

Lovino era per strada verso casa. Il suo cellulare era pieno di messaggi preoccupati del fratello, ai quali lui rispose con un semplice e diretto "Non rompere i coglioni, sto andando a casa".

Sbuffò e si strinse ancora di più nel cappotto prima di entrare finalmente a casa. Si lasciò sfuggire un piccolo sospiro e la prima cosa che fece una volta tolto il giubbotto fu prepararsi un bel bagno caldo.

Doveva rilassarsi e cercare di dimenticare quella serata il prima possibile.

Cazzo, aveva pure lavoro il giorno dopo…

                      

Antonio si era appena messo il pigiama e stava per buttarsi sul letto, esausto per la serata, quando il suo cellulare squillò. "Chi cavolo è ora?!?!" Sbottò incazzato ma soprattutto stanco, prendendo il cellulare per vedere chi lo stava disturbando. "Gilbert?... pronto?"                        

"TONIIIII!" Urlò felice l'albino, appena uscito dalla discoteca assieme a Francis. "Dove cazzarola sei andato?! Prima ti perdiamo per qualche ora e poi ci dici che sei andato a casa?!"                        

"Ero stanco e sono andato a bere qualcosa, poi mi sono stufato anche di quello e sono tornato a casa." Gli spiegò, sospirando e passandosi una mano tra i riccioli mori.                        

"Hai bevuto per due ore?! Non raccontare balle! Neanche Francis ti crede!"                        

"Non ho voglia di parlare"                        

"Come vuoi. Ti va di vederci domani? Francis e io abbiamo trovato un bar vicino al centro cittá e oltre il caffè ci sono molte altre cose deliziose là dentro~" Ridacchiò con tono malizioso, scambiandosi una gomitatina con il francese. "E magari ci racconti della tua serata."                        

"Va bene, a domani allora..." Sbadigliò per poi chiudere la chiamata e lanciarsi sul suo letto, addormentarsi immediatamente.

                      

Il giorno dopo il ragazzo si svegliò alle 10.30 del mattino.

L'alcool bevuto il giorno prima gli aveva lasciato la fastidiosa sensazione di gola secca. Quando decise di alzarsi dal letto, si diresse in cucina a bere acqua e farsi un caffè per svegliarsi.

Poi il suo sguardo cadde sul telefono...

"Cazzo!!" Si era appena ricordato che doveva uscire con i suoi amici ed era anche in ritardo. Corse in bagno, si fece una doccia veloce per poi vestirsi e salire in sella alla sua fidata moto, accendendola per partire.

Tutto questo in 20 minuti!!    

                   

L'albino era che aspettava l'ultimo componente del “bad touch trio” davanti al bar che gli aveva indicato. "Dio, quello lì deve sempre arrivare in ritardo." Si lamentò, alzandosi gli occhiali da sole per posarli tra i morbidi capelli bianchi. "Non come il magnifico me che arriva sempre in magnifico orario!" Aggiunse, sorridendo fiero e posando le mani sui fianchi.                        

Antonio arrivò finalmente al bar. Era un po' distante da casa sua, ma fortunatamente non aveva beccato semafori rossi. Parcheggiò la moto vicino al locale per poi togliersi il casco e passarsi una mano tra i capelli per pettinarli un po'.

Odiava quando il casco gli appiattiva i capelli.

Il ragazzo finalmente entrò nel bar, salutando i suoi amici. "Scusate il ritardo, ma dormivo" ridacchiò imbarazzato prima di sedersi con loro. "Come va?" Chiese poi, appoggiando il casco su una sedia.                        

"Ovvio che dormivi Toni!" Rise Gilbert, posando un avambraccio sul tavolo e l'altro sullo schienale del divanetto. "Bene, ieri è stata una serata stupenda! Ma con me non poteva essere altrimenti!" L'albino portò gli occhi scarlatti sullo spagnolo davanti a sé, sorridendo malizioso. "E a te com'é andataaaa?~"                        

"Bene… non mi lamento." Disse, prendendo il menù e vedendo che c'era. Non aveva fatto colazione e aveva una fame da lupi.                        

"Non ci accontentiamo solo di questo, lo sai bene~" Insistette, appoggiandosi al tavolo con entrambi gli avambracci e sporgendosi verso Antonio, muovendo le sopracciglia. "Avanti, racconta~"                        

"Si, mon amì, raccontaci tutto~" Disse il francese con lo stesso tono di Gilbert, passandogli un braccio sulla spalla.

"Ma nulla di tale. Sono andato a bere qualcosa, ho fatto due chiacchere, ho ballato. Le solite cose." Non voleva dire cosa era successo ieri. Non era normale dire ai suoi migliori amici che aveva fatto sesso con un ragazzo che neanche conosceva solo perchè si è fatto trasportare dal momento.                        

