La parte più bella del mio cuore di mrdere (/viewuser.php?uid=981315)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 1 *** 1. ***
Angolo autrice:
Ciao a tuttii! Questa è in assoluto la prima ff che pubblico, quindi siate clementi!
Ho questa storia in testa da un paio di giorni e semplicemente ho dovuto scriverla, più o meno ho gia in mente tutto il continuo quindi i capitoli usciranno abbastanza in fretta (devo solo trovare il tempo di scriverli). Le recensioni sarebbero piu che gradite, sia positive sia qualsiasi tipo di critica/suggerimento!!
Buona lettura :)
Capitolo 1.
Cora era una delle sue migliori amiche, se non la migliore, nonostante si conoscessero da soli pochi mesi. Era subito scattato un clic ed era stato come se si fossero sempre conosciuti. Con lei riusciva a parlare di tutto, lo faceva ridere a crepapelle ed era stata una parte importante nel processo di "guarigione".
Oh si, perché Stiles aveva avuto davvero bisogno di guarire dopo una delusione d'amore catastrofica, di quelle che sembrano ucciderti. Era stato male per mesi durante i quali gli era sembrato che non potesse mai piu provare neanche un briciolo di felicità. Ma poi, piano piano, grazie al sostegno dei suoi amici, che gli avevano dimostrato tutti, chi in un modo chi in un altro, il loro affetto, Stiles si era ripreso.
Lydia, la sua più vecchia amica, aveva deciso che tenere corpo e mente occupati sarebbe stata una buona soluzione e quindi per mesi e mesi lo aveva trascinato a eventi, mostre, feste, cinema e aveva addirittura organizzato un paio di weekend da trascorrere nella sua casa al lago tutti insieme. All'inizio Lyds era sì riuscita a far uscire Stiles di casa, però la mente dell'amico rimaneva totalmente assente. Ma lei non si era arresa e infatti piano piano era riuscita a coinvolgere davvero il suo amico in tantissime attività a cui Stiles si era davvero appassionato. Ripensando a tutto l'impegno che ci aveva messo, Stiles sentì il cuore scaldarsi. Le voleva davvero bene. Jackson, amico-nemico fin dai tempi del nido, aveva fatto ciò su cui si basa la loro intera amicizia: scherzi e scherzi. Stiles inizialmente neanche se ne accorgeva, ma a lungo andare la sua parte competitiva e vendicativa era uscita nuovamente fuori, e aveva dovuto vendicarsi di ognuno di essi. Jackson, coperto di vernice blu dalla testa ai piedi (lo scherzo era venuto perfettamente), era riuscito a fare l'impossibile: farlo ridere di nuovo. Ripensandoci a Stiles spunto un sorrisetto..e si ricordò di stare all'erta, prima o poi quel cretino gliela avrebbe fatta pagare!
Anche Allison aveva contribuito, con la dolcezza che la contraddistingue: lo aveva ascoltato sfogarsi non si sa quante volte e, non appena Stiles si calmava un minimo, lei gli dava un forte abbraccio e gli ripeteva che lui meritava solo il meglio e se anche ora lui riusciva a vedere quello che era successo solo come un enorme tragedia, in realtà era meglio cosi. Solo ora aveva capito che la sua amica aveva assolutamente ragione.
E infine, Scott. Ovviamente suo fratello (non era suo fratello di sangue ma chiunque dicesse il contrario si beccava occhiatacce da entrambi) aveva avuto il ruolo più difficile ma allo stesso tempo più facile di tutti: era stato con lui. Aveva trascorso ore e ore anche a non far niente in compagnia di Stiles perché sapeva che l'amico non appena sarebbe rimasto solo sarebbe crollato. Aveva rinunciato a passare tempo con Ally, aveva rinunciato agli allenamenti, si era fatto sostituire a lavoro solo per stare con lui a giocare alla play e a mangiare cibo spazzatura. A ripensare a tutto ciò Stiles si senti davvero ma davvero fortunato.
E tornando a Cora.. beh lei era stata semplicemente una boccata di aria fresca, essenziale per tornare veramente a respirare e a vivere. Era entrata nella sua vita senza che lui neanche se ne rendesse conto e subito avevano legato, tanto che solo a lei (oltre che a Scott) Stiles aveva raccontato tutta la storia.
Stiles ripensò a quel giorno: erano in camera sua a studiare e a un certo punto Cora aveva semplicemente alzato la testa dai libri e aveva detto:
"Dimmelo. Voglio sapere cosa ti sta divorando, cosi posso prendere a calci chiunque sia stato a causarti questo dolore."
E allora lui le aveva raccontato tutto, le aveva raccontato di come due anni prima aveva conosciuto il ragazzo che pensava fosse l'amore della sua vita, di quanto stava bene con lui e di che persona meravigliosa fosse. Lo aveva visto aprirsi, lui che era sempre così sulle sue, così chiuso al mondo esterno. Eppure con Stiles era diverso...era successo praticamente lo stesso che era successo con Cora: nonostante fossero persone completamente diverse, qualcosa era scattato ed era stato come se le loro anime si fossero ritrovate. Era stato un percorso difficile, perché lui appunto non era come Stiles (una delle persone più estroverse dell'universo).
Stiles aveva sempre saputo di essere gay e non aveva avuto nessun problema a dirlo a suo padre e ai suoi amici, che a loro volta avevano preso la notizia come se lo avessero sempre saputo e non c'era neanche bisogno di parlarne. No, lui non era decisamente cosi. Nonostante non ci fossero stati dubbi sulla sua sessualità, lui non era pronto a fare outing, si sentiva sempre come in errore e quindi aveva chiesto a Stiles di tenere la loro relazione nascosta. Stiles aveva accettato, e infatti neanche ora, neanche ora che non gli doveva più niente, non aveva mai rivelato chi fosse questo suo grande amore a nessuno (questo aveva portato alla creazione di una serie di soprannomi tra i suoi amici, nessuno molto amichevole...Stiles lo chiamava semplicemente "Lui").
Nonostante avesse accettato a tenere la loro relazione segreta, convinto che lui avesse semplicemente bisogno dei suoi tempi per accettarsi, dopo un po' Stiles si era stufato. Si perché Stiles lo amava con tutto il cuore e nulla lo avrebbe fatto più felice che presentarlo con orgoglio ai suoi amici e alla sua famiglia e a tutti quelli che conosceva in realtà. E cosi col passare del tempo Stiles si sentiva sempre più come un amante di cui vergognarsi, un abominio da tenere nascosto a ogni costo e non un normale ragazzo adolescente che era semplicemente fidanzato con un altro. Poichè queste sensazioni a lungo andare lo facevano stare davvero male aveva provato a parlargliene varie volte, ma lui si era sempre rifiutato categoricamente di uscire allo scoperto; finchè un giorno Stiles gli aveva dato un ultimatum: dirlo almeno alla sua famiglia, o anche solo a un famigliare, o lui se ne sarebbe andato, perché non meritava di essere trattato cosi, non facevano nulla di male e se la sua famiglia non lo avrebbe capito beh peggio per loro. Era sicuro che lui avrebbe finalmente dimostrato a Stiles quanto ci tenesse, perciò era stata uno schiaffo in faccia quando gli aveva annunciato che se ne sarebbe dovuto andare, che lui non si sarebbe mai macchiato di una vergogna simile. Gli aveva detto parole orribili che gli avevano lacerato l'animo. E cosi si erano lasciati, dopo piu di due anni insieme in cui Stiles aveva fatto di tutto per stargli vicino e per fargli accettare l'essere gay. E invece era successo il contrario: lui era riuscito a far credere a Stiles di essere nel torto, di essere un qualcosa da nascondere perché una vergogna, uno scherzo della natura. Ma come abbiamo detto, grazie ai suoi amici era riuscito a accettarsi di nuovo e a superarla.
