Uno strano scherzo del destino (New Version)

di Nerd_Girl_97
(/viewuser.php?uid=942035)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro sgradevole ***
Capitolo 2: *** Delitto e castigo ***
Capitolo 3: *** Cicatrici e dubbi ***
Capitolo 4: *** Inaspettate soprese ***



Capitolo 1
*** Un incontro sgradevole ***


Uno strano scherzo del destino

Capitolo 1 Un incontro sgradevole
 
Era un giorno come tanti, nelle Terre del Branco, tutti gli animali facevano tranquillamente le loro cose, ignari dell’intruso che si avvicinava pian piano verso di loro.
Una misteriosa figura strisciava in mezzo all’erba alta, calpestandola ad ogni suo passo e lasciando un’enorme scia dietro di sé. Continuò ad avanzare verso un punto in cui pascolava con tutta calma un branco di zebre; il suo stomaco brontolava al solo vederle; erano ormai parecchi giorni che non riceveva un pasto decente, ma lei non ci fece caso: presto, avrebbe potuto mettere qualcosa sotto i denti!
Ad un certo punto si era fermata ad una minima distanza tra lei e loro: aveva messo gli occhi su una zebra giovane e ben formata, l’ideale bocconcino da arraffare! Così, affilò gli artigli e assunse la posizione d’attacco.
Stava quasi per attaccare quando qualcosa, o qualcuno, la inchiodò violentemente a terra, sollevando un gran nuvolo di polvere, intorno a loro.
“Finalmente ti ho preso, Janja!” Disse la voce della cosa che l’aveva atterrata:
“Janja?!?” Pensò la povera malcapitata, alquanto confusa:
“Credevi che avresti continuato a farla franca?” Proseguì la misteriosa voce, con aria di sfida. “Beh, ti sbagli di gross…”
Quando la nuvola si fu diradata del tutto, lei riaprì pian piano gli occhi e vide di fronte a sé un cucciolo di leone maschio della sua età, più o meno, dal manto dorato, con un ciuffo di criniera rossa sulla testa e con il marchio di un leone che ruggisce sulla spalla sinistra. Era lui, lo aveva riconosciuto subito: era il principe Kion!
Lei si ricordava perfettamente di lui, ma in modo poco piacevole, dato che la prima volta in cui si erano visti, fu quando il giovane principe aveva aiutato la sua cara amica iena a sbarazzarsi di lei e della sua famiglia! E anche Kion la riconobbe, infatti, appena la guardò meglio, strabuzzò gli occhi dallo stupore.
“Aspetta un momento!” Disse, dopo essersi riavuto dallo stupore. “Tu non sei Janja, sei Vitani, la figlia di Zira!”:
“Wow, sei davvero perspicace, principino!” Disse Vitani, in tono sarcastico.
A quella frase, Kion, dominato dall’ira che provava nel ripensare al loro ultimo incontro, si irrigidì talmente tanto che la tenne ben bloccata a terra, per non farla scappare: infatti, conficcò per bene gli artigli nella sua pelliccia, cosa che fece non poco irritare la sua avversaria, che cominciò ad emettere smorfie di dolore.
“Ahi!! Ma sei impazzito?!? Mi stai facendo un gran male!” Disse lei, con un tono rabbioso:
“SILENZIO!!! Sappi che non mi lascio addolcire dalle tue smorfie di dolore, vere o false che siano!” Disse lui, non volendone sapere di mollare la presa.
“Wow! Devo ammettere che per essere più piccolo di me, è davvero forte!” Pensò Vitani fra se e se, molto colpita.
“Ora, dimmi!” Continuò Kion, stavolta con tono minaccioso. “Che cosa sei venuta a fare qui, straniera?”:
“Straniera?!?” Vitani si era sentita molto offesa nel sentirsi chiamare a quel modo. “Straniera io?!? Guarda che l’unico vero straniero qui, sei tu, mio caro principino!!! Ti ricordo che una volta queste terre erano la casa della mia famiglia, prima che tuo padre, il Re, ce le rubasse!!”:
“Hai detto bene, ERANO la vostra casa!” Disse Kion, non lasciandosi minimamente intenerire dalla sua storia. “E poi, mio padre non ve le ha rubate, ma se le è giustamente riprese, poiché erano sue di diritto!”:
“Tuo padre non è altro che un falso e un ladro!!”:
“ORA BASTA!!!” Urlò Kion, molto infastidito dalle sue parole di offesa nei confronti di suo padre. “Smettila con questi giri di parole e rispondi alla mia domanda: COSA – SEI – VENUTA – A – FARE – QUI?”:
“Pfui, non era evidente? Cercavo di cacciare una zebra!”:
“A voi esiliati non è permesso cacciare nelle Terre del Branco, perciò ti ordino di andartene immediatamente, se non vuoi fare una brutta fine!”:
“Così dovrei tornarmene nelle Terre di Nessuno? Dove io e tutti gli altri leoni moriamo di fame? No, che non lo faccio, caro il mio principino! Non me ne andrò da qui, finché non avrò addentato quella zebra!”:
“E invece tu te ne vai, anche a costo di usare le maniere forti!”:
“E cosa intendi farmi, micio spelacchiato? Sputarmi una palla di pelo in faccia?”
Kion era così arrabbiato che avrebbe tanto voluto farle vedere quanto fosse potente il Ruggito degli Anziani per farle abbassare la cresta e metterla in fuga, ma si ricordò che non poteva usare il ruggito contro un essere così piccolo e indifeso, soprattutto contro una femmina!
Ma provò comunque a metterle paura.
“Se non farai quello che ti dico, sarò costretto a utilizzare il mio potente ruggito!!!”
Vitani non sembrò affatto terrorizzata dal suo avvertimento, anzi, scoppiò a ridere.
“Oh, certo! Il tuo ruggito! Il tuo “potente” ruggito!”:
“Guarda che è davvero molto potente!”
A quel punto, Vitani, ricordandosi che la più grande paura di Kion era l’idea di diventare come Scar, decise di sfruttare questa cosa a suo favore.
“E quindi intendi davvero usarlo contro di me? Contro una povera e indifesa leoncina? Non solo sei presuntuoso, ma sei addirittura un gran prepotente!”
