Oltre

di ArcticBlast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


ANIMA FRAGILE

 

POV SEVERUS

 

La guerra è finita.

La pace è fatta.

E tu, dove sei?

Pensavi di morire ma eccoti qui.

Te lo meriti?

Probabilmente no.

Ma ti chiamano eroe lo stesso.

Anche se non dovresti esserci in questo preciso momento.

 

“Severus, mi stai ascoltando?” una voce che conosci fin troppo bene richiama la tua attenzione.

“Si, Minerva”.

“Stavo dicendo che mancano poche ore all'inizio del nuovo anno scolastico e non credo di farcela, sei sicuro che sia una buona idea quella di riaprire le porte di Hogwarts?” la donna era preoccupata da giorni, e come darle torto?

“Serve un po' di normalità”.

“A te serve, ragazzo mio?”.

 

Vorrei urlarle che non c'è normalità per uno come me.

Vorrei sapere perchè quello stupido uccello abbia voluto salvarmi, salvare me su tutti gli altri.

Vorrei poter dimenticare tutto il sangue che ho visto scorrere sulle mie mani, per anni.

Vorrei aver chiuso gli occhi in quel preciso istante con l'immagine di quello sguardo, di quelle iridi verdi che mi avrebbero cullato fino alla fine.

Vorrei che quel pazzo di Silente fosse qui per...cambiare le cose.

Troppi desideri Severus, non sei mai stato particolarmente fortunato.

Neanche la morte ti ha voluto.

 

“C'è mai stata normalità nella mia vita?” la guardai dritta negli occhi, e li trovai stanchi, affaticati, ma con una piccola fiamma ancora accesa.

 

Minerva McGranitt la vera protettrice di queste mura, impavida e caparbia, una vera Grifondoro.

La nuova preside di Hogwarts che nonostante l'età, manderà avanti la nave come una vera guerriera.

 

“Non sei un tipo da normalità, Severus” quello stupido quadro, perchè tenerlo?

“Tu sta zitto, Albus”.

“Severus” mi riprese Minerva, le dava sempre fastidio il mio modo di rivolgermi a quello che rimane di Silente.

Ma cosa si aspettava?

Mi ha chiesto di ucciderlo.

Non l'ho ancora superato.

 

“Lascialo stare, Minerva” sorrise bonaria quell'immagine appesa al muro.

“Mi ritiro nelle mie stanze” disse senza neanche degnare quei due di uno sguardo, me ne andai fuori da quell'ufficio.

 

Stava per iniziare un nuovo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Teatro di guerra, sangue, lacrime.

Ed io ero uno dei cattivi.

E questo non cambierà mai.

Potrò mai redimermi da un simile peso?

Potrò mai liberarmi di un simile dolore?

 

 

POV HERMIONE

 

Poche ore dalla partenza.

C'è eccitazione nell'aria.

C'è odore di tristezza.

La vecchia e cara Hogwarts era tornata al suo antico splendore.

Era davvero tutto passato?

 

“La mamma ci ha mandato i suoi auguri per la partenza” disse Ginny sedendosi di fronte a me con una lettera in mano.

“Ringraziala anche da parte mia” le sorrisi.

 

Non era stata una bella estate, per nessuno.

La famiglia Weasley era devastata, distrutta, annientata, dalla morte di Fred.

Harry si sentiva responsabile di tutto nonostante fosse l'eroe del momento.

I miei genitori erano dispersi in da qualche parte in Australia.

 

“Sei pronta per domani?”.

“Non lo so...Hogwarts non è più casa” dissi seria.

“Hogwarts sarà sempre casa, Herm” la rossa era convinta della sua affermazione.

 

Per anni hanno cercato di farci credere che il castello fosse l'unico posto sicuro dell'intero mondo, ma poi è stato il palcoscenico di una delle guerre più orribili di sempre.

Non sono riuscita ad aiutare nella ricostruzione, non ce l'ho fatta.

Il primo giorno ero lì fuori, in giardino, in mezzo ai detriti ed era come se una forza sconosciuta mi impedisse di fare qualsiasi mossa.

Vedevo i corpi di Fred, Lupin, Tonks, Colin, Lavanda...ancora per terra.

Ho ceduto al dolore e sono scappata.

Non vado fiera del mio comportamento ma proprio sentivo la mia anima incrinarsi sempre di più.

 

“Però è un peccato che Harry e Ron non si uniscano a noi per l'ultimo anno...”.

“Già, ma infondo la carriera da Auror è da sempre un loro sogno”.

“Niente più Golden Trio, allora”.

“No”.

 

Harry e Ron sarebbero partiti per il loro addestramento da Auror senza affrontare il settimo anno di scuola.

Prevedo già la monotonia dei pomeriggi ma sono felice per loro, era esattamente il loro desiderio.

Anche a me era stato offerto un posto da Auror ma il sangue che ho visto scorrere in quest'ultimo periodo era troppo da sopportare così rifiutai.

 

“Ma sai una cosa Ginny, ci siamo io e te e questo a me basta” le sorrisi abbracciandola.

“Ti voglio bene, Herm” mi strinse forte a sé.

 

Forse era l'anno giusto per superare il male, il dolore, la tristezza.

Forse era giunto il momento di cambiare le cose.
 

E la vita continua anche senza di noi
che siamo lontani ormai
da tutte quelle situazioni che ci univano
da tutte quelle piccole emozioni che bastavano
da tutte quelle situazioni che non tornano mai
perché col tempo cambia tutto lo sai
e cambiamo anche noi”.
(Anima Fragile, Vasco)



ANGOLO AUTRICE:

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, grazie a chi mi ha dedicato un po' del suo tempo. Volevo soltanto dire che per continuare questa ff ho bisogno di un riscontro positivo essendo la mia prima storia a capitoli. Per favore lasciatemi qualche commento o anche qualche critica in modo che io possa migliorare e capire se questo lavoro può andare avanti. Detto questo, vi ringrazio anticipatamente!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 

 

POV SEVERUS

 

1° Settembre.

Il silenzio del castello fu subito squarciato dal vociare degli studenti che emozionati si apprestavano ad entrare in Sala Grande.

E io, dove sono?

In mezzo ai marmocchi del primo anno.

Perchè Minerva non poteva chiedere a Vitius o alla Sprout di occuparsi dello smistamento?

Io non ci so fare con i bambini e non mi interessa fargli da balia.

Sapevo che accettare il ruolo da Vice Preside non era una grande idea, ma non riuscii a resistere allo sguardo supplichevole di quella donna che per anni era stata come una madre.

Tutti quei piccoli maghi mi stavano fissando intimoriti, era meglio sbrigarsi.

Spalancai le porte della Sala Grande e raggiunsi lo sgabello con il Cappello Parlante.

Cercai di leggere i nomi più velocemente possibile, odiavo essere così esposto agli occhi della gente.

Sono pur sempre Severus Piton, il personaggio più ambiguo della guerra appena passata.

Che schifo.

 

“Ora che la cerimonia dello smistamento è conclusa, ci tenevo ad augurare un buon anno accademico a tutti voi!” anche Minerva finì rapidamente il suo discorso anche se perse qualche secondo in più a sottolineare le regole da rispettare.

E comunque erano le uniche parole che ascoltai quindi.

 

Durante la cena osservai le tavolate, sembrava tutto come negli anni precedenti ma non era così.

Come facevano, studenti e professori, ad ignorare quello che era accaduto proprio dentro queste quattro mura?

Qui in Sala Grande si era allestito un punto di raccolta per feriti e deceduti.

Ma tutti stavano mangiando tranquillamente come se nulla fosse.

Sono forse l'unico a non essere andato avanti?

 

 

 

POV HERMIONE

Appena messo piede fuori dal treno, venni investita da un forte odore di casa.

Forse Ginny aveva ragione.

Hogwarts era sempre casa, nonostante tutto.

Le solite carrozze trainate da animali invisibili erano in attesa come negli anni precedenti.

Peccato che quelle creature ora erano ben visibili a tutti, o almeno, alla maggior parte degli studenti.

I Thestral.

Subito un moto di tristezza mi colpì in pieno petto.

Questa volta non sarei scappata davanti ad un ricordo, anzi, un incubo.

Ora era il mio turno di essere forte.

 

La Sala Grande era stata ricostruita esattamente come prima, ogni oggetto era posizionato correttamente.

Gli stendardi delle quattro case se ne stavano appesi sopra ogni tavolo e le clessidre segnapunti collocate ad un lato della sala erano pronte ad iniziare il loro lavoro.

Era tutto così bello.

 

“Pare che sia tutto al posto giusto” sorrise Neville con gli occhi leggermente lucidi dalla gioia.

“Sta per iniziare un nuovo anno!” disse Ginevra passandomi un braccio dietro alle spalle.

 

Lo smistamento fu rapido, dallo sguardo di Piton si capiva il suo disagio ad essere così esposto.

Come biasimarlo, tutti prestavano molta più attenzione a lui che ai bambini del primo

anno.

Severus Piton, il vero eroe della guerra.

Sembrava stanco, sembrava ancora più cupo degli anni precedenti.

Che vita aveva fatto?

Una vita sempre al limite.

Mai felice, mai sereno.

Sinceramente non mi aspettavo di rivederlo proprio qui, pensavo che si rintanasse da qualche parte.

Tutto era esattamente come l'avevamo lasciato.

Anche il discorso della nuova preside, Minerva McGranitt, era identico a grandi linee.

Eppure qui c'era stata una guerra.

Come facevano tutti ad agire normalmente?

Ero forse l'unica a non essere andata avanti?

 

 

POV SEVERUS

 

La prima settimana di lezioni si svolse senza troppi intoppi.

Certo, i ragazzi erano ancora delle capre, soprattutto quelli del primo anno.

Il programma da affrontare era sempre lo stesso, fatta eccezione degli studenti del settimo anno.

Non riesco ancora a capire il motivo di alcuni ritorni, perchè tornare in questo posto dopo la guerra?

Persone come quel disastro di Paciock,

la Weasley piccola,

la svampita dei Corvonero...la Lovegood,

e anche la So-tutto-io Granger.

Ma ringrazio Salazar per non avermi riportato indietro Potter e Weasley.

Loro non li avrei proprio retti per un altro anno.

Avevo sentito che i due stavano intraprendendo la carriera da Auror, prevedibile.

Quello che mi sono chiesto però è, perchè la Granger è qui?

Lei non ha bisogno di un nuovo anno, potrebbe benissimo provare qualsiasi lavoro la soddisfi.

Ma è qui.

Minerva dice che è stata una delle prime ad aver dato la conferma della sua presenza, e che non aveva specificato nessuna particolare motivazione.

Il concetto forse era, ricominciare da dove era finito?

Che idea stupida.

 

Stanco, ma non abbastanza da cedere al sonno, decisi di fare la ronda notturna e magari salire sulla Torre di Astronomia per rilassarmi un po'.

Stranamente non incrociai nessuno studente fuori dai dormitori, che quest'anno fossero meno indisciplinati?

Magari.

Probabilmente era solo colpa della prima settimana di lezioni.

Quando salii velocemente gli scalini in pietra e raggiunsi la cima della Torre, notai una figura in piedi appoggiata alla ringhiera.

Uno studente quassù?

Perchè?

Avvicinandomi riconobbi essere la figura della Granger, come confondere quei capelli indomabili.

 

“Cosa ci fa fuori dal dormitorio oltre l'orario del coprifuoco?” la sorpresi facendo qualche passo nella sua direzione.

“Buonasera, professor Piton, mi dispiace contraddirla ma mancano ancora dieci minuti al coprifuoco” rispose risoluta continuando a tenere lo sguardo immerso nel paesaggio notturno davanti a lei.

“Sarà felice di sapere che le tolgo 5 punti per questa risposta così impertinente” ghignai, mi era mancato molto togliere punti ai Grifondoro.

“Va bene...non importa” sospirò la giovane.

 

Cosa?

La So-tutto-io non mi aveva risposto a tono?

Non aveva contestato il mio comportamento?

Che cosa frullava in quella testolina?

 

“Posso farle una domanda?” la ragazza per la prima volta spostò i suoi occhi su di me, erano incredibilmente seri.

“Mi riservo la possibilità di non rispondere”.

“Come riesce a venire quassù dopo quello che è successo?”.

 

Respirai a fondo, aveva ragione dopotutto.

Come facevo a salire lassù?

Forse era un modo per sentirmi più vicino a lui, a Silente.

Forse era la mia autopunizione per le azioni che avevo compiuto.

Forse era l'unico posto dove potevo sentirmi in colpa liberamente, senza che qualcuno mi consolasse.

Odio la compassione.

 

“Non sono affari suoi” ribattei.

“E' che da quando siamo tornati mi sembra di essere la sola a ricordarsi delle atrocità che sono accadute in questo castello...Solo io sento ancora l'odore del sangue versato? Solo io sento ancora le urla dei feriti?” quella ragazza era stata brutalmente sincera, aveva espresso il suo pensiero in un modo così limpido.

 

Quello che mi colpì oltre alle sue parole, era il fatto che entrambi avessimo fatto lo stesso pensiero.

Certo che non era l'unica, anche io ci penso continuamente.

Ma io sono direttamente coinvolto, sia nel bene che nel male.

 

“Granger ci vuole una maturità particolare, bisogna accettare ed andare avanti per la propria strada” parole vuote, parole al vento, non ci credevo neanche io.

“E lei ha accettato, ed è andato avanti?”.

 

No.

Non ci riesco.

Non riesco neanche a perdonare un quadro, figurati a superare la guerra.

 

“Meglio se torna nella sua torre, il coprifuoco sta per scattare e non credo che lei voglia farsi togliere altri punti” discorso chiuso Granger.

“Buonanotte professore” la ragazza si congedò.

 

Avevo bisogno di un buon bicchiere di whiskey incendiario.

I demoni mi avrebbero fatto compagnia anche stanotte.

 

 

POV HERMIONE

 

La prima settimana di lezioni non fu poi così pesante per me, anche se a detta di Ginevra, era stata impegnativa.

Ma lo sanno tutti che mi piace imparare, studiare, conoscere.

Dal punto di vista scolastico ero felice di aver trovato una sorta di bolla di tranquillità e normalità, ma nel profondo c'era qualcosa che non andava.

Dentro di me aleggiava ancora uno spettro di tristezza e dolore, i ricordi erano difficili da sopprimere.

Per fortuna le mie materie preferite mi tenevano la mente occupata per la maggior parte del tempo, Trasfigurazione e Pozioni.

La McGranitt mi disse di non preoccuparmi e che per qualsiasi cosa lei ci sarebbe stata, nonostante adesso fosse preside.

Quella donna era stata sempre così comprensiva con me, fin dal primo anno.

Invece con Piton nulla è cambiato, lui continua a togliermi punti e ad offendermi con epiteti poco carini del tipo 'egocentrica So-tutto-io', ma ormai ci ho fatto l'abitudine.

Avevo notato però che alla nostra prima lezione, aveva fissato a lungo me, Ginny, Neville e Luna.

Che avesse in mente già qualche piano per rovinarci l'anno?

 

Quella sera avevo provato a prendere sonno leggendo un libro ma non ebbi molto successo anche per colpa della mia compagna di stanza che aveva attaccato a russare peggio di Ron ed Harry, la cosa buffa era che nessuno se lo sarebbe aspettato da una ragazza carina come Ginevra.

Decisi che fare due passi prima del coprifuoco mi avrebbero potuta aiutare, e senza volerlo mi ritrovai a salire i gradini di pietra della Torre di Astronomia.

Era sempre stato una sorta di rifugio, anche se adesso era un luogo di lacrime.

Mi appoggiai alla ringhiera ad osservare il paesaggio notturno ripensando a Silente, a quel buffo mago che per anni aveva aiutato lei e i suoi due migliori amici.

Figura controbattuta quella del vecchio preside.

 

“Cosa ci fa fuori dal dormitorio oltre l'orario del coprifuoco?” una voce fin troppo conosciuta mi giunse alle orecchie.

“Buonasera, professor Piton, mi dispiace contraddirla ma mancano ancora dieci minuti al coprifuoco” risposi senza neanche voltarmi a guardarlo, sapevo già quale sarebbe stata la sua reazione, era così prevedibile.

“Sarà felice di sapere che le tolgo 5 punti per questa risposta così impertinente” ecco, appunto, e scommetto che sta anche ghignando come fa di solito.

“Va bene...non importa” sospirai rassegnata.

 

Che mi prende stasera?

Perchè non ho risposto a tono come faccio di solito?

Ho forse perso la voglia di controbattere?

Magari stasera non sono in vena di discussioni, magari l'Hermione forte e sicura di sé è andata a farsi un giro.

Entrambi restiamo in silenzio, io immersa nei miei pensieri e lui nei suoi.

Ma ho una domanda che mi vortica nella testa ed è un attimo, non riesco a trattenerla.

“Posso farle una domanda?” spostai il mio sguardo sul suo volto, seria.

“Mi riservo la possibilità di non rispondere”.

“Come riesce a venire quassù dopo quello che è successo?”.

 

Lo vedo in difficoltà.

E' a disagio.

Posso sentire il rumore dei suoi pensieri formarsi.

Quante ne hai passate Severus?

Perchè ti fai del male venendo in questo luogo?

 

“Non sono affari suoi” tipico, non vuole sfilarsi la maschera da burbero e cinico professore.

“E' che da quando siamo tornati mi sembra di essere la sola a ricordarsi delle atrocità che sono accadute in questo castello...Solo io sento ancora l'odore del sangue versato? Solo io sento ancora le urla dei feriti?” dovevo dirlo a qualcuno, dovevo liberarmi dal peso di questa sensazione e so che Piton è un ottimo custode.

 

“Granger ci vuole una maturità particolare, bisogna accettare ed andare avanti per la propria strada” parole vuote, parole al vento, non ci crede nemmeno lui.

“E lei ha accettato, ed è andato avanti?”.

 

Certo che no, chi ci riuscirebbe?

Di sicuro non lui, non il freddo e calcolatore, professor Piton.

Vorrei tanto dirgli che mi dispiace ma so che odia la compassione, la odio anche io.

 

“Meglio se torna nella sua torre, il coprifuoco sta per scattare e non credo che lei voglia farsi togliere altri punti” discorso chiuso Hermone, l'uomo davanti a te ha rimesso la maschera.

“Buonanotte professore” mi congedai semplicemente.

 

Era stato utile parlare con lui, infondo potrebbe essere l'unico a capire veramente quello che provo.

Lui vive nei ricordi.

Lui ama i ricordi, belli e brutti.

Lui ama Lily.

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo! Ringrazio chi ha speso un po' di tempo per commentare questa ff che piano piano sta prendendo forma. E' ancora presto per capire bene le dinamiche della storia, ma mi sto divertendo molto a scriverla e prego che venga fuori un buon lavoro ahah Se vi va lasciate pure una recensione o un commento, che sia bello o brutto non importa, tutto mi aiuterà a migliorare! Graziee :-))

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 

 

POV SEVERUS

 

La breve discussione avuto con la Granger mi aveva lasciato pensieroso ed inquieto per diversi giorni.

Quella ragazzina aveva ragione, su tutto.

Ma riflettendoci su sono arrivato alla conclusione che è giunto il momento di andare oltre.

Oltre il passato che nessuno può cancellare.

Oltre gli errori ormai commessi.

Oltre la staticità di questa vita.

Ci credevo?

No.

Ci stavo provando?

Si, a minuscoli passi.

 

In quel preciso momento però stavo rimpiangendo la convalescenza al San Mungo. Lezione con il primo anno di Grifondoro e Tassorosso.

Un vero e proprio incubo.

 

“Signor Everton, le sembra di un colore giallo pallido?” dissi indicando con un movimento del capo il calderone del ragazzino in terza fila.

“No...” mugugnò questo.

“Allora faccia qualcosa!” sbraitai.

“Sissignore”.

 

Avevo chiesto una semplice Pozione Antibrufoli, non il Distillato della Morte Vivente.

Devo ammettere però che essere tornato ad incutere terrore mi fa sentire finalmente appagato.

Togliere punti a quelle teste di legno era l'unico modo per tenerli a bada.

 

Un bussare alla porta mi distrasse dal mio giro di perlustrazione tra i banchi.

 

“Avanti” ero pronto ad incenerire chiunque si fosse presentato.

“Severus, perdona la mia interruzione ma devo parlarti...è urgente” Minerva sembrava piuttosto scossa.

“Arrivo subito”.

“Bene, ti aspetto nel mio ufficio”.

 

Velocemente tornai alla mia lezione, e la conclusi anticipatamente.

 

“Voglio una ricerca lunga almeno due rotoli di pergamena sulla Pozione Antibrufoli per la prossima lezione” affermai con un tono che non ammetteva repliche.

 

Aspettai che tutti uscissero dall'aula prima di dirigermi a passo svelto verso la presidenza.

Che cosa era successo adesso?

 

 

 

POV HERMIONE

 

Parlare con il professor Piton aveva migliorato un po' la mia permanenza ad Hogwarts.

Si, forse aveva ragione lui...in momenti come questi ci vuole una maturità particolare per affrontare ciò che ne rimane della normalità.

Qualcosa però mi dice che in realtà lui non sia andato avanti, dubito fortemente che abbia superato il peso del suo passato.

Ma io non sono come Piton, io posso riuscirci.

Posso fare pace con i ricordi e costruire una nuova memoria, senza rinnegare nulla.

 

“Herm! Herm!” sentii chiamarmi insistentemente a bassa voce, mi voltai e notai Ginny.

“Che c'è?”.

“Aiutami!”.

 

Ci risiamo.

Hermione, l'enciclopedia vivente.

Nessuno si domandava mai, come possa io conoscere tutte le risposte?

Studiare, ovvero aprire un libro e leggere.

Ginevra è una brava studentessa, un po' svogliata, ma brava...il suo tallone d'Achille però era sempre stato Antiche Rune.

In questi casi però mi sembrava di essere tornata ai tempi del Golden Trio quando Harry e Ron facevano di tutto per farsi passare le risposte.

Chissà come stavano andando quei due all'addestramento, era dal giorno della partenza che non li sentivo più.

Dopo le lezioni gli avrei mandato una lettera, giusto per assicurarmi che non abbiano combinato guai.

 

“Ti passo il mio foglio appena ho finito” sussurrai sperando che la professoressa non mi beccasse.

“Sei la migliore” sorrise sollevata la rossa.

 

Continuai con il mio compito finchè il silenzio dell'aula non fu rotto da un bussare alla porta.

Appena la professoressa diede il permesso di entrare, un ragazzino del primo anno di Corvonero fece il suo ingresso un po' intimorito.

“Scusi per l'interruzione professoressa, ma la preside mi ha mandato a chiamare Hermione Granger” il bambino non alzò mai lo sguardo da terra.

“Va bene, signorina Granger vada pure, finirà il suo compito in un altro momento”.

“Io? Vado...” come mai la McGranitt voleva vedermi? Avevo fatto qualcosa di sbagliato?

 

Uscii dall'aula e seguii il primino fino al gargoyle che chiudeva il passaggio per l'ufficio della preside.

 

“Parola d'ordine?” il monumento di pietra si mosse nella mia direzione.

“Biscotto al cioccolato” pronunciai.

“Prego” il guardiano si spostò lasciandomi passare.

 

Un vociare piuttosto movimentato proveniva dall'interno dell'ufficio, non prometteva bene.

 

 

 

POV SEVERUS

 

“Minerva, cosa devi dirmi di così importante da farmi finire la lezione in anticipo?” domandai appena messo piede nel suo ufficio.

“Brutte notizie, Severus”.

“Parla, non farmi aspettare”.

“Questa mattina mi è arrivata una lettera dal Ministero, dicono che smetteranno le ricerche dei signori Granger per mancanza di riscontri...gli agenti incaricati del caso pensano che i genitori di Hermione siano morti in Australia” la donna davanti a me aveva gli occhi lucidi e la tristezza nel cuore.

“E' soltanto una loro supposizione” dovevo essere razionale.

“Ma se fosse davvero così? Infondo non possono essere scomparsi nel nulla”.

“Non ne abbiamo la certezza! Mandiamo noi qualcuno a cercarli, qualcuno di cui possiamo realmente fidarci...che ne dici di Hagrid?” ci doveva pur essere una soluzione a quel caso.

“No, Hagrid desterebbe troppi sospetti nel mondo babbano”.

“Allora scegli qualcun' altro”.

“Dobbiamo parlare con Hermione, l'ho mandata a chiamare”.

“Non farlo, non dirle la verità” da quella breve discussione avuta con la ragazza avevo capito che non stava passando dei bei momenti e darle questa notizia l'avrebbe abbattuta ancora di più.

“Non mentirò su una cosa del genere! E poi Severus, da quando ti preoccupi dei sentimenti di una Grifondoro?” lo sguardo inquisitorio della donna mi stava mettendo in soggezione, in effetti non aveva molto senso il mo coinvolgimento...ma avevo le mie buone motivazioni.

“E' il senso di colpa mia cara Minerva, il nostro ragazzo si sente responsabile della decisione della ragazza” s'intromise il quadro di Silente.

“Fatti gli affari tuoi, Albus” ringhiai, ma aveva pienamente ragione.

“Severus, è così?” riprese la parola la preside.

 

Certo che è così.

Se non fosse stato per noi Mangiamorte, per lo stupido piano del Lord, quella ragazza non avrebbe mai dovuto fare una cosa del genere.

E anche io facevo parte della categoria, perciò si, mi sento in colpa.

So cosa vuol dire crescere senza genitori, perchè i miei non lo sono stati, e la Granger non se lo merita.

E' vero è un'egocentrica So-tutto-io e per giunta Grifondoro, ma nonostante questo è una persona buona.

 

Un bussare alla porta fece azzittire tutti, il silenzio calò sulla stanza.

Era il momento di farsi da parte, Minerva non avrebbe mai ascoltato le mie parole.

Meglio osservare la scena da fuori, da un angolo, in disparte.

 

 

 

POV HERMIONE

 

Appena bussai, i rumori all'interno cessarono così entrai in punta di piedi sperando di non aver interrotto nulla di importante.

La preside, il quadro di Silente e Piton mi stavano fissando in modo insistente.

 

“Mi ha mandata a chiamare, preside?”.

“Si, siediti pure, cara” disse la professoressa indicando una sedia.

 

La McGranitt aveva uno sguardo cupo, come se tutta la lucentezza delle sue iridi azzurre fosse scomparsa.

Non era un buon segno.

 

“Non girarci intorno Minerva” sbuffò Piton appoggiato alla parete con le braccia incrociate, e un'espressione poco rassicurante.

“Si, Severus, stai calmo”.

“E' successo qualcosa ad Harry e Ron?” mi allarmai.

“No, Hermione...Stamattina mi è arrivata una lettera da parte del Ministero dove mi informano che hanno cessato le ricerche dei tuoi genitori” la voce uscì come un sussurro.

“Come? Perchè?” alzai il tono involontariamente.

“Vedi, non hanno fatto passi in avanti e loro credono che...che i tuoi genitori siano morti” la donna dovette sedersi alla sua sedia per non crollare.

“Lei mi sta dicendo che...i miei genitori sono morti...come? I-io non capisco...” quella notizia mi colpì in pieno volto, come uno schiaffo.

 

Mamma e papà.

Loro non possono essere morti.

Loro devono riacquistare la memoria.

Loro devono tornare da me.

Sono rimasta ufficialmente da sola...

 

“Hermione non abbatterti, noi tutti siamo disposti ad aiutarti e a starti vicino” la preside cercò di confortarla per quanto possibile.

“Io...ho bisogno di pensare, scusate” mi alzai di scatto e veloce come non mai mi precipitai fuori da quell'ufficio, da quel castello che improvvisamente si era fatto stretto.

 

Corsi più lontano che potei da quella notizia, da quel nuovo dolore.

Perchè le cose invece di aggiustarsi, andavano a complicarsi?

Non c'era pace su questa terra.

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Ciao gente! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, se volete lasciare recensioni o commenti brevi ve ne sarò grata :-)

La storia sta prendendo forma, siamo ancora all'inizio ma per l'idea che ho in testa verrà qualcosa di carino.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

 

POV SEVERUS

 

Come previsto, la Granger è scappata via.

Secondo me non andava messa al corrente di tutto, ma proprio tutto.

Io avrei omesso la parte della possibile morte, perchè di fatto non è una certezza.

E poi si sa che il Ministero è ancora occupato a chiudere i buchi creatisi con la guerra, e ovviamente la ricerca dei genitori di una ragazzina non è una priorità.

 

 

“Che dite, vado a cercarla?” Minerva si alzò dalla sua sedia con fare allarmato.

“No” rispondemmo in coro, io e quello stupido quadro.

“Forse è meglio lasciarla riflettere da sola, sfogarsi, Hermione è una ragazza coscienziosa e sono sicuro che non farà sciocchezze” sorrise bonario Silente.

“Ma si incolperà di tutto” mormorai sovrappensiero.

“Come dici, Severus?” la donna puntò il suo sguardo su di me.

“Niente, scusami, torno nei sotterranei” mi congedai.

 

Che giornata!

Perchè questo anno non poteva iniziare tranquillamente?

Non era il cosiddetto 'nuovo inizio' di Hogwarts, anzi, dell'intero Mondo Magico?

Mentre avanzavo per i corridoi, qualcosa catturò la mia attenzione.

Mi affacciai ad una delle grandi vetrate e notai un puntino seduto in riva al Lago Nero.

Tana per la Granger.

Me ne sarei potuto fregare come ogni volta, ma il senso di colpa mi stava divorando.

Raggiungerla?

Consolarla?

Non se ne parla.

Un piano, ci voleva un piano.

Ce l'ho.

 

Tornato nel mio ufficio scrissi un biglietto di poche parole:

 

'Vai da Hermione, è al Lago Nero, ha bisogno di te'.

 

Lo spedii nel dormitorio femminile dei Grifoni, dritto dritto da Ginevra Weasley.

Era il massimo che potessi fare.

Non mi firmai, meglio non destare sospetti.

 

Ed ora posso anche tornare al mio lavoro.

 

 

POV HERMIONE

Arrivata al Lago Nero mi lasciai cadere sull'erba.

Avevo bisogno di rielaborare tutte quelle informazioni assimilate nell'ufficio della McGranitt.

 

I miei genitori morti?

Non poteva essere vero.

Mamma e papà non possono essere morti...

Ma se il Ministero ne è convinto, è la verità.

 

Calde lacrime cominciarono a rigarmi il volto.

Avevano un sapore amaro.

Amaro come tutto quello che ultimamente circonda la mia vita.

Perchè per una volta, una sola volta, tutto non può filare liscio?

Hermione Granger deve di nuovo soffrire.

Cos'è una legge universale?

Non posso essere felice.

La luce della speranza non può illuminarmi.

 

“Herm!” una voce alle mie spalle, era Ginny.

 

Come faceva a sapere che ero qui?

 

“Herm, cos'è successo? Stai bene?” la rossa si inginocchiò davanti a me, aveva un tono allarmato.

“Che ci fai qui?”.

“Ho ricevuto un biglietto con scritto che eri qui e che avevi bisogno di me”.

“Chi te lo ha mandato?”.

“Non lo so, non era firmato...ma perchè stai piangendo?”.

 

Deve essere stata la preside, aveva una faccia preoccupata quando sono uscita.

Minerva McGranitt, il mio punto di riferimento in questo mondo.

 

“Mi hanno detto c-che...i miei genitori sono morti” singhiozzai.

“Cosa?! Ma ne sono sicuri?” la rossa mi passò un braccio intorno alle spalle stringendomi al suo fianco.

“Il Ministero ha cessato le ricerche, non li hanno trovati...” nascosi il viso tra le mani, odiavo farmi vedere così vulnerabile.

“Mi dispiace Herm...”.

“Sono rimasta sola...”.

 

Sola.

Non sono mai stata sola.

Senza mamma e papà non ho più una famiglia.

I Granger non ci sono più.

La cosa che fa più male è che loro sono morti senza sapere di avere una figlia, senza sapere la verità.

Sono morti in una bugia.

E' tutta colpa mia.

Avrei dovuto cercarli io stessa ma il dolore da superare dopo la guerra era troppo, era lancinante.

Sono stata egoista, devo ammetterlo.

Ho pensato a me stessa e non a loro due.

Forse è stato meglio così allora...almeno non erano a conoscenza del fatto che la loro unica figlia li aveva abbandonati.

Li stavo proteggendo certo, ma dopo?

Perchè non sono corsa in Australia?

La verità è che non sono così forte come tutti credono, ho anche io i miei punti deboli.

 

“Non vergognarti di piangere, io per Fred l'ho fatto per giorni e giorni...ma ho capito che piangere non lo avrebbe riportato indietro...Certo, all'inizio è dura, ma poi ti renderai conto che non serve a nulla” bel tentativo Ginny, grazie, ma non basta per far tacere la disperazione dentro di me.

“Io non ero con loro, io gli ho cancellato la memoria...sono un mostro” affermai.

“Hai fatto la cosa giusta, li hai protetti a costo di farti dimenticare...sei stata coraggiosa”.

“Sento di aver sbagliato”.

“Credimi, non è così”.

“Grazie Ginny” l'abbracciai stretta stretta, avevo bisogno di quel contatto ora più che mai.

 

Grazie Minerva per averla fatta venire da me.

 

Rientrammo nel castello, tutti erano riuniti in Sala Grande per il pranzo.

Lasciai la mia amica davanti alle porte e me ne ritornai alla nostra torre.

Non avevo voglia di immergermi nella bolgia, non avevo voglia di mescolarmi ai volti felici e spensierati dei miei compagni.

Nel cuore avevo una tempesta.

 

Arrivata in camera frugai in fondo al mio baule e ne tirai fuori un vecchio album fotografico, uno di quelli babbani.

L'avevo portato via da casa il giorno della mia partenza per la ricerca degli horcrux, dopo aver obliviato i miei genitori.

Era l'unica prova rimasta della nostra esistenza come famiglia.

Sfogliarlo faceva sia bene che male.

In tutte le foto i miei genitori avevano stampati sul viso dei bellissimi sorrisi.

Tempo qualche minuto e scoppiai a piangere di nuovo, era straziante.

 

Il pomeriggio lo passai a fare i compiti con Ginevra, era l'unico modo per staccare il cervello.

Concentrarmi sullo studio mi aiutava.

Amo troppo la conoscenza.

 

“Scendi a cena, Herm?”.

 

Alzai la testa dal libro di Aritmanzia e notai Ginny e Neville a pochi passi dalla mia poltrona.

 

“No, non ho molta fame e poi volevo finire il capitolo così dopo posso fare la ronda”.

“Ma non sei venuta neanche a pranzo, sicura di stare bene?” il ragazzo mi posò una mano sulla spalla con fare gentile.

“Si, tranquillo Neville” finsi un sorriso che Ginny intercettò.

“Come vuoi, allora ci vediamo dopo” i due scomparvero dietro al quadro della Signora Grassa.

 

Distratta dalla lettura, guardai fuori dalla finestra.

Pioggia.

Non sono l'unica a soffrire stasera.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Grazie per aver letto anche questo capitolo! Ci tengo a ringraziare tutti i lettori e chi ha speso un po' di tempo per lasciare una recensione. Spero che la storia vi stia piacendo e che continuerete a seguirla :-))

Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

 

 

POV SEVERUS

 

Nonostante aver compiuto la mia buona azione quotidiana, anzi, annuale...non mi sento in pace con me stesso.

E' anche colpa mia se adesso la Granger è in questa situazione.

Non si è presentata né a pranzo né a cena.

Spero solo non sia così stupida da lasciarsi morire.

 

“Severus, disturbo?” appena sento quella voce mi giro di scatto verso la parete alle mie spalle.

“Che ci fai qui, Albus?” sputo quasi, con rabbia.

“Volevo soltanto parlarti”.

“Io non ho niente da dirti”.

“Si tratta della storia della Granger”.

“Cosa vuoi da me? Pensi sia stato io ad uccidere anche loro?” sorrido amaro abbassando lo sguardo.

“Non essere sciocco ragazzo, volevo solo farti sapere che neanche io credo alla morte della coppia” quel luccichio dagli occhi del vecchio preside era ancora presente nonostante lui non sia quello vero, ma una misera traccia.

“Cosa vuoi che faccia?” sospirai.

 

Albus Silente.

Il miglior preside che Hogwarts abbia mai avuto.

L'unico che ha creduto in me quando neanche io stesso ci credevo più.

Colui che pur di perseguire il suo piano si è fatto uccidere.

Da me.

Solo Albus Percival Wulfric Brian Silente poteva chiedere al suo più fidato uomo di ucciderlo.

Era qualcosa di più vicino ad un padre per me.

 

“Voglio che tu porti a termine una missione”.

“Vuoi chiedermi di ammazzarti? Ah, no, lo abbiamo già fatto...” risposi seccato.

“Severus, quando supererai questa cosa?”.

“Mai, e lo sai benissimo”.

“Voglio che tu vada in Australia per condurre delle ricerche sui signori Granger, lo chiedo a te perchè so che accetterai” sorrise bonario.

“Accetto, ma non perchè me lo chiedi tu”.

“Accetti per mettere a tacere i sensi di colpa che ti porti dietro, ma devi capire che non tutto ciò che è successo negli ultimi tempi c'entra con te”.

“Quando devo partire?”.

“Starai via durante le vacanze di Natale così nessuno sospetterà nulla”.

“Minerva ne è al corrente?”.

“Non ancora, conto di informarla se ci saranno buone notizie perciò sei pregato di tenerti per te questa notizia”.

“Smetterai mai di fare piani alle spalle degli altri?”.

“Adesso devo proprio andare Severus, ti auguro una buonanotte” nel giro di un istante l'immagine dell'uomo dalla lunga barba argentea scomparì.

 

No, ovviamente no.

Silente non è in grado di condividere i suoi piani con gli altri neanche da morto.

Sospettavo andasse a finire così.

Io conosco troppo bene quel pazzo.

 

Dopo aver rimuginato su quella conversazione per un tempo indefinibile, abbandonato sulla mia solita poltrona di pelle nera ormai consumata, decisi di distrarmi un po'.

Togliere punti a sciocchi ragazzini incauti era una distrazione più che passabile.

Uscii dal mio ufficio per andare in perlustrazione, mi dedicai alla ronda serale.

Stupidi Grifondoro sto arrivando.

 

 

POV HERMIONE

 

Il dovere chiama, cara Hermione.

Il giro di ronda non si può saltare, nemmeno se stai uno schifo.

Mi servirà per distrarre la testa da quei pensieri orribili.

Perchè la vita va avanti direbbe qualcuno, ma se a questo qualcuno venisse a mancare una persona importante come reagirebbe?

Male.

E' una cosa che non possiamo cambiare.

Quando perdiamo dei punti di riferimento è difficile ritrovare la strada giusta.

 

Esco dalla Sala Comune con Neville, è insieme a lui che sono diventata Caposcuola.

In teoria non è nostro compito la ronda notturna ma la McGranitt ci ha chiesto di farla lo stesso, per garantire maggiore protezione e sicurezza.

In questo momento non sarei in grado neanche di proteggere me stessa.

 

“Herm vado al secondo piano”.

“Va bene Nev, io vado al quarto” ci dividiamo.

 

Rare volte trovammo qualcuno ancora a zonzo dopo il coprifuoco, Gazza ci batteva sempre sul tempo.

Non amo particolarmente mettere in punizione qualcuno, ma le regole vanno rispettate.

Forse sono davvero una petulante So-tutto-io come dice Piton.

 

Camminai per circa due ore per i corridoi controllando anche le aule, non c'era neanche l'ombra di uno studente.

Sono nei sotterranei, mi stringo addosso il mantello, quaggiù fa veramente freddo.

 

“Granger! Che ci fa quaggiù?” una voce fredda e severa mi fa voltare.

“Salve professore, stavo finendo il mio giro di ronda”.

“Se tu e quel disastro di Paciock sapreste svolgere bene il vostro ruolo, io ora non mi ritroverei con due nuove punizioni per domani” sbuffò avvicinandosi alla porta della sua aula.

“Mi dispiace, ma non ho incontrato nessuno” perchè doveva sempre mettere in discussione le mie capacità?

“Certo, sono passato prima io di te”.

“Forse la dovrei ringraziare...ma è meglio se vado via, buonanotte professore” feci per scappare da quella situazione.

“Aspetta, vieni qui” mi fa segno di seguirlo.

 

Entriamo nel buio della sua aula, Piton accende subito le fiaccole con un incantesimo e poi va a cercare qualcosa nella sua grande libreria.

Resto in piedi davanti alla sua cattedra abbastanza a disagio.

 

“Tieni, voglio che tu legga questi durante le vacanze di Natale” prendo in mano due libri, uno sulla Legilimanzia e Occlumanzia, ed uno sulle controfatture.

“Perchè proprio a me e non ad uno dei suoi fidati Serpeverde?” non capisco, vuole dirmi che sono un'ignorante?

“Francamente non so perchè sei tornata qui per frequentare un altro anno, avresti potuto seguire l'esempio dei tuoi due amichetti. A parer mio ti manca questa parte di conoscenza e vorrei che tu l'apprendessi così da avere il quadro completo e poter scegliere in estrema libertà e sicurezza il tuo futuro” dice risoluto portando le mani dietro alla schiena.

 

Quanto le è costato dire una cosa del genere, professor Piton?

Questa situazione mi fa quasi ridere, è così surreale.

 

“Mi è costato parecchio Signorina”.

 

Mi ha letto il pensiero.

E' sia affascinante che fastidioso.

 

“Si, ha ragione, l'arte della Legilimanzia è sia interessante che inquietante”.

“La smetta” borbottai abbassando lo sguardo.

“In questo modo potrà anche tenere la mente occupata e non pensare alla sua condizione attuale”.

“Cioè che sono orfana? Sa, non sono riuscita a restare da sola neanche un momento da quando mi avete dato la brutta notizia anzi, si ho avuto dei momenti di solitudine ma non mi basta. Vorrei tirare fuori tutto il dolore che mi sta divorando l'anima, vorrei piangere, urlare, spaccare tutto ma non ci riesco...”.

“Lei è troppo perfetta per rompere qualcosa, per urlare tra queste mura” ghigna in quel modo odioso.

“Lei mi reputa una debole, una ragazzina senza carattere, non è vero?” alzo il tono della voce.

“Parlare a voce alta non mi farà cambiare idea, non mi spaventerà”.

“Sono stufa di sentirmi dire che sono perfetta, che sono brava, che sono responsabile! Io sono un mostro! Io ho avuto abbastanza coraggio da combattere una guerra ma non da restare dopo, non da andare a cercare i miei genitori e riparare il mio errore!” urlo impossessata da chissà quale forza e con un impeto improvviso ribalto i due banchi vicino a me, comincio a tirare calci alle sedie che sotto quelle pedate si frantumano come pezzi di vetro.

Le lacrime rigano il mio volto ormai distrutto.

Due braccia forti mi afferrano da dietro trascinandomi lontano dalla conseguenza della mia sfuriata.

 

“Basta così Granger” mi sussurra all'orecchio Piton con una calma quasi impossibile per lui.

“E' stato lei...mi ha fatta arrabbiare” singhiozzo.

“Si, ti ho fatto sfogare”.

“Io non sono perfetta, lei non mi conosce veramente” tiro su col naso prima di allontanarmi da quel corpo caldo.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Ciau a tutti! Spero vi sia piaciuto il capitolo, a me un sacco *-* da qui inizierà la vera storia diciamo, e ne vedremo delle belle. Grazie come sempre di avermi dedicato un po' del vostro tempo!

Alla prossima.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 

CAPITOLO 6

 

 

POV SEVERUS

 

Mentre torno nei miei amati sotterranei, dopo aver beccato ben due ragazzini fuori dal proprio dormitorio, vedo la Granger.

E' Caposcuola, sta facendo la ronda.

Mi sembra un po' assente.

 

Non capisco che giro abbia fatto il mio cervello, come siamo giunti ad essere dentro al mio ufficio.

Il mio inconscio mi sta giocando brutti scherzi.

La voglio aiutare.

Cerco dei libri nel grande scaffale mentre lei rimane in piedi davanti alla mia cattedra visibilmente a disagio.

 

“Tieni, voglio che tu legga questi durante le vacanze di Natale” le passo due volumi, uno sulla Legilimanzia ed Occlumanzia, mentre l'altro sulle controfatture.

“Perchè proprio a me e non ad uno dei suoi fidati Serpeverde?” mi guarda con sfida.

“Francamente non so perchè sei tornata qui per frequentare un altro anno, avresti potuto seguire l'esempio dei tuoi due amichetti. A parer mio ti manca questa parte di conoscenza e vorrei che tu l'apprendessi così da avere il quadro completo e poter scegliere in estrema libertà e sicurezza il tuo futuro” le ho appena fatto un complimento? Cavolo, sto veramente invecchiando...ma in realtà c'è un motivo preciso se le ho dato quei libri.

 

So che è sbagliato, ma punto i miei occhi nei suoi e lascio che la magia faccia il suo corso.

 

Quanto le è costato dire una cosa del genere, professor Piton?”

 

“Mi è costato parecchio Signorina” le rispondo subito, posso sentire il rumore degli ingranaggi nella sua testolina.

 

Mi ha letto il pensiero”.

E' sia affascinante che fastidioso”.

 

“Si, ha ragione, l'arte della Legilimanzia è sia interessante che inquietante”.

“La smetta” si è arrabbiata, prevedibile.

“In questo modo potrà anche tenere la mente occupata e non pensare alla sua condizione attuale”.

“Cioè che sono orfana? Sa, non sono riuscita a restare da sola neanche un momento da quando mi avete dato la brutta notizia anzi, si ho avuto dei momenti di solitudine ma non mi basta. Vorrei tirare fuori tutto il dolore che mi sta divorando l'anima, vorrei piangere, urlare, spaccare tutto ma non ci riesco...”.

“Lei è troppo perfetta per rompere qualcosa, per urlare tra queste mura” ghigno, la sto provocando.

“Lei mi reputa una debole, una ragazzina senza carattere, non è vero?” alza il tono della voce.

“Parlare a voce alta non mi farà cambiare idea, non mi spaventerà”.

“Sono stufa di sentirmi dire che sono perfetta, che sono brava, che sono responsabile! Io sono un mostro! Io ho avuto abbastanza coraggio da combattere una guerra ma non da restare dopo, non da andare a cercare i miei genitori e riparare il mio errore!” urla è in guerra con sé stessa, riesco a percepirlo anche io che non la conosco bene.

 

Sono una brutta persona ma ho raggiunto il mio scopo.

Doveva scoppiare per poi raccogliere i pezzi e ricominciare.

Ha funzionato.

La vedo ribaltare due banchi e cominciare a dare calci alle sedie.

Insonorizzo la stanza con un incantesimo non verbale.

E' così vulnerabile.

Ma ne aveva bisogno.

 

La blocco da dietro e la trascino lontano dai detriti della sua rabbia.

Non voglio si faccia male.

La stringo, la sua schiena appoggiata al mio petto.

Sta piangendo.

 

“Basta così Granger” le sussurro all'orecchio con calma, cercando di non spaventarla.

“E' stato lei...mi ha fatta arrabbiare” singhiozza.

“Si, ti ho fatto sfogare”.

“Io non sono perfetta, lei non mi conosce veramente” tira su col naso prima di allontanarsi da me.

 

Mi guarda per un secondo che sembra interminabile e poi se ne va riprendendo i due libri che aveva lasciato.

E' vero, io non ti conosco davvero Granger, ma so per certo che sei una ragazza pura.

Non hai l'anima macchiata di nero pece come me.

Potrai aver commesso dei piccoli errori, ma mai grandi come i miei.

Con quei libri le sto dando la possibilità di rimediare.

Sperando però che il Ministero abbia sbagliato sul serio.

Deve essere in grado di poter riparare al suo incantesimo.

Il libro sulle controfatture le servirà per questo, nel caso in cui dovrà cancellare l'incantesimo di memoria.

L'altro volume le servirà per completare il quadro delle sue conoscenze, come le ho detto.

Per quanto odio ammetterlo, la Granger è un'ottima strega e merita di realizzarsi al massimo del suo potenziale.

Perchè le ragazze intelligenti e perchè no, carine, vanno sempre a finire in Grifondoro?

Basta Severus, vai a dormire prima di peggiorare la situazione.

La petulante So-tutto-io carina...

Sono pur sempre un uomo e sono anche fornito di occhi.

Cervello mio è ora di staccare la spina per oggi, stai delirando.

 

 

POV HERMIONE

 

Cos'era appena successo?

Avevo fatto una scenata davanti a Piton.

Avevo distrutto dei poveri mobili per rabbia.

Non sono così perfetta.

L'ha fatto apposta.

Mi ha provocata proprio per farmi sfogare.

Il suo mezzo abbraccio...

Che fine ha fatto il vecchio professor Piton?

Sarei una bugiarda se dicessi che non ho sentito nulla in quell'attimo.

Le sue braccia avvolte sul mio addome e il suo petto premuto contro la mia schiena.

Una sensazione strana.

Severus Piton non è allergico al contatto umano, la più grande scoperta di Hogwarts.

Anche se pensandoci bene, è stato praticamente costretto...gli stavo distruggendo l'aula.

Che figura.

Sarà difficile guardarlo domani a lezione.

Sono una stupida.

Adesso penserà che sono una debole.

 

“Come mai sei rientrata così tardi, Neville è tornato un'ora fa” mi accorsi di essere già arrivata alla torre Grifondoro soltanto appena venni distratta dai miei pensieri dalla voce di Ginny.

“Ehi, niente, Piton mi ha fermata per darmi questi libri” meglio omettere il resto.

“E come mai?”.

“Dice che mi potrebbero servire in futuro per quanto riguarda il lavoro”.

“Piton che aiuta una Grifondoro? Il morso di Nagini lo ha proprio cambiato...”.

“Già, ma probabilmente lo ha fatto solo per sottolineare il suo pensiero nei miei confronti, cioè che sono un'ignorante” recitare poteva essere una buona carriera, stavo andando così bene.

“Secondo me lui sotto sotto sa che sei un ottimo elemento ma non può ammetterlo perchè sei una Grifondoro e non una Serpeverde” sorrise la rossa.

“Sarà come dici tu” faccio spallucce.

“Hermione, ti rendi conto che sei l'unica Grifondoro a prendere voti accettabili in pozioni?”.

“Accettabili, hai detto bene, ma io pretendo da me il massimo”.

“Senti questa! Magari avessi io quei voti in pozioni! E' proprio vero che chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane” scosse la testa la ragazza.

“E questo detto babbano da dove spunta?” la guardo ridendo.

“Papà l'ha sentito da un babbano e ce lo ha subito ripetuto, sai il suo amore nei confronti del mondo babbano” sorrise la rossa.

“Bravo Arthur”.

“Dai, adesso andiamo a dormire che domani alla prima ora abbiamo la McGranitt” Ginevra si avviò verso la porta del dormitorio femminile.

 

Si, avevo decisamente bisogno di riposare.

Avevo un aspetto orribile.

Ma ovviamente il mio cervello si rifiutava di spegnersi.

L'immagine di Piton, delle sue braccia attorno al mio corpo e il suono della sua voce al mio orecchio destro mi fecero compagnia per tutta la notte.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Il punto di vista di Severus e i pensieri di entrambi dopo l'incontro/scontro, spero sia stato di vostro gradimento...se volete insultarmi o altro, aspetto le vostre recensioni ahah Grazie per aver letto anche questa parte, alla prossima!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

 

POV SEVERUS

 

La mia bellissima giornata è cominciata con un atroce mal di testa e due ore in compagnia dei primini di Grifondoro e Serpeverde.

Sprizzo gioia da tutti i pori.

Ho già tolto dei punti, e non alle mie serpi.

 

“Adams, cosa c'è scritto alla lavagna?” sbraito guardando il lavoro del piccolo grifone.

“U-una radice di asfodelo...”.

“E allora perchè ce ne stai aggiungendo due?”.

“Mi s-scusi, professore” abbassa la testa spaventato.

 

Adoro quest'aria di terrore che avvolge la mia aula.

In questo modo questi ragazzini mi rispettano.

So di non essere particolarmente amato, ma sinceramente non mi importa.

 

“Basta! Tutti fuori, per la prossima lezione voglio una relazione di almeno tre rotoli sulla pozione di oggi”.

 

Finalmente un po' di tranquillità.

Questo mal di testa sembra non voler andarsene.

Ammetto di non aver dormito molto, le immagini dell'incontro con la Granger non mi hanno lasciato in pace.

Sono stato troppo buono con lei, non è da me.

 

“Severus...Severus, ci sei?” sento una voce provenire dall'interno delle mie stanze.

“Minerva, non puoi apparire in questo modo nei miei appartamenti” sbuffo osservando la testa della preside nel mio camino.

“Non essere sempre così burbero, e poi chi vuoi che ci sia qui con te? Una fidanzata? Aspetta, mi nascondi una fidanzata? Pensavo mi dicessi tutto!”.

“Ma che cosa stai dicendo?! Certo che no, quale fidanzata? Sto solo dicendo che non mi piace quando appari così senza preavviso nella mia stanza”.

