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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shiii...ho! ***
Capitolo 2: *** Piano di fuga ***
Capitolo 3: *** Primo incontro ***
Capitolo 4: *** Sollievo ***
Capitolo 5: *** Regalo ***
Capitolo 6: *** Segreti a fin di bene ***
Capitolo 7: *** Desideri repressi ***
Capitolo 8: *** Croci ***
Capitolo 9: *** Raggio di sole ***
Capitolo 1 *** Shiii...ho! ***
Shiii...ho!
L'interno
dello studio sul piano del laboratorio di ricerca il solito silenzio
era stato spezzato dal rumore di passi veloci e il respiro un po'
affannato di un bambino.
<<
Cosa ci fai qui? >>
<<
Ho chiesto dov'eri ma non me l'hanno voluto dire, solitamente mi
rispondono subito così ho pensato fossi andata in ospedale ma poi ho
visto la macchina nel parcheggio, così ho pensato stessi analizzando
dei dati qui. Quando sei qui non vuoi essere disturbata >>
La
donna che leggeva all'interno della stanza accennò un sorriso.
Lui
era un tipetto sveglio. Lo era sempre stato.
<<
Posso rimanere qui con te? >>
<<
Se prometti di fare silenzio >>
<<
Oook... >>
Il
piccolo si sedette su uno sgabello guardandosi intorno.
Quegli
occhioni azzurri ammiravano il mondo che lo circondava con con
autentica curiosità e, nonostante stesse diventando un po' troppo
litigioso coi suoi coetanei, rimaneva un bambino di buon cuore.
Forse
doveva smetterlo di definirlo bambino. Ormai aveva dieci anni.
Elena
era seduta davanti la sua scrivania con un grosso libro in mano
quando il ragazzino si mise a fissarle la pancia ormai grossa e
voluminosa.
<<
Come la chiamerai? >>
La
donna rispose senza staccare gli occhi dal grosso libro di anatomia.
<<
Non abbiamo ancora pensato ad un nome >>
Il
ragazzino
portò un dito sulle labbra.
<<
Come vorresti che fosse
quando crescerà? >>
Domanda
insolita per un bambino, ma non per lui.
Questa
volta la
scienziata girò la testa guardandolo negli occhi, subito dopo si
mise a fissare il pancione.
<<
Vorrei che fosse sana >> Desiderio primario di ogni madre
<<
Vorrei che fosse ambiziosa come suo padre. Vorrei che fosse felice...
>> E le si incrinò la voce << ...allegra come sua
sorella >>
Non
come me.
Portò
una mano sul ventre accarezzandolo con dolcezza.
<<
Ma soprattutto vorrei che fosse gentile, una persona buona >>
Non
come me.
La
donna si mise a fissare il vuoto persa nei suoi pensieri, nelle sue
speranze ma anche nelle sue preoccupazioni.
<<
Shiho! >> gridò improvvisamente il bambino facendola
sobbalzare.
<< Come dici? >>
Il
ragazzino alzò l'indice con fare da maestrino iniziando a parlare
con un gran sorriso sul volto.
<< Hai appena elencato i
significati del nome “Shiho”: buona, gentile, ambiziosa. È anche
un bel nome. Shiii...ho! >> disse chiudendo gli occhi e
serrando i denti per poi aprire le labbra emettendo un urletto.
Elena
fece una breve ed aggraziata risata nel vedere quel buffo faccino e
poi quel tono di voce le fece sciogliere il cuore.
<<
Sei un furbetto. Hai già fatto i compiti? >>
Rei
girò la testa grattandosi la guancia.
<<
C'è una cosa che non capisco. Me la puoi spiegare? >>
Sapeva
che era una scusa, ma decise di assecondarlo.
<<
E va bene... >>
*
Quando
Atsushi tornò a casa quella sera trovò Elena in camera di Akemi
mentre rimboccava le coperte alla figlia addormentata.
<<
Ciao tesoro >>
La
donna gli fece cenno di fare silenzio, gli prese la mano conducendolo
sino alla loro camera da letto.
<<
Perdonami ma ho impiegato molto tempo a farla addormentare, avevo
finito il mio repertorio di favole >>
L'uomo
sorrise e poggiò le mani sul pancione della moglie.
<<
Lei invece come si è comportata? >>
<<
Tranquilla, non si è mossa molto, come al solito >>
<<
Bene >>
Si
chinò dandole un bacio vicino l'ombelico.
<<
A proposito tesoro >> disse improvvisamente la donna
sistemandosi gli occhiali.
<<
Si? >>
<< Che ne pensi del nome “Shiho”? >>
Lui
la guardò con un'espressione stranita.
<< Non volevi
darle un nome inglese? >>
Elena
fece spallucce.
<<
Ho cambiato idea >>
***
Angolo dell'autrice
Ispirato dall'episodio 825
|
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Capitolo 2 *** Piano di fuga ***
Piano
di fuga
<<
Corri! >>
Un
ragazzino correva tra i corridoi lunghi e oscuri dei sotterranei
dell'edificio tenendo saldamente per mano una bambina di circa cinque
anni.
I
due erano inseguiti da un gruppo di uomini armati.
La
piccola aveva gli occhi inondati di lacrime ed era molto spaventata.
<<
Dove stiamo andando? >>
<<
Devi andare via di qua. Questo non è un posto sicuro >>
Aveva
capito da un po' che quello non era un posto adatto a dei bambini.
In
realtà non era un posto adatto per nessuno.
Conosceva
bene i suoi genitori e sapeva che non avrebbero mai permesso che lei
entrasse in quell'edificio. Questo lo mise in allarme.
Era
successo qualcosa ne era certo.
<<
Aspetta io voglio la mia sorellina >>
Il
ragazzino deviò di scatto entrando in una di quelle stanze
sotterranee, la prese in braccio facendola salire su una piccola
finestra.
<<
Scappa. Ci penserò io a prendere la tua sorellina >>
<<
Davvero? >>
Rei
annuì e poi si voltò verso la porta: aveva sentito il rumore dei
loro passi farsi sempre più forte.
<<
Si e adesso scappa, c'è una stazione di polizia vicino la stazione.
Vai lì >>
<<
O... ok... ma tu chi sei? >>
<<
Un amico. E adesso corri! >>
La
piccola annuì e si voltò andando diretta verso il cancello.
Il
ragazzino accertò che la bambina si stesse allontanando poi si voltò
e corse velocemente per il corridoio.
Se
Akemi era li sicuramente avevano portato anche Shiho.
Che
avevano in mente?
Si
nascose dietro un mobile posto al centro di uno dei corridoi
secondari e attese che quel piccolo gruppo di agenti se ne andasse.
Assottigliò
gli occhi riflettendo sul da farsi: come avrebbe fatto a trovarla?
Quei
corridoi erano tutti uguali.
Si
guardò intorno e aprì una porta a caso ritrovandosi una serie di
porte numerate con numeri romani.
Improvvisamente
udì il pianto di un bambino.
Sorrise
speranzoso e si mise a correre seguendo quel pianto.
Proveniva
dalla porta XX.
Rei
deglutì e aprì la porta cercando di fare in meno rumore possibile,
sbirciò oltre di essa: la stanza era semiilluminata da delle luci a
LED bianche, dentro c'erano tre computer e altri macchinari strani.
Non
sembrava esserci nessuno al suo interno.
<<
Mnnnnh... gneee >>
Spalancò
la porta seguendo il rumore di quel pianto straziante e quando fu
abbastanza vicino la riconobbe.
La
piccola era stata posta su una culla pediatrica con i bordi di vetro
e aveva attaccati alla fronte e alle tempie degli strani adesivi con
dei cavi collegati ad una macchina.
<<
Ma che...? >>
Cosa
avevano intenzione di farle?
Si
avvicinò alla piccola guardando attentamente quegli adesivi, glieli
staccò dalla testa e la prese in braccio.
La
bambina si girò continuando a piangere terrorizzata.
<<
Sssh... va tutto bene piccola... >>
La
cullò cercando di fermare le sue lacrime e quando la vide
tranquillizzarsi si mise a correre cercando una via d'uscita.
