A un passo da te

di holapayne69
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Una leggera luce calda mi fece aprire gli occhi, che si chiusero di nuovo velocemente. Non avevo voglia di alzarmi, non avevo voglia di iniziare una nuova giornata, soprattutto questa. Dopo tutto quello che era successo poco più di un mese fa, non avevo né la forza, né la voglia di trasferirmi per studiare al collage , ma questo é quello che avrebbe voluto mia madre e chi sono io per negarglielo dopo... Meglio non pensarci, non voglio riempirmi di cattivi pensieri così presto. 
Mi alzo dal letto e mi metto davanti lo specchio, ho delle occhiaie terribili, i miei incubi non smettono di tormentarmi la notte, vedo fuoco, fuoco ovunque e sento delle urla. Queste scene si ripetono continuamente nella mia testa durante la notte, rendendo il dormire un ricordo ormai lontano. Sospiro e decido di andare a fare una doccia. L'acqua calda scioglie i miei muscoli tesi e per qualche minuto mi sento davvero bene, senza pensieri. Esco dalla doccia e avvolgo un asciugamano sul mio corpo, per poi prenderne un altro con cui avvolgere i capelli. Lavo i denti e decido di asciugare i capelli dopo aver pensato per qualche minuto se farlo o no. Odio i miei capelli ricci, il modo in cui i boccoli mi cadono sul viso mi fanno sembrare così innocente, ed io sono tutto tranne che innocente. Questi pensieri mi fanno venire una stretta al cuore, quindi li scacciò via velocemente , iniziando a passare la piastra sui miei capelli. Diciamo che ormai passare la piastra sui miei capelli é un'abitudine, piacevano tanto al mio fratellone i miei capelli ricci e voluminosi, ma ormai da un mese a questa parte non riesco a tenerli ricci più di 5 minuti, mi ricordano le sue mani delicate che giocavano con i miei boccoli biondi. Un brivido mi percorre la schiena pensando al suo tocco dolce e tenero, chiudo gli occhi e la sua immagine mi passa veloce nella mente. "Devi smetterla di tormentarti così" Dico tra me e me. 
Quando finalmente finisco di passare la piastra sui miei lunghi capelli biondi, mi trucco leggermente con del semplice mascara. Metto dei jeans ed una camicia larga e nera, con degli anfibi sempre neri. Mi specchio e già la visione dei miei lunghi capelli mi reca fastidio, così li lego, come al solito ormai. Prendo velocemente le mie borse e scendo in cucina, dove trovò una tavola piena di cose buone, ma purtroppo il mio appetito é completamente assente, mi dispiace per mia nonna, fa così tanto per me ed io le do solo preoccupazioni, da un lato l'andare al collage mi dà sollievo, così non sarò più un peso per i miei nonni. 
Esco fuori  e trovo i miei nonni intenti a sistemare l'auto che avevo comprato per la partenza. Mia nonna rendendosi conto della mia presenza mi guarda e mi rivolge uno dei suoi bellissimi sorrisi affettuosi, se solo sapesse non sarebbe così buona con me.
"Buongiorno tesoro, pronta per il viaggio?" Dice appoggiandomi una mano sulla spalla. Il contatto fisico mi spaventa un po' ormai, sento come un fastidio, ma cerco di non farglielo notare, non vorrei ferirla.
"Hmm.. Si, sono pronta" Spiccico controvoglia.
"Hai mangiato?" Aggiunge mio nonno avvicinandosi a noi. Alzo gli occhi in cielo per questa domanda, non ho mai appetito e odio quando devono controllarmi come se avessi 5 anni.
"No e non ho intenzione di farlo, mi dispiace" Dico cercando di mascherare il mio fastidio, ma noto di aver fallito guardando l'espressione di mio nonno che si incupisce.
"Ora scusatemi, ma voglio passare in garage prima di partire" Dico iniziando a camminare in modo da non dover sentire le loro risposte.
Apro il garage, ed eccola lì, la mia bellissima moto, la guardo un po' e poi le passo una mano sopra per darle un ultimo saluto, perché non la vedrò più, per acquistare la macchina ho dovuto venderla. 
