The world of Destiny di RevyAdelheid (/viewuser.php?uid=33549)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 1 *** Capitolo primo ***
CAPITOLO
PRIMO
Tokyo 2009.
Moltitudini di persone
che si muovono, in fretta, lentamente.
Moltitudini di persone
che sono ferme ad aspettare qualcosa.
Moltitudini di persone
con la faccia che sembra una maschera.
La vetrina del negozio
mi permette di vedere tutte queste cose, tutte queste anime perse in un
vuoto costante, passioni
che si riaccendono solo
quando accade qualcosa di particolarmente bello o brutto.
Ed io ho imparato a
conviverci.
6 Giugno, ore 21:30.
Tremendamente in ritardo per la cena. Alice si arrabbierà,
le avevo promesso di tornare prima oggi. Prendo le cose dalla
mia scrivania rifinita in legno antico ed esco dal piccolo negozio dove
da poco ho trovato un lavoro, una libreria che sembra essere antica e
non poco.
"Mystic Things" E' il suo nome, e non so cosa mi ha spinto a
intraprendere la carriera di "topo di biblioteca" quella volta.
Sò solo che adesso mi piace molto leggere.
Ripercorro la strada a piedi, entro 15 minuti sarò
già a casa a prendere le urlate della mia sorellina, che
sarà sicuramente preoccupata
ed io non mi preoccupo mai per lei.
E mentre cammino un filo di vento attraversa la strada, come per far
capire che il torrido caldo è alle porte, e in questa
zona della città il caldo è particolarmente caldo
e stressante. Lo stress mi mancava.
Svolto l'angolo e mi ritrovo davanti ad una porta verde con un grosso
numero attaccato sopra, e un foglietto con il disegno di una faccia
buffa che esclama: "Benvenuti!!"
Le sue solite pazzie.
Quelle che non si possono discutere altrimenti non la finisce
più di parlare finchè non sei a letto.
Quelle che se non approvi non farai altro che vederla con broncio per
più di una settimana.
Quelle che se vieti è meglio sparire dalla faccia della
terra.
Ma. Metto la chiave nella toppa e giro, con uno scatto la porta si apre
mostrandomi un corridoio ben illuminato dalla luce interna. Questo fa
capire che è ancora sveglia.
-Frateeeeeeeeeellooooo!!!-
Ecco, esattamente. Arriva come una furia, una figura piccola, molto
più bassa di me, gracile... con i capelli castani corti e
due occhi color tramonto che mi squadrano con rabbia.
Alice, la mia piccola sorellina è molto arrabbiata, e non
provo nemmeno a dare delle scuse.
-Mi dispiace. Ho fatto tardi senza volerlo.-
Non ci assomigliamo molto, io e lei, penso guardandomi allo specchio
dell'entrata, attaccato al muro.
Alto, corporatura slanciata e con un pò di muscoli, occhi
neri come la pece opachi, capelli neri spenti e una faccia da
morto...ecco
questo è Icaro.
-Avevi detto che finivi il turno alle sette. Ora mangi freddo!!!-
-Pazienza...-
-COSA? Come fai a dire che non te ne importa niente! Ed io che pensavo
fosse la punizione massima uffa!-
-Troverai qualcosa di meglio la prossima volta.-
-...uff....-
E' abituata alle mie freddure. Le sono grato per questo, ed
è la minima cosa. Nonostante sia assillante quando si tratta
di passare il tempo insieme
non ha mai dato fastidio, e si limita a dare consigli, che io ascolto
volentieri. Anche se il 90% non sono adatte.
Mentre la guardo mi domando sempre "Ho fatto la cosa giusta?".
Siamo nati in un orfanotrofio, siamo lì sin da quando siamo
nati, dei nostri genitori nessuna traccia, non sappiamo neanche se
abbiamo gli stessi genitori. ma siamo sempre
stati insieme, come due fratelli.
Appena raggiunta la maggiore età l'ho portata via con me.
Via da quell'inferno, era come restare in una gabbia e solo
il ripensarci mi fa venire i brividi. Inquanto a lei è come
se avesse cancellato con la forza tutti quei ricordi. Ora avendo sedici
anni ha preso le cose
con più responsabilità riempiendosi di impegni,
che la aiutano a scostare ogni pensiero.
Vorrei poter dire la stessa cosa di me.
Ma come faccio quando adesso, mentre mangio zuppa fredda, ripenso
ancora a tutto quanto?