Aprì
un'altra porta e anche qui non trovò altro che corridoi.
Quel
posto era peggio di un labirinto.
Si
fermò di colpo sentendo dei passi davanti a lui, aprì una porta
ritrovandosi in quello che sembrava uno spogliatoio.
La
piccola mugugnava e muoveva freneticamente le gambe.
<<
Ssh Shiho non fare rumore... >>
Si
nascose dietro un grosso armadio in acciaio.
Sentì
quegli uomini avvicinarsi sempre di più.
Deglutì
avvertendo una paura matta.
<<
No... lasciatemi la mano. Mi fate male. Ahiii >>
Spalancò
gli occhi impietrito: quelle erano le urla di Akemi.
L'avevano
presa.
Maledizione
era convinto di averla salvata.
Chiuse
gli occhi sentendo gli occhi pizzicargli e serrò i denti.
<<
Tsk >>
Nella
rabbia diede un pugno contro il muro emettendo un rumore sordo.
Si
pentì immediatamente di quel gesto.
<<
Ehi il rumore veniva da questa stanza >> disse uno di quegli
uomini.
No.
Che
stupido. Che cretino!
Si
rannicchiò stringendo a se la bambina poi alzò lentamente la testa
incrociando lo sguardo di due di quegli uomini che lo fissavano con
disprezzo.
<<
Che avevi intenzione di fare ragazzino? >>
<<
Io... io... >> balbettò non sapendo come reagire.
Per
quanto intelligente e maturo rimaneva pur sempre un ragazzino di
dieci anni.
Uno
dei due uomini le strappò dalle braccia la bambina, Rei cercò di
ribellarsi ma con ben poco successo.
<<
No... non potete >>
Prese
un lembo dei pantaloni di quell'uomo iniziando ad urlare.
<<
Lasciatela! >>
<<
Adesso mi sono stancato >>
Con
un gesto rude l'uomo gli diede un manrovescio sul viso.
Rei
sbatté violentemente la testa contro il bordo dell'armadietto:
avvertì un dolore lancinante, un forte senso di vertigine e
successivamente la sua vista si fece man mano sempre più sfocata.
Si
accasciò a terra col viso contro il pavimento.
<<
Shi... ho... >> mormorò prima di perdere i sensi.
***
Angolo
dell'autrice.
Dopo
aver pubblicato "Shi...ho!" mi sono venute in mente altre
one shot e ho deciso di creare una raccolta.
Io
lo so che sicuramente Gosho tra qualche capitolo infrangerà tutti i
miei film mentali ma fino a quel momento fatemi sognare, vi prego.
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
Bye.
Violetta_
|
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Capitolo 3 *** Primo incontro ***
Primo
incontro
<<
Dottoressa >>
<<
Si? >>
L'uomo
che aveva parlato
teneva Rei per il colletto incurante del fatto che stesse scalciando
e protestando ad alta voce.
<<
Lasciami! Uffa mi fai male! >>
<<
È successo un'altra volta. Lo abbiamo beccato a curiosare nelle
stanze al piano di sotto >>
<<
Va bene, lo lasci pure qui me ne occuperò io >>
Rimasti
soli Elena guardò il ragazzino in modo molto severo. E lui chino il
capo stringendo i pugni.
<<
Scusa... >>
<<
Le scuse valgono a poco se non sono accompagnate dai fatti >>
disse in modo molto severo.
Lo
vide tremare, in modo impercettibile, e decise di non infierire
oltre.
<<
Senti... ti va di conoscere una persona? >>
Il
piccolo alzò la testa guardando la donna.
<<
Mh? >>
Dopo
un momento di sorpresa spalancò gli occhi sorridendo,
aveva intuito di chi si trattasse.
<<
Come mai l'hai portata qui? >>
<<
Non posso stare lontano da lei per molto tempo dato che vuole
mangiare ogni due ore >>
Il
piccolo aggrottò le sopracciglia non capendo perché non potesse
pensarci il dottore o una baby sitter a darle da mangiare ma non
domandò oltre.
Si
fermarono davanti allo studio.
Poggiata
accanto alla porta c'era una donna dai lunghissimi capelli neri.
Elena
corrucciò lo sguardo contrariata.
<<
Dovrebbe stare dentro la camera, nel caso ci fossero problemi...
>>
La
donna la guardò con disprezzo.
<<
Tsk... non sono una bambinaia. La prossima volta pensaci due volte
prima di buttare le pillole >>
Rei
vide Elena digrignare i denti, ed era davvero raro che l'angelo si
irritasse a tal punto.
<<
Può andare adesso, scusi il disturbo >> disse comunque in modo
educato.
La
donna la guardò dall'alto in basso e se ne andò.
Dopo
un paio di secondi di silenzio Elena sistemò due ciocche ribelli
sulla fronte del ragazzino e gli sorrise in modo rassicurante.
<<
Allora dicevamo... >>
Aprì
la porta, Rei avvicinò la testa sbirciando oltre l'uscio.
La
stanza era sempre la stessa, ordinata in maniera impeccabile e con la
scrivania piena di libri, l'unico dettaglio nuovo era la presenza di
una culla e un delicato odore di lavanda appena percettibile.
<<
Avanti entra. Da quando fai il timido? >> domandò la
scienziata con voce dolce.
Rei
arrossì grattandosi la guancia, poi si avvicinò alla culla
incuriosito.
La piccola si guardava intorno muovendo le manine e
le gambe coperte da due buffe calze con due gattini come
decorazione.
Elena
poggiò una mano sulla schiena del ragazzino.
<<
Lei è Shiho >>
<< L'hai chiamata così alla fine >>
disse entusiasta continuando a fissarla.
<< Hai...
mi hai dato un bel suggerimento >>
Allungò le mani solleticandole il pancino, la bambina si mosse emettendo un urletto, ma non sembrava infastidita.
<< È davvero carina >>
La donna la prese in braccio cullandola per poi poggiarla sul
futon posto in un angolo dello studio, quello non era una novità,
capitava sempre più spesso che dormisse in studio in modo da
ottimizzare le sue ricerche.
<<
Rei mi passeresti quella borsa? >>
Il
ragazzino annuì.
<<
Arigatò >>
La
donna le cambiò il pannolino. In quel momento il biondino diventò
rosso come un peperone e preferì voltarsi. Il dettaglio non sfuggì
alla donna che rise divertita.
<<
Che esagerato... >>
La
donna stava per riporre la borsa vicino la culla quando la porta
dell'ufficio si spalancò interrompendo quell'atmosfera dolce e
rassicurante che si era venuta a creare.
<< Dottoressa
abbiamo bisogno di lei >>
Era
un uomo, alto e dall'aria glaciale come quasi tutti gli uomini che
lavoravano lì.
Rei
sobbalzò e strinse i pugni mentre Elena si irrigidì socchiudendo
gli occhi.
<<
Hai. Un secondo metto la bambina nella culla e... >>
<<
Adesso >> insistette l'uomo scortandola fuori dalla stanza.
La
scienziata sbuffò infastidita ma non si ribellò.
<< E
va bene. Rei-kun baderesti a lei mentre non ci sono? >>
Ancora
non lo sapeva ma quelle poche parole lo avrebbero tormentato per i
successivi diciotto anni.
Il
bambino annuì poco convinto.
<<
Va... va bene... >>
*
Rimasto
solo si inginocchiò sul futon iniziando a fissare quella piccola
creaturina.
Shiho si era addormentata con la testa reclinata su
un lato e i pugnetti chiusi.
Curioso
come al suo solito avvicinò una mano al sui viso e la poggiò sulla
sua guancia.
La
piccola apri un occhio avvertendo quel contatto e gli afferrò
l'indice fissandolo.
Rei aprì la bocca preso dall'ansia.
Ecco
l'aveva svegliata. E se adesso si metteva a piangere?
Ricordava
che il dottor Miyano diceva che Akemi urlasse come una disperata se
svegliata dal suo riposino.
La piccola però non fece nulla
del genere: strinse il pugnetto, con una forza considerevole
considerando la sua tenera età, e gli rivolse un sorriso.
Un
bellissimo e dolcissimo sorriso.
Rei
non poté fare a meno di arrossire.