Sebbene la tentazione di usarlo fosse così tanta, Kion cercò comunque di mantenere la calma per non rischiare di diventare ciò che aveva giurato di combattere e provò a controbatterla a parole, ma non ebbe il tempo di parlare, che ricevette a tradimento una sonora zampata sulla faccia, che lo fece cadere a terra.
“Ah! Ci sei cascato, proprio come mi aspettavo!” Disse Vitani, correndo via da lui. “Mi sarei intrattenuta volentieri per vedere il tuo “Potente ruggito”, ma sai com’è. Il pranzo mi aspetta!”:
“Oh no, tu non avrai proprio niente, mia cara!” Disse Kion, rimettendosi in piedi e cominciando a correre verso di lei.
Vitani corse velocemente verso la zebra che aveva puntato poco fa, ma proprio mentre stava per spiccare un salto per attaccarla, una scia gialla e a pois neri le corse davanti, facendola cadere a terra.
“Ci hai provato, ma ti è andata male!” Disse Fuli, il cucciolo di ghepardo femmina.
La leoncina, non appena riprese i sensi, si trovò circondata da lei, da Beshte, il cucciolo di ippopotamo, da Banga, il cucciolo di tasso del miele, da Ono, il cucciolo di airone e da Kion. Formavano tutti e cinque un cerchio intorno a lei, che le impediva di fuggire.
“Sei in trappola!” Disse Ono:
“Ormai non puoi più fuggire!” Disse Beshte:
“A meno che non ti arrendi!” Disse Banga:
“Io arrendermi? Già mai!” Disse Vitani, con un chiaro tono di sfida:
“Allora sarai costretta ad assaggiare la nostra furia! Io ti avevo avvisata!!” Disse Kion:
“Non mi fate paura, nessuno di voi!!”:
“Te ne faremo fra poco, carina!” Disse Fuli:
“Ben detto, Fuli! Avanti, Kion, usa il Ruggito!” Disse Ono:
“Già, fai capire alla signorina qui presente che con noi non si scherza!” Disse Banga:
“Veramente, ragazzi, io... non posso! Ho promesso a me stesso che non avrei mai utilizzato il ruggito per fare delle cose brutte!” Disse Kion:
“Ma Kion, usarlo contro un leone straniero, ergo un probabile nemico delle Terre del Branco, non mi pare affatto una cosa brutta!” Disse Banga:
“E invece lo è, Banga! Lo è eccome! E io mi sono promesso di non utilizzarlo per queste cose per cercare di non diventare come Scar! Per questo non posso usarlo contro di lei... Oh! Ehi, ma... dov’è andata?”
Solo in quel momento la Guardia del Leone si accorse che Vitani era scappata. Ma niente poteva sfuggire alla vista di Ono, il quale la avvistò subito mentre correva, in direzione delle Terre di Nessuno.
“Kion, sta andando verso le Terre di Nessuno!” Disse:
“Vado a fermarla!!!” Disse Kion, preparandosi all’inseguito.
Ma Fuli lo bloccò, dicendoli:
“Perché? Dopotutto, se ne sta andando, non era quello che volevi?”:
“Si, ma adesso mi è venuta una gran voglia di darli un’importante lezione: ovvero, che chiunque si fa beffe di me o della Guardia del Leone, non la passa mai liscia!!!”:
“Vuoi che ti aiutiamo a riprenderla?” Chiese Beshte:
“No, non importa! Lo farò da solo!”:
“Se è quello che credi, allora buona fortuna!” Disse Fuli, non tanto convinta.
Kion si lanciò all’inseguimento di Vitani. L’inseguimento durò per qualche minuto, lei stava sempre davanti a lui, sfrecciava sopra e intorno agli alberi e alle rocce, cercando di far perdere le sue tracce.
Ad un certo punto, Kion riuscì ad avvicinarsi a lei e a fermare la sua corsa, prima che potesse attraversare il fiume che divideva il confine delle Terre del Branco con le Terre di Nessuno. Lui la bloccò nuovamente a terra, ma stavolta Vitani lo sorprese ribaltando la posizione, facendo stare lui sotto e lei sopra, ma non si limitò solo a questo: cominciò a morderlo e a graffiarlo con tutta l’energia che aveva in corpo. Kion, per quanto fosse ben deciso a tenerle testa, non riusciva a rispondere per bene ai suoi colpi. Cominciò pian piano a esaurire le forze e alla fine, lei gli dette il colpo di grazia lanciandoli una zampata in faccia, quella zampata fu talmente micidiale che riuscì a farlo stramazzare al suolo, ormai totalmente privo di forze, oltre a farli uscire un rivolo di sangue dalla faccia.
Vitani gli si avvicinò e gli disse, con tono sprezzante e superbo:
“Sei davvero un sciocco, se pensavi di potermi battere! E ora, addio, principino!”
Detto questo, salì su un tronco e una volta arrivata alle Terre di Nessuno, sparì tra le rocce.
Kion la vide mentre spariva in quella zona arida e capendo di aver fallito nel suo intento, chiuse gli occhi per concedersi un po’ di riposo e per cercare di dimenticare quello che gli era appena successo. Ma venne risvegliato poco dopo dalle grida dei suoi compagni, che si avvicinarono a lui e cercarono di tirarlo su.
“Kion, ma che ti è successo?” Chiese Banga, notando il sangue che gli rigava la faccia:
“E’ stata lei a fartelo, vero?” Chiese Fuli, piena di collera. “Ma perché non ci hai permesso di aiutarti a fermarla! Se avessimo lavorato insieme, ora non ti ritroveresti in questo stato!”:
“Si, hai ragione Fuli. Mi dispiace davvero tanto!” Ammise Kion, con aria talmente dispiaciuta da intenerire il cuore del ghepardo.
Infatti, lei subito dopo lo guardò con un’aria comprensiva e disse:
“Ragazzi, portiamo Kion da Rafiki! Lui guarirà le sue ferite!”:
“Ma Fuli, e quella Vitani? La lasciamo andare via così?” Chiese Banga, a dir poco sconcertato:
“Non ha nessuna importanza, Banga! L’unica cosa che importa davvero è portare al più presto Kion a farsi curare!”:
“Oh, giusto.”
E così, la Guardia del Leone fece dietrofront verso la Rupe dei Re, lasciandosi alle spalle le ombrose e desolate Terre di Nessuno.