“Va bene, ti chiedo scusa...ma me lo diresti se stessi frequentando qualcuna, vero? Insomma, dopo tutti questi anni penso di essere una buona confidente per te” insisteva ancora...le donne!

“Minerva, te lo giuro, non sto frequentando nessuna...mi conosci, c'è solo una donna nella mia vita...Ma piuttosto, cosa volevi?”.

 

C'è solo lei.

C'è solo Lily.

Nessun'altra donna potrà mai rubarmi il cuore.

Sarà Lily Evans, sempre.

“Si, volevo dirti...visto che non eri a colazione, se venivi almeno a pranzo”.

“Ci sarò”.

“Ci saranno ospiti se non ti dispiace”.

“Ospiti?”

“Ci vediamo tra poco” subito la testa della preside scomparve nel nulla, cosa mi stava nascondendo?

 

Giuro che le donne non le ho mai capite e mai le capirò.

Non che sia mai stato particolarmente fortunato.

 

Tornai nel mio ufficio per correggere i compiti dei Grifondoro del settimo anno.

Sento già la penna scrivere una bella T di Troll.

Adoro il mio lavoro.

Prendo in mano il primo tema della pila, sicuramente mi ci vorrà un sacco di tempo per correggere gli errori di quelle capre.

Hermione Granger, proprietà ed uso del Veritaserum.

Quattro rotoli di pergamena quando la consegna era tre.

E' decisamente una So-tutto-io.

Un lavoro valido, non c'è che dire, ma non le darò una E.

Quella ragazza è così brillante e capace che a volte si ostacola da sola.

Troppi riferimenti al libro e poco al suo stesso lavoro pratico, una A andrà bene.

Voglio che finisca l'anno con tutti i M.A.G.O.

Se non ci riuscirà lei, chi potrà farcela?

L'unica degna di essere chiamata studentessa in un mare di teste di legno.

 

Per Salazar!

E' tardi.

Corro verso la Sala Grande per il pranzo prima che Minerva mi accusi di avere una fidanzata nascosta nell'ufficio.

Chissà chi saranno questi ospiti...magari il Ministro Shaklebolt con qualche auror.

 

Appena entro nella Sala i miei occhi vengono catturati da tre corpi che si abbracciano.

Sono Potter, Weasley e la Granger.

Ecco perchè Minerva non mi ha detto l'identità degli ospiti.

Ancora loro no.

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

Odio alzarmi con il mal di testa.

Odio non riuscire a dormire.

Odio fare certi discorsi con Ginevra prima di andare a letto.

Prendo in mano i due libri di Piton.

Li guardo, li sfoglio...li annuso.

Adoro l'odore dei libri.

Questi hanno lo stesso profumo del professore, è possibile?

Ci sono anche delle note aggiunte qua e là, con una calligrafia molto elegante.

Dev'essere una sua abitudine scrivere sui bordi, ricordo ancora gli appunti sul libro di pozioni.

Perchè avrà dato questi volumi?

Sinceramente non mi bevo la storia delle mie capacità, insomma è Piton.

C'è qualcosa sotto...

Non avrebbe mai fatto una cosa come quella di ieri sera.

Abbracciarmi.

Meglio andare a lezione.

 

Due ore di Incantesimi.

Due ore di Erbologia.

Un' ora di Storia della Magia.

Dove potevo trovare il tempo di distrarmi?

 

“Dimmi che hai preso appunti, Herm” con Neville ci stavamo incamminando verso la Sala Grande per il pranzo.

“Si, tranquillo”.

“Grazie mille! Io non so come fai a seguire con tanta attenzione questa materia, è così noiosa” il ragazzo dai capelli neri e il sorriso dolce sbuffò sonoramente.

“Farò finta di non aver sentito” scoppiammo a ridere.

“Guarda un po' chi si rivede!” una voce a me familiare mi fece voltare, Harry.

 

Come un missile mi lanciai addosso al mio migliore amico.

Era proprio Harry.

Mi era mancato un sacco.

Lo stritolai per bene, sotto lo sguardo sereno di Ginny.

 

“E a me niente?” Ron.

“Ron Ron!” fu anche il suo turno di stritolamento.

 

Il mio fidanzato mancato.

So che tutti avrebbero voluto vederci insieme.

C'erano molte aspettative su di noi.

Ma eravamo rimasti amici, soltanto buoni amici.

Il bacio era stato una parentesi.

 

“Ma che ci fate qui?” ero troppo felice.

“Qualcuno ci ha chiamati ed eccoci qui per te” i due alzarono lo sguardo verso il tavolo degli insegnanti.

 

Una sorridente Minerva McGranitt ci stava guardano.

Anche un accigliato Piton ci stava fissando, o meglio stava fulminando i due ragazzi.

 

“La preside ci ha dato il permesso di rimanere qui stasera, per stare un po' con te e parlare...” sorrise triste il rosso.

“Ne ho davvero tanto bisogno, soprattutto adesso che siete tutto quello che mi è rimasto” una lacrima solitaria mi solcò la guancia.

“Ragazzi, che ne dite di mangiare adesso?” la piccola Weasley sdrammatizzò quel momento.

 

Eravamo tutti a tavola.

Ginny ed Harry da una parte.

Io e Ron davanti a loro.

Sembrava essere tornati indietro nel tempo.

Il Golden Trio di nuovo insieme.

 

“Prima che ve ne torniate tutti alle vostre faccende, ci tenevo a fare un annuncio...Come sapete tra pochi giorni ci saranno le vacanze di Natale e molti di voi andranno dalle proprie famiglie, volevo annunciarvi che si terrà una festa di Natale qui al castello” disse sorridente la donna.

 

Un boato generale si alzò dalla sala.

Tutti gli studenti sembravano contenti della notizia.

 

“Il ventitré dicembre, cioè precisamente tra una settimana, vi voglio tutti qui per festeggiare l'ultimo giorno di lezioni di quest'anno. Ora potete andare, buona giornata a tutti” la preside concluse il suo discorso.

 

Una massa di gente si ammucchiò vicino all'uscita.

L'atmosfera generale era molto positiva.

La prima festa dopo la ricostruzione di Hogwarts.

Natale.

Natale senza mamma e papà.

Rivoglio indietro la mia vecchia vita.

 

 

 

POV SEVERUS

 

Fermi tutti.

Ho capito bene?

Una festa di Natale?

Stiamo scherzando spero.

Cosa c'è da festeggiare?!

Per fortuna sarò in missione, forse dovrei davvero ringraziare quel pazzo di Albus.

 

“Non ti sembra un'ottima idea, Severus?” la Sprite mi sta guardando sorridente.

“No”.

“Eddai, non essere sempre così antipatico” mi ha appena dato una pacca sulla schiena? Come osa?

“Non mi piacciono le feste”.

“La musica, le luci, gli addobbi, il cibo...” sospirò tutta contenta Minerva.

“Il fracasso, il mal di testa, la noia e quegli stupidi ragazzini” questi sono gli elementi di una festa.

“Ma ci saranno le danze!” ecco, mancava soltanto la Cooman, ma dove sono finiti gli altri professori maschi?!

“Non m'importa, tanto io non ci sarò” meglio annunciarlo ora.

“Come sarebbe a dire che non ci sarai?” la preside sgranò gli occhi.

“No, non passerò le vacanze qui quest'anno, ho degli impegni da sbrigare”.

“Non puoi mancare alla festa, è un obbligo!” quella vecchia...

“Ma io-” fui subito interrotto.

“Tu sarai alla festa, poi il giorno seguente andrai dove devi andare” quel tono significava soltanto una cosa: non puoi ribattere.

“Va bene” ringhiai.

 

Piuttosto innervosito abbandonai la tavolata.

Amati sotterranei sto arrivando.

 

“Professor Piton!” e adesso chi è?!

 

Potter, certo.

Mancavi proprio tu in questo momento.

 

“Potter”.

“La trovo in gran forma, signore” mi sta sorridendo? Ma cosa hanno tutti oggi?!

“Non posso dire lo stesso di lei, Potter...cos'è l'addestramento da auror è troppo duro per il nostro bambino prodigio?”.

“Vedo che il suo senso dell'umorismo è rimasto intatto...comunque si, l'addestramento è faticoso ma sia io che Ronald ce la stiamo cavando alla grande” non puntare i tuoi occhi nei miei, ti prego.

 

Ho pensato che sarei morto con quelle iridi stampate in testa.

Quel verde smeraldo.

Lily Evans.

L'unica persona davvero importante nella mia inutile vita.

 

“Ah, già, anche Weasley sta tentando...dov'è?” distolsi lo sguardo come per cercare il rosso, ma in realtà il motivo non era quello.

“E' con Hermione...”.

 

Cos'è questo fastidio che provo?

Lo sanno tutti che Ronald Weasley è il fidanzatino della Granger.

Non sono di certo geloso del loro rapporto.

Insomma, cosa me ne importa?

E' però difficile da credere...impiastro Weasley con la brillante principessina Grifondoro.

Brillante?

Principessina?

Un viaggio è decisamente quello che mi ci vuole!

 

“Ha saputo dei genitori di Hermione...lei crede che siano morti?” riprese il ragazzo con la cicatrice.

“Non lo so, sei tu quello che ha dei buoni agganci al Ministero”.

“Nessuno sa nulla, ci ho già provato”.

“Credo-” venni interrotto nuovamente.

“Severus!” Narcissa? E lei adesso cosa vuole?

“Narcissa...” che sia successo qualcosa a Draco?

“Professore io vado dagli altri, è stato un piacere parlare con lei”.

“Si, Potter, non posso dire lo stesso” se ne va sorridendo.

 

Queste donne finiranno per ammazzarmi.

 

 

 

POV HERMIONE

 

“Una festa!” saltellò Ginny felice.

“Già” mi limitai.

“Non sei contenta? La musica, il cibo, gli abiti da sera!”.

“Dai Herm, magari sarà divertente” anche Ron sembra sereno.

“E' che non sono proprio nella condizione di potermi divertire...”.

“Ci penseremo noi a te! Andremo a fare shopping, Ron ed Harry ci faranno da cavalieri e per una sera ti faremo staccare la spina!” la ragazza mi abbracciò forte.

“Ovviamente a Natale sarai nostra ospite alla Tana, la mamma ci uccide se non riusciamo a portarti a casa con noi” sorrise il mio migliore amico.

“Ne sono onorata” era bello sentirsi amati, ma comunque non sono una Weasley e non sono la mia vera famiglia.

“Scusate, ma Harry?” la rossa si voltò a cercarlo.

“E' andato a salutare il professor Piton...io non riesco ancora a capire come abbia fatto a salvarsi e poi mi fa ancora paura”.

“Ron, sei grande per aver ancora paura di Piton e poi stai per diventare un auror!” lo presi in giro.

“Quell'uomo è un pipistrello, non mi stupirei se scoprissimo che sia un animagus e possa trasformarsi in un pipistrellaccio!”.

 

Sia io che Ginny scoppiammo a ridere.

Mi erano mancate le uscite buffe di Ron.

Nonostante le sue paure, è cresciuto.

Sta diventando un uomo.

 

“Ehi, ragazzi! Scusatemi, sono andato a salutare il professor Piton” l'eroe del mondo magico ci raggiunse nella Sala Comune.

“Come l'hai trovato?” volevo vedere se anche lui avesse notato qualcosa di strano in lui.

“Bene, voglio dire è sempre il solito Piton”.

“Anche in classe è rimasto uguale” sbuffò Ginevra.

“Non sono riuscito a parlarci molto perchè poi è arrivata la madre di Draco”.

“Narcissa Malfoy?” Ron fece una faccia stupita.

“Ma non sarà che tra i due...ci sia qualcosa?” Ginny e i pettegolezzi erano una sola cosa.

 

Cos'è questo fastidio che provo?

Severus Piton e Narcissa Malfoy insieme.

Non mi stupirebbe se tra i due ci fosse qualcosa.

Ma no, è sbagliato.

Lei è così...e lui...

Il professor Piton non è il tipo da relazione.

Non sono gelosa del loro rapporto.

 

“Ma passiamo alle cose serie...come ti senti, Herm?” Harry era sempre stato come un fratello per me.

“Non bene, ma sto cercando di andare avanti”.

“Papà sta cercando di saperne di più su questa storia” Ron mi passò una mano sulle spalle.

“Sono morti, che altro c'è da sapere?”.

“Solo perchè sono cessate le ricerche non vuol dire che si ha la certezza della loro morte...” buttò lì il prescelto.

“Grazie Harry, ma illudermi è l'ultima cosa che mi serve...sono rimasta sola, questa è lìunica verità”.

“Non sarai mai sola, Herm! Noi siamo e saremo per sempre la tua famiglia...certo, non abbiamo lo stesso sangue, ma sai che ti vogliamo bene quanto i tuoi genitori” seguì un abbraccio stritola ossa tutti insieme.

 

La mia nuova famiglia.

Non è una questione di sangue.

Ricorda, Hermione, non è soltanto una questione di sangue.

Ma resta il fatto che mi mancano.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Ecco il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto! Scusate se magari vi aspettavate un aggiornamento più recente, ma sono impegnata con le lezioni all'università. Prometto però di non abbandonare la storia fino alla fine e di non pubblicare una volta all'anno, cercherò di essere costante. Grazie per il supporto, per le bellissime recensioni e se avete voglia continuate pure con consigli, rimproveri o altro. Alla prossima!

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

 

 

POV SEVERUS

 

“Sei pronto a partire, Severus?”.

“Quante volte devo ripeterti che non ti voglio qui nel mio studio?” sbuffo voltandomi verso il quadre alle mie spalle.

“Se hai messo una cornice vuol dire che inconsciamente mi ci vuoi” sorrise il vecchio preside.

“Si, sono pronto a partire”.

“Mancano solo due giorni, poi dovrai dedicarti alla tua missione”.

“Come hai vecchi tempi, no? Solo che questa volta non rischio la vita ogni secondo che passa...”.

“Ti manca quella vita, lo so” quello sguardo brillante non l'avevo mai sopportato.

“Avere la morte alle calcagna mi manca molto, sentire l'odore della fine poi...ma che diavolo blateri?!” sbotto.

“Severus una spia rimane sempre una spia, è inutile che lo nascondi, a te manca l'azione sul campo”.

“Anche se fosse non sono affari tuoi, l'ultima volta che sono stato sul campo ti ho ucciso e mi sono fatto uccidere quindi”.

 

Ogni singola notte sogno quel giorno.

Ho stampato nella mente lo sguardo di Albus Silente che mi supplica.

Sono stato un assassino in molte circostanze, ma mai nessuno mi aveva chiesto di morire.

Può sembrare strano.

Non sono mai stato un Mangiamorte come gli altri.

Io non seguivo gli ideali del Lord o dei suoi seguaci.

Mi avevano detto che avrei potuto auspicare alla conoscenza universale se solo mi fossi schierato dalla parte giusta.

La stupidità e la sete di conoscenza mi avevano incastrato.

Ero soltanto un ragazzino rifiutato dalla donna amata e con tanto odio sulle spalle.

Tornassi indietro non so cosa farei.

Di nuovo l'ombra?

O la luce?

Una cosa è certa, salverei Lily ed Albus.

 

“Per quanto ancora mi odierai?”.

“Albus...non lo so, forse per sempre...tu eri come un padre per me e...mi hai chiesto di ucciderti” non piangerò, gli uomini non piangono.

“Perdonami ragazzo mio, ma era l'unica soluzione” vedo compassione in quelle iridi color cielo.

“Ne riparleremo al mio ritorno, ora devo andare” misi da parte i fogli che stavo esaminando ed uscii dallo studio.

Userò questo viaggio per fare chiarezza.

Per stare da solo a pensare.

Riflettere sugli avvenimenti passati.

 

 

 

POV HERMIONE

 

“Gambe in spalla!” urla Ginevra qualche passo davanti a me.

“Si, ma non correre così!”.

“Vuoi che ci rimangano soltanto gli scarti? La moda è guerra, piccola Hermione!”.

 

La mia migliore amica mi aveva buttata giù dal letto per andare ad Hogsmeade.

Per fare shopping.

Avrei potuto studiare.

Invece no.

Ginny è convinta che dobbiamo accaparrarci i due abiti più belli del mondo per la festa di Natale.

Manca poco tempo al fatidico giorno, e lei già è su di giri.

Io non sono il tipo.

Il Ballo del Ceppo fu solamente un'eccezione.

 

“Va bene, ma sbrighiamoci perchè volevo finire il tema di Incantesimi prima delle vacanze”.

“Non ci credo...hai già iniziato i compiti delle vacanze?” la ragazza sgrana gli occhi color cielo.

“Veramente li ho praticamente finiti”.

“Sei incorreggibile! Quand'è che la smetterai di essere così diligente e proverai il brivido del divertimento? Per fortuna c'è questo evento, vedrai ci penserò io a te!” quello sguardo malizioso non portava mai buone notizie ma soltanto problemi.

“Ginny ti ringrazio ma vorrei tenere un profilo basso, starò alla festa un'oretta giusto per far vedere la mia presenza e poi me ne andrò” sinceramente non me la sento di festeggiare.

“La solita guastafeste!”.

“Mi dispiace, ma cerca di capire...” cosa dovrei festeggiare?

“Va bene...ma almeno facciamo che quell'ora che passerai alla festa sia indimenticabile” sorrise prendendomi sottobraccio.

 

Ginevra Weasley.

La ragazza più dinamica che abbia mai conosciuto.

Passava dall'essere una tenera principessina dai capelli rosso fuoco, a imprevedibile e inarrestabile regina del Quidditch in un nanosecondo.

Dolce e forte.

Harry ha trovato proprio la compagna perfetta.

 

Arrivate al negozio di vestiti, fui subito abbandonata all'entrata.

Notai che molte ragazze di Hogwarts stavano facendo spese per la festa.

Persino la Cooman perlustrava i vari scaffali.

 

“Guarda questo, ti starebbe d'incanto!” la mia amica attira la mia attenzione.

“Non è il mio stile...” dico guardando l'abito rosa confetto che ha in mano.

“Allora questo?”.

“Ginny non ti preoccupare, faccio un giro da sola” le sorrido allontanandomi.

 

Passai da un abito all'altro con scarso interesse.

Lo shopping non era mai stato così entusiasmante per me.

Alzai lo sguardo distrattamente e lo vidi.

Il mio vestito.

Mi fiondai verso un manichino e restai incantata.

 

“Ehi, Herm, cosa stai...per Goddric! E' bellissimo! Devi assolutamente provarlo!” una testa rossa comparve al mio fianco.

“L'ho trovato, Ginny” dissi non staccando gli occhi da quella meraviglia.

 

Era un abito semplice.

Color lilla.

Scollo a cuore, corpetto stretto con dei ricami di un viola più scuro.

Lungo fino a coprire i piedi, cadeva in modo molto morbido.

Decisamente il mio stile.

Carino, senza essere troppo pretenzioso.

 

Tornammo al castello più che soddisfatte.

Ginevra aveva trovato un vestito molto elegante color panna.

Le stava benissimo.

Sembrava una principessa.

Ora non restava che aspettare il fatidico giorno.

 

 

POV SEVERUS

 

Ultimo giorno di lezioni.

Si tornerà ad anno nuovo.

Spero solo con buone notizie.

 

Minerva mi ha obbligato a vestirmi diversamente del solito per questa stupida festa di Natale.

Abito elegante nero, ovviamente.

La camicia bianca stona su di me.

Non sono il tipo da colore bianco.

Il bianco è il colore della purezza.

E' il colore della Granger.

Non il mio.

Io sono il nero.

Quello che assorbe.

Quello che uccide.

 

“A cosa stai pensando, Severus?” vengo sorpreso alle spalle dalla preside.

“Niente”.

“Sei pronto?” la donna si avvicina con il suo vestito verde bottiglia.

“Si, devo soltanto mettere questa stupida cravatta” sbuffo cercando di fare il nodo.

“Aspetta, ti aiuto” la preside si avvicina sorridendo.

 

Si, Minerva McGranitt è un po' la mia mamma.

So che mi vuole bene come se fossi suo figlio.

Per tutto il periodo di convalescenza è stata al mio fianco, anche nei momenti peggiori.

Mi ha chiesto scusa almeno mille volte per non aver creduto nella mia lealtà.

L'ho perdonata.

Non era colpa sua.

 

“Ecco fatto, stai molto bene, ragazzo mio” quegli occhi stanchi ma brillanti.

“Grazie”.

“Ti va di accompagnare questa povera vecchia alla festa?”.

“Sarebbe un onore” le porgo il braccio.

 

Mi dispiace non sono il tipo da baci o abbracci.

Ma infondo lei sa che le voglio bene.

Lo capisco dai suoi sguardi, dai suoi gesti.

 

Arrivati alla Sala Grande mi stupii dell'impegno messo dai miei colleghi per decorarla.

Ammetto che era davvero un bello spettacolo.

Forse troppo rosso e troppo oro, ma alla fine non posso lamentarmi.

E' la festa di Natale.

 

Cerco di nascondermi il più lontano possibile dalla folla.

Non amo stare tra la gente.

Mi verso subito un bicchiere di vino elfico.

L'alcol sarà il mio unico alleato stasera.

Osservo le persone.

Gli studenti sono tutti felici, allegri.

Con i loro abiti sfarzosi ed eleganti.

Troppi lustrini per i miei gusti.

Preferisco un abito semplice addosso ad una donna.

Deve essere lei a rendere il vestito bello, deve avere portamento.

Ad un certo punto noto che tutte le teste, soprattutto quelle maschili, voltarsi verso l'entrata della Sala.

E solo in quel momento la vedo.

Hermione Granger.

La principessina di Grifondoro sta facendo il suo ingresso.

Indossa un abito da sera color lilla.

Semplice ed elegante.

Porta i capelli legati in una treccia morbida adagiata su una spalla.

Il trucco leggero che risalta le iridi color miele.

E' bellissima.

 

Sono un rammollito.

Probabilmente anche un pervertito.

Ma non posso non guardarla.

E' la più bella dell'intera festa.

Sono un uomo e sono dotati di occhi ben funzionanti.

Quello che mi infastidisce sono gli altri maschi.

Non mi piace come la stanno squadrando.

E Weasley poi, lo sto odiando proprio.

La mia si chiama invidia.

Ron Weasley è l'uomo più fortunato della festa.

 

“Hermione è incantevole stasera, non trovi?” mi volto e mi accorgo di essere affiancato alla preside.

“E' una mia studentessa” rispondo risoluto.

“Non essere sempre così rigido, e poi ti ho visto che la stavi ammirando” quell'espressione maliziosa.

“Ma che stai dicendo, Minerva?” fingo indignazione.

“Non c'è nulla di male, tu sei un uomo e lei è una donna”.

“Va bene...è carina, okay?!” ammetto.

 

Sono proprio diventato un debole.

 

 

POV HERMIONE

 

Finalmente una sveglia tranquilla.

Niente ritardi, niente urla di Ginevra.

In effetti non è nel suo letto.

Guardo l'ora e noto che sono le dieci passate.

Con calma mi preparo e scendo in Sala Grande per la colazione.

 

“Ecco la dormigliona” mi saluta la mia migliore amica tra un boccone e l'altro.

“Buongiorno ragazzi” sorrido a Neville e Luna.

“Pronta per stasera?” Ginny è già a mille.

“Ron ed Harry ti hanno fatto sapere qualcosa?” prendo una fetta di pane tostato, distratta.

“Si, ci saranno” batte le mani eccitata.

“Dobbiamo anche fare le valigie” le ricordo.

“Prima ci prepareremo al meglio, cara mia”.

 

Così iniziò la mia giornata di tortura.

Riuscii a preparare i bagagli prima di pranzo.

Poi fu il caos.

Ginevra mi obbligò a fare trattamenti per il corpo, maschere facciali e altre cose noiosissime.

Passai non so quante ore nelle mani di quella pazza scatenata.

Alla fine però i risultati erano ben visibili.

Lo capii da come tutte le persone nella Sala Grande mi fissavano stupefatte al mio arrivo.

Ron mi aveva riempita di complimenti fin dal primo secondo.

Quindi...grazie Ginny.

 

“Ragazze, andiamo a prendervi qualcosa da bere” sorrise il ragazzo con la cicatrice.

“Grazie, vi aspettiamo qui” lo congedò con un bacio la sua bellissima fidanzata.

“Allora, alla fine la tortura di questo pomeriggio ha dato i suoi frutti, non è vero?”.

“Si, ne è valsa la pena...guardai come sono lisci e morbidi i miei capelli, quel trucchetto devi proprio insegnarmelo!”.

“Segreti professionali” mi fece l'occhiolino la rossa.

“La Sala è davvero bellissima” dissi guardandomi intorno.

“I professori hanno fatto un ottimo lavoro...a proposito di professori, quando siamo entrate Piton ti fissava...non è che ha un debole per te?” quello sguardo malizioso.

“Ma che dici?!”.

“Comunque sembra che anche lui abbia abbandonato le sue solite vesti per una sera”.

 

Mi volto nella direzione in cui sta guardando la ragazza.

E solo in quel momento lo vedo.

Severus Piton.

Il principe Mezzosangue.

Indossa un completo nero con camicia bianca e cravatta in tinta.

E' molto elegante.

Ammetto che quell'abbigliamento gli dona parecchio.

Ma che cosa sto dicendo?

E' il mio professore.

E' l'arcigno pipistrello dei sotterranei.

Sono una donna e sono munita di occhi.

Sta davvero bene.

 

La serata prosegue tra chiacchiere con gli altri e musica.

Neville e Luna si sono fidanzati dopo la guerra e sono così carini insieme.

L'imbranato e la lunatica.

Quanti ricordi.

Ma entrambi sono cresciuti.

Sono diventati grandi.

Poi ci sono Harry e Ginny.

Una coppia così affiatata.

Li invidio molto.

In fine io e Ron.

Noi non siamo una coppia.

Anche se nei suoi occhi leggo interesse.

Mi dispiace Ron, ma rimarremo soltanto buoni amici.

 

“Andiamo a ballare!” la biondina trascina il suo compagno sulla pista da ballo.

“Harry, ti prego, andiamo anche noi?” la mia migliore amica sa come far capitolare il suo fidanzato.

“Herm, ti dispiace se vado a salutare degli amici?”.

“Vai pure Ron, io esco a prendere una boccata d'aria” gli sorrido.

 

Esco e percorro i lunghi corridoi fino all'uscita del castello.

Passeggio fino ad arrivare alla riva del Lago Nero.

E' così tranquillo.

Il silenzio della notte lo rende magico.

Avevo decisamente bisogno di un momento di calma e di solitudine.

La serata è stata organizzata in modo perfetto.

Ma sono io quella a non essere dell'umore per festeggiare.

Di solito a quest'ora ero a casa con mamma e papà.

Il tipico Natale in famiglia.

Mi mancano.

Una lacrima scappa e riga la mia guancia.

 

“Signorina Granger, cosa ci fa qui fuori?” una voce mi prende alla sprovvista.

“Professor Piton, mi ha spaventata...”.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Scusatemi per il ritardo, ma cerco di fare del mio meglio per voi e per la storia. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

 

POV SEVERUS

 

Lo sapevo che questa festa sarebbe stata soltanto una rottura.

Non sopporto tutto quello che mi circonda.

Le ragazzine che starnazzano.

I ragazzini che si atteggiano a uomini per fare colpo.

L'unica cosa positiva è il bicchiere di vino elfico che ho in mano.

Sono già al terzo.

Non sono ubriaco.

Preferirei del buon whiskey incendiario ma la preside ha proibito gli alcolici pesanti.

E poi questo bicchiere è il mio scudo da stupidi inviti.

No, non voglio ballare.

Io il pipistrello dei sotterrai che danzo in mezzo alla pista?

Rovinerebbe soltanto la mia reputazione di terrore della scuola.

No, passo.

Minerva ha provato a giocarsi la carte dell'autorità.

Lei la preside.

Io il Vice preside.

Dobbiamo aprire le danze.

No, non credo.

 

Resto ancora per un po' fermo al tavolo delle bibite.

Ben nascosto.

Poi decido di uscire da questa sala.

La musica è assordante.

L'aria è decisamente troppo calda e consumata.

Percorro i corridoi fino ad uscire dal castello.

E' una serata tranquilla, silenziosa.

Camminando per il giardino allento il nodo della cravatta.

Mi sta dando fastidio alla cicatrice gentilmente lasciatami da quello schifoso serpente.

 

Una figura è seduta vicino alla riva del Lago Nero.

Non riesco a vedere chi sia.

Potrebbe essere un malfattore.

E' troppo buio per vedere da lontano così mi avvicino con passo felpato.

Tiro fuori la bacchetta.

 

E' la Granger.

Perchè Hermione Granger non è alla festa?

 

“Signorina Granger, cosa ci fa qui fuori?” dico con voce ferma.

“Professor Piton, mi ha spaventata...” si volta, presa alla sprovvista.

Sta piangendo.

Cosa dovrei fare adesso?

Non sono di certo la persona adatta per consolare una donna.

 

“Non ha risposto alla mia domanda” bravo Severus, rimani nel tuo ruolo di professore.

“Scusi, comunque sono soltanto uscita a prendere una boccata d'aria” dice passandosi una mano sulla guancia rigata.

“Potrei toglierle dei punti per questo”.

“Ma non lo farà, vero?” mi guarda in modo strano, sta forse tentando di intenerirmi?

“L'espressione da cane bastonato non ha effetto su di me, dovrebbe saperlo”.

 

Mi siedo sull'erba.

A qualche passo da lei.

Meglio non avvicinarmi troppo.

Lei è bellissima.

Io sono un uomo.

Un suo professore.

 

“Come mai invece lei è qui?” mi domanda mentre contempla il paesaggio davanti a lei.

“Non credo siano affari suoi...”.

“Magari vuole stare solo, posso andarmene se vuole” fa per alzarsi, ma la fermo con un gesto della mano.

“Sono uscito perchè non ce la facevo più, non è il mio ambiente” ma perchè le so dicendo questo?

 

Severus dove sei finito?

 

“Neanche il mio” ammette sospirando.

“Mi sembrava che si stesse divertendo con Potter e i due Weasley” sputo quasi con disprezzo l'ultimo cognome.

“Si, certo sono i miei amici ma...no, non importa” probabilmente pensa che io non abbia un cuore, si aspetta una presa in giro da parte mia.

“Dica pure, tanto penso di aver bevuto abbastanza vino elfico da non ricordare questa conversazione domani mattina” mento.

“Dovrebbe andare a riposare allora” sento una leggera preoccupazione nelle sue parole.

“Sto bene” sbuffo.

“Se lo dice lei...” la vedo incrociare le braccia leggermente tremolante.

“Tenga” dico togliendo e passandole la mia giacca.

“Io...g-grazie” mi sorride incerta.

 

Ho appena dato la mia giacca ad una studentessa.

Ma cosa mi prende?

Non riesco a resistere a quella ragazza.

Sono un debole.

 

“Ora se le va di raccontarmi il perchè della sua fuga”.

“Non sono scappata”.

“Come no...”.

“E' solo che i miei genitori sono morti ed io sono qui a festeggiare, non mi sembra giusto...dovrei essere a casa con loro in questo momento, come tutti gli anni” dice lasciandosi sfuggire una lacrima.

 

Perchè mi fa così male vederla piangere?

Non è una persona importante per me.

E' un'alunna come tante altre, pure Grifondoro.

Aveva ragione Albus.

Sono i sensi di colpa a divorarmi.

 

“Sa, quand'ero piccola i miei genitori mi portavano in giro per Londra il ventitré dicembre, non facevamo nulla di spettacolare...ma eravamo insieme, felici...poi la Vigilia la trascorrevamo in qualche posto speciale. Papà adorava viaggiare, anche solo per un giorno...una volta sono stata a Parigi, mi ricordo la maestosità della Torre Eiffel” era così indifesa mentre parlava del suo passato.

“Sei stata fortunata, non tutti hanno avuto le tue stesse opportunità”.

“Già...”.

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

Non riesco a capire se sto sognando oppure no.

Per quale oscuro motivo Severus Piton è seduto qui accanto a me?

Perchè mi sta parlando come se fossimo amici?

E' davvero ubriaco come dice?

A me non sembra.

Dov'è finito il tenebroso pipistrello dei sotterranei?

 

“Dove passerà le vacanze, signorina? Ho notato che nella lista dei rimanenti non c'è il suo nome” non osa guardarmi in faccia.

“Ha davvero guardato se c'era il mio nome? Comunque alla Tana con gli Weasley...e lei? Neanche il suo nome è sulla lista...” ammetto di averci sbirciato, ma soltanto per curiosità.

“Noto che anche lei ha controllato se c'era il mio nome” sembra divertito.

“E' stato solo un caso, proprio come penso sia stato per lei” gli sorrido furba.

“Non sarò al castello quest'anno, ho delle cose da fare”.

“Che genere di cose se posso permettermi? Sta facendo delle ricerche per pozioni?” Dio, la mia sete di conoscenza va oltre ogni limite.

“Lei è davvero una So-tutto-io, lo sa? Si, vado per delle ricerche...” gli occhi del professore si scuriscono un po' appena pronuncia la risposta alla mia domanda.

“Capisco”.

“Starà con i suoi amici, certo non sarà lo stesso ma è diventata la sua famiglia ormai e se non sbaglio lo diventerà ufficialmente tra qualche tempo” ma che cosa sta dicendo?

“Gli Weasley mi hanno praticamente adottata ma non sono la mia vera famiglia, voglio loro bene ma...io una mamma e un papà ce li ho, o meglio ce li avevo” fa male, ancora.

“Che siano in vita oppure no, nulla può cambiare quello che hanno fatto per lei e tutto quello che avete vissuto insieme”.

“Uno stupido Oblivion ha cancellato tutto” se ripenso agli errori che no fatto...sono una delle streghe più intelligenti di Hogwarts e non ho saputo rimediare.

“Non nella tua testa, Granger” sbaglio o si è avvicinato?

“Magra consolazione” sospiro triste.

 

Restiamo un attimo in silenzio.

Entrambi contempliamo il paesaggio davanti a noi.

Il lago è illuminato soltanto dalla luce delle stelle e della luna.

Il leggero bagliore si specchia nell'acqua.

La notte fa da sfondo a questa strana serata.

 

“Lei invece sarà da solo nelle sue ricerche?”.

“Non mi sembra una domanda da fare ad un professore”.

“Mi scusi è solo che pensavo...” okay, come faccio a salvarmi da una simile figuraccia?

“Pensavi cosa?” sta gongolando, lo sento.

“Che lei e...la signora Malfoy...” in un nanosecondo il mio viso diventa viola dall'imbarazzo.

“Io e Narcissa? No, non verrà con me” sembra sorpreso dell'insinuazione.

“Non volevo essere fuori luogo...”.

“E tra lei e Weasley?”.

 

Cosa gliene importa?

Questo non è il Severus Piton che conosco.

Si, è ubriaco.

Deve esserlo.

Però anche io gli ho domandato della madre di Draco...

Quindi in realtà è partito tutto da me.

Hermione sei una stupida.

 

“Siamo amici, credo come lei e la signora Malfoy” meglio restare sul diplomatico.

“Ora siamo stati entrambi fuori luogo” sta forse sorridendo?

“Perchè questa sera non si comporta come il solito professor Piton?”.

“Perchè a volte è facile uscire dal proprio ruolo, ma per un tempo molto limitato altrimenti si perde il punto della situazione”.

“Quindi adesso sto parlando con Severus Piton e basta?” oggi posso rischiare, tanto poi ci sono le vacanze e per un po' non ci incontreremo.

“Dipende, le piace?”.

“E' stranamente tranquillo” ammetto.

“Allora si, potrebbe essere Severus Piton e basta”.

 

Mi piace?

Dovrei dire di no ma...

E' così strano.

Di certo lo preferisco alla solita figura rigida ed autoritaria.

Ma mi piace?

Non lo so.

Forse mi intriga.

 

“Mi piace il suo vestito, professore” tornare ai ruoli prima di perdere il lume della ragione.

“Avrei preferito vestirmi come al solito ma Minerva mi ha obbligato”.

“Le dona questo look quasi babbano”.

“Anche lei sta bene vestita così” distoglie lo sguardo, cos'è in imbarazzo?

“E' difficile vedermi così in ghingheri, non è il mio stile”.

“Dovrebbe rifletterci su...”.

 

Piaccio a Severus Piton?

La spia?

Il principe Mezzosangue?

Principe.

Ha quell'aria nobile ogni tanto.

Si, è decisamente intrigante.

 

“Meglio rientrare, si sta facendo tardi” dico alzandomi.

“Si, ha ragione” mi segue.

“Sicuramente i ragazzi mi staranno cercando” è una scusa, non ci credo neanche io mentre lo dico.

“Già...ho bisogno di un letto” si passa una mano tra i capelli neri.

“Domani dovrà essere in forma per la partenza”.

“Dovrò essere lucido”.

 

Insieme ci incamminiamo verso il castello.

Mi dispiace rompere questo momento idilliaco.

Ma ho paura delle scoperte che potrei fare.

Ho paura di me stessa.

Non so rispondere alla sua domanda.

Mi piace Severus Piton?

“Buonanotte professore” gli sorrido appena entriamo dal grande portone.

“Anche a lei” dice mentre gli passo la sua giacca.

“Buon Natale, dato che non ci rivedremo fino al ritorno a scuola” aggiungo prima di raggiungere il mio dormitorio.

“Buon Natale, Hermione”.

 

Ecco, le nostre strade si sono divise.

Lui cammina con passo elegante giù per il corridoio che porta ai sotterranei.

Io invece mi dirigo dalla parte opposta.

Mi ha chiamata per nome.

Non lo aveva mai fatto prima.

Neanche durante la guerra.

Adoro come ogni lettera del mio nome scivola dalle sue labbra.

Lo dice in modo affascinante.

 

Bene, avrò molto a cui pensare durante queste feste.

Perchè non poteva rimanere il freddo professore di pozioni?

Perchè ha mostrato la sua parte più docile?

Entro la fine di quest'anno dovrò dare una risposta alla sua domanda.

Alla mia domanda.

Mi piace?

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Come avevo promesso ho aggiornato prima del previsto, poi non dite che non mantengo le promesse :-) Btw, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Lasciatemi pure qualche recensione o commento, sarà felice di leggere i vostri pareri, suggerimenti o critiche. Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


*Chiedo umilmente scusa per il ritardo! Non volevo far passare così tanto tempo tra un capitolo e l'altro ma purtroppo ho avuto diversi impegni. Ci tengo a precisare che non è per colpa di un calo di idee o voglia di chiudere la storia.

Basta, vi lascio al capitolo, ci vediamo alla fine!

 

 

 

CAPITOLO 10

 

 

 

POV SEVERUS

 

Prima settimana.

Australia.

Questo caldo è snervante.

Ma come fanno a vivere in questo modo?

Le stagioni qui sono l'opposto delle nostre.

Mentre ad Hogwarts hanno la neve, io ho la spiaggia.

Devo ammettere però che Melbourne è una bella città.

Ho chiesto in giro alle mie vecchie fonti e mi hanno mandato in questo posto.

Odio vestirmi in modo babbano.

Non riesco a mimetizzarmi del tutto.

La gente mi guarda in modo strano.

Forse perchè sono vestito completamente di nero...

Si, è decisamente questo il motivo.

 

Dei Granger ancora nessun avvistamento.

Ho fatto degli incantesimi di riconoscimento ma non hanno dato ancora i loro frutti.

Passo le giornate a mostrare in giro la loro foto di famiglia.

Me l'ha data Albus.

Paul Granger.

Gabrielle Granger.

Ed Hermione.

In questa foto sembrano felici.

La bambina dai capelli indomabili ha davanti a sé una torta al cioccolato.

La coppia la sta abbracciando.

 

Hermione.

Chissà come se la sta passando alla Tana.

Non la vedo dal giorno della festa.

Che diavolo mi era saltato in mente quella sera?

Sono stato uno stupido.

Talmente stupido da essermi portato dietro la giacca del completo che indossavo.

Mi giro e la vedo appoggiata sul letto della mia stanza.

Ha il suo profumo.

Vaniglia con una leggera nota di fragole.

Sono diventato dipendente dal suo odore.

Sono un pazzo.

Lei è una mia studentessa.

Nient'altro.

Non può essere altro.

Non deve.

Il suo viso è ben stampato nella mia testa dal primo giorno di scuola.

Quella sera sulla Torre di Astronomia.

Lì l'ho conosciuta davvero.

Non più la Granger.

Non più la So-tutto-io.

Solo...Hermione.

 

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

Prima settimana.

Tana.

C'è aria di serenità.

Di felicità.

Gli Weasley sono energia allo stato puro.

Nonostante i colpi ricevuti con la guerra.

Per queste feste si sono riuniti tutti.

Charlie.

Bill e Fleur.

Percy.

George.

Ron.

Ginevra.

E poi io ed Harry.

Ormai facciamo parte della famiglia a tutti gli effetti.

 

“Ehi, che ci fai qui tutta sola?” mi sorprende George.

“Niente, avevo troppo freddo per uscire con gli altri” mento guardando le figure fuori dalla finestra.

“...non è per il freddo” sorride leggermente il ragazzo dai capelli rossi.

“No...”.

“Sono belli, vero?” George indica la sua famiglia con la testa.

“Si, molto”.

“Loro ci sono sempre, non abbandonano nessuno...ne me ne te...ma non possono capire fino infondo” il suo tono era stranamente calmo.

“Mi mancano i miei genitori” ammetto.

“Mi manca Fred” ammette.

“Pensi che siano insieme adesso?” sposto il mio sguardo su di lui.

“Si, e ci sono anche Remus e Dora...e Sirius, i genitori di Harry...mi piace pensare che siano tutti lì a fare festa” ride.

“Fred e i Malandrini, non ci sarà pace lassù” ridiamo entrambi.

“Non posso dirti di andare avanti, di non pensarci perchè neanche io non l'ho ancora fatto...ma ho capito che non vorrebbero vederci bloccati nei ricordi e nel dolore” George era maturato molto da quando era rimasto solo.

“Grazie” lo abbraccio forte.

“Ehi, lasciami prima che Ron-Ron ci veda” ride.

“Tranquillo, non c'è pericolo” gli faccio l'occhiolino.

“Quindi tra te e Ron non c'è nulla?”.

“No, abbiamo deciso di rimanere amici”.

“Ne sei sicura? Non provi proprio niente per mio fratello?”.

“Si, gli voglio un mondo di bene ma come ne voglio anche ad Harry”.

“Non è che c'è un altro, vero?” il ragazzo assottiglia lo sguardo malizioso.

 

C'è un altro Hermione?

Un certo uomo nero?

Uno di quelli pericolosi ma estremamente affascinanti?

Forse.

Ma il suo cuore appartiene ad un'altra donna.

E tu lo sai bene.

Sarebbe soltanto una perdita di tempo e di emozioni.

 

“No, sono troppo occupata a studiare per gli esami finali” sospiro.

“Cos'è Piton continua a torturarvi?”.

“Piton è sempre lo stesso” sai che non è vero, te l'ha dimostrato.

“Quindi il morso di Nagini non l'ha cambiato di una virgola...mi dispiace per voi studenti”.

“Basta ignorarlo quando ci insulta e ascoltare alle sue lezioni”.

“Sei sempre così equilibrata, ti invidio”.

“Io invece invidio la tua positività, nonostante tutto”.

“Wow! La So-tutto-io Granger mi invidia per qualcosa!” mi prende in giro il rosso.

“Scemo!”.

“Vado a vantarmi con gli altri” ride alzandosi ed uscendo dal salotto.

 

So-tutto-io Granger.

Non dovrei dirlo o soltanto pensarlo ma...

Non vedo l'ora di rientrare ad Hogwarts.

 

 

 

POV SEVERUS

 

E' successo.

Ho trovato i Granger.

Paul e Gabrielle.

Non sono morti.

Wendell e Monica Wilkins.

Li ho visti proprio nel momento in cui avevo deciso di lasciar perdere.

Stavano passeggiando in un parco vicino all'unico locale magico della città.

Volevo andare ad ubriacarmi con del buon Whisky Incendiario.

Quando ho alzato lo sguardo li ho notati.

Come sbagliare?

Gli occhi color ambra del padre.

I capelli indomabili della madre.

Erano i genitori di Hermione.

Li ho seguiti.

Ho scoperto che vivono in una casa affacciata su una porzione di spiaggia poco frequentata.

Ho scoperto che hanno un gatto di nome Mione.

E' stato abbastanza triste.

Da qualche parte nella loro memoria c'è ancora il nome della figlia.

Forse c'è ancora una speranza.

Posso tornare vittorioso ad Hogwarts.

Ho messo su di loro una specie di traccia, così da sapere i loro spostamenti.

Nonostante io sia un uomo rigido, fermo...

Sono felice per quella ragazzina.

Per Hermione.

Sapevo che il mio sesto senso non mi avrebbe deluso.

 

Oggi è l'ultimo giorno dell'anno.

Oggi è un giorno da ricordare.

Oggi i signori Granger sono vivi.

 

Esco sulla terrazza della mia stanza.

E' notte.

Sto indossando la giacca del completo elegante.

Quella con il suo profumo.

Guardo l'orologio affisso sulla parete.

Mancano una manciata di minuti.

Aspetto appoggiato alla ringhiera.

Ecco che i fuochi d'artificio illuminano il cielo.

E' ufficialmente mezzanotte.

Resto lì a godermi lo spettacolo.

Guardo quei colori mescolarsi.

Manca qualcosa in quel quadretto.

Manca qualcuno.

Domani sarà diverso.

Domani faremo tutti ritorno.

 

Buon anno, Hermione.

 

 

 

POV HERMIONE

Stamattina mi sono svegliata con una strana sensazione addosso.

Ero felice.

Avevo sognato di essere con i miei genitori.

Non erano morti.

Stavamo accoccolati sul divano a guardare un film.

Il sorriso dolce di papà.

Le mani strette nelle mie di mamma.

Un sogno.

Un bellissimo desiderio.

 

L'ho raccontato a Ginevra.

Stava sorridendo.

Ma aveva gli occhi tristi.

Ha detto che anche lei faceva sogni del genere con Fred.

Che lanciavano caccabombe contro Gazza.

Oppure che giocavano a Quidditch.

 

“Stasera ceneremo in giardino” annunciò la signora Weasley.

“George ha preparato uno spettacolo con i fuochi d'artificio per la mezzanotte” gli occhi della mia migliore amica brillarono.

 

Oggi è l'ultimo giorno dell'anno.

Oggi è il 31 dicembre.

La conclusione di un anno da dimenticare.

Per tutti.

Un anno pieno di dolore.

Brutti ricordi.

Ma anche di vittorie.

L'anno della pace raggiunta.

La fine.

 

La giornata passa frenetica tra un preparativo e l'altro.

Tra un ordine di Molly ed una battuta di George.

Anche gli altri invitati non tardarono ad arrivare.

I signori Weasley avevano voluto invitare tutti i loro conoscenti.

C'era persino la McGranitt.

Neville e Luna.

E anche gli altri componenti dell'Ordine.

Quello che ne rimane.

Cenammo tra risate e aneddoti.

Sentimmo anche il bisogno di onorare e ricordare i caduti.

Ci fu un minuto di silenzio.

Proprio come si fa nel mondo babbano.

So che era anche un po' per me.

Per i miei genitori.

Harry me l'aveva fatto capire con uno sguardo.

Con quelle iridi cristalline.

E l'ho ringraziato subito dopo.

Ron era stato così carino da stringere la mia mano per tutta la durata del minuto.

Poteva cascare il mondo.

Ma il Golden Trio non si sarebbe mai diviso.

 

“Ragazzi, cominciamo ad avvicinarci alla collinetta” ci chiamò Arthur dopo aver fatto evanescere le stoviglie sporche dalla tavolata.

“Sono proprio curioso di sapere cosa si è inventato George” sorrise Ron.

“Veloci che sta per scoccare la mezzanotte!” urlò Ginny trascinando Harry.

 

Eravamo tutti lì raggruppati a fissare il cielo.

Con i sorrisi stampati sui volti.

Osservai le persone intorno a me.

Arthur e Molly abbracciati.

Harry e Ginny stretti uno al fianco dell'altro.

Neville che sussurra qualcosa di carino all'orecchio di Luna.

Bill con Fleur appoggiata alla sua spalla.

Charlie che regge a braccetto la preside.

George e Ron che parlottano.

Silenzio.

Ecco che i fuochi d'artificio illuminano il cielo.

E' ufficialmente mezzanotte.

Resto lì a godermi lo spettacolo.

Guardo quei colori mescolarsi.

Manca qualcosa in quel quadretto.

Manca qualcuno.

Domani sarà diverso.

Domani faremo tutti ritorno.

 

Buon anno, Severus.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Rinnovo le mie scuse! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre aspetto le vostre recensioni, potete anche insultarmi per l'attesa!

Chissà cosa succederà tra i nostri due protagonisti.

Chissà se e come le cose cambieranno...

Alla prossima!

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11

 

 

POV SEVERUS

 

“Ottimo lavoro, ragazzo mio” la figura del vecchio preside sorrideva pacifica.

“Adesso, cosa facciamo?”.

“Devi aiutare la signorina Granger con il controincantesimo, sappiamo entrambi che attualmente non è pronta per affrontare un simile sforzo magico”.

“Le ho dato dei libri”.

“Non basterà, per quanto la ragazza sia brillante ha bisogno di una guida...uno come te, con la tua potenza magica Severus”.

“Non se ne parla” rispondo secco.

“Qual è il problema, figliolo?” quel tono dolce non funziona con me, Silente.

 

Il problema è che ci ho pensato.

Il problema è che non voglio passare del tempo con lei.

Non so se riuscirei a trattenermi.

Quando sono con lei mi trasformo, divento un'altra persona.

E questo non va bene.

Sono cambiato.

 

“Non penso di essere la persona giusta per un simile compito”.

“Sei stato tu il primo ad essere scettico, il primo a dubitare della morte dei signori Granger...sei partito e li hai trovati, perchè non vuoi fare un altro passo in avanti? E' per Hermione? Devi concludere quello che hai iniziato”.

“Tu non capisci...tu sei soltanto uno stupido quadro! Concludere quello che ho iniziato...non mi è nuova questa frase...non cambierai mai Albus” sputò con rabbia la mia sentenza.

“Vuoi parlarne adesso? Va bene, Severus, urlami contro tutto quello che hai tenuto dentro...ti ascolto” come faceva a rimanere sempre così calmo?

 

Me la sto prendendo con un quadro.

Non con il vero Albus Silente.

Con una traccia.

Sono un folle se spero di ricevere il suo perdono.

Lui non c'è più.

Ed è colpa mia.

 

“Sono venuto da te per proteggere una persona importante, ho rischiato la mia vita ogni giorno per te e tu come mi hai ricambiato? Mi hai chiesto di ucciderti...molto maturo, complimenti...” sbattei un pugno sulla scrivania, ero furioso.

“Sai perfettamente il motivo per cui te l'ho chiesto, sarei morto comunque”.

“Si, ma non sarei stato io il tuo carnefice! Hai mai pensato per un momento a tutto quello che ho dovuto sopportare? Al rimorso, alla colpa, agli sguardi e le parole degli altri? No, certo...tu ha soltanto pensato a quel ragazzino” Potter, girava sempre tutto intorno ad un Potter.

“Anche tu lo stavi proteggendo!”.

“Sai perchè lo stavo facendo, sai perchè sono venuto da te!” urlai.

 

Lily.

C'era sempre e solo lei.

Per anni ho dedicato la mia vita a quella ragazza dai capelli rossi e gli occhi smeraldini.

Che fosse viva o morta.

Ero il suo discepolo, il suo schiavo.

E lo sarò per il resto dei miei giorni.

 

“Severus, ti chiedo scusa...hai ragione, ti ho obbligato a fare cose che tu non avresti mai fatto ed ho messo la tua vita in pericolo per anni...Non sono stato una buona guida, un buon padre per te” per la prima volta, vidi dell'umanità in quello sguardo fatto di tempera azzurra.

“E non potevi dirmelo da vivo, vero? Ammettilo, Albus, non sono mai stato così importante per te...non quanto Potter, o Black, o Lupin...io ero soltanto una pedina nelle tue mani” non ero solo arrabbiato, ero anche deluso ed amareggiato.

“Eri un ragazzo così brillante, potevi avere tutto e penso di non averti mai perdonato per la scelta che hai fatto” il quadro del vecchio preside fu sincero, forse per la prima volta in assoluto.

“Non hai neanche fatto nulla per impedirmelo”.

“No, e credimi quando ti dico che me ne sono pentito per il resto dei miei giorni e per quanto io adesso sia soltanto una traccia...me ne pento ancora”.

“Quando ho iniziato a fare la spia per l'Ordine ammetto di averti elevato ad un livello altissimo dentro alla mia testa, mi dicevo che nessuno era incredibile come te...potente, brillante, furbo...da stupido qual ero e sono, ti ho attribuito il ruolo di padre ma poi ti sei dimostrato esattamente come Tobias...mi hai ferito” stavo per piangere, sentivo gli occhi pizzicare ma non cedetti, almeno non davanti a lui.