"Non sei divertente, Toniiiii~" Disse con tono infantile il tedesco, sporgendo le labbra. "Non è che stai perdendo il tuo tocco?~"                        

"Ma neanche per sogno!! Che stai dicendo!?" Si lamentò lo spagnolo, corrucciando le sopracciglia.

"E allora hai fatto di più di quello?~" Chiese malizioso il francese.                        

"eeeeeeeeh… può darsi..." Rispose vagamente.                        

"Ah! Lo sapevo!" Gilbert buttò le mani in aria, sorridendo sornione. "Dai raccontaciii~ com'era?"                        

Il moro sospirò, cominciando a raccontare l'accaduto. "Ieri sera, quando mi sono stufato di ballare sono andato al bar per bere qualcosa. Dopo circa due bicchieri di sangria è arrivato… aaaaaah..." Sospirò, ripensando a Lovino. "Dovevate vederlo era una bomba. Occhi ambrati, capelli castano chiaro e un corpo perfetto~" Disse sognante mentre appoggiava la guancia sulla mano, guardando fuori la finestra del locale.                    

"UuuhuHuHuuuu~" Gilbert battè la mano sul tavolo, ridacchiando. "Ora inizio ad essere geloso, amico!" Rise, dandogli una pacca sulla spalla.

In quel momento, un cameriere dall'aria stanca o semplicemente scazzata arrivò al loro tavolo. Cercò di sorridere per non beccarsi un richiamo, riuscendoci vagamente. "Salve. Volete ordinare?"                        

Antonio riconobbe la voce e si girò di scatto per guardarlo, coprendosi subito il viso con il menù. "Io un cappuccino, grazie" Disse da dietro il pezzo di carta.                        

Non voleva farsi riconoscere. Ammetteva di vergognarsi un po'.                        

Lovino inarcò un sopracciglio ma decise di non farci caso e appuntò l'ordine sul blocchetto. "Per me un caffè." Iniziò Gil, sorridendo malizioso all'italiano e portandosi una mano sotto il mento. "Ma anche un appuntamento non sarebbe male~" Gli fece l'occhiolino e Lovino rispose con una smorfia. "Ew… altro?" Chiese, rivolgendosi al biondo.                        

"Un thè ai frutti di bosco e una fetta di torta con panna e fragole. Grazie, carino."                        

Disse il biondo. "Antonio mi dai un attimo il menù che guardo una cosa?" Chiese poi il francese.

"Cazzo!!" Pensò lo spagnolo che non aveva la minima intenzione di mollare il foglio.                        

Sperava vivamente che si fosse dimenticato il suo nome.                        

Il più piccolo intanto era arrossito leggermente per i tentativi di flirt dei due e appuntò l'ultimo ordine. Quando alzò il viso per guardare di nuovo i ragazzi del tavolo, il suo viso divenne completamente rosso. "T... tu?!"                        

"Ioooo… devo andare!!" Disse frettolosamente, prendendo il casco e mettendoselo in testa, correndo verso la moto.                        

"Ah! Hey! Antonio!" Esclamò Gilbert e Lovino seguì l'altro con lo sguardo, mordendosi le labbra.

 

Dio, ma come cazzo era successo?! Era un caso vero?!

 

Il tedesco si alzò dal tavolo, scusandosi con il moretto per poi correre dietro l'amico. "Oi, ma dove vai?!"                        

Antonio arrivò alla moto e cominciò a cercare rapidamente le chiavi in tasca. "Me ne vado!!" Gli urlò.                       

"Non se ne parla! Tu resti qui!" Quando tirò fuori le chiavi, Gilbert gliele prese di mano, tenendole lontano dalla sua portata. "E dai Toni, che ti succede? Che hai?"                        

"Nulla… mi sono ricordato che ho lasciato il gas acceso!" Tentò di riprendersi le chiavi, fallendo però miseramente.                        

"Non ti azzardare! Avanti, riporta il tuo culo dentro!" Lo riprese, puntandogli un dito contro.                        

"Va… va bene… " Sbuffò, prendendo le chiavi della moto e mettendole in tasca ed entrando con l'amico.                        

Lovino stava aspettando che i due tornassero dentro, giocando un po' nervoso con la penna fra le sue dita. Quando rientrarono, si avviò verso di loro, arrossendo vistosamente e inchinandosi leggermente, guardando dall'altra parte. "Mi… mi dispiace se qualcosa che vi ho detto vi ha infastidito… " Disse un po' timidamente, aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio quando gli scivolò davanti al viso.

Non voleva di certo essere sgridato dal suo capo…                         

"Ma no figurati, non è colpa tua" Antonio agitò le mani davanti alla faccia nervosamente e arrossendo leggermente ma sotto sotto un po' era contento di averlo rivisto.                                                

Lovi si rimise dritto e portò finalmente lo sguardo su quello dello spagnolo. "Quindi posso… portarvi ancora i vostri ordini?"                        

"Certo" Gli sorrise.                        