Note dell'autrice: dopo l'uscita dell'episodio "Lions of the Outlands", mi resi conto che tante cose che avevo inserito nella mia fan fiction non tornavano. Perciò, per rendere la mia storia coerente con quell'episodio, la modificai in alcuni punti, quindi in realtà questo non si tratta di un incontro, ma di un re - incontro, ma non suonava bene come titolo del capitolo e così l'ho lasciato invariato.
E... niente! Spero che vi piaccia comunque!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Delitto e castigo ***


Uno strano scherzo del destino

Capitolo 2 Delitto e castigo
 
Nelle aride Terre di Nessuno, dove ovunque vi erano solamente rocce, alberi secchi o morti e persino ossa di animali, il figlio maggiore di Zira, Nuka, stava cercando incessantemente sua sorella Vitani: aveva guardato tra le rocce, dentro le caverne (finendo, addirittura, ad essere punto da uno scorpione) e persino al fiume, ma in nessuno di quei posti era riuscito a trovare almeno una traccia di lei. Se non fosse riuscito a trovarla prima del tramonto, sua madre si sarebbe MOLTO arrabbiata... e sua madre in queste situazioni diventava più spaventosa di un bufalo che ti da la carica!
“Uff, sono così ARCISTUFO di ricevere sempre compiti così mediocri dalla mamma!” Aveva iniziato a dire fra se e se, pieno di frustrazione nei confronti del genitore. “'Nuka, bada al fratellino prediletto!', 'Nuka, bada alla sorellina rompiscatole!', 'Nuka, sta attento che i topi non arraffino il nostro cibo!'… Grr!! E’ solo perché Scar non mi ha scelto come suo erede, che mi tratta come un essere inferiore! Ma un giorno gli’e lo dimostrerò: le dimostrerò che io sono degno di essere l’essere di Scar e non quella pulce insignificante di Kovu!! Tra me e lui non c’è proprio paragone: lui è solo un mocciosetto viziato, mentre io sono forte, intelligente e soprattutto coraggioso!!!”
In quel preciso istante, sentì un leggero fruscio proveniente da un cespuglio di rovi, li vicino. A quel punto, pensando che fosse sua madre che stava venendo da lui per avere notizie di Vitani, si buttò a terra, tutto tremante, piagnucolando frasi del tipo:
“Ti prego, mamma! Non farmi del male!! O - ok, lo ammetto, ho perso di vista Vitani, ecco l’ho detto! M - ma ora, ti prego, non mi picchiare, per favore!!! Ti giuro che non riaccadrà mai più - uhuhuh...”
Ma al posto della madre, apparve Vitani, la quale si mise a ridere a più non posso alla vista del fratello in quello stato.
“Ahahahah! Piantala di piagnucolare, Nuka, sono io! La tua amata sorellina Vitani!” Disse, ancora ridendo sotto i baffi.
Appena la vide, Nuka si ricompose all’istante e lanciò uno sguardo furioso, e allo stesso tempo imbarazzato, alla sorella, dicendo:
“Ah, ma guarda che l’avevo capito che eri tu, piccola peste! Stavo solo fingendo di essere spaventato per prenderti un po’ in giro, tutto qui.”
Vitani non gli aveva creduto neanche un po’, poi Nuka, per cambiare discorso, le disse:
“Senti, ma dove diavolo ti eri cacciata!?! E’ tutto il giorno che ti cerco, se la mamma avesse scoperto che eri sparita... Brrr, non oso nemmeno pensarci!”:
“Tranquillo, mio ingenuo fratellone, ora sono qui e non diremo assolutamente nulla alla mamma. Va bene?”:
“D’accordo!”:
“Bene. Ora andiamo da lei, stupidino!”
Se c’era una cosa che Nuka detestava della sorella erano le sue battutine taglienti, infatti, in quel momento le avrebbe mollato volentieri una bella zampata, ma preferì trattenersi dal farlo, non perché aveva paura di farle male: più che altro, non voleva che poi Vitani, in preda alla rabbia, andasse a spifferare il suo piccolo segreto alla mamma!
“Allora... almeno potresti dirmi dove sei stata?” Chiese, pieno di curiosità:
“Ecco, ero affamata e perciò... sono andata a cacciare nelle Terre del Branco.” Rispose Vitani:
“Nelle Terre del Branco?!?” Aveva esclamato Nuka, abbastanza shockato:
“Parla piano, Nuka! Vuoi che la mamma, o qualcun altro, ti senta?”:
“Scusa! Comunque, come ti è saltato in mente di andare li? E se ti avessero scoperta?”:
“Te l’ho detto, avevo molta fame! E poi, io, a differenza tua, non ho paura di correre il rischio!” Disse Vitani, con aria superiore:
“Ok.” Disse Nuka, facendo finta di non aver sentito l’ultima frase. “Ma ti hanno scoperta, vero?”
Vitani, colta alla sprovvista da quella domanda, deglutì nervosamente, ma cercò di non darlo a vedere e disse:
“Scoperta io? Ma figurati! Cosa te lo fa pensare?”:
“Non lo so, forse i segni di graffi che hai sulla pelliccia?”
La leoncina si guardò il corpo e notò i segni che li avevano lasciato gli artigli di Kion, durante la lotta. A quel punto, capì che continuare a fingere ormai era inutile e sputò il rospo.
“E va bene, lo ammetto: sono stata scoperta mentre cercavo di cacciare una zebra e me ne sono dovuta andare. E tutto per colpa del principe Kion e della sua stupida Guardia del Leone!!”:
“Uo – uo – uo, frena un attimo, sorella!” Disse Nuka, sempre più interessato alla storia. “Ho sentito bene? Hai per caso detto “principe Kion” e “Guardia del Leone”?!?”:
“Siii! L’ho detto, Nuka!” Disse Vitani, a dir poco seccata nel ricordare la cosa. “Lui e la sua Guardia del Leone mi avevano scoperta e mi avevano persino messa con le spalle al muro, ma per fortuna, ho approfittato di un loro attimo di distrazione per filarmela e tornare a casa. Ma quell’ostinato del principe Kion mi ha inseguita e mi ha impedito di attraversare il fiume, inchiodandomi a terra. A quel punto, ho ingaggiato una lotta con lui e penso tu possa immaginare come sia andata a finire.”:
“Ehm... ha vinto lui?”:
“No, stupido! Io, essendo più grande e più forte di quel mocciosetto reale, l’ho battuto e me ne sono andata dalle Terre del Branco.”:
“Da come sei ridotta, sembra quasi che ad avere la meglio sia stato lui.”:
“Ti sbagli, caro fratellone: gli ho lasciato come ricordo un bel segno sulla guancia, che quando l’ho lasciato, buttava sangue a fiotti!”:
“Caspita, sei davvero molto forte, sorellina! Saresti una perfetta erede per Scar, peccato che tu sia una femmina! Ahahahah!!!”
Vitani avrebbe tanto voluto mollare una potente zampata al fratello, ma si trattenne dal farlo, non perché avesse paura di farli male: ma perché in quel momento avevano trovato la loro madre.
Zira era impegnata a dare lezioni al piccolo Kovu su come essere un leone forte e spietato, facendoli cacciare una libellula che svolazzava in mezzo a loro. Appena la libellula si posò finalmente su una roccia, Kovu si mise in posizione d’attacco e dopo due secondi, fece un balzo e afferrò al volo l’insetto tra le zampe anteriori. Dopo un po’ le aprì, permettendo alla libellula di volare via.
“Kovu!” Gridò Zira, evidentemente furiosa della cosa. “Non devi lasciarla andare!”
E dicendo così, appena ebbe l’insetto a tiro, lo schiacciò brutalmente con una zampa, lasciando un liquido a dir poco vischioso e schifoso a terra. Dopodiché, si avvicinò furibonda al figlio, dicendogli:
“Che cosa ti avevo detto, poco fa? Non devi mai, e dico MAI, avere pietà di chi è più debole di te: quante volte ti ho detto che gli esseri inferiori devono solo essere abbattuti?!?”:
“Ma mamma, non aveva fatto nulla di male!” Protestò Kovu, cercando di farsi capire dalla madre. “E poi era così bella...”:
“Non mi interessa se era bella oppure no, Kovu! Tu dovevi abbatterla e basta! Quando capirai che devi obbedirmi senza discutere?!?”
