Bone Machine

di Violetta_
(/viewuser.php?uid=45478)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Al Poirot ***
Capitolo 2: *** Nuovo caso al centro commerciale ***
Capitolo 3: *** Nomi ***
Capitolo 4: *** Ballo di gala ***
Capitolo 5: *** Liar ***
Capitolo 6: *** Incidente ***
Capitolo 7: *** Grazie ***
Capitolo 8: *** Out of Character ***
Capitolo 9: *** Palestra ***
Capitolo 10: *** Kissing Stranger ***
Capitolo 11: *** Virus ***
Capitolo 12: *** Bombe ***
Capitolo 13: *** Invito ***
Capitolo 14: *** Fratello ***
Capitolo 15: *** Dojo ***
Capitolo 16: *** Voice ***
Capitolo 17: *** Lezioni di boxe ***
Capitolo 18: *** Calcio ***
Capitolo 19: *** Punti di vista ***
Capitolo 20: *** Secret ***
Capitolo 21: *** Let him go crazy ***
Capitolo 22: *** Sonno ***
Capitolo 23: *** Mare ***
Capitolo 24: *** Allievo modello ***
Capitolo 25: *** Come in una favola ***
Capitolo 26: *** Dimostrazioni d'affetto ***
Capitolo 27: *** Tropical land ***
Capitolo 28: *** Doppi sensi ***
Capitolo 29: *** Presentazioni ***
Capitolo 30: *** Una situazione che non ti aspetti ***
Capitolo 31: *** No escape ***
Capitolo 32: *** Musica ***
Capitolo 33: *** Madre ***
Capitolo 34: *** Barbecue ***
Capitolo 35: *** Regole per una serena convivenza -Risveglio- ***
Capitolo 36: *** Papà iperprotettivo ***
Capitolo 37: *** Blush ***
Capitolo 38: *** Mancanza ***
Capitolo 39: *** Miyao ***
Capitolo 40: *** Tennis ***
Capitolo 41: *** Whiskey ***
Capitolo 42: *** Surprise! ***
Capitolo 43: *** Gelosia ***
Capitolo 44: *** Peluche ***
Capitolo 45: *** Regole per una serena convivenza -Caffè- ***
Capitolo 46: *** Babs ***
Capitolo 47: *** Lettura ***
Capitolo 48: *** Poor baby ***
Capitolo 49: *** Scudo ***
Capitolo 50: *** First ***
Capitolo 51: *** Nuvoletta ***



Capitolo 1
*** Al Poirot ***


Al Poirot










<< Mouri-sensei come mai oggi tutto solo? >>

L'uomo alzò gli occhi dal suo giornaletto sportivo.

<< Eh da quando quell'arrogante è tornato in città Ran sembra aver perso il senno >>

Amuro sorrise divertito.
Anche se l'uomo non era un padre particolarmente geloso, sapere che la sua figlioletta fosse in compagnia di un ragazzo lo irritava.

<< Chi sarebbe "l'arrogante"? >>
<< Ah già tu non lo conosci. Si chiama Shinichi Kudo, è un compagno di classe di mia figlia e si crede un detective >>
<< Ah interessante... >>

In realtà conosceva bene la verità. Sapeva che il ragazzino fosse tornato adulto.
Era stato proprio grazie a Shinichi se lui e Akai erano riusciti a catturare Gin, Vodka e Vermout.
Nonostante le sue proteste l'ex attrice adesso era negli stati uniti sotto la custodia dell'FBI.
Non avevano sconfitto del tutto l'organizzazione, motivo per cui continuava ad agire sotto copertura sotto il nome di Tooru Amuro, anche se senza i suoi contatti aveva dovuto ricominciare le indagini dall'inizio.

In quel momento la porta del locale si aprì facendo tintinnare la campanella.

<< Dai su vieni >>
<< Si ho capito Ran non mi tirare... >>

Goro incrociò le braccia al petto.

<< Parli del diavolo... >>

Shinichi era insieme a Ran, che lo stava spingendo verso il locale, e Sonoko che se la rideva sotto i baffi.

<< Dai muoviti voglio presentarti una persona >>
<< So camminare da solo! >> disse il ragazzo infastidito.
<< Si ma sei lento >> Ran si guardò intorno e quando vide il profilo di Tooru lo chiamò facendogli cenno con la mano << Amuro-san ti presento Shinichi >> si voltò avvicinandosi al viso di Shinichi << Sai Amuro è un detective come te >>

Il ragazzo del Poirot sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi.

<< Molto piacere. Mouri-sensei mi ha parlato di te >>

Shinichi roteò gli occhi facendo buon viso a quella situazione.

<< Eh eh immagino... >>

In quel momento la voce allegra di Masumi riecheggiò nel locale.

<< Eeehi gente!!! Ciao! Scusate il ritardo ma sono passata a prendere una persona >>

Dietro la detective infatti c'era Shiho.
Dopo aver trovato l'antidoto a differenza di Shinichi aveva aspettato un po' prima di prenderlo dato che l'organizzazione non era stata sgominata del tutto. Ma con Vermout sotto custodia dell'FBI e Gin dietro le sbarre poteva sperare di condurre una vita normale.
Aveva deciso di tornare a studiare.
La medicina l'aveva sempre incuriosita e dopo aver passato gli ultimi mesi a risolvere perlopiù casi di omicidio con Conan si era appassionata, grazie agli studi conseguiti in America che le erano stati riconosciuti aveva iniziato da subito una collaborazione col dipartimento della scientifica, ma preferiva spacciarsi per una comune matricola.

<< Buon pomeriggio >> disse pacata come al solito.

Sonoko mise il broncio.
Non le piaceva la ragazza, non le era piaciuta sin da quando, qualche settimana prima, le era stata presentata e aveva sentito che aveva aiutato Shinichi a risolvere dei casi quando si trovava negli stati uniti.
Sospettava che ci fosse stato qualcosa tra loro anche se, ovviamente, entrambi avevano negato.

Ran ricambiò il saluto con cortesia.

Ran.
Contrariamente alla sua migliore amica lei l'aveva accettata subito, anche se in fondo in fondo qualche dubbio le era sorto, si fidava di Shinichi e si era imposta di trattare la ragazza al meglio.
Dal canto suo Shiho la trovava dolce, complice la sua sorprendente somiglianza con Akemi, ma cominciava ad essere insofferente ai suoi discorsi un filino troppo smielati per i suoi gusti.

Masumi avvolse il braccio attorno al collo della ragazza.

<< Su dottoressa. Beviamo qualcosa dai >>

Con lei il discorso si faceva un pochino più complicato.
Diciamo che dopo aver conosciuto la vera identità di Ai Haibara e dopo aver scoperto ciò che la accomunava con Akai non se l'era più scrollata di dosso.
La chiamava almeno cinque volte al giorno facendole le proposte più disparate: dallo shopping al cinema.
Apprezzava davvero avere un'amica della sua età ma alle volte era davvero troppo per una come lei.

<< Come vuoi... >> disse cercando di allentare la presa.

Masumi la spinse letteralmente sul divanetto accanto a lei, di fronte a Sonoko.
Il suo sorriso di circostanza la infastidiva ma decise di ignorarlo.
Ma se c'era una cosa che trovava ancora più irritante erano le occhiate fin troppo evidenti del detective Goro.


Diamine poteva essere sua figlia!


<< Di che parlavate? >> chiese la detective.
<< Siamo appena arrivate anche noi >> rispose Ran << Ovviamente Shinichi ha perso tempo a prepararsi >>

Il ragazzo mise il broncio.

<< Ma se abbiamo dovuto aspettare Sonoko... >>
<< Ehi come ti permetti? >>

Mentre i due ragazzi erano intendi a guardarsi in cagnesco, Masumi alzò la mano attirando l'attenzione del cameriere.

<< Ciao Amuro-san >>

Lui si avvicinò col suo solito sorriso.

<< Salve ragazze. Cosa vi porto? >>
<< Io voglio una fetta di torta >> disse Sonoko facendo una brevissima pausa dal piccolo litigio con Kudo.
<< Anche io voglio la torta >> Disse Ran con un gran sorriso.
<< Io prenderò uno dei tuoi panini speciali >> disse Masumi con la testa poggiata tra le mani.

Il ragazzo prese nota.

<< E per te Doc? >>

Shiho stava controllando il sito dell'università col suo ony e non realizzò immediatamente quello che stava accadendo fuori dallo schermo del cellulare. Aggrottò le sopracciglia ed alzò la testa.

<< Come mi hai chiamata? >>

Il ragazzo batté le palpebre spiazzato.

<< Doc. Nelle serie americane è l'abbreviativo di... >>
<< ...doctor. Come sai cosa studio? >>
<< Ho sentito Masumi che ti chiamava così... >>

In quel momento cadde uno strano silenzio. I ragazzi guardavano alternativamente prima Amuro, che aveva le mani in avanti quasi a volersi difendere e Shiho le lo analizzava con lo sguardo nemmeno fosse una provetta. Alla fine parlò.

<< E' un po' presto per chiamarmi così... comunque vorrei un caffè. Bollente. Niente zucchero >>

Amuro alzò un sopracciglio.

Era una donna veramente terribile.
Scorbutica, analitica, furba. Bellissima.
Era diventata davvero meravigliosa.

<< Come vuoi capo >> disse infine il biondo sfoggiando un gran sorriso.

Shinichi incrociò le braccia al petto.

<< Sei sempre tanto dolce Shiho >>
<< E' un'ordinazione Kudo. Rilassati >>

Il giovane detective roteò gli occhi al cielo e si beccò l'ennesima frecciatina da parte di Sonoko.

Shiho guardò di sottecchi il biondino.
A quanto le era stato concesso sapere c'erano ancora parecchie indagini da fare sull'organizzazione, nonostante i tre corvi fossero dietro le sbarre.
Lavorava con estrema naturalezza, perfettamente calato nella parte del bravo cameriere.
Aveva come l'impressione che la fissasse quando era nei paraggi, ma non era riuscita ancora ad averne una conferma.


*


Rei Furuya era una persona piuttosto complessa.
Aveva un passato misterioso che lo aveva portato in una posizione di spicco all'interno di un'organizzazione fantasma.
Era un ottimo attore e apparentemente una brava persona: gentile, generosa, simpatica. E forse lo era davvero.

Ma sotto quel faccino adorabile e dietro a quegli occhioni azzurro cielo non c'erano dubbi che nascondesse un lato oscuro.
Era un agente vendicativo, manipolatore, subdolo, pronto a tutto per mettere le mani sulla sua preda.



Non c'erano dubbi sul fatto che fosse uno stronzo....



<< Ragazze ecco le vostre ordinazioni >> disse poggiando i piattini sul tavolo << Ecco il tuo caffè signorina. Attenta a non scottarti >> disse con un tono di voce dolce, ma sapeva vagamente di frecciatina << A proposito non ho capito il tuo nome >>

La ragazza poggiò comodamente la schiena contro lo schienale del divanetto ed accavallò le gambe in modo elegante.

<< E io ho capito perché sei ancora solo l'assistente del detective Mouri... invece di metterti in proprio >> fece volutamente apposta quella pausa << Il mio nome è stato ripetuto ben due volte da quando sono entrata qui >>



... quello che non aveva previsto è che lo era anche lei.



Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Nuovo caso al centro commerciale ***


Nuovo caso al centro
commerciale






<< Eddai che ci divertiamo >>

Shiho roteò gli occhi al cielo.

<< Non mi interessa >>
<< Ma dai non puoi sempre stare col naso dentro i libri! >>
<< Ti ho detto di no... >>

Msumi Sera era in ginocchio sul divano accanto a Shiho che invece era seduta composta con in mano un libro di istologia.

<< Sei la solita. Sei quasi peggio di... >>

Shihò la fulminò con lo sguardo.

<< Ok. Afferrato scusa... però dai accompagnami >>

In quel momento Agasa scese le scale avviandosi verso il frigorifero.

<< Sera-kun ha ragione Shiho cara. Esci un po' a divertiti >>

La ragazza sospirò.
Il giorno in cui decise di prendere l'antidoto era terrorizzata all'idea di rimanere sola. Invece al contrario si era ritrovata più e più volte a desiderare un po' di privacy.

<< Poi Kinoshita-san mi ha detto che ha dato l'esclusiva per il nuovo negozio >> continuò il dottore.
<< Ok allora vengo... >>

Masumi alzò i pugni al cielo.

<< Evvai! >>
<< Agasa posa immediatamente quella fetta di torta >>

L'uomo abbassò il capo con aria delusa.

Beccato.

*


<< Shin dai muoviti! >>
<< Arrivo arrivo... >>

Sonoko e Ran si trovavano nel nuovo centro commerciale di Beika city insieme a Shinichi.
Da quando era tornato tale le due ragazze si divertivano a trascinarlo nei posti più disparati.
Erano in uno dei corridoi principali quando Sonoko spalancò gli occhi indicando un ragazzo.

<< Ehi Ran guarda chi c'è >>

Il ragazzo in questione passeggiava guardando distrattamente le vetrine con le mani in tasca.

<< Amuro-san... Hei Amuro-san... >>

Sentendo il suo nome Tooru si girò ed alzò la mano a mo di saluto.

<< Ehi salve ragazzi >>

Shinichi si sentì sollevato. In presenza del barista forse le due ragazze si sarebbero date una calmata.

<< Ciao >>
<< Che sorpresa. Che ci fai qua? >> chiese Sonoko andandogli incontro.
<< Ho sentito che qui hanno aperto anche un negozio di musica e volevo dare un'occhiata >>

Ran congiunse le mani all'altezza del petto e si girò di scatto verso Shinichi.

<< Ah già. Tooru è anche un bravissimo chitarrista >>
<< Già potreste fare un duetto. Lui suona e tu canti Kudo >> disse Sonoko ridacchiando.


"No... col cavolo che si danno una calmata". Pensò piccato il detective.


<< AAAH >>

Improvvisamente da uno dei negozi si udì l'urlo di una ragazza terrorizzata.

<< Ma che succede? >> Si chiese Sonoko guardandosi intorno.
<< Da dove vengono queste grida? >> disse Ran avvicinandosi a Shinichi.

Amuro e il detective liceale corsero all'istante seguendo quelle voci.
Provenivano da un piccolo studio fotografico posizionato in uno dei corridoi secondari, non molto in vista.

Quando i due detective arrivarono videro un uomo che giaceva a terra dietro la cassa ed una ragazza con le mani sul viso.

<< Che è successo? >>

A rispondere fu proprio la ragazza.

<< Il signor Shirane è... è... >>

Vedendola sotto shock l'agente psb in incognito pensò bene di farla sedere per farle prendere lucidità mentre Shinichi iniziava ad analizzare la stanza.

<< Signorina lei chi è? >> domandò non appena vide la ragazza iniziare a respirare normalmente.
<< Mi chiamo Mikae, sono una delle truccatrici. Ero sul retro quando ho sentito un rumore e quando sono arrivata ho trovato il signor Shirane a terra... >>

Sonoko portò le mani sui fianchi.

<< Forse è scivolato >>
<< No. La scala è troppo bassa per un danno simile >>

I quattro si girarono e Shinichi non poté fare a meno di sgranare gli occhi.

Masumi e Shiho erano appena uscite dalla stanza accanto alla cassa.

<< E voi che ci fate qui? >> domandò il Kudo.
<< Io volevo passare un pomeriggio a guardare la nuova collezione di borse Fusae. Però Masumi è rimasta incuriosita dalle nuove tecniche fotografiche... >> La ragazza si chinò analizzando meglio la testa dell'uomo << E invece ci sei tu e c'è un caso da risolvere... guarda un po'... >> disse sfoderando il suo magnifico sarcasmo.

Quello scambio di sguardi non sfuggì né a Ran né a Sonoko che non stette di certo zitta.

<< Che intendi dire? >>
<< Abbiamo collaborato a qualche caso quando eravamo in America, perlopiù omicidi. Ne calamita per cadaveri? >>

Shinichi fece un sorrisetto. Sempre la solita creatura amorevole.

<< Comunque dato che ci sono tre detective spero che il caso si risolva prima della chiusura dei negozi >> Disse guardando Masumi, Shinichi ed infine Rei.

Quest'ultimo non poté fare a meno di inclinare la testa.


Terribile quella ragazza.


Fu proprio lui a parlare.

<< Direi di metterci a lavoro. Avete già chiamato la polizia? >>
<< Si, stanno arrivando >>


*


<< La vittima è Shirane Masuko. 39 anni. È il proprietario del negozio >> disse Takagi sfogliando il suo taccuino << A rinvenire il corpo è stata Mikae Shibuki 32 anni >>

Oltre alla ragazza dal retro dello studio uscì una ragazza molto molto magra dai lunghi capelli neri. Mentre dalla stanza accanto alla cassa uscì un ragazzo dai capelli ricci e rossi.


Raiko Sagashi 27 anni. Acconciatrice e truccatrice
Rotaru Baba, 25 anni. Fotografo.



L'ispettore Megure si avvicinò ai due.

<< Voi dov'eravate? Perché non siete usciti quando la vostra collega si è messa ad urlare? >>
<< Mi dispiace ma ero sul retro a cercare una palette di trucchi e visto che la camera è vicino ai macchinari e alle casse dello stereo non ho sentito nulla. Questa è la palette, come potere vedere è ancora nuova >> disse neutra Raiko mostrando la scatola coi trucchi.
<< E lei? >> chiese a Rotaru.

Il ragazzo portò una mano dietro la nuca.

<< Io ero dentro la camera oscura e anche da lì non si sente nulla >>
<< Può provarlo? >>
<< Le due clienti possono testimoniare >> disse indicando Shiho e Masumi.

L'ispettore fece un sorriso sorpreso.

<< Miyano-san. Salve >>

A sentire quella reazione il gruppo di liceali si corrucciò.

<< La conosce ispettore? >> domandò Shinichi.
<< Certo. Fa parte dell'equipe della scientifica. Lavora con noi da poco ma devo dire che è già nota nell'ambiente >>

La ragazza fece un sorriso di circostanza. Avrebbe preferito che non si sapesse.

<< Quella ragazza già lavora con la polizia? Ma quanti anni ha? >> chiese Sonoko mormorando all'orecchio di Ran.
<< Ho diciotto anni. Te l'avevo già detto... >>

Sonoko fece una smorfia capendo che era stata beccata.

<< ...E non lavoro con la polizia, sono solo una tirocinante >>

Rei accennò un sorrisino.
Che bugiarda.

Sapeva bene che la ragazza faceva parte dell'equipe del laboratorio di scienze giudiziarie e medicina legale di Tokyo, che a sua volta collaborava con la scientifica del distretto di Beika.

Quando era entrata in veste di tirocinante nessuno si aspettava da lei nulla di più che stampare qualche documento e sbirciare il lavoro dei professionisti, ma dopo qualche caso si era fatta immediatamente notare grazie alla brillantezza delle sue deduzioni ed alla rapidità con cui riusciva a diagnosticare le varie cause di decesso o trauma delle vittime.
La responsabile dell'equipe l'aveva assunta subito come assistente approfittando del fatto che la ragazza avesse già una laurea in biochimica.
Definirla “tirocinante” era praticamente un insulto.


Nel frattempo le indagini procedevano.

<< Quindi lei lavora qui da quattro anni >> chiese Takagi a Raiko.
<< Hai >>
<< E non aveva alcun problema col proprietario? >>
<< Se c'era qualcuno che aveva problemi quella non era certo io. Rotaru è obbligato a fare turni assurdi ed è anche sottopagato... >>
<< Ehi che vorresti insinuare? Io amo il mio lavoro, la fotografia è tutta la mia vita! >>


Shiho assottigliò lo sguardo.
Aveva come la sensazione che Rei la stesse fissando.
Come ufficiale del PSB era dannatamente pignolo e pretendeva che tutte le analisi dei casi di cui si occupava gli venissero recapitati personalmente, quindi lo aveva incontrato più volte tra i corridoi del laboratorio.

Le ricercatrici e le giovani agenti, persino il suo capo, stravedevano per lui ammaliate del suo aspetto e dal suo portamento.
Lei era rimasta incuriosita dal suo comportamento invece.
Era bravo come agente, dannatamente bravo. Ma non ostentava minimamente il suo ruolo ed era molto cortese con i membri dell'equipe, a differenza degli altri agenti che tendevano a trattare i ricercatori alla stregua di strumenti.

Quello che però non riusciva a capire era perché, ogni volta che i due si trovavano nella stessa stanza, lei si sentisse i suoi occhi puntati addosso.
Non era ancora riuscita a beccarlo in flagrante ma sentiva che era così.


<< Miyano-san che ne pensa? >>

La ragazza si voltò verso l'ispettore rispondendo prontamente nonostante la distrazione.

<< Penso che l'uomo sia stato tramortito altrove e poi sia stato trascinato qui. Non ci sono tracce di sangue nonostante il colpo in testa fosse molto forte, inoltre la posizione della scala e la posizione del corpo non corrispondono >>

I tre detective non poterono che concordare con lei.

<< … comunque io sono qua in vesti civili. Chieda a loro di svolgere le indagini, non vede che muoiono dalla voglia di investigare? >> disse indicando Shinichi, Masumi e Tooru.

Masumi scosse la testa.

<< Shiho-chan, sei sempre adorabile >>

Lei fece spallucce.

Shinichi si avvicinò a Mikae iniziando a fargli una serie di domande.
Da quando era tornato normale quel poco di modestia che Conan gli aveva trasmesso era andata a farsi friggere e capitava spesso che facesse saltare i nervi agli indagati.

<< Come ti permetti? >>

La ragazza era l'ex fidanzata del proprietario, ma dopo la rottura del loro rapporto aveva mantenuto un atteggiamento perfettamente professionale e non apprezzava per nulla che si facessero insinuazioni al riguardo.
In uno scatto d'ira aveva urtato una delle lampade fotografiche facendola cadere e provocando un gran frastuono.
A quel rumore Sonoko si spaventò ed urtò la macchinetta del caffè che cadde rovesciando gran parte del contenuto sul pantaloni di Rei.

<< Ahi. Cavolo brucia >> disse il ragazzo facendo uno scatto all'indietro.
<< Sei proprio una ragazza delicata... >> mormorò Shiho.

Rei assottigliò lo sguardo.
Già lo infastidiva che Goro si ostinasse a dargli dell'effeminato, se in più si ci metteva lei...

<< Pezzo di ghiaccio... >> gli rispose a bassa voce.


Avrebbe voluto risponderle a tono, ma in quel momento non gli venne in mente una frase più intelligente.



*


Le indagini si conclusero pochi minuti dopo.
Raiko aveva rotto apposta la palette in modo da andare sul retro, aveva colpito il proprietario con una base per macchina fotografica e l'aveva trascinato utilizzando il carrellino per gli strumenti come aiuto, poi aveva rimesso tutto a posto senza farsi scoprire.

<< Voleva licenziarmi perché non avevo accettato di uscire con lui... ogni giorno cercava un pretesto e io non lo sopportavo più >>

Si mise a piangere in modo incontrollabile inginocchiandosi per terra.
   


*


<< Masaka... ormai il negozio di borse sta per chiudere... >> Shiho si voltò verso Shinichi << ...almeno tu non potevi essere un tantino più veloce Sherlok? >>

Il ragazzo roteò gli occhi al cielo.

<< Le deduzioni richiedono tempo Shiho... >>

Masumi poggiò le mani sulle spalle della scienziata.

<< Dai non ti arrabbiare... ci veniamo domani >>
<< Domani ho lezione tutto il giorno mia cara. Non sono spensierata come te >>
<< Quanto sei allegra... mi ricordi una certa person... >>

Lo sguardo omicida della Miyano la indusse a tacere.

<< Comunque sono stanca, grazie per questa meravigliosa giornata minna >>

Le due stavano per andarsene quando vennero bloccate dal fotografo.

<< Signorina >>
<< Si? >>

Rotaru allungò le mani porgendole una serie di foto scattate qualche ora prima.

<< Queste sono vostre >>

Il gruppo si avvicinò a guardarle: erano tutte molto belle ma una in particolare spiccava su tutte.

<< Sei bellissima qui Shi-chan >> disse Masumi guardando meglio lo sfondo << Ma sembra sia stata scattata nella stanza con la cassa e non nell'altra stanza >>
<< Esatto, l'ho scattata mentre si svolgevano le indagini. Domando scusa, non ho chiesto il permesso ma ho trovato la sua espressione davvero meravigliosa. Chiunque sia l'artefice di quel meraviglioso sorriso dev'essere una persona veramente fortunata >>

Shiho abbassò lo sguardo a disagio.

<< A... arigatò >>

Rei continuò a fissare quella fotografia.


Dall'angolazione sembrava che stesse guardando proprio verso la macchina del caffè.


No. Non era possibile.












***
Angolo dell'autrice.

Ho voluto scrivere un capitolo seguendo lo schema classico degli episodi... che fatica!
Spero di aver fatto un lavoro decente (se così non fosse non preoccupatevi, non si ripeterà!)

Inoltre vorrei fare una precisazione ma dato che potrebbe essere interpretato come spoiler dovrete evidenziare col mouse il seguente testo se volete leggerlo:


Nel 2014 Gosho Aoyama in un'intervista ha rivelato che due madri si sarebbe scoperto essere sorelle. La tesi più accreditata è che siano Mary Sera ed Elena Miyano.
Ora, questa è solo un'ipotesi ma io per questa ff do la notizia per vera.
Questo è il motivo per cui Masumi è così affezionata a Shiho e viceversa.


Cercherò di mantenere quest'informazione velata a meno che noi siate proprio voi lettori a farmi la richiesta di sviluppare questo aspetto della ff.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti.
A presto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nomi ***


Nomi







Goro Mouri, il famoso detective in trance, sta collaborando con la polizia per risolvere il caso del diamante “occhio di Drago”.
Secondo alcune indiscrezioni il...



Shiho stava guardando distrattamente il telegiornale alla tv con la testa poggiata su una mano.

Prese una carota dandole un morso.

Era insofferente nei riguardi del detective dell'agenzia investigativa, troppo borioso e spaccone per i suoi gusti.
Di tanto in tanto Shinichi continuava a farlo andare in trance oppure gli dava dei suggerimenti velati durante i casi e dato che la stessa cosa la faceva anche Rei in veste di allievo, la sua carriera al momento era assicurata.

<< Shinichi ha chiamato poco fa, dice che starà via un paio di giorni proprio per seguire le indagini >> Disse Agasa.
<< Mh... >> fu l'esaustiva risposta della ragazza.

L'uomo le mise davanti una fetta di carne con delle verdure al vapore come contorno.

<< Com'è andata oggi a lezione? >>
<< Mi sono divertita un sacco... >>
<< Simpatica. Dai racconta... >>
<< Beh oggi abbiamo approfondito tutto ciò che riguarda i prelievi. Un aneddoto interessante riguarda un'infermiera che ha accidentalmente rotto l'ago mentre era dentro... >>

Agase sbiancò.

<< Ti prego risparmiami i dettagli >>

In quel momento i due sentirono suonare il campanello.

<< Vado io... >>

La ragazza aprì la porta e spalancò gli occhi.

Di fronte a lei c'erano i detective boys.

Non li vedeva da un po' di tempo, da quando aveva abbandonato le vesti di Ai per la precisione.

I tre avevano preso molto male la sparizione di Conan, il bambino infatti aveva ingerito l'antidoto svanendo nel nulla e lasciando a lei il gravoso compito di consolare i tre piccoli ed asciugare le lacrime di Ayumi.

La sfuriata che ne era conseguita il detective liceale se la ricordava ancora: era stato costretto dalla piccola scienziata a chiamare i tre uno per uno e inventarsi una spiegazione decente.
Successivamente quando lei aveva deciso di tornare Shiho aveva gentilmente avvertito Shinichi che doveva formulare una scusa decente anche per lei, anche perché aveva ancora qualche pillola di aptx con se e avrebbe potuto discioglierlo nel suo caffè mattutino in ogni momento.

Comunque secondo la cronaca ufficiale Conan era andato a vivere negli Stati uniti con i suoi genitori ed Ai lo aveva raggiunto poco tempo dopo perché non poteva stare senza di lui.

Col senno di poi affidare il compito di inventare la balla al Kudo non era stata un'idea geniale.

<< Tu chi sei? >>

La voce di Ayumi la riscosse dai suoi pensieri.

Si piegò sulle ginocchia in modo da guardarli negli occhi.

<< Io sono Shiho... sono una parente del Dottor Agasa >>
<< Davvero? >>

Prima che potesse rispondere in viso rubicondo del dottor Agasa spuntò da dietro la porta.

<< Bambini che sorpresa. Che fate davanti la porta? Su entrate >>

I tre ubbidirono seguiti da Shino che andò verso il frigorifero per prendere della spremuta d'arancia.
Mitsuiko continuava a fissarla col viso sul punto di ebollizione.

<< Come ti chiami piccolo? >> chiese mentre riempiva i bicchieri.
<< Piccolo... eeeh Mistuiko io sono... >>

Il ragazzino abbassò lo sguardo dandosi dello stupido.

<< Agasa... possiamo continuare a giocare qui anche se non c'è più Conan né Ai con noi? >> domandò Genta tirandogli il camice.
<< Ma certo figlioli >>

I tre bambini sorrisero felici iniziando ad invadere il salotto.

<< Era per questo che non siete più venuti a trovarmi? >> domandò Agasa al bambino mentre si dividevano dei biscotti.

Mitsuiko si avvicinò alla ragazza mettendosi una mani tra i capelli.

<< Giochi con noi Shiho-san? >>

Il bambino le era sempre sembrato un tipetto sveglio ma non gli aveva mai dato altra connotazione oltre a questo. Adesso che era tornata adulta e lo vedeva sotto un'altra prospettiva doveva ammettere che lo trovava adorabile.

<< Si si dai giochi con noi? >> chiesero gli altri due avvicinandosi.
<< Un'altra volta bambini, adesso devo andare a lavoro >> disse scompigliando i capelli al piccolo con le lentiggini.
<< Va beeene... >>

Prese velocemente il pacco di biscotti che era posto davanti Agasa dicendo che sarebbero stati “il suo spuntino” ed uscì in fretta di casa.

Shiho Miyano non faceva spuntini coi biscotti.


*


Una volta dentro il laboratorio di medicina legale si mise il camice e andò nella stanza dove si svolgevano le analisi.

Adorava il suo lavoro.
Fare ricerca farmacologica era interessante ma scoprire le cause di morte, le dinamiche di un delitto, aiutare le persone, questo era appagante.
Poi aveva instaurato un buon rapporto coi suoi colleghi e lavorare in un ambiente rilassante era un'esperienza bellissima.

Nessuno che ti minaccia, nessuno che ti punta contro una pistola...

Una donna di mezza età ma ancora bellissima e con dei capelli rosso fuoco sbucò da un ufficio con una cartella in mano.

<< Ok ragazzi chi si è occupato di questi rilevamenti? >>

L'intera equipe gelò.

La dottoressa Santana Baba, a capo del dipartimento della scientifica, sapeva incutere timore come pochi.

<< Sono stata io dottoressa >> disse Shiho con tono garbato.

La donna la squadrò dall'alto in basso.

<< Sorprendente Miyano... come sempre... qualcuno mi spiega come mai una studentessa sia più preparata di voi? >>

Ovviamente nessuno osò rispondere.

Santana le avvicinò una cartelletta e le fece cenno di seguirla.

<< Poco fa è arrivata una salma vorrei dargli un'occhiata insieme a te >>
<< Va bene >>

Si recarono nella camera delle autopsie dov'era stato posizionato il corpo e si misero le mascherine.
La donna le indicò una profonda ferita sull'addome.

<< Che ne pensi? >>
<< Sembra che la lama fosse riscaldata. Guardi questo lembo di pelle cauterizzato... >>
<< Mh. E poi? >>
<< Non è stata questa la causa del decesso. La pelle era già morta, il sangue si era già depositato sulla parte bassa del corpo >>

La donna annuì soddisfatta.

<< Shiho ho un compito per te >>
<< Si dottoressa >>
<< Ti affido l'autopsia >>

La ragazza rimase per un attimo spiazzata.

<< Ontoni? >>

Era davvero un compito importante, un'ottima possibilità per avanzare di grado.

<< Aspetto il tuo rapporto per domani mattina. Pensi di farcela? >>

Anche se sicuramente le avrebbe occupato tutta la notte la ragazza annuì convinta.



*



00.37

Shiho era china sulla salma col registratore in mano.
Prima di effettuare l'autopsia aveva dovuto svolgere gli altri suoi incarichi e non si era riposata un secondo.
Era distrutta ma si era autoimposta di non fare nemmeno una pausa in modo da finire presto e poi andare a dormire.

<< Hai trovato tracce di metadone nel sangue? >>

Alzò la testa di scatto riconoscendo la voce dell'agente Furuya.
Lui era poggiato con la schiena contro il muro.
La sua aria seria e quel completo grigio gli davano un'aria veramente affascinante ma il fatto che non aveva emesso il minimo rumore la mise a disagio.
Non aveva minimamente percepito la sua presenza, e nemmeno l'odore dell'organizzazione nonostante lui fosse ancora Bourbon.

<< Non ho l'autorizzazione per passarti queste informazioni >> disse severa.

L'agente le fece vedere il foglio con le autorizzazioni del caso.

<< Ho richiesto io l'autopsia. Sono a capo delle indagini >>

Shiho lesse il foglio e poi lo riconsegnò al proprietario.

<< Non ne ero stata informata. In questo caso... no nessuna traccia di droga, né di veleno. Ci avevo pensato anch'io visto il colorito del viso. Ma dopo aver effettuato le prime analisi posso dire che al momento la causa più plausibile di morte sia per asfissia >>

Il ragazzo si accigliò.

<< Ne sei certa? >>
<< Non del tutto. Devo aprire la cassa toracica ed analizzare i polmoni >>
<< Ce la farai da sola? Dopotutto ci vuole molta forza per trapassare la cassa torac... >>
<< Ce la faccio benissimo >>


*


Perchè non se ne andava?
Perché continuava a fissarla in quel modo?
La irritava questa cosa.

Non era una sensazione questa volta, la fissava di sottecchi mentre girovagava per la stanza.

<< Che vuoi? >>

Rei si fermò e alzò le mani.

<< Non sto dicendo nulla. Calmati doc >>

La ragazza posò il bisturi con fare frustrato.

Doc.

Aveva un nome per la miseria e la vita sembrava volerglielo sempre celare.

Sherry, Ai, quella dell'organizzazione, principessa...adesso era "Doc".

<< Io mi chiamo Shiho. SHIHO. Per la miseria >> soffiò secca poggiando le mani sul tavolo in modo un po' troppo forte.

Rei la fissò soffermandosi sui suoi occhi.

<< Lo so >>




Oh e chi meglio di lui poteva saperlo?





Incrociò le braccia al petto avvertendo una sensazione di calore sul viso.
L'aveva cercata a lungo ed alla fine aveva trovato una piccola indifesa, spaurita, sospettosa di tutti.
Era una bambina e avrebbe fatto di tutto per proteggerla.

Era una bambina...

No errore.

Lei non era più una bambina, ne aveva l'aspetto a causa di un farmaco da lei stessa creato.
Ma adesso quel farmaco era stato debellato e lei era tornata ad essere un'adulta.

Era stramaledettamente bella.
E stronza.
E i pensieri nei suoi confronti stavano cominciando ad evolversi in qualcosa di nuovo.

Si mise una mano sugli occhi. Scuotendo la testa.


Maledizione ma che andava a pensare?


Era un agente non certo un ragazzino del liceo.

<< Hai sonno agente? >>

Lui alzò la testa battendo le palpebre.
La ragazza aveva ripreso a lavorare.

<< Ti stavi stropicciando gli occhi o sbaglio? >>
<< Sto bene... Shiho >> disse dando particolare inflessione quel nome.

Shiho non poté fare a meno di notarlo.
Si passò la lingua sul palato ponderando le sue parole, era stata decisamente troppo scontrosa, in fondo non l'aveva insultata.

<< Goumen... ho esagerato >>

L'agente scosse la testa rivolgendole un sorriso d'intesa.

<< Suppongo che tu sia molto stanca, devi ancora abituarti a questi orari >> fece una pausa << Vado a prendere un caffè. Te ne porto uno? >>

Lei annuì frettolosamente.

<< Si... grazie >>


*



<< Furuya-sama che ci fate qui? >> domandò un'agente che si trovava a passare di li.

L'uomo prese mezza bustina di zucchero mettendola nel caffè, poi ne bevve la metà.

<< Ho un impegno >>
<< Se non sbaglio tutti i vostri casi sono passati nelle mani di Kazami-san perchè domani dovete partire per una missione importante… >>
<< Lo so... è per questo che sono qui >> disse con un mezzo sorriso.

La ragazza fece una faccia stranita ma non domandò oltre.
Una volta solo Rei premette il pulsante della macchinetta e fece il secondo caffè.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Ballo di gala ***


Ballo di gala





In occasione del Golden week lo zio di Sonoko aveva organizzato un superbo ricevimento nel nuovo hotel aperto in una delle zone più chic di Tokyo.

Shinichi si guardò intorno: la struttura era immensa con le camere poste sui piani più alti mentre quelli più bassi erano adibiti a sale ricevimento che per l'occasione erano gremite di gente.
Un'enorme fontana posta di fronte l'edificio faceva zampillare l'acqua mentre i fari posti sul fondo creavano giochi di luce.
Come al solito quei ricconi avevano organizzato tutto nel modo più esagerato possibile ed avevano invitato mezza città.

<< Allora portasfiga ti muovi? >>

Sonoko, avvolta nel suo vistosissimo abito di seta arancione, continuava ad urlare mentre il ragazzo correva tappandosi le orecchie.

<< E' una serata importantissima e non posso certo far tardi per colpa tua >>
<< Sei una strega >>

Ran si mise tra i due ragazzi.

<< Su su... non litigate... >>

In quel momento una Volkswagen parcheggiò vicino l'edificio, le portiere si spalancarono e subito ne uscirono tre bambini.

<< Siii guardate quante luci! >>
<< Andiamo a vedere il buffet >>

Il Dottor Agasa diede le chiavi al parcheggiatore e si voltò cercando di tenerli a bada.

<< Ragazzi fate i bravi >>

Mitsuiko prese la sua macchina fotografica iniziando a fare delle foto, Ayumi si avvicinò alla fontana mentre Genta continuava ad urlare.

<< Insomma ragazzi >>

Il dottore, oltre che dei bambini, era in compagnia della sua "lontana parente".

<< Bambini non correte per favore. Avanti tornate qui >>

I tre si girarono ed annuirono ubbidendo all'istante.

<< Ok Shiho nee-chan >>

La parente in questione stava destando la curiosità della maggior parte della popolazione maschile.
Non era vestita in maniera appariscente, un semplice abito bianco e degli orecchini lunghi, ma tanto bastava per attirare l'attenzione.

Sonoko mise una mano sul fianco.

<< Certo che quella ragazza se la tira come poche. Mi ricorda quella scorbutica di Ai... >>

Shinichi si irrigidì all'istante.

<< Ma che dici dev'essere una tua impressione >>
<< Ehi perché la difendi così? Non dirmi che c'è stato qualcosa tra voi mentre eravate a "svolgere casi" in America >>

Ran drizzò le orecchie.

<< Ma smettila >> disse Shinichi mettendo le mani avanti << Ti ho già detto che mi ha solo aiutato in qualche caso visto che è una studentessa di medicina >>
<< Si si... come vuoi... >>



*



<< Papà finalmente >> disse Ran portando le mani sui fianchi.

I ragazzi si erano spostati in una delle sale più grandi vicino ad uno dei tanti buffet.
Goro li raggiunse con le mani dentro le tasche ed un'espressione scocciata.

<< Ran quante storie, molti degli invitati stanno arrivando solo ora >>
<< Ma tu sei un invitato speciale. Lo zio di Sonoko ci tiene tanto che tu faccia un discorso dopo essere riuscito a sventare il piano di ladro Kid >>

L'uomo stava per parlare ma venne interrotto.

<< Devi scusarlo, ha fatto tardi per colpa mia >>

Le due si girarono e arrossirono spalancando gli occhi.

Shinichi non mancò di notare quel comportamento della sua dama ed assottigliò gli occhi.

Tooru era veramente affascinante in smoking: alto, slanciato, elegantissimo. Aveva un che di autoritario che non dispiaceva affatto e quel sorriso sarebbe riuscito a sciogliere anche il cuore più congelato.
Oltre alle due liceali molte altre ragazze si erano voltate apprezzando lo spettacolo ma lui non sembrava averci fatto molto caso.

<< Ciao Tooru. Sono contenta che ci sia anche tu stasera >> disse Sonoko sistemandosi una ciocca di capelli dietro i capelli.
<< Come mai sei qui? >> chiese Ran giocherellando con le dita.

Goro gli passò un braccio sul collo.

<< Gli ho chiesto io di venire. Noi due scapoli infatti adesso andiamo a divertirci al bar >>

Ran alzò il pugno contro il padre.

<< Non ti azzardare. Non ti permetterò di fare figuracce anche perché sta venendo la mamma >>
<< Cooosa? >>
<< Esatto. Quindi vedi di comportarti bene >>

Ancora una volta il biondo si mise davanti al detective dormiente per difenderlo.

<< Tranquilla Ran, sono certo che il maestro saprà controllarsi >> disse con un gran sorriso.



*



Shino si era messa in disparte in un angolo della sala con un bicchiere di vino in mano.
Non tanto per berlo, quanto per essere lasciata in pace dal gruppo di uomini snob ed altolocati che continuavano a cercare di attirare la sua attenzione.

<< Shiho-chan senti... >>

La ragazza abbassò la testa.

<< Si Mitsuiko? Dimmi pure >>
<< Eeetto... io... mi chiedevo se.. insomma io... >>

La ragazza si abbassò in modo da sentirlo meglio dato che il bambino mormorava ed era rosso come un peperone.

<< Ti va di ballare con me? >> disse infine facendosi coraggio ed alzando la testa.

La ragazza si intenerì: quella era stata la proposta più dolce della serata.

<< Perché invece di chiederlo ad una vecchietta come me non lo chiedi ad Ayumi? Sono certa che le farebbe piacere >>

In affetti la bambina ondeggiava su se stessa e sembrava avere una voglia matta di ballare.

<< Ma io... >>
<< Da su non fare il timido e va da lei >> disse spingendolo affettuosamente.



*



La piccola Ayumi era arrossita e aveva accettato con gioia l'invito del suo compagno di classe.
Si era massa a ballare con Mitsuiko, più che altro gli pestava i piedi ed il bambino subiva senza lamentarsi.

Dopo aver visto quella scena aveva sorriso ma poi i suoi pensieri si erano spostati prepotentemente verso un'altra persona.
Andò sul terrazzo poco distante dalla sala poggiandosi alla ringhiera e guardando le stelle.

Era particolarmente malinconica quella sera.
In effetti c'era un motivo, si avvicinava l'anniversario della morte di sua sorella.


Akemi.


Sua sorella sarebbe stata un'ospite impeccabile in una serata come questa mentre lei sembrava il tristo mietitore che aveva fatto un lavaggio nella candeggina.

Improvvisamente vide un flute davanti a se.
Alzò gli occhi di scatto e riconobbe il viso di Rei, il ragazzo la fissava con aria cordiale.

<< Ho pensato avresti gradito un po' di vino >>

La ragazza guardò il vino e poi nuovamente il ragazzo prima di prendere il bicchiere.

I due ormai si vedevano di frequente, sia al Poirot che tra i corridoi dell'istituto di medicina legale.
Inizialmente Shiho era molto scettica nei suoi confronti, ma piano piano aveva preso confidenza trovando la sua compagnia sempre meno fastidiosa.

<< Arigatò... >>
<< Perché sei qui tutta sola? In sala ci sono i tuoi amici... c'è il dottore... >>
<< Non sono in vena di festeggiamenti... >> iniziò a sorseggiare il vino << in realtà non volevo nemmeno venire >>
<< Sarebbe stato un peccato. E' una bella festa >>
<< E' tutto molto bello ma io... >> sospirò e finì la frase con un filo di voce << ...mi sento a disagio... >>

Rei alzò la testa capendo la situazione.
In effetti non doveva essere abituata a quel genere di eventi, non come Shiho almeno.

<< Lei si che si che avrebbe saputo come comportarsi in una serata del genere >>
<< Lei? >>
<< Mia sorella... >> finì di sorseggiare il vino << era spontanea, allegra, vivace. Le risultava facile parlare con tutti >>
<< Non occorre necessariamente parlare con tutti per divertirsi >>

Lei non sembrò aver udito la frase, troppo intenta a guardare le stelle e a perdersi nei ricordi.

<< Non mi sento a mio agio con quest'abito addosso. Mi sento ridicola >>

Il ragazzo inclinò la testa di lato guardandola dal basso verso l'alto.
L'abito bianco le cadeva addosso senza fasciarla eccessivamente, il viso era leggermente arrossato, forse per via del vino.
Le labbra erano naturalmente rosse e quegli occhi mozzavano il fiato nonostante non avesse nemmeno un accenno di trucco.

Non si rendeva conto di quanto fosse bella.

<< Non sei affatto ridicola >>

Lei continuava ad udire la sua voce ma non vi prestava particolare attenzione.

<< Akemi era divertente, gioiosa... bellissima. Un raggio di sole >>
<< Molte persone preferiscono la luna >>


Questa volta la ragazza si voltò.

Aveva parlato con un tono di voce che la fece sussultare e la fissava in un modo così intenso da catturare completamente la sua attenzione.

Aprì le labbra per rispondere ma si ritrovò senza parole.

Rei si avvicinò prendendole il bicchiere vuoto e poggiandolo su una sporgenza della colonna che era situata proprio dietro la ragazza, poi le prese la mano.

<< Sono certo che tua sorella avrebbe fatto un'ottima figura se fosse stata qui al tuo fianco ... ma ... >> Si era avvicinato man mano che parlava
<< ... tu non sei certo da meno >>

Aveva poggiato la fronte contro la sua e le sussurrava le parole praticamente contro le sue labbra.

La ragazza avvertì un'improvvisa sensazione di calore.

Rei continuava a fissarla.

<< Shiho. Dove sei cara? >>

La voce del dottor Agasa la fece sussultare. Indietreggiò di un paio di passi continuando a fissare quegli spettacolari occhi azzurro cielo.

<< A... arrivo ... un secondo >> disse in modo meccanico.

Si umettò le labbra e si rese immediatamente conto di avvertire un forte senso di delusione.
Anche il ragazzo sembrava deluso.

<< Devo... mi stanno chiamando >> balbettò andando verso la sala.

Rei annuì.




In fondo era sempre stato così: lui che la cercava e lei che era costretta ad allontanarsi.
Anche se questa volta c'era qualcosa di diverso.




La guardò rientrare verso il corridoio, poi abbassò il capo.


*


Shiho entrò velocemente in sala andando incontro al dottore che la guardava con aria preoccupata.

<< Che fine hai fatto cara? >>
<< Ti chiedo scusa. Avevo bisogno di una boccata d'aria >>
<< In effetti sei tutta rossa. Non avrai preso la febbre vero? >>
<< No no... sto bene >>

L'uomo le sorrise e le prese gentilmente il braccio conducendola vicino al buffet.
Lei poggiò la schiena contro il muro guardando distrattamente le coppie che danzavano al centro della sala.

Sonoko volteggiava in compagnia di un ragazzo con gli occhiali, Ran trascinava uno svogliato Shinichi che però non sembrava molto propenso a ballare.

Si rese conto di avere una voglia inesprimibile di tornare in quel terrazzo.

Portò una mano al petto.



Cosa. Diamine. Stava. Succedendo?


















***
Angolo dell'autrice


Il Golden Week, ovvero la settimana d’oro o ponte lungo,  è un periodo dell'anno a cavallo tra i mesi di aprile e maggio dove si concentrano alcine delle festività nazionali giapponesi: 
Inizia il 29 Aprile e termina il 5 Maggio con decreto di legge istituito nel 1948 in occasione del compleanno dell’Imperatore.

Nonostante venga spesso paragonata ad Helena, il bellissimo angelo nero, io penso che Shiho non si senta così bella, anzi nel corso degli episodi mi è sorto il sospetto che lei si creda piuttosto bruttina.
Nell'ep 804 si scusa se il suo aspetto non corrisponde alle aspettative, nell'ep 897 sente la necessità di truccarsi, nell'ov 9 si menziona che ricorre spesso a delle diete, nell'oav 11 quando Ayumi le fa notare che è molto bella si guarda allo specchio con aria dubbiosa, nell'oav 12 sente la necessità di coprirsi testa e faccia, e lei stessa ha ammesso che veniva presa in giro in America per i suoi tratti orientali.
(Poi immagino che al Mib non fosse esattamente valorizzata in quel senso)
Precisiamo non sono prove schiaccianti, alcune nemmeno così attendibili, però non mi sembra nemmeno una teoria così inverosimile.

Comunque che ve ne pare di questo capitoletto? Spero vi sia piaciuto.
Grazie a tutti.


Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Liar ***


Liar






<< Shiho vado all'incontro di shoji di Shukichi sabato. Vieni? >>
<< Perchè no... >>

Era nel nuovo appartamento di Masumi, un bilocale piuttosto piccolo ma che per la ragazza andava più che bene.
Era stanca di girare per hotel, di andare da una parte a l'altra... di scappare. Voleva una dimora fissa, un posto stabile per una volta. E voleva condurre una vita normale con le persone che le erano care, per quanto possibile.

<< A proposito Shu-nii verrà a casa per il week-end >>
<< Che gioia... >> disse la ramata con una dose tale di sarcasmo da risultare spiazzante.

Masumi sorrise imbarazzata. Il rapporto tra Shiho e il maggiore Akai era più glaciale che tra quello tra due statue di ghiaccio.

<< E' il tuo modo per dire che non verrai a pranzo vero? >>
<< Sei una detective eccezionale Sera-chan ... >>

La ragazza sbuffò.

<< Potresti almeno provarci ad instaurare un dialogo. Lui ti vuole molto bene anche se non lo dimostra >>

Shiho la guardò fisso per due secondi con un'espressione impenetrabile.

<< Devo andare >>

Masumi sospirò delusa.

<< Shiho... >>
<< Ho un impegno >> disse frettolosamente chiudendo la porta alle sue spalle.

Si diresse verso il parcheggio del palazzo, indossò il casco e si mise sopra la sua Harley.
La sua moto, la sua bellissima moto.
Guai a toccarle la harley.

Sarà che detestava prendere i mezzi pubblici, sarà che detestava chiedere passaggi, sarà che voleva la sua autonomia.
Fatto sta che amava la sua moto quasi quanto amava le sue borse.

Uno dei vantaggi di essere stata membro del mib, oltre la laurea conseguita alla giovanissima età di tredici anni in una delle migliori scuole del paese, era l'aver avuto la patente internazionale a sedici.
Per fortuna tutti i suoi documenti ed attestati fungevano anche da copertura, nulla era collegato all'organizzazione e quindi erano assolutamente legali.
Detestava ammetterlo, ma doveva ringraziare proprio il maggiore degli Akai se era riuscita a rientrarne il possesso.


Ovviamente non lo avrebbe mai ringraziato, nemmeno con una pistola puntata sulla testa.


In quel momento Ran, Sonoko e Shinichi passavano nella strada lì vicino. Il giovane detective si mise a guardarla due minuti di troppo. Era la prima volta che la vedeva col completo da motociclista: col casco, il giubbotto di pelle e quei pantaloni aderenti.
La ragazza faceva sicuramente la sua figura con quegli abiti addosso.

<< Hei! Pianeta terra chiama Kudo >>

Il ragazzo diventò rosso come un peperone incrociando lo sguardo di Sonoko.


*


Shiho non si accorse del gruppetto che la fissava con aria allibita. Quindi si sistemò la cinghia del casco, salì in sella alla moto con un movimento veloce delle gambe, girò il manico ed iniziò a sfrecciare per le strade di Beika.

Poter nuovamente andare in moto era una sensazione magnifica, una sensazione che credeva di avere perso.

Parcheggiò in giardino ed aprì la porta.

<< Sono tornata >>
<< Ciao tesoro >> la voce allegra di Agasa proveniva dal salotto << ...hai mangiato? >>
<< Si... tu ti sei limitato a mangiare quello che ti ho preparato ieri sera? >>

L'uomo mise il broncio.

<< Si >>
<< Sicuro? >>
<< ... >>

I due si fissarono per trenta interminabili secondi.

<< Ok ho mangiato anche qualche biscotto >>

La ragazza scosse la testa e si avvicinò per abbracciarlo.

<< Non esagerare. Io vado a farmi un bagno >>


*


Finalmente sola.

Aprì l'acqua, si versò del succo d'arancia poggiandolo sul bordo della vasca e mise una canzone a volume molto basso.

Si spogliò e si immerse nella vasca giocherellando con la schiuma che si era venuta a creare, poi si sdraiò e chiuse gli occhi.

Voleva rilassarsi, ne sentiva proprio la necessità.

Ma ovviamente il suo cervello aveva altri piani.

Chiuse gli occhi portandosi una mano tra i capelli.

Inevitabilmente i suoi pensieri tornarono a quella sera, a quell'incontro sul terrazzo.

Quegli occhi azzurri erano quasi ipnotici, i lineamenti delicati ma così terribilmente attraenti, il suo profumo intenso e quelle labbra...

Si toccò il labbro inferiore rendendosi conto di desiderare ardentemente quelle labbra.



Dannazione quando era diventata una ragazzina in preda a certi desideri?




Deglutì rendendosi conto che in realtà quelle sensazioni le aveva già provate in passato.

E se n'era pentita enormemente.



Si era fatta molto, molto male in passato.



Scosse la testa e si sciacquò il viso.


No. Non poteva ricascarci un'altra volta.



*



Era in laboratorio.
Nonostante avesse dei giorni e degli orari prefissati capitava che la dottoressa Baba la chiamasse per chiedere la sua collaborazione, a qualsiasi ora.

Stava analizzando un tessuto sintetico alla ricerca di residui di polvere da sparo quando uno dei ragazzi dell'equipe le si avvicinò.

<< Senti Shiho fammi un favore >>
<< Si dimmi >>
<< Potresti andare a dare questi risultati all'agente al piano di sopra? >>

A quanto pare i ragazzi della scientifica non avevano un rapporto idilliaco con gli agenti, questi ultimi li trattavano come fossero degli stagisti o peggio dei semplici passacarte quindi preferivano avere il minor numero possibile di contatti.

A lei la cosa non faceva né caldo né freddo.

<< Tranquillo dammi qua >>

Salì le scale e un'agente le disse di andare nel parcheggio.
Anche l'essere spediti da un piano a l'altro era una cosa del tutto normale per gli agenti.


*



Shiho, da brava scienziata, non credeva nel concetto di sfiga anche se la vita le aveva posto davanti diversi elementi per dubitare delle sue convinzioni. E continuava a farlo.

L'agente in questione era Kazami, ed era con Rei.


Maledizione.


Non appena la vide l'agente Furuya assottigliò gli occhi.

<< Kazami inizia ad andare in macchina, arrivo subito >>
<< Wakatta >> rispose l'uomo limitandosi ad eseguire gli ordini del suo superiore.

Le andò incontro con passo deciso ma quando le fu di fronte avvertì un peso sul petto.
Shihò aveva allungato il braccio per dargli i fogli mentre guardava da tutt'altra parte.

<< Qui ci sono i risultati delle analisi >>

Rei continuò a fissarla nella speranza che lei si convincesse a fare altrettanto.

<< Suppongo che non ci sia tempo da perdere: sono positivi >> disse con tono piatto.
<< Ho forse fatto qualcosa che ti ha offeso Shiho? >>

Questa volta la ragazza dovette girare la testa per guardarlo.

<< Com...? No, perché mi fai questa domanda? >>
<< Sei più fredda in questi giorni. E non è che tu sia una pasta di zucchero solitamente >>
<< Va tutto bene. Sono solo sotto pressione per gli studi >>

Il ragazzo prese quei fogli fissandoli senza molto interesse poi, rapido, si avvicinò al suo orecchio.

Shiho avvertì il suo battito cardiaco accelerare, poteva sentire il respiro del ragazzo sfiorarle il collo. Socchiuse gli occhi.

Rei si umettò le labbra inspirando il delicato profumo della ragazza.


<< Bugiarda >> sussurrò.


Poi si recò velocemente verso la sua Mazda.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Incidente ***


Incidente






Entrare in casa di Masumi comportava sempre qualche sorpresa: come trovare la ragazza, in intimo, circondata da foto di omicidi o Shukichi intento a mangiare formaggio mentre si allenava a Shogi.
O peggio trovarsi il fratellone in mutande.

Alzò gli occhi al cielo.

No, i gusti di sua sorella non li capiva nemmeno col senno di poi.

<< Ciao principess... >>
<< Sparati >>

Lo superò velocemente e si sedette sul divano.

Shuichi pensò bene di recuperare i pantaloni della tuta ed una maglietta, mettendoseli addosso.

<< Perdonami non sapevo saresti venuta >>
<< Masumi mi ha chiesto di analizzarle delle tracce di sangue, ho pensato di darle i risultati >>

L'uomo fece un sorrisino.

<< Da quando la scientifica fa indagini su ordinazione? >>

Shiho avvertì l'impulso fisico di strangolarlo ma si trattenne.

<< Oh quindi sarei poco professionale perché ho fatto un favore ad un'amica... vuoi davvero giocare a questo gioco? Davvero Shu?
Tre settimane fa chi ha contaminato le prove al parco botanico? >>

Akai spalancò gli occhi trovandosi spiazzato.

<< Come lo sai? >>
<< Ho dovuto fare io i rilevamenti... Maledetto >>

Shiuichi si mise una mano dietro la nuca. Tecnicamente l'FBI non era lì durante quell'attacco terroristico e avevano dovuto lasciare il campo facendo le cose in fretta.

<< Aspetta. In quel caso non era coinvolta la polizia bensì... >>
<< Perché per l'FBI il concetto di “vacanza” è interferire nel lavoro delle altre agenzie governative? >> disse secca interrompendo il suo ragionamento. Un monito per fargli capire che non doveva indagare oltre.

L'Akai stava per risponderle a tono ma in quel momento Masumi aprì la porta del bagno.

<< Mamma devi andare a comprare urgentemente gli assorbent... Oh sei tu. Ciao Shiho >>

La ragazza alzò la mano a mo di saluto.

<< Ti ho portato i risultati >>
<< Fantastico grazie. Mangi con noi? >> chiese con un gran sorriso speranzoso.

Per tutta risposta la ramata fece un sorriso tirato.

<< Magari un'altra volta >>

Le diede la busta coi risultati ed una piccola pochette. Poi uscì velocemente dall'appartamento.

<< Che c'è in quella borsetta? >> chiese Shuichi inclinando la testa.
<< Non sono affari tuoi nii >> rispose seccata la sorella.



*


In realtà il piano era proprio quello di mangiare con Sera quando era andata a casa sua.
Agasa non c'era, lei non aveva avuto il tempo di fare la spesa e come se non bastasse aveva delle lezioni nel pomeriggio.
Stava morendo di fame ma mangiare con quel ragazzo, con quel bugiardo, borioso ed arrogante, era veramente troppo al momento.
Dato che stava passando davanti al Poirot decise di pranzare al volo lì per poi andare all'università.

Non appena aprì la porta la voce cordiale di Azusa la accolse.

<< Irasshaimase >>

Le stava simpatica quella ragazza, cordiale, allegra ma riservata. Se non fosse che avevano davvero poche occasioni di incontrarsi sarebbero potute essere buone amiche.

Si sedette al bancone ed ordinò un sandwich.

<< Shiho che sorpresa >>

Rei, o meglio Tooru era appena rientrato dal retro.
Non si aspettava di vederla lì, non da sola almeno.

<< Sei qui da sola? >>

Lei annuì frettolosamente provando ancora dell'imbarazzo nel vederlo. Ma ormai era passato del tempo, avevano avuto molte altre occasioni di vedersi e si erano comportati con molta naturalezza tutte le volte.

Il ragazzo guardò l'ordinazione, prese gli ingredienti ed accese la vaporiera.

<< Come mai da queste parti? >>
<< Non farti strane idee... mi serviva un posto dove pranzare velocemente. Quindi cerca di non avvelenarmi >>

Il suo tono di voce era apparentemente serio ed il biondo non seppe esattamente come reagire.

<< Farò del mio meglio >> disse infine con un mezzo sorriso.

Finì di comporre il panino e prese il coltello per tagliarlo.
Quel silenzio non gli piaceva, lo metteva a disagio.

<< Hai notizie di quei tre bambini che si divertono ad investigare? Non li vedo da qualche giorno >>

Shiho fece un sorrisino.

<< E da bravo detective tu non hai svolto delle indagini? >>

Il ragazzo stava per risponderle quando la suoneria di un cellulare lo interruppe.
Shiho prese il suo ony non riconoscendo il numero.

<< Moshi moshi? Si … si sono io... >>

La ragazza stava per portarsi il primo boccone del panino alla bocca quando la vide irrigidirsi, sbiancare e poi alzarsi in piedi con uno scatto.

Tooru si allarmò.

<< Shiho? >>

Lei non lo ascoltava, anzi aveva cominciato ad alzare la voce al telefono ed a tremare.

<< Com'è successo? Dov'è ora? NO. Siete voi che mi dovete rispondere! >>

Quando la ragazza chiuse la chiamata era completamente nel pallone, si guardava intorno e tremava.

Rei uscì da dietro il bancone e le mise le mani sulle spalle.


<< Shiho che è successo? >>




*



Il professore aveva avuto un incidente ed ora era in ospedale.
Doveva rimanere ricoverato per accertamenti.

<< Lo sapevo che quel catorcio di macchina non era affidabile. Maledizione perché non ho insistito per farla portare dal meccanico? >>

Shiho camminava avanti ed indietro per il corridoio tenendo in mano un bicchierino vuoto da caffè.

Era molto nervosa e faticava a concentrarsi.

Un'infermiera le aveva detto che non poteva rimanere, che avrebbe potuto fargli visita il giorno dopo ma lei era cocciutamente rimasta pretendendo non solo di vederlo ma anche di visionare la sua cartella clinica.

Rei la osservava preoccupato.
La ragazza era sempre concentrata ed attenta, era veramente difficile farla distrarre nonostante in laboratorio le si presentassero i casi più disparati.
Doveva essere veramente affezionata a quell'uomo per reagire in quel modo.





<< Non puoi guidare in questo stato >>
<< Io... io devo andare da lui... Rei... lasciami... >>




Era così sconvolta che non era riuscita a distinguere il suo vero nome da quello di copertura, per fortuna il locale in quel momento era vuoto ed Azusa era scesa a prendere delle lattine.
Alla fine si era tolto il grembiule e l'aveva accompagnata all'ospedale, il professore si trovava a Tokyo per un convegno quindi dovettero dirigersi sino a lì.

Shiho si sedette su una delle sedie poste in corridoio e si mise una mano sul viso.
Rei le si avvicinò.

<< Dai vieni... ti porto a casa... >>



*




L'aveva portata nel suo appartamento.





<< E' più vicina all'ospedale, e poi non ho intenzione di lasciarti da sola >>





Shiho non aveva replicato oltre, non ne era nelle condizioni.
La casa dell'agente era davvero bella, non molto grande ma arredata decisamente bene.