L’italiano annuì e si lasciò sfuggire un piccolo sorriso prima di voltarsi ed andare a preparare quello che avevano ordinato i tre amici. Gilbert sorrise ad Antonio quando i due tornarono a sedersi e posò la mano sulla guancia. "Quindi… era lui la bomba sexy di cui ci parlavi? Quello di ieri sera?"                        

"Cosa te lo fa pensare?" Chiese con una faccia da ebete mentre fissava la porta da dove sarebbe uscito il ragazzo.

"È da 10 minuti che fissi la porta… " rispose Francis.                        

"E corrisponde alla descrizione che ci hai dato!" Aggiunse Gilbert, dandogli una pacca sulla spalla. "Se ce l’avessi detto prima non ci avremmo provato con lui! Ora si che sono geloso. Ma hai visto che culo che ha?!"                        

"La consistenza e ancora meglio~" Disse senza pensarci, ricordandosi di quanto fossero morbide quelle chiappette sode.                        

"Aaah! Potrei eccitarmi solo al pensiero!" Ridacchiò Gil, portando le mani dietro la testa. "Capisco perchè gli hai messo gli occhi addosso. Una bellezza simile non si incontra tutti i giorni… figurati farci sesso! Hai avuto culo!"                        

"E a voi com'è andata invece?" Chiese poi per cambiare argomento.

"A me benissimo!! Come sempre cadono tutte ai miei piedi! Honhonhon!" Ridacchiò il francese iniziando a scrollare la sua rubrica piena zeppa di nuovi numeri di telefono, tutti di ragazze con cui aveva flirtato.                     

"Stavo ballando con ben TRE ragazze che si strusciavano su di me! Kesesesesese!! Sono magnifico!!"

"Rieccomi" Disse Lovi, tornando al tavolo con gli ordini dei tre amici. Li posò davanti a loro, piegandosi un po' di piú per raggiungere il posto di Francis.                        

Antonio diede un'occhiatina veloce al suo sedere per poi prendere con una mano la tazza di caffè e portarsela alla bocca, bevendone un sorso. "È molto buono" Gli disse, sorridendo.                        

Lovino arrossì e portò il vassoio al petto, tenendolo con una mano mentre con l'altra si tirava indietro una ciocca ribelle, tenendo il viso basso e girato leggermente dalla parte opposta. "G-grazie… " Poi si sentì chiamare dal bancone e si congedò dal tavolo, camminando velocemente verso i suoi colleghi. I pantaloni dell'uniforme, anche se con un taglio elegante, gli fasciavano magnificamente le gambe, mettendo in risalto il sederino tondo.

Gilbert sorrise malizioso, leccandosi leggermente le labbra prima di tornare a bere il suo caffè.                        

"Quindi? Siete in contatto? Perchè sei scappato prima?" Chiese.                        

Antonio guardò per qualche secondo l'amico seduto al suo fianco, fermandosi con la tazza a mezz'aria. "No… non siamo in contatto e prima sono scappato perché mi vergognavo un po'. E’ stata una sorpresa per me scoprire che lavora qua… " Sospirò, posando la tazzina sul tavolo. "E sai qual'è la parte più divertente? Lui non ricorda nulla perché era ubriaco." Ridacchiò, ma in realtà ci era rimasto un po' male il giorno prima quando l’aveva scoperto.                        

"Eeeh? Davvero? Poverino." Gil chiuse gli occhi, mettendosi dritto e dandogli una pacca sulla spalla. "Bhe, tu lo ricordi no? Hai avuto una stupenda serata immagino… era bravo?~"                        

"Forza vogliamo sapere tutto nei minimi dettagli, mon ami!!" lo incitò Francis.

"Aaah… che rompi scatole che siete voi due." Sospirò esasperato. "Comunque eravamo in una saletta privata e si Gilbert, è bravo" Gli rispose, voltandosi verso di lui.                        

"Questi non sono i minimi particolari" Si lamentò, dandogli delle piccole gomitate. "Susu, dicci~ com'è il suo corpo? Era timido? Racconta"                        

"Timido… per niente." Sbottò come se fosse ovvio. "Anche se può essere che l'alcool l'abbia reso così… comunque… quel culo… " Andò in trance, pensando a IL culo e iniziando a sbavare un po'.

"Vedendo come arrossisce facilmente adesso direi che è così" Rispose l’amico, ridacchiando leggermente e guardando il ragazzo che camminava tra i tavoli, prendendo gli ordini degli altri clienti. "Aaaah~ cosa farei per essere stato al tuo posto… bhe, posso sempre provarci adesso… " Sussurrò quell’ultima frase in modo malizioso, guardando in direzione del giovane italiano, protagonista della loro conversazione.                       

"..eh?" Uscì dalla trance, guardando l'amico spaesato.                        

"Niente, tranquillo" Sorrise, rimettendosi gli occhiali da sole. "Chiediamo il conto?"                        