“Ti prego, perdonami” fu tutto quello che disse, fu il suo modo di chiudere una faccenda che andava avanti da mesi.

“Sai qual è la cosa peggiore? Che inconsciamente ti ho già perdonato da molto tempo” questo era troppo, questo era il punto di fine.

 

Come un fulmine uscii dal mio ufficio.

Avevo bisogno di stare solo.

Di sfogarmi.

Sentivo il bisogno impellente di piangere e distruggere qualcosa.

Per fortuna era sera e gli studenti erano troppo impegnati a raccontarsi delle vacanze per essere in giro.

L'unico posto sicuro era la Torre di Astronomia.

La raggiunsi quasi correndo.

 

Arrivato lì in cima rimasi qualche attimo a fissare il cielo ormai scuro.

Nella mia testa le immagini e le battute di quella discussione così importante ma anche così dolorosa, si ripetevano all'infinito.

Era troppo da sopportare.

Il male.

Sentii le lacrime rigarmi il volto.

Che sciocco.

Un uomo adulto che piange.

Ma era disperazione.

Rabbia e tristezza si mescolavano.

Tirai un pugno al muro.

Dolore.

Dolore fisico.

Ne tirai un altro.

E un altro.

Ma il groppo in gola era ancora lì.

Il peso di una vita fatta di ferite premeva ancora sulla mia anima.

Un'anima straziata.

Frammentata.

Che probabilmente non si sarebbe più ricucita.

Un altro pugno.

Le nocche di entrambe le mani sbucciate.

L'odore metallico del sangue.

 

“Professore...la prego, si fermi!” una voce a rompere quel silenzio tombale.

 

Non ascoltai.

Troppo impegnato com'ero a farmi divorare dall'oscurità.

Il mantello ormai a terra.

Il colletto della camicia nera aperto.

Dovevo essere morto quel giorno.

Invece avevano soltanto prolungato la mia agonia.

 

“Basta, si fermi” una leggera pressione si posò sul mio avambraccio sinistro.

“Lasciami, Granger” non alzai il viso per guardarla, non doveva vedermi in quello stato.

“La prego, le sue mani stanno sanguinando...” sentii le sue piccole dita toccare le mie nocche doloranti.

 

Mi allontanai dal muro che avevo torturato.

Mi appoggiai con la schiena ad una colonna.

Mi lasciai scivolare fino a toccare terra.

Ero così vulnerabile in quel momento.

Ero senza difese.

E tra tutte le persone che potevano capitare...proprio lei.

Lei che era troppo pura per assistere alla sfuriata di un mostro.

 

“Sto bene...può andare” dissi serio.

“Non mi sembra”.

“Non dovresti essere qui...”.

“E lei non dovrebbe piangere e picchiare la parete” la vidi sedersi davanti a me, a gambe incrociate.

“Mi dispiace” sussurrai più a me che a lei.

“E di cosa?” percepii il suo sorriso.

“Una studentessa non dovrebbe mai vedere il proprio professore in certe situazioni” cercai di darmi un contegno.

“Mi guardi...per favore”.

 

E fu così che il nero si mescolò all'ambra.

Che il demone si legò all'angelo.

Che la pace attenuò il tormento.

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

Tornare ad Hogwarts dopo le vacanze fu bello.

La sensazione che mi aveva attanagliato lo stomaco a settembre se n'era andata quasi del tutto.

Forse Hogwarts era ritornata ad essere casa per Hermione Granger.

Soprattutto in questo momento della mia vita.

 

“Non ti vorrai rimettere subito a studiare, vero?” la voce di Ginny mi arrivò dritta alle orecchie.

“No, tranquilla, sto solo sistemando i miei libri” dissi appoggiando sul comodino i due volumi che Piton mi aveva dato.

“Quelli che Piton ti ha consegnato, vero?” la rossa si avvicinò al mio letto.

“Si, sono questi”.

“Per tutte le vacanze hai avuto sempre quelli fra le mani, ormai li conoscerai a memoria” rise la mia compagna di stanza.

“Ci tengo a non fare brutta figura”.

 

Non è solo questo.

Non è per la brutta figura.

E' che mi importa davvero del suo giudizio.

Piton è sempre stato l'unico professore a non trattarmi come un genio.

A non darmi soddisfazioni.

Lui deve essere orgoglioso di me.

Devo piacergli.

No.

Aspetta...

Cosa?

Voglio fare colpo su Severus Piton?

Si.

Ma so che il suo cuore appartiene ad un'altra.

Appartiene a Lily.

Non voglio soffrire per un uomo che è innamorato di un'altra donna.

Viva o morta che sia.

 

“Vado a fare due passi” dissi alzandomi di scatto.

“Ma è tardi, tra poco è ora di cena”.

“Non ho molta fame, e poi vorrei sgranchirmi un po' le gambe dopo tutto il viaggio in treno” le sorrisi.

“Come vuoi, ma ti prego fa che non ti trovi sui libri appena ritorno” il suo tono non ammetteva repliche.

“Te lo prometto, niente compiti” l'abbracciai.

 

Mi incamminai per i corridoi senza una meta precisa.

Non avevo ancora incontrato l'uomo dei sotterranei.

Ma ne sentivo quasi la necessità.

Il bisogno.

Volevo almeno vedere quegli occhi di ossidiana.

Hermione, che cosa stai dicendo?

 

Inconsciamente mi ritrovai sulla strada per la Torre di Astronomia.

Testimone della nostra prima chiacchierata.

Era un luogo magico.

Sentii però dei rumori strani.

Dei tonfi.

Salii le scale con passo felino.

Poteva essere un intruso, oppure uno studente indisciplinato.

In entrambi i casi sarebbe dovuta intervenire.

 

La scena che mi si parò davanti fu inquietante.

E triste.

Il professor Piton stava tirando dei pugni contro la parete in sasso.

Era sconvolto.

Non potevo vedere il suo viso ma i suoi lineamenti erano rigidi, duri.

Mi avvicinai e cercai di tranquillizzarlo.

Provai a bloccarlo.

Si lasciò guidare lontano da quel muro.

Le sue nocche erano completamente sbucciate.

Sanguinanti.

E nonostante fossimo uno seduto difronte all'altra, lui non aveva alzato il viso nemmeno una volta.

 

“Mi guardi...per favore”.

 

E fu così che il nero si mescolò all'ambra.

Che il demone si legò all'angelo.

Che la pace attenuò il tormento.

 

“Potrei dirle che se vuole sfogarsi, io sono qui ma so che non lo farà mai perciò mi limito a dirle che non la giudicherò...lei una volta mi ha aiutata, adesso tocca a me” gli sorrisi sincera.

“So che non mi giudicherai, non leggo compassione nei tuoi occhi” Severus Piton mi aveva appena dato del tu.

“Che ne dici se ti medico queste ferite?” dissi prendendo le sue mani, delicatamente.

“No, non importa, posso farlo da solo”.

“Fatti aiutare, per una sola volta” lo pregai, volevo che si fidasse di me.

“Sei una piaga, Granger”.

“Felice di avere indietro il mio professore”.

 

Stavamo sorridendo.

Entrambi.

Ed era la prima volta che vedevo Piton sorridere.

Era bellissimo.

 

Feci comparire delle bende e dell'essenza di dittamo.

Piano cominciai a passare la pozione curativa sulla pelle dell'uomo.

Le sue mani erano stranamente morbide.

Me le ero sempre immaginate callose.

Aveva delle belle mani.

Erano grandi, potevano racchiudere le mie.

 

“Serata difficile” quel silenzio cominciava a farsi imbarazzante così decisi di romperlo.

“Non sai quanto”.

“Perchè si stava torturando in quel modo?”.

“Perchè è la mia punizione”.

“Lei non merita una punizione”.

“Io non sono una bella persona, Granger” e quei pozzi neri si scurirono ancora di più.

“E' l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto” mi lasciai sfuggire...ecco, ora ero viola.

“Io devo andare” Severus si alzò bruscamente dal pavimento.

“Dicevo sul serio” mi alzai di scatto anche io.

“Hermione, è sbagliato...non posso” aveva detto il mio nome.

 

E per la seconda volta, il mio nome uscì da quelle labbra.

Sembrava così diverso detto da lui.

Era più bello.

Lui lo rendeva più bello.

 

“Non ti sto chiedendo nulla, soltanto di non sottovalutarti”.

“Tu ti stai avvicinando troppo...” bisbigliò distogliendo lo sguardo da me.

“Anche lei”.

 

Non era soltanto un concetto astratto.

Era pura verità.

I nostri corpi si erano avvicinati.

Come?

Quando?

Soltanto un soffio di vento divideva i nostri volti.

 

“Rimarrà qui” disse titubante l'uomo dai lunghi capelli corvini.

“Che cosa?”.

“Questo”.

 

Mi ritrovai con le labbra premute su quelle di Severus.

Era un bacio.

Un bacio dolce ma disperato.

Niente di volgare.

Era l'incontro di due anime distrutte.

Chi per un motivo, chi per un altro.

Ma l'importante era che fossero lì a sostenersi a vicenda.

Con un semplice tocco di labbra.

Aggrapparsi alla salvezza per una volta.

Fregarsene delle regole.

E Dio, infrangere le regole era bellissimo.

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Eccoci qui finalmente! Qualcosa si è smosso tra i due, andrà avanti o si fermerà? Dobbiamo ringraziare, ancora una volta, per vie indirette, il buon vecchio Albus? >.>

Come vi sembra la storia fino qui? Spero solo che anche voi sentiate tutte le emozioni che sento io nello scriverla, che viviate in prima persona le sensazione che vivo io. Come sempre aspetto le vostre recensioni, i vostri commenti così da poter continuare serena :-) Alla prossima!

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12

 

 

POV SEVERUS

 

“Severus, ti vedo distratto da quando è iniziata la riunione, tutto bene?” una voce mi riporta alla realtà.

 

No che non va tutto bene, Minerva.

Ho baciato una mia studentessa.

Ieri notte.

Sulla Torre di Astronomia.

Nel momento in cui ero più debole.

Direi che non va tutto bene.

 

“Si, certo, piuttosto abbiamo finito? Avrei da fare” sbuffai come al mio solito.

“Potete andare si, grazie per il vostro tempo” la preside sorrise serena e ci lasciò ai nostri impieghi.

 

Ogni professore tornò al proprio ufficio.

Avevo bisogno di riflettere, da solo, in pace.

Tutto era successo così in fretta.

 

Arrivai nelle mie stanze come un fulmine.

Ignorai ogni studente che incrociai per la strada.

Anche le mie serpi.

 

“Ragazzo mio, ti sei ripreso da ieri sera?”.

 

No, Albus, non è il momento.

 

“Non sono mica una ragazzina di sedici anni” sbuffai infastidito.

“Hai per caso visto la signorina Granger?”.

 

Panico.

Cosa?

Perchè mi chiede della Granger?

Severus sei stato una spia per la maggior parte della tua vita, non puoi fare trasparire le tue emozioni proprio adesso.

 

“Non sono mica il capocasa dei Grifondoro” risposi con tono piccato.

“Era un no?”.

“Ovvio che era un no”.

“Va bene, non ti agitare...volevo solo ricordarti delle lezioni che le devi dare” quel luccichio negli occhi non prometteva niente di buono.

“Lo farò”.

“Allora vai da lei e diglielo”.

“No, ora sono impegnato”.

“Più la manderai alla lunga e meno tempo avrai per prepararla” perchè era sempre così saggio?

“Ti ho detto che va bene, adesso puoi gentilmente lasciarmi lavorare?” dissi indicando una pila di compiti sulla scrivania.

“Ma certo, buon lavoro” l'uomo dipinto nel quadro si congedò.

 

Non sarà facile darle delle lezioni private dopo ieri sera.

Ho commesso un errore.

E come se non bastasse, ieri sera sono fuggito come un ladro.

Senza darle spiegazioni.

Non che ce ne fossero.

Avevo bisogno di essere felice almeno per un istante.

Avevo bisogno di lei.

 

Sto tradendo Lily.

Un amore durato un eternità non può svanire nel nulla.

Non può cancellarsi a causa di una ragazzina.

Una ragazzina non tanto più ragazzina.

Una giovane donna.

Una bellissima e brillante giovane donna.

Non posso cedere.

Non posso rovinarle il futuro.

Io sono ombra e lei è luce.

Pura ed accecante.

 

Esco dal mio ufficio.

Devo trovarla e dirle la verità.

Cioè che è stato soltanto un errore.

Che io sono un professore.

 

Dove potrei trovare Hermione Granger?

Nell'unico posto dove mi rintanavo anche io.

La biblioteca.

 

“Signorina Granger, dovrei parlarle un attimo in privato” dissi con il solito tono austero appena la individuai ad un tavolo.

 

Incerta alza lo sguardo su di me.

Le pupille dilatate.

Il respiro corto.

E' in ansia.

 

 

POV HERMIONE

 

Non sono riuscita a chiudere occhio stanotte.

Per niente.

Le immagini del bacio continuavano a ripetersi nella mia mente.

Il sapore delle sue labbra sulle mie.

La sensazioni delle sue mani sul mio viso.

Dio, non era stato soltanto un sogno.

 

“Herm, hai per caso fatto a pugni con il cuscino?” fulminai la rossa con lo sguardo.

“Non ho dormito molto”.

“Si vede, hai delle occhiaie...”.

“Vado a lezione, sono già in ritardo per Aritmanzia” presi la borsa con i libri e feci per uscire dal dormitorio femminile.

“Aspetta, non vieni a fare colazione?”.

“No, non ho molta fame” salutai la mia migliore amica.

 

In realtà non avevo il coraggio di vedere Piton.

Cavolo, avevo fatto un casino.

Però è stato lui a baciarmi.

Ma io non mi sono spostata.

Lo volevo.

Come lo voleva anche lui.

Severus Piton è così affascinante e pericoloso al tempo stesso.

Ammetto di non averlo mai guardato da questo punto di vista.

Avevo troppa paura di lui.

Con la guerra è cambiato tutto.

Sono cambiate le carte in tavola.

Il pipistrello dei sotterranei non è più tanto pipistrello.

Ed io non sono più la bambina dentona dei vecchi tempi.

Lui non è più un Mangiamorte.

Io non sono...

Si, sono ancora una sua alunna.

Ed è proprio questo il problema.

Ci siamo baciati.

Ho paura della sua reazione.

Sarà furioso.

Mi toglierà un sacco di punti.

Mi umilierà in qualche modo.

Anche se ad iniziare è stato lui.

E mi è piaciuto.

 

Vado in a pranzo con l'ansia di doverlo vedere.

Per tutte le lezioni ho cercato di non pensarci.

Con scarsi risultati.

I suoi occhi neri puntati nei miei.

Quella labbra insolitamente morbide.

Entrara in Sala Grande o scappare in Messico?

 

“Ehi, Herm!” mi volto e vedo Ginevra corrermi incontro.

“Ciao Gin” le sorrido.

“Come sono andate le lezioni?”.

“Bene, interessanti”.

“Non avevo dubbi” ride poggiandomi una mano sulla spalla.

“A te invece?”.

“Ho avuto una riunione speciale con la squadra per organizzarci con gli allenamenti ma per il resto una noia totale” sbuffò.

“A quando la prossima partita?” la rossa era diventata capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro.

“Tra due settimane contro le Serpi”.

“Li batterete, vedrai!” l'abbracciai.

“Voglio vedere Piton verde dall'invidia!” scoppiò a ridere la ragazza.

 

Ed io?

Io non voglio vederlo e basta.

 

Ci sedemmo al tavolo con gli altri ragazzi della nostra casa.

Notai che nessun professore era presente in Sala.

Soltanto Gazza e Madama Pomfrey erano rimasti a controllare la situazione.

 

“Come mai non ci sono i professori?” domandai distratta.

“Avevano una riunione da fare e perciò hanno pranzato prima” spiegò Neville.

 

Grazie Godric per avermi ascoltata!

Pranzai tranquillamente.

Senza il magone di dover incrociare quello sguardo tenebroso.

 

“Herm, noi andiamo fuori a rilassarci un po', vieni?” Ginny, Neville e Luna mi stavano fissando sorridenti.

“No, ragazzi, vado a studiare in biblioteca”.

“Sei sicura?”.

“Si, certo, andate pure...magari vi raggiungo dopo” salutai i miei amici.

 

La biblioteca era quel luogo in cui regnava il silenzio.

La pace.

Avevo bisogno di riflettere.

Quale posto migliore?

Seduta al mio solito tavolo.

Quello un po' più spostato dagli altri.

Un po' più appartato.

 

“Signorina Granger, dovrei parlarle un attimo in privato”.

 

Quel voce profonda.

Quel tono austero.

L'avrei riconosciuto ovunque.

Incerta alzai lo sguardo su di lui.

Le pupille dilatate.

Il respiro corto.

Sono ansia.

 

 

 

 

POV SEVERUS

 

In silenzio mi faccio seguire giù per le scale.

Dritta nel mio ufficio.

Nessuno avrebbe dovuto sentire quella conversazione.

 

“Prego, si sieda” le dico accomodandomi a mia volta dietro alla scrivania in legno.

“Cosa voleva dirmi, professore?” è agitata e non lo sa nascondere.

“Sai benissimo di cosa dobbiamo parlare Granger, di ieri sera”.

“Va bene...” si sta torturando le mani.

“E' stato un mio errore, non avrei dovuto permettermi di baciarti...Io sono un docente e tu una studentessa, nessuno deve sapere dell'accaduto di ieri, intesi?” stavo indossando la miglior maschera impassibile che avevo.

 

Sono un ipocrita.

Sono anche un debole.

Io volevo baciarla.

E l'ho fatto.

Adesso sono qui a rinnegare tutto.

 

“Come ha detto lei ieri sera, rimarrà sulla Torre...” è incerta mentre pronuncia la sua risposta, non ci crede.

“Non fare quella faccia” cavolo, mi era uscito male...meglio, devo tornare nel mio ruolo.

“E' che...per una volta mi è sembrato umano” sussurra guardandosi le mani appoggiate alle ginocchia.

“Dimenticalo”.

“Perchè?”.

“Perchè è sbagliato, perchè io non sono così” affermo perdendo la calma.

“Lei è un essere umano proprio come me, e mi rifiuto di fingere che lei non lo sia!” alzò la voce sicura.

“Io ho smesso di essere un essere umano...come te, molto tempo fa” ribattei piccato.

“Non è vero e l'ha dimostrato ieri notte”.

“Ieri notte sono stato un debole!” urlai fuori di me.

“E' questo che sono io ai suoi occhi, una debole...no, io sono molto più forte di lei perchè ho il coraggio di ammettere i miei sentimenti!” era scattata in avanti per gridarmi il suo dissenso, ma quando si rese conto di ciò che aveva detto diventò rossa in viso e sfuggì il mio sguardo.

“Sentimenti?” davvero?

“Non era quello che intendevo...volevo dire che io ho il coraggio di non nascondermi dietro al mio passato! Io non ho smesso di vivere come un essere umano” era in piedi, fiera delle sue parole.

 

La perfetta Grifondoro.

La principessa dei Grifoni.

Bella.

Intelligente.

Coraggiosa.

Fiera.

 

Sto perdendo la testa per Hermione Granger.

 

 

 

POV HERMIONE

 

“E' questo che sono io ai suoi occhi, una debole...no, io sono molto più forte di lei perchè ho il coraggio di ammettere i miei sentimenti!” ero scattata in avanti per gridargli tutto il mio dissenso, ma quando mi resi conto di ciò che avevo realmente detto diventai rossa in viso e sfuggì il suo sguardo.

“Sentimenti?” era sorpreso?

“Non era quello che intendevo...volevo dire che io ho il coraggio di non nascondermi dietro al mio passato! Io non ho smesso di vivere come un essere umano” ero in piedi, fiera delle mie parole.

“Vattene, non sai quello che stai dicendo! Non mi conosci, non sei una mia amica o altro quindi smettila subito!” era arrabbiato.

“E chi sono i suoi amici? Lei non ha amici...lei ha volutamente scelto di rimanere solo ed è la cosa più triste della sua vita” una lacrima scivolò sulla mia guancia destra.

“Granger esci immediatamente dal mio ufficio” non lo urlò, ma il suo tono non ammetteva repliche.

 

Distrutta me ne andai.

Quell'uomo si stava uccidendo da solo.

Aveva scelto di smettere di vivere.

Non può continuare a darsi tutte le colpe.

E' così triste.

Se solo si lasciasse aiutare...

 

Con le braccia strette ai fianchi e le guance rigate dalle lacrime mi nascosi in un aula vuota.

Non potevo tornare alla mia torre in questo stato.

Non riuscirei a sopportare le mille domande di Ginevra.

E sinceramente non saprei che dirle.

 

'Ehy, Ginny sai ieri sera ho baciato Piton e poco fa gli ho urlato contro, ma per il resto tutto okay'.

 

No.

Decisamente no.

Nessuno doveva sapere del bacio o della discussione.

Cavolo, ho esagerato.

Non avrei dovuto urlargli contro in quel modo.

Chi sono io per giudicare?

La studentessa che lui ha baciato.

L'unica a cui si sia dimostrato vulnerabile.

Perchè io?

Tra tutte le persone del castello, dell'Ordine...

Cos'ho io che gli altri non hanno?

E' così strano che proprio Severus Piton venga a baciarmi.

Io, la So-tutto-io.

La verità è che siamo molto più simili di quanto ci piaccia ammettere.

E non voglio vederlo buttare via la sua vita.

Io non credo nelle cause perse.

Io credo all'oltre.

Oltre gli sbagli.

Oltre il sangue.

Oltre il male.

Oltre tutto.

 

Sto perdendo la testa per Severus Piton.




ANGOLO AUTRICE:
​Ecco qui il nuovo capitolo, vi prego non uccidentemi! E' che se fosse stato tutto rose e fiori sarebbe troppo noioso...spero abbiate voglia di lasciare una recensione, anche per insultarmi ahah Alla prossima!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13

 

 

POV SEVERUS

 

Io non sono un essere umano.

Io non provo sentimenti.

Io non ho amici.

Aveva ragione Tobias.

Aveva ragione quell'uomo che non riuscivo a chiamare padre.

Io non sono fatto per il bene.

Io sono sbagliato.

Un errore della vita.

Lui diceva che non sarei dovuto esistere.

Che nessuno poteva credere in me.

Forse non aveva tutti i torti.

Che cosa ho fatto io di buono?

Non mi viene in mente nulla.

Ho fatto solo del male.

Parecchio male.

 

Ma come posso avere dei sentimenti se non li ho avvertiti neanche dalle persone che mi hanno cresciuto?

Tobias Piton non aveva sentimenti.

Tobias Piton non aveva un cuore.

Ma aveva delle grandi mani.

Ne porto ancora le cicatrici.

Ero un mago.

Uno scherzo della natura.

Hogwarts era l'unica salvezza.

Ero felice di lasciare quell'ambiente fatto di terrore.

Immergermi in quella che doveva essere la mia vera realtà.

Non fu così bello.

Non fu come me lo avevo sognato.

Le torture ricominciarono.

Mancava il bullismo alla mia lunga lista di gioie.

Io non ho mai vissuto una vera vita.

E forse è anche questo un motivo del mio avvicinamento al Signore Oscuro.

Cosa avevo da perdere?

Nessuno teneva a me.

Severus Piton non esisteva, non era mai esistito.

 

Lily.

Il suo nome mi scintilla davanti agli occhi.

Giusto, Lily Evans.

La dolce e bella Lily.

Solo lei ha avuto il coraggio di conoscere Severus Piton.

L'unica che non mi ha giudicato.

Ero cotto di lei.

Un colpo di fulmine.

Ma ovviamente sono riuscito a rovinare tutto.

Avevo sbagliato.

Ho chiesto perdono.

Le ho messo in mano il mio cuore.

E forse ce lo ha ancora adesso.

Non lo so.

Lily ha conosciuto Severus.

Lily non ha capito davvero Severus.

Non ha voluto farlo.

Probabilmente era più semplice così.

 

Quindi sì, Hermione aveva ragione.

Io non ho sentimenti.

Non ho il coraggio di combattere per loro.

Sì, è vero, non ho amici.

Ma siamo sinceri, chi vorrebbe essere mio amico?

 

 

 

POV HERMIONE

 

Mi sento in colpa.

Mi sento in colpa e non poco.

Come ho potuto rivolgermi a Severus Piton in quel modo?

Come ho potuto dire tutte quelle cose?

Ho sbagliato.

Ho agito impulsivamente.

Sono davvero una stupida Grifondoro.

Devo assolutamente scusarmi con lui.

Dubito però che vorrà vedermi.

O soltanto ascoltarmi.

Sono riuscita a scalfire l'armatura.

Sono riuscita a rendere l'armatura più dura di prima.

Ho ferito Severus.

Non Severus Piton il professore.

Non Severus Piton la spia.

Solo Severus, l'uomo.

 

E poi quanto sono stata ridicola?

Ho parlato di sentimenti.

Davanti a lui.

Davanti al suo ruolo.

Alla sua età.

Penserà che sono fuori di testa.

Ma è inutile ignorare la verità.

La verità è che mi piace.

Non mi è indifferente.

Siamo come due rette parallele.

Uguali.

Studiosi.

Intelligenti.

Ingegnosi.

Testardi.

Coraggiosi.

E quel bacio è stato il nostro incidente.

Il nostro incontro.

Le due rette non erano più parallele.

Al di là di quello che ci riserva il futuro, posso dire che in un punto del tempo, Severus ed Hermione si sono incrociati.

E sembrerà banale ma è stato magico.

 

 

 

POV SEVERUS

 

Oggi si terrà quella stupida partita di Quidditch.

Serpeverde contro Grifondoro.

Tifo verde-argento.

Ma in realtà non mi interessa.

Il Quidditch non è mai stato fra i miei interessi.

Ovviamente però spero che vincano i miei ragazzi.

Se lo meritano dopotutto.

Hanno avuto il coraggio di staccarsi di dosso l'etichetta di Mangiamorte.

Hanno avuto la forza di sottrarsi dal pregiudizio.

La rivalità tra Serpi e Grifoni non è più quella di un tempo.

La guerra aveva cambiato proprio tutto, e tutti.

Niente più odio stile Potter-Malfoy.

Solo una sana competizione.

Come è giusto che sia.

Tra le quattro case.

 

“Ragazzo mio, non voglio tediarti, ma hai parlato con la Signorina Granger? Il tempo stringe e i M.A.G.O. sono sempre più vicini e non voglio che la giovane si distragga troppo” quel quadro era peggio della vocina della coscienza.

“Lo farò oggi Albus, e fisseremo le lezioni il prima possibile...contento?” sbuffai stanco.

“Qualche problema, Severus? E' qualche giorno che ti vedo strano, dalla sera in cui abbiamo discusso ma tu dici che non sei più scosso per quello, è successo forse altro quella fatidica sera?” cos'era uno psicologo adesso?

“No” risposi irruento, forse troppo.

“Non c'è bisogno di scaldarsi...ma non saranno questioni di cuore, vero mio giovane ragazzo?” quello scintillio nei suoi occhi non prometteva mai nulla di buono.

“Sai a chi appartiene il mio cuore”.

“Le cose cambiano, soprattutto davanti all'amore”.

“Cos'è uno sciocco articolo di 'Strega Moderna'?” ghignai.

“Dico solo che sei strano...c'entra per caso la Signorina Granger?” perchè quella domanda?!

 

Si, proprio lei.

L'ho baciata.

Mi è piaciuto.

L'ho respinta.

Mi ha sputato in faccia la realtà.

E non ci siamo più né guardati né rivolti la parola.

Altro che romanzi d'amore babbani.

 

“Perchè questa domanda?”.

“Perchè quando la nomino noto una strana luce nei tuoi occhi, che prima non c'era...”.

“Ma cosa vai blaterando?! Tu sei solo un quadro, una traccia, cosa ne vuoi sapere?” davvero mi si illuminano gli occhi quando la sento nominare?

 

Oh Salazar!

Sto impazzendo.

 

“Si, forse è come dici tu...ora ti suggerisco di andare, la partita comincerà tra poco, buona giornata!” Silente mi sorrise e scomparì dalla cornice con una strana espressione.

 

Meglio non pensarci.

Meglio uscire all'aria aperta.

Per tutto il tragitto fui circondato da ragazzini urlanti.

Tutti con indosso i colori della propria squadra.

Cosa c'era di tanto spettacolare in questo gioco?

Bah.

Non lo capirò mai.

Quando arrivo alla tribuna dei professori vedo Minerva ghignare al mio indirizzo.

Quella vecchia strega era così competitiva.

Più dei suoi studenti.

Le squadre si stanno riscaldando.

Riconosco tutti i miei ragazzi.

Stone.

Duster.

Lightman.

Thompson.

Weston.

Butcher.

Jones.

Mentre per i Grifondoro faccio più fatica.

Riesco a riconoscere soltanto la piccola Weasley.

Cavolo, dovrei fare più attenzione ai loro volti...

 

Il mio sguardo però viene catturato da una chioma indomabile.

Da due iridi color ambra.

Hermione Granger, era seduta proprio negli spalti difronte al mio.

Sembrava distratta.

Stava guardando in campo ma non prestava attenzione.

Vicino a lei Paciock e la stramba di Corvonero.

Avrei dovuto parlarle prima o poi.

Prendere il coraggio a due mani.

Portare a termine il mio compito.

Bastava soltanto rimettere la maschera.

Fingere indifferenza.

Insegnarle.

L'ho fatto per anni.

Perchè adesso mi resta così difficile?

Cos'è cambiato?

Io sono cambiato.

Lei è cambiata.

Quello che ci circonda è cambiato.

 

 

 

POV HERMIONE

 

Essere svegliata da una Ginevra su di giri?

Non è mai una buona cosa.

Quella ragazza ha un'energia fuori dal comune.

Lei ed Harry si sono proprio trovati.

 

“Muoviti Herm!” la ragazza dai capelli rosso fuoco mi stava, letteralmente, trascinando per i corridoi.

“Ginny stai esagerando, ti ho detto che so la strada per il campo da Quidditch” sbuffai.

“Ma ti conosco, se non ti scorto io tu non mi vieni a vedere”.

“Scherzi?! Certo, che vengo a tifare per te!” davvero pensava questo di me?

“Lasceresti i tuoi cari libri per il quidditch? I M.A.G.O. si stanno avvicinando e tu sei sempre troppo presa dallo studio”.

 

Si, dallo studio.

Dai libri.

No.

Sono presa da altro.

Da qualcun altro.

 

“Scusami, sono piuttosto distratta in questi giorni ma ti giuro che non mi perderei la tua partita per niente al mondo” l'abbracciai stretta.

“Ne ho bisogno Herm, questo è il mio anno da capitano e non voglio deludere nessuno” sorrise debolmente.

“Sei la luce dei Grifondoro, vai e spacca tutto come al tuo solito!” la incitai.

“Ti dedicherò il mio primo punto” mi stampò un bacio sulla guancia prima di correre fuori e raggiungere la sua squadra.

 

Ginevra era una ragazza determinata.

Forte.

Coraggiosa.

Ma come tutte aveva le sue paure.

 

Mi recai verso lo stadio sorridendo.

Per strada incontrai Neville e Luna.

Scegliemmo dei buoni posti per goderci la partita dell'anno.

Serpeverde contro Grifondoro.

Chissà se lui era sceso.

Alzai lo sguardo verso gli spalti dedicati ai professori.

Era lì.

Avvolto nel suo immancabile mantello nero.

Con lo sguardo perso.

Non stava prestando attenzione.

Avrei dovuto parlargli prima o poi.

Chiedergli scusa per il mio stupido comportamento.

Prendere il coraggio a due mani.

 

La partita iniziò.

Non gli badai molto.

Fissavo i giocatori volare con le scope e schivare bolidi.

Ma in testa stavo pensando ad un buon discorso di scuse.

Non doveva essere qualcosa di banale.

Era Severus Piton, dopotutto.

Ci voleva qualcosa di importante.

Qualcosa di incisivo.

Talmente presa dai miei ragionamenti che non mi accorsi della fine dell'incontro.

Grifondoro aveva battuto Serpeverde.

Ma i verdi-argento avevano giocato bene dato il poco scarto tra i due punteggi.

 

“Hermione, noi andiamo a festeggiare con gli altri, vieni?” mi voltai verso Neville tutto sorridente.

“Andate avanti, devo fare una cosa prima” li salutai.

“Andrà bene, Mione” Luna aveva posato una mano sulla mia schiena in segno di sostegno.

“Cosa, scusa?” quella ragazza era davvero strana.

“Ciò che devi fare, i Nargilli ti aiuteranno” sorrise.

“G-Grazie...”.

 

Ci sarebbero voluti altro che i Nargilli.

Un miracolo forse.

E mentre tutti se ne tornavano al castello, rimasi seduta sulla panca.

Avevo bisogno di qualche minuto da sola per riordinare le idee.

Non succedeva tutti i giorni di scusarsi con Piton.

Non succedeva mai.

Di solito è lui quello che offende, insulta.

 

“Signorina Granger” non era possibile, Goddric non ero pronta!

“Professor Piton” abbassai il capo.

“Volevo solamente informarla che domani sera la voglio nel mio ufficio per le 9.00pm” tremante alzai lo sguardo sui sui occhi, erano seri, vuoti.

“Va bene”.

 

Punizione.

Me l'ero meritata.

L'ho offeso.

Io, una stupida So-tutto Grifondoro.

 

“Non sei in punizione” disse con tono calmo.

“Come no?...E non mi legga nella mente, lo odio” dissi stizzita.

“Il motivo del nostro incontro è un altro” sempre di molte parole Severus.

“Io le devo delle scuse...non era mia intenzione dirle quelle cose, davvero non volevo” mormorai in imbarazzo.

“Perchè ti stai scusando? E' il tuo pensiero, lo accetto e forse hai ragione, anche se devo ammettere di essermi arrabbiato parecchio”.

“Io non penso quello che le ho detto” per me non sei una persona orribile.

“Sbagliato. Non devi mai negare il tuo pensiero perchè è l'unica cosa davvero nostra” una nuova lezione, una nuova sfumatura del tenebroso Severus Piton.

“Mi dispiace”.

“Quando un pensiero ti domina, lo trovi espresso dapertutto. Lo annusi persino nel vento” cos'era quel tono triste, quasi sofferente?

 

Mi ero appena giocata tutto?

Quella confidenza che si era creata tra noi se ne stava andando?

Ho rovinato quella piccola magia.

Devo assolutamente recuperare.

Adesso.

Ora.

O mai più.

 

“Thomas Mann” bisbigliai.

“Se ne intende anche di saggistica tedesca, Signorina Granger?” ghignò l'uomo davanti a me.

“Quello che mi stupisce è che lei conosca uno scrittore babbano”.

“Non ci si ferma mai alla copertina, a domani sera, puntuale Granger” si congedò.

 

Sei un essere così speciale, Severus Piton.

Perchè non riesci a capirlo?

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Eccoci di nuovo con un capitolo, spero sia stato di vostro gradimento. Grazie per le bellissime recensioni ricevute finora e per il buonissimo riscontro avuto! Spero di non deludervi mai ahah Lasciate qualche commento con impressioni o critiche, sarò felice di leggerle e rispondere :-) Alla prossima!

 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14

 

POV SEVERUS

 

Come mettersi nei guai in pochi semplici passi.

Una guida di Severus Piton.

Ecco.

L'avevo fatto.

Avevo portato a termine l'ennesimo compito di Albus.

Domani sera.

Io e la Granger.

Da soli.

Nel mio ufficio.

Non posso di certo scappare.

Dovrò sforzarmi di tenere la maschera da burbero professore ben salda.

Quella ragazzina ha la capacità di parlare con il vero Severus.

Non con l'assassino.

Non con la bestia.

Ma con l'uomo.

Ed ovviamente, la sua bellezza non aiuta.

La principessina di Grifondoro.

Pensare che in passato ero innamorato di una principessa di Grifondoro.

Adesso?

Adesso ho paura dell'ascendente che Hermione ha su di me.

No, non ne sono innamorato.

Sono un suo professore.

Sono più vecchio.

Sarebbe assurdo.

Ma diavolo, il solo pensiero di quelle iridi color ambra mi fa pizzicare i palmi delle mani.

Vorrei accarezzare quella pelle diafana.

Anche mentre le parlavo, poco fa.

Avevo una voglia malsana di toccarle i capelli ribelli.

Di annusarli.

Ma so già di cosa profumano.

Cocco.

Usa uno shampoo al cocco.

E lo adoro.

Un attimo.

Conosco davvero l'odore dei capelli di una mia alunna?

Della So-tutto-io Granger, per giunta.

Caro Severus Piton, sei spacciato.

 

 

POV HERMIONE

Sono leggermente confusa.

Sono riuscita a chiedere scusa a Piton?

Mi ha anche dato una nuova lezione di vita.

Il nostro pensiero è l'unica cosa che c'è rimasta.

Aveva ragione.

Solo che non volevo offenderlo.

Ho sicuramente sbagliato la scelta di modi.

Il mio tono di voce era troppo alto.

Ma è passato.

Credo di essermi scusata.

Era sereno.

Per quanto possa esserlo.

Ha citato un saggista tedesco.

Adoro la sua conoscenza.

La sua cultura.

Quell'uomo ha la capacità di sorprendermi sempre.

Sia nel bene che nel male.

E restare insieme nel suo ufficio.

Domani sera.

Da soli.

Non aiuta.

Forse anche questo strano rapporto che si sta creando tra noi è una sfida.

Devo provare ad avvicinarmi a lui?

Certo, lo vorrei davvero.

Ho come l'impressione che Severus mi aiuterà a fare qualcosa.

Colui che mi spingerà oltre i miei limiti.

Oltre le abitudini.

Oltre le false credenze.

Per arrivare alla verità.

Alla vera Hermione.

Perchè di questo si tratta.

Nessuno si è mai preoccupato di scavare affondo.

Per tutti sono l'intelletto del Golden Trio.

La studentessa più brillante che Grifondoro abbia mai avuto.

La ragazzina coraggiosa che si mette sempre in gioco.

Ma chi è veramente Hermione Jean Granger?

Sotto alla superficie c'è molto di più.

E forse Severus Tobias Piton è l'unico che può portare alla luce la mia essenza.

Le tenebre che abbracciano la luce.

Il nero che salva il bianco.

 

 

POV SEVERUS

 

Sono stranamente inquieto.

Agitato.

A colazione ho mangiato velocemente.

Avevo delle ultime correzioni da fare.

No.

Non è vero.

Io non sono mai in ritardo con i tempi.

Sono troppo rigido sulle regole.

Sono scappato per non incontrare un paio di iridi color ambra.

Per non rendermi conto che quella sensazione di ansia era creata proprio dal lei.

Dalla sua presenza.

Se sto messo così adesso, non oso sapere stasera.

Datti una calmata, Severus!

E' solo un incontro disciplinare.

Le devi dare delle lezioni, tutto qui.

Private.

Lo hai già fatto milioni di volte...

No, in realtà no.

Non hai mai dato lezioni private.

Neanche ai tuoi Serpeverde.

Non lo trovi giusto nei confronti delle altre teste di legno.

Ma adesso è diverso.

Ora serve ad una missione superiore.

Devi preparare la Granger a salvare i propri genitori.

Sei come l'angelo custode della situazione.

Buffo.

Di solito tu sei il demone.

Il cattivo della favola.

 

“Ragazzo mio, ti stavo aspettando” una voce mi accoglie nel mio ufficio.

“Albus” lo saluto.

“Hai parlato con la signorina Granger?”.

“Si, mi raggiungerà qui stasera”.

“Mi raccomando, non devi dirle il vero motivo per cui le dai lezioni” sempre freddo, sempre calcolatore.

“Perchè no? Sarà felice di sapere che in realtà non è orfana, magari sarà anche più spronata ad imparare e i tempi si accorceranno”.

“Perchè nonostante Hermione sia una ragazza brillante e intelligente, è comunque giovane e tu sai come sono i giovani” sorrise il ritratto dell'uomo.

“Stupidi, impulsivi...” mormorai ripensando ai miei errori.

“Esatto, e in questo caso è meglio non agire incautamente”.

“Si, va bene”.

“Buon lavoro Severus, poi mi racconterai” strizzò l'occhio destro prima di lasciare vuota la cornice.

 

Cosa dovrei raccontargli?

Cosa si aspetta di così divertente?

Non perderò il controllo.

In nessun modo.

O almeno spero.

Per Salazar!

Aiutami tu.

 

 

 

POV HERMIONE

 

Per tutta la giornata sono stata con il magone.

Con l'ansia.

Odio la mia curiosità a volte.

Mancava poco all'incontro con Piton.

Con Ginevra avevo usato la scusa della ronda notturna.

Anche se nei suoi occhi azzurro cielo lessi scetticismo.

Cosa avrei dovuto dirle?

Sai Ginny in questo periodo io e il professor Piton abbiamo fatto amicizia e stasera devo andare da lui.

No.

Sarebbe troppo imbarazzante.

E poi non siamo amici.

Non siamo niente.

Probabilmente siamo un po' meno sconosciuti di prima.

Anche se vorrei fosse diverso.

Vorrei potergli parlare liberamente.

Chissà com'è il suono della sua risata.

Chissà com'è passare le giornate con lui.

Chissà com'è vederlo lavorare alle sue pozioni.

Ma non si può.

Non dovrei neanche pensarlo.

Lui è il mio professore.

E' più grande di me.

E' complicato.

Ma mentirei se dicessi che non ho un debole per lui.

Che non provo assolutamente nulla per lui.

Com'è strana la vita.

Non avrei mai pensato di poter perdere la testa per Severus Piton.

 

Arrivata davanti all'imponente porta di legno dell'ufficio bussai.

Nessuna risposta.

Riprovo un po' più forte.

Niente ancora.

Decido di spingere il portone per vedere se è chiuso a chiave oppure no.

Cigolando si apre.

Entro quasi in punta di pieid.

E' vuoto.

Piton non c'è.

Mi siedo su una poltrona ed ammiro la miriade di libri che compone quella stanza.

In tutti questi anni non ho mai potuto fermarmi a leggere i titoli.

Severus è molto geloso delle sue cose.

Sopratutto se sono volumi come questi.

Ama la cultura.

Come biasimarlo?

 

“Vedo che da Grifondoro qual è, è entrata senza permesso”.

 

Oddio.

Mi ha spaventata.

Velocemente rimetto a posto il libro sulle pozioni curative che ho in mano.

 

“Mi scusi” mormorai.

“Sono stato trattenuto...”.

“E' per questo che ha degli assorbenti in mano?” cerco di non scoppiargli a ridere in faccia.

 

E' davvero buffo in questo momento.

Vorrebbe scomparire.

Povero.

 

“Si, per voi è più facile avete una donna come Capocasa...mi chiedo come mai i genitori non spieghino prima certe cose...” sbuffa raggiungendo la scrivania e mettendo nel cassetto l'oggetto malefico.

“Non lo so” argomento sbagliato Piton.

 

Mia madre era stata molto dolce con me.

Mi aveva spiegato tutto in tranquillità.

Anche se avevo già letto qualcosina.

 

“Comunque...ti ho chiesto di venire qui per sapere come sei messa con i due libri che ti ho dato prima delle vacanze” era stato rapido nel cambiare discorso.

“Li ho letti subito, tre volte” ammisi arrossendo.

“Sei proprio una So-tutto-io” sottolinea.

“Però non le sono del tutto indifferente” bisbiglio leggermente infastidita.

“Forse”.

 

Un attimo.

Che cosa avevo detto?

E lui che cosa ha risposto?

Sono una stupida.

Ho aperto l'unico discorso che avrebbe dovuto rimanere chiuso.

Che diavolo mi fai, Severus?

Possibile che mi fai confondere in questo modo?

Che sia il mio inconscio che mi sta parlando?

Voglio riaprire quel discorso infondo.

E tu, professore?

Vuoi riaprirlo quel discorso?

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Sono stata brava stavolta, ho aggiornato presto! Lo so, sono ripetitiva ma vi ringrazio per il sostegno e spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo ☺

Lasciatemi una recensione se ne avete voglia in modo da poter far crescere la storia, ditemi le vostre impressioni e le vostre critiche, sarò felice di rispondere a tutti!

Ho una comunicazione da fare: sto per iniziare la sessione estiva perciò potrebbe passare “molto” tempo tra un aggiornamento e l'altro, ma state tranquilli che non abbandonerò la storia ♥

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15

 

 

POV SEVERUS

 

Cosa diamine ho risposto?

Odio quando la ragione lascia spazio all'irrazionalità.

E' così poco da me.

Quella ragazza mi manderà al manicomio.

Ma si sa, la verità non può essere legata.

E in questo mi è sfuggita.

Devo comunque rimediare in qualche modo.

Anche se vorrei continuare per vedere come reagisce Hermione.

 

“Perchè sono brava a scuola...” aggiunge cercando di riparare alla sua affermazione precedente.

 

No.

Non mi sei indifferente.

Non perchè sei brillante.

Ma perchè diavolo, sei bellissima.

Perchè di notte sogno di stringerti a me.

Di coccolarti.

Di essere insieme quello che io non ho mai potuto avere.

E quelle labbra.

Vorrei poterle assaggiare di nuovo.

 

“Perchè a differenza di quelle capre dei tuoi colleghi, tu hai un buon intelletto e va nutrito perciò ci vederemo una volta a settimana qui, sempre a quest'ora, per ampliare le tue conoscenze e migliorare le tue capacità” bravo Severus, fai il perfetto professore.

“Grazie...” la vedo abbassare la testa ed arrossire leggermente, è così tenera.

“Perchè stai arrossendo, Granger?”.

“...perchè lei non mi ha mai riconosciuto i miei meriti, non mi ha mai fatto degli elogi”.

 

Ha ragione.

In tutti questi anni non le ho mai fatto dei complimento.

E se li meritava.

L'unica a non aver mai sbagliato una pozione.

L'unica a non aver mai dimenticato un compito.

Era così disciplinata.

Ligia alle regole.

Proprio come il me più giovane, quando avevo la sua età.

Ammetto che all'inizio mi sentivo minacciato.

Pensavo essere il solo ad avere una simile conoscenza già al primo anno di Hogwarts.

Invece eccola.

Hermione Granger, la piccola So-tutto-io.

 

“Non faccio mai complimenti perchè questi potrebbero fermare una persona dal migliorarsi, e non c'è niente di peggiore del cullarsi sulle proprie conoscenze. Si può sempre imparare, sapere, scoprire...” si, ma guarda dove ha portato me.

“L'importante è non cadere schiavi della propria sete di conoscenza, giusto?”.

“Giusto, porta a tanti errori” come quello di entrare nella schiera dei Mangiamorte per esempio.

“Cosa faremo in queste lezioni?” quella scintilla di curiosità tipica dei ragazzi, della giovinezza.

“Occlumanzia e controincantesimi di livello superiore”.

“Ma professore, io non ho ancora affrontato i M.A.G.O.” questo è vero, ma tu avrai una missione ancora più grande ed importante degli esami.

“Credi che io non conosca le amministrative scolastiche, Granger? E' nelle mie facoltà di docente quella di scegliere uno studente e coinvolgerlo in un progetto extra” ovviamente avevo letto i vari regolamenti, non volevo futuri problemi con la preside.

“Mi fido di lei, accetto di partecipare a queste lezioni extra” sorrise felice, quanto ami studiare, Hermione?

“Bene, le farò sapere il giorno del nostro prossimo incontro...può ritornare al suo dormitorio ora” la congedai freddamente.

“Buonanotte professor Piton”.

 

Vedrai, Hermione.

Io ti aiuterò.

Questo posso farlo.

 

 

 

POV HERMIONE

 

Uscii dall'ufficio con un sorriso ebete stampato in viso.

Era stato un colloquio parecchio strano.

Eravamo passati da un argomento all'altro.

Da quelli più intimi a quelli più autoritari.

Severus Piton è il miglior professore che Hogwarts abbia mai avuto.

E non lo dico solo per il fatto che ho un debole per lui.

Anche questa volta era stato in grado di darmi una nuova perla.

Una nuova lezione umana.

Ammetto che quest'opportunità non me l'aspettavo proprio.

Da lui poi.

Capocasa dei Serpeverde.

Pipistrello dei Sotterranei.

Temuto professore.

Aveva scelto me tra tutti.

Un progetto extra.

Non avevo mai sentito di questa opzione.

Neanche su Storia di Hogwarts non era presente.

Un po' mi puzza.

Ci dev'essere un motivo.

Perchè non ha scelto una sua amata Serpe?

Perchè proprio Occlumanzia e controincantesimi?

Forse perchè con la Umbridge avevamo saltato questi argomenti.

Poco importa.

Sono troppo felice.

Passerò del tempo da sola con lui.

Magari riuscirò a conoscerlo meglio.

Infondo l'Occlumanzia è l'arte del saper leggere la mente.

Del saper nascondere i propri pensieri, sogni, desideri.

Chissà cosa c'è nella tua testa, Severus...

Lo scoprirò.

 

Tornata nel dormitorio trovai Ginevra ancora sveglia.

Dal suo sguardo intuii che mi stava aspettando.

Forse avrei dovuto raccontarle tutto.

Di me, di Piton.

E' la mia migliore amica, non mi giudicherà.

Meglio rifletterci su però.

 

“Com'è andato questo giro di ronda?”.

“Come al solito”.

“Hai incontrato qualcuno?” perchè tutte queste domande.

“No, stranamente nessuno era fuori dal proprio dormitorio” sorrisi afferrando il mio pigiama.

“Neville non ti ha vista...”.

“Non ci siamo incrociati, probabilmente eravamo in piani diversi...come mai tutta questa curiosità?” mi infilai a letto.

“Niente, era solo per fare due chiacchiere...buonanotte” sorrise veloce e mi diede le spalle.

“Buonanotte Gin”.

 

Era tutto troppo strano.

Ginevra non si era mai interessata ai miei impieghi di Caposcuola.

La terrò d'occhio.

Le parlerò.

 

 

 

POV SEVERUS

 

Quanto sono odiosi quei bambinetti di prima mattina?

Troppo.

Ho dato un compito preciso.

Mi aspetto che lo svolgano in religioso silenzio.

Secondo anno di Corvonero e Tassorosso.

I primi sono noiosi.

Mentre gli altri sono banali.

Subito dopo di loro avrò ben due ore con il quarto anno dei Grifondoro e Serpeverde.

Un po' meglio devo dire.

Forse sarà il fatto che sono più grandi.

Ma in realtà non mi interessano le lezioni.

Non riesco a concentrarmi.

E questo mi infastidisce.

Non mi piace essere distratto.

Avere la testa da un'altra parte.

Non è da me.

L'immagine della Granger che arrossisce mi sta facendo impazzire.

Quella ragazzina mi ha fatto tenerezza.

A me.

Il cinico pipistrello dei sotterranei.

L'ho vista indifesa.

Oltre che imbarazzata.

Per una volta la guerriera aveva lasciato spazio alla verità.

Alla dolce ragazza qual è, Hermione.

L'Hermione senza il peso di una guerra sulle spalle.

Quella che arrossisce ai complimenti.

 

 

La giornata proseguì in modo tranquillo.

Inspiegabilmente non successe nessun disastro all'interno della mia aula.

Neanche un calderone esplose.

Certo, non avevo avuto Paciock.

A pranzo avevo visto di sfuggita la Granger.

Non potei osservarla come avrei voluto.

Aveva il viso tuffato in un enorme libro.

Le si leggeva però la tensione addosso.

Probabilmente era in ansia per gli esami.

Voleva dare il massimo.

Lei è il massimo.

E non se ne rende conto.

 

Passai il pomeriggio a correggere compiti.

Prima quelli del sesto anno di Tassorosso.

Poi quelli del primo anno di Grifondoro.

Quei ragazzini erano davvero delle teste di legno.

Alcuni avevano fatto errori imperdonabili.

E infatti delle enormi T di troll coprivano la facciata.

 

“Severus, vieni subito nel bagno delle ragazze al quarto piano” il patronus della preside saltò sulla mia scrivania e parlò la voce della sua proprietaria.

 

Che diavolo era successo?

Perchè proprio nel bagno delle femmine?

Qualche stupido studente era andato a sbirciare?

 

Svelto raggiunsi Minerva.

Fuori dalla porta non c'era nessuno.

Entrai e non potei fare a meno di sorprendermi.

Una Corvonero del settimo anno era stesa a terra.

Mentre Hermione aveva qualche escoriazione sul viso e si teneva una spalla.

 

“Cosa è successo qui?” usai il tono più autoritario che avevo.

“Queste due studentesse hanno improvvisato un duello nel bagno!” anche Minerva era piuttosto alterata.

“E per quale motivo, di grazia?” fulminai entrambe le ragazze.

“E' stata lei a cominciare, io mi sono solamente protetta” rispose Hermione toccandosi la guancia destra sporca di sangue.

“Sembra che la signorina Sullivan abbia detto delle cose spiacevoli sul conto della signorina Granger” spiegò Minerva.

“Questa è una scuola non un pollaio” sbraito.