Dal grande divano posto al centro del salottino vicino l'ingresso riusciva a vedere una bella cucina ad isola con annesso un piano bar, in fondo un tavolo e una porta che doveva portare nelle altre camere.
Di fronte a se c'erano delle tende piuttosto spesse che dovevano coprire un grande balcone.

Una volta dentro l'aveva scortata sino alla camera da letto, l'aveva fatta sedere e le aveva messo una morbida coperta addosso.

<< Direi che per oggi è meglio evitare il caffè... vado a prepararti un the caldo >>

Shiho era rimasta immobile qualche secondo poi si era guardata intorno.
Era una camera piuttosto spartana ma aveva il pregio di avere il bagno in camera ed un piccolo balcone.
Posò gli occhi sul plaid: era morbido e caldo ed aveva il suo profumo.

Chiuse gli occhi avvicinando un lembo della coperta al viso e li riaprì solo quando sentì i passi del ragazzo dirigersi verso la camera.

Rei poggiò il vassoio sul comodino e si voltò a guardarla.
Pose la mano sulla sua guancia accarezzandole lo zigomo col pollice, poi le fece un sorriso rassicurante.

<< Vedrai che non è nulla di serio. Adesso mangia qualcosa e poi riposa un po'... >>

Il suo tono di voce era come un caldo abbraccio e per un momento fu veramente tentata di tirarlo a se e stringerlo.
Ma non fece nulla del genere, rimase immobile limitandosi ad annuire.

<< … buonanotte >>

Non appena il ragazzo chiuse la porta lei guardò il vassoio: oltre al thè c'era un piattino pieno di biscotti e due panini.

Se non fosse stata così triste e preoccupata le sarebbe scappato da ridere.



*



L'indomani Shiho si risvegliò molto presto avvolta comodamente nel plaid blu del ragazzo.
Sbadigliò e si diresse in bagno per darsi una rinfrescata, poi andò in cucina.

Rei era addormentato sul divano con una mano dietro la nuca e l'altra penzolante. La cravatta sul tavolino e la camicia sbottonata.

Shiho si ritrovò ad avvampare in una maniera forse un po' troppo esagerata.

Prese un bigliettino ed una penna dalla sua borsa, poi uscì di casa senza fare rumore.




Ti devo un favore. Grazie per l'ospitalità.

Shiho

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Grazie ***


Grazie






<< Shinichi ascoltami per una buona volta. Io devo lavorare ok? >>

Lamenti sommessi e borbottii dall'altro capo del cellulare.

<< E smettila di fare così. Dimostravi più maturità quando avevi le sembianze di Conan... >>

Un insulto velato dall'altro capo del cellulare.

<< Se ci tieni tanto ad uscire con Ran la prendi per mano e ve ne andate insieme in ospedal... no. Non me ne frega niente se hai comprato i biglietti! Va da Agasa e assicurati che non si faccia comprare schifezze da qualche infermiera facilmente corruttibile >>

Chiuse il telefono e sbuffò.

Stupido ragazzo egoista. Era così che ricambiava le mille premure e la disponibilità che il dottore gli aveva riservato negli ultimi anni?

Erano passati un paio di giorni dall'incidente e a dirla tutta Agasa adesso stava benissimo. Lo avevano trattenuto in ospedale per fargli le ultime analisi e togliergli le fasciature alla testa.

Shiho aveva fatto letteralmente il diavolo a quattro chiedendo aiuto persino alla dottoressa Baba e alla fine era riuscita a vedere la cartella clinica e si era intromessa nella terapia assicurandosi le migliori cure.
Ovviamente si era accertata che il professore mangiasse in modo consono.

Ma quel giorno era piena di lavoro e non poteva andare in ospedale per la gioia delle infermiere e del medico di turno.


*


Era intenta a guardare delle sostanze al microscopio quando l'agente Furuya entrò nella stanza.

Si irrigidì un paio di secondi ma poi un pensiero la rincuorò: per sua fortuna non erano soli, c'erano i suoi colleghi dell'equipe mentre lui era in compagnia del suo sottoposto con gli occhiali.

Purtroppo per lei la cocciutaggine dell'agente superava qualsiasi forma di imbarazzo.

Le si piazzò davanti fissandola con insistenza.
Lei ringraziò di avere addosso la mascherina perché si sentiva avvampare.

Non si erano più visti da quella sera: la ragazza aveva cercato di evitarlo in ogni modo.
Ogni volta che lui si avvicinava troppo lei avvertiva in disagio irrazionale, il battito cardiaco accelerava e faticava a mantenere un atteggiamento freddo e distaccato.

<< Sei scappata di nuovo >> sussurrò in modo che lo sentisse solo lei.
<< Non so di che parli... >> rispose con lo stesso volume nei toni.
<< Smettila di fare la finta tonta. Ti sei svignata e te la sei data a gambe lasciandomi quel ridicolo biglietto >>

La ragazza alzò la testa guardandolo negli occhi.

<< Che avrei dovuto fare? Restare? >>
<< Si >> disse lui convinto.

Shiho abbassò il capo iniziando a fissare un punto indecifrato del microscopio.

<< Almeno sei riuscita a dormire? >>

Perché si ostinasse a trattarla come una bambina non lo capiva.
Insomma, non si comportava certo come tale e non aveva più nemmeno l'aspetto di una bambina.

<< Si. Ho dormito >>
<< Sei tornata in ospedale stamattina? >>

Lei scosse la testa.

<< Spero di poterci andare prima che lo dimettano >>
<< Posso accompagnarti? >>

Quella semplice domanda la lasciò basita. Inoltre quelle domande a raffica la stavano opprimendo.

<< No >> disse secca senza nemmeno pensare.

Vide chiaramente che lo aveva offeso e si sentì un verme.

Rei chinò il capo chiudendo gli occhi.

<< Wakatta. Perdona l'invadenza >>

Per la giovane donna udire quel tono di voce fu come un colpo allo stomaco.
Deglutì non sapendo come reagire.

L'agente se ne stava andando, probabilmente non sarebbe dovuto essere lì quel giorno dato che non aveva richiesto alcuna analisi.

La porta si era richiusa da un paio di minuti.

Shiho assottigliò gli occhi.

Ci volevano sette minuti per scendere con l'ascensore, cinque a scendere le scale.

Si tolse la mascherina gettandola sul tavolo e si diresse a passo svelto fuori dalla stanza mentre i suoi colleghi la guardavano straniti.


*


<< Agente Furuya >>

Lui si stava dirigendo verso la sua macchina, era solo ma concentrato a guardare il telefono.

<< Rei! >> Urlò sentendo il respiro farsi pesante.

Erano nel garage sotterraneo e quell'urlo rimbombò tra le pareti.
Il ragazzo si voltò guardandola con aria corrucciata mentre la scienziata si piazzava davanti a lui riprendendo fiato.

Rei si mise le mani in tasca guardandola con aria neutra.
Shiho inspirò e lo guardò fisso negli occhi.

<< Io... non sono brava con queste cose... >>

Lo abbracciò stringendolo a se e chiuse gli occhi.

<< … però... grazie... grazie davvero >>

Rei la guardò sbigottito non sapendo come reagire, l'abbraccio per quanto forte era durato poco, non più di qualche secondo, poi la ragazza era corsa via verso l'ascensore senza nemmeno dargli il tempo di risponderle.

Alla fine l'agente poggiò un dito sulla sua guancia arrossendo in modo lieve e sorrise.

















***
Angolo dell'autrice.

Per chi avesse visto il secondo live action. Avete presente il momento in cui Shiho abbraccia Shinichi? Ecco quello è il tipo di abbraccio a cui avevo in mente quando ho descritto la scena.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti, a presto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Out of Character ***


Nota: flashfic.


Out of Character






Quella mattina Agasa si svegliò e andò dritto in cucina facendosi un thè. Si guardò intorno e aprì la dispensa prendendo dei biscotti con lo stesso atteggiamento con cui un ladro ruba un televisore in piena notte.

Si mise davanti al computer sorseggiando il suo the.

<< Buongiorno >>

Agasa si irrigidì guardando i biscotti con aria terrorizzata.

<< Ciao Shiho cara >> disse cercando di comportarsi con nonchalance.
<< Che fai? >> domandò lei sinceramente curiosa.
<< Sto guardando un video sulle nuove tecniche di assemblaggio dei metalli, è per una nuova invenzione >>

La scienziata si avvicinò a lui poggiando una mano sulla sua spalla e l'occhio le cadde su quei biscotti.

L'uomo raggelò.

La ragazza ne prese due e poi si diresse verso la libreria salendo sulla scaletta per prendere uno dei libri più in alto. Il tutto senza occhiate raggelanti o battutine.

Agasa si girò a fissarla ed inclinò la testa.




Ultimamente Shiho era strana.




Girovagava per casa con un'aria talmente serafica che sembrava volteggiasse come una ballerina, ascoltava la musica ad alto volume mentre sbrigava le sue faccende, invece che rintanarsi in camera e mettersi le cuffie, e capitava che canticchiasse.


Si. Canticchiava.


Certo si comportava così solo in casa e bastava un niente per farle tornare la sua solita aria corrucciata, però era davvero bello sapere che in fondo in fondo era di buon umore.




Chissà come mai.





***





Shinichi si trovava al caffè a leggere il giornale e a gustarsi una spremuta d'arancia quando notò lo sguardo preoccupato della giovane barista.

<< Azusa va tutto bene? >>
<< Si... solo che sono quasi le quattro ed ancora Amuro-san non è arrivato >>


Il ragazzo in questione entrò dalla porta due minuti dopo tutto trafelato iniziando a scusarsi con la collega.

<< Tooru sei in ritardo >> disse Azusa con tono severo ma anche un po' preoccupato.

Il ragazzo mise le mani giunte davanti il viso e chiuse gli occhi.

<< Perdonami Azusa, ho trovato traffico >>
<< Ok... dovresti preparare delle zuppe per quel tavolo >> disse indicando uno dei tavoli in fondo al locale e l'anziana coppia seduta attorno ad esso.
<< Wakatta... >>

Amuro tagliò gli ingredienti e si procurò una piccola ferita al dito, pochi minuti dopo rischiò di fare cadere i piatti.

Shinichi corrugò la fronte con aria stranita.




Ultimamente Rei era strano.




Era decisamente distratto, spesso si perdeva in arcani pensieri fissando il vuoto e guardava costantemente il cellulare.

Ovviamente si comportava così solo quando la situazione non richiedeva alta la guardia e quelle poche volte che lo aveva visto indagare per conto del PSB era il solito agente attento e concentrato, però era bizzarro vederlo in quello stato.




Chissà cosa gli passava per la testa.


























***
Angolo dell'autrice.

Ormai i neuroni sono andati. Ciao ciao neuroni da scienziata, addio neuroni da detective... è stato bello.

Scherzi a parte questo è un piccolo scorcio di quello che capita loro in un limitato periodo di tempo e sempre e solo durante momenti in cui hanno abbassato la guardia. Però mi sembrava doveroso mostrarlo.

Laix ti chiedo scusa per la lunghezza, non ho ignorato il tuo suggerimento solo che questo capitolo era già destinato ad essere una flashfic.

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo. Grazie a tutti i lettori.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Palestra ***


Nota: Possibile spoiler per chi non ha visto l'ep 918


Palestra









<< Non mi rispondere con quel tono! >>
<< Mamma se continui a fare quelle espressioni corrucciate ti verranno le rughe >>

Shiho si bloccò: era difficile che le venissero le rughe con le sembianze di bambina ma d'altro canto i ragionamenti di quel ragazzo le erano sempre sembrati strani.

Poggiò le spalle contro il muro accanto alla porta d'ingresso dell'appartamento e prese il cellulare.




Sono fuori casa tua...





Masumi, intenta a digitare sullo schermo del cellulare, inclinò la testa di lato schivando un coltello che si conficcò nel muro alle sue spalle e sbuffò vistosamente guardando verso la porta.






Potresti anche entrare. Non mordono e hanno le pistole conservate.





A Shiho scappò un sorriso.






Ti aspetto giù.





Masumi guardò torvo sua madre e suo fratello, poi prese la giacca.

<< Io esco. Non vi accapigliate e non lanciate oggetti >>

Quei due non la ascoltarono nemmeno troppo intenti a fulminarsi con lo sguardo reciprocamente
.

<< Ok bella chiacchierata. Quando uscite chiudete la porta >>




***




Shiho era sulla moto intenta a giocare ad ungry birds.


<< Che problemi ha tuo fratello? >>

Lei non rispose, si limitò a ridacchiare in modo nervoso.

<< Ti sei assicurata che non abbiano bombe a mano dentro le tasche? >> infierì ulteriormente la scienziata.


Masumi assottigliò gli occhi e portò le mani sui fianchi.

<< Ah-ah-ah. Divertente >> disse con sarcasmo.

Si misero entrambe il casco e accesero le rispettive moto andando sfrecciando per le strade in direzione di Yokohama.

Comunicavano tramite il microfono posto nel casco.

<< La palestra è piccola ed è anche poco conosciuta quindi potrai studiare in pace. Poi ce ne andiamo a mare >>
<< Perfetto >>

Shiho adorava il mare. Le dava un senso di libertà e le trasmetteva calma.
Più che nuotare preferiva stare stesa sulla sabbia con un ombrellone per evitare l'insolazione di pochi anni prima, magari con un buon estratto di carota freddo ed una rivista in mano, cosa che con la compagnia di Sera-chan sicuramente non avrebbe potuto fare.

Probabilmente la ragazza l'avrebbe trascinata in acqua senza nemmeno aspettare che si abituasse alla temperatura, l'avrebbe convinta a giocare con la palla e a fare luuunghe e stremati nuotate.
Per questo aveva accettato di accompagnarla in palestra prima, sperava che si stancasse per poter rilassarsi sulla sabbia almeno per un'oretta buona

<< Come mai ti non alleni in una palestra più vicina? >>
<< Ho sentito Shu-nii che ne parlava al telefono e ho fatto una ricerca su internet. Gli istruttori sono veramente bravi ed ha il pregio di avere delle piccole palestre riservate >>
<< Mh... ok >>
<< ...chissà forse più tardi lo incontriamo >>

Il primo impulso di Shiho fu quello di frenare la moto e fare un rapido dietrofront, il suo silenzio doveva essere risultato piuttosto eloquente poiché Masumi si affrettò a rettificare.

<< Sto scherzando. Doveva andare a casa di Shinichi. Verso quest'ora dovrebbe iniziare un documentario sulla vita di Holmes >>

Uh se li immaginava quei due sul divano l'uno accanto a l'altro. Shinichi con un succo d'arancia ghiacciato e l'altro con un bicchiere di -e in quella frazione di secondo non se ne rese nemmeno conto ma sul suo volto si tinse un piccolo sorriso- bourbon.

Forse Sonoko più che di lei avrebbe dovuto sospettare di Subaru.

<< A che pensi? >>
<< Secondo me quei due sarebbero tanto teneri come coppia: tuo fratello cucina roba indigesta e Shinichi mangia rischiando un'intossicazione per non offenderlo. Come due sposini... >>

Masumi per poco non perse in controllo della moto che sbandò in modo evidente.

<< Piantala! >>


Arrivarono a destinazione ed entrarono nella struttura.
La hall era piuttosto spartana con una ragazza dietro il bancone intenta a leggere una rivista sportiva.
Non appena incrociò lo sguardo di Masumi poggiò la rivista.

<< Avete prenotato? >>
<< Ho parlato con lei a telefono. Sera >>

La ragazza annuì e digitò velocemente sulla tastiera del computer posto sulla scrivania, poi le diede una schedina elettronica.

<< 35 >> disse indicandole il corridoio.
<< Arigatò >>




*




<< Forza Masumi alza di più quella gamba! >>

Shiho roteò gli occhi al cielo.

Avere un'intera stanza solo per loro era una cosa carina, avevano più privacy rispetto ad una palestra tradizionale, ma quell'istruttore gridava come un ossesso ed aveva un tono di voce decisamente sgradevole.
Sera sembrava si stesse divertendo mentre lei si era mesa seduta in un angolo col suo libro in mano.
Aveva finito il capitolo nonostante le urla e gli incitamenti di quell'odiosa persona.
Cercò nella borsa e si accorse di aver finito l'acqua.

Sbuffò.

Sicuramente Masumi ne avrebbe avuto ancora per un po' quindi decise di non disturbarla.
Si alzò uscendo dalla stanza e si guardò intorno alla ricerca di un distributore di bibite.

Era una palestra, di sicuro ce n'era uno.

Si mise a girovagare per i corridoi con aria piuttosto annoiata, benché quella struttura fosse piccola, i corridoi erano fatti male, in modo piuttosto intricato come un labirinto e poi erano tutti uguali, senza un poster, una pianta o qualcosa che favorisse l'orientamento.
Aprì una porta convinta che portasse ad un altro corridoio.
Si bloccò sgranando gli occhi.




Ma era davvero lui?




Rei stava tirando pugni ad un sacco da boxe.

Sapeva che il ragazzo fosse uno sportivo, glielo aveva accennato lui stesso durante qualche pausa pranzo.
I due ormai andavano d'accordo ed anche se non mancavano mai di tirarsi qualche frecciatina reciproca.

Ad ogni colpo il sacco oscillava in maniera evidente mentre le ciocche bionde ricadevano scompigliate sulla fronte.

Era coperto da dei pantaloni sportivi neri. Solo dai pantaloni.

I suoi lineamenti delicati, motivo per cui ogni tanto lo prendeva in giro definendolo una ragazza, in quel momento erano totalmente celati da uno sguardo duro e i denti serrati.
Ogni singolo muscolo del suo corpo era in tensione, le braccia si muovevano velocemente contro il sacco, i muscoli dei pettorali ed gli addominali erano perfettamente definiti.
La ragazza inclinò la testa e notò che era imperlato da gocce di sudore che andavano scendendo sempre più gi...




Si girò di scatto e si mise una mano sul viso. Ma che stava facendo?



Lei non era così, non era una superficiale.



Mettersi a fissare come una bambinetta. Ma che cavolo!




Si allontanò velocemente da quel corridoio ringraziando il cielo di non essere stata vista.

Finalmente dopo pochi minuti trovò il distributore, si trovava al piano superiore il maledetto.

Prese una bottiglietta di the verde e ne bevve due lunghi sorsi.
Stava per avviarsi quando un ragazzone intento a parlare al telefono in modo concitato uscì da una delle stanze correndo in modo piuttosto goffo e le diede uno spintone senza nemmeno accorgersene.

Shiho era vicino alla rampa di scale e, complici le zeppe e l'effetto sorpresa, perse l'equilibrio.
Chiuse gli occhi d'istinto aspettandosi di ruzzolare per giù le scale.
Dopo un paio di secondi però aveva ancora l'osso del collo intatto.

Riaprì un occhio e si ritrovò davanti due occhioni azzurri che la fissavano con aria piuttosto divertita.
Rimase spiazzata.

<< Ciao >> disse secca.
<< Ciao >> rispose lui con un tono di voce decisamente più allegro.

Rei si era preso una pausa dall'allenamento per prendere qualcosa da bere e aveva visto la scena giusto in tempo.
Con uno scatto l'aveva raggiunta e l'aveva presa al volo.

Shiho non poté fare a meno di notare che era ancora senza maglietta.

<< Sei vestita in modo decisamente inadeguato per questo posto >> disse lui scrutandola.

In effetti la ragazza oltre alle zeppe aveva addosso un paio di pantaloncini jeans e una maglietta con spalline sottili viola.

<< Ho accompagnato una persona >> disse continuando con quell'atteggiamento freddo che celava il suo disagio.
<< Ah capisco. In effetti non ti ci vedo a frequentare un posto del genere >>


Lei lo fissò con sguardo truce.



Ma la stava prendendo in giro?




<< Pensi di mettermi giù adesso? >>
<< Ma certo madame >>

Il ragazzo scese gli ultimi tre gradini poi le fece poggiare i piedi per terra.

<< E comunque prego. Non c'è di che. Non c'è bisogno di ringraziare. Ho solo evitato che ti rompessi l'osso del collo >>




*



<< Shi scusami ho perso più tempo del solito. Spero tu non ti sia annoiata >> Disse Masumi sistemando il suo borsone.

Shiho era rientrata nella palestra da pochi minuti.

<< Decisamente no >> disse con un sorrisetto stampato in faccia.

Masumi la guardò stranita.

<< Tutto ok? >>
<< Certo. Andiamo a mare forza >> rispose con aria serafica avviandosi verso l'uscita della palestra.

























***
Angolo dell'autrice.

Shiho ha appena scoperto che oltre ai neuroni ha degli ormoni (stavano lì, nascosti e sedati da qualche parte).
Il fatto che si siano incontrati è stata una semplice (e fortuita) coincidenza. Rei non la sta pedinando.

Che dite? Carino? Spero di si.

Ne approfitto per ribadire i miei ringraziamenti a tutti i lettori e a tutte le persone che hanno commentato la storia, non avrei mai immaginato di ricevere tante recensioni per una flash. Grazie ragazzi.
Che dire, a presto. Bacioni.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Kissing Stranger ***


Kissing Stranger









Buffo come un bacio innocente, veloce, a fior di labbra, possa trasformarsi velocemente in qualcosa di molto più intenso.

Si guardarono negli occhi per un paio di secondi allibiti dai loro stessi gesti e con lo sguardo velato da un desiderio celato da ormai parecchio tempo.

Per un instante si domandarono se non fosse stato un errore, un gesto sciocco e dettato da un sentimento sbagliato, ma quel veloce momento venne sopraffatto dagli eventi e nessuno dei due riuscì più a pensare con raziocinio.

Il ragazzo si avvicinò nuovamente a lei prendendole il viso tra le mani ed accarezzandole la guancia con pollice mentre, con garbo ma deciso, insinuava la lingua tra le sue labbra.

Lei chiuse gli occhi circondandogli il collo con le braccia e premendoselo addosso. Aprì la bocca rispondendo a quel bacio così intenso.
Prese a solleticargli il labbro inferiore con la punta della lingua e inclinò la testa per catturare meglio quelle labbra.

Rei aprì appena gli occhi in modo da guardare quella ragazza che ormai continuava a presentarsi prepotentemente nei suoi pensieri distraendolo e rendendogli difficile svolgere il suo lavoro.

Era convinto che una volta attirata a se lei lo avrebbe schiaffeggiato ed insultato, invece era lì, davanti a lui, con gli occhi chiusi, le guance arrossate e le mani poggiate sulla sua nuca.



Bella. Diamine se era bella.



Chiuse nuovamente gli occhi e mosse la lingua solleticando quella della ragazza.

Shiho sentiva il cuore tamburellarle furiosamente nel petto, la testa era sgombra da qualsiasi pensiero razionale ed avvertiva una forte sensazione di calore che non riusciva a frenare.
Inspirò cominciando ad avvertire anche carenza di ossigeno.

Riusciva a ricordare a stento gli ultimi minuti: lo stava accompagnando in uno degli stanzini del laboratorio, camminavano in silenzio col loro solito atteggiamento serio ed estremamente professionale quando improvvisamente l'agente l'aveva tirata per un braccio.



Poi il limbo o forse l'eden.



Il suo profumo era così intenso da frastornarla e la attraeva in maniera incredibile.
L'aveva notato quella sera al ballo, anche se in quell'occasione non aveva voluto ammetterlo a se stessa, ma da quando frequentava il dipartimento della scientifica se l'era trovato parecchio intorno e quel profumo le aveva provocato più di una volta una leggera tachicardia risvegliandole desideri che era convinta di non poter provare più.

Fece scivolare le mani sul suo collo scendendo lentamente sul petto, sentendo i muscoli perfettamente definiti sotto la camicia.

Nello stesso momento il ragazzo scese con le mani accarezzandole la schiena molto lentamente.

Shiho lo afferrò per la cravatta e iniziò a muovere la lingua con maggiore intensità spiazzando l'agente che spalancò gli occhi per poi ridere soddisfatto contro le sue labbra.

La ragazza risalì velocemente ed affondò le dita tra i suoi capelli biondi avvicinandosi ulteriormente al suo viso.

Rei strinse la presa attorno alla sua vita, poggiò la schiena contro il muro trascinandola a se in modo un po' irruento, facendo cadere una pila di fogli ed un contenitore posto sulla scrivania li vicino, e catturò il suo labbro inferiore.

Shiho assecondò i movimenti del ragazzo ritrovandosi premuta contro di lui, poggiò le mani sulle sue spalle chiudendo i pugni e sgualcendogli la giacca. Udì appena il rumore del contenitore che rimbalzava per terra.

Alla fine dovettero staccarsi l'uno dall'altra per riprendere fiato.

Entrambi respiravano in maniera affannosa guardandosi intensamente negli occhi, scrutandosi e studiando l'uno le reazioni dell'altra mentre realizzavano quello che era appena successo.

Rei accennò un mezzo sorriso.

<< NO >> disse improvvisamente Shiho.
<< Cosa...? >> domandò frastornato.
<< Hai la faccia di uno che sta per fare una battuta cretina. NON farlo >>

Al ragazzo sfuggì una risata, allungò una mano sul suo viso solleticandole il labbro inferiore col pollice.

<< La prossima volta potremmo vederci in un posto un po' più carino? >> disse con un tono di voce che metteva i brividi.

In effetti il piccolo stanzino dietro il laboratorio di biologia non era esattamente il posto più romantico del mondo, ma d'altro canto quel momento non era assolutamente previsto.
E con tutta probabilità i loro rispettivi colleghi li stavano cercando.

<< Ho capito. Sei quel genere di ragazza >> disse Shiho con un mezzo sorriso.

Lui dapprincipio mise il broncio poi le diede un buffetto sul naso.

<< Sta zitta. Ti sono piaciute le attenzioni di questa "ragazza">>

Lei sorrise divertita cercando di non far notare il suo rossore sul viso. Non ci teneva a dargli troppe soddisfazioni.

<< Devo tornare a lavoro >> disse l'agente guardandosi intorno ancora un po' su di giri. Si schiarì la gola nel tentativo di riprendere un atteggiamento professionale << dove sono i risultati delle analisi? >>
<< Le hai messe nella tasca dentro la giacca poco prima di saltarmi addosso... >> disse lei canzonatoria mentre usciva dallo stanzino per raggiungere i suoi colleghi.

Rei alzò gli occhi al cielo e scosse la testa domandandosi se sarebbe mai riuscito ad avere la meglio in una discussione con quella imprevedibile scienziata.


















Angolo dell'autrice.

Il titolo strizza l'occhio al singolo degli DNCE ma l'unico riferimento sta nel tono un po' rock che ho cercato di dare alla shot, non ci sono riferimenti al testo.

Allora Simo, Laix, ShiRan, Lady Sherlok, Kokka, Marta (spero di non aver dimenticato nessuno) avete visto che alla fine questi due si son dati una mossa? Magari non come ci si aspettava: con cielo stellato e fiori di ciliegio o attorno ad un tavolo a lume di candela o che so io... considerato i tipi mi sembrava un po' banale.
Comunque tranquilli ci sarà tempo e spazio per l'idillio.

Spero mi perdonerete per la lunghezza ma avevo come l'impressione che se avessi continuato a scrivere quello stanzino si sarebbe ridotto piuttosto male....

Che dite. Piaciuto? Spero di si.
Grazie a tutti i lettori. A presto.
Ciao.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Virus ***


Nota: OOC, demenziale.



Virus








Rei si trovava sul divano del salotto nel suo appartamento, la finestra era coperta dalle spesse tende il che creava un'illuminazione soffusa alla stanza nonostante fossero le undici del mattino.
Nel pomeriggio sarebbe dovuto andare a lavoro ma in quel momento non aveva molto da fare.

Guardò il cellulare e sbuffò seccato.

Aveva il suo numero ma non poteva contattarla. Questo si che era frustrante.


*


Qualche giorno prima Shiho gli aveva mandato un messaggio e lui aveva da subito notato qualcosa di strano.
Aveva fatto i dovuti controlli e dopo poco aveva scoperto che il cellulare della ragazza era sotto controllo.

<< Cerca di utilizzarlo il meno possibile >>

Shiho alzò un sopracciglio.

<< Come? >>
<< Sei sotto attacco di un haker... ma è praticamente impossibile che siano loro >>

La ragazza poggiò il bisturi sul tavolino e fece mente locale, poi scosse la testa e si rimise a lavorare.

<< Tranquillo credo di sapere chi è >>
<< Chi? >>
<< Un burlone... >>



*



Shiho era sdraiata sul letto della sua camera nel seminterrato.
Aveva addosso solo un top corto sportivo azzurro ed un paio di pantaloncini bianchi e guardava con aria truce il cellulare poggiato sul suo comodino.

Si morse il labbro inferiore ripensando a qualche giorno prima.

Aveva lasciato intendere a Rei che "il burlone" che fosse un collega di università. Ma la realtà era ben diversa.

Non poteva dire chi fosse il responsabile. O meglio preferiva evitarlo.

Sbuffò.

Akai doveva smetterla di hakerare i suoi apparecchi elettronici.

Già quando era nei panni di Ai la cosa le dava parecchio fastidio, figuriamoci adesso che era tornata nelle sue sembianze da adulta e che aveva un lavoro all'interno della polizia.

Doveva trovare il modo di fargli passare la voglia una volta per tutte.
Peccato che non potesse chiedere aiuto ad Agasa, troppo vicino a Shinichi, sicuramente sarebbe andato a riferirgli tutto all'istante. E Shinichi sarebbe andato immediatamente da Akai.



Perchè quel maledetto portasfiga non si faceva mai i fatti suoi?



Guardò l'orologio: era quasi ora di partire per andare a lavoro.

Si mise in piedi, scelse un paio di pandaloni dall'armadio ed una giacca cambiandosi velocemente, poi prese la borsa ed il casco ed uscì di casa.




*




Arrivò un po' in anticipo e ne approfittò per fare una deviazione in un ufficio al di fuori della sua competenza.

Bussò un paio di volte ma non ricevette alcuna risposta.

Poco male se lo aspettava.

Aprì piano la porta e vide che la stanza era completamente buia, c'erano monitor e macchinari ovunque, un poster degli AC/DC alla parete ed una figura con un paio di occhiali spessi e delle grosse cuffie addosso che digitava sulla tastiera di un pc.

<< Ehi Sumy >>

Sumire Nekoi era l'informatica del dipartimento. Una ragazza poco più giovane di lei dal carattere piuttosto particolare ma molto alla mano.

<< Sumy! >> urlò.

Se Shiho era un genio biochimico Sumire era un genio informatico...

<< Sumire! >>

...peccato fosse davvero tanto tanto particolare.

Quando Shiho le si piazzò davanti agitando la mano la ragazza alzò la testa togliendosi gli occhiali e le cuffie.

<< Ciao splendore. Che c'è? >>
<< Fammi un favore >>
<< Tutto quello che vuoi bambola >>


 

*




<< Che diavolo ci fai qui? >>

Rei si trovava in una delle basi segrete di Adachi per un meeting con i suoi colleghi.

<< Lo sai bene... >> rispose con sufficienza Akai in compagnia dei suoi colleghi dell' FBI.
<< Non mi riferivo a te >>

Il gruppo aggrottò le sopracciaglia per poi voltarsi in direzione dello sguardo di Furuya.

Akai sgranò gli occhi.

Shinichi spuntò da dietro di uno degli scatoloni da imballaggio.

<< Mi hai seguito... >>
<< Certo che ti ho seguito. Voglio sapere cos'è successo al porto >>

L'agente aveva fatto un incontro piuttosto interessante durante un apostamento.

<< Cosa hai scoperto? >>

L'agente prese il pc poggiandolo sopra uno scatolone e lo accese.

Mise il video ed invitò tutti i presenti a guardare la registranzione. Lui invece si mise in disparte digitando dei tasti sul suo cellulare.

Era ormai da qualche giorno che il cellulare della principessa mostrava molta meno attività. Le comunicazioni con i suoi colleghi di università erano ridotti all'osso e sembrava aver rotto i contatti con quella dottoressa, se non ricordava male il suo nome era "Baba".
Inoltre ultimamente usciva parecchio di casa e tornava ad orari assurdi.

Premette sull'applicazione cercando di scoprire dove si trovasse adesso.

Stranamente il suo cellulare ci mise più tempo del solito a caricare.

Aggrottò la fronte.

<< Ehi ma che succede? >> domandò Jodie notando che il video al pc aveva inizato a bloccarsi mentre l'audio era decisamente sporco.

Shuichi si avvicinò allo schermo cercando di sbloccarlo.
Dopo un paio di secondi di caricamento spuntò una strana schermata rossa.

<< Mh? >>

Poi iniziarono a spuntare delle immagini che non avevano nulla a che fare con l'organizzazione.
E non lasciavano nemmeno spazio all'immaginazione.

<< Aaah. Oh si! Shu ancora... >>

Mugugnii, versi espliciti e gemiti.

Jodie si mise le mani sul viso nascondendo il rossore.

<< Uhmmm continua... >>

Le voci sembravano di persone diverse e di diverso genere.

Camel cercava di fissare lo schermo ma veniva spintonato dal collega.

<< Shuuu! >>

Gli agenti del PSB si guardarono tra di loro alcuni ridacchiando, altri portadosi una mano sul viso.

<< Aaaah >>

Shinichi era completamente paonazzo si girò tossicchiando cercando di darsi un contegno ma era veramente difficile per un adolescente controllarsi davanti a certi scenari.

Rei invece si era soffermato ad analizzare la situazione preoccupato: se era così facile per l'Akai beccarsi un virus forse non era così impeccabile come pensava.

Intanto il suddetto Akai stava premendo pulsanti come un disperato cercando di mantenere il controllo. Ma vista la sua espressione e la faccia rossa come un peperone diciamo che la cosa non gli stava riuscendo esattamente bene.

<< Siii agente dammi il tuo bell... >>

L'uomo chiuse con forza il pc ma l'audio continuava a procedere.

Dopo un momento di silenzio si udì il tipico rumore che si ha quando si inizia a registrare un suono e poi si udì una voce sorprendentemente familiare.

<< Ciao Shu. Allora che ne dici di smetterla di hakerare il mio cellulare ed il mio pc? >>

Shinichi aprì la bocca ma non riuscì ad emettere suono.

Rei spalancò gli occhi e siccessivamente portò due dita sul mento cominciando ad aferrare la situazione.

Shuichi aprì lo schermo trovando finalmente il virus. In realtà era un programmino di piuttosto blando e facilmente rimovibile.
Una finestra popup imperava sullo schermo.





Al prossimo tentativo di hakeraggio il virus sarà parecchio più dannoso e molto più umiliante. Chiaro?

Con affetto, quella-che-vuole-la-sua-privacy <3





Rei era completamente piegato in due dalle risate.
Conosceva solo una ragazza talmente pazza da orchestrare uno scherzetto simile e talmente brava da insinuarsi dentro gli strumenti di un agente dell'FBI.
Ed esisteva solo un'altra ragazza talmente sadica da commissionarle tale scherzetto.

Che accoppiata terrificante.






*







<< Sumire sei certa che il virus non intaccherà dati sensibili dell'FBI? Voglio dargli una lezione senza mettere a repentaglio il suo lavoro >>
<< Tranquilla dolcezza. A rimetterci sarà solo la sua faccia >>

Shiho aggrottò le sopracciglia e sorseggiò il suo caffè.

<< Ok mi fido. Adesso torno a lavoro >>

















***
Angolo dell'autrice.

Piccolo cameo.
Lo ammetto, mi sono voluta divertire giocando con la trama e coi personaggi a scapito di Akai.
Spero di avervi divertito. Alla prossima.
Ciao.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Bombe ***


Bombe








Il monte Fuji era sempre uno spettacolo, anche se in quel momento era parecchio distante e ne si scorgeva solo la punta.

Shiho aveva il gomito poggiato vicino al finestrino di un'auto e guardava il panorama con aria pensierosa.
Era un po' stanca, si era dovuta alzare molto presto per collaborare ad un caso di omicidio nei pressi di Chiba, aveva passato quasi tutta la giornata ad effettuare analisi ed adesso stava tornando a casa.

Non le piaceva particolarmente doversi spostare per lavoro. Preferiva di gran lunga che i corpi venissero portati nel laboratorio della dottoressa Baba ed analizzarli lì, dove sapeva esattamente dove fossero posti gli strumenti ed i macchinari.
Poi dover collaborare con agenti che non conosceva la innervosiva.

D'un tratto dalla radio udì una canzone che le piaceva molto ed alzò il volume.

<< Che cos'e? >>

La ragazza girò la testa assumendo un'espressione stranita poichè il tono di voce di Rei sembrava proprio schifato.

I due si trovavano sulla Mazda dell'agente che si era offerto di accompagnare la giovane assistente del capo della scientifica dato che dovevano svolgere le indagini per lo stesso caso.

<< L'ultima canzone di Yoko Okino >>
<< Toglila subito >>


Il ragazzo allungò la mano per poter cambiare stazione radio ma venne prontamente fermato dalla ragazza che gli diede uno schiaffo sulla mano.

<< No... ma che ti prende? >>
<< Non permetterò a quelle onde sonore di propagarsi in questa macchina >>

Si guardarono fissi per due secondi, poi il ragazzo rinunciò a premere il pulsante della radio. Tanto sapeva che Shiho avrebbe rimesso nuovamente la canzone, e se questa fosse finita avrebbe trovato il modo di fargliela pagare.

<< Hai dei gusti musicali orribili >>
<< Ehi non criticare >>

<< Si che critico... La musica pop commerciale cerca di accontentare il maggior numero di persone, sopratttutto giovani ragazzi, e quindi ha una qualità minore rispetto ad altri generi >>

Aveva alzato l'indice all'insù e parlava con un atteggiamento saccente.
Shiho alzò gli occhi al cielo, lo trovava parecchio odioso quando si comportava in quel modo.

<< Piantala professorino >>

Rei socchiuse gli occhi.





<< Zero-chan smettila di fare il maestrino >>






Si morse l'interno guancia e strinse le mani sul volante.


Shiho notò quello strano combiamento d'umore.

<< Mh? Ti sei bloccato? >>


Il ragazzo guardò fuori dal finestrino per due secondi, poi sorrise beffardo.

<< Sei grandicella per certe canzoncine >>
<< Canzoncine? >>


*



Se c'era una cosa che Shiho Miyano detestava era essere presa in giro.
Quando succedeva dava sempre una manciata di secondi al suo interlocutore, giusto una piccola chance per scusarsi.

Poi ringhiava.

Ti guardava fisso negli occhi e si metteva a ringhiare a bocca chiusa con quell'inquiestante suono gutturale di sottofondo.



Rei aggrottò le sopracciglia fisandola con la coda dell'occhio. No, quell'atteggiamento non gli piaceva affatto.



Era furba quindi non avrebbe mai dato sfogo al suo nervosismo dandogli un pugno in testa. Sapeva che sarebbe riuscito a bloccarle il polso con molta facilità.
Non si sarebbe nemmeno messa ad urlare, raramente alzava la voce.

No la sua vendetta sarebbe stata ben calcolata e a sangue freddo. Ed estremamente efficace.



<< Certo che sei permalosa... >> disse infine per sdrammatizzare.

Shiho assottigliò gli occhi in modo inquietante.

<< Ok. Questa particolare canzone è piuttosto carina >> continuò assecondandola.
<< Ah. Non sei credibile Furuya >>

Il ragazzo sospirò ed ingranò la marcia.

<< Guarda che stai sbagliando strada >> disse la ragazza severa << Dovevi andare dritto >>.
<< Non stiamo tornando al dipartiento >>

Lei inclinò la testa.

<< Dove stiamo andando allora? >>
<< Al Miraikan >>

Shiho ammutolì tornando a guardare fuori dalla finestra.


Eh si la direzione era proprio quella.


Aveva sempre desiderato visitare il museo nazionale delle scienze situato ad Odaiba.
Ricordava di aver pregato Agasa di portarla con lui quella volta che era andato a presentare una sua invenzione, ma sia lo scienziato che Conan si erano opposti per via di un'indagine.

La ragazza girò il viso per guardare quello, sorridente, del ragazzo.


Come faceva a saperlo?


Portò due dita sul mento riflettendo. Si ricordò che qualche tempo prima Shinichi le aveva fatto una battuta al riguardo mentre pranzavano al caffè Poirot.
Lo guardò con la coda dell'occhio sorpresa dalla sua straordinaria capacità mnemonica.

<< Dovremmo tornare a lavoro... >> disse severa incrociando le braccia al petto.

Lui non si scompose continuando a guindare verso Odaiba.

<< Al rapporto penso io e il tuo turno non inizia prima di stanotte. Possiamo permetterci di ritardare qualche ora >>

Shiho scosse la testa e sorrise, questa volta in modo più evidente, prese il suo cellulare e si collegò su internet.

<< Caschi male allora. Per oggi c'è in programma un workshop sui bioreattori terapeutici. Sappi che ho intenzione di parteciparvi >>

Rei si mise a ridacchiare, le circondò le spalle con un braccio e l'attirò a se dandole un bacio sulla testa.

<< Tutto quello che vuoi >>

Shiho roteò gli occhi al cielo poi allungò la mano uscendo dalla modalità radio e selezionando un brano a caso dalla pennetta usb collegata alla macchina.

La cosa ovviamente non sfuggì all'agente che sorrise soddisfatto.

In fondo era piuttosto bravo a disinnescare le bombe.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Invito ***


Invito







Al liceo Teitan l'orario delle lezioni era appena finito e tutti gli studenti erano stati congedati, comprese tre amiche affiatate.

<< Aaah per oggi è finita! >>
<< In realtà ci hanno assegnato dei compiti Sonoko... >> Disse Ran a mo' di monito.
<< Si ma abbiamo tempo per farli. Che ne dite se andiamo a fare shopping? >>

Masumi e Ran si scambiarono uno sguardo complice con aria insofferente: nessuna delle due amava particolarmente far spese, soprattutto con la ragazza che tendeva a scegliere boutique non proprio abbordabili.

<< Allora ragazze? >> chiese Sonoko con aria impaziente.
<< Aspetta un secondo che mando un messaggio >> disse Masumi prendendo il suo cellulare.
<< Eee... immagino la destinataria sia Shiho vero? >>

La ragazza continuò a digitare sullo schermo.

<< Si certo. Perché? >> chiese senza darle particolare attenzione.
<< No no … niente.. >>

Sera aspettò qualche istante poi sentì il suo cellulare vibrare. Aprì il messaggio e sorrise.

<< Uh si trova qui vicino. Raggiungiamola >>
<< Oook... >> dissero le altre due. Una contenta l'altra un po' più seccata.




*




Quando Shiho vide in lontananza le due ragazze oltre a Masumi non poté fare a meno di corrucciarsi.
La ragazza le aveva detto di essere sola e che avrebbero fatto una semplice passeggiata, ma con le altre due le premesse erano evidentemente di tutt'altro genere.
E quel giorno non poteva assolutamente permettersi di perdere tempo.

<< Eeehi ciao dottoressa >>
<< Ciao Masumi. Salve ragazze >> disse con tono molto pacato.

Le altre due agitarono la mano.

<< Allora quali sono i programmi? >> domandò la Miyano col suo solito atteggiamento “spumeggiante”.

Sera le si avvicinò con un gran sorriso stampato in volto.

<< Certo che potresti essere un po' più allegra. Hai il broncio tipico di... >>

Shiho la ghiacciò con lo sguardo e Sera decise di non continuare la frase.

<< Volevamo andare per negozi >> disse gentilmente Ran avvicinandosi a lei.
<< Mh... ne ho visti di carini da quella parte >> e così dicendo indicò una strada piuttosto trafficata.
<< Ok andiamo >>

Shiho iniziò ad incamminarsi e quando fu lontana dalla portata d'orecchio Sonoko portò le mani sui fianchi.

<< Si può sapere perché la assecondi sempre? >>




C'era un motivo se Masumi cercava di evitare conflitti con Shiho.
Lei, ottima karaketa, un tipo tosto che non si impressionava facilmente, cresciuta circondata da familiari piuttosto particolari, di quelli che ti temprano il carattere, assecondava una delicata studentessa universitaria.
Insomma era un controsenso.
Eppure la delicata ragazza l'aveva veramente terrorizzata quella volta.

Vermout era stata incastrata dall'fbi. Calmel e Jodie l'avevano caricata in macchina per metterla ufficialmente sotto la custodia dei servizi segreti americani.
Akai era rimasto nel magazzino insieme a lei, Shinichi, Shiho e Rei.

L'agente PSB si era dovuto dileguare per mantenere la sua compertura mentre i tre ragazzi renstanti erano tornati a casa dell'ex piccolo detective.

Dentro la maestosa libreria di casa Kudo, con aria seriosa e leggermente inquientante ad attenderli c'erano Mary e Shiuichi.

Quella era la primissima volte che Shiho ed il maggiore dei fratelli Akai si incontravano con le loro vere forme. La prima volta dopo anni.

La gente normale si sarebbe aspettata un commovente scambio di battute, un chiarimento o comunque un minimo di riconciliazione.
Ed invece tra i due si era istaurata una civilissima conversazione composta da grida, insulti e libri tirati in testa. Da entrambe le parti.

Il risultato fu che Shinichi dovette sostituire la vetrinetta del suo studio, Mary si era volatilizzata prima di essere la prossima sfidante e Sera-chan era rimasta leggermente traumatizzata.




Masumi portò una mano dietro la nuca e rivolse un gran sorriso a Sonoko.

<< Ma no... non è vero. Sarà una tua impressione >>


*


Dopo aver visitato i negozi della via principale il gruppo di ragazze si diresse verso il centro commerciale.

Sonoko alzò i pugni al cielo con fare entusiasta.

<< Andiamo da questa parte >>

Shiho approfittò di un momento di distrazione delle due ragazze per afferrare Sera per un braccio facendola voltare.

<< Mi spiace Masumi ma io devo andare adesso >> disse con un tono molto serio.

La mora la fissò capendo la situazione: in effetti aveva letto qualcosa su internet.
Da qualche tempo un pericoloso terrorista esperto in armi batteriologiche era evaso da una prigione degli stati uniti e si pensava si fosse rifugiato in Giappone.

<< Lavoro? >>

Shiho annuì.

La mora si avvicinò al suo orecchio.

<< Cercate di non litigare fino alla fine delle indagini >>

Lei ridacchiò. E così aveva capito.

<< Farò del mio meglio Sera-chan... però tu inizia a preparare il kit di pronto soccorso a casa >>
<< Non sei divertente >>



*



Shiho scese e parcheggiò la sua harley nel parcheggio li vicino.
Entrò nell'edificio, un'agente domandò le sue credenziali e lei gli porse il suo tesserino.

<< Oh salve Miyano-san. Gli agenti arriveranno tra qualche minuto. Può aspettare lì >>

Shiho guardò la sedia con aria indispettita domandandosi se nel caso fosse stata uomo, o se fosse stata un agente effettivo, sarebbe comunque stata costretta ad aspettare zitta e buona in un anonimo angolo del corridoio.
Si guardò intorno: il dipartimento del quarto distretto era enorme ma preferì correre il rischio di perdersi che stare lì ad aspettare.

Dopo qualche minuto passato a salire e scendere le scale si rese conto che si era effettivamente persa.



Fantastico. Davvero fantastico.



<< Ha bisogno di qualcosa? >>

Nel sentire la sua voce, Shiho si girò e spalancò gli occhi.
Quell'uomo era onnipresente.

Rei era in pantaloncini e guantoni da boxe.

Evidentemente era finita nella palestra del dipartimento.
Shiho si schiarì la gola e cercò di darsi un contegno.
Rei aggrottò la fronte non appena la riconobbe.

<< Shiho >>
<< Ciao >>
<< Che ci fai qui? >>
<< Io... informazioni riservate >> disse distogliendo lo sguardo.

L'uomo annuì poco convinto.

<< Non dirmi che ti sei persa >>

Annuì imbarazzata, in fondo in parte era vero.

<< Non sei la prima a cui capita, tranquilla. Sei qui per il caso Ramirez? >>

Shiho si domandò come facesse quel ragazzo ad essere sempre informato su tutto.

Seriamente sembrava avere occhi ed orecchie ovunque.

<< ... Non te lo poso dire... >> rispose seccata.
<< Ok sei qui per il consulto sulle armi batteriologiche. Dammi cinque minuti e ti accompagno >>
<< Non è necessario, dimmi solo in che direzione devo andare >>
<< Tranquilla faccio presto >>

Shiho lo vide sparire velocemente dietro una porta, una volta sola si sedette su una sedia vicino ad un sacco da boxe e si guardò intorno: c'erano un sacco di attrezzi e un grande specchio che ricopriva per intero il muro di fronte a se.

Sentì l'acqua della doccia scorrere ed incrociò le braccia al petto abbassando il capo.



*



Rei si infilò sotto la doccia senza aspettare che arrivase l'acqua calda, e nemmeno quella tiepida.

Aveva avuto molto a che fare con un caso come detective privato e non la vedeva da qualche giorno, quindi anche se per poche rampe di scale ci teneva a scambiare qualche parola con lei.

Si cambiò in fretta ed uscì dallo spoiatoio.

<< Eccom... >>

Quando tornò nella palestra però non vide nessuno.

Si mise la mani sui fianchi e sospirò seccato.

Ma perché aveva questo brutto vizio di sparire?

<< Ok... torniamo davanti il sacco... >> mormorò tra se e se.




*




Per fortuna in uno dei corridoi aveva incrociato la dottoressa Baba, che conosceva quell'edificio molto bene, e si erano messe a conversare.

<< Dopo 15 anni di matrimonio quello stronzo si è accorto che avevo un lavoro e non avevo il tempo di fargli trovare il pranzetto pronto in tavola e la casa perfetta >>

Shiho annuì invitando la dottoressa a proseguire. La vita privata di quella donna sembrava essere stata scritta da un regista di soap opera.
Lei stessa era un tipo davvero particolare: schietta, pratica, per nulla vittima di quelle moine e di quelle cerimonie che si fanno in ambito lavorativo.

<< ... un bel giorno lui, il cretino, mi ha detto di andare in cucina perchè ero sua moglie ed era quello il mio dovere e io l'ho guardato negli occhi e gli ho detto: "Facciamo un bel gioco: io vado in cucina e tu te ne vai a fanculo" >>

La ragazza si mise una mano davanti la bocca ridendo. Quella donna era veramente un portento.

<< ...evidentemene non gli è piaciuto quel gioco >> continuò la dottoressa con fare sarcastico.

Shiho annuì continuando a ridacchiare, poi guardò dritta davanti a se inclinò il capo e assottigliò gli occhi incuriosita.

Accanto alla porta della stanza dove si sarebbero svolte le indagini, Jodie Starling fissava il suo collega mentre questo le parlava.
Gli occhi della donna sembravano persi e sognanti, probabbilmente non stava udendo una sola parola di quello che stava dicendo Akai.
Camel era in disparte poggiato con la schiena cotro il muro e digitava i tasti del suo cellulare.

<< Ecco la concorrenza >> mormorò la Baba indispettita.
<< Già... >>



Dovete sapere che c'è una specie di legge non scritta per cui se fai parte del PSB, o semplicemente collabori con esso, devi detestare l'FBI o come minimo Akai Shuichi.
O per dirla alla Bourbon: Akai... SHUUICHI!



Shiho si mise a fissare gli occhi verdi dell'agente.
Scoccò la lingua contro il palato. Provava un senso di irritazione ogni volta che lo vedeva con quel suo atteggiamento alla "ce l'ho d'oro e ricoperto di cioccolato".

Takana Baba e Shiho si quardarono complici per due secondi poi la prima abbassò il capo scocciata.

<< Andiamo... >>


*



<< Jodie sto parlando con te >>

La donna arrossì e si mine una mano davanti le labbra.

<< Eh!? >>
<< Dove hai la testa? >>

La donna diventò prima paonazza poi abbassò il capo iniziando a balbettare.

La Baba si avvicinò a passo svelto verso gli agenti ed aprì la porta dell'ufficio seguita da una divertita Shiho.

<< Salve agenti. Camel-san si può accomodare >> si fermò fissando i due con la coda dell'occhio << Quando voi due avete finito di fare i piccioncini sarei ben contenta se iniziassimo a lavorare >> disse con un'aria severa ma anche vagamente maliziosa.

Akai alzò un sopracciglio mentre Jodie si ritrovò ad avvampare.



*



Era notte fonda e negli uffici del sesto piano della sede del PSB non c'era nessuno.
Rei intravide la luce dello studio della Baba accesa.

Strano. La dottoressa non c'era mai dopo l'orario di lavoro dato che aveva due figli terrificanti che tendevano a cacciarsi spesso nei guai.

La stanza era semiilluminata dallo schermo acceso di un computer e regnava il silenzio. Incuriosito si avvicinò ad un vetrino.

<< Non toccarlo >>

Ritirò immediatamente la mano.

<< Non dovresti toccare mai nulla senza guanti quando sei qui o in laboratorio. Potresti infettarti >>

Shiho era seduta su una poltroncina e gli dava le spalle.

<< Che ci fai qui? >>
<< Non sono autorizzata a dirtelo >>

Rei alzò gli occhi al cielo seccato dall'eccessiva pignoleria della ragazza, anche se in fondo condivideva pienamente il suo essere così professionale.
Era uno degli aspetti che più ammirava in lei: ligia al dovere, attenta e sempre ben preparata.
La guardava mentre digitava le dita sulla tastiera con quell'espressione seria e concentrata sullo schermo del computer.

<< Com'è andata coi colleghi americani? >>
<< Non sono autorizzata a dirtelo >> disse con una punta severa.
<< Potrei almeno chiederti se ne hai per molto o hai intenzione di mordere? >>
<< Sssh >>


Ah adesso lo zittiva pure.


Alzò le mani in segno di resa.

<< Ok ho capito >>

Sospirò e si diresse verso la porta.

<< Comunque se dovessi essere troppo stanca per guidare fino a Beika... >>

Aprì la porta.

<< ... sappi che sei sempre benvenuta a casa mia >> disse uscendo dalla stanza.

Shiho continuò a digitare imperterrita sulla tastiera, ma un velo di rossore si tinse sul suo viso.















Angolo dell'autrice.


Sera ragazzi. Come andiamo?
Ho notato che le venature comiche non dispiacciono quindi, dove possibile e dove rendono, ho deciso di inserirle.
Povera Masumi mi domando se non sia il caso di mandarla con gli assistenti sociali vista la famiglia che si ritrova...
Come avrete capito mi piace accanirmi sul "piccolo" Akai. Però non posso dire che non mi piaccia... provo una sorta di "simpatica antipatia" per lui.
Rei ha invitato Shiho a casa... l'ha buttata giù così con nochalance (ed è il pezzo che titola il capitolo)
Che ve ne è sembrato? Piaciuto?
Come sempre grazie a tutti i lettori. Mi fa davvero piacere sapere che questi capitoli siano apprazzati. Grazie ragazzi.
Un bacione. A presto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Fratello ***


Fratello









L'agente del psb si trovava un anonimo cimitero alla periferia di Tokyo munito di occhiali da sole e cappellino per rendere difficile la sua identificazione.
Aveva le mani dentro le tasche dei jeans, il capo chino e guardava una lapide con l'espressione irritata.



Non avevano ancora sistemato la targhetta. Incompetenti.



Si umettò le labbra e deglutì sentendo un nodo alla gola.

<< Eh Scotch... alla fine l'ho trovata >> iniziò a dire incerto, cercando di scegliere le parole adatte.
<< Avrei tanto voluto presentartela, fartela conoscere per quello che è. E non come profilo di una traditrice da ricercare >>

Fece una pausa sospirando con amarezza.

<< Ma questo non sarà possibile... >>

Rei si chinò poggiando un girasole sulla lapide, con un nome falso inciso.
Mise una mano davanti la bocca continuando a parlare a bassa voce guardando il terreno poiché non c'era nemmeno una foto a rendere omaggio alla sua memoria.



Proprio come un fantasma.



Scosse la testa scacciando dei brutti ricordi, non era quello il momento di riportarli a galla.
Bensì preferì immaginarsi il suo sguardo di disapprovazione se avesse potuto udire le sue parole.

<< Non avevo intenzione di provare certi sentimenti per lei. Non era previsto.
Volevo solo saperla in salvo, al sicuro. Volevo che stesse bene.
Ma poi ho iniziato a passare del tempo con lei... Se la sentissi parlare, fa uscire fuori di testa! >>

Ridacchiò ripensando alle frecciatine che gli tirava quando erano a lavoro.

<< È caparbia, scontrosa e ha sempre ragione... Ti sarebbe piaciuta >>

Gli scappò un sorriso.

<< Avevi ragione... >>










Quattro anni prima, in un anonimo bar di periferia...



<< A te piacciono le stronze >>

Bourbon prese il boccale di birra in mano.

<< Ma che dici? L'ultima cosa che mi serve è la compagnia di qualche donna insopportabile. O meglio un'altra donna insopportabile >>

Scotch si accese una sigaretta.

<< Non ho detto insopportabile io >>
<< E che intendevi con “stronza”? >>
<< Una tipa tosta. Una con un carattere deciso, che sappia tenerti testa insomma >>

Bourbon scosse la testa ridacchiando in modo scettico.

<< Ma fammi il favore... >>

L'uomo rise in modo pacato.

<< Tu prima o poi perderai la testa per una stronza. Te lo dico io >>









Gli venne da ridere ripensando a quella bevuta al bar.

<< Me lo ripetevi sempre.

Mi conoscevi bene.

Io invece non avevo capito fino in fondo il tuo modo di ragionare >>

La sua espressione si rabbuiò.

<< Ti sei sacrificato per proteggere tutti. Per proteggere me.
E io ho passato anni a dare la colpa a chi in realtà ti voleva salvare >>

Si sedette per terra incrociando le gambe, proprio come si farebbe se si parlasse al parco con un vecchio amico.

<< Provo ancora del rancore nei suoi confronti. Un sentimento un po' irrazionale dato che adesso conosco la verità... ma non posso farne a meno.
Forse è l'unico modo che ho per affrontare la verità.
Odiare lui significa … >>

Si morse l'interno guancia cercando di scacciare quel pensiero.
Perché se ci pensava troppo, se si soffermava a pensare che era stata tutta colpa sua, gli venivano alla mente pensieri troppo brutti.

Come detective sapeva che non era un atteggiamento giusto, ma era l'unico modo per continuare ad affrontare quella situazione.

Forse col tempo avrebbe smesso di odiarlo senza conseguenze.
Ma al momento la ferita sanguinava ancora.

Portò una mano davanti agli occhi vergognandosi come un bambino per non essere in grado di gestirla meglio di così.


<< Sono stanco di tutto questo odio.
Sono stanco delle menzogne, sono stanco di tutto questo marcio che continuo a cercare di eliminare >>

Si passò una mano dietro la nuca.

<< Avrei tanto bisogno di una tua parola di conforto... >> Si grattò dietro la nuca sorridendo imbarazzato << Goumen. Non sono granché di compagnia oggi. Ne? >>

Si mise in piedi e poggiò una mano sulla fredda lapide.

<< Ti porto nel cuore amico mio. Fratello.
Adesso devo andare. Ma ti verrò a trovare ancora >>

Deglutì e chiuse gli occhi.

<< E comunque buon compleanno >>




*





Stava aprendo la porta di casa sua quando vide il bordo di una busta sbucare da sotto la porta.

La aprì ed aggrottò le sopracciglia.




Dopo aver appreso che non sei a lavoro ti ho cercato ovunque...




Assottigliò lo sguardo domandandosi chi potesse essere il mittente.
Girò il biglietto e notò che non era firmato.
 

Possibile fosse...? Naaa non era da lei mettersi a cercarlo.
Non solo per via del suo carattere ma soprattutto perché sapeva che spesso lui doveva sparire senza lasciare alcun preavviso.

Incuriosito continuò a leggere.
 



Sei di cattivo umore da qualche giorno e... non so … ho come l'impressione che non dipenda dal lavoro.




Alzò un sopracciglio deducendo che doveva essere proprio lei. Incredibile.


Non pensava che il suo cattivo umore fosse così evidente. Era sempre stato molto bravo a mascherare ciò che gli passava per la testa.
Inoltre non pensava che la ragazza fosse tipo da scrivergli un biglietto.




Non pretendo che tu mi dica quello che ti passa per la testa …




Chinò il capo e spalancò gli occhi non sapendo cosa aspettarsi nella frase successiva.






sappi solo che
quell'espressione non ti dona affatto. Femminuccia.





Dopo la delusione iniziale Rei non poté fare a meno di sorridere.


Che... stronza.

Entrò in casa e andò nel balcone mettendosi a fissare il panorama serale.
Come parole di conforto non erano certo il massimo ma conoscendo la mittente erano più che sufficienti.
















Angolo dell'autrice.

Scotch... ho adorato immediatamente quel barbettino. (Ovviamente mi affeziono a personaggi che hanno fatto una brutta fine... un classico)
Ho immaginato che l'identità dell'agente fosse ancora celata, nonostante le richieste dell'ufficiale PSB.
Avrei tanto voluto usare il suo vero nome e non quello in codice, ma purtroppo Gosho non mi ha ancora fatto la grazia.

Spero vi sia piaciuto questo capitoletto. Grazie a tutti.
Baci.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Dojo ***


Nota: Allarme Spoiler da questo capitolo in poi.
(Per chi ha letto le note autore nascoste del capitolo 2 si tratta di quell'argomento)






Dojo








<< Amuro-san è finito il pane e la lattuga >>
<< Vado a fare la spesa >>







<< Amuro-san non arrivo a quei bicchieri in alto. Li prendi tu? >>
<< Certo >>







<< Amuro-san la cassa della birra è troppo pesante per me >>

Cominciava a sentire la mancanza di Vermouth. Che strano...

<< Tranquilla la salgo io >>







<< Amuro-san quel tavolo è traballante... >>
<< Vado a prendere la cassetta degli attrezzi >>
<< Arigatò >>

Azusa era intenta a pulire il bancone quando il tintinnio della porta d'ingresso del locale attirò l'attenzione della ragazza.

<< Irasshaimase >>

Erano le tre ragazze del liceo Teitan insieme ai piccoli detective boys.

<< Ciao Azusa come va? >> chiese Sonoko allegra e pimpante.
<< Molto bene e voi? >>
<< Bene, sai oggi mia mamma... >>

Azusa stava pulendo uno dei tavoli mentre ascoltava Genta.

<< Amuro-san certo che potresti aiutare Azusa invece di stare poggiato a quel tavolino >>

Il ragazzo stava prendendo fiato dopo aver sistemato il suddetto mobile e dopo aver svolto molti altri lavori -tra i quali sistemare in magazzino tutte le casse di birra arrivate quella mattina-.
Forse per la stanchezza, forse per le preoccupazioni degli ultimi giorni, ma dopo aver udito le parole di Sonoko gli venne in mente che a confronto magari Gin era una brava persona.

<< Hai ragione. Prendo subito le ordinazioni >> disse facendo un “ommm” mentale e avvicinandosi con un taccuino in mano << Shiho-san non c'è? >>

Masumi scosse la testa.

<< Aveva da fare >>

Rei assottiglio gli occhi ed abbassò lo sguardo.

<< Capisco... allora che prendete? >>
<< Gelato >> disse Ran.
<< Anche noi vogliamo il gelato >> gridarono in coro i tre bambini.
<< Io un caffè >> disse Masumi.

Ecco un'altra adepta del caffè proprio come il fratello.

