Being Evil has a price di Astral Della Rovere (/viewuser.php?uid=150351)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 - EPILOGO ***
Capitolo 1 *** CAPITOLO 1 ***
Metti
insieme due donne un po’ particolari.
Metti
che entrambe hanno delle passioni in comune.
Metti
che una delle due dice “Ho una propostona da
farti!”.
Metti
che l’altra ingenuamente ci si butta a capofitto…
Ecco
che hai due autrici bipolari, diverse eppure simili quel tanto che
basta per scrivere una long a tempo di record con annessi seguiti in
lavorazione e split vari.
Bene,
questo siamo noi! Io sono Astral, e ho una dipendenza da scrittura. Non
so come uscirne, perché non voglio!
E ci siamo già
giocate due terzi dei lettori che si sono addormentati nel frattempo ;)
Io sono OcaPenna e sono quella acida. Mo leggete che è
meglio.
Uffa!
Ok, si capisce così che io sono la parte prolissa del
duetto! Ok, è vero. In ogni caso...leggete la nostra
fiction, recensite e NON fate i bravi :D
p.s.
Non siamo da TSO...lo giuro!
p.p.s.
Ringrazio sentitamente la nostra lettrice beta che si è
calata con noi nel nostro mondo senza conoscere un solo personaggio di
quelli trattati! Ti adoro Alariel! Sei spietata (non è vero, sei
buona come il pane) e
professionale! W i Boscaioli!
CAPITOLO
UNO
-
Detective!
Con
un sospiro esasperato e un'espressione offesa, l’elegante
uomo in completo di Prada si guarda intorno: gli agenti se la ridono
sotto i baffi. Essere mollato sulla scena del crimine a piedi, solo per
un’innocente battutina sulla condotta morale della vittima
è inaudito. Ora Lui, Lucifer Morningstar, deve chiamare un
taxi! Questo siparietto si ripete fin troppo spesso e per il
dipartimento è diventata un abituale e simpatica
distrazione; c'è addirittura chi scommette su quante volte
in una settimana la Detective Decker abbandonerà il suo
partner. A dire il vero c'è anche chi scommette su quando,
finalmente, la Detective cederà alle avance
dell’aitante uomo d'affari e chi sostiene che
l’abbia già fatto, ma di solito questi stolti
mormorano sottobanco per non incorrere nelle ire dell'ex marito della
Decker, il Detective Espinoza.
-
Fantastico! Chi mi chiama un taxi? Hey...tu, Agente Ciambella hey! Ma
che fai, te ne vai anche tu? Che posto orribile Los Angeles.
-o-
L'ascensore
termina la sua corsa e si apre nel lussuoso attico situato sopra il
Lux. Al Diavolo piace il suo nido, certo non troppo grande ma dotato di
tutto, compresi una splendida piscina e un idromassaggio riscaldato.
Non opulento ma di classe, decorato con marmi italiani, cristalli e
mobili di design. E poi c’è il
suo angolo preferito: il bar personale, sempre rifornito del
miglior whisky in circolazione. Lucifer getta la costosa giacca sul
pianoforte mentre si avvicina al bancone e si versa una generosa
porzione di alcol in un bicchiere Tumbler.
-
Mattinata difficile?
Ottimo!
Ci mancava solo il suo noioso, borioso fratello per completare il
perfetto cliché della giornata nera.
-
Amenadiel, che piacere! Cosa ti porta in questo nido di perdizione? Lo
sai che Maze non si trova più qui.
-
un sorriso velato di sarcasmo viene indirizzato all'alto angelo nero
seduto dietro la scrivania retrò in mogano. Come trova
noiose le frequenti visite del fratello. Se almeno cambiasse argomento
smettendola di assillarlo con la storia della miracolosa nascita di
Chloe!
-
Luci, dobbiamo parlare, lo sai. Io…
-
Ancora fratello? Ma non sei stanco di provarci e riprovarci? IO non ne
voglio parlare, nè adesso nè mai! E ora vattene,
ho altro da fare che stare ad ascoltare le tue recriminazioni e i tuoi
sensi di colpa. Telefona a Linda!
L'angelo
caduto sospira scuotendo la nera testa esasperato. Beh, valeva la pena
averci riprovato
-
Va bene, me ne vado. Però non potrai scappare per
sempre...sei tornato a casa e non vuoi parlare con nessuno, nemmeno con
Linda. Ti ributti nel lavoro come se nulla fosse, eviti ogni
riferimento a quando hai salvato Chloe…
-
Si, e continuerò a farlo, per cui smettila! E dì
a Maze di fare la stessa cosa.
L'ex
arcangelo si siede al pianoforte e comincia a suonare facendo scorrere
agilmente le dita sulla tastiera. Ama suonare, è stato
incredibilmente facile imparare le note, il ritmo; la musica l'aveva
sempre affascinato e attratto. Accenna ad un classico del blues
sperando che il messaggio sia chiaro abbastanza: “togliti
dai piedi uccellaccio spennato”.
A quanto pare funziona perché poco dopo sente l'ascensore
aprirsi e richiudersi.
-o-
-
No Alicia! Se si muove di giorno non è un Revenant ma un
aptur...atur…
- Dean sbuffa infastidito e si arrende -
Sam!
Sam
si avvicina allo smartphone e prende la parola in vivavoce.
-
Ascoltami Alicia, se questa creatura è attiva alla luce del
giorno è un aptrgangr, una specie di non-morto norreno
particolarmente potente. È in grado di usare la magia ed
è immune all'argento, le misure anti revenant non
funzioneranno. Il ferro lo rallenta, ma non lo ferisce. Dovete
attirarlo al suo tumulo e lì...beh, l'unica cosa che
funziona con un aptrgangr è la decapitazione seguita da un
bel falò. Poi dovete mescolare le ceneri alla terra del
tumulo e disperderle in mare.
Dean
s’intromette.
-
Fate attenzione, chiaro? Niente eroismi! Se vi succede qualcosa vostra
nonna ci ammazza...
“
Ricevuto. Grazie ragazzi.” e la comunicazione si interrompe.
-
Hey! Fateci sap...dannati marmocchi!...-
il maggiore dei Winchester si passa una mano sulla bocca esasperato. Il
minore lo guarda quasi divertito.
-
Se la caveranno Dean, non sono sprovveduti.
- Sam richiude il grande tomo sulla mitologia norrena che aveva appena
consultato per aiutare i giovani cacciatori figli di Asa Fox. - Sai,
se non avessi paura di volare potremmo raggiungerli in poche ore.
-
Sei matto? -
uno sguardo inorridito viene rivolto al fratello prima di accorgersi
che lo spilungone se la sta ridendo tra i denti. - Stronzo!
-
Coglione!
-
Vado a prendere da mangiare, intanto tu controlla il tavolo psichico,
è l'ora del collegamento.
Dean
esce dalla stanza diretto al garage e al fast food più
vicino.
-
L'insalata! Per me insalata...non quel coso con i donuts...- ma
Sam riceve come risposta solo una risata sadica. “Ok.
Digiunerò”.
-o-
Il
più giovane dei Winchester si avvicina all'enorme tavolo
nell'atrio, il salone della guerra, come lo chiamavano gli Uomini di
Lettere. Sospira guardandolo. Ci avevano messo secoli ma alla fine
erano riusciti a riparare quel fantastico esempio di tecnologia e arti
magiche. Non era stato facile, aveva passato intere nottate a cercare i
manuali di utilizzo e composizione tra gli archivi e i magazzini del
bunker, ma alla fine li aveva trovati e, con l’aiuto di
qualche amico stregone (James nello specifico) erano riusciti a
recuperare l'occorrente e a riparare l'aggeggio. O meglio, lui l'aveva
riparato mentre Dean non aveva fatto altro che mettere in disordine i
fogli e gli schemi. Però avevano deciso di accenderlo e
tenerlo operativo solo per alcune ore la sera, in modo da non
scaricarne l'energia troppo rapidamente.
Quando
era riuscito ad attivarlo, Sam si era sentito invincibile, meglio che
se avesse sterminato un intero covo di vampiri! Un sorriso gli sale
spontaneo mentre accende l’interruttore alla console comandi:
il tavolo fa un rumore come di circuiti in movimento, seguito da un
sibilo stridulo prima di accendersi. L’intera mappa degli
Stati Uniti prende vita e piccole lucine cominciano a comparire. Tutto
regolare fino a quando non diventano più grandi e rosse,
allora c’è qualcosa di grosso in movimento,
intense energie soprannaturali in azione. Trovare Lucifero
così è un azzardo, ma dopo mesi e mesi di
ricerche c’erano riusciti: soggetto identificato a Los
Angeles. Per localizzarlo avevano fatto affidamento su amici cacciatori
operativi in zona che erano riusciti a scovarlo niente meno che...alla
luce del sole! Ha aperto un night alla moda, vive in modo normale, per
quanto orge, festini, sesso e droga possano essere parte di una vita
normale tenuto conto che si tratta del Principe delle Tenebre, il
Diavolo in persona, colui che aveva quasi completato
l’Apocalisse; essere considerato un basso profilo. Strano,
molto strano...ma fino ad ora non ha compiuto atti deplorevoli, nessuna
insolita attività demoniaca, non rimane da fare altro che
trovare un modo per poter capire le intenzioni reali
dell’arcangelo. Certo Sam non ha dimenticato ciò
che Lucifero gli ha detto nella gabbia: “Cosa
farai una volta che ci avrai aiutato con Amara?”,
“Magari mi trasferisco a Los Angeles, risolvo
crimini…”.
Non può davvero fare questo, non Lucifero!
-0-
-
Salve, in cosa posso servirla?
Il
tono petulante della ragazzina dietro al banco dà ai nervi
ma il Jiffy è il miglior posto per gli hamburger
nell’arco di miglia.
-
Ciao!
Mi porti un…
-
Vuole provare il nuovo piatto del giorno?
Lo
interrompe quella versione apatica di Hanna Montana. Dean si chiede se
sia legale far lavorare quella bambina mentre fissa con orrore le gote
impiastricciate di belletto.
-
No,
grazie. prendo un…
-
È sicuro di non voler provare il nuovo piatto del giorno?
L’ “Hunter” è fatto solo con
la miglior carne…
-
Hunter? Si chiama “Hunter”, sul serio?
La
ragazzina lo guarda con aria vacua senza smettere di masticare la gomma.
-
Okay, senti va bene. Dammi due di quei cosi, quattro donuts glassati e
sei birre.
La
ragazzina se ne va in cucina e per un momento Dean si chiede da quando
le tredicenni hanno quel modo di ancheggiare.
Poi
la suoneria del telefono lo distrae.
-
Hei
Cass! Come va con quegli angeli psicopatici?
-
Dean...sono nei guai! Sono davvero impazziti! Si tolgono a vicenda la
grazia per accumulare potere...pensano di poter riavere indietro le ali
così. Devo andare...ti richiamo!
-
Hei
Cass asp… Cass!
“Maledetto
angelo!”
pensa Dean con stizza mentre ricaccia il telefono in tasca.
Ci
mancano pure i pennuti che si massacrano a vicenda al posto di dare una
mano.
-
Sono
29 dollari e quaranta.
Paga
in fretta ed esce. Prima di rimettere in moto Baby si prende il tempo
per scrivere un messaggio a Cass, se mai riuscisse a leggerlo.
Da
Dean a Cass:
“Tieniti
in contatto. Avverti se hai bisogno e non fare cazzate”.
C’è
qualcosa di sbagliato nel fare da babysitter ad un angelo ma non ha
nessuna voglia di vederlo ammazzato nell’ennesima guerra tra
pennuti.
Che
poi per quale diavolo di ragione lo aveva chiamato per sbattergli il
telefono in faccia? Magari era successo qualcosa. L’immagine
dell’angelo sdraiato per terra con il fianco maciullato dalla
lancia di Michele gli torna davanti agli occhi ma decide di non
pensarci. La loro vita ha questa stranezza: ti rende
consapevole di tutti gli orrori in agguato nel buio pronti a massacrare
te e i tuoi cari, ma ti insegna a non farci caso. Altrimenti impazzisci.
Mette
in moto e alza il volume della radio lasciando che la voce di Geddy
invada l’abitacolo.
Quando
arriva nel garage del bunker e spegne l’auto riprende il mano
il telefono ma non c’è nessuna notifica. Sono
passati quindici minuti, se non fosse successo nulla avrebbe risposto.
Da
Dean a Cass
“Cass,
rispondi!”
Un
momento dopo il telefono gli squilla nella tasca mentre chiude la
portiera. Con un sospiro di sollievo riconosce la suoneria di Cass.
-
Hei!
Che è successo?
-
Dean. È tutto ok. Ho quasi fatto.
-
Sì, mi hai fatto quasi venire un infarto, ecco che hai
fatto, Cass! - ora
che sa che sta bene lo strozzerebbe volentieri - Non
si chiama la gente per riagganciare in quel modo!
-
Si
certo...aspetta.- e
dall’altra parte della chiamata si sentono rumori di lotta,
parole in enochiano e urla.
-
Cass, merda!
Passano
alcuni secondi e poi il silenzio
in
cui il corpo di Dean resta immobile.
-
Merda! Cass!
-
Dean!
Eccomi. Dicevi?
-
Stai bene? Che è successo?
-
Certo che sto bene. Non hanno sentito ragione, ho dovuto renderli
inoffensivi. A breve i miei fratelli verranno a prenderli per portarli
nelle prigioni celesti.
Dean
sente il corpo rilassarsi ed è sollevato al punto di non
avere più voglia di litigare con l’angelo per
spiegargli le normali interazioni umane.
-
Okay
Cass, senti quando hai fatto torni al bunker? Abbiamo ancora un diavolo
da trovare da queste parti e un po’ di aiuto angelico farebbe
comodo.
-
Arrivo
il prima possibile. A presto.
Come
sempre la comunicazione si interrompe prima che Dean abbia modo di
rispondere.
Percorre
in automatico la strada fino alla sala d’ingresso dove Sammy
lo aspetta davanti al tavolo.
-
Ho
portato le proteine Sammy!
Sam guarda il fratello con sospetto.
-
Non l’Elvis Luther Burger, vero? Dimmi di no ti
prego…
Dean
sogghigna divertito.
-
No! Hanno fatto un nuovo piatto del giorno e, indovina un
po’, si chiama “Hunter”!
-
Scherzi? E l’insalata? Hai preso l’insalata?
-
Sei pazzo? L’insalata è per i conigli, Sammy! I
cacciatori mangiano “Hunter”! Ho sentito
Cass…
Dice
stappando una birra e andando a sedersi di fronte al fratello.
-
Come sta? Ha detto quando torna?
-
Ha quasi finito le sue cose da angelo. Dice che quando può
arriva. Notizie dal tavolo?
Il
minore dei Winchester si allunga sul tavolo prendendo a sua volta una
bottiglia.
-
Nulla di diverso. Pare però che qualcosa di più
forte stia accadendo a LA; potrebbe anche non essere Lucifero, ho
controllato nei database della polizia, nessun caso strano.
-
Hum. Quindi cosa? Definisci forte…
Sam
sorseggia pensieroso la birra sbirciando appena gli appunti sul tavolo.
-
Potente...intendo di potente. Si è accesa una lucina dorata,
e nelle istruzioni non è menzionata nessuna lucina
dorata...non so a cosa possa riferirsi.
Dean
recupera il panino e lo scarta: ha davvero un bell’aspetto.
-
Beh,
direi che se sul tavolo magico si accende una lucina sconosciuta nella
città dove il Diavolo ha preso residenza…
cioè dai, andiamo! Vuoi dirmi davvero che pensi non
c’entri Lucifero?
Il
minore sospira posando la bottiglia proprio vicino alle lucine che sono
Los Angeles.
-
Non so Dean, potrebbe come non potrebbe. Ho provato a chiamare Garth
che dovrebbe trovarsi nelle vicinanze di LA ma non risponde.
-
Non so se essere deluso o sollevato
Risponde
il maggiore addentando il suo squisito panino.
-
Voglio dire, Garth! Se questa roba riguarda il Diavolo non so se sia la
persona che vorrei sul posto…
-
È l’unico cacciatore che abbiamo in zona. Si lo
so, è Garth ed è un licantropo, ma non abbiamo
altri aiuti.
-
Ecco appunto, un licantropo, Garth licantropo è il nostro
asso nella manica?
Sam
guarda di straforo il fratello. Quello che sta per suggerire sa che non
sarà di suo gradimento.
-
Io avrei un’idea…
Dean
lo guarda perplesso e finisce la birra.
-
Sono
tutto orecchi.
Il
minore prende l’hamburger e lo osserva sollevando la fetta di
pane. Nemmeno un cetriolino, una foglia di insalata, solo bacon, carne
e carne.
-
Mentre cercavo notizie per Alicia e Max mi sono imbattuto in uno dei
libri che desiderava avere Rowena, potremmo chiederle un favore in
cambio di uno degli incantesimi che contiene, una divinazione da
lontano.
Dean
finisce il panino, si toglie le briciole dalla bocca e si prende il
tempo per valutare il pensiero di Rowena con in mano il libro
d’incantesimi e la quantità di danni che avrebbe
potuto fare. D’altra parte la strega si è
dimostrata utile di recente. Si prende il tempo per alzarsi, agguantare
un’altra birra, stapparla e dare una lunga sorsata prima di
rispondere.
-
Okay,
facciamolo.
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Capitolo 2 *** CAPITOLO 2 ***
CAPITOLO
2
Mazikeen
è felice. Ha appena riportato un ladruncolo in
libertà provvisoria in prigione; l’idiota, con
obbligo di firma, aveva cercato di fuggire così lei si
è intascata un altro assegno bello corposo. È
appena uscita dal dipartimento degli sceriffi federali quando davanti a
lei, dall'altra parte della strada, ecco presentarsi la nera figura
del suo angelo caduto. Decisamente non aveva voglia di
vederlo. Con passo deciso e sguardo feroce le si avvicina.
-
Cosa vuoi Amenadiel?
L'alto
angelo pare offeso.
-
Lo sai.
Diavolo!
Non si arrende mai! Certo che lo sa...come al solito vuole parlare di
Lucifer, di Chloe, di come Dio lo ha usato, di come si senta tradito.
Questo angelo non fà altro che parlare, parlare e parlare,
mentre lei non vuole fare altro che scoparselo, ma naturalmente la sua
attuale crisi esistenziale non contempla un po' di buon, sano, perverso
sesso demoniaco con lei. Ogni volta che prova a gettarsi su quel corpo
possente lui l'allontana e scappa. Che palle!
-
Senti,
non ho nessuna intenzione di stare a sentire i tuoi stupidi piagnistei.
Non me ne importa nulla dei tuoi problemi con il paparino, e nemmeno di
Lucifer che fa finta che non sia successo nulla. A me sta bene
così, lui per la sua strada io per la mia.
-
Ma non ti importa nulla di Chloe?
Maze
allarga le braccia esasperata.
-
Chloe sta benissimo...più o meno. -
aggiunge -
È solo un pochino più stronza del solito, ma ho
un piano! Stasera la porto a bere e magari ci scappa pure una bella
scopata con qualche sconosciuto, una cosa a tre, o quattro.
L'angelo
arrossisce e distoglie lo sguardo. È ancora così
pudico nonostante tutto quello che hanno fatto insieme, e ne hanno
fatte di “cose”. Oh il sesso con
quell'angelo...Maze deve ammettere che è bravo quasi quanto
Lucifer, anche se non dotato della stessa fantasia perversa.
-
Ho un'idea Amenadiel, perché non vieni anche tu? Dai, ci
divertiremo.
Il
demone si avvicina all'angelo fino a sentirne il calore. Con una mano
comincia ad accarezzargli gli addominali sotto la maglietta. Ha
scoperto che lo fa impazzire, quasi quanto una bella leccata alla base
della mascella, cosa che Maze non esita a fare. Premendo il corpo
contro quello dell'angelo, solo appena teso, il demone avvicina la
bocca al suo orecchio.
-
Lo so che hai voglia di fare sesso con me Amenadiel, lo vedo nei tuoi
occhi ogni volta che mi guardi. Ti manco, e tu manchi a me.
Le
mani dell'angelo salgono fino a premere contro la schiena nuda del
demone. La sua tentazione, la sua perdizione. Certo che desidera quel
demone, desidera perdersi nel calore della perversione, vedere quegli
occhi accendersi di desiderio e di ferocia, vuole sentirla contorcersi
tra le sue braccia. Senza volerlo gli scappa un gemito di desiderio e
sa che non ha scampo.
-
Sì,
mi manchi...- ed
ecco l'esitazione.
Maze
si allontana da lui con occhi di ghiaccio, improvvisamente fredda.
-
Ma.
-...ma.-
fa
eco l'angelo.
-
Fottiti Amenadiel - e
con un movimento fluido e felino gira le spalle all'angelo e si
allontana con passo deciso. Non ci sarebbe cascata di nuovo...non con
un altro angelo! Fanculo tutta la loro razza, avrebbe trovato qualche
umano e umana con cui togliersi qualche prurito, magari con qualche
piccola tortura. Incredibilmente Mazikeen si trova a pensare che
ultimamente preferisce di gran lunga la compagnia di quelle scimmie
puzzolenti piuttosto che di angeli e demoni. Una serata tra donne con
alcol e maschi vogliosi, ecco cosa ci voleva!
-
Bene, chiamiamo la tribù!
-o-
Il
telefono di Linda s’illumina nella borsa senza fortunatamente
emettere un suono perché quella seduta è
abbastanza impegnativa anche senza le distrazioni di Maze.
-
Ma
ti rendi conto? Mi ha di nuovo abbandonato nel bel mezzo del nulla solo
per una battutina innocente! E non c’era neppure Detective
Stronzo nei paraggi...non ho fatto allusioni sul loro rapporto, nulla!
Solo una battutina sul flaccido corpo morto e dilaniato da una amante
disperata! Davvero, a volte non la capisco! Linda...Linda ma mi
ascolti? Mi sembri distratta!
-
Sì, sì certo, Lucifer. Scusami… un
calo glicemico… sai, la dieta! Ora, dimmi, secondo te
perché Chloe reagisce in questo modo?
-
Ma è ovvio, non apprezza la mia ironia! E pensare che le
avevo anche fatto un complimento sul suo nuovo completo, un bel paio di
pantaloni aderenti che le mette in risalto il sedere...davvero
appagante! E niente...mi ha guardato e ha alzato gli occhi al cielo,
come se al babbo importasse qualcosa.
-
Okay, Lucifer, hai pensato che magari se Chloe non apprezza la tua
ironia possa essere il caso di cambiare modo di esprimerla?
Lucifer
rivolge uno sguardo scioccato alla sua dottoressa.
-
Non c’è nulla che non va nella mia ironia
squisitamente arguta, è il detective che
s’è rotta!
-
Cosa vuoi dire quando dici che si è rotta?
-
Ma è ovvio! Deve esserle successo qualcosa con quel
veleno...le avrà bruciato qualche parte del cervello, non
so...magari Ella può spiegarcelo!
-
Sì, oppure potrebbe essere qualcosa che non ha a che fare
con un cambiamento fisico…
-
Cosa intendi Linda? -
e lo sguardo che il diavolo rivolge alla sua terapista è di
puro sconcerto.
-
Intendo dire che a volte le persone possono
“rompersi” emotivamente parlando. Possono perdere
la loro capacità di fidarsi, la confidenza verso gli altri.
Pensi che nel vostro rapporto sia successo qualcosa che possa aver
rotto questa fiducia? Che possa averla, non so, esasperata?
Lucifer
pare davvero pensarci sopra. Può essere successo qualcosa a
parte l’essere stata ad un passo dalla morte?
-
Beh...quando l’ho salvata non era cosciente, per cui non
può sapere come l’ho fatto, ho anche lasciato che
il detective stronzo si prendesse quasi tutto il merito! Eppure quando
sono tornato da lei non mi ha neppure ringraziato, non è da
tutti essere salvati dal diavolo, non credi? Le ho anche lasciato il
tempo per riprendersi.
A
volte Linda si chiede come sia possibile che i suoi pazienti
più ottusi siano entità eterne potenzialmente
superiori.
-
Riguardo
questo: hai pensato che lei possa non aver capito le tue intenzioni?
Ora
il diavolo non è più rilassato. Il suo sguardo
s’è fatto cupo, perso in pensieri lontani. Quei
giorni...non voleva nemmeno ricordarli.
-
Forse
la detective non dovrebbe pensare troppo alle mie intenzioni. Ormai non
ne ho più nessuna nei suoi riguardi, non farò il
gioco del mio caro, affettuoso papà questa volta.
Questo
è un terreno difficile per Linda. Ogni volta che Lucifer
tira fuori suo padre si sente sempre a disagio.
-
Tuo padre può aver messo Chloe sulla tua strada, Lucifer, ma
quello che è il vostro rapporto, la fiducia che avete
creato, quello non è qualcosa che ha a che fare con lui,
è qualcosa che riguarda solo te e Chloe. Sei davvero
convinto di voler rinunciare?
-
Si, almeno finchè non avrò capito cosa
è Chloe e perchè papà l’ha
messa sulla mia strada. Non posso avere la certezza che la fiducia di
cui parli sia vera...lei non si merita qualcosa di fasullo, artificiale
e nemmeno io.
-o-
La
porta del bunker si apre. “Finalmente
a casa”
pensa Castiel. Quest’ultima missione per conto del Paradiso
è stata particolarmente estenuante, davvero non si aspettava
un tale livello di pazzia da parte dei suoi fratelli. Poco importa, ha
fatto il suo dovere e ora può riposare nella sua vera, nuova
casa. Comincia a scendere le scale di metallo e sente le voci dei
Winchester nella stanza sotto di lui.
-Hey
Dean, Sam.
-
Cass! - Dean
esce dalla cucina reggendo una birra e percorre la stanza a passi
veloci fino ad accogliere l’angelo ormai già
vicino al tavolo. - ce
ne hai messo di tempo! - dice
dandogli una pacca sulla spalla.
-
Ho dovuto aspettare i rinforzi. Novità?
-
Che rinforzi?
-
I fratelli sani…- risponde
l’angelo all’amico.
-
Sammy ha trovato qualcosa sul tavolo
- dice indicando il piano -
una lucina d’oro, proprio a LA. - e
si sente una punta d’orgoglio nella sua voce. Il fratellino
ci sa fare.
Castiel
rivolge uno sguardo incuriosito al tavolo luminoso piegando leggermente
la testa da un lato.
-
A
Los Angeles? E cosa indica una luce d’oro?
Nel
frattempo dalla biblioteca arriva anche Sam reggendo un libro in una
mano e il laptop nell’altra.
-
Hey
Cass! Bentornato. Com’è andata la caccia?
-
Tutto bene. Cos’è la luce d’oro?
Sam
sospira sconsolato. Adagia laptop e libro sul tavolo e si lascia cadere
su di una sedia.
-
Non
ne ho idea, l’unica cosa che sappiamo è che
ciò che indica quella luce si trova rinchiuso in un
magazzino, un box in uno storage a LA, ben protetto da glifi, trappole,
incantesimi vari.
L’angelo
lo guarda incuriosito sedendosi a sua volta.
-
Come sapete dove si trova?
-
Rowena.- risponde
Dean da dietro le spalle di Cass.
L’angelo
si irrigidisce appena. Ancora quella strega bislacca. E dove
c’è quella strega c’è quel
puzzolente del suo figlio demoniaco.
-
Rowena…
-
Già, quella stronza ci sa fare con gli abracadabra!
Un
sospiro rassegnato sfugge dalle labbra screpolate e pallide di Castiel.
Purtroppo doveva convenire con Dean.
-
Bene. Allora che si fa? Se è Los Angeles ci sarà
di mezzo Lucifero. Se c’è di mezzo Lucifero io
devo andare. Devo controllare.
-
Andiamo tutti, Cass. - risponde
Dean con un tono che non ammette repliche.
-
Se c’è di mezzo Lucifero, Cass, questa volta ce
l’abbiamo. Lo rispediremo all’Inferno.- il
tono di Sam è duro e lo sguardo freddo, di ghiaccio.
Inutile, quando si tratta di Lucifero tutto quello che ha passato a
causa di quell’essere torna a galla. La rabbia, il dolore, la
pazzia...non avrà pace fino a quando Lucifero non
sarà più una minaccia per nessuno.
-
Questa
volta non ci casco, Lucifero non può cambiare. Partiamo
domani mattina, Cass.
-
Porta uno smoking, ci fermiamo a Las Vegas! - dice
Dean con un sorriso a trentadue denti ignorando l’occhiata
truce del fratello.
-
Dean!
Ma sei serio? Las Vegas? - di
nuovo...possibile che suo fratello non riesca a stare lontano da quel
posto? Sam non può fare a meno di lanciare uno sguardo di
disapprovazione all’uomo di fronte a lui. A volte sembra un
bambino.
Castiel,
allo stesso tempo, esala un sospiro quasi esasperato.
-
Prima
Lucifero! Al ritorno se vuoi ci fermiamo a Las Vegas.
Sam,
soddisfatto che l’angelo la pensi come lui, allarga le
braccia compiaciuto.
-
Voi
due… voi due - Il
volto di Dean è cupo mentre agita l’indice verso i
due uomini seduti - voi
due avete perso di vista le vere priorità! - dice
andandosene verso la cucina imbronciato in quella che spera essere
un’uscita di scena teatrale che smuova sensi di colpa nei due
guastafeste.
Castiel,
ignorando del tutto la scenata dell’amico, guarda Sam.
-
Che
tipo di protezioni ci sono su quel luogo?
-
Non lo sappiamo, Rowena non è riuscita a penetrare nemmeno
un angolino...qualsiasi cosa sia contenuto là dentro, per
avere protezioni simili dev’essere davvero qualcosa di
grosso. - risponde
il minore dei Winchester.
-
Pensi
che Dean se la sia presa? - in
fondo a Castiel dispiace non accontentare l’amico.
-
Se ne farà una ragione. Non preoccuparti per lui, gli
basterà avere abbastanza birre per il viaggio.
-0-
Dean
si è già occupato di riempire il primo borsone
coi coltelli, le pistole e qualsiasi tipo di arma possa solo ipotizzare
si renderà utile anche se, ad essere onesti, dubita che nel
caso di scontro con Lucifero avranno molto senso. In effetti lo ha
fatto più per abitudine che altro. Adesso prepara i cambi
impilando sul letto i vestiti: il viaggio non sarà breve. Va
alla cassettiera per prendere due paia di pantaloni da aggiungere sul
letto accanto alle camice ma quando torna a voltarsi quelle sono
scomparse.
-
Dean,
andiamo a Los Angeles, non in una festa di paese nel Montana. Queste
camicie…
-
Cazzo,
Cass! Bussa prima di entrare! Sarei potuto essere nudo!
In
effetti indossa solo l’accappatoio dopo la doccia ed
è chiuso per pura casualità.
-
Farebbe
differenza? - dice
l’angelo fissandolo con quel suo sguardo innocente e
perennemente stupito. A volte non capiva gli umani e questo loro senso
di pudicizia. Insomma, erano tra uomini, non c’erano donne,
il corpo di una donna nuda sì che avrebbe messo in imbarazzo
anche lui, ma il corpo di Dean certamente no.
-
Sì,
Cass, farebbe differenza.
Come,
dopo tanti anni sulla terra, l’angelo non capisca ancora le
basi delle interazioni umane Dean non può comprenderlo.
Mentre lo dice gli prende di mano le camicie.
-
E
- aggiunge
fissando quegli occhi blu che tolgono il respiro - le
mie camicie sono perfette.
-
Si, per un taglialegna.
-
Ha parlato l’impiegato delle poste! Seriamente, Cass,
dobbiamo fare qualcosa al riguardo: non puoi fingerti
dell’FBI conciato in quel modo.
-
Cos’ha
che non va il mio vestiario?
-
Stai scherzando? Un federale non andrebbe mai in giro in quel modo!
Castiel
alza il mento e aggrotta la fronte. Va sempre a finire così
quando fa arrabbiare Dean, se la prende con il suo trench.
Dean
resta a fissare quell’espressione e il primo istinto
è di ridere. L’angelo è davvero buffo
quando mette il broncio. Poi si sente in colpa
perché… beh perché Cass è
Cass.
-
Senti
amico, a me piace il tuo stile, okay? Voglio dire, nessuno potrebbe
portare un trench senza sembrare il detective Colombo tranne te,
davvero.
-
Io
credevo di assomigliare più a Constantine - da
quando Metatron ha giocato con la sua mente si ritrova a conoscere cose
insospettabili.
-
Chi? Va beh, senti, comunque sia sono certo che non gli sta bene
nemmeno un terzo di quanto sta bene a te. - e
nel dirlo Dean ha certezza di essere sincero, ma lo sguardo diffidente
dell’angelo gli dice che non è riuscito nel suo
intento.
-
Ok...ti lascio finire le valigie.
-
Bravo! E, Cass ti prego, procurati un completo!
Borbottando
un “va
bene”
tra i denti, l’angelo lascia la stanza di Dean, confuso e
stranito. A volte fa fatica a capire quando Dean scherza e quando
invece è serio. In ogni caso, alla prima occasione si
libererà di quelle camicie da boscaiolo.
Angolino delle autrici
Ed eccoci al secondo capitolo! I Winchester alla
conquista di Los Angeles, ma in macchina, guai a volare!
Una piccola precisazione: questa storia si svolge circa sei
anni dopo la vicenda di Amara svoltasi, secondo il "calendario di
Supernatural", nel 2015 circa. Da qui, io e OcaPenna abbiamo deciso di
prendere con le pinze quanto avviene nella dodicesima stagione,
reinterpretare il destino di Lucifer e rimodellare il tutto in base
alle nostre menti malate. Perché sei anni dopo? Beh,
perchè nella serie tv "Lucifer" il nostro arcangelo ha
già passato cinque anni sulla terra a gestire il Lux, e un
anno come consulente civile per l'LAPD, libero dalla sua "gabbia", in
vacanza. Anche qui ci siamo prese alcune libertà: nessun
accenno alla Madre.
Insomma, gustatevi questo What If di settimana in settimana, lasciate
un commento e calatevi nel soprannaturale con noi!