“La Granger è pazza! Mi ha attaccata!” si riprese la Corvonero alzandosi barcollante.

“Non è vero!” ribattè la riccia.

“Severus tu pensa alla signorina Granger mentre io porto la signorina Sullivan nel mio ufficio” ordina la donna più anziana prima di uscire con la studentessa al seguito.

 

Porto Hermione nel mio ufficio.

Era chiusa nel suo mutismo.

Con lo sguardo puntato ai suoi piedi.

C'era qualcosa in lei che non mi convinceva.

Lei non è il tipo che scatta per qualche pettegolezzo.

Per cose così futili.

Ci doveva essere dell'altro.

 

“Allora, mi vuole spiegare come sono andate le cose?” prendo parola sedendomi dietro alla cattedra.

“Glielo ha detto la preside, la Sullivan mi ha offesa...” mormorò.

“Perchè ti ha colpita?” avrei dovuto medicarla poi.

“Perchè è invidiosa dei miei voti, voleva vedere se ero davvero brava nei duelli come dicono...”.

“Primo, voglio che mi guardi quando parlo con lei e secondo, voglio che mi dica la verità” dai Hermione, è palese che non sai mentire.

“Sono sincera”.

“Non sei il tipo di ragazza che colpisce senza una valida ragione, e sei decisamente troppo brillante per cadere nella rete delle offese gratis perciò dimmi la verità” fidati di me.

“Va bene...ma tu prometti di non arrabbiarti?” i grandi occhi ambra si riempirono di lacrime.

“Raccontami Hermione” le dico sedendomi al suo fianco.

“La Sullivan mi ha seguita in bagno e mi ha bloccata, ha iniziato a blaterare su quanto fosse strano che una Grifondoro abbia voti più alti dei Corvonero e...secondo lei era ancora più strano che io avessi i voti più alti anche in pozioni dato che tu sei molto esigente” si fermò per asciugarsi una lacrima che le si era fermata in prossimità del labbro superiore.

“Tutto qui?”.

“No...ha insinuato che tra me e te ci fosse qualcosa di losco, che forse io ti facessi...si, insomma...dei...hai capito...e mi ha insultata pesantemente per questa sua idea sbagliata e ha offeso anche te, alla fine era talmente schifata che mi ha lanciato delle fatture, alcune sono riuscita a schivarle ma una mi ha beccata in pieno...sentivo la rabbia montare, e l'ho schiantata con molta forza” si prese il viso fra le mani, piangendo.

 

Lo aveva fatto per me?

Mi aveva protetto?

No, sicuramente lo ha fatto per le stupide insinuazioni.

Hermione sei una ragazza così pura.

Così speciale.

Che non meriti del male.

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

Stavo piangendo come una stupida.

Avevo detto la verità.

Io non colpirei neanche una mosca.

Ma la Sullivan aveva esagerato.

Gli insulti verso di me mi avevano fatta innervosire.

Ma le offese verso Severus mi avevano fatta perdere il controllo.

Come ha potuto chiamarlo 'viscido maiale'?

Lui che è stato sempre fedele ad un'unica donna.

Lui che ha salvato il Mondo Magico.

Severus Piton non si merita un simile trattamento.

Io mi fido di lui.

Lo stimo.

Lo amo.

Lo amo?

Non lo so.

Ma resta il fatto che dovevo reagire.

Dovevo pulire quella boccaccia a suon di schiantesimi.

Che ne sapeva lei della guerra?

Dov'era lei quando Severus rischiava la vita ogni giorno?

Per salvare e proteggere noi?

Dove sarebbe Harry ora?

 

“L'hai colpita perchè ha offese me?” l'uomo seduto al mio fianco si stava torturando le mani, era così tenero.

“Si” risposi guidata da non so quale sicurezza.

“Non avresti dovuto” soffia alzando quei due pozzi neri, profondi e caldi.

“Non tollero certe cose...”.

“Non devi cadere in queste trappole, la gente avrà sempre da ridire su tutto e tutti, su di me, su di te” lo vidi alzarsi e raggiungere un armadietto.

“Ma tu sei un eroe, hai rischiato la tua vita per l'intero Mondo Magico”.

“No, non è vero...e lo sai bene” perchè continua a negarlo?

“Avrai fatto degli errori, alcuni dei quali abbastanza gravi, ma ti sei messo in gioco e hai combattuto a denti stretti...io ti ammiro Severus Piton, ammiro il lato dannato e quello redento” faceva strano dirlo ad alta voce, davanti a lui.

“Ha davvero una così alta opinione di me?” si avvicinò con una cassetta in mano, con espressione sorpresa.

“Si” sorrisi debolmente.

 

Severus, sei un uomo così puro.

Così speciale.

Che non meriti del male.

Ed io mi impegnerò perchè tu lo capisca.

Perchè tu sia protetto.

 

“Vieni, siediti sul divano che ti medico quei brutti graffi” indica il divano con fare impacciato.

“Posso andare in Infermeria, non disturbarti” mi alzo.

“Ho detto siediti” il suo tono è fermo ma non autoritario.

 

Eseguo l'ordine.

Mi fa poggiare con la schiena contro il bracciolo del divano nero pece, con le gambe incrociate.

Lui è seduto davanti a me.

I nostri corpi quasi si sfiorano.

Delicatamente prende un batuffolo di garza impregnato di disinfettante.

Lo passa sui graffi ancora piuttosto freschi.

Brucia un po'.

Chiudo forte gli occhi.

Quando li riapro noto che non mi sta toccando.

Sembra quasi incolpa di avermi fatto male.

Non sei stato tu, Severus.

Il tuo tocco è così leggero.

Gli sorrido per rassicurarlo.

Riprende il suo lavoro.

I nostri visi sono uno a pochissimi centimetri dall'altro.

Potrei baciarlo di nuovo.

Assaporare quella sensazione di libertà.

Per una seconda volta.

Ma so che mi respingerebbe.

Non è etico.

Siamo nel suo ufficio.

L'altra volta era diverso.

Lui era diverso.

E forse anche io.

 

“Ecco fatto, nel disinfettante ho sciolto qualche goccia di Dittamo in modo che i tagli si chiudessero subito” spiega mentre ripone la cassetta sul tavolino basso vicino a noi.

“Grazie, non ho sentito nulla...” cerco di non arrossire.

“Grazie per avermi difeso...ma non farlo più, non voglio che tu abbia il peso delle cattiverie sulle tue spalle, quelle sono mie e soltanto mie”.

“Mi dispiace, va contro la mia natura” mi alzo e raggiungo la porta.

“Dico sul serio, non farlo più” ha paura che possano farmi del male, ha paura che mi si ritorcano contro.

 

Lo guardo per qualche secondo interminabile.

Mi perdo in quelle iridi color pece.

Nel nero.

Potrei affogarci.

E non chiedere aiuto.

 

Faccio per uscire ma poi mi blocco con la maniglia fra le mani.

Mi giro verso di lui.

E' rimasto esattamente dov'era.

 

“Mi scusi se le ho dato del tu” sorrido.

 

Inaspettatamente Severus Piton risponde al mio sorriso.

Con un altro sorriso.

Il più bello che io avessi mai visto.

L'unico sorriso che Severus abbia mai fatto in quell'aula forse.

Ed era indirizzato a me.

Soltanto a me.

Grazie.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Sono riuscita ad aggiornare prima di scomparire, questo capitolo è carino di emozioni...è stato bello scriverlo, devo ammetterlo. Questa coppia è così delicata, profonda, geniale che davvero non capisco come la gente si fermi al fatto che 'Severus è un pedofilo, Hermione è una ragazzina...gn gn gn'. Capisco che possa non piacere la differenza d'età, ma questi due personaggi sono così simili e contrastanti che vanno oltre ad un semplice fattore di numeri. Scusate per la parentesi, magari lasciatemi qualche recensione e ditemi come la pensate☺

Comunque volevo ringraziarvi tutti per aver fatto arrivare il primo capitolo di questa ff (si, il primo, mi emoziono con poco ahah) a 1000 visite e continuare a crescere gli altri! Vi voglio troppo bene♥

Detto questo, non so quando aggiornerò ma tranquilli che non vi abbandono, cerco di superare la sessione estiva e ricominceremo alla grande. Alla prossima!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


CAPITOLO 16

 

 

POV SEVERUS

 

Una settimana precisa da quell'incontro inaspettato.

Una settimana precisa dal giorno in cui Hermione mi ha difeso.

Mi ha difeso dalle cattiverie della gente.

E' stato gentile da parte sua.

Ma non deve rischiare così tanto per me.

Per me che non merito la sua protezione, o la sua attenzione.

Resta il fatto che devo darle quelle lezioni.

E anche in fretta.

L'anno scolastico sta per finire.

Non voglio che si distragga troppo dallo studio.

Ci sono gli esami.

Ammetto che però mi piacerebbe vederla felice con i suoi genitori.

Se solo potessi fare io quella contromaledizione.

Se solo potessi ricambiare il favore.

Se solo potessi proteggerla io.

Lo farò.

Lo prometto.

E quando do la mia parola è per sempre.

Mi sembra di averlo dimostrato.

 

Prendo carta e penna.

Le devo comunicare orario e luogo di incontro.

Non possiamo farlo qui nel mio ufficio.

Minerva potrebbe beccarci.

E chi glielo spiega poi?

Io?

Silente?

No.

Nessuno.

 

'Signorina Granger, le comunico qui di seguito orario e luogo di incontro per la nostra prima lezione: domani, ore 21.00pm, Stanza delle Necessita. S.P.'.

 

Chiamo il mio gufo personale.

Gabriel.

Ho scelto io stesso questo nome.

Tra i babbani esiste una divisione tra le varie religioni.

Per gli ebrei significa 'uomo di Dio'.

Ma anche 'principe del fuoco'.

Quando ho visto Gabriel mi ha ricordato un po' me stesso.

Aveva un portamento fiero.

Nonostante non fosse un esemplare particolarmente avvenente.

Ma sa essere fedele.

Ed ho scelto quel nome.

Mi piace.

Gli calza alla perfezione.

 

Bene, è fatta.

Domani sera la Granger sarà qui.

Potrò leggerle la mente.

Non so se me la sento.

Da una parte vorrei sapere cosa pensa realmente di me.

Dall'altra ho paura di scoprire qualcosa che non voglio sapere.

E se anche lei ricambiasse il mio interesse?

Sarebbe la prima volta.

Ma non è così, Severus.

Lei non ricambia il tuo interesse.

Non deve.

 

 

 

POV HERMIONE

 

Una settimana precisa da quello stupido duello improvvisato.

Una settimana precisa da quella chiacchierata inaspettata.

Da quel sorriso.

Sorriso che non ha più abbandonato la mia mente.

Né di giorno.

Né di notte.

Un'immagine che mi porterò sempre dietro.

Ho strappato un sorriso al cinico Severus Piton.

Merito una medaglia al valore per questo.

Altro che riconoscimento per il mio contributo alla sconfitta del Lord.

Questo era su un altro livello.

 

“Hermione!” mi giro di scatto al richiamo di Ginevra.

“Si?” cavolo, ero distratta.

“Vuoi andare ad aprire a quel povero gufo?” dice indicando la finestra della nostra stanza.

“Oh...ero persa nei miei pensieri” corsi ad aprire.

 

Era un gufo dal piumaggio nero, tendente al cenere.

Con due grandi occhi neri come la pece.

Mi ricordava Severus.

Aveva anche un certo portamento fiero.

“Scusami, non ti avevo sentito” presi il foglietto attaccato al sua zampa.

 

Dopo avergli dato un crecker lo lasciai andare via.

Era piuttosto scocciato.

Come il padrone.

 

'Signorina Granger, le comunico qui di seguito orario e luogo di incontro per la nostra prima lezione: domani, ore 21.00pm, Stanza delle Necessità. S.P.'.

 

Mi ritrovai istintivamente a sorridere al messaggio.

Domani.

Da soli.

Nella Stanza delle Necessità.

Spero solo non prenda qualche forma strana.

 

“Perchè stai sorridendo ad un biglietto? Cos'è un ammiratore segreto?” la rossa comparve alle mie spalle rubandomi il pezzo di pergamena.

“Ginny!” sbraitai alzandomi di scatto.

“Non ci credo! Hermione...perchè hai ricevuto un messaggio da S.P.? Sappiamo entrambe per chi stanno quelle due lettere...Spiega, ora” la ragazza si sedette sul suo letto con fare autoritario.

“Nulla, solo una lezione di potenziamento” cercai di sminuire la cosa, ma forse era arrivato il momento di parlare.

“Se è solo una lezione aggiuntiva perchè stavi sorridendo in modo tenero a quelle parole? Non sono mica stupida sai, ho ancora due occhi ben funzionanti”.

“Va bene, ma mi prometti di non parlarne con nessuno e che non mi giudicherai?” mi sedetti di fronte a lei.

“Certo, Herm! Per chi mi hai presa? Sono o non sono la tua migliore amica?”.

“Si, hai ragione” le sorrisi debolmente.

“Allora forza, non avere paura, raccontami tutto”.

 

Presi un bel respiro.

Le raccontai della prima sera al castello.

Sulla Torre di Astronomia.

Della sfuriata nella sua aula.

La sera che per la prima volta avevo sentito le sue mani sul mio corpo.

I libri da studiare.

Il ballo.

La nostra strana chiacchierata in riva al lago.

La sua giacca.

E di nuovo la Torre.

Le sue lacrime.

Il suo sangue.

Il nostro bacio.

E il confronto.

Le mie parole taglienti.

Le scuse.

Infine l'ultimo colloquio avuto.

Una settimana fa.

 

“Ginny, ti prego dì qualcosa...e chiudi quella bocca o ti ci entreranno i nargilli” mi lasciai scappare una risatina nervosa.

“Hermione...tutto questo in così pochi mesi di scuola? Per Goddric! Perchè non me l'hai detto prima? Cioè, avevo intuito qualcosa tra te e Piton, insomma non sono mica stupida...ma così tante cose non le avevo immaginate” la rossa stava gesticolando ma non mi sembrava arrabbiata.

“E' che pensavo non fosse nulla di speciale e di certo non è una cosa da sbanierare in giro” abbassai lo sguardo in imbarazzo.

“Un bacio! Hermione, hai baciato il pipistrello e lo ritieni 'nulla di speciale'?!” Ginevra saltò in piedi.

“No, voglio dire quello è stato...bello, strano...”.

“A te piace davvero Piton?” sussurrò per non farsi sentire da nessuno nonostante fossimo sole nel dormitorio.

“Si, ci ho riflettuto tanto e sono arrivata alla conclusione che mi sono innamorata di lui” affermai sicura, era la verità.

“Ma è Piton, sei sicura che non ti stia prendendo solo in giro? Insomma, il bacio e quelle cose di cui avete parlato sono così poco da lui” in effetti era impensabile per me che l'ho vissuto in prima persona, figurarsi per quella poveretta che mi stava ascoltando.

“Nei suoi occhi ho letto sincerità, e poi non mi ha più toccata quindi non penso voglia farmi del male”.

“Se ti rende felice per me va bene, ma non permettergli di farti soffrire...sappiamo che non ha un carattere tanto docile e per giunta ha sacrificato la sua intera vita per una donna morta” la realtà dei fatti mi piombò addosso.

 

Chi ero io per mettermi in mezzo ad un amore che dura da una vita?

Posso davvero permettermi di innamorarmi di lui?

Di avvicinarmi?

Lui sarà pronto?

Ma che dico...

Severus Piton non mi vedrà mai in quel senso.

Per lui sono solo una mente brillante da sfamare.

 

“Domani ho la prima lezione con lui, spero solo fili tutto liscio” sospirai poggiando la schiena alla tastiera del letto.

“L'importante è che non gli salti addosso” scoppiò a ridere la rossa.

“Scema” le tirai il mio cuscino.

“Pensa se scopre che ti piace mentre fate lezione, Harry diceva che Piton entrava nella sua mente e osservava tutti i suoi ricordi e pensieri”.

“Lo so, devo essere brava a nascondere le cose ma ho soltanto letto quei libri e non so se ne sono capace” che situazione.

“Conoscendoti sarai anche più brava di lui!” mi abbracciò la mia migliore amica.

“Grazie...di tutto, del tempo che mi hai dedicato, del tuo affetto, della comprensione” le volevo un bene dell'anima, era come la sorella che non avevo mai avuto.

“Te l'ho detto, puoi fidarti di me e sai che ti aiuterei in ogni occasione”.

 

Un'alleata.

E' quello che mi serve.

Qualcuno che non mi prenda per pazza.

 

 

POV SEVERUS

 

Ho lo stomaco chiuso.

Non riesco neanche a mangiare quel poco che ho nel piatto.

Sono leggermente teso per dopo.

Per la lezione con la Granger.

E se mi sfuggisse qualcosa?

Qualsiasi cosa.

Dei suoi genitori.

Di noi.

Noi?

Avanti Severus, non esiste un 'noi'.

Sei tu che stai affrontando una crisi di mezz'età.

Si, sarà sicuramente così.

Istintivamente alzo lo sguardo sulla sala.

La vedo seduta tra la Weasley piccola e Paciock.

Sta fissando il piatto ancora pieno.

Che anche lei sia in ansia quanto me?

Forse ho sbagliato tutto.

Avrei dovuto rifiutarmi.

Dall'inizio.

Invece no, io devo sempre comportarmi da eroe.

Che idiota.

E tutto per colpa di Albus.

Si, perchè se non fosse stato per lui non sarei partito per l'Australia.

Non l'avrei baciata.

A quest'ora non vorrei assaggiare di nuovo quelle labbra.

Nel profondo so che Albus non c'entra nulla.

Sono stato il primo ad essere scettico sulla questione dei Granger.

Non ci credevo.

O non volevo crederci.

Ma il mio presentimento si è rivelato veritiero alla fine.

Anche se quando Hermione verrà a sapere la notizia mi odierà.

Si arrabbierà molto.

Probabilmente non vorrà più vedermi neanche in foto.

Le sto mentendo.

Nonostante tra di noi ci sia una certa...intimità.

In tutti questi anni non mi sono mai preso certe libertà con gli studenti.

A parte Draco.

Con lui sono stato praticamente obbligato.

Ma adesso basta.

Meglio tornare in ufficio.

Qui non c'è niente che possa fare.

 

“Dove vai, Severus?” la preside mi blocca per un braccio.

“Torno in ufficio, ho ancora molti compiti da correggere”.

“Ho notato che non hai mangiato molto, stai male, ragazzo mio?” quella donna sapeva essere così pesante.

“Che fai mi spii? Comunque sto benissimo, devo solo mettermi al pari con il lavoro” sbuffai infastidito.

“C'è qualcosa che non mi racconti...lo sento, ma se ti serve aiuto dimmelo, sai che farei qualsiasi cosa per te” per quanto la trovassi pedante, era come una sorta di madre ormai.

“Sto bene, Minerva” la rassicurai.

“Mi fido” mi sorride gentile.

 

Cosa avrei dovuto dire?

Non ho cenato perchè sono in ansia per un appuntamento?

Per giunta con la Granger?

No, passo.

Meglio restare sul vago.

Minerva non è una che si arrende facilmente però.

Devo stare attento.

 

Percorro la strada fino ad un corridoio appartato.

Mi concentro.

Ed ecco che appare.

La Stanza delle Necessità.

Entro quasi in punta di piedi.

Quello che vedo non è nulla di troppo sconvolgente.

Ci sono delle poltrone, dei divani, dei cuscini posizionati per terra.

Una cattedra, delle librerie.

Sono stato bravo.

Ho annullato i pensieri ostacolanti.

Sembra una qualsiasi stanza del castello.

Mi butto sulla poltrona davanti alla cattedra.

Dovevo ritrovare la calma.

Prima della tempesta.

Non mi sono preparato un programma da seguire.

Mi piace improvvisare.

Anche se Hermione mi rende irrazionale.

...in effetti non è stata una grande idea.

Ho mentito a Lord Voldemort per anni.

Posso benissimo gestire una ragazzina.

Una donna.

Una principessa.

Hermione Jean Granger.

Lei che ha smosso qualcosa nel ghiaccio.

 

“Professore, posso entrare?” la vedo affacciarsi alla porta.

“Cos'è non si bussa?” mi alzo di scatto.

“La porta era spalancata...” abbassa gli occhi mortificata.

“La prossima volta bussa lo stesso” ma che cavolo dici, Severus?

 

Le indico la poltrona su cui poco prima ero seduto io.

Mentre giro il tavolo e mi accomodo al mio posto.

E' inquieta.

Si avvicina a piccoli passi.

Non mi guarda.

Non avere paura di me, Hermione.

Non riuscirei a farti del male.

 

“Da cosa vuole iniziare, professore?”.

“Scegli tu” studio la sua espressione sorpresa.

 

Quanto sei bella.

Bella in modo surreale.

Come un quadro babbano.

La ragazza con l'orecchino di perla.

Potresti essere benissimo la modella di un artista come Jan Vermeer.

 

“Vorrei cominciare dalla Legilimanzia e Occlumanzia, se per lei va bene” finalmente fa incrociare quegli occhioni ambra con i miei.

“Argomenti complessi per essere la prima lezione”.

“Preferisco le cose difficili” accenna un sorriso.

“Come vuole”.

 

Sarà una lunga serata.

Si comincia.

Preparati Hermione.

Mia dolce Hermione.

 

 

 

POV HERMIONE

 

Parlare con Ginevra mi ha aiutata.

Mi sento più leggera con me stessa.

Lei ovviamente è stata molto comprensiva.

Le voglio un bene dell'anima.

Non mi ha giudicata.

Non mi ha offesa.

Solo, vuole che io stia attenta.

Severus non è un uomo facile.

“Mi sa che mi incammino, non vorrei arrivare in ritardo” bisbigliai alla ragazza dai capelli di fuoco.

“Cos'è al tuo amore non piace aspettare?” sapevo che raccontarle tutto avrebbe aperto la strada a battute di ogni genere.

“Deduco che da adesso in poi darai sfogo a tutto il tuo repertorio” sbuffai.

“Ci puoi scommettere, bella Grifona” mi fece l'occhiolino.

Era meglio andare.

Si.

 

Raggiungo un corridoio appartato.

Lontano da occhi indiscreti.

Mi concentro.

Niente pensieri stupidi, Hermione.

Eccola che appare.

La grande porta in legno è aperta.

Mi affaccio e vedo Severus perso nei suoi pensieri.

 

“Professore, posso entrare?”.

“Cos'è non si bussa?” si alza di scatto.

“La porta era spalancata...” abbasso gli occhi mortificata.

“La prossima volta bussa lo stesso” ma che cavolo dici, Severus? Siamo nella stanza delle Necessità, mica nel tuo ufficio.

 

Mi indica la poltrona su cui era seduto.

Mentre lui si siede dietro alla cattedra.

Io mi muovo lentamente.

A piccoli passi.

Sono agitata.

Non ho il coraggio di guardaro.

Non devi avere paura di lui, Hermione.

Non ti farebbe mai del male.

 

“Da cosa vuole iniziare, professore?” domando prendendo un bel respiro.

“Scegli tu” che strano, lo vedo diverso.

 

Quanto sei bello.

Bello in modo surreale.

Come un quadro babbano.

Ritratto di un giovane uomo con libro.

Potresti essere benissimo il modello di un artista come Agnolo Bronzino.

Il portamento fiero.

Lo sguardo dritto all'osservatore, senza indugio.

Le labbra lisce.

L'immancabile abito nero.

Si, Severus, mi ricordi proprio quel quadro.

 

“Vorrei cominciare dalla Legilimanzia e Occlumanzia, se per lei va bene” finalmente faccio incrociare quegli occhi color pece con i miei.

“Argomenti complessi per essere la prima lezione”.

“Preferisco le cose difficili” accenno un sorriso.

“Come vuole”.

 

Comincia a parlare.

A piegare.

Sono arti complesse queste.

Ci vuole concentrazione.

E impegno.

E dedizione.

Ma sono pronta.

 

“Vuole fare un tentativo?” mi chiede quasi bisbigliando, come se mi avesse proposto un illegalità.

“Certo, i libri li ho letti un paio di volte perciò vorrei capire come funziona, come ci si sente” sono proprio una secchiona.

“Preparati”.

 

Lo vedo alzare la bacchetta.

Puntare il suo sguardo nel mio.

E' così magnetico.

 

“Legilimens”.

 

Eccola la mia vita.

Tutto.

L'infanzia.

Sono piccolissima.

Mamma e papà mi stanno portando al parco vicino casa.

Siamo felici.

Poi vedo Hogwarts.

Ed Harry.

Ron.

Oh Ron, la mia prima cotta.

Ero così gelosa di Lavanda.

I guai passati.

La guerra.

Il dolore.

Le lacrime.

Piton.

 

“Basta” sento la voce profonda di Severus.

“Perchè? Ho fatto qualcosa di sbagliato?” domando portandomi le mani alle tempie.

 

Fa male.

Aveva ragione Harry.

 

“Perchè siamo solo alla prima lezione...” sta mentendo.

“Ma non mi ha neanche lasciata provare a respingerla”.

“Ho detto basta così, se ne vada ora” non alza il tono, ma è perentorio.

 

Mi alzo di scatto.

Devo uscire di lì.

Potrebbe aver visto qualcosa?

Non lo so.

Non credo.

Mi giro verso la porta.

Shock.

La Stanza delle Necessità è mutata.

I divani, i cuscini sono scomparsi.

C'è solo un grande letto matrimoniale.

Per Goddric!

Che imbarazzo!

E' stata sicuramente colpa mia.

Mi sono distratta durante l'incantesino.

E' per questo che mi sta mandando via.

Fuggo letteralmente via.

Senza guardarmi indietro.

Senza vedere il suo volto.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

I'm back! No, non è vero, è giusto una capatina questa...tranquilli, non mollo niente ma siccome oggi è il mio compleanno (o meglio, lo era dato che ormai mezzanotte è passata ahah) ho voluto farmi e farvi un piccolo regalo. Spero solo sia di vostro gradimento☺ Grazie per il supporto e mi raccomando, lasciatemi una recensione! ♥

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


CAPITOLO 17

 

 

POV SEVERUS

 

Non ce l'ho fatta.

Mi sono fermato.

Ero proprio difronte a me stesso.

Hermione mi aveva attaccato alla scia dei suoi ricordi.

Dei suoi pensieri.

E mi sono bloccato.

Non ho avuto il coraggio di continuare a scandagliare la sua mente.

Ho avuto paura di scoprire troppo.

Ma ho sentito uno strano calore avvolgermi.

Assomigliava a quello che avevo avvertito mentre osservavo i suoi ricordi di infanzia.

La piccola bambina che sorrideva ai suoi genitori.

Di certo era un sentimento.

Forte.

Amore?

No, è impossibile.

Sarà stata sicuramente ammirazione.

O stima.

Semplice stima.

Anche se...smettila Severus.

Non farti strane idee.

Lei è un fiore che sta sbocciando giorno dopo giorno.

Non ha bisogno di una vecchia quercia ad ostacolarla.

Ma quel letto?

Sono stato io?

O lei?

Sinceramente non so spiegarmelo.

Che i miei pensieri abbiano cozzato con i suoi a tal punto?

Sono peggio di uno stupido ragazzino in piena fase ormonale.

Sono un'idiota.

Quando sto con lei non ho più il completo controllo di me stesso.

Hermione riesce a ribaltare il mio mondo.

Anche solo con uno sguardo.

Ed è tutto così nuovo per me.

Mi dispiace ammetterlo, ma neanche Lily mi faceva questo effetto devastante.

Che i sentimenti per Lily Evans fossero solo di una grande amicizia?

Forse li avevo travisati io.

Forse non li avevo analizzati bene.

Ero troppo giovane per sapere che cos'è l'amore.

Ma adesso lo so?

Ora che sono adulto, l'ho capito?

No.

Probabilmente non lo capirà mai nessuno.

La gente ci si aggrappa con tutte le forze.

Arriva a toccare il cielo con un dito.

Ma poi tutto crolla.

C'è un punto di fine anche per l'amore.

Quindi mi domando se ne valga davvero la pena.

Non ho mai avuto buoni esempi di amore.

Anzi, tutt'altro.

Ed io sarò capace di amare?

Sarei in grado di amare una giovane donna come Hermione?

 

 

 

POV HERMIONE

 

Che imbarazzo.

Ero riuscita a non combinare disastri.

E poi eccolo lì, un letto.

Matrimoniale.

Chissà cosa avrà pensato Severus.

Chissà cosa avrà visto...

Mi ha praticamente sbattuta fuori dalla Stanza delle Necessità.

Per tutto il tempo avevo cercato di stare tranquilla.

Di non agitarmi.

Di non mostrargli i miei sentimenti per lui.

Ci sarò riuscita?

No.

Evidentemente no.

E' comparso il letto.

Hermione sei una stupida ragazzina.

 

“Herm, allora?” Ginevra mi stava aspettando sveglia.

“Domani, Gin, domani” mormorai.

“Va bene, dormi tranquilla” mi stampò un bacio sulla guancia.

 

La rossa aveva capito che non era andata bene.

Che era successo qualcosa di sbagliato.

Mi dispiace.

Ma devo rielaborare il tutto prima di parlarne.

E non fu facile quella notte.

Non riuscii a dormire.

Continuava a pararmisi davanti quella scena.

Severus che interrompe il contatto visivo.

Io che lo fisso confusa.

E il letto dietro di noi.

Che figuraccia abnorme.

Ma ci dev'essere una spiegazione.

 

Il mattino seguente mi preparai lentamente.

Non avevo il coraggio di incontrarlo.

Chissà cosa penserà di me.

Sicuramente vorrà concludere le lezioni.

Brava, Hermione.

Nuovo record.

Essere scelta da Piton per un progetto extra.

Fare una lezione.

E rovinare tutto.

Complimenti.

 

“Ehi, Mione, andiamo?”.

“Si, Gin” la seguo fuori dalla Torre.

“Allora, ne vuoi parlare? Ti ha fatto del male? Dimmelo, giuro che vado ad ammazzarlo con le mie mani!” quella ragazza era un vulcano pronto ad esplodere.

“No, non mi ha fatto del male, tranquilla”.

“Quindi qual è il problema?”.

“Stavamo provando la Legilimanzia, lui ad un certo punto interrompe il contatto come fosse stato scottato e in quel momento mi accorgo che intorno a noi la stanza era cambiata, gli scaffali e il resto del mobilio aveva lasciato spazio ad un letto matrimoniale” raccontai coprendomi il viso con le mani dall'imbarazzo.

“Per Goddric! E chi dei due è stato?” gli occhi di Ginevra si spalancarono.

“Non lo so, ma dato la sua reazione credo di essere stata io...”.

“Hermione, non ti facevo così spinta!” rise la rossa.

“Ginevra!”.

“Scusa, scusa, ma come fai a dire che sei stata solo tu, non potreste essere stati entrambi?”.

“...potremmo, ma dubito che Piton abbia questi pensieri su di me”.

“Da quello che mi hai raccontato potrebbe eccome, lui è cotto!”.

“No, devo essere stata io per forza...e adesso dobbiamo entrare in Sala Grande come non fosse successo niente...che vergogna!” perchè non mi ero data per malata?

“Ma spiegami un po' questa cosa, vuoi portarti a letto il Mestolaio delle tenebre?” quel sorrisetto malizioso era odioso.

 

Sbuffando la superai.

Presi un bel respiro.

Ed entrai.

Severus era seduto al suo solito posto.

Con la testa china sul piatto.

Almeno avremmo evitato occhiate imbarazzanti.

La giornata sarebbe stata lunga.

Soprattutto con due ore di pozioni.

Grazie karma, sempre molto gentile.

 

 

 

POV SEVERUS

 

Dopo due giorni di riflessione presi una decisione.

Avrei continuato.

Lo scopo finale era importante per lei.

E il tempo stringeva.

Riprendemmo le lezioni.

Tre sere alla settimana.

Nel mio ufficio.

Onde evitare altri spiacevoli incidenti.

Dell'accaduto non parlammo molto.

Lei mi chiese scusa.

Ed io le accettai.

Giusto per chiudere l'argomento.

 

“Respingimi!” le intimai mentre continuavo a penetrare le sue barriere.

“Ci sto provando!”.

“Non abbastanza”.

“E' difficile con lei che mi urla contro” sbuffò.

“Hermione, sto leggendo tutti i tuoi pensieri e ho già visto tutti i tuoi ricordi, vuoi che passi ai desideri? Sarebbe imbarazzante, non credi? Ora concentrati, buttami fuori”.

“Riproviamo”.

 

Era stanca.

Lo percepivo.

Ma non poteva arrendersi.

Quella era una disciplina dura.

E lei doveva farcela.

 

“E così eri gelosa della Brown, volevi sbaciucchiare quell'impiastro di Weasley al posto suo” la provocai, sperando in una reazione.

“Smettila!”.

“Bloccami”.

“Non ci riesco”.

“Vuoi che scavi più affondo?”.

“No”.

“Se apro la porta con scritto sogni, cosa vedrò Hermione?”.

“Niente” diventò rossa in viso.

“E allora perchè stai arrossendo?”.

“Perchè sono cose private!”.

“Non per me, sto per aprirla Hermione...”.

 

Virtualmente posai la mano sulla maniglia della porta.

Sogni.

Tutti i sogni di Hermione.

Entrai.

Diedi uno sguardo.

Un mantello nero posato sulla ringhiera della Torre di Astronomia.

L'ombra di una coppia seduta sugli scalini.

Le mani intrecciate.

Dovevo vedere i loro volti.

Mi avvicinai.

Chi sogni di abbracciare, Hermione?

Rumore di baci.

Di sussurri.

Prima che potessi andare oltre venni spinto fuori.

La Granger mi aveva respinto.

Con una forza tale da farmi perdere quasi l'equilibrio.

 

“No! Questo no!” urlò.

“Hermione, calmati” era agitata.

“L-lei non doveva...aspetti, ce l'ho fatta, ce l'ho fatta!” realizzò all'improvviso.

“Si, ce l'hai fatta”.

 

Quella ragazzina era così felice che mi saltò addosso.

Per poco non cademmo entrambi a terra.

Avevo Hermione tra le braccia.

La strinsi a me.

Respirai a pieni polmoni il suo profumo.

Ero in pace con me stesso.

In quel preciso momento non c'era nulla che poteva distrarmi.

Avevo trovato il mio posto nel mondo.

Lì, nel mio ufficio.

Con Hermione stretta addosso.

 

“Mi scusi, non volevo ma l'euforia...mi dispiace, so che lei non ama essere toccato” sbiascicò allontanandosi dal mio corpo.

“Tranquilla, magari contieniti la prossima volta...” stupido ruolo di professore.

“Certamente” abbassò il capo.

“Per questa sera possiamo finire qui, meglio non sforzare troppo le tue barriere”.

“Come vuole”.

“Vieni, bevi questa pozione” la feci avvicinare alle poltrone e le passai una boccetta.

“A cosa serve?”.

“E' per evitare che la carica magica si accumoli nella tua testa evitando così una brutta emicrania” spiegai in modo risoluto.

“Grazie” sorrise prima di portare alle labbra il liquido.

“Dovresti aspettare qualche minuto ferma adesso, potrebbe darti dei capogiri”.

“Oh, va bene”.

“Come fai a sapere che non mi piace essere toccato?” Severus, ma sei serio?

“Dalla sua espressione infastidita quando deve stringere la mano a qualcuno, ma anche dal suo modo di sfuggire alle attenzioni della McGranitt, ho notato che la preside vuole sempre sistemarle il colletto della veste ma lei si ritira ogni volta” la vidi sorridere all'immagine.

“Che fai mi spii?”.

 

Hermione mi aveva studiato proprio bene.

Dovevo essere particolarmente interessante per lei.

Che fossi io quello del sogno?

In effetti il mantello nero poteva essere il mio.

Ma non penso di essere l'unico ad indossare un capo del genere.

Sicuramente sarà stato qualche mago famoso.

Oppure un qualche attore babbano...

E se fossi io?

Io, il sogno di Hermione.

Chiederglielo è fuori discussione.

Avrei dovuto indagare meglio.

Ma la potenza con cui mi ha respinto la diceva lunga.

O era qualcuno di imbarazzante.

O ero io.

Altrimenti perchè era arrossita?

 

“Sono una brava osservatrice”.

“Anche io” inchiodai il mio sguardo al suo.

 

Il nero stava inghiottendo l'ambra.

Oro nero.

Perfetto connubio.

 

“I-io dovrei andare...sa, n-non vorrei incrociare Gazza...” balbettò in soggezione.

“Si, ha ragione, vada pure e si riposi bene per la prossima lezione” Severus, hai esagerato.

“Buonanotte professor Piton” accennò un sorriso.

“Buonanotte Granger”.

 

Non resta che aspettare la prossima lezione.

Non resta che aspettare la prossima occasione.

 

 

 

POV HERMIONE

 

Pensavo che avessimo finito con le lezioni.

Per colpa dell'incidente.

Invece inaspettatamente Piton mi ha convocata per ricominciare.

E riprendemmo seriamente con il progetto extra.

Ormai avevamo fatto parecchie lezioni.

Gli argomenti erano tanti, e sempre diversi.

Abbiamo cominciato con la Legilimanzia.

Occlumanzia.

Controfatture.

Controincantesimi.

Starlo ad ascoltare era così istruttivo e rilassante.

Severus adorava il suo lavoro.

Glielo si leggeva dagli occhi.

Anche se non l'avrebbe mai ammesso.

Non ad una sua allieva.

Non alla So-tutto-io Granger, almeno.

Ma lui era così preciso.

Informato e attento.

E devo ringraziarlo se sono riuscita ad alzare le mie barriere occlumantiche.

Quello è il passaggio più difficile.

Disse.

Se riesci ad alzare le difese allora significa che potrai essere un buon occlumante.

Un buon legilimens.

Il percorso fu lungo.

Costeggiato dall'imbarazzo che scoprisse qualcosa che lo riguardasse.

Severus aveva vissuto tutti i miei ricordi, più di una volta.

Aveva letto i miei pensieri.

Aveva avvertito i miei stati d'animo.

E alla fine aveva visto i miei sogni.

Uno in particolare.

Quello della Torre di Astronomia.

Quello che lo riguardava.

Era un sogno fatto ad occhi aperti.

Una mattina mentre ero a lezione di Storia della Magia.

Eravamo noi due, solo noi due.

Seduti sui gradini della Torre.

A farci da sfondo c'era una delle più belle notti stellate.

Severus mi teneva stretta a sé.

Io stringevo la sua mano.

Restammo in quella posizione a scambiarci baci.

Carezze.

Sussurri.

E lui era così tranquillo.

Ed io così innamorata.

Piton aveva tentato di scavare affondo in questo mio sogno.

Voleva scoprire il volto dell'uomo.

Lo sapevo.

Lo avvertivo.

Ma guidata da non so quale forza riuscii ad alzare le mie barriere.

Lo catapultai fuori.

Ero nervosa.

Ero stanca da quell'enorme sforzo.

Ma ce l'avevo fatta.

Hermione Granger ce l'aveva fatta.

Presa dall'euforia gli saltai in braccio.

Senza pensarci.

Lo feci e basta.

Per poco non cademmo entrambi a terra.

Ero tra le braccia di Severus.

Mi strinse a sé.

Respirai a pieni polmoni il suo profumo.

Ero in pace con me stessa.

In quel preciso momento non c'era nulla che poteva distrarmi.

Avevo trovato il mio posto nel mondo.

Lì, nel suo ufficio.

Stretta addosso all'uomo dei miei sogni.

 

Nonostante lui si mostrasse sicuro a tutte le lezioni, avevo percepito qualcosa di strano.

C'era qualcosa che lo preoccupava nel profondo.

Ma lo nascondeva bene.

Qualcosa che mi riguardava.

Perchè nei momenti di silenzio lo beccavo a fissarmi con lo sguardo vuoto.

Come se fosse da un'altra parte col cervello.

So che queste lezioni non mi sono cadute dal cielo.

Dev'esserci un motivo.

E se c'entrasse qualcosa la guerra?

E se ricominciasse tutto da capo?

Forse gli ultimi Mangiamorte rimasti volevano uccidermi.

Ma gli occhi di Piton non tradivano tristezza o paura.

No, era un'altra emozione.

Nostalgia?

Malinconia?

Non riesco a decifrarla.

Credo sia giunto il momento di un confronto.

Se sono in pericolo voglio saperlo.

Non ce la faccio più a costruire ipotesi.

Voglio la verità.

E Severus dovrà dirmela.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Ue, bella gente! Sono tornata ufficialmente, mi manca un solo esame e sarà a breve perciò posso dichiararmi quasi libera. Come vi è sembrato questo capitolo? Stiamo andando verso la fine, un passo per volta. Avete delle supposizioni, o domande? Scrivetemi pure tutto, sarò felice di rispondervi! Come al solito spero mi lasciate una piccola recensione per farmi capire se sto andando nella direzione giusta, oppure è meglio virare e cambiare rotta. Ci tengo a ringraziarvi tutti, lettori silenziosi e non, perchè mi aveva seguita fin dall'inizio, mi avete aspettata in questo periodo di assenza, e perchè spendete un po' del vostro tempo per me...GRAZIE ♥ ♥

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


CAPITOLO 18

 

POV SEVERUS

 

Era passato un mese e mezzo.

Un mese e mezzo di lezioni private.

Un mese e mezzo di Hermione.

Di Hermione e Severus.

Soli.

In questo tempo ho capito una cosa.

Fondamentale.

Voglio proteggere quella giovane donna.

Voglio amare quella giovane donna.

Non sono uno stupido.

Sapevo che sarei arrivato a questo punto.

Questa conclusione.

E' pericoloso.

Vanno messi dei paletti.

Dei limiti.

Ma lei è così bella che lascerei tutto.

Non penso di essere attratto dalla sua giovinezza.

Non è un capriccio dato dall'età il mio.

Mi sono innamorato.

Della sua bellezza.

Della sua intelligenza.

Del suo modo di essere.

Dei suoi difetti.

 

“Disturbo, Severus?” venni richiamato da Minerva.

“No, accomodati” le indico la sedia davanti alla mia scrivania.

“Ho parlato con Albus, dovrebbe essere già qui”.

“Eccomi” dalla cornice vuota appesa alle mie spalle arrivò l'immagine del vecchio preside.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” non capivo la loro imboscata.

“Albus mi ha detto la verità sui genitori di Hermione Granger e sul tuo viaggio di questo inverno...sono così felice che siano ancora vivi e vegeti! Hai fatto una cosa bellissima, figliolo” la donna davanti a me aveva gli occhi lucidi.

“Non essere sciocca, Minerva, è solo lavoro”.

“No, ragazzo mio, nessuno te l'aveva chiesto” sorrise bonaria.

“Mi sono sentito in obbligo di indagare per conto mio”.

“Il tuo sesto senso non sbaglia mai” mi fece l'occhiolino il vecchio pazzo nel quadro.

“E' giunto il momento di dirle la verità e di sistemare le cose” Minerva aveva sempre avuto un occhio di riguardo per la principessina di Grifondoro.

“Fatelo” speravo di non essere coinvolto.

“Stasera ha un'altra lezione con lei, no? Dovrai raccontarle tutto e convincerla a partire con te per l'Australia” no, non posso farlo.

“Potete dire a Potter di accompagnarla, o ai Weasley...qualsiasi Weasley”.

“Tutto è partito da te, e tu chiuderai il cerchio” affermò serio Silente.

 

Non posso farcela.

So che cederei ai suoi occhi.

Rischierei di fare qualcosa di estremamente stupido.

Voluto, certo.

Come quella sera sulla Torre di Astronomia.

 

“Ti prego Severus, sarei più tranquilla se ti sapessi con lei” perchè non riuscivo mai a sottrarmi a quello stupido ascendente materno che Minerva aveva su di me?

“Una settimana, non di più” sbuffai.

“Mi raccomando, non usare i tuoi soliti modi quando le parlerai” mi rimproverò la preside.

“Le terrò la manina e magari le offrirò una bella cioccolata calda” ringhiai.

“Sarebbe molto gentile da parte tua” stavano ridendo di me?

 

Minerva tornò nel suo ufficio.

Albus rimase nella cornice del mio ufficio a fissarmi.

Quello sguardo indagatore mi aveva sempre messo a disagio.

Non prometteva nulla di buono.

 

“Provi qualcosa per la Signorina Granger?” quella domanda sferzò l'aria.

“Sei fuori luogo, Albus” dissi prendendo dei fogli in mano e facendo finta di sistemarli.

“Allora guardami e dimmi di no”.

“E' proprio vero che le tracce lasciate nei quadri posso essere strane”.

“Severus, guardami, non ci sarebbe nulla di male”.

“Ma ti senti?! Non ci sarebbe nulla di male...si, come no” di scatto feci incontrare le mie iridi pece con quelle color mare del ritratto.

“Provi qualcosa per lei”.

“Non ne vado fiero”.

“Perchè?”.

“Albus, è una bellissima e acuta giovane donna con la vita che le sorride e l'attende...cosa potrei darle? Sofferenza? Dolore? Male? Preferisco starmene in un angolino a sperare per la sua felicità senza intromettermi”.

“E' lo stesso ragionamento che avevi fatto su Lily, e non è andata come speravi mi sembra”.

“Appunto, Hermione è diversa da Lily...non voglio rovinare nulla stavolta”.

“Sei innamorato di lei” Albus sembrava sorpreso.

“Si, e per amore la lascerò andare...credo di non aver mai provato questa sensazione neanche con Lily”.

 

Toc toc.

Era lei, Hermione.

Per la lezione, forse l'ultima.

L'ora della verità.

Mi odierà.

Lo so.

Ma la amerò.

Lo stesso.

Oltre tutto.

Oltre tutti.

 

“Avanti”.

 

 

 

POV HERMIONE

 

I M.A.G.O. si stanno avvicinando.

Le mie giornate trascorrono sepolte dai libri.

O a lezione con Piton.

Già, Piton.

Fa strano chiamarlo per cognome quando nella mia testa ormai è Severus.

Severus.

In questo tempo ho capito una cosa.

Fondamentale.

Voglio far capire a quell'uomo che non è solo.

Voglio amare quel testardo ed orgoglioso uomo.

Ma non sono stupida.

So che tra noi due non ci sarà mai nulla.

Lui è troppo attaccato ai ruoli.

All'età.

Alle regole.

Io non ho abbastanza coraggio per prendere il posto del suo antico amore.

E non voglio.

Severus Piton non lascerà mai andare il fantasma di Lily Evans.

E' la sua storia.

E' una parte di lui.

Io non sono nessuno per intromettermi.

Ma voglio stare al suo fianco.

Nel bene.

Nel male.

Vorrei chiedergli se dopo la scuola potrò fargli da assistente a lezione.

Mi piacerebbe continuare gli studi.

Mi piacerebbe studiare Pozioni.

Lui sarebbe il maestro perfetto.

Il mio professore di Pozioni.

L'unico.

Inimitabile.

Impareggiabile.

 

Raggiungo i sotterranei per la solita lezione settimanale.

Oramai sta diventando una routine.

 

“Avanti”.

“Buonasera professore” entro chiudendo la porta di legno alle mie spalle.

“Buonasera Signorina Granger, stasera sarà la nostra ultima lezione” lo vedo strano, come preoccupato per qualcosa.

“Perchè?”.

“Leggimi la mente, Granger”.

 

Che cosa?

In tutto questo tempo mi ha sempre proibito di infilarmi nei suoi pensieri.

Mi ha bloccata ogni volta.

Perchè ora vuole che io legga?

Sta forse succedendo qualcosa di brutto?

Voldemort è tornato...no, Hermione, è morto.

I Mangiamorte?

 

“Non voglio...lei me lo ha sempre impedito, cos'è cambiato adesso?” sto perdendo la calma.

“Granger, muoviti, usa la Legilimanzia”.

“Perchè?”.

“Perchè non riesco a dirtelo a voce...devi vedere” sospira.

 

Questo è grave.

Non posso tirarmi indietro.

Devo sapere.

Sapevo che tutta questa storia avrebbe portato a qualcosa.

 

“Legilimens” dico alzando la bacchetta verso il mio professore.

 

Severus che parte.

Severus che si materializza in un vicolo di Melburne.

In Australia.

Severus che cerca.

Ascolta.

Osserva.

Severus che mostra in giro una foto della famiglia Granger.

Severus che vuole mollare.

Severus che si imbatte nei signori Granger.

I miei genitori.

Sono vivi.

Severus che li segue.

Casa loro.

Mione, il gatto.

Sono io.

La traccia magica lasciata su di loro.

Severus che pensa a me mentre guarda i fuochi d'artificio.

Severus che è felice per me.

 

Vengo spinta fuori.

Non capisco.

E' un falso ricordo?

Ditemi che è una lezione sui falsi ricordi, vi prego.

Eppure erano così simili ai miei genitori.

Quei due.

Monica e Wendell Wilkins.

 

“Hermione...” lo sento mormorare.

“Erano loro?”.

“Si”.

“Perchè non me l'hai detto?!”.

“Perchè ho eseguito gli ordini”.

“Hai eseguito gli ordini...certo, tanto non eri tu quello che piangeva tutte le sere e che si addormentava sfinito...” sono furibonda, mi ha mentito per tutto questo tempo.

“Ora sai che sono vivi, no?”.

“Ti senti? Sono quasi quattro mesi che di notte sogno di riabbracciare i miei genitori e adesso scopro che tu sai dove sono da dicembre! Da dicembre! Il bravo soldatino, Severus Piton, ha eseguito gli ordini del suo capo...Silente, immagino. Ma quand'è che avrai un pensiero tuo? Che prenderai una decisione da solo? Ormai se grande per stare attaccato alla gonna di un mago defunto!” stavo urlando dalla rabbia.

“Datti una calmata, ragazzina, invece di urlarmi contro dovresti ringraziarmi” sta perdendo la pazienza anche lui.

“Dimmi dove sono”.

“Non posso”.

“Perchè? Cosa ti ha ordinato, Silente?”.

“Partiremo insieme, ed io ti aiuterò”.

“Con te non vado proprio da nessuna parte, non mi fido più...potevi, e dovevi, dirmelo quattro mesi fa!”.

“E cosa avresti fatto, sentiamo? Ti saresti catapultata lì, avresti ignorato i M.A.G.O. e poi? Poi magari avresti provato a togliere l'incantesimo di memoria da sola, senza sapere che fare di preciso. Avresti peggiorato la situazione, magari li avresti fatti diventare pazzi o peggio morire. Non è vero, Hermione?”.

 

Si, sarei partita all'istante.

Avrei seguito l'istinto.

Stiamo parlando dei miei genitori.

Che si aspettavano?

Per loro avrei dato la mia stessa vita.

Era colpa mia.

Li avevo allontanati io.

Per proteggerli.

Ma gli avevo comunque cancellato la memoria.

E non è mai una cosa bella.

 

“Non sono affari tuoi” è l'orgoglio a parlare.

“Mi sono immischiato lo stesso”.

 

 

 

POV SEVERUS

 

Sapevo che avrebbe reagito male.

Io avrei fatto di peggio, al posto suo.

Forse ha ragione lei.

Dovevo dirglielo subito.

Ed invece no.

Ho ascoltato Albus, di nuovo.

Ma io ce l'ho un mio pensiero?

Comincio a chiedermelo.

 

“Non è un problema mio, perciò dimmi come fare a trovarli”.

“Andiamo nell'ufficio della preside” perchè nessuno interveniva? Dov'era quello stupido ritratto?

“No, io...non ce la faccio più, Severus” sta piangendo?

“Vieni con me, andiamo a recuperarli” le afferro la mano destra.

 

Ti prego.

Hermione, mi dispiace.

Fidati di me.

Di nuovo.

Magari avrò sbagliato a non raccontarti tutto subito.

Ma l'ho fatto per te.

 

“Così potrai mentirmi ancora? Così poi dovrò stare attenta ad ogni tua parola o gesto? Con te non vengo più da nessuna parte...Sai qual è la cosa buffa? Che se me lo avessi chiesto prima di questa messa in scena, sarei venuta in capo al mondo con te” ammette, lasciando la presa.

 

Ora basta.

Ho fatto tutto questo per lei.

Per aiutarla.

Io non sono così debole.

Non sono così rammollito.

Ci vuole un ultimatum.

Ci vuole una scossa che ripristini il sistema.

 

“Senti Granger, sono partito ed ho trovato i tuoi genitori, non era un mio compito ma l'ho fatto lo stesso. Non è stato Silente a mandarmi in Australia, sono stato io a non credere alla notizia perciò ora piantala di fare la ragazzina cocciuta. Cresci un po'! Ti ho detto che sono vivi e che ti porterò da loro, cosa vuoi di più? A te e i tuoi due amichetti è sempre stata fatta trovare la pappa pronta, e non è cambiato esattamente nulla!” non alzai la voce, non ne avevo bisogno, sapevo come far tacere.

 

La vedo fissarmi negli occhi.

E' fiera, ed orgogliosa.

Non abbasserà mai lo sguardo.

Non in una tale situazione di sfida.

Deve tornare in sé.