-Non ti piace?-
-Ma no è bonissima tranquilla. Come va a scuola?-
-Uhm. Va come va, non ho stretto nessuna amicizia, sono 4 mesi
ormai...mi sono rassegnata ecco!-
-Non puoi provare a parlare con qualcuno?-
-Fosse facile. Mi basta Isabelle...-
Compagna di classe di mia sorella che non parla con me,
perchè incuto timore. Beh forse qualcuno se ne accorge.
Per altre donne, un po più grandi, sono estremamente
affascinante, mentre per mia sorella sono il "più figo del
mondo"
Per me sono una pezza logora.
-Io vado a letto.-
-Lavori anche domani?-
-Si...devo rimettere in ordine la sezione rune. Ma che diavolo di libri
hanno...-
-Ok! Io domani ho scuola quindi vado anche io, passerò a
vedere qualche libro una volta!-
Sono libri senza nè capo nè coda in questo mondo,
in un mondo pieno di draghi fate streghe e antichi eroi forse si.
Salgo le scale ed entro nella mia piccola, semplice, bianca stanza, con
un letto comodo ed una scrivania con un pc portatile.Il primo acquisto
insieme ad internet.
Ed una grande, grande finestra dove poter ammirare le stelle e la luna,
che colora di una luce pallida quella stanza.
Rendendola magica, come quelle dei libri del negozio.
Che gente strana.
Che vita vuota.
E' come se mancasse qualcosa.
Ma....cosa?
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Capitolo 2 *** Capitolo secondo ***
CAPITOLO
SECONDO
8:30, acciedenti com'è tardi!
E sono ancora a letto dopo tutto questo tempo?
Si alzò di fretta e guardò l'orologio sul
comodino, non aveva messo la sveglia. Fantastico! E il suo bel
fratellino che faceva invece? Sicuramente giocava con i suoi libri
deficenti in soggiorno.
Quel piccolo soggiorno che avevano.
Ma ora vado e gliene
dico quattro! Oh, ora mi sente...
Scese dal letto infuriata ed entrò in bagno,
dandosi quella sistematina veloce che si dava sempre prima di uscire
dalla sua stanza, e scese a gran passi le scale, ritrovandosi in un
piccolo corridoio che portava a tre porte.
Prese quella a destra e, come aveva previsto, il fratello mggiore era
immerso con sguardo serio in uno strano libro rilegato in pelle nera.
-BRUTTO IDIOTA!-
-Si, Buongiorno Alice.-
-Ma non vedi che ore sono? Potevi pure svegliarmi sai! E inoltre farai
tardi anche tu!!-
-Non se sono già pronto.-
Ma che risposta era? Si alzò dal tavolo insieme al libro e
mise il lungo giubotto nero che si intonava perfettamente con i suoi
capelli, e faceva risaltare la pelle pallida come quella di un vampiro.
-E-ehi!! Non ho finito!-
Troppo tardi. Icaro era già fuori la porta e con un lieve
"ciao" abbandonò la sorella al suo triste destino.
Sospirò, pensando che ormai era storia di tutti i giorni, e
che dopotutto non era colpa del fratello se faceva sempre tardi a
scuola. Il fratellone, al quale non somigliava affatto, ma c'era da
capirlo, perchè il loro passato era completamente oscuro.
Sono solo arrivati all'orfanotrofio lo stesso giorno. Le culle vicine
l'una all'altra, come le avevano raccontato.
Sono davvero fratellialla fine?
Cacciò volentieri quei pensieri dalla sua testa e si
recò di nuovo nella sua stanza per finire di prepararsi, ed
era oramai troppo tardi per indugiare un altro minuto di più
in quell'appartamento, uscì senza nemmeno fare colazione.
Farò tardi
farò tardi! Ma chi me lo ha fatto fare a comprarmi quella
stupida sveglia! Non mi serve a niente! UFFA UFFA!
Camminava di fretta lungo il marciapiede, camminava tanto
per dire, perchè passava accanto le macchine e le superava
pure. Rallentò quando qualcuno la chiamò da
dietro...
-Aliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiice!-
Era Isabelle, la compagna di scuola, l'unica amica che aveva a scuola.
Perchè tutto il resto dell'istituto la catalogava come
ragazza sciocca, ingenua e stramba. Non era mai successo che la
chiamassero così, forse perchè non aveva mai
incontrato altra gente in vita sua. Ma quella ragazza bassina, con
lunghi capelli ondulati e biondi e due occhi cerulei, la capiva alla
perfezione, il primo giorno di scuola l'aveva subito inserita in una
conversazione senza nè capo nè coda.