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Capitolo 3 *** CAPITOLO 3 ***
CAPITOLO
3
La
sveglia suona. Sam si gira nel letto grugnendo e cercandola con la
mano. “Sono
già le sei…” pensa
stropicciandosi il volto e tirandosi su a sedere. Solo il tempo di una
doccia veloce e poi è già in cucina a preparare
la scorta di birra per il fratello e qualche smoothies per se stesso.
Il lungo viaggio per LA sta per cominciare.
-0-
-
Hei, hai preso la birra?
Dean
guida fissando la statale 36, hanno appena passato Norton e
dall’autoradio suonano i Deep Purple.
-
Certo,
sotto gli smoothies.
-
Cass, passa la birra!
-
Non credi sia un po’ presto per la birra, Dean?
Dean
si volta allibito verso l’angelo.
-
Stai
scherzando?
La
mano di Sam corre immediatamente al volante dell’Impala, solo
un leggero terrore nello sguardo.
-
Dean! La strada, la strada!
-
Dì al pennuto di darmi la birra! - gli
risponde stizzito il fratello riprendendo il volante.
-
Cass,
metti la cintura. Dean, direi che la birra può aspettare
fino a quando non ci fermeremo per mangiare. Piuttosto pianifichiamo:
come ci muoviamo una volta raggiunta LA?
-
Dritti allo storage! Prima risolviamo questa faccenda, prima possiamo
andarcene a Las Vegas… - risponde
deciso il fratello.
Sam
sospira. A volte l’impulsività di Dean gli
esaurisce le forze.
-
Si, certo, ma non possiamo buttarci così a testa bassa in
una situazione che non conosciamo e in un territorio che non ci
è familiare. E se ci fossero degli allarmi nelle vicinanze?
Demoni a guardia?
Dean
sbuffa e alza gli occhi al cielo.
-
Okay, allora andiamo a dare un’occhiata di sopralluogo, poi
ci infiliamo in un motel, facciamo una bella doccia e pensiamo a
qualcosa.
Sul
sedile posteriore Castiel annuisce. “Menomale
che Sam è più cauto.”
-
Adesso
passami quella birra!
Sospirando,
Castiel si arrende, solleva il coperchio del frigo che occupa il posto
a fianco e cerca le birre: totalmente sommerse da parecchi bicchieri
ben sigillati. Alla fine trova le uniche tre birre presenti.
-
Ehm...certo.
-
facendo finta di nulla allunga una birra a Dean e lancia uno sguardo di
rimprovero a Sam.
-0-
-
Come
sarebbe a dire che è l’ultima birra?
Dean
non cede allo sguardo da cucciolo bastonato del fratellino che alza le
spalle.
-
I
bicchieri occupano spazio nel frigo.
Castiel
sorride appena girando le spalle ai fratelli. Quelle situazioni
domestiche sono rare e piacevoli che gustarsele in un luogo simile
è come un sogno. Si sono fermati in una strada laterale, nei
pressi di Georgetown, vicino a dei piccoli laghetti circondati da alte
colline verdi. La meraviglia del creato! I Winchester sono seduti sul
cofano dell’Impala intenti a mangiare panini,
mentre l’angelo fa vagare sereno il suo sguardo
tutto intorno.
-
Beh
allora adesso alzi il culo e vai a recuperare una birra! Ho visto un
drug poco prima dell’hotel…
Sam,
rassegnato, si alza e pulendosi la camicia asseconda il fratello. In
fondo ha ragione: ok farlo bere meno, ma senza birra Dean diventa
intrattabile.
In
realtà Dean non è così di buon umore
da parecchio tempo: si gode il fatto di avere suo fratello e Cass
intorno senza che il mondo stia per finire, e questo vuol dire anche
punzecchiare Sammy e ritagliarsi un momento di solitudine col suo
angelo.
-
Hei
Cass, che stai guardando?
-
Un’opera d’arte.
Dean
segue lo sguardo dell’amico lungo il lago e verso le montagne
brulle costellate di abeti. Poi torna a guardare il volto rilassato
dell’angelo e le labbra screpolate distendersi in un mezzo
sorriso.
-0-
-
Finalmente
Los Angeles! Diamine amico - dice
Sam fissando disgustato il fratello che guida con sguardo fiero e
sornione,
- Io depenno il Carl’s Jr. dai fast food e il suo maledetto
Breakfast Burger! Questa macchina è come una camera a gas! -
borbotta abbassando il finestrino - Ecco
il motel.
Poco
prima, ha telefonato per la prenotazione online al Friendship Motor Inn
che non è certo il migliore di LA, ma uno dei pochi che si
possono permettere. Almeno ha letti belli grossi. Non vede
l’ora di scendere da quell’auto, farsi una doccia e
sgranchirsi un po’ le gambe. Sono appena stati allo storage
che il tavolo psichico ha indicato e l’hanno trovato senza
particolari difese: nessun apparente demone, solo un paio di guardie
umane: sembrerebbe proprio un normalissimo affitta box. Sam non vuole
preparare nessun piano di infiltrazione in quel luogo pulcioso senza
prima essersi riposato in modo adeguato, e anche Dean sembra accusare
il colpo. Nonostante le profferte dell’angelo si è
rifiutato di lasciare la guida della macchina a qualcuno che non fosse
Sam, e anche al fratello non ha concesso più di un paio
d’ore di guida durante le quali non ha comunque chiuso
occhio. Adesso ha davvero bisogno di una doccia e di chiudere gli occhi
per un’oretta. In fondo se Los Angeles ha sopportato Lucifero
fino a quel giorno, non esploderà entro le dieci di mattina.
Parcheggiano
l’Impala davanti alla porta della camera e recuperano dalla
reception le chiavi mentre il portiere prende i documenti falsi,
perplesso, chiedendosi come dormiranno tre uomini in due letti singoli.
Ma è la California e nessuno fa domande.
Dean
tiene su una spalla la borsa mentre apre la porta scrostata del motel e
prima ancora di accendere la luce sente la puzza.
-
Ciao
ragazzi.
Dean
si blocca sulla porta fermando Sam con un braccio.
-
Che
ci fai qui, Crowley?
Il
demone si solleva dalla sedia vicino al tavolino a mani alzate in gesto
di resa.
-
Vengo in pace, cowboy. Rilassati, beviamoci una birra e godiamoci
l’ospitalità e il lusso del miglior alloggio di
LA, vuoi?
Dean
si rilassa, entra nella stanza accendendo la luce e buttando il borsone
sul letto con noncuranza.
-
Non
abbiamo tempo per le tue stronzate, Crowley!
Sam
entra a sua volta nella stanza lanciando uno sguardo disgustato
all’empia creatura sorridente di fronte a lui. Non dice
nulla, basta il suo atteggiamento a chiarire quanto poco gradisca
l’intromissione non voluta. Castiel pare pensarla allo stesso
modo.
-
Cosa
vuoi? - la
puzza di quel demone irrita sempre l’angelo. Il viaggio
è stato lungo e fin troppo rumoroso per i suoi gusti, con la
radio sempre accesa e i battibecchi dei fratelli, ci manca solo quel
logorroico diavolo da quattro soldi.
-
Un
uccellino mi ha detto che Lucifero si trova da queste parti; sono
venuto a controllare - dice
cercando di ottenere l’espressione più innocente
possibile - Quando
ho saputo che eravate in città, beh, un benvenuto alla
squadra era il minimo.
“Fantastico”
pensa Sam prendendo possesso del letto più vicino alla
porta. Apre la sua borsa, prende il necessario e, senza nemmeno degnare
di attenzione il demone, si rivolge al fratello.
-
Io
vado a farmi una doccia…
-
Cos’è, un invito?
- lo stuzzica Crowley ammiccando.
-
Fottiti demone.
Castiel
si siede sul letto di Sam e guarda Dean con espressione esasperata.
-
Quindi
cos’è, adesso fai anche le visite di cortesia? - borbotta
il cacciatore.
-
In effetti no. - Crowley
riprende il suo posto al tavolino -
ma, visto che gli interessi coincidono pensavo…
-
No!
- lo interrompe secco l’umano.
-
No!-
gli
fa eco l’angelo.
Gli
occhi di Crowley vanno dall’uno all’altro.
-
No?! Sul serio? No?!
-
Niente patti, niente accordi, niente di niente! - ribadisce
l’umano in piedi accanto al letto.
-
State scherzando?
Crowley
si è alzato, la faccia congestionata e il tono alterato.
-
Io
non scherzo mai - controbatte
l’angelo guardandolo di straforo.
-
Tu, razza di piccione ingrato! Dovevo lasciarti soffocare nella melma
davanti agli occhietti lucidi di Jennifer! -
sputa fuori dai denti indicando con un gesto di disprezzo Dean -
questa volta me lo dovete!
-
Lucifero è una mia responsabilità! Sono io che
l’ho riportato sulla Terra, per cui sarò io a
rispedirlo nella sua prigione!
-
Mi ha messo un guinzaglio! -
il demone è completamente fuori di sé mentre urla
contro l’angelo.
La
porta del bagno si apre e ne esce Sam. Ha già indossato i
jeans e si sta asciugando i capelli che gocciolano sul petto nudo.
-
Ma
la volete piantare di urlare come donne isteriche? Per quanto mi
disgusti dirlo, Crowley ha ragione, glielo dobbiamo.
Il
demone si gira con aria soddisfatta verso il ragazzo.
-
Sentito
lo spilungone?
-
Non allargarti…- e
guardando il fratello prosegue - ma
non abbiamo scelta. Purtroppo può esserci utile per rompere
i sigilli e le protezioni.
Castiel
continua a guardare Dean. Sà perfettamente quanto poco
sopporti dover collaborare con quel demone, per cui già sa
che toccherà a lui portarselo in giro.
-
Quali
protezioni?
Gli
occhi del demone corrono dall’uno all’altro
interrogativi.
Dean
continua a fissare Crowley a pugni stretti. Quella faccenda sta
prendendo una piega fastidiosa ma, per quanto non gli piaccia
ammetterlo, Sammy ha ragione.
Ora
Sam guarda il Re dell’Inferno. È un azzardo ma per
quanto odioso, s’è rivelato utile in situazioni
simili in passato.
-
Abbiamo
trovato qualcosa ma non sappiamo cosa, esattamente. Rowena è
riuscita solo ad individuare il luogo, ma è protetto, molto
protetto.
-
Rowena! Sul serio? Chiamate quella maledetta stronza ogni volta?! - Crowley
ha l’aria di essere davvero esasperato -
io non ho parole! Avete un gusto pessimo in fatto di donne!
-
Qualsiasi cosa ci sia là dentro, Lucifero ci tiene
abbastanza da chiuderla in una maledetta cassaforte
d’incantesimi. - dice
Dean ignorandolo prima che Sammy lo interrompa: - Anche
se non abbiamo la certezza che centri qualcosa Lucifero.
Dean
lo guarda di sottecchi, con aria poco convinta, poi torna a fissare
Crowley che pare valutare la faccenda con attenzione prima di
rispondere.
-
Se,
e dico se, si potessero rompere quei sigilli, cosa volete farne di
Lucifero?
Castiel
rivolge al demone uno sguardo stupito.
-
Naturalmente
rimedierò ai miei errori riportandolo all’Inferno.
La
risposta non sembra piacere per nulla al demone che inarca le
sopracciglia, il Diavolo nel suo regno è l’ultima
cosa che vuole vedere ora.
-
Però…-
Sam ora ha lo sguardo perso nel vuoto. Continua ad avere una strana
sensazione, un tarlo nella mente che non lo fa stare tranquillo.
Perchè sta esitando in questo modo? - prima
scopriamo cosa nasconde quel box. Potrebbe non avere nulla a che fare
con Lucifero, inoltre è da tempo che è qui a Los
Angeles e non ha mai fatto nulla di...orrendo.
-
Stai scherzando, Sammy? Stiamo parlando di Lucifero, hai presente?
Satana, il Diavolo! Io dico che prendiamo quello che
c’è in quel box, e mi gioco quello che vuoi che
appartiene a lui, e poi gli spacchiamo il culo.
Crowley
sembra decisamente più soddisfatto dell’ultima
soluzione proposta dal maggiore dei Winchester.
-
Dean, sono anni che Lucifero è qui, in una grande
città, a fare cosa...gestire un night? Ti pare
l’atteggiamento di uno che voleva distruggere il mondo?
C’è qualcosa che non quadra, e non
rischierò la tua vita e quella di Cass per una vendetta. Io
non capisco cosa voglia fare ora quell’essere, ma non
possiamo far finta di nulla. Prima di tirare fuori le armi dobbiamo
capire!
-
Stammi a sentire Sammy, qui non si tratta di vendetta!
C’è Lucifero a piede libero per Los Angeles e io
non lascerò che…
-
Ragazze, ragazze… per favore. - Crowley
interrompe lo sproloquio di Dean prima che inizi a balbettare - non
cominciate a litigare. Prima troviamo come entrare in quel box. La
stronza malefica vi ha detto quali incantesimi lo proteggono?
-
Purtroppo no - interviene
Sam, -
non è riuscita a penetrare con nessun mezzo le barriere che
proteggono quel luogo. È un salto nel buio, per questo ci
siamo mossi.
Crowley
alza gli occhi al cielo, quando mai era stata utile a qualcosa sua
madre?
-
Bene
allora, chi fa da sé fa per tre…
Castiel
ha assistito pensieroso allo scambio di pareri, non gli è
però sfuggito lo sguardo del demone. In un attimo
è in piedi di fianco a quell’essere e ne afferra
il braccio. Cerca di assumere il suo aspetto più
terrificante e gli punta gli occhi direttamente in faccia.
-
No.
Tu non vai da nessuna parte da solo. Inoltre, se centra Lucifero, credi
che tra le protezioni non ci sia nulla che lo avverta di
un’intrusione mistica? Se ti avvicini a quel luogo lui lo
saprà senza dubbio.
-
Va
bene Colombo, rilassati! - risponde
piccato il demone.
L’angelo
lascia andare immediatamente la presa. Sospirando guarda Dean.
-
Dovrete
andare voi due in avanscoperta.
Angolino delle autrici
Eccoci
al terzo capitolo. I Winchester sono arrivati a LA dopo un
lungo e impegnativo viaggio in maccchina trovando ad aspettarli
Crowley: poteva forse mancare lui, il Re dell'Inferno? Ovviamente no!
Ora la squadra è al completo, con grande rammarico di
Castiel che si troverà a dover fare coppia con l'agente
Jay-Z.
Gustatevi
il capitolo e, mi raccomando, recensite per farci sapere cosa ne
pensate.
|
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Capitolo 4 *** CAPITOLO 4 ***
CAPITOLO
4
-
Lucifer! - Chloe
alza gli occhi al cielo e si precipita nella stanza esasperata. Ecco un
altro dettaglio che deve trovare il modo di giustificare nel rapporto.
Nell'appartamento una ragazzina terrorizzata fissa il suo partner
mentre lui la torchia.
-
Detective!
Sta per parlare! Andiamo, è evidente che centra qualcosa! - l’alto
consulente civile guarda la donna che, a passo di marcia, lo raggiunge
alle spalle. Davvero non capisce perchè non gli fa mai fare
il suo lavoro, sarebbe tutto più veloce. D'altra parte Chloe
ha rinunciato da parecchio tempo a cercare di spiegargli come seguire
il protocollo.
-
Dov'eri
lì tra le 11:00 e le 12:00 di ieri mattina? -
si limita a chiedere la donna alla ragazza senza degnarlo di uno
sguardo.
-
Io…
io ero in palestra, chiedete a John, l’istruttore!
Lucifer
è annoiato. Un altro caso insignificante dove non sarebbe
toccato a lui punire i colpevoli, i casi che più detestava.
È quasi tentato di andarsene e telefonare alle Britthany per
un menagè
a troi,
la detective può benissimo cavarsela anche senza il suo
aiuto, non capisce perché ha richiesto la sua presenza. Tira
fuori il cellulare e comincia a guardare qualche stupido video per
passare il tempo.
-
Dovrai
venire con noi al dipartimento per rilasciare una dichiarazione
ufficiale. - dice
intanto la detective alla sospettata - come
si chiama la palestra?
- aggiunge tirando fuori il taccuino, e nel farlo si accorge dei
risolini di Lucifer e della sua distrazione. - Lucifer!
- lo
richiama tra i denti.
Può
tollerare che abbia deciso di comportarsi da stronzo con lei ed
è anche disposta a passare sopra al fatto che sia sparito
lasciandola ad affrontare tutto da sola per mesi, ma non può
accettare in nessun modo la sua totale mancanza di rispetto per il loro
lavoro.
-
Detective, devi assolutamente vedere questo video!
C’è uno che, provando a saltare da un palazzo,
finisce in un tombino dritto nella fogna! - dice
l’uomo ridendo come un bambino. Quella donna deve
assolutamente imparare a divertirsi, Maze non ha fatto proprio un bel
lavoro, deve impegnarsi di più. Alzando gli occhi dallo
schermo del cellulare vede però lo sguardo che la detective
gli lancia e il suo sorriso va a scemare. Che noia!
-
E
va bene, qual è la palestra? - chiede
rivolto alla giovane.
-o-
Scartoffie.
La sua scrivania ne è invasa, montagne di cartelle di casi
che ancora aspettano di essere archiviati. Nelle ultime settimane la
gente pare impazzita, erano anni che non c’era una tale
escalation di reati. Dan sbuffa mentre prende l’ennesimo
foglio con testimonianza da controllare, così vede entrare
Chloe e scendere le scale trascinando una ragazzina seguita
dall’inseparabile stronzo in completo. Si alza e si affretta
a raggiungere la donna.
-
Chloe,
sala interrogatori 3.
-
Detective Stronzo! Sempre pronto ad aiutare. Tutto bene al cabaret? - Lucifer
adora prendere in giro Dan per il suo passatempo. In fondo
quell’umano gli piace, ha solo un enorme palo su per il culo.
Il detective Espinoza lo ignora anche se, mentalmente, prende nota che
deve controllare che dal frigo non venga a mancare il suo budino
un’altra volta. Quando Lucifer passa al distretto lui rimane
sempre senza spuntino.
Chloe
nel frattempo affida la sospettata ad un agente perché
raccolga la deposizione e la porti in sala interrogatori.
-
Dan,
possiamo parlare?
-
Certo - quello
sguardo non promette nulla di buono, troppe volte l’ha visto
sul volto di sua moglie. “È
senz’altro colpa di Lucifer! È sempre colpa
sua”.
-
Io intanto torchio la ragazza - informa
il diavolo in completo di Prada.
-
Tu
non fai proprio niente! - lo
blocca Chloe minacciandolo con un dito - Stai
qui buono e fermo cinque minuti. - poi
rivolta all’ex marito - Andiamo
Dan! -
lo afferra per un braccio e lo trascina nella sala caffè.
-
Sei
arrivato in ritardo a prendere Trixie ieri, di nuovo! Credevo ci
stessimo provando, Dan…
-
Lo so...dovevo finire un rapporto! Non ho tardato poi così
tanto...e poi Trixie non se l’è presa, le ho
portato la torta.
-
Non è un fatto di torta Dan! È un fatto di
fiducia: avevi detto che non sarebbe più successo!
Dalla
vetrata della saletta Chloe tiene d’occhio Lucifer che nel
frattempo si è seduto sulla scrivania di una giovane agente
e sta flirtando con lei. Dan sta bofonchiando qualche scusa in risposta
ma lei nemmeno lo sente: teme di essere diventata bordeaux e abbassa lo
sguardo d’istinto. Poi senza nessun valido motivo afferra Dan
per le spalle e lo bacia.
-
Ma
che...Chloe! - Dan
è confuso ma gli basta seguire lo sguardo della sua ex per
capire: ancora lui!
-
No!
No mi dispiace Chloe, ma questo è troppo! Ma cosa credi di
fare? - guarda
Lucifer che nemmeno si è accorto del patetico tentativo
della donna di farlo ingelosire: è rilassato, stronzo e
brillante come sempre con qualsiasi donna che gli capiti a tiro. - Rassegnati
Chloe, a lui non interessa nulla di serio, e tu non sei donna da una
botta e via. E io non sono un tuo pupazzetto! -
rosso di rabbia, Dan attende un qualche segno di rimorso da parte della
ex moglie che per tutta risposta si volta e se ne va.
-
Andiamo
Lucifer! La ricreazione è finita.
Il
detective Espinoza guarda la donna allontanarsi con lo spilungone che
la segue come un cagnolino. “Sono
un idiota, un idiota fatto e finito!”.
-0-
Dalla
strada isolata non si sente nessun rumore, il centro vivo della
città è lontano e nella zona industriale, a
quell’ora, si incontrano solo sbandati e prostitute. E i
fratelli Winchester, ovviamente.
Nascosti
nell’oscurità scrutano l’ingresso dello
storage da dietro un angolo. La sorveglianza non è nulla di
eccessivo: un paio di agenti nel gabbiotto, qualche telecamera ma
niente di più. Dean guarda ancora una volta il foglietto
coperto di simboli che gli ha dato Cass; ne hanno già
eliminati parecchi battendo da cima a fondo le strade intorno per
essere sicuri di avere il perimetro esterno libero, qualunque cosa ci
sia lì dentro Lucifero ha voluto costruirci intorno un muro
bello spesso.
-
Vedi
altro, Dean? - Sam
scruta nell’oscurità non solo il tozzo
parallelepipedo di cemento, ma anche le vie laterali e i tetti degli
altri edifici. Un conto è entrare in un covo di vampiri, ma
quella...è effrazione bella e buona! Nessun demone in vista
e telecamere in funzione. Per fortuna avevano tenuto il disturbatore di
frequenze di un loro vecchio caso: sapeva che sarebbe tornato utile in
qualche altra circostanza. Non è particolarmente potente,
devono avvicinarsi molto alle telecamere ma farà il suo
dovere. Due paia di guanti per non lasciare impronte completano
l’assetto da scassinatori provetti.
-
No,
può iniziare lo spettacolo.
Sam
prende il telefono e digita velocemente un messaggio.
Da
Sam a Castiel:
“Via
libera”
Dopo
aver inviato l’sms si avvicina al fratello e osserva il
gabbiotto dei sorveglianti. Lavoro di squadra: prima Crowley a
distrarre le guardie, poi Cass per addormentarle e cancellare loro la
memoria. Passano pochi secondi e la nube rossa si avvicina al piccolo
cubo penetrandovi. Il demone ha fatto la sua parte, l’uomo
vede uno dei due sorveglianti irrigidirsi e, può
scommetterci, i suoi occhi sono senz’altro orrendi. Attendono
ancora un po’ poi Sam tocca la spalla di Dean.
-
Possiamo
andare.
I
cacciatori si muovono veloci nel buio e man mano che proseguono rompono
i sigilli tracciati sui muri e mimetizzati da graffiti, fino a trovare
la porta d’accesso laterale sorvegliata da una telecamera.
Sam si avvicina cauto assicurandosi che il disturbatore sia in
funzione. Qualche secondo per dare tempo all’aggeggio di
operare ed eccolo avvicinarsi alla porta. Ha poco tempo per aprirla,
dalla tasca dei jeans tira fuori i grimaldelli e con pochi gesti sicuri
sente la serratura scattare. Per fortuna, il proprietario, non ha
ritenuto necessario installare allarmi aggiuntivi oltre alla
sorveglianza armata.
Trovare
il box di Lucifero non è difficile: la saracinesca
è come tutte le altre invasa da tags e scarabocchi di ogni
forma e colore, ma in mezzo a quei pastrocchi senza senso risalta un
sottobosco di glifi e simboli di protezione. Per un momento a Dean
sorge il sospetto che la bomboletta nera non basterà per
riuscire a disattivarli tutti ma per fortuna la sottovaluta. Rompere il
lucchetto è un gioco da ragazzi con le mega tenaglie e le
mega braccia del fratellino.
All’interno,
il box è invaso da ciarpame di ogni forma e dimensione: i
fasci di luce delle torce indugiano su ogni genere di
antichità e cianfrusaglie e a Dean sorge il dubbio di essere
nel posto sbagliato. Sam si guarda intorno e per un attimo ha come un
senso di nausea. Attira subito l’attenzione del fratello e,
sussurrando, lo ammonisce.
-
Dean!
Non toccare niente! Non sfiorare nemmeno un oggetto, ti prego.
Dean
gli rivolge una smorfia contrariata come un bimbo a cui venga detto di
non toccare le prese elettriche.
-
Ti
ricordo l’ultima volta che siamo entrati in un negozio di
antichità: avrai anche ucciso Hitler ma hai fatto un gran
macello. - continua
il minore.
-
Appunto - risponde
puntandogli contro la torcia - Io,
ho ucciso Hitler, ricordatelo. E comunque non mi sembra che qui ci sia
nulla a parte robaccia.
Sam
fa roteare gli occhi esasperato e sorpassa l’altro cercando
meglio in ogni angolo con la torcia. A volte suo fratello
è davvero infantile. Ad un certo punto, verso il fondo del
box, l’uomo nota qualcosa. Degli scatoloni sono ammucchiati
l’uno sopra l’altro ma sono stonati: ci sono
scaffali pieni di oggetti, mobili, armadietti e solo quegli scatoloni.
-
Dean...forse
qui c’è qualcosa. Aiutami.
Afferra
gli scatoloni e, nello spingerli, si accorge che sono vuoti. Guarda il
fratello con intesa. Ci sono! Lì dietro gli pare di aver
visto una specie di porta.
-
Credo
ci sia una sorta di parete finta. C’è una porta
qui.
Dean
lo aiuta a liberare del tutto la parete e sì, quella
è decisamente una porta. Un quadro luminoso regola
l’apertura, una serratura numerica, dannazione!
-
Merda!-
Sam
non se lo aspettava.
-
Allora
signorine, devo portarvi un the?
Per
un momento la voce sconosciuta alle spalle fa trasalire Dean che
d’istinto si volta stringendo in mano il manico bianco della
Colt MK. Anche Sam, spaventato e teso, si acquatta contro il muro con
la pistola in mano
-
Dannazione,
Crowley! -
esala in un sospiro il minore dei fratelli.
-
Pensavo
avessimo superato questa fase - sghignazza
divertito il demone prima di farsi strada nel box - Uhm,
cosa abbiamo qui? -
chiede sovrappensiero scrutando il quadro da sopra la spalla di Dean.
-
Combinazione
numerica, qualche idea? - chiede
il maggiore dei Winchester rivolto al quadro comandi. La vicinanza
repellente del demone dietro la schiena e già abbastanza
fastidiosa senza doverlo per forza guardare mentre se ne va in giro nel
corpo di quel povero disgraziato innocente.
-
Uhm
-
Crowley resta un momento in silenzio - prova
90666.
Dean
si volta accigliato ma poi digita. Lo schermo diventa rosso ed emette
un suono poco promettente. L’uomo si volta di nuovo per
tirare un’occhiataccia al demone che si stringe nelle spalle.
-
Hei,
non sono un veggente!
-
Ragioniamo un attimo. Dobbiamo pensare come Lucifero. Lui è
arrogante, vanaglorioso, iracondo…- Sam
prova a ricordare com’era quando Lucifero soggiornava nella
sua mente. Oltre a farlo impazzire, aveva avuto il modo di conoscerne
le inclinazioni, gli atteggiamenti. - Ha
una mente semplice in fin dei conti, ed è egocentrico.
Probabilmente 666 è corretto…
Crowley
storce la bocca in una smorfia.
-
Prova
69666.
-
Ma che diavolo… - protesta
Dean.
Crowley
sbuffa e si sporge a digitare la combinazione. Lo schermo diventa verde
e la serratura si apre.
-
Che
c’è? Abbiamo un passato, in fondo. - dice
rivolto alla faccia allibita del cacciatore che lo fissa tra il
sorpreso e lo schifato, stessa espressione che compare sul volto di
Sam. Potrebbe specificare che mesi di osservazione della vita
nell’attico del Lux gli hanno dato un quadro dettagliato
delle attuali attività del Diavolo, ma così
è molto più divertente.
Con
un brivido di disgusto, Sam si gira verso la porta e la apre con
cautela puntando il fascio di luce oltre l’uscio.
All’improvviso vede quello che c’è oltre
ed è uno shock quando realizza cosa sta osservando.
-
Oh
porca puttana!
-o-
Quattro
uomini sono in piedi, spalla a spalla, con le bocche aperte. Non
riescono a crederci, specie l’angelo. Castiel
continua a ripetere sottovoce la stessa frase: -
Non
è possibile...non è possibile… -
da quando è entrato nel box dopo che Crowley ha eliminato le
protezioni anti angelo; la sua voce è diventata una monotona
litania.
Gli
occhi di Castiel non sono mai stati più spalancati di
così. Sam, al suo fianco, può sentirlo tremare.
-
Te l’ho detto che c’entrava Lucifero. -
mormora Dean al fratello sbattendo le lunghe ciglia scure per
proteggersi dal bagliore.
-
Non
è possibile…- continua
a mormorare l’angelo.
-
Che
cosa facciamo adesso? -
chiede il maggiore rivolto al fratello.
-
Io...cioè...porca
puttata! - Sam
si passa le mani tra i capelli sconvolto. - Che
facciamo adesso?
-
Una foto. - la
voce di Crowley sembra rompere quel momento di contemplazione.
-
Una
foto? Sul serio Crowley? Ti pare il momento?
Crowley
guarda il cacciatore come si potrebbe osservare una scimmia alle prese
con un’equazione complessa.
-
Una
foto, Dean. Una foto per dimostrare che sappiamo cosa nasconde! Si
chiama “avere una leva”!
Sam
si gira di scatto a guardare il demone.
-
Intendi...vuoi
ricattare Lucifero? Ma sei impazzito?
-
Io
non voglio ricattare nessuno! - risponde
il Crowley schifato - Voglio
proporre un patto. Hai un’idea migliore, alce?
Sam
torna a guardare l’oggetto del loro sgomento. Non gli sembra
vero, stanno sul serio pensando di fare un patto con Lucifero...per
cosa, poi?
-
Cosa
vogliamo noi? Perché ha fatto una cosa simile, e poi, come?
Non ci posso credere…- l’uomo
si gira a guardare l’angelo al suo fianco. - Cass…
L’angelo
non sa cosa pensare, dire che è sconvolto è poco.
Questa cosa è fisicamente e materialmente inconcepibile!
-
Non è possibile...sul serio, non ho mai sentito nulla di
simile e non riesco a capire perchè…
Dean
porta una mano sulla spalla dell’amico per di calmarlo, di
rado l’ha visto così sconvolto.
-
Puoi
sempre chiederlo a lui, ti pare? - la
voce di Crowley arriva tagliente da dietro le loro spalle - Oh,
per l’Inferno, la volete piantare di starvene lì
imbambolati? Non me ne importa un accidente del perché
l’ha fatto, diamoci una mossa a uscire da questo posto, ormai
ce lo abbiamo in pugno!
Dean
deglutisce amaro, l’idea di un patto col Diavolo non gli
piace per nulla, preferisce la versione in cui lo prende a calci.
D’altra parte, quella è la migliore carta che
hanno in mano da sempre.
-
Va bene. Facciamolo.
-
Cosa?- Sam
e Castiel, in coro, si girano a guardare Dean.
Dean
si stringe nelle spalle.
-
Se
avete un piano migliore è il momento di tirarlo fuori.-
ma nessuno ce l’ha.
“Forse
siamo impazziti tutti ma...che altro possiamo fare ormai?” si
trova a pensare Sam. -
Questa volta non finirà bene. -
sussurra.
Angolino delle autrici
Cosa
avrà sconvolto così tanto i cacciatori e
l'angelo? Cosa nasconde, Lucifer, in quel box? Ma soprattutto, davvero
i Winchester faranno un patto con il Diavolo...un altro?
Restate con noi e presto lo scoprirete! Leggete, commentate e diteci la
vostra sulla storia, sappiate che il meglio deve ancora avvenire,
abbiamo davanti mostri, indagini, rivelazioni e tente decisioni da
prendere, decisioni che non sempre saranno piacevoli per i fratelli, e
non solo per loro.
Io e OcaPenna attendiamo i vostri feedback!
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Capitolo 5 *** CAPITOLO 5 ***
CAPITOLO
5
-
Lui...è
qui?
Castiel
fa scorrere lo sguardo nel locale: insieme al demone è
entrato in quello che è in tutto e per tutto un night club
cupo e fuori dall’ordinario per lui, abituato ai bar e ai pub
in cui lo trascinano i fratelli Winchester. Da sopra la balconata vede
specchi, superfici nere e lucide, piattaforme, un dedalo di strutture
dissonanti e discordanti. Davvero suo fratello gestisce questo luogo?
Sembra solo un’emanazione del posto da cui è
scappato, l’Inferno.
Crowley
sbircia l’angelo con aria scocciata.
-
No, avevo solo voglia di un drink. Certo che è qui!
La
sua sopportazione verso quel pennuto tende a diminuire ogni momento che
passa. Fare da balia a un bambino col trench non è il suo
ideale di serata, specialmente al Lux. Non si era mai osato a entrare
nel covo del Diavolo prima, ma adesso che è finalmente
dentro al night inizia a pentirsi della sua codardia. Per quanto
continui a sentire l’impellente bisogno di scappare il
più lontano possibile da Lucifero, quel posto ha davvero un
certo fascino: una versione pulita, profumata e molto luccicante
dell’Inferno. Devono esserci ricordi meravigliosi su quei
divanetti.
L’angelo
guarda disgustato il demone. Quanto odia dover andare in giro con
quell’essere! Prendendo un profondo respiro, si gira e
comincia a scendere le scale metalliche.
-
Bene,
andiamo.
Non
appena il rumore dei suoi passi riecheggia nel locale vuoto, un giovane
uomo da dietro il bancone solleva lo sguardo, sorpreso.
-
Hey!
Il locale è chiuso! Come avete fatto ad entrare?
-
Dov’è Lucifero? Dobbiamo vederlo.- Castiel
si rivolge all’umano in modo brusco. Non ha tempo da perdere
con stupidi rallentamenti.
-
Mr
Morningstar? Voi non potete stare qui!
Crowley
blocca l’angelo afferrandolo per la spalla.
-
Io credo che dovresti chiamare il tuo capo, ragazzo. Questo posto viola
almeno una decina di norme sulla sicurezza e non penso che Mr.
