Angela

di Revenge71107
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


San Marino, 1880.
 
Una leggera nebbiolina aleggiava tra le vie del Borgo del piccolo stato di San Marino. Angela si stava preparando per andare a lavorare nei campi: era tempo di semina per i contadini della Repubblica. Si mise un fazzoletto in testa per non bagnarsi i capelli per via della nebbia e si girò a guardare il letto disfatto alle sue spalle. Suo marito era partito solamente una settimana prima per fare una stagione di lavoro a Roma ma già la casa le sembrava terribilmente vuota.
Aveva vissuto fino a pochi anni prima con i propri genitori e fratelli, non era mai stata abituata ad essere sola. Sapeva che Marino sarebbe tornato entro pochi mesi ma il pensiero di dover affrontare quel lasso di tempo senza di lui la deprimeva. Suo marito era una brava persona, si era sempre preso cura di lei e non le aveva mai fatto mancare niente.
Angela lavorava come contadina per aiutare i suoi genitori, ormai piuttosto anziani, che avevano un piccolo lembo di terra sotto il monte. Nel resto del tempo badava alla casa, nella speranza di ricevere presto un dono dal cielo: un figlio. Prima di partire lei e Marino avevano fatto  “all’amore” e lei sperava di poter dare alla luce un bambino quando lui sarebbe tornato. A causa di questi pensieri la mente di Angela era annebbiata almeno quanto le strade del Borgo.
Era mattina presto ma già erano tutti svegli: Maria la fornaia stava già ritirando le padelle di pane e ciambella da cuocere per le compaesane, Palma stava aprendo la porta della merceria, Nazzarena portava invece la colazione alla coppia di turisti che aveva passato la notte in una delle stanze che affittava.
Le donne del Borgo erano già attive, almeno quanto i loro uomini.
Angela salutò Maria, amica d’infanzia, chiedendole se poteva portare a cuocere una piccola ciambella nel tardo pomeriggio, quando sarebbe tornata dai campi. Nonostante fosse sola in casa voleva cercare di mantenere l’atmosfera felice che vi era sempre stata ed un buon dolce non poteva che aiutare. La donna pensò alla prima volta che sua madre le aveva insegnato a preparare una ciambella. Aveva forse nove o dieci anni, prima di allora non aveva mai fatto niente di più in cucina che giocare con un po’ di farina, creando pagnotte di pane. La preparazione della ciambella era piuttosto semplice ma ci voleva amore e quel pizzico di ingrediente segreto, diverso per ogni famiglia, che rendeva il dolce qualcosa di speciale.
Ad Angela piaceva cucinare, nonostante ancora non fosse proprio brava in tutto. La pasta fatta in casa era la sua specialità, anche se poche volte potevano permettersi di farla ripiena di carne. Adorava vedere suo marito felice davanti ad un piatto di cappelletti in brodo, soprattutto quando tornava stanco dal lavoro.
Mentre camminava per le viuzze sterrate, Angela ripeteva mentalmente gli ingredienti per la ciambella e sorrideva pensando a quando avrebbe preparato la torta per il ritorno di Marino o magari per festeggiare la tanto aspettata gravidanza.

