A Dream Is A Wish Your Heart Makes di LobaTheNerd (/viewuser.php?uid=199420)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chores ***
Capitolo 3: *** Friends and a new meeting ***
Capitolo 4: *** Invitation ***
Capitolo 5: *** The suit ***
Capitolo 6: *** You Shall Go! ***
Capitolo 7: *** Dance with me! ***
Capitolo 8: *** So This Is Love ***
Capitolo 9: *** Midnight-Escape from the Palace ***
Capitolo 10: *** The Morning After ***
Capitolo 11: *** Thruths Revealed ***
Capitolo 12: *** It Is You! ***
Capitolo 13: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
A
Dream Is A Wish Your Heart Makes
Prologo
Tanto tempo fa,esisteva un piccolo regno chiamato Beacon Hills. Era un
regno prospero e pacifico,governato dalla Regina Talia Hale. La sovrana
era molto amata dal suo popolo e nel mondola sua bontà e la
sua saggezza erano famose.
Talia aveva aveva tre bambini: la principessina Laura,la primogenita e
futura erede al trono,il principino Derek,e la principessina Cora.
Si poteva dire che gli Hale fossero una famiglia felice e
così era.
C'era anche un'altra famiglia che era felice quanto loro.
Se ci si trovava in prossimità del bosco,ai limiti del
regno,si poteva benissimo distinguere la sagoma di una carrozza in
movimento e,se ci si avvicinava di più,si poteva vedere che
in quella carrozza stava seduto un uomo vestito con un semplice,ma
elegante completo grigio,perfettamente in tinta con i suoi occhi. I
capelli erano corti e chiari,sul biondo scuro. L'uomo non doveva avere
più di trent'anni e sembrava sereno.
Era appena tornato da un importante viaggio di lavoro e non
vedeva l'ora di riabbracciare la sua famiglia,che non vedeva da tanto
tempo.
Il suo volto s'illuminò non appena intravide il tetto della
sua villa di campagna.
Era tornato a casa.
La carrozza si fermò nel giardino e l'uomo
scese,aiutato dal suo cocchiere,ma non fece neanche in tempo a mettere
un piede a terra che udì una vocina
gridare:"Papà.papà! Sei tornato!"
La voce apparteneva a un bambino di otto anni dagli occhi vispi e pieni
di gioia che correva felice verso di lui,con un sorriso luminoso
stampato in faccia.
John Stilinski,così l'uomo si chiamava,sorrise a sua volta
nel vederlo e corse incontro a suo figlio,per poi abbracciarlo.
Gli era mancato,Dio se gli era mancato,proprio come sua moglie,Claudia,
che ora li guardava con un dolce sorriso,commossa da quell'immagine, e
felice per il ritorno del marito.
Era bellissima proprio come se la ricordava,se non di più.
John lasciò andare suo figlio e corse a stringere la donna
tra le sue braccia,per poi stamparle un bacio sulla guancia.
Guardò poi la sua famiglia e pensò che non
potesse desiderare altro al mondo.
Sua moglie Claudia era una donna sulla trentina,con lunghi apelli
castani,occhi color ambra e un sorriso contagioso.
Suo figlio Stiles le assomigliava in modo
impressionante:stessi occhi ambra e stesso sorriso luminoso,stessi
capelli,anche se portati corti e,per finire, carnagione chiara
punteggiata di piccoli nei,specialmente nella zona labbra.
Stiles era la loro gioia e non potevano desiderare un bambino migliore
di lui nonostante la sua iperattività e la sua
loggoroicità.
Non erano ricchi quanto gli Hale,ma erano una famiglia benestante.
John era un importante commerciante che stava spesso via per
lavoro,e lui e la sua famiglia vivevano in una villa di campagna vicino
al confine del regno,ma si poteva dire che la famiglia Stilinski fosse
felice quanto quella reale.
Ma a quanto pare,la felicità di entrambe le famiglie era
destinata a durare poco.
Un giorno gli Hale si trovavano nella loro residenza estiva,dove erano
soliti passare le vacanze una volta all'anno,quando improvvisamente
l'edificio prese fuoco e tutti trovarono la morte,a parte Derek,Cora e
il loro zio Peter,che erano rimasti al castello.
Il regno andò in lutto per una settimana,dove si pianse
l'amata Regina Talia,insieme alla Principessina Laura e al resto della
famiglia reale.
Il trono passò,dunque,a Peter Hale,fratello minore di talia
e zio di Laura,Derek e Cora.
Nessuno seppe mai cosa fosse successo quel giorno,ma fu un periodo
triste per tutti.
Anche a villa Stilinski si abbatté la disgrazia.
Claudia si ammalò gravemente,peggiorando di giorno in giorno.
Quando Mellissa,madre di Scott McCall,il migliore amico di
Stiles, uscì dopo aver visitato la donna,quest'ultima
chiamò suo figlio al capezzale.
Appena questi le si fu avvicinato,la madre gli prese le sue manine tra
le sue e gli disse:"Ascoltami bene,tesoro mio. Voglio che tu mi faccia
una promessa: sii sempre buono ed abbi coraggio, e qualunque cosa
accada non perdere mai la speranza. Ricordati che la
bontà,la gentilezza e il coraggio sono sempre premiati e
tu,figlio mio,sei più forte e buono di tutta la maggior
parte della gente. Promettimelo,Stiles."
"Te lo prometto,mamma" rispose il bambino,con il volto rigato dalle
lacrime,e poi l'abbracciò. Fu l'ultimo che le diede.
Pochi giorni dopo, la donna si spense,spezzando il cuore di John e di
suo figlio,insieme all'atmosfera gioiosa della casa.
Passarono gli anni,Stiles crebbe in un bel sedicenne iperattivo e pieno
di vita,mantenendo sempre fede alla promessa fatta alla madre:sii buono ed abbi coraggio.
John,invece,decise di risposarsi,scegliendo come seconda moglie una
nobildonna vedova di nome Jennifer Blake,la quale aveva due figli della
stessa età di Stiles: Jackson e Matt.
Stiles accolse la sua nuova famiglia col sorriso sulle labbra,pur
sapendo che non avrebbero mai potuto prendere il posto di sua madre.
Tuttavia li accettò comunque. Avrebbe fatto qualsiasi cosa
per suo padre.
La sua matrigna era carina e gentile con lui,mentre i suoi fratellastri
a mala pena gli rivolgevano la parola,limitandosi,in sua presenza,a un
sorriso di circostanza o a un cenno del capo.
Ci fu solo una volta in cui i due fratelli,ridendo,gli chiesero:"Che
razza di nome é Stiles?",ma erano stati subito zittiti da
un'occhiataccia della madre.
Per un po' la vita a casa Stilinski sembrò migliorare.
Un giorno,però,John dovette ripartire per uno dei suoi
viaggi,lasciando Stiles solo con la sua matrigna e i suoi fratellastri.
Mesi dopo,il loro cocchiere bussò alla porta e
annunciò la scomparsa dell'uomo.
Apparentemente,mentre stavano attraversando il bosco,la loro carrozza
era stata aggredita da un branco di lupi. Erano riusciti a metterli in
fuga,ma John era scomparso. Per giorni l'avevano cercato invano e,alla
fine,tutto ciò che trovarono fu il suo cappotto
insanguinato. L'uomo era morto sbranato dai lupi.
Fu un duro colpo per Stiles,che pianse per giorni sul cappotto del
padre consegnatogli dal cocchiere,incurante del sangue sulla giacca che
sporcava a sua volta i suoi vestiti.
Fu allora che la vera natura di Jennifer,Jackson e Matt fu rivelata.
La donna e i suoi figli erano freddi e crudeli nei suoi confronti, e
non avevano mai sopportato quel ragazzino logorroico e iperattivo.
Ogni giorno Stiles veniva umiliato e maltrattato dalla sua nuova
famiglia,fino a essere spogliato dei suoi bei vestiti e dei suoi averi,
che furono presi dai due ragazzi. Fu privato anche della sua stanza e
costretto a dormire in soffitta.
Non soddisfatta,poi,Jennifer licenziò tutti i domestici e
ridusse il povero ragazzo a far da servo nella sua stessa
casa,costringendolo a guardare impotente mentre le ricchezze della sua
famiglia venivano sperperate per i capricci dei due fratellastri
arroganti e viziati.
Ma nonostante tutto Stiles non si abbatteva mai,rimanendo forte e
rifiutandosi di cedere alla disperazione,poiché era
determinato ad onorare le ultime parole di sua madre.
Sii gentile ed abbi coraggio.
_________________________________________________________
Note dell'Autrice:
Ed eccomi ancora con la mia Cenerentola!AU come promesso!
Ci tengo a precisare che in questa fic sono tutti umani (o
quasi,vedrete in seguito),cioè no lupi mannari.
Ho preso come spunto sia dalla versione Disney di Cenerentola,sia dal
film "Cenerentola" uscito nel 2015. Mi ispirerò a queste due
versioni per la mia storia.
Come nella mia Sirenetta!AU,seguirò la trama principale ma
modificherò e aggiungerò qualcosa per renderle
molto più interessanti e originali (spero).
Che dire,spero vi sia piaciuto questo capitolo (anche se in
realtà è solo un prologo) e ci rivediamo al
prossimo aggiornamento!
Baci :*
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Capitolo 2 *** Chores ***
A Dream Is A
Wish Your Heart Makes
Capitolo
1
Stiles dormiva sonoramente.
Stava facendo un bel sogno.
Difficilmente
qualcosa lo faceva sorridere, ormai, ma quel sogno era davvero bello.
Tuttavia non avrebbe osato parlarne con nessuno,perché sua
madre gli diceva sempre che se raccontavi un sogno,questo non
si sarebbe più avverato.
Ma ciò era molto tempo fa,quando i suoi genitori erano
ancora entrambi vivi,e lui non doveva preoccuparsi della sua terribile
matrigna
e dei suoi fratellastri che lo facevano lavorare quasi a morte da
quando suo padre era morto.
Per cui voleva godersi ancora ogni secondo di quel fantastico sogno.
Ma poi l'orologio del castello scelse proprio quel momento per
rintoccare le sei.
"Mhm...guastafeste" gemette Stiles contro il suo cuscino,quando il suo
bel sogno svanì,portatogli via da quel suono che ogni
mattina lo
riportava alla dura realtà.
Perfino l'orologio lo comandava a bacchetta,proprio come facevano i
suoi orribili fratellastri Jackson e Matt e la sua matrigna,Jennifer.
Erano ormai due anni che il povero ragazzo era diventato un servo nella
sua stessa casa,costretto a obbedire ad ogni loro
capriccio,eseguire le loro numerose faccende,essere nutrito a malapena
ed essere umiliato ogni giorno.
Tuttavia,non aveva intenzione di fuggire da quella villa in rovina,che
oramai era diventata la sua prigione.
Non che non avesse dove andare.
Più di una volta,infatti,Melissa,la madre del suo migliore
amico Scott,e stimata dottoressa del regno,si era offerta di
accoglierlo in casa
sua una volta scoperto della crudeltà della nuova famiglia
del ragazzo,ma questi aveva rifiutato.
Per lui quella villa aveva un significato.
Nonostante ora fosse la sua prigione,quello era il luogo dove era
cresciuto e dove lui e la sua famiglia erano stati felici.
E Stiles non se la sentiva di abbandonare la sua casa.
Il castano si stiracchiò e si alzò dal letto
ancora assonnato,non potendo permettersi di dormire fino a tardi, o
sarebbe finito nei guai.
Dopo essersi rifatto il letto ormai
trasandato,restò qualche attimo a guardare fuorì
dalla finestra,inspirando la fresca aria mattutina.
La finestra dava una bellissima visuale del castello e di tutto il
villaggio che lo circondava.
Stiles sospirò e,toltosi il pigiama logoro,andò a
fersi un bagno veloce.
Non c'era pericolo che qualcuno lo vedesse,visto che la sua stanza-che
in realtà altri non era che la soffitta di casa Stilinski
(che ora si
chiamava Villa Blake)- si trovava nella torre più alta della
villa.
Da quando era stato cacciato dalla sua stanza,Jennifer lo aveva fatto
dormire lassù in modo che il ragazzo non potesse
sgaiattolare via
e fuggire.
Ma Stiles non aveva intenzione di farlo.
"Bene,Stiles" si disse tra sé,una volta infilatosi la sua
divisa da lavoro,che consisteva in una camicia a quadri rossa con sopra
un
giubbetto trasandato senza maniche e marrone chiaro,un paio di
pantaloni marrone scuro,sciatte scarpe nere,e un grembiule bianco e
stracciato. "Ora di mettersi al lavoro!"
Aprì la porta della soffitta e scese giù per le
scale,dirigendosi in cucina a preparare la colazione per la sua
matrigna e i suoi fratellastri.
Come ogni mattina,la prima cosa che Stiles doveva fare era servire loro
la colazione a letto.
Al castano,tuttavia,non era neanche concesso il lusso di fare colazione.
Quando ebbe messo tutto sul fuoco,il ragazzo mise dieci manciate di
granturco nel suo grembiule,e lo portò come fosse una
sacca,incamminandosi verso le stalle e gridando: "Ehi,ragazzi! Ora di
colazione!"
Immediatamente polli,cavalli,gatti,cani e oche si precipitarono da lui
per essere serviti per primi.
Stiles prese un po' di granturco dal suo grembiule e ne sparse un po'
ovunque,così che ogni animale della fattoria potesse avere
la sua
colazione.
Con la coda dell'occhio,vide quattro topolini in un angolo a guardare
e,sorridendo,gettò un po' di granturco anche per loro. "Ecco
qui,piccolini e buon appetito!"
I topolini si tuffarono letteralmente sulla loro colazione e il castano
ridacchiò,prima di andare a mungere le mucche per ricavare
il
latte necessario,riempire le varie mangiatoie e cambiare l'acqua.
Dopodiché tornò in cucina per finire il
lavoro,iniziando a preparare i tre vassoi - uno per Jennifer,uno per
Jackson e uno per Matt.
Fece appena in tempo,perchè quando ebbe terminato le tre
campanelle poste all'ingresso della cucina iniziarono a suonare.
La sua matrigna e i suoi fratellastri,nelle loro camere, avevano
ciascuno una cordicella al lato del letto che,appena svegli,tiravano.
E questa,essendo connessa alla cucina,faceva suonare una
campanella per avvertire Stiles che il malefico trio era sveglio e che
doveva sbrigarsi a portare su la colazione.
Il ragazzo gemette.
Non aveva tempo da perdere.
"Arrivo!" gridò verso le scale,mentre si affrettava a
portare tutti e tre i vassoi insieme. Uno con la mano destra,uno con la
sinistra,mentre un altro lo portava in equilibrio sulla testa.
Era un'abilità che era stato costretto a sviluppare,o si
sarebbe messo nei pasticci per non aver consegnato in tempo la
colazione.
Stiles si ricordava bene la prima volta che ci aveva
provato,quando era finito col cadere rovinosamente a terra e far andare
la
colazione in mille pezzi,scatenando l'iralità dei suoi
fratellastri.
Jennifer,invece,era furibonda e gliel'aveva fatta pagare molto cara.
Da quell'incidente,Stiles aveva fatto molta pratica e,alla fine,era
riuscito a non combinare disastri,cosa alquanto difficile per lui data
la
sua iperattività.
Il castano si diresse alla svelta su per le scale,entrando subito nella
prima stanza,quella di Jackson.
"Ciao,Jackson!" lo salutò appena entrato.
Per tutta risposta il biondo gli lanciò un'occhiata truce.
"Spero che la mia colazione sia calda,Stiles,o la prossima volta ti-"
"Tranquillo,è bella calda" lo interruppe Stiles,alzando gli
occhi al cielo e porgendogli il vassio che teneva con la sinistra.
I suoi fratellastri erano entrambi arroganti ed egocntrici,specialmente
Jackson,il quale era più vanitoso ed un maniaco del suo
aspetto.
Non che non fosse un bel ragazzo,certo,era biondo e con i capelli
sempre perfettamente in ordine,gli occhi azzurri ma freddi come il
ghiaccio. Tuttavia il suo atteggiamento arrogante, presuntuoso e
superficiale lo rendeva antipatico agli occhi della gente e odioso a
quelli di Stiles.
"Vedi di rammendare quei vestiti!" gli ordinò
Jackson,indicando con un dito la pila di vestiario sulla scrivania.
"Si,Jackson" sospirò il castano,prendendoli con la mano
libera.
Poi fu il turno del secondo fratellastro.
"Buongiorno,Matt!"
In confronto a quest'ultimo,Jackson era dolce e gentile.
Matt era un ragazzo dai capelli ricci e castani,e stessi occhi gelidi
di suo fratello,anche se più folli.
A differenza di Jackson,però,provava del divertimento nel
maltrattare Stiles e a trovare nuovi modi per umiliarlo. Era molto
più
crudele del biondo.
"Ah,alla buon'ora!" sibilò questi "Sto morendo di fame!"
"E infatti ecco qui la tua colazione,Matt" gli rispose con
ovvietà Stiles,passandogli il vassoio che teneva con la mano
destra.
Matt glielo strappò letteralmente via di mano.
"Ascolta bene,sguattero,perchè non lo ripeterò
una seconda volta. La mia biancheria deve essere lavata e stirata. La
rivoglio qui tra
un'ora. Tra un'ora,capito?" gli chiese Matt con fare intimidatorio.
Il ragazzo dovette fare un respiro profondo per non arrabbiarsi col suo
fratellastro.
"Non dovevi dirlo solo una volta?" gli chiese Stiles,sarcastico.
Era più forte di lui. Non poteva fare a meno del
sarcasmo.
L'altro lo guardò in cagnesco e Stiles deglutì.
"Si,Matt. Ho capito".
Con un sospiro,il ragazzo prese il cesto della biancheria con l'altra
mano e uscì,richiudendo la porta con un piede.
Si diresse poi verso la camera di Jennifer,quella che una volta
apparteneva a suo padre e a sua madre.
Il ragazzo si morse il labbro e prese un bel respiro profondo prima di
entrare.
"Ah,Stiles! Finalmente!" lo accolse lei con un sorriso più
finto di una moneta falsa.
"Buongiorno,Madame! la vostra colazione" disse,piegandosi in
giù in modo che la donna potesse prendergli il vassoio dalla
testa.
Poi,alzatosi,restò in attesa.
Jennifer bevve un sorso dalla sua tazza. "Molto bene,Stiles,vedo che
stavolta hai fatto una colazione come si deve" commentò
freddamente lei,per poi far incrociare il suo sguardo con quello di lui.
Gli occhi gelidi della donna sembravano perforarlo da ogni
parte,provocandogli un brivido lungo la schiena e facendogli contorcere
fastidiosamente lo stomaco.
"Oggi ho bisogno che tu vada al villaggio a comprare del pane,del
pesce,e delle verdure. E quando sarai tornato preparerai il
pranzo,strofinerai i drappeggi,laverai i pavimenti fino a che non
riesca a vedere il mio riflesso,rammenderai i miei vestiti e poi
laverai
tutte le finestre,una per una. Sono stata chiara?"
"Chiarissima" annuì Stiles,cercando di nascondere un sorriso.
Andare al villaggio,per lui,oltre che fare la spesa per Jennifer,voleva
dire anche avere occasione di passare del tempo con i suoi amici.
La sua matrigna gli porse una manciata di monete. "Queste dovrebbero
bastare. Ora va' a continuare le tue faccende e a fare ciò
che ti
ho detto" ordinò in un tono che non ammetteva repliche.
"Si,Madame" rispose Stiles,prima di uscire dalla stanza e richiudersi
la porta alle spalle.
*
*
*
"Tu hai fatto COSA?"
La voce di Derek ,dalla sala del trono,riecheggiò per tutto
il castello,facendo spaventare qualche domestico.
"Rilassati,nipote" rispose pacatamente suo zio Peter,il Re. "L'ho fatto
per te"
"Per me? PER ME!? Hai organizzato uno stupido ballo ,invitando tutte le
ragazze e i ragazzi in età da marito dove io
dovrò scegliere
chi sposare! E questo per ME?"
"Si. Per te" rispose Peter drizzandosi sul suo trono.
Derek lo guardò furente. "Non
parteciperò"
"Oh,si che lo farai" ribattè il Re.
"No"
"Derek,eseguo solo le ultime volontà di tua madre. tu sei
l'erede al trono e,per diventare Re,hai bisogno di qualcuno al tuo
fianco che
ti guidi. Hai bisogno di prendere moglie. O marito"
Non era un segreto il fatto che il principe fosse bisessuale,e inoltre
i matrimoni tra persone dello stesso sesso erano consentiti e
legalizzati da molti anni.
"Io non voglio sposarmi" dichiarò il più giovane
degli Hale.
"Devi,invece. E' la legge." spiegò Peter.