<< E tu Sonoko-san? >>

Sonoko stava chattando in modo molto concitato, tanto che il naso era quasi attaccato al suo cellulare.

<< Sonoko? >> Insistette.

Improvvisamente la ragazza fece un grosso sorriso emettendo un urletto stridulo.

<< Ragazze! Makoto ha organizzato un torneo nel suo dojo per attrarre giovani appassionati ed ha invitato anche te Masumi >>
<< Me? >>
<< Hai. Ti considera un'ottima avversaria >>

<< Ah... che gentile >>

Nel sentire quelle parole il visino innocente di Ayumi si illuminò.

<< Tooru-san dovresti andare anche tu! >>

Le ragazze si girarono verso la bambina.

<< Perché Ayumi? >>

La piccola si voltò raccontando tutta contenta il giorno in cui il ragazzo li aveva salvati dai due falsi fattorini del corriere ghepardo.

<< Tooru lo ha steso con un solo pugno! >>

Le tre batterono le palpebre sorprese.

<< Davvero? >>
<< Ehi ehi no... vi ho solo visto in pericolo ed ho agito d'impulso... >> si affrettò a cercare di minimizzare Amuro, che non ci teneva affatto ad ostentare le capacità che potevano collegarlo all'identità di agente PSB.

Genta alzò i pugni.

<< Dai non fare il modesto. Sei fortissimo >>
<< Ma no... state esagerando bambini >> insistette il ragazza cercando di riparare all'irreparabile.
<< Non è vero. Quella volta sembravi un pugile! >> disse Mitsuiko entusiasta.

Masumi assottigliò gli occhi e fece un piccolo sorrisino mettendo in evidenza il canino.

<< Un pugile eh? In effetti hai delle braccia fin troppo allenate … >>
<< Avevo notato anch'io >> disse innocentemente Ran.
<< Meglio di Nadal, meglio di ladro Kid... a questo punto sono curiosa di vedere se sei meglio di Makoto >> Disse Sonoko in modo molto meno innocente poggiando la testa sul palmo della mano.

Amuro arossì e batté due volte le palpebre mettendo le mani aperte davanti il viso come a volersi difendere da un incombente pericolo: le facce di quelle ragazze non sembravano suggerire nulla di buono.



*



<< Dunque il reparto ortofrutticolo è di là... >>
<< Ti ringrazio di avermi accompagnato. Oggi Yumi lavora e non mi andava di stare da solo >>
<< Ma figurati >>

Shiho e Shukichi erano a fare la spesa.
Il ragazzo inclinò la testa fissandola dubbioso.

<< Sicura che non avevi da fare? Continui a guardare il cellulare con uno strano atteggiamento >>

Lei si affrettò a riporre l'oggetto in tasca e scosse la testa.

<< Tranquillo, mi fa piacere passare del tempo con te >> disse con un dolce sorriso cordiale.

Shukichi non riusciva a capire perché la ragazza avesse la nomea di “pezzo di ghiaccio”. Con lui era sempre gentile.
Certo era pacata e non iperattiva come sua sorella però a modo suo era simpatica.

<< Uh formaggio >> disse entusiasta.
<< Troppi latticini stagionati fanno male. Hanno un sacco di calorie >>

Il Taiko arrossì grattandosi la nuca.

<< Si ma mi aiuta a concentrarmi... >> disse con un sorriso imbarazzato.

Shiho scosse la testa e ridacchiò. Aveva sempre provato una certa ammirazione per lui.
Quando lo conosceva solo di fama era una sua fan, anche se solo per motivi superficiali.
Poi entrambi erano venuti a conoscenza della loro parentela.
Shiho era convinta di dover comunque mantenere le distanze ma il ragazzo non era dello stesso avviso. Difatti, così come la sorella, l'aveva accolta a braccia aperte e quando poteva cercava di passare del tempo con lei.
La scienziata accettava sempre di buon grado l'invito poiché lui era una delle persone più interessanti e piacevoli con cui si potesse parlare.
Poi era molto umile nonostante il suo grado nello shoji.


Come diavolo era possibile che fosse imparentato con quel borioso arrogante col cappello di lana?


Beh tecnicamente lo era anche lei...

Rabbrividì. Meglio non pensarci.

Mentre era persa in quei pensieri Shukichi ricevette una telefonata.

<< Moshi moshi? Hai... no non sono a casa... aspetta un attimo >> Il ragazzo portò una mano sul telefono e si rivolse a lei << Ehi Shiho. Masumi è stata sfidata in un incontro. Ci andiamo? E' qui vicino >>

Lei fece spallucce, non aveva molto da fare quel giorno.

<< Ok... >>


*


Non appena entrarono nel dojo videro Ran e Sonoko con le mani davanti la bocca, un altro ragazzo palestrato con un cerotto vicino la tempia si puliva gli occhiali con aria corrucciata mentre un gruppo di persone si affrettava ad uscire dall'edificio.

Sembravano tutti piuttosto shockati.

Shiho e Shukichi si fissarono straniti per un paio di secondi poi guardarono verso l'area di allenamento incuriositi.
E lì compresero la situazione.

Tooru Amuro e Masumi se le stavano suonando di santa ragione.
Anche se a ben vedere era la cugina ad avere gli occhi assassini, il ragazzo invece sembrava limitarsi alla difesa.

<< Poveretto... che ha fatto quel ragazzo per cacciarsi in quella situazione? >> domandò Shukichi che era ben cosciente della forza -e del livello di isteria- della sorella.
<< Le ha solo detto di mettersi le protezioni sul viso e alle gambe... e lei si è sentita presa in giro >> disse Ran.

Shukichi poggiò due dita sulla fronte imbarazzato.

<< Cavolo... Masumi diventa una bestia quando si sente presa in giro. Credo che andrà avanti per un bel po' senza nemmeno voler sentire ragioni >>

Shiho comprendeva bene: in effetti anche lei alle volte aveva confuso l'atteggiamento premuroso del ragazzo per una presa in giro. In realtà lui cercava solo di essere gentile.



<< Ti faccio fuori! >>
<< Insomma Masumi è solo un incontro amichev... >> parò un colpo allo stomaco << ... ole >>



Inclinò la testa e in cuor suo si mise a tifare per il ragazzo. Poveretto come al solito subiva in silenzio.
Per essere una testa calda era piuttosto paziente. Ovviamente non glielo avrebbe mai detto.

Nel frattempo Ran si era avvicinata a Shukichi.

<< Tu sei il fratello di Sera-chan vero? >>
<< Hai... >>
<< Io sono Ran e lei è Sonoko >>
<< Si, mi ha parlato delle sue compagne di classe. Piacere ragazze >>




<< Piantala di assecondare i miei colpi e comportati da uomo! >>
<< Da questo momento io non ti farò mai più un caffè >>




<< Come mai voi due siete insieme? >> Chiese Sonoko a Shiho con uno strano atteggiamento.
<< Facevamo la spesa >> si limitò a dire con tono neutro.




<< E quello sarebbe un calcio? Ti faccio vedere io come si da un calcio! >>
<< Voglio tornare a lavoro... >>




<< Ah e come mai? Avevate in programma una cenetta romantica? >> incalzò Sonoko mettendo le mani sui fianchi.

A rispondere questa volta fu il ragazzo.

<< Iee iee ci siamo incontrati per caso al supermercato >>

Preferivano evitare che quel dettaglio venisse allo scoperto, almeno per il momento. Giusto per precauzione.




<< Che cosa stai guardando? Credi di poterti distrarre mentre stai lottando con me? >>
<< Immaginavo ci fosse uno squilibrio latente anche in te... >>
<< Che? Come ti permetti?! >>




Makoto guardava l'intero scenario con una mano davanti le labbra.

Ma era l'unico a non reputare normale quella situazione?

Non ebbe il tempo di esporre i suoi dubbi poiché altri due ragazzi varcarono la soglia della palestra.

<< Ran? Ran >>

La ragazza aveva mandato un messaggio al giovane detective Kudo avvisandolo del torneo, che ormai per evidenti motivi era stato annullato.

<< Ehi Shinichi siamo qui >> disse la ragazza agitando la mano entusiasta come sempre di vedere il suo caro “amico”.

Il ragazzo era insieme a Subaru.
Appena quest'ultimo incrociò lo sguardo di Shukichi entrambi accennarono un sorriso.
Poi lo studente universitario notò Shiho: la ragazza aveva una strana espressione pensierosa e guardava di sottecchi il cellulare.

<< Ma hai sempre il broncio? Tu devi essere più sorridente... >>

La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e drizzò la testa guardando dritto davanti a se.

No.

Già si partiva male con la Miyano.


Forse con “tu dovresti”, “magari se tu fossi” o “ti imploro di” si sarebbe sortito l'effetto desiderato ma così si scatenava l'avversione più totale.

<< Io devo? >>

Lo disse con un tono talmente inquietante e serio che persino Masumi si accorse del pericolo e il suo sguardo da assassino diventò preoccupato.

<< E' meglio se ci spostiamo >>

Amuro si sistemò la maglia lieto che quella belva si fosse calmata.

<< Come? >>
<< Quando Shi ha quella faccia è meglio stare lontani >>

Rei alzò la testa guardando alternativamente Shiho e Subaru.
Era a conoscenza del passato tra Akemi e Shuichi quindi comprendeva bene perché Shiho avesse un atteggiamento ostile nei suoi confronti e anche perché Shuichi non si ribellasse.
Però c'era qualcosa che non gli tornava: come se mancasse un tassello per completare il quadro completo.

<< Si tu devi >> disse Subaru sicuro di se. Tratto tipico di Akai che era prepotentemente uscito fuori.

Shiho serrò le labbra e Shukici cominciò ad intuire a cosa fosse dovuta la sua fama.

<< Oh diamine... >> mormorò Masumi.


Ma perchè suo fratello si divertiva a stuzzicarla?


A questo punto anche Rei si allarmò: tutti i presenti fissavano la scena come se da un momento a l'altro dovesse esplodere una bomba.

In realtà Shiho non fece nulla di eclatante: si limitò a dare un colpo nella parte inferiore della lattina di caffè che il ragazzo teneva in mano in modo che il contenuto si rovesciasse sui suoi pantaloni.

<< E tu devi darti una lavata >> disse prendendolo in giro e lasciando tutti basiti.

Poi si voltò con eleganza ed uscì dal dojo con passo deciso.





















Angolo dell'autrice.

Salve lettori, come avrete notato questo capitolo non è del tutto incentrato su Rei e Shiho e c'è un motivo.

Ok allarme SPOILER (siete avvertiti)



Nel secondo capitolo di questa raccolta ho detto che avrei cercato di mantenere l'informazione velata però ho recentemente scoperto che in un'intervista a Singapore nel 2016, Gosho ha confermato che Akai e Akemi sono cugini quindi, visto che è ufficialmente canon, da questo capitolo in poi il rapporto tra Shiho e l'Akai family sarà più esplicito.



Detto ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori (sbaglio o siete aumentati? Mi fa molto piacere)
Un bacione. Ci sentiamo.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Voice ***


Nota: songfic ("Alive" Sia)
Suggerisco di ascoltare il brano quando sarà citato.







Voice








Le pareti del caffè Poirot erano inondate dalle voci allegre e frizzanti di tre giovani ragazze che, a causa della lontananza, erano felici di rincontrarsi e dovevano raccontarsi più aneddoti possibile per recuperare il tempo perduto.
Ran, Sonoko e Kazuha erano attorno ad un tavolino intente a parlare mentre si gustavano un thè nero accompagnato da una gustosa fetta di torta al cioccolato e crema di lamponi.

<< Ma che avranno di così interessante da dirsi... tutto il tempo a squittire! >>

Heiji Hattori, reduce dal lungo ed estenuante viaggio da Osaka, guardava con disappunto le ragazze mentre Shinichi sorseggiava il suo succo d'arancia.

<< Amuro-san come fai ad assistere a queste scene ogni giorno senza farti venire un esaurimento? >>

Per tutta risposta il biondo si mise a ridacchiare grattandosi una guancia.
A volte si poneva la stessa domanda, poi però si ricordava che aveva superato prove ben peggiori, come, ad esempio, passare le giornate con Vermouth.

<< Nè nè ragazze che ne dite di andare al karaoke questa sera? >>

La voce di Kazuha arrivò come una minaccia alle orecchie dei ragazzi liceali.

<< Ecco lo sapevo che farle stare troppo in contatto non era una buona idea >> disse Heiji sbuffando.

Shinichi sorrise preparandosi mentalmente a venire trascinato da un locale a l'altro.

In quel momento le campanelle poste sopra la porta del locale tintinnarono e le tre si voltarono scorgendo Masumi che camminava tutta allegra tenendo saldamente per mano Shiho, quest'ultima più che camminare era letteralmente trascinata dalla karaketa.

<< Ehi Sera-chan siamo qui >> disse Sonoko agitando la mano.

Il ragazzo di Osaka alzò un sopracciglio inclinando notevolmente la testa.

<< Uh... ma è la scienziata quella dietro? >>

Shinichi lo guardò male.

<< Si chiama Shiho >>
<< Mh... >>

Era la prima volta che il detective di Osaka vedeva la ragazza nelle sue vere sembianze, e doveva ammettere che erano delle gran belle sembianze.

<< Heiji-san credo che Kazuha-san non approverebbe quello sguardo se ti vedesse >> disse Amuro con un tono scherzoso ma con uno sguardo forse un filo troppo irritato.
<< Eh? No. .. io... non stavo dicendo niente >>

Shinichi annuì molto poco convinto.

<< Certo certo... >>

Intanto le ragazze continuavano a parlare tra loro.

<< Perdonate l'attesa. Abbiamo trovato traffico >>
<< Veramente io non volevo venire >> disse Shiho a denti stretti ed un volume talmente basso da farsi sentire solo da Sera.
<< Devi socializzare con gli umani di tanto in tanto >> rispose la cugina usando il suo stesso tono basso mentre prendeva posto sul divanetto.

Le altre ragazze intanto non avevano udito il veloce scambio di battute e Ran rispose col suo solito sorriso allegro e caloroso.

<< Tranquille siamo arrivate da poco anche noi >>
<< Quindi sei tu Shiho >> disse la ragazza di Osaka con tono cordiale << Io sono Kazuha >>

Shiho fece un piccolo cenno con la testa.

<< Piacere >>
<< Piacere mio. E' vero che sei un medico? >>
<< No... non ancora almeno >>
<< Ah dev'essere interessante come campo di studi >>
<< Si... è molto appagante >>

Shiho continuava a dare risposte gentili, ma sintetiche, il che non dava molto spazio per una conversazione. Kazuha però non demorse, si limitò a cambiare argomento.

<< Abbiamo deciso di andare al karaoke stasera. Voi due verrete? >>
<< Io passo >> disse Shiho alzando una mano, un gesto ormai collaudato quando non voleva fare qualcosa.
<< Perché? Cosa c'è che non va? >> domandò guardandola fisso negli occhi.

Shiho non volle essere scortese dandole una risposta secca.

<< Sera-chan non avevamo quell'impegno...? >>

Si voltò lentamente verso Masumi con lo sguardo di chi deve reggerle il gioco, purtroppo per lei la ragazza aveva altri piani.

<< Ma tranquilla Shi. Possiamo rimandare >> rispose piazzandosi di fronte lei e facendole un gran sorriso.

La scienziata inspirò con tutta calma e poi si limitò a fare spallucce.

<< Va bene che karaoke sia allora... >>

Sonoko roteò gli occhi al cielo ben poco entusiasta che si unisse anche lei, ma nessuno sembrò accorgersene.

<< Allora ci conviene andare. Io devo truccarmi >>
<< Prima dobbiamo decidere dove andare. Non un luogo troppo grande, non mi va di fare figuracce >> disse Ran.

In quel preciso istante Azusa spalancò gli occhi folgorata da un'idea.

<< Potremmo organizzarlo qui! Dopotutto da quando abbiamo aumentato le ore di apertura il direttore cercava un nuovi modi di attirare clienti >>
<< Non ... credo sia una buona idea... >> tentò di dire Amuro portando le mani avanti.
<< Si che lo è! >> disse convinta Sonoko << Allora adesso ci andiamo a cambiare mentre tu monti le casse e lo schermo >>

Shiho si ritrovò a dover frenare una risata: l'immagine di Rei che veniva schiavizzato era troppo divertente.

Incrociò per un istante il suo sguardo e vide che lui aveva assunto una strana espressione.
Il divertimento cessò all'istante lasciando un leggero disagio e si voltò immediatamente mordendosi l'interno guancia.




*




La residenza Agasa era totalmente invasa da ragazze che correvano su e giù per le scale, dal bagno alla camera degli ospiti, per la gioia del proprietario.

<< Hai portato quel buon profumo che hai fatto arrivare dalla Francia? >>
<< Ragazze gonna o pantalone? >>
<< Che capelli orrendi che ho >>



La scienziata aveva l'orticaria: troppa gente, troppa confusione.



<< Shiho hai una trousse? >> le chiese Kazuha avvicinandosi educatamente.
<< E' in bagno, sulla mensola >>
<< Arigatò >> disse con un sorriso dirigendosie velocemente in bagno e subito dopo si udì la sua voce dal salone << Uuuh ma che bella palette! >>

In un angolo della stanza Hattori, Shinichi e Subaru stavano guardando le foto di una rapina avvenuta qualche giorno prima.
Sembravano tre gufi appollaiati attorno al tavolo con le mani sotto il mento e lo sguardo concentrato.

<< Mi ricordi che ci fai tu qui. Sei perduto senza Shihichi? >>

Akai, che continuava a vestire i panni di Subaru, viveva ancora in casa Kudo provocando le peggio battute da parte della scienziata.
Shiho sapeva bene perché continuasse a travestirsi ma non capiva perché un agente FBI volesse passare una serata a sentire delle liceali cantare a squarciagola.

Il ragazzo le rivolse un serafico sorriso.

<< Ho pensato di passare una serata diversa >>


Da dietro il divano Masumi scosse la testa: altro che “serata alternativa”, lui voleva tenerle d'occhio. Entrambe.

Per tutti i kami com'era iperprotettivo.


<< Mh... dovresti pensare a studiare invece. Sempre se hai intenzione di prendere il dottorato prima o poi >>

Il ragazzo aprì gli occhi fissandola con astio e lei rispose rivolgendogli un sorrisino irritante. Poi si voltò andando al piano di sopra.

<< Appena siete tutti pronti fatemi sapere >>



*


Era andata sul tetto della villetta e si era seduta portando le ginocchia al petto.
Si mise a scrutare il cielo che man mano stava diventando sempre più scuro e sospirò in preda ad una leggera ansia.







<< Ti va di vederci sabato? >>

La ragazza sgranò gli occhi ed alzò la testa dal computer.

<< Come? >>
<< Forse non mi sono spiegato bene: ti sto chiedendo di uscire con me >>

La ragazza aggrottò le sopracciglia.








Fino a quel momento i loro incontri erano sempre stati dettati da caso o dal lavoro. E le loro effusioni erano state sempre molto lievi, nulla a che vedere col loro primo bacio.



Diamine quel bacio...



Shiho poggiò la testa contro il muretto accanto alla porta che dava l'accesso sulla terrazza e sospirò pensierosa.

Un appuntamento: la cosa la metteva a disagio.

Non aveva la minima esperienza in quel campo.
Francamente non sapeva nemmeno che cosa stesse combinando con quel ragazzo, non ci aveva ancora riflettuto.
Non erano amici, non erano semplici colleghi... e no, non erano quell'altra cosa.

Non sapeva come ma quel ragazzo, piano piano, lentamente ma inevitabilmente, era entrato prima nella sua routine lavorativa e poi nella sua vita.

Era passata dal trovarlo irritante a... a cosa?

Negli ultimi tempi si era allontanata in preda alla confusione, cercava di evitarlo e lui se n'era accorto.







<< Shiho non mi piacciono i tira e molla >>
<< Strano eppure col tuo lavoro... >>

Aveva iniziato a parlare col suo tono ironico ma venne bloccata sul nascere.

<< Appunto. Per lavoro sono costretto a sorbirmi certe situazioni. Con te non voglio farlo >>

Aveva parlato con un tono molto serio, spiazzandola.






Si morse il labbro inferiore tornando a fissare il cielo.






<< Proviamoci almeno >>

 Inclinò la testa e le sorrise guardandola con uno sguardo dolce e rassicurante.

<< Non sarà certo il tuo azzardo più grande >>







Gli aveva dato una risposta vaga e poi con una scusa era andata nell'ufficio della Nekoi.
Da quel momento, circa cinque giorni prima, non ne avevano più parlato. Lei aveva temporeggiato accettando altri inviti, prendendo altri impegni e ignorava la maggior parte dei suoi messaggi.

Ma scorgere quello sguardo deluso di poche ore prima le aveva fatto male.

E come se non bastasse, per punizione, il destino aveva voluto che l'intera serata si svolgesse nel bar dove lavorava, sotto i suoi occhi.


Grande autogol Shiho.


*




<< Perchè non canti invece di guardare il cellulare? >>
<< Mh? >>

Erano nel locale già da un'ora e francamente cominciava ad annoiarsi: le altre avevano dato sfogo alle loro doti canore e avevano già preso un paio di cocktail a testa quindi per lei la serata poteva anche finire la.
Ed invece no.

Sonoko la guardava con l'aria da furbetta.
Assottigliò gli occhi irritata.

<< Io passo... sono certa che tu sappia cantare meglio di me >>

Quella punta di acido nella frase non sfuggì a Subaru, Sera, Hattori, Shinichi e nemmeno a Rei.

Sonoko invece non ci fece caso e le prese la mano tirandola a se in modo da farla alzare.

<< Ah coraggio! Magari non sei così male >>

Aiutata da Ran, che era sinceramente curiosa di sentirla cantare, le due ragazze la spinsero sino all'angolo e le diedero il microfono.

Si sentiva come quando i detective boys la trascinavano costringendola a giocare con loro. Anche se Ayumi era decisamente più dolce... e simpatica.

<< Dai Shiho fa vedere che sai fare >>

Ok volevano lo spettacolino? E diamogli lo spettacolino.
Almeno poi sperava di essere lasciata in pace.

Selezionò il brano, un brano che aveva udito qualche giorno prima e che aveva da subito catturato la sua attenzione. Un brano che sapeva di lei.

Attese che iniziasse la base.

Guardò i presenti, e l'occhio le cadde sul ragazzo biondo dietro il bancone che stava lavando i piatti.
Ecco magari se fosse andato in magazzino si sarebbe sentita un po' più a suo agio.



Nell'aria si propagò il suono del gong iniziale.



I ragazzi stavano parlando tra loro, Sonoko e Ran la fissavano in trepidazione coi pugni vicino al viso, così come Masumi che però teneva una soda da una mano e l'altra pigramente poggiata sul tavolo, Subaru invece giocherellava col suo cellulare.

La base partì e lei inspirò a fondo.



I was born in a thunderstorm 
I grew up overnight 
I played alone 
I'm playing on my own 
I survived 




Alcuni ragazzi nel locale si girarono verso il microfono incuriositi.

Shinichi si protrasse in avanti iniziando a dubitare del suo orecchio musicale.
No, non c'erano dubbi, quella era un'intonazione perfetta.



Hey
I wanted everything I never had
Like the love that comes with light
I wore envy and I hated that
But I survived




Il vociare nella sala cessò del tutto. I presenti che ancora non l'avevano fatto si voltarono per ascoltare meglio.

Shiho mise i capelli dietro l'orecchio, un gesto istintivo per frenare quell'imbarazzo nato dalla consapevolezza di aver scelto un brano sbagliato dato i presenti.

Ma ormai il guaio era fatto.



I had a one-way ticket to a place where all the demons go
Where the wind don't change
And nothing in the ground can ever grow
No hope, just lies
And you're taught to cry into your pillow
But I survived




"Nessuna speranza. Solo bugie"


Subaru aprì un occhio sentendosi preso in causa.


Ma l'aveva fatto apposta a scegliere quel testo?


Sonoko spalancò gli occhi cominciando ad intuire che il suo piano di farle fare una brutta figura era fallito miseramente.



I'm still breathing 
I'm still breathing 




Hattori si alzò in piedi spalancando gli occhi.

Bella, intelligente e con una voce che ti folgorava.

Cominciava seriamente a rivalutare la "piccola e scorbutica bambina".



I'm alive.
I'm alive.




Aveva alzato la voce eseguendo alla perfezione quel pezzo, quasi al pari dell'originale.

A Subaru cadde il cellulare dalle mani.

A Rei cadde il bicchiere che stava pulendo.

Shinichi non poté fare a meno di sentire un peso nel petto.
Non stava dando il contentino alle due ragazze, ma non stava nemmeno cercando di dare spettacolo anche se, inevitabilmente, era così.



I found solace in the strangest place
Way in the back of my mind
I saw my life in a stranger's face
And it was mine




Il giovane detective abbassò il capo com'era solito fare quando rifletteva.


"Ho visto la mia vita nella faccia di un’estranea"


Fece un mezzo sorriso. In effetti il riflesso di Ai doveva sembrarle proprio il volto di un'estranea.
La stessa cosa gli era accaduta un paio di volte quando aveva le sembianze di Conan. Anche lui molto spesso non si era riconosciuto in quelle sembianze, con quel faccino e quegli occhiali che tanto detestava.



I had a one-way ticket to a place where all the demons go
Where the wind don't change
And nothing in the ground can ever grow
No hope, just lies
And you're taught to cry into your pillow
But I survived




Sembrava più un grido liberatorio.
Anzi togliamo il "sembrava".


Ma come mai aveva scelto quella sera?


<< Certo che è un gran bel pezzo di... >>
<< Ti faccio saltare i denti Heiji. E poi lo dico a Kazuha >>
<< “E poi lo dico a Kazuha” >> disse il ragazzo imitandolo in modo canzonatorio, prendendolo in giro << ...come se tu non avessi gli occhi usciti fuori dalle orbite in questo momento >>
<< Ma che vai farneticando? >> urlò diventando tutto rosso.



I'm still breathing, I'm still breathing
I'm still breathing, I'm still breathing
I'm alive
I'm alive
I'm alive





Rei la guardò intensamente, quasi ipnotizzato. Due ciocche ramate le ricadevano delicatamente sul viso sfiorandole il naso, le guance erano rosee, più colorite del solito, segno che nonostante la sicurezza che stava mostrando era emozionata. Aveva gli occhi chiusi, ma le ciglia vibravano ad ogni cambiamento di nota, seguendo il testo.
Era persa nei suoi pensieri, ormai cantava per istinto.

Quella ragazza era un rebus.
Sarcastica, con quell'aria fredda, a volte malinconica.
Eppure aveva una luce.
Aveva la voce di un angelo.



You took it all, but I'm still breathing... You took it all, but I'm still breathing... You took it all, but I'm still breathing...You took it all, but I'm still breathing ...



No. Non di un angelo. Quella canzone non aveva certo delle note celesti.

Aveva la voce di una che aveva vissuto il vero senso del dolore e che si stava rialzando.

Fece un mezzo sorriso.

Non era un angelo, piuttosto era una fenice.



I have made every single mistake
That you could ever possibly make
I took and I took and I took what you gave
But you never noticed that I was in pain
I knew what I wanted; I went in and got it
Did all the things that you said that I wouldn't
I told you that I would never be forgotten
And all in spite of you





Era abituata a stare nascosta, nella penombra, a farsi bastare quello che la vita le concedeva. Era abituata ad essere trattata come uno strumento non più importante di un bisturi o di un microscopio.

Scrollarsi di dosso il suo passato era difficile, dannatamente difficile.
Non era certa che ci sarebbe mai riuscita però aveva deciso di non sottrarsi più, di non star li in disparte ad accontentarsi delle briciole.
Doveva piantarla di comportarsi come se il suo unico scopo fosse stare dietro un tavolo da laboratorio.

Aveva perso così tanto tempo a ripetere sempre le stesse azioni, giorno dopo giorno, crogiolandosi dentro una confort zone che la stava soffocando.




And I'm still breathing, I'm still breathing
I'm still breathing, I'm still breathing
I'm alive (You took it all, but I'm still breathing)
(You took it all, but I'm still breathing)
I'm alive (You took it all, but I'm still breathing)
(You took it all, but I'm still breathing)
I'm alive (You took it all, but I'm still breathing)
(You took it all, but I'm still breathing)
I'm alive

I'm alive
I'm alive


I'm alive




Io respiro ancora”. “Io sono viva”.




*



Quando l'ultima nota fu suonata Shiho riaprì gli occhi trovandosi gli sguardi dell'intero locale puntati addosso.
Si irrigidì trovandosi a disagio e subito dopo si schiarì la gola.

Posò il microfono e si sedette compostamente sulla sedia con il suo solito atteggiamento freddo mentre ancora i presenti la fissavano nella più completa sorpresa.

<< Shiho... wow >> Disse Masumi sorridendole e facendo spuntare il piccolo canino << Non immaginavo fossi tanto brava >>
<< Nulla di che... >> disse frettolosamente prendendo il suo cellulare.

In realtà il cuore continuava a batterle furiosamente nel petto.
Prese il suo cellulare.



1 Chiamata persa.

1 messaggio in bozze.



Cliccò sull'icona del messaggio.



Mi spiace per stasera. Forse la prossima volta...



Assottigliò lo guardo.



Cancellare il messaggio tra le bozze?

Si





*





Rei era andato sul retro del locale a buttare la spazzatura.
Diede una rapida occhiata al suo cellulare: aveva provato a chiamarla ed era sicuro che la ragazza avesse visto la notifica. Tuttavia non gli aveva dato nessuna risposta quindi probabilmente non gli aveva dato il minimo credito come nei giorni precedenti.
Per un istante si era illuso che quella canzone fosse una sorta di indizio, un segnale.

Forse aveva insistito troppo.

Che si aspettava da una ragazza che aveva passato diciotto anni all'inferno?

Aprì la porta e quando alzò lo sguardo si irrigidì.

Shiho era in piedi di fronte a lui con le mani incrociate dietro la schiena.
Era fasciata da un delicato miniabito color acquamarina con scollo all'americana. La gonna le lambiva appena il ginocchio.

Si soffermò qualche secondo più del dovuto a guardarle la dolce curva dei fianchi.

<< Allora questo appuntamento? >>

Rei batté gli occhi confuso.

<< Com... adesso?! >>

Lei lo squadrò dall'alto in basso e poi fece un piccolo sorriso.

<< Non sarà certo il tuo azzardo più grande >>

Rei guardò all'interno del locale e poi guardò nuovamente la ragazza.

Prese il grembiule e lo gettò in un angolo della stanza insieme al sacco ed uscì velocemente.

La prese per mano e andò a passo svelto verso la mazda.
















Angolo dell'autrice

Nel film 11 (mi pare) si dice che Ai abbia una bella voce ed uno stile un po' troppo adulto, beh a me ricorda lo stile di Sia, per quanto riguarda l'intonazione però me la immagino con la splendida voce di Megumi Hayashibara ovviamente.

Che dire piano piano Rei ci sta riuscendo. Da una serie di incontri occasionali è riuscito ad ottenere un vero appuntamento. Vai così ragazzo!
Poretto quante gliene faccio passare in questa raccolta...

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere.
Ciao. A presto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Lezioni di boxe ***


Lezioni di boxe











<< Ok colpisci il sacco >>

Gli diede un pugno ma il sacco non si mosse.

Un altro. Niente da fare.

Al terzo tentativo il sacco si mosse di poco.

Rei si mise una mano sul viso.



Niente, era negata.










*








<< Fammi capire: quello è il tuo pranzo? >> disse guardando quella triste porzione di riso.

Shiho e Rei stavano pranzando nell'appartamento di quest'ultimo. Generalmente era Rei a cucinare, adorava cucinare, era decisamente bravo e a Shiho faceva decisamente piacere farsi servire.

<< Si perchè? >>

Il ragazzo la guardò trattenendosi dal commentare, era abbastanza intelligente da non impelagarsi in una discussione del genere con una donna.

Da bravo detective aveva facilmente scoperto che la ragazza affidava il 70% della sua sopravvivenza al caffè, spesso tendeva a sostituire i pasti con quella bevanda.
Il che spiegava in parte perchè fosse sempre di cattivo umore.

<< Il tuo turno inizia nel tardo pomeriggio vero? >>
<< Si perchè? >>

Il ragazzo si alzò sparecchiando la tavola.

<< Il nostro distretto ha una palestra ben funzionante. Ti insegno le basi della boxe >>

Shiho lo guardò sorpresa, anzi forse era più accurato definirla sospettosa.

<< Come scusa? >>
<< Si ti insegno qualche mossa.... >>

La ragazza assottigliò gli occhi facendosi ancor più sospettosa.

<< Perchè? >>

Lui alzò un sopracciglio, solo una volta era stato così stupido da far notare ad una donna che avrebbe dovuto fare un po' più di sport invece che evitare di mangiare e Vermouth per poco non lo aveva investito con la moto, quindi decise saggiamente di dirle una mezza verità.

<< ...ti confesso che starei più tranquillo nel sapere che sai difenderti da sola anche senza essere armata >>

Shiho assottigliò ulteriormante gli occhi poggiando la forchetta sul tavolo con estrema lentezza e Rei decise di continuare la frase, giusto per essere più chiaro.

<< Perchè collabori con la polizia e potresti trovarti coinvolta in qualche situazione spiacevole >> finì la frase con un dolce ed affabile sorriso.








*










Shiho avrebbe tanto voluto che in quell'istante ci fosse un'emergenza per potersi defilare da quella situazione così imbarazzante.

Era convinta di avere forza sufficiente per un piccolo allenamento, giusto quei dieci minuti per assecondarlo e poi andare a lavoro.
Ed invece stava facendo una figura orribile. E lei detestava fare brutte figure.

Frustrata diede un potente calcio al sacco, e questa volta oscillò in modo molto evidente.

<< Wow >> disse Rei incrociando le braccia al petto.

Lei fece un piccolo sorriso soddisfatto.

<< Allora? >>
<< Beh considerati i tentativi precedenti è un risultato notevole >>

La ragazza si imbronciò per nulla soddisfatta da quel commento.

<< Non capisco come tu sia riuscito a convincermi ad allenarmi... >>
<< Perchè in fondo sai che è una cosa positiva. Dai riprendi >>

Shiho fece per alzare un piede ma venne prontamente fermata dalla voce ferma del ragazzo.

<< Eh no. Con i pugni >>
<< Tiranno... >> Mormorò tra i denti.




*





Stavano girando intorno a quella situazione da venti minuti buoni.

Il sacco da boxe della palestra era uno di quelli regolamentari e non c'era modo di alleggerirlo. Rei non avrebbe potuto renderle il compito più facile nemmeno con tutta la buona volontà.

Shiho stava cominciando a spazientirsi seriamente quindi era meglio lasciar perdere.

<< Ok stop >>

La aiutò a togliersi i guantoni e le avvicinò una bevanda energetica. La ragazza era talmente stanca e assetata che bevve senza replicare che avrebbe preferito dell'acqua e non quel mix zuccherato.

<< Nel tuo caso credo sia meglio allenarsi nel Jujutsu. Almeno per ora >>

Shiho staccò le labbra dalla bottiglietta e lo guardò sconcertata mentre aveva ancora il fiatone.

<< Stai dicendo che non abbiamo finito qui? >>
<< No>>

Shiho lo guardò bene in volto sperando sinceramente che stesse scherzando visto il suo stato. Insomma era sudata e rossa in viso, non doveva essere certo un bello spettacolo.

<< Sei serio Rei? >>

Lui annuì convinto.

<< Certo >>



*



Il Jūjutsu fa parte dei programmi di addestramento della polizia giapponese.
Dato che l'arte marziale si fonda sul principio del "Hey yo shin kore do" ovvero sull'applicazione, non della forza, ma di varie tecniche di autodifesa, risultava più facile per Shiho imparare le basi ed applicare da subito le varie tecniche.

Difatti dopo poche spiegazioni e qualche dimostrazione riuscì ad atterrare il ragazzo e si mise a cavalcioni su di lui bloccandogli i polsi.

<< Ah. Fregato >> disse con un sorrisino soddisfatto.

Rei battè gli occhi ammirato: imparava in fretta la ragazza.

Non abbastanza però per tenerlo bloccato.

Con una mossa fulminea difatti si liberò dalla presa capovolgendo i ruoli e gli poggiò un ginocchio sullo stomaco per bloccarla.
Sorrise divertito.

<< E adesso che... >>

Si bloccò scorgendo un riflesso di puro terrore negli occhi di Shiho.
Non capì che cosa stesse succedendo ed aggrottò la fronte.

<< Ehi. Va tutto bene? >>
<< Io... >> Si mise seduta e si schiarì la gola << sisi... basta così per oggi >>

Rei si avvicinò cercando di sfiorarle il viso ma lei si ritirò e si alzò in piedi di scatto.

<< Ma Shiho... >>
<< Sono stanca >> disse secca uscendo velocemente dalla stanza e sbattendo la porta.

Il ragazzo fissò l'intera scena in silenzio e, una volta solo, portò una mano sulla testa.



Che le era preso?





















Angolo dell'autrice

Capitolo più complesso di quel che sembra.

Generalmente quando non approfondisco certi dettagli lo faccio per lasciare una libera interpretazione al lettore, ma non in questo caso.
Forse qualcuno di voi avrà letto un'altra mia raccolta "Quando arriva la sera" e forse avra notato un dettaglio in comune con questo capitolo, se così fosse allora capirete le ragioni che hanno spinto Shiho a comportarsi così.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
A presto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Calcio ***


Calcio









Le luci del giorno si erano tinte di sfumature più calde, più scarlatte ed ambrate e si avviavano, piano piano, a lasciare il posto a note via via più zaffiro.

Rei stava digitando sulla tastiera del suo pc seduto sul divanetto del soggiorno.
Aveva uno studio tutto suo con una bella e comoda scrivania, ma in realtà non lo usava mai. Lavorava ovunque tranne che in quella stanza.

Il silenzio era interrotto solo dal costante ticchettino dei pulsanti che venivano premuti velocemente.
I suoi occhi si muovevavo velocemente sul monitor attenti a non tralasciare nulla.
Stava per aprire un nuovo documento quando sentì suonare alla porta.

Guardò l'orologio e sorrise d'istinto.


A quell'ora poteva essere solo lei.


Ripose il pc nel suo studio e andò ad aprire.






*






Le faceva sempre piacere quando la ragazza si presentava a casa sua.
Però era strano: solitamente se non finiva troppo tardi da lavoro preferiva sempre tornarsene a casa sua.

<< Cosa ti porta qui? >> chiese inclinando la testa di lato.

Shiho alzò un sopracciglio.

<< Ti dispiace? >>
<< Conosci già la risposta >>

La ragazza incrociò le braccia al petto squadrandolo e poi lo superò di pochi passi alzando la testa e chiudendo gli occhi.

<< Comunque sono qui per la tv. Sta per iniziare la partita e se mi mettessi in moto per guardarla a casa non arriverei a vederla >>



E lui che si era immaginato chissà che motivazione. Ah! Illuso.



Rei incrociò portò le mani sui fianchi ed assottigliò gli occhi mentre accenava uno dei suoi soliti sorrisetti.

<< Non ci provi nemmeno ad inventarti una scusa. Eh? >>

Lei fece spallucce e gli rivolse il medesimo sorrisetto.

<< Na... te ne accorgeresti >>

Il ragazzo roteò gli occhi al cielo e mise su il bollitore.
Per sua natura quando si trovava ad avere ospiti sentiva sempre la necessità di offrir loro qualcosa, se si trattava della ragazza poi, sentiva come l'impulso di allungarle degli zuccheri di nascosto, ma si tratteneva per timore della sua reazione.

Shiho accese la tv e sintonizzò il canale. Poi si tolse la giacca appendendola sull'appendiabiti.

Rei la guardò di sottecchi.

Se avesse saputo che bastava nominarle il calcio per farla venire a casa sua avrebbe usato quella scusa mooolto prima.





*





Dopo cinque minuti di infusione Rei si sedette sul divano passandole una tazza di the.
Shiho era poggiara con la schiena contro il bracciolo del divano. Quando il ragazzo le si avvicinò prese la tazza soffiandoci sopra e spostò le gambe in modo da farlo sedere, poi mise le gambe sopra le sue.

Non era insollito, ormai avevano preso parecchia confidenza e a Rei non dispiaceva affatto. Anzi alle volte doveva prendersi un paio di istanti per realizzare la cosa.

Rei girò il cucchiaino in modo da far sciogliere il miele più velocemente.

<< Ti piace il calcio... non lo avrei mai detto >>
<< E' stato Shinichi a farmi apprezzare questo sport. E non manca mai di farmelo notare... >>

Rei sorrise nell'udire quel tono di voce tra lo scocciato e l'affettuoso.
Immaginava che il suo rapporto col detective liceale dovesse essere piuttosto comico dai pochi accenni che aveva sentito, anche se non aveva mai avuto una vera occasione di vederli.

<< Quindi stasera giocano i Tokyo spirits contro i Big osaka. Giusto? >>
<< Hai >>
<< E tu tifi per...? >>
<< I big >>

Sapeva già la risposta, ricordava bene la storia del pupazzetto, però gli serviva per la domanda successiva.

<< Mh... c'è un motivo particolare? >>

La ragazza aprì la bocca ma ci mise un paio di secondi prima di rispondere.

<< Mi piacciono i colori del logo >>
<< Capisco... >> disse annuendo con la testa con un movimento lento.

Finalmente Shiho staccò gli occhi dal televisore e si girò a guardarlo degnandolo della sua attenzione per ben trenta secondi prima di rigirarsi nuovamente.

<< Non mi sembri molto interessato. Non ti piace il calcio? >>
<< Preferisco il tennis >>




*






<< Higo torna a far parlare di se dopo l'infortunio della sua ultima partita >>



La voce del telecronista sportivo parlava in modo molto concitato facendo risaltare ogni minima movenza del calciatore.

Shiho si sistemò piu comodamente sul divano stendendo meglio le gambe sopra quelle del ragazzo, non rendendosi conto della reazione biologica che questo gesto comportava, fissando la tv con un sorriso stampato sulla faccia.

Rei inclinò la testa.







<< Con un'abile mossa Higo riprende possesso della palla >>


Gli occhi di Shiho si illuminarono e strinse la mano a pugno come a voler dare il suo personale incitamento.


Rei assottigliò gli occhi guardando storto il televisore.








<< Ed è gol! Strabiliante gol da parte di Higo! >>


Shiho represse a stento un sorriso mordendosi il labbro inferiore.


Ed erano tre!


Rei incrociò le braccia al petto gonfiando appena le guance formando un broncio.


"I colori del logo" un corno...


No. Decisamente non gli piaceva il calcio.







***




Una volta finita la partita Shiho spense il televisore, era ancora sdraiata ed aveva un sorriso soddisfatto stampato in faccia.

Rei le si avvicinò e le rubò un bacio poggiando una mano sulla sua guancia.

<< E' piuttosto tardi ti va di andare a letto? >>
<< Na torno a casa >>

Il ragazzo sentì la gola farsi improvvisamente secca.

<< Come? >> emise con tono flebile.
<< Si domani ho un impegno >> si alzò sgusciando dalle braccia del ragazzo e si mise la giacca << Grazie. Ci vediamo >> disse dandogli un velocissimo bacio a stampo sulle labbra ed uscendo di casa.

Rei era ancora piegato col gomito sinistro poggiato sopra il cuscinone del divano e la mano destra aperta, memore della carezza che stava dando alla ragazza pochi secondi prima.

Rimase immobile, pietrificato, con gli occhi fissi sulla porta.
















Angolo dell'autrice.

Signori e signore ecco la Miyano nel suo più alto livello di stronzagine.
Si autoinvita, si fa servire, si mette comoda, ignora... che personcina adorabile.
Che ne dite? Spero vi sia piaciuto.
Ciao ciao. A presto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Punti di vista ***


Punti di vista










Shinichi Kudo godeva di una buona popolarità al liceo.
Le ragazze lo adoravano, i compagni gli volevano bene, ed alcuni ragazzi addirittura lo invidiavano.
Anzi da quando si era dichiarato a Ran, la più bella ragazza della scuola, in uno dei luoghi più importanti del mondo, molti ragazzi lo invidiavano.

Ma quando Shiho si era presentata di fronte al liceo, sulla sua harley con un paio di jeans aderenti ed una giacca da motociclista di pelle, la sua popolarità era schizzata alle stelle.




*



Quel pomeriggio, subito dopo la fine delle lezioni, tutti i ragazzi si ritrovarono a girare la testa, chi rimanendo a bocca aperta chi iniziando a parlare e a fare domande al compagno vicino.

Sonoko, che si trovava a pochi metri dallo spettacolino, diede una forte gomitata a Ran, chiaro suggerimento ad intervenire, ma lei si limitò a massaggiarsi il braccio guardando la scena in silenzio e col capo leggermente chino.

Intanto Shiho si era tolta il casco e aveva fatto cenno a Shinichi di avvicinarsi.

<< Sherlok >> disse a mo' di saluto << Agasa mi ha detto che ti servivano gli occhiali >>


Il ragazzo con la borsa scolastica poggiata sulla sua spalla si era avvicinato sorridendole.

<< Grazie, che gentile >>
<< Non li userai per barare al prossimo test vero? >>


Il ragazzo chiuse gli occhi stringendo i pugni con fare offeso.

<< Ma che vai farneticando! Smettila >>

Sonoko gonfiò le guance e mise le mani sui fianchi.

<< Vedi? Ti ho detto che quella non mi piace >>
<< E' venuta solo per dargli gli occhiali speciali di Conan... gli servono per un caso >> disse Ran stropicciandosi nervosamente un lembo della giacca dell'uniforme.
<< Ma sentila con quelle frasette. “Non le userai per il test vero?” >> disse l'ultima frase mimando male la sua voce.


Masumi scosse la testa sospirando, preferiva non immischiarsi in quel discorso.

Intanto Shiho aveva finito il suo compito e stava per andarsene, quando si voltò alzando di poco la voce.

<< A proposito... per stasera ricorda
ti di riportarmi la maglietta di Kazunori che ti ho prestato l'altro giorno o non ti faccio entrare in casa >>

Ora. Quella frase era un innocente riferimento al fatto che avrebbero trasmesso in tv un nuovo episodio della serie preferita di Shiho, con protagonista
Sannomiya Kazunori, e la ragazza la voleva vedere indossando la sua maglietta a tema. Tutto qui.

Però alle orecchie di tutti ragazzi liceali il significato arrivò in modo del tutto diverso.

Avevano iniziato a parlare e a fare ipotesi formando dei piccoli gruppetti.

Masumi vide un suo compagno di classe coprirsi il naso che aveva iniziato a sanguinare.

Shinichi, che non si era accorto della situazione che stava capitando oltre il suo campo visivo, rispose con sarcasmo alla sua amica.

<< Sarà fatto principessa Shiho >>

Lei lo salutò con un velato insulto e si rimise in moto sfrecciando via.

Una volta rimasto solo Shinichi venne letteralmente accerchiato dai suoi compagni.

<< Ma chi è quella? >>
<< Dove l'hai conosciuta? >>

<< Ma quanti anni ha? >>
<< Ma perché vi dovete vedere stasera? >>

Il ragazzo mise le mani davanti il viso.

<< Ehi ehi piano! Quella è Shiho... la mia vicina di casa >>


Silenzio generale.

<< Tu hai quella come vicina di casa? >>
<< Ma non c'era quell'inventore matto? >>
<< E'... una sua parente >> rispose Shinichi grattandosi la nuca.

Un ragazzo con la camicia tutta in disordine e senza giacca si avvicinò al detective con fare spavaldo.

<< Ehi Kudo posso venire a casa tua? >>
<< Perché? >> Domandò sinceramente curioso.


Il ragazzo portò una mano sul mento iniziando a parlare in modo malizioso.

<< Beh se è tua vicina allora forse c'è una finestra che dà sulla sua camera e... >>

Il pugno di Masumi fu così violento da scaraventarlo contro un albero.

<< Razza di maiale! >>


Un altro ragazzo si grattò la testa sorpreso dalla scena.

<< Ehi ma che ti prende? >>
<< Si da il caso che Shiho sia anche... una mia grande amica >> disse la giovane detective celando in parte la verità.

L'ennesimo ragazzo, questo più educato, si avvicinò a Shinichi. Era tutto rosso in viso e si grattava la nuca.


<< Ma... per caso è fidanzata? >

Shinichi aggrottò la fronte.

<< Chi Shiho? Ma per favore, col suo carattere solo un matto se la prenderebbe! >>





*




<< Che facciamo stasera? >>
<< Io mi guardo il nuovo episodio del detective Sannomiya con Shinichi ed i ragazzi. Tu non ne ho idea >>
<< Che modo dolce di dirmi che non staremo insieme >>

<< Penso anche io >>

Shiho e Rei si trovavano nel parco poco distante dalla casa del ragazzo.
passeggiavano a pochi passi dagli alberi di ciliegio seguendo uno dei viali principali.
Era un bel posto, pieno di fiori e non troppo affollato.

Erano l'uno accanto a l'altra intenti a guardare il panorama.

Rei aveva provato un paio di volte a baciarla ma dalle sue reazioni, come ad esempio schiaffeggiargli il braccio o ghiacciarlo con lo sguardo, aveva capito che quella ragazza non era propensa ad assecondare certi atteggiamenti in pubblico, quindi non aveva insistito oltre.

Pochi minuti dopo però era tornato alla carica provando a tenerle la mano e Shiho gli schiaffeggiò il dorso con forza.

<< La finisci? >> soffiò guardandolo torvo.

Rei batté le palpebre spiazzato.

<< Ma non sto facendo nulla di male... >>

Shiho incrociò le braccia al petto e girò la testa dall'altra parte.

<< Stupido >>

Rei sospirò e portò una mano dietro la nuca con fare seccato.

Acida.
Acida e antipatica.

La guardò con la coda dell'occhio mentre continuavano a camminare.

Però nonostante sembrasse sempre burbera c'erano degli aspetti della sua persona che trovava adorabili.
Come il fatto che avesse percorso tutta quella strada solo per fargli visita, dopotutto quel giorno non lavorava e non aveva altri motivi per venire fin li.
O il leggero rossore che si era fatto strada sulle sue guance.

Oppure il modo in cui stava puntando un piccolo chiosco del gelato poco distante.

Alzò il capo e gli scappò un sorriso mentre un dubbio si insinuava nella sua testa.

Shiho andava matta per il cioccolato.
Andava matta per i dolci in generale ma il cioccolato era quello che prediligeva, l'aveva scoperto per caso due anni prima mentre stava scambiando quattro chiacchiere con Azusa.


Non capiva perché si ostinasse ad evitare la pietanza. Si negava qualsiasi strappo alla regola come se la vita con lei fosse stata clemente.

<< Hai mai pensato che il fatto che tu sia sempre incazzata derivi in buona parte dalle tue diete? >> domandò improvvisamente.
<< Come? No. E poi io non sono sempre incazzata >> rispose la ragazza presa alla sprovvista.

<< Scommetto che hai saltato il pranzo anche oggi >>

Lei tentennò un istante.

<< No... >>

Rei chiuse gli occhi accennando un piccolo sorriso.

<< Come vuoi... io comunque ti vado a comprare un gelato al cioccolato >> disse dirigendosi verso il chiosco.


Shiho incrociò le braccia al petto rimanendo ferma sul posto.

<< Non lo voglio il gelato al cioccolato >>


Per tutta risposta il ragazzo continuò a camminare alzando la mano destra.

<< Io te lo prendo poi fa quello che ti pare... >>




*



La guardò di sottecchi mangiare il suo gelato con aria soddisfatta.

Erano seduti su una panchina sotto un ciliegio in una zona isolata del parco.
O meglio, Rei era seduto sulla panchina, Shiho era seduta sulle sue gambe.

Non appena la ragazza si accorse di essere osservata gli avvicinò il cucchiaino colorato alle labbra.

<< Vuoi? >> chiese con voce dolce.

Lui annuì, aprì le labbra lasciandosi imboccare e le sorrise.


Aveva il suo caratterino ma in fondo bastava saperla prendere.
















Angolo dell'autrice.

Ci sono dei riferimenti al radio drama CD “A Challenge from Detective Boys”

Per chi non lo conoscesse in questo brano Conan prende in giro Haibara perchè è una fan di Sannomiya Kazunori, un attore che in un programma interpreta un detective.
Spero che vi sia piaciuto. Un bacione.


Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Secret ***


Secret










<< Sei stupido per caso? >>
<< Si può sapere che ti prende? Che ho fatto? >>

Che ho fatto?”

Che ho fatto?”

Aveva pure il coraggio di chiederlo.

***







Quella mattina...




<< Ragazzi sono così contenta. Non mi era mai capitato di vincere qualcosa >>

Masumi aveva partecipato ad un piccolo concorso di arti miste ed aveva vinto un soggiorno in un resort.
Aveva invitato i suoi amici più cari e Goro, che nella sua infinità bontà e con grande senso di altruismo, si era offerto di accompagnarli in cambio di un biglietto.

A quel punto mancava solo il dettaglio del mezzo di trasporto, dato che i ragazzi avevano saggiamente fatto notare che con una macchina sola mancava il posto per una persona e Goro aveva risolto chiedendo una mano al suo allievo migliore dato che “quel caro ragazzo era sempre disponibile”.

Altro piccolissimo, microscopico dettaglio: avevano parlato del viaggio davanti ai bambini che ovviamente alla parola “piscina” si erano messi a fare il diavolo a quattro per poter andare anche loro.
E chissà come mai a Subaru era venuta voglia di farsi una nuotata, ed aveva chiesto il passaggio ad Agasa poiché la sua macchina era dal meccanico.

Quindi una divertente gita tra liceali si era trasformata in una specie di viaggio della speranza.

Masumi era seduta sul sedile anteriore accanto a Tooru, mentre Shiho stava dietro, da sola.

Mentre tutti erano stretti come sardine lei si era trovata con tre posti liberi nell'unica macchina con l'aria condizionata funzionante.



Mica scema la ragazza.



<< Grazie per il passaggio Amuro >> disse Masumi guardando il paesaggio dal finestrino.

Il ragazzo le rivolse un sorriso cordiale.

<< Ma figurati ci fa piacere >>

Shiho si irrigidì avvertendo come una sensazione di pericolo.

<< “Ci fa”? >> domandò Masumi non afferrando bene il soggetto.

Amuro fece un gran sorriso.

<< Si insomma a me e a Sh... >>

La scienziata gli diede un potente calcio attraverso il sedile puntando al centro della spina dorsale e fece un rumore sordo tanto che Masumi si voltò allarmata.

<< Shiho va tutto bene? >>
<< Si si... una staffa >>
<< Ok... stavi dicendo Amuro? Fa piacere a te e a “Sh”...? >>
<< ...Sensei. Sia a me che a Mouri sensei fa piacere accompagnarvi >>

Masumi fece un piccolo sorriso chiudendo gli occhi.

<< Ah... beh molte grazie >>

Rei diede una rapida occhiata allo specchietto retrovisore e notò che gli occhi di Shiho erano molto simili a quelli di un killer assetato di sangue.

Come Chianti il lunedì mattina.





*





Dopo cinque ore, sette pause pipì, altrettante pause sigaretta e una mezza crisi isterica da parte di Sonoko che aveva dimenticato il suo pareo preferito, finalmente il gruppo si trovò nella hall dell'hotel.
Ad accoglierli fu il signor Futoba, il proprietario, che quando vide un corteo di nove persone più tre bambini sbiancò all'istante.

<< Signorina mi scusi... il premio era riservato soltanto a cinque persone, noi non... >>
<< Stia tranquillo pagherò la differenza. Il fatto è che ho davvero un sacco di amici >> disse Masumi con un gran sorriso portando una mano dietro il collo.
<< Ok, se le cose stanno così, non ci sono problemi >>

Genta agitò la mano in direzione della ragazza.

<< Ehi Masumi! Andiamo in piscina? >>

La ragazza alzò il braccio agitando la mano.

<< Si arriv... >>
<< E come pensi di pagare la differenza? >>

Gelò all'istante sobbalzando. Poi si voltò incrociando il sorrisino sornione di Subaru che la fissava con un occhio socchiuso.

<< Ho dei soldi da parte nii... >>
<< Oh e scommetto che mamma sarà entusiasta di scoprire che spendi così i tuoi risparmi >>

Ammutolì un paio di istanti.

<< Non hai intenzione di dirglielo. Vero? >>
<< Non ne ho bisogno. Sappiamo entrambi che lo scoprirà da sola >>

La ragazza abbassò lo sguardo arrossendo.

<< … a meno che non ti dia una mano io >> continuò il ragazzo spostando la testa di lato.

Lei sorrise. Non sapeva se lo stava facendo per affetto fraterno o perché ci provava un sottile piacere a fregare l'impassibile e glaciale Mary Sera. Ma dopotutto lei ci guadagnava ed andava bene così.

<< Ti ringrazio molto. Andiamo in piscina? >>
<< Spiacente, non posso correre il rischio di bagnare >> si indicò il collo coperto da una maglia a collo alto << ...tu sai cosa >>

Lei scosse le spalle.

<< Come vuoi >>
<< E indossa un costume decente! >> disse alzando l'indice.

Roteò gli occhi al cielo.

<< Cooome vuoi! >>




*





<< Tooru ti va di venire a fare una nuotata? >>

Il ragazzo si sistemò gli occhiali da sole sugli occhi e portò le mani dietro la nuca.

<< Grazie Sonoko ma sto bene qui >> attese che la ragazza si allontanasse << ...a meno che tu non voglia andare >> mormorò alla persona sulla sdraio accanto alla sua.

Shiho lo guardò di sottecchi con aria severa mentre finiva di spalmarsi la crema solare sulle braccia.

<< Shut up! >> sibilò.

Rei sbuffò.

<< Si può sapere perché sei arrabbiata con me? >>

La ragazza roteò gli occhi al cielo.

<< Insomma che ho fatto? >> insistette lui.
<< Abbassa la voce! Sei stupido per caso? >>
<< Ok >> disse mormorando << Ma si può sapere che ti prende? Che ho fatto? >>
<< Hai anche il coraggio di chiederlo? >>


Ok il bacio.
Ok all'appuntamento.
Ok alla relazione.


Ma dirlo a tutti no. Assolutamente no!



Stava per dirlo a Masumi, ok lo poteva tollerare un piccolo errore, una piccola svista.

Ma poi -il cretino- stava per rivelare la verità a Shinichi facendole prendere un colpo.
L'aveva visto pochi minuti prima all'ingresso della piscina e per fortuna era riuscita a fermarlo in tempo.


Ma che credeva che dopo due bacetti avrebbe potuto fare i suoi comodi?

Ah che illuso!



<< Shiho... >> continuò lui cercando di chiarire.

In quel momento Shinichi si sedette nella sdraio accanto alla ragazza e Rei giurò di vedere del panico nei suoi occhi pervinca.

<< Shiho-san. O se preferisci Miyano-san >> disse la scienziata a voce alta per farsi sentire dal Kudo.


Shinichi guardò Amuro confuso.

<< Che succede? >>
<< Ha dimenticato la crema solare e io non gliela do la mia. Non mi sembra un tipo così a rischio scottature >> mentì guardando il ragazzo in modo da far passare il messaggio “reggimi il gioco o ti affogo in piscina”.

Rei si sdraiò più comodamente.

Certo tenere il segreto aveva i suoi lati eccitanti. Però era anche un po' offensivo, sembrava quasi che si vergognasse.
Ovviamente non intendeva dirlo a tutti, ci sarebbero state troppe complicazioni sia a lavoro sia -e quella era la motivazione più importante- con la sua missione sotto copertura. Però avrebbe voluto farlo sapere a persone fidate come la piccola Akai, o a Shinichi ed Agasa.
Almeno loro.

<< Sei seria? >> domandò innocentemente Shinichi.
<< Ovvio >> rispose lei con naturalezza, ma un orecchio attento ed informato dell'intera situazione riuscì a carpire il doppio senso di quel tono.

Rei incrociò le braccia al petto.


Non voleva farlo sapere? Ok. Nessun problema.


<< Quanto sei cattiva Shiho. Tranquillo Amuro vado a prenderti la mia >> disse il ragazzo andando verso il suo zaino.
<< Molto gentile Shinichi >> disse con un sorrisetto assottigliando gli occhi nascosti dagli occhiali da sole.






*





L'ora di cena si era dimostrata alquanto movimentata.

I bambini non avevano fatto altro che correre per la sala studiando ogni singolo piatto del buffet, le ragazze si erano messe a spettegolare.

<< Le nostre compagne diventeranno verdi di invidia quando sapranno che siamo qui >> disse Sonoko con una mano davanti le labbra.
<< Ah non mi interessa. Per me quello che conta è essere qui con voi >> disse Masumi prendendo del sashimi con le hashi.
<< Sono un po' preoccupata per papà >> mormorò Ran guardando verso il balcone.

Goro si era ubriacato. Si era messo a cantare al centro della sala trascinando con se anche Amuro che con sua infinita pazienza lo aveva trascinato fuori per fargli prendere una boccata d'aria fresca.

<< Sono certa che sta bene. Non è una novità che faccia così >>
<< Difatti sta benissimo >>

Sonoko diventò incandescente ritrovandosi Amuro alle sue spalle che la guardava con un gran sorriso mentre Goro sorseggiava dell'acqua fresca.

Ran incrociò le braccia guardando storto il genitore.

<< Papà stai rovinando la cena ad Amuro-san >>
<< Tranquilla Ran. Adesso io e il maestro scendiamo nella hall >>
<< Ah ma non voglio scendere. Andiamo al bar... ho visto certe signorine niente male... >>

Subaru guardò con la coda dell'occhio Shinichi.

<< Tu sei cosciente che quello diventerà tuo suocero? >>

Il ragazzo rabbrividì.

<< Lasciamo perdere, ti prego >>

Ran assottigliò lo sguardo.

<< Papà ci sono i bambin... >>
<< Non è poi una cattiva idea >> disse Amuro interrompendola << … dopotutto mi pare che stia meglio >>

Shiho si irrigidì colta da uno strano dubbio. Il tono del biondo era piuttosto ambiguo.

Non era una cattiva idea andare a bere o andare a vedere le “signorine niente male”?

<< Allora noi andiamo >> per una frazione di secondo gli occhi del giovane apprendista si incrociarono con quelli della scienziata << a dopo >> disse con un tono di voce che lei non riuscì proprio a decifrare.




*




Nonostante la cena fosse stata alquanto caotica e a tratti imbarazzante, niente era stato paragonabile al momento della suddivisione delle camere.

Erano rimaste quattro stanze, tutte triple.

Sonoko mise le mani sui fianchi indicando i detective boys.

<< Beh i bambini possono dormire insieme >>

Quella frase scatenò le ire di Ayumi che iniziò a gridare alzando i pugni.

<< Io voglio dormire con delle ragazze. Voglio stare con Shiho nee! >> disse convinta << ...sono grande ormai >>

Shiho si chinò avvicinando la mano a quella della bambina.

<< Va bene, sono d'accordo con te. Allora andiamo nella 312. Ok? >>

La bambina annuì tutta contenta prendendole la mano e seguendola per il corridoio.
Ran si rigirò la schedina elettronica tra le mani.