In quel momento, a Nuka scappò da ridere. Zira se ne accorse e, dimenticando quello che voleva insegnare a Kovu, si avvicinò lentamente e minacciosamente verso il figlio maggiore e gli disse, con tono a dir poco furioso:
“Lo trovi divertente, Nuka?”
A quel punto, Nuka tacque del tutto, molto intimidito dallo sguardo arrabbiato di sua madre e sfoggiando un sorriso innocente, le disse:
“No, no, assolutamente, mamma! Anzi, ammiro molto quello che fai per Kovu, dico davvero!”
Il giovane leone non era molto convincente, per fortuna lo sguardo di Zira si spostò subito dopo sulla sua unica figlia femmina. Dopodiché, sul suo viso si formò un sorriso e disse, con molta dolcezza:
“Vitani, piccola mia! Dato che sei molto esperta, ti dispiacerebbe mostrare a tuo fratello come bisogna comportarsi con i più deboli?”
Vitani gonfiò il petto, piena di orgoglio e disse:
“Certo, mamma!”
Nuka, di nascosto da tutti, fece una smorfia di disgusto.
La leoncina si avvicinò a un minuscolo topolino che passava di li, per caso, in cerca di cibo; lei lo puntò e dopo essersi trovata un punto sicuro per non essere vista, assunse la posizione d’attacco e dopo due secondi, balzò e lo afferrò con le zanne. Dopodiché, cominciò a scuoterlo forte per qualche minuto, poi lo sputò a terra e cominciò a graffiarlo con entrambe le zampe anteriori, facendo in tal modo sgorgare fiumi di sangue.
Vitani portò trionfante il corpicino ormai senza vita della bestiola e lo gettò a terra, ai piedi di sua madre, la quale le lanciò un sorriso compiaciuto e disse:
“Bravissima, Vitani! Sei talmente forte e piena di grinta che praticamente tutti ti dovrebbero temere, persino Simba e i suoi disgustosi figlioletti!”
A quella frase, Nuka era scoppiato a ridere, e stavolta più forte di prima.
“Nuka, stai ridendo, per caso?” Disse Zira, abbastanza scocciata:
“Si, rido mamma! Perché sappi che hai detto una grossa sciocchezza, riguardo a Vitani, ahahahah!” Rispose Nuka, ridendo ancora di più:
“Ma che diavolo stai dicendo?!?”
Vitani aveva capito subito che Nuka stava per rivelare il loro segreto e cercò di far capire al fratello di smetterla subito di parlare con dei gesti, che, ovviamente lui non riuscì a comprendere.
“E’ semplice: Vitani ha avuto uno scontro col principe Kion e lui l’ha ridotta proprio male! Ops...”
Solo in quel momento, Nuka si era reso conto di averla combinata grossa! Infatti, Zira lo guardò con occhi pieni di rabbia ed esclamò:
“Che cosa?!? Vitani ha lottato col principe Kion?”
A quel punto, Vitani pensò che era meglio svignarsela al più presto e così cominciò a indietreggiare in silenzio, per scappare a nascondersi da qualche parte. Ma sua madre la batté sul tempo, dicendole:
“Vitani, che cos’è questa storia?”
La leoncina si guardò bene dal raccontare una menzogna a sua madre: ormai il segreto era stato scoperto e una bugia avrebbe solo peggiorato ancora di più le cose.
“Ecco... la verità è che... sono stata a cacciare nelle Terre del Branco!” Disse, non riuscendo a guardare dritta negli occhi sua madre per la paura:
“Tu cosa?!?”:
“Avevo molta fame e ho cercato di cacciare una zebra, ma il principe Kion e la sua Guardia del Leone me lo hanno impedito e sono dovuta scappare via, tutto qui!”:
“Vitani, non mi mentire, Nuka mi ha detto che ti sei addirittura scontrata con il principe Kion, è vero?”:
“Si, è la verità.”
A quel punto, Zira le dette una sonora e potente zampata sulla faccia, talmente forte che la fece cadere a terra, alzando un bel polverone. Dopo poco, Vitani si rialzò a fatica dal suolo e si premette la parte lesa con una delle zampe anteriori, inoltre cercò di nascondere una lacrima che le stava scivolando lungo il viso.
“Sei una stupida, Vitani!!” Gridò Zira, con tutta la rabbia che aveva in corpo. “Come ti sei permessa di sgattaiolare nelle Terre del Branco?!? Lo sai che a noi esiliati ci è assolutamente proibito di stare la!”
Poi si voltò, in direzione di Nuka.
“E quanto a te, ti avevo detto di badare a tua sorella, mentre io cercavo di addestrare tuo fratello a essere un grande leone, ma non l’hai fatto!”
E nel dire così, aveva alzato la zampa e stava quasi per colpire il figlio, quando Vitani la fermò, dicendo con una voce quasi rotta dal pianto:
“Ma almeno ho vinto lo scontro col principe Kion!”
La zampa si era bloccata a mezz’aria, rimase così per un po’ poi l’abbassò pian piano e a quel punto la leonessa tornò a rivolgersi alla figlia.
“E così, tu avresti vinto lo scontro col principe Kion, eh?” Disse, non molto felice della cosa:
“Si, mamma! L’ho battuto!” Disse lei, con una fitta di orgoglio nella voce.
Zira la guardò così per un po’, poi le dette un’altra zampata, stavolta dalla parte opposta.
“Non avresti dovuto limitarti solo a batterlo, avresti dovuto ANNIENTARLO! Distruggerlo! Renderlo così in fin di vita da poterlo tranquillamente uccidere!!! In questo modo, avresti potuto vendicare tutti noi del torto che ci ha fatto!”
Non appena Vitani si fu ripresa da quella seconda zampata ed ebbe ascoltato per bene quelle parole, rimase a dir poco sbalordita, oltre che affranta: come poteva pretendere sua madre che avrebbe potuto uccidere Kion, un leoncino della sua stessa età? Non aveva ancora la forza sufficiente per farlo e poi, ad essere sincera, le aveva fatto talmente pena ridotto a quel modo che, anche se avesse potuto, non se la sarebbe sentita lo stesso di finirlo! Ma non osò rivelare questo piccolo particolare alla madre.
“Mi sono sbagliata su di te, Vitani. Sei una rammollita, ancora peggio di tuo fratello, Kovu!” Disse Zira, senza alcuna remora.
Dopo aver detto quelle parole, si diresse verso alcune leonesse cacciatrici, per vedere cosa fossero riuscite a prendere.
Non appena sua madre si fu allontanata, Kovu, che aveva assistito all’intera scena, si avvicinò alla sorella per confortarla.
“Ehi, Vitani! Non te la prendere per quello che ti ha detto la mamma. Se ti fa stare meglio, sappi che tu per me sei una leonessa molto forte e piena di grinta!” Disse Kovu, abbozzando un sorriso:
“No, Kovu, ha ragione lei: io non sono affatto forte e piena di grinta. Non ancora!” Disse Vitani, per nulla rincuorata dalle parole del fratello.
Nuka si avvicinò alla sorellina e le disse:
“Vitani... ehm... volevo solo dirti... ecco... che ho apprezzato tanto il fatto che tu abbia impedito alla mamma di picchiarmi! Davvero, sei stata davvero gentile! Se vuoi, posso mettere una buona parola per t...”
Ma non finì in tempo la frase, che Vitani gli tappò al volo la bocca con la zampa.
“No, grazie! Ormai ho deciso di impegnarmi a fondo e di diventare appieno una vera e propria leonessa forte e piena di grinta!!”
E dicendo così, si allontanò dai fratelli e andò a stendersi sopra una roccia abbastanza distante da loro che riusciva a dare uno scorcio delle Terre del Branco e si mise ad ammirare il sole che stava pian piano per volgere al tramonto. Poi, pensò fra se e se, guardando in direzione delle terre dei suoi nemici con aria di sfida:
“Lo prometto: diventerò abbastanza forte da poter sopraffare qualunque leone! Perciò stai bene attento, principe Kion: questa volta ti ho voluto risparmiare, ma la prossima volta che ci rivedremo (se mai accadrà), ti prometto che farò di tutto per annientarti!!!”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cicatrici e dubbi ***