"Tu sei Re e non sei sposato!" Gli fece notare Derek.
Suo zio alzò gli occhi al cielo. "Nipote,sai benissimo che
la mia è solo una carica temporanea. Presto dovrò
cedere a te la mia corona.
In realtà sarebbe dovuto toccare a Laura,ma..."
Non dovette aggiungere altro. Tutti sapevano cos'era successo.
"Fallo per tua madre,Derek! Magari troverai qualcuno che ti
piace,chissà" aggiunse con un sorrisetto.
"D'accordo!" Scattò questi. "D'accordo! Come vuoi tu!"
E uscì,sbattendo la porta.
Peter sospirò,prima di correre dietro a suo nipote.
"Derek,aspetta!"
Ma l'altro non lo ascoltò,anzi accellerò il passo
lungo i numerosi corridoi che conducevano fuori dal castello.
Il maggiore degli Hale lo inseguì per tutto il tragitto fino
alle scuderie del palazzo. "Derek!"
Ma fu tutto inutile,perchè non appena uscito,fece appena in
tempo a vedere suo nipote montare sul suo stallone nero e partire al
galoppo verso il villaggio.
Peter emise un sospiro esasperato. "Non cambierà
mai".
___________________________________________________________________________
Note
dell'Autrice:
Ma salve,ragazzuoli,come state?
Eccomi tornata con il primo vero capitolo di A Dream Is A Wish Your
Heart Makes!
Vi piace? Lo spero tanto,perchè ci sto mettendo tutta me
stessa e allo stesso tempo mi sto divertendo un mondo a scrivere questa
fic,insieme a tutte le altre. Temo di essere sfociata troppo nell'OOC.
Chiedo scusa a tutti quelli a cui piace Jackson,ma mi serviva un
personaggio abbastanza "stronzo" per il ruolo di uno dei due
fratellastri (perchè avevo già deciso che Matt
sarebbe stato un fratellastro "perfetto"),perciò I'm sorry.
Nel prossimo capitolo avrete una presentazione degli altri
personaggi,seguito da un incontro...inaspettato. ;)
Fatemi sapere la vostra. Che ne pensate? (Ovviamente le recensioni sono
ben gradite)
Alla prossima!
Baci,baci :*
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Capitolo 3 *** Friends and a new meeting ***
A Dream
Is A Wish Your Heart Makes
Capitolo 2
Il villaggio,benchè fosse
ancora mattina presto,era già attivo.
Le botteghe e i vari negozi erano aperti,e gran parte della gente era
uscita di casa per andare al mercato,o semplicemente per acquistare
vivande o abiti,scarpe e accessori. Oppure solo per vedersi per una
chiacchierata e qualche pettegolezzo,o ancora,per far giocare i bambini
nella piazza principale.
Era li che Stiles si trovava,al momento.
Armato di cestino e della lista datogli dalla sua matrigna,il ragazzo
si aggirava per la piazza,osservando ciò che accadeva
intorno a lui. Rispose ai saluti che gli venivano rivolti quando
incontrava qualcuno che conosceva,per poi proseguire per la sua strada
verso il mercato.
Era bello andare al villaggio. Certo,non era bello fare gli acquisti
per Jennifer,ma a Stiles era sempre piaciuto andarci. Ricordava ancora
di quando lui e Scott,da piccoli,si divertivano a giocare a campana
sotto lo sguardo vigile di Melissa e di Claudia.
Rivedere quelle strade gli aveva fatto tornare i bei ricordi di un
tempo,quando ancora lui e la sua famiglia erano felici.
Perso nei suoi pensieri,sussultò quando qualcuno gli
saltò addosso e la sua visione fu oscurata da una zazzera di
capelli scuri,ma sorrise quando riconobbe la voce che aspettava di
sentire da tanto tempo.
"Amico!"gridò l'altro,stringendo il ragazzo in un abbraccio
soffocante.
Stiles sapeva benissimo chi fosse e ridacchiò,per quanto le
forti braccia del suo migliore amico glielo permettessero.
"Amico..! Non respiro..!" Tentò di dire il castano.
"Scott, lascialo! Così lo soffochi!" intervenne Allison,da
dietro il moro. "Ciao,Stiles!"
"Ciao,Allison!" la salutò il castano,una volta che Scott lo
ebbe lasciato andare.
"Quanto tempo,amico! Pensavo che quella strega avesse deciso di
segregarti in casa! E guardati! Sei dimagrito tantissimo rispetto
all'ultima volta!"
Stiles alzò gli occhi al cielo,ma in fondo sapeva benissimo
che il suo amico fosse solo preoccupato per lui.
"No,mi ha solamente caricato di faccende,come al solito. Ora sono qui
per fare la spesa!" sorrise.
"Ti aiutiamo!" disse Allison,e Scott annuì.
"Ma,ragazzi,non avete...che sò...un turno alla clinica o un
addestramento?"
Scott lavorava per Deaton,il veterinario del regno,ed Allison era la
figlia del noto cacciatore Chris Argent,e da poco la ragazza aveva
intrapreso un addestramento speciale per seguire le orme del padre.
Stiles apprezzava che i suoi amici volessero aiutarlo,ma non voleva
essere per loro un peso.
"No. Io ho il turno serale,mentre il padre di Allison è
fuori per affari. Siamo liberi!" sorrise Scott.
Il castano ricambiò il sorriso. Era grato di averli come
amici. C'erano sempre stati per lui,specialmente dopo che Jennifer e i
suoi figli avevano preso possesso della proprietà e reso la
vita del ragazzo un inferno. I suoi amici erano le uniche persone
rimastogli.
I due ragazzi aiutarono Stiles a fare la spesa per la matrigna del
ragazzo,passando per le file di negozi e stand vari.
E nel mentre parlarono del più e del meno.
Arrivati al mercato del pesce,Scott fece un commento su dove avrebbe
volentieri messo il lungo naso del pesce spada a Matt,scatenando
l'ilarità del trio,che comprese perfettamente la totale
antipatia di McCall per il fratellastro di Stiles.
Matt aveva una mega cotta per Allison,tanto che aveva
iniziatoa seguirla ovunque,comportandosi da stalker
professionista. Una volta aveva persino tentato di baciarla,nonostante
sapesse che la ragazza fosse fidanzata con Scott.
Tuttavia Allison riuscì a farlo tacere mettendolo a k.o con
un'abile mossa di auto difesa insegnatole dal padre in uno dei suoi
addestramenti.
Da allora Matt era ufficialmente entrato nella lista nera della
coppia,specialmente di Scott.
Per quanto riguardava Jackson,lo odiavano per come trattava le
persone,a cominciare dal povero Stiles,e per il suo carattere arrogante
e presuntuoso.
Matt e Jackson occupavano rispettivamente il secondo e il
terzo posto nella loro lista nera.
Ovviamente il primo posto era riservato a Jennifer.
Scott la chiamava "strega". Per lui Stiles era come un fratello e
vedere come quella donna si comportasse col suo migliore
amico,scatenava in lui un odio e una rabbia ceca nei suoi confronti.
Ci volle un po',ma alla fine riuscirono a trovare tutto ciò
che Jennifer aveva scritto nella lista,ed anche due ore prima del
previsto!
Ciò significava che il trio aveva ancora due ore per stare
insieme.
"Ehi,ragazzi,che ne dite di far visita a Lydia?" propose Allison,e idue
accettarono.
Lydia Martin era la figlia della signora Martin,sarta richiestissima e
famosa in tutto il regno.
Era stata proprio lei,dopotutto, a fabbricare il vestito da sposa della
Regina Talia.
Sua figlia Lydia era la migliore amica di Allison e,di
conseguenza,anche di Scott e Stiles. Aiutava spesso sua madre nella sua
bottega e,proprio come quest'ultima,aveva un grande talento nel
maneggiare ago e filo.
Oltre ad essere brava,era anche molto intelligente,ma era conosciuta
soprattutto per la sua bellezza: aveva lunghi capelli biondo fragola e
due grandi occhi verdi contornati da lunghe ciglia. Tutto il villaggio
l'ammirava.
Tuttavia,per qualche strana ragione,nel villaggio si vociferava che
Lydia fosse una strega.
Ovviamente nessuno aveva mai osato chiederglielo,ma Stiles,Scott ed
Allison non ci avevano creduto neppure una volta. Andiamo,le streghe
non esistono! Giusto?
Nonostante ciò,quelle voci non fermavano la gente ad andare
alla bottega della sarta solo per ammirare la giovane Martin che
aiutava sua madre con gli affari.
Fu questa la scena che si presentò loro davanti non appena
furono arrivati a destinazione.
Lydia li scorse subito e,abbandonando il proprio lavoro,uscì
per salutare i suoi amici.
"Ragazzi!" li accolse lei,abbracciandoli uno per uno "Come state? E
ciao anche a te,Stiles! Quella perfida donna ti tratta ancora come suo
solito?"
Nel dirlo,la bocca le si storse. Anche lei conosceva la storia del
povero ragazzo e,di tanto in tanto,quando non doveva aiutare sua
madre,andava a trovarlo.
Stiles non sapeva come,ma la giovane biondo fragola riusciva quasi
sempre a passare nei pressi della villa senza attirare neanche una
volta l'attenzione di Jennifer o dei suoi figli.
A volte,quando il perfido trio usciva,lei si presentava alla
porta,pronta a dargli una mano nelle faccende,nonostante il castano
continuasse a insistere di non volere il suo aiuto.
Ma lei,testarda,continuava a ripresentarsi sempre.
Quando Stiles era troppo stanco,lei lo mandava di sopra a dormire e
faceva tutto quanto lei al posto suo con una rapidità e
un'efficenza incredibili,per poi svegliarlo quando Jennifer,Matt e
Jackson tornavano, e sparire.
Faceva sempre un buon lavoro: i pavimenti brillavano,le finestre erano
limpide e in tutto l'edificio non c'era neanche un granello di polvere.
Lydia poteva sembrare una ragazza vanitosa e capricciosa,ma in
realtà aveva un grande cuore,e non esitava ad aiutare i suoi
amici,specialmente Stiles.
Il ragazzo era grato per quello che lei faceva per lui,anche se spesso
si ritrovava a chiedersi come facesse la ragazza a mantenere le mani
curate e i vestiti sempre puliti anche dopo ore di faccende. A quanto
pare Lydia nascondeva molti talenti.
Stiles sorrise alla sua amica. "Come sempre. ma,ehi,a parte questo,sto
alla grande!" disse.
Lei lo guardò scettica per un secondo,ma poi sorrise a sua
volta. C'era sempre un non so che nello sguardo della giovane
Martin,era enigmatico,misterioso,sembrava che celasse qualcosa
dentro,ma Stiles ci si soffermava mai molto.
Il tempo passò tra chiacchiere e risate. Era da tempo che il
giovane Stilinski non si divertiva così tanto con i suoi
amici. In questi momenti dimenticava tutto:Jennifer,Matt,Jackson,le sue
faccende,la vita dentro quella casa... Si sentiva leggero,libero da
ogni preoccupazione.
Però,il momento di separarsi arrivò in fretta. Si
sa,il tempo scorre quando ci si diverte.
Dopo essersi ,a malincuore, congedato dai suoi amici,Stiles prese la
strada che lo avrebbe ricondotto alla villa,passando per il bosco,una
scorciatoia che aveva scoperto per sbaglio quando,da bambino,si era
perso mentre giocava a nascondino con Scott.
Passando per il bosco ,udì in lontananza i nitriti di un
cavallo che man mano diventavano sempre più forte e
più frequenti.
Preso dalla curiosità,seguì i versi dell'animale
fino a una radura e lì vide un magnifico stallone nero
impennarsi e agitarsi come se fosse impazzito,mentre il suo cavaliere
cercava,invano,di calmarlo mentre lottava per rimanere in groppa.
Ma con un balzo più potente degli altri,il cavallo lo
disarcionò dalla sella,fecendolo cadere a terra. Quando poi
questi cercò di investire l'uomo a terra coi suoi
zoccoli,Stiles decise di intervenire.
Corse verso di loro e afferrò le briglie
dell'animale,gridando "Wo! Wo! Wo!"
Non era la prima volta che aveva a che fare con situazioni del
genere:sua madre gli aveva insegnato a prendersi cura degli animali,ma
anche a gestire queste cose.
Perciò Stiles non ebbe alcuna difficoltà a
calmare lo stallone imbizzarrito.
Una volta acquietata la bestia,si precipitò a soccorrere il
cavaliere. "State bene,signore?"chiese.
Ma quando i suoi occhi si posarono sulla figura dell'uomo,il respiro
gli si mozzò in gola e il cuore perse un battito,per poi
ricominciare a palpitare all'impazzata contro la sua cassa
toracica,tanto da far temere il giovane di star per morire per
tachicardia.
Era bellissimo: capelli neri e un accenno di barba lungo la mascella.
Gli occhi erano verdi,di un verde ipnotico,e le sopracciglia erano
folte,nere e corrugate,ma quando questi posò lo sguardo su
Stiles,la sua espressione accigliata scomparve lasciando posto alla
sorpresa.
Tuttavia egli si limitò ad annuire,pur continuando a fissare
Stiles mentre lentamente si rialzava.
Stiles,d'altro canto,si sentì improvvisamente a disagio: lo
sconosciuto era vestito con abiti eleganti e raffinati,mentre lui
indossava semplicemente la sua "divisa da lavoro" e il suo grembiule
lercio.
In confronto a lui,Stiles sembrava un povero mendicante, invece
l'altro,a giudicare dal suo abbigliamento,era chiaramente un nobile.
"Come avete fatto?" gli chiese l'uomo.
Il castano fu sorpreso del fatto che gli avesse rivolto la parola,ma si
affrettò a rispondere,riprendendosi alla svelta.
"Mi ha insegnato mia madre. Non é la prima volta che ho a
che fare con queste cose. Cioè,non che capitino spesso in
realtà,anzi quasi mai a dire il vero. non che mi
lamenti,certo,a me va benissimo,solo
che,bhè...può capitare...si"
Stiles si diede mentalmente dell'idiota e
arrossì,maledicendo la sua parlatina. Era convinto di aver
irritato lo sconosciuto.
Ma l'altro lo guardava solo divertito,con l'angolo della bocca
leggermente piegato all'insù,e il ragazzo si
ritrovò a pensare di non aver mai visto niente di
più bello. "Allora.."deglutì,sperando che il
più grande non
notasse le sue gote arrossate.
"Grazie" lo interruppe il maggiore,con un lieve sorriso.
Stiles lo fissò con gli occhi sgranati. Mai si sarebbe
immaginato di essere ringraziato da un nobile! Eppure era successo!
Si sforzò di dire subito qualcosa per non sembrare un
perfetto idiota. "Ehmm...prego.." Dai,Stiles,davvero?
"Già,ehm,dunque..." Cavolo,quel sorriso! "Problemi col
cavallo? Che gli avete fatto?"
L'altro si accigliò. "Io? Nulla! Un attimo prima era tutto
apposto e poi,improvvisamente,ha iniziato a fare così. Io
non c'entro niente!"
Stiles non riuscì a trattenere una risata
"Tranquillo,Sourwolf,non c'è bisogno che vi agitiate.
Sicuramente qualcosa deve averlo spaventato,forse qualche animaletto."
"Come mi avete chiamato?"
"Sourwolf"
"Sourwolf?" il maggiore alzò le sopracciglia.
"Si,Sourwolf. Sembravate un lupo brontolone" ridacchiò
Stiles.
L'altro si limitò a fissarlo.
Rimasero così per diversi minuti,fino a che il moro non si
decise a rompere il silenzio.
"Come vi chiamate?"
Stiles scosse la testa,sorridendo amaramente "Non importa come mi
chiamo"
Dall'espressione dell'altro,Stiles dedusse che il suo interlocutore non
fosse abituato a non avere una risposta.
"Il bosco é pericoloso,non lo sapete? E' rischioso
avventurarsi qui da soli"
Il castano sorrise "Bhè,ora non sono più da
solo,sono con voi,signor...come vi chiamate?"
L'altro lo fissò sorpreso "Non sapete chi sono?"
"Ehm,no. Dovrei saperlo?"
Il maggiore sembrò esitare "No." disse infine. Stiles
annuì.
"Bene,allora,sarà meglio che vada. Mio zio mi sta
aspettando" disse l'uomo,montando sul suo destriero.
"Si,in effetti anch'io dovrei andare" disse Stiles. Era quasi l'una e
se avesse tardato sarebbe stato nei guai con Jennifer.
Il moro annuì a sua volta e guidò il cavallo in
direzione opposta da dove era venuto,ma non senza essersi voltato prima
verso il ragazzo. "Spero davvero di rivedervi presto" gli sorrise.
Stiles sorrise a sua volta. "Anch'io voi"
Con un ultimo sguardo,i due si salutarono. L'uomo partì al
galoppo e il giovane rimase a guardarlo finchè la sua
immagine non scomparve tra gli alberi.
Sospirando,tornò sui suoi passi,in direzione della villa.
Ma i suoi pensieri erano rivolti all'uomo appena incontrato.
Sperava davvero di rivederlo. Con tutto il cuore.
_______________________________________________________________________________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
Si,lo so,sono una persona orribile.
E' da tanto che non aggiorno,ma più i giorni passano
più la scuola diventa massacrante,rendendomi difficile
trovare del tempo per scrivere.
Ugh,per fortuna che tra un mese sarà finita.
Allora,che ne pensate di questo capitolo?
Stiles e Derek si incontrano per la prima volta e si sono piaciuti. ;)
Che succederà poi?
Ovviamente la domanda è scontata perchè qui tutti
(almeno credo) conosciamo la favola di Cenerentola.
Per il loro incontro mi sono ispirata alla scena del film di
Cenerentola uscito l'anno scorso, dove Ella e Kit si incontrano per la
prima volta nella forestae diciamo che l'ho resa più
sterekkosa (?)
Comunque spero di non aver reso Derek troppo OOC.
Ho inserito anche Scott,Allison e Lydia e mi auguro di essere riuscita
a incentrare i caratteri di tutti i personaggi.
Ah,e Lydia avrà un ruolo fondamentale in questa storia. Vi
ho lasciato qualche indizio in questo capitolo. Non dico altro,ho
già detto troppo!
Bhè,che dire allora? Alla prossima!!!
Kiss,kiss :*
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Capitolo 4 *** Invitation ***
A
Dream Is A Wish Your Heart Makes
:
Capitolo 3
Quando Derek tornò al castello,la sua rabbia era
ormai un lontano ricordo.
Ora,mentre percorreva i corridoi del palazzo per raggiungere la sua
stanza,non riusciva a non pensare al ragazzo incontrato quella mattina.
Ne era rimasto ammaliato.
Non aveva mai conosciuto qualcuno come lui prima d'ora.
Certo,non era un nobile,anzi,a giudicare dai suoi vestiti doveva essere
un semplice ragazzo di campagna,un plebeo,una persona che Derek non
avrebbe mai guardato.
Eppure era successo.
Quel ragazzino era entrato nella sua testa senza alcuna
difficoltà.
Lo aveva guardato con quei bellissimi occhi da cerbiatto e con un
sorriso luminoso,scatenando in lui un'emozione strana,ma piacevole allo
stesso tempo.
Ma non era stato solo questo a colpirlo,no.
Ciò che aveva maggiormente suscitato l'ammirazione e
l'interesse del principe era stata la bontà e la gentilezza
del giovane.
Derek non aveva mai conosciuto nessuno tanto buono e gentile.
Da quei pochi attimi che aveva parlato con lui,aveva capito che quel
ragazzo aveva un grande cuore:era corso in suo aiuto per calmare il suo
cavallo,impazzito improvvisamente durante la sua cavalcata,senza
nemmeno conoscerlo e non aveva esitato ad aiutarlo,lo aveva fatto e
basta.
Era rimasto sorpreso,Derek,quando il ragazzo aveva affermato di non
conoscere il suo nome.
Tutto il regno sapeva chi fosse lui,tranne,a quanto pare,proprio quel
ragazzo.
Per la prima volta,con lui,Derek aveva sperimentato cosa volesse dire essere trattato come una persona normale o,per lo meno,come un nobile
qualunque,e non come un principe.
E la cosa gli era piaciuta.
Ecco perchè non aveva svelato la sua vera
identità al giovane.
Si era sentito subito legato a lui,e non voleva essere visto con occhi
diversi.
Aveva avuto paura,infatti,che se gli avesse detto la
verità,lui avrebbe smesso di trattarlo come una qualsiasi
persona.
Derek raggiunse la sua camera e,sospirando,iniziò a
cambiarsi per la sua giornaliera lezione di scherma.
Solo allora si rese conto di non sapere il nome e che molto
probabilmente non l'avrebbe mai più rivisto.
Quel pensiero lo rattristò.
Il moro s'impose di non pensarci,ma era tutto inutile.