Morningstar sarebbe felice di trovare un verbale scritto al suo
ritorno, non credi? - Castiel,
solo appena infastidito dal tocco del demone, deve ammettere che
però ci sa fare, almeno quanto i fratelli per ciò
che riguarda intrufolarsi ovunque con credibilità.
-
Si...dobbiamo
formalizzare un verbale.- qualcosa
però l’ha imparata anche lui.
Il
giovane barman con il codino è un po’ interdetto.
- Fatemi
vedere un tesserino se siete del Dipartimento della Salute! - telefonare
al capo per dei mitomani avrebbe significato il licenziamento.
Crowley
sbuffa schioccando le dita mentre il ragazzo si accascia senza vita e
con il collo spezzato dietro al bancone.
Castiel
assiste alla scena e sente la rabbia crescere dentro di lui. Furioso si
rivolge al demone.
-
Era
necessario? Hai ucciso un umano innocente e per di
più...nella casa di Lucifero! Potevo addormentarlo!
Crowley
alza gli occhi al cielo, ci mancano le lagne dell’angelo ora!
Anche se in effetti un cadavere dietro al bancone di Satana non sembra
una buona cosa. Deve valutare come farlo sparire di lì, in
fretta.
Improvvisamente
si sente il rumore della porta di servizio aprirsi.
-
Si
Detective...lo so che non abbiamo tempo ma te lo prometto, faccio
presto, solo una piccola tappa! Se porti a Dan un regalino magari ti
perdona. Una bottiglia di Burbon penso che sarebbe l’ideale.
-
Ti rendi conto che non ti riguarda, vero? - protesta
Chloe entrando contro voglia al Lux - e
comunque beve sono Tennessee.
-
Ma certo che mi riguarda! Se voi due siete arrabbiati tra di voi poi ci
vanno di mezzo le persone che vi stanno intorno, io per
l’esattezza! Tennessee...scadente ma ce
l’ho...Aspe...diamine! - Lucifer
si blocca vedendo i due esseri di fronte a lui. - Non
posso crederci, e voi che ci fate qui?
Chloe
si irrigidisce subito dietro di lui e porta la mano alla fondina.
Qualcosa in quegli individui la innervosisce.
-
Li conosci?
- chiede a Lucifer.
L’uomo,
in evidente stato d’agitazione, rimane a fissare i due
davanti a lui ancora per qualche secondo. Quando si riscuote guarda la
detective e con leggero nervosismo le risponde.
-
In
effetti...si. Scusa Detective, faccende personali, a quanto pare,
richiedono la mia attenzione. Aspetta! - con
passo veloce e sbrigativo si avvicina al retro del bancone e vedendo il
cadavere del suo migliore barman a terra per un attimo rimane stupito.
Si affretta però ad afferrare una bottiglia di whisky e,
altrettanto velocemente, la porge a Chloe prima che questa possa
avvicinarsi e vedere il corpo. -
Tieni...ora vai su, ti telefono dopo! E mi raccomando, mettici impegno
con Dan. - dice
spingendo la donna verso l’uscita.
-
Ma Lucifer, il caso! - protesta
Chloe - Si
può sapere cosa ti prende?
La
donna ha già un piede fuori dal locale e tutto sommato
l’idea di passare una serata in casa e telefonare a Dan per
mangiare qualcosa e parlare non le dispiace. Le indagini sono ad un
punto morto e anche con l’aiuto di Lucifer
c’è poco che potrebbero fare.
Lucifer
per un attimo pare valutare l’idea di scappare con la
detective, ma sa che a questo punto non servirebbe a nulla. Sospira e
indica i due intrusi.
-
Chloe...fratello - dice
indicando il moro con il trench
- e schifoso cagnaccio irrispettoso. Ti chiamo io. Ciao! - e
chiude la porta con decisione prima di voltarsi con evidente rabbia
repressa nello sguardo. - Voi...come
osate!
I
demoni in genere non fanno buoni propositi. Crowley sta facendo
un’eccezione appuntando mentalmente di non uccidere
più baristi del Lux. Deglutisce e recupera quel poco di
lucidità mentale, che non è ancora scappata a
rintanarsi in qualche buco del suo cervello, per cercare come uscire
vivo da quella situazione.
-
Dobbiamo
parlare
- dice fingendo una sicurezza eccessiva. Scava alla ricerca di una
battuta arguta ma gli resta solo una terribile secchezza in gola. Senza
volere sbircia l’angelo per cercare un qualche appiglio,
almeno non è da solo in questa merda.
-
Parlare?
AVETE UCCISO IL MIO MIGLIOR BARISTA! - e
nel dirlo non c’è più nulla del solito,
affascinante Lucifer, ma il terribile Diavolo dal volto mostruoso.
Castiel, allarmato, solleva la spada angelica con sguardo terrificante,
pronto a combattere.
Crowley
non ha nessuna intenzione di trovarsi in mezzo a un litigio tra il
Diavolo e un angelo.
-
Quello
- dice bloccando Castiel - è
stato un incidente. - La
scusa sembra piuttosto patetica ma non riesce a pensare a qualcosa di
meglio per cui si affretta ad aggiungere.-
Vogliamo proporre un accordo.
-
Va
bene. Accordiamoci su come vi farò sparire! - risponde
con voce terrificante Lucifer avvicinandosi con fare minaccioso.
Prima
che possa arrivare a una distanza pericolosa, Crowley tira fuori dalla
tasca del cappotto una piuma bianchissima, talmente soffice e leggera
da sembrare eterea. Il lieve bagliore che emette gli formicola tra le
dita, la divinità incarnata irradia un potere che non ha
paragone, nemmeno le Mani di Dio danno quella sensazione di pace
estatica. La cosa strana è che decisamente non la da Chuck.
-
Non credo sia una buona idea -
dice e sente tornare parte del controllo nelle gambe - abbiamo
trovato le ali.
Lucifer
si blocca. Lo stupore ha il sopravvento sulla sua ira e, lentamente,
torna a avere il controllo della sua forma. Non può
crederci...come hanno fatto a trovare le sue ali? Nessuno sa che
esistono ancora. -
Come…
-
Storia lunga, molto noiosa, piena di assurdità tecnologiche
irrilevanti. Il punto è un altro: abbiamo le ali e la buona
notizia è che tutto quello che vogliamo è un
accordo: niente di eccessivo, solo un paio di garanzie per la reciproca
sicurezza e tranquillità.
Lucifer
è totalmente spiazzato. Ha davvero sperato che dopo anni
quella parte della sua vita, finalmente, avesse cessato di tornare
fuori a rompere le scatole. Ora, invece, ecco spuntare prepotentemente
dai retroscena due pedine. Per di più con una sua
piuma. Il Diavolo fa vagare lo sguardo dall’uno
all’altro per poi fermarsi in quello del fratellino.
-
Perché?
Perché non potete gettarvi tutto alle spalle e lasciarmi in
pace? Perchè venire qui, incasinarmi gli affari - dice
indicando il bancone con il corpo morto, - portarmi
quel cane pulcioso e cercare di ricattarmi? Poi che prove ci sono che
quella è una mia piuma?
Castiel
guarda con curiosità il fratello di fronte a lui. Siamo
sicuri che quello sia Lucifero? Oltretutto, c’è
qualcosa di strano in quel tramite. La confusione su quanto avverte e
quanto vede non fa che aumentare.
-
Abbiamo
un’ulteriore prova. - dice
accennando al demone con il mento. - Anche
se non mi spiego come sia possibile che le tue ali...siano materiali.
Ma non c’è dubbio che siano le tue.
Crowley
recupera il telefono sepolto nella tasca della giacca godendosi il
volto perplesso di Lucifero. È una magra vendetta rispetto a
quanto si meriterebbe, ma sentirsi in vantaggio è
già qualcosa che lo riscatta dalla paura di poco prima. Gli
piazza davanti alla faccia la foto delle ali. - Sembrano
proprio le penne di un fringuello, non credi?
Lucifer
si discosta leggermente quando il telefono gli viene piazzato davanti
agli occhi. Gli ci vuole poco però per mettere a fuoco la
foto delle sue ali (ebbene sì, sono proprio le sue) con un
Dean Winchester tutto soddisfatto e con i pollici sollevati.
-
Vi
prego...anche loro? Ma siete tutti qui? Siete una persecuzione! - oramai
Lucifer ha ripreso il controllo della situazione. La rabbia
è scemata via, lasciando il posto al fastidio del momento.
Valuta
la faccenda: i Winchester a quanto pare hanno trovato le ali, se ne
sono impadroniti, e hanno mandato i loro due segugi a ricattarlo. Per
un fugace attimo si chiede se davvero riuscirà mai a
lasciare la sua vecchia vita e se mai quella gli lascerà
davvero l’opportunità di essere qualcuno di nuovo
e diverso. C’è solo un modo per gestire la nuova
situazione, ovvero alla maniera di Lucifer Morningstar.
-
Va
bene. Parliamo. Datemi solo un momento però...devo fare una
telefonata. Qualcuno dovrà pure sistemare il guaio che avete
combinato. Siete come delle fastidiose zanzare...lasciatemelo dire, in
questo momento vi odio quasi quanto la pioggia mentre guido la
decappottabile. - Lasciando
i due alle spalle, tira fuori il telefono e chiama la sua risolutrice
di problemi. - Maze
tesoro! Hai per caso da fare? Avrei un lavoretto per te…
-0-
Chloe
resta a fissare la porta chiusa del Lux.
Sbattuta
fuori.
Da
quando Lucifer la sbatte fuori? È lei che lo sbatte fuori!
Quella
storia non ha nessun senso.
Un
altro fratello? Quanti fratelli ha Lucifer? E perchè saltano
fuori in quel modo assurdo? E perché
c’è una specie di becchino con lui?
Guarda
perplessa la bottiglia che tiene in mano. Pazienza, non ha tempo da
perdere dietro le stranezze di Lucifer ora. Torna a passo deciso alla
macchina e incastra la bottiglia sotto il sedile del passeggero. Mentre
mette in moto pensa di chiamare Amenadiel. Se c’è
qualcuno che può offrirle qualche risposta è lui.
-
Hei,
ciao! Sono Chloe, ti disturbo?
“Chloe?
No, certo che non disturbi. Posso fare qualcosa per te?” risponde
Amenadiel. Strano che Chloe lo chiami al telefono.
-
Sì
ecco, mi stavo chiedendo… -
Chloe non riesce a decidere se seguire la curiosità della
detective o la discrezione dell’amica - quanti
siete in famiglia?
Dall’altra
parte del telefono la donna può avvertire la
perplessità dell’uomo.
“Come
scusa? “
-
Oh, niente, è solo una curiosità… sai,
col fatto che Lucifer ha tutta quella sua assurda storia del
Diavolo… ecco, mi chiedevo se avete per caso altri fratelli.
Sa
di suonare invadente ma spera che Amenadiel non la prenda troppo
male,in fondo non sono così tanto in confidenza. Amenadiel
è interdetto. Chissà perchè Chloe gli
chiede qualcosa di così...inusuale.
“Si
beh, in effetti, nonostante le metafore di Lucifer in famiglia siamo
abbastanza numerosi, tanti fratelli e sorelle, perché questa
domanda? Lucifer ti ha per caso detto qualcosa?”
-
No no, assolutamente, ero solo, sai, curiosa…
Questa
cosa non ha nessun senso, in fondo se c’è suo
fratello in città che male potrebbe esserci a dirglielo? Ma
Chloe intuisce che Lucifer preferirebbe evitare.
“Chloe,
va tutto bene? È successo qualcosa?”
-
Va bene, diciamo che ero al Lux e che c’erano questi due tipi
piuttosto… strani ad aspettare Lucifer, e quando li ha visti
mi ha letteralmente messa alla porta. Ha detto che uno era vostro
fratello. Non so se avrei dovuto dirtelo…
“Luci
ha detto che uno era un fratello? Ne sei sicura?” ora
Amenadiel è preoccupato sul serio.
-
Sì, e dell’altro ha detto qualcosa riguardo a un
cane, non sembrava contento di vederli.
Chloe
si sente molto più leggera ora che ne sta parlando con
Amenadiel, qualsiasi faccenda familiare ci sia in mezzo preferisce che
Lucifer abbia una spalla.
D’altra
parte il telefono resta muto.
-
Amenadiel?
Niente,
ha messo giù. Chloe sbuffa, quella famiglia è
davvero un manicomio.
-0-
Che
sta succedendo? Chi c’è al Lux con Lucifer?
Amenadiel è davvero preoccupato, quasi spaventato. E se
fosse un altro dei loro fratelli venuto a riportare Luci
all’Inferno come Uriel? E se fosse finita alla stessa
maniera? E l’altro, chi è? Chloe ha parlato di un
cane, che voleva dire? Senza attendere oltre l’angelo caduto
mette in moto la sua macchina e ignorando i limiti di
velocità si precipita al locale del fratello. Qualunque cosa
stia accadendo non può permettere che la storia si ripeta,
non di nuovo!
In
tempi assai brevi parcheggia la vettura nella via laterale del Lux dove
si trova l’ingresso secondario del night. Esce
dall’auto senza nemmeno chiuderla e
nell’avvicinarsi all’edificio si accorge che la
porta è socchiusa. “Dannazione!”.
La
spalanca del tutto e senza rallentare, percorre il corridoio
dell’uscita di sicurezza fino ad arrivare nella sala
principale e…
-
Maze!
Il
suo demone personale reagisce all’improvvisa intrusione
lanciando uno dei suoi coltelli che, solo per un fottuto colpo di
fortuna, non si conficca nell’occhio sinistro
dell’angelo caduto.
-
Cazzo Amenadiel! Potevo ucciderti!
-
Maze, che ci fai qui? - ma
mentre pone la domanda nota il sacco nero dall’inconfondibile
forma umana. -
ma..che è successo? Chi è?
Dov’è Lucifer? - le
cose si stavano mettendo male.
-
Nell’attico. Mi ha telefonato poco fa dicendomi di occuparmi
del corpo di Mark. Cazzo...mi piaceva quel ragazzo! - il
demone pare decisamente arrabbiato.
-
È
stato…
-
No no! Amenadiel no, Lucifer non l’avrebbe mai fatto ! Era un
barman troppo bravo per farne a meno. Al telefono il tuo stupido
fratellino è stato molto vago...ha parlato solo di un
inconveniente non dipendente da lui...perché sei qui?
-
Mi ha telefonato Chloe.
Ora
è il turno di Maze di essere sorpresa.
-
Chloe?
Che centra lei? Amenadiel...che sta succedendo?
-
Non lo so Maze. Chloe mi ha telefonato dicendomi che era con Luci
quando sono entrati qui e ad aspettarli c’erano due uomini.
Luci le ha detto che uno dei due era suo fratello…
Merda!
Un altro angelo, Maze questo non se l’aspettava proprio, ma
se c’è di mezzo un altro angelo…
-
Vai,
corri da Lucifer mentre io mi occupo del corpo. E aspettami se
c’è da uccidere qualche pennuto.
-o-
Nell’attico
il diavolo si sente decisamente più a suo agio; è
il suo territorio, lì è lui a guidare le danze.
Ora è totalmente rilassato. I due rompiscatole sono in piedi
in mezzo ai due divani mentre lui è al bancone del bar e si
versa una generosa porzione di whiskey. Naturalmente, non offre nulla
ai suoi due ospiti.
-
Allora...la
situazione è questa? Voi avete le mie ali e volete fare un
patto con me: le mie morbide appendici in cambio della certezza che il
sottoscritto non faccia più alcun male ad anima viva. Ma
siete seri? Di grazia, folli disadattati, cosa credete che stessi
facendo qui a Los Angeles, che stessi creando il mio esercito privato
di prostitute, gigolò e drogati per assaltare cosa, Inferno
e Paradiso contemporaneamente? - Lucifer
alza gli occhi al cielo e bevendo un sorso di liquore si siede
morbidamente sul divano, accavallando le gambe con naturalezza. - Idioti.
Castiel
osserva il fratello così temuto. È veramente lo
stesso Lucifero della cacciata dal Paradiso, colui che ha creato a Sam
e Dean così tanti problemi? È lo stesso infido
essere che è riuscito ad ingannarlo e che l’ha
posseduto? Inoltre...c’è voluto un po’
per capirlo, ma quello che ha davanti non è un tramite. Se
n’è accorto mentre erano nell’ascensore.
Quel corpo risuona in armonia con l’essenza
dell’arcangelo...non è un contenitore riempito, in
qualche modo suo fratello è riuscito a diventare carne e
sangue, ecco perché le ali sono materiali e
perchè è riuscito a tagliarsele. Al solo pensiero
l’angelo rabbrividisce.
-
Cosa aspettiamo allora? Tu vuoi tornare a fare… qualsiasi
cosa tu pensi di star facendo in questo posto, noi vogliamo solo una
garanzia. Firma il patto e torniamo tutti alle nostre faccende. - risponde
il demone stringendosi nelle spalle. Non gli piace stare nella stessa
stanza con il Diavolo; quel suo tramite, o qualsiasi cosa sia, ha una
strana energia, lo mette a disagio. Per quanto è evidente
che Lucifero si sia del tutto rimbambito e dell’Inferno non
gli importi più un accidente. Un gran bel
sollievo, in effetti.
Il
Diavolo si rivolge al cagnolino che ha appena parlato. - Che
intenzioni avete con le mie ali? Cosa volete farne?
Crowley
inarca le sopracciglia sorpreso. Non ci aveva pensato in effetti, ma
delle vere ali d’angelo dovevano essere un gingillo piuttosto
utile.
-
Dean
e Sam le porteranno al Bunker. Lì verranno rinchiuse e
protette da ogni sorta di sigilli e incantesimi. Non possono stare a
piede libero per il mondo delle ali d’arcangelo…- interviene
Castiel.
Lucifer
pare soddisfatto. Proprio quello che serviva.
-
Bene,
tenetevele. Non mi servono più. Niente patto, niente accordo
da firmare. Avete le ali e ora sono vostra responsabilità - dice
sorridendo al fratello con evidente sollievo.
Castiel
non capisce…
-
Perchè?
Perchè hai fatto questo? Il tuo corpo...perchè ti
sei tagliato le ali? - tutto
quello che sono le sue convinzioni riguardo la figura di suo fratello
stanno crollando. Cosa significa tutto questo?
-
Come sarebbe a dire “tenetevele”? -
Crowley questo non se lo aspettava. Da quando si mettono le proprie ali
in una specie di fortino anti-tutto e poi le si lascia andare
così? -
Sei impazzito? Sono le tue ali! Le tue benedette ali di angelo, le hai
sepolte sotto una montagna di incantesimi e ora le vuoi lasciare a
quelli?
Calca
con tutto il disprezzo possibile l’idea dei cacciatori. Lui
di certo non le avrebbe lasciate ai Winchester, se non può
andarsene da lì con una vendetta e nemmeno con una firma
almeno si prenderà quelle ali, questo è poco ma
sicuro.
-
A
dire il vero, quelle ali erano solo un problema per me. Lasciarle ai
Winchester, al caro adorato Sam, è la soluzione migliore per
liberarmene e per fare in modo che nessuno ci metta sopra le mani! Con
loro sono certo che rimarrebbero sepolte e dimenticate. - sorride
come un bambino, e la sua voce ha un non so chè di musicale.
- Fantastico!
Il mio giocattolino preferito che mi offre un inaspettato aiuto! - Guarda
il fratello che non ha ancora abbandonato quell’espressione
interdetta e sconvolta. - Oh
andiamo Cassy! Che c’è? Ok che sono terribilmente
sexy, ma così mi metti in imbarazzo.
Castiel
si riscuote e ora lo osserva con severità. - Ma
cos’hai fatto?
Che
noioso! In effetti...spiegare le sue scelte a quell’ottuso
soldatino non sarebbe stato semplice.
-
È una storia lunga fratellino. Potrei anche raccontartela,
ma dovresti stare con me molto a lungo, e sono quasi certo che la
lontananza dai Winchester sarebbe per te troppo dolorosa da sostenere. -
ok, magari poteva anche risparmiarselo questo ma diamine, in quel
momento il suo fratellino perfettino così puro lo irritava
non poco. Vede passare sul volto del serafino un velo di fastidio.
Ottimo!
Quei
battibecchi tra pennuti stanno dando alla testa al demone che ha
iniziato a fissare con una certa bramosia una bottiglia di scotch dalla
rastrelliera di Lucifer. Dell’alcol è il minimo
necessario per sostenere quella conversazione ma non osa muoversi per
prenderlo.
-
Pensi sul serio che lascerei quelle ali a questi? -
chiede indicando genericamente Castiel - Sul
serio?
- va bene essere chiamato cane, va bene essere chiamato giocattolo, va
bene tutto ma è il Re dell’Inferno fino a prova
contraria -
O ti riprendi le tue ali o IO mi prendo le tue ali!
Castiel
ha quasi voglia di ridere, ma si limita a fissare il demone. -Ti
prego, dacci solo un piccolo motivo per distruggerti una volta per
tutte. Sono certo che faresti felice Dean...e me.
Lucifer
è deliziato. Continuando a sorridere si gusta lo
spettacolino immaginandosi la scena. Quasi quasi comincia ad amare il
fratellino e i Winchester.
-
Cagnolino,
- dice
poi rivolto al demone -
tu non metterai mai le tue luride mani sulle mie splendide e candide
ali, le sporcheresti. Al contrario, i Winchester e mio fratello sono
buoni in modo osceno, per cui non ne abuserebbero. Vedi...posso
assicurartelo, e posso assicurarlo anche a te fratello: io non ho
nessuna intenzione di tornare indietro nella mia vecchia vita. Lucifero
è morto, ora c’è solo Lucifer
Morningstar, proprietario del Lux, affascinante e capace amante ed
eccellente consulente civile per l’LAPD. Io catturo i
criminali e punisco i colpevoli, aiuto le vittime, i deboli...questo
sono io adesso. Le ali sono solo un brutto ricordo...sono il simbolo di
ciò che ero. Avrei potuto liberarmene tanto tempo fa, ma non
ho voluto perchè sono la memoria di quello che non desidero
più essere, il mio peccato, la mia sofferenza.
Il
Diavolo ora è serio. Se quel demone da strapazzo dovesse
impossessarsi delle sue ali sarebbe un vero disastro, come la spada di
Azrael nelle mani degli umani. - Piuttosto,
se devo fare un patto lo farò con i Winchester e basta, non
con te.
Un
suono trillante avverte che l’ascensore è al
piano. Le porte si aprono e Amenadiel irrompe nell’attico.
Gli basta uno sguardo d’insieme: Lucifer seduto sul divano e
di fronte a lui due uomini. Li riconosce subito.
Senza
esitare si lancia contro le due creature ma, rapido come solo un
arcangelo può essere, Lucifer si frappone tra i due fratelli.
-
No
Amenadiel! No! È tutto ok. - si
gira appena a guardare Castiel e Crowley che si è
prontamente rintanato dietro l’angelo. - È
solo una visita di cortesia: il caro vecchio cagnolino infernale e il
nostro fratellino tanto adorato dal babbo. Solo una visita!
Castiel
è stupito. Non si aspettava di ritrovarsi davanti un altro
fratello, per di più Amenadiel, il maggiore tra gli
Arcangeli! Gli basta però uno sguardo per capire che non
c’è più nessuna traccia di grazia in
lui. - Fratello?
-
il nero angelo caduto lo guarda con astio, quasi con ferocia. E a lui
cosa diamine è successo?
Lucifer
sospira esausto. Ci manca solo questo adesso, una riunione di famiglia.
Dando una pacca sul petto di Amenadiel si fa leggermente indietro.
-
Bene,
direi che la situazione comincia ad essere impegnativa. Sono certo che
questa sarà una bella serata: tre fratelli nella stessa
stanza, che meravigliosa opportunità di fare quattro
chiacchiere! - dice
sarcastico. Spera solo che non venga fuori il discorso delle ali. Deve
trovare il modo di far capire a Cassy che non ne deve fare parola.
Più difficile sarà far star zitto
quell’orrendo demone. - Ah...piuttosto,
cucciolotto, è inutile che tenti di svignartela con il tuo
abracadabra: ti ho disattivato i poteri. Sarò anche senza
ali, ormai perdute e ridotte in cenere - dice
rimarcando il messaggio, - ma
rimango un arcangelo con tutti, o quasi, i suoi poteri.
Crowley
maledice mentalmente quel borioso damerino e il giorno in cui gli
è venuto in mente di immischiarsi in quella faccenda:
bloccato in una stanza con tre angeli, non è per nulla una
posizione gradevole.
Castiel
sente il telefono vibrare. Ignorando i fratelli e il demone lo prende
subito: solo Dean, o Sam, potrebbero contattarlo. Quello che legge non
può essere vero.
-
Ti sembra il momento di messaggiare con la tua fidanzata? - gli
sibila Crowley nell’orecchio.
Castiel
ignora il demone e guarda i fratelli. I messaggi di Dean aggiungono un
ennesimo problema potenzialmente disastroso. Lucifero, o
Lucifer...insomma “Lui” è un problema,
Amenadiel senza grazia...e che gli è ostile...un altro
ancora. Le cose stanno andando di male in peggio. Che fare adesso? Gli
è parso di capire che Lucifero non vuole far sapere delle
ali ad Amenadiel, ma perchè?
-
Lucifero…
-
Ti prego fratellino, Lucifer! - lo
corregge con un sorriso compiaciuto l’altro.
-
Lucifer,
dici di aver voltato pagina, di essere un altro te stesso e, non so
come, sei riuscito ad avere un corpo materiale per la tua essenza, ma
come posso essere certo che dici la verità?
Castiel
vede Amenadiel guardare Lucifero e poi lui stesso. Il sospiro che
lascia uscire dalle sue labbra semiaperte è eloquente, ma
serve a rilassarlo. La voce profonda del suo tramite scuote Castiel.
-
Perché
non può mentire, letteralmente. Fa parte del prezzo per
ciò che ha fatto.
Lucifer
annuisce con forza per sottolineare le parole del fratellone.
-
Davvero?
Il Diavolo non può mentire? -
a Crowley scappa una mezza risata, nonostante la tensione quella
è una svolta che ha qualcosa di assurdo.
-
Quindi,quello
che mi hai detto prima, ci hai detto prima, è tutto reale? -
vuole insistere Castiel, - proprio...tutto?
Anche ciò che hai detto dei Winchester?
Lucifer
guarda esasperato il fratellino. Diamine, ok che Cassy è
tonto, ma fino a questo punto? - Ma
certo che si! Ti ripeto: io non posso mentire! Mai, per nessuna
ragione, per niente al mondo! Non posso mentire nemmeno su chi sono! - “con
tutto quello che comporta…” completa
nella sua mente.
Castiel
prende allora una decisione assurda, ma inevitabile e azzardata. -
Ok, ti credo. Devo dirti una cosa Lucifer...Dean e Sam stanno venendo
qua: abbiamo un problema.
-
Un altro problema? -
chiede Crowley incredulo. Cos’altro può andare
storto in quel piano? Ecco cosa succede ad affidarsi alle strategie di
quel branco di inetti.
-
Cassy,
fratellino, hai invitato qui le due scimmiette? Che problema si portano
dietro? - strano,
Lucifer ha un brivido gelido lungo la schiena. Questa giornata
è davvero pessima. Guarda il fratellino quasi con ansia.
-
Lucifer...hanno
rubato le ali.
Angolino delle autrici
Buon
sabato a tutti dalla sottoscritta e da OcaPenna. Eccoci giunti al colpo
di scena, doppio: la scoperta del contenuto del box e il loro furto!
Cosa sarà successo al box mentre Castiel e Crowley
combinavano un bel casino al Lux? Lo sapremo la prossima settimana!
Leggete, lasciate una recensione e mi raccomando, continuate a
seguirci.
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Capitolo 6 *** CAPITOLO 6 ***
CAPITOLO
6
-
Tu
credi… sì, insomma, credi che Cass abbia quelle
sulla schiena? - chiede
Dean fissando le ali. Sono le prime parole seguite ad un lungo silenzio
dopo che l’angelo e il demone se ne sono andati. Sam fa
ancora fatica a staccare lo sguardo da quelle reliquie angeliche: sono
così bianche, così perfette, così pure
che gli pare incredibile fossero sulla schiena di Lucifero.
-
Immagino
di si, Dean, anche se non capisco come queste possano essere concrete.
Voglio dire, ci è già capitato di vedere ali di
angelo anche se solo sotto forma di ombra, o di resti bruciati dopo la
morte del proprietario. Ma queste sono vere, le possiamo toccare...io
non capisco.
Dean
sembra riflettere un momento sulle parole del fratello. Nemmeno lui
riesce a staccare gli occhi dal bagliore candido delle ali. Non riesce
a trattenere la voglia di toccarle, fa un passo avanti, prima che Sammy
possa fermarlo, ma in quel momento le luci del box sfarfallano come per
un calo di tensione. Solo che non è mai un calo di tensione.
-
Dean…- Sam
avverte dei brividi familiari lungo la schiena. Improvvisamente i suoi
sensi sono all’erta, riflesso incondizionato da cacciatore.
Guarda teso il fratello che nel frattempo si è voltato
recuperando la pistola e gli lancia un cenno d’intesa. Anche
Sam ha già l’arma in mano. Le ali sono passate in
secondo piano, c’è una minaccia a cui far fronte.
Le sue lunghe gambe gli permettono di spostarsi velocemente pur con
cautela, e in un attimo è acquattato a destra di fianco
all’ingresso del box. Qualunque cosa sia non è
umano. “Dannazione,
non abbiamo abbastanza armi dietro!” si
trova a pensare.
Dean
lo raggiunge dall’altro lato dell’ingresso. Sta
calcolando quanto dista il bagagliaio dell’Impala e se
può esserci una remota possibilità di
raggiungerlo. Sa benissimo che la pistola che ha in mano serve a poco,
l’aria gelida che ha invaso il box non lascia dubbi al
riguardo. Anche Sam si è accorto del freddo alito
che invade i loro polmoni. Questo proprio non potevano prevederlo.
Rapidamente si guarda intorno e individua degli oggetti rugginosi,
chiaramente ferro, e fà un cenno al fratello. Dean coglie
l’occhiata e annuisce rimettendo a posto la pistola e
afferrando un vecchio attizzatoio che passa al fratello recuperando un
martello per sé. Sam fa appena in tempo ad armarsi che una
forza soprannaturale lo solleva e lo sbatte contro gli scaffali alla
sua destra. Un dolore sordo lo colpisce al fianco e alla testa
lasciandolo per un attimo senza fiato. Fa fatica a rialzarsi, il box
gira intorno a lui pieno di scintille, è sicuro di aver
preso un bel colpo in testa. Mette a fuoco ma non vede nulla.
-
Dean,
alla tua sinistra! - improvvisamente
si accorge di un tremolio nell’aria vicino al fratello.
Dean
si gira di scatto colpendo la zona col martello, solo una leggera
perturbazione percepita ma abbastanza da avvertirlo che il colpo
è andato a segno.
-
Fantasma!
Dannazione… - urla
rivolto al fratello un attimo prima che una figura, appena
distinguibile nella penombra, si lanci verso Sam. Il minore fa appena
in tempo a sollevare il braccio armato che si sente di nuovo sollevare
e buttare al di là della porta, sbattendo contro il muro del
corridoio. “Figlio
di puttana”. Tutta
l’aria è letteralmente fuori dai suoi polmoni;
faticando a riempirli di nuovo Sam cerca di strisciare lontano dalla
porta: se riesce a farsi seguire dal fantasma il fratello potrebbe
colpirlo alle spalle. Dean non si fa sfuggire l’occasione e
appena riesce a intravedere la figura la colpisce con
un’altra martellata, ma qualcosa lo afferra alle spalle e lo
scaglia nel corridoio buio. L’impatto con il cemento lo
stordisce ma riesce a parare abbastanza la caduta da non rompersi
nulla. D’istinto alza il martello sferrando un colpo davanti
a sé prima ancora di rimettersi in piedi, e fa bene
perché se avesse esitato un secondo il fantasma gli sarebbe
stato addosso. Nel frattempo Sam lotta contro una stretta infernale al
petto: l’altro fantasma lo sta sopraffacendo. “Merda,
merda!” .
Con l’ultimo briciolo di forze che riesce a recuperare cerca
di colpire la presenza immateriale con l’attizzatoio e pare
funzionare. Artigliandosi il petto, si alza in piedi. Questo
è davvero un problema, non sono attrezzati per affrontare
dei fantasmi. Un rapido sguardo intorno e la fulminea decisione: prende
a correre verso il fratello e, senza fermarsi, lo afferra per un
braccio tirandolo letteralmente in piedi.
-
Corri!
Dean
lancia un grido quando la stretta del fratello gli fa rivalutare
l’ipotesi di essere tutto intero. Ma obbedisce per quanto gli
sia possibile. Le gambe rispondono abbastanza da consentirgli di tener
dietro a Sam, il quale cerca di raggiungere la porta di servizio da
dove sono entrati. Dean avverte alle spalle un’ondata di gelo
e si gira, dietro di loro i fantasmi sembrano quasi presenze concrete
mentre li rincorrono: riesce a distinguere un uomo in tenuta da
muratore, con tanto di caschetto, e una ragazza dai vestiti laceri.
-
Sammy!
- avverte
il fratello con un grido mentre sono già alla porta.
-
Non fermarti! - risponde
il minore gettandosi letteralmente contro la porta aprendola. La spinta
lo fa cadere a terra oltre l’uscio rotolando lontano. Quando
riesce a fermarsi è già in ginocchio, teso,
pronto alla lotta rivolto verso la porta. Dean riesce miracolosamente a
non inciampare sul fratello a terra e si volta appena in tempo per
vedere i fantasmi presi dalle fiamme, contorcersi tra le urla e svanire
nell’aria. Si volta ancora in affanno per la corsa, cercando
la ragione della loro fortuna, ma non c’è nessuno
dietro le loro spalle. Cerca lo sguardo del fratello incredulo. - Che
diavolo…? - Torna
a fissare il punto in cui i fantasmi sono bruciati ma non
c’è nulla che giustifichi l’accaduto.
Sam
è sorpreso quanto il fratello, ma in un attimo il suo
cervello torna al motivo per cui sono in quello storage. - Dean!
