Credici se puoi

di MissNobody
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


CREDICI SE PUOI

CREDICI SE PUOI

Lui non ci credeva. Non credeva in quasi nulla. Non  credeva nel vero amore, perché non era altro che una stupida reazione chimica che inviava strani impulsi al cervello. Comunque non credeva di meritarlo. Non credeva nel sacramento del matrimonio, perché trovava che investire tutta la vita in un rapporto che poi avrebbe potuto troncarsi e ferire delle persone fosse un suicidio. Non credeva che avrebbe avuto figli, perché non si riteneva in grado di crescerli in modo adeguato.

Ma soprattutto non credeva che un ragazzo come lui avrebbe potuto vedere i suoi sogni realizzati.

Lui, il classico cattivo ragazzo, il combina guai, che rispondeva ai professori e tornava a casa la sera fumato e ubriaco. Quello misterioso, il ragazzo che a scuola ogni ragazza si era girata a guardare almeno una volta durante la lezione o nei corridoi. Impertinente, irresponsabile, casinista fino al midollo. Menefreghista come solo un ragazzo disilluso può essere. Ed era proprio per questo che non si aspettava niente da quella vita così altalenante, colma di alti molto alti e bassi molto bassi.

Lui non si aspettava niente perché era sicuro che niente sarebbe arrivato. No, Max Green non ci credeva.

Ma Ronnie sì. Così determinato, così forte. Il ragazzo bello, vivace, che nei corridoi regalava grandi sorrisi a destra e a manca. Il ragazzo che ogni week-end aveva un appuntamento con una ragazza diversa, ma che non era odiato da nessuna di loro, perché lui le trattava con dolcezza e gentilezza, con rispetto. Lo stesso ragazzo che era apprezzato dalle professoresse, che lo consideravano un “giovane gentiluomo”. In effetti Ronnie era anche questo.

Ma soprattutto era il suo migliore amico, e Max e Ronnie non avrebbero potuto essere più differenti, eppure così perfettamente simili. Un giorno, però…

“Max, senti, ma tu cosa vuoi fare da grande?”

 “Eh??” rispose Max, accendendosi l’ennesima sigaretta davanti a scuola.

 “Sì, insomma, con questa storia della musica… Credi che potrà diventare una cosa seria?”

Ronnie, io non credo niente. Non lo so…No, non credo. Non credo proprio.”

Ronnie tacque, pensieroso. Un vago velo di delusione adombrava le sue iridi ambrate. Espirò una boccata di fumo e parlò di nuovo.

“Ma scusa, la musica non è la tua linfa vitale?”

“Sì”

“Non è quella cosa sempre perfetta, che è una cura e una droga allo stesso tempo?” 

“Sì”

“Non è forse la cosa che dona al mondo i suoi colori, che rende tutto sopportabile giorno dopo giorno?”

“Sì”

“Non è forse ciò che ci ha fatto incontrare?”

“Sì, lo è”

“E allora credici Max”.

 

 

 

 

 

Ronnie, è una follia, lo capisci o no?!” disse Max, prendendo l’amico per il braccio.

 “No, non lo capisco, e in fondo perché dovrei? Sto lavorando per realizzare il mio sogno, cosa ci vedi di così sbagliato?!” Ronnie ora si era voltato verso il più piccolo, trapassandolo con lo sguardo.

“Nessuno accetterà, nessuno, perché siamo solo degli adolescenti che suonano in un fottuto garage e tu lo sai bene, non voglio che tu ti faccia inutili illusioni. Io non credo…”

“Max, credici. Per una volta fallo, fregatene di quello che può succedere, del fallimento, della delusione. Vivi l’attimo Max, e se proprio non ci riesci, allora fidati di me”.

Quella sera Max, connettendosi  e andando su MySpace, vide sul profilo di Ronnie un’offerta di audizione per chitarristi e batteristi, per “suonare con la band più forte del mondo!” Max non poté fare a meno di sorridere, l’entusiasmo e la grinta che l’amico ci stava mettendo erano incredibili, e Ronnie era come un bambino sognatore e ostinato. Gli faceva quasi tenerezza. Il sorriso di Max fu spezzato dal suono del telefono che cominciò a trillare. Il sorriso rinacque subito, dopo che riconobbe la voce che parlava nell’altra cornetta.

 “Allora, l’hai visto?? Com’è, grida abbastanza ROCKSTAR???”

“Sì, Ronnie hai fatto un ottimo lavoro!” disse l’amico, sghignazzando. Il Rad sembrava un bambino in cerca di conferme.

“Lo sapevo! Fidati Maxie, è solo l’inizio!”

Ronnie…”

“Sì, sì lo so… Ma tanto ci credo io per tutti e due!!” e detto questo l’amico riattaccò il telefono. Max sorrise e si stese sul letto. Era proprio vero, Ronnie Radke era una vera forza della natura.

I giorni seguenti trascorsero tranquilli, con Ronnie che controllava MySpace ad ogni ora del giorno, febbrile.

Un mattina poi…

“Indovina chi verrà con me a fare le audizioni per il chitarrista e il batterista??”

“Eh?? Ma di che diamine…”

“Hanno risposto in molti, per ora sono almeno una un centinaio, tra chitarristi e batteristi.”

“Mi prendi in giro?!”

“NO! E ora cerca di pensare a come organizzare la cosa, e a come li vuoi, i nuovi membri.”

Ronnie fece per andarsene, poi si girò e raggiante gli disse

“Crediamoci, Max!”