Neanche durante il suo allenamento con la spada riusciva a restare
concentrato.
Derek continuava,infatti,a distrarsi e a ripensare al giovane
incontrato quella mattina.
Più di una volta era stato disarmato,e non era per nulla
facile disarmare Derek Hale.
"Svegliatevi,Altezza,é da quando abbiamo iniziato che siete
assente" gli disse Boyd,suo compagno di scherma e suo amico.
Boyd era un orfano. I suoi genitori erano stati da sempre molto amici
della famiglia reale e,quando questi morirono,la Regina Talia lo aveva
preso sotto la sua ala e il ragazzo era entrato a far parte della
guardia reale.
Non ci volle molto prima che diventasse la guardia del corpo personale
del principe.
Derek sbuffò,esasperato.
Aveva ormai perso il conto di tutte le volte in cui Boyd lo aveva
battuto.
"Parlate,Altezza. Che avete?" gli chiese Boyd.
Normalmente Derek avrebbe risposto con un 'niente' secco,ma
questa volta decise che avrebbe avuto bisogno di parlarne con qualcuno.
"E' stato un ragazzo,non riesco a togliermelo dalla testa!"
E gli raccontò dell'incontro di quella mattina.
Alla fine del racconto Boyd restò in silenzio per un po',poi
annuì "Capisco. Purtroppo temo di non essere molto bravo con
i consigli di questo genere,ma conosco qualcuno che può
aiutarvi. Se volete seguirmi."
Derek lo guardò dubbioso,ma poi decise di fidarsi e
accettò di seguire Boyd per le varie stanze del castello.
Arrivati davanti a una porta, la giovane guardia
bussò e attese.
Ad aprire fu una ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi
marroni.
"Boyd!" gridò questa,abbracciando di slancio il suo
fidanzato.
S'inchinò poi a Derek "Vostra Altezza"
"Erica." le rispose quest'ultimo con un cenno del capo.
Erica,era questo il suo nome ,era la ragazza di Boyd e valletta di
Derek,insieme ad Isaac.
Sia lei che Boyd ed Isaac vivevano insieme a palazzo.
Derek li conosceva e ci andava piuttosto d'accordo,ma non era legato a
loro come per Boyd.
"Erica,il principe avrebbe bisogno di un tuo consiglio" le
spiegò Boyd.
"Un mio consiglio?" ripetè questa,sorpresa. Poi il suo
sguardo divenne malizioso "E' per una ragazza?"
"Un ragazzo" la corresse Derek.
Il sorriso di Erica si fece più ampio.
Li invitò a entrare nella sua stanza e li fece accomodare su
delle poltrone.
"Raccontatemi" lo incoraggiò la bionda una volta che ebbe
preso posto di fronte a loro.
E il moro raccontò per la seconda volta gli eventi di quella
mattina.
Quando ebbe finito,Erica batté le mani,entusiasta. "So cosa
fare!"
"Davvero?" le chiese Derek,speranzoso.
Lei annuì. "Il ballo. Il Re ha specificato che tutti
iragazzi e le ragazze in età da marito dovranno prendervi
parte,dal ceto più nobile al più umile"
Derek si era quasi dimenticato del ballo che suo zio aveva lanciato per
fargli scegliere una persona da sposare. Non ne era stato affatto
felice,lui non amava molto i balli e amava di meno l'idea di essere
corteggiato da persone che miravano solo ed esclusivamente alla corona
e al denaro.
Ma ora che iniziava a capire dove Erica volesse andare a parare,forse
l'avrebbe sopportato. Forse.
"Stai dicendo che potrei rivederlo al ballo?" le chiese,infatti.
"Sicuramente!" annuì lei con un gran sorriso "Tutto il regno
è invitato. E anche quelli vicini. E quando vedrete quel
ragazzo gli direte chi siete,scoprirete il suo nome e gli chiederete di
sposarvi! E' perfetto!"
Derek non rispose.
Stranamente l'idea di chiedere la mano del giovane non gli era sembrata
affatto disgustosa e rivoltante,anzi,forse era davvero quello che
voleva.
Ma Derek era davvero innamorato di lui? Non ci aveva mai pensato fino
ad ora.
Era amore quello che provava?
C'era solo un modo per scoprirlo: rivedere quel ragazzo. E il ballo
sarebbe stato un'ottima occasione.
Il moro annuì "Hai ragione,Erica!"
La ragazza gli sorrise radiosa.
"Quando saranno distribuiti gli inviti?"
Fu Boyd a rispondergli "Isaac è partito circa un'ora fa dal
castello per consegnarli. Sarà di ritorno stasera"
*
*
*
Stiles lasciò andare un sospiro di sollievo quando,non
appena rientrato a casa,ebbe gettato uno sguardo sull'orologio
all'ingresso.
L'una precisa.
Grazie al cielo era riuscito ad arrivare in tempo,o la sua matrigna lo
avrebbe punito per il suo ritardo.
Il ragazzo,però,non aveva tempo da perdere e corse subito in
cucina a preparare il pranzo.
Tuttavia,la sua mente ritornava sempre a quell'affascinante sconosciuto
incontrato nella foresta poco fa.
Al solo ricordo il cuore accellerava i battiti e le gote gli si
arrossavano.
Che fosse quello il famoso colpo di fulmine di cui tutti parlavano? Era
così che ci si sentiva?
Erano questi i pensieri del giovane mentre armeggiava con i fornelli.
Doveva smetterla di pensare a lui.
Infatti,più ci ripensava,e più la consapevolezza
che non l'avrebbe mai più rivisto cresceva ulteriormente.
Sospirando,Stiles spense il fuoco e,dopo aver sistemato le varie
pietanze sui piatti,uscì dalla cucina per raggiungere la
sala da pranzo,dove Jennifer e i suoi figli erano seduti in attesa di
essere serviti.
Ed é quello che il ragazzo fece. Ormai era routine.
Mentre Stiles serviva il dolce,qualcuno bussò.
"Stiles,vai alla porta" ordinò annoiata Jennifer.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e,pulendosi le mani sul
grembiule,si affrettò verso la porta principale e
l'aprì.
Sulla soglia stava un ragazzo biondo e ricciolino con grandi occhi
azzurri,più o meno della sua stessa età.
Stiles sapeva chi fosse anche se non gli aveva mai parlato: era Isaac
Lahey,un ragazzo che lavorava al castello e che spesso svolgeva
incarichi affidatogli dalla famiglia reale.
"Buongiorno!" lo salutò educatamente Stiles con un piccolo
inchino.
"Buongiorno" rispose l'altro con un leggero cenno del capo e col
sorriso sulle labbra.
"Posso fare qualcosa per te?"
Per tutta risposta,Isaac gli porse una lettera con il sigillo reale.
Stiles capì immediatamente che doveva trattarsi di
un'importante comunicazione da parte del Re in persona.
"Una lettera da parte del Re?" chiese il castano,confuso.
Isaac annuì.
"Di che si tratta?"
Il biondo gli sorrise "Vedrai" gli disse semplicemente."Buonagiornata!"
"Buonagiornata anche a te!" lo salutò di rimando
Stiles,prima di richiudere la porta e rigirandosi la lettera tra le
dita.
"Stiles!"
La voce della sua matrigna lo riportò alla realtà.
"Arrivo,Madame!" gridò il castano.
Tornato in sala da pranzo,il ragazzo consegnò la lettera a
Jennifer che,dopo averla aperta e letta, lanciò un
grido di gioia.
"Cosa c'è scritto,mamma?" chiese Jackson.
"Ci sarà un ballo!" esclamò la donna,emozionata.
"Qui c'è scritto che il principe Derek lì
sceglierà la sua futura sposa o il suo futuro sposo! E che
ogni ragazzo e ragazza in età da marito,di qualsiasi classe
sociale,dal rango più alto a quello più
umile,é invitato a partecipare!"
Jackson e Matt saltarono letteralmente dalla sedia.
Stiles non li biasimò. L'idea avrebbe fatto
impazzire chiunque: sposare un principe voleva dire innanzitutto
possedere mille ricchezze,diventare Re e governare il regno.
Insomma,non era affatto una cosa da poco!
"Vuol dire che potrò venire anch'io!" esclamò
Stiles.
A quelle parole tutti tacquero e puntarono lo sguardo su di lui.
Matt e Jackson scoppiarono a ridere,ma questa volta il castano non si
lasciò intimidire.
"Tu?" rise Jackson "Ve lo immaginate? Stiles che balla col principe!"
"Si,certo!" continuò Matt. "Il principe non vorrà
neanche toccarlo! Hai visto com'é sudicio?"
Quelle parole,seppur taglienti e dolorose,non riuscirono a dissuadere
il ragazzo che,in un moto di coraggio,si rivolse a Jennifer guardandola
negli occhi.
"Voi stessa,Madame,avete detto che la lettera recita chiaramente 'ogni ragazzo e ragazza in
età da marito,di qualsiasi classe sociale,dal rango
più alto a quello più umile,è invitato
a partecipare' . Si da il caso che anch'io sia in
età da marito,e inoltre faccio sempre parte di questa
famiglia"
Jennifer continuava a scrutarlo pensosa,e ciò
incoraggiò il giovane a continuare:"A me non interessa
affatto il principe. Jackson e Matt possono averlo quanto vogliono,a me
non importa. Voglio solo partecipare. Non sono mai stato a un ballo
prima d'ora e mi piacerebbe molto parteciparvi!"
"Hai intenzione di venire con quegli stracci addosso?"
ridacchiò Matt. "lo sai che riderebbero tutti di te,vero?"
Stiles scosse la testa. "No,ho un vecchio vestito di mio padre su in
soffitta. Posso indossare quello"
Il castano fece ritornare lo sguardo su Jennifer.
"Madame,vi prego,prometto di non essere d'intralcio ai vostri figli se
mi accordate il permesso di venire con voi!"
La donna parve rifletterci su un attimo. Poi sospirò e gli
sorrise. "Bhè,Stiles, in effetti non riesco a trovare un
buon motivo per cui tu non possa venire con noi"
Jackson e Matt fissarono la loro madre come se fosse impazzita.
"Ma a patto che tu finisca in tempo tutte le faccende" lo
avvisò lei.
Stiles annuì vigorosamente,più felice che mai.
"Certo,Madame! Vi prometto che ce la farò! Vi ringrazio!"
E con questo uscì dalla stanza,più emozionato che
mai.
Se solo non fosse stato così eccitato avrebbe sicuramente
notato un sorriso maligno stampato sul volto della sua matrigna.
_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
Eccomi qua!
Perdonate il mio ritardo stratosferico ma la scuola mi ha tenuta
occupata come non mai,il delirio totale insomma. Per fortuna
tra poco la scuola e finita,così posso tornare a scrivere
più velocemente e aggiornare con maggior rapidità.
Ma parliamo di questo capitolo.
Jennifer ha detto che Stiles potrà venire con loro al
ballo...secondo voi cosa avrà in mente quella perfida donna?
Ho voluto introdurre,inoltre,anche Boyd,Erica e Isaac. Spero di averli
resi tutti IC,e di non essere sfociata nell'OOC (come al solito).
Non so se li inserirò anche nella mia altra fic "Part of
your world",devo ancora decidere.
Nel frattempo vi dico che qui anche Isaac,come Lydia, sarà
importante in questa storia. Non vi dico in che modo,ma lo scoprirete
leggendo. ;)
Un grande abbraccio e alla prossima!
:*
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Capitolo 5 *** The suit ***
A Dream Is A Wish Your Heart
Makes
Capitolo 4
"Quindi verrai anche tu,amico? E' fantastico!"
Esclamò Scott.
Lui ed Allison erano giunti a Villa Blake - Lydia era rimasta
in negozio ad aiutare la madre- nella speranza di convincere Stiles a
venire al ballo con loro,ma a quanto pare era già tutto
sistemato.
Stiles fremeva dall'eccitazione: per lui,infatti,il ballo non era solo
un momento di divertimento, ma anche l'occasione per rivedere l'uomo
incontrato quella mattina nella foresta.
Essendo un nobile,lo sconosciuto avrebbe dovuto per forza essere
presente quella sera.
La sola speranza di poterlo rincontrare gli dava la forza di accettare
e svolgere qualsiasi faccenda assegnatogli dal malefico trio,non
importa quanto ardue fossero.
Jennifer e i suoi figli,appunto,avevano caricato il povero Stiles di un
gran numero di faccende,mentre loro avrebbero speso l'intero pomeriggio
a far compere nella speranza di trovare degli abiti adatti per attirare
l'attenzione del principe Derek.
"Jennifer ha detto che se finirò in tempo tutte le faccende
potrò venire anch'io" annuì Stiles,poi
sospirò:"Non vedo l'ora di rivederlo,Scott! Secondo voi si
ricorderà di me?"
"Ma certo che si ricorderà di te,amico! E' impossibile
dimenticare la tua parlatina" ridacchiò il moro,solo per poi
beccarsi una gomitata nelle costole dalla sua ragazza.
"Ahi! Scherzavo,amico! Ma spero davvero che si ricordi di te" gli
disse,poggiandogli una mano sulla spalla.
Stiles aveva raccontato al duo dell'incontro avvenuto quella
mattina,compreso quello che provava per lui,ed Allison gli aveva
confermato che,si,quello che aveva sperimentato era un vero e proprio
colpo di fulmine.
Sorrise affettuosamente. I suoi amici erano l'unica cosa che aveva.
"Ce l'hai un vestito,Stiles?" Gli chiese la ragazza.
Il ragazzo annuì e appoggiò la scopa in un
angolo. "Seguitemi" disse loro,invitandoli a salire le scale che
portavano nella sua camera in cima alla torre,la stanza più
polverosa di tutta la villa.
"Ancora non riesco a credere che tu dorma in soffitta. Dev'essere
tremendo!" commentò Scott.
Per tutta risposta, Stiles fece spallucce. "Non é
così male" rispose,mentre apriva un baule proprio sotto la
finestra e tirava fuori un completo verde , che una volta era
appartenuto a suo padre,il buon John Stilinski.
Il castano lo sistemò con cura sul suo letto in modo che i
suoi amici lo guardassero.
"Sembra in buono stato" osservò Allison.
"Si,ma é un po' fuori moda. Pensavo di rimodernizzarlo un
pochino" ammise Stiles.
"E come?"
"Volevo aggiungere delle decorazioni sulla camicia,magari cambiare la
cintura e,perchè no?,anche i bottoni. Nel baule conservo
anche l'abito da sposa di mia madre" E,mentre lo diceva,tirò
fuori dal contenitore un abito bianco.
"Vedete? Sul retro ha dei bottoni di perle:pensavo di staccarli e
sostituirli a quelli sulla giacca. Che ve ne pare?"
"Sarebbe un'idea fantastica,Stiles!" sorrise radiosa Allison. Il
castano ricambiò il sorriso.
"Ma,amico" intervenne Scott "hai ancora molte faccende da fare! Quando
hai intenzione di lavorarci su?"
"Lo farò quando avrò finito. E poi,conoscendo
Jackson e Matt,é probabile che non torneranno prima di
stasera. Perciò,se mi sbrigo a finire tutto,avrò
un sacco di tempo per farlo!"
Fece appena in tempo a finire la frase,che il trio udì la
porta principale aprirsi. "STILES!"
Erano le voci dei suoi fratellastri.
"Oh,merda!" Esclamò Stiles. "Sono già tornati?
Com'é possibile?"
"Lo sapevo" bisbigliò Scott. "Lo hanno fatto apposta!" Ma
l'amico non lo sentì.
"STILES!!"
"Arrivo!" gridò questi,per poi rivolgersi ai suoi
amici:"Ok,ok,ora sentite:dovete andarvene subito! Non voglio che vi
scoprano! Farò in modo di allontanare e distrarre Jennifer e
i ragazzi dall'ingresso. Mi assicurerò anche che il portone
non sia chiuso a chiave. Voi cercate di uscire senza farvi vedere o
sentire" Annunciò,prima di precipitarsi giù per
le scale in fretta e furia.
*
*
*
Stiles lavorò sodo per tutto il giorno.
Era riuscito a svolgere tutte le infinite faccende per il perfido
trio,cosa non semplice,dato che i due fratelli avevano fatto di tutto
per mettergli i bastoni tra le ruote.
Prima,mentre stava strofinando le scale,Matt aveva dato di proposito un
calcio al secchio,facendo rovesciare tutto il sapone e,come se non
bastasse,aveva sporcato tutto il pavimento d'ingresso di fango e terra.
Jackson,invece,si era impegnato a cospargere tutti i drappeggi della
casa di cenere presa dal camino in salotto,ed ora Stiles si trovava sul
balcone a sbattere l'ennesimo tappeto,cercando di non tossire.
Sebbene li odiasse con tutto sé stesso,si sforzava comunque
di essere gentile e paziente,senza perdere la calma,perché
era questo che loro volevano:una scusa per non farlo venire con loro.
Ma Stiles non aveva intenzione di dargliela vinta:Lui sarebbe andato al
ballo,avrebbe rivisto quell'uomo, e tuttosarebbe andato per il meglio.
Doveva solo finire di sbattere quel dannato tappeto,e poi sarebbe
salito in camera sua ad occuparsi del suo vestito.
Sperava di fare in tempo.
Era quasi il tramonto,il che voleva dire che il tempo a sua
disposizione si stava accorciando e che ormai non mancava molto alla
festa.
Doveva sbrigarsi.
Finito di ripulire il tappeto,il castano lo stese sul pavimento della
sala di musica,la stanza preferita di sua madre.
Lì era solita sedersi al piano e cantare,mentre un piccolo
Stiles sedeva sulle sue ginocchia e l'ascoltava rapito.
Ma quei tempi erano ormai lontani.
Il giovane si riscosse dai suoi pensieri. Non era il momento di
perdersi nei ricordi. Lui doveva finire quel vestito,o non sarebbe
potuto andare al ballo.
Cercando di non imbattersi in Jennifer o nei suoi fratellastri,il
castano corse su per le scale, verso la soffitta.
Arrivato,aprì la porta,solo per trovare...Scott ed Allison??
"Ragazzi? Che ci fate qui? Credevo ve ne foste andati!" chiese stupito
Stiles.
"E lasciare che quella megera ti facesse lavorare a morte senza darti
il tempo di occuparti del tuo vestito? Neanche per sogno,amico!
A dire il vero ci abbiamo pensato noi al posto tuo!
Cioè,ehm,Allison ci ha pensato. Io ho solo fatto da
assistente." Rispose Scott e,senza dare il tempo all'amico di
ribattere,lui ed Allison si fecero da parte,indicando il letto.
Quando ebbe posato lo sguardo sul punto indicato,Stiles rimase senza
parole.
Sul letto giaceva il suo vestito.
Ma non era più il suo vestito:la camicia color pistacchio
era stata decorata con disegni color argento,la cintura era stata
modificata e lucidata,e i bottoni della giacca erano stati sostituiti
dalle perle prese dal vestito di Claudia Stilinski,proprio come voleva
fare Stiles.
Era bellissimo.
"R-ragazzi,i-io..." boccheggiò il castano,commosso. Poi la
sua bocca si aprì in un gran sorriso. "Non so come
ringraziarvi!" esclamò,abbracciandoli di slancio, con le
lacrime agli occhi.
Scott sorrise ed Allison ridacchiò:"Non devi,Stiles. Per me
é stato un piacere!"
"E poi" aggiunse il moro "A cosa servono gli amici?"
Stiles sorrise. "Grazie,ragazzi!"
I due ricambiarono il sorriso. "Secondo me" commentò la
ragazza "saresti in grado di attirare persino il principe in persona!"
"Il principe?" rise il castano. "Stai scherzando? Perché mai
un principe dovrebbe guardare me?"
"Per molte ragioni,Stiles: sei un ragazzo
dolce,buono,intelligente,simpatico e anche molto carino"
Il ragazzo arrossì,ma sorrise. "Io voglio solo rivedere lui.
A me non interessa il principe"
I due annuirono.
"Fareste meglio ad andare" disse Stiles "Dovete prepararvi per il ballo
anche voi"
"Certo" concordò Scott.
"Ok. Venite,vi faccio uscire. Fate piano!"raccomandò
loro,accompagnandoli alla porta,facendo molta attenzione a non causare
alcun rumore per far insospettire la matrigna e i fratellastri.
Silenziosamente,i tre riuscirono a raggiungere il portone senza alcun
intoppo.
"Allora ci vediamo al ballo?" sussurrò Scott,per non
attirare l'attenzione del trio che,di sopra,si stava preparando per la
serata.
"Contaci" ammiccò Stiles,prima di salutarli e chiudere
attentamente la porta.
Tirato un sospiro di sollievo,poi,iniziò a dirigersi verso
le scale della torre,ma dovette trattenere a stento un'imprecazione
quando si sentì chiamare da Jennifer.
"Stiles! Vieni qui!"
