La parte più bella del mio cuore

di mrdere
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Angolo autrice:
Ciao a tuttii! Questa è in assoluto la prima ff che pubblico, quindi siate clementi!
Ho questa storia in testa da un paio di giorni e semplicemente ho dovuto scriverla, più o meno ho gia in mente tutto il continuo quindi i capitoli usciranno abbastanza in fretta (devo solo trovare il tempo di scriverli). Le recensioni sarebbero piu che gradite, sia positive sia qualsiasi tipo di critica/suggerimento!!
Buona lettura :)

Capitolo 1.
Cora era una delle sue migliori amiche, se non la migliore, nonostante si conoscessero da soli pochi mesi. Era subito scattato un clic ed era stato come se si fossero sempre conosciuti. Con lei riusciva a parlare di tutto, lo faceva ridere a crepapelle ed era stata una parte importante nel processo di "guarigione".
Oh si, perché Stiles aveva avuto davvero bisogno di guarire dopo una delusione d'amore catastrofica, di quelle che sembrano ucciderti. Era stato male per mesi durante i quali gli era sembrato che non potesse mai piu provare neanche un briciolo di felicità. Ma poi, piano piano, grazie al sostegno dei suoi amici, che gli avevano dimostrato tutti, chi in un modo chi in un altro, il loro affetto, Stiles si era ripreso.
 
Lydia, la sua più vecchia amica, aveva deciso che tenere corpo e mente occupati sarebbe stata una buona soluzione e quindi per mesi e mesi lo aveva trascinato a eventi, mostre, feste, cinema e aveva addirittura organizzato un paio di weekend da trascorrere nella sua casa al lago tutti insieme. All'inizio Lyds era sì riuscita a far uscire Stiles di casa, però la mente dell'amico rimaneva totalmente assente. Ma lei non si era arresa e infatti piano piano era riuscita a coinvolgere davvero il suo amico in tantissime attività a cui Stiles si era davvero appassionato. Ripensando a tutto l'impegno che ci aveva messo, Stiles sentì il cuore scaldarsi. Le voleva davvero bene. Jackson, amico-nemico fin dai tempi del nido, aveva fatto ciò su cui si basa la loro intera amicizia: scherzi e scherzi. Stiles inizialmente neanche se ne accorgeva, ma a lungo andare la sua parte competitiva e vendicativa era uscita nuovamente fuori, e aveva dovuto vendicarsi di ognuno di essi. Jackson, coperto di vernice blu dalla testa ai piedi (lo scherzo era venuto perfettamente), era riuscito a fare l'impossibile: farlo ridere di nuovo. Ripensandoci a Stiles spunto un sorrisetto..e si ricordò di stare all'erta, prima o poi quel cretino gliela avrebbe fatta pagare!
Anche Allison aveva contribuito, con la dolcezza che la contraddistingue: lo aveva ascoltato sfogarsi non si sa quante volte e, non appena Stiles si calmava un minimo, lei gli dava un forte abbraccio e gli ripeteva che lui meritava solo il meglio e se anche ora lui riusciva a vedere quello che era successo solo come un enorme tragedia, in realtà era meglio cosi. Solo ora aveva capito che la sua amica aveva assolutamente ragione.
E infine, Scott. Ovviamente suo fratello (non era suo fratello di sangue ma chiunque dicesse il contrario si beccava occhiatacce da entrambi) aveva avuto il ruolo più difficile ma allo stesso tempo più facile di tutti: era stato con lui. Aveva trascorso ore e ore anche a non far niente in compagnia di Stiles perché sapeva che l'amico non appena sarebbe rimasto solo sarebbe crollato. Aveva rinunciato a passare tempo con Ally, aveva rinunciato agli allenamenti, si era fatto sostituire a lavoro solo per stare con lui a giocare alla play e a mangiare cibo spazzatura. A ripensare a tutto ciò Stiles si senti davvero ma davvero fortunato.
E tornando a Cora.. beh lei era stata semplicemente una boccata di aria fresca, essenziale per tornare veramente a respirare e a vivere. Era entrata nella sua vita senza che lui neanche se ne rendesse conto e subito avevano legato, tanto che solo a lei (oltre che a Scott) Stiles aveva raccontato tutta la storia.
 
Stiles ripensò a quel giorno: erano in camera sua a studiare e a un certo punto Cora aveva semplicemente alzato la testa dai libri e aveva detto:
 
"Dimmelo. Voglio sapere cosa ti sta divorando, cosi posso prendere a calci chiunque sia stato a causarti questo dolore."
 
E allora lui le aveva raccontato tutto, le aveva raccontato di come due anni prima aveva conosciuto il ragazzo che pensava fosse l'amore della sua vita, di quanto stava bene con lui e di che persona meravigliosa fosse. Lo aveva visto aprirsi, lui che era sempre così sulle sue, così chiuso al mondo esterno. Eppure con Stiles era diverso...era successo praticamente lo stesso che era successo con Cora: nonostante fossero persone completamente diverse, qualcosa era scattato ed era stato come se le loro anime si fossero ritrovate. Era stato un percorso difficile, perché lui appunto non era come Stiles (una delle persone più estroverse dell'universo).
Stiles aveva sempre saputo di essere gay e non aveva avuto nessun problema a dirlo a suo padre e ai suoi amici, che a loro volta avevano preso la notizia come se lo avessero sempre saputo e non c'era neanche bisogno di parlarne. No, lui non era decisamente cosi. Nonostante non ci fossero stati dubbi sulla sua sessualità, lui non era pronto a fare outing, si sentiva sempre come in errore e quindi aveva chiesto a Stiles di tenere la loro relazione nascosta. Stiles aveva accettato, e infatti neanche ora, neanche ora che non gli doveva più niente, non aveva mai rivelato chi fosse questo suo grande amore a nessuno (questo aveva portato alla creazione di una serie di soprannomi tra i suoi amici, nessuno molto amichevole...Stiles lo chiamava semplicemente "Lui").
Nonostante avesse accettato a tenere la loro relazione segreta, convinto che lui avesse semplicemente bisogno dei suoi tempi per accettarsi, dopo un po' Stiles si era stufato. Si perché Stiles lo amava con tutto il cuore e nulla lo avrebbe fatto più felice che presentarlo con orgoglio ai suoi amici e alla sua famiglia e a tutti quelli che conosceva in realtà. E cosi col passare del tempo Stiles si sentiva sempre più come un amante di cui vergognarsi, un abominio da tenere nascosto a ogni costo e non un normale ragazzo adolescente che era semplicemente fidanzato con un altro. Poichè queste sensazioni a lungo andare lo facevano stare davvero male aveva provato a parlargliene varie volte, ma lui si era sempre rifiutato categoricamente di uscire allo scoperto; finchè un giorno Stiles gli aveva dato un ultimatum: dirlo almeno alla sua famiglia, o anche solo a un famigliare, o lui se ne sarebbe andato, perché non meritava di essere trattato cosi, non facevano nulla di male e se la sua famiglia non lo avrebbe capito beh peggio per loro. Era sicuro che lui avrebbe finalmente dimostrato a Stiles quanto ci tenesse, perciò era stata uno schiaffo in faccia quando gli aveva annunciato che se ne sarebbe dovuto andare, che lui non si sarebbe mai macchiato di una vergogna simile. Gli aveva detto parole orribili che gli avevano lacerato l'animo. E cosi si erano lasciati, dopo piu di due anni insieme in cui Stiles aveva fatto di tutto per stargli vicino e per fargli accettare l'essere gay. E invece era successo il contrario: lui era riuscito a far credere a Stiles di essere nel torto, di essere un qualcosa da nascondere perché una vergogna, uno scherzo della natura. Ma come abbiamo detto, grazie ai suoi amici era riuscito a accettarsi di nuovo e a superarla.
 