Le ali!
Dean
afferra al volo il pensiero del fratello e si ributta di corsa nel
corridoio seguito dal più giovane. Quando si affaccia
sull’entrata del box non riesce a credere a quello che vede:
un uomo in jeans e camicia nera tiene i palmi delle mani poggiati sulle
ali. Cerca di entrare per fermarlo ma non riesce a muoversi, qualcosa
lo blocca e gli impedisce i movimenti. È la sensazione di un
secondo, poi sente l’uomo mormorare qualcosa in latino e un
istante dopo è scomparso con le ali. Sam, alle
spalle di Dean, fa appena in tempo a vedere una fugace immagine delle
ali che scompaiono dalla loro vista.
-
Diamine!
Dean, ma cosa…? Cosa è successo?
-
Non ne ho idea…
Dean
continua a fissare il punto dove fino a poco prima c’erano le
ali. Un moto di sconforto gli riempie il petto e si trasforma in rabbia
l’attimo successivo. Com’è potuto
succedere?
Poi
pian piano tutta la situazione diventa più chiara nella sua
mente e realizza in quale casino si sono infilati, ma soprattutto in
quale casino hanno infilato Cass. -
Avverto Cass. - informa
secco il fratello prendendo il telefono.
-
Aspetta!
Prima cerchiamo di riordinare le idee: che cazzo è successo?
-
Cosa vuoi che ne sappia Sam! - sbotta
contro il fratello - Siamo
stati attaccati dai Diabolik e Eva Kant dei non morti, che vuoi che
m’importi?
-
Cos’hai
visto Dean? Perché non l’hai fermato? - Sam,
arrabbiato a sua volta, vuole capire. Perchè dei fantasmi li
hanno attaccati? Chi li ha scacciati, e chi o cosa ha preso le ali?
-
Perché
non riuscivo a muovermi! Quel bastardo deve aver fatto
qualcosa… -
risponde distrattamente Dean mentre scrive sul telefono - Il
problema è un’altro adesso! Cass sta bluffando col
Diavolo senza nemmeno una coppia di fanti e non lo sa.
-
Cazzo cazzo!- dice
esasperato Sam con le mani nei capelli. - Hai
detto bastardo, allora c’era qualcuno? Siamo nella merda
amico!
Dean
mette via il telefono. - Sì,
un tizio, biondo, capelli corti, un metro e ottanta circa, camicia
nera, jeans, scarpe da tennis… magro. Ha biascicato qualcosa
in Latino e poi è sparito con le ali - dice
cercando di ricordare i dettagli. Poi sente vibrare il telefono nella
tasca e lo riprende.
da
Cass a Dean:
“Venite
qui”
-
Cass dice di raggiungerlo. - avverte
avviandosi verso il corridoio.
Sam
rimane per un attimo indietro con lo sguardo fisso
all’interno del box: come hanno potuto farsi fregare
così? Chi è il ladro? Chiaramente uno stregone.
Quando si gira per seguire il fratello poco manca che ci va a sbattere
contro.
-
Contro ordine, dice di aspettare qui.
-
Cosa?
Aspettare qui? Ma che…-
Sam non ha nemmeno la forza di provare a capire la situazione. Sfinito
si appoggia al muro e chiude gli occhi. Venire a Los Angeles si sta
dimostrando una pessima idea. Mentalmente prende nota di ignorare ogni
futura lucina dorata che sarebbe comparsa sul tavolo psichico.
-o-
Sam
ha appena finito di cancellare ogni traccia di file video delle ultime
due ore dal database della sorveglianza quando la luce di due paia di
fari si avvicinano. Le due guardie stanno ancora dormendo in seguito al
tocco soporifero di Castiel, per fortuna. Alza gli occhi e si affretta
ad uscire dal piccolo blocco di metallo e vetro, pistola alla mano.
Dean
chiude di scatto il bagagliaio dell’Impala non appena sente
le auto avvicinarsi e porta la mano alla pistola tenendola dietro la
schiena. Il braccio sinistro gli fà male,
dev’essersi lussato la spalla nella caduta e ogni volta che
respira il movimento della cassa toracica gli procura delle fitte nella
schiena, non ha nessuna voglia di un nuovo scontro.
Una
Volvo di grossa cilindrata grigio metallizzata e una sportiva
decappottabile, una Corvette nera, si arrestano davanti
all’entrata dello storage, a pochi metri da Sam. Dalla prima
scendono Castiel, il demone e un alto uomo nero, dall’altra
un tipo in completo elegante.
-
Ma
bene, ecco i Winchester!
Castiel
cerca subito lo sguardo di Dean che si rilassa appena vedendo
l’angelo. Lo sguardo di Sam invece corre immediatamente
all’uomo in completo: anche con un aspetto diverso lo
riconoscerebbe in mezzo a mille altri. La sua pistola si alza
immediatamente, puntata contro Lucifero. Sa che non serve a nulla, ma
tutta la rabbia, il dolore, la sofferenza che quell’essere ha
causato a lui e a suo fratello fa improvvisamente capolino nella sua
mente, sommandosi al dolore attuale dello scontro con i due fantasmi.
Si sente tremare da cima a fondo, non riesce ad essere lucido, sa solo
che vuole distruggere quel tramite e tutti gli altri tramiti fino ad
arrivare all’essenza del Diavolo.
-
Tu!
- la
voce gli esce in un roco sussurro mentre le gambe si muovono da sole
avvicinandosi alla sua nemesi.
-
Sammy!
-
Dean lo fissa preoccupato e cerca di riportarlo alla ragione ma quando
Sam ha quella faccia non c’è molto da fare. Gli si
piazza davanti afferrandolo per le spalle quando sono ormai a un paio
di passi da Lucifero; lo fissa negli occhi cercando di costringerlo a
guardarlo - Non
ora Sammy, ok?
Non
sa chi sia quell’altro gigante nero sceso dalla macchina ma
non gli piace per nulla, e qualcosa gli dice che la
superiorità numerica potrebbe non bastare questa volta.
Castiel, a sua volta, si piazza sulla traiettoria di tiro tra i
Winchester e il fratello.
-
Sam,
no! - dice
l’angelo.
Lucifer
lancia uno sguardo interdetto al suo vecchio compagno di chiacchierate
notturne, quasi offeso da tanta acredine. - Oh
andiamo Sammy! È così che si saluta un vecchio
compagno di giochi?
-
Stai zitto! - Sam
respira a fatica ormai. La lotta e la rabbia lo stanno mettendo alla
prova. Sono anni che aspetta di ritrovarselo davanti, anni in cui non
ha fatto altro che pensare a come si sarebbe potuto vendicare, pur
sapendo che la vendetta è un atto inutile e disastroso.
-
Ascoltami,
Sammy! Non ora, ok? Dobbiamo recuperare le ali, non sappiamo chi le ha
prese e perché, mi stai ascoltando?
Amenadiel
assiste alla scena con apprensione. Evidentemente ci sono delle
questioni da risolvere, e suo fratello avrebbe fatto meglio a farlo al
più presto se davvero voleva continuare a vivere la sua vita
umana a LA.
Sam
prova a calmarsi controllando il respiro. Lucifero lo sta guardando con
la sua solita arroganza, quel mezzo sorriso odioso. Poi la ragione ha
il sopravvento e nel suo campo visivo compaiono anche lo sguardo
allarmato del fratello e quello serio e deciso di Cass.
-
Ok...ok.
- abbassa
la pistola ma senza ancora riuscire a rilassare i muscoli. Il cuore gli
batte a mille. - È
tutto ok.
Dean
gli dà una pacca sulla spalla con aria decisa e si volta
verso i nuovi arrivati.
-
Dean,
cos’è successo?- Castiel
lo guarda con severità. Come hanno potuto farsi sottrarre
quelle cose? Proprio loro?
-
Si,
di grazia, stupide forme di vita primitive, come diamine avete fatto a
farvi fregare le MIE ali da sotto il naso? Dovevate custodirle! - Lucifer
usa un tono pericolosamente basso e rilassato mentre un diabolico
sorriso accende i suoi occhi di terribile pericolo.
Dean
se ne preoccuperebbe se non fosse troppo impegnato a sentirsi una merda
per il modo in cui lo fissa Cass.
-
Fantasmi - risponde
alzando il mento e cercando di dare un tono autorevole a quello che
dice, - ci
hanno attaccato in due e sbattuti fuori dal box e poi, puff, presi
dalle fiamme come se qualcuno gli avesse bruciato il culo.
-
Fantasmi? - ripete
Lucifer con sconcerto. - I
Winchester...bloccati da due Casper? Andiamo! Siete vecchi, miei cari.
Crowley
che era rimasto a dovuta distanza godendosi lo scambio di battute non
riesce a trattenere una risatina, peccato essersi perso lo spettacolo.
Dean
spera di non essere diventato bordeaux ma sente le guance in fiamme, in
ogni caso si rifiuta di abbassare lo sguardo anche se per sicurezza
sposta gli occhi da quelli blu di Cass a quelli scuri di
Lucifero e lo fissa con tutta l’arroganza che riesce a tirare
fuori.
-
C’èra
uno stregone, un tizio biondo, ha preso lui le ali. Ha detto qualcosa
in Latino, un incantesimo, qualcosa come “avloc cumprvunt
dous” o qualcosa del genere.
Crowley
alza le sopracciglia scocciato dall’ignoranza di quei due
inetti. Possibile che dopo una vita a fare i cacciatori avendo a che
fare con streghe e stregoni non sappiano le formule più
elementari in Latino? - “Ad
locum peribunt domus” -
recita facendosi avanti -
“svanisci verso casa”, traduzione libera -
dice sogghignando verso Dean che sente l’impulso di rompergli
il muso, ma decide di soprassedere, per il momento. -
Evocare fantasmi - aggiunge
il demone sovrappensiero - bella
mossa, rischiosa e dispendiosa.
Castiel
guarda il demone incuriosito. -Tu
non ne sai nulla, vero?
Lucifer
porta la sua attenzione al piccolo demone puzzolente sollevando un
sopracciglio.
Sotto
quello sguardo il cuore salta nel petto di Crowley che cerca di non
scappare a nascondersi dietro la prima cosa utile.
-
Non
so fratellino, non mi pare che il cagnolino sia così
coraggioso. Inoltre, ti ricordo, ho spento i suoi poteri.- torna
a osservare i due trogloditi campagnoli. - Velocemente.
Situazione attuale. Voi eravate nei paraggi, ci conosciamo. Vi ho
mandato io a controllare il mio box per prelevare degli oggetti di
vostro interesse. Cassy mi ha detto dei due sorveglianti, non
sarà un problema spiegarli. Avete scoperto il ladro, avete
lottato, vi siete fatti rompere il culo, siamo arrivati noi. Chiaro?
Dean
lo guarda sorpreso. - In
che senso?
-
Oh andiamo Dean! Hai sbattuto la testa? È la vostra versione
per la polizia! - e
mentre lo dice una volante del LAPD svolta l’angolo con i
lampeggianti accesi e si ferma poco dietro la Corvette di Lucifer. Dean
ha appena il tempo di chiedersi cosa c’entri la polizia in
tutta quella situazione quando dall’auto scendono una donna
bionda e un uomo ispanico.
-
Detective!
Finalmente! - Lucifer
si avvicina alla donna con fare sbrigativo. - È
successo di nuovo: hanno di nuovo rubato in una mia
proprietà! Dobbiamo indagare.
Chloe
guarda Lucifer e poi l’intera scena cercando di inquadrare
cosa ci faccia tutta quella gente lì. -
Okay, Lucifer, tu non indaghi proprio un bel niente. Dan -
e si volta per chiamare l’ex marito.
-
Ma detective! Si tratta di cose mie, sai...di nuovo
“quelle”! - guarda
la donna con complicità cercando di ignorare la
disapprovazione mista a rabbia repressa che proviene da Amenadiel.
Avrebbe dovuto trovare un momento per spiegare al fratello quello che
era successo alle sue vere ali. - Quei
due - dice
indicando i Winchester, - hanno
assistito al furto, sono stati loro ad avvisarmi. Sono amici
naturalmente, - prosegue
lanciando un sorriso con occhiolino a Sam, - per
cui collaboreranno senza nessun problema ma, detective, dobbiamo
trovarle!
Dan
ha ascoltato lo sproloquio di Lucifer. Da quando in qua è
così agitato per un caso, anche se è personale?
Ad ogni modo se c’è da indagare quello
è il suo lavoro.
Si
avvicina al gabbiotto della sorveglianza e nota i due uomini accasciati
a terra. - Chloe,
chiama la centrale, fa mandare un’ambulanza!
Chloe
fissa Lucifer con disappunto mentre chiama la centrale per due
ambulanze: anche quei due boscaioli laggiù non sembrano
messi bene. -
Sul serio Lucifer, hanno di nuovo rubato le tue ali? - gli
chiede esasperata tra i denti prima di andare verso
quell’assurdo assembramento umano con passo deciso.
Angolino delle autrici
Hello Darling!
Avevamo lasciato l'angelo e il demone alle prese con Lucifer e con una
scottante rivelazione: le ali rubate! In questo capitolo scopriamo come
i Winchester si sono fatti fregare le appendici piumate da un
misterioso stregone: chi sarà mai questo stregone? Cosa se
ne vorrà fare delle ali di un arcangelo, di Lucifer? Come
reagirà Lucifer e, soprattutto, questo furto
porterà conseguenze sulla sua ritrovata vita indipendente?
Beh, per scoprirlo non vi resta che continuare a seguirci e a leggere
la nostra storia. Io e OcaPenna attendiamo le vostre recensioni, mi
raccomando non dimenticate di lasciarcele!
See ya!
|
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Capitolo 7 *** CAPITOLO 7 ***
CAPITOLO
7
-
Allora,
ha detto che ha visto i due sorveglianti svenuti e si è
diretto all’interno dello storage?
Dan,
per l’ennesima volta, fa ripetere la deposizione al tipo
scorbutico davanti a lui. Sono seduti nella sala interrogatori del
dipartimento da tempo ormai, e la versione dell’uomo non
cambia nemmeno di una virgola.
Dean
sbuffa esasperato alzando gli occhi al cielo e fissa
quell’imbecille palestrato.
-
Sì agente, come le ho già detto le prime quattro
volte.
-
Detective! -
lo corregge;
questi
due non sono decisamente i tipi che Lucifer frequenterebbe
abitualmente, qualcosa non quadra. - Può
descrivermi di nuovo il ladro? Potrebbe farlo per
l’identikit?
Dean
chiude gli occhi esasperato. Meno male che il ketoprofene gli ha almeno
tolto il dolore dal corpo o non avrebbe sopportato quel tizio.
-
Magro, biondo, capelli corti ma non cortissimi, poco mossi, camicia
nera, jeans chiari un po’ larghi, cintura scura, scarpe da
ginnastica bianche, un metro e ottanta circa, corporatura media
tendente al magro, tra i settanta e gli ottanta chili. Non sono
riuscito a vederlo in faccia.
Dan
alza un sopracciglio. Il modo calcolatore e accurato con cui ha
descritto il ladro non è da civile, ma da forze
dell’ordine, o armate.
-
Signor
Sieger la prego, mi dica ancora una volta, in quanti erano? Lei e il
suo amico…
-
Fratello, Sammy è mio fratello…
-
Fratello...lei e suo fratello siete stati trovati in possesso di armi
da fuoco non registrate, ma non hanno sparato. Perchè?
-
Mi sta chiedendo perché non ho ammazzato un tizio disarmato
sparandogli alle spalle?- chiede
Dean guardandolo estenuato.
-
È
evidente che avete lottato, e siete stati sopraffatti. Da quante
persone?
Dean
fa un respiro profondo e cerca di ricordarsi il borbottio di Lucifero. -
Solo uno, ma ero troppo impegnato a farmi prendere a calci per vederlo
bene. - Quella
storia fa acqua da tutte le parti e lo sa ma, cercare di spiegare a Big
Jim dei fantasmi gli pare poco probabile.
-
Avete lottato ma non l’ha visto in faccia.
-
Bravo - risponde
con un sorriso falso.
Dan
sospira. Certamente questo tizio non sta dicendo tutta la
verità. Beh, avrebbero confrontato le due versioni e
valutato le prove.
-
Bene,
grazie Signor Sieger. La prego di attendere qui ancora per qualche
minuto, le manderò in ogni caso un disegnatore per
l’identikit.
Il
detective si alza e lascia la stanza senza fretta. Tutta questa storia
pare a Dan letteralmente assurda, e ancora una volta
c’è di mezzo Lucifer.
-o-
Nella
sala interrogatori vicina anche Sam è messo a dura prova.
Nello scontro ha riportato un paio di costole incrinate e una leggera
commozione cerebrale oltre a qualche taglio, e ha un terribile mal di
testa, cosa che di certo non aiuta.
-
Come
le ho detto prima, Detective, l’uomo era alto, magro, capelli
biondi, indossava jeans, camicia nera e scarpe da ginnastica bianche,
uno e ottanta circa di altezza, sugli 80 kg, abbastanza forte da
sopraffare entrambi. Buon lottatore. Era disarmato ma quel box era
pieno di oggetti, non ha esitato ad usarli contro di noi.
-
Uhm certo… e non sapete che cosa abbia preso dal box?
Chloe
passa oltre anche se non è per nulla convinta che quel
gigante e suo fratello possano essere stati atterrati da un solo uomo,
nemmeno se armato di spranga.
Sam
sospira. - Si
Detective, lo sappiamo.
-
E volete renderci partecipi? - chiede
stizzita; per essere un testimone amico, quel ragazzo è
reticente e sta dando una versione dei fatti del tutto inattendibile
anche se coerente a se stesso.
-
Come ha detto...Lui, hanno preso le sue ali. - Sam
risponde con voce ferma e sguardo fisso negli occhi della donna.
È infastidito dall’essere stato imbeccato da
Lucifero sulla versione da dare, ma deve concordare che è
l’unico modo per uscire da lì in fretta. Quando
pensa al Diavolo la vecchia rabbia fa ancora capolino. Di certo non
capisce perché questa donna sappia delle ali...o quanto
profonda sia la sua conoscenza.
-
Le ali, certo; quindi c’erano dei complici
-
No,
c’era solo il ladro. Non abbiamo visto nessun altro. - Sam
è stanco, l’antidolorifico lo sta stordendo e
vuole solo farsi una doccia.
Chloe
scuote la testa infastidita per l’assurdità di
quella situazione. Lucifer le sta mentendo o comunque non le dice le
cose per come stanno.È sempre così quando ci sono
di mezzo quelle assurde ali, prima o poi avrebbe capito
perché tanto rumore per dei giocattolini di plastica. In
ogni caso è chiaro che non riuscirà ad ottenere
di più da quel ragazzo. Lo sta torchiando ormai da
un’ora e non riesce a schiodarlo da quella versione insensata.
-
Va
bene, senti, non so cosa ci facciate tu e tuo fratello con Lucifer e in
tutta questa storia
- dice fissandolo - ma
ne verrò a capo, capito?
Sam
la guarda senza tradire null’altro se non fastidio.
-
Chieda
a Lucifero, Detective.
-o-
-
Devi farli uscire da lì! - Castiel
è agitato, l'idea di Dean e Sam nelle mani della polizia non
gli piace nemmeno un po'.
-Tranquillo
Cassy, vedrai che a breve te li restituiranno così avrai di
nuovo i tuoi cuccioli. - Lucifer
è quasi infastidito dall'impazienza del minore dei suoi
fratelli. Seduto su di una sedia nella sala caffè del
dipartimento giocherella svogliato con dei fogli di carta facendone
aeroplanini.
-
Le avevi bruciate. - Amenadiel
è in piedi, gambe larghe e braccia conserte, sguardo fisso
verso il via e vai di agenti nell'ufficio.
-
Finalmente parli! - il
Diavolo allarga le braccia e ruota gli occhi al cielo.
- Si, io ho bruciato un paio di ali, ma non erano esattamente quelle
vere, ecco.
-
Per tutto questo tempo mi hai mentito.
-
Non esattamente, ho omesso il particolare dello scambio di ali. In
fondo ti avevo detto che se non potevo averle io non le avrebbe avute
nessun altro, e così è stato fino a quando questi
imbecilli non se le sono fatte rubare da sotto il naso. Inoltre io non
mento, al massimo ometto cose o sistemo la faccenda affinché
non risulti vera per me!
Amenadiel
è furioso con suo fratello.
-
Ti rendi conto che le tue ali sono alla mercè di uno
stregone? Non hai imparato nulla dalla faccenda di Uriel?
Sentendo
il nome del fratello Castiel piega la testa corrucciato. -
Uriel? Che faccenda?
Lucifer
si irrigidisce e si alza in piedi.
-
Non...nominare...Uriel! -
la tensione è palpabile e Castiel non può fare a
meno di chiedersi cosa c’entri l'angelo poeta. Amenadiel ora
si è girato avvicinandosi minaccioso al Diavolo.
-
Luci sei una continua delusione. Potevi dirmi delle ali, almeno dopo
che ti ho aiutato con Chloe e che ho rinnegato nostro Padre!
Quelle
parole sono uno shock per Castiel. Amenadiel, il maggiore tra gli
arcangeli, ha rinnegato il Padre? Ne aveva abbastanza!
-
Hey, rotti in culo!
I
due fratelli di Castiel si bloccano entrambi e si girano verso di lui.
Amenadiel non può credere alle sue orecchie:
quell’insignificante serafino osa parlare così a
loro? In un attimo è a pochi centimetri dal piccolo angelo e
lo solleva letteralmente di peso afferrandolo per il bavero del trench.
-
No Amenadiel! - Lucifer
allontana il maggiore da Castiel, -
Non toccare Cassy! Gli devo un favore, è stato l'unico a
darmi fiducia quando nessuno osava farlo. Cassy, te lo prometto, ti
spiegherò tutto ma non qui, non è il posto ideale.
-
Va bene, ma fai uscire da qui Dean e Sam!
Fuori
dalla sala caffè Chloe e Dan hanno assistito allo scontro
tra fratelli. Non hanno potuto afferrare quasi nulla di quanto si sono
detti, ma è chiaro che non è stata una piacevole
riunione.
-
È quasi inquietante. Lucifer ha la famiglia più
strana che abbia mai visto. Spunta un nuovo fratello e sembra un
esattore delle tasse.- dice
Dan a Chloe.
-
Si beh, sarà stato adottato pure lui. -
la donna osserva l'ultimo dei fratelli di Lucifer. Come l'uomo
è moro, ma le somiglianze si fermano lì. La
postura, gli occhi, l'espressione, sono totalmente diversi da quelli di
Lucifer. Si chiede quanti altri ce ne siano in giro. In ogni caso,
Amenadiel non pare felice di vederlo e la cosa sembra reciproca, mentre
Lucifer è inspiegabilmente protettivo.
Dan
continua ad osservare lo scambio di battute accalorate all'interno
dello stanzino.
-
Cosa facciamo con quei due in sala interrogatori?- chiede
alla donna
che
si volta tornando a prestargli attenzione.
-
Ẻ inutile tenerli lì, le loro versioni sono assurde ma
coincidono e non diranno una parola di più.
-
E come facciamo per la questione delle armi non registrate?
Chloe
fa di tutto per rimanere concentrata sulla discussione con Dan ma la
sua attenzione continua a essere catturata da qualunque cosa stia
avvenendo tra Lucifer e i suoi fratelli.
In
quel momento le squilla il telefono, una chiamata da Ella.
“Ciao
Chloe! Senti c’è qui con me un certo agente Blaine
dell’FBI e… uhm… dice, dice che avete
arrestato due colleghi sotto copertura…”
Chloe,
sorpresa, guarda Dan sgranando gli occhi e copre il microfono per
riferirgli la notizia.
Dan
non sa se ridere o gettarsi sotto il primo autotreno che passa
sull’interstatale. Ci mancava solo quello, ma
perchè non rivelarsi come Agenti dell’FBI fin da
subito se è vero?
-
Che
facciamo ora? - chiede
alla donna.
-
Okay
Ella, passamelo.
Dopo
un momento di silenzio, Chloe sente una voce roca e bassa
dall’altra parte dell’apparecchio
dall’accento curiosamente britannico.
“Detective
Decker.”
-
Agente Blaine, perché i suoi colleghi non si sono
identificati al posto di inventarsi quella storia assurda? Cosa sta
succedendo qui?
“Sarei
molto felice di accontentare la sua curiosità, detective, se
mi fosse possibile, ma si tratta di un’operazione piuttosto
delicata e non posso discuterne i dettagli. Ora, rilasci i miei uomini
e ci faccia fare il nostro lavoro, da brava.”
La
spocchia nella voce di quell’uomo le manda il sangue alla
testa. Cosa diavolo vuole l’FBI dalle stramaledette ali da
fatina di Lucifer, di nuovo? E come si permette quel borioso imbecille
di venire nella sua giurisdizione a dettare ordini? Non si
dà nemmeno la pena di rispondere e chiude il telefono
stizzita. Guarda Dan furiosa e si trattiene dal tirargli un pugno prima
di andare ad ordinare il rilascio di quei due contaballe.
-
Hey...Chloe!
-
Dan le corre dietro - Che
succede insomma? - la
donna è visibilmente alterata, e quando è in
questo stato è pericoloso starle vicino, ma
l’intera situazione non è per nulla chiara. Dan
è sempre più confuso, chi diavolo sono quei tipi
e cosa c’entrano con quell’idiota di Lucifer?
Chloe
si volta di scatto, rivalutando l’ipotesi di tirargli un
pugno, ma riesce a recuperare un briciolo di lucidità in
tempo per non farlo. Gli occhi le ricadono sul gabbiotto dove quei tre
stanno ancora discutendo.
-
Vai a far rilasciare quei due - dice
a Dan mentre dal trio si stacca Amenadiel che, decisamente
arrabbiato, si allontana verso l’uscita del distretto
passandole accanto senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
Chloe
lo fissa andarsene per un secondo, poi torna sui suoi passi e va decisa
verso la stanza dove Lucifer e suo fratello siedono in un silenzio
carico di tensione.
-
Lucifer!
- il
suo tono è imperativo quando lo chiama, anche più
di quanto avrebbe voluto, - Che
cosa diavolo sta succedendo? Perché non mi hai detto che i
tuoi “amici” sono agenti dell’FBI?
Lucifer
rimane per un attimo sorpreso dal tono della donna, si può
quasi dire che il Diavolo sia confuso, ma un attimo dopo si riprende e,
addirittura leggermente in imbarazzo, trova il coraggio di rispondere.
- Ehm...sì,
ogni tanto lo sono...a volte.
Castiel,
con il suo solito sguardo corrucciato, guarda prima il fratello e poi
la Detective. - Confermo,
sono agenti dell’FBI.
Chloe
guarda entrambi indecisa se essere più incredula o
più furiosa. -
Quando pensavate di dirmelo? E perché L’FBI indaga
sulle tue ali!?
Ogni
volta che dice “ali” ad alta voce si sente una
idiota e questo non aiuta il suo umore.
-
Indaghiamo
su molte cose, Detective.- risponde
Castiel.
-
Anche
troppe.- non
può fare a meno di sussurrare Lucifer.
-
Quindi
sei anche tu dell’FBI! - poi
rivolta a Lucifer - Hai
un fratello nell’FBI? Sul serio?
-
A
quanto pare… non guardarmi così Detective,
è un trauma anche per me! E pensare che credevo fosse uno a
posto.
Chloe
ha appena deciso di essere molto più furiosa che incredula.
Quale diamine è il problema di Lucifer? Ẻ mai
possibile che ogni dannata volta esca fuori una nuova follia lei ci si
faccia sempre immischiare?
-
Vai
all’Inferno - borbotta
sbattendosi la porta alle spalle. Lucifer decide che è
meglio non risponderle che no grazie, all’Inferno ha
già dato. Guarda invece il fratello con sguardo accusatore.
-
Ecco,
grazie infinite! Adesso è addirittura incazzata nera con me,
e tutto per colpa vostra! Ma che vi ho fatto io, si può
sapere? Quando ci siete di mezzo voi per me è sempre un
disastro!
Castiel
è incredulo, quello è davvero suo fratello?
Oddio, nell’arroganza e nella tracotanza lo si vede ancora,
è solo più raffinato e meno stilettante, ma suo
fratello imbarazzato? Poi da come si comporta con
quell’umana, in tutta quella situazione, è davvero
sconcertante. Forse alla fine, dopo tutto quello che ha combinato,
tutto il tempo passato a piangersi addosso e a fare la povera vittima
incompresa, il figlio maltrattato e abbandonato, è impazzito
definitivamente. I segni ci son sempre stati, specie
nell’ultimo periodo prima di Amara, ma fino a questo punto?
Non
importa, ora deve solo pensare a portare via da lì Dean e
Sam e rintracciare le ali.
-
Andiamo,
prendiamo Sam e Dean e torniamo al box, abbiamo del lavoro da fare.
Angolino delle autrici
Povero
Lucifer! Il suo piccolo inganno con le ali è venuto allo
scoperto, e Amenadiel non l'ha propriamente presa bene, ma potete forse
biasimarlo? Le indagini dove porteranno, adesso? Cosa scopriranno i
Winchester sul misterioso ladro stregone? Per saperlo non vi resta che
attendere la prossima settimana!
Mi raccomando, fateci sapere cosa pensate della nostra storia lasciando
una recensione.
Un saluto e alla prossima da OcaPenna e Astral.
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Capitolo 8 *** CAPITOLO 8 ***
CAPITOLO
8
Il
box è troppo piccolo per contenere tutte quelle persone. Tra
poliziotti, proprietario del box in preda a crisi isterica e, a quanto
pare, agenti dell’FBI, quello storage non è mai
stato così affollato.
-
Hey!
-
Ella si affretta verso i suoi colleghi non appena li vede comparire. Fa
un cenno di saluto con la testa a Dan - Come
va? - sembra
nervosa - Allora,
loro sono… ehm… i colleghi dell’agente
Blaine? -
dice facendo un cenno verso Crowley che sembra intento a ispezionare il
punto in cui erano appese le ali. Dan guarda l’interno del
box già pieno di giganti con la scritta FBI sulla fronte. Li
vede confabulare tra di loro osservando la scena. Lucifer passa
dall’uno all’altro sfiorando con eleganza
l’ammasso di ciarpame conservato lì dentro.
Nessuno dei suoi “amici” pare felice quando rivolge
loro la parola. “Bene”
pensa,
“non
sta molto simpatico neppure a loro, nemmeno al fratello”.
-
A quanto pare sì, Ella - poi
prende la giovane per un braccio e la allontana leggermente
dall’entrata del box. -
Senti, hai trovato qualcosa prima che quei pagliacci cominciassero a
ficcare i loro nasi nelle indagini?
Ella
annuisce. -
Un bel po’ di roba a dire il vero - dice
abbassando il tono della voce con aria complice - Un
sacco di polvere, peli, escrementi di ratti ma - e
fa una pausa per assicurarsi che nessuno li veda -
ho trovato anche qualcosa di più interessante: una piuma.
-
Ottimo! Porta subito tutto al laboratorio e avverti Chloe.
Intanto
dentro al box quattro presunti agenti dell’FBI devono
vedersela con un Diavolo alquanto agitato.
-
Allora?
C’è qualcosa? Certo che avete fatto un gran
macello, avete rotto un sacco di oggetti e distrutto tutti i glifi,
razza di idioti!
Dean
lancia a Lucifero uno sguardo gelido. Lavorare con quello stronzo
è già abbastanza fastidioso senza che cerchi di
fargli saltare la copertura ogni volta che apre bocca.
Gli
si avvicina abbastanza da non essere sentito da altri. -
Ascoltami bene, razza di coglione, stiamo cercando di ritrovare le tue
fottute ali prima che causino qualche macello, potresti almeno evitare
di metterci i bastoni tra le ruote?
Lucifer
pare scocciato da cotanta tracotanza, infondo lì dentro lui
è l’unico ad avere veramente il diritto per poter
indagare in quanto collaboratore riconosciuto legalmente! Offeso, esce
dal box borbottando riguardo al poco rispetto dimostrato nei suoi
confronti dopo che li ha addirittura aiutati con la polizia! Con un
sospiro pieno di autocommiserazione, va alla ricerca della Detective
Decker quando sente il suo cellulare squillare. Prendendolo in mano
è sorpreso di vedere che è Linda a chiamarlo.
-
Linda!
Quale desiderio ti ha portato a chiamarmi? - risponde
tutto compiaciuto sorridendo.
“Lucifer,
sono qui con Amenadiel…”
-
Oh Linda, credevo avessi gusti migliori! Non ti bastavo io come amante?
- controbatte
Lucifer un po’ deluso.
“Credo
che dovresti venire qui, ci sono delle cose di cui sarebbe il caso che
parlaste”
Il
Diavolo sospira esausto. Che noia, adesso Amenadiel va a piangere anche
da Linda? Povera Dottoressa. -Tranquilla
Linda, vengo a salvarti da quella piaga di mio fratello! - e
chiudendo la telefonata si avvia verso l’uscita sperando di
trovare lungo il percorso la Detective e avvertirla che faccende
personali richiedono la sua attenzione altrove.
-0-
-
Allora, Amenadiel, puoi spiegare a Lucifer perché sei in
collera?
-
Perchè? - Amenadiel
è livido di rabbia, tanto che non riesce a stare seduto e
deve alzarsi e camminare avanti e indietro nel piccolo studio di Linda.
- Perchè
dopo tutto quello che ho fatto per Luci e quello che abbiamo passato,
LUI ancora non si fida di me? Mi ha mentito!
-
Hey! Assolutamente no! Io non posso mentire, ricordi? Ho solo omesso di
dirti che le ali che stavo bruciando non erano quelle vere, semplice!
-
Oh certo! Non è mentire, assolutamente no! Però
poi, dopo qualche mese avresti anche potuto dirmi la verità!
- l’alto
angelo caduto si ferma a un passo dal Diavolo mollemente seduto sul
divanetto puntandogli contro un dito accusatore. Lucifer pare
infastidito più dal dito che dalla furia fraterna.
-
Toglimi
quel dito da davanti, sembri papà!