<< Io e Sonoko andiamo nella 313. Vieni pure tu Masumi? >>
<< Se non vi dispiace io vado con Shiho ed Ayumi >>
<< Ok >> disse le ragazza agitando la mano << Notte gente >>

Adesso che le ragazze erano sistemati mancavano solo i maschietti.
E Shinichi non riuscì a capire esattamente il perché ma venne colto da uno strano senso di ansia.




*




<< Ad Ayumi piace tanto questo letto >> disse la piccola tastando il lenzuolo.

Shiho intanto le sprimacciava il cuscino.

<< Hai freddo? Vuoi un'altra coperta? >>

Lei scosse la testa.

<< No, sto bene così >>

La ragazza le accarezzò la testa scompigliandole appena i capelli.

<< Vuoi il tuo peluche? >>
<< Iee. Se ci sei tu in camera con me, non ho paura >>

Masumi guardava di sottecchi quel dolce quadretto mentre si metteva una canotta leggera che fungeva da pigiama.
Non avrebbe mai definito Shiho un tipo dolce però in quel momento dovette ricredersi.
Era affettuosa ed anche molto premurosa con la bambina.

Per un piccolo, piccolissimo istante, le tornò in mente un breve periodo della sua infanzia, quando mamma Mary le rimboccava le coperte dandole un dolce bacio sulla guancia.
Shiho somigliava davvero molto a sua madre. Forse era anche per questo che le voleva molto bene.

Shiho si voltò sentendosi osservata.

<< Tutto ok Masumi? >>
<< Si si... ero sovrappensiero >>




*




<< Togliti quella cazzo di maschera. Sei ridicolo >>

Nonostante prestasse sempre molta attenzione a mantenere il controllo, si notò un piccolo tic all'occhio destro di Subaru.

Shinichi sistemò il cuscino e si sdraiò nel letto coprendosi con le morbide coperte.

<< Ah che comodo questo materasso! Ragazzi visto che ci troviamo in questa situazione che ne dite di passarci delle informazioni su.. ? >>
<< Lo sapete che sono armato. Si? >>

Shinichi ammutolì. Quando Rei si arrabbiava era meglio assecondarlo.
E quella sera stranamente aveva come la sensazione che gli girassero parecchio.
Purtroppo Akai non era dello stesso avviso.

<< Lo sono anch'io >> disse fronteggiandolo.

Shinichi realizzò esattamente da cosa dipendesse quel senso di ansia di qualche minuto prima.

<< Beeene siete tutti e due armati. Vi devo ricordare che fuori da questa camera ci sono delle persone innocenti? Tipo ragazze... bambini... anziani... >>

Akai e Furuya continuavano a fissarsi con odio.

<< Ragazzi >> tentò nuovamente Shinichi.

Dopo un'altra manciata di secondi di scambio di sguardi di puro odio, Rei chiuse gli occhi e digrignò i denti.

<< Datti una calmata Kudo. Credo che andrò a fare una passeggiata >>
<< Ma Amuro... >>
<< Fate sogni d'oro piccioncini >>

Uscì sbattendo violentemente la porta lasciando i due ragazzi ammutoliti.

<< Dovremmo fare qualcosa? >>
<< Lascialo stare. Appena gli verrà sonno verrà a dormire >>




*




Rei era uscito per fare una passeggiata e per fumarsi una sigaretta, giusto per schiarirsi le idee e farsi passare il nervoso.
Era arrivato sino al parcheggio e poi era tornato all'hotel con l'idea di farsi una bella dormita.
Stava attraversando il corridoio del secondo piano quando venne scosso da un urlo.

Si voltò di scatto seguendo quella voce e vide la piccola Ayumi correre terrorizzata.
Si inginocchiò stingendola a se ed accarezzandole i capelli.

<< Piccola che è successo? >>
<< C'è un... un... >>

Piccina era così sconvolta che riusciva a malapena a boccheggiare.

<< Ayumi! >>

Shiho era scesa dal letto non appena aveva notato che la bambina non tornava dal bagno e si era messa a correre non appena sentito l'urlo.
Si tranquillizzò non appena la vide tra le braccia dell'agente.

<< Amuro-san che è successo? >>

Il ragazzo fece spallucce confuso quanto lei ed aspettò che la bambina si calmasse.

<< Fudoba-san è a terra di fronte la sua camera >>




*




<< E qui ci sono le telecamere >>

La polizia e l'ambulanza non si erano fatte attendere.

<< Allora... Il proprietario solitamente dorme in questa stanza ... il personale fa turni di 24 ore ma nessuno ha visto nulla >> disse Takagi ricontrollando il suo block notes.
<< Già... l'assassino dev'essere uno in gamba. Ma io lo sono di più >> disse Goro ridacchiando e gongolando.
<< Certo maestro >> disse Amuro in piedi dietro di lui.

Takagi si avvicinò all'ispettore Megure.

<< Fudoba Watanabe, 56 anni, proprietario dell'hotel >>
<< Ispettore … >>

I due si voltarono riconoscendo la ragazza.

<< ...vorrei dare una mano con le indagini >>
<< Ma certo Myiano-san, può fare i primi rilevamenti mentre arriva la scientifica >>
<< Wakatta >>

Rei alzò la testa e mise le mani in tasca.

<< Dovresti fare attenzione Miyano-san. Una ragazzina come te non dovrebbe girare per l'hotel tutta sola con un assassino a piede libero >>

La ragazza alzò un sopracciglio piccata.

Aveva capito il giochetto: dato che non vinceva il punto di rivelare la loro relazione ad almeno un elemento della cerchia, allora si era deciso a farle quei piccoli dispetti.



Qualche parolina, qualche frecciatina...



Quando faceva così era irritante quanto Akai.

<< Farò attenzione >> disse con un piccolo sorriso.




Aaah ma non sapeva che lei sapeva giocare benissimo a quel gioco.





*




Era in corridoio al piano di sotto da ormai una buona mezz'ora, aveva fatto i primi rilevamenti e consegnato tutto all'ufficiale Tome che nel frattempo era arrivato col suo team.

<< Miyano-san è stata davvero preziosa >>
<< Non ho fatto nulla di speciale Tome-san >>
<< Analizzeremo tutto in laboratorio. Ma lei e deve rimanere qui >>
<< Certo capisco. Allora torno di sotto. Buon lavoro >>
<< Oyasumi Nasai >>

La ragazza aveva girato per il corridoio dirigendosi verso le scale.
Vista la situazione tutti gli ospiti dell'hotel erano stati fatti scendere nella hall e i corridoi erano completamente vuoti.
Improvvisamente si sentì tirare per un braccio e si ritrovò spalle contro il muro e due forti braccia che la braccavano.

Per due secondi si spaventò davvero, ma poi riconobbe quegli occhioni azzurri leggermente socchiusi a formare un'espressione irritante.

<< Molto simpatica Miyano-san >>
<< Non so di che stai parlando >> disse lei con un mezzo sorriso facendo la finta tonta.


Un po' gli piaceva irritarlo in quel modo. Era carino quando metteva il broncio, e poi era molto divertente tenergli testa.
Lui assottigliò ulteriormente gli occhi e fece un sorrisetto sornione.

<< Certo sarebbe imbarazzante se adesso gli agenti scendessero e ci beccassero in questa posiz... >>

Prima che potesse finire la frase Shiho portò i pugni al petto e fece un urletto spaventato.


Rei fu così sorpreso da quella reazione che indietreggiò di un paio di passi con la bocca semiaperta.

In quel preciso istante Goro, Takagi e il resto del gruppo si misero a correre verso di loro.

<< Che è successo? >> domandò Goro in ansia.

Shiho assunse una posa adorabile, paragonabile a quella di una bambina spaventata, e girò il capo guardando il detective con due occhioni innocenti.

<< Scusate non volevo allarmare nessuno. E' sono che Amuro-san è sbucato all'improvviso nel corridoio e mi sono spaventata >>

Rei la fissò intensamente completamente sconcertato.

<< Insomma Tooru che modi sono? >> domandò Goro severo.
<< Ma io... >>

<< Certo che sei proprio infantile >> continuò scuotendo la testa.

Shiho lo fissò per due secondi e fece un sorrisino soddisfatto, poi gli diede le spalle dirigendosi verso il gruppo.

L'agente PSB assottigliò gli occhi.

Ma che piccola vipera.





*




Dopo le dovute indagini, svolte prevalentemente da Shinichi e Subaru, la cameriera si decise a confessare gettandosi a terra e mettendosi a piangere.

<< Ha licenziato mio padre pur sapendo che era in difficoltà, così mi sono fatta assumere aspettando il momento giusto >>
<< Non penso che suo padre sarà fiero di lei >> disse Shinichi con la sua solita verve teatrale.


Amuro approfittò di quel momento di distrazione generale, incrociò le braccia al petto continuando a fissare la ragazza in lacrime e si avvicinò a Shiho.

<< Sai essere peggio di Vermouth >> mormorò.

Lei incrociò le dita delle mani dietro la schiena guardando anche fisso di fronte a se.

<< Molti direbbero che questo è un complimento >>
<< Non io … >> disse con un tono grave.

Shiho si umettò le labbra portando una mano sul fianco e inclinando la testa di lato.

<< Sembra che tu la conoscessi bene >>
<< Lavoravamo insieme nella divisione ricerca. Ero la sua spalla >>

Quella notizia la lasciò con una strana sensazione allo stomaco.

Per un piccolissimo secondo le venne il sospetto che fosse l'ennesima ripicca, ma le bastò guardare il disprezzo nei suoi occhi per capire che non era un trucco.

Chiuse gli occhi e fece spallucce.

<< Non ti invidio per niente >> si limitò a dire con calma, chiudendo lì il discorso.

Mentre l'assassina veniva scortata fuori dall'agente Megure, Ran si avvicinò a suo padre.

<< Forse sarebbe meglio tornare a casa. I bambini saranno terrorizzati >>

L'uomo spalancò gli occhi.

<< Ma … è notte fonda! >>
<< E allora? Io non ho intenzione di dormire in questo posto dopo che è stato assassinato un uomo. Mi vengono i brividi solo a pensarci >>

Sonoko alzò la mano.

<< Si anche a me >>

L'uomo sbuffò.

<< Ragazze ma non potete aspettare fino a domani? >>
<< Su maestro non possiamo certo costringere a star qui delle ragazze spaventate >> disse indicando con lo sguardo Shiho che ricambiò con un sorrisino tirato.

Goro portò una mano sulla testa scompigliandosi i capelli con fare nervoso.

<< Ok Ok. Ce ne andiamo... >>




*




Amuro fu il primo a raggiungere la macchina, si era seduto al volante in attesa che tutti gli altri fossero pronti.
Si voltò verso Shiho che intanto lo fissava fuori dal finestrino.

<< Non sali in macchina? >>

Le fece un dolce ed adorabile sorriso.

<< Non pensare di cavartela così Rei-chan >>

Vide trasformarsi quel sorriso in un'espressione fin troppo inquietante.
Poi la vide alzare un braccio e fare cenno al piccolo gruppo che stava raggiungendo le rispettive macchine poco lontano da loro.

<< Subaru-san! Salgo io in macchina col dottor Agasa. Amuro-san si è offerto di darti un passaggio >>

Rei sbiancò.

<< Che? >>

Shinichi e Akai si guardarono perplessi per due secondi.

<< Ontoni? >> domandò l'universitario portando una mano sulla nuca.
<< Si si. Preferisco stare in macchina coi ragazzi >>

Furuya la fissò con gli occhioni spalancati.

<< No... no no no... >>

Shiho abbassò lo sguardo guardandolo in modo piuttosto inquietante.

<< Oh yes, my darling >>

Intanto l'Okya si stava avvicinando alla macchina.

<< Divertiti >> disse Shiho mentre si dirigeva verso il maggiolino dove si potevano intravedere i bambini addormentati nel sedile posteriore.

Shinichi era ancora assorto dalla scena e aveva portato due dita sotto il mento come faceva quando le cose non gli quadravano.

<< Allora Kudo hai intenzione di andare in macchina o dobbiamo rimanere qui? >> chiese Shiho mentre si accomodava molto elegantemente sul sedile anteriore accanto ad Agasa.

Mentre il suo più acerrimo nemico e sua sorella prendevano posto nella Mazda, Rei fulminò con lo guardo Shiho per l'ultima volta, ma non sortì il minimo effetto se non quello di ricevere un suo piccolo ed antipatico sorriso.
Accese il motore sbuffando seccato.

Capì che tirare la corda con lei era del tutto inutile, anzi sembrava quasi controproducente.






















Angolo dell'autrice.

Povero Rei... per una volta che si ribella, finisce col fare da autista ad Akai...

Spero che vi sia piaciuto anche questo capitoletto.
Ciao ciao.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Let him go crazy ***


Let him go crazy











<< Ehi >>
<< Buonasera. Posso entrare? >>

Rei si spostò facendole cenno di accomodarsi.
Shiho entrò nell'appartamento poggiando il casco sopra un tavolino all'ingresso e appendendo la giacca sull'appendiabiti.

Erano le tre del mattino.

<< Stanca? >>

Shiho si sedette sul divano rilassandosi con la testa contro il cuscino morbido.

<< Distrutta. Ad un certo punto la dottoressa si è ritrovata dei frammenti di cervello tra i capelli >>

Rei fece un'espressione disgustata.

Ci voleva uno stomaco di ferro per svolgere un lavoro some il suo. E non è che fare l'agente sotto copertura prevedesse scenari carini e coccolosi.

Quando si girò vide che la ragazza aveva chiuso gli occhi e si massaggiava le tempie.

Doveva essere veramente stanca per accettare il suo invito.
Nonostante lui le avesse proposto più e più volte di trascorrere la notte nel suo appartamento, soprattutto quando si ritrovava ad affrontare certi orari, lei aveva sempre declinato.

Si mise dietro di lei iniziando a massaggiarle le spalle.

<< Hai fame? >>

La ragazza scosse la testa.

<< Ok... vuoi bere qualcosa? >>

Lei scosse nuovamente la testa.

Rei si avvicinò dietro di lei e fece scorrere le sua mani dalle spalle sino a circondarle in busto abbracciandola in modo delicato, le diede un bacio sulla nuca inspirando il delicato profumo dei suoi capelli.
Le cinse i fianchi iniziando a giocherellare lentamente coi lembi della camicetta.

<< Forse dovremmo spostarci in camera da letto allora... >> disse con voce molto bassa e gli occhi socchiusi.

Shiho si scrollò di dosso le sue mani alzandosi in piedi.

<< Scordatelo. Tu rimani qui a dormire >> disse indicando il divano.

Rei spalancò gli occhi sconcertato e portò una mano tra i capelli.



Insomma si presentava in piena notte, svegliandolo, e lo buttava fuori dal suo stesso letto.



<< Oh cavoli, sei davvero terribile! >>







*






<< Novità sul boss? >>

Tooru roteò gli occhi al cielo mentre asciugava dei piatti per poi riporli nell'apposito ripiano.

<< Shinichi lo sai che non ne posso parlare... >>
<< Ma dai... solo qualche piccola informazione >> disse con una vocetta supplichevole.
<< Il fatto che il tuo amichetto ti passi delle informazioni non significa che lo farò anche io >> rispose Amuro con tono severo.


Shihichi assottigliò gli occhi piccato e ridacchiò nervosamente.

<< Eheheh... >>
<< E poi dovresti pensare a studiare ogni tanto... l'ultimo test scolastico è andato maluccio... >>

Il giovane detective arrossì come un pomodoro.



Aveva fatto delle indagini su di lui?




<< Recupererò in fretta >> mormorò.

In quel preciso istante gli suonò il telefono.

<< Moshi mos... >>
<< Hai di nuovo messo mano al mio pc! >>

L'urlo era talmente forte che il ragazzo dovette allontanare il telefono dell'orecchio.


<< No... non è vero >> cercò di mentire.
<< Continuano a spuntarmi annunci... gonne sportive? Sei passato all'altra sponda Kudo? >>

Rei dovette voltarsi per nascondere un sorriso divertito

<< Era per Ran... >>
<< E poi è lentissimo... i casi sono due: o mi hai scaricato qualche virus o il tuo amichetto mi sta hakerando di nuovo... >>



Ok. Akai era ufficialmente il suo amichetto.



<< ...in ogni caso me la prendo con te >>

Shinichi boccheggiò un paio di istanti prima di parlare.


<< Aspetta io che c'entr... >>

Niente, gli aveva riattaccato il telefono in faccia.

Amuro ridacchiava sommessamente mentre asciugava i piatti.


<< Quella ragazza mi manderà al manicomio >> borbottò Shinichi mettendosi il cellulare in tasca.


A chi lo dici” pensò Rei continuando a ridacchiare.


Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Sonno ***


Sonno










Era una fresca serata estiva alla periferia di Tokyo e, come ormai accadeva sempre più di frequente, Shiho si trovava a casa dell'agente Furuya.

Stavano guardando un programma in tv seduti sul divano. Rei le stava massaggiando le gambe.

Ad un certo punto la ragazza aveva preso il telefono ed era andata vicino il balcone.
Lui era rimasto seduto sul divano ma aveva teso le orecchie, non per mancanza di fiducia, era più deformazione professionale.


<< Ciao. Che fai? >>


Il ragazzo aggrottò la fronte: Shiho stava usando un tono fin troppo dolce per i suoi standard.


<< Sta attento con quel coso, potresti farti male >>


Ma che cosa...?


<< Hai mangiato? Che hai mangiato? >>



Poggiò il viso sul palmo della mano continuando ad origliare.


<< Quante porzioni?... ok adesso dimmi la verità >>



Rei assottigliò gli occhi.



<< Che fai ora? No no no spegni e lavati i denti >>



Gli venne da ridere intuendo chi ci fosse all'altro capo del telefono.


<< No... guarda che me ne accorgo. Ok si... Ciao >>

Chiuse il telefono sbuffando.
Non poteva abbassare la guardia nemmeno cinque minuti con quell'uomo, era come un gigantesco bambino coi baffi. Per fortuna non era l'unica a controllarlo.

Si sistemò una ciocca di capelli ed infilò il cellulare nella tasca del jeans, poi si voltò e spalancò gli occhi irrigidendosi.

Rei la fissava dietro il tavolo con la testa poggiata tra le mani, uno sguardo da furbetto e un sorrisetto divertito.

Arrossì appena.


Ecco, aveva sentito tutto.


<< Cosa c'è? >> disse scocciata per celare l'imbarazzo.
<< Non sapevo avessi un figlio... >>


Lei roteò gli occhi al cielo.

<< Era Agasa... >>
<< Un figlio grande >>
<< E smettila... >>

 


*



A differenza della musica, Shiho e Rei avevano gusti molto simili per i programmi tv ed i film.
Non certo per i programmi di moda, ma per il resto apprezzavano le storie complicate, con toni un po' tristi e magari con un sottofondo di mistero.
E gli horror.

Era paradossale che due persone coi loro trascorsi apprezzassero tale genere ma questi erano i fatti.

Rei pensava che fosse una cosa positiva dato che solitamente quei film erano perfetti per appropinquarsi verso atti più dolci.
Il classico scenario della fanciulla che si spaventa si rifugia tra le braccia del prode cavaliere che la abbraccia difendendola.
In teoria.

<< È anatomicamente sbagliato >>

<< È un film >>
<< Si ma è sbagliato. Le interiora non sono così >>

In pratica guardare un film horror con lei, a meno che non fosse studiato e girato alla perfezione, era impossibile.

<< Poi da quando il sangue ha quel colore? E' stupido >>

Rei portò due dita in fronte scuotendo la testa.

Niente. Shiho non aveva nulla a che fare con una dolce ed innocente fanciulla spaventata.
Lei era una donna tosta, non un maschiaccio ma comunque una tosta ed estremamente perfezionista.

<< Che scena scontata >>


Rei inspirò.

<< Giuro. Un altro commento e la prossima volta che guardiamo un giallo ti rivelo il nome dell'assassino sin da subito >>


Shiho spalancò gli occhi e le labbra emettendo un comicissimo “hiii...”.

<< Non oseresti! >>
<< Scommettiamo? >>




*



Dopo la prima metà del film, finalmente Shiho si era arresa alle inesattezze cinematografiche e si era seduta accanto a lui con le gambe incrociate.

Rei le circondò le spalle con un braccio accarezzandole la spalla con le dita.

D'un tratto avvertì la ragazza farsi più pesante e decisamente più calda.
Shiho si era addormentata ed aveva poggiato la testa contro il suo petto.

Aggrottò la fronte.

Non era la prima volta che succedeva.
La ragazza aveva preso ad appisolarsi un po' ovunque: in macchina, sul divano, una volta persino al cinema.
Cominciava a pensare che fosse narcolettica.

Spostò la testa in modo da guardarla meglio: le labbra rosse appena socchiuse ed un'espressione tremendamente dolce e rilassata.

Sorrise.

Diventava un fornetto quando si addormentava.
Le prime volte si era chinato toccandole la fronte, ma poi aveva capito che non si trattava di febbre, era una sua caratteristica.

Si chinò per prenderla in braccio e portarla a letto ma venne bloccato dalla ragazza che prontamente aveva poggiato una mano sul suo petto scuotendo la testa.

<< Finisci di guardare questo stupido film >> disse lei in un sussurro.
<< Ma non stai scomoda? >> bisbigliò.

Con ancora gli occhi chiusi, lo spinse facendolo sdraiare sul divano e si mise sopra di lui accoccolandosi contro il suo petto.

<< No no... >> disse con la voce mezza addormentata.

Rei diventò incandescente, gli ci vollero un paio di secondi per realizzare la situazione.

Prese il telecomando ed abbassò il volume di qualche tacca poi la abbracciò affondando il naso tra i suoi capelli.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Mare ***


Mare








Il vociare della gente che solitamente la disturbava in quel momento le metteva molta allegria.
Nell'aria aleggiava il profumo della salsedine e in lontananza si sentivano i versi dei gabbiani.
La sabbia era finissima e molto chiara, quasi bianca.

<< Eccoci qui >>

Rei aveva un grosso zaino in spalla e un ombrellone sotto braccio, gli occhiali da sole appesi sulla testa.

Shiho si girò verso di lui.

<< Carino >>
<< Sono contento che ti piaccia. È una delle mie spiagge preferite >>

Il biondo si guardava intorno tutto contento senza risentire minimamente del peso di tutta quella roba che si stava portando dietro.
Un paio di ragazze avevano girato il capo parecchio interessate, non era da tutti i giorni vedere un faccino d'angelo sopra un corpo come quello.

A Shiho quel dettaglio non era sfuggito, ma non si disturbò a farlo notare celando la cosa con un gesto innocuo come sistemarsi il borsone sulla spalla.

<< Dallo a me >> disse il ragazzo allungando l'unico braccio libero.
<< Tranquillo ce la faccio >>
<< Sembra pesante >>
<< E tu sembri un albero di natale >>

Rei sorrise scuotendo il capo poi si fermò guardandola di sottecchi.

Non era la prima volta che andavano a mare insieme, e non era la prima volta che la vedeva in costume, fino a quel momento la ragazza aveva optato per un modello intero a collo alto. A collo alto santo cielo!

Sinceramente ne era rimasto un po' deluso.

Mentre con quel semplice bikini bianco che stava indossando in quel momento era davvero uno spettacolo.
E purtroppo non era l'unico ad esssersene accorto.

Stavano camminando lungo la spiaggia cercando un posto adatto dove stendere i teli, ed i ragazzi la guardavano con un sorrisino idiota stampato in faccia, qualcuno aveva anche tirato fuori il cellulare per scattare una fotografia.

Rei aveva provato a fulminarli con lo sguardo, e ci era anche riuscito con un paio di loro, ma erano in troppi e alla fine ci rinunciò continuando a camminare accando alla ragazza che intanto si godeva il panorama.

<< Tutto ok? Hai una faccia >> domandò Shiho vendendo che il ragazzo sembrava essersi rabbugliato parecchio.


Rei battè gli occhi riscosso dai suoi pensieri e sorrise.

<< Sto bene. È il sole, mi da fastidio agli occhi >> mise la mano aperta sulla fronte per fare ombra e si guardò intorno << Senti... ti andrebbe di andare dietro quegli scogli la? >> disse indicando con un cenno della testa.

Shiho alzò la testa fissando quel punto: non era vicinissimo ma non le dispiaceva fare qualche passo in più.

Fece spallucce.

<< Come ti pare... >>




*




Dietro gli scogli c'era un piccolo pezzo di spiaggia. Era ombreggiato e riservato anche se un po' scomodo da raggiungere, ma per entrambi era perfetto: lei avrebbe potuto leggere in pace senza essere disturbata dalle grida e lui non avrebbe dovuto preoccuparsi tutto il tempo dei giovani dagli ormoni in fermento.

Proprio come avrebbe fatto un bambino, Rei mise il telo per terra in modo frettoloso e ando' subito a gettarsi in mare.

Shiho invece si mise all'ombra. Si spalmò la crema solare con tutta calma e poi si mise a leggere.
Circa venti minuti dopo venne distratta da alcune gocce che cadevano sulla gamba.
Alzò la testa e incrociò Rei, in costume, completamente bagnato.

Un "oh santo cielo" era più che d'obbligo. Per fortuna si ritrovò solo a pensarlo.

Il ragazzo intanto la guardava con aria contrariata.

<< Fammi capire... tu starai tutto il tempo qui sdraiata? >>

Lei alzò le spalle e reagì come se la risposta fosse ovvia.

<< Si >>


Rei scosse la testa e fece un piccolo sorrisino.

<< Nooo... >>


Shiho si mise in allerta ma decise di insistere.

<< Siii... >> disse con maggiore enfasi.
<< Nooo... >> rispose lui scuotendo la testa in modo più evidente.

Shiho spalancò lentamente gli occhi. Quell'espressione non presagiva nulla di buono.
Si mise a sedere di scatto nel tentativo di scappare ma lui fu piu veloce e la prese in braccio.

<< Lasciami >>
<< Ora ti lascio... aspetta che arriviamo in acqua >>


Lei iniziò a scalciare.

<< Non ci provare! >>





*






<< Lasciami >>
<< Un attimo... >>
<< No. Rei, l'acqua è fredda e poi non ho voglia di bagnarmi >>

Nonostante stesse scalciando, il ragazzo la teneva con un braccio solo, mentre camminava con tutta calma, pacifico e contento, come se stesse tenendo una piccola e leggera bambina.

<< Rischi di sentirti male se te ne stai tutto il tempo ferma con questo caldo >> disse calmo.
<< Non è vero! >>

<< E poi puoi leggere benissimo a casa >>
<< Rei giuro che ti sciolgo dell'aptx nel caffè >> sibilò.
<< Essere un bambino ha i suoi vantaggi >> disse con un sorrisino infantile che lei avrebbe trovato molto irritante se avesse potuto vederlo.
<< E di sicuro tu partiresti avvantaggiat... >>

Con un movimento veloce il ragazzo si tuffò in acqua trascinando anche lei, poi erano risaliti velocemente a galla.

Shiho respirò con la bocca aperta ansimando forte e poi si asciugò gli occhi frastornata mentre sentiva una forte incazzatura affiorare dal punto più oscuro della sua mente malvagia.

Rei invece rideva tutto contento.

<< Vedi? Non è stato così terrib... >>

Non fece in tempo a finire la frase che Shiho si fiondò sopra di lui abbastanza decisa a farlo affogare. Per fortuna aveva degli ottimi riflessi.




*






Finalmente dopo quasi un'ora il marmocchio si era convinto a stare sdraiato, buono e tranquillo, per la gioia di Shiho che si era seduta accanto a lui col famoso libro tra le mani.



Ah finalmente pace e silenzio.



Si sistemò più comodamente sul telo incrociando le gambe.



Bene aveva tutto il tempo per rilassarsi e leggere.



Chinò la testa e girò la pagina.
Picchiettò l'indice sul bordo della copertina ed ispirò.

Le condizioni erano perfette per la lettura però lei non era più concentrata come prima.

Era già la terza volta che si ritrovava a guardarlo di sottecchi.

Le ciocche bionde ed ancora bagnate gli ricadevano scompigliate sul viso, sfiorandogli le palpebre chiuse.
Aveva un'espressione rilassata e le mani dietro la nuca, con quella posa i muscoli del petto risaltano maggiormente, in più erano imperlati dalle piccole gocce d'acqua marina.

Si rigirò affondando il naso tra le pagine cercando di riprendere la sua lettura e magari nascondere il leggero rossore che si era fatto strada sul sul viso.

Cavolo era un bel libro, interessante, ben scritto.



Già...



Passò la lingua sul palato.



Cavolo...



Picchiettò nuovamente l'indice sul bordo della copertina e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Stava per spostare lo sguardo nuovamente alla sua destra quando avvertì una sensazione fredda alle sue spalle.
Sobbalzò e si voltò alla sua sinistra incrociando gli occhi azzurri del ragazzo.



Come diamine c'era riuscito?



<< Che leggi? >> domandò lui poggiando il mento sulla sua spalla.
<< Istologia microscopica >> rispose con tono neutro.

Rei non nascose un sorrisetto.

<< Tutta vita insomma >>
<< Devo aggiornarmi costantemente per essere sempre efficiente a lavoro. E poi è interessante >>
<< Ma siamo a mare... rilassati un po' >>
<< Mi sto rilassando >>

Le diede un bacio sulla spalla.

<< Andiamo a fare un altro bagnetto? >> le sussurrò all'orecchio mentre la stringeva delicatamente a se.

Lei scosse la testa e cercò di divincolarsi.

Rei poggiò nuovamente le labbra sulla sua pelle candida.

<< Eddai... mi fai il solletico >> disse Shiho con tono seccato.
<< La gente normale ride quando le fanno il solletico >>
<< Non ho mai affermato di essere normale >>

Lui rise nuovamente.

<< Touché. Però seriamente, metti giù quel libro e facciamo una passeggiata >>
<< Non mi va... >>
<< Allora mangiamo qualcosa. C'è un bar qui vicino. Ti va un gelato? >>
<< Iee. Tanto tra poco dobbiamo andare >>

Rei aggrottò la testa confuso.

<< Come scusa? >>
<< Devo andare in laboratorio >> precisò vedendo la sua reazione.

Lui boccheggiò spiazzato.

<< Ma... è uno scherzo vero? >>
<< No no io lavoro oggi >>
<< Ma io... >> si sdraiò e sbuffò scocciato << … speravo di passare un po' di tempo con te >>
<< E fin'ora che abbiamo fatto? >>

Rei sbuffò nuovamente: detestava quando faceva la finta tonta.
Risultava tremendamente finta.

<< Ok... posa questo libro >> disse togliendole l'oggetto tra le mani e riponendolo frettolosamente dentro lo zaino.

Shiho cercò di riprendersi l'amato oggetto senza riuscire nell'impresa.

<< Ma insomma... >> soffiò infine infastidita.

Rei la prese delicatamente per le spalle facendola sdraiare, poi si mise sopra di lei coi gomiti poggiati a terra in modo da non gravarle col suo peso.
Il suo viso era così vicino che le solleticava il naso col suo.
Aveva un'espressione così decisa che Shiho si ritrovò ad assecondare ogni suo movimento senza protestare.

<< Che intenzioni hai? >> si limitò a chiedere.
<< Se tra poco dobbiamo andare allora voglio qualche attenzione in più da parte tua >>
<< Proprio come un bambino >> disse lei con un sorrisetto di scherno.
<< Proprio come un bambino >> ripeté lui con un tono caldo per poi poggiare morbidamente le labbra sulle sue.

Le diede un bacio, poi un altro e poi le solleticò le labbra con la punta della lingua.

Shiho assecondò quelle coccole rispondendo ad ogni bacio premurandosi però di tenere gli occhi aperti.
Era sempre guardinga, come se dovesse tenere sempre tutto sotto controllo.

Vide le palpebre del ragazzo vibrare mentre un piccolo sorriso gli si era stampato in faccia, tra un bacio e l'altro.
Con la coda dell'occhio notò che la sua mano si era poggiata sulla sua tempia per poi scendere lentamente sino alla base del suo collo.
Sentì un brivido dietro la schiena ed alla fine si decise a chiudere gli occhi.
Poggiò una mano sulla sua guancia e stese la gamba sistemandosi più comodamente sotto di lui.

Rei si staccò di poco dal suo viso dandole un bacio sulla guancia, tornò a concentrarsi sulle sue labbra dandole una serie di morbidi e caldi baci, poi scese sul collo.

Shiho si rabbuiò.

<< Ehi... >>

Il ragazzo poggiò una mano sul suo fianco destro.

<< Mh? >>
<< Non esagerare >>
<< Ma non sto facendo niente >> disse col viso nascosto nell'incavo tra la spalla ed il collo.
<< Rei siamo in spiaggia >>
<< E' una zona riservata >>

Gli prese il viso tra le mani guardandolo fisso negli occhi.

<< Rei >> disse seria.

Con un movimento veloce lui le baciò le labbra ignorando completamente le sue proteste.

<< Su forza adesso andiamo >> disse Shiho mentre si spostava per mettersi in piedi.
<< Altri cinque minuti >> disse di rimando Rei prendendola per i fianchi e riportandola sotto di lui.

La ragazza chiuse gli occhi sentendo le sue labbra stuzzicarle il lobo dell'orecchio, ma il suo buonsenso era sempre allerta.

<< No. Ce ne andiamo adesso >>
<< Eddai … >>

Shiho espirò col naso e si mise a guardarlo con insistenza per un paio di secondi, ma lui non se ne accorse troppo intento a baciarle il collo.
Fece un piccolo sorriso e gli prese il viso tra le mani poi si avvicinò lentamente alle sue labbra.

Rei si avvicinò a sua volta socchiudendo gli occhi.

Con un gesto veloce la ragazza aprì la bocca e gli morse il labbro inferiore.

Lui allontanò la testa di scatto e si portò una mano sulla zona dolorante.

<< Ahi >> disse infine disorientato e risentito.

Shiho si mise a sedere sistemandosi la spallina del costume che casualmente era scivolata dalla sua spalla.
Lo guardò rendendosi conto che gli aveva fatto veramente male e subito dopo girò il capo guardando una conchiglia semicoperta dal telo.


Ok forse quella reazione era stata un po' esagerata.



Sospirò e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.



Ma perchè ci provava?

Tanto lo sapeva che lei non era così, che lo avrebbe deluso.
Lei deludeva sempre tutti.



Lo guardò di sottecchi un paio di secondi, lui si stava massaggiando la zona dolente.

<< Va bene... facciamo un ultimo bagno. Però poi subito a casa, voglio farmi una doccia prima di andare a lavoro >>

Rei alzò lo sguardo osservandola con aria un po' risentita se doveva essere sincero.
Però si rese anche conto di averla messa in imbarazzo e che quello era il suo modo di chiedere scusa dunque decise di non dare troppo peso alla cosa.
Poggiò le mani sulle sue spalle dandole un bacio, veloce, per precauzione, e poi si mise in piedi allungandole una mano per aiutarla ad alzarsi.

<< Va bene capo. Come vuoi tu capo >>

Shiho inclinò la testa di lato un po' sorpresa ma anche intenerita: bastava così poco per farsi perdonare da lui.

Gli prese la mano e si mise in piedi dirigendosi verso l'acqua insieme a lui.

<< Mi piace questo soprannome. Chiamami sempre così >>

Rei la guardò arricciando il naso e poi le fece un sorrisino irritante.

<< Non ti allargare >>


Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Allievo modello ***


Allievo modello












<< Un favore? >>

Shinichi ispirò a fondo riconoscendo perfettamente quel tono di voce.
Quella ragazza si era rivelata un'ottima partner quando si trattava di risolvere un mistero, ma quando si trattava di un semplice favore allora le risaliva il lato Sherry in tutto il suo sadismo.

<< Si. Un favore >> continuò cercando di mantenere la calma << Ho avuto una piccola discussione con Ran... e ... >>


La ragazza roteò vistosamente gli occhi al cielo, facendogli intendere di terminare velocemente il discorso.

<< ... insomma io vorrei... >>

Lo vide grattarsi nervosamente la nuca e batté il piede per terra.

<< Traduzione: avete litigato perché tu sei un idiota e adesso ti devi fare perdonare. Giusto? >>

Il ragazzo si immobilizzò per un paio di secondi prima di alzare gli occhi e guardarla con una punta di risentimento.

<< Non hai un briciolo di tatto >>
<< Non ho tutto il giorno Shi >>

Il ragazzo arrossì portando un dito sulla guancia.

<< Allora mi dai una mano? >>

Lei strinse le spalle avvertendo un leggero disagio.
Anche se il giovane Sherlock era troppo "smaliziato" per capire la situazione, lo stesso non valeva per lei che al contrario aveva tutto ben chiaro.

<< Non puoi chiederlo a Sonoko? >>
<< Ah lo sai com'è lei... Spiffererebbe tutto >>


Annuì in modo mesto facendo spallucce.



Ecco. Quella era la conferma che il ragazzo era davvero negato per certe cose.



<< Dai Shiho, per una volta non farti pregare... >>

Decise di compitarsi come suo solito.
Dopotutto si trattava solo di un piccolo favore.
Sul suo viso si tinse un sorrisetto che fece rabbrividire il giovane Kudo.



Eccola là. La faccia da Sherry.



<< Se ci scappa un pensierino anche per me allora forse... >> disse con tono innocente.
<< Sei veramente terribile >>
<< Si... >> fece un sorrisetto ambiguo << ... me l'hanno gia detto >>






*







Erano andati prima in libreria, poi in una boutique, ed infine in una gioielleria.
Shiho aveva scelto accuratamente il tragitto in modo da finire proprio lì.

Quando vide il suo sorriso compiaciuto, Shinichi capì di essere caduto in una trappola.


<< Avevo detto "un pensierino giusto per farmi perdonare" non "voglio farmi dissanguare" >>

<< Quanto sei tirchio Kudo >>
<< Piantala con i giochetti mentali, tanto io qui non ci entr... >>

Erano quasi di fronte al negozio quando vennero fermati da un agente.

<< Voi due allontanatevi prego. C'è un'indagine in corso >>

Shiho alzò un sopracciglio.

<< Ecco le parole magiche. Scommetto che adesso ci vuoi entrare qui >>

Il ragazzo le scoccò uno sguardo storto per poi voltarsi verso l'agente.

<< Tranquillo ci lasci passare. Sono Shinichi Kudo >>


L'uomo incrociò le braccia al petto inclinando la testa di lato.

<< Chi? >>


Shiho ebbe una reazione così istintiva che dovette piegarsi portando una mano vicino alle labbra per non scoppiare a ridergli in faccia.


<< Ben ti sta pallone gonfiato >>

Il ragazzo avvampo' chiudendo gli occhi per la vergogna.


<< Chiami l'ispettore Megure per cortesia >>







*






Quando finalmente riuscirono ad entrare nel negozio la prima cosa che videro fu un gran caos: vetri rotti ovunque, sedie capovolte e persino qualche prezioso sparso a terra.
Al centro della stanza il detective Mouri, con il petto in fuori, le mani sui fianchi e un'espressione di chi la sa lunga sul viso, esponeva le sue ipotesi al detective Takagi.

<< Secondo me il responsabile non è altri che il ladro che ha preso di mira le gioiellerie della zona negli ultimi giorni >>
<< Probabile, ma le dinamiche sono strane: negli altri casi il ladro non ha creato tutta questa confusione >>

L'uomo si schiarì la gola temporeggiando, come faceva di consueto quando non aveva la minima idea su come rispondere. Si guardò intorno e poi fissò il bancone.

<< Trovato qualcosa? >>

Chino sotto di esso c'era un'altra persona che cercava degli indizi.

Sia Shiho che Shinichi si avvicinarono incuriositi, fu in quel momento che Amuro si sollevò di scatto battendo sui pantaloni per togliere il grosso della polvere dal tessuto.

<< Purtroppo nulla. Nella cassaforte sotto la cassa non ci sono segni di effrazione, e nessun altro indizio ... >> In quel preciso istante alzò il viso e riconobbe il giovane detective << Ciao Shinichi >> disse con un gran sorriso.
<< Ah. Ciao Amuro-san >>

L'apprendista girò la testa e rimase basito quando vide che c'era anche Shiho.

<< Salve doc >>

La ragazza inclinò la testa ed incrociò le braccia al petto.

<< Ti ho detto che è presto per chiamarmi così >> disse secca.

Lui si limitò a fare un sorriso di circostanza mentre Shinichi ridacchiava imbarazzato.

<< Ma salve signorina >> disse Goro avvicinandosi alla ragazza con un atteggiamento melenso ed alquanto ambiguo.

Shinichi roteò gli occhi al cielo.



Kami quell'uomo con conosceva nemmeno le basi della decenza.



Shiho girò la testa cercando di ignorare le "lusinghe" del detective.

<< Che ci fa una bella signorina come te in un posto tanto... oooh ahi! >>

Amuro-san stava spostando il fucile da sotto il bancone ed aveva casualmente colpito il detective in pieno volto con la canna.

<< Oh Mouri-sensei sono mortificato... >>

Shinichi assottigliò gli occhi stranito da quello strano comportamento.

Shiho lo guardò con la coda dell'occhio premurandosi di interrompere sul nascere le sue elucubrazioni mentali.

<< Sherlock parliamo di argomenti seri: non dovresti iniziare a fare le tue... "cose da detective?" >>
<< Mh... si hai ragione >>

Amuro abbassò lo sguardo.






<< Parliamo di argomenti seri... >>







<< Ok e adesso parliamo di argomenti seri >>

Wataru Date rigirò lo stuzzicadenti con la lingua ascoltando Matsuda che parlava con un'espressione seria in volto.

<< Le donne. Queste sconosciute >> si girò puntando l'indice verso un terzo ragazzo che stava tranquillamente leggendo in un angolo << ... a Furuya! >>

Il ragazzo roteò talmente tanto gli occhi al cielo che per un attivo si intravide solo il bianco.

La scuola di polizia, contrariamente a quanto si potesse pensare, era un luogo frequentato da selvaggi.
Soprattutto la palestra e lo spogliatoio.
Le docce poi erano l'anticristo della civilizzazione.
E se non eri un gradasso, o uno sbruffone, o peggio, se eri noto per essere il secchione di turno allora rischiavi di avere delle brutte giornate li dentro.
Rei era il miglior cadetto della polizia giapponese.
Abile, scaltro, intelligente, con un ottimo intuito ed una preparazione fisica eccezionale.
Caratterialmente parlando però era troppo buono e con modi di fare fin troppo gentili.

Inoltre era molto studioso e meticoloso. Insomma era un tipo “erbivoro” il classico secchione e come tale era scontato che fosse stato preso di mira dagli altri allievi della scuola di polizia.

Due in particolare avevano deciso che il biondino sarebbe stato una divertente fonte di svago.

Jinpei Matsuda: il playboy del gruppo, con quel suo atteggiamento menefreghista e distaccato. E Wataru Date: il rude ragazzone “carnivoro”.

<< Ti sei addormentato Tooru? >>

Amuro stava fissando con fare assorto un angolo della stanza quando Goro gli diede una gomitata sul braccio.

<< No. Stavo solo ... riflettendo >>

L'uomo alzò un sopracciglio e portò le mani sui fianchi.

<< Su cosa? >>
<< Il ladro ha creato un gran caos e ha lasciato cadere molto preziosi per terra: questo farebbe pensare ad un dilettante. Eppure non ha lasciato impronte e ha oscurato le telecamere. Credo che volesse depistarci >>

Goro annuì sorpreso, poi fece una fragorosa risata.

<< Esattamente quello che pensavo io! Bravo Tooru. Vedo che stai imparando in fretta >>

Amuro sorrise quasi intenerito.


Che gran bugiardo.


<< La ringrazio molto maestro >>

Shihi fece un risolino divertito portando una mano davanti le labbra.

<< Che secchione... >> mormorò prendendolo in giro.





<< Ehi guarda! C'è il secchione >>





<< Ora ci penso io >>

Matsuda si avvicinò al biondo e gli circondò il collo col braccio.

<< Ok Furuya parla col tuo amico Jimpei. Come stiamo messi a donne? >>


Il ragazzo avvicinò il libro che stava leggendo al suo viso.

<< Non ho una relazione Wataru >>
<< Ho detto donne. Donne. Plurale >>


Rei gonfiò le guance e spostò la testa di lato.

<< Non capisco che intendi >>
<< Ok sarò più chiaro: con quanta facilità rimorchi? >> disse sottolineando con dei gesti delle mani ogni singola parola.

Il ragazzo spostò gli occhi verso un angolino della sala.

<< Sei disgustoso >>

Date e Matsuda si lanciarono un'occhiata complice.

Rei aveva un rispetto assoluto, quasi reverenziale, nei confronti del gentil sesso e in quell'ambiente quel comportamento portava ad essere considerati noiosi ed un po ' bacchettoni.
Senza contare che era anche pericoloso perché i peggio criminali spesso si rivelavano essere donne.

Insomma si doveva dare una svegliata!


E Wataru e Date si erano autoimposti il compito di dargli quella suddetta svegliata.

<< Sai dovresti mettere un po' di massa muscolare. Sei così gracilino >>

Rei assottigliò gli occhi parlando in modo petulante.

<< Ma se alla prova fisica di stamattina ti ho superato... così come tutte le altre volte... >> disse con un sorrisino irritante.

Date ebbe un leggerissimo tic all'occhio sinistro ed incrinò lo stuzzicadenti con la lingua. Poi chiuse gli occhi inspirando e lo guardò con la medesima, fastidiosa espressione.

<< Comunque... stasera ce ne andiamo in un localino niente male >>


Rei incrociò le braccia al petto.

<< No! >>
<< E invece si! >>
<< Voi due non siete normali >>


I due non lo ascoltarono nemmeno e continuarono a parlare raffica.
Matsuda scavò nella tasca dei suoi pantaloni tirandogli davanti un pacchetto di sigarette.

<< E poi ti insegni a fumare >>


Rei abbassò il libro guardando il pacchetto e poi alzò il capo per guardarli con aria sconcertata.

<< Come? No mai! >>

<< Oh si. Guarda me: fumo e sono un gran figo. Le donne vanno matte per quelli come me >>

Il ragazzo strinse con forza le estremità del libro stropicciando alcune pagine.

<< Siete due … merde >> disse esitando sull'ultima parola.


Date fece una finta faccia scandalizzata.

<< Oh oh! Furuya che dice le parolacce. Che ragazzaccio! >>


Amuro sollevò la testa di scatto battendo le palpebre.

<< Tooru vieni qui! Ti insegno a riconoscere un bugiardo >>


Goro aveva radunato il proprietario del negozio ed i suoi dipendenti vicino alle scale.

Prima di avviarsi guardò Shiho con la coda dell'occhio.
Glielo avrebbe rinfacciato fino alla morte ne era certo, ma il suo dovere imponeva di continuare quella ridicola recita.


<< Sissignore Goro sensei >>

E com'era prevedibile vide la ragazza ridacchiare divertita.






*







<< Guarda quella >>

Rei sbuffo' spazientito.

Si trovavano in un locale da ormai due ore, avevano bevuto l'impossibile e l'unica cosa che voleva era tornare al dormitorio e infilarsi sotto le coperte.
I due colleghi invece non erano minimamente stanchi, anzi si erano impuntati di continuare la “caccia”.

La ragazza davanti a loro era truccata in modo vistoso, con tanti monili e dei tacchi davvero vertiginosi.

Prese la sua lattina di birra distogliendo lo sguardo.

<< Non mi interessa... >>

Date poggiò il gomito sulla sua spalla indicando un'altra ragazza.

<< E quella Furù? Guarda che gambe! >>

Aveva i capelli tinti, pantaloncini aderenti e ballava tenendo un cocktail con la mano sinistra.

Con un gesto secco Rei spinse via il gomito dalla sua spalla.

<< Vacci a parlare allora >>

Date rigirò lo stuzzicadenti con la lingua in modo davvero inappropriato.

<< E quella biondina vicino al piano bar allora? >>
<< No >>

Matsuda sbuffò mandando giù un bicchiere di gin.

<< Insomma Rei avrai un tipo che ti piace! >>


Il ragazzo abbassò gli occhi fissando le sue scarpe.
Avrebbe preferito cento volte fare da bersaglio al poligono che intraprendere quell'argomento.

Purtroppo per lui i due compagni non desistevano.

<< Mora? Bionda? >>
<< Alta? Ben fornita? >>
<< Magari una straniera... >>

Matsuda portò due dita sul mento.

<< Non è che per caso preferisci i ragazzi? >>


Il ragazzo sbatté la lattina sul tavolo in modo violento facendo un gran rumore.

<< Che? No! >>






*







Mentre la polizia, Amuro e Goro si occupavano di interrogare i dipendenti, Shinichi corse al piano superiore seguito da Shiho.

<< Hai capito chi è stato? >>
<< No. Non ancora... >> potò due dita sulle labbra << … c'è qualcosa che non mi convince >>

Shino poggiò la schiena contro il muro.
Dal piano inferiore poteva sentire Amuro fare lo stronzo con una dipendente.

<< E così ha cercato di sedurre il fratello in modo da metterli l'uni contro l'altro ed avere le attenzioni di entrambi... >> Disse con un tono vellutato e malizioso.

La commessa alzò i pugni e diventò paonazza.

<< Ma che va insinuando?! >>
<< Oh mi scusi... pensavo ad alta voce >> disse con tono innocente.


Shiho non riuscì a trattenere un sorriso divertito.
Le piaceva quando si comportava da stronzo, non con lei, ma se lo faceva con terzi allora andava bene.

<< Forse il ladro ha avuto un imprevisto ed è dovuto scappare in fretta >> disse poi voltando il capo verso Shinichi.
<< Dammi il cellulare >>

La ragazza aggrottò la fronte.

<< Come? Perché? >>
<< Perché è più veloce del mio... >>
<< Ok ok... diamine devo iniziare ad allungarti un tranquillante di tanto in tanto... >>

Digitò velocemente sullo schermo e spalancò gli occhi.

<< Il penultimo furto del ladro è stato fatto in una gioielleria poco lontana da qui. Voglio andare a controllare >>
<< A piedi? Non mi sembra una mossa geniale. Tra poco farà buio e il tuo skate sta morendo da mesi in un angolo del salotto di Agasa >>
<< Tranquilla so correre velocemente >>
<< Si ma questa non è una zona sicura la sera... >>
<< Tornerò presto >> disse iniziando a correre.
<< Aspetta >>

Shiho lo seguì sino all'ingresso del negozio e poi si fermò lì incrociando le braccia al petto e sbuffando.

Rei le si avvicinò alle spalle.

<< Concordo con lui. Ha scelto una buona pista >>



Sorprendente come riuscisse sempre ad avvicinarsi senza riuscire a fare il minimo rumore.



<< Tu non capisci lui è un ragazzo fondamentalmente stupido. Se si tratta di un caso lui... perde la testa e si caccia nei guai >>

Il ragazzo inclinò la testa sorpreso da quell'atteggiamento preoccupato, per nulla indifferente.

<< Come siamo apprensivi oggi... >> disse ridacchiando.
<< Baka >>

Per l'ennesima volta in quella giornata Goro richiamò all'attenzione il suo allievo.

<< Tooru dove ti sei cacciato? >>

Shiho lo guardò negli occhi con un sorrisino di scherno.

<< Non vai? Non vorrai far arrabbiare il sensei. Ne Tooru-chan? >>

Lui arricciò il naso guardandola seccato.

<< Arrivo subito maestro >>

Shiho si girò fingendo di cercare il suo cellulare nella borsa pur di non ridere.


<< Smettila. Ti vedo >>

La ragazza si lasciò scappare una risata.





*





Col tempo aveva rafforzato il carattere diventando forse più stronzo del suo amico Jimpei che, invece, si era dato una calmata.

Anche Date si era dato una regolata dopo aver conosciuto una ragazza. Una straniera.

Alla fine era riuscito ad entrare nelle simpatie della maggior parte dei suoi colleghi e si era guadagnato il rispetto di tutti.
Quei ragazzi erano diventati la sua nuova famiglia e per un periodo fu tentato di continuare quella vita. Magari come ispettore.

Ma poi il suo passato era prepotentemente tornato indietro.

<< Furuya san... abbiamo vagliato la sua richiesta e... è risultato idoneo per la missione >>





*





<< E così ha pensato di sfruttare i furti degli ultimi tempi in questa zona per simulare un furto e truffare l'assicurazione >> disse Goro alzando il pugno al cielo.

Il proprietario portò due mani sul viso.

<< Avevo bisogno di soldi >>

Amuro portò le mani sui fianchi.

<< Che scusa ridicola. Non si rende conto che se ne stava solo approfittando? >>
<< Ma io... >>
<< La ragazza si è goduta i suoi regali e lei ne pagherà le conseguenze >>

Il detective poi si avvicinò alla ragazza con fare severo.

<< Lei signorina dovrebbe vergognarsi >>
<< Io non ho fatto proprio nulla... >> disse con aria sicura e con voce stridula, ma completamente rossa in viso.

L'ispettore Megure mise le mani dentro le tasche del suo impermeabile.

<< Dovrà comunque venire in centrale per ulteriori accertamenti. E' probabile... che ci siano gli estremi per accusarla di complicità >>
<< Cheee?! Ma che sciocchezze dice? >>

Goro sorrise vittorioso per la conclusione della vicenda, si allontanò verso l'uscita della gioielleria e poggiò una mano sulla spalla si Amuro.

<< Bel lavoro. Vieni andiamo a farci una bevuta >>

Il ragazzo fece un piccolo e rispettoso inchino.

<< Mi spiace ma ho un impegno e per via del caso sono in ritardo >>





*






<< Ehi ma dove si è cacciato quel coglione? >>

Matsuda si sistemò gli occhiali da sole e poi si accese una sigaretta.

<< Non lo so. Non lo sento da parecchio ormai >>

<< Ora gli mando un messaggio >>

Nascosto dietro un vicolo Rei fissava i due colleghi con le braccia incrociate all'altezza del petto.
Sentì il cellulare vibrare nella sua tasca, aprì il messaggio leggendone il contenuto e sospirò.



Quei due bastardi gli sarebbero mancati parecchio.



Si sistemò il cappello sulla testa e girò l'angolo sparendo nell'ombra.





*





<< Ciao allievo modello >>


Shiho lo riscosse dai suoi pensieri.
Era poggiata con la schiena contro il muro vicino la sua macchina.

<< Simpatica >> disse col sorriso sulle labbra.

Si guardarono negli occhi per una manciata di secondi, poi Shiho decise di spezzare quello strano silenzio.

<< Ti senti bene? >>
<< Mh? >>
<< Hai un'aria strana >>

Rei rimase sorpreso dall'incredibile intuito della ragazza nel riconoscere anche il suo minimo cambiamento d'umore.
Il che era al contempo allarmante ed estremamente dolce.

Alzò le spalle cercando di minimizzare.

<< Sto bene Shi... >>
<< Ok... Apri questa macchina. Dormo da te stanotte >>

Rei alzò un sopracciglio.

<< E come farai con Shinichi? >>
<< Ho detto a Goro di andarlo a prendere ed accompagnarlo a casa perché avevo un impegno. Che c'è? non mi vuoi tra i piedi? >> disse diventando acida all'ultimo.

Rei boccheggiò spiazzato.





<< Insomma Rei avrai un tipo che ti piace >>
<< Mora? Bionda? >>
<< Alta? Ben fornita? >>
<< Magari una straniera... >>

Avevano quasi indovinato, mancavano solo gli aggettivi stronza e matta.








Sorrise.

Aveva un modo tutto suo di esprimere affetto, ma c'era sempre quando ce n'era bisogno.
I suoi colleghi l'avrebbero adorata sicuramente.

<< Sali. Ti preparo i dorayaki col cioccolato >>

Lei portò l'indice vicino le labbra tentata da quella dolce proposta.

<< Meglio con la marmellata di mirtilli. Sono più leggeri >>





















"Uomini erbivori"o "uomini divora-erba" è un'espressione giapponese con cui si evidenziano i tratti della personalità di uomini che sono poco interessati verso le relazioni con l'altro sesso e attratti da passatempi tradizionalmente considerati femminili.
Il termine è stato coniato nel 2006 e si è diffuso nel 2008-2009, periodo nel quale sono stati pubblicati diversi libri sull'argomento. (Wikipedia)


Angolo dell'autrice

Rei comunque porta sfiga quasi quanto Conan eh...

Ciao ragazzi come va? Vi siete già pesati?
Scherzi a parte spero che questo capitoletto vi sia piaciuto, ho descritto un argomento piuttosto importante per me, ovvero il passato di rei nella scuola di polizia.
Io me lo immagino bacchettone, perfettino ed antipatico, un po' sbruffone, il classico tipo della classe come suggeriva Date nell'anime.
Detto ciò ne approfitto per augurarvi buone feste e Buon anno nuovo. Ciao ciao.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Come in una favola ***


Come in una favola










<< Complimenti Sonoko. Ottimo smash! >>

La ragazza fece un gran sorriso e strinse le mani a pungo.

<< Grazie Amuro-kun >> disse con un tono acuto, quasi uno squittio.

La giovane ereditiera aveva invitato il prodigio del tennis, Goro e altri amici nella sua villetta in riva al lago per potersi allenare a tennis.

<< Tooru è veramente un bravo insegnante >> disse Ran sorridente mentre guardava il campo da tennis dalla veranda.

Shinichi annuì distrattamente mentre leggeva la prima edizione del suo libro preferito comodamente sdraiato su un lettino da esterni.

La karaketa lo guardò con aria contrariata intuendo che il ragazzo non le stava prestando molta attenzione.

<< Shinichi... posa quel libro e andiamo a fare una passeggiata >>

Lui girò pagina avvicinando le pagine al suo viso.

<< Non mi va... >>
<< Eddai... >>
<< Chiedilo a Masumi. Io ho da fare >>

Ran si voltò cercando di incrociare la suddetta ragazza e la trovò poco più avanti a pochi passi dal lago sdraiata accanto a Shiho che si godeva il sole mentre sfogliava una rivista di moda.
Roteò vistosamente gli occhi al cielo portando una mano chiusa a pugno davanti al petto.

<< Sei proprio antipatico >>

Il ragazzo si limitò ad annuire di nuovo meritandosi un potente pugno in testa da parte sua.

<< Ahi! Ma che ho detto? >>

Ovviamente non aveva capito un accidenti della situazione.

<< Se vuoi vengo io a passeggiare con te >> disse Ayumi con voce allegra e gentile.

Ran si voltò incrociando gli occhi ed il visino sorridente della piccola.

<< Davvero Ayumi? Grazie >> disse sorridendo a sua volta mentre le allungava la mano.





*






Genta si avvicinò a Shiho tirandole la minigonna.

<< Shiho-chan io ho una gran fame >>

La ragazza non si scompose, si sistemò l'indumento sul fianco e girò pagina.

<< Pazienta. Manca poco all'ora di pranzo >>

Il bambino le tirò nuovamente la gonna.

<< Uffa io ho fame adesso >>
<< Se mangi ora niente dessert >>
<< Nooo... >>

Prima che il ragazzino potesse tirarle il lembo della gonna per la terza volta, intervenne Mitsuhiko piazzandosi davanti a lei.

<< Genta insomma lasciala stare >> disse con tono severo e il viso completamente rosso.
<< Ma io... >>
<< Dai andiamo al parco giochi >>

Masumi si ritrovò a ridacchiare mentre vedeva il bambino allontanarsi con aria sconsolata verso l'altalena sotto lo sguardo severo dell'altro che si era voltato per guardare di sottecchi la ragazza e per poco non era caduto di faccia sull'erba.

<< Hai fatto colpo >>
<< Smettila, è solo una fase... >>
<< Si... che dura da quando eri Ai... >> mormorò ironica.

Shiho spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e Masumi spostò la sua attenzione sul povero Genta che si dondolava con aria mesta mentre si massaggiava la pancia.

<< Sei stata troppo dura con lui >>
<< No Masumi. Genta è in un'età delicata: se non da una regolata ora alla sua dieta rischia di avere dei problemi di salute in futuro >>

Dopo un momento di sorpresa la karaketa sorrise intenerita.
Sembrava tanto severa ed antipatica ed invece si stava preoccupando per lui.

<< Sembri quasi una mamma >>
<< Passo >> disse alzando la mano come ad allontanare anche solo l'idea << A proposito... dov'è Agasa? >>
<< È entrato dentro poco fa. Ha detto che andava in camera sua a dormire >>

Shiho aggrottò la fronte.

<< No... ha dormito fino a tardi oggi >> disse alzandosi di scatto con aria sospettosa ed entrando a passo svelto dentro la villa.


Poco più in là, nel campo da tennis, Sonoko stava per lanciare la palla per un servizio...



<< Metti immediatamente giù quel pasticcino! >>



... trasalì tanto che le cadde la racchetta dalle mani.


Tutti i presenti si voltarono verso la villa con aria vagamente spaventata, tranne Rei che portò un dito sulla guancia destra ridacchiando.




*





Finalmente arrivò l'ora di pranzo tanto agognato da Agasa e Genta.

<< Finalmente si mangia! >>
<< Quante portate sono previste Sonoko? >> domandò il dottore leccandosi i baffi.
<< Tre >>
<< Ma tu non avrai il secondo. Ho già parlato col cuoco >> si intromise Shiho guardandolo ancora furibonda, tanto che l'uomo non provò nemmeno a ribattere.

Una volta che tutti gli ospiti furono seduti, la cameriera servì la prima portata.

Sonoko fece un cenno a Ran per ottenere la sua attenzione.

<< Ieri sera ho visto un film davvero bellissimo >> disse agitando le mani e sventolando la forchetta, rischiando di accecare Tooru seduto alla sua destra.
<< Davvero? Sono curiosa racconta >> disse Ran protraendosi in avanti per sentire meglio la sua amica.
<< Parlava di un principe ed una principessa che si sono incontrati in tenera età, giocavano insieme ed erano ottimi amici. Purtroppo a causa di una guerra i due si sono dovuti separate ma il principe non ha mai dimenticato la sua amica e, anni dopo, quando fu abbastanza grande, si mise a cercarla >> inspirò e portò le mani al petto << Passarono gli anni e una volta trovata scoprì che era diventata una splendida ragazza e si innamorò perdutamente di lei >>
<< Aaah e lei? Anche lei lo cercava? >> chiese Ran con aia sognante.
<< No la principessa non ricordava nulla. Ma una volta incontrato anche lei si innamorò di lui ed alla fine si sono sposati >>
<< Aaaah che meraviglia! >> Espirò Ran.
<< Già. Un film meraviglioso >> Rispose di rimando Sonoko unendo le mani vicino al viso.


Masumi, seduta alla destra di Ran, si mise a girare la forchetta nella pasta evitando di fare commenti. Alle volte si sentiva fuori posto con quelle ragazze, soprattutto quando i loro discorsi deviavano verso pizzi e merletti.

<< Che storia melensa.... >>

La piccola Akai alzò la testa di scatto guardando Shiho con sorpresa ed una punta di ammirazione per aver detto quello che lei stava solo pensando.

La scienziata aveva usato un tono di voce seccato ma nonostante ciò Shinichi si era messo a ridacchiare.

<< Il tuo lato romantico è adorabile Shiho >>
<< Sai bene come la penso Shinichi >>

Masumi poggiò il mento sul palmo della mano. La storia ricordava molto vagamente quello che era successo a lei con Shinichi e Ran a mare, senza sfondo romantico ovviamente.
Incoraggiata dalla piega che aveva preso la situazione, stava per intervenire ma venne distratta da un dettaglio. Aggrottò la fronte fissando di sottecchi Tooru: il ragazzo non aveva detto una parola ma aveva un'espressione strana, quasi... malinconica?