Dopo questo racconto Cora lo aveva fissato intensamente, lo aveva abbracciato e gli aveva detto: "Tu sei una creatura speciale, sei un amico fantastico e senza di te non so come avrei fatto a inserirmi in questa nuova scuola e in questa nuova vita. E ora voglio sapere il nome di questo stronzo galattico."
Stiles aveva sorriso e la aveva ringraziata, ma nonostante i mille tentativi di farsi dire chi fosse lo "stronzo galattico" (uno dei tanti soprannomi usati dai suoi amici) Stiles aveva mantenuto la promessa e non aveva mai detto chi fosse. Cora e Scott ci avevano provato per mesi, e alla fine ci avevano rinunciato...anche se ancora qualche volta cercavano di prendere Stiles alla sprovvista così da fargli sfuggire qualche indizio. Una volta avevano addirittura rubato il suo telefono e Cora si era letto tutte le conversazioni salvate da due anni a quella parte (ovviamente Stiles aveva cancellato tutte le sue) e oltre a non essersi scusate per il furto, Cora aveva anche avuto la faccia tosta di arrabbiarsi perchè per colpa sua aveva perso una giornata intera a leggere le sue conversazioni inutili! Al ricordo scoppiò a ridere.
 
"Stiles!! Smettela di ridere da solo come un deficiente e ascoltami!"
Si sentì chiamare da una voce arrabbiata.
 
"Eh che c'è?"
"Sono due ore che ti chiamo!"
 
Cora lo stava guardando in cagnesco, probabilmente era perso tra i suoi pensieri da troppo tempo e stava ignorando la sua amica già da un po'. Si riscosse subito, sapeva che era meglio non farla arrabbiare: anche se era tutta scena la sua faccia da arrabbiata gli faceva quasi un po' paura.
 
"Scusami pulcino, non mi mandare le occhiatacce dai! - le disse cercando di fare gli occhi da cucciolo per farsi perdonare - dimmi sono tutt'orecchie" e si portò le orecchie in fuori, che combinata alla strana faccia dolce che stava cercando di fare fece ridere Cora.
 
"Okay okay perdonato! Però smettila di chiamarmi così, lo sai che mi dà fastidio!"
 
"Mmm non è vero che ti da fastidio, è un nomignolo tenero e super adatto! La prossima volta se vuoi evitare soprannomi non presentarti a casa di gente sconosciuta tutta fradicia...come un pulcino!"
 
Cora sorrise al ricordo del loro primo incontro: Stiles la avava accolta in casa dopo che la sua macchina si era fermata sotto la pioggia davanti al suo vialetto.
 
"Comunque ti stavo dicendo che domani devi venire da me, mi devi assolutamente aiutare con il saggio di inglese! E ti offro la pizza a cena per ripagarti okay?"
 
"Va bene, va bene. Affare fatto"
 
"Anche perchè è finalmente tornato mio fratello e voglio presentartelo!"
 
In quel momento suonó la campanella e i due e tutti i loro amici al tavolo della mensa si alzarono in fretta e furia per non fare tardi. Stiles ebbe solo il tempo di urlarle un:
 
"Se assomiglia anche solo un po' a te so gia che non lo sopporteró"
 
accompagnato da una linguaccia in direzione di Cora e poi dovette correre in classe, seguito da Scott, Lydia e Allison.

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Capitolo 2
*** 2. ***


Stiles era sdraiato sul divano, con i piedi appoggiati sulle gambe di Cora che invece si era messa seduta per evitare di addormentarsi (di nuovo) sui libri di scuola. Cora stava ripassando chimica per l'interrogazione del giorno dopo, mentre Stiles stava rileggendo il saggio che avevano scritto insieme durante il pomeriggio, in attesa che arrivasse la pizza; e siccome era concentrato nella lettura, per cercare qualsiasi errore che fosse sfuggito ai due, non alzò neanche lo sguardo quando quello che pensava fosse il fattorino suonò alla porta. Cora invece si alzò e andò ad aprire.

"Ciao Fratellone! Non pensavo tornassi così presto!" disse Cora tutta felice abbracciando il fratello.

"Si oggi ho finito prima e sono subito venuto a controllare se stavi davvero studiando"

"Certo che stavo studiando, mica mi invento storie"

"Sarà, ma dici sempre che stai studiando eppure continui a prendere insufficienze"

"Questo perchè i professori sono tutti imbecilli, mica colpa mia. E comunque oggi è venuto anche ad aiutarmi il mio amico, quello di cui ti ho parlato. Dai, vieni di là così te lo presento!"

Cora trascinò il fratello nel salotto, e richiamò l'attenzione di Stiles.

"Stileeees! Ehi Stiles dai metti un attimo giù quel quaderno che voglio presentarti mio fratello. Stiles lui è Derek, Derek lui è Stiles."

Stiles a quel nome ebbe un piccolo colpo al cuore, e si prese un attimo per convincersi che era assurdo avere un attico di panico solo perchè il fratello di Cora aveva il nome uguale al suo; perchè era semplicemente impossibile che il suo lui fosse il fratello della sua amica. Si concentrò sul fatto che Cora di cognome faceva Suarez e il suo Derek di cognome faceva Hale, sul fatto che il suo Derek sia era trasferito mesi prima e aveva detto che non sarebbe più tornato a Beacon Hills...perciò prese due profondi respiri e si decise a spostare il quaderno da davanti la faccia e ad alzare lo sguardo.

Era lui.

In quel momento nella sua testa si scatenarono mille pensieri contemporaneamente. Dolore, rabbia, amore, sorpresa, felicità, tristezza...e vide i suoi occhi confusi riflessi in quelli altrettanto spaesati di Derek. Ma erano passati mesi, e nonostante Stiles in un momento realizzò che non la aveva superata così bene come pensava, ebbe la forza di riprendersi in un batter d'occhio e mettere su una maschera indifferente, perchè l'ultima cosa che voleva era far trapelare una di queste emozioni davanti all'uomo che gli aveva strappato via il cuore e aveva lasciato un vuoto incolmabile. E inoltre c'era Cora, che si entusiasmava per poche cose, ma era entusiasta di fargli conoscere il fratello e lui sapeva quanto questi era importante per la sua amica, e non voleva assolutamente deluderla. Percio si azzardò anche a tentare un sorriso e dando un'occhiata veloce a Cora e assicuratosi che niente di quello che stava passando nella sua testa fosse visibile agli altri, allungò la mano in direzione di Derek.

"Piacere, io sono Stiles."

Derek lo guardò confuso, ma si riprese quando la sorella lo guardò in attesa di una risposta e quindi decise di seguire anche lui la recita. Riuscì però a sussurrare solamente un veloce

"Piacere"

prima di tornare a focalizzare la sua attenzione su Cora.

"Abbiamo ordinato la pizza! Mangi con noi?"

"No grazie, non ho fame."