Il castano obbedì,ed entrò nella camera della sua
matrigna. Lì c'erano anche Jackson e Matt,entrambi
già pronti per il ballo.
Jackson indossava un completo azzurro e argento,mentre Matt aveva
optato per uno nero e oro.
Stiles dovette ammettere che stavano davvero bene.
Jennifer dovette schiarirsi la gola per richiamare l'attenzione del suo
figliastro.
"Si,Madame?" sobbalzò questi.
"Stiles,vorrei che mi allacciassi il corsetto" fece lei.
Il giovane sospirò e fece quanto richiesto dalla donna.
"Dimmi,Stiles" parlò quest'ultima,mentre il ragazzo era
impegnato ad armeggiare con i lacci "Il tuo vestito é
pronto?"
Stiles non capì il perché di quella domanda,ma
annuì. "Si,Madame,é pronto"
Con la coda dell'occhio,il ragazzo notò i fratelli
sorridersi ed uscire dalla camera.
"E dimmi,Stiles" continuò lei "é adeguato
per una festa come questa?"
Il giovane era sempre più confuso,ma rispose comunque.
"Si,Madame"
"Bene" sorrise questa.
Il resto dei minuti trascorsero in silenzio,mentre Stiles finiva di
allacciarle il corsetto.
Tuttavia aveva un brutto presentimento:non gli piaceva il sorriso della
donna,né il fatto che Jackson e Matt non fossero
ricomparsi.
Aveva la sensazione che qualcosa non andasse.
"Sai,Stiles" disse Jennifer non appena questi ebbe finito il suo lavoro
"fossi in te non lascerei il tuo vestito così incustodito.
Non si sa mai,potrebbe...capitargli qualcosa" aggiunse con un
sorrisetto diabolico.
Stiles sgranò gli occhi. Il vestito! Senza
curarsi di altro,corse su per le scale,mentre il brutto presagio che lo
aveva assalito diventava sempre più forte man mano che
superava un gradino.
Aprì violentemente la porta della sua stanza,sbattendola,e
davanti ai suoi occhi si parò una scena orribile.
Il suo vestito giaceva tra le fiamme del caminetto in un
angolo,completamente rovinato.
"NO!" gridò Stiles,precipitandosi verso il fuoco e,ignorando
l' odore di fumo e il bruciore che le fiamme gli procuravano sulle
mani,estrasse il suo completo e ci soffiò sopra,sperando di
rimediare al danno.
Ma si accorse presto che ormai non c'era più nulla da
fare:il vestito era completamente bruciato,distrutto dalle fiamme.
Stiles lo fissò a bocca aperta,sconcertato. Tutto
ciò che aveva di suo padre,tutto il lavoro di Allison e
Scott...era stato distrutto. Gli veniva da piangere.
Alle sue spalle,udì jackson e Matt ridere.
"Oh mio Dio,ma guardatelo! Volevi davvero andare al ballo con quegli
stracci?" lo canzonò Jackson,mentre Matt,vicino a
lui,continuava a ridere.
Stiles si alzò. Sentiva gli occhi pizzicargli,e
percepì la rabbia montargli nel petto. "Come avete potuto?"
"Come potevamo altrimenti" rispose Jennifer,in piedi sulla soglia, ora
completamente vestita con un abito color magenta. "Come posso
permettere che i miei figli siano associati a te? Sarebbe come
rinunciare in partenza al cuore del principe! E in più
saremmo lo zimbello di tutti! Ma guardati! Sarebbe un disonore per noi
portarci dietro uno sguattero straccione. Perché
é questo ciò che sei,ed é quello che
sarai per sempre"
Stiles tremava dalla rabbia,ma non c'era niente che potesse fare.
"Ora ascoltami bene" sibilò la donna,avvicinandoglisi e
puntandogli il dito contro a pochi centimetri dal suo viso.
"Tu,straccione,non verrai al ballo!"
Stiles non rispose,ma si limitò a guardarla con
risentimento.
La donna gli rivolse un sorriso crudele,prima di dirigersi
giù per le scale,seguita da Jackson e Matt.
Il ragazzo li sentì sghignazzare,e il suo cuore si fece
pesante. Dalla finestra della soffitta li vide salire in carrozza ,e
Jennifer,accortasi di essere osservata, gli rivolse un altro sorriso
malvagio e lo salutò con la mano. Li vide partire
per il castello,dove lui non sarebbe mai e poi mai potuto andare.
Il suo vestito era stato distrutto,così come tutti i suoi
sogni e le sue speranze.
Non sarebbe andato al ballo. Non avrebbe mai più rivisto
l'uomo incontrato nella foresta.
Con questa consapevolezza,Stiles crollò in ginocchio e
pianse. Pianse per sua madre,pianse per suo padre,per sé
stesso,per il suo vestito. Pianse anche per Scott,Allison e Lydia che
lo stavano aspettando,e per quando si sarebbero resi conto che il loro
amico non sarebbe venuto.
"Mi dispiace,mamma"disse tra i singhiozzi "Mi avevi detto di avere
coraggio e di essere gentile. L'ho fatto,ma non ho ottenuto niente!
Sono destinato a rimanere un servo per sempre."
Inspirò profondamente,mentre le lacrime continuavano a
rigargli il volto.
"Non posso più credere che le cose miglioreranno. Non
più!"
Detto ciò,Stiles si rannicchiò su sé
stesso in posizione fetale e pianse ancora,sfogando tutta la tristezza
accumulata in tutti quegli anni.
___________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
Sono tornataaaaaaaaaa!!
Come per il recente capitolo di Part of Your World,ho dovuto riscrivere
anche questo a causa del mio computer scemo.
Ma per fortuna ce l'ho fatta ed eccomi qui!
Allora...che ne pensate di questo capitolo? Io sinceramente ho pianto
mentre scrivevo quest'ultima parte.
Dovete sapere che la vostra Loba é molto emotiva
ç_ç
Come potete vedere Stiles vuole rincontrare lo sconosciuto misterioso.
Lo rivedrà?
Ovviamente chi conosce la storia di Cenerentola (cioé
tutti...o almeno credo) saprà già la risposta.
Ringrazio chi ha letto questa storia,chi ha recensito e chi l'ha messa
tra le preferite/ricordate/seguite. Davvero, non so come esprimere la
mia gratitudine a parole,ma sappiate che vi voglio un mondo di bene. A
tutti quanti. <3
E..io non so più che cosa dire...e quindi ci rivediamo al
prossimo capitolo!
Bacioniiii!!! :*
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Capitolo 6 *** You Shall Go! ***
A Dream Is
A Wish Your Heart Makes
Capitolo 5
Stiles non seppe dire per quanto tempo rimase in quella posizione.
Sapeva che stava così da un bel po' da quando la carrozza
aveva scortato Jennifer e i suoi figli al ballo,lasciandolo solo.
Tuttavia non riusciva a trovare la forza necessaria per alzarsi.
Sarebbe rimasto lì,accasciato sul pavimento,a stringere tra
le braccia il vestito corroso dalle fiamme,mentre lasciava uscire tutte
le lacrime che aveva trattenuto in tutti quegli anni.
Quando una mano delicata si poggiò sulla sua testa e gli
accarezzò i capelli,Stiles pensò fosse frutto
della sua immaginazione,avere l'illusione che con lui ci fosse qualcuno
lì a consolarlo.
"Shhh! Stiles! Va tutto bene...shh!" gli sussurrò una voce
familiare all'orecchio.
Solo allora il castano si rese conto che tutto ciò era reale
e che,effettivamente,c'era davvero qualcuno lì con lui.
Si girò di scatto verso la voce e sgranò gli
occhi. "Lydia?!" esclamò stupito.
Proprio lì,davanti a lui,la sua amica era in ginocchio e lo
fissava con un dolce sorriso in volto. "Si,Stiles. Sono io"
La ragazza era vestita per il ballo ed era di una bellezza disarmante:
indossava un vaporoso abito argento con lievi sfumature di lilla ,il
quale metteva in risalto i capelli biondo fragola che la ragazza teneva
sciolti sulle spalle. Se il ragazzo non la conoscesse avrebbe giurato
fosse una principessa.
"Ti senti meglio?"
Stiles si riscosse dai suoi pensieri e si asciugò gli occhi
con la manica della camicia. "S-si...credo." rispose il
castano,sospirando.
Poi però si accigliò. "Un momento,Lydia. Che ci
fai tu qui? E come sei entrata? La porta é chiusa a chiave."
Per tutta risposta la rossa fece spallucce. "Oh,le serrature non mi
hanno mai fermata"
"Ma tu dovresti essere al ballo"
"Anche tu"
Stiles sospirò e scosse la testa,affranto.
"No,Lydia,non io non posso andarci." E,dicendolo,le mostrò
il completo che teneva tra le braccia.
"Questa é opera loro?" Domandò lei
seria,rabbuiandosi.
Il castano annuì e prese a raccontarle tutto: dell'incontro
avvenuto nella foresta,di quello che provava per lo sconosciuto e di
quanto desiderava poterlo rivedere,dell'aiuto di Allison e Scott e
delle parole di Jennifer.
Ad ogni parloa l'indignazione di Lydia cresceva.
Quando Stiles finì il suo racconto la rossa si
alzò in piedi e gli tese la mano,che Stiles
accettò senza pensarci due volte.
"Vieni,seguimi!" lo incitò lei.
Il castano era confuso,ma seguì comunque l'amica in giardino.
"Lydia,che ci facciamo qui?" le chiese "la festa stà per
iniziare,faresti meglio ad andare invece di perdere tempo con me!"
"Oh,la festa può aspettare. Ho detto a mia madre che ci
saremo riviste al ballo. La mia priorità sei tu,Stiles!"
Quest'ultimo cercò di protestare,ma la ragazza sembrava che
non lo stesse più ascoltando,anzi,ora si guardava intorno
come alla ricerca di qualcosa.
"Potresti portarmi quella zucca laggiù,per favore?" gli
chiese,indicandogli l'enorme ortaggio arancione che sbucava dalla serra.
"La zucca?" ripetè Stiles,perplesso.
Lydia annuì. "Si,quella. Puoi portarla qui?"
Stiles non capiva il motivo di una simile richiesta,ma si
affrettò comunque nella serra a prendere la zucca,per poi
posarla ai piedi dell'amica.
"Bene!" esclamò lei,prima di agitare le mani,dalle quali si
sprigionò una strana luce dorata che circondò
l'ortaggio.
Il castano guardò tutto a bocca aperta,non sapendo
esattamente cosa stesse succedendo. Non poté vedere
granché a causa della luce troppo abbagliante,ma ebbe
l'impressione che l'ortaggio stesse...crescendo?
Quando la luce svanì,Stiles si rese conto che non solo esso
era cresciuto,ma era anche cambiato. Al posto della zucca,infatti,c'era
una magnifica carrozza d'oro zecchino,la più bella che
avesse mai visto.
Era senza fiato. Fissava la vettura a bocca aperta,sbattendo
più volte le palpebre. Si dette anche un pizzicotto per
assicurarsi che non stesse sognando,ma alla fine constatò
che,si,era tutto reale.
Si voltò verso Lydia,la quale osservava la carrozza con
un'espressione compiaciuta e fiera.
"Come hai fatto?" le chiese,incantato.
Per tutta risposta lei ridacchiò. "Ancora non lo hai capito?
E' magia!"
"Magia!" esclamò Stiles. Quest'ultimo non aveva mai creduto
ai pettegolezzi sulla giovane Martin e sua madre e sul fatto che
fossero streghe,ma ora dovette ricredersi.
"Allora é vero quello che dicono di te? Che sei una strega?"
"Una fata" lo corresse lei. "Come mia madre. Discendo da un'antica e
famosa famiglia di fate. Il nostro compito é sorvegliare
l'umanità e mantenere l'equilibrio nel mondo
e,ovviamente,aiutare chi ne ha bisogno. E per farlo scegliamo di vivere
tra gli umani.
Molto spesso scegliamo un protetto,una persona sulla quale vegliare per
tutta la vita. Come una sorta di angelo custode,per intenderci,e allora
diventiamo fate madrine"
"Una fata..." ripeté Stiles. Poi fu colto da un pensiero
improvviso. "E Scott ed Allison? Loro..?"
"No" Lydia scosse la testa,leggermente divertita. "No,loro non sanno
nulla. E sono semplicemnteumani come te"
"Oh"
"Ti ho scelto sin dal primo giorno in cui Jennifer e i suoi figli sono
entrati nella tua vita. Tu sei una persona buona,e non meriti tutto
questo" spiegò la ragazza,indicando gli stracci che il
castano indossava. "Tu meriti molto di più. Tu sei il mio
protetto,Stiles. Ed io sono la tua fata madrina,ed é per
questo che farò in modo che tu vada al ballo!"
concluse,ammicando.
Stiles sorrise. "Hai trasformato la zucca in una carrozza!"
disse,facendo scorrere la mano sulla superficie dorata del
veicolo,ancora incredulo.
Lei annuì. "Ora avremo bisogno dei cavalli.
Dunque,vediamo..."aggiunse,scrutando attentamente il giardino. "Quei
topolini andranno bene!" esclamò,indicando una trappola dove
erano rinchiusi sei piccoli topi. Stiles li riconobbe: erano gli stessi
topi ai quali quella stessa mattina aveva offerto la colazione.
"Oh,poverini! Aspettate,ora vi libero!" disse,inginocchiandosi per
aprire la gabbia."Ecco fatto" sorrise.
"Bene,procediamo" annunciò la fata,agitando di nuovo le mani
e circondando i topolini con la stessa luce dorata di prima.
E,una volta affievolitasi,Stiles si ritrovò davanti sei
bellissimi cavalli bianchi.
Trattenne il fiato quando,una volta avanzato verso di
loro,posò la mano sul muso di uno di loro e lo
accarezzò. Il cavallo - o topo- nitrì,sembrando
apprezzare quel gesto di affetto,e il ragazzo ridacchiò.
"Siete bellissimi" esclamò.
Lydia sorrise. "Lo sono. Ora ci servono dei valletti!"
"Valletti?" ripetè Stiles.
"Si" annuì la rossa,agitando la mano verso due lucertole
che,proprio in quel momento,se ne stavano andando a zonzo per il
giardino.
Quando l'amica terminò la sua magia,i due rettili avevano
preso forma umana ed erano identici,uno vestito d'oro e uno d'argento.
E quando essi sorrisero a Stiles,quest'ultimo
ricambiò,felice.
"Ehm.." fece Lydia dopo qualche istante "Per caso l'oca vi serve?"
"No" fece il castano,scuotendo il capo.
"Perfetto!" esultò la fata "Perché stasera
sarà il tuo cocchiere!" E,detto
ciò,puntò l'indice contro l'animale,che prese la
forma di un ometto basso e tarchiatello vestito di bianco.
Nonostante tutto,Stiles si chiese se i suoi amici fossero stati in
grado di guidare una carrozza-ehi,dopotutto erano pur sempre degli
animali!- ma fu sorpreso quando questi presero il posto a loro
assegnatogli come se non avessero fatto altro da sempre.
"Sapranno portarla,non preoccuparti" lo rassicurò la rossa.
Il ragazzo le rivolse un sorriso pieno di gratitudine. "Ancora non
riesco a crederci" commentò.
Lydia rise. "Si,dovresti vedere la tua faccia!"
Stiles alzò gli occhi al cielo,ma non poté fare a
meno di sorridere.
"La carrozza é pronta" annunciò la ragazza. "E
ora...occupiamoci del tuo abbigliamento! Non puoi andare al ballo
così!" aggiunse squadrando il castano con occhio critico.
"Il mio vestito!" S'illuminò il ragazzo,speranzoso. "Puoi
riparalo?"
"No" rispose lei. "Purtroppo per quello non si può fare
nulla. Se il danno fosse stato più lieve avrei potuto fare
qualcosa,ma é troppo
danneggiato,mi dispiace,Stiles" spiegò la fata,dispiaciuta.
Ma poi continuò: "Ma posso trasformare gli stracci che hai
addosso in un vestito nuovo,va bene?"
"Va bene" annuì il castano,prima di essere avvolto dalla
stessa luce dorata che Lydia aveva usato per trasformare la zucca e gli
animali.
Percepì i suoi vesiti cambiare,malgrado non riuscisse a
vedere molto,ma si fidava della sua amica: dopotutto nel gruppo era
sempre stata lei l'esperta di moda.
Riaperti gli occhi,guardò in basso e...ed emise un gridolino
di stupore e sorpresa..
Lydia ridacchiò e fece comparire davanti a lui uno
specchio,così che potesse osservarsi meglio.
Gli stracci che Stiles indossava appena un minuto fa erano stati
sostituiti da uno scintillante completo rosso acceso con decorazioni
d'oro e d'argento. I pantaloni erano color crema e intrecciati con fili
d'oro, di seta finissima.
E le scarpe...erano le sue solite calzature da lavoro.
Anche Lydia lo notò,e infatti le scrutava pensierosa. "Qui
ci vuole qualcosa di speciale..."
Poi s'illuminò "Ci sono!"esclamò,puntando il dito
ai piedi del ragazzo,trasformando le logore calzature in...
"Scarpe di cristallo!" sussultò Stiles,guardandosi i piedi
affascinato.
Era vero. Delle bellissime scarpe di cristallo avevano preso il posto
di quelle che portava precedentemente,e ciò che lo sorprese
ancor di più fu il fatto di trovarle comode.
"Sono comode vero?"
Stiles annuì,ma poi fu colto da un pensiero improvviso.
"Come faccio con Jennifer e i ragazzi?"
"Non preoccuparti" lo rassicurò la fata. "Farò in
modo che non ti riconoscano!"disse,sorridente,e il castano si
sentì subito sollevato.
"Coraggio,ora sali in carrozza!" lo incitò
"Perché tu,Stiles,andrai al ballo!"
Felice,il ragazzo seguì il suo consiglio,guardando a bocca
aperta l'interno della carrozza.
"Lydia,io...non so come ringraziarti!" sorrise,felice come non lo era
da anni.
"Bé,puoi farlo passando una bella serata. E mi auguro che tu
trova l'uomo che ti ha rubato il cuore,ma ti avverto"
aggiunse,diventando improvvisamente seria " Non essendo ancora una fata
adulta,la mia magia é temporanea e non durerà per
sempre. All'eco dell'ultimo rintocco della mezzanotte l'incantesimo
finirà. E ciò vuol dire che tutto quanto
tornerà com'era prima"
"A mezzanotte? E' più di quanto sperassi!" la
rassicurò Stiles con un sorriso,che la fata
ricambiò.
"Non dimenticartelo! E ora vai!"
Non appena pronunciate quelle parole,la carrozza si mosse e
partì verso il castello.
"Divertiti,Stiles! Ci vediamo lì!" gli gridò
l'amica.
"Grazie,Lydia! Grazie di tutto!" le urlò di rimando il
castano,per poi guardarla sparire magicamente.
Con il sorriso sulle labbra,il ragazzo si sedette e si perse ad
ammirare il paesaggio notturno dal finestrino.
Non aveva mai visto il villaggio di notte,e di certo neanche
così isolato.
Stiles ridacchiò tra sé e sé. Certo
che non c'era nessuno. Erano tutti al ballo.
E presto ci sarebbe stato anche lui.
E,speranzosamente,anche l'uomo della foresta.
______________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
Ma Salveeee! Vi sono mancata? :D
Si tiratemi pure pomodori,cavoli e tutto. Anche la zucca se volete.
Scrivere questo capitolo é stato un po' tosto
perché volevo concentrarmi molto anche su Lydia e sulla sua
storia,che spero non vi abbia annoiato troppo.
La scena l'ho resa molto simile a quella del film uscita l'anno scorso
perché era assolutamente E-P-I-C-A !
La carrozza é la stessa e anche i cavalli. I valletti e il
cocchiere invece sono diversi e frutto della mia
immaginazione,così come i vestiti di Stiles.
Le scarpe di cristallo,invece,sono quelle che vedete nella figura
all'inizio di ogni capitolo (se si vede!) ed é un'immagine
presa da google e non é mia,ma non so da dove
provenga,così come quella dell'altra fic.
Che ne pensate di questo capitolo? Vi piace? Secondo voi che
succederà al ballo? XD
Lo scoprirete presto,ho tante belle scene da mettere ;)
Alla prossima! :*
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Capitolo 7 *** Dance with me! ***
A Dream Is A Wish Your Heart Makes
Capitolo 6
La festa non era iniziata che da pochi minuti,ma già il
già la grande sala da ballo era affollata quanto un
mercato,se al mercato ci si andasse con abiti eleganti.
Derek,dal suo podio,faceva scorrere lo sguardo tra la folla,ansioso di
individuare colui per il quale aveva accettato di presentarsi al ballo
organizzato da suo zio.