La passione per le moto l'avevo ereditata da mio padre, avrei tanto voluto fosse qui, se i miei genitori fossero qui con me non avrei dovuto venderla per comprare una macchina, sarebbe stato tutto diverso e non parlo semplicemente per la moto, perché la moto é proprio il mio ultimo problema , ma mi fa così male separarmene, era un regalo di mio padre, una delle poche cose che mi rimane di lui, ma forse é meglio disfarsene, farà meno male. Scaccio via questi pensieri e stringo forte la collana di mio fratello, la cosa a cui tengo di più al mondo, non so cosa potrei fare se la perdessi. Esco dal garage, pronta, se così si può dire, per partire. Saluto timidamente i miei nonni, non riesco ad essere affettuosa, ma loro ormai mi conoscono e sanno quanto io gli voglia bene, senza bisogno di alcuna dimostrazione, anche se so che gli sarebbe piaciuto un abbraccio o qualcosa del genere, ma non é da me. Salgo in macchina e mi allontano piano da quella che non riuscivo a reputare casa, nonostante la presenza delle uniche persone a cui volevo bene che mi fossero rimaste.
Durante il tragitto decido di accendere una sigaretta, finalmente non dovevo più evitare di fumare quando mi andava perché ai miei nonni dava fastidio. "Non sarà poi così male" Dico parlando tra me e me.
Dopo tre ore di viaggio, arrivo a destinazione. Mi trovo davanti un grande edificio dall'aspetto molto sobrio e severo, con un giardino enorme ed un'insegna con scritto:"Princeton University". Butto un leggero sospiro e scendo dalla macchina, assicurandomi sia ben chiusa, per poi prendere le borse e dirigermi verso il grande edificio.
Dopo aver perso mezz'ora per scoprire qualche camera mi fosse stata assegnata, sfinita, cammino lungo il corridoio e appena arrivo davanti la porta della mia camera mi sento agitata. "Chissà chi sarà la mia compagna di stanza" Penso ad alta voce. Rimango per qualche minuto a fissare la porta e poi decido di entrare. È una stanza piuttosto piccola, ma sembra accogliente. Mi guardo intorno e non vedo nessuno, ciò mi rende più serena, non sono ancora pronta a fare conoscenza. Vedo una porta infondo alla stanza e spero  vivamente sia una bagno, apro la porta e con mia sorpresa è un bagno, ma non era vuoto, c'era un ragazzo riccio dagli occhi verdi intento a farsi una doccia. Sussulto e rimango a bocca aperta.
Appena il riccio si rende conto della mia presenza spalanca gli occhi e poi scoppia in una grande risata mentre si avvolge il corpo con un asciugamano .
"Potrei sapere cosa ci fai qui? É il dormitorio femminile" Dico con tono acido. Ammetto che il ragazzo é davvero stupendo, ma non é un buon modo per iniziare la vita al collage.
"Sono un amico di Sophia" Dice secco. Già mi sta antipatico.
"E chi sarebbe?" Dico perplessa 
"La proprietaria della stanza" Dice come se fosse scontato e continua dicendo "Ora potresti uscire per favore?"
"Io dovrei uscire?" Inizio ad agitarmi e cerco di prenderlo per le spalle per buttarlo fuori, in questo modo inizia un piccolo scontro,che purtroppo finisce male. Il ragazzo cercando di bloccarmi, afferra la collana di mio fratello e la rompe.
"Oh scusami non volevo" Dice con un'aria dispiaciuta. 
Rimango immobile per qualche secondo. Se non fosse per la mia incapacità di piangere in questo momento sarei in lacrime. La rabbia prende il sopravvento su di me e mi viene voglia di dargli un pugno, ma lo shock é troppo forte e continuo a rimanere immobile.
"Tutto apposto?" Dice poggiandomi una mano sulla spalla.
"Non mi toccare" Dico acidamente schiaffeggiandogli la mano.
Rimane sconvolto dalla mia reazione. "Scusami non era mia intenzione" Continua.