"Tu che non hai fame? Impossibile. Dai mangia con noi! Già ci vediamo poco, non andare subito a rinchiuderti in camera tua come fai di solito, brutto musone che non sei altro! Sono sicura che Stiles riuscirebbe a far sorridere persino te!"

I due ragazzi sapevano che Stiles era stato davvero uno delle poche persone al mondo che era riuscito a far sentire realmente felice Derek e quanto quindi quella affermazione fosse vera. Ma se Derek non voleva passare un attimo di più in quella situazione pesante, Stiles durante il corso della conversazione tra i fratelli si era scoperto man mano più tranquillo e anzi la sua parte vendicativa si stava svegliando in lui (o almeno questo è quello di cui si stava cercando di convincere, perchè sicuramente, almeno in parte, non voleva vederlo andare via così presto). Perciò con tutta la serenità di cui era capace, si aggiunse anche lui alla conversazione per cercare di convincere Derek a unirsi alla cena.

"Si dai, mangia con noi!" disse con un sorriso.

Derek lo guardò confuso, spiazzato all'idea che l'altro non volesse anch'egli evitare quella assurda cena. Cora però preso quel silenzio per un sì e, quando pochi attimi dopo suonò il campanello, mando Derek ad aprire al fattorino e si fece accompagnare da Stiles a apparecchiare la tavola.

La pizza era sul tavolo e i tre stavano mangiando silenziosamente ognuno la propria fetta. Finchè Stiles decise che se doveva comportarsi come se stesse semplicemente conoscendo il fratello di un amica doveva fare qualche domanda.

"Allora Derek, ti sei appena trasferito?"

"Si, sono qui da un paio di giorni"

"E da dove vieni?" "Sono nato qui, ma qualche mese fa ho deciso di andare via per un po'. Poi ho scoperto che quella peste di mia sorella era in città perciò sono dovuto tornare"

A queste parole lo sguardo di Derek, che fino a quel momento era stato coperto da un velo di confusione e tristezza? malinconia? Stiles non era sicuro, si posò sulla sorella e brillò per un attimo. Poi tornò a fissarsi su Stiles con fare interrogativo e minaccioso. Ma Stiles non voleva rinunciare a metterlo in difficoltà, anche se si rendeva conto perfettamente che un paio di domande scomode erano niente in confronto a quello che gli aveva fatto passare lui. Nonostante questo continuò:

"Ah si e come mai ti eri trasferito?"

Ochhiataccia di Derek, Stiles doveva sapere che l'essersi trasferito il giorno dopo la loro rottura non doveva essere un caso.

"Motivi di lavoro."

"Derek scrive. Aveva bisogno di andare in ritiro da solo a scrivere, o almeno questo è quello che ha detto ma secondo me non mi sta raccontando qualcosa."

Cora disse con fare inquisitorio in direzione del fratello.

"Non c'era sotto niente Cora, non essere paranoica."

"Sarà, ma hai sempre scritto qui a BH e i tuoi libri non ne hanno mai risentito. Perche questa improvvisa voglia di scappare?"

Derek non rispose, si limitò a guardare male la sorella. Stiles invece, non demorse:

"Ah scrivi libri? Bello. Qualcosa che magari posso aver letto?"

Stiles gli aveva già fatto questa domanda anni prima e così Derek gli aveva mostrato orgoglioso tutti i suoi lavori; perciò, stufo di questo giochetto, decise di rispondergli per le rime.

"Non penso sai. Scrivo per gente di un certo livello, io."

"Hai ragione, effettivamente fino a qualche tempo fa avevo gusti pessimi, mi accontentavo di trascorrere il mio tempo in compagnia di personaggi mediocri, la cui storia era destinata a finire nel dimenticatoio. Ma ora sto cercando di migliorare sai? Ho capito che non ho tempo da sprecare, io."

 Derek corrugò le sopraciglia, e aggiunse quasi un ringhio davanti al sorriso sereno di Stiles. La tensione si percepiva, ma Cora, all'oscuro di tutto, pensò che semplicemente cambiare argomento avrebbe allergito la tensione; peccato che scelse l'argomento più sbagliato tra tutti quelli a disposizione:

"Allora Derek, come è andato l'appuntamento di oggi? Con Amanda, vero?"

Stiles quasi si strozzò con la pizza e divenne paonazzo; Cora gli passò la bottiglia di bibita non prestando attenzione al fatto (effettivamente Stiles era talmente maldestro che cose di questo genere erano all'ordine del giorno).

"Bene, abbiamo preso un caffè."

"Wow un appuntamento? - Stiles non si riuscì a trattenere - un appuntamento con un ragazza?"

"Si, con una ragazza ovviamente."

"Ovviamente.. - fece verso Stiles - e dimmi un po' a te come piacciono le ragazze? Questa Amanda per esempio com'è? Molto femminile? Un bel davanzale? Lunghi capelli e sguardo attraente? Dolce? Sexy?"

"Stiles!!!" per fortuna intervenne Cora

"Devi scusarlo Der, Stiles è solo molto curioso. E loquace. E poi lui è gay, quindi stai tranquillo che non chiede queste domande per rubarti la ragazza!" aggiunse ridendo.

Stiles si ricompose e passo da uno sguardo omicida a un sorriso canzonatorio:

"Esatto, pulcino. Sono gay e non ho nessun problema ad ammetterlo, io"

E fu di nuovo il turno di Derek a esibire lo sguardo assassino.

In quel momento suonò il telefono di Stiles, che magicamente alleggerì per un attimo la tensione di nuovo creatasi. Il ragazzo rispose al primo squillo:

"Ehi Scott. Ciao amico dimmi"

Derek alzò gli occhi al cielo. Durante la loro relazione era sempre stato un po' geloso di questo Scott perchè non era mai riuscito a capire la amicizia fraterna che li univa; ma ogni volta che Derek iniziava a lamentarsi di questa storia, Stiles lo zittiva dicendo che se lo avesse conosciuto avrebbe capito, cosa che Derek si rifiutava, ovviamente, di fare.

"Stiles dove sei?"

"Da Cora. Perchè?"

 "Come perchè? Stasera dovevamo passare la serata insieme! Torneo di Fifa visto che tuo padre ha il turno di notte! Ricordi?! Sono sulla porte di casa tua ad aspettarti!"

"Oooh cavolo hai ragione! Mi sono completamente dimenticato! Scusa scusa scusa. Arrivo subito"

 Stiles chiuse il telefono e si maledisse, aveva concentrato la sua attenzione su Derek e si era dimenticato dei suoi impegni. Perciò gli mandò un occhiataccia e disse a Cora:

"Pulcino scusa devo andare. Scotty mi sta aspettando! Grazie per la pizza e per il pomeriggio"

le disse abbracciandola.

"Nessun problema. Buona serata, ci sentiamo domani!"

Poi Stiles cercò di sfoderare lo sguardo più gelido di cui era capace e aggiunse, con tono sarcastico:

"Derek, è stato davvero un piacere conoscerti."

E se ne andò senza aspettare una risposta.

Era quasi arrivato alla sua jeep quando sentì dei passi dietro di sè, e prima ancora che potesse fare qualcosa, si ritrovó una mano al collo e la schiena schiantata contro la portiera. Il viso di Derek era a due centimetri dal suo e gli stava urlando qualcosa contro:

"Che diavolo pensi di fare eh? Venire a casa di mia sorella e lanciare tutta la sera frecciatine del genere? Pensi di essere spiritoso?"