<< Purtroppo si. Dai non sarebbe bello sapere che il mondo non è soltanto un luogo pieno di tristezza e terrore? >> chiese Shinichi mandando giù l'ennesima forchettata di spaghetti.
<< Parli come se una cosa del genere possa capitare nella realtà >> rispose Shiho con tono freddo.

Shinichi fece spallucce.

<< Magari non ogni singolo dettaglio della storia, però cerca di vedere il significato di fondo ... Piantala di essere "Miss cinismo" >>

Shiho posò la forchetta portando le mani unite vicino al viso.

<< Quindi, dimmi se ho capito bene: secondo la tua logica è possibile che due bambini, amici, per un motivo "x" si separano, solo uno dei due ricorda e spreca anni e anni della sua vita per ritrovare una che non si ricorda assolutamente niente? E che nel frattempo potrebbe essere cambiata diventando una persona antipatica, o potrebbe essere morta o potrebbe essersi rifatta una vita? Poi si incontrano e... coincidenza delle coincidenze, si innamorano? Nella realtà? Ti rendi conto di quanto sia assurdo? >>

Sera assottigliò gli occhi: Tooru aveva fatto uno strano sorriso, come a contraddire le parole della cugina.


Che strano comportamento.


Intanto quei due continuavano a tirarsi frecciatine a vicenda scaturendo le occhiate truci di Sonoko e i sospiri affranti di Ran che si stava massacrando la stoffa della sua maglietta.

Shinichi sospirò seccato.

<< Sei la demotivational per eccellenza >>

Shino si indicò le labbra.

<< Shinichi guarda... mi vedi ridere? >>
<< Eh eh. Lasciamo perdere >>





*





Dopo pranzo Goro e Agasa si erano recati nelle loro rispettive stanze a schiacciare un pisolino, mentre i bambini si erano piazzati davanti alla piscina a giocare i attesa che passassero le fantomatiche due ore imposte da Shiho prima di tuffarsi.
La ragazza si era premurata di ripetergli quell'avvertimento due o tre volte prima di allontanarsi dalla villa e passeggiare tra gli alberi nel bosco.

Era davvero un posto bellissimo, colorato, silenzioso e molto rilassante.

<< Posso farti compagnia? >>

Si voltò riconoscendo la voce di Rei, aveva una mano poggiata su un tronco in modo da non perdere l'equilibrio sul pendio da dove stava scendendo.

<< Non dovresti allenare Sonoko? Dopotutto sei qui per questa ragione >>
<< Sonoko è al telefono con Kyogoku-san. Credo ne avrà per un po'... >> con un balzo atterrò sul terreno e si avvicinò alla ragazza << ... e quindi ho del tempo libero >>

La ragazza incrociò le mani dietro la schiena.

<< Io sto andando da questa parte >> disse indicando una stradina in discesa << Con un po' di fortuna vorrei fotografare una volpe >>
<< Bene ti seguo >>
<< Come vuoi >>

Stettero a camminare per qualche minuto in silenzio limitandosi a guardare l'ambiente circostante.

<< Ehi Shiho guarda là >>

La ragazza seguì il punto indicato da Rei: c'era un piccolo gruppo di cervi, brucavano a poca distanza da loro due.

<< Non mi sorprende che ce ne siano così tanti, dopotutto siamo vicino Nara >> disse a voce bassa il biondo avvicinandosi con cautela.

Shiho vide due cuccioli seguire quella che doveva essere la made, la cerva si muoveva agile tra gli alberi brucando di tanto in tanto l'erba, mentre i due piccoli si muovevano con passo incerto guardandosi intorno con curiosità.

Era una bella scenetta. Molto dolce.

Uno dei due cuccioli cercò di saltare ma evidentemente l'impresa era ancora troppo grande per lui e si ritrovò ad inciampare per poi essere prontamente consolato dalla cerva.

Shiho accennò un sorriso e svelta prese il suo cellulare catturando quel momento poi la sua attenzione fu catturata dal ragazzo alla sua destra.

Lo fissò.

Aveva quell'espressione gioiosa ed entusiasta che - segretamente- adorava.
Nonostante fosse più grande di lei guardava ancora il mondo con meraviglia, con genuina curiosità.

Era un entusiasta, una persona solare.



Che ci stava a fare con una cinica pessimista?



<< Perché ti piace stare con me? >> domandò all'improvviso senza tanti giri di parole.

Lui si voltò e dopo un momento di sorpresa le fece un piccolo sorriso.

<< Perché quanto ti guardo negli occhi io rivedo una bambina... un'adorabile piccola bambina che guarda il mondo con curiosità ed allegria >>

Shiho riportò lo sguardo in direzione dei cervi ma non era più concentrata su di loro. Era intenta a domandarsi quando Ai Haibara avesse guardato il mondo in quel modo e soprattutto quando in sua presenza.
Aggrottò la fronte e poggiò una dito sulla guancia rimuginando su quel pensiero.

Rei la fissò con la coda dell'occhio e poi sorrise nostalgico.



Non poteva sapere che quella frase celasse una verità ben più grande.











Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Dimostrazioni d'affetto ***


Dimostrazioni d'affetto













<< Che ci fai qui? >>

Masumi aveva parlato con tono grave ed autoritario e teneva un'espressione seria e convinta, però Rei non poté fare a meno di provare tenerezza.

Le stava simpatica quella ragazza. Intelligente, allegra alla mano. Nulla a che vedere col fratello.


Certo tranne quando doveva fare a botte, in quel caso diventava insopportabile. Come il fratello.

<< Ciao Sera-san >> Disse con un sorriso stampato in faccia << Potrei farti la stessa domanda >>
<< Lavoro per conto del signor Toto >> La ragazza mise le mani sui fianchi ed assottigliò gli occhi << … e sembra proprio che tu lo stia pedinando >> disse con aria sospetta ed autoritaria.


Rei socchiuse le palpebre.

<< Io lavoro per conto della sorella >> disse con tono pacato.

Sera spalancò gli occhi colta alla sprovvista, ma subito dopo mise due dita sul mento in modo da riflettere.

<< Capisco... entrambi vogliono il posto a capo dell'azienda una volta che il padre si sarà ritirato e quindi cercano delle informazioni compromettenti l'uno a scapito dell'altro >>

<< Si concordo con te >>

Masumi si sistemò il cappello blu sulla testa guardando da lontano il suo cliente.

<< Che gente... come si fa ad andare contro la propria famiglia? >>


Amuro fece spallucce.

<< Non ne ho idea... immagino che non siano molto uniti >>
<< Io non potrei mai tradire i miei fratelli. Insomma sono dei ragazzi fantastici >>


Il ragazzo mise le mani in tasca distogliendo lo sguardo.



Tappati la bocca Rei. Non fiatare Rei...



Masumi adorava i suoi fratelli, soprattutto il più grande, non ci voleva certo un intuito da detective per capirlo.
Quella volta in macchina non aveva fatto altro che cercare di attirare la sua attenzione.






<< Ne ne Okiya-san... Che fai domani? >>

Rei girò lo sguardo guardando Subaru con la coda dell'occhio, il ragazzo fece lo stesso con un'aria scocciata e forse anche vagamente imbarazzata.

Era una situazione piuttosto “simpatica”: Masumi conosceva l'identità di Subaru, Amuro conosceva l'identità di Subaru, però Masumi non sapeva che Amuro sapeva.
Sembrava una di quelle soap opere americane.

<< Devo studiare >>

Masumi si sporse nella parte anteriore dell'abitacolo reggendosi con le mani ai due sedili in modo da avvicinarsi ai ragazzi, Rei poteva vedere benissimo il canino sporgente spuntargli da sotto il labbro.

<< Amuro-san, sai che Okya san si è laureato col massimo dei voti? >>
<< Oooh? Ma che bravo Subaru-san! >>

Il ragazzo socchiuse un occhio scuotendo appena il capo.

<< Ne ne Okya-san >>
<< Sembra che qualcuno di sia presa una cotta. Nè Sera-San? >>



Vedersi puntati addosso due paia di verdissimi e minacciosissimi occhi Akai non era stato certo il massimo, ma almeno era riuscito ad ottenere il tanto agognato silenzio in quello che si stava rivelando il viaggio in macchina più lungo della sua vita.








<< Tu hai fratelli? >> gli domandò improvvisamente Masumi scuotendolo sai suoi pensieri.
<< No... >> le rispose con semplicità.
<< Sorelle? >>
<< No no... >>
<< Mh... i tuoi che tipi sono? >>

<< Non li ho mai conosciuti >>

Sera non pote fare a meno di provare tristezza. Quel ragazzo sembrava sempre tanto allegro eppure il suo passato, indiscutibilmente misterioso, le sembrava tanto triste.


In effetti non era la prima volta che gli dava quella sensazione.
Non sapeva perché ma le infondeva quel sentimento tanto amaro.

Improvvisamente udì la suoneria del suo cellulare.

<< Pronto? Shiho ciao. Dimmi tutto >>



<< Ti. Affogo. Nel. Sonno. >>


La ragazza deglutì e sbiancò.


Rei inclinò la testa, evidentemente la liceale non se n'era accorta ma il volume del cellulare era abbastanza alto affinché lui potesse udire l'interlocutrice.

<< Che è successo? >>


<< Dovevamo pranzare insieme ed invece sono sola con tuo fratello >>


Sera inspirò e deglutì nuovamente.

Rei alzò un sopracciglio.

Che curiosa reazione.


<< ... Shukichi? >>


<< No l'altro. Quello riuscito male >>


Rei soffocò una risata tossendo un paio di volte.


Sera si grattò la testa in imbarazzo.


<< Senti... ho un caso per le mani e mi sono dimenticata del pranzo... perché non fai uno sforzo e mangi con lui? So che è migliorato in cucina >>

Il biondo assottigliò lo sguardo infastidito. Francamente non capiva perché Shiho dovesse “fare uno sforzo” e passare del tempo con Akai.



Che la ragazza cercasse di combinare qualcosa col fratello?



Quel pensiero le sembrava tanto fastidioso quanto inquietante.

<< È convinto che il pollo possa essere mangiato al sangue! >>


Questa volta Rei dovette girarsi e mettersi una mano davanti la bocca per non ridere.


<< E comunque non ho intenzione di passare del tempo con lui. Me ne vado >>

Masumi sospirò vistosamente.


<< Almeno passamelo >>


Da l'altro capo della cornetta i due udirono la voce della ragazza passare dall'incazzato al sarcastico.


<< Occhio di falco... tua sorella al telefono >>


Rei dovette sgualcire la manica della sua felpa e mordersi l'interno guancia per non ridere.



<< A proposito. Guarda che ti sta controllando il pc >>


Sera spalancò gli occhi.

<< Come? >>

E per la prima volta da quando era suonato il cellulare si udì la voce di Akai.

<< Shiho quando ti ci metti sei davvero antipatica >>
<< È quello lo scopo >> disse la ragazza due secondi prima di sbattere la porta.


Ne seguì qualche secondo di silenzio in cui Amuro fissava il fratello della sua cliente, Masumi si toccava nervosamente il dentino sporgente con la punta della lingua ed Akai, sdraiato sul divano della cucina di sua sorella e con una lattina di birra sulla mano sinistra, prendeva il telefono.


<< Che? >> rispose annoiato.

<< Le hai fatto qualche battutina? >> domandò con tono dolce, quasi reverenziale.

Rei inclinò la testa. La ragazza aveva completamente cambiato atteggiamento, adesso era triste, come delusa dalla situazione.

Il tono di voce del fratello invece era sempre il solito.

<< No >>

<< Ok... senti io non dovrei finire tardi. Ti trovo ancora a casa quando torno? >>

<< No. Ho da fare >>

La reazione della ragazza fu talmente desolante che Rei fu tentato per un istante di afferrare il telefono e riempire di insulti quel maledetto.
Masumi si era limitata ad annuire ma aveva abbassato lo sguardo e stretto a pugno la mano libera.

<< Ok... va bene. Ciao >>

Poi aveva attaccato il telefono.

Rei assottigliò nervosamente lo sguardo.



Ragazzo fantastico un corno.



Masumi si accorse di essere osservata di sottecchi e fulminò Amuro assottigliando gli occhi.

<< Beh. Che c'è? >>

Rei trattenne un sorriso.



Ma chi voleva prendere in giro con quell'atteggiamento da dura?



<< Credo che mi sarebbe piaciuto avere una sorella come te >>

Masumi spalancò gli occhi arrossendo all'istante. Quella era l'ultima cosa che si aspettava di sentirsi dire.

<< Il signor Toto si sta dirigendo verso il centro commerciale. Capirai bene che devo seguirlo >> disse Amuro accelerando il passo.
<< Aspetta che intendevi con quella frase? >> Masumi gonfiò le guance mentre un dubbio si insinuava nella sua testa << Hai origliato per caso? >>

Il ragazzo aumentò il passo.

<< Ehi rispondimi! >>

Con uno scatto Masumi lo raggiunse afferrandolo per il braccio e proprio in quel preciso istante udirono due voci familiari.

<< Sera-chan. Amuro-san >>

I due si girarono riconoscendo Ran e Sonoko.

Tooru fece un gran sorriso.

<< Che sorpresa. Ciao ragazze >>

Le due guardarono alternativamente prima Tooru e poi Masumi. E la ragazza lo notò.

<< Hei ciao >> disse velocemente ben conscia che le amiche avrebbero, anzi stavano già fraintendendo tutto << Che fate qui? Noi siamo a lavoro >> si premurò di puntualizzare.

Sonoko alzò un sopracciglio dando prova evidente di non aver capito.

<< Che genere di lavoro? >> disse maliziosa.

Masumi mise le mani in tasca ed alzò la testa con aria fiera.
Diventava sempre un po' primadonna quando lavorava ad un caso.

<< Stavo svolgendo delle indagini da detective >>
<< A questo proposito, io devo andare >> disse Amuro allontanandosi.
<< Ehi … no aspetta >>

Lui accelerò il passo ed alzò la mano come cenno di saluto.

<< Ti farò sapere se ci sono novità >>
<< Ehi no! >>

Masumi fece per inseguirlo ma venne braccata dalle due amiche che la fissavano con dei fastidiosi occhi a cuoricino.

<< Uh uh... e così esci con Tooru... >>
<< No... sei fuori strada Sonoko >>
<< E su, ammettilo che hai una cotta! >>
<< Non è così >> disse guardandosi intorno << E adesso dove si è cacciato...? >>
<< E allora perché lo stai cercando? >> insistette la ragazza.
<< Perché sto lavorando e poi devo tirargli un pugno in faccia! >> sbraitò.

Rei, nascosto dietro un muretto a poca distanza dal trio, fece una piccola risata divertita.


Che caratterino...






*






<< Vacci piano col sale, fa aumentare la pressione e favorisce la ritenzione idrica. Ehi cosa pensi di fare con tutto quell'olio? >>

Shiho era a casa di Rei.
Il ragazzo stava preparando la cena con tanto di grembiule nero addosso mentre lei era seduta sul divano intenta a sfogliare una rivista, oltre che a dettar legge.

Lui sorrideva ed annuiva, poi alla minima distrazione della ragazza continuava a cucinare come faceva di solito.
Aprì il forno mettendoci dentro la teglia e impostò il timer.

<< Ci vorrà un bel po' prima che sia pronto. Ti va un the? >>
<< Si ci sto >>

Rei prese il bollitore versandoci dentro l'acqua.

<< Oggi mi sono trovato coinvolto in uno strano caso >>

Prese due le tazze dalla credenza mentre Shiho continuava a guardare senza molto interesse una nuova linea di borse.

<< Qualcosa mi dice che c'era anche Shinici con te >>

Rei sorrise divertito da quel tono sarcastico.

<< No ero con Masumi >>
<< Mh. Come mai? >>

Non avvertì alcun tipo di gelosia in quella domanda. E un pochino ci rimase male.

<< Ti ricordi di quella mia cliente che voleva controllare il fratello? La signora Toto? >>

<< Aaahi >> annuì in modo un po' infantile.
<< Beh lo stavo pedinando quando me la sono trovata davanti, anche lei stava svolgendo delle indagini. Quella ragazza mi ha dato parecchio filo da torcere >>
<< Quando c'è di mezzo un caso diventa invasata come tutti i detective >>

Rei ignorò la frecciatina e continuò a parlare.

<< Figurati che ad un certo punto ero convinto di averla seminata invece me la sono ritrovata nel bel mezzo dell'indagine. È brava >>
<< Si ha un gran talento >> disse con un sorriso compiaciuto.
<< ... anche se ho avuto la sensazione che comunicasse con suo fratello durante le indagini >>
<< Probabile. Shukichi le da sempre volentieri una mano >>


Rei fece una piccola pausa prima di risponderle non celando un sorrisino antipatico dato che le dava le spalle e Shiho non poteva vederlo.

<< Ma no il mejin... l'altro... come si chiama? >> portò un dito sulle labbra facendo il finto innocentino << Forse “Occhio di falco”? >>

Shiho arrossi ed alzò la testa guardando dritto di fronte a se.

Ecco dove voleva andare a parare.

<< Come? >>


Rei ridacchiò.

<< Hai origliato la telefonata? >> domandò la ragazza per nulla contenta.
<< Non è colpa mia se il volume del suo cellulare era alto... Come ti è venuto in mente di chiamarlo così? >>
<< Non ne voglio parlare >> soffiò secca.
<< E come mai eri a casa da sola con lui? >>
<< Perché stavo aspettando Masumi. Se devi origliare fallo bene la prossima volta >>

In realtà aveva fatto quella domanda perché sperava che si tradisse. Dato che il trucchetto non aveva funzionato decise di essere più diretto.

<< Seriamente come mai tutta questa confidenza? >>

La ragazza roteò gli occhi al cielo seccata.

<< Ti ho detto che non ne voglio parlare >>

Rei prese il cofanetto con le bustine di the e tisane mettendolo sul tavolo e sistemò le tazze.

<< So che vi conoscete, ma non pensavo a tal punto da inventare nomignoli... >> continuò cercando di carpire qualche informazione in più.

La ragazza soffiò con le narici poi gettò malamente la rivista sul tavolino.

<< Sei scemo o sordo? >>

Rei sistemò il piano cottura in silenzio decidendo saggiamente di non proseguire oltre.


Che caratterino...







*







Una volta pronta l'acqua il ragazzo spense il fuoco e si avvicinò alla tavola.

<< Com'è andata all'università? >>

Shiho era seduta compostamente sulla sedia prese una bustina dall'apposito contenitore versandola nell'acqua calda.

<< Bene. Anche se non capisco com... >>

Si bloccò guardandolo con orrore.

<< Che c'è? >> domandò Rei stranito da quella reazione.
<< Hai messo il latte nel the >>

Il ragazzo guardò la tazza e poi la piccola caraffa col latte.

<< Si. E allora? Mi piace. Gli da un gusto più rotondo >>


La ragazza fece una smorfia disgustata.

<< Bleh... che gusti orribili >>
<< Disse la fan di Yoko... >> Rei celò un sorrisetto dietro la tazza di the poco prima di sorseggiarlo.


La ragazza arrossì appena.

<< Ancora con questa storia? >>
<< Era solo una semplice costatazione, perdonami se sono ripetitivo. Non possiamo essere tutti arguti e brillanti come Occhio di falco >> disse con un sorrisetto divertito.

Lei assottigliò lo sguardo emanando un ringhio appena percettibile.






*






Shiho Miyano non era una donna normale.

Lei non picchiava, raramente urlava e meno ancora piagnucolava o piangeva.
Quindi, quando si arrabbiava, si innervosiva o semplicemente si indispettiva, le alternative erano o occhiate omicide o peggio dei veri e propri attentati domestici.




Tipo il peperoncino nel the.




Rei spalancò gli occhi e portò una mano alla bocca correndo verso il bagno.

Si era distratto solo per un paio di minuti per prendere un po' di miele e qualche fetta di limone.

Shiho fece un sorrisetto malioso e soddisfatto, accavallò elegantemente le gambe e si leccò le labbra prima di poggiarle sul bordo della tazza.



Perché in fondo il peperoncino, per lei, è una dimostrazione d'affetto.
















Angolo dell'autrice

Eh si Rei non è a conoscenza della parentela e Shiho non ci tiene molto a svelare il mistero. Dopotutto come ben sapete, la scienziata è una persona molto mooolto riservata.
Spero che il capitoletto vi sia piaciuto. Grazie a tutti.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Tropical land ***


Tropical land












Shiho si biascicava a passi lenti ed incerti verso il bagno di casa desiderando ardentemente una superficie morbida dove sdraiarsi.

Era tornata tardissimo da lavoro. Si era struccata in modo molto superficiale e si era gettata a letto senza nemmeno mettersi il pigiama sprofondando in un sonno profondo.





*





Quando aprì gli occhi vide i vestiti del giorno prima gettati sulla sedia davanti la scrivania, la manica della camicetta azzurra lambiva per terra, il reggiseno era sulla tastiera del pc fisso, la borsa gettata in un angolo.
Per il resto la stanza era in perfetto ordine ed il sole era alto nel cielo.

Sbadigliò sbattendo lentamente gli occhi e strusciò il viso contro il morbido cuscino.

Il sole era alto nel cielo.

Spalancò gli occhi e si mise a sedere di scatto guardando l'orologio nel suo cellulare: era tardissimo.

<< Oh dannazione >>

Mandò un messaggio ad Ayumi e si infilò sotto la doccia.
Quando ne uscì vide che la bambina le aveva risposto già da cinque minuti.



"Saremo li tra dieci minuti"



Scoccò la lingua contro il palato.
Fantastico in pratica erano già dietro la porta... sperava solo che il dottore li distraesse con qualche indovinello.

Si vestì in fretta e furia con i capelli ancora umidi.

<< Quelle pesti me lo rinfacceranno a vita... >> mormorò tra se e se.

Si mise un paio di pantaloncini jeans ed una maglietta corta. Già ci sarebbe stato caldo al parco divertimenti, in più i tre l'avrebbero trascinata a destra e a sinistra, quindi meglio star comodi e leggeri.

Sentì suonare al campanello.

<< Fantastico e io devo ancora preparare la borsa... >>

Il campanello suonò nuovamente.

<< Agasa puoi aprire tu? >> disse ad alta voce.

Nessuna risposta.

<< Bene... iniziamo a preoccuparci anche per l'udito... >> mormorò seccata.

Salì velocemente le scale.

<< Agasa ma almeno sei pronto? I bambini sono... >> aprì la porta e spalancò gli occhi << ...qui >> terminò la frase con un filo di voce.

Di fronte a se il giovane cameriere del poirot, vestito con una maglietta bianca, pantaloni corti al ginocchio e scarpette da ginnastica, la guardava sorridente.
Dietro di lui i fantomatici tre bambini.

<< Buongiorno doc >> disse Amuro con tono allegro.
<< Cosa...? >> disse Shiho completamente spiazzata e guardò i bambini in cerca di risposte.

Ayumi rispose entusiasta coi pugnetti vicino la faccia.

<< Il dottor Agasa è dovuto partire per lavoro e quindi Tooru ci accompagna >>

Giusto. La ovvia conseguenza.

<< Allora andiamo? >> disse Genta sistemandosi lo zainetto sulle spalle.

Shiho deglutì ancora spiazzata dalla situazione.

<< Io... si ... due minuti. Devo finire di prepararmi >>
<< Fa presto... io ho fame e voglio mangiare i nuovi gelati che fanno li >>

Fece cenno di entrare.

<< Ci metto due minuti giuro >>





*





Una volta dentro la villetta Rei si guardò intorno: davvero una bella casa, forse con qualche aggeggio strano qua e la, ma comunque molto carina.

I bambini si sedettero sul divano parlando tra loro della giornata che li attendeva.

Shiho gettò un borsone sul suo letto e iniziò a riempirlo.

Maglietta di riserva, asciugamani -perché sicuramente almeno uno di loro si sarebbe sporcato (ogni riferimento a Genta è puramente casuale)- crema solare...
Aprì un cassetto alla ricerca dei cappellini.

<< Serve una mano? >>

Sobbalzò e girò velocemente la testa. Rei era poggiato contro lo stipite della porta con le braccia incrociate.

<< No. Ho quasi fatto >>
<< Ok... >>

Mentre lei rovistava tutta trafelata Rei aveva preso a guardarsi in giro ed a giocherellare con una fotografia posta vicino al comodino.
La ragazza se ne accorse.

<< Che ci fai qui? >>

Il ragazzo inclinò la testa.







Il giorno prima.





I bambini stavano mangiando un gelato insieme al dottor Agasa al poirot. I tre erano visibilmente allegri e pimpanti, come se non stesero più nella pelle per l'attesa di un evento divertente, e questo destò la curiosità di Azusa.

<< Come mai tanto contenti bambini? >>
<< Domani andiamo a Tropical Land! C'è una nuova attrazione e hanno ingrandito anche le montagne russe! >>

Il dottor Agasa sbiancò.

<< Ragazzi... >> disse con voce grave.

I tre si voltarono.

<< Si? >>
<< Ve l'avrei detto una volta tornati a casa... domani devo andare da un cliente e non potrò accompagnarvi >>

Le facce deluse di quei bambini avrebbero fatto sciogliere il cuore di chiunque.

<< Come no? >>
<< Ma ce lo aveva promesso... >>
<< Beh se proprio no può venire, può accompagnarci Shiho-nee >> disse Mitsuiko con un piccolo sorriso stampato in faccia.
<< Spiacente la macchina mi serve bambini. E di sicuro non potere viaggiare tutti sulla moto >>
<< Però... noi ci tenevamo tanto... >> iniziò a piagnucolare Genta.
<< Bambini... >> mormorò il professore non sapendo che inventarsi.

I tre presero a lamentarsi.

<< Ero riuscita a convincere Shiho ad andare sulla giostra coi cavalli... >> mormorò Ayumi con aria mesta.
<< Mia madre dice sempre che una promessa è una promessa! >>

Stavano iniziando a uscire i lacrimoni.

<< E se vi accompagnassi io? >>

I tre si voltarono incrociando il gran sorriso del cameriere biondo.

<< Davvero? >>
<< Domani è il mio giorno libero... e il maestro Goro ha un impegno quindi non potrà darmi alcuna lezione. Per lei ci sarebbero problemi Agasa-san? >>

L'uomo scosse la testa. Shinichi gli aveva rivelato la sua identità e sapeva che i bambini sarebbero stati in ottime mani, inoltre non era la prima volta che il ragazzo se li trascinava per le vie della città.

Amuro sorrise ai tre bambini.

<< Allora piccoli ci vediamo domani >>






Shiho continuava ad osservarlo con insistenza in attesa di una risposta e Rei alzò la testa accennando un sorriso.

<< Ti ha già risposto Ayumi. Agasa non c'è e vi accompagno io >>

Shiho alzò il capo fulminandolo con uno sguardo alla "non pensaci nemmeno a trattarmi da scema" e Rei afferrò all'istante.

<< Ieri il dottore ha dato la brutta notizia al Poirot. I piccoli l'avevano presa molto male e visto che oggi non avevo nulla da fare mi sono offerto di dar loro un passaggio >>

Shiho lo squadrò per due secondi e poi si voltò a rovistare per i cassetti apparentemente soddisfatta dalla risposta.

<< Molto gentile da parte tua >>

Finalmente trovò i cappellini.

<< Senti... giusto per conferma... sicuro non ci siano problemi? Per il lavoro intendo... quel posto è stato sotto la loro attenzione per un po' >> domandò già pronta a munirsi di occhiali da sole e cappello e, in casi estremi, ad elaborare una scusa convincente per non andare.

Rei fece spallucce.

<< Ah! Credo che a Korn sia passata la voglia di salire sulle giostre >>

Shiho si voltò verso di lui allibita. Non pensava che fosse al corrente di certi dettagli.

<< L'intera area è al sicuro. Non ci sono pericoli >> precisò per tranquillizzarla.

Lei annuì sollevata da quelle parole.
In effetti, a pensarci razionalmente, se ci fosse stato anche il minimo segno di allarme lui o Shinichi avrebbero fatto di tutto per allontanare i bambini dalla zona. Ma lei era sempre molto ansiosa se si toccavano certi tasti.

<< Va bene, allora andiamo >>






*






Il parco era enorme e stracolmo di gente.
L'imponente fontana al centro imperava sulla scena e i divertenti giochi d'acqua che zampillavano al centro attiravano immediatamente l'attenzione.

I bambini erano elettrizzati: si guardavano intorno con gli occhi spalancati e carichi di entusiasmo.

<< Siii andiamo sulle montagne russe >>
<< Ma io ho fame >>
<< Se mangi ora poi rischi di sentirti male sulle montagne russe >> disse Mitsuiko ammonendo il suo amico.

Rei sorrise divertito dal tenero quadretto.

<< Potremmo mangiare qualcosa e andare su giostre più tranquille. Ayumi ieri pomeriggio parlavi di un cavallo vero? >>

Shiho socchiuse gli occhi in due fessure.


Ok lo avrebbe ucciso. Deciso.


<< È vero! Shiho mi hai promesso di andare sulla giostra >> disse la bambina ricordandosi della promessa.
<< È vero >> confermò Mitsuiko.
<< Io non ho fame ci andiamo subito? >> domandò la bambina tirandola per la mano.
<< Ma certo tesoro... >>

La ragazza prese la crema solare dal borsone che Rei si era offerto di portare per tutta la giornata, non ricordava esattamente quando o come, però stava là, appeso sulla sua spalla, quindi...

<< Divertiti sul cavallo >> disse facendole "ciao ciao" con la mano.

Shiho gli diede un pizzicotto sul braccio e gli sorrise forzatamente.

<< E tu con i ragazzi... buona fortuna >>

Aggrottò la fronte stranito.


"Buona fortuna"?


Che cosa potevano combinare due innocenti bambini?






*






Shiho teneva per mano Ayumi mentre entrambe si dirigevano sulla giostra dei cavalli, una volta lì si misero a fare la fila.

La giostra era carina, grande, colorata, con un sacco di cavalli, unicorni, persino un piccolo panda.

Abbassò lo sguardo su Ayumi, la bambina guardava quei buffi animaletti ondeggiare a ritmo di un'allegra canzoncina. Sembrava non stare più nella pelle.

Un ragazzo con la divisa coi colori del parco si avvicinò alle due.

<< Signorine tocca a voi >>
<< Allora Ayumi qual è il cavallo su cui vuoi salire? >>
<< Quello bianco con la criniera rosa! Quello lì. E tu ti metti su quello accanto... mi tieni la mano? >>

Non riuscì a non sorridere intenerita.

<< Ma certo piccola >>





*






Rei aveva accompagnato i due bambini in una gelateria dove Genta non si era fatto problemi ad ordinare in enorme gelato con tre gusti, panna, zuccherini, due cialde ed un ombrellino.
Quando il ragazzo si recò alla cassa si domandò se stesse pagando solo un gelato o quello di un'intera scolaresca.

Poi erano andati a fare la fila per un gioco con le pistole ad acqua.

<< Ragazzi tocca a voi. Scegliete una pistola >>

Genta si passò il gelato da una mano a l'altra rovistando tra le tasche.

<< Aspetta non trovo il gettone >>

Nella foga il sul gelato alla crema si spalmò felicemente sul pantalone di Rei.

<< Oh Amuro-no-nii-chan scusa >>

Una bella macchia gialla.

Rei prese un fazzoletto cercando di minimizzare il danno.

<< Sono cose che capitano Genta. Tranquillo >>






*







<< Shiho-nee-chan andiamo a vedere gli animali? >>
<< Ma certo >>

Aiumi teneva per mano Shiho senza allontanarsi mai da lei. Anche quando vedeva qualcosa che la incuriosiva molto.
La bambina sembrava adorare la sua compagnia e Shiho ne era felice.


Era come una tenera e dolce sorellina.


Arrivarono verso la zona dove era permesso di giocare coi cuccioli e francamente in quell'istante un occhio esterno non sarebbe riuscito a distinguere chi tra le due fosse la bambina.
Entrambe presero un cucciolo in braccio. Ayumi un barboncino bianco mentre Shiho si mise a coccolare un piccolo gattino color crema tigrato.

<< Guarda quanto è carino >>
<< Il micino fa le fusa >>

Ayumi fece saltellare il cagnolino e quando questo si mise ad abbaiare alzandosi su due zampe entrambe si misero a ridere.






*






Rei stava dribblando una folla guardandosi intorno come un furetto.


Si era distratto solo due secondi!


<< Che forza le pistole laser! >>
<< Guarda c'è un negozio di giocattoli >>
<< Bambini non correte! >>

Ok poteva capire Mitsuiko ma Genta... come diamine faceva a correre così velocemente?

Finalmente riuscì a raggiungerlo.

<< Genta ti avevo detto di non allontanarti >> disse sentendosi a corto d'aria.
<< Ma volevo vedere i giocattoli >>
<< Si ok. Ora li hai visti >>
<< Me ne compri uno? >>


Seriamente?






*






<< Guarda che dolci quei cuccioli. Uh. Un coniglietto! >>

Shiho in quel momento si trovava nel suo piccolo paradiso privato: era circondata da cuccioli insieme alla sua piccola amica.


Quando era diventata quel genere di ragazza?


Prese in braccio il coniglietto che la bambina desiderava tanto farle vedere e si mise ad accarezzarlo.

Ayumi la guardava con un sorrisone stampato sulla faccia.

<< Grazie per avermi accompagnata Shiho-nee. Mi sto divertendo un mondo >>
<< Anche io piccola >>

La bambina abbassò il capo come a voler prendere coraggio e poi la guadò fissa negli occhi.

<< Shiho? >>
<< Si? >>
<< Ti posso abbracciare? >>

Shiho arrossì.


Seriamente, quando era diventata quel genere di ragazza?


Si chinò sulle ginocchia ed allargò le braccia.

<< Ma certo >>





*






Aveva impiegato diversi minuti a convincere Genta che prima dovevano trovare il terzo elemento e poi, forse, avrebbero scelto un giocattolo.

<< Mitsuiko dove ti sei cacciat...? >>

All'improvviso sentì un violento colpo alla testa.

Si massaggiò con forza la zona dolente e poi guardò a terra per capire cosa l'aveva colpito: era un cellulare.
Alzò la testa e vide il ragazzino con le lentiggini arrampicato sul ramo di un albero.

<< Scusa sono salito quassù perché volevo scattare delle foto >>

Ok, seriamente, lui era un agente di polizia sotto copertura.
Era addestrato ad ogni genere di situazione: sparatorie, torture, inseguimenti...
Dieci anni dentro al mib e nemmeno un graffio. Mezza giornata con quei due bambini e rischiava una commozione celebrale.

<< Adesso scendi >>
<< Non ce la faccio. Ho paura >>


Seriamente?!


Rei mise le mani sui fianchi e sospirò.

<< Ok resta fermo lì. Ti vengo a prendere >>
<< Io intanto vado a vedere i giocattol... >> disse Genta preparandosi a scattare.
<< NO. Sta fermo qui >>






*






Dopo aver giocato con gli animali a Shiho ed Ayumi venne fame.
Le due presero un gelato sedute su un tavolino di un bar vicino ad un laghetto con le paperelle.
La ragazza abbozzò un sorriso vedendo quei buffi uccelli giocherellare sull'acqua.
Si domandò se Rei si stesse rilassando come stava facendo lei.

<< Shiho >>
<< Si Ayumi? >>
<< Mi piace un sacco stare con te >>
<< Grazie tesoro. Che ne dici se dopo il gelato andiamo a fare shopping? >>

Ayumi stava per rispondere quando un bel ragazzo si avvicinò alle due.

<< Signorine? >>
<< Kawaii... >> mormorò la bambina arrossendo.

Il ragazzo la guardò sorridendole e portando una mano dietro la nuca.

<< Grazie piccoletta. Anche tu sei molto carina >>

La bambina arrossì come un peperone.

<< Grazie >>
<< Lei è tua sorella? >> chiese guardando di sottecchi Shiho.
<< Iee è una mia amica >>
<< E la tua amica per caso mi direbbe come si chiam...? >>
<< No >> rispose Shiho glaciale.





*





Seduto. Grazie al cielo.

Finalmente i due ragazzini si erano dati una calmata e si erano seduti su una panchina, Genta giocava col suo robottino e Mitsuiko sfogliava il suo nuovo libro.

Rei aveva le braccia poggiate allo schienale della panchina e guardava distrattamente il cielo.
Pensò che in fondo in fondo Goro non aveva tutti i torti ad incazzarsi a morte quando vedeva i bambini girovagare intorno a lui.

Improvvisamente una donna si avvicinò ai tre.

<< Oh che bei bambini >>

Rei si sedette più compostamente.

<< Già... anche vivaci. Salutate bambini >>
<< Saaalve! >> dissero i due in coro.
<< E la madre dov'è? >>

Il biondo fece spallucce.

<< Ah non lo so. Immagino che siano a lavoro a quest'ora >>

La signora si fece subito seria.

<< Oh... ho capito la situazione. Lei è un uomo coraggioso >>

Aggrottò le sopracciglia confuso, poi capì.

<< No. Guardi che non è come pensa... >>
<< Stia tranquillo. Non si deve vergognare. Anzi, dev'essere orgoglioso di se stesso >>

E così dicendo gli allungò una banconota e se ne andò.
Rei abbassò lo sguardo guardando la banconota nella sua mano destra.



Ma che diamine...?






*





Quando i due gruppi si rincontrarono era pomeriggio inoltrato.Shiho spalancò gli occhi incredula.

I due bambini erano tutti contenti e sfoggiavano nuovi giocattoli e souvenirs, ma Furuya aveva un aspetto davvero disastrato.
Era sudato, stanco, bagnato fradicio e con una bella macchia sul pantalone.

Stava mostrando molta resistenza nel trattenere una risata.

Non appena intravide i suoi amici Ayumi si mise a correre verso di loro per raccontare tutta contenta la sua giornata.

<< Siamo andate sulla giostra... poi a vedere gli animali... abbiamo mangiato il gelato.... >>
<< Anche io ho mangiato il gelato >> disse Genta tutto entusiasta.
<< Poi siamo andate a fare shopping. Abbiamo comprato tante cose belle. E voi? >>

Genta mise in bella mostra il suo giocattolo robot.

<< Io ho un giocattolo nuovo >>

Mitsuiko aprì la sua borsa prendendo un quaderno.

<< Ho scattato delle foto bellissime e poi siamo andati a farle stampare. Guardate che bello il mio album! >>

Shiho inclinò la testa di lato e con la coda dell'occhio vide Rei trattenere uno sbadiglio.
Si avvicinò ai tre poggiando le mani sulle ginocchia.

<< Ragazzi che ne dite di tornare a casa adesso? >>
<< Haaai! >>





*





Il tragitto iniziale verso casa era stato decisamente rumoroso, i bambini parlavano contemporaneamente e cercavano di attirare l'attenzione dei due adulti.

Shiho annuiva rispondendo alle loro domande mentre guardava con la coda dell'occhio Rei. Lui era taciturno e fissava la strada con un'aria un po' stanca, anzi stralunata.

Quando arrivarono a casa il sole era calato del tutto ed all'interno dell'abitacolo aleggiava il silenzio più totale.

<< Che combinano la dietro? >> domandò Rei guardando dallo specchietto retrovisore.
<< Si sono addormentati. Sto mandando un messaggio ai loro genitori per avvertirli che dormono da me. Mi aiuti a portarli a letto? >> domandò Shiho a bassa voce.
<< Certo >>





*





Shiho aveva rimboccato le coperte ai bambini e poi si era seduta accanto a Rei sul divano.
Il ragazzo stava sorseggiando un caffè.

<< Hai un aspetto orribile >> disse senza mezzi termini.
<< Grazie. Come sei gentile >> rispose sarcastico abbozzando un sorriso.

Shiho poggiò una mano sulla sua guancia e si avvicinò alle sue labbra dandogli un lento e morbido bacio.

<< Com'è andata oggi? Ho sentito le versioni dei ragazzi ma tu non hai detto una parola >> domandò con la mano poggiata sulla sua spalla.
<< Mai sottovalutare un avversario >>

Ridacchiò.

<< Si... possono essere un po' troppo pimpanti a volte ... >>
<< Sgattaiolavano ovunque... peggio di Conan davanti ad una scena del crimine >>

E Shiho rise nuovamente.

<< Oh santo cielo inizi a parlare come Goro >>
<< Beh comincio a compatirlo quel pover'uomo >>

Alzò prontamente la mano puntando l'indice a pochi centimetri dal suo naso.

<< No! Non diventare come Goro >>

Risero entrambi e poi si guardarono negli occhi.
Rei poggiò la tazza sul tavolino e si sporse in avanti dandole un altro bacio, poi un altro e poi poggiò le mani sui suoi fianchi.

<< Sai... non mi va di lasciarti sola soletta in questa grande casa... >> disse contro le sue labbra.
<< Ci sono i bambini... >> mormorò Shiho con gli occhi chiusi.
<< Appunto. Se ci fossero pericoli dovresti difenderli tu. E chi difenderebbe te? >> chiese con voce calda.
<< Rei... ci sono i bambini >> disse in modo più eloquente aprendo gli occhi ed allontanando la sua mano che stava scivolando sotto il lembo del pantaloncino.
<< Potrei trarre la conclusione che se non ci fossero... >>
<< Se usi troppo il cervello rischi di diventare calvo >> disse spingendolo senza esercitare molta forza.

Rei ridacchiò.

<< Ok va bene... va bene... >> si alzò prendendo la sua giacca << Ci vediamo domani? >>

Shiho annuì dandogli un dolce bacio sulla guancia e poi un altro veloce a fior di labbra.

<< E adesso fuori da qui. Voglio andare a dormire >>









Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Doppi sensi ***


Doppi sensi













Era un tranquillo martedì nella residenza del dottor Agasa.
Shiho stava giocando ad un nuovo videogioco creato dal dottore insieme ai piccoli detective.

<< Quanto sei brava Shiho... sei un vero portento >>

La ragazza non poté fare a meno di sorridere: Mitsuiko faceva parte della squadra avversaria eppure non la finiva di farle i complimenti.

<< Ho solo avuto modo di fare pratica. Attento al fantasmino... >>
<< Ah. Evitato! >> urlò il bambino con un gran sorriso.

Genta si portò una mano sullo stomaco.

<< Io comincio ad avere fame >>
<< Già pure io... che si mangia dottore? >> domandò Ayumi.
<< Ecco... vediamo che cosa ci propone la cuoca >>

La cuoca in questione mise in pausa ed alzò la testa.

<< Che ne dite di mangiare fuori? È una bella giornata >>
<< Si. È una bella idea >> disse Mitsuiko con un po' troppa foga sorridendole con aria sognante.

Shiho non ci fece molto caso e spense il gioco dopo aver salvato gli ultimi dati.

<< Ok andata. Preparatevi >>

I tre bambini si alzarono rassettando la stanza. Abitudine che avevano iniziato a prendere nell'ultimo periodo grazie alla presenza della ragazza.

<< Agasa paghi tu? >>
<< Solo se posso prendere almeno due portate >>

Shiho lo fissò dritto negli occhi portando le mani sui fianchi.

<< Al massimo due. E devi scegliere: o cibo fritto o il dessert >>
<< Uff... abbi pietà >>







*









<< Bambini allora andiamo? >>
<< Siii si mangia! >>

Erano quasi tutti davanti la porta quando Shiho si accorse dalla mancanza della bambina.

<< Ayumi? >> Si guardò intorno << Dove sei piccola? >>
<< Sono qui... >>

La bambina si trovava in bagno e continuava a dannarsi con la sua fascia per capelli che, nonostante i vari tentativi di fare un fiocco ben stretto, continuava a caderle.
Quando si accorse della presenza della ragazza le si avvicinò con la fascia in mano.

<< Shiho-nee-chan mi aiuti? >> chiese con i suoi grandi occhioni celesti.

Quella bambina era una delle poche persone che riuscivano a fare intenerire Shiho a tal punto da farle quasi cambiare personalità.
Quando si era presentata davanti a lei nella sua vera forma aveva paura che la bambina la giudicasse troppo seria, troppo antipatica.
Temeva che il loro rapporto sarebbe finito, ed invece la piccola l'aveva accolta a braccia aperte, le sorrideva sempre, chiedeva consigli su come vestirsi o come comportarsi, voleva stare con lei e le chiedeva sempre di uscire a fare compere o di giocare.
Poi quando le aveva chiesto se poteva chiamarla nee-chan le erano quasi uscite le lacrime dagli occhi.

<< Ma certo tesoro >>

La ragazza le sistemò la fascia tra i capelli facendole un fiocco laterale.

<< Ce ne dici? >>

La bambina si guardò allo specchio analizzando il suo riflesso.

<< Kireeè! Grazie Shiho-nee-chan >> disse abbracciandola.

Shiho sorrise e ricambiò l'abbraccio.

<< Dammi la mano su >> disse alzandosi ed allungando il braccio.

La bambina afferrò la mano della ragazza ed insieme si recarono verso la porta dove ad attenderle c'erano già pronti Agasa ed i due ragazzi.

<< Dove andiamo? >> chiese Mitsuiko sistemandosi un bottone della camicia.

Sul viso di Genta si tinse un gran sorriso.

<< Io ho un'idea! >>









*









Ormai il Poirot era il locale di ritrovo dei giovani detective, dei liceali dell'istituto Teitan e anche di alcuni studenti universitari.
E visto che quel particolare giorno era festivo si erano ritrovati tutti lì.

Subaru era seduto dietro il tavolino in un angolo intento a sorseggiare una lattina di caffè mentre sfogliava il giornale, questo almeno era quello che stava facendo prima di essere puntato da Shinichi che si era prontamente staccato dal gruppo delle ragazze per andare a parlare con lui dei libri di Holmes.
Sera, Sonoko e Ran si erano sedute attorno ad uno dei tavolini vicino la finestra e chiacchieravano animatamente.

Amuro ed Azusa erano intenti a verificare le ordinazioni.

<< Tooru non so come dirtelo ma abbiamo finito le scorte di cioccolata... >>

Il ragazzo ridacchiò grattandosi la guancia destra. Forse proporre la torta al cioccolato in un posto frequentato da tante liceali dipendenti dagli zuccheri raffinati non era stata una trovata geniale.
Più che altro perché sarebbe toccato a lui la corsa per fare rifornimento al supermercato.

<< Ho una fame! >> disse Genta entrando tutto allegro dentro il bar.

E in quel preciso istante Azusa guardò Amuro con un eloquente sguardo alla "va a cambiarti che devi correre a fare la spesa".

Il Dottor Agasa si accomodò attorno al tavolino accanto a quello delle ragazze.

<< Salve >>
<< Salve a lei dottore >>
<< Ehi Shiho vieni qui >> disse Masumi indicandole il posto vuoto accento a lei.

Perché aveva proposto di mangiare fuori? Ah si le scocciava cucinare.
E per legge del contrappasso adesso le toccava quella situazione.

<< Iee... preferisco stare accanto ad Agasa >> disse fissando prima il menù e poi il professore << Non ti dispiace vero dottore? >> proferì con quella punta di sarcasmo che tanto la caratterizzava.

L'uomo sospirò.

<< Ma certo che no Shiho cara >>
<< Ok allora vengo io >> disse tutta allegra la più giovane degli Akai.





*







Dopo il terzo giro di ordinazioni Ran e Sonoko si misero a parlare dei nuovi amori che si stavano formando nella loro classe.

<< E perché quel tizio con le lentiggini che ci prova con Sana? Ne vogliamo parlare? >>
<< Eeeh quando un ragazzo è innamorato si vede subito >>

Shinichi non poté far a meno di alzare gli occhi al cielo.

<< A proposito... secondo me Subaru ha una cotta per Shiho >> mormorò improvvisamente Sonoko alle due ragazze convinta che non la sentisse nessuno.

Quella semplice frase provocò molteplici reazioni: Rei si irrigidì e socchiuse gli occhi, Subaru non poté fare a meno di sentirsi a disagio e nascondersi dietro alla lattina di birra che aveva ordinato iniziando a sorseggiarla lentamente, Masumi diventò rossa come un pomodoro dato che sapeva benissimo chi si celasse dietro l'universitario.

<< Dici? >> mormorò Ran portando una mano sul viso.

Il giovane cameriere chinò il capo mettendosi a lavare i piatti.

In effetti anche lui aveva il forte dubbio che le cose stessero così.
Akai e Shiho erano molto vicini, si conoscevano sin dai tempi dell'organizzazione, Shiho gli aveva dato addirittura un nomignolo, cosa che gli faceva saltare i nervi in modo indicibile, e Masumi sembrava voler fare di tutto pur di vederli insieme.
Oltre al resto, Shuichi era noto per essere un gran don Giovanni e sapeva bene quanto fosse attratto dalle Miyano.

Prese un panno mettendosi ad asciugare i bicchieri con rabbia.

<< Naaa ma che vai dicendo... >> cercò di divagare la piccola Akai.
<< Massì... sta sempre a fissarla... cerca sempre di parlare con lei alle volte facendo delle battute davvero ridicole... >>

Shinichi guardò Subaru mettendosi ridacchiare.
Il diretto interessato stava per parlare quando venne interrotto.

<< Troppo poco biondo... >>

A parlare questa volta era stata Shiho.
Ed anche questa volta le reazioni furono diverse e molteplici: Subaru si girò a guardarla aprendo un occhio, Sera aggrottò le sopracciglia, Rei avvertì uno strano senso di tachicardia.

Sonoko portò una mano davanti agli occhi per la vergogna, forse era arrivato il momento di controllare il suo tono di voce.

<< Intendi dire che dovrei tingermi i capelli per attirare la tua attenzione signorina? >> chiese Subaru prendendola in giro.

Rei drizzò le orecchie ed assottiglio gli occhi, sentì che le mani gli prudevano.
Lei continuava imperterrita a sfogliare la sua rivista "com com".

<< Intendo dire che io sono troppo poco bionda per i tuoi standard >> disse con tono sprezzante facendo un evidente riferimento a Jodie << Però se non ti sbrighi a fare la tua mossa prima poi quella poveretta si stancherà e cercherà attenzioni altrove... >>

Le tre ragazze, soprattutto Sera, si voltarono a guardare l'affascinante studente universitario che intanto aveva stretto la mano molto forte.

<< Quindi ti piacciono le bionde Subaru-san? >> domandò Sonoko.
<< E chi sarebbe questa "poveretta bionda" di cui parla Shiho? >> chiese con un tono un po' troppo indagatorio Masumi.

Il ragazzo si voltò concentrandosi nuovamente sulla sua lattina, e Shinichi non poté fare a meno di notare un leggero rossore sul suo viso.

<< Lasciamo perdere >>

Rei guardò di sottecchi Shiho che intanto ghignava divertita.

Lei si era accorta di essere osservata ed incrociò volutamente il suo sguardo con aria vagamente maliziosa.

Rimasero a fissarsi per una manciata di secondi, cosa che turbò il ragazzo, poi Shiho si alzò dal tavolino avvicinandosi al bancone e si piegò in avanti prendendo un tovagliolino di carta.

<< Non fare quella faccia. È anche troppo poco... abbronzato... per i miei standard >> bisbigliò quando fu abbastanza vicina al suo orecchio.

Rei rimase imbambolato un paio di istanti, tempo che lei impiegò a prendere il fazzoletto, tornare al suo posto e riaprire la rivista.

Batté due volte le palpebre e poi scosse la testa ridacchiando mentre si toglieva il grembiule per andare a fare la spesa.






















Angolo dell'autrice.

Rei lo può fare ingelosire solo Shiho e solo alle sue condizioni.
Titolo fuorviante lo so...

Piaciuto questo capitoletto? Spero di si.
Grazie a tutti i lettori.
Ciao ciao.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Presentazioni ***


Presentazioni














Shinichi e Shino si trovavano al campetto del parco pubblico vicino casa.

Non era insolito per loro due, di tanto in tanto giocavano a calcio, beh per la precisione facevano qualche palleggio in memoria dei vecchi tempi.
In più era un'occasione per stare insieme, solo loro due, e scambiare quattro chiacchiere.

Shiho fece rimbalzare due volte la palla sul ginocchio sinistro e poi la calciò in direzione della porta ma essa venne prontamente bloccata dal ragazzo.

<< Ne devi fare di allenamenti prima di fregarmi >> disse con un sorrisetto stampato in faccia.
<< Solo in questo caso Sherlok... >>

Shinichi ridacchiò.

Anche se non passavano tutto il tempo che passavano quando avevano le sembianze di due bambini, Shiho continuava ad avere un posto importante nella sua vita.
Ricordava ancora quando gli aveva chiesto di andare a casa sua circa due anni prima.















Non era insolito che lo facesse ma quel giorno era particolarmente nervosa e lui non era riuscito a capirne il motivo.
Poi erano scesi nel seminterrato, lei aveva una pillola e se la rigirava tra le mani.

La guardò stupefatto.

<< Hai deciso di prenderla? >>

Lei fissò il piccolo oggetto umettandosi le labbra.

<< Si >>

Ci fu un momento di silenzio.

<< Shinichi... >>
<< Si? Dimmi >>

Dato che la bambina non gli rispondeva il ragazzo si piego sulle ginocchia cercando di analizzare il suo viso.
Improvvisamente lei lo guardò fisso con gli occhi tremanti.

<< ... mi starai vicino? >>

Il ragazzo la guardò con dolcezza.

Sapeva che aveva paura, per lei era un salto enorme.
Avrebbe assunto le sue vecchie sembianze ma per lei sarebbe stata una vita del tutto nuova.

La abbracciò incurante delle sue poteste e dei suoi spintoni.

<< Non ti lascerò da sola. Mai. Te lo prometto >>
















<< Allora come va con la nuova vita? >>

Shiho si irrigidì colta dal dubbio che il ragazzo avesse scoperto tutto.
Dopotutto il suo acume non era da sottovalutare.

<< ... che intendi? >> disse cercando di risultare il più naturale possibile.
<< Intendo col tuo lavoro... non parli mai dei casi di cui ti occupi >>

La ragazza emise sospiro di sollievo interiore.

<< Questo perchè non sono una narcisista come te >>

Lui gonfiò le guance guardandola con aria truce, immediatamente dopo sospirò concentrandosi a guardare la palla.

<< Ma sarebbe divertente. Insomma parlare dei casi come ai vecchi tempi >>
<< Ma lo facciamo ancora, per fortuna il tuo talento nell'attirare cadaveri ovunque passi funziona ancora a meraviglia >>
<< Ah-ah-ah >>

Il ragazzo fece qualche palleggio con la testa e si preparò a calciare.

<< Shinichi >>

Quella voce lo fece sobbalzare distraendolo e colpì la palla un po' troppo forte, quando si girò riconobbe la ragazza che lo aveva chiamato.

<< Ehi Ran ciao >> disse lui con un gran sorriso.

Ran guardò Shinichi e poi la sua attenzione si spostò verso la ragazza dai capelli ramati. La guardò per due secondi e lei sostenne il suo sguardo fino a quando la bruna non abbassò la testa.

<< Ascolta ho parlato con Kazuha. Lei ed Heiji arriveranno a momenti e abbiamo deciso che stasera andiamo a mangiare al nuovo sushi bar di Haido >>
<< Ok. Vieni anche tu Shi? >>

La ragazza inclinò la testa chiedendosi come un detective del suo calibro potesse avere così poco intuito per certe cose.

Indicò il pallone che era caduto oltre il campetto.

<< Va a recuperarlo >>
<< Uff... ma toccava a te >>

Vedendo lo sguardo della ragazza decise di non replicare oltre.

<< Ok ok... >>

A quella scena Ran abbassò lo sguardo e strinse i pugni, ma poi, come da suo carattere, si avvicinò alla ragazza e le rivolse un cordiale sorriso.

<< Allora ci vediamo stasera >>
<< Se non vuoi che venga dimmelo in faccia Ran >>

La ragazza si irigidì ed unì le mani al petto.

<< Ma no... ma che dici... io non >> balbettò torturandosi le dita << Perchè pensi che...? >>
<< Per quanto risulti poco gradevole, almeno la tua amica Sonoko ha il coraggio di parlare chiaro >>
<< Di che stai parlando scusa? >>

Shiho si sentì montare la rabbia, non sopportava i finti tonti.

<< Di me e Shinichi >> disse con tono lapidario.

Ran si bloccò ed incrociò le braccia al petto, poi iniziò a parlare a capo chino.

<< Sembra volerti molto bene e mi parla spesso di te >> disse in sun sussurro.
<< E lui mi parlava in continuazione di te... quando eravamo in America intendo. Non so se l'hai notato ma il tuo ragazzo ha il vizio di parlare tanto e si entusiasma anche piuttosto facilmente >>
<< Quindi non pensi che Shinichi sia innamorato di te >>
<< Decisamente no >>
<< E tu? >>

Shihò si morse l'interno delle labbra.




Amare Shinichi.




Le era venuto il dubbio. Non poteva negarlo.

Shinichi era stato il suo faro, la sua roccia, la sua salvezza.
Nonostante il loro rapporto fosse iniziato nel peggiore dei modi, i due, col passare inesorabile dei giorni, dei mesi, avevano legato e Shiho si era ritrovata a pensare a lui sempre più spesso.
Avrebbe fatto di tutto per quel ragazzo, ed ogni volta che quell'incosciente si cacciava nei guai non poteva fare a meno di preoccuparsi.

Anche per questo, una volta tornata adulta, aveva deciso di restare un po' in disparte rispetto al suo gruppo di amici, per evitare qualsiasi discussione.
Per una col suo passato confondere l'affetto, il desiderio e l'amore era una cosa piuttosto facile.

Almeno lo era stato.

Ma adesso riusciva a scindere molto bene quei sentimenti.

Quello che si era trovata a provare nell'ultimo periodo della sua vita era qualcosa di inconfondibile, di spaventoso e bellissimo al contempo. Qualcosa di unico.

E anche grazie a questo aveva capito che per lei, Shinichi non era niente di più che un amico. Certo gli voleva un gran bene, ma al massimo poteva paragonarlo ad un fratello.

Si raddrizzò sulle spalle guardando Ran fisso negli occhi.

<< Io... vorrei poter passare qualche minuto col ragazzo che mi ha savato la vita senza che la sua ragazza e la sua amica del cuore mi guardino come se fossi una sgualdrina che se lo vuole accalappiare >>

Ran ammutolì nuovamente, evidentemente a disagio per la schiettezza di quelle parole.
Non poteva negare che a volte Sonoko tendesse ad esagerare con le frecciatine e lei non aveva fatto nulla per evitarlo.

<< Ti ha salvato la vita? >> chiese con tono flebile.

Shiho annuì e non riuscì a trattenere un accenno di sorriso.

<< Mi ha salvata più di una volta e in tanti modi diversi. Non posso negare che, si, gli voglio bene, ma non ho secondi fini >>

La karaketa diventò tutta rossa colpita ancora una volta dalla schiettezza di quella ragazza.
Quei suoi modi di fare e la sua maturità la mettevano sempre a disagio.

<< Ah... >> riuscì solamente a dire non sapendo dove posare gli occhi.

Si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro ed infine la guardò con l'aria piuttosto pentita.

<< Scusa >>

Shiho fece un mezzo sorriso. Quella ragazza le faceva tanta tenerezza e nonostante quegli atteggiamenti tipici della sua età, le infondeva un senso di sicurezza.
Le ricordava davvero tanto Akemi e questo le rendeva impossibile provare antipatia nei suoi confronti.

<< Ora che ci penso non siamo mai state presentate seriamente >>

Le porse la mano.

Ran la guardò stupita, poi la guardò in faccia e non potè fare a meno di sorriderle.

Le strinse la mano.

<< Piacere. Sono Ran >>
<< Ed io sono Shiho... spero che diventeremo amiche >>



Ran venne colpita da un fortissimo senso di deja-vu ma non riuscì a dargli una spiegazione ragionevole.



Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Una situazione che non ti aspetti ***


Una situazione che non ti aspetti














Il famoso giovane detective Kudo si trovava nella libreria di casa sua in compagnia del cecchino.
Era una bella giornata, tuttavia in quel momento non aveva voglia di uscire preferendo ciondolare con un bicchiere di succo d'arancia in mano.
Il cecchino invece fissava lo schermo del suo pc mentre fumava la sua ottava sigaretta e di tanto in tanto sorseggiava del bourbon.



Erano le dieci del mattino.



<< Che combini? >>

L'uomo assottigliò gli occhi e iniziò ad inserire codici in una schermata nera.
Shinichi si avvicinò alle sue spalle incuriosito e quando capì ciò che stava facendo spalancò gli occhi.

<< Non dirmi che continui ad hackerare i suoi dispositivi >>
<< Di tanto in tanto... >>
<< Se lo scopre ti ammazza >>
<< Ha degli strani messaggi >> disse incurante dell'ultima frase del ragazzo << Non c'è molto però... >>
<< Ti avverto: la prossima vetrina la paghi tu >>

Lui annuì senza dargli troppo retta.

Shinichi sospirò capendo bene che non lo stava ascoltando, quando si comportava in quel modo gli dava sui nervi.

<< Ascolta sono un po' preoccupato >> disse questa volta l'Akai con tono serio.

Shinichi incrociò le braccia ascoltandolo questa volta interessato.

<< Amuro e Shiho sono stati visti insieme in più di un'occasione negli ultimi tempi... >>

Shinichi rimase completamente immobile ma i suoi occhi persi nel vuoto lasciavano trasparire più di quanto volesse.

<< Beh adesso che non ci sono pericoli Shiho va al Poirot a pranzo. E Amuro lavora lì >>

Shuichi scosse la testa.

<< Ho chiesto a Camel di verificare: li ha visti anche al luna park >>
<< … coi bambini. Si mi hanno accennato. Amuro stava facendo un favore ad Agasa >>

L'agente dell'FBI finalmente staccò lo sguardo dal pc per guardare negli occhi il giovane detective.

<< E poi hai visto come parlottavano quella volta in hotel? >>
<< A me sembra che lo abbia maltrattato come fa col resto del genere umano. A proposito com'è andato il viaggio di ritorno quella volta? >> chiese con un mezzo sorriso.

L'agente non riuscì a reprimere un piccolo tic all'occhio destro.

<< Mi stava quasi per dimenticare in un autogrill ma per il resto bene... >> digitò una serie di combinazioni di tasti ed entrò nella cartella delle immagini del cellulare della ragazza << C'è qualcosa di strano. Persino un tipo come lei dovrebbe avere qualche fotografia... che ne so... dell'aula all'università, di qualche sua collega, invece ha solo immagini di quel calciatore e gattini >>
<< Shiho adora i gattini >> disse continuando ad usare un tono neutro, come se la situazione fosse divertente.

Akai si girò per guardarlo in faccia.

<< Tu sei tranquillo? >>
<< Io... >>

Shinichi aggrottò la fronte ed abbassò lo sguardo.
In effetti negli ultimi tempi stavano insieme sempre meno. La ragazza diceva sempre di avere un sacco di impegni e i “casi” di cui si occupava erano sempre a lui sconosciuti.
E poi quelle occhiatine, quegli strani comportamenti con Amuro. C'era qualcosa che non tornava e il fatto che la ragazza non gli parlasse lo rendeva nervoso.