Ma si trovava a suo agio, e non sapeva come....una sensazione strana le
aveva detto "lei fa per te". E da quel momento era come parlare con una
seconda Alice, perfettamente identica.
-Oh Isabelle! Buongiorno!-sentenziò
-Com'è andata ieri con la cena?-
-Non tanto bene, è arrivato tardi...-
-Oh! Ma dai, avrà avuto da fare...probabilmente
lì in libreria hanno tanto lavoro da fare...-
-Ma chi vuoi che vada a comprare lì! Sono tutte cose
stranissime! Aggeggi indescrivibili, amuleti, libri proibiti e pieni di
gemme incastonate nelle copertine...-
-Perchè ti brillano gli occhi?-
-Oh, adoro i misteri!-
E con questo sciocco pensiero arrivarono a scuola, con...
-Cinque minuti di ritardo signorine, andare a subire la punizione
ADESSO!-
-Ma...professoress..-
-NIENTE MA! Subito.-
Nel corridoio il silenzio più totale, solo qualche voce di
professori che spiegavano la lezione ai propri alunni, ma forse era
meglio prendere punizioni che ascoltare una docente di economia
domestica che dovrebbe prendere solo la pensione.
-Stupida racchia. Per cinque stupidi minuti...-
-Andiamo Isabelle, prendiamoci tutto il tempo che vogliamo...tanto non
ci va di seguire la sua lezione giusto?-
-Probabilmente sì. Ma di questo passo ci
boccierà!-
-Ah! La sfido io! Gli brucio l'intero istituto!-
Erano passate varie ore, tra cui anche l'ora del pranzo, e le due
ragazze dovevano ancora scontare la punizione : la pulitura dell'aula
di classe.
Che scocciatura pensò
Alice, che ora guardava in alto verso le nuvole semi-arancioni che si
muovevano lentamente verso est un andamento lento e soporifero, le
palpebre quasi non reggevano più. La voce monotona del
professore ora arrivava alle sue orecchie solo come un rimbombo senza
senso. Piano piano i suoi occhi si spensero e divenne tutto buio, un
buio che metteva paura, delle nuvole arancioni che si avvicinavano
sempre di più a lei...roteavano, le facevano girare la
testa. Poi uno strano libro a terra, lo raccolse tento di
aprirlo...e...un abbagliante luce bianca.
-AAH!-
-Prego signorina?-
-N-no...niente...io...-
Suonò la capanella.
Fiuuuuuu non
aveva intenzione di spiegare cose assurde al rpfessore, era
già successo una volta e i compagni ridevano come dei
cretini, perchè non potevano mai credere agli strani sogni
di una ragazza...ai RIPETUTI sogni di una ragazza che non ne capiva il
significato, ogni volta.
Lo scenario non era sempre lo stesso, variava da ciò che
vedeva, ma il libro, e la strana luce bianca abbagliante non cambiavano
mai. Erano sempre lì, imperterriti nei suoi sogni. Cosa
potevano mai essere? O significare?
-Ehi Alice, scontiamo quesa punizione e filiamo a casa!-
Fortunatamente per loro,quel giorno era la giornata in cui la classe
stava più nei laboratori che dentro l'aula, quindi c'era ben
poco da pulire, oltre la lavagna e i banchi.
-Che sollievo, abbiamo finito..-
-Già! Hei passi da casa?-
-Uhm? No, a dir la verità volevo andare da mio fratello,
nella biblioteca, avrei bisogno di parlargli...-
-Non dirmi ancora per quel sogno? Ma dai, sarà semplicemente
una cosa del periodo. Ti passerà col tempo!-
- Uhm....ma io non voglio che passi, io voglio capire cos'è!-
-Strana ragazza...beh, io ti posso accompagnare fino al cancello
allora!-
Detto questo si salutarono e ognuno prese delle strade diverse.
Alzò lo sguardo al cielo e ora le nuvole erano completamente
arancioni per via del tramonto, ed avevano ripreso il loro lento
cammino verso est.
Camminando per il viale si alzò un leggero vento che le
scompigliava i capelli corti. Tentava invano di rimetterli apposto, ma
ecco che finalmente svoltando l'angolo intravide un piccolissimo
edificio, dall'aria oscura e malefica. Era quella, la biblioteca in cui
il fratello lavorava... "Mystic Things".
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