"Tua sorella mi ha invitato, mica mi sono intrufolato dalla finestra! E mica era programmato sai? Cosa ne potevo sapere io che era tua sorella? Avete due cognomi diversi!! E se proprio vogliamo dirla tutta tu cosa diavolo pensi di fare? Cosa ci fai qui eh? Avevi giurato di non tornare mai! Almeno questo me lo dovevi..."

 A queste parole Derek si calmo un poco e lascio andare Stiles, prese un respiro e rispose:

"Sono tornato perchè Cora ne aveva bisogno, non so cosa ti ha raccontato della sua vita prima di trasferirsi qui ma ha passato un brutto periodo e le volevo stare accanto."

"Si me lo ha raccontato: era andata a conoscere sua madre biologica dopo aver scoperto di essere stata adottata...aspetta un attimo: è per questo che avete il cognome diverso? Ha preso quello della sua famiglia biologica?"

"Esatto."

Derek fece un passo indietro e guardo Stiles dritto negli occhi.

"Non avevo previsto di rincontrarti."

Stiles ricambiò lo sguardo:

"Giusto per mettere le cose in chiaro, questo succederà ancora e finché tua sorella vorrà passare del tempo con me io saró in giro, non mi nasconderò mai più per causa tua."

Poi, senza aggiungere altro entró nella jeep e si allontanò, mentre dallo specchietto retrovisore poteva scorgere Derek immobile guardarlo allontanarsi. Era una bella metafora di quella che era stata la loro relazione, pensò con un sospiro.

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Capitolo 3
*** 3. ***


Stiles parcheggiò la jeep il più velocemente possibile e corse alla porta di casa, dove uno Scott spazientito lo stava aspettando. Non appena vide arrivare l'amico, si alzò e si sfogò:

"Stiles che cavolo! Sono seduto sul gradino da un ora ti sembra norm...aspetta un attimo. Si può sapere cosa è successo?

"Non è successo niente, Scott. Ho solo fatto tardi."

"E invece si che è successo qualcosa. Hai la faccia sconvolta, sembra quasi che hai visto un fantasma."

"Esagerato."

"Stiles sono serio. Cosa è successo? Raccontami dai."

"Niente Scotty, non mi va di parlarne. Dai vieni dentro."

I due ragazzi entrarono e Stiles si mise a accendare la tv per potere iniziare a giocare, ma Scott non lasciò perdere: conosceva fin troppo bene il suo amico e sapeva che qualcosa lo aveva scosso, non era da lui dimenticarsi delle loro serate e essere così taciturno riguardo al motivo del ritardo. Percio lo guardò fisso e gli disse:

"Stiles andiamo dimmi. Sono tuo fratello, non puoi mentirmi."

Stiles prese un respiro profondo e dissi a bassa voce:

"L'ho visto."

Scott non aveva bisogno di chiedere a chi si stava riferendo.

"COSAA? QUEL BRUTTO VERME? COSA CI FA QUI? DOV'É?"

"Scott calmati per la miseria! L'ho visto e ci ho anche parlato, gli ho tenuto testa sai?"

"Ha anche avuto la faccia di tosta di parlarti? Come si permette?"

"Scott andiamo ovvio che mi ha parlato. Mica poteva far finta di non conoscermi."

"Si invece, doveva. Non ha più il diritto di neanche di guardare nella tua direzione, figuriamoci rivolgerti la parola. E ora, per una buona volta, puoi dirmi chi diavolo è?"

"A che pro Scott? Così puoi andare da lui e poi? Vuoi fare a botte per vendicare il mio onore tradito? Non mi sembra proprio una buona idea."

"Davvero non capisco come tu possa ancora difenderlo."

"Non lo sto difendendo. Sto solo mantenendo la promessa che gli ho fatto, e comunque come ho detto non vorrei il tuo intervento nella faccenda. Me la cavo da solo!"

"Si è visto.."

Stiles gli lanciò un occhiataccia: non c'era bisogno di ricordargli come si era ridotto dopo aver gestito le cose da solo. Ma comunque non avrebbe tradito la parola data.

"Okay senti mi dispiace, davvero. Solo vorrei che tu capissi che non gli devi più nulla."

"Scott io ti voglio bene, e sei mio fratello. Ma questo non vuol dire che tu possa capire appieno la situazione."

"Ah si? E cosa non sto capendo esattamente? Illuminami ti prego."

"Non ti ho detto niente per due anni, ti ho solo detto che frequentavo un ragazzo e nulla di più. Poi improvvisamente mi hai visto cadere nella depressione e mi hai ascoltato quando ti raccontavo il male che mi aveva fatto. Ma nei due anni vissuti insieme, lui mi ha fatto stare bene. Visto che non te ne parlavo, non puoi sapere quanto io fossi profondamente felice insieme a lui.  Mi ha regalato attimi di pura gioia e mi ha fatto capire cosa sia il vero amore. Aspetta non interrompermi... lo so cosa stai per dire, che non era vero amore se poi mi ha lasciato spezzandomi il cuore. Ma io lo so, lui non mi ha lasciato perchè non mi amava veramente, ma perchè non era pronto ad accettarsi e di conseguenza non potevamo vivere una relazione nel modo giusto. Questo lo ho capito col tempo. Quello che sto cercando di dirti è che c'era anche del buono in lui, in noi."

Scott lo guardò con gli occhi spalancati e anche Stiles stesso si sorprese del suo discorso: aveva detto ad alta voce una verità che probabilmente aveva sempre saputo, ma il dolore che aveva provato era stato troppo, gli aveva offuscato la testa e aveva avuto bisogno di riversare il suo dolore nell'odio verso colui che gli aveva portato via la felicità. Solo ora, dopo averlo rivisto a mente lucida, si rese conto che probabilmente era Derek quello a soffrire di più: non essere in grado di poter essere se stessi liberamente deve essere davvero brutto.

"Tu sei troppo buono, Stiles. Vedi il lato positivo anche in persone che non lo meritano. Ma per fortuna ci sono io a compensare e a odiare lo stronzo galattico anche per te. In ogni caso mi sembri più tranquillo ora, quindi direi che è ora di accendere la play!!"

"Concordo. Preparati a perdere!"

I due passarono il resto della serata serenamente, e dopo otto partite (tutte perse da Stiles), due pacchetti di patatine e una confezione di birra, erano entrambi a letto. Scott già russava, ma Stiles non riusciva ad addormentarsi; era stata una serata ricca di emozioni: il colpo al cuore nel momento in cui lo aveva ri-visto, il dover comportarsi normalmente davanti a Cora, e poi ancora l'incontro ravvicinato vicino alla sua jeep durante il quale lo aveva guardato negli occhi e li aveva trovati indecifrabili. E infine la chiacchierata con Scott, che gli aveva permesso di fare chiarezza nel turbine che aveva in testa.

Inevitabilmente la sua mente cominciò a perdersi tra i ricordi. Quello che aveva detto a suo fratello era vero, con Derek aveva passato momenti magici e si era sentito semplicemente beato.