<< Credi ci siano di mezzo loro? >>

L'organizzazione continuava ad incombere sulle loro vite come una spada di Damocle e questo era motivo di grande preoccupazione per tutti.

Akai non rispose, eppure il suo sguardo era molto eloquente.

<< Ma abbiamo fatto tutti i controlli: nella zona di Tokyo ormai non esercitano più alcun potere. Sono tranquilli perché sono certi di essere coperti da Bourbon >> disse Shinichi più per convincere se stesso che l'amico, ormai si sentiva attanagliato da un fastidioso senso d'ansia.

Akai portò due dita sotto il mento mentre il ragazzo continuava a parlare.

<< Bourbon è l'unico agente operativo in tutta l'area... >>
<< O almeno questo è quello che ci ha riferito >>

Shinichi chiuse gli occhi portando due dita sul mento.

<< Suppongo che la cattura di Vermouth gli abbia fatto perdere popolarità. Dopotutto senza di lei ha poche possibilità di ottenere informazioni >> riaprì gli occhi guardando il suo coinquilino con aria preoccupata << Credo stia cercando di usarla >>

Shinichi spalancò gli occhi. Certo aveva anche lui il medesimo dubbio ma sentirlo dire ad alta voce gli scatenava uno sgradevole senso di panico.

<< Che? >> si limitò ad emettere con tono flebile.
<< Con la sua consegna potrebbe rientrare nelle grazie delle alte sfere >>
<< Ma Shiho non è stupida, non si farebbe abbindolare tanto facilmente >>

Shuichi scosse la testa portando una mano sul mento.

<< Non metto in dubbio l'intelligenza e la furbizia della ragazza. Ma conosco bene Rei. Ti posso assicurare che è straordinariamente testardo e la maggior parte delle volte riesce ad ottenere ciò che vuole.
Con qualsiasi mezzo >> disse l'ultima frase con un tono di voce preoccupante.

Il ragazzo si allarmò.

<< Se è così, se dovessi avere ragione, rischia di metterla seriamente in pericolo >>

Akai portò una mano davanti le labbra.

<< Non permetterò che le venga fatto del male >>
<< Domani le parlerò e... >>
<< Iee meglio tenerla all'oscuro >>

In effetti nessuno dei due osava immaginare quali reazioni avrebbe potuto avere la ragazza se fosse stata al corrente di una situazione del genere.
Si era faticosamente costruita una vita normale e non era giusto gettarla nuovamente nelle tenebre.

I due si guardarono negli occhi per una manciata di secondi.

<< Li pedineremo >> dissero infine all'unisono.







*










Nei giorni successivi non trovarono nulla di anomalo.

Shiho andava all'università e poi tornava a casa. Di tanto in tanto si fermava da Masumi o si incontrava con qualche collega per qualche progetto universitario oppure faceva dei piccoli rilevatemi per il CSI ma rientrava tutto nella norma.

Occuparsi del ragazzo invece era ben più complesso: come Amuro era sempre al Poirot a fare il bravo barista oppure a casa Mouri fingeva di essere un allievo un po' inesperto. Come Rei erano riusciti a scorgerlo una volta in una breve e forzata collaborazione tra PSB e FBI. Ma come Bourbon era praticamente invisibile.

Dopo qualche settimana avevano iniziato a dubitare delle loro ipotesi: persino sul cellulare di Shiho non c'erano movimenti sospetti.
Forse entrambi erano troppo sospettosi ed iperprotettivi.

Stavano per rinunciare quando, per puro caso, scoprirono che Shiho aveva preparato un borsone da viaggio ma né Masumi, nè i bambini e nemmeno il doc sapevano dove sarebbe andata.







<< Non parti con Shiho? >> domandò innocente Shuichi mentre sorseggiava un caffè a casa della sorella.
<< No... è con un paio di colleghe dell'università e parleranno di medicina e dei prossimi esami. Mi annoierei >>









<< Dottore ma Shiho non la aiuta a preparare la cena? >> chiese Shinichi con naturalezza.
<< No dopo la lezione è partita con le sue colleghe >>
<< E dove andavano di bello? >>
<< In montagna credo... parlava di piante e di fare spese... poi ha cominciato a parlare di trasfusioni e non ho indagato oltre >>



Eh eh... che furbetta, sapeva come deviare la conversazione

.


<< Senta ho dimenticato un quaderno in camera di Haib... eeeh Miyano >> dannazione quel lapsus lo fregava sempre << … posso andare? >>
<< Certo >>






*








Si trovavano nella penisola di Izu in un residence balneare.

<< Quindi Shiho sarebbe venuta qui... >>

Non erano riusciti a seguire la ragazza, il che avvalorava l'ipotesi che fosse con Rei data l'abilità innata dell'agente nel non lasciare tracce, ma Shinichi era riuscito a scoprire tutti gli indizi necessari in camera sua, a casa del dottore.

<< Allora adesso non ci resta che trovarla >>

<< Salve signori. Avete prenotato? >>

Alle loro spalle si presentò una ragazza di circa una vent'anni con una divisa azzurra e la targhetta col logo del residence.

Shinichi si impanicò per qualche istante, si era così abituato a comportarsi da bambino per depistare gli adulti che adesso trovava difficoltà nel recitare come un diciassettenne.
Per fortuna Akai aveva i nervi decisamente più saldi.

<< Signorina per fortuna ci siete venuta incontro. Stiamo cercando un ragazzo, sui trent'anni, uno sportivo, capelli biondi dovrebbe essere arrivato oggi qui nel residence >>

Il ragazzo lo guardò a denti stretti: non avevano prove certe che Rei fosse effettivamente lì e quello ce stava facendo era un enorme azzardo.

La ragazza si illuminò.

<< Per caso vi riferite a quel magnifico ragazzo abbronzato in compagnia di una ragazza coi capelli corti? >>



Ragazza dai capelli corti...



Shuichi assottigliò gli occhi avvertendo le mani fremere.

<< Sisi esatto. Lui è un caro amico. Sono appena tornato in Giappone e vorrei tanto fargli una sorpresa >>

Shinichi si stupì delle sue doti recitative, sembrava così affabile ed innocuo, tanto che la ragazza gli credette sulla parola.
Sfogliò la cartelletta che teneva sotto braccio e poi risollevò la testa.

<< Ha prenotato il piccolo bungalow di fronte la spiaggia. Se mi date i vostri nomi vado ad avvertirl... >>

Shiuichi le prese la mano guardandola intensamente negli occhi.

<< La prego ci terrei tanto a fargli una sorpresa. Non potrebbe dirmi dove si trova questo bungalow? Resterà tra noi due >>

La ragazza avvampò completamente perdendosi nello smeraldo dei suoi occhi.

<< 348 >> emise incantata per poi riprendere fiato.

Shinichi spalancò gli occhi e la bocca diventando tutto rosso.







*









Dopo aver preso una piantina del residence si diressero verso la villetta, era ormai piuttosto tardi, il sole era tramontato da un paio d'ore.

<< Questa spiaggia è isolata. Il luogo perfetto per una trappola. Mi domando quale sia il suo piano >>
<< Dici che ha in mente uno scambio? >>
<< Mi auguro di no... >>

La villetta aveva grandi vetrate dalle quali si vedeva il salotto.

Come agente dell'FBI e come detective che aveva speso un intenso periodo della sua vita a dare la caccia a dei pazzi squilibrati vestiti di nero, sia Shinichi che soprattutto Akai erano parecchio temprati a qualsiasi tipo di situazione.

Ma mai si sarebbero aspettati uno scenario simile.

I due ragazzi erano sul divano intenti a guardare un programma in tv.

Shiho, vestita con top viola dalle spalline sottili e gli slip neri, era comodamente sdraiata sopra Rei.
La testa poggiata sul suo petto ed una gamba accavallata all'altezza dello stomaco, giocherellava con un lembo del colletto della camicia bianca del ragazzo mentre guardava la tv.
Rei non sembrava minimamente risentire del peso della ragazza anzi sembrava totalmente a suo agio.
Le cingeva un fianco col braccio sinistro mentre col destro teneva il telecomando.

Shinichi e Shiuichi si guardarono completamente allibiti per un paio di secondi.






*





Rei abbassò il capo sorridendo e poi le diede un bacio sulla testa. Shiho arrossì sorridendo appena e strusciando la testa contro il suo petto.

I due ragazzi continuavano a fissare la scena sconcertati.

<< Shiho sa sorridere in quel modo? >>
<< È un trucco... deve essere un trucco... >>

Akai parlava meccanicamente, come se quelle parole fossero pronunciate da qualcun altro, quella sensazione non gli era mai capitata nemmeno quando usava il modulatore di voce.

Shinichi fu colto da una strana emozione, una strana morsa all'altezza dello stomaco.

<< Io lo ammazzo >> disse improvvisante Shuichi cercando qualcosa dentro la tasca dei suoi pantaloni.

Quando Kudo intuì cosa stava cercando si affrettò ad afferrarlo per le spalle cercando di farlo ragionare.

<< No calmati. Non possiamo entrare senza un valido motivo >>
<< E a te quella situazione non sembra un valido motivo? >>
<< Rifletti entriamo e poi? Gli facciamo una ramanzina? >>
<< Qualcosa mi verrà in mente >> disse con uno strano scintillio sadico all'occhio destro.

Shinichi cercò di serrare la presa su di lui, cosa non facile visto che l'agente era molto più avvantaggiato se si trattava di forza bruta.
Ma non di ingegno.

<< Rifletti. Sai quant'è riservata se ti vede apparire dal nulla mentre è con... in quella situazione... si incazza e minimo ti tira una padella in testa... di nuovo >>

Shuichi abbassò il capo togliendo la mano dalla tasca.

<< … Senza contare che sanno essere dannatamente inquietanti e vendicativi entrambi >>

L'agente dell'fbi si mise una mano in testa sistemandosi il berretto.
Con Rei se la sarebbe cavata con qualche cazzotto ma Shiho era un'esperta di veleni. Forse violare la sua privacy in quel modo non era una buona idea.

<< Davvero tu non ne sapevi niente? >>
<< No. Certo che no... >>

Shinichi fu colto da un dubbio.

<< Akai san... tu sai perché Rei ha iniziato a dare la caccia al mib? >>
<< So solo che non appena ne ha avuto l'occasione si è unito al PSB... due anni fa ero riuscito a scoprire che Rei era quasi ossessionato dall'organizzazione e sembrava avere parecchie informazioni già prima di entrare sotto copertura >>

La sua indole da detective venne immediatamente stuzzicata.



Furuya-san. Chi diavolo sei tu?






*







All'improvviso il cellulare della ragazza iniziò a suonare.

I due si nascosero meglio dietro la finestra ascoltando con attenzione.

<< Moshi moshi?... ah Agasa... si dormo fuori te l'avevo detto. Ma no, sono con un paio di amiche... >>

Non appena udì quella frase Rei incrociò le braccia al petto guardandola storto.
La ragazza parlava al telefono facendo avanti ed indietro di fronte a lui.

<< Si ci sarò per il pranzo con Fusae... massì tranquillo figurati se mi perdo l'occasione di stare con lei... Si... Si. Ci sentiamo domani >>

Shiho chiuse il telefono e roteò gli occhi al cielo.

<< La puoi smettete di fare quella faccia? >>

Rei continuava imperterrito a guardarla male. Offeso.

<< No >> voleva essere secco e diretto ma in realtà il suo tono di voce risultò un po' infantile.

Shiho sospirò.

<< Rei ne abbiamo già parlato. Dirò ad Agasa di noi quando sarà il momento >>

Da dietro la finestra i due ragazzi drizzarono le orecchie.



Noi?”



Il Furuya si imbronciò ancora di più.

<< Fare quella faccia non funzionerà >>
<< Quale faccia? >>
<< Quella che ti ritrovi ora. Te l'ho già detto: gli ho già causato così tanti problemi … e poi Agasa è un tantino iperprotettivo >>
<< Credo di saper affrontare un uomo di mezz'età >>

Shiho si portò le mani sui fianchi.

<< Ti ho già detto che due mesi fa ha costruito un robot con un idrante e l'ha scagliato contro il ragazzo della pizza? >>

Rei fece una faccia shockata.

<< No. Non ci credo... >>
<< Credici >> Disse lei con convinzione.
<< Tu mangi la pizza? >>
<< … >>

Persino Akai non riusci a trattenere una risata a quella battuta, anche se fece molta attenzione a non farsi scoprire.

Per tutta risposta Shiho gli tirò un cuscino in faccia.

<< Sei un cretino >>







*








Le luci della casa si erano spente da qualche minuto, c'era calma nell'aria il silenzio era spezzato solo dal suono delle onde e dei grilli.

Alla fine Shinichi parlò.

<< Sembrano felici insieme >>

Shuichi annuì senza aver afferrato appieno le sue parole.

<< Già.... >>

Era così concentrato nel suo obiettivo che non aveva mai pensato che quella ragazza sarebbe mai stata di qualcun altro.
Che errore abbassare la guardia.

<< Quando diamine è successo? >>
<< E io che ne so? >>
<< Sei il suo migliore amico o no? >>

Shinichi non rispose, troppo concentrato ad elaborare la situazione.

Rei non aveva alcuna intenzione di farle del male. Probabilmente non l'aveva mai avuta.

<< Che facciamo adesso? >> domandò Akai accendendosi una sigaretta.
<< Niente >>
<< Niente? Sei tu quello dei piani malvagi >>
<< Niente >> disse con maggior enfasi << Aspettiamo e vediamo come si mettono le cose >>

Il ragazzo gli rivolse uno sguardo severo.

<< Questo è il piano più idiota che tu abbia mai concepito >>

Shinichi scosse la testa.

<< Lasciamo perdere >>


Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** No escape ***


No escape















<< Sei un cretino >>

Rei prese al volo il cuscino ridacchiando.

<< Quanto sei permalosa! >>

Subito dopo aggrottò la fronte ed assottigliò gli occhi dirigendosi verso la finestra mentre lei, con le guance gonfie e leggermente imporporate per l'imbarazzo, andò dritta in camera da letto.
Chiuse la porta alle sue spalle e si bloccò.



*



Sapeva bene dove avrebbe portato il suo invito a passare un week end al mare con lui, non aveva certo bisogno di un disegnino.

Aveva accettato con piacere e non se n'era affatto pentita: il viaggio in macchina era stato molto divertente, tra discussioni su quale musica ascoltare e le performance canore di Rei (non che non sapesse cantare, ma tendeva ad esagerare con gli acuti).







<< I have faith in what I see...
Now I know I have met an aaangel in person... >>

Shiho aveva le mani sulle orecchie.

<< Rei... se continui si spaccheranno i vetri! >>







Avevano passato la giornata al mare e cenato in un bel ristorante vicino al residence.
Erano rientrati nel bungalow e avevano acceso la tv dopo aver scoperto che in programmazione c'era un thriller molto interessante per entrambi e le era sembrato così naturale sdraiarsi comodamente su di lui, senza alcun imbarazzo e con tanta complicità.

Nulla da dire era stata una giornata perfetta.

Ma adesso la vista di quella splendida camera e quel letto così invitante le metteva addosso una tensione e un senso di angoscia indicibile.
Deglutì sbiancando completamente.



*




<< Scusami tanto mi era sembrato di vedere qualcosa dietro la finestra ma quando sono andato a controllare non c'era niente >> disse Rei entrando in camera << ...perché stai con la luce spenta? >>

La ragazza le dava le spalle e continuava a fissare il letto.
Non potendo vedere la sua espressione, Rei lo prese come un invito.
Si avvicinò alle sue spalle poggiando le mani sulle sue braccia e chiuse gli occhi dandogli dei lenti baci sulla nuca.

Shiho spalancò gli occhi risvegliandosi dai suoi pensieri sentendosi tesa e a disagio.
Era convinta di saperla gestire. Di essere pronta. Ma adesso...

Serrò gli occhi decisa ad ignorare qualsiasi dubbio.
Il tocco del ragazzo era gentile e, se non fosse stato per quei pensieri, anche molto piacevole.
Inspirò cercando di concentrarsi su quelle sensazioni positive e si voltò iniziando a baciargli il collo.

Rei sorrise scendendo con le mani suoi suoi fianchi, la ragazza non era impacciata, più che altro sembrava intimidita, come se aspettasse un qualche comando.
Considerato la loro differenza d'età non ci fece molto caso.
La baciò sulle labbra avvicinandola a se e le prese le mani intrecciando le dita con le sue cercando di metterla a suo agio.

Quella che voleva essere una presa gentile per Shiho era l'ennesimo richiamo ad un ricordo oscuro. Istintivamente ritrasse le mani chiudendo le dita a pugno ed ispirò allontanandosi di un passo.
Si pentì immediatamente di quel gesto impulsivo, soprattutto perché Rei la stava guardando con quell'aria confusa, con quegli splendidi occhioni che tanto adorava.
Come a voler rimediare, circondò il suo collo con le braccia.

Il ragazzo le cinse i fianchi e poi scese ulteriormente fino alle sue cosce prendendola in braccio e facendola sdraiare sul letto piazzandosi tra le sue gambe. La vide distogliere lo sguardo mentre il viso era completamente rosso.

Shiho si sentiva braccata.
Quelle attenzioni non le dispiacevano affatto ma ad ogni tocco, ad ogni sensazione di calore, le venivano prepotentemente in mente altri ricordi, altre sensazioni che le davano la nausea.
Respirò affannosamente sentendo di aver bisogno di aria.

Rei le sorrise intenerito dandogli dei morbidi baci sulle labbra, poggiò una mano sulla sua guancia intravedendo la tensione nei suoi occhi.
Fino a quel momento aveva avuto solo poche storie con ragazze molto sfacciate e quella novità lo intenerì.

<< Sta tranquilla, non hai motivo di essere tanto nervosa >>

Le veniva da piangere.
La voce del ragazzo era dolce, rassicurante, complice, ma lei non riusciva a provare altro che quel fastidioso senso d'angoscia.

<< Non è la mia prima volta Rei... >> disse seria, indecisa se continuare.

Lui si accigliò appena colto da uno strano senso di gelosia ma poi pensò che tutti avevano un passato e non si doveva giudicare una persona per quello.

Le baciò la base del collo.

<< Oh. Ok... >>

Shiho deglutì sentendo gli occhi pizzicarle ed un macigno sul petto.

<< ... ma è la prima volta che lo voglio anche io >> disse non riuscendo a controllare completamente il tono della sua voce.

Il ragazzo si paralizzò all'istante rimanendo fermo per qualche secondo.
Alzò la testa molto lentamente con gli occhi inchiodati ai suoi, prendendo consapevolezza della gravità di quelle parole.



*




Giravano delle voci all'interno dell'organizzazione.
Gin era noto per non avere alcun rispetto delle ragazze all'interno del mib, anche se negli ultimi due anni sembrava essersi calmato.
Alcuni dicevano che si fosse stancato ma, anche se meno accreditata come teoria, alcuni sostenevano che avesse trovato una preferita.

Al tempo non diede molto peso a quelle voci troppo preso dalle sue indagini, poi dopo la morte di Scotch aveva avuto ben altri pensieri per la testa.



Gli tornò in mente un episodio in particolare.



Era riuscito ad ottenere una certa notorietà tra quegli uomini e gli era stato dato l'ordine di mettersi sulle tracce della scienziata traditrice.
Gin l'aveva presa molto male. Si era ribellato, aveva iniziato ad urlare con due occhi da pazzo.

<< Quella preda è mia. Soltanto mia... >> sibilò in modo inquietante.

Alla fine aveva dovuto cedere poiché gli ordini provenivano da Rum.

Rei aveva creduto che quella reazione dipendesse dal fatto che aveva fallito la missione e sapere che adesso passava a qualcun altro leniva il suo orgoglio.

Ma adesso capiva che la verità era molto diversa.

Ecco il perché della sua reticenza, non era per vergogna o per estrema discrezione.

Adesso che era lì, rannicchiata di fronte a lui, con gli occhi lucidi ed il viso arrossato, la vide per quello che era.

Una ragazza spaventata.

Per una che nella sua vita dagli uomini ha ricevuto solo violenza era normale che quella situazione risultasse scomoda, opprimente, forse persino dolorosa.




Come era potuto essere tanto idiota?




Shiho si era messa a sedere con la schiena contro testata del letto e le braccia conserte. Aveva il capo chino e il viso completamente rosso.

<< Sarebbe una bugia se dicessi che non mi piaceva, che non cercavo le sue attenzioni >> inspirò non riuscendo a controllare un singhiozzo << … almeno finché non ho capito qual'era la sua vera natura >>

Dato che il ragazzo non pronunciava alcuna parola fraintese e dedusse in modo sbagliato.

<< Mi rendo conto che dopo questa informazione adesso io possa disgustarti... >> disse con un filo di voce.

Era la prima volta che ne parlava.
Questo era il motivo per cui era terrorizzata ogni qualvolta Conan si metteva ad indagare specificatamente su Gin: la sola idea che quel segreto venisse a galla la nauseava e la spaventava.
Aveva provato con tutta se stessa a nascondere il passato, ma adesso le era sembrato inevitabile.

<< Shiho >>

La voce di Rei era dolce ma anche seria e preoccupata.
La guardava con quegli occhioni meravigliosi e non sembrava disgustato, anzi...

<< Non dire certe cose, non pensarle nemmeno >> disse accarezzandole teneramente la guancia

Lei aggrottò le sopracciglia avvertendo nuovamente gli occhi pizzicarle ed il respiro farsi pesante.
Si sdraiò molto lentamente in modo da dargli le spalle.

Rei sospirò sentendosi terribilmente in colpa.




"Baderai a lei mentre non ci sono?"




Dannazione. Non adesso...


Aveva fatto tutto il necessario per infiltrarsi nell'organizzazione, per ritrovarla.

E nonostante questo non era riuscito a mantenere la sua promessa.

Mentre Gin la distruggeva lentamente, lui continuava a guardare da tutt'altra parte perso in altre tracce ed altri eventi.



Che idiota, non si era accorto di niente.



<< Se solo avessi capito prima... >>

Chiuse gli occhi inspirando a fondo.
Le circondò i fianchi con le braccia sdraiandosi dietro di lei e le diede dei delicati baci in testa.

<< Mi dispiace >>

La sentì tremare.




*



Le guardava il viso, era tesa nonostante il sonno.
Respirava in modo irregolare e di tanto in tanto veniva scossa da un singulto.

Non aveva pianto, si era imposta di non farlo, e quel sonno agitato era il prezzo che stava pagando per non essersi sfogata.

Rei l'aveva tenuta tutto il tempo stretta a se, nonostante i suoi blandi tentativi di sciogliere quell'abbraccio, e aveva continuato a stringerla sino a quel momento aspettando che si addormentasse.

Shiho si era voltata pochi minuti dopo aver preso sonno.

Rei alzò una mano e prese a accarezzarle le guance ed i capelli, delicato, in modo da non svegliarla.
Le baciò le labbra e continuò a coccolarla con delicate carezze finché non la sentì rilassarsi contro il suo petto.

Quanto era stato stupido. Stupido e cieco.

Sapeva che la ragazza avesse sofferto, ma non aveva realizzato appieno il suo dolore sino a quel momento.

In quel preciso istante prese una decisione importante.
Non era riuscito a mantenere la sua promessa però forse sarebbe riuscito a darle una vita normale.

O almeno ci avrebbe provato.



*



L'indomani Shiho si svegliò con una strana ed inusuale sensazione di calma considerata la notte precedente.
Aprì gli occhi e si preparò a dover sostenere il suo sguardo ma quando si voltò facendo leva con un braccio nel letto non vide nessuno.

Si accigliò mettendosi a sedere e si stropicciò gli occhi.
Si guardò intorno: la stanza era perfettamente ordinata ad eccezione del suo top viola della sera prima ai piedi del letto.
Per un istante prese in considerazione l'ipotesi che il ragazzo se la fosse svignata a gambe levate e la cosa le fece male ma le sembrò perfettamente logica.
Chiuse gli occhi e portò una mano sul viso pronta a dover affrontare l'ennesima, amara, delusione della sua vita.

Ma poi udì dei rumori provenienti da un'altra camera.

Si alzò mettendosi addosso il top e si diresse in cucina.

Una volta lì non riuscì a credere ai suoi occhi.

Rei era dietro i fornelli con un pantaloncino celeste, una maglietta bianca ed un grembiulino del medesimo colore, intento a girare qualcosa in padella.
La tavola era piena di qualsiasi cosa: c'era una colazione all'inglese completa, sandwich, compresi quelli al burro d'arachidi e marmellata di mirtilli, e una torta.

Si. Una torta.

<< Buongiorno >> disse improvvisamente il ragazzo mentre le dava ancora le spalle.

Shiho lo fissò inebetita.



Era ancora lì...



Il ragazzo si girò a guardarla con un gran sorriso.

<< Caffè? >>

Lei annuì ancora un po' frastornata.

<< Arriva subito >>

Shiho si sedette a tavola e lo guardò mentre caricava la macchinetta.



Era completamente matto. Non c'erano altre spiegazioni.



Quale essere umano preparava un banchetto dopo una serata catastrofica come quella precedente?

Poi, lentamente, i suoi prodigiosi neuroni da scienziata decisero di attivarsi e capì.
Se Rei si fosse messo a consolarla, a tempestarla di parole gentili, a compatirla, sarebbe stato come girare il coltello nella piaga.
Se avesse continuato a trattarla come una vittima non avrebbe fatto altro che alimentare il suo senso di inadeguatezza e di vergogna.
In quel modo invece sperava di allentare la tensione e dimostrarle che non aveva alcun motivo per preoccuparsi.

Spostò lo sguardo in modo da guardarlo con la coda dell'occhio.

Le era rimasto accanto e adesso cercava di tirarla su come poteva.
Nessuno si era mai prodigato così tanto per lei.

Rei le si avvicinò poggiandole la tazzina davanti.

<< Bollente, amaro. Come piace a te >>

Shiho si alzò di scatto abbracciandolo.
Quei gesti, il modo in cui si stava comportando, valevano più di mille parole.
Capì che il suo passato non avrebbe interferito, non avrebbe cambiato quello che stava succedendo tra loro.
Si sentì parecchio fortunata di averlo accanto.

<< Grazie >> bisbigliò.
<< Non dirlo neanche >> disse lui stringendola a se e dandole un bacio tra i capelli.

Le piaceva quando si mostrava affettuosa nei suoi confronti, però vista la motivazione era deciso a cambiare discorso il prima possibile, per questo mise le mani sulle sue spalle facendole uno dei suoi sorrisi infantili.

<< … adesso perché non mangi qualcosa? >>

Shiho avvertì una leggera tachicardia ed una forte sensazione di calore farsi strada dal petto sino al suo viso. Ma preferì non farglielo notare.
Si limitò ad annuire tornando a sedersi e prendendo un sandwich.




*



Lo guardava di sottecchi mentre sorseggiava un the.
Rei stava mangiando una fetta di torta mentre leggeva il giornale. I capelli erano scombinati e lo sguardo ancora un po' addormentato.

Shiho si morse il labbro inferiore sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Dopo quello che aveva fatto, dopo l'affetto -per non dire altro- che le aveva dimostrato negli ultimi tempi, un semplice abbraccio era un gesto davvero misero.

In tutto quel periodo il ragazzo non aveva mai preteso nulla, l'aveva assecondata in tutto e per tutto, mostrando pazienza anche in momenti in cui si era comportata in maniera davvero antipatica.
Solo ultimamente le aveva fatto una richiesta e lei aveva sempre negato per paura di complicare troppo le cose.
Adesso però non vedeva alcun motivo per non accontentarlo.

<< Rei? >>
<< Si? >>
<< Ti andrebbe... >> si umettò le labbra << Sabato Agasa ha organizzato un piccolo barbecue in casa per presentarmi ufficialmente Fusae come sua fidanzata >> si umettò nuovamente le labbra e poi lo guardò dritto negli occhi << …vuoi venire? >>

Il ragazzo le sorrise felice.



Finalmente si era decisa.



<< Con piacere >>
























Angolo dell'autrice.

Jaki, che dici, adesso sei sazia? (o magari un piccolo languorino ancora c'è?)

Allora la particina su Rei che canta, ooc lo so, ma è ispirata da una serie di fanart (una delle quali la potete vedere nel primo capitolo di “Normali momenti di vita quotidiana") in tutte si vede Rei che canta con un trasporto piuttosto notevole.
E si sta cantando "Perfect" di Ed Sheeran. Lo so, lo so, è schifosamente ooc...

Momento decisivo per loro, soprattutto per Shiho. Era un argomento che andava trattato.
Spero che vi sia piaciuta la lettura. Grazie a tutti.
A presto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Musica ***


Musica











Non era insolito per Shiho stare a casa dell'agente Furuya, ma solitamente vi trascorreva solo la notte e qualche sporadica mattina.
Quel giorno era uno di quei pochi casi in cui avevano entrambi tempo libero e avevano deciso di tacito accordo di trascorrerlo a casa.

Le piaceva tantissimo quel piccolo appartamento: era silenzioso ma accogliente, piuttosto spartano ma confortevole.
E poi Rei era un ottimo padrone di casa, si premurava sempre di farla sentire a suo agio lasciandole anche i suoi spazi se serviva.

Poco dopo pranzo si era messa a studiare seduta sul comodo divano del salotto, poi aveva deciso di fare una pausa ed aveva preso a sfogliare una rivista.

<< Ti disturba un po' di musica? >> domandò Rei entrando in salotto.

La ragazza fece cenno di no con la testa continuando a leggere un articolo su una nuova serie tv.
Non diede molto peso alle parole del ragazzo, tuttavia aveva dato per scontato che volesse accendere lo stereo, quindi si sorprese quando udì il suono di una chitarra elettrica.
Alzò lo sguardo e lo vide sul divano con la chitarra poggiata sulle gambe intento a sistemare le corde.
Aveva sentito dire da Shinichi che il ragazzo fosse un bravo musicista ma non lo aveva mai sentito suonare.

Tornò a leggere la sua rivista, era a metà articolo quando Rei finì di accordare la chitarra ed iniziare a suonare seriamente.

Shiho alzò nuovamente lo sguardo e questa volta abbassò la rivista.

Lo osservava incantata mentre muoveva il plettro contro le corde.



Cavolo, era davvero bravo.



Il modo in cui socchiudeva gli occhi, come muoveva le labbra per tenere il ritmo, c'era qualcosa di magnetico in lui.

<< Questa è "Enter sandman" dei Metallica >>

Rei smise di suonare girando la testa per guardare la compagna con un sorriso ammirato.

<< Si brava. Allora i tuoi gusti musicali non sono proprio da buttare >> disse riferendosi alla sua passione per le canzoni di Yoko Okino.

Shiho lo fulminò con lo sguardo e riprese a leggere la sua rivista.

<< Eheh... eddai non fare la permalosa >>

Per ripicca lo ignorò non degnandolo nemmeno di uno sguardo.

<< Shi stavo scherzando >>
<< Mh >> disse girandosi di scatto con fare altezzoso poggiando le gambe sul bracciolo del divano.

Rei alzò gli occhi al cielo sorridendo e inclinò la testa di lato guardandola in modo molto dolce.

<< Ti va di provare? >>

Lei girò di poco la testa guardandolo con la coda dell'occhio.

<< Mh? >>

Spostò lo sguardo prima sul ragazzo, poi sulla chitarra.

<< Etto... non credo di esserne capace >>

Rei poggiò la base dello strumento per terra.

<< Non lo saprai mai se non ci provi >> poggiò una mano sul divano dando una pacca sul cuscino << Su vieni >> disse paziente e con tono gentile.

Dopo un momento di incertezza la Miyano poggiò la rivista sul tavolino rotondo posto accanto alla poltrona e si sedette sulle gambe del biondo, poi prese la chitarra.

Senza volerlo Rei si ritrovò ad arrossire, per fortuna la ragazza le dava le spalle e non poteva vederlo.

<< Allora si tengono cosi... >> le prese la mano destra sistemandole le dita sulle corde << … rilassa il polso, non è un intervento chirurgico >> disse con un velo di ironia.

Shiho seguì le sue indicazioni sentendosi piuttosto impacciata.

<< Ok ora prendi il plettro >> disse passandole il piccolo triangolino arrotondato in metallo.

La ragazza fece scorrere il plettro sulle corde ma ne uscì un suono molto debole.

<< Devi pizzicare le corde con più forza >>
<< Non voglio correre il rischio di romperne una. So che queste cose costano una fortuna >>
<< Non sono così delicate. Puoi metterci più forza guarda >>

Le prese la mano muovendola in modo da far vibrare le corde con maggior decisione. Il suono che ne uscì fu più acuto ed intenso.

<< Vedi? >>

La ragazza poggiò schiena più comodamente contro il suo petto ed incrociò le gambe mentre associava le corde alle note.

Rei si ritrovò ad arrossire nuovamente.

Lei non si accorse di nulla: quando si concentrava su qualcosa tutto il resto passava in secondo piano.

<< Ok forse ho capito: questo è il “do” giusto? >>

Lui annuì.

Shiho iniziò a suonare la scala molto lentamente e muovendo le dita in modo impacciato emettendo un suono spiacevole.

<< Sono un disturbo per le orecchie >>
<< Non sei andata tanto male >>



Bugiardo!



Il ragazzo abbassò di poco la zip della felpa prendendo un pletto di nylon bianco con un kanji come decorazione.

<< Prova con questo, è più morbido e dovrebbe risultarti più facile da usare >>
<< Arigatò >> disse provando nuovamente a muovere le code, il suono era meno acuto ma sicuramente più melodioso << ... è divertente. Mi insegni a suonare il dandelion di Yoko? >>

Lui scosse la testa in modo deciso.

<< Scordatelo. Persino la mia chitarra si rifiuta >>

Shiho girò la testa guardandolo negli occhi.

<< Eddai >>
<< No >>

Shiho gonfiò le guance.

<< Antipatico. Se la metti così torno a leggere >>

Fece per alzarsi ma lui le circondò la vita con le braccia.

<< Eddai... >>
<< Anzi sai che ti dico? Torno a casa >>

Rei sbuffò stringendo delicatamente la presa.

<< E va bene. Ok ok, ti insegno >>

Shiho si risedette sulle sue gambe sorridendo soddisfatta.

<< Ecco bravo >>

Rei poggiò le labbra sul suo collo.

<< Certo che sei testarda lo sai? >>

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Madre ***


Madre












<< Ciao tesoro >>

Shiho alzò la testa di scatto presa di sorpresa, ma si rilassò immediatamente.

<< Salve signora Kudo >>


La donna sventolò la mano davanti al suo viso.

<< Oh chiamami Yukiko ti prego. Non sono una vecchia... >> incrociò le mani dietro la schiena protraendosi in avanti, squadrandola con i suoi grandi occhioni azzurri ed un vispo sorriso << ... che fai? >>
<< Sto rientrando a casa... >> Rispose pacatamente sistemando la borsa sulla spalla.

Yukiko unì le mani vicino al viso felice di quella risposta.

<< Quindi non hai impegni. Su vieni con me allora ci prendiamo un the >> disse prendendole la mano.

<< No... in realtà ho da fare più tardi >>
<< “Più tardi” appunto >> Disse prendendola per le spalle trascinandola con se.




*





Una volta varcata la porta di casa le due incrociando l'ospite illustre.
La donna lo salutò con un tono di voce che ricordava un cinguettio, con tanto di mano al petto. Shiho invece incrociò le braccia ed alzò un sopracciglio.

<< Senza parrucca? È il tuo giono libero agente? >>

Shuichi si grattò la testa e sbuffando mestamente.

<< Mi stavo andando a cambiare >>
<< Non ti trattengo >> disse guardandolo andare verso il bagno, poi mise la mano aperta accanto alla bocca ed aggiunse ad alta voce << ... non lesinare sul phard! >>

Yukiko portò una mano davanti la bocca ridacchiando, prese una teiera e una miscela pregiata di the mettendole sul vassoio, poi mise l'acqua sul gas in attesa che prendesse il bollore.

<< Allora... come vanno le cose? >>

Shiho posò la giacca sulla sedia e la borsa sul divano.

<< Bene >>
<< So che collabori con la polizia >>


Si sedette di fronte al tavolo incrociando elegantemente le gambe scegliendo accuratamente le parole da dire. Quella donna sembrava tanto innocua, addirittura ingenua, ed invece era più intuitiva di suo marito e suo figlio messi insieme.

<< Solo qualche volta. Do una mano coi rilevamenti, fa punteggio >>

<< Dev'essere impegnativo >>
<< Alle volte, dipende dai casi. Però è bello sapere che lavoro per dare una mano al prossimo >>
<< E l'università? >>
<< Interessante. La ricerca è andata così avanti che ogni giorno mi ritrovo a studiare nuovi metodi di analisi e nuove procedure mediche. E' un ambiente molto stimolante >>

In quel momento udirono la porta di ingresso aprirsi e chiudersi molto velocemente emettendo un rumore sordo.

<< Subaruuu! Non ci crederai mai >>

Shinichi correva per la casa togliendosi velocemente prima le scarpre, poi il giubotto ed infine la cravatta gettandoli a casaccio qua e là.

Arrivò fino in cucina continuando a urlare tutto contento.

<< Subaru l'ho... >> le parole quasi gli morirono in gola quando vide le due donne << ... trovato ... >> disse quasi in un sussurro.
<< Il tuo cervello? In effetti ci domandavamo tutti dove fosse finito. Eravamo così in ansia >> disse Shiho con un atteggiamento molto divertito >>

Anche Yukiko si mise a ridere.

<< Ah ah ah >> rise il ragazzo per nulla divertito << Alle volte ti comporti come mia madre >>
<< Beh è una donna in gamba >>

E anche se non lo vide perché gli dava le spalle percepì uno scintillio di orgoglio provenire dai suoi occhi.

<< Che ci fate qui? >>
<< Prendiamo il the. E tranquillo la tua mogliettina, o maritino, non ho ancora afferrato le dinamiche del vostro rapporto, è in bagno a truccarsi >>

Yukiko poggiò il palmo della mano sul piano cottura e mise l'altra mano sopra la sua bocca soffocando una risata.

Shinichi scosse la testa.

<< Vado in camera mia... >>

In quel momento l'acqua iniziò a bollire e la padrona di casa la versò nella teiera, poi posò il vassoio sul tavolo ed avvicinò una tazza a Shiho.

Lei soffiò un paio di volte prima di sorseggiare quel gradevolissimo the nero servito su porcellana pregiata.

Yukiko. Quella donna doveva fare le cose in grande anche quando si ci ritrovava semplicemente a chiaccherare.

<< L'altro giorno Shinichi mi ha detto che hai in progetto un nuovo film >>
<< Ah non è niente, robetta... sono protagonista in un film di spionaggio >>


"Robetta".


<< Di che si tratta? >>
<< E' una libera interpretazione di "Uno scandalo in Boemia" in versione moderna. Al regista piace sperimentare e... >>
<< ... e poi Irene è sempre stato un personaggio affascinante >> disse con sagacia.

L'attrice la guardò socchiudendo le palpebre.

<< Esattamente >> disse annuendo lentamente e con un ambiguo sorriso << Sai... doveva essere una donna molto, molto in gamba per tenere testa a Sherlok >>

Shiho la guardò stranita da quel tono.

Yukiko sorseggiò il the riponendo poi la tazza sul piattino.

<< Sai... di solito mio figlio non parla del mio lavoro. Sono davvero contenta che ne abbia parlato a te >>

La scienziata aggrottò la fronte.


Ok era davvero strano. Dove voleva arrivare?


La donna inclinò la testa e le sorrise.

<< Che hai da fare più tardi? >>

Shiho aprì le labbra spiazzata.

<< Io... >>
<< Dopotutto sei appena tornata dall'università e non ho sentito parlare di omicidi. Allora? >>



Eh. Come già detto quella donna era peggio del Kudo.



<< Perchè vuoi saperlo? >> domandò scaltramente Shiho.
<< Perchè vorrei ispirarmi a te per la mia parte e vorrei portarti agli studi cinematografici. So che ti piace Sannomiya Kazunori, anche lui recita nel film. Così potrai conoscerlo >>

Proposta allettante, ed essere di ispirazione per caratterizzare un personaggio come la Adler era... fantastico. Decisamente fantastico.

<< Mi dispiace Yukiko. Oggi non posso >>

La donna inclinò la testa socchiudendo gli occhi, celando la sua delusione ed anche la sua sorpresa.
Conosceva la ragazza abbastanza bene da sapere che difficilmente si sarebbe fatta scappare un'occasione del genere.

<< Oh che peccato... che avrai mai da fare di così importante? >>
<< Io... un impegno >>

Yukiko incrociò le dita e poggiò il viso sopra di esse inclinando lentamente la testa.
La squadrò a lungo mentre lei beveva il suo the.

<< Hai un appuntamento per caso? >>

La ragazza spalancò gli occhi continuando a bere molto, molto lentamente il suo the.
Prima di risultare sospetta poggiò la tazzina sul piattino e si umettò le labbra. Il tutto con un atteggiamento molto pacato e naturale.

<< Yee... solo devo incontrare dei colleghi per un esame >> mentì piuttosto bene.
<< Ah, ok. Lo studio prima di tutto. Allora dai, finisci il the, così ti trucco e ti sistemo i capelli >>

Lei alzò la mano scuotendola.

<< Non serve, è una cosa informale >>
<< Ciò non significa che tu non debba apparire al meglio. Su ti aiuto io >>
<< No... non è assolutamente necessario >>
<< Oh.. si invece tesoro >>




*




Yukiko le passò un velo di ombretto sulle palpebre, la matita e le mise il mascara.

Shiho ricordò con nostalgia ed affetto quando la sorella si metteve il mascara, ereditato dalla madre, con quell'espressione concentrata e le labbra piegate. La trovava molto buffa.

Una volta finito di occuparsi degli occhi, l'attrice le tinse le labbra.
Prese un pennellino ed immerse eppena la punta in un rossetto dal colore rosa pesca, molto naturale e delicato, e lo passò con tocco preciso sulle labbra della ragazza.

Si allontanò guardando il risultato finale e sorrise soddisfatta.

<< Ok ora tocca i capelli >> disse prendendo una spazzola.

Shiho teneva il capo leggermente chino mentre Yukiko la pettinava in modo lento, passando la spazzola tra quei sottili fili ramati.

Nessuno le aveva mai pettinato i capelli. Nemmeno sua sorella.
Troppo corti, con quel misto mosso-liscio che non permetteva grandi cambiamenti quindi Akemi non ci aveva mai fatto molta attenzione.

Eppure quel gesto, il modo in cui la guardava, la mano sulla sua spalla, le trasmise un senso di calore e di conforto.

Una sensazione materna.

Lei non aveva mai avuto una madre.

Certo ora c'era una persona che forse un giorno avrebbe potuto trattarla alla stregua di una figlia, mentre con Mary aveva un rapporto conflittuale quasi come quello che potrebbe avere un'adolescente col proprio genitore.

Però lei se pensava ad una "madre" pensava a Yukiko.

Dolce, solare, un po' pazza, non perdeva occasione per indispettire il figlio ma al contempo si prodigava per lui aiutandolo in tutti i modi e restandogli accanto quando la situazione lo richiedeva.
Si, alle volte era un po' civettuola, soprattutto col caro cuginetto, ma non si comportava mai con vera malizia, anzi dispensava consigli anche a lui proprio come una mamma tradizionale.

La ammirava davvero molto.

Yukiko le mise l'ultima forcina tra i capelli.

<< Ecco guardati. Sei splendida >>

Quel semplice chignon alto in effetti le dava un'aria davvero elegante.

Da dietro il muro del salotto i due ragazzi in casa spiavano incuriositi.

<< Che stanno facendo? >> domandò Akai assottigliando gli occhi.
<< Ma che ne so... >>
<< Ma non stavano prendendo il the? >>
<< Boh. Sono donne, valle a capire... >>

Yukiko spalancò gli occhi come se avesse avuto un colpo di genio.

<< Aspetta manca un tocco di luce! >> disse aprendo un piccolo portagioie.

La collana che ne estrasse brillava un po' troppo per essere semplice bigiotteria.



Oh no. No no no.



<< Yukiko non posso accettare >> disse Shiho un po' a disagio.
<< Su zitta... >>
<< Ma... >>
<< “Ma” lo dico io... guarda come ti sta bene. Mi sa che te la regalo >>

I due ragazzi inclinarono la testa piuttosto ammirati.
Soprattutto Akai la guardò con un leggero rossore tinto sul viso.


Shiho era veramente una creatura incantevole con quel filo di trucco e quelle ciocche ramate che le incorniciavano il viso...
 

<< Eee... per caso c'è qualche amico speciale nella tua vita? >> chiese improvvisamente la donna avvicinandosi al suo orecchio.
<< “Speciale” come tuo figlio o il travestito di la? >>



...Almeno finché non parlava.

La donna arrossì e si mise a ridere.


<< Non fare la furba. Sai che intendo >>


Shiho assottigliò lo sguardo.

<< Sembra che tu stia cercando di raccogliere informazioni... >>


La donna si bloccò facendo una risatina forzata.

<< Ma che vai dicendo? Sono solo curiosa... >>

<< Beh c'è ben poco da curiosare >>

Shinichi poggio il palmo della mano contro il muro drizzando le orecchie.
Shuichi poggiò una mano sulla testa di Shinichi protraendosi in avanti.

<< Quindi non c'è nessun ragazzo? >>
<< No >>


I due ragazzi si guardarono e scossero la testa delusi. Poi si allontanarono, uno tornando in bagno, l'altro nella sua stanza, certi che quella conversazione non avrebbe portato da nessuna parte.

Yukiko si avvicinò al suo orecchio e bisbigliò piano.

<< E allora chi te l'ha fatto quel succhiotto? >>

Il suo viso si tinse di un rosso innaturale per una controllata come lei.

<< Non è come sembra! >>

Yukiko fece un sorrisetto malizioso.

<< E io che credevo ti piacesse mio figlio... che peccato saresti stata un'ottima alleata per fargli i dispetti >>


Shiho ridacchiò sistemandosi il colletto della maglietta e spingendolo verso l'alto.

<< Yukiko... >>
<< Si? >>
<< Chi lo dice che non possiamo torturarlo comunque? >>


La donna si mise a ridere.

<< Ti adoro ragazza! >





*




<< Che ne diresti se andassimo al cinema? >>
<< Al cinema? >>
<< Si >>

Shiho scosse la testa con aria disinteressata mentre riponeva il camice da laboratorio nel suo armadietto.

<< Mh... sai che preferisco andarci da sola... o coi ragazzi >>

Rei fece spallucce e le sorrise tentando di convincerla.

<< Fai finta che sia uno dei piccoli detective... tipo Mitsuiko >>


Shiho sorrise d'istinto.

<< Oh tranquillo. Sei più Mitsuiko di quanto pensi >>


Lui alzò un sopracciglio non afferrando la battuta. Poi portò una mano dietro la nuca chinando il capo.

<< Mi spiace di non poterti portare in un locale più carino >>

A causa del potenziale pericolo che ancora rappresentava l'organizzazione i due non potevano esporsi troppo e la scelta dei posti dove potevano andare insieme era piuttosto limitata.
Era una fortuna che, come Bourbon, conoscesse la maggior parte degli spostamenti dei suoi “colleghi”.

Shiho portò le mani dietro la schiena.

<< Non mi interessa... >>

In quel momento da uno dei corridoi laterali spuntò un'agente e Shiho si irrigidì d'istinto contrariamente a Rei che si limitò a salutare con un cenno del capo.
L'uomo si fermò inchinandosi rispettosamente davanti al suo superiore.

<< Konbanha Furuya-sama. Miyano-san... >> disse velocemente per poi proseguire nella direzione opposta.

Shiho eccellerò il passo.

<< ...per quanto mi riguarda possiamo anche stare a casa >> disse abbassando così tanto il tono della voce che il ragazzo la sentì appena.

Rei chiamò l'ascensore in modo da arrivare direttamente nel parcheggio senza correre il rischio di incrociare altri agenti.

<< Strano. Avevo come l'impressione che volessi uscire >> disse guardandole i capelli e scendendo lentamente verso il collo.
<< Spiacente ma ti sei sbagliato Sherlok >>

Una volta dentro Rei le prese la mano facendola voltare e le diede un veloce bacio a fior di labbra.

<< Comunque sia oggi sei particolarmente... bella >>

Shiho socchiuse gli occhi inclinando la testa di lato tentata dal dire la classica frase da inizio tempesta: “Perché? Non sono sempre bella?”
Tuttavia aveva capito perfettamente il senso di quella frase e il modo in cui la stava guardando avrebbe addolcito chiunque.
Sorrise sfiorando con due dita una delle catenine dorate.


<< Grazie. Dev'essere il tocco di una persona speciale >>










Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Barbecue ***


Barbecue












<< Accidenti >>

Il tono del dottor Agasa era nervoso e carico di agitazione.

Shiho alzò gli occhi al cielo.

Era dalle prime luci dell'alba che faceva così e ormai faticava a sopportarlo.

<< Che è successo questa volta? >>
<< Mi sono tagliato >>

La ragazza si avvicinò all'uomo.

<< Fa vedere … >>

Agasa aveva ripreso i contatti con Fusae da qualche mese ma era la prima volta che la invitava a casa.
Non che per Shiho ci fossero problemi, anzi.





<< Agasa lo so che stai partendo per andare da lei... invitala qui. Dopotutto questa è casa tua >>
<< È anche casa tua Shiho. Non te lo dimenticare mai >>





Però il dottore era decisamente impacciato e troppo timido per certe cose.

Una volta sicuro che il rapporto con la donna fosse una cosa seria e non un'infatuazione legata ad una cotta giovanile, allora si era deciso a fare quel passo.

Lei sarebbe arrivata a minuti e il professore era talmente nervoso da non riuscire a compiere gesti elementari come pelare le verdure.

<< Fusae-san è una donna molto dolce e simpatica. Quindi perché sei così tanto nervoso? >>
<< Vorrei che voi due andaste d'accordo >>

Shiho ammutolì.

<< Come? >>
<< Si... insomma tengo molto a lei ma confesso che il tuo giudizio è molto importante per me >>

La ragazza deglutì sentendo un groppo in gola.
Agasa le aveva appena rubato il discorso.

Fantastico. Adesso doveva inventarsi qualcos'altro.

Si perché oltre a Fusae era stata invitata anche un'altra persona.
Shiho aveva provato più volte ad accennarglielo ma per un motivo o per un altro le era mancato il coraggio.

<< Ma noi andiamo d'accordo >>

Le sue si erano già incontrate in qualche diversa occasione ed ogni volta Fusae l'aveva trattata in modo molto gentile.
All'inizio le due erano molto tese, ma una volta superato l'imbarazzo iniziale si erano trovate subito in sintonia.

<< È diverso... questa non è una passeggiata o un incontro in una caffetteria.... >>

Shiho finì di disinfettagli la ferita e gli mise un cerotto.

<< Tieni molto a lei vero? >>

L'uomo aggrottò le sopracciglia ed annuì.

<< Come l'hai capito? Come sapevi che era la persona giusta per te? >> domandò Shiho sinceramente curiosa.

Questa volta sorrise.

<< Credo di averlo sempre saputo in fondo >>

La ragazza espirò un po' delusa. Sperava in una risposta migliore.



Driiin



Il padrone di casa sobbalzò e poi andò tutto trafelato verso la porta.

Shiho invece rimase seduta con gli occhi socchiusi.

Lui sarebbe venuto più tardi, non appena finito il turno al bar.
Questa cosa la metteva in agitazione.

<< Fusae >>

La voce del dottore la risvegliò dai suoi pensieri e si mise in piedi avvicinandosi ai due.

<< Ciao Hiroshi >>

La donna la osservò ammirata e la abbracciò di istinto.

<< Ciao bella ragazza.... >>

Dopo un momento di imbarazzo Shiho si rilassò senza però ricambiare l'abbraccio, si limitò a poggiare una mano sulla sua spalla.

<< Salve Fusae-san >>
<< Ti avrò ripetuto una decina di volte di eliminare quel suffisso >>
<< Magari la prossima volta >>



*



Si accomodarono intorno al tavolo nel giardino sul retro.

<< La mia piccola Shiho adora le tue nuove borse >>
<< Agase... >> mormorò imbarazzata.
<< Davvero? >> domandò Fusae entusiasta.

Shiho annuì timidamente.

<< Ah ne sono molto lieta. E dimmi c'è una linea che preferisci? Sarei contenta di ricevere un parere da una bella ragazza giovane come te >>



Troppi, troppi complimenti per i suoi standard.



<< Apprezzo molto i borselli e le piccole borse da sera col nuovo motivo floreale anche se queste ultime le uso poco >>
<< E come mai cara? >>
<< Beh... >>
<< La mia piccola Shiho è quasi un medico, le servono borse grandi per contenere i libri >> disse Agasa aprendo una bottiglia di vino.
<< Agase... >> mormorò nuovamente la ragazza.

La stilista si voltò guardandola ammirata.

<< Davvero? Non ne avevo idea. Santo cielo! Pensavo fossi una liceale >>

Shiho girò il capo imbarazzata. Non le piaceva che si parlasse di quell'argomento.

La donna inclinò la testa, intuendo il suo disagio.

<< Allora... lavorerò su una linea più adatta ad una donna in carriera. Ho sperimentato poco su questo genere. Sarà una sfida interessante >>

Shiho le sorrise.

<< Non è affatto una cattiva idea >>




*




I minuti passavano veloci tra una chiacchiera e l'altra.

Fusae era sensibile, dolce ma anche interessante e molto colta.
Poi era divertente poter rispolverare qualche discorso in americano, sopratutto perché il dottore ci capiva poco.

<< Oh insomma! Mi sento escluso! >> disse l'uomo avvicinando il vassoio e poggiando gli spiedini già cotti

Le due risero.

<< Su su... non imbronciarti >> disse la donna alzandosi per aiutarlo coi piatti.

Shiho abbassò lo sguardo e sbloccò il cellulare per guardare l'orologio.



Accidenti...



Inspirò nervosamente e si alzò di scatto dirigendosi verso l'interno della casa.

<< Agasa è finito il succo d'arancia, mi accompagni a prenderlo insieme a qualche altra cosa? >>
<< Mh..? Ok... >> disse lui stranito da quella richiesta.

Una volta soli in cucina Shiho fece un lungo respiro.

<< Agasa ascolta. Io ho invitato... >>

In quel momento udirono un vocìo fuori dalla casa e subito dopo il campanello.

<< Chi sarà? >> domandò l'uomo dirigendosi verso la porta principale.

Shiho alzò la voce sentendosi sempre più agitata.

<< Aspetta ti devo dire... >>

Troppo tardi, aveva aperto la porta.

<< Ragazzi. Ciao >>

Shiho sussultò.

<< Salve Agasa. Siamo venuti perché... >>
<< Ah lo so. Me lo stava accennando in questo istante >>

Mitsuiko aggrottò la fronte confuso.

<< Che? >>

L'uomo li trascinò dentro con fare gioviale.

<< Ma non state lì impalati. Su venite così ve la presento >>

I tre bambini si guardarono confusi.

<< Ma chi? >>



*



Shiho poggiò la schiena contro il muro fissando con aria assente un angolino del pavimento.

I ragazzi erano entrati in casa e lei, quasi come fosse una ladra, si era andata a nascondere dietro la porta della scala.


Sentiva perfettamente le voci degli altri ma i suoni le arrivavano lontani, ovattati.

<< Evviva il barbecue! >>
<< Genta non correre. Cerca di controllarti! >> urlò Mitsuiko

Shiho sospirò mettendosi una mano sulla fronte sentendosi ridicola.
Decise di uscire, aveva poggiato la mano sul pomello della porta quando udì altre voci familiari.

<< Ragazzi certo che ci potevate aspettare. Che cos'è questo odore? >> disse un ragazzo con tono seccato.
<< Il professore vi ha dato la cintura? >> disse una voce femminile con tono più dolce.

Spalancò gli occhi sentendo tornare quella sensazione di disagio più forte di prima.
Adesso anche Shinichi e Ran.

Era convinta sarebbero stati solo loro due, Agasa e Fusae.

<< E così lei è la famosa Fusae... molto lieto >> disse Shinichi facendo un veloce inchino.

Ran le si avvicinò facendole un sorriso cordiale.

<< Forse non si ricorda di me, ma noi due ci siamo già incontrate >>
<< Davvero cara? >>

No, non ce la faceva. Non così...


Prese il cellulare mettendosi e compose il numero.

<< Salve >>

Ghiacciò riconoscendo quella voce.

Troppo tardi.

<< Amuro san che ci fai qui? >> domandò Agasa confuso.

Il ragazzo si mise una mano dietro la nuca.

<< Beh in realtà io... cercavo Shiho-san >>

Shiho avvertì come una potente scossa elettrica attraversarle la schiena e le mani congelarle.

Shinichi assottigliò gli occhi.

<< Perché la cerchi? >>
<< Ha dimenticato questo libro al caffè... >>

Shiho rimase inebetita un paio di secondi.

Shinichi assottigliò ulteriormente lo sguardo.

<< Strano, non è da lei perdere qualcosa >>
<< Difatti non l'ha perso. Lo ha solo dimenticato >>

Shiho fece un mezzo sorriso.

L'aveva fatto apposta.
Previdente come sempre, invece di presentarsi nel bel mezzo della grigliata e dire la verità aveva inventato una scusa plausibile per venire lì.
Lo ringraziò mentalmente per questo.

Scese velocemente le scale andando verso la cantinetta e prese un paio di bottiglie poi aprì la porta come niente fosse.

<< Fusae ho trovato del succo di fragola, ho pensato di prenderlo visto che ti piace tant... oh ciao ragazzi >> disse fingendo sorpresa.
<< Shiho nee chan! >>

Come al solito i tre la salutarono correndole incontro, abbracciandola e riempendola di coccole e festoni.

<< Che facevi? >>
<< Perché avete fatto una grigliata e non ci avete invitato? >>
<< Chi è quella signora? >> domandò Ayumi indicando Fusae.

Sorrise a tutti e tre.

<< Oh la signora è la fidanzata del dottor Agasa >>

Sia Agasa che Fusae diventarono incandescenti, Ran portò una mano davanti le labbra ed i bambini si voltarono tempestando di domande il povero padrone di casa.

<< Sei sempre una campionessa nel mettere a disagio >> disse Shinichi guardandola con la coda dell'occhio.
<< Che ho detto di male? >> domandò innocentemente poi si voltò verso Amuro.

Bastò un veloce scambio di sguardi e il ragazzo capì che doveva continuare la recita.

<< E tu? Ti sei perso? >>

Rei alzò gli occhi al cielo e si avvicinò allungandole il libro che in realtà aveva lasciato sul tavolino del suo salotto un paio di giorni prima.

<< Quindi era al caffè. Molto gentile >> disse lei con tono neutro.

Il ragazzo le fece un allegro sorriso.

<< Prego figurati >>

Shinichi osservò prima Shiho poi Amuro.

Quei due si comportavano come se fossero dei semplici conoscenti. Eppure ricordava bene la scena al mare.

Chiuse una mano a pugno.



Non sapeva bene cosa fosse quella sensazione allo stomaco.
Forse lo irritava il fatto che non gli avesse ancora detto niente.


Era il suo migliore amico perché tenerglielo nascosto?


Che fosse un elaborato scherzo?




Per un attino gli venne persino il dubbio che quella scena al mare fosse solo frutto della sua immaginazione.

<< Adesso vado. Buon pranzo >>
<< Ma no Tooru, hai fatto tutta questa strada. Resta. Aggiungo delle sedie >> disse Agasa con tono molto allegro.

In realtà dopo l'adorabile rivelazione di Shiho era molto in imbarazzo e sperava che la presenza di quel ragazzo sempre allegro e divertente distraesse tutti i presenti.

Rei portò una mano dietro la nuca dando una rapidissima occhiata alla ragazza.

<< Mi piacerebbe molto. Ma devo fare il doppio turno al caffè oggi >>



*



Arrivata la sera i bambini, Ran e Shinichi se ne andarono con la cintura spara “palloni pirotecnici” il vero motivo per cui erano andati dal professore.
Fusae si era offerta di sistemare le ultime stoviglie in cucina e Shiho ne aveva approfittato per poggiare una mano sulla spalla del professore, prenderlo in disparte e dirgli la verità.

<< Tu e Amuro? >>
<< Si Agasa... è per questo che era qui. L'avevo invitato io >>

L'uomo non aveva avuto nessuna reazione particolare. Si era messa a fissarla incredulo, poi allarmato ed infine aveva chiuso gli occhi sospirando.

<< Shiho cara... sei sicura di quello che fai? >>
<< Hai... >>

Lui si passò una mano sulla testa cercando le parole giuste da dire.

<< Beh tu sei una ragazza con la testa sulle spalle. Ho fiducia in te e poi immagino che Shinichi... >>

Lei spalancò gli occhi alzando le mani.

<< Lui non ne sa e non ne deve sapere niente. Nessuno lo sa. L'ho detto solo a te >>
<< Ma Shiho... >>
<< Ti prego Agasa >> gli prese le mani << Ti prego. Ho bisogno di gestire questa cosa a modo mio >>

L'uomo la guardò stringendole delicatamente le dita.

<< Va bene piccola mia... >>



*




L'indomani, all'interno del laboratorio di ricerca.



<< Agente Furuya? >>

Il ragazzo si allontanò dai suoi colleghi avvicinandosi alla ragazza.

<< Si? >>
<< Mi prenderebbe quel contenitore là in alto? >>

Entrò nella stanza alzando la testa.

<< Dove? >>

Con un gesto veloce la ragazza lo spinse contro la porta dandogli un intenso bacio sulle labbra.

Rei spalancò gli occhi completamente incredulo. Lei non si comportava mai in quel modo. E di sicuro non a lavoro.

<< Troppo affetto. Mi devo preoccupare? >>
<< Na... Ma non ti ci abituare. È solo per ringraziarti per ieri pomeriggio >>

Le poggiò una mano dietro la nuca rubandole un altro bacio prima di tornare a lavoro.

<< È stato un piacere Shi-chan >>






















Angolo dell'autrice.

Vedi Rei che se ti comporti bene le cose le ottieni? Shiho non è poi così cattiva, in fondo, in fondo, estremamente in profondità.
Povero Shinichi... sta uscendo pazzo con questa storia.
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto.

A presto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Regole per una serena convivenza -Risveglio- ***


Risveglio











Shiho stava dormendo con la faccia affondata dentro il cuscino.

No, non era un errore, la sua faccia era proprio dentro il cuscino. Ed era bellissimo.

<< Buongiorno! >>

Una voce allegra e squillante la fece sobbalzare e spalancare gli occhi.


Che era?


Riuchiuse gli occhi strusciandosi nuovamente contro il cuscino ma qualcosa le si fiondò addosso dandole un forte bacio sulle labbra.


Sentì un forte bisogno di sangue.


<< Lavori oggi? >> chiese l'entità con aria pimpante.

Sbattè gli occhi guardandosi intorno con aria totalmente spiazzata.


Cosa diamine era?


<< Mmmh >> emise portandosi una mano alla testa riprendendo lentamente lucidità.
<< Allora? >> insistette l'entità malefica.

Finalmente le si attivò di poco il cervello.


Oh! Era Lui...



*






Dopo il week end al mare avevano preso a dormire nello stesso letto, per la gioia di Rei che fino a quel momento aveva sempre dormito sul divano quando lei era in casa.