Dopo questo racconto Cora lo aveva fissato intensamente, lo aveva abbracciato e gli aveva detto: "Tu sei una creatura speciale, sei un amico fantastico e senza di te non so come avrei fatto a inserirmi in questa nuova scuola e in questa nuova vita. E ora voglio sapere il nome di questo stronzo galattico."
Stiles aveva sorriso e la aveva ringraziata, ma nonostante i mille tentativi di farsi dire chi fosse lo "stronzo galattico" (uno dei tanti soprannomi usati dai suoi amici) Stiles aveva mantenuto la promessa e non aveva mai detto chi fosse. Cora e Scott ci avevano provato per mesi, e alla fine ci avevano rinunciato...anche se ancora qualche volta cercavano di prendere Stiles alla sprovvista così da fargli sfuggire qualche indizio. Una volta avevano addirittura rubato il suo telefono e Cora si era letto tutte le conversazioni salvate da due anni a quella parte (ovviamente Stiles aveva cancellato tutte le sue) e oltre a non essersi scusate per il furto, Cora aveva anche avuto la faccia tosta di arrabbiarsi perchè per colpa sua aveva perso una giornata intera a leggere le sue conversazioni inutili! Al ricordo scoppiò a ridere.
"Stiles!! Smettela di ridere da solo come un deficiente e ascoltami!"
Si sentì chiamare da una voce arrabbiata.
"Eh che c'è?"
"Sono due ore che ti chiamo!"
Cora lo stava guardando in cagnesco, probabilmente era perso tra i suoi pensieri da troppo tempo e stava ignorando la sua amica già da un po'. Si riscosse subito, sapeva che era meglio non farla arrabbiare: anche se era tutta scena la sua faccia da arrabbiata gli faceva quasi un po' paura.
"Scusami pulcino, non mi mandare le occhiatacce dai! - le disse cercando di fare gli occhi da cucciolo per farsi perdonare - dimmi sono tutt'orecchie" e si portò le orecchie in fuori, che combinata alla strana faccia dolce che stava cercando di fare fece ridere Cora.
"Okay okay perdonato! Però smettila di chiamarmi così, lo sai che mi dà fastidio!"
"Mmm non è vero che ti da fastidio, è un nomignolo tenero e super adatto! La prossima volta se vuoi evitare soprannomi non presentarti a casa di gente sconosciuta tutta fradicia...come un pulcino!"
Cora sorrise al ricordo del loro primo incontro: Stiles la avava accolta in casa dopo che la sua macchina si era fermata sotto la pioggia davanti al suo vialetto.
"Comunque ti stavo dicendo che domani devi venire da me, mi devi assolutamente aiutare con il saggio di inglese! E ti offro la pizza a cena per ripagarti okay?"
"Va bene, va bene. Affare fatto"
"Anche perchè è finalmente tornato mio fratello e voglio presentartelo!"
In quel momento suonó la campanella e i due e tutti i loro amici al tavolo della mensa si alzarono in fretta e furia per non fare tardi. Stiles ebbe solo il tempo di urlarle un:
"Se assomiglia anche solo un po' a te so gia che non lo sopporteró"
accompagnato da una linguaccia in direzione di Cora e poi dovette correre in classe, seguito da Scott, Lydia e Allison. |
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Capitolo 2 *** 2. ***
Stiles
era sdraiato sul divano, con i piedi
appoggiati sulle gambe di Cora che invece si era messa seduta per
evitare di
addormentarsi (di nuovo) sui libri di scuola. Cora stava ripassando
chimica per
l'interrogazione del giorno dopo, mentre Stiles stava rileggendo il
saggio che
avevano scritto insieme durante il pomeriggio, in attesa che arrivasse
la
pizza; e siccome era concentrato nella lettura, per cercare qualsiasi
errore
che fosse sfuggito ai due, non alzò neanche lo sguardo
quando quello che
pensava fosse il fattorino suonò alla porta. Cora invece si
alzò e andò ad
aprire.
"Ciao
Fratellone! Non pensavo tornassi
così presto!" disse Cora tutta felice abbracciando il
fratello.
"Si
oggi ho finito prima e sono subito
venuto a controllare se stavi davvero studiando"
"Certo
che stavo studiando, mica mi
invento storie"
"Sarà,
ma dici sempre che stai
studiando eppure continui a prendere insufficienze"
"Questo
perchè i professori sono tutti
imbecilli, mica colpa mia. E comunque oggi è venuto anche ad
aiutarmi il mio
amico, quello di cui ti ho parlato. Dai, vieni di là
così te lo presento!"
Cora
trascinò il fratello nel salotto, e
richiamò l'attenzione di Stiles.
"Stileeees!
Ehi Stiles dai metti un
attimo giù quel quaderno che voglio presentarti mio
fratello. Stiles lui è
Derek, Derek lui è Stiles."
Stiles
a quel nome ebbe un piccolo colpo al
cuore, e si prese un attimo per convincersi che era assurdo avere un
attico di
panico solo perchè il fratello di Cora aveva il nome uguale
al suo; perchè era
semplicemente impossibile che il suo lui fosse il fratello della sua
amica. Si
concentrò sul fatto che Cora di cognome faceva Suarez e il
suo Derek di cognome
faceva Hale, sul fatto che il suo Derek sia era trasferito mesi prima e
aveva
detto che non sarebbe più tornato a Beacon
Hills...perciò prese due profondi
respiri e si decise a spostare il quaderno da davanti la faccia e ad
alzare lo
sguardo.
Era
lui.
In
quel momento nella sua testa si
scatenarono mille pensieri contemporaneamente. Dolore, rabbia, amore,
sorpresa,
felicità, tristezza...e vide i suoi occhi confusi riflessi
in quelli
altrettanto spaesati di Derek. Ma erano passati mesi, e nonostante
Stiles in un
momento realizzò che non la aveva superata così
bene come pensava, ebbe la
forza di riprendersi in un batter d'occhio e mettere su una maschera
indifferente, perchè l'ultima cosa che voleva era far
trapelare una di queste
emozioni davanti all'uomo che gli aveva strappato via il cuore e aveva
lasciato
un vuoto incolmabile. E inoltre c'era Cora, che si entusiasmava per
poche cose,
ma era entusiasta di fargli conoscere il fratello e lui sapeva quanto
questi
era importante per la sua amica, e non voleva assolutamente deluderla.
Percio
si azzardò anche a tentare un sorriso e dando un'occhiata
veloce a Cora e
assicuratosi che niente di quello che stava passando nella sua testa
fosse
visibile agli altri, allungò la mano in direzione di Derek.
"Piacere,
io sono Stiles."
Derek
lo guardò confuso, ma si riprese
quando la sorella lo guardò in attesa di una risposta e
quindi decise di
seguire anche lui la recita. Riuscì però a
sussurrare solamente un veloce
"Piacere"
prima
di tornare a focalizzare la sua
attenzione su Cora.
"Abbiamo
ordinato la pizza! Mangi con
noi?"
"No
grazie, non ho fame."
"Tu
che non hai fame? Impossibile. Dai
mangia con noi! Già ci vediamo poco, non andare subito a
rinchiuderti in camera
tua come fai di solito, brutto musone che non sei altro! Sono sicura
che Stiles
riuscirebbe a far sorridere persino te!"
I due
ragazzi sapevano che Stiles era stato
davvero uno delle poche persone al mondo che era riuscito a far sentire
realmente felice Derek e quanto quindi quella affermazione fosse vera.