Per questo ho indossato di nuovo i panni dell'arcigno professor Piton.

Per farla ragionare.

 

“Farò a modo mio, Piton” sputò, e fa per aprire la porta dell'ufficio.

“Fa come ti pare. Ma un'ultima cosa, se vuoi salvare i tuoi genitori e riportarli alla normalità hai bisogno di me. Domani sarò sulla Torre di Astronomia, alle 22.00 in punto con una passaporta per Melburne, è il mio ultimatum, Granger. Fai pace col cervello e ci vediamo domani” non ammetto repliche.

 

Spero solo che ritrovi il buonsenso.

Spero solo che non faccia la scelta sbagliata.

L'Australia è troppo lontana per smaterializzarsi.

Non avrebbe abbastanza energia.

Si spaccherebbe.

Accendi il cervello, Hermione.

E fidati di me.

 

 

 

POV HERMIONE

 

“Fa come ti pare. Ma un'ultima cosa, se vuoi salvare i tuoi genitori e riportarli alla normalità hai bisogno di me. Domani sarò sulla Torre di Astronomia, alle 22.00 in punto con una passaporta per Melburne, è il mio ultimatum, Granger. Fai pace col cervello e ci vediamo domani” non ammette repliche.

 

Senza rispondere.

Senza dire una parola.

Me ne vado da quell'ufficio.

Stava diventando troppo stretto.

Non potevo reggere ancora quello sguardo profondo.

Quasi soffocante.

 

Non ho voglia di tornare in Sala Comune.

Parlare con gli altri è l'ultima cosa che mi serve in questo momento.

No.

Ho bisogno di sfogarmi da sola.

Di arrabbiarmi.

Di piangere.

Di riflettere.

E poi andare a letto.

Come se non fosse successo nulla.

Agli occhi dei miei amici, almeno.

Perchè in realtà è successo tutto.

Mamma e papà sono vivi.

Vivi e vegeti.

In Australia.

Ed io mi sono disperata per quattro mesi.

Mi sono rassegnata al pensiero di essere orfana.

Per niente.

Perchè loro erano sempre stati là.

Severus Piton li aveva trovati.

Pensavo fossimo entrati in sintonia.

Ecco perchè queste lezioni private.

Nascoste da tutto e tutti.

Era una preparazione.

Certo.

Severus Piton non fa nulla per caso.

Mi ha istruita.

A modo suo.

Per questa notizia.

Non ha neanche avuto il coraggio di dirmelo in faccia.

Proprio quando avrei affidato la mia intera esistenza alle sue grandi mani.

Lui se ne esce con un mare di bugie.

Di verità nascoste.

Questo poteva andare bene a Silente.

A Voldemort.

Ma non a me.

Non ad Hermione Granger.

Sapeva quanto stavo soffrendo.

Ne abbiamo parlato.

Lo ha percepito dai miei sogni.

Dai miei pensieri.

Dai miei desideri.

Eppure ha fatto finta di niente.

Lui li aveva trovati.

Ma io non ne sono stata informata.

Come posso fidarmi di nuovo di lui?

Partire con lui non è una buona idea.

Se mi nascondesse dell'altro?

Non riuscirei a vivere con il magone.

Probabilmente sto esagernado.

Ho esagerato.

Ma si tratta dei miei genitori.

E lui non aveva alcun diritto di decidere al posto mio.

Voglio andare da loro.

Recuperarli.

Fargli tornare la memoria.

Riabbracciarli.

Non ho bisogno del suo aiuto.

Chiederò ad Harry e Ron.

Non mi direbbero mai di no.

Ma forse ha ragione Severus...

Potrei creare dei danni irreparabili.

Qualcuno di esperto ci vuole.

Per Goddric!

Perchè dev'essere proprio lui?

Perchè proprio l'uomo di cui mi sono innamorata?

Soprattutto perchè, dopo tutte le bugie, lo identifico ancora come l'uomo di cui mi sono innamorata?

Devo riflettere.

Devo decidere.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Ci tengo a dire che il capitolo è uscito così in ritardo perchè non riuscivo a trovare la giusta chiave, questo è un capitolo importante della storia e non volevo buttarlo lì. Nonostante l'impegno non ne sono del tutto soddisfatta, sicuramente potevo fare di meglio ma non mi scoraggio. Grazie per le letture e le recensioni, lo so, sono ripetitiva ma non so come ringraziarvi ormai! Mi raccomando, come al solito, lasciate pure impressioni, consigli, critiche o insulti ahah Ci sentiamo al prossimo capitolo! ♥ ♥

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


CAPITOLO 19

 

 

POV SEVERUS

 

Un autentico disastro.

Era ovvio.

Gli stupidi piani di Silente.

Lui ordina, comanda.

Mai in prima linea.

No.

Lui è un calcolatore silenzioso.

Come un giocatore di scacchi.

Ed io ci casco sempre.

Io sono sempre lì ad accontentarlo.

Come un fedele soldatino.

Questa volta non è stato diverso.

Hermione mi odia.

Un tempo non mi sarebbe interessato.

Ma ora...ora si.

Non voglio che mi odi.

Voglio che mi ami.

Sono proprio un egoista.

No.

Sono innamorato.

E proprio per questo devo sistemare le cose.

Spero che venga domani sera.

Voglio partire con lei.

Lontani da Hogwarts.

Saremo solo Severus ed Hermione.

Dobbiamo parlare.

Ed è strano per me.

Non sono così...dolce.

Ma lei mi rende diverso.

Mi rende migliore.

 

“Severus, dalla tua faccia deduco che non è andata bene” perchè quello stupido ritratto compare sempre nei momenti meno opportuni?

“Direi proprio di no, ma tu lo sapevi già” sbuffai lasciandomi cadere sulla poltrona.

“Non è colpa tua, figliolo”.

“Lo so, è colpa tua come al solito ma tu sei soltanto una traccia in un quadro e probabilmente non hai rimorsi” sputai.

“Vedrai che domani partirà con te, ne sono certo”.

“Hermione non si fida più di me”.

“L'amore vince su tutto”.

L'ennesima frase da cioccolatino.

L'amore non vince su tutto.

L'amore fa male.

Ti prende il cuore.

La mente.

Ogni viscera.

Ti fa toccare il cielo con un dito.

E poi ti butta faccia a terra.

Non ci sono vie di mezzo.

L'amore ti rende meno lucido.

Ti fa dubitare di te stesso.

Ti annulla.

Ma allo stesso tempo ti fa sentire tremendamente vivo.

 

“Vado a dormire” dico con tono strascicato alzandomi.

“Un'altra notte in bianco da aggiungere al tuo calendario”.

“Sta zitto” sbraito prima di entrare nelle mie stanze private.

 

Aveva ragione.

Era snervante.

Come potevo chiudere gli occhi se ogni volta il viso rigato dalle lacrime di Hermione mi torturava?

Chissà a cosa starà pensando.

Chissà cosa penserà di me.

 

 

POV HERMIONE

 

Sapevo che quelle lezioni private non mi cadevano dal cielo.

Intuivo che sotto c'era qualcosa.

Ma non mi aspettavo questo.

Non mi aspettavo che i miei genitori fossero vivi.

E' una sensazione strana.

Mi ero abituata all'idea di essere sola al mondo.

Di non avere più una famiglia.

Anche se i Weasley mi reputano parte della loro.

Io non ho i capelli rossi.

Non ho gli occhi azzurri.

Ho i capelli indomabili di mia madre.

E gli occhi color ambra di mio padre.

Quanto mi mancano.

A Londra facevamo un sacco di cose insieme.

Come andare in bicicletta per il parco vicino casa.

Il giovedì andavamo sempre al cinema.

Il martedì cenavamo con il giapponese.

Magari sono cose stupide.

Magari sono io che le dipingo bellissime.

Ma erano proprio quei momenti a farci sentire uniti.

A farci sentire una famiglia.

 

“Hermione, andiamo?” Ginevra piombò nella Sala Comune.

“Non ho fame, vai tu”.

“Stai bene?”.

“No, credo che resterò qui oggi” non avevo la forza di seguire le lezioni dopo la nottata in bianco che avevo passato.

“E' successo qualcosa con Piton?”.

“Si...ma ne parliamo più tardi, okay?”.

“Va bene, dopo pranzo sono libera quindi tornerò qui” mi schioccò un bacio sulla guancia prima di uscire.

 

Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno.

Qualcuno che non fosse un adulto.

Almeno stavolta.

Qualcuno che non sia Severus.

Già, Severus.

Sicuramente mi odia.

Sono stata davvero una stupida.

Non avrei dovuto fargli quella sfuriata.

Avrei dovuto invece ragionare.

Ma cosa si aspettava?

Si tratta di mamma e papà.

Chiunque farebbe qualsiasi cosa per la propria famiglia.

Quanto vorrei correre da loro.

Ora.

In questo momento.

Senza pensarci.

Solamente per vederli ancora.

L'avventatezza dei giovani.

Per questo non mi ha detto nulla.

Per non fare passi azzardati.

Non voglio partire con lui.

Non riesco più a fidarmi come prima.

E se mi mentisse di nuovo?

Non lo sopporterei.

Io lo amo.

Dovrei avercela con lui ma non ci riesco.

Comunque deve capire che ha sbagliata.

Io non abbasserò la testa.

Io sono una Grifondoro.

Sono Hermione Granger.

E voglio la verità.

Al mio fianco voglio una persona sincera.

Anche se so che al mio fianco non ci sarà mai Severus.

Purtroppo.

Quanto è dura innamorarsi.

Quanto è dura amare l'uomo sbagliato.

Il principe Mezzosangue.

 

 

 

 

POV SEVERUS

 

Non era a colazione.

Non era alle lezioni.

Come previsto.

Non vuole vedermi.

Per quanto ne so potrebbe anche essere partita.

Con quella sua aria di sfida.

E lo sguardo fiero.

Come una vera guerriera.

Forte e impavida.

La chioma indomabile al vento.

Ma nonostante abbia affrontato una guerra.

Continua a comportarsi come una ragazzina.

Una ragazzina con una gran bella testa però.

I sentimenti oscurano ogni briciolo di razionalità.

Io lo so.

Non ero così instabile con Lily.

Ero sempre Severus Piton.

Con Hermione tutto è cambiato.

Lei mi rende più...dolce.

Lei mi rende migliore.

Ed è frustrante.

Ho passato la mia vita a camminare nel buio.

A intimidire chiunque s avvicinasse a me.

Poi è arrivata lei.

All'inizio di questo anno.

Da quella conversazione qualcosa in me è crollato.

Che fossero i muri che mi separavano dall'esterno.

Non lo so.

So solo che voglio proteggerla.

Da tutto il male che popola questa vita.

Voglio amarla liberamente.

Ma lei non sarà mai completamente mia.

Spero solo faccia la scelta giusta.

Spero di vederla sta sera.

Sulla Torre di Astronomia.

Dove tutto è cominciato.

E se proprio deve finire, deve finire lì.

La voglio al mio fianco.

Anche se tutto dovesse precipitare.

Anche se facessi qualcosa di avventato.

Come baciarla.

Un'altra volta.

O peggio.

Lontani da Hogwarts non ci saranno ruoli.

Niente professor Piton.

Niente signorina Granger.

Solo Severus ed Hermione.

Due persone normalissime.

Come ne esistono tante altre.

Ma che si respirano.

Che si vivono.

Senza ostacoli.

 

“Severus, ti vedo distratto” Minerva attirò la mia attenzione.

“Ti sto ascoltando” mentii.

“Ho notato che Hermione non si è presentata né ai pasti né alle lezioni, non dev'essere stato facile ricevere quella notizia...ma sarà stata felice” come sei innocente, preside.

“Si, tantissimo” risposi a mezza bocca.

“Starà preparando le valigie per stasera, dev'essere così”.

“No, Minerva, non l'ha presa bene...non so se partirà con me” sbuffai infastidito.

“Perchè?”.

“Perchè?! Perchè le abbiamo nascosto tutto per quattro mesi! Non se lo meritava, non se lo merita nessuno” sbotto.

“Lo abbiamo fatto per lei, ma adesso è preparata e deve partire per sistemare le cose”.

“Partirà, ma non so se partirà con me...”.

“Le vado a parlare subito, non può reagire così” Minerva si alzò in piedi quasi di scatto.

“No, lasciala sbollire, deve arrivarci da sola”.

“Ne sei sicuro?”.

“Non è più una ragazzina, deve crescere”.

 

Era quasi ora della partenza.

Avevo già preparato la mia borsa da viaggio.

Restava soltanto camminare verso la Torre.

Lentamente.

Con il cuore in gola.

Con il cervello spento.

Ti prego. Hermione.

Non deludermi.

 

 

 

POV HERMIONE

 

“La lezione di Erbologia mi ha annoiata talmente tanto che stavo per addormentarmi con la testa nel vaso del terriccio” sbadigliò Ginevra entrando nella nostra stanza.

“Sei sempre la solita”.

“Allora, mi racconti cosa ti è successo ieri sera da Piton?” la rossa si sedette ai piedi del mio letto.

“Non è facile...vedi, lui mi ha chiesto di leggergli la mente e ho mi ha fatto vedere i miei genitori...vivi”.

“Cosa?!”.

“A Natale è partito per l'Australia e ha magicamente trovato i miei genitori vivi e vegeti”.

“Ma è bellissimo! Non sei contenta?” la ragazza saltò sul materasso.

“Certo, ho sperato tanto che lo fossero...ma lui mi ha mentito per quasi quattro mesi! Non riesco a credere che ha ascoltato i miei sfoghi e ha letto i miei desideri senza mai dirmi la verità” sbuffo arrabbiata.

“Questa che parla non è l'Hermione matura che conosco, questa è l'Hermione innamorata” sorrise bonaria Ginevra.

“Forse, ma non mi fido più di lui, e se dovesse mentirmi di nuovo?”.

“Piton ha voluto soltanto proteggerti, w sai una cosa lo fa dall'inizio”.

“Come? Cosa intendi?” che stava dicendo?

“Sai, da quando mi hai detto di te e Piton, ho ripensato al giorno che ti hanno detto della morte dei tuoi” la ragazza si alzò dal letto e aprì un cassetto del suo comodino tirando fuori un bigliettino di pergamena.

“Quel giorno io ti ho trovata perchè qualcuno mi aveva mandato questo messaggio, ora ho analizzato questa calligrafia ed è la sua” aggiunse passandomi il pezzo di carta.

 

'Vai da Hermione, è al Lago Nero, ha bisogno di te'.

 

Soltanto una persona aveva quella calligrafia.

Spigolosa ma elegante.

Precisa.

Severus.

 

“Al tempo non gli avevo dato molta importanza, ma ora penso che potrebbe essere un motivo per fidarti di lui” sorrise Ginny.

“Mi ha chiesto di partire con lui stasera per andare in Australia”.

“Sarà un'occasione per stare da soli e chiarire, io ti consiglio di andare”.

“Non lo so, sono ancora delusa da lui” cavolo, che casino.

“Hermione, Piton ti protege da sempre e l'ha fatto anche stavolta. Quando mai ha reso gli altri partecipi dei suoi piani o dei suoi compiti? Cosa ti aspetti? E' Piton! Lui fa tutto da solo, come se non volesse coinvolgere nessuno”.

 

Ginevra aveva ragione.

Severus è così.

Complicato.

Riservato.

Testardo.

Coraggioso.

Protegge le persone.

E lo fa dall'ombra.

Mai dalla prima linea.

Perchè non vuole mostrarsi per quello che è.

Un uomo eccezionale.

Che ha fatto i suoi errori, certo.

Ma chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Severus lo ha fatto per me.

Sapeva che non l'avrei presa bene.

Conosceva già la mia reazione.

Eppure non si è tirato indietro.

Anche questa volta ha fatto il lavoro sporco.

 

“Partirò” dico convinta.

“E' la scelta giusta, Herm” mi abbraccia la rossa.

“Lui mi ha protetta, mi ha aiutata”.

“Si, lo ha sempre fatto”.

“Ha cercato i miei genitori quando il Ministero aveva cessato le ricerche”.

“Li ha trovati, vivi e vegeti”.

“Devo preparare la borsa, non ho molto tempo” con un incantesimo faccio volare tutte le mie cose in una valigia.

“Vado a cena, tu sbrigati e...buona fortuna Hermione, ti voglio bene” Ginevra mi baciò la guancia prima di uscire saltellando felice.

 

Presi anche il bigliettino.

Lo misi in tasca.

Chissà se sarà alla Torre.

E se per rabbia avesse deciso di non venire?

No, non è il tipo che lascia le cose a metà.

Dovrò chiedergli scusa.

Saremo da soli.

Lo farò innamorare di me.

Perchè io sono innamorata di lui.

O almeno, deve saperlo.

A grandi passi esco dalla mia Torre.

Faccio le scale due a due.

Rischio di cadere.

Non m'importa.

Devo raggiungere l'altra ala del castello.

Devo correre.

Arrivata ai piedi della Torre di Astronomia mi fermo.

Riprendo fiato.

Guardo l'orologio che ho al polso.

Mancano tre minuti.

Ce la faccio.

Ce la facciamo.

Salgo le scalette di legno.

Lo vedo.

E' lì in piedi che aspetta.

Piano gli tocco una spalla.

Si volta.

E' sorpreso di vedermi.

Ma è sollevato.

Lo leggo nei suoi occhi.

Lo vedo riflesso nel nero.

 

“Sei qui...” mormora.

 

Gli metto nella mano destra il pezzo di pergamena.

Legge.

Capisce.

Gli sorrido.

Afferro la sua mano.

E partiamo.

Insieme.

Uniti.

Di nuovo.

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Sono riuscita ad aggiornare relativamente presto, voletemi un po' bene ahah Comunque ho una comunicazione di servizio da farvi: purtroppo lunedì partirò per le vacanze e non avrò internet per un mese, ovviamente non hanno pensato di avvisarmi prima...no. Quindi non so se lasciare la storia in sospeso e riprenderla a settembre oppure provare a far uscire gli ultimi capitoli tutti insieme, perchè per quanto io abbia le idee chiare ci tengo alla forma quindi mi serve del tempo per scrivere. Vorrei un vostro parere perchè i diretti interessati siete voi, perciò vi chiedo un piccolissimo favore: lasciatemi magari una recensione su questo capitolo e ditemi il vostro parere per il futuro della fanfiction. Come sempre vi ringrazio per il sostegno! Baci stellariii♥ ♥

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


CAPITOLO 20

 

 

POV SEVERUS

 

 

E' qui.

Con me.

In Australia.

Ci separano soltanto quindici passi.

Li ho contati.

Sono ridicolo.

Ma sono felice.

E' uno stato d'animo nuovo per me.

Devo ringraziare lei.

Hermione Granger.

Non abbiamo parlato appena messo piede nella nostra nuova casa.

Non ne avevamo le forze.

L'Australia è praticamente dall'altra parte del mondo.

E L'energia usata è stata tanta.

Ma stavamo bene.

Lei sorrideva.

Io sorridevo di rimando.

Di riflesso.

L'amore rende stupidi.

Finalmente riesco a dormire tutta la notte.

Senza mai svegliarmi.

Senza incubi.

Anche se questo caldo è insopportabile.

Come fanno a vivere qui?

E' tutto ribaltato.

Le stagioni.

Io amo il freddo.

La pioggia battente di Hogwarts.

E' praticamente il mio habitat naturale.

Mi alzo dal letto con questo pensiero.

Sono sereno.

Mi vesto con il mio solito abbigliamento.

Scendo in cucina.

E la trovo lì.

Mentre canticchia.

Accenna qualche passo di danza.

Sta preparando la colazione.

E' la scena più bella a cui abbia mai assistito.

Come sarebbe bello svegliarmi tutte le mattine così.

 

“Buongiorno” la interrompo nella sua esecuzione.

“Oh, buongiorno professore” sorride imbarazzata.

“Non la facevo così mattiniera, Granger” mi siedo.

“Ho pensato che qualcuno doveva occuparsi della colazione e così sono scesa presto” quanto è bella con i suoi short di jeans che le fasciano perfettamente le gambe e quella canottiera azzurra.

“Mi basta del caffè, nero, senza zucchero”.

“Non credo proprio, ho fatto i pancakes ed ora lei li assaggerà” si porta le mani ai fianchi come ad imitare Molly Weasley.

“Per rischiare di morire?” la stuzzico, mi piace vederla combattere con se stessa per non rispondere male.

“Si dia il caso che io cucino molto bene, altrimenti Harry e Ron sarebbero morti di fame il primo giorno della nostra spedizione”.

“Non è quello che raccontano loro...”.

“Senta le propongo una sfida, se i miei pancakes sono cattivi potrà continuare a prendermi in giro in aula ed io non replicherò ma se sono buoni, dovrà smetterla e mi darà finalmente un Eccezionale all'ultimo compito dell'anno. Che ne dice?”.

“Prima di tutto non posso darti un Eccezionale per una stupida scommessa, non sarebbe giusto nei confronti dei tuoi compagni. Secondo, l'Eccezionale va guadagnato, Granger. Terzo, sai benissimo che non riuscirò a smettere di prenderti in giro” vediamo come la risolvi Hermione.

“Entrambi sappiamo benissimo che dentro quella classe sono l'unica che si merita il massimo dei voti ed è così per le altre materie, ma lei mi sottovaluta sempre” abbassa lo sguardo.

“E non potrebbero essere gli altri professori a sopravvalutarla, invece?”.

“Mi dispiace, mai i miei voti non cadono dal cielo per magia. Io passo le mie giornate in biblioteca a studiare da sette lunghi anni, non trascuro mai i compiti, non perdo tempo su un campo da Quidditch o giocando a Gobbiglie. Mi impegno in quello che faccio e per questo pretendo il massimo da me stessa” è fiera delle sue parole, del suo discorso.

 

Quanto mi ricordi me.

Alla tua età.

L'amore sconfinato per il sapere.

Per la conoscenza.

Anche io ero come te, Hermione.

E anche io pretendo il massimo da te.

 

“Facciamo così, se i tuoi pancakes sono buoni ti dirò perchè non ti ho mai dato una E altrimenti, se sono cattivi, continuerai a brancolare nel buio dei miei compiti”.

“Ci sto” concentrata prende la pentola, travasa il cibo in un piatto e me lo porge.

 

Prendo la forchetta con calma.

Aumentando il suo stato d'ansia.

So già che saranno buoni.

Hanno un bell'aspetto.

E un buon profumo.

Ma mi piace tenerla sulle spine.

Ne taglio un pezzetto.

Lo porto in bocca.

Ed è squisito.

E' brava anche ai fornelli.

 

“Com'è?” sembra seduta sui carboni ardenti.

“Passabile” non mi smentisco mai.

“Quindi buoni?”.

“Si, Granger”.

“Lo sapevo” gongola.

“Adesso vorrai la tua ricompensa”.

“Si, mi dica tutto”.

“Non ti ho mai dato una E perchè semplicemente mi aspetto molto da te e questo molto non me l'hai mai fatto vedere. Sei brava, non c'è dubbio, anche nella preparazione delle pozioni più difficili hai dimostrato di sapertela cavare con ingegno. Ma negli scritti, nelle relazioni, non vai mai fuori dal tuo guscio protettivo. E sai qual è? I libri, tutti quei libri che hai letto. Certo, possono essere un'ottima base da cui cominciare e sviluppare il tuo lavoro, ma voglio leggere il tuo pensiero sul procedimento che hai svolto, sulla pozione che hai concluso. Devi essere curiosa, devi saper osare. Questo mi manca nei tuoi compiti, portami questo ed avrai la tua E” concludo serio.

“Ho capito, ci rifletterò su e mi prenderò il mio Eccezionale” so che ce la può fare, lei può tutto.

 

Finisco di mangiare.

Sono decisamente pieno.

Hermione è stata in silenzio.

Ha bevuto il suo tea.

Sapevo che stava pensando alle mie parole.

Quanto è testona quella ragazza.

Ma mi piace anche per questo.

 

“Andremo dai miei genitori oggi?” rompe il silenzio speranzosa.

“Si, ma ti prego non essere avventata, fai soltanto quello che ti dico io”.

“Sarà difficile, ma ci proverò”.

“So che non vedi l'ora di abbracciarli, ma fidati di me e tutto si sistemerà in poco tempo” la rassicuro.

“Mi hai delusa un po'...”.

 

E' giunto il momento dei chiarimenti.

Dobbiamo parlarne da persone civili.

Altrimenti questa missione non andrà a buon fine.

 

 

 

POV HERMIONE

 

“Mi hai delusa un po'...”.

 

Era tutto perfetto.

Si era stabilito di nuovo l'equilibrio.

Se vogliamo chiamarlo così.

Ho capito che Severus mi ha sempre protetta.

A modo suo, certo.

Ma lui non mi ha mai lasciata sola.

E lo apprezzo.

E per questo lo amo.

Merito comunque un chiarimento.

Lo meritiamo entrambi.

 

“Lo so, Hermione ma non ho potuto fare altrimenti” ammette sospirando.

“Perchè Silente ha voluto aspettare?”.

“Credeva che saresti partita subito, che non avresti ragionato sul da farsi. Te l'ho spiegato nelle lezioni, sbagliare un controincantesimo può essere fatale, gli incantesimi di memoria sono molto potenti”.

“Quindi così mi avete dato modo di prepararmi” si, in effetti era la cosa più logica.

“Esatto, in più ti abbiamo lasciata studiare per i tuoi M.A.G.O. sai che sono importanti, partendo adesso avrai un sacco di tempo per studiare”.

“Tu hai visto nella mia mente quanto mi mancavano i miei genitori, e non hai mai avuto la voglia di dirmi la verità?”.

“Un sacco di volte, ma poi pensavo alla soluzione migliore e mi dicevo che sarebbe arrivato il tuo momento, che al massimo mi avresti odiato ma ne sarebbe valsa la pena”.

“Volevi farti odiare?”.

 

Era una cosa triste.

Pur di aiutarmi avrebbe annullato se stesso.

Perchè devi sempre essere tu il martire, Severus?

Perchè devi sempre soffrire?

 

“No, ma era l'unica soluzione”.

“Ma è una cosa triste”.

“Andiamo, forza” non ne vuole parlare, logico.

 

Lo guardo camminare verso il portone di casa.

Indossa i soliti pantaloni neri.

La camicia nera.

Una giacca sempre scura.

Davvero ha intenzione di uscire in quel modo?

Non arriverà a fine giornata.

Fuori fa caldissimo.

 

“Esci così?” mi azzardo.

“Perchè?”.

“Morirai dal caldo”.

“Non ho altri vestiti” dice guardandosi.

“Siamo maghi” gli ricordo.

 

Alzo la bacchetta contro di lui.

Mi fulmina con lo sguardo.

Qui possiamo tutto, Severus.

Qui siamo lontani da Hogwarts.

Trasfiguro i pesanti pantaloni neri in un paio più leggeri color sabbia.

La camicia diventa una semplicissima maglietta a maniche corte bianca.

E la giacca sparisce completamente.

E' davvero affascinante.

 

“Tu sei pazza, ragazzina!” sapevo che non l'avrebbe presa bene.

“Andiamo, i miei genitori ci stanno aspettando” lo prendo per un braccio e lo trascino

fuori ridendo.

 

Che il nostro soggiorno abbia inizio.

Ora sei solo, mio caro Severus.

Vediamo se riuscirò a scoprire la persona speciale che sei.

Perchè so che questa è una maschera.

Per proteggerti da tutto.

E tutti.

 

 

 

POV SEVERUS

 

Guarda come mi ha conciato.

Mi sento quasi nudo.

Senza i miei vestiti neri.

Senza il mio scudo.

Non faccio neanche paura.

Ma se a lei piace va bene.

Se ha scelto questo look vuol dire che le piaccio così.

Le sue mani che mi tirano mi fanno quasi cadere.

La segue e basta.

Mi lascio guidare.

Con lei andrei anche in capo al mondo.

Sarei sereno.

 

“Dove abitano?” mi chiede con quegli occhi grandi che mi fissano.

“In una casa affacciata su una spiaggia poco frequentata, ma non andremo lì”.

“E come facciamo ad incontrarli?”.

“E' mattina, Hermione, potrebbero essere già usciti”.

“In effetti i mamma e papà erano soliti alzarsi presto”.

“Facciamo un giro per la città e cerchiamo di individuarli grazie alla traccia magica che ho lasciato su di loro”.

“Va bene, ma come ci avvicineremo a loro?”.

“Ci fingeremo turisti e chiederemo loro aiuto, troviamo un modo per entrare in casa e lì toccherà a te” le spiego sicuro.

“Dici che funzionerà?” sembra dubbiosa.

“Possiamo sempre dargli una botta in testa e trascinarli dentro, ma ammetti che sarebbe pericoloso” la prendo in giro.

“Divertente” mi da mi una gomitata.

 

Ci dirigiamo verso il parco dove li avevo trovati questo inverno.

Hermione si guarda intorno felice.

Un po' perchè spera di vedere i suoi genitori.

Un po' perchè le piace quello che la circonda.

 

“Sai, uno dei sogni di mia madre era quello di visitare l'Australia e fare il bagno nell'oceano così ho pensato a questo quando ho fatto l'incantesimo” mi confessa mentre passeggiamo.

“E' stata una scelta difficile ma hai tratto il meglio, li hai spediti in un posto che sapevi avrebbero amato”.

“Papà ha viaggiato molto da giovane, mio nonno era un pilota di aerei e spesso riceveva delle miglia gratis da sfruttare con la famiglia. Mentre la mamma non aveva avuto questa opportunità, lei veniva da una famiglia modesta e non potevano permettersi dei viaggi così le basta sognare di vivere in quei posti”.

“Tu dove vorresti andare?” le chiedo sinceramente interessato.

“In Italia, più precisamente a Firenze” risponde quasi con gli occhi a cuoricino.

“Firenze è magnifica” mi tornano in mente dei vecchissimi ricordi.

“Ci sei stato?” quasi mi stritola un braccio dalla sorpresa.

“Si, da ragazzo avevo accompagnato Lucius per un viaggio d'affari, non sono riuscito a vedere tutto quello che volevo ma mi piacerebbe tornarci”.

 

Magari con una partner che apprezza l'arte.

La letteratura.

La scienza.

Insomma, tutto.

Insomma, con Hermione.

Anche se dubito succederà mai.

Mano nella mano che passeggiamo sul Ponte Vecchio.

Insieme che ammiriamo le opere della Galleria degli Uffizi.

Sarebbe un sogno.

 

“Mamma” la sento mormorare e fermarsi di botto.

 

Sposto lo sguardo nella direzione in cui guarda lei.

E la vedo.

La signora Granger.

Sta comprando dei fiori da una bancarella.

Hermione è come pietrificata.

Delle lacrime le rigano il viso.

Mi fa quasi tenerezza.

Vorrei abbracciarla.

Stringerla a me.

 

“Adesso ascoltami bene, ci avvicineremo lentamente e tu farai un commento sui fiori che sta comprando, tutto chiaro?” la faccio voltare verso di me.

“Si”.

“Stai tranquilla, andrà tutto bene” la rassicuro prendendole la mano.

“Lo so, mi fido di te”.

 

Il mondo poteva anche fermarsi.

Distruggersi.

E ricrearsi.

Hermione si fidava di me.

Questo valeva tutto.

 

Con nonchalance affiancammo la bancarella.

La signora Granger non sospettava di nulla.

Anzi, sembrava non aver fato caso al nostro avvicinamento.

Ora era il turno di Hermione.

Vidi la riccia annusare dei fiori gialli.

Poi delle rose.

Ed infine attaccò bottone con la madre.

Brava, piccola Grifona.

Mi fido di te.

Anche io.

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

“Questi fiori sono davvero bellissimi” sorrisi a mia madre.

“Si, ha ragione, sono davvero belli e senta che profumo” gentile mi avvicina il mazzo.

 

Erano dei tulipani bianchi.

I fiori preferiti della mamma.

Papà glieli regalava sempre per il suo compleanno.

Girava mezza Londra per trovarli.

 

“Posso chiederle che fiori sono?” le sorrido.

“Certo, sono dei tulipani bianchi, i miei preferiti”.

“Ha davvero buongusto, comunque sono stata scortese, non mi sono neanche presentata, piacere Hermione” allungo la mia mano verso di lei, aspettandomi un riconoscimento.

“Molto piacere, il mio nome è Monica” mi stringe la mano, ma non mi riconosce.

“Ti presento Severus, lui è il mio professore di chimica” presento i due.

“Che nomi particolari, ragazzi” mia madre sorride, è bellissima.

“Ho notato che il suo accento non è australiano, signora” finalmente interviene Severus.

“No, infatti, io e mio marito Wendell veniamo dall'Inghilterra”.

“Ma non mi dica! Anche noi!” mi mostro stupita.

“Davvero? Che bella coincidenza e ditemi come vanno le cose là?”.

“Come al solito, la vita è tranquilla e parecchio piovosa” accenna un sorriso il mio accompagnatore.

“Lo immagino, e come mai siete capitati qui?”.

“Siamo venuti per una convention, e abbiamo deciso di fermarci qualche giorno per riposarci” invento.

“In effetti il viaggio è lungo, ma perchè non venite a pranzo da noi domani? Non ci è mai capitato di incontrare qualcuno che venisse da Londra, mi piacerebbe farvi conoscere mio marito. Sembrate delle brave persone, sarà felice di incontrarvi” sorrise gentile.

“Che ne dice, professore?” alzò lo sguardo su Severus, ce l'avevamo fatta.

“Va bene, certo, un po' di casa non mi dispiacerebbe”.

“Allora è deciso, sarete nostri ospiti! Casa nostra si affaccia proprio sulla spiaggetta dopo il parco, non potete sbagliare, ci siamo solo noi”.

“Grazie per l'invito, Monica, ci saremo”.

“A domani, ragazzi” ci saluta prima di andare via con il suo mazzo di tulipani bianchi in mano.

 

Ce l'abbiamo fatta.

Domani torneranno ad essere i miei genitori.

Paul e Gabrielle Granger.

Non vedo l'ora.

Sono così emozionata.

Vorrei saltare addosso a Severus.

E' tutto merito suo.

Come al solito.

 

“Felice?” mi domanda mentre torniamo nella via principale del paese.

“Moltissimo, ed è tutto merito tuo” gli regalo uno dei miei sorrisi migliori.

“Ho soltanto fatto il mio dovere”.

“No, hai fatto molto di più”.

“Ora non diventare smielata” mi prende in giro.

 

Mi piace questo Severus Piton.

Il vero Severus Piton.

Quello che scherza con me.

Che sorride a mia madre.

Quanto vorrei non lasciarlo più andare.

 

“Cosa vuoi fare adesso?” mi chiede.

“Non so, un giro per i negozi?” propongo.

“Non pensarci nemmeno, fa un caldo che si muore e l'ultima cosa che voglio è correrti dietro” sbuffa.

“Ti prego” sfodero la mia migliore espressione da cucciolo.

“Non attacca”.

“E se entriamo in quella libreria laggiù?” dico indicando l'altro lato della strada.

“Va bene”.

 

Appena entrammo ci dividemmo.

Avevamo gusti differenti.

Perciò eravamo in reparti differenti.

Mi mancava qualcosa da leggere che non avesse a che fare con il Mondo Magico.

Si, voglio dire, un buon libro babbano.

Lessi vari titoli nella sezione dei classici.

Jane Austen.

Proprio lei.

Una divinità per me.

Ho divorato i suoi libri come una maniaca.

Mi sono lasciata cullare dalle sue parole.

Dalle sue storie.

Dai fatti.

Dai personaggi.

Uno in particolare.

Il personaggio per eccellenza.

L'uomo che tutte vorrebbero.

Fitzwilliam Darcy.

 

“Che stai facendo lì imbambolata?” Severus mi sorprende da dietro.

“Niente, stavo pensando a questo libro” sfilo 'Orgoglio e Pregiudizio' dallo scaffale.

“Cos'è?” me lo prende dalle mani.

“Il mio libro preferito”.

“E' una stupida storia d'amore” dice dopo aver letto la trama sul retro.

“Non è una stupida storia d'amore, è molto bello” dico stizzita, nessuno offende Jane Austen.

“Immagino” ridacchia.

“Te lo regalo, tu leggilo e alla fine potrai dirmi se è stupido come dici oppure è un capolavoro” lo sfido.

“Allora tu leggerai il mio di libro preferito” lo seguo nel reparto riservato ai libri d'avventura.

 

Mi mette in mano un volume.

Leggo il titolo.

'Into the wild'.

Non lo conosco.

Chissà di cosa parla.

Di solito i libri di avventura non mi entusiasmano tanto.

Ma voglio fargli leggere il mio.

Perciò accetto.

Andiamo alla casse ed ognuno paga il proprio libro.

Fuori ce li scambiamo.

Ho fatto un regalo a Severus Piton.

Ho ricevuto un regalo da Severus Piton.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Ecco qui il mio regalo, spero vi piaccia e che avrete voglia di lasciarmi una recensione, anche piccola...nella botte piccola c'è il vino buono (?) Comunque ci tengo a salutarvi, ad augurarvi buone vacanze o buon proseguimento ;-) Noi ci risentiamo a settembre, spero la prima settimana, con un nuovo capitolo e piano piano il finale. Durante questo mese progetto anche di dedicarmi ad una nuova idea che ho in testa da un po' quindi al mio ritorno potrebbero esserci novità importanti! Bella a tutti e un immenso GRAZIE♥ ♥

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


CAPITOLO 21

 

 

POV SEVERUS

 

Sono tre ore che Hermione è chiusa in bagno.

Dice che si sta preparando per il pranzo.

Non deve mica sfilare.

E' soltanto una scusa per togliere l'incantesimo di memoria.

Non dobbiamo sul serio mangiare.

Credo.

La signora Granger sembra molto gentile.

Chissà come la prenderebbe se sapesse dei miei sentimenti per sua figlia.

Una ragazza così giovane.

Ed io così vecchio.

Quanto è sbagliato.

Ma lei è un piccolo vulcano.

Sempre solare.

Vivere con lei non è facile.

E' particolarmente disordinata.

Quando cucina riesce a ribaltare l'intera cucina.

Hermione è così tenera.

Sto anche leggendo il suo libro.

Orgoglio e Pregiudizio.

Odio ammetterlo ma mi piace.

Non è melenso come mi aspettavo.

Chissà se a lei piace il mio.

E' stato strano scambiarci quei libri.

Il mio primo regalo per lei.

Il suo primo regalo per me.

 

“Sono pronta” annuncia uscendo dal bagno.

 

Non si è messa in ghingheri.

Ma è bella lo stesso.

Ha lavato i capelli.

I boccoli sono più definiti del solito.

E si è truccato leggermente.

Sta bene.

 

“Pensavo fossi morta” sbuffo posando il libro sul tavolo del salotto.

“Volevo darmi una rinfrescata” sorride.

“Andiamo?”.

“Si, ma prima di uscire...” tira fuori la bacchetta e me la punta addosso.

“Non di nuovo” piagnucolo.

 

I miei vestiti cambiano.

Al posto dei pantaloni color sabbia indosso un paio di jeans.

E al posto della maglietta indosso una camicia bianca.

 

“Devi smetterla”.

“Non puoi presentarti lì con gli stessi vestiti, penseranno che non ti lavi” ride, e a me sta bene.

“Io mi lavo” protesto stizzito.

“Davvero? Sono due giorni che non ti vedo andare al bagno...comincio a credere che tu non abbia certi bisogni” quant'è insolente.

“Mi piace fare il bagno di notte, è più rilassante...ma poi a te cosa ti importa?! Forza, andiamo prima di fare tardi” esco dalla porta con le risate di Hermione dietro.

 

Come al solito faceva molto caldo.

Sei quasi noiosa Australia.

Da quando ti frequento non mi hai mai sorpreso.

Mai un temporale.

Un po' di vento.

Per fortuna casa dei Granger non era poi così lontana dalla nostra.

Avevamo affittato un appartamento da un mago.

 

“Stanotte non sono riuscita a dormire un granché” si fissa i piedi.

“Agitata?”.

“Spaventata” ammette fermandosi proprio davanti al vialetto dei suoi.

“Hermione, guardami, andrà tutto bene” le prendo il viso delicatamente per far incontrare i nostri occhi.

“E se dovessi sbagliare la formula? Se non funzionasse? Potrebbero diventare pazzi, potrei essere proprio io ad ucciderli” sta entrando nel panico.

 

E' entrata nel panico.

La So-tutto-io Granger è preda dell'ansia.

E cosa bisogna fare in questi casi?

Creare uno shock.

Una scarica che fa ripristinare il sistema.

La bacio.

Come sulla Torre?

No.

Più energicamente.

Deve sentire che ci sono.

Che non la lascerò nei guai.

Mi stacco.

Non dico nulla.

La prendo per mano e la guido verso il portone.

Ci sarà tempo per parlare più tardi.

Ora si entra in azione.

 

 

POV HERMIONE

 

 

Mi ha baciata.

Così.

Come viene.

Per calmarmi.

Quanto sei ingenuo, Severus.

Ora sono ancora più agitata.

Ma è euforia.

Emozione.

Mi è piaciuto più della prima volta.

Lui è imprevedibile.

Lo amo.

 

“Siete arrivati, prego entrate pure” mia madre compare sulla porta.

“Ciao Monica, grazie ancora per l'invito” le sorrido.

 

Entriamo.

Papà.

E' sempre uguale.

Il mio eroe.

Il mio primo amore.

 

“Molto piacere, Wendell” papà stringe la mano prima a Severus poi a me.

“Piacere, noi siamo Hermione e Severus” dico trattenendo le lacrime di gioia.

“Bei nomi, ragazzi” sorride anche lui.

“Per il pranzo ci vorranno ancora qualche minuto” annuncia mia madre.

“Monica mi ha detto che siete di Londra, cosa vi porta qui?”.

“Io e la mia assistente abbiamo partecipato ad una convention, siamo chimici e ci siamo fermati qualche giorno in più per riposarci” spiega il professore con fare gentile ma risoluto.

“Noi siamo dentisti, o meglio lo eravamo, ora ci godiamo la vita” ride papà.

 

Li ascoltavo raccontarci del loro viaggio.

Ero stata io a mettergli in testa questa idea.

Loro invece erano convinti di aver fatto una scelta.

Di aver deciso la destinazione.

Non è così.

Mi dispiace.

Ma almeno si sono divertiti.

 

“Sono di là, sei pronta?”.

“Si” affermo prendendo un bel respiro.

“Appena ritorneranno dovrai lanciare l'incantesimo, non devi dargli il tempo di realizzare il tutto” spiega veloce.

“Come hai fatto tu prima con me?” gli sorrido, lui è in imbarazzo.

“Eccoli”.

 

Appena si avvicinano pronuncio il controincantesimo.

Ripeto la formula come un mantra.

Almeno tre volte.

Così mi aveva insegnato Severus.

Ed io mi fido.

Ci vuole concentrazione.

Energia.

Amore.

E tutto andrà bene.

 

“Bel lavoro, Hermione” Severus afferra papà prima che cada all'indietro.

“Ha funzionato?” porto mia madre al divano.

“Non lo so, non ci resta che aspettare”.

“Ho fatto tutto quello che mi hai detto tu” mormoro.

 

Le braccia di Severus mi avvolgono.

Mi lascio stringere.

Ne ho bisogno.

Quanto è diverso qui.

E' il vero Severus.

E ogni minuto lo amo di più.

Sarà dura dividerci.

Sarà dura rientrare nei ruoli.

 

“Si stanno riprendendo” mi volto verso mamma e papà.

“Che mal di testa...Hermione!” mia madre mi indica incredula.

“Paul, Paul c'è Hermione, è tornata da Hogwarts!” la guardo mentre scuote mio padre.

“Si, sono tornata” aspettavo di dire questa frase da più di quattro mesi.

 

Ora tutto è al suo posto.

Tutto è in equilibrio.

Mamma e papà.

Io e Severus.

E non è un sogno.

 

 

 

POV SEVERUS

 

Lascio Hermione sola con i suoi genitori.

Avrà molte cose da spiegargli.

Da raccontargli.

Io sono solo di troppo.

Esco sulla veranda della casa.

Finalmente riprendo a respirare.

Era come se fossi in apnea.

Dal momento in cui Hermione ha alzato la bacchetta.

Fino al momento in cui i signori Granger si sono svegliati.

Per un istante ho dubitato.

Ho pensato che magari l'incantesimo si era rafforzato con il tempo.

Ma dovevo mostrarmi sicuro agli occhi della Grifona.

Non l'avrei abbandonata.

Non in questo momento.

Sono contento che abbia ritrovato i suoi.

Che non ci siano stati danni.

E' stata anche colpa mia se è dovuta arrivare a tanto.

Cancellarsi dalla loro memoria è stata una mossa molto furba.

I Mangiamorte li avrebbero uccisi sicuro.

In questo modo si sono salvati.

 

Esco dal vialetto.

Vado a fare due passi.

Meglio lasciar loro spazio.

E poi sarebbe strano spiegare la mia presenza lì.

No, Severus, non sarebbe strano.

Sei il suo professore.

Nonostante Hogwarts sia lontana.

Nonostante tu voglia viverla davvero.

Vuoi amarla liberamente.

Per qualche giorno.

In Australia.

L'hai anche baciata di nuovo.

Si, l'ho baciata.

E mi è piaciuto più della prima volta.

Ha risposto.

Forse ho qualche chance.

Meglio lasciar scorrere le cose così come vanno.

Il vero Severus Piton è imprevedibile.

Anche a se stesso.

Passo davanti al fioraio dove abbiamo trovato la signora Granger.

Osservo tutti i fiori colorati.

Ne prendo uno.

Un Lilium.

Hai visto Lily?

Forse ho trovato la ragazza giusta per me.

Quella che mi fa battere il cuore.

Quella che non mi tratta come un semplice amico.

Lei non mi ignora.

Hermione Granger.

Proprio l'amica insopportabile di tuo figlio.

Mi perdonerai, vero?

Tu sarai sempre parte di me.

Non posso cancellare tutto quello che ho provato per te.

Non posso.

E non voglio.

So che anche lei sarebbe d'accordo con me.

Lily Potter.

Doveva andare così.

Si dice che il nostro destino è già scritto.

Il tuo non è stato tanto clemente.

Avrei dato la mia vita per salvare la tua.

Uno scambio.

Ed è quello che farei per Hermione.

Venderei l'anima al diavolo pur di farla stare bene.

Spero tu sia felice per il tuo migliore amico.

Che ha trovato finalmente la felicità.

 

 

 

POV HERMIONE

 

Ho di nuovo dei genitori.

Piano ho cercato di rinfrescare la loro mente.

Hanno ricordato tutto.

Ma non il perchè della loro presenza in Australia.

Così ho raccontato la verità.

Il mio piano per salvarli.

 

'La verità rende liberi'.

 

Sembrano stare bene.

Sembrano aver riacquistato la loro vera identità.

La loro vera vita.

E non so descrivere a parole la gioia immensa che sto provando.

Esattamente in questo momento.

Mentre li guardo ridere e scherzare.

Siamo di nuovo tutti insieme.

Siamo di nuovo i Granger.

 

Severus non c'è.

L'ho visto uscire.

Probabilmente non voleva disturbare.

Dovrei ringraziarlo.

Per tutto.

E' grazie a lui se adesso siamo qui.

Riuniti.

Come hai vecchi tempi.

 

“Mamma, papà, devo uscire un attimo...vedete, non sono da sola qui e vorrei presentarvi una persona” meglio rimanere sul vago.

“Certo, piccola mia, vai pure” sorride mia madre.

 

Esco dall'appartamento.

Mi guardo intorno.

Trovato.

Severus era appoggiato ad un muretto dall'altra parte della strada.

Immerso nei suoi pensieri.

Quanto è bello.

Come mai nessuna donna si è accorta di lui.

Lily aveva James, certo.

Ma non sa quello che si è persa.

Un uomo coraggioso.

Un uomo buono.

Che ha commesso degli sbagli.

Proprio come tutti gli esseri umani.

Un uomo che ha avuto la forza di annullare se stesso per il mondo.

Vedi, Lily, io amo quell'uomo.

Con tutti i suoi pregi.

I suoi difetti...uh, ne ha tanti, lo sai.

Ma lo amo.

E vorrei poterlo urlare.

Vorrei potermi avvicinare a lui, adesso e baciarlo.

Fregandomene di tutto.

Oltre il presente.

Oltre la realtà.

Oltre il tempo.

Oltre noi.

 

“Ehi” mi appoggio ad un passo da lui.

“Ehi”.

“Grazie”.

“Tutto bene con i tuoi?”.

“Si, ho ritrovato la mia famiglia”.

“Bene”.

“Sei di poche parole” gli sorrido.

“Non so esattamente come comportarmi in questi casi” ammette.

“Sii te stesso”.

“Ne sei proprio sicura?” mi fissa con il suo solito ghigno.

“Si” caro Severus, ormai ti sei mostrato a me.

“Il mio lavoro qui è finito”.

“Vieni, voglio farti conoscere i miei genitori” allungo la mano verso di lui, ti prego afferrala.

“Non penso sia il caso” è preoccupato, anche se non vuole darlo a vedere.

“Fidati di me”.

 

I nostri occhi si incatenano.

Il mondo scorre intorno a noi.

Ma il tempo è fermo in quello sguardo reciproco.

Severus chiude la mia mano nella sua.

Ed io sono finalmente libera.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Eccomi finalmente tornata dalle vacanze con un nuovo capitolo! Poi non dite che non vi voglio bene o che non mantengo le promesse ahah Comunque vi dico che non sono riuscita a scrivere tutti i capitoli fino alla fine ma ho un certo vantaggio, e devo dire che sono molto soddisfatta *-* Spero vi sia piaciuto, come sempre aspetto una vostra recensione per i vari consigli o critiche.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


CAPITOLO 22

 

 

Scusate l'interruzione ma devo avvisarvi che in questo capitolo ci sarà un cambio di raiting

 

 

 

POV SEVERUS

 

“Così lei è il famigerato professor Piton” il tono del signor Granger non mi piace.

“Si”.

“Lei ha rovinato le nostre vacanze per anni, lo sa?”.

“Suvvia, Paul, sii più gentile” lo riprese la moglie.

“Papà!” Hermione era diventata rossa come un peperone.

“Rovino le vacanze di tutti gli studenti se è per questo” ghigno.

“Mione non ha mai trascurato i compiti soprattutto i suoi, diceva che lei era l'unico a non accorgersi delle sue capacità e perciò si impegnava il doppio per sorprenderla” sorrise la donna al mio fianco.

“Ne abbiamo già parlato...” mormorò la mia studentessa migliore.

“Abbiamo avuto modo di chiarire questo punto, ora mi aspetto dei risultati dato che tra poco tempo ci saranno gli esami finali”.

“Esami?! E che ci fai ancora qui?” padre e figlia ridevano insieme.

“Mi sono portata avanti con il lavoro, papà”.

“Non dimenticarti di farci sapere l'esito e ti vogliamo qui per festeggiare, piccola mia” Gabrielle Granger prese sottobraccio la sua bambina.

“Non tornerete a Londra?” pensavo sarebbero tornati indietro con noi.

“No, ne abbiamo discusso e resteremo qui ancora un po', ovviamente Hermione potrà raggiungerci in qualsiasi momento”.

“Ma...” venni interrotto dalla giovane.

“Professore, va bene così” dal suo sguardo capii che era serena.

 

Osservai la famiglia chiacchierare.

Sembravano una pubblicità babbana.

Non volevo interferire con i loro saluti.

Purtroppo la nostra missione si era conclusa.

Dovevamo far ritorno alla base.

La cara e vecchia Hogwarts.

 

“Professore, posso parlarle un momento?” Paul mi indica la veranda, decido di seguirlo.

“Voleva dirmi qualcosa?” gentilezza, era questo quello che ci voleva in questi casi.

“Vedo come la guarda”.

“Guardo chi, signore?” merda.

“Hermione, mia figlia”.

“Io sono solo il suo professore, non la guardo in nessun modo specifico”.

“Lei riserva a mia figlia lo stesso sguardo che io riservo a mia moglie, e sa cosa significa perchè ho notato che cerca di controllarsi in nostra presenza. Non posso dire di essere d'accordo con la vostra differenza di età, con i vostri ruoli, ma Hermione ci ha raccontato quanto ha fatto per aiutarla, aiutarci. Le chiedo soltanto di proteggerla, di amarla, di renderla felice come io ho fatto con Gabrielle...le sto mettendo tra le mani il mio gioiello più prezioso, Severus, non mi deluda”.

 

Fermi tutti.

Un attimo.

Paul Granger mi stava dando la sua benedizione?

A me?

Lo sfigato.

Il Mangiamorte.

Il terribile professore di pozioni.

A me.

Tra tutti i ragazzi del mondo.

Tra tutti gli uomini.

Proprio a me.

Che non sono giovane.

Non sono bello.

 

“Non la deluderò, Paul” le parole escono come una poesia.

“Altrimenti la verrò a cercare in capo al mondo, con o senza magia” ricevetti un'occhiataccia ed una pacca sulla spalla poco rassicurante.