<< Kawaii... >>
Si
sdraiò accanto a lei ridendo intenerito.
<< Sei
davvero bella piccola Shiii...ho! >>
La
piccola mosse le piccole braccia emettendo un urletto.
<<
Shiiii...ho! >>
<<
Nguha! >>
<<
Prrr >>
La
piccola rise nuovamente contagiando anche lui.
*
Quando
Elena tornò trafelata in ufficio era convinta di trovare Shiho in
lacrime e Rei sul punto di una crisi di nervi.
I
risultati degli ultimi esperimenti erano falsati ed aveva perso più
tempo del solito in laboratorio.
Ma
quando aprì la porta vide Rei appisolato sul futon che teneva la
piccola stretta a se.
Shiho
non piangeva, anzi si era accoccolata tra le sue braccia e gli
tastava la faccia con la manina quasi volesse memorizzare nella mente
il viso del ragazzino. O forse voleva semplicemente attirare la sua
attenzione.
Le
vennero le lacrime agli occhi.
Prese
la sua fedele fujifilm che solitamente utilizzava solo per
immortalare i progressi della sua ricerca e scattò una polaroid
nascondendola dentro la sua borsa.
Coprì
i due con un leggero lenzuolo e poi si sedette di fronte alla
scrivania rimettendosi a lavoro.
***
Angolo
dell'autrice.
Salve
a tutti lettori, vorrei fare delle precisazioni: a livello clinico
questa ff è errata. Shiho è troppo piccola per manifestare certi
comportamenti. Però dato che stiamo parlando di un genietto in un
fandom dove le persone si restringono e possono avere
un cervello come una pennetta usb (curacao) diciamo che non lo
ritengo così improbabile.
Questo capitolo è ispirato a delle immagini veramente
adorabili trovate navigando
in rete. (Sapere che c'è una persona che la pensa in modo simile a
me trovo che sia una cosa esaltante. Poi i disegni sono meravigliosi)
Se
postassi le immagini supererei i limiti di dimensioni concessi dal
sito quindi mi limito a postare il link.
https://www.pixiv.net/member_illust.php?mode=manga&illust_id=59878257
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti.
Baci.
Violetta_
|
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Capitolo 4 *** Sollievo ***
Sollievo
<<
Quella mocciosa non la smette di piangere >>
<<
Dov'è ora? >>
<<
L'ho lasciata in quello stanzino, prima o poi si stancherà >>
Da
dietro il muro il piccolo Rei udì la conversazione tra i due uomini.
Serrò
i denti in preda alla rabbia avvertendo gli occhi inumidirsi.
Non
vedeva più Elena da parecchi mesi.
Non
era stupido, aveva capito cos'era successo anche se nessuno si era
degnato di rispondere alle sue domande.
Akemi
era stata portata in un istituto e la bambina, da quando avevano
iniziato a sottoporla a quegli strani test, veniva spostata
continuamente da una stanza a l'altra.
La
cosa che lo spaventava era che ultimamente si rifiutava di mangiare e
piangeva sempre.
Aveva
chiesto di poterla vedere ma ovviamente gli era stato negato.
Era
stanco di avere sue notizie tramite discorsi origliati quindi decise
di agire.
Uscì
dall'edificio, scavalcò il cancelletto ed entrò nel condotto
dell'aria.
Conosceva
molto bene quei cunicoli, non era la prima volta che vi si addentrava
meritandosi le ramanzine di Elena o peggio le punizioni da parte di
uno di quegli uomini.
<<
Vediamo... da qui devo andare... di là >>
Faticava
un po' a muoversi, il condotto era stretto e in molti punti doveva
stare attento a non farsi sentire.
Vide
una donna dai lunghi capelli biondi parlare ad una distanza molto
ravvicinata con un tizio coperto da un cappello nero. Non vi diede
molto peso e andò avanti aiutandosi coi gomiti.
Girò
verso destra e sorrise riconoscendo la stanza. Andrò dritto seguendo
il pianto della piccola.
La
grata era rotta quindi era stata parzialmente rimossa permettendogli
di sporsi con la testa.
Eccola.
Shiho
era stata posta sopra una culla pediatrica piuttosto spartana, senza
nemmeno una coperta.
Piccola...
era tutta rossa per via del pianto prolungato, gli occhi chiusi dai
quali uscivano delle piccole lacrime e le manine strette a formare
due piccoli pugni.
Le
fece tanta pena. Se Elena mancava a lui non osava immaginare cosa
stesse provando lei.
La
finestra di ventilazione distava dal tavolo poco più di un metro
dunque era abbastanza vicino.
Allungò
il braccio cercando di toccarle il pugnetto.
Niente.
Riprovò
di nuovo.
<<
Gnnn dai ancora un po'... >>
Niente.
Sospirò
amareggiato.
La
piccola intanto continuava a piangere.
<<
Dai Shiho cerca di calmarti >> sussurrò il ragazzino sperando
di sortire un minimo di effetto.
La
piccola lo ignorò, o forse non lo udì nemmeno, continuando a
gridare disperata.
All'improvviso
gli venne un'idea.
<<
Ehi ehi ... Shiii... ho! >> disse utilizzando un tono
di voce molto infantile.
La
piccola smise di piangere.
<<
Prrrrr >> fece una pernacchia uscendo la lingua.
La
bambina fece un piccolo sorriso socchiudendo gli occhi.
Rei
sorrise vittorioso. Quel gioco funzionava sempre con la bambina.
Aveva passato interi pomeriggi a fare pernacchie e a pronunciare il
suo nome coi toni più buffi che riuscisse ad emettere e il tutto al
solo scopo di farla sorridere.
<<
Kawaii >> si lascio sfuggire.
Shiho
aveva smesso di piangere e aveva preso a fissarlo incuriosita.
Quegli
occhi erano davvero particolari, grandi e color pervinca.
E
quel sorriso era il più bello e dolce del mondo.
<<
Prr prrrr >> continuò il ragazzino facendo delle facce
buffe.
La
piccola rise di nuovo.
*
<<
Azusa-san potresti passarmi il... il... coso >>
I
detective boys erano andati a prendere qualcosa da mangiare al Poirot
prima di andare a giocare a calcio.
Attendevano
i loro panini ed intanto stavano chiacchierando tra loro, Conan
drizzò le orecchie incuriosito da quello strano comportamento da
parte dell'agente del PSB.
<<
Mh? >> Azusa si guardò intorno non capendo cosa il ragazzo
stesse indicando.
<<
Il coso ... il... prrr >>
Ai
fece una piccola risata spontanea socchiudendo gli occhi. Subito dopo
si schiarì la voce e si ricompose non capendo cosa le era preso.
I
bambini non notarono la reazione della loro amica poiché erano intenti
a guardare Amuro confusi ed anche un po' divertiti.
Il
ragazzo si mise una mano dietro la nuca ridacchiando imbarazzato.
<<
Eh eh perdonatemi quando non mi viene una parola a volte mi capita di
reagire così... >> disse velocemente << Tranquilla
Azusa-san faccio da solo >>
Conan
aggrottò le sopracciglia: quella strana scenetta non gli era sfuggita.
*
Rei
andò sul retro del locale e poggiò la schiena contro il muro
fissando il cielo.
Sorrise.
Portò
il dorso della mano sulla fronte e emise un sospiro di sollievo.
Il
vagone merci era stato sganciato, era stato lui stesso a fare in modo
che si separasse dal resto del treno.
Ma
mai avrebbe voluto che le cose andassero in quel modo.
<<
No! >>
Un
urlo disperato e poi l'esplosione.
Lei
era la dentro.
Non
era riuscito a dormire nei giorni successivi, era tormentato dai
ricordi e quel che era peggio doveva dimostrare di essere contento
per la buona riuscita del piano o la sua copertura sarebbe saltata.
Poi
aveva rivisto quella bambina insieme a Conan durante la festa dei
ciliegi e gli era sorto un dubbio.
Aveva
iniziato a seguire il piccolo detective e aveva udito la telefonata
che le aveva fatto quella sera aumentando i suoi dubbi.