Ripensò a il loro primo bacio: Stiles gli si era praticamente buttato contro, non riuscendo più a trattenersi; era dalla prima volta che lo aveva visto che si chiedeva che sapore avessero quelle labbra invitanti. Derek lo aveva spinto via e lo aveva guardato perplesso, ma passato il momento di confusione si era precipitato tra le braccia di Stiles e i due si erano scambiati un bacio passionale, di quelli che ti fa tremare le ginocchia.

Ripensò alla prima volta che Derek lo aveva invitato a casa sua, all'agitazione che aveva provato per tutto il pomeriggio e a come invece si era sentito perfettamente sereno una volta passata la soglia di casa. Derek aveva cucinato per lui e avevano avuto il loro primo appuntamento, durante il quale avevano parlato talmente tanto che Stiles era tornato a casa alle 4 di notte, non capacitando di come si fosse fatto così tardi.

Da quel momento in poi era iniziata la loro storia, e il tenerlo segreto all'inizio aggiungeva quel brivido e quell'eccitazione in più che gli faceva passare interi weekend a letto, a coccolarsi tra le lenzuola, a ridere e a baciarsi e a parlare, senza mai avere la voglia di alzarsi, perchè il loro mondo era tutto lì e a loro non serviva altro.

Ripensò a come tutti i pomeriggi dopo scuola lui andava nel loft di Derek, il quale gli aveva dato una chiave quasi subito. Quel posto era diventata la sua seconda casa, oltre che al loro rifugio di amore.

 

Il giorno dopo si svegliarono tardi, perciò dovettero prepararsi in fretta e furia per gli impegni della giornata: Scott doveva uscire con Allison, mentre Stiles era stato costretto da Lydia ad andare al centro commerciale, perchè l'amica aveva bisogno di compagnia per lo shopping.

Così Stiles si era ritrovato a passare il sabato pomeriggio trascinato da un negozio all'altro.

 

"Wow! Guarda che bella questa camicia! Dai Stiles provala!!"

 

"Basta Lyds, ho già comprato una felpa, due magliette e un paio di jeans che neanche mi servivano! Davvero non so come fai ogni volta a convincermi a spendere soldi che non ho per vestiti di cui non ho bisogno!"

 

"Oh andiamo provala e basta! Sono sicura che ti sta benissimo!"

Stiles si arrese subito, con gli anni aveva imparato che era inutile discutere con l'amica quando si metteva in testa qualcosa. Così entrò in camerino e indossò la camicia, si guardò allo specchio e...doveva ammettere che gli piaceva proprio come gli stava.

"Forza Stiles esci! Voglio vedere anche io!"

Stiles uscì e, non appena fu davanti a Lydia, quella battè le mani come una bambina felice.

"Wow! Te le devo proprio dire, ti sta d'incanto. Devi prenderla."

"Beh peccato che non ho più soldi."

"Mmm vorrà dire che sarà un mio regalo, in cambio di avermi sopportato tutto il pomeriggio."

"Grazie Lyds ma non ce ne è bisogno, davvero."

"Invece sì, ti fa proprio un bel figurino! Tanto che, se non ti conoscessi, quasi quasi un pensierino ce lo farei.."

"Ah ah ah certo come no! Va bene dai accetto, ma questo è l'ultimo negozio. Ora andiamo al supermercato qui di fronte che sto morendo di fame."

I due stavano vagando per la corsia del biscotti, indecisi su quale marca scegliere, quando sentirono uno sbuffo e un'imprecazione venire da una ragazza lì di fianco. Si avvicinarono e..

"Pulcino! Che ci fai qui? E perchè ce l'hai con la confezione di lievito?"

"Perchè sembrano tutte uguali e non capisco quale devo prendere. Ufff"

"Dipende cosa devi cucinare.."

"Un dolce. Voglio fare un dolce."

"Sei sicura? Tu vuoi utilizzare un forno senza la supervisione di un adulto?"

"Io sono una adulta ormai sai? É proprio per questo che devo imparare a fare cose come cucinare. Ma sai cosa ti dico? Hai ragione tu, meglio lasciar perdere, comprerò una torta già pronta."

"Cora non lo ascoltare, solo perchè Stiles sa sfornare qualche biscotto si sente il re della cucina. Sicuramente riuscirai benissimo anche tu e la tua torta sarà deliziosa."

"Scusa cosa? I miei biscotti sono la fine del mondo e lo sai benissimo anche tu. L'ultima volta ne hai mangiati una scatola intera in un pomeriggio. Comunque facciamo così, ti aiuto io a fare la torta. Solo perchè è la prima volta, poi una volta imparati i passaggi fondamentali potrai diventare anche tu brava quanto me...beh ti ci puoi avvicinare, io sono imbattibile!"

Le due ragazze alzarono entrambe gli occhi al cielo: Stiles era davvero bravo a fare dolci, ma se ne vantava decisamente troppo. Cora comunque decise di accettare.

"Domani? Vieni da me?"

"Okay affare fatto."

"Ehi aspettate. Poi però la voglio assaggiare anche io la prima torta di Cora. Facciamo così: voi la cucinate e poi venite da me, avviso anche gli altri e facciamo una merenda tutti insieme ok? Io magari potrei cucinare dei muffin mmm..."

"Mmm si buoni! E diciamo a Scott di portare il budino di Melissa: è buonissimo!"

Così i tre ragazzi si misero a organizzare il menù per la super merenda del giorno dopo e, dopo aver comprato gli ingredienti necessari (Cora non ne aveva azzeccato neanche uno giusto), avvisarono i loro amici e si diedero appuntamento per il giorno dopo.

Tornando a casa, Stiles non potè fare a meno di chiedersi se l'indomani avrebbe rivisto Derek. Era domenica quindi probabilmente sarebbe andato a trovare la sorella per passare un po' di tempo insieme. Più pensava alla possibilità di rivederlo, meno gli era chiaro cosa provava a riguardo: ne sarebbe stato felice? o avrebbe preferito evitarlo?

Decise infine che era inutile pensarci, molto probabilmente in meno di 24 ore avrebbe avuto una risposta.

 

Angolo autrice

ciao a tutti! un messaggio veloce per dirvi che spero che questa storia vi stia piacendo quanto a me sta piacendo scriverla...e vi ricordo che chiunque avesse voglia di lasciarmi una recensione mi farebbe davvero felice! :)

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Capitolo 4
*** 4. ***


"No no nooo Cora cosa stai facendo?"

"Hai detto tu di tagliare le fragole!"

"Si ma tu le stai distruggendo, triturando, spappolando. Si può sapere che ti hanno fatto povere fragoline?"

Cora alza gli occhi al cielo per l'ennesima volta quel pomeriggio: non ne sta combinando una giusta e in più al minimo errore Stiles mette su una tragedia che neanche gli autori greci.

"Okay fai tu. Mi arrendo!"

"No invece che non ti arrendi! Mi devi aiutare: Scott ci passa a prendere tra un ora e ancora non siamo riusciti a mettere insieme niente che sia commestibile!"

"E che importa? Tanto ci sarà comunque un sacco da mangiare anche senza la nostra torta!"

"Smettila di essere così negativa, ce la faremo e sarà buonissima. Ora ricominciamo da capo, va bene? Tu taglia queste altre fragole semplicemente a metà, io intanto sciolgo il cioccolato a bagnomaria."

"A bagnomaria? Cosa fai ti inventi le parole ora per confondermi ulteriormente?"