Ma se
Derek non voleva passare un attimo di più in quella
situazione pesante, Stiles
durante il corso della conversazione tra i fratelli si era scoperto man
mano
più tranquillo e anzi la sua parte vendicativa si stava
svegliando in lui (o
almeno questo è quello di cui si stava cercando di
convincere, perchè
sicuramente, almeno in parte, non voleva vederlo andare via
così presto).
Perciò con tutta la serenità di cui era capace,
si aggiunse anche lui alla
conversazione per cercare di convincere Derek a unirsi alla cena.
"Si
dai, mangia con noi!" disse
con un sorriso.
Derek
lo guardò confuso, spiazzato all'idea
che l'altro non volesse anch'egli evitare quella assurda cena. Cora
però preso
quel silenzio per un sì e, quando pochi attimi dopo
suonò il campanello, mando
Derek ad aprire al fattorino e si fece accompagnare da Stiles a
apparecchiare
la tavola.
La
pizza era sul tavolo e i tre stavano
mangiando silenziosamente ognuno la propria fetta. Finchè
Stiles decise che se
doveva comportarsi come se stesse semplicemente conoscendo il fratello
di un
amica doveva fare qualche domanda.
"Allora
Derek, ti sei appena
trasferito?"
"Si,
sono qui da un paio di
giorni"
"E da
dove vieni?" "Sono
nato qui, ma qualche mese fa ho deciso di andare via per un po'. Poi ho
scoperto che quella peste di mia sorella era in città
perciò sono dovuto
tornare"
A
queste parole lo sguardo di Derek, che
fino a quel momento era stato coperto da un velo di confusione e
tristezza?
malinconia? Stiles non era sicuro, si posò sulla sorella e
brillò per un
attimo. Poi tornò a fissarsi su Stiles con fare
interrogativo e minaccioso. Ma
Stiles non voleva rinunciare a metterlo in difficoltà, anche
se si rendeva
conto perfettamente che un paio di domande scomode erano niente in
confronto a
quello che gli aveva fatto passare lui. Nonostante questo
continuò:
"Ah
si e come mai ti eri
trasferito?"
Ochhiataccia
di Derek, Stiles doveva sapere
che l'essersi trasferito il giorno dopo la loro rottura non doveva
essere un
caso.
"Motivi
di lavoro."
"Derek
scrive. Aveva bisogno di andare
in ritiro da solo a scrivere, o almeno questo è quello che
ha detto ma secondo
me non mi sta raccontando qualcosa."
Cora
disse con fare inquisitorio in
direzione del fratello.
"Non
c'era sotto niente Cora, non
essere paranoica."
"Sarà,
ma hai sempre scritto qui a BH
e i tuoi libri non ne hanno mai risentito. Perche questa improvvisa
voglia di
scappare?"
Derek
non rispose, si limitò a guardare
male la sorella. Stiles invece, non demorse:
"Ah
scrivi libri? Bello. Qualcosa che
magari posso aver letto?"
Stiles
gli aveva già fatto questa domanda
anni prima e così Derek gli aveva mostrato orgoglioso tutti
i suoi lavori;
perciò, stufo di questo giochetto, decise di rispondergli
per le rime.
"Non
penso sai. Scrivo per gente di un
certo livello, io."
"Hai
ragione, effettivamente fino a
qualche tempo fa avevo gusti pessimi, mi accontentavo di trascorrere il
mio
tempo in compagnia di personaggi mediocri, la cui storia era destinata
a finire
nel dimenticatoio. Ma ora sto cercando di migliorare sai? Ho capito che
non ho
tempo da sprecare, io."
Derek corrugò le
sopraciglia, e aggiunse quasi
un ringhio davanti al sorriso sereno di Stiles. La tensione si
percepiva, ma
Cora, all'oscuro di tutto, pensò che semplicemente cambiare
argomento avrebbe
allergito la tensione; peccato che scelse l'argomento più
sbagliato tra tutti
quelli a disposizione:
"Allora
Derek, come è andato
l'appuntamento di oggi? Con Amanda, vero?"
Stiles
quasi si strozzò con la pizza e
divenne paonazzo; Cora gli passò la bottiglia di bibita non
prestando
attenzione al fatto (effettivamente Stiles era talmente maldestro che
cose di
questo genere erano all'ordine del giorno).
"Bene,
abbiamo preso un caffè."
"Wow
un appuntamento? - Stiles non si
riuscì a trattenere - un appuntamento con un ragazza?"
"Si,
con una ragazza ovviamente."
"Ovviamente..
- fece verso Stiles - e
dimmi un po' a te come piacciono le ragazze? Questa Amanda per esempio
com'è?
Molto femminile? Un bel davanzale? Lunghi capelli e sguardo attraente?
Dolce?
Sexy?"
"Stiles!!!"
per fortuna
intervenne Cora
"Devi
scusarlo Der, Stiles è solo
molto curioso. E loquace. E poi lui è gay, quindi stai
tranquillo che non
chiede queste domande per rubarti la ragazza!" aggiunse ridendo.
Stiles
si ricompose e passo da uno sguardo
omicida a un sorriso canzonatorio:
"Esatto,
pulcino. Sono gay e non ho
nessun problema ad ammetterlo, io"
E fu
di nuovo il turno di Derek a esibire
lo sguardo assassino.
In
quel momento suonò il telefono di Stiles,
che magicamente alleggerì per un attimo la tensione di nuovo
creatasi. Il
ragazzo rispose al primo squillo:
"Ehi
Scott. Ciao amico dimmi"
Derek
alzò gli occhi al cielo. Durante la
loro relazione era sempre stato un po' geloso di questo Scott
perchè non era
mai riuscito a capire la amicizia fraterna che li univa; ma ogni volta
che
Derek iniziava a lamentarsi di questa storia, Stiles lo zittiva dicendo
che se
lo avesse conosciuto avrebbe capito, cosa che Derek si rifiutava,
ovviamente,
di fare.
"Stiles
dove sei?"
"Da
Cora. Perchè?"
"Come perchè?
Stasera dovevamo passare la
serata insieme! Torneo di Fifa visto che tuo padre ha il turno di
notte!
Ricordi?! Sono sulla porte di casa tua ad aspettarti!"
"Oooh
cavolo hai ragione! Mi sono
completamente dimenticato! Scusa scusa scusa. Arrivo subito"
Stiles chiuse il telefono e
si maledisse,
aveva concentrato la sua attenzione su Derek e si era dimenticato dei
suoi
impegni. Perciò gli mandò un occhiataccia e disse
a Cora:
"Pulcino
scusa devo andare. Scotty mi
sta aspettando! Grazie per la pizza e per il pomeriggio"
le
disse abbracciandola.
"Nessun
problema. Buona serata, ci
sentiamo domani!"
Poi
Stiles cercò di sfoderare lo sguardo
più gelido di cui era capace e aggiunse, con tono
sarcastico:
"Derek,
è stato davvero un piacere
conoscerti."
E se
ne andò senza aspettare una risposta.
Era
quasi arrivato alla sua jeep quando
sentì dei passi dietro di sè, e prima ancora che
potesse fare qualcosa, si
ritrovó una mano al collo e la schiena schiantata contro la
portiera. Il viso
di Derek era a due centimetri dal suo e gli stava urlando qualcosa
contro:
"Che
diavolo pensi di fare eh? Venire
a casa di mia sorella e lanciare tutta la sera frecciatine del genere?
Pensi di
essere spiritoso?"
"Tua
sorella mi ha invitato, mica mi
sono intrufolato dalla finestra! E mica era programmato sai? Cosa ne
potevo
sapere io che era tua sorella? Avete due cognomi diversi!! E se proprio
vogliamo dirla tutta tu cosa diavolo pensi di fare? Cosa ci fai qui eh?