Comportarsi
in quel modo insolito davanti ai bambini e soprattutto davanti a
Conan era stato un azzardo ma ne era valsa la pena.
Sorrise
nuovamente portandosi indietro i capelli.
Era
lei ormai ne era certo.
Aprì
la bocca inspirando una forte boccata d'aria, avvertendo un bisogno
disperato di ossigeno.
Si
sentiva emozionato come poche volte in vita sua, a stento controllava
le lacrime.
Era
viva!
Non
sapeva come fosse riuscita a salvarsi sul treno né perché avesse le
sembianze di una bambina.
Ma
era viva e questa era la cosa importante.
***
Angolo
dell'autrice.
Come
nel capitolo precedente anche qui a livello clinico la ff non è
attendibile al cento per cento. Una base scientifica c'è, ovvero
considerato che Shiho è praticamente un genio con un altissimo
quoziente intellettivo ho immaginato che l'amnesia infantile sia
piuttosto ridotta in lei. (Per chi non conoscesse il concetto di
“amnesia infantile suggerisco di cercarlo su google, non vorrei
commettere degli errori nel cercare di riassumerlo)
Precisiamo:
Ai non ricorda assolutamente nulla dei suoi primi anni di vita, il
suo cervello ha solo reagito ad uno stimolo che aveva ricevuto anni
prima.
Rei
ha sperato di poter fare affidamento su questo.
Detto
ciò spero di aver reso al meglio questo capitolo (soprattutto per
chi segue la mia raccolta “Bone Machine”)
Grazie
a tutti i lettori.
Besos.
Violetta_
|
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Capitolo 5 *** Regalo ***
Regalo
<<
Imbecille >>
<< Femminuccia >>
<< Te lo
faccio vedere io! >>
Il piccolo Rei se le stava dando di
santa ragione con un altro ragazzino poco piu grande di lui e
parecchio più alto.
Nonostante
le differenze fisiche il piccolo Rei se la stava cavando piuttosto
bene. Era agile, veloce e un paio di colpi avevano anche dato
l'effetto desiderato.
Aveva
da poco iniziato a giocare a tennis e un paio di servizi non gli
erano riusciti granché bene.
Ma
lui non era un tipo che si arrendeva facilmente anzi ad ogni errore
insisteva ancora di più e con più foga.
Però quando la pallina
gli sfuggì dalle mani quel ragazzino lo aveva preso in giro, lui
aveva risposto con un insulto e la cosa era rapidamente degenerata.
Quei due non avevano una vita normale.
Erano
sempre tenuti sotto controllo ma i corvi intervenivano soltanto se la
situazione rischiava di mettere a rischio loro stessi, non si
occupavano certo di sciocchi litigi tra bambini.
Solo una era abbastanza
umana da intervenire.
La
donna si avvicinò ai due con aria severa e le mani sui fianchi.
<<
Ehi >>
I due bambini continuavano a litigare stesi per
terra.
La
donna assottigliò gli occhi e parlò alzando la voce.
<<
Voi due. Stop it! >>
I due bambini si fermarono
all'istante e la donna ne approfitto' per separarli.
*
In
tutta la sua vita Rei Furuya era sempre stato trattato come un
fantasma.
Nessuno
gli aveva mai dato particolare attenzione, nessuno lo aveva mai
considerato degno di nota.
Nessuno
tranne quella donna.
Per
lui la dottoressa era una figura fondamentale, un punto di
riferimento e la rispettava senza riserve.
Anzi
alle volte gli sguardi che le mandava erano di pura adorazione.
Ecco
perché era bastato quel tono di voce severo e lo sguardo accigliato
per fargli abbassare la testa mentre la seguiva a passo svelto.
Quando
fu abbastanza vicino le prese un lembo del camice continuando a
seguirla in assoluto silenzio.
<< Non devi litigare in
questo modo >> disse infine Elena rompendo il silenzio.
Rei
si mordicchiò il labbro inferiore cercando di trattenere le lacrime.
<<
Scusa... >> mormorò.
La
donna prese un mazzo di chiavi ed aprì la porta del suo studio, poi
si girò a fissarlo con le mani incrociate al petto.
<<
Forse non ti meriti il tuo regalo >>
Il bambino alzò lo
sguardo tenendo comunque il capo chino. Da quella prospettiva i suoi
occhioni sembravano ancora più grandi.
<< Regalo? >>
disse con una vocina tremendamente adorabile.
Per Elena
esistevano solo due creature in grado di intenerirla a tal punto: lui
e la sua piccola Akemi che aveva da poco iniziato a camminare e
guardava il mondo come se fosse tutto un immenso parco giochi.
Maledizione a quegli
occhioni adorabili. Era difficile
mantenere un atteggiamento severo.
<< Si...
regalo >>
La
donna si giro' prendendo un pacco con un fiocco azzurro e
porgendoglielo.
<< Buon compleanno Zero-chan >>
Il
bambino spalancò la bocca in un gran sorriso e prese la scatola
aprendola con curiosità. Quando vide il contenuto si affrettò ad
andarle incontro ed abbracciarla.
<< È bellissimo
>>
La scienziata ricambiò l'abbraccio commossa.
Beata
infanzia... a quell'età si accontentavano veramente di poco.
Rei
aveva preso tra le mani il suo regalo come se fosse un oggetto
prezioso.
In
realtà era un semplice gatto di peluche. Un gattone somigliante ad
un meticcio con un collarino rosso.
C'è
da precisare che al bambino piacevano gli animali ma se il regalo
veniva da parte di quella dolce e bellissima donna sarebbe stato
felice di ricevere persino un sasso.
<< Grazie... ti
voglio bene >>
Ed Elena non riuscì a nascondere il
rossore sul suo viso.
In
questo capitolo Rei ha appena compiuto sei anni.
|
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Capitolo 6 *** Segreti a fin di bene ***
Segreti
a fin di bene
<<
Rei mi passi il mio quaderno degli appunti per favore? >>
<<
Si >>
Il
ragazzino si alzò con uno scatto dalla sedia e prese velocemente
l'oggetto dalla piccola libreria ma non appena si avvicinò alla
scienziata, o meglio alla sua scrivania, ebbe un istante di
difficoltà.
Elena
era un tipo meticoloso, preciso, ordinato, eppure negli ultimi tempi
nel suo ufficio regnava il caos: libri di favole mischiati con quelli
di chimica organica, peluche che adornavano allegramente microscopi
ed agitatori magnetici.
Le
mani della donna erano occupare a reggere un piccolo plico di schede.
<<
Aprilo nella penultima pagina e mettimelo qui davanti >> disse
indicando con lo sguardo un piccolo pezzo di scrivania che si
intravedeva tra fogli e buste di plastica.
Il
ragazzino fece per spostare le buste ma venne prontamente interrotto.
<<
No no mettilo sopra tranquillo >>
Lui
rimase bloccato per un paio di secondi, stranito da quel comportamento
così poco consono alla scienziata, e poi ubbidì.
Elena
diede una rapida occhiata al contenuto e poi ritornò a svolgere la
sua attività più frequente nelle ultime settimane: prese l'ennesima
scheda plastificata raffigurante un abete e lo piazzò davanti al
visetto della dolce e piccola Shiho.
<<
Albero >> disse scandendo bene le lettere.
La
bambina la guardò spostando gli occhi dalla mamma al foglio ma non
disse nulla.
Elena
prese un'altra scheda.
<<
Mela >>
E
di nuovo la bambina non mostrò particolare interesse.
<<
Forse sarebbe meglio lasciarle il suo tempo >>
Rei
sobbalzò sul posto colto alla sprovvista nell'udire un tono di voce
maschile all'interno dell'ufficio ma poi si tranquillizzò capendo
che non c'era alcuna minaccia incombente.
Il
dottor Miyano era sempre gentile con lui, però il ragazzino, forse per
via della sua
nomea, forse per il suo atteggiamento un po' serioso, era sempre un
po' teso in sua presenza.
Elena
non staccò gli occhi dalla bambina.
<<
La stimolazione visiva ed uditiva nei bambini è importante. Ti
ricordo che Akemi ha iniziato a parlare a dieci mesi >>
Rei
notò gli occhi al cielo dello scienziato ed un leggero mormorio che
riuscì a tradurre come "...e da allora ha continuato come un
motorino".