“Eccovi, voi due, Paul saluta Hermione che deve tornare a scuola” la signora Granger e la figlia ci raggiunsero sulla veranda.

 

Hermione mi guarda stranita.

Vorrà sapere cosa mi ha detto suo padre.

Ma non uscirà nulla dalla mia bocca.

Non adesso, almeno.

 

“Buon viaggio ragazzi, state attenti” Gabrielle ci lascia liberi di andare.

“E' stato un piacere, arrivederci” cerco di essere il più cordiale possibile.

 

Facciamo ritorno al nostro appartamento.

Hermione deve rifare le valige.

Chissà perchè le femmine si portano dietro il mondo ogni volta.

Io non ho portato quasi nulla.

 

“Posso sapere cosa ti ha detto mio padre?”.

“Cose da uomini, niente che ti riguardi Granger” si, come no.

“Stavo pensando...perchè non facciamo una tappa prima di tornare al castello?” quello sguardo da cucciola.

“No, Granger, andremo diritti ad Hogwarts”.

“Ti prego, siamo in Australia da un paio di giorni e non ho visto praticamente nulla!” protesta.

“Non siamo venuti qui in vacanza” sbuffo.

“Lo so, ma voglio soltanto visitare un posto”.

“Prepara le tue cose”.

“Ci andrò, che tu lo voglia o no, Severus” mi sta forse sfidando?

“E dove vorresti andare, di grazia?” sto perdendo la pazienza.

“Non posso dirtelo”.

“Perchè sai benissimo che non accetterei”.

“Non essere così pesante” ride.

“Io sarei pesante?!”.

 

Alla fine cedo.

Le do il comando.

Mi lascerei trascinare ovunque da lei.

E' la donna di cui mi sono innamorato.

Davvero.

 

 

 

POV HERMIONE

 

“Benvenuto a Bondi Beach, Severus Piton” faccio un giro su me stessa, felice.

“Mi hai portato al mare?”.

“Non al mare, all'oceano...se vogliamo essere precisi” sorrido.

“Saccente”.

“Vieni, non c'è nessuno, andiamo a sentire l'acqua” mi allontana saltellando.

“Non ci penso proprio, Granger” sbuffa, ma mi segue.

 

E' sera.

C'è il tramonto.

E' uno spettacolo bellissimo.

Sono qui con Severus.

L'uomo che amo.

 

“L'acqua è caldissima, vieni” dico camminando a piedi nudi tra le piccole onde.

“No”.

“Non fare il guastafeste, su” afferro la sua mano.

“Lasciami Granger”.

 

Nonostante faccia il sostenuto si toglie le scarpe.

Goditi la vita, amore mio.

Non ne avrai un'altra.

Lo osservo mentre si avvicina all'acqua.

La luce tenue del tramonto lo colpisce.

Le sue iridi nere catturano i colori.

 

“Visto? Non sei mica morto” gli sorrido.

“L'ho fatto solamente per velocizzare le cose e tornare ad Hogwarts”.

“Perchè hai questa smania di tornare al castello?”.

“Quello è il mio posto, quello è il mio ruolo” il suo tono è debole, quasi malinconico.

“Il vero Severus mi piace, dovresti farlo conoscere anche agli altri” mi azzardo, voglio vedere fin dove arriva.

“Non esiste un vero Severus”.

“Si invece, e tu lo sai...il rigido professor Piton non mi avrebbe mai baciata”.

“E' per questo che dobbiamo tornare indietro...Hermione non posso essere nient'altro che un professore per te”.

“E' quello che vuoi?” la resa dei conti.

“E' quello che dev'essere fatto”.

“Ma è quello che desideri?”.

 

Punto i miei occhi nei suoi.

Intorno a noi è calata la sera.

Siamo soli.

Deve dirmi la verità.

Ho bisogno di saperlo.

E se provasse i miei stessi sentimenti?

E se non li provasse?

Ragiona, Hermione.

Farà male.

La verità rende liberi.

Ma la verità fa male.

Non voglio rimanere nel dubbio.

Odio non sapere le cose.

E' così che mi sono protetta.

 

“Hermione” sospira, sta lottando con sé stesso.

“Ti ho fatto una domanda” mi avvicino a lui pericolosamente.

“No”.

 

Come un affamato si avventa sulle mie labbra.

Le nostre labbra ormai si conoscono.

Assapora la mia bocca.

Non mi aveva mai baciata così.

Con passione.

Con ardore.

Le sue mani si infilano sotto alla maglietta.

Brividi.

Cosa stiamo facendo?

La cosa giusta.

 

 

 

 

POV SEVERUS

 

 

“Hermione” sospiro, sto lottando con me stesso.

“Ti ho fatto una domanda” si avvicina pericolosamente.

“No”.

 

Scatto verso di lei.

Verso quelle labbra.

Sono come un richiamo per la mia anima.

La bacio con passione.

Come non avevo mai fatto.

Come non mi ero mai permesso.

Hermione.

Non esiste più niente.

Il professor Piton si è annullato.

Per Severus.

Per far vivere Severus.

Forse non è la cosa giusta da fare.

Ma siamo qui.

Soli.

Io e lei.

E non c'è spazio per la razionalità.

Non qui.

Non stasera.

 

Mi smaterealizzo con lei attaccata addosso.

Ho bisogno di sentire la sua pelle sotto le mie dita.

Di nuovo a Melburne.

Nel vecchio appartamento.

Lontani da Hogwarts.

Lontani dalla realtà.

 

Hermione è come creta nelle mie mani.

Si lascia accarezzare.

Ammirare.

Assaggiare.

Piano le ho sfilato la maglietta.

E' così bella.

Ha un fisico asciutto ma formoso.

E' la donna perfetta per me.

Le bacio il collo.

Le spalle.

I seni.

Mi concentro sui capezzoli.

La osservo mentre sospira di piacere.

I suoi occhi sono oro liquido.

Mi lascio togliere la camicia.

Vuole prendere il controllo.

Ha un tocco delicato.

Deciso.

Le sue labbra si posano su ogni cicatrice presente sul mio petto.

E' una dolce tortura.

Vorrei quasi ringraziare il Signore Oscuro per tutte quelle cruciatus.

Quando sento le sue mani posarsi sulla cinta dei pantaloni la blocco.

 

“Non così in fretta” sussurro al suo orecchio, leccando poi il lobo.

 

Mi dedico a lei.

Voglio farla sentire speciale.

Amata.

Come mai nessuno aveva fatto.

Cancellare l'esperienza con Weasley.

Farle capire cosa vuol dire fare davvero l'amore.

Perchè non è soltanto sesso.

Non desidero puramente il suo corpo.

Desidero il suo cuore.

La sua mente.

La sua anima.

Desidero Hermione Granger.

 

Con una lentezza studiata le sfilo i jeans.

Bacio i piedi.

Le caviglie.

Le ginocchia.

Fino all'interno coscia.

Deve poter toccare il paradiso con un dito.

Mi concentro sulla parte più ansiosa di lei.

La lecco.

Ci soffio in modo sensuale.

La stimolo in ogni modo a me conosciuto.

Sento le sue dita tra i miei capelli.

E i gemiti di piacere riempire la stanza.

E' una dea che si lascia addomesticare da un comune umano.

Il più fortunato.

La penetro con un dito.

Piano la lascio realizzare l'intrusione.

Poi un ne aggiungo un altro.

La voglio spingere al limite.

Questa sarà la sua prima volta.

Perchè non la tratterò come una ragazzina inesperta.

La tratterò come una donna.

Una donna vera.

 

“Severus...” ansima buttando la testa all'indietro.

 

Osservo il movimento dei suoi capelli.

Della sua criniera color ebano.

Il sudore imperlarle la fronte.

Mi allungo per baciare le sue labbra.

Rosse.

Gonfie.

Potrei morire in questo momento.

E sarei felice.

 

“S-sto per...” la sento mormorare sulla mia bocca.

 

Mi fermo.

Tolgo le dita.

Subito mi rivolge un'occhiataccia.

Non voglio farla venire così.

Non stasera almeno.

Dev'essere tutto perfetto.

Fino in fondo.

 

“Ti prego” sospirai lasciva leccandomi la cicatrice lasciata da quel serpentello.

“Sarai mia”.

“Si, sarò tua”mi bacia.

“Soltanto mia”.

 

Apro i pantaloni neri.

Voglio sentirla intorno a me.

Sopra di me.

Voglio farla mia.

Per sempre.

Prima di fare qualsiasi cosa provvedo ad un incantesimo di protezione.

Hermione mi aiuta a togliere i boxer.

Osserva il mio membro.

Gode di vita propria ormai.

E' quasi doloroso.

 

“Ne sei sicura?” le incastro una ciocca di capelli ribelli dietro all'orecchio.

“Si, solo per te”.

 

Senza difficoltà entro in lei.

Hermione apre la bocca appena avverte l'intrusione.

Resto fermo per farla abituare a me.

Alle mie dimensioni.

Che di certo non sono quelle di lenticchia.

Appena leggo nei suoi occhi piacere mi muovo.

In un primo momento lentamente.

Poi più ritmato.

Infine veloce.

La amo.

Le sue unghie conficcate nella schiena.

Le sue labbra sulle mie.

E' divino.

Ho trovato finalmente il mio posto nel mondo.

Per quanto sbagliato.

Perverso.

Strano, sia.

I nostri corpi combaciano alla perfezione.

Anche quando sento arrivare il limite.

Ci siamo.

Entrambi.

Veniamo insieme.

Non c'è niente di più afrodisiaco.

Il suo petto che si alza ed abbassa ad un rito accelerato.

Le pupille dilatate.

Le gote arrossate.

E il sorriso sulle labbra di ciliegia.

Ho fatto l'amore.

Con Hermione Granger.

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

E' successo tutto così velocemente.

Un attimo prima stavo pregando Severus di entrare in acqua.

L'attimo dopo eravamo nudi nel vecchio appartamento di Melburne.

Ho toccato il cielo con un dito.

Labbra su labbra.

Pelle contro pelle.

Corpi intrecciati.

Non pensavo di arrivare a tanto.

Ma ho scoperto che per me è essenziale.

Severus Piton è essenziale.

La sua delicatezza.

Le sue attenzioni.

Il piacere.

La soddisfazione.

Tutto così perfetto.

Sublime.

Non mi ha trattata come una ragazzina.

Oppure come una facile.

No.

Mi ha toccata come una donna.

Una vera donna.

Con garbo.

Eleganza.

Addio professor Piton.

Benvenuto meraviglioso uomo dagli occhi nero pece.

Questa situazione è così assurda.

Sono in un letto tra le braccia dell'uomo che amo.

Stretta al Principe Mezzosangue.

Si è addormentato.

Il suo respiro regolare.

E' inerme.

Vulnerabile.

Non ci siamo detti niente.

Le parole non servivano.

Abbiamo raggiunto il cosiddetto settimo cielo.

Ci bastavamo.

Severus mi ha sorriso.

Io ho ricambiato.

Ed ora sta riposando.

Lo amo.

Amo tutto di lui.

Dalla luce.

All'ombra.

La sua anima.

La sua essenza.

Ho scoperto una dolcezza che non sapevo avesse.

Ho scoperto un amante passionale.

Romantico.

Rispettoso.

So che questa parentesi non durerà molto.

Non sono stupida.

Domani lui si maledirà delle azioni compiute stanotte.

Farà in modo di cancellare questo spaccato di felicità.

Litigheremo.

Lo so già.

Severus è un uomo troppo leale.

Attaccato ai ruoli.

Tornare ad Hogwarts non sarà bello come sperato.

Sicuramente non torneremo come una coppia.

Ma adesso non mi interessa.

Per una volta nella vita voglio scegliere io.

Per una volta Hermione Granger farà l'egoista.

Voglio stringere questo meraviglioso corpo.

Lasciarmi cullare dalla sensazione delle sue dita poggiate contro il mio addome.

Perchè me lo merito.

Ce lo meritiamo.

Abbiamo sofferto così tanto.

E continuiamo a soffrire.

La felicità esiste.

La nostra è proprio qui.

Ora.

In questo appartamento in Australia.

Lontano dalle nostre solite vite.

Dalla nostra routine.

Perchè è successo.

Ho fatto l'amore.

Con Severus Piton.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Chiedo umilmente perdono se questo capitolo, fondamentale, non sia stato di vostro gradimento. Ammetto che è la prima volta in assoluto che scrivo una scena a raiting rosso e so che devo migliorare, ma spero di aver trasmesso quella delicatezza che avevo in mente. Detto questo, grazie per seguire con così tanta partecipazione la ff! Come al solito lasciatemi una recensione, anche piccola, con consigli, correzioni, critiche e tutto quello che vi passa per la mente come teorie o possibili finali ;-)

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


CAPITOLO 23

 

 

POV SEVERUS

 

Sento qualcosa pizzicarmi il naso.

Un leggero prurito.

Apro gli occhi.

Una massa informe di capelli color ebano mi coprono la vista.

Hermione.

E' qui.

Non se n'è andata.

Quindi vuol dire che non si è pentita.

Però sta ancora dormendo...

Basta, Severus.

Questa notte ho amato.

Forse per la prima volta.

Non è stato soltanto sesso.

Non sono così crudele.

E non sono così stupido.

Mi sono innamorato.

Davvero.

Di una giovane donna.

La strega più brillante della sua età.

E' giusto?

Privarla di un futuro pieno di colori.

L'amore romantico.

Il lavoro dei sogni.

La gioventù rimasta.

Io non ho colori.

Io sono nero.

La mia anima è nera.

Stare insieme potrebbe portarla a molte rinunce.

Questo rovinerebbe i rapporti.

Porterebbe a dei litigi.

Dei rinfacci.

Ed io non lo sopporterei.

Non sopporterei il fatto di essere la causa del suo dolore.

Del suo rimorso.

Paranoie.

Certo.

Potrei sbagliarmi.

Ma se per una volta potessimo scegliere?

Insieme.

Potrebbe essere la nostra prima scelta.

Come potrebbe essere l'ultima.

Comunque fatta insieme.

Come una coppia.

Vera.

So che lei vorrebbe così.

Frequentarci.

Non frequentarci,

Il mio cervello urla che non devo farlo.

Il mio istinto mi spinge a restare in questo letto.

E Severus cosa fa?

Stringe a sé quel corpo caldo.

Si tuffa nella chioma riccioluta.

E finge di non essersi svegliato.

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

Sento la presa sui miei fianchi stringersi un po'.

Apro lentamente gli occhi.

E lo vedo.

Qui accanto a me.

Non se n'è andato.

Quindi vuol dire che non si è pentito.

Però sta ancora dormendo...

Basta, Hermione.

Quello che sarà, sarà.

Non posso certo fasciarmi la testa.

Certo, farà male.

Conosco il mio uomo.

Mio...

E' così strano.

Ma anche io sono sua.

Gliel'ho detto.

Io non dico bugie.

Lo amo.

Non come una ragazzina.

Come una donna.

Sarò sua per sempre.

Vada come vada.

Anche se il fantasma di Lily sarà troppo grande da affrontare.

Anche se le cose precipiteranno.

Anche se ci saranno ostacoli.

Non mi sono mai arresa.

Di certo non lo farò adesso.

 

Piano mi alzo dal giaciglio caldo.

Raccolgo la mia biancheria.

Indosso anche la camicia di Severus.

Adoro il suo profumo.

Adoro l'odore della sua pelle.

Voglio preparare la colazione.

Magari in questo modo tarderemo la fatidica conversazione.

Sarà più calmo con qualcosa di appetitoso davanti.

Credici.

Andrà come previsto.

Ma almeno avremo un ultimo ricordo felice.

Insieme.

Noi due.

Poi partiremo.

Torneremo alla normalità.

Quanto fa schifo la normalità.

Basta.

Devo impegnarmi.

Devo concentrarmi sui pancakes.

Del caffè.

Uova strapazzate.

Piacerà a Severus?

Lo spero.

Lavoro canticchiando.

Muovendomi tra i fornelli.

Non voglio bruciare nulla.

Ma voglio divertirmi.

Intono una canzone a caso.

La prima che mi viene in mente.

 

But oh how it feels so real
Lying here with no one near
Only you and you can hear me
When I say softly, slowly

Hold me closer tiny dancer
Count the headlights on the highway
Lay me down in sheets of linen
You had a busy day today”

 

“Buongiorno”.

 

Che figurccia.

Non ho il coraggio di girarmi.

So che ha quel sorrisetto stampato in faccia.

Quello che ha sempre prima di togliere punti.

Ma sono una Grifondoro.

 

“Buongiorno” mi volto fiera, con il mio microfono improvvisato ancora in mano.

“Puoi mettere giù il cucchiaio” ha un ghigno divertito.

“Scusa...non volevo svegliarti” sicuramente sono arrossita.

“Non è stata colpa tua”.

“Oh...ho preparato la colazione, ti va di sederti?” non pensavo fosse così imbarazzante il mattino dopo.

 

Lo guardo avvicinarsi con passo fiero.

Indossa soltanto i suoi soliti pantaloni neri.

Niente maglia.

Le sue cicatrici sembrano brillare colpite dalla luce.

E' così bello.

Mentre si siede mi osserva.

Forse rivuole indietro la sua camicia.

 

“Ho messo la tua camicia, posso restituirtela” dico portando le mani ai bottoncini.

“No, puoi tenerla...per ora”.

“Dopo la colazione possiamo subito tornare ad Hogwarts, come volevi tu”.

“Va bene, ma ora che ne dici di mangiare?”.

 

Ha ragione.

Sono patetica.

Ma sono così a disagio.

E poi ho paura per la sua sentenza.

Non so se riuscirò a mandare giù qualcosa.

Ti prego, Severus.

Non lasciarmi.

 

 

 

POV SEVERUS

 

 

Sarebbe bello svegliarsi ogni mattina così.

Con Hermione che canticchia.

Balla.

Chiusa nel suo mondo.

E con addosso soltanto la mia camicia.

Ammetto che è un bel panorama.

Lei è bellissima.

I capelli appena sistemati.

I segni delle lenzuola ancora impressi sulle cosce.

I piedini nudi che zompettano da un fornello all'altro.

Ecco la donna che amo.

Quella che invece di scappare si ferma.

Prepara la colazione.

Pur sapendo che dovremo parlare.

Prendere una decisione.

Ma è meglio mangiare prima.

Ho bisogno di tempo.

Ho bisogno di vivere ancora una manciata di minuti in questa bolla.

Una bolla di felicità.

Hermione è incerta.

Non sta mettendo molto nel suo piatto.

E' preoccupata.

Cerca di nasconderlo.

La mia guerriera rosso ed oro.

 

“Devi mangiare, Hermione” le dico distratto, senza alzare gli occhi verso di lei.

“Lo sto facendo” mormora.

“Devi recuperare le energie perse...stanotte”.

“Io...va bene” dice infilzando un pezzo di pancake e portandolo poi alla bocca.

 

Chissà come sarebbe assaggiare le sue labbra adesso.

Vorrei farlo.

Ma reprimo il mio impulso.

Meglio stare al mio posto.

 

“Come mai non ha accettato di tornare ad essere il preside di Hogwarts?”.

 

E questo cosa c'entra adesso?

 

“Perchè non me la sentivo”.

“Ma lei è uno dei maghi più potenti al mondo, se non l'unico”.

“Sono un uomo anche io, Hermione”.

“Cosa significa? Lei sarebbe stato un validissimo sostituto di Silente”.

“Non voglio che in futuro il mio quadro sia appeso vicino a quello di Albus...” ammetto.

“Lei...non vuole che la vittima riposi vicino al suo carnefice” ci è arrivata.

“Esatto”.

“Non è stata colpa sua, ha solamente eseguito gli ordini”.

“Mi sono annullato per una causa maggiore, ed ho sbagliato...il mio quadro non merita di essere appeso nell'ufficio del preside di Hogwarts, tanto meno vicino a quello del professor Silente”.

 

Posso sentire il rumore delle rotelline che girano da qui.

Non pensarci troppo Hermione.

Spegni il cervello.

Accendi il cuore.

Anche tu avresti detto la stessa cosa.

Lo so.

Perchè infondo ci assomigliamo.

Tu sei la mia parte buona.

Quella che brilla.

Quella fatta di luce.

 

“Vado a vestirmi” dice scappando dalla cucina.

 

Ora è il momento tanto aspettato.

Quando sarà pronta parleremo.

Anche perchè se fosse restata mezza nuda davanti a me non sarei riuscito a ragionare.

Sto diventando uno stupido ragazzino.

Non posso lasciarmi guidare dagli ormoni.

Lei merita il meglio.

Della vita.

Di me.

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

Non volevo intromettermi nella sua vita.

Sinceramente, non so neanche perchè ho aperto quel discorso.

Quando sono agitata tendo a straparlare.

Si, dev'essere per quello.

Tristemente deposito la sua camicia sul letto.

Un letto ancora disfatto.

Il nostro nido d'amore.

O di puro e semplice sesso.

Ma non per me.

Per me era amore.

A costo di sembrare una ragazzina.

 

“Posso entrare?” Severus sta chiedendo il permesso.

“Si...infondo mi hai già vista nuda” sussurrai l'ultima parte.

“Già...” è in difficoltà.

“Adesso basta, io non ce la faccio più!” scoppiai, era solo questione di tempo.

“Hermione, stai calma” come fa ad essere sempre così tranquillo?

“Dimmi quello che succederà, dimmi quello che vuoi fare...” mi lascio cadere di schiena sul letto, sfinita da quella pressione mentale.

 

Severus si infila la camicia.

E' così maledettamente affascinante.

Staccargli gli occhi di dosso è impossibile.

Poi fa una cosa tenera.

Si stende al mio fianco.

Prende la mia mano.

La stringe.

Ma fissiamo il soffitto.

 

“Quello che è successo stanotte per te...è stato un errore?” sento già gli occhi pizzicare, prima di sentire la sua risposta.

“No, tornassi indietro lo rifarei”.

“Ma scommetto che appena metteremo piede ad Hogwarts tutto cambierà, stanotte non esisterà più”.

“Esatto”.

“Perchè? Dov'è scritto che debba essere così?”.

“Dobbiamo scegliere, insieme”.

“Insieme?”.

“Si, tu conosci le mie motivazioni ed io conosco le tue...ma sei una ragazza intelligente, e sai già come andrà a finire”.

 

Si, lo so.

Non vorrei fosse così.

 

“Tu tornerai ad essere il freddo professor Piton ed io la insopportabile So-tutto-io Granger” sospiro.

“Si...ma con un'unica differenza”.

“Quale?” cosa?!

“Che non saremo docente ed alunna per sempre, sai bene che non posso e non riesco ad andare contro le regole ma esse non durano una vita intera...hai capito?” mi sta fissando.

 

Quegli occhi color pece.

Nero pece.

Profondi.

Furbi.

Ammalianti.

 

“Io non posso obbligarti a vivere con me, anzi, penso che tu abbia molte esperienze da fare come giovane donna e sicuramente avrai un futuro roseo davanti a te...voglio lasciarti libera Hermione, libera di fare e disfare. Se dopo tutto questo vorrai ancora me, se mi desidererai ancora, io ci sarò...ma non privarti della tua adolescenza per un vecchio uomo arido”.

“Mi stai regalando una scelta?”.

“Ti sto dimostrando che non sono una persona egoista, oppure un mascalzone”.

“Non l'ho mai pensato, lo sai”.

“Facciamo un patto, manca qualche mese alla fine della scuola e degli esami, se vorrai ancora stare al mio fianco mi troverai nel mio ufficio ma se non ti vedrò arrivare sarò felice lo stesso per te” è serio, assurdamente serio.

“E' una prova anche per te...” realizzai.

“Hai capito” sorrise amaro.

“Se ti troverò nel tuo ufficio vorrà dire che ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide altrimenti sarà stata soltanto una tua debolezza”.

“Quando metti in funzione tutte le rotelline sai essere sveglia” mi prese in giro.

“Accetto, vivremo le nostre vite e alla fine vedremo cosa succede”.

 

Inaspettatamente sento le labbra di Severus posarsi sulla mia spalla.

Una piccola porzione di pelle rimasta scoperta dalla canottiera.

E' un gesto così dolce.

Un piccolo bacio.

Che racchiude tutto quello che è stato questo viaggio.

Non ha osato impossessarsi delle mie labbra.

Sarebbe stato un ricordo amaro.

Ma devo ammettere che mi ha sorpresa.

Ci ha lasciato una scelta.

Da affrontare insieme.

Lontani ma uniti.

Desidera il meglio per me,

Non ha ancora capito che il meglio per me è lui.

Adesso.

Come tra qualche mese.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

 

Salvee! Ecco il nuovo capitolo, devo dire che ci ho messo un po' a scriverlo perchè non sapevo come affrontare il famigerato 'dopo'. In testa avevo numerosi possibili scenari, da quello irreparabile/crudele ad un lieto fine, con tutte le sfumature del caso. Ma poi ho ripensato a tutte le ff che ho letto su questa coppia nel corso degli anni, e non volevo scrivere una macchietta di un idea già avuta, già letta. Per carità, magari mi sbaglio e c'è già un capitolo anzi, un discorso, del genere in qualche altra storia. Ho solamente pensato che né Severus né Hermione sono persone avventate, sconsiderate, neanche sotto innamoramento...si dice? Ahah Così mi è venuta in mente l'idea della scelta, lasciarli vivere e capire con il tempo qual è la strada da prendere e darsi un appuntamento. Un appuntamento che sia un punto fisso nel tempo, l'incrocio di due linee che decidono se proseguire insieme oppure separate. Sto diventanto logorroica perciò chiudo, ma spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto e come al solito aspetto le vostre impressioni nelle recensioni. Vi adoro, e grazie mille di tutti i traguardi personali che mi avete fatto raggiungere!

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


CAPITOLO 24

 

 

POV SEVERUS

 

Siamo tornati.

Quattro giorni.

Sei ore.

E troppi minuti.

In realtà non controllo il tempo.

Sarebbe un comportamento da tredicenne innamorato.

No, io sono un uomo.

Un uomo adulto.

Fin qui tutto bene.

Se non fosse per il fatto che ho perso la testa.

L'uomo adulto si è innamorato.

Di una ragazza più giovane.

Molto più giovane.

Vederla solo a lezione è difficile.

Soprattutto dopo quello che abbiamo passato in Australia.

Di notte continuo a sognare la sua pelle sulla mia.

Ma quando al mattino mi specchio non posso che sorridere.

Ho ancora i segni dei suoi graffi sui fianchi.

E' stato bellissimo.

Era da tanto tempo che non facevo più l'amore.

Prima era soltanto sesso.

Donne trovate a Nocturne Ally.

Solo per soddisfare i miei istinti.

Purtroppo anche il mio corpo ha delle esigenze.

Ma con Hermione è stato diverso.

L'ho toccata come fosse il più prezioso dei tesori.

Infondo lei è davvero il mio tesoro.

 

Toc toc.

Bussano alla porta.

Sarà sicuramente qualche stupido ragazzino.

 

“Avanti”.

“Ciao Severus, ti disturbo?” è Narcissa, chissà cosa vuole.

“Entra pure, stavo soltanto correggendo dei compiti”.

 

Narcissa e Lucius si erano lasciati qualche mese dopo la fine della guerra.

Lei non riusciva a perdonare il marito.

Lui non riusciva più a vivere.

Il signor Malfoy infatti era caduto in una grave depressione.

Tutti i processi.

Le dichiarazioni.

L'odio di Draco.

Lo avevano portato ad una grave crisi.

Così i Malfoy si separarono.

Lucius finì a vivere nella loro villa in Francia.

Mentre Narcissa era rimasta qui.

Con suo figlio.

Appena ripreso dallo scontro aiutai molto il giovane Draco.

Passai tanto tempo con lui e con sua madre.

Non volevo che il ragazzo facesse la fine del padre.

Si meritava qualcosa di migliore.

Infatti gli consigliai di intraprendere la carriera da Medimago.

In modo da aiutare tante persone.

Così fece.

Draco Malfoy sta studiando per diventare una persona migliore.

Ed io sono fiero di lui.

Il passato non deve più condizionarlo.

Narcissa stessa riprese in mano la sua vita.

Ora lavora in una rinomata azienda farmaceutica magica.

Ricordo che era sempre stata piuttosto portata per pozioni ed erbologia.

Certo, non hai miei livelli.

Ma non era da sottovalutare.

 

“Ero passata per chiederti un consiglio di lavoro e per vedere come stai” si sedette in modo elegante.

“Sei stata gentile, Cissy, come vedi sto come al solito” eravamo stati amici anche prima del suo legame con Lucius, e ritrovarla la stessa di un tempo mi aveva rallegrato.

“Ero passata la scorsa settimana ma Minerva mi ha detto che eri in Australia per aiutare Hermione Granger a togliere l'incantesimo di memoria dai suoi genitori”.

“Si, esatto, ho dovuto fare questo sacrificio ed è andato a buon fine”...sacrificio, certo.

“Sono contenta, e com'è stato il vostro soggiorno?”.

 

Assurdo.

Sai, abbiamo parlato.

Ci siamo baciati.

Ho avuto il permesso dal signor Granger.

Abbiamo fatto l'amore.

E ci siamo dati una scelta.

 

“Gradevole”.

“Non pensavo ti piacesse il mare”.

“Infatti non mi piace”.

“E allora come fai a dire che è stato gradevole?” sorrise stranita.

“Non c'è mica solo quello in Australia” risposi evasivo.

 

Notai i suoi occhi studiarmi.

Non sa usare la Legilimanzia.

Sono tranquillo.

Ma non è una donna stupida.

Perciò devo stare attento.

 

“Hai ragione, sicuramente avrai trovato qualcosa di interessante” concluse.

“Che consiglio ti serve?” meglio cambiare argomento.

“E' per un farmaco che stiamo sperimentando, ho bisogno del tuo aiuto con una pozione che proprio non mi riesce e potrebbe essere il tassello mancante”.

“Capisco, senti che ne dici che prima andiamo a pranzo e poi lavoriamo a questa pozione?”.

“Non hai lezioni?”.

“Non questo pomeriggio, perciò possiamo utilizzare il laboratorio” dico alzandomi e affiancandola.

“Grazie mille, Severus, senza di te sarei perduta” la donna felice si alza e mi abbraccia.

 

Narcissa è una bella donna.

Elegante.

Raffinata.

Sensuale.

Ogni uomo vorrebbe essere al suo fianco.

Vorrebbe poterla stringere a sé.

Ma non è il mio caso.

Non sono uno sciocco.

Da quando abbiamo riallacciato i rapporti non fa altro che volere la mia attenzione.

Non le basta una semplice amicizia.

Troppe volte mi ha elogiato.

Troppe volte mi ha fatto notare che bravo padrino sono stato con Draco.

Troppe volte ha sottolineato di essere una donna sola con me presente.

Non provo nulla per lei.

Mi dispiace.

So bene che sarebbe più giusta Narcissa al mio fianco.

Rispetto ad Hermione.

Ma non la amo.

Non l'amerò mai.

Non è il tipo di compagna che mi attira.

Perciò devo sempre stare attento alle sue imboscate.

Alle se parole.

Soprattutto adesso che il mio cuore appartiene ad un'altra.

Non voglio darle false speranze.

Non voglio illuderla.

Io ho già donato il mio cuore.

E stavolta sembra essere andata bene.

Hermione non è Lily.

 

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

“Da quando sei tornata non mi hai raccontato nulla di questo viaggio! Certo, i tuoi genitori hanno riacquistato la memoria e sono davvero felice per te, ma cosa è successo con il pipistrello? Eh? Non dire niente, perchè quando andiamo alle sue lezioni hai sempre un sorrisetto ebete stampato in faccia” Ginny mi aveva bloccata in un aula ormai in disuso del castello.

 

In effetti non avevamo avuto modo di parlare.

Ogni volta che ci appartavamo per discutere qualcuno ci disturbava.

Così sono passati quattro giorni.

Quattro giorni in cui non ho potuto sfogarmi con nessuno.

 

“E' successo, Ginny” dico sospirando.

“Successo, cosa?”.

“Lui è stato davvero dolce con me, fin dal primo giorno mi ha incoraggiata e supportata. Abbiamo parlato molto, ci siamo anche scambiati un regalo...e poi mi ha baciata, prima di entrare a casa dei miei genitori per togliere l'incantesimo” ripercorrere tutti gli eventi mi fece arrossire.

“Non riesco ancora a immaginarmi Piton buono, gentile con un'altra persona...e così c'è stato un secondo bacio con il pipistrellone!” rise la rossa.

“Già, poi gli ho fatto conoscere i miei genitori ed è stato molto educato e cordiale”.

“Bene, gli hai fatto conoscere i futuri suoceri, che carini” mi prese in giro la mia migliore amica.

“Smettila!”.

“Dai, va avanti...poi cos'è successo?”.

“Dovevamo partire per tornare ma io volevo assolutamente visitare un posto, lui all'inizio era contrario al cambio di programma poi mi ha assecondata. L'ho portato su una delle spiagge più belle dell'Australia, al tramonto e...” mi fermai, ero così felice.

“E? Non lasciarmi sulle spine!”.

“E abbiamo discusso, su quello che desiderava davvero e siamo finiti a letto insieme. Non è stato frettoloso o squallido, Severus è stato delicato, rispettoso, dolce”.

“Non ci credo! Tu e Mr. Oscurità avete...voi due...non posso farcela! Sento il cuore cedere, sto per svenire...” sapevo già la sua reazione.

“Scema! Ti prego, è già imbarazzante raccontartelo, sai che sono una persona riservata...”.

“Si, scusa, ma capisci che per come conosco io Piton è dura immaginarlo come lo descrivi tu”.

“Ginevra, ti giuro che è stato bellissimo, lui è...” venni interrotta.

“Niente dettagli!”.

“Comunque il mattino seguente abbiamo parlato e abbiamo scelto di non continuare qui ad Hogwarts, Severus non vuole mettermi fretta e limitare le mie esperienze ma se davvero quello che provo è forte allora mi ha detto che lo troverò nel suo ufficio finiti gli esami”.

“E tu sei certa che troverai lui?”.

“Ci siamo dati la possibilità di scegliere, sia io che lui, nessuno dei due ama infrangere le regole perciò finchè saremo studentessa e professore è meglio trattenerci e riflettere”.

“E' stata una sua idea?”.

“Si”.

“E' molto nobile da parte sua” sorrise la ragazza.

“So già che io mi presenterò all'appuntamento, lo amo, Ginny”.

“L'ho capito dalla prima volta che me ne hai parlato, dal luccichio dei tuoi occhi non poteva essere soltanto un'infatuazione”.

“Chissà se troverò lui” sospirai.

“Lui sarà lì, ne sono certa, altrimenti non ti avrebbe mai permesso di avvicinarti così tanto”.

 

Ginevra aveva ragione.

Severus non è il tipo di persona che lascia agli altri il permesso di avvicinarsi a lui.

E' un uomo dal carattere chiuso.

Duro da trattare.

Burbero da sopportare.

Ma leale.

Sincero.

Coraggioso.

Un'anima ricoperta di una scura corazza.

Che però possiede un nucleo splendente.

Accecante.

Non ha voluto illudermi.

Non ha voluto usarmi.

Non ha voluto limitarmi.

E' come se mi avesse messa nelle condizioni di poter cambiare idea.

Conoscendo qualcuno della mia età per esempio.

Forse è davvero un principe.

Ma non accadrà.

Lo amo.

Aspetterò.

 

“Sono strafelice per te, amica mia” mi ritrovai stretta in una morsa con una cascata di capelli rossi sul viso.

“Grazie, Ginny” ricambiai l'abbraccio con tutto l'affetto possibile.

“Se tu ti fidi di lui, allora mi fido anche io”.

“Lo apprezzo molto”.

“Adesso però andiamo a pranzo perchè tutte queste notizie mi hanno messo fame” sorrise prendendomi per mano.

“Si, certo, perchè tu non hai mai fame, vero?” la canzonai.

“Però dobbiamo ammettere che per tutto quello che riesco a mangiare, sono davvero in forma” scoppiammo a ridere.

 

Per i corridoi incontrammo Luna e Neville.

Insieme raggiungemmo la Sala Grande.

La biondina continuava a sorridermi in modo insistente.

Strano.

Decisi di non dire nulla.

Sarà stata soltanto una mia impressione.

Arrivati al nostro tavolo alzai lo sguardo su quello dei professori.

Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.

Vicino a Severus sedeva la signora Malfoy.

O Black, che sia.

I due conversavano tranquillamente.

Fin qui tutto apposto.

Tranne che per la mano della donna sul braccio del mio uomo.

Mio uomo?

Frena.

Narcissa ci stava provando con Severus?

Si, decisamente.

Per tutta la durata del pranzo li osservai di sottecchi.

Lei faceva di tutto per attirare la sua attenzione.

Chi le aveva dato il permesso?

Ti prego, no.

E' vero.

Da quando siamo tornati non abbiamo trovato neanche un secondo per parlare.

Ma non è una giustificazione.

Non può essersi già scordato tutto.

Sei paranoica, Hermione.

Ti sbagli.

Ti aveva detto che sono solo amici.

E' normale.

Si conoscono da tanti anni.

 

“Ehi, amica, smettila di stringere in quel modo la forchetta o la romperai” bisbigliò al mio orecchio la rossa.

“Cos...oh, non ci avevo fatto caso”.

“Smettila di fissarli, stanno solamente parlando”.

“Dici? Perchè lei sta sventolando quella stupida chioma bicolore un po' troppo” cavolo, ero gelosa marcia.

“Hai ragione, sta facendo la gattamorta, ma Piton non è il tipo da farsi abbindolare così” mi rassicurò.

“No, infatti...”.

 

Narcissa Malfoy però è una bellissima donna.

Bellissima.

Donna.

Non una ragazzina.

Non una studentessa.

E se me lo portasse via?

Una relazione tra loro due sarebbe più facile.

Giusta, a livello etico.

Ma no, Severus è stato con me.

Prova qualcosa per me.

Devo fidarmi di lui.

 

 

 

POV SEVERUS

 

Che Salazar mi punisca!

Cosa mi è saltato in mente?

Portare Narcissa a pranzo con me.

Non riesco più a sopportarla.

Continua a toccarmi.

Ridacchiare.

Sbattere i capelli qua e là.

Ma soprattutto non sta un attimo zitta.

Ha già attirato troppe attenzioni su di noi.

Minerva ci guarda in modo poco promettente.

Sicuro penserà che tra noi ci sia qualcosa.

Hermione invece ci osserva distrattamente.

Agli occhi degli altri.

Perchè io mi sono accorto subito delle sue occhiatacce.

E' gelosa?

Non deve.

Ma ammetto che mi piace.

Vuol dire che ci tiene a me.

Parecchio.

Anche dopo il discorso fatto sul futuro.

Purtroppo non siamo riusciti a parlare dal nostro ritorno.

Ogni volta che ho tentato di avvicinarla qualcuno veniva ad intromettersi.

Come ieri, per esempio.

L'ho vista andare in biblioteca.

L'ho seguita.

Quando stavo per affiancarla quell'impiastro di Paciock mi ha preceduto.

Così ho perso la mia occasione.

Mi manca.

Mi manca vederla al mio fianco.

Ho ancora ben stampata in mente l'immagine di lei che prepara la colazione.

E' esattamente il tipo di compagna che tutti gli uomini vorrebbero.

Bella da mozzare il fiato.

Sensuale.

Elegante.

Intelligente.

Brillante.

Furba.

Dolce.

Combattiva.

Generosa.

Responsabile.

E un altro milione di pregi.

Ma anche di difetti.

Adoro il suo essere così saccente.

 

“Io ho finito di pranzare, Sev, se vuoi andare in laboratorio” mi riscuote dai miei pensieri la signora Malfoy, o Black.

“Si, certo, prima inizieremo e prima finiremo”.

“Non ho molti impegni per stasera” sorride, non le chiederò mai di restare.

“Io ho un paio di punizioni da far scontare” mento.

“Sei sempre così rigido con gli studenti” mi da un buffetto sul braccio.

 

Non con tutti.

Credimi.

Con una in particolare sono un totale rammollito.

Sono letteralmente ai suoi piedi.

E questo mi spaventa.

Non è la prima volta per me.

 

“Severus, state andando?” mi volto verso la voce.

“Si, preside, abbiamo del lavoro da svolgere”.

“Sempre se a te va bene, Minerva” si intromette Narcissa.

“Oh, certo, sono molto contenta della collaborazione che si è creata tra la scuola e la tua azienda”.

“Sai, mi hanno accennato anche ad un concorso da aprire ai ragazzi che finiranno quest'anno il settimo anno, per dare possibilità di lavoro”.

“E' una bellissima idea, sarebbe molto utile a questi giovani”.

 

Chiacchiere fra donne.

Non le ho mai capite.

Sono in grado di saltare da un argomento all'altro.

E capirsi.

Senza perdere il filo.

Mi estraneo da quel momento.

Osservo Hermione alzarsi dalla panca.

Non mi degna neanche di uno sguardo.

E' insieme alla Weasley.

Chissà se le ha detto di noi.

Di quello che è successo.

 

“Sev, possiamo andare”.

 

Usciamo dalla Sala Grande.

Davanti a noi, lei.

Quanto vorrei mostrare a Narcissa per chi sono dirette le mie attenzioni.

Baciare la principessina di Grifondoro.

Qui.

In mezzo al corridoio.

 

“Hermione, Ginevra, buonasera” ma che...la donna le aveva appena chiamate.

“Salve, signora Malfoy” risposero in coro.

 

Non promette nulla di buono.

Perchè fermarle?

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

“Hermione, Ginevra, buonasera” quella aveva anche il coraggio di salutarmi?!

“Salve, signora Malfoy” rispondiamo in coro.

“Ho saputo che hai ritrovato i tuoi genitori grazie all'aiuto di Severus, sono molto contenta per te”.

 

Sarebbe stata una cosa gentile detta da lei.

Se non fosse stato per il modo in cui si è aggrappata al braccio dell'uomo.

Mi stava salendo il sangue al cervello.

Ma non dovevo mostrarlo.

 

“Si, è stato molto importante il suo contributo” sorrido educatamente.

“Quando Draco mi aveva raccontato cosa avevi dovuto fare per proteggere la tua famiglia da...noi, da quelli che eravamo un tempo, ero rimasta colpita. Hai avuto una forza d'animo non indifferente per compiere un tale sacrificio, ti ammiro molto” ci sa fare con le parole, e forse è davvero cambiata.

“Grazie...”.

“E Draco come sta?” si intromette Ginevra per aiutarmi.

“Lo vedo finalmente sereno, ora studia Medimagia”.

“E' stato molto gentile da parte sua venire al funerale di Fred”.

 

Il biondo era cambiato alla fine della guerra.

Aveva capito gli errori commessi.

Aveva capito che non doveva per forza assomigliare al padre.

Così si era presentato al funerale di Fred.

Poi qualche giorno dopo ci aveva raggiunti alla Tana.

Per scusarsi.

Con tutti, persino con Harry.

Il vecchio Draco Malfoy non esisteva più.

Ora era semplicemente il rampollo di una famiglia benestante che si dedicava ai propri studi.

Esattamente come gli altri.

Senza privilegi.

 

“Severus è stato l'ancora di salvezza di mio figlio, è stato lui a far ragionare Draco, a spingerlo verso la luce e gliene sarò grata per l'eternità” Narcissa si voltò per fare gli occhi dolci al professore di Pozioni, che fino a quel momento non aveva spiccicato parola.

 

Finalmente eravamo faccia a faccia.

Dopo quattro giorni.

La distanza che ci divideva era di pochi due passi, tre.

Posso sentire il suo profumo.

Perdermi in quegli occhi di ossidiana.

Ed è impossibile evitare di fissarci.

Mi manca.

Forse gli manco anche io.

 

“Comunque la preside mi ha detto che nel fine settimana ci sarà un'uscita ad Hogsmeade, magari io e Draco possiamo fare un salto per salutarvi se ci sarete” quella donna è snervante.

“Ci sarà anche Harry, sarà contento di vedere Draco” amo le capacità attoriali di Ginevra, la invidio.

“Magari possiamo andarci insieme, Sev, che ne dici?”.

 

Sev?

Sev?!

Perchè lo chiama Sev?!

Io lo posso chiamare così.

Non lei.

Io che l'ho baciato.

Io che l'ho difeso.

Io che ho fatto l'amore con lui.

Che stupida che sei, Hermione.

Nonostante tutto voi non siete una coppia.

Non state insieme.

Poi chi ti dice che non sia andato a letto con lei?

Magari quest'estate.

Prima dell'inizio delle lezioni.

Lo chiama Sev.

E lui non ha fatto una smorfia.

Non ha dato l'impressione di esserne infastidito.

 

“Ora dobbiamo andare a studiare” dico fredda.

“Si, Granger, forse è meglio impegnarvi su qualcosa di utile invece che pensare alle uscite di gruppo” interviene Piton altrettanto freddamente.

“E' stato un piacere signora” la salutò con garbo la rossa.

“Arrivederci, signora Malfoy” aggiungo sbrigativa.

“Buono studio, ragazze”.

“Professore” calzai particolarmente su quell'appellativo.

 

Le strade si divisero.

Noi su per le scale.

Loro di sotto.

Il solo pensiero di quei due da soli nei sotterranei mi faceva andare in bestia.

 

“Hermione, stai tranquilla, conosco quella faccia” mi prese per mano la mia migliore amica.

“Non è stato facile per me, Dio avrei voluto saltarle al collo...hai visto come aggiungeva il suo nome ad ogni singola frase?!”.

“Piton era impassibile come al solito, e poi non ti ha staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo”.

“Forse voleva vedere la mia reazione, forse si aspettava una scenata” mi passai le dita tra i capelli.

“No, semplicemente ti guardava, secondo me gli sei mancata in questi giorni” sorrise Ginevra.

“Sapessi quanto manca a me, è così dura fingere che non sia successo niente, soprattutto dopo quello che abbiamo passato insieme” bei ricordi.

“Resisti Herm, combatti per lui”.

“Lo farò...ma non so quanto successo avrò se quella continuerà a ronzargli intorno mentre io non posso fare nulla” sospirai.

“Se davvero usciranno in coppia questo fine settimana posso sempre aiutarti a dividerli, magari posso distrarre la madre di Draco in modo da lasciarti sola con il pipistrello” Ginevra Weasley e i suoi piani malefici.

“Non penso che verrò ad Hogsmeade”.

“Cosa? Perchè?”.

“Vederlo con lei sarebbe troppo per me, preferisco non assistere ad altri tentativi di seduzione come quelli di oggi in Sala Grande”.

“Ma così non potrai difendere il tuo uomo, il tuo territorio”.

“Non c'è nessun mio uomo, non c'è nessun mio territorio”.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

 

Breve storia triste: sono stata impegnata con l'Università e ho perso la cognizione dei giorni così l'aggiornamento è slittato ad oggi. Mi sento stupida, ma non ho proprio realizzato il tempo che era passato dall'ultimo capitolo e chiedo scusa in ginocchio. Detto ciò, spero che abbiate apprezzato anche questo tassello di storia, certo è di passaggio ma qualcosa si riesce ad intuire in prospettiva del futuro, cioè dei prossimi capitoli. Come sempre ci tengo a ringraziarvi tantissimo per il supporto che mi date ma soprattutto non vedo di leggere qualche recensione in cui mi dite le vostre impressioni e le vostre teorie sui possibili sviluppi della ff! Un bacione <3

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


CAPITOLO 25

 

 

POV SEVERUS

 

“E così Narcissa è andata via molto tardi ieri sera...” mi volto verso la voce alla mia sinistra.

“Che cosa vorresti dire, Minerva?” sbuffo.

“Oh nulla, ragazzo mio, solo che state collaborando spesso” quello sguardo malizioso.

“Non è colpa mia se sono uno dei massimi esperti di pozioni in circolazione”.

“Narcissa è stata molto forte a riprendersi la sua vita tra le mani e soprattutto quella di Draco, anche se tu li hai aiutati molto”.

“Cissy ha le spalle larghe, è riuscita a non cedere con affianco uno come Lucuis”.

“La chiami Cissy...”.

“Ci conosciamo da molto tempo”.

“Non devi dirmi nient'altro?” perchè le donne hanno questa natura di pettegole?

“No, Minerva, non è come pensi tu” uso il mio solito tono freddo anche se su di lei non ha mai avuto effetto.

“E cosa penso?”.

“Tra me e Narcissa non c'è nulla e non ci sarai mai nulla, chiaro? Solo perchè collaboriamo per alcune questioni di lavoro e siamo amici, non significa che tra di noi ci sia qualcosa”.

“Ti credo”.

“Davvero?”.

“Si, ho imparato a leggere i tuoi occhi e so che sei sincero” sorrise materna.

“Baggianate”.

“Ti piace un'altra donna, vero?”.

 

Fermi tutti.

Che cosa?

Sono così leggibile?

Quella vecchia strega non può aver intuito tutto dai miei occhi.

E' solo una scempiaggine da donne.

Ma non sarebbe mai andata a colpo sicuro.

Forse sono io ad avere atteggiamenti diversi.

Sono diventato più flessibile?

Più buono?

Più rammollito?

No.

Non può essere.

Ieri ho fatto piangere due ragazzini di Tassorosso.

E ho fatto scappare una bambina di Corvonero.

Non sono cambiato.

Minerva ha soltanto sparato a caso.

Deve essere così.

 

“No, certo che no”.

“Va bene, ma sappi che non ci sarebbe nulla di male”.

“Sono affari miei, Minerva, di certo non verrò a raccontarteli”.

“Magari parlare con qualcuno potrebbe aiutarti invece...ma tanto hai detto che non c'è nessuna donna nel tuo cuore”.

“Esatto”.

 

La giornata stava procedendo proprio a gonfie vele.

Chissà come sarebbe finita di questo passo.

Come se non bastasse ho visto Hermione solo una volta.

Nel corridoio al terzo piano.

Mentre scendeva per la lezione successiva.

Era sola.

Ha evitato il mio sguardo.

Potevamo parlare.

Ma lei ha preferito tirare diritto per la sua strada.

Stupida Narcissa.

Hermione non vuole neanche guardarmi.

Sarà arrabbiata.

Devo fare qualcosa al più presto.

Ma cosa?

Non possiamo mica discutere davanti a tutti.

Non siamo più in Australia.

Non siamo più soli.

Ci vuole un'idea.

Se le mandassi un biglietto lo ignorerebbe.

Conosco l'orgoglio Grifondoro.

Purtroppo.

Una punizione.

Trovato.

Devo punirla.

Così sarà costretta ad incontrarmi.

Non potrà rifiutare.

O darmi buca.

E' meschino.

Lo ammetto.

Ma abbiamo bisogno di chiarirci.

Io sono innamorato di lei.

Io le appartengo.

Deve saperlo.

Deve ricordarlo.

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

“E' da ieri che lo ignori, non è mica stupido” esordì Ginevra chiudendosi la porta del dormitorio alle spalle.

“Non sono pronta” le rispondo senza neanche alzare lo sguardo dal libro di Incantesimi.

“La stai prendendo troppo male, non è successo niente di certo tra loro”.

“Lo so...ma, vedi, è la prima volta che sento questi sentimenti contrastanti per lui e devo capirli meglio”.

“Tu lo ami, basta questo” sorrise la rossa sedendosi al mio fianco.

“No, non basta, altrimenti non saremmo a questo punto”.

“Herm non fasciarti la testa prima di rompertela, dammi retta, Piton è il tipo d'uomo che ama con tutto sé stesso”.

“E se non amasse me? Se in questi giorni avesse capito che io sono soltanto una ragazzina? Non ho la forza di sentirmelo dire, non ancora” sentii una lacrima scivolare giù.

“Ho capito, ma non potrai rimanere chiusa nella Torre per sempre” le braccia della mia migliore amica mi avvolsero.

 

In effetti ero rimasta qui per tutto il tempo.

A parte le lezioni.

Quelle le avevo seguite.

E l'ho visto.

Ci siamo incrociati.

Eravamo soli.

Finalmente.

Ma sono scappata.

L'ho evitato.

Non sapevo cosa dirgli.

A volte odio questa parte di me.

Quella troppo riflessiva.

Che deve pensare bene sulle cose.

Rischiando di perdere tutto.

Avrei dovuto chiarire con lui.

Invece mi sono chiusa a riccio.

L'idea che possa interrompere il nostro legame mi fa troppa paura.

Lo so.

Non siamo una coppia.

Ma è ovvio che qualcosa c'è.

E sentirmi dire che ha un'altra donna mi spezzerebbe.

Sto solo allungando i tempi.

Cerco una soluzione.

Cerco di non rimanere sola con lui.

Per adesso.

Finchè non capisco questa mia gelosia.

Paura di perderlo.

 

“Mi ha risposto Harry stamattina, dice che verrà ad Hogseade domani pomeriggio ma senza Ron, pare che abbia da scortare qualcuno del ministero a Londra” spiegò la rossa rigirandosi la lettera fra le mani.

“Peccato, mi sarebbe piaciuto rivederlo, ma sono felice che abbia trovato la sua strada” sorrisi al ricordo di quel ragazzino dai capelli rossi sempre svogliato.