-
Okay, basta! - Linda
cerca di riportare l’ordine nel suo studio. -
Lucifer, a volte non basta dire “letteralmente” la
verità. Qui non si tratta di aver mentito o meno ma di non
esserti fidato di tuo fratello. Amenadiel, perché pensi che
Lucifer non si sia fidato di te?
Amenadiel
pare pensarci su. Francamente non ne ha idea.- Veramente,
non lo so! Credevo ormai di essermi dimostrato degno di fiducia, di
essermi redento per aver cercato di farlo uccidere, di essere stato
l’inconsapevole strumento di nostro padre nella nascita di
Chloe…
Il
Diavolo si muove a disagio sul suo posto. - In
realtà...dopo tutto questo tempo mi ero persino scordato
delle ali…- dice
rivolto più a Linda che al fratello iroso.
-
Quindi non ne avevi più parlato ad Amenadiel per…
distrazione? - chiede
per conferma la dottoressa al Diavolo.
-
Beh sai, tra il Lux, i casi, tutto quello che è successo da
Uriel in poi...alle ali non ci ho più pensato.
-
Amenadiel, cosa pensi di questo?
L’angelo
interpellato guarda il fratello a bocca aperta. -Ti
eri scordato delle tue ali? Ma sei serio?
Lucifer
non sa più dove guardare. Ok, era stato un po’
disattento con le sue appendici piumate, ma insomma non potevano certo
pensare che rivelare la loro rinata presenza al fratello fosse tra i
primi pensieri del Diavolo.
-
Senti,
adesso non è questo il vero problema, ok? Il problema
è che degli idioti se le sono fatte rubare da sotto il naso,
e a causa di questo noi stiamo addirittura litigando! Quando ci sono di
mezzo quei quattro è sempre così, sono una
persecuzione! Non gli ho dato più noia da anni, avrebbero
anche potuto fare lo stesso con me, e invece no! Eccoli che spuntano a
Los Angeles a incasinare tutto! - Lucifer
pensa di essere riuscito a sviare le attenzioni su altri problemi in
modo che la sua svista passi in secondo piano. In effetti si sente in
colpa per non aver detto al fratello delle ali, ma davvero, se ne era
dimenticato!
Amenadiel
torna a sedersi sul divano, accanto a Lucifer, con un tonfo e un
sospiro. - In
effetti...ma avresti dovuto aspettartelo: non è che li hai
trattati molto bene.
-
Fermi un secondo… di chi stiamo parlando ora? - nella
mente di Linda si profila per un momento l’idea di qualche
nuova calamità soprannaturale con grossi problemi familiari
e le vengono i brividi: due angeli e un demone sono abbastanza per
qualsiasi psicoterapeuta.
-
O
beh - risponde
evasivo Lucifer,
- solo di vecchi residui del mio passato tornati prepotentemente a
ricordarmi ciò che ero. Una seccatura insomma. Ah, e anche
il mio caro fratellino, l’unico che mi abbia dato fiducia
prima di venire qui.
Linda
sgrana gli occhi verso quello che ha accettato essere il Diavolo. -
Un altro? Un altro angelo?
-
Si certo, con la sua scimmietta personale e il mio giocattolino
preferito. Ah, c’è anche il mio vecchio cagnolino.
Linda
è abbastanza sicura di non voler sapere
nient’altro al riguardo. -
Va bene, in ogni caso la mancanza di fiducia che Amenadiel avverte,
credi che sia colpa loro? Non pensi che ci sia tra voi due qualcosa che
dovrebbe funzionare in modo diverso?
Lucifer
la guarda stranito. -
No no, è decisamente colpa di quei quattro piantagrane!
Andava tutto perfettamente tra di noi fino al loro arrivo, a parte il
fatto che Amenadiel è noioso e non sa divertirsi.
-
Ma non mi hai detto delle ali.
Lucifer
lancia uno sguardo spazientito al fratello lagnoso. -
Me ne ero dimenticato! Semplice svista! Se me ne fossi ricordato te ne
avrei parlato, davvero!
-
Amenadiel, puoi credere che Lucifer sia sincero ora?
L’angelo
caduto guarda prima Linda e poi il fratello. Per quanto gli costi
ammetterlo, è davvero così. Abbassando lo sguardo
usa solo un filo di voce. - Si,
se lo dice deve essere per forza così, è la
verità.
-
Bene!
Questo è un progresso importante. Adesso, - Linda
sa che si pentirà di quello che sta per dire ma
d’altra parte è il suo lavoro, più o
meno - parlatemi
di questo nuovo fratello.
-Oh
il caro Cassy!- dice
Lucifer battendo le mani deliziato e con un gran sorriso sul volto. - Un
vero esempio di fedeltà angelica, così puro,
così buono, sempre pronto a obbedire ad ogni ordine di
papà! Eppure, eppure c’è un
po’ di me in lui - continua
orgoglioso, - al
punto di aver deciso di lasciare il Paradiso e di abitare con degli
umani, ci puoi credere? Oh non pensare, lui non ha rinnegato il babbo
come Amenadiel, assolutamente no! Anzi, nonostante tutto quello che
papà lo ha costretto a fare, dopo tutti i guai che, da bravo
fratellino minore, ci ha causato (dico “ci” ma
intendo agli altri angeli eh), dopo che è andato contro gli
ordini dei suoi fratelli maggiori, lui è sempre e ancora
pieno di fede e fedeltà! E, naturalmente, papà
stravede per lui, al punto da permettergli ogni cosa!
Amenadiel
alza al cielo gli occhi con disappunto.
-
Che cosa c’è Amenadiel? Non mi sembri convinto.
-
Castiel è una piaga! Ha tradito tutti noi, disobbedito,
discusso, ha preferito degli umani ai suoi fratelli, e nonostante
questo, e tanto altro, papà è sempre dalla sua
parte. Io ho osato mettere in dubbio la validità delle Sue
azioni...e sono senza grazia!
-
Quindi sei in collera anche con Castiel? - vuole
sapere la Dottoressa.
Lucifer
rivolge uno sguardo incuriosito al fratello il quale distoglie il suo
senza rispondere. - Ma
guarda...davvero? E per quale dei tanti motivi ce l’hai con
lui? Forse perché Castiel mi ha aiutato a lasciare
l’Inferno? - chiede
con vera curiosità Lucifer.
-
L’Inferno, certo… - Linda
non riesce a fare a meno di mormorare e cercare una via di fuga visiva
puntando gli occhi sulla finestra illuminata dello studio.
-
Castiel
non si merita tutti i favori ricevuti dal babbo - sussurra
Amenadiel tenendo lo sguardo basso, - è
solo un serafino, un soldato! Non dovrebbe avere tutte queste
libertà e non capisco perché papà si
sia rivolto a lui in tante occasioni…
Il
problema per Linda è che in una situazione simile direbbe
qualcosa riguardo al rapporto genitore-figlio, ma quando il genitore
è Dio sembra tutto più complicato. -
Va bene, credo che sia necessario continuare questa discussione insieme
a questo… come si chiama? Castiel.
-
Ma
che splendida idea Linda! - Lucifer
si accende in un gran sorriso. - Così
Amenadiel potrà chiarirsi con Cassy. Inoltre, potrai curare
l’insano attaccamento che il nostro fratellino ha con i suoi
due cagnolini. Insomma...uno è mio, ma non si accontenta
della sua fidanzatina, vuole anche la mia!
Linda
strizza gli occhi scuotendo la testa per non pensare
all’assurdità della situazione. -
Molto bene - dice
alzandosi - ora
però dovete andarvene, ho altri pazienti.-
dice aprendo la porta in un gesto di commiato.
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Capitolo 9 *** CAPITOLO 9 ***
CAPITOLO
9
-
Grazie
James, ti devo un favore. Salutami Portia.
Sam
chiude la chiamata sul cellulare e sottolinea alcune parole su di un
foglio. - Bene
Dean, James ci ha dato il nome di alcuni negozi dove trovare
ingredienti per incantesimi e anche nomi di ricettatori di oggetti rari
e potenti. Aggiungendo questi nomi a quelli che abbiamo trovato con una
semplice ricerca online direi che abbiamo un po’ di lavoro da
fare.
-
Fantastico! Saranno persone adorabili. - a
Dean non piacciono le streghe, gli stregoni e chiunque pensi che una
zampa di gallina possa essere un soprammobile accettabile. Avrebbe
preferito di gran lunga tagliare la testa a un mucchio di vampiri.
-
Dobbiamo
pur cercare un punto di partenza per capire chi sia il ladro e dove
trovarlo. Con l’elenco di ingredienti che ci ha fornito
Crowley, per gli incantesimi necessari ad evocare fantasmi, dovremmo
riuscire a trovare qualcosa - spiega
per l’ennesima volta Sam al fratello reticente. Sa che per
Dean le ricerche sono una noia mortale, ma anche quelle sono
necessarie. -Vedrai
che non ci metteremo molto. Portiamoci però dietro i
tesserini dell’FBI, ho come l’impressione che non
riusciremo a muoverci in modo libero come facciamo di solito: abbiamo
attirato l’attenzione della polizia e ci terranno
d’occhio.
Dean
annuisce, Sammy ha ragione. Si sono andati a infilare in un bel
pasticcio e il modo in cui continuava a squadrarli quello scimmione del
LAPD nel box non era affatto rassicurante. La tipa della scientifica
non era male però.
-
Ci
toccheranno i completi, allora. - dice
con un cenno alla valigia dei vestiti.
-
Per
indagare nell’ambiente esoterico? Ci riempirebbero di
maledizioni…-
controbatte Sam con una smorfia.
-
Che vuoi fare? Vestiti così urliamo
“cacciatori” da chilometri di distanza.
-
Che ne dici del travestimento “fratelli nel rock”
che abbiamo già usato qui l’ultima volta che siamo
venuti?
Dean
accarezza l’idea di rispolverare il chiodo in pelle nera,
almeno un lato positivo in quella storia c’è.
-0-
Escono
a mani vuote dall’ennesimo negozio pieno di acchiappasogni,
barattoli ricolmi di erbe e fiori essiccati di ogni tipo e genere, e
soprattutto quel terribile odore d’incenso. Dean odia
l’incenso. E odia i quarantenni coi capelli lunghi e le
magliette da hippy, tanto peggio se smerciavano roba alle streghe. In
ogni caso, è stato l’ennesimo buco
nell’acqua.
-
Che facciamo ora? Io ho fame…- chiede
al fratello.
Sam
sospira. Hanno girato tutto il giorno tra un negozio e
l’altro, parlando con una quantità impressionante
di wiccan, esoteristi autoproclamati grandi esperti visitando
seminterrati pieni di muffa, e non hanno trovato una singola traccia: a
Los Angeles nessuno ha più evocato fantasmi da almeno 40
anni.
-
Ok,
telefoniamo a Cass e sentiamo come sono messi loro. Possiamo darci
appuntamento da qualche parte, ho fame anch’io.
Dean
tira fuori al volo il telefono. -
Hei Cass, come vanno le cose lì?
“Dean.
Nessuna buona notizia, non abbiamo trovato nulla. Crowley in questo
momento sta...torchiando...l’ultimo dei suoi
contatti” il
tono dell’angelo pare contrariato. Quella giornata con il
demone si è rivelata un disastro sotto molti punti di vista.
“Ah
Dean...ad un certo punto abbiamo dovuto seminare dei poliziotti, ci son
stati dietro per quasi tutto il giorno”.
Dean
alza gli occhi al cielo imprecando mentalmente. -
Okay, Cass. Facciamo una pausa, va bene? Io e Sammy dobbiamo mangiare,
c’è un posto sulla terza strada che fa degli hot
dog strepitosi, ti mando la posizione sul telefono.
“Si
ti prego, voglio un po’ di tregua dalla compagnia di
quell’essere…”
-0-
Sam
continua a guardare i suoi appunti mentre, seduto ad un tavolo del fast
food, aspetta con il fratello l’arrivo di Cass e del demone.
Qualcosa deve essergli sfuggito, è impossibile che non si
riesca a trovare nulla da nessuna parte.
-
Ci
manca qualcosa. - dice
sovrappensiero senza rivolgersi a nessuno in particolare.
-
Uhmm… forse hai ragione, dovrei prendere anche le patatine a
parte. -
conferma il fratello scrutando il menù.
-
Dean! - Sam
getta gli occhi al cielo, - Sto
parlando delle indagini!
Dean
posa il menù e torna con la mente sul caso.
-
Sì, okay okay… che posso dirti? Abbiamo
setacciato tutti questi posti puzzolenti. A quanto pare aveva una sua
scorta personale presa chissà dove e chissà
quando; quello che mi chiedo, è cosa voglia farne delle ali
se non sta cercando di rivenderle.
Sam
guarda pensieroso il fratello. Anche lui si è chiesto cosa
si potesse fare con delle ali d’angelo, ma a parte il
venderle o il rimirarle non ha altre idee. Fossero stati al bunker si
sarebbe chiuso in biblioteca e non ne sarebbe uscito se non con la
risposta in mano, ma lì a LA…
-
Non
so che dire, magari Cass potrebbe avere qualche idea sul loro utilizzo.
Dean
scuote la testa sbuffando. -
Sono ali d’angelo. Voglio dire, magari servono per qualche
incantesimo. Insomma, avranno un certo potere suppongo. - prova
ad azzardare Dean.
In
quel momento vede entrare Cass seguito da Lucifero e da Crowley e fa un
cenno all’amico che li cerca con lo sguardo. Fantastico, una
bella cena con lo spilungone malefico, come se non bastasse Crowley. Ha
la reazione automatica di controllare la presenza del coltello sotto la
giacca e nota che anche il fratello si è irrigidito. Gli
lancia un’occhiata d’intesa, al primo passo falso
di Lucifero sono pronti.
Castiel
si avvicina al tavolo dove sono seduti i Winchester e con uno sguardo
carico di scuse, senza neppure sedersi, li guarda entrambi. - Mi
ha chiamato poco dopo di te Dean, ed è stato abbastanza
fastidioso e insistente…
-
Oh, ecco i nostri due taglialegna preferiti travestiti da cosa, una
brutta copia dei Kiss senza trucco? Ma che bel posticino avete scelto,
davvero di classe.- Lucifer
prende una sedia e si accomoda senza nemmeno attendere che lo invitino
o che lo faccia il fratello prima di lui. - Allora,
avete trovato qualcosa? Ahhh ecco la cameriera! Dolcezza? Dolcezza
vogliamo ordinare!
Sospirando,
Castiel si siede vicino a Dean guardando l’arcangelo
perennemente su di giri, mentre Crowley prende l’ultima sedia
libera ben contento che ci sia qualcuno a fargli da scudo da Lucifer.
Sam, se possibile, si irrigidisce ancora di più lanciando al
fratello uno sguardo d’accusa come a dire “è
tutta colpa tua”:
L’essere seduto tra Lucifero e Crowley è
l’ultima cosa che avrebbe voluto per completare quella
giornata.
-
Cosa si mangia di buono? - chiede
Crowley allungandosi sul tavolo per rubare il menù a Dean.
L’uomo sta per insultarlo facendogli notare che quelli della
sua specie non mangiano, ma i due tizi appena entrati lo distraggono.
-
Hey - dice
sottovoce rivolto a Cass - quei
due tizi, li avete già visti? Erano loro a seguirvi?
Crowley
lo sente e si volta di scatto a guardare. -
Di nuovo! - poi
rivolto a Castiel - Se
mi avessi lasciato fare… posso ucciderli ora?
L’angelo
sospira esasperato. Che giornata pesante… - No,
non uccidi nessuno, non più!
Il
demone sbuffa alzando gli occhi al cielo. Angeli! Lucifer segue lo
sguardo del Winchester maggiore e riconosce due dei poliziotti del
distretto di Chloe. Alza la mano e li saluta: -Hey,
agente Ciambella, anche tu qui? Vi inviterei al tavolo ma...siamo
già troppi! Buona cena eh!
Sam
si copre il volto con una mano mentre pensa per l’ennesima
volta che venire a Los Angeles sia stato un madornale errore. Castiel
ruba a sua volta il menù dalle mani del demone e lo
restituisce a Dean. Nonostante la fame e Lucifero, quello è
il momento migliore della giornata e l’uomo non
può fare a meno di sorridere davanti alla faccia scocciata
dell’angelo.
-
Abbiamo
dovuto eluderli tutto il giorno...sono tenaci però, non
c’è che dire.
Una
giovane donna intanto si è avvicinata al tavolo con il
blocco per le ordinazioni pronto in mano. - Cosa
posso portarvi, signori?
-
Un doppio cheesburger con patatine extra a parte, e una birra. - risponde
prontamente Dean che, di fronte all’impellenza del cibo,
dimentica ogni poesia.
Lucifer,
con la sicurezza che lo contraddistingue, sorride alla
ragazza che pare andare nel pallone. - Dimmi,
cosa offre la cucina come migliore piatto del giorno?
-
Oh...l’agnello con spezie mediterranee - risponde
la cameriera con voce suadente e un sorriso carico di aspettative.
-
Perfetto,
allora una porzione per me, dolcezza. E la vostra birra belga migliore.
- il
diavolo regala alla povera cameriera anche una strizzata di chiappa e
un occhiolino che strappa una risata sciocca e un’occhiata
involontaria di approvazione da parte di Dean. Sam lancia uno sguardo
disgustato a quell’essere prima di fare la sua ordinazione. -
Per
me un Maharlika Filippino con coca cola.
-
Per me quello che ha ordinato lui - dice
Castiel indicando Dean con la testa.
-
Io prendo un bratwurst con crauti e uno scotch doppio. -
conclude Crowley; la giornata dietro al pennuto è stata
lunga, un po’ di vecchio sapore europeo gli avrebbe fatto
bene.
-
Quindi,
signori, cosa prevede ora il vostro metodo della gentilezza? - chiede
il demone ancora piccato per i borbottii di Castiel riguardo i suoi
metodi.
-
Esatto,
cari -
rimbocca Lucifer, -cos’avete
ricavato dalla vostra giornata di indagini impacciate?- il
Diavolo rivolge ai quattro compagni di cena uno sguardo curioso e
partecipe. Se deve collaborare con loro è meglio se non li
fa irritare troppo, anche se è un compito quasi impossibile
con Dean il quale, dal canto suo, non vede nessun valido motivo per
condividere i propri fallimenti con lui.
-
Non
vedo davvero perché dovremmo parlarne con te anzi, se devo
essere sincero, non vedo perché dovremmo cenare con te!
- gli sbotta addosso l’umano.
-
Semplice,
piccola mente limitata, perché sono le mie ali che vi siete
fatti fregare da sotto il naso! Inoltre, qui sono io che di solito
indaga...conosco l’ambiente meglio di voi. Ah...e ho scoperto
qualcosa mentre risolvevo un altro caso per il dipartimento. - sorride
guardando i due cacciatori, - Qui
sono io il cacciatore migliore!
-
Ascoltami bene, sacco di merda angelica, forse puoi pensare di fare
fessi i tuoi amichetti della polizia ma noi sappiamo chi sei, hai
capito? E non bastano il faccino nuovo e i vestiti da bravo ragazzo, e
nemmeno quello che hai fatto con Amara… resti sempre lo
stesso stronzo che voleva mandare il mondo a puttane.
Crowley
ridacchia meritandosi un’occhiata al vetriolo di Dean. -
Ti presento i Winchester, caro Lucifer, i maestri della riconoscenza.
Salvagli le chiappe un centinaio di volte e niente, del tutto
ininfluente.
Sam
è ancora seduto rigido sulla sedia, sguardo fisso davanti a
se. È combattuto tra il rancore e l’odio che prova
nei confronti di quell’essere diabolico e ciò che
pare essere adesso, e questo lo fa arrabbiare ancora di più.
Non può veramente accettare che sia cambiato, che il suo
cambiamento sia reale, perché così avrebbe voluto
significare non avere più motivo per continuare a provare
rabbia.
Castiel
osserva i due fratelli Winchester e non può fare a meno di
vedere l’ostilità radicata. Sam pare sul punto di
esplodere, e Dean...beh, Dean si comporta come sempre, in modo
irrazionale e aggressivo. - Dean,
-
sospira cercando di attirare l’attenzione
dell’amico, - io
credo...che dovresti dare modo a Lucifer di dimostrare che è
cambiato sul serio.
Dean
fissa gli occhi blu dell’angelo cercando di capire, ma come
al solito la sua espressione resta indecifrabile e lontana.
-Perchè
lo chiami Lucifer? - alla
fine Sam sbotta. È stanco di quella situazione e che ogni
cosa sia andata per il verso sbagliato da quando sono in quella
città.
Castiel
lo osserva stupito piegando la testa da un lato. -Perché
è così che si chiama...adesso, è parte
del suo cambiamento.
-
Cambiamento? Sul serio Cass? Credi che il Diavolo cambi? - chiede
Dean incredulo e irritato ma Crowley interviene prima che Castiel possa
rispondere
-
No Dean, solo i Winchester possono bere sangue di demone, farsi
maledire, un viaggetto all’inferno e uscirne freschi come
fiori di campo! - sbotta
il demone alzandosi e incamminandosi verso il bar.
Dean
lo ignora e torna a rivolgersi all’amico.
Castiel
lo guarda serio e con un velo di malinconia negli occhi. - Dean,
potresti dire che io sono lo stesso Castiel del nostro primo incontro?
O quello che credeva di diventare il nuovo Dio in cielo? Oppure che Sam
sia lo stesso di quando ha bevuto sangue di demone? Oppure...tu, sei lo
stesso Dean di prima della permanenza all’inferno come
torturatore di anime?
Dean
si sforza per non abbassare lo sguardo, non c’è
nessun giudizio negli occhi dell’angelo e in qualche modo si
sente al sicuro dentro quel blu, nonostante la vergogna. Castiel ha
ragione, solo avrebbe preferito non ricordarsi dell’Inferno e
avrebbe preferito che non lo ricordasse nemmeno Sammy.
-
Dean...chiunque
può cambiare, anche un angelo, anche Dio.
Lucifer
guarda il fratellino con sguardo sorpreso: nonostante i loro dissapori
passati, e la sua essenza fastidiosamente angelica, la permanenza tra
gli umani l’ha reso meno ottuso.
Sam
non lo può accettare. Sa che le parole di Cass sono sensate,
ragionevoli, ma comunque non ci riesce, non può ammettere
con se stesso che Lucifero sia, adesso, qualcuno che agisce contro i
criminali collaborando con la polizia. Stringendo i pugni, con sguardo
basso e solo un filo di voce resa roca dalla tensione, si alza dalla
sedia. - Devo
andare a prendere una boccata d’aria pulita.- e
si allontana dal tavolo verso l’esterno del locale senza
guardarsi indietro.
-0-
Crowley
ha deciso che un bicchiere di scotch non può in nessun modo
bastare per quella cena. È tutto il giorno che sopporta il
palo nel culo di Castiel, ma a quello ci ha fatto il callo. Pensare di
fare una bella chiacchierata con i cacciatori e Lucifer insieme va
molto oltre la sua sopportazione. Quel damerino lo mette in agitazione
e onestamente le occhiate di Dean all’angelo gli fanno salire
la glicemia. Dovrebbe esserci una qualche legge per vietare di
diventare patetici a quel modo. Gli torna alla mente il periodo passato
con Dean al Black Spur e con un gesto automatico si riempie il
bicchiere, quello sì che era un Dean che valesse la pena
frequentare. Ha ancora il bicchiere alle labbra quando qualcuno gli
urta il gomito e per poco non si strozza.
-
Oh, mi scusi!
Una
donna sulla quarantina sta cercando di farsi notare dal barista con
scarsi risultati sbracciandosi oltre al bancone. Non si definirebbe
proprio una bellezza, anche se di certo è una che tiene a
far notare il decoltè, quel vestito non lascia molto
all’immaginazione al riguardo e fa bene perché
è un gran bel decoltè che ripaga ampiamente il
fisico un po’ troppo pesante e le gambe tutt’altro
che slanciate. Lo guarda e sorride come se si attendesse una risposta
che lui non ha nessuna voglia di dare, per cui si limita a fingere un
sorriso di cortesia.
-
Beve
da solo? - insiste
la donna con una nota di curiosità nella voce.
-
I miei amici sono impegnati a decidere se scannarsi tra loro oppure no.
- risponde
senza capire bene il motivo della sincerità.
La
donna sorride e si accomoda sullo sgabello di fianco a lui continuando
a fissarlo. -
Ha l’aria di chi si sente messo da parte.
La
donna ha iniziato a tenere un tono a metà tra il distaccato
e l’empatico che suona fuori posto e che lo incuriosisce.
-
Mi scusi - risponde
cambiando del tutto tono - è
parecchio che non… devo aver dimenticato le buone maniere -
dice tendendo la mano con un sorriso -
Rick Blaine…
Linda
gli stringe la mano ed esclama divertita - Come
in Casablanca?!
Crowley
finge una risatina imbarazzata -
Ma io sono molto meglio di Humphrey Bogart.
Con
la coda dell’occhio vede Sam imboccare la porta con passo
deciso.
Linda
continua a fissare quel personaggio singolare domandandosi vagamente
dove sia finita Maze e ringraziando il cielo di non averla intorno
adesso.
-
Beh, signor Blaine, io sono Linda Martin e sono molto felice di
conoscerle, magari potrebbe unirsi…
-
Mi scusi - la
interrompe il demone con una certa fretta - è
stato un piacere conoscerla ma ora devo davvero andare.
E
afferrando la bottiglia di scotch al volo si volta e se ne va per
cercare di capire cosa diavolo stia succedendo e lasciando la
dottoressa Martin alquanto interdetta.
-0-
Castiel
segue con uno sguardo sconsolato Sam che esce dalla porta. Pensava che
l’osso più duro da convincere sarebbe stato Dean,
e invece…
-Tranquilli,-
liquida
con un cenno della mano il Diavolo la faccenda, -con
Samantha risolverò presto le nostre discrepanze, conosco
qualcuno che può aiutarlo ad essere meno concentrato su se
stesso e i suoi problemi.
Dean
fa un gran respiro per non mandarlo all’Inferno. A qualunque
scemenza si stia riferendo adesso Lucifero, o Lucifer che sia, non
vuole saperlo. -
Allora, Lucifer, nessuna idea su chi ti abbia preso le ali? - chiede
invece facendo violenza a se stesso.
Lucifer
non può fare a meno di notare il repentino cambiamento del
cacciatore. Sorridendo deliziato guarda prima il fratello e poi Dean.
-Affascinante!
Cassy caro, pende letteralmente dalle tue labbra! In ogni caso, sto
aspettando una persona che vi illuminerà sulla faccenda.
Castiel
si muove a disagio sulla sedia distogliendo lo sguardo da quello di
Lucifer.
In
quel mentre si avvicina al tavolo una panterona nera tutta fasciata in
provocanti abiti in pelle. Senza degnare di uno sguardo gli altri si
rivolge a Lucifer.
- Hey,
ho la descrizione e forse un nome.- il
suo sguardo passa oltre il diavolo. Alza una mano cercando di attirare
l’attenzione di qualcuno.
-
Oh
Mazikeen, quale meraviglia la tua vista.
Crowley
è quasi al tavolo quando si rende conto
dell’arrivo dell’altro demone, ci mancava solo la
pantera da guardia di Lucifer! - Ma
guarda chi si vede! Da quanto tempo Mazy - saluta
con malcelato disappunto e posando una mano sulla spalla della
demonessa. Maze lo guarda ringhiando. Poi scostandosi sposta la sua
attenzione altrove.
-
Hey Linda! Sono qui! - chiama
la donna ignorando tutti quanti.
-
Ma
davvero? Hai portato Linda? Fantastico! - dice
Lucifer illuminandosi di giubilo.
Crowley
si volta stupito riconoscendo la donna del bar. -
Vi conoscete? -
chiede.
Linda
si blocca altrettanto stupita e guarda Maze con aria interrogativa.
Lucifer
si alza in piedi e prende la mano di Linda con calore. - Linda,
tesoro, Maze non mi ha detto che ti saresti unita alla compagnia! Ti
prego, lascia che ti presenti il mio caro fratellino Castiel,
l’angelo più puro che ci sia mai stato in
Paradiso, e anche il più ingenuo...- dice
indicando l’angelo dallo sguardo confuso. - e
questo è Dean Winchester, la sua fidanzatina - aggiunge
con una risatina complice. Poi guarda il demone e il suo sguardo si fa
quasi schifato. - E
lui...colui che si fa chiamare Re degli Inferi, Crowley che, detto tra
noi - dice
avvicinando la bocca all’orecchio della donna, -
è meglio come cagnolino da compagnia: è troppo un
burocrate per essere un vero Re! Poi da qualche
parte...c’è anche la mia fidanzatina, il fratello
del biondo, Sam! Credo che ce l’abbia con me...
Linda
guarda quell’assurdo insieme e pensa con disappunto al fatto
che per una volta c’è un uomo interessante e,
guarda caso, è un altro demone! E quello era il famoso
Castiel… la sua attenzione viene attratta dal volto immobile
dell’angelo: è del tutto diverso dai suoi
fratelli. Anche Castiel la osserva, suo fratello non smette di
stupirlo, un’umana che sa! - Ehm...piacere
- dice
rivolto alla donna con voce bassa e calma.
A
Linda per poco non viene un tuffo al cuore: qualcosa di famiglia in
fondo l’ha preso anche lui. Sente di avere un’aria
del tutto idiota quando risponde con un sorriso ebete a quella voce.
-
Ehm
- Dean
si schiarisce la voce - e
tu chi saresti?
Linda
riprende il controllo e guarda l’uomo che si è
tirato in avanti sul tavolo con un gesto che lascia pochi dubbi sulla
volontà possessiva verso Castiel.
-
Linda
Martin, sono la terapista di Lucifer e - dice
lanciando un’occhiata piena di disappunto a Maze - amica
di un certo demone che mi aveva promesso una serata per sole donne!
Maze
la guarda con occhi spalancati e bocca aperta. - Perchè,
vedi forse uomini a questo tavolo?
-
Mi stai dicendo che tu - dice
Dean scandendo le parole - saresti
“amica” di un demone? E che il Diavolo ha una
terapista? - questo
va davvero oltre quello che è disposto a credere nella vita.
-
Hey
scimmietta! Occhio a come ti rivolgi alla mia amica, chiaro? - minaccia
la demonessa puntando un dito contro l’uomo.
Dean
guarda prima Maze e poi Linda incredulo, poi alza le mani in segno di
resa e scoppia a ridere. -
Qui per me siete tutti impazziti!
-
Oh andiamo Dean! Apri la tua mente limitata! -
gli si rivolge Lucifer, - Guarda
Cassy! Lui si che, nonostante la sua angelica ottusità,
accetta la situazione in modo razionale!
Crowley
si rimette a sedere divertito e aggiunge per punzecchiarlo - Lucy
ha ragione, scoiattolo, in fondo anche noi siamo amici del cuore, dico
bene?
Dean
ha esaurito la sua capacità di essere arrabbiato per quella
giornata e tutto gli sembra solo davvero esilarante, così
non se la prende nemmeno col demone ma scoppia a ridere e si limita a
mandarlo a quel paese. Castiel, notando la reazione di Dean, lo guarda
preoccupato, forse è la stanchezza a farlo reagire in quel
modo. Deve ammettere però che la situazione è
alquanto bizzarra.
Mazikeen
schiocca le dita spazientita per attirare l’attenzione
dell’assemblea. - Hey!
La volete o no l’informazione? - poi
rivolge il suo sguardo a Lucifer. - Al
Corey’s hanno visto un tipo che assomiglia alla descrizione
che mi hai dato, anzi sono stati ancora più precisi: tra i
miei colleghi cacciatori di taglie c’è un tipo
molto bravo coi ritratti - e
con compiaciuta teatralità tira fuori
dall’aderente tasca dei pantaloni un foglio di carta
ripiegato -
Ecco qui il nostro ladro! -
dice aprendo il foglio e mostrandolo a tutti.
-
Mi
stai prendendo in giro Maze? -
controbatte Lucifer prendendo il foglio dalle mani del demone. Su quel
foglio c’è praticamente una versione di se stesso
biondo e con una mascella leggermente più quadrata della
sua. Sulla parte alta del foglio c’è scritto un
nome: Samael.
-0-
-
Sì,
Detective...si sono seduti al tavolo e hanno ordinato da mangiare...- l'agente
O'Connel, che Lucifer chiama Ciambella a causa dell'addome prominente,
è al telefono con il Detective Espinoza. Per tutta la
giornata hanno dovuto pedinare quei quattro assurdi personaggi
attraverso tutta LA, dentro e fuori da assurdi negozi, e son stati
seminati almeno una mezza dozzina di volte, ma grazie al rilevatore gps
nascosto nei loro effetti personali li hanno sempre ritrovati in una
diversa zona della città.
-
Sì,
Detective...no non abbiamo potuto sentire molto dei loro discorsi...il
locale è troppo affollato e non possiamo avvicinarsi di
più...no Detective...si Detective...- odiava
i pedinamenti!
-
Sì...pare
abbiano discusso parecchio...sì...sì Lucifer
è come al solito, Detective, insopportabilmente brillante.
Sì esatto, uno di loro, quello con il cappotto nero, si
è alzato ed è andato al bar del locale.
Sì Detective...no Detective non ha effettuato chiamate.
Sì esatto, poi lo spilungone se n'è andato dal
locale, Mendoza l'ha seguito. Sì, era parecchio alterato,
ancora un po' e prendeva letteralmente fuoco! Sì, secondo
noi ce l'aveva con Lucifer. Sì...no no...no Detective non
è più rientrato. Sì esatto, poi sono
arrivate due donne...sì una era la Dottoressa Martin e
l'altra...sì esatto, sembrava una pantera in pelle nera.
Cosa? No no...no la sventola dall'aspetto terribile ha dato un foglio a
Lucifer...no non abbiamo visto cos'era...no...no però quello
che c'era su quel foglio ha stupito tutti di sicuro, sì
sì. Proprio così, hanno smesso di litigare e
hanno cominciato a confabulare. No non direi...sì poi le
donne se ne sono andate...no loro hanno consumato e se ne sono andati
via. Sì, Detective...sì...certo Detective...va
bene Detective...sì certo, Mendoza ha seguito Lucifer mentre
io sono fuori dal Friendship Motor Inn...sì
esatto...sì è strano che degli agenti dell'FBI
dormano in un posto simile...sì...no hanno dato i nomi falsi
che hanno dato anche a noi per la registrazione...certo, certo
Detective...sì.