Avevi
giurato di non tornare mai! Almeno questo me lo dovevi..."
A
queste parole Derek si calmo un poco e lascio andare Stiles, prese un
respiro e
rispose:
"Sono
tornato perchè Cora ne aveva
bisogno, non so cosa ti ha raccontato della sua vita prima di
trasferirsi qui
ma ha passato un brutto periodo e le volevo stare accanto."
"Si
me lo ha raccontato: era andata a
conoscere sua madre biologica dopo aver scoperto di essere stata
adottata...aspetta un attimo: è per questo che avete il
cognome diverso? Ha
preso quello della sua famiglia biologica?"
"Esatto."
Derek
fece un passo indietro e guardo
Stiles dritto negli occhi.
"Non
avevo previsto di
rincontrarti."
Stiles
ricambiò lo sguardo:
"Giusto
per mettere le cose in chiaro,
questo succederà ancora e finché tua sorella
vorrà passare del tempo con me io
saró in giro, non mi nasconderò mai
più per causa tua."
Poi,
senza aggiungere altro entró nella
jeep e si allontanò, mentre dallo specchietto retrovisore
poteva scorgere Derek
immobile guardarlo allontanarsi. Era una bella metafora di quella che
era stata
la loro relazione, pensò con un sospiro.
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Capitolo 3 *** 3. ***
Stiles parcheggiò la jeep
il più velocemente possibile e
corse alla porta di casa, dove uno Scott spazientito lo stava
aspettando. Non
appena vide arrivare l'amico, si alzò e si sfogò:
"Stiles che cavolo! Sono seduto sul
gradino da un ora
ti sembra norm...aspetta un attimo. Si può sapere cosa
è successo?
"Non è successo niente,
Scott. Ho solo fatto
tardi."
"E invece si che è
successo qualcosa. Hai la faccia
sconvolta, sembra quasi che hai visto un fantasma."
"Esagerato."
"Stiles sono serio. Cosa è
successo? Raccontami
dai."
"Niente Scotty, non mi va di
parlarne. Dai vieni
dentro."
I due ragazzi entrarono e Stiles si
mise a accendare la tv
per potere iniziare a giocare, ma Scott non lasciò perdere:
conosceva fin
troppo bene il suo amico e sapeva che qualcosa lo aveva scosso, non era
da lui
dimenticarsi delle loro serate e essere così taciturno
riguardo al motivo del
ritardo. Percio lo guardò fisso e gli disse:
"Stiles andiamo dimmi. Sono tuo
fratello, non puoi
mentirmi."
Stiles prese un respiro profondo e
dissi a bassa voce:
"L'ho visto."
Scott non aveva bisogno di chiedere a
chi si stava
riferendo.
"COSAA? QUEL BRUTTO VERME? COSA CI FA
QUI? DOV'É?"
"Scott calmati per la miseria! L'ho
visto e ci ho anche
parlato, gli ho tenuto testa sai?"
"Ha anche avuto la faccia di tosta di
parlarti? Come si
permette?"
"Scott andiamo ovvio che mi ha
parlato. Mica poteva far
finta di non conoscermi."
"Si invece, doveva. Non ha
più il diritto di neanche di
guardare nella tua direzione, figuriamoci rivolgerti la parola. E ora,
per una
buona volta, puoi dirmi chi diavolo è?"
"A che pro Scott? Così
puoi andare da lui e poi? Vuoi
fare a botte per vendicare il mio onore tradito? Non mi sembra proprio
una
buona idea."
"Davvero non capisco come tu possa
ancora
difenderlo."
"Non lo sto difendendo. Sto solo
mantenendo la promessa
che gli ho fatto, e comunque come ho detto non vorrei il tuo intervento
nella
faccenda. Me la cavo da solo!"
"Si è visto.."
Stiles gli lanciò un
occhiataccia: non c'era bisogno di
ricordargli come si era ridotto dopo aver gestito le cose da solo. Ma
comunque
non avrebbe tradito la parola data.
"Okay senti mi dispiace, davvero.
Solo vorrei che tu
capissi che non gli devi più nulla."
"Scott io ti voglio bene, e sei mio
fratello. Ma questo
non vuol dire che tu possa capire appieno la situazione."
"Ah si? E cosa non sto capendo
esattamente? Illuminami
ti prego."
"Non ti ho detto niente per due anni,
ti ho solo detto
che frequentavo un ragazzo e nulla di più. Poi
improvvisamente mi hai visto
cadere nella depressione e mi hai ascoltato quando ti raccontavo il
male che mi
aveva fatto. Ma nei due anni vissuti insieme, lui mi ha fatto stare
bene. Visto
che non te ne parlavo, non puoi sapere quanto io fossi profondamente
felice
insieme a lui. Mi
ha regalato attimi di
pura gioia e mi ha fatto capire cosa sia il vero amore. Aspetta non
interrompermi... lo so cosa stai per dire, che non era vero amore se
poi mi ha
lasciato spezzandomi il cuore. Ma io lo so, lui non mi ha lasciato
perchè non
mi amava veramente, ma perchè non era pronto ad accettarsi e
di conseguenza non
potevamo vivere una relazione nel modo giusto. Questo lo ho capito col
tempo.
Quello che sto cercando di dirti è che c'era anche del buono
in lui, in
noi."
Scott lo guardò con gli
occhi spalancati e anche Stiles stesso
si sorprese del suo discorso: aveva detto ad alta voce una
verità che
probabilmente aveva sempre saputo, ma il dolore che aveva provato era
stato
troppo, gli aveva offuscato la testa e aveva avuto bisogno di riversare
il suo
dolore nell'odio verso colui che gli aveva portato via la
felicità. Solo ora,
dopo averlo rivisto a mente lucida, si rese conto che probabilmente era
Derek
quello a soffrire di più: non essere in grado di poter
essere se stessi
liberamente deve essere davvero brutto.
"Tu sei troppo buono, Stiles. Vedi il
lato positivo
anche in persone che non lo meritano. Ma per fortuna ci sono io a
compensare e
a odiare lo stronzo galattico anche per te. In ogni caso mi sembri
più
tranquillo ora, quindi direi che è ora di accendere la
play!!"
"Concordo. Preparati a perdere!"
I
due
passarono il resto della serata serenamente, e dopo otto partite (tutte
perse
da Stiles), due pacchetti di patatine e una confezione di birra, erano
entrambi
a letto. Scott già russava, ma Stiles non riusciva ad
addormentarsi; era stata
una serata ricca di emozioni: il colpo al cuore nel momento in cui lo
aveva
ri-visto, il dover comportarsi normalmente davanti a Cora, e poi ancora
l'incontro ravvicinato vicino alla sua jeep durante il quale lo aveva
guardato
negli occhi e li aveva trovati indecifrabili. E infine la chiacchierata
con
Scott, che gli aveva permesso di fare chiarezza nel turbine che aveva
in testa.
Inevitabilmente
la sua mente cominciò a perdersi tra i ricordi. Quello che
aveva detto a suo
fratello era vero, con Derek aveva passato momenti magici e si era
sentito
semplicemente beato.
Ripensò
a il
loro primo bacio: Stiles gli si era praticamente buttato contro, non
riuscendo
più a trattenersi; era dalla prima volta che lo aveva visto
che si chiedeva che
sapore avessero quelle labbra invitanti. Derek lo aveva spinto via e lo
aveva
guardato perplesso, ma passato il momento di confusione si era
precipitato tra
le braccia di Stiles e i due si erano scambiati un bacio passionale, di
quelli
che ti fa tremare le ginocchia.