Il ragazzo della foresta doveva essere li,da qualche parte tra quella
gente comune,o probabilmente al buffet posto nell'angolo. Tutti i
ragazzi e le ragazze in età da marito,sia dal rango
più alto a quello più umile erano stati invitati.
E il ragazzo sembrava certamente in età da marito.
Ma per quanto il principe cercasse,di lui nessuna traccia.
"Cerchi qualcuno in particolare,nipote?" La voce di suo zio
Peter,seduto sul trono accanto a lui, lo riportò alla
realtà.
"No,nessuno" replicò burbero il moro.
"Cerchi lui,vero? Il ragazzino che hai incontrato questa mattina?"
Il moro si girò a guardarlo,stupito.
"Si,nipote caro,io so sempre tutto. E' per lui che hai deciso di
presentarti qui stasera,dico bene?" Suo zio gli rivolse un
sorrisetto malizioso.
"O forse" replicò aspramente Derek "devo assumere che mi
stavi spiando?"
"Bé,non puoi pretendere che non stia in pensiero per il mio
nipotino" replicò il maggiore degli Hale.
Derek decise di ignorarlo,scegliendo invece di riportare la sua
attenzione sulla folla sotto di lui ma, per quanto cercasse,non
riuscì a individuare quei familiari capelli castani. Il
principe si accigliò,mentre sentì qualcosa dentro
di lui sprofondare. Possibile che non fosse venuto?
Poi,all'improvviso,le porte della sala da ballo si aprirono e tutti i
presenti ammutolirono in favore di osservare la persona che in quel
momento stava facendo il suo ingresso.
Derek balzò in piedi in un secondo,con gli occhi sbarrati.
Il ragazzo della foresta stava scendendo la grande scalinata in quel
preciso momento,guardandosi intorno nervosamente. Sembrava non fosse
abituato a tanta attenzione,e ciò Derek lo trovò
adorabile.
Nonostante il suo elegantissimo completo scarlatto,il ragazzo non aveva
un portamento arrogante e sicuro di sé come tutti i nobili,e
ciò il principe lo apprezzò. Nobile o non
nobile,quel ragazzo sarebbe rimasto sempre sé stesso,ne era
sicuro.
Il ragazzo della foresta,dato il suo abbigliamento,infatti,doveva
essere un principe di un regno vicino che,quella mattina si era
travestito da povero per sfuggire per un po' agli obblighi reali. Era
la stessa cosa che avrebbe fatto Derek.
Riscossosi dal suo stato di trance,il moro non perse altro tempo e
scese in fretta e furia dal suo podio,ansioso di accogliere la persona
che in così poco tempo era entrata nella sua testa
e,probabilmente,anche nel suo cuore.
*
*
*
Stiles scendeva la grande scalinata della sala da ballo col cuore a
mille.
Ancora non riusciva a credere di essere lì,al ballo.
Le gambe gli tremavano dall'emozione e il castano pregò
tutte le entità che conosceva di non inciampare e ruzzolare
per terra come un completo idiota. Per miracolo,o forse per
l'incantesimo di Lydia,Stiles non lo sapeva,riuscì ad
arrivare all'ultimo gradino senza intoppi.
Si guardò intorno con meraviglia. La sala da ballo era
enorme e splendente,illuminata da numerosi lampadari che gettavano
nell'aria una sorta di aurea dorata,quasi magica.
Ciò che lo stranì,però,fu l'assenza di
musica,il che lo lasciò confuso: un ballo senza musica?
Poi capì,con imbarazzo,che la musica c'era,ma era cessata
perché ora tutti quanti stavano fissando lui.
Ciò lo mise a disagio. Lui non amava stare al centro
dell'attenzione,anzi si sentiva squadrato,giudicato da quei
mille occhi,e ciò lo rese ancora più nervoso di
quanto già non fosse. Non si spiegava perché
tutta quella gente lo stesse guardando. Aveva qualcosa che non andava?
Stiles fece del suo meglio per ignorare quelle occhiate e i
sussurri che ne seguivano -Lo
hai visto?-Chi sarà mai?-Non l'ho mai visto prima d'ora!-
per cercare la persona che voleva rivedere con tutto il
cuore.
Tutt'a un tratto la folla si divise per lasciar passare un uomo. Costui
era alto e muscoloso,con i capelli corvini e l'accenno di barba su
guance e zigomi. I suoi occhi verdi e magnetici erano fissi su di lui.
Stiles lo riconobbe all'istante e,nel vederlo,il suo cuore prese a
martellargli nel petto,esattamente come la prima volta che lo aveva
visto.
L'uomo della foresta camminava verso di lui e il ragazzo si
sentì avvampare sotto il suo sguardo. Non riusciva a
crederci. Aveva sperato tanto di rivederlo,aveva sognato
quell'istante,ma mai si sarebbe aspettato un momento così
perfetto: l'uno davanti all'altro,nella sala da ballo,entrambi vestiti
elegantemente. Lui con il suo completo rosso scarlatto e il moro con
uno nero con decorazioni oro e smeraldo,di una sfumatura più
scura dei suoi occhi.
"Siete voi" disse il più grande,quando gli fu arrivato
davanti. La sua voce era calda e solo al sentirla Stiles
percepì un brivido scorrergli lungo la schiena. "Il ragazzo
della foresta"
Il volto del più piccolo s'illuminò,e sorrise
felice. "Vi ricordate di me?"
"Come potrei non ricordarmi di voi? Siete difficile da dimenticare"
replicò il moro alzando un sopracciglio,ma sulle labbra
aveva un sorrisetto alquanto divertito,ma onoesto.
Stiles non trovò le parole per esprimere la sua gioia,e
neanche per dirgli che anche lui non l'aveva dimenticato. Scelse
semplicemente di sorridere e,a quanto pare,fu abbastanza
perchè l'altro sembrò capire.
Schiaritosi la gola,quest'ultimo chiese:"Volete...volete concedermi
l'onore di ...di aprire le danze con voi?"
Il sorriso di Stiles si fece più ampio "Ne sarei onorato"
rispose,con un leggero inchino.
Come se avesse letto loro nel pensiero,l'orchestra iniziò a
suonare mentre l'uomo lo condusse al centro della pista,e gli
ospiti si ritirarono per lasciare spazio alla coppia.
Il castano ringraziò mentalmente la sua defunta madre per le
sue lezioni di valzer,perché probabilmente senza di quelle
avrebbe fatto senza dubbio la figura dello stupido.
Tuttavia temeva di pestargli i piedi,cosa che,per una volta,non accadde
mai in tutta la serata.
Avevano da poco iniziato a ballare,quando il castano notò
che tutti gli occhi erano puntati su di loro.
"Ehm..perché ci stanno guardando?" sussurrò
Stiles,imbarazzato.
"Guardano voi" rispose l'interpellato,mandando inconsapevolmente
un'altra scarica elettrica lungo la colonna del castano,il quale
sgranò gli occhi:"Me? Perché dovrebbero fissare
me?"
"Perché nessuno vi ha mai visto prima d'ora. E anche
perché siete molto bello"
Stiles arrossì fino alla radice dei capelli,cercando
però di concentrarsi sulla musica e sulla mano del suo
compagno sulla sua vita. Le sue mani erano forti e calde,ma il suo
tocco era leggero,e Stiles scoprì di esserne ormai diventato
dipendente.
Gli altri ospiti non ballavano però,eccetto per loro due. Ma
prima che potesse chiedersi il perchè,le parole del moro gli
risuonarono nelle orecchie. 'Volete
concedermi l'onore di aprire le danze con voi?' Aprire le danze. E
in genere chi apriva le danze era...
Gli occhi di Stiles si spalancarono una volta compreso chi fosse in
realtà l'uomo con il quale stava danzando. "Voi siete il
principe!" esclamò a bassa voce,in modo che solo loro
potessero sentire. "Il principe Derek!"
Quest'ultimo sospirò,ma annuì abbassando lo
sguardo.
Stiles non avrebbe mai immaginato di avere un onore simile: stava
ballando con il principe in persona! Per tutto questo tempo...l'uomo
della foresta era il legittimo erede al trono! Come diavolo aveva fatto
a non capirlo subito?
Il ragazzo era così sconvolto che non si accorse che la
musica era giunta al suo termine,fino a quando Derek stesso non si
fermò.
Nella sala calò il silenzio,salvo per qualche sussurro
curioso qua e là e per qualche sguardo d'invidia che
sembrava seguirlo ovunque.
In qualche modo Derek sembrò percepire il suo disagio
perché,porgendogli la mano,gli disse:"Venite,vi offro
qualcosa da bere"
Stiles annuì grato,accettando la mano offerta e si
lasciò guidare dal principe al tavolo del buffet.
"Va bene il punch per voi?"
Il castano annuì.
La musica era ricominciata e ora la maggior parte degli ospiti stava
danzando e sembrava divertirsi un mondo,anche se qualcuno continuava a
lanciargli qualche occhiata di tanto in tanto.
Nella folla,Stiles notò Jennifer,Jackson e Matt in disparte
guardarlo in malo modo,ma per una volta non se ne preoccupò:
sapeva che loro non avessero la minima idea di chi fosse
veramente,quindi poteva stare tranquillo.
Incrociò lo sguardo di Lydia poco più avanti,la
quale gli sorrise raggiante e gli strizzò l'occhio. Accanto
a lei stava sua madre,vestita con un abito color bronzo,che parlava con
Isaac.
Il castano fu sorpreso di scoprire che il biondino conoscesse la
signora Martin,ma del resto doveva aspettarselo,pensò, in
fondo anche Isaac veniva dal villaggio come lui: era vissuto con un
padre vedovo che non faceva altro che picchiarlo e torturarlo. Per
fortuna,poi,l'uomo era stato arrestato ed era morto in prigione,ed
Isaac era stato accolto a braccia aperte al castello.
Stiles aveva sempre avuto una certa simpatia per lui. Dopotutto,se ci
pensava, la sua storia non era poi così diversa da
quella del ricciolino. In un modo erano molto simili.
Immerso nella sua riflessione,urtò per sbaglio un ospite. Il
castano lo afferrò prima che questi potesse cadere a faccia
avanti sul pavimento. Ma prima che potesse scusarsi,quello
alzò lo sguardo e Stiles riconobbe Scott,nel suo miglior
completo bianco e nero.
Stiles gli sorrise,e stava per aprire la bocca per salutare il ragazzo
ma, con sua grande sorpresa,l'amico,con occhi e bocca spalancati,
s'inchinò davanti a lui. "Vostra Altezza. Sono desolato,vi
prego di perdonarmi" Stiles lo guardò a bocca aperta,ma non
ebbe modo di rispondere,perché in quel momento Allison
afferrò Scott da sotto il braccio e,mormorato a Stiles
"Scusate,Altezza" con un leggero inchino,trascinò via il suo
fidanzato ed entrambi sparirono nella folla.
Ci volle qualche secondo a Stiles per registrare ciò che era
appena successo: non era stato riconosciuto.
I suoi amici non lo avevano riconosciuto. A quanto pare l'incantesinmo
di Lydia aveva funzionato fin troppo
bene. Ma allora perché Derek lo aveva riconosciuto fin da
subito?
"State bene?" Stiles si voltò verso il principe,il quale gli
stava porgendo un bicchiere di punch,che il castano afferrò
senza esitare. "Si" rispose,non del tutto sincero.
Si portò la bevanda alle labbra e ne sorseggiò un
po',imitato dal maggiore.
"E' buono?" gli chiese quest'ultimo. Stiles sorrise e annuì.
"Si. Grazie mille,Vostra Altezza"
"Derek"
"Cosa?"
"Vi prego,chiamatemi solo Derek e datemi del tu. Non amo
molto le formalità." disse il moro.
Il più giovane fece un sorrisetto. "D'accordo,ma allora
darai del tu anche a me"
"A me va bene" rispose Derek. Per un attimo sembrò
esitare,ma poi continuò. "Spero tu non sia rimasto deluso
nel sapere che sono il principe"
Stiles scosse la testa. "No,niente affatto! Perché mai
dovrei?"
Il moro sospirò. "Vedi,quando stamattina ci siamo incontrati
e tu hai detto di non sapere chi fossi,ho deciso di non dirtelo
perché per una volta volevo avere l'opportunità
di essere trattato come una persona normale. Non voglio che tu pensi
che io ti abbia ingannato"
"Non mi sento ingannato e non ti biasimo per averlo fatto. Forse anche
io avrei fatto lo stesso" rispose il castano,sorridendogli.
Derek sembrò sollevato. "Bene"
Finirono il loro punch quasi nello stesso momento,scambiandosi varie
occhiate e qualche sorriso,mentre osservavano gli altri ospiti danzare.
Derek gli prese il bicchiere ormai vuoto dalla mano e lo
posò sul tavolo.
"Permettete?" chiese,porgendogli la mano,che Stiles accettò
entusiasta.
Derek gliela prese e se la portò alle labbra. Il ragazzo
avvampò,col cuore che gli batteva all'impazzata,ma sorrise
e,insieme, tornarono a ballare sulla pista.
Stavolta il castano era più rilassato,e riuscì a
ignorare più facilmente le occhiate che sentiva ancora su di
sé.
"Non vuoi invitare qualcun altro a ballare con te?"
"No" il moro scosse la testa,con un sorriso. "Io voglio
ballare solo con te. Con te e con nessun altro."
Danzarono per un tempo che a Stiles parve infinito,prima che dovessero
fermarsi per riprendere fiato. Entrambi erano sudati e avevano il
respiro pesante,ma erano felici.
Dopo qualche minuto,Derek gli si parò davanti e gli tese
nuovamente la mano,forse per la millesima volta in quella sera. "Vieni.
Voglio mostrarti una cosa"
Stiles,incuriosito,la accettò come sempre, e
seguì il principe fuori dalla sala da ballo.
__________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
Heilààà gente!! Sono tornata!
Uhh é stata dura scrivere questo capitolo. Qui é
dove i nostri beniamini si rincontrano e volevo fosse PERFETTO,anche se
temo come sempre di essere entrata nell'OOC.
Comunque,alla fine sono riuscita nell'intento (o almeno credo) e ho
scritto così tanto che ho dovuto dividere il capitolo del
ballo in due parti. Questa é la prima.
Che ne pensate? Era come ve lo aspettavate?
Cosa vorrà mostrare Derek a Stiles? Tante domande
in questo capitolo,che a tempo debito avranno delle risposte.
Lo scoprirete nel prossimo capitolo,dove scoprirete anche qualcosa in
più su Derek.
E...come sempre io non ho mai molto da dire nelle note d'autore eheh
A breve pubblicherò anche il prossimo capitolo di Part Of
Your World,so stay tuned! ;)
Alla prossima! :*
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Capitolo 8 *** So This Is Love ***
A Dream Is A Wish Your Heart Makes
Capitolo 7
Lasciatosi alle spalle la sala da ballo,Stiles seguì Derek
lungo un corridoio ornato da dipinti di vario genere,dai semplici
paesaggi a gloriose scene di battaglia,ma anche ritratti.
Uno in particolare colse l'attenzione del castano: era un ritratto
della famiglia Hale,molto prima dell'incendio che costò loro
la vita.
Riconobbe la Regina Talia,seduta compostamente sul suo trono con
espressione regale. Tuttavia sorrideva,mentre stringeva in braccio una
bambina dagli occhi vispi,quella che Stiles presumette fosse la
Principessa Cora da piccola.
Alla destra della regina stava una versione più giovane di
Re Peter,il quale poggiava la mano sulla spalla di un Derek
adolescente,il quale ,a sua volta,stringeva la mano della defunta
sorella Laura,colei che sarebbe dovuta diventare la legittima erede al
trono.
La famiglia reale sembrava essere molto felice in passato.
Probabilmente felici quanto lo era stata la famiglia Stilinski prima
della morte di Claudia.
Il Derek del dipinto era forse il più felice del gruppo,e a
Stiles ricordò molto di sé stesso.
Con stupore si rese conto che, malgrado la differenza di ceto
sociale,lui e il principe avevano parecchie cose in comune: entrambi
avevano perso i genitori prematuramente,ed entrambi portavano sulle
spalle la responsabilità della propria casa,anche se in modo
differente. Derek aveva i suoi obblighi reali ed era destinato a
succedere a Peter come Re,mentre Stiles portava avanti la villa di
famiglia stando dietro, nel frattempo, ai capricci della sua matrigna e
dei suoi fratellastri.
"E' un bel dipinto,non é vero?"
La voce del vero Derek,dietro di lui,lo riportò alla
realtà con un sussulto.
"Ehm...si,é molto...cioè..sembrate molto felici"
rispose,imbarazzato.
"E' vero" annuì il principe,guardando anche lui il ritratto
con un velo di malinconia. "In realtà é uno dei
miei preferiti. Ora che non sono più qui ho un modo per
ricordarli. Tutti tranne mio zio,ovviamente"
"Almeno tu hai un loro ritratto" commentò triste il castano.
"Io non ho nulla che me li ricordi se non la mia casa"
Derek spostò lo sguardo dal ritratto agli occhi di Stiles,il
quale vi lesse comprensione ed empatia. "Anche tu hai perso i tuoi
genitori? Mi dispiace."
In genere Stiles non sopportava dover ricevere le condoglianze
altrui,ma Derek non lo stava compatendo,perché era l'unico
che potesse veramente capire cosa volesse dire rimanere orfani in
tenera età.
"Vogliamo andare?" ruppe il silenzio il moro,facendo cenno a Stiles di
seguirlo.
"Oh,uhm...certo" balbettò il castano. "Hai detto che volevi
mostrarmi qualcosa. Che cos'é?"
"Lo vedrai" rispose semplicemente Derek,dandogli un sorriso divertito
alla curiosità del giovane.
Man mano che avanzarono ebbero modo di approfondire la loro conoscenza.
Stiles scoprì che Derek era un appassionato
lettore,soprattutto di leggende sui lupi mannari,il che
suscitò l'ilarità del più
giovane,seguito da un "Allora sei davvero un Sourwolf!" seguito da uno
sbuffo e un'alzata di occhi al cielo da parte del moro.
Apprese anche che il principe era un abile spadaccino e che amava
passare le sue giornate a cavallo,con grande disappunto di suo zio.
Derek arrivò anche a confidargli quanto odiasse i suoi
obblighi reali e di come desiderasse essere una persona normale,in modo
di poter avere tutta la libertà desiderata.
Stiles raccontò a Derek della sua infanzia,di come era
solito giocare a nascondino con i suoi amici,e anche di quella volta in
cui Scott aveva cercato di impressionare Allison portandole dei fiori
colti dal giardino di Bobby Finstock,il loro ex insegnante e istruttore
sportivo,solo per essere scoperto e rincorso per tutto il villaggio da
un furente coach (ovviamente non facendo nomi) e tanti altri aneddoti.
Soprattutto non si dimenticò di raccontare quella volta in
cui Allison aveva preso a calci il sedere di Matt dopo il suo fallito
tentativo di baciarla,il che divertì molto il maggiore.
Derek cercava di seguirlo più che poteva,visibilmente
interessato a ciò che il castano aveva da dire.
Ciò fece molto piacere a Stiles,il quale era
consapevole di quanto potesse essere spesso irritante la sua
parlatina,e apprezzò molto il fatto che il principe cercasse
di stargli dietro malgrado gli sforzi evidenti. Spesso,quando parlava,
i suoi amici tendevano ad avere la testa da un'altra parte e a
distrarsi,ma Derek non era così,e Stiles ne fu notevolmente
sorpreso,ma anche compiaciuto.
Arrivarono finalmente davanti a una porta,che il principe
aprì,rivelando un vasto e splendente giardino.
Stiles si guardò attorno a bocca aperta. "Se mia madre fosse
ancora viva avrebbe adorato questo posto" commentò.
"Io e mia sorella spendiamo qui il nostro tempo libero. Da
bambini,insieme a mia sorella maggiore, giocavamo a rincorrerci per il
labirinto. Laura era quella che vinceva sempre" disse Derek,con un
leggero sorriso. Il castano,tuttavia,vide nei suoi occhi smeraldo un
velo di tristezza.
Instintivamente prese le mani del moro tra le sue. L'altro
sembrò sorpreso da quel gesto,tuttavia non fece segno di
volersi ritirare.
"Anche a me manca la mia famiglia. Capisco bene come ti senti."
sospirò il castano. "Ma loro per me non sono morti. Loro
vivono qui" e nel dirlo, portò una mano di Derek sul punto
dove si trovava il suo cuore. "Loro vivono dentro di me. Li sento
accanto ogni giorno e so che resteranno per sempre al mio fianco. Anche
se non nel modo in cui avrei voluto. Bisogna sempre essere gentili e
avere coraggio per andare avanti."
Derek lo fissò negli occhi senza dire una parola,ma il suo
sguardo era così intenso che Stiles si ritrovò a
deglutire,a corto di parole.