"Okay" Disse il francese quando ebbe finito la sua torta, chiamando il cameriere e facendogli l'occhiolino.                        

Lovino corrucciò le sopracciglia, gonfiando leggermente le guance prima di avviarsi verso il tavolo, accennando un sorriso tirato. "Posso fare qualcosa per voi?"                        

"Il conto prego" Disse il biondo sorridendo, mentre Antonio tirava fuori il portafoglio per pagare la sua parte.                        

Il cameriere annuì e si avviò verso la cassa, tornando poco dopo con lo scontrino. "Ecco a voi"                        

"Ovviamente paghi tu, vero Tony?~"

"Cosa?!"

"Sei arrivato in ritardo dopo tutto ~" ridacchiò il francese.

"E va bene" Sospirò arreso lo spagnolo, pagando e mettendo insieme ai soldi anche un bigliettino.                       

"Grazie mille" Lovino si inchinò leggermente, prendendo i soldi e assieme ad essi il bigliettino, senza accorgersene. Si rimise dritto e sorrise leggermente ai tre, inclinando la testa di lato. "Tornate presto."                        

"Ovviamente~" Disse il francese, uscendo e mandandogli un ultimo bacino volante.

Antonio gli sorrise per poi dire un gentile "Ci si vede" e andarsene insieme ai suoi amici.                        

Gilbert si tirò giù gli occhiali e gli fece l'occhiolino prima di uscire dal locale, lasciando un piccolo Lovino con il viso che prendeva sempre di più una sfumatura rossa. Il minore gonfiò nuovamente  le guance e si voltò per tornare al bancone, mugugnando un "Bastardi".                        

 

Antonio si diresse verso la propria moto, mettendosi il casco e partendo in direzione di casa.

 

Magari domani torno a fare colazione qua…   

                     

Lovino si stava cambiando dopo la giornata di lavoro e quando prese le chiavi dell'armadietto dalla tasca, un fogliettino gli cadde a terra. Inclinò la testa di lato confuso e lo raccolse da terra. "M-ma che?" Arrossì di botto quando vide che sul fogliettino c'era scritto un numero di telefono.  

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Qualche giorno dopo Antonio tornò in quel bar per… per… sapete tutti perché, non serve che lo scriva!!

Come al solito prese la sua fidata moto e andò al bar, entrando velocemente e sperando di essere accolto da Lovino.

Bhe, era il suo giorno fortunato!                        

"BuonGior… no.." Lovino arrossì e arricciò leggermente le labbra ma si trattenne dal lanciargli un'occhiataccia visto che stava lavorando. Abbassò di nuovo la testa e finì di sparecchiare un tavolino, pulendone la superficie con un panno e facendogli segno di sedersi. "Oggi niente amici?"                        

"Nope" Gli disse sorridendo e sedendosi al tavolo. "Oggi prenderò un caffè e… cosa mi consigli come dolce?"                        

"Scegli qualcosa a caso sul menù, non mi interessa." Rispose l’italiano, incrociando le braccia e sporgendo leggermente il fianco, inclinando la testa di lato. Spalancò gli occhi quando sentì qualcuno schiarirsi la voce alle proprie spalle e sospirò, avvicinandosi allo spagnolo e guardando da sopra la sua spalla il menù. "Il tiramisù è delizioso e anche la cheescake ai frutti di bosco e yogurt" Gli disse con tono più gentile, arrossendo leggermente per la loro vicinanza.                        

"Allora prenderò un tiramisù, grazie." Disse Antonio, chiudendo il menù e consegnandoglielo prima di guardarlo allontanarsi. Si mise più comodo sulla sedia aspettando impaziente il ritorno del ragazzo.                        

Lovino tornò poco dopo con l'ordine per Antonio, posandoglielo davanti. "Ecco..." Solo che non andò via, rimanendo un attimo lì al suo fianco, guardando per terra e giocherellando con le dita sul vassoio, muovendo un piede contro l'altro.                        

Lo spagnolo prese il cucchiaino in mano, andando a prendere un po' del dolce per portarselo alla bocca. "Mmm~... buono~" Disse contento mentre dei fiorellini comparivano intorno a lui. Mangiò un'altra cucchiaiata ma stavolta si concentrò di più sul sapore. Era delizioso a parer suo.

Lovino arrossì a quel commento e si portò una mano al viso, guardando dall'altra parte. "S-senti bast- senta… " Si corresse, ricordando le regole del locale.                        

"Si?" Chiese, girandosi verso di lui con ancora il cucchiaino in bocca.                        

"... come mai… ecco… " Sospirò, infilando la mano in tasca e tirando fuori un bigliettino che gli mise davanti al viso, cercando di nascondere il rossore sul proprio. "P-perché me lo hai dato?"                        

Antonio guardò il fogliettino, riconoscendolo immediatamente. "Aaah, quello!" Si ricordò, alzando lo sguardo sul ragazzo davanti a sé per sorridergli dolcemente. "Secondo te perchè?" Chiese, prendendo un'altra cucchiaiata di tiramisù.                       