Ripensò
alla
prima volta che Derek lo aveva invitato a casa sua, all'agitazione che
aveva
provato per tutto il pomeriggio e a come invece si era sentito
perfettamente
sereno una volta passata la soglia di casa. Derek aveva cucinato per
lui e
avevano avuto il loro primo appuntamento, durante il quale avevano
parlato
talmente tanto che Stiles era tornato a casa alle 4 di notte, non
capacitando
di come si fosse fatto così tardi.
Da
quel
momento in poi era iniziata la loro storia, e il tenerlo segreto
all'inizio
aggiungeva quel brivido e quell'eccitazione in più che gli
faceva passare
interi weekend a letto, a coccolarsi tra le lenzuola, a ridere e a
baciarsi e a
parlare, senza mai avere la voglia di alzarsi, perchè il
loro mondo era tutto
lì e a loro non serviva altro.
Ripensò
a
come tutti i pomeriggi dopo scuola lui andava nel loft di Derek, il
quale gli
aveva dato una chiave quasi subito. Quel posto era diventata la sua
seconda
casa, oltre che al loro rifugio di amore.
Il
giorno
dopo si svegliarono tardi, perciò dovettero prepararsi in
fretta e furia per
gli impegni della giornata: Scott doveva uscire con Allison, mentre
Stiles era
stato costretto da Lydia ad andare al centro commerciale,
perchè l'amica aveva
bisogno di compagnia per lo shopping.
Così
Stiles
si era ritrovato a passare il sabato pomeriggio trascinato da un
negozio
all'altro.
"Wow!
Guarda che bella questa camicia! Dai Stiles provala!!"
"Basta
Lyds, ho già comprato una felpa, due magliette e un paio di
jeans che neanche
mi servivano! Davvero non so come fai ogni volta a convincermi a
spendere soldi
che non ho per vestiti di cui non ho bisogno!"
"Oh andiamo provala e basta! Sono
sicura che ti sta
benissimo!"
Stiles si arrese subito, con gli anni
aveva imparato che era
inutile discutere con l'amica quando si metteva in testa qualcosa.
Così entrò
in camerino e indossò la camicia, si guardò allo
specchio e...doveva ammettere
che gli piaceva proprio come gli stava.
"Forza Stiles esci! Voglio vedere
anche io!"
Stiles uscì e, non appena
fu davanti a Lydia, quella battè
le mani come una bambina felice.
"Wow! Te le devo proprio dire, ti sta
d'incanto. Devi
prenderla."
"Beh peccato che non ho
più soldi."
"Mmm vorrà dire che
sarà un mio regalo, in cambio di
avermi sopportato tutto il pomeriggio."
"Grazie Lyds ma non ce ne
è bisogno, davvero."
"Invece sì, ti fa proprio
un bel figurino! Tanto che,
se non ti conoscessi, quasi quasi un pensierino ce lo farei.."
"Ah ah ah certo come no! Va bene dai
accetto, ma questo
è l'ultimo negozio. Ora andiamo al supermercato qui di
fronte che sto morendo
di fame."
I due stavano vagando per la corsia
del biscotti, indecisi
su quale marca scegliere, quando sentirono uno sbuffo e un'imprecazione
venire
da una ragazza lì di fianco. Si avvicinarono e..
"Pulcino! Che ci fai qui? E
perchè ce l'hai con la
confezione di lievito?"
"Perchè sembrano tutte
uguali e non capisco quale devo
prendere. Ufff"
"Dipende cosa devi cucinare.."
"Un dolce. Voglio fare un dolce."
"Sei sicura? Tu vuoi utilizzare un
forno senza la
supervisione di un adulto?"
"Io sono una adulta ormai sai? É proprio per questo che
devo
imparare a fare cose come cucinare. Ma sai cosa ti dico? Hai ragione
tu, meglio
lasciar perdere, comprerò una torta già pronta."
"Cora non lo ascoltare, solo
perchè Stiles sa sfornare
qualche biscotto si sente il re della cucina. Sicuramente riuscirai
benissimo
anche tu e la tua torta sarà deliziosa."
"Scusa cosa? I miei biscotti sono la
fine del mondo e
lo sai benissimo anche tu. L'ultima volta ne hai mangiati una scatola
intera in
un pomeriggio. Comunque facciamo così, ti aiuto io a fare la
torta. Solo perchè
è la prima volta, poi una volta imparati i passaggi
fondamentali potrai
diventare anche tu brava quanto me...beh ti ci puoi avvicinare, io sono
imbattibile!"
Le due ragazze alzarono entrambe gli
occhi al cielo: Stiles
era davvero bravo a fare dolci, ma se ne vantava decisamente troppo.
Cora
comunque decise di accettare.
"Domani? Vieni da me?"
"Okay affare fatto."
"Ehi aspettate. Poi però
la voglio assaggiare anche io
la prima torta di Cora. Facciamo così: voi la cucinate e poi
venite da me,
avviso anche gli altri e facciamo una merenda tutti insieme ok? Io
magari
potrei cucinare dei muffin mmm..."
"Mmm si buoni! E diciamo a Scott di
portare il budino
di Melissa: è buonissimo!"
Così i tre ragazzi si
misero a organizzare il menù per la
super merenda del giorno dopo e, dopo aver comprato gli ingredienti
necessari
(Cora non ne aveva azzeccato neanche uno giusto), avvisarono i loro
amici e si
diedero appuntamento per il giorno dopo.
Tornando
a
casa, Stiles non potè fare a meno di chiedersi se l'indomani
avrebbe rivisto
Derek. Era domenica quindi probabilmente sarebbe andato a trovare la
sorella
per passare un po' di tempo insieme. Più pensava alla
possibilità di rivederlo,
meno gli era chiaro cosa provava a riguardo: ne sarebbe stato felice? o
avrebbe
preferito evitarlo?
Decise
infine che era inutile pensarci, molto probabilmente in meno di 24 ore
avrebbe
avuto una risposta.
Angolo autrice
ciao a tutti! un messaggio veloce per
dirvi che spero che
questa storia vi stia piacendo quanto a me sta piacendo scriverla...e
vi
ricordo che chiunque avesse voglia di lasciarmi una recensione mi
farebbe
davvero felice! :)
|
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Capitolo 4 *** 4. ***
"No no nooo Cora cosa stai facendo?"
"Hai detto tu di tagliare le fragole!"
"Si ma tu le stai distruggendo,
triturando,
spappolando. Si può sapere che ti hanno fatto povere
fragoline?"
Cora alza gli occhi al cielo per
l'ennesima volta quel
pomeriggio: non ne sta combinando una giusta e in più al
minimo errore Stiles
mette su una tragedia che neanche gli autori greci.
"Okay fai tu. Mi arrendo!"
"No invece che non ti arrendi! Mi
devi aiutare: Scott
ci passa a prendere tra un ora e ancora non siamo riusciti a mettere
insieme
niente che sia commestibile!"
"E che importa? Tanto ci
sarà comunque un sacco da
mangiare anche senza la nostra torta!"
"Smettila di essere così
negativa, ce la faremo e sarà
buonissima. Ora ricominciamo da capo, va bene? Tu taglia queste altre
fragole
semplicemente a metà, io intanto sciolgo il cioccolato a
bagnomaria."
"A bagnomaria? Cosa fai ti inventi le
parole ora per
confondermi ulteriormente?"
Stiles non riesce a trattenere
un'altra risata, ma
all'occhiataccia di Cora si affretta a spiegarle:
"No pulcino è una tecnica
molto usata, e non inventata
da me giuro. Proprio non capisco come ti sia venuta questa idea del
dolce,
direi che è ormai appurato che la cucina non sia un tuo
talento."