Uno strano scherzo del destino

Capitolo 3 Cicatrici e dubbi
 
Nelle rigogliose Terre del Branco, dove ovunque gli animali vivevano in pace e in armonia, all’interno della sede della Guardia del Leone, Rafiki stava curando le ferite di Kion, appena tornato alla base, insieme ai suoi compagni, dopo quella disavventura.
Il vecchio e saggio mandrillo era intento a spalmare un po’ di succo di baobab sulle cicatrici che ricoprivano la pelliccia dello sventurato leoncino, le stesse che li avevano lasciato gli artigli di Vitani. Al solo ricordo di quelle potenti unghiate, Kion si sentì rabbrividire.
Da un lato, il resto della Guardia del Leone assisteva paziente e in silenzio al medicamento del loro giovane leader, tranne Banga, il quale si sfregava le zampe anteriori nervosamente e addirittura sudava peggio di un facocero in piena estate. Ad un certo punto, non ne poté più di tutto quel silenzio e disse, con tutta l’ansia e l’agitazione che aveva in corpo:
“Allora, Rafiki? Kion ora sta bene? Si riprenderà, vero?”:
“Ma certo che si riprenderà, Banga, stai tranquillo!” Rispose Rafiki, con molta tranquillità. “Le cicatrici non sono così gravi e profonde come possono sembrare, ti assicuro che ne ho viste di ben più peggiori!”:
“Davvero?”:
“Sicuro! Quelle che ha Kion spariranno entro due giorni, massimo tre.”:
“Fiuuu, meno male!” Disse Banga, tirando un gran sospiro di sollievo.
“Ma torniamo a noi,” Cominciò a dire Rafiki. “Mi stavate raccontando che Kion ha avuto uno scontro contro un leone delle Terre di Nessuno, giusto?”:
“In realtà, Rafiki, il leone in questione era una lei!” Disse Kion, assumendo uno sguardo seccato al solo ricordo della cosa:
“Già, ma te ne ha comunque suonate di santa ragione, per essere una ragazza!” Disse Banga.
A quella frase, Fuli lanciò un’occhiataccia al tasso del miele, il quale capì che la sua amica si era chiaramente offesa, essendo anche lei una ragazza e per rimediare al danno fatto, disse:
“Ehm, quello che volevo dire è... chi se l’aspettava che una leoncina delle Terre di Nessuno fosse così forte?”:
“Ahahah, a dir la verità, Banga, anche se non sembra i leoni delle Terre di Nessuno sono davvero molto forti! Non a caso, Scar li ha scelti come suoi seguaci proprio per questo motivo!” Disse Rafiki:
“Wow, questo è davvero increBangadibile!” Esclamò Banga, stupito da quella rivelazione:
“Comunque sia, la cosa che più mi ha sconvolto è stato scoprire che quella leoncina non era un’esiliata qualsiasi! Ahi!” Disse Kion, agonizzando dal bruciore provocato dal tamponamento del succo di baobab sulla ferita alla guancia:
“Oh, scusami tanto, Kion!” Disse Rafiki, cominciando a tamponare un po’ più leggermente le foglie con il succo di baobab. “Dicevi? Che quella leoncina non era un’esiliata qualsiasi?”:
“Esatto!”:
“E chi era, allora?”:
“Una vecchia conoscenza. Ovvero, Vitani, la figlia di Zira!”
Al sentirsi nominare quei due nomi, Rafiki parve quasi talmente paralizzato da quel qualcosa che gli era appena venuto in mente, che gli cadde dalla mano il frutto di baobab, che si spaccò in mille pezzi al contatto con il suolo. Tutti i membri della Guardia del Leone rimasero a fissarlo senza più fiato: era ovvio che quello che il mandrillo avrebbe presto detto a loro, non sarebbe stato nulla di piacevole da ascoltare!
Dopo pochi minuti, Rafiki riprese la parola.
“V – Vitani?!? L – la figlia di Zira, hai detto?” Disse, balbettando per lo shock:
“Si, era proprio lei!” Rispose Kion.
A quell’affermazione, Rafiki si fece sempre più nervoso di prima e la cosa non passò inosservata agli occhi dei membri della Guardia del Leone.
“Rafiki? C’è qualcosa che non va?” Chiese Fuli, preoccupata dello strano comportamento del mandrillo:
“Già, sembri nervoso come i miei zii Timon e Pumbaa quando sono in astinenza da insetti!” Disse Banga.
Rafiki ancora non osava aprire bocca: continuava a camminare avanti e indietro per tutta la grotta per riflettere sulle parole di Kion, poi finalmente si fermò e disse:
“Te l’eri davvero vista brutta, Kion! Si può quasi dire che è un miracolo che tu sia qui a raccontarlo!”:
“Stai parlando sul serio, Rafiki?!?” Chiese Fuli, incredula. “Ti vorrei ricordare che tutti noi abbiamo già avuto a che fare con lei e con la sua famiglia, un po’ di tempo fa! E ce l’ha siamo cavata piuttosto alla grande, devo dire!”:
“Già! Ricordo bene che fosti tu stessa a battere quella Vitani, e con molta facilità, devo dire!” Disse Kion:
“Beh, questo perché sono molto più forte di te, amico mio!” Disse lei, facendo un po’ la presuntuosa:
“Ok, ma quella volta eravate tutti insieme. Mentre stavolta Kion si è battuto da solo con lei!” Disse Rafiki:
“Che cosa intendi dire con questo, Rafiki?” Cominciò a dire Ono, alquanto perplesso dalle parole del mandrillo:
“Ora vi spiego tutto. Da quando Scar scelse suo figlio Kovu come suo erede, Zira ha iniziato ad addestrare sia lui sia gli altri suoi due figli a diventare dei veri e propri assassini spietati! E sebbene lei si concentri principalmente di più su Kovu, ad essere sinceri, lui non è così abbastanza pericoloso da poter fare del male neanche a una mosca: non ancora, almeno!”
Kion e gli altri membri della guardia rabbrividirono a quell’ultima frase: sapevano bene che Kovu, essendo stato scelto come erede dallo stesso Scar, si stava esercitando a diventare un essere crudele e spietato come il suo predecessore! Il solo pensiero di poter fronteggiare, in futuro contro quella sorta di Scar 2.0, li metteva non poca paura.
“Lo stesso si può dire del suo fratello maggiore, Nuka! Il quale però, a differenza di Kovu, non è innocuo perché ancora innocente, ma perché è un vero e proprio imbranato!”
A quella frase, tutti si misero a ridere: da come lo aveva appena descritto a loro, Rafiki, Nuka appariva a tutti loro così sfortunato che quasi li faceva pena.
“Invece, Vitani, ahimè, è molto simile a sua madre: ovvero è scaltra, astuta e spietata almeno quanto lei! Per questo motivo, Zira, sebbene Scar non l’avesse scelta come sua erede, ha voluto comunque addestrare la figlia ad essere una spietata cacciatrice, non solo per renderla una forte seguace, ma anche perché possa aiutare il fratello a diventare ancora più forte e più spietato di lei!”:
“Hevi Kabisa!” Esclamò Kion, shockato da quella rivelazione.
Solo in quel momento, il leoncino e i suoi amici capirono il pericolo che costituiva Vitani: anche se era solamente una leoncina più o meno della stessa età di Kion, era già incredibilmente molto più forte di lui e lo aveva dimostrato durante la lotta contro il giovane principe. Kion si riteneva proprio fortunato ad essere riuscito almeno a sopravvivere a quell’essere! Eppure, in quel momento fece caso a una cosa: se Vitani era davvero spietata quanto Zira, allora per quale motivo l’aveva risparmiato? Perché non l’aveva fatto fuori, già che c’era? Questa cosa non riusciva affatto a comprenderla e decise di farsi aiutare a trovare una risposta dal saggio mandrillo.
“Ehm, Rafiki, io non capisco una cosa!” Chiese:
“Che cosa non capisci, Kion?” Disse Rafiki:
“Tu ci hai appena detto che Vitani è scaltra e spietata almeno quanto la madre, ma se è davvero così cattiva come dici, per quale motivo non mi ha ucciso, oggi?”:
“Ehi, è vero!” Esclamò Fuli. “Non è da un leone delle Terre di Nessuno comportarsi in un modo così misericordioso, come mai lei lo ha fatto?”:
“Già, perché lo ha fatto, Rafiki? Tu di sicuro lo sai!” Disse Beshte.
Rafiki si era sempre distinto fra tutti gli animali delle Terre del Branco proprio per via della sua grande saggezza ed esperienza, ma quella volta parve che avesse perso momentaneamente entrambe le cose, poiché l’unica cosa che riuscì a dire al leoncino fu soltanto:
“Non lo so, ragazzi. Sinceramente, non riesco a spiegarmelo neanche io.”
Sia Kion sia i suoi amici erano rimasti a dir poco allibiti dalle parole del vecchio mandrillo: li lasciò proprio senza parole vedere che stavolta il loro saggio amico non aveva la risposta pronta da darli!
“Beh, se volete il mio parere, si tratta senza alcun dubbio di un tranello!” Disse Fuli, convinta di quel che diceva:
“Ne sei sicura, Fuli?” Chiese Ono, alquanto perplesso:
“Ma certo, Ono! Riflettiamoci un attimo: qui si sta parlando di un leone delle Terre di Nessuno, in poche parole, di un essere dal quale bisogna mettersi costantemente in guardia!”:
“E con questo, che vuoi dire?” Chiese Beshte, che ancora non capiva dove voleva andare a parare il ghepardo:
“Insomma, quello che sto cercando di dire è che quell’atto misericordioso da parte di quella Vitani non è altro che un subdolo stratagemma: sicuramente lo avrà fatto perché Kion possa pensare bene di lei e quindi abbassare la guardia la prossima volta che tornerà!”:
“Zuka Zama! A questo non ci avevo minimamente pensato!” Esclamò Banga:
“E’ ovvio che tu non ci abbia pensato!” Disse Fuli, prendendosi la rivincita di quella cosa sgradita che aveva detto il tasso del miele sulle femmine, poco fa:
“Uhm, si, una cosa del genere non è affatto improbabile. Tu cosa ne pensi, Kion? Fuli potrebbe avere ragione?” Chiese Ono:
“Ecco... io non saprei! Piuttosto, sentiamo cosa ne pensa Rafiki!” Rispose Kion:
“Tutto è possibile, Kion! Con questo non voglio dire che Fuli abbia ragione e neppure che abbia torto, ma solo che la verità può essere più di una!” Rispose pazientemente Rafiki.
Sebbene la risposta del vecchio mandrillo fosse saggia e giusta, Kion non ne fu comunque soddisfatto! Voleva a tutti i costi sapere il vero motivo per cui quella leoncina delle Terre di Nessuno avesse voluto risparmiargli la vita, ma in quel momento capì che nessuno, neppure Rafiki, gli avrebbe mai detto qual’era la verità.
“E ora, lasciamo solo Kion: ha bisogno di un bel po’ di riposo.” Disse Rafiki, avviandosi verso l’uscita della grotta:
“Ha ragione Rafiki. Forza ragazzi, mentre Kion riposa, noi faremo il perlustro seriale delle Terre del Branco!” Disse Fuli, imitando quello che aveva fatto il mandrillo:
“Affermativo!” Disse Ono, spiegando le ali e volando in direzione dell’uscita:
“Arriviamo, Fuli!” Disse Beshte:
“A dopo, Kion! Mentre noi perlustriamo il territorio, tu cerca di non procurarti altre cicatrici, eheheh! Ok?” Disse Banga, ridendo:
“Eheheh, lo farò, Banga!” Disse Kion, ridendo anche lui.
Non appena il tasso del miele uscì dalla grotta, Kion si ritrovò completamente solo, con i suoi pensieri.
Aveva tantissime domande per la testa che lo stavano letteralmente facendo impazzire: perché una leoncina delle Terre di Nessuno, per di più figlia di Zira, l’aveva quasi ridotto in fin di vita ma poi l’aveva lasciato stare? L’aveva fatto per pura compassione, oppure aveva ragione Fuli: ovvero, voleva solo fargli credere una cosa del genere per poi approfittarsi di lui quando sarebbe ritornata? Perché Rafiki, che aveva sempre la risposta ad ogni domanda, quella volta non era riuscito a darli una risposta precisa, lui, l’animale più vecchio e saggio di tutte le Terre del Branco? Kion sapeva bene che tutte queste domande non avrebbero mai trovato risposta. Almeno per il momento.
Stava ancora riflettendo su tutto questo, quando qualcosa catturò la sua attenzione...
Aveva notato una cosa particolare dipinta sui muri della grotta, a fianco dei dipinti che raccontavano la storia della sua famiglia. Con le poche forze che aveva, Kion si alzò a fatica e si diresse pian piano verso quella parete dipinta; non appena si fu avvicinato ad essa, cominciò a osservarla, incuriosito.
Su quella parete era dipinta la storia di come suo padre, il Re Simba, una volta aver sconfitto Scar ed essersi ripreso il trono che gli spettava, aveva bandito Zira, la sua famiglia e il branco di leoni, seguaci del malvagio zio. C’erano rappresentate delle figure di leoni in fuga dalla Rupe dei Re e Kion poté perfettamente distinguere tra di loro quella di Vitani, per via degli occhi blu come il cielo.
Il leoncino si soffermò a guardarla a lungo, dapprima con stupore, poi con una chiara aria di sfida.
“Vitani, io non so quali fossero le tue reali intenzioni, oggi,” Pensò fra se e se. “ma sappi che se il tuo vero intento era quello di ingannarmi, con me non attacca! Io sono buono ma non sono mica stupido! Ti assicuro che se oserai rimettere zampa qui, nelle Terre del Branco (se mai succederà), ti darò una di quelle lezioni che non dimenticherai mai, parola di capo della Guardia del Leone!”