Poi,con un gesto che scioccò il castano,il principe
afferrò i lati del suo viso e lo tirò verso di
sé,facendo unire le loro labbra in un casto bacio,che dopo
lo shock iniziale,il ragazzo ricambiò.
Stiles aveva sempre creduto nell'amore fin da piccolo,e aveva sognato
il momento in cui anche lui avrebbe trovato la sua anime gemella,ma da
quando Jennifer e i suoi figli avevano preso possesso della casa,il
ragazzo aveva messo da parte le sue fantasticherie per prendersi cura
della villa,onorando la memoria dei suoi defunti genitori.
Eppure,quando stava per mettere da parte i suoi sogni,Derek era apparso
nella sua vita come una tempesta,ribaltando tutta la sua esistenza,e
poco tempo era bastato a Stiles per innamorarsi di lui.
E ora lì,tra le braccia di Derek,con le labbra incollate
alle sue,Stiles si sentiva per la prima volta dopo tanti anni 'accolto'.
Il nodo nello stomaco che sentiva era stranamente piacevole,e il
castano si lasciò andare,assaporando le labbra di Derek come
fosse la cosa più buona mai creata.
A corto di fiato,i due dovettero a malincuore allontanarsi,ma rimasero
abbracciati per quelle che sembravano ore,col cuore che martellava come
un tamburo nelle loro casse toraciche,il respiro corto,le guance
arrossate e le labbra gonfie per il bacio.
"Wow..." sussurrò Stiles.
"Wow." concordò Derek,sorridendo,per poi staccarsi e
accennare al sentiero davanti a loro. "Andiamo?"
Il castano annuì,intrecciando le dita con quelle del
moro,sorridendo.
Arrivati alla fine del sentiero,svoltarono a destra dove due siepi si
aprivano a V per rivelare un enorme labirinto.
Stiles restò a bocca aperta per la sua immensità.
"E' enorme!"
"Già" concordò Derek.
Il principe fece un passo avanti e indicò l'entrata con un
cenno del capo. "Entriamo?"
Il castano annuì vigorosamente e il moro
ridacchiò.
Procedettero in silenzio,con Stiles che si guardava attorno da una
parte all'altra mentre si faceva guidare da Derek,il quale conosceva la
strada a menadito,come se lo avesse fatto molte più volte di
quanto avesse ammesso,il che probabilmente era vero.
Il castano,tuttavia,stava attento a memorizzare ogni svolta e ogni
direzione,non volendo dimenticare nemmeno un istante di quella sera.
Arrivarono finalmente al centro del labirinto,dove si entrava
attraverso una siepe a forma di arco,contornata da rose.
Lo spazio era ampio,occupato da una lunga panchina color argento che
scintillava alla luce della luna,la quale sembrava non aver mai
conosciuto un granello di polvere.
Derek lo invitò a sedercisi con un gesto della mano,e Stiles
acconsentì,arrossendo quando il principe prese posto alla
sua sinistra e gli prese una mano fra le sue,fissandolo negli occhi.
"Non ti mancheranno al ballo?" gli chiese il castano.
"Può darsi" sospirò Derek. "Ma non mi importa. E
poi i balli come questo non mi entusiasmano molto"
"I balli come questo?"
"Saprai sicuramente lo scopo di questa serata" disse il moro.
"Dovrai scegliere la tua futura sposa. O il tuo futuro sposo"
ricordò Stiles.
Il principe annuì. "Quando mio zio ha lanciato questo ballo"
spiegò. "Io non ne sapevo niente,ed ero totalmente
contrario. Ed ero furioso,non lo nego. Furioso che qualcun altro decida
della mia vita e cosa é meglio per me. Soprattutto se quella
persona é mio zio. Io non volevo nemmeno parteciparci."
"E cosa ti ha fatto cambiare idea?" gli chiese incuriosito il castano.
"Tu."
Il più giovane sbatté le palpebre,sorpreso. "Io?"
Derek annuì. "Volevo rivederti ancora,volevo conoscerti
meglio. Non avevo mai incontrato una persona come te prima d'ora. Tu
hai un grande cuore,l'ho capito quando sei corso in mio aiuto questa
mattina con il mio cavallo. Mi hai aiutato senza neanche conoscermi.
Credo che nessuno nel regno abbia tanta bontà e gentilezza
quanto te"
Stiles arrossì fino alla punta delle orecchie,lievemente
imbarazzato,ma soprattutto lusingato. Non era abituato a ricevere
complimenti del genere da chi non fosse uno dei suoi amici o dei suoi
genitori,figuriamoci dal principe in persona!
Tuttavia sorrise,scuotendo leggermente la testa.
"Io ero venuto qui per vedere il Sourwolf,non il principe" ammisse con
una risatina imbarazzata.
Derek lo fissò sorpreso. "Non sei venuto qui per essere
notato dal principe?"
"No". Stiles scosse la testa. "Non mi interessava il principe. Io non
riuscivo a smettere di pensare a te. Anche io volevo rivederti qui al
ballo. Non sospettavo che fossi il legittimo erede al trono."
Nell'ammettere ciò,si sentì le guance andare a
fuoco.
"E ne sei rimasto deluso nello scoprire che sono io?" chiese Derek,il
quale sembrava quasi...in ansia?
Stiles gli sorrise. "Stranamente no"
Il moro rise,accarezzandogli il dorso della mano col pollice.
Passarono diversi minuti prima che il maggiore riprese la parola. "Sono
felice che tu sia qui. Ti conosco solo da stamattina,eppure mi sento
già legato a te." Sospirò. "Tu mi piaci molto.
Anzi,credo addirittura di amarti. So di avere davanti la persona giusta
per me,se tu vorrai farmi l'onore di averti al mio fianco per il resto
dei miei giorni"
Comprendendo la richiesta di Derek,Stiles sgranò gli occhi.
"I-io? M-ma?"
Come desiderava digli di si,a dirgli che ciò avrebbe reso
felice anche lui...ma lui non era che un semplice orfano trasformato in
un servo dalla sua famiglia acquisita.
Come poteva accettare,pur desiderandolo con tutto il cuore?
E,più importante,Derek lo avrebbe amato lo stesso come
diceva, se avesse saputo che fosse un semplice servo?
Le parole di Scott gli risuonarono nella testa all'improvviso:"Vostra Altezza. Sono
desolato,vi prego di perdonarmi".Vostra
Altezza.
E all'improvviso tutto fu chiaro.
Scott ed Allison lo avevano scambiato per un principe. E
così anche tutti gli ospiti e Derek stesso. Derek lo credeva
un principe. E Stiles decisamente non lo era,tutt'altro!
"Credo che tu sia in errore,Derek" disse,abbassando lo sguardo.
"No,invece. So quel che voglio. So CHI voglio. E sei tu."
ribatté il moro corrugando le sopracciglia.
"Io non sono chi tu pensi che io sia"
Il principe si accigliò. "Che vuoi dire?"
Stiles sospirò: ora
o mai più,si disse.
"Derek,..io non sono un principe. Questi vestiti.." disse,indicando il
completo scarlatto e le scarpe di cristallo che indossava. "...sono un
dono di una mia cara amica. Io non sono in grado di renderti felice".
"Si invece!" esclamò con forza il maggiore. "Credi che a me
importi se sei un principe o no? Mi credi così superficiale?"
"N-no...io"
"No ascoltami" ribatté il moro,stringendo la presa sulla sua
mano. Il suo sguardo era deciso. "Non mi interessa chi sei o da dove
vieni.
A me importa di quello che hai dentro: la tua bontà,la
gentilezza e il resto,é questo ciò che mi ha
fatto innamorare di te,non solo il tuo aspetto. Dal momento
in cui ti ho visto sapevo che eri diverso da tutti gli altri. Nessun
altro può rendermi felice se non tu!"
Se possibile,gli si avvicinò ancora di
più,facando aderire le coscia con quella del minore,e
portando il viso a pochi centimetri dal suo.
"Io ho bisogno di te. Io ti amo." gli sussurrò sulle
labbra,prima di catturare lasua bocca in un altro bacio.
Questo,stavolta,fu più passionale. Si baciarono come se
fosse vitale quanto respirare,staccandosi solo il tempo necessario per
riprendere fiato,per poi rituffarsi sulle labbra dell'altro.
Le loro lingue danzavano lente l'una contro l'altra,assaporandosi a
vicenda.
Stiles faceva scorrere le mani tra i capelli corvini di Derek ,sorpreso
di trovarli soffici sotto il suo palmo,mentre il principe gli
accarezzava una guancia.
Separatosi per una boccata d'aria,Derek fece scontrare la fronte contro
quella di Stiles.
"Ti amo,Derek" sussurrò Stiles.
Sentì il moro sorridere,sollevato. "Dimmi il tuo nome. Devo
saperlo,ti prego"
Il castano si morse il labbro,e stava per schiudere le labbra per
rivelarsi,quando...
DONG!
___________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
Scusate,scusate,scusateeeeeeeeeeee! *arriva correndo col fiatone e cade
a terra sfinita*
Sono in un mega ritardo. Scusatemi. Stavolta ho davvero superato il mio
record di ritardi. Wow. Sono un disastro totale. Linciatemi pure,me lo
merito.
Da quando é iniziata la scuola non ho un minuto di pace,e
sto trovando difficoltà nel trovare tempo per scrivere. Ma
io non mollo!
Spero di farmi perdonare con questo capitolo,dove i nostri beniamini si
conoscono meglio e...accade il limonage! ;)
Spero di aver reso bene la scena e i personaggi. Derek é
probabilmente OOC,lo so. Ci tengo ,tuttavia,a precisare che Kate in
questa storia non esiste e che non ha nulla a che fare con
l'incendio,quindi Derek non é così diffidente
verso le relazioni come lo é nella serie. Spero di essere
stata chiara. Diciamo solo che il caso dell'incendio in questa fic
rimarrà irrisolto.
Spero di riuscire il prossimo capitolo non troppo tardi.
Il prossimo capitolo della mia Sterek!Sirenetta arriverà
stasera o domani. Dipende da quanto é collaborativo il mio
computer.
Alla prossima! :*
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Capitolo 9 *** Midnight-Escape from the Palace ***
A
Dream Is A Wish Your Heart Makes
Capitolo 8
DONG!
Il suono dell'orologio della torre fece scattare Stiles
all'indietro,ritirandosi dall'abbraccio di Derek nel processo.
Sapeva cosa voleva dire. Sentiva quel suono da tutta la vita,ogni volta
che era a letto.
L'orologio stava indicando le dodici,e ciò voleva dire che
era mezzanotte!
Non si era reso conto del tempo che era passato,e separarsi dal
principe gli parve troppo presto.
Le parole di Lydia gli risuonarono nella testa:"All'eco dell'ultimo rintocco
della mezzanotte l'incantesimo finirà. E ciò vuol
dire che tutto quanto tornerà com'era prima."
E l'orologio aveva appena effettuato il primo rintocco.
Stiles doveva andarsene subito!
Con un balzo felino,il castano balzò in piedi,con gli occhi
sgranati e il cuore che palpitava dal terrore.
"Che succede?"
Il tono allarmato di Derek gli fece,però,considerare per un
attimo l'ipotesi allettante di restare lì,mentre i suoi
bellissimi vestiti tornavano di nuovo a essere i suoi soliti
stracci,rimanendo con lui per sempre.
Ma no,era fuori discussione. Derek lo avrebbe rifiutato se lo avesse
visto conciato in quel modo,malgrado le parole che gli aveva rivolto
poco fa,Stiles non sapeva se,effettivamente,il principe fosse disposto
ad amare un misero servo orfano.
No,doveva andarsene,e subito.
"Devo andare"
"Cosa?" Derek balzò in piedi a sua volta. "No!
Perché?"
"Devo" rispose semplicemente il castano,facendo qualche passo indietro.
"Non posso restare".
"Ho fatto forse qualcosa? Se é così
dimmelo,provvederò subito a rimediare".
Stiles sentì il cuore stringersi in una morsa soffocante nel
vedere l'espressione ferita del moro,e si sentì
profondamente in colpa all'idea di dover fuggire così,senza
una spiegazione.
Sussultò quando l'orologio suonò il secondo
rintocco. Altri dieci ancora e la magia di Lydia sarebbe svanita.
Doveva affrettarsi,ma non senza essersi prima congedato da Derek come
si deve.
"No,tu non hai fatto nulla,Derek. Conosceri é stata la cosa
più bella che potesse capitarmi,e questi momenti trascorsi
insieme sono stati i più felici della mia vita"
disse,prendendogli le mani tra le sue. "Ma i miei momemti qui erano
contati fin dall'inizio,e ora il mio tempo é scaduto. Devco
andare. Non ti dimenticherò mai,Derek. Addio!"
E,una volta pronunciate queste parole,abbandonò il centro
del labirinto e corse per le varie siepi,cercando mentalmente di
ricordarsi la strada per uscire,giungendo,però,davanti a un
vicolo cieco.
"Aspetta!" udì Derek gridare,insieme al rumore di passi
affrettati,segno che il principe lo stesse inseguendo di corsa.
E proprio in quel momento l'orologio suonò il terzo rintocco.
Stiles,col cuore che gli martellava in gola e in preda al panico,si
guardò disperatamente intorno alla ricerca di un altro
passaggio,ma non ce n'erano. Era in trappola e rischiava di essere
raggiunto.
A meno che...
"Oh,al diavolo!" si disse,e prese ad aprirsi un varco tra la siepe
dietro di lui spostando rami e foglie,riuscendo,alla fine,a uscire dal
labirinto.
Una volta fuori,con suo enorme sollievo,riconobbe il giardino e si
ricordò la strada per tornare alla sala da ballo.
Corse il più veloce che poté senza voltarsi
indietro,ripercorrendo il lungo corridoio da dove erano
venuti,ignorando,stavolta,i quadri che aveva ammirato in precedenza,e
rientrando finalmente nella grande sala da ballo.
Questa era ancora più affollata di come l'avevano lasciata,o
forse era solo la sua immaginazione,vista la difficoltà che
aveva nel farsi largo tra gli ospiti.
Diverse volte pestò i piedi di qualche dama e almeno un paio
di volte andò addosso a dei signori,gridando scusa a ognuno
di loro,ma senza fermarsi.
Dopo vari sforzi,riuscì poi a raggiungere la scalinata.
Non ebbe però tempo di cantare vittoria,che si
ritrovò faccia a faccia proprio con Re Peter.
Malgrado la fretta,Stiles si paralizzò,fissando il monarca
con occhi e bocca spalancata.
"Vostra Maestà!"esclamò,inchinandosi. "Sono
desolato!"
Il Re,tuttavia,sembrava alquanto divertito. "Non preoccuparti,capita a
tutti" gli rispose con una strizzatina d'occhio,per poi lasciarlo
passare.
Ringraziatolo con un cenno educato del capo,il castano riprese la sua
folle corsa verso l'uscita. Giunto,fuori,alle scale d'ingresso,
notò che la sua carrozza era già lì
che lo stava aspettando,con il cocchiere-oca che lo incitava ad
affrettarsi.
"Aspetta!"
Il ragazzo si voltò per vedere Derek,il quale era appena
uscito,ed stava a pochi metri da lui.
Ma Stiles non perse tempo e scese le scale il più in fretta
che poté.
Quasi arrivato alla fine,tuttavia,scivolò su uno degli
ultimi gradini e cadde a faccia avanti.
La caduta gli fece perdere una delle sue scarpe di cristallo,la
sinistra per la precisione. Ma non aveva tempo di raccoglierla. Derek
lo stava raggiungendo.
Rialzatosi,si tolse anche l'altra scarpa e raggiunse la carrozza a
piedi nudi e,una volta salito,questa partì a tutta
velocità verso il villaggio.
Stiles,ormai,aveva perso il conto dei rintocchi,ma intuì che
dovevano esserne rimasti pochi,perché tutto intorno a lui
aveva già cominciato a ritrasformarsi al proprio stato
originale.
Al cocchiere stavano rispuntando le penne e il becco,i cavalli si
stavano abbassando sempre di più,e la
carrozza-zucca,nonostante si andasse rimpicciolendo anch'essa,andava
sempre più veloce,mandando il suo passeggero a sbattere
ripetutamente contro le sue pareti.
Il veicolo si stava rapidamente restringendo e le finestre stavano
iniziando a chiudersi,e Stiles,con la paura di rimanere intrappolato, e
poi soffocato,in una zucca,prese a usare il peso del proprio corpo per
rompere le pareti ormai molli della carrozza-quasi-ortaggio,riuscendoci
dopo qualche tentativo,per poi buttarsi sulla strada.
Rimase sdraiato per terra per qualche minuto a riprendere fiato.
Calmati i battiti del suo cuore,si mise a sedere e si guardò
attorno,riconoscendo la piazza principale del villaggio,ora silenziosa
se non per gli starnazzi dell'oca e gli squittii dei suoi amici
topolini.
Alzatosi,si rese conto che il suo completo rosso era tornato ad essere
la sua ' divisa da lavoro' e,davanti a lui, stavano un'oca,due
lucertole,sei topi e una zucca spappolata.
L'incantesimo di Lydia era svanito.
Tuttavia,con stupore,si accorse di star ancora stringendo tra le mani
la sua scarpa di cristallo,l'unico ricordo rimastogli di quella sera.
Era felice che non fosse sparita insieme al resto. Almeno avrebbe avuto
qualcosa che rappresentasse un ricordo prezioso che avesse conservato
gelosamente nel suo cuore.
Sorridendo tra sé,Stiles s'incamminò verso la sua
casa che,fortunatamente,non era molto lontana,ma affrettò
comunque il passo,ansioso di arrivare prima di Jennifer e dei suoi
figli,o sarebbero stati guai.
Probabilmente il destino,quel giorno,gli era
favorevole,perché quando rientrò nel vialetto,non
notò la carrozza.
Chiusosi il portone principale alle spalle,il castano tirò
un sospiro di sollievo e salì in camera sua.
Nascose la scarpa nella tasca interna del suo giubbetto e
risistemò il vestito bruciato di suo padre,che era giaciuto
sul pavimento per tutto quel tempo,nell'apposito baule.
Fece appena in tempo,perché il secondo dopo udì
la carrozza di Jennifer fare il suo ingresso nel vialetto.
Stiles s'infilò velocemente nel letto,mettendosi le coperte
fino al mento,e chiuse gli occhi,fingendosi addormentato quando
sentì la sua matrigna salire di fretta la scale della sua
torre.
Udì la porta della sua stanza aprirsi: probabilmente
Jennifer voleva assicurarsi che il suo sguattero non avesse lasciato la
casa.
Dopo qualche minuto,apparentemente soddisfatta,la donna girò
i tacchi e se ne andò,richiudendo la porta dietro di
sé.
Stiles riaprì gli occhi,si voltò verso la
finestra e sorrise.
"Grazie,Lydia" mormorò,prima di scivolare tra le braccia di
Morfeo.
___________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
Eeeeeeeeeee allora!
Come state?
Eccoci di nuovo qui con un nuovo capitolo. Finalmente,eh?
Vabbé sorvoliamo ahahaha.
Stiles,costretto a fuggire dal palazzo e con la paura di un rifiuto che
potrebbe spezzargli il cuore.
Spero di aver espresso bene le emozioni e i sentimenti dei vari
personaggi,anche se so che probabilmnente avrò fatto un
disastro.
Comunque,guardando Cenerentola,mi sono sempre chiesta come mai,se la
Fata Madrina aveva detto che a mezzanotte la magia sarebbe terminata,se
poi le scarpette di cristallo erano rimaste?
Con questa fic ho voluto darmi una risposta. Risposta che troverete nei
prossimi capitoli.
Scoprirete perché le scarpe di cristallo di Stiles non sono
svanite e tante altre cose! ;)
PS: Ho avuto dei problemi nella scrittura del prossimo capitolo
dell'altra mia fic. Il computer mi si é spento mentre lo
stavo scrivendo e,non avendolo salvato,mi ha cancellato tutto e lo
dovrò riscrivere,ma domani parto e quindi non
potrò farlo. L'aggiornamento della Sterek Sirenetta
sarà intorno al 5 Novembre.
Detto questo,ci vediamo! :*
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Capitolo 10 *** The Morning After ***
A
Dream Is A Wish Your Heart Makes
Capitolo 9
Derek non si ripresentò al ballo. E neanche dormì.
I suoi pensieri erano occupati dal ragazzo misterioso e dalla sua fuga.
Perché se n'era andato in quel modo? E cosa voleva dire con
quelle parole? Si chiese,mentre si rigirava tra le mani la scarpa di
cristallo che il ragazzo aveva lasciato sui gradini del palazzo. Derek
non ne aveva mai vista una,e non sapeva neanché
dell'esistenza di una simile calzatura,eppure ne aveva una autentica
proprio davanti a lui.