La prima volta era stato veramente entusiasta tanto che, come sempre nelle volte successive, si era svegliato di buon'ora e l'aveva guardata dormire come incantato sfiorandole i capelli e stringendola a se.
Ma quella precisa mattina però, invece di alzarsi e andare a fare il caffè, aveva provato a svegliarla.


Terribile errore.


Shiho si portò una mano davanti agli occhi boccheggiando.

<< Tu... io... >> iniziò a balbettare ancora mezza rimbambita.

Rei sorrise divertito.

<< ... Noi >>



Era un uomo morto mortissimo.

Niente veleni avrebbe utilizzato la pistola.



Rei le si avvicinò nuovamente dandole un dolce bacio sulla guancia, con tanto di schiocco.

<< Dai dormigliona! Facciamo colazione insieme >> disse dolce ed entusiasta.

Shiho si bloccò un paio di secondi fissando il tetto poi si girò a guardarlo intensamente.

Il ragazzo gli sorrise nuovamente.

<< Cia... >>

Non riuscì a finire di parlare perchè Shiho gli tirò una bottiglietta contro.


Da dove provenisse l'oggetto contundente non è dato sapere.


<< Vai via! >> urlò improvvisamente.

Rei si mise a sedere di scatto fiutando il pericolo.

<< Ma che ti prende? >>

Per tutta risposta Shiho poggiò i piedi sul suo fianco e lo spinse con forza facendolo cadere dal letto.


Pessima mossa portarla in palestra, era ecisamente più forte.


<< Shiho! >> disse Rei a voce alta con aria offesa.
<< Fammi dormire maledetto! >> urlò lei di rimando.

Il ragazzo si mise una mano tra i capelli.


Ok mai svegliarla in modo brusco. Afferrato.


<< Ok ok me ne vado >> disse dirigendosi con aria mesta verso la cucina.

Poco prima di chiudere la porta le lanciò un'ultima occhiata e borbottò a voce molto bassa.

<< Sei una vera arpìa >>

















Angolo dell'autrice.

La stronza è tornata gente!
Pensavate che fosse diventata un dolce e tenero frugoletto eh?
Nope, Shiho è Shiho, puoi ottenere qualche momento, ma poi torna sempre.
Sei graziata solo se ti chiami Ayumi.
Capitoletto cortino lo so, fa parte di un piccolo esperimento. Vediamo come va...

Grazie a tutti i lettori (e perdonate il ritardo di questo giro). A presto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Papà iperprotettivo ***


Papà iperprotettivo











<< Ma ti stai truccando? >>
<< Un po'. Stasera ho un impegno >>

Agasa si soffermò davanti la stanza della ragazza sbirciando dalla porta mezza aperta.

<< Oh... un appuntamento cara? >> domandò alzando un sopracciglio.

Shiho rimase un attimo imbambolata.

In effetti era proprio quello, ma la metteva a disagio ammetterlo.

<< No >> rispose secca continuando a sfumare l'ombretto viola sopra la palpebra.

Agasa fece roteare il thè ormai tiepido nella tazza e sospirò.

Era da un po' che la sua bambina non trascorreva una serata tranquilla sola con lui. I pranzi erano una costante da un po'... ma le cene.
Quello era un momento solo per loro due.

Andò in cucina ed aprì il frigorifero: era un'occasione perfetta per poter mangiare una fetta di quel buonissimo ciambellone al limone preparato dalla ragazza quella mattina, ma in realtà non aveva il minimo appetito.
Richiuse il frigo con aria mesta e si voltò vedendo la ragazza avvolta in un adorabile abito celeste sistemarsi un piccolo fermaglio tra i capelli.

<< Agasa mi raccomando non mangiare troppo e non passare tutto il tempo davanti al computer >>
<< Va bene Shiho cara >> fece trascorrere un paio di secondi poi decise di fargli quella domanda << Farai tardi stasera? >>
<< Mh... non so... comunque tranquillo non aspettarmi alzato >> disse prendendo la borsa e uscendo in fretta di casa.

Hiroshi fissò la porta chiusa e poi sospirò con profonda amarezza.




*




La campanella posta sopra la porta del Poirot iniziò a tintinnare allegramente segnalando la presenza di un cliente.
Amuro stava preparando un'ordinazione ed era sceso al piano di sotto per prendere del pane quando udì la voce di Azusa.

<< Amuro san prendi anche dei noodles >>

Il ragazzo alzò la testa portando una mano vicino la bocca.

<< Per cosa ti servono Azusa-san? >>

Nessuna risposta.

<< Azusa-san? >>

Nessuna risposta.



Ok bene, lasciamo sbattere il novellino. Tutto regolare.



Risalì in fretta le scale vedendo che Azusa stava sistemando la vetrina per poi incrociare il viso di Agasa, mero rubicondo del solito.
Rimase spiazzato per qualche istante stranito da quello sguardo così cupo.
Sapeva che Shiho gli aveva detto la verità ma era convinto che la ragazza esagerasse coi suoi racconti e invece anche questa volta aveva dimostrato di avere ragione.

Fece finta di niente e sfoggiò un cordiale sorriso.

<< Salve professore >>
<< Già >> si limitò a dire secco.



Iniziamo bene...



<< Allora che vuole ordinare? >>

L'uomo si sedette su una delle poltroncine vicino la finestra.

<< Non hai sentito Azusa-san? >>



E continuiamo bene bene...



<< No. Mi dispiace dal piano di sotto non si sentiva >>
<< Voglio dei noodles al pomodoro >>

Un tono di voce che nemmeno Vodka quando gli girano le palle.

Rei fece un sorriso serafico.

<< Va bene. Arrivano tra pochi minuti >>



*



Stava pulendo i bicchieri e si sentiva osservato.

Agasa mangiava in maniera nervosa masticando in modo rabbioso ed emettendo degli strani rumori nasali.

Era un po' inquietante ad essere onesti.

Posò una pila di bicchieri dietro il bancone continuando a sentire i suoi occhi addosso.
Spostò lo sguardo sul vetro incrociando il riflesso del dottore.



Uuuh come lo stava guardando male...



Sembrava volergli tirare addosso uno dei suoi congegni esplosivi.

<< Va tutto bene dottore? >>

Lui grugnì contrariato.

<< I noodles sono gommosi >>

Gli partì un istintivo tic all'occhio.

La cosa cominciava ad essere personale.

Sfoggiò un sorrisino tirato e si avvicinò al suo tavolo.

<< Se vuole glieli rifaccio >>
<< No >>

Quel "no" doveva essere una caratteristica di quella strana famiglia.

E comunque sapeva benissimo che i suoi noodels erano perfetti.



*



Una volta finito il pasto il dottore si avvicinò alla cassa estraendo il portafoglio.

Amuro si affrettò a scuotere il capo ed alzare la mano.

<< Agasa-san offre la casa >>
<< Non crederai di rabbonirmi così >>

Tooru sospirò spazientito ed amareggiato.

Hiroshi Agasa era un tipo sempre allegro e molto alla mano, era sempre stato tanto gentile con lui e francamente gli dispiaceva questo repentino cambiamento d'umore.

<< Forse dovevo comportarmi diversamente l'altro giorno? >> disse diretto, senza sorrisini o altri preamboli.

Agasa si grattò la guancia imbarazzato.

<< Non penso di dover giudicare >>
<< E allora potrei sapere il motivo di tanto astio? >>

L'uomo abbassò il capo rimanendo in completo silenzio per qualche istante.
Rei si spostò dal bancone mettendosi di fronte a lui.

<< Agasa-san... >>

L'uomo si ostinò a non rispondere e Rei decise di assecondarlo.

<< Odia il freddo >>

Il mormorio del dottore era talmente basso che il ragazzo non fu certo di aver sentito bene.

<< Come? >>
<< Odia il freddo, lo detesta. E non sopporta il disordine. E poi non mi piace che faccia tardi la sera... >>

Rei incrociò le braccia al petto alzando un sopracciglio.



Oh. Ecco qual'era il problema.



<< ... lei va all'università quindi deve studiare e dormire adeguatamente e poi... >>



E poi, ti prego, non portarmela via.



<< Dottor Agasa... >>

L'uomo fermò il suo sproloquio colpito dalla serietà del suo tono di voce.

<< ...le garantisco che non farò mai nulla per nuocere nè a Shiho nè a lei >>

Agasa ammutolì all'istante.

Lui non era dotato della stessa perspicacia di Shinichi o Shiho, non sapeva leggere dentro le persone come loro.
Era un uomo semplice e di poche pretese ma consapevole che colui che aveva davanti era molto abile a mentire. Lo faceva di professione.

Lo fissò per qualche istante ed alla fine decise di fidarsi del suo tono di voce.

<< Bene allora... va bene... >>

Rei annuì accennando un sorriso d'intesa.

<< Se le fai del male prendo i razzi dello skate di Conan e li punto contro di te >>

Il ragazzo annuì più lentamente e più vistosamente sorridendo sincero.
Era felice che Shiho avesse delle persone così affezionate attorno a lei.

<< Ho ricevuto minacce peggiori ma ne prendo atto comunque >>










Angolo dell'autrice.

Eeeee... si. Sono in ritardo. Perdonatemi.
Vi sembrava che Agasa l'avesse presa bene eh? E invece no. Stava solo assecondando la sua "bambina" (Si... "bambina")
Credo che Rei stia ricevendo più minacce da parte di amici e familiari di Shiho che dagli elementi mib.
Comunque, senza divagare oltre, spero che questo capitoletto vi sia piaciuto e che ovunque voi siate non vi stiate sciogliendo come la sottoscritta.
Grazie a tutti. Un bacione.

Violetta_




Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Blush ***


Blush











Masumi ciondolò per casa grattandosi la testa e sbadigliando con molta poca eleganza mentre si dirigeva verso la porta.

Qualcuno stava suonando da diversi minuti interrompendo il suo meraviglioso sogno: vinceva un incontro di Jeet Kune Do contro suo fratello.

<< Arrivo... un attimo >>

Il campanello suonò nuovamente.

<< Un attimo! >> sbraitò stringendo il pugno destro.

Aprì la porta intenzionata ad usare il suddetto pugno ma le sue intenzioni morirono sul nascere ed invece batté le palpebre sorpresa.

<< Shiho >>
<< Ciao >> disse lei entrando in casa << Ti scoccia se rimango qui per qualche ora? >>

Masumi lanciò una rapida occhiata all'interno dell'appartamento.

<< No no è solo che... >>
<< Masumi mi pare di averti già rammentato di essere più ordinata >>

Shiho spalancò gli occhi e si voltò incrociando due occhi vedi e severi.
La fissò per qualche secondo, sembrava la versione bionda e poco più grande di Ai Haibara.
Avvertì come un vuoto all stomaco e serrò i denti.

Masumi chinò il capo portando una mano dietro la nuca.

<< Si mamma >>

Mary assottigliò lo sguardo ed incrociò le braccia al petto fissando l'ospite.

<< Shiho >>

La ragazza alzò la testa guardandola con impassibilità.

<< Mary >>

La donna con le fattezze di bambina represse un sorriso.



Perché doveva essere così simile a lei...



Shiho chiuse gli occhi chinando il capo << Credo di aver commesso un errore. Dovevo telefonare prima di venire qui >> fece un rapido dietrofront << Perdonate il dist... >>
<< Me ne vado io >> disse Mary prendendo la giacca ed aprendo la porta << Masumi cerca di dare una sistemata >>

La ragazza si grattò nervosamente la guancia destra.

<< Ok... ciao mamma >>

Una volta chiusa la porta la castana gonfiò le guance e sospirò.

<< E niente... che bel momento... >> disse con sarcasmo << Cosa ti porta qui? >>

Shiho incrociò le braccia al petto.



*





In casa Agasa intanto.

<< Fusae cara ti andrebbe una fetta di torta? >>

La donna, avvolta da un lungo ed elegante pigiama di seta, si sedette sul divano con una tazza di the fumante tra le mani.

<< Perché invece non ti siedi qui accanto a me e magari ascoltiamo un po' di musica? >>



*





<< Devo studiare e in casa ... non riesco a concentrarmi >>
<< Ah... beh scegli: cucina o camera mia? >>

Shiho accennò un sorrisetto ed assottigliò gli occhi.

<< Quale delle due è meno disastrata? >>

Masumi ponderò cosa fosse peggio: i resti dello yorkshire pudding malriuscito della sera prima sul tavolo o i suoi slip e i suoi calzini sul letto?

<< Vado a sistemare la mia stanza. Ti prego non seguirmi >> disse con una punta di panico.

Shiho sorrise divertita.

<< Ok... >>



*



La scienziata si sedette sotto la finestra col suo libro tra le mani ed una matita tra i capelli.

<< Strano. Sai che credevo fossi già laureata? >> disse Masumi stesa sul letto.
<< In biochimica... >> si limitò a dire lei scrivendo un appunto su un foglietto.
<< E come mai hai fatto tutta questa strada per venire qui invece che andare a casa Kudo? È più vicino >>
<< Perché a casa Kudo c'è Shinichi... con sua moglie >>

Masumi portò un dito sul viso.

<< Ma Ran è ad un ritiro con la sua squadra >>
<< Non parlavo di Ran... >>

La ragazza aggrottò la fronte e rimase ferma in quella posizione finché non capì e sorrise in modo forzato.

<< Simpatica >>



*



A parte una veloce pausa per pranzare con dei noodles in brodo, Shiho aveva passato quasi tutta la giornata sui libri.

Era l'ora del the e Masumi, che ormai aveva esaurito la sua poca pazienza, entrò in camera sua con fare entusiasta e un gran sorriso.

<< Andiamo in discoteca >>

Shiho alzò la testa alzando un sopracciglio.

<< Che? >>
<< Stasera andiamo in discoteca >>
<< Perché? >>

Masumi mise lei mani sui fianchi.

<< Perché è così che fanno le ragazze della nostra età... >>

Shiho affondò nuovamente il naso tra le pagine.

<< Devo studiare >>
<< Ma è da stamattina che non fai altro >>
<< Devo recuperare un sacco di pagine. Ho perso un sacco di tempo per colpa... >> - di un faccino d'angelo - << ... del lavoro >>
<< Shiho ho come la sensazione che tu sia più preparata del tuo professore >>

Magari...

<< Dai solo un paio d'ore... >> la pregò Masumi unendo i pugni vicino al viso.



*



<< Sei una sporca traditrice >>

Masumi ridacchiò.


Non era una discoteca bensì il nuovo locale della famiglia Suzuki. Ed era una festa a tema.

<< Ti odio >>

Masumi chiuse gli occhi ridendo nervosamente.

<< Se ti avessi detto la verità non saresti venuta >>
<< Ma dai... >>

Il tema della festa era “Romeo e Giulietta”.


No sul serio?


La sala era completamente addobbata con rose rosse, c'era uno sfarzoso buffet di dolci e dei violini suonavano note dolci e romantiche.


L'apoteosi dell'amour.


<< Perché mi hai trascinata qui? >>
<< Mi ha invitata Sonoko e non me la sono sentita di dirle di no >>
<< Ah! Chiaro >>

La sala era piena di coppie, c'erano persino Shukichi con Yumi, i due parlavano amabilmente mentre sorseggiavano un vino rosè.

Goro era in un angolo intento a cercare di rimorchiare la barista.

<< Quindi è quella l'oca che gironzola intorno a mio fratello... >> disse Masumi puntando la poliziotta << ...andiamo a salutarla >>
<< Passo >> si limitò a dire Shiho che non ci teneva a fatto a ritrovarsi invischiata in una discussione con uno dei pochi membri della famiglia Akai con cui andava d'accordo.
<< Io vado >> disse battagliera.



*



Shiho si mise in un angolo della sala ammirando un Monet appeso vicino il buffet.

<< Ciao Shiho >>

Si voltò riconoscendo quella voce.

<< Ciao Ran >>

Dopo il chiarimento, il loro rapporto era decisamente migliorato: non c'era più quella fastidiosa tensione e le due parlavano in modo più rilassato.

<< Sei qui da sola? >> domandò stranita.

Ran fece spallucce con un'espressione inconfondibile stampata sul volto.

<< C'è stato un omicidio eh? >>
<< Eh... >>

Shiho si guardo intorno finché il suo occhio non incrociò l'insegna che si vedeva oltre la finestra.

<< Io vado in quel bar a prendere un caffè, qui c'è troppo rosa e troppi cuoricini per i miei gusti. Vuoi venire? >>

Ran sorrise. Era sempre emozionata quando quella ragazza, che volente o nolente la intimidiva, si comportava in modo amichevole con lei.

<< Certo >>



*



<< In che guaio si è cacciato questa volta? Omicidio? Rapina? Gli alieni? >>

Ran rise divertita.

<< Mi ha solo detto che è rimasto coinvolto in un caso alla lavanderia mentre ritirava il vestito per venire qui... >>
<< No! E' riuscito a portare sfiga persino in una lavanderia. Ci vuole talento >>

La ragazza rise nuovamente per poi perdersi nei suoi pensieri.

<< Mi manca Conan >> disse improvvisamente.
<< Mh? >>
<< Era un bambino che ha vissuto con me e mio padre per due anni. Era adorabile, molto intelligente. Un tesoro. Però anche lui sembrava... attirare misteri >>


Shiho la guardò con la coda dell'occhio e la vide giocherellare con una ciocca di capelli.

<< C'era anche una bambina... >> mormorò con gli occhi persi nei ricordi << Lei non viveva con noi ma con Agasa >> scosse la testa e si diede un colpo sulla fronte << Che sciocca. Di sicuro te ne avrà parlato >>
<< Sisi.... Haibara... >> rispose in modo frettoloso.
<< Esatto. Era una bambina bellissima >> socchiuse gli occhi guardando verso l'alto << Però aveva sempre il broncio, si comportava come se il mondo fosse contro di lei.
Avevamo uno strano rapporto: all'inizio sembrava mi detestasse, poi però ha iniziato ad aprirsi un po' con me, soprattutto nell'ultimo periodo. Figurati in certi momenti mi tirava la maglietta o prendeva la mano e io mi sentivo come se... >> portò una mano sul collo con un'espressione nostalgica, senza trovare le parole per finire la frase << Quanto mi manca >>


Shiho arrossì e girò lo sguardo fissando le finestre di un palazzo anonimo senza sapere come reagire, o cosa dire.
Per fortuna erano arrivati al bar e la ragazza entrò velocemente ordinando un caffè.

<< Tu cosa prendi? >>
<< Un'aranciata >>

Presero le loro rispettive ordinazioni e si sedettero in un tavolino all'esterno.

Heiji e Kazuha erano seduti su una panchina poco distante dal bar.
I due si sbaciucchiavano convinti di essere da soli.

<< Quanto sono adorabili >> mormorò la karaketa poggiando la testa su una mano.

Shiho osservò quei due di sottecchi ed arrossì. Poi scosse la testa e girò il capo con le braccia conserte.

<< Quante smancerie... >>

Poco più avanti, dietro un vicolo, Rei Furuya guardava la situazione dentro la sua Mazda.

Aveva trovato una nuova pista e questo comportava sparire per qualche giorno, ma nulla gli impediva di guardarla da lontano se faceva attenzione.

Lei sembrava sempre scorbutica ed anche un po' acida.

Ad esempio quando riceveva un complimento o quando c'era una coppia che dava a vedere manifestazioni d'affetto lei chiudeva gli occhi o girava la testa di lato, oppure faceva qualche battutina. Come in quel momento.

Aggrottò la fronte e la sua famosa perspicacia non lo tradì nemmeno stavolta.

Non era infastidita. Era imbarazzata.

Inclinò la testa intenerito. Tutto sommato quella ragazza non aveva la scorza tanto dura. Era solo poco abituata a certe situazioni.
Le sembrò adorabile in quel momento.

Udì vibrare il cellulare.

<< Pronto? >> sospirò irritato << Si Kazami arrivo subito >>

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Mancanza ***


Mancanza











Prima di iniziare questo capitolo è necessario fare una piccola, ma doverosa, precisazione.

Vi è mai capitato di entrare in contatto con un bambino di dieci anni?
Non di quelli che si piazzano davanti la tv o al tablet e stanno buoni e quieti sopra il divano, ma di quelli che vogliono GIOCARE.

Rei Furuya era così.

Iperattivo, cocciuto e tanto taaanto affettuoso.

Anzi diciamo pure che, in certi momenti, era stramaledettamente appiccicoso.




*




Nonostante solitamente le lasciasse i suoi spazi c'erano dei momenti in cui proprio non lo reggeva.


Capitava quando erano soli, lontani da occhi indiscreti.

Come quando arrivava a casa da nemmeno cinque minuti e si chinava sul tavolino per sistemare dei fogli nella sua borsa, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
Lui si avvicinava alle sue spalle poggiando le mani sui suoi fianchi e la baciava sul collo.

<< Che fai? >> domandava come un bambino.
<< Sistemo gli appunti per una ricerca per l'università. Dubito che stasera i bambini mi daranno il tempo di farlo e domani ho da fare >>

E allora Rei poggiava il mento sulla sua spalla con fare da cagnolino.

<< Ti serve una mano? >>
<< Iee... >> Si voltò ritrovandosi vicinissima al suo viso << Insomma non stare così appiccicato >>

E lui sospirava affranto.

<< Sempre tanto dolce... >>
<< Sei tu che non hai chiaro il concetto di “spazio personale” >>



Erano slanci d'affetto che la gente normale avrebbe reputato dolci ma lei non riusciva proprio a sopportarli.



E la doveva abbracciare, e la doveva coccolare, e la baciava in continuazione, sulle labbra, sulla fronte, sul collo...

Se non la abbracciava e non la baciava allora le teneva la mano... o almeno ci provava.

Shiho era un tipo completamente diverso.
Era introversa e anche piuttosto fredda, inoltre non era assolutamente abituata a tutte quelle manifestazioni d'affetto per cui ogni volta si sentiva a disagio.

Anzi quando cercava di prenderle la mano in pubblico le veniva proprio voglia di strozzarlo.



<< Quante smancerie. Sei peggio di una ragazza >>
<< Spiritosa >>





<< Dai Rei piantala...>>
<< Sei così carina quando diventi tutta rossa... come una bimba >
<< Ora ti cavo un occhio con un bisturi! >>





<< Rei ... >>
<< Sssh... hai un così buon profumo... >>




Era piuttosto oppressa da tutte quelle attenzioni.


<< Shiho... dovrò star via qualche giorno >>


Per questo quando Rei le parlò con quel tono, quello che usava quando la situazione richiedeva serietà, gli rispose quasi contenta.


<< Meglio. Così respiro un po' ... e magari recupero qualche capitolo arretrato >>





*





Era stesa sul letto di camera sua.
Si girava e rigirava tra le coperte da più di mezz'ora.

Sbuffò portando un braccio sopra la fonte e si mise a fissare il tetto.


Erano quasi due settimane che non aveva sue notizie.


L'occhio gli cadde sulla sciarpa rosa che il ragazzo le aveva prestato durante un'uscita in montagna.
La osservò per una manciata di secondi, poi scostò le coperte e si alzò andando verso la sedia posta di fronte la scrivania, la prese, e se la rigirò tra le mani.

Era molto morbida e calda.

Si rimise a letto con la sciarpa tra le mani, la avvicinò al suo viso sentendo il suo profumo, e chiuse gli occhi.



Per la miseria se le mancava il suo abbraccio... in quel momento si sarebbe accontentata anche solo di stringergli la mano.

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Miyao ***


Miyao










<< Benvenuti >>
<< Ciao Azusa >> disse Masumi col suo solito entusiasmo precipitandosi su uno dei divanetti << …aaah seduta finalmente >>

Shiho alzò un sopracciglio scuotendo la testa e incrociò le braccia al petto.

<< Shiho-san tu prendi il solito caffè? >> domandò Azusa con tono gentile.
<< No oggi vorrei del succo di mirtillo. Grazie >>



Ne aveva già presi cinque...



Si sedette sulla sedia e si guardò intorno.
C'era qualche cliente: una coppia, una madre con suo figlio e un ragazzo che aveva tutta l'aria di essere uno studente.
Alla sua destra Masumi stava bevendo a grandi sorsi la sua spremuta d'arancia, dopo l'allenamento era anche andata a correre quindi era assetata e su di giri.

<< Ecco a te Shiho >>
<< Grazie >> rispose gentile.

Chinò il capo e si mise a fissare il suo succo.



Rei mancava da quasi un mese.



In quel periodo le era capitato più volte di andare al Poirot con Shinichi, con Masumi, coi ragazzi, ma la situazione non era cambiata.
Anche al laboratorio non avevano sue notizie e non poteva chiedere informazioni agli agenti senza una motivazione valida.

All'inizio era contenta, poi tranquilla, un po' giù di tono forse, ma adesso era irrequieta e non riusciva a concentrarsi su niente.

<< Shiho? >>

Batté gli occhi incrociando il viso contrariato di Masumi, probabilmente le aveva parlato sino a quel momento e si era resa conto di aver parlato al vento.

<< Tutto ok? >>

Lei annuì.

<< Si si. Tutto bene >>




*




Allo scadere del trentesimo giorno Rei, nelle vesti del cameriere Amuro, era tornato al bar con un grosso livido vicino l'occhio destro.

Com'era facile immaginare sia le ragazze che i bambini l'avevano circondato chiedendogli delle spiegazioni, lo avevano tempestato di domande, Sonoko si era offerta di curarlo a casa sa, ma lui aveva minimizzato dicendo che mentre si stava allenando a tennis la sua spalla gli aveva tirato un brutto scherzo ed una palla lo aveva colpito a gran velocità sulla faccia.

Shiho non aveva detto nulla fingendo indifferenza, ma non appena ne ebbe l'occasione si era precipitata a casa sua.

<< Com'è successo? >>

Il ragazzo chiuse un occhio avvertendo una leggera fitta di dolore.
La ragazza aveva notato una ferita trascurata vicino la tempia e adesso la stava disinfettando.

<< Segreto professionale Shi... lo sai >>

In realtà non si era procurato quel livido mentre era a lavoro.


Non propriamente.




*




Furuya ed Akai si trovavano in cima alla
Tokyo Sky Tree per via di un'indagine in comune che stavano svolgendo.

Erano in attesa che uno di quegli uomini facesse un passo falso quando venne fuori l'argomento Shiho.

Non sapeva l'esatta dinamica di come si erano svolti gli eventi, ricordava solo che l'agente dell'FBI gli aveva tirato un pugno in faccia senza il minimo preavviso.
Solitamente era lui ad iniziare i loro litigi quindi questa cosa lo aveva preso totalmente alla sprovvista ed era caduto a terra come un ragazzino il suo primo giorno in palestra.

Dopo un primo momento di totale sorpresa si era tolto il sangue dal viso col dorso della mano e lo aveva guardato con un sorrisino di scherno.

<< Cazzo Akai dovresti piantarla col caffè. Ti rende un po' troppo nervoso >>

Lui continuava a fissarlo con una serietà quasi minacciosa. Somigliava vagamente al corvo dai capelli argentei.

<< Ti tengo d'occhio maledetto. Non provare a giocare con lei o te ne farò pentire amaramente >>


Rei non capì immediatamente il senso di quella frase. Inizialmente pensò che si trattasse di gelosia e quindi si era alzato di scatto iniziando a picchiarlo a sua volta.

<< Tu maledetto bastardo >>
<< Ti faccio saltare i denti! >>
<< Lo sapevo che c'era qualcuno dietro quella finestra. Sei un depravato! >>
<< Sei un uomo morto! >>

Quella che ne era seguita fu una scazzottata in piena regola fermata solo dall'arrivo dell'agente Stirling che li aveva colti in flagrante e si era messa ad osservarli con le braccia conserte e un sopracciglio alzato aspettando che quei due la notassero.

Quando finalmente si accorsero della ragazza si immobilizzarono all'istante.

<< Appena avete finito, con calma... >> disse lei con tono molto pacato.

I due si erano messi in piedi sistemandosi i vestiti sgualciti sotto lo sguardo neutro della donna.
Una volta assunto una posa più presentabile lei continuò a parlare.

<< ...volevo informarvi che si trattava di un falso allarme. Akai possiamo ritornare alla base. Per ragioni di sicurezza la stesura del rapporto verrà effettuata da James.... E che i microfoni sono accesi >> si era girata dando loro le spalle ed infine aveva mormorato << … idioti >>





*




Dopo quell'episodio Rei aveva indagato a fondo sulla questione ed alla fine aveva appurato che effettivamente si trattava di gelosia, ma non nel senso romantico. Più nel senso fraterno.

Ci aveva messo un po' ad elaborare quella nuova informazione.

Akai Shuichi considerava Shiho al pari di Masumi.
Per lui era una ragazzina da difendere e niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
Non le sue lauree, non il suo lavoro, non le sue lunghe gambe.


Alzò gli occhi su di lei, gli stava ancora curando le ferite, e si mise ad analizzare i dolci lineamenti del viso.

Shiho sembrava una ragazza vulnerabile.



Sembrava appunto.



Ed invece aveva scoperto che aveva due “fratelli” armati ed iperprotettivi, tre se considerava quello famoso con le sette teste, ed una sorella che era peggio degli altri tre.
Una zia dal calcio letale. Un padre adottivo con una certa familiarità con le esplosioni e tre piccoli pestifere canaglie che nonostante la loro età sapevano come farti passare un brutto quarto d'ora.
Inoltre il suo aspetto delicato ed esile celava una mente sadica e vendicativa. Con libero accesso a bisturi, veleni, virus, armi batteriologiche varie e all'obitorio di uno dei dipartimenti più nascosti e misteriosi della polizia.


Portò il dorso della mano sulla fronte guardando fisso di fronte a se.



Oooh cielo in che guaio si era andato a cacciare?




<< Ehi! Non ti togliere la medicazione! >>

Rei sobbalzò risvegliato da quell'amorevole ammonimento.

Due secondi prima sembrava serena e poi si metteva a ringhiare.
Prima era dolce e poi lanciava occhiatacce.
Era paragonabile e quei gatti che ti leccano docilmente la mano e poi ti staccano un dito.

<< Ma certo Shiho Miyao >> disse con un mezzo sorriso.

Lei era un dolce, tenero, adorabile, letale gattino.

Non dimostrava affetto come le ragazze normali, ad esempio cucinando, anzi se poteva ti toglieva il piatto da sotto il naso.
Non parlava usando parole dolci, anzi spesso ti mormorava frecciatine sarcastiche che ti facevano saltare i nervi.

Shiho notò una piccola ferita sulla sua guancia e si affrettò a mettergli della crema disinfettante.

<< Spero solo tu non abbia fatto qualche imprudenza agendo in modo sconsiderato >> disse con sguardo assorto mentre lo sfiorava delicatamente col polpastrello dell'indice.

Rei fece un piccolo sorriso.

Però era protettiva. Molto protettiva.



Se le entravi nel cuore, sicuramente si sarebbe fatta ammazzare per te.








Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Tennis ***


Tennis















Shiho Miyano, nonostante il suo atteggiamento a volte fin troppo spavaldo, si conosceva abbastanza da sapere quali fossero i suoi limiti, sia mentali che fisici.
Per questo preferiva defilarsi se le veniva proposto di fare qualcosa di cui non era esperta.

Con i bambini, con Agasa, persino con Conan non aveva mai avuto grandi difficoltà a riguardo, il più delle volte le bastava dire semplicemente “io passo” o “non contate su di me” per mettere a tacere ogni questione.

Ma con lui non c'era verso.

Era cocciuto come un mulo ed insistente come un bimbo.

Poi se si metteva pure a pregarla con quel faccino da bimbo era peggio che andar di notte.

<< Dai Shiho non è difficile >>


Eh si. Facile per lui.


Alzò gli occhi al cielo e sospirò, poi prese la pallina, la lanciò in alto e la colpì con la racchetta.
La pallina finì nella rete.

Abbassò la testa imbarazzata e delusa. Era proprio negata col tennis.

<< Brava! Hai visto che l'hai colpita? >> disse Rei tutto contento convinto di averle fatto un complimento.

Si perché fin'ora quello si era dimostrato il suo miglior servizio. Fino a quel momento aveva sempre mancato la pallina.



No ragazzi. No comment se no si incazza e comincia a tirare peperoncino.



<< Si... un tiro veramente eccellente... >> disse mostrando tutto il suo sarcasmo.
<< Su non ti scoraggiare... >> il ragazzo le si avvicinò porgendole la pallina << Dai riprova >> disse dolce e paziente.
<< Preferirei star seduta sugli spalti... >>
<< Eh no. Non puoi. E poi l'attività fisica fa bene >> disse con quell'aria da saputello che lo rendeva adorabile e odioso al tempo stesso.

Shiho sbuffò vistosamente preparandosi mentalmente all'ennesima figura da stupida.

Tirò il alto la pallina e si preparò a colpirla con la racchetta ma nella foga le scivolò dalle mani facendo un volo oltre la rete.

Ne seguì qualche istante di imbarazzante silenzio.

<< Beh qualcosa oltre la rete sei riuscita a mandarla... >> questa volta c'era una punta di sarcasmo nelle sue parole.

Shiho arrossì come un pomodoro maturo e strinse i pugni in completo imbarazzo.

<< Ok direi che ho finito di fare sport per oggi. Anzi per tutta la vita >>

Si sistemò il cappellino che aveva in testa e si diresse a grandi falcate verso gli spalti.

Il ragazzo rise prendendole la mano.

<< Su su non fare così >>
<< Ma ci tieni tanto a vedermi fare figuracce? >>
<< Un po' forse... >>

In realtà la trovava adorabile.
L'espressione decisa che aveva poco prima di colpire la pallina e quel faccino rosso erano uno spettacolo indescrivibile ai suoi occhi.
Poi la divisa, composta da una polo viola ed una gonnellina bianca, le stava davvero bene addosso.

<< Solo un'ultima volta >>
<< No >> disse secca.

Lui congiunse le mani chiudendo gli occhi.

<< Ti prego >>


Mamma mia era proprio un bambino...


<< Ok però mi porti il pranzo a lavoro per tutta la prossima settimana >>
<< Ci sto. Però proviamo così … >>

Si mise dietro di lei prendendole la mano con la quale impugnava la racchetta, l'altra la poggiò sul suo fianco.

Lei aggrottò la fronte incuriosita.

<< Tieni il braccio morbido se no rischi di farti male >>
<< Ok >>
<< Pronta? >>

Shino annuì. Lanciò la pallina e al momento opportuno la colpì con la racchetta seguendo i movimenti di Rei.

La pallina andò dritta oltre la rete bloccandosi contro la recinzione.

Shiho fece un mezzo sorriso soddisfatto.

<< Brava >> disse lui sempre con quel suo entusiasmo un po' infantile.

La ragazza alzò un sopracciglio con quel suo solito cipiglio piccato.

<< Smettila. Hai praticamente fatto tu il servizio >>

Rei fece spallucce assumendo un'espressione adorabile.

<< Ho solo dato un piccolo aiuto. Non ti scoraggiare con un po' di pratica diventerai bravissima >>

Si ritrovò a guardare il suo grande sorriso.
Tutto sommato era un bravo insegnante.

Apprezzava davvero che il ragazzo ci tenesse a condividere con lei le sue passioni, come se volesse restituirle tutte le gite, le scampagnate, tutte quelle attività che invidiava a sua sorella e che le erano state negate quando era una ragazzina.

Il realtà quei momenti le erano stati restituiti dai detective boys e dal dottor Agasa quando era sotto le spoglie di Ai Haibara.

Quelli con Rei erano nuovi momenti, nuove esperienze, segnavano un nuovo capitolo della sua vita. Forse il più bello.

Rei inclinò la testa sentendosi osservato.

<< Mh? C'è qualcosa che non va? >>

Shiho scosse la testa.

<< No va tutto benissimo. Aiutami a fare qualche altro servizio, voglio imparare e giocare una partita contro di te >>



Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Whiskey ***


Whiskey












Shiho non era un tipetto facile: era caparbia, introversa, con la battutina sarcastica sempre pronta, solitamente non gli si dava un gran peso, lei era così e dato il suo passato era anche giustificata.

<< E che cavolo! E maledizione! Mattaku! >>

Ma quando aveva la luna storta allora diventava veramente insopportabile.

<< Ma dove cavolo... uffa... ma vai a vedere tu … >>

Stava borbottando da almeno venti minuti.

<< Siamo allegri oggi >>

Shiho non lo degnò nemmeno di uno sguardo.

<< Certo che te ne esci sempre con battute intelligenti >>

Aggottò la fronte. Era decisamente acida quel giorno.

<< Shi-ho >> tentò.
<< Niente “Shi-ho”. Quello stronzo del mio collega ha perso dei dati per la mia ricerca. Hai una vaga idea del casino.... >> Si guardò intorno alla ricerca di chissà che cosa << dove diamine l'ho lasciata? >>

Rei alzò un sopracciglio.

<< Cosa cerchi? >>
<< La mia carpetta stupido detective mancato! >>

Sapeva che aveva le sue ragioni per essere nervosa, ma così stava esagerando.

<< Calmina >> la ammonì pacato ma fermo << Quando sei entrata in casa non avevi alcuna carpetta >> disse sicuro della sua memoria.

Shiho lo guardò allibita per due secondi. Poi serrò la mandibola con aria assassina.

<< Oh fantastico! Adesso devo tornare in ufficio >>
<< Dai non è grave. Ti accompagno io... Stai calma >>

Ora, poveraccio, aveva inavvertitamente detto le due parole che non vanno mai dette ad un doppio cromosoma x incazzato.

Shiho si mise a parlare a raffica.

<< Non dirmi di calmarmi! Certo tu che ne sai... lui i suoi casi li risolve in mezza giornata... lui fa una torta e passa la paura... >>


Quel “lui” stava moltiplicando le sue “l” e le sue “u” diventando ad un certo punto “llluuui”


<< Settimane buttate al vento e... >>

Il ragazzo la guardo serio, poi la prese e la trascinò fino al muro facendo attenzione a non farle male.

<< Ehi! Che diamine... >>

Le bloccò i polsi e la baciò nonostante le sue proteste.
Shiho continuò a cercare di parlare nonostante le sue labbra fossero bloccate da quelle di lui.
Dopo trenta secondi buoni o poco più cominciò a rassegnarsi, smise di ringhiare e dopo un minuto chiuse gli occhi lasciandosi baciare.
Apri le mani e rilassò le braccia senza opporre più resistenza ed infine ricambiò il bacio.

Rei lascio la presa sui polsi e poggio le mani sui suoi fianchi. La ragazza poggiò le mani finalmente libere sul suo collo.
Gli venne il dubbio che volesse strozzarlo ma fortunatamente la ragazza non era così malvagia.
Sorrise contro le sue labbra.

<< Va meglio? >>

Shiho chinò il capo ed incrociò le braccia al petto sbuffando.

Rei sospirò e le massaggiò la schiena.

<< Non è un problema insormontabile. Ti accompagno a prendere la carpetta e riguardo i dati possiamo chiedere a Sumi di recuperare i vecchi backup dal computer >>

Shiho piano piano si calmò ritrovando lucidità.

<< Giusto Shi? >> tentò Rei continuando a massaggiarla.

La ragazza annuì con un po' di vergogna.

<< Forse ho esagerato >>
<< Dici? >> Disse lui con una punta scherzosa
<< Forse sarà meglio che vada. Ho bisogno di restare sol... >>

Lui scese con le mani sino a toccarle le cosce e con un gesto rapido e deciso la prese in braccio.

La ragazza avvolse le braccia attorno al suo collo per non cadere.

<< Tu non vai da nessuna parte >>

Shiho cercò di divincolarsi.

<< Rei... davvero oggi non è giornata >>

Il ragazzo si sedette sul divano continuando a tenerla stretta a se e Shiho sbuffò nuovamente.

<< Rei rischi di beccarti qualche insulto >>

Il ragazzo sorrise.

<< E dove sarebbe la differenza con gli altri giorni? >>

Shiho alzò un sopracciglio.

<< Baka >>

Rei le iniziò da dare dei delicati baci sul collo.

<< Avrei un'idea per migliorarti la giornata... >> disse con un tono strano.

Shiho assottigliò gli occhi incuriosita.

<< Che vorresti fare? >>

Lui alzo un sopracciglio e parlò contro le sue labbra.

<< Ti fidi di me? >>



*



Shiho aveva un gran sorriso stampato in faccia da quasi un'ora.

Rei inclinò la testa sorridendo soddisfatto.

<< Grazie mille >>

Un uomo di mezza età che era poggiato ad un muretto accanto a lui fece spallucce.

<< Ma figurati Furuya >>

All'unità cinofila del dipartimento erano arrivati i nuovi cuccioli da addestrare.
Come ufficiale del psb conosceva il responsabile e l'addestratore e non gli era risultato difficile entrare nell'area apposita.

Inizialmente Shiho e Rei si erano messi a fissare i cuccioli da lontano ma poi uno di loro si era allontanato dal branco e aveva iniziato a gironzolare intorno alla ragazza.

Il ragazzo aveva intuito le piacessero gli animali ma non pensava fino a quel punto

Shiho era letteralmente retrocessa a livelli infantili e aveva iniziato a giocare col cucciolo inginocchiandosi per terra.

<< Ehi vieni qui su... che bello che sei >>

Lo accarezzava e lo coccolava tutta contenta.

<< Ha un nome? >>
<< Glielo assegneranno oggi >>
<< Ne avrei in mente uno >>



*



<< La signorina è la nuova veterinaria? >>

Rei si poggiò contro la recinzione.

<< No è l'assistente della Baba >>
<< Che peccato... sarebbe bello vedere ogni mese una figura del genere >>


Come biasimarlo...


<< “Assistente della Baba”... sarà mica il genio? >>

L'agente ridacchiò, in effetti la ragazza aveva questa nomea.

<< Si suppongo sia lei >>
<< E che ci fate qui? >>
<< Ecco... ho perso una scommessa >>

L'uomo si girò meravigliato.

<< Ontoni? In dieci anni non ti era mai capitato >> guardò l'orologio << Beh io vado. Tra mezz'ora iniziamo l'addestramento e vorrei mangiare qualcosa prima >>
<< Ah senti >>
<< Si? >>
<< Il cucciolo 97K7... ci sono problemi se lo chiami "Whiskey"? >>

L'uomo aprì le labbra sorpreso, poi mise le mani sui fianchi riflettendoci su.

<< No anzi. È un bel nome. Bella dritta Furuya san >>
<< Grazie. Matta nee >>




*





Dopo mezz'ora i due si rimisero in macchina per tornare a casa. Da lontano Shiho intravide il piccolo cucciolo saltellare contento dopo aver ricevuto in premio un biscotto.

Rei la guardò con la coda dell'occhio. Era un piacere vederla così allegra.

<< Allora va meglio? >>

Shiho poggiò la testa sulla sua spalla.

<< Molto meglio. Grazie >>

Rei si girò a guardarla e sorrise con uno strano luccichio negli occhi.










Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Surprise! ***


Capitolo crossover con Zero tea time.


Surprise!















Shiho dormiva beata a casa di Rei avvolta dalle lenzuola morbide.
Era piuttosto stanca: la sera prima aveva fatto tardi tra il progetto universitario da rifare e un nuovo lavoro assegnatole dalla Baba.

Comoda, al caldo, tra le lenzuola morbide.
Il cuscino poi era una meraviglia.

Improvvisamente arricciò il naso sentendo un respiro pesante davanti alla sua faccia.

Mugugnò un po' infastidita.

<< Mh... >>

Il respiro riprese nuovamente.

Si spostò di poco dato che il respiro si era fatto più pesante.

<< Mmmmh... Eddai! >> mugugnò.

Strano. Solitamente Rei aveva il respiro leggerissimo.
Forse era raffreddato.

Si girò dall'altro lato ma il respiro sulla nuca era ancora peggio.

<< Adesso basta... >> soffiò ad occhi chiusi rigirandosi nuovamente.

Il respiro sembrava essersi fermato....

<< Ah che pac... >>

per poi riprendere per l'ennesima volta.

Shiho sbuffò ed aprì gli occhi.

Occhi azzurri e nasone rosa.

Richiuse gli occhi rimettendosi a dormire.


Aspetta che...?


Subito dopo spalancò le palpebre gettando un urletto.

<< AH! >>

Di fronte a lei c'era un cagnolino bianco che la fissava con i suoi occhioni blu ed annusava muovendo il suo grazioso musetto.

<< Arf! >>

Si stropicciò gli occhi.

Quando li riaprì il cane era ancora lì, docile e con la lingua a penzoloni.

<< Ma che...? >>

Allungò titubante una mano che il cucciolo la leccò con fare amichevole.

La ragazza non poté fare a meno di sorridere e non ci mise molto a prenderlo in braccio dato il suo amore incondizionato per gli animali.

<< Vedo che hai conosciuto Haro >> disse Rei sulla soglia della camera con un vassoio in mano.

Shiho si girò a guardarlo.
Rei era sulla soglia della camera, la maglietta bianca a maniche corte che indossava metteva in risalto la sua carnagione scura e il petto scolpito. Teneva un vassoio in mano con la colazione ed aveva un sorriso gentile.
Qualsiasi donna normale sarebbe rimasta ammaliata da quella vista, ma lei invece preferì girarsi per guardare la palletta di pelo che la fissava adorante ed agitava la coda.

<< Shiho? >> domandò cercando di catturare la sua attenzione.
<< Cosa? >>

Rei scosse la testa alzando appena gli occhi al cielo.
Posò sul comodino il vassoio con all'interno caffè fumante tenuto in caldo da un piccolo coperchio sulla tazzina, un succo e un goloso croissant con crema di mirtilli.

<< È il mio cane. Anche se forse definirlo “mio” non è proprio il termine corretto: un bel giorno mi ha visto e da quel momento non me ne sono più liberato >>

Shiho chiuse un occhio mentre Haro le annusava la guancia.

<< In che senso? >>
<< Mi ha seguito per mezza città. Ha persino scoperto dove abito >>

Shiho gli grattò dietro le orecchie ed il cucciolo guaì contento.

<< Come hai detto che si chiama? >>
<< Haro... >>

La ragazza avvicinò il naso al suo.

<< Il piccolo Haro-chan >> Sorrise << È davvero molto dolce >>

Com'era prevedibile la ragazza si mise a fargli le feste.

<< Sei bellissimo tu! >>

E com'era altrettanto prevedibile il cucciolo si mise ad abbaiare e rispose alle coccole scodinzolando contento.
Adorava le coccole e quella ragazza era dolce ed aveva un buon profumo.

<< Arf! ARF! >>

Rei ridacchiò. Non l'aveva mai vista così allegra prima del caffè.

<< Dai adesso fa colazione … >> disse premuroso.

Shiho alzò appena la mano.

<< Ora mangio... >> disse assecondandolo per farlo stare zitto << ...ma guarda che carino... Come mai non l'ho visto prima? >>
<< Ha il vizio di sparire per poi riapparire quando meno te l'aspetti. Alle volte preferisce stare da Sumi o da Kazami. Fino a ieri non sapevo se era il caso di parlartene... mi sembravi un tipo un po' germofobico >>

Shiho arricciò il naso guardandolo di traverso, ed anche un po' stupita, dato che solitamente lui non sbagliava mai deduzione.


Ok, girava con in borsa mascherine, guanti e una piccola farmacia ambulante.... ma questo era normale no?


Abbassò lo sguardo.

<< Come potrei essere contraria a questo musetto? >>

Era un cagnolino dall'aspetto molto dolce e simpatico. Una piccola palla di pelo bianca.
Poi era un furbetto, incredibilmente espressivo per essere un cuccioletto e, a giudicare dalle parole di Rei, un ottimo segugio.

Shiho rise.

<< Mi ricorda qualcuno >>

Rei alzò gli occhi al cielo non sapendo se interpretare quella frase come un complimento o un insulto. E sicuramente era meglio non approfondire.

<< È uno spitz giusto? >>

Rei portò una mano alla nuca.

<< Credo sia un meticcio. Da come reagisce a certi rumori credo sia incrociato con una razza vicina a quella dei lupi >>
<< Ma davvero? >> se lo portò vicino al viso per guardarlo negli occhi << Sei un lupetto Haro? Mh? >>

Rei si sedette accanto a lei.

<< Si … un lupetto... il caffè si fredda >> disse avvicinandole il vassoio.

Shiho lo ignorò nuovamente impazzendo quando Haro si mise a pancia in su ed uscì la linguetta.


<< Ma quanto sei adorabile! >> disse coccolandogli il pancino.

Il cagnolino era così agitato che nell'euforia urtò involontariamente il vassoio con la coda facendo cadere tutto il contenuto su Rei.

<< Haro! >> sbottò il ragazzo.


Cazzo. Scottava.


<< Sei un monello. Un vero monello >>
<< Non rimproverare Haro chan >> disse Shiho severa.

Rei la guardò sentendo una stranissima sensazione alla bocca dello stomaco. Come una strana inquietudine. Solitamente succedeva quando era in missione.

<< Ma... >> riuscì solamente ad articolare.

La vide alzarsi col cucciolo in braccio.

<< Povero piccolo. Così lo spaventi >>
<< … ma... >>

Lei lo ignorò beatamente.


<< Vieni cucciolo, ti riempio la ciotola. Vuoi un po' di prosciutto? >>

Il cucciolo guaì agitando piano la coda.

<< Ma... >>

Shiho gli chiuse la porta in faccia. Era attiva nonostante non avesse assunto caffeina.

Rei rimase solo, a letto, ricoperto di succo, marmellata di mirtillo e caffè caldo.

<< Fantastico >> disse annuendo tra se e se con un sorrisino tirato e tanto tanto sarcasmo << … davvero fantastico >>










Image and video hosting by TinyPic



Angolo dell'autrice.

Primo capitolo dell'anno gente!
Come va? Spero abbiate passato delle belle feste.

Ok allora. È da quando ho letto Zero tea Time che volevo scrivere su Haro. Mi sono innamorata all'istante di quella pallina bianca.
Mi sono arrovellata per capire come introdurlo nella storia. Avevo scritto il pezzo centrale e finale ma non sapevo come iniziare finché non ho visto questa fanart. Spero di averlo reso bene.
L'artista è 鮭 川 su pixiv (non ho trovato la traduzione del nikname).
A presto ciao.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** Gelosia ***


Gelosia














Era un tranquillo pomeriggio al Poirot.
I raggi del sole entravano attraverso il vetro e tingevano di tonalità calde le pareti del bar.
Due clienti stavano gustando il piatto caldo della giornata, Azusa stava preparando il thè e Amuro stava sistemando i piatti sulla credenza.

Improvvisamente la campanellina appesa sopra la porta si mise a tintinnare ed un allegro vociare spezzò quella calma ed il silenzio all'interno del locale.

I tre giovani detective entrarono nel locale parlando a voce alta.

<< Che bello non vedo l'ora >>
<< Chissà se riusciremo a prendere i cappellini ad edizione limitata... >>
<< Io voglio la trombetta! >>
<< No Genta. La suoni troppo vicino alle orecchie! >>
<< Eddai Ayumi. Questa volta giuro che sto attento >>

Dietro i bambini il giovane Kudo camminava a passo lento con le mani in tasca.

<< Abbassate la voce! >>

Ovviamente i tre lo ignorarono.

Shinichi scosse la testa prendendo consapevolezza che rispettavano più Conan che lui, poi si girò verso il balcone salutando il cameriere con un gesto della testa. Il ragazzo ricambiò con un cenno della mano.

<< Amuro-san per caso è pronta l'ordinazione? >>
<< Hai >> rispose andando a prendere un sacchetto di plastica << ...ecco qua i panini. Come mai tutto questo fermento? >>
<< Stasera andiamo al campo sportivo di Beika a vedere una partita >>

Quelle parole ebbero uno strano effetto alle orecchie del ragazzo.

<< Chi gioca? >>

Shinichi fece un sorrisetto malizioso.

<< Come non lo sai? I Big Osaka contro una squadra minore >>

Amuro prese un altro sacchetto da riempire con le bibite incluse nell'ordine celando un'espressione molto, molto irritata.

<< Dev'essere un incontro importante >> disse con calma.

Shinichi incrociò le braccia al petto irritato, sperava con quella frecciatina di sortire qualche effetto.

<< In realtà no. È un piccolo incontro per beneficenza però i ragazzi non stanno più nella pelle >> Assottigliò gli occhi portando due dita vicino al mento << Persino Shiho è contenta di uscire >> mormorò.

Ma dai?

La cosa non lo sorprendeva affatto.

<< Ah alla doc piace il calcio? Pensavo le interessasse solo lo shopping >> disse con un tono talmente innocente che Shinichi non seppe come controbattere.
<< No le piace anche il calcio >> disse sperando di cogliere qualche indizio dalla sua espressione. Niente. Era di ghiaccio << Beh allora vado >>
<< Shinichi >>
<< Si? >>
<< Ci saranno le telecamere? >>

Il ragazzo scosse la testa. Trattenendo un sorriso vittorioso.
Ecco l'indizio.

<< No. Come ti dicevo è un evento minore. Non mi azzarderei mai a metterla in pericolo io >> disse uscendo velocemente dal locale.

Amuro alzò un sopracciglio.






*






All'interno del piccolo campo sportivo c'era una folla incredibile, le urla erano assordanti e si stava stretti.

Shiho si guardò intorno con aria contrariata.

<< Ma ti sembra regolare una cosa del genere? >>

Shinichi, che non si era ancora seduto, venne colpito da una gomitata da un uomo che stava camminando per raggiungere il suo gruppo di amici.

<< Hai. In effetti potevano usare delle tribune più comode... >> disse massaggiandosi il braccio.

Shiho fulminò con lo sguardo un ragazzo che agitava le braccia incurante del fatto che accanto a lui ci fosse una bambina. Il ragazzo si fermò immediatamente arrossendo e chinando il capo.

<< Vieni qui Ayumi, siediti in braccio a me >>

Shinichi si sedette accanto a lei.

<< Eddai non lo vedi che ha smesso? >>
<< Si. Ma sono certa che tra meno di due minuti ricomincerà e non voglio occhi neri >>



Nel senso che, se quel tipo si azzardava a anche solo a sfiorare la bambina coi suoi modi maldestri, lei gli avrebbe fatto gli occhi neri.



<< Vuoi che la prenda io? >> domandò con ton cordiale ma questo scaturì un rossore innaturale sulle guance della bambina.

Shiho non poté fare a meno di sorridere con una punta di malizia: a quanto pare la cotta non le era passata nonostante il passaggio da Conan a Shinichi.

<< Na stiamo bene così. Vero Ayumi? >>
<< Sisi >>





*






La partita si stava svolgendo come previsto con i Big a tre gol di vantaggio sugli avversari, però al sessantaduesimo minuto, come molto spesso succedeva quando c'era il Kudo ed i ragazzi nei paraggi, un folle si mise a minacciare gli spettatori iniziando a sparare sulla folla.

<< Tutti a terra e fate tutto quello che vi diciamo >> disse un secondo uomo.

Shinichi chinò la testa guardando ogni angolo dello stadio: le uniche due vie d'uscita erano state sigillate e le finestre erano troppo in alto.

Nel trambusto Higo venne colpito ad una gamba aumentando il panico generale.

Sanada corse velocemente verso l'amico.

<< Reisuke non ti muovere >>

L'allenatore si mise le mani tra i capelli.

<< Ci serve un medico! C'è un medico? >> disse in preda al panico.

Uno di quegli uomini gli puntò la pistola alla testa.

<< Stai zitto o ti faccio saltare il cervello >>

Nella confusione generale Shiho si avvicinò con fare calmo.

<< Se posso... >>

Il criminale puntò la pistola contro la ragazza.

<< Oh abbiamo wonder woman qui >>

I bambini si misero a tremare mentre Shinichi cercava in tutti i modi di farla tacere.



Era diventata scema? Dov'era la ragazzina riflessiva e cauta che si nascondeva dietro di lui?



Shiho continuò a parlare con una calma invidiabile.

<< Sono un medico e vorrei aiutare. Se quel ragazzo muore la vostra situazione non farà che aggravarsi >>

Shinichi la fissò con insistenza: il modo in cui stava gestendo la situazione era davvero ammirevole.
Certo era abituata a certe situazioni, però quel comportamento era veramente da... manuale.

<< Va bene. Gioca pure a fare il dottore ragazzina >>

Sanada la guardò con un'espressione gentile cercando di nascondere una punta di preoccupazione.

<< Ragazzina... sicura di quello che fai? >>
<< Si. Si calmi e mi faccia dare un'occhiata al giocatore >>

Reisuke Higo era un tipo allegro e dalla scorza piuttosto dura, non era un allarmista ed era rimasto immobile cercando di respirare con calma.
Quando vide la ragazza che senza perdere tempo aveva abbassato il calzino per visitarlo avvicinarsi fece un sorriso tirato.

<< Come... come ti chiami? >>
<< Miyano Shiho... >> disse lei controllando l'emozione di vedere il suo idolo così da vicino.
<< Shiho >> disse dolce << … che cosa si può fare? >>

Lei lo guardò sorridendo rassicurante.

<< Ok allora: so bene che con questa ci devi lavorare. Quindi cercherò di fare in fretta ed evitare i nervi e legamenti. Siamo d'accordo? >>

Higo sorrise.

<< Siamo d'accordo >>

La squadra medica aveva ben poco: garze, anestetico spray e qualche strumento base.

<< Tranquillo la pallottola non ha colpito la vena femorale... cercherò di capire se sono stati intaccati i nervi ma devi rimanere fermo >>
<< Wa... katta... >>






*





Due giorni dopo.




Il corridoio della seconda divisione dell'ufficio investigativo criminale era ancora pieno di gente, testimoni oculari chiamati a deporre la loro versione dei fatti.

Tra questi Miyano Shiho.

Stava appoggiata con le spalle contro il muro ed un'aria indifferente, quasi annoiata, mentre attendeva il suo turno.
Shinichi ed i bambini erano stati chiamati il giorno prima, lei aveva potuto temporeggiare grazie alle sue conoscenze, ma non poteva certo sfuggire a quel dovere, soprattutto non dopo essersi messa in mostra.
Improvvisamente una figura catturò la sua attenzione distraendola dalla noia.
Drizzò la schiena e lo raggiunse con passo svelto, le dava le spalle.

<< Come mai sei tra i testimoni? >>

Rei portò le mani dentro le tasche dei pantaloni e fece un sorrisetto mentre chiudeva gli occhi e faceva spallucce con nonchalance.

<< Questioni di lavoro >>

Shiho assottigliò gli occhi. Quanto lo detestava quando si comportava in quel modo.

<< Eri nello stadio? >>
<< Ti devo forse ricordare che gli attentati fanno parte delle mie competenze come agente di pubblica sicurezza? >>
<< Trovo solo strano che un caso del genere sia di tua competenza >>
<< Potevano essere loro >>


Si. Come no...


<< Visto che ne parliamo... >> disse Rei cercando di approfondire << ...per caso tu...? >>

Venne interrotto prima di poter ottenere qualsiasi informazione.

<< Dottoressa Miyano >>

Lei si girò incontrando gli occhi gentili del bellissimo calciatore.

<< Si? >>
<< Vorrei ringraziarla per l'aiuto. Il dottore ha detto che grazie al suo intervento la mia carriera non sarà compromessa >>

Shiho sorrise.

<< Ne sono lieta >>

Rei alzò gli occhi al cielo e fece per andare via. Non aveva voglia di stare lì a vedere quel giocatore balbettare davanti a miss regina dei ghiacci.

<< Mi piacerebbero ringraziarla... che ne dice di un invito a cena? Magari quando mi toglieranno la fasciatur.... >>

Fece un rapido retrofront.
No. Non stava affatto balbettando. E la regina dei ghiacci sembrava propensa allo scioglimento.

<< Domando scusa... >> disse con un sorriso serafico che celava un'aura degna di uno shinigami << Signorina Miyano la cercano per la deposizione >> disse prendendola gentilmente per un braccio trascinandola con passo deciso.

Shiho inizialmente gonfiò le guance guardandolo con disappunto, poi prese consapevolezza e lo seguì non riuscendo a trattenere una risata.

<< Sei geloso Furuya? >>

Lui si girò fissandola intensamente negli occhi.

<< Shiho sei la ragazza più folle, contraddittoria, sarcastica, isterica ed inquietante che conosca... >>

Lei alzò un sopracciglio pronta a rispondere a tono a quella sfilza di insulti.

<< ... È ovvio che io sia geloso>>

Ammutolì all'istante.

Rei le prese la mano per condurla fuori dall'edificio.

Shiho accennò un sorrisino, poi passò la lingua nel palato incrociando le mani al petto ed inspirò.

<< Comunque sappi che ho intenzione di farmi fare l'autografo >>
<< No. Tu adesso esci da questo edificio >>
<< Allora glielo chiedi tu? >> replicò con dolcezza.

Lui strabuzzò gli occhi.

<< Cos...? No! >>

Lei sorrise dolcissima.

<< Allora mi tocca accettare il suo invito a cena e farmi fare l'autografo durante l'appuntamento >>

Rei si girò e la fissò dritta negli occhi.

Lei sostenne il suo sguardo con un sorrisino malizioso.

Sospirò rassegnato.

<< E va bene... torniamo a farci fare questo dannato autografo >>
<< Torniamo? >>
<< Si torniamo. Io vengo con te >>



Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Peluche ***


Peluche










Era una normale serata alla Maison Mokuba. Il tempo era mite e c'era un piacevole silenzio nell'aria.

All'interno dell'appartamento al secondo, o terzo, piano c'era un piacevole tepore che accolse Shiho non appena aprì la porta.
La ragazza gettò la borsa sul divano e si tolse la giacca.

<< Ehi... >> emise con tono stanco e il suo solito cipiglio irritato.

Haro le andò incontro scodinzolando e il suo umore cambiò all'istante.

<< Ciao piccolo tesoro mio >> disse chinandosi a coccolarlo con un adorabile sorriso.

Rei, che stava cucinando, fece un sorrisino tirato.

Certo. Lui era piccolo tesoro mio.

<< È quasi pronto >>
<< Haaai... >> annusò l'aria << ...che profumo. Cos'è? >>
<< Risotto. Prendi qualcosa da bere dal frigo? >>


La ragazza annuì e si avvicinò al frigo prendendo dell'acqua e una bottiglia di vino, poi finì di apparecchiare la tavola.

<< Oggi Santana andava a mille e nella fretta ho dimenticato il caricabatteria del pc al dipartimento. Mi presti il tuo? Dopo cena devo studiare >>

Rei continuò a girare il cucchiaio nella padella ma rallentò i movimenti.

<< Eeetto... si... è di là. Vado subito >>
<< No tranquillo vado io >>


Il ragazzo si girò a guardarela e poi torno a girare il riso in padella.





*




Per "di là" il ragazzo intendeva il suo studio.
Era l'unica stanza in cui Shiho non era mai entrata dato che generamente era chiusa.
Fece due passi senza accendere la luce sfruttando quella della cucina e si guardò intorno: come era facile da immaginare anche lì l'ordine era imperante e trovò subito quello che stava cercando.

Trovò anche un'altra cosa che le fece strabuzzare gli occhi.

Nonostante fosse ben arredato, nell'appartamento dell'agente Furuya non c'erano molti effetti personali: nessuna foto, nessun soprammobile, nessun oggetto che lo identificasse.
Però, posto sulla scrivania del suo studio, c'era un peluche. Un gatto calico per la precisione.

Lo prese rigirandoselo tra le mani ed uscì dalla camera.