"N-non giocare con me!" Lovi sbattè la mano con il fogliettino sul tavolo, ma non troppo forte, non voleva attirare l'attenzione. "Se pensi che succederá di nuovo qualcosa come l'altra sera puoi scordartelo!"                       

"S-scusa non intendevo quello… " Disse un po' nervoso lo spagnolo, alzando le mani come per cercare di calmare il focoso italiano. "E’ solo che volevo vederti di nuovo… ma non so perchè… ahah… " confessò, ridacchiando.                        

Il piccolo italiano arrossì ancora di più e voltò la testa dall'altra parte. "Devo… andare a prendere le ordinazioni agli altri tavoli… " Mormorò, girandosi per andarsene.                        

Antonio sorrise, continuando ad osservare il ragazzo girare per i tavoli per prendere le ordinazioni fino a che la sua sagoma non sparì dal suo sguardo. A quel punto tornò a concentrarsi sul dolce che aveva ordinato, finendolo in poco tempo insieme al suo caffè.                        

Lovino tornò poco dopo e il suo sguardo subito si posò sul tavolo dello spagnolo, arrossendo leggermente.

 

Ma che cazzo?! Ma perché reagisco così?!?

 

Sbuffò, rimanendo per qualche secondo con il muso, finchè non fu chiamato da un altro cliente e fu costretto a sorridere di nuovo.                     

 

Antonio, quando ebbe finito di mangiare, tirò fuori dal suo zaino un tomo di psicologia e il suo paio di occhiali da lettura, iniziando a leggere tranquillamente. Quel locale era molto accogliente e silenzioso, ottimo per rilassarsi e concentrarsi nello studio o in altre attività tranquille. Il moro sfogliava le pagine con delicatezza per non rovinarle, segnando con la matita i paragrafi letti.                     

                 

Cazzarola… è carino con gli occhiali… a-aspetta, che?!?! Nonononono, Lovino, concentrati sul tuo lavoro! Si, sul lavoro!

 

Scosse leggermente la testa e finì di appuntare l'ordine di un tavolo di ragazzi, sorridendo prima di andarsene verso le cucine. L'unica cosa che odiava del lavorare in quel locale era dover sorridere così tanto, ogni volta che tornava a casa aveva i crampi!                        

Antonio intanto continuava a leggere attentamente il libro, tirandosi su di tanto in tanto gli occhiali che gli ricadevano sul naso e spostando qualche ciocca marrone dagli occhi.

Prese una matita dallo zaino e cominciò a prendere appunti sul libro, facendo slittare l’oggetto sulle sue pagine banche per scrivere.                        

Lovino guardò un'ultima volta lo spagnolo prima di sospirare, assumere la sua solita espressione arrabbiata e andarsene nel retro. Pescò fuori dalla tasca il cellulare e inviò un messaggio, arrossendo vistosamente.   

                    

Mentre stava leggendo un argomento interessante, Antonio sentì il cellulare vibrargli con insistenza nella tasca. Lo tirò fuori e vide che aveva ricevuto un messaggio da uno sconosciuto. "Chi sarà?"                        

"Finisco il turno alle 4.00, vedi di liberarti dopo quell'ora, bastardo… "                        

Si sorprese un po' nel leggere quel messaggio, voltando immediatamente lo sguardo verso il bancone e cercando il mittente di del messaggio. Non trovandolo sospirò e gli rispose con un semplice "Va bene :3 ".                        

Dopo aver inviato il messaggio, salvò subito il numero in rubrica sotto il nome di Lovi.

                       

Lovino, quando ricevette il messaggio, rimise il cellulare in tasca e rientrò nella stanza, guardando solo per un secondo lo spagnolo e abbassando subito lo sguardo quando si incrociarono, arrossendo e cercando di nascondere il viso sotto le ciocche marroni.                        

Lo spagnolo guardò l'ora sul suo orologio da polso, notando che mancava ancora mezz'ora alle 4. Optò per rimanere lì seduto e aspettare prima di pagare il conto. Ritornò a leggere il suo libro, concentrandosi per memorizzarne il contenuto.                        

"Oi" Lo chiamò Lovino. Intanto che il ragazzo stava leggendo, si era cambiato dall'uniforme, indossando dei jeans e un maglioncino leggero di una taglia in più bianca con sotto una canottiera nera. "Allora?" Aggiunse, corrucciando le sopracciglia e incrociando le braccia per nascondere il proprio imbarazzo.                        

Antonio alzò lo sguardo dal libro, sorridendogli. "Arrivo subito" Disse, mettendo via le sue cose e togliendosi gli occhiali per poi andare a pagare.                        