La
chiamata si chiude e O'Connel riprende a mangiare il panino che le ha
preparato la moglie la mattina. Sa di vecchio e il pane è
colloso, ma è solo l'inizio dell'appostamento notturno, per
cui anche quello va bene. Mastica pensando che quando c'è di
mezzo quello strano Consulente capitano sempre situazioni senza senso.
“Tieni
duro Ben, mancano solo tre anni alla pensione...solo tre!”.
Angolino delle autrici
Ok, ho saltato un sabato nella pubblicazione
della storia senza avvertire, mea culpa, ed ero quasi tentata di
saltare anche questo sabato per darmi tempo di riprendermi dal finale
di stagione (la dodicesima...) che mi ha lasciato con una seria crisi
depressiva, almeno fino a quando non ho capito che... (ok, voglio far
patire le pene dell'Inferno peggiori che può immaginare il
vecchio Lucifer a quegli sceneggiatori...) nel nostro "what if" tutto
è bello, tutto è positivo, tutto è
come DOVREBBE andare. Con questo pensiero confortante nella testa
(passatemela, vi prego... sono davvero disperata!) che portiamo avanti
l'avventura dei Winchester e l'indagine su chi ha rubato le ali di
Lucifer. Buona lettura e... recensite, recensite recensite!
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Capitolo 10 *** CAPITOLO 10 ***
CAPITOLO
10
Quando
arrivano nel motel Dean lascia sul tavolino il pacchetto che si
è fatto preparare nel locale. Sammy ha bisogno di mangiare.
Non hanno parlato per tutto il tragitto ed è stato uno
sforzo lasciarlo nel suo silenzio; adesso non ce la fa più e
sedendosi sul letto, sfinito, prova a iniziare il discorso.
-
Questa storia è assurda.
Sam
non ha voglia di parlare, non ha voglia di fare nulla a dire il vero,
solo di rimanere sdraiato sul letto a fissare il soffitto. Tutto quello
che rivolge al fratello mentre si raddrizza e riordina le
carte e gli appunti è un mugolio senza particolare
partecipazione.
Dean
si gratta sospirando il sopracciglio sinistro, una vecchia cicatrice
che ogni tanto prude. -
Stai bene, Sammy?- chiede
alla fine perché tanto girarci intorno è inutile.
-Sto
benissimo - risponde
il fratello con voce atona senza guardarlo.
Certo,
come no! I Winchester stanno sempre benissimo… Dean sospira
e si alza, ha bisogno di una doccia. -
Allora mangia e molla quelle carte! -
dice andando a chiudersi in bagno. Sospetta che sarà una
raccomandazione inutile.
Dean
è felice di sentire il getto caldo della doccia sulla
schiena. È stata una giornata devastante dopo un lungo lungo
viaggio. E lavorare così vuol dire vivere in perenne
tensione, chiedendosi quando uno dei demoni deciderà di
tirargli un brutto tiro. Solo ora con il calore dell’acqua e
il vapore, chiuso in un posto sicuro, si può godere la
sensazione dei muscoli che si lasciano andare. Resta sempre quel
fastidioso pensiero di Cass disperso in un locale pieno di stregoni e
merde varie con il Diavolo, Crowley e quell’altro demone
mozzafiato. Chiude gli occhi mentre si insapona la testa e per un
momento Crowley gli sembra quasi una garanzia. Da quando il mondo
è diventato così complicato?
Pochi
minuti dopo Sam lo sente uscire dal bagno. Dà le spalle alla
stanza, seduto sul letto circondato da carte e con il laptop acceso e
in funzione. Deve tenere occupata la mente per non pensare a come si
sente.
Dean
lancia un’occhiata al tavolino. -
Va bene Sammy, adesso basta! - sbotta
mettendosi davanti al fratello mentre si strofina la testa con
l’asciugamano - o
ne parliamo o vai a farti una doccia perché puzzi!
Sam,
sempre senza guardarlo, sospira esasperato mentre si alza. -Ok,
vado a farmi una doccia. - e
senza aspettare repliche, che sa per certo arrivare da un momento
all’altro, si chiude in bagno. Una volta davanti allo
specchio non può fare a meno di studiare il suo riflesso. Da
quando il suo volto è così scavato? Ha delle
rughe...e fin troppe cicatrici. Per un attimo si trova a pensare a cosa
gli restituirebbe lo specchio se invece di abbandonare
l’università avesse continuato quella vita:
avvocato, magari sposato, padre...una vita normale senza demoni,
diavoli, angeli...e tutto il resto della merda che popola ogni santo
giorno della sua vita. Che senso ha pensarci, ormai indietro non si
torna. Con un sospiro cede al desiderio di una doccia purificante,
sperando che insieme alla sporcizia e al sudore si porti via anche un
po’ dell’oscurità che ha addosso.
Dean
vorrebbe dormire lasciando il fratello nel suo brodo ma non ci riesce e
quando esce dalla doccia è ancora seduto contro la testiera
del letto col computer sulle gambe. Alza gli occhi e lo guarda, ha
l’aria devastata. -
Mi vuoi spiegare che cazzo hai?
Sam
sospira. Si siede sul bordo del letto, i gomiti sulle ginocchia, lo
sguardo a terra. A volte il fratello è peggio di lui
riguardo a insistenza. - Dean...è
che...non so, non riesco ad accettare che Lucifero possa essere davvero
cambiato. Non riesco a mettere da parte tutto quello che ho dovuto,
abbiamo dovuto passare a causa sua. Ho così tanta rabbia
dentro...mi soffoca!
Dean
chiude il computer e lo guarda. Può capire i dubbi del
fratello perché sono gli stessi che gli rodono dentro. -
Credi che io l’abbia dimenticato?
-No
ma...io so che quello che provo è sbagliato, irrazionale. La
mia coscienza mi dice una cosa, il mio cuore pieno di rabbia e dolore
un’altra, mi sento spezzare! Quando lo vedo è solo
l’ira che ragiona al mio posto.
Dean
lo guarda e vede tutta la fatica nel suo volto. - Irrazionale?!
Credi che sia da pazzi non fidarsi del Diavolo? -
scuote la testa - Saremmo
matti a fidarci! Ascolta, per come la vedo io al primo segno che non mi
convince… - e
fa un gesto eloquente con la mano. Certo, il suo buon senso sa
benissimo di non poter far molto se Lucifer dovesse decidere di
ammazzarli tutti, ma non è questo il punto ora.
-È
irrazionale non avere fiducia nel cambiamento, non dopo tutto quello
che abbiamo passato noi…- Sam
continua a rimuginare sulla sua lotta interiore. Le parole del fratello
gli danno un po’ di forza, ma si sente sbagliato.
-
Maddai!
Con questa logica finirai a prendere il thè con Crowley! - borbotta
Dean per distendere la tensione per poi tornare serio - Per
noi è diverso, Sammy, non lo abbiamo mai voluto. Tu non lo
hai voluto. Noi abbiamo fatto una scelta.
- dice con uno sforzo perché sa che il discorso vale molto
più per il fratello che per lui.
-
Lo
credi davvero? - risponde
piegando la bocca in un triste sorriso - Non
mi hanno di certo obbligato a farmi di sangue di demone… Non
so Dean, mi sento ad un bivio nella vita, e non so cosa mi aspetta al
di là delle due strade. - dice
sospirando - Lasciamo
perdere dai, andiamo a dormire. Domani sarà
un’altra lunga giornata.
Dean
sospira e si alza per posare il computer. -
Andrà bene, Sammy.
- dice cercando di sembrare convinto mentre spegne la luce.
-0-
Tornare
a sentirsi intero non è niente male. Allontana di un passo
il ricordo del guinzaglio e avvicina un po’ quello del trono.
Certo, fare da tassista per il pennuto non è esattamente
quella che si dice un’attività diabolica, ma ci si
accontenta. La stanza del motel sa di notte e sonno mentre alce e
scoiattolo dormono sereni come bimbi. A dire il vero Dean russa come un
trattore e sbava con la bocca spalancata sul cuscino. Gli passa davanti
il pensiero che una volta avrebbe pagato per trovarsi lì e
fargli saltare le cervella. Invece si serve dal frigo bar, almeno gli
alza il conto.
Castiel,
non appena mette piede nella stanza, si avvicina al letto di Dean e,
con leggerezza, appoggia la sua mano sulla stessa spalla dove anni
prima ha lasciato la sua impronta.
-Dean…
L’uomo
salta seduto sul letto con la pistola in mano imitato dal fratello
armato di pugnale.
-
Buongiorno raggi di sole.
- sorride Crowley dal tavolino.
-
Cazzo, Cass!
- esclama Dean abbassando la pistola. Sam si ributta supino sul letto
cercando di calmare il battito del cuore e di attenuare la scarica di
adrenalina. -Vi
odio…- riesce
a dire tra i denti.
Dean
si alza dal letto finendo a un centimetro dal volto
dell’angelo il quale lo guarda con il suo solito sguardo
immobile.
È
mattina, è appena sveglio ed è di certo per
questo che il corpo di Dean reagisce inopportunamente, cosa che non
sfugge al demone che ridacchia e si schiarisce la voce. -
Vi insaponate la schiena così poi possiamo lavorare?
Dean
gli lancia un’occhiata di odio puro e poi allontana con
gentilezza l’angelo, posandogli le mani sulle braccia, quel
poco che basta per passare senza sbattergli addosso. Forse è
diventato rosso, maledetto demone. -
Fottiti, Crowley - borbotta
andando in bagno.
Il
demone non si scompone finendo la pessima birra. Lo sguardo di Castiel
segue con curiosità l’amico e quando la porta del
bagno si chiude dietro di lui rivolge la sua attenzione
all’altro cacciatore. -Sam,
abbiamo delle novità.
Sam
si tira su a sedere gettando le lunghe gambe fuori dal letto.
Passandosi una mano sul viso cerca di mettere in funzione la mente. -Dacci
un paio di minuti Cass, lasciaci almeno svegliare in modo decente...e
lascia fare colazione a Dean o sarà intrattabile. - e
così dicendo si alza e comincia a vestirsi.
-
Sai
che l’ossessione per cibo e alcol di tuo fratello compensano
altro, vero? -
si diverte Crowley a stuzzicare Sam e poi aggiunge rivolto
all’angelo - Scommetto
che se lo aiuti con la doccia lavora anche digiuno.
Castiel
rivolge un’occhiata piena di astio al demone e poi guarda Sam
con desiderio. -Posso
ucciderlo?
Sam
sorride appena. Oh quanto vorrebbe ucciderlo anche lui… -Mettiti
in fila, amico.
Crowley
gongola della rabbia repressa che provoca. è fin troppo
facile a volte.
Dean
esce dal bagno e, andando verso il letto, gli tira uno scappellotto che
per poco non gli fa andare di traverso la birra, ma non importa
perché è il gesto più amicale che Dean
gli concede dai tempi del Black
Spur.
-
Quali novità? - chiede
il cacciatore infilando la maglietta.
Castiel
lo fissa e con un sospiro comincia a raccontare della loro visita al Corey’s
in compagnia di Lucifer e del demone donna, che tra l’altro
gli ha dato l’impressione di essere uno tra i demoni
più pericolosi che abbia mai incontrato ma anche una tra i
più singolari. -In
conclusione, questo Samael è in città da pochi
giorni. -
così l’angelo termina il resoconto.
-
E ama i gingilli costosi… un tizio ha notato un orologio
piuttosto “singolare”. - dice
Crowley fissando l’angelo e chiedendosi quale problema abbia,
quello è l’unica vera novità e nemmeno
ne fa cenno - Cito
testuale: “veniva dal futuro, sembrava roba da Star
Trek”.
Dean
li fissa con gli occhi sgranati mentre infila il chiodo. -
Stai scherzando? Un fottuto viaggio nel tempo?
Crowley
si stringe nelle spalle. Sam sta elaborando i dati. -Ormai
non mi meraviglierebbe se fosse vero...ma non precipitiamo le cose.
Dite che ha preso una stanza vicino a quel locale? L’avete
rintracciato?
-No
- risponde
Castiel portando la sua attenzione sull’altro cacciatore, - abbiamo
trovato l’appartamento ma è completamente vuoto,
come se non ci fosse mai stato nessuno dentro. In ogni caso il demone
di Lucifer ha detto che terrà d’occhio il luogo
per noi. Quello che sappiamo è che frequenta quasi ogni sera
il Corey’s.
-
Beh, è qualcosa da cui iniziare! - dice
Dean pensando alla colazione che lo attende - vi
muovete? Ho bisogno di un caffè e una bella porzione di
torta.
Crowley
lancia un’occhiata eloquente a Castiel che sottende un mal
celato
“ti avevo avvertito”.
L’angelo, d’altro canto, abbassa lo sguardo quasi
imbarazzato. -In
realtà...io dovrei andare…
Sam
lo fissa incuriosito.
Dean
alza le sopracciglia fissandolo: - Come
sarebbe a dire che devi andare?
-Ho
un appuntamento con mio fratello...Lucifer vuole portarmi non so dove.
Dean
è allibito, cosa ha nella testa Cass? -
Ma sei fuori? Tu non vai da nessuna parte da solo con Lucifer!
-Dean,
è mio fratello, e voglio dargli una possibilità. -
sbotta con esasperazione Castiel. Sapeva che non sarebbe stato facile
far capire la sua posizione al cacciatore. Sente su di sé
anche lo sguardo accusatore di Sam. -
Ragazzi...fidatevi di me!
Dean
lo guarda trattenendosi dal tirargli un cazzotto, imbocca la porta ed
esce sbattendola.
-0-
-
Benvenuto
Castiel.
Linda
è davvero felice che sia venuto e non solo per motivi
professionali.
Castiel
si guarda intorno in imbarazzo. Non capisce perché suo
fratello l’abbia portato in quel luogo. Inoltre, Amenadiel
seduto sul divano emana un‘aura di feroce disapprovazione che
un po’, deve ammetterlo, lo intimorisce: sarà
anche senza grazia, ma rimane uno tra gli angeli più
potenti.
Lucifer,
invece, è deliziato che il fratellino abbia acconsentito a
seguirlo fino dalla Dottoressa. Ovviamente non gli ha detto dove lo
stava portando, qualcosa gli sussurra che altrimenti gli avrebbe girato
le spalle e se ne sarebbe tornato dalle sue scimmiette. - Linda,
sono elettrizzato! Che bella questa riunione fraterna! -
dice sedendosi a sua volta sul divano e afferrando due orsetti gommosi
dalla ciotola sopra il tavolino. Castiel rimane in piedi non sapendo
bene cosa fare, questa situazione è davvero strana.
-
Perché non ti siedi, Castiel? - gli
propone la donna indicandogli una sedia messa di fianco al divano. Poi
rivolta ad Amenadiel - Allora,
Amenadiel, l’ultima volta mi pare che avessi qualcosa da dire
ai tuoi fratelli. Ricordate che siamo qui per cercare di capire gli
altri… non vogliamo attaccarli ma capire le loro ragioni. - dice
stando attenda a calcare bene il concetto, ha il vago di timore di
dover gestire una lite tra entità superiori. Sta rileggendo
la Bibbia di recente e non sembra promettente.
Castiel
si siede e, schiarendosi la voce, si china leggermente verso la donna.
- Mi
scusi ma...io non capisco, che ci faccio qui?
Quella
voce è qualcosa
di… di wow! A Linda non viene un altro termine, si ricompone
sulla sedia cercando di darsi un contegno professionale. -
I tuoi fratelli stanno cercando di risolvere i loro contrasti e
nell’ultima seduta è venuto fuori il bisogno di un
confronto con te, Castiel.
L’angelo
la guarda con occhi spalancati, allibito. Sul serio? -Mi
vuol dire che...questa è una seduta terapeutica? - poi
rivolge uno sguardo al Diavolo e non nasconde il disappunto che prova.
- Scherzi?
Dovremmo cercare le tue ali, non parlare dei nostri problemi!
Linda
guarda con rimprovero Lucifer - Non
glielo avevi detto?
-
Ovvio che no, Linda! Conosco Cassy, è così ligio
al dovere che non sarebbe venuto - risponde
sogghignando Lucifer. La donna scuote la testa esasperata chiedendosi
se Lucifer capirà mai come funziona una terapia.
-Si
certo...a “Cassy” importa solo di Cassy e dei suoi
umani! - interviene
Amenadiel.
Il
Diavolo lo guarda con rimprovero. -Oh
andiamo fratellone! Sii un po’ meno rigido, via quel palo dal
culo!
Castiel
chiude per un attimo gli occhi. Non può credere di essere
seduto in uno studio psicoterapeutico con i suoi fratelli. Inoltre lo
mette a disagio parlare delle sue faccende angeliche con qualcuno che
non siano Dean e Sam. - Non
ho tempo per questa cosa adesso, Lucifer! Su questo non sei
assolutamente cambiato, rimani un egoista in tutto e per tutto!
Ora
Lucifer è offeso. -Ma
non è vero! Lo faccio per voi due, dovete parlare! Amenadiel
in questo periodo è...beh un po’ combattuto
diciamo, e riversa la sua rabbia nei confronti di papà su di
me, e adesso su di te! - guarda
soddisfatto Linda come per dirle che in fondo le sue sedute con lui
sono servite a qualcosa.
-Io
non riverso nulla su di voi! - esclama
infastidito l’alto angelo nero.
Castiel
lo guarda pensieroso. In effetti vorrebbe chiedergli delle cose, capire
cosa gli sia successo.
-
Amenadiel, hai voglia di spiegare a Castiel come ti senti nei suoi
confronti? - chiede
con gentilezza la Dottoressa.
-Cosa
devo dirgli? Che non capisco come lui possa avere ancora la sua grazia
e i favori di nostro padre nonostante quello che ha fatto? Che la sua
sola vista mi dà la nausea?
Linda
interviene prima che possano farlo altri. -
Castiel, tuo fratello si sente punito troppo duramente rispetto a te.
Puoi spiegargli perché hai agito come hai agito?
Castiel
guarda prima la Dottoressa e poi il fratello maggiore con sconcerto - È
questo che ti è successo Amenadiel? Chuck ti ha punito
togliendoti la grazia? Per quale motivo?
-O
semplice- interviene
Lucifer con tono serio e sguardo fisso sul soffitto, - l’ha
solo rinnegato mettendo in discussione i suoi ordini e il suo operato.
Castiel
è senza parole. Ora è tutto più
chiaro. -Capisco,
quindi tu credi che per essermi fatto usare con l’inganno da
Metatron, per aver disubbidito ai miei fratelli esaltati, per aver
difeso gli esseri umani...io avrei meritato una punizione almeno pari
alla tua. Però vedi Amenadiel, in tutto questo io non ho mai
ripudiato Chuck, non gli ho mai voltato le spalle, ho sempre
fatto il suo volere. Ok, a volte l’ho messo in discussione,
ho posto i miei dubbi e la mia coscienza sulla bilancia
contrapponendoli agli ordini, ma le mie scelte non l’hanno
mai deluso. Probabilmente è per questo che invece a me Chuck
ha dato tanto senza mai togliere…
-
Non siamo qui per mettere in discussione le scelte di…
vostro padre - Linda
ha registrato l’uso del nome Chuck ma non le sembra il
momento di chiedere spiegazioni - ma
per capire cosa vogliono dire per voi. Castiel, tu stai dicendo che
rimproveri ad Amenadiel di non capire vostro padre. Come pensi che lo
faccia sentire questo? Non credi che dovresti aiutarlo?
-Io
non ho mai preteso di capire Chuck, ho sempre e solo obbedito. Inoltre,
Lui non ha mai cercato di spiegarmi le sue intenzioni, in
realtà con me non ha mai parlato. Ipotizzo che sia
soddisfatto per il semplice fatto che sono stato premiato, nulla di
più. È Lucifer che ci ha parlato, è
lui che Chuck ha a cuore. Mi spiace Amenadiel, ma nostro padre si sa,
ha le sue preferenze. Io, prima da cherubino e adesso da serafino, me
ne sono sempre fatto una ragione: non sono mai stato abbastanza vicino
a Lui per ricevere altro se non ordini. Mi ha dato la
possibilità di una scelta: continuare a eseguire i suoi
ordini in Paradiso oppure essere libero di seguire le mie sensazioni
qui sulla Terra in mezzo agli umani. Ho scelto, probabilmente se non
avessi optato per la seconda possibilità avrebbe offerto
l’opportunità ad un altro angelo inferiore. Per il
compito di accudire e proteggere i Winchester gli serviva qualcuno in
grado di potersi adattare, di mettersi in discussione, ed evidentemente
io sono quello giusto.
Lucifer
guarda il fratellino sorpreso. Non lo faceva così arguto, e
nemmeno così cinico. -
Quindi u dici che ogni scelta che hai compiuto era già stata
calcolata da papà in pratica, esatto? - vuole
sapere il Diavolo.
-Si...secondo
me si. Io ho fatto esattamente ciò che Chuck si aspettava.
Lucifer
guarda eloquente Amenadiel sperando che, finalmente, capisca e se ne
faccia una ragione: nessuno di loro ha mai avuto veramente il libero
arbitrio, nemmeno lui decidendo di lasciare l’Inferno per
reinventarsi sulla Terra. Tutto calcolato, tutto previsto, stavano
giocando a scacchi con Dio dove Dio è il computer che
prevede almeno 10000 mosse diverse per ognuna di quelle che fanno loro
da semplici giocatori. Tutto questo conferma anche quello che ha sempre
pensato. Rassegnato, torna a guardare Castiel interessato.
-E
dimmi Cassy, ti sei mai pentito di aver scelto di vivere con gli esseri
umani? Come la metti con la contaminazione da sentimenti?
Linda
fissa l’arcangelo chiedendosi da quando abbia deciso di
rubarle il mestiere ma non interviene curiosa di sentire la risposta.
Castiel
rivolge la sua attenzione al fratello. - Onestamente...no.
Sento di far parte di qualcosa di straordinario, adesso ho una vera
famiglia e il provare sentimenti è una nuova avventura: gli
esseri umani sono delle creature uniche, capaci di grande passione,
amano in modo completamente diverso rispetto a noi e a Chuck, i loro
sentimenti, le loro emozioni...sono così totali,
così complesse, così violente, ci si sente vivi e
danno uno scopo. Il mio scopo ora è quello di proteggere la
mia nuova famiglia perché ciò che loro
provano...e che io provo, non voglio che finisca. Ho sempre combattuto
per dovere, ora combatto per amore.
Angolino delle autrici.
Capitolo
di confessioni e risoluzioni problemi, almeno si spera!
Angeli,
demoni, umani... poco importa a quale razza uno appartenga, i problemi
così come i sentimenti, non hanno un genere (sentimenti...
ok, parliamone! Un demone normale non prova altro se non rabbia e odio,
ma Crowley non è di certo un normale demone).
Quindi
il nome del misterioso ladro stregone è Samael, un nome
inusuale ma familiare :D
Chissà
cosa ci riservano il resto delle indagini, se volete scoprirlo
continuate a leggere la nostra storia.
Hugs.
OcaPenna
e Astral
|
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Capitolo 11 *** CAPITOLO 11 ***
CAPITOLO
11
Ogni
volta che si ripromette di andare per la sua strada quel Diavolo riesce
ad incastrarla con qualche stupida frase sul suo motivo di esistere per
guardargli le spalle. È così che Mazikeen si
ritrova intrappolata in un lavoro che non le farà guadagnare
nulla se non frustrazione.
Sono
ore che continua a passeggiare avanti e indietro lungo quella strada,
ogni tanto entra in un locale orribilmente sdolcinato, pieno di piante,
soprammobili, e stupide umane che assomigliano a bambole solo per
tenere d’occhio l’appartamento che Samael ha preso
in affitto. Non s’è visto nessun tipo di movimento
al di là delle finestre, nessun soggetto corrispondente
all’identikit si è anche solo avvicinato
all’edificio, una notte noiosa e senza un briciolo di
divertimento.
“Questa
cosa è ridicola” pensa
mentre prende in mano il telefono e pensa se chiamare oppure no qualche
scimmia per passare il tempo: deve tenere d’occhio
l’appartamento no? Per cui...perché non farlo da
dentro mentre si diverte facendo sesso selvaggio con un paio di aitanti
umani?
-0-
Non
è per nulla convinto che sia una buona idea, anzi, sembra
una pessima idea, il genere di cazzate di cui ci si pente la mattina
dopo. D’altra parte Lucifer sembra davvero più
felice. E poi non lo ucciderà, è solo una donna e
cosa può fregargliene di quello che pensa o dice
un’umana.
Bussa
alla porta dello studio e aspetta. Magari non c’è.
-
Avanti.
“Merda”.
Entra
cercando di darsi un tono nella stanza illuminata e profumata di
thè verde.
-
Oh!
-
Linda è sorpresa - è
lei, Crowley giusto? -
chiede alzandosi nervosa. Un demone è un demone, ha il vago
sospetto che non tutti siano cordiali come Maze, sempre che Maze possa
definirsi cordiale, in effetti.
-
Vorrei
fare una seduta, se fosse possibile.- risponde
con tono sbrigativo il Re, ma non si muove fino a che Linda non gli fa
cenno di sedersi sul divano a righe.
La
dottoressa riprende il suo posto sulla sedia dimenticandosi del pranzo
che l’aspetta nella borsa. Deve ammettere che
quell’uomo ha un certo fascino, niente a che vedere con
quello degli angeli ma c’è qualcosa che la attrae
nell’espressione malinconica degli occhi chiari.
-
Allora,
signor Crowley, perché pensa di aver bisogno di parlare con
me?
Crowley
ci pensa un momento fissando il tavolino di vetro.
-
Ci
sono… - spiegare
certe cose è più difficile del previsto - beh,
diciamo che da un po’ mi sento… emotivo.
La
dottoressa continua a guardarlo, non sembra tesa. In fondo
dev’essere normale, quando sei la terapista di Satana ti
abitui a certi tipi di frequentazioni. Però a lui fa un
certo effetto, non è qualcosa che sia capitato spesso avere
qualcuno che lo ascolta senza paura e senza odio. Si ritrova a
raccontarle tutta la storia: inizia dalla lancia di Michele, da quando
si era accorto di non volere il pennuto morto e poi una cosa tira
l’altra e per spiegare una faccenda deve raccontarne
un’altra, esce fuori la questione del sangue e di sua madre e
così il periodo di quando era ancora umano e la Scozia. La
dottoressa ascolta senza interrompere, ha degli occhi espressivi dietro
gli occhiali, fino a quando non gli sembra di aver detto tutto e si
ritrova a fissarsi le mani in silenzio.
La
verità è che Linda non sa cosa dire. Assurde
famiglie incasinate più o meno soprannaturali sono una cosa,
la solitudine totale è un’altra. Non
c’è da stupirsi che si sia affezionato ai suoi
persecutori, sono il rapporto più lungo che abbia mai avuto,
madre compresa. Fa uno sforzo feroce con se stessa per rimanere
professionale, per avere una visione distaccata e trovare le parole
giuste, il percorso su cui guidarlo.
-
Parlami
di Dean-
riesce a dire alla fine. Bisognerebbe parlare della madre ad essere
onesta, ma non pensa di reggere ora.
Crowley
alza gli occhi fissandola un momento come se stesse valutando
l’opportunità di dire qualcosa o meno. Alla fine
sbotta.
-
È uno stronzo.
Linda
sembra sorpresa.
-
Perché dici questo? Mi sembra tu tenga molto alla sua
opinione.
Crowley
alza gli occhi al cielo.
-
Le dico una cosa, dottoressa, se non fosse per me sarebbe morto, o
peggio! E sa cosa mi sono guadagnato per questo? Nulla, come se non
avessi fatto nulla. - dice
infervorandosi nel discorso - Perché
sono un demone, ecco perché. Se il suo angioletto avesse
fatto quello che ho fatto io, oh, allora sarebbe sua
santità! Ma ha visto come lo guarda? È
ridicolo… ah, ma quando era un demone anche lui allora io
andavo bene!
Linda
non riesce ad evitare di sgranare gli occhi, anche quello
“era” un demone? Ma quindi si può
smettere di essere demoni? Oh cielo!
Si
ingoia le domande e cerca di rimanere concentrata sul punto.
-
Ha provato a parlare con lui di questo?
-
Sta scherzando, vero?
-
Comunicare con le persone è importante, non possiamo
pretendere che capiscano cosa ci ferisce se non lo diciamo.
Crowley
ride di gusto.
-
Stiamo
parlando di Dean Winchester, il cacciatore Dean Winchester e io sono
Crowley, Re dell’Inferno, noi non parliamo dei nostri
sentimenti. Anzi, il punto è proprio che io non dovrei avere
sentimenti di cui parlare! Lei non si rende conto di cosa vuol dire. - aggiunge
tornando serio - io
non posso… provare cose. Non si può gestire
l’Inferno e “sentire”, non è
possibile.
C’è
in quello sguardo una sconfitta e un dolore che si provano solo quando
si sa di essere a un bivio ma nessuna strada promette nulla di buono.
Linda è una terapista, lo è da un po’ e
sa benissimo quali sono i suoi limiti. Quella situazione va oltre
quello che può gestire. Non perché sia peggiore
di altre, non perché non sia rimediabile e nemmeno
perché un demone con postumi da dipendenza da sangue umano
possa più spaventarla ma perché si sente
stringere il cuore ogni volta che parla. Ha sempre avuto un gusto
pessimo in fatto di uomini. Non potrà mai essere la sua
terapista ma questo non vuol dire che non possa prendersene cura.
Chiude
il block notes e si sfila gli occhiali prima di alzarsi dalla sedia.
-
Mi
dispiace, Crowley, in tutta onestà non credo di poterla
aiutare.
Il
demone si alza a sua volta perplesso mentre la donna si avvicina.
-
Ma avrei davvero piacere a conoscerti meglio.
-O-
Il
Corey’s
è un locale decisamente malfamato, proprio il tipo di locale
che ai Winchester piace frequentare, o almeno al maggiore dei fratelli.
Sam si è sempre adeguato, a lui basta avere il suo computer
o un fascicolo da leggere e studiare mentre il fratello, di solito,
finisce per sfidare qualche avventore a biliardo, cosa che non tarda a
fare anche questa volta. Seduto ad un tavolo, il più giovane
dei Winchester finisce di bersi la birra piluccando le patatine fritte
ormai fredde concentrato a fissare ogni nuovo entrato; ogni tanto getta
l’occhio sui fogli sparsi sul tavolo di fronte a lui pieni di
possibili incantesimi e di ipotesi sull’utilizzo delle ali.
Cass, naturalmente, tiene d’occhio l’umano che
è già alla terza birra. È passato
parecchio tempo da quando sono lì dentro e Dean conosce
già il nome di tutte le cameriere mentre Sam cerca
semplicemente di diventare parte dell’arredamento.
Dean
finisce anche l’ultima partita portandosi a casa un centone
pulito. Con gli anni ha imparato a non eccedere mai per evitare le
risse e di non bruciarsi il terreno. E poi ha un discorso in sospeso.
-
Allora, Cass - dice
ritornando al tavolo - ci
vuoi dire che hai fatto con Lucifer tutta la mattina?
Sono
ore che tenta di estorcere qualche informazione all’angelo
che continua a fare il vago.
-Te
l’ho già detto, Dean - ripete
esasperato per l’ennesima volta l’angelo, - sono...affari
di famiglia!
-
Pensavo
fossimo noi la tua famiglia. - sa
che è un colpo basso però è vero e
vorrebbe che entrasse in testa a quel maledetto angelo.
-Si
che lo siete, solo che…- Castiel
è decisamente sfinito dall’insistenza del
cacciatore, ma ha ragione, e il senso di colpa ha la meglio. -Ok!
Siamo stati in terapia...noi tre.
Sam
spalanca gli occhi senza parole fissando l’amico. Questa
poi…
-Sul
serio? - sbotta
senza riuscire a contenersi.
A
Dean per poco non va di traverso l’ultimo sorso di birra.
-
Avete
fatto cosa?!
Castiel
è decisamente in imbarazzo. Sa quanto suona ridicolo, ma
deve ammettere che è servita quella seduta con la Dottoressa
Martin: ha capito l’astio di Amenadiel nei suoi confronti e
il percorso di Lucifer nel cambiare il suo essere.
-Mi
ha portato dalla sua terapista e abbiamo parlato. È
stato...istruttivo.
Dean
lo fissa cercando di capire se l’angelo sia serio ma
l’espressione di Castiel resta un mistero nonostante gli anni
passati insieme.
-
Tu, Lucifer e quell’altro avete parlato con uno
strizzacervelli? - Dean
non riesce a evitare di mettersi a ridere, poi fa segno a una cameriera
che passa - Stacey,
un whisky doppio, ti prego.
Castiel
distoglie lo sguardo dall’amico, a volte è davvero
uno stronzo.
-
Eddai
Cass - dice
Dean posandogli una mano sul braccio, sa di doversi far perdonare - devi
ammettere che è piuttosto divertente. - poi
ripensa a quella donnetta bionda vista la sera prima - povera
dottoressa! -
gli sfugge.
L’angelo
lo guarda con cipiglio.
-Sai,
dovreste provarci anche voi a parlare con la Dottoressa Martin!
Quell’umana è davvero eccezionale nel modo in cui
ha accettato di avere a che fare con...noi. Potrebbe aiutare anche voi
due magari per superare qualche...preconcetto.- dice
gettando uno sguardo veloce a Sam. Lui è decisamente quello
che in questo momento ne ha più bisogno.
-
Non
credo di essere la persona adatta per uno strizzacervelli, Cass
- risponde l’umano mentre Stacey poggia il bicchiere pieno
davanti a lui con un gran sorriso che Dean ricambia volentieri.
-In
effetti - interviene
Sam, - la
terapia a volte è utile, per me lo è stato quando
ero a Stanford.
Dean
guarda il fratello incredulo.
-
Sei stato in terapia?
-Si,
per quasi un anno. Poi sei venuto a prendermi per cercare
papà…
-
E cosa diavolo gli hai detto? Che avevi smesso di tagliare la testa ai
vampiri per “riprendere le redini della tua vita”?
- Dean
non riesce a immaginare cosa dovrebbe dire lui a un terapista.