"Non importa, era una semplice collana" Mento. "Ora esco e ti do il tempo per cambiarti, tanto volevo fare una passeggiata" Dico uscendo dal bagno, dimenticandomi della collana, lasciandola per terra.
Il ragazzo stava cercando di dirmi qualcosa, ma ero troppo sconvolta per ascoltarlo. Andai nel giardino e cercai di rilassarmi, ma non ci riuscii e la rabbia prese il sopravvento, iniziai a prendere a pugni il muro facendomi sanguinare le nocche, questo era il mio unico metodo di sfogo.
Dopo un quarto d'ora circa tornai nella stanza. Il ragazzo non c'era. Improvvisamente ricordai di non avere la collana addosso e iniziai a cercarla, ma non era nella stanza.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Iniziai ad agitarmi e continuai a cercare la collana nella stanza per circa mezz'ora, senza alcun risultato, così decisi di controllare fuori, ma non c'era traccia della mia collana. Sentii la rabbia invadere il mio corpo, per poi sferrare un altro pugno al muro, facendo sanguinare nuovamente le mie nocche, faceva male, ma non mi importava, il mio unico pensiero è la mia collana.
Sfinita e triste tornai nella stanza, dove trovai una ragazza a dir poco stupenda, alta, magra, lunghi capelli scuri e due occhi grandi e verdi e vestita bene, mi sentii un po' intimorita da lei, sembrava così perfetta, ed io..beh io sono tutto tranne che perfetta.
Appena si accorse di me, un enorme sorriso comparve sul suo volto. "Devi essere Emma". Mi chiedo come sappia il mio nome, ma sicuramente le avranno dato questa informazione coloro che si occupano del dormitorio e comunque sia non mi importa più di tanto. "Si, sono io e tu devi essere Sophia" dico cercando di essere il più simpatica possibile. 
"Oh ma come sai il mio nome?" . Sembra stranita, ma anche io potrei chiederle lo stesso, é abbastanza strana. 
"Beh il tuo ragazzo me l'ha detto" sbuffo infastidita.
"Il mio ragazzo? Non ho un ragazzo" dice prima di scoppiare in una grande risata.
"E il riccio che era nella stanza fino qualche ora fa chi era?" Domando dubbiosa.
"Ah, mio fratello Harry é sempre in giro per la stanza, scusalo". Effettivamente osservandola bene c'è una certa somiglianza tra lei ed il ragazzo della doccia, gli stessi bellissimi occhi verdi. Ma cosa mi prende? Perché penso così tanto a quel ragazzo, che ha solo reso peggiore il mio primo giorno di collage.
"Ci sei?" Dice la ragazza muovendo le braccia davanti a me. Non mi ero resa conto di essere ancora con lei, i miei pensieri avevano preso possesso di me.
"Si scusami, stavo pensando. Non é che hai per caso visto una collana in giro?" Le chiedo sperando l'avesse trovata.
"No, mi dispiace , aveva un qualche valore per te?" Mi dice con occhi dolci.
"No nulla di importante". Mento. Quella collana é tutto ciò che mi rimane di mio fratello ed il pensiero di averla persa mi distrugge.
Improvvisamente la ragazza getta un piccolo urlo e mi indica la mano. I pensieri sulla collana mi avevano fatto dimenticare delle mie nocche spaccate. Sophia mi prende la mano e dice:"Dobbiamo medicarla". In meno di cinque minuti disinfetta le ferite e mi avvolge la mano intorno ad una garza. Da ciò inizio a scoprire qualcosa di nuovo su di lei, studia medicina ed é al secondo anno. Iniziamo a parlare un po' di noi, la conversazione é quasi piacevole e devo dire che riesco anche a dirle qualcosa su di me, cioè sulla mia specializzazione in criminologia e sulla mia grande passione delle moto, scoprendo che anche suo fratello é un patito di moto e ne possiede una da qualche anno. Quando finiamo la nostra conversazione mi accorgo che sono già le sei, com'è passato veloce il tempo.