Stiles non riesce a trattenere un'altra risata, ma all'occhiataccia di Cora si affretta a spiegarle:

"No pulcino è una tecnica molto usata, e non inventata da me giuro. Proprio non capisco come ti sia venuta questa idea del dolce, direi che è ormai appurato che la cucina non sia un tuo talento."

Cora si fa seria per un momento e decide di spiegare a Stiles:

"Tra qualche giorno è il mio compleanno, e sinceramente non mi va proprio di festeggiare, però volevo comunque avere una torta da dividere con Derek. La torta è sempre stata la cosa che preferivo della mia festa di compleanno. Sai per noi sono sempre stati una ricorrenza da festeggiare in famiglia: di solito facevamo una grigliata, o un picnic ma io cercavo di mangiare sempre poco per poi abbuffarmi della torta, mi piaceva l'idea che qualcosa di così buono e così bello fosse stato fatto apposta per me e non volevo che ne venisse lasciata neanche una briciola. Da quando i nostri genitori, anzi i miei genitori adottivi, non ci sono più non abbiamo più festeggiato, non come una volta almeno. Negli scorsi anni però, quando sono stata con la mia famiglia biologica, loro si sono sentiti in dovere di organizzarmi una piccola festa, anche se ormai io vivevo quel giorno da una nuova prospettiva: è in quel giorno che tanti anni fa loro hanno deciso che non mi volevano, che non volevano crescermi come figlia loro. Anche se sono stata contenta di averli conosciuti, non li ho mai considerati veramente la mia famiglia. La mia famiglia oramai è Derek, ho solo lui."

Stiles la guardò triste: erano rarissimi i momenti in cui Cora mostrava il suo lato più tenero, più sensibile e sapeva bene che lui era uno dei pochi, se non l'unico, col quale riusciva ad aprirsi. Perciò l'abbracciò forte e le disse:

"Hai anche me ora."

Cora, che non era tipa da contatto fisico, lo strinse forte per un attimo e poi sciolse subito l'abbraccio per gridargli contro:

"Stiles!! Mi hai sporcato tutta di cioccolato! Mannaggia a te e alle tue manacce sporche!"

Effettivamente i capelli di Cora erano un disastro, e Stiles scoppiò a ridere alla vista della amica che cercava di togliersi i vari pezzetti di cioccolata dai capelli. L'amica lo sentì e, con sguardo vendicativo, prese una manciata di farina e gliela tirò dritta in faccia. Stiles fu colta completamente alla sprovvista, tanto che un po' gli finì in gola e cominciò cosi a tossire cercando di non strozzarsi.

Cora era piegata in due dalle risate, e presto anche Stiles iniziò a sghignazzare. Quando l'attacco di ridarella dei due si fu calmato, si lavarono via il grosso dello sporco e Stiles, che non voleva fallire il loro compito, si rimise all'opera dando ordini a Cora che puntualmente rispondeva con uno sbuffo. Ma piano piano erano riusciti ad arrivare a fine ricetta e così infornarono il composto e impostarono il timer.

 

"Pulcino dai che ora manca solo montare la panna e abbiamo finito."

"No dai facciamolo dopo. Ora pausa divano, sono stanca. Dai dai andiamo."

"Manco avessi corso una maratona."

"Guarda che cucinare è stancante, sopratutto se in compagnia di qualcuno che ti comanda a bacchetta."

disse Cora facendogli la linguaccia.

Si sedettero sul divano e Cora disse:

"Ah Stiles, ho detto a mio fratello di passare a trovarmi oggi. Volevo far assaggiare anche a lui un pezzo del mio capolavoro culinario! Spero non sia un problema..."

"Ehm no certo figurati perchè dovrebbe essere un problema?"

"Beh ecco l'altra sera, quando vi siete conosciuti, mi è sembrato che ti fosse sembrato un po' antipatico.  E lo so hai ragione, all'inizio può fare questa impressione ma ti assicuro che è la persona più buona del mondo, solo ci mette un pochino ad aprirsi. E anche quando si apre ha sempre e comunque quel cipiglio corrucciato, ma non è perchè è antipatico. Anzi sai, io credo che lui sia infelice. Soprattutto nell'ultimo periodo, non so cosa gli sia successo però."

Stiles non sapeva cosa dire. Tutto ciò che l'amica aveva detto era assolutamente vero e probabilmente lui lo sapeva meglio di tutti. Vederla così preoccupata e accorata di difendere il fratello, non chè il solo sentire parlare di Derek, gli aveva fatto torcere il fondo dello stomaco. Si accorse che era in silenzio da un po' troppo tempo, e non volendo insospettire Cora, cercò di scherzarci sopra.

"Wow pulcino, tutte queste parole messe insieme in un'unica frase? Sono stupito, ti starò forse contagiando con la mia parlantina?"

Cora in tutta risposta gli fece una linguaccia.

"Ecco appunto sei tornata te stessa vedo. Comunicare come i bambini è decisamente più nel tuo stile."

Cora rise ma poi tornò subito seria:

"Beh non mi hai risposto comunque."

"A cosa?"

"É un problema?"

In quel momento suonò il campanello, salvando Stiles da una domanda la cui risposta sarebbe stata troppo complessa e a cui comunque non avrebbe potuto rispondere sinceramente.

"Beh direi che ormai è inutile rispondere, no? Vai pure ad aprire, io vado a controllare la torta."

Stiles, una volta entrato in cucina da solo, sì senti un po' nervoso e non volendo stare lì impalato con le mani in mano, decise di cominciare a montare la panna che sarebbe servita per accompagnare la torta.

Mentre sbatteva con la frusta la panna liquida, sentì la conversazione dei due fratelli che si stavano avvicinando:

"Dai vieni, la torta dovrebbe essere quasi pronta. Ho scoperto di essere un vero disastro, probabilmente avrei messo il sale al posto dello zucchero, ma per fortuna è venuto Stiles ad aiut.."

"Stiles è qui?"

"Si perchè?"

"Io...forse è meglio che vada"

"Cosa? No non se ne parla. Davvero non riesco a capire perchè voi due non vi piacciate, ti assicuro che Stiles è il migliore amico che si possa desiderare e se te la stai prendendo perchè l'altra sera è stato un po' sfacciato...beh lui è fatto così, è estroverso ma non vuole essere invadente. Dai ti prego dagli un'altra possibilità! E poi ci tengo veramente che assaggi la mia torta!"

"E va bene, ma togliti quell'espressione da cucciolo smarrito che non convinci nessuno."

"Grazie! Dai vieni."

Stiles si affrettò a sembrare occupato, per non fare capire che si era fermato e aveva teso le orecchie il più possibile quando aveva sentito il suo nome. Così quel codardo aveva veramente tentato la fuga? Avrebbe dato buca alla sorella solo per evitare qualche altra frecciatina? Beh Stiles gliela avrebbe fatta pagare. Continuò a montare la panna come se nulla fosse, finché i due fratelli non entrarono nella sua visuale.

"Ehi Stiles è arrivato Derek, non vede l'ora di assaggiare la nostra torta."

"E ci credo, deve aver capito che queste mani sanno fare magie."

e assicuratosi che Cora fosse di spalle per controllare la torta in forno, Stiles azzardò anche un occhiolino all'uomo che corrucciò un sopracciglio. In tutta risposta Stiles gli sorrise apertamente e poi raggiunse Cora.

"Allora pulcino che dici? Come sta venendo?"