-Beh,
mi è stato utile nel cercare di non far ricadere su nostro
padre tutte le colpe per la vita raminga che ho fatto…
Dean
sta per controbattere qualcosa quando la sua attenzione viene attratta
dall’uomo appena entrato nel locale. Non può
esserne certo perché la penombra nasconde i lineamenti ma la
corporatura e i capelli biondi lo mettono in allarme. Fa un cenno al
fratello. Sam segue lo sguardo di Dean e fa un cenno
d’assenso: è decisamente il loro ladro. Mentre sta
per muoversi nota però l’atteggiamento
dell’angelo: si è irrigidito e pare sconvolto.
-Hey
Cas…
Castiel
non lo ascolta. Si gira lentamente e cerca l’origine della
strana ma familiare sensazione che prova e non ha più dubbi.
-Quello...è
un nephilim!
Angolino delle autrici
Devo
chiedervi scusa, ho saltato una settimana! Vorrei
avere una scusa valida ma... non ce l'ho! Rimedio
però pubblicando il capitolo 12 a brevissimo, ed
è una promessa!
Ci stiamo avviando alla fine di questa avventura californiana per i
Winchester, abbiamo scoperto cos'è il ladro e... beh, non vi
anticipo nulla dei capitoli finali, ma vi ricordo che questa non
è la fine, ma solo l'inizio di una lunga avventura del
nostro "what if" e i feelings devono ancora arrivare!
Buona lettura e... recensite, recensite, recensite!
OcaPenna e Astral
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Capitolo 12 *** CAPITOLO 12 ***
CAPITOLO
12
-
Cass, sei sicuro? - Dean
fissa l’uomo biondo, non ha niente di strano a vederlo
così.
-Sì
Dean...ne sono sicuro. Avverto una energia angelica in lui...ed
è anche potente! - l’angelo
si irrigidisce pronto a scattare.
-Se
quello è un nephilim… -
Sam non fa in tempo a finire la frase che il biondo si blocca e pare
studiare il locale.
-Mi
ha avvertito…
- conferma Castiel.
-Merda!
- Sam
raccoglie velocemente le carte mentre il nephilim si gira su se stesso
e si dirige di nuovo verso la porta. Sembra calmo, non usa nessuna
fretta.
Dean
scatta in piedi e si fa largo tra gli altri avventori del locale fino
alla porta, esce appena in tempo per vedere il nephlim svoltare al
primo angolo. Castiel e Sam sono dietro di lui.
Quando
arriva all’incrocio però il biondo è
scomparso nel vicolo cieco. Lo cerca nel buio e dietro i cassonetti ma
senza risultato.
-È
colpa mia - dice
sconsolato Castiel, - se
non ci fossi stato io...avreste potuto seguirlo. Ha sentito la mia
presenza…
-
Non dire sciocchezze, Cass. Se non ci fossi stato non avremmo nemmeno
saputo cosa seguire. - borbotta
di rimando Dean.
-E
ora che facciamo? - dice
in un sospiro esausto Sam, - stregone...e
pure nephilim. Come diamine lo troviamo ora che sa che gli siamo alle
costole?
-
Dove diavolo è Crowley quando serve? - borbotta
Dean
Castiel
è fermo in mezzo al vicolo, pensieroso: - Forse...se
spargessi la voce tra i miei fratelli potremmo tenere
d’occhio il territorio. Un nephilim si può
individuare e con la radio angelica saprei dove trovarlo, ma
così…
-
Ma così gli altri angeli saprebbero di lui. - conclude
Sam dando voce al turbamento dell’amico.
-0-
-
Piantala di rompere, Crowley, volevi essere parte della squadra, no? - lo
interrompe Dean sapendo anche senza voltarsi che il demone lo sta
fissando.
-
E di tutti i momenti possibili dovevate scegliere questo per farmi
entrare nell’A-Team?
Sam
non vuole nemmeno pensare quale sia il momento in cui il demone
è stato interrotto, e vede lo stesso esasperato disinteresse
negli occhi dell’angelo. Basta guardarlo per capire: ha i
capelli scompigliati e tracce di rossetto sul collo.
Le
porte dell’ascensore si aprono e la musica invade
l’aria. L’attico del Lux è pieno di
donne uscite da cataloghi di intimo femminile, coperte da una
quantità irrisoria di pizzi, e ragazzi scolpiti mezzi nudi
che sembrano godersi la serata. Nel mezzo di quel caos scorgono Lucifer
al pianoforte come la fonte della musica. Indossa una vestaglia di seta
blu scuro e ha l’aria elegantemente stropicciata. Nel sentire
l’ascensore aprirsi, il Diavolo soddisfatto gira la testa. -Oh
guarda, i miei cari amichetti! Vi unite alla festa? - dice
con un sorriso lascivo.
Dean
non sa più dove guardare, ha perso la parola e non riesce a
fare altro che starsene lì impalato senza più
saliva in bocca, non che suo fratello sia messo meglio, tutto rosso con
lo sguardo che cerca di puntarsi ovunque tranne che sui due enormi
divani pieni di corpi intrecciati tra di loro.
Dal
canto suo, Castiel non pare particolarmente scosso. Con appena un velo
di curioso interesse osserva la stanza prima di dirigersi verso il
fratello seguito da Crowley che sta valutando su quale divano sedersi.
Dean
si riscuote e si accoda cercando di non perdersi nemmeno un frammento
di tanta bellezza ancheggiante. Sam...decide di rimanere dietro il
bancone del bar, questo è decisamente troppo per lui.
Lucifer,
notando il suo giocattolino preferito rimasto in disparte, si fa una
risata profonda.
-Oh
andiamo Sammy, fatti un giretto sulla giostra anche tu, ne hai bisogno
sai? - dice
senza smettere di suonare pigramente un blues. -Cosa
vi porta nel mio nido di perdizione?
-Abbiamo
novità Lucifer, il ladro è un nephilim. -
lo informa senza perdere tempo Castiel.
A
quell’informazione il Diavolo si blocca e si gira a guardare
il fratello. I suoi occhi non mentono, non è una bella
situazione. -Ok,
festa finita! Le Brittany, fate uscire tutti non ho più
voglia di orgia.
Tre
splendide donne si alzano dai divani imbronciate, lamentandosi appena
ubbidendo però al loro diabolico amante.
Lucifer
attende che l’attico si sia svuotato prima di alzarsi e
andare a riempirsi un bicchiere di scotch.
-Cassy...ne
sei sicuro?
L’angelo
guarda il fratello con serietà annuendo.
-Questo
è potenzialmente un problema…- dice
soprapensiero il Diavolo.
-
Potenzialmente? - s’intromette
Dean - un
nephilim con una fottuta DeLorian un fottuto casino!
-Non
è tanto il fatto che possa muoversi nel tempo, è
il fatto che abbia le mie ali. - ribatte
serio Lucifer con lo sguardo perso nel vuoto.
Castiel
lo guarda preoccupato. -Cosa
vuoi dire? Cosa può farsene un nephilim delle tue ali?
-Ad
esempio… impiantarsele…
Sam
è scioccato, non può credere a quello che ha
sentito. -Vuoi
dire che sarebbe possibile? Cioè potrebbe…
cucirsele addosso e usare i loro poteri?
Lucifer
annuisce. Se non fosse stato possibile potersele riattaccare non le
avrebbe mai conservate, in fondo. Magari un giorno, in futuro, avrebbe
sentito il bisogno di riaverle sulla sua schiena…
-
Fantastico!
-
esclama Dean ironico servendosi dalla rastrelliera di Lucifer senza
nessun riguardo - un
nephilim alato! Come lo uccidiamo?
- chiede versando un abbondante bicchiere di bourbon per sé
e per il fratello.
Lucifer
lo guarda sconvolto e con appena un velo di rimprovero negli occhi
scuri.
-Ucciderlo?
Sul serio? Ma voi non sapete pensare ad altro se non distruggere? Noi
non lo uccideremo! - aggiunge
con decisione. -
È una creatura unica! Io non...non lo permetterò!
Lo renderemo innocuo ma non lo uccideremo! - conclude
indignato dando un profondo sorso all’alcol nel suo
bicchiere.
Castiel
lo guarda incuriosito mentre nota Sam irrigidirsi stringendo le mani
sul bordo del piano del bar.
-Tu
non lo permetterai...certo! - sussurra
l’uomo. Gli è difficile crederlo, soprattutto da
Lucifero.
-Ancora
non ti fidi di me… - dice
con un velo di delusione il Diavolo.
-E
come potrei? - ribatte
Sam fissandolo negli occhi.
Crowley
non si sente per nulla pronto ad un momento di profondo confronto
emotivo, non dopo la giornata difficile.
-
Ragazze, vi prego - li
richiama fissando Dean con una supplica. L’umano capisce e
mette un altro bicchiere sul bancone - questa
storia non funziona se bisticciate ogni volta. Samantha, tesoro, il
nostro Lucifer è diventato un sentimentale, accettalo. - dice
mettendo finalmente le mani sul suo agognato scotch.
-Tu
stanne fuori, maledetto demone… - sibila
vicino alla collera pura il cacciatore.
-
Mi spiace dirlo, Sammy, ma credo che abbia ragione - interviene
Dean meritandosi un mezzo sorriso incredulo da parte di Crowley - Eddai,
guardalo, suona blues e apprezza la vita… non mi pare in
vena di apocalissi e nemmeno di catastrofi, e poi è cotto di
quella detective.
-Ora
non esageriamo eh… - sussurra
Lucifer anche se è evidente che è compiaciuto.
Castiel,
avvertendo le difficoltà dell’amico, si muove e
gira intorno al bancone fino a ritrovarsi di fianco all’alto
cacciatore. Nel posare una mano sulla sua spalla, l’angelo
spera di tranquillizzarlo. -Sam…
-
Ok ok…- sputa
tra i denti l’uomo. - Ok,
facciamo finta che sia così, cosa facciamo ora? Come lo
troviamo? - dice
raddrizzandosi e guardando il fratello.
In
quel momento squilla il telefono di Lucifer il quale lo prende in mano
con non chalance.
Da
Chloe a Lucifer
“Dobbiamo
parlare”
-Oh
oh…- dice
più a se stesso che agli altri. -Scusate
miei cari...faccio una telefonata. - Si
allontana appena dal bar andando verso la terrazza e ignorando la
vestaglia che si apre sulle sue nudità.
-Detective!
Qual buon vento! Cosa desidera il mio partner?
“Lucifer,
abbiamo trovato… c’è una cosa
che… Ella ha fatto degli esami.” -
la detective è in evidente confusione nel cercare di
formulare una frase che suoni sensata - “
abbiamo trovato una… piuma… nel box. Pensavo
fosse sintetica e ci potesse dire qualcosa sulle ali e su chi le ha
prese…”
Ok...niente
panico! - Chloe,
senti… -
si gira a guardare i suoi complici nella stanza alzando leggermente la
voce per attirare la loro attenzione. - Posso
spiegarti tutto, io non ti ho mai mentito, sono davvero ali,
ma...dov’è adesso la piuma? Ce l’hai tu?
- questo
è un enorme problema, un problema gigante!
“No,
è in laboratorio, Ella deve fare altri esami… ma,
Lucifer, è una piuma vera! Ella sta cercando di capire di
che animale sia ma… dice che a prima vista non sembra niente
che conosca, si può sapere dove le hai prese?”
Lucifer
lancia uno sguardo di aiuto a uomini e creature nella
stanza… - Chloe,
ascolta...te l’ho detto...sono mie…
Il
silenzio dall’altro capo della cornetta si prolunga per
qualche secondo.
“Va
bene, Lucifer. Ci vediamo domani al distretto e ne parli con
Ella.”
-
Chloe… - Lucifer
vorrebbe dire qualcosa ma le parole gli muoiono in gola. Non
è così che avrebbe voluto che lei capisse chi
è davvero. Cerca con lo sguardo un appoggio da parte almeno
del fratello. Cosa deve fare ora?
Prima
che possa aggiungere altro Chloe ha chiuso la conversazione.
Vedendo
la sua perplessità Crowley si porta sorridendo il bicchiere
alle labbra e borbotta: -
Donne! Cosa ci vuoi fare.
-
Bene!
- aggiunge
Dean in leggero imbarazzo davanti all’espressione di Lucifer
- noi
leviamo il disturbo. -
dice cercando lo sguardo di Sammy il quale annuisce sollevato.
-Io...rimango
qui - li
informa Castiel guardando apprensivo Lucifer. Il Diavolo nel frattempo
si è seduto sul divano sconsolato.
Dean
si blocca fissandolo - Stai
scherzando? - ma
dagli occhi dell’angelo trapela solo una gran tristezza - fai
come ti pare! - dice
finendo il bourbon d’un fiato. All’improvviso ha
deciso di fare una tappa prima di infilarsi a dormire.
Sam
non dice nulla all’angelo, lo conosce bene e non ha la stessa
apprensiva possessione di suo fratello nei suoi confronti. Se vuole
stare con Lucifer che faccia pure, in effetti pare sconvolto. - Andiamo
Dean - si
rivolge al fratello incamminandosi verso l’ascensore. - Cass
sa badare a se stesso e io ho voglia di una birra.
-0-
È
stata una bella nottata, però adesso è esausto.
Ha ancora un paio d’ore per dormire prima di dover sembrare
un agente credibile. Qualche anno fa sarebbe stata routine, come
diavolo faceva?
Appena
entra nella stanza del motel vede il letto vuoto del fratello, una
bottiglia asciutta sul tavolo e sente rumori dal bagno. Tira un sospiro
di disapprovazione e bussa alla porta scrostata del cesso. - Sammy!
Tutto bene?
Quand’è
che il fratello imparerà che non la regge certa roba?
-Una
meraviglia… - la
voce di Sam giunge debole e provata da dentro il bagno.
-
Vado
a prenderti un caffè, vedi di non intasare il cesso, vorrei
farmi una doccia! - borbotta
riprendendo la porta, addio dormita.
-0-
Sam
sta meglio, la nausea è controllabile e la doccia gli ha
ridato un po’ di energie. È stata una lunga notte
e seduto sul letto,, mentre sorseggia il caffè ripensa alla
conclusione a cui è giunto, ovvero che è
un’idiota. Forse deve sul serio rivalutare la figura di
Lucifero...Lucifer...insomma, di Lui. Mentre fa questa considerazione
il fratello esce dal bagno con l’asciugamano legato in vita e
gocciolando per tutta la camera.
-
Lo
sai che Crowley e Linda… la terapista di
Lucifer…- dice
sorridendo sornione l’uomo strofinandosi la testa con un
asciugamano soddisfatto del gossip.
-
Cosa?
Oh andiamo! - risponde
disgustato il fratello pensando al demone. - Povera
donna…
Dean
fa spallucce evitando commenti. -
Pronto a rubare prove da un dipartimento di polizia? -
chiede gettando l’asciugamano sul letto.
-Andiamo
- dice
finendo il caffè, - son
stato peggio, prima finiamo questa faccenda prima torniamo a casa. - poi,
mentre indossa il completo firmato “regalo” dei
britannici, ripassa il piano col fratello. - Allora,
con quella piuma potremo trovare le ali e Cass cancellerà la
memoria di chiunque abbia visto quegli esami, giusto? - poco
prima hanno ricevuto la chiamata da parte dell’angelo che li
informa della decisione presa con Lucifer durante la nottata.
-
L’idea
è quella -
risponde Dean indossando a sua volta il completo. Ricorda vagamente un
discorso della notte precedente con Crowley riguardo la
necessità di far mettere qualcosa di decente a Cass, ma non
è certo di come si sia svolta quella conversazione.
-0-
Quando
entrano nell’atrio del distretto Dean non può
credere ai suoi occhi. Si volta verso il demone che si stringe con aria
innocente nelle spalle.
Castiel,
Cass, il suo angelo sta da Dio in un completo Prada blu mare. Anche se
più basso del fratello ha delle proporzioni perfette nel
profilo della giacca e quella cravatta rosso scuro stacca con il colore
intenso degli occhi.
-È
troppo stretto… - si
lamenta l’angelo a disagio cercando di allentare la cravatta
e muovendo le spalle per adattarsi meglio alla camicia aderente.
Preferisce decisamente sentirsi più comodo.
Sam
lo osserva con occhi spalancati, certo vedere Cass senza trench
è una novità. Ora sembra davvero un agente
dell’FBI… -Bel
completo- rivolge
all’angelo con approvazione.
-Grazie
tesoro!- sente
una voce alle sue spalle. Lucifer è entrato dietro di loro e
osserva orgoglioso il fratello. -Non
è stupendo Cassy così? Ero stanco di quegli
stracci...era da quando indossavo il mio fratellino che volevo
liberarmene.
-
Tu…
tu… come diavolo ci sei riuscito? - lo
guarda sorpreso Dean sentendosi terribilmente offeso.
-Dean
caro...non sottovalutare mai il Diavolo! Semplicemente l’ho
costretto! - ammicca
sorridendo al cacciatore con malizia.
-
Lucifer!
-
la detective interrompe lo sguardo truce di Dean - agenti…
li hai avvertiti tu? - chiede
con una nota di rimprovero al consulente civile.
-Ci
stavamo divertendo ad una delle mia feste - ribatte
innocentemente il Diavolo, -come
potevo evitarlo? E poi, diciamo che dovevo…- dice
guardando di sottecchi i cacciatori. -
Detective, riguardo la piuma…- è
su un terreno delicato e lo sa. La sua umana non è pronta.
-
Abbiamo
bisogno di vederla -
interviene Crowley - e
di parlare con la sua collega della scientifica.
C’è il rischio di una contaminazione.
Chloe
guarda il becchino poco convinta e cerca conferme nell’unico
tra gli agenti che gli ispiri un minimo di fiducia: il capellone alto
due metri.
Sam,
cogliendo lo sguardo della donna, si affretta a rassicurarla.
-
Detective
Decker, quegli oggetti sono sotto la nostra custodia. Mr Morningstar ne
è il proprietario, vero, ma di fatto, di fatto, sono
secretate dall’Intelligence. Siamo spiacenti ma dobbiamo
riavere quella piuma e tutti i risultati degli esami che avete fatto.
Chloe
annuisce seria, non le piace prendere ordini dall’ FBI ma sa
di poterci fare poco.
-Seguitemi,
da questa parte - dice
facendo strada agli agenti verso il laboratorio mentre tutti gli occhi
del distretto li seguono incuriositi. Perfino la Monroe esce dal suo
ufficio per sbirciare la parata.
Ella
li sta aspettando nel laboratorio ma non è per nulla
preparata a quella visione.
-
Agenti - li
saluta cercando di darsi un contegno. L’ultima volta che li
ha visti non sembravano una sfilata di moda maschile, solo il becchino
continuava a sembrare… un becchino.
-
Ciao
Ella - la
saluta Chloe - hai
già conosciuto gli agenti dell’FBI che si occupano
del caso. Hanno bisogno di parlarti e di prendere… la piuma
e tutti i risultati sulle analisi.
-
Certo! -
Ella annuisce convinta ma a disagio all’idea che il suo
lavoro venga ispezionato da quelli.
-Devo
vedere anche le copie digitali - s’intromette
Sam. -
Posso…? - chiede
indicando un computer sulla scrivania dell’agente.
-
Certo!
-
ripete Ella mentre porge l’incartamento a Dean che lo prende
sfogliandolo.
-Ehm...agente
Lopez...la password - insiste
con gentilezza Sam.
-
Oh,
sìsì, certo… - si
affretta Ella verso il computer, chinandosi un po’ troppo
vicina all’uomo per digitare la password.
-Grazie
- le
sorride Sam mentre si accomoda su di una sedia con ruote e cominciando
a digitare sulla tastiera. Gli basta poco: apre un canale verso il suo
pc hackerando quello su cui sta intervenendo, trasferisce i dati e
importa un troyan che gli permette di cancellare ogni traccia, anche in
sovrascrizione, delle prove sulle ali di Lucifer. “Potrei
lavorare davvero per l’FBI come hacker” pensa
con un sorriso. Una volta fatto scambia un cenno con Cass, ora tocca a
lui.
Intanto
Ella è già andata a recuperare la piuma
dall’armadietto delle prove e, titubante, poggia la scatola
sul tavolo.
Lucifer
sa che è arrivato il momento che ha temuto.
-Dammi
solo un minuto, Cassy - dice
supplicante al fratello. Volge lo sguardo a Chloe, sa che è
da vigliacchi, ma deve farlo. - Chloe...mi
dispiace. Sappi che io non ti ho mai mentito, mai, né su chi
sono, né da dove vengo, né sulla natura di quelle
ali. Io ti ho sempre detto la verità, tranne una volta
quando non ho risposto alla tua domanda in ospedale...perdonami, se
puoi…
Chloe
è basita, non riesce a capire dove voglia arrivare Lucifer,
c’è qualcosa in tutta quella storia che non
quadra, qualcosa che la sua mente non riesce o non vuole mettere a
fuoco ma ora riesce a concentrarsi solo sugli occhi scuri di Lucifer
che la fissano.
Castiel
osserva l’arcangelo. Non pensava di vedere
quell’espressione sul volto del fratello: dolore,
rammarico...e amore. Sospirando si avvicina alla giovane agente e senza
esitare le posa due dita sulla fronte. È un attimo e lo
sguardo di Ella si fa vacuo. Si avvicina poi alla Detective Decker che,
distratta, non si aspetta il tocco dell’angelo.
-Vieni
Cassy - lo
chiama tristemente Lucifer, -sistemiamo
ancora qualche memoria. - e
i due angeli si allontanano dal laboratorio.
Angolino delle autrici
Alla fine si è scoperto cosa sia il ladro, e
questo getta una nuova luce sull'importanza di quelle reliqui
angeliche. Cosa decideranno di fare, adesso, i Winchester insieme a
Crowley e a Lucifer?
Inoltre, la piuma raccolta sulla scena del crimine da Ella rivela
risvolti inaspettati e fa sorgere domande alle quali Chloe non sa se
vuole risposte. Ci saranno nuovi problemi per il Diavolo? Chi lo sa...
dovrete per forza leggere, e non dimenticate di lasciare recensioni!
Alla prossima settimana.
OcaPenna e Astral
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Capitolo 13 *** CAPITOLO 13 ***
CAPITOLO
13
Crowley
sistema la mappa di Los Angeles sul pavimento.
-
Sei
sicuro che questa roba funzioni? - chiede
Dean osservando i preparativi poco convinto.
Il
demone lo guarda di traverso - Come
prego?
Lucifer
osserva il cagnolino e sorseggia il whisky.
-Tranquilli...è
magia di sangue di New Orleans. - rassicura
distratto al cacciatore. La vicenda al distretto lo sta ancora
perseguitando, l’aver manipolato la memoria di quelle persone
lo disturba.
Crowley,
soddisfatto, prende il coltello premendosi la lama contro il palmo fino
a inciderlo in profondità. Prima che il sangue inizi a
colare sulla mappa recupera la piuma che Dean gli tende e che
s’impregna del liquido caldo. Sulla carta si forma una
piccola pozza rossa che prende vita strisciando senza lasciare traccia
non appena finisce di mormorare qualcosa in una lingua sconosciuta.
Quando
si ferma il sangue è raggrumato alla periferia della
città, in una strada immersa nella zona industriale, sulla
Roadrunner Loop Trail. Crowley lascia che la mano guarisca e guarda con
disgusto quell’impiastricciamento rosso che stringe in mano.
-
Piantala di fare lo schizzinoso! - lo
punzecchia Dean divertito dall’espressione schifata del
demone che si gira guardandolo male.
-
Ti devo ricordare le scene che hai fatto questa notte per un
po’ di sangue?
Il
sorriso imbecille scompare dalla faccia di Dean che per non diventare
bordeaux si schiarisce la gola e cambia argomento. -
Quindi ora che si fa? Lo andiamo a prendere?
Sam
fissa il fratello con sguardo inquisitorio, ma preferisce non indagare
sulla frase di Crowley.
-Quello
che sappiamo è che lì, in Roadrunner
Loop Trail, da qualche parte ci sono le ali. Io dico di andare in
avanscoperta, scovarle e preparare delle trappole per catturare il
nephilim. - dice
pratico fissando Cass e Lucifer. - Non
lo uccideremo, ma non possiamo lasciarlo andare via così.
Voglio fargli delle domande, e se riusciamo renderlo inoffensivo.
Il
Diavolo guarda Sam apprezzando lo sforzo che sta facendo. Certo non
sono pronti per farsi una scopata insieme, ma è
già qualcosa il fatto che non lo guarda più con
odio.
-
Si,
anche io vorrei sapere chi sia quel nephilim e perché sia
venuto qui dal futuro. Diciamocelo, i viaggi temporali non sono poi
così frequenti al di fuori dell’ambiente angelico
e demoniaco, voglio sapere chi l’ha mandato qui e
perchè.
-0-
Quando
gli altri lo raggiungono, Crowley li sta aspettando sul bordo della
strada seduto su di un tronco tagliato di uno di quegli
alberelli rinsecchiti che crescono nel paesaggio brullo.
Il
primo a parlare è Castiel che osserva l’ambiente
intorno a loro.
-Le
hai trovate? Non sento la presenza del nephilim…
L’angelo
gli si avvicina con quel vestito da damerino e per un secondo gli passa
di nuovo per la mente quanto sarebbe facile spedirli a cercare nella
grotta sbagliata.
Annuisce.
-
Il Mezzosangue non è qui.
Lucifer
lo osserva avvicinandosi lentamente, una mano nella tasca dei pantaloni
e l’altra intento a reggere una sigaretta.
-Vuoi
dire che non ti è venuta voglia di scappare con le mie ali?
Davvero? - dice
con un sorrisino sardonico.
Crowley
per tutta risposta si alza e gli va incontro senza distogliere lo
sguardo dagli occhi del Diavolo. Gli prende la sigaretta dalle dita e
voltandosi tira una lunga boccata. -
Da questa parte. -
risponde incamminandosi.
Lucifer
lo segue ridendo deliziato, per nulla colpito dalla sfacciataggine del
piccolo burocrate. In fondo gli piace. Sam guarda il fratello e, nella
comodità dei loro abiti usuali, si sistema meglio il borsone
con le armi e le trappole mettendosi in coda. Dean scuote la testa
perplesso da quel siparietto e iniziando a dubitare che sia stata una
buona idea mandare Crowley in avanscoperta, quella storia potrebbe
anche essere una trappola in fondo. Il dubbio aumenta quando arrivano
all’imboccatura di una grotta scavata nella roccia carsica.
Nel buio che lo acceca potrebbe esserci nascosto di tutto, compreso un
plotone di demoni pronto a fargli la pelle.
-
Sammy,
le torce - dice
rivolto al fratello con un’occhiata che spera esprima tutta
la sua perplessità. Il fratello, con un cenno
d’assenso, prende due torce dalla borsa e ne porge una a
Dean. Nemmeno lui si sente al sicuro.
-Sono
vicine, le sento - li
informa il Diavolo con una punta di agitazione nella voce.
-
Andiamo
prima noi - si
fa avanti Dean con la torcia accesa in una mano e nell’altra
la pistola lanciando un’occhiata di traverso al demone
seguito dal fratello.
L’ingresso
della grotta è stretto ma si apre quasi subito su di una
sala piuttosto ampia e sul fondo la torcia di Dean incontra uno spesso
panno scuro che copre l’intera parete. Dean si avvicina fino
a tirare il panno che cade rivelando le ali appese alla meno peggio
agli spuntoni di roccia.
-Oh
andiamo! Ma tu guarda...povere ali mie, ma cosa vi hanno fatto? - Lucifer
si precipita verso le sue ali indignato toccandole con affetto. - Povere
piccole, papà è qui!
-
E tu saresti il Diavolo? -
chiede ironico Crowley guardandolo mentre abbraccia le sue piume.
-Vuoi
la prova, cagnolino? - gli
risponde Lucifer con una voce che non ha più nulla del
preoccupato proprietario di quelle appendici. I suoi occhi hanno una
luce pericolosa. -Sono
decisamente incazzato! Guarda! Le mie piume...sono tutte in disordine!
- finisce
per ruggire.
-Va
bene - interviene
infastidito Sam, -vediamo
di sbrigarci e prepariamo le trappole. Lucifer, allontanati dalle ali.
Dean, ricoprile. - pratico
come sempre, l’uomo comincia ad estrarre dal borsone le giare
di olio sacro e la polvere rituale per disegnare la trappola angelica.
Lucifer gli scocca uno sguardo offeso, ok questa nuova situazione di
sopportazione, ma addirittura dargli ordini…
-Dean!
- Castiel
si gira all’improvviso verso l’apertura della
grotta teso e allarmato mentre il cacciatore torna ad alzare la pistola
verso Crowley pronto ad affrontare l’intero Inferno. Il
demone non se n’è nemmeno accorto
perché gli volta la schiena fissando la luce con la lama
angelica in mano. Lucifer si tende pronto allo scontro pure lui, dritto
e saldo sulle gambe.
-
Che
cazzo hai fatto, Crowley? -
esclama Dean facendo voltare il demone - dammi
una buona ragione per non ammazzarti ora.
-
Ma… - il
demone è senza parole.
-Arriva!
E non è solo…- la
voce profonda e minacciosa di Castiel riporta la mente di Dean
all’apertura della grotta ma non si decide ad abbassare
l’arma.
-
Il nephilim, coglione! -
esclama Crowley riprendendosi e sentendo l’incazzatura salire
davanti all’ottusità del cacciatore.
-Merda!
- esclama
Sam. È troppo tardi per le trappole. Afferra la pistola e
con l’altra mano cerca nel borsone il loro asso nella manica.
Certo, usare il generatore di impulsi iperbolico non è
pratico tenendo conto di tutti gli altri alleati soprannaturali. Se per
sbaglio colpisse questo Lucifero con un corpo materiale, cosa
succederebbe? E se Cass si trovasse nella traiettoria del raggio? -Tenetevi
lontani dal nephilim, lasciatelo a me! - esclama
per sicurezza.
Tutto
ad un tratto l’entrata si oscura e una decina di umani fanno
irruzione nella grotta, tutti portano l’inconfondibile segno
della maledizione della ferocia, l’impetus
bestialis: occhi
iniettati di sangue ed emorragia dagli stessi. Come delle furie si
gettano contro i profanatori del rifugio del loro padrone.
Dean
sposta di appena un millimetro la canna della pistola e un proiettile
sibila accanto all’orecchio di Crowley prima di piantarsi nel
cranio del primo malcapitato. Il demone si gira di scatto, la lama
angelica nella mano mentre Lucifer, terrificante nella sua ferocia, si
è già gettato nella mischia certo nella sua
arroganza angelica. Con poche ma efficaci mosse due dei corpi maledetti
sono già a terra in evidente difficoltà. Castiel,
subito dietro al fratello, a colpo sicuro affonda la sua lama angelica
nei petti di coloro che sono a terra. Sam cerca con lo sguardo il
nephilim ma non lo trova.
-
Dov’è?
-urla
al fratello. Nella penombra e con la confusione non è sicuro
di non esserselo fatto scappare.
Dean
è alle prese con un corpo a corpo e anche potendo non
saprebbe cosa rispondere al fratello. Un uomo sulla quarantina, capelli
scuri brizzolati e vestito da impiegato lo ha atterrato e cerca di
strangolarlo. Le sue mani sono tenaglie sul collo dell’uomo
che si sforza nel tentativo disperato di recuperare la pistola a pochi
centimetri dalla mano. Vedendo il fratello in difficoltà,
Sam prende la mira con la pistola sparando un proiettile che si infila
nella spalla dell’assalitore, quel tanto che basta per
allentare la presa sul collo di Dean che riesce a sopraffarlo
recuperando l’arma e piantandogli un proiettile nel petto.
Approfittando
della mischia, lento e implacabile, il loro nephilim avanza
bisbigliando una qualche sorta di incantesimo. Un attimo dopo una
nuvola nera si avvolge intorno ai due angeli impedendo loro ogni
movimento. Crowley estrae la lama dall’ultimo cadavere con un
movimento secco appena in tempo prima che una forza lo schiacci contro
la roccia bloccandogli ogni movimento.
Dean
si lancia contro Samael sparando a vuoto proiettili che sembrano
perdersi nell’aria.
-
Sammy! - urla
un momento prima di venire sbattuto per terra e rotolare privo di
sensi.
Sam,
approfittando del fatto che il nephilim è occupato con gli
altri suoi compagni, è pronto in posizione e dopo pochi
secondi ha già attivato il generatore di impulsi iperbolico.
La concentrazione necessaria non è eccessiva quanto invece
l’impiego di energie fisiche. Un fascio di luce dorata si
dirige contro il nephilim che, incredibilmente, riesce a contrastarlo,
ma questo basta a distrarlo dal mantenere i precedenti incantesimi
liberando i due angeli e il demone dalle loro costrizioni. Per un
attimo Samael si blocca immobile, l’espressione tesa in una
smorfia di sorpresa e dolore mentre una lama angelica gli lacera la
schiena.
Improvvisamente,
la resistenza avvertita da Sam cessa di essere e può
liberare il fascio di energia.
-
Crowley,
spostati! - fa
appena in tempo a gridare prima che l’arma colpisca Samael.
L’avviso
di Sam però arriva tardi, dove prima c’era il
demone ora c’è il nulla: Castiel si è
già gettato sul suo compagno di indagini allontanandolo dal
pericolo.
Samael
si accascia a terra ferito e impotente mentre Sam si appoggia alla
roccia per non cadere a sua volta, sfinito dall’utilizzo del
generatore.
Per
fortuna non ha distrutto il nephilim, l’esito
dell’utilizzo di quell’aggeggio su di qualcosa che
non sia totalmente angelo o demoniaco non è
sicuro…
Dean
gli lancia uno sguardo preoccupato, ha fatto appena in tempo a vedere
Cass rotolare addosso a Crowley e nella confusione per un momento ha
creduto che stessero lottando. Si sarebbe lanciato in aiuto
dell’angelo ma una fitta di dolore alla gamba sinistra gli ha
dato il tempo di capire la situazione e il sollievo ha fatto passare in
secondo piano ogni altra considerazione. Ciò non di meno,
riesce a trovare la lucidità per trascinarsi fino al borsone
e recuperare le manette ricoperte di simboli magici.