“Anche la mamma dice la stessa cosa, non si sarebbe mai aspettata un cambiamento così radicale da parte di Ronald”.

“E' soltanto diventato grande, la guerra lo ha responsabilizzato”.

“Già, ha responsabilizzato tutti noi” sospirò Ginevra.

“Comunque non so ancora se uscirò con voi domani, insomma devo ancora fare il ripasso di Storia della magia e riguardare gli ultimi argomenti di Antiche Rune”.

“Non fare la solita secchiona, Herm!”.

“Ginny, tra poco avremo gli esami, ricordi? Io voglio chiudere questo percorso scolastico al massimo delle mie capacità perciò devo studiare”.

“Bla bla bla, tu passeresti questi esami alla grande anche senza ucciderti di lavoro! Dì piuttosto che non vuoi rischiare di vedere Piton con la Malfoy”.

“Si, hai ragione, e invece di stare male preferisco impiegare il mio tempo in qalcosa di più utile”.

“Stronzate! Tu verrai con me ed Harry, faremo il pieno di caramelle e prenderemo una bella burrobirra calda”.

“Ci penserò”.

“Verrai e troveremo il modo di far capire al pipistrellone che si sta perdendo” quel ghigno malefico non promette bene.

“Che cosa intendi?”.

“Oh Herm, ti farò diventare la ragazza più bella del pianeta! Domani dopo le lezioni faremo qualcosa per la tua pelle, sistemeremo i tuoi capelli, sceglieremo dei vestiti che ti valorizzino il fisico e ci aggiungeremo del trucco. Poi andremo al villaggio e se ci sarà Piton lo faremo morire di crepa cuore!” Ginevra si era alzata dal letto ed aveva blaterato muovendosi come un tornado per la camera.

“No, non faremo nulla di tutto questo” cerco di liberarmi da questa idea sciocca.

“Invece si, amica mia, preparati che domani si andrà in scena” quell'occhiolino.

 

Non avevo un buon presentimento.

Far ingelosire Severus?

Mah.

Di solito le idee di Ginevra non hanno mai buon fine.

Devo fidarmi?

Ci penserò.

Ancora.

 

“Andiamo a cena?” mi voltò distratta verso la ragazza.

“Non ho molta fame”.

“Smettila, alzati e scendiamo” con poca gentilezza mi tirò per un braccio.

 

Per i corridoi incontrammo Neville e Luna.

Che bella coppia.

Non mi stancherò mai di dirlo.

E pensarlo.

 

“Herm, pensavo fossi malata, oggi non ti ho mai vista in giro” mi sorrise la biondina.

“No, è che sono stata nella Torre a studiare”.

“Strano...” l'espressione della giovane mutò leggermente.

“Cosa?”.

“Niente...hai avuto Pozioni oggi?”.

 

Cosa?!

Perchè questa domanda?!

Quegli occhi azzurri mi stanno mettendo a disagio.

Luna non è una veggente.

Come fa ad associarmi a lui?

Magari mi sto sbagliando.

Magari vuole qualche chiarimento su una pozione.

 

“No”.

“Oggi Piton era di cattivo umore” buttò lì.

“Quando non lo è?” si intromise Neville.

“Era diverso stamattina, era assorto”.

“Sarà la crisi di mezza età” rise Ginevra.

“E tu, Herm, come stai?” la guardai incredula.

“Bene, come sempre” le sorrisi.

 

Tutto questo interessamento da parte di Luna era strano.

Eravamo amica, certo.

Ma non così intime.

Devo stare attenta.

Sembra sapere troppe cose.

 

 

 

 

POV SEVERUS

 

Per l'intera cena non ha alzato lo sguardo su di me.

Mai.

Neanche una volta.

Dev'essere arrabbiata con me.

E' buffo come ci comportiamo da fidanzati.

Anche se non lo siamo davvero.

Forse abbiamo sbagliato.

Forse non doveva accadere nulla.

Oppure dovevamo legarci.

Per sempre.

Resta il fatto che adesso siamo in bilico.

Tutto per colpa di Narcissa.

Delle sue attenzioni nei miei confronti.

E domani sarò ad Hogsmeade con lei.

Solo perchè ci sarà anche Draco.

Ormai è tanto che non ci vediamo.

Sono curioso di sapere come gli va.

E' il mio figlioccio.

Quello che ho di più vicino ad un figlio.

Gli voglio bene.

A modo mio.

 

“Severus, allora segno anche il tuo nome tra i professori per l'uscita di domani” Vitious richiede la mia attenzione.

“Si, Filius”.

“Bene, ci servono più sorveglianti con questi giovani di oggi”.

“La preside si aggiungerà a noi?”.

“No, non questa volta, ha una riunione con il ministro Shacklebolt”.

“Va bene”.

 

Meglio se la vecchia non c'è.

Chi l'avrebbe sopportata poi?

Lei e la sua stupida convinzione che io abbia una donna segreta.

Il che è vero.

Ma sono un bravo attore.

Di solito.

 

Finisco di cenare.

Non ho mangiato molto.

Non mi va.

Ho altro a cui pensare.

Esco dalla Sala Grande.

Hermione è ancora seduta con la piccola Weasley.

E' bella anche con il broncio.

Con lo sguardo assorto.

E i capelli arruffati.

 

Torno nei miei amati sotterranei.

Impiego la testa in qualcosa di più produttivo.

Come correggere i compiti.

Che teste di legno.

Alcuni soggetti non hanno proprio cervello.

Pozione è un'arte così fine.

Non tutti sono portati per questa.

Quando in mano mi arriva il compito di Hermione è ormai tardi.

Sono le 9.30pm passate.

Se ho fortuna la troverò in giro per il castello.

Ad assolvere i suoi doveri di Prefetto.

Potrebbe essere l'occasione giusta per parlare.

Per chiarirci.

 

Esco.

Girovago per i corridoi.

Per i vari piani.

Nessuno in giro.

Solo i Prefetti di Corvonero.

Dove sei Hermione?

Solo quando getto la spugna ricevo un aiuto.

Proprio mentre volto l'angolo del secondo piano.

Qualcuno mi viene addosso.

Per poco non cado all'indietro.

E anche il malcapitato.

Hermione.

L'afferro per un polso.

Dietro di lei arriva Paciock.

Merda.

 

“Granger, guarda dove metti i piedi” brontolo con tono fermo.

“Mi scusi, professore” mormora.

“Cosa ci fate fuori dal dormitorio?”.

“Il n-nostro giro di-di sorveglianza” balbetta Paciock.

“Peccato che non sappiate fare il vostro lavoro, ho già punito due Tassorosso” sbraito, è una bugia ma so che farà scuotere la giovane Grifondoro.

“Strano perchè noi non abbiamo incrociato nessuno” risponde a tono la mia principessa.

“Come ti permetti di usare questo tono, Granger? Venti punti in meno e punizione, ora” dico freddamente.

“Ma professore” interviene lo sfigato.

“Zitto, Paciock, se non vuoi peggiorare la situazione”.

“Tranquillo, Neville, torna pure alla Torre” gli sorride la collega.

“Svelta, non ho tutta la notte”.

 

Il primo passo è compiuto.

Adesso vedremo cosa succederà.

Silenziosa mi segue.

Giù per le scale.

Fino al mio ufficio.

Entra dopo di me.

Si ferma davanti alla cattedra.

Sta aspettando un mio ordine.

Davvero?

Non ha capito che l'ho fatto solo per rimanere soli?

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

Complimenti, Hermione.

Hai sempre molta fortuna.

La vita ti sorride.

Uff

Sono riuscita ad evitarlo per un giorno intero.

E con tutte le persone che potevo urtare...

Proprio lui.

Gli ho risposto male.

Punizione meritata.

Ma non sopporto quando qualcuno mette in dubbio il mio operato.

Sono troppo impulsiva in questi casi.

 

Lo seguo.

Restiamo in silenzio.

Io in attesa del verdetto.

Neanche fossi una criminale.

Lui mi osserva.

 

“Devo pulire calderoni?” chiedo spazientita.

“Cosa? No, non sei in punizione”.

“Davvero? Ma lei...” abbasso lo sguardo, ho capito.

“Sono giorni che non parliamo” mormora.

“Potevi anche risparmiarti la scenata davanti a Neville, ma soprattutto potevi evitare di togliermi dei punti” sbuffo incrociando le braccia al petto.

“Non potevo mica invitarti gentilmente nel mio ufficio a quest'ora senza destare sospetti”.

“Cosa devi dirmi?” non ho il coraggio di incrociare i suoi occhi.

“Come stai?”.

 

Perchè la prende così alla larga?

Se deve lasciarmi lo faccia e basta.

Odio la suspense.

E lui è incredibilmente bello.

 

“Ho sonno, vorrei andare a riposarmi”.

“Perchè mi tratti in questo modo? Sto cercando di essere gentile” si sta innervosendo.

“Perchè” sorrido amara.

“E' per la storia di Narcissa?”.

“Tra noi non c'è nessun legame, sei libero di stare con chi ti pare” vorrei piangere.

“Hermione” fa per avvicinarsi ma d'istinto arretro.

“No, lo capisco, siamo diversi e tu hai altre necessità”.

“Ma cosa stai farneticando?!”.

“Era così chiaro ieri, ma la mia mente non voleva accettarlo”.

“Chiaro, cosa? Hermione, apri gli occhi!” alza la voce.

“Ho visto!” rispondo a tono.

“Ti sbagli”.

“Non devi giustificarti, lo capisco, la signora Malfoy è una donna e tu sei un uomo...va bene così, mi passerà”.

“Lasciami spiegare”.

“Mi passerà...”.

“Ti stai comportando da stupida!”.

“Ah, si? Da stupida? E' questo quello che pensi, non è vero?”.

“No, certo che no, ma in questo momento rifiuti di ascoltarmi” è serio.

“Lasciami tornare nel mio dormitorio, ti prego” .

“Hermione, ti stai sbagliando, non è cambiato nulla per me!”.

“Io non resisto, Severus” ammetto.

 

Non resisto.

Non posso continuare così.

Pretendendo che tra noi non sia successo niente.

Aspettare la fine di questo anno scolastico.

Diventerò pazza.

Vorrei poterlo vivere.

Voglio che stia al mio fianco.

Sempre.

Questa quotidianità non mi piace.

 

“Combatti, piccola Hermione” mi tira su il viso dolcemente.

“No” sospiro.

“Perchè?” sembra scosso.

“Perchè non riesco a fingere”.

“Non ti sto chiedendo di fingere”.

“Mi stai chiedendo di annullarmi per una presunta scelta da fare”.

“Forse per te è troppo...forse non dovresti essere qui” si stacca da me, appoggiandosi alla cattedra.

“Non riusciamo a trovare una soluzione”.

“La mia scelta è quella di lasciarti libera di fare e disfare, per poi ritrovarci e decidere se ne vale davvero la pena” lo so, vuoi che viva la mia vita appieno.

“Ma io ho già scelto!” grido, è uno sfogo.

 

Resta impassibile.

Mi fissa.

Baciami, Sev.

Baciami.

Butta tutto all'aria.

Distruggi questa barriera.

Costruisci qualcosa di importante.

Chiedimi di fermarmi.

Adesso.

Qui.

Sempre.

 

“Puoi andare a dormire”.

 

Perchè non mi dici la verità?

Dovresti dire le mie stesse parole.

Dimmi che hai già scelto anche tu!

Dimmi che mi ami!

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Salve, gente! Come al solito ci tengo a scusarmi per il ritardo, ma come avrete intuito non riesco ad aggiornare con rigore. Purtroppo mi trovo a vivere fuori casa e sono talmente coperta di studio che riesco a scrivere solo nei week end. Non sempre le parole mi escono veloci e precise, ci sono capitoli che vanno ragionati e sapete bene che la fretta è una cattiva consigliera. Spero possiate perdonarmi, ma cerco sempre la qualità nei miei lavori e questa ff non è meno importante delle altre, perciò ci metto del tempo. Ciance alle bande...? In questo capitolo troviamo un confronto un po' confuso tra i nostri beniamini, una Hermione piuttosto giù di morale ed un Severus che vuole farle capire a tutti i costi il suo pensiero. Vedremo come si svilupperà questa situazione, intanto posso dirvi che nel prossimo aggiornamento sarà narrata la fatidica gita ad Hogsmeade...cosa succederà? Il piano di Ginny si attuerà lo stesso? Mah. Invece, cos'è questa insistenza da parte di Luna? Che sia al corrente della storia? Ci tengo a leggere i vostri commenti, le vostre teorie e critiche perciò vi invito a lasciare una recensione :) Grazie mille a tutti per i bei traguardi che mi state facendo raggiungere, per l'affetto che dimostrate nei confronti miei e della mia passione! <3

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


CAPITOLO 26

 

 

 

POV SEVERUS

 

Ho passato l'intera nottata seduto nel mio ufficio.

Esattamente nel punto in cui ero con lei.

Non mi sono spostato di un centimetro.

Ho pensato.

Ripensato.

Alla discussione avuta.

Fino a procurarmi un mal di testa lancinante.

Inutile dire che non ho chiuso occhio.

Come siamo arrivati a questo punto?

Rovino sempre tutto.

L'ho lasciata scappare.

Anzi.

L'ho fatta scappare.

Hermione dev'essere libera.

In tutti i sensi.

Prima o poi lo capirà.

Mi fa male però che non abbia ascoltato la mia versione.

Non posso dirle che la amo.

Non adesso.

Non quando a dividerci ci sono un milione di cose.

Chi voglio prendere in giro?

E' colpa mia.

Non sono ancora pronto a pronunciare quelle due parole.

Forse non lo sono mai stato.

La mia non è una bugia.

E non creerò illusioni.

Hermione mi piace.

E' importante per me.

Ma non la legherò ad una cotta adolescenziale.

O meglio, a quella che potrebbe essere un'infatuazione di studentessa.

Dire 'ti amo' adesso sarebbe come lasciare la vecchia vita.

Mettere da parte Lily.

Sono pronto a farlo?

Si.

Ho riflettuto molto su questo punto.

Lily era un'amica.

E il piccolo Severus aveva bisogno d'amore.

Tutto qui.

Ma questo non toglie che è una parte fondamentale di me.

Della mia storia.

Un solo nome è inciso a fuoco.

Hermione Jean Granger.

Perchè mi ha catturato.

Con una semplicità inaudita.

Solo quando ho scalfito l'armatura da ragazza perfetta e diligente.

Ho trovato una donna.

Una donna piena di sentimenti.

Emozioni.

Pensieri maturi.

Mai scontata.

Questo amo di lei.

Il suo essere così trasparente.

Non ha paura di mostrarsi.

Non si nasconde.

Qualità che io non avrò mai.

Per questo penso che alla fine...lei è la mia metà.

Il pezzo mancante del puzzle.

E non posso farmela scappare.

Non così.

Perchè voglio stare con lei anche senza una vera ragione.

Perchè per lei voglio rischiare.

Perchè so bene che l'aspetterei un'intera vita se necessario.

 

Un ticchettio mi fa distrare.

Un gufo alla finestra.

Lo conosco bene.

Il gufo di Narcissa.

Un suo messaggio.

Lo prendo.

 

Buongiorno Sev, volevo soltanto dirti che oggi pomeriggio ti aspetto direttamente ad Hogsmeade con Draco, sì, hai capito bene, il futuro medimago ha accettato di alzare il naso dai libri per qualche ora! So che lo fa solo perchè ci sarai tu perciò ti ringrazio ancora per averlo salvato. Tua, Narcissa Black”.

 

Sono contento di rivedere Draco.

Ormai sono passate parecchie settimane dall'ultima volta.

Chissà come stanno procedendo i suoi studi.

Una bella notizia.

Ma avere Narcissa attaccata addosso no.

Non porterà nulla di buono.

Poi cosa significa 'Tua, Narcissa'?

Non è mia.

Non lo sarà mai.

Forse dovrei farle capire il mio pensiero.

Dovrei avvisarla sulla natura dei miei sentimenti per lei.

Un'ottima amica.

Nulla più.

Come ai tempi di Hogwarts.

 

Meglio prepararmi.

Non ho la minima voglia di fare lezione.

Tutte quelle teste di legno che non capiscono neanche le basi.

Devo fare qualcosa per queste dannate occhiaie.

Oggi pomeriggio dovrò fingere di essere il solito professor Piton.

Anche se dentro ho una tempesta.

Nella testa.

Nel cuore.

 

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

Mi fa male tutto.

Ho pianto per l'intera notte.

Stretta al cuscino.

In silenzio.

Perchè non volevo disturbare.

Non volevo rendere Ginevra partecipe del mio stato d'animo.

Dopo la discussione avuta con Severus mi sono rifugiata sulla Torre di Astronomia.

L'unico posto dove potevo disperarmi in santa pace.

E poi non volevo rischiare di incontrare qualcuno.

Dover spiegare la mia faccia sconvolta.

E' stato tutto così veloce.

Intenso.

Terribile.

Questa volta l'ho perso.

Non si torna indietro.

Ho rovinato tutto con la mia stupida testa da adolescente.

Non ho voluto ascoltare le sue parole.

Mi sono comportata come una bambina.

Ho tappato le orecchie.

Ho cominciato a farneticare.

Per non sentire.

Per non soffrire.

Ma ha fatto male lo stesso.

Anzi, di più.

Era deluso.

L'ho visto.

Non mi guardava come al solito.

Nelle sue iridi non c'era quella luce caratteristica.

Non mi vedeva davvero.

Forse perchè non mi sono presentata come la vera Hermione.

Quella che gli ho fatto conoscere.

Ho voluto fargli conoscere.

Ma come una ragazzina dominata dai propri sentimenti contrastanti.

Mi dispiace.

Non volevo finisse così.

Probabilmente ho buttato via la mia chance.

La nostra scelta.

Per delle paranoie.

Delle false credenze.

Ma non tornerò indietro.

Conoscendolo non vorrà neanche vedermi.

E ne ha tutte le ragioni.

 

“Ti ho sentita stanotte...” Ginevra si affacciò alle tende del mio letto.

“Non volevo svegliarti”.

“Ti preoccupi di questo?! Dimmi cos'è successo, ti prego” con fare affettuoso si sedette al mio fianco, sotto alle coperte.

“Ci siamo lasciati”.

“Cosa?!”.

“Abbiamo discusso ieri sera e ho rovinato tutto”.

“Spiegami”.

“Lui voleva parlare ed io l'ho respinto, voleva chiarire la sua storia con Narcissa ma non ho voluto sentire ragioni...ero così presa dalle mie supposizioni, teorie, che l'ho perso” ricominciai a piangere.

“Perchè lo hai fatto, amica mia?” la rossa mi strinse a sé.

“Perchè lui non capisce che ho già fatto la mia scelta, mentre io non riesco ad accettare che lui mi sta salvando di nuovo e non da un mago oscuro, ma da un errore”.

“Herm, ti fidi di me? Spero di sì, e sai bene che ti dico sempre quello che penso. Non nascondo il fatto che sì, sei stata troppo affrettata...insomma, non l'hai nemmeno lasciato spiegare! Ma allo stesso tempo penso che quello che vi lega è più forte di quello che vi tiene lontani. Sai da quando mi hai detto di voi, ho cominciato ad osservare Ption...all'inizio non credevo molto in lui ma poi ho notato come cercava il tuo sguardo in ogni momento e come era...diverso, era come se il temibile Pipistrello dei sotterranei si fosse arreso davanti alla piccola Grifona. Sto dicendo questo per rassicurarti, non penso che sia tutto finito...penso che vi siate spostati al livello successivo, ad una considerazione più alta. Nessuno litiga in quel modo se alla base non c'è un sentimento che brucia, e tra di voi c'è un vero e proprio fuoco. Lo percepisco”.

Ero sorpresa dalle parole di Ginevra.

Davvero era riuscita a capire tutto questo soltanto guardandoci?

Come un angelo custode aveva davvero studiato Severus?

Le voglio un bene dell'anima.

E forse un fondo di verità c'è nel suo discorso.

Sì, lo percepisco anche io.

Il fuoco.

Il legame che ci tiene insieme.

Ma ci sarà ancora dopo ieri sera?

 

“Quello che hai detto è così profondo e bellissimo...e vorrei essere sicura come te su questa storia e magari avrai anche ragione ma ho bisogno di tenere in conto ogni variabile. Certo, è innegabile che tra me e Severus ci sia qualcosa di forte ma devo ricordare anche la discussione di ieri...fatta di parole, frasi, espressioni, sguardi, che non posso ignorare”.

“L'importante è che non molli tutto, non adesso che siete ad un passo dalla fine dell'anno scolastico, dall'eliminazione di ogni stupido ruolo”.

“Grazie Gin, mi fa sempre bene sfogarmi con te...non pensavo fossi così poetica” sorrisi per la prima volta da ormai tanto tempo.

“Neanche io...ma ehi, ho anche io un cuore!” rise.

 

La rossa mi coccolò ancora un po'.

Saltammo anche la colazione per questo.

Era davvero la mia migliore amica.

Quella che avrebbe fatto qualsiasi cosa per farmi felice.

E sicuramente avrei ricambiato.

Per sempre.

Ci preparammo per le lezioni.

Due ore di Incantesimi.

Due di Trasfigurazione.

Una di Divinazione.

Per fortuna niente Pozioni.

Non avrei retto.

Non subito.

 

“Dai che poi oggi pomeriggio si esce!”.

“Gin...” tentai di liberarmi dall'uscita ma venni interrotta.

“No! Non dirlo! Tu verrai e seguiremo il mio piano di ieri, ti aiuterò a sistemarti e andremo ad Hogsmeade. Comincia a pensare ad un possibile discorso perchè io farò di tutto per farti avvicinare al Pipistrello, non guarderò in silenzio la rovina di una storia felice” era davvero motivata su quest'ultimo punto.

“Non sono pronta, non me la sento”.

“Lo ami?”.

“Si”.

“Ma se non rischi vuol dire che forse infondo non vuoi*”.

“Io voglio, voglio, voglio!” ripetei come un mantra.

 

Perchè avrei lottato per lui.

Aveva ragione.

Devo combattere.

E non cederò.

Non adesso.

Basta piangersi addosso.

Sistemerò tutto.

O almeno, ci proverò.

 

 

 

POV SEVERUS

 

 

“Mi raccomando Severus, tu chiudi il gruppo così non ci perdiamo nessuno lungo il tragitto”.

“Si, Filius, anche se perdere accidentalmente qualcuno di loro...” sfoderai uno dei miei miglior ghigni malefici.

“Sei sempre il solito!” rise il piccolo professore.

“Certo...”.

 

Il ritrovo era il cortile appena fuori dal portone d'ingresso.

Molti studenti erano già arrivati.

Quelli che non stavano più nella pelle.

Poi c'erano i ritardatari.

Che se la prendevano più comoda.

Come Hermione.

Non è ancora arrivata.

Neanche la Weasley piccola.

Magari non vengono.

Di sicuro non vorrà vedermi.

Non posso biasimarla.

 

“Allora, cominciamo l'appello dato che tra pochi minuti ci incammineremo. Come al solito le sole regole da seguire sono: uno, restare nel villaggio di Hogsmeade e non allontanarsi. Due, l'orario di rientro al castello è sempre lo stesso cioè le 6.00pm. Tre, comunicare ai propri prefetti il rientro così da poter controllare se tutti sono al castello oppure no. Chiaro? Adesso, si facciano avanti: Anderson, Alvin, Bertein...”.

 

Restai appoggiato ad una colonna.

Non mi interessavano queste faccende.

Non era il mio obiettivo.

Guardo la fila di ragazzi consegnare il proprio permesso.

Quelli minorenni almeno.

Intanto spero di veder spuntare una testa riccioluta.

Ma a pochi minuti dalla partenza non ci spero più.

 

“Bene, se siete d'accordo con me, possiamo anche incamminarci” annunciò Vitius.

 

Forse è davvero finita.

 

“Professore, aspetti! Ci siamo anche noi!” una voce mi fa voltare.

 

La vedo.

Con la Weasley.

E' diversa.

E' bellissima.

Non mi guarda.

Ha i capelli mossi che ricadono ordinati.

Un leggero trucco intorno agli occhi d'ambra.

Indossa una canottiera con sopra un maglioncino dal collo largo.

Le cade verso le braccia.

Lasciando scoperte le spalle.

Sotto un paio di jeans chiari.

E stivaletti neri.

Tutto sul verde bottiglia.

Almeno è quello che vedo.

Mi piace.

Le vorrei subito baciare la pelle scoperta.

Come può pensare di andare in giro in quel modo?

La guarderanno tutti.

E mi fa andare il sangue al cervello.

Sono geloso marcio.

 

“Professore...” mi supera la Weasley con al seguito la mia principessa.

 

Da qui dietro riesco ad avere una visuale migliore.

Quei jeans le fasciano in modo impeccabile le gambe.

Devo darmi una calmata.

Non sono mica un ragazzino.

Quanto vorrei prenderla qui.

Adesso.

Davanti a tutti.

Quelle spalle scoperte...

 

“Mi raccomando, non allontanatevi e buon pomeriggio!” siamo già arrivati?!

 

Cavolo, Severus.

Per tutto il tragitto l'hai squadrata.

L'hai desiderata.

Non ti sei neanche accordo di dove ti hanno portato i tuoi piedi.

 

“Sev! Siamo qui!” merda.

 

Una saltellante Narcissa mi fa segno con la mano.

Mi volto verso il punto in cui era Hermione.

Ma non c'era più.

Se n'era andata.

 

“Buon pomeriggio Cissy, Draco” mi avvicino con il mio solito portamento.

“Severus, quanto mi sei mancato” il ragazzo sorprendentemente mi abbraccia.

“Troppe smancerie, ragazzino” gli do una pacca sulla schiena.

 

E' diventato grande.

Un giovane uomo.

Lo vedo sereno.

Nelle sue iridi ghiaccio non noto ombre.

Ricordo bene quando dietro a quegli occhi c'erano solo mostri.

 

“Ti trovo in forma” mi prende in giro, lo fa da quando ha imparato a conoscermi.

“Tu invece hai messo su un po' di pancia, vedo”.

“Ehi!”.

“Sto scherzando, ma piuttosto, come stai?”.

“Molto bene, sono felice finalmente” sorride.

“Gli studi?”.

“Procedono egregiamente, cerco di dare il massimo per essere il migliore...senza spinte o aiuti esterni, solo con la mia testa”.

“Ne sono contento”.

“Scusate, non vorrei interrompere il vostro momento ma dovrei fare delle compre quindi perchè non mi accompagnate?” si intromette la madre del ragazzo.

 

Così mi ritrovai a passeggiare per le vie del villaggio.

Draco era impaziente di raccontarmi delle nuove materie.

Mentre Narcissa voleva il mio parere su ogni cosa.

Ogni negozio era estremamente noioso.

No, non so che differenza c'è tra rosa antico e rosa cipria.

O se quella maglietta ti dona.

Non sono quel tipo d'uomo.

Risponderei solo se si trattasse della mia compagna.

E non lo sei.

 

“Che ne dite se andiamo ai Tre manici di scopa per una burrobirra?” santo Draco.

“Si, mi andrebbe un buon bicchiere di vino elfico” mi aggiungo.

“Certo, ci vuole una pausa dopo lo shopping” sorrise la donna prendendoci a braccetto.

 

Narcissa continuava a comportarsi come se fossimo una famigliola felice.

L'avevo notato subito.

Magari nel suo immaginario è proprio così.

Draco è diventato davvero come un figlio.

Ma lei non è mia moglie.

Non lo sarà mai.

E' soltanto un'amica.

E gli amici si aiutano.

Stop.

Finisce tutto lì.

 

Entrammo nel locale gremito di studenti.

Riuscimmo ad accaparrarci l'ultimo tavolo libero.

Non che frequenti spesso questo posto.

Non che mi piaccia molto il rumore.

Ma pur di smettere di girare per negozi avrei fatto di tutto.

Per di più in nessuno di questi ho trovato Hermione.

 

“C'è Harry!” Draco si alzò in piedi catturando l'attenzione dei tre ragazzi appena entrati.

“Falli sedere con noi, amore” cosa?

 

Alzo lo sguardo.

Eccola.

In tutto il suo splendore.

Si nasconde dietro a Potter.

Probabilmente vorrebbe scappare.

Lo vorrei anche io.

Con lei al mio fianco però.

 

“Draco! E' un sacco di tempo che non ci vediamo, come stai?”.

 

I due ragazzi si salutarono cordiali.

Quante cose erano cambiate.

I due acerrimi nemici ora chiacchieravano amabilmente.

 

“Vieni, sedetevi con noi, il locale è pieno”.

“Volentieri...signora Malfoy, professor Piton” l'eroe ci rivolse un cenno educato.

 

Hermione si sedette tra il biondo ed Harry.

Esattamente di fronte a me.

Difficile alzare gli occhi, eh?

Ti prego, guardami.

Fammi capire che c'è ancora una speranza.

Ma non lo fa.

Preferisce fingere di ascoltare i due ragazzi.

Con uno stupido sorriso finto stampato sul viso.

Mentre la Weasley piccola ci lancia sguardi furtivi.

Sicuramente sa di noi.

E' la sua migliore amica.

E' normale.

Per fortuna Ginevra non è come suo fratello Ronald.

Sa tenere un segreto.

 

“E tu, Hermione?” Draco si voltò verso la riccia.

 

I due cominciarono a chiacchierare.

Di tutto.

Dalla scuola al futuro.

Di interessi in comune.

Di eventi accademici a cui partecipare.

Non mi piaceva affatto lo sguardo del rampollo di casa Malfoy.

Ci stava provando con la mia Hermione?

Guarda come le si avvicina mentre parlano.

Non è un buon segno.

E lei?

Lei sembra a suo agio.

Forse preferisce un tipo come lui a me.

Ad un vecchio professore.

 

“Sev...Sev, tu che ne pensi?” la mia attenzione venne attirata da Narcissa.

“Chiedo scusa, non stavo ascoltando, puoi ripetere?”.

“Stavo dicendo che anche Hermione potrebbe tentare la professione di medimaga, infondo è una delle streghe più dotate di sempre. Poi Draco le darebbe una mano, non credi?”.

 

Si, certo.

So io come vorrebbe darle una mano.

Anzi, dove.

Ma no, io gliela spezzerò.

Se solo ci provasse davvero.

 

“Non ha ancora affrontato i M.A.G.O. perciò non posso dirlo” non mi sbilanciai troppo.

 

E finalmente i nostri sguardi si incrociarono.

Per una manciata di secondi.

Che però furono infiniti.

Il nero nell'oro.

Di nuovo.

Incollati.

 

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

Che scena stucchevole.

Me la sarei risparmiata volentieri.

Vedere Severus con madre e figlio.

Sorridenti.

Sereni.

Come una vera famiglia felice.

Lui sarebbe dovuto essere al mio fianco.

Certo, non così alla luce del sole.

Non ancora.

Ma insieme.

Io e lui.

Anche nel suo ufficio.

Invece no.

Mi tocca assistere a questa pagliacciata da un angolino.

Forse avrei fatto meglio a restarmene al castello.

Tra i miei amati libri polverosi.

Almeno con loro riesco a tenere un rapporto tranquillo.

Loro non mi tradiscono mai.

 

Quando Harry propone di andare ai Tre manici di scopa sono sollevata.

Dubito di incontrare il cavaliere oscuro in un posto come quello.

Severus preferisce sicuramente un altro tipo di locale.

Come la Testa di porco.

Il pub del fratello di Silente.

Frequentato da tipi loschi e poco raccomandabili.

Ma Severus è fatto così.

Preferisce un'altra vita.

Fatta di ombre.

Macabra per certi versi.

Posso vantarmi di aver conosciuto il vero uomo.

Quello che oltre alle tenebre racchiude molta luce in sé.

L'eroe.

L'uomo di tutti i giorni.

Che non è per niente male.

 

Ma il destino non è dalla mia parte.

Perchè appena entriamo Draco Malfoy ci fa segno di avvicinarci.

E Severus è lì.

Seduto con le gambe incavallate.

In modo elegante.

Ed estremamente affascinante.

Con i capelli che ricadono composti sulle spalle.

Non sono l'unica ad ammirarlo, però.

No.

La signora Black è appiccicata al suo fianco.

E con la scusa di farci posto gli si attacca ancora di più.

In quel momento l'ho visto a disagio.

Combattuto.

Forse non ha apprezzato il gesto della donna.

Forse vuole andarsene.

Anche io.

Vorrei correre più lontano possibile da qui.

Da questa situazione.

Cerco di non alzare troppo lo sguardo su di lui.

So che mi incanterei.

Non mi sembra il caso.

Ginny invece ci osserva di sottecchi.

Lo percepisco.

E anche lui.

Sicuramente se scoprisse che Ginevra è al corrente di tutto si infurierebbe.

Ma tanto non c'è più nulla tra di noi.

Quindi, perchè dovrebbe importargliene qualcosa?

 

Nel frattempo Draco ha cominciato a farmi domande.

Cose innocenti.

Come procedono gli studi?

Sei ansiosa per gli esami?

Hai già pensato a cosa farai dopo?

Il biondo non mi infastidisce più come un tempo.

Chiacchierare con lui è piacevole.

Ho scoperto un ragazzo molto colto.

Con tanti interessi.

E cosa ancora più buffa, ne abbiamo molti in comune.

Come l'arte.

Oppure la letteratura europea.

Non mi accorgo neanche del tempo che passa.

Soltanto una sensazione.

Uno sguardo perennemente puntato addosso.

E so benissimo a chi appartiene.

 

“Ti va di fare una passeggiata, magari possiamo fare un salto al Ghirigoro...” propone il giovane Malfoy.

“Non sarebbe male, non ci sono andata ancora”.

“Mancano pochi minuti alle sei, Granger, dobbiamo rientrare al castello” s' intromette Severus con modi freddi.

“Professore, faccia un piccolo strappo alla regola, stiamo così bene” intervenne Harry.

“Tu Potter non dovresti rientrare al Ministero? Cos'è, ti hanno già cacciato via?”.

“Va bene, va bene, ci faccia almeno salutare” sbuffò il prescelto alzandosi.

“Severus, davvero non puoi fare nulla per prolungare questo bel pomeriggio?” la Black tentò di fare gli occhi dolci al mio uomo.

“No” fu secco, irritato ed irritante.

 

Uscimmo dal locale.

Fuori c'era ancora una bella luce.

Ormai le giornate si erano allungate.

Ginevra sbaciucchiò il suo fidanzato per qualche secondo.

Mentre Narcissa continuava ad accarezzare il braccio di Severus.

 

“Mi dispiace, la nostra gita in libreria sarà per un'altra volta” sorrise il biondino avvicinandosi a me.

“Tranquillo, tanto il negozio rimarrà sempre lì non penso si sposterà” sorrido.

“Comunque il mio invito è sempre valido, e se vuoi qualche consiglio sulla professione di medimago scrivimi pure sarò felice di aiutarti”.

“Grazie mille...furetto” lo canzono scherzando.

“Ancora con questo nomignolo?” rise.

“Andiamo, ragazzine” la voce gelida del professore ci fece saltare sull'attenti.

“Ciao Draco, ciao Harry, alla prossima” saluto i due giovani.

 

In silenzio io e Ginevra ci ritroviamo a seguire un nervoso Piton.

L'uomo ha il passo talmente lungo che in breve ci ritroviamo lontane da lui.

C'è sotto qualcosa.

Lo sento.

E' irrequieto.

 

“Hai visto com'è geloso il pipistello?” mi sussurra la rossa all'orecchio.

“Ma che dici? E' soltanto arrabbiato per il nostro ritardo”.

“Si, come no...non so se hai notato come squadrava con sguardo truce il suo pupillo”.

“Chi Draco? Ma se fino a poco tempo prima sembravano una famiglia modello” sbuffai.

“Non gli andava giù il fatto che parlavate in modo così fitto e disteso, e poi non puoi non esserti accorta che il rampollo di casa Malfoy era interessato a te” quel ghigno sulla faccia di Ginevra era un tutto dire.

“Figurati...Draco? Io? Non credo di essere il suo tipo, e poi non m'importa...non è lui l'uomo dei miei sogni” istintivamente alzo lo sguardo su quella macchia nera che ormai era arrivata quasi al portone del castello.

“Eddai Herm! Apri questi benedetti occhi, Malfoy ci provava con te e Piton era fuori dalle grazie per questo!”.

 

Non ne sono molto convinta.

Insomma Draco potrebbe avere ai suoi piedi qualsiasi ragazza.

Cosa potrebbe mai trovarci in una come me?

E Severus?

Sarà stato davvero geloso?

Non che abbia fatto nulla per impedirci di parlare.

Anzi.

Se ne stava chiuso nel suo mitusmo.

Come al solito.

 

“Herm corro un attimo in bagno, tu sali pure alla Torre che ti raggiungo”.

 

Resto sola davanti al portone.

Che epilogo di giornata.

Davvero non mi ero accorta di cose così importanti?

Bah.

E se fosse, non dovrei essere sola adesso.

Ma a discutere con lui.

L'uomo della mia vita.

Eppure sto facendo il solito percorso verso il dormitorio.

Sempre uguale.

Ormai è un'abitudine.

E non c'è niente a sconvolgerla.

Almeno, non più.

 

“Vieni con me” mentre sono distratta nei miei pensieri sento una mano stringermi il polso e tirarmi in un piccolo corridoio secondario.

“Ma che fai?!” e lo vedo.

 

Occhi neri come la pece.

Sguardo profondo.

Viso inespressivo.

Severus.

 

Raggiungiamo il suo ufficio.

Non sapevo esistessero certe scorciatoie.

Anche se non mi piace essere trascinata in questo modo.

Mi sta facendo male al polso.

 

“Cosa ti sei messa in testa, eh?” mi assale appena chiusa la porta alle nostre spalle.

“Cosa? Ma di che parli?” strattono il braccio.

“Malfoy, davvero ti interessa andare al Ghirigoro con lui?! Ti dico io come vuole aiutarti...ma che ti salta in mente?” è fuori di sé, ma una rabbia diversa da quella di ieri sera.

“E' mio amico”.

“Ah, sì? E quindi pensi che fidarti del primo che capita sia giusto...Hermione, non provarci mai più”.

“Ma come ti permetti, eh? Venire a dirmi quello che posso e non posso fare? Sei mio padre? No. Sei il mio fidanzato?” alzo la voce anche io, è giunta l'ora dei conti.

“Io...sì, o almeno lo ero, e comunque sono un tuo superiore perciò modera i termini”.

“Ieri sera è finito tutto, no? Non è quello che volevi?”.

“Sinceramente? No...Hermione, non voglio che tutto questo finisca” stavolta è calmo, sincero.

“Cosa? Dici sul serio? Ti prego, non illudermi...non reggerei un altro colpo” dico abbassando il viso.

“Resta”.

“Che?”.

“Resta qui, adesso, stasera”.

“Perchè?”.

“Perchè te lo sto chiedendo”.

 

Mi fido?

E se poi cambia idea?

E se scopro qualcosa che non vorrei sapere?

Non so che fare.

Certo, fosse per me gli salterei addosso subito.

Ma non è una passeggiata di salute.

Lui è comunque un uomo imprevedibile.

Non voglio soffrire.

Non voglio farlo soffrire.

Non ce lo meritiamo.

Non più.

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

So che come al solito sono in ritardo, ma questa volta non è stata propriamente colpa mia! Purtroppo ho avuto problemi di connessione a causa di un tilt dell'intera area wifi e non sono riuscita a caricare il capitolo prima. Chiedo scusa lo stesso, ma spero che vi sia piaciuto e che sarete curiosi di sapere cosa risponderà la nostra Hermione. Detto questo, ci tengo a ringraziarvi del supporto che mi date e che date alla storia, stiamo raggiungendo dei numeri che mai mi sarei aspettata! Lasciatemi un commento come al solito con impressioni, consigli, critiche e teorie varie sarò felice di leggerli tutti e rispondere soprattutto. Con questo vi auguro buon proseguimento, e ci becchiamo al prossimo capitolo! :-))

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


CAPITOLO 27

 

 

POV SEVERUS

 

Resta.

Una sola parola.

La mia ultima richiesta.

Poi basta.

Se non accettasse?

Mi farei da parte.

Per sempre.

Perchè significherebbe che non le importa.

Di me.

Di noi.

E lo accetterei.

Insomma, guardala.

E' un fiore in piena primavera.

Finalmente tranquilla.

Finalmente in pace.

Emette una luce fortissima.

Come una stella.

Ma lei non ha bisogno di una costellazione per essere interessante.

No.

Hermione è la donna perfetta.

Con i suoi alti e bassi.

Vera.

 

“Ad una condizione” punta i suoi occhi nei miei, seria.

“Quale?”.

“Convincimi che non siamo ad Hogwarts, siamo a Melburne, tu ed io...tu...ed io, per la prima volta in assoluto”.

 

Mi spiazza.

Ma la capisco.

L'Australia è stato l'unico momento di felicità.

Ne sono successe di cose.

 

“Va bene, posso farlo”.

“Piacere, io sono Hermione” allunga la mano nella mia direzione sorridendo.

“...Severus” mi lascio trascinare nella bolla che ha creato.

“Cosa ti porta qui, Severus?”.

 

Da quella piccola conversazione è iniziato tutto.

Una nuova vita.

La nostra nuova vita.

Si, perchè abbiamo parlato.

Senza filtri.

Forse per la prima volta.

In assoluto, proprio come ha chiesto lei.

Ho scoperto lati di me che non credevo di possedere.

C'è di più oltre al freddo Professore di pozioni.

Oltre al lato burbero.

Oltre alla serietà.

 

“Hermione, ti va di cenare insieme?”.

“Ne sei sicuro?”.

“Si, voglio invitarti a cena...qui, nella mia vita”.

 

Sei cresciuto Sev.

Sei diventato un uomo che ama.

Un amore limpido però.

Senza sotterfugi.

Senza invidia.

Senza compassione.

Benvenuto.

Questa è Hermione.

La donna che ti ha ridato il cuore.

 

“Allora resto, nella tua vita” sorride apertamente.

 

Chiedo ad un elfo di preparare il tavolo nei miei alloggi.

Non sono molto spaziosi.

Ma so che non importa.

Perchè siamo a Melburne.

Non ad Hogwarts.

 

“Hai pensato al tuo futuro, Hermione?” le chiedo dopo averle versato del vino elfico.

“Se dicessi di no, mentirei”.

“Quali sono i tuoi interessi?”.

“Mi piace molto la Trasfigurazione, Incantesimi, la fine arte e l'esatta scienza delle Pozioni...ma allo stesso tempo sento di poter essere un'ottima leader, potrei ambire ad un posto al Ministero magari nella sezione della Protezione delle Creature Magiche”.

“Da quello che ho capito sei una donna in gamba, con una preparazione eccellente, perchè non tenti una carriera nell'ambito medico? Medimagia o anche come Ricercatrice per nuovi antidoti”.

“No, mi lascio spesso condurre dalle emozioni e non riuscirei a separarmi emotivamente dal paziente, ed essere troppo impulsiva potrebbe svantaggiarmi come Ricercatrice”.

“Hai ragione, ha detto di essere una Grifondoro, quindi se non sbaglio l'impulsività è proprio un vostro carattere generale...” non ho resistito, la dovevo punzecchiare.

“Si, ricordi bene, ma abbiamo molte qualità come il coraggio e la nobiltà d'animo” risponde subito con orgoglio.

 

Sorrido.

Non posso fare altro.

E' così bella mentre difende i suoi colori.

Ecco.

Questo momento.

Noi due che chiacchieriamo complici.

Noi due soli seduti a tavola che ceniamo insieme.

Lo porterò con me.

Ovunque.

Nel tempo.

Nella vita.

E' il mio posto nel mondo.

 

“Mi stai mettendo in imbarazzo...” mormorò portandosi la forchetta alle labbra.

“Perchè?”.

“Perchè mi stai guardando in quel modo”.

“Quel modo, quale?”.

“Quello sguardo che mi fa sentire l'unica donna dell'universo”.

“Lo sei” rispondo di petto, senza ragionarci.

“...cos'è che ti ha fatto cambiare idea?”.

“La gelosia”.

“Ho come l'impressione che tra noi non finirà mai del tutto...”.

“Vuoi che finisca?”.

“No, voglio che tutto rimanga così, esattamente come questa sera”.

 

Le propongo di fermarsi un attimo.

Le voglio rubare la serata.

Mia.

Di nuovo.

Solo mia.

Ci accomodiamo sul divano.

La stringo a me.

La devo sentire addosso.

Il suo corpo schiacciato sul mio.

Ma senza secondi fini.

Senza eros.

In silenzio.

Abbracciati.

Nel buio della stanza.

 

“Severus, Severus, stai ben...” e poi il momento fu spezzato nel peggiore dei modi.

 

POV HERMIONE

 

 

“Severus, Severus, stai ben...”.

 

Per Goddric!

La McGranitt appare magicamente davanti a noi.

S'interrompe appena ci vede.

Abbracciati.

Sul divano degli appartamenti privati di Severus.

Siamo tutti immobili.

Scioccati.

L'uomo al mio fianco si muove per primo.

 

“Minerva...”.

“Sta zitto. Nel mio ufficio. Ora.” il tono della donna non ammette repliche, rientra nel camino e scompare.

 

Ci guardiamo.

Sono terrorizzata.

 

“Che facciamo?” chiedo con voce tremante.

“La seguiamo”.

“Ti licenzierà e mi buttera fuori!”.

“Fidati di me, andrà tutto bene” mi prende il viso fra le sue grandi mani.

 

Severus entra nel camino prima di me.

Ha un'espressione leggermente preoccupata.

Non se lo aspettava.

E tanto meno io.

Faccio un bel respiro.

Chiudo gli occhi.

E vado.

Subito dopo l'uomo.

 

La preside è seduta dietro alla scrivania con le mani intrecciate davanti a lei.

La postura rigida.

Il suo sguardo era duro.

 

“Sedetevi”.

“Non voglio sedermi” sbraitò Severus.

“Ho detto siediti” quel tono di voce gelido non l'avevo mai sentito.

“Va bene, ma dovrai ascoltarmi”.

“No, ora parlo io e voi due ascolterete ad orecchie ben aperte!”.

 

Resto immobile.

Lo sguardo fisso sulla sua figura.

A disagio.

Ma ad un tratto vedo la cornice del quadro di Silente riempirsi.

Era lì.

Voleva ascoltare.

Che ne fosse già al corrente?

 

“Esigo delle spiegazioni, e che siano valide, perchè un comportamento simile non sarà accettato! Un professore che porta una studentessa nei suoi alloggi privati?! Ma dico, stiamo scherzando?! Se qualcuno lo venisse a sapere perderemmo tutti il posto e tu, ragazzina, verresti espulsa!”.

“Minerva, stai calma, sono solo ragazzi” intervenne Silente.

“Sta zitto anche tu, perchè so benissimo che sapevi di questa storia!”.

“Non avevo vere e proprie prove ma...ammetto di aver capito tutto qualche tempo fa” sorrise sistemandosi gli occhiali.

“Non c'è nulla da sorridere, Albus! E' un fatto grave, qui stiamo parlando di una violazione del regolamento indiscutibile!”.

“Posso parlare adesso?” s'intromise Severus, seduto elegantemente accanto a me.

“Prego, voglio proprio sentire” la donna si sistemò meglio sullo schienale della sua poltrona e si portò le braccia incrociate al petto.

“Tra me e la signorina Granger non è successo niente di eclatante stasera, stavamo soltanto discutendo del suo futuro”.

“Stasera?! Mi prendi in giro?!”.

“Non mi sono mai avvicinato ad una studentessa, mai, ma devo ammettere che quest'anno la Granger mi ha colpito e non sono riuscito a frenare la mia curiosità...poi la faccenda dei suoi genitori, voi che mi avete chiesto di aiutarla, di partire...mi dispiace, so che non è stato etico ma sono un uomo anche io e ho un cuore”.

 

Le parole di Severus.

Le stampai nella memoria.

Era stato gentile.

Non ha negato.

Non ha sminuito nulla.

Ha un cuore.

E forse ci sono entrata.

Ho trovato un piccolissimo spiraglio da cui entrare.

 

“E lei, signorina, non ha niente da aggiungere?” sentii tutti gli occhi puntati su di me.

“Io...devo essere sincera, se mi avessero raccontato questa storia all'inizio dell'anno avrei riso di gusto ma la verità è che è successo...per la prima volta ci siamo incontrati davvero e quello che abbiamo capito l'uno dell'altra c'è piaciuto...so che non è una giusta motivazione ma è andata così”.

“Che belle parole, da entrambi, l'amore è più forte di qualsiasi altra cosa” sospirò il quadro.

“Piantala, Albus! Sono stata la prima a dirti che dovevi trovarti una compagna, che era giunto il momento di sistemarti ed essere finalmente felice ma non intendevo con una studentessa, non con una ragazza così giovane! Severus, ti prego, ragiona...e anche tu, Hermione”.

“Credimi, ci ho riflettuto parecchio e mi hai visto stasera” commentò abbassando lo sguardo l'uomo dai capelli corvini.

“Questa storia finisce qui, ora, in questo preciso momento. Tu tornerai ad essere un professore modello, che segue le regole e vuole il meglio per i suoi studenti...chiaro? E tu, signorina Granger, finirai l'anno al massimo delle tue facoltà senza stupidi ostacoli” la donna era sicura, non avrebbe accettato proteste.

“Ma io...” tentai di oppormi ma venni bloccata.

“Niente ma, ragazzina. Ascoltatemi bene, da oggi in poi vi osserverò in ogni istante e se vi becco in atteggiamenti poco consoni prenderò provvedimenti: licenzierò te o espellerò te, intesi?”.

 

Non volevo essere la causa del licenziamento di Severus.

So quanto ama insegnare.

Condividere un po' del suo immenso sapere.

Ed è un ottimo professore.

Togliendo il suo solito caratteraccio.

Devo accettare queste condizioni.

Ci sarà mai un po' di tranquillità per noi?

Comincio a pensare che forse è il destino che non è d'accordo.

Nessuno dei due può trovare pace.

O almeno, non insieme.

 

“Va bene” diciamo in coro.

 

I nostri occhi si incontrano.

E sappiamo già che sarà l'unico contatto da adesso in avanti.

E' così triste.

Le sue iridi sono più scure.

Le tenebre non devono prendere il sopravvento.

So che ha fatto il mio stesso ragionamento.

Neanche lui vorrà rovinare il mio futuro.

 

“Ad una condizione” Severus prende parola con tono fermo.

“Non sei nei panni di proporre condizioni, ma sentiamo” sbuffa la preside.

“Il problema sono i nostri ruoli, giusto?”.

“Si, se togliamo il fatto che avete troppi anni di differenza”.

“Quindi finiti i suoi studi non sarà più un problema”.

 

Allora ci crede davvero.

Severus crede in un noi.

Noi.

 

“Manca ancora un mese agli esami finali, vedrete che questa infatuazione si spegnerà se non vi rivolgete più la parola”.

“Potresti avere ragione, Minerva, ma se non fosse così...saremmo liberi di decidere”.

“In quel caso mia cara Minerva, non potresti fare nulla! Bravo, Severus, bella idea! Tanto so già che tra voi ci sarà il lieto fine” batté le mani eccitato Silente dal suo quadro.

“Basta, Albus! Sai, dovresti aiutarmi a farli rinsavire!”.

“Nessuno può contrastare un amore”.

“Con te continueremo dopo, intanto voi due potete andare...tu nei tuoi alloggi e tu nei tuoi dormitori, ovviamente” sottolineò la McGranitt guardandoci di sottecchi.

 

Severus mi apre la porta.

Esco fissandomi i piedi.

Che cosa faremo adesso?

Vorrei urlare.

Di nuovo separati.

Di nuovo soli.

Stupide regole.

Stupidi ruoli imposti.

Non posso neanche essere libera di amare chi voglio.

 

“Ehi” Severus mi tocca una spalla.

“Non dovresti parlarmi” sussurro.

“Non essere sciocca, la vecchia non può vederci ora” accenna un sorriso.

“Non voglio farti perdere il lavoro”.

“Non voglio farti perdere l'anno”.

“Un mese è un tempo lunghissimo” sbuffo.

“Passerà”.

“Si, ma non come vorrei”.

“E come vorresti passasse?”.

“Insieme a te...volevo viverti davvero” ammetto con imbarazzo.

“Sappi che vale lo stesso per me” dice sistemandomi una ciocca di capelli ribelle dietro all'orecchio destro.

 

 

 

POV SEVERUS

 

 

Mi sono messo a nudo.

Come non avevo mai fatto.

Con Minerva.

Con Hermione.

Si, voglio viverla.

Deve diventare quotidianità.

Ma non ora.

Non adesso.

Subito.

Ci stanno mettendo alla prova.

Ancora.

Di nuovo separati.

Di nuovo soli.

Stupide regole.

Stupidi ruoli imposti.

Non posso neanche essere libero di amare chi voglio.

 

“Sai che non andrò contro il volere di Minerva, vero?”.

“Si, purtroppo si...” quanto è bella con quel faccino triste?