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Capitolo 2
*** Parte II ***


“Ehm

“Ehm… è qui che si svolgono le audizioni per i batteristi??”. Max e Ronnie si voltarono. Nello stanzone adibito ad Auditorium per le audizione era appena entrato un ragazzo alto, dalla carnagione olivastra e lunghi capelli ricci che gli arrivavano sin sotto le spalle. Gli occhi erano nascosti da un enorme paio di occhiali da sole.

“Sei nel posto giusto amico! Io sono Ronnie, il cantante, e questo è Max, il bassista.”

“Piacere, io sono Robert Ortiz.”

Robert salì sul palchetto di legno e si sedette alla batteria.

Alla fine della sua esibizione Ronnie si avvicinò al ragazzo e gli disse “Amico, credo proprio che tu sia quello che stavamo cercando”.

“Già, sei stato grande! Bella chioma, a proposito”. Confermò Max.

“Bene, allora ti chiamiamo noi  tra qualche giorno…” disse Ronnie.

Il giorno dopo, alle audizione per i chitarristi…

Hey, io sono Bryan Money!”

“E io Omar, Omar Espinosa”.

Un ragazzo con una maglia rossa e i capelli castani e corti era appena entrato dalla porta, sfoderando un sorriso adorabile. Assieme un altro ragazzo, vestito di nero e i capelli castani.

“Ciao ragazzi, io sono Ronnie, lui è Max e insieme a Robert, il batterista, siamo i componenti della band…”

“…Più forte del mondo.” Continuò Max, smorzando un po’ l’eccitazione dell’amico.

Mentre i due chitarristi salivano sul palco e attaccavano le chitarre all’amplificatore Ronnie si rivolse a Max e con un sorriso furbo gli disse:

“Caro, se continui con questo atteggiamento negativo sarò costretto ad aprire le audizioni per il nuovo bassista!”

“Compenso quello che a te manca di realismo” tagliò corto Max.

Hey, eppure pensavo che avessi capito… Credici Max, è l’unico modo per rendere il sogno una realtà”.

 

 

 

 

 

 

Ok, allora a domani man…”

“A domani man…”. Max premette la cornetta rossa e poggiò il telefono.

Era possibile?

Possibile che loro fossero destinati a suonare assieme?? Max naturalmente credeva che quelle palle sul destino non fossero altro che cavolate per tirar scemi i creduloni, però…

Conosceva i nuovi membri da più o meno tre settimane, e già si era creata l’armonia che stavano cercando.

Aveva appena staccato dopo una conversazione di circa un’ora e mezza con Bryan riguardo agli accordi di un nuovo pezzo. Si trovava bene con quei ragazzi, e Ronnie era al settimo cielo.

Avevano anche buttato giù il loro primo pezzo assieme. La canzone si chiamava “Situations”… era divertente suonarla! Anche se ancora sembrava solo un hobbie, per giocare. Comunque Ronnie aveva detto che quando sarebbero diventati famosi avrebbero potuto fare un video della canzone.

“Pieno di belle ragazze in bikini e tacchi a spillo…” aveva sghignazzato il Rad

Seee, come no…”

 

 

 

“E se succedesse qualcosa? Cioè, non dico nulla di grave…”

“Tipo cosa, Maxie?”

“Non so, qualsiasi cosa… Se tu te ne andassi? La band…”

“Continuerebbe ad esistere anche senza di me!”

“No, Ronnie… senza di te la band non esisterebbe affatto!! Tu ne sei l’essenza stessa…”

Bhe, allora dovremmo imparare a sfuggire al destino avverso, no??”

Escape the Fate… suona bene”

“Suona benissimo, Maxie”.

 

“Ed ecco a voi… gli ESCAPE THE FATE!!!” urlò la voce dello speaker.

Una folla immensa era accalcata sotto al palco, urlando i loro nomi e applaudendo forte.

I ragazzi fecero la loro entrata, in un clima surreale che rendeva quella situazione più adatta ad un sogno che alla realtà.

La confusione che regnava sovrana non era neanche paragonabile allo stordimento nella sua testa, ma nonostante tutto Ronnie era raggiante.

Max lo guardava calcare il palco, con una naturalezza indescrivibile, come se l’avesse fatto tutta la vita e quello non fosse il loro primo concerto serio. Era a suo agio, sicuro, anche se qualcosa nel suo sguardo tradiva ancora un comprensibile nervosismo. Il suo sorriso era radioso, e non era diverso da quello che sfoderava a scuola neanche di una virgola. Era lo stesso Ronnie del liceo, con la stessa voglia di fare e la stessa fiducia nelle loro possibilità che li aveva accompagnati dal primo pomeriggio in sala prove fino ad allora. Era il viso luminoso di un ragazzino diventato un uomo, soddisfatto e coraggioso, che aveva saputo realizzare il suo sogno giorno dopo giorno. Che c’aveva creduto davvero, con tutto se stesso, senza vacillare in questo neanche per un attimo. E Max, intimamente, era felicissimo di poter condividere quel momento con lui.

“Che ti avevo detto Max? Basta crederci… Ne sei convinto, ora?”

“Sì, Ronnie, assolutamente”.

 

 

*****  Ok, non è un gran che… Il fatto è che volevo scrivere qualcosa sugli esordi…

Comunque mi è piaciuto scriverla, spero che vi divertirete altrettanto a leggerla!! Ringrazio chi si è soffermato a recensire (I Walk With Shadows) e chi lo farà in seguito… Mi raccomando, ogni commentuccio è super gradito!! Un bacio, MissNobody

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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