Harry Potter 2.0

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando scopri di essere un mago ***
Capitolo 2: *** L'incontro con Draco Malfoy! ***
Capitolo 3: *** Il secondo incontro con Draco, nel negozio di bacchette ***
Capitolo 4: *** i Dursley scoprono un nuovo mondo ***
Capitolo 5: *** Una piccola delusione ***
Capitolo 6: *** Biscotti al cioccolato e nuovi Cercatori ***
Capitolo 7: *** Sfuriata ai tavoli delle due case - c'è stato un tradimento o no? ***
Capitolo 8: *** Primo anno: Il boccino, Neville, Norberto e l'unicorno ***
Capitolo 9: *** Secondo anno: la macchina volante, Aragog, il basilisco, la camera dei segreti, Dobby e Fanny ***
Capitolo 10: *** Eventi del terzo anno ***
Capitolo 11: *** Portare Malfoy ferito da Fierobecco, in infermeria ***
Capitolo 12: *** Considerazioni di Harry sul quarto anno ***
Capitolo 13: *** Peter Minus traditore o martire? ***
Capitolo 14: *** La corsa sfrenata indietro nel tempo per salvare Cedric e Minus! ***
Capitolo 15: *** Dopo l'arresto di Crouch, bisogna pensare a Minus ***
Capitolo 16: *** Quinto anno - i Dursley si interessano al mondo magico ***
Capitolo 17: *** Le mille sorprese al Quartier Generale ***
Capitolo 18: *** L'amore per il boccino ***
Capitolo 19: *** Quinto anno: Harry torna a scuola, ma è depresso ***
Capitolo 20: *** Draco guarisce la mano di Harry ***
Capitolo 21: *** Draco Malfoy da i dolci dei gemelli, alla Umbridge ***
Capitolo 22: *** Sirius ed Harry fanno pace ***
Capitolo 23: *** La Umbridge scopre le riunioni dell'ES ***
Capitolo 24: *** Harry dice a Piton che gli dispiace per come suo padre lo trattava! ***
Capitolo 25: *** Ron ed Hermione consolano Harry, dopo quello che vede nel Pensatoio di Piton ***
Capitolo 26: *** Sirius è vivo, ma è al San Mungo ***
Capitolo 27: *** Draco ed Harry lottano ***
Capitolo 28: *** Sesto libro: i due ministri ***
Capitolo 29: *** Draco, mittente di lettere dolci per Harry ***
Capitolo 30: *** Il diario, il libro e la madre di Voldemort ***
Capitolo 31: *** Harry e il bacio con Draco, all'ospedale San Mungo ***
Capitolo 32: *** Silente riuscì a scagionare Orfin e la domestica ***
Capitolo 33: *** Lo sconvolgente confronto tra Piton ed Harry ***
Capitolo 34: *** Dammi...un bacio lungo un minuto! ***
Capitolo 35: *** Un ricordo Lumacoso ***
Capitolo 36: *** Di giochi erotici nel dormitorio di Serpeverde ***
Capitolo 37: *** La crema del 3 aprile a lezione di Erbologia! ***
Capitolo 38: *** La Stanza delle Necessità...di Draco ed Harry! ***
Capitolo 39: *** Harry e Draco, teneramente vicino al lago ***
Capitolo 40: *** Harry e Draco alla festa di Lumacorno! ***
Capitolo 41: *** L'avvelenamento di Ron e la rottura tra Draco ed Harry ***
Capitolo 42: *** Harry vede Draco piangere in bagno ***
Capitolo 43: *** Draco ed Harry combattimento in bagno ***
Capitolo 44: *** Delusioni, baci e sentimenti struggenti ***
Capitolo 45: *** Harry, Silente e la pozione nel bacile ***
Capitolo 46: *** La scelta di Draco ***
Capitolo 47: *** La fuga di Piton ***
Capitolo 48: *** Draco chiede perdono ***
Capitolo 49: *** La scelta di Draco ***



Capitolo 1
*** Quando scopri di essere un mago ***


Speciale



Per lungo tempo, credetti che tutti i bambini del mondo, vivessero in un ripostiglio, poi capii che solo io ero stato così fortunato da aver avuto la famiglia più stronza di sempre.

Non ebbi mai la brutta sorpresa di sentirmi dire che ero stato adottato, credendo per lungo tempo che i Dursley fossero i miei veri genitori, perché loro ci hanno sempre tenuto moltissimo, a dirmi fin da bambino, che erano solo gli zii.
Dudley è una specie di toro obeso che io avevo per cugino. Ed è grasso perché ha tutto il cibo e tutti i giochi che chiede. Sempre. Un grosso, grasso, toro viziato.

Abbiamo solo un anno di differenza e quindi siamo cresciuti come fratelli, anche se in realtà è mio cugino maggiore.
Mi chiedo se tutti i fratelli siano così stronzi o nel mio caso, lo sono solo quelli non naturali. Forse i fratelli veri non sono così.
Peccato. Io sono figlio unico. Se avessi avuto un fratello, magari mi avrebbe aiutato con Dudley.

Invece non ho fratelli e nemmeno i genitori, visto che sono morti.
 
“Sveglia!” urla zia Petunia.

Ecco. Tra tutte le cose orribili di questa famiglia, aggiungiamo anche che non si può mai dormire in santa pace. Ad un certo orario, vengo buttato fuori dal letto dalle grida di zia Petunia.
Mi alzo sconsolato, cercando i miei calzini, rigorosamente sotto il letto.

Non riesco a capire se il mio disordine – mentale e di fatto – derivi dal fatto di essere cresciuto in questa famiglia. Alcuni psicologi dicono che derivi dalla genetica, altri dicono che derivi da come e da chi vieni cresciuto. Odio quando danno informazioni contrastanti.
E ovviamente devo sorvegliare il bacon.

Bistrattato, umiliato e pure ridotto a schiavo.

 
 


Lo zoo.

Altra giornata del cavolo.

Costretto ad andare allo zoo perché questi bifolchi  non hanno fiducia di lasciarmi  a casa da solo. Pregustavo già una giornata intera a fare zapping con i miei programmi televisivi, senza la rottura di mio cugino a girare canale ogni cinque minuti per il solo gusto di farmi dispetto, ma i Dursley non si fidano, ovviamente.
E zio Vernon ha paura che rovini la festa del suo amato figlio.

Non so perché ormai hanno tutti questa convinzione che io rovini sempre ogni cosa.

Una volta mia zia Petunia mi tagliò i capelli, lasciandomi quasi pelato e il giorno dopo mi erano ricresciuti esattamente com’erano prima che li tagliasse.

Un’altra volta, lei aveva cercato di farmi mettere a forza un orrendo maglione di Dudley, ma più cercava di infilarmelo dalla testa e più si rimpiccioliva.

Un’altra volta, cercando di scappare dalla banda di Dudley, mi ero ritrovato seduto sul tetto delle cucine della scuola, seduto sul comignolo.

Fortunatamente, riuscii quella volta a scampare la punizione, perché, quando la direttrice aveva chiamato i Dursley, indignata, mi trovarono in lacrime, per lo spavento.

Credo, abbiano pensato che fossi in preda allo shock e che avessi quindi avuto già una punizione sufficiente.
 

Non so perché attorno a me capitano sempre queste cose strane. L'ho sempre detto ai Dursley, ma loro non vogliono neanche aprire l’argomento, preferendo fulminarmi con un’occhiata e dicendomi sempre che non capiscono perché devo sempre fare tutto il contrario delle persone normali.
Io desideravo solo essere normale, per il solo fatto che così avrei smesso di soffrire e forse loro avrebbero imparato ad amarmi, non credo l’avrebbero mai fatto come Dudley, ma forse un po’.
Altre volte invece mi trovo disgustato dalla loro normalità, dalle loro menti chiuse, bigotte, ottuse. Incapaci di immaginare, di sognare, di pensare a idee nuove..
 

“LE MOTOCICLETTE NON VOLANO!!” gridò Zio Vernon, quando mi lasciai scappare il sogno che avevo fatto.
Dudley e Piers ridevano sottovoce e io mi sentivo umiliato e mortificato.

Sentii gli occhi lucidi. Le lacrime che cercavo di trattenere per non sentirmi ancora più umiliato.
 




Caro diario, sono ancora scioccato. Quando sono andato allo zoo, ho parlato con un serpente e due minuti dopo la teca del vetro è sparita e il serpente è uscito dalla teca, dicendo che stava tornando in Brasile.
Era nato in cattività. Non aveva mai visto il Brasile e io mi ero dispiaciuto per lui.

Chissà se riuscirà ad andarci..mi piacerebbe molto…

Sono stato io a farlo? Per farlo andare via?

Ma io chi sono davvero? Perché riesco a fare queste cose? È forse magia la mia? Ma i maghi non esistono, giusto?
Però mi piace. Mi piace credere di essere…speciale.
 
 
 
 
Lettere:

Caro diario, la gioia che mi prese quando vidi che c’era una lettera indirizzata a me, che qualcuno avesse speso del tempo per scrivermi due righe..non me la scorderò mai.
Sono rimasto a fissare la busta contemplando la sua bellezza e l’inchiostro verde smeraldo, per momenti che sembravano infiniti.
Ma i Dursley dovevano sempre rovinare tutto.

Mi impedirono anche solo di leggere quella lettera, senza conoscerne neanche né motivo né contenuto.
La saga delle lettere portò una sferzata di cambiamento nella nostra vita. Non avevo mai visto i Dursley così sconvolti come in queste settimane. Continuavano ad arrivare lettere a mio nome e mio zio continuava a fare il possibile per non farmele leggere.
Pensai qualunque cosa, anche che fossero scritte dai miei genitori che in realtà non erano mai morti..o da parte di una sorella che non sapevo di avere.

Fino a quando mio zio non decise, esasperato, di portarci su una brutta catapecchia appollaiata su uno scoglio.

Si gelava e avevo l’idea che sarebbe stato ancora peggio lì dentro, ma non avevo alternativa.

Mi entusiasmava però questa cosa. Mai in vita mia, mi sono sentito così importante.
 
 
 
 
Hagrid:
Quando Hagrid mi trovò, pensai che non avevo mai letto i libri di Narnia, eppure Hagrid mi ricordava qualcosa di quel mondo. Strano, no? è venuto in quella catapecchia e cominciò a trattar male e insultare i Dursley, e già questo sarebbe bastato a farmelo amare..ma poi, mi diede quella torta. Nessuno mi aveva mai regalato una torta, prima d’ora. Mi veniva da piangere, quando me la consegnò.
Quando mi disse che sono un mago, omisi di averlo sempre sperato..alla fine la mia incredulità era quasi genuina, voglio dire, un conto è fantasticare..un conto la realtà no?
Quando lessi la lettera, mi concentrai, contemplando quella scrittura.

Quando fantasticavo tra me e me sulla magia, mi chiesi spesso come sarebbe stata una cosa DAVVERO magica. Continuavo a guardare le lettere di quella lettera, aspettandomi quasi di vederle scintillare e spruzzare colori d’argento o oro. Ma non avvenne. Ma questo non importava. Ero felice.
Hagrid mi raccontò poi la vera storia della mia famiglia. Non erano morti in un incidente d’auto, ma per colpa di un mago. Un mago malvagio.
Hagrid si rivelò così dolce e buono con me, mentre mi raccontava, così dispiaciuto per il triste destino dei miei genitori.
Mi ritrovai, senza volerlo, a lasciarmi sfuggire delle lacrime.

Piansi anche durante la notte e i Dursley, incredibilmente non infierirono.

Forse un po’ d’umanità, ce l’avevano anche loro.

Mi accorsi poi per caso, che anche mia zia aveva pianto.

Non doveva essere piacevole ricordare la morte di una sorella.
 
 
 

Andare a Diagon Alley

 
 
Pensavo che fosse un sogno. Temevo che lo fosse, visto che ogni volta che mi capitava qualcosa di minimamente bello, alla fine mi svegliavo nel mio letto, invece con mia grande sorpresa, Hagrid ERA Lì.
 
Hagrid dormiva appollaiato sul pavimento. Aveva lasciato a lui il suo pesante pastrano per coprirlo. È stato molto carino si ritrovò a pensare , Harry.

Poi vide la catapecchia vuota e un pensiero improvviso gli balenò la testa.

“Hagrid!! Ma dove sono i Dursley??”

“Mpf…li ho portati a casa io..non ci pensare..”

“Ma..come..” ma non c’era tempo per le domande. Un gufo raspava con gli artigli alla finestra e a giudicare dal tono, sembrava molto arrabbiato.

D’altronde la loro insistenza si è vista con la consegna precedente delle lettere.
 
 
 
 
Parlando dei Dursley:

Quando Hagrid e Harry presero posto nella barca, lasciando la catapecchia, Hagrid si preoccupò vedendo Harry un po’ triste.

“Ragazzo, ti vedo triste. Non sei contento di scoprire di essere un mago? Ho detto qualcosa che ti ha offeso, forse?”

“No!” disse subito Harry. “Stavo pensando..ai Dursley..sicuramente me la faranno pagare per questo, quando arriverò a casa..soprattutto per la coda di Dudley.”

“Intendi per colpa mia?” chiese Hagrid.

“No, io non intendevo..” si scusò Harry, ma Hagrid centrò il punto. Era ovviamente contento che Hagrid fosse venuto con quella bella rivelazione, ma ora aveva il terrore di tornare a casa.

“Ragazzo, non puoi farti terrorizzare da quei pazzi per tutta la vita. Ora che sanno che sei un mago, ti lasceranno in pace, fidati di me. Ti rispetteranno. Vedrai.”

Harry però aveva dei dubbi in proposito.

"Ma come faremo con la coda? è un bel problema..non rischia di tradirvi al mondo babbano? Come verrà spiegata alle persone?"

“ Oh, i babbani si rifiutano di vedere la magia anche se ce l'hanno sotto il loro naso. Diranno che è un foruncolo un po' strano o robe del genere e la faranno rimuovere chirurgicamente, non preoccuparti! Mi dispiace, ragazzo. Se avessi saputo che genere di persone fossero, non avrei mai accettato di spedirti da questi qua. Ti avrei tenuto io piuttosto.” Disse.

Harry sorrise teneramente a questo. Chissà come sarebbe stato vivere con Hagrid. Aveva dei dubbi sul fatto che un gigante sarebbe riuscito a crescere un neonato, ma i Dursley non avevano forse cresciuto lui e Dudley? Se ce l’avevano fatta i Dursley..

“Non potevi saperlo. E comunque non ero una tua responsabilità.” Disse Harry, ignorando che anche Albus Silente ci avesse pensato.

Con gran sollievo di Harry, poi, lasciarono perdere la sua triste vita e cominciarono finalmente a parlare di cose magiche.
 
 
 
Tutti conosceranno il tuo nome
 
“Bentornato signor Potter, bentornato” “ Sono Doris Crockford, signor Potter, non riesco a crederci, finalmente la conosco!” “Sono così orgoglioso, signor Potter, veramente orgoglioso!”
 
Finalmente usciamo dal Paiolo magico e ci addentriamo nel piccolo cortiletto all’esterno. Stava cominciando a mancarmi l’aria.

“Ti senti male, Harry?” mi chiede Hagrid.

“No..è solo che non sono abituato a così tante attenzioni..mi gira la testa..di solito la gente non bada a me..”

“Ma è piacevole, no? Sei felice?” chiede Hagrid allegro.

“A dire la verità, non sono sicuro di come mi sento. Credo sia colpa di zia Petunia e la sua avversione per le domande. Alla fine deve averla attaccata anche a me.” rido nervoso. Spero che Hagrid non cominci a giudicarmi anche lui strano.

Ma lui inaspettatamente sorride.

“Te l’avevo detto, no? Te l’avevo detto che eri famoso. Anche il professor Raptor tremava tutto quando ha fatto la tua conoscenza. Va bene che per lui, tremare è normale.”
 
 
 
*

Il mondo magico non era come me lo aspettavo. Era così…concreto. Non avrei mai immaginato che a due passi da Londra esistesse una sorta di città segreta, nascosta da un muretto, in cui era legale comprare cose come calderoni, bacchette magiche, e altre cose del genere.

Avrei voluto avere altre dieci paia di occhi. È come se finora fossi stato sempre cieco e avessi cominciato a vedere solamente ora, il mondo, per com’era realmente.

E il mondo era fantastico.
 
La Gringott era stupefacente. E vedere tutti quei folletti fu incredibile. Avrei voluto parlare con loro, chiedergli come vivevano, ma loro non sembravano badare a me. La cosa mi dispiacque un po’. Ma stavano lavorando.

Hagrid mi disse anche dei draghi a guardia delle camere blindate della Gringott. Mi dispiacque. Dei draghi chiusi in una banca? Avevo sempre pensato ai draghi come a delle creature leggendarie che fossero libere. Mi chiesi se lo fossero anche nel mondo magico e come mai nel mondo babbano, non se ne vedessero traccia.

Ma non mi andava forse di saperlo. Non in quel momento. Avevo la testa che frullava per le troppe domande.
 
 
Edvige:


Con Edvige fu amore a prima vista. Era bella e bianca come la neve, soffice come un peluche. Non avevo posseduto mai neanche un gatto. Un sentimento d’amore potente sgorgò nel mio petto mentre tenevo tra le mie mani la gabbiola con l’animale all’interno.

Oltre a conoscere Edvige, conobbi però anche DRACO MALFOY.

 













Note dell'autrice: 

allora, ragazzi, scrivo anche qui la stessa nota che ho scritto nella storia "il diario di Albus " 

vi spiego, non ho intenzione di riscrivere tutto il libro , tranquilli xd oltre a non essere permesso, non mi verrebbe mai in mente, sarebbe una cosa noiosissima e di una pesantezza allucinante O_O quello che ho intenzione di fare è una cosa moltopiù complessa..e cioè una serie di vari pov con storie distinte..cioè una storia che comprende solo il Pov di albus, una di harry e così via (non comprenderanno tutti i personaggi, ma solo alcuni ) e cercare di coprire tutti i libri, non so se sarà possibile, ma mi alletta molto l'idea..all'inizio l'idea era solo quella di fare un'intera storia con il pov solo di Hermione, ma in realtà siccome quello che voglio fare non è una storia solo di pensieri, ma ad un certo punto inventare anche cose che non sono successe nei libri e stravolgere un pò anche certe coppie, vorrei davvero fare altri pov, non solo quello di hermione!

Da qui l'idea di varie storie diverse con vari pov ma che si allacciano tutte alle storie, infatti faranno tutte parte della stessa serie, anche se le storie saranno divise :3

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Capitolo 2
*** L'incontro con Draco Malfoy! ***


Qui potete trovare il punto di vista di Draco a questo incontro. Le storie sono collegate ^^ :

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3659415&i=1





Non mi sento molto sicuro ad entrare da solo..ma Hagrid non si sente bene..mi sentirei troppo vigliacco ed egoista a chiedergli di accompagnarmi..e poi..sono il bambino sopravvissuto, no? Non potrò mica comportarmi da vigliacco per tutta la vita!”

“Hogwarts, caro?  Ho qui tutto l’occorrente, di là c’è un altro giovanotto che sta provando l’uniforme.” Dice una strega un po’ tarchiata ma dall’aria buona. Leggo il suo nome sul cartellino che porta affisso.: Madama mc Clan.

Sento il cuore battermi forte. La signora ha parlato di un altro ragazzo. Un altro ragazzo che con molta probabilità frequenterà Hogwarts. Finalmente ho l’opportunità di conoscere qualcuno come me. Forse potremmo diventare amici.

Nel retro del negozio, lo vedo. È un ragazzino pallido, dal viso appuntito. è carino, sembra un piccolo lord. Un’altra strega gli sta appuntando con gli spilli, l’orlo di una lunga tunica nera. Madama Mc Clan mi fa salire su uno sgabello vicino a lui.

Mi sembra come di invadere qualcosa di intimo. Un po’ mi sento a disagio.

Inaspettatamente, il ragazzo mi rivolge la parola.

“Ciao. Anche tu a Hogwarts?”

“Sì.”

“Mio padre, nel negozio qui accanto, mi sta comperando i libri e mia madre sta guardando le bacchette magiche, più avanti. Dopo li trascinerò via per andare a vedere le scope da corsa e..”

“Ma sapevo che sono le bacchette magiche a scegliere il mago. Me l’ha accennato Hagrid.”

Il ragazzo sembra sbalordito. Resto a guardarlo per un lungo minuto e penso che si sia quasi offeso. Forse non è abituato ad essere interrotto. Quando sto quasi cominciando a pensare di scusarmi, il ragazzo dice:

“Lo so bene, mia madre è andata solo a vederle..” lo dice con un modo gelido.

“Scusa. È solo che Hagrid mi ha detto di questa cosa e la trovo davvero una cosa..fica..no? Non vedo l’ora di provarla.” Dico io.

Il ragazzo torna a guardarmi, sorridendo.

“Se vuoi, possiamo andarci insieme.”

Non capisco perché, ma il cuore torna a battermi come un tamburo. Direi che è la cosa più originale che mi abbiano mai detto, per fare amicizia. Anche se a dire la verità, nessuno vuole fare amicizia mai con me..forse dopotutto è la cosa che possono dire per fare amicizia, più originale, in generale.

“Mi piacerebbe. È una bella idea.” Dico io sorridendo.

“E comunque, chi cavolo è Hagrid?”

Il suo tono, tornato inaspettatamente brusco, mi spiazza.

“Un..un mio amico..”

“Capisco..comunque parlando di manici di scopa, io non capisco proprio perché mai non possiamo averne di PERSONALI, proprio come le bacchette..penso che costringerò mio padre a portarmene una di straforo.”

Ora mi ricorda in modo inquietante e sgradevole, Dudley..

“E tu ce l’hai un manico di scopa tuo?”      

“No.”

“Sai giocare a Quidditch?”

“No..” chissà di cosa diavolo sta parlando..

“Io sì. Tu sai già in quale Casa andrai a stare?”

No..” Casa? Cosa intenderà per casa? Hagrid non mi ha mai accennato al fatto che avrei dovuto prendere una casa..non dovevamo vivere al castello? Oddio, ho l’ansia..non posso possedere una casa a 11 anni..

“Beh, nessuno lo sa davvero, finchè non si trova lì, no? Ma io so che sarò a Serpeverde. Tutta la mia famiglia è stata lì. I miei ci tengono molto.”

Sto per aprire bocca, per dire che quello che importava era come stava lui e i suoi genitori lo avrebbero sicuramente amato anche se fosse andato a vivere in un igloo, ma lui mi interrompe di nuovo.

“Ehi, guarda quello! “ dice, indicando proprio Hagrid, che aveva in mano due grossi gelati, fuori dal negozio.

“Quello è Hagrid. Lavora a Hogwarts.” Dico io, tutto contento di poter parlare finalmente di qualcosa che so.

Ma il ragazzo si adombra.

“Oh..non sapevo fosse lui il tuo amico. Lo conosco già allora. Dovrebbe essere una specie di inserviente.”

“è il guardiacaccia.” Rispondo, guardandolo torvo. Tutto ad un tratto, la simpatia per questo ragazzo, sta svanendo così com’è cominciata.

“Mi dicono che è una specie di selvaggio. Vive in una capanna nel comprensorio della scuola, ogni tanto si ubriaca, cerca di fare delle magie e finisce con l’appiccare il fuoco al suo letto. Non stargli troppo vicino.”

“Secondo me è forte e geniale. È venuto lui a prendermi, a farmi ricevere la lettera per Hogwarts. Se non fosse per lui, non sarei qui ora, visto che i miei cosiddetti zii, non volevano consegnarmela.”

“Che cosa? Ma che razza di famiglia hai? E perché i tuoi genitori permettono ai tuoi zii di comandare su di te? Se era mio padre, li avrebbe già fatti vol..”

“Perché i miei genitori sono morti. Vivo con loro da quando avevo un anno.”

Queste parole le dico senza guardarlo. Guardando solo in basso.

“Oh, scusa. Ma erano come noi?

“Erano una strega e un mago, se è questo che intendi, sì.”

“Io non penso che dovrebbero permettere agli altri di frequentare, non trovi? Non sono come noi..non sanno quello che sappiamo noi e..”

“Gli altri? Cosa intendi per ALTRI?”

“Beh, voglio dire..”

Sembra che il ragazzo fosse tutto contento di aver acceso il mio interesse, ma a quel punto Madama mc Clan dice:

“Ecco qua caro. Ho finito.”

Il ragazzo sembra disorientato e combattuto, soprattutto perché inspiegabilmente sembra imbarazzato nel farsi vedere a parlare con lui spontaneamente, senza la scusa del vestito.

“Beh..è una cosa lunga. Te la spiego un’altra volta, ok? Magari a Hogwarts.” Dice, scappando.

Scappa via in tutta fretta e mi accorgo che non sapevo neanche il suo nome.

Strano ragazzo.
 
 
 
Caro Diario, l’incontro con quel ragazzo, mi ha scombussolato. Ero triste, perché come al solito mi ero illuso di poter farmi un amico, ma era stato un altro buco nell’acqua, l’ennesima delusione.

“Che cosa c’è?” mi chiese Hagrid.

“Niente.” Mentì io, ma dopo poco vuotai il sacco.
 
“Spero non siano tutti come lui. Ora ho un po’ paura.” Dissi dopo che mi spiegò per bene cosa fossero il quidditch e le quattro case di Hogwarts. A quanto pare erano dei piccoli rifugi all’interno del castello, che comprendevano una sala, un dormitorio e un bagno. Hogwarts doveva essere enorme.

Non avrei mai pensato di incontrarlo poco dopo, di nuovo, al negozio delle bacchette!

















Note dell'autrice: 

ragazzi, vi spiego, il dialogo tra Harry e Draco è metà del libro e per metà ho aggiunto e modificato alcune frasi io ^^ non l'ho fatto perchè non ho inventiva, anzi, per me è molto più facile inventare io i dialoghi di sana pianta, ma in questa storia ci tengo, quando è possibile lasciare certe frasi e dialoghi originali perchè la storia consiste nell'immaginare come sarebbero stati i libri se ci fosse stata la Drarry ^^

è per questo quindi, per mantenere più viva la suggestione, che certe cose ho voluto lasciarle, anche se, se avete notato bene, noterete che ho modificato alcuni dialoghi ^^

non fatemi riportare quali, verrebbero delle note lunghissime e incasinate xd chi ha letto i libri penso sappia già quali ^^

comunque continuo a ribadire che non penso di infrangere nessun regolamento perchè ho specificato già che in questa storia manterrò intatte alcune citazioni, senza tuttavia copiare dal libro, infatti nel prossimo capitolo vedremo qualcosa che non esiste nel libro. Harry che assiste alla consegna della bacchetta di Draco *_*

Io comunque, specificherò sempre quando andrò a prendere scene inventate da me e quando no ^^

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Capitolo 3
*** Il secondo incontro con Draco, nel negozio di bacchette ***


per sapere anche il pov di Draco dopo che escono dal negozio di bacchette, guardare qui: ^^ (ma solo dopo aver letto questo capitolo)

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3659927&i=1





“Buon pomeriggio.” Disse Harry, entrando nel negozio di Olivander, il proprietario del negozio di bacchette.

Il signor Olivander però non guardava lui. Era impegnatissimo a mettere a posto degli scaffali.

“Prego, si accomodi pure, giovanotto, sono da lei in un attimo.”

Harry sbuffò e sempre più a disagio, imboccò un piccolo corridoio con decine e decine di scaffali.

Lì incontrò Draco.

“Seguitiamo a incontrarci, vedo.” Disse il biondo.

“Sì. A quanto pare.” Disse Harry con un sorriso.

“Eh dai, fammelo un sorriso. I tipi tristi mi smontano.” Disse Draco, sorridendo, sempre avvicinandosi, sembrava tutt’altro che smontato.


Harry sorrise timidamente, guardando in basso. Olivander sembrò trovare proprio quel momento per dirgli di sbrigarsi a venire a scegliere la bacchetta.

Harry per la fretta di tornare da Olivander, mise un piede in fallo e sbattè la testa duramente contro uno scaffale.

Draco gli corse subito in soccorso.

“Va tutto bene?” gli chiese, aiutandolo ad alzarsi dal pavimento, tirandolo su per le braccia.

“Sì…io..” disse Harry, ma vide poi Draco sgranare lo sguardo, guardandogli la fronte.

“Che…che c’è?” gli chiese Harry, sentendosi a disagio. Draco lo stava guardando a bocca spalancata e occhi sgranati.

“Tu…tu..sei…” disse, lasciando la frase a metà, mentre Harry era ancora a terra e Draco lo teneva ancora per le braccia.

“Per gli Dei dell’Olimpo, sei Harry Potter!!” disse Olivander, vedendo anch’esso la cicatrice di Harry.

Harry avrebbe voluto scomparire direttamente nel pavimento, ma annuì.

“Mi dispiace dire che sono stato io a vendere la bacchetta che ha fatto questo.” Disse, toccando la sua cicatrice. “Tredici pollici e mezzo. Una bacchetta molto potente..nelle mani sbagliate..se solo avessi saputo che cosa sarebbe andata a fare per il mondo..”

“Avrebbe preso un’altra bacchetta..il male, se vuole fare del male, trova sempre la strada..” disse Harry, amaramente.

Olivander scambiò un’occhiata ammirata con Hagrid.

“è anche molto saggio, il mio ragazzo.” disse, dandogli una scrollatina ai capelli e guadagnandosi l’occhiata infastidita di Draco.

“Okay, okay, direi che è giunta l’ora di iniziare. “ disse Olivander, non facendo più nessun caso a Harry.
 
 
 
Olivander mi misurò dappertutto con il suo metro a nastro, mentre mi spiegava con cosa venissero fatte le bacchette. Peli di unicorno, penne di code delle fenici, corde del cuore di draghi.. mi ha detto che non esistono due bacchette uguali.. poi mi fece provare diverse bacchette. Me ne fece provare molte, tante che sentii il bisogno di scusarmi con lo strano ragazzo accanto a me.

“Mi dispiace..” dissi.

Il ragazzo fece spallucce però. “Non pensarci. E poi..avevamo un appuntamento, no?” mi disse, facendomi l’occhiolino.  Io sorrisi, poi presi l’ennesima bacchetta e questa volta fu diverso.

Avvertìì un calore improvviso alle dita, la alzai sopra alla testa, sferzai l’aria polverosa e una pioggia di scintille rosse si sprigionò dalla bacchetta, come fuochi d’artificio, colpendo diverse scatole che finirono a terra.

“Mi dispiace, mi disp..” dissi mortificato, mentre una bacchetta finiva ai piedi del ragazzo accanto a me.
 
“Non dispiacerti, sei andato alla grande, signor Potter! Agrifoglio e piume di fenice, undici pollici, bella flessibile. Certo che la cosa è molto strana.”

“Scusi, ma che cosa c’è di strano?”

“Ricordo tutte le bacchette che ho venduto, signor Potter. Si dà il caso che la fenice, dalla cui coda proviene la piuma della tua bacchetta, abbia prodotto un’altra piuma, una sola. È veramente molto strano che tu sia destinato a questa bacchetta, visto che la tua gemella…ti ha procurato quella cicatrice.” Disse Olivander, indicandola.

“Adesso basta. Ha fatto il suo show, ora tocca a me, non crede??” chiese Draco arrabbiato. Harry si voltò di scatto, chiedendosi se fosse tanto arrabbiato solo per quello o gli dava fastidio sentire parlare di Voldemort.

Draco aveva in mano la bacchetta e nel momento in cui aveva parlato e preso la bacchetta, si ripetè la stessa cosa che aveva preceduto la bacchetta di Harry. La bacchetta che Draco teneva in mano, diventò incandescente e quasi arrostì un angolo del negozio.

“Credo..che abbiamo trovato anche la tua bacchetta, ragazzo.” disse Olivander scioccato.
 
 
 
Pagai la bacchetta in fretta e furia senza quasi guardare quello strano ragazzo, che ormai mi spaventava più di me stesso.

Ci eravamo incontrati nel negozio di Olivander, proprio come lui aveva chiesto e come entrambi avevamo stabilito, senza saperlo. O forse lui sì? Sapeva che stavo arrivando? Mi spiava, forse?

E poi è stato uno dei pochissimi a scoprire la mia cicatrice, voglio dire, uno dei pochi che l’ha scoperta perché ho permesso di avvicinarsi così a me.

E poi la cosa strana che ha fatto quella bacchetta… era come se..come se avesse TROVATO quella sua, ma una cosa del genere è impossibile, vero? E poi COME mi ha guardato, quando ha scoperto chi sono..


Era sconcertato? Deluso? Arrabbiato? Non so niente di quel ragazzo. Forse è stato uno sbaglio dargli tutta quella confidenza.
 

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Capitolo 4
*** i Dursley scoprono un nuovo mondo ***


L’ultimo mese trascorso con i Dursley fu…strano.

I Dursley, appena tornai a casa, sembravano per la metà offesi a morte, per la metà preoccupati. Quando tornai, dovevano ancora cenare. Incredibilmente mi avevano aspettato e quando finalmente cenammo insieme, zia Petunia scoppiò a piangere in modo isterico, accusandomi di volergli far perdere anche un nipote, oltre ad aver perso anche una sorella!

Ci misi un po’ a considerare che il nipote dovevo essere io!

Zia Petunia era preoccupata per me??

Zio Vernon mi fulminò con lo sguardo, quando la zia scappò nella loro stanza in lacrime. Mi guardò e sembrava che avesse gli occhi lucidi.

“Perché vuoi farci soffrire in questo modo, ragazzo?”

“Ma..io..”

“No. No! Noi ti abbiamo accolto..e tu..”

Non aveva detto altro.
 
Io ero stupefatto. Non sapevo come risolvere la situazione. Guardavo Dudley che sembrava ancora offeso con me.

“Mi dispiace per la coda..” ammisi sinceramente.

“Puoi togliermela..”? chiese un po’ timidamente.

“Io non so come si fa..” dissi vergognandomi.

Dudley mi guardò come se fossi impazzito.

“Se non ci riesci..non sei un vero mago..e se non lo sei, mamma e papà potranno perdonarti.” Disse con l’aria di una grande rivelazione.

“Temo che non funzioni proprio così, Dudley..” dissi, sospirando.
 
 
 
Dormii a malapena. L’adrenalina mi tenne sveglio tutta la notte, per cui affrontai il mattino – e gli zii – con aria spaventosa. Mi facevo paura da solo.

“Dobbiamo parlare.” Dissi arrivando in cucina.

Vidi Zio Vernon trattenersi dal dire qualcosa, forse la solita lamentela sui capelli, ma si trattenne.

“Ascoltate, lo so che vi ho fatto tribulare da quando sono arrivato qui da voi..so di essere sempre stato strano e di avervi causato sempre problemi..ma se ero..se sono diverso, se sono un mago, non posso farci niente. È la mia natura.”

“Non hai mai fatto niente..per combatterla. Nessuno..sforzo..” disse zia Petunia, tirando su col naso.

“Ho cercato sempre di insegnarti ad usare la testa, a pensare con razionalità, tu no, sempre con la testa tra le nuvole! Se c’era una qualche possibilità che ti passasse, in questo modo hai solo..” cominciò a sbraitare zio Vernon.

Non avrebbe potuto mai passarmi! Sono nato così!” gridai anche io, arrabbiato per tanta ignoranza.

“Sono sciocchezze! Hai alimentato tu stesso questa cosa insana! Lo sai che quello che fai è contro natura eh? Lo sai? Lo sai che quelli come te, una volta li bruciavano, eh??”

Questo sembrò troppo anche per zia Petunia, che inaspettatamente si mise in mezzo.

“Vernon, basta così, adesso.”

“ma Petunia…non vorrai mica acconsentire a mandarlo in quella scuola..in quel..manicomio..hai visto cos’hanno fatto a nostro figlio..”

“Se Harry è così…noi non possiamo farci niente..”

Non era proprio come un complimento, ma era la cosa più carina che le avessi mai sentito pronunciare dalla sua bocca.

“Grazie.” Dissi. “Un’ultima cosa..il 1 settembre..ehm..devo essere a King’s Cross..per andare..a Hogwarts..”
 
Mi fulminarono con lo sguardo, entrambi arrabbiati.

“Ti sembra il momento?” disse zia Petunia.

“Lo fai apposta per farci arrabbiare?” disse di rimando Vernon.

“Mi dispiace!” mi giustificai io. “Ma devo assolutamente partire il 1 settembre, per non perdere il treno. Dovete saperlo.“

“E quando tornerai?” chiese zia Petunia.

Rimasi zitto per qualche secondo.

“Ragazzo, tua zia ti ha fatto una domanda.” Disse zio Vernon.

“Io..resterò via per tutto l’anno..”

Silenzio.

“Ma..posso tornare..per le vacanze..se vorrete..o restare lì..” dissi mortificato.

“Domani ti accompagneremo a Londra.” Disse zio Vernon, con uno strano tono, che sembrava dispiaciuto, mentre zia petunia mi guardava con una sorta di strano sguardo vacuo.

Erano davvero dispiaciuti?
 
 
 
 
Fu un mese molto strano. Zio Vernon e zia Petunia sembravano aver abbattuto il muro invisibile che per tanto tempo si erano costruiti addosso per fingere che la magia non esisteva e mi riempirono di domande sul mondo magico. Certo, sempre con uno stile passivo – aggressivo, ma sembravano genuinamente curiosi.

Soprattutto sul denaro magico. Erano rimasti sbalorditi nel sapere che possedevo una piccola fortuna, ma un po’ infuriati nel venire a conoscenza del fatto che non avrebbero potuto comunque utilizzarla nel mondo babbano.

“Tutto a un tratto il mondo magico riserva qualche attrattiva eh?” dissi un giorno ridacchiando, cercando complicità. Mi fulminarono con lo sguardo.

Qualche volta però zio Vernon era addirittura spiritoso.

“Strano mezzo, il treno, per raggiungere una scuola. Dì un po’, i tappeti volanti hanno forato?”
 
Per quanto riguardava Dudley e la sua coda, per fortuna era rimasto solo due giorni con quella coda. Hagrid per non farmi avere problemi con i Dursley, decise di venire a casa mia a rimuovere magicamente il danno fatto e i Dursley accettarono perfino che si autoinvitasse a casa per un tè.

Lui per farsi perdonare, portò dei dolci magici squisiti. Harry giurò di aver visto Dudley e zio Vernon mangiarli di nascosto.
 
Poi arrivò finalmente il 1 Settembre!   
 
 
 

Binario nove e tre quarti

Non so quanto dormii. Forse un’ora. L’ansia, l’agitazione e l’adrenalina erano troppe. Finalmente alle 7:00, il mio baule era stato caricato in macchina.

Alle dieci e mezzo avevamo raggiunto King’s Cross. Avevo l’ansia che mi attanagliava. Dentro di me pensavo a chissà come sarebbero stati gli altri ragazzi maghi. Chissà se sarei riuscito per una volta nella mia vita a fare amicizia con qualcuno..

“Ragazzo, dove sarebbe il tuo binario nove e tre quarti?” chiese Vernon all’improvviso, che aveva spinto il baule di Harry personalmente fin dentro alla stazione.

Ad Harry quasi prese un colpo. Sopra un binario torreggiava un grosso numero nove, in plastica e su quello accanto un altrettanto grosso numero dieci sempre in plastica, ma tra i due, niente.

“è uno scherzo, Vernon?” chiese zia Petunia spaventata.

“Questo dobbiamo chiederlo al ragazzo, Petunia.” Rispose lui.

“Io..io non ne so niente..lo giuro!!” disse Harry impanicato.

“Quelli della tua specie non ti hanno spiegato questa cosa che ha tutta l’aria di essere una FARSA?” gridò Vernon, attirando su di sé qualche occhiata dei passanti.

“Vernon, ti prego, non gridare..” lo scongiurò zia petunia.

“Sentite..” disse Harry, cercando di non farsi prendere dal panico. “Avete fatto abbastanza..lasciatemi pure qui e andate pure..io resterò qui e cercherò di andare a fondo della faccenda..” disse infine, malgrado l’idea di restare lì da solo, senza aiuto, lo faceva tremare un po’ di paura, ma era chiaro che i Dursley non erano di nessun aiuto.

Zio Vernon lo guardò peggio di come l’aveva guardato quando Hagrid aveva rivelato che era un mago.

Per sentirle poi dalla polizia quando ti riporteranno a casa, dandoti per disperso?? No, col cavolo!! Tu vieni a casa con noi ADESSO! Abbiamo sopportato fin troppe buffonate fino adesso, ma ora BASTA!”

“Zio Vernon…io..” Harry quasi trovava positivo che zio Vernon si preoccupava di lasciarlo lì da solo, ma doveva darsi una calmata. Si pentì all’istante di non aver trovato il modo di andare da solo in stazione.

E non metterai mai piede in questa scuola di buffoni! È mai possibile invitare a prendere il treno su un binario che non esiste?? Solo uno sciocco come te potevano abbindolare! Questi sono tutti scemi! La prossima volta che arriverà Hagrito  o uno della loro congrega, le sentirà da me, altro che invitarlo a casa a bere tè e biscotti!!”
 
“Pieno di zeppo di babbani, figurarsi…”



Harry riuscì miracolosamente a sentire quella frase in mezzo a tutti i rimproperi di zio Vernon. Non sapeva se la voce seccata della signora che aveva parlato, era per via delle urla di zio Vernon..probabilmente sì..ma..realizzò d’un tratto, la signora aveva detto : babbani.

“Aspettate, aspettate..forse quella famiglia è come..come me..sono dei maghi..sono sicuro..” disse indicando una signora con uno squadrone di figli al seguito.

Vernon, Petunia e Dudley rimasero sbigottiti. Harry sapeva che Vernon era diviso tra l’idea di scappare e la voglia di dirne quattro anche a loro, ma Harry era troppo smanioso per aspettare la sua reazione, quindi si avvicinò alla famiglia, che continuava a guardarlo con curiosità.

“Salve, ragazzo..è la prima volta che vai a Hogwarts? Anche Ron è nuovo.” Disse Molly sorridendo con dolcezza a Harry.

“Sì..” disse Harry, lanciando un’occhiata curiosa e imbarazzata a Ron, che doveva avere la stessa età di Harry. Era un ragazzo dai capelli rossi, lentiggini e occhi azzurri. Vide che Ron ricambiò l’occhiata, fissandolo dritto e sentì un’elettricità pervaderlo. Era raro che gli altri ragazzi guardassero Harry negli occhi, con curiosità, come se non gli dispiacesse l’idea di conoscerlo. Era contento di questo. “Sì..eh..il fatto è che non so..come..come..”

“Come raggiungere il binario?” chiese la donna gentilmente.
“Sì..” rispose Harry mortificato.

“È facile..non ti preoccupare..devi solo camminare dritto in direzione della barriera tra i binari nove e dieci..non ti fermare e non aver paura di andare a sbatterci contro..questo è molto importante..” disse la signora, che si chiamava Molly.

“Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito!! “ esplose la voce di Zio Vernon.
 
Tutta la famiglia si girò verso di noi e io volevo scomparire dall’imbarazzo…

“Voi dovete essere i suoi..” cominciò Molly, ma Vernon la interruppe.

“È nostro nipote!! E già così dà un mucchio di problemi! Non aggiungetecene altri, consigliandogli di rendersi ridicolo davanti a tutte queste persone, questa giornata è cominciata già malissimo!” sbraitò zio Vernon.

“Mmm credo di capire..voi dovere essere babbani e.. oh..lei non deve avere un carattere facile..è un tipo piuttosto fumantino, vero?” disse Molly.

“Come..come si permette di..”

“Vi dimostro subito che noi non siamo una branca di buffoni. Percy, puoi andare avanti tu per primo, per favore?”
 

Quello che sembrava il maggiore, si avviò verso i binari nove e dieci. Il ragazzo acquistò velocità, ma proprio nel momento più bello, un folto gruppo di turisti si mise in mezzo a interrompere la visuale e quando finalmente si tolsero di torno, il ragazzo era già sparito.

“Maledizione..non immaginavo..va bene, riproviamo..Fred, George..tocca a voi..Fred, prima tu.” Disse Molly.

Harry si mise a guardare due gemelli sempre dai capelli rossi, identici in tutto e per tutto.

“Ma io non sono Fred. Sono George: Parola mia, donna, e dici di essere nostra madre?”

“Scusami, George, Caro..”

“Te l’ho fatta, io sono Fred!!” disse il ragazzo, avviandosi. “Sbrigati!!” gli gridava il gemello, anch’esso divertito. Dopo pochi istanti, passò anche l’altro gemello.


Harry era divertito e incuriosito dai gemelli. Gli stavano già simpatici.
 
La ragazzina con i capelli rossi che era con la madre disse:

“Mamma, posso andare anch’io..”

“Tu sei troppo piccola, Ginny..il prossimo anno..ora veniamo a noi..hai capito come fare?” chiese Molly a Harry.

Per la prima volta parlò anche zia Petunia.

“Ma siete impazziti a fare una cosa del genere..davanti a tutti?” chiese guardandosi intorno.

“I babbani non possono vedere noi che scompariamo attraverso il muro. È una regola magica affissata per preservare il mondo magico. La pupilla dell’occhio non riuscirà a registrare quel momento. È una delle cose che ho letto in Storia di Hogwarts quest’estate.” Disse una voce estranea.
 


Si voltarono tutti verso la voce. A parlare era stata una ragazzina presumibilmente della stessa età di Harry e Ron. Aveva folti, lunghi capelli castani. Mossi e ricci.

“Non prendermi in giro, ragazzina. Sia io, sia mia moglie e mio figlio abbiamo assistito a questa diavoleria.” Disse zio Vernon al suo indirizzo.

La ragazzina incrociò le braccia, sbuffando.

“Avete potuto vederlo, perché evidentemente lei o sua moglie, compreso l’altro ragazzo – disse indicando Dudley – avete un legame di sangue con lui  - disse ancora indicando Harry. “

“Harry, è mio nipote. Mia sorella era una strega.” Disse zia Petunia, pronunciando per la prima volta, quella parola.
Sembrò che la ragazzina si sentì mozzare il fiato. Harry sospirò. Probabilmente aveva già capito che era il prescelto.

“Beh, io non ho nessun legame con…con loro..” disse Vernon, indignandosi.

“Ma ha un legame con lei.” Disse Hermione esasperata indicando Petunia. “E questo basta a creare un ponte tra il mondo magico. Vuol dire che anche se è babbano, se ha un’esperienza diretta con la magia, può vederla. Ora scusatemi, ma dovrei andare anch’io.” Disse ormai stufa di quella discussione. La ragazzina si girò ad abbracciare e baciare quelli che dovevano essere i genitori e dopo poco scomparì anche lei.
 
“Vai, ragazzo. Prima di Ron.” Lo incoraggiò Molly.

Harry si voltò verso i Dursley che sembravano più imbestialiti che mai, ma ancora non intenzionati ad andarsene.

Beh, almeno non l’avevano lasciato completamente allo sbaraglio. Si comportavano quasi come esseri umani.

“Allora..ci vediamo..” li salutò.

Loro fecero un accenno di saluto. Dudley lo agguantò per la manica del giubbotto dicendo:

“Porta ancora qualcuno di quei dolcetti che ha portato quel gigante.”

Harry sospirò. Forse i dolci sarebbero stati un buon ricatto per costringere Dudley finalmente a lasciarlo in pace.

“Se farai il bravo..vedremo..” era la prima volta che poteva dire una cosa del genere senza il timore di venire picchiato. Le cose stavano migliorando alla grande!
 
“Vai, ragazzo..poi farò una chiacchierata con la tua famiglia..” disse Molly conciliante. Harry sentì un groppo in gola. Se con quelle parole voleva convincerlo ad andare, lo stava convincendo del contrario..ma si fece coraggio e andò dritto verso il muro, sorprendentemente non sbattendo contro di esso.

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Capitolo 5
*** Una piccola delusione ***


Una tempesta di sentimenti contrastanti mi aveva preso, da quando avevo incontrato quello che scopro chiamarsi Draco Malfoy, fino ad oggi.

Avevo avuto tempo di pensarci su. Nel nostro primo incontro, era praticamente scappato via dal negozio di Madama Mc Clan, invece nel secondo incontro..si trovava nel negozio di bacchette, da Olivander, buttando lì la battuta che avevamo un appuntamento..ma con ogni probabilità mi stava solo prendendo in giro. Era capitato lì per caso nel negozio di bacchette, non mi stava aspettando.

E poi quelle cose sgradevoli su Hagrid…e ora su Ron.. e lui che adesso vuole la mia amicizia solo perché ha saputo che sono il Prescelto.

Non l’avrebbe voluta altrimenti. Non ha fatto altro che sfottermi da quando mi ha conosciuto. Li conosco i tipi come lui. E io un altro Dudley tra i piedi..farmi mettere i piedi in testa da un altro..bullo? No. Non più.
 
Mentre racconto del mio incontro con Draco Malfoy, a Ron e Hermione, sento a malapena i loro sbuffi di disapprovazione.

Mi sento dispiaciuto.

“Ho sentito dire della sua famiglia..sono stati tra i primi a tornare dalla nostra parte, dopo che Tu – Sai – Chi è  scomparso. Dissero che erano stati stregati, ma papà non ci crede, conosce il padre..non gli serviva una scusa.” Dice Ron.

Mi sento quasi privo di forze. Forse sono troppo sensibile, tutto sommato.Troppo..empatico..mi sono sbagliato sul conto di Malfoy..e va bene, capita a tutti. Una delusione in più, cosa vuoi che sia.
 






















Note dell'autrice: questa mia storia è collegata principalmente alla mia storia Draco 2.0 e harry fa questi pensieri sul treno perchè c'è stato un altro incontro con  draco sul treno, che potete leggere qui:

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3661548&i=1

Grazie a Teamfreewill che mi ha avvisato che era il caso di mettere il link :pp

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Capitolo 6
*** Biscotti al cioccolato e nuovi Cercatori ***


Dopo il biglietto di Hagrid, Harry non aveva ricevuto più missive, cosa che ovviamente Malfoy non aveva mancato di notare.

Passava vicino al posto dove era seduto lui, con un sorriso divertito sulla faccia.

Una mattina, Harry con grande gioia, vide Edvige portargli qualcosa.

Aprì il biglietto e notò con disappunto che era un biglietto di Malfoy.
 
Il cucciolo Potter si sente solo? Fa così tanta tenerezza che ho pensato di scrivergli io tre righe.

AH, AH, AH.

Harry appallottolò il biglietto e lo fece volare via, cercando di centrare la testa di Malfoy. Non ci riuscì, ma beccò Goyle, scatenando le risate di Malfoy.
 
Qualche giorno dopo, arrivò un altro biglietto.

Il professore di Pozioni ce l’ha con te, Potter? Povero cucciolo.

Prendi un biscotto dai.

Harry, anche se infastidito, assaggiò il biscotto al cioccolato e non era niente male.
 
“Comunque, io adoro i pasticcini al miele!” gli disse al suo indirizzo, passando vicino al suo tavolo.

“Ma certo, il cucciolo ama il miele. Ti porterò anche delle api dentro la prossima volta!”

Ma Harry fece un sorriso compiaciuto. In fondo Malfoy non era così terribile se arrivava a regalargli dolci. Doveva solo essere informato meglio su cosa gli piaceva.
 
 
 
Naturalmente Harry cambiò subito di nuovo idea, dopo l’inseguimento a cavallo dei manici di scopa per riportare la ricordella a Neville.



Fortunatamente La Mc Granitt rimase molto sbalordita da come Harry riusciva a volare su un manico di scopa e decise di inserirlo nella squadra di Quidditch di Grifondoro come Cercatore.

Non riusciva ora ad avercela con Malfoy più di tanto, considerato che anche se in un modo molto contorto, era merito suo, tutto sommato.

“L’ultimo pasto, Potter? Stai per prendere il treno e tornare dai babbani?” chiese Malfoy, ma non sembrava contento.

“Non direi..anzi..” Harry non potè fare a meno di sorridere.

“Anzi? Anzi, cosa?” chiese Malfoy, venendo avanti.

Harry avrebbe voluto dirgli che per merito suo, ora era nella squadra, ma doveva mantenere il segreto. L’aveva promesso.

“Niente, niente..”

“Quindi, non sei espulso, eh? Per i Grifondoro si fanno trattamenti preferenziali, a quanto pare. Potrei perfino sollevare un’inchiesta.”

Harry si mise a ridere per la parola.

“Che c’è? Non credi ne sia capace?”

“Senti, ma perché ce l’hai tanto con me? Perché non mi lasci in pace?”

Malfoy si mise a ridere.

“Vuoi che ti lasci in pace? Battiti con me. Da solo. Stanotte. Un duello tra maghi, soltanto bacchette. È così che si risolvono i problemi tra uomini, tra uomini veri. Beh, che c’è,non hai mai sentito parlare di torneo tra maghi?”
 
 
 














Note dell'autrice: 

Draco che manda bigliettini e dolci ad Harry l'ho inventato io ahha xd e anche il dialogo sul duello è stato un pò modificato da me ^^

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Capitolo 7
*** Sfuriata ai tavoli delle due case - c'è stato un tradimento o no? ***


Harry aveva ancora l’adrenalina a mille per via della notte passata a passeggiare per il castello con Ron e gli altri due guastafeste Hermione e Neville, per la fuga pazza e l’incontro del cane a tre teste, ma la cosa che più l’aveva agitato dentro, era stato il pacco incredibile che gli aveva mandato Malfoy.

Se non fosse stato per lui e la sua mania stupida di tirare scherzi e farlo espellere, niente di tutto quello sarebbe accaduto.

Gazza stava per scoprirli..se ci pensava, si sentiva ancora ribollire il sangue.

Si avvicinò carico di quella rabbia, al tavolo dei Serpeverde, mentre stavano ancora facendo colazione.

Malfoy sembrava nero, ma non aveva idea che Harry era ancora più nero di lui.
 
I vigliacchi riescono a fare colazione alla mattina? Hanno lo stomaco leggero? Non l’avrei mai detto, è incredibile!” disse arrabbiato all’ennesima potenza.

Malfoy restò sbalordito da quella sfuriata, ma si riprese immediatamente.

“Potter..ti conviene filare e non dire un’altra parola, non ti conviene. Oggi sono di pessimo umore..”

“Oh, ma davvero?? Il principino è di cattivo umore?? Beh, mi dispiace tanto, principino! Ma mentre della gente aspettava che il principino mantenesse la parola per affermare il suo coraggio, io e i miei compagni stavamo quasi per farci espellere per colpa sua, spero che la cosa ti diverta!!”

“Potter..” sospirò rumorosamente Malfoy, mentre tutto il tavolo dei Serpeverde stava ridendo.

“Ho finito, ma volevo dire un’ultima cosa. Non azzardarti mai più a rivolgermi la parola. Per te io ora non esisto più, chiaro? Abbiamo chiuso!”

Malfoy rise a squarciagola, assieme agli altri Serpeverde, mentre Harry se ne andava imbestialito.

“Non abbiamo mai cominciato, Potter!” disse.

E Harry dovette ammettere suo malgrado, con una punta di fastidio, che aveva ragione.

Quando tornò al tavolo dei Grifondoro, però, Malfoy divenne una maschera di rabbia.
 
 
 
Harry stava raccontando la sfuriata di poco prima al tavolo dei Serpeverde, quando all’improvviso si avvicinò Malfoy con la furia di una tigre, sbattendo un pugno sul tavolo.

Hermione era seduta vicino a Harry e Ron per discutere ancora della cosa successa ieri e tutti e tre sobbalzarono.

“La colpa è tutta tua, schifosa mezzosangue!!”

Harry e Ron si girarono prima verso Malfoy e poi verso Hermione, guardandola a occhi sgranati.

Se tu non fossi andata a spifferare ai quattro venti che Potter e Weasley volevano andare in giro di notte, Gazza non avrebbe sentito con le sue orecchiacce da falco e non avrebbe deciso di venire a fare una visitina..” disse sottovoce e sommessamente per non far sentire agli altri.

“Cos..Gazza..ha..” balbettò Hermione.

“Me ne sono accorto solamente per caso, perché lo stava raccontando al suo gattaccio ed è stato solo per miracolo che non mi ha scoperto!! E che cosa pretendevate mh? Che rischiassi IO di farmi espellere, per venire a dirvelo di persona? Ho cercato di mandarvi un gufo, ma a quanto pare, ad una certa ora, chiudono tutto!” disse Malfoy riferendosi alla guferia.

Harry cercò di figurarsi Malfoy che cercava invano di aprire le gabbie degli uccelli, mentre Ron scoppiava a ridere, irritando ancora di più Malfoy , soprattutto perché ora ci si stava mettendo anche Hermione che stava cercando di dire a Malfoy come fare per ottenere un permesso speciale in condizioni di emergenza.

“Basta! Stai zitta! È tutta colpa tua e della tua lingua lunga! Non osare parlarmi mai più, hai capito? E tu, Potter..” disse Malfoy, indicandolo con un dito. “Hai osato cercare di screditarmi con i miei compagni, facendomi passare per quello che non sono. Tu avrai pure chiuso, ma io non ho per niente chiuso con te!”

“Ma cosa..” disse Harry.

Visto che ti piace frequentare questa gentaglia che ti mette in pericolo, farò di tutto per renderti il tuo soggiorno, IMPOSSIBILE.  Buona colazione.” Disse quelle ultime parole con il sorriso sulle labbra, appoggiandosi con le mani sul tavolo per poi andare via.






Caro diario...sono stato contento per un millesimo di secondo, che Malfoy non ci aveva traditi, ma la mia gioia è durata poco..

mi ero appena fatto un nemico pericoloso a Hogwarts

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Capitolo 8
*** Primo anno: Il boccino, Neville, Norberto e l'unicorno ***


Harry e l'amore per il boccino



“Mi piace questa palla.” Erano state queste le prime parole che Harry aveva usato quando aveva visto il boccino per la prima volta.

Da quel momento, non aveva smesso di andare a cercarlo, di mirarlo da lontano, poco prima che venisse rinchiuso insieme agli altri oggetti del Quidditch.

Era stato lui a suggerire a Baston di non imprigionarlo, ma di lasciarlo volare via almeno all’interno del giardino di Hogwarts, di non farlo sentire prigioniero.

Baston lo prendeva in giro.

“Ma Harry! Non è mica un uccello! E se non torna più? Guarda che sti boccini costano un occhio della testa!” aveva detto Baston suscitando l’ilarità degli altri Grifondoro.

Ciònonostante valutò la proposta di Harry, per vedere se era possibile. Se il boccino si sentiva rilassato, era anche più probabile che desse il meglio di sé durante le partite, viceversa, se era stressato, non lo avrebbe fatto, non avrebbe volato bene.
 


Alla fine il boccino superò la prova, dimostrando che ci si poteva fidare, che non sarebbe scappato, anche se spesso Baston pensava fosse sparito, visto che non lo trovava più e si confermava essere spesso con Harry, che lo accarezzava mente il boccino faceva le fusa e sbatteva le ali felice.

“Guardate che roba, Potter si è comprato un cane!!” sghignazzava Malfoy, ma Harry era sicuro che fosse geloso. Non si era mai visto un boccino affezionarsi a un giocatore prima d’oro.



Passata l’ilarità, Draco gli diede seriamente problemi, quando disse che non era ammissibile un simile trattamento di favore e che se il boccino era legato a Potter, lo avrebbe favorito durante le partite, facendolo vincere e facendosi acchiappare.

Questa teoria fu smontata tuttavia da Baston, che disse a chiare lettere che tutti i boccini erano imparziali. Erano stati programmati per esserlo.
 
Quando però Harry vinse la sua partita, quasi inghiottendo il boccino, ebbe paura che la sua adorata palla non sarebbe mai più tornata, perché aveva ora paura di lui.

Ma il suo timore era del tutto fondato. Il suo adorato boccino gli restò lontano soltanto per due settimane, per poi tornare a fargli visita, con grande contentezza di Harry.
 


“Quant’è bello vederlo sfrecciare nella sala comune. Sembra illuminare tutta la stanza.” Diceva Harry ai suoi amici Ron ed Hermione.

“Sì, ma secondo me non è prudente. C’è sempre qualche scemo che cerca di infastidirlo.” Disse Ron, alludendo ai loro compagni che ipnotizzati dal boccino, cercavano di acchiapparlo, con scarsi risultati.

Hermione rise divertita, di fronte all’ennesima caduta di Seamus.

“Non preoccupatevi. Il boccino sa difendersi molto bene dagli attacchi.” Disse Hermione.




Neville e la questione di Norberto



Harry non riusciva a chiudere occhio. Neville piangeva singhiozzando, Harry avrebbe voluto consolarlo, ma non sapeva che cosa dire, poi gli venne in mente un’idea per farlo sentire un po’ meglio.

“Senti, Neville…lo so che stanotte è andata davvero male, ma almeno una cosa è andata per il verso giusto. Adesso Norberto starà volando con Charlie ed andrà in Romania con lui. Abbiamo fatto una cosa buona e tu sei stato molto buono a volerci venire ad avvisare.”

“Q-quindi la storia del drago era vera?”

“Ma certo. Sai bene che noi non ti racconteremo mai balle. Non siamo mica come Malfoy, no?”

Neville sembrò sentirsi meglio a queste parole. “Grazie, Harry.” E dopo poco si addormentò.
 


Beato lui che ci riesce pensò Harry, attendendo l’alba con terrore.

Domani i loro compagni avrebbero saputo quello che avevano combinato. Non c’era nessuna possibilità che non si accorgessero dei 150 punti in meno persi in una sola notte.




L'unicorno salvo



Non mi sono mai vergognato così tanto in vita mia da quando abbiamo fatto perdere 150 punti a Grifondoro in un colpo solo, quella notte che siamo andati a liberare Norberto.

È stata colpa di Hagrid se siamo stati puniti, ma sarebbe ingiusto prendersela con lui. Noi abbiamo accettato di farlo, perché Hagrid è un amico e perché volevamo aiutare il cucciolo di drago. Era la cosa giusta da fare. Ovviamente questa cosa non potevamo spiegarla agli insegnanti.

Ron non è stato punito perché non era con noi, perché era in ospedale per via della mano fasciata e questo forse ha fatto la sua fortuna, altrimenti sarebbe venuto con noi e avrebbe preso anche lui il castigo, eppure sembra scontento. Ci ha mostrato solidarietà e voglia di venire con noi nella foresta Proibita. Credo anche questa sia amicizia.

Fa freddo ed è molto buio. Mi consola solo sapere che ci sarà Hagrid con noi.

Quello stronzo di Malfoy. Chiaramente non voleva fare la spia, prima di essere beccato dalla Mc Granitt, ma poteva stare zitto comunque, no?

Deve sempre farsi i cavoli suoi. È una zecca.

Sono contento che si è beccato anche lui la punizione. Un’altra volta impara a cacciare il naso dove non deve.
 
 
 
Mentre ci avviamo, incrociamo due centauri che si mettono a parlare di astronomia.

Sono basito. Non avevo mai visto un centauro e non avevo idea si interessassero all’astronomia e alle stelle.
 
Poco dopo per colpa dell’idiota di Malfoy, ci tocca cambiare i turni. Aveva fatto spaventare Neville e lui dalla paura aveva cominciato a sprizzare scintille rosse dalla bacchetta, agitando tutti.

Mentre camminiamo, se ne viene fuori con una frase strana.

“Come sta il drago? È riuscito a volare via?” chiese dal nulla.

“Sì. Certo, se aspettavamo che arrivassi tu a rovinare tutto, di sicuro no.” ringhio io, non riuscendo a trattenermi.

“Guarda che non volevo fermarvi, ero solo curioso. Non è colpa mia se la Mc Granitt mi ha sorpreso in quel momento. Sarebbe stato giusto se ci andassi solo io di mezzo? In fondo ero fuori dalla scuola per colpa vostra.” Disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Alzo gli occhi al cielo. Era proprio incorreggibile.
 
Di lì a poco avremmo trovato l’unicorno.
Agonizzante, ma ancora vivo, per fortuna.
 
 
  Un altro centauro con chiome biondissime, si avvicina a noi, invitandoci a chiamare aiuto per soccorrere l'animale. Più tardi, Fiorenzo, approfittando dell'assenza di Malfoy, mi avrebbe parlato, invitandomi a salire su di lui, purtroppo non senza interferenze urticanti da parte di Cassandro.

Per aver salvato l'unicorno, avevo guadagnato 30 punti per Grifondoro.





Caro diario, quando ho scoperto che era Raptor il vero nemico e non Piton, mi sono sentito crollare il terreno sotto i piedi. Quest’anno mi ha insegnato che è proprio vero che non bisogna badare alle apparenze, perché, la persona che sembra più fragile e tenera, può nascondere un orco dentro – in maniera letterale – e la persona che sembra il tuo più acerrimo nemico, potrebbe essere la persona che ti salverà.

Ed è proprio così che è andata.

Nonostante ciò, provo tenerezza per Raptor. Lui accennò ad un tempo lontano in cui era pieno di idee sul bene e sul male. Chissà com’era, chissà che uomo era prima che arrivasse Voldemort a fargli il lavaggio del cervello. Nonostante cercò di uccidermi, non riesco a provare odio per lui. Quello che gli ha fatto Voldemort, non lo augurerei al mio peggior nemico e non dimentico come, piangeva singhiozzando perché Voldemort lo torturava e tormentava.

  Caro diario, il sacrificio di mia madre è un marchio che mi rimane impresso nella pelle e che impedisce a Voldemort e ad altri, di uccidermi, una cosa potente come la cicatrice che ho stampata sulla fronte e ogni volta che ci penso, mi viene da piangere.

Questa e altre cose, mi ha spiegato Silente, quando sono rivenuto nell’ospedale.

Sensazioni belle di conforto e sollievo, mi sono arrivate, quando l’ho trovato lì quando mi sono svegliato, a raccontarmi tutto quanto e a rispondere alle mie domande.

Lo considero ormai quasi come una persona di famiglia e vedere che forse dopotutto anche io gli sto simpatico, mi fa molto piacere.

Beh, in fondo, ho salvato o no, la fottutissima pietra?

Certo, se non fosse arrivato in tempo Silente, fanculo al mio ridicolo salvataggio.

Silente dice che me la stavo cavando già molto bene, ma io ricordo di essere praticamente svenuto.

Vabbè. Caro diario, abbiamo vinto la coppa delle cose. Questo, assieme al libro che il mio amico Hagrid mi ha regalato, con le fotografie dei miei genitori, mi ha fatto venir voglia di piangere di nuovo, assieme al fatto che non rivedrò Ron ed Hermione per un bel po’, perché ora torno dai Dursley.

Ormai li vedo un po’ come dei miei fratelli.

Non importa però, ho ricevuto già abbastanza emozioni, da bastarmi per un’estate intera!
















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Capitolo 9
*** Secondo anno: la macchina volante, Aragog, il basilisco, la camera dei segreti, Dobby e Fanny ***


Cardiario

anche quest’anno è ricco di avvenimenti. Sono stato ospite di Ron, il mio migliore amico, per il resto dell’estate. La sua famiglia è straordinaria, ho conosciuto il signor Weasley, il padre di Ron. È un uomo così simpatico con un’ossessione fortissima per i babbani. Purtroppo la mia gioia si tramutò presto in senso di colpa, quando, la signora Weasley mandò una strillettera a Ron, gridandogli che per colpa sua, suo padre sarebbe stato sottoposto ad un’inchiesta!

È successo perché ci hanno beccati a bordo della macchina volante che il signor Weasley ha incantato. Due babbani ci hanno visto e ora il signor Weasley è andato nei guai.

Io ero con Ron, sulla macchina volante. È stata anche colpa mia. Mi sono sentito bruciare dai sensi di colpa perché anche se non avevo avuto io l’idea della macchina, ero con Ron quando è successo, l’abbiamo fatto insieme.

Ho chiesto non so quante volte scusa a Ron, che continuava a dirmi di non preoccuparmi e che sono il suo migliore amico. Questa cosa l’abbiamo fatta INSIEME, non era colpa di nessuno dei due e poi non avevamo davvero altra scelta, visto che c’era una barriera invisibile che ci impediva di passare.
 
Barriera che scopro essere stata messa da DOBBY, l’elfo domestico che già aveva cercato di impedirmi di tornare a scuola quest’anno, facendo lievitare il dolce di zia Petunia e facendomelo spiaccicare in faccia, facendo credere al Ministero che fossi stato io, nella speranza di farmi espellere.

Ad oggi non riesco a capire come ho fatto a non capire subito, che era evidente che doveva essere stato ancora Dobby a mettere quella barriera. Forse l’avevo giudicata una cosa troppo elaborata, chissà come diavolo avrà fatto.
 
Dobby non è l’unica creatura che mi desta preoccupazione però. Ho scoperto che esistono bestie più pericolose degli elfi domestici, come la creatura terrificante che sta facendo tutto questo ai nostri compagni di scuola, pietrificandoli uno dopo l’altro e come la bestia che a quanto pare, Hagrid protegge, perché..trallalà, è stato lui ad aprire la Camera dei Segreti.
 
Quel diario che avevo pescato, emerso dal gabinetto e su cui avevo cominciato a scrivere, l’avevo sentito quasi assurdamente come un nuovo amico, ma la realtà mi piombò diversa e più crudele, qualche momento dopo.
 
È stato solo poco dopo, quando anche Hermione venne pietrificata, che capìì quale era il vero dolore per i veri amici.
Oh, che stupido.

Ma non sarei scoppiato a piangere come quando tutti dicevano che ero l’erede di Serpeverde e piangevo nel letto e Ron veniva da me e mi abbracciava per consolarmi.
Questa volta, sarò forte.




Cardiario

Era Mirtilla Malcontenta, la ragazza che il mostro di Serpeverde aveva ucciso. Com’è piccolo il mondo, vero? La morte di Mirtilla, ha portato a conseguenze molto pesanti nella storia delle case di Serpeverde, è pazzesco constatare come alla fine tutto fa parte di un unico meccanismo del destino.

Caro diario, ancora una volta ho imparato come non tutto sempre è quello che sembra. Non era stato Hagrid ad aprire la camera dei segreti e non era stato Aragog ad uccidere Mirtilla.  Quel mostro e i suoi amici, volevano ucciderci ed è stato soltanto grazie a Thor e alla macchina volante che abbiamo fortunatamente recuperato, che non sono riusciti nel loro intento.

Parte di me, vorrebbe odiare quei ragni giganti, soprattutto il preferito di Hagrid, ma la mia compassione non me lo permette.
 
“Devi capire, Ron, che se tutti ti dicono che sei un mostro, alla fine finisci per diventare quello che tutti credono. Credo che Aragog non abbia avuto una vita felice, perseguitato dall’odio della gente comune..questo l’ha portato all’odio per l’umanità.”

Ma Ron non voleva sentire ragioni e io ero troppo stanco dalla corsa per sfuggire ad Aragog e i suoi amici per insistere. Ero ancora convinto che quei mostri avessero un concetto di amore distorto. Aragog per esempio non si era fatto scrupoli a dire alla sua “famiglia” di ucciderci, nonostante fossimo amici di Hagrid e nonostante poteva benissimo immaginare che lui ne avrebbe sofferto. Quei mostri non avevano compassione, ma qualcosa mi diceva che forse era la mancanza di amore, ad avergliela tolta.
 
Almeno una cosa bella era uscita fuori da tutta questa storia. Avevamo ritrovato la macchina volante, cui ormai ci ero affezionato anch’io, come se fosse un’altra amica e in più avevamo scoperto che non era stato Hagrid ad aprire la camera dei segreti.
 
Ma quest’anno chi l’aveva aperta? Scoprire che era stata Ginny, fu un doppio shock, oltre al trauma che il mostro l’avesse rapita. Mi chiesi per un assurdo momento, se fosse scappata da sola e si fosse suicidata, per il dolore. Non sapevo cosa pensare. Nel frattempo, Gilderoy uscì allo scoperto e disse un po’ quello che tutti noi pensavamo , tranne Hermione e pochi altri.

Non aveva mai fatto nessuna di quelle imprese eroiche che si era amputato. Aveva preso il merito ad altri maghi e aveva tolto loro la memoria. Credevo Raptor fosse il peggio del peggio, ma dopo questa, mi ritrovo a dovermi ricredere. Povere persone.
 
Che altro? Ah si, quando finalmente incontro Riddle, mi confessa di essere lui Lord Volemort e la cosa che mi fa soffrire di più, ma non gliel’avrei mai detto, è che non sembra provare rimorso per quello che mi ha fatto.

Di fatto non lo sa, me ne accorgo soprattutto perché parlando con lui del passato, mi chiede dettagli su quella notte, ma non trovo comunque traccia di rimorsi o compassione per quello che ha fatto.
Riddle, nonostante ha ancora un aspetto giovane, come era quando andava a scuola,

era già un mostro.
 
Quando ormai sto quasi per rassegnarmi a morire in quel luogo, arriva in mio soccorso Fanny e il cappello parlante.
Così, Silente si fida così tanto di me, da mandare il suo uccello fino quaggiù per me?

Quando realizzo che il cappello c’era perché voleva essere indossato da me, lo faccio e sento qualcosa di duro picchiarmi sulla testa.
Era una spada.
Gemo per il dolore, che non era comunque niente rispetto a quello che avrei sentito di lì a poco.
 
Quando sento che sto per morire, a causa del serpente, il Basilisco,

Fanny mi viene vicino e piange.

Provo affetto per l’uccello e per la prima volta sento il bisogno di consolarla.

“Sei stata bravissima, Fanny.”
 
Fanny però piange e mi salva. Le lacrime della fenice hanno poteri curativi e io riesco a sconfiggere Tom, pugnalando il suo diario maledetto.
 


Caro diario, parola mia, che quando Dobby spinse Lucius Malfoy in quel modo, facendolo addirittura cadere, mi chiesi perchè tutta questa ribellione e forza, non l'aveva manifestata prima, contro i suoi padroni, prima di essere liberato da me con il calzino che io diedi a Lucius e che lui ha lanciato a Dobby.

Sono ben strani gli elfi domestici! 

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Capitolo 10
*** Eventi del terzo anno ***


Finalmente mi trovo a tu per tu con Cornelius Caramell. Non è la prima volta che lo vedo, ma è la prima volta che lui vede me, suppongo, almeno di persona. La prima volta avevo il mantello dell’invisibilità.

“Ah, sei preoccupato per la reazione dei tuoi zii? Non lo nego, erano molto arrabbiati, Harry, soprattutto tua zia Petunia. Non la finiva di sbraitare contro tuo zio, dicendo che era colpa di quell’orribile sorella sua, se tu avevi combinato questo disastro, visto che non aveva smesso un attimo di tormentare te e parlare male della sua sorella morta.”

“Zia Petunia…ha sbraitato contro zio Vernon?” chiese Harry ancora attonito.

“Non solo. Gli ha anche detto che non metterà mai più piede a casa loro, tua zia ovviamente, non te.” Disse Caramell ridacchiando. “Tu puoi tornare, a patto che rimani ad Hogwarts per le vacanze di Natale e di Pasqua.”

Harry era ancora stralunato e attonito. Ovviamente aveva già notato le occhiatacce che Petunia lanciava a Marge, quando parlava male di sua sorella e perfino quando maltrattava lui. Evidentemente sua zia pensava che loro avevano l’esclusiva per farlo, ma non pensava si sarebbe rivoltata anche contro il marito.

Non era molto, ma almeno dimostrava che conservava un minimo di affetto fraterno e famigliare.
 
Mentre Harry si rimetteva a letto in un letto di una delle stanze del Paiolo Magico, si ritrovò a pensare.

Che razza di individuo quel Caramell…la faccia che ha fatto quando gli ho chiesto di firmarmi il permesso per Hogsmeade..neanche gli avessi chiesto di adottarmi come FIGLIO.

Mi sento così..umiliato. Che nervoso. È meglio dormire. È stata proprio una giornata da dimenticare.

Chissà cosa staranno facendo Ron ed Hermione. E Draco, cosa starà facendo? L'anno scorso, più o meno in questo periodo, mese più mese meno, suo padre stava infilando un diario pericoloso e oscuro tra il materiale scolastico della sorellina di Ron. Chissà se farà un'altra cosa cattiva come quella, senza dire niente al figlio anche questa volta.

Chissà perchè non gli aveva detto niente quella volta. Perchè lo reputa un ragazzino imbranato, per difenderlo, o perchè non lo reputa ancora abbastanza CATTIVO?




Caro diario, ecco l’ennesima persona che vuole uccidermi. Si chiama Sirius Black e a quanto pare è evaso da Azkaban solo per me. Mi sento quasi importante.

A parte gli scherzi, non riesco a capire perché sono tutti così preoccupati. In fondo me la sono vista con Voldemort in persona e un basilisco. Che male può mai farmi un evaso?

Tranquilli, non andrò a cercarlo.
 
Mi spaventano molto di più i dissennatori. Eccome se mi spaventano. Sono addirittura svenuto in treno e Malfoy non perde occasione per ricordarmelo, ma sotto la sua ilarità, sembra quasi..uhm..preoccupato? Ma che sto dicendo? Neanche se fumassi canne, direi certe cose.
 
Hagrid è il nuovo insegnante di cura delle creature magiche. Sono  molto contento. Ecco spiegato perché ci ha detto di portare il libro mostro dei mostri. Una volta scoperto che per ammansirlo, bisogna accarezzarlo, ha cominciato a fare le fusa. Lo diresti mai? Un libro che ha bisogno d’affetto.

Di certo non è pericoloso come un ippogrifo infuriato, insultato da Malfoy. Ha osato chiamarlo brutto bestione e l’animale si è rivoltato contro di lui, provocandogli una brutta ferita.

Brutta ma non mortale, peccato che quello stronzo ne ha approfittato per farsi servire e riverire durante le lezioni, fingendo di avere il braccio destro inutilizzabile.
 
Sai, caro diario, non avrei mai detto che mi piace Divinazione. Credo di essere tutto sommato una persona spirituale. Hermione non fa che prendermi in giro per questo, non le piace molto la materia e a ben pensarci non dovrebbe piacere neanche a me, dopo che la Cooman ha visto un gramo nella mia tazza, presagio di morte imminente.

Che dobbiamo farci. Avrò un’attrazione per essere sempre in pericolo, ma è così divertente vedere Ron fare le più strampalate interpretazioni nella tazzina.
 
Non ho più visto i dissennatori e meno male. è stato terribile quello che provai. Come se mi avessero tolto via tutta la felicità del mondo.
 
Parliamo di Fierobecco. È stato meraviglioso volare con lui, anche se per poco. C’è stato un misto di paura e eccitazione insieme. Avevo paura che potesse innervosirmi e farmi del male, ma alla fine è andato tutto bene.




Hermione e il colpo di fulmine per Grattastinchi



Oh mio dio, Grattastinchi ha un pelo così fulvido e rosso.

è morbido. 

E poi è un gatto. 

Ed un animale domestico.

E ancora un gatto.

Fin dal primo momento che l'ho visto, è stato amore a prima vista. 

Caro diario, dovevo comprarlo.

A maggior ragione perchè ha aggredito Ron, capisci?

No, non l'ho fatto per dispetto.

è che l'ho visto un po' come un segno del destino.

Fin da quando è piombato su Ron, ho desiderato trasformare quello che sembrava odio

in amore.

Che bello se malgrado un inizio così turbolento, Grattastinchi sarebbe diventato parte della famiglia e con Ron avrebbe potuto fare pace!

E magari anche con Crosta!

Oh, caro diario, ho capito in ritardo la mia stoltezza.

Non immaginavo tutto quello che sarebbe accaduto

Non immaginavo che Ron avrebbe odiato Grattastinchi.

E me.

Io volevo solo anch'io, un animale domestico da coccolare.

Qualcuno da accudire.






















Note dell'autrice: 

scusate se taglio così tanto, ma scrivo solo le cose che mi colpiscono di più o mdifico quello che preferisco di più :pp  un pensiero a Draco ci voleva no? Che carino Harry <333 capitolo ispirato dalla pagina 42 - 44 del terzo libro di harry potter

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Capitolo 11
*** Portare Malfoy ferito da Fierobecco, in infermeria ***


Okay, caro diario, non volevo dirlo, ma il fatto è che non posso fare a meno di smettere di pensarci..devo confessarti una cosa..

Quando Fierobecco ha attaccato Malfoy e ha cominciato a strillare in quel modo, Hagrid ha cercato di prendere in braccio Malfoy per portarlo in infermeria, ma Malfoy faceva resistenza, ricoprendolo di insulti. Certo non che potesse fare chissà quale resistenza, conciato in quel modo, ma a peggiorare le cose, c’era pure Fierobecco che cominciò a nitrire infuriato, quindi ecco che ebbi quell’idea.
 
“Porto io Malfoy in infermeria. Tu guarda Fierobecco e cerca di calmarlo!” dissi ad Hagrid.

Mi guardò come se avessi suggerito di inghiottire un limone.

“Tu portare Malfoy? Ma Harry..”

“Non c’è tempo. Ti prego, FALLO.”

Hagrid era nel panico e non potevo permettermi di far capire che lo ero anch’io, malgrado dovessi trasportare la persona che mi aveva sempre detestato per due anni e mezzo, in braccio, malgrado avesse la mia stessa età, per quanto magro fosse, non sapevo se ne ero in grado, ma sicuramente c’era bisogno di Hagrid per calmare l’ippogrifo.
 
Incredibilmente Malfoy non protestò quando lo presi in braccio. Continuava a fissarmi con quello sguardo come se avesse voluto uccidermi, ma non proferì parola. Lasciò che lo sollevai e mi poggiò perfino le mani sulla schiena, un gesto dettato solo dall’istinto, ne ero sicuro, nonostante ero conscio dell’assurdità della situazione, visto che ero consapevole che Malfoy avrebbe preferito morire, piuttosto che toccarmi, in situazioni normali.
 
Non so dove trovai la forza di correre, forse quando vidi che Malfoy aveva smesso di fissarmi e tenne gli occhi chiusi, sicuramente serrati per via del dolore che sentiva.
 
In infermeria ci restai pochi minuti, guardando Malfoy, con espressione triste. Malgrado tutta la nostra antipatia e il nostro odio, non volevo che si facesse del male e mi dispiaceva per lui.

“Smettila di fissarmi, Potter. Tornatene dal tuo amico idiota. So che è quello che vuoi!” mi aggredì all’improvviso.
 
Avrei voluto ribattere insultandolo, ma la mia coscienza mi impose di non infierire in quel momento, date le sue condizioni.
 
Eppure avevamo condiviso qualcosa in quel momento..

Ma sapevo che per Malfoy non contava. Svanito il momento, sarebbe tornato subito a odiarmi, dimenticandosene subito, anzi, sono sicuro che l’ha già fatto.

Senza ribattere, uscì da quella stanza, tornando dai miei amici.

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Capitolo 12
*** Considerazioni di Harry sul quarto anno ***


Caro diario, è da un bel po' di tempo che non ti scrivo. Ho avuto tanto da pensare. L'anno è iniziato già in maniera scoppiettante, con i Weasley che sono approdati nel mio salotto, facendo esplodere il camino murato di zia Petunia. Erano così furibondi, puoi immaginare.

Arthur Weasley restò con loro a parlargli e cercare di tranquillizzarli. A quanto pare si sentono telefonicamente, non so che razza di "magia" possa aver fatto loro, ma deve essere riuscito a intavolare una conversazione "normale" e deve averli convinti che sono brave persone. Più che altro chiedono di me, spesso chiedono se qualcuno sta cercando di farmi fuori. Mancano di poco tatto, sono sgradevoli, ma almeno chiedono. La cosa è un po' strana. Hanno addirittura mandato una lettera ai Weasley, all'inizio credevo che fosse tutto un imbroglio del padre di Ron, ma leggendo le letterine carine in cui mi insultano ogni tre righe per farli stare così in pensiero, mi hanno convinto che sono proprio loro. Chissà cosa gli è preso.

Mi piace  Malocchio Moody,  mi piace davvero molto. Sembra davvero molto interessante, sono contento che lavora a Hogwarts, il professor Piton un po' meno.

Il Torneo Tremaghi. 

Mi sono sentito morire quando è stato pescato il mio nome in quel calice. Nessuno ha creduto che non l'avessi messo io, nemmeno Ron. Lui ha pensato che avessi fatto tutto questo per pubblicità, mi ha ferito, ma sono contento che abbiamo finalmente fatto pace.

Quest'anno non è facile con Hermione. All'inizio ha cercato di coinvolgerci con la cosa del CREPA per liberare gli elfi domestici, poi c'è stata una brutta situazione durante il ballo del Ceppo, in cui Ron era geloso di lei e del fatto che ci andasse con Viktor.

Il fatto che fosse l'idolo di Ron, ha aumentato l'astio di quest'ultimo per lui, ma Ron, cavolo, se ti piaceva Hermione in quel senso, perchè non l'hai invitata a ballare, subito? Idiota. Gliel'ho detto, ma in fondo sono l'ultimo che può parlare.

Cos'ho fatto io con Cho?

Mi piace così tanto.. e il fatto che stia con Cedric...io..

Mi fa impazzire. E il fatto che Cedric sia davvero un bravo ragazzo, mi fa impazzire ancora di più! 

Beh, cerchiamo di vedere il lato positivo. Almeno non è stata scelta lei come cosa più importante per me, che avrei perso.

Credo che sarei morto di vergogna, se avessero scelto lei e non Ron.

Non sarei più riuscito a guardare Malfoy in faccia. Mi avrebbe preso in giro a vita! 

 

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Capitolo 13
*** Peter Minus traditore o martire? ***


Cedric era morto e Harry era stato legato e catturato da Voldemort, prima di riuscire a finire la terza prova. Si sentiva distrutto. Non poteva credere di avere davanti a lui Codaliscia e Voldemort in persona. Guardò meglio Codaliscia. Non aveva avuto modo di osservarlo quando era scappato, ritrasformato in umano, anche se non gli era sfuggito che era rimasto giovane, era rimasto un ragazzino. Ora lo osservò meglio, aveva i capelli biondi sporchi ed era troppo magro, il viso era stravolto dalla sofferenza e quegli occhi grigi segnati, davano a intendere che in tempi lontani, quando forse era più felice, era anche un bel ragazzo. Si ritrovò assurdamente a provare pena per lui, per poi sentirsi disgustato da sé stesso.

Quando Codaliscia andò a slegarlo, su ordine di Voldemort, si avvicinò anche all’orecchio di Harry e in maniera concitata, a bassa voce, gli svelò il potere del Prior Incantatio e di quello che potevano fare le loro bacchette l’una contro l’altra.

“Sìì forte..puoi sconfiggerlo, tieniti pronto..”

“Perché mi stai dicendo queste cose? Tu hai tradito i miei genitori. Hai fatto resuscitare lui.” chiese Harry attonito.

Minus parlò ancora più a bassa voce.

Lui mi ha costretto con la maledizione Imperius. Non potevo esimermi, non potevo sconfiggerla. Non potevo confessare. Se lo sto facendo ora, è solo per il dolore che mi sono autoinflitto per lui, che ha spezzato temporaneamente il contatto..”

“Tu..non puoi aspettarti che io ti creda..” disse Harry tremante.

“Io ormai sono perduto..ma tu puoi ancora salvare tutti.. usa la Giratempo per salvare il tuo amico. Ne ho nascosta una nella stamberga strillante. Controlla sotto la botola. Fallo avvertire da Hermione.” Disse Minus

“Minus…io..”disse Harry sconcertato da tutto quello che stava accadendo.

“Allora, ti sei incantato, Minus?

“Eccomi, Padrone, ho finito!” disse Minus terrorizzato.
 
Harry vacillò per qualche secondo. Le parole di Minus lo avevano scosso ancora più della sconcertante resurrezione di Voldemort. Minus aveva detto la verità? Era davvero un martire, allora? Non era il mostro che tutti credevano o era solo un’altra menzogna?
 

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Capitolo 14
*** La corsa sfrenata indietro nel tempo per salvare Cedric e Minus! ***


Quando Voldemort perse la battaglia con Harry, con il prior Incantatio ed Harry si sentì trascinare indietro portandosi il corpo di Cedric, ormai morto, trovò assurdamente buffo e nel contempo terribile, quanto la tensione delle ultime ore, fosse calata in quel momento a tradimento, come un sipario crudele, nonostante fosse appena finita, nonostante fosse ormai salvo. Non poteva gioire però, non c’era neanche di cui gioire.  Cedric era morto, Voldemort era appena resuscitato e Minus…

Minus…

Aveva odiato Minus e aveva passato la maggior parte de tempo dal terzo al quarto anno, a consolare il suo migliore amico su di lui. Ron soffriva perché si era affezionato al topo e al contempo si sentiva in colpa per aver tenuto così tanto a una persona che aveva fatto soffrire così il suo più caro amico e per avergli permesso di restare a stretto contatto con loro, così tanto tempo. Harry l’aveva consolato e gli aveva detto che non doveva sentirsi in colpa di nulla, non era colpa sua, lui non poteva sapere.

Ora questi due drammi si equivalevano, stordendolo. Minus aveva accennato a una giratempo con cui poter tornare indietro nel tempo e salvare Cedric, . Non lui. Perché non aveva accennato alla possibilità di impedire la resurrezione di Voldemort? Forse non poteva? Ripensò a quello che aveva detto Silente sul fatto che i due doppi di passato e presente non potessero vedersi, incrociarsi o parlarsi.
 
Si sentiva ancora stordito e in lacrime. Con la mano continuava a tenere il braccio di Cedric.

“Lascialo, Harry.” Gli dicevano, ma lui non ce la faceva. Aveva il terrore di non riuscire a fare quello che Minus aveva premeditato per lui, era prosciugato delle energie e di sicuro tutti quanti non gli avrebbero permesso di allontanarsi quel tanto che bastava per tornare alla Stamberga Strillante.
 
Qualcuno riuscì a spingerlo via. Era Moody.

Harry si lasciò fare. Sensazioni ed emozioni contrastanti – dolore? – lo stavano sopraffacendo. Si lasciò guidare come una bambola di pezza, come un burattino da Moody e nel mentre pensava: Minus è un bugiardo..mi ha mentito…non è vero..non c’è niente alla stamberga, è una trappola..lì mi aspetta Voldemort per uccidermi…

Poi ripensò E se fosse vero?

Ripensò alla vita infernale che doveva aver vissuto Minus, se la vita che gli aveva raccontato fosse vera. Una vita costretta nel corpo di un topo, senza invecchiare, senza crescere, costretto a nascondersi, costretto nella maledizione imperius pe tutto questo tempo, diventato prima codardo e poi creduto traditore, senza poter rivelare nulla se non quando si sacrificò per Voldemort, riuscendo a rompere il soggiogamento.

Capì di non voler essere anche lui una marionetta e forse fu questo a dargli la forza di fuggire, prima che Moody lo fece entrare nel suo studio. Qualcosa nel suo stomaco gli diceva che qualcosa di grave sarebbe successo di lì a breve e lui doveva cercare di riportare in vita Cedric prima che fosse troppo tardi.
 
Harry! Dove stai andando?”

Harry non lo sapeva. Si mise a correre come un pazzo, in direzione della sua casa, alla ricerca del mantello che rende invisibili, aspettandosi di essere ripreso e acciuffato da un momento all’altro, ma quello che era successo solo qualche minuto prima, sembrò avergli dato nuova forza.

Sembrò che anche la sua mente si schiarì, ebbe subito la certezza che non poteva affidarsi ad Hermione, come Minus gli aveva suggerito. No, doveva pensarci LUI, pensò poco prima di infilarsi il mantello.




Harry va da Silente per farsi dare il Pensatoio




Harry era riuscito a trovare la giratempo nel punto dove Minus gli aveva indicato.

Sempre con la giratempo in mano, era andato a bussare all’ufficio di Albus Silente.

“Buon Dio. Harry, è piena notte. Cosa ti turba? È successo qualcosa agli studenti?” gli chiese, ma poi lo guardò guardingo e con uno scatto repentino, gli puntò contro la bacchetta.

“Tu non sei, Harry.” Rispose piano, mentre il povero ragazzo, aveva alzato le mani intimorito.

“Professore..sono io.” Disse Harry, cercando di usare un tono conciliante. "Guardi. In quanti potrebbero avere QUESTO?" gli disse Harry, mostrandogli il mantello e lasciando che Albus, lo tastava allibito.

“Hai qualcosa che..hai un’energia diversa..” disse piano Silente, ma continuò a guardare il ragazzo e a ogni occhiata sembrò tranquillizzarsi. “Ma so leggere dentro le persone e aleggia la bontà dentro di te. Hai buone intenzioni, ma sei anche turbato. C’è molto dolore dentro di te.”

Harry gli riservò un sorriso triste.

“Lei è sempre così arguto, signore.”

“Cos’è successo?”

“Vengo dal futuro. Precisamente qualche ora prima della terza prova.” Spiegò Silente.
 
Silente sgranò gli occhi capendo all’istante.

“Sei tornato indietro nel tempo.”

“Sì.” spiegò Harry, mostrandogli la giratempo nascosta.



“Quindi, succederà qualcosa di terribile che vuoi cambiare.”

Harry si girò dall’altra parte lottando per ricacciare indietro le lacrime.

“Succederanno tante cose terribili, ho bisogno di dirlo a qualcuno prima che..”

Silente però, lo fermò con una mano.

“Nessuno sa che sei tornato indietro nel tempo? Non l’hai detto a nessuno?”

Harry scosse freneticamente la testa.

“Sei venuto qui da me per avvertirmi di qualcosa? Se è la mia vita a essere in pericolo, non mi opporrò al destino, c’è sempre un prezzo da pagare e io voglio dirti che..”

“Non è lei a essere in pericolo, ma altre vite lo sono..” disse Harry, scioccandolo ulteriormente. “Ma io non sono venuto qui per parlargliene in realtà..”

“E allora perché sei venuto qui, Harry?”

“Io..ho bisogno che lei mi presti un oggetto..”
 
 
Qualche minuto dopo e dopo aver acconsentito a sottoporsi al legilimens dal professore, Harry uscì dallo studio del professor Silente, con il pensatoio ben stretto a sé.

“Sono sicuro che tu sappia quello che stai facendo, Harry. Conto su di te.” lo aveva salutato Silente. Era incredibile come quel mago avesse la capacità di tranquillizzarlo e infondergli coraggio e stima in sé stesso, tutto in una volta.

Silente era stato anche abbastanza saggio da capire che se Harry aveva agito da solo senza dire niente a nessuno, probabilmente la cosa era così grave che aveva dovuto arrangiarsi senza aiuto, prendendo l'iniziativa e se era così grave, allora era più saggio che nessuno sapesse niente, nemmeno lui, per non seminare il panico o emozioni tali che avrebbero influenzato l'andamento della missione. Quando aveva usato il legilimens su Harry infatti, non volle sapere cosa sarebbe successo di lì a poche ore, si concentrò in maniera superficiale sui suoi pensieri solo per stabilire se fosse sincero o no.



Harry parla con Cedric



Harry aveva deciso di incontrare Cedric al di fuori della sua sala comune, prima che andasse a fare colazione. Aspettò che uscisse e lo spinse dietro un anfratto, ignorando le sue proteste.

Harry? Che diavolo stai facendo? Mi hai spaventato!”

“Cedric, siamo davanti a una faccenda molto seria. Devi darmi ascolto.”

Cedric l’aveva guardato con tanto d’occhi.

“Ha qualcosa a che fare con la terza prova?”

“Ha tutto a che fare con la terza prova!”

Cedric aveva cambiato espressione.

“Senti, Harry..ti ringrazio per la tua gentilezza, ma dopo esserci aiutati a vicenda, io credo che noi non abbiamo più debiti l’uno con l’altro..perciò ti ringrazio ma..”

“No, tu non capisci..rischi la vita.” disse Harry, afferrandogli i lembi della maglia.

Cedric l’aveva guardato spaventato, poi con sguardo duro.



“Non avrei mai creduto che arrivassi a tanto per vincere, Harry, ti credevo un amico..invece vuoi quello che vogliono tutti. Vincere.”
“Che cosa?”

“Silente non permetterebbe MAI a nessuno di noi, di morire in questa gara. Mi meraviglio che tu stia insinuando..”

“Okay, va bene. Vuoi una prova. Posso dimostrarti che non ti sto mentendo. Vieni!” disse Harry. Cedric sempre con sospetto, lo seguì in una stanza vuota.
 


“Che cos’è quello?” gli chiese il ragazzo, dopo che si ebbero chiusi la porta alle spalle. Harry aveva tirato fuori il pensatoio e lo teneva tra le mani.

“Questo si chiama Pensatoio. Me l’ha dato Silente e serve per inglobare i propri pensieri.”

“Ooookay. Non ti sembra che tutto questo sia un po’ esagerato? Insomma, addirittura hai scomodato Silente per farti credere a tutti i costi da me? Ma cosa c’è di tanto importante che vuoi dirmi?”

Harry sospirò prima di scegliere con cura le parole da dirgli.

“Non posso dirti tutto, Cedric.”
“ti pareva!”

“No, tu non capisci. Se io ti dico tutto..tu..andrai nel panico, ma in questo pensatoio, c’è tutto il necessario che devi sapere. Ti assicuro che se tutto andrà come ho previsto, ti racconterò tutto, quando sarà finito.”

“Quando avrai vinto la terza prova al posto mio, vorrai dire?” chiese Cedric.
 
Harry sospirò pesantemente e gli porse il Pensatoio.
 
Cedric guardò. Vide Harry e lui stesso che si aiutavano nel labirinto, vide Harry che gli proponeva di prendere la coppa insieme e udì un urlo e poi capì che era morto. Vide sé stesso e quello che gli disse durante il prior incantatio, vide Harry tornare di colpo, stringendo il suo corpo e vide che era sotto shock e in lacrime, assediato da tutti. Vide che Moody lo stava portando via, vide quando scappò e prese la giratempo. Vide quando andò da Silente, chiedendogli il pensatoio.
 
“Okay, basta così.” Disse Harry.



Cedric era attonito da quello che aveva visto.

“Questo è …è tutto un trucco.”
“Cedric, no…”

Andiamo! Mi vuoi far credere che..sei tornato indietro nel tempo? E come avresti fatto a trovare quella giratempo??”

Harry sospirò. Aveva deciso volontariamente di celargli alcune parti dei suoi ricordi. Se avesse visto Minus e la rinascita di Voldemort, si sarebbe spaventato così tanto che, probabilmente non sarebbe riuscito a convincerlo  a partecipare nemmeno alla terza prova e tutto sarebbe sfasato.

“Questo non posso dirtelo…”
“Oh, certo. Certo. Molto conveniente!”
“Cedric, è ver..”

“Mettiamo per assurdo che questa tua assurda storia, sia vera, chi è stato ad uccidermi?? Chi ha potuto farmi questo?”
 
Harry chiuse gli occhi e per un po’ non li aprì, poi lo fece e sospirò “Voldemort.”

Sembrava che Cedric stesse per avere un collasso. Era bianco come un cencio. Indietreggiò e inciampò, quasi cadendo.


Tu- sai -chi, mi vuole morto?” chiese con voce tremante.

Aveva uno sguardo impaurito e a Harry fece molta tenerezza.

Harry cercò di parlare ma Cedric lo anticipò.

“Non può essere. Lui è MORTO. MORTO.”

“Cedric, te l’ho detto, sapere i dettagli, è più deleterio e può fare più male che bene. Io sono tornato indietro solo per salvarti, lo vuoi capire? Non puoi semplicemente fidarti?”

Ma Cedric continuava a non vederci chiaro.

“Quindi tutto questo..è perché vuoi che sappia perché la terza prova non si dovrà fare? Vuoi che ti aiuti ad avvisare tutti?”
 
Qui arrivava la parte difficile.



“Nnnno, ecco..in realtà noi dovremmo farla.” Disse Harry.

“Cosa???”

“Sta tranquillo. Ho calcolato tutto, fino ad un certo punto della prova non è pericoloso, ma quando io  ti dirò che dobbiamo afferrare la coppa nello stesso momento, tu da un manico e io dall’altro, sarà lì che tu…devi rifiutare. Non devi seguirmi.

Cedric annuì, ancora spaesato.

“Vuoi che mi fermi prima di raggiungere il luogo dove lui mi ucciderà.”

“Esatto.”
 
Harry sapeva che Cedric sarebbe arrivato anche a scovare un altro paradosso, infatti attese. Cedric era un ragazzo molto intelligente.

“Io non capisco!” sbottò poi. “Perché arrivare fino a lì?? Se LUI ci sta aspettando all’uscita del labirinto, per ucciderci entrambi, perché non annullare direttamente la terza prova, avvisando tutti del pericolo?? Chi se ne frega di questa diavolo di coppa!!”

Harry aveva scosso la testa.
“Non è per la coppa, Cedric.”

“E allora perché, Harry?? Io non riesco a capire..Voldemort” e nel dire questo nome si sorprese per primo del coraggio. “Ci aspetta lì e tu vuoi andare comunque..che diavolo..” poi sgranò gli occhi e Harry seppe che ci era arrivato. “Io non sono il solo che vuoi salvare..
 
Harry restò zitto. Un silenzio che sapeva di conferma.


“C’è qualcuno…in quel luogo..e tu non sei tornato indietro solo per me ma anche per lui, vero? E se tu non torni lì, non potrà salvarsi. Chi?”

“Cedric, io..questa è una di quelle cose che non posso dirti..”

“Oh, andiamo, Harry. Cosa può esserci di peggio della mia morte o di te che torni indietro per salvarmi, ricordiamocelo, dopo avermi messo in pericolo, visto che tu hai insistito. Posso benissimo reggere qualsiasi altra cosa..”

“Ti prego di non insistere!” aveva urlato Harry, spaventandolo di nuovo. Non poteva raccontargli di Minus.

Era troppo da digerire e aveva bisogno di tutta la sua concentrazione per non far fallire quel piano. “La cosa è molto più grave di quello che credi e non ho bisogno di un’altra persona su cui scaricare tutti i dubbi e le ansie che tutto questo comporterà. Qui ognuno farà la sua parte. Credimi, tu devi solo rifiutare e poi aspettare che verranno a prenderti. Se lo farai sarai salvo.”

Cedric annuì. “Sono ancora terrorizzato a morte..ma d’altronde mi hai appena provato che è tutto vero, quindi suppongo di dovermi fidare di te.”

“Bravo, così mi..”
 
Stava per dire così mi piaci , ma Cedric non lo lasciò finire, che lo abbracciò di slancio.

“Grazie, Harry.” Gli disse Cedric.  
 
 
 
 

Salvo uno



L’Harry del futuro rincorse l’Harry del passato fin dentro il labirinto, fino a quando quest’ultimo non propose a Cedric, di prendere la coppa insieme.

“Non lo farò, Harry,” disse Cedric. Harry ovviamente insistette, ma Cedric, già d’accordo con l’altro Harry, qualche ora prima, gli diede il pensatoio.

Harry non si era fidato ad affidare i suoi stessi pensieri all’altro Harry, temendo che accadesse una catastrofe di paradosso, ma cercò di aggirare l’ostacolo, lasciando che l’Harry del passato, ascoltasse i pensieri di Cedric mentre guardava i pensieri dell’altro Harry del futuro.
 
“No…questo è un trucco..” disse Harry con lo sguardo vitreo.

“Lo pensavo anch’io, ma non lo è. “ disse Cedric.

“Io…lui..cioè IO..non ti ha raccontato tutto..come posso cambiare il passato, cioè questo..se non so cosa devo cambiare??” disse Harry mettendosi le mani nei capelli nel panico.

“Te hai pensato anche a questo. Mi hai dato questo biglietto.” Disse Cedric.
 
Harry lo lesse a mente.

Quando sarai finito in quel cimitero, senza Cedric, dovrai fidarti della parola di colui che ti farà una confessione. Fidati di lui.
 
“Tu l’hai letto?” chiese Harry tremando.

“No. Non so cosa c’è scritto.” Disse Cedric.

“Va bene..va bene..allora direi di stabilire..se tutto questo è vero.” Disse Harry con lo sguardo ancora terrorizzato. “Ci vediamo dopo, Cedric.” Lo salutò, prima di afferrare la Coppa.
 
 
 
 
Qualche tempo dopo…

Tutto potevo aspettarmi, ma non l’orrendo spettacolo della spettacolo della resurrezione di Voldemort. Soprattutto una resurrezione carica di tutto questo DOLORE. E Sangue. E sofferenza.

Ho fatto bene  a fidarmi di Cedric? Perché l’ho fatto? Può avermi ingannato. Magari non era nemmeno il vero Cedric e io…
 
Appena però Minus si avvicinò a lui e appena lui cominciò a parlare della Giratempo, Harry lo fermò concitato.

“Ho un biglietto per te.”
“Cosa??”
Cercando di non farsi vedere, Harry glielo diede.

Prima di salutarsi, infatti, Cedric gli aveva dato altri due biglietti.

In uno, c’era scritto, che se la missione fosse riuscita, avrebbe comunque dovuto lasciare che Moody, lo portasse via, per arrivare al punto preciso in cui sarebbe scomparso e se Moody non l’avesse fatto, avrebbe dovuto comunque correre da solo.

L’altro biglietto  era da dare a, ora sapeva chi, Codaliscia.

Ancora esterrefatto nello scoprire che era proprio lui il destinatario, Harry glielo consegnò.
 
Codaliscia lo slegò a quel punto e mentre tutti erano concentrati su Voldemort e su Harry, lesse il biglietto:

Sono già tornato indietro nel tempo e ho salvato il mio amico.

Se vuoi tornare con me, sappi che io ti proteggerò e testimonierò per quello che hai fatto davanti alla comunità magica.

Ma dovrai farti trovare in un punto specifico del cimitero. Non alzare la bacchetta, non fare niente. E proseguiva, dicendogli dove avrebbe dovuto trovarsi. Era lo stesso punto dove aveva preso Cedric nel futuro.
 
 
 


Harry segue Moody



Quando Harry spezzò il contatto con il prior Incantatio, aveva ben in chiaro quello che doveva fare. Correre, correre e ancora correre, cercando di non farsi prendere e afferrare anche Minus.

Dio, ti prego, fa che non sia un imbroglio pensò, prima di afferrare il suo braccio e scomparire insieme a lui toccando la passaporta.
 
 
Quando riemerse accanto a Minus, aveva la faccia schiacciata nell’erba. Teneva saldamente il corpo di Minus tra le sue mani che , poteva percepire chiaramente, tremava come una foglia.

Che cosa gli hai fatto?” sentì gridare Silente, che teneva saldamente Minus per le spalle.

Non fargli del male. Lui..è innocente. Era vittima della maledizione Imperius.” Disse Harry concitato.

“Come dici?” chiese Silente.
“Cielo! Minus!” disse Cornelius Caramell.

“Può dimostrarlo. Usate il Veritaserum su di lui. “ disse Harry.

“Non mi opporrò. Qualsiasi cosa vogliate fare, accetterò tutto.” Disse Minus.
 
Tutti intorno gridavano “Minus! È vivo! È un traditore!”

“Harry, lascialo” gli diceva dolcemente Silente.

“No! Se non promettete che non gli farete del male. Era vittima della maledizione, non poteva sottrarsi.” Disse Harry.

“Harry..va tutto bene. Se vorranno assolvermi, lo faranno, se vorranno giustiziarmi..accetterò la morte come una giusta punizione per quello che, anche sotto costrizione, ho fatto.” Disse Minus.

“Ma..no..io..non lo permetterò.“
 
Harry sta dicendo la verità. “ disse Cedric arrivato in quel momento. “Qualche ora fa è venuto con me lui dal futuro, avvisandomi del ritorno di Voldemort e della mia morte!”

Urla e brusii concitati e spaventati si dispersero, tutti quanti erano nel panico.

“Harry, Harry, era lui l’altra persona che dovevi proteggere? Era lui?” gli chiedeva Cedric, arrivato da lui e afferrandolo per un braccio, ma dall’altro lato c’era Moody che stava già strattonando Harry per convincerlo ad andare da lui.

“Ne parliamo dopo, Cedric.” Disse, seguendo Moody.
 
Con una scusa, riuscì a convincere Moody però, che doveva allontanarsi per qualche minuto, una mezz’oretta, per andare a prendere una cosa per lui molto importante, che voleva mostrargli. Era una balla ovviamente, ma non poteva mancare all’appuntamento del destino.



Quando arrivò alla stamberga, trovò la giratempo dove Minus gli aveva detto.

“Sei qui, vero? Ci sono stato tante di quelle volte, sotto quel mantello, da riuscire a riconoscerlo anche a distanza.” Disse nel frattempo l’Harry del passato. Sapeva che non potevano incontrarsi, quindi non si aspettava che il suo se stesso, si mostrasse.

Nonostante ciò, un lembo del suo mantello, gli sfiorò dolcemente il braccio.

Harry sorrise intenerito da quel gesto.
“Manca pochissimo..tra poco ci riuniremo.”
 
Quando si riunirono ed Harry tornò ad essere UNO, per un attimo si sentì frastornato dai ricordi acquisiti delle ultime ore. Ora aveva anche i ricordi e la sensazione del suo sé passato che si era ritrovato un Harry dal futuro senza nessun preavviso. Era come essere due persone distinte.

Ora non c’era più tempo per le riflessioni però. Doveva ritornare da Moody.  

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Capitolo 15
*** Dopo l'arresto di Crouch, bisogna pensare a Minus ***


Moody non era il vero Moody. Quando sono tornato da lui, mi confessò che aveva rapito il vero Moody e che era stato lui a mettere il mio nome nel calice.

Mi voleva morto e io mi ero fidato di lui. Tutti noi.

Mentre mi confessava tutte le azioni abbiette che aveva compiuto, cercò di uccidermi, ma Silente lo fermò con uno Stupeficium.

Quando l’effetto della pozione Polisucco svanì, si svelò il suo vero volto.

Lui era il figlio del signor Crouch. Avevo provato tanta pena per lui. Ero triste quando il padre decise di consegnarlo ad azkaban.

E invece ora lui lo aveva ucciso.
 
Per fortuna ci pensò Silente a parlare a tranquillizzare Caramell riguardo Codaliscia, altrimenti il dissennatore che baciò Barty Crouch, avrebbe fatto lo stesso anche a lui, se ne avesse avuto la possibilità.

Ancora non riesco a credere che in mezzo a questo gran casino e caos, è scoppiata pure la bomba di Codaliscia. Piton quasi mi ruggì addosso, mentre mi diceva che per venirmi a salvare, avevano lasciato Codaliscia legato, in compagnia degli altri professori e che se fosse successo qualcosa a loro, sarebbe stata colpa mia.

Per fortuna intervenne subito Silente, fermando Piton e ricordandogli che io ho rischiato la vita un mucchio di volte e cosa importantissima, avevo salvato la vita di uno studente.

Piton però a quelle parole sembrava più incavolato di prima, anche se non osava contestare liberamente il preside. Disse che la cosa era ancora più grave perché rischiai di combinare un pasticcio temporale di origini bibliche. Silente mi guardò con dolcezza e mi disse di perdonarlo, perché per lui era una giornata nera. Nello stesso giorno, la notizia della rinascita di Voldemort e del ritorno sia di Sirius , sia di Minus, a Hogwarts, rivederli entrambi lì, non era bello per lui.
 
A quel punto mi ricordai che Minus quand’era nei panni di topo, era l’animale domestico di Ron, a cui lui teneva molto. Chiesi di lui e mi confermarono che grazie al Veritaserum, ebbero la prova che lui diceva la verità. Voldemort aveva bisogno che il traditore fosse uno dei migliori amici dei miei genitori e individuando in Minus una personalità debole, lo sottopose alla maledizione Imperius oer convincerli a usare lui come custode segreto.

“Era già sotto la maledizione?” chiesi io.
Silente mi disse di sì e aggiunse altro.

“Grazie al Veritaserum, scoprimmo anche un’altra cosa. Una cosa che probabilmente lui non avrebbe mai rivelato di sua iniziativa. Quando Voldemort scomparve, la maledizione Imperius si dissolse con lui.”

“Cosa? Ma allora perché non ha detto che era innocente? Aveva paura che non sarebbe stato creduto?”

“In minima parte sì, ma in realtà quello che l’ha mosso a restare sotto le vesti di un topo per tutto questo tempo, è stata…la voglia di espiazione.”
“Esp-espiazione?”

“Non ha mai smesso di sentirsi responsabile per la morte dei tuoi genitori. Ad Hogwarts non si è mai particolarmente applicato nelle lezioni e si è sempre rifiutato di imparare l’arte dell’Occlumanzia e i trucchi magici per resistere alla maledizione Imperius. Lui provava un forte rimorso per non averlo fatto e pensò di non meritare nessuna assoluzione. Una vita da ratto era quello che pensava di meritare. Peggio di qualsiasi condanna, non voleva essere perdonato.”
 
Peggio ancora delle parole di Silente, fu vedere e sentire il pianto di Ron, quando gli raccontarono tutto. Lo fecero senza di me. IO forse sarei stato più delicato, forse da me le avrebbe accettate di più…non lo so..
 
Riuscìì però a convincerlo ad andare da lui. MInus in quel momento era nello studio di Silente.

Io, Hermione e Ron entrammo insieme. Lui non ci guardava, Ron non gli toglieva gli occhi di dosso.

“Se posso guardarlo io in faccia, puoi anche tu.” Gli sussurrai all’orecchio, quando eravamo ormai seduti davanti a Silente .

Ron mi guardò in maniera più allucinata che mai, poi scappò fuori dallo studio di Silente sotto lo sguardo nostro e di quest’ultimo.

“Forse dovrei?” cominciò Minus.

“No! è meglio non peggiorare la situazione. Vado io. “ dissi tranquillo e sicuro della nostra amicizia. A me non avrebbe cacciato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ps QUI il seguito: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3766043&i=1  

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Capitolo 16
*** Quinto anno - i Dursley si interessano al mondo magico ***


Caro diario, a quanto pare le cose più importanti da quando ho iniziato la scuola di magia, cominciano ad accadere già in estate, senza che aspettino che arrivi Settembre. È successo di TUTTO. Penso che se non mi sono preso un infarto nel momento in cui i dissennatori hanno attaccato me e mio cugino Dudley, non mi prenderà mai più.

Il rientro dai Dursley, non è stato traumatico come le altre volte, anzi, ti dirò, ogni anno sembra sempre meno peggio, forse i miei zii dopotutto, stanno cominciando ad abituarsi al fatto che io sia un mago, stanno cominciando ad accettarmi.

Quando sono tornato mi hanno riempito di attenzioni non richieste. Erano comunque sempre sgradevoli, ma comunque erano delle attenzioni. Inaspettatamente hanno cominciato a farmi domande anche sui gufi e su come funzionava “questa maledetta posta aerea” . Dopo ben dieci minuti di grida sconnesse da parte di zio Vernon e di rimproveri scontrosi da parte di zia Petunia perché “Vuoi rispondere a tuo zio??” spalancai la bocca incredulo. In me la luce di un nuovo sospetto o di una nuova consapevolezza. Volevano davvero mandarmi delle lettere con dei gufi?

Quando ho cominciato a spiegargli come funzionava la posta, mi hanno chiesto se i gufi erano sicuri, se erano vaccinati, se erano puliti, puntuali e poi con terrore, come fosse una cosa che gli fosse loro venuta in mente in quel momento, mi chiesero se c’era il pericolo che qualcuno di NORMALE li intercettasse.

Io mi risentii abbastanza per l’appellativo “normale”. Loro mi hanno insultato un mucchio di volte in questi anni, ma è anche vero che io sono cresciuto e che non sopporto più certe angherie, tutto sommato la mia rabbia era contenuta dal fatto che, anche io mi sentivo in colpa. I miei zii stavano per la prima volta, aprendo una breccia nei confronti della magia, si stavano fidando di me o accettando di farlo e io per tutta ricompensa, cosa faccio? Li tradisco, senza neanche rivelare loro che Voldemort è tornato?

Dubitavo comunque che potessero sapere chi LUI fosse, ma era comunque una cosa che avrei dovuto dire loro prima o poi. Questo dubbio mi fu comunque levato quasi del tutto, quando con grande tirannia cominciarono a impedirmi di guardare il TELEGIORNALE.
 


“Non ci sono i tuoi simili nei nostri telegiornali. Comportati come un ragazzo della tua età!” aveva sbraitato zio Vernon, anche se con meno convinzione rispetto alle volte scorse. In lui una traccia seppur di preoccupazione. Non riuscivo proprio a capire se questa loro fissazione per il telegiornale fosse dipesa dal fatto che volessero continuare a maltrattarmi, oppure se fosse dipesa dal fatto che forse iniziando a vedermi davvero come un loro nipote e non come un ratto da giardino, cercassero di allontanarmi da quello che loro pensavano essere un luogo di dannazione e perdizione.
 
Io dovevo ad ogni modo continuare lo stesso a guardare il telegiornale. Avrebbero potuto dare notizie di Voldemort. O di Codaliscia. Avevo bisogno di sapere e la lontananza dalle notizie del mondo magico visto che nessuno mi mandava più lettere, mi stressava di continuo. Zia Petunia si accorse del fatto che ero molto stressato e ovviamente diede la colpa a quelli “del mio mondo.”

“è colpa di quellii là, se il ragazzo sta  così. Hanno rovinato mia sorella e ora vorrebbero rovinare anche il ragazzo.” diceva zia Petunia, indignata a mio zio, quando pensavano che io non potessi sentire.

“Forse non dovremmo farlo tornare più in quella scuola, in fondo cosa possono fare? Niente. Non possono mica sequestrarlo, no? Non possono, vero, Petunia?”
 


Sapevo che sarebbe stata un’estate difficile, per questo pregavo Ron ed Hermione di parlarmi, scrivermi, qualsiasi cosa pur di distrarmi da questa situazione. Volevo notizie, volevo sapere che mi stavano pensando e che a breve sarei potuto andare a casa di Ron e vederli e invece il NULLA.

Stavo male e loro non se ne rendevano conto o non gli importava.
 
 
Quando incontrai Dudley per caso in strada dopo che si fece tronfio con i suoi amichetti della sua baby gang, abbiamo avuto una breve discussione a proposito della magia e sul fatto che io non dovevo minacciarlo. Ero nervoso e me la stavo prendendo con mio cugino che non c’entrava. Non ero meglio della sua baby gang. Nel mentre che riflettevo su queste considerazioni, Dudley cambiò atteggiamento e mi chiese di vedere più da vicino la mia bacchetta e di insegnargli magari ad usarla.

Rimasi sbalordito. Non avrei MAI permesso che Dudley usasse la bacchetta. Chissà quali casini, disastri e cattiverie avrebbe potuto fare, oltre al fatto che sarei stato sicuramente espulso, ma quella richiesta mi sorprese. Guardai la mia bacchetta mentre la tenevo tra le mani e soppesavo l’idea di fargliela almeno vedere, quando all’improvviso comparvero i dissennatori.
 
Caro diario, so che sembra assurdo ma credo di non aver mai provato tanto terrore in vita mia, nemmeno quando i dissennatori comparvero sul treno per Hogwarts e sono praticamente svenuto, nemmeno quando comparirono mentre stavo giocando a Quidditch, nemmeno la paura che sarebbero comparsi altre volte, era superiore al terrore che stavo provando in quel momento.
 
Un conto era cercare di proteggere me stesso, ma Dudley.. nonostante ci odiavamo cordialmente, io ero responsabile di lui.

Se gli fosse successo qualcosa, chi gliel’avrebbe spiegato ai miei zii? Come mi sarei sentito io?

Ma ce la feci, incredibilmente ce la feci.

Quando tornai a casa, non mi aspettai però il clamoroso dietrofront e voltafaccia di Dudley.
 




“Mi ha minacciato. Mi ha minacciato con la sua cosa.” disse.

Rimasi allibito. Perché non raccontava la verità? All’inizio era stato così, ma poi era anche vero che mi aveva quasi pregato di fargliela vedere e di mostrargli la magia.

“Perché non dici che volevi che ti mostrassi come funziona??” gridai.

“BUGIARDO. BUGIARDO BUGIARDO.” Furono le grida dei miei zii, dopo le loro facce atterrite.
 
Bugiardo. Ancora. Non era cambiato niente, non sarebbe mai cambiato niente.

Esasperato, decisi di andarmene, ma cominciò ad arrivare una sfilza di gufi e di lettere, prima per dirmi che ero espulso - solo per essermi protetto - e poi per dirmi di non andare via da casa dei miei zii.

Loro insisterono affinchè io spiegassi quello che era successo e io lo feci.
 


Quando rivelai del ritorno di Voldemort, mia zia divenne una maschera di terrore e di isterismo. Divenne se possibile, ancora più protettiva nei confronti di Dudley e praticamente quasi mangiò zio Vernon, quando mi cacciò di casa.

Arrivò comunque una lettera di Silente, chiedendole di ricordarsi la sua ultima lettera, questo mi fece capire che aveva fatto una promessa, ma mi piacque lo stesso, che lei aveva già preso posizione prima di riceverla.
 





Tempo dopo, comunque. vennero a trovarmi una sfilza di maghi, capeggiati da un tizio di nome Mundungus, dal vero Malocchio Moody e da una tizia stravagante ma carina, di nome Tonks, che aveva i capelli viola.

“Il ragazzo non va da nessuna parte con voi.” Cominciò zio Vernon e iniziò di nuovo una discussione sconclusionata senza pari.

Io cominciai a pregarli di lasciare che andassi con loro, tanto sarei andato lo stesso e che con loro sarei stato al sicuro, ma purtroppo questo, portò di nuovo l’argomento su Voldemort e per mia grande disgrazia, venne fuori che rischiai di essere assassinato più e più volte durante i miei precedenti anni ad Hogwarts.
 
I miei zii erano allibiti. Vernon era furibondo e incurante di quanto sarebbe stato ridicolo, era già pronto a denunciare “quella scuola di delinquenti” e zia Petunia andò totalmente nel panico, nello scoprire che nel secondo anno rischiai di venire ucciso da un DIARIO.
 
“Ce l’ha ancora con sé!! Io l’ho visto!!!”
 
Se la cosa non fosse stata tanto grave, sarebbe risultata quasi comica, caro diario. Ci fu bisogno di molta pazienza da parte di tutti loro, per spiegarle che tu non c’entri niente, perché voleva già correre in camera a prenderti, ma io non l’avrei mai permesso.
 
Purtroppo i Dursley erano così spaventati che insisterono perfino per venire con me al Quartiere generale, ma al momento era impossibile, visto che il piano originario era quello di accompagnarmi con delle scope.

Promisero però ai Dursley che entro la nottata o al massimo l’indomani, sarebbero venuti a prenderli.

Io sperai che fosse solo un inganno per farci partire, ma con mio grande orrore, quando raggiungemmo il quartiere generale, Lupin mi disse che, una promessa era una promessa.
 



“Non potete dire sul serio!! Lupin ti supplico di ripensarci. Vi pentirete se li farete venire qui. Voi non li conoscete, io si. Loro odiano ogni più piccola cosa li riconduca alla magia o al i fuori dell’ordinario. A casa loro non posso nemmeno nominare quella parola. Non possono proprio..faranno un macello..”

“Harry, ti chiedo di tranquillizzarti ora o sveglierai la madre di Sirius, che, ti assicuro, in quanto a urla, ti batterebbe sicuramente.” Disse però il professor Lupin, tenendomi le mani sulle spalle.

Per via dello shock, mi ammutolì.

La madre di Sirius?
 

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Capitolo 17
*** Le mille sorprese al Quartier Generale ***


Malocchio e Mundungus amici!



Caro Diario, non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi a casa di Sirius, pensavo però di provare più emozioni al riguardo, insomma, mi sono ritrovato a casa del mio padrino, la casa dei suoi genitori. Forse è solo la presenza di così tante persone a non dare alla casa un’atmosfera molto suggestionabile..forse ci sarà modo di chiacchierare con Sirius a questo proposito, un giorno…

Per il resto, dopo il mio sfogo un po’ pietoso sui miei due migliori amici, perché non avevo avuto loro notizie, ci siamo riappacificati e… devo tornare sulla questione casa di Sirius, mi dispiace, ma non riesco a togliermi dalla mente l’immagine del quadro della madre di Sirius, che sbraita e gli grida addosso.

Sirius sembra non badarci ma non credo non gli faccia un po’ male la cosa, sono addolorato io per lui. Io non sono mai cresciuto con i miei genitori, ma mi amavano. Ci sono però genitori che hanno avuto la possibilità di crescere con i loro figli e li odiano.

È così strana questa cosa.

Strana come vedere Malocchio Moody e Mundungus, chiacchierare amabilmente al tavolo della cucina e intendersi a meraviglia. Sembrano sulla stessa lunghezza d’onda. Quindi il misantropo Malocchio alla fine è riuscito a trovarsi un amico?
 
Caro diario, non so dire perché la consapevolezza di sapere che il vero Malocchio non era lui, genera in me tanta tristezza. Mi ero affezionato a quel Malocchio, che mi voleva morto, quello stesso Malocchio che aveva rapito questo. Devo sentirmi una brutta persona per questo? Perché nella vita reale esiste la magia, ma esistono anche le persone false che ti ingannano e ti fanno del male?

Questo Malocchio Moody non meritava il rapimento, non meritava niente del genere. Nessuno lo meriterebbe.
 
Caro diario, l’indomani mattina, successe una baraonda inaspettata.

I Dursley.

Al quartiere generale.

NO.



La notizia incredibile del riavvicinamento di Ron e Minus



“Ron, sto sentendo delle voci agitate al piano di sotto. Delle voci inconfondibili e mi sta battendo il cuore come non puoi capire, quindi sbrigati.” Lo pregò Harry, la mattina dopo che era arrivato al Quartiere Generale, prima di scendere a fare colazione.

“Harry..senti, parliamone dopo…” disse Ron, nervosamente, imbarazzato, grattandosi la testa.

“No. Col cavolo! Senti, io non ho chiuso occhio stanotte, ok? Avevo il cuore che mi martellava come un tamburo per tutta questa storia dell’Ordine della Fenice.”

“Anch’io, amico.” Gli fece presente Ron.

“Bene! Puoi continuare a fare l’amico grandioso, distraendomi per ancora qualche secondo dalla scena e dallo spettacolo orribile che troverò in CUCINA.” Disse Harry.

“Harry…” lo pregò Ron.

Ci sono i Dursley al piano di sotto, che hanno già cominciato a fare il loro show. Non capisci? Ho bisogno di una notizia felice! Tutti noi ce l’abbiamo bisogno!”

“E va bene!!” sentenziò Ron. “Minus è venuto questa estate da noi. Alla Tana…e abbiamo chiacchierato un po’.”

Harry cominciò a saltellare come un bimbo felice e gioioso.



Ron lo guardava esterrefatto, ripromettendosi di non ridere.
 
“Amico, non so se ti stai trasformando in Hermione, o in un bambino di cinque anni, mi preoccupi.”

“Quindi, vi siete visti e avete fatto pace?” gli chiese ancora Harry.

“Ehi, ehi, frena. Il fatto che io semplicemente GLI PARLI, non significa che ora ci sono amico..o che l’abbia perdonato.”

“Ma è grazie a lui se abbiamo salvato Cedric!” disse Harry, come se questo chiudesse la faccenda.

Ron  chiuse gli occhi. “Diciamo che il mio perdono avrà bisogno di sudarselo meglio.”

“Ma quanto tempo è stato qui?”

“Pochi giorni. Una settimana. Tutti lo guardavano male..” disse Ron dispiaciuto.

Harry lo prese sottobraccio.

“Capiranno. Dagli un po’ di tempo.”

“Sì, ma tu sei sicuro che lui…è davvero dalla nostra parte?”

Harry tentennò.

“Abbiamo bisogno di credere che non tutti vogliono tradirci..e forse io ho bisogno di credere con tutte le mie forze che un amico di mio padre, non l’abbia tradito per sua volontà.” Disse.

Ron gli sorrise. “Andiamo, ora, sono curioso di conoscere i tuoi zii.”

“Ti pentirai di averlo detto.” Disse Harry, mentre si apprestavano a scendere le scale.

I Dursley arrivano al Quartier Generale





Caro diario, scesi in cucina e trovai tutti e tre i Dursley. Una scena surreale. Zio Vernon continuava a inveire contro qualsiasi cosa magica che trovava fuori dall’ordinario, etichettandola come pericolosa.

“Come siete arrivati qui?” chiesi io. A quanto pare erano andati a prenderli con la smaterializzazione e ora zio Vernon accusava i maghi di aver quasi tentato di assassinarli.

Quanta pazienza!

Per fortuna riuscirono a calmarli, annunciando la colazione, una cosa su cui almeno erano tutti e tre d’accordo.

Continuavo a squadrarli con curiosità, mentre sbocconcellavano la colazione, aspettandomi un nuovo scoppio d’ira da un momento all’altro, loro invece mi guardavano con il sospetto di un cane che temi ti possa mordere da un momento all’altro.

Probabilmente avevano intuito che non li volevo lì, ma non avevo intenzione di essere ostile.
 
“I tuoi zii erano furiosi al pensiero che non avremmo mantenuto la promessa di andarli a prendere.” Disse Lupin ridendo all’indirizzo di Harry.

Molto saggiamente, decisi di sorridere senza commentare.

“Harry, vieni qui.” disse zia Petunia, in modo stranamente remissivo.

Un po’ incuriosito, lo ammetto, mi avvicinai.
 
“Dunque, come vi sembra..QUI?” chiesi io.

“Come sono i letti, sono normali, vero? Non si dorme per aria, vero?” mi chiese.

Risi, ma zio Vernon mi fulminò con lo sguardo.

“Certo che no.” risposi io.
 
 
La giornata proseguì in modo piuttosto bizzarro, i Dursley dopo un inizio di sdegno e scontrosità, si sciolsero maggiormente, prendendo confidenza. Molly riuscì ad ammansire zia Petunia, mostrandole diversi dolci che lei apprezzò molto.

“è davvero un peccato non poter farli conoscere ai vicini.” Commentò lei a bassa voce e notai una vena di rammarico per la prima volta.

Arthur Weasley riuscì ad abbattere i muri di zio Vernon, adulando con lui le cose babbane.

“Quindi anche voi maghi” disse, abbassando la voce alla parola maghi “adorate i gioielli della nostra specie. Ne abbiamo tante di cose splendide. Abbiamo la Statua della libertà, il Colosseo..” e continuava an pavoneggiarsi.
 
Sapevo che i Dursley non l’avrebbero mai ammesso ad alta voce, ma si vedeva che si stavano sforzando di comprendere o perlomeno accettare il mondo magico e io ne ero felice.

Per quanto riguardava Dudley, guardava i gemelli con sospetto, ma furono sufficienti i dolci di Molly, per rabbonirlo.
 
 
Verso quasi pranzo, i Dursley continuavano a guardare con un po’ di sdegno il cibo che si cucinava da solo e facevano delle smorfie non tanto carine.

“Piantatela, okay?” dissi io sottovoce. “Queste smorfie non sono carine.”

Si vedeva che avrebbero voluto urlarmi contro, ma si trattennero per non farsi sentire.

“Se quel cibo, cucinato in quel modo assurdo, ci fa ammalare, tu dovrai risponderne, ragazzo.”

Ma in realtà i Dursley amarono tutto di quel pranzo e presero di ogni portata, una seconda volta.
 
L’apice si toccò quando ad un certo punto del pranzo, arrivò IL BOCCINO D’ORO, planando con maestria nella sala da pranzo.
 
 
 
 

Sirius e il ritratto di sua madre, fanno pace!

 
 
Caro diario, ho parlato con Sirius, a proposito della madre e sono riuscito a convincerlo a cercare di far pace con lei.

“Ma non è lei, è solo il suo ritratto ed è cento volte peggiore dell’originale!”  mi disse Sirius, ma io non demorsi.

“Silente mi disse durante il primo anno, che i ritratti conservano ombre e caratteri delle persone dipinte. Non sono loro davvero, ma sono una copia dei loro sentimenti. Se tu farai pace con lei, avrai la riprova che dentro di sé covava il sentimento e la speranza di riappacificarsi con te. Quello che ti dirà sarà l’ombra di quello che ti avrebbe voluto dire.”

Sirius era sbalordito. Sapevo che era semi commosso, ma sapevo anche che non l’avrebbe mai ammesso.



“Sembri Hermione. Non è che sei lei travestita da Harry? Hai usato la pozione Polisucco?”

“No.” risi io. “Però forse è merito anche della sua influenza se sto diventando più saggio.”
“Mia madre mi odia, Harry.”

“Nessuna madre odia mai davvero il proprio figlio e se te lo dico io che sono cresciuto con i Dursley, c’è da crederci..ti saresti aspettato di ritrovarli qui?”

“Sono ODIOSi. È solo per te che cerco di contenermi dal non urlargli contro.”

“E lo apprezzo molto.”

“Ma non è detto che non lo farò!”

“Perché non cerchi di parlare con tua madre, adesso?”
 
Sirius era combattuto e si dondolò per un po' sul posto. Non fu facile. I primi tentativi furono disastrosi, anche se la signora pareva sinceramente meravigliata che suo figlio Sirius gli parlasse.

Dopo qualche giorno andò molto meglio.

Ora gli riservava parole dolci e affettuose tutti le giornate. La cosa stava cominciando a diventare un po’ melensa, ma aveva un vantaggio. Aveva ora ordinato a Kreacher, di essere più gentile con Sirius e con tutti noi.

Sirius era contento. Si vedeva.

Non era come riavere indietro la sua vera madre, ma era qualcosa.






















Note dell'autrice: ragazzi, allora, linko qui il capitolo dell'altra mia storia: l'amicizia del trio, perchè parla appunto della lite e riappacificazione con ron e hermione

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3767293&i=1

per il boccino ho deciso di dedicare un capitolo a parte!

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Capitolo 18
*** L'amore per il boccino ***


Caro diario, non ho parole per dirti l’emozione che mi è scaturita dentro, quando quella palla è planata nella cucina del Quartier generale, davanti a tutti  e si è fermata davanti a me.

Un’emozione famigliare, che mi dà solo la sensazione del VOLO. Una sensazione simile che ricordo di aver provato, quando per prendere la pietra filosofale,  salì su una scopa per cercare di prendere quelle chiavi volate, una sensazione simile che provai, quando salii su una scopa la prima volta e quando salì sul campo di Quidditch, la prima volta.

Sensazioni simili, ma nessuna di quelle, era paragonabile a QUESTA.

Sì, perché seppur il boccino evocava sensazioni simili, erano ampliate e arricchite dall’affetto che io ormai provavo per esso.

Si possono amare degli oggetti?

Pensavo a Hermione e al suo amore per Grattastinchi e pensavo a Ron e alla sua insolita e ritrovata amicizia per Peter Minus.

Pensavo all’amicizia di Peter per i miei genitori, cui ci era voluta la maledizione imperius, per riuscire a scalfirla.

Pensavo all’amore inusuale e contorto che mi stavano dimostrando i miei stessi zii venendo lì e pensavo all’amore per i miei amici, Ron ed Hermione.

Pensavo all’amore per la mia civetta e all’amore per Sirius.
 
Avevo mandato delle lettere a Silente, chiedendo notizie del boccino. Io e questa palla abbiamo instaurato una specie di legame, durante il primo anno, ma non ho mai parlato molto di questo legame, perché non mi consentono di tenerla troppo tempo con me e perché c’erano sempre cose più importanti di cui parlare.

Insieme al boccino, che mi girò intorno felice, contento di rivedermi,  era arrivato un gufo che recava una lettera da SILENTE.

La lettera diceva che il boccino stava facendo come un pazzo e dedussero che sentiva la mia mancanza. Dato quindi lo straordinario legame che ci univa, il preside decise che potevo, se ne avevo il desiderio, diventare il proprietario ufficiale della palla.
 
Quasi mi commossi. Ero arrabbiato con Silente,  ma quest’ultimo doveva aver intuito la mia rabbia e frustrazione per quanto mi era successo a scuola, con Voldemort, l’angoscia e la disperazione che dovevo star attraversando quest’estate, senza notizie e da solo…e aveva deciso di farmi un regalo.

Non un regalo qualunque, ma un regalo che sapeva mi avrebbe reso felice.
 
Il boccino era come un cucciolo affettuoso e tenero che mi girava intorno e faceva le fusa. Qualcuno mi diceva preoccupato, di non toccargli le ali, per timore di rompergliele, ma Hermione si fece altezzosa e disse che “Non possono rompersi! Sono magiche e indistruttibili e se dovessero fiutare il pericolo, è chi ci mette mani casomai, che dovrebbe avere paura di farsi saltare una mano. Infatti possono essere utilizzate anche come un’arma!”

Ero così contento che, ancora incredulo, decisi di scrivere una lettera a silente, come ringraziamento.

 



“Hermione, secondo te, dove dorme un boccino? Dovrei comprargli una scatola? Dovrei aver paura che si faccia male?”

I gemelli Fred e George mi prendevano in giro chiedendomi se avessi intenzione anche di imboccarlo.

Hermione però aveva preso molto seriamente la questione della “cuccia” per il boccino. Chiese al papà di Ron se c’era da qualche parte qualche carcassa di mobile babbano e lui fu felice di mostrargliele. Alla fine venne fuori con la carcassa di un cassetto rotto e disse che con qualche riparazione, sarebbe potuto essere un buon “letto.”

Hermione era ancora dubbiosa. “Ma è duro!” disse e andò a procurarsi anche una morbida copertina e un cuscinetto per le bambole per farlo stare più comodo.
 
Il boccino fece le fusa come un gattino contento quando vide il suo nuovo “lettino.”

“Beh, naturalmente è solo un lettino provvisorio..in attesa che non troviamo qualcosa di meglio..con te non poteva dormire, Harry..potresti fargli male..voglio dire..”
 
Ma Harry dubitava che comunque il boccino avrebbe usato quel cassetto come letto, troppo a lungo. Di sicuro avrebbero dovuto lasciare il Quartere Generale prima o poi, avrebbero dovuto spostarsi di continuo, con le scope, con la materializzazione ecc..e anche nel remoto caso che fossero riusciti a portare con sé quel pezzo di mobile, era impensabile che gli avrebbero permesso di portarlo a Hogwarts e se l’avesse fatto, che figure ci avrebbe fatto con Draco Malfoy? Già immaginava le risate.

Inoltre, il boccino era come un cucciolo curioso. Di sicuro non era una persona, era uno spirito libero. Non era neanche sicuro che sarebbe riuscito ad addomesticarlo. Magari già il giorno dopo si sarebbe messo a dormire per aria o sopra uno scaffale. Insomma, non era un bambino. Non aveva voglia però di interrompere le fantasie di Hermione. Era così dolce quando si fissava sulle creature innocenti. Aveva preso a cuore Grattastonchi, poi gli elfi domestici e ora il boccino. Era davvero un animo gentile e buono. Gli ricordava Hagrid.
 
 

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Capitolo 19
*** Quinto anno: Harry torna a scuola, ma è depresso ***


Caro diario, quando entrai in quell’aula per essere giudicato, provai un moto di sollievo..e di gratitudine, quando le catene che di solito stringono tutti i condannati, non hanno fatto lo stesso con me. Quando vidi entrare Silente, un moto di affetto nei confronti di quell’uomo, mi assalì all’improvviso. Avrei voluto assurdamente abbracciarlo.

Avrei voluto che mi guardasse.
Qualsiasi cosa.

Ma lui non mi parlò e non mi guardò nemmeno.

Quando tornai al Quartier generale, i Dursley, i Weasley e Sirius erano preoccupati per me. Era surreale per me, vederli tutti lì a preoccuparsi per me.
 
 
Caro diario, il mio soggiorno al Quartier Generale, è stato come vivere una nuova vita.

Innanzitutto perché c’erano i Dursley, anche se non sono stati a lungo lì. Hanno avuto un brutto confronto con Sirius “è il tuo padrino?? Il criminale evaso dalla prigione?”

Quando riuscì a spiegargli che era innocente, loro non sembravano crederci del tutto e zia Petunia era anche scoppiata a piangere, quando venne fuori che per molti anni l’avevano ritenuto responsabile dei miei genitori.

Parlammo anche di quando Molly Weasley ebbe quella famosa chiacchierata con loro. A quanto pare aveva cercato di fare amicizia con loro in maniera goffa e loro non avevano resistito a lungo, però a loro, Molly era rimasta impressa. (vedi primi capitoli )

Quando tornarono a casa, erano ancora molto provati. Mi hanno riservato raramente abbracci, quando ero più piccolo, ma quel momento credo che non lo scorderò mai. Mi hanno stretto fortissimo.

Ancora non riesco a credere che hanno voluto comprendere il mio mondo. Forse sarebbe stato meglio per loro che non lo facessero. Quando li ho salutati sull’uscio del Quartier generale, ho visto in loro la paura.

La paura che finissi ucciso, la paura che non facessi più ritorno a casa.

Non voglio che altre persone vicino a me, stiano male per causa mia.
 
 
Confesso che la notizia che Ron e Hermione sono diventati prefetti e io no, l’ho presa un po’ male, come anche il fatto che non hanno, per il primo anno, condiviso per tutto il tempo, il tragitto fino a Hogwarts con me. Non potevano. Loro hanno dei doveri da Prefetto.

Di contro, c’è Draco Malfoy, anche lui diventato Prefetto, ancora una volta la sua ossessione per me, l’ha spinto a venirmi a cercare addirittura mentre ero con Neville e Luna sul treno.
Ma come farà a trovarmi sempre?

Sembra quasi una cosa a cui potrei abituarmi. Una sorta di fonte sicura no? Quasi confortante, sapere che Draco sarà sempre lì, pronto a tormentarmi, è diventato ormai come parte del paesaggio di Hogwarts, una figura che, seppur fastidiosa e urticante, sai che ci sarà sempre.

Ma che discorsi sono?
 
Forse sarà per via del dispiacere provato, ogni volta che Hermione ha fatto presente che è vero che Sirius mi ha scambiato per mio padre e mi vede come il suo migliore amico.

Anche se fosse, non mi è piaciuta la vena quasi umiliante che gli hanno voluto dare.

Magari A ME, piacerebbe pure, che mi vedesse come mio padre, in fondo era il suo migliore amico. Sarebbe una cosa tanto brutta?

E poi comunque si sbagliano. Se fosse tanto affezionato a me, mi avrebbe chiesto di andare a vivere con lui.

O forse sarà per via del ritratto di sua madre che gridava sempre?

Ma adesso non urla più. No.?

Forse è per via di Kreacher? Per via dell’ordine?

Magari sono io che gli do fastidio.
 
Caro diario. Mi sento depresso e insolitamente malinconico. Sarà forse perché quest’anno le carrozze sono trainate da cavalli che solo io e Luna, possiamo vedere. Forse sarà perché quest’anno il cappello parlante, ha cambiato canzone.

Non mi piace quando qualcosa cambia. Il terreno ti frana sotto i piedi, come se stessero arrivando i dissennatori a succhiarti l’anima.

Silente…perché non mi hai guardato quel giorno?
 
 
 
Caro diario, va sempre più male. E pensare che ho sperato a lungo di tornare qui, ma fin da quando sono arrivato mi sono reso conto che forse…non sarei voluto tornare.

Seamus mi odia, perché sua madre mi odia, perché credono al ministero.

Perché devo sempre farmi odiare tutti?

E per colpa mia, ora odiano anche Cedric, perché non credono al fatto che era morto..che io ho fatto tornare indietro il tempo per salvarlo.

E poi c’è la questione di Peter Minus.

Ha evitato di essere arrestato ad Azkaban per un soffio e da quel momento il ministero ce l’ha ancora più con me. Inutile dire che non credono neanche a lui.

Io, Peter e Cedric, siamo diventati le pecore nere.

Lui però non è qui, a vedersela con i compagni di scuola.
 
A complicare le cose, Cedric si è lasciato con Cho e sembra che io a lei piaccia.

Cedric me l’ha detto.

Come dovrei prendere questa cosa? Insomma, non sono preparato. Ho sempre pensato alla mia prima mossa da fare nel momento in cui avrei desiderato conquistare la mia prima ragazza, non ero preparato al fatto che qualcuna potesse interessarsi per prima a me.

Intendiamoci, Cho è davvero carina, anzi, affascinante….e l’anno scorso credevo di essere cotto di lei.

Ma era PRIMA di Voldemort. Prima di Minus.
Non ci capisco più niente.
Cosa devo fare, caro diario?

Sono confuso e ad alimentare la mia confusione è arrivato anche il rospo  a scuola, con un cardigan orribile.

Ce l’ha con me, il rospo ce l’ha con me. Lo sento nelle ossa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 20
*** Draco guarisce la mano di Harry ***


Sopportare la punizione di quella megera della Umbridge era molto difficile.
E Doloroso.

Con la mano sanguinante e le parole incise sopra “NON DEVO DIRE BUGIE.” Harry si avviava sconsolato per tornare al suo dormitorio.

Prima che potesse avviarsi per la scalinata però, incontrò inaspettatamente Draco, anzi, gli scontrò praticamente addosso.

Guarda dove vai, Potter.”

“Scusami, io..mi dispiace.”

Harry era caduto a terra. Draco lo guardò sprezzante, leggermente sorpreso che gli avesse risposto in maniera così docile, quando vide che provò a mettersi su, ma non riuscì a reggersi con la mano, i suoi occhi si ingrandirono ancora di più.


“Beh? Sai ancora come si fa ad alzarsi da terra, no? è una cosa che si impara di solito quando si compie un anno.”

Harry non rispose a quella provocazione. Fece di nuovo pressione con la mano e molto lentamente riuscì a mettersi sulle ginocchia. Draco si spazientì e lo tirò su per il braccio, facendolo quasi barcollare.
 
Per un attimo i loro visi furono molto vicini e si guardarono, poi Draco lo lasciò andare malamente, che barcollò.



“Forse dovresti andare in infermeria, Potter. Non ti reggi in piedi.”

“No..io sto bene..grazie.”

“Grazie? Stai proprio male invece. Cos’hai lì?” chiese, guardando di sfuggita la mano.

“Niente!” disse Harry, cercando di nascondere la mano, ma Draco fu più svelto di lui. Gli prese il braccio e lo esaminò alla luce.
 
Era la seconda volta, dopo che lo fece Ron, che lo smascheravano così, ma il gesto di Draco, lo imbarazzò e lo fece vergognare come non era successo con Ron. Forse perché loro non erano mai andati d’accordo.

Draco esaminò minuziosamente  la mano di Harry e il suo viso sembrava se possibile ancor più pallido e anche nauseato.

“Chi è stato, Potter?”
“Lasciami la mano, per favore!”

Draco gli strinse il polso più forte, facendolo gemere di dolore.

“Dimmi, chi è stato.”
“No!”

“Potter, se non mi dici chi è stato, andiamo dal Preside. Ora!”

Harry guardò il biondo, basito.

Draco Malfoy sembrava ora diventato la fotocopia di Severus Piton.


Lo guardò in faccia e credette di non averlo mai visto così tanto arrabbiato. Una furia cieca gli segnava il volto.

“Perché?? A te cosa importa?”

“Perché, se Lord Voldemort o qualsiasi altro pericolo è arrivato qui a Hogwarts, non puoi permetterti di tenertelo per te, Potter!”
 
C’erano ben poche probabilità che Voldemort o un qualsiasi criminale o mangiamorte, potesse voler attentare la vita degli studenti a suon di scritte sanguinolente sulle mani, ma Harry in quel momento non aveva la mente molto lucida.



“E va bene e va bene. è stata la Umbridge!”
 
Per lo shock, Draco lo lasciò andare.

“La..Umbridge? Quel rospo travestito da confetto?”

Harry tuttavia sorrise. Anche il suo nemico pensava che fosse un rospo.

“Lei..è il suo modo di trattare con le punizioni.” Disse Harry tristemente.

“Ti ha conciato così per un castigo?”

Harry alzò lo sguardo, sorpreso e incredulo. Era forse compassione e indignazione, quello che leggeva nell’espressione di Malfoy? Era dispiaciuto per lui?

“Vieni con me.” disse Draco, trascinandolo via

“No! Non ci voglio andare da Silente!”

“Non andiamo da Silente, Idiota!” *

Draco guarisce la mano di Harry



Draco Malfoy aveva portato Harry nella loro sala comune. Era la prima volta che Harry la visitava, entrando dentro, insieme a Draco, anzi, su invito suo. La cosa era molto strana, sotto tutti i punti di vista

“Piantala di guardarti intorno. Non c’è nessuno a quest’ora e in ogni qual modo, sono libero di farci entrare chi voglio, anche studenti di altre case.” Disse Draco, in tono arrogante, poi riservandogli un sorrisetto malizioso.

Harry distolse lo sguardo. Non aveva voglia di immaginare perché mai Draco potesse voler far entrare nella sala comune, studenti di altre case.

“Ma guarda, sei arrossito, Potter, stai pensando a cose sconce? Ti credevo così puritano.”

“Falla finita! Perché siamo qui?”

Draco tornò a guardarlo ostile, poi gli disse di aspettarlo qui.

“Perché?”

Falla finita con le domande e ubbidisci!”
 
Harry sbuffò sonoramente e si accomodò sulla poltrona di velluto verde, con un gran tonfo.



Draco gli gettò un’occhiata e poi si diresse verso un armadio, Da lì, prese una bottiglietta dal colore verde con striature blu.

Sorrise a vederlo seduto in quel modo.

“Non abituarticisi, dovrai lasciare presto quella poltrona. E pensare che avresti potuto sederti lì, tutte le volte che avessi voluto, se…”

“Se..?” chiese Harry, con il respiro mozzato.

Draco si morse il labbro, consapevole di aver parlato troppo.



“Se avessi fatto parte dei Serpeverde, ovviamente..”

Harry lo fissò sbalordito, era da tanto che non ci pensava, l’aveva quasi rimosso.

“Il cappello parlante, avrebbe voluto spedirmi qui, la prima volta che sono arrivato ad Hogwarts.”

Draco lo guardò fisso in volto, sgomento.

“Ah sì?”

“Sì..ma io non ho voluto.”

Draco lo fissò duramente, poi con l’ombra di un sorriso.

“Interessante, questo assomiglia quasi come a una trasgressione alle regole. Potrei farti causa a Silente…certo, se me ne importasse qualcosa..”

“Silente lo sa!” disse Harry, arrabbiato per il fatto che il Draco manipolatore e ricattatore, stesse facendo nuovamente capolino quando appena avesse abbassato la guardia.



“Mi ha detto che è per causa delle mie capacità..il parlare serpentese..ma che non sono le nostre abilità che ci dicono chi siamo, ma le nostre scelte..”

“Evita di ripetermi le litanie di quel vecchio balbuziente, per cortesia. E comunque ti ho già detto che non mi interessa, anzi, sono felice che non ti trovi nella mia casa. Ora dammi quella mano!”
 
Harry continuò a guardarlo storto, ma gli porse comunque la mano.

“Cosa intendevi dire quando hai detto che avrei potuto sedermi qui tutte le volte, se avessi voluto..?”

Draco esitò per un momento, prima di rispondergli.

“Se non ricordo male, al primo anno, ti avevo offerto la mia amicizia, Potter..e se non soffri di Alzahimer precoce, dovresti ricordartelo anche tu.”

Harry rimase in silenzio, rimembrando quel momento. Un sentimento diverso dall’odio, stava cominciando a fare breccia dentro di lui. Prima di diventare l’odioso Draco Malfoy che lui e i suoi amici avevano imparato a conoscere, c’era stato un lampo brevissimo di tempo, in cui Draco gli aveva offerto amicizia.

“Quindi..volevi davvero la mia amicizia?”
Draco si morse il labbro e non rispose.



“Io..credevo che fosse solo uno scherzo..” disse Harry, dispiaciuto. Un silenzio pesante e carico di imbarazzo calò su di loro, dopo Draco disse:

“Questo è il tuo problema, Potter. Non prendi mai niente sul serio. Stai fermo con la mano, adesso.”
 
Dicendo così,gli gettò un po’ di liquido verde, spruzzato di azzurro, sulla mano ferita.

Harry ebbe appena il tempo di pensare che era davvero una cosa strana, che Draco gli tenesse la mano in quel modo. Prima di quel momento, credeva che piuttosto di fare un gesto così intimo, Draco avrebbe preferito farsi tagliare la mano. Appena il tempo di formulare questo pensiero e sospirò di sollievo. Il liquido bruciava inizialmente per poi avere l’effetto di un balsamo che dava sollievo.



“È davvero un portento, come mai tenete questa roba nella vostra sala comune?”

Ora Draco sembrava lottare per dirgli di farsi i cavoli suoi, ma alla fine decise di rispondergli. Amaramente disse:

“Molti ragazzi qui, trovano divertente, esercitarsi con alcuni incantesimi, per vedere fin dove possono spingersi nella resistenza al dolore, questo unguento serve per guarire le ferite più gravi che non riescono a rimarginarsi facilmente."

“Ma…una cosa del genere, dovrebbe essere illegale!” disse Harry, ma subito gli sovvenne in mente quello che facevano Fred e George con i dolcetti da servire a quelli del primo anno.

Draco sembrò pensare la stessa cosa.
 


“Osi fare la morale a noi, quando i gemelli fanno quello che fanno, indisturbati, senza essere puniti?”

Harry ebbe l’accortezza di stare zitto.

“Bene, mi fa piacere di vedere che almeno un po’ di vergogna la provi anche tu, Potter. Ad ogni modo, il professor Piton, ha già minacciato seriamente alcuni dei miei compagni, ma alcuni recidivi persistono e quindi per sicurezza io ed alcuni amici abbiamo chiesto il permesso di tenere questa roba. Per quanto si cerchi di evitarlo, pazzoidi a cui piace farsi del male, ce n’è sempre. In fondo è anche per questo che non volevi essere qui, no? Perché noi Serpeverde siamo brutti,cattivi e pericolosi e i tuoi amici Grifondoro sono puri, immacolati angeli.”

Harry era già stufo di questa litania e di questa sorta di rimprovero.

“Dici che volevi la mia amicizia, ma non ti sei comportato bene con me, né con i miei amici..”

Draco sbuffò a mò di presa in giro.

“Durante il secondo anno, tuo padre, te lo ricordo, ha messo quello schifoso diario, tra le mani di Ginny Weasley, una cosa imperd..”



All’allusione di quell’episodio, Draco alzò una mano. Si vedeva che tratteneva a stento la rabbia.
 
“Prima cosa, chi ti da il diritto di pensare, se anche fosse vero, che io ne fossi al corrente?”

“Ma…” balbettò harry, preso alla sprovvista. “Io..”

Eppure credevo che ti fossi tolto ogni dubbio, quando sei venuto in questa stessa stanza comune, a fingere insieme al tuo amico lentigginoso, di impersonare i miei due migliori amici, Potter.”

Harry rimase sbalordito più che mai. Dunque lui aveva capito l’inganno quel giorno! Aveva capito che erano loro.
“Come..come hai fatto a..”

“Come ho fatto a capirlo? Vivo a stretto contatto con Tiger e Goyle ogni giorno. Vuoi che non sappia riconoscere un trucco da pozione polisucco, quando me lo trovo davanti? Hai o non hai forse avuto la prova che io non sapessi proprio NIENTE riguardante il mostro di serpeverde e l’erede? Non credi che avrei dovuto SAPERE che fosse stata Ginny Weasley, se fossi stato a conoscenza PRIMA di come tutto iniziò?”
 
Draco tremava dalla rabbia, era chiaro a Harry, che non aveva il coraggio di ammettere esplicitamente che suo padre avesse messo il diario di Ginny nel suo carrello. Forse dirlo esplicitamente gli faceva male.
 
“L’anno scorso, ho visto Voldemort resuscitare..e tuo padre era lì con loro!” disse Harry, all’improvviso di nuovo furioso. Se possibile,ora che avevano condiviso questo momento di intimità, si sentiva ancora più tradito, rispetto a prima.

Draco impallidì ancora più del solito.

“Dici che volevi la mia amicizia e poi tuo padre, la tua famiglia, è leale, alla persona che ha ucciso la mia, che voleva morto ME. Non ti sembra..davvero..” ora anche Harry tremava di rabbia, ma Draco di più.

Si alzò,guardandolo furibondo.
 
“Ti ho mai giudicato per la famiglia in cui sei cresciuto, Potter? Ti ho forse mai detto che sei uno schifoso babbano ignorante, esattamente come gli schifosi babbani con cui sei cresciuto e che non dovresti stare qui?”

“Cosa? No, ma questo cosa..”

“E allora con quale DIRITTO, cerchi di farmi sentire in colpa, per le scelte di mio padre?”

“Io non volevo..”

“Io non ti devo niente. NIENTE!” Gridò Draco, perdendo le staffe.

“Io volevo solo..” disse Harry, scioccato di vederlo così.
 
Draco si era seduto sullo scalino del camino, tenendosi la testa tra le mani.


“Non avrei dovuto portarti qui. Voglio che tu te ne vada.”

“Draco, per favore, lasciami spie..”

“ORA!!”
 
Harry lo guardò ancora una volta, ferito e deglutendo.
“Ma..”

“VATTENE. “ Gridò più forte. “E non tornare.” Disse più piano, guardandosi i piedi.
 
 
Harry con grande rammarico e tristezza, si allontanò, ma prima di passare attraverso il buco del ritratto, si fermò di nuovo.

“Sono stato così occupato a pensare ai miei problemi, che non ho minimamente mai immaginato che la tua estate potesse esser stata un inferno, esattamente come la mia. Mi dispiace, Draco.”

Draco aveva alzato lentamente la testa, per guardarlo.

“Il tuo più grande difetto, Potter, è che pensi sempre di sapere dall’alto della tua arroganza, quello che penso e quello che provo. è per via di questa tua arroganza, che non possiamo essere amici.”
 
Harry non ribattè a questo. Lentamente si decise finalmente ad uscire dal ritratto.

“Grazie per l’unguento.” Disse solo freddamente.




Harry piange per Draco



Con il cuore a pezzi, Harry era tornato nella sala comune ed era rimasto sul divanetto della sala, fin quando non smise di singhiozzare. Non voleva farsi trovare e sentire dai suoi compagni di casa, a piangere. Tantomeno per Malfoy. Stranamente, il boccino riuscì in qualche modo, a sentire la sua presenza, scese nella sala comune e si mise in grembo a lui, facendo le fusa. Harry lo coccolò, grato di quel muto conforto.

Quando realizzò dopo mezz’ora, che la crisi di pianto si fu dipanata e non rischiava pericoli, tornò in dormitorio e si mise silenziosamente a letto. Consapevole di avere ancora la faccia sconvolta dal pianto, prese il suo diario e cominciò a scrivere.
 

Non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi a piangere per Malfoy.

Prima mi aiuta con la mano ferita da quella strega della Umbridge e poi mi ferisce, dicendomi quelle cose e cacciandomi dalla sua casa, quando era stato lui a invitarmi.

Non mi sono mai sentito tanto ferito e umiliato. Mi ero quasi illuso che avesse smesso di fare lo stronzo, mi sono lasciato incantare dalla sua gentilezza apparente.

Come ho potuto llludermi che potesse preferire ME a suo padre? Era chiaro come il sole, che non avrebbe mai, mai, rinnegato la loro lealtà a Voldemort. Lui viene da una famiglia di mangiamorte.

Sciocco io, a credere che, il fatto che Voldemort abbia ucciso la mia famiglia, potesse contare qualcosa per lui.
 
Harry smise un attimo di scrivere, perché un flashback prepotente di quell’incontro arrivò a stordirlo come un fulmine.

con quale DIRITTO, cerchi di farmi sentire in colpa, per le scelte di mio padre?

Smise di scrivere e lasciò perdere diario e penna, che buttò dentro il baule di scuola.
 


Si addormentò con il boccino vicino a lui che lo consolava a modo suo, strofinandosi al suo petto. Harry lo accarezzò con la mano e cercò di addormentarsi, con un ultimo pensiero. Quello che forse, aveva sbagliato davvero tutto con Draco dall’inizio e forse la prima cosa che aveva sbagliato, tra le tante, era stata quella di respingerlo.

“Sono stato così occupato a pensare ai miei problemi, che non ho minimamente mai immaginato che la tua estate potesse esser stata un inferno, esattamente come la mia. Mi dispiace, Draco.

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Capitolo 21
*** Draco Malfoy da i dolci dei gemelli, alla Umbridge ***


Caro diario, è successa una cosa pazzesca.

Oggi alle lezioni, la Umbridge non si è presentata, ma si è presentato PITON. Era raggiante, mentre diceva che la Umbridge aveva avuto qualche problemino e quindi lui doveva sostituirla. Non tolse punti a nessuno, anzi, a Hermione, Hermione! Diede addirittura dieci punti a Grifondoro, dicendo che oggi era particolarmente attenta e concentrata e i punti valevano lo sforzo. Era arrogante come sempre, ma anche stranamente felice. Io credo che quei punti glieli abbia dati, perché l’aveva sentita bisbigliare che era contenta ci fosse lui, al posto della Umbridge. A quanto pare, sentirsi elogiare perfino dalla Granger, sentirsi dire che era meglio della Umbridge, per lui era un grandissimo complimento. Per tutto il resto della lezione, il suo sorriso non scomparve dalla faccia.

Quando uscii dalle lezioni, incontrai Fred e George, anch’essi raggianti e dinamici, che vennero da me, mentre scendevo la scalinata.

“Lo sai chi ci è capitato come  compratore per i nostri dolci?” chiese Fred.

“I nostri dolci fantastici?” chiese di rimando George.

Prima che ebbi la possibilità di indovinare qualche nome di bizzarro compratore, mi vennero in soccorso loro.

“Draco malfoy!!” tuonarono con voce trillante.

“State scherzando, vero??” dissi io a bocca asciutta.

“Credici, amico. Eravamo i primi a essere sorpresi!” disse Fed.

“Lui è anche un Prefetto, poi!” disse George.

“Ma vi ha..pagati?”

“Certo che sì!” disse Fred scandalizzato dall’idea che potessero dare qualcosa gratis.
 
Ad un certo punto un sospetto mi prese.

“Oggi la Umbridge non è venuta a lezione!”

Fred e George risero, quando videro che io avevo capito.

“Cosa..VOI LO SAPEVATE?”

“Per convincerci a vendere dei dolci proprio a lui, ha dovuto darci una motivazione decisamente valida. Ci capiamo, no?” disse Fred.

“Quindi ci ha spifferato tutto! Combinare malefatte con Malfoy! Questa è roba da gazzetta del profeta!” disse George.

Ed entrambi se ne andarono, correndo, sparendo nel cortile della scuola.
 
 

Harry chiuse il diario, ancora costernato da quello che era successo. Era fuggito solo perché sentiva il bisogno di appuntare sul suo diario, quell’incredibile notizia, ma mancava pochissimo all’ora di pranzo e aveva una gran fame.

Davanti alla scalinata di marmo, incontrò nientedimeno che Malfoy.

Fu combattuto. Soltanto poche ore prima, Malfoy gli aveva urlato contro, certo, era difficile ora pensare al litigio, quando aveva in mente Malfoy che con l’inganno faceva mangiare un pasticcetto svenevole alla Umbridge.

“Buongiorno, Potter. Ti sei goduto le lezioni straordinarie?” chiese Mlafoy, scendendo la scalinata con aria tronfia.

“Abbastanza. Devo dire grazie a te, suppongo.”
Malfoy sembrava molto compiaciuto di ciò.

“I gemelli se la sono già cantata, allora. Li ho visti dalla finestra che correvano per il prato. Sai, per tutti questi anni, ho sempre pensato che fossero i migliori di questa famiglia. Non considerati abbastanza. Hanno del grande potenziale.”

“Quindi..gli hai fatto mangiare un pasticcetto svenevole..o…”

“Torrone sanguinolento!! Gliene ho fatto recapitare un pacco intero, ben confezionato, con tutti quegli svolazzi e la carta rosa che le piace tanto.”
 
Harry era combattuto. Aveva voglia di rimproverarlo per quello che aveva fatto, ma anche abbracciarlo. Represse un brivido davanti a quello strano impulso.

“Ma..perché l’hai fatto? Pensavo che dopo ieri..”

Draco voltò la testa di lato, con un sorrisetto.

“Oh, non crederai che l’abbia fatto per te..” ridacchiò appena.

Harry lo guardò corrucciato.



“Quella puttana che abbiamo per insegnante” disse Draco, marcando piano ogni parola, con il viso sempre raggiante. “ solo perché mi sono permesso di dire davanti alla classe, che era bizzarro che il grande Harry Potter, venisse punito con un castigo, per aver detto la verità, dopo le tante palle e stronzate che vai dicendo in giro da cinque anni dove sei restato impunito, beh, per questo, la cara Signora, voleva mandare anche me in castigo.” Finì Draco, sgranando gli occhi con fare teatrale.
 
Harry lo guardava sempre più sbalordito.
Draco fece spallucce.

“Non potevo permettergli di farmi rovinare queste graziose mani, sarebbe stato un peccato, non trovi? “

“Ma..non hai paura che possa dirlo ai professori?” disse Harry terrorizzato.

“Di cosa? Dei dolci? Sei così carino  a preoccuparti, Potter.”
 
Harry arrossì a questa affermazione.
“Io non..”

“Ad ogni modo..” disse Draco, sempre più raggiante. “Non c’è alcun pericolo! Sono andato da lei e l’ho minacciata di spifferare tutto a Silente!”

Harry aveva la bocca ancora più spalancata.

“Hai minacciato un’insegnante?”

Draco fece di nuovo spallucce.

“Sì, l’ho fatto. E mi è piaciuto un sacco. Ovviamente non l’ho fatto per te, quella stronza avrebbe potuto minacciare anche i miei compagni e amici. Sai com’è. E poi nessuno, NESSUNO, si deve permettere di sottomettere ME.”

Draco aveva assunto un’espressione e un tono terrificante. Harry lo guardò sempre allibito.

Ma poi tornò il solito Draco, sorridente.

“E poi, ne ho parlato anche con il professor Piton e lui..mi sostiene. Ha dato 50 punti alla mia casa. Non chiedermi per quale motivo. Ne avrà inventato qualcuno.” Disse Draco  sussurrandogli all’orecchio. “Ah, fammi vedere la tua mano.”

Dopodichè cercò di sbirciare la mano di Harry, ma quest’ultimo la nascose  dietro la schiena.
 
Draco, visibilmente incazzato, gli prese il polso, facendogli male.

 
 
“Ho detto, fammi vedere, Potter.” Disse Draco con voce amabile.

La scritta era ancora lì, anche se sembrava un po’ sbiadita.

“Quella puttana..” sussurrò Draco, la sua espressione livida di rabbia.

“Cosa?” chiese Harry, non sicuro di quello che aveva sentito.
 
Draco gli lasciò la mano, senza perdere quell’espressione amabile.

 
 
“Forse ti rimarrà un’altra cicatrice, se sarai fortunato, così sarai ancora più celebrità, sei contento, Potter?”

E su quest’ultima frase, si avviò verso la sala da pranzo, ridendo sguaiatamente.
 
Harry rimase fermo sul posto, stringendo la mano a pugno e cercando di metabolizzare prima, quello che era successo.
 
Più tardi, avrebbe scritto sul suo diario:

“Forse ti rimarrà un’altra cicatrice, se sei fortunato, così sarai ancora più celebrità, sei contento, Potter?”

È la stessa cosa che avevo detto a Ron, il quarto anno.

Le similitudini con Ron fioccano sempre di più come neve al sole.

Con la differenza che Draco non è mai stato mio amico.

Non siamo amici ed è un…qualcosa di completamente diverso.

Abbiamo un legame? Un rapporto?

Si era davvero preoccupato per me, per la storia della mano?

L’ha fatto per me??
 
 
 






















Note dell'autrice: okkk ragazzi, si capisce che ho ingranato la quinta?? sto scoprendo che mi dispiace moltissimo scrivere capitoli Drarry ahha xd spero di essermi fatta perdonare per il fatto che per tantissimo tempo sta raccolta è rimasta FERMA, vi chiedo però di non abituarvi troppo, perchè non so quanto durerà xd sono molto incostante e ho molte ff in corso! se volete che aggiorno tanto, datemi anche sostegno però!! xd 

ps mi sono dimenticata di inserirlo nel testo, ma volevo precisare che, harry aveva comunque finito le lezioni con la umbridge, quindi comunque non sarebbe più andato, ma mafoy, giustamente, ha voluto fargliela pagare lo stesso <333

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Capitolo 22
*** Sirius ed Harry fanno pace ***


Caro diario, sono allibito e costernato. Hermione vorrebbe che io, IO, insegnassi le arti magiche ai nostri compagni di scuola.

Tantissima gente è venuta da me, tantissima gente ha accettato di partecipare.

Anche dopo che quella strega della Umbridge ha vietato l’esistenza di circoli, gruppi e affini, molti di loro hanno voluto continuare a esserci.

Sono eccitato, commosso e emozionato.
Cedric vuole fare parte del club!

Vuole farne parte e ha deposto a mio favore, dicendo che ho detto la verità su Voldemort e che è grazie a me se è ancora vivo!

Avrei preferito però che non mi guardasse con così tanta stima e fiducia. Lui e Cho si sono lasciati da poco, ma io..mi sento in colpa ogni volta che incrocio Cho da sola.

Che cosa c’è davvero tra noi? Non sbaglio forse a non fermare questa cosa?
 
E Sirius. Mi ha scritto che non ne può più di stare in quella casa. Ci sono troppi TOPi,  Facendo chiaramente riferimento a Minus.

Ho passato tutta la notte a sentirmi in colpa e a piagnucolare e Ron ed Hermione, hanno dovuto sopportarmi.
Mi sembra di non fare altro, ultimamente.

Come diavolo posso fare a guidare una squadra di studenti, ad ergermi a loro leader se non faccio altro che piagnucolare?

E Sirius, perché diavolo perde tempo a litigare con Minus? Non capisce che è stato anche lui un innocente? Vuole farmi sentire in colpa?

Mi ci sento!

Se quei due continuano a litigare e non saranno uniti, sono più deboli. Ci sono più probabilità che Voldemort ritrovi Minus e che Sirius venga rintracciato dal ministero.
Sirius…







*

“Mundungus. Era la strega sotto il velo.” Disse Sirius.

“Quello era Mundungus? E che cosa ci faceva alla Testa di Porco? “ chiese Harry.

“Secondo te? Ti teneva d’occhio. È evidente.” Disse Sirius.

“Sono ancora pedinato??” Harry si arrabbiò.

“Certo, infatti la prima cosa che fai, nel tuo finesettimana è organizzare un gruppo di Difesa clandestino.” Disse Sirius.

Harry vide l’orgoglio negli occhi di Sirius brillare e dimenticò la sua rabbia.

Finalmente avevano fatto pace.

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Capitolo 23
*** La Umbridge scopre le riunioni dell'ES ***


Credevo che niente mi avrebbe incupito di più di Cho che scoppia a piangere inveendo contro di me il giorno di San Valentino, perché voleva parlare di Cedric e perché si ingelosì di Hermione Granger.

Io dico, capisco che fu un colpo per tutti, il fatto che dissi che tornai indietro nel tempo per salvare Cedric  e potessi un’altra volta tornare indietro nel tempo, giuro che NON LO DIREI DI NUOVO, ma è passata, amen, mettiamoci una pietra sopra, no?

Lei invece no! Continua a piangere e a dire che Cedric è rimasto traumatizzato dal fatto di essere morto e di essere salvo solo grazie a un mio “colpo di testa.” Chiamalo colpo di testa! Cedric questa me la paghi.. e che si sarebbe allontanato da lei dicendo che aveva tempo di riflettere.

Cho sembra essersi messa in testa che dovrei fare da psicologo a Cedric per riuscire a superare questa brutta situazione, ma a me, chi mi fa da psicologo?

Trovo inoltre un’offesa il fatto che Cho usi le nostre uscite per parlare di Cedric. Così sembra che lei vuole di nuovo lui e usi me per rimettersi insieme a lui.

Lei d’altra parte mi accusa di essermi invaghito di Hermione.

Stiamo sempre insieme io, Ron e lei da cinque anni e nessuno mai ha messo bocca sul nostro rapporto.

Ora arriva una ragazza e pensa di poter comandare con chi devo uscire?

Ma poi Hermione! Non si è accorta che è praticamente cotta di Ron? Potrebbe mettersi insieme lei a Ron. Il livello di intelligenza nel capire questa cosa, è simile.

Beh, ora non esageriamo.
 
Comunque, credevo che questa fosse la cosa peggiore che potesse capitarmi e invece no.



La stronza della Umbridge ha scoperto che stiamo praticando le lezioni dell’ES.

Quando scappammo tutti dalla stanza delle Necessità per non farci beccare, un ragazzo di serpeverde che non notai mai prima di allora, mi fece cadere, per dare sostegno alla Umbridge.
 
Lo studiai a fondo. Era a fianco di Tiger e Goyle. Dov’era finito Draco?

Fui sollevato che perlomeno non fu stato lui a tradirmi, anzi, Dobby tra i sussulti, era riuscito a svelarmi che fu proprio lui a mandarlo lì, per avvertirmi.

Il che mi lasciò basito. Come faceva Draco a sapere delle riunioni dell’ES?

Draco era strano da un po’ di tempo. Non si faceva più vedere con Tiger e Goyle che sembravano girare con un nuovo capo, ora.

Perlomeno era rimasto coerente. In effetti non avrebbe avuto nessun senso, se prima mi aiutava con la Umbridge e adesso stava dalla sua parte.

Draco sembra odiare la Umbridge più di me, perlomeno in questo siamo d’accordo.

“Ho mandato quell’elfo domestico ad avvertirti solo perché odio la Umbridge e il solo fatto di mettergliela in saccoccia, mi rende euforico, non l’ho fatto per te.” Sussurrò al mio orecchio il giorno dopo.
“Capisco. Grazie lo stesso comunque.”

Draco doveva aver visto il mio pessimo umore e la tristezza che mi aleggiava lo spirito, perché si sbrigò ad aggiungere:

“Ad ogni modo, Silente quando ha intenzione di tornare?”
 
Rimasi sbalordito. Avevo sempre creduto che Draco odiasse Silente e che non vedesse l’ora di vederlo fuori da Hogwarts.

“Credevo che lo odiassi..”
“È così infatti, ma devo ammettere che la Umbridge come preside, è cento volte peggio.” Disse tra i denti.

“Non so dove sia..” dissi con sincerità.
Draco se ne andò, sbuffando infastidito.
Fui colto da una sensazione bruttissima.

Draco stava solo cercando di ottenere delle informazioni da riferire al ministero?
Aveva cercato di farmi confessare?

E perché ultimamente il mio umore era sempre più influenzato e dipeso dai suoi comportamenti?

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Capitolo 24
*** Harry dice a Piton che gli dispiace per come suo padre lo trattava! ***


Allora..ti stavi divertendo, Potter??”

“N-no.” disse Harry tentando di liberarsi.
“Un uomo spiritoso tuo padre, vero?”
“Io…non..”

“Non ripeterai mai a nessuno quello che hai visto!!” ululò Piton.

“No..certo che no….io mi…mi dispiace.” Disse Harry.

Piton lo guardò stralunato.
“Che cos’hai detto, Potter?”

Mi dispiace!! Io NON LO SAPEVO!!” strillò Harry a occhi chiusi, desolato.

“Fuori, Potter..” disse Piton, che era rimasto chiaramente sorpreso e disarmato da quelle scuse.
“Aspetti, io volevo..”

“Fuori! Fuori di qui! Non voglio vederti mai più qui dentro!”
 
Harry corse più in fretta che poteva, fuori dall’ufficio di Piton.

Piton nel frattempo, si era accasciato  al suolo.

Potter aveva frugato nei suoi ricordi peggiori.

E gli aveva chiesto scusa!

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Capitolo 25
*** Ron ed Hermione consolano Harry, dopo quello che vede nel Pensatoio di Piton ***


Harry si era rifugiato nella sala comune di Grifondoro, dove per fortuna erano rimasti soltanto Hermione e Ron, ad aspettarlo. Quando lo videro correre, agitato, con il viso stravolto, lo fermarono.

Harry non voleva farsi compatire e cercò di scappare da loro, per mettersi a letto, ma loro non gli permisero di scappare.

Lo portarono al divanetto e lo convinsero a raccontare cos'era successo.

Lui disse che nel Pensatoio aveva visto i ricordi di Piton, suo padre e i suoi amici che lo bullizzavano.

Non voleva dire cosa aveva visto, l'aveva promesso.

Poi crollò tra le loro braccia, singhiozzava, mentre loro cercavano di rassicurarlo e coccolarlo.

Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma  loro lo facevano sentire bene. Lo tiravano su, quando era a pezzi. 

"Mettiti giù." disse Ron, facendogli appoggiare la testa sulle sue gambe.

"No." disse Harry cercando di ribellarsi.

"Avanti." lo spinse Ron.

Harry un po' imbarazzato, obbedì. Dopotutto si sentiva stanchissimo.

Ron ed Hermione cominciarono a dire tutta una serie di cose che lui non capì e con sommo orrore di Harry, Hermione cominciò ad accarezzargli i riccioli che pendevano giù dalla sua testa.

Imbarazzato si ricordò che Ron era cotto della loro migliore amica, cercò di tirarsi su, ma entrambi lo mantennero giù.

"Lasciati coccolare un po', con sta cosa prima delle lezioni dalla Umbridge e poi da Piton, ci hai trascurati un po'."

Harry decise di non rispondere e di lasciarsi "coccolare." dopotutto era almeno un modo per non pensare a quello che aveva appena visto.

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Capitolo 26
*** Sirius è vivo, ma è al San Mungo ***


Ero distrutto, mi sembrava di morire, mi sembrava di affogare, annegare, soffocare.

Avrei preferito ricevere un crucio, piuttosto che assistere alla morte di Sirius.

Lupin continuava a trattenermi, poi vidi che fece un incantesimo che riuscì a passare attraverso la tenda.

Con un gemito misto a un grido, vidi il corpo di Sirius, lasciare la tenda e galleggiare come morto, nella nostra direzione.

Lupin lo prese tra le braccia, sostenendolo come se fosse un piccolo tesoro.

“Lupin…è..?” chiesi trepidante.

“È ancora vivo…

Talmente tanto era il sollievo che mi crollarono le gambe e finii a terra, prima di scoppiare in singhiozzi, lasciando uscire fuori tutta la tensione accumulata.

“È vivo, sì, ma…io non so…”
 
Non mi importava del ma, per me era solo importante che Sirius fosse ancora vivo e che fosse uscito da quel maledetto velo. Ancora non riuscivo a credere che ne ero stato così tanto affascinato!
 
 
Quando tornai a Hogwarts, Silente mi informò che Sirius era vivo, sì, ma era stato trasportato al San Mungo, perché era come un vegetale e a stento riusciva a parlare, inoltre non si ricordava chi era.

Mi vennero in mente i genitori di Neville e scoppiai in scatti d’ira violenti, facendo del mio meglio per distruggere l’ufficio di Silente, prima che riuscì a calmarmi.

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Capitolo 27
*** Draco ed Harry lottano ***


Harry aveva usato lo specchietto che Sirius aveva dato a lui e aveva visto il suo viso all’ospedale del San Mungo. Non gli aveva parlato, ma era comunque servito a rincuorarlo. Fino a poco prima temeva ancora che il fatto che Sirius fosse vivo, fosse stato in realtà un sogno e che in realtà non fosse mai uscito da quella tenda.

Dopo aver parlato con Silente, sfortunatamente, incontrò Draco Malfoy.

Quest’ultimo era molto arrabbiato per il fatto che Harry avesse fatto il nome di Lucius, suo padre.

“Te la farò pagare per quello che hai fatto a mio padre, non puoi mandare mio padre in prigione.”

“Tuo padre lavora per Voldemort. È un pericolo per la comunità e quello è il posto migliore per lui.”

Draco strinse i pugni. Harry capì che voleva aggredirlo e si tenne pronto.

“Sei peggio di LUI. Più meschino, più crudele..”

“Beh, io almeno non mi metto al servizio di qualcuno che avevo minacciato poco prima, per quanto riguarda la MANO, grazie di NIENTE. " disse, sventolandola. "Avrei preferito tenermi le cicatrici, piuttosto che farmi curare da uno sporco ipocrita e bugiardo come te.”

Draco, che era arrossito, quando Tiger e Goyle l’avevano guardato interrogativo, sbottò verso di loro.

“Andate via, VIA.”
 
Ora Draco era tornato a guardare minaccioso Harry.

“Dunque sarei un ipocrita, Potter?”

“È quello che sei. Hai aiutato la Umbridge a catturare me e i miei amici..”

“Per impedirti di andare là, stupido idiota!”

Ora Harry aveva l’aria di chi è stato appena colpito da un bastone.

“Cosa?”

“Sapevo dove stavi andando. Stavo cercando di fermarti. Ho detto io a Tiger e Goyle di lasciare andare i tuoi amici. Speravo che quella cretina della Granger ti avesse convinto a non andare!”

“Tu sapevi che era una trappola per me??”

“Io…non sapevo i dettagli..ma SAPEVO che..l’Oscuro Signore voleva..”

“Perché diavolo non me l’hai detto?? Ti rendi conto che Sirius ha rischiato di morire??”
 
Per un momento lo shock di Draco fu talmente grande, che lo fece barcollare.


“Sirius..il tuo padrino? Ma che..cosa stai…Come osi incolparmi della vita di ogni ridicolo essere che ti ruota intorno??? “ aveva gridato Draco.

Avresti dovuto dirmelo!”

“Io non sapevo che…la trappola per te era il tuo padrino??”

Harry si mise a ridere.
 
“Non vorrai farmi credere che non ne sapevi niente.”

“Pensa quello che vuoi, non mi importa, Potter..maledetto..maledetto il giorno in cui ti ho incontrato.”

Tuo padre, era là con tutti quei mangiamorte ed ha cercato di…”

Draco si avvicinò all’orecchio di Harry e gli sussurrò con una strana cadenza triste.

“Mio padre....non ti aveva fatto niente..voleva solo quella maledetta profezia da te..e tu l’hai mandato ad Azkaban, in compagnia di creature che soffiano la felicità della gente. Non potrò mai perdonartelo.”

Harry sospirò. Se Draco pensava di farlo sentire in colpa, cascava proprio male.

“Sai, quando mi hai aiutato, con la mano ferita..è stato il primo gesto di gentilezza che ricevetti da te..mi ero illuso di chissà cosa..ma dovevo immaginarlo..che la mela non cade mai lontano dall’albero.”
 
A quelle parole, Draco non resistette più. Era scattato verso Harry ed entrambi erano ruzzolati giù per le scale.
 
 
L’intervento di Piton prima e della Mc Granitt dopo, che diede a Harry tutti quei punti, non servì a fargli tornare il buonumore.

Credeva che Draco ci credeva davvero alle cose che sosteneva, una parte di lui era davvero convinta che la sua famiglia era dalla parte della ragione ed era Harry quello cattivo.
 























 Note dell'autrice: 

eccomi ragazzi. Sono talmente scoraggiata che non metto nemmeno più i soliti pensieri di Harry di fine anno. Forse lo farò più avanti non lo so. Non volevo scrivere neanche questo capitolo e so che non è bello da dire ma non ho neanche più voglia di scrivere questa storia ççç il pensiero di dovermi rileggere ancora tutto il 6 e 7 settimo libro mi viene male ççç comunque se riuscirò ad andare avanti, la storia di draco ed harry dovrà cambiare per FORZA, altrimenti la drarry non avrebbe senso di esistere. Ciao.

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Capitolo 28
*** Sesto libro: i due ministri ***


Il Primo Ministro e Caramell erano diventati buoni amici. Una volta che il Primo Ministro Babbano aveva digerito il fatto che esistessero ancora maghi e streghe nel mondo, i due avevano fatto amicizia. Nonostante il Primo Ministro ce l’avesse con il ministero della magia perché a causa loro, la gente dava la colpa al governo per i disastri che succedevano e le persone che morivano nel mondo, alla fine aveva provato pena per quell’ometto che era stato licenziato dal ministero della magia per aver rifiutato di credere al ritorno di Voldemort, fino all’ultimo.
 
Caramell nel frattempo continuava a scrivere lettere a Silente. Voleva il suo perdono, ma Silente non era ancora disposto a rispondergli, né a perdonarlo. Aveva altri problemi al momento, tipo la sua mano ferita.

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Capitolo 29
*** Draco, mittente di lettere dolci per Harry ***


Camminavo tra la neve, lasciando le mie impronte.

Non sentivo il freddo

All’improvviso mi imbattei

In una pianta di Agrifoglio.

Mi ricordai di una cosa che avevo letto tanti anni fa

Un bambino, giunto fino a Betlemme per regalare al neonato una corona di alloro, scoppiato in lacrime davanti alla grotta, convinto della indegnità del dono, lo vide mutare in una meravigliosa pianta verde brillante, tra le cui fronde gemmavano frutti rossi, nati dalle sue lacrime di disperazione. Da allora l'agrifoglio assumerà il significato di carità e affetto disinteressato verso amici e sconosciuti
 


Avevo pianto. Era poi arrivata un’altra lettera.
 


Giglio.

Si narra che Maria abbia scelto Giuseppe perché lo vide con un Giglio tra le mani.

Lily significa Giglio.

Simboleggia l’amore Sublime.

Sapendo questo non mi stupisco che tua madre abbia salvato te

Tu, destinatario di un amore, che forse incarni a tua volta.

Bambino prescelto.
 
 
Avevo pianto di nuovo. Queste erano missive anonime, non sapevo da dove venissero scritte e il destinatario non sembrava volersi svelare.



Ne parlai con i Dursley. Zio Vernon mi prese in giro dicendo che mi ero fatto delle ammiratrici, ma zia Petunia invece sembrava preoccupata. Temeva che qualche nemico volesse attirarmi in una trappola. Entrambi non avevano digerito quello che era successo nell’Ufficio Misteri e mi stavano più addosso che mai.

Quando arrivò ad un certo punto, Silente, a fare loro visita, fu sorprendente sentire zia Petunia ammettere davanti a tutti che detestava la magia perché da ragazzina aveva scritto a Silente, supplicandolo di ammetterla alla scuola e lui le aveva risposto gentilmente che non poteva perché lei non aveva poteri magici, dopodiché bevvero insieme a noi, dello squisito idromele.

Zio Vernon fece a Silente un mucchio di domande, a quanto pareva, era affascinato dal personaggio e fece anche un sacco di domande sulla scuola.
 



La cosa più sorprendente però, accadde quando conobbi Lumacorno. Lui mi chiese se conoscevo Sirius, buttando là che era al San Mungo in stato confusionale. Cominciai a lacrimare subito e Lumacorno capì di aver detto qualcosa di male.

“è il mio padrino.” Risposi io.

Lui ne fu tremendamente mortificato, non smetteva più di scusarsi e Silente colse quell’occasione per ritornare dal bagno. Prima che andammo via, Lumacorno disse che accettava di venire a insegnare a Hogwarts.
 


Ritiro quello che ho detto. La cosa più sorprendente in realtà, accadde poco prima che Silente mi lasciò dai Weasley. Dopo avermi raccomandato di essere sincero con Hermione e Ron, a proposito della profezia, mi chiese se avevo capito chi era il poeta misterioso che mi mandava certe lettere colme di sentimento!

Io rimasi esterrefatto che Silente sapeva delle lettere, lui mi rispose che era per la mia sicurezza che si era preoccupato di controllare chi mi scriveva e mi disse che avevano capito che il mandante era Draco Malfoy.
 
Cominciai a protestare. Lui mi odiava, non avrebbe mai scritto qualcosa di così carino a me e se lo aveva davvero fatto, era per prendermi in giro! Silente mi disse di scavare più a fondo nelle apparenze. Draco era un ragazzo così solo e bisognoso d’amore, io dovevo stargli vicino, perché così c’erano buone speranze che non prendesse una cattiva strada.

Ancora frastornato, tentai di parlare della sua mano ferita, ma lui mi stoppò ancora.

“Sei proprio come Severus. Anche lui vuole continuare a parlare della mia mano. Si preoccupa molto. Sono fortunato ad averlo."
 
Arrossendo e con la sensazione di essermi perso qualcosa e cercando di non pensare all’immagine di Piton che si preoccupava per il preside, entrai assieme a lui dai Weasley.
 

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Capitolo 30
*** Il diario, il libro e la madre di Voldemort ***


E così adesso ho due diari, vabbè, un diario e un libro, mio caro diarietto, spero tanto tu non sia geloso, vero che non lo sei? C’è già Hermione a guardare storto il povero libro del principe mezzosangue. Quel libro non gli ha fatto niente di male. Mi sono confidato con Fred e George ed è saltato fuori che ho anche te, loro erano allibiti che conservassi tutti i miei segreti ad un diario senza preoccuparmi di celarli a un occhio estraneo e mi hanno aiutato con un incantesimo. Allora sei contento di avere un amico?

Sai, oggi sono andato con Silente. Mi ha fatto conoscere la famiglia della mamma di Voldemort. Mi ha fatto una pena quella povera ragazza. Soltanto il fratello, ha preso un po’ le difese della sorella. Il padre non osava toccare dito sul figlio, credo sia il suo prediletto, mentre disprezzava la povera ragazza, convinta che fosse una Maganò.






















in questa storia, draco non ha mai rotto il naso a harry, prima che arrivassero a hogwarts e il fratello della madre di voldemort era carino con lei.

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Capitolo 31
*** Harry e il bacio con Draco, all'ospedale San Mungo ***


Caro diario, oggi sono andato a trovare Sirius al San Mungo. Si è ripreso quasi completamente ed è tornato a riconoscermi, i guaritori dicono che gli sta tornando piano piano la memoria, ma che non deve ancora fare sforzi. Mi vergogno di dirlo, ma gli piansi addosso, per il sollievo. Sirius però non sembrò scontento. Ancora seduto al letto, mi abbracciò e mi chiese notizie di Kreacher, di Mundungus.

“Lasciamo stare queste cose, non sono importanti, per adesso.” Dissi dopo un lungo silenzio.

“Harry, che cosa mi nascondi?” chiese Sirius con sguardo indagatore.

Io guardai la torta alla melassa e i dolcetti di Mielandia che mi ero fatto convincere da Hermione a portargli. Avrei preferito che si concentrasse su quello, piuttosto che su cose che lo avrebbero ferito o indebolito.

Mundungus si era rivelato un ladro infido che aveva approfittato della sua assenza per rubare le cose della sua casa, infatti Malocchio, che era diventato suo amico, atterrito dalla notizia, non la prese bene e ora non si parlavano, per quanto riguardava Kreacher, Sirius sembrava ancora ignaro del fatto che era stato lui a tradirlo, ad attirarlo lontano da me per attirare me fuori dalla scuola e finire dritti in una trappola! Una trappola che era quasi costata la sua morte!

Quasi scappai dalla stanza. Non ero ancora pronto a rivelare quelle scomode verità a Sirius.
 
 
 
 
Rimasi in corridoio, grato del fatto che Hermione e Ron avessero ascoltato la mia preghiera di lasciarmi da solo e di restare con Sirius a tranquillizzarlo. Mi stavo asciugando ancora le lacrime, quando vidi arrivare la persona che meno pensavo di incontrare.

“Potter?”

Non ero abituato a sentire quella voce, chiamare il mio nome, con tono sorpreso e quasi atterrito, piuttosto che sarcastico.

“Cosa..cosa ci fai qui?” gli domandai, cercando di nascondere la faccia.

“Cosa fai, piangi?”

“Se stai per gongolare, fai pure! Non mi importa!” dissi io, girandogli le spalle, ma Draco non aveva usato un tono sarcastico. Anzi, sembrava più sorpreso e forse dispiaciuto. Possibile?



“Non avevo intenzione di farlo.” Disse e mi sentii se possibile peggio. La sua commiserazione era peggio della sua cattiveria.

“Che..che cosa sei venuto a fare qui?”

“Sapevo che saresti venuto qui.”

Fui talmente sorpreso che mi girai verso di lui.

“Mi hai seguito??”

“Tu non fai altro da quando siamo tornati a scuola, anzi, ti pregherei di smetterla, è un anno abbastanza di merda e tu lo stai rendendo ancora più merdoso.” Prima che potessi replicare con una battuta pungente, Malfoy mi interruppe. “Come sta LUI comunque?”

Mi sentii sprofondare. Era arrivato a Sirius.



“Che ti importa?” chiesi sulla difensiva.

“Credevo che fossi venuto perché ti davano ottime notizie, credevo che stesse meglio, ma ora ti vedo piangere e sono confuso, quindi..”

“Quando mai ti è importato delle mie lacrime!!!”  gridai come un bambino isterico e cominciai a singhiozzare in maniera scomposta.

“Potter..” disse Draco, sconvolto.

“Perché vuoi continuare a fingere di voler essere mio amico? Non hai pietà per quello che sto passando o forse stai gioendo? Vuoi ancora farmi sentire in colpa per tuo padre?”

“No, Potter..io..”

“Perché sei venuto qui? Vattene!” continuai a singhiozzare come un bambino, nascondendomi la faccia tra le mani.

"Harry..."
 
Rimasi talmente sbalordito di sentir quel suono, quel nome tra le sue labbra, che alzai di poco lo sguardo, appena in tempo prima di vedermelo arrivare addosso.

Draco Malfoy mi stava abbracciando?

“Io volevo solo dirti che non ho mai capito davvero quello che provavi prima, ma ora lo so..anche se è troppo tardi, io lo so..” disse Draco.

“Io..che cosa vuoi dire?”
“Non importa..”

Draco..quelle lettere..l’estate scorsa..me le hai mandate tu?”
 
Draco mi guardò con un’espressione indecifrabile ma di insolita dolcezza, poi altrettanto incredibilmente, mi spiazzò con un bacio dolce, stampato sulle labbra.

Fu un bacio talmente casto che mi chiesi se fosse davvero solo un bacio d’amicizia o qualcosa di più. Perché mi aveva baciato? Cosa voleva dirmi? Oddio, Draco Malfoy aveva baciato ME? La persona che tanto odiava? IMPOSSIBILE.

“Non seguirmi più, Potter, non ti fa bene stare vicino a me di questi tempi..”

E su quest’ultima frase enigmatica e un po’ triste, scomparve come era venuto e a me tremarono le ginocchia. Mi afflosciai a terra e subito arrivarono Hermione e Ron da me, che avevano assistito a tutta la scena ed erano sconvolti forse più di me.
 






















Note dell'autrice: ed ecco un altro capitolo Drarry pronta su un piatto d'argento :ppp non è stato facile da pensare, quindi spero apprezziate :pp

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Capitolo 32
*** Silente riuscì a scagionare Orfin e la domestica ***


Pensare al bacio di Draco



Hermione e Ron mi fecero il terzo grado su quello che aveva fatto Draco, sul bacio che mi aveva dato. Io risposi che era stato un atto provocatorio, non di passione. Malfoy era così, a lui piaceva provocare e vedere l’effetto che faceva. Lui non era attratto da me e io non lo ero da lui. Ad entrambi piacevano le ragazze. I miei amici non furono molto convinti, ma io non avevo la forza di continuare la discussione, l’unica cosa che mi premeva era togliermi da quell’imbarazzo, a costo di dire cose che non pensavo. Chiesi solo di non andare a riferire quell'episodio a Sirius e mi beccai l’ennesima ramanzina di Hermione. “Non dovresti proprio fare così, sai? Sirius è arrabbiatissimo con te perché continui a nascondergli le cose!”

Ron non gli rivolse la parola per tutto il tragitto del ritorno per farmi sentire la sua solidarietà e Hermione non la finiva più di borbottare contro la solidarietà maschile, ma a me non importava, avevo cose più importanti a cui badare, per esempio, stavo ancora cercando di capire cosa avevo provato davanti a quel bacio.

Di certo avevo provato agitazione, perché Draco si era avvicinato troppo a me, infrangendo la regola dello spazio personale e poi per il bacio. Non posso dire di averlo “sentito” molto, perché lui si è allontanato subito, ma il mio cuore prese ad accelerare fortissimo.

Non riesco a capire quello che provo per Draco. Siamo sempre stati nemici e lui ora inaspettatamente è così dolce con me, si preoccupa che io stia male per Sirius, mi bacia…. Forse sono solo felice del fatto che finalmente ha smesso di essere stronzo con me e il bacio è arrivato solo come ciliegina sulla torta a confondermi le idee?

Eppure non riesco a smettere di pensare a Draco. Me lo sogno di notte e faccio sogni sempre più hot e imbarazzanti. Una volta ho sognato che lo incrociavo in corridoio e lo sbattevo contro un muro e stavolta il bacio non era lieve, ma PASSIONALE E BAGNATO.

Lui ricambiava e nel giro di pochi secondi, le nostre salive si mischiavano, rendendoci simili ad animali selvatici.

Un’altra volta, ho sognato invece, che lo trascinavo in un’aula deserta e febbrilmente gli sfilavo la cintura per fargli un pompino.

Un’altra volta ancora, ho sognato che facevamo sesso nella Stanza delle Necessità!

Mi svegliavo sempre più duro e con un’erezione dolorosa di prima mattina. I miei desideri sembravano arrivare al culmine, durante la notte.
 
Non parlavo a Ron ed Hermione di questi sogni, non pensavo avrei scoperto di poter sognare qualcosa di più turbante di quando sognavo la porta dell’Ufficio Misteri.

Nel frattempo avevo scoperto che Draco usava Tiger e Goyle per entrare dentro la stanza delle necessità e non potevo fare a meno di lasciarmi andare all’immaginazione ripensando a quei sogni dove facevamo sesso in quella stanza, quando cercavo di coglierlo in castagna, sperando di beccarlo che usciva.

Non immaginavo che l’odio per Draco si sarebbe trasformato in questa folle, irrazionale, attrazione.
 
 
 


Tom Riddle, Orfin e la domestica



Oltre al problema di Draco, ora ci sono anche le lezioni con Silente. Si sono rivelate più affascinanti di quello che pensavo e sono stata sollevato di sapere che perlomeno Silente è riuscito ad arrivare in tempo per riuscire a scarcerare sia Orfin, sia l’elfa domestica Hokey. La cosa che più mi aveva rabbrividito di tutta quella storiaccia, fu proprio questo. Non riuscivo ad immaginarmi niente di più crudele di far finire ad Azkaban qualcuno, facendogli credere di aver commesso un omicidio che non era stato lui a commettere.

Silente mi raccontò che Orfin cambiò radicalmente quando Silente gli confessò la verità, prima di creargli una nuova identità al riparo da Voldemort. Rimase talmente scioccato da quello che era diventato il figlio della sua sorella morta, da abbandonare per sempre le Arti Oscure.

Silente mi raccontò anche, che Tom Riddle aveva snobbato le origini della madre, credendo che fosse morta perché non era una strega, ma quando scoprì la verità, aveva odiato il padre con tutto sé stesso. Silente mi disse che la sua non era stata una vendetta soltanto perché non era stato voluto dal padre, ma anche perché aveva abbandonato la madre, provocandone il dispiacere fino alla morte.

Rimasi scioccato. Quindi Voldemort provava una sorta di compassione per sua madre?

Nonostante odiassi Voldemort per quello che aveva fatto alla mia famiglia, in quel momento odiavo suo padre di più. Forse non sarebbe diventato l’uomo malvagio che era, se lui non avesse abbandonato Merope.

Poi riflettei anche sul fatto che dopotutto il padre di Voldemort era stato privato dell’amore della sua vera compagna, per andare a finire con una strega che non amava e questo doveva essere altrettanto crudele. Ripensai alla follia di Romilda Vane e i suoi cioccocalderoni e all’improvviso mi sentii solidale con il padre di Voldemort, anche se forse, almeno avrebbe potuto non abbandonare il figlio. Chissà quante vite si sarebbero potute salvare forse.
 
“Voldemort odia l’amore, l’ha sempre odiato o almeno crede di averlo fatto. Scoprire la verità del suo animo lo avrebbe distrutto e io non fui così sciocco da sbattergliela davanti al muso, sfidando la sua collera, ma la verità, era che lui aveva subito la mancanza dell’AMORE. Sì, proprio così, Harry, la mancanza dell’amore, ecco cos’è l’inferno. Era questo che Voldemort odiava, niente di più, niente di meno.”

Scioccato e affranto, mi rimisi a pensare a tutte le follie che le persone fanno, per la mancanza d’amore. Ron e Lavanda..Hermione e Cormac Mc Laggen… Merope che aveva attirato il padre di Voldemort con un filtro d’amore…il marito che di riflesso aveva abbandonato la moglie strega e il bambino..il bambino che una volta cresciuto, si era vendicato della famiglia..

E poi pensai a me, pensai a Neville, privato dell’amore dei suoi genitori, pensai a Sirius..a Lupin divento lupo mannaro e costretto a trasformarsi da quand’era bambino. No, non tutte le persone che crescono infelici, diventano mostri.

Dissi tutto questo a Silente. Lui mi rispose “Molto bene, Harry..e qui arriviamo a una cosa che ti dissi tanto tempo fa. Non sono le nostre capacità che ci dicono chi siamo, ma sono le nostre scelte.”
 






















Note dell'autrice: 

eccomi! Scusate ma gli argomenti sono tanti e sono costretta ad affrontarli con il contagocce per non perdermi! Ci tenevo a cambiare sta cosa di Orfin e dell'elfa che mi colpì molto ai tempi e mi colpisce ancora adesso. Scusate ma essendo che ci sono un mucchio di cose, per la drarry dovrete aspettare ancora un pò, nel prossimo capitolo invece, cercherò di scrivere un confronto tra Piton, Harry e Silente.Ve l'ho detto ch avrei cambiato tutte le cose che non mi stavano bene (o almeno, quelle che POTEVO cambiare ) 

ps se notate che spesso salto dal presente al passato, è solo perchè harry sta raccontando quello che succede, al suo diario, per poi pensare, nel presente, al futuro, a cosa accadrà

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Capitolo 33
*** Lo sconvolgente confronto tra Piton ed Harry ***


Quando Harry fu fermato nei corridoi dal professor Piton, che incoraggiò Hermione e Ron ad andarsene, perché doveva fare una chiacchierata con lui nel suo studio, lasciandosi dietro le facce atterrite di Ron ed Hermione, si sentì mancare. Cos’aveva fatto stavolta? Voleva forse discutere dei suoi disastrosi voti? Voleva trovare una scusa per impedirgli di andare a Hogsmeade?

Sperò potesse anticipargli qualcosa, mentre si avviavano, ma Piton restò zitto per tutto il tragitto. Solo una volta che arrivarono nel suo nuovo studio – quell’anno insegnava Difesa contro le Arti Oscure – gli rivolse la parola. “Entra, Potter.”

Harry obbedì, notando che Piton per quanto autoritario, sembrava meno arrabbiato del solito, ma più stanco. Notò che assomigliava in maniera allarmante a Silente.
 


“Eccoci qui. Riesci a immaginare il motivo per cui ti ho fatto venire qui nel mio studio, Potter?” gli chiese, andando alla sua scrivania.

Harry lo fissò. Capì che non era davvero necessario per lui saperlo, forse Piton era solo curioso, forse voleva prima divertirsi a farlo stare sui carboni ardenti.

“Ho..risposto male, senza accorgermi, durante una lezione? Ho detto qualcosa che non dovrei dire?”

L’occhiata di Piton gli fece capire che per lui, qualsiasi parola che dicesse, era un rispondere male, ma non per questo aveva una punizione per ogni volta che apriva bocca, quindi decise di riprovare.

“Beh…allora i miei voti stanno andando male? O non ho più il permesso di andare a Hogsmeade? Non so..” disse, intimorito.

Sembrò che Piton avesse deciso che l’aveva fatto restare sulle spine abbastanza. Si leccò le labbra e poi mormorò con voce lenta: “Sembra che tu ti sia fatto l’idea che ogni volta che devo farti una convocazione, sia per punirti, Potter.”

Harry lo guardò a bocca aperta. Era una sorta di tranello??



“Mi dispiace, signore, io..”

Ma Piton alzò la mano per interromperlo.

“Non è un’accusa, ma una constatazione. Credo sia arrivato il momento di discutere con te, Potter, sull’idea che tu, ti sia fatto di me in questi anni..”
 
Fu la seconda volta che Harry aprì la bocca in una O stupefatta e questa volta ci mise un po’ di più a chiuderla, avendo la sgradevole sensazione di sembrare uno schifoso insetto, Piton, che lo guardava con aria disgustata, sembrava pensarla allo stesso modo. Si affrettò a richiuderla.

“Non..non l’è mai interessato saperlo, in tutti questi anni..signore. Senza offesa, ovviamente.” Disse con lo sguardo rivolto in basso, incapace di riuscire a comprendere a che gioco stesse giocando Piton. Forse aveva usato la legilimanzia verso di lui? Forse l’aveva beccato a parlare male di lui a Ron ed Hermione? Cercò di concentrarsi nel ricordare se per caso una di quelle volte che era successo, Piton fosse nei paraggi.

Piton però non sembrava incazzato. Sorrideva. Seppur sempre in modo sarcastico.
 


“è raro che siamo d’accordo su qualcosa, Potter. È una cosa che ammiro, così come ammiro la sincerità, ancor di più quando si tratta di verità scomode o imbarazzanti e dal momento che tu sei stato sincero con me, anch’io lo sarò con te.”

Harry pensava che Piton stava per imbattersi in una lunga serie di insulti, tra i quali quello più gentile sarebbe stato “Sei un maiale proprio come tuo padre!” e invece lo stupì con qualcosa di assolutamente inedito.
 
“è vero, non mi è mai importato, così come non mi importa del giudizio di tutti gli altri miei alunni. Se ne tenessi gran conto, non potrei insegnare, ma non parliamo di questo, ora. Dicevo, non mi importava PRIMA, ma adesso le circostanze sono come dire..cambiate! Il Preside mi ha detto di parlarti.”

Harry lo fissò basito, stando bene attento stavolta a non aprire la bocca. Cosa c’entrava ora Silente? Non riusciva a immaginarsi una risposta meno fuori luogo in quel momento.

“Il Preside mi ha riferito dei tuoi..diciamo..dubbi..sul mio conto, soprattutto dopo aver spiato il mio piccolo incontro con il giovane Draco Malfoy alla festa del professore Lumacorno.”

Harry si sentì sprofondare e questa volta non potè evitare di aprire la bocca, anche se di poco. Non era possibile. Silente non poteva aver tradito così una sua confidenza. Non poteva avergli fatto questo!
 


“Vedo che hai il buongusto di restare in silenzio e questa è un’altra cosa che apprezzo. Continua così, Potter. Potrei diventare presto un tuo fan.” Sorrise ancora sarcastico. “Ma veniamo a noi. è difficile a questo punto, immaginare chi dei due fosse diventato MENO tollerante, in seguito a quel confronto. Il Preside è chiaramente stufo di giustificarsi con ogni idiota che mette in dubbio la mia lealtà nei suoi confronti e io..”

“Professore, io non..”

Non ho finito, Potter. Dicevo, io invece sono stufo di essere spiato perfino dai quadri dipinti in questo castello, se anche solo cammino in una porta laterale, menchemeno spiato dal Prescelto.
 
Harry abbassò lo sguardo. Si sentiva più avvilito che mai.

“Ma non ti ho fatto venire qui per questo.” disse Piton sprezzante. “Sono venuto qui per avere un colloquio più sincero di quello che si potrebbe avere con il Veritaserum. Vedi, Potter, tu non mi piaci.” Disse Piton con voce carezzevole.

Harry rimase così stupefatto che sollevò lo sguardo verso di lui, colpito da quanto fosse sincero.
 


“Non mi sei mai piaciuto, non mi è mai piaciuta la tua arroganza, la tua strafottenza, il tuo crederti il MIGLIORE. Nonostante ciò, ti ho protetto, per ordine di Silente. Sì,so che ti ha detto anche questo, Potter. Io e il Preside ci diciamo ogni cosa. Sconvolgente la sua fiducia nei miei confronti, vero? Non ti chiederò di essermi grato per questo, credo che entrambi noi sappiamo, che non l’ho fatto per te, ma per motivi che non sono obbligato a riferirti..”

Harry abbassò ancora lo sguardo, senza dire niente. Era vero, se l’aspettava, anche se sentirselo dire, lo feriva comunque.

Piton però parve cambiare tono a quel punto.
 
“Il fatto però che lo facessi, non perché lo volessi, non significa che non lo meritassi.”

Harry alzò lo sguardo ancora su di lui. Piton lo stupiva sempre di più. Stava cercando forse di dire una cosa carina? Di farlo sentire meglio?
 
“è qualcosa che ho scoperto di recente, soprattutto con il giovane Malfoy.” Spiegò Piton. “Ho capito che ci sono persone, a volte, che meritano di essere protette, a dispetto del loro comportamento..”

Piton continuava a parlare con voce calma, ma Harry poteva vedere la RABBIA, filtrare attraverso il suo sguardo. Capì che Piton di recente covava risentimento nei confronti del suo ex allievo prediletto.
 


“Continuando questo giochetto della sincerità, non dirò che le tue indagini sull’allievo della mia casa, siano del tutto astruse e campate in aria, nonostante…i tuoi modi di interferire, siano goffi, impacciati e non aiutano niente affatto alla sicurezza sua e degli altri..” disse Piton con la mano stretta a pugno.
 
“Quindi..è stato davvero lui a ferire Katie? Chi voleva colpire??” chiese Harry, sobbalzando in piedi.

“Abbassa la voce, Potter, o ti faccio sbattere fuori dal mio studio a calci.” Disse Piton con gli occhi chiusi cercando di sforzarsi a restare calmo.

“Mi scusi.” Disse Harry mortificato, guardando in basso e riprendendo a sedersi.

Piton lo guardò severo e poi si rivolse a lui più calmo.

“Non importa. Ho fatto un incantesimo alla porta per impedire proprio che i tuoi atti sconsiderati e prevedibili possano far saltare la mia copertura, ma per le prossime volte, dovrai controllarti, non ci sarò sempre io a provvedere ai tuoi casini e se non avessi attuato questa sicurezza, avresti esposto entrambi a grandi rischi..”
 
Harry aveva colto pochissimo di quel rimprovero, la sua mente era ancora concentrata per metà al rimando all’incantsimo Muffiato - era sicuro che Piton dovesse riferirsi a quello, quindi lui lo conosceva? – e per l’altra metà, alla parola “copertura.”

“Copertura? Ma..signore..”

“C’è qualcuno all’interno di questa scuola, che il signor Malfoy ha cercato di colpire, sì.”

Harry sentì un vuoto incredibile, perforargli lo stomaco. Cos’avrebbero detto Ron ed Hermione?



“Chi??” chiese.

Piton sollevò le sopracciglia.
“Questo, resta tra me e il Preside..”
“Ma..”

“Il Preside non ritiene che sia una nozione fondamentale per te da sapere e io non sono interessato a ribellarmi ai suoi voleri, visto che, lo ripeto, questo incontro e tutte queste spiegazioni, se fosse stato per me, non ci sarebbero nemmeno state.”

Harry cercò di rimettere in ordine in fretta nel casino che affollava la sua testa.

“Silente voleva..che io sapessi? Ma..sono stato nel suo studio già svariate volte, in queste settimane..poteva dirmelo in quelle occasioni, se voleva..”

Piton riprese a sorridere.



“A quanto pare il preside ha preso questa decisione non appena si è reso conto che le continue lamentele e vessazioni di un moccioso, potessero rischiare di compromettere l’importanza delle VOSTRE lezioni e delle MIE indagini.”

Harry rimase di nuovo zitto ma si sentì avvampare.

“Voleva inoltre che fossi IO a parlartene e che si chiarisse una volta PER TUTTE che questa faida tra me e te, cessasse all’istante. A quanto pare ha pensato che continuare a spiare il ragazzo Malfoy, con la presenza di un moscone molto fastidioso che mi ronzava intorno, potesse ostacolare quello che stavo facendo.” Disse Piton con tono ancora più amabile.

“Mi dispiace..” disse Harry profondamente rammaricato.
Piton sembrò compiaciuto da questo.
 
“Questa è una novità per te, Potter. Sebbene ammetto che anche quando ti scusasti per il comportamento del tuo deplorevole padre, mi stupisti..” disse Piton alzandosi in piedi.

“Ero sincero!” disse Harry, alzando ancora lo sguardo, guardandolo dispiaciuto.

Piton lo guardò qualche secondo prima di dire:

“Lo so.” “MA cerchiamo di arrivare alla conclusione di questo incontro, non ti ho chiamato per tormentarti, sebbene, lo ammetto, è piuttosto divetente..” disse e Harry suo malgrado sorrise, ricambiato dal sorriso di Piton. “Dicevo, scopo di questo incontro, è quello di mettere da parte anni di rancore e antipatia reciproca in soccorso di qualcosa di molto più importante e quello che sta avvenendo di recente è importantissimo..”



“Ma signore..” disse Harry, facendosi un po’ coraggio per la tregua improvvisa da parte del professore. “Mi scusi se mi permetto, ma quello che sta accadendo in questa scuola, è gravissimo, insomma..una ragazza è stata ferita, perché non fermare Malfoy subito, se anche il Preside sa che è stato lui?”

“Per proteggere il ragazzo, è ovvio, per ragioni che non sai, non è sicuro per lui, che si sappia che è stato scoperto e…”

“Ma..se non lo fermate, lui ci proverà ancora! E cercando di arrivare al suo bersaglio VERO, potrebbe ferire qualcun altro! Forse UCCIDERLO stavolta!!” disse Harry agitato, alzandosi in piedi.
 
 
Ci fu una pausa più lunga, durante la quale, Harry pensò di aver esagerato e che stavolta Piton l’avrebbe davvero sbattuto fuori dal suo studio, senza più preoccuparsi di urlargli contro e farsi sentire, ma ancora una volta, il tono di Piton, era calmo.

“Potter, comprendiamo la gravità di quello che sta succedendo, ma c’è una ragione se abbiamo deciso di agire in questo modo e il preside preme per rassicuarti. La vittima designata non potrebbe essere più al sicuro di così.”

Harry sbarrò gli occhi, incredulo, ma Piton questa volta voleva finire il discorso prima che Harry potesse riuscire a interromperlo di nuovo.



“Ultima cosa, ma non meno importante. Ora arriviamo al tuo compito. Sì, Potter, esatto. Ti piace così tanto sentirti coinvolto che non dovresti ritenere offensivo, collaborare perlomeno al piano.”

“Io..certo. Cosa..devo fare?” chiese sbattuto.

Piton esitò un attimo, come se non fosse sicuro di come dirlo.
“Restare vicino a Malfoy.”

Harry battè le palpedre.

“Significa che devo seguirlo?”
Piton sbuffò.
 
“No, Potter, altrimenti avrei detto di seguirlo, inoltre non lo fai già? Sì, sappiamo anche degli elfi domestici. Non ti agitare, l’abbiamo trovata una buona mossa, tuttavia non è abbastanza.”



“Ma io..che cosa dovrei..”

“Stagli vicino, parla con lui, giocate a ramino o qualcosa del genere. Stagli incollato come l’edera.”

Harry era sconvolto ed era tornata la sua O a bocca aperta.

“Ma perché??”

“Perché Malfoy non se l’aspetta e questa sarebbe un’OTTIMA distrazione per distrarlo da quello che sta facendo. Io che cerco di scoprire quello che sta combinando, se lo aspetta, tu che fai l’amicone all’improvviso, NO.”

“Ma LUI MI ODIA!” disse Harry sbalordito.

Questo sembrò colpire in particolar modo Piton.

“è solo un ragazzo, Potter. Lui non…ti odia..” disse queste ultime parole con lentezza. Harry lo fissò incuriosito, mentre Piton si alzava e si voltava. Sembrava per la prima volta perdere un po’ del suo controllo.
 
“Silente aveva ragione..” disse Piton senza voltarsi.
“Ragione?”

“Ora so perché lui ha mandato me a darti questo incarico. Avrebbe potuto farlo lui, ma ha voluto che lo facessi io, perché sapeva..”

“Sapeva cosa?”

Piton si voltò verso di lui.

Che siamo così simili. L’odio tra te e Malfoy, come il mio con tuo padre.”

Harry rimase a bocca aperta per forse la decima volta quella giornata. Non voleva parlare di suo padre in quel momento, proprio non voleva.



“Ho odiato a lungo tuo padre, per qualcosa che è avvenuto quando eravamo ragazzi. Ho coltivato quest’odio fino adesso, tutti questi anni..soltanto ora che la situazione è così critica, soltanto vedere il paragone adesso, mi ha fatto rendere conto…era solo un ragazzo. Come lo è LUI.”
“Signore..”

“Tu non devi essere come me, Potter.” Disse Piton deciso. “Devi essere migliore. Quindi vai. Metti da parte il rancore. Dimenticalo.  Sii migliore di me e ricorda che Malfoy è solo un ragazzo.

Harry deglutì. Aveva gli occhi lucidi adesso e ringraziò silenziosamente Piton, per il fatto che non piangesse anche lui, perché era già abbastanza dura resistere alla tentazione di piangere.
 
Credette che Piton dovesse avergli letto il pensiero con il Legilimens, perché vide un sopracciglio alzarsi da parte sua.

“Lo farò. Grazie.” Disse poi Harry.

“Bene, allora non abbiamo più niente da dirci. Puoi andare, Potter.” Disse Piton, sedendosi di nuovo e facendo finta di dare un’occhiata ai fogli della sua scrivania.





Harry si alzò precipitoso, non essendo molto sorpreso. In fondo se lo aspettava un brusco congedo, dopo tutta quella inaspettata gentilezza. Stava per lasciare lo studio, trattenendosi dal correre, prima di uscire dal suo studio, quando non potè resistere e disse: “Dice che io non devo essere come lei..ma..se dopo quello che ho sentito oggi..” disse Harry con la mano che tremava sulla maniglia.

“Sì, Potter?” Disse il professore.

 Harry a quel punto si voltò e disse tutto d’un fiato:

Io volessi assomigliarle??” sputò fuori con gli occhi traboccanti di lacrime.
 

Piton lasciò la penna d’oca che aveva in mano e la posò sulla scrivania. Era la prima volta da quando era cominciato quel confronto, che lo faceva. Harry non resistette oltre e scappò fuori dal suo studio.

Era la seconda volta che Piton si sentiva così tramortito.

La prima volta era stata quando Silente gli aveva detto che era un mago migliore di Karkaroff e che credeva che lo smistamento avvenisse troppo presto.
 
 

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Capitolo 34
*** Dammi...un bacio lungo un minuto! ***


Era passato qualche giorno da quando Harry aveva ricevuto l’incarico dal professor Piton e dal professor Silente, di diventare amico di Malfoy per cercare di distrarlo da quello che stava facendo e non aveva ancora agito. Certo, loro la facevano facile a dire “diventa suo amico.” Non erano loro che dovevano combattere contro il bullismo di Malfoy da sei anni, inoltre c’era quella cosa che Harry non aveva osato dire a Piton…

Quel bacio..

Harry si portò istintivamente le dita alle labbra. Come avrebbe fatto ad avvicinare Draco, se erano settimane che erano in imbarazzo a causa di quello che era successo? Settimane che non si rivolgevano la parola.

E ora lui, Harry, diventava suo amico così? Malfoy avrebbe pensato che ci provasse con lui.

E beh? Lascia che lo pensi, chi se ne frega! Disse una vocina nella sua testa.

E se poi ti respinge? Tornò a dirgli la vocina maligna.

Beh, ma allora perché baciarmi, se non mi vuole? Oh, al diavolo è tutto così confuso! Devo smetterla e concentrarmi sul piano! Non ho tempo per questo!
 
 
 

Nonostante i buoni propositi, era difficile farsi venire in mente un’idea su come avvicinare Malfoy. Harry aveva deciso di essere onesto con i suoi amici Ron ed Hermione, visto che erano inseparabili e se voleva che lo lasciassero un po’ da solo per pensare a Malfoy, doveva dare loro una buona ragione e almeno dare l’impressione che gli scocciasse la cosa.

Cominciò a fare proprio la cosa che Piton gli aveva sconsigliato di fare, cioè continuare a pedinarlo, ma doveva cominciare pure da qualcosa, no? Magari se Malfoy lo avesse visto spesso dalle sue parti, magari un giorno, lui avrebbe potuto trovare una scusa per attaccar bottone o magari..magari avrebbe potuto farlo Mlafoy…o…”



“La devi smettere di spiarmi, Potter.

Harry fece un balzò alto quanto un metro.

“Che..che stai dicendo?” O no, l’aveva scoperto!



“Credevo che farmi seguire dai tuoi servitori, ti lasciasse abbastanza soddisfatto, invece a quanto pare, no, che c’è, non sei soddisfatto dei loro rapporti? Vuoi venire a controllarmi di persona?”

“Tu..come hai fatto a…”

“Non sono scemo come te! Mi rendo conto di quando vengo spiato, sai..e poi quel folletto..Kreacher..non ha fatto poi granchè per nascondersi..sospetto che VOLEVA che lo scoprissi..avremmo dovuto avere LUI invece di Dobby..” sbuffò.

“Non so cosa pensi di sapere, ma ti sbagli..e adesso se vuoi scusarmi..” disse Harry con un’occhiata rancorosa, ma Malfoy glielo impedì.

“Ah-ah!” e dicendo così lo spinse contro il muro.

“Che c’è??” sbottò Harry.

“Sapere cosa vuoi da me. Sono stufo del tuo comportamento. Perché mi segui, Potter??

Harry cercò di divincolarsi, non riuscendoci.

“Cazzo, ti piace proprio..attaccarmi al muro, eh?”

“Rispondi alla domanda.” Disse Draco a denti stretti puntandogli la bacchetta contro il naso.



“Perché??  Ti aggiri furtivo, scompari e non si sa dove vai. Vorrei sapere cosa hai in mente! Sei sospetto!” disse e subito dopo se ne pentì. Non doveva fargli capire che aveva dei sospetti su di lui. Sarebbe dovuto diventare suo amico! Oh no, Silente e Piton sarebbero stati furibondi con lui.

Draco però sembrava accigliato. “È tutto qui, Potter? Non c’è..un altro motivo?

“Che altro motivo dovrebbe…” cominciò Harry, aggiungendo così la seconda cosa alla lista delle cose di cui pentirsi. Oh no, ecco dove voleva arrivare Malfoy..e subito dopo quando parlò, gli diede la conferma.

“Quindi non mi stai seguendo perché…ti aspettavi che forse sarebbe successo qualcosa, dopo..il nostro tete a te all’ospedale?”

Harry si sentì sprofondare. Malfoy voleva parlare del loro bacio!



“Non hai pensato..che ti dovessi delle spiegazioni per..quella cosa, vero? O hai pensato che fosse un bacio vero, quello? Non l’hai pensato, vero?” ridacchiò divertito Malfoy.

“Lasciami andare, razza di sbruffone!” non era disposto a dargli un’altra carta su come sbeffeggiarlo ed umiliarlo. Avrebbe dovuto capire che per lui non significava niente. Che sciocco era stato!

“Se mi avessi seguito a dovere, dovresti sapere che i miei baci VERI sono altri. Non li conosci?” disse Draco, poggiando la mano, con orrore di Harry, sul suo petto.

“Non voglio parlare con te dei tuoi baci.” Disse Harry cercando di mostrarsi risoluto, sprezzante, non terrorizzato.

Draco però ridacchiò, per niente intimorito.
 


“Quindi non vuoi baciarmi?”

“Mi dispiace per il tuo ego, ma NO!”

“Sei sicuro?” gli chiese Draco avvicinandosi a un centimetro dalle sue labbra.

Harry era pressato contro di lui. Non poteva muoversi.

Sbattè appena le ciglia, senza dire niente. Quella situazione lo metteva parecchio a disagio,

“Allora, vuoi baciarmi, vero? Stai morendo dalla voglia? Desideri che lo faccia?” continuava a provocarlo lui, parlandogli a un soffio dalle labbra, ma senza sfiorarlo.

Harry inspirò a fondo, ma fu un errore. Draco gli era vicinissimo.

“Ohhh, senti come ti batte forte il cuore. Che tenerezza. Ti faccio questo effetto, Potter? Avanti, baciami, Potteruccio, so che lo desideri. Ti sfido.”
 
Ma Harry era stanco degli sberleggi.



“Perché..non lo fai tu invece? O magari..vuoi mandarmi un’altra lettera per conquistarmi? Magari ci casco!”

Draco restò talmente sbalordito da quella risposta, che Harry ne approfittò per spingerlo via con rabbia e liberarsi da quella morsa.

Draco barcollò per qualche secondo, preso alla sprovvista.
 
“Sei solo un…un presuntuoso, arrogante, egocentrico, bastardo. Non ti bacerei nemmeno se fossi sotto la maledizione Imperius.” Disse Harry con fervore.

Draco sembrò frastornato da questo e Harry gongolò internamente, ma si riprese quasi subito.

“Sei sicuro, Potter? Di questi tempi sono un po’ pazzo, non ti conviene sfidarmi o darmi delle idee..”

Harry forse pensò che non era il caso di sfidarlo a farlo davvero. Gli rivolse un’ultima occhiata di odio e stava per andarsene, ma Draco gli si parò davanti.

“Ma perché usare la magia per ottenere qualcosa facilmente ottenibile con il mio fascino?”

“Quale? Quello che ti inventi?” chiese Harry sorridendo.

Draco, sorrise di rimando, poi gli prese il polso e lo trascinò in un’aula laterale.

“Ehi, che stai facendo, lasciami, ti ho detto lasciami!”
 
Draco lo sbattè di nuovo al muro, entrando nell’aula deserta.





“Offff. Ti piace proprio..”

Non finì la frase, che Draco si era appiccicato a lui, aderendo contro al suo corpo, baciandolo con passione.

Harry non ebbe nemmeno il tempo di comandare al suo corpo di ribellarsi o di dargli un pugno. Prima che potesse accorgersene, stava ricambiando alla grande, a occhi chiusi. Draco non aveva dovuto neanche lottare per convincerlo ad aprire la bocca.

Il rumore di baci e di lingue, fu l’unico rumore che aleggiò tra di loro per un lungo, interminabile minuto.
 
Quando finalmente Draco lo lasciò andare e le loro labbra tornarono a essere separate, avevano i capell arruffati e il viso stravolto.

Accidenti.” disse Harry a occhi sgranati.

“Per merlino!” disse Draco, passandosi una mano tra i capelli.

Harry lo guardò a bocca aperta. Draco, con i capelli tutti spettinati e il viso arrossato e stravolto, era più affascinante che mai.

“Beh, è stato incredibile, Potter. Chi l’avrebbe mai detto che tu…” la frase restò in sopseso.

“Idem!” disse solo Harry, troppo imbarazzato o stupefatto per dire altro.

Draco alzò le mani come a cercare di capacitarsi di quello che era appena successo.
 
Per un attimo, Harry pensò che sarebbe semplicemente corso via dall’aula senza dire più una parola, ma si voltò.



Non una parola con mio padre, Potter!”

Harry spalancò la bocca, basito.

Guarda che lo saprò, se glielo dici, Potter!” cercò di minacciarlo, con la mano che teneva la bacchetta, che tremava.

“Di tutto…di tutto questo..questa è la cosa a cui pensi, che ti importa?” chiese Harry, scioccato al massimo che avesse pensato a suo padre in un momento simile.

“Ma certo!” disse Draco facendo una smorfia così buffa che avrebbe scatenato l’ilarità di Harry, se non fosse stato così scioccato. “Mi sembra ovvio..tu..

Harry ebbe l’impressione che Draco stesse dicendo una frase che lo avrebbe ferito molto, qualcosa come “tu non puoi capire, non hai i genitori!” Gli riservò un’occhiata dura, appena un po’ incupita, ma Draco non finì la frase e Harry dovette riconoscere che solo il fatto che si mordesse la lingua per non ferire Harry, fosse un evento di gran lunga molto più straordinario del neo bacio tra di loro.

“Io..devo andare! Ricordati, Potter! Non una parola. Mio padre non deve sapere…” e dicendo così se ne andò via correndo.
 
 
 
Harry si accasciò lentamente contro il muro. Rimase per qualche secondo impietrito, poi ripensò a tutte quelle volte che Draco lo minacciava con la frase “Mio padre lo verrà a sapere!”  poi disse, più a sé stesso, che a Draco: “Questo non vuoi che venga a saperlo, Draco?”

E scoppiò a ridere da solo.
 
 
 






















Note dell'autrice:

 ciao ragazzi!! Mamma mia, non credo di aver mai scritto così tanto come oggi xd devo dirvi che oggi ero troppo sconvolta per scrivere le note, sbalordita perfino da me stessa (un capitolo di 2500 parole, raga!!) ma oggi voglio dire qualcosa...Il primo bacio Drarry!!!! (non conto più di tanto il precedente, questo è il primo vero bacio!!!) è un traguardo altissimo per me <3333 non credevo neanche che avrei mai scritto una drarry!! ho capito oggi di essere più brava nell'inventare completamente i capitoli, che a modificarli xd spero vi sia piaciuto <3 finalmente posso sbizzarrirmi un pò <333

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Capitolo 35
*** Un ricordo Lumacoso ***


Harry aveva deciso di usare la Felix Felicis, la pozione della fortuna, per riuscire ad avere il ricordo di Lumacorno ed aveva funzionato! Lui, Ron ed Hermione, erano usciti per andare al funerale di Hagrid e una volta fuori, nei pressi della baracca di Hagrid, avevano trovato il professor Lumacorno. Opera della Felix Felicis. Avevano fatto il funerale quindi tutti insieme e alla fine, Lumacorno e Hagrid erano davvero sbronzi. Ron ed Hermione erano ancora lì, ma decisero di stare zitti per lasciare ad Harry campo libero.

“Il mio papà non era così vecchio da andare..e nemmeno la tua mamma e il tuo papà, Harry..” diceva Hagrid piangendo grosse lacrime. “Terribile, terribile..”

Harry sentì gli occhi lucidi, ma si sforzò di trattenersi.

“Terribile..” disse infine Hagrid, addormentandosi mentre il professor Lumacorno ancora cantava.

“Mi spiace, sono stonato da far paura.” Disse Lumacorno.

“Hagrid non parlava del suo modo di cantare. Parlava della morte dei miei genitori.” Disse Harry.

Lumacorno rimase come freddato, ma Harry, implacabile, cominciò a raccontargli com’era andata. “Mio padre era morto per primo, lo sapeva?”

“Io..no..”

“Voldemort lo uccise e poi scavalcò il suo corpo per andare da mia madre. Le disse di togliersi di mezzo, lei non doveva morire, lui voleva solo me. Cercò di supplicare Voldemort, ma lui RISE.”

“Basta! Io sono vecchio, davvero ragazzo mio, non devo sentire, non voglio sentire…”

“Me l’ero dimenticato, lei l’ammirava, vero?”

“Non riesco a immaginare chi non potesse, dopo averla conosciuta…così coraggiosa..così divertente..”

“Ma lei non vuole aiutare suo figlio.. mia madre mi ha dato la sua vita ma lei non vuole darmi un ricordo..” sussurrò Harry con una sorta di languida e triste dolcezza.

Lumacorno cominciò a piangere.

“Mi vergogno molto di quello che ho fatto..di quello che ho detto…ai tempi non pensavo..non credevo..”

“Rimedierebbe a qualsiasi errore se lei mi desse quel ricordo, ora, professore.”

Lumacorno lo guardò.

“Sei veramente il prescelto?”

“Sì.” Rispose Harry.
 
Lumacorno non disse più niente, ma si limitò a togliersi il ricordo con la bacchetta. Il lungo argenteo filo di memoria, finì dentro una bottiglia vuota.

“Sei un bravo ragazzo..non pensare troppo male di me, quando lo vedrai..”
 







L’indomani mattina, Harry non sapeva come comportarsi. Alla fine della sua lezione, si rivolse a Lumacorno.

“Professore..ehm..lei ricorda quello che..è successo ieri notte?” tentennò.

Lumacorno inaspettatamente gli sorrise.

“Certo che sì, Harry, ti ho dato il ricordo.”

Harry sbattè le palpedre.

“Credevi che fossi troppo ubriaco per ricordarlo?” sorrise.

“Un po’, ma speravo di no.” ora anche Harry sorrideva.

“Il professor Silente è tanto arrabbiato con me?”

“No, anzi, mi ha detto che deve stare tranquillo. Tanta gente è stata messa nel sacco da..insomma..lui.”

Lumacorno annuì. Sembrava ancora imbarazzato e triste.

“Mi piacerebbe fare una chiacchierata con lui appena possibile. Vorrei scusarmi per non  averlo fatto prima.”

“Sono sicuro che lui ne sarà molto felice, professore.” Disse Harry.

Lumacorno esitò ancora un attimo, poi svelò i suoi pensieri di quel giorno.
 



“Harry, quel ricordo che tu e il professor Silente avete visto..credo che quello sia stato in assoluto il momento in cui ho visto le mie illusioni su quel ragazzo, svanire.”

Harry capì che parlava di Voldemort e tacque.

“Credevo fosse un ottimo ragazzo, brillante, talentuoso..ma buono. Quando ha cominciato a chiedermi degli horcrux, quando capì che era interessato addirittura ai modi in cui spezzare l’anima in SETTE PARTI, fu come se il mio castello di carte, crollò in quel momento. Non lo dissi a nessuno. Speravo di sbagliarmi.”

“Professore, qualunque cosa lei avesse detto, non sarebbe bastato a fermare Voldemort, lui ormai era troppo..”

“Troppo DENTRO le arti Oscure, sì…forse è così..ma io non riuscii a smettere di pensarci. Mai. Nemmeno quando arrivò al Potere. Soprattutto, quando arrivò al Potere..ma la cosa che non potevo sopportare, più di tutte..e questa è la cosa vergognosa, che più delle morti, più delle cose orribili che quel mostro fece, io non potevo accettare di essermi…sbagliato..

Harry tacque di nuovo.

“è terribile..scoprire di esserci sbagliati così tanto su qualcuno..ti distrugge.”
 
Una persona forse meno empatica, avrebbe mandato a quel paese Lumacorno e le sue stupide retoriche, lui stava a parlare di sogni infranti e illusioni perdute a un ragazzo che ha visto la sua famiglia spezzarsi per colpa del mago che da oltre sedici anni gli tormentava l’esistenza..ma Harry era un ragazzo speciale e non solo comprendeva come Lumacorno si sentiva, ma ne fu addirittura commosso.

“Credo che il professor Silente apprezzerà molto la sua sincerità e il suo pentimento, professore.” Gli sorrise Harry.






















Note dell'autrice: 

eccomi ragazzi, pensavate che non avrei inserito niente di Lumacorno eh?? :ppp comunque i prossimi capitoli saranno più spensierati e più dedicati alla Drarry! 

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Capitolo 36
*** Di giochi erotici nel dormitorio di Serpeverde ***


Harry si sentiva sfinito dopo quello che avevano visto nel ricordo di Lumacorno.

Davanti a lui e anche davanti al Preside, si era mostrato sicuro, forte, deciso, non voleva dare l’impressione di crollare come un bambinetto, voleva mostrarsi un uomo, altrimenti Silente avrebbe smesso di fidarsi di lui. Non poteva deludere Silente, Piton, soprattutto dopo che Lumacorno aveva espresso, anche se non a parole, stima nei suoi confronti.

Eppure nonostante questo, quando era da solo, si sentiva crollare. Cercava di stare lontano da Ron ed Hermione, perché aveva capito fin troppo bene dall’ultima volta, quanto la tentazione di cedere di crollare tra le loro braccia, fosse forte e irresistibile. Si ricordava come aveva lasciato che lo consolassero, quando era triste per quello che aveva visto nel ricordo di Piton.

Si era lasciato abbracciare e coccolare da loro ed era stato molto bello, ma anche sinceramente imbarazzante per un ragazzo di sedici anni.

Harry aveva capito che l’amicizia con loro era la sua più grande debolezza, ma non voleva che ricapitasse, non voleva che loro vedessero questa debolezza e avessero cominciato ad allontanarlo, reputandolo patetico. Non voleva essere un peso. Per loro o per nessuno.

Eppure, non poteva fare a meno di rimpiangere, il non essere per una volta, un ragazzo come tutti gli altri. Non essere il Prescelto, non avere nessuna cicatrice, avere dei genitori da far dannare come tutti i ragazzi della sua età e avere perfino una ragazza con cui distrarsi, o un ragazzo, magari.

Se avesse avuto qualcuno, sarebbe stato più semplice, accettare il fatto di appoggiarsi a quella persona. Avrebbe avuto almeno qualcosa da dargli in cambio, si sarebbero divertiti a vicenda, non era come..ricevere consolazione da un amico, dove tu non puoi dargli niente in cambio.

Ma da quand’era che faceva ragionamenti così da sfigato qualunque? Si stropicciò la faccia durante le lezioni di Pozioni e si disse che doveva riprendersi.
 
 

Finite le lezioni, era più depresso che mai e vagava per il corridoio da solo, riuscito per un soffio a sfuggire dagli interrogatori di Ron ed Hermione, non riuscì ad avere tanta fortuna con Malfoy.

“Ehi, Potter.”

Harry sospirò, trovandoselo davanti.

“Che cosa vuoi?”

“Parlarti. Camminiamo?”

Harry lo guardò.

“Tutto qui?”

“Prego?”

“Nessuna battuta sprezzante, insulto o risatina strafottente?”

“Beh, avremmo tempo anche per quello, no? Ma prima volevo parlarti e assicurarmi che non mi sfuggissi di nuovo. Andiamo? Sta tranquillo che non mordo.”

“Su questo, avrei delle perplessità.” Disse Harry, ma accettò di seguirlo.
 
 
 



Draco lo portò in cortile, sorprendendolo.

“Che c’è, Potter? Sembri Confuso.” Disse Draco sorridendo.

“Certo che lo sono. Credevo mi scaraventassi in un’aula deserta. Non hai paura che i tuoi amichetti Serpeverde possano vederti con me?”

Draco scrollò le spalle. “E anche fosse?”

Questo lasciò Harry letteralmente basito.

“Non dici sul serio, vero? Una volta non avresti parlato così.”

“Lo so che è sconvolgente per te scoprirlo, Potter, ma..” disse Draco, sputando un nocciolo di ciliegia e buttandolo sul terreno. “Le persone cambiano..e certe cose a cui prima davano scioccamente importanza, vengono sostituite da cose ben più importanti. e poi non mi è mai piaciuto limitarmi nelle cose che voglio fare, per colpa di qualcun altro, amici o nemici. Questo, Potter, si chiama libertà.” Disse Draco sorridendo.

“Mi hai fatto venire qui per darmi lezioni sulla libertà e farmi sentire uno stupido?”

“No, sono venuto qui per sapere come mai sei così cupo, ultimamente, Potter.”

Harry non riuscì a nascondere la propria sorpresa.

“è per colpa dei miei baci? Vuoi che la pianto?” disse cercando di suonare incurante.



“No!” disse Harry precipitosamente, poi colse l’occhiata maliziosa di Malfoy. “Voglio dire..non è per te. È per..altre cose..non posso..non posso parlarne, ecco.”

“Okay, Potter, ma non desideri che la pianti, vero?” gli chiese ancora Draco malizioso.

“Io..senti, Draco..io..è assurdo..questa cosa non sarebbe mai dovuta iniziare..”

“Perché?” chiese lui tranquillo.

Harry lo guardò sconvolto.

“P-per prima cosa..siamo due ragazzi..”

“Mai sentito parlare di libertà sessuale, Potter?”

“L-libertà? Ses..?? E seconda cosa, ben più importante, noi siamo nemici da sei anni! O per meglio dire, TU mi fai la guerra da sei anni. A me e ai miei amici.” Disse guardandolo male, più deciso.

“E questo cosa ha a che fare con del sano divertimento?”

Harry lo guardò basito.

“Potter, a sedici anni non puoi immaginare di fare sesso solo con chi ami e veneri, altrimenti arrivi a venticinque, frustrato e arrabbiato con la vita. E non credi che a sedici, forse forse, è giusto guardare alla vita con un sorriso?”

“Detto da un Serpeverde mordace e vendicativo, è buffo.” Replicò Harry.

“ è vero. Il più delle volte sono stato sgradevole, ma non mi si può dire che io sia incapace di divertirmi. È solo che sono stato..distratto..da altre cose..soprattutto nell’ultimo periodo.”

Harry impallidì. Si riferiva al suo piano di attaccare gli studenti o chiunque fosse nella scuola?
 


“Ad ogni modo..” riprese Draco meditabondo. “ Perché dobbiamo lasciare che il nostro odio reciproco, ci impedisca di divertirci a vicenda?”

“Tu sei..convinto che io voglia divertirmi con te?” disse Harry.

“Hai ricambiato il mio bacio, no?”

“Solo perché mi hai preso alla sprovvista.”

“Oh, Harry, Harry..” e il cuore di Harry perse un battito quando fece il suo nome. “Ma guardati, ti cambiano gli occhi quando ti si chiama per nome. Lo fai con tutti o solo con me?”

“Sei così detestabile con tutti o solo con me?”

“Sei così adorabile solo con i tuoi amichetti o potresti esserlo anche con altri? Lascia che lo scopra.” Gli sussurrò Draco all’orecchio.

Harry tremò leggermente quando il biondo si avvicinò.



“Io lo faccio per te..sei così stressato ultimamente..non ti andrebbe un po’ di distrazione? Anche io ho bisogno di un po’ di svago da tutto questo stress.”

Harry non si arrischiò a rispondere.
Draco decise a quel punto di andar via, lasciandolo basito.
Il cervello di Harry lavorava frenetico.

In fondo doveva già trovare un modo per allontanare Draco dai suoi scopi malefici, no? Ora lui gli stava proponendo qualcosa che avrebbe distratto entrambi.

E divertito.

Oddio no, non con Draco. Lui non mi attrae, anzi, mi ripugna. Non posso.

Eppure mentre pensava a questo, sentiva sempre di più il suo membro pulsare contro i jeans.

Cazzo! E prese a correre all’interno della scuola per non farsi vedere.
 
 
 
 
 
*

L’indomani mattina, fu svegliato dalla sua civetta, che dolcemente cercava di svegliarlo con il muso.

“Edvige. Come mai non sei venuta a colazione?” gli chiese, accarezzandola dolcemente.

Edvige fece un verso acuto. Chissà cosa voleva dirgli. Forse il proprietario gli aveva detto che era urgente e di venire prima.

La missiva proveniva da DRACO MALFOY.

Oddio e ora cosa vuole quel pazzo??
 
Caro Potter,

Mi è venuto in mente che non hai mai visto lil nostro dormitorio

che ne diresti di fare un salto qui prima di colazione??

Porta il mantello dell’Invisibilità.
 
Harry nascose subito la missiva sul fondel del suo baule. Quello era un’incorreggibile pazzo. Come poteva pensare che lui..

Eppure da quando aveva letto quell’invito, l’immagine di lui che sgattaiolava nella sala comune per andare a trovare Malfoy, cominciò a tempestarlo come una tempesta di sabbia.
 
 
 
 
*

Poco tempo dopo, Harry, coperto dal mantello dell’invisibilità, arrivò nel dormitorio maschile dove giaceva Malfoy, che sembrava dormire profondamente e sembrava anche a petto nudo.

Sperando che non fosse una trappola, lo sfiorò leggermente con il braccio.

Draco sbarrò subito gli occhi e li Harry capì che fingeva solo di dormire aspettando il momento che sarebbe arrivato.

“Sei qui, vero? Suppongo di si.” Sussurrò Draco, poi scrisse qualcosa su una lavagnetta piccola.

Harry si sporse per leggerla.

SCRIVI QUI.

Harry prese la lavagnetta e scrisse:

Cosa vuoi? Perché mi hai fatto venire qui? Se è una delle tue trappole, me la paghi.

Draco dopo aver letto, scoppiò in una leggera risatina.

Cerca di non gridare, Potter.
 

Dicendo così, scoprì la coperta di velluto rosso e quello che aveva sospettato Harry, trovò conferma. Draco era completamente nudo!!


ADESSO ME NE VADO.

Draco rise e afferrò un braccio invisibile di Harry.

Con l’altra mano, scrisse:

GIOCHIAMO UN Po’. SAREMO SILENZIOSI.

Harry non riusciva a immaginarsi cosa intendesse Draco Malfoy per “saremo silenziosi.”

Hai la bacchetta?

Si, ma cosa..?

Passamela sul corpo. Avanti e indietro. Sopra e sotto.

Harry valutò per un momento, l’idea di rifiutare e di correre via da quel dormitorio peccaminoso, ma sorprendentemente, vide la sua stessa mano, muoversi e uscire fuori dal mantello, per sfiorare la pelle di Draco, dal collo in giù.



“Continua..” sussurrò Draco.

Harry continuò, quando arrivò in fondo al torace, valutò l’idea di fermarsi, ma Draco si inarcava così bene, contro la sua bacchetta, che non osava fermarsi. Passò sopra il suo membro, ormai eretto e gli sfiorò anche l' interno coscia e poi l'altro.

Ora fallo con questa piuma. Scrisse Draco, porgendogli una piuma.
 
Harry era ormai eccitato e duro quanto lui, ma non riusciva a fermarsi, rifece lo stesso procedimento con la piuma, potendo solo immaginarsi come potesse essere sconvolgente e piacevole per Draco, sentire la leggerezza della piuma sfregolare contro la sua pelle, dopo il trattamento della dura bacchetta.

Draco ansimava dal piacere, mentre Harry procedeva e completava il trattamento, fino in fondo.
 
Sei eccitato, vero, Potter? Anch’io lo sono. Vieni qui,

Incapace di sottrarsi, si avvicinò. Draco armeggiò alla cieca, non potendo vederlo, ma riuscì subito a indovinare dove fossero i suoi jeans e gli aprì la cerniera.

Sentì Harry soffocare un gemito e gli prese il membro in mano, cominciando a masturbarlo piano, poi sempre più veloce.

“E ora..vediamo chi viene per primo.” Sussurrò Draco vicinissimo al suo orecchio, masturbandosi con la mano libera.

Riprese così a masturbare entrambi, dopo due minuti, fu Harry il primo a venire, mordendosi la mano, per non farsi sentire, Draco lo seguì subito dopo, poi crollò sul letto.
 
Sentì un rumore di scarpa cadere. Harry era scappato via dal dormitorio correndo e aveva inciampato in una scarpa random del dormitorio. Draco ridacchiò.
 

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Capitolo 37
*** La crema del 3 aprile a lezione di Erbologia! ***


I giorni passavano ed era cominciato una sorta di flirt eccitante tra Draco e Harry. Più Harry scappava ed era sfuggente e più Draco si intrippava, ma la cosa migliore, restava quella di provocarlo in pubblico.

Per esempio, durante la lezione di Erbologia, la professoressa aveva richiesto che i poveri studenti facessero una cosa molto imbarazzante!

Avrebbero dovuto cospargersi di una strana sostanza, per tutto il corpo. Una specie di prodotto che però risplendeva dorata come una crema invisibile sul corpo, mantenendo un alone dorato. A Harry sembrava nientedimeno che la professoressa avesse chiesto semplicemente ai ragazzi di cospargersi il corpo di crema pasticcera. Avevano dovuto spogliarsi, in relativi camerini fatti comparire per l’occasione, poi rivestiti, avevano dovuto mettersi a coppie e osservare come il proprio compagno, facesse passare sopra i loro vestiti, la bacchetta.

Secondo la professoressa, il loro compagno avrebbe dovuto avvertire la sensazione come di uno scudo e si sarebbe dovuto sentire impossibilitato a fare qualsiasi maledizione.

I ragazzi erano parecchi perplessi e molto di loro non riuscivano a prendere sul serio la cosa, mentre assistevano a disagio e imbarazzati, che il proprio compagno o compagna, passasse la propria bacchetta sul loro corpo come se fosse stato il metal detector di Gazza.
 
“Andiamo, non lamentatevi, almeno non siete nudi!” disse la professoressa Sprite.

Le ragazze non potevano fare a meno di ridere imbarazzate, sia quando dovevano essere loro a essere passate alla punta della bacchetta, sia quando dovevano essere dall’altra parte.

La cosa era talmente paradossale, che perfino Gazza fu portato fuori da Madama Pince, che voleva fargli vedere lo spettacolo. Harry fu sbalordito di vedere perfino Gazza, sorridere!
 
 

“Senti qualcosa di strano?” chiedeva Harry,  che per via di uno strano scherzo del destino, aveva avuto Draco come compagno.

“E tu senti qualcosa più in basso? Posso fare in modo che tu lo senta, sai, se voglio.” Disse Draco sorridendo, che pareva divertirsi molto.

Harry cercava di non sorridere, ma purtroppo non riusciva a comandare il suo corpo, con Draco che continuava a puntare la bacchetta contro il suo corpo e scendeva piano, su e giù.

“Su e giù..su e giù…mi ricorda un altro giochetto che abbiamo fatto io e te…”

Harry sospirò rumorosamente. Stava cominciando ad avere troppo caldo in faccia.

Cercò di guardare Ron ed Hermione. Hermione stava passando la bacchetta sul corpo di Ron che la guardava sorridendo, ma rosso fino ai capelli. Hermione era rossa allo stesso modo.
 
Quando finalmente finì la lezione, la professoressa Sprite annunciò allora che era tutto un GIGANTESCO SCHERZO e che ci erano cascati. Era un’usanza babbana quella di fare scherzi il primo aprile ma per evitare che alcuni lo capissero, avevano deciso di organizzare questo scherzetto il TRE APRILE! E quella strana sostanza che avevano addosso, altro non era che deliziosa crema di dolci.

“Potete mangiarne un po’, se volete, ne è avanzata molta nella serra! È la ricompensa per aver preso questa lezione SERIAMENTE!” disse la professoressa Sprite.

Molti borbottarono e protestarono per la grande cavolata che erano stati costretti a fare, ma tutti avevano il sorriso sulle labbra, soprattutto alla notizia di crema di dolci gratis, si erano tutti precipitati alla serra.
 
Ron ed Hermione cercarono Harry per andare assieme a lui, ma era sparito.
 
 
 
*

“Sei..sicuro che non vuoi assaggiare quella crema? Potrebbe essere deliziosa!” diceva Harry, sdraiato in mezzo al bosco, nudo, con Draco che leccava la crema direttamente dal suo corpo.

“Mi piace mangiarla così. Sicuramente i miei amici prenderanno una porzione per me, ma QUESTO posso averlo una volta sola.” Disse ancora, guardandolo malizioso.

Harry non aveva da ridire su questo.

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Capitolo 38
*** La Stanza delle Necessità...di Draco ed Harry! ***


Harry era sempre più ossessionato da Draco, allo stesso tempo non aveva dimenticato la sua missione di tenerlo d’occhio. Gli sembrava ancora più importante adesso, dal momento che stavano più o meno insieme, in maniera clandestina. Continuava a sperare di coglierlo in flagrante, che usciva dalla Stanza delle Necessità.

Forse tutto questo nervosismo e la tensione a mille, gli fecero fare qualche passo falso, perché Draco lo sgamò.



“Ciao Potter, mi dispiace, io sono qui.” disse Draco, sorridendo, spuntando fuori da un angolo, mentre Harry fissava il muro incriminato.

Merda pensò il moro, vedendo una bambina minuta fuggire a perdifiato. Era una trappola.



“Sì, sapevo che mi stavi seguendo e così ho chiesto a Tiger di fare la guardia per me, anche se non ero là dentro. Astuto vero?”

“Non direi. A me sembra invece molto stupido e già che ci sei, perché non mi dici che cosa fai tutto quel tempo là dentro?”

“Cerco un modo per assassinare gli studenti di Hogwarts, mi sembra logico!” disse Draco con aria così teatrale che era impossibile che parlasse sul serio. “E tu perché mi pedini, Potter?”

“Perché voglio coglierti in flagrante!” disse Harry cercando di sorridere allo stesso modo.

“Molto bene, quindi, una volta che abbiamo stabilito che ci usiamo a vicenda, possiamo tornare a divertirci. Entri con me? Che c’è da fare quella faccia? Hai guardato talmente a lungo questo muro che credevo che ad un certo punto volessi fonderti con esso.”
 
Harry era rimasto scioccato dalla sua proposta e anche dal fatto che Draco sapesse dei suoi pedinamenti e non sembrasse arrabbiato, ma a scioccarlo di più, era stata la sua frase sugli studentl Scherzava?

“Stavi scherzando prima sugli studenti, vero?”

Draco lo guardò con un sorriso.

“Seguirmi è una tua idea o ti manda qualcuno?”
Harry stette zitto.

“Bene, direi che ciascuno dei due ha dei segreti che non vuole svelare all’altro, ora, puoi decidere di assecondarmi e giocare ancora con me e io ti lascerò seguirmi e pedinarmi ancora, o puoi andartene adesso e io non ti fermerò, rischiando ovviamente, di farmi arrabbiare molto e rischiando che ti verrà più difficile d’ora in avanti tenermi d’occhio.” Draco aveva detto tutto questo senza smettere di sorridere.

“Tu..sei un pazzo malato e sadico..” disse Harry con la voce tremante.

“Che bello ricevere tutti questi complimenti tutti insieme!” disse Draco battendo le mani. “Allora, cosa hai deciso? Il tempo sta per scadere. Tic – tac.”

Non smetteva di sorridere, ma Harry poteva vedere l’ansia e la tensione trasparire dai suoi occhi.

“Sta tranquillo. Non cercherò di ucciderti.” Disse Draco e Harry gli fece il dito medio, facendolo scoppiare  a ridere, ma entrò con lui.
 
 
 



La stanza mostrava a Harry una grande casa, tempestata di poster in formato foto con Harry e Draco che si baciavano nudi e altre in cui gli faceva un lavoretto di bocca e Draco aveva la faccia estasiata, mentre gli teneva la testa.

“Ti piace quello che vedi, Potter?” gli domandò cordiale.

“Questo te lo sei inventato adesso, per mettermi a disagio.” Disse Harry amaro. C’era riuscito.

“Sì, hai ragione.” Convenne Draco. “Vogliamo migliorare l’atmosfera?” dicendo così, schioccò le dita e si ritrovarono nel buio tempestato di stelle.

Sembrava notte fonda. Harry non vedeva più niente. Solo le stelle. Pure la stanza sembrava svanita.




“Ti piace il panorama, Potter? È abbastanza romantico per te?”

“Perché l’hai fatto?” chiese Harry, sentendo il muro dietro di sé.

“Perché..sembra che tu ti sciolga quando non puoi vedermi..o quando io non possa vedere te..e io voglio davvero..divertirmi, Potter.”

Harry non riuscì a replicare, soprattutto quando sentì le mani di Draco, afferrargli gli occhiali con una delicatezza incredibile e toglierglieli.

Quando gli aveva sfilato gli occhiali, le sue mani erano sulle sue guance e accompagnò quel gesto, senza lasciare il viso di Harry, anzi passando le sue mani sulle guance, in una carezza dolcissima. Harry chiuse gli occhi a quel gesto. Forse era inconscio.Forse Draco non si rendeva conto di esser stato dolce.

Però proseguì. Lo accarezzò ancora, con quella inaspettata dolcezza. Gli passò le mani sul corpo con dolcezza e lo baciò sopra i vestiti scendendo dal petto in giù. Baci brevi ma piacevoli. Una sensualità dolce. Una dolcezza sensuale.

“Draco..” si lasciò sfuggire Harry con un sospiro.
 
“Si dice che questa stanza..diventa quello che desideri…sai qual è il mio desiderio, Potter?”

“N.no.” sospirò Harry, mentre Draco gli slacciava i jeans. E lui lo lasciava fare!

“Che tu d’ora in avanti pensando a questa stanza, pensi a me che ti faccio godere!”

Harry non voleva davvero rispondere a questa domanda e quando Draco prese in bocca il suo membro, la sua mente si snebbiò completamente.

Draco lo prese in bocca con dolcezza inizialmente, poi cominciò a succhiare, all’inizio piano, poi un po’ più forte, ma senza esagerare troppo. Era chiaro che voleva godersi fino in fondo i gemiti che riusciva a strappare fuori al suo moretto.

“AH..AHH..AH..AHHH.”

Era chiaro come Harry cercava disperatamente di trattenersi, di non farsi sentire da Draco. Era così imbarazzante per lui. Era già imbarazzante fargli sapere che gli stava permettendo di fare quellio, ma fargli vedere che godeva anche…
 
Draco era compiaciuto di questo e continuò. Quando arrivò al culmine, spostò la bocca e con uno scatto di mano, lasciò che Harry venne nella sua mano. Forse gli faceva schifo venire nella sua bocca, pensò Harry, o forse, pensò ancora, pensò che sarebbe stato davvero TROPPO imbarazzante per Harry, venire nella sua bocca, in ogni caso, Harry fu felice che abbia deciso di spostarsi.

“Sei così tenero quando gemi. A quanto pare ho trovato il modo per frenare quella tua lingua tagliente.” disse Draco con un sorrisetto.






















Note dell'autrice: 

dopo che ho fatto attendere così tanto per la Drarry, era giusto che dessi una piccola soddisfazione, dico bene? :ppp ho preferito fare che fosse Draco a sedurre Harry, perchè tra i due,  è più giusto che sia il biondino a dover in un certo senso, recuperare con il moretto, dopo tutto quello che gli ha fatto, ma non abbiate timore, non sarà destinato a fare il sottomesso per sempre, ANZI xd ma non voglio rivelare niente di quello che accadrà! Per adesso ho voluto sbizzarrirmi un pò con la Drarry, ma ancora una scena e poi..andremo avanti con la trama.Il rapporto tra Harry e Draco avrà tante evoluzioni!

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Capitolo 39
*** Harry e Draco, teneramente vicino al lago ***


Non avrei mai pensato che Draco Malfoy sarebbe diventato il principale responsabile del mio buon umore. Incredibile a pensarlo adesso. Finora è sempre stato uno dei principali responsabili del mio cattivo umore.

Harry si fermò un momento a scrivere sul suo diario, perso nel ricordo di quello che era successo nella stanza delle necessità.

Non riuscirò ora mai più a pensare alla stanza delle necessità, senza dargli un significato ambiguo e lascivio. Tutto per colpa di Draco. Sono certo che era quello che voleva ottenere.

Finora quella stanza mi ha tormentato per motivi molto diversi.

In principio per via delle lezioni dell’ES. Sono state croce  e delizia per tutti noi.

E poi perché sospettavo che Draco la utilizzasse per qualcosa di malvagio.

Chissà cosa direbbero Piton e Silente, se dovessero venire a sapere il modo che ho trovato per tenere Draco buono…

Si fermò ancora, ricordando quello che aveva detto Draco a proposito sull’aver trovato un modo per bloccare la sua lingua tagliente.

Non potè fare a meno di sorridere.
 
Ma non c’è bisogno che lo sappiano, giusto? Non c’è bisogno alcuno che sappiano i dettagli.

Non avrei mai detto, caro diario, che questa “missione” sarebbe stata così..non ho le parole per definirla. Divertente? Eccitante? Sensuale? Inaspettatamente molto piacevole??

Draco è diverso da tutte le persone che ho conosciuto finora. Lui sapeva fin dall’inizio che io lo pedinavo, ma invece di affrontarmi a muso duro, mi ha lasciato fare. Mi ha perfino detto di usarci a vicenda.

Non so come devo sentirmi riguardo a questo, perché a me sembra tutto tranne che ci usiamo.

Non credo che “usare” sia la parola giusta. Io la adatterei di più a una persona che fa manipolazione emotiva su un’altra, ferendola nell’orgoglio e tradendola.

Ma Draco ha specificato fin da subito che non c’è nessun legame emotivo o romantico tra di noi e in questo modo nessuno può venire ferito.

Certo, il rischio di bruciarsi, c’è sempre, lo metto in conto, eppure Draco mi ha mostrato per la prima volta, dopo tanto tempo, una via diversa, più spensierata, più…serpentesca!

Mi ha mostrato come smetterla di preoccuparmi sempre e comunque, mi ha mostrato che si puà vivere anche con leggerezza e senza paranoie e pesantezza. Mi ha inseganto a fregarmene.

Sono stati anni difficili in cui il mio unico pensiero era Voldemort. Non avevo tempo per pensare a divertirmi o anche solo per accorgermi che esiste del divertimento al di fuori della minaccia di morte in cui convivo da sedici anni.

Sto vivendo finalmente come se fossi un ragazzo normale, non più il Prescelto.

Un ragazzo normale che può divertirsi e avere anche una relazione di sesso con un altro ragazzo come me.

Non esistono serpi o tassi o altre categorie. Mi sto accorgendo che siamo tutti uguali. Abbiamo tutti gli stessi desideri e le stesse pulsioni.
 
Vivevo questa cosa di spiare Draco, come un’angoscia. Non dico che ho smesso di preoccuparmene, ma una nuova spensieratezza e una quasi gioia risiede dentro di me.

La speranza anche che, Draco non c’entri nulla con l’attentato a Kate.

Mi dico che non devo permettere alle mie emozioni di distogliermi dalla gravità di quello che è successo, ma è difficile quando, cammino per i corridoi di Hogwarts come se volassi, quando, mi sento felice pensando che finalmente non esiste più nessuna guerra tra noi.

Per adesso.
 
 
 
 



Harry e Draco si trovavano nel giardino della scuola, vicino al laghetto. Era primavera, c’era un bel sole caldo e Harry era accucciato tra le gambe di Draco, con la testa sul suo petto.

Avevano fatto un incantesimo di invisibilità che sarebbe durato circa un’ora e mezza e si stavano godendo i vantaggi di poter stare insieme abbracciati, in pubblico, senza dover dare spiegazioni.

Per Harry, era bello, scambiarsi finalmente effusioni, senza imbarazzo o vergogna.

Non parlavano di questo, loro due, si godevano semplicemente quella cosa inaspettata tra di loro a cui non volevano dare ancora un nome.

Non erano pronti a rivelarlo a qualcuno e non volevano. Non ancora. Era una cosa loro.



“Quanto ti piace accarezzarmi.” Disse Harry, volendo suonare strafottente, ma suonò più come una specie di miagolio, mentre alzava lo sguardo per guardarlo.

“Mi piace toccarti, è vero.” Disse Draco, che aveva un modo un po’ strano di toccare, visto che toccava le dita della mano di Harry, come se volesse fargli un languido massaggio. Harry lo lasciava fare, compiaciuto, poi Draco passava ad accarezzargli languidamente i fianchi. Entrambi si godevano quei momenti che nessuno dei due voleva ammettere fossero coccole.



“Hai una buona pelle.” Disse Draco ancora, succhiando sensualmente la sua spalla.

Harry si strinse nelle spalle, ridacchiando.

“Non pensavo che tu fossi così, lo sai?” gli chiese, mettendogli una mano intorno al collo.

“Non pensavi che fossi così adorabilmente passionale?” gli chiese Draco malizioso, stringendogli i fianchi in maniera possessiva.

Harry abbassò lo sguardo e arrossì un po’. Parte del suo orgoglio, quello più vicino a tutti gli anni passati a detestarsi cordialmente, continuava a rinfacciargli che il “vecchio Harry” sarebbe rimasto sconvolto di vederlo in quegli atteggiamenti con il suo peggior nemico. Sorrise tra sé imbarazzato.

“Stai facendo pensieri sconci su di me, Potter?” lo provocò ancora Draco.

“In realtà..stavo pensando a come è strano, noi due così…”

Draco sorrise compiaciuto.

“è strano anche per me..poterti toccare senza correre il rischio di essere morso..” disse Draco accarezzandogli la pancia.

Harry sorrise ancora. Sentirsi toccare così, lo infiammava.

“Forse anche a me..piace..che mi tocchi..” disse Harry a voce bassissima, vergognandosi molto.

“Mmm..buono a sapersi..” disse Draco, sfregando le labbra sul suo collo.

“Non esagerare.” Disse Harry ridacchiando imbarazzato e fece per spostarsi un po’ da lui per sdraiarsi sull’erba del prato, ma continuando a fissarlo.

Draco non se la prese, si limitò a continuare a fissarlo, o per meglio dire, a studiarlo. Comprendeva che per Harry era difficile. Si erano odiati per anni – lui a dire la verità, convenne, aveva fatto del suo meglio per farsi detestare – quindi per il moretto era ancora un po’ difficile accettare di farsi coccolare da lui. Si imbarazzava ancora, lo comprendeva se non si lasciava andare ancora del tutto e poi se doveva dire la verità, gli piaceva questo Harry, tenero ma non troppo, che si lasciava andare ma non del tutto, cercando di resistere al suo irresistibile fascino.
 


“Parlami di quelle lettere.” Disse Harry all’improvviso, buttandogli addosso un ciuffo d’erba, cercando di distrarlo dallo studio a raggi x sul suo corpo..

Draco lo fissò. Gli buttava addosso l’erba come un bambino che cercava di provocare la bambina che gli piaceva. Era così adorabile. E sebbene non avesse voglia di parlare di quell’eccesso di debolezza e melensaggine, capiva che Harry ci teneva molto e quindi lo fece.
 
“Volevo sorprenderti.” Disse il biondo, sdraiandosi a sua volta accanto a lui. “Ci sono riuscito.”

“Quando hai parlato di mia madre..ho pianto.” Rammentò Harry.

Draco gli riservò uno sguardo terrorizzato e pieno di sensi di colpa.

“Non era mia intenzione. Davvero.”

Harry capì che quello era il modo alla Draco Malfoy di scusarsi.



“Non importa. Sei stato…dolce. Credo. “

Silenzio.

“Pensi davvero quelle cose?”
“Quelle che ho scritto nella lettera? Certo.”

“Non..non pensavo che tu pensassi quelle cose di me.”

Draco si leccò un po’ le labbra.

“Sai, Harry, - qui Harry fece un balzo a sentir pronunciare il suo nome – il fatto che noi due siamo..quello che siamo sempre stati..il fatto che non ci siamo mai sopportati..il fatto che io sia un Serpeverde, questo non significa che non apprezzi un atto d’amore, quando me ne trovo davanti uno.”

“Io non volevo dire..”

“Ho sempre preso in giro te, non ho mai detto niente su tua madre..o su quello che ha fatto per te..personalmente..lo trovo meraviglioso.

Il cuore di Harry cominciò a battere come un tamburo. Mai si sarebbe aspettato tali parole da Draco.

“E penso che un tale atto d’amore, sia una cosa SUBLIME. Sì. Un sacrificio di una madre per un figlio è amore sublime. Sai che non mento, non ne ho bisogno. Non tutti lo avrebbero fatto però. Chissà se mia madre l’avrebbe fatto.” Disse ancora Draco sospirando.

“Sono sicuro di sì.” Disse frettolosamente Harry, per poi pensarci un po’. “Ma per fortuna tua, non è stato necessario.”

“Credo che anche Voldemort e gli altri mangiamorte, pensino questo.”

Harry aveva storto la bocca a sentirli nominare in quel momento.

“Ti dico di sì. Perfino i malvagi, nonostante quello che fanno, provano ammirazione per quello che tua madre e tuo padre..”

“Questo lo sai perché te l’hanno detto LORO?”

Draco lo fissò. Harry si era alzato e non sembrava più tanto sereno adesso.

“No, Potter. Era solo una constatazione.” disse Draco, con terrore crescente.

“Davvero?” disse l’altro e senza aspettare una risposta, fece per andarsene.

“Harry, ehi, Harry!” lo richiamò Draco, alzandosi a sua volta per impedirgli di andarsene.
 
Il biondo si parò davanti al moro, mettendogli le mani sul petto.



“Resta ancora un po’ con me.”
Harry sospirò. “Non funzionerà mai, Draco.” Disse e il suo tono di voce era triste.
“Che cosa?”

Questo! Io e te! Noi! Non importa quanto stiamo bene adesso..”
“Tu stai bene con me?” gli chiese Draco felice.
Harry lo ignorò e riprese il discorso.

“Alla fine non possiamo dimenticare quello che siamo, da dove veniamo, le nostre origini!”

“Capisco. Non puoi smettere di odiarmi perché mio padre è un mangiamorte, vero?”

Harry si morse il labbro e non riuscì a sostenere il suo sguardo. Gli veniva da piangere.

“Guardami, io non ce l’ho più con te perché hai mandato ad Azkaban mio padre, quindi se io non ti odio per quello, tu credi che potrai smettere di odiare me per questo?”

“Io non…è una cosa completamente diversa. E poi io non ti odio!” disse Harry ma evitò accuratamente di guardarlo.

“Hai paura che possa diventare come lui, vero?”

Harry non rispose.

“Conosci la storia di Piton, Potter?”

Harry rimase sorpreso di sentirlo nominare in quel momento.
 
Draco si sdraiò sul prato davanti a lui.



“Sai che era innamorato di tua madre, vero?”
“Io…CHE COSA?” chiese Harry attonito.

Draco scrollò le spalle. “Non lo sai. Mio padre lo sa, per esempio. Lui e Piton sono grandi amici e Piton non ha molte persone su cui confidarsi..io lo so perché me l’ha raccontato lui. Mio padre, intendo."

Harry era rimasto scioccato e a bocca aperta.

“Erano amici.” Chiarì Draco. “Non c’è stato mai niente però. Ad un certo punto si sono allontanati, prima che finisse la scuola.”

“Perché?” chiese Harry ancora scioccato che Piton andasse a riferire cose cose segrete al padre di Malfoy, scioccato che nè Piton nè Draco, avessero pensato che era una cosa che doveva sapere.

“Beh..tua madre a quanto pare era convinta che Piton volesse unirsi a Tu Sai chi. Non faceva mistero di essere interessato alle Arti Oscure.”

“Ci aveva visto lungo, allora.”

“Questo ha poca importanza, però. Non capisci? Piton e tua madre erano AMICI. Per un po’ di tempo è andata bene, poi uno dei due si è fatto soffocare dalla paura sulle loro diversità. Hanno permesso alla paura di rovinare un qualcosa di bello, amicizia o amore, chi se ne frega, ma comunque si è rovinato. Ti ricorda qualcosa?”

“Io..non capisco dove tu vuoi andare a parare..” disse Harry.

“Se noi stiamo bene, perché non godercela? Magari finirà comunque tra di noi, ma perché finirla ancora prima del tempo? Se le nostre strade saranno destinate a dividersi, come quelle di tua madre e di PIton…almeno avremmo conservato un qualcosa di bello qui.”

“Io..non so..Draco..”

“Non facciamo la fine di loro due, Harry. Io non voglio avere rimpianti..e tu..?”

Harry si era inginocchiato sull’erba per baciarlo. Quella era stata la sua risposta.
 






















Note dell'autrice:  avrei voluto mettere anche Harry che faceva un lavoretto di bocca a Draco ma non sono riuscita a inserirlo qui xd troverò il modo o almeno ci proverò ahha a presto!

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Capitolo 40
*** Harry e Draco alla festa di Lumacorno! ***


Harry era stato invitato di nuovo alla festa di Lumacorno. La prima volta aveva portato Luna, ma stavolta non aveva portato nessuno.

Non aveva voglia di andare con nessuno. Certo avrebbe potuto chiedere a Ron o Hermione di accompagnarlo, ma la verità era che l’unica persona che avrebbe voluto portare con lui alla festa, era un certo biondino pallido e strafottente e non poteva farlo. Cosa avrebbero detto se li avessero visti insieme, considerati i trascorsi?

Ne aveva parlato con Draco, che aveva risposto con baldanza, di non avere nessuna voglia ad andare a quella stupida festa di quello stupido lumacone, che non faceva altro che ignorarlo.

Harry avrebbe potuto ribattere che Lumacorno forse lo ignorava perché odiava le Arti Oscure e i mangiamorte, ma non aveva voglia di litigare di nuovo con Draco, ora che era tornato il sereno tra loro.

Così, una volta arrivato alla festa e sedendosi assieme ad altri ragazzi e ragazze al lungo tavolo imbandito di cose delizose, organizzato tutto da Lumacorno, non ebbe altre distrazioni che rimpiangere mille volte di non aver insistito per far venire anche lui.
 


All’improvviso, però fece un sussulto, che riuscì tuttavia a dissimulare piuttosto in fretta, anche per merito del gran chiasso e tutto il chiacchiericcio che c’era intorno. Erano tutti girati, nessuno faceva caso a lui.

Qualcosa gli aveva sfiorato la gamba e Harry era contento di esser riuscito a trattenersi dal gridare. Se i suoi dubbi sarebbero stati confermati..

“Draco?” sussurrò guardando sotto il tavolo. “Sei tu?”

“Elementare, Potter.” La voce era inconfondibile. Anche il modo di accarezzargli la gamba, era inequivocabile, tuttavia era stato contento di averlo chiarito a voce, onde evitare che strani fantasmi pervertiti facessero cose strane.

“Che cosa ci fai qui?? Come mai non riesco a vederti??” sussurrò ancora Harry cercandolo con lo sguardo.
“Ho addosso il tuo mantello dell’invisibilità”

“CHE COSA?”

“Ha il tuo odore addosso. Mi piace.”

“Non avresti dovuto. È una cosa personalissima e poi avrebbero potuto vederti! Cosa ti è saltato in testa?” poi ci pensò meglio. “Hai rovistato nelle mie cose??” protestò arrabbiato.

Draco ridacchiò sottovoce.

“Sono pur sempre una serpe, no? Sapevi a cosa saresti andato incontro quando hai deciso di avere una relazione di sesso con me, o credevi forse che avrei fatto l’angioletto casto e puro?”

“Il furto non è annoverato tra le trasgressioni eccitanti!”

“Questo lo dici tu. Tipo mi permettono di fare QUESTO.” e dicendo così, gli sbottonò i jeans.

Harry boccheggiò.

“C.cosa..cosa..stai..”

“Rilassati, adesso ci penso io a te.”

“Draco, no!! Non farlo! Siamo in pubblico, a una festa! “

Draco come prevedibile, non ubbidì e cominciò subito a succhiare il suo membro con lascivia.

“Oddio! Oddio!”

“Cerca di non essere rumoroso.” Disse Draco con un sorrisetto.

Harry fece del suo meglio per non attirare l’attenzione e per modulare i muscoli del viso. Per fortuna tutti attorno a lui erano distratti dai bagordi della festa.

Cercò il più possibile di non emettere un fiato. Era teso come una corda di violino e paradossalmente quella tensione sembrava renderlo più duro e eccitato quindi la cosa diventò inaspettatamente piacevole.
 
Quando venne, accadde allo stesso modo silenzioso in cui si era svolto il tutto. Ci mise qualche secondo per riprendersi e per accorgersi che era venuto nella bocca di Draco.



“Draco..dove..stai andando?” chiese Harry non sentendolo più vicino a lui.

Una voce gli sussurrò nell’orecchio.

“Vado a prendere dello champagne per te e per me e poi berremo da soli in un posticino tranquillo.”

Quella prospettiva sembrava a Harry decisamente allettante.
 
Purtroppo a scombinare i piani dei due giovani amanti, arrivò Piton. Visto che Draco ci metteva tanto, decise di andarlo a cercare e lo trovò intento a battibeccare con Piton.

“Che cosa ci fai qui non invitato? Ti avevo già detto di finirla, Draco..”

“Professore, Draco  è con me!” si sbrigò a dire Harry.

Entrambi fissarono Harry sgomenti.

“Come hai detto, Potter?” gli chiese Piton sorpreso.

“L’ho invitato io alla festa. “ spiegò.

“E allora come mai l’ho beccato in giro da solo?” chiese Piton sospettoso.

“Era andato a prendere da bere! Il caldo, sa.” Disse Harry sorridendo imbarazzato.

Frastornato da questo nuovo sodalizio, Piton se ne andò lasciandoli da soli, non senza prima sussurrare all’orecchio di Harry:

“Ben fatto, Potter, continua a tenerlo d’occhio. Stai andando alla grande!”

Harry sorrise tra sé imbarazzato, sapendo che Piton non aveva idea di quanto velocemente stesse andando. Aveva proprio ingranato la quinta.
 
Incapace di trattenersi oltre, afferrò Draco e lo spinse dentro uno sgabuzzino per le scope.

“Come hai fatto a farti scoprire? Non indossavi il mantello??”

“Me lo sono tolto solo per cinque secondi. Si scoppia di caldo qui dentro. Ecco, prenditelo. Non agitarti.” Disse Draco, ridandoglielo, credendo che Harry fosse preoccupato per quello.

Harry ridacchiò nel buio.

“Mi preoccupavo solo che potesse sporcarsi..”
“Cos..a vuoi dir…”

Harry lo baciò d’impulso, continuò a baciarlo languidamente, fino ad arrivare a sbottonargli i jeans.



“Oddio..vuoi farlo davvero adesso? QUI?” chiese Draco.

“Lo voglio.”

“E…succederà mai un giorno che facciamo questo, alla luce ?” chiese Draco ironico.

Harry ridacchiò. “Step by step, caro Draco, sto per farti un pompino, non lamentarti.”

“Lasciamo il giudizio finale per dopo..”

Harry cominciò a prenderlo in bocca, cercando di ignorare l’imbarazzo.

Era la sua prima volta. Non l’aveva mai fatto.
 
“AHH. Cazzo, Potter.” Gemette Draco, infilando le mani nei suoi capelli.


Incoraggiato dalle sue carezze, Harry si spinse con la bocca un po’ di più.


“Cazzo..ohhh..si…così…Harry!...Sì..continua..ohhhh..”
 
Quando arrivò al culmine, venne nella bocca di Harry.

Il moro si alzò, passandosi una mano sulla bocca. Sembrava imbarazzato, ma sorrideva.

“Gli occhi ti si illuminano per lo sforzo o per me?” chiese Draco sorridendo.

“Magari è per merito tuo.” Disse Harry.

Draco lo attirò a sé in un abbraccio e cominciò a baciarlo appassionatamente, fino quasi a mangiargli la faccia, quando il bacio finì, rimasero abbracciati.

“Sono felice, Potter.”

“Mmm..Draco..” disse Harry, accucciandosi contro di lui.


"Sì?"

“Che ne dici di chiamarmi Harry?” gli disse.

Draco rispose baciandolo di nuovo con passione.
 
Restarono venti minuti a baciarsi e fu più potente e intenso di un TI AMO.

Entrambi erano felici come non lo erano mai stati.

Draco non sapeva che tutta quella felicità era destinata a subire un rovinoso STOP.

Pochi giorni dopo, il mondo di Harry crollò sotto i suoi piedi.

Ron era stato avvelenato, rischiando di morire!
 
 

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Capitolo 41
*** L'avvelenamento di Ron e la rottura tra Draco ed Harry ***


La notizia di Ron finito in infermeria per avvelenamento, si sparse in fretta ad Hogwarts, così non ci volle molto prima che Draco lo venisse a sapere.

Piombò come una furia nell’infermeria per sincerarsi della situazione -  e dello stato d’animo di Harry, beh, anche di quello del suo amico, ma non era il suo amico, con tutta onestà, che gli interessava di più –

Quando vide che non c’era nessuno, tranne Harry, quindi non doveva subire l'imbarazzo di dover dare spiegazioni ad una platea sulla sua presenza lì, sentì un senso di sollievo, che si tramutò in orrore molto in fretta, appena si accorse che Harry, seduto davanti al letto di Ron, aveva il viso stravolto dal pianto. Guardandolo in viso, pareva che avesse vissuto cent’anni di dolore.



Temette che Ron fosse a quel punto in fin di vita, la sua intenzione era quella di chiedergli come stava, consolarlo, magari, ma appena mise un piede all’interno e Harry si accorse di lui, capì dal modo in cui lo guardava, che era la mossa sbagliata.
 
“Tu…” disse, guardandolo con un’espressione che non si sarebbe più aspettato di rivedere.

“Harry..co..come sta il tuo amico?” chiese Draco.

“Che ti frega???” chiese Harry con un’espressione allucinata.

“Harry..cosa..” cominciò Draco,confuso di quel trattamento.

RON HA RISCHIATO DI MORIRE! Si è salvato solo perché io ero con lui e d’un tratto ho pensato che fosse una buona idea, ficcargli in gola un bezoar!”

Draco si mise una mano sulla bocca.

“Eri con lui quando..”

Harry si alzò dalla sedia e guardò Draco con odio.

“Ho visto i suoi occhi cambiare espressione, le sue gambe sussultare, la sua bocca riempirsi di schuiuma,  l’ho visto agonizzare e contorcersi in preda alla confusione di quello che gli stava capitando..”

“Oh mio dio..”

“E poi..e poi..ho preso quella pietra e gliel’ho ficcata nella gola..e ha smesso di sussultare.” Disse ancora, guardando l’amico nel letto dormire.

“Ma ORA sta bene, vero?? L’hai guarito e ora sta bene! è tutto finito.” Insistette Draco non capendo la gravità della cosa.

“Sì. È tutto finito ormai. Tra noi è finita.” Disse Harry laconico.
 
Draco si sentì mozzare il respiro. Si aspettava che sarebbe finita, prima o poi, ma non così presto. Pensava che avrebbe avuto tutto il tempo per prepararsi. Tutta l'estate, Un anno, due, la fine della scuola! Non ora che stavano insieme da poco e tra di loro andava tutto bene.



“Harry, ma..”

“La festa di Lumacorno! Ecco perché sei venuto. Non per me! Ma per mettere il veleno! Come ho potuto essere così stupido! E sono stato io a invitarti!”

Draco spalancò gli occhi inorridito.

“No, non è come credi..non ho messo..non sono..accidenti Harry! Quella bottiglia stava nella studio di Lumacorno da ben PRIMA di quella maledetta festa!”

Ma Harry non lo trovò molto confortante.

“Questo non smentisce il fatto che tu l’abbia messa PRIMA di quel giorno, da chissà quanto..ma l’hai fatto.”

Il terrore stampato nel volto di Draco era indice della sua consapevolezza.



"Harry...senti.."

"SMETTILA DI CHIAMARMI COSì!!!" 

Un silenzio più lungo degli altri, accompagnò quelle parole.



“Tu pensi che io sia un assassino…”

Harry continuò a guardarlo con disprezzo.

“Da quanto?”

Harry non rispose.

“DIMMI DA QUANTO, POTTER!” gridò Draco.

“Da quando ti ho visto entrare nel negozio di Magie Sinister ho cominciato a pensare che Voldemort ti avesse preso come mangiamorte e quando c’è stato l’attentato a Kate, mi sono convinto che ti avesse chiesto di uccidere qualcuno..”

Draco aveva ascoltato con con orrore crescente ,ogni parola.

“Se..se pensavi questo..allora perché..perchè ti sei avvicinato a me..?”

“Sapevo di piacerti..e pensavo che..se avessi fatto fronte su questo, avrei potuto distrarti dal fare del male a qualcun altro. È funzionata bene..fino adesso..” disse ancora Harry, sfiorando il braccio di Ron.

“Mi hai usato..” disse Draco, con gli occhi lucidi e la voce tremante.
 
Harry aprì bocca per ribattere.

“L’hai detto tu che era solo una cosa di istinti, non io. E poi..credevi davvero che bastassero due lettere con due frasi che avrai trovato in giro e due strusciatine, per farmi perdere la testa per te?”

“Io non intendevo..”

“Andiamo! Dopo tutto quello che mi hai fatto..dopo tutto quello che hai fatto ai miei amici..credevi davvero che io avrei potuto..amarti?

Harry parlava nel vuoto, senza guardarlo, con una voce che a stento riconosceva come sua.

Non vide quindi arrivare in tempo, lo schiaffone, che lo colpì in pieno viso, ma lo sentì.

Subito dopo, una porta si chiuse dietro di sé, con violenza.

Gli occhi di Harry a quel punto, si riempirono di lacrime. Nascose la testa contro le gambe di Ron e prese a singhiozzare






















Note dell'autrice: 

eccomi qua, da ora si riprende con la storyline normale xd ovviamente visto che nei capitoli scorsi parlo di aprile e il compleanno di Ron (giorno in cui è stato avvelenato ) è il 1 marzo, è implicito che in questa ff, il giorno del suo compleanno non è marzo. Ho dovuto anche scombinare la cronologia del libro. Spero mi possiate capire xd d'ora in avanti cercherò di andare avanti con la cronologia originale. 

confesso che quando mi ero immaginata questa scena, draco era più addolorato che arrabbiato ed Harry non si beccava uno schiaffone xd

pps non so se alcuni di voi troveranno la cosa esagerata o no, ma purtroppo per me la bromance tra Harry e Ron è cosa TOP xd e credetemi che è davvero singolare che riesco a mettere da parte una bromance in favore di una ship, in genere tendo a farla diventare proprio una ship la bromance otp che ho <3 quindi non potevo proprio fare finta di niente davanti alla consapevolezza di Harry che era stata tutta colpa di Draco xd ha detto delle cose terribili ma penso che ci stava al momento xd

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Capitolo 42
*** Harry vede Draco piangere in bagno ***


Il fatto che  Draco fosse in qualche modo venuto nell’infermeria quel giorno, chissà come, riuscì a trapelare, così come anche il fatto che se ne fosse andato via infuriato, così da questo, molti avevano dedotto che Harry lo avesse cacciato. Il chiacchiericcio si fece insistente e Harry fu così costretto a dare spiegazioni a Ron ed Hermione, visto che avevano cominciato a fare domande, ma a loro, solo a loro, raccontò tutti i retroscena.

Purtroppo la notizia che Harry e Draco avessero una specie di storia clandestina, già girava a Hogwarts negli ultimi tempi, visto che li vedevano spesso in giro insieme e sommata al fatto che Draco fosse andato a trovare Ron nell’infermeria ed Harry lo avesse cacciato in malo modo, alimentò ancora di più i pettegolezzi.
 
“A quanto pare, sono passato dall’essere la vittima sacrificale dell’assassino, scampato miracolosamente alla tragedia, ad essere la principale causa della tua rottura con Draco. I miei complimenti, Harry. “ disse Ron, che aveva mal digerito i pettegolezzi sul suo conto su lui e Harry. Chissà come, ora in molti pensavano che Harry avesse lasciato Draco, perché innamorato di Ron.

“Guarda che io non ho fatto niente!” protestò Harry, ma non era del tutto vero. Lui sapeva benissimo di aver perso la testa dopo che Ron era stato avvelenato ed era quasi sicuro che alcuni li avessero sentiti litigare in infermeria e avessero contribuito a far circolare la voce. Ringraziò solo che avessero probabilmente sentito solo il finale, o adesso avrebbe dovuto vedersela anche con Silente e Piton, che l’avrebbero incolpato di aver svelato a tutta la scuola i sospetti su Draco.

“Ron, dovresti esser contento che Harry ha preso le tue parti.” Disse Hermione.

“Beh, ovviamente lo sono.” Disse Ron tutto compiaciuto.

“Ma, questo non scagiona te, Harry. Come hai potuto avere una relazione con Draco malfoy!” esclamò lei indignata.

“Ecco..io..”

“E non dirci niente!” continuò lei come se stesse guardando un estraneo.

“Io..beh..insomma..è molto cambiato..o almeno..”

“Harry, tu sei il mio miglior amico, ma se ora ci dirai di esserti innamorato di quell’essere viscido, figlio di genitori mangiamorte che ci rende la vita impossibile da sei anni, non so come potrei reagire.” Disse Ron scandalizzato.

“Ecco perché non ve ne ho parlato! Sapevo che non avreste capito!” disse Harry, lasciandoli da soli nella sala comune.
 
 
 
 
*

Nei giorni a venire fu strano e difficile dover riabituarsi a vivere senza la costante presenza di Draco Malfoy al suo fianco. Alla fine Ron, spinto da un profondo senso di amicizia, aveva preso da parte Harry e gli aveva detto che se voleva parlare con il biondo, non doveva farsi problemi per lui.

“Ma ti ha avvelenato!” protestò Harry, guardandolo addolorato.

“Lo so, ma..beh..non voleva davvero colpire me, in fondo, no? Senti, sei il mio migliore amico, Harry, non credere che sia semplice per me, ma la tua felicità viene prima di tutto. Hermione crede che forse questo poveraccio può essere salvato e io..diciamo che voglio credere a lei. E a te.” Aggiunse rosso in viso.

Harry lo guardò in faccia. “Siete innamorati, non è vero?”

“Chi??” chiese Ron diventando bordeaux.

Tu e Hermione, sciocco! Non credere che non me ne sia accorto. Non mentire. È dal terzo anno che vi osservo.”

“Io..beh..veramente..non lo so, Harry.” Disse Ron, grattandosi la testa.

Harry sorrise. “Sai, è bello vedervi. A volte mi sento un po’ geloso, non è che se funzionerà, mi estrometterete, non è vero?”

“Scemo!” disse Ron, dandogli un pugnetto sul braccio. “Ricordati che sei stato tu ad unirci. è stata l’amicizia con te a farci conoscere, quindi non sognarti più di dire una cosa del genere. Purtroppo per te, ci dovrai sopportare per molto tempo.”

Harry sorrise. “Potrebbe piacermi la cosa.”
 
 
 
 

*

Nonostante quello che aveva detto Ron, il moretto non riusciva a trovare il modo e soprattutto il coraggio di parlare con Draco. Voleva chiedergli scusa per le brutte parole che gli aveva detto, voleva baciarlo, piantarlo al muro e poi ancora costringerlo a confessare se era stato lui. Aveva paura di lui, ma allo stesso tempo ne era innegabilmente attratto e desiderava..cavolo, desiderava far l’amore con lui!!

Smanioso di sapere dove si trovasse e consapevole di stare trasformandosi in uno stalker, arrivò al punto di cercarlo sulla mappa dei malandrini e rimase di sasso, quando scoprì che era assieme a Mirtilla Malcontenta, nel bagno.
 
Quando Harry aprì piano la porta del bagno e vide e sentì Draco piangere, quando vide le sue lacrime scivolare sul suo viso pallido e dentro al lavandino, non riuscì a credere a quello che stava vedendo e sentendo.

Mirtilla cercava disperatamente di calmarlo.

“No..no..dimmi cosa c’è che non va..io posso aiutarti..”

“Nessuno può aiutarmi..non posso farlo..non posso..non funzionerà..e se non lo faccio presto..mi ucciderà…” Draco singhiozzava e tremava, poi guardò nello specchio ed ebbe un brivido, vedendo Harry che lo fissava.
 
 























chiedo scusa per il capitolo diviso in due parti, ma credetemi, questo pezzo mi manda in crisi, è difficile da scrivere xd  

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Capitolo 43
*** Draco ed Harry combattimento in bagno ***


Guardare Draco piangere con le lacrime  che gli scendevano giù per le guance, sentirlo singhiozzare in quel modo, fu sconvolgente per me per vari motivi.

Il primo era che non ero abituato a una scena del genere, non credevo nemmeno che un tipo come Draco, all’apparenza così freddo e insensibile, potesse piangere per davvero e il secondo motivo…anche se avrei preferito morire piuttosto che confessarglielo, era che…

Avevo cominciato a provare dei sentimenti per LUI e…vederlo piangere mi stringeva il cuore e mi sconvolgeva.

Purtroppo Draco mi vide dallo specchio e non sembrò affatto contento di essersi fatto sorprendere  in quelle condizioni. Proprio da me, poi!

Afferrò la bacchetta per attaccarmi e io feci lo stesso. Dovevo difendermi.

Tentai l’incantesimo Levicorpus ma lui la bloccò, tentai l’incantesimo delle pastoie ma bloccò anche quello.

“Cruci..”

“Il fatto che Draco cercò di usare su di me una delle maledizioni senza perdono, mi fece perdere la testa.

Pronunciai l’incantesimo cui avevo letto “contro i nemici.” Nel libro del principe mezzosangue.
 
Draco finì in un lago di sangue. Sangue che gli usciva dal viso e dal petto.

“No..”

Caddi in ginocchio davanti a lui, lo presi tra le braccia.
“No..io..non volevo..non volevo..”

Draco mi guardò. La sua espressione sembrava addolcita, seppure profondamente triste.

“Era da tanto che non mi tenevi tra le tue braccia..” mormorò lui.
 
Mi sentii se possibile ancora peggio. Erano passate solamente due settimane, ma per Draco dovevano essere sembrate un’eternità, come per me.

A rovinare se possibile ancora di più quel momento, ci pensò Mirtilla, gridando che c’era stato un assassinio nel bagno. A tempo record arrivò Piton che guarì con un tocco di bacchetta le ferite di Malfoy e mi spostò malamente, poi lo portò in infermeria, minacciandomi di restare lì, dov’ero.

Rimasi lì più affranto che mai. Lo sguardo che Piton mi lanciò..era tornato più che mai, ostile, su di me.






















ve l'avevo detto che sto facendo fatica con questa storia e purtroppo ricevendo zero sostegno, temo purtroppo che andrà sempre peggio. Considerato com'è venuto questo capitolo, non posso garantire per i prossimi. Ciao!

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Capitolo 44
*** Delusioni, baci e sentimenti struggenti ***


“Chi ti ha insegnato quell’incantesimo?” chiese Piton.

“Io..l’ho letto da qualche parte..” rispose Harry.

“Dove?”

“Era..un libro della biblioteca..non ricordo come s’intito..”

“Bugiardo..” ringhiò Piton. Harry sapeva che stava praticando la legilimanzia e che stava vedendo il libro del Principe nella sua testa.

“Portami la tua borsa e tutti i tuoi libri di scuola. Ora!”

Harry aveva scambiato il suo libro con quello di Ron.
Piton ovviamente lo sgamò subito.

“Questa è la tua copia di Pozioni Avanzate, Potter?”
“Sì.”

“E allora perché, nella prima pagina c’è scritto il nome Roonil azlib?”

“è..il mio soprannome.”

“Il tuo soprannome.”
 
Piton ovviamente lo mise in castigo e mentre usciva dal bagno, le parole irate e piene di disgusto di Piton, gli risuonavano ancora nella testa.

Lo sai cosa penso, Potter? Penso che seu un bugiardo e un imbroglione e che meriti una punizione con me, tutti i sabati fino alla fine del quadrimestre.”

Si era riconciliato con Piton e ora invece..gli era sembrato di essere tornato indietro. Piton aveva ripreso a guardarlo con disprezzo.

Era tornato indietro e faceva male la delusione e il disprezzo sul suo volto.
 
 
 





*

Harry era sconvolto. Aveva appena scoperto che era stata la Cooman a fare la profezia che aveva segnato il suo destino con quello di Voldemort e che Piton aveva fatto la spia.

Distrutto e con l’anima che faceva male, aveva piantato la Cooman da sola per andare in cerca di Silente e sputargli fuori tutta la sua ira e il suo rancore, ma in corridoio, incrociò Draco Malfoy.

Ci mancava solo lui.

Si impose di non guardarlo, non doveva farsi distrarre, doveva ignorare il suo cuore martellante, doveva andare da Silente, aveva cose più importanti a cui badare.

“Potter.”

“Senti, Draco..non ho tempo adesso per farmi insultare..o per..per farmi guardare con disprezzo da te, io devo ass..”

Draco si era avvicinato velocemente a lui mentre Harry balbettava e non gli lasciò finire la frase, che lo baciò con passione.

Il bacio colpì Harry così profondamente, che non potè fare a meno di lasciar scivolare delle lacrime sulle sue guance, che caddero giù, ancora mentre lo baciava.

Per fortuna furono lacrime solitarie. Non si sarebbe mai perdonato se gli fossero finite in bocca, rovinando quel momento.

“Draco, io..”

“Qualunque cosa succederà tra noi, io voglio portarmi per sempre questo ricordo.”

“Draco..” Harry cercò di trattenerlo. Voleva toccarlo. Dirgli che non lo avrebbe mai lasciato, anche se tutti lasciano tutti.

Ma Draco si era già spostato da lui e sfuggì velocemente.

Forse per non far vedere che anche lui piangeva.

Fu con lo stato d’animo ancor più alterato che Harry si diresse come una furia, da Silente.
 
 


*

“Che cosa ti è successo?”
“Niente.”

“Che cosa ti ha sconvolto?”
“Io non sono sconvolto.”

“Harry, non sei mai stato un buon Occlumante.”

Quella parola fu la scintilla che incendiò la rabbia di Harry.

“Piton, ecco cosa è successo! È stato lui a dire a Voldemort della Profezia, è stato lui, lui ha ascoltato fuori dalla porta, me l’ha detto la Cooman!” in realtà non era l’unico motivo. Era anche sconvolto dal bacio di Draco e addolorato da non averlo potuto seguire, trattenere, restare con lui, ma c’erano cose troppo importanti in quel momento.

Silente non cambiò espressione, ma Harry si accorse che sbiancava.

“Quando l’hai scoperto?”

“Adesso! E LEI GLI HA PERMESSO DI INSEGNARE QUI E LUI HA DETTO A VOLDEMORT DI DARE LA CACCIA AI MIEI GENITORI!”

Per Harry era davvero troppo. Prima si era sentito in colpa per aver deluso Piton, Piton! Poi scopriva che proprio lui era stato a fare la spia. Gli faceva male il cuore. Se lo sentiva spezzato.

Naturalmente Silente cercò in ogni modo di difendere Piton, sostenendo che lui non aveva idea che Voldemort avrebbe dato la caccia ai suoi genitori e che non poteva avere idea che erano anche solo persone che conosceva.

Harry poi, accettò di andare a cercare l’horcrux con Silente, anche se non si sentiva per niente convinto.






















Note dell'autrice: 

ringrazio Joanne Lily_Sev per la pazienza che ha avuto e mi scuso se ti ho fatto aspettare così tanto, spero di essermi fatta perdonare :ppp (tra l'altro è grazie a te, che mi sono ricordata di mettere un bacio, stavo per dimenticarlo xd ) 
Ne approfitto per ringraziare ancora te, Teamfrewill, Lovely e tutte quelle persone che non recensiscono ma seguono la storia mettendola tra le preferite, ricordate, seguite, siete davero in tanti, anche se non recensite tutti ed è grazie a voi se io continuo a portare avanti questa storia! Grazie ^_^ 

ps preciso che i dialoghi con Piton e con Silente sono presi dal libro, era necessario per allacciarsi il più possibile alla storia originale ^^

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Capitolo 45
*** Harry, Silente e la pozione nel bacile ***


“Sono debole..” disse Silente.

Harry rimase a fissare il preside e una fitta di tenerezza e pietà gli morse lo stomaco. Soffriva anche lui assieme al preside.

D’un tratto gli venne un’idea.

“Non si preoccupi, farò in modo di riportarci indietro, si appoggi a me, signore..”

Quando arrivarono all’arco, Harry approfittò della distrazione del preside, per compiere un incantesimo silenzioso con la bacchetta e far comparire un’altra pozione in un altro calice.

“Harry…cosa..”

“Non posso permettere che lasci questo posto così debole, signore.”

“Harry, che cos’è quello?”
“Qualcosa che la farà stare meglio.”

Silente guardò il calice ed Harry vide la preoccupazione aleggiare nel suo volto.

“Professore…si fida di me?”

“Mi fido.” Disse Silente e bevve dal calice che Harry gli porgeva.
 
Nel giro di pochissimo tempo, Silente vomitò quel liquido verde bestiale che era contenuto nel bacile. Harry stette a guardarlo vomitare fino a quando sembrò che non ne rimase neanche una goccia.

“Si sente bene, signore?” domandò Harry apprensivo.

“Geniale. Davvero geniale, naturalmente niente che non avrei potuto fare io stesso..Harry dovrei toglierti 100 punti a Grifondoro per aver attaccato il preside con una pozione vomitante, lo sai, questo?”

Harry fece spallucce,

“La sua salute è più importante.” Disse ed insieme fecero il percorso a ritroso per tornare a scuola.






















Note dell'autrice: 

ragazzi, lo so, sembra un capitolo inutile, ma io ci sono sempre rimasta un pò male quando mi sono accorta che Harry e Silente non hanno nemmeno provato a vedere se la pozione poteva essere raccolta  e semplicemente buttata, prima di berla LOL e anche quanto, sei costretto a bere? Ma poi un mago con un pò di cervello, soprattutto potendo usufruire della magia, avrebbe cercato di vomitare il contenuto xd capisco che Silente doveva essere debole e privo di forze per farsi soppraffare da malfoy, però dai!! xd

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Capitolo 46
*** La scelta di Draco ***


Silente aveva pensato bene di suggerire a Harry di mettersi il mantello e poi l’aveva immobilizzato con un incantesimo. Harry quindi dovette ascoltare inerme, Draco che minacciava il preside, in un confronto drammatico, tra cui furono molte le frasi che lo colpirono.

“Lei non sa di che cosa sono capace, non sa che cosa ho fatto!”

“Invece sì. Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. È tutto l’anno che con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi, così deboli in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso..”

“(....) Ero sicuro che fossi tu..”

“Perché non mi ha fermato, allora??”

“Ho provato, Draco. Il professor Piton ti tiene d’occhio su mio ordine..”

“Non esegue i suoi ordini, ha promesso a mia madre..”

“(.....) Piton mi ha offerto aiuto..perchè vuole tutta la gloria per sé!” rise Draco tra sé e sé. “E per quanto riguarda Potter? È stato anche lui incaricato da lei per spiarmi?? Era dunque tutto FINTO?”

“Ti dispiacerebbe se lo fosse stato?” chiese Silente.

“NO. ASSOLUTAMENTE. NON ME NE FREGA NULLA!” scattò Draco. “Che cosa vuole che mi interessi di quello stupido.” Poi come se non potesse evitarlo, continuò a parlare. Di Rosmerta, delle monete stregate..

“Quanto a uccidermi, Draco, stai lasciando passare molti lunghi minuti. Siamo soli,sono indifeso oltre le tue più rosee previsioni e non hai ancora agito..”

La bocca di Malfoy si contorse, come se avesse assaggiato qualcosa di molto amaro.
 
Silente a quel punto cercò di convincere Draco a passare dall’altra parte.


“Mio caro ragazzo, smettiamo di prenderci in giro. Se fossi stato in grado di uccidermi l’avresti fatto dopo avermi disarmato, non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata.”

“Io non ho alternative! Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!”

Ma Silente non si arrese, continuò a parlare di protezione, bene e perdono, poi a sorpresa, spezzò l’incantesimo che tenne bloccato Harry, che fu libero finalmente di uscire dal mantello.
 


A Draco quasi sfuggì la bacchetta vedendo Harry.
"EXPELLIARMUS!" anche Harry aveva tentato l'incantesimo, ma Draco fu più veloce.

“P-Potter, non avresti dovuto essere qui.”
“Ascolta il preside, per favore, Draco.”

“T-tu..non hai nessun diritto di darmi ordini!!! TU MI HAI USATO!”

“No. Io ci tengo a te. Non voglio che tu muoia.”

Bugiardo!! Tu saresti contento. Mi hai usato solo per ottenere i tuoi scopi e poi..”

“No..io volevo restare con te!!”

Draco lo guardò spalancando la bocca.

“Ma avevo anche paura di te!” disse Harry con voce tristissima e le lacrime agli occhi.

Anche Draco aveva gli occhi lucidi.

Guardò Silente colmo di odio.
 
“Che bella scenetta. Ci stavo quasi cascando. Un piano davvero congeniale, signore. Usare Potter per rabbonirmi..ma io non sono uno stupido..e per quanto si creda intelligente..lei è in mio potere..ho la bacchetta in pugno..lei è qui a chiedermi pietà.”

“No, Draco, è la mia pietà, non la tua, che conta adesso.” Ripetè Silente tranquillo.

Malfoy non parlò. Aveva la bocca aperta e la mano con la bacchetta tremava ancora. Harry credette di vederla abbassarsi.
 


Ma era troppo tardi.Quattro persone vestite di nero, si precipitarono fuori, tra i quali anche Greyback, il lupo mannaro.

Tutti cominciarono a incitare Draco a uccidere sia Harry, sia Silente.

Harry era disperato e stava cercando di convincere Silente a mettersi il mantello e fuggire. Non capiva cosa stava succedendo. Credeva che Silente sarebbe stato meglio ma ora sembrava così debole…forse il viaggio?
 
La mano di Draco tremava tanto che non riusciva nemmeno a prendere la mira.

“il ragazzo non sembra in grado..” disse Amycus ai suoi amici.

“Io..non posso.” Disse Draco e in quel momento prese una decisione.

Andò verso Silente e restituì loro le bacchette.



“NO.
“MALEDETTO RAGAZZINO!”

Uno di loro cercò a quel punto disperatamente di colpire Silente, ma Draco, vedendo il colpo mortale che stava per arrivare si slanciò contro il petto del preside, facendolo cadere, ma deviando il colpo.

“Draco..” Harry era al contempo terrorizzato e commosso.

“Harry..” mormorò Draco prendendogli le mani, mentre Harry lo aiutava ad alzarsi.

“Copri Draco con il mantello e andate tutti via di qui, SUBITO!” urlò Silente, mentre combatteva con gli altri mangiamorte.

“NO! IO NON LO LASCIO!”

“FAI QUELLO CHE TI DICO, HARRY!”
 
Harry fece come ordinato. Coprì Draco e i due restarono abbracciati sotto il mantello, poi arrivò Piton.
“Severus..”

Non poteva essere Silente, non poteva appartenere a lui, quella voce che aveva chiamato il suo nome con tanta dolcezza.

Uno sguardo sprezzante e poi..

Il mondo di Harry si capovolse un’altra volta. 






















Note dell'autrice: ragazzi, perdonatemi, non avete idea di come mi sono sforzata a pubblicare questo capitolo xd io lo sapevo che dovevo andare a far la selezione dei dialoghi,ecco perchè temporeggiavo xd ecco, appunto, specifico che i dialoghi sono presi dal libro, tranne quando interagisce anche Harry con Draco e le interazioni che riguardano Draco e Harry, quelle le ho volute cambiare! 

nella mia storia i dialoghi si svolgono più o meno come nel libro, anche se non ho riportato tutte le frasi, ma ho cercato di cavarmela con un riassunto!

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Capitolo 47
*** La fuga di Piton ***


Harry si sentiva pietrificato dall’orrore. Silente non poteva essere morto. Doveva trovare il modo di prendere Piton, forse se fosse riuscito a prenderlo, sarebbe riuscito a invertire gli eventi. Silente non poteva essere morto.

Quando tutti furono scappati, lasciando Harry e Draco da soli, Harry scalciò via il mantello dell’invisibilità e si rivolse a Draco, che continuava a tremare.

“Prendi tu il mantello, resta nascosto. Vattene via di qui.”

“No! Vieni con me!” disse Draco, provando a fermarlo.

Harry scosse velocemente la testa.

“Li hai traditi per aiutarci, te la faranno pagare. Serve più a te che a me e poi io devo prendere Piton. Non deve farla franca.”

“Ma..Harry..io non merito che tu…HARRY!!!”

Inutile. Harry era già corso giù per la scalinata, cercando di recuperare i preziosissimi secondi che aveva perso a parlare con Draco e durante i quali Piton avrebbe potuto benissimo averli usati per essere già fuori dal castello.
 
 
 
 
 
*

“Niente maledizioni senza perdono da te, Potter! Non ne hai il coraggio né l’abilità!”

“Reagisci, reagisci, vigliacco!!”

“Mi hai chiamato vigliacco, Potter? Tuo padre non mi attaccava mai se non erano quattro contro uno, mi chiedo come lo definiresti.”

“Bloccato ancora e ancora e ancora, finchè non imparerai a tenere la bocca sigillata e la mente chiusa, Potter!”
 
Poi Harry sentì un dolore terribile, pensava che sarebbe morto di quel dolore. Sicuramente Piton lo avrebbe torturato fino ad ucciderlo, ma poi il dolore cessò, e fu molto peggio che morire.

“No! Hai dimenticato gli ordini?? Potter appartiene al Signore Oscuro! Dobbiamo lasciarlo stare!!”

Essere protetto da Piton, l’uomo che aveva appena ucciso Silente, faceva più male della morte.
 
 
 
“Levi..”

“No, Potter!” “Tu hai il coraggio di usare i miei incantesimi su di me, Potter? Sono stato io a inventarli, io, il principe mezzosangue! E tu rivolti le mie invenzioni contro di me, come il tuo schifoso padre? Non credo, NO!”
 
Draco aveva puntato la bacchetta contro Piton e adesso era giù poco più avanti.

“Draco?? Ma che diavolo??”

“Stavi cercando di disarmare ME con il pensiero, Draco?? Che diavolo ti prende?”

Draco sembrava molto meno coraggioso senza bacchetta o forse lo era di più, fatto sta che si parò davanti a Harry, con espressione spaventata, ma allo stesso tempo, fiera.

Draco, che stai facendo, spostati!!” gridò Harry.

NO, IO NON TI LASCIO!”

“Ma che quadretto commovente..credi che se ho appena ucciso Silente, mi lascerei commuovere da questa scena patetica? Credi che non ti ucciderò assieme a lui??”

“E allora mi uccida!!” gridò Harry, spostando da parte Draco. “Uccida me e lasci in pace lui, mi uccida come ha ucciso lui, VIGLIACCO.”

“NON..” urlò Piton e il suo viso si fece all’improvviso folle, disumano, come se provasse tanto dolore quanto il cane che guaiva e ululava rinchiuso nella sua casa incendiata alle loro spalle. “CHIAMARMI VIGLIACCO!”






















Note dell'autrice: 

i dialoghi tra Harry e Piton sono veri, quelli con Draco no, sono scritti da me xd

spero vi piaccia il capitolo! Il prossimo cercherò di postarlo in tempi brevi! xd nel frattempo sto cercando di capire se devo fare o no, una storia a parte per il settimo anno!

ps i dialoghi tra harry e piton non sono trascritti integralmente per non rendere tutto più pesante, ma è come se ci fossero integrali, anche se non li ho trascritti ^^

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Capitolo 48
*** Draco chiede perdono ***


La morte del preside aveva annichilito Harry, così come la scoperta che il medaglione era falso e che Piton li aveva traditi.

Draco aveva cercato di parlargli più volte, invocando il suo perdono, ma Harry era stato freddo e scostante in proposito.

“Ci hai traditi. Ci hai traditi tutti. E hai tradito anche me.” diceva Harry con aria triste.

“Ma io alla fine sono tornato indietro per te! Potevo scappare ma non l’ho fatto! L’ho fatto solo per te!”

“Esatto! Per me, Draco, ma per Silente?? Quante persone ci sono andate di mezzo? Silente non sarebbe morto se tu…” gli stavano venendo gli occhi lucidi, sia a Draco, sia a Harry.

“Harry, per favore, io..”

Ma Harry aveva lasciato il corridoio e anche la sua mano.
 
 
 


*

Draco aveva cercato di parlargli ancora, mentre era seduto nella Sala Grande.

“Harry, per favore, voglio parlarti.”

“Non è il momento.” disse Harry fulminandolo con lo sguardo.
“Dovresti andartene, sai, è già tanto che Harry non ti abbia denunciato, francamente non so cosa aspetti!” lo aggredì Ron.
“Tu non intrometterti! È una questione tra me e lui!” gridò Draco.

Harry si voltò mesto ai due amici.
“Per favore, lasciateci soli..”
“Ma Harry..”
“Ora!”

Hermione e Ron lasciarono la tavola, continuando a guardare male il biondo.
 
“Harry, ascoltami, voglio che tu sappia che io non vi ho traditi. Io non sapevo che sarebbero arrivati oggi..”

“Volevi uccidere Silente..” gli ricordò Harry.

“Io..ero spaventato..ma poi..”

Harry lo prese per un braccio e lo trascinò in corridoio. Non voleva che gli altri sentissero.
 


“Ascolta, Harry..io..sono pentito..e non posso sopportare che tu mi odii..”
Harry sospirò.
“Io non ti odio, draco..”
“Questo..questo significa..che puoi perdonarmi?” chiese Draco prendendogli le mani.

Harry ritrasse le mani da lui.
“Forse un giorno..”
“Un giorno? M-ma..”

“Credevi che bastasse pentirsi e invocare perdono, Draco?? Hai fatto venire i mangiamorte a scuola! Silente è morto, perché TU ci hai trattenuti. Lo hai portato via da tutti noi, da ME.”

“Harry..”

“Era la mia spalla, il mio mentore, la mia guida e tu..me l’hai portato via! L’hai portato via a tutti noi!!” disse Harry spingendolo.

“Harry…io..io TI AMO.
 
Harry lo guardò allibito a bocca aperta.

“Questo..rende tutto molto più triste, non credi?”

Stava per andarsene, ma Draco lo trattenne ancora per un braccio.

“La storia si sta ripetendo, non è vero? Come tua madre e Piton..ora noi due..”

“Credi di essere come Piton?” chiese Harry disgustato.
“Io..io non lo so..non..”

“Ti auguro di non esserlo, dopo quello che ha fatto alla persona che più credeva in lui.”
“Quindi..è finita..tra noi due? È finita per sempre?”
Harry sospirò di nuovo.

“Io non dico che..senti..io..devo pensarci..devo riflettere..e dopo l’estate..”

Draco sospirò. “Credi che io potrei stare sulle spine tutta l’estate e poi tornare qui e..sentirmi dire che abbiamo rotto? Che non vuoi più saperne di me? Questa scuola diventerà l’inferno per me..un incubo..tutto di questa scuola mi ricorderebbe di te..”

“Noi non resteremo per sempre a scuola, Draco..così non ci sono rimasti per sempre i nostri genitori..noi usciremo da qui, un giorno..” disse Harry con un sorriso triste.

“E se io..se io non volessi dimenticare quello che siamo stati qui?”
Harry lo fissò sorpreso e per un attimo, toccato.
“Tu dici così, ma il tempo passa per tutti e..”

“Non per i fantasmi! Non per Mirtlla Malcontenta che se ne resta in quel bagno  a ricordare i cattivi tempi andati.”
Harry lo fissò sbalordito a occhi sgranati.
 
“Vorresti essere COME LEI?”

“Forse. Forse potrei. Sarebbe figo essere un fantasma. La mia vita non andrebbe più avanti e ricorderei per sempre gli ultimi momenti di quando ero vivo. Non ti scorderei mai. Resterei sempre aggrappato a..”

“Quante cazzate!!” aveva gridato Harry. Per pochi secondi, solo pochi secondi, si era spaventato a quelle parole, poi si era tirato su la maschera del cinismo per scappare ancora da lui.
 
 
 
 
 


*

Harry avrebbe preferito che Draco dopotutto non fosse stato così onesto da ridargli subito il mantello. Avrebbe potuto tenerlo come ostaggio, dargli un pretesto per correre ancora da lui, chiedergli di restituirglielo..e invece fu la prima cosa che fece, quando tornarono dalla battaglia.

Per una volta che avrebbe dovuto essere disonesto!

Harry versò tutte le sue lacrime, quella sera, abbracciato a Ron ed Hermione, fino a quando, esausto e sfinito, non crollò addormentato.
Il suo sonno però, fu tormentato da vari incubi.
In questi, c’era Draco che immerso in una foschia grigia, fantasma, chiamava il suo nome.

“Non abbandonarmi, Harryyyyyyy”
 
 
Harry si tirò su a sedere, agitato e sudato.
Un sogno, solo un sogno.
Ma allora perché il cuore gli batteva così forte?
Sgranò gli occhi in preda alla realizzazione.
Draco..i suoi discorsi sui fantasmi…

Oddio..non avrà…non avrà intenzione di uccidersi??
Scostò velocemente le coperte e corse per andare da lui, nella sua sala comune.
 

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Capitolo 49
*** La scelta di Draco ***


Harry aveva cominciato a correre come un forsennato, sotto il mantello dell’invisibilità, fino a quando non se lo sfilò, ed entrò nella sala comune. Per fortuna Draco gli aveva detto la parola d’ordine.
 
 

*

Pochi minuti prima..

“Draco, ehi, hai finito in bagno?? Draco?”

Tiger era rimasto scioccato quando vide Draco per terra, tenendo in mano un tubetto di pastiglie.

“Aiuto!! Qualcuno chiami aiuto!! “ gridò.
 
 
Ora…

Harry arrivò due minuti dopo, in tempo per sentire Tiger e Goyle che urlavano di andare a chiamare qualcuno.

“Draco!! Draco, no!!”

Era per terra sdraiato sul pavimento della sala comune, tra le braccia di Tiger e Goyle. Si inginocchiò davanti a lui e cominciò a chiamarlo, a cercare di rianimarlo.

“Spostati, Harry, dobbiamo portarlo in infermeria. “ disse Tiger per la prima volta, in tono gentile, mentre lui e Goyle se lo caricavano in braccio.

“Sì, se aspettiamo questi inetti, Draco fa in tempo a morire.” Disse Goyle di rimando.

“Draco..morire…no..” sussurrò Harry sconvolto e li seguì.
 
 
 
 
*

Quando Draco riprese i sensi, in infermeria, trovò Harry seduto sulla sedia, che lo guardava.

“Per fortuna stai bene..” disse.
“Harry..cosa..ci fai qui?”

“Credevi che avrei potuto non esserci?” gli chiese il moro, prendendogli la mano. “Perché hai fatto una cosa del genere?”
“Harry, io..”
“Perché?”

“Io non potevo pensare di continuare a vivere senza di te, Harry..”
Harry lo fissò allibito.

“Oh, harry..mi..mi dispiace tanto..”
“No, no, no, è a me che deve dispiacere..”
“No, tu non devi..”

“Giurami che non farai mai più una cosa del genere!”
“Harry!”
“No, tu me lo devi giurare!! Io non posso perderti, perché..perchè anch’io ti amo!”
 
Harry aveva gli occhi lucidi e stava piangendo. Draco spalancò gli occhi e la bocca.

“Oddio..che cosa ho fatto per meritarti..”

“Mi hai perseguitato dal primo anno.” Disse Harry tra riso e lacrime.

E i due finirono in un bacio appassionato, subito seguito da un tenerissimo ed intenso abbraccio.

Restarono così per un bel po’. Nessuno dei due voleva separarsi.
 
 
 
 


*

“Così, hai deciso che non tornerai a scuola?” chiese Harry, a Draco, l’ultimo giorno di scuola.

“Ho sentito che tu non vuoi tornare, senza di te io non ci torno.”
“Draco, non devi ragionare così..” provò a fermarlo Harry.

Draco alzò le mani. “Credi che potrei tornare qui, dopo..dopo quello che è successo? Dopo Silente? Dopo Piton?”

“Draco..”

“Il fatto che tu mi abbia perdonato, non significa che io potrò perdonarmi tanto presto, Harry.  È vero, non ho fatto entrare io i mangiamorte a scuola, Voldemort deve aver capito che non sarei andato fino in fondo e ha trovato un’altra spia per aprire le porte, alla fine..ma ciò non toglie che Silente..è morto per colpa mia. Se non avessi accettato dall’inizio..”

“Ma Voldemort avrebbe trovato qualcun altro..Draco, le cose che ti ho detto..io..” Harry cercò di tenergli le mani, ma Draco le sfilò gentilmente da lui.

“Erano vere. Sì, forse avrebbe trovato qualcun altro..ma ha scelto me..perciò tutto questo sangue..è sulle mie mani..Harry..io..” disse Draco volgendosi a guardare il lago. “Ho biosgno di cercare redenzione..”

“Con la tua famiglia non l’avrai mai. Loro sono..”
“Non voglio tornare dai miei.”
“E dove starai? Dove vivrai?”

“Da solo. Non importa quanto sarà dura.”

Harry andò ancora da lui.
 
“Quando Silente ti stava parlando, ho visto la tua bacchetta abbassarsi.”
“Harry..”

“Non l’ho dimenticato.”
“Questo non lo riporterà in vita.”

“Qualcuno disse che le persone ci lasciano davvero solo quando smettiamo di credere in loro.”
“Che cosa vuoi dirmi, Harry?”

“Io l’anno prossimo andrò a cercare gli horcrux. Verrai con me?”
 
Draco lo guardò perplesso.
“Cosa sono gli horcrux?”
Harry lo guard mesto.

“Voldemort ha rinchiuso sette pezzi della sua anima in sette oggetti, solo una volta trovati questi e sconfitti, potrà morire.”
Draco lo fissò con orrore.

“Io intendo TROVARLI. E fargliela pagare per tutto quello che ha fatto alla mia famiglia. A Silente. A…TE..”
“Oh, Harry..”

“Se tu volessi venire con me…ma non voglio costr…”
Non finì la frase perché Draco lo baciò con tutta la dolcezza e passione che bastava a fargli capire la sua risposta.

“Io vengo con te!”
“Ma..Draco, non hai paura??”

“Io vengo con te, Potter, non ti sbarazzerai di me. Ora e per sempre.”

E ripresero a baciarsi, con il vento che faceva frusciare i loro mantelli nel vento.






















Note dell'autrice: uffff è stato un parto ma ho scrito anche il sesto anno! xd è bello vedere questi due finalmente INSIEME! Sì, avete ragione, non gli ho fatto fare l'amore, ma succeder xd sì, perchè anche se c'è scritto "conclusa" ho intenzione di fare un'altra storia, dove scriverò il settimo anno di Harry, ma NON A SCUOLA. Ho pensato che fosse meglio pubblicare proprio un'altra scuola visto che Harry si muove in un contesto COMPLETAMENTE diverso. Ovviamente continuerò a scrivere le avventure di Harry, i suoi amici e Draco!
Che dire, ringrazio tutti quelli che hanno recensito e seguito questa storia, è stato difficile, la scrivo da oltre un anno , ma alla fine ha dato molte gratificazioni <333 siete davvero in tanti che mi avete seguito anche se non tutti recensito e ne sono FELICISSIMA <3333 ora è giunto il momento di continuare da un'altra parte <333

ps non ho idea se riprenderò questa storia, quando Harry tornerà a scuola, forse si o forse no xd il fatto che non ho arrotondato a 50 capitoli, mi brucia ASSAI xd

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