Cora si fa seria per un momento e
decide di spiegare a
Stiles:
"Tra qualche giorno è il
mio compleanno, e sinceramente
non mi va proprio di festeggiare, però volevo comunque avere
una torta da
dividere con Derek. La torta è sempre stata la cosa che
preferivo della mia
festa di compleanno. Sai per noi sono sempre stati una ricorrenza da
festeggiare in famiglia: di solito facevamo una grigliata, o un picnic
ma io
cercavo di mangiare sempre poco per poi abbuffarmi della torta, mi
piaceva
l'idea che qualcosa di così buono e così bello
fosse stato fatto apposta per me
e non volevo che ne venisse lasciata neanche una briciola. Da quando i
nostri
genitori, anzi i miei genitori adottivi, non ci sono più non
abbiamo più
festeggiato, non come una volta almeno. Negli scorsi anni
però, quando sono
stata con la mia famiglia biologica, loro si sono sentiti in dovere di
organizzarmi una piccola festa, anche se ormai io vivevo quel giorno da
una
nuova prospettiva: è in quel giorno che tanti anni fa loro
hanno deciso che non
mi volevano, che non volevano crescermi come figlia loro. Anche se sono
stata
contenta di averli conosciuti, non li ho mai considerati veramente la
mia
famiglia. La mia famiglia oramai è Derek, ho solo lui."
Stiles la guardò triste:
erano rarissimi i momenti in cui
Cora mostrava il suo lato più tenero, più
sensibile e sapeva bene che lui era
uno dei pochi, se non l'unico, col quale riusciva ad aprirsi.
Perciò
l'abbracciò forte e le disse:
"Hai anche me ora."
Cora, che non era tipa da contatto
fisico, lo strinse forte
per un attimo e poi sciolse subito l'abbraccio per gridargli contro:
"Stiles!! Mi hai sporcato tutta di
cioccolato!
Mannaggia a te e alle tue manacce sporche!"
Effettivamente
i capelli di Cora erano un disastro, e Stiles scoppiò a
ridere alla vista della
amica che cercava di togliersi i vari pezzetti di cioccolata dai
capelli.
L'amica lo sentì e, con sguardo vendicativo, prese una
manciata di farina e
gliela tirò dritta in faccia. Stiles fu colta completamente
alla sprovvista, tanto
che un po' gli finì in gola e cominciò cosi a
tossire cercando di non
strozzarsi.
Cora
era
piegata in due dalle risate, e presto anche Stiles iniziò a
sghignazzare.
Quando l'attacco di ridarella dei due si fu calmato, si lavarono via il
grosso
dello sporco e Stiles, che non voleva fallire il loro compito, si
rimise
all'opera dando ordini a Cora che puntualmente rispondeva con uno
sbuffo. Ma
piano piano erano riusciti ad arrivare a fine ricetta e così
infornarono il
composto e impostarono il timer.
"Pulcino dai che ora manca solo
montare la panna e
abbiamo finito."
"No dai facciamolo dopo. Ora pausa
divano, sono stanca.
Dai dai andiamo."
"Manco avessi corso una maratona."
"Guarda che cucinare è
stancante, sopratutto se in
compagnia di qualcuno che ti comanda a bacchetta."
disse Cora facendogli la linguaccia.
Si sedettero sul divano e Cora disse:
"Ah Stiles, ho detto a mio fratello
di passare a
trovarmi oggi. Volevo far assaggiare anche a lui un pezzo del mio
capolavoro
culinario! Spero non sia un problema..."
"Ehm no certo figurati
perchè dovrebbe essere un
problema?"
"Beh ecco l'altra sera, quando vi
siete conosciuti, mi
è sembrato che ti fosse sembrato un po' antipatico. E lo so hai ragione,
all'inizio può fare
questa impressione ma ti assicuro che è la persona
più buona del mondo, solo ci
mette un pochino ad aprirsi. E anche quando si apre ha sempre e
comunque quel
cipiglio corrucciato, ma non è perchè
è antipatico. Anzi sai, io credo che lui
sia infelice. Soprattutto nell'ultimo periodo, non so cosa gli sia
successo
però."
Stiles non sapeva cosa dire. Tutto
ciò che l'amica aveva
detto era assolutamente vero e probabilmente lui lo sapeva meglio di
tutti.
Vederla così preoccupata e accorata di difendere il
fratello, non chè il solo
sentire parlare di Derek, gli aveva fatto torcere il fondo dello
stomaco. Si
accorse che era in silenzio da un po' troppo tempo, e non volendo
insospettire
Cora, cercò di scherzarci sopra.
"Wow pulcino, tutte queste parole
messe insieme in
un'unica frase? Sono stupito, ti starò forse contagiando con
la mia
parlantina?"
Cora in tutta risposta gli fece una
linguaccia.
"Ecco appunto sei tornata te stessa
vedo. Comunicare
come i bambini è decisamente più nel tuo stile."
Cora rise ma poi tornò
subito seria:
"Beh non mi hai risposto comunque."
"A cosa?"
"É
un problema?"
In quel momento suonò il
campanello, salvando Stiles da una
domanda la cui risposta sarebbe stata troppo complessa e a cui comunque
non
avrebbe potuto rispondere sinceramente.
"Beh direi che ormai è
inutile rispondere, no? Vai pure
ad aprire, io vado a controllare la torta."
Stiles, una volta entrato in cucina
da solo, sì senti un po'
nervoso e non volendo stare lì impalato con le mani in mano,
decise di
cominciare a montare la panna che sarebbe servita per accompagnare la
torta.
Mentre sbatteva con la frusta la
panna liquida, sentì la
conversazione dei due fratelli che si stavano avvicinando:
"Dai vieni, la torta dovrebbe essere
quasi pronta. Ho
scoperto di essere un vero disastro, probabilmente avrei messo il sale
al posto
dello zucchero, ma per fortuna è venuto Stiles ad aiut.."
"Stiles è qui?"
"Si perchè?"
"Io...forse è meglio che
vada"
"Cosa? No non se ne parla. Davvero
non riesco a capire
perchè voi due non vi piacciate, ti assicuro che Stiles
è il migliore amico che
si possa desiderare e se te la stai prendendo perchè l'altra
sera è stato un
po' sfacciato...beh lui è fatto così,
è estroverso ma non vuole essere
invadente. Dai ti prego dagli un'altra possibilità! E poi ci
tengo veramente che
assaggi la mia torta!"
"E va bene, ma togliti
quell'espressione da cucciolo
smarrito che non convinci nessuno."
"Grazie! Dai vieni."
Stiles si affrettò a
sembrare occupato, per non fare capire
che si era fermato e aveva teso le orecchie il più possibile
quando aveva
sentito il suo nome. Così quel codardo aveva veramente
tentato la fuga? Avrebbe
dato buca alla sorella solo per evitare qualche altra frecciatina? Beh
Stiles
gliela avrebbe fatta pagare. Continuò a montare la panna
come se nulla fosse,
finché i due fratelli non entrarono nella sua visuale.
"Ehi Stiles è arrivato
Derek, non vede l'ora di
assaggiare la nostra torta."
"E ci credo, deve aver capito che
queste mani sanno
fare magie."
e assicuratosi che Cora fosse di
spalle per controllare la
torta in forno, Stiles azzardò anche un occhiolino all'uomo
che corrucciò un
sopracciglio. In tutta risposta Stiles gli sorrise apertamente e poi
raggiunse
Cora.
"Allora pulcino che dici? Come sta
venendo?"
"Boh! Però il profumo che
esce dal forno è buono,
no?"
"Mmm si decisamente. Secondo te
Derek? Ti ispira quel
che riesci a vedere da li?"