"Boh! Però il profumo che esce dal forno è buono, no?"

"Mmm si decisamente. Secondo te Derek? Ti ispira quel che riesci a vedere da li?"

Derek alzò gli occhi al cielo, il ragazzino era sempre stato sfacciato ma ora stava decisamente esagerando. Lo ignorò completamente e si rivolse alla sorella:

"Sono sicuro che sarà buonissima."

"Anche secondo me. D'altronde io e Stiles ci siamo impegnati un sacco. E di solito nei compiti che facciamo insieme poi prendiamo sempre bei voti."

"Beh non un insufficienza grave per lo meno.."

"Che è decisamente meglio di quello che otterrai io a lavorare da sola."

"Questo è poco ma sicuro" e poi schioccandole un bacio sulla tempia aggiunse "siamo proprio un duo che funzioniamo bene, io e te...chi lo avrebbe mai detto? Hale e Stilinski possono effettivamente formare una bella coppia"

E questa volta davvero non aveva intenzione di mandare nessun doppio senso, ma ogni occasione sembrava buona per rincarnare la dose.

Derek sbuffò, mentre Cora lo guardò confusa per un momento, non capendo quell'ultima frase, poi si ricordò che stava parlando con Stiles, campione olimpico di parlate a vanvara, perciò semplicemente gli sorrise e poi si rivolse al fratello:

"A proposito di coppie, dimmi un po'. La ragazza del caffè?"

"É finita."

"Ma come? Di già? Dopo un appuntamento! Come fai a sapere che non era quella giusta per te?"

"Lo so e basta."

"Non è vero, Der! Tu non ci provi nemmeno."

"Si Cora, ci provo. Ma nessuna di loro mi può dare quello che sto cercando."

"E cosa stai cercando?"

Stavolta fu il turno di Derek di guardare Stiles dritto negli occhi e dire:

"La persona giusta per me."

Stiles però, a cui non andava di essere preso in giro, torno alla sua postazione per montare la panna e una volta finito inserì un dito nella ciotola e ne prese su una buona quantità, e senza neanche controllare cosa stesse facendo Cora, si mise il dito in bocca e lo succhio con fare provocante, fissando Derek negli occhi, quasi a volergli dire: lo so che è questo che stai cercando. Derek rispose con un ringhio vero e proprio, che fortunatamente fu per lo più coperto dal timer che suonava a tutto volume.

"É pronta! Forza spegni il forno pulcino prima che si bruci. La pasticceria è un arte e i tempi fanno rispettati alla perfezione."

Cora alzò gli occhi al cielo, ma comunque fece come le era stato detto.

"Però tirala fuori tu dal forno, io sicuro mi brucio."

Una volta che la torta fu al sicuro sul tavolo, Cora annunciò che sarebbe andata a farsi una doccia veloce per togliersi il cioccolato dai capelli.

Non appena i due furono rimasti soli, Derek si scaglio contro il ragazzino e lo spintonò in malo modo.

'Ci risiamo' pensò Stiles, preparandosi al secondo scontro nel giro di due giorni, con colui che aveva pensato di non rivedere mai più.

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Capitolo 5
*** 5. ***


"Ti piace ancora la violenza eh?"

"Si può sapere qual'è il tuo problema?"

Derek gli urla in faccia.

"Nessun problema, amico."

"Amico Stiles? Seriamente?"

"Senti ti spiace mettermi giù? Mi stai facendo male."

Stiles sente lasciare la presa, ma quando fa per andarsene sente una mano che gli afferra il polso.

"Sono serio. Rispondimi. Perchè fai così?"

"Cosi come Derek? Sto facendo qualcosa che ti infastidisce? Beh tanto meglio."

"Si, si che stai facendo qualcosa che mi infastidisce. Mi provochi in continuazione, lanci frecciatine ben poco velate. E davanti a mia sorella anche."

"Interpreta quello che dico come vuoi, ma il mio mondo non gira intorno a te. Non più comunque. E poi da che pulpito! Anche tu ti sei messo a dire frasette del cazzo in codice."

"Si Stiles, praticamente ti ho detto che so che sei tu la persona giusta per me, e tu di ricambio ti succhi il dito. Non mi sembra la stessa cosa."

"Non esagerare, tu hai solo detto che hai lasciato la tua ragazza di copertura."

"Lo sai benissimo che ho detto più di questo."

"No invece Derek, no che non lo so. Senti un consiglio per la vita: finchè le cose non le dici, la gente non può saperle. Non bastano le conversazioni con gli occhi. Impara a comunicare."

"Stiles che cazzo non lo vedi? Io ci sto provando."

"Ci stai provando? Cosa credi di star facendo scusa?"

Derek lo fissa dritto negli occhi, alza un sopraciglio e Stiles capisce.

"Tu sei pazzo. Cosa ti sei messo in testa? Che solo perchè hai detto a una ragazza qualunque che non vuoi più prendere caffè con lei io mi debba rituffare tra le tue braccia?"

"No Stiles, ma cazzo cerca di vederlo che è un passo avanti. Ho deciso di smettere di perdere tempo in queste uscite e questo solo per te."

"Per me? Non mi devi più nulla. E io non ti devo più nulla. Perciò fai quel cazzo che ti pare."

"Non dire così. Lo sai che non ho mai smesso di volerti."

"No. Non osare neanche dirlo. Tu non meriti di volermi. Ti devo ricordare come mi hai definito quando ci siamo lasciati? E adesso hai il coraggio di dirmi che tu vuoi un abominio, uno scherzo della natura?"

Derek lo guarda confuso e poi capisce.

"No no no Stiles. Non parlavo di te e lo sai, tutto quello che ho detto era riferito a me. Non ti avrei mai detto quelle cose."

"Derek svegliati: ti sei definito così perchè sei gay, e l'ultima volto che ho controllato lo sono anche io."

"Stiles no ti prego, non pensarla così."

"Come altro dovrei vederla eh?"

"Io-io..non lo so! Non lo so ok? So solo che sono mesi che sto di merda e non sapevo più come andare avanti e so che ci sto provando. Ho capito che ai tuoi occhi non sto avanzando, ma per me sono passi da giganti."

"No invece, tu non hai capito niente. Perchè tu non hai idea di cosa ho passato io negli ultimi mesi. Io mi sono sentito morto dentro. Tu sei stato di merda? Beh peggio per te, è stata una conseguenza di una tua azione, di una tua decisione. Io mi sono visto portare via la felicità da un giorno all'altro, dalla stessa persona che era la mia felicità."

"Sei tu che mi hai dato un ultimatum!"

"Erano due anni che aspettavo! E io avrei fatto di tutto per te, tutto. E tu non hai fatto niente per dimostrarmi quello che provavi. E ora dovrei stare qui, davanti a te, a rivivere quei e a sentirti dire che mi vuoi ancora? Non ti rendi conto che cos' mi fai male? Mi fai male cazzo!"

Derek stava per rispondere, ma vide Stiles fissare un punto dietro le sue spalle. Si girò anche lui e vide sua sorella che li guardava con occhi spalancati.

"St-Stiles, Scott è g-giu che ci aspetta."

A Cora trema la voce e non riesce a togliersi dal viso una espressione sbalordita.

Stiles si asciuga una lacrima che gli era sfuggita e cerca di ricomporsi, prende un respiro profondo e concentra tutta la sua attenzione sull'amica.