Lovino uscì dal locale dopo aver salutato i suoi colleghi, stando al fianco dello spagnolo e ricordandosi solo in quell'occasione quanto lui fosse basso rispetto ad Antonio. Arrossì leggermente e guardò dalla parte opposta. "Allora? Che volevi fare?"                        

"Non lo so" Ammise imbarazzato il maggiore mentre si grattava la nuca. "Non avrei mai immaginato che sarei finito per uscire con te"                        

"N-non stiamo uscendo assieme!" Esclamò imbarazzato, arrossendo di botto e lanciandogli un'occhiataccia.                        

"Comunque io questo pomeriggio non avevo piani quindi un posto qualunque dovrebbe andar bene no?"                       

"Si, è uguale… " Mugugnò l’italiano, seguendo lo spagnolo quando iniziò a camminare. "... sei strano… "                        

"E perchè scusa?!" gli chiese un po' scocciato.                        

"Dimmi quanta gente si rimette in contatto con qualcuno con il quale ha avuto un rapporto in discoteca per conoscersi!!" Rispose a tono, sentendo le guance bruciare sia per l'imbarazzo che per un minimo di rabbia. "Queste cose succedono solo nei manga"                        

"Hai ragione ma… anche se tu non ricordi nulla di quello che è successo, io si invece…  " Sospirò. "... e non credo di riuscirlo a dimenticarlo facilmente" Aggiunse, sorridendogli.                        

Lovino lo guardò un secondo in più prima di spostare lo sguardo dall'altra parte, incrociando le braccia. "S-stai solo dicendo che abbiamo avuto del sesso fantastico e io non me lo ricordo… " Mugugnò.                        

"Aaaaaah… " Sospirò arreso Antonio per poi passarsi una mano tra i capelli per togliersi alcune ciocche dagli occhi. "Lasciamo perdere… ti va se andiamo al cinema?" Chiese.                        

L’italiano annuì quando una persona che andava di fretta lo colpì, facendogli perdere l'equilibrio. "Chigi!!"                        

Antonio si spostò rapidamente per potergli fare da sostegno, afferrandogli un braccio. "Tutto bene?"                        

Lovino spalancò gli occhi e arrossì dalla testa ai piedi quando si ritrovò con il viso affondato nel petto di Antonio. Subito il suo profumo gli invase il naso e si staccò velocemente da lui. "S-sto bene… "                        

"Meno male… ah… tieni!" Gli passò un casco.                        

Il ragazzo inarcò un sopracciglio, osservando il casco nero tra le proprie mani. "E questo?"                        

"Come pensi che andiamo al cinema? Volando?" Chiese mentre saliva sulla sua moto vecchio stile rossa e nera.                        

Appena Lovino vide la moto i suoi occhi si illuminarono. Adorava le moto, aveva sempre voluto salire su una… m-ma non l’aveva mai fatto… n-non perchè avesse paura!!

Cercò di reprimere il suo entusiasmo e si mise il casco prima di salire sulla moto dietro lo spagnolo. Esitò un attimo ma gli cinse la vita.

Antonio si chiuse il giubbotto di pelle che indossava e si mise il casco, allacciandoselo.

"Tienti forte" gli disse prima di partire.

"Chigi!" Si strinse di più allo spagnolo, stringendo tra le dita la stoffa del suo giubbotto. "V-va piano però!" Esclamò, arrossendo.                        

"Si scusa" Rispose il maggiore, rallentando leggermente.

Arrivarono al cinema in pochi minuti e Antonio trovò subito parcheggio per la sua moto. "Siamo arrivati!" Esclamò, togliendosi il casco e portandosi una mano tra i capelli appiattiti per pettinarli, rendendoli presentabili.                        

Anche Lovino si tolse il casco, scuotendo la testa per aggiustarsi i capelli prima di scendere dalla moto… o almeno… cercare di scendere dalla moto.

"Kya!" Infatti inciampò nel portare la gamba dall'altra parte e si aggrappò alla prima cosa che riuscì, ovvero Antonio.                         

"Fai attenzione" Disse lo spagnolo, aiutandolo a rialzarsi. Rise un po' vedendo come fosse maldestro il ragazzo in confronto a quando si erano conosciuti in discoteca.                        

Lovino arrossì di botto e si staccò subito da lui, iniziando a camminare verso l'entrata del cinema. "A-Andiamo, bastardo!"                        

Antonio annuì, seguendolo verso l'entrata del cinema, non prima di aver messo via i due caschi nel portaoggetti della moto.

"Che film guardiamo?" Chiese una volta entrato nell’edificio e iniziando a leggere i titoli della programmazione.                        

"Non saprei… " Rispose il minore, guardando lo schermo con i titoli e portandosi un dito alle labbra, tamburellandole leggermente "... Deadpool?" Propose infine.                        

"Andata per Deadpool" Sorrise, andando verso il bancone dove vedevano i popcorn. "Tu prendi i biglietti mentre io vado a fare la fila per le bibite" Gli disse, iniziando a tirare fuori i soldi  "Cosa vuoi da bere?" Chiese prima di andare.                        