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


La giornata lavorativa era quasi volata, Angela si trovava bene nei campi con la propria famiglia. La moglie di suo fratello maggiore, Cristina, era una bravissima ragazza con cui amava trascorrere del tempo. Avevano qualche anno di differenza ma trovavano spesso conforto l’una nell’altra.
Angela invidiava molto i capelli della cognata, di un biondo perfetto ed arricciati in modo naturale. Sembrava una bambola, mentre Angela, con i suoi capelli corvini, non si era mai sentita una bella donna, nonostante suo marito le ripetesse sempre il contrario.
Cristina l’aveva invitata ad andare a teatro con lei l’indomani sera, poiché avrebbero messo in atto una commedia dialettale che sembrava aver riscosso molto successo.
Una serata fuori senza essere accompagnate da un uomo le sembrava una follia ma Cristina era abituata, abitava a pochi passi dal teatro di Città e suo marito non aveva problemi ad accompagnarla e poi tornarla a prendere in queste occasioni. Angela avrebbe dovuto fare un tratto di strada in più rispetto a loro ma sapeva che la commedia non sarebbe finita molto tardi, inoltre avrebbe sicuramente incontrato qualche conoscente del Borgo con cui fare insieme il percorso.
A prescindere dalle antipatie personali, tutti gli abitanti del Borgo si conoscevano e si sostenevano a vicenda. I pettegolezzi erano comunque all’ordine del giorno, tutti sapevano tutto di tutti e le voci giravano in fretta. Angela aveva persino saputo che qualche vicina di casa aveva iniziato a dubitare della sua fertilità, poiché non era ancora riuscita a dare un figlio a Marino. Questa cosa la deprimeva abbastanza ma cercava di non dare troppo peso alle male lingue. Non poteva farci niente se le altre persone spettegolavano su di lei o su suo marito, l’unica cosa che le importava era che il suo rapporto con Marino fosse saldo e pieno d’amore.

Si ricordava perfettamente il giorno in cui l’aveva conosciuto: era marzo di qualche anno prima. Angela stava percorrendo il breve tratto di strada tra casa sua ed il lembo di terra dei suoi genitori quando vide questo uomo alto e bello che camminava nel senso opposto.
Suo padre, che all’epoca ancora riusciva a svolgere qualche lavoretto nei campi, si fermò a salutare quell’uomo e lo presentò alla figlia: Marino Condotti di Borgo Maggiore. I due si scambiarono i convenevoli di rito e poi suo padre invitò Marino ad andarli a trovare a casa qualche volta.
Per tutto il giorno Angela non fece altro che pensare a quel bel Marino, alle sue mani da lavoratore e al suo sguardo solare.
Pensava che le sarebbe piaciuto passare le sua vita con quell’uomo, rispetto a tutti gli altri che aveva conosciuto lui sembrava una persona sincera e fedele.
Come promesso al padre di Angela, Marino andò a trovarli una volta, poi un’altra ed un’altra ancora, fino a che, un giorno, non si decise a chiedere la mano della ragazza.
Quando Marino aveva iniziato a corteggiarla, Angela era un po’ spaventata dalla situazione: molte sue compaesane erano state ingannate dai loro spasimanti che, con finte promesse di matrimonio, le avevano convinte a donare la propria virtù. Marino invece era stato un gentiluomo nei suoi confronti, non le aveva mai fatto proposte di questo tipo e al massimo le aveva strappato qualche bacio sull’uscio di casa.
Angela conservava memoria di quei baci come se fossero la cosa più preziosa del mondo. Li ricordava come baci del vero amore, teneri ed impacciati.
 
Mentre i suoi pensieri continuavano a tornare a quei giorni felici, Angela si ricordò di dover potare a Maria l’impasto della ciambella da cuocere. Non era l’unica fornaia del Borgo ma, per motivi di amicizia, si rivolgeva sempre a lei in caso di bisogno. Maria era sposata da qualche anno con Giuseppe, il vero proprietario del forno. Capitava spesso che Angela andasse a casa loro per la veglia, qualche chiacchiera prima di dormire era sempre un buon metodo per rilassarsi dopo una giornata di lavoro.
I loro mariti avevano imparato a conoscersi nel tempo e, ogni tanto, Giuseppe chiedeva a Marino di mettersi in affari con lui, aprendo magari una piccola bottega con i prodotti del suo campo e quelli del forno di Giuseppe.
Arrivata al piccolo forno, Angela chiese a Maria se avesse avuto voglia di andare con lei e sua cognata alla commedia dialettale. L’amica però le disse che avevano già preso impegni con la famiglia di Giuseppe e che non poteva assentarsi.
Angela si rattristò un po’ per questa cosa ma decise di andare comunque a teatro, non poteva rinchiudersi in casa per tutti i mesi che doveva passare senza Marino.

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