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Inaspettate soprese ***


Uno strano scherzo del destino

Capitolo 4 Inaspettate sorprese
 
Come si può ben dedurre, quell’incontro/scontro tra il principe Kion e la figlia di Zira, cambiò molto entrambi: infatti, da quel giorno in poi, i due leoncini si allenarono molto per essere preparati nel caso in cui si sarebbero rivisti. Ma gli intenti dei due erano assai diversi: Vitani voleva dimostrare alla madre (e a se stessa) di essere davvero una leonessa forte e piena di grinta per renderla fiera di lei, mentre Kion lo faceva soltanto per proteggere i suoi cari dalla figlia della nemica giurata della sua famiglia.

***

Passarono gli anni, e i cuccioli diventarono degli animali adulti. Ma la nostra storia riprende subito dopo la riconciliazione avvenuta fra il branco di leoni esiliati e quello di Simba, oltre che alla coronazione del sogno d’amore della principessa Kiara e del figlio di Zira, Kovu.
Kion e la sua Guardia del Leone, nel frattempo, erano stati via per regolare dei vecchi conti con Janja e il suo clan di iene. Infatti, non poterono partecipare alla guerra tra i due branchi rivali, proprio per poter difendere le Terre del Branco da loro, che nel mentre di tutti questi eventi, erano diventati molto più subdoli e malvagi di prima. Dopo aver sconfitto ancora una volta i loro acerrimi nemici, la Guardia del Leone fece finalmente ritorno a casa. Tutti loro non vedevano l’ora di poter riabbracciare le loro rispettive famiglie!
“Questo conflitto con le iene di Janja è finalmente terminato!” Aveva esclamato Banga, tirando un gran sospiro di sollievo, mentre stava riposando sopra Beshte. “Non vedo l’ora di riabbracciare Zio Timon e Zio Pumbaa! Ricordo bene che erano molto preoccupati, quando ero partito per quest’impresa.”:
“Beh, è normale, Banga!” Disse Kion. “Anche mio padre non era così tranquillo di lasciarmi andare a combattere le iene, ma quando gli feci notare che era meglio se la Guardia del Leone si occupasse delle iene, mentre lui avrebbe dovuto fronteggiare il branco di Zira, mi ha lasciato fare. E’ la famiglia, dopotutto!”:
“Ben detto, Kion!” Disse Beshte, il quale stava ascoltando la conversazione. “Io stesso non faccio altro che pensare a mio padre, che non vedo da giorni!”:
“Mi chiedo cosa avranno combinato quelli del mio stormo, in mia assenza!” Disse Ono, fra se e se:
“Secondo me si sono pappati tutti i carabidi e non te ne hanno lasciati neanche un po’! Ahahah!” Disse Banga, in vena di risate:
“Non sono così avidi da tenersi per loro tutti i carabidi presenti nelle Terre del Branco, almeno non con me!” Gli rispose Ono, con tono altrettanto scherzoso.
Tutti scoppiarono a ridere, tranne Fuli, la quale non partecipava attivamente alla loro conversazione ma si limitava ad ascoltare, ad ascoltare e a sospirare, anche. E in modo a dir poco triste.
Solo Kion se ne accorse e, una volta essersi accostato a lei, le chiese:
“Fuli, va tutto bene?”:
“Si, si, sto bene, Kion! Non preoccuparti per me!” Gli rispose lei, con un tono non molto convinto:
“Sei sicura, Fuli?” Disse Banga, notando finalmente la tristezza dell’amica. “Sembri un viaggio d’acqua!”:
“Banga ha ragione! Su, dicci cos’è che ti fa star male!” Disse Ono:
“Se ti apri con noi, potresti stare molto meglio, dopo!” Disse Kion, con tono incoraggiante.
A quelle parole, Fuli abbassò lentamente il capo verso il basso, emise un altro sospiro per riflettere, dopodiché guardò dritti negli occhi i suoi amici e cominciò a raccontare tutto.
“Voi tutti sapete che i miei genitori sono morti quando ero ancora molto piccola.”:
“Si, questo ce lo hai raccontato tempo fa’!” Disse Kion:
“E con ciò?” Disse Banga, che ancora non capiva, come gli altri, del resto:
“Ecco, sentirvi parlare delle vostre famiglie che attendono con ansia il vostro ritorno a casa, mi ha fatto ricordare che io, a differenza vostra, non ho nessuno a casa che mi aspetta!”
A quel punto, i suoi amici si resero conto di quanto fossero stati così stupidi da non ricordarsi di questa cosa dolorosa dell’amica, oltreché indelicati, a parlare delle loro famiglie davanti a lei, che soffriva in silenzio!
“Oh, Fuli! Ci dispiace tanto!” Disse Kion, con aria dispiaciuta. “Eravamo così euforici all’idea di riabbracciare le nostre famiglie, che ci siamo totalmente dimenticati della tua condizione!”:
“Non volevamo farti star male, davvero!” Disse Ono, altrettanto dispiaciuto:
“Siamo proprio dei pessimi amici!” Disse Banga:
“Già, avremmo dovuto capire subito che una cosa del genere ti avrebbe fatto star male!” Disse Beshte.
Nel vedere i suoi amici così dispiaciuti per lei, Fuli non provò più quella tristezza di prima: il suo animo, pian piano, si riempì di pura riconoscenza verso di loro.
“State tranquilli, ragazzi! Vi ho già perdonato!” Disse lei, sorridendo:
“Davvero?” Chiese Kion, sbalordito:
“Ma ci siamo comportati così male con te!” Disse Banga, il quale era ancora più incredulo di Kion:
“Ho capito che non lo facevate apposta! E le vostre parole me lo hanno confermato!”:
“Allora... tutto a posto, adesso?” Chiese Beshte:
“Si, ora si!”:
“Sono felice che tu adesso non sia più triste!” Disse Kion, sorridendo. “Inoltre, ci tengo tanto a dirti che non è vero che a casa non c’è nessuno che ti aspetta! Tutti gli animali delle Terre del Branco ti vogliono un gran bene, in particolar modo la mia famiglia, che ti considera praticamente come una di noi!”
Nell’udire quelle parole, a Fuli le vennero le lacrime agli occhi per la commozione: non si era mai sentita così felice come allora! Era talmente felice che, senza pensarci due volte, abbracciò il giovane leone, il quale ricambiò subito l’abbraccio di lei. Tutti gli altri, all’inizio, guardarono commossi l’intera scena (Banga, in particolare, si mise a piangere dalla commozione, proprio come facevano i suoi zii), per poi unirsi anche loro a quel tenero abbraccio.