Derek alzò gli occhi al
cielo, il ragazzino era sempre stato
sfacciato ma ora stava decisamente esagerando. Lo ignorò
completamente e si
rivolse alla sorella:
"Sono sicuro che sarà
buonissima."
"Anche secondo me. D'altronde io e
Stiles ci siamo
impegnati un sacco. E di solito nei compiti che facciamo insieme poi
prendiamo
sempre bei voti."
"Beh non un insufficienza grave per
lo meno.."
"Che è decisamente meglio
di quello che otterrai io a
lavorare da sola."
"Questo è poco ma sicuro"
e poi schioccandole un
bacio sulla tempia aggiunse "siamo proprio un duo che funzioniamo bene,
io
e te...chi lo avrebbe mai detto? Hale e Stilinski possono
effettivamente
formare una bella coppia"
E questa volta davvero non aveva
intenzione di mandare
nessun doppio senso, ma ogni occasione sembrava buona per rincarnare la
dose.
Derek sbuffò, mentre Cora
lo guardò confusa per un momento,
non capendo quell'ultima frase, poi si ricordò che stava
parlando con Stiles,
campione olimpico di parlate a vanvara, perciò semplicemente
gli sorrise e poi
si rivolse al fratello:
"A proposito di coppie, dimmi un po'.
La ragazza del
caffè?"
"É
finita."
"Ma come? Di già? Dopo un
appuntamento! Come fai a
sapere che non era quella giusta per te?"
"Lo so e basta."
"Non è vero, Der! Tu non
ci provi nemmeno."
"Si Cora, ci provo. Ma nessuna di
loro mi può dare
quello che sto cercando."
"E cosa stai cercando?"
Stavolta fu il turno di Derek di
guardare Stiles dritto
negli occhi e dire:
"La persona giusta per me."
Stiles però, a cui non
andava di essere preso in giro, torno
alla sua postazione per montare la panna e una volta finito
inserì un dito
nella ciotola e ne prese su una buona quantità, e senza
neanche controllare
cosa stesse facendo Cora, si mise il dito in bocca e lo succhio con
fare
provocante, fissando Derek negli occhi, quasi a volergli dire: lo so
che è
questo che stai cercando. Derek rispose con un ringhio vero e proprio,
che
fortunatamente fu per lo più coperto dal timer che suonava a
tutto volume.
"É
pronta! Forza spegni il forno pulcino prima che si bruci.
La pasticceria è un arte e i tempi fanno rispettati alla
perfezione."
Cora alzò gli occhi al
cielo, ma comunque fece come le era
stato detto.
"Però tirala fuori tu dal
forno, io sicuro mi
brucio."
Una volta che la torta fu al sicuro
sul tavolo, Cora
annunciò che sarebbe andata a farsi una doccia veloce per
togliersi il
cioccolato dai capelli.
Non appena i due furono rimasti soli,
Derek si scaglio
contro il ragazzino e lo spintonò in malo modo.
'Ci risiamo' pensò Stiles,
preparandosi al secondo scontro
nel giro di due giorni, con colui che aveva pensato di non rivedere mai
più.
|
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Capitolo 5 *** 5. ***
"Ti piace ancora la violenza eh?"
"Si può sapere
qual'è il tuo problema?"
Derek gli urla in faccia.
"Nessun problema, amico."
"Amico Stiles? Seriamente?"
"Senti ti spiace mettermi
giù? Mi stai facendo
male."
Stiles sente lasciare la presa, ma
quando fa per andarsene
sente una mano che gli afferra il polso.
"Sono serio. Rispondimi.
Perchè fai così?"
"Cosi come Derek? Sto facendo
qualcosa che ti
infastidisce? Beh tanto meglio."
"Si, si che stai facendo qualcosa che
mi infastidisce.
Mi provochi in continuazione, lanci frecciatine ben poco velate. E
davanti a
mia sorella anche."
"Interpreta quello che dico come
vuoi, ma il mio mondo
non gira intorno a te. Non più comunque. E poi da che
pulpito! Anche tu ti sei
messo a dire frasette del cazzo in codice."
"Si Stiles, praticamente ti ho detto
che so che sei tu
la persona giusta per me, e tu di ricambio ti succhi il dito. Non mi
sembra la
stessa cosa."
"Non esagerare, tu hai solo detto che
hai lasciato la
tua ragazza di copertura."
"Lo sai benissimo che ho detto
più di questo."
"No invece Derek, no che non lo so.
Senti un consiglio
per la vita: finchè le cose non le dici, la gente non
può saperle. Non bastano
le conversazioni con gli occhi. Impara a comunicare."
"Stiles che cazzo non lo vedi? Io ci
sto
provando."
"Ci stai provando? Cosa credi di star
facendo scusa?"
Derek lo fissa dritto negli occhi,
alza un sopraciglio e
Stiles capisce.
"Tu sei pazzo. Cosa ti sei messo in
testa? Che solo
perchè hai detto a una ragazza qualunque che non vuoi
più prendere caffè con
lei io mi debba rituffare tra le tue braccia?"
"No Stiles, ma cazzo cerca di vederlo
che è un passo
avanti. Ho deciso di smettere di perdere tempo in queste uscite e
questo solo
per te."
"Per me? Non mi devi più
nulla. E io non ti devo più
nulla. Perciò fai quel cazzo che ti pare."
"Non dire così. Lo sai che
non ho mai smesso di
volerti."
"No. Non osare neanche dirlo. Tu non
meriti di volermi.
Ti devo ricordare come mi hai definito quando ci siamo lasciati? E
adesso hai
il coraggio di dirmi che tu vuoi un abominio, uno scherzo della natura?"
Derek lo guarda confuso e poi
capisce.
"No no no Stiles. Non parlavo di te e
lo sai, tutto
quello che ho detto era riferito a me. Non ti avrei mai detto quelle
cose."
"Derek svegliati: ti sei definito
così perchè sei gay,
e l'ultima volto che ho controllato lo sono anche io."
"Stiles no ti prego, non pensarla
così."
"Come altro dovrei vederla eh?"
"Io-io..non lo so! Non lo so ok? So
solo che sono mesi
che sto di merda e non sapevo più come andare avanti e so
che ci sto provando.
Ho capito che ai tuoi occhi non sto avanzando, ma per me sono passi da
giganti."
"No invece, tu non hai capito niente.
Perchè tu non hai
idea di cosa ho passato io negli ultimi mesi. Io mi sono sentito morto
dentro. Tu
sei stato di merda? Beh peggio per te, è stata una
conseguenza di una tua
azione, di una tua decisione. Io mi sono visto portare via la
felicità da un
giorno all'altro, dalla stessa persona che era la mia
felicità."
"Sei tu che mi hai dato un ultimatum!"
"Erano due anni che aspettavo! E io
avrei fatto di
tutto per te, tutto. E tu non hai fatto niente per dimostrarmi quello
che
provavi. E ora dovrei stare qui, davanti a te, a rivivere quei e a
sentirti
dire che mi vuoi ancora? Non ti rendi conto che cos' mi fai male? Mi
fai male
cazzo!"
Derek stava per rispondere, ma vide
Stiles fissare un punto
dietro le sue spalle. Si girò anche lui e vide sua sorella
che li guardava con
occhi spalancati.
"St-Stiles, Scott è g-giu
che ci aspetta."
A Cora trema la voce e non riesce a
togliersi dal viso una
espressione sbalordita.
Stiles si asciuga una lacrima che gli
era sfuggita e cerca
di ricomporsi, prende un respiro profondo e concentra tutta la sua
attenzione
sull'amica.
"Ok pulcino tu prendi la torta, io
arrivo subito."