<<
Come dici? >> domandò la donna che concentrata com'era sulla
figlia non capì bene il mormorio.
<<
Dicevo che Shiho di mesi ne ha solo otto >> mentì volutamente
l'uomo.
<<
Molte ricerche hanno dimostrato che i bambini iniziano la
lallazione a quattro mesi e che quindi ad otto sono già capaci di
parlare >>
<<
Ti posso portare centinaia di ricerche che avvalorano anche la mia
teoria
>>
Rei
guardava quella scenetta in assoluto silenzio seduto sopra il suo
sgabello mentre fingeva di studiare.
I
due non si comportavano così all'interno del laboratorio quando
erano insieme, soprattutto davanti a quelle
persone sembravano essere
due semplici colleghi.
Ma dentro le mura della stanza riservata a loro erano più
rilassati e si lasciavano trasportare da comportamenti un po' più
dolci.
Col
tempo il ragazzino aveva idealizzato quella relazione e si era
convinto che tutte le coppie sposate si comportassero così.
<<
...forse dovresti dare una sistemata alla tua scrivania, sempre che
tu non voglia annoverare i giocattoli di Shiho tra gli strumenti di
ricerca >> disse il dottore alla moglie risvegliando Rei dai
suoi pensieri.
Si
riferiva al fatto che qualche giorno prima un pupazzetto era caduto per
sbaglio
dentro un becher
riempito da una soluzione gialla.
Elena,
dopo un impercettibile momento di riflessione, si limitò a fare
spallucce.
<<
Beh non è una cattiva idea. L'altro giorno abbiamo innescato la
reazione più velocemente >>
Rei
trattenne una risata.
Atsushi
si
limitò ad annuire con molta lentezza.
<<
Ehi ragazzo >>
Il
bambino alzò la testa di scatto col timore di essere stato beccato.
<<
Si signore >>
L'uomo
alzò l'indice vicino al suo naso.
<<
Tieni a mente le mie parole: le donne vanno sempre assecondate >>
Lo
disse con un tono così serio che il ragazzino non capì se era una
battuta o un reale consiglio.
<<
Si... signore >> li limitò a rispondere un po' confuso.
Finalmente
Elena si decise a staccare gli occhi dalla piccola e si girò verso
il marito.
<<
Smettila di traviare il mio assistente e torna in laboratorio >>
disse dandogli una piccola spinta con la punta delle dita e poi si
rigirò nuovamente.
<<
Si cara >> rispose con tono morbido e poi guardò Rei come a
dirgli "Vedi? È così che si fa"
Il
ragazzino lo seguì con lo sguardo finché non lo vide chiudere la
porta.
Forse
non era poi così serioso.
*
<<
Questo è un ombrello >>
<< Prrr >>
La
donna alzò un sopracciglio.
<<
Questo è un gattino >>
<<
Gnè! Prrr! >>
La
donna poggiò le schede sulle sue gambe.
<<
Sai dire "mamma"? >>
Si
avvicinò scandendo meglio le cinque lettere.
<<
M-a-m-m-a >>
La
piccola la fissò per due lunghi istanti.
<<
Prrr >>
La
donna sbuffò.
<<
Rei non avresti dovuto insegnargli a fare le pernacchie. È un brutto
vizio per una bambina >>
Lui
portò un dito sul viso.
<<
Ma è così carina quando le fa. Gonfia le guance... >> tentò
di giustificarsi.
<< Rei... >> disse la donna
a mo' di monito.
Il
ragazzino annuì ed alzò le mani.
<< Va bene... niente
più pernacchie giuro >>
<< Bene. Senti, mi allontano
pochi minuti, devo controllare le cavie >> avvicinò il viso a
quello di Shiho strofinando il naso col suo << E tu amore mio
fa la brava >>
<< Prrr >>
Elena
portò le mani sui fianchi con aria contrariata.
Il ragazzino mise una mano
in faccia per coprire il rossore sul viso.
*
Rimasti
soli Rei staccò Shiho dalle cinghie del seggiolino e la prese in
braccio camminando avanti ed indietro per la stanza.
La
piccola sgambettò felice guardandosi intorno, soprattutto puntando
la piccola finestra.
<< Shiii... ho! >>
<<
Prrr >>
Rei
sospirò.
Fantastico.
Elena lo avrebbe guardato storto a vita.
<<
No.. no no >> provò a dire mentre la cullava.
<< Prrr
>>
Cocciuta!
<<
Proviamo a fare il gioco della mamma >> disse sperando di
distrarla.
Prese
le schede plastificate dalla scrivania/disastro-post-uragano e si
sedette sul letto con le gambe incrociate facendo poggiare la
testolina di Shiho sul suo petto mentre con le braccia la circondò
in modo da non farla cadere.
Alzò
una scheda a caso mettendogliela davanti al viso.
<<
Questo è un cane... c-a-n-e >>
<< Mh... >>
disse inclinando la testolina.
Il
ragazzino aveva notato che la piccola sembrava un po' più
interessata quando le si presentavano schede raffiguranti animali.
<<
Questo è difficile: coniglio >>
La
piccola fece una serie di piccoli suoni.
<<
A-p-e... >>
La
bambina avvicinò la manina dando dei colpetti sulla scheda.
<<
Ranocchio >>
<< R...ei >>
<< ... >>
La
piccola poggiò la testa sul suo petto cercando di alzare la testa
finché i loro occhi si incrociarono.
<<
Rei >>
Un
breve suono, sembrava quasi un saluto, un "R-hei" appena
più deciso.
Forse
a forza di fare pernacchie era riuscita ad articolare meglio quella
lettera solitamente un po' più difficile da pronunciare.
Il
ragazzino rimase a bocca aperta.
La
girò in modo da poterla guardare meglio e poi domandò a voce
bassa:
<< Chi sono io? >>
<< Rei >>
Sorrise.
Sembrava
la cosa più naturale del mondo.
*
<<
Tutto ok Rei? >>
Il
ragazzino era in piedi vicino la finestra con in braccio Shiho.
<<
Si... sisi >> disse frettolosamente non appena sentì la voce
della donna.
<< Ok... >> si mise di fronte la figlia e
le fece un dolce sorriso << ... allora tesoro ricominciamo?
>>
La
piccola mosse le gambine e agitò le mani.
<<
Dai vieni dalla mamma >>
La
piccola si agitò ulteriormente tra le braccia del ragazzino e poi
fece un piccolo sorriso.
<< Ma...ma... >>
Elena
batte le palpebre molto velocemente fissando la bambina che
continuava a muoversi tutta allegra.
<<
Mama >>
La
donna portò le mani sul viso.
<< Oh... bravissima tesoro! >>
fece un gran sorriso ed iniziò a gongolare << Rei hai sentito?
La sua prima parola! >>
Il
ragazzino annuì sorridendo.
<< Si... Shiho è davvero una
bimba intelligente >>
Si
avvicinò alla donna in modo che potesse prendere in braccio e cullare
la sua
bambina, poi si mise a sedere sullo sgabello fissando quella dolce
scenetta.
Decise
di non raccontarle quello che era successo pochi minuti prima: Elena
era così entusiasta che avrebbe tenuto quel segreto per se.
|
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Capitolo 7 *** Desideri repressi ***
Desideri
repressi
<<
Buon compleannooo >>
La bambina sobbalzò colta di
sorpresa da quel dolce attacco improvviso.
Si
ritrovò stretta al ragazzino che giocava sempre con lei e si mise a
ridere agitando le mani.
<< Tao 'ei >>
Elena,
che la teneva in braccio, sorrise intenerita da quella scenetta.
Era
così felice di sapere che il bambino di cui si prendeva cura e sua
figlia andassero tanto d'accordo.
Lo
abbracciò d'istinto tenendoli entrambi stretti a se per una manciata
di secondi e poi gli stropicciò i capelli biondi.
Akemi,
in piedi a pochi passi da loro, si mise a ridere di gusto.
<<
Rei sei un vero tenerone! >>
<< .. no... non è vero
>> mormorò rosso in viso. Si vergognava per via della presenza
di quell'altro ragazzino che li fissava senza dire una parola.