Con
uno sguardo d’intesa a Lucifer gliele lancia prima di
lasciarsi cadere a terra. Deve aver preso una botta piuttosto forte
perché la schiena gli va in pezzi ogni volta che respira.
Il
Diavolo prende al volo le manette e, nell’avvicinarsi al
nephilim, non può fare a meno di sentire una piacevole
sensazione di complicità e di appartenenza, quella lotta
è stata davvero corroborante. Senza troppi complimenti
afferra le braccia di Samael portandogliele sulla schiena ferita e
ammanettandolo. Il nephilim emette appena un gemito di dolore e un
attimo dopo anche Castiel è vicino al fratello con ancora la
spada angelica in mano.
-Non
è niente rispetto a quello che ti meriteresti, stupida
creatura! Ringrazia che non ti strappi la spina dorsale e la usi per
picchiartici a morte! - ruggisce
compiaciuto.
Nel
frattempo Sam si è trascinato al fianco del fratello. -Dean...tutto
bene?
Dean
annuisce anche se il dolore lo obbliga a deglutire per ricacciare
indietro le lacrime. -
Cass! -
riesce a chiamare riempiendo i polmoni con uno sforzo.
-Cass!
- gli
fa eco il fratello con più voce allarmato per il pallore
dell’uomo, ma un attimo dopo ad arrivare è il
demone che si piega sull’umano tastandolo in cerca della
ferita.
Dean
urla quando il demone trova la frattura nella coscia ma è
molto peggio quando arriva alle costole.
-
Uhu…
- borbotta
il demone -
sei messo male, scoiattolo - poi
voltandosi verso i due fratelli - datti
una mossa, pettirosso! Prima che alla scimmietta collassino i
polmoni…
Castiel
ha ancora una mano sulla schiena del nephilim ormai guarito quando
sente i Winchester chiamarlo e la diagnosi del demone. -Dean!
- in
un attimo l’angelo è al fianco del suo amico e
comincia a occuparsi di lui con premura. -scusami
Dean, sono qui adesso.
Non
appena sente l’angelo accanto a sé il dolore si
allenta. Si sforza di riaprire gli occhi per incontrare lo sguardo
rassicurante dell’amico.
Anche
Lucifer si avvicina a loro trascinando Samael per i capelli.
-Come
sta? - chiede
a Crowley cercando di dissimulare la preoccupazione nella voce.
Il
demone è in piedi accanto al Diavolo e guarda il pennuto
accovacciato dove un momento prima c’era lui. Si stringe
nelle spalle - Tante
scene per una botta...
Lucifer
lo guarda di traverso con solo un velo di disapprovazione.
-Sei
un idiota, lo sai? Un vero, piccolo, triste idiota. - dice
abbassando la voce.
Crowley
lo guarda perplesso, poi borbotta tra i denti - Baciami
il culo, rammollito.
-Succhiamelo,
cagnolino. -
controbatte Lucifer facendo l’occhiolino al demone.
-
Magari più tardi.
Angolino delle autrici
Siamo finalemtne giunti allo scontro con il
nephilim, uno scontro che ha lasciato morti e feriti sul campo, ma
nessun problema se si ha a disposizione un angioletto come Castiel
:D
Come andrà a finire, adesso, con
Samael? Chi è in realtà?
Lo scopriremo presto!
Leggeteci e recensite, recensite e recensite!
Astral e OcaPenna
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Capitolo 14 *** CAPITOLO 14 - EPILOGO ***
CAPITOLO
14
-Siamo
sicuri che quella specie di uovo abbia funzionato, si? - vuole
sapere per l’ennesima volta Lucifer.
L’attico
sopra il Lux è talmente affollato, e non da belle tettone in
intimo o perfetti corpi maschili scolpiti, che si sente quasi a
disagio. Quello, dopotutto, è il suo nido.
-Sì,
Lucifer, - ripete
per l’ennesima volta tra i denti Sam, -
il generatore di impulsi iperbolico ha eliminato la parte angelica di
Samael. Questo...coso...esorcizza il soprannaturale. In
realtà non pensavo funzionasse anche con un nephilim.
Il
Diavolo lo squadra esasperato. -Come
sarebbe a dire “non pensavo funzionasse anche con un
nephilim”? Vuoi dire...che ci siamo basati su cosa, fortuna?
Sam
preferisce non rispondere continuando a fissare Samael che è
ancora svenuto. L’eliminazione della sua parte angelica non
dev’essere stata uno scherzo, è un miracolo che
sia ancora vivo.
Castiel
osserva a sua volta il corpo esamine in mezzo al pavimento.
-
Ha funzionato, no? -
interviene Dean.
-
Quand’è che voi Winchester imparerete cosa vuol
dire avere un piano? -
borbotta Crowley.
-Sì
ha funzionato -
risponde l’angelo a Dean ignorando il demone. - ma
è fortemente danneggiato, è spezzato
nell’anima. Non posso fare nulla per lui.
-Ma
sarà in grado di dirci da dove cavolo viene, vero? - vuole
sapere Lucifer.
-Se
si riprende sì -
lo rassicura il fratello.
Dean
si piega su quella strana copia bionda dell’arcangelo
afferrandolo per le spalle e scuotendolo - Dai,
amico, sveglia!
Crowley
strabuzza gli occhi e lo spinge via - Si
può sapere qual è il tuo problema? Ha
l’anima spezzata, non ha preso una botta in testa!
- il
demone alza gli occhi al cielo inveendo contro l’ignoranza
dei cacciatori - Certe
cose richiedono un certo tatto! -
dice un momento prima che un denso fumo porpora abbandoni il suo
tramite e si insinui nella bocca di Samael.
Sam
rabbrividisce al ricordo di cosa si prova a sentire Crowley dentro di
sé. Ha tentato di scacciarne il ricordo ma ogni volta che lo
vede possedere un corpo gli tornano i brividi per cui distoglie lo
sguardo. La disapprovazione è evidente anche sui volti dei
due angeli: la violenza con cui i demoni si impadroniscono dei tramiti
è deplorevole, almeno loro lo fanno solo dopo averne
ottenuto il consenso.
Per
qualche minuto non succede niente e il tempo sembra scorrere
più lento del dovuto mentre Dean fissa il corpo di Samael,
immobile sul pavimento. Poi il fumo ripercorre la sua strada e Crowley
si rialza da terra spolverandosi la giacca con le mani.
Samael
ha riaperto gli occhi ma sembra ancora disorientato e stordito.
-
Come
dicevo - dice
il demone guardandoli soddisfatto - un
certo tatto…
Lucifer
si avvicina al malcapitato e con un sorriso incoraggiante gli rivolge
la parola.
-Ciao
Samael, mi dispiace non poterti offrire qualcosa da bere ma vedi, prima
desideriamo che tu ci dica qualcosa di te. - la
sua voce è mielosa e graffiante mentre si china leggermente.
-Dicci,
razza di doppleganger ossigenato, da dove vieni?
Samael
si riscuote stupito dal torpore e dopo un minuto scoppia a ridere.
-
Davvero non mi riconosci? Sai, ho immaginato questo momento
così tante volte. Credevo… beh, credevo davvero
che sarebbe stato uno di quei momenti intensi sai, una cosa
padre-figlio che si ritrovano correndosi incontro sulla sabbia.
-
e ride, ride forte e di gusto.
Il
sorriso cordiale di Lucifer sparisce, congelato come il suo possessore.
Di sicuro ha sentito male. Gli occhi si incupiscono allargandosi
furiosi.
-Che
cazzo dici?- ora
la sua voce non ha più nulla di vellutato.
Quattro
paia di occhi sono fisse sul nephilim mentre lo sconcerto si diffonde
nell’attico.
-Forse
non ho sentito bene…- chiede
al fratello il giovane cacciatore che lo guarda sconcertato mentre il
nephilim continua a ridere.
-
Eddai, babbo, lo sai come vanno queste cose, quando si mettono al mondo
figli poi quelli crescono e vengono a chiedere il conto.
A
scattare verso l’uomo a terra è Castiel
però. In un attimo le sue mani sono sulla camicia del
nephilim e lo sollevano mentre una rabbia repressa ne sconvolge lo
sguardo.
-Tu
menti! Chi sei?
Dean
lo afferra per le spalle - Cass…
Cass, okay, adesso mettilo giù -
dice cercando di tranquillizzare l’amico prima che lo ammazzi
senza aver saputo la verità. L’angelo si calma a
stento lasciando quell’impostore. È impossibile
che sia il figlio di Lucifer.
Il
Diavolo, d’altro canto, continua a fissare la presunta prole
senza cambiare espressione, immobile. E se davvero fosse
così?
-
Ma che cosa ti aspettavi, esattamente? -
prorompe all’improvviso rabbioso il biondo - dimmi,
che cosa volevi da me? Forse tu avrai rifiutato la tua natura, magari
ti piacerà qui, su questo pezzo di roccia lurida e meschina,
ma a me no! Per me è stata sempre solo solitudine e
tristezza! Non ci sei mai stato, mai! Il minimo che puoi fare per me
è lasciarmi prendere quello che hai gettato via…
Sam
osserva la situazione surreale. Davvero quello è il figlio
di Lucifer e Kelly? Possibile? L’arcangelo è teso,
e per la prima volta prova quasi compassione per lui.
-Non
ci sono mai stato…- dice
con tono amaro, ridendo senza allegria. - non
sapevo nemmeno della tua esistenza! Non ho più saputo nulla
di Kelly! - sbotta
alla fine.
-
Ah, davvero? Ti sei sprecato a cercarla, dico bene?
-Se
non l’ho cercata era per proteggerla, razza di idiota! - gli
urla in faccia Lucifer. -lo
sai cosa sarebbe successo a Kelly se i miei fratelli in Paradiso
l’avessero trovata? L’avrebbero uccisa! E la stessa
cosa avrebbero fatto quei demoni ingrati. Kelly è sempre
stata più al sicuro lontano da me, spermatozoo incompleto. -
ormai
la rabbia ha lasciato il posto allo sgomento. Samael è suo
figlio, LUI ha un figlio? - se
avessi trovato Kelly...nessuno di voi due sarebbe sopravvissuto.
-
Lucifer!
- la
voce della dottoressa Martin è pacata ma decisa nel
richiamare il suo paziente, fa un passo avanti staccandosi da Crowley
che le tiene ancora la mano.
L’arcangelo
si gira sorpreso a fissare la dottoressa. -Linda?
- la
chiama sorpreso.
-
Non credi che dovresti usare un altro tono con il ragazzo?
Lucifer
continua a guardarla sorpreso. Come diavolo...poi vede il demone. -E
che tono dovrei usare? L’abbiamo quasi ucciso!
-
Non vedi proprio nessuna analogia tra voi due? -
in altre circostanze avrebbe forse usato metodi meno diretti ma quella
ha tutta l’aria di essere una situazione
d’emergenza.
Lucifer
ha un sussulto. Avrebbe voluto ribattere che lui non è suo
padre, invece si gira verso il figlio che lo fissa pieno di sfida ed
arroganza. In quello sguardo rivede se stesso.
-Avresti
potuto semplicemente venire da me...contattarmi. - la
sua voce ora è stanca. Sente una marea di sentimenti
contrastanti dentro di lui, e non sa quale prenderà il
sopravvento.
-
E
perché avrei dovuto? Non ho bisogno di te, ho vissuto una
vita senza di te e continuerò esattamente…
-
Okay, adesso basta - lo
interrompe Dean - le
vostre crisi da famiglia cosmica risolvetele in un altro momento!
Adesso - dice
avvicinandosi a Samael con fare minaccioso - ci
dici da dove, o quando, arrivi e ci racconti tutta la storia,
dall’inizio.
-Hey
puttana, stai parlando a mio figlio! - s’infervora
Lucifer.
Castiel
ha ingoiato la realtà dei fatti e fissa il frutto del
peccato di suo fratello.
-
Lucifer...Samael
è ancora in pericolo. Dobbiamo sapere tutto quello che
possiamo e poi decidere cosa farne. Se l’abbiamo trovato noi
puoi starne certo che anche i nostri fratelli in Paradiso lo troveranno
presto, e anche se non ha più la sua parte angelica, rimane
sempre tuo figlio.
Il
Diavolo guarda il fratello. Sa che ha ragione, ma è
decisamente confuso e combattuto. Ha quasi ucciso suo figlio, ha quasi
lasciato che lo uccidessero i Cacciator e ora c’è
il rischio che da un momento all’altro compaia un qualsiasi
altro angelo di merda a porre fine a quella aberrazione. Ingoiando
amaro, fa un passo indietro in tacito assenso, lasciando il campo agli
altri. Ha bisogno di qualcosa di forte...molto forte.
Dean
torna a guardare Samael - Quindi?
- chiede
con tono eloquente.
-
Perché dovrei parlare con te, cacciatore? Uhm? Mi volevi
ammazzare ancora prima che nascessi!
-
Perché vedi, Samael - interviene
Sam con la voce più calma e serena che riesce a usare per il
caso, - se
non parli con le buone, mio fratello e Crowley non lasceranno molto di
te da far raccogliere agli angeli. - dice
concludendo con un triste sorriso.
Dean
annuisce convinto mentre Crowley, sentendosi chiamato in causa, compare
all’improvviso di fianco a lui con la lama angelica ancora
sporca di sangue in mano.
-
Adesso smettetela tutti quanti! - esclama
Linda esasperata facendo scomparire l’aria compiaciuta dal
volto del demone - È
possibile che non siate in grado di ragionare senza infilzare
qualcuno? Samael, sei furioso con tuo padre, va bene, capisco la
rabbia, capisco la frustrazione ma sono sicura che se permetterai a
Lucifer e a te stesso di recuperare un rapporto, col tempo…
ma mi spieghi come pensi di poterlo fare facendoti ammazzare da
questi… da questi… idioti relazionali?
Dean
guarda quella donnetta arrossata dalla rabbia - A
chi hai dato dell’idiota? - sbotta
offeso.
-
Attento a come parli, scoiattolo! -
lo ammonisce Crowley sventolando la lama - La
dottoressa è in gamba, è ha ragione tra
l’altro.
Dean
sgrana gli occhi verso il demone.
-
Certo
che ho ragione! La vostra vita è un disastro, voi siete un
disastro!
-
Hey! - esclama
Sam a sua volta punto sul vivo. In fondo lui quella vita non la voleva
neppure fare.
Castiel
invece abbassa lo sguardo come un cagnolino bastonato.
-
Io
te l’avevo detto, Linda - dice
Lucifer dal bancone del bar mentre sorseggia un whisky.
La
dottoressa si volta verso di lui furiosa - Tu!
Tu, in due anni di terapia non ti è mai venuto in mente di
nominare il fatto che hai un figlio?
-
Ma non sapevo della sua esistenza! Non sapevo nemmeno se Kelly era
sopravvissuta oppure no… - sbotta
piccato il Diavolo.
-
Oh,
ma per l’amor del Cielo! - sbotta
la dottoressa voltandosi verso Crowley - E
tu! È inutile che mi guardi in quel modo ebete! Dovevi
chiamare tre ore fà! Credevo fossi morto!
A
Dean scappa un risolino divertito che gli costa caro.
-
E
tu, tu… tu sei un catalizzatore di casini! Non capisco se
sei scemo o cosa, potresti ringraziare ogni tanto, tipo quando vieni
resuscitato o… o sa iddio cos’altro! E,
soprattutto, potresti anche esprimerti, sai…qualcosa come
“ti voglio bene” non ti strozza!
Adesso
è Samael a divertirsi della faccia piccata e arrossata del
cacciatore che cerca di fissarsi le scarpe il più a lungo
possibile.
-
Sapete
che vi dico? Ammazzatevi, ammazzatevi tutti tra di voi! -
sbotta alla fine andando dritta alla rastrelliera.
Lucifer
guarda sconvolto la sua dottoressa.
-
Ma
bravi, siete contenti? Mi avete fatto arrabbiare Linda! - dice
con sguardo accusatore soprattutto rivolto a Dean. Poi con delicatezza
si avvicina alla dottoressa porgendole un bicchiere di bourbon che le
ha appena riempito.- Tieni
Linda...questo ti aiuterà, vedrai.
Sam,
sentendo la vicinanza della donnetta, sta ben attento a non sollevare
lo sguardo e a non farsi notare, non fosse che sovrasta di quasi due
teste la bionda che lo guarda in cagnesco.
Castiel
si riscuote e, con un leggero colpo di tosse, riporta
l’attenzione sull’interrogatorio della creatura.
-
Da
quale anno vieni? Come sei giunto qui? Perché proprio in
questo tempo? - vuole
sapere più curioso che minaccioso.
-
È
entrato in una cabina telefonica… secondo te come ha fatto?
- sbotta
il demone.
-
Siete sempre così divertenti da queste parti? - ghigna
il nephilim.
-
Oh, non ne hai idea! -
esclama Dean prima che Crowley gli faccia eco: - Ci
stiamo appena scaldando, tesoro. Adesso, dai retta alla dottoressa ed
evitaci la fatica di smacchiare il pavimento…
Samael
fissa i due uomini che lo sovrastano incerto -
Uhm… chi mi garantisce che non cercheranno Kelly, e
me… in questo tempo?
-Tranquillo,
Samael - interviene
Lucifer da dietro il bancone del bar, - Non
ti verrà fatto alcun male, non se ci tengono alle loro ossa
intere. Io non uccido, ma ciò non vuol dire che non mi
diverta a procurare dolore.- conclude
con un sorrisino minaccioso e che non ammette repliche.
-
Ascolta Justin, ci sono due modi per uscire da questa situazione - dice
il demone chinandosi in modo da fissarlo dritto negli occhi - O
tu ci dici quello che vogliamo sapere, oppure, e credimi non mi piace
l’idea, mi faccio un altro giretto lì dentro e mi
prendo quello che voglio. -
dice puntandogli l’indice in mezzo agli occhi.
Il
nephilim trema di rabbia ma si rende conto di non avere molte carte da
giocare.
-
Duemilatrentasei -
sputa fuori alla fine -
incantesimo trinus temporalis, e ora perché sapevo che le
ali sarebbero state semplici da prendere, dovevo provare fino a che
sarebbero rimaste a Los Angeles, prima che… prima che voi le
insozziate con le vostre manacce! Come ha potuto mio padre lasciarvele
prendere? A dei cacciatori! - sputa
con disprezzo.
Lucifer
lo guarda alzando un sopracciglio stupito, poi si rivolge a Sam.
-
Oh
guarda Sammy, a quanto pare vi donerò senza remora le mie
splendide appendici piumate. - dice
sorridendo estasiato - Che
meraviglia! Te ne prenderai cura tu, dolcezza? Fantastico!
Il
giovane cacciatore lo squadra non sapendo esattamente come
rispondergli, prima di guardare il fratello.
-
Beh...più
al sicuro che nel bunker non potrebbero essere. Le metteremo in una
stanza sigillata, isolata e dimenticata…
-
Aspetta un secondo, davvero gli stai dando le tue ali? -
chiede Crowley incerto.
-Ovvio,
cagnolino!- esclama
il Diavolo, - davvero
non avrai pensato che le avrai lasciate prendere da te? Oh andiamo! IO
non le voglio più, TU non le avrai mai, e non desidero che
vengano distrutte, per cui sarò ben felice di lasciarle alle
scimmiette e al mio adorato fratellino. Loro, sono più che
sicuro, ne avranno cura. E non le useranno.
Finalmente
Lucifer sente di essersi liberato di un peso. Ha tagliato le ali per
non dover più tornare indietro ma
distruggerle...è qualcosa che ancora non si sente pronto a
fare.
-
E di lui che ne facciamo? -
chiede Dean indicando Samael - Non
possiamo lasciarlo gironzolare in giro.
-Non
lo abbiamo ucciso noi, ma ciò non toglie che sia a rischio
la sua vita. Lasciarlo tornare nel futuro è fuori
discussione, come anche lasciarlo a piede libero: è una mina
vagante. Abbiamo solo due alternative -
interviene Castiel facendo scorrere lo sguardo su tutti gli interessati
nella faccenda, - o
eliminarlo noi, oppure tenerlo al sicuro da qualche parte, ben
custodito e sorvegliato.
-
Molto bene - risponde
Dean puntando la pistola alla fronte del nephilim.
-
Dean,
no! - esclama
Sam con severità. -
Evitiamo di ucciderlo, va bene? È solo uno stupido
ragazzino. Io proporrei di trovargli una casa bella isolata, tipo
all’Inferno…
-
Cosa? Ma che ti dice il cervello! - esclama
inorridito Lucifer.
-
In
questo modo - prosegue
l’uomo guardando il Diavolo e il nephilim in sequenza, -sarebbe
al sicuro dagli Angeli e - fissando
Crowley - con
le dovute protezioni magiche, anche dai demoni stessi. Inoltre non ci
creerebbe più problemi, almeno fino a quando non decide di
far funzionare quella testa annebbiata dal rancore. A meno
che…
- conclude con un tono solo leggermente sarcastico rivolto a Lucifer
poco distante da lui, -
tu non voglia prendertene cura tenendotelo qui nell’attico, a
LA, allevandolo come un figlio, consapevole che preferirebbe ficcarti
il pianoforte su per culo.
-
Stai scherzando, vero? -
chiede Crowley ironico - mi
hai preso per una babysitter? L’Inferno non è la
vostra stramaledetta nursery!
-
Hai un’idea migliore che non comporti la morte prematura e
violenta del nephilim? - lo
sfida Sam.
-
Credo
che Sam abbia ragione -
interviene Castiel. -non
abbiamo molta scelta…
A
Lucifer l’idea non piace, ma nemmeno l’alternativa
lo solletica. Improvvisamente si sente proprio come suo padre quando
l’ha rinchiuso all’Inferno e comprende un
po’ meglio le sue intenzioni passate. Forse dovrebbe parlare
con papà e continuare quella chiacchierata iniziata anni fa
nella casa dei Winchester.
-
Che cosa me ne dovrebbe importare? Ammazziamolo e togliamoci il
pensiero! - sbotta
il demone.
-
Gavin!
- risponde
Linda dalla poltrona dove si è messa comoda a bere il suo
drink - Ecco
che cosa te ne dovrebbe importare, razza di stronzo!
Crowley
ammutolisce mentre Dean s’irrigidisce cercando la
complicità del fratello che incontra il suo sguardo
deglutendo, con ancora i sensi di colpa per quello che è
successo.
Linda
sa di aver tirato un colpo basso ma non le interessa, purché
quella storia finisca.
-
Va
bene, Inferno sia… - borbotta
Crowley.
Lucifer
si avvicina al figlio col passo lento di chi ha un enorme peso da
portare sulle spalle. Fa un sospiro prima di inginocchiarsi davanti a
lui.
-
Ora
non capirai e non apprezzerai, continuerai ad odiarmi, a cercare il
modo per liberarti di me ma credimi, prima o poi, tra qualche anno,
comprenderai che tutto questo è per il tuo bene. Non ti
farò rinchiudere all’Inferno per punirti, ma per
salvarti. Non ti sto tenendo lontano da me perché non voglio
avere nulla a che fare con te, ma per proteggerti. Samael, figlio,
cerca di non odiare te stesso quanto odi me. - e
detto questo si alza e si allontana dalla stanza cercando un
po’ di solitudine sulla terrazza. La vista di LA da
lassù è da mozzare il fiato, è come
sollevarsi dall’Inferno delle strade affollate per
avvicinarsi alla pace del cielo. Non si è mai sentito
così triste da quando ha messo piede sulla Terra. Volge lo
sguardo verso le nuvole che cominciano a coprire il sole.
-
Papà…-
sussurra,
certo che lo stia ascoltando. -
ti prego, proteggilo.
EPILOGO
Amenadiel
fissa il baldacchino candido mentre accarezza distratto i neri capelli
del suo demone. Sono state giornate decisamente inconsuete e ricche di
avvenimenti. La visita inaspettata di Castiel l'ha inizialmente
irritato, ma la seduta con Linda e i fratelli l'ha aiutato ad
analizzare le sue mancanze. Il suo problema è l'aver perso
la fede, la fiducia in suo Padre e in tutto ciò che
è sempre stato. Ha rivisto ancora Castiel dopo quel giorno,
hanno parlato, hanno anche discusso, più che altro per il
fatto che Amenadiel non condivide la decisione del fratello di
abbandonare il Paradiso e di preferire i Winchester come
“famiglia”, ma ha compreso molto sui motivi che
muovono il serafino. Ha saputo che il ladro proviene dal futuro e che,
a quanto pare, è un'altro dei peccati di Lucifer. Sapere che
il Diavolo ha un figlio l'ha sconvolto ma preferendo non pensare alle
conseguenze bibliche del fatto ha deciso di accantonare la notizia in
un angolo della sua mente. È sicuro che la soluzione che
hanno trovato per occuparsi del problema non servirà ad
annullarne la pericolosità, intuendo che ne ignorino le
reali conseguenze. Pazienza, non ha nessuna intenzione di intromettersi
ancora negli affari di Lucifer, specie dopo che s'è fatto
togliere le ali da quegli umani. Suo fratello non ha il minimo senno di
poi.
Gran
parte della sua decisione di non interferire la deve al demone che in
quel momento sta giochicchiando con i suoi addominali là
dove ha lasciato i segni dei suoi denti.
-
Credi
che Lucifer si sia infettato eccessivamente con le emozioni umane, non
è vero Amenadiel? - chiede
Mazikeen.
-
Decisamente. Aver provato pietà per quella creatura
è sbagliato, e temo che questa scelta lo porterà
alla rovina.
Mazikeen
alza la testa e lo fissa seria. Ha ancora in bocca il sapore del sangue
dell'angelo e negli occhi l'immagine del suo nero corpo muscoloso
tendersi nell'amplesso sopra di lei.
-
Io
non lo abbandonerò mai. Sono stata creata per proteggerlo,
anche da se stesso se necessario. - dice
la femmina con voce decisa, - nel
momento in cui quella creatura dovesse mostrarsi un pericolo o una
debolezza per Lucifer...allora io lo ucciderò con le mie
stesse mani.
Amenadiel
sa che è vero. Il suo demone non è realmente suo,
è sempre appartenuto e apparterrà sempre a suo
fratello, per quanto lei possa ricambiare i suoi sentimenti.
-
E
io lo proteggerò insieme a te – assicura
l'angelo perdendosi nei profondi occhi neri di Maze, - Luci
è la mia famiglia. E ora...ho ancora una porzione di pelle
sulla schiena che non ha ricevuto i tuoi morsi...
-o-
-
Il cadavere è stato ritrovato questa mattina, tra le nove e
le undici, niente segni di lotta ma - Chloe
sfoglia il taccuino - l’orologio
si è rotto alle undici e un quarto esatte.
La
sala d’ingresso dell’hotel è gremita di
gente: ospiti, poliziotti, agenti della scientifica e il personale.
Più di duecento persone devono essere analizzate e
interrogate, le registrazioni della sorveglianza vanno visionate e va
esaminata la stanza della vittima. Sarà una giornata lunga e
Trixie andrà a dormire con la babysitter, di nuovo. Chloe
non ha idea di come sia andata a finire la storia delle ali di Lucifer,
il suo partner ha solo detto che è tutto risolto e
l’ha pregata di archiviare il caso. Non è convinta
per nulla ma non ha davvero il tempo di pensarci ora.
-
Che
noia, Detective, non potevi chiamarmi per un caso più
interessante? - sbuffa
Lucifer guardando la hall piena di esseri umani.
-
Veramente sei stato TU a chiamare ME per chiedermi di insabbiare il tuo
caso - sibila
in risposta la detective.
-
Si
ma questo non vuol dire che puoi annoiarmi a morte con un caso
così idiota! Andiaaaaamo, lasciaci a lavorare Detective
Stronzo mentre noi ce ne andiamo a festeggiare insieme: non ho
più spiacevoli reperti del passato tra i piedi! - dice
con un sorriso smagliante e occhi luminosi. - Una
cena? Un drink? Facciamo sesso?
Chloe
diventa rossa e distoglie lo sguardo di scatto. -
Okay, chiariamo una cosa una volta per tutte: vuoi lavorare con me? Va
bene, posso farlo. Vuoi essere mio amico, uscire a bere e raccontarci
le nostre cose? Va bene, ma non puoi sparire per due mesi nel nulla! E
non puoi avere fratelli che saltano fuori, strani amici e…
segreti di continuo! E no, non farò sesso con te, Lucifer, e
sai perchè? Perché per te sarebbe esattamente
come andare a prendere un drink.
Lucifer
le lancia uno sguardo offeso del tutto simile a quello di Sammy quando
fa il cucciolo: ha notato che alle donne piace.
-
Così mi ferisci, Detective! E va bene, andiamo a interrogare
il tipo che ha trovato il cadavere...però hai perso davvero
una grande occasione, sappilo! - e
girando le spalle alla donna non può fare a meno di
nascondere un sorrisino.
È
così divertente far arrossire Chloe. Mentre cammina davanti
al detective, però, ripensa a quello che è
successo nei giorni passati. Si chiede se mai rivedrà suo
figlio e se mai potrà avere con lui un chiarimento come
quello che avrà con suo padre. Quello che è
sicuro è che ogni tanto sparirà di nuovo, come
dopo il salvataggio di Chloe, per andare a trovare le sue ali.
-0-
-
Che
vi avevo detto? Non c’è niente come il poker di
Las Vegas-
sorride tronfio Dean sventolando una mazzetta di banconote in faccia al
fratello - Una
bella doccia, due ore di sonno e queste meraviglie si trasformeranno in
una serata epica! Hamburger, torta e tanta, tanta birra.
Sam
guarda il fratello con rimprovero. - Sul
serio? È questa la tua idea di serata epica? Fratello, sei
davvero diventato vecchio! - lo
prende in giro il più giovane.
Le
ali di Lucifer sono già al sicuro chiuse in una cassa e
riposte in una delle stanze del magazzino circondate da una marea di
protezioni, sigilli e incantesimi: nessuno le vedrà mai
più, e di sicuro non usciranno dal bunker almeno per i
prossimi cent’anni.
-
Ah
sì? E sentiamo, quali sarebbero i tuoi grandi piani? - ribatte
Dean al fratello.
Sam
sorride di rimando felice dell’atmosfera rilassata. - Di
sicuro la doccia anche io. Poi pensavo di guardarmi tutta
l’ultima stagione di Game of Throne con una bella ciotola di
pop corn.
Castiel
osserva la scena sorridendo. La loro avventura a Los Angeles si
è conclusa nel migliore dei modi ed è anche
felice di aver accontentato Dean facendolo divertire a Las Vegas. Dal
Paradiso nessuno si è fatto sentire per richiedere i suoi
servigi, per cui è grato di sentirsi libero per un
po’ di tempo. - Game
of Throne? Lo guardo con te anche se non ho ben capito chi sia ora il
Re di Grande Inverno.
Dean
alza gli occhi al cielo - Fantastico
- esclama
- ti
preferivo quando non sapevi chi fosse Gandalf, sai?
-
Gandalf non c’entra nulla con Game of Throne- osserva
ingenuamente l’angelo.
Dean
scuote la testa, per quell’angelo non
c’è speranza. - Beh,
fate come vi pare ma io faccio la doccia per primo e - aggiunge
voltandosi verso le camere - tenete
le mani a posto che so come va con i pigiama party.
L’uomo
ha appena lasciato la stanza quando il cellulare di Castiel squilla.
L’angelo sospira nel prenderlo in mano pensando che era
troppo bello avere qualche giorno da passare con la sua famiglia umana.
Quando però vede lo schermo la sua espressione si fa
sorpresa.
Sam
nota il cambiamento dell’amico. -Tutto
bene? - vuole
sapere il cacciatore.
-
Si
si...è Laila…
Sam
raddrizza la schiena alla notizia. - Laila?
Castiel
risponde alla chiamata e parla per pochi secondi con la donna
dall’altra parte del telefono. - Ciao...sì
ricordo...fra una settimana? Certo, ci sarò. Mi fa piacere,
a presto.
L’uomo
è curioso ma non osa chiedere all’angelo cosa gli
ha detto la donna, ma Castiel avverte la tensione dell’altro.
-
Stanno
per tornare le due Donne di Lettere e ho un appuntamento con Laila tra
una settimana per...una promessa. - informa
in modo evasivo Sam che ricambia aggrottando la fronte e borbottando
qualcosa che l’angelo non riesce a cogliere.
È
passato quasi un anno dal loro primo incontro e ancora Castiel ricorda
la strana sensazione che gli ha lasciato quella donna, è
davvero curioso di approfondire quell’impressione. Sam pensa
che gli sarebbe piaciuto a sua volta poterla di nuovo parlare.
-
Ok
- dice
all’amico cambiando discorso - preparo
Netflix e ci guardiamo qualche puntata.
FINE
PRIMO EPISODIO
Angolino
delle autrici
Ed eccoci giunti alla coclusione di
questo capitolo nella vita dei Winchester e di Lucifer.
La vicenda delle ali si è risolta, il
nephilim è al sicuro e i nostri cacciatori hanno fatto
ritorno al bunker insieme a Castiel ma...
Chi sarà mai la misteriosa donna che ha
telefonato all'angelo? Perché ha telefonato proprio a lui?
Gli Uomini di Lettere cercano di nuovo di intromettersi nella vita dei
Winchester? Saranno i Britannici o qualche altra sede?
Se siete curiosi di sapere cosa riseva il futuro
ai nostri amati fratelli continuate a seguirci nella breve storia
"DIARIO DI UNA DONNA DI LETTERE", prologo al prossimo capitolo della
Serie "EVOLUTION", "BROTHERS, YOU'RE NOT ALONE".
Vi ricordo che nella nostra serie nulla, o quasi,
di quello che è capitato nella dodicesima stagione
è avvenuto: niente Mary, niente Jack, niente morti
traumatiche, un crossover (o due...), una linea temporale diversa e
complessa dove, speriamo, finalmente i nostri eroi potranno trovare il
modo per essere felici anche se non mancheranno ugualmente i
drammi.
Continuate a seguirci, recensite e gioite con
noi!
SPOILER: Preparate i vostri cuoricini e i vostri
ormoni per i prossimi capitoli, il rank cambia colore!
Un abbraccio da Astral e OcaPenna.
SEE YA!
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