Poi, ripresero a camminare. Dopo qualche minuto, arrivarono ai confini che separavano le Terre di Nessuno con le Terre del Branco.
Appena la Guardia del Leone vide lo spettacolo cui si trovavano davanti, rimasero senza fiato: avevano quasi del tutto dimenticato i bellissimi paesaggi verdeggianti delle Terre del Branco in cui tutti loro erano nati e cresciuti. Poco più lontano, si intravedeva la grande Rupe dei Re, dimora di Kion e della sua famiglia da tante generazioni.
“Beh? Che cosa stiamo aspettando? Andiamo! Zuka Zama!!!” Gridò a squarciagola Banga, non sentendo più la stanchezza che prima lo affliggeva.
Tutti gli altri lo imitarono e insieme, corsero in direzione della Rupe dei Re.
Non appena furono la, apparve tutta la famiglia reale, Timon e Pumbaa, il padre di Beshte, la famiglia di Ono, più Rafiki, Zazu e le due migliori amiche di Kiara, Tiifu e Zuri. Tutti quanti accolsero la Guardia del Leone con calore e affetto.
“Kion, figlio mio!” Esclamò Simba. “Finalmente sei tornato!”:
“Oh, Kion! Non sai quanto mi sei mancato!” Disse Nala, con le lacrime agli occhi:
“Anche tu mi sei mancata molto, madre!”:
“Allora? Com’è andata con le iene?” Chiese Simba:
“Le abbiamo sconfitte ancora una volta, padre! Credo proprio che per un po’ non ci daranno più fastidio.” Gli rispose Kion:
“Immagino che Fuli ti abbia guardato le spalle, come sempre!” Disse Nala, ridendo teneramente:
“Eheheheh, si, vostra altezza!” Disse Fuli, così felice di essere notata dalla famiglia reale. “Faccio sempre del mio meglio, per aiutare vostro figlio!”:
“Già, senza di lei, la Guardia del Leone sarebbe proprio spacciata!” Disse Kion, facendo l’occhiolino all’amica.
A quel punto, sentì delle grida familiari provenire dalla grotta.
“Kion! Kion!”
Era Kiara, sua sorella, la quale corse verso di lui e strofinò teneramente il suo muso contro il suo, facendo le fusa.
“Finalmente sei tornato a casa! Qui stava cominciando ad essere terribilmente noioso, senza di te!” Disse lei:
“Pfui, ma per favore!” Ribatté Zuri. “Era tutto così tranquillo, prima che ritornasse con i suoi strambi amici!”:
“Zuri!” La rimproverò Kiara, abbastanza infastidita da quell’uscita a dir poco infelice dell’amica:
“Ha ragione lei, Kiara!” Disse Tiifu. “In tutti questi giorni, non mi sono più dovuta sorbire il suo amico Banga, che quando era qui non faceva altro che ballare intorno a noi, cantando a squarciagola la sua assurda canzone!”:
“Non farci caso, Kion! Sono fin troppo orgogliose per ammettere che in fondo li mancavi tanto!” Disse Kiara, cercando di mettere in imbarazzo le due giovani leonesse.
Infatti, le due, alle parole dell’amica, erano entrambe arrossite, ma cercavano goffamente di non darlo a vedere.
“Io sentire la mancanza di Kion? Pff, figuriamoci!” Disse Zuri, facendo la gnorri. “Anche se è diventato un leone forte, bello e maestoso, non vuole affatto dire che mi piaccia la sua presenza!”:
“E lo stesso vale per me!” Disse Tiifu, imitando Zuri. “Non ho affatto sentito la mancanza della sua criniera così lucida e folta!”
A quelle loro affermazioni, Kion si sentì parecchio in imbarazzo: non era abituato a sentirsi dare dei complimenti (anche se velati) da quelle due, che lo avevano sempre punzecchiato fin da quando era piccolo. Kiara, invece, scoppiò a ridere: era da tanto tempo che non rideva così!
In quel preciso momento, un giovane leone dal manto scuro, la criniera nera e con gli occhi verdi, uno dei quali segnato da una profonda cicatrice, sbucò fuori dalla caverna e con un sorriso raggiante, disse:
“Ehm, posso unirmi anch’io a voi?”
Kion, appena lo vide, si sbalordì: non conosceva quel leone, eppure aveva come la sensazione di averlo già visto, in passato.
“Scusa, tu chi saresti?” Gli chiese, incuriosito:
“Non mi riconoscete, principe Kion? Sono io, Kovu!” Gli rispose il leone.
A quelle parole, Kion rimase shockato: Kovu, il figlio di Zira, l’erede designato di Scar, li tra loro? Tra la sua famiglia? E tra l’altro, molto vicino a sua sorella?!?
Anche i suoi amici rimasero a dir poco shockati almeno quanto lui.
“Che cosa?” Esclamò Banga:
“Kovu, l’erede di Scar, qui tra noi?!?” Disse Beshte:
“Questa cosa non ha alcun senso!” Disse Ono:
“Già! Lui è un nostro nemico! Per quale motivo è qui?” Disse Fuli.
A tutte quelle parole, Kovu si sentì molto a disagio, oltre che in imbarazzo. Notando ciò, Simba cercò di placare gli animi.
“Ragazzi, calmatevi! Sappiate che ormai Kovu non è più un nostro nemico!”:
“Ah, no?” Chiese Kion:
“No! E’ cambiato e si è ufficialmente unito al nostro branco!”:
“E non solo!” Disse Rafiki, vagamente malizioso:
“Che intendi dire, Rafiki?” Chiese Kion, non sapendo dove volesse andare a parare il mandrillo:
“Ecco... Kion...” Prese timidamente la parola Kiara. “La verità è che... io e Kovu stiamo insieme!”
Appena udì quella cosa, a Kion gli cadde quasi la mascella per lo stupore! Non si aspettava minimamente di scoprire una cosa del genere, una volta essere tornato a casa!
Calò il silenzio in mezzo a loro per alcuni minuti, poi finalmente Fuli riprese la parola.
“Per caso ci siamo persi qualcosa?”:
“Ecco... diciamo che sono successe parecchie cose, mentre voi eravate via!” Disse Simba, parecchio imbarazzato:
“Io voglio sapere TUTTO!” Disse Banga, eccitato:
“Non sei l’unico, Banga!” Disse Kion, con una faccia affatto allegra al riguardo.

Note dell'autrice: ho finalmente scritto un nuovo capitolo dopo secoli! Alleluja!
A quanto pare, Kion non sembra molto entusiasta all'idea di avere l'ex erede di Scar come cognato! E chissà che reazione avrà quando rivedrà Vitani...
Beh, aspettate il prossimo capitolo per scoprirlo!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3657051