Elena
alzò il busto e fece un cenno con una mano salutando una donna che
aveva appena varcato la porta della cucina.
<<
Rei devo andare a salutare. Dai un'occhiata a Shiho? >>
<<
Certo >> rispose contento.
La
donna si girò dando un buffetto sul naso alla figlia.
<<
Shiho. Ci vai in braccio a Rei? >>
La
piccola mise la punta del pollice tra le labbra annuendo in modo
evidente poi allungò le braccia aggrappandosi al collo del
ragazzino.
<<
Mi raccomando che nessuno di voi tocchi la torta >>
<<
Va beeene >> dissero in coro i quattro guardando la donna
andare verso gli altri adulti.
Shiho
compiva due anni quel giorno.
Per
l'occasione i coniugi Miyano avevano organizzato una festa in casa
loro invitando un sacco di persone.
C'erano
tanti palloncini, tanti regali, un tavolo pieno di muffin, panini e
pasticcini ed ovviamente una grande torta di compleanno.
<<
'ei >>
Il
ragazzino abbassò lo sguardo cullando teneramente la piccola amica.
<<
Che c'è? >>
Lei
mosse il dito indicando un peluche.
<<
Vuoi il gattino? >> domandò Rei con tono dolce.
<<
Ti >> rispose Shiho con un dolce sorriso.
<<
Ok andiamo a giocare col gattino >>
Rei
non era un ragazzino che faceva amicizia facilmente coi suoi
coetanei, però era bravissimo con la bambina, era l'unico capace di
farla ridere e la seconda persona che riuscisse a farla mangiare
senza che volassero pappette da tutte le parti.
Shiho
era una bambina taciturna ed introversa, piuttosto tranquilla se non
la si forzava a fare ciò che non voleva fare, in caso contrario
iniziava ad urlare e a tirare cose. Ma con Rei era un autentico
angioletto.
Lo
guardava con autentica adorazione, diventava subito allegra in sua
compagnia, parlava volentieri ed era più spigliata.
Quei
due erano davvero inseparabili. Tanto che la povera Elena doveva
accertarsi che Shiho dormisse quando alla sera doveva riportarla a
casa. In caso contrario la bambina si aggrappava alla maglietta del
ragazzino ed iniziava ad urlare come una disperata iniziando a
ripetere " 'ei... 'ei" tra le lacrime.
Ed
il ragazzino che se ne stava in silenzio ma la guardava con due
occhioni da cucciolo certo non era d'aiuto.
Rei
avvicinò il musino del peluche al suo naso facendo dei versi buffi.
<<
Come si chiama lui? >>
<<
'attino >>
Il
bambino guardò quel buffo pupazzo.
<<
Perché non gli diamo un nome più carino? >>
La
bambina scosse la testa.
<<
Ok va bene... andiamo con gattino a giocare a... ? >>
Shiho
allungò il viso fino ad arrivare a quello del ragazzino dandogli un
veloce bacio sulla guancia, poi poggiò la testa contro il suo petto
e mise il pollice tra le labbra.
<<
Ti 'oglio bene 'ei... >>
*
Si
svegliò di soprassalto.
Era buio fuori e faceva freddo.
Il
vento fuori era talmente forte da far vibrare i vetri della sua
stanza che di conseguenza emettevano un fastidiosissimo rumore
continuo.
Attese
che gli occhi si adattassero all'oscurità e poi si mise a fissare la
lampada sul comodino.
Deglutì
avvertendo gli occhi pizzicargli e il respiro farsi sempre più
pesante, come se avesse un macigno sul petto.
Portò
la coperta fin sopra i capelli e chiuse gli occhi con forza.
C'erano delle volte in cui desiderava ardentemente ricevere
un colpo in testa in modo da dimenticare il passato. Almeno così
avrebbe smesso di desiderare l'impossibile.
Angolo
dell'autrice.
Il
disegno è di 333 (mi pare sia questo il suo nik su pixiv). E'
semplicemente adorabile.
I
sogni possono essere definiti come la manifestazione di desideri
inconsci. Alle volte però si rivelano un'arma a doppio taglio.
Forse
un po' troppo "fluff", me ne rendo conto, ma spero vi sia
piaciuto comunque.
Grazie
a tutti. A presto.
Violetta_
|
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Capitolo 8 *** Croci ***
Croci
<<
... e poi mi piacciono i panda ... e il gelato ... e i biscotti. A te
piacciono i biscotti? >>
Battè
gli occhi con aria confusa.
<<
C... cosa? >>
<<
Lo sai che una volta ho preso una bambola e le ho tagliato tutti i
capelli? Poi però non le sono ricresciuti... >>
Inquietante.
<<
Sai sei simpatico. Conosci la canzone del pancake? >>
Aggrottò
la fronte.
<<
Che? >>
*
<<
Beat a pancake... Cook a pancake... Toss a pancake... >>
Canticchiava
a bassa voce muovendo lentamente la schiena avanti ed indietro con lo
sguardo perso nel vuoto.
Il
Dottor Miyano guardò il ragazzino con aria preoccupata prima di
girarsi verso la moglie.
<<
Si può sapere che è successo? >>
Elena
arricciò il naso e portò una mano davanti le labbra non sapendo
proprio che scusa inventarsi.
<<
Ok ascoltami... non è successo niente di che... >>
Alzò
lo sguardo verso il marito ed alla fine decise di dire la verità.
<<
Ho lasciato Rei con Akemi per due orette... è così bravo con Shiho
che ero convinta che non ci sarebbero stati problemi... >>
L'uomo
alzò un sopracciglio iniziando ad intuire la situazione.
<<
E...? >>
<<
L'ho trovato in quello strano... stato confusionale... >>
Atsushi
guardò il povero bambino immaginandosi cosa fosse successo.
<<
Elena guardati attorno: nostra figlia è iperattiva! >>
Elena
guardò la stanza notando che sembrava essere passato un terremoto ma
cercò comunque di minimizzare.
<<
Oh come sei esagerato! Voleva solo giocare >>
C'era
una sostanza bluastra attaccata al soffitto.
<<
Posso andare a sdraiarmi qualche minuto? >>
I
due adulti guardarono il piccolo Rei che si stropicciava gli occhi.
<<
Si giovanotto, va' pure >> disse Atsushi con aria seria ma con
tono gentile.
Il
ragazzino annuì in modo automatico camminando come un pinguino.
L'uomo
aspettò che uscisse dalla stanza prima di parlare.
<<
... sai che ha la capacità di parlare ininterrottamente per ore e
ore? >>
Elena
boccheggiò per un paio di cecondi dando modo al marito di continuare
il suo discorso.
<<
Rei è un ragazzino abituato al silenzio >>
La
donna fece spallucce.
<<
Ok forse Akemi ha un piccolo problema di autocontrollo >>
"Forse".
*
Rei
entrò nella stanza cercando di fare il meno rumore possibile.
Continuò
a camminare in punta di piedi scostando piano le lenzuola.
<<
R... hei >>
Si
irrigidì e sbuffò.
Beccato.
Si
voltò avvicinandosi alla culla di Shiho.
<<
'hei... >> ripetè la piccola.
La
prese in braccio stando attento a teccerle bene la nuca.
<<
Ciao piccola Shi >> sussurrò.
Lei
mise due dita alla bocca e prese a sgambettare.
<<
Scusami ma al momento non mi va di giocare >>
<<
Mmmm... >> emise un lamento quasi avesse capito.
Il
ragazzino prese a cullarla e poi cercò di rimetterla nel suo lettino
ma non appena i piedini della bambina toccarono la coperta iniziò a
piangere singhiozzando come una disperata.
Rei
sospirò e la riprese in braccio facendole poggiare la testa sulla
sua spalla e riprese a cullarla.
<<
Va bene... >> bisbigliò << ...su smettila. Non sopporto
sentirti piangere... >>
Shiho
portò il pollice alla bocca ed emise l'ultimo singhiozzo, socchiuse
gli occhi e si lasciò cullare senza emettere più alcun rumore.