"Senti Emma , ti va di uscire con me stasera? C'è una festa nella confraternita di mio fratello e mi piacerebbe venissi con me, c'è gente apposto" . Fisso Sophia per qualche secondo. Dovrei riposare per la giornata di domani, ma magari andare a divertirmi un po' non sarà male. "Va bene ci sto, solo perché non ho nulla da fare" dico acidamente. So di essere difficile e a volte risulto antipatica, ma sono stata fin troppo carina con lei e non é da me. A Sophia non sembra importare del mio tono sgradevole e da un lato mi fa piacere, ma dall'altro mi infastidisce parecchio.
Guardo i miei borsoni e mi rendo conto di non aver sistemato nessun vestito, quindi sarà più difficile la ricerca di un vestito decente. Faccio una doccia veloce e decido di mettere dei semplici jeans chiari a vita alta, strappati alle ginocchia , con una maglietta rossa arrotolata per non essere troppo lunga e le mie amate convers. Mi rendo conto che i miei capelli stanno per arricciarsi davanti, quindi passo nuovamente la mia amata piastra, metto un po' di mascara e lego i capelli in una coda alta come al solito. Specchiandomi mi tocco il petto per sentire la collana come sempre, ma appena mi accorgo della sua assenza, nella mia mente ritorna la tristezza per averla persa e sospiro.
"Sei pronta?" Urla Sophia, nonostante fossimo a pochi metri di distanza. Non rispondo, ma esco semplicemente dal bagno e resto a bocca aperta vedendo quanto appariva perfetta nel suo vestito nero corto e stretto e i suoi tacchi vertiginosi, aveva i capelli lunghi fino le spalle, perfettamente ricci e i suoi occhi erano esaltati dalla quantità di matita nera sotto gli occhi e le labbra sottili sembravano più piene grazie al lucida labbra. Prese la sua borsetta e mi prese per un polso sorridendomi, trascinandomi fuori dal dormitorio, per entrare in una macchina a me sconosciuta.
"Ciao Liam, questa é Emma, la mia nuova compagna di stanza e verrà con noi alla festa" . Come se non fosse evidente che andassi alla festa con loro essendo in macchina.
"Piacere Emma, sono Liam, spero diventeremo amici" dice rivolgendomi un grande sorriso. Liam é un bel ragazzo e sembra molto dolce, troppo dolce per i miei gusti e tutto ciò che riesco a fare per dargli una risposta e sorridergli, non sono brava a socializzare.
Dopo un tragitto di circa dieci minuti, arriviamo davanti una casa dalla quale fuoriusciva un rumore assordante. Il giardino era grande ma sporco e pieno di gente che ballava. Entriamo e mi sento leggermente a disagio per il mio abbigliamento diverso rispetto le altre. So già che non mi piacerà. 
Vedo della vodka sul bancone e ne prendo un bicchiere, l'alcol riusciva a calmarmi e a farmi sentire a mio agio in queste situazioni.
Improvvisamente tra la folla vedo un riccio, Harry. Non so se essere infastidita o felice, quel ragazzo mi dava una strana sensazione.
"Ciao sorellina" dice a Sophia accarezzandole una guancia, sembra molto dolce.
"Ciao Harry, come va?" Dice chiudendo gli occhi al gesto del fratello.
In tutto ciò Liam si era dileguato, sarà sicuramente andato dai suoi amici, non sono una persona di grande compagnia e sarà scappato.
"Bene bene. Oh tu sei la ragazza di oggi" mi dice sorridendomi. Che sensazione strana provo.
"Emma" scatto con la mia solita acidità.
"Beh.. Io sono .." Prima che finisca di parlare dico:"Harry" . Tutto ciò che fa é sorridermi e prendermi per un polso. "Devo mostrarti una cosa" dice portandomi su per le scale. Che intenzioni ha? Crede che andrò a letto con lui? Perché é completamente fuori strada. Mi porta dentro una stanza enorme e buia, si avvicina ad un cassetto e prende qualcosa. Accende la luce e vedo la mia collana, non più rotta.
"Ho visto che eri rimasta dispiaciuta per questa collana così ho deciso di aggiustarla, te l'avrei portata domani, ma visto che sei qui te la restituisco ora". I suoi occhi sono gentili e dovrei essergli grata per averla sistemata, ma la rabbia prende spazio in me. Come ha potuto prendere la mia collana senza dirmi niente? Non é nessuno per fare una cosa del genere.