“Questo non vuol dire che mi rimangio tutto, anzi, significa che ti aspetterò”.

“Ti prometto che appena finirò l'ultimo esame correrò da te e ti chiederò di scappare insieme”.

“E se non volessi?” la presi in giro.

“Ti obbligherei”.

“Sarò lì” affermai.

 

Camminammo fino alla Torre dei Grifondoro.

Non volevo lasciarla andare.

Avevo bisogno di sentirla accanto a me.

Ancora per un po'.

 

“Non limitarti per colpa mia” mi fermo a qualche passo dal quadro della signora grassa.

“Perchè nonostante tutto, pensi esclusivamente a me?”.

“Perchè non voglio sbagliare, non questa volta”.

“Non sbaglierai” sorride tenera.

“Dovresti andare, ora”.

“Posso chiederti un'unica cosa?”.

“Si”.

“Se in questo mese sceglierai Narcissa, ti prego dimmelo...non farmelo scoprire da sola” abbassa la testa.

 

E' impossibile, piccola Hermione.

Con Narcissa è solo una vecchia amicizia.

Non ho mai provato nulla per lei.

Neanche da ragazzo.

Mi piace il suo lato geloso.

Anche se non l'ha palesato come me.

Che figura.

Mi sono comportato come uno stupido.

Ma me la stavano portando via.

E nessuno può toccare le mie cose.

Le mie persone.

Si, perchè sono arrivato ad una conclusione.

Hermione è la mia persona.

 

“Se è questo che vuoi, va bene”.

“Quindi l'unico momento di tranquillità che abbiamo passato insieme, che non sia stato in Australia, finisce così...è triste”.

“No, finisce così”.

 

Le prendo delicatamente il viso.

Faccio scivolare una mano al suo fianco.

Le nostre labbra si incontrano.

Si mancavano.

Lo posso avvertire.

Quel sapore dolce.

La morbidezza della sua bocca.

Cerco di non farmi guidare troppo dall'istinto.

Voglio lasciarle un bel ricordo.

Un mese è un tempo lunghissimo.

E lei deve volere ancora me.

Che non ho molto da offrirle.

Tranne un grande sentimento.

Che non pensavo di provare mai dopo Lily.

Ma c'è.

 

“Non puoi farlo...” appoggia la fronte alla mia.

“Cosa?”.

“Baciarmi, e andartene”.

“Mi dispiace”.

“Anche a me”.

“Un mese, e sarò ancora qui...davanti a te” è una promessa.

“Lo spero”.

“Lo sai”.

 

E' giunto il momento.

Le nostre strade devono dividersi.

Perchè?

Perchè la vita non va sempre secondo i nostri piani.

E noi siamo costretti ad assecondarla.

Per non far del male a nessuno.

Ma ci distruggiamo.

Siamo schiavi di un qualcosa più grande di noi.

Stupidi ruoli sociali.

Stupide convenzioni sociali.

A cosa servono se poi non possiamo vivere come vogliamo?

Magari saranno utili a mantenere un ordine.

Ma alla fine dei conti, chi è felice?

Io no.

Hermione neanche.

 

Torno nei sotterranei.

Non voglio parlare con nessuno.

Non voglio vedere nessuno.

Ma so che non è possibile.

C'è qualcuno che mi aspetta.

Apro la porta dei miei alloggi.

Eccolo lì.

Albus Silente.

Ormai lo conosco troppo bene.

Anche se è soltanto un quadro.

 

“Allora?” lo guardo sedendomi su una poltrona del piccolo salotto.

“Dovresti dirmi qualcosa tu, ragazzo mio” sorride sotto i baffi.

“Da quanto lo sapevi?”.

“Devo ammettere che avevo intuito qualcosa già tempo fa quando non volevi darle lezioni provate, era strano per un professore...poi ti ho osservato, per quanto ho potuto, ed ho capito. Cosa provi per lei, Severus?”.

“E' diversa, diversa da come l'avevo dipinta negli anni...e mi piace, è così intelligente, brillante, forte ma allo stesso tempo dolce, solare”.

“E bella” aggiunse il vecchio mago sistemandosi gli occhiali sul naso.

“La più bella”.

“E Lily Evans?”.

“Sarà sempre parte del mio cuore, della mia storia...è stata la prima ragazza per cui ho provato dei sentimenti e non potrò mai dimenticarla. Ma Hermione non mi giudica, mi vuole così come sono...con tutti i pregi e difetti”.

“E' la prima volta che ti sento parlare in questo modo, sono felice per te, finalmente hai trovato il pezzo mancante”.

“Hermione?”.

“L'amore”.

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

Non sto piangendo.

Non mi sto disperando.

Non mi sto lamentando.

Sono soltanto triste.

Finalmente avevamo riallacciato i rapporti.

Ripreso a capirci.

Questa sera è stato tutto così bello.

La cena.

La conversazione.

Il momento di pace sul divano.

Poi il colpo del destino.

Una nuova separazione.

Stupidi ruoli sociali.

Stupide convenzioni sociali.

A cosa servono se poi non possiamo vivere come vogliamo?

Magari saranno utili a mantenere un ordine.

Ma alla fine dei conti, chi è felice?

Io no.

Severus neanche.

 

E' una prova.

Una prova per questo sentimento.

Non una scelta.

Una sfida.

Una crescita, se vogliamo.

Stare lontani.

Non parlarci.

Per un mese.

E poi la verità.

Io ci sarò.

Lui anche.

L'ho capito dalle sue parole.

Severus vuole me.

Vuole stare al mio fianco.

Non come una mera sostituta della madre di Harry.

No.

Ma come la sua compagna.

La sua persona.

 

“Signorina Granger” sento una voce sussurrare nella Sala Comune.

“Preside?” mi avvicino ad un quadro poggiato sopra al camino della stanza.

“Buonasera, ho trovato questa cornice libera ed ho pensato di fare un salto, come si sente dopo la chiacchierata con la professoressa McGranitt?”.

“Triste” mi siedo difronte a lui.

“E' normale, ma vedrà che passerà” sorride bonario.

“Si, tra un mese quando potremo finalmente essere liberi”.

“Quindi la sua non è solo un'infatuazione da studentessa, lei prova davvero qualcosa di forte per il nostro Severus”.

“All'inizio di questo anno scolastico abbiamo avuto modo di confrontarci, poi con la storia dei miei genitori abbiamo avuto molto tempo per conoscerci e devo ammettere che quello che ho scoperto di lui mi piace...mi sono innamorata anche del suo pessimo carattere, del suo essere così cinico e schivo” probabilmente ho un'espressione da ebete in questo preciso momento.

“Lo leggo dai suoi occhi, lei non riesce a nascondere le sue emozioni”.

“Per niente”.

“Mi fa molto piacere la vostra unione, penso che due personalità del genere insieme siano esplosive...nella maniera più positiva ovviamente. Severus ha sofferto tanto, anche per colpa mia, non sono stato un modello per lui...mi pento per tutto il dolore che gli ho recato ma c'era una causa più grande di noi e andava fatto. Con questo voglio dirti di non fargli mai del male, anche se ci saranno momenti bui, tu non strappargli il cuore”.

 

Sembrava il discorso di un padre.

Silente mi sta dicendo di non far soffrire il suo figlioccio.

E' così bello da parte sua.

Ma allo stesso tempo ambiguo.

E' stato lui stesso a provocare una grossa ferita nell'animo di Severus.

Che rapporto strano.

Sono così complicati.

 

“Lo prometto”.

“Io mi fido di te, Hermione, salvalo da se stesso”.

“Farò qualsiasi cosa per aiutarlo”.

“Lo ami?”.

“Lo amo”.

“Bene, ora dimostralo”.

“Lo farò a tempo debito, quando non rischierò di fargli perdere il lavoro perchè so quanto ci tiene”.

“Hogwarts è la sua vera casa”.

“Oserei dire che è il suo cuore”.

“Mi piace il tuo modo di vedere attraverso le persone, tu farai grandi cose Hermione Granger”.

“Grazie, professor Silente”.

 

Salutai l'uomo raffigurato nel quadro.

Salii le scale.

Mi cambiai.

E mi misi a letto.

Dovevo essere in forze.

Domani sarà il primo giorno di prova.

Di lotta.

Non cederò proprio alla fine.

Io me lo porterò a casa.

Alla fine riuscirò a vivermi Severus Piton.

Tra gli alti e i bassi.

Pregi e difetti.

Pro e contro.

Ma io me lo vivrò.

Perchè è il mio cuore.

E farei di tutto per proteggere il mio cuore.

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Ecco il nuovo capitolo in super ritardo...non uccidetemi, purtroppo non avevo notato lo scorrere dei giorni. Ma ho una notizia per voi, nonostante io abbia da studiare pagine e pagine, aggiornerò di nuovo verso il 24/25/26 di dicembre...Buon Natale! Spero mi perdonerete, e ci tenevo a “regalarvi” un nuovo capitolo per Natale. Stiamo andando verso la fine, secondo i miei calcoli mancano pochi capitoli e spero attenderete perchè è un percorso che abbiamo fatto insieme perciò va concluso così. Grazie per l'attenzione, per l'interesse che dimostrate nonostante i miei ritardi, per le recensioni e i commenti...insomma per tutto! Vi invito a lasciarmi un vostro pensiero anche questa volta, accetterò gli insulti ahah Buon proseguimento e al prossimo aggiornamento! <3

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


CAPITOLO 28

 

 

POV SEVERUS

 

Non pensavo che la distanza facesse così male.

E non parlo solo di distanza fisica.

Perchè io la vedo a lezione.

Con quegli occhi curiosi.

La mano sempre alzata.

Ma non posso avvicinarmi.

Non posso parlarle.

Quando passeggia per i corridoi con la Weasley.

E' bellissima.

Nessuno può dire il contrario.

La strega più brillante della sua età.

Ma anche la più bella.

Altro che Beauxbatons.

 

La prima settimana sono stato un po' nervoso.

Sono stato più severo del solito.

Ho dato compiti più difficili.

Punizioni più cattive.

Sono stato irrequieto.

Perchè averla vicina ma così lontana...

Mi faceva impazzire.

Mi sono sfogato appieno con gli studenti di Corvonero e Tassorosso.

Ultimo anno.

Ero al limite.

Loro sono praticamente scappati alla fine della lezione.

 

“Severus, scusa-” entrò dal fondo dell'aula la preside ma la bloccai.

“Non c'è la Granger, puoi stare tranquilla e tornare nel tuo ufficio”.

“Non essere così scontroso, su”.

“L'hai voluto tu” buttai in malo modo dei libri sulla scrivania.

“Ora basta con questo comportamento da bambino capriccioso” sentii una mano spingermi sulla sedia più vicina.

 

Minerva era curva su di me.

Con uno sguardo poco rassicurante.

La posizione rigida.

Stava per rimproverarmi.

 

“Smettila con questo atteggiamento, lo sai anche tu che non potevo fare altrimenti! Qui ci sarebbe andato di mezzo il nome della scuola, il mio, il tuo e anche quello di Hermione. Vuoi licenziarti e far espellere lei? Va bene, aspetto la tua lettera di dimissioni ma per favore, ascoltami una buona volta. Tu non vuoi rovinarti o rovinare lei, tu vuoi soltanto essere felice, perciò fa come ti dico: fai passare questo mese, combatti e alla fine la riavrai”.

 

Ha ragione.

Come sempre.

Devo stare calmo.

Comportarmi in questo modo non migliorerà le cose.

 

“Hai cambiato idea?”.

“Potrei aver riflettuto sulla vostra situazione, vi ho osservati in questa settimana e non capisco come ho fatto ad essere così cieca”.

“Quindi sei favorevole?”.

“Ormai sei come un figlio per me Severus, se tu sei felice lo sono anch'io ma...Hermione è una bambina, è molto giovane e devo ammettere di essere un po' preoccupata”.

“Non le farei mai del male”.

“Lo so, vedo come la guardi...come se fosse l'unica sulla faccia della Terra” sorrise dolce.

“Lei è l'unica per me”.

“Ti credo, ma stalle lontano almeno per adesso”.

“Lo farò”.

 

Minerva si avviò verso l'uscita.

Con il suo solito passo fiero.

Quante ne ha viste quella donna.

Le sue spalle sono più forti del cemento.

Sono onorato di averla come madre.

Non sarà di sangue, ma è pur sempre casa.

 

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

“Sei intrattabile da giorni, adesso basta! Okay, tu e il tuo amato state affrontando una dura prova ma questo non vuol dire che te la devi prendere con me!” sbottò Ginevra al mio ennesimo rimprovero.

“Hai ragione, scusami” sto impazzendo.

“Herm, devi stare tranquilla, è già passata una settimana e ve ne mancano soltanto due”.

“Non ce la faccio più, Gin, te lo giuro...” sospiro lasciandomi andare contro lo schienale della poltrona.

“Dov'è finita l'Hermione forte, coraggiosa e combattiva di un tempo? Questa situazione non è poi così diversa dalla guerra a livello sentimentale. Vuoi vincere, no? Ci tieni al Pipistrello? Resisti!”.

“Prima o poi dovrai smetterla di chiamarlo così, dubito che la prenderebbe bene”.

“Si, probabile, ma intanto ne approfitto” scoppiammo a ridere.

 

Si, sono stata intrattabile.

Ero calma soltanto durante le lezioni di Pozioni.

Perchè c'era lui.

Perchè eravamo insieme.

Mi manca.

Proprio adesso che avevamo riallacciato i rapporti.

E sono felice di non aver visto in giro per il castello la signora Black.

Vuol dire che ci tiene a me.

Come io tengo a lui.

 

Magari quando la scuola sarà finita vorrà sistemarsi.

Magari avremo una casa insieme.

Con il giardino dove piantare tutte le erbe magiche.

Un sotterraneo per il suo laboratorio.

Una stanza tutta per me.

E dei bambini.

Sarebbe bellissimo...

Un maschietto con i capelli ricci e neri, occhi scuri come la notte.

Una femminuccia con lunghi capelli lisci e castani, occhi d'ambra.

Che giocano per casa.

Collaborano con il padre.

Crescono felici tra magia e non.

Vorrei un'educazione per metà magica e per metà babbana.

Perchè è questo che sono io.

Maga e babbana.

E anche Severus.

E' un mezzosangue.

Potremmo avere anche un cane oltre a Grattastinchi.

Di nome...Ezekiel, come il profeta.

Oppure Isaia.

Che idee strane ho...

Ma è soltanto una mia visione fantastica della vita.

Probabilmente nulla di tutto questo di avvererà mai.

A me basta lui.

A me basta Severus per essere felice.

 

“Ehi, Hermione, stai sognando ad occhi aperti?” una mano sventolò nel mio campo visivo.

“Scusami, Neville, volevi qualcosa?”.

“Si, Luna dice che devo starti vicino perchè stai affrontando una dura prova...che ti succede?”.

 

Quella ragazza è inquietante.

Come fa a sapere di...

Forse dovrei parlarle.

Non è la prima volta che dice cose del genere.

E ci ha sempre preso.

Magari ci ha visti insieme.

Oppure è davvero una veggente.

Altro che Cooman.

 

“Sicuramente intende gli esami, quest'anno sono un po' indietro con il programma a causa del viaggio in Australia...ma non preoccuparti, ce la farò” sorrisi più tranquilla possibile.

“Si, forse è per questo...”.

“Stai tranquillo Nev, non sono in pericolo o altro”.

“Niente più Golden Trio niente più guai” rise.

“Più o meno” mi aggiunsi a lui.

“Ti va di aiutarmi con il ripasso di Pozioni, sono davvero una frana in questa materia” il ragazzo quasi si inginocchiò ai miei piedi.

“Va bene, tanto devo farlo anche io”.

 

Certo, avrei preferito farlo con qualcun altro.

In un'altra parte del castello.

Ma bisogna accontentarsi.

Chissà cosa starà facendo Sev.

 

“Iniziamo dalla Corroborante?”.

“Si, io ti dico gli ingredienti e tu mi dici se vanno bene?”.

“Vai Nev, ti ascolto”.

 

 

 

 

POV SEVERUS

 

“Signorina Lovegood, dovrebbe smetterla di stare fra le nuvole e scendere qui tra noi per combinare qualcosa di buono” sbraito verso la biondina che mi sorride.

 

Come osa sorridermi?

Cos'è una mia amica?

Una mia parente?

Adesso mi sente.

 

“E la smetta di sorridere in quel modo ebete, dieci punti in meno a Corvonero!”.

“Mi scusi, ma lei è pieno di gorgosprizzi”.

“La smetta con queste fandonie se non vuole una punizione”.

 

Come se niente fosse torna a lavoro.

Ho assegnato una pozione Rimpolpasangue.

Non dovrebbe essere difficile per loro.

 

“Signor Stweart, ho detto due mestolate a destra e una a sinistra, che c'è non sa più distinguere la destra dalla sinistra?”.

“Scusi”.

“Qualcuno qui è ancora al secondo passaggio, signorina Cillian, deve sbrigarsi, non ho tutta la mattinata!”.

 

Girai per i banchi lasciando commenti negativi.

Erano soltanto un branco di teste di legno.

In tutti questi anni non hanno imparato nulla.

Sono distratti.

Spaventati.

E poi c'è la stramba.

Che continua ad osservarmi.

A sorridere.

Chissà cosa le prende oggi.

 

“Consegnatemi le vostre fialette, forza” per fortuna era finita la lezione.

 

Aspettai che tutti gli studenti uscissero dall'aula.

 

“Signor Stone, venga qui, un attimo” richiamai un Corvonero.

“Mi dica, professore”.

“Ho notato che pozioni è una materia che ti piace”.

“Molto, signore”.

“Prendi questi, ti aiuteranno a migliorare” allungai al ragazzo dagli occhi di ghiaccio due volumi sulle pozioni antiche.

“Grazie mille, prometto di starci attento” sorrise timido.

“Ora vada”.

 

Non sono poi così cattivo.

Non del tutto almeno.

Vedo del talento in quel giovane.

Ed il talento va sempre coltivato.

 

La giornata proseguì in tranquillità.

Il pomeriggio non avevo lezioni.

Corressi alcuni compiti del secondo anno.

Feci qualche pozione per l'Infermeria.

Ma tutto questo non bastò.

Non bastò a distrarmi dal pensiero di Hermione.

Mi mancava sentirla intorno.

Vederla entrare da quella porta e sorridermi apertamente.

Persino il suo profumo.

Distrazioni.

Distrazioni.

Mi serve una distrazione.

La biblioteca.

Lì troverò sicuramente qualcosa da leggere.

Passerò la serata così.

Non male come prospettiva.

 

Esco dall'ufficio.

Sempre il solito mantello nero sulle spalle.

Nei corridoi sotterranei non incontro nessuno.

L'ansia degli esami si fa sentire.

 

“Sev!” salgo l'ultimo scalino e mi volto, Narcissa.

“Ciao, Cissy, cosa ci fai qui?” non ci voleva.

“Ho chiesto a Minerva se posso consultare dei volumi in biblioteca” sorride avvicinandosi.

“Stavo andando anche io in quella direzione”.

“Andiamo allora” mi prese sottobraccio trascinandomi.

 

Speriamo non ci sia Hermione.

Non voglio intristirla.

Non voglio che pensi male.

 

“Cosa cerchi di preciso?”.

“Informazioni su un antico antidoto, in ufficio non abbiamo niente a proposito”.

“Capisco, state facendo nuove ricerche?”.

“Si, stiamo cercando di migliorare delle pozioni curative”.

 

Entriamo nel silenzio della biblioteca.

Adoro l'atmosfera.

Silenzio.

Odore di polvere.

Carta ingiallita.

Inchiostro.

Era il mio rifugio da ragazzo.

 

“Mi daresti una mano?”.

“Veramente ho moltissimo lavoro da sbrigare”.

“Ti prego, questo posto è enorme ed io non mi ci so muovere” stava per inginocchiarsi.

“Va bene, ma facciamo in fretta” sbuffai.

 

Camminando per alcuni scaffali la vidi.

Assorta nella sua lettura.

Pergamene e piume sparse intorno a lei.

E' stupenda.

Non voglio disturbarla.

 

“Oh, ho trovato qualcosa, Sev!” ma la voce stridula di Narcissa la fece voltare nella mia direzione.

 

Panico.

Nei miei occhi.

Ira.

Nei suoi.

 

“Non penso ti dica più di quello che già sai” dissi con tono fermo.

“Uff allora lo rimetto a posto...Hermione!” la donna si avvicinò al tavolo.

“Salve signora Black, professore...”.

“Studi per gli esami?”.

“Si, cercavo di ripassare un po'”.

“Che materia è, fammi vedere...pozioni curative, strano anche noi stiamo facendo delle ricerche simili. Ti va di unirti a noi?”.

 

Fermi tutti.

Ma che le salta in mente?

Noi tre insieme?

Io.

Hermione.

Narcissa.

No, non si può fare.

 

“Forse è megliio che continui con il suo ripasso signorina Granger, non vorrei trovarla impreparata all'esame”.

“Sono in perfetto orario sulla mia tabella di marcia, aiutare la signora Black non è un problema per me” quello sguardo non promette nulla di buono.

“Perfetto, due mani in più ci fanno proprio comodo!”.

 

Non sarebbe andata a finire bene.

Sento puzza di guai.

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

Aiutare quella donna non era la prospettiva migliore.

Ma in questo modo posso tenerla d'occhio.

Giù le mani dal mio uomo.

Deve capirlo.

Ho letto panico nei suoi occhi quando mi ha vista.

Forse non voleva farsi scoprire con lei.

Oppure voleva soltanto evitarmi un'arrabbiatura.

Comunque sia è un pretesto per stare insieme.

Anche se c'è lei di mezzo.

 

“Io vado a cercare nella sezione infondo” sparì Severus.

“Aspetta, vengo con te” fece per seguirlo la donna.

“No, tu cerca in quei scaffali laggiù vicino all'entrata, ricordo che ci fosse qualcosa lì” si era salvato.

 

Mi trovavo in mezzo a due fuochi.

Esattamente al centro della biblioteca.

Non c'era nessuno.

Neanche ai tavoli.

I ragazzi preferivano studiare in giardino all'aria aperta.

Lentamente feci in modo di raggiungere Severus.

Senza farmi accorgere dalla donna.

 

“Ehi, posso spiegare” iniziò appena mi vide sbucare da un angolo.

“Non importa” lo bloccai.

“Davvero?”.

“Mi fido di te” gli sorrisi.

“Io stavo venendo qui per trovare qualcosa da leggere in modo da non pensare più a...” alzò gli occhi nei miei, erano così belli.

“Ti penso sempre anch'io, mi manchi”.

“Ho parlato con Minerva”.

“Sev, guarda questo, dici che può servire?” sentimmo i passi di Narcissa Black avvicinarsi.

 

Con passo felino mi catapultai dalla parte opposta.

In una sezione a caso.

E feci finta di spulciare tra i libri.

 

“Prova a cercare un manuale sulle pozioni curative antiche, ricordo che ce n'era uno qui in giro” sentii la voce possente di Severus.

“Posso aiutarti qui”.

“No, io sto cercando anche qualcosa per me, meglio non mescolare le due cose”.

“Come vuoi, ma se mi cerchi sono laggiù”.

“Si, tranquilla”.

 

Tra uno scaffale e l'altro la vidi accarezzare la spalla dell'uomo.

In un secondo tutto il sangue salì al cervello.

Dovevo calmarmi.

Non era il caso di fare scenate inutili.

Severus è mio.

 

“Come ti vanno le cose?” lo sentii sussurrare al mio orecchio.

“A parte il fatto che Carsen mi ha chiesto di uscire? Bene, non faccio altro che studiare con Ginevra e Neville”.

“Cosa?!”.

“Ssh!”.

“Carsen ti ha chiesto di uscire? E me lo dici così?! Io lo ammazzo, alla prossima lezione mi sente, che faccia tosta...” era divertente vederlo geloso.

“Sev, lo sai che non ho accettato...io voglio uscire con te, solo con te” gli presi il viso fra le mani.

 

Mi avvicinai piano.

Lentamente.

Gli stampai un veloce bacio sulla guancia.

E mi staccai al rumore di passi.

 

“Professore, guardi, credo di aver trovato il manuale che diceva” dissi ad alta voce per farmi sentire dalla bionda.

“L'hai trovato, Hermione?” Narcissa ci raggiunse.

“Si, è questo, Cissy devi leggere da capitolo sette a capitolo dodici” spiegò l'uomo dagli occhi ossidiana.

“Perfetto, me lo porto via subito così posso iniziare presto la lettura” sorrise felice.

“Bene, ora posso tornare al mio lavoro” sospirò il professore.

“Neanche il tempo di un tea?” la signora Black voleva a tutti i costi restare con Sevreus che però non era dello stesso avviso.

“No, mi dispiace, facciamo un'altra volta, ho un enorme pila di verifiche da correggere entro domani”.

“Peccato...grazie Hermione per l'aiuto, sapevo che ci saresti stata molto utile!”.

“Si, figuri, è un piacere essere d'aiuto”.

“Sai, Draco mi parla spesso di te e delle tue doti, spera che tu scelga il suo stesso percorso di studio”.

 

Argomento sbagliato.

Guardo di sottecchi l'uomo al mio fianco.

I suoi occhi sono più scuri della notte.

L'espressione tirata.

 

“Non la escludo, ma non penso alla medimagia”.

“Draco non la prenderà bene”.

“Me lo saluti, ora torno ai miei libri” mi congedai educatamente.

 

Tornata al mio tavolo ripresi a respirare.

Fingere con la signora Black.

Non parlare in modo libero con Severus.

Stava diventando complicato.

Ma almeno abbiamo passato qualche minuto insieme.

Neanche mezz'ora.

E in constante pericolo.

Però è stato bello.

Lui è bello.

Tutto il resto non conta.

 

“Ciao Hermione” nel tragitto che mi separa dalla Torre trovo Luna.

“Ciao Luna, come stai?”.

“Io bene, tu vedo che sei migliorata...”.

 

Era arrivato il momento.

Dimmi tutto, Luna.

 

“Cosa intendi?”.

“Nell'ultima settimana avevi un umore nero, i tuoi gorgosprizzi avevano un colore scuro...anche quelli di Piton, infatti siete stati intrattabili entrambi”.

“Sarà sicuramente un caso..i gorgo...sprizzi volano di persona in persona quindi” stavo completamente improvvisando.

“Dici? Perchè prima mentre venivo qui ho incontrato il professore e i suoi gorgosprizzi erano di un rosa tenue esattamente come i tuoi in questo momento”.

“Cosa vorresti dire?”.

“Che i vostri umori sono collegati...ma tranquilla, non dirò nulla a nessuno, neanche a Neville” sorrise come una bambina.

“Ci sarà una spiegazione, cosa c'entro io con Piton?”.

“Se non lo sai tu...ora devo andare, gli allenamenti di Quidditch stanno per iniziare e ci tenevo a vederli” saltellando se ne andò.

 

I nostri gorgosprizzi hanno lo stesso colore?

E' una cosa buona?

Forse si, dai.

Vuol dire che proviamo le stesse emozioni.

Ma che sto dicendo?!

Gorgosprizzi?

Meglio tornare a studiare.

 

 

ANGOLO AUTRICE:

So che avevo promesso questo aggiornamento nei giorni delle festività, ma indovinate chi ha avuto la febbre a 40? Io. Ovviamente sono stata tutto il tempo a letto, lontana da tutto e tutti ma appena ho recuperato un po' le forze mi sono messa a lavoro. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, è più leggero rispetto agli altri ma stiamo comunque andando verso la fine. Devo decidere se il prossimo aggiornamento sarà il finale oppure il penultimo capito...ci penserò. Grazie per avermi aspettata con pazienza, vi ringrazio davvero! Spero che abbiate passato delle belle vacanze, sempre meglio delle mie, dato che adesso devo studiare come se non ci fosse un domani. Lasciatemi un commento, una recensione, un insulto...quello che volete e ci sentiamo al prossimo aggiornamento! <3

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


CAPITOLO 29

 

 

POV SEVERUS

 

 

Tre giorni alla fine di questo anno scolastico.

Nella mia testa solo il rumore di un orologio.

Un conto alla rovescia.

Voglio essere libero di amare.

Senza dovermi nascondere.

Basta con le regole.

E' una vita che faccio il bravo soldatino.

Ora voglio la rivoluzione!

Io ed Hermione.

Soli.

Contro tutto.

Contro tutti.

Oltre la gente.

Oltre la vita stessa.

 

“Oggi cominciano gli esami, sei pronto Severus?” mi volto verso Filius.

“Pensavo si vedesse dal mio viso, fremo dalla voglia di ascoltare delle teste si legno pronte a fare danni per tutto il Mondo Magico” risposi seccato come al solito.

“Non tutti sono così pericolosi come dici tu, ci sono dei giovani molto promettenti”.

“Ad esempio?”.

“Sicuramente la signorina Granger, il signor Stone, persino il signor Paciock ha un grande talento in erbologia”.

“I primi due sono passabili, ma quel disastro ambulante di Paciock proprio no”.

“E' stato molto coraggioso durante la guerra”.

“Questo non fa di lui un bravo studente, ma sì, ha una certa bravura per quanto riguarda le piante...ma solo per quelle” precisai.

“Ti stai addolcendo anche tu, caro Severus, devi ammetterlo”.

“No, ho solo espresso il mio pensiero”.

 

Ma a chi voglio darla a bere?

Da quando ho a che fare con Hermione mi sono rammollito.

E' lei che mi rende più dolce.

Più vulnerabile.

Sono arrivato ad una conclusione però.

Dopo anni di chiusura verso il mondo.

Verso le emozioni.

Le sensazioni.

Ho capito che bisogna far pace con se stessi.

Sempre.

Perchè tutti abbiamo una parte forte.

Guerriera.

Fredda.

Ma anche una parte empatica.

Chi più chi meno.

Ogni essere umano prova delle emozioni.

Il segreto per non farsi mangiare da una delle due facce?

Trovare l'equilibrio.

Un qualsiasi equilibrio che ci permetta di vivere.

Con noi stessi.

Con tutti gli altri.

E a quanto pare il mio equilibrio ha un nome.

Hermione Jean Granger.

 

 

“Severus, andiamo?” mi risveglio dal mio momento di trance.

“Si, Minerva”.

“Sei preoccupato per lei? Andrà alla grande, come sempre” bisbigliò vicino al mio orecchio.

“No, non è quello...ero soltanto perso nei miei pensieri”.

“Tra poche ore potrete riunirvi” sorrise prendendomi a braccetto.

 

Entrammo nell'aula adibita all'esame.

Ogni materia si sarebbe svolta lì.

Prima le prove scritte.

Poi le pratiche.

Si comincia da Artimanzia.

Antiche Rune.

Astronomia.

Trasfigurazione.

E infine Storia della Magia.

Quest'anno ho deciso di togliere il compito scritto.

Di lasciare solo l'esecuzione di una pozione.

Non avevo la minima voglia di correggere assurde stramberie.

Mi toccherà lo stesso aiutare gli altri con le correzioni.

 

Filch fa entrare gli studenti in due perfette file.

Si inizia con Grifondoro e Serpeverde.

Con lo sguardo cerco la principessa della casata rosso-oro.

La vedo torturarsi le mani.

I capelli raccolti in uno chignon morbido.

Gli occhi puntati a terra.

Vorrei soltanto abbracciarla.

Dirle di stare tranquilla.

Che è l'unica in grado di passare tutti gli esami senza problemi.

Ma lei è troppo agitata per guardarmi.

Un po' ci rimango male.

Infondo la capisco.

Anch'io ero agitato ai miei esami finali.

Nonostante fossi il migliore.

Le aspettative erano alte su di me.

Ricordo ancora Albus.

Mi aveva convocato la sera prima degli scritti.

Per rassicurarmi.

Per farmi l' in bocca al lupo.

Sapeva che fine avrei fatto.

Ne sono certo.

Ma aveva voluto vedermi lo stesso.

 

Ascolto Minerva spiegare le dinamiche della mattinata.

E' proprio la perfetta copia di Silente.

Dolce e severa.

Grande strega.

Le voglio bene.

Tanto.

Mi ha perdonato sempre.

Ogni volta che combinavo un guaio.

E ne ho combinati tanti.

 

“Buon lavoro”.

 

Il tempo era partito.

Gli esami erano ufficialmente iniziati.

Le penne d'oca vennero impugnate all'istante.

Gli occhi correvano veloci sulle pergamene.

Il silenzio era il padrone.

 

Spacca tutto, piccola” pensai abbastanza forte da arrivare alla sua mente.

 

Hermione alzò di scatto la testa.

Era seduta in seconda fila.

A destra.

Mi sorrise.

Le sorrisi.

 

 

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

“Ginevra Weasley, fuori dal letto, ora!” urlai dai piedi del suo letto a baldacchino.

“Ancora cinque minuti...” sbiascicò rigirandosi.

“Ma sei pazza?! Dobbiamo scendere, ci sono gli esami!”.

“Tanto non li passo”.

“Eh no, dopo tutti gli sforzi fatti per recuperare le materie, ora ti alzi e andiamo!” la tirai per un braccio.

 

Finalmente in piedi aspettai che si sistemasse.

Nel frattempo scesi nella Sala Comune.

Alcuni ragazzi stavano ripassando al tavolo.

Mentre altri ripetevano camminando su e giù.

Vidi Neville seduto su una poltrona così lo raggiunsi.

 

“Ciao Nev, come ti senti?”.

“Male...” non aveva una bella cera.

“Non dire così, vedrai che andrà tutto bene”.

“Ho un vuoto mentale, e se non ricordassi nulla?”.

“Non succederà, e sai perchè? Perchè abbiamo combattuto una guerra, abbiamo lottato, e questi esami non ci abbatteranno”.

“Hai ragione...ce la faremo!”.

“Eccomi, andiamo a mangiare altrimenti non riuscirò ad affrontare questi esami” arrivò anche Ginevra.

 

Avevo tirato su il morale a Neville.

Ma la mia era una finta calma.

E se andassi incontro ad un fallimento?

Sento tutti gli occhi puntati addosso.

Hogwarts ha delle alte aspettative.

Sarò all'altezza?

Quanto vorrei affondare nel petto di Severus.

Inspirare il suo profumo.

Menta e Liquirizia.

E addormentarmi nel calore delle sue braccia forti.

 

“Herm...fermati un secondo” mentre raggiungevamo l'aula, Ginevra mi bloccò.

“Che c'è?”.

“Sono davvero pronta?” era la prima volta che la vedevo spaventata.

“Si, lo sei”.

“Non voglio deludere i miei genitori...non dopo la morte di Fred, non dopo tutto quello che abbiamo passato”.

“Non accadrà, passerai questi esami in modo brillante perchè sei una ragazza intelligente e perchè te lo meriti” l'abbracciai forte.

“Ti voglio bene”.

“Credimi, te ne voglio più io” le sorrisi.

 

Entrammo.

Prendemmo posto.

Io in seconda fila.

A destra.

Dietro di me Ginny.

Il cuore batteva a mille.

Le mani pizzicavano.

Ero in ansia.

Non mi guardai neanche attorno.

Preferii fissare il banco.

Aspettando il via.

E quando arrivò presi subito la penna in mano.

Lessi veloce il compito.

Artimanzia.

Ma sentivo una strana pressione nella testa.

 

Spacca tutto, piccola”.

 

Alzai d'istinto lo sguardo.

Severus mi stava fissando.

Era la sua voce.

Non la confonderei mai.

Gli sorrisi.

Mi sorrise.

Lo amavo.

Ora potevo cominciare.

Il mio futuro parte proprio da qui.

Da questo esame.

E nonostante tutto, lui era con me.

L'uomo della mia vita mi supportava.

Ma adesso basta pensare.

Devo concentrarmi.

Le domande non sono difficili.

Ho studiato per questo.

Sono stata lontana da Severus per questi esami.

Ne uscirò vittoriosa.

 

L'intera mattinata passò tra un compito e l'altro.

Finimmo poco prima di pranzo.

Ginevra era agitata per la prova pratica di pozioni.

Ma per il resto sembrava tranquilla.

Decisi di non ripassare durante l'ora di pausa.

Mi avrebbe fatta dubitare delle mie conoscenze.

Senza un vero motivo.

 

“Mione!” mi voltai verso la fonte di quel richiamo.

“Harry! Ron!” corsi ad abbracciarli.

“Non potevamo mancare proprio oggi” sorrise il rosso.

“Grazie...sono così tesa”.

“Tu sei pronta per questo esame fin dal primo giorno, sei sempre stata la migliore” mi rassicurò l'eroe del Mondo Magico.

“Non voglio deludere nessuno, solo questo”.

“Non succederà”.

“Ti conviene andare dalla tua fidanzata prima che le venga un collasso, è nell'aula di Incantesimi a ripassare con Luna”.

“Vado” Harry corse verso la sua meta.

“Allora, come ti senti alla chiusura di questo ciclo di vita?” Ronald Weasley era cresciuto, aveva messo la testa apposto.

“Bene”.

“Solo bene?”.

“Non sai quanto è scritta grande la parola bene nella mia testa! Sono successe così tante cose che non saprei da dove iniziare...tu ed Harry, le lezioni, Silente e la McGranitt, i guai, le avventure, i viaggi, i miei genitori, la Guerra...l'amicizia, il coraggio, la paura, il dolore e l'amore. Sono stati degli anni particolarmente pieni, ma sai una cosa? Tornassi indietro ripeterei tutto da capo, anche ciò che mi ha fatto più male perchè mi ha portata ad essere qui, ora”.

“L'amore?” di tutto il discorso, proprio quello voleva puntualizzare?

“Già...mi sono innamorata, ma non posso dirti altro, non ora almeno”.

“Chi è il fortunato?”.

“Lo scoprirai insieme agli altri”.

“Ma io voglio saperlo!”.

“Dai, non fare il bambino” lo presi per un braccio ridendo e lo trascinai a cercare Harry.

 

Il momento degli orali era arrivato veloce come un treno.

Uno ad uno gli studenti entravano nella Sala Grande allestita ad aula.

Una lunga fila di giovani maghi.

Ognuno con le sue paure.

Ognuno con le sue certezze.

Ognuno con un obiettivo.

Che sia una carriera, o una semplice vacanza.

Tutti meritavamo di uscire felici da questo pezzo di vita.

Da questa esperienza.

Alcuni più di altri.

Noi guerrieri.

Noi difensori della pace...

Meritavamo un futuro felice.

 

“Hermione Jean Granger”.

 

Andiamo a dimostrare che la guerra non mi ha cambiata.

Che non mi ha fermata.

Non mi ha macchiata.

Hermione Jean Granger è ancora la miglior strega della sua età.

 

 

 

 

POV SEVERUS

 

Gli esami si sono conclusi.

Le liste con le valutazioni stanno per essere appese in bacheca.

All'ingresso del castello.

Sono contento.

Questi esami non sono andati poi così male.

Un nome su tutti però spicca più degli altri.

Hermione Jean Granger.

Perchè lei è la migliore.

Lo sapevamo già dai suoi primi giorni in questa scuola.

Non era un talento naturale.

Di più.

Era intelligente, brillante.

 

Sto passeggiando nel mio ufficio.

Su e giù.

Da ormai un'ora.

Dalla cattedra alla porta.

23 passi.

Li ho contati.

Sono agitato.

Lei non è ancora arrivata.

Che abbia cambiato idea?

Non può essere.

Io la amo.

E so che anche lei prova qualcosa per me.

Non può essere stata tutta una bugia.

Un'illusione.

Hermione arriverà.

Varcherà la soglia con quel suo sorriso dolce.

Se non lo facesse morirei.

Mi sarei fidato della persona sbagliata.

Di nuovo.

Ne uscirei distrutto.

Rimarrebbe soltanto il coraggio di averci provato.

Ad amare.

Ad avere sentimenti veri.

 

La porta si spalancò all'improvviso.

Con un tonfo sbattè contro la parete di pietra.

E lei è lì.

Ferma.

Immobile.

Spero non sia solo un sogno.

Non dice niente.

Faccio qualche passo nella sua direzione.

 

“Fermo” mi blocca con un gesto della mano.

“Hermione...”.

“Tu adesso mi ascolti, okay?” il tono è stranamente disteso.

“Va bene” ho paura, per la prima volta.

“All'inizio di quest'anno non volevo neanche tornare qui ad Hogwarts, non credevo alla frase che tutti mi ripetevano come una sorta di mantra...Hogwarts è casa, Hogwarts è casa. La guerra aveva spazzato via quei ricordi felici di tre bambini che combinavano guai e ridevano molto..aveva lasciato soltanto sangue e dolore. Non ho avuto neanche il coraggio di restare ad aiutare con i lavori di ristrutturazione, buffo no? Sono una Grifondoro, dovrei avere coraggio da vendere. Però ho preso quel treno rosso scarlatto e sono tornata. Tutti si comportavano come se nulla fosse successo, come se in quella stessa Sala Grande in cui stavamo cenando non ci fossero mai stati i cadaveri di Fred, di Remus, di Tonks, di Lavanda. Ma non ero la sola ad avere avuto quell'impressione, no, non ero sola...c'eri tu. Io penso che la nostra sofferenza si sia mescolata quella sera sulla Torre di Astronomia, io credo che da quel momento ci appartenevamo...nonostante tutto. Hai capito bene, io ti appartengo come tu appartieni a me. In questo anno siamo cresciuti insieme, abbiamo ritrovato la fiducia e superato il dolore. Severus, tu mi basti...io non voglio nient'altro se non starti affianco, viverti. L'ultimo mese è stato duro, avrei voluto buttare tutto all'aria e correre tra le tue braccia ogni volta che ne avevo la possibilità ma mi sono sempre trattenuta perchè non volevo farti perdere il lavoro, quello stesso lavoro che svolgi come fosse la cosa più bella del mondo. Sev, io so che non hai avuto una vita facile, felice...Io nei tuoi occhi lo leggo, vorresti aver avuto un Natale non tanto per un regalo ma per sentirti un regalo, che per qualcuno vali e sei il diamante più raro. Per me sei questo, questo e molto altro*”.

 

Sono senza parole.

Pietrificato.

E' la dichiarazione d'amore più bella che abbia mai sentito.

Hermione è una donna così speciale.

Unica.

Mi sento amato.

Completamente.

 

“Ti amo” dico incollando i miei occhi ai suoi.

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

“Ti amo” dice incollando i suoi occhi nei miei.

 

Tutto succede velocemente.

Fa uno scatto verso di me.

Le sue labbra sulle mie.

Aspettavo questo momento da troppo tempo.

Ci baciamo.

Assaporo le sue labbra.

Come se fosse acqua.

Ed io un assetata nel deserto.

Severus è la mia acqua.

La mia vita.

 

“Pensi davvero tutto quello che mi hai detto?” sussurra appoggiando la sua fronte alla mia.

“Ogni singola parola”.

“Perchè hai scelto proprio me?”.

“Perchè ti amo”.

“Oltre ogni pregiudizio? Sai che non sono stato una bella persona”.

“Ti amo, oltre qualsiasi cosa ti stia frullando per la testa” sorrido.

 

Vedo qualcosa scendere sulla sua guancia.

Una lacrima.

Sta piangendo?

Severus, non nascondere le lacrime.

Che tanto scendono in basso.

 

“Ti va di scappare con me?” gli dico facendogli alzare lo sguardo.

“Si”.

“Prima però devo fare una cosa...e tu ne fai parte, andiamo” lo prendo per mano prima di uscire.

 

Devo dirlo ai miei amici.

Anche loro sono parte della mia vita.

Sono tutti fuori in giardino.

Harry e Ginny.

Ron.

Neville e Luna.

Ci sono anche la McGranitt e Hagrid.

Devono sapere.

Magari all'inizio storceranno il naso.

Ma poi saranno felici per me.

Per noi.

 

“Ragazzi, preside...” richiamai la loro attenzione.

“Mione...” lo sguardo di tutti ricadè sulla mia mano intrecciata a quella di Severus.

“Io e Severus stiamo insieme, ho trovato l'amore oltre che l'amicizia in questa scuola...in questa casa” sorrisi.

 

Seguì un silenzio imbarazzante.

Soprattutto da chi ne era all'oscuro.

Ginevra e la preside avevano sguardi dolci.

 

“Io mi fido” parlò per primo Harry.

“Grazie Potter” gli strinse la mano l'uomo al mio fianco.

“Mione, tu sei felice?” mi domandò Ron.

“Si”.

“Allora lo sono anch'io”.

“Se le farà del male, in qualsiasi modo, sappia che avrà questo intero gruppo di persone alle calcagna, chiaro?” lo avvertì la rossa.

“Signorina Weasley, ho afferrato il concetto...ma state pure tranquilli, non le farò mai del male”.

“Sei stato avvertito ragazzo mio” sorrise Minerva.

“Adesso che facciamo, festeggiamo?” ci girammo tutti verso Neville che aveva fatto apparire una bottiglia di acquaviola.

“Decisamente, sì” commentò Ron facendo ridere tutti.

 

Restammo in riva al Lago Nero.

Per ore.

Finchè non calò la sera.

Erano tutti felici.

Severus restò quasi sempre in silenzio.

Ma sapevo che anche lui era contento.

 

“Andiamo dentro, è ormai ora di cena” disse Neville passandosi le mani sui pantaloni.

“Possiamo rimanere a cena, preside?” chiese Harry.

“Certo, potete restare anche a dormire” sorrise materna la donna.

“Noi...non resteremo, abbiamo altri progetti”.

“Cioè?” Ginny era la più curiosa.

“Dobbiamo recuperare del tempo perso, vi manderò un gufo” sorrisi guardando il mio uomo.

 

Con un incantesimo preparai le valigie.

Giusto l'indispensabile.

Tutto il resto lo spedirò nella mia vecchia casa, a Londra.

 

“Te lo richiedo, puoi ancora rifiutare, vuoi scappare con me?”.

“Con te ci verrei anche in capo al mondo”.

“Ti amo, Sev”.

“Ti amo, piccola So-Tutto-Io”.

 

 

 

 

 

*Poesia senza veli, Ultimo. (La stavo ascoltando e niente, quelle parole calzavano a pennello così le ho riutilizzate).

 

 

ANGOLO AUTRICE:

 

A voi l'ultimo capitolo, quello che vi ho fatto aspettare per mesi ma spero ne sia valsa la pena. Ci tengo a spiegare che non l'ho fatto uscire così tardi per scarsità di idee o altro, solamente che ogni volta che leggevo quello che avevo scritto mi rendevo conto che era noioso, che non era all'altezza degli altri capitoli...che era mediocre. La mediocrità non piace a nessuno, è una situazione di stallo che non fa mai bene. Con questo non voglio dire che la mia storia sia la nuova Divina Commedia, per carità, ma per me è come un figlio. Mi sono impegnata molto in questo racconto e per questo porto molto rispetto alle parole, ai personaggi.

'Oltre' è conclusa, uscirà un capitolo di epilogo, ma è comunque conclusa. E' stato un bel percorso, ringrazio tutti già da questo momento per l'affetto dimostrato con commenti, stelline e quant'altro. Ringrazio sia i lettori di Efp che quelli di Wattpad ♥

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Capitolo 30
*** Epilogo ***


EPILOGO

 

 

POV SEVERUS

 

 

“Papino! Papino, vieni!”.

 

Volto lo sguardo verso quel richiamo.

Erano i miei bellissimi figli.

Sono due gemelli.

Amelia Ginevra Piton.

William Harry Piton.

Ovviamente non ho scelto io i secondi nomi.

I coniugi Potter sono i loro padrini.

Hermione ci teneva così tanto.

Ed io ho acconsentito.

Infondo io non ho amici.

O meglio, non ho quelli giusti.

Potevo forse chiedere a Lucius Malfoy di essere il padrino dei miei figli?

Dopo tutto quello che è successo?

Dopo la guerra?

No.

Non finchè non riparerà agli errori che ha commesso.

Non finchè non riparerà il suo rapporto con Draco.

 

“Papà!” urlarono di nuovo.

“Eccomi”.

“Possiamo mangiare la torta?” sfoderò lo sguardo da cucciola Amelia.

“No, aspettiamo che arrivino tutti gli invitati”.

“Ma noi la vogliamo adesso”.

“Dovrete aspettare, forza, andate a giocare fuori”.

“Va bene” sbuffò Will.

 

Li guardai correre fuori in giardino.

Erano così belli.

Merito di Hermione.

Amelia aveva lunghi capelli color castano, quasi rame.

Grandi occhi color ambra.

William invece aveva una catasta di ricci neri.

Penetranti occhi nero pece.

I gemelli erano il giusto mix tra me e la mamma.

Amelia più solare, ottimista.

William più riflessivo, chiuso.

Ma entrambi molto brillanti.

Chissà in quale casa finiranno ad Hogwarts.

 

“A cosa stai pensando?” mi abbracciò da dietro mia moglie.

“Mi stavo domandando in quale casa finiranno i gemelli”.

“Di già? Compiono oggi sei anni, non affrettare i tempi” rise.

“Sono già passati sei anni...” mi rigirai in quell'abbraccio, in modo da avere Hermione davanti a me.

“Il tempo vola quando si è felici” mi stampò un bacio sulle labbra.

“Ti amo, come fosse il primo giorno”.

“Io di più” sorrise.

“Te l'ho detto che sei bellissima con questo vestito?” la squadrai dalla testa ai piedi.

“Grazie, anche tu stai bene con la camicia azzurra...finalmente hai aperto il tuo armadio ad altri colori che non siano scuri”.

“E' colpa tua, adesso non incuto più la stessa paura di prima”.

“Meglio così adesso sei il preside di Hogwarts”.

“Non è una buona giustificazione”.

“Vado a vedere se manca qualcosa al buffet” fece qualche passo verso la porta ma poi si girò a guardarmi.

“Che c'è?”.

“Secondo me saranno due bravissimi Grifondoro come la madre” rise.

“Non penso proprio!” ribattei seguendola fuori.

 

In giardino tutti stavano chiacchierando tranquilli.

Sembrava un quadro.

Dipinto ad acquarelli.

Colori tenui.

Pennellate morbide.

Questa è la mia vita.

Questa è la mia serenità.

 

 

 

 

 

POV HERMIONE

 

 

Oggi è il compleanno dei miei bellissimi figli.

Amelia e William.

Oggi, 14 marzo.

E' tutto perfetto.

Il giardino di casa Granger addobbato a festa.

Gli invitati.

I bambini che correvano a destra e sinistra.

Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe finita così.

Dopo quella fuga.

Alla fine della scuola.

Due settimane di amore puro.

Con Firenze a farci da sfondo.

Fu bellissimo.

Poi la convivenza nella mia vecchia casa a Londra.

Perchè Severus non voleva vivere a Spinner's End.

Non voleva che la nostra storia crescesse in quel luogo.

Fonte di sofferenza e dolore, per lui.

Così ci trasferimmo nella Londra babbana.

Il matrimonio ad Hogwarts qualche mese dopo.

Con Harry e Ron miei testimoni.

Ginevra e Luna damigelle d'onore.

Minerva testimone di Severus.

E il ministro Shacklebolt a celebrare le nozze.

La festa durò una giornata intera.

Il castello portava i colori delle nostre casate.

Rosso ed oro.

Verde e argento.

Fu un matrimonio da sogno.

C'erano anche i miei genitori.

Erano felicissimi per noi.

Si fidavano di Severus.

Dal primo momento in cui l'avevano conosciuto.

La notizia del cambio di presidenza quel giorno stesso.

L'offerta di Minerva a mio marito.

Lei che ormai non se la sentiva più di continuare.

Ma semplicemente voleva tornare ad essere una professoressa.

La felicità nelle iridi scure di Severus.

E su quella scia, l'invito del ministro nel suo ufficio.

Ottenni un lavoro al Ministero della Magia.

Nella protezione delle creature magiche.

Un sogno.

Poi la luna di miele.

La gravidanza.

I gemelli.

In poco tempo eravamo diventati una famiglia.

In poco tempo avevamo costruito qualcosa di bellissimo.

L'amore reciproco ci ha sempre aiutati.

Come in ogni coppia ci furono litigi.

Ce ne sono ancora.

Ma come abbiamo sempre detto...

Ciò che ci lega è più forte di ciò che ci separa.

Io lo amo.

Lui mi ama.

E' così che doveva andare.

Entrambi meritavamo di essere felici.

Felici insieme.

 

Uscii da casa.

Dopo aver scherzato con Sev sul futuro dei gemelli.

Chissà in quale casa finiranno.

Se quelle dei genitori.

Ma non m'importa.

 

In giardino tutti stavano chiacchierando tranquilli.

Sembrava un quadro.

Dipinto ad acquarelli.

Colori tenui.

Pennellate morbide.

Questa è la mia vita.

Questa è la mia serenità.

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

 

Grazie ancora a tutti per il supporto! Lavorerò su nuove storie, a capitoli e non perciò l'unica cosa che posso dirvi è di non dimenticarvi di me. Lasciatemi un ultimo commento, un'ultima considerazione sulla storia...sempre se vi va di confrontarci adesso che è conclusa. Magari vi aspettavate altro o preferivate qualche altro avvenimento, sarò felice di chiacchierare con voi ♥

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