"Sprite" Rispose l'italiano, tirando fuori i soldi dal portafoglio con la bandiera italiana e mettendosi in fila. "Cerca di non sbagliare, bastardo" Lo avverti, puntandogli un dito contro.                        

"Agli ordini!" Gli disse, andando verso il bancone e comprando un pacco grande di popcorn e due bibite, anch’esse grandi.

Una volta comprato il tutto aspettò che Lovino finisse la coda.                        

"Eccomi" L'italiano andò verso Antonio, porgendogli uno dei biglietti. "Siamo in ultima fila" Prese tra le mani la propria bibita e arrossì nel vedere che l'altro aveva comprato solo un contenitore di popcorn. "Andiamo? La sala è già aperta"                        

Antonio prese il suo biglietto, mettendoselo in tasca e annuì. Si avviarono verso la sala, sedendosi l'uno accanto all'altro.

Il film cominciò e Antonio mise in mezzo  il contenitore di popcorn, cominciando a mangiare portandosi uno alla volta quei piccoli sneks alla bocca.                        

Lovino guardava attentamente il film, ridacchiando nelle scene divertenti anche se cercava di essere il meno rumoroso possibile. Portò una mano dentro il contenitore dei popcorn ma la ritirò subito quando sentì le proprie dita sfiorare quelle calde dello spagnolo. Arrossì di botto e girò il viso dall'altra parte, ringraziando il fatto che la sala fosse buia.                        

Il moro non si accorse di nulla e continuò a guardare il film indisturbato, iniziando a ridere ad ogni scena divertente.

                       

Dopo un’oretta circa di film, arrivò l'intervallo e Lovino si alzò dal suo posto. "V-vado un attimo in bagno. Torno subito" Avvisò, prima di uscire dalla sala e dirigersi verso la toilet.                     

"Okay" Disse Antonio, tirando fuori il cellulare per passare il tempo mentre aspettava che il ragazzo finisse.

Lovino si buttò dell'acqua sul viso per cercare di alleviarne il rossore e posò le mani sul bordo del lavandino, guardandosi allo specchio. "Ma che cazzo… perchè devo reagire cosí? È solo quel bastardo… " Mormorò fra sé e sé. Sospirò e si passò una mano tra i capelli prima di tornare in sala.                        

"Fatto?" Chiese lo spagnolo, alzando lo sguardo dal cellulare per poi prestare attenzione all'italiano, mettendo via il telefono.                        

"Mmh" Rispose senza guardarlo, sedendosi al suo posto e prendendo tra le mani la bibita per berne un sorso.                        

"Sta per ricominciare" Disse per poi zittirsi e prestare di nuovo attenzione al film.

Il contenitore di cartone cominciò a svuotarsi e rimase solo una manciata di popcorn. Antonio guardò Lovi per poi chiamare la sua attenzioni toccandogli la mano che era appoggiata sul bracciolo della poltrona del cinema.                        

"Che c'è?" Chiese un po' scocciato, continuando a guardare il film.                        

"Vuoi gli ultimi popcorn?" Chiese gentilmente, porgendogli il contenitore di cartone.                        

Lovi voltò il viso nella sua direzione e spostò lo sguardo prima su di lui e poi sui popcorn. "Okay" Prese il contenitore e lo posizionò sulle proprie gambe, continuando a mangiare e tornando a prestare attenzione al film.                        

Antonio gli sorrise, prendendo con una mano la sua coca-cola e bevendo, scordandosi di avere ancora la mano appoggiata a quella di Lovino.                        

L’italiano arrossì di botto quando sentí lo spagnolo continuare a mantenere quel semplice e innocente contatto, che non si sentì di interrompere per qualche strano motivo.                        

Il più grande non allontanò la mano, anzi, sentendo la morbidezza di quella dell’altro, prese, inconsciamente, ad accarezzala col pollice.                         

Lovi spalancò gli occhi e spostò la mano con la scusa di prendere degli altri popcorn, portandoseli alle labbra.

 

Ma che cazzo?! Sembra come che quel bastardo lo stia facendo apposta!  

                     

Quando Antonio sentì che la morbida superficie che stava accarezzando si mosse, si girò per vedere che era successo, solo poi realizzo che era la mano di Lovino. "S-scusa… pensavo fosse il bracciolo" Disse a bassa voce.                        

"Tsk… p-prossima volta stai più attento, cazzo… " Mugugnò, portandosi un'altro popcorn alle labbra e leccandosele per togliere il sale.                        

 

Il film finì e i due uscirono dalla sala. "Il film era proprio bello, vero?" Gli chiese Antonio mentre si stiracchiava.                        

"Si, non era male" Sorrise leggermente Lovi, ripensando al film appena visto. Era stato fighissimo, ma non lo avrebbe mai detto ad alta voce.