"Ma come cazzo ti permetti a prendere le mie cose senza permesso? " urlo. Lui sembra scosso, non penso si aspettasse una reazione del genere, tutto ciò che fa é stare in silenzio per qualche secondo per poi assumere un'espressione arrabbiata. "Dovresti ringraziarmi invece di urlarmi contro, sei proprio maleducata" Ringhia.
Lo guardo con occhi di sfida. "Non intrometterti più nella mia vita e se ti ho detto che non mi importa niente di questa collana, non mi importa niente, non fare finta di conoscermi, perché non sai niente di me e mai saprai niente, quindi ti consiglio di stare alla larga da me" dico con voce bassa. Lui sta in silenzio e mi guarda la mano. "Oh sei ferita?" Dice prendendomi la mano e portandosela alla bocca con fare malizioso. Mi sta prendendo in giro? La rabbia si impossessa di me e gli tiro uno schiaffo, facendogli spalancare gli occhi. "Non osare più toccarmi" . Detto ciò esco dalla stanza e anche dalla casa, non voglio stare un secondo di più in quella casa, odio chi cerca di guardarmi dentro per cercare di capire qualcosa su di me. Quando sto per uscire qualcuno mi prende il polso. Chi diavolo é adesso?

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Mi giro sperando non si tratti di Harry e sospiro vedendo Liam che mi sorride. "Hai intenzione di andartene così presto?" Dice sfoderando uno dei suoi bellissimi sorrisi. Il contatto tra il mio polso e la sua mano mi infastidisce e penso che lui l'abbia capito quando ho staccato velocemente il polso da lui.
"Diciamo che non conosco nessuno e mi annoio" dico non accennando allo spiacevole incontro con Harry.
"Beh, potresti stare con me e gli altri" dice indicando un gruppetto di ragazza in fondo la casa. Ci penso per un attimo e poi annuisco, non penso mi farà male stare un altro po' a divertirmi, anche perché adesso sono molto più tranquilla avendo ritrovato la mia collana, tutto sommato Harry era stato gentile. Quasi mi sento in colpa pensando a come l'avevo trattato. Ma sono per caso impazzita? Sentirmi in colpa per una cazzata del genere, ho altre cose per cui sentirmi in colpa.
Ci avviciniamo a quel gruppo di ragazzi, tra i quali c'è anche Sophia e un'altra ragazza, bassina, formosa e piuttosto carina, ma con uno sguardo da vipera. Appena mi avvicino, mi squadra dalla testa e i piedi e non posso trattenermi dal dire cosa avesse da guardare. Lei sorride e si volta dall'altra parte. La prendo per una spalla e le dico:"Non fare questi giochetti con me, perché ti finisce male". Lei spalanca la bocca, ma non dice niente, camminando velocemente verso... Harry, ci risiamo di nuovo lui, sarà la sua ragazza e adesso gli starà raccontando di quanto io sia stata scortese con lei, ma che mi importa alla fine.
"Vuoi da bere?" Mi domanda Liam. 
"No preferirei andare a fumare una sigaretta, quindi vado fuori"dico uscendo il pacchetto dalla tasca.
"Puoi benissimo fumare qui" mi dice un ragazzo dalla carnagione olivastra e due occhi color nocciola. Effettivamente guardandomi intorno notai che molte persone stavano fumando, ma purtroppo non sono abituata a fumare in casa, però accendo comunque la mia black Devil.
Improvvisamente vedo Harry che mi fissa accigliato mentre si avvicina. "Ti rovini così?" Mi domanda indicando la sigaretta. Alzo gli occhi al cielo, ma chi si crede di essere? Neanche gli rispondo, il silenzio sarà la mia risposta.
"Ma vuoi lasciarla in pace?" Dice Sophia mettendomi un braccio intorno al collo. "È meglio che tu non la tocchi così" dice Harry guardando il suo braccio intorno a me, che lui abbia capito il mio odio verso il contatto fisico? Mi sposto dalla presa di Sophia, rivolgendo le il mio sorriso più sincero, non volevo si offendesse.