I
due coniugi stavano sbirciando la scena da dietro la porta socchiusa.
Elena
sorrise intenerita portando una mano sulla guancia.
Shiho
era una bambina silenziosa e poco incline a socializzare, la sua
curiosità era concentrata più verso l'ambiente che per le persone
quindi era sempre sorprendente notare con quanta tenerezza guardasse
il ragazzino.
<<
Fantastico! Ha appena iniziato a parlare e già esce coi ragazzi >>
Elena
portò una mano al viso non capacitandosi della stupidità di quella
frase pronunciata da suo marito.
E
dire che sembrava tanto intelligente quando lo aveva conosciuto.
Gli
prese la mano facendogli cenno di seguirla.
<<
Andiamcene >>
<<
E lasciamo Shiho qui? Insomma Rei non mi sembra tanto lucido >>
<<
Non potrei immaginare nostra figlia in mani migliori, e poi io devo
portare Akemi dal pediatra e tu devi tornare in laboratorio >>
Il
dottor Miyano lanciò un'ultima rapida occhiata al ragazzino biondo
che, suo malgrado e nonostante la stanchezza, aveva preso a fare
delle facce buffe per far divertire la sua piccola Shiho.
Dopotutto
tutti avevano la loro croce. Perché negarla anche a lui?
|
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Capitolo 9 *** Raggio di sole ***
Raggio
di sole
<<
Ehi! Metti giù quella tazza >>
<<
Nu... >>
Uno
sguardo assassino, un leggero tic all'occhio destro.
<<
Posala >>
Un
intenso scambio di occhiate feroci.
Occhi
smeraldo contro occhi smeraldo. Bambino contro donna.
<<
POSAla >>
Il
bambino aprì le manine lasciando cadere l'oggetto che rimbalzò un
paio di volte ma non si ruppe.
La
donna guardò la scena assottigliando lo sguardo e, all'ultimo
rimbalzo, serrò la mascella.
<<
Ti.Rompo.I.Denti >> ringhiò.
Elena,
con due tazze di thè in mano, guardava la scena leggermente turbata:
sua sorella sembrava abbastanza convinta mentre pronunciava quelle
parole.
Si
domandò se tutte quelle minacce dette al suo figlioletto di cinque
anni non avrebbero avuto ripercussioni in futuro.
Si
avvicinò al tavolo poggiando le tazze.
<<
Vieni qui maledetto >> sibilò Mary.
Shuichi
si mise a correre fiondandosi sotto il tavolo afferrando la sua gamba
cercando di sfuggire al mostro biondo che tormentava le sue notti.
Quasi
istintivamente Elena poggiò una mano sulla testolina del bambino ed
allungò la tazza alla sorella.
<<
Se non bevi si raffredda >> disse indicando la tazza col palese
intento di distrarla, poi abbassò il capo rivolgendosi al bambino
<<
...sai contare Shuichi? >>
Vide
i suoi occhioni verdi sbucare da dietro le sue ginocchia.
<<
Poco >> rispose infine a bassa voce.
<<
Tieni >> disse allungandogli un piccolo puzzle numerico <<
...va a giocare >>
<<
Ok >> disse allontanandosi e sedendosi in un altro tavolino.
Era
notte e nella mensa dell'ospedale non c'era nessuno oltre a loro.
<<
Lo stai viziando >> disse Mary sorseggiando il suo the.
<<
Ma dai povero piccolo... è tardi, magari a sonno >>
<<
No Elena... Shuichi non dorme. Mai. MAI >> disse con una punta
di isteria.
La
bruna annuì girando il cucchiaino nella tazza, più che altro stava
cercando di non contraddirla.
Non
era mai una buona idea contraddire Mary Sera.
<<
Avete deciso di fare una vacanza? >> domandò visto che la
sorella e la sua famiglia vivevano in Inghilterra ed era raro che
venisse a farle visita.
Mary
socchiuse le labbra abbassando lo sguardo.
<<
Tsutomu è partito per lavoro e io non avevo alcuna intenzione di
stare da sola a casa col gremlin >>
Elena
inclinò la testa per guardare il bambino: stava giocando tutto
concentrato sulla tavoletta di plastica, non sembrava poi tanto
pericoloso o pestifero.
<<
Quindi tuo marito non c'è... >> disse infine con ovvietà.
Mary
si passò la lingua sul palato.
Lo
sapeva, sapeva che la sorella non le avrebbe risparmiato
quell'appunto.
Dopo
la nascita del piccolo Shuichi, lei aveva dovuto lasciare il suo
lavoro, il che l'aveva scombussolata più di quanto credesse.
Rinunciare
alle missioni, ai complotti, agli appostamenti, rinunciare a
proteggere il suo paese per dedicarsi a pappette e pannolini era una
cosa che detestava, la faceva sentire insignificante.
E
vedere che suo marito continuava imperterrito a svolgere il suo
stesso lavoro era il coltello che girava inesorabilmente nella piaga.
Lei
era più brava era sempre stata la più in gamba dalla coppia, lo
sapevano entrambi.
E
lui le aveva promesso più volte che avrebbe smesso con quella vita.
“Questa
sarà l'ultima. Te lo giuro”
Stronzo
bugiardo.
<<
Questo posto è una topaia >> disse con disappunto per cambiare
discorso.
Elena
fece un mezzo sorriso e chiuse gli occhi.
<<
Sembri tanto una dura ma davanti a quell'uomo diventi come una
scolaretta davanti adl giocatore di football dell'ultimo anno >>
<<
Almeno io mi limito ad andar dietro agli studenti >> disse con
un sorrisetto antipatico.
Elena
incassò il colpo con eleganza.
<<
Riguardo a questo posto... non è un lavoro definitivo lo sai... non
appena Atsushi troverà i soldi... >>
<<
Atsushi è uno squilibrato e tu faresti meglio a rendertene conto
>>
La
donna si sistemò gli occhiali guardandola con uno sguardo severo.
<<
Sai bene che non è così. E grazie al cielo perché senza di lui,
io, non potrei aiutarti >>
Mary
si irrigidì e serrò la mascella. Quell'argomento era sempre tanto
difficile da affrontare.
Ma
perchè sua sorella ci teneva così tanto a metterla a disagio?
<<
I dottori hanno detto che la malattia ha un decorso così lento che
ho altissime probabilità di avere una vita del tutto normale >>
Elena
si sistemò nuovamente gli occhiali sul naso, gesto che faceva di
frequente quando era nervosa o agitata.
<<
Non è detto. E comunque dovresti fare analisi e continuare con le
terapie e... >>
<<
Ma quando finisce il tuo turno? >> disse fissandola con due
occhi glaciali e un tono che non ammetteva repliche.
Elena
cedette e mandò giù due lunghi sorsi di thè.
<<
In realtà è già finito però... voglio tenerlo sotto controllo >>
Mary
si sistemò il boccolo sulla fronte corrugando la fronte.
<<
Di chi parli? >> battè due volte le palpebre dopo aver avuto
un'intuizione << Intendi il bambino di cui mi parlavi al
telefono? >>
<<
Si... >> sorrise d'istinto << ...si è stabilizzato >>
Mary
alzò il capo interessata.
Loro
due non erano dei tipi gioiosi ed allegri, non si lasciavano
trascinare a facili entusiasmi, quindi quel sorriso era veramente
degno di nota.
<<
Da quanto tempo è qui? Un paio di mesi? >>
Elena
continuava a sorridere emozionata.
<<
Quasi tre. Quando è arrivato nessuno gli dava più di due settimane
ed invece.. >> si portò una mano sul viso << ... si è
svegliato e sembra migliorare giorno dopo giorno >>
Mary
fulminò con lo sguardo suo figlio che era sceso dalla sedia.
Lui
tenne testa a quello sguardo.
<<
Bagno >> si limitò a dire.
La
donna inspirò lentamente.
<<
Non puoi tenertela per cinque dannati minuti? >>
Il
bambino scosse la testa in modo molto evidente mettendo la mano sul
cavallo dei pantaloni.
<<
No >>
<<
E invece te la tieni >>
Shiuchi
iniziò a battere i piedi emettendo un urletto acuto.
<<
Miii... >>
Mary
batté violentemente il palmo della mano sul tavolo producendo un
botto sordo.
Gli
altri due sobbalzarono contemporaneamente.
<<
E allora và >> disse indicando la porta del bagno che si
trovava a pochi metri dal loro tavolo << Muoviti brutta piaga
>>
Il
bambino si diresse mestamente verso la porta.
Elena
guardò prima il nipote poi sua sorella.
<<
Non dovresti accompagnarlo? >>
<<
Nove volte su dieci lo fa solo per noia >> disse Mary bevendo
un altro po' del suo thè.
Elena
ispirò profondamente guardandosi intorno, tese le spalle e poi parlò
velocemente.
<<
Ho deciso di chiederne la tutela >>
Per
poco sua sorella non si strozzò con una sorsata andata di traverso.
<<
Che? >> emise sconcertata.
Elena
chiuse la mano destra dentro la sinistra sistemandosi sulla sedia.
<<
Ci ho riflettuto: quel piccolo non ha nessuno. Abbiamo cercato per
mesi e non si è presentato né un genitore, né un parente, nemmeno
un amico. Non voglio che finisca nelle mani degli assistenti sociali
>>
Mary
scosse la testa protraendosi in avanti.
<<
È
una pessima idea. Elena. ELENA guardami >> disse indicandosi
gli occhi in modo plateale << …hai ancora tanto lavoro da
fare e credimi un bambino è un freno. E poi sarà un casino con le
pratiche >>
<<
Per questo sto optando per la tutela e non per l'adozione >>
<<
Ma tu non ti rendi conto! Un bambino ti toglie l'anima, non avrai più
tempo e... Shuichi! >>
Il
bambino era uscito dalla porta guardandosi intorno con aria sospetta
e con uno scatto si era messo a correre velocemente verso il
corridoio.
Mary
fece schioccare la lingua contro il palato.
<<
Maledetto moccioso >>
*
<<
Giuro che appena lo prendo lo ammazzo >>
<<
Magari se evitassi di terrorizzarlo così >>
<<
Non sai di che parli >>
Il
bambino si era messo a correre per i vari corridoi facendo un gran
baccano cercando di non farsi prendere dalla madre.
Si
annoiava a morte, non ci voleva stare la con quella zia che aveva
visto si e no un paio di volte in vita sua.
E
poi, francamente, quel posto aveva un che di inquietante.
Spalancò
una porta a caso per nascondersi e si ritrovò davanti un grande
letto con accanto degli strani macchinari che emettevano una luce blu
intermittente.
Sopra
il letto c'era un bambino più piccolo di lui, due anni al massimo,
che per via del rumore improvviso spalancò gli occhi iniziando a
piangere terrorizzato.
Shuichi
si irrigidì intuendo che l'aveva combinata grossa.
Rimase
immobile con un'espressione impassibile stampata sul viso finché
Elena poggiò le mani sulle sue spalle allontanandolo dal letto.
<<
No no no Shuichi. Non si può giocare qui... >>
Il
bambino portò la manica della felpa alla bocca abbassando lo sguardo
con fare pentito.
Era
talmente abituato alle minacce e alle urla che quel rimprovero fermo
detto però con tono gentile lo aveva scombussolato.
Immediatamente
dopo la donna si fiondò sul letto poggiando una mano sulla fronte
dell'altro bambino.
<<
Rei... lo so, lo so, ti sei spaventato... va tutto bene.. tutto bene
>> iniziò a sussurrare con dolcezza.
<<
Mmmh... >> mugugnò il bambino madido di sudore.
Poco
dopo batté gli occhi guardandosi intorno e quando incrociò il viso
di Elena sfoggiò un sorriso così dolce ed innocente che persino
Mary portò istintivamente una mano sul viso.
Era
davvero un bel bambino.
Aveva
i ciuffetti lisci e castani e quegli occhioni celesti che mozzavano
il fiato.
Elena
lo prese in braccio cullandolo con dolcezza infinita.
<<
Ti sei calmato Rei? >> gli sussurrò all'orecchio.
Lui
portò il pollice alla bocca e sorrise nuovamente.
Elena
gli baciò teneramente la fronte guardandolo con un affetto quasi
materno.
Non
appena la situazione si fu calmata iniziò a parlare con tono molto
serio.
<<
Lo so che non sei d'accordo però... Atsushi ha trovato i fondi per
la sua ricerca e presto lavoreremo insieme in una struttura ben
attrezzata. Lì potrò lavorare e tenerlo sotto controllo >>
Mary
incrociò le braccia al petto.
<<
E dove li ha trovati i fondi? >>
<<
Presso un privato, è una persona che crede nelle sue... nelle nostre
teorie >>
La
bionda incrociò le braccia al petto con fare scettico.
<<
Chi è questo tizio? >>
<<
Mi spiace ma non conosco il suo nome >>
Si
creò un momento di silenzio teso interrotto solo dal “bip” dei
macchinari e dai calcetti che Shuichi stava tirando al bordo del
letto per noia.
Mary
gli afferrò la testa indicandogli una sedia vicino al muro.
Shuichi
si andò a sedere senza replicare.
Elena
intanto stava cullando il piccolo Rei.
Il
bambino aveva poggiato la testa sul suo seno e le aveva preso una
ciocca di capelli giocherellando con essa senza però tirare.
Lei
gli sorrise e gli diede un dolce bacio sulla fronte.
<<
Non posso lasciarlo da solo >> sussurrò senza staccare lo
sguardo dai suoi dolcissimi occhi azzurri.
Mary
sospirò socchiudendo portando una mano sul viso.
Conosceva
quella sensazione, di tanto in tanto anche in lei si accendeva
l'istinto materno e sapeva che sua sorella non l'avrebbe ascoltata in
nessun caso.
<<
Ok... ok fa come vuoi. E Atsushi
è d'accordo con >> indicò prima lei e poi il bambino <<
… tutto questo? >>
Elena
annuì.
<<
Hai. Lo trova simpatico >> gli sfiorò i capelli
rigirandoseli tra le dita << anche se Rei ne ha una paura matta
>>
Mary
si mise a ridacchiare.
<<
Non lo biasimo >>
Elena
non la sentì nemmeno troppo concentrata a ricoprire di attenzioni
quel piccolo bambino.
Quel
suo sorriso allegro, quegli occhioni luminosi e attenti ad osservare
tutto ciò che lo circondava con curiosità, quelle manine adorabili,
le scioglievano il cuore.
Gli
accarezzò delicatamente la guancia e lui sorrise.
<<
'lena >> disse agitando le mani.
Le
sfuggì l'ennesimo sorriso.
<<
Si si bravo. Io sono Elena >>
Rei
portò il pollice alla bocca.
Mary
e Shuichi erano usciti dalla stanza già da un paio di minuti per non
turbare quel delicatissimo momento.
<<
Hai fame tesoro? >>
Lui
scosse la testa e poi si accoccolò sul suo petto chiudendo gli
occhi.
<<
'lena? >>
<<
Si? >>
<<
'toria >>
<<
Vuoi raccontata una favola prima di addormentarti? >>
<<
No >>
Elena
sorrise orgogliosa.
Rei
Furuya non voleva le favole, Rei voleva gli indovinelli. Guai a
confondersi!
<<
Ok ok ma attento che questo è difficile >>
Iniziò
a parlare specchiandosi nei suoi occhi allegri e vivaci mentre le
orecchie erano ben tese ad ascoltare ogni sua singola parola.
No.
Non lo avrebbe lasciato solo.
Forse
Mary aveva ragione, forse la sua non era la situazione ideale e
sicuramente lei non era perfetta, ma avrebbe fatto di tutto per
prendersi cura di quel piccolo raggio di sole.
Almeno
fino a quando avrebbe potuto.
Angolo
dell'autrice
Visto
il giorno vi aspettavate un aggiornamento in Bone Machine eh? E
invece nope, ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto comunque.
Credo
sia la parte della storia che meno si attiene all'opera principale e
so che non tutti sarete d'accordo con questa mia ipotesi, spero solo
di averla resa credibile.
Molte
grazie a tutti i lettori. Ciao ciao.
Violetta_
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