Un'autentica scarpe di cristallo.
Era bellissima,ammise. Il cristallo brillava e rifletteva la luce della
stanza,creando uno stupefacente gioco di luci.
Si chiese chi mai potesse avergli regalato una cosa tanto rara e
preziosa.
Era il dono di un'amica,aveva detto il ragazzo della foresta.
Ciò voleva dire che probabilmente il giovane,anche se non
era un principe,doveva essere amico con una persona molto
importante.
Immerso nei suoi pensieri,non si accorse che qualcuno stava bussando
forte alla porta della sua camera fino a che questa non si
aprì di scatto.
"Nipote!" E Peter,suo zio,entrò nella stanza a
grandi passi.
Derek alzò lo sguardo,visibilmente scocciato. "Che cosa
vuoi?"
"Non sei venuto a colazione".
Derek non rispose.
"E' per via di quel ragazzino,vero? Vi ho visti,sai,al ballo. E
lasciatelo dire,non ti ho mai visto così felice in vita mia".
Il principe sospirò. "E' vero" ammise. "Lui mi rende felice".
"Ahh,nipote caro,sei completamente innamorato!" Derek
arrossì e distolse lo sguardo,arrossendo lievemente,ma non
negò. Perché sapeva che era vero.
"Ma perché poi é fuggito in quel modo? Che cosa
gli hai fatto?"
"Nulla!" Scattò Derek.
Peter alzò un sopracciglio. "Nulla?"
"No. Nulla. Era tutto perfetto,fino a che non é scoccata la
mezzanotte!"
E gli raccontò per filo e per segno cosa gli aveva detto il
ragazzo della foresta prima di andarsene.
"Devi ritrovarlo" dichiarò il Re.
"Come?"
"Bé,hai la sua scarpa".
"Stai scherzando,spero! Non posso di certo andare di casa in casa a far
provare una scarpa a tutti i ragazzi che sono stati al ballo!
Potrebbe sicuramente calzare a più di un giovane!"
Peter fece spallucce. "Inventati qualcosa allora. Ma fa in fretta"
annunciò,per poi uscire,chiudendosi la porta alle spalle.
Per tutto il tempo che rimase solo,Derek meditò sulle parole
dello zio,e dovette riconoscere che aveva ragione,e si
ritrovò anche ad
ammettere di amare il ragazzo misterioso più di qualsiasi
altra cosa al mondo.
Non gli importava chi fosse,se fosse un principe,come si era presentato
al ballo,o un semplice ragazzo di campagna,come lo aveva incontrato
nella foresta.
Nobile o non nobile,rimaneva comunque la stessa persona che la mattina
precedente gli aveva rubato il cuore. E si ritrovò a
scoprire che non avrebbe mai potuto vivere senza di lui.
Doveva trovarlo.
Presa questa decisione,si alzò dal letto e uscì
dalla sua stanza,sempre con la scarpa di cristallo in mano,diretto
all'ala riservata ai domenstici,dove poteva trovare i suoi amici.
Ricevuto da tutto il personale con un inchino,Derek,con il volto
più inespressivo e formale che riuscì a
fare,chiese un colloquio privato con Isaac,Erica e Boyd,che gli fu
subito concesso.
Quando tutti gli altri domestici furono usciti,Derek parlò.
"Ho bisogno del vostro aiuto".
E raccontò loro tutto.
I ragazzi restarono in silenzio ad ascoltare le parole del principe e
per tutto il tempo lo fissarono con un sorriso affettuoso.
Terminato il racconto,inaspettatamente Isaac fece un passo aventi.
"Conosco qualcuno che potrebbe aiutarci".
*
*
*
Stiles quella mattina si era svegliato di buon umore,aveva svolto le
sue faccende mattutine e portato la colazione a letto a
Jennifer,Jackson e Matt come al solito.
Il perfido trio quel giorno era più odioso del solito a
causa dell'altra sera. Erano furiosi per il fatto che il principe non
li avesse mai degnati di uno sguardo,e che avesse preferito ballare con
un perfetto sconosciuto arrivato in ritardo.
Ma Stiles non se ne curò.
Era allegro e sorridente più del solito,cosa che a loro non
sfuggì.
Jackson e Matt lo guardavano come se fosse impazzito,mentre Jennifer lo
fissava insospettita,stringendo gli occhi in due pericolose
fessure,incapace di spiegarsi cosa passasse nella testa del suo
figliastro.
Il castano non notò niente di ciò,ma
accettò come sempre tutte le faccende assegnatogli,incurante
del crescente sospetto della sua matrigna.
I suoi pensieri erano costantemente rivolti a Derek e alla magica
serata trascorsa in sua compagnia.
Aveva avuto un assaggio di cosa fosse la felicità,di che
cosa fosse l'amore,una cosa che custodirà gelosamente nel
suo cuore.
Amava Derek con tutto il suo cuore,ma sapeva che tra loro due non
poteva funzionare: lui era un semplice servo,mentre il moro era un
principe,e aveva dei doveri e degli obblighi reali.
E anche Stiles aveva i suoi,e cioé prendersi cura della casa
e onorare la memoria dei suoi defunti genitori.
Ma,malgrado sapesse che probabilmente lui e Derek non si sarebbero mai
più rivisti,Stiles era comunque felice di aver conosciuto il
principe e di aver ballato insieme a lui.
Derek Hale sarebbe rimasto per sempre nel suo cuore.
*
*
*
Isaac,seguito da Derek,Erica e Boyd,fermò il cavallo davanti
all'entrata di una sartoria.
Gli altri lo imitarono,perplessi.
"Che ci facciamo qui?" chiese Derek,non comprendendo le intenzioni del
biondino.
"Vedrete. Fidatevi di me." rispose Isaac,smontando da cavallo.
Il principe guardò la struttura.
Sembrava in tutto e per tutto una bottega ordinaria come tutte le
altre,nulla di speciale,quindi non riusciva a spiegarsi come una
semplice sartoria nel villaggio avrebbe potuto aiutarli,ma si fidava di
Isaac.
Lui e il ricciolino erano stati intimi amici sin dal primo giorno che
quest'ultimo era stato accolto a palazzo a soli quattordici anni,in
seguito all'arresto del signor Lahey per abuso di minore,e alla sua
successiva morte in prigione per impiccagione.
Sapeva,quindi,che Isaac non li avesse portati lì per nulla.
Il loro ingresso fu annunciato da una campanella posta sopra la porta.
Dal magazzino uscì una donna dai capelli biondo-rossiccio
sulla quarantina e dal sorriso luminoso. Senza dubbio la proprietaria
della bottega.
Guardandola,a Derek sembrò scorgere una certa aurea intorno
a lei,ma non riuscì a spiegarsene la ragione.
Quando la donna riconobbe Derek,tuttavia,stranamente non
sembrò affatto sorpresa.
"Vostra Altezza. E' un onore ricevervi qui nel mio umile negozio"
disse,con un lieve inchino.
I suoi occhi,poi,si spostarono sul ragazzo accanto a lui e,se
possibile,il suo sorriso si fece ancora più radioso.
"Isaac! Che piacere rivederti,tesoro! Cosa posso fare per voi?"
"Ci serve il tuo aiuto" rispose questi. "Anche se forse saprai
già perché siamo qui".
Poi si girarò verso gli altri tre.
"Altezza,Erica,Boyd,lei é Natalie Martin. La mia
fata madrina".
___________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
TADADADAAAAAAAAAANNNNNNNN!!!
Piccolo colpo di scena.
Ve lo aspettavate? XD
E che dite,la madre di Lydia sarà in grado di aiutare il
Sourwolf a ritrovare il suo amato Stiles?
Domanda da un milione di dollari,o da un miliardo di Sterek che
é anche meglio ahahahahaha!
Giuro che non sono pazza U.U solo troppo ossessionata da
questi due.
*w*
*w* *w*
Ok sto fangirlando troppo,ho bisogno di calmarmi.
A presto!!!
:*
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Capitolo 11 *** Thruths Revealed ***
A Dream Is A Wish Your Heart Makes
Capitolo 10
Derek restò immobile a fissare la donna di fronte a lui.
In un certo senso essa avevainfatti un certo non-so-che di magico
attorno a lei,e finalmente capiva il perchè.
Il principe non si era mai posto il problema dell'esistenza delle fate
madrine, perchè sempre preso dagli obblighi reali per
meditarci sopra,ma ora che si ritrovava in presenza di una di loro, non
sapeva come comportarsi.
Tuttavia non ce ne fu bisogno,poichè fu la donna a parlare.
"So già perchè siete qui. Altezza,voi cercate il
vostro principe misterioso,non è così?"
"Lui non è un principe." chiarificò Derek. "Ha
detto lui stesso di non esserlo."
"Quindi a voi non importa se sia un principe o no?" parlò
una seconda voce alla sua sinistra.
Chi aveva parlato era una ragazza sui diciassette anni con lunghi
capelli biondo fragola che le ricadevano sulle spalle,due grandi occhi
verdi e le labbra colorate di rosso acceso.
"Lei è mia figlia Lydia" annunciò Natalie "ed
è la fata madrina del ragazzo con cui avete danzato ieri
sera."
"Dunque voi sapete chi è!" esclamò
Derek,speranzoso. "Vi prego,ditemelo!"
Natalie e Lydia si sorrisero.
"Il suo nome è Stiles Stilinski"
raccontò la signora Martin. "E attualmente vive in quella
che è conosciuta come Villa Blake. E' il figlio del
commerciante John Stilinski. La seconda moglie dell'uomo,Jennifer
Blake,e i due figli di lei,Jackson e Matt,diciamo
che...bè...non sono esattamente persone molto gradevoli.
Tuttavia la cosa peggiorò dopo la scomparsa del padre di
Stiles,e allora la sua matrigna e i fratellastri costrinsero il ragazzo
a lavorare gratuitamente per loro nella sua stessa casa come
servo,privandolo di tutti i suoi averi e
riducendolo in povertà."
"E' orribilie!" esclamò scandalizzato il principe,con la
rabbia che gli ribolliva nelle vene al sentire quella tragica storia.
"Come possono essere così crudeli?"
"Jennifer e i suoi figli sono sempre stati invidiosi di lui,e hanno
sperato che riducendolo a un misero sguattero,la loro gelosia sarebbe
svanita. Ma senza successo." aggiunse Lydia con un sorrisetto. "Per
fortuna Stiles può contare sui suoi amici e anche su di
me,che gli sono sempre rimasta accanto,aiutandolo nelle situazioni
più difficili senza che però lui se ne
accorgesse. E non l'ho fatto solo perchè era il mio dovere
di fata madrina,ma perchè è impossibile non amare
quel ragazzo."
"Non stento a crederlo" sorrise il principe.
"Quando avete annunciato il ballo al palazzo" continuò
Natalie,"Stiles avrebbe voluto andarci con un vecchio vestito di suo
padre,vestito che poi i suoi fratellastri hanno distrutto. Ed
è qui che la mia Lydia è intervenuta,dandogli
nuovi vestiti e una carrozza in modo che possa partecipare
alla festa,insieme alle scarpe di cristallo."
Derek abbassò lo sguardo verso quella che teneva tra le
mani. "Sono molto belle" si complimentò con la ragazza,la
quale gli sorrise di rimando.
"Ed è così che Stiles è riuscito ad
andare al ballo senza farsi riconoscere dalla sua matrigna e dai suoi
figli."
"In realtà" s'intromise Lydia, "credo di aver esagerato con
quella magia: era così potente che nemmeno i suoi migliori
amici lo hanno riconosciuto." ridacchiò.
"Tuttavia" proseguì la donna più grande,"non
essendo ancora una fata maggiorenne,la magia di Lydia,come quella di
tutte le fate minorenni,è destinata a dissolversi allo
scoccare della mezzanotte. E' per questo che Stiles è dovuto
fuggire via dal castello: la magia stava svanendo."
Quelle parole tolsero un peso schiacciante dal petto del principe,il
quale sospirò sollevato,una volta capito di non essere lui
la causa della fuga del ragazzo della foresta-Stiles,della fuga di
Stiles.
Riguardando però la scarpa di cristallo ancora stretta tra
le mani,fu coltò però da un dubbio
improvviso,dubbio che fu immediatamente cancellato da Natalie,la quale
sembrava aver intuito i suoi pensieri.
"Quella è opera mia" disse indicandola. "E' grazie alla mia
magia che le scarpe non sono svanite come tutto il resto.
Stiles,infatti ha l'altra con sè."
*
*
*
Stiles fischiettava allegro all'aria aperta,mentre
stendeva,saltellando,le lenzuola bagnate.
Non importa quanto si sforzasse di rimanere coi piedi per terra,la sua
mente era ancora al ballo,stretto tra le braccia di Derek. La serata
più bella della sua vita,l'avrebbe ricordata per sempre.
"Stiles." La voce gelida di Jennifer lo fece sobbalzare,ma
fortunatamente riuscì a mantenere il suo equilibrio.
"Desiderate qualcosa,Madame?"
La sua matrigna,in qualche modo,sembrava più fredda del
solito,il che fece crescere al castano una brutta sensazione alla bocca
dello stomaco.
"Si,a dire il vero. Vorrei parlarti in camera tua. Adesso."
Il ragazzo annuì e,posato il cesto a terra,seguì
la donna dentro casa,e poi su per la torre. Arrivati in cima,Jennifer
chiuse la porta dietro di lei con forza.
"Ok,sarò diretta ed esplicita. Dov'eri ieri sera?"
Stiles sgranò gli occhi,e il suo cuore ebbe un
sussulto,prima di cominciare a battere all' impazzata per la paura.
Tuttavia decise di fare il finto tonto."Cosa?"
"Dov'eri ieri sera?" ripetè lei,con un sibilo simile a una
vipera.
"Ehm...in camera mia?"
"Credi che io sia stupida,sguattero?" gridò
Jennifer,adirata. "Eri tu al ballo! TU hai ballato con il
principe,portandolo via dai miei figli di proposito! Ammetto di non
averti riconosciuto al ballo,ci sono arrivata solo ora. Ma ora
dimmi,dove hai preso quei vestiti?"
"Da nessuna parte,perchè io non sono andato al ballo ieri
sera,ma sono rimasto qui,e non mi sono mai mosso da questa stanza. E
non so di cosa stiate parlando." ment' Stiles.
"Non prenderti gioco di me,ragazzo!" La sua matrigna ora era livida.
"Come sei riuscito a procurarti quei vestiti? E quelle scarpe poi! Di
cristallo! A chi le hai rubate?"
Stiles si sentì sul punto di esplodere dalla rabbia. "Non li
ho rubati." dise infine. "Non sono un ladro. Io non ho mai rubato
niente.
Neanche la proprietà di mio padre." sputò.
L'ultima frase gli fece ottenere un sonoro schiaffo da parte della
donna.
"Servo insolente! Come osi parlarmi così? Dopo tutto quello
che ho fatto per te! Ti ho concesso un tetto sotto questa casa! Ti ho
permesso di mangiare il nostro cibo! Se avessi voluto a quest'ora tu
vivresti in mezzo alla strada! Ed è così che mi
ringrazi?"
"Ringraziarti?" ringhiò Stiles, "Ringraziarti per cosa? Per
esserti appropriata illegalmente della fortuna dei miei
genitori,fortuna che ,a proposito,mio padre aveva voluto passasse a me
appena avessi compiuto diciotto anni,cioè tra meno di dodoci
mesi,e che tu e i tuoi figli egoisti l'avete sperperata per tutti i
vostri capricci! Oppure devo ringraziarvi per avermi tenuto solo per
ridurmi a un servo! Mi avete privato di tutto,anche della mia
identità! Ho sopportato i vostri insulti e i vostri
trattamenti,ma ora ne ho abbastanza! E' per questo che devo
ringraziare? Vivere per la strada sarebbe stato meglio!"
gridò tutto d'un fiato,liberando per la prima volta tutti i
sentimenti che per tutti quegli anni aveva represso.
Il calcio nello stomaco fu improvviso,e fece piegare Stiles dal
dolore,e le lacrima agli occhi gli impedirono di vedere Jennifer aprire
la porta e richiuderla sbattendola dietro di sè.
Nel sentire il suono dello scatto della serratura,il castano si
precipitò verso la porta,tentando di aprirla,prima di
rendersi conto che questa era chiusa a chiave. Stiles si
ritrovò così,imprigionato nella sua stessa stanza.
"No! NO!" gridò "Non puoi chiudermi qui dentro per sempre!"
urlò,picchiando furiosamente il legno di fronte a lui,ma
invano,la porta non era intenzionata a cedere malgrado i suoi sforzi.
Dalle scale,la risata malvagia di Jennifer risuonò per la
torre.
*
*
*
"Visto,Altezza?" disse Erica, "Non è a causa vostra che
è scappato."
"Stiles non è il tipo di persona che scapperebbe via in quel
modo" annuì Natalie. "Devo trovarlo. Grazie di tutto!" disse
Derek,prima di girarsi verso la porta.
"Non così in fretta,Altezza!" lo fermò la fata.
"Credete che sarà così facile salvarlo da quella
donna? No,non potete andare così da lui,ci serve un piano."
"Un piano? Che genere di piano?" chiese Boyd,parlando per la prima
volta.
"Le scarpe di cristallo." spiegò la signora Martin, "Le ho
incantate entrambe: nessuno sarà in grado di calzarle se non
Stiles stesso."
Derek la fissò senza capire.
Natalie agitò la mano e,in una pioggia di polvere
d'oro,comparve un piccolo oggetto indistinto dalla forma allungata.
"Vi dirò che fare."
___________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
Ok giuro che non era mia intenzione essere così in
ritardo,ma purtroppo le feste mia hanno tenuta occupata,e a causa
dell'orda di parenti che arriva a casa mia ogni giorno non ho potuto
aggiornare.
Ma ora eccomi qua!
Dunque dunque dunque *torna il tono del topolino Gus-Gus*
Capitolo noioso,lo so,perchè ci sono un sacco di spiegazioni
e misteri svelati,infatti ho deciso di spezzare la scena con una
più dinamica,anche se più tragica.
Io sono la prima a emozionarmi quando scrivo una fic,infatti il mio
cuore soffre per il nostro cucciolotto in scene come questa.
Finalmente Stiles...posso dirlo?-Si,lo dico: Finalmente Stiles ha
tirato fuori le palle e gliene ha dette quattro!
Era anche ora,no?
E ora Derek sa la verità ed è più che
mai deciso a trovarlo. Con un aiuto da parte delle due fate madrine.
Cosa avranno in mente?
Lo scoprirete nella prossima puntata! ;)
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Capitolo 12 *** It Is You! ***
A Dream Is A Wish Your Heart Makes
Capitolo 11
Isaac,Erica e Boyd rimontarono in carrozza dopo aver visitato quella
che era probabilmente la milionesima casa.
Sotto consiglio di Lydia e di Natalie,erano tornati al castello e fatto
appendere per tutto il regno un proclama reale che annunciava che il
principe era in cerca del principe misterioso,e che avrebbe mandato i
suoi paggi in ogni casa per far provare a tutti i giovani che avevano
partecipato al ballo la scarpa di cristallo,e che avrebbe sposato colui
che sarebbe riuscito a calzarla.
Quello che Natalie aveva detto si rivelò esatto: in tutte le
case in cui erano stati finora,nessuno era stato in grado di calzare
quella magica scarpa,e nessun ci sarebbe riuscito se non Stiles stesso.
Ovviamente la notizia si era sparsa in tutto il paese in pochissimo
tempo,mandando tutti gli abitanti del regno in stato di fribillante
agitazione. Perciò era impossibile che essa non avesse
raggiunto le orecchie della matrigna di Stiles.
Casa Blake sarebbe stata l'ultima abitazione che avrebbero visitato.
Mentre si avviavano verso la prossima casa,Derek si calò
nuovamente l'alto cappello in modo che la visiera gli coprisse gli
occhi,in modo da non essere riconosciuto dagli sguardi dei vari curiosi
che allungavano il collo per vedere chi ci fosse all'interno del
veicolo.
Se nel villaggio si fosse sparsa la voce che il principe in persona
fosse con loro,il loro piano sarebbe andato a rotoli.
A un occhio poco attento,vestito così Derek sembrava una
comune guardia reale,il che andava più che bene dato che
finora nessuno era stato in grado di identificarlo come il futuro
monarca del regno.
La carrozza si fermò di nuovo,e Isaac,Boyd ed Erica scesero
da essa,portando con loro la scarpa magica.
Il principe rimase lì ad attendere tranquillamente che
tornassero e confermassero che nessuno l'aveva calzata.
E così avvenne.
E lo stesso per le abitazioni successive.
Tutti erano ormai stanchi dopo ore di inutili e vani tentativi,ma
dovevano attenersi al piano. Era un buon piano,e una volta portato a
termine Stiles sarebbe stato finalmente libero.