"Non mi parlerai mai più?" Mi domanda il riccio. 
"Ma neanche ci conosciamo quindi cosa dovrei dirti" dico infastidita, ma chi si credeva di essere?
"Beh hai visto molto di me per non conoscermi affatto" dice con un sorriso malizioso. Quasi mi cade la mascella per terra, avevo dimenticato di averlo visto nudo sotto la doccia.
"Cosa vuoi dire con questo Harry?" Dice la ragazza antipatica di prima, non avevo notato i suoi occhi azzurri, azzurri come quelli di mio fratello...
"Niente Jesy, nulla di cui tu debba preoccuparti" dice alzando gli occhi in cielo, ma mettendo un braccio intorno al suo collo. Lei mi guarda con sguardo soddisfatto. Ma cosa vuole?
"Vi presenterete dopo, ora giochiamo" ringhia Harry come se fosse infastidito.
"Obbligo o verità?" Mi chiede Sophia.
"Verità" scatto. Non vorrei mi chiedessero cose strane come baciare qualcuno.
"Proprio senza palle" sghignazza Harry. Fino a qualche secondo fa faceva il simpatico e il galante, ora mi prende in giro? Ma chi si crede di essere.
"Semplicemente mi da noia fare qualcosa che non mi va, non mi faccio comandare da nessuno" sbuffo prendendo un'altra sigaretta dal pacchetto.
"Allora la scelgo io la verità" dice con un sorrisetto.
"Fai pure" dico indifferente. Non ha molto da chiedermi visto che non mi conosce, quindi non ho nulla di cui preoccuparmi.
"Raccontami la storia di quella collana" dice con un sorriso malizioso. No questo non può farlo, è davvero un colpo basso, si sta vendicando per il mio comportamento di prima, ma non lo facevo così cattivo.
Spalancò gli occhi e noto che tutti guardano me. Mi sento a disagio, non avrei mai detto a nessuno quanto valesse per me la collana. Iniziai a boccheggiare, cercando di mascherare la mia ansia. Mi alzai di scatto e guardai Harry. "Che fai? Vuoi piangere?" Mi dice ridendo. 
"Io non piango mai" dico seria. Dopodiché mi alzo dalla mia sedia e guardo un'ultima volta Harry, posso notare che la sua espressione é cambiata, non più cattiva come prima, ma quasi dispiaciuta. 
"Vado via" dico.
"No Emma dai, non devi rispondere e poi non puoi tornare sola a quest'ora" mi dice Sophia con voce triste e mettendomi una mano sulla spalla. Le schiaffeggio la mano. "Non toccarmi più per favore " dico con lo sguardo vuoto. 
Uscii dalla casa e inizia a camminare, non ricordavo bene la strada per il dormitorio, ma non mi importava dove andassi, vorrei solo tornare ad un mese fa.
Improvvisamente vidi un ragazzo passarmi davanti correndo. No, non poteva essere lui.


Salve a tutti, sono Alessia! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Scusate gli eventuali errori ma non ho avuto il tempo di rileggerlo. Se vi è piaciuto lasciatemi qualche recensione, ne sarei felice! Un grosso bacio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Li avevo già visti quegli occhi, ero più che sicura, ma come poteva essere lui? Rimasi immobile mentre quel ragazzo dagli occhi azzurri continuava a camminare.
''Lou!'' urlai. Ma quando mi girai per chiamare il suo nome era già sparito. Mille pensieri mi annebbiarono la mente, forse era stata un'allucinazione, ma il mio pensiero razionale andò a farsi fottere e neanche accorgendome iniziai a correre e rientrai nella casa dove si stava svolgendo la festa.
''Oh Emma eccoti, scusami per prima'' mi dice Sophia con aria dispiaciuta. Effettivamente l'avevo trattata veramente male, ma non l'avrei mai ammesso.
''Non importa'' dico vaga ''Dovrei chiederti una cosa...'' dico guardandomi le punte dei piedi per l'imbarazzo. Sarei potuta sembrare un po' folle per la mia domanda.
''Ti piace mio fratello?''ghigna. 