Ormai si era fatto tardi e sul cellulare di Lovino erano segnate le 20:40. "Devo tornare a casa" Affermò, notando l’ora.                        

"Vuoi un passaggio?" Chiese gentilmente lo spagnolo, dirigendosi verso la sua moto parcheggiata lì vicino.                        

"N-n-non ce n'è bisogno" Borbottò, incrociando le braccia e guardando dall'altra parte, gonfiando le guanciotte rosse. "Non sono una ragazza, né un bambino. Posso tornare a casa da solo.."                        

"Okay non ti scaldare, ti stavo chiedendo se volevi un passaggio" Rispose, sorridendo e prendendo il suo casco.                        

Lovino arrossì, mordendosi le labbra e girandosi dopo un attimo di esitazione verso di lui, schiudendo le labbra per dirgli qualcosa ma…

 

"Toni!" Un energico albino uscì dal cinema e si avviò verso i due, muovendo la mano per attirare la loro attenzione. "Wo e c'è anche il piccolino del bar~" Aggiunse con un tono più malizioso, fermandosi affianco all'italiano e facendogli l'occhiolino. "Appuntamento?"                        

"No" Rispose lo spagnolo. "Siamo venuti qua solo per vedere un film" Spiegò mentre si chiudeva il giubbotto. Stava cominciando a fare freddo.                        

"Oh, bhe, meglio per me" Ridacchiò, voltandosi verso Lovino, che aveva ancora le braccia incrociate. "Vuoi che ti accompagni a casa, Lovi?~"

"No, sto bene, grazie" Rispose freddo, corrucciando le sopracciglia.

"Oh avanti… non vorrei mai che ti succedesse qualcosa per la strada! Un ragazzo così carino deve essere protetto!"

Lovi arrossì di botto, sciogliendo le braccia incrociate per stringere i pugni ai propri fianchi. "N-non sono carino! E non ho bisogno di essere protetto!"                        

Antonio intanto era rimasto lì impalato a guardare i due parlare, non sapendo cosa fare. "Io dovrei andare quindi… " Disse esitando e non riuscendo ad entrare nella conversazione dei due. "Comunque, se vuoi un passaggio Lovi basta dirlo… " Disse, salendo sulla moto.

 

Il povero italiano ora si trovava davanti a due scelte.

Uno. Andare in moto con Antonio, rivelando al ragazzo dove abitava;

Due. Andare a piedi con quel pervertito del suo amico, rischiare di essere assalito da quest'ultimo e rivelargli dove abitava.

 

......

 

..............

 

Lovino si avviò verso Antonio, prendendo l'altro casco e mettendoselo per nascondere il viso arrossato, ormai in fiamme. Salí sulla moto dietro di lui e gli cinse la vita con le braccia. "V-vai bastardo, ti indico io la strada… "

"Okay" Rispose con un sorriso, per poi mettersi il casco e tirare su il cavalletto della moto. "Ciao Gilbert, ci vediamo" Lo salutò, partendo.                        

"Ciao ciao~" Salutò Gil, mettendosi le mani in tasca e sospirando, iniziando a camminare verso casa.

Lovino intanto si teneva stretto allo spagnolo, cercando di proteggersi anche un pochino dal freddo che stava arrivando. "... etchi!"

"Salute!" Antonio sorrise, intenerito da quel piccolo e dolce versetto. "Si sta facendo freddo, vero?" Chiese mentre guidava la moto.                       

"S-si… " Mormorò il minore, stringendosi di più a lui per approfittare del suo calore. "Svolta a destra adesso"                        

"Okay!" Antonio girò a destra, proprio come gli aveva detto Lovino. "Ma tu abiti vicino la stazione?" Chiese curioso, notando dove lo stava portando.                        

"Si, praticamente affianco" Rispose, indicandogli dove andare. "Perchè?"                        

Antonio sorrise. Fortuna che aveva il casco e Lovi non si era accorto di nulla.

"No nulla… era per chiedere...." Non gli avrebbe mai detto che lui stava di fronte.

"Mmh… eccoci, accosta qui" Gli disse, indicando un edificio.            

Antonio fece come gli aveva detto, accostando e spegnendo il motore della moto. "Eccoci qua!"                        

Lovino scese dalla moto, questa volta senza inciampare, e si tolse il casco, scuotendo la testa per aggiustarsi i capelli. "G-grazie per il passaggio… "                        

Il moro alzò la visiera del casco, facendo intravedere i suoi occhi verdi. "Di nulla~" Rispose, sorridendo come suo solito.                        

L’italiano arrossì leggermente e girò la testa dall'altro lato. "A… allora io vado… b-buona notte" Fece, girandosi per entrare nell'edificio e raggiungere il proprio appartamento.                        

"Buona notte Lovi~... ci si vede… " Gli disse Antonio per poi riaccendere il motore  e oltrepassare la strada, parcheggiando la moto ed entrando nel condominio di fronte.  

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3655262