"Ok pulcino tu prendi la torta, io arrivo subito."

Da quel momento tutto si svolge nel più assoluto silenzio, interrotto solo da Derek che chiama debolmente sua sorella, la quale però si limita a mandargli un occhiataccia senza rispondere. Derek allora affera la giacca e se ne va; Stiles si sciacqua velocemente il viso e cerca di ignorare il dolore al petto che prepotente minaccia di tornare; Cora prende il vassoio distrattamente e va ad aspettare l'amico all'ingresso.

Cora tenta di dire qualcosa, ma Stiles non la ascolta nemmeno e si limita a dirle:

"Non una parola con nessuno. Promesso?"

Cora annuisce.

Vedono Scott che gli sta allegramente salutando dal finestrino della macchina e i due si preparano a mettere su un sorriso, anche se tirato, per quella uscita, che ora è l'ultima cosa che vorrebbero fare.

I ragazzi erano a casa di Lydia, intenti a mettere in tavola la montagna di dolci che erano stati portati. Stiles stava riuscendo a fingere che fosse tutto nella norma abbastanza bene: si era allenato per mesi dopo la fine della storia con Derek per tenere all'oscuro della sua sofferenza almeno il padre, che non voleva far preoccupare. Cosi ogni mattina scendeva a far colazione e si sforzava di fare conversazione per quei 10 minuti giornalieri, dopo di che poteva lasciarsi di nuovo andare, fino alla mattina successiva. Stava parlando con Allyson, anche se più che davvero conversare Stiles si limitava a cercare di ascoltarla e annuire al momento giusto. Cora non ci provava neanche, se ne stava ferma a fissare Stiles; i suoi occhi però non erano gli unici che Stiles si sentiva addosso, infatti quando alzò lo sguardo si accorse che Scott lo stava squadrando con fare inquisitorio. Perfetto, anche suo fratello aveva capito che qualcosa non andava. Cercò comunque di rimandare il terzo grado di entrambi il più a lungo possibile: si era reso conto che un pomeriggio coi suoi amici non poteva fargli male, magari sarebbero riusciti a distrarlo un po' e dopo lui avrebbe potuto pensare più lucidamente. Perciò lanciò un occhiataccia a Cora, che spostò lo sguardo, e sussurrò un veloce "dopo" a Scott quando gli passò di fianco, che annuì poco convinto.

"Wow Cora la torta è venuta benissimo!" disse Lydia.

"Vero, è super buona." confermò Allyson.

"Se non dovessi stare a dieta per scolpire i miei addominali, ne prenderei un'altra fretta!" aggiunse Jackson.

"Ehm grazie. Stiles mi ha aiutato."

Continuarono a mangiare e a scambiarsi complimenti, finchè non furono tutti soddisfatti e con la pancia piena. Si persero in chiacchiere leggere, relative a argomenti come il compito del giorno dopo, all'ultimo film uscito che Lydia voleva assolutamente vedere (uno romantico, ovviamente) e alla partita di Lacrosse che Scott e Jackson avrebbero dovuto giocare quella settimana. Stiles stava finalmente partecipando attivamente alla conversazione, iniziando anche a divertirsi veramente:

"Io punto tutti i miei soldi sull'altra squadra: se gioca Jackson non potete che perdere!"

"Stilinski sei un infame, vedrai che segnerò e te lo dedicherò anche!"

"Ooh che dolce!"

"Ehi campione, caso mai i tuoi goal li devi dedicare a me!"

"Certo amore, tutti per te sono. Vorrà dire che Stilinski dedicherò un dito medio."

"Non ti preoccupare fratello, ti dedicherò uno dei miei."

"Meno male ci sei tu Scottino. Tanto Allison ormai lo sa che ti deve dividere con me!"

"Nfon cffe pfrofblemfa, ifio sfofno ffeflifce cfoi mfiei bfiscoftfi."

Tutti risero, vedendo Allyson tutta sorridente col suo biscotto come una bimba di 3 anni. Tutti tranne Cora, che non riusciva proprio a divertirsi, perciò non si trattenne più e sopra le risate degli altri disse seria:

"Stiles posso parlarti un secondo?"

"Non ora pulcino."

"Si invece ora."

"Dopo."

"Stiles."

"No Cora, può aspettare."

"Invece non può proprio più aspettare. Non farmi infrangere la promessa solo perchè mi sta per esplodere il cervello e nel caso non so proprio cosa potrei dire. "

I due si guardarono in cagnesco, e tutti gli altri li osservarono confusi, non capendo il perchè di quella improvvisa tensione, nè a che promessa si stesse riferendo la ragazza.

"Uff, va bene" - e poi aggiunse agli altri - "torniamo subito."

Mentre seguiva Cora in giardino sentì Lydia chiedere a Scott spiegazioni, il quale però si limitò a scuotere la testa.

Cora si posizionò di fronte a Stiles e alzò un sopraciglio, in attesa di spiegazioni. Ma Stiles disse solo:

"Non avremo questa conversazione Cora."

"Oh si che la avremo invece."

"No, ormai sai quello che c'è da sapere, ti avevo già raccontato tutto e questo non lo posso cambiare. Ma questo è tutto ciò che ho da dirti."

"Stai scherzando spero. Ho appena scoperto che il verme schifoso è mio fratello e tu non ne vuoi parlare?"

"Proprio per questo non ne possiamo parlare. Non ho intenzione di metterti in mezzo a questa situazione."

"Ma ci sono già in mezzo."

"No, solo perchè sai cosa è successo non devi stare in mezzo. Se ne parlassimo, finiresti per dover scegliere tra tuo fratello e me, e non vorrei mai una cosa del genere."

"Ma tu sei mio amico, voglio aiutarti se stai male."

"Mi aiuti anche se non ne parliamo apertamente, in fondo non lo abbiamo mai fatto in questi mesi e mi sei comunque stata accanto. "

Cora sapeva che aveva ragione, e Stiles glielo lesse in faccia. Perciò si avvicinò con un sorriso vittorioso e le mise un braccio intorno alla vita.

"Mi dispiace che tu lo abbia scoperto così pulcino."

"Non importa, anzi sono contenta di saperlo. Ora posso stargli accanto, anche se non se lo meriterebbe."

"Tu hai sentito solo la mia versione della storia, ascolta anche la sua. E non osare rovinare il rapporto con tuo fratello a causa mia, ok?"

"Ok."

Poi Cora, per alleggerire il momento carico di tensione, fece una finta faccia schifata e gli spostò il braccio dal suo corpo.

"Eww ho appena realizzato che tu con queste mani hai fatto le cose zozze con mio fratello! Non mi toccare mai più!!"

Stiles la guardò sconvolta e poi scoppiò a ridere, e si mise a rincorrerla per il giardino come se giocassero a mosca cieca. Mentre Stiles aveva afferrato Cora e la stava sollevando, fece il suo ingresso in giardino Scott, il quale però, dopo aver constato che il suo amico stava ridendo spensierato, decise che il "dopo" poteva aspettare.

 

Angolo autrice

Non sono troppo soddisfatta di questo capitolo, avrei voluto rendere la litigata con Derek molto più intensa, ma dopo averla riscritta 8 volte ho capito che meglio di così non sarei riuscita a fare. A parte questo spero vi stiate appassionando a questa storia, e vi ricordo che le recensioni sono più che apprezzate!!

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