<< E questo? Carenze d'affetto Furuya? >>

Il velo di malinconia che riuscì a scorgere per un istante nei suoi bei occhi azzurri le fece pentire subito di aver fatto quella battuta.

<< Un uomo può sentirsi davvero molto solo in questa città... >> rispose lui con tono teatrale e vagamente comico << ... dai vieni. È pronto >>

Shiho battè le palpebre un paio di volte, probabilmente era stata una sua impressione a causa della stanchezza e quello era solo un giocattolo di Haro.
Si affrettò a posare l'oggetto sul divano e si mise a tavola iniziando a mangiare quel delizioso piatto.

Haro mangiava dalla sua ciotola vicino la finestra.

<< Sai quando saranno pronti i risultati degli esami per il mio caso? >> domandò Rei versando un po' di vino nel bicchiere.
<< Settimana prossima >> disse Shiho per poi prendere due sorsi di vino.
<< Ah >> disse con tono deluso << ... non c'è modo di accellerare i tempi? >>

La scienziata lo fissò severa.

<< Sai che non è possibile >>

Lui le rivolse uno dei suoi sorrisi ammalianti.

<< Eddai tu sai fare tutto >>
<< Lo so ma ci vuole tempo >>
<< Antipatica >>
<< Adularmi non servirà a nulla >> disse lei con un sorrisetto.

Haro si mise a fissare il peluche ma non osò toccarlo. L'ultima volta che si era avvicinato Rei l'aveva rimproverato severamente.














Angolo dell'autrice.

No. Non spaventatevi ragà, sono viva.
Spero che il capiroletto vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
A presto ciao.
Baci baci.


Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** Regole per una serena convivenza -Caffè- ***


Caffè











Lunedì mattina: ovvero mai mettersi tra una donna ed un suo caffè.

Il piccolo Haro mangiava nella sua ciotola vicino la finestra
Rei era seduto sul divano nella sua cucina intento a sfogliare una rivista di sport.
Sentì aprire la porta e vide una figura snella puntare il bancone della cucina e muoversi velocemente verso di esso.

I primi tempi commetteva l'errore di salutarla e puntualmente veniva ignorato, o peggio si beccava certe occhiate omicide che nemmeno Vermouth quando gli si nominava il capo.
Adesso aveva capito che era meglio evitare.

Si rimise a leggere guardandola di sottecchi di tanto in tanto.

Aveva appena azionato la macchina del caffè.
Dopo un trenta secondi vide la spia verde accendersi.



Ok inizia il rituale.

Caraffa di caffè piena.

Si versa una tazza di caffè.


La guarda con aria corrucciata nemmeno fosse contaminata da quanche virus.


Posa la tazza sul bancone prende la caraffa, una tazza pulita, una bustina di zucchero, e se ne va.


Se. Ne. Va.

Pa. Pa.




*




Mezz'ora dopo.

<< Shiho? >>

Nessuna risposta.

<< Shi sei pronta? Dai dobbiamo andare a lavoro! >>

Non ricevendo risposta aprì la porta del bagno.

<< Shiho ti ho chi... >>

Venne invaso da una temibile aura viola scuro e subito dopo per poco non venne colpito da un pesante flacone di bagnoschiuma all'aloe formato famiglia.

<< QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON METTERMI FRETTA! >>

... ok...

A pochi passi da lui Haro lo fissava con la tipica espressione da "perchè te le cerchi?"




*




Dieci minuti dopo la rivide andare verso l'ingresso e calzare con cura le sue belle decoltè rosa antico con dettagli neri.

Apprifittò di questo lasso di tempo per togliersi un dubbio.

<< Hai mai pensato che i tuoi disturbi sono dovuti al consumo eccessivo di caffè? >>

Shiho lo guardò malissimo mentre allungava la mano per aprire la porta.

<< Non essere ridicolo >>















Angolo dell'autrice.

Chiedo davvero perdono per il ritardo. Non ci sono scuse ma solo una motivazione... non ero molto convinta del capitolo.
Spero comunque di aver fatto un lavoretto simpatico.
Grazie infinite a tutti i lettori.
A presto e un bacione.


Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** Babs ***


Babs










<< Che cazzo significa “hanno dato fuoco alle ruote della macchina”? Li seppellisco vivi! >>

Shiho spalancò gli occhi ma continuò a lavorare senza alzare la testa. I suoi colleghi si stavano occupando di un altro caso e lei era sola nella stanza con la Baba e il cadavere che stavano analizzando.

Adorava il suo lavoro al laboratorio di medicina legale ma quando al suo capo aveva la luna storta allora per tutto l'edificio aleggiava come un'aria di terrore e disagio.

<< No, non li vengo a prendere. No. Ehi! Perché non te ne occupi tu sfaticato? >>

Shiho rimase immobile per tutta la durata della telefonata.

I figli di quella donna dovevano essere proprio due demoni, si cacciavano nei guai almeno una volta a settimana.
E pensare che non dovevano essere tanto più piccoli di lei dato che frequentavano l'ultimo anno di liceo.
Inoltre l'ex marito non era affatto di aiuto.

Santana chiuse la chiamata sbuffando.

<< Shiho ripeti con me: "i figli non si fanno” >>
<< Eh? >>
<< NON SI FANNO >> sbraitò rimettendosi la mascherina.

Shiho sobbalzò. Quando la Baba faceva cosi era decisamente meglio assecondarla.

<< Scusate... >>

Santana spalancò gli occhi mentre le pupille le si rimpicciolirono, un'aura nera e funesta si formò partendo dai suoi piedi e nell'aria aleggiarono le note di “Masked ball".

Stava per urlare contro il povero sventurato di turno che aveva osato aprire la porta senza bussare, ma quando si rese conto che l'intruso era il bel possessore di due occhioni azzurri ed un fisico da copertina cambiò immediatamente umore.

<< … sono qui per gli esami richiesti questa mattina >>

Santana mise le mani sui fianchi accennando appena un sorriso.

<< Sai che ci sono tuoi colleghi che attendono anche due settimane per un esito? >>

Rei fece un sorrisetto e poi le fece l'occhiolino.


<< Ma non sono belli e simpatici come me >>

Lei arricciò il naso e ampliò il sorriso tirandogli i fogli che l'agente prese al volo.

<< Ma vattene via! >> disse con tono insolitamente dolce << VIA >>

Lui se la rise e fece un occhiolino più indirizzato a Shiho che alla capa, poi uscì dalla stanza fischiettando.

Shiho batté le palpebre e poi si rimise a lavoro celando la sua perplessità.

<< Acc... in realtà dovevo consegnare questi documenti >> disse Santana. 

Si girò rinsavita dalle parole della capa.

<< Vado io >>


*
 


Ci mise poco a raggiungerlo, era ancora in corridoio.

<< Rei >> lo chiamò consegnandogli la cartelletta.

Lui sorrise.

<< Ah ah! Lo sapevo che non mi lasciava a bocca asciutta >>

Dato che il corridoio non era molto affollato Shiho decise di togliersi quel dubbio.

<< Come mai tu e la Baba siete tanto in confidenza? >>

Rei fece un sorrisetto appena accennato.

<< Ah... ci conosciamo da anni, è una tipa simpatica, abbiamo collaborato ad un sacco di casi... >> disse girandosi e salutandola con un cenno della mano.
<< … e poi una volta ho arrestato i suoi figli >>

Lei stava per annuire soddisfatta dalla risposta quando rimase basita dall'ultimo dettaglio.

<< Aspett... COSA? >>

Non ebbe il tempo per ottenere risposta poiché la sua capa la richiamò.

<< Shiho? Dove sei finita? >>

La ragazza scosse la testa e si girò tornando a lavoro.














Angolo dell'autrice.

Tornata dopo un po' di tempo (vi prego non me ne vogliate).
So che non è la prima volta che lo scrivo, e so che sto andando un po' a rilento, ma spero che il mio lavoro sia comunque apprezzato.
In questo caso c'è sotto anche una sorta di dedica a tutti coloro che apprezzano la figura della Baba e i suoi dolci figlioli.
Che dire? Grazie a tutti i pazienti lettori e alla prossima.
Un bacione.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** Lettura ***


Lettura









<< Veleno?>>
<< Si >>
<< Quindi la causa del decesso non è infarto >>




*




<< Perché devi sempre essere così idiota? >>

Rei alzò la testa guardando verso la porta chiusa dell'appartamento.


Oh -Oh...


<< No ascoltami... >> disse Shiho concitata col cellulare tra l'orecchio e la spalla, la borsa tenuta con la mano sinistra e la destra intenta a rovistare tra appunti e trousse alla ricerca delle chiavi << …. Shinichi se mi chiudi il telefono in faccia scordati il mio aiuto. Non me ne frega niente se vai di fretta. Tu vai sempre di fretta! >>

Entrò nell'appartamento sbattendo la porta, tirò la borsa sul divano, sbuffò appendendo nervosamente la giacca nell'appendiabiti e finalmente prese il telefono in mano perché cominciava ad avvertire un principio di cervicale.

<< Ma non posso! Shini... >> disse rendendosi conto che lui le aveva chiuso la chiamata.

Guardò il telefono come se volesse incenerirlo con lo sguardo.

<< Egoista egocentrico... >> mormorò con rabbia.

Come quando voleva andate al viaggio d'istruzione. Il bimbo.
Lui era il povero innocente con un desiderio, un sogno meraviglioso ed irrinunciabile e lei la stronza che voleva impedirgli di realizzarlo.


Lui l'intraprendente e lei quella che lo ostacolava.

La cosa più vicina al viaggio d'istruzione che aveva fatto lei era un appostamento con due killer a fianco ed un'esaltata tatuata appollaiata su un palazzo in periferia.


Rei la fissò con la coda dell'occhio senza commentare continuando a massaggiare il pancino di Haro. Il cucciolo abbaiava entusiasta ed agitava una zampina.

Erano davvero adorabili insieme.

Shiho rimase ferma a guardare in cucciolo che ansimava con la lingua di fuori finché non fu lui ad accorgersi della “mamma”, a quel punto rizzò le orecchie e le andò incontro scodinzolando.
Lei si chinò prendendolo in braccio e gli diede un bacio.

<< Ciao cucciolo >> disse un po' più dolce cominciando a coccolarlo e a grattargli dietro le orecchie << ciao piccolo adorabile >>

<< Ciao anche a te >> disse sarcastico Rei, che oggi come sempre era stato bellamente ignorato.

La ragazza scosse la testa. Permaloso.

<< Com'è andata? Problemi? >> domandò lui.

Shiho alzò gli occhi al cielo.

<< Quel cretino è stato coinvolto nel caso Miura e quindi crede che io sia alle sue dipendenze... “trovami i casi simili” >> disse facendo una brutta imitazione di Shinichi. << Come se fossi un browser. O la sua segretaria >> si sedette sul divano e sbuffò << ... se solo mi ascoltasse... >>

Haro mugolò e le leccò il naso.
Rei l'ascoltò mentre finiva di apparecchiare la tavola.

<< Dai vieni qui. Ho preparato degli onigiri >>

Shiho inspirò.

<< Certo io e la Baba abbiamo fatto l'autopsia ma questo non gli da il diritto di... >>
<< ... se preferisci posso improvvisare qualcosa di più occidentale >>

Shiho lo guardò storto scontrandosi col suo sorrisetto affabile da schiaffi.
Poi capì che lamentarsi di quello scemo non avrebbe risolto nulla, solo rovinato il resto della notte ad entrambi.
Mise Haro a terra e si sedette a tavola, lo guardò e poi guardò il piatto con poco interesse.

<< Grazie ma non ho molta fame >>


Prese il suo pc aprendolo e iniziando a digitate velocemente sui tasti.

<< Che stai facendo? >> domandò Rei un po' retorico.

Shiho inspirò nervosa.

<< Niente >> disse effettuando le ricerche richieste dal bimbo intraprendente.

Lui la guardò deluso.

<< Quindi hai deciso di non mangiare nulla? >>
<< Si >>
<< Ma devi mangiare qualcosa >>
<< Rei non ho cinque anni >> disse scocciata.

Rei le fissò intensamente il petto.

<< Oh non lo metto in dubbio >>

Shiho arrossì appena.

<< Schibé! >>


Lui non aggiunse altro e si girò andando verso il ripiano della cucina con un sorrisetto impertinente stampato sul viso. Prese un vassoio e vi mise sopra gli onigiri e due bicchieri di vino rosso, prese un buon libro e si sedette sul divano.

<< Dai vieni. Hai lavorato tutta la notte e tra un paio d'ore devi presentarti davanti Tome-san. Se non riposi un po' rischi di crollare >>

Shiho lo guardò e si lasciò convincere dal suo sorriso rassicurante.

<< Ok. Ma ricomincia dal capitolo 5 >>

Si sedette accanto a lui sentendolo leggere.
Lo facevano spesso. Sceglievano un libro, lui leggeva e lei ascoltava con la testa poggiata contro il suo petto.

In varie occasioni si era ritrovata in quella posizione: quando dormivano, quando suonavano la chitarra, dopo un allenamento di tennis o semplicemente quando guardavano la tv.
E sempre aveva la stessa sensazione.

Dolce, di tranquillità, di calma, di protezione di... familiare.

Rei la guardò, aveva mangiato tre onigiri e sorseggiato un po' di vino. Sorrise soddisfatto.
Era bello vederla più serena.





Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** Poor baby ***


Poor baby





<< Quindi è stato assassinato >> disse Heiji.
<< Già … Bisognerà perquisire la casa. Aspetto che la polizia si procuri un mandato >> disse Shinichi mentre camminava con passo lento accanto a lui.
<< Viveva solo? >>
<< No... con la nipote. Sono state lei e Sonoko a ritrovarlo, ieri pomeriggio. Era steso a terra in fondo alle scale >>

Heiji portò due dita sul mento.

<< A me sembra un incidente in casa. Come mai investighi su questo caso? >>

Shinichi alzò gli occhi al cielo mentre si metteva le mani in tasca.

<< Beh si all'inizio si è pensato ad un infarto con conseguente caduta dalle scale, ma secondo gli esami l'uomo stava bene, non aveva problemi cardiaci, quindi si è svolta l'autopsia e dai referti risulta che l'uomo è stato avvelenato >>
<< Oooh...? >>

Shinichi annuì.

<< Non è il primo caso in quella zona sai? Però mi serve tempo per trovare un nesso >>
<< Mi piacerebbe aiutarti ma sai che devo ripartire >>
<< Grazie comunque. Mi servirebbe davvero una mano. Almeno un amico che vorrebbe aiutarmi c'è... >>
<< Che intendi? >>

Shinichi roteò gli occhi al cielo.

<< Ho chiesto aiuto a Shiho... potrebbe darmi una grande mano. Sai dato che lavora per la scientifica e potrebbe avere informazioni importanti. Ma lei non vuole aiutarmi... >>

Aprì la porta del bar facendo tintinnare la campanellino.

<< … certe volte quella ragazza è veramente insopportabile >>

Rei aveva iniziato da poco meno di un'ora il suo turno al Poirot quando il ragazzo era entrato nel caffè ordinando un'aranciata sproloquiando su Shiho con Heiji.

Il locale era vuoto e Azusa era uscita per fare la spesa.

Non era la prima volta che Shinichi si lamentava del caratterino della ragazza.

Rei origliava in completo silenzio continuando a lavare i piatti.

<< Le ho solo chiesto di verificare se per caso ci potessero essere collegamenti con altri casi. Ma lei no... è troppo impegnata! >>

Bevve due abbondanti sorsi della sua ordinazione.

<< Sempre a dirmi di no... faceva così anche con la pillola. “No Shinichi ti fa male” o “Potrebbero esserci degli effetti collaterali” >> disse mimando male la sua voce.

Incrociò le braccia al petto e gonfiò le guance imbronciato.

<< Sai che mi stavo perdendo il viaggio di istruzione per colpa sua? >>

Heiji stava per rispondere ma venne prontamente bloccato da una terza voce.

<< Oh povero piccino >>

Shinichi si accigliò.
Fino a quel momento Rei non aveva mai espresso la sua opinione, al massimo qualche volta aveva fatto un sorriso di circostanza.
Ma quella frase l'aveva detto con un tale tono di sarcasmo e compatimento che lo spiazzò.

<< Mi stai prendendo in giro? >>

Rei posò il bicchiere appena pulito con un gesto secco.

<< Lo sai qual'è stato il suo viaggio di istruzione? Il trasferimento dall'università in America al laboratorio di ricerca nei sotterranei di un'azienda farmaceutica >>

Shinichi batté le palpebre spiazzato e Rei continuò a parlare.

<< La sua scuola era costituita da professori che cambiavano in continuazione in modo da non porsi alcuna domanda e i suoi “baby sitter” giravano armati >>

Heiji decise saggiamente di non proferire parola.
Kudo posò le mani sul tavolino.

<< Ma che stai dic... >>

Non ebbe il tempo di finire la sua domanda.

<< Quello che ha fatto lo ha fatto per disperazione dopo aver perso tutta la sua famiglia e nonostante ciò si sente enormemente in colpa nei tuoi confronti. Anche adesso. E anche se ha un carattere particolare alla fine te le fa passare tutte. Dalla recita, al viaggio in Inghilterra, alla gita ... >>

Il liceale lo guardò sorpreso, ma poi abbassò la testa rendendosi conto che era vero.

<< … quindi perdonami tanto se quando fai così non riesco affatto a prenderti sul serio Shinichi >>

Il ragazzo sentì un peso allo stomaco.

<< Come... come sai della recita e delle altre cose? >> domandò, forse in un vano tentativo di cambiare discorso.
<< Un po' di cose le ho scoperte indagando su di te, altre le ho intuite grazie a Ran quando si confida con le sue amiche. Se te lo stai chiedendo no. Shiho non mi ha mai detto una parola >>

Shinichi deglutì con lo sguardo fisso.
Non aveva mai pensato a quanto la piccola Ai si prodigasse per lui.

<< E comunque la ricerca la sta facendo >> continuò Rei << Probabilmente ti darà i risultati stasera dopo che avrà finito il suo turno a lavoro. E ci tengo a precisare che il suo lavoro non è facile >>

Heiji si nascose dietro la sua coca cola sorseggiandola molto molto lentamente.

Shinichi si sentì un verme. Veramente un verme. Poi gli venne un dubbio e alzò la testa

<< E tu come fai a... ? >>

Venne zittito dalla suoneria del suo cellulare.

<< Ispettore salve. Novità? >> guardò Heiji con aria complice << … hanno ottenuto il mandato >>

Amuro assottigliò lo sguardo e si tolse il grembiule.

<< Che fai? Non puoi lasciare il bar vuoto >>

Amuro fece spallucce mostrando un sorriso affabile.

<< Ho mandato un messaggio ad Azusa. Tanto sta tornando. E poi non vedo l'ora di vedere il grande giovane detective e Goro sensei all'opera insieme >>











Angolo dell'autrice.

I'm baaak. I'm baaaak!

In questo periodo sfortunato l'unica cosa positiva poteva essere trovare il tempo di scrivere no?
Sarebbe stato bello no?
No. Il pc non era dello stesso avviso.

Comunque.

Non parlate male di Shiho davanti a Rei.
Non toccatele Shiho perché si incazza come uno Shinigami senza mela.

A parte gli scherzi, in realtà è una cosa che mi ha sempre dato un po' fastidio il fatto che Shiho passa per la stronza mentre Shinichi è quello sempre bravo, il poveretto, anche se poi Shiho lo asseconda.
È un pensiero solo mio o qualcuno condivide? Fatemi sapere.
Grazie a tutti i lettori, spero che anche questo capitoletto vi sia piaciuto.
Un saluto.

Violetta_

Ritorna all'indice


Capitolo 49
*** Scudo ***


Scudo







<< Su coraggio Kaeri >>
<< Ti staremo vicine. Chiamaci per qualunque cosa >>

Sonoko e Ran si trovavano in villa Miura intente a consolare la nipote del padrone di casa, vittima di un incidente.
La ragazza era molto scossa e con le lacrime agli occhi.

Takagi stava interrogando i vicini e i curiosi che si erano avvicinato al cancello.

Goro, che si trovava vicino l'ispettore Megure, si avvicinò con rispetto alle tre ragazze parlando con tono cortese.

<< Signorina, mi rendo conto della situazione, ma siamo qui per l'ispezione. Coraggio ci faccia strada >>

Kaeri si girò mostrando i suoi occhioni verdi gonfi per il pianto. Annuì lentamente e si alzò mostrando loro la casa.

All'ingresso padroneggiava la bella scala in legno con un tappeto di spesso velluto rosso al centro, ai piedi dei quali era stato trovato l'uomo. In cima un grande orologio antico rifinito in oro.

Shiho si trovava proprio lì con la figlia di Tome. Stavano effettuando i rilevamenti.

Sulla sinistra una bella cucina perfettamente ordinata, un salottino, una sala da pranzo molto grande e lussuosa. Sulla destra un ampio salone, una biblioteca e un'ampia veranda.
Sul piano superiore uno studio privato e sei camere da letto.

<< Nonno ha comprato questa casa dopo essersi sposato. Nonna è morta dieci anni fa in un incidente stradale insieme ai miei genitori. Da allora Nonno organizza sempre delle cene e delle feste. O permette a me di organizzarle. Adorava essere circondato dagli amici e lo amavano tutti... >> deglutì cercando di trattenere le lacrime << Ancora non capisco chi possa aver commesso questo orribile gesto >> disse ricominciando a piangere.

Sonoko sospirò affranta.

<< I party organizzati in questa casa erano davvero splendidi >>

Goro le porse un fazzoletto.

<< Coraggio signorina... si calmi >>

Megure guardò l'ufficio della vittima notando il perfetto ordine.

<< Lei abita da sola con suo nonno? Non c'è nessun altro? >>

La ragazza parlò con la voce tremante.

<< C'è la domestica. Gochi san. Lei si occupa della casa e prepara i pasti >>
<< E dov'è adesso? >>
<< Ecco... non si è ancora presentata a lavoro... è da ieri mattina che non la vedo >>

Goro alzò un sopracciglio.

<< Ah... >>

Kaeri lo guardò.

<< Perché quella reazione? >> spalancò gli occhi e portò una mano davanti le labbra scandalizzata << … non penserà sia stata lei? >>

Sonoko impallidì.

<< Oh cielo... io ho mangiato qui così tante volte... >>

Megure mise le mani avanti.

<< Calma calma... non saltiamo a conclusioni affrettate >> si girò verso un agente << … mettetevi in contatto con la signora Gochi >>

<< Hai >> rispose l'uomo eseguendo l'ordine.

Shinichi si era soffermato a guardare l'orologio. Stava facendo qualche domanda a Tome-san.

Amuro si guardò intorno notando le pregiate rifiniture della scala e i quadri di noti pittori appesi al muro. Aprì una porta trovandosi nella camera dell'uomo.

<< Hai notato qualcosa? >> domandò Shiho a bassa voce.

Il ragazzo si girò guardandola gentile.

<< Stavo solo notando che la camera si trova nella parte opposta rispetto l'ufficio >>
<< E allora? >>
<< Beh penso che... >>

Schiuse le labbra e batté le palpebre udendo dei passi dietro di lui.

<< Signori... >>


Un uomo distinto, elegante vestito con un completo nero, stava salendo lentamente le scale.


Si voltò a guardarlo. Alzò la testa e assottigliò lo sguardo.


Shinichi si mise in piedi scrutandolo curioso. Era alto e con un'espressione molto dura.


Shiho si nascose istintivamente dietro la sua schiena poggiando una mano sulla sua spalla.

Rei sentì il respiro affannato della ragazza solleticargli il collo.

Socchiuse gli occhi e la guardò con la coda dell'occhio.


<< Tranquilla non può essere uno di loro. Ho la zona sotto controllo >> sussurrò rassicurante.


Shiho lo guardò e accennò un sorriso.

<< Ah... >>

Alle volte il suo particolare sesto senso le giocava dei brutti scherzi.

<< … scusa >>

Amuro le sorrise. Uno dei suoi pochi sorrisi sinceri.

<< Va tutto bene >>

Shinichi aveva osservato di sottecchi tutta la scena.
Socchiuse gli occhi.


C'era stato un tempo in cui si rifugiava dietro di lui.


Serrò la mascella guardando il ragazzo con aria truce.
Rei se ne accorse ma decise di non dire nulla.
Non si scompose più di tanto, dopotutto era praticamente certo che Shuichi gli avesse parlato.

L'uomo intanto si era avvicinato a Goro e all'ispettore.

<< … sono l'avvocato della famiglia Miura >>
<< Cosa ci fa qui? >>
<< Come tutore legale della ragazza è mio dovere essere qui. Sono stato informato questa mattina >>

Megure annuì.

<< Capisco >>

Kaeri si avvicinò all'uomo in lacrime.

<< Ah Ketagawa è orribile! Dicono che è stato avvelenato! Ma chi può aver fatto questo? Tu eri qui ieri mattina. Non ti sei accorto di niente? >>

I detective e Megure alzarono la testa interessati.

<< Lei era qui? >> domandò Shinichi.

L'uomo annuì.

<< Avevamo un appuntamento. Sono arrivato alle nove e mi sono intrattenuto per un paio d'ore >>

Goro fece il sorriso tipico di chi ha capito tutto.

<< Quindi lei può averlo avvelenato >>

L'uomo aggrottò la fronte piuttosto irritato.

<< Ma come si permette? Perché avrei dovuto fare una cosa del genere? >>
<< Forse avete discusso >> ipotizzò il detective.
<< No. Al contrario, era un cliente eccellente. Non avevo alcun motivo per ucciderlo >> guardò Kaeri << … di sicuro tu ne avevi più di me >>

Sonoko alzò i pugni e si mise ad urlare.

<< Ma che dici? Kaeri non sarebbe capace di un gesto del genere. A suo nonno poi... È una mia amica e poi ieri è stata quasi tutto il giorno con me! >>

Kaeri si mise nuovamente a piangere.

<< Io adoravo mio nonno... >>

Takagi tornò con il suo block notes in mano.

<< Sono riuscito a contattare la domestica: ieri mattina si è alzata verso le 6.00, ha preparato sia la colazione che il pranzo, ha messo in ordine, ed è uscita verso le 8.30 >>

Megure inclinò la testa.

<< Perché fare un orario simile? >>
<< Sua figlia sta male e negli ultimi tempi fa un orario ridotto in casa. Pulisce e prepara i pasti la mattina poi va dalla figlia. Purtroppo il suo stato di salute è peggiorato quindi due giorni fa ha chiesto un permesso più lungo >>

Amuro mise due dita sul mento.

<< Certo sarebbe stato davvero rischioso mettere il veleno sul cibo. Dato che in casa vivono due persone e spesso ci sono ospiti, come poteva assicurasi che il boccone avvelenato lo mangiasse proprio lui? >>

Shiho annuì.

<< Senza contare che non abbiamo rilevato sostanze velenose in casa >>

Kaeri e Sonoko tirarono un sospiro di sollievo.

<< Certo che... per essere una casa frequentata da tanta gente c'è un ordine perfetto >> continuò Amuro.

Ketagawa si avvicinò di due passi.

<< Il signor Miura era un uomo estremamente ordinato. E poi le feste si svolgevano sempre e solo nell'ala est. In salone. Nessuno usciva mai da quella stanza >>

Sonoko annuì.

<< È vero... una volta sono uscita con un paio di amiche e lui si è arrabbiato molto >>

Kaeri fece spallucce.

<< Aveva le sue particolarità... come tutti no? >>

Ci fu un momento di silenzio rotto dalla voce dell'apprendista di Goro.

<< Certo che è strano >> disse.

Megure lo ascoltò curioso.

<< Cosa? >> domandò

<< Miura- san è un uomo ossessionato dall'ordine eppure poco fa ho notato che sul suo comodino c'è una scatola di integratori in bella vista … non è strano? >>

Kaeri portò un fazzoletto davanti il viso.

<< Mio nonno usava fare un sonnellino dopo pranzo. Subito dopo prendeva quegli integratori e poi andava nel suo studio a lavorare >>

Ketagawa annuì.

<< Si è vero. Sosteneva che lo aiutassero a concentrarsi meglio >>
<< Si d'accordo... >> disse Amuro << ma perché non rimetterli a posto? >> domandò con la sua solita -finta- innocenza.

La ragazza non seppe dare risposta.

<< Se ne sarà scordato >>

In quell'istante Shinichi venne folgorato da un'intuizione.
Tornò nuovamente davanti l'orologio e si girò guardando un dettaglio.
Sorrise. Ecco come aveva fatto.

<< No... suo nonno non se l'è scordato >>

Kaeri si girò.

<< C... cosa? >>

Shinichi fece un sorriso un po' inquietante.

<< Suo nonno era un tipo abitudinario: faceva sempre un sonnellino dopo pranzo. Poi si alzava, prendeva l'integratore e si recava nel suo ufficio.
Era risaputo >>

<< Si... è allora? >>

Shinichi puntò il dito verso il pavimento vicino la scala.

<< Che stai indicando Shinichi? >> domandò Megure.
<< Non vedete niente? >>

Goro si stufò.

<< Si può sapere che dovremmo vedere? >>

Il ragazzo sorrise.

<< La piega >>

Amuro sorrise e Shiho lo guardò con la coda dell'occhio con le mani incrociate sul petto.

<< Siete inquietanti quando fate così >> bisbigliò vicino a lui facendolo ridacchiare sommessamente.

Shinichi intanto continuava a parlare.

<< Miura stava andando nel suo ufficio dopo aver preso l'integratore. Durante il breve tragitto, proprio vicino le scale, vede il lembo del tappeto piegato.
Qualsiasi altra persona non ci avrebbe fatto caso ma l'uomo aveva un'attenzione particolare per i dettagli, per l'ordine, non poteva farne a meno. Si chiama “disturbo ossessivo compulsivo” >>

Kaeri ebbe un impercettibile tic all'occhio ma Shinici se ne accorse e sorrise diabolico.

<< … Lei sapeva che si sarebbe trattenuto per cercare di sistemarlo, giusto il tempo di dare al veleno il tempo di agire. A quel punto ha sentito una fitta, ha portato la mano sul petto, ed è caduto giù dalle scale >>

Kaeri serrò gli occhi.

<< C... Coosa? Ma che stai farneticando! >>

Shinichi la guardò impassibile.

<< Tu sapevi che sarebbe andata così. È per questo che hai sostituito la scatola degli integratori quella mattina e sei andata a giocare a Tennis con Sonoko, speravi che il corpo fosse ritrovato dalla domestica, sarebbe passato per un malore o, nel peggiore dei casi, la colpa sarebbe ricaduta su di lei >>

Mise due dita sul mento e continuò sornione.

<< Tuttavia vedi non hai considerato due fattori importati: il primo è che in questa zona di recente sono capitati casi simili e quindi la prassi imponeva alla polizia di effettuare l'autopsia del corpo e da qui sappiamo che Miura non presentava dei problemi di salute tali da giustificare l'accaduto.
Il secondo fattore è che, sfortunatamente per te, Gochi-san è dalla figlia. Non avrebbe mai e poi mai potuto sostituire gli integratori per poi far sparire le prove >>

Kaeri serrò i pugni.

<< C...certo che avrebbe potuto! Lei... >>
<< La scatola ritrovata in camera non presenta tracce di veleni né manomissioni >> disse prontamente interrompendola.

La ragazza diventò rossa in viso ed alzò la voce.

<< E allora come potete accusare me? Con che prove? >>

Shinichi fece spallucce.

<< Una volta tornata a casa, solo tu potevi sostituire nuovamente le scatole. Ma hai avuto poco tempo, Sonoko continuava a chiamarti in preda alla disperazione, per questo l'hai lasciata sul comodino >>

La ragazza alzò la voce.

<< Ma... ma che dici? E' impossibile! E dove sarebbe poi questa famigerata scatola? >>

Shinichi guardò Sonoko.

<< Beh dopo il ritrovamento non ti ha lasciata sola nemmeno un secondo... >> si girò nuovamente verso di lei << ... Non hai avuto molte occasioni per liberartene. Scommetto che con una ricerca accurata verrà fuori >>

Amuro mise le mani dentro le tasche dei pantaloni.

<< Io comincerei dall'orologio. Il pendolo funziona piuttosto male. Credo che qualcosa inceppi il meccanismo >>

Kaeri diventò paonazza guardando i due ragazzi con occhi gelidi.

Sonoko spalancò gli occhi.

<< Quando l'abbiamo ritrovato ti sei precipitata nella sua stanza con la scusa di chiamare aiuto... >>

Kaeri serrò gli occhi e digrignò i denti.

<< Era... un mostro! Non potevo mai uscire dopo le 22. Non potevo mangiare davanti la tv... TUTTO doveva essere sempre in ordine. Tutto doveva andare secondo i suoi piani.
Era sempre così ossessivo... era insopportabile!
Fra poco terminerò gli studi. Io volevo iscrivermi alla facoltà di arte ma lui... voleva impormi economia. Dovevo lavorare in azienda.
Così ho pensato che con lui fuori dai piedi e l'eredità...>>

Sonoko portò una mano davanti le labbra.

<< Sei veramente orribile Kaeri >>

Lei la guardò con odio.

<< Tu che ne sai? Ottieni sempre quello che vuoi. Non puoi capire! >> sbraitò mentre due agenti la portavano via.




*




<< Non posso credere che quella matta fosse mia amica >> disse Sonoko mentre Ran la consolava.
<< Coraggio... stanotte vuoi stare a casa mia? Preparo il riso con le verdure >>

Poco lontano dalle due ragazze Shinichi osservò Shiho salire in macchina insieme ai suoi colleghi.

<< E così hai deciso di farti maltrattare h24 >> commentò con tono neutro. Quasi annoiato.

Amuro lo guardò con la coda dell'occhio.
C'era rispetto tra loro eppure avevano quello strano rapporto: quello scambio di sguardi sospettosi e quel tirarsi battutine taglienti.
Assottigliò lo sguardo e fece un sorrisino.

<< Tu prendi quelle tue dannate unghiette e scavi. Ne sorrisino innocente? >>

Shinichi girò il viso e sostenne il suo sguardo.

<< Non sei divertente zero no nii chan>> si fece serio e abbassò il capo
<< Comunque... >>

Rei si voltò incuriosito da quel repentino cambio di tono.

<< È... è una cosa seria? >>

Il biondo inspirò abbassando lo sguardo, poi socchiuse gli occhi con un sorrisetto ambiguo.

<< Shinichi sei geloso? >>

Il ragazzo trasalì.

<< Ma che vai a pensare! E solo... strano >>

Rei alzò un sopracciglio.

<< Strano? >>

Shinichi annuì.

<< Si... strano >>

Perchè per lui Shiho non era "Shiho".
Lei era Ai. Una piccola rompiballe che gli dava filo da torcere. La sua piccola rompiballe.


Dov'era finita la bambina riflessiva e cauta che si nascondeva dietro di lui?


Era diventata, o meglio, era tornata ad essere una donna. Una dolce, delicata, una bella e giovane donna.

Abbassò il capo chiudendosi la porta di casa alle spalle.

Ovviamente questo non significava che aveva cambiato opinione su Rei.
Ancora non si fidava completamente di lui e le sue belle parole dette al Poirot potevano essere solo un tentativo di confonderlo.



















Angolo dell'autrice

Eh che dire?
Scusate.
Perdono a tutti i lettori che seguono la storia nonostante i tempi d'attesa.
E ovviamente un immenso grazie.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima. Un abbraccio a tutti.

Violetta_


Ritorna all'indice


Capitolo 50
*** First ***


First


 

Quando Shiho aprì gli occhi la prima cosa che vide fu il piattino bianco decorato con dei fiori di ciliegio posto sul tavolino, quello dove di solito tenevano le chiavi, e una rivista di moda.

Batté le palpebre sbadigliando.

Ora ricordava: si era appisolata subito dopo pranzo.

Negli ultimi giorni aveva fatto degli straordinari poiché aveva intenzione di chiedere al suo capo un aiuto riguardo un progetto universitario.
Aveva un ottimo rapporto con la Baba, ma al chiedere un favore preferiva far valere i suoi meriti.

Alzò il busto poggiandosi sui gomiti e guardò il plaid azzurro che aveva addosso.
Non ricordava di averlo quando si era sdraiata.

Rei stava lavando i piatti, il che significava che non aveva dormito poi così tanto.

Sbadigliò nuovamente e si guardò intorno: il salotto era illuminato dalla luce del giorno grazie alle tende che, leggermente aperte, permettevano di intravedere il cielo azzurro ed i palazzi della città.
Haro dormiva perfettamente mimetizzato sul suo nuovo cuscino nuvola bianco.

Sorrise intenerita, secondo Rei tendeva a viziare un po' troppo il cucciolo, per lei invece era il minimo sindacale.
Spostò nuovamente le attenzioni sul ragazzo; era leggermente incurvato per bagnare il meno possibile con addosso dei ridicoli guanti di gomma a forma di t-rex.
Aveva ancora la camicia bianca e i pantaloni del completo.

Si alzò avvicinandosi lentamente alle sue spalle e poggiò una mano sulla sua schiena.

<< Ehi >> disse Rei per nulla colto di sorpresa << … dammi due minuti e ti faccio il caffè >> continuò strofinando una padella con la spugna.

Shiho poggiò la fronte contro la sua spalla.

<< Non dirmi che hai ancora sonno... >> continuò lui guardandola con la coda dell'occhio.

Scosse la testa sentendo la stoffa di cotone sulla sua guancia.

<< Se vuoi c'è del gelato al sesamo nel freezer >>
<< Yee... >> disse a bassa voce << ... devi tornare a lavoro? >>
<< No >>

Shiho poggiò il mento contro la sua schiena.

<< E allora perché non ti sei cambiato? Tu detesti girovagare per casa con la camicia >>
<< Si ma qualcuno mi aveva chiesto un aiuto riguardo la presentazione di domani e dobbiamo tornare al dipartimento. Non ricordi? >>

Strusciò la guancia contro la sua schiena.

<< Mh mi ero scordata di avvisarti. Uno dei figli della Baba si è rotto la gamba. Niente presentazione fino a lunedì... >>

I figli della dottoressa Baba, due pargoli tranquilli come un diavolo della tasmania.

<< Capito. Quindi entrerai in letargo per il resto della giornata >>

Lei sorrise furbetta.

<< Non è una cattiva idea >>

Rei girò appena la testa.

<< Scordatelo! Stavo scherzando. Che ne dici se andiamo a correre? >>

Shino nascose il viso tra le pieghe della camicia.

<< No... c'è vento e fa freddo >>

Lui scosse la testa ridacchiando.

<< Se fossimo in estate diresti che fa troppo caldo >>
<< Probabile >>

Alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.

Niente. Non c'era verso.

Chiuse il rubinetto togliendosi i guanti e girò la testa guardandola con la coda dell'occhio: aveva gli occhi chiusi e le guance leggermente arrossate.
Si girò abbracciandola a sua volta poggiando le labbra sulla sua testa inspirando il suo delicato profumo.

<< E se cucinassimo qualcosa? >>

Lei scosse la testa facendo una controproposta.

<< Film? >>

Rei le sollevò il viso con due dita dandole un veloce bacio a fior di labbra.

<< Così ti metti a criticare ogni dettaglio >> poggiò il mento tra i suoi capelli e le massaggiò la schiena << Però ho comprato un bel libro qualche giorno fa. Vado a prenderlo >>



*



Rei si sedette sul divano con la schiena poggiata contro il bracciolo, Shiho si mise tra le gambe del ragazzo con la schiena poggiata sul suo petto si coprì col plaid azzurro.

Anche se vedeva perfettamente le pagine adorava sentirlo leggere ad alta voce: scandiva le parole alla perfezione, se il testo lo richiedeva simulava le voci dei diversi personaggi e poi aveva una voce così calda e morbida da farla sentire ammaliata.

<< Quella notte sembrava che tutto stesse procedendo nel migliore dei modi: il vento era calmo e non una nuvola in cielo. 
La ragazza si svegliò per andare in bagno. Attraversò il corridoio sino alla porta adiacente, strizzò gli occhi durante il tragitto per vedere meglio dato che era tutto buio... >>


Strusciò la testa contro il suo petto lasciandosi trasportare dal racconto.

<< Cercò di accendere la luce della stanza. Niente. Probabilmente la lampadina si era fulminata.

Cercò nella tasca della divisa per vedere se aveva con se la torcia.
Mentre si muoveva a tentoni, si bloccò, si stropicciò gli occhi guardando fisso di fronte a se. Sbatté di nuovo gli occhi: un’ombra opaca, dei capelli bianchi, un volto pallido… >>


Alzò il capo in modo da guardarlo negli occhi.

Le pupille si spostavano veloci seguendo le lettere, aveva un'espressione così seria da trovarla quasi divertente.
Spostò lo sguardo sulle sue labbra, studiandone ogni movimento.

<< Rei... >> sussurrò a voce molto bassa.

Si allungò su di lui poggiando una mano sul suo petto e chiuse gli occhi mentre univa le labbra sulle sue: erano calde e molto morbide.
Si allontanò di un paio di centimetri lasciando sfuggire un leggero schiocco e poggiò la testa sul suo petto giocherellando con un lembo della camicia.

Rei aveva ricambiato con piacere quel tenero bacio, le sorrise e poi riprese a leggere.

<< “È LUI! È LUI!" urlò. L'uomo si avvicinò alla sua allieva e le sollevò il viso con due dita. "Lui chi?" >>

Shiho abbassò appena lo sguardo.

Dopo quella sera non ne avevano più parlato. Le battute e i tentativi del ragazzo erano completamente spariti.
Anche il suo atteggiamento era cambiato virando verso gesti sempre più dolci.

Fece scorrere la punta delle dita dal petto alla base del collo giocherellando coi bottoni della sua camicia.

Intanto Rei che continuava a leggere.

<< Lui le fece cenno di aspettare e si diresse verso la stanza >> mosse le labbra sempre più lentamente iniziando ad intuire le intenzioni della compagna. << Era di fronte la porta. Poggiò... la mano.... sulla ... maniglia... >>

La ragazza chiuse gli occhi avvicinandosi ulteriormente a lui sbottonandogli il colletto.

Rei attese qualche istante, preso alla sprovvista, o meglio perplesso per via di quel nuovo atteggiamento, fino a quando non sentì i suoi polpastrelli delicati sfiorargli il collo.
In quel momento le prese delicatamente la mano avvolgendola nella sua e le accarezzò il dorso col pollice.

Shiho si soffermò a guardare quella mano sentendo i suoi occhi dolci puntati su di lei.

Le mancava. Le mancavano tantissimo quelle battutine, quei bisbigli, quei piccoli dispetti. Quei tentativi.
Era certa che non lo facesse apposta eppure la trattava come se... fosse di vetro.

Che ipocrita, dopotutto era stata proprio lei a frenare le cose.

Alzò nuovamente lo sguardo su di lui poggiando le labbra sulla sua guancia, poi si spostò molto lentamente insinuando il naso tra il colletto ed il suo collo dandogli dei morbidi baci.

Rei era rimasto immobile lasciandola fare, assecondando ogni suo gesto ma quando sentì la punta della lingua sulla sua pelle chiuse il libro con una mano poggiandolo sul tavolino accanto a lui e le accarezzò la schiena.
Poggiò le labbra sulla sua scapola, sul collo, per poi risalire sulle sue labbra, assaggiandole, sentendo la pelle delicata contro la sua.
Chiuse gli occhi lasciandosi trasportare da quel momento, poi si irrigidì ed alzò la testa guardandola dritta negli occhi colto da un dubbio tremendo.

<< Shiho se è uno dei tuoi scherzetti giuro che... >>

La ragazza rise divertita cosciente che lui in fondo aveva le sue belle motivazioni per essere così diffidente.

Si girò e si mise in ginocchio su di lui. Lo guardò negli occhi mordendosi il labbro inferiore e poggiò un dito sulle sue labbra sfiorandole col polpastrello.

<< Stupido >> mormorò mentre con l'altra gli sbottonava il secondo bottone della camicia.

Rei fece schioccare la lingua contro il palato sentendo la pressione sanguigna che cominciava ad aumentare.

<< Ma guarda se mi devo far insultare da una mocciosa impertinente >>

Ecco quello che le mancava: quel punzecchiarsi, quel tenersi testa.
Quel suo piccolo sorrisetto malizioso.

<< Non è colpa mia se sei anziano >> disse contro le sue labbra ridacchiando.

Rei alzò un sopracciglio.

<< Anziano eh? >>

Shiho scostò la stoffa della camicia poggiando le labbra sulla sua scapola.

<< Un vecchietto >>

Il ragazzo fece scorrere le mani dalla schiena ai sui suoi fianchi e con uno scatto di reni si alzò prendendola in braccio portandola sino in camera e lì la fece sdraiare sul letto.

<< “Vecchietto...” >> disse sarcastico.

Si mise sopra di lei e chiuse gli occhi baciandole il collo.

<< E non mordere perché questa volta mi vendico >>

La ragazza lo spinse e si portò una mano davanti al viso ridendo di gusto.

Era veramente così terribile?

<< Maybe... >>



*



Vederla sdraiata sotto di lui con quel dolce sorriso e la mano vicino alle labbra lo emozionò in maniera incredibile.
Le diede un bacio, poi un altro ed un altro ancora, facendo scorrere le mani sul suo seno e sui suoi fianchi, poi le sfilò con delicatezza la felpa facendola cadere sul letto.

Shiho strinse la mano destra sulla camicia stropicciandone il tessuto e lo attirò a se. Affondò le mani tra le ciocche dei suoi capelli biondi riprendo a baciarlo con maggior ardore.

Rei poggiò una mano sul suo stomaco sfiorando la pelle scendendo sino a lambire l'elastico dei pantaloni della tuta, poi con un gesto veloce glieli sfilò gettandoli per terra.
Si soffermò a guardarla come incantato.

<< Sei davvero bellissima >>

Shiho incrociò le braccia al petto e distolse lo sguardo imbarazzata.

<< E smettila... >>

Rei sorrise risvegliato dalle sue parole e si allungò dandole un bacio.

<< Non intendevo prenderti in giro Shi >>

Si mise in ginocchio togliendosi la maglietta ed abbassandosi i pantaloni ed i boxer.

La ragazza sentì il cuore iniziare a batterle furiosamente nel petto.
Visto il suo passato e col suo lavoro, era abituata alla vista di un corpo nudo, però si sentì a disagio guardando il suo.

Molto a disagio.

Arrossì completamente spostando gli occhi da una parte a l'altra mordendosi l'interno guancia.

Oh cavolo...

A Rei scappò un sorriso intenerito, era più timida di quanto pensasse.

Si chinò su di lei e poggiò la fronte sulla sua.

<< Shiho... >> disse con tono dolce.

La vide chinare il capo e le accarezzò il viso facendo scorrere le dita tra le ciocche ramate.

<< Dovresti rilassarti, il tuo viso sta andando a fuoco >>
<< Simpatico... >> la sentì mormorare sarcastica.

Si spostò dandole un bacio sulla guancia ed allungò la mani sul gancetto del reggiseno.

<< E poi dovresti sorridere di più >>
<< Mh... dici? >> domandò ruotando lo sguardo verso di lui.

Per tutta risposta il ragazzo continuò a darle dei veloci baci sul collo scegliendo apposta un punto che sapeva fargli il solletico.

<< Rei... >>

Lui continuò imperterrito.

<< Dai smettila... >> disse con un filo di voce che celava una risata.
<< Sei decisamente più bella quando sorridi >>

Allungò le mani solleticandole i fianchi.

Shiho soffriva terribilmente il solletico e si mise a ridere senza controllo.

<< No... il solletico no... >>

La verità è che si stava divertendo un mondo.

Non ricordava di aver mai riso tanto, di essere così coccolata e riempita di attenzioni.

Poggiò una mano sulla sua guancia specchiandosi nei suoi bellissimi occhioni azzurri.

Si fidava di lui.

Non avrebbe mai pensato di ammetterlo a se stessa ma si fidava davvero di quel ragazzo.

<< Vieni qui >>

Il suo Rei.

Arrossì a quel pensiero e gli diede un bacio.



*



Rei insinuò la lingua tra le sue labbra mentre ragazza lo circondava con le braccia e con una mano gli accarezzava la nuca.
Il tocco di Shiho era leggero, quasi intimidito, come se avesse il timore di esagerare o di lasciarsi troppo andare.
Era sempre così razionale, calma, attenta ad aver la situazione sempre sotto controllo.

Chissà cosa sarebbe successo se avesse spento il cervello anche solo per pochi istanti.

Rei le stuzzicò la lingua con la sua dandole un bacio intenso e appassionato.

E già … chissà...

Aprì gli occhi e alzò il busto guardandola con un sorrisetto impertinente e
poggiò le mani sulle sue gambe.

Shiho lo guardò con aria interrogativa e lui assottigliò gli occhi di rimando, sempre con quel sorrisetto ambiguo.
Le sfiorò il ginocchio con le labbra dandole un delicato bacio, poi si spostò sull'altro ginocchio iniziando ad allargarle le cosce molto lentamente.

<< Che fai? >> domandò la ragazza con un tono talmente spiazzato da farla risultare quasi ingenua.

Le baciò la pelle diafana e morbida iniziando a scendere su di lei.

Shiho socchiuse le labbra stringendo tra le dita il candido lenzuolo.

<< Aspetta... >> girò la testa contro il cuscino << aspetta.... >> disse in un sussurro con tono sempre meno convinto.

Rei continuò a lasciare una scia di morbidi baci volutamente lenti, con gli occhi chiusi.

Shiho si leccò il labbo inferiore chiudendo gli occhi e poi schiuse le labbra non riuscendo a frenare un gemito.

<< Mh... >>

Il ragazzo poggiò la punta della lingua sul punto più intimo del suo corpo e la sentì fremere, mise le mani sui suoi fianchi ed infine le diede un intimissimo bacio muovendo la lingua in modo lento e deciso.

La ragazza avvampò completamente e spalancò gli occhi portando le mani sulla sua testa ed incurvò la schiena.
Cercò di parlare ma l'unica cosa che uscì fu qualche mormorio sconnesso.
Strinse le dita tra le sue ciocche bionde e spostò il lenzuolo col piede.

Sarà l'emozione, sarà che non era abituata a quelle particolari attenzioni, ma non le ci volle molto per percepire una forte sensazione di calore sul suo basso ventre e gettare un urlo appagato.

Si rilassò con la testa sul cuscino ed inspirò socchiudendo gli occhi: aveva un'espressione decisamente soddisfatta.

Col viso ancora rivolto verso il tetto sentì Rei che le si sdraiava accanto, spostò lo sguardo guardandolo con la coda dell'occhio. Si morse il labbro inferiore arrossendo quando i loro sguardi si incrociarono.
Sembrava quasi che stesse gongolando.

Poco dopo Rei afferrò un lembo del lenzuolo coprendo entrambi e poggiò una mano sulla sua guancia avvicinandola a se, unendo le labbra sulle sue.

Shiho socchiuse le labbra portando una mano sul suo petto sentendo i muscoli perfettamente definiti sotto i polpastrelli.
Alzò il ginocchio e cercò di fare leva col piede per girarsi ed invertire le posizioni, ma lui fu più veloce e poggiò i palmi delle mani ai lati della sua testa.

<< Eh no >> disse con un sorriso e un tono dolce, ma che non ammetteva repliche.

Dopo averla desiderata così tanto voleva che quel momento durasse il più a lungo possibile.

Shiho espirò gonfiando le guance esprimendo la sua disapprovazione ma riuscì solo a risultare semplicemente adorabile.
Cercò nuovamente di girarsi ma quando si specchiò nei suoi occhi azzurri rimase catturata dal suo sguardo.
C'era qualcosa di diverso in lui: una punta di desiderio, un ardore che la imbarazzava ma che al contempo la attraeva come una calamita.

Rei si piazzò tra le sue gambe e scivolò dentro di lei lentamente stringendola a se. Si chinò su di lei baciandole il seno, sfiorandole il capezzolo con le labbra.

<< Mmmh >>

Sollevò il capo e vide una smorfia di dolore dipingersi sul suo viso.
Quella dannata pillola faceva sentire la sua presenza anche a distanza di anni.
Portò una mano sul suo fianco muovendosi sopra di lei, stando attento alle sue reazioni.
Socchiuse gli occhi portando la mano libera sul suo viso sfiorandole la guancia con due dita.

Dopo qualche istante Shiho alzò la testa e chiuse gli occhi muovendo il bacino contro il suo.

Rei inspirò cercando di mantenere una certa lucidità ma il suo profumo e le sue labbra rosse leggermente socchiuse gli rendevano l'intento piuttosto difficile.
Socchiuse le labbra e sospirò sentendo il corpo della ragazza reagire ad ogni mossa. Non si era mai sentito così coinvolto, il cuore gli bruciava nel petto.
Le prese le mani intrecciando le dita con le sue e continuò a muoversi aumentando la velocità delle spinte mentre le baciava la pelle delicata.

La ragazza allungò il collo cercando nuovamente le sue labbra e lo baciò guardandolo insistentemente negli occhi. Con una mossa veloce strinse in modo delicato il suo labbro inferiore coi denti ed abbassò la testa per attirarlo a se in un gesto molto sensuale.
Strinse le dita sulle sue inarcando la schiena ed avvolse le gambe attorno alla sua vita.


I suoi stessi gemiti le arrivavano all'orecchio come suoni lontani, ovattati.

Rei le lasciò le mani afferrandole i fianchi stringendoli con forza verso di se. In quel momento Shiho allargò le gambe muovendosi senza più alcun filo razionale a frenarla, lasciandosi andare completamente.



*



La luce dei lampioni rifletteva sulle tende appena tirate e creava un leggero gioco di ombre sul tetto.

Quando il battito nel suo petto iniziò a rallentare socchiuse gli occhi e mise il dorso della mano sinistra sulla fronte guardando dritto davanti a se.

Allora... era così che doveva essere.

Un momento dolce, intenso che quando finisce non lascia l'amaro in bocca, non fa sentire sporca e piena di sensi di colpa.

Espirò e si girò su un fianco dandogli le spalle.

Era stata coccolata e circondata i attenzioni ma si era anche divertita sentendosi complice di un momento bellissimo.
Sorrise senza nemmeno accorgersene.

Non fece in tempo a sistemare la testa sul cuscino che avvertì il braccio del ragazzo cingerle la vita.

Si aspettava che lui parlasse, che le facesse delle domande, magari anche quelle stupide e banali che si fanno in quei casi.

Invece niente, lui continuava a stare zitto, si limitava a darle dei delicati baci in testa.

Si voltò incrociando i suoi occhi azzurri.

Rei le sorrideva guardandola con molta dolcezza. Le poggiò una mano sul viso accarezzandole lentamente la guancia col pollice.

Stettero così, in silenzio, per qualche minuto.

Shiho si umettò le labbra continuando a fissarlo.
Era come ipnotizzata, non riusciva a staccare gli occhi dai suoi.



Diglielo.

Che ti costa?

Dai, diglielo, maledizione.



Ma la timidezza, o forse l'orgoglio, ebbe la meglio.

Si avvicinò a lui poggiando le labbra sulla sua guancia, chiuse gli occhi premendo il viso contro la sua pelle infine gli diede un morbido e lento bacio.
Sistemò la testa contro il suo petto mentre sentiva le sua braccia avvolgerla e si addormentò quasi subito.

Rei poggiò una mano sul suo fianco e le diede un lieve bacio sulla fronte, tirò le coperte fin sopra le loro teste, poi chiuse gli occhi.














Angolo dell'autrice

Una gioia per Rei. Non siete contenti?

Scherzi a parte, vi è piaciuto questo capitolo?
Spero di essere riuscita a descrivere al meglio il momento facendo trasparire le sensazioni dei due personaggi senza risultare volgare.

Sono passati ben 50 capitoli e nonostante ciò, e nonostante i ritardi, ricevo ancora dei riscontri ad ogni aggiornamento.
Per questo voglio dirvi grazie. Grazie davvero a tutti i pazienti ed affezionati lettori.
Spero continuerete a seguirmi ancora.
Un bacione.

Violetta_


Ps: comunque alla fine ha vinto Shiho che è riuscita a rimanere in letargo per il resto della giornata.


Ritorna all'indice


Capitolo 51
*** Nuvoletta ***


nuvoletta

Nuvoletta



Quando Rei aprì gli occhi la prima cosa che vide furono dei ben noti e ormai familiari capelli ramati. Erano così vicini che si poteva sentire distintamente il profumo di lavanda e iris.

Abbassò lo sguardo per poter guardare il suo viso: Shiho aveva la testa poggiata sul suo petto e la mano all'altezza del suo stomaco, la bocca leggermente schiusa in un'espressione serena e rilassata.

Sorrise.

Non riusciva a smettere di guardarla.

Era difficile vedere un'espressione simile sul suo viso, solitamente era seriosa ed imbronciata.
Ed era davvero difficile vederla così tranquilla durante il sonno, solitamente tendeva ad irrigidirsi o a scalciare, anche solo sporadicamente.

Le sfiorò un braccio coi polpastrelli mentre sbirciava il suo petto che, lentamente, si alzava e si abbassava ad ogni respiro.
Risalì con la mano sino al suo viso accarezzandole delicatamente la guancia.

Socchiuse gli occhi e continuò a coccolarla, delicato come un pianista sui tasti di un pianoforte pregiato.



*



Shiho aprì gli occhi qualche minuto dopo e batté le ciglia più volte: si stropicciò un occhio sbadigliando.

Rei non ricordava di aver mai visto uno spettacolo più adorabile.
Si ritrovò ad arrossire come un ragazzino alla sua prima cotta.

Scosse la testa cercando di riprendere un po' di tono. O meglio dire un po' di dignità.

<< Buongiorno >> bisbigliò dandole un bacio sulla testa.

La ragazza si limitò a rispondere con un verso gutturale << Mh... >> fece guardandosi intorno ancora assonnata e con la vista appannata.

Sbadigliò e si umettò le labbra. << Mh... >> Si irrigidì quando cominciò ad avere più lucidità.

<< Mh! >>

Rei sospirò mentalmente abituato a cogliere ogni minimo cambiamento.

Ecco. Fine della parte adorabile della giornata.

<< Dormito bene? >> le domandò gentile cercando di prolungare quell'idillio ancora per un po'.

E ciò che lei fece subito dopo lo sorprese: Shiho annuì con fare molto lento e dolce dandogli un morbido bacio sul petto. Poi si riaccoccolò sopra di lui.

Il ragazzo non poté fare a meno di arrossire. Di nuovo.
Le accarezzò lentamente la schiena guardandola riposare comodamente sopra di lui.

Sorrise con fare vittorioso.

La miglior mattina dopo anni di risvegli orribili.


*


Quando Shiho si svegliò completamente si accorse che Rei stava giocherellando coi suoi capelli.
Sorrise ripensando alla notte precedente, si morse il labbro inferiore avvertendo una punta di imbarazzo.
Si sentiva come una ragazzina alle sue prime esperienze. Ma si sentiva anche felice come non lo era mai stata mentre si crogiolava in quelle dolci coccole.
Alzò la testa e quando i loro occhi si incrociarono lui le rivolse un caldo sorriso.

<< Caffè? >> domandò con tono dolce.

Shiho annuì stropicciandosi gli occhi. 

<< Grazie... io vado a farmi una doccia >>

Prese al volo la camicia bianca del ragazzo mettendosela addosso con un gesto veloce e fluido, si alzò con abbastanza nochalance da non far trasparire il suo imbarazzo e si diresse verso il bagno.

Subito prima di uscire dalla stanza lo guardò con la coda dell'occhio.
Rei sembrava fin troppo contento, quasi divertito.
Giurò di averlo visto quasi sull'orlo di una vera e propria risata.

Boh.

Chiuse la porta alle sue spalle e si mise di fronte lo specchio, sbadigliò e si stropicciò gli occhi per l'ennesima volta.
Già faticava a carburare al mattino in situazioni normali, figuriamoci dopo quella notte.
Quando riaprì gli occhi li spalancò incredula.

I suoi capelli.

Non una ciocca al suo posto e talmente gonfi da sembrare un batuffolo di cotone. Un enorme batuffolo sulla sua testa.

<< Ma che...? >>

Erano letteralmente esplosi.

In diciotto anni mai capitata i a cosa simile.

Ok non che si svegliasse sempre impeccabile come la protagonista di una commedia, ma di solito la sua testa restava con una forma umana. Con una logica.

Arrossì realizzando la cosa e schiudendo le labbra.

E lui l'aveva vista!

Ecco perché ridacchiava.
Si portò una mano sul viso.

Che figura!

Si fece una doccia e per fortuna il getto d'acqua calda, un buon balsamo e venti minuti riuscirono a domare la chioma.



*



Quando uscì dal bagno la camera da letto era vuota.
Si tolse l'accappatoio di dosso e mise i primi vestiti che trovò, poi si diresse in cucina.
Rei stava cercando qualcosa nella dispensa e le dava le spalle.

<< Buongiorno nuvoletta >>

Shiho assottigliò gli occhi.
Eh no. Non poteva certo arrogarsi il diritto di provocarla.

<< Sai che detesto i nomignoli... >> disse con tono calmo, ma eloquente.
<< Però questo ti sta bene >> rispose lui con tono divertito.
<< Taci.... >>

Rei si girò con un faccino innocente.

<< Dai non fare la permalosa. Non ho detto niente di mal... >>
<< L'hai fatto apposta >>

Lui la guardò sinceramente confuso.

<< A fare che? >>

Shiho si indicò la testa.

<< Mi hai scombinato i capelli apposta! Non è divertente >>

Lui batté le palpebre.

<< Ma no... eravamo a letto... ero sovrappensiero e .... >> cercò quasi di giustificarsi.

La stava coccolando e, davvero, non aveva premeditato nulla, era solo divertito dalla scena.

Ma Shiho ormai si era convinta della sua teoria senza possibilità di appello.

<< Stupidaggini >>

Lui sorrise rassicurante.

<< E comunque eri lo stesso molto carina >> disse con sincera innocenza.

Shiho serrò la mascella.

<< Piantala >>

Rei socchiuse gli occhi cercando di salvare il salvabile.

<< Lo vuoi questo caffè si o no? >>
<< Ovvio! >>
<< E allora torna il dolce batuffolo di cotone di poco fa >>

Lei lo guardo inizialmente sorpresa, poi assottigliò gli occhi irritata ed infine fece un piccolo sorriso.

Un piccolo, inquietante, sorriso.

<< Come vuoi... >>

Lui colse subito il cambiamento di umore.

<< A titolo informativo ho nascosto il peperoncino >>

Lei continuò a tenere quell'inquietante sorrisino stampato in faccia.

<< Ok. Va bene... >> disse adorabile.

Rei deglutì.

La maledetta aveva tutto un portfolio di attentati domestici.
E lui ormai aveva involontariamente provocato la belva.

Sarebbe stata una luuunga giornata.











Angolo dell'autrice.

Un enorme grazie a tutti cari lettori che ancora seguite questa storia nonostante i ritardi ormai costanti.
Spero abbiate passato delle belle feste e preso peso perché non posso essere la sola. Sarebbe ingiusto no?

Tornando alla storia spero che questo capitoletto vi sia piaciuto.
Un piccolo slice of live. Nessun Rei è stato maltrattato durante la giornata. Forse.
Un bacione a tutti quanti.

Violetta_











Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3662630