Arrivare davanti a Villa Blake fu un sollievo.
I suoi amici scesero dalla carrozza,e Derek vide una donna dai lunghi
boccoli corvini e lo sguardo gelido aprire la porta e accogliere con un
finto sorriso i tre.
Doveva trattarsi sicuramente di Jennifer,poichè al solo
vederla aveva sentito il sangue ribollirgli nelle vene,insieme a una
voglia immensa di volerle aprire in due la gola con i suoi stessi
denti. Ma purtroppo uscire allo scoperto- e dalla carrozza- prima che
lei avesse richiuso la porta non rientrava nel piano. Era fondamentale
che la donna non lo vedesse.
Aspettò quindi che la porta si richiudesse dietro ai suoi
amici,prima di scivolare fuori dal veicolo e mettere in atto l'altra
parte del piano.
*
*
*
Isaac,Erica e Boyd furono fatti accomodare in salotto dalla donna.
"Permettete,signori" disse lei,con così falsa cortesia che i
tre dovettero proprio sforzarsi per essere cordiali,in modo da non
suscitare sospetti. "che vi presenti i miei figli,Jackson e Matt."
I due ragazzi sarebbero anche stati belli,se non fosse stato per la
loro aria arrogante e gli occhi gelidi come quelli della madre,e
fissavano con avidità e bramosia la scarpa che Isaac
stringeva tra le mani.
"E' un grande piacere fare la vostra conoscenza." disse Boyd,che era
quello che tra il trio riusciva a contenersi meglio.
Guardandosi intorno notarono che Stiles non era lì,cosa che
però non li sorprese.
"Chi di voi vuole essere il primo?" domandò il ragazzo di
colore.
La sua domanda provocò una violenta e immediata zuffa fra i
due fratelli,i quali lottavano e gridavano,arrivando persino a tirarsi
i capelli a vicenda e a darsi calci e pugni per essere i primi a
provare quella scintillante scarpa.
Erica e Isaac fecero uno sforzo enorme per tratenere le risa,e Boyd
dovette sopprimere un sorrisetto divertito con un finto colpo di
tosse,ma tutti e tre si scambiarono uno sguardo a metà tra
l'incredulo e il divertito,chiedendosi come facesse Stiles a sopportare
degli individui così ridicoli.
Jennifer ebbe la decenza di arrossire e di apparire imbarazzata per il
comportamento dei suoi figli. "Ragazzi!" esclamò poi,al
limite.
"Che modi!"
Alle sue parole i due smisero di litigare e fissarono ansiosi la madre.
"Vi porgo le mie scuse,signori" disse poi lei,rivolgendosi ai suoi
ospiti,per poi indicare il biondo. "Jackson,sarai tu il primo."
L'interpellato mostrò un sorriso beffardo al fratello e
gonfiò il petto,inorgoglito di essere stato la prima scelta.
Quando si fu seduto su una delle lussuose poltrone,Isaac
offrì la scarpa a Jackson,che cercò di
infilarsela al piede.
Ovviamente senza successo.
Erica tirò fuori un fazzoletto e se lo portò alla
bocca per soffocare i risolini che le sfuggivano,mentre gli altri due
guardavano la scena cercando di rimanere impassibili.
Jennifer incoraggiava nel frattempo il figlio a far entrare il
piede,cosa impossibile dato che il suo piede era molto più
lungo di quello di Stiles.
"Basta così!" esclamò Boyd. "Avanti il prossimo!"
Jackson si sfilò la scarpa in modo rabbioso e la diede a
Matt,sbattendogliela sul petto,mandandogli uno sguardo torvo,mentre
l'altro fratello sorrise sicuro di sè,come se avesse
già la vittoria in pugno.
*
*
*
Derek fece molta attenzione a non farsi notare mentre sbirciava la
scena dalla finestra,solo per soddisfare un pizzico di
curiosità.
Stiles non era presente.
Non ancora,pensò con un sorrisetto,mentre si allontanava per
fare il giro della casa,in cerca della porta sul retro.
Una volta trovatale,riuscì a entrare nella casa senza essere
scoperto.
Toltosi il cappello,seguì le indicazioni datogli da
Lydia,che aveva imparato a memoria e ripetuto tra sè per
tutto il viaggio.
Capì di essere sulla strada giusta quando si
ritrovò davanti alla scala a chiocciola che portava alla
torre.
Stiles era senza dubbio lassù,probabilmente chiuso a chiave
nella sua stanza.
Quella donna crudele non l'avrebbe passata liscia,no,avrebbe ora avuto
ciò che si meritava. Adesso,dopo tanti anni di
sofferenza,Stiles avrebbe finalmente avuto giustizia.
Il principe salì le scale di corsa,fino ad arrivare davanti
a una spessa porta di legno. Provò a fare pressione sulla
maniglia,ma la porta oppose resistenza.
Sospirò. Proprio come immaginava.
Mise allora la mano in tasca e tirò fuori la minuscola
chiave d'oro magica datogli da Natalie,la infilò nella
serratura,facendola scattare,e la porta finalmente si aprì.
Ed eccolo lì,Stiles,il suo misterioso ragazzo della
foresta,seduto sul letto con aria affranta,che dava le spalle alla
porta.
Era vestito esattamente come la prima volta che si erano incontrati,ma
i suoi stracci non lo rendevano meno bello agli occhi di Derek,anzi.
E ora il moro non aveva alcuna intenzione di farselo scappare di nuovo.
Prese un profondo respiro.
"Stiles?"
*
*
*
Al suono di quella voce,Stiles spalancò gli occhi e si
girò di scatto verso l'uomo che amava. "Derek?"
esclamò stupito. "Aspetta,come sei entrato? Oddio,o mio
Dio,se la mia matrigna ti vedesse...!"
"Non preoccuparti di lei" lo interruppe il principe. "Lei e i suoi
figli avranno la giusta punizione per il male che ti hanno fatto. Mi
dispiace che tu abbia sofferto,ma ora meriti di essere felice. Stiles?"
chiese poi,inginocchiandosi e prendendogli le mani tra le sue.
"Vuoi sposarmi?"
Il castano sgranò gli occhi,col cuore che gli batteva a
mille. Boccheggiò,ma dalla sua bocca non uscì
alcun suono.
"Non mi interessa se non sei un principe" continuò il moro.
"te l'ho già detto al ballo e te lo ripeto ora. Io ti amo
perchè sei Stiles,il ragazzo della foresta,il ragazzo col
cuore più grande del mondo,sei coraggioso,buono e gentile. E
non c'è nessun altro al mondo che potrebbe mai rendermi
felice. Ti prego,Stiles,permettimi di renderti felice."
Il più piccolo ascoltò commosso l'intero
discorso,per poi gettare le braccia al collo del principe e baciarlo
con passione.
"Si..." ansimò quando si furono staccati,con le lacrime agli
occhi. "Mille volte si! Ti amo anch'io,Derek!"
Entrambi si sorrisero e ripresero il bacio.
"Hai l'altra scarpa?" gli sussurrò Derek sulle labbra.
Stiles annuì e tirò fuori la scarpa di cristallo
gemella dal suo giubbetto,e la diede a Derek,il quale sfilò
una delle pantofole trasandate del castano e la sostituì con
quella di cristallo che,ovviamente,gli calzò alla perfezione.
"Andiamo!" disse il principe,prendendolo per mano,guidandolo in
salotto,dove Matt stava ancora lottando per far entrare la scarpa
magica,diventando viola nel processo.
"Basta così!" esclamò Derek,e tutti si voltarono
verso di lui,notando solo in quel momento la sua presenza.
"Vostra Altezza!" esclamò Jennifer scandalizzata,come lo
erano i suoi figli,dimenticandosi tuttavia di inchinarsi.
Il suo sguardo incredulo si spostò da Derek a Stiles,alla
scarpa di cristallo che quest'ultimo aveva al piede,e alle loro mani
giunte. Per la prima volta la donna era a corto di parole.
Isaac,servendosi di questo momento di distrazione,consegnò
l'altra scarpa a Stiles,che la calzò con estrema
facilità sotto lo sguardo del perfido trio.
Con un movimento rapido e scattante i tre furono afferrati per i polsi
da Isaac,Erica e Boyd.
Derek guardò la scena con un sorrisetto soddisfatto.
"Con l'autorità che questo titolo mi consente,vi dichiaro in
arresto per i vostri crimini."
___________________________________________________________________________
Note dell'Autrice:
BUON SAN VALENTINO A TUTTI!!!!!
E per festeggiare ecco a voi il tanto agognato lieto fine!
Wooooooooohoooooooooooo!!!
Finalmente i nostri due beniamini possono ancora essere felici e quei
tre pagheranno cara per ciò che hanno fatto a Stiles.
Yeeeeeeeeeeeeeeee!!!
*trombe che suonano la marcia nuziale*
Ora manca solo l'epilogo,che sarà pieno di sorprese ;) Non
vi spoilero nulla eheheh
Alla prossima!
:*
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Capitolo 13 *** Epilogo ***
A
Dream Is A Wish Your Heart Makes
Epilogo
"Non dovrò chiamarti di nuovo 'Vostra Altezza' d'ora in
poi,vero?" chiese Scott,scatenando l'ilarità di tutti.
I quattro amici,tra cui Lydia,erano seduti comodamente sulle poltrone
del salotto di quella che era tornata ad essere Villa Stilinski, a
godersi insieme la giornata a chiacchierare,proprio come ai vecchi
tempi.
Stiles era più sereno che mai. La casa ora era finalmente
sua. Era tornato ad essere il legittimo proprietario della villa
che,grazie all'aiuto dei suoi amici - e di Derek-era tornata al suo
antico splendore,come era stata prima dell'arrivo del perfido trio.
Jennifer e i suoi figli,alla fine,non erano stati imprigionati,ma
esiliati per sempre in un regno lontano da cui non avrebbero mai
più fatto ritorno, dove nessuno avrebbe mostrato loro la
minima cortesia.
Tutti i regni ormai erano a conoscenza della triste e commovente storia
del castano,tanto che i loro ambasciatori si erano presentati al
castello con dei doni apposta per lui,e il trio malefico ora non era
guardato altro se non con ripugnanza e orrore per le loro azioni
crudeli.
Era quel che si meritavano.
E Stiles era libero.
Libero dagli obblighi e da tutti quegli ordini infiniti che ogni giorno
doveva sopportare,e padrone della sua vita.
E non solo,tra qualche giorno avrebbe sposato Derek,l'uomo che
amava,guadagnandosi anche il titolo di principe,e in più si
era già guadagnato l'affetto del popolo.
Non credeva di poter essere più felice.
Dopo tutti quegli anni non avrebbe mai immaginato che sarebbe andata
così. Sua madre aveva ragione.' Sii gentile ed abbi coraggio.
Dove c'è
gentilezza c'è bontà,e dove c'è
bontà c'è magia'.
Stiles aveva mantenuto fede a quelle parole,rimanendo forte,paziente e
gentile malgrado tutto ciò che era stato costretto a portare
sulle spalle,e ciò gli aveva fatto guadagnare una fata
madrina,che si era anche rivelata essere una delle sue più
care amiche,senza la quale ora non se ne starebbe lì seduto
a ridere con loro.
E non indossava più i suoi soliti stracci,ma dei vestiti
più raffinati compratogli da Derek come regalo per
festeggiare l'appena ritrovata libertà del castano.
"Perchè non ci hai permesso di riconoscere Stiles al ballo?"
chiese Allison,rivolgendosi alla rossa.
"Era necessario." rispose lei "Ho pensato che sarebbe stato sospetto se
Jennifer,Jackson o Matt avessero notato che voi due conoscevate
l'identità del cosiddetto 'principe misterioso'. Avrebbero
scoperto subito che Stiles non era a casa come pensavano."
"Ha senso" annuì Allison. "Lo avrebbero riconosciuto
all'istante."
Stiles rideva ancora. "Ero davvero così credibile come
principe?"
"Assolutamente,amico! Avevi un aspetto così regale"
esclamò Scott,provocando un altro attacco di risa.
Quando tutti si furono calmati,il castano si rivolse nuovamente al
moro. "Tu sarai il mio testimone,vero Scotty?"
"Ci puoi contare,amico mio! Ma solo se prometti di essere il mio quando
io ed Allison ci sposeremo!"
"Hai intenzione di chiedermi di sposarti?!" chiese stupita la ragazza.
Scott diventò improvvisamente nervoso. "Ehmmm..si.."
deglutì e fece un respiro profondo,per poi scendere dalla
poltrona e inginocchiarsi di fronte a lei,prendendole entrambe le mani.
"Allison Argent,vuoi diventare mia moglie,facendomi così
l'uomo più
felice di questa terra?"
Ci volle un po' affinchè la ragazza capisse che il suo
ragazzo non scherzava affatto,e che anzi era mortalmente serio,e quando
lo capì si portò le mani alla bocca ed
esclamò con occhi lucidi:"Si! Lo voglio!" E gli
buttò le braccia al collo,ridendo felice.
"L'anello te lo do dopo,va bene?" chiese il moro. Lei rise di nuovo e
annuì,baciandolo appassionatamente.
Stiles e Lydia si sorrisero,felici per i loro amici.
"Voglio essere il padrino dei vostri bambini però"
annunciò il castano.
Scott annuì ,sempre con le labbra occupate a baciare quelle
della sua fidanzata.
*
*
*
Finalmente era arrivato.
Il giorno più bello della sua vita. E Stiles non sapeva se
svenire o fuggire.
Si osservò di nuovo allo specchio,per quella che era
probabilmente la millesima volta,ad ammirare il suo completo candido,da
sposo.
Gli stava bene dovette ammettere,e lo faceva anche sembrare
più bello,ma ciò non servì a
tranquillizzarlo.
Derek e i suoi amici,insieme a tutti gli altri ospiti,erano
già nella sala grande,dove si sarebbe svolto il matrimonio.
Il castano tremava come una foglia dal terrore e dall'eccitazione. Ora
capiva perchè tutti i futuri sposi temono e aspettano con
ansia quel giorno. Perchè da quel giorno la loro vita
sarebbe cambiata per sempre.
Era un grande passo,anzi era IL Grande Passo per eccellenza. E Stiles
era pronto,ma anche spaventato allo stesso tempo. Spaventato di non
essere all'altezza,spaventato di essere mollato lì
sull'altare,spaventato che qualcosa potesse andare storto.
Chiuse gli occhi,cercando di controllare la respirazione. L'ultima cosa
che voleva ora era avere un attacco di panico proprio il giorno del suo
fatidico si.
Sentì la porta aprirsi,e immaginò che fosse
Isaac,venuto ad annunciargli che era arrivato il momento.
Ma la voce cha parlò non apparteneva ad Isaac.
"Non avrei mai immaginato che un giorno mio figlio sarebbe diventato
principe"
Stiles sgranò gli occhi e si girò di scatto nel
sentire quella voce. Una voce che non sentiva da anni.
"Papà?" esclamò incredulo,portandosi una mano
alla bocca. "Cosa?...Come...?.."
John Stilinski gli sorrise amorevolmente,e i due uomini si
abbracciarono per la prima volta dopo tanto tempo.
Fu così che Stiles scoprì che suo padre non era
veramente morto.
In realtà,quando i lupi avevano fatto schiantare la sua
carrozza,l'uomo era volato via di molti metri finendo in un burrone,e
il forte impatto con una roccia gli aveva causato una perdita di
memoria. Era stato abbastanza fortunato da evitare la morte,anche se a
un prezzo.
Era rimasto sul fondo di quel burrone senza avere idea di chi fosse e
di dove si trovasse,fino a che non era stato trovato da dei cacciatori
del regno vicino e portato al loro ospedale,l' Eichen House.
Per anni era rimasto in quell'ospedale,man pian piano i ricordi avevano
cominciato a rifiorire,anche se molto lentamente.
Poi Melissa,la madre di Scott,in visita all'ospedale,lo aveva
riconosciuto e,aiutatolo a guarire,lo aveva portato a casa sua,dove si
era del tutto ripreso,ed era pronto a sorprendere suo figlio.
Quando aveva scoperto la vera natura di Jennifer e dei suoi figli e di
come avessero trattato Stiles si era sentito totalmente responsabile,ma
Melissa lo aveva rassicurato dicendogli che lui non poteva saperlo.
Nonostante ciò,il giorno in cui il trio era stato
arrestato,John si era presentato davanti a loro e a Re Peter,che aveva
appena finito di dichiarare la loro sentenza,a chiedere il divorzio,
cosa che gli era stata concessa immediatamente.
"A proposito" aggiunse poi l'uomo una volta terminato il racconto " ti
piacerebbe avere melissa come tua nuova matrigna?"
"Melissa? Oh! Si,certo!" esclamò il castano.
"Ti prometto che lei non sarà affatto come Jennifer."
aggiunse con una risatina,contagiando anche il castano.
I due Stilinski rimasero abbracciati per diverso tempo,fino a che non
furono interrotti da Isaac,che annunciava l'inizio della cerimonia.
"Sei pronto?" chiese John,con un sorriso orgoglioso e lo sguardo
commosso.
Stiles annuì,ora sicuro più che mai di star
facendo la cosa giusta,e accettò sorridente il
braccio di suo padre,pronto per essere accompagnato all'altare.
Entrarono a ritmo della marcia nuziale,anche se il castano avrebbe
voluto fregarsene della musica e correre subito da Derek,il quale era
lì ad attenderlo,sorridente e nervoso quanto lui,e in quel
momento Stiles si rese conto che non era stato l'unico ad essere
spaventato.
Una volta terminata la marcia,John si allontanò per prendere
posto in prima fila,e Stiles fu lasciato al fianco di Derek.
I due sposi si sorrisero,ora sollevati dalla presenza dell'altro.
Entrambi ripensarono a ciò che avevano passato. Si erano
incontrati per caso,poi separati. Poi si erano rincontrati al ballo,per
poi essere di nuovo separati,e per ritrovarsi avevano dovuto
combattere.
Ed ora erano lì. Ce l'avevano fatta. Il loro amore aveva
vinto.
Non c'era più nessuna Jennifer,o Jackson,o Matt,niente che
potesse più mettersi tra loro.
Scott,Allison e Lydia sarebbero sempre stati al suo fianco fino alla
fine,e così anche Derek,il quele glielo ricordò
proprio lì,su quell'altare,mentre sigillavano il loro
giuramento e si scambiavano gli anelli nuziali,seguiti poi dal bacio e
dagli applausi degli invitati.
In quel vortice di emozioni gli parve anche di sentire il fischio di
approvazione di Scott,e sorrise nel bacio quando realizzò di
essere diventato Stiles Hale-Stilinski,marito di Derek e principe del
regno.
Aveva degli amici fantastici,un marito stupendo e l'amore e l'affetto
del regno. E in più aveva di nuovo suo padre,e presto
avrebbe avuto una matrigna meravigliosa e amorevole. Niente poteva
essere più perfetto.
Dopo tanto tempo di attesa il loro "e vissero per sempre felici e
contenti" era finalmente arrivato.
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Note dell'Autrice:
E salve genteeeeeeeeeeee! *entra saltando come una pazza sventolando le
mani in aria e agitando una bottiglia di spumante*
Tante cose succedono in questo epilogo,vero?
Qui c'è un lieto fine praticamente per
tutti,Scott,Allison...e ovviamente per i nostri piccioncini *-* LA
STEREK REGNA *detto con lo stesso tono di "Ade regna!" *
Eeee,si ho fatto tornare John. Onestamente,sin da quando avevo scritto
il prologo avevo intenzione di farlo ricomparire nell'epilogo. Sorpresa!
E si,sono anche una grande fan della Sherissa :D
So che probabilmente molti di voi si aspettavano che scrivessi anche
della notte di nozze,ma...
...ehm...diciamo che ci ho provato,ma l'ho subito cancellata
perchè...mi era venuta orribile.
Forse in futuro proverò a scriverne
qualcuna,chissà...forse proprio one-shot rosse che saranno
probabilmente l'epilogo di questo epilogo,e quello dell'altra mia
Sterek Sirenetta. Ma sicuramente se ne parlerà
più o meno verso agosto.
Ho intenzione di finire l'altra fic,alla quale mancano due capitoli,di
cui uno ne pubblicherò tra qualche giorno,e se ci riesco di
tanto in tanto aggiornerò la raccolta di canzoni Disney
versione Sterek,ma da maggio mi prenderò una pausa dallo
scrivere a causa degli esami. Quest'anno maturità *piange*
Ok,basta,pensiamo a cose positive....*si guarda intorno e sospira*
Va bene,fatemi sapere cosa ne pensate.
Ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno recensito questa
storia,messa tra le preferite,le seguite,le ricordate,e anche a coloro
che l'hanno letta,e anche ai lettori silenziosi.
Loba vi vuole taaaaaaaaaanto tanto bene!
Un bacione a tutti! :*
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