Da quel momento tutto si svolge nel
più assoluto silenzio,
interrotto solo da Derek che chiama debolmente sua sorella, la quale
però si
limita a mandargli un occhiataccia senza rispondere. Derek allora
affera la
giacca e se ne va; Stiles si sciacqua velocemente il viso e cerca di
ignorare
il dolore al petto che prepotente minaccia di tornare; Cora prende il
vassoio
distrattamente e va ad aspettare l'amico all'ingresso.
Cora tenta di dire qualcosa, ma
Stiles non la ascolta
nemmeno e si limita a dirle:
"Non una parola con nessuno.
Promesso?"
Cora annuisce.
Vedono Scott che gli sta allegramente
salutando dal
finestrino della macchina e i due si preparano a mettere su un sorriso,
anche
se tirato, per quella uscita, che ora è l'ultima cosa che
vorrebbero fare.
I ragazzi erano a casa di Lydia,
intenti a mettere in tavola
la montagna di dolci che erano stati portati. Stiles stava riuscendo a
fingere
che fosse tutto nella norma abbastanza bene: si era allenato per mesi
dopo la
fine della storia con Derek per tenere all'oscuro della sua sofferenza
almeno
il padre, che non voleva far preoccupare. Cosi ogni mattina scendeva a
far
colazione e si sforzava di fare conversazione per quei 10 minuti
giornalieri,
dopo di che poteva lasciarsi di nuovo andare, fino alla mattina
successiva. Stava
parlando con Allyson, anche se più che davvero conversare
Stiles si limitava a
cercare di ascoltarla e annuire al momento giusto. Cora non ci provava
neanche,
se ne stava ferma a fissare Stiles; i suoi occhi però non
erano gli unici che
Stiles si sentiva addosso, infatti quando alzò lo sguardo si
accorse che Scott
lo stava squadrando con fare inquisitorio. Perfetto, anche suo fratello
aveva
capito che qualcosa non andava. Cercò comunque di rimandare
il terzo grado di
entrambi il più a lungo possibile: si era reso conto che un
pomeriggio coi suoi
amici non poteva fargli male, magari sarebbero riusciti a distrarlo un
po' e
dopo lui avrebbe potuto pensare più lucidamente.
Perciò lanciò un occhiataccia
a Cora, che spostò lo sguardo, e sussurrò un
veloce "dopo" a Scott
quando gli passò di fianco, che annuì poco
convinto.
"Wow Cora la torta è
venuta benissimo!" disse
Lydia.
"Vero, è super buona."
confermò Allyson.
"Se non dovessi stare a dieta per
scolpire i miei
addominali, ne prenderei un'altra fretta!" aggiunse Jackson.
"Ehm grazie. Stiles mi ha aiutato."
Continuarono a mangiare e a
scambiarsi complimenti, finchè
non furono tutti soddisfatti e con la pancia piena. Si persero in
chiacchiere
leggere, relative a argomenti come il compito del giorno dopo,
all'ultimo film
uscito che Lydia voleva assolutamente vedere (uno romantico,
ovviamente) e alla
partita di Lacrosse che Scott e Jackson avrebbero dovuto giocare quella
settimana. Stiles stava finalmente partecipando attivamente alla
conversazione,
iniziando anche a divertirsi veramente:
"Io punto tutti i miei soldi
sull'altra squadra: se
gioca Jackson non potete che perdere!"
"Stilinski sei un infame, vedrai che
segnerò e te lo
dedicherò anche!"
"Ooh che dolce!"
"Ehi campione, caso mai i tuoi goal
li devi dedicare a
me!"
"Certo amore, tutti per te sono.
Vorrà dire che
Stilinski dedicherò un dito medio."
"Non ti preoccupare fratello, ti
dedicherò uno dei
miei."
"Meno male ci sei tu Scottino. Tanto
Allison ormai lo
sa che ti deve dividere con me!"
"Nfon cffe pfrofblemfa, ifio sfofno
ffeflifce cfoi
mfiei bfiscoftfi."
Tutti risero, vedendo Allyson tutta
sorridente col suo
biscotto come una bimba di 3 anni. Tutti tranne Cora, che non riusciva
proprio
a divertirsi, perciò non si trattenne più e sopra
le risate degli altri disse
seria:
"Stiles posso parlarti un secondo?"
"Non ora pulcino."
"Si invece ora."
"Dopo."
"Stiles."
"No Cora, può aspettare."
"Invece non può proprio
più aspettare. Non farmi
infrangere la promessa solo perchè mi sta per esplodere il
cervello e nel caso
non so proprio cosa potrei dire. "
I due si guardarono in cagnesco, e
tutti gli altri li
osservarono confusi, non capendo il perchè di quella
improvvisa tensione, nè a
che promessa si stesse riferendo la ragazza.
"Uff, va bene" - e poi aggiunse agli
altri -
"torniamo subito."
Mentre seguiva Cora in giardino
sentì Lydia chiedere a Scott
spiegazioni, il quale però si limitò a scuotere
la testa.
Cora si posizionò di
fronte a Stiles e alzò un sopraciglio,
in attesa di spiegazioni. Ma Stiles disse solo:
"Non avremo questa conversazione
Cora."
"Oh si che la avremo invece."
"No, ormai sai quello che
c'è da sapere, ti avevo già
raccontato tutto e questo non lo posso cambiare. Ma questo è
tutto ciò che ho
da dirti."
"Stai scherzando spero. Ho appena
scoperto che il verme
schifoso è mio fratello e tu non ne vuoi parlare?"
"Proprio per questo non ne possiamo
parlare. Non ho
intenzione di metterti in mezzo a questa situazione."
"Ma ci sono già in mezzo."
"No, solo perchè sai cosa
è successo non devi stare in
mezzo. Se ne parlassimo, finiresti per dover scegliere tra tuo fratello
e me, e
non vorrei mai una cosa del genere."
"Ma tu sei mio amico, voglio aiutarti
se stai
male."
"Mi aiuti anche se non ne parliamo
apertamente, in
fondo non lo abbiamo mai fatto in questi mesi e mi sei comunque stata
accanto.
"
Cora sapeva che aveva ragione, e
Stiles glielo lesse in
faccia. Perciò si avvicinò con un sorriso
vittorioso e le mise un braccio
intorno alla vita.
"Mi dispiace che tu lo abbia scoperto
così
pulcino."
"Non importa, anzi sono contenta di
saperlo. Ora posso
stargli accanto, anche se non se lo meriterebbe."
"Tu hai sentito solo la mia versione
della storia,
ascolta anche la sua. E non osare rovinare il rapporto con tuo fratello
a causa
mia, ok?"
"Ok."
Poi Cora, per alleggerire il momento
carico di tensione,
fece una finta faccia schifata e gli spostò il braccio dal
suo corpo.
"Eww ho appena realizzato che tu con
queste mani hai
fatto le cose zozze con mio fratello! Non mi toccare mai
più!!"
Stiles la guardò sconvolta
e poi scoppiò a ridere, e si mise
a rincorrerla per il giardino come se giocassero a mosca cieca. Mentre
Stiles
aveva afferrato Cora e la stava sollevando, fece il suo ingresso in
giardino Scott,
il quale però, dopo aver constato che il suo amico stava
ridendo spensierato,
decise che il "dopo" poteva aspettare.
Angolo
autrice
Non sono troppo soddisfatta di questo
capitolo, avrei voluto
rendere la litigata con Derek molto più intensa, ma dopo
averla riscritta 8 volte
ho capito che meglio di così non sarei riuscita a fare. A
parte questo spero vi
stiate appassionando a questa storia, e vi ricordo che le recensioni
sono più
che apprezzate!!
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