Spalanco gli occhi per la stupida domanda. ''Certo che no, è semplicemente insopportabile'' sbuffo.
''Oh'' dice quasi dispiaciuta, è davvero strana questa ragazza. ''Allora cosa volevi sapere?'' mi chiede.
''Beh...è per caso entrato un ragazzo moro, con gli occhi azzurri'' dico speranzosa. Lei inizia a ridere, ma cosa ha da ridere?
''Entrano un sacco di ragazzi così'' dice
''Ma lui è diverso dagli altri, ha uno sguardo gentile, un sorriso luminoso, gli occhi più belli del mondo...'' dico senza pensare alle sviolinate che stavo dicendo, ma non posso fare almeno di parlare così di lui, è pur sempre... lasciamo perdere, cosa mi sto mettendo in testa?Non può essere lui, è impossibile.
''Non pensavo fossi così sentimentale, beh ti ripeto entrano tanti ragazzi così'' dice con le braccia incrociate.
''Louis'' dico secca.
Spalancò gli occhi e rimase qualche secondo in silenzio. Si diresse velocemente verso il fratello e gli disse qualcosa all'orecchio. Harry era serio in viso, fin troppo serio. Non capivo cosa stesse succedendo.
Improvvisamente il riccio si avvicina a me e mette il suo braccio intorno al mio collo, questo gesto mi fa infuriare. 
''Quante volte dovrò dirti che non mi devi toccare?'' dico infuriata. Lui sghignazza e poi mi guarda profondamente negli occhi.
''Quindi chi cercavi? Io conosco tutti qui'' dice serio
''Louis'' scatto
''Non c'è nessun Louis qui'' dice serio. Ora avevo anche le allucinazioni, fantastico, mi mancava solo questa. Accesi una sigaretta, avevo troppa tensione addosso e il fumo alleviava i miei pensieri.
''Bene, grazie'' dico dirigendomi verso la porta d'ingresso per uscire da quella casa. La testa mi stava scoppiando, avevo bisogno di dormire anche perchè il giorno dopo avrei iniziato le lezioni.
''Dove vai?'' dice il riccio mentre stava per prendermi il polso, ma ripensandoci ricordando quello che più di una volta gli avevo detto. Non deve toccarmi.
''Al dormitorio, ma non ti interessa'' dico uscendo dalla porta. Pensavo mi avrebbe seguita , ma mi sbagliavo, quasi un po' mi dispiaceva.
Camminai per qualche minuto, era buio e c'era abbastanza freddo.
''Dove vai da sola?''. Mi giro e mi trovo davanti Liam con un grande sorriso in viso.
''Stavo tornando in dormitorio'' dico freddamente.
''Avresti dovuto dirmelo, ti avrei accompagnata''. Si acciglia. 
''Voglio camminare'' dico acidamente. Ma a Liam sembra non dare fastidio il mio tono.
''Allora cammineremo'' dice sorridente. Mi lasciò un po' stupita,ma non mi andava di dirgli altro, già mi stavo infastidendo abbastanza.
Dopo una camminata silenziosa di quasi mezz'ora, arrivammo al dormitorio.
Stavo per entrare dentro il dormitorio, ma la voce di Liam mi fermò.
''Posso sapere perchè hai avuto quella reazione quando Harry ti ha chiesto della collana?''dice guardandomi negli occhi.
''Buonanotte Liam'' dico ricominciando a camminare verso il dormitorio. Chissà se tornerà di nuovo a piedi alla festa, magari glielo avrei chiesto se non mi avesse chiesto della collana, o forse no.
Appena arrivai nella mia camera buttai un respiro di sollievo, queste tipo di feste non fanno affatto per me.
Mi sdraiai nel letto e senza accorgermene mi addormentai,fui svegliata dal bussare della porta. Aprii ma non c'era nessuno fuori, abbassai lo sguardo e vidi un biglietto.
''Sono vicino''.

Ciao a tutti,scusate il ritardo, ma ieri non ho avuto il tempo di scrivere. Spero che il capitolo vi piaccia, lasciatemi qualche recensione se vi va!
-Ale

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