Emma, what hell are you doing?!

di SwanShine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una principessa poco principesca ***
Capitolo 2: *** Profumo di avventura ***
Capitolo 3: *** Litigi vaganti ***



Capitolo 1
*** Una principessa poco principesca ***


Il grande castello di Biancaneve era stato restaurato dai danni che aveva provocato la regina cattiva con il suo sortilegio; nessun tetto scoperchiato, nessuna porcellana rotta, tutto a posto. 

Tutto era tornato alla normalità, ogni abitante della foresta incantata aveva ripreso la sua vita e nel Palazzo dei sovrani regnava la tranquillità... o quasi. 

 

BUONGIORNO AMORE DI MAMMA!

 

Biancaneve aveva fatto irruzione nella Camera di sua figlia cominciando ad aprire le tende facendo entrare i raggi del sole dalle finestre.

Emma Swan si tirò le coperte fin sopra la testa mugugnando parole incomprensibili. 

 

Forza Emma! Oggi è il gran giorno! Finalmente andrai al tuo primo ballo!

 

La regina tirò via le coperte alla bionda ancora assonnata che tastò il materasso cercando di recuperarle

 

Non possiamo rimandare?

 

Chiese con voce roca stringendo un cuscino; Biancaneve si mise le mani ai fianchi continuando a parlare tutta contenta

 

Per la settima volta? Non ci penso nemmeno! Il popolo vuole vedere la sua principessa! 

 

Emma si tirò su seduta, con tutti i capelli scompigliati, e sgranò gli occhi. 

Al centro della stanza vi era un manichino con un abito dall'ampia gonna fatta tutta di veli ed era tutto rosa. 

 

Cos'è... quell'abominio?

 

Quell'abominio è il tuo vestito. Ed ora va' a lavarti, abbiamo ospiti anche a pranzo.

 

La giovane bionda scese dal suo letto e lanciò un'occhiata sconvolta alla madre 

 

Mi stai forse dicendo che dovrò indossarlo tutto il giorno? Sai che sembrerò un confetto post-nascita con quel coso addosso, vero?

 

Emma.

 

Lo sguardo di Biancaneve mandava saette, Emma stessa si zittì e camminò fino a quello che era un bagno enorme con una vasca da bagno altrettanto enorme piena di bolle di sapone e profumo alla lavanda. 

 

Emma si trovava nella Foresta Incantata con gli altri da ben venti giorni, e non era riuscita ad abituarsi. 

Al terzo giorno, suo padre, James, aveva tentato di insegnarle ad andare a cavallo, ma l'animale l'aveva disarcionata facendola finire su un enorme cumulo di paglia. 

Biancaneve ogni giorno urlava "Buongiorno amore di mamma" e la cosa la imbarazzava da morire, era come se glielo dicesse una sua coetanea visto il suo aspetto bloccato a quello di una donna di circa venticinque anni da non si sa quanto.

Al primo giorno, Emma aveva fissato sua madre per un tempo indeterminato per capire con chi stesse parlando, e appena vide chi erano gli interlocutori la bionda aveva fatto un passo indietro con un'espressione scioccata dicendo ad alta voce

 

Ma che caz- perchè mia madre sta parlando con degli uccelli!?

 

E Regina se la rideva stando di spalle. 

E i vestiti? Emma proprio non sopportava quegli abiti enormi con quei corsetti troppo stretti, indossarli era una tortura e alla fine, quando era tutto pronto, si aveva un perfetto effetto meringa. 

Ringraziando il cielo esistevano le tenute da equitazione, gli unici indumenti comodi, dopo le larghe camicie da uomo che Emma aveva cominciato ad amare dopo averne provata una, erano le tenute da equitazione che Biancaneve le lasciava indossare per non vederla rotolare giù per le scale diventando un involtino di veli e stoffe. 

 

Quando Emma tornò nelle sue stanze dopo il bagno tenendosi una tovaglia addosso, trovò una donna grassottella con dei piccoli occhiali e i capelli color topo con molte ciocche grigie tendenti al bianco. 

 

Tu sei..?

 

Pina.

 

Rispose la donna prontamente con un accento siciliano 

 

Giusep-pina. 

 

Emma annuì con la testa confusamente

 

Capisco. E perché sei qui Giuseppina?

 

La donna si portò una mano al petto con aria umile

 

Mi chiamassi Pina 

 

Eccola che parla siciliano

 

Pensò Emma, che aveva afferrato solo "Pina" in quella frase. 

 

Bene, Pina.. perché sei qui?

 

Sembrava un interrogatorio tarocco.

 

T'avissa avvestiri. 

 

Emma inarcò un sopracciglio facendo un sonoro "Eh?", Pina alzò gli occhi al cielo 

 

Ti dovrei vestire.

 

La giovane bionda annuì lentamente ma poi si bloccò e cominciò ad agitare le mani 

 

NONONONO, MI VESTO SOLA. MI DISPIACE MA POTETE FARE TUTTO FUORCHÈ VESTIRMI.

 

Da fuori la stanza si sentì la voce di Biancaneve

 

TI RICORDO CHE L'ULTIMA VOLTA CHE  HAI PROVATO AD ALLACCIARTI IL CORSETTO DA SOLA SEI CADUTA DI FACCIA. 

 

Emma fece un verso disperato spieccicando entrambe le mani contro le guance. 

 

♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢♢

 

Signori e Signore. Ecco a voi la regina Biancaneve e re James!

 

Un uomo col pancione urlò per farsi sentire da tutti gli invitati presenti nella sala da ballo, dalla scalinata in marmo bianco stavano scendendo con passo leggero i due sovrani, sfoggiando due sorrisi smaglianti;

L'abito di Biancaneve era di un bel color perla e la gonna faceva quell'effetto che Emma avrebbe chiamato "a meringa". 

Gli invitati sorrisero e si inchinarono alla loro regina e al loro re, ora mancava solo un membro della famiglia reale.

 

Dietro alla tenda che la separava dalla sala, Emma si stava sistemando il vestito nella meglio maniera per non somigliare ad un muffin con la glassa rosa. 

 

Maledizione

 

Pensò. Mentre da fuori sentì l'uomo col pancione cominciare a parlare. 

 

Ed ora, sono lieto di annunciare...

 

In sala era calato un silenzio colmo di emozione. 

Emma fece un respiro profondo sistemandosi un ciuffo dietro l'orecchio, che Pina prontamente mise com'era prima. 

 

Avrò un attacco apoplettico se questo non si muove.

 

...la presenza della bellissima...

 

Bellissima? Cambierai idea quando vedrai quello che mi hanno messo addosso. Sembro una drag Queen... 

 

...principessa Emma!

 

Le tende si aprirono, Emma spalancò gli occhi vedendo tutte quelle persone. 

 

Cazzarola. 

 

La principessa mosse un passo, temeva di cadere di faccia e rotolare giù per le scale davanti a tutti, Pina le aveva rifilato delle scarpe con il tacco che sembravano uscite da un negozio delle Barbie, Emma era sul punto di affogare in tutto quel rosa. 

Le persone applaudirono e dei larghi sorrisi si fecero spazio sui loro volti. 

 

Santo cielo, è una tortura.

 

Benvenuta principessa Emma! 

 

Dissero alcune voci sovrastando gli applausi, Emma stava scendendo le scale con la testa bassa e la grazia di un T-Rex che cammina sulle braci.

Appena raggiunse i genitori gli applausi e le voci si fermarono, tutti sembravano trattenere il fiato. 

Ho fatto qualcosa che non va?

 

Emma li guardò inarcando le sopracciglia e notò che guardavano verso le scale. 

 

Ecco a v-v-voi... la R-Regina C-cat... 

 

Ma non continuò la frase; Emma vide Regina scendere le scale con addosso un elegantissimo abito nero con una scollatura più profonda dell'Oceano Pacifico. 

Biancaneve fissò il marito che si era premurato di far chiudere la bocca alla figlia che aveva praticamente perso la mascella. 

 

Beh? Mi aspettavo un po' di chiacchiere al mio arrivo.

 

Disse la Regina Cattiva osservando gli invitati restando ferma all'ultimo scalino. 

 

Regina 

 

Fece Biancaneve a mo' di saluto, spezzando il silenzio in sala, dove gli invitati ripresero a parlare fra loro cercando di evitare lo sguardo della Regina Cattiva. 

La donna si avvicinò ai sovrani con fare altezzoso e li squadrò da capo a piedi. 

 

Mi fate venire il diabete solo con lo sguardo. Ho visto dei Muffin da Granny meno colorati.

 

James alzò gli occhi al cielo e Biancaneve fece un sorriso forzato. Emma, dalla sua parte, stava pregando che Regina non si accorgesse di lei.

 

Non girarti, non girarti, non girarti...

 

Ma guarda chi abbiamo qui.

 

Porca pu...

 

Chi ti ha conciato come un confetto misto ad un cupcake?

 

Chiese la bruna con un sorrisetto malevolo. Emma assottigliò lo sguardo e le puntò un dito contro

 

Non dire altro.

 

C'è qualcuno che mi vieta di farlo?

 

La principessa fece un passo verso di lei

 

Sì. Io.

 

Regina prima inarcò le sopracciglia e poi scoppiò a ridere, per poi allontanarsi. 

Emma era su tutte le furie, era particolarmente irritabile quando qualcuno la prendeva in giro in circostanze come la sua. 

Solo lei stessa poteva darsi del confetto. Nessun altro poteva farlo. 

 

Emma dove stai-

 

Biancaneve non riuscì neanche ad afferrare la figlia che  aveva alzato la gonna ingombrante fino alle caviglie camminando, in modo molto 

T-rexoso, verso Regina. 

 

EHI.

 

La donna si girò lentamente al richiamo e, proprio quando era ormai di fronte a lei, Emma inciampò goffamente fra un velo che era sfuggito alla gonna e cadde rovinosamente addosso a Regina. 

In sala calò il silenzio, Emma si ritrovava fra tutti i veli di quell'odiosa gonna enorme che l'avevano ricoperta fino alla testa, Regina non si vedeva più neanche. 

 

Cacchio cacchio cacchio 

 

Emma cominciò a spostare veli su veli per trovare il pavimento e tirarsi su senza rotolare all'indietro. Ad un certo punto sotto a dei veli sentì qualcosa di morbido. Qualcosa? Erano due cose!

 

Ma che è? 

 

Tastò ancora con entrambe le mani. 

 

Ma si muove!

 

Quelle due cose si muovevano lentamente, ed erano anche calde!

 

IL MIO VESTITO HA UN'ENTITÀ NON IDENTIFICATA DENTRO!

 

Swan.

 

E PARLA!

 

Toccale ancora e giuro che saranno l'ultima cosa che toccherai in tutta la tua vita.

 

ARGH!

 

Emma fece un balzo all'indietro dopo aver capito di star toccando le.. sorelle di Regina. 

 

La bruna si era alzata e con un gesto della mano tutto ciò che aveva fuori posto tornò al suo posto, mentre Emma, riemersa dai veli, aveva i capelli tutti scombinati, le ciocche bionde andavano dove volevano e la gonna era un completo disastro. 

 

Silenzio. 

 

Ad un certo punto dal fondo della sala si alzarono delle risate che subito contagiarono tutti i presenti. 

Regina alzò gli occhi al cielo infastidita, Emma invece era rimase lì a guardare tutti ridere a crepapelle. 

 

Emma..!

 

Biancaneve era corsa dalla figlia e la stava aiutando ad alzarsi, ma la giovane bionda fece tutto da sola e si rivolse agli invitati. 

 

Sentite un po'. Perché non provate voi ad indossare tacchi e gonne enormi dopo aver usato jeans e scarpe basse per ventotto anni. 

 

Cosa sono i jeans? 

 

Chiese l'uomo col pancione, che aveva sceso le scale lasciando la sua postazione. 

Emma mosse una mano infastidita

 

Poi te lo spiego. 

 

La giovane principessa sollevò la gonna fino alle caviglie

 

Ed ora perdonatemi, ma le fiere medievali e i vestiti a forma d meringa non fanno per me. Buona serata!

 

E detto questo salì le scale lasciando gli invitati in sala e i suoi genitori scioccati; Regina era rimasta zitta con un sopracciglio inarcato ad osservarla mentre se ne andava con quella sua camminata da T-Rex.

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Capitolo 2
*** Profumo di avventura ***


Emma con il suo vestito ingombrante riuscì a raggiungere la sua camera da letto, inseguita da una Pina con l'affanno che diceva cose in siciliano

 

«EMMA, BEDDA MATTRI! UNNI TINNI 'STA FUIENNU!? RACCUSSÌ MI VENI N'INFATTU.»

 

La giovane bionda, ovviamente, non capì nulla oltre al proprio nome.

Aprì la porta delle sue stanze, lasciando la badante Pina fuori che diceva cose, e si buttò sul letto a braccia aperte, facendo letteralmente volare via le scarpe obbrobriose dai piedi. 

 

«Madonna santissima, non ce la faccio più! I cinque minuti più lunghi della mia vita!»

 

Con la delicatezza di un elefante in piedi su una paperella asmatica si spostò al centro del letto sbadigliando sonoramente.

Si portò le mani dietro la schiena alla ricerca dei lacci del corsetto, non riuscendo a raggiungerli da seduta pensò intelligentemente di sdraiarsi a pancia sotto. La gonna non aiutava di certo i movimenti della giovane donna, che per girarsi completamente dovette nuotare fra tutti quei veli.

Portò le mani dietro la schiena e cercò i lacci ancora una volta.

 

«Ma dove diamine..»

 

Si girò leggermente verso destra per arrivare ai lacci, ne sfiorò uno con l'indice e un sorrisetto sbilenco si fece spazio sulla sua faccia. 

 

«Swan.»

 

«OH PORCA PUTT...»

 

E cadde dal letto come un sacco di patate con i piedi all'aria. 

Emerse dai veli e fissò Regina

 

«COME SEI ENTRATA!?»

 

Regina alzò gli occhi al cielo

 

«Dal camino come babbo Natale, ovviamente.»

 

Emma si arrampicò sul letto e vi saltò su con la stessa delicatezza precedente e fissò Regina confusa. 

 

«Ma è ancora giugno...»

 

La bruna si battè una mano in faccia 

 

«Ero sarcastica, idiota.»

 

«Oh.»

 

«Ooh?»

 

Regina le fece il verso inarcando le sopracciglia, Emma aggrottò la fronte

 

«Ma che ci fai qui?»

 

«Devo parlarti.»

 

La bionda strinse le labbra e poi alzò l'indice facendo per parlare, ma Regina la zittì subito 

 

«No Swan, io devo parlare, tu ora stai zitta e muta. E ascolti.»

 

L'altra abbassò l'indice e si ammutolì.

 

«Bene.»

 

Fece Regina schiarendosi la voce

 

«Quegli idioti dei tuoi genitori mi hanno dato un compito, devo... Swan se dici qualcosa ti faccio a prendere a fuoco i capelli...»

 

Emma tenne per sè quello che stava per dire, ovvero "ora prendi ordini da Biancaneve e il principe?" 

 

«Ecco, brava. Comunque, devo renderti una principessa come si deve e insegnarti un po' come funziona questo mondo.»

 

«Ah... intendi che andremo insieme a visitare la casetta di caramelle di Hansel e Grethel?»

 

«Swan.»

 

«Okay okay, ho capito...»

 

«Bene, perfetto, e ora farai le valigie e verrai con me senza fare storie.»

 

«Con ora intendi adesso?»

 

Regina fece un sorriso colmo di ironia

 

«Oh, allora vedo che non sei del tutto stupida.»

 

Emma la guardò aggrottando la fronte, la bruna uscì dalla stanza aprendo le porte che davano la vista su una Pina che faceva una calza con i ferri.

 

«Ci vediamo nel giardino con i tuoi genitori fra un'ora.»

 

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Un'ora bastò appena alla principessa, che aveva messo dentro ad una sacca da viaggio dei vestiti comodi (ovvero delle tenute da equitazione e camicie rubate a suo padre), Pina le ripeteva continuamente di mettere qualcosa di "cchiù finicchiu", cosa volesse dire Emma non lo avrebbe mai capito.

 

Il giardino era silenzioso, Regina le aveva detto che dovevano vedersi lì ma non le aveva detto il punto preciso, e i giardini reali erano grandi.

Emma cominciò a camminare prendendo stradine a casaccio tornando un paio di volte nel punto di partenza, passò vicino al laghetto con le ninfee e da lì sentì un "pssst".

Incuriosita si fermò, aspettandosi di vedere Regina sbucare dal nulla da un momento all'altro.

Ma niente.

Quando fece per andarsene sentì di nuovo "pssst", tornò a guardarsi intorno, guardò il laghetto e vide solo un ranocchio.

 

«Bah. Sto diventando una visionaria.»

 

E fece di nuovo per allontanarsi

 

«PSSSSST! Signorina!»

 

Emma si voltò per l'ennesima volta, e capì che a fare "pssst" era stato il ranocchio che ora stava ritto su due... gambe da rana, con i braccini viscidi poggiati ai "fianchi".

Sbattè più volte le palpebre confusa

 

«Nah, non è possibile...»

 

«Signorina siete forse una principessa?»

 

La bionda guardò a destra e a sinistra.

 

«Sisi, parlo proprio con voi!»

 

Emma si indicò aggrottando la fronte.

 

«Si... cioè no. Insomma sì.»

 

«Si o no?»

 

«Sisisi.»

 

Il ranocchio parve illuminarsi, fece un largo sorriso e poi un balzo finendo su una foglia a mezzo metro di lontananza dal viso di Emma.

 

«Mademoiselle, se mi date un bacio io mi trasformerò in un principe!»

 

E detto questo, l'anfibio protese le labbra inesistenti e viscide verso quelle di Emma che vide la sua vita scorrerle davanti in quel singolo momento e con una mossa della mano fece volare via il ranocchio dentro il laghetto con le ninfee.

 

«Che modi!»

 

Fece quello indignato.

 

«Non sono anfibio-sessuale!»

 

«Anfibio-sessuale?»

 

La voce di Biancaneve fece eco a quella di Emma che si voltò lentamente verso la madre che teneva a braccetto il marito, Regina messa dietro di loro con un sorrisetto divertito stampato sul volto.

 

«Non è come sembra...»

 

Cominciò Emma, il ranocchio si mise seduto su una ninfea incrociando le braccia.

 

«Mi ha schiaffato dentro l'acqua! Le avevo solo chiesto un bacio!»

 

Regina scosse la testa contrariata

 

«Signorina Swan, le sembra il modo di comportarsi?»

 

Emma la fulminò con lo sguardo, Biancaneve si scusò con il ranocchio a nome della figlia e poi si spostò dal laghetto per evitare eventuali innamoramenti da parte degli anfibi che vi abitavano.

 

«Bene. Quindi ora partirete...»

 

Fece James ad un certo punto

 

«Già.»

 

Emma fece un sorrisetto, e subito dopo si ritrovò stretta dalle braccia dei genitori.

 

«MA EHI... Non sto partendo per sempre!»

 

«Lo sappiamo cara. Ma ci mancherai tanto ugualmente.»

 

Disse Biancaneve senza staccarsi dalla figlia, così come suo marito

 

«E sei la nostra bambina, è normale che ti salutiamo così!»

 

Regina alzò gli occhi al cielo

 

«Tutto molto commovente, ma state rischiando di farmi venire il diabete e qua non ci sono le cure che esistono a Storybrooke; per cui evitiamo.»

 

La famiglia sciolse l'abbraccio ed Emma ricevette altri baci su entrambe le guance, si sentiva incredibilmente imbarazzata, e poi partì verso luoghi sconosciuti (da lei ovviamente), pronta ad assaporare il profumo dell'avventura.

 

Emma respirò a pieni polmoni e fece una domanda a Regina che le rispose subito continuando a camminare indisturbata

 

«Ma che è quest'odore?»

 

«Hai pestato sterco di cavallo.»

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Capitolo 3
*** Litigi vaganti ***


«Siamo arrivate?»

 

«No.»

 

«Quanto ci vuole?»

 

«Non molto.»

 

«...Siamo arrivate?»

 

«...»

 

«Siamo arr-AAAAAAAAAAARGH»

 

Emma si ritrovò sospesa per una caviglia a testa in giù

 

«REGINA NON USARE LEVICORPUS SU DI ME!»

 

«Levi-che?» 

 

Regina la guardò confusa mentre teneva una mano sollevata a mezz'aria.

 

«Levicorpus... Harry Potter... No?»

 

Disse Emma dimenandosi appena

 

«Ah si. Beh, comunque la smetterò solo quando starai zitta e non mi romperai tutto il giorno le scatole lamentandoti per il mal di piedi, il sonno, la fame... che poi hai mangiato una mela dieci minuti fa!»

 

«Ma è da quasi un'ora che camminiamo!»

 

«Bene, allora non ti dispiacerà restare ancora a testa in giù.» 

 

Regina si girò e si mise poggiata al tronco di un albero con le braccia conserte, mentre Emma piagnucolava pregando di essere messa giù.

 

«Se continui a frignare peggiori le cose.»

 

«Non sto frignando! Mi lamentavo!»

 

«Cambia qualcosa? Ti stai portando la testa ugualmente.»

 

La bionda le lanciò un'occhiata di fuoco mettendosi a braccia conserte, con le labbra serrate.

 

«Finalmente.»

 

Regina fece un cenno con la mano ed Emma piombò a terra con un tonfo secco.

Si tirò su massaggiandosi la testa, addosso aveva qualche foglia secca e chiazze di terriccio.

 

«AHIA!»

 

«Shhh..»

 

«Mi sono fatta male! Non farmi "shhh"»

 

La bruna si spostò dal tronco facendole gesto di stare in silenzio con insistenza. Emma ubbidì confusa.

E poi  PSGIUM spuntò un tizio fuori dai cespugli che teneva in mano una piccola rapa

 

«FERMI TUTTI... QUESTA È UNA RAPINA!»

 

Emma scoppiò a ridere piegandosi in due, mentre Regina osservava il tizio con un sopracciglio inarcato, con sguardo da "ti sto giudicando male." 

L'uomo si mise dritto sbuffando

 

«Perchè non ridete? La vostra amica dai capelli biondi ha riso, perché voi no? Dev'essere l'umorismo della gente ricca. Cos'è? Una principessa? Una duchessa?»

 

«Una Regina. E la mia non-amica qui dovrebbe essere una principessa ma ha la stessa regalità di un bufalo affamato. Ed ora, chiarite le nostre posizioni gerarchiche, vorrei passare avanti, grazie.» 

 

Nel momento stesso in cui Regina passò avanti, un altro uomo sbucò fuori dai cespugli 

 

«WILL COSA DIAMINE FAI!? NON PUOI PUNTARE RAPE ALLA GENTE PER STRADA!»

 

Il tizio che doveva essere "Will" indicò Emma con una piccola rapa

 

«Ma Robin! La signorina qua ha riso! Siamo a uno su venti!»

 

Emma si allontanò lentamente, Robin si batté una mano in faccia e si rivolse a Regina 

 

«Vogliate perdonarlo milady, ma il mio compare sta cercando di non rubare più e vuole riempire il suo vuoto facendo delle battute terribili...»

 

«Però ti piaceva quella della rapa!»

 

Protestò Will mettendo le mani ai fianchi

 

«Si, ma l'hai ripetuta ventimila volte con ventimila persone!»

 

«Beh, e tu ripeti sempre che rubi ai ricchi per dare ai poveri! Sei antico, Robin!»

 

«Quello è il mio motto!»

 

Mentre i due litigavano, Regina tirò via Emma che li stava fissando 

 

«Swan, muoviti.»

 

Le due se ne andarono, lasciando Will e Robin discutere sui loro motti.

 

Camminarono per un altro po', Emma era sul punto di lamentarsi per il mal di piedi e la fame di nuovo, ma Regina ad un certo punto si fermò.

 

«Che succede?»

 

«Siamo arrivate alla nostra prima tappa, Signorina Swan.»

 

«Un Bed&Breakfast?»

 

Regina la guardò malissimo per dieci buoni secondi 

 

«No. Siamo dove si trovano i vari villaggi della foresta incantata.»

 

«Ah..»

 

Emma lasciò vagare lo sguardo sulle varie casette che somigliavano tanto a quelle che vedeva nei campeggi di Boston, solo un po' più fiabesche. La giovane neo-principessa avanzò lentamente, fino a quando si ritrovò a ruzzolare giù per terra dopo aver inciampato su qualche radice sporgente. Regina si batté una mano sulla fronte.

Alcuni abitanti del villaggio che erano fuori dalle loro abitazioni puntarono gli occhi verso la bionda che imbarazzata si mise in piedi e cominciò a spolverarsi la tenuta da equitazione che indossava.

 

«Emma!»

 

Una voce conosciuta catturò l'attenzione di Emma; era Ruby! E indossava un tipico abito da "contadinella" e un mantello rosso.

 

«Cosa ci fai qui?»

 

«Io... Regina mi sta facendo vedere il regno»

 

Ruby arricciò il naso

 

«Perchè lei

 

Regina le raggiunse con aria altezzosa, gli abitanti del villaggio trattennero il fiato

 

«Perché io sono la più capace.»

 

Emma guardò l'amica e Regina che si stavano guardando in cagnesco.

 

Ora si picchiano.

 

Pensò.

 

Lei diventerà un lupo e Regina sarà fritta. Ed io resterò qui, dispersa in questo villaggio.

 

«BENE, che ne dite di andare a mangiare qualcosa? Muoio di fame!»

 

Ruby lasciò perdere Regina e guardò Emma.

 

«Allora andiamo da mia nonna»

 

Il trio si fece strada fra gli abitanti del villaggio, fino a quando arrivarono davanti ad una capanna dove si intravedeva una Granny indaffarata vicino ad un ceppo, stava tagliando la legna con un'accetta.

 

«Santi cavoli...»

 

Borbottò Emma guardandola.

 

«Nonna Cazzuta a babordo!»

 

«RUBY, TI HO DETTO UN MILIONE DI VOLTE DI NON USARE QUESTE PAROLACCE!»

 

Granny lanciò l'accetta a terra e puntò un dito contro la nipote.

Emma sgranò gli occhi, Regina dalla sua parte aveva aggrottato la fronte

 

«Non era lei la vecchietta col mal di schiena giornaliero e mezzo udito non funzionante?»

 

«Magari ero entrata nel personaggio, maestà.»

 

«Wow... cazzuta forte...»

 

Fece Emma a bassa voce, Granny le sorrise

 

«Grazie cara! Forza, entrate.»

 

Ruby guardò sua nonna, indignata, mentre entrava con le altre due dentro alla capanna 

 

«Perché Emma può dire cazzuta e io no!?»

 

«Perché finché abiti sotto al mio tetto e con le mie regole non puoi. E poi ti ho cresciuta in un certo modo.»

 

«Ma lei è una principessa! Non dovrebbe!»

 

«Ci deve pensare sua madre, mica io.»

 

Ruby sbuffò 

 

«Ma Biancaneve non le dirà mai nulla!»

 

«Ecco perché ci sono qua io.»

 

Disse Regina con una nota di superiorità, Emma la guardò inarcando un sopracciglio.

 

«Ah, e come mai non mi hai detto nul-AHIA! QUALCOSA MI HA PUNTO IL SEDERE!»

 

«Ops...»

 

«REGINA!?»

 

La bruna fece un sorrisetto nascondendo la mano con cui aveva usato la magia.

Ruby guardò Emma assottigliando lo sguardo.

 

«Questa